TrentinoMese giugno 2014

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ANNO XXII N. 268

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GIUGNO 2014 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

ALLA HSL DI GARDOLO, LA BELLEZZA HA TRE DIMENSIONI

PATRIZIO TAPPARELLI E LE STUFE A OLLE: UNA PASSIONE CHE SCALDA DARIO PEGORETTI: “COSÌ HO MESSO IN SELLA ROBIN WILLIAMS, BEN HARPER E...” CURIOSANDO NEL MUSEO DELLA MALGA DI CADERZONE TERME

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RING

trentinocommenti

RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

a mali estremi DOMANDE IMBARAZZANTI E DINTORNI, MENTRE I PICCOLI OMETTI CRESCONO

LE VOCI DI UNA CASA NON SI IMPARANO MAI. È PER QUESTO CHE CI SPAVENTANO OGNI VOLTA

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ccade di solito tutto quando gli umani se ne vanno a dormire e lasciano la strada libera alle cose. Oggetti inanimati, solidi, mobili, infissi, pietre, cemento armato, rubinetti, guardaroba, scarpiere e ogni altra diavoleria che si adopera per organizzare uno straccio di vita casalinga. Il fatto è che uno si mette a letto e non vorrebbe doversi occupare del misterioso concerto che si tiene ogni notte tra le mura domestiche. E invece non appena lo spiegabilissimo ticchettio dell’orologio a muro lascia il posto ai primi fruscii, ecco che il bisogno di dormire, miracolosamente ci abbandona. Il Maigret che è in noi inizia le indagini preliminari, cercando una spiegazione logica abbastanza credibile: il vento, lo sfregamento del lenzuolo sul padiglione auricolare, il soffio agitato del o della partner e così via. E uno è sistemato. Avanti il prossimo... È la volta del capitolo scricchiolii, che porta ad un lungo monologo interiore, zeppo di domande, che Proust a confronto era un analfabeta. Dunque, potrebbe essere l’armadio, dato che ho dovuto rimontare l’anta giusto qualche giorno fa; oppure la maestà della porta, considerate le maniere brusche dei nostri figli; oppure... (Lasciatemi pensare, santo cielo, un attimo solo, sto cercando di dormire, non siamo mica in un telequiz!) La madia, ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Viene da una cucina austriaca dell’Ottocento, come vuoi che faccia a non scricchiolare una cosa così?! E due sono a posto! Che ci sta ancora? Lancinante, arriva a farci sobbalzare, il cicalìo della lavastoviglie. Ha terminato il lavaggio quella zambracca e ci tiene ad informare tutti i componenti della famiglia. Vabbè, quanto meno, si tratta di un rumore spiegabile, non c’è problema. Il tempo di riportare le pulsazioni a regime ed ecco che – in concomitanza con l’inizio delle fasi REM di partner, figli, cane, pesciolino rosso, ecc. – si cominciano a sentire voci, frasi morsicate, mugugnii a cui ci prodighiamo frettolosamente ad assegnare una paternità. È il nostro sistema nervoso che lo esige. Ogni suono che la notte ci regala deve avere un padrone, altrimenti potremmo divenire facili prede del panico. Un lavoro, insomma, quello che ci attende alla sera, dopo una giornata di lavoro, appunto. E non c’è nemmeno la consolazione della conoscenza. Perché, è strano lo so, ma delle voci delle nostre case non conserviamo memoria. È per questo che ogni sera si rinnova la rincorsa alle spiegazioni, alla giustificazione di ogni fenomeno sonoro. Altrimenti resterebbe appannaggio del soprannaturale e, in tal caso, ci farebbe morire di paura.

essuna via di fuga, impensabile. L’automobile lanciata ad alta velocità in autostrada non lo consente. L’unica soluzione per evitare di rispondere a certe domande delicate potrebbe essere quella di aggirare l’argomento o di cambiare repentinamente discorso, anche se – conoscendo gli interlocutori – è cosa certa che gli stessi tornerebbero presto alla carica. I bambini infatti sono di un’ostinatezza che disarma: quando hanno un obiettivo non demordono e sono capaci di logorare psicologicamente un adulto per ottenere risposte soddisfacenti. Così è successo che improvvisamente, durante un apparente e tranquillo viaggio di primavera, il più piccolo dei figli, ormai alla soglia degli otto anni, sia intervenuto con domande specifiche e dettagliate sullo sviluppo sessuale e sul passaggio dall’età infantile all’età adulta. Inutile dribblare, superfluo alzare il volume dell’autoradio, illusorio dirottare lo sguardo sul primo castello arroccato. Bisogna rispondere. Del resto, l’ho sempre detto ad ognuno di loro: per qualsiasi argomento (e sottolineo qualsiasi) non esitate a chiedere. Certo, così, però, senza preavviso, non me lo aspettavo, proprio oggi, insomma, magari domani… Secondi di panico. Anni passati sui libri, tra manuali di psicologia e pedagogia dell’età evolutiva sfumano senza pietà. Paradossalmente la soluzione nasce dalla spontanea formulazione dei quesiti: a tanta chiarezza conviene replicare con altrettanta trasparenza? Allora lì, in quelle frazioni lunghissime di secondo, tra un sorpasso ed i paesaggi che scorrono di lato, decido di mettere al bando versioni fantasiose e fiabesche: nessun riferimento a fiori e farfalle, a principi e principesse, a pisellini e patatine, quanto piuttosto concetti semplici e comprensibili. Meglio la realtà lineare piuttosto che i confusi resoconti dei compagni più grandi, che rischiano di alterare quello che rappresenta il vero motore del mondo, da conoscere senza vergogna e falsi pudori. Comincio con calma apparente e poi lentamente mi rilasso; le parole escono da sole e prende forma il racconto della vita. Il piccolo ascoltatore pare apprezzare: nessuna risatina o atteggiamenti di imbarazzo, ma uno sguardo attento ed interessato. Capisco di aver azzeccato la strategia d’intervento. Ricevo anche un bel “Grazie, mamma!” Nel frattempo siamo giunti a destinazione. Un po’ più cresciuti. Piccoli ometti crescono. 8

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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi CERCHIAMO DI SEGUIRE I RITMI DELLA NATURA

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tagione piovosa, umida. L’erba cresce rigogliosa tingendo ogni lembo di terra di verde, simbolo della ritornata primavera, del sole che allunga i suoi raggi, quindi della vita. Nel Meridione questo sprazzo di vitalità dura poco: l’implacabile sole e la sofferenza del vento di scirocco ne bruciano il vigore già nella sua giovinezza. Ma da noi lo scorrazzare delle nuvole da ponente porta l’acqua ogni settimana, rinfocolando il verde acceso della vita, garantendo, se non proprio panoramici sguardi sulla natura, sicuramente la piacevolezza di una tavolozza cromatica tra le più belle. Eppure, come in un film di fantascienza, sempre più, aggirandosi per viottoli di campagna, stradine urbane, ridenti campagne protette da crocifissi in pietra e in legno, ci imbattiamo in lunghi serpenti gialli di erba ingiallita. Come se lo scirocco avesse colpito nottetempo, spargendo il suo alito bollente sulla terra madre. Sebbene il giallo sia il simbolo della luce del sole, dell’energia mentale e fisica, della conoscenza, questa volta la sua presenza assomiglia molto all’apparire del serpente giallo, portatore di morte e distruzione. Lo stesso giallo dei ritagli della natura, sinonimo dell’abbandono, della solitudine e della dimenticanza. Il contrasto, a questo punto, diventa evidente: verde e giallo. Peccato che il colore giallo non sia il frutto naturale dell’avanzare della canicola. Qui, nelle terre del nord, lo scirocco, non riesce ancora a mietere le sue vittime. Il giallo è il frutto della “geniale” applicazione umana del diserbante. I diserbanti, detti anche erbicidi, sono sostanze utilizzate per il controllo delle malerbe o piante infestanti. Gli erbicidi più comuni sono composti chimici di sintesi, spesso xenobionti ossia chimicamente estranei, disaffini, ai composti naturalmente presenti negli esseri viventi. Come la diossina utilizzata negli anni Sessanta dagli americani in Vietnam impediva ogni coltivazione, nella convinzione che il nemico bisogna sconfiggerlo impedendogli di vivere, così oggi la fretta e la velocità del lavoro portano certi contadini – se non gli operai addetti alla manutenzione delle strade, parchi, giardini, ecc. –, all’uso massiccio di diserbanti. I luoghi dove tali prodotti chimici vengono utilizzati saltano subito agli occhi, per quel contrasto visivo immediato di verde/giallo. A parte questo impatto visivo che può rientrare nell’amore dell’estetica del paesaggio e quindi, purtroppo, per tanti trentini ritenuto “vacuo, superficiale, bon temp, come mi è stato risposto”, il loro utilizzo riguarda il grave problema dell’impatto ambientale. L’utilizzo di erbicidi in agricoltura, 10

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per uso civile – ma anche come uso militare, come la storia insegna – provoca qualcosa di ben più grave che non il semplice “giallino” spento: la distruzione totale degli insetti. Tra questi l’ape, che è il termometro del benessere o del malessere della nostra vita. A prima vista può sfuggire il rapporto causa-effetto fra uso dei fitofarmaci e perdita di diversità biologica, ma l’abuso della chimica ha portato allo sterminio quasi totale dell’ape, simbolo, fin dai tempi più antichi, dell’operosità. Al centro di miti, leggende e religioni, nella mitologia greca le api erano considerate le messaggere delle Muse per la loro sensibilità ai suoni. Lo stesso Zeus, quando fu nascosto dalla madre Rea in una grotta del monte Ida a Creta per proteggerla all’ira funesta del padre Crono, che voleva divorarlo, fu sfamato dal latte della capra Amaltea e da un miele prodotto dalle api locali. L’85% delle piante da cui traiamo nutrimento dipendono dagli insetti pronubi, ovvero che trasportano il polline da un fiore all’altro permettendo l’impollinazione e la conseguente formazione del frutto. Gli impollinatori sono quasi del tutto scomparsi e, per assurdo, siamo costretti a spendere in sovrappiù per riprodurne di sostitutivi nelle bio-fabbriche. Le api, in questo contesto, diventano uno strumento per misurare la nostra stupidità: le sterminiamo con irresponsabili trattamenti chimici, tra cui i diserbanti, ma al contempo le alleviamo perché indispensabili per l’impollinazione. Ormai rappresentano l’unico pronubo realmente disponibile. Allora cerchiamo di seguire i ritmi della natura. L’erba tagliamola pure, però con gli strumenti meccanici come si è sempre fatto da secoli. Sicuramente ci si impiegherà di più e bisognerà ritornare a farlo, ma l’unica cosa che dobbiamo combattere è il senso di velocità del tempo, optando per la lentezza e la gioia della manualità. Infatti i contadini intelligenti che vivono della terra, dalla mattina alla sera, utilizzano mille strategie per non alterare l’equilibrio, inserendo perfino determinate piante e fiori affinché l’impollinazione comporti sfumature di gusto e profumo fondamentali per il vino e per la frutta. Quelli i diserbanti non li usano di certo (colture biologiche e biodinamiche). I prodotti chimici dannosi sono prerogativa dell’ignoranza, della disarmonia, della fretta e del malcelato senso di onnipotenza dell’uomo sulla natura.


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RING di Carlo Martinelli

alla carlona TRENTO E QUELLA PAURA DI RICORDARE FAUSTO TINELLI E MAURO ROSTAGNO

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orse non c’è soltanto lo scrivere alla carlona, comunque necessario, comunque vitale. Gli è che – ed è cosa invero assai più preoccupante giacché le parole passano ma gli atti, i gesti e le decisioni restano – che c’è un agire alla carlona, un inveterato ricorso a consuetudini e modi di fare (che sono appunto figlio di un pensare che non vuole mai cambiare) che lasciano perplessi. Così, occorre tornare su una questione che già abbiamo provato qui a sollevare, ricevendo in risposta un fragoroso silenzio. Si parla dei nomi da assegnare alle nuove vie e piazze o anche a giardini, perché no? A Trento, periodicamente, è argomento che fa discutere e ogni volta che si (ri)accende la discussione non si può che ribadire la ferma convinzione. Si ricordi Fausto Tinelli. Doveroso gesto di buona memoria per un ragazzo che riposa – per sempre – al cimitero di via Giusti, a Trento. Nuove costruzioni, stanza 4, fila 2, colonna 23, posto in muratura numero 618. Lì è sepolto Fausto Tinelli. E’ tornato a casa, perché a Trento era nato, il 25 novembre del 1959. Poi, con la mamma Danila, operaia, era finito a Milano dove cresce, giovane e ribelle, attraverso gli anni Settanta, percorsi da tensioni fortissime. Suona la chitarra, è uno delle migliaia di giovani di sinistra, con una allegria che si coniuga all’impegno attivo contro gli spacciatori di droga. Ha un amico, si chiama Lorenzo Iannucci, per tutti Iaio. Fanno parte del centro sociale Leoncavallo. La sera di sabato 18 marzo 1978, le vite di Fausto e Iaio finiscono su un marciapiede di via Mancinelli, a Milano. Uccisi da otto proiettili Winchester calibro 7.65, sparati non si è mai saputo da chi, salvo che indizi e piste portano

RING ad una squadra di killer neofascisti. Danila Tinelli, la mamma di Fausto, oggi ha quasi ottant’anni. Non ha mai smesso di lottare per arrivare alla verità sulla morte del figlio e dell’amico (così come con tenacia fa Maria, Iaia, la sorella di Iaio). A Milano è stato dedicato loro uno spazio nella toponomastica della città: i giardinetti di piazza Durante, a pochi metri dal marciapiede dove vennero ammazzati senza pietà. Una targa dice: «Per sempre ragazzi. La città di Milano ricorda il loro sogno di un mondo migliore». Lo Stato italiano ha ufficialmente inserito Fausto e Iaio tra le “vittime del terrorismo”. Eppure, finora, Trento non è riuscita a trovare il modo di ricordare Fausto. Ne riscriviamo, alla carlona, all‘indomani di una polemica assai vicina a questa vicenda, a ben guardare. Il (la) rettore dell’Università di Trento ha detto no all’ipotesi di intitolare a Mauro Rostagno un’aula dell’ateneo dove l’allora giovane contestatore aveva studiato (sì, del Sessantotto si trattava). Poi, si sa come è andata: Rostagno è stato ucciso dalla mafia contro la quale aveva alzato la voce. Perché è stata negata l’intitolazione. “Rostagno era un contestatore, non avrebbe gradito”. Mah... coltivare sacrosanti dubbi su simile ragionamento è - per dirla con uno slogan che fu caro a Rostagno - giusto, possibile e necessario. Ma che la vicenda non sia chiusa lo dimostra un altro fatto. Al Comune di Trento stanno per arrivare centinaia di firme raccolte da chi - giovani e meno giovani - chiede con forza che Fausto Tinelli (sì, ecco perché ne riscriviamo) venga ricordato come merita. Perché la memoria è futuro e perché senza memoria siamo tutti più poveri e più soli. La memoria di una comunità non vive solo nelle vie intitolate a condottieri, micologi, politici che sono stati al potere, dottori, benefattori, esploratori, ingegneri. Può e deve trovare il modo di ricordare anche chi è stato seme di contraddizione, ancor più se ha pagato con la vita scelte generose e certamente non accomodanti. In un Paese che nelle sue strade e piazze talvolta ricorda guerrafondai, sterminatori di popoli e di minoranze, uomini dalla dubbia moralità, davvero non c’è posto per un ragazzo fucilato in strada o per un ex ribelle che dalla lotta continua era passato all’impegno contro consolidate strutture di potere, mafia compresa? Piace ricordare – e non sembri blasfemo, si tratta comunque di riconoscere l’immaginario collettivo, la forza di vicende straordinarie, seppure in ambiti totalmente diversi – che a Bruxelles le stazioni della metropolitana portano i nomi del ciclista Eddy Merckx (peraltro vivo e vegeto, piccolo particolare non trascurabile) e del cantautore Jacques Brel. Ricordare esistenze che valgono, è così difficile? 11

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “PI” COME: PETÌZ, PIVÈL, PETOLÓN, PIRLA… E VIA CON GLI EPITETI!

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er i grammatici l’epiteto è semplicemente un aggettivo che si pone davanti a un nome, per esprimerne una qualità essenziale. Nell’uso corrente sta invece per contumelia, insulto. Nei dialetti trentini la “pi” è l’iniziale di molti appellativi poco rispettosi, se non ingiuriosi. Cominciamo dai meno pesanti: ad esempio pivèl. La piva è un fischietto di canne (uno strumento musicale elementare suonabile da qualsiasi apprendista). In dialetto pivèl è il bocchino della pipa. Ironicamente viene detto pivèl uno alle prime armi, uno che deve imparare ancora tutto. Petìz si dice di un individuo maschile (petizza al femminile) schizzinoso, petulante. Simile il sostantivo petolón, petolóna, usato per una persona lenta, uggiosa che no la sa despetolàrse ovvero velocizzarsi almeno un po’. Pignol esiste anche in dialetto ma è probabilmente ripreso dall’italiano, derivato dall’immagine dei pinoli che sono tutti stretti e in ordine, rinchiusi nella pigna. Un

significato simile ha l’appellativo pìtima (in italiano col raddoppiamento), decotto, cataplasma, che deriva dal greco pithema e si dice di una persona che ti si attacca come un cataplasma, come un cerotto. Fino qui nulla di particolarmente offensivo. Ma ora cominciano gli appellativi con la “pi” iniziale un po’ pungenti o pesanti. Pinciòrlo, ad esempio, un epiteto ormai desueto, che in toscano si potrebbe sostituire con “grullo”, in italiano con “scimunito” e in dialetto con ensemenì... Comune al lombardo e al trentino è il termine pirla, usato per un persona stravagante, incontrollabile, inaffidabile. In trentino esiste anche il verbo pirlar, derivato dal sostantivo pirlo, piccola trottola. Anni fa il gioco del pirlo – fatto su una pedana inclinata, da tavolo, con la minuscola trottola che ruotando abbatte una serie di piccoli birilli – era presente in molti bar. Poi è scomparso. Ma ora (sull’onda del “vintage”), in qualche bar l’ho visto riapparire, come in qualche caso sono ricomparsi anche i flipper e i calciobalilla (dai che fèn na partida come na volta: dai che ve strazzo, petolóni!). Anche Pinco seppure oramai desueto, in trentino significa “sciocco”. Non saprei a quale grado di intensità offensiva collocarlo (forse qualche lettore depositario della memoria dialettale mi può venire in aiuto…). In italiano verrebbe da pensare al Pinco citato sempre in coppia con Pallino: ma non c’è notizia che si trattasse di uno sciocco… Più forte è appellare uno come pitòch (termine come pìtima arrivato a noi dal greco). Siamo ai limiti della querela o quasi. Piòcio si dice di un avaro; piòcio refàt (pidocchio rifatto) di uno che era povero e, arricchitosi, el ghe tòl la pèl ai piòci. Piociàra veniva definita ironicamente e offensivamente la testa di una persona, quando imperversavano i pidocchi (ma sappiamo che talvolta ritornano…). E decisamente querelabile è chi ti chiama piociós! Tenendo presente che gli apparentemente tranquilli trentini sono in effetti (come dicono le statistiche) tra i più litigiosi d’Italia, vedete voi se – contro uno che vi ha chiamato “piociós” – volete sporgere querela, dando così lavoro agli avvocati: tra i pochi, in un paese di drammatica disoccupazione a non restare mai senza lavoro… renzofrancescotti@libero.it 13

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

SALVE A TUTA LA ZENT Salve a tuta la zent zent da Roveredo e anca da Trent, zent de zità e zent de paese de tut el Trentin, isole comprese... Perdonate questo saluto poetico, ma sono appena tornata da Londra, patria di Scècspir, ed evidentemente ne subisco l’influenza. Qualcuno potrà obiettare che la culla della poesia non è certo l’Inghilterra ma l’Italia. Non è forse l’Italia “patria di santi, poeti e naviganti”? Lo era. Adesso è “patria de saldi poreti e latitanti”..... e ho detto tutto. Mentre ero a Londra, con un sole splendido, ricevevo notizie telefoniche dall’Italia di tempo pessimo, freddo,

vento, insomma la solita primavera balzana, con sbalzi di caldo e freddo il che porta il prolungarsi dei malanni di stagione (ma quale stagione che le è tute stesse ormai?) che sono raffreddore-tosse-catarro. Come sapete per noi donne quelle malatìote lì non ci turbano, tiriamo avanti imperterrite starnutendo a stantuffo, col naso che sembra un rubinbetto rotto, la borsetta piena di fazzoletti di carta, al limite ci prendiamo una tachipirina tanto per far vedere alla nostra coscienza che ci prendiamo cura anche di noi, e continuiano a fare la solita vita di sempre: si va a lavorare, si fanno i lavori di casa, si fa la spesa, si portano i bambini a scuola, a catechesi, in piscina, si preparano le borse delle immondizie che il marito porterà davanti a casa... Insomma non ci facciamo intimorire dalle malattie di stagione. Ma i omeni i è de n’altra categoria! Avete mai provato ad avere in casa un uomo con il raffreddore, en migol de toss, e do linie de fever??? Na tragedia! Si mette a letto come uno in punto di morte, ed in effetti lui è convinto di essere in punto di morte. E la moglie, rispettando l’impegno preso “nella buona e nella cattiva sorte” (e el raffreddor l’è la cattiva sorte!!) si trasforma nell’infermiera, ed è lì ad esaudire quelle che potrebbero essere le ultime volontà. Pòrteme n’aspirina... Ecco l’aspirina. Meio che te me ‘n daghi doe, no se sa mai... Ecco due aspirine. Vuoi altro? El scirop per el catar, che cossita el lo move... Ecco lo sciroppo, vuoi altro? Dame le gozze per la toss... Ecco le gocce. Altro? Latte miele e cognac: Tant cognac, che fago na bèla sudada. E lei, esaudisce. Ecco latte-mielecognac... Altro? Meteme su la trapunta per sudar. Ecco la trapunta. Vuoi altro? Adesso, il moribondo, ha esaurito tutte le possibili richieste. No sò gnanca mi... Vuoi fare testamento? E qua, rassegnato, risponde con tono di rimprovero: Eh, no stà dirlo do volte.... La realtà è che l’uomo non il raffreddore non starnuta: agonizza! Bene, state allegri che prima o poi arriverà il caldo. Finiranno i raffreddori e mal di gola dovuti agli sbalzi di temperatura e arriveranno quelli dovuti all’aria condizionata... Quindi non cambierà niente. Donne, tenete pronti latte-miele-cognac, aspirine e sciroppi, e la trapunta, ché l’uomo-morente per el raffreddor, el domanda la trapunta per sudar anca en agost! VOGLIATEVI BENE!

Loredana 15

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Bambini si parte‌ zaino in spalla! 40 itinerari per famiglie in Trentino-Alto Adige prefazione di Dino Pedrotti

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Alberto Folgheraiter, Annalisa Borghese, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Alice Manfredi, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

SOMMARIO GIUGNO2014

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8 COMMENTI 13 IL DIALETTO IN-FORMA 15 DA DONNA A DONNA

Attualità 18 25

GUERRA TRA PARENTI STORIE DI UOMINI E AEREI

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BARBARA PEDROTTI

38

UNA PASSIONE CHE SCALDA

34 LA BELLEZZA HA TRE DIMENSIONI 42 46 48 50 54 58 62

IL MUSEO DELLA MALGA IN GOMMONE SULL’ADIGE ALEX VISI L’IMPORTANZA DI ESSERE “CANOPO” DARIO PEGORETTI E I SUOI TELAI TRENTINO BOOK FESTIVAL PARTE IV LUIGI MEREGALLI

Panorama 64 66 67 68 69 70

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trentinoattualità 1914-1918 - UNA “GUERRA TRA PARENTI” – 6A PUNTATA

L’ESODO DEGLI “STRACCIONI” AUSTRIACI DI LINGUA ITALIANA L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA CONTRO L’AUSTRIA TAGLIÒ IN DUE IL TRENTINO MERIDIONALE. FAMIGLIE FURONO SMEMBRATE: CHI INVIATO NELLE “CITTÀ DI LEGNO” DELL’AUSTRIA E DELLA MORAVIA E CHI DISPERSO IN CENTO PAESI D’ITALIA. ALCIDE DEGASPERI, PALADINO DEI PROFUGHI, SOLLECITÒ A VIENNA UN’INCHIESTA PARLAMENTARE SULL’INTERNAMENTO DELLE POPOLAZIONI AUSTRIACHE DI LINGUA ITALIANA. GLI ULTIMI A LASCIARE IL TRENTINO, DIRETTI IN AUSTRIA, FURONO GLI ABITANTI DELLA VALLE DI TERRAGNOLO E DELLA VALLARSA di Alberto Folgheraiter

L’

insolito necrologio fu pubblicato il 23 maggio 1915 sul “Risveglio Tridentino”, l’unico giornale che ancora si stampava a Trento, dopo la chiusura del “Popolo Trentino” e dell’“Alto Adige”. “Coi sensi del più profondo ribrezzo – scriveva il giornale, diretto da un fuoriuscito italiano - diamo a tutti i popoli ancora neutrali di questo pianeta l’annuncio liberatore della morte dell’alleata nostra: ITALIA che, dopo lunghe e maligne sofferenze, la festa delle Pentecoste li 23 maggio 1915 alle 3.30 pomeridiane, munita dei conforti della Triplice intesa, in seguito a rottura della parola data e per incurabile cupidigia territoriale dopo 33 anni di vita, passò al campo nemico”. Il necrologio era firmato da: “La madre cessata Triplice Alleanza, i fratelli Impero Austro-Ungarico e Impero Germanico; la sorella adottiva Turchia. Impresa di pompe funebri Conrad v. Hetzendorf & Co.”. Dopo otto mesi, la guerra dilagava anche nel sud dell’Impero: Italia contro Austria-Ungheria. La sera del 23 maggio 1915, la popolazione di Mezzocorona (Kronmetz) fu convocata per una fiaccolata sulla piazza della chiesa per propiziare “l’offensiva contro il fedifrago Regno d’Italia”. Altre manifestazioni di sdegno per il “tradimento” italiano si tennero in vari paesi. Tuttavia, nel basso Trentino, alber18

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gavano sentimenti diversi. Il 28 maggio 1914, quattro giorni dopo i primi scontri fra italiani e austriaci, ad Ala si tennero i funerali “dei prodi caduti nel conflitto di ieri per la nostra redenzione”. Il sindaco Pallaver invitò i concittadini ad “accorrere numerosi all’Ospitale per onorare col vostro mesto accompagnamento all’ultima dimora le prime vittime del nostro riscatto. E sia questa una verace e pietosa dimostrazione ai Caduti e lavacro di un’onta che pur persistiamo a credere sia stata inflitta a noi non da un nostro concittadino ma da intrusi infiltratisi ad aumento dei nostri danni”. Peraltro, come disse Alcide Degasperi, in quei giorni gli “austriacanti” erano il 90% della popolazione trentina. Alla fine della guerra, il 90% dei Trentini sarebbe

Alcide Degasperi


trentinoattualità

stato favorevole all’Italia. Salvo ricredersi qualche tempo dopo. La svalutazione della Corona (fatta valere il 40% contro la lira) avrebbe impoverito la già misera popolazione trentina. Qualcuno, con amara ironia, avrebbe coniato lo slogan “Italiani al 40%”, o “Taliàni ciapàdi col sciòp” (italiani presi col fucile). Poiché serviva bronzo per forgiare cannoni, allo scoppio della guerra con l’Italia, da parte dell’Austria furono confiscate le campane di tutte le chiese,

meno una. Le campane di Faver, in val di Cembra, restarono sul campanile poiché dono dell’Augusto imperatore Francesco Giuseppe (vedi box). Peraltro, a cominciare dal mese di giugno del 1915, nel “raggio delle operazioni militari” le campane non si sarebbero potute suonare “nemmeno in occasione del genetliaco [18 agosto] di S. M. Imperiale e reale”. Inutili, quindi. Mancando il suono delle campane, la popolazione era invitata alle funzioni religiose con avvisi e cartelloni murali. Il primo colpo di cannone dell’Italia verso il Trentino austriaco fu sparato contro il forte Verle, alle Vezzene, che era ancora notte, alle 4 di mattina, dal forte Verena (2.015 m, sopra l’altipiano di Asiago). Assieme al forte Campolongo, a nord dei comuni di Roana e di Rotzo, il forte Verena dominava la Val d’Assa e sottostanti forti austriaci di Verle, Spitz di Vezzena e di Luserna. Il forte era armato con quattro cannoni da 149 mm, collocati in cupole girevoli, fabbricate con acciaio spesso 18 centimetri. A nulla potevano le repliche da forte Verle poiché c’erano cannoni del calibro di “soli” 100 millimetri. Passò meno di un mese. Il 12 giugno 1915, un proietto da 305, sparato da un mortaio Skoda, colpì il forte Verena. Restarono uccisi un ufficiale e quarantotto artiglieri da fortezza. Alle 4.30 del 24 maggio, sul monte Colovrat, in Friuli, un proiettile sparato da

I tre Re della Triplice Alleanza 1882: Umberto I (Italia), Guglielmo II (Impero Germanico), Francesco Giuseppe (Impero Austro-Ungarico)

soldati austriaci uccise l’alpino Riccardo di Giusto. Era la prima vittima italiana della guerra con l’Austria-Ungheria. Da qualche ora era in corso l’evacuazione delle popolazioni che abitavano il Trentino meridionale. Due anni dopo, nel corso di una relazione al Parlamento di Vienna (16 giugno 1917), il deputato trentino Guido de Gentili rievocò il principio di quel “lungo e penosissimo calvario”: “In fretta e in furia, la popolazione fu costretta a partirsene anche

LE CAMPANE IMPERIALI DI FAVER

I

l campanile della chiesa di Faver fu costruito tra il 1860 e il 1864 dopo che qualche anno prima (1854) era stata completata la ricostruzione dell’antica parrocchiale (consacrata nel 1116 e riconsacrata nel 1463). Alto 56 metri (“pari a piedi 172” si faceva notare negli anni Venti del XX secolo), fu dotato di un concerto di cinque campane del peso complessivo di 5.483 chilogrammi. Nel 1897 ne furono aggiunte altre due. Le cinque campane, che erano state donate alla comunità di Faver dall’imperatore d’Austria e re d’Ungheria, Francesco Giuseppe I, furono suonate, la prima volta, il giorno di Natale del 1865. Nel corso della prima guerra mondiale Vienna requisì quasi tutte le campane delle chiese, anche trentine. Non furono levati, invece, i cinque bron-

zi della chiesa di Faver. Tuttavia, il 6 giugno 1915 ne fu proibito il suono. Restavano sul castelletto costruito da Bartolomeo Bonfanti di Cembra e da Giovanni Vezzani da Torchio ma senza poter annunciare le funzioni religiose o accompagnare l’ultimo viaggio dei “faorani”. Tornarono a squillare il 9 settembre 1918, due mesi prima della fine della guerra. Altre due campane, che erano state collocate sul castelletto nel 1897 (e non donate dall’imperatore) avevano fatto la fine della maggior parte dei bronzi: fuse per essere cannoni. In sostituzione delle cinque “salvate” dal rogo della guerra, Vincenzo e Napoleone, baroni a Prato, avevano offerto rottami di antichi cannoni, già in uso per la difesa del castello di Piazzo di Segonzano espugnato dai francesi sul finire del XVIII secolo.

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trentinoattualità

IL POETA MONTALE SOLDATO IN VALLARSA La Vallarsa è tutta un cimelio della prima guerra mondiale. Quasi un museo all’aperto. A Valmorbia, sulla facciata delle ex scuole elementari, poco discoste dalla strada statale 46 “del Pasubio”, un affresco rammenta la presenza in valle del soldato Eugenio Montale. Il poeta rievocò quei giorni in trincea con una lirica intitolata appunto “Valmorbia” (da “Ossi di seppia”, Oscar Mondadori. In “Lontano, ero con te”, da “Le occasioni”, Montale ricordò anche Cumerlotti e Anghébeni). Valmorbia, discorrevano il tuo fondo fioriti nuvoli di piante agli asòli Nasceva in noi, volti dal cieco caso, oblio del mondo.

Un giovane Eugenio Montale

Tacevano gli spari, nel grembo solitario non dava suono che il Leno roco. Sbocciava un razzo su lo stelo, fioco lacrimava nell’aria

della popolazione austriaca. Li chiamavano “Flüchtlinge”. Erano profughi e basta; guardati come straccioni e gente da tenere alla larga. In effetti, lo choc era stato tale anche per il popolo austriaco, soprattutto dopo l’invasione dei 700mila galiziani, fuggiti alla disperata davanti alla guerra, da essere comprensibile il suo disorientamento”.

Le notti chiare erano tutte un’alba e portavano volpi alla mia grotta. Valmorbia, un nome, e ora scialba memoria, terra dove non annotta.

dai luoghi dove lo sgombero non era necessario. Poche ore le furono concesse, per mettersi in viaggio; e non le fu permesso di prendere con sé se non un piccolo involto; dovette abbandonare improvvisamente case, campi e tutti i suoi averi, senza ottenere, in certi casi, alcun risarcimento. [...] Con un’angoscia nel cuore, che ben si può immaginare ma appena appena descrivere, furono pigiati sui carrozzoni dei treni in regioni lontane, ignari della meta. Eppure tutto ciò non era che il principio di un lungo e penosissimo calvario. I membri di una stessa famiglia speravano di soffrire tutti insieme e di trovare in ciò un conforto nella grave, inaspettata sciagura. Ma non fu così. Lungo il viaggio, i giovani e quelli adulti che sembrano atti a prestazioni di guerra, furono strappati dal fianco dei genitori e delle spose che invano spargevano lamenti. Oppressi dal dolore, non sapevano nemmeno dove sarebbero finiti i loro cari e quando avrebbero potuto avere contezza della loro sorte...”. Il dibattito sulla sorte degli “evacuati” di due anni prima era bollente. E non solo negli articoli di stampa che riuscivano a sgusciare tra le maglie della censura. “Solo una cosa noi pretendiamo – aveva tuonato nell’aula del Parlamento austriaco l’on. de Gentili - che si rispettino 20

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anche nei nostri confronti le leggi; che anche noi veniamo trattati come cittadini e che ritornino pienamente in vigore i diritti garantiti dalla Costituzione...”. In precedenza, il deputato Alcide Degasperi aveva sollevato la questione degli “esodati” e degli “internati politici”. Con un’interpellanza, anche a nome dei parlamentari di lingua italiana al Parlamento di Vienna, Degasperi aveva sollecitato “un’inchiesta severa, esauriente e imparziale sopra il modo con cui venne proceduto nell’internare e nel confinare tanti cittadini austriaci di lingua italiana e sopra i sistemi adottati nei campi di internamento e nelle stazioni di confinamento”. Scrisse Aldo Gorfer (1976): “Il problema dei profughi era umano, civile, sanitario, morale e finanziario. Esso non si arrestò agli sciagurati giorni dell’evacuazione ma fu un assillo costante che si concluse parecchi mesi dopo la fine della guerra e che a molti restò nel cuore fino a oggi vivo come un incubo. L’inizio fu improvviso e inatteso. I protagonisti ne ricordavano lo sbigottimento incredulo, che poi si fece angoscia, e l’accorrere ai luoghi di concentramento, l’interminabile viaggio in treno, le debilitanti soste a Innsbruck e a Salisburgo, la selezione degli uomini validi da inviare ai campi di lavoro, il diffidente disprezzo

Solo col passare dei mesi gli “Austriaci di lingua italiana” riuscirono a mitigare molti pregiudizi da parte della popolazione la quale, obtortocollo, era stata costretta a ospitarli. Tuttavia, fra i Trentini si fece largo il sospetto che l’evacuazione di massa fosse stata consigliata più da ragioni politiche che militari. Nel 1917, a Vienna, si tenne il dibattito attorno alla “emancipazione civile dei profughi”. In quella circostanza, l’on. Alcide Degasperi ribadì che “almeno il 70 per cento degli evacuati fu esiliato per ragioni politiche”. Inoltre, era paradossale che gli uomini validi del Trentino (austriaci di lingua italiana) stessero combattendo (e, molti di loro, perdendo la vita) ai confini orientali dell’Impero mentre i loro congiunti (donne, vecchi e bambini) erano deportati in campi di concentramento, sospettati di “fraternizzare” con il nemico. Analogo sospetto aleggiava su altre etnie dell’impero-mosaico con l’aquila a due teste, anche perché “i conflitti nazionalistici avevano cominciato infiltrarsi nella roccaforte della duplice monarchia”. Scrive Franz Herre (Francesco Giuseppe, splendore e declino dell’impero asburgico nella vita del suo ultimo grande rappresentante, Rizzoli, 1979): “Nell’imperiale e regio esercito la lingua usata in servizio e per i coman-


trentinoattualità I deputati trentini, tra questi Alcide Degasperi, avevano presentato varie interpellanze al Governo sulle condizioni dei confinati e degli internati. Il 12 luglio 1917, Alcide Degasperi denunciò al Parlamento che “i profughi venivano considerati non come cittadini del Stato, aventi diritto a soccorso, ma come oggetti d’amministrazione, che potevano venir evacuati, istradati, perlustrati, concentrati, accasermati, approvvigionati, come se non avessero una propria volontà e un preciso diritto”. ***

Giovanissime reclute, anno di guerra 1914

di era sempre il tedesco, ma gli ufficiali, dal sottotenente al capitano, dovevano imparare entro tre anni la lingua nazionale prevalente all’interno della loro unità, la cosiddetta lingua del reggimento”. Le giubbe variopinte vestivano un esercito eterogeneo. Su cento imperiali e regi soldati, 29 erano tedeschi, 18 magiari, 15 cechi, nove polacchi, tre ruteni, sette serbocroati, cinque rumeni, cinque slovacchi, tre sloveni, uno italiano. I tedeschi fornivano il 26 % dei fanti, il 46% dei cacciatori, il 40% degli artiglieri e il 50% dei genieri. Il 33% di cavalleggeri erano ungheresi, il 26% dei pionieri erano cechi. Sul 102 reggimenti di fanteria, solo sette erano esclusivamente tedeschi. Molti reggimenti comprendevano cinque diverse nazionalità, come il 6° reggimento fanteria di Ujvidek, i cui effettivi erano formati per il 40% da tedeschi, per il 30% da serbocroati, per il 15% da magiari, per il 10% da slovacchi e per il 5% da rumeni”. Lo stesso accadeva negli uffici pubblici. Gli “austriaci” di lingua tedesca avevano il 43 per cento dei seggi alla Camera dei Deputati, a Vienna, pur rappresentando soltanto il 35 per cento della popolazione della Cisleithania. Anche se, va detto, contribuivano all’erario con il 63% del gettito fiscale. Nel 1907, con l’opposizione dell’aristocrazia e dei latifondisti, l’imperatore Francesco Giuseppe aveva fatto approvare dal Parlamento una legge elettorale a suffragio generale. Le prime elezioni

paritarie e con voto segreto si tennero il 14 e 24 maggio 1907. Scrive Franz Herre: “Avevano diritto al voto tutti i cittadini di sesso maschile che avessero compiuto 24 anni. Ad eccezione della Galizia (dove c’erano circoscrizioni elettorali doppie) la Cisleithania fu suddivisa in circoscrizioni elettorali uniche. Risultava eletto - con sistema maggioritario - il candidato che aveva conseguito la maggioranza assoluta dei voti; se al primo scrutinio nessun candidato la raggiungeva, si procedeva al ballottaggio fra i due che avevano ricevuto il maggior numero di voti. I risultati confermarono i timori dell’alta nobiltà conservatrice e dell’alta borghesia liberale: la vittoria andò ai partiti di massa. Dei 516 seggi, i cristiano-sociali ne ottennero 96, i socialdemocratici 87 (50 tedeschi, 23 cechi, sette polacchi, cinque rumeni e 2 ruteni), i partiti tedesco-nazionale e tedesco-liberale, uniti nella “Unione Nazionale Tedesca”, 90. Complessivamente c’erano rappresentanti di 33 partiti da destra a sinistra: otto tedeschi, sei ciechi, quattro polacchi, sei croatoserbo-sloveni, quattro ruteni, due italiani, uno rumeno e due ebrei (sionisti e democratici ebrei). I tedeschi avevano perso il 3% rispetto al precedente numero di seggi, i nobili passarono da 96 a 33”. I Trentini erano presenti nella Camera dei Deputati, a Vienna, con nove rappresentanti. Le sedute del Parlamento, sospese nel mese di luglio del 1914, ripresero alla fine di maggio del 1917.

Torniamo al maggio del 1915, ai giorni della dichiarazione di guerra all’Austria da parte dell’Italia. Anche se i piani per un’evacuazione di massa dal Trentino erano stati predisposti da qualche anno, l’allontanamento di gran parte della popolazione dalla fascia di frontiera con l’Italia fu deciso in tutta fretta tra il 20 e il 24 maggio 1915. Le zone evacuate comprendevano Rovereto e la parte meridionale della Val Lagarina; l’altopiano di Brentonico, la val di Gresta, la valle del Cameras, la parte inferiore della valle del Sarca, la Val di Ledro, la zona meridionale della valle del Chiese. L’esodo coatto interessò pure la Vallarsa e Terragnolo, gli altipiani di Folgaria e Lavarone, la Bassa Valsugana, la conca del Tesino, una parte del Primiero e del Vanoi. Più tardi furono costrette ad abbandonare abitazioni e animali anche le popolazioni di Vermiglio e di taluni centri della Val di Fassa. Agli “evacuandi” furono concesse ventiquattro ore per lasciare i villaggi e raggiungere i treni in partenza da Riva del Garda, Rovereto e Trento. Destinazione: l’ignoto. Settantamila Trentini furono trasferiti in Austria e in Moravia; trentamila, (ma questi furono allontanati dal Trentino meridionale, occupato dagli italiani, nella primavera del 1916), finirono dispersi in una miriade di comuni italiani. Il 28 maggio 1915 seimila profughi di Gardolo, Ravina, Mattarello, Romagnano, Sardagna e Villazzano, facenti parte del territorio della “Fortezza” di Trento, furono caricati sui treni e avviati in Boemia e in Moravia. Altri diecimila furono gli sfollati del distretto di Riva del Garda. Nei primi giorni di guerra furono espulsi dal Trentino pure seimila “regnicoli”, sudditi di Vittorio Emanuele III. Scrisse l’anno seguente Alcide De Gasperi, delegato del “Comitato di soc21

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corso per i profughi meridionali”: “Così furono cacciati i profughi trentini e gli italiani in genere nelle province interne della monarchia: 11.405 in Boemia, 19.717 in Moravia, 12.956 nell’Austria inferiore,12.317 nell’Austria superiore, ventimila in Stiria, duemila nel Salisburghese e alcune migliaia in tredici Comitati dell’Ungheria. A questa massa di evacuati, internati coi trasporti ufficiali, molti altri seguirono a proprie spese, per evitare le sevizie dell’autorità militare o prevenire il trasporto forzoso; se ne aggiunsero così circa seimila nelle vallate settentrionali del Trentino; settemilacinquecento nelle regioni tedesche del Tirolo e trentamila circa, frammisti agli Sloveni, nella Carniola”. In val di Ledro l’ordine di evacuazione fu dato con una “Notificazione” del Capitano distrettuale di Riva del Garda, comparsa sui muri dei paesi la mattina di sabato 22 maggio 1915. “In seguito ad ordine del Comandante della Fortezza di Riva dispongo l’evacuazione della valle di Ledro. Per conseguenza l’intera popolazione civile residente nel territorio sopracitato, cioè in tutti i comuni da Tiarno di Sopra fino a Pregasina, compresa la valle di Concei, dovrà abbandonare la sua attuale residenza e recarsi fuori del distretto politico di Riva ed in vero attenendosi strettamente al sotto indicato programma. Eccettuati sono soltanto coloro, che devono rimanere nella loro veste ufficiale e dietro ordine speciale. L’i.r. Comando di Fortezza si riserva di far eccezioni in casi singoli. Sta nel proprio interesse di ciascuno di allontanarsi 22

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assieme alla famiglia volontariamente, perché tutti gli altri verranno riuniti e allontanati in via forzosa”. La popolazione della parte inferiore della valle di Ledro (Pregasina, Biacesa, Prè, Molina, Legos) avrebbe dovuto lasciare casa il 23 maggio [1915], la mattina presto per recarsi a Riva del Garda e prendere i treni delle 9. Gli abitanti della media valle (Mezzolago, Pieve, Locca, Enguiso, Lenzumo e Bezzecca) avrebbero dovuto raggiungere Riva in tempo per i treni delle 13. Gli ultimi a partire, quella domenica di Pentecoste, sarebbero stati gli abitanti di Tiarno di Sotto e Tiarno di Sopra, attesi a Riva per le cinque del pomeriggio. La “Notificazione” precisava “che ciascuno senza eccezione dovrà portare seco viveri per alcuni giorni, una posata, nonché una coperta, inoltre ciascuno dovrà essere munito di idonei documenti onde constatare l’identità della persona come per esempio passaporto, libretto di lavoro, documenti d’incolto, certificato militare ecc.”. Scrisse un testimone: “Una massa compatta di donne, vecchi e bambini che si avviavano a piedi e su carretti verso Trento a ritroso del Sarca, o verso Mori su per la Maza, mesti, piangenti e con la disperazione nell’anima e negli occhi, tenuti in freno da pochi gendarmi e da qualche fiduciario delle autorità austriache. Gente che lasciava nelle vecchie case: biancheria, vestiti, viveri e provviste di ogni genere, utensili agricoli e mobilia, bestiame nelle stalle e bachi da seta sui tavoloni e la campagna fiorente e promettente per

andare verso l’ignoto”. “All’alba del 25 [maggio 1915] tuonano le artiglierie pesanti che, dal forte Campomolon, inquadrano sotto il loro tiro il forte Dosso del Sommo. Si vedevano molti proiettili con paurosi assordanti scoppi e vampate centrare il forte e tanti altri scoppiare vicino. Il forte non risponde al fuoco, i cannoni (4 obici da 100 mm. – 2 da 60 mm. – 22 mitragliatrici) di cui è armato, hanno una gittata molto limitata (8 km.) e i forti italiani sono fuori dal raggio del loro tiro. [...] Gli abitanti delle frazioni che si trovano poco lontano dal forte, sono allarmati e preoccupati e si rifugiano nei vòlti (cantine) per paura che qualche granata cada sulle case” (B. Bais, Storia della valle di Terragnolo). Il 26 maggio 1915 i gendarmi austriaci ordinarono lo sgombero della valle di Terragnolo. Abbandonate le case e gli animali, con pochi fagotti e qualche valigia partirono tutti. Gli sfollati furono dispersi nei campi di raccolta in Austria, Boemia, Moravia e Ungheria. Soltanto in un secondo tempo quasi tutti i profughi della valle di Terragnolo furono raggruppati a Mitterndorf dove, nel frattempo, era stata allestita una “baraccopoli”. Mitterndorf, dove furono sistemati i deportati da Vermiglio (ma c’erano anche quelli della Vallarsa, di Mori, Terragnolo, della val di Ledro) era un villaggio di centocinquanta anime, sul fiume Fischa, a nord di Vienna. La “città di legno” era formata da duecento baracche, una chiesa, le scuole elementari (46 classi con una quarantina di maestri), una fabbrica di scarpe (per mille lavoratori), una sartoria (per duecento donne), un ospedale, un orfanotrofio e un ricovero per vecchi. I ragazzi cantavano una filastrocca: “Povera Austria, povero Impero, scarpe di legno, soldi di fero”. Negli accampamenti di baracche, funzionavano il municipio, l’ufficio postale, le scuole elementari, canoniche, chiese e ospedali, fabbriche e asili d’infanzia. “Inizialmente il campo era destinato a ospitare 12mila profughi che furono sistemati in 48 baracche e nel fabbricato della fabbrica. Ma ben presto il campo si dimostrò troppo piccolo e così furono costruite altre 48 baracche. In queste 96 baracche dovevano essere sistemati 16mila profughi. [...] Tra i profughi si trovavano più di quaranta maestre ma solo due insegnanti maschili. Gli insegnanti maschi del Sudtirolo erano tutti stati richiamati. [...] Inizialmente, oltre ai profughi del Sudtirolo c’erano anche


trentinoattualità dei profughi provenienti da Trieste e Gorizia (circa 700). Costoro però non andavano d’accordo con i sudtirolesi e furono date disposizioni che i profughi di Gorizia, Gradisca e Trieste fossero portati a Landegg, mentre qui venivano radunati tutti i profughi italiani provenienti dal Sudtirolo”. (Relazione sulla storia del campo profughi, archivio del comune di Mitterndorf, in B. BAIS, Storia di Terragnolo, pp. 125-133). Nel campo profughi c’erano 2.026 scolari suddivisi in 42 classi. Furono allestite 24 aule scolastiche. Più di mille bambini non frequentavano la scuola. Il cimitero del campo fu subito occupato. Ampliato il 31 ottobre 1915, nel mese di febbraio del 1916 fu requisito un vasto prato per dare sepoltura ai morti di tifo, di dissenteria, di stenti o di vecchiaia. Vittime di guerra pure loro. L’elenco dei 383 profughi di Terragnolo, sepolti in Austria, è riportato in un libricino custodito nel municipio di Piazza. Vi figurano i nomi di numerosi bambini uccisi da morbillo, difterite e catarro intestinale. A Mitterndorf, le ragazze di Terragnolo e di altre località della diaspora trentina furono occupate in una fabbrica di scarpe nella quale lavoravano duemila donne. Vi si producevano millecinquecento paia di scarpe al giorno. Le operaie guadagnavano da quaranta a cinquanta corone la settimana. Gli oriundi dalla valle di Terragnolo tornarono a casa tra dicembre 1918 e gennaio 1919. “Trovarono che delle loro 560 case 96 erano distrutte. Si accinsero a riparare alla meglio le meno danneggiate; e si ricoverarono, come Dio volle, nelle cantine, nelle stalle, negli androni. [...] E i campi? Sconvolti, solcati, tagliati da reticolati e da trincee, tutti sparsi di proiettili non esplosi (e quante non furono le vittime), facevano pietà” (dal Diario di don Giovanni Tschön da Lodrone, 1894-1955, il quale fu parroco a Terragnolo dal 1922 al 1929). Oltre ai caduti e ai dispersi, la guerra si portò via la memoria della comunità che era affidata ai registri comunale e parrocchiale. Le note furono perdute o distrutte a causa degli incendi. In Val di Sole, le prime “vittime” della guerra con l’Italia furono alcune pecore. Si erano perse dopo che i loro pastori “italiani”, sulla via della transumanza fra la pianura e la montagna, erano stati bloccati e respinti dagli “imperiali” al passo del Tonale. Era lunedì 24 maggio 1915. Le pecore “taliane” furono uccise

a colpi di fucile e finirono nel magazzino della gendarmeria austriaca di presidio all’albergo Locatori del Tonale. Tuttavia, l’esodo forzato dall’alta val di Sole fu deciso tre mesi dopo l’entrata in guerra con l’Italia. A Vermiglio, l’annuncio fu dato dal pulpito, una sera d’estate del 1915, nel corso di una funzione religiosa. “Ci diedero la brutta notizia: il paese doveva essere evacuato. Che notizia tremenda! Era la sera del 20 agosto e si doveva partire il 23. Tutto si doveva lasciare. Si potevano portare solo 5 kg. di roba per persona”. La testimonianza di Maria Depretis che, all’epoca, aveva quasi vent’anni, è riportata in un corposo dossier (1.072 pagine) del prof. Luigi Panizza (“Vermiglio ieri e oggi”, 2011). Il parroco di Peio, Giovanni Bevilacqua da Termenago (1875-1957), scrisse: “Il comando militare austriaco residente in Fucine ordinò l’evacuazione di Vermiglio. Ai 24 agosto (1915) partirono gli abitanti di Fraviano e Cortina, ai 25 quelli di Pizzano. […] Lo scrivente vide quella popolazione e l’accompagnò da Cusiano fino a Claiano. Persino le pietre non potevano trattenere le lagrime”. Piangeva la gente e muggivano le vacche “quasi volessero accompagnare con i loro gemiti il distacco dai loro padroni”. Al momento dell’esodo, il patrimonio zootecnico di Vermiglio era di 1.700 vacche e di circa mille fra maiali, pecore e capre. “E intanto che questo convoglio quasi funebre partiva per essere condotto a provare mille disagi e stenti nei dintorni di Vienna, i cannoni facevano sentire il loro cupo rombo; era un fuoco indiavolato di artiglieria che si faceva sentire dal Tonale e che durò fino al 27 agosto. Quella povera popolazione, fra mille stenti e con una fame inaudita, arrivò dopo diversi giorni di viaggio a Mitterndorf presso Vienna e fu collocata in baracche di legno non ancora ultimate, senza porte e finestre, tutti insieme alla rinfusa, uomini e donne, ragazzi e ragazze. Con tanti stenti e disagi e con l’agglomeramento scoppiarono le malattie e molti, specialmente i vecchi e i bambini, morirono”. Don Giovanni Panizza da Vermiglio (1890-1971), che seguì l’esodo dei suoi compaesani, rievocò quella sciagura sulle pagine di “Voci di Vermiglio” (1965): “[Nel campo di Mitterndorf] i nati furono assai pochi, i matrimoni pochissimi, i morti in numero spaventoso. Basti dire

che nel 1916 registrai il n. 816 di morte sugli undici-dodicimila abitanti, quindi il 70 per mille. E riguardo al nostro paese, quanti morti? Non so il numero preciso ma circa dai 200 ai 220, non le cifre esagerate esposte altrove”. Nell’autunno del 1917, anche a causa di una strage causata da varie epidemie (tifo e colera), alla popolazione di Vermiglio fu consentito la lasciare le baracche di Mitterndorf per tornare in Val di Non e nella bassa Val di Sole. Non fu consentito loro di raggiungere subito Vermiglio poiché il paese era stato completamente distrutto dalle artiglierie italiane. Tornarono a casa, a scaglioni, fra il 1919 e il 1920. Nei cimiteri di Mitterndorf e dei paesi delle valli del Noce che li ospitarono dopo il rientro dall’Austria, restarono le tombe di 256 vermigliani. Gli ultimi a lasciare il Trentino devastato dalla guerra furono gli abitanti della Vallarsa che fu evacuata nel maggio 1916, all’epoca della Strafexpedition quando gli “austriaci” cominciarono a salire da Rovereto lungo la Vallarsa e gli italiani furono costretti a retrocedere. In poche ore, milleottocento civili furono costretti dagli a lasciare le proprie abitazioni per scendere in Val Lagarina. Gli altri duemila furono obbligati dal comando militare italiano a raggiungere Camposilvano, le Valli del Pasubio e Schio. Dopo un mese di attesa, i vallarsesi furono inviati a Mitterdorf. Quelli dell’alta valle, in mano agli italiani, trasferiti a Legnago, furono abbandonati al loro destino. Nella confusione di quei giorni vi furono famiglie divise, finite in campi e destini diversi. “Mia mamma fu deportata in Austria, mio papà in Italia” raccontò a chi scrive Orfeo Soffella, 86 anni, da Montesilvano. Anche in seguito a un’epidemia di tifo che causò 84 morti, nel gennaio del 1917 i profughi della Vallarsa in Italia furono inviati a Celle Ligure dove rimasero sino alla primavera del 1919. I deportati a Mitterdorf erano rientrati dall’Austria tre mesi prima. La Valle era tutta in rovina. Di 955 abitazioni, 310 risultarono completamente distrutte, 196 con gravi danni, le restanti 449 comunque inagibili. In Vallarsa, la guerra aveva lasciato dieci cimiteri militari. Vi erano stati sepolti milletrecento soldati “caduti per la Patria”. Schegge di quella “inutile strage” che era costata la vita, su tutti i fronti, a sedici milioni di persone, tra militari e ■ civili. 6 - CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO

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VOLKER JESCHKEIT è nato nel 1954 in Germania. Ingegnere meccanico, dirige lavori edili per una società altoatesina. È stato ricercatore per il rilievo della fortezza di Trento, in particolare per le opere di fortificazioni campali del maggiore generale Franz Steinhart. Ha collaborato con l’archivio di Stato di Vienna, il Museo Storico della Guerra di Rovereto e con W. Rosner, direttore dell’Archivio di St. Pölten-Austria, massimo esperto per le fortificazioni austro-ungariche nel Trentino. Risiede a Villamontagna di Trento.

TRENTO Via Ghiaie, 15 Tel. 0461.362111 BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.930993 ROVERETO Via Magazol, 30 Tel. 0464.414404


trentinoattualità di Silvia Tarter

STORIE DI UOMINI E AEREI UNA TARGA CHE RISCHIAVA DI ANDARE PERDUTA, UNA VICENDA CHE POTEVA ESSERE DIMENTICATA PER SEMPRE. UNA TRAGEDIA CHE APPARTIENE ALLA STORIA DEL BONDONE, ACCADUTA ALLA FINE DEGLI ANNI ’50, CHE RIPORTA A GALLA ALTRE STORIE, INCATENATE ALLA MEMORIA DI QUELLA MONTAGNA. STORIE DI UOMINI E DI PILOTI, CHE VERRANNO RICORDATE IL 15 GIUGNO CON UNA CERIMONIA A VASON

I

l 26 maggio del 1959, alle 15.20 sulle pendici del Monte Bondone due reattori militari si schiantarono. Erano due caccia dell’aeronautica militare italiana F84F “Thunderstreak” della sesta Aerobrigata, partiti dalla base militare di Ghedi, a Brescia, per svolgere un’esercitazione come tante. I due “Thunderstreak” avevano lasciato l’aerobase nelle prime ore del pomeriggio. Tutto si era svolto regolarmente e i reattori si erano diretti verso le Dolomiti per un volo di addestramento. Verso le 15 avevano sorvolato il cielo di Trento, compiendo numerose evoluzioni. Diretti a Bolzano avevano puntato sul Monte Bondone. Ma non raggiunsero mai la città di Bolzano. La tragedia fu fulminea. Sorvolato Sopramonte, i due caccia virarono verso il «Marec della cuna» e qui precipitarono. Non è faci-

Il cippo che ricorda la caduta del Piper del tenente Schiappadini, nella conca delle Viote, nel 1956

le ricostruire esattamente le cause del disastro. L’ipotesi più attendibile che venne fatta fu quella di una collisione in volo. Nell’effettuare una cabrata per riprendere quota, i due velivoli si sarebbero toccati con le ali e quindi, per effetto dell’urto, sarebbero precipitati immediatamente. Piombarono al suolo nella boscaglia, in località Sgarabò del Bondone, disintegrandosi a qualche centinaia di metri l’uno dall’altro. “Un assordante schianto seguito da due alte colonne di fumo, levatesi alte tra i boschi del monte Bondone sul versante verso malga Brigolina e Sopramonte” scrissero i quotidiani di allora, “dei luccicanti F84F dai cerchi tricolori sulle ali non è rimasto altro che un informe, irriconoscibile ammasso di rottami sparpagliati per un raggio di trecento metri. Dei piloti, ragazzi che sino a poco prima avevano 25

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trentinoattualità dominato il cielo e la cui voce era stata captata dall’aeroporto di Bolzano, non rimanevano che miseri resti, carbonizzati dalle fiamme”. I due giovani piloti a bordo si chiamavano Sergio Flaminio di 24 anni, originario di Bordighera e residente a Rovereto, e Emanuele Pace, 23 anni, di Bolzano. Ad accorgersi per primi dell’incidente, quattro boscaioli di Baselga di Vezzano. Stavano lavorando come in un giorno qualsiasi, circondati dal silenzio del bosco, squarciato improvvisamente da quel disastro in cui si trovarono anche loro, rischiando di venire feriti. Erano Luigi e Ferruccio Cimadon, Giorgio e Tarcisio Failo. Abbandonarono subito ciò che stavano facendo per tentare di intervenire, ma poterono solamente fermarsi a poca distanza a guardare, bloccati dalle lingue di fuoco e le esplosioni secche delle munizioni delle mitragliatrici a bordo. Anche a un reparto militare che stazionava in cima Palon non era sfuggita la tragica acrobazia di quegli aerei, e immediatamente un capitano, un sergente e due militari si precipitarono giù per l’erta, in mezzo ai cespugli, sperando di essere in tempo per prestare soccorso. I soccorsi arrivarono appena poco tempo dopo verso località Mezzavia Sgarabò: vigili del fuoco, polizia giudiziaria, carabinieri da Trento, avvisati da Nino Graffer, il costruttore di seggiovie, che fu tra i primi ad accorgersi dello schianto. Accorsero anche alcuni abitanti di Sopramonte che avevano assistito a quel fulmineo disastro, il parroco, Don Fedei, curiosi e bambini, che dalla scuola del paese avevano interrotto di colpo la lezione per incollarsi ai vetri delle finestre e guardare

1962, Pra de l’Elica, loc. Grottol. Cerimonia commemorativa in onore del Ten. Schiappadini

increduli quelle scene. Così raccontò a nome di tutti uno di loro, Enzo Cainelli: “Abbiamo visto i due apparecchi spuntare a bassa quota dal Palon. Li abbiamo seguiti con lo sguardo mentre stavano compiendo un’ampia virata con l’intenzione di riportarsi immediatamente in direzione della vetta. Ad un tratto abbiamo avuto l’impressione che il capopattuglia stringesse nella manovra: abbiamo visto i due apparecchi urtarsi d’ala e poi precipitare”. Qualche giorno dopo ci furono i funerali a Bolzano per il giovane Pace. Era il secondo figlio a cui nel giro di due anni la famiglia dava addio, dopo l’incidente stradale che nel ’57 si era portato via un figlio di sedici anni. Il funerale di Sergio Flaminio, venne celebrato alla Chiesa di Santa Maria a Rovereto. Suo padre, il geometra Adamo, per mantenere il ricordo del figlio Emanuele e del suo collega altoatesino fece costruire un cippo con una targa di bronzo, dove sotto alla data dell’incidente, compare la scritta: RAPITI IN UN VORTICE FATALE ALLE LORO GIOVANI SPERANZE… RIMANGONO NEL LIBRARSI DEI RICORDI

Franco Bissolo e Lino Nicolussi, i fautori della commemorazione del 15 giugno 2014 26

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Nel 1980, il signor Flaminio cede la tutela e la manutenzione del cippo all’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati dell’Areonautica, chiedendo che venisse collocata davanti alla chiesetta di Vason. Ed è lì che è rimasta, per parecchi anni, quella targa, prima collocata vicino a un muro di mattoni, poi costretta ad essere continuamente spostata, per via dei lavori di rifacimento della piazzetta antistante, iniziati quattro o cinque anni fa. Finì col venire nascosta in un angolo, all’entrata della chiesa e

passare inosservata per molto tempo, una volta dissolto il fumo sulle ceneri di quella tragedia, che rimase assopita, col passare degli anni, viva solo nel cuore dei parenti di chi non c’era più. Finché, l’anno scorso, in estate, non vi si è imbattuto Franco Bissolo, di Vezzano, alpino e socio dell’Arma Aeronautica nucleo Valle di Cavedine, durante una delle sue frequenti passeggiate in Bondone. Franco l’ha notata, all’angolo all’entrata della chiesetta, e non sapendo bene a che cosa si riferisse, incuriosito, ha chiesto spiegazioni a Lino Nicolussi, lo storico gestore dell’omonimo hotel. Anima e memoria del Bondone, l’ottantenne Nicolussi ha rivangato quella storia dei due caccia caduti vicino a Malga Brigolina, accaduta più di cinquant’anni prima. Da quella conversazione si è deciso che la targa non meritava di rimanere nascosta, rischiando addirittura di andare perduta, finendo col dimenticare un pezzetto di storia che appartiene al Bondone. Da qui l’idea di organizzare una cerimonia per consacrarla in un cippo commemorativo, fissata infine per il 15 giugno prossimo e patrocinata da Provincia di Trento, Comune di Trento e Apt. Per un anno, per Franco è stato un lavoro davvero intenso, per mettersi alla ricerca di notizie e documenti, setacciando negli archivi delle biblioteche, sbobinando microfilm dei quotidiani che raccontavano quella disgrazia, sconosciuta o poco nota a tanti, come i suoi stessi colleghi dell’aeronautica. Il direttivo dell’A.A.A. Alto Garda e il Nucleo valle di Cavedine si sono mostrati comunque subito disponibili a collaborare, impegnandosi per riuscire ad organizzare l’evento. La ricerca dà modo a Bissolo e Nicolussi di approfondire anche un altro degli incidenti aerei che hanno segna-


trentinoattualità

I componenti del nucleo di Cavedine dell’Associazione Arma Aeronautica

Il tenente Riccardo Schiappadini

to i prati del Bondone. Tre anni prima della tragedia dei due caccia, nel 1956 un Piper monoplano precipitò nella Palude delle Viote, schiantandosi e incendiandosi in pochi secondi. Era la mattina del 31 luglio e ai comandi c’era Riccardo Schiappadini, tenente pilota osservatore degli alpini, presso la Nona artiglieria pesante campale. Originario di Telio in provincia di Sondrio, abitava però a Trento. Era decollato dall’aeroporto di Gardolo alle dieci e mezzo con uno dei due aerei di ricognizione di cui si disponeva allora, per compiere un’osservazione sul Bondone. Aveva sorvolato Sardagna, Candriai e Vaneze, fino alla conca delle Viote. Probabilmente stava eseguendo una manovra combinata che coinvolgeva gli alpini del 5° reggimento, più di 500 soldati che in quel momento stazionavano alle caserme, per svolgere delle esercitazioni nella piana, dove degli operai stavano realizzando un poligono di

tiro. Invertita la traiettoria sopra le caserme, il Piper volò sopra le Viote a zig zag, passando radente ai fili delle linee elettriche, sopra alla conca. Ma un vuoto d’aria lo tradì. Una scivolata d’ala, poi l’impatto contro un dosso, e subito le fiamme. A nulla valsero i tentativi degli alpini di domare le fiamme con dei badili di terra. Il giovane Schiappadini finì carbonizzato. A testimonianza di questa storia rimane un’elica fissata su un cippo voluto dagli Alpini del 5°, in località Grottol, anche se il posto è conosciuto da tanti, proprio per via di questo incidente, come Prà de l’elica (Prato dell’elica). Il cippo fu consacrato il 6 gennaio del ’62, con una cerimonia celebrata dal padre cappuccino Brida. Anche questa storia verrà ricordata il 15 giugno, insieme agli alpini del 5° reggimento di Vipiteno, che saranno presenti con una delegazione per il picchetto d’onore, e ai familiari di Schiappadini. Franco è riuscito a rintracciare e contattare la moglie del tenente, Franca, che all’epoca era rimasta vedova giovanissima, sola con il figlio Mirko di 2 anni. Ci sarà anche lui, insieme alla famiglia che ha formato

in questi anni. Nelle sue ricerche, scorrendo tra elenchi telefonici, cercando cognomi e azzardando telefonate, Franco è riuscito a ritrovare anche i parenti degli altri due piloti caduti. Il roveretano Sergio Flaminio infatti aveva un fratello e una sorella, Franco ed Elisa, mentre Emanuele Pace, oltre alla sorella Liliana, aveva un fratello di nome Vincenzo e un nipote, chiamato Emanuele come lui. Quale è stata la loro reazione, non appena hanno saputo della cerimonia? Gratitudine, commozione, tanta gioia nelle loro parole, racconta Franco: “Siamo contenti che la targa rimanga lì” ha commentato il fratello di Sergio Flaminio. Se non vi si fosse imbattuto Franco, per caso, infatti quel rettangolo di bronzo sarebbe rimasta ancora nascosto, ancora dimenticato, così come il ricordo dei piloti. Invece, domenica 15 verrà fissato su un grosso macigno, messo a disposizione da Lino Nicolussi, posto davanti alla chiesetta, in piazza. Sotto, comparirà un’altra targa con la dicitura: RICOLLOCAZIONE TARGA COMMEMORATIVA ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

Tutti i giovedì di giugno

cena romagnola a cinque portate € 25,00

Tutti i venerdì di giugno cena degustazione di pesce a cinque portate € 35,00

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trentinoattualità SEZIONE ALTO GARDA E NUCLEO VALLE DI CAVEDINE: I BONDONERI GRUPPO ALPINI DI GARNIGA TERME 15.06.2014

In un unico momento, quindi, diverse associazioni d’arma, riunite come non capita spesso di vedere: sezioni e nuclei dell’A.A.A., i Bondoneri (di cui Nicolussi è rappresentante), gli Alpini di Garniga Terme, gli Alpini del 5° reggimento, l’Aeronautica militare anch’essa presente con una delegazione dalla base di Ghedi di Brescia e di Piacenza per il picchetto d’onore. Inoltre saranno presenti autorità civili e militari. Il ritrovo è previsto per le 10 a Vason, nella piazzetta antistante la chiesa. Dopo la messa alle 10.30, accompagnata dal Coro Cimaverde, alle 11.30 ci sarà l’alza bandiera e lo scoprimento della targa. Sarà rievocata la storia dei piloti caduti, anche grazie a dei pannelli predisposti dalla A.A.A. Sezione Alto Garda e Nucleo valle di Cavedine, che hanno svolto un lavoro intenso per l’organizzazione di questo evento, in cui raccontare, anche attraverso fotografie e documenti, la vicenda di quei giovani piloti e degli aerei che in quegli anni solcavano i cieli. GIORGIO GRAFFER, PILOTA “KAMIKAZE” Ma c’è ancora un altro pilota da ricordare in questa storia di voli e destini avversi. Si tratta di un nome molto caro alle nostre montagne, quello di Giorgio Graffer. La sua tensione verso l’altezza, verso una vita sempre intensa, fatta di sfide, di avventure, spericolata, come qualcuno la definì in un libro, lo portò a tracciare nuove vie sulle cime dei monti, che iniziò a scalare sin da bambino, e a segnare con scie di fumo il suo passaggio in cielo, sopra l’Italia, la Libia, infine la Grecia. Assegnato al 2° Stormo caccia di base a Torino, dopo aver frequentato la regia Accademia di Caserta, era pilota, o meglio cacciatore, all’aeroporto di Torino Caselle, a bordo di un C.R.42 Falco, quello che sarà il suo aereo fino alla fine, un caccia che poteva raggiungere fino ai 440 km/h. Una sua impresa bastò a farlo diventare un eroe, un pilota “kamikaze”, come intitolò il Corriere della Sera un suo articolo. La notte tra il 13 e il 14 agosto del 1940 infatti, per evitare una manovra di un bombardiere inglese AW38 Whitley della Raf, che puntava allo stabilimento Fiat di Mirafiori, gli si 28

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La targa commemorativa in bronzo che verrà deposta sul cippo di pietra durante la cerimonia del 15 giugno. Fino a poche settimane fa era in stato di semi abbandono nei pressi della Chiesetta del Vason

gettò praticamente addosso. Lo colpì due volte, alla seconda, facendolo precipitare. Quella volta Graffer si salvò scendendo con il paracadute. Questo episodio è considerato il primo esempio di combattimento aereo notturno della Regia Aeronautica e gli valse la medaglia di bronzo al valore militare. Il 2 novembre dello stesso anno, gli venne riconosciuto l’abbattimento di tre PZL P.24, che contribuì a portare il suo totale a cinque aerei abbattuti più altri quattro condivisi. Qualche settimana dopo, il 28 novembre, sempre a bordo del suo CR.42 precipitò infine in Grecia, durante uno scontro con i Gladiator inglesi. Venne decorato con la massima onorificenza militare: la Medaglia d’oro al valore militare alla memoria. Ci sono rifugi, quartieri e scuole intitolate a Giorgio Graffer. In Bondone, in località Vason, tutt’oggi una tangibile realtà della sua bravura, è la palestra di roccia intitolata nel 2002 a lui e alla sorella Rita, anch’essa eccelsa alpinista. A realizzarla nel 1996 furono Lino Nicolussi e i Carabinieri della Scuola Alpina, la prima scuola del genere che si inaugurava in Bondone, operativa dal 1963 al 1968. Qui, il 15 giugno, verrà deposta una corona dai rappresentanti dell’Aeronautica Militare in servizio al 50° Stormo di Piacenza, intitolato proprio alla M.O.V.M. Capitano Giorgio Graffer, dalle Associazioni d’Arma e dai Carabinieri della scuola Alpina di Selva Gardena.

Insomma, l’appuntamento del 15 giugno diventa un insieme di tante cose, dice Franco. Oltre alle tante armi tutte insieme, l’occasione per ricordare un pezzo di storia che non tutti conoscono, ma anche per legare l’evento al presente e proiettarlo un po’ più in là, per dare visibilità al Bondone. Quella montagna che veglia bonariamente su Trento, ma divenuta per i suoi trentini forse troppo domestica, troppo scontata rispetto a un tempo, quando lo “zio Nino” era ancora in vita, per apprezzarla e renderle omaggio come si deve. Ma come insegna questa storia, il passato, se viene tenuto nascosto, finisce per essere dimenticato. ■ Giorgio Graffer


A SEMINAR LA BUONA PIANTA 2014 NOI, LE PIANTE, LA NATURA, L’AMBIENTE IN VALLARSA, A TRENTO, ROVERETO E SCHIO DAL 30 GIUGNO AL 6 LUGLIO

30 GIUGNO - 6 LUGLIO VALLARSA C O R S O DI F I T OT ERAP I A L A B O R AT ORI O P ER B AM B I N I

ROVERETO

VENERDÌ 4 LUGLIO MONTE BONDONE DALLE 10.00 ALLE 12.30

Visita guidata al Giardino Botanico delle Viote a cura del MUSE di Trento

C O R S O DI AC QUAREL L O B O TA NIC O

MONTE BONDONE ORE 14.00

GIOVEDÌ 3 LUGLIO ROVERETO - MART ORE 20.30

GL I SDRA I A TI RE M I X

MICHELE SERRA E BANDA OSIRIS

ANTONIO ALBANESE IO E L A NAT URA

Conversazione con Giovanna Zucconi

Leggendo e suonando fra le piante in collaborazione con I Suoni delle Dolomiti

SCHIO - PALAZZO FOGAZZARO 28.06 - 28.09 M OST RA B OT A NI C A Le erbe della Val Leogra e il giardino di Ildegarda di Bingen

SABATO 5 LUGLIO VALLARSA - ORE 10.00 Partenza dal Ristoro MB, Malga Fratte. Passeggiata alla scoperta della flora medicinale spontanea con la Banda Osiris e poi insieme semineremo la buona pianta!

ROVERETO - MART ORE 16.00 E 17.00 Visita guidata alle mostre

PERDUTI NEL PAESAGGIO SCHENARIO DI TERRA

TRENTO - TEATRO SOCIALE ORE 20.30

BANDA OSIRIS TELMO PIEVANI FEDERICO TADDIA

FINALMENTE IL FINIMONDO!

DOMENICA 6 LUGLIO TRENTO - MUSE ORE 10.00 BOT AN IC A URBA NA Presentazione del libro di Fabrizio Zara

TRENTO - MUSE ORE 11.00 Passeggiata per le vie di Trento alla scoperta della flora urbana

TRENTO - TEATRO SOCIALE ORE 17.00

CHI INQUINA PAGHI QUANTO CI COSTA AVVELENARE LA TERRA

Conversazione con Luca Mercalli, Telmo Pievani, Geremia Gios e Massimo Mercati - modera Giovanna Zucconi

TUTTI GLI EVENTI DI A SEMINAR LA BUONA PIANTA SONO GRATUITI - PROGRAMMA COMPLETO SU: www.labuonapianta.com / #labuonapianta È necessaria la prenotazione per i corsi (fitoterapia, acquerello botanico, didattico per bambini) e la visita guidata al giardino botanico del Monte Bondone. INFO E PRENOTAZIONI: Corso di fitoterapia e laboratori didattici per bambini: APT Rovereto e Vallagarina 0464.430363 / Corso di acquarello botanico: Fondazione Museo Civico di Rovereto 0464.452830 / Visite guidate e eventi serali al Mart: 0464.454108-154 / Per la visita al Giardino botanico delle Viote: MUSE - Ufficio informazioni 0461.270311 / Mostra a Schio: IAT 0445.691392 / Teatro Sociale di Trento: entrata gratuita fino ad esaurimento posti / INFO TURISTICHE: APT Rovereto e Vallagarina 0464.430363 / APT Trento 0461 219393. IN CASO DI MALTEMPO L’evento di venerdì 4 luglio sul Monte Bondone, sarà spostato al MuSe di Trento alle 20.45 (prenotazione obligatoria). La semina del 5 luglio in Vallarsa sarà annullata. Programma completo su: www.labuonapianta.com / #labuonapianta CON LA COLLABORAZIONE DI

MUSEO ETNOGRAFICO VALLARSA


di Gianfranco Gramola

U

na speaker frizzante che nonostante la popolarità è rimasta la stessa ragazza con i piedi ben saldi a terra, con la passione per lo sport e per le cose semplici e autentiche che sono e rimangono, secondo lei, la vera ricchezza della vita. “Un grazie – dice Barbara – anche a chi mi ha ostacolata, a chi mi ha reso la strada più difficile… Anche grazie a loro sono diventata più forte”. In questa nostra Italia sfiduciata c’è ancora tanta gente che si alza la mattina con la testa sulle spalle, che sa cosa deve fare, che ha voglia di migliorare e di fare bene il proprio lavoro. Una di queste è Barbara Pedrotti, cresciuta in una famiglia dai valori veri, sani, che le hanno insegnato che gli affetti riscaldano la vita. Ma soprattutto è cresciuta a pane e Gazzetta, perché in famiglia lo sport è sempre

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Barbara Pedrot ti

CRESCIUTA A PANE E GAZZETTA

BARBARA PEDROTTI HA INIZIATO RACCONTANDO LE EMOZIONI DELLO SPORT, PREDILIGENDO QUELLO DEL CICLISMO, LA SUA PIÙ GRANDE PASSIONE. OGGI È SU ITALIA 1 E MEDIASET PREMIUM stato uno degli argomenti preferiti. Barbara, nata a Rovereto il 19 maggio del 1982 (Toro con ascendente Scorpione), si è avvicinata alla Tv in punta di piedi, con un pizzico di umiltà per poi continuare con determinazione e testardaggine, doti che l’hanno aiutata a superare le prime difficoltà

che ha incontrato nel suo cammino professionale. Ha iniziato raccontando le emozioni dello sport, prediligendo quello del ciclismo, la sua più grande passione. Difatti lei è la prima speaker donna del ciclismo. La nostra Barbara oltre ad essere bella e simpatica, è anche infaticabile, basta leggere il suo curriculum per rendersi conto di quanto si è data da fare per accumulare esperienza. E continua a lavorare instancabile e a regalarci interviste e cronache entusiasmanti, con quel sorriso naturale e quei suoi occhi curiosi che credono nel miracolo dello sport. Com’è nata la sua passione per la Tv, per lo spettacolo? Beh, più che per lo spettacolo direi per lo sport? Sono nata in una famiglia nella quale lo sport l’ha sempre fatta da padrona e, viste le premesse, non potevo non averlo nel sangue… Ho sempre praticato molte discipline sportive e ne ho seguite, per quanto possibile, ancora di più. La passione ha poi cominciato ad andare a braccetto con la mia professione, permettendomi di diventare “la voce” degli eventi che fanno battere il cuore a tanti italiani (e non solo), di essere quel “trait d’union” tra il gesto sporti-

vo e l’appassionato. Parlo di emozioni attraverso un lavoro per il quale ho lottato, vivo del mio sogno, ed in un momento storico nel quale purtroppo la nostra penisola vede moltissimi giovani a casa, senza lavoro, questo si, per tornare alla tua domanda, ha dello spettacolare!! Qual è stata fino ad ora la sua più grande soddisfazione in ambito lavorativo? Difficile fare una selezione. Ho cominciato da giovanissima e ogni piccolo passettino è stato vissuto come una conquista, sai, non è stato facile riuscire a sdoganare l’idea che anche il “gentilsesso” potesse intendersene di sport, una strada lunga quindi con qualche bella salita ma, fortunatamente, anche con delle grandi gioie. Se devo citare qualche evento sicuramente hanno lasciato un segno indelebile dentro il mio cuore i vari Giri d’Italia, i Campionati del Mondo, gli eventi presentati in giro per il mondo ma non dimentico certamente le corse che mi hanno vista crescere nella mia terra, da Speed Rock, al Trofeo Melinda, dal Giro al Sas alla 24h della Val Rendena e così via, anzi, se mi è permesso, coglierei l’occasione per ringraziare tutti quegli organizzatori

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trentinoincontri


trentinoincontri che hanno creduto da subito in me: grazie di cuore! E poi c’è la storia più recente, quella legata al calcio. Grazie a bwin, attraverso il racconto delle statistiche e delle quote a loro legate, ho infatti potuto cominciare ad occuparmi anche di calcio, una disciplina che ancora mi mancava dal punto di vista professionale (anche se da buona italiana credo di averla nel dna). A proposito di ringraziamenti a chi vorrebbe dire “grazie”? Alla mia famiglia in primis, e a chi è stato con me non solo nei momenti belli (sarebbe troppo facile) ma anche in quelli difficili, aiutandomi a crescere rimanendo fedele ai miei principi. Un grazie va poi a chi mi ha aiutato a crescere professionalmente, dai colleghi, alle emittenti regionali (RTTR all’inizio e poi per molti molti anni TrentinoTv), agli organizzatori di eventi e gare. Un ultimo grazie va anche a chi mi ha ostacolato, a chi mi ha reso la strada più difficile… Anche grazie a loro sono diventata più forte… Qualche sassolino che vorrebbe togliersi dalla scarpa mi sembra di capire… Indubbiamente ci sono stati in passato degli atteggiamenti che non ho apprezzato; è brutto vedersi additare come quella che non sei, senza nemmeno aver occasione per replicare, raccontare la verità. Ci sono state le varie stagioni, come nella natura, c’è stato il tempo del dolore, delle lacrime e della rabbia… Ora invece è arrivato il tempo della consapevolezza, vivo serena senza augurare il male a nessuno, ma solo che ognuno a questo mondo abbia quello che si merita: a buon intenditore poche parole, no? Ha dei rimpianti? Quali i pro e i contro della popolarità? Non credo si possa parlare di rimpianti ma piuttosto di sacrifici. Certamente nulla

arriva per caso e quindi in tutti questi anni non ho avuto modo, a differenza magari di molti miei coetanei, di fare quelle cose che tutte le ragazze fanno, dall’uscire per una pizza, a coltivare delle amicizie in maniera continuativa e quotidiana e così via… Lo so, sembrano sciocchezze ma quando si è sempre in giro come una trottola un po’ di “sana normalità”, quella che magari a volte annoia per capirci, ecco, quella manca. A volte mi fermo e guardo a quello che è stato dei miei ultimi 15 anni… Ci vedo molte cose belle, molte soddisfazioni ma a volte anche alcuni vuoti lasciati da situazioni che non mi sono permessa di vivere, troppo concentrata come sono sempre stata sul mio lavoro. Se ne è valsa la pena? Beh, dopotutto direi di sì. Per continuare ora a rispondere alla tua domanda direi che la popolarità ha l’effetto di una lente di ingrandimento, se ti comporti bene hai un affetto che ti circonda di giorno in giorno sempre maggiore (penso ai social ad esempio) se invece ti comporti male hai ovviamente l’effetto contrario. Il brutto in tutto ciò è quando si creano delle “false verità”, situazione che purtroppo ho dovuto subire anch’io, quando si insinuano delle bugie e si sa che “a pensar male si fa sempre presto” e tutto d’un tratto quello che fai e quello che realmente sei non viene più visto e valutato con obiettività. A proposito di popolarità lei è molto attiva su facebook, twitter ed instagram dove ha un seguito incredibile; quale tra tutti il complimento più bello che ha ricevuto? Bella domanda ma difficile darti una risposta. Effettivamente ho un rapporto veramente speciale con chi mi segue; rispondo a tutti loro, racconto di me, mi piace condividere con loro i

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trentinoincontri momenti legati alla mia vita professionale ma anche quelli più personali, come tra veri amici insomma. Facile, per tornare al discorso legato ai complimenti, avere degli apprezzamenti legati all’estetica, non mi dispiacciono eh, capiamoci, ma quello che mi fa più piacere è sicuramente leggere commenti legati alla mia competenza e alla mia semplicità. Per dirla con poche parole mi piace quando le persone che stanno dall’altra parte intravedono la “vera Barbara”, quella che, al di là del tacco a spillo, dell’abito elegante o del make up, è rimasta la stessa ragazza con i piedi ben saldi a terra, con la passione per lo sport e per le cose semplici e autentiche che sono e rimangono secondo me la ricchezza della vita. Raccomandazioni, compromessi e fortuna: quanto contano nel suo lavoro? Comincio dal fondo dicendoti che non credo nella fortuna… La fortuna uno se la crea rimboccandosi le maniche e facendo sacrifici, pensa un po’ alla vita dello sportivo, fatica e dedizione completa per raggiungere un obiettivo, per me vale la stessa regola. Raccomandazioni e compromessi? Visto quanto detto e vista la mia lunga lunghissima gavetta credo sia più che ovvio che queste due parole non fanno parte del mio linguaggio e tantomeno del mio modo di affrontare la vita. Se esistono? Per essere onesta fino in fondo non ne sono mai stata testimone in prima persona, certo che quando vedo delle persone “imbarazzanti” dal punto di vista professionale ricoprire dei ruoli importanti beh, un dubbio mi viene… Adesso a cosa sta lavorando? Quali invece i suoi prossimi progetti? Devo ammettere che anche quest’anno non sono mancate le soddisfazioni. Come ti anticipavo poc’anzi, per tutta la durata del campionato di Serie A, quindi da fine agosto 32

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Su Mediaset Premium Barbara si occupa di statistiche e di quote di bwin

fino allo scorso 18 maggio, ho presentato, a ridosso di ciascuna partita e durante gli intervalli, una finestra su Mediaset Premium dedicata alle statistiche e alle quote di bwin, una bellissima esperienza che mi ha permesso di entrare nelle case di tutti gli italiani parlando dello sport nazionale per antonomasia, il calcio appunto. Sono stata poi ospite a Tiki Taka, su Italia 1, per parlare anche in questo caso della mia visione del mondo del pallone e della situazione a poche settimane dalla fine del campionato. Qualche giorno fa ho poi presentato per la UEFA la finale di Europa League: che emozione!! Davanti a me invece un’estate bella ricca di appuntamenti con già uno sguardo a quella che sarà la prossima stagione televisiva. Ancora tanto sport quindi all’orizzonte da intervallare con un po’ di sano relax nella mia terra. Quale a questo proposito il suo rapporto con il Trentino? Il Trentino per me significa casa, nella più bella delle accezioni. Quando si è sempre tra un albergo e l’altro, sempre con la valigia in mano le cose che più mancano sono quelle con le quali sei cresciuto: la propria famiglia, i propri spazi, nel mio caso il verde della

nostra regione, l’aria pulita e così via… Amo la mia terra e per questo motivo, nonostante le evidenti difficoltà logistiche, continuo a vivere dove sono nata, circondata da trentini doc dai quali ho imparato l’importanza delle cose concrete, della parola data, dell’essere sempre con i piedi ben inchiodati a terra… Caratteristiche che porto sempre con me e che di certo servono anche nel mio lavoro (che di “montate”, come dico io, ce ne sono abbastanza). Conosciamoci meglio. Un suo portafortuna? Collezioni? Hobby? Il suo motto? Andiamo con ordine ? Non so se si possa chiamare “portafortuna” ma di certo è un oggetto dal quale non mi separo mai; è un piccolo rosario che ho comperato all’interno della St. Patrick’s Cathedral di New York, un dono che ho voluto fare alle mie nonne, e da quando una delle due è mancata è entrato nel mio portafoglio e da lì non si toglie per nessun motivo. Non ho invece collezioni particolari anche se vista la mia passione per le scarpe e per le biciclette credo prima o poi dovrò scappare di casa: sono ovunque! Hobby? Sono ripetitiva lo so… Ma ancora una volta devo dire lo sport. Dal ciclismo alla corsa, dal nuoto

all’arrampicata e così via ah, aspetta, dimenticavo e poi la buona cucina! Amo cucinare e si sa, dopo una giornata di sport, tutto è concesso! Tante le frasi che mi piacciono, ma una su tutte credo definisca la mia vita e la scelta del mio percorso professionale ed è: “to high places by narrow roads”, la scelta di una strada stretta, senza scorciatoie, che però porta in alto, là dove la vista è migliore…ed io spero ciò valga anche per me. E il suo rapporto con la fede? Amo rivolgermi a Dio a modo mio, senza l’utilizzo di preghiere “preconfezionate” che spesso vengono ripetute a memoria senza nemmeno porre attenzione al contenuto. Sono stata a Medjugorje ed è stato incredibile, un’esperienza che difficilmente si scorda ma ciò non significa che creda in tutto ciò che ha il profumo della religione. Non credo a chi parla dell’importanza delle piccole cose e che dice d’essere vicino ai bisognosi ostentando però croci d’oro e gioielli brillanti, non credo alla chiusura verso alcuni temi (vedi l’utilizzo di anticoncezionali) o al distacco nel confronto del mondo gay. Credo nell’amore che domina le cose, nel bisogno di far del bene, credo fondamentalmente in tutto quello che Papa Francesco (con la sua croce in ferro) sta facendo, riuscendo ad avvicinare tanti tantissimi giovani che, magari per gli scandali che hanno coinvolto la Chiesa, magari per una condotta troppo asettica dei vertici del cattolicesimo negli ultimi anni si erano allontanati dal contesto religioso. Un suo sogno nel cassetto? Tanti, forse troppi, ma fra tutti quello di poter continuare ad avere la fortuna di svegliarmi con il sorriso e di addormentarmi stanca morta ma felice. ■


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trentinoaziendedascoprire trentinoattualità di Pino Loperfido

LA BELLEZZA HA TRE DIMENSIONI ALLA HSL DI SPINI DI GARDOLO SONO STATI TRA I PRIMI AL MONDO A SPERIMENTARE LA STAMPA IN 3D. ERA IL 1988... OGGI SI CONTINUA AD ESPLORARE L’INESPLORATO CAMPO DI UNA TECNOLOGIA MESSA AL SERVIZIO DELLA CREATIVITÀ. PROTOTIPI, LAMPADE E GIOIELLI DI DESIGN APPREZZATI IN TUTTO IL MONDO. DICE IGNAZIO POMINI, IL FONDATORE E TITOLARE: “NON CI SONO LIMITI PRECISI TRA ARTE E DESIGN; CONTA CHE GLI OGGETTI RISPONDANO AD UN CRITERIO DI BELLEZZA CHE È UNIVERSALE”

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acronimo sta per “Hic Sunt Leones”, la locuzione latina con la quale si segnalava un territorio inesplorato. E questo la dice già lunga sulla mission di HSL Italia, centro tecnologico per lo sviluppo di nuovi prodotti, Industrial Design & Engineering, Prototyping, Tooling. Questo, quello che si legge sul loro sito ufficiale. Concetti forse ostici ai più e che magari dopo aver letto questo articolo suoneranno in maniera un pelino più familiare. Siamo in Via Masadori, a Spini di Gardolo, nel cuore di una delle zone a più alta densità produttiva del Trentino. L’ingegner Ignazio Pomini – 63 anni 34

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ben portati, fondatore e titolare della Hsl – ripercorre con un pizzico di orgoglio la cronistoria dell’azienda. “Alla fine degli anni Ottanta, eravamo un gruppo di persone affiatate, piene di idee e di entusiasmo per gli orizzonti che si potevano intravedere con le nuove tecnologie che arrivavano dagli States. Il nostro problema? Eravamo avanti, troppo avanti...” Eh già, ci sono stati anni in cui HSL è stata seconda solo ad alcuni importanti istituti di ricerca. L’attività verteva sulla prototipizzazione, termine ostico per indicare la realizzazione di campioni unici – oggetti, ma anche stampi – per grandi gruppi industriali, soprattutto


trentinoaziendedascoprire

IL MADE IN ITALY A NEW YORK CON .EXNOVO A DESIGN-APART DI MANHATTAN

M

artedì 11 marzo, .exnovo ha accolto nello showroom di Design-Apart a Manhattan architetti e designer newyorkesi per presentare il nuovo progetto 3D Printing Lighting. Design-Apart è un progetto originale che si concretizza in un prestigioso appartamento, nel cuore della città Nordamericana, arredato in ogni suo particolare da oggetti sperimentali o di design. La cosa simpatica è che gli inquilini dell’apartamento sono proprio i componenti della famiglia dell’architetto che l’ha progettato, sempre disponibili, su appuntamento, a visite guidate e ragionate. Nel caso di .exnovo, i professionisti newyorkesi hanno così potuto farsi ispirare dalla nuova collezione, che ha attirato l’attenzione mondiale dopo la presentazione a Maison&Objet a Parigi e che è esposta in anteprima proprio nello showroom di Design-Apart. Architetti e designer hanno potuto inoltre contare sul supporto eccellente di .exnovo, che fonda il suo successo su una combinazione di innovazione e tradizione, 3D printing professionale e artigianato: una tecnologia che operando in modo additivo e costruendo un oggetto strato dopo strato, a partire da un disegno tridimensionale modellato al computer, si unisce per la prima volta al lavoro delle mani, delle mani di artigiani che trasformano i prodotti in opere d’arte.

case automobilistiche e di fabbriche di elettrodomestici. Solo che queste ultime seguivano ancora, religiosamente, modalità di realizzazione di tipo tradizionale. A mano, per intenderci. “Per costruire il prototipo di una lavatrice, impiegavano anche sei mesi..." ricorda Pomini. Invece, gli impianti di Trento sfornavano già allora oggetti mediante quella che oggi viene grossolanamente definita “stampa in 3D”. Siamo nella preistoria del digitale. “Tant’è che quando andavamo a proporci alle aziende, eravamo quasi sempre costretti a spiegare nel dettaglio quello che facevamo”. Insomma, anni non facili. Anni in cui la modellazione con la tecnologia Cad prevedeva di stare moltissime ore davanti al computer prima di poter ottenere una stampa. E c’è di più. Lavorare nel campo digitale voleva dire soprattutto una cosa: correre. Correre per stare dietro al velocissimo

sviluppo di informatica ed elettronica. Nel 1995 arriva il primo bilancio con il segno più. Nel 2000 il PC prende a regnare sul mondo digitale. Poi “esplode” il web e il mondo non è più lo stesso per nessuno. Nemmeno per l’HSL. Il mercato diviene globale e se gli Stati continuano ad avere dei confini le idee non ne hanno più.

di venticinque anni di esperienza, il genio di Pomini e del collaboratore Mirko Bonvecchio decide di portare il know-how acquisito nel design d’illuminazione e di oggetti d’arredo. Ecco, dunque, che fanno il loro ingresso in azienda i designer. .exnovo diventa una sorta di Factory in cui si ricerca, si sperimenta, si crea e in qualche modo si fa arte. A proposito, Pomini, potremmo definire arte tutto ciò? “Non ci sono limiti precisi tra arte e design; per noi conta che gli oggetti rispondano ad un criterio di bellezza che è universale. E in questo l’unicità o la tiratura limitata dei pezzi possono essere fattori decisivi”. A riprova di quanto l’arte c’entri, le linee guida dell’azienda vengono definite in primis da un direttore artistico. Probabilmente un ruolo qui un po’ diverso dagli omologhi che lavorano nei teatri o nei festival. “Naturalmente – precisa l’ingegnere – vi sono linee guida tecniche e, ultime ma non ultime, quelle economiche...”. Altra start-up innovativa, ideata nel 2012 dallo stesso Pomini e dalla designer Sel-

LASCIATE CHE I DESIGNER VENGANO A NOI Ogni volta che si sente parlare di plastica, vengono in mente concetti negativi: l’inquinamento, la tossicità, l’usa e getta, ecc. Che questo materiale possa dare vita ad eccellenti oggetti di design appare poco credibile. Ed invece, quando nel 2010 HSL partorisce il brand .exnovo lo fa con la certezza che l’artigianato di qualità può passare anche dalla strada stretta dei polimeri. Forti

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trentinoaziendedascoprire trentinoattualità nologia digitale permette di fare cose che sarebbero impensabile realizzare con i metodi di produzione tradizionali.

vaggia Armani, è bijouets, che realizza con tecnologie digital manufatti come collane, anelli, orecchini, bracciali e spille. Niente oro, né argento. Il cambiamento culturale è profondo e futuribile. E fa venire un po’ i brividi. Il materiale principale di questi gioielli è la polvere di nylon, accostata di volta in volta a metalli, legno e tessuti. Mai come in questo caso la tecnologia è stata al servizio della creatività. E della tradizione... “La nostra aspirazione è contaminare la tecnologia con l’artigianato italiano d’eccellenza. L’artigianato tradizionale è in crisi per vari fattori, in particolare culturali. È per questo cerchiamo un’unione inusuale, ma a nostro avviso vincente”. Ecco allora che il vetro di Murano, all’oro di Valenza Po, alla pelle di Arzignano e alla Pietra della val di Cembra compaiono o potrebbero comparire, come per incanto, all’interno delle creazioni .exnovo: lampade uniche, speciali, geniali in alcuni casi. Anche perché, ça va sans dire, la tec-

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CLIENTI E AMMIRATORI Ma chi sono i clienti di .exnovo e di .bijouets? Chi è che usufruisce dei servizi on demand di queste due costole creative di HSL? “Ultimamente abbiamo venduto cento lampade ad un importante hotel di Parigi. Abbiamo anche i privati... Ma contrariamente a quanto si potrebbe pensare i nostri prezzi sono allineati a quelli delle case di produzione più famose”. E i mercati su quali puntate? “Sono quelli più ricchi, ovviamente. Siamo in Europa, negli USA, negli Emirati Arabi. Prevediamo di arrivare presto in Corea del sud e in Australia, a Sydney”. Intanto fioccano i premi e le segnalazioni. Intanto lo scorso 11 marzo, nello showroom di Design-Apart a Manhattan, .exnovo ha accolto architetti e designer newyorkesi per presentare il nuovo progetto 3D Printing Lighting. E poi durante l’ultima edizione della Milano Design Week, Afilia, design di Alessandro Zambelli una delle sei nuove creazioni del 2014 di .exnovo, ha riscosso un enorme successo non solo tra il pubblico milanese (architetti, progettisti e interior designer), ma anche e soprattutto oltre confine, conquistando rapidamente il mercato asiatico e americano. IL FUTURO DI UN’AZIENDA FUTURIBILE. E SOSTENIBILE Sembra strano parlare di futuro in un

contesto in cui il futuro è l’indiscusso protagonista e traspare da ogni cosa, perfino dalla macchinetta del caffè. Eppure di futuro Pomini ci parla citando quella “produzione diffusa” che fra non molto porterà l’azienda ad esplorare terre sconosciute ed "inesplorate", forse affini a quelle cui facevano riferimento gli antichi con il motto che ha generato l’acronimo aziendale. “Oggi i nostri oggetti vengono pensati e prodotti qui. Domani verranno pensati qui e prodotti altrove, ad esempio in Corea dove stiamo pensando di aprire un laboratorio”. Meno spedizioni uguale meno ossido di carbonio, oltre che meno spese. Spedire un file cad costa niente, col web tutte le porte sono aperte e gratuite. E la sostenibilità è di casa qui nello stabilimento di Spini di Gardolo. La materia prima è la plastica, ma la sensibilità è totalmente ecologica. “Abbiamo da sempre imballi in cartone riciclato, stiamo attenti alla riduzione dei consumi nel ciclo produttivo, coloriamo seguendo procedimenti artigianali: ebbene sì, la sostenibilità ci sta a cuore”. Lasciamo l’HSL cercando di fermare nella mente il pensiero balenato mentre palpavamo con curiosità quelle magnifiche lampade: una porosità, una consistenza, una pulizia... Caratteristiche che fanno pensare più alla porcellana che alla plastica. È proprio vero: il mondo sta cambiando e da oggi, probabilmente, ne abbiamo un po’ di consapevolezza in più. ■


Passeggiare CURCU & GENOVESE

in Trentino-Alto Adige

Semplici itinerari per grandi e piccoli, accompagnati dalla cartina escursionistica con informazioni, storie, leggende, curiosità e tantissime fotografie.

Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi dell’escursionismo nella nostra regione.

IN SULIBR w w L ER w.c NO IA ur c S T R O P ue O PU ge SI R E no TO ves e.i t


trentinoincontri trentinoattualità

IL COLLEZIONISTA

di Carlo Martinelli

UNA PASSIONE CHE SCALDA ALLE PORTE DI TRENTO CON PATRIZIO TAPPARELLI ALLA SCOPERTA DEL MUSEO DELLE STUFE AD OLLE, TUTTE RIGIDAMENTE “MADE IN TRENTINO”. UN MUSEO CHE RACCONTA DI STORIA, DI MARCHI DEL SETTECENTO ED OTTOCENTO, DELL’ORGOGLIO ARTIGIANO, DI RADICI E TRADIZIONI

L’

andar per collezionisti è un dono e non può che esserci gratitudine per simile opportunità. Perché è sempre appagante ed arricchente l’incontro con persone possedute dal sacro fuoco di una passione genuina, autentica, fatta di curiosità e di voglia di saperne sempre un po’ di più e del desiderio di possedere un oggetto, non importa quale, non importa se di valore o meno, non tanto per un volgare desiderio di accumulo, ma per intima 38

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soddisfazione. Il vero collezionista è libero da preoccupazioni o intenti solo economici, vive in una dimensione che è sempre contigua al bello, al raffinato, al curioso, all’eccentrico. In una parola, il collezionista è la negazione della banalità. L’ennesima conferma è qui, alle porte di Trento, in via Alto Adige, quasi nascosta tra capannoni e magazzini, tra le più disparate attività. E’ qui che troviamo il museo delle stufe antiche Tapparelli, uno dei più ricchi nell’intero arco


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EFFETTO SPUGNATO FIRMATO BORMIOLLI

della zona alpina. Viene rinnovato con cadenza quasi mensile, con l’aggiunta di nuove stufe attentamente ricercate e restaurate. Ne conta più di 130, non tutte visibili per evidenti problemi di spazio. Ci fa da guida Patrizio Tapparelli: è lui non solo il collezionista attento e documentato – si parla di un autentico esperto, di uno “storico” del settore – ma anche il cicerone paziente che si mette a disposizione di chi volesse immergersi in un mondo di manualità e colori, ricco di suggestioni, di echi di un tempo che non smette di parlarci. Un museo che è in cerca di uno spazio forse più consono, va da sè, e sul quale un territorio ricco ed attento come il Trentino potrebbe investire, fors’anche una cifra per niente proibitiva. Per ora chi volesse quantomeno curiosare non ha che da contattare Patrizio. Alla pagina internet della sua azienda – tapparelli. com – tutte le informazioni. Attenzione: nelle sale continuamente aggiornate del piccolo grande museo delle stufe antiche troverete solo stufe trentine, ed in particolare la più completa collezione di stufe Bormiolli, prodotte nell’antica fornace di Trento. Ne scriviamo a parte. “La cultura del Trentino – racconta Patrizio – è natura, paesaggio e soprattutto artigianato tradizionale. Tramandare l’arte di un lavoro manuale, è il passo principale che dovrebbe fare ogni artigiano. La nostra famiglia è da sempre legata a queste tradizioni, e le nostre radici sono ben affondate nel territorio. Nel 1700 il nostro capostipite arrivò a Vigo Meano, con il fratello, dove aprì una bottega di sartoria e calzoleria. Giungevano da Celentino in Val di Sole,

assieme al professor Pietro Marsilli e a Giuseppe Marcadent che Patrizio Tapparelli sta ultimando un volume che racconterà, anche con l’ausilio di decine di documenti pazientemente ricercati negli archivi, la storia della ceramica a Trento, alla luce delle vicende della famiglia Bormiolli. Arrivarono – racconta Patrizio nel libro che verrà pubblicato tra qualche mese – nella città del Concilio attorno al 1760, provenienti da Altare di Monferrato, nel savonese. Portarono un cospicuo bagaglio culturale sulla lavorazione del vetro, ed in genere su tutto quello che poteva riguardare i materiali cotti nelle fornaci, quindi anche l’argilla. Negli ultimi anni del 1700 è con Giuseppe Bormiolli che l’attività di fornelaro inizia il suo magico splendore. In quegli anni in Valle di Non, e precisamente a Sfruz, le famiglie Biasi e Cavosi sfornavano decine e decine di stufe in maiolica. I Bormiolli affinarono la tecnica di lavorazione della ceramica riuscendo a creare a loro sua volta delle stufe di impareggiabile bellezza e finitura estetica. Una firma importante e riconoscibile della loro lavorazione, era la particolare smaltatura della ceramica ad effetto spugnato, con tonalità che variavano dal blu cobalto al verde, passando per il colore caffè e vinaccia. Altro simbolo che caratterizzò la loro produzione era l’aquila bicipite, simbolo del Tirolo e della città di Trento, che faceva parte del Tirolo meridionale, o italiano. Dal 1797 Giuseppe Bormiolli avviò un’attività anche in Val d’Algone, nelle Valli Giudicarie. Questo perché nella zona vi era una grande disponibilità di materie prime per la produzione del vetro, mentre in città non poteva farlo che con i rottami. Parallelamente a Trento l’attività del vetro e della ceramica era ormai più che consolidata nel marzo 1827, Giuseppe acquistò un mulino ad acqua situato nel più pittoresco rione popolare trentino, chiamato “contrada di S. Maria dei Battuti” fino al XV secolo, e successivamente contrada del ponte di S. Lorenzo, o della Portela. Qui difatti si trovava, a ridosso della Torre Vanga, la porta di accesso da ovest alla città, attraverso il ponte di S. Lorenzo. Il mulino Bormiolli serviva come macina per tutte le materie prime, dall’argilla ai minerali utilizzati per gli smalti. Ma la “Bormiolli story” proseguirà, con alterne fortune, ancora a lungo. Ce la racconterà Patrizio Tapparelli, l’uomo che ha creduto nel museo delle stufe antiche, lo ha voluto, lo accudisce e segue con la passione autentica degli artigiani di una volta.

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PER GENTILE CONCESSIONE DI CHRISTIAN R. SOMMERHUBER, MANIFATTURA CERAMICA SOMMERHUBER DI STEYR, AUSTRIA

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trentinoincontri trentinoattualità paesino di alta montagna che aveva temprato il loro fisico ed il loro spirito. L’arte di saper lavorare con le mani, non ha mai abbandonato i discendenti, anche se nei secoli sono cambiati i mestieri. Dal calzolaio e dal sarto sono nati cestai, carpentieri, scalpellini e muratori, fino ad arrivare a noi, fumisti fornellari”. Ogni parola sprizza orgoglio e amore per il suo “mestiere”. E per una storia che vede come fondatore della Bottega Artigiana il padre, Roberto. Nel 1962, a 16 anni, si diploma come scalpellino ed inizia la sua vita lavorativa all’insegna dell’artigianato artistico. Fino al 1969 lavora in azienda con i fratelli e nel 1980 apre la sua prima attività autonoma, affiancando da subito la costruzione di stufe ad olle. Con lui i tre figli, ora l’attività è portata avanti da Patrizio e Donatello Tapparelli. Ed è a Trento nord che nasce la prima bottega di stufe ad olle a Trento. È qui, nel mentre produce stufe ad olle nuove – benché ovviamente figlie, nel disegno, nel gusto, nella tecnica sempre più raffinata di una tradizione che affonda le radici nel passato – che si decide di dare corpo e visibilità a questa storia. Già il padre, 35 anni fa, aveva iniziato a raccogliere le stufe, quando venivano buttate per far posto al gasolio. Poi Patrizio e Donatello hanno raccolto il testimone, hanno proseguito la ricerca e perfezionata la collezione, con l’aggiunta dei pezzi più ricercati. L’anno della svolta è il 2010. Quando, racconta Patrizio, “la filosofia per il calore naturale che contraddistingue la nostra terra, trova la sua casa. Nasce

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il museo delle stufe antiche, luogo in cui viene riscoperta e valorizzata l’arte del calore. Non c’è visitatore che non rimanga affascinato davanti ai manufatti artigianali raccolti, restaurati ed avvalorati. In questo luogo, che per certi versi è magico, si custodisce la cultura che l’artigiano deve esprimere attorno al suo prodotto. Il che purtroppo oggi succede molto raramente”. C’è una immagine che Patrizio ha stampata nella mente: aveva 15 anni, forse. E il padre lo teneva per i piedi mentre lui, a testa in giù, calato all’interno di una stufa ad olle, cercava di capire dove e come intervenire per sistemarla e restituirla a nuova vita. Da allora è stato un crescendo, legato a questi manufatti la cui bellezza e il cui austero fascino non possono lasciare indifferenti. Delle stufe ad olle, Patrizio Tapparelli sa tutto, garantito. Una passione che ha contagiato la famiglia, la moglie Federica e la piccola Sofia. Una passione che lo porta a sottolineare che sì, è vero che a Sfruz, a lungo considerata la “capitale” delle stufe ad olle in Trentino, si producevano 1200 stufe con tre fornaci ma a Trento, i Bormiolli con una sola fornace ne sfornavano mille. E scorrono, nel suo racconto, i nomi delle “ditte” che hanno fatto la storia di questo manufatto che era segno di distinzione, sorta di status symbol. Bormiolli, Cavosi, Biasi, Tomasi, Tomazzoli, Mosconi, Leonardi, Zeni. Protagonisti di una avventura artigianale di squisita fattura. Che il piccolo grande museo della famiglia Tapparelli – e di Patrizio in particolare – mostra e documenta. Dalla rara stufa monumentale in stile impero del maestro Giuseppe Bormiolli con smaltatura spugnata color vinaccia, primi anni del 1800 alla più antica stufa monumentale

di cui si abbia notizia certa, prodotta sempre dalla famiglia Bormiolli, fine 1700. E, nel viaggio lungo i secoli, al caldo delle stufe ad olle, diventa a sua volta magnetico il racconto legato alle immagini, alle figure, alle decorazioni che le abbellivano. Dalle immagini sacre a quelle di Napoleone, dalle cornucopie mitologiche ai fregi legati alla natura. Specchio e racconto di un tempo. Perché in questo piccolo grande museo le stufe ad olle sembrano scaldare non solo i nostri corpi infreddoliti dai rigori delle condizioni atmosferiche, ma anche e soprattutto i nostri cuori e e i nostri pensieri. Perché il bello conosce le strade più diverse. E questa merita di essere percorsa. A proposito: l’ultimo acquisto per il museo è recente recente. Una stufa del 1630, pezzo più unico che raro, in stile neogotico, che verrà restaurata e collocata entro l’anno. Sì, ■ è una passione che scalda…


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locale. Il nuovo sistema costituito da linee morbide, ed essenziali porta l’eleganza e il dinamismo del design un gradino più in là rispetto all’immagine consolidata di Finstral, permettendo all’azienda di distinguersi ancor di più con questo prodotto innovativo. Il nuovo infisso Twin Line è un manufatto che non nasconde la tecnologia ma che per la prima volta la rende visibile, mostrando attraverso le due lastre di vetro la veneziana interna: Il sistema oscurante infatti è integrato nella doppia anta e protegge il cliente dal sole e dagli sguardi indiscreti consentendo di regolare individualmente l’incidenza di luce e calore chiudendo o aprendo la veneziana. Per le operazioni di pulizia e manutenzione è possibile aprire l’anta accoppiata. A testimonianza della

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di Fiorenzo Degasperi

IL MUSEO DELLA MALGA CADERZONE TERME, UNO DEI PIÙ ANTICHI BORGHI DELLA VAL RENDENA, CON EVIDENTI CARATTERISTICHE MEDIOEVALI, HA PREDISPOSTO UN’INSOLITA ESPOSIZIONE NELLE SCUDERIE A PIANO TERRA DI UNO DEI PIÙ BEGLI EDIFICI, PALAZZO LODRON BERTELLI...

C’

era un tempo in cui le valli trentine erano percorse incessantemente, in primavera dal basso verso l’alto e in autunno dall’alto verso il basso, da processioni di bestie e di uomini. Lunghe file di mucche, vitelli, torelli, pecore e capre si inerpicavano per antichi sentieri. Una rete viaria che univa, come le vene del corpo umano, la stalla con la malga

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di sotto, poi con quella di sopra (qualche volta c’era anche quella di mezzo) – a seconda delle condizioni del pascolo – con le distese prative delle terre alte. Sono stati i pastori a dare un nome ai luoghi alti delle valli montane, ai pascoli, ad alcune cime, ai passi. Sono stati sempre i pastori e i malgari a trovare le corrispondenze tra il nome e un soprannaturale incombente, tra una

magia che presiede al mondo di sopra e al mondo di sotto, tra l’ordine e il disordine, il paradiso e l’inferno. Attraverso questi nomi, variati di poco nel corso dei secoli, affiorano miti, favole, riti e leggende, si muovono demoni, folletti e creature fantastiche.

Tra le valli trentine forse quella che ha mantenuto ancor oggi, in maniera preponderante, la tradizione dell’allevamento è la val Rendena, grazie anche alla presenza di una razza bovina autoctona particolarmente adatta all’alpeggio: la Rendena. La quasi totalità delle vacche allevate in Trentino – e più del 50% di quelle venete – appartengono a questa pregiata e forte razza. Le bestie vengono portate nell’alpeggio delle malghe della valle per i quattro mesi estivi. Ma non conta solo la qualità del pascolo. Pensiamo soltanto alle mandrie che pascolano nei prati soprastanti Caderzone, nella zona dei laghi di Santa Giuliana o di Garzonè. Lì, le bestie si dissetano con l’acqua ferruginosa di Sant’Antonio, un’acqua medicamentosa testimoniata già nel 1635 dal Principe Vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo, che ne apprezzò personalmente i benefici. Be-


trentinoattualità

RIONE LODRON-BERTELLI...

C

aderzone Terme, importante centro dell’alta Val Rendena, a pochi chilometri da Pinzolo e Madonna di Campiglio a nord, Tione a sud, accoglie questo piccolo gioiello museale che racconta la storia e la cronaca di un importante settore della vita di montagna, quello dell’allevamento e della monticazione estiva, di questa parte della provincia di Trento. La struttura, situata nell’antico rione Lodron-Bertelli, nella centrale Piazza di Sant’Antonio, è aperta dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, con chiusura il lunedì nei mesi di luglio e agosto e con chiusura domenicale negli altri periodi. Al di fuori di questi orari il Museo verrà aperto per gruppi su prenotazione. Ornella Viviani è l’ottima guida che vi accompagnerà nel mondo dell’alpeggio e dei suoi strumenti. Info: 0465 804899, fax 0465 804848, e mail: museodellamalga@caderzone.it. Entrata Euro 1, bambini gratis. L’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Rendena (Anare) organizza, durante l’estate, gite, pranzi e degustazioni di prodotti caseari sugli alpeggi della val Rendena in collaborazione con l’Ente Parco Naturale Adamello Brenta, le Amministrazioni comunali e i produttori locali. Diverse le malghe interessate tra cui Malga Plan, Malga Brogn da l’Ors, Malga Fevri o Montagnoli, Malga Ritort e Malga Caret. Info: www.pnab.it o tel. 0465 806666.

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dei più begli edifici, Palazzo Lodron Bertelli. L’apertura e l’allestimento museale nascono grazie anche alla forte volontà dell’artista-pastore Gianluigi Rocca che ha contribuito, e contribuisce ancor oggi con l’organizzazione di mostre artistiche assieme ad altri prestatori e volonterosi, a far sì che la cultura della malga non sia soltanto un fatto folkloristico ma rimanga parte attiva della quotidianità e dell’economia. Le antiche sale del Palazzo,

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TRE DOMANDE AL RESPONSABILE DEL MUSEO

C

costruite, si dice, sulla casa murata di Raimondino di Lodron ucciso nel 1372, frequentate dal malfattore forse più raro che volgare Marco di Caderzone, ospitano oggi le sale dove sono esposti materiali e documenti che raccontano la vita dell’uomo nelle malghe. Nelle tre sale del piano terra sono stati raccolti oggetti originali provenienti dalle numerose malghe delle valli Rendena e Giudicarie, legati tra di loro con una precisa logica di lettura che ci aiuta a capire la cultura dell’allevamento. Ogni oggetto merita più della semplice occhiata gettata ad una forma, per quanto at-

traente, povera, rudimentale, severa, essa possa essere. Osservando la funzione e studiando i segni simbolici tracciati su questi oggetti ci si accorge che, sebbene siano stati realizzati da mani che badano più alla sostanza che all’apparenza, all’essenzialità e alla funzione piuttosto che all’eccessiva decorazione, ci aprono anche una porta su di un mondo ricco e variegato fatto di segni, tracce e simboli che aiutavano il pastore e il malgaro a tener lontano paure ataviche, diavoli e demoni, streghe che inacidivano il latte, fulmini e ad invocare sulle bestie e i prodotti l’intercessione di santi, sante, dèi senza nome. Perché se le opere del falegname, dell’artigiano, del fabbro, del vasaio e del tessitore – le quali provvedevano in modo efficiente ai bisogni materiali dell’uomo – erano decorate, possiamo stare certi che l’“ornamento” possedeva spesso, e forse sempre, un significato magico e apotropaico. La prima sala è dedicata al pascolo, alla mungitura, al

ome di consueto abbiamo posto delle domande al responsabile del Museo della Malga di Caderzone, Federico Polla. Perchè un museo della malga in Val Rendena? ll Museo della Malga di Caderzone Terme raccoglie gli strumenti che il tempo e l’esperienza hanno perfezionato per la lavorazione del latte e dei suoi derivati sugli alpeggi della Val Rendena ed è nato soprattutto per ricordare l’identità di tante generazioni che su queste montagne hanno trascorso la loro vita attraverso una povera economia di sussistenza. E’ un piccolo museo dedicato soprattutto al duro lavoro svolto sulle malghe che si è assunto il ruolo importante di far acquisire alle nuove generazioni la consapevolezza e la fierezza delle proprie origini rurali diffondendo cultura della montagna e raccontando la storia delle genti di questa valle. Ha dato inoltre risalto alle storie dei pastori che prima del boom economico degli anni Sessanta hanno salito con le loro bestie gli erti sentieri degli alpeggi della valle adattandosi all’asprezza della montagna e a una vita di fatiche e privazioni. Quali sono le prospettive future e gli ambiti su cui operare? Sono state avviate delle collaborazioni con il Parco Naturale Adamello Brenta e con il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige per far si che il Museo della Malga non resti una, seppur apprezzata, struttura espositiva isolata, ma sia integrato con altre proposte all’interno di pacchetti didattici di educazione ambientale. Ma il progetto più ambizioso ed articolato riguarda il collegamento del Museo della Malga con Maso Curio con l’obiettivo di valorizzare anche l’importante filone dell’architettura rurale spontanea della Val Rendena. Museo, territorio, didattica: trasmissione di “memorie” o realtà quotidiana? Questa esposizione ha restituito alla collettività le testimonianze di un fenomeno che è stato a lungo il fondamento dell’economia alpina e che ancora oggi a Caderzone Terme mantiene una sua fisionomia nel tessuto economico e sociale del paese dove è attiva una fiorente attività zootecnica che si riverbera nel verde paesaggio della campagna della Piana di Maso Curio e della splendida conca dei laghi di San Giuliano.

casello, la seconda alla casara – il locale dove avviene la lavorazione del latte – ed ai prodotti finiti della trasformazione del latte, la terza alla quotidianità dell’uomo. Tra cesti, zangole, sgabelli, fruste per il latte, mestoli, marchi per il burro, vecchie sgalmere, letti e credenze, ci si perde, ricordando un passato che qui, in valle, è ancora vivo e tenace. 44

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Al piano superiore, raggiunto dopo aver superato l’austero androne aperto sulla piazza centrale del paese dedicata, non a caso, a Sant’Antonio, protettore degli animali, e salito lo scalone d’accesso, ci si trova al cospetto di un ampio salone con un pregevole soffitto ligneo. In questa capace aula si tengono conferenze, convegni, mostre estive, ecc. ■


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SULL’ADIGE IN GOMMONE? COMINCIATE A PAGAIARE! A VALORIZZARE IL NOSTRO FIUME CI HA PENSATO CRISTINA ORSINGHER, TITOLARE DI TRENTINO WILD, CHE HA OTTENUTO LA CONCESSIONE PER ORGANIZZARE DELLE ESCURSIONI IN COMPLETA SICUREZZA A BORDO DI BATTELLI PNEUMATICI GUIDATI DA ESPERTE GUIDE RAFTING

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omincia da questa settimana una nuova rubrica, che ci porterà alla scoperta di servizi utili alle famiglie e tanti luoghi interessanti per il tempo libero. “Il Trentino dei bambini” (www.iltrentinodeibambini.it) nasce nell’aprile 2013 da un’idea di Silvia Conotter: a metà tra un blog e un portale in cui trovare tutte le informazioni solitamente affidate al solidale passaparola tra genitori. Particolarmente apprezzata l’agenda giornaliera che contiene tutti gli appuntamenti dedicati ai bambini (laboratori, spettacoli, feste,...), le sezioni tematiche (musei, fattorie didattiche, escursioni, corsi, spazi d’incontro...) e il blog in home page, che non si lascia sfuggire nessuna novità sul territorio. Da novembre è iniziata anche l’omonima trasmissione su Rttr: tutte le settimane il venerdì sera alle 21 46

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a qualche settimana sono iniziate le escursioni organizzate da Trentino Wild, anche per bambini a partire dai 3 anni. Noi ci siamo andati. E ci siamo divertiti un sacco. La magia che i corsi d’acqua sprigionano è davvero magnetica. E quella sul fiume è la classica escursione che si intraprende quando si visita una città che ne è attraversata: Mantova, Roma, Parigi, Londra... Davvero un peccato che sull’Adige – fiume a cui è stato cambiato addirittura il corso, con degli argini poco valorizzati – questo non fosse possibile. Ma a portare una ventata di novità ci ha pensato Cristina Orsingher,

di Silvia Conotter

titolare di Trentino Wild, che ha ottenuto la concessione per organizzare delle escursioni in completa sicurezza a bordo di battelli pneumatici guidati da esperte guide rafting brevettate F.I.Raft e Rescue Project. Una proposta che ha fin subito destato l’interesse di residenti e turisti, e che abbiamo provato in esclusiva anche per voi. Due i tratti navigabili in provincia: da Trento Nord a Trento Sud e da Nomi a Marco. Noi siamo partiti in una giornata di sole e nuvole da


trentinoattualità

AD UN PASSO DA TRENTO... GLI ANIMALI SELVATICI

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Roncafort, proprio nel punto in cui partono le zattere del Palio dell’Oca durante le Feste Vigiliane. Lì Cristina ci ha fatto indossare i giubbotti salvagente e “a secco” ci ha fornito le istruzioni necessarie per il raggiungimento della meta. Ai più piccoli è stato consegnato un binocolo per non farsi sfuggire, durante il percorso, l’avvistamento di animali e di qualunque oggetto catturasse la loro attenzione. I bambini a partire dai sette anni, e comunque a seconda delle loro capacità fisiche, hanno invece preso possesso della propria pagaia così come gli altri adulti presenti. L’emozione dell’entrata in acqua ha contagiato tutti e che meraviglia lasciarsi trasportare dalla corrente! Durante il tragitto non sono mancate le sorprese, come un bel gregge di pecore sugli argini ed una coppia di germani reali. Le guide poi, a seconda dei partecipanti, forniscono informazioni e curiosità di tipo naturalistico, storico, culturale. Proprio un bel modo per vedere la città da un’altra prospettiva. La gita dura circa un’ora e

mezza e all’arrivo ci si può fermare al nuovo Bici Grill di Trento Sud che, per la sua posizione strategica e la bontà dei piatti preparati in casa, sta conquistando velocemente non solo i ciclisti di passaggio. Lì le guide consegnano ai bambini dei libretti molto carini da colorare con racconti legati al tema dell’acqua. Un bel modo per concludere quest’esperienza e portare a casa un altro bel ricordo. L’attività è accessibile a tutti, dai 3 anni in su, senza alcuna limitazione. Si svolge rimanendo completamente all’asciutto, anche se è consigliato un abbigliamento comodo e sportivo adeguato alla stagione, un k-way e delle scarpe di ricambio. L’escursione viene effettuata su prenotazione (329.2743226), con un minimo di 8 persone ed un massimo di 15 a gommone, entro mezzogiorno del giorno antecedente l’uscita. Il costo? 20€ a persona (16€ con età inferiore ai 16 anni). Maggiori informazioni su www.trentinowild.it e buona navigazione a tutti! ■

edere da vicino le volpi, i camosci, i cervi, ma anche i cinghiali con i loro cuccioli: un’occasione davvero unica quella che offre il Centro Fauna Alpina del Casteller nelle giornate di domenica 1, sabato 7 e domenica 8 giugno. Saranno queste infatti le ultime “porte aperte” primaverili a consentire l’accesso a questo spazio verde di circa 24 ettari gestito dall’Associazione Cacciatori Trentini e solitamente aperto solo alle scuole (ben 2500 studenti nel 2013). Rinchiusi in ampi recinti di terreno boschivo si trovano animali selvatici trovati in natura feriti, che nonostante le cure non sono riusciti a recuperare le loro capacità e per questo una volta liberati andrebbero incontro a morte certa. Le visite durano circa 45 minuti e prevedono una passeggiata in compagnia di esperti guardiacaccia capaci di fornire preziose informazioni e di soddisfare qualsiasi curiosità sugli animali e la rigogliosa natura circostante. E per finire... un bel gelato! Al Centro Fauna Alpina del Casteller si arriva imboccando la strada ai Palazzi: venendo da Trento, poco prima di Mattarello sulla sinistra. Le visite sono gratuite, ma è gradita la prenotazione all’Associazione chiamando lo 0461/826084 (orario d’ufficio) o scrivendo un’e-mail a wania.lunelli@cacciatoritrentini.it.

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di Tiziana Tomasini

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lessandro Visintainer – in arte Alex Visi – è un artista poliedrico, in grado di vantare un’esperienza musicale che spazia dalle prime esperienze disco per poi evolvere in altre ed interessanti espressioni di genere. Tutte accomunate da un unico denominatore: la passione per tutto quello che è melodia. Sfogliando il suo curriculum – nutritissimo quanto articolato e diversificato – se ne deduce una totale dedizione verso l’affascinante mondo delle note, sostenuto da una sensibile attenzione nei confronti di ogni fascia d’età. Certo, perché se può essere più semplice convogliare il proprio talento in un’univoca direzione, è sicuramente apprezzabile e di merito il fatto di aprirsi a nuove sperimentazioni rivolte a diversi tipi di pubblico. Una volta riconosciuta fermamente e con grande convinzione la sua strada, Alex si propone in molteplici sfaccettature, pronto a osservare ogni angolazione sonora e trasformarla in musica, ottenendo ottimi risultati e grandi soddisfazioni. Di rilevo la sua partecipazione allo Zecchino d’Oro del 2008, con il successo della canzone “Il Tortellino”, che non vince ma raccoglie notevoli consensi, tanto da essere motivo portante della nota trasmissione televisiva “La prova del Cuoco”. Ma non solo: un suo locale con tanti strumenti, in cui lui non solo canta e suona… Alex, quando nasce esattamente la tua passione per la musica? La passione per la musica nasce in ambito familiare, all’età di sette anni, ascoltando e vivendo il ritmo grazie al fratello batterista e chitarrista. Un’irrefrenabile voglia di emulazione e di lì a poco 48

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MUSICA SENZA CONFINI ALEX VISI, AL SECOLO VISINTAINER, DA TRENTO A BOLOGNA PER INSEGUIRE UN SOGNO DIVENUTO REALTÀ: MUSICA E ANCORA MUSICA, PER TUTTE LE ETÀ

il primo corso di pianoforte, seguito dal primo concerto all’età di otto anni, grazie anche all’attenzione del padre, all’epoca regista della filodrammatica di Ravina. Ma dalla memoria riaffiorano le canzoni ascoltate con il giradischi rosso… Dalla disco al pianobar, dai bambini agli anziani… quali di queste esperienze ti ha arricchito di più e perché? L’esperienza come autore di musica per bambini ha una valenza speciale, specie quando si riesce ad affermarsi a livelli alti e le canzoni vengono cantate dai più grandi ed importanti cori italiani ed inserite nelle baby compilation. Sullo stesso piano, anche il fatto di essere contattati dalle scuole musicali per svolgere la professione di insegnante rappresenta

un’enorme riconoscimento e soddisfazione. La gratificazione maggiore arriva però dal sociale: da due anni esiste la collaborazione con ANSABBO, di cui il cantante Nek è il testimonial ufficiale; si tratta di una società onlus del bolognese, che ha come finalità quella di portare attimi di gioia negli ospedali, allietando bambini meno fortunati di altri (moltissimi allo stato terminale) e anziani nelle case di riposo. L’impegno e la passione per la musica vengono ripagati con beni molto preziosi e significativi: baci e carezze, sguardi indimenticabili, applausi sinceri. Raccontaci un episodio particolarmente significativo della tua carriera. Nella mia carriera esiste un episodio davvero indimenticabile: la chiamata in diretta di Antonella Clerici allo Zecchino d’Oro del 2008, innamorata della canzone “Il Tortellino” e seriamente intenzionata a farla diventare sigla della trasmissione “La Prova del Cuoco” già dal lunedì successivo. Il progetto si realizza, ma dopo quindici giorni la Clerici si assenta per maternità ed alla canzone non viene dato lo stesso risalto. Però con i proventi riesco ancora a comperare cin-

que chili di tortellini all’anno! Il valore della musica, oggi. Attualmente i talent show hanno stravolto il concetto della musica: alle scuole di musica arrivano ragazzine che sognano “The Voice” o “X Factor” e più che imparare a cantare vogliono imparare a diventare famose. Non si riconoscono gusti musicali ma singole canzoni raccolte su you tube, macinate in fretta e subito bruciate, un disastro! Progetti futuri… La partecipazione al prossimo Zecchino d’Oro con la canzone “Il Domani”, una bella ballata dal testo molto significativo, definibile come un inno di speranza per tutti gli adolescenti. Su un altro fronte, è in uscita il terzo pezzo dance (etichetta MOLTO RECORD). Dopo due anni di compilation – con FOR THE WORLD e ANOTHER DAY – che vantano 60.000 copie vendute, quest’anno – con il socio dj Matte Botteghi – si punta anche al mercato europeo. Non mancano altre collaborazioni importanti, tra le quali un remix per Alexia. Come insegnante di canto, sto stringendo gli ultimi accordi con una grande realtà bolognese. A breve il responso. ■


QUARTA EDIZIONE

TRENTINO

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ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE “BALENE DI MONTAGNA”

BOOK FESTIVAL I D E AT O E D I R E T T O D A P I N O LO P E R F I D O

Dario Fo Benedetta Tobagi Andrea Vitali Simone Cristicchi Gianrico Carofiglio Antonia Arslan Roberta Dapunt Giulio Mozzi - Pino Aprile Roberta Bruzzone & Red Ronnie Gian Enrico Rusconi Carlotta Zavattiero Rita e Giovanni Cucchi Paolo Ghezzi - Duccio Facchini Maria Letizia Grosselli Renzo Francescotti Fabrizio Torchio & Riccardo Decarli Riccardo Gadotti - Lucia Coppola omaggi a Flannery O’Connor, Charles Bukowski Kurt Cobain, Gabriel Garcia Marquez mostre: “La Guerra Bambina” di Giordano Pacenza “Nati per leggere” 2014 “Tempo scaduto” di Leonardo Lebenicnik Stefania Simeoni e S. Maranelli Lippitz

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13, 14, 15 GIUGNO 2014 CALDONAZZO VALSUGANA, TRENTINO, ITALIA LE NOSTRE VITE SONO FATTE DI STORIE (UN PECCATO NON RACCONTARLE...) www.trentinobookfestival.it e con Carlo Martinelli - Camillo Zadra Coro La Tor & Ruinscream Pietro Arrigoni Lorenzo Bertoldi & Marino Nicolini Elena Osler - Elisa Bort Amedeo Savoia - Giuseppe Ferrandi Ensemble “Musica Pura” Eddi De Nadai - Maurizio Magnini Alessandro Dimasi Corpo Bandistico di Caldonazzo Teatro San Domenico di Crema Alberto Faustini Pierangelo Giovanetti Brunamaria Dal Lago Veneri Lia Chiogna & Manuela Baldessari Maddalena Bertolini Chiara Turrini & Stefania Scartezzini Fausta Slanzi - Luciana Grillo Lara Finadri, Silvia Furlan, Elisa Pinna Tiziana Tomasini Accademia della Montagna Artegiovane - Bubamara Sistema bibliotecario trentino Civica Società Musicale A.P.A.S. Trento S.A.T. di Caldonazzo Amnesty International Banca del Tempo

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trentinoattualità

di Alice Manfredi

L’IMPORTANZA DI ESSERE “CANOPO” A SPASSO TRA ANTICHE MINIERE, NATURA, ARCHITETTURA MILITARE E CAVE. UN TUFFO NEL PASSATO DI UN MIGLIAIO D’ANNI. UN PERCORSO NELLA NATURA SULLE TRACCE DEI MISTERIOSI “CANOPI”, I MINATORI DI ORIGINE GERMANICA – IL TERMINE DERIVA INFATTI DAL TEDESCO “KNAPPEN” – CHE TRA L’ANNO 1000 E IL 1400 LAVORARONO SULL’ALTIPIANO A NORD-EST DI TRENTO

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trentinoattualità

Il Cucchiaio dell’Argentario, un tratto del percorso

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Menu di giugno:

n tuffo nel passato di un migliaio d’anni. Un percorso nella natura sulle tracce dei misteriosi “canopi”, i minatori di origine germanica – il termine deriva infatti dal tedesco “Knappen” – che tra l’anno 1000 e il 1400 lavorarono sull’altopiano a nord-est di Trento. L’8 giugno è in programma la quinta edizione del “Cucchiaio dell’Argentario”, una camminata di circa dodici chilometri, alla scoperta di questo territorio, rivolta sia alle persone che lo abitano, sia ai turisti. Venticinque le tappe proposte, di cui circa la metà enogastronomiche con prodotti locali, mentre le altre prevedono piccoli spettacoli, giochi, rievocazioni. “Siamo ormai giunti alla quinta edizione, l’anno scor-

La rievocazione della vita di un villaggio di canopi

so hanno partecipato circa novecento persone e il trend è sempre stato in crescita”. A raccontarci l’iniziativa è Lara Casagrande, giovane neo-direttrice dell’Ecomuseo dell’Argentario. Archeologa, si è laureata a Padova per poi venire a conoscenza di questo contesto, che lei definisce “bellissimo”, tramite un progetto universitario. Dopo una parentesi di servizio civile e quindi di lavoro presso l’allora Museo tridentino di Scienze naturali, è approdata da pochi mesi alla guida di questa originale realtà. Una realtà in grado di lasciare a bocca aperta chi ha in mente l’immagine e, per così dire, l’atmosfera, del museo tradizionale. Tanto per iniziare, non possiede alcuna collezione. Certo, durante le numerose

Mousse di Casolet con focaccia alle nocciole e speck croccante *** Bigoi di grano saraceno al burro di malga con luccio perca, salsa al quark, timo e polvere di funghi

esplorazioni delle miniere, viene talvolta ritrovato qualche oggetto, che, attraverso un’apposita convezione con la Soprintendenza per i Beni archeologici, può essere dichiarato e conservato. Nell’insieme, sono reperti importanti ma non formano un patrimonio corposo che possa essere definito una vera e propria “collezione”. L’Ecomuseo, poi, non è nemmeno dotato di una sede propria, un edificio in cui accogliere i visitatori. L’unico ufficio si trova all’interno della biblioteca di Civezzano che ospita anche le guide e le pubblicazioni frutto delle loro ricerche. Una delusione? Tutt’altro. Queste “mancanze” non sono affatto viste come un limite: “Non abbiamo collezioni o una vera e propria

sede perché non siamo un museo tradizionale, al massimo ci potremmo definire un museo diffuso, perché, nel nostro caso, è il territorio ad essere musealizzato” spiega Lara Casagrande. In altre parole, questa realtà, in linea con il concetto stesso di “ecomuseo”, ha la sua ragion d’essere nella valorizzazione e conservazione del peculiare territorio cui fa riferimento. Un territorio che si estende in ben quattro comuni: Civezzano - capofila del progetto-, Albiano, Fornace e Trento con le circoscrizioni di Meano e Argentario. Un’area facilmente identificabile su di una mappa: si trova infatti alle pendici del monte Calisio, a nord-est di Trento ed è racchiusa tra la Valle dell’Adige, la Valsugana, la Valle del tor-

Agnello al fieno con millefoglie di patate, agretti e crema bruciata al ginepro *** Tortino al mais con ciliegie, mousse alle viole e grappa Prezzo del menù con i vini esclusi: Euro 35,00 Euro 49,00 con i vini abbinati

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rente Silla e la Val di Cembra. Si tratta di una zona ricca di storia e di cultura, oltre che di paesaggi e spazi in grado di soddisfare gli amanti del trekking. Tutto questo però non è stato sufficiente a metterla sempre al riparo dalla minaccia del degrado. Anzi, in un recente passato, tra gli anni ‘80 e ‘90, questo territorio ha rischiato molto. “In quell’area c’era il progetto di far passare un metanodotto – racconta Lara Casagrande - e in più molti cadini, i pozzi verticali imbocchi di antiche miniere, venivano utilizzati come discariche”. Allora fu la Sat locale a battersi per la tutela di quei luoghi e in breve nacque anche un’associazione finalizzata alla loro difesa. Quando, con l’inizio del nuovo millennio venne emanata la legge sugli ecomusei, si optò per questo innovativo strumento. Da allora sono trascorsi ben dodici anni, un periodo abbastanza lungo in cui l’Ecomuseo dell’Argentario ha promosso collaborazioni, ricerche, pubblicazioni, attività didattiche e visite. La storia mineraria del Calisio è dunque la ragione d’essere principale di questa realtà, oltre che un’epopea da cui - evidentemente - prende il nome tutta la zona. Il “sentiero dei canopi” è stato perciò il primo ad essere messo a punto. Si tratta di un percorso che passa per il lago di Santa Colomba e ripercorre alcuni dei luoghi in cui si possono ancora assaporare le vicende del misterioso popolo votato al lavoro in miniera: in queste zone estraevano la galena argentifera, il minerale da cui si ricavava l’argento in grado di alimentare la zecca del Principe Vescovo. Su questa vicenda restano ancora dei punti oscuri che ne accrescono il fascino, ma non può sopravvivere alcun dubbio riguardo ai suoi contorni principali. I canopi infatti, con il loro lavoro, hanno modificato pesantemente il territorio che

L’esplorazione di una miniera

dall’alto appare come una superficie lunare costellata di buchi. Si calcola infatti che i “cadini” siano probabilmente 50.000 a cui vanno aggiunte le “canope”, ovvero le gallerie orizzontali, alcune delle quali ancora oggi visitabili. Oltre a quello dei canopi, ci sono poi altri sentieri che illustrano i temi di cui si occupa l’Ecomuseo dell’Argentario. Soprattutto di questi tempi, non ne poteva mancare uno dedicato alla Grande Guerra. Dal forte di Civezzano parte infatti un percorso che conduce verso la cima Calisio e tocca diversi punti interessanti per le testimonianze di architettura militare. C’è poi un sentiero dedicato alle cave di Pila, i luoghi da cui venne estratta la pietra per costruire molti edifici del capoluogo. Oggi rappresentano importanti esempi di archeologia industriale e testimonianze delle diverse tecniche estrattive succedutesi nel tempo: qui è possibile vedere con i propri occhi i segni lasciati dall’estrazione manuale, poi quelli dovuti all’uso dell’esplosivo, e, infine, i contorni netti causati dall’impiego di macchine meccaniche. Non potevano mancare i percorsi naturalistici per gli amanti della pace e dei luoghi incontaminati, tra cui “paesaggi ameni” nella zona di Meano, in fase di potenziamento. A questo patrimonio,

si andrà ad aggiungere poi, a breve, un nuovo sentiero in cui osservare la trasformazione del territorio dovuta all’attività estrattiva. Una ricchezza di contenuti che non dovrebbe però portare ad un incontrollato proliferare di sentieri. Infatti, per scelta, l’Ecomuseo dell’Argentario collabora con la Sat per la manutenzione e l’adattamento di percorsi esistenti, piuttosto che puntare sulla costruzione di nuovi. La domanda, lecita, è come possa essere gestita tutta questa varietà di temi e attività, considerando che può contare su di una sola dipendente. A spiegare il mistero è proprio lei, Lara Casagrande: “Il progetto funziona perché siamo di fatto una rete di associazioni e sosteniamo a livello logistico o di promozione le iniziative di ciascuno”. Per esempio, un rapporto costante si è instaurato con “Albatros”, una realtà che si occupa di didattica e a cui fan-

no riferimento diversi accompagnatori di territorio. Tra le realtà con cui collabora l’Ecomuseo c’è anche “Casa Porfido”, una struttura museale gestita dall’Ente Sviluppo Porfido che comprende circa un centinaio di aziende del settore e si occupa prevalentemente di promozione. Ma come può coniugarsi l’attività di tutela di un ecomuseo con l’impatto che l’estrazione di porfido ha sul territorio? “Noi siamo in realtà abbastanza sopra le parti“ spiega a questo proposito la direttrice dell’Ecomuseo che continua: “Non possiamo metterci a discutere dell’impatto ambientale ma cerchiamo di vedere cosa c’è di culturale, storico, antropologico dietro all’estrazione del porfido e di aiutare chi la pratica a valorizzare questi aspetti”. Un progetto di stampo diverso è “Ortoinvilla”. L’idea, nata da un bando europeo, è quella di creare un orto-giardino in cui coltivare piante officinali, spontanee e mangerecce e in cui formare bambini e ragazzi sull’importanza della cultura rurale e del biologico. Un piccolo paradiso sorto in uno spazio del parco della Villa Salvadori-Zanatta a Meano, concesso in comodato d’uso gratuito. Orti, cave, miniere, architettura militare, paesaggi ameni. Certo quello a due passi da Trento è un territorio carico di ricchezza e forse anche di contraddizioni. Ma quale miglior modo di conoscerle che attraversarle con calma e a piedi? ■

Villa Salvadori-Zanatta a Meano 52

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trentinoincontri trentinoattualità

sssssssss

di Paolo Chiesa

GIOCATTOLI PER GRANDI RITRATTO DI DARIO PEGORETTI UNO DEI PIÙ GRANDI TELAISTI PER BICICLETTE A LIVELLO MONDIALE. TRA I SUOI CLIENTI, ROBIN WILLIAMS, BEN HARPER, CIPOLLINI E PANTANI. CONSIDERA IL CICLISMO DI OGGI UNA COSA IRREALE, PER QUESTO NON LO SEGUE

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all’esterno, il capannone è uguale a tutti quelli che vengono usati dalle industrie e dagli artigiani per la produzione. Una volta dentro però ci si trova in un luogo insolito e curioso: un po’ salotto, un po’ atelier, un po’ spazio espositivo, un po’ studio fotografico. Mi accoglie Dario Pegoretti, alto, imponente, i lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo, la folta barba bianca che lo fa assomigliare un po’ a Gino Strada, il mitico fondatore di Emergency. Invece chi mi apre la porta della sua azienda è uno dei più grandi telaisti per biciclette a livello mondiale. E la cosa particolare è che lui non te lo dice mica che è uno dei Guru ai quali si rivolgono con deferenza gli esperti del settore di tutto il mondo. I suoi telai infatti, oltre che apprezzatissimi dal punto di vista tecnologico, sono

diventati delle vere opere d’arte alla pari di quadri d’autore sia per i colori che per le inserzioni grafiche. Pegoretti da ragazzo è stato ciclista dilettante con la società Aurora di Trento e le bici ha iniziato ad amarle pedalandoci sopra. È molto alla mano, parla in dialetto trentino con una leggera inflessione veneta: “Perché in Veneto ci sono stato quasi trent’anni, prima per studiare all’ISEF e per poi, a 18 anni, iniziare a lavorare nell’azienda di mio suocero: Luigino Milani”. Milani, anche se non era molto conosciuto al grande pubblico, lavorava per i migliori marchi di biciclette ed era uno dei più grandi esponenti della scuola telaistica italiana. È intitolato a lui il modello “Luigino”, il più classico della produzione Pegoretti. Ed è da lui che Pegoretti ha imparato quell’arte che ora lo contraddistingue in tutto il mondo.

Poi si è messo in proprio, prima nel veronese e poi, dal 1998 a Caldonazzo. Ora, da un anno e mezzo circa, la sua sede si è trasferita nella zona industriale di Marter di Roncegno. Ed è qui che vengono costruiti i telai in acciaio e in minima parte in alluminio “come quelli

Pegoretti “in azione” 54

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trentinoincontri

Il modello “Luigino”, il più classico della produzione Pegoretti

Il telaio commissionato a Pegoretti da Robin Williams

di una volta”, che sono così apprezzati. La cosa strana è che lo sono per il 99,9% all’estero, come precisa lui, che per questi telai ha richieste da Stati Uniti, Inghilterra, Malesia e da tutto il Sud Est Asiatico. Ma forse strano non lo è, visto che non sempre l’Italia riesce a valorizzare le proprie eccellenze. Un’altra particolarità è quella che vede i telai Pegoretti richiesti tantissimo in

Photo ©Lucio Tonina

Oriente, luogo dove vengono sfornati in carbonio e in altri materiali futuristici che tanto per la maggiore andavano un po’ di tempo fa. Una bella soddisfazione. Tra i clienti di Pegoretti ci sono stati in questi anni ciclisti come Indurain, Roche, Chiappucci, Cipollini e come il pirata Pantani o altri personaggi noti come l’attore Robin Williams, il cantante Ben Harper, il fotografo Nadav Kander o l’allenatore di calcio Malesani. Gli chiedo se ha delle foto con qualcuno di questi VIP ma lui con noncuranza e sicuramente senza falsa modestia mi dice che non è molto ordinato con il computer e che navigando in internet le foto si dovrebbero trovare. Mi spiega che per uno strano motivo i pezzi pregiati dei telaisti migliori non hanno un mercato paragonabile, ad esempio, a quello degli abiti dei mi-

Lo studio fotografico

gliori stilisti o alle chitarre più esclusive dei liutai più famosi. “Le biciclette che vengono costruite sui miei telai hanno lo stesso prezzo delle più costose realizzate in Cina che si trovano nei negozi specializzati. Ma la qualità, credimi, è molto diversa”. Ma chi sono gli acquirenti standard delle bici “firmate” Pegoretti? Non c’è un cliente tipo: le sue “creature” le vogliono gli sportivi come i manager ma come anche le persone comuni. Gente comunque che vuole una certa qualità. Anche perché, e qui torniamo al paragone con i sarti e i liutai: chi compra queste bici le vuole con il telaio fatto su misura. Sono pezzi unici e creati

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trentinoincontri trentinoattualità uno per uno da Pegoretti in persona o da uno dei tre collaboratori che lavorano con lui. Gli chiedo qual è il suo rapporto con il ciclismo agonistico, se lo segue, se guarda il Giro e il Tour in televisione e la sua risposta è netta: “Non li seguo più perché la sensazione è quella di guardare un videogioco. Il ciclismo di oggi è una cosa irreale. Quando vedi andare i ciclisti a quelle velocità improbabili ti passa la voglia e spegni la tv”. Tra gli argomenti che riguardano il suo lavoro, traspaiono dei messaggi né scontati né consueti per quest’uomo che frequenta il meno possibile gli ambienti patinati delle aziende sportive e quelli altrettanto lustri del mercato. Eppure, di tanto in tanto, in certi ambienti altolocati è costretto ad andarci: “E io ci vado così, con i jeans, la maglietta e le scarpe da ginnastica. E se lo fai all’estero sei figo, mentre se lo fai in Italia ti guardano storto”. Come lo vede il Trentino di oggi? “Quello che ho lasciato nel 1975 per andare in Veneto era molto diverso. Al mio ritorno ho trovato i trentini molto incattiviti, delle persone che ritengono di avere solo diritti. Rimangono le loro peculiarità: la solidarietà, il volontariato, ma vedo anche molta intolleranza”. E per il resto, gli chiedo, che hobby ha? “Ascolto molta musica, leggo molti libri, un po’ di tutto. Le mie ferie ideali sono dieci giorni di mare sulla sdraio senza che nessuno mi chieda di andare in giro. Ma il massimo devo dire che sarebbe abitare in una baita a 2500 metri di altitudine, con l’accesCon Robin Williams

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Lo Studio-salotto

so sterrato e pieno di buche. E che mi vengano a trovare ogni tanto solo per portarmi da mangiare”. Desideri semplici e controcorrente per un uomo che controcorrente lo è davvero. Un uomo che, apprezzato per le intuizioni tecniche e grafiche dei suoi telai, preferisce l’officina e il lavoro manuale allo stare in ufficio a progettare: “me ne accorgo dalle mie unità di misura personali. Se sto in officina, bevo un paio di caffè e fumo pochissimo. Se rimango in ufficio, alla sera ho il posacenere pieno e la scrivania è piena di tazzine sporche. Pegoretti mi fa fare un giro nell’officina adiacente al salotto/studio. “Questi giocattoli per i grandi”, mi dice indicando i telai che diventeranno par-

te di biciclette richiestissime, “sono davvero costruiti come si faceva una volta, ma si tratta comunque di carpenteria metallica raffinata. Chi ha fatto il carpentiere tradizionale fa fatica a costruire telai: ci vuole un’altra mano. Io preferisco operai che non abbiano mai fatto questo lavoro perché possono imparare tutto dall’inizio”. Ma rifiuta il ruolo di formatore: “È l’officina che insegna, non lo faccio io. Qui lavora chi vuole fare le cose bene e capisce che nel lavoro bisogna sempre tendere al meglio”. E farlo a volte è difficile perché il suo “socio di maggioranza”, come Pegoretti chiama lo Stato, gli crea qualche problema: “Ma sì, perché il discorso alla fine è sempre lo stesso. Se lavori sei tartassato e passi più tempo a occuparti di burocrazia che di quello che dovresti fare. E, mi dispiace dirlo, ma in Italia non ci si rende mica conto di quello che succede fuori. All’estero ti fanno lavorare e soprattutto ti apprezzano. Ed è all’estero che i giovani devono andare. Il futuro, purtroppo, se le cose non cambiano, un giovane deve andare a crearselo da un’altra parte”. Parole amare di uno che ce l’ha fatta e anche alla grande, ma che mantiene un’ottica ben poco da padrone e molto invece da carpentiere come lui si ritiene. Parole però di ottimismo da regalare a chi la voglia di lavorare e di realizzarsi ce l’ha in testa. Dal capannone di Marter non escono solo belle bici ma anche buoni ideali e i colori dei telai Pegoretti aiutano a dipingere anche un mondo più interessante e, si spera, migliore. ■


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Con “In fuga dal Senato”: Dario Fo torna a teatro con la testimonianza civile e politica di Franca Rame

di Nicola Morandi

TRENTINO BOOK FESTIVAL PARTE IV

Antonia Arslan

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gni libro è una testimonianza. Può sembrare retorica, ma è giusto ricordarlo. Soprattutto quando una testimonianza diventa un testimone per le future generazioni. Per questo il programma del Trentino Book Festival 2014 quest’anno non si accontenta di un poker d’assi, ma come nella sua tradizione raccoglie a piene mani autori e autrici di caratura nazionale e internazionale. Dal 13 al 15 giugno Caldonazzo si apre al pubblico di lettrici e lettori, ogni appuntamento

DAL 13 AL 15 GIUGNO, TORNA A CALDONAZZO IL PRIMO, INIMITABILE FESTIVAL LETTERARIO DEL TRENTINO. TRA GLI OSPITI, DARIO FO, GIANRICO CAROFIGLIO, ANTONIA ARSLAN, ANDREA VITALI, SIMONE CRISTICCHI... E TANTISSIME ALTRE INIZIATIVE una pagina da sfogliare, sulla quale soffermarsi, la metafora di un grande libro pronto ad accogliere per il quarto anno consecutivo un pubblico sempre più ampio. Lo fa con il teatro da Nobel, ospitando la sera di venerdì 13 (ore 21) al Palazzetto di Caldonazzo il maestro Dario Fo, che por-

Andrea Vitali

terà in scena il ricordo della moglie, Franca Rame, attraverso lo spettacolo “In fuga dal Senato”, tratto dall’omonimo libro. Lo fa con Simone Cristicchi che la sera di sabato 14 (ore 21.30) al Teatro di Caldonazzo presenterà al pubblico il suo ultimo musical civile, “Magazzino 18”,

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trentinoattualità

Simone Cristicchi

parlando degli esuli italiani giuliano - dalmati. Lo fa con Pino Aprile il pomeriggio di domenica 15 (ore 18.30) presentando il suo recente libro, “Il sud puzza”. Gli appuntamenti da segnare sul taccuino, sull’agenda o sul calendario sono però molti, tanti di più, pronti a solleticare il palato letterario di ogni corrente generazionale, con l’obiettivo di proporre al pubblico tante occasioni di confronto e dibattito con l’autore. Venerdì 13 giugno, dalla strage impunita alla politica “ipocrita”. Il pomeriggio si apre con “L’urlo della Rovina” (16.50), una particolare rivisitazione del tema della Grande Guerra in chiave coro e rock in Piazza Municipio, guidata dal Coro La Tor e i Ruinscream con Stefania Scartezzini, per poi aprire la serie di incontri con Benedetta Tobagi con Paolo Ghezzi che,

Benedetta Tobagi

presentando il suo ultimo libro (“Una stella incoronata di buio”), affronterà il tema della strage impunita di piazza della Loggia Brescia (17.45). La sera si aprirà con Giulio Mozzi (ore 19), docente di scrittura creativa oltre che scrittore, curatore editoriale italiano, con un “incontro sulla scrittura”, mediato da Amedeo Savoia e Carlo Martinelli, seguito alle 20 dalla poesia di Roberta Dapunt che, introdotta da Brunamaria Dal Lago Veneri, presenterà il suo ultimo libro “Le beatitudini della malattia”. Alle 21 un invito a teatro, e che teatro. Con “In fuga dal Senato”: Dario Fo torna a teatro con la testimonianza civile e politica di Franca Rame, tratta dal libro ultimato negli ultimi giorni di vita dell’attrice. Nel frattempo, alle 21.30, presso la Corte Celeste il teatro San Domenico di Crema e il Corpo Bandistico di Caldonazzo porteranno in scena una loro interpretazione de “I fratelli Karamazov” dal romanzo di Fedor Dostoevskij, regia di Pietro Arrigoni. Per concludere la serata appuntamento come sempre alle 22.30 con l’associazione culturale Bubamara che proporrà con il tradizionale accompagnamento musicale letture di Cobain, Bukowsky e Gracia Marquez e degustazioni. Sabato 14 giugno, dal caso Cucchi al musical civile di Cristicchi. La seconda giornata del Trentino Book Festival si apre con l’attualità, con il libro-inchiesta scritto da Duccio Facchini “Mi cercarono l’anima” che raccoglie in maniera puntigliosa e precisa la tragica vicenda di Stefano Cucchi, uscito il 22 ottobre 2013 in occasione del quarto anniversario della morte del 31enne geometra romano. Saranno presenti anche Rita e Giovanni Cucchi, un appuntamento (ore 11, Casa della Cultura) da non perdere. Alle ore 12.15 altro caso

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MOSTRE E ALTRE INIZIATIVE

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ome ogni anno, immancabile, le aree legate alla memoria visiva, alle esposizioni sulle quali soffermarsi, per riflettere. Quattro quest’anno le location: alla Sala Siccone uno spazio dedicato alla scrittrice Flannery O’Connor, mentre alla Casa della Cultura un angolo che prende in consegna le testimonianze di una “Guerra bambina”, con le illustrazioni di Giordano Pacenza. Nella sala Consiliare si potranno apprezzare i lavori di Stefania Simeoni e Samuel Maranelli, mentre alla Casetta degli Elfi l’angolo per le giovani leve, con “Nati per leggere”. In concomitanza con l’evento alcuni stand presenteranno al pubblico l’ultima evoluzione del sistema bibliotecario trentino, “OseeGenius”, il nuovo catalogo online delle biblioteche trentine (consultabile sul sito www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it) e il nuovo sistema di prestito, download e consultazione di ebook, giornali, musica, video, audiolibri, banche dati (servizio usufruibile collegandoti a trentino.medialibrary.it) di cronaca giudiziaria che più volte ha risvegliato l’opinione pubblica, quello di Enrico Forti: Roberta Bruzzone, autrice del libro “Il grande abbaglio”, insieme a Red Ronnie offrirà al pubblico il suo punto di vista – preciso, meticoloso – frutto di un report da lei condotto nel corso di questi ultimi anni a soste-

gno di un’innocenza quanto mai evidente. Il pomeriggio si apre con Fabrizio Torchio, Riccardo Decarli, portando in scena anche un piccolo monologo (ore 15.30, Casa della Cultura) di e con Elena Osler in collaborazione con l’Accademia della Montagna e Sezione Sat di Caldonazzo, dal titolo “Ad est del roman-

Olistica

Gianrico Carofiglio

ticismo. Storia dell’alpinismo moderno”. Testimonianza storica invece quella di Gian Enrico Rusconi che, mediato da Giuseppe Ferrandi, inviterà il pubblico ad una riflessione sulla Grande Guerra, aperta a nuove ipotesi e dibattiti, presentando il suo ultimo libro, “1914: attacco ad Occidente” (ore 17). Alle 18.30 in Piazza del Municipio grande appuntamento con chi, in questi ultimi tempi, vola ad alta quota all’interno delle classifiche di vendita libri italiane: Andrea Vitali, introdotto da Carlo Martinelli, presenterà al pubblico di Caldonazzo il suo ultimo libro “Quattro sberle benedette”, un romanzo corale di quelli che solo la sua penna acuta e asciutta sa imbastire. Alle 20, Carlotta Zavattiero con Alberto Faustini presenterà un libro “che non c’è”, nel

Garuda

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BENESSERE

senso che - non si è mai capito per quale ragione - è stato ritirato dal commercio solo pochi dopo mesi la pubblicazione. Tema? “Lo Stato Bisca”: la prima inchiesta a tutto tondo sul gioco d’azzardo “legale” in Italia. Con questo forse abbiamo detto tutto. Alle 21.30 a Teatro altro appuntamento da non perdere, con il musical civile di Simone Cristicchi, di scena con “Magazzino 18”, storia dell’esodo degli italiani cancellati dalla storia. In contemporanea, in Piazza Municipio, grande appuntamento con Gek Tessaro che, attraverso uno spettacolo capace di offrire suggestioni liriche, parlerà del cuore del cavaliere errante per antonomasia, “Il cuore di Chischiotte”. Domenica 15 giugno, dalle “vertigini” di Carofiglio ai segreti di un “Sud” che “puz-

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trentinoattualità Roberta Bruzzone e Red Ronnie

za”. L’ultimo giorno si apre alle 10.45 con un altro autore italiano tra i più letti e apprezzati degli ultimi tempi. Gianrico Carofiglio con Alberto Faustini proporrà al pubblico la lettura del suo ultimo libro, “Il bordo vertiginoso delle cose” (Casa della Cultura), mentre alle 12.45 ci sarà l’occasione di un incontro ravvicinato con Simone Cristicchi che, introdotto da Pierangelo Giovanetti, presenterà al pubblico il libro da cui ha tratto lo spettacolo “Magazzino 18”. Il pomeriggio ritorna la Grande

Guerra con Renzo Francescotti che, accompagnato da Camillo Zadra, racconterà al pubblico l’avventura di due trentenni proiettati lungo il Fronte orientale, presentando il suo ultimo libro “La luna annega nel Volga”, mentre alle 17 un grande ritorno al festival con Antonia Arslan che, mediata da Luciana Grillo, inanellerà la serie di racconti contenuti nel suo ultimo libro “Il calendario d’Avvento”. Alle 18.30, invece, grande appuntamento, di forte attualità, con Pino Aprile che,

affiancato da Fausta Slanzi, racconterà i segreti de “Il sud Puzza”. La serata si apre con la storia: Paolo Ghezzi, introdotto da Maddalena Bertolini, proporrà al pubblico il suo ultimo lavoro ”La Rosa Bianca non vi darà pace”. Alle 20.30 con “La_Traviata 2.0” (Teatro) si ripercorrerà in chiave moderna il celebre capolavoro di Giuseppe Verdi, affrontando temi di cronaca “in tempi corrotti e calamitosi” (produzione originale il Giardino delle Arti, Trentino Book Festival). La notte scende sulla quarta edizione del Festival, ma una

notte dove “Il cielo è sempre più blu” (21.30, Piazza Municipio): il Gruppo Musicale Artegiovane avrà il compito di accompagnare il pubblico verso le ultime ore della kermesse letteraria, attraverso brani di musica pop italiana ed internazionale, legate ad un tema forte, quello della “speranza”, non un’utopia, ma “l’alimento” per le nuove generazioni. I biglietti adegli apettacoli a pagamento sono in prevendita su www.primiallaprima. it e in tutte le Casse rurali del Triveneto. ■

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a cultura è sempre un’occasione di crescita: fa bene alla società perché insegna a vivere meglio, contribuisce ad aumentare la consapevolezza di essere cittadini, cioè parte di una comunità. Questo nel breve periodo. Nel lungo, la cultura è decisiva nella formazione di persone migliori e quindi di una comunità virtuosa e piena di attrattive. Nella dichiarazione dei redditi è possibile firmare per il sostegno all’Associazione di Promozione Sociale “Balene di Montagna”, organizzatrice del primo Festival Letterario del Trentino, indicando il codice fiscale: 02179770223.

Ogni tanto lascia che la vita accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera. (Osho)

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

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alla bassa Brianza è arrivato a Riva del Garda oltre quarant’anni fa, Luigi Meregalli, pittore e presidente del Gruppo Amici dell’Arte che ha quasi settant’anni di vita. La Brianza ha una parte alta, collinosa e un parte bassa piatta e brumosa. È lì che Luigi è nato nel 1946, a Carate Brianza, ad una ventina di chilometri da Milano. “Nuotavamo nel Lambro e nei canali (ora, nelle loro acque inquinate, sarebbe impossibile farlo), pescavamo le rane, rubavamo le more bianche e nere dai morón, i “morari” come dite voi…” mi ha raccontato Luigi. Ognuno porta nel suo DNA il suo ecosistema naturale, ovvero il paesaggio, l’ambiente, il clima in cui è nato e cresciuto: e peregrina perennemente a ricercarlo se gli viene tolto. Così Giovanni Segantini, nato tra le montagne del Garda, da Milano – dove l’avevano portato da ragazzo – si è via via spostato dalla città alle colline della Brianza, alle montagne della Svizzera, a cercare la luce montana sino a morire per catturare quella del ghiacciaio Shafberg. Meregalli ha fatto il cammino opposto, dalla pianura venen-

“Nei campi”, 2003 62

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SEGNI IN CERCA DI LUCE LUIGI MEREGALLI, COME PER I GRANDI DELLA PITTURA, PORTA NEL SUO DNA IL SUO ECOSISTEMA NATURALE, OVVERO IL PAESAGGIO, L’AMBIENTE, IL CLIMA IN CUI È NATO E CRESCIUTO... do a stare tra le montagne. E tuttavia, pur rimanendo affascinato dal lago e dai monti, è il paesaggio piatto (quello che immalinconisce e deprime il montanaro), a emozionare lui e la sua pittura. A conferma dell’assoluta relatività del mondo… Meregalli si diploma perito meccanico, trova un posto di dirigente in un’industria meccanica di precisione, si sposa nel ‘71 con una ragazza di Venezia conosciuta a Firenze, Manuela Sfriso, avendo da lei quattro figli (Elena, Marco, Davide, Eleonora ) trasferendosi nel Trentino dove però

“Notturno”, 2002

sua moglie scompare immaturamente. A Riva del Garda, dove si è nel frattempo stabilito, incontra nel 1976 il pittore professor Aroldo Pignattari, che lo fa entrare nel Gruppo Amici dell’Arte di cui, 36 anni dopo, nel 2012, sarà a sua volta eletto presidente. In Trentino, Meregalli comincia a dipingere: disegni, acrilici, oli. Ma è soprattutto l’acquerello a magnetizzarlo. Ed è con un acquerello dal titolo “Pozzanghere” che nel 1985, 41 anni, vince il primo premio a Isera nel concorso “Il Colore tren-

tino”. Meregalli aveva tenuto la sua prima esposizione a Riva del Garda nel ’76: da allora decine di collettive e personali in Italia (a Milano, Firenze, Roma, Bologna Ferrara, Piacenza, Vicenza…) e in Germania, a Bensheim, a Burghausen (personale). Dei suoi acquerelli, in cui il nostro Luigi è considerato un autentico virtuoso – tanto da far parte dell’A.I.A. , l’Associazione degli acquerellisti italiani molto esclusiva e dall’essere incluso (Istanbul, 2012) nel catalogo della International Watercolor Society che an-


trentinobottegad’artista

“La piana”, 2013

novera acquerellisti di fama internazionale – scrive il noto critico d’arte Paolo Rizzi: “La tecnica è finissima con sfumature e marezzature di tono che rimangono sempre fresche anche nei più difficili controluce e nelle efflorescenze cromatiche”. Negli anni ‘80 e ’90 la pittura di Luigi Meregalli è fatta di colori chiari, di segni leggeri che vanno in cerca della luce, ne sono intrisi. Naturale se non inevitabile pensare ai pittori chiaristi della sua terra: ai milanesi Lilloni, Del Bon, De Amicis, ai mantovani Bergonzoni, Lucchini, Malerba (solo per fare alcuni nomi), che dei segni chiari sottili, dell’alleggerimento delle forme, dell’abolizione delle ombre, delle nebbiosità luminose avevano sin dagli anni Trenta fatto la loro bandiera. C’è, a mio avviso, in questi artisti (non so se l’abbia mai scritto qualcuno) un’anima celtica. E si sa che i Celti (fondatori di Milano, di Bergamo, di Brescia) adoravano le atmosfere che abolivano i contorni delle cose, i confini tra realtà e sogno. Questo bisogno è presente più che mai in Meregalli, il cui cognome che include i Galli è forse di origine celtica. Varcato il fatidico anno Duemila, il chiarismo in questo pittore via via scompare: i paesaggi si fanno contrastati, compaiono le ombre in alberi e nuvole. Sono paesaggi che hanno il sapore di una ballata

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gaelica, di umide pianure, di stagni sperduti, di brughiere senza presenze di uomini o animali, di cieli annebbiati, in cui acque terre e cieli si confondono, sono un’unica natura silenziosa, misteriosa, “filosofica”. Così in certi acquerelli degli ultimi anni, in cui i luoghi in cui si è recitata la sua infanzia compaiono filtrati dalla distanza dello spazio e del tempo, entrati nella dimensione del sogno. Ad esempio in “La piana” (2013) dove la presenza delle acque vira – passando per una sottile striscia di vegetazione sfocata come nei sogni – in un cielo nebbioso. O in “Luci autunnali” (2010), un paesaggio giocato tutto in verticale, tra i bruni/grigi e i grigi/azzurri, le luci del fiume e quelle delle nebbie che si alzano dall’umidore della pianura per espandersi in un cielo altissimo. In “Nei campi” il cielo appare invece schiacciato, il fiume è come “stenografato” e l’impressione è quella di guardare il paesaggio attraverso un parabrezza sgocciolato dalla pioggia. Infine “Notturno” (2002) è un’ardita composizione a tecnica mista (variante dei suoi innumerevoli acquerelli) in cui – tranne che per una sottile striscia di vegetazione in alto – tutto il quadro è occupato da un terreno completamente sgombro, che in effetti appare come un perfetto “quadro astratto”. Opere di questo artista che rivelano tecniche (come quelle della sgocciolatura) estremamente raffinate, sofisticate, ma senza mai scivolare nel virtuosismo. Si capisce che questo artista (nell’ossessione dei rumori e degli urli che stordiscono) va a cercare questi luoghi (ce sono ancora, basta scovarli…) che sono quelli della sua infanzia e anche un po’ della nostra: luoghi dell’infanzia dell’uomo. E ci invita a fare come lui. Se ci vogliamo salvare. ■

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di Jenny Zanoni

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l Decimo Barber Day è pronto a decollare. In una successione di grandiose sorprese, spettacoli esilaranti e sexy, ottima musica, buon cibo e tanto divertimento, il grande Paolo Andreozzi in... arte “ Barber Paolo” strabilierà tutti. Domenica 15 giugno la pittoresca cittadina di Levico Terme ospiterà il più grande raduno di auto americane, storiche, Fiat 500, maggioloni e maggiolini, jeep, vespe, moto, quad, supercar che si sia mai visto. Dopo il successo e la partecipazione delle scorse grandiose edizioni “el Barber” supererà sé stesso con una giornata memorabile dedicata al papà Ugo, anche lui di professione barbiere ed super-appassionato di motori. Ritrovo ed iscrizioni dalle 8.00 alle 11.00 presso il Ristorante Pizzeria Bandus Camping due laghi raggiungibile percorrendo la Strada Statale 47 della Valsugana. Chi proviene da Trento dovrà imboccare la prima uscita per Levico Terme, mentre chi dovesse giungere dalla direzione opposta dovrà prendere il quarto svincolo. Naturalmente “el Barber” non mancherà di segnalare

Il papà Ugo con il piccolo Paolo “Barber” 64

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10° BARBER DAY, QUEST’ANNO DEDICATO AL PAPÀ UGO SI RINNOVA LA KERMESSE PROMOSSA DA PAOLO ANDREOZZI, PER TUTTI “EL BARBER”. DOMENICA 15 GIUGNO, A LEVICO TERME, TANTA MUSICA, GASTRONOMIA E DIVERTIMENTO AL DECIMO BARBER DAY il percorso con appositi cartelli. Contemporaneamente all’iscrizione verranno consegnate: la busta contente i numerosi buoni da utilizzare durante la giornata, l’utilissimo gadget firmato Cassa Rurale di Levico Terme ed il grazioso omaggio floreale offerto dalla rinomata fioreria Morena. Agenda della giornata: si inizia con una gustosa colazione per dare la giusta carica: dolce, caffè o cappuccino seguito da appetitoso trancio di pizza e brindisi di ben venuto, il tutto da gustare mentre quad ed automodelli telecomandati si esibiranno per gli iscritti ed i numerosi ospiti che ogni anno accorrono. Per la prima volta verrà allestita addirittura una favolosa pista da Mini cross in collaborazione con BiAuto e con il MC Civezzano che metterà a disposizione le mini moto da Cross per una

prova. Unico organizzatore, “el Barber” ha preparato un evento capace di unire appassionati per i motori, giovani generazioni e non, oltre a famiglie con bambini in quello che è oramai diventato un appuntamento fisso. La sfilata avrà inizio alle ore 11.00 e costeggerà gli splendidi laghi di Caldonazzo e Levico per poi sostare a Barco (graziosa frazione di Levico) per aperitivo

Una veduta del raduno 2013

e bocconcino salato offerti da Lorenzo del bar Turismo. Per tutti un’ottima birra Forst del nostro amico Mirko e Levico: l’acqua leggerissima che non pesa sull’ambiente. Occhi puntati verso il cielo per l’arrivo dei deltaplani e parapendio ACROBASTARD TEAM Manuel Carli che ci regalerà un’esibizione mozzafiato di parapendio acrobatico. Subito dopo l’imperdibile passaggio dell’amico Raffaello con il suo fantastico aereo, coordinato dal Volo Libero Trentino. Poi di nuovo in marcia verso l’immenso impianto di calcio dell’U.S. Levico in Viale Lido, dove dalle 13.30 ci attenderà l’ottimo ed abbondante pranzo. La festa è soltanto all’inizio. Un tornado di incredibili eventi si susseguirà per tutto il pomeriggio e serata: alle 14.00 mega concerto di William Telser campione italiano di imitazione del mitico Elvis,


trentinopanorama vincitore del terzo posto all’International Rockability Rumble Contest (evento che gli è valso la vittoria di un contratto discografico). Ospite d’onore Pino Bova chitarrista ormai da quarant’anni nel mondo di Elvis. Assisteremo alla premiazione delle cinque auto e cinque moto più sensazionali presenti al raduno con grandiosi trofei realizzati appositamente per l’occasione dalla ditta Andreatta e Nicoletti di Trento. Gli animi si scalderanno grazie alla sfilata valevole per il concorso nazionale “La Bella D’Italia 2014” organizzata dalla “Promoevent Service” di Massimo D’Achille ed il Sexy Car Wash di Geanina e Miriam. E ancora tanto divertimento con il country del mitico Nicola, Zumba Fitness con la Zin Laura Del Grosso, rap dell’amico Enry3 (Enrico Duca), giro del lago con gli amici Gino e Marta del Levico Boat ed i mitici pedalò. Per chi volesse vedere più da vicino il caratteristico centro di Levico e questa bellissima zona dell’Alta Valsugana potrà affidarsi a Davide con la sua carrozza trainata da cavalli oppure rivolgersi a Roberto della A1Autoservizi presente con la sua lussuosa Limousine. Ecco un’altra delle innumerevoli novità: dalle 12.00 in poi ci sarà in esposizione l’elicottero della LagorAir, pronto per la prenotazione di indimenticabili voli (info e prenotazioni al numero 329 49 27 273). Per la gioia dei più piccoli “el Barber” con la Emmigonfiabili di Calce-

Il sexy car wash

ranica ha organizzato qualcosa di veramente speciale: un’area di cinquanta mq dedicata appositamente a loro. Castelli gonfiabili, innumerevoli giochi, scivoli, animazione a trecentosessanta gradi con il grande Mago Rudi, Cristiana la Trucca Bimbi, bolle di sapone ed altre fantastiche sorprese tutte da scoprire. Dedicato a tutte le teenager, sarà predisposto un gazebo con quattro Pin up di Brescia e Genova pronte a vestire e truccare ogni ragazza. Lo spumeggiante “Barber” vuole lanciare il suo invito a tutta quanta la popolazione, grandi e piccini senza distinzione d’età. L’iscrizione al raduno varrà anche come entrata gratuita al “Lido Spiaggia bar Buena Onda” (presso il quale avverranno le iscrizioni per i giri con la Limousine di Roberto della A1Autoservizi e la Levico Boat di Gino e Marta). Ospite speciale l’unica squadra di Football americano di tutta la Provincia di Trento, i “Thunders”. Nati nel

L’ISCRIZIONE DI 30 EURO COMPRENDE: · Borsa da viaggio (Gadget offerto dalla Cassa Rurale di Levico Terme) · Omaggio floreale della fioreria Morena · Colazione: caffè o cappuccino e brioches · Brindisi di benvenuto e trancio di pizza · Aperitivo con stuzzichini a Barco di Levico e acqua Levico a volontà · Pranzo (primo, secondo, dolce, bibita e caffè) · Brindisi di saluto · Ingresso al “Lido Spiaggia Buena Onda”

Il papà Ugo

2011, sono un gruppo di ragazzi appassionati che stanno finalmente facendo conoscere questo sport anche nella nostra regione. Durante tutta la manifestazione, infatti, sarà presente uno stand informatico e chi lo desideri avrà la possibilità di provare le attrezzature e lanciare la palla per proseguire in meta! Alle 17.00 brindisi di saluto, ma la conclusione di questa festa/ maratona del divertimento è ancora lontana: alle 19.00 mega tributo ai Blues Brother con il concerto dei “Brothers in Black”, undici elementi che faranno tremare il palco con la loro musica (in collaborazione con Associazione Culturale BiB Info e booking by NEEDit Solutions 338.8933882). Un evento di tale portata, l’unico ed inimitabile Barber Day, merita le giuste riprese e fotografie. È prevista, infatti, la creazione di un memorabile Dvd Barber Day full immersion dove si potranno vedere scorci indimenticabili delle precedenti edizioni oltre a quella del 2014. È prevista la partecipazione di diversi fotografi, Aquila del Cielo e Giacomini Benito faranno le foto. Donato di FlyTeamVision per le riprese aeree mentre per quelle a terra si occuperà Mcvideo di Max Bendinelli, regista anche del video Promo dell’evento. Paolo Andreozzi (el Barber) desidera ringraziare gli sponsor, la Cassa Rurale di Levico Terme e tutti coloro che hanno dato il proprio

contributo alla realizzazione di questa grandiosa manifestazione e vi aspetta numerosi per sorprendervi il 15 giugno al più grande raduno di tutti i tempi. Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente “el Barber” al numero 348 79 268 17. A chi fosse interessato al pernottamento, sarà riservato un trattamento speciale all’albergo ristorante “Al Brenta” di Levico (contattare Giampaolo al numero 0461/706131), albergo Elite (Carlo 0461/706283), albergo Eden (Luca 0461/706103), albergo Compet a Vetriolo (Fabrizio 0461/706466) Bed & Breakfast a Calceranica da ■ Monica (333.1816130).

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di Nicola Tomasi

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protagonisti dell’edizione del “Trento Summer Festival 2014” sono il gruppo Afterhours, la grande cantautrice Fiorella Mannoia e il gruppo Earth Wind & Fire. Dopo il resoconto positivo delle prime due edizioni del “Trento Summer Festival” anche quest’anno l’evento ideato da Alessandro Raffaelli e Roland Barbacovi avrà luogo nei primi di luglio in Piazza Fiera a Trento. Come nell’anno scorso il cartellone del “Trento Summer Festival” è stato pensato per accontentare generazioni e gusti molto diversi: Il 1 luglio sarà ospite il gruppo Earth Wind & Fire feat. Al McKay. Lunga e avvincente è la storia degli Earth Wind & Fire, creati dal cantante e polistrumentista Maurice White all’inizio degli anni Settanta. La vicenda degli EW&F decollò dal 1973, quando entrarono nella band il cantante Philip Bailey e il chitarrista Al McKay. Gli EW&F furono per tutto il resto degli anni Settanta e i primi Ottanta i campioni del funk. A renderne incontenibile il successo fu la rigogliosa miscela della loro musica, capace di abbracciare soul, R&B, jazz, fusion, pop, diAfterhours

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TRENTO SUMMER FESTIVAL 2014 EARTH WIND & FIRE FEAT. AL MCKAY, AFTERHOURS E FIORELLA MANNOIA SARANNO I PROTAGONISTI DI UNA TRE GIORNI DA NON PERDERE Diego Corradin (batteria), Luca Visigalli (basso), Davide Aru (chitarre), Fabio Valdemarin (pianoforte) e nel concerto proporrà il meglio del suo repertorio.

Earth Wind & Fire feat. Al McKay

sco: gli EW&F hanno trasformato la black music nella sua interezza in un enorme spettacolo, dalle melodie memorabili, i falsetti sovracuti, le armonie celestiali. Il 2 luglio gli Afterhours sa-

ranno le star che saliranno sul palco in Piazza Fiera. Manuel Agnelli, leader e voce del gruppo, è considerato una delle personalità di punta di questo genere musicale. Il gruppo esordisce con l'album All the Good Children Go to Hell nel 1988. L’attuale lineup è composta da Manuel Agnelli, leader e voce del gruppo, Giorgio Prette (batteria), Giorgio Ciccarelli (chitarra e tastiere), Roberto Dell’Era (basso), Rodrigo D’Erasmo (violino) e Xabier Iriondo (chitarra). Sarà la grande Fiorella Mannoia a chiudere il Festival la sera del 3 luglio. Fiorella Mannoia sarà accompagnata dalla sua band, composta da Carlo Di Francesco (percussioni e direzione musicale),

L’organizzazione della rassegna “Trento Summer Festival” non sarebbe possibile senza la sinergia tra diversi enti e sponsor. Un ringraziamento particolare quindi alla Regione Autonoma Trentino Alto Adige, alla Provincia di Trento, al Comune di Trento, all’APT Trento – Monte Bondone e Valle dei Laghi, a Trentino Marketing, al Gruppo ITAS Assicurazioni, al CDM (Centro didattico musica, teatro, danza), al Consorzio Trento Iniziative, al Centro Servizi Culturali Santa Chiara e alle Feste Vigiliane. Radio partner Radio Italia Anni 60. Grazie alla compartecipazione di queste e altri importanti aziende e istituzioni che si aggiungeranno, Trento avrà dunque di nuovo un evento di primo piano, in grado di rafforzare la vocazione turisticoricettiva della città e di offrire un importante momento di aggregazione ai residenti. Informazioni: Tel. 0473 270256 info@showtime-ticket.com www.showtime-ticket.com


trentinopanorama

di Silvia Tarter

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i sarà anche uno sportello dedicato ai Green Jobs, ovvero i lavori verdi, nell’ambito del Festival dell’Economia. Sarà in Piazza Fiera, nell’area dedicata a “Allora crealo!”, uno spazio informativo e di confronto per i giovani che vogliono fare impresa a cura di Euricse e The Impact Hub di Rovereto, aperto dalle 15 alle 19 per tutta la durata del Festival. A gestirlo Matteo Plevano, psicologo del lavoro e presidente dell’Associazione Greenin’People, che da pochi mesi ha fondato a Milano nella Città dei Mestieri -un centro di informazione per la vita professionale accessibile a tutti- uno sportello di orientamento dedicato alle prospettive di lavoro nella green economy. L’economia verde è attualmente uno dei settori maggiormente attrattivi per l’economia internazionale. Sempre più aziende si stanno orientando verso una riconversione verde della propria attività, richiamando per questo ad un aggiornamento della professionalità i propri collaboratori, oppure con la creazione ad hoc di nuove figure che possano occu-

UN TOCCO DI VERDE A TRENTO. UNA PROPOSTA DI MATTEO PLEVANO, PSICOLOGO DEL LAVORO E PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE GREENIN’PEOPLE pare nuovi posti di lavoro. Il rapporto Greenitaly 2013 dimostra un trend in crescita in questo settore, in grado di generare concretamente oltre a un possibile nuovo potenziale occupabile, una forte motivazione nei giovani, fondandosi su valori facilmente – e necessariamente visto il futuro che si va via via delineando – condivisibili. A Milano lo sportello, aperto al pubblico due volte a settimana, il mercoledì pomeriggio e il giovedì mattina, sta avendo molto successo, dice Matteo, rivelandosi anche al di sopra delle aspettative, tanto che sta mobilitando persone provenienti anche da altre regioni. Gli utenti che vi si rivolgono chiedono pareri,

Matteo Plevano

confronti circa il loro orientamento e consigli sui percorsi di formazione da attuare per specializzarsi in questo campo o convertire la propria professione già consolidata, ma anche consulenze e supporto per avviare

progetti imprenditoriali nel settore. Si tratta della prima iniziativa simile avviata fino ad oggi in Italia, ma non si fermerà qui. La prospettiva infatti è quella di ampliarla, coinvolgendo altre realtà. Matteo ha scelto di venire a Trento, proprio perché la reputa una città particolarmente attenta e ricettiva nei confronti delle tematiche green: «Saremo al Festival per portare quest’esperienza in Trentino e presentarla al territorio, nella speranza che la regione più green d’Italia possa recepirla e attivare un servizio analogo». Chissà che questo non sia da stimolo per smuovere qualche giovane energia a dirottarsi verso il verde anche nella nostra Trento. ■

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di Tina Ziglio

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ono tre gli appuntamentI previsti in Trentino da Girovagando in Musica, itinerari turistici e musicali. Una kermesse che si svolge in chiese, castelli, palazzi, rifugi, giardini, piazze e teatri di diverse località italiane in Liguria,Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto,Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo. Saranno, dunque, a Lavis i tre incontri con musica ed astrofisica il 5, 13 e 20 giugno, all'Anfiteatro Parco Urbano, sotto il titolo: “Missione in Antartide”, con Jean Marc Christille, astrofisico, e l'accompagnamento musicale di Massimiliano Pezzotti al flauto. La rassegna “Girovagando in Musica” giunge alla sua XXIII edizione; ideata dal Gruppo da Camera Caronte,si svolge con il contributo di Enti Pubblici e Privati. La XXIII edizione iniziata il 17 maggio alle ore 24 con un viaggio al centro della terra tra versi danteschi e musica da Donizetti al pop, ricordando il 150° anniversario dalla

“MUSICA” IN ANTARTIDE A LAVIS I TRE INCONTRI CON MUSICA E ASTROFISICA IL 5, 13 E 20 GIUGNO, ALL'ANFITEATRO PARCO URBANO, CON JEAN MARC CHRISTILLE pubblicazione del romanzo di Jules Verne, nel Parco della Frutta dimenticata a Romano di Lombardia (Bg). Il Gruppo Caronte è composto da Elena D'Angelo (soprano), Gianfranco Cerreto (tenore), Massimiliano Pezzotti (flauto), Giorgio Tonelli (clarinetto), Alberto Martinelli (violino), Gabriele Miglioli (violoncello), Elena Trovato (arpa), Claudia Mariano e Luigi Signori (pianoforte), Gabriella Tanfoglio (voce recitante). Collaborano col Gruppo la ricercatrice letteraria Claudia Crevenna,gli astrofisici An-

drea Bernagozzi e Fabio Peri. L'associazione si è formata nel 1987, e si occupa di promozione della cultura musicale soprattutto con la realizzazione di spettacoli in prima assoluta con testi e musiche di giovani autori europei e con la ricerca di repertorio popolare e folkloristico appartenente a diverse culture (musica del mediterraneo, musicisti erranti,repertorio popolare regionale, spiritual e gospel,contemporaneo pop, ecc...) Il gruppo è vincitore di numerosi premi in Concor-

si Nazionali ed Internazionali ha al suo attivo una intensa attività concertistica che lo ha portato a tenere oltre 1500 concerti in tutta Europa, Africa, Cina, Medio Oriente, Stati Uniti, Caraibi, Canada e Brasile prendendo parte a prestigiosi festival di musica classica, jazz e pop rock. La rassegna procede in luglio e agosto in numerose località tra cui Sanzeno (Tn), Polpenazze del Garda (Bs) w Lenna (Bg). Per informazioni: www.gruppocaronte.org Ricky Perlotti ■ tel. 348.2257382.

WALKER KEITH JERNIGAN DA “BOCCANERA”

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artista americano Walker Keith Jernigan è stato selezionato per una residenza da Boccanera Gallery a Trento (Inaugurazione mostra personale sabato 24 maggio, h 19. Aperta fino al 31 luglio). Il progetto site specific sviluppato da Jernigan è un’indagine - pittorica e processuale - sui residui della memoria, sulle implicazioni della costruzione di una storia personale per immagini. L’artista ha realizzato una serie di ritratti su diversi supporti, oggetti e un’installazione legati alla storia familiare. Il lavoro condotto in residenza sarà esposto in una mostra che inaugura il 24 maggio negli spazi della galleria. La memoria è selettiva. Omette, sceglie, riorganizza, nel tempo ristruttura. La memoria si potrebbe dire quasi all’opposto di quanto appena detto mantiene situazioni, frammenti di espe-

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rienza. Walker Keith Jernigan ha lavorato sul tempo della memoria, sulla sua storia familiare, quella direttamente conosciuta e quella sentita dai racconti e documentata dalle parole e dalle immagini. Nel frangente di tempo condensato trascorso in residenza da Boccanera Gallery, ha lasciato che molti volti emergessero e fossero come improvvise illuminazioni in un cielo buio, di un blu intenso, notturno. I ritratti costruiscono una costellazione, nello spazio della galleria si organizzano, disegnano delle traiettorie, nuclei che riuniscono figure (genitori e figli) che si intersecano con altre (zii, nonna, fidanzata) tessendo relazioni non facilmente districabili agli occhi del visitatore ma chiare all’artista che ci mette in mezzo ad un gioco di rimandi e legami di cui diventiamo parte.


trentinopanorama

www.festevigiliane.it

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e Feste Vigiliane tornano in calendario dal 19 al 22 e il 25 e 26 giugno 2014 per una settimana di festa destinata, ancora una volta, a riversare un fiume di persone lungo le vie cittadine e a offrire a residenti e turisti un fitto programma di spettacoli, concerti, disfide in costume, eventi espositivi, golose proposte per il palato. Per l’allestimento della manifestazione, l’Amministrazione comunale di Trento – che da sempre promuove l’iniziativa – ha conferito l’incarico al nuovo Comitato Feste Vigiliane, costituitosi dopo la chiusura dell’importante percorso di organizzazione e guida della manifestazione da parte dei Servizi Organizzativi e Immagine Città di Trento. Il programma, che sarà anticipato nella giornata di sabato 14 giugno dalla tradizionale Cena Benedettina sul Doss Trento, prenderà ufficialmente il via giovedì 19 con il corteo inaugurale e la cerimonia di apertura seguita dalla merenda in piazza Duomo; inizieranno anche le attività espositive nel Borgo, i concerti per i giovani, l’animazione per i bambini e il servizio degli stand gastronomici. In piazza Fiera sarà proposto lo spettacolo comico del “Tribunale di penitenza” affidato anche quest’anno alla vis comica di Mario Cagol. Venerdì 20 giugno sarà la

Corte dei bambini

SETTE GIORNI DI FESTE VIGILIANE DAL 19 AL 26 GIUGNO 2014, SETTE GIORNI DENSI DI EVENTI CON SPETTACOLI, RIEVOCAZIONI STORICHE, INIZIATIVE ESPOSITIVE E GASTRONOMIA TIPICA NELLE STRADE DEL CENTRO STORICO DI TRENTO Il Palio dell’Oca

volta del Corteo Storico, che prevede l’assegnazione del “2° Palio di San Vigilio” al gruppo giudicato migliore. “La Magica Notte”, che animerà le strade del centro storico fino all’alba, è in calendario per la serata di sabato 21 giugno. Il programma di quello che ormai da qualche anno costituisce l’evento clou delle Feste Vigiliane si preannuncia, ancora una volta, in grado di accontentare ogni fascia di pubblico con una proposta di “spettacolo diffuso” che comprende esibizioni live e dj set destinati a soddisfare il pubblico giovane e non solo. Come abitudine, la colazione in piazza Duomo alle ore 4 chiuderà un programma davvero intenso. Il giorno seguente, domenica 22, il fiume Adige sarà protagonista. Al termine del Palio dell’Oca, la disfida sul fiume Adige fra le zattere che rappresentano i rioni cittadini, Mario Cagol pronuncerà la temutissima “Tonca” con la

quale saranno messi alla berlina i personaggi che, nel corso dell’anno, si sono evidenziati quali protagonisti al negativo della vita cittadina. Nella stessa serata, in Piazza Fiera, si concluderà la seconda edizione del “CMA – Centro Musica Awards” promosso dal Centro Musica del Comune di Trento e dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. La serata prevede l’esibizione dei finalisti e la proclamazione del vincitore. Mercoledì 25 giugno, dopo 2 giorni di pausa, il programma riprenderà per il rush finale. In piazza Fiera sarà ospitata la serata di cabaret “Riso fa buon sangue” che vedrà la partecipazione di importanti comici del panorama nazionale. La giornata della Festa Patronale di San Vigilio, giovedì 26 giugno, sarà caratterizzata, oltre che dalle celebrazioni liturgiche in Cattedrale, dalla tradizionale disfida dei “Ciusi e Gobj” e dallo spettaco-

lo pirotecnico conclusivo. Accanto agli appuntamenti della tradizione e a un ricco programma di eventi culturali e spettacoli, le “Feste” non mancheranno di proporre la consueta animazione del centro storico cittadino con i Concorsi di scultura del legno e di pittura; il programma di animazione per i più piccoli “Il Giardino delle Meraviglie” presso il Parco Vescovile che quest’anno prevede un programma estremamente variegato; la Galleria dell’Artigianato trentino nel “Borgo di San Vigilio” e, per i buongustai, lo “Spazio al Gusto” in Piazza d’Arogno. E così i trentini e quanti nei giorni delle Feste soggiorneranno in città, potranno scendere in strada e immergersi in un’atmosfera genuina e gioiosa, condividere la magia di una serata di musica o di teatro, godere del piacere della ■ buona tavola.

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di Fabio De Santi Pino Petruzzelli

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e forme legate al teatro, alla musica e alla danza faranno da filo conduttore anche all’edizione 2014, la ventiquattresima del festival “Solstizio d’Estate” che si svolgerà dal 9 giugno al 6 luglio. Una manifestazione diventata ormai una tradizione per lo spettacolo che si fa anche cultura in Trentino quella organizzata dal Gruppo Arte di Mezzocorona. Si inizia il 9 in Piazza Pio XII a San Michele all’Adige con lo spettacolo teatrale “Lezioni di giardinaggio planetario” di e con Lorenza Zambon. Un curioso incontro teatrale in due lezioni con un’attrice giardiniera che sottolinea come :“Il vero giardinaggio non è faccenda di consumo, di mostre snob, di riviste patinate. Perché per essere giardinieri non occorre possedere un giardino. Il “Libero nel paese della resistenza”

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SOLSTIZIO D’ESTATE DAL 9 GIUGNO AL 6 LUGLIO, UNA MANIFESTAZIONE DIVENTATA ORMAI UNA TRADIZIONE PER LO SPETTACOLO E LA CULTURA DELLA NOSTRA PROVINCIA

Antonio Rezza e Flavia Mastrella

giardino è il pianeta e noi tutti ci viviamo in mezzo. L’11 giugno in P. della Cooperazione a Mezzocorona spettacolo comico con i “Tamburi Pazzi” duo formato da Valter Rado & Massimo Tuzza. Ritmo e musica per un'esilarante performance d’altri tempi. Uno Spettacolo fatto di niente e di tutto, “Tamburi pazzi” è una macchina da spasso che sforna a ripetizione occasioni di sorpresa, si nutre di un'inventiva elegante, d'una creatività mai volgare, e affida alla coppia di mobilissime figure che lo animano un po' di dolce poesia alla Charlot e un bel po' di allegria alla Stanlio & Ollio. Il 13 al Teatro San Pietro di Mezzolombardo spazio a “Fratto X” con Antonio Rezza e Ivan Bellavista. Uno spettacolo per chi ama

farsi ingarbugliare la mente, per chi ama impegnarsi nel districare la matassa di pensieri e risate che come un fiume invadono la testa e lo spazio durante questa incredibile messa in scena. Anticonvenzionali, irrequieti, inconciliabili poeti dell’assurdo, straordinari interpreti dell’insensatezza, Antonio Rezza e Flavia Mastrella spostano, ad ogni spettacolo, l’asse delle nostre certezze. Il 17 nella piazza di Roverè della Luna in scena Andrea Brunello con il suo “Libero nel paese della resistenza”: un viaggio nel favoloso mondo di Libero durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. Libero nel Paese della Resistenza è una parabola universale dove incontriamo personaggi

di tutte le estrazioni sociali. Pino Petruzzelli presenterà il 22, alla Casa Menestrina di Mezzocorona, il suo spettacolo di teatro civile “Sabbatico” una storia di viaggi e incontri eccezionali che ha come protagonista il cassiere Gerardo Cozzolino. Il Museo degli Usi e Costumi di San Michele all’Adige, il 25 giugno, ospiterà, la performance fra musica e danza “Fuochi di Bach” di e con Valentina Cenni (performer) e Enrico Melozzi (violoncello). Si tratta di una spettacolare performance di fire-dancing che prevede l’interazione in scena di danza e suono: un concertato a due in cui la musica del violoncello eseguita dal vivo accompagna le azioni sceniche della danzatrice-vestale che con catene, corde, artigli di ferro e bolas, gioca e dialoga con il fuoco. Danza, giocoleria, musica si fondono in una coreografia unica e magica, la notte per incanto si trasforma in un teatro di fuoco. Sempre Casa Menestrina a Mezzocorona vedrà il 27 giugno il live Big Bang Polarit, progetto che unisce due musicisti come Andrea Di Cesare: violino e Puccio Panettieri alla batteria. In questo nuovo progetto da solista, Andrea Di Cesare porta avanti l’evoluzione del violino tramite la tecnologia attuale, usando l’effettistica come supporto creativo. Ciò gli permette di sviluppare tappeti sonori e melodie in grado di ricreare l’intensità e la complessità che solo una band potrebbe trasmettere. Per ogni altra informazione: www.solstiziodestate.it ■


trentinopanorama

di Fabio De Santi

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aranno The Zen Circus gli ospiti della serata finale del “C.M.A. – Centro Musica Awards” che si terrà il 22 giugno in Piazza Fiera all'interno delle Feste Vigiliane di Trento. Il Centro Musica Awards giunto alla sua seconda edizione intende valorizzare i musicisti che producono musica anche originale, e premiare il talento giovanile. I sei finalisti saranno infine giudicati da una giuria di esperti di settore della quale faranno parte Fio Zanotti (produttore musicale e direttore d'Orchestra); Klaus Bonoldi (Universal); Paolo Gatto (direttore artistico “Suoni di Marca”); Ernesto Goio (autore e conduttore RAI); e dal direttore di un importante festival musicale italiano. Nell’ambito del «C.M.A. – Centro Musica Awards» è istituita anche una speciale sezione «Frequenze inedi-

Zen Circus

CENTRO MUSICA AWARDS ON STAGE CI SARANNO GLI ZEN CIRCUS, GRUPPO TOSCANO, PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL ROCK ALTERNATIVO TRICOLORE te». Il premio intende valorizzare gli aspetti autoriali delle canzoni in gara, sia per la parte musicale, sia per la parte del testo e sarà assegnato dalla giuria ad uno dei sei finalisti. On stage ci saranno gli Zen Circus, gruppo toscano diventato punto di riferimento per il rock alternativo tricolore che per l’occasione, presenterà il suo nuovo album “Canzoni contro la natura”, pubblicato lo scorso 21 gennaio da La Tempesta Dischi.

Si tratta dell'ottavo album in studio degli Zen Circus, il terzo interamente in lingua italiana. La band toscana aveva annunciato più volte che si sarebbe presa un periodo "sabbatico": nessun concerto durante il 2013, eccezion fatta per i progetti solisti del cantante Appino e del batterista Karim Qqru. In merito alla produzione dell'album gli Zen hanno raccontato: “Questo è un disco che ci rappresenta al 100%. Non c'è stato nessun

produttore e nessun fonico a seguirci, per la prima volta abbiamo deciso di occuparci in prima persona di ogni fase della sua realizzazione. Il nostro obiettivo era inscatolare nella maniera più fedele possibile l'energia e la naturalezza che si respirano a pieni polmoni nei nostri live e che purtroppo raramente abbiamo ritrovato nei nostri dischi. Il risultato lo troviamo davvero esaltante, di gran lunga la cosa più energica e vicina a un nostro concerto mai messo su album”. Energia quindi. Quella stessa energia che nel corso degli anni ha fatto degli Zen Circus una delle band più seguite del panorama rock italiano. ■

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trentinomostre

FORME MORBIDE: INSEGUENDO LA BELLEZZA

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ateria, pittura, tecniche e manipolazioni del reale e del fantastico. Tre artisti che si presentano al pubblico della Valsugana – e più in generale

agli amanti dell’arte e della cultura – cercando di delineare percorsi e itinerari personali nel mondo dell’arte. Nella consapevolezza che ogni strada è un via anche spirituale, fisica, sociale. In poche parole ogni segno tracciato sul mappamondo della vita quotidiana è un’idea metafisica, un cartello segnaletico per una possibile strada da percorrere per non incorrere nei precipizi della frettolosità di un moderno che ha perso l’anima. Le splendide e suggestive quanto arcaiche sale dello Spazio Klein a Borgo Valsugana – da non perdere il chiostro che ci accoglie con il suo pozzo rinascimentale – accolgono queste tre vie del cuore e dell’anima. Vie che prendono il nome di Pietro

Verdini, Paolo Tomio e Bruno Lucchi. Nomi assai noti, con radici salde

nella storia e nella cronaca dell’arte. Loro, gli artisti, hanno pensato bene di racchiudere la loro apparizione collettiva sotto il nome di Forme Morbide, intendendo con questo la

ARTE TIMBRICA. IN VIA BELENZANI

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uesta esposizione di Arte Timbrica con opere su carta si trasferisce dalla Biblioteca Civica Tartarotti di Rovereto, qui a Trento a Torre Mirana. Come appare dalla copertina del catalogo che correda l’esposizione, con un’elaborazione grafica della struttura del MART di cui fa parte la Biblioteca Civica Tartarotti, le opere si trasferiscono a distanza di qualche giorno qui a Trento. Poiché l’esposizione ha avuto un buon successo di pubblico e di stampa a Rovereto, si suppone che, anche i trentini più affrettati dai loro impegni, passando di fronte a Torre Mirana e non dovendo nemmeno fare un gradino, possano essere attirati a dare un’occhiata. Tutte le opere sono dei pezzi unici dove ogni artista, servendosi di un timbro di propria invenzione, ha dialogato con campiture colorate e segni all’interno dell’opera e ha instaurato un dialogo anche con gli altri espositori. Artisti partecipanti: Silvio Cattani, Sergio Dangelo, Annamaria Gelmi, Rudolf Haas, Lome, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Lucia Pescador, Paolo Tomio, Silvia Turri, Walter Valentini, Paola Zimmitti. Sede: Torre Mirana - Via Rodolfo Belenzani, 19 Esposizione “Arte timbrica” di opere su carta Periodo: dal 6 al 26 giugno 2014

possibilità dell’opera di presentarsi nella sua veste sinuosa, floreale e fluviale. Aggettivi questi che ben si addicono ad un’arte che va ben al di là della mera apparenza materiale. Un’arte che va al di là anche del concetto stesso di simmetria, proporzione e prospettiva, nella consapevolezza che non ci troviamo di fronte ad un tutto su

cui ruotano le diverse parti legate proporzionalmente ma a rapporti asimettrici, sbilenchi e strabici. Un’arte irregolare e romantica, anche quella che apparentemente sembrerebbe nascere dalla razionalità e della geometrica perfezione. Come evidenzia il curatore, Paolo Zamatteo, Pietro Verdini è il più spirituale: è l’artista la cui vicenda personale entra in modo sentitamente autobiografico dentro il quadro. L’esperienza dell’uomo, che nella vita ha avuto un marcato imprinting religioso, che ha svolto un’attività del tutto distante dalle arti e che ha scelto la pittura come forma del suo racconto, lo rende fortemente espressivo. Verdini è puro, come la sua luce, anche nell’armonia dei pattern geometrici. Paolo Tomio è il più essenziale: apparentemente architetto,

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trentinomostre cosa che poi è nella realtà, quindi attento alla terza dimensione, catturato dalla permeabilità dello spazio, affianca l’idea di natura di Mandelbrot e la logica dei frattali (per cui dall’unità si arriva al tutto e dal tutto si arriva all’unità), ribadendo le medesime modularità dall’infinitamente piccolo all’immenso, suggerendo simmetrie spaziali complesse e un approccio scientifico alla materia che superano e ingannano i sensi. Il suo è progetto plastico, disegno di sculture immaginarie e impossibili, eppure è estremamente vero e realistico. La sua è architettura disegnata, volume oltre la superficie, modernità oltre il postmoderno. Bruno Lucchi ha l’approccio più scenografico: ricco di esperienza e fortemente espressivo, pur provenendo con tutta evidenza da una formazione neorealista, riesce a connotare la sua produzione, figurativa e classica, tra sfumature arcaiche, forme pure e reminescenze artdecò che nel complesso contribuiscono alla nobiltà e alla bellezza dell’opera. È sottintesa una forte passione antropologica. Ha un tratto sottilmente enigmatico, profondo oltre la superficie della materia scolpita o plasmata (forse per questo la sua è eminentemente arte plastica): suggerisce sempre, tra una sfumatura e l’altra, oppure nella penombra, il carattere psicologico, individuale, dei suoi personaggi e delle sue composizioni. La mostra chiude l’8 giugno. Orario: martedì/sabato 10-12 16-19, domenica 10-12, lunedì chiuso.

BORGO VALSUGANA Mostre FORME MORBIDE Apertura: da venerdì 16 maggio a domenica 8 giugno. Spazio Klien - Piazza Degasperi. Mostra con Pietro Verdini, Paolo Tomio, Bruno Lucchi. Orario: sabato 1012/16-19, domenica ore 10-12. Lunedì chiuso.

CALDONAZZO Mostre FLANNERY O’CONNOR: “L’INFINITA MISURA DEL LIMITE” Dal 13 al 15 giugno. Sala Siccone. A cinquant’anni dalla morte, il Trentino Book Festival rende omaggio alla grandissima Flannery O’Connor, con la mostra “L’infinita misura del limite”, prodotta dal “Meeting per l’Amicizia fra i popoli” e curata da Dino D’Agata, Annie Devlin, Abby Holtz, Nick Kraus, Stephen Lewis, John Martino, Pietro Rossotti, Amy Sapenoff, James Sternberg, Chiara Tanzi. Mostre “LA GUERRA BAMBINA”: GIORDANO PACENZA Dal 13 al 15 giugno. Casa della Cultura. Testi di Pino Loperfido. Dal libro di racconti omonimo edito da Curcu & Genovese. La cattura di Cesare Battisti il 10 luglio 1916; Andreas Hofer che passa per Ala il 2 febbraio 1810 e poi davanti al plotone di esecuzione di Mantova il 20 febbraio seguente; Benito Mussolini giornalista, inviato a Susà di Pergine il 10 giugno 1909. Mostre “TEMPO SCADUTO”: LEONARDO LEBENICNIK Dal 13 al 15 giugno. Centro d’Arte “La Fonte”. Mostre “NATI PER LEGGERE” Dal 11 al 15 giugno. Casetta degli Elfi e delle Fate. Mostre “PULP”: STEFANIA SIMEONI E SAMUEL MARANELLI LIPPITZ Dal 13 al 15 giugno. Sala Consiliare.

CASTELLO TESINO Mercati MERCATINO DELL’HOBBISTICA E DELL’USATO 1 domenica. Giardini di Via Dante. Info: APT Valsugana, ufficio di Castello Tesino - Tel. 0461.727730.

LEVICO TERME Fiere FESTIVAL BIRRA IN MOSTRA Apertura: fino a domenica 15 giugno. Via del centro. Degustazioni, presentazione birre artigianali, laboratori per adulti e bambini. Info:

APT Valsugana, ufficio di Levico Terme - tel. 0461.727700. Mostre FORTE, PURA, SALUBRE ACQUA Apertura: da martedì 1 aprile a domenica 28 settembre. lla Paradiso nel Parco delle Terme. Mostra sul turismo termale nell’arco alpino. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme Tel. 0461.727700. Mostre MOSTRA INTERNAZIONALE DI PITTURA, POESIA E SCULTURA Apertura: da domenica 8 a domenica 15 giugno. Palalevico. Orario di apertura: ore 10-12 / 17-21. Mostre 10° RADUNO BARBER DAY 15 domenica. Nei pressi del Lago di Levico. Raduno di auto e moto storiche. Info: Barber Paolo 348.7926817.

LUSERNA Mostre LA FAUNA DELLE ALPI IL RITORNO DEI GRANDI PREDATORI Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Con la mostra annuale la Fauna delle Alpi - il ritorno dei grandi predatori, curata da Thomas Conci della THC Design & Exhibit , il Centro Documentazione vuole promuovere una maggiore conoscenza dell’ambiente alpino approfondendo, non solo il rapporto tra la natura (paesaggio, ambiente, fauna, flora) e la comunità locale, ma soprattutto il tema dei grandi predatori (lince, orso, lupo, ...) che stanno tornando sulle montagne alpine. La mostra, che occuperà sia il secondo che il terzo piano del museo, sarà allestita attraverso numerose ricostruzioni di ambienti naturali, complete di animali tassidermizzati caratteristici delle Alpi, e di pannelli illustrativi bilingui. Una sala a piano terrà ospiterà una mostra fotografica di animali selvatici degli Altipiani Cimbri di Mirco Dalprà. Una serie di pannelli illustreranno le leggende cimbre relativi al rapporto con gli abitanti delle foreste. Orario: 10-12.30 e 14-18. Info: www.lusern.it. Mostre ALFABETO DELLA GRANDE GUERRA - 26 LETTERE PER NON DIMENTICARE Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Mostra curata dall’arch. Roberto Festi, per ricordare e far riflettere sull’immane conflitto mondiale di un secolo fa, che ha comportato la perdita della vita di milioni di soldati di ogni nazione, ma anche di vittime civili. Ventisei bare (tante quante le lettere dell’alfabeto) si trasformano in vetrine che contengono 26 og-

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trentinomostre getti originali legati al tema della guerra; e ogni bara è dedicata, in ordine alfabetico, ad un soldato (di ventisei nazioni diverse) che ha partecipato al conflitto. Info: www.lusern.it.

PERGINE VALSUGANA Mostre FORME IN FERRO FORGIATE DA PAOLO BELLINI Apertura: da sabato 26 aprile a domenica 2 novembre. Castel Pergine. Più di trenta opere dell’artista lungo un percorso tra le due cinta murarie, nel giardino interno, nella sala d’entrata, nella Cantina Rosa, nella Prigione della Goccia e nella Sala del Trono. Inoltre alcuni dipinti si trovano nella sala da pranzo. Info: Castel Pergine - www.castelpergine.it.

PIEDICASTELLO Mostre TERRE COLTIVATE - STORIA DEI PAESAGGI AGRARI DEL TRENTINO Apertura: fino a domenica 8 giugno 2014. Le Gallerie di Piedicastello. Un’esposizione sulle continuità e sui cambiamenti che hanno riguardato la parte di territorio “usata” per garantire il sostentamento della popolazione e per trasformare l’agricoltura in uno dei fattori principali dell’economia trentina. Ingresso libero. Orario: mardom ore 9-18; lunedì chiuso. Info e prenotazioni: Tel. 0461.230482; www.museostorico.it; info@museostorico.it.

PRASO Mostre MOSTRA DI SCULTURA Apertura: da venerdì 27 a domenica 29 giugno. Forte Larino. Mostra del lavori realizzati durante i corsi del legno della stagione 2013 2014 proposti dall’Associazione di Promozione Sociale Filodrammatica “La Büsier” Scuola del legno di Praso. Orari d’apertura: venerdì 18-22; sabato e domenica 15-22. Info: info@busier.it; www.busier.it.

RIVA DEL GARDA Fiere LIBERAMENTE Apertura: da domenica 1 a lunedì 2 giugno. Quartiere Fieristico. Fiera rivolta al grande pubblico, tanti espositori locali e non a soddisfare la curiosità del numeroso pubblico atteso con i saloni collaterali di antiquariato e modernariato, auto e moto d’epoca, artigianato, benessere, creatività, campeggio e camper, collezionismo, elettronica, enogastronomia, pollice verde, salute, shopping, sport e turismo. Orario: sabato-domenica ore 1022; lunedì 10-20. Info: www.liberamentegarda.it.

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Mostre AREONATURA. LO SGUARDO DI TULLIO PERICOLI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: da sabato 22 marzo a domenica 2 novembre. MAG Piazza C. Battisti, 3/A. A bordo di un aereo da turismo Tullio Pericoli ha sorvolato, in una mattina di fine novembre 2013, il territorio dell’Alto Garda, con l’intento di cogliere, per la prima volta dal cielo, la forma che il paesaggio gli avrebbe potuto restituire da quel particolare punto di vista. Durante il volo sono state scattate numerose fotografie di quella zona che dalla Valle dei Laghi si estende fino alle rive settentrionali del Garda. È attraverso la personale suggestione “aerea” e l’aiuto delle immagini fotografiche che Pericoli - nei mesi successivi - ha creato un ciclo di tavole che saranno esposte al MAG dalla primavera all’autunno prossimi. Si tratta di circa sessanta opere su carta di diverse dimensioni e tecniche (olii, acquerelli e matite). Il titolo della mostra, Areonatura, è un neologismo ideato dall’artista per raccontare l’esperienza di un volo fatto per meglio decifrare la forma di quel particolare paesaggio. Info: www.museoaltogarda.it.

ROVERETO Mostre MARIO RADICE, ARCHITETTURA, NUMERO, COLORE Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. La mostra presenta l’opera di Mario Radice, tra i massimi esponenti del gruppo degli astrattisti comaschi, precursore e figura di spicco nel panorama dei movimenti artistici degli anni Trenta. Attraverso la presentazione di materiali inediti e i confronti con gli artisti coevi, l’esposizione propone una rilettura storico-cririca dell’astrattismo italiano. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 18. Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedi chiuso. Info: 0464.431813; 800.397760; info@mart.trento.it. Mostre L’ESPERIENZA DELLA TOTALITÀ. EL LISSITZKY Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. La mostra ripercorre, attraverso circa 140 opere, lo sviluppo dell’arte di El Lissitzky. Pittura, fotografia, fotomontaggio, disegno e illustrazione, scultura, progetti architettonici e manifesti sono parte di un percorso ideale volto alla concretizzazione di una arte rivoluzionaria e collettiva. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 18 Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedi chiuso. Info: Tel. 0464.431813; 800,397760; info@mart.trento.it.

NELIDA FRANCESCHINI E SYLVIA LIPPITZ

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elida Franceschini Martini è nata a Trento l’11 giugno 1950. Sposata, con un figlio, dipinge da sempre, sperimentando varie tecniche pittoriche con successo e soddisfazione. Ha iniziato a dipingere giovanissima, saggiando le proprie doti con l’arte della decorazione “terzo fuoco” su ceramica e porcellana. Sua prima insegnante e maestra, la ceramista Elettra Baldo che, anni dopo, le affida la conduzione dei corsi di ceramica per principianti organizzati dall’Università Popolare di Trento. Con curiosità si avvicina ai corsi della maestra ceramista Katalin ed ai segreti della pittura su ceramica con la tecnica americana, concentrandosi sull’osservazione di fiori e frutta dal vivo. Si iscrive all’Istituto d’Arte Vittoria ma inizia a lavorare in un settore diverso: quello delle pratiche automobilistiche e delle vetture in genere. Coltiva la passione artistica per hobby, ma con costanza, fino a quando gli impegni di lavoro si esauriscono: il pensionamento rinnova lo slancio creativo e la voglia di sperimentare cose nuove. Segue corsi presso varie scuole, accademici ed all’aperto, si iscrive ad un circolo artistico locale con il quale sperimenta tecniche nuove. Nel 2008, vince il Premio Acquarello al Concorso Segantini di Arco. Lo stesso anno, spinta dai familiari e dagli amici, vince ogni ritrosia ed inaugura, presso la sala Maier di Pergine, la sua prima personale: I colori della natura. Il successo dell’iniziativa ed i commenti più che lusinghieri degli amici e degli addetti ai lavori la convincono a condividere con gli altri le impressioni, le suggestioni personali, gli appunti che, pazientemente, raccoglie e fissa durante le passeggiate quotidiane ed i viaggi. Appunti a colori, la sua seconda mostra, una raccolta personale di scene di vita di tutti i giorni, spunti paesaggistici toscani e veneziani, gioiosi motivi delle belle valli trentine e altoatesine, acquose trasparenze che rimandano a delicate coltri imbiancate, frutti e fiori delineati con tinte succose ed appropriate. Nella settimana dall’1 all’8 giugno altre opere si possono vedere a Caldonazzo, presso la “Casa della Cultura“ ex Caseificio.


trentinoappuntamenti Mostre TULLIO PERICOLI. I PAESAGGI Apertura: da sabato 10 maggio a domenica 8 giugno. Mart. Mostra a cura di Claudio Cerritelli. Info: www.mart.trento.it. Mostre TAVOLARA E DEPERO - LA MANIFATTURA DELLE CASE D’ARTE Apertura: fino a domenica 14 settembre. Casa d’Arte Futurista Depero - Via Portici, 38. Mostra a cura di Nicoletta Boschiero e Manolo De Giorgi. Orario: martedì/domenica ore 10-18. Luned’ chiuso. Info e prenotazioni: 800.397760 - Tel. 0464.431813; info@mart.trento. it - www.mart.trento.it.

TRENTO Mercati MERCATINO DEGLI HOBBISTI 1 domenica. Piazza della Portella. Ore 9-19. Mostre ARTE E PERSUASIONE. LA STRATEGIA DELLE IMMAGINI DOPO IL CONCILIO DI TRENTO Apertura: da venerdì 7 marzo a lunedì 29 settembre. Museo Diocesano Tridentino. Mostra interamente dedicata al rapporto tra il concilio di Trento (1545-1563) e le arti figurative. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento, ripercorre due secoli di arte in Trentino e mette a fuoco le principali funzioni assunte dalle immagini sacre, alle quali veniva assegnato il compito di informare, convincere, catturare l’attenzione e commuovere. Una storia sul potere della comunicazione visiva attraverso le opere di grandi artisti del passato. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre ANTICHI ERBARI DELLA BIBLIOTECA DI TRENTO Apertura: da giovedì 17 aprile a domenica 29 giugno. Cappella Vantini di Palazzo Thun - Via delle Orne, 1. Orario: dal martedì al venerdì ore 14-18; sabato e domenica ore 10-18; aperture straordinarie: 2 giugno. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Info: Ufficio Cultura Tel. 0461.884286; www.trentocultura.it.

Mostre TUTTI IN SELLA! SULLE STRADE E NEI CAMPI, STORIE DI BICICLETTE E DI GINO BARTALI Apertura: da mercoledì 30 aprile a domenica 8 giugno. MUSE Museo delle Scienze. Corso del Lavoro e della Scienza. Al centro dell’esposizione, la storia del ciclismo e la straordinaria vicenda umana di Gino Bartali, protagonista di tante salite e di grandi sfide sulle montagne del Trentino. Info: www.muse.it. Mostre MOSTRA COLLETTIVA ARTISTI TRENTINI Apertura: da giovedì 15 maggio a domenica 14 settembre. Via Madruzzo n. 33. Artisti in mostra: Orazio Gaigher, Fortunato Depero, Roberto Iras Baldessari, Guido Polo, Ernesto Giuliano Armani, Riccardo Schweizer, Luigi Bonazza, Piero Coelli, Eraldo Fozzer, Bruno Colorio, Umberto Moggioli, Winkler Othmar, Remo Wolf, Camillo Rasmo, Ernesto Piccoli, Metodio Ottolini, Ines Fedrizzi, Regina Disertori, Gianfranco Campestrini, Alcide Davide Campestrini, Ernesto Alcide Campestrini, Elmo Ambrosi, Giuseppe Angelico Dallabrida. Info: info@sbadige.com.

Mostre REFLECTORS: FILLING THE VOID Apertura: da sabato 24 maggio a giovedì 31 luglio. Boccanera Gallery - via Milano 128. Mostra dell’artista Walker Keith Jernigan in residence. Ingresso libero. Orario: da lunedì al sabato 10-19. Chiuso la domenica. Info: Tel. 0461.984206; www.arteboccanera.com. Mostre MALI, DOGON POPOLO DELLA FALESIA Apertura: fino a giovedì 19 giugno. Palazzo Lodron - Sito archeologico romano. Un sito archeologico romano, una collezione straordinaria, la passione per l’Africa sono gli ingredienti di una mostra unica nel suo genere. Per la prima volta in esposizione i pezzi più significativi dell’arte del popolo Dogon dalla collezione privata di Umberto Knycz, viaggiatore, fotografo da sempre appassionato di cultura africana.Orario: dal martedì alla domenica ore 10-12/15.30-19. Lunedì chiuso. Info: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it.

Mostre 424.800 SECONDI Apertura: da venerdì 23 maggio a venerdì 20 giugno. Palazzo Trentini, Via Giannantonio Manci, 27. Opere dalla Casa circondariale di Trento. A cura di Paolo Dolzan, Tommaso Decarli, Marco Tita.

Mostre MARIANO FRACALOSSI (1923-2004) - I SEGNI DEL PAESAGGIO Apertura: da sabato 24 maggio a sabato 21 giugno. Galleria Fogolino - Via SS. Trinità, 30. Orario: 1012/16-19, chiuso festivi e lunedì mattina, ingresso libero. Mostre LINGUAGGI PLASTICI DEL XX SECOLO Apertura: da sabato 24 maggio a domenica 21 settembre. Galleria Civica - via Belenzani, 44. Mostra collettiva in cui saranno esposte diverse opere dello scultore Mauro De Carli, a cura di Michelangelo Lupo. Info: www.mart.trento.it.

Mostre PHILIP TAAFEE - RANGAVALLI 1989/2014 Apertura: da giovedì 29 maggio a martedì 30 settembre. Studio d’Arte Raffaelli. La mostra raccoglie opere liberamente ispirate alla tradizione indiana. Info: www.studioraffaelli.com; studioraffaelli@tin.it. Mostre OPERE DI ROLANDO TRENTI Apertura: da giovedì 29 maggio a mercoledì 4 giugno. Sede dell’Associazione Campomarzio, via del Suffragio 24. Opere, disegni, plastici, foto e materiale fornito dagli architetti. Orario: dal lunedì al venerdì 9-13 e 14.30-17.30. Mostre ARTE TIMBRICA Apertura: da venerdì 6 a giovedì 26 giugno. Torre Mirana - Via Belenzani. Questa esposizione di Arte Timbrica con opere su carta si trasferisce dalla Biblioteca Civica Tartarotti di Rovereto. Artisti partecipanti: Silvio Cattani, Sergio Dangelo, Annamaria Gelmi, Rudolf

Haas, Lome, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Lucia Pescador, Paolo Tomio, Silvia Turri, Walter Valentini, Paola Zimmitti. Mostre OPERE DI MAURO CAPPELLETTI Apertura: da giovedì 19 a mercoledì 25 giugno. Sede dell’Associazione Campomarzio, via del Suffragio 24. Opere, disegni, plastici, foto e materiale fornito dagli architetti. Orario: dal lunedì al venerdì 9-13 e 14.30-17.30. Mostre INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Apertura: da lunedì 23 giugno a lunedì 10 novembre. Museo Diocesano Tridentino - Palazzo Pretorio - Piazza Duomo, 18. Mostra a cura di Andrea Dall’Asta, Domenica Primerano, Riccarda Turrina. Orari: dal 23 giugno al 30 settembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 9.3012.30/14.30-18.00; sabato e domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Dal 1 ottobre al 10 novembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14.00-17.30; domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Giorni di chiusura: ogni martedì, 26 giugno, 15 agosto, 1 novembre. Info: Tel. 0461.234419;info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.

Mostre OPERE DI ALDA FAILONI Apertura: da mercoledì 25 giugno a mercoledì 2 luglio. Sede dell’Associazione Campomarzio, via del Suffragio 24. Opere, disegni, plastici, foto e materiale fornito dagli architetti.. Orario: dal lunedì al venerdì 9-13 e 14.30-17.30.

VILLA LAGARINA Mostre MOSTRA PERSONALE DEL PITTORE ALESSANDRO GOIO Apertura: da domenica 8 giugno a domenica 6 luglio. Palazzo Libera. La mostra è corredata da un catalogo con la presentazione di Marco Tomasini e da altri testi critici. Orari: mercoledì, giovedì e venerdì ore 14-18; sabato e domenica ore 10-12.30/14-18. Info: info@alessandrogoio.it; www. alessandrogoio.it.

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tmgiugno


trentinoappuntamenti

IL MESE DEI FESTIVAL E DELLE FESTE VIGILIANE

G

iugno è il mese dei grandi Festival trentini e delle tradizionali Feste Vigiliane di Trento. Il mese che apre le porte all’estate invita a uscire di casa per

godere di eventi, concerti, manifestazioni e quant’altro il territorio trentino ha da offrire. Si apre con il Festival

dell’Economia, fino

al 2 giugno: importantissimi nomi dell’economia, della finanza e della politica dibatteranno sul tema “Classi dirigenti, crescita e bene comune”. Tra i nomi di spicco, quello di Luciano

Canfora.

Ma giugno è anche la festa degli appassionati di letteratura e giornalismo in quanto dal 13 al 15, a

Caldonazzo, si tiene la quarta edizione del Trentino

Book Festival: tre giorni fitti fitti di appuntamenti con l’autore, spettacoli teatrali e musica, oltre ad un consistente spazio riservato ai più piccoli. Tra i nomi, spicca quello del

LUCIANO CANFORA

D

opo la laurea in Storia romana conseguita nel 1964 e la successiva specializzazione con il perfezionamento in Filologia classica alla Normale di Pisa, ha iniziato la carriera universitaria come assistente di storia antica, e successivamente di letteratura greca. Attualmente è professore ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari e coordinatore scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. È membro dei comitati direttivi di varie riviste, sia scientifiche sia di alta divulgazione, come ad esempio il Journal of Classical Tradition di Boston, la spagnola Historia y critica, la rivista italiana di alta divulgazione geopolitica Limes (Gruppo L’Espresso). È membro della Fondazione Istituto Gramsci e del comitato scientifico dell’Enciclopedia Treccani. Dirige inoltre, sin dal 1975, la rivista Quaderni di Storia (ed. Dedalo, Bari). Dirige altresì la collana di testi La città antica presso l’editore Sellerio, nonché la collana Paradosis per le edizioni Dedalo e la collana Historos per la Sandro Teti Editore. È autore prolifico. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in USA, Francia, Inghilterra, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Brasile, Spagna, Repubblica Ceca. Le sue pubblicazioni trattano di filologia, storia e politica dall’età antica all’età contemporanea.

Premio Nobel Dario Fo, ma ci sono anche Simone Cristicchi,

Le Feste

Gianrico Carofiglio,

primi di luglio in Piazza Fiera a Trento. Come nell’anno

Antonia Arslan,

scorso il cartellone del “Trento Summer Festival” è

Benedetta Tobagi e

stato pensato per accontentare generazioni e gusti

– per i piccoli lettori –

molto diversi: protagonisti dell’edizione 2014 sono

Geronimo e Tea Stilton,

il gruppo Afterhours, la grande cantautrice Fiorella

Roberto Piumini e le

Mannoia e il gruppo Earth Wind & Fire.

magie di Gek Tessaro.

Le forme legate al teatro, alla musica e alla danza

Vigiliane tornano in calendario dal

19 al 22 e il 25 e 26 giugno 2014 per una settimana di festa destinata, ancora una volta, a riversare un fiume

faranno da filo conduttore anche all’edizione 2014, con

la ventiquattresima edizione del festival Solstizio

d’Estate che si svolgerà dal 9 giugno al 6 luglio.

di persone lungo le vie cittadine e a offrire a residenti e

Una manifestazione, diventata ormai una tradizione

turisti un fitto programma di spettacoli, concerti, disfide in

per lo spettacolo che si fa anche cultura in Trentino,

costume, eventi espositivi, golose proposte per il palato.

quella organizzata dal Gruppo Arte di Mezzocorona. Si

Ai primi di luglio, torna Trento

Summer

Festival. Anche quest’anno l’evento ideato da Alessandro Raffaelli e Roland Barbacovi avrà luogo nei 76

tmgiugno

inizia il 9 in Piazza Pio XII a San Michele all’Adige con lo spettacolo teatrale “Lezioni di giardinaggio planetario” di e con Lorenza Zambon.


trentinoappuntamenti 1 DOMENICA Cultura VISITE GUIDATE AL CENTRO FAUNA ALPINA Mattarello. Ore 9-13. Centro Al Casteller, via ai Palazzi. Visite guidate, gratuite. È gradita la prenotazione. Info: Associazione cacciatori trentini - Via Guardini, 41. Tel. 0461-825834 / 0461-826084; www.cacciatoritrentini.it . Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Centro storico. Economisti, giuristi, imprenditori, politici, sociologi, filosofi si confrontano su un tema di grandissima attualità: classi dirigenti, crescita e bene comune. È fra gli appuntamenti più importanti a livello internazionale per discutere di economia con l’approccio multidisciplinare che caratterizza il Festival fin dal suo esordio. Tutti i dettagli sul sito 2014. festivaleconomia.eu. Cultura IL MEDITERRANEO. DAI SUOI LIUTI ALLA MUSICHE ATTRAVERSO GLI STILI Brentonico. Biblioteca. Un seminario rivolto non solo ai chitarristi ma anche a coloro che suonano altri strumenti (archi, legni, tastiere ecc.), con buone competenze musicali. Verranno trattate varie tematiche: dai diversi linguaggi musicali ai differenti strumenti caratteristici del Mediterraneo, dai modelli ritmici al concetto di stile. Si alterneranno prassi orale e lettura per comprendere gli schemi di apprendimento delle altre culture. Da un percorso di ascolti si arriverà all’esecuzione d’insieme dei partecipanti con il loro strumento. Infine, a chiusura del seminario, a Palazzo Baisi sempre di Brentonico, Sergio Pugnalin terrà un concerto dove proporrà un percorso per scoprire le musiche di un mondo così vicino a noi eppur così sconosciuto. Il costo del seminario è di 35 €, mentre il concerto è aperto a tutto il pubblico e gratuito. Info: Scuola Musicale dei Quattro Vicariati Tel. 0464.680000; segreteria@operaprima.org. Tradizione FESTIVAL VINO IN CENTRO VINI IN MOSTRA Levico Terme. Via del centro. Degustazioni, presentazione vini, laboratori con l’uva per piccini e corsi di cucina per adulti. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme - tel. 0461.727700. Tradizione I NOSTRI MIGLIORI AMICI DANNO UNA FESTA! Trento. Ore 14. Canile di Trento - via delle Bettine, 35. Un pomeriggio dedicato ai nostri amici a 4

zampe. Visita al canile, i consigli del veterinario, i consigli dell’educatore cinofilo, rinfresco, spazio bimbi... e molto altro. Info: www. legadelcane.tn.it.

2 LUNEDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA Trento. Centro storico. Economisti, giuristi, imprenditori, politici, sociologi, filosofi si confrontano su un tema di grandissima attualità: classi dirigenti, crescita e bene comune. È fra gli appuntamenti più importanti a livello internazionale per discutere di economia con l’approccio multidisciplinare che caratterizza il Festival fin dal suo esordio. Tutti i dettagli sul sito 2014.festivaleconomia.eu. Tradizione FESTIVAL VINO IN CENTRO VINI IN MOSTRA Levico Terme. Via del centro. Degustazioni, presentazione vini, laboratori con l’uva per piccini e corsi di cucina per adulti. Info: APT Valsugana, ufficio di Levico Terme - tel. 0461.727700. Tradizione DA BASSANO A CALDONAZZO COL TRENO A VAPORE Valsugana. Tradizionale manifestazione organizzata da “La Carrozza Matta” con ritorno in bici. Info: Ufficio IAT Bassano del Grappa, tel. 0424.524351.

3 MARTEDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Società Dante Alighieri - Via Dordi, 8. “Il giornalista del Concilio” - Biografia di Don Vittorio Cristelli (Ed. Il Margine) - ne parlano gli autori Diego Andreatta, Fulvio Gardumi e Walter Nicoletti. Sarà presente Don Vittorio Cristelli. Info: tel. 0461.239994. Cultura LA STAMPA DEL CINQUECENTO, TRA RIFORMA E CONTRORIFORMA Trento. Ore 18. Museo Diocesano Tridentino. Nel corso del Cinquecento i libri a stampa giocarono un ruolo fondamentale nello scontro tra le idee della Riforma protestante e le posizioni della Chiesa romana. Tra i temi più dibattuti vi fu quello delle edizioni della Bibbia nelle lingue volgari: l’argomento sarà affrontato attraverso l’analisi delle rare edizioni della Bibbia esposte in museo in occasione della mostra Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento. L’incontro prevede inoltre un approfondimento relativo ai temi della censura e dell’Indice dei libri proibiti. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel.

0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.

pocaronte.org; Ricky Perlotti, cell. 348.2257382.

Cultura CONFERENZA Trento. Ore 18. Dipartimento di Lettere e Filosofia, via Tommaso Gar. Scienza dietro le quinte. “Gloria e miserie della divulgazione in Italia”. Ingresso libero. Info: www.unitn.it.

Cultura CONFERENZA Rovereto. Ore 20.30. Torre Civica - Sala della Circoscrizione - Piazza Filzi. Il fiume, l’acqua, il sacro - Vie di comunicazione e luoghi di culto di Fiorenzo Degasperi.

4 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it. Musica A SUON DI PAROLE Trento. Facoltà di Giurisprudenza - Aula B - via Verdi 53. Ore 15-18. Il gioco del contraddittorio - Quarta edizione - Finale. Per programma dettagliato visitate il sito www.iprase.tn.it

5 GIOVEDÌ Cultura MISSIONE IN ANTARTIDE Lavis. Ore 21. Anfiteatro Parco Urbano. Conversazione con l’astrofisico Jean Marc Christille, musiche a cura di Massimiliano Pezzotti al flauto. Info: www.grup-

Musica INTERNATIONALE CHORAKADEMIE LÜBECK E ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO IN CONCERTO Trento. Ore 21. Seminario minore. Un progetto dell’Orchestra Haydn in collaborazione con il Festival di Musica Sacra: Katja Stuber, soprano; Christina Daletska, contralto; Marcus Ullmann, tenore; Thomas Tatzl, basso; Internationale Chorakademie Lübeck; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento; Hansjörg Albrecht, direttore su musiche di: A. Vivaldi, Gloria in Re magg. RV 589; W. A. Mozart, Krönungsmesse in Do magg. KV 317. Ingresso libero. Info: Associazione Festival di Musica sacra Tel. 0471.329121; info@ festivalmusicasacra.it; www.festivalmusicasacra.it. Musica VOCI MUSICALI Trento. Ore 17. Associazione Culturale “Antonio Rosmini” - Via Dordi, 8. “La voce delle donne” con

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trentinoappuntamenti Letizia Grassi, soprano; Edoardo Bruni, pianoforte su musiche di Mozart, Donizetti, Puccini, Poulenc, Bruni. Info: info@assrosmini.191.it; www.associazrosminitrento.it.

6 VENERDÌ Cultura CONTRASTI - RASSEGNA DI MUSICHE NUOVE E DEL ‘900 Trento. Ore 20. Castello del Buonconsiglio. Sala Grande. “Nascere e rinascere al suono. Nei primi mesi di vita e al nido: ricerche ed esperienze di educazione al suono”.Incontro con Valentina Massetti. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; press@buonconsiglio.it; www.buonconsiglio.it. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Rovereto. Ore 20.45. Chiesa S. Marco. Concerto su musiche di Mozart. Hansjörg Albrecht, direttore. Info: Associazione Filarmonica Rovereto Tel. 0464.435255; associazionefilarmonica1@tin.it. Musica CONTRASTI - RASSEGNA DI MUSICHE NUOVE E DEL ‘900 Trento. Ore 20.45. Castello del Buonconsiglio. Sala Grande. “Rinascimenti eccentrici. Ragione, flessibilità, furiose espansioni”.

Concerto del Motocontrario Ensemble. Musiche di Britten, Hindemith, Masu, Colazzo, Massetti, Mattevi, Longo Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; press@buonconsiglio.it; www. buonconsiglio.it. Musica WINDSBACHER KNABENCHOR IN CONCERTO Trento. Ore 21. Chiesa Santa Maria Maggiore. “Jauchzet dem Herrn, alle Welt” Musica sacra per coro; Windsbacher Knabenchor; Martin Lehmann, direttore; Simone Vebber, organo. Su musiche di R. Schumamm, F. Mendelssohn, Schein, Nystedt, Staden, Titelouze, Stanley, Schütz, Busto, Homilius, J. S. Bach, Bossi, Lucchesi, M. Reger. Ingresso libero. Info: Associazione Festival di Musica sacra Tel. 0471.329121; info@festivalmusicasacra.it; www.festivalmusicasacra.it. Musica MOTOCONTRARIO ENSEMBLE: MUSICHE DI BRITTEN, HINDEMITH, MASU, COLAZZO, MASSETTI, MATTEVI, LONGO Trento. Ore 20. Sala Grande del Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5, Trento. Contrasti, festival musicale. Info:

Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; info@buonconsiglio. it; www.buonconsiglio.it.

7 SABATO Cultura VISITE GUIDATE AL CENTRO FAUNA ALPINA Mattarello. Ore 9-13. Centro Al Casteller, via ai Palazzi. Visite guidate, gratuite. È gradita la prenotazione. Info: Associazione cacciatori trentini - Via Guardini, 41. Tel. 0461-825834 / 0461-826084; www.cacciatoritrentini.it. Teatro MALEDETA LA SIA QUESTA GUERA Fornace. Ore 21. Piazza Castello. In occasione del centenario della Grande Guerra, il Coro San Biagio, la corale Vox Cordis di Fornace e la filodrammatica San Martino di Fornace propongono un evento musical-teatrale con canti storici e spaccati di vita quotidiana. La storia narra eventi accaduti ad Albiano, prima e durante la guerra, tratti da testimonianze orali e scritte degli anziani del paese, da articoli di quotidiano e libri, in una sinergia di canto e recitazione. Ingresso libero. Info:

Coro San Biagio www.corosanbiagio.eu.

8 DOMENICA Cultura VISITE GUIDATE AL CENTRO FAUNA ALPINA Mattarello. Ore 9-13. Centro Al Casteller, via ai Palazzi. Visite guidate, gratuite. È gradita la prenotazione. Info: Associazione cacciatori trentini - Via Guardini, 41. Tel. 0461-825834 / 0461-826084; www.cacciatoritrentini.it . Enogastronomia IL CUCCHIAIO DELL’ARGENTARIO Albiano, Civezzano e Fornace. quinta edizione della manifestazione cultural-gastronomica che si svolge nei Comuni di Albiano, Civezzano e Fornace. Una passeggiata all’insegna dell’enogastronomia, della natura, della cultura, della storia dei Canopi. Una giornata per rivivere insieme gli usi ed i costumi dei Canopi, gli antichi minatori dell’Argentario. Un percorso con varie tappe enogastronomiche e teatrali con partenza e rientro a Pian del Gacc. Durante la giornata si attraversa poi Fornace, il Sentiero degli Gnomi, Monte Piano, per arrivare al Lago di Santa Colomba, dove verrà

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TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

TRENTO SUMMER FESTIVAL

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CESARE CREMONINI

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

PINO DANIELE

VINICIO CAPOSSELA

I protagonisti dell’edizione del “Trento Summer Festival 2014” sono il gruppo Afterhours, la grande cantautrice Fiorella Mannoia e il gruppo Earth Wind & Fire. Dopo il resoconto positivo delle prime due edizioni del “Trento Summer Festival” anche quest’anno l’evento ideato da Alessandro Raffaelli e Roland Barbacovi avrà luogo nei primi di luglio in Piazza Fiera a Trento. Come nell’anno scorso il cartellone del “Trento Summer Festival” è stato pensato per accontentare generazioni e gusti molto diversi.

Quattordici concerti da ottobre a novembre in tutta Italia, durante i quali Cesare riproporrà al pubblico molti dei suo maggiori successi dal 1999 ad oggi e i brani del nuovo lavoro “Logico”, il sesto album di inediti in uscita il 6 maggio, anticipato da “Logico #1” attualmente il brano più trasmesso dalle radio italiane.

All’Arena di Verona andrà in scena un concerto-evento, in cui Pino Daniele porterà sul palco la formazione originale del 1980: James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano e tastiere), Rosario Jermano (percussioni) e Tony Cercola (bongos), con l’aggiunta di 50 elementi dell’orchestra sinfonica “Roma Sinfonietta” diretta dal M° Gianluca Podio.

Il concerto comprende l’esecuzione del Carnevale degli animali, composto da Camille Saint-Saens nel 1886 e una serie di canzoni di Vinicio Capossela, cucite insieme in un racconto che ci porta a spasso tra le storie di animali celebri, simbolismi e bestiari. Bestie cantate per farci un giro da “bestie incantate”, come venivano chiamate le bestie che si esibivano con i saltimbanchi...

TRENTO Piazza Fiera 1, 2 e 3 luglio 2014 ore 21.00

TRENTO Palatrento 25 novembre 2014 ore 21

VERONA Arena 1 settembre 2014 ore 21

VERONA Teatro Romano 21 giugno 2014 ore 21

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trentinoappuntamenti servito il pranzo presso il Villaggio dei Canopi. Si riprende poi il Sentiero degli Gnomi per tornare a Pian del Gacc per concludere la giornata con la cena. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028, info@visitpinecembra.it, www.visitpinecembra.it, il cucchiaiodellargentario@ gmail.com, Associazione Ecomuseo Argentario info@ecoarge.net, www.ecoarge.net. Famiglia I BURATTINI DI LUCIANO GOTTARDI Fornace. Ore 8.30. Piazza Castello. Spettacolo: “Storie di montagna”. Info: www.burattini.it. Musica CORO FILARMONICO TRENTINO E LA PICCOLA ORCHESTRA LUMIÈRE IN CONCERTO Trento. Ore 21. Chiesa San Francesco Saverio. Festival di musica sacra. Ingresso libero. Concerto in memoria del M.o Andrea Mascagni, già direttore artistico del Festival, a 10 anni dalla scomparsa, Coro Filarmonico Trentino (Sandro Filippi, direttore), ìLa Piccola Orchestra Lumière, Giancarlo Guarino, direttore. Musiche per solo coro di: Dionisi, Mendelssohn, Molfino, Pizzetti, Mascagni, Lauridsen; LL. Webber, Pie Jesu (dal Requiem), N. Segatta, “Eikonai” per soprano, coro e orchestra (prima esecuzione assoluta su commissione del Festival Musica Sacra). Info: Associazione Festival di Musica sacra Tel. 0471.329121; info@festivalmusicasacra.it; www. festivalmusicasacra.it.

10 MARTEDÌ Cultura I CHIAROSCURI DEI CAPILETTERA Trento. Ore 18. Aula didattica del Sottoportico. Durante l’incontro si sperimenterà la tecnica dell’incisione per realizzare un capolettera nello stile dei libri del Cinquecento. Per il laboratorio si utilizzerà una lastrina di adigraf, un materiale plastico che inciso con apposite sgorbie permette di simulare - in maniera semplificata e in tutta sicurezza - il lavoro dell’incisore e la tecnica della stampa. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Musica CONCERTO Levico Terme. Ore 20.30. Palalevico. Nell’ambito della Mostra internazionale di pittura, poesia e scultura, concerto spirituals del gruppo vocale “Just melody”.

13 VENERDÌ Cultura CONTRASTI - RASSEGNA DI MUSICHE NUOVE E DEL ‘900 Trento. Ore 20. Castello del Buonconsiglio. Sala Grande. “Strumenti dell’improvvisazione. Come sentire creativamente il caso”. Incontro con Raul Masu. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; press@buonconsiglio.it; www. buonconsiglio.it. Cultura LE TECNOLOGIE NELLO SPAZIO Lavis. Ore 21. Anfiteatro Parco Urbano. Conversazione con l’astrofisico Andrea Bernagozzi, musiche a cura di Gabriele Miglioli al violoncello. Info: www.gruppocaronte.org; Ricky Perlotti, cell. 348.2257382. Cultura TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo. Ore 16.30. Alcuni tra i più grandi nomi della letteratura e del giornalismo arrivano in riva al Lago di Caldonazzo per la quarta edizione del festival letterario del Trentino. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.3723222. Cultura BENEDETTA TOBAGI Caldonazzo. Ore 17.45. Ore 17.45 - Casa della Cultura. Benedetta Tobagi con Paolo Ghezzi. “Una stella incoronata di buio”. Sono passati 40 anni da quel 28 maggio 1974, quando in piazza della Loggia a Brescia, nel corso di una manifestazione antifascista, esplode una bomba che uccide otto persone fra cui Livia, un’insegnante di italiano che ama la poesia. Insieme a queste esistenze, scompare un mondo intero; il mondo prima del 1974, un anno che marca un punto di svolta per l’Italia e non solo. Dopo, niente e nessuno sarà mai piú uguale. Info: tel. 340.3723222. Esposizione TRADIZIONE E INNOVAZIONE, ARTIGIANATO E TECNOLOGIA, MANI E 3D PRINTING, CILIEGIE E DESIGN Trento. Details design store, via Suffragio 74. La collezione di lampade di .exnovo e una limited edition di gioielli .bijouets realizzati con la tecnica del 3D printing verranno presentati da Details Design Store. Vi aspettiamo, non perdete l’occasione di scegliere il vostro pezzo unico e di assaggiare la prima ciliegia del 2014! Info: Details design store Tel. 0461.262599; info@detailsdesignstore.it; www. detailsdesignstore.it.

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Musica CONTRASTI - RASSEGNA DI MUSICHE NUOVE E DEL ‘900 Trento. Ore 20.45. Castello del Buonconsiglio. Sala Grande. “Il naviglio imbarca a caso. Concerto interattivo improvvisativo. Caos (parte II, parte III...) (Cage, gli Area...). Concerto del Motocontrario Ensemble. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; press@buonconsiglio.it; www. buonconsiglio.it. Musica MOTOCONTRARIO ENSEMBLE: CONCERTO INTERATTIVO IMPROVVISATIVO Trento. Sala Grande del Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5, Trento. Contrasti, festival musicale. Ore 20.00 Strumenti dell’improvvisazione. Come sentire creativamente il caso. Incontro con Raul Masu. Ore 20.45 Il naviglio imbarca a caso. Concerto interattivo improvvisativo. Caos (parte II, parte III...) (Cage, gli Area...). Concerto del Motocontrario Ensemble. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; info@buonconsiglio.it; www.buonconsiglio.it. Teatro DARIO FO Caldonazzo. Ore 21. Palazzetto. In fuga dal Senato” di Franca Rame. Con Maria Chiara Di Marco, Roberta De Stefano e Jacopo Zerbo. Assistente alla regia Fabrizio De Giovanni. Testo a cura di Francesco Emanuele Benatti. Dario Fo torna a teatro con la testimonianza civile e politica di Franca Rame, tratta dal libro ultimato negli ultimi giorni di vita dell’attrice. Ingresso: Euro 15. In prevendita su www.primiallaprima.it e in tutte le Casse rurali del Triveneto. Info: tel. 340.3723222. Teatro ragazzi CUORE DI PEZZA Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro. Con Lara Finadri, Silvia Furlan, Elisa Pinna. Una produzione Teatrincorso. Età consigliata: 6 - 11.

Ingresso: Euro 5. In prevendita su www.primiallaprima.it e in tutte le Casse rurali del Triveneto. Info: tel. 340.3723222.

14 SABATO Cultura MI CERCARONO L’ANIMA: STORIA DI STEFANO CUCCHI Caldonazzo. Ore 11. Ore 11 - Casa della Cultura. Duccio Facchini con Rita e Giovanni Cucchi. Info: tel. 340.3723222. Cultura LO STATO DELLA FLORIDA CONTRO ENRICO FORTI Caldonazzo. Ore 11. Ore 12.15 - Corte Celeste. Roberta Bruzzone con Red Ronnie. Info: tel. 340.3723222. Cultura ANDREA VITALI CON CARLO MARTINELLI Caldonazzo. Ore 18.30. Ore 18.30 - Piazza Municipio. “Quattro sberle benedette”. In quel fine ottobre del 1929, sferzato dal vento e da una pioggerella fastidiosa e insistente, a Bellano non succede nulla di che. Ma se potessero, tra le contrade volerebbero sberle, eccome. Info: tel. 340.3723222. Danza COSTELLAZIONI FAMILIARI Zambana vecchia. Ore 15-18. Sede Associazione “Mana”. Per info e/o iscrizioni: julijana.osti@libero.it. Teatro SIMONE CRISTICCHI IN “MAGAZZINO 18” Caldonazzo. Ore 21.30. Ore 21.30 - Teatro. “Magazzino 18. L’esodo di italiani cancellati dalla storia.” Ingresso: Euro 15. In prevendita su www.primiallaprima.it e in tutte le Casse rurali del Triveneto. Info: tel. 340.3723222.

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trentinoappuntamenti Teatro ragazzi GERONIMO E TEA STILTON Caldonazzo. Ore 10.45. Palazzetto. Geronimo e Tea Stilton: I Topinghi - Sei ciccia per draghi! Alla fine dello spettacolo, Geronimo e Tea Stilton “in pelliccia e baffi” incontrano i loro piccoli lettori. Fascia d’età: dai 5 agli 11 anni. Ingresso gratuito. Info: tel. 340.3723222.

16 LUNEDÌ Cultura ASSEMBLEA PUBBLICA DI ATENEO Trento. Ore 17. Dipartimento di Lettere e Filosofia - via Tommaso Gar, 14. Presenti il Presidente Innocenzo Cipolletta e la Rettrice Daria de Pretis. Info: presidenza@unitn.it www.unitn.it/assembleadiateneo. Teatro ragazzi GEK TESSARO: IL CUORE DI CHISCIOTTE Caldonazzo. Ore 21.30. Ore 21.30 - Piazza Municipio.. Info: tel. 340.3723222. Teatro ragazzi ROBERTO PIUMINI: STORIE DELL’ORIZZONTE Caldonazzo. Ore 16.30. Ore 16.30 - Corte Celeste. Spettacolo di racconti e poesie di Roberto Piumini, letti e recitati dall’autore e da Patrizia Ercole, con musiche originali di Andrea Basevi. La storia della bella Alessandra e di una finestra che non si vuole aprire, l’amore tra il portatore di baci Riccio e Monna Libetta, i duelli combattuti a colpi di ironia, la favola dell’orizzonte che non si fa mai raggiungere e tanti altri spunti narrativi che propongono “il gioco rischioso della poesia e dell’intelligenza”. Età consigliata: 6 - 11. Info: tel. 340.3723222. Tradizione ASPETTANDO LE FESTE VIGILIANE... Trento. Ore 21. Doss Trento. Cena Benedettina de Sancto Apolenario. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

15 DOMENICA Cultura TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo. Ore 10.45. Alcuni tra i più grandi nomi della letteratura e del giornalismo arrivano in riva al Lago di Caldonazzo per la quarta edizione del festival letterario del Trentino. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 340.3723222. Cultura GIANRICO CAROFIGLIO Caldonazzo. Ore 10.45. 10.45 -Teatro. Gianrico Carofiglio con Alberto Faustini. “Il bordo vertiginoso delle cose”.Info: tel. 340.3723222.

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Cultura INCONTRO CON SIMONE CRISTICCHI Caldonazzo. Ore 12.15. Blue Coffee Bar. Simone Cristicchi con Pierangelo Giovanetti. “Magazzino 18 - Storie di italiani esuli”.Info: tel. 340.3723222. Cultura LA LUNA ANNEGA NEL VOLGA Caldonazzo. Ore 15.30. Casa della Cultura. Renzo Francescotti con Camillo Zadra. “La luna annega nel Volga”. Info: tel. 340.3723222. Cultura ANTONIA ARSLAN Caldonazzo. Ore 17. Palazzetto. In collaborazione con Soroptimist Italia. Antonia Arslan con Luciana Grillo. Dalla “Masseria delle allodole” al “Calendario dell’Avvento”. Info: tel. 340.3723222. Cultura PINO APRILE: “IL SUD PUZZA” Caldonazzo. Ore 18.30. Blue Coffee Bar. In collaborazione con Associazione “Libera”. Pino Aprile con Fausta Slanzi. “Il Sud puzza. Storia di vergogna e d’orgoglio”. Info: tel. 340.3723222. Opera lirica LA_TRAVIATA 2.0 Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro. Una produzione Il Giardino delle Arti e Trentino Book Festival. Rilettura moderna del celebre capolavoro di Giuseppe Verdi. Testo di Pino Loperfido. Soprano: Maria Letizia Grosselli, Tenore: Alessandro Dimasi, Baritono: Maurizio Magnini. Voce recitante: Riccardo Gadotti. Con l’ENSEMBLE STRUMENTALE MUSICA PURA diretto dal M.° Eddi De Nadai (pianoforte) Suela Piciri, violino; Simona Laura Nechita, viola; Antonio Puliafito, violoncello. Ingresso: Euro 10. In prevendita su www.primiallaprima.it e in tutte le Casse rurali del Triveneto. Info: tel. 340.3723222.

19 GIOVEDÌ Cultura CONTRASTI - RASSEGNA DI MUSICHE NUOVE E DEL ‘900 Trento. Ore 20. Castello del Buonconsiglio. Sala Grande. “Composizione e interpretazione. Un dialogo. Tavola rotonda con Emanuele Dalmaso, Marco Longo, Valentina Massetti, Raul Masu, Andrea Mattevi, Riccardo Terrin, Maria Rosa Corbolini, Cosimo Colazzo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; press@buonconsiglio.it; www.buonconsiglio.it. Cultura CONTRASTI - RASSEGNA DI MUSICHE NUOVE E DEL ‘900 Trento. Ore 20.45. Castello del Buonconsiglio. Sala Grande. “Nuove dinamiche”. Concerto del Motocontrario Ensemble. Musiche di Masu, Massetti, Longo, Mattevi, Colazzo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; press@buonconsiglio.it; www. buonconsiglio.it. Cultura 1975-1980. L’ARCHITETTURA E LA CITTÀ: I FRAMMENTI ESEMPLARI Trento. Ore 18. S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sass, Piazza C. Battisti. Architetti protagonisti: Leo Salvotti e Renato Rizzi. Modera: prof. arch. Renato Bocchi. Musica MOTOCONTRARIO ENSEMBLE: MUSICHE DI MASU, MASSETTI, LONGO, MATTEVI, COLAZZO Trento. Sala Grande del Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5, Trento. Contrasti, festival musicale. Ore 20.00 Composizione e interpretazione. Un dialogo. Tavola rotonda con Emanuele Dalmaso, Marco Longo, Valentina Massetti, Raul Masu, Andrea Mattevi, Riccardo Terrin, Maria Rosa Corbolini, Cosimo Colazzo. Ore 20.45 Nuove dinamiche. Concerto del Motocontrario Ensemble. Mu-

siche di Masu, Massetti, Longo, Mattevi, Colazzo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.233770; info@buonconsiglio.it; www.buonconsiglio.it. Musica APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Ore 20.30. Via Calepina Bar Fiorentina. Concerto dei Creedence Clearwater Remake. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Ore 16-20.30. Parco Vescovile, Via S. Giovanni Bosco, 3. Il Giardino delle Meraviglie. Animazione e giochi per bambini. Grotta didattica “La Bassotta”: lo scopo dell’attività è stimolare la fantasia e la curiosità dei bambini alla scoperta della speleologia. Infatti potranno addentrarsi nel buio mondo delle grotte, apprezzare le difficoltà di accesso, conoscere le forme viventi che di solito troviamo al loro interno accompagnati da personale qualificato che darà loro tutte le informazioni possibili. Ore 16-18. L’orticello dei bambini. Ore 16.3020. Laboratori didattici. Ore 17.3020.30. Bimbi in Bici, percorso di mountain bike per bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Ore 18-23. Piazza d’Arogno. Apertura della “Piazzetta del Gusto Trentino” con “L’Osteria del Viandante”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Piazza Duomo. Ore 19.45. Partenza del carosello del Corpo musicale Città di Trento che percorrerà le principali vie del centro. Ore 20.30 ca. Arrivo del corteo e inizio della cerimonia di apertura. A seguire Elezione della Madrina, spillatura della birra Forst e merenda in piazza. Ore 21.40 ca. Spettacolo teatrale musicale dei Medieval Gypsies. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Piazza C. Battisti. Ore 18-20. Fitness session: Datti una mossa. Cardio Activity e Enjoy Session. Ore 19. Aperitivo degustazione della tradizione: vini e sapori del territorio. Sul palco selezione musicale e DJ show.


trentinoappuntamenti

Tradizione APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Ore 21.30. Piazza Fiera. Tribunale di Penitenza. In caso di pioggia lo spettacolo si terrà presso il teatro dell’Auditorium S. Chiara. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

20 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Sala Affreschi - Biblioteca comunale di Trento Via Roma, 55. “Conoscere e riconoscere le piante mediche”. Info: Ufficio Cultura Tel. 0461.884286; www.trentocultura.it. Cultura IL SOLSTIZIO D’ESTATE Lavis. Ore 21. Anfiteatro Parco Urbano. Conversazione con l’astrofisico Fabio Peri, accompagnamento musicale con i tormentoni dell’estate interpretati da Gianfranco Cerreto Voce e Luigi Signori al Pianoforte. Info: www.gruppocaronte.org; Ricky Perlotti, cell. 348.2257382. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Via Calepina - Bar Fiorentina. Concerto degli Outdoor nell’ambito delle Feste Vigiliane. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Musica CONCERTO Trento. Ore 21.30. Quartiere Le Albere. Concerto dei Poor Works nell’ambito delle Feste Vigiliane. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 16 - 20.30. Parco Vescovile, Via S. Giovanni Bosco, 3. Il Giardino delle Meraviglie. Animazione e giochi per bambini. Grotta didattica “La Bassotta”.Ore 16-18. L’orticello dei bambini. Ore 16.30-20. Laboratori didattici. Ore 17.30-20.30. Bimbi in Bici, percorso di mountain bike per bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.

Tradizione APERTURA DELLE FESTE VIGILIANE Trento. Ore 18- 23.00. Piazza d’Arogno. Apertura della “Piazzetta del Gusto Trentino” con “L’Osteria del Viandante”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.

La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!

Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Piazza Duomo. Ore 18.00-19.30. Animazioni proposte dai gruppi storici del Trentino. Ore 21.30 ca. Spettacolo e, a seguire, premiazione con il “2° Palio di S. Vigilio” - gruppi storici del Trentino. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione CONCORSO DI DISEGNO “LE FORMICHE DI FABIO VETTORI” Trento. Ore 16.30. Negozio delle Formiche in via SS. Trinità, 6. Fabio Vettori organizza un concorso di disegno rivolto a tutti i bambini delle scuole elementari e medie. L’incontro durerà due ore circa. Fabio illustrerà le tecniche di disegno e poi proporrà un tema sul quale i partecipanti si cimenteranno. Al termine del concorso i disegni più belli verranno premiati. Per info e iscrizioni: 0461.1919206 o presso il negozio delle Formiche, via SS. Trinità, 6. Quota di partecipazione: 10 € comprensiva di materiale da disegno (che poi rimarrà ai bambini) e di un simpatico omaggio. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Piazza C. Battisti. Ore 18-20. Fitness session: Datti una mossa. Cardio Activity e Enjoy Session. Ore 20. Serata VEG-etariana/VEG-ana con Paola Maugeri, giornalista e conduttrice televisiva e radiofonica e Luca Bianchini - scrittore e conduttore radiofonico. Ore 22. Radio Music con vocalist. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.

21 SABATO Musica CONCERTO Trento. Ore 21-03.00. Quartiere Le Albere. Concerti di Green Mania, South Punk e Lords’. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Musica CONCERTO Trento.Via Calepina - Bar Fiorentina. Ore 18. Concerto dei The Unshoed. Ore 20. Concerto di Speed Generator. Ore 23. Concerto di Great things from Asbury Park Bruce Springsteeng Tribute. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine

Curcu & Genovese Associati S.r.l. - Südtiroler Studio S.r.l. - riproduzione vietata

Ore 20.15. Partenza del corteo di apertura che, percorrendo Galleria dei partigiani, Via Manci, Via Oss Mazzurana e Piazza Pasi arriverà in Piazza Duomo. Ore 21.30-23. Tributo a Fabrizio de Andrè. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

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trentinoappuntamenti Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Musica CONCERTO Trento. Piazza Duomo. Ore 20.30 Partenza della sfilata degli zatterieri del Palio dell’Oca accompagnata dai BiFunk Brass Band. Al termine del giuramento la band si sposterà e animerà varie zone del centro storico. Ore 21.30-23. Concerto dei Bermuda Acoustic Trio. Ore 23.15-00.45. Concerto dei Rising Power. Ore 01.00. Proiezione di un film. Ore 04.00. Colazione dei più... aspettando l’alba. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Musica CONCERTO Trento. Piazza Fiera. Ore 21.3023. Max Pezzali Tribute. Ore 23.2000.50. Concerto dei Nomansland. Ore 01.10-02.40. Concerto della cover band Anima. Ore 02.4004.00. DJ set con JayChris. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 16-20.30. Parco Vescovile, Via S. Giovanni Bosco, 3.

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Il Giardino delle Meraviglie. Animazione e giochi per bambini. Ore 16-20.30. Grotta didattica “La Bassotta”.Ore 16-18. L’orticello dei bambini. Ore 16.30-20. Laboratori didattici. Ore 17.30-20.30. Bimbi in Bici, percorso di mountain bike per bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni. Ore 20.30-23. La Magica notte dei bambini: ore 21 Baby dance con il clown Giorgy e deejay Silvio. Ore 23. Nutella party. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 17-20. Piazzale Sanseverino. Costruzione delle zattere del Palio dell’Oca. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 18- 01.00. Piazza d’Arogno. “Piazzetta del Gusto Trentino” con “L’Osteria del Viandante”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Piazza C. Battisti. Ore 18-20. Fitness session: Datti una mossa. Cardio Activity e Enjoy Session. Ore 20-20.45 Serata VarTalent. Ore 20.50 ca. Giuramento degli zatterieri e premiazione dei primi 3 equipaggi classificati al Palio Simpatia, concorso indetto dal quotidiano “Trentino”. Ore 21-24. Serata VarTalent. Ore 24-01.00. Dj Party Magica Notte. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.

22 DOMENICA Cultura FESTE VIGILIANE Trento. Piazza C. Battisti. Ore 18-20. Apertura degli eventi con Mario Giordano che presenta il suo ultimo libro: “Non vale una lira. Euro, sprechi, follie: così l’Europa ci affama”.Ore 19.30. Aperitivo Let’s Rotari nello S.A.S.S.Bollicine DOC con degustazione fusion. Ore 21. Serata rock. Varietà musicale con Carlo Massarini sulla storia della musica e delle origini del rock e presentazione della mostra “Per voi giovani - l’onda del rock arriva dalla radio” (in esposizione presso il Centro Culturale S. Chiara). Info:

Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Danza FESTE VIGILIANE Trento. Ore 21.30. Piazza Duomo. “REvolution: Riciclo, Evoluzione, Rivoluzione. Quando la danza incontra l’ambiente”.Spettacolo ecosostenibile di danza che sviluppa il tema dell’impegno sociale in capo alla popolazione per evitare il degrado ambientale attraverso un viaggio che porta gli spettatori a visualizzare gli effetti di comportamenti prima negativi e poi positivi in tema di riciclo dei rifiuti. Da un mondo inquinato e sporco,popolato di persone senza coscienza ecologica si arriva a una rivolta degli elementi naturali che cambieranno non solo il mondo ma la visuale e le abitudini umane. Un happy ending ecologico che lascia sperare che l’uomo possa, attraverso i segnali naturali, cambiare le proprie incoscienti abitudini. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Famiglia GI’OCA PINÉ Altopiano di Pinè . Uno speciale gioco dell’oca pensato per le famiglie con i bambini piccoli, in car-


trentinoappuntamenti rozzina e passeggino, per trascorrere una giornata di divertimento e movimento all’aria aperta. Una bella passeggiata, dal lago delle Buse di Brusago allo Stadio del Ghiaccio di Miola di Piné. . Info e iscrizioni: A.p.T. Tel. 0461.557028. Musica FINALE CENTRO MUSICA AWARDS - GUEST STAR THE ZEN CIRCUS Trento. Ore 20. Piazza Fiera. Ingresso libero. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 16-20.30. Parco Vescovile, Via S. Giovanni Bosco, 3. Ore 16-20.30. Il Giardino delle Meraviglie. Animazione e giochi per bambini. Ore 16-20.30. Grotta didattica “La Bassotta”. Ore 16-18. L’orticello dei bambini. Ore 16.30-20. Laboratori didattici. Ore 20. Concerto Piccole Colonne: “Cantiamo, balliamo, insieme giochiamo”. Nel corso del concerto, presentato dai giovanissimi Alessia e Lorenzo, le canzoni per bambini sono alternate a canzoni tratte dal “mondo dei grandi” ed a battute e barzellette. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 18- 01.00. Piazza d’Arogno. “Piazzetta del Gusto Trentino” con “L’Osteria del Viandante”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Fiume Adige - Loc. Roncafort. Ore 18.30. Prologo al Palio dell’Oca. Partenza delle zattere ospiti che concorreranno per vincere la “Coppa delle 3 Città”. Ore 19. Palio dell’Oca. Partenza della prima coppia di zattere in gara. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Fiume Adige - Ponte S. Lorenzo. Ore 20.45 ca. La Tonca. Ore 21.15 ca. Premiazione dei vincitori del Palio dell’Oca e della Traversata di Trento a nuoto. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

24 MARTEDÌ Cultura TRENTO E LA BEAT GENERATION Trento. Sito archeologico di Palazzo Lodron - piazza Lodron, 31 Ore 18. Conferenza con il Mauro Marcantoni, Renzo Grosselli, Gianci Virgillito e Paolo Curcu. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Cattedrale di S. Vigilio. Oratorio per soli, coro, orchestra, voci recitanti e danza. Concerto in omaggio all’Arcivescovo Mons. Bressan nella ricorrenza dei 50 anni di Ordinazione sacerdotale, 25 di Ordinazione episcopale e 15 di presenza nella sede di Trento. Testo di Fortunato Turrini, musica di Marco Deflorian. Coro e orchestra diretti dal Maestro Stefano Chicco. Coristi provenienti dai cori parrocchiali di Rovereto e dintorni, di Villazzano e di Martignano. Tradizione ELEZIONE DI MISS TRENTO Trento. Ore 21.15. Piazza Fiera. Nell’ambito delle Feste Vigiliane. Per iscrizioni e info: Tel. 0461.239111.

25 MERCOLEDÌ Cabaret RISO FA BUON SANGUE Trento. Ore 21.30. Piazza Fiera. Spettacolo di cabaret realizzato in collaborazione con AVIS del Trentino con la partecipazione di Fabrizio Fontana, Max dei Fichi d’india, Omar Fantini, Paolo Franceschini, Francesco Damiano e i Toni marci. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Cultura 1980-1985. LA STORIA: RECUPERO DEL PATRIMONIO O PRETESTO PROGETTUALE Trento. Ore 18. S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sass, Piazza C. Battisti. Architetti protagonisti: Vittoria Wolf Gerola e Michelangelo Lupo. Modera: prof. arch. Fabio Campolongo. Cultura THE BEATLES UN CICLONE CHE HA 50 ANNI! Trento. Muse - Corso del Lavoro e della Scienza, 3. Ore 18 primo

Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Piazza Fiera. Ore 21.30. Centro Musica Awards. A cura del Centro Servizi Culturali S. Chiara e delle Politiche giovanili del Comune di Trento. In caso di pioggia lo spettacolo si terrà presso il teatro dell’Auditorium S. Chiara. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine

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trentinoappuntamenti che parte per questo pericoloso viaggio alla ricerca del principino, durante il quale si scontrerà con tutti gli eterni nemici del Re Silvio. Spettacolo di burattini a cura di Luciano Gottardi. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 18- 01.00. Piazza d’Arogno. “Piazzetta del Gusto Trentino” con “L’Osteria del Viandante”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

26 GIOVEDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 21-23. Quartiere Le Albere. Concerto dei Rebel Rootz. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

ingresso, ore 21 secondo ingresso. “È successo 50 anni fa! Quattro ragazzi della periferia operaia di Liverpool, John-Paul-George e Ringo, nati sotto i bombardamenti dei V2 di Hitler, decisero di cambiare il mondo. E così è stato.” Conferenza con il Dottor Riccardo Petroni musicofilo ed esperto delle cultura Beatlesiana, con proiezioni di filmati inediti e ascolto di brani inediti. Performance dal vivo durante la conferenza con esecuzione dei brani dei Beatles in chiave Jazz a cura del “JAZZ UNJAZZ TRIO” Gisella Ferrarin - cantante, Roberto Gorgazzini pianoforte, Roberto Dellantonio – contrabbasso. Evento ad ingresso libero fino ad esaurimento posti, disponibilità limitata. Musica CONCERTO Trento. Ore 21.30. Piazza Duomo. Emozioni in musica: voci di donna “Concerto in quartetto”. Roberta Carlini - voce, Lorenza Anderle - piano e arrangiamenti, Francesco Ciech - violoncello, Roberta Gottardi - clarinetto. Grandi autori come Guccini, De Andrè, Modugno e molti altri hanno dato forma, con voce e musica, a tante figure di donna, cantando la forza delle loro emozioni. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.

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Musica CONCERTO Trento.Via Calepina - Bar Fiorentina. Ore 19.30. Concerto di Tiziano Campagna & Danuele Valle Guitar Duo. Ore 21. Concerto dei Creedence Clearwater Remake. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 16-20.30. Parco Vescovile, Via S. Giovanni Bosco, 3. Ore 16-20.30. Il Giardino delle Meraviglie. Animazione e giochi per bambini. Ore 16-20.30. Grotta didattica “La Bassotta”. Ore 16-18. L’orticello dei bambini. Ore 16.30-20. Laboratori didattici. Ore 20.15. Il principe di pietra. Re Silvio, in ansia per la scomparsa del figliolo Tartaglia, chiede aiuto a Truffaldino, buffone di corte,

Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 16-20.30. Parco Vescovile, Via S. Giovanni Bosco, 3. Ore 16-20.30. Il Giardino delle Meraviglie. Animazione e giochi per bambini. Ore 16-20.30. Grotta didattica “La Bassotta”. Ore 16-18. L’orticello dei bambini. Ore 16.30-20. Laboratori didattici. Ore 17.30-20.30. Bimbi in Bici. Percorso di mountain bike per bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni. Ore 20.15. Il tesoro dei nani. Spettacolo di burattini a cura di Luciano Gottardi. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Ore 18- 01.00. Piazza d’Arogno. “Piazzetta del Gusto Trentino” con “L’Osteria del Viandante”. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

28 SABATO Musica CONCERTO PER IL 50° ANNO DI FONDAZIONE DELLA SAT Baselga di Piné. Ore 20.30. Centro Congressi Piné 1000. In occasione del 50° anno di fondazione della SAT concerto corale con il Coro Costalta di Baselga di Piné e il Coro SOSAT. Ingresso € 5,00. Info: A.p.T. 0461 557028.

30 LUNEDÌ Cultura ELISIR DELLA SALUTE Cembra. Ore 21. Palazzo Barbi. Serata con esperti in medicina, per approfondire i principali temi della salute e del benessere, coordinata dal dott. Morelli che parlerà delle proprietà medicinali delle piante. Ingresso libero. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Escursionismo PASSEGGIATA DELL’ERBORISTA Baselga di Piné. Ore 16. Breve escursione con il dott. Morelli per conoscere le piante officinali. Partecipazione gratuita previa iscrizione entro le 12 del giorno dell’iniziativa c/o A.p.T. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028.

1 MARTEDÌ Musica EARTH WIND + FIRE FEAT. AL MCKAY Trento, Piazza Fiera, ore 21. Concerto per “Summer Festival 2014”.

2 MERCOLEDÌ Musica AFTERHOURS Trento, Piazza Fiera, ore 21. Concerto per “Summer Festival 2014”.

3 GIOVEDÌ Musica FIORELLA MANNOIA Trento, Piazza Fiera, ore 21. Concerto per “Summer Festival 2014”.

4 VENERDÌ

Tradizione MASCHERADA DEI CIUSI E DEI GOBJ Trento. Ore 21. Piazza Fiera. A cura della Confraternita dei Ciusi e dei Gobj. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www.festevigiliane.it.

Cultura PERGINE SPETTACOLO APERTO Pergine Valsugana. 39^ edizione del Festival. Quest’anno il tema è “Confini Conflitti” in occasione della ricorrenza del 100° anniversario dello scoppio della Grande Guerra. Info: www.perginefestival.it.

Tradizione FUOCHI D’ARTIFICIO DI S. VIGILIO Trento. Ore 23. Maso Mirabel ex cava Italcementi. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111; www. festevigiliane.it.

Famiglia I BURATTINI DI LUCIANO GOTTARDI Ziano di Fiemme. Ore 21. Spettacolo: “I Capelli dell’Orco”. Info: www.burattini.it.

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VIN-O-TON 2014 A MAGRÈ SULLA STRADA DEL VINO È TORNATA LA MUSICA CLASSICA CONTEMPORANEA CON LA PRIMA ASSOLUTA DI DURCH NACHT UND WIND PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE DI MATAN PORAT

ADDIO AD ANNAMARIA CLEMENTI, LA SIGNORA DELLA FRANCIACORTA TRENTINOMESE LE AVEVA DEDICATO L’INTERVISTA DI COPERTINA DEL NUMERO DI MAGGIO 2012

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abato 24 maggio 2014 a Casòn Hirschprunn, Magrè (BZ) è tornato VIN-o-TON, l’appuntamento musicale ideato e organizzato da Alois Lageder, proprietario dell’omonima azienda che vanta una tradizione nel mondo del vino di oltre 150 anni. Quest’anno la Tenuta ha portato in scena l’opera inedita del giovane e promettente compositore israeliano Matan Porat - definito dalla critica come un grande talento di domani - intitolata Durch Nacht und Wind (Attraverso Notte e Vento) per violoncello e pianoforte. Grazie al suo fervente eclettismo artisticoculturale, Alois Lageder, anche per la settima edizione di questo innovativo progetto, ha promosso la musica classica contemporanea con l’obiettivo di renderla accessibile a un pubblico sempre più vasto, attraverso originali spunti creativi. Ogni anno dal 2008 viene, infatti, commissionata a un compositore emergente un’opera nuova, da eseguire in prima assoluta in Tenuta. L’opera Durch Nacht und Wind è ispirata al dipinto Cacciatori Nella Neve di Pieter Breugel il vecchio, ma il suo titolo è tratto dal primo verso della celebre ballata di Goethe Erlkönig, Il re degli Elfi. Il brano non vuole tuttavia essere una mera illustrazione musicale del poema goethiano, ma rendergli omaggio con effetti suggestivi attraverso sonorità peculiari. Oltre all’opera su commissione, come tutti gli anni VIN-o-TON ha proposto alla platea altre composizioni di grande interesse: una di queste è …for piano (2006), sempre di Matan Porat, un’esplorazione dei vari timbri e del potenziale espressivo del pianoforte. A chiusura del concerto di Magrè, la sonata per violoncello e pianoforte di César Franck, un connubio affascinante di linguaggio musicale romantico e pregiata tecnica contrappuntistica.

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iposerà in Trentino la fondatrice di Ca’ del Bosco, Annamaria Clementi, madre del presidente della cantina nonché del Consorzio Franciacorta, Maurizio Zanella. Ieri pomeriggio i funerali: si sono svolti nella chiesa seicentesca di Sant’Antonio a Ossana, dove Annamaria Clementi viveva da molti anni. Il marito Albano Zanella, infatti, era originario proprio del paese della Val di Sole e lì la famiglia ha sempre avuto una casa che la Clementi considerava il suo rifugio. La valle, i pendii, il giardino delimitato dagli steccati in legno, i boschi dove un tempo andava sempre per funghi con Albano, hanno ospitato gli ultimi anni di vita di una donna tenace, con un piglio da ventenne, radiosa e, fino all’ultimo, vitale e appassionata del Trentino, della Franciacorta, dei suoi figli e dei suoi quattro nipoti (Brando, Erika, Maria e Simon) per cui amava cucinare canederli, lasagne e tortel de patate. A lei Trentinomese aveva dedicato l’intervista di copertina del numero di maggio 2012.

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trentinomatrimoni PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI ARIANNA E ENRICO SULLA RUBRICA DEDICATA AI FIORI D’ARANCIO

IL MATRIMONIO DEL MESE

Lei Nome: Arianna Anni: 23 Nata a: Trento Residente a: Sardagna di Trento Occupazione: Infermiera Parrucchiere: Salone Sabry Style Estetista: Salone Sabry Style Vestito: Marta Sala - Mezzocorona Scarpe: Colò - Trento

Lui Nome: Enrico Anni: 33 Nato a: Trento Residente a: Trento Occupazione: Operaio edile Vestito: Calvin Klein Scarpe: Stevens Barbiere: Salone Sabry Style 86

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trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 3 maggio 2014 Luogo: SS. Filippo e Giacomo - Sardagna Anelli: Michelazzi - Trento Invitati: 106 Ricevimento: Scoiattolo - Sporminore (Tn) Pasticceria: Panificio Grisenti Fiori e Bouquet: Fioreria Stella - Trento Bomboniere: Fai da te Intrattenimenti per gli invitati: Simone e Massimo Dj Viaggio: Sardegna Durata: 16 giorni Vivranno a: Civezzano (Tn)

Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina www.fototonina.com

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I JUST MELODY VANNO IN ONDA GEMELLAGGIO D’ARTE PROSEGUE LA COLLABORAZIONE E LO SCAMBIO DI ARTISTI TRA TRENTO E ANCONA

IL PRIMO CORO TRENTINO AL PROGRAMMA TELEVISIVO LA CANZONE DI NOI, SU TV2000

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emellaggio d’arte tra Trento e Ancona è il titolo di un progetto organizzato dallo Studio d’Arte Andromeda di Trento e la Galleria Puccini di Ancona. L’accordo tra le due associazioni prevede lo scambio annuale di artisti attraverso l’organizzazione di mostre d’arte nei due capoluoghi. Il progetto ha avuto inizio nel 2011 ed ha già visto la realizzazione nel capoluogo marchigiano delle mostre degli artisti trentini Luigi Penasa, Rosalba Trentini, Giordano Pacenza e Paolo Dalponte e nel capoluogo trentino degli artisti marchigiani Anna Maria Alessandrini, Patrizia Calovini, Francesco Lozzi e Rodrigo Blanco. L’esperienza, che ha avuto un’ottima riuscita negli anni precedenti, si è ripetuta dal 17 al 30 maggio prossimo con la presenza a Trento presso lo Studio d’Arte Andromeda dell’artista marchigiano Walter Paoletti con la mostra dal titolo “Ma-terre”. Il titolo della mostra racchiude e disvela le tre chiavi di lettura della poetica artistica di Paoletti suggerendoci approfondimenti e riflessioni intorno ad essa. Il concetto di Mater è presente nei due diversi e possibili significati: da un lato l’archetipo della madre, la dea madre forza creatrice e generativa della natura, che si offre all’artista per essere plasmata e rielaborata, per coglierne l’essenzialità e l’origine. Dall’altro la Mater intesa come materia, sostanza prima di cui tutte le cose sono fatte, che si esplicita nella ricerca di supporti e materiali inconsueti capaci di conferire un ruolo attivo e autonomo all’opera grazie alla loro corporeità, sconfinando verso l’idea di opere tattili e non più esclusivamente rappresentative. 88

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l gruppo vocale JUST MELODY è stato il primo coro trentino a partecipare al programma televisivo – LA CANZONE DI NOI – su TV2000. L’esibizione è andata in onda in diretta dagli studi televisivi di Roma, il 2 maggio. L’evento ha trovato il pieno consenso di tutto lo staff televisivo e del pubblico! Grande occasione di crescita per l’intero gruppo. L’intera puntata è visibile al link http://www.youtube. com/watch?v=vMkTSuzP5lc oltre che su facebook. Il gruppo vocale è nato da soli 3 anni sotto la direzione del maestro Rosella Martinelli. Il gruppo è composto da una decina di elementi tutti al femminile con diverse esperienze del mondo canoro. Il repertorio del gruppo è vario predilige partiture di gospel e spirituals a 3 o 4 voci e spazia anche fra musica sacra, jazz, pop e soul. Il gruppo si è già esibito in varie parti del Trentino ottenendo buoni apprezzamenti. Quello che unisce il gruppo è una naturale passione artistica e una grande voglia di raggiungere traguardi sempre più soddisfacenti. Tra i prossimi appuntamenti la partecipazione il giorno 10 giugno alle ore 20.30 alla MOSTRA DI PITTURA, POESIA E SCULTURA al PALALEVICO di Levico Terme (8-15 giugno 2014). In ultimo il titolo per esteso Ma-terre ci richiama alla terra, la sua terra, quella delle colline marchigiane e delle campagne ricche di geometrie regolarmente spartite tra campi arati, culture e vigneti. La terra rappresenta l’esordio e l’approdo della sua ricerca artistica, fil rouge che lo accompagna dagli esordi figurativi fino all’approdo all’astrazione in cui la continuità del linguaggio è mantenuta attraverso l’uso di geometrie elementari ed il rigorismo delle forme. (Isabella Paoletti) Walter Paoletti è nato a Mondavio PU il 12 luglio 1948. È del 1980 la sua prima personale presso la Sala del Popolo di Recanati.


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POESIE E RACCONTI PARLANO DI “DIALOGO” BOCCIOFILA E VOLONTARIATO, A FAVORE DEI PIÙ DEBOLI LA TRENTAQUATTRESIMA EDIZIONE DELLA POPOLARE E TRADIZIONALE MARATONA BOCCIOFILA DI SOLIDARIETÀ

PREMIATE LE OPERE VINCITRICI DEL CONCORSO DELLA FONDAZIONE HOSPICE TRENTINO ONLUS Le borsiste, Agata Ferrara e Stefania Mirone premiate da Isabella Caracristi della Fondazione

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opo venti stagioni mirate a raccogliere fondi per aiutare i disabili con gravi difficoltà motorie e dopo un decennio di concreto sostegno ai veri progetti Unicef per bambini in tutto il mondo colpiti dalle varie guerre e vittime innocenti, la trentaquattresima edizione della popolare e tradizionale maratona bocciofila di solidarietà, unica nel suo genere in regione, dedicherà la sua attenzione alle problematiche legate all’autismo. L’intero ricavato della manifestazione organizzata dall’Us Ronzone Sportinsieme verrà devoluto alla “Fondazione trentina per l’Autismo” che lo utilizzerà per la realizzazione del Centro “Sebastiano” di Coredo, in Val di Non, struttura di riferimento per la disabilità autistica di tutto il Trentino Alto Adige. “Fondriest for Children” è invece un’iniziativa del ciclismo noneso, testimoniale della Fondazione alla quale l’Us Ronzone Sportinsieme ha inteso lavorare un’intera estate (scatterà sabato 14 giugno, sulle corsie del bocciodrono di Amblar), per continuare gli interventi di solidarietà laddove maggiore è il bisogno di aiuto concreto, in problematiche sociali di questo tipo. Promotore da sempre del progetto è Maurizio Fondriest, campione mondiale di ciclismo del 1988, da sempre in pista anche nella solidarietà.

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stata un momento di festa la premiazione del 5° concorso trentino “Immagini di Sollievo”, organizzato dalla Fondazione Hospice Trentino Onlus con la collaborazione della Lilt Trento e dell’ Azienda Provinciale Servizi Sanitari - Servizio Cure Palliative. Gli scrittori che si sono cimentati nell’affrontare il tema del “Dialogo” attraverso poesie e racconti brevi si sono riuniti a Trento. In una sala gremita hanno potuto scoprire quale delle loro opere, valutate in forma anonima, fosse piaciuta di più alla giuria presieduta da Anna Tava. Tre sono state le poesie premiate «per la capacità di esprimere la reciprocità che vi è nella relazione di aiuto. Chi porta conforto riceve un rimando, non è univoca l’azione del dare, perché sempre c’è, nello stare insieme, un arricchirsi reciproco, che anche nella situazione di malattia emerge a dire che ogni momento condiviso crea storia e significati, per sempre». La visita di Michela Rigotti, Giulia parla di Elena Belotti e Entro e tu sei lì di Clara Kaisermann. I tre racconti brevi scelti dalla giuria sono invece stati: Se il silenzio si fa voce di Fabiola Crosina, Le parole tra di noi di Fabrizio Bertorino e Sottovoce di Luca Malesani.

Fabiola Crosina premiata da Isabella Caracristi

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BANDIERA BLU AL LAGO DI CALDONAZZO AL NEW YORKER IL PREMIO FERRARI “L’ARTE DI VIVERE ITALIANA” SELEZIONATI ANCHE I FINALISTI DEI PREMI FERRARI “TITOLO E COPERTINA DELL’ANNO”, CONSEGNATI IL 7 MAGGIO ALLA TRIENNALE DI MILANO

LA VALSUGANA LACUSTRE DIVENTA SEMPRE PIÙ “BLU”

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l Lago di Caldonazzo, il più grande specchio lacustre appartenente interamente al Trentino, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento internazionale della Bandiera Blu d’Europa, a conferma dell’impegno della Valsugana nella promozione di un turismo all’insegna della sostenibilità. Il 13 maggio, una delegazione di rappresentanti e tecnici dei Comuni rivieraschi del Lago di Caldonazzo composta in particolare dai Sindaci di Caldonazzo Giorgio Schmidt, di Calceranica Sergio Martinelli, di Tenna Antonio Valentini e dall’Assessore al Turismo e Ambiente di Pergine Valsugana Franco Demozzi - nonché dal Sindaco di Levico Terme Michele Sartori in rappresentanza del primo Comune trentino ad aver ottenuto la Bandiera Blu d’Europa l’anno scorso, riconfermata anche per il 2014 – si è recata a Roma presso Palazzo Chigi alla cerimonia organizzata dalla FEE Foundation of Environmental Education, organizzazione internazionale non governativa e no-profit con sede in Danimarca, che agisce a livello mondiale ed è attualmente presente in 60 Paesi nei 5 continenti. All’evento era presente anche il Senatore Franco Panizza.

Da sinistra, P. Peluffo, C. Luti, M. Marzotto, M. Lunelli, M. van Aalderen, C. Lunelli, A. Branchini, M.Valensise

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l New Yorker, storico e autorevole settimanale americano, si è aggiudicato la prima edizione del Premio Ferrari “L’Arte di Vivere Italiana” grazie a un approfondito articolo di Jane Kramer sullo chef Massimo Bottura, dal titolo “Post-Modena”. L’iniziativa, che gode del Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nasce dalla profonda fiducia delle Cantine Ferrari nei valori del Made in Italy e vuole contribuire a esaltare gli elementi intangibili legati al nostro stile di vita, quali il senso del bello e del buono e il connubio fra creatività, raffinatezza, artigianalità e tradizione. Viene attribuito al quotidiano o periodico estero che abbia valorizzato in chiave originale uno o più temi legati allo stile di vita italiano o al made in Italy di eccellenza, evidenziando tutto ciò che rende unico il nostro modo di vivere, pensare, progettare e produrre. Il New Yorker ha prevalso su un’ampia rosa di testate di tutto il mondo grazie alla qualità e accuratezza del servizio apparso nel numero del 4 novembre 2013, dedicato a Massimo Bottura, uno dei maggiori interpreti della cucina italiana di tutti i tempi. La testata diretta da David Remnick ha confermato, con il lungo e dettagliato articolo, la cura editoriale e la rigorosa politica di verifica delle notizie per le quali è da sempre nota. Particolarmente interessante la 90

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riflessione sul rapporto fra tradizione e innovazione nella cucina italiana, come sottolineato dalla giuria. «Con il Premio “L’Arte di Vivere Italiana”», commenta Matteo Lunelli, «desideriamo valorizzare chi racconta nel mondo l’eccellenza del nostro stile di vita, riportando l’attenzione su quanto di positivo l’Italia sa esprimere e che tutto il mondo ci invidia.» La cerimonia di premiazione si è tenuta mercoledì 7 maggio alla Triennale di Milano, in concomitanza con la settima edizione dei Premi Ferrari dedicati alla stampa italiana, “Titolo dell’Anno” e “Copertina dell’Anno”. “Sono Stato”, apparso sul Manifesto del 21 aprile dello scorso anno, è il titolo che meglio racconta il 2013. Mentre Sportweek, il settimanale della Gazzetta dello Sport, s’è imposto per la più bella copertina grazie a una denuncia del razzismo negli stadi. Così ha deciso la giuria dei Premi Ferrari “Titolo e Copertina dell’Anno”, giunti alla settima edizione.


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BRUNO LUCCHI ESPONE IN GERMANIA METZ, AMBASCIATORE DEL METODO CLASSICO 2014

QUARANTATRÉ OPERE AL MUSEO DIOCESANO DI PASSAU

DENNIS METZ, SOMMELIER DELLA LOCANDA MARGON, VINCE IL CONCORSO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIER ITALIANA

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Dennis Metz, sommelier della Locanda Margon, l’Ambasciatore del Metodo Classico 2014. Di Trieste, dov’è nato nel 1978, Metz ha vinto il concorso, firmato dall’Associazione Italiana Sommelier, che, si propone di diffondere la cultura delle più nobili tra le bollicine, e ha avuto come teatro il Mart di Rovereto. Pur giovane, il nuovo “Ambasciatore del Metodo Classico”, vanta un albo d’oro sfavillante: è stato infatti vice campione del mondo nella WSA nel 2013 e campione italiano dei sommelier nel 2012, nonché consulente di ristoranti di fama. Questo nuovo riconoscimento incornicia non soltanto la classe di Metz, ma anche della stellata Locanda Margon, che, essendo espressione delle Cantine Ferrari, ha sempre avuto un’attenzione particolare alla proposta enologica. La cantina contiene le etichette più celebrate dall’enologia nazionale ed internazionale, ma offre soprattutto l’opportunità di degustare, condotti da un fuoriclasse della sommellerie, bottiglie introvabili quali vecchie annate di Giulio Ferrari e degli altri millesimati Trentodoc della casa. Il concorso Ambasciatore del Metodo Classico è alla terza edizione, prima di Metz sul podio erano salite stelle come Luca Gardini, che è stato anche campione mondiale, e Nicola Bonera. Un altro momento significativo della giornata è stato l’attribuzione a Franco Lunelli, artefice, con i fratelli Gino e Mauro, del successo delle Cantine Ferrari, dell’Attestato di Fedeltà per i quarant’anni di appartenenza all’Associazione Italiana Sommelier, in qualità di Sommelier Professionista.

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runo Lucchi, artista levicense di fama internazionale, espone fino ad ottobre al Museo Diocesano di Passau in Germania. Curata da Alois Brunner e Mons. Bernard Kirchgessner e promossa dal centro Mariahilf e dall’associazione per l’arte Le Stelle di Brescia, la Mostra è intitolata “Dialogo con la fede” e consta di 43 opere. Figure di grandi dimensioni modellate in terracotta e in acciaio Corten costituiscono il fulcro della mostra. Posizionate in gruppo al centro della sala principale, le figure formano la cosiddetta ‘biblioteca di terracotta’, seguendo da vicino la prima Enciclica di Papa Francesco, Lumen Fidei; quest’ultima in gran parte riprende e continua il primitivo testo di Papa Benedetto, ove si auspica un serio e meditato dialogo tra fede e ragione: tutto ciò trova perfetta espressione nell’impressionante installazione di Bruno Lucchi e nei suoi protagonisti – un papa, due monaci, un letterato, un poeta e un filosofo. I sei interlocutori sono affiancati da una figura esterna: il loro dialogo è infatti ascoltato con attenzione da una coppia e dai cosiddetti ‘custodi della fede’. Nelle stanza accanto Lucchi mette in scena ciò che rimane in gran parte invisibile all’occhio umano: una persona che riceve la luce della Fede. La scultura del Risorto evidenzia la fonte della luce, il centro del credo cristiano: Gesù di Nazareth.

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UN “CAMP” TUTTO DA VIVERE A RONZONE DALLE PICCOLE COLONNE AL BOOK FESTIVAL

GEKGALANDACAMP, UNA SETTIMANA IN CUI DIVERTIRSI E GIOCARE A BASKET

“TAPIS ROULANT” IN ONDA DOMENICA PRIMO GIUGNO SU RAI3

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a puntata del primo giugno si apre con uno speciale sulla IV edizione del Trentino Book Festival, Dario Fo, nel servizio televisivo proposto dalla Struttura Programmi della Sede RAI di Trento e curato dal regista Flavio Pedrotti, è il fil rouge che ci accompagna fra citazioni, riflessioni, considerazioni, idee e valutazioni in un borgesiano giardino dei sentieri che si biforcano, cercando di descrivere tutti i possibili risultati di un evento, ognuno dei quali conduce ad una ulteriore moltiplicazione di conseguenze, in una continua “ramificazione” dei possibili futuri… L’impegno civile, come l’epica letteraria attraverso il teatro, la musica e l’arte, donano attraverso lo sguardo e la mimica di Dario Fo la magia della parola. Il libro “parla” una lingua universale, se pur nella sua babelica interpretazione nazionale. Le attente valutazioni dello scrittore giornalista Paolo Ghezzi, così come le preziose considerazioni del direttore della Fondazione Museo storico Giuseppe Ferrandi ci guidano in una conversazione con la realtà, dove il libro non è solo una pausa quotidiana dal vivere, ma la pulsazione dell’esistenza raccontata da scrittori. Continua l’appuntamento con la gastronomia trentina: Lucio Gardin, nella cucina di Palazzo Roccabruna, intrattiene e presenta alcuni tra gli chef più significativi del territorio. È la volta dello chef Lucia Gius e della ricetta: “Osei scampai”. Il 4, 5 e 6 aprile, si è svolta la 12 edizione del Festival della Canzone europea dei Bambini, presso il Centro Culturale di Locca di Concei nel Comune di Ledro. Nel corso delle tre serate, sono state premiate le classi autrici dei testi vincitori la dodicesima edizione del concorso “Un Testo per noi” e sono stati cantati i brani dal coro Piccole Colonne di Trento. Secondo round, domenica 15 giugno 2014 ad ore 9.45 circa su RAI3. 92

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rescere, imparare e divertirsi assieme ai campioni del basket”: con questo slogan torna a Ronzone il Gekgalandacamp, una settimana in cui divertirsi e giocare a basket (ma non solo) assieme ad altri giovani cestisti, provenienti da prestigiose squadre. I ragazzi appassionati di questo sport che già negli anni Ottanta costituiva un richiamo tra le rappresentative dei paesi della valle, avranno l’occasione di incontrare e sfidare sul campo in pineta i professionisti di questa disciplina sportiva. Oltre a Gek Galanda, un team di coach sarà a loro disposizione per migliorare la tecnica e insegnare qualche buon vecchio trucco del mestiere. Il campo di Ronzone è riservato a ragazzi e ragazze nati dal 1997 al 2005. Nell giornate al “camp” si prevedono anche attività alternative come il kayak lungo il Lago di Santa Giustina, alla scoperta di suggestivi canyon e passaggi mozzafiato o equitazione nelle foreste di Ruffré. I camper saranno ospitati presso l’Hotel “Stella delle Alpi” a Ronzone (info: tel. 0463.880620). Dopo essere arrivato in finale al film festival “Ambiente in Corto” di Frosinone e al “Cortocinema” di Pistoia, “Una nuova vita” realizzato da Lucio Gardin, con il sostegno anche della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, ha vinto la IX edizione del “Video Festival Internazionale” di Imperia nella categoria lungometraggi. Terzo e ultimo appuntamento del mese, domenica 29 giugno 2014 ad ore 9.45 circa su RAI3. Dopo l’esperienza della 61ma edizione del Festival di Sanremo nel 2011 e molti concerti in tutta Italia e all’estero, in aprile di quest’anno è uscito un nuovo cd di Stefano Bannò, in arte Anansi, dal titolo “Inshallah”. Siamo stati a trovare il cantautore, compositore e polistrumentista trentino in sala prove a Pergine, per sentire come è stato composto questo nuovo lavoro e gli abbiamo chiesto di eseguire qualche brano dal vivo. Chiude ancora Lucio Gardin con Gianluca Bronzetti e ricetta dello “Strudel con cioccolato”.


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RECITA DEI POETI DELLA “PRO CULTURA” RIAPRE LA CENTRALE DI SANTA MASSENZA

LO STORICO SODALIZIO È ARRIVATO A 114 ANNI DI ESISTENZA

GRUPPO DOLOMITI ENERGIA: LA CENTRALE IDROELETTRICA DI SANTA MASSENZA DAL 24 MAGGIO HA APERTO AL PUBBLICO CON UN NUOVO Altre ALLESTIMENTO MULTIMEDIALE offerte su

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www.naffta.it

abato 24 maggio 2014 la centrale idroelettrica di Santa Massenza ha aperto al pubblico con un nuovo allestimento multimediale. I visitatori possono ora scoprire il luogo dove le acque delle cime dell’Adamello si trasformano in elettricità per poi proseguire il loro percorso fino al Lago di Garda. Tutti possono conoscere e approfondire un’importante tradizione del Trentino: la produzione di energia idroelettrica. Il percorso di visita oltre all’imponente impianto in piena attività e alle tecnologie utilizzate mostrerà, grazie ad un allestimento completamente nuovo, con plastici animati e video multimediali pezzi originali e pannelli illustrativi la storia, l’evoluzione e il futuro dell’elettricità pulita prodotta utilizzando l’acqua. L’iniziativa fa parte di un progetto più ampio, unico in Italia, che coinvolgerà in futuro anche altri impianti e altre vallate; si tratta di un circuito denominato “Dolomiti Hydrotour” volto a valorizzare e far conoscere gli impianti idroelettrici del Trentino e i territori che li circondano. L’impianto, all’epoca uno dei più potenti d’Europa e ancora oggi il più potente del Trentino, è stato costruito negli anni ’50 e rientra in un più ampio e articolato sistema di opere idroelettriche che comprende anche gli impianti di Torbole, Nembia, Toblino, Dro e Fies. È possibile visitare la centrale partecipando alle visite guidate condotte da personale specializzato e conoscere le tecnologie applicate per la produzione di energia elettrica rinnovabile e rispettosa dell’ambiente. Le visite sono programmate dal martedì al venerdì alle 15 e alle 17. Sabato e domenica si aggiungerà alle due visite del pomeriggio anche una visita con partenza alle 10.30 del mattino. Al di fuori degli orari programmati, invece, la centrale potrà essere visitata su prenotazione. Info e tariffe sono disponibili sul sito www.hydrotourdolomiti.it o telefonando allo 0461.032486.

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a molti anni la cena della “Pro Cultura” che conclude la prima parte dell’attività annuale dell’Associazione si arricchisce con una recita dei tanti poeti che sono soci della storica Associazione fondata da Cesare Battisti nell’anno 1900, e arrivata quindi a 114 anni di esistenza. Significativamente la recita dei poeti avviene nella Sala delle Rocce della Trattoria Piedicastello, sala così chiamata perché le rocce del Doss Trento entrano nella sala. E, guarda caso sul Doss Trento è ubicato il Mausoleo di Cesare Battisti. Sin dal suo nascere la “Pro Cultura” nella sua varia attività rivolta a presentazioni di nuovi libri, conferenze, musica d’autore, arte ha sempre guardato con occhi di riguardo alla poesia, in particolare a quella in dialetto, la più esposta all’erosione, se non all’estinzione. È così che nelle file della “Pro Cultura” militano una ventina di poeti, (vale a dire buona parte del meglio della poesia del Trentino), la maggior parte dialettali o bilingui, alcuni dei quali noti anche in campo nazionale e tradotti all’estero: è il caso del presidente dell’Associazione, Renzo Francescotti, e della segretaria Lilia Slomp Ferrari. La recita ha visto un singolare esordio tra i poeti in dialetto, vale a dire quello di Elena Fia Fozzer, figlia del grande scultore Eraldo, a sua volta pittrice molto nota in decine di mostre all’estero con gli artisti del Madì, poetessa in italiano con due raccolte di versi apprezzati anche dalla critica. Elena, molto applaudita, ha letto la sua poesia in dialetto “Depression”, pubblicata nel suo recente libro “Acquerelli di prole”. Assieme a lei hanno letto loro testi poetici autori come Mariano Bortolotti, Luciano Daldoss, Dario Salsa, Corrado Zanol, giunti dalle valli, che fanno anche parte del “Cenacolo” diretto da Elio Fox (presente in sala anche nelle vesti di presidente onorario della “Pro Cultura”). Nutrita la pattuglia dei poeti “allenati” nei corsi di poesia condotti da Renzo Francescotti, a Trento a Villa S. Ignazio, giunti al loro 16° anno: Antonella Bragagna, Clara Kaisermann, Giorgio Brentari, Fabrizio Costanzo, Laura Moser, Anita Anibadi, Luigi Ramponi. A completare il quadro Giovanna Sartori, Pina Sovilla e Annamaria Cielo, ognuna con numerose raccolte di poesia, in lingua nazionale o in dialetto, pubblicate.

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IL LIBRO DEL MESE

METAFORE DA UNA VITA PRESENTATO A BOLZANO SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL NUOVO LIBRO DI FRANCA CAROL

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l libro si intitola “Metafore da una vita” e contiene poesie e immagini di Franca Carol: è stato presentato a Bolzano mercoledì 14 maggio, presso la Sala Convegni del CFP. Un’ottantina di persone, la sala inondata da fiori, il moderatore molto bravo, lettori bravissimi, pubblico “caldo” e l’autrice che ha ben saputo trasmettere le emozioni racchiuse nei versi contenuti del libro. Sono seguiti diversi interventi del pubblico, emozioni e riconoscimenti a non finire, autografi a tutti. Un buffet molto bello e curato, infine, è stato servito nel foyer. Prossimamente vi saranno altre due presentazioni e un’intervista Radio Rai, oltre alla presentazione giá concordata con la Biblioteca Claudia Augusta. “Metafore da una vita” sono percorsi interiori di vissuti ed immaginazioni che prendono il volo, che si staccano dalla specificità di chi scrive per confondersi in un sentire comune ampiamente condivisibile. Quello degli interrogativi aperti sulla vita e quello di un folto archivio di sogni e aspirazioni cui dar voce. Al centro comunque l’emozione, inscritta nella dimensione dell’anima, che permea tutti i testi e ne diventa l’elemento unificatore, sia che si tratti di riflessioni sulla vita che sull’amore. Chiarezza di linguaggio, colore, ritmo ed eleganza contraddistinguono le strutture a versi brevi, significativamente essenziali.

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TORNA IN LIBRERIA DOPO TRENT’ANNI IL FAMOSO ROMANZO “DI GUERRA” DI RENZO FRANCESCOTTI: “LA LUNA ANNEGA NEL VOLGA”. UNA STORIA, CHE RICORDA LE OPERE DEI GRANDI NARRATORI RUSSI, SI DIPANA IN UNO SCENARIO INDIMENTICABILE...

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uando, trentadue anni fa, Renzo Francescotti scrive “Talianski”, le vicende dei soldati trentini mandati a combattere sul fronte russo erano sconosciute ai più. Che alcuni tra quanti erano caduti prigionieri dell’armata zarista avessero seguito la bandiera rossa della rivoluzione o – all’opposto – si fossero arruolati nei “battaglioni neri” del Regio esercito italiano, era tema quasi solo di racconti orali. Anche grazie a quel libro riemergeva da un lungo oblio la vicenda delle decine di migliaia di trentini che, avendo fatto la Grande Guerra dalla parte “sbagliata”, erano stati rimossi dalla storia. Inoltre, “Talianski” parlava di Russia e di Siberia, terre fascinose agli occhi del suo autore: per il tratto esotico che le circondava e per l’aura che – ancora – avvolgeva quell’ottobre 1917, che ci si ostinava a pensare come un’altra cosa dal percorso verso la dittatura che ne sarebbe derivata. In quegli anni Ottanta stava ritornando alla luce, da vecchi cassetti e da piccoli archivi famigliari, un numero sorprendente di diari di guerra e di memorie autobiografiche scritte nelle trincee, negli ospedali o in prigionia da quegli stessi soldati. Non era una coincidenza del tutto casuale: erano invece – il libro di Francescotti e il riaffiorare di quei quadernetti sbiaditi – il sintomo che la lunga stagione della rimozione era finita e che si era avviato il lavoro della riscoperta. In quelle pagine sbiadite e scritte in una lingua


trentinolibreria Gigi Zoppello In lungo, in largo Due traversate del Trentino. A piedi Valentina Trentini, Editore Tutto iniziò quella volta che – andando da Trento a Rovereto per lavoro – la mia auto si fermò in panne ed io decisi di proseguire a piedi. Quel giorno fu un giorno di beatitudine e mi fece pensare che avrei potuto anche andare oltre: camminare tutto il giorno, e poi ancora il giorno dopo, e attraversare la mia terra con occhi diversi. Alla fine l’ho fatta tutta, in lungo, in largo. Da Borghetto fino a Salorno e poi da Primolano al passo del Tonale, due traversate senza calpestare l’asfalto, senza mai usare l’auto. Ho visto cieli, boschi, fiumi, ho incontrato gente e animali. Ma soprattutto mi sono innamorato del camminare, e ve lo vorrei raccontare.

Carla Casetti Bregantini Una storia bella Fronteretro Edizioni

Carlo Martinelli Campo per destinazione InContropiede

“Una storia bella” riposa su due convinzioni che costituiscono la motivazione forte dell’intero percorso di scrittura. La prima: la vita è un viaggio. La seconda: senza la gioia del dono reciproco, dunque della relazione, essa non ha senso. Non so se l’autrice, che si è assunta il compito, direi quasi la missione, di annotare sulla pagina la storia del movimentato e avventuroso viaggio di Livio, sia una persona felice. Di certo mi sento di dire, avendola conosciuta un po’ ma soprattutto avendo letto tra le righe, che la felicità non solo l’ha cercata, ma l’ha inseguita. Ciò che traspare anche nel corso della sua pacata e radiosa partecipazione all’ordinaria straordinarietà delle vicende narrate. Vicende percorse dal protagonista Livio, a partire dalla nascita e, di seguito, attraverso l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta fino al matrimonio con Bruna... (Nadia Scappini)

Martinelli, giornalista e scrittore trentino, da anni collaboratore di TrentinoMese, autore con Curcu & Genovese, sforna ora “Campo per destinazione - 70 storie dell’altro calcio” con prefazione di Stefano Bizzotto. Nel libro Martinelli raccoglie storie dell’altro calcio anche perché nel “campo per destinazione” ci sono i guardalinee, gli arbitri di porta, i calciatori che si scaldano prima di entrare in campo, i raccattapalle, le panchine con gli allenatori e le riserve. Un mondo a parte fatto di sguardi laterali, divagazioni, repentini dietrofront, inconfessabili dialoghi. Settanta ritratti, altrettante storie, con molte sorprese. Tra gli altri, ecco spuntare Georgi Asparuhov, Cesare Battisti, Marilyn Monroe, Carlo Odorizzi, Eneas de Camargo & Klaus Bachlechner, Italo Allodi, Gianni Brera & Rolly Marchi, Enzo Jannacci, Fabrizio De André, Helenio Herrera, Nereo Rocco, Pasolini, Matthias Sindelar, Romeo Benetti, Sandro Ciotti, Carlo Sartori.

spesso faticosa stavano proprio le storie che Francescotti aveva indagato. Sconfiggendo una fragilità che avrebbe potuto determinarne la scomparsa, quelle agendine raccontavano di uomini caricati su lunghi treni, di marce senza fine attraverso foreste e paludi, di miseri villaggi ebrei, di assalti all’arma bianca sui monti Carpazi, di fughe e di inseguimenti, di cosacchi a cavallo, di fame, di prigionia, di tanti morti. Pochi anni dopo “Talianski”, Francescotti torna sull’argomento, questa volta con un romanzo – La luna annega nel Volga – nel quale uno di quei soldati narra in prima persona la propria vita a cinquant’anni dalla fine della Grande Guerra. Il protagonista è Nando Molinari, 73 anni, classe 1895, un anziano mugnaio di Garniga. Sollecitato da un nipote a mettere su carta la storia della sua vita (“nonno, devi scrivere i tuoi ricordi della grande guerra, di quando eri prigioniero in Russia. Devi descrivere il paese com’era una volta, prima che ci arrivasse la strada. Devi farlo perché, se no, sono cose che andranno perdute”), racconta le sue peripezie di giovane recluta dell’imperial-regio esercito in Galizia, dove è fatto prigioniero e mandato a lavorare dapprima presso una famiglia contadina, poi a Mosca. Sia pur con qualche esitazione, Nando in cinque mesi porta a termine l’impresa e scrive la propria autobiografia. In un continuo avanti e indietro, parla della sua Garniga prima e dopo la Grande Guerra; sul principio pensa davvero di dover spiegare ai giovani quel suo mondo antico, i tempi

eroici della guerra e della rivoluzione, del fascismo e della Seconda guerra mondiale. A volte si perde nel racconto, divaga, si attarda a spiegare il significato di termini dialettali desueti, a descrivere consuetudini contadine. Poi, il piacere del raccontare prevale e dalla penna stilografica – un altro regalo del nipote, come i quaderni su cui scrive – escono le storie e le figure degli uomini e delle donne che ha conosciuto: don Alverio, parroco di Garniga, furbo e un po’ beone, Uber, l’amico di una vita, di bravate e di sfide, Emma, la ragazza sedicenne che il giorno della partenza per il fronte lo “lega” a sé con un gesto delicato ma definitivo. E poi l’esperienza del campo di battaglia, la vita in prigionia, il lavoro lungo il Volga, la scoperta – dolorosa e tormentata dell’amore, il ritorno. “Sono qui nella mia stanza, che scrivo sul tavolino. I miei sono fuori in cucina. Anzi, come dicono adesso, nel soggiorno, a guardare la televisione in attesa di mezzanotte”. Trent’anni dopo la prima edizione, ci riconosciamo – almeno anagraficamente - in quei figli e comprendiamo che per tutti la mezzanotte è arrivata. Possiamo chiederci, come Nando, se ci sia ancora chi è capace di guardare la luna che annega nel Volga? (Camillo Zadra) Renzo Francescotti

La luna annega nel Volga

Romanzo Curcu & Genovese (Euro 15,00)

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Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

“Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione.”

MUSEO CASA DE GASPERI Via Alcide De Gasperi 1 38050 Pieve Tesino (TN) - Italy Tel. 0461.594382 (durante l’orario di apertura) museo.fdg@degasperitn.it

ALCIDE DEGASPERI (1881-1954) ETÀ

VAL DI SELLA

Alcide Amedeo Francesco Degasperi, a capo del Governo italiano per sette volte, dal 1945 al 1953, morì nel 1954 all’età di 73 anni.

Tutte le estati vi soggiornava nella casa della famiglia Romani.

CASA NATALE

La casa natale di Alcide De Gasperi, a Pieve Tesino in provincia di Trento, è stata trasformata in un museo a lui dedicato. Le stanze di questo piccolo edificio ottocentesco offrono ai visitatori la suggestiva ambientazione di un viaggio alla scoperta delle origini di uno dei padri dell’Italia repubblicana e dell’Europa unita.

FIGLI

Ebbe quattro figlie dalla moglie Francesca Romani: Maria Romana, Lucia, Cecilia e Paola.

BOMBARDAMENTO

Giovannino Guareschi pubblicò le famose lettere del 1944 in cui si sarebbe chiesto agli americani di bombardare gli acquedotti romani, per agevolare la reazione popolare. Un falso secondo il Tribunale.

CONDOMINIO

Da primo Ministro, a Roma, abitò in un appartamento situato al quinto piano di un condominio di via Bonifacio XVIII, oggi Via De Gasperi.

COGNOME

La diatriba legata al cognome appassiona gli studiosi. Lui si firmava Degasperi, tutto attaccato, mentre la grafia ufficiale prevedeva un più pomposo De Gasperi.

BOCCE

Era un grande appassionato di questo gioco. Spesso lo praticava anche con operai e gente comune.

SCHEDE BIANCHE

Furono ben ventidue all’ultimo Consiglio della D.C. nel settembre 1953. “Pensavo di rappresentare l’Italia, invece non rappresento più nemmeno il mio partito”, disse.

hanno detto di lui CONVENTO

Paola diventò suora di clausura nel dicembre del 1947. La scelta mandò in crisi anche un cattolico convinto come lui. “Possiamo spiegarci la nostra Fede solo fino a un certo punto”...

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“Il segreto dell’oratoria politica di De Gasperi era nella sua immediatezza umana. Lo stile scarno, forse asintattico come lo rimproverava il toscano Gronchi, ma rude e che bene esprimeva la fortezza trentina, una soffusa tonalità di sentimento propria dei caratteri solitari che conoscono la limpidezza della vetta; i suoi discorsi conquistavano la piazza, la facevano sensibile alla sua serrata argomentazione politica come alla sua intensa palpitazione morale.” (Bruno Gatta, De Gasperi politico, De Gasperi con la folla, De Gasperi con se stesso, 1983)


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Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

CASTEL PERGINE NUOVA BRIGATA PER UNA BUONA CUCINA DI INGREDIENTI E CREATIVITÀ Quello del Castello di Pergine è uno dei ristoranti più incantevoli del Trentino Alto Adige e forse anche d’Italia. L’atmosfera è d’altri tempi e si viene catapultati in un mondo antico non appena si poggia piede sul ponte in pietra che dà accesso al castello, da tempo hotel oltre che ristorante. Verena Neff e Theo Schneider conducono questa location da anni, mentre ai fornelli la costanza non è mai stata la stessa: molti gli chef che si sono alternati al Castello di Pergine, oggi in mano ai cuochi Daniele Tomasi, Andrea Paternolli, Patricia Trentinaglia e Massimo Mattivi. Una novità che ci ha indotto a tornare per sperimentare ancora la cucina del castello. Il menu come al solito si divide tra piatti alla carta e proposte a tema. Chi di noi ha scelto il menu di stagione, ha avuto modo di iniziare con un bel fiore di zucca in tempura su crema di zucca (un po’ salata), gamberi e olio alla vaniglia. Un piatto sapido, una panatura croccantissima: buono. A seguire, ecco i tagliolini al cacao con pesto di noci, olio al tartufo, Taleggio e tuorlo d’uovo marinato, gustosissima ricetta certo non molto leggera. Deliziosa la guancia di manzo al Teroldego con patate al sale, indivia belga alla rapa rossa e spuma di champignon; dolcis in fundo, a chiu-

TE EDIZRI ZA ONE

dere la degustazione, ecco il tortino di cioccolato con crema alle nocciole, fragole e gelato alla cannella, forse il piatto meno riuscito della cena, ben fatto ma un po’ slegato negli ingredienti e non ben impiattato. Dalla carta abbiamo scelto invece due grandi classici: la tartare di manzo, proposta con gelée d’abete e crema di caprino alla vaniglia, e la tagliata con patate arrosto, piatti semplici dove conta la materia prima e, nel secondo caso, la cottura. Anche in questo caso siam rimasti soddisfatti. Il menu di stagione costa 35 euro (o 49 se si sceglie di giocare con l’abbinamento di un vino diverso a ogni portata), mentre alla carta si va dai 10 ai 25 euro circa a piatto. In cantina, 250 vini dai prezzi decisamente interessanti. Servizio adeguato. Atmosfera unica, specie per un tête-à-tête. È un peccato che un posto così abbia un’apertura stagionale: quest’anno il Castello di Pergine è aperto dall’11 aprile al 2 novembre, tranne il lunedì a pranzo. CASTEL PERGINE VIA Castello, 10 38057 Pergine Valsugana (Tn) T: +39 0461 531 158 chiuso il lunedì

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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

Q COME “QUADERNO” N

ell’agosto del 2011 la Banca Centrale Europea faceva recapitare al Governo italiano una lettera “confidenziale”. I mercati erano in subbuglio a causa del dissesto finanziario di alcuni Stati, tra i quali l’Italia, e la Bce “suggeriva” le misure necessarie per un ritorno alla normalità. Nella sostanza, si trattava di fare i “compiti a casa”, come li aveva chiamati la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Ossia: età pensionabile più alta, licenziamenti più “facili”, dismissioni di immobili statali, privatizzazioni e liberalizzazioni. E soprattutto: riduzione del debito pubblico, autentica ossessione dei tedeschi che, non a caso, chiamano debito e colpa con la stessa parola: “schuld”. Alcuni compiti assegnati dalla maestrina d’Europa Merkel sono stati fatti, altri dovranno esserlo. Quali e quando li deciderà Matteo, il nuovo “capoclasse” della scolaresca Italia.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.


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