Triathlon Magazine

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019 PETE JACOBS GIUGNO 2011

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TRAINING

L’alimentazione dell’amatore L’energia in zona cambio Recuperare con la massoterapia Medicina: il primo congresso di Alicante

RACE

Italia, Ironman e off-road: tutte le gare in sintesi

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Gli eventi principali in uno scatto


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redazione

Editoriale del direttore

il compito degli atleti

Alberto Fumi

Direttore Responsabile alberto@webtriathlon.com

Manca pochissimo all’Ironman 70.3 Italy, l’evento più atteso del panorama nazionale. Nella stessa data, il 12 giugno, un altro evento internazionale sarà ospitato sul territorio italiani: a Cremona infatti approderà l’European Cup, gara su distanza sprint. Il discorso che si porta avanti da un po’ su riviste e siti internet specializzati, nelle chiacchiere in zona cambio, in allenamento, tra una gara e l’altra, è sempre quello del tanto atteso salto di qualità del nostro movimento. Con un po’ di invidia osserviamo le grandi manifestazioni organizzate in territorio straniero a cui abbiamo l’ambizione di parteciparvi (mi arrivano sempre tantissimi commenti positivi dalle esperienze in gare fuori dal confine, tanti dei quali sostengono che eventi così in Italia ce li sogniamo) ma è oggettivo che questo disavanzo ormai non è più così accentuato, come testimoniano i due grandi eventi che saranno ospitati, ahimè, nella stessa data oltre alll’ormai consolidato XTERRA Italy, diventato ormai fenomeno di massa. È molto facile puntare il dito contro i dirigenti accusandoli dello stallo del nostro triathlon, appare altrettanto immediato criticare organizzatori (non professionisti) e fare paragoni con le gare dei nostri sogni, è lecito auspicare ma soprattutto provare a costruire una classe di tecnici competenti e appassionati. Ma dei doveri degli atleti non parla mai nessuno? Onestamente, tolto qualche exploit nelle distanze lunghe, non abbiamo una punta di diamante che ci faccia da riferimento nel circuito mondiale. Ma fare l’atleta vuol dire soltanto ottenere dei grandi risultati? Nella società attuale, l’atleta è un veicolo, un catalizzatore, un esempio, un’immagine. Ma quanti azzurri sono davvero così? Spesso gli atleti si lamentano del poco spazio dedicatogli sui quotidiani sportivi (non è solo un problema dei triatleti, ma della maggior parte degli sport individuali), accusano di essere troppo spesso dimenticati, lamentano poca visibilità: ma cosa fanno davvero per mettersi in mostra? I loro omologhi europei e d’oltreoceano dispongono di un ufficio stampa (spesso è un parente o una persona molto legata, non sono sempre costose aziende di marketing e comunicazione), le loro squadre hanno materiale fotografico aggiornato e utilizzabile dai media (purtroppo arrivano un sacco di foto scattate con un cellulare nella casella di posta della nostra redazione), le loro attività sono pubblicizzate, annunciate e commentate. In Italia quanti atleti elite in Italia fanno tutto questo?

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Sommario

PRIMAVERA 2011 Triathlon Magazine - Webtriathlon.com

In copertina: Pete Jacobs

via Caramagna 16 10126 TORINO Tel. e fax: +39 011 5537427

REDAZIONE

www.webtriathlon.com

Editoriale del direttore 5

THE SHOT WCS Sydney 8 Grand Prix France – Nizza 10 IM 5i50 – St. Anthony 12 Tricolori lungo 14 WCS Monterrey 16 Andora 18

TRILIFE Pete Jacobs 20

Race Pianeta Ironman 25 Tuttogare Italia 36 Off-Road 44

AFORISMA Lance Armstrong 46

TRAINING Rifinitura per IM 70.3 48 Energia in gara 52 L’alimentazione per l’amatore 56 Fare amicizia con la bicicletta 60 Allenamento intermittente col ciclomulino 64 Nuoto: definire le andature 66 Il mondo dei test 68 World Conference of Science 72 Osteopatia 74 Massoterapia 76

SPECIALE Test 78 Tattoo 80

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DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Fumi alberto.fumi@webtriathlon.com REDAZIONE redazione@webtriathlon.com Andrea Capello andrea@webtriathlon.com Francesco Cauz francesco@webtriathlon.com Guido Esposito guido@webtriathlon.com SEGRETARIA DI REDAZIONE Valentina Savone info@webtriathlon.com

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UFFICIO ABBONAMENTI abbonamenti@webtriathlon.com REDAZIONE GRAFICA Andrea Weindelmayer www.graficasport.it HANNO COLLABORATO Emiliano Agnello, Marco Alessandria, Ignazio Antonacci, Lorenzo Boeris, Nadia Cortassa, Alessadro Degasperi, Giuseppe Ferraro, Andrea Gabba, Sergio Migliorini, Igor Nastic, Edith Niederfriniger Stefano Rossi, Edoardo Savoldi, Massimo Sprovera, Nick Warren. FOTOGRAFIE Actionpixel, Atletas.info, Diego Caruso, Delly Carr, Fitri.it, Focalive, Mike Holmes, Ironman.com, Getty Images, Gianfy Marty, ITU Media, Jozef Jurasek, Nital, Pix Mania, Roberto Tamburri, Starproduction, Bakke Svensson, Triangle Events, Frank Wechsel, Eric Wyn TECNOLOGIE WEB UbyWeb&Multimedia (www.ubyweb.com) Ubaldo Ponzio

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the shot

SYDNEY

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SYDNEY

WCS SI RIPARTE

NEL SEGNO DI GOMEZ Lo spagnolo Javier Gomez ha vinto la tappa inaugurale della World Championship Series 2011 davanti a Jonathan Brownlee e Sven Riederer. La gara femminile di Sydney è andata alla canadese Paula Findlay che ha preceduto Barbara Riveros Diaz e Andrea Hewitt. Per quanto riguarda gli azzurri, Alessandro Fabian ha chiuso al 38° posto; Charlotte Bonin e Anna Maria Mazzetti hanno conquistato rispettivamente la 40esima e la 46esima posizione.

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the shot Nizza

the shot Nizza

PARATA DI

STELLE

Grandi nomi al Grand Prix Francese: nella tappa di Nizza, successo per Alistair Brownlee che precede il fratello minore Jonathan e Javier Gomez.

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St. Anthony

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St. Anthony

A TUTTA

BIRRA

Il circuito WTC ora è dedicato ai triatleti veloci: Filip Ospaly e Sarah Haskins vincono il 5150 di St. Anthony su distanza olimpica.

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Edith Fuerteventura

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Edith Fuerteventura

Edith

sul podio a Fuerteventura Edith Niederfriniger conquista il terzo posto al Challenge Fuerteventura dietro a Eva Ledesma e Erika Csomor. Tra gli uomini, buon sesto posto di Domenico Passuello nella gara vinta da Rasmus Henning.

credit: Marathon-Photos 14

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World Cup Monterrey

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World Cup Monterrey

WORLD CUP

MONTERREY Brendan Sexton e Sarah Haskins vincono la World Cup di Monterrey. In gara anche gli azzurri Alice Betto, diciottesima, e Alberto Alessandrono, 26째 nonostante una caduta in bici

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the shot

Andora

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Andora

LA CLASSICA DI

PRIMAVERA Il francese Brice Daubord e la slovena Mateja Simic si impongono nella ventesima edizione del triathlon di Andora. 850 i partenti della gara su distanza sprint del primo maggio.

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trilife

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Pete Jacobs

Pete Jacobs

Pete

Jacobs

di Francesco Cauz

La sfida tra Chris McCormack ed Andreas Raelert ha offerto lo spettacolo più entusiasmante nell’ultima edizione dell’Ironman Hawaii e, si sa, la memoria sportiva dimentica ben presto tutto quello che avviene alle spalle del vincitore. Ma quel tempo di 2 ore 41 minuti e 5 secondi impiegato da Pete Jacobs per percorrere i roventi 42 chilometri e 195 metri dell’ultima frazione non è qualcosa che rientra nell’ordinario. 2 ore e 41 minuti per ritornare tra i grandi, dopo aver subito l’onta di una

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penalità di quattro minuti che lo aveva fatto sprofondare nelle retrovie della gara elite. Pete Jacobs oramai non si nasconde più e punta diritto al Paradiso, sente che quel traguardo è scritto nel suo destino e soltanto una vittoria in fondo alla Queen K Road potrà appagare le ambizioni che senza falsa modestia sbandiera ormai da anni. Certo, ci potranno essere altre soddisfazioni nella promettente carriera di questo straordinario atleta australiano, ma l’obiettivo principe resterà sempre e soltanto quella finish line

in mezzo a colate di lava incandescente, quella finish line che consacra gli atleti a veri e propri dei del triathlon. Per prima cosa,complimenti per la tua vittoria all’Ironman Australia. Hai fatto una gara straordinaria anche se, dopo Kona 2010, tutti si aspettavano una terza frazione mostruosa. Invece sei scappato via nelle prime due, facendo il vuoto dietro di te. Pensi che gli appassionati di triathlon abbiano un’idea sbagliata sulle tue caratteristiche?

Kona è stata una gara strana, il vero Pete si è visto solo nella maratona conclusiva. Al prossimo Ironman Hawaii farò tesoro dell’esperienza dell’anno passato. A proposito di passato, hai un passato sportivo in altre discipline? Ho nuotato fin da ragazzino, ma mai per gareggiare. Sono sempre stato un podista dotato per le lunghe distanze ed ho sempre vinto le corse campestri studentesche, ma ho cominciato ad allenarmi davvero intorno ai quattordici anni per le gare di Surf Lifesaving

che è una multidisciplina molto popolare in Australia composta da nuoto, ski paddling (una specie di canoa aperta da mare, su cui si pagaia da seduti, ndr) e board paddling (si sta in piedi su una tavola da surf pagaiando verso l’esterno, ndr). Ho abbandonato questa disciplina a 20 anni per dedicarmi al triathlon. Come sei diventato un triatleta professionista? Ho gareggiato da amatore per le prime stagioni, ho fatto due ironman tra gli age group, ma dopo aver completato il mio apprendistato all’età di 22 anni sono diventato un triatleta professionista. Preferisci allenarti da solo o in compagnia di altri atleti? Mi alleno prevalentemente da solo, preferisco correre da solo così da poter fare il mio ritmo, anche se mi piace nuotare e pedalare in compagnia di amici. Purtroppo faccio quasi sempre in solitaria perché c’è solo un altro triatleta professionista nella mia zona. Che tipo di allenamento preferisci? Credo che le lunghe pedalate, I lunghi e le ripetute a piedi e la soglia negli allenamenti di nuoto siano le sedute in cui rendo di più. Due settimane prima dell’Ironman Australia mi sono infortunato ad un piede per cui non ho potuto correre ed ho passato quel tempo sul ciclomulino, senza forzare ma pedalando ad un ritmo costante medio-facile, e devo dire che ha funzionato molto bene su di me. Pensi che la dieta sia un aspetto importante della preparazione per gli ironman? Assolutamente sì, devi saper introdurre nel tuo corpo il carburante di cui ha bisogno. Ho sperimentato su me stesso che funziona molto bene un’insalata di riso integrale con olio d’oliva, tonno, spinaci e salsa al peperoncino. Come distribuisci le ore di allenamento settimanali nei tre sport? Per gran parte della stagione mi concentro sull’allenamento delle lunghe distanze ed in media accumulo settimanalmente 15km di nuoto, circa quindici ore di ciclismo e 90km di corsa a piedi. Il tuo parziale nella maratona dell’Ironman di Kona 2010 non è passato inosservato, tanto gli spettatori quanto gli altri atleti si sono resi conto del valore tecnico del tuo tempo. Sei consapevole che il prossimo 8 ottobre avrai tutti gli occhi puntati su di te? Certamente e non vedo l’ora. Sto gareggiando con molta parsimonia ed

accortezza quest’anno e Kona per me è di gran lunga la gara più importante, nonchè l’unica in cui sarò al top della forma. Dovrei essere ancora una volta nella miglior condizione fisica della mia carriera. Sul tuo sito web hai scritto che il tuo obiettivo sarà correre la maratona dell’Ironman Hawaii sotto le due ore e quaranta minuti. Qual è il tuo miglior tempo sulla distanza e quanto pensi di valere? 2:41:05 della gara di Kona 2010 è il mio record sulla maratona, anche se penso che se dovessi partire per una maratona anziché per l’ironman il prossimo 8 ottobre potrei scendere sotto le due ore e venti minuti. Lo scorso anno a Kona hai preso una penalità per un’errata procedura di sorpasso. Visionando alcuni filmati del gruppo di testa degli elite e mi è sembrato che il concetto di “no drafting” sia stato a volte poco netto. C’è qualcosa di cui rammaricarti o da recriminare? Le regole dell’anno passato sulla scia in bici erano ridicole, e quasi sicuramente quest’anno saranno le stesse. Molti cercavano in continuazione di ridurre al minimo la distanza con chi li precedeva, cosa che andava intesa da parte dei giudici come un tentativo di sfruttare la scia, di per sé illegale. So di qualche atleta che è stato sorpreso all’interno della distanza minima e che ha preso solamente la penalità minima (stop and go). È stato incredibilmente irritante prendere una penalità di 4 minuti (la massima prevista, ndr) non per esser stato sorpreso a ruota, ma per aver impiegato troppo tempo, pur se al vento, per sorpassare un altro ciclista. Quell’esperienza potrebbe cambiare il mio approccio alla gara quest’anno. Quest’anno hai cambiato sponsor tecnico, ora sei il testimonial e l’uomo di punta della casa produttrice di biciclette “Boardman”. Quanto è importante l’equipaggiamento da cronometro in una frazione ciclistica lunga come quella dell’ironman? L’aerodinamica è estremamente importante, ed altrettanto lo è il peso. Le bici che Boardman mi ha fornito sono talmente aerodinamiche, leggere e belle che adoro pedalarci sopra. Il feeling che ho con queste biciclette, il comfort che provo in sella e l’ottima posizione che riesco ad assumere mi danno quella sicurezza che ho mostrato all’IM Australia, e posso ancora migliorare per Kona.

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NUOTO 00:51:56 \ BICI 04:47:06 \ CORSA 02:52:55 \ IRONMAN ARIZONA 2010

trilife

Pete Jacobs

Sei mai stato in Italia per gareggiare? No, non ho mai gareggiato in Italia, ma ho deciso definitivamente che ci verrò ed anche mia moglie ne sarebbe entusiasta. Anche lei gareggia tra gli age group ed ovviamente sarebbe una combinazione perfetta venire in Italia per gareggiare e cogliere l’occasione per visitarla! Hai altri interessi oltre al triathlon? Sono appassionato di fotografia e sto pensando di dar vita ad una linea di prodotti destinati alla vendita. Come ti immagini una volta conclusa la tua carriera da atleta professionista? Oltre all’attività di imprenditore di cui ho parlato mi piacerebbe fare l’allenatore di nuoto e corsa, insomma vorrei restare coinvolto nel mondo dello sport per trasmettere quello che ho imparato nella mia carriera di atleta professionista.

Carta d’identità Nome: Peter Jacobs Nickname: PJ Nato il 27/10/1981 Vive a Sydney Altezza/Peso: 179cm/70kg Ironman conclusi: 18 Sponsor: Boardman bikes, TYR (nuoto), ISM (selle), f2p (abbigliamento sportivo), Shotz (integratori), John Maclean Foundation (assistenza finanziaria a giovani australiani in sedia a rotelle)

Risultati migliori: 2° IM Western Australia 2004 2° IM Wisconsin 2005 17° Hawaii Ironman World Championships 2006 3° Quelle Challenge Roth 2007 2° Quelle Challenge Roth 2008 8° IM Hawaii 2009 9° IM Hawaii 2010 (4’ penality – 2:41:05 terzo tempo di sempre nella maratona dell’IM Hawaii) 1° IM Australia 2011

UN’ALTRO RECORD DEL MONDO. ------------ 8:36:13 ------------

In solo due anni le atlete che corrono con Slice hanno vinto due Campionati Mondiali Ironman di Kona, stabilito il record della corsa a Kona e conquistato per due volte il record del mondo sulla distanza Ironman. L’eccezionale areodinamica della Slice, la geometria equilibrata ed il sistema di micro sospensione SAVE ti aiuteranno ad essere più veloce nella frazione in bici e meno affaticato quando dovrai affrontare la frazione a corsa, come Chrissie ha dimostrato conquistando il record del mondo in Arizona. Cannondale Slice Hi-MOD. Scopri la velocitá. cannondale.com

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5i50 Miami International Triathlon Miami, FL 1.5k nuoto / 40k ciclismo / 10k corsa La punta della nazionale statunitense alle prossime Olimpiadi di Pechino, Matt Chrabot, ha mostrato di attraversare uno stato di forma eccezionale in questo inizio di stagione 2011, cogliendo una vittoria che verrà ricordata come la prima nella storia dell’ultimo nato in casa WTC, ovvero il circuito 5i50, che assegnerà ricchi premi nei singoli eventi disputati su distanza olimpica senza scia, con l’obiettivo di avvicinare il maggior numero di age group possibile al mondo del “no drafting”. Chrabot ha dovuto lottare con il forte vento e con un gruppo di fortissimi ciclisti, a cominciare dal fenomeno Chris Lieto, autore del miglior parziale nei 40km con 52’31”. Nella frazione podistica conclusiva Chrabot ha prima Rohto Ironman 70.3 California Oceanside, CA 1.9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa Andy Potts e la campionessa del mondo di Ironman Mirinda Carfrae hanno centrato il terzo successo (per ciascuno) all’IM70.3 Oceanside, entrambi al termine di gare spettacolari ed incerte fino agli ultimi chilometri. Nella gara maschile Andy Potts ha gettato le basi del successo a partire dalle prime bracciate, facendo valere il suo passato da nuotatore della nazionale USA di nuoto. Nel ciclismo il campione americano ha gestito il vantaggio mantenendo la leadeship quasi fino alla T2. L’austriaco Weiss infatti è riuscito a staccare tutti facendo segnare il parziale fenomenale di 2h 11’. Ma nella mezza maratona finale il danese Rasmus Henning e, di nuovo, Andy Potts recuperavano in pochi chilometri il leader per dar vita ad un duello avvincente fino algli ultimi 700m di corsa, che incoronavano definitivamente lo statunitense, già campione del mondo sulla distanza 70.3 a Clearwater nel 2008. Al terzo posto si è piazzato il sorprendente

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di Francesco Cauz

TOP 10M

TOP 5F

1. Matt Chrabot (USA) 1:44:04

1. Jillian Petersen (USA) 1:56:54

2. Bevan Docherty (NZL) 1:44:30

2. Sara McLarty (USA) 1:58:10

3. Ben Collins (USA) 1:44:40

3. Kaitlin Shiver (USA) 1:59:07

4. Cameron Dye (USA) 1:44:48

4. Nicole Kelleher (USA) 1:59:14

5. Chris Lieto (USA) 1:44:50

5. Amanda Felder Derkacs (USA) 2:01:27

6. Kyle Leto (USA) 1:45:15

6. Alicia Kaye (USA) 2:02:06

7. Matty Reed (USA) 1:46:15

7. Angela Axmann (USA) 2:02:08

8. Kevin Everett (USA) 1:46:34

8. Christine Jeffrey (CAN) 2:04:18

9. Jordan Jones (USA) 1:47:04

9. Jenny Shaughnessy 2:04:53

10. Brian Fleischmann (USA) 1:48:04

10. Kristen Peterson (USA) 2:05:31

raggiunto il plurimedagliato olimpico Beven Docherty e successivamente si è lanciato all’inseguimento di Cameron Dye, che si era avvantaggiato nelle prime due frazioni. Ben Collins, conducendo una gara regolare sempre a ridosso dei migliori è riuscito a strappare il podio proprio a Dye per soli otto secondi.

La gara femminile ha esaltato le doti podistiche di Jillian Petersen, dopo che Sara McLarty, ex nuotatrice della nazionale a stelle e strisce, aveva siglato i migliori parziali nelle prime due frazioni giungendo in T2 con un vantaggio superiore a due minuti proprio sulla Petersen. Grazie al miglior tempo sui 10km di corsa (34’41”) Kaitlin Shiverha conquistato il terzo gradino del podio.

TOP 10M

TOP 5F

1. Andy Potts (USA) 3:55:49

1. Mirinda Carfrae (AUS) 4:26:18

2. Rasmus Henning (DEN) 3:56:07

2. Heather Jackson (USA) 4:26:28

3. Michael Weiss (AUT) 3:56:29

3. Magali Tisseyre (CAN) 4:27:22

4. Ronnie Schildknecht (SUI) 3:56:57

4. Heather Wurtele (CAN) 4:28:25

5. Jordan Rapp (USA) 4:00:20

5. Kelly Williamson (USA) 4:29:27

6. Paul Ambrose (GBR) 4:00:29

6. Melanie McQuaid (CAN) 4:31:03

7. Maxim Kriat (UKR) 4:01:19

7. Kate Major (AUS) 4:32:28

8. Chris Legh (AUS) 4:03:03

8. Linsey Corbin (USA) 4:33:32

9. Maik Twelsiek (GER) 4:03:10

9. Dede Griesbauer (USA) 4:34:54

10. Matt Lieto (USA) 4:03:44

10. Desiree Ficker (USA) 4:37:03

Weiss, ampiamente recuperato dopo la vicenda doping-Humanplasma in cui era stato coinvolto. Tra le donne la regina di Kona 2010 ha avuto vita durissima fino alla fine, ma con una frazione podistica degna del suo record alle Hawaii ha strappato in extremis la vittoria alla statunitense Heather Jackson, capace di rimontare lo svantaggio a nuoto e superare tutte le avversarie, eccetto Magali Tisseyre e Melanie McQuaid, facendo così segnare un parziale ciclistico

fenomenale. La prima metà della frazione podistica lasciava presagire un arrivo vittorioso della Jackson, considerato anche il ritardo pesante dell’avversaria più forte e titolata. Ma negli ultimi chilometri, complice anche una leggera flessione della Jackson, la Carfrae è riuscita a riappropriarsi della leadership, tagliando il traguardo con soli 10 secondi di vantaggio sulla Jackson. Sul terzo gradino del podio è salita la canadese Magali Tisseyre, autrice di una gara regolare.

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Pianeta Ironman TriStar 111 Nevis – St. Kitts & Nevis 1km nuoto / 100km ciclismo / 10km corsa Chris McCormack, nonostante le dichiarazioni di volersi dedicare alle qualificazioni per i Giochi del 2012, non ha smesso di prendere parte alle lunghe distanze, in particolare alle gare del circuito TriStar, società di cui è anche azionista. Nell’isoletta caraibica di St. Kitts & Nevis Macca ha letteralmente dominato la scena, surclassando il rivale numero 1, lo svizzero Olivier Marceau, attardato anche a causa di un problema meccanico e giunto in T2 con 16’ di ritardo. Nella gara femminile Emma-Kate Lidbury non ha avuto rivali, piazzandosi addirittura al quinto posto nella graduatoria assoluta. Al secondo posto è arrivata la veterana carioca Fernanda Keller; bronzo per Janine Herweijer. Spec-Savers Ironman South Africa Nelson Mandela Bay 3.8km nuoto / 180km ciclismo / 42,195km corsa L’idolo locale, Raynard Tissink, ha vinto l’Ironman Sudafrica surclassando il precedente record dl tracciato ,da lui stesso detenuto, davanti a quasi 40.000 connazionali in visibilio. La gara maschile è stata caratterizzata dall’azione solitaria del belga Marino Vanoenacker, giunto in T2 con circa due minuti di vantaggio sugli inseguitori dopo aver fatto segnare un nuovo record sui 180km del percorso ciclistico in 4h18’. La leadership del belga, terzo a Kona nel 2010, è durata per quasi venti chilometri, quando il sudafricano Tissink ha completato la sua rimonta per avviarsi verso la terza vittoria all’IM Sudafrica. Ritirato Vanoenacker, le posizioni di prestigio sono state conqueistate dal tedesco Bocherer e dall’altro sudafricano James Cunnama. Daniel Fontana, di ritorno in Sudafrica dopo l’esordio nel 2010 su distanza ironman che gli era valso la qualificazione a Kona, ha stabilito la nuova miglior prestazione italiana in 8h 18’51” (tempo che lo avvicina all’elite mondiale, mentre il record precedente apparteneva a Massimo Cigana) piazzandosi a ridosso del podio. Nella gara femminile Chrissie Wellington non ha fatto nulla per nascondere la propria inarrivabile superiorità rispetto a tutte le atlete professioniste in gara. Giunta in T1 con un ritardo prossimo a tre minuti dalla battistrada Amanda Stevens, la campionessa britannica ha siglato prima la miglior frazione ciclistica, di oltre dieci minuti più veloce della seconda prestazione, e poi la miglior maratona di tutta la gara, uomini compresi,

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TOP 3M

TOP 3F

1. Chris McCormack (AUS) 03:34:18

1. Emma-Kate Lidbury (GBR) 04:07:09

2. Olivier Marceau (SUI) 03:49:14

2. Fernanda Keller Nunese (BRA) 04:43:16

3. Wolfgang Guembel (CAN) 03:50:27

3. Janine Herweijer (NLD) 05:00:59

TOP 10M

TOP 5F

1. Raynard Tissink (RSA) 8:05:36

1. Chrissie Wellington (GBR) 8:33:56

2. Andreas Boecherer (GER) 8:08:36

2. Rachel Joyce (GBR) 9:08:23

3. James Cunnama (RSA) 8:13:18

3. Diana Riesler (GER) 9:20:37

4. Daniel Fontana (ITA) 8:18:51

4. Silvia Felt (GER) 9:24:31

5. Cyril Viennot (FRA) 8:30:42

5. Amanda Stevens (USA) 9:25:50

6. Eduardo Sturla (ARG) 8:32:52

6. Belinda Granger (AUS) 9:28:59

7. Uwe Widmann (GER) 8:33:39

7. Simone Benz (SUI) 9:31:21

8. Petr Vabrousek (CZE) 8:40:36

9. Martina Dogana (ITA) 09:47:47

9. Trevor Delsaut (FRA) 8:41:57 10. Balazs Csoke (HUN) 8:43:06

in 2h 52’54”. Alla fine, con 8h 33’ 56” la Wellington si è inserita al l’ottavo posto

nella classifica assoluta. Martina Dogana all’esordio stagionale ha condotto una gara regolare, collezionando un’altra top 10 in un evento IM in 9h 47’47”

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Pianeta Ironman Memorial Hermann Ironman 70.3 Texas Galveston 1.9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa Chris Lieto, grazie ad una frazione ciclistica fenomenale (2:02:15, due minuti più veloce del secondo miglior tempo, contro una media di 2h 7’ dei migliori 10), ha vinto il Memorial Hermann Ironman 70.3 Texas. Al secondo posto si è piazzato il danese Rasmus Henning, che colleziona la seconda piazza d’onore in due settimane, dopo quella rimediata all’IM70.3 Oceanside per mano di Andy Potts. L’architetto navale ed ex marine Timothy O’Donnel ha agguantato la terza posizione grazie alla miglior frazione podistica della giornata. Solo quinto Fred Van Lierde, rivelazione della stagione in corso, che ha ceduto vistosamente nella seconda parte della corsa. Massimo Cigana, al debutto nel circuito 70.3 è arrivato 22°: il pesante distacco rimediato

TriStar Mallorca – Maiorca 1km nuoto / 100km ciclismo / 10km corsa Olivier Marceau si è imposto sullo spagnolo Marcel Zamora nell TriStar 111 disputato domenica 17 aprile nell’isola di Mallorca. Il triatleta rossocrociato (francese di nascita, naturalizzato svizzero) ha rimontato lo svantaggio pagato al tedesco due volte campione a Kona, Normann Stadler, autore di un’azione coraggiosa nel duro percorso ciclistico. Stadler si è visto superare anche dallo scalatore spagnolo Marcel Zamora, secondo al traguardo. Prestazione sottotono per il campione del mondo

TOP 10M

TOP 5F

1. Chris Lieto (USA) 3:45:37

1. Catriona Morrison (GBR) 4:06:43

2. Rasmus Henning (DEN) 3:46:47

2. Angela Naeth (CAN) 4:09:40

3. Timothy O’Donnell (USA) 3:48:16

3. Karin Thuerig (SUI) 4:10:30

4. Terenzo Bozzone (NZL) 3:50:00

4. Mary Beth Ellis (USA) 4:14:39

5. Frederik Van Lierde (BEL) 3:50:54

5. Kelly Williamson (USA) 4:14:53

6. Marko Albert (EST) 3:51:26

6. Desiree Ficker (USA) 4:16:16

7. Sebastian Kienle (GER) 3:52:03

7. Margaret Shapiro (USA) 4:17:05

8. Ronnie Schildknecht (SUI) 3:53:33

8. Meredith Kessler (USA) 4:17:35

9. Jozsef Major (HUN) 3:54:55

9. Tyler Stewart (USA) 4:19:03

10. Joe McDaniel (USA) 3:56:05

10. Sonja Tajsich (GER) 4:20:13

a nuoto ha pregiudicato la possibilità di rimontare il gruppo dei migliori. Sceso dalla bici in 22^ posizione Cigana si è limitato a mantenere la posizione, cercando di risparmiare energie per gli appuntamenti futuri. Nella gara femminile la britannica ex campionessa mondiale Catriona Morrison ha vinto con 3 minuti di vantaggio sulla

rACE

canadese Angela Naeth. Karin Thuerig (classe ’72, tre vittorie ironman in carriera, oltre a due titoli mondiali di duathlon LD ed altri due nella cronometro individuale), con un’eccezionale frazione ciclistica (2h 12’, un ottimo tempo anche se paragonato a quelli degli uomini), è giunta in terza posizione.

TOP 10M

TOP 5F

1. Olivier Marceau (SUI) 3:40:42

1. Eimear Mullan (IRL) 4:10:27

2. Marcel Zamora (ESP) 3:40:56

2. Tamsin Lewis (GBR) 4:12:22

3. Normann Stadler (GER) 3:41:24

3. Heidi Jesberger (GER) 4:26:21

4. Esben Hovgaard (DEN) 3:43:40

4. Coralie Lemaire (BEL) 4:28:49

5. Johannes Moldan (GER) 3:44:45

5. Constance Mochar (AUT) 4:34:02

6. Chris McCormack (AUS) 3:44:46 7. Georg Potrebitsch (GER) 3:45:00 8. James Gilfillan (GBR) 3:45:04 9. Joel Jameson (GBR) 3:46:15 10. Tim Brydenbach (BEL) 3:47:43

in carica di Ironman, Chris McCormack, che ha accusato distacchi pesanti sia in

bici che nei 10 km di corsa. Nella gara femminile l’irlandese Eimear Mullan ha vinto di misura sulla britannica Tamsin Lewis, che si era avvantaggiata in bicicletta, pagando dazio nella frazione podistica. Terzo posto per la tedesca Heidi Jesberger.

29


Pianeta Ironman Ochsner Ironman 70.3 - New Orleans, LA 90km ciclismo. / 21km corsa Il nuoto è stato soppresso a causa delle cattive condizioni meteo. Il tedesco Sebastia Kienle ha centrato la prima vittoria nel circuito 70.3 in una gara anomala, convertita dagli organizzatori in un duathlon a cronometro con i partenti separati da un minuto di gap e costretti a fare a meno di qualsiasi riferimento cronometrico. Kienle ha virtualmente staccato tutti gli avversari con una prestazione fenomenale sui 90km di ciclismo, percorsi in 2h 2’ alla media di 44,2km/h. Massimo Cigana, reduce dalla delusione all’IM70.3 Texas, ha fatto segnare il terzo tempo assoluto in 2h06’ a pochi secondi dal tempo del neozelandese Terenzo Bozzone. La mezza maratona conclusiva incoronava definitivamente il triatleta tedesco, che ha saputo cogliere l’occasione rappresentata da una gara senza nuoto, la sua peggior frazione, che tuttavia ha assegnato sia il trofeo che i punti del rank di qualificazione per il campionato del mondo. Paul Amey, ex campione del

Half Challenge Fuerteventura 1,9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa L’Half Challenge Fuerteventura ha visto trionfare il danese Rasmus Henning sul connazionale Martin Jensen e sull’inglese Stephen Bayliss. Henning ha superato Jensen nel corso dell’ultima frazione giungendo sulla linea del traguardo con poco più di un minuto di vantaggio. L’unico elite italiano in gara, il toscano Domenico Passuello, ha concluso la prova al sesto posto, facendo segnare la miglior frazione

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TOP 10M

TOP 5F

1. Sebastian Kienle (GER) 3:18:08

1. Julie Dibens (GBR) 3:40:15

2. Paul Amey (GBR) 3:23:08

2. Samantha Warriner (NZL) 3:41:31

3. Paul Matthews (AUS) 3:25:24

3. Yvonne Van Vlerken (NED) 3:44:30

4. Richie Cunningham (AUS) 3:25:54

4. Linsey Corbin (USA) 3:46:19

5. Terenzo Bozzone (NZL) 3:26:16

5. Tine Deckers (BEL) 3:46:23

6. Dirk Bockel (LUX) 3:26:22

6. Heather Jackson (USA) 3:48:32

7. Axel Zeebroek (BEL) 3:27:15

7. Uli Bromme (USA) 3:48:56

8. Matthew Russell (USA) 3:27:24

8. Sonja Tajsich (GER) 3:50:00

9. Trevor Wurtele (CAN) 3:28:01

9. Sofie Goos (BEL) 3:52:11

10. Kyle Leto (USA) 3:28:11

10. Amy Kloner (USA) 3:53:09

mondo di duathlon, ha scalato la classifica provvisoria fino al secondo posto finale, grazie ad un’ultima frazione corsa in 1h 12’17”. In terza posizione si è piazzato l’australiano Paul Matthews, vincitore del Triathlon di Bardolino 2010, mentre Cigana ha accusato la fatica nella seconda metà dei 21 km di corsa, con un tempo che lo ha collocato all’undicesimo posto (con qualche dubbio sul parziale della T2 che è sembrato esageratamente alto). La gara femminile ha visto il duello tra la britannica Julie Dibens

e la neozelandese Samantha Warriner, rispettivamente la vincitrice del Triathlon di Abu Dhabi e dell’IM New Zealand. A spuntarla è stata l’atleta inglese, che è riuscita a mantenere il vantaggio di un minuto conquistato in sella alla bicicletta, ma anche grazie ad una T2 più rapida della rivale. Al terzo posto si è piazzata la biondissima austriaca Yvonne Van Vlerken, che ha contenuto la rimonta di Lindsey Corbin, autrice del miglior parziale podistico (1h21’37”).

TOP 6M

TOP 5F

1. Rasmus Henning (DEN) 4:12:59

1. Eva Ledesma (SPA 4:47:14

2. Martin Jensen (DEN) 4:14:01

2. Erika Csomor (HUN) 4:49:19

3. Stephen Bayliss (GBR) 4:14:33

3. Edith Niederfiniger (ITA) 4:53:28

4. Jonas Djurback (SWE) 4:15:59

4. Emma Ruth Smith (GBR) 4:57:35

5. Daniel Halksworth (GBR) 4:16:18

5. Sonja Jaasveld (NED) 5:05:35

6. Domenico Passuello (ITA) 4:16:51

ciclistica. Nella gara femminile vittoria spagnola con la catalana Eva Ledesma che si è imposta sulla magiara Erika Csomor.

Gran gara di Edith Niederfringer, che ha tenuto testa alla Ledesma per le prime due frazioni, cedendo la leadership solo nel corso dei 21 km di corsa conclusivi e tagliando il traguardo in terza posizione.

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Pianeta Ironman Avia Wildflower Long Course Triathlon Lake San Antonio, California 1.9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa Il Wildflower Triathlon 2011, classica californiana giunta alla 29^ edizione, è stato vinto dall’ex siepista di Stanford Jesse Thomas, alla prima stagione da triatleta professionista. Thomas ha sorpreso tutti i campioni presenti in gara con un’ultima frazione podistica (21km) impressionante. Basti pensare che è giunto in T2 in ottava posizione con più di sei minuti di ritardo dal leader. “Non ci posso credere, è un sogno” ha dichiarato l’emergente triatleta subito dopo aver tagliato il traguardo. Al secondo posto si è piazzato l’australiano Clayton Fettel, raggiunto e staccato di soli 26 secondi dal vincitore Thomas. Terzo gradino del podio per il campione sudafricano James Cunnama.

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Urban Hotel Group Ironman Australia Port Macquarie, Australia 3.8km nuoto / 180km ciclismo / 42,195km corsa Entrambi al rientro da un infortunio, entrambi non avevano mai trionfato in una gara marchiata IM, entrambi si sono presi una bella rivincita all’IM Australia dimostrando una volta di più di essere dei veri campioni e di avere tutte le carte in regola per potersi candidare ad un posto da favoriti nella prossima edizione dell’IM Hawaii. Pete Jacobs ha sorpreso gli avversari con una frazione di nuoto di altissimo livello (46’), avvalorata dal miglior split ciclistico e da una solida prestazione podistica (anche se non all’altezza del suo record di 2h 41’

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TOP 10M

TOP 10F

1. Jesse Thomas, (Eugene OR) 4:04:45

1. Leanda Cave (GBR) 4:27:58

2. Clayton Fettell (AUS) 4:05:11

2. Mary Beth Ellis (Boulder CO) 4:28:05

3. James Cunnama (RSA) 4:05:59

3. Magali Tisseyre (CAN) 4:32:06

4. Matt Lieto (Bend OR) 4:09:05

4. Tenille Hoogland (CAN) 4:36:26

5. Chris Legh (AUS) 4:09:49

5. Virginia Berasategui (ESP) 4:37:16

6. Jordan Rapp (Thousand Oaks CA) 4:10:54

6. Samantha Warriner (NZL) 4:39:07

7. Nicholas Thompson (Orinda CA) 4:11:07

7. Jodie Swallow (GBR) 4:43:50

8. Timothy DeBoom (Boulder CO) 4:12:08

8. Desiree Ficker (Austin TX) 4:46:03

9. Bjorn Andersson (SWE) 4”:14:36

9. Annie Warner (Nine Mile Falls WA) 4:48:09

10. Dan Hugo (Boulder CO) 4:15:41

10. Julia Grant (NZL) 4:51:15

La gara femminile ha visto il trionfo della britannica con un passato da atleta olimpica Leanda Cave, grazie ad una condotta accorta soprattutto nel corso della frazione ciclistica che ha visto inciampare in una squalifica due atlete plurititolate come Jodie Swallow e

Virginia Berasategui, tagliate fuori dalla lotta per le posizioni più importanti. Staccata di soli 7 secondi dalla Cave, l’americana Mary Beth Ellis ha conquistato la piazza d’onore, mentre la canadese Magali Tisseyre ha chiuso terza a più di quattro minuti dalla vincitrice.

TOP 5M

TOP 5F

1. Pete Jacobs (AUS): 8:29:28

1. Caroline Steffen (AUS): 9:29:54

2. Patrick Vernay (New Caledonia): 8:35:50

2. Amelia Pearson (AUS): 9:38:23

3. Jason Shortis (AUS): 8:46:07

3. Kirsten Molloy (AUS): 9:43:55

4. Scott Neyedli (Scotland): 8:47:16

4. Nicole Ward (AUS): 9:49:23

5. Courtey Ogden (AUS): 8:49:56

5. Erin Spitler (USA): 10:08:33

alle Hawaii). Alle sue spalle si è piazzato Patrick Vernay, sul quale erano riposte tutte le ambizioni dei transalpini, che avevano sperato in una vittoria francese dopo il forfait del favoritissimo Craig “Crowie” Alexander a causa di un virus. Nella gara femminile la campionessa del mondo di Triathlon Lungo (sotto l’egida ITU) ha scavato

una voragine tra lei e le avversarie in sella alla specialissima da cronometro. All’ingresso in T2 ben 10 minuti la separavano dalla prima inseguitrice Amelia Paerson. La corsa a piedi non ha modificato gli equilibri già consolidati nel corso delle prime due frazioni. Sul podio con la tedesca Steffen e l’australiana Paerson si è piazzata l’altra aussie Kirsten Molloy.

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Domenica

IRONMAN® IR RONM MAN® and M-DOT® are registered trademarks of W Wo orld Triathlon Tr Triath World Corporation used herein by permission

26 Giugno 2011 m RUN k ,2 2 4 / E IK B m k 0 M / 18 SW IIM m k ,8 3 0 3 H 6 : A Z N PA R T E

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Pianeta Ironman IM70.3 St. Croix – St. Croix, WI 1.9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa L’ucraino del Liger Tri Bikes ha vinto il suo terzo titolo IM70.3 nel caldo asfissiante della località caraibica di St. Croix, in una gara che ha incoronato l’ultimo a cedere alle temperature ed all’umidità insopportabile oltre che ai percorsi durissimi di questa classica del calendario USA. Ecco il racconto dell’unico azzurro in gara tra gli elite, Alessandro Degasperi, che ha corso (come il vincitore Kriat) su bici Sarto, marchiate Liger Team. “Ho nuotato bene, a pochi secondi da Bell ma insieme a Cunningham e Kriat. In bici siamo rimasti sempre noi tre a un paio di minuti da Bell che si era avvantaggiato. Il famoso strappo “The Beast” al 20 % è stato davvero durissimo, l’ho affrontato con il 39x25 e - un po’ mi vergogno a dirlo - ho fatto un paio di tratti a zig zag. Poi 30 km di contro vento pauroso su un percorso vallonato. Negli ultimi 10 si pedalava in

TOP 7M

TOP 7F

1. Maksym Kriat (UKR): 4:11:43

1. Catriona Morrison (GBR): 4:29:28

2. Luke Bell (AUS): 4:11:59

2. Angela Naeth (CAN): 4:32:07

3. Richie Cunningham (AUS): 4:15:50

3. Mirinda Carfrae (AUS): 4:36:01

4. Patrick Evoe (USA): 4:15:51

4. Leslie Patterson (GBR): 4:39:09

5. Alessandro Degasperi (ITA): 4:16:24

5. Kate Major (AUS): 4:41:33

6. Romain Guillaume (FRA): 4:24:31

6. Amy Marsh (USA): 4:52:31

7. Gabriel Raff (ARG) 4:29:03 (M25-29)

7. Jacqui Gordon (USA): 4:59:24

direzione opposta, finalmente con vento a favore. Kriat ha allungato un po’ prima della zona cambio sull’ultimo strappetto. A piedi sono rimasto con Cunningham per tutto il primo giro e buona parte del secondo ma il ritmo è andato via via calando e mi sono spento lentamente. Ad 1 km dalla fine ci ha preso Evoe, che ha anche allungato. Richie è è riuscito ad agganciarsi, io invece ero cotto,... quindi quinto. Fino a tre quattro km della fine pensavo di poter arrivare comodamente terzo, ma poi ho finito le energie. Questo

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quinto mi dà la certezza matematica di un posto ai mondiali lìdi Lake Las Vegas quindi sono comunque soddisfatto dalla prova.”. La gara femminile è stata vinta per la terza volta in carriera dalla britannica Ctriona Morrison, settima assoluta, che ha distanziato Angela Naeth di due minuti e mezzo e di sei minuti e mezzo la campionessa del mondo di IM in carica, l’australiana Mirinda Carfrae. Sfortunata l’unica azzurra nella gara elite, Francesca Tibaldi, costretta al ritiro dopo una caduta in bici.

IRONMAN® M-DOT® 70.3® are registered trademarks of World Triathlon Corporation. Copyright © 2011 World Triathlon Corporation.

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Urban Hotel Group Ironman 70.3 Port Macquarie, Australia 1.9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa Vittoria inglese nell’IM 70.3 Port Macquarie. Il passistone Joe Gambles, medaglia di legno agli ultimi mondiali di IM 70.3, ha tagliato il traguardo in prima posizione con un vantaggio abissale sul primo inseguitore, Tim Berkel la cui rimonta nella frazione podistica non gli ha permesso di impensierire il leader della corsa. Terza posizione per l’eterno Cameron Brown.

TOP 10M

TOP 5F

1. Joe Gambles (AUS): 3:58:15

1. Joanna Lawn (NZL) 4:29:36

2. Tim Berkel (AUS): 4:01:40

2. Madeleine Oldfield (AUS) 4:37:24

3. Cameron Brown (NZL): 4:03:22

3. Michelle Wu (AUS) 4:41:10

4. Christian Kemp (AUS): 4:04:11

4. Belinda Granger (AUS) 4:43:53

5. Tim Reed (AUS): 4:04:54

5. Elly Franks (AUS) 5:00:31

Nella gara femminile vittoria a sorpresa della trentottenne Johanna “Jo” Lawn, che ha stracciato le avversarie, chiudendo con quasi otto minuti di vantaggio

sull’australiana Madeleine Oldfield. Solo quarta Belinda Granger dopo una mezza maratona conclusiva al di sotto delle proprie potenzialità.

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RAce

Tuttogare Italia

TUTTO

GARE

Caldaro: l’ Olimpico è di Hofer e Simic E’ andata all’altoatesino dei Carabinieri Daniel Hofer l’edizione 2011 del Triathlon Internazionale Lago di Caldaro, del 7 Maggio: al termine di una gara molto combattuta, Hofer ha superato un altro atleta regionale, il trentino Alessandro De Gasperi del Cus Trento; terzo Leonardo Ballerini del Triathlon Cremona. Tra le donne il successo della slovena Mateja Simic del Triathlon Cremona che ha superato le portacolori delle Fiamme Oro Daniela Chmet e Annamaria Mazzetti.

Desideri e Petrini primi a Trevignano Domenica 8 Maggio la località sul lago di Bracciano ha ospitato la prima tappa del circuito Centro Italia. Luca Desideri del Forhans Team ha preceduto sul traguardo il suo compagno Ussi e Nicolai, mentre Elena Petrini del T.D. Rimini è stata la migliore in campo femminile, davanti a Cibin e Rossi. La carica degli 800 ad Andora Domenica I Maggio nel Triathlon sprint di Andora sono stati gli 842 atleti al via in rappresentanza di 7 nazioni. Molto

di Guido Esposito combattuta la prova tra gli uomini, dove il gruppetto comprendente tutti i favoriti si è presentato compatto all’inizio della terza ed ultima frazione; al termine dei 5 km ha prevalso il transalpino Brice Daubord, davanti al Monegasco, Herve Banti; terzo l’azzurro Andrea Secchiero. Nella gara femminile vittoria della Slovena Mateja Simic davanti a Margie Santimaria ed Annamaria Mazzetti. Terni e Provaglio d’Iseo: va in scena l’offroad Due i triathlon sprint con mountain bike disputati il I Maggio: a Terni Antonello Pallotta ha la meglio su Spadaccia e Crocelli, con l’ex azzurra Silvia Riccò vincitrice tra le donne davanti a Silei e Mele. Nella gara lombarda Maurizio Brassini è primo su Vergano e Salini; in campo femminile successo di Irma Ventura, seguita da Manzato e Silvestri.

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Powerman Italy 2011: trionfo per Vansteelant e Klinger Joerie Vansteelant rispetta i pronostici e conquista la gara di Valmadrera, ormai capitale italiana del duathlon long distance; alle sue spalle giungono l’azzurro Alessio Picco ed il teutonico Retzlaff. Podio straniero tra le donne, con Nicole Klinger (Liechestein) prima davanti a Jarz e Parsons.

Ferraro e Capone conquistano l’isola Giuseppe Ferraro torna alla vittoria nell’olimpico di San Vito Lo Capo (Trapani) dell’8 Maggio 2011, staccando nella frzione di corsa i due rivali Campagna ed Intagliata; tra le donne Alice Capone conquista il successo, davanti a Prestigiacomo e La Colla.

Terenzo Bozzone Ironman 70.3 World Champion

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RAce

Tuttogare Italia

Lido di Venezia: buon debutto per lo sprint a cronometro Il triathlon torna al Lido con un inedito “cronosprint”. Alla fine il più veloce è Francesco Cauz, seguito da Ceccarelli e Leitner; Melissa Mularoni si aggiudica la gara femminile, seguita da Desiderà e Rodriguez. Barberino: IronItaly parla straniero! La seconda edizione della gara mugellana su distanza media ha visto vincere tra gli uomini l’elvetico Nicolas Bayelier che, con una grande frazione ciclistica, ha preso il comando della gara per mantenerlo fino all’arrivo davanti ad Annovazzi e Biagiotti. Vanessa Schlemmer ha dettato legge tra le donne; argento e bronzo per Stefani e Miglioli. Manerba: il duathlon nel segno di Obrist e Goldoni Michael Obrist e Paola Goldoni sono i vincitori del duathlon sprint di Malerba, gara gemella di quella disputata in Marzo; sul podio con l’altoatesino sono saliti Bettinelli e Panzavolta, mentre argento e bronzo femminili sono andati a Serena e Negrisoli.

Fossano: sprint vincente per Polikarpenko e Peron Vladimir Polikarpenko ha vinto di nuovo lo sprint di Fossano; alle sue spalle sono giunti Vizzardelli e Brigadoi. Gaia Peron ha condotto in solitaria la gara femminile, dietro di lei sono arrivate Signorini e Brambilla. Capalbio: Ascenzi e Olivari davanti a tutti La seconda edizione del triathlon sprint maremmano ha visto Alex Ascenzi ha rispettare i pronostici, tagliando per primo il traguardo davanti a Ussi e Guerci. Nouvelle vague in grande spolvero in campo femminile, con Nicole Olivari vincitrice su Fascetti e Contorni. Duathlon Sprint: la finale è per De Ponti e Sella Si è concluso a Travo il 17 Aprile 2011, il Circuito nazionale di Duathlon Sprint, che ha visto in quest’ultima gara la vittoria di Maria Alfonsa Sella (TD Rimini) e di Massimo De Ponti (CS Carabinieri). Secondi sul podio,

nella classifica femminile Monica Cibin ed in quella maschile Luca Bonazzi. Il terzo posto è andato a Margie Santimaria ed a Fausto Dotti.

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2 011 S E I R E S UN I AT H L O N E • 10KM R

• 4 0 K M B IK IM W S M K 1 ,5

Castelvolturno: Insalata e Ferragina campioni campani Il duathlon sprint di Castelvolturno del 17 Aprile ha assegnato i titoli regionali; tra gli uomini tripletta della Canottieri Napoli, con Michele Insalata primo davanti a Laiso e Lamberti. Anche il titolo femminile è andato al team partenopeo, grazie a Consuelo Ferragina; argento e bronzo per Casola e De Vito. Nel supersprint riservato ai giovani, vittorie di Ciro Mignano e Federica Saetta.

EUROPA

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Duathlon giovani: a Verbania i tricolori a squadre Domenica 10 Aprile Verbania ha ospitato i Campionati Italiani di Duathlon categorie Junior e Youth a squadre (con formula a staffetta). Nella categoria superiore, vittoria maschile per i ragazzi del Torino Triathlon (Varbella, De Ambrogio, Crivellaro) seguiti da Green Hill (Buraccioni, Maiolati, Scipione)

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S E I R E S N I AT H L O

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Tuttogare Italia

e Atl. Bellinzago (Liccardo, Molinari, Fortina), mentre tra le ragazze titolo ad A.S. Virus (Parodi, Priarone, Camera), davanti a Torino Tri. (Orla, Serra, Mastrazzo) ed Alta Pusteria (Gelmini, Mair, Watschinger). Tra gli Youth i ragazzi del Minerva Roma (Stateff, Salvino, Uderzo) hanno preceduto Friesian Team (Filippini, Bargellini, Mercadante) e TD Rimini (Parmigiani, Fiorani, Marini); tra le staffette femminili, altro titolo per il Torino Triathlon (Piccinelli, Visaggi, Olivari), argento al Minerva Roma (Fascetti, De Quarto, Artinelli) e bronzo a CUS Udine (Papais, Iogna, Soldati). Dotti e Giussani vincono il duathlon di Pernate Domenica 10 Aprile a Pernate, Novara, la seconda edizione del duathlon sprint ha fatto registrare la vittoria del portacolori dell’ASD Start&Go Fausto Dotti davanti a Puricelli e Brassini; in campo femminile, successo per la favorita della vigilia, la portacolori dell’Atletica Bellinzago Alexa Giussani, su Vecchio e Bordiga.

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Duathlon Sprint di Montecatini Terme: in gara anche i diversamente abili Gianluca Calfapietra ha vinto la gara Toscana del 3 Aprile 2011, davanti ad Ussi e Iuliano, mentre, tra le donne, Chiara Ingletto ha prevalso su Chiavaccini e Gatti. Al traguardo anche cinque atleti diversamente abili: Pierpaolo Ribolla, il più veloce di giornata, Fabio Andrei, Giuseppe Comuniello, Angelo Grazzini e la cantante-attrice Annalisa Minetti. Buseto Palazzolo: Giovani in gara nel Duathlon Circa 70 giovani hanno partecipato alla gara siciliana del 27 Marzo 2010; nella gara di rank su distanza sprint, vittorie di Sebastiano Foti e Federica Cernigliaro Marina di Pisa: Fiamme Oro e Forhans Team tricolori di Duathlon Il lungomare di Marina di Pisa ha ospitato i campionati italiani a squadre di Duathlon, il 27 Marzo 2010. Nella gara maschile lungo

testa a testa tra Fiamme Oro (Lambruschini, Brustolon, Secchiero) e Carabinieri (Hofer, M. De Ponti, Molinari), che ha visto prevalere i primi, grazie all’allungo di Andrea Secchiero su Massimo De Ponti a 200 metri dal traguardo; terzo posto per il Friesian Team (Bargellini, Biagiotti, A. De Ponti ). Il titolo femminile è andato al Forhans Team (Desideri, Cibin , Capone), seguito da T.D. Rimini (Sella, Rossi, Petrini) e Peperoncino (Dudas, Dossena, Bordiga). Nella gara individuale su distanza sprint del Sabato, arrivo in volata tra gli uomini, con Daniel Hofer vittorioso su Thomas e Steinwandter, mentre tra le donne Maria Alfonsa Sella regola Chmet e Dudas. A Manerba il duathlon è di Cigana e Battistoni L’ironman Massimo Cigana vince la gara gardesana del 20 Marzo 2011, su distanza sprint; dietro di lui giungono Vizzardelli e Villa. Senza storia la gara femminile, con Elisa Battistoni trionfatrice su Ramundo e Goldoni.


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Golden Duathlon: trionfano Dotti e Capone Fausto Dotti ha vinto la gara di Sirone corsa il 20 Marzo 2011 su distanza classica, davanti a Puricelli e De Paolis, mentre il successo femminile è andato ad Alice Capone; argento e bronzo per Cibin e Miglioli.

Alla Cittadella per il Duathlon MTB Silvia Riccò e Guido Ricca hanno vinto questo Duathlon Sprint offroad, corso il 6 Marzo 2011; sul podio con la ex azzurra sono salite Gibson e Bernardi, mentre argento e bronzo maschili sono andati ad Alladio e Marchisio.

Fabian e Simic conquistano Arcugnano Alessandro Fabian e Mateja Simic hanno vinto il Duathlon Sprint di Arcugnano del 13 Marzo 2011; alle spalle dell’azzurro sono giunti Uccellari e Steinwandter, mentre Sella e Santimaria hanno conquistato il podio dietro la slovena.

Al Duathlon del Carnevale di Venezia vittoria per Cigana e De Rossi Massimo Cigana ha vinto il Duathlon sprint disputato al Parco San Giuliano Domenica 6 Marzo 2011, davanti a Cauz e Papais. Agnese De Rossi ha invece prevalso su Cauz e Desiderà.

Formello: par tenza sprint del F o r h a n s Te a m D o m i n i o a s s o l u t o d e l F o r h a n s Te a m nel duathlon sprint di Formello, disputatosi domenica 6 marzo 2 011: t r a g l i u o m i n i L u c a D e s i d e r i , L o r e n z o St e f a n i e Fa b r i z i o B a r a l l a non hanno concesso nulla agli av versari, il terzetto si è giocato la vittoria nella frazione finale di c o r s a (c h i u d e n d o n e l l ’o r d i n e ) . N e l l a gara femminile Alice Capone e Sara Desideri hanno fat to subito il vuoto e d h a n n o p o i c h i u s o n e l l ’o r d i n e l a g a r a . Va n e s s a S h l e m m e r h a completato il podio.


RAce

Off Road

OFF ROAD

175 ¤

165 ¤

di Francesco Cauz

XTERRA New Zealand Championship 1.5km nuoto / 30km mtb/ 10km trail run 1.9km nuoto / 90km ciclismo / 21km corsa Il neozelandese Richard Ussher, pur essendo uno specialista degli adventure raid (fu anche atleta olimpico a Nagano 98 nel freestyle ski), è riuscito ad imporsi nel campionato nazionale di XTERRA davanti al campione uscente Scott Thorne; bronzo per Mark Leishman. In campo femminile, Karen Hanlen, ha vinto

XTERRA South Central Championship Waco, Texas 1.5km nuoto /24km mtb / 8,9km corsa L’intramontabile sudafricano Conrad Stoltz insieme agli statunitensi Middaugh e Wealing ha dato vita ad una battaglia emozionante nella tappa texana del circuito XTERRA, riuscendo a centrare la 38^ vittoria in un XTERRA in carriera. “Caveman” ha sfogato tutta la sua esperienza ed il proprio talento nei 24 chilometri estremamente tecnici in mountain bike, guadagnando un margine leggermente superiore a tre minuti sul tandem statuntense Middaugh – Wealing. Nella frazione finale Stoltz ha visto ridursi il generoso margine di vantaggio fino a soli sette secondi, sufficienti tuttavia a garantirgli la vittoria numero 38, tante quanti i suoi anni. ITU Cross Triathlon World Championships Extremadura (Spagna) 1km nuoto / 20km mtb / 6km corsa La canadese Melanie McQuaid, specialista degli eventi Xterra e già tre volte iridata nell’XTerra, si è laureata campionessa del mondo nella specialità Triathlon Cross (1km nuoto/20km MTB/6km corsa), manifestazione disputata per la prima volta a Extremadura in Spagna sotto l’egida della ITU. La McQuaid ha preceduto il tandem statunitense formato da Emma Garrard e dall’ex biker e campionessa del mondo in carica di XTerra Shonny Vanlandingham. La gara maschile è stata dominata dal superfavorito (4 volte campione del mondo di XTerra) sudafricano Conrad “Caveman” Stoltz, che non ha lasciato margine di recupero agli avversari. Primo dei battuti lo statunitense Seath Wealing, che aveva dichiarato di aver preparato questa gara per

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TOP 5M

TOP 5F

1. Richard Ussher 2:17:06

1. Karen Hanlen 2:42:14

2. Scott Thorne 2:18:28

2. Susie Wood 2:43:20

3. Mark Leishman 2:22:59

3. Lizzie Orchard 2:47:18

4. Ben Allen 2:23:24

4. Annika Smail 2:48:08

5. Josh Kenyon 2:28:03

5. Fleur Lattimore 2:48:58

grazie ad una grande rimonta in sella alla mountain bike. Suzie Wood e Lizzie Orchard

TOP 8F

1. Conrad Stoltz (RSA) 2:05:34

1. Melanie McQuaid (CAN) 2:20:31

2. Josiah Middaugh (USA) 2:05:42

2. Shonny Vanlandingham (USA) 2:21:12

3. Seth Wealing (USA) 2:05:49

3. Christine Jeffrey (CAN) 2:28:07

4. Nicolas Lebrun (FRA) 2:08:33

4. Suzie Snyder (USA) 2:29:55

5. Branden Rakita (USA) 2:08:51

5. Emma Garrard (USA) 2:30:20

6. Craig Evans (USA) 2:11:37

6. Jessica Noyola (USA) 2:35:41

7. Trevor Glavin (USA) 2:13:10

7. Tracy Thelen (USA) 2:560:36

8. Will Ross (USA) 2:13:16

8. Caroline Colonna (USA)m 2:51:02

9. Patrick Valentine (USA) 2:13:21 10. Cody Waite (USA) 2:14:35

dell’ex stella del cross country nonché iridata 2010 di specialità, Shonny Vanlandingham. Terzo posto per la canadese Christine Jeffrey, che si è presa la parziale soddifazione della miglior frazione natatoria, pagando pesanti distacchi alle due favorite nelle altre due frazioni.

TOP 10M

TOP 10F

1. Conrad Stoltz (RSA) 1:26:40

1. Melanie McQuaid (CAN) 1:43:02

2. Seth Wealing (USA) 1:27:36

2. Shonny Vanlandingham (USA) 1:43:25

3. Olivier Marceau (SUI) 1:29:43

3. Emma Garrard (USA) 1:43:43

4. Josiah Middaugh (USA) 1:30:27

4. Christine Jeffrey (CAN) 1:45:22

5. Richard Stannard (GBR) 1:31:04

5. Marion Lorblanchet (FRA) 1:47:16

6. Eneko Llanos (ESP) 1:31:29

6. Zurine Rodriguez (ESP) 1:47:34

7. Bruno Pais (POR) 1:32:11

7. Renata Bucher (SUI) 1:48:13

8. Branden Rakita (USA) 1:32:13

8. Adriana Fabiola Corona (MEX) 1:50:34

9. Victor Manuel, Del Corral Morales (ESP) 1:32:47

9. Susan Sloan (RSA) 1:51:27

10. Craig Evans (USA) 1:34:37

10. Helena Herrero (ESP) 1:51:31

tutto l’inverno. A chiudere il podio un altro grande dell’ultimo decennio di storia del triathlon, lo svizzero (ma francese di nascita) Olivier Marceau. Quarto Josiah Middaugh e quinto il triatleta della “vecchia guardia” inglese Richard Stannard. Giornata difficile

¤

hanno conquistato, rispettivamente, la piazza d’onore ed il terzo gradino del podio.

TOP 10M

Anche la gara femminile ha proposto una sfida stellare tra le due dominatrici dell’ultimo lustro di storia del circuito XTERRA. Uscita in seconda posizione dal nuoto, la pluricampionessa del mondo Melanie McQuaid si è prima appropriata della leadership per poi difendersi dalla rimonta

165 ¤

per gli atleti convocati dal CT della nazionale elite: Fabrizio Baralla si è classificato ventesimo, ma ha pagato un pesante distacco in sella alla mountain bike mentre il toscano Fabio Guidelli è stato costretto al ritiro per problemi alla schiena.

¤

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aforisma

Lance Armstrong

Ciò che conta veramente è invisibile all’occhio Caffélatex gonfia&ripara Espresso chiave dinamometrica Giustaforza sigillante

‘‘

Tutto è possibile. Possono dirti che hai il 90 per cento di possibilità, o il 50 per cento, oppure l’1 per cento, ma ci devi credere. E devi lottare.

TM

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Lance Armstrong

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tel. 340.3017376 effettomariposa.it

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training

training

Ironman 70.3 Italy

Ironman 70.3 Italy

La rifinitura per

Ironman 70.3

l’

di Andrea Gabba

VERSO PESCARA LO SCARICO FINALE GIORNO

OBIETTIVO

OBIETTIVO

DOMENICA

PROVE GENERALI

COMBINATO: ciclismo 2h con 1h\1h15’ aerobico più 45’\1h a ritmo 70.3 + corsa:

LUNEDI

RECUPERO

MARTEDI

RIFINITURA CORSA

MERCOLEDI

RIFINITURA BICI

GIOVEDI

RIFINITURA NUOTO e PREPARAZIONE MATERIALE

NUOTO: riscaldamento + 20x50m oppure 10x100m passo gara rec. 15”\20” + defat

VENERDI

VIAGGIO

CORSA: 20’\30’ aerobici + 4\6 allunghi da 80 metri

SABATO

RELAX

NUOTO: 20’ prova campo gara CICLISMO: 45’ agili

DOMENICA

GARA

IRONMAN 70.3 ITALY

12km con 8km a ritmo 70.3 più 2 km in progressione + 2km defaticamento. NUOTO (facoltativo): ris+ 1000\1500 mt frazionati aerobici anche con pull o con la muta + defat CORSA: 45’ facili con 4\5x1000 mt a ritmo gara 500mt recupero NUOTO: 30’ facili aerobici defaticanti dopo la corsa CICLISMO: 2h con 2\3 x 10’ a ritmo gara rec 5’ + 30’ se possibile in agilità dietro moto CORSA (facoltativo):30’ facili

Dopo mesi di allenamenti e di fatica ormai ci siamo mancano pochi giorni al primo ironman 70.3 Italy. Nell’inverno abbiamo creato la base del lavoro con lunghe sessioni di endurance, nei primi

giorni di primavera il lavoro ha toccato i ritmi di soglia anaerobica infine ci siamo spinti negli allenamenti a ritmo gara, ora finalmente è giunto il momento di raccogliere i frutti del nostro lavoro.

Analizziamo in questo articolo il giusto avvicinamento alla competizione negli otto giorni che la precedono e vediamo come poter impostare una corretta tattica di gara.

- 7 GIORNI, DOMENICA: LE PROVE GENERALI Ad una settimana esatta dall’Ironman 70.3 è importante svolgere un ultimo allenamento che si pone come obiettivo quello di verificare le condizioni fisiche, mentali e organizzative in vista della gara. In questa sessione di allenamento è fondamentale concentrarsi sui particolari consci che al termine di questa prova inizierà una settimana di scarico e di relax. Il sabato (-8 giorni alla gara) è importante riposare per arrivare freschi alla domenica mattina pronti a lanciarci in questo importante test. L’allenamento prevede una sessione combinata ciclismo-corsa. Nel ciclismo (2 h) dopo una fase di riscaldamento ed una parte di lavoro aerobico è fondamentale svolgere gli ultimi 45-60’ della sessione a ritmo gara (70.3) su un percorso simile a quello che si affronterà a Pescara (inserire una salita nei primi 15-30’ della prova per poi finire in discesa-pianura nella seconda metà del test sui pedali). Terminata la sessione in bici immediatamente con una veloce transizione si passa a correre 8km a ritmo gara seguiti da 2 km a ritmo superiore, l’allenamento termina con 2km di defaticamento. Definito l’allenamento e le intensità è fondamentale che durante la sessione di allenamento si utilizzi lo stesso abbigliamento (body, scarpe, calze, casco) che si indosserà in gara ed è oltremodo importante che i materiali utilizzati (bici, ruote) siano preparati

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con lo stesso assetto che avranno a Pescara. Scelto abbigliamento e materiale va definita una precisa strategia alimentare: è fondamentale nutrirsi con gli stessi alimenti (barrette, gel, banane, eventuali piccoli panini) che si mangeranno in gara rispettando anche uno schema preciso nell’assumere il cibo e i gel. Nello stesso

modo è fondamentale idratarsi durante l’allenamento in modo corretto. Al termine della prova dopo aver assunto subito una porzione di carboidrati per recuperare lo sforzo ed aver effettuato una importante seduta di stretching è fondamentale analizzare l’allenamento e capire se si devono portare variazioni (al ritmo, ai materiali, all’alimentazione) in vista della gara.

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training

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Ironman 70.3 Italy

Ironman 70.3 Italy

-6, LUNEDI: L’ULTIMO VERO RIPOSO La gara si avvicina, l’ultimo allenamento importante è stato fatto ed è giunto il momento di rilassarsi il più possibile. Nei giorni a seguire anche se gli allenamenti saranno blandi accumuleremo molto stress sia pensando alla gara sia preparando il materiale, sia organizzando il viaggio ecc. Oggi è il giorno fatto apposta per pensare a tutto tranne che al triathlon. Rilassatevi facendo qualche cosa di divertente (passeggiata in famiglia, cinema, cena in compagnia, una buona lettura, ecc.) e per chi ne ha le possibilità sarebbe utile un bel massaggio defaticante. Per chi proprio non riesce a “staccare la spina” dallo sport, 1500 metri di nuoto sono sufficienti per fare del movimento lasciando al corpo anche il tempo di recuperare. -5, MARTEDI: LA RIFINITURA NELLA CORSA A meno cinque giorni dalla gara ultimo allenamento di rifinitura di corsa. La sessione prevede 45’ totali con 4-5 volte 1000 metri a ritmo 70.3, il recupero è attivo di 500 metri. In questo lavoro l’attenzione deve essere posta sulle sensazioni che devono essere buone, il feedback che ci da il nostro corpo deve essere assolutamente positivo in modo che anche la mente si “carica” di energia. Terminata la corsa è utile defaticare 30’ in piscina nuotando a ritmo molto blando. lasciando al corpo anche il tempo di recuperare.

Terminata l’ultima rifinitura in acqua tutto il tempo deve essere dedicato alla preparazione dei bagagli per il viaggio e alla sistemazione dei materiali da gara. Ricordatevi che nulla deve essere lasciato al caso quindi portate con voi tutto il materiale necessario per una buona riuscita della gara -2 VENERDI: iL VIAGGIO Giornata dedicata al viaggio. Qualunque sia la distanza da coprire arrivati sul luogo della gara è importante attivarsi immediatamente con una breve (20-30’) corsetta rigenerante seguita da qualche allungo e da un bel po’ di esercizi di mobilità articolare e di stretching. Se il tempo lo permette e se non si è troppo stanchi dal viaggio è consigliato andare a visionare in auto il percorso ciclistico e ritirare il pacco gara. -1, SABATO: RELAX Tra le mille cose obbligatorie da fare la vigilia della gara la parola d’ordine deve essere relax! Alla mattina, dopo una bella dormita (non mettete la sveglia, riposate più che potete!) è utile fare una leggera sgambata in bicicletta e una nuotata leggera in mare. Terminata questa attività si susseguiranno nell’ordine: preparazione e consegna materiali per la gara

di domani, partecipazione al briefing. Tutte queste operazioni vanno fatte con la massima tranquillità programmando gli orari in modo maniacale. È importante inoltre ritagliarsi il tempo per riposare e alimentarsi nel modo corretto. Tutto deve svolgersi al meglio senza portare via tempo ed energie preziose. Elemento indispensabile che ci deve accompagnare per tutta la giornata è la borraccia di acqua, è fondamentale idratarsi molto bene il giorno pre gara. Alla sera è buona norma andare a letto presto e soprattutto non pensare alla gara…se no si rischia di guardare il soffitto tutta la notte. DOMENICA: IRONMAN 70.3 ITALY Finalmente il grande giorno è arrivato, ora è Ironman Time! Svegliatevi con molta calma verso le 8-8.30 dopo un po’ di esercizi di mobilità verso le 9 è il momento della colazione che deve essere abbondante trasformandosi quasi in un pranzo. Per chi fosse abituato, vietato improvvisare, un piatto di riso o pasta non farebbe per nulla male in vista della lunga giornata. Terminata la colazione è utile rilassarsi rimanendo seduti all’ombra o sdraiandosi a letto con le gambe rivolte verso l’alto. Verso le ore 10-10.30 è ora di avvicinarsi alla zona cambio e una volta arrivati alla transition area è

C

t della nazionale di lungo, è stato responsabile del settore femminile alle olimpiadi di pechino ed è allenatore e marito di Nadia Cortassa. Con i suoi atleti ha vinto oltre 30 titoli italiani assoluti o giovanili e segue la preparazione degli age group tramite il sito www.triathloncoach.it. Ha gareggiato dal 1992 su tutte le distanze dall’ironman Hawaii all’XTERRA passando per le distanze classiche.

Andrea Gabba andreagabba@webtriathlon.com

opportuno verificare che la bicicletta funzioni al meglio. Sistemate borracce e alimenti è il momento di vestirsi e circa 45’ prima del via iniziare le operazioni di riscaldamento con una leggera nuotata. Terminata la fase attiva del riscaldamento si prosegue in attesa del via con esercizi di mobilità, qualche saltello e tanto allungamento. Arrivati a 10-15’ dallo start è il momento di allinearsi sulla start-line e alle 12.00 in punto sarà…IRONMAN ITALY!

LA GESTIONE DELLA GARA Partita la competizione diventa fondamentale imprimere subito un ritmo abbastanza elevato nei primi 400 metri di nuoto per non rimanere imbottigliati nel gruppo. Lasciata alle spalle la prima boa il ritmo si deve stabilizzare e deve mantenersi costante fino all’uscita dall’acqua. Arrivati in T1 non ci si deve far prendere dall’euforia e tutti i gesti (fatti rapidamente) devono essere svolti

con massima precisione. È fondamentale non dimenticare nulla (soprattutto il cibo) in zona cambio. Saliti sui pedali si deve iniziare a pensare che la gara va gestita in progressione. Nei primi chilomentri verso le salite, quando la strada è ancora pedalabile e il ritmo è facilmente gestibile è importante idratarsi e incominciare ad alimentarsi. Nella parte centrale della gara quella più movimentata altimetricamente è molto importante mantenere il controllo del ritmo in salita (senza voler esagerare) e gestire bene le discese recuperando energia sia muscolarmente sia mangiando qualche alimento solido. Nell’ultima parte della gara si può spingere un po’ di più sull’acceleratore fino agli ultimi 3-5km del ciclismo dove è bene rallentare leggermente il ritmo, bere e prendere un gel o una barretta con relativa calma sfruttando gli ultimi momenti in cui siamo seduti e possiamo alimentarci con tranquillità. Scesi dalla bici la fatica inizia a farsi sentire. È importante partire nella corsa per i primi 2-3 km a ritmi leggermente inferiori rispetto a quelli “gara” per poi incrementare gradatamente ed andare a regime fino al 15-16°km quando se le forze sono ancora in noi dobbiamo aprire il gas e senza porci freni sprintare fino all’arrivo.

-4, MERCOLEDI: LA RIFINITURA NEL CICLISMO Il giorno dopo aver richiamato per l’ultima volta il ritmo gara nella corsa è giunto il momento dell’ultima rifinitura nel ciclismo. Seguendo lo stesso schema del giorno precedente in questa sessione (vedi tabella) si alternano momenti a ritmo gara con fasi di recupero. Poter terminare l’allenamento con 30’ dietro motore sarebbe un toccasana per rigenerare la muscolatura e riattivare l’agilità a livello neuro muscolare. -3, GIOVEDI: LA RIFINITURA NEL NUOTO E LA PREPARAZIONE DEI MATERIALI Ormai ci siamo domani si parte per Pescara. Ultimo allenamento nella nostra piscina con una seduta di nuoto facile (magari con la muta) di circa 1000 metri frazionati (20x50 oppure 10x100) da svolgere al passo gara.

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Alimentazione

Alimentazione

E

L’energia in gara?

Ricarichiamoci in zona cambio

x nazionale di canottaggio, ha raggiunto l’apice nel 2009, stagione in cui si è laureata campionessa italiana nella categoria pesi leggeri. Laureata in Scienze Motorie, in seguito si è specializzata in Scienza dello Sport, oltre a diventare dottore di ricerca in Attività Fisica e Sport presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente riveste il ruolo di responsabile “Nutrition Center” di Enervit.

di Elena Casiraghi

Elena Casiraghi elenacasiraghi@webtriatlhon.com

delle riserve energetiche spesso è causa di vistosi cali di prestazione. Anche le perdite di liquidi e minerali attraverso il sudore comportano una riduzione dell’efficienza psico-fisica. Il triathlon è una disciplina molto dura che si può amare quanto odiare. Proprio quando qualcosa smette di funzionare. Perché se è vero che nessuno sport di improvvisa, la multidisciplina è impossibile da improvvisare e questo sia a livello di preparazione che di alimentazione, specialmente in vista della competizione. Dove tutto deve essere programmato con intelligenza.

Nelle gare di triathlon, l’integrazione prima e durante la competizione ha una notevole importanza, specie per evitare di incorrere nella disidratazione e nell’esaurimento precoce del glicogeno muscolare, due situazioni che possono determinare il calo dell’efficienza fisica, la riduzione della velocità della locomozione e anche la “crisi”.

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Proprio così: quel brutto momento in cui si spegne la lucina verde. E finisce un sogno. Forse non tutti sanno che già oltre 40 anni fa sono state proposte specifiche strategie nutrizionali sportive per i giorni precedenti la gara con lo scopo di presentarsi alla partenza con muscoli “carichi” di glicogeno ad alta concentrazione. Quanto al rifornimento da

compiere nel corso della competizione, va scelto soprattutto in base alla distanza che si affronta che nel triathlon varia di molto. Si parli di uno sprint, di un olimpico o di un Ironman o mezzo Ironman. E c’è poi la variabile climatica da tenere presente. In una disciplina come il triathlon il dispendio energetico di un atleta è elevato e la riduzione

vengono consumati sia per la concentrazione di carboidrati (ad alto indice glicemico) non ottimali alla performance. Per ovviare a questo, si consiglia di introdurre dunque sempre un apporto proteico (ad esempio ricotta o bresaola) e di scegliere preferibilmente fonti di carboidrati a basso indice glicemico (come ad esempio frollini o pane integrale). Inoltre, oggi, sul mercato esistono gelatine a basso indice glicemico che permettono di fare il carico di energia ed avere tempi di transito gastrico ridotti. L’ideale, quindi, è assumere 2-3 di queste gelatine per colazione, accompagnate da thè

o latte. In questa maniera è possibile iniziare la competizione senza disturbi gastrici e col pieno delle energie giuste. Partire con l’idratazione giusta Per avere la certezza di partire bene idratati è importante, da 2-3 ore prima fino alla partenza, consumare circa 500 ml di acqua, meglio se con una miscela di sali minerali. Questo porterà ad una produzione di urina se si è ben idratati. Se così non fosse, o se le urine che si producono fossero di colore scuro, è bene assumere ulteriori 250 ml prima della gara o dell’allenamento. Ma le esigenze di fluidi variano in base a diversi fattori quali, per esempio la corporatura, il ritmo che si sosterrà durante lo sforzo e le condizioni meteorologiche (temperatura, umidità, ecc.). Per le sessioni di allenamento o competizione che durano meno di un’ora e sono a temperature moderate, la sola acqua è in genere sufficiente per ristabilire l’idratazione. Per gli allenamenti e le gare che durano un’ora o più, invece, è meglio preferire una bevanda costituita da acqua e sali minerali. L’energia più facile durante Il triathlon, rispetto ad altri sport, è una multidisciplina che permette una facile integrazione. Durante il nuoto e la bicicletta, infatti, lo stomaco non subisce forti vibrazioni come, invece, accade nella frazione a piedi.

Le scorte giuste prima Nei giorni che precedono la gara si deve puntare su una certa varietà di cibi, con una presenza bilanciata sia di carboidrati sia di proteine sia di grassi. Il volume dell’allenamento dev’essere ridotto la settimana precedente in maniera da preservare le scorte di glicogeno ed arrivare alla partenza coi serbatoi colmi. Frutta e verdura forniscono minerali e vitamine. Gli omega -3 ricavati dall’olio di pesce (consigliabili quelli di tipo “RX”) sono un valido aiuto perché migliorano la resistenza, riducono le infiammazioni e velocizza i tempi di recupero. Con la partenza della gara fissata al mattino, la prima colazione va fatta almeno due-tre ore prima, in base ai tempi soggettivi di digestione. La colazione classica prevede latte o yogurt e pane o fette biscottate con marmellata ma non sempre la scelta di questi alimenti è favorevole sia per le quantità in cui

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I V E T A PAR

training

Alimentazione

Nella frazione di nuoto difficilmente si possono effettuare rifornimenti. Se non sulle lunghe distanze dove si possono utilizzare energetici in gel (o cheerpack). Poco prima di entrare in acqua, però, si può assumere una di quelle tavolette a base di carboidrati e sali minerali - che si sciolgono facilmente in bocca - insieme con un paio di sorsi di acqua. Terminata la zona cambio T1 è il momento migliore per assumere un gel (tipo Enervitene) a base di maltodestrine e fruttosio meglio se con caffeina per avere energia a rapida assimilazione. Il momento più favorevole per il rifornimento è poi la bicicletta. È in questa fase che ci si

occupa di rifornire l’organismo di liquidi, per reintegrare ciò che si perde con la sudorazione e di agevolare il lavoro muscolare. In questa fase sono ideali le bevande già pronte o, meglio ancora, quelle che si preparano con le buste di miscele in polvere, purché siano poco concentrate (al massimo 6-8 g di carboidrati per 100 ml di acqua per ottenere una bevanda ipotonica). Sotto sforzo è importante prevenire la sensazione di sete bevendo a piccoli sorsi, frequentemente, ogni 15 minuti. Nella prima parte o in quella centrale della frazione in bicicletta si può anche prevedere un’integrazione solida, per

Tab. 1: Diverse specialità del triathlon e loro rispettiva durata media. Evento Triathlon Sprint Triathlon Olimpico Ironman 70.3 (Half Ironman) Ironman

Durata media 50 min - 90 min 1h 50 min – 2h 30 min 3h 50 min - 6 h 8 h - 16 h

esempio una barretta energetica a base di carboidrati, oppure prodotti energetici con una miscela di carboidrati in forma liquida o gel. Dopo il cambio nell’area T2 è consigliabile assumere un gel o un energetico in forma liquida ad alta concentrazione di carboidrati ma facilmente assimilabile, per prevenire l’esaurimento delle scorte di glicogeno e preservare le energie per l’ultima frazione (tipo Enervitene, ideale il Competition). Nella frazione di corsa, in occasione dei punti di ristoro, il triatleta riesce ad assumere solo bevande. Con clima caldo deve fornire più acqua rispetto ai sali e ai carboidrati; quindi è ideale una bevanda poco concentrata (ipotonica) per garantire un rapido svuotamento dello stomaco e una veloce assimilazione. Ma della bevanda perfetta ci sono molte cose da dire… Ne parleremo nel prossimo numero di Triathlon

E R P

O L L O C E LD

I R E P

Enervit è energia ufficiale e tricolore fino a Londra 2012 Triathlon tricolore. Con Enervit. Si suda e si fa fatica per i campionati ufficiali del 2011 e l’energia ufficiale prima durante e dopo è quella di Enervit che ha chiesto alla sua Equipe di sviluppare le strategy ad hoc. Enervit, infatti, da quest’anno e sino a Londra 2012 sarà l’energia ufficiale delle nazionali italiane e degli eventi FITRI. L’accordo prevede, come sempre in casa Enervit, un rapporto di sponsorizzazione e di consulenza attiva per tutte le nazionali olimpiche con un particolare impegno rivolto ai prossimi obiettivi di Londra 2012. Enervit sarà inoltre energia attiva e positiva di numerosi eventi F.I.TRI: dal Campionato Italiano di Lungo alla ETU CUP di Cremona, al Campionato Italiano Duathlon Classico ai Tricolori di Triathlon sulla distanza olimpica (Elite ed Age Group); alla Finale del Circuito

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Triathlon ai Campionati di Triathlon Sprint individuale (per le categorie elite, age group e di squadra). Enervit è a nuova energia positiva della Federazione Italiana Triathlon: “Forte della sua esperienza sul campo, la nostra Equipe Enervit ha già sviluppato e testato una strategia energetica studiata ad hoc per supportare le fatiche dei triatleti - ha dichiarato Paolo Calabresi, direttore marketing di Enervit SPA - e sarà felice di mettere in pratica tutto il know-how maturato in questi anni in tutte le più impegnative discipline sportive, particolarmente nello sport di endurance. A supporto degli atleti azzurri del Triathlon. Stare al fianco degli atleti delle nazionali di Triathlon sarà un percorso ancora più stimolante che ci permetterà di crescere insieme anche in questo affascinante ed impegnativo sport olimpico”.

Noi di CEEPO costruiamo esclusivamente biciclette per il triathlon, per fornire la massima efficienza, velocità, stabilità e comfort, progettate da triathleti per triathleti ovvero sappiamo che l’atleta deve anche correre. Ogni telaio CEEPO è costruito senza compromessi, utilizzando i migliori materiali e linee studiate nella galleria del vento. Il modello VIPER rappresenta la massima espressione di questa filosofia. Per maggiori informazioni contattateci allo 051.593994 oppure visitate il sito www.ceepo.it

CEEPO sono state scelte come biciclette ufficiali dell’Ironman! Ironman, Ironman logo e M-Dot sono marchi registrati dalla World Triathlon Corporation. Il loro utilizzo è concesso su licenza dalla IRONMAN TRIATHLON


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Cross-training

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alimentazione per amatore: tra vita quotidiana e sport

L’ l’

L’alimentazione per l’amatore che pratica sport in maniera regolare, non deve solo fornire energia per poter svolgere le normali attività quotidiane, ma deve fare in modo che questa energia sia di “qualità” per poter sfruttare al massimo il proprio potenziale umano. Secondo il mio parere, il cibo è il farmaco più potente che abbiamo a nostra

disposizione, per poter vivere al meglio. Quindi il nostro scopo deve essere quello di migliorare il nostro benessere, cioè uno stato di salute psicofisico raggiungibile tramite una corretta alimentazione, attività fisica quotidiana, e relax. Prima di parlare in maniera specifica di Alimentazione, è opportuno evidenziare come si può valutare

D di Ignazio Antonacci

il proprio fabbisogno energetico quotidiano. Nel calcolare il fabbisogno energetico è opportuno considerare diversi fattori che condizionano il consumo energetico, uno di questi è il metabolismo basale. Per metabolismo basale (bisogno energetico di base o di riposo) si intende la quantità di energia necessaria per il mantenimento dei processi biologici indispensabili alla vita dell’organismo (processi metabolici, e lavoro degli organi della vita vegetativa : apparato respiratorio, cardiovascolare, renale e ghiandolare). Il metabolismo basale deve essere determinato in individui a digiuno da almeno 12 ore e proteico da 24 ore, a completo riposo, e quindi meglio al mattino appena svegli, in posizione supina. Per determinare il metabolismo basale è sufficiente calcolare il consumo di ossigeno. Però una formula molto più semplice è quella di moltiplicare il numero corrispondente ai chilogrammi di peso corporeo per 24 per l’uomo, e per 21 per la donna. È interessante rilevare che quando la spesa energetica viene calcolata sulla componente attiva (massa magra) escludendo la massa grassa scarsamente attiva dal punto di vista metabolico, i consumi energetici diventano notevolmente costanti. I valori del metabolismo diminuiscono durante il sonno di circa 10%, aumentano durante la gravidanza, e aumentano nella fase dell’infanzia. Inoltre, il metabolismo è influenzato anche dagli ormoni tiroidei, che condizionano i processi ossidativi. Ecco perché a volte chi ha problematiche alla tiroide ha problemi di metabolismo e quindi di sovrappeso (ipotiroidismo), o sottopeso (ipertiroidismo). Il metabolismo energetico di un soggetto dipende da: • termoregolazione • azione dinamico specifica degli alimenti (A.D.S) • attività muscolare (attività fisica) Un metodo molto pratico e scientifico di calcolare il proprio metabolismo, la propria composizione corporea è l’Impendenziometria. La misurazione della impedenza corporea (Body Impedence Assessment o B.I.A.), è una delle tecniche

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opo essersi diplomato all’Isef, è diventato docente e acquisito la qualifica di personal trainer FIF. Da anni si occupa di corsa e svolge consulenze specifiche nel settore. Organizza collegiali per i runner di tutti i livelli ed è responsabile del gruppo di pacemaker di RunninZen. Il sito internet, di cui è ideatore e titolare, è www.runningzen.it

Ignazio Antonacci ignazioantonacci@webtriathlon.com

attualmente più usate ed affidabili per la determinazione della composizione corporea. A differenza della Plicometria altro metodo usato nella valutazione della composizione corporea, il test B.I.A. pone le basi per una conoscenza analitica del nostro peso corporeo in termini di idratazione e tessuti cellulari. Attraverso misure biolettriche siamo in grado di conoscere il vostro stato di idratazione, lo stato delle membrane cellulari, stimare la quantità di muscolo e grasso corporeo, e conoscere il vostro metabolismo basale. Dopo questa premessa, vediamo adesso di fare chiarezza su alcuni aspetti nutrizionali indispensabili per poter gestire l’alimentazione in maniera corretta , sia durante la vita quotidiana e sia durante la normale attività fisica.

Qualsiasi sia l’origine alimentare dei carboidrati, tutti vengono assimilati sotto forma di glucosio che innalza la glicemia, la quale è il tasso di glucosio nel sangue. Il quale tasso di glucosio dipende dall’indice glicemico, cioè la velocità con cui i carboidrati arrivano nel sangue dopo essere stati assimilati. Quanto più è alto questo indice, tanto più velocemente quei zuccheri passano nel sangue, tanto maggiore è il danno per la nostra salute e forma fisica. Ma oltre all’Indice Glicemico, si necessita di tener presente anche il carico glicemico, cioè la risposta insulinica dipende dalla quantità di zuccheri nel sangue e dalla densità dei carboidrati. Quindi se si mangia un alimento a basso indice glicemico, per avere lo stesso carico glicemico, se ne potrà mangiare di più rispetto ad un cibo che ha un indice glicemico

più alto. Più il carico glicemico è alto, più i carboidrati arrivano velocemente nel sangue e innalzano repentinamente la glicemia; più la glicemia si innalza, più insulina viene secreta dal pancreas per cui si verifica una brusca caduta del livello ematico di glucosio, cioè si verifica uno stato di ipoglicemia con fame e irrequietezza. Da questo punto di vista è possibile capire come sia importante nell’alimentazione sapere quali siano gli alimenti ad alto indice glicemico (patate, pizza, pasta), i quali vengono chiamati anche “carboidrati sfavorevoli. In quanto, quantità elevate portano a iperglicemia e ipoglicemia reattiva con conseguenze sul nostro stato di salute e condizionale. I sintomi più comuni sono: sonnolenza, spossatezza, nervosismo, ricerca continua di cibo e soprattutto carboidrati, cali di energia durante l’arco di tutta la giornata. Mentre al contrario, consumando alimenti favorevoli a basso indice glicemico (verdura, frutta), si ottiene una situazione di glicemia costante e regolare nelle ore successive all’assunzione di cibo, con conseguenze positive sull’organismo, come energia costante, lucidità mentale, sazietà. Insomma una vita energica e vitale, sia nella quotidianità e sia durante l’attività fisica. Possiamo comunque condizionare positivamente l’Indice glicemico degli alimenti in base alle nostre scelte alimentari, in pratica esso viene rallentato da: • Fibre (rallentano assorbimento) • Grassi (rallentano assorbimento) • Cottura alimenti (meglio la pasta al dente che scotta, la quale innalza IG) • Quantità alimenti (anche la frutta consumata grandi quantità aumenta velocità assorbimento)

Principi nutritivi La quasi totalità degli alimenti è costituita da un mix di composti, principi alimentari, per effetto della digestione dai principi alimentari si ricavano i principi nutritivi (Carboidrati, Proteine, Lipidi, Sali Minerali, Vitamine, Acqua). I carboidrati sono costituiti da : • Carbonio, Idrogeno, Ossigeno • Sono una fonte di energia per il corpo (1 g forniscono 4 kcal) • Possono essere utilizzati subito • Possono essere immagazzinati nei muscoli e nel fegato sotto forma di glicogeno. • Se però si ingeriscono in eccesso, possono diventare tessuto adiposo.

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Forza bike

Le proteine sono costituite da : • Carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto Le loro funzioni sono quelle di • Funzione plastica, funzione regolatrice, funzione di trasporto, funzione di difesa e protezione, funzione energetica 1 g forniscono 4 kcal Sono costituiti da 20 aminoacidi, 8 dei quali essenziali, in quanto non sintetizzati organismo, devono essere assunti con la dieta. Il Fabbisogno delle proteine dipende da diversi fattori : • Tipo di sport • Frequenza allenamenti • Metabolismo soggetto • Dal sesso • Dalla massa muscolare • Dal grasso corporeo (diminuisce metabolismo) In generale il fabbisogno per le diverse tipologie di soggetti è il seguente: • Soggetto sedentario: 0,8gr x kg peso corporeo • Soggetto attivo: 1/2gr x kg peso I Grassi sono costituiti da: • Carbonio, Idrogeno , Ossigeno Le loro funzione sono : • Forniscono energia 1 g 9 kcal • Precursori di vitamine e ormoni (colesterolo) • Costituiscono diverse membrane cellulari • Rallentano assorbimento zuccheri Possono essere divisi in : • Saturi (solidi in natura - lardo), nocivi alla salute perché posso portare organismo a incorrere in diverse malattie, come ictus, ipercolesterolemia, ipertensione.

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• Insaturi (liquidi in natura – olio d’oliva), i quali si possono a loro volta dividere in Monoinsaturi e Polinsaturi Quindi se l’amatore vuole raggiungere il proprio benessere in generale e migliorare le proprie performance necessita di metter in pratica le seguenti azioni quotidiane: • Controllo dell’insulina (Limitare carboidrati sfavorevoli) • Restrizione calorica (Mangiare in giusto in base al proprio consumo calorico ) • Modulazione degli Eicosanoidi (Scelta dei grassi buoni ) • Attività fisica (Regolare e Controllata) • Rilassamento mentale (Relax) Vediamo di seguito in maniera dettagliata quali possono essere le Regole Alimentari Generali da attuare nella vita quotidiana per vivere ed allenarsi al meglio: • Distribuire i pasti in almeno 5 assunzioni giornaliere; • Non far passare mai più di 5ore da un pasto principale all’altro, e di 3ore tra un pasto principale e uno spuntino; • Consumare abitualmente una grande quantità di cibi ricchi di fibre; • Consumare ridotte quantità di alimenti che determinano sull’organismo effetti di iperglicemia e ipoglicemia reattiva; • Consumare sempre a ogni pasto tutti e tre i macronutrienti, carboidrati a basso indice glicemico; • Proteine nobili (preferibilmente pesce e soia), grassi monoisatuti e polinsaturi (olio di oliva, noci ); • Consumare quantità ridotte di grassi saturi; • Non consumare alcolici, e se li consumiamo sempre in quantità contenute;

• Alimentarsi almeno 3 ore prima di effettuare l’allenamento; • Consumare alimenti di facile digeribilità per tutta la giornata, soprattutto nei giorni che ci alleniamo; • Evitare il consumo di fritti e condimenti pesanti; • Preferire diversi spuntini durante la giornata, alle abbuffate; • Bere normalmente durante la giornata almeno 2l di acqua, aumentando la quota nel periodo estivo, o di maggior carico allenante. Mentre per quanto concerne l’alimentazione pre-llenamento si necessita di tener presente alcuni aspetti: • quando (a che ora) si effettuerà l’allenamento, è preferibile far passare 2-3 ore tra pasto e allenamento ; • quale tipologia di allenamento si effettuerà, corsa , bici, nuoto, combinato, lungo o breve • quale obiettivo vogliamo ottenere nella seduta di allenamento, se ad esempio voglio svolgere una seduta di lungo lento o di combinato per poter migliorare il consumo di grassi, devo fare in modo di presentarmi all’allenamento con scarse riserve di carboidrati per intaccare grassi come combustibile • prima della gara, invece si necessita di una alimentazione a base prevalente di carboidrati per migliorare la disponibilità di glicogeno presente nel nostro organismo e portare a termine con successo la gara. Questi sono solo alcuni degli accorgimenti da attuare da un soggetto amatore che voglia vivere in salute e voglia sfruttare al meglio le proprie potenzialità nelle attività fisica prescelta.


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La bicicletta

La bicicletta

P

iergiorgio Orla esercita la professione di ottico optometrista ma ha un passato poliedrico nello sport: oltre ad essere istruttore di triathlon, è maestro di ciclismo fuoristrada e allenatore di football americano, specialità nella quale si è laureato campione europeo (da giocatore) nel 1983. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile delle pubbliche relazioni del Torino Triathlon dopo aver rivestito l’incarico di direttore sportivo del settore giovanile (fino al 2009).

Come fare amicizia con la

bicicletta

di Piergiorgio Orla Approcciare al triathlon senza avere confidenza e un minimo di esperienza con le due ruote è una condizione sicuramente penalizzante anche per un ottimo nuotatore. Uscire con i primi dall’acqua e trovarsi a dover gestire un mezzo meccanico come la bicicletta fra atleti esperti può rendere la prima esperienza di gara molto traumatizzante e trasformare una bella esperienza in un inferno come minimo lungo 20 km. A queste persone consiglio di affidarsi a un “Maestro di Ciclismo Fuoristrada”, che possa fornire loro i rudimenti della tecnica di base, di acquisizione dell’equilibrio anche in condizioni difficoltose e accompagnarli nelle prime uscite per accumulare un’esperienza generica del pedalare. La MTB è in questo caso il mezzo più adatto, sia perché può stimolare a livello neurologico capacità che si danno poi per scontate quando si sale sulla bicicletta da corsa, sia per la facilità e la comodità di utilizzo. Sul sito www. federciclismo.it è pubblicato l’elenco dei tecnici e delle scuole presenti in tutta la penisola. Non mi soffermerò su aspetti meccanici, posizione in sella, pedalata, manutenzione, e su tutti quegli aspetti peculiari del ciclismo in generale. Immaginiamo invece di aver a che fare con un giovanissimo che passa dalla MTB alla bici da 28” nel suo primo anno Youth o con chi sa sommariamente pedalare. In questi casi il tecnico di triathlon è il trainer ideale al quale rivolgersi. L’uso della bicicletta nel triathlon è talmente peculiare che ha poco da condividere con il ciclismo tradizionale. Pensiamo solo al salire

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Emiliano Agnello Piergiorgio Orla piergiorgioorla@webtriathlon.com

e scendere al volo, a spingere la bici in zona cambio, a una gara a squadre e credo di aver già fornito dei chiari esempi. SIcurezza, cambio e posizioni Voglio però incominciare dalla sicurezza. Se non c’è già l’abitudine, niente attacchi a sgancio rapido e nelle prime uscite semplice pedale libero. Il cambio e la diversa posizione sul manubrio sono novità già sufficienti per rendere complicato l’uso del nuovo mezzo senza inserire il rischio di una caduta al semaforo perché non si è abituati a sganciarsi dal pedale. Primi chilometri rigorosamente su piste ciclabili o all’interno di parchi chiusi al traffico per prendere confidenza con i comandi manubrio: freni, deragliatore e cambio. Troppo spesso si vedono giovani triatleti incominciare e finire con lo stesso rapporto semplicemente perché manca l’abitudine automatica a variare il rapporto a seconda della velocità e della pendenza. Le tre posizioni delle mani sul manubrio sono conseguentemente l’esercizio successivo. La primaria è la più facile e più istintiva. È quella più avanzata sulle propaggini gommate (fig.

1) e consente più comodamente di usare i comandi freno-cambio. Poi abbiamo la possibilità di impugnare il manubrio in basso (fig. 2) aumentando la penetrazione nell’aria e la precisione di guida. Va insegnata subito e utilizzata più spesso possibile. Soprattutto in discesa e pedalando in gruppo è quella più sicura. Ad andature turistiche, se non siamo in mezzo al traffico o preceduti da un altro ciclista, possiamo anche impugnare il manubrio nella parte orizzontale più vicina all’attacco (fig. 3). In questa fase possiamo trascurare la posizione sulle prolunghe. Vietate fino alla categoria Junior, hanno perso un po’ del loro significato con la liberalizzazione della scia nelle gare corte. Risulta inutile e pericoloso stare con le mani lontane dai freni anche in mezzo a piccoli gruppi. Quando il triatleta si cimenterà nelle distanze lunghe, ci sarà ampia possibilità di dedicarvisi. Pedalare voltandosi Ci sono situazioni in cui è impossibile non voltarsi indietro mentre pedaliamo. In prossimità di un incrocio, prima di girare o di spostarci sulla carreggiata, pur

avendo segnalato la svolta con il braccio, è indispensabile per la nostra e altrui sicurezza voltarci per controllare che sopraggiungano veicoli o altri ciclisti. Gli esercizi pedalando voltandosi sono numerosi e articolati fino a quello della completa torsione pedalando senza mani. Oltre a garantire un uso sicuro della nostra bici, contribuiscono in maniera determinante nel radicare capacità propriocettive nell’atleta. Assicuratevi di svolgerli sempre su strade chiuse al traffico o su piste ciclabili e che non ci siano ostacoli davanti a voi. Mantenendo sempre le mani sul manubrio, si può cominciare voltando semplicemente il capo da un lato e dall’altro fino a far entrare nel nostro campo visivo la zona retrostante, quindi la strada con i mezzi che ci seguono e gli eventuali compagni d’allenamento. Successivamente lo stesso esercizio potrà essere svolto mantenendo una sola mano sul manubrio in posizione primaria mentre l’altra sarà tenuta prima in basso e poi sempre più indietro fino a consentirci una completa torsione del busto all’indietro (fig. 4). Ovviamente questo presuppone aver acquisito la capacità di tenere il manubrio con una mano sola, che però rappresenta un fondamentale imprescindibile della tecnica senza il quale diventa impossibile anche soltanto bere dalla borraccia. I più evoluti potranno svolgere questo esercizio anche senza mani torcendosi completamente all’indietro con entrambe le braccia (fig. 5). A questo punto si può inserire anche la vestizione di un gilet pedalando senza mani, ma solo se ravviseremo una totale sicurezza nel pedalare con le mani lontane dal manubrio e in condizioni di mancanza di traffico. Un altro esercizio simpatico, da farsi solo quando si sarà raggiunta una confidenza totale e con chi ci fidiamo, è quello di pedalare affiancati abbracciandosi alle spalle; prima uno per volta, poi tutt’e due insieme (fig. 6).

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Forza bike Vi posso garantire che uscire con una compagnia di ciclisti attenti a queste semplici norme di conduzione, dà molta sicurezza a tutti e rinsalda l’amicizia. Non c’è niente di meglio che poter dire: “Con loro esco volentieri perché mi sento tranquillo”. Zona cambio, salire e scendere al volo Arriva il momento tanto atteso di usare la bici simulando la situazione di gara. Diversamente dal ciclismo, nel triathlon si sale in bicicletta dopo che si è già svolta una frazione. Lo stesso vale nel duathlon anche se al nuoto si sostituisce la prima frazione di corsa. L’esigenza è quella di farlo possibilmente in movimento e soprattutto dopo un primo tratto, quello della zona cambio (o Transition Area), nel quale non è ancora consentito salire in sella. Il primo aspetto da affrontare è quindi di farlo più velocemente possibile senza momenti statici. Prendiamo la bici dalla postazione a noi assegnata e cominciamo a correre per uscire dalla T1 (prima transizione). Verrebbe da pensare che non c’è niente di particolare da fare, invece se l’idea è quella di correre già impugnando il manubrio ci si preclude il modo di avanzare più rapidi: impugnando il mezzo dalla sella con una sola mano (fig. 10). Così la corsa è più simile al gesto corretto che permette di far ondeggiare il braccio libero. Sembrerebbe assurdo, ma in questo modo è persino più facile direzionare il mezzo e non si corre il rischio di ficcarsi i pedali nelle tibie. Una volta superata la linea oltre la quale è possibile salire sulla bici, si tratta di farlo nel modo più lesto possibile e mantenendo almeno la velocità di conduzione in corsa. Possiamo a questo punto trovarci in una delle seguenti situazioni: - non utilizziamo ancora gli sganci rapidi, quindi avremo il pedale libero, o le gabbiette, e non dovremo far altro che salire come si dice “alla garibaldina” e cominciare a pedalare prima possibile. Qualcuno potrebbe porre il primo piede, destro o sinistro, già sul pedale prima di saltare in sella, ma questa è una manovra che può rallentare un poco;

- utilizziamo già gli sganci rapidi, quindi avremo già posizionato le scarpe fissandole possibilmente con gli elastici in modo da mantenerle orizzontali, pronte per essere infilate (fig. 11). Ballare il tip-tap con le tacchette come si vede spesso fare agli agegroup per tutta la lunghezza della zona cambio, oltre ad essere molto più penalizzante di correre a piedi nudi, è uno spettacolo che un atleta con la “A” maiuscola è bene non fornisca se vuole rimanere tale. Nel secondo caso, se i piedi non entrano immediatamente nelle scarpe è bene cominciare a pedalare con i piedi appoggiati sopra e a raggiungere la velocità di crociera per non perdersi il gruppo con il quale si è usciti dalla T1. Soltanto dopo, con calma, si procederà a infilare un piede per volta, senza perdere velocità. Tutte queste situazioni vanno esercitate a lungo e diventare uno delle frazioni da allenare come le altre tre. È sensazionale come tanti atleti profondano energie, ore di allenamento, esercitazioni tecniche, per limare 15-30 secondi nella frazione a nuoto, per poi sprecare tutto in una miserevole transizione, con il casco che non si aggancia, la muta che non si toglie, ecc. In ultimo, a fine frazione ciclistica, viene il momento di scendere dal mezzo, rientrare in zona cambio ed effettuare la seconda transizione (T2). Il sistema più veloce che consente anche questa volta di non perdere l’abbrivio per correre dalla linea d’inizio zona cambio è quello della discesa al volo con la bicicletta in movimento. Ne esistono un paio. Se utilizziamo il prima caso sopraesposto, basterà scavalcare la sella e, ridotta la velocità fino a 16-20 km/h, scendere dai pedali e iniziare a correre. Nell’altra situazione, bisognerà avere l’accortezza di sfilare i piedi dalle scarpe qualche centinaio di metri prima (fig. 12). Provare e riprovare le situazioni di T1, T2 e curare ogni particolare di transizione, può riservare grandi soddisfazioni in termini di risparmio cronometrico.

596 “Non trovo le parole adatte per descrivere quello che ho scoperto e ciò che ho provato. Solamente tre cifre.“

Photo athlète : Thierry Sourbier

Segnali Pedalare in compagnia vuol dire anche farlo in gruppo. Se siamo in gruppo, chi ci precede impedisce ai nostri occhi di vedere tutto ciò che ci precede, siano ostacoli, buche e ogni altro tipo di imprevisto. Perciò è di vitale importanza che, per evitare forature e rotture meccaniche, ma soprattutto cadute e incidenti, ci segnali tempestivamente ciò che noi da dietro non vediamo. A parte gli scontati segnali di svolta a destra e sinistra sui quali ovviamente non mi soffermo, il primo segnale da imparare è quello che indica un ostacolo, una buca, un’auto parcheggiata o una persona che cammina sul ciglio destro della strada. Si effettua con la mano destra in basso a destra che si sposta da destra a sinistra (fig. 7). Siccome è presumibile che si pedali sempre sul ciglio destro della strada, se pensiamo che una buca o un ostacolo alla nostra sinistra possa essere evitato senza deviare all’esterno la nostra traiettoria, con il dito indice della mano sinistra indicheremo verso il basso per evitare che chi ci segue si sposti per qualsiasi motivo in quella direzione (fig. 8). Viaggiando in scia molto vicini gli uni agli altri, se un rallentamento o una fermata non fosse segnalata si rischierebbe un’ammucchiata a ogni incrocio. Ecco perché il terzo segnale da imparare è quello del rallentamento e si effettua con il braccio destro dritto e la mano aperta rivolti verso il basso (fig. 9). Quando invece pensiamo di fermarci, il segnale che i primi del gruppo devono inviare alle retrovie è quello del braccio alzato (destro o sinistro) magari accompagnato da uno “stop” urlato voltando il capo indietro. Se chi ci precede ci invia uno di questi segnali, in particolare i primi tre perché non accompagnati da messaggio vocale e perché non visibili dalle retrovie, dovremo essere tempestivi nel replicarli per chi ci segue, senza aspettare di aver superato l’ostacolo perché quanto prima lo facciamo tanto più sicuro risulterà il suo superamento.

Mike Aigroz - Ironman Kona 2010

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596 I-PACK : Aerodinamica,potante e polivalente, il 596 offre il miglior rendimento in ogni tipo di percorso per il massimo piacere sia in allenamento che in competizione. Telaio e forcella 100% carbonio VHM, leggero e rigido provato in galleria del vento ottimizzando l’aerodinamica,il 596 è dotato delle ultime innovazioni a livello mondiale di LOOK: la pedivella ZED2 100% monoscocca*, dotata del miglior rapporto peso/rigidità vi consentirà un rendimento eccezionale ed una trasmissione della potenza ineguagliabile. L’associazione forcella dall’aereodinamica deportante e attacco manubrio indicizzato vi offrirà un’incredibile rigidità ed una precisione di guida superiore.L’integrazione del reggisella E-Post R32 studiato appositamente per il triathlon con la possibilità di regolazione dell’indice di comfort migliorerà l’assetto per il massimo del piacere.

*in dotazione i pedali Keo Blade Crmo.

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Ciclomulino

Ciclomulino

Ciclomulino allenamento intermittente, definizione e metodi Con allenamento intermittente si definisce un lavoro di tipo intervallato con alternanza di ripetute della durata compresa tra 20 e 45’’ ed un recupero compreso tra 10 e 30’’. L’intensità delle ripetute per la preparazione a prove di resistenza di breve e media durata si calcola al 120-130% della potenza di soglia anaerobica reale valutata in precedenza con il test lattato-potenza. È quindi un mezzo importante per l’allenamento di discipline come l’inseguimento individuale su pista (2-3-4km), per le prove a cronometro e comunque per essere più prestativi anche in situazioni di

gara variabili che richiedono sforzi ripetuti ad intensità massimale e submassimale con brevi fasi di recupero. L’utilità e le particolarità che dovrebbero portare a considerare come fondamentale l’inserimento dell’allenamento intermittente in un programma di preparazione generale, consistono: - nella possibilità di lavorare a potenze sempre vicine e/o superiori a quelle riferite al modello di prestazione o gara (80-125%watt-gara), - nel permettere l’attivazione e il mantenimento del vo2 in prossimità della

di Edoardo Savoldi

massima potenza aerobica (75-90% vo2max), Non provocare un elevato accumulo di acido lattico inibente per la parziale risintesi dei fosfati nella fase di recupero, di migliorare la forza specifica lavorando a scelta, sia in regime di forza resistente, di forza dinamica che di resistenza alla forza, contribuendo inoltre con un alternanza a contrasto a differenti rpm ad un miglioramento della coordinazione e quindi del gesto tecnico. Una corretta progressione nel tempo del processo di adattamanto al lavoro intermittente si puo’ valutare allungando

FCI - SQUADRA NAZIONALE FEMMINILE - ESEMPIO DI ALLENAMENTO INTERMITTENTE SU CICLOMULINO TEMPO 20’ 10’ 6’ da 4 a 10x30’’ 8’ da 4 a 10x30’’ 8’ TOT 60-72’

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la durata della ripetuta o fase attiva fino al limite massimo di 45’’ e riducendo il tempo di recupero o fase passiva dai 30’’ iniziali fino ad un minimo di 10’’. Ovviamente a parità di potenza l’aumento di durata della fase attiva richiede una interazione anche del meccanismo glicolitico, in quanto i fosfati e la mioglobina non sono più sufficienti a mantenere l’intensita’ richiesta. Il centro studi Fci in collaborazione con le squadre nazionali ha potuto rilevare inoltre che sempre a parita’ di potenza di esercizio,l’aumento della ripetuta di 15’’ porta ad un aumento del 10% del vo2, la variazione di lattato fino ai 45’’ e’ di 1mm e si raggiunge l’80% del vo2max. Il ciclomulino risulta essere un mezzo ideale e preciso per l’allenamento intermittente, in quanto riduce in modo evidente sia in termini di tempo che di sforzo, la fase di accelerazione iniziale necessaria a raggiungere la potenza da mantenere per la durata della ripetuta anche dopo ogni

I

l professor Edoardo Salvoldi, conosciuto ai più come Dino, è il commissario tecnico della nazionale di ciclismo femminile. Alla guida delle azzurre dei settori strada e pista (dal 2005; dal 2001 al 2004 era responsabile del settore pista femminile) si è rivelato il ct più vincente della storia: con il suo gruppo di lavoro ha conquistato 97 medaglie, cifra che non ha bisogno di ulteriori commenti. Durante questa stagione si presterà al nostro triathlon per fornire alcuni consigli relativi all’allenamento della potenza con l’ausilio del ciclomulino.

Edoardo Salvoldi edoardosalvoldi@webtriathlon.com

fase passiva di recupero, consentendo di conseguenza la possibilità di eseguire un volume di lavoro finale molto più elevato

e qualitativo, rispetto all’esecuzione su strada che risulta molto più problematica e dispendiosa.

DESCRIZIONE riscaldamento a 90-95rpm tra 120 e 150watt progressivo da 150 a 230watt incrementando di 20-30watt ogni 2’ a 100rpm costanti recupero attivo < 150 watt a 125% della potenza di w4mM a 80rpm - REC.30’’, il rec.può anche essere inattivo recupero attivo < 150 watt a 125% della potenza di w4mM a 115rpm - REC.30’’, il rec.può anche essere inattivo defaticamento attivo 120-150 watt aumentare gradualmente di una ripetuta ogni 2 allenamenti fino a 10x30’’

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Nuoto

Nuoto

Fatidiche e fantomatiche

ANDATURE

T di Stefano Rossi

I vari metodi, più o meno infallibili, per riuscire a individuare le andature allenanti e i sistemi di verifica se l’allenamento ha avuto successo. Se leggete la mia presentazione e il mio motto, “Fare attività fisica è la cosa più naturale che ci possa essere non complicatela troppo” capirete subito che io lo sport lo interpreto in maniera un po’ naif, ma non per questo non mi affido a test di valutazione e a strumenti di monitoraggio per indirizzare la preparazione nella giusta via. Nel caso del nuoto, i test di valutazione sono di vario tipo più o meno affidabili più o meno precisi, passeremo ora in rassegna i più conosciuti facendo sempre riferimento allo stesso atleta per rendere le cose meno complicate e “toccabili con mano”. Vi riporto i riscontri ottenuti da un nuotatore di alto livello, dati reali e risultati reali, per farvi capire che alla fine, e questo lo dico sempre, la macchina umana è la più precisa che ci sia, proprio questo è il fascino dell’allenare. Test del differenziale Si analizzano i migliori tempi, fatti, magari nello stesso campionato o nella stessa giornata sui 200 e 400 metrii si calcola la differenza tra il 400 e il 200 e si individua l’andatura di soglia nelle ripetute da 50 metri. Tempo sui 400- tempo sui 200 / 4 = passo nei 50 metri in soglia In base ai migliori tempi dell’atleta ottenuti ai campionati italiani assoluti dell’anno scorso avremo: Tempi sui 200 sl (1.49.03) e 400 sl (3.49.07) 3.49.07-1.49.03 / 4 = 30.01 Test sui 2000 o 1500 in gara Si esegue un 2000 metri continuato al massimo delle vostre possibilità o un 1500 in gara, la media ottenuta sui 50 metri è verosimilmente l’andatura di soglia sulle ripetute da 50 metri. Tempo sui 1500 / 30 = media sui 50 Tempo ottenuto da sui 1500sl (14.59.87) ai campionati assoluti estivi 2010: 14.59.87 / 30 = 29.99 Test di Mader

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Stefano Rossi

riatleta “pioniere” dal 1986, allenatore di nuoto e triathlon, laureato in psicologia con indirizzo sportivo, direttore tecnico del Ligerteam Keyline. Come triatleta vanta con orgoglio un singolare record: gareggia ininterrottamente dal 1986. Come allenatore di nuoto ha ottenuto i podi ai campionati Italiani assoluti dalla distanza dei 50 m alla 25 km di fondo. Nel triathlon in carriera ha vinto i titoli italiani in tutte le categorie da cadetti fino ad assoluti. Detiene il record italiano sulla distanza Ironman con Massimo Cigana (8h31’26”, IM Florida 2007). Il suo motto è: fare attività fisica è la cosa più naturale che ci possa essere, non complicatela troppo.

stefanorossi@webtriathlon.com

Si tratta di un test invasivo che viene sviluppato grazie alla misurazione del lattato ematico, a seconda della percentuale di lattato e alla relativa velocità viene costruito un grafico ove in ascissa viene segnata la velocità ed in ordinata il valore del lattato. Si possono eseguire o 2x400 metri, uno ad andatura aerobica e uno ad andatura sopra soglia e si registrano tempi e valore del lattato ematico, oppure 5x300 metri a velocità crescente ultimo a velocità massimale sempre con circa 30 secondi di recupero tra

una serie ed un’altra, attraverso una funzione matematica viene calcolato il valore teorico di soglia che corrisponde a quello a 4 millimoli di acido lattico. Tempi/lattato sui 5x300 (ottobre 2010) 5x300: 3.28/0.73; 3.23/1.26; 3.17/1.51; 3.07/4.31; 3.03/al 6.21 Andatura prevista serie da 50 metri in soglia è 29”9

Test sui 100 metri attivati: Ideato dal Prof. Conconi valuta lo stato di liberazione energetica di tipo anaerobico. Prevede di far percorrere 300 metri , i primi 150 a regime aerobico, 50 metri a velocità di soglia (preferibilmente ricavata attraverso il test Conconi), 100 metri alla massima velocità sostenibile dal nuotatore.Al termine della prova si valuterà la misura del lattato ematico con un prelievo dopo un tempo standard , dal valore dell’acido lattico, da quello della velocità di soglia e dal tempo ottenuto negli ultimi 100 metri si ottengono importanti spunti su come impostare gli allenamenti e la programmazione futura. Dati test: Soglia reale da test Conconi 30.5 (svolto il 2 aprile 2011) 50 metri lancio soglia svolti nel test 30.4 100 metri anerobici: tempo 54.80 (parziali a 25 13.80-13.80-14.10-13.10) Acido lattico prodotto: 5,9 millimoli

Queste coppie di dati vengono riportate in un grafico dove in ascissa sarà rappresentata la velocità ed in ordinata la frequenza cardiaca. Osservando i risultati del test si nota che a basse velocità c’è linearità , ad un certo punto compare una deflessione, con un brusco cambio di pendenza. La velocità alla

quale cessa la linearità corrisponde la soglia anaerobica (Vdsa). La lettura di un grafico del test Conconi non è cosi semplice e la sua corretta interpretazione dipende dall’abilità ed esperienza dell’operatore. Spunti tecnici Avete notato tra un test e l’altro di quanto varia la rilevazione della soglia? Siamo sempre su un valore che si attesta attorno ai 30 secondi a 50 metri. Per quanto riguarda i miei atleti, mi affido al test Conconi per la valutazione della soglia anaerobica, poi successivamente svolgo un test sui 100 metri attivati, il quale mi è molto utile per capire se le mie idee ” metodologiche” hanno preso la giusta direzione, cioè se quello che mi ero proposto di migliorare in quell’atleta a tavolino ad inizio programmazione sta realmente accadendo. Quello che dice il test quasi sempre è lo specchio di quello che dirà la gara, ma, ai miei atleti insegno sempre che nello sport non sempre 1+1 fa 2, per cui testa bassa e nuotare, nuotare, nuotare... e sperare che dopo tante cifre finalmente escano anche risultati sportivi in linea con le nostre previsioni!!!! Valutazioni finali Quello che ho proposto con relativi dati reali voleva far capire che molte strade e molte analisi diverse portano allo stesso risultato, dalle più empiriche alle più tecnologiche, sta a voi affidarvi a mani sapienti che vi possano indirizzare abilmente verso i vostri limiti sportivi con gradualità e precisione sempre avendo ben chiaro in mente che la maggior parte di voi lettori vivono lo sport come momento di divertimento e svago e non come professione! Ringraziamo Tommaso Leopoldo Vio per aver concesso la pubblicazione dei dati dei test

Test Conconi Si tratta di uno dei metodi di valutazione motoria più utilizzati ( il mio preferito) , prevede l’esecuzione di una prova da sforzo incrementale di tipo massimale , si deve indossare un cardiofrequenzimetro che nel caso del test a nuoto deve poter svolgere il suo compito egregiamente in acqua, l’ultimo modello della Polar l’RCX5 è l’ideale . Dopo un adeguato riscaldamento si chiede all’atleta di eseguire una progressione di 800 metri o più fino alla velocità massimale, si misurano i tempi di ogni 50 metri e le rispettive frequenze cardiache correlate.

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Test

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Il mondo dei

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È

laureato in Biotecnologie. Lavora in ambito di preparazione atletica e mentale per sport di endurance presso i centri fitness Virgin a Milano. Si occupa anche di riabilitazione post-trauma e recuperi all’attività sportiva.

di Emiliano Agnello

Emiliano Agnello emilianoagnello@webtriathlon.com

La stagione è ormai iniziata e il dubbio di qualsiasi atleta è: “mi sono allenato bene in questi mesi”? Con lo scopo di eseguire una corretta programmazione dell’allenamento, protesa verso l’ottimizzazione della prestazione, in questo articolo sono proposti una serie di test di valutazione della propria condizione atletica. I test possono essere presi in considerazione da qualsiasi triatleta, in qualsiasi fase della preparazione, anche se è opportuno inserirli all’inizio e alla fine di un ciclo di lavoro. ad esempio, se faccio un test oggi, dopo 3 settimane di carico e una di scarico, rieffettuo il test. Tutto ciò è utile sia per una corretta strutturazione del modello di allenamento. sia per testare la propria condizione (e i progressi ottenuti) durante le diverse fasi delle stesso. I test dovranno quindi essere presi in considerazione soprattutto all’inizio della stagione, (per conoscere la situazione di partenza) e durante la stagione, (per controllare i progressi ottenuti con l’allenamento). I test vanno eseguiti comunque considerando che nel nuoto

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la tecnica assume una importanza fondamentale; un soggetto meno allenato con una tecnica superiore può nuotare molti più km di un soggetto più allenato ma con una tecnica inferiore. Lo stesso principio si può applicare alla corsa. Abbiamo trattato in articoli precedenti anche la corretta postura e gli esercizi per migliorarla. A seguire sono proposti una serie di semplici test di valutazione che possono essere svolti da qualsiasi atleta, non iniziare il test se non si e’ in buone condizioni fisiche e fermarsi subito se ci si trova in difficoltà. Sono test massimali in alcuni casi, ma bisogna ricordarsi che questi sono solo esercizi proposti a scopo dimostrativo. La corretta esecuzione e controllo, se si ha la possibilità, è sempre meglio effettuarla con un allenatore al fianco. Test di Cooper Nuotare (senza interruzioni) per 12 minuti consecutivi calcolando la distanza complessiva percorsa. Nuotare a velocità costante (ne troppo blanda ne troppo elevata) a stile libero (crawl). Il test è

inadeguato inadatto alla valutazione dello stato di forma di atleti agonisti che praticano regolarmente sport, ma più che idoneo per stabilire il livello di un nuotatore, alle prime armi o già esperto. Il vantaggio di questo sistema è dovuta unicamente alla semplicità di realizzazione. In base all’età, sesso e metri percorsi, grazie alla tabella sotto riportata, è possibile ottenere una valutazione del nuotatore. Test di Cooper nella corsa Correre per 12 minuti ad un ritmo il più vicino possibile al massimale, cercando di non avere flessioni verso la fine. Il test viene invalidato se ci si ferma o si rallenta molto dalla metà in poi. Il CSS (critical swim speed) o test della velocità critica Tale test misura il massimo consumo di ossigeno (VO2max) di un soggetto. Il test va eseguito dopo un adeguato riscaldamento (almeno 1500 m) e senza tuffo di partenza (partenza dal basso). Per velocità critica si intende la massima velocità sostenibile da un atleta senza

produrre acido lattico. Il test prevede che l’atleta percorra 400 m a velocità sostenuta (registrando il tempo) e dopo un riposo di più di 10 minuti un 50 alla massima velocità (sempre registrando il tempo). La formula per il calcolo della velocità critica è: CSS = (D2 - D1) ÷ (T2 - T1) Dove D1 = 50, D2 = 400, T1 = tempo in secondi impiegato nei 50 metri T2 = tempo in secondi impiegato nei 400 metri Modulo di calcolo. Con la formula: D2-[CSS in m/s x T2] Si calcola la distanza lattacida, ossia la distanza che si può percorrere utilizando fonti anaerobiche. Tale test molto utile per comprendere i margini di miglioramento (tecnico/aerobico/ anaerobico) di un atleta.

energetico durante la corsa a intensità costante e sottomassimale. Misura frequenza bracciata Nuotare per 25 m (o 50 m a seconda del livello del nuotatore) alla massima velocità possibile e senza tuffo di partenza (da sotto), contando il numero di bracciate e misurando il tempo impiegato (magari farsi aiutare da un osservatore esterno). Ripetere il test diverse volte nel corso della stagione (sempre sulla stessa distanza) segnando e archiviando

il rapporto tempo/numero di bracciate. Il test può essere eseguito da chiunque (dal corsista al nuotatore di altissimo livello) ed a qualsiasi età ed è utile per comprendere il grado il grado di efficienza della tecnica di nuotata. Ad esempio consideriamo un amatore (nuoto libero), sulla distanza dei 25 m : - giorno 1: Tempo 22 sec., Bracciate: 22 - giorno 2: Tempo 22 sec, Bracciate: 21 - giorno 3: Tempo 21 sec, Bracciate: 21 - giorno 4: Tempo 20 sec, Bracciate:20 Considerazioni: - tra il giorno 1 e il giorno 2 c’è stata una riduzione del numero di bracciate a parità di tempo il che implica un miglioramento della tecnica di nuotata, - tra il giorno 2 e il giorno 3 c’è stata una riduzione del tempo a parità del numero di bracciate il che implica un miglioramento della velocità di nuotata, tra il giorno 3 e il giorno 4 c’è stata una riduzione sia del tempo che del numero di bracciate il che implica un miglioramento della velocità e della tecnica di nuotata Ricordarsi che il segreto per migliorare le proprie andature sta nel riuscire ad avere la stessa ampiezza di bracciata aumentando la frequenza. È fondamentale che la bracciata sia sempre ampia e soprattutto bene in presa. Se non è così è inutile anche lavorare sulla forza in palestra.

Test vo2 max nella corsa Test incrementale effettuato al nastro trasportatore (tapis roulant) in cui viene misurato direttamente il massimo consumo di ossigeno. Il test viene effettuato aumentando di 0,5 km/h ogni minuto partendo da 7 km/h (velocità nel quale il corpo passa da camminata a corsa) e arrivando al massimo. I modelli più evoluti di tapis sincronizzano i dati cardiaci con i parametri base (età, altezza, grado di allenamento) e danno in tempo reale il consumo di ossigeno. Perché è utile: il valore del massimo consumo di ossigeno è uno degli indici più importanti nella prestazione del mezzofondista e del fondista. Grazie a questo viene determinato il dispendio

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Test di Mader è uno dei primi tentativi attendibili di determinazione della soglia anaerobica in modo da poter estrapolare successivamente le andature di allenamento. È un test invasivo che viene sviluppato grazie al prelievo di lattato ematico. A seconda della % di lattato e della relativa velocità ottenuta nel test, viene costruito un grafico ove sulle ascisse viene segnata la velocità in metri al secondo e sulle ordinate il valore del lattato. È evidente che per questo test è utile rivolgersi ad un professionista o ad un medico. Questo test viene effettuato indipendentemente in tutti e tre gli sport e non è detto che il valore sia lo stesso nelle tre prove, anche se effettuate in giorni diversi. Tra tutti i test che possono essere effettuati forse il più conosciuto è la determinazione della soglia anaerobica.

 Nelle prove di lunga durata la capacità di prestazione o “capacità di endurance”, è legata, tra gli altri fattori, ad un limite superiore di “steady state” dove la fonte primaria di energia proviene dalla componente aerobica.
Tale limite, indipendentemente dal criterio di valutazione e di interpretazione di questo steady state, rappresenta una percentuale del VO2max del soggetto.
Generalmente, con il termine di Soglia Anaerobica si intende quell’intensità, la soglia, di ampiezza più o meno ristretta (punto, area), oltre la quale si verifica, non necessariamente per carenza di

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ossigeno, un accumulo progressivo di acido lattico.
Tale parametro, che viene modificato dall’allenamento, identifica un livello di intensità metabolica in corrispondenza del quale l’energia necessaria all’effettuazione dell’esercizio proviene sia dalle fonti energetiche aerobiche che anaerobiche (zona di transizione aerobico-anaerobica,).
Quindi il termine di SA, così inteso, costituisce un valore, stabilito arbitrariamente, che identifica solo il punto di inizio di un fenomeno progressivo di accumulo di lattato ematico.
La SA indica quindi, in definitiva, la percentuale (od il valore assoluto) della massima potenza specifica, meccanica o metabolica, che un individuo può sostenere a lungo.
Quest’ultimo varia da soggetto a soggetto, in base alla specialità, al grado di allenamento, alle condizioni ambientali e a quelle interne legate alla produzione muscolare (rate of apparition = Ra) del lattato e al suo smaltimento (rate of disappearance = Rd) .
I valori di lattato corrispondenti variano da soggetto a soggetto, oscillando, generalmente, tra le 3 e le 5.5 mM, anche se, per la verità raramente, possono superare le 7 mM.
 La SA può essere espressa, a seconda delle esigenze, come intensità di lavoro (watt), velocità (km*h-1), valore assoluto o relativo (per kg di peso) di VO2 o percentuale del VO2max (compresa, in genere, tra il 60%, nei non allenati, ed il 90%, nei più allenati).

La SA, quindi, è un parametro integrato che sembra dipendere, principalmente, da tre fattori :
1. il valore di VO2 max individuale, infatti essendo la SA una percentuale di questo, è chiaro che con un VO2max maggiore sarà più facile avere una SA maggiore.
2. Il rapporto tra la produzione dell’acido lattico (Ra) da parte dei muscoli ed il suo smaltimento (Rd) in varie sedi; una scarsa formazione di acido lattico, per un buon funzionamento dei meccanismi ossidativi ed un suo buon smaltimento o, ancora meglio, un suo efficace riutilizzo energetico, contribuiscono a mantenerne un basso valore di equilibrio. Tuttavia alcuni autori considerano fondamentale, nello smaltimento del lattato, la capacità delle fibre ossidative, contigue a quelle glicolitiche, di metabolizzarlo; altri autori, al contrario, ritengono fondamentale, specialmente ad alti valori di lattato muscolare, la sua capacità di rimozione da parte del circolo periferico;
3. Il Costo Energetico (CE) del tipo specifico di locomozione (nuoto-bici-corsa) In conclusione, possiamo dire che i test sono innumerevoli e dipendono dalla qualità che il triatleta deve migliorare. La cosa fondamentale è come già accennato in precedenza, non improvvisare, ma effettuare i test seguiti da qualcuno che è competente in materia. (medici, allenatori), e poi ripetere i test spesso nel corso della stagione (a distanza di un mese circa) in modo da monitorare i progressi.


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Fascite plantare

Fascite plantare

World Conference of Science in Triathlon

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dell’insegnamento del triathlon, ha lavorato per quasi due anni in stretto contatto con lo staff della ITU, da me coordinato come Presidente del Comitato Organizzatore. È stato un successo, al di la delle previsioni, ma sicuramente nel target che ci eravamo promessi. Abbiamo avuto il contributo

scientifico di 16 differenti paesi, con 9 lezioni magistrali, 25 presentazioni orali, 27 posters e 5 workshops tecnici. I migliori lavori saranno pubblicati nel mese di Giugno sul Journal of Human Sport and Exercise. Il Presidente ITU e membro IOC, Marisol Casado, ha voluto fortemente realizzare questa iniziativa. Dopo oltre vent’anni di ITU, tre Olimpiadi e in procinto di gareggiare a Londra, era ora di stimolare un confronto fra i tecnici, medici e ricercatori, e di preparare un evento che verrà ripetuto periodicamente in futuro. “Spero che questa conferenza sia solo il punto di partenza di una futura collaborazione tra il triathlon e la ricerca. La scienza è importante nel triathlon, non solo nelle gare elite dove un secondo può fare la differenza, ma ha un ruolo fondamentale per tutti i triatleti perché praticato con criteri scientifici il triathlon è più sicuro per tutti, junior, elite, age groupers e paratriatleti” ha detto la Casado. Loreen Barnet, segretario generale della ITU ha ribadito la volontà di organizzare la seconda conferenza all’inizio del nuovo quadriennio Olimpico, con lo stesso formato proposto ad Alicante dove il mix fra tecnici, medici, ricercatori e studenti si è dimostrato vincente. Il Dr. Olbrecht uno dei massimi ricercatori al mondo del nuoto ha ribadito “è una buona cosa mettere tutti assieme a discutere, perché certamente i tecnici e gli studenti motivati dalle nuove conoscenze, faranno una revisione critica delle loro conoscenze, e questo è molto importante per l’innovazione”. Dovrebbe essere la Svizzera, e precisamente il centro di preparazione Olimpica di Macolin con la collaborazione dell’Università di Losanna, la sede scelta dalla ITU per il febbraio 2013, nella precisa volontà di svolgere il convegno nelle vicinanze dei nuovi uffici ITU di Losanna, città Olimpica. L’Italia era presente in forze al Convegno, con la F.I.TRI., L’Istituto di Medicina dello Sport di Roma, L’Università del Foro Italico di Roma, e l’Università degli Studi di Milano. Le relazioni presentate sono state: • Risk factors and injury mechanisms in triathlon. Dr. Sergio Migliorini • Talent selection criteria for Olympic distance triathlon. Ing. Alessandro Bottoni

sergiomigliorini@webtriathlon.com

• Prof Roberto Cejuela Università di Alicante: Quantification of training in triathlon. Disamina delle più conosciute metodiche di controllo dell’allenamento e presentazione di una nuova proposta. • Prof Rolf Ebeling DT DTU : Comparison Olympic distance vs sprint distance. Nell’opportunità di avere più medaglie alle Olimpiadi ha prospettato il possibile nuovo formato delle gare di triathlon, che indirizzano sempre di più alla distanza sprint per le Olimpiadi. • Prof Jan Olbrecht Università di Ghent : swimming for triathlon. Importanza della corretta tecnica di nuoto e presentazione di un test di valutazione” index of coordination”. • Prof Paul B. Larsen Università AUT : training for long distance. Disamina dell’approccio

Di questo convegno ricorderemo tutti l’entusiasmo dei partecipanti e dei relatori. Francamente sono rimasto sorpreso dalla gentilezza del Prof Wilber che alle 14.00 di sabato alla fine del convegno dopo la sua lettura magistrale rispondeva con pazienza alle domande e ringraziava dell’opportunità concessagli da questo convegno di dare il suo contributo al Triathlon, sport Olimpico, oramai molto popolare a livello internazionale. A mio parere il “messaggio” che arriva dal congresso mette d’accordo tecnici e medici : “il miglior modo per aumentare la performance e ridurre gli infortuni è quello di migliorare la tecnica di corsa”. Cosi come il 1° campionato dl Mondo di triathlon di Avignone nel 1989, è rimasto nei ricordi di tutti come qualcosa di speciale, credo che anche Alicante lascerà a tutti un buon ricordo, e particolarmente per me che ne ho presieduto il comitato organizzatore.

è

di Sergio Migliorini

Alla fine di Marzo ad Alicante si è svolto la prima Conferenza Mondiale di Scienza applicata al Triathlon, organizzato dall’ITU in collaborazione con l’Università di Alicante. Il gruppo di lavoro dell’Università spagnola coordinato dal Prof Roberto Cejuela della facoltà di Scienze motorie e direttore tecnico

alla lunga distanza, dall’alimentazione all’ idratazione, ai differenti programmi di allenamento. • Prof Bobby McGee ITU : Running for triathlon. Ha ribadito l’importanza della corretta tecnica di corsa per migliorare la performance • Prof Inigo Mujika Univeristà dei Paesi Baschi : Tapering. Il giusto approccio alla gara passa attraverso un periodo di tapering che può avere una durata variabile e puo’ prevedere anche un incremento del carico negli ultimi giorni. • Dr Randall L.Wilber Athlete performance Lab Colorado Springs: Training in altitude. Ha ribadito che l’approccio migliore all’allenamento in altitudine è attualmente quello del live high-train low.

nato a Cameri il 19/4/57, città in cui risiede. Laureato in medicina e chirurgia, si è specializzato in medicina dello sport e riabilitazione. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel campo della medicina e traumatologia dello sport, e tecnica dell’allenamento, ha pubblicato diversi libri in ambito sportivo e collabora con diverse testate sportive specializzate italiane. Per la Fitri riveste il ruolo di medico federale.

Sergio Migliorini

• Technical skill differences in stroke propulsion between high level athletes in triathlon and top level swimmers. Ing. Alessandro Bottoni • Iron metabolism : recent advances and their relevance for health, exercise and performance. Prof Gaetano Cairo. • Analysis of pacing strategy during duathlon and triathlon competitions in youth athletes. Stefania Comotto. Due i posters del dr Antonio Gainfelici : • Cardiac autonomic modulation in Olympic triathletes before Olympic pre-event. • Anthropometric and physiological profile of young male athlete of Olympic triathlon. Erano inoltre presenti CT e tecnici federali, Andrea Gabba, Attilio Boni, Costantino Bertuccelli, Giacomo Vinci, accompagnati da Roberto Tamburri. Le nove Keynote lectures hanno riunito alcuni dei più noti ricercatori a livello mondiale degli sport di endurance su vari temi : • dr Mario Zorzoli UCI-WADA : Biology passport parametres. Lo stato dell’arte del passaporto biologico. Anche la ITU ha iniziato il suo programma di passaporto biologico controllando gli atleti in RTP. • Prof Gregoire Millet Università di Losanna : Physiological requirement for different distances of triathlon. Disamina dei classici indici di valutazione funzionale VO2max, lattato alla soglia e economia del gesto, e confronto delle differenze fisiologiche fra distanza Olimpica e lunga distanza.

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Forza bike

Forza bike

OSTEOPATIA

L’ come una delle metodiche metodiche elettive del percorso terapeutico del triatleta infortunato

È

un Chinesiologo, Fisioterapista, Osteopata D.O.M.R.O.I. Operatore sanitario esperto nelle tecniche della comunicazione ipnotica, Cultore della Materia Medicina Fisica e Riabilitativa presso la SUISM di Torino. Esercita la sua professione presso lo Studio di Scienze Motorie e Terapie Manuali, situato in corso Monte Cucco 8 a Torino.

di Marco Alessandria

Marco Alessandria marcoalessandria@webtriathlon.com

Non è sufficiente possedere una buona mente. L’importante è saperla usare nel modo giusto

Si dice che la genialità non sia null’altro che la capacità di trovare logiche relazioni tra fenomeni apparentemente privi di ogni nesso. La storia ci insegna che spesso sono proprio queste “logiche relazioni” che determinano un inaspettato e sorprendente successo nei confronti dei problemi che si presentano, ed ancora più spesso la “geniale soluzione” è sotto gli occhi di tutti, in tutta la sua imbarazzante semplicità. Molti triatleti nella propria carriera si sono, purtroppo, trovati ad affrontare il periodo dell’infortunio e sicuramente, nella determinazione di voler tornare il più presto alle gare, hanno provato di tutto, nella speranza di poter trovare la “geniale soluzione”. Lavorando oramai da anni nel settore, so che le canoniche soluzioni proposte ruotano intorno a Tecar terapia, ultrasuoni,

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Cartesio

tens, mesoterapia, rinforzo muscolare, e quant’altro, con una progressione di somministrazione legata principalmente alle attitudini del professionista verso quelle terapie e al successo che si è ottenuto: se la prima non funziona si prova la seconda e così via, spesso dimenticando di ricercare la causa che ha generato il sintomo. In alcuni casi è stata proposta l’osteopatia, forse come ultima spiaggia, non avendo le terapie precedenti prodotto esiti favorevoli. Come già accennato nel precedente articolo i processi infiammatori e degenerativi sono un sistema d’allarme, quello stesso sistema d’allarme della vostra abitazione, che quando s’accende vi sta avvisando che c’è qualcosa che non va, e voi, invece di andare alla ricerca di ciò che possa aver fatto scattare l’allarme, per fare tacere tutto, vi preoccupate di azzittire la sirena, convinti di aver risolto il

fastidioso e noioso problema, senza magari accorgervi che è stata forzata la porta di casa vostra. L’esperienza in ambito osteopatico insegna che l’efficacia delle consuete terapie può essere realmente definitiva se viene parallelamente abbinata ad un intervento mirato, volto alla ricerca delle cause ed alla loro eliminazione. Questo perché, se è vero che le terapie sopra descritte possono, in alcuni casi, alleviare lo stato infiammatorio, è altrettanto vero che non hanno alcuna possibilità di riparare la “porta forzata”. Infatti, anche se si ottengono dei benefici a livello infiammatorio, nessuno può escludere la possibilità di una eventuale recidiva in quanto non si è intervenuti direttamente sulla causa che ha generato l’intervento dei sistemi d’allarme.

È quindi consigliato inviare tempestivamente all’osteopata per le valutazioni del caso, evitando di lasciar trascorrere troppo tempo dal sorgere del sintomo, perché se l’intervento è tempestivo, è molto frequente riscontrare immediati benefici anche dopo solo una seduta osteopatica. Il dolore reiterato nel tempo stabilisce, infatti, delle memorie biochimiche, neurali e muscolari più difficilmente destrutturabili che necessitano di interventi più lunghi. È quindi importante stabilire un’efficace collaborazione professionale tra osteopati e figure sanitarie che si occupano dell’iter terapeutico dell’infortunio, in modo tale da evitare di arrivare a situazioni difficilmente gestibili anche con l’intervento osteopatico. Le risposte caratteristiche dei tessuti coinvolti nell’infortunio, sia esso di natura traumatica o da sovraccarico, sono sempre rivolte a preservare il segmento colpito da ulteriori sollecitazioni. Queste risposte instaurano catene artro – muscolo – fasciali disfunzionali che con il loro persistere stabiliscono un circolo vizioso che mantiene e sostiene il sintomo e può determinare maggiori possibilità di recidive. Nel caso in cui il sintomo sia legato a sollecitazioni da sovraccarico, la catena disfunzionale, con molta probabilità, era già presente in precedenza e, fin tanto che il sistema è in grado di adattarsi, non evoca il sintomo, ma quando, per qualsiasi motivo, si perde questa capacità, l’organismo “presenta il conto”. In ogni caso è la mano dell’osteopata che è in grado di evidenziare le catene disfunzionali con estrema precisione e intervenire in

maniera adeguata utilizzando le manovre manipolative che ritiene più adeguate. Spesso mi sento dire: “Non capisco come mai… non sono caduto, non sono inciampato, non ho battuto da nessuna parte, ma ad un certo punto ho cominciato a sentire il dolore e da allora non sono riuscito a fare più niente”. Ecco un classico caso di presenza di catena disfunzionale non riconosciuta in tempo che ha perso le sue capacità adattative. In questi casi le indagini strumentali aiutano molto a capire lo stato della struttura anatomica, ipotizzando da quanto tempo questa stia soffrendo, e a fare una previsione sull’evoluzione dell’iter terapeutico.

La capacità di osservazione della globalità dei sistemi e di riconoscimento palpatorio delle strutture potenzialmente disturbanti la funzionalità fisiologica dei distretti dell’organismo, sono caratteristiche proprie dell’osteopata. Inoltre l’efficacia nel trattamento della causa del sintomo aiuta prepotentemente la soluzione dello stato infiammatorio perché migliorando la mobilità del sistema si aumenta la vitalità cellulare, migliorando così le capacità di drenaggio del conseguente edema della regione colpita, aumentando la vascolarizzazione utile per l’eliminazione dei cataboliti dell’infiammazione, migliorando le capacità di svincolo articolare e quindi di sopportazione dei carichi, riducendo le possibilità di recidive. Infine, si accorciano molto i tempi legati alla ripresa dell’attività; elemento sicuramente non sottovalutato dal triatleta determinato a non perdere la stagione agonistica. Un utilizzo consapevole delle conoscenze della globalità, aiuta la comunicazione anche con le figure sanitarie legalmente riconosciute, perché l’osteopatia si fonda su un’approfondita conoscenza dell’anatomia, della fisiologia, della biomeccanica e di tutte le scienze legate al funzionamento dell’organismo umano. Quando nel lontano XIX secolo un allievo chiese al Dott. A.T. Still (fondatore dell’osteopatia) qual è il segreto per diventare un bravo osteopata, egli rispose: “Anatomy, anatomy and still anatomy”.

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Tecarterapia

Tecarterapia

Massoterapia

fondamentale per riprendersi dagli infortuni Lo squilibrio muscolare è una delle principali cause che predispongono ad un infortunio. A volte i muscoli agonisti, che hanno un livello di forza superiore agli antagonisti, svolgono un’azione talmente forte che mettono a dura prova i muscoli antagonisti che non tollerano adeguatamente l’attività muscolare prodotta. Un esempio riguarda i muscoli del quadricipite che sono ben più forti degli ischio crurali (posteriori della coscia). Di solito la forza dei muscoli anteriori della coscia è doppia rispetto a quella dei muscoli posteriori ma con l’allenamento orientato alle lunghe distanze il quadricipite si rinforza ancora di più e gli ischio crurali si indeboliscono. Pochi sono gli atleti che si dedicano al riequilibrio delle forze facendo allenamenti specifici di rafforzamento ed allungamento dei muscoli indeboliti. Poiché i muscoli sono collegati alle ossa per mezzo di tendini e legamenti essi agiscono come dei tiranti. Un’alterazione della forza di uno o più muscoli causa disallineamenti che si ripercuotono sui movimenti del corpo. Le cause che portano ad uno squilibrio muscolare sono tante. Molte di esse hanno origine già in giovane età se non addirittura in età fetale, altre cause sono determinate da cattive abitudini posturali, come ad esempio

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accavallare le gambe o stare in appoggio su di una sola gamba. Nel primo caso la posizione altera il tono del gluteo e della colonna vertebrale nella gamba superiore, del polpaccio e del piede nella gamba inferiore. Nel secondo caso l’appoggio su una sola gamba causa abbassamento dell’anca opposta e del bacino. Pochi sono gli atleti che si accorgono di avere una gamba con il tono meno sviluppato rispetto all’altra. La situazione può assumere contorni preoccupanti perché ad ogni appoggio del piede a terra lo squilibrio muscolare sollecita in modo anomalo i legamenti del ginocchio e le strutture articolari del bacino. Spesso è la stessa pratica sportiva che determina squilibri muscolari più o meno gravi. Gli infortuni che maggiormente incidono sullo sviluppo di uno squilibrio sono le distorsioni, gli stiramenti e le contratture muscolari. Siccome l’atleta è quasi sempre ipermotivato, non appena avverte una diminuzione del dolore riprende gli allenamenti: in questo modo modifica il suo gesto atletico per ridurre lo stress nella parte lesionata. I muscoli infortunati diventano più deboli e quelli che li sostituiscono diventano più forti, situazione che predispone l’atleta ad ulteriori lesioni di muscoli, tendini, legamenti ed articolazioni.

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di Lorenzo Boeris

Risolvere tensioni muscolari e legamentose che permangono da parecchio tempo coinvolge il tessuto connettivo, poco propenso all’allungamento perché rigido e poco estensibile. Muscoli tendini e legamenti sono spesso così rigidi che l’intervento di allungamento non porta subito a miglioramenti ed addirittura le sensazioni possono essere negative. La massoterapia è una tecnica utile per risolvere problemi muscolari ed articolari che spesso condizionano il rendimento di tanti sportivi. Il terapista entra in relazione con il paziente attraverso il contatto manuale, la manipolazione esercitata consiste in un’alternanza di trazioni e pressioni mantenute per alcuni secondi, e leggere mobilizzazioni sulle articolazioni. A mio parere l’obiettivo principale è il mantenimento di una buona circolazione sanguigna. La pressione delle dita viene esercitata in tre tempi. • il contatto • l’appoggio progressivo in profondità • il momento in cui la pressione viene tolta. Le tre fasi si succedono in maniera fluida e ritmata. Se un punto reagisce in modo doloroso potrebbe essere sintomo di una disfunzione locale ma può anche mettere in

Lorenzo Boeris

luce un problema in un’altra parte del corpo. La pressione può essere esercitata con la punta delle dita, ma anche con le nocche, con il palmo delle mani, con il gomito e perfino con il ginocchio a seconda della zona da trattare. Il massaggio è molto efficace su un’ampia serie di patologie dolorose, da quelle muscolari a quelle articolari. In presenza di dolore deve essere senza dubbio interrotta ogni attività fisica perché è possibile fare dei movimenti sufficienti a peggiorare la situazione ed allungare considerevolmente i tempi di guarigione. Gran parte degli atleti resta però passiva nell’affrontare l’infortunio affidando al tempo ogni possibilità di guarigione. È vero che con il passare dei giorni gli effetti della patologia si attenuano ma i tempi di guarigione rischiano di essere lunghi facendo scadere l’efficienza fisica. L’infortunio spesso può portare ad una fibrosi cicatriziale, sono la distrazione e lo stiramento dei muscoli posteriori della gamba (ischio crurali) e del polpaccio (soleo e gemelli) i più frequenti infortuni che portano ad una fibrosi oltre quasi sempre anche ad un piccolo ematoma che nella migliore delle ipotesi si rigenera e ripara ma nei casi meno fortunati l’esito post traumatico può determinare calcificazioni. La formazione di zone fibrotiche per la presenza di tessuto connettivo può essere percepita alla palpazione di una mano esperta come una sorta di nodulo. Le zone fibrotiche spesso sono dolorose alla palpazione e allo stiramento perché nella fase di cicatrizzazione vengono imprigionate anche delle terminazioni nervose. Anche variazioni di umidità e di temperatura

assofisioterapista, dottore in Scienze motorie. Specializzazione in scienze e tecniche dello sport e dell’allenamento. Esperto in tecniche di riatletizzazione sportiva. Ha seguito e segue tuttora numerosi atleti di vertice nel triathlon tra cui Marcel Zamora e Vladimir Polikarpenco, oltre numerosi runner e ciclisti. Lavora presso lo studio Atlante di Cumiana (TO) di cui è titolare e anche a domicilio o presso società sportive. Lo sport e in particolare il triathlon sono la sua prima grande passione, 15 anni di agonistico alle spalle, 3 volte ironman con personale di 9h 18 sulla distanza regina. lorenzoboeris@webtriathlon.com

dell’aria hanno particolari ripercussioni sulle zone fibrotiche. Le variazioni del tempo climatico determinano cambiamenti della temperatura e dell’umidità dell’aria, fattori che agiscono sulla morfologia delle fibre muscolari. L’obiettivo del massaggio connettivale è di frammentare e sfaccettare meccanicamente l’area fibrotica e liberare

così eventuali imbrigliamenti di fibre nervose sensitive. Il trattamento è piuttosto doloroso perché la pelle ed il sistema nervoso avendo la medesima origine, sono intimamente legati quindi quando si massaggia la cute si agisce in profondità sul sistema nervoso. Tutto questo meccanismo fa parte di quello che è definito l’arco riflesso. Tutto ciò che determina una stimolazione dei punti riflessi favorisce l’attivazione della circolazione del sangue. Dopo la ricerca dei punti dolenti, che si esegue con delle pressioni lente e profonde, si passa alla fase del massaggio vero e proprio. Il contatto con i punti chiave avviene in maniera energica e decisa, l’intensità del massaggio che deve applicare il terapista viene dosata in base all’espressione di risposta del paziente e alla valutazione di altri aspetti come lo stato emotivo e nervoso. Grazie al massaggio vengono messe in circolo le tossine presenti nel sangue, che a causa di un alterato funzionamento delle vie di eliminazione, non erano state smaltite in misura sufficiente e inoltre vengono liberate le endorfine, sostanze emesse dal cervello e che costituiscono una difesa naturale poiché capaci di innalzare la soglia del dolore fino a farla scomparire.

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POLAR RCX5 Polar, oltre ad essere da decenni leader nel settore del monitoraggio cardiaco per spor tivi, è da sempre un’azienda cui tiene in maniera par ticolare al triathlon, già dagli anni 80, quando fu sponsor principale di uno degli atleti che ha fatto la storia dell’ironman, il finlandese Pauli Kiuru. Oggi a distanza di anni, e dopo aver sempre avuto

controllo tutti i dati di allenamento o gara, inoltre con la funzione multispor t basta premere un tasto e una simpatica animazione ci av ver te che abbiamo cambiato disciplina fornendo i dati più appropriati allo spor t che si sta praticando. Ov viamente, le funzioni che il Polar RCX5 dispone sono innumerevoli e tutte utilissime

Massimo Cigana Atleta Professionista

Lisa Desiderà Atleta Age Group

Cosa mi piace: La grande precisione La Leggerezza Basta un colpo d’occhio e il grande display mi fornisce tutti i dati Posso monitorare il mio cuore già dalla prima frazione Con un semplice tasto passo da una disciplina all’altra con facilità Per ogni disciplina ho la possibilità di avere una quantità d’informazioni elevatissima grazie ai sensori aggiuntivi. Lo posso indossare anche nel tempo libero

Cosa mi piace Ha un design moderno Con la funzione Zone Optimizer riesco ad allenarmi molto efficacemente. Posso scaricare diversi programmi di allenamento da Polarpersonaltraining. com per poi realizzarli su strada Con la fascia cardio che trasmette anche in acqua, posso allenarmi seguendo la frequenza cardiaca anche in piscina E’ divertente scaricare i propri allenamenti su internet e condividerli con gli amici

Cosa non mi piace A volte dimentico il sensore GPS a casa….

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accorgimenti di riguardo per chi pratica il triathlon su molti dei suoi prodotti, presentano il CR X8, uno strumento dedicato a chi pratica la triplice disciplina. Leggero e poco ingombrante, con i suoi 46 gr è una presenza indiscreta al polso. Il display di dimensioni generose su tre linee, permette di tenere sotto

ai fini della ricerca della per formance per fetta. Si possono scaricare programmi di allenamento dal sito Polarpersonaltrainer.com, salvarli sul dispositivo e farci seguire passo passo durante la nostra corsa o pedalata. L a funzione Race Pace ti aiuta a controllare e mantenere la velocità per raggiungere un obiettivo prefissato o per chi preferisce allenarsi seguendo le varie zone di frequenza cardiaca, Zone Optimizer le regola e adatta per te rendendo così ogni sessione il più efficace possibile. L a fascia cardio trasmette il segnale anche in acqua, potendo così da adesso monitorare la tua prestazione già dalla prima frazione, o meglio ancora si possono eseguire utili test in piscina con estrema facilità. Il sensore GPS separato è di dimensioni ridotte, comunica con l’unità RCX5 e fornisce in tempo reale velocità, andatura, posizione GPS, in modo da poter, una volta scaricate sul proprio computer, rivedere i propri percorsi, altimetrie e i vari dati inerenti alla distanza. Come dicevamo prima, le funzioni di questo strumento e sono veramente innumerevoli abbiamo così pensato di farlo testare a due atleti differenti per tipologia e modo di allenarsi e gli abbiamo chiesto cosa ne pensassero.

AQUASPHERE

KAYENNE Abbiamo testato l’occhialino da nuoto Aquasphere Kayenne, nato per il nuoto in acque libere, quindi adatto a chi pratica triathlon. La caratteristica principale è la visuale a 180° e la struttura in Softeril, materiale siliconico anallergico, insensibile alle variazioni di temperatura e notevolmente più morbido dei classici impiegati negli altri occhialini. Le lenti hanno un trattamento speciale antigraffio e antiappannante

oltre ad essere in grado di proteggere dai raggi UVA e UVB. Il materiale impiegato per le lenti è il Plexisol, materiale ultra cristallino con una resistenza. Nonostante le generose dimensioni, il profilo è idrodinamico, veste bene la zona oculare restando saldamente incollate al viso evitando ogni genere d’infiltrazione di acqua, caratteristica apprezzata da chi deve compiere lunghe distanze, magari in mare.

Non mi piace Forse con un GPS integrato sarebbe meglio…ma vista la grande precisione si fa perdonare.

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RODE WITH THE ROC.

ROCTANE ULTRA ENDURANCE ENERGY GEL è il frutto di anni di sperimentazione su migliaia di atleti elite, impegnati nelle competizioni più estenuanti. Adesso è il tuo turno di fare riforni-

RINNY

mento con Roctane e competere come un pro.

WON WITH THE ROC. Congratulazioni alla nuova campionessa del mondo Mirinda Carfrae. Siamo orgogliosi che lei e molti altri atleti abbiano scelto Roctane come prodotto energetico, la scelta dei campioni negli ultimi quattro anni su cinque. Un ringraziamento a Rinny (Mirinda), Michilly Jones (2006 winner) e il due volte campione del mondo Craig Alexander per la loro collaborazione, sportività e il loro spirito competitivo.

RAN WITH THE ROC.

Per maggiori informazioni. www.nutrilife.it

Distribuito da Nutrilife Srl - Via Cimarosa 45 - 40033 Casalecchio di Reno (BO) Tel. 051.593994 - Fax 051.592772 - Email: info@nutrilife.it - www.nutrilife.it



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