020 AUTUNNO 2011
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Anno 3-‐ Bimestrale -‐ TRIATHLON Via Caramagna 16 -‐ 10126 Torino/ Poste Italiane spa. Spedizione in abbonamento postale -‐ DL 353/2003 [conv.in I.27/02/04 nr.46] art. 1 comma 1 Torino nr 4/2011
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IRONMAN 70.3 ITALY: BUONA LA PRIMA FONTANA E DOGANA ARTEFICI DEL TRIONFO AZZURRO
TRAINING
RACE
L’ESTATE NON VI HA SODDISFATTO? ECCO I CONSIGLI PER UNA SETTIMANA DA PRO’ INTEGRAZIONE CONTRO LA CRISI DI SETE CORE STABILITY, DOLORI DI SCHIENA E DIFETTI POSTURALI: COSA DEVE FARE UN ATLETA
ITALIA INTERNAZIONALE: SUCCESSO PER L’EUROPEAN CUP DI CREMONA
TRILIFE : EEz &> d , Z͗ > DK >> ͳdZ/ d> d CATRIONA MORRISON: POSSO BATTERE CHRISSIE
Alessandro Fabian Campione Italiano Assoluto Triathlon 2010
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REDAZIONE
Editoriale del direttore
Alberto Fumi
Direttore Responsabile alberto@webtriathlon.com
UN ESTATE DI EMOZIONI Cos’è lo sport senza emozione? Pur vivendo il triathlon da quasi un decennio, ammetto che, fino a qualche mese fa potevo contare sulle dita di una mano i momenti di adrenalina pura. Ovviamente, per chi pratica questa disciplina a livello amatoriale, l’emozione c’è ogni volta che si va verso la partenza, quando si prende il gruppo giusto in bici, dopo una frazione di corsa che ci permette di saltare decine di avversari, quando ci mettono al collo una medaglia che certifica che ce l’abbiamo fatta a tagliare il traguardo di una gara lunga e massacrante. Certo che queste sono emozioni, ma fanno parte della storia personale. Noi italiani che siamo abituati a scendere in piazza a festeggiare ogni tipo di successo calcistico viviamo però di storie collettive, di massa. Nel nostro piccolo, perchè non dobbiamo ancora illuderci di essere uno sport di massa, quest’anno abbiamo prodotto un concentrato di adrenalina da spalmare lungo tutti i mesi caldi. Il circuito mondiale ci ha regalato grandi soddisfazioni, finalmente abbiamo visto i nostri azzurri, grazie soprattutto ad Alessandro Fabian, recitare un ruolo da protagonisti nelle gare WCS, nel panorama europeo sappiamo dire la nostra a livello individuale e, perchè no, come nazionale, in ambito giovanile abbiamo conquistato medaglie importanti anche fuori dai nostri confini. E lo stesso vale per le lunghe distanze. Oltre ad aver finalmente importato il format di Ironman, che probabilmente cambierà per sempre la mentalità degli organizzatori italiani e dunque offrirà una scossa decisiva al movimento, i nostri atleti di punta sono riusciti a farsi conoscere sia nelle prestigiose gare europee, sia oltreoceano. È proprio così, se quest’estate è stata davvero calda, una parte di merito è del triathlon azzurro.
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SOMMARIO
AUTUNNO 2011 Triathlon Magazine -‐ Webtriathlon.com
In copertina: Pete Jacobs
via Caramagna 16 10126 TORINO Tel. e fax: +39 011 5537427
REDAZIONE
www.webtriathlon.com
Editoriale del direttore 5
THE SHOT Fabian da Record 8 WCS Kitzbuhel 10 Europei Pontevedra 12 IM France 14 Tricolori Olimpico 16 IM Austria 18
RACE IM 70.3 Italy 20 European Cup Cremona 28 Pianeta Ironman 31 Tutto Gare Italia 46 Off-Road 50
DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Fumi alberto.fumi@webtriathlon.com REDAZIONE redazione@webtriathlon.com Andrea Capello andrea@webtriathlon.com Francesco Cauz francesco@webtriathlon.com Guido Esposito guido@webtriathlon.com SEGRETARIA DI REDAZIONE Valentina Savone info@webtriathlon.com UFFICIO ABBONAMENTI abbonamenti@webtriathlon.com
TRILIFE Jenny Fletcher 55 Catriona Morrison 58
REDAZIONE GRAFICA Andrea Weindelmayer www.graficasport.it
AFORISMA Lance Armstrong 60
TRAINING Una settimana da Pro 62 Sete di Triathlon 66 Integrazione Amatoriale 70 Ciclomulino 74 Occhio al Nuoto 76 Dolori alla schiena 78 Core Stability 80 Difetti posturali 82
HANNO COLLABORATO Emiliano Agnello, Marco Alessandria, Ignazio Antonacci, Lorenzo Boeris, Alice Cabianca, Matteo Cantieri, Nadia Cortassa, Alessadro Degasperi, Giuseppe Ferraro, Andrea Gabba, Sergio Migliorini, Alberto Legnani, Igor Nastic, Edith Niederfriniger Stefano Rossi, Edoardo Savoldi, Massimo Sprovera, Nick Warren. FOTOGRAFIE Actionpixel, Atletas.info, Diego Caruso, Delly Carr, Fitri.it, Focalive, Mike Holmes, Ironman.com, Getty Images, Gianfy Marty, ITU Media, Jozef Jurasek, Nital, Pix Mania, Roberto Tamburri, Starproduction, Bakke Svensson, Triangle Events, Frank Wechsel, Eric Wyn
COLORS
TECNOLOGIE WEB
Tripictures 84
UbyWeb&Multimedia (www.ubyweb.com) Ubaldo Ponzio EDITORE TRIATHLON MAGAZINE Sede Legale: Via Caramagna 16, 10126 Torino e-mail: info@webtriathlon.com Tel e Fax : + 39 011 5537427 DIRETTORE EDITORIALE Alessandro Bertino alessandro@webtriathlon.com DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA Eurostampa srl - aderente all’A.D.N. C.so Vittorio Emanuele II 111, 10128 Torino Tel 011538166 Fax 0115176647 Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Torino, n°12 del 16/03/2009
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Terenzo Bozzone Ironman 70.3 World Champion
THE SHOT
WCS Madrid
FABIAN DA RECORD IN WORLD
CHAMPIONSHIP SERIES
Alessandro Fabian realizza un record alla World Championship ^ĞƌŝĞƐ Ěŝ DĂĚƌŝĚ͗ ĐŚŝƵĚĞŶĚŽ ůĂ ƐƉĞƩĂĐŽůĂƌĞ ŐĂƌĂ ĚŽŵŝŶĂƚĂ ĚĂŝ ĨƌĂƚĞůůŝ ƌŽǁŶůĞĞ ŝŶ ϭϯĞƐŝŵĂ ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ͕ ŽƫĞŶĞ ŝů ŵŝŐůŝŽƌ piazzamento italiano maschile nel massimo circuito mondiale. Tra le donne, successo della canadese Paula Findlay; ƉƌŝŵĂ ŝƚĂůŝĂŶĂ Ăů ƚƌĂŐƵĂƌĚŽ ŚĂƌůŽƩĞ ŽŶŝŶ͕ ϯϭĞƐŝŵĂ͘ 8
THE SHOT
WCS Madrid
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THE SHOT
WCS Kitzbuhel
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THE SHOT
WCS Kitzbuhel
MACCA FINDLAY RESPINTO
INARRIVABILE
WŽĐŽ ŐůŽƌŝŽƐŽ ŝů ƌŝƚŽƌŶŽ nel circuito mondiale sulla distanza olimpica di Chris McCormack. Alla WCS di Kitzbuhel (Austria), il campione del mondo di /ƌŽŶŵĂŶ͕ Őŝă ƐƚĂĐĐĂƚŽ ĚŽƉŽ ŝů ŶƵŽƚŽ͕ ğ ĐŽƐƚƌĞƩŽ Ăů ƌŝƟƌŽ ůƵŶŐŽ ů͛ĞůĞƩƌŝĐĂ ĨƌĂnjŝŽŶĞ ĐŝĐůŝƐƟĐĂ͘ >͛ĂnjnjƵƌƌĂ ůŝĐĞ ĞƩŽ chiude al 29° posto l’esordio in World Championship Series ŶĞůůĂ ŐĂƌĂ ĚŽŵŝŶĂƚĂ ĂŶĐŽƌĂ una volta dalla canadese Paula Findlay; strepitoso 14° posto per Alessandro Fabian mentre il successo è andato nuovamente al britannico Alistair Brownlee.
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Europei Pontevedra
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THE SHOT
Europei Pontevedra
MAZZETTI
STORICO BRONZO EUROPEO ŶŶĂ DĂƌŝĂ DĂnjnjĞƫ conquista una storica ŵĞĚĂŐůŝĂ Ěŝ ďƌŽŶnjŽ Ăŝ ĐĂŵƉŝŽŶĂƟ ĞƵƌŽƉĞŝ Ěŝ WŽŶƚĞǀĞĚƌĂ ;^ƉĂŐŶĂͿ Ğ ƌŝůĂŶĐŝĂ ƵŶĂ ƐƚĂŐŝŽŶĞ ŝŶŝnjŝĂƚĂ ƚƌĂ ƐǀĂƌŝĂƚĞ ĚŝĸĐŽůƚă͘ Risultato da incorniciare anche per Alessandro Fabian, ƋƵŝŶƚŽ Ăů ƚƌĂŐƵĂƌĚŽ ;ŵŝŐůŝŽƌ risultato italiano maschile Ěŝ ƐĞŵƉƌĞͿ͘ dƌĂ Őůŝ ũƵŶŝŽƌ͕ DĂƩŚŝĂƐ ^ƚĞŝŶǁĂŶĚƚĞƌ è di bronzo; podio anche ƉĞƌ ůĂ ƐƚĂīĞƩĂ ĂnjnjƵƌƌĂ͘
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THE SHOT
Ironman France
MARTINA DOGANA
D’ARGENTO ALL’IRONMAN FRANCE ŽƉŽ ŝů ƐƵĐĐĞƐƐŽ Ăůů͛/ƌŽŶŵĂŶ ϳϬ͘ϯ /ƚĂůLJ͕ DĂƌƟŶĂ ŽŐĂŶĂ ĐŽŐůŝĞ ƵŶŽ ƐƚƵƉĞŶĚŽ ƐĞĐŽŶĚŽ ƉŽƐƚŽ Ăůů͛/ƌŽŶŵĂŶ &ƌĂŶĐĞ ĚŽƉŽ ŝů ƐƵĐĐĞƐƐŽ ŽƩĞŶƵƚŽ ŶĞů ϮϬϬϴ͘ >ƵĐ sĂŶ >ŝĞƌĚĞ͕ ƉƌŝŵŽ Ă ƚĂŐůŝĂƌĞ ŝů ƚƌĂŐƵĂƌĚŽ a Nizza, interrompe la serie di successi di Marcel ĂŵŽƌĂ ;ϱ ĐŽŶƐĞĐƵƟǀŝͿ ĐŚĞ ĐŚŝƵĚĞ ƚĞƌnjŽ͘
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Ironman France
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Tricolori olimpico
FABIAN E MAZZETTI TRICOLORI
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Tricolori olimpico
Alessandro Fabian vince ŝů ƚĞƌnjŽ ƟƚŽůŽ ŝƚĂůŝĂŶŽ ĐŽŶƐĞĐƵƟǀŽ ƐƵůůĂ ĚŝƐƚĂŶnjĂ olimpica; alle sue spalle &ĂĐĐŚŝŶĞƫ Ğ ĂƐĂĚĞŝ͘ ZĞǀŝŶĞ >ĂŐŽ ;dƌĞǀŝƐŽͿ͕ ŶŶĂ DĂƌŝĂ DĂnjnjĞƫ͕ ĨĞƐƚĞŐŐŝĂƟƐƐŝŵĂ ĚŽƉŽ ŝů ďƌŽŶnjŽ ĐŽŶƟŶĞŶƚĂůĞ͕ Ɛŝ ŝŵƉŽŶĞ ĚĂǀĂŶƟ Ă ŚŵĞƚ Ğ ^ŝŐŶŽƌŝŶŝ
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THE SHOT
Ironman Austria
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Ironman Austria
Doppio record per Marino Vanhoenacker: il fuoriclasse ďĞůŐĂ ǀŝŶĐĞ ƉĞƌ ůĂ ƐĞƐƚĂ ǀŽůƚĂ ĐŽŶƐĞĐƵƟǀĂ ů͛/ƌŽŶŵĂŶ ƵƐƚƌŝĂ͕ ĂŐŐŝƵĚŝĐĂŶĚŽƐŝ ŝů duello a distanza con Zamora (fermo a 5 all’Ironman &ƌĂŶĐĞͿ͕ Ğ ŽƫĞŶĞ ůĂ ŵŝŐůŝŽƌĞ prestazione mondiale di sempre: 7h45’58”.
MARINOOOOOO!
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RACE
Ironman 70.3 Italy
IRONMAN 70.3 l’emozione di esserci
di Alberto Fu
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ITALY
umi
Ironman 70.3 Italy
RACE
L’abbiamo atteso per mesi, anni, stagioni. Poi il 12 giugno 2011 è finalmente arrivato e Ironman è atterrato in Italia. Tra l’entusiasmo generale, l’agitazione del debutto e ov viamente qualche par ticolare trascurato, la prima gara pallinata è par tita in grande stile dalla spiaggia di Pescara, città che sin dall’annuncio della gara si è dimostrata pronta e vogliosa di ricevere un evento del genere. Ma riusciremo, noi italiani, ad organizzare un Ironman vero?, si diceva alla vigilia. Cer to! Strade asfaltate e chiuse al traffico, segnalazioni impeccabili, zona cambio spettacolare e be visibile dagli spettatori, pubblico caldo lungo tutto il tracciato di gara, spor tivi, curiosi e passanti pescaresi pronti a farsi coinvolgere dal turbine dell’evento. E poi è arrivato il doppio successo azzurro con Daniel Fontana e Mar tina Dogana, ciliegina sulla tor ta di un fine settimana internazionale ma dal for te accento italiano. I big di casa erano visibilmente emozionati nel tenere conferenze stampa nella propria lingua, non erano abituati ov viamente, ma sentivano anche il peso della gara: sul territorio amico non è mai permesso sbagliare! Gli age - group avevano il sorriso più largo del solito, anche se la tensione della vigilia si tagliava con il coltello. Chi gareggia abitualmente sui campi italiani è anche allettato da manifestazioni molto interessati e ben organizzate, ma poter competere a questi standard rappresenta un traguardo, anche per chi lo spor t lo pratica esclusivamente per passione e realizzazione personale, ancora prima di posare la bicicletta sulla rastrelliera. Anche gli addetti ai lavori hanno valutato in maniera molto positiva questo debutto: dapprima si diceva che bisognava esserci, poi, nei giorni caldi dell’evento il pensiero si trasformava in “è bello essere qui” per poi cambiarlo in “il prossimo anno saremo di nuovo qui”. È proprio a quest ’ultimo auspicio che tutti ci aggrappiamo perchè il nostro triathlon ha bisogno anche di Ironman. E ora che il circuito ha scoper to quanto vale l’Italia, di cer to non potrà più tirarsi indietro.
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RACE
Ironman 70.3 Italy
ĂŶŝĞů &ŽŶƚĂŶĂ Ğ DĂƌƟŶĂ ŽŐĂŶĂ trionfano all’Ironman 70.3 Italy L’edizione inaugurale di Ironman 70.3 Italy disputatosi domenica 12 giugno a Pescara ha conquistato di diritto un posto nella storia. Gli atleti pro favoriti hanno pienamente soddisfatto le aspettative, il pubblico entusiasta, numeroso e caloroso di Pescara ha accolto con clamore i
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primi campioni italiani, gli azzurri Daniel Fontana e Martina Dogana, vincitori assoluti della prova. L’australiano Luke McKenzie è uscito dall’acqua a capo del primo gruppo della divisione uomini, con a ruota l’italiano Daniel Fontana; l’aussie si è ritirato per un problema meccanico e Daniel che
ha poi conquistato la leadership nel corso dei 90K di bici. All’ingresso in T2, Fontana è arrivato con un vantaggio di oltre 5’ su Alessandro Degasperi, ed è partito deciso per i 21.1 km finali. Fontana, che ha vinto a gennaio l’Ironman 70.3 Pucon, ha varcato la Finishline con oltre 9’ di vantaggio su un altro azzurro, Alessandro Degasperi. La sua vittoria con tempo totale di 4.01.26 è stato il risultato della somma dei due migliori tempi per la frazione bici e corsa. Trionfo azzurro in campo femminile: Martina Dogana è uscita dall’acqua quinta, la più veloce è stata la francese Camille Donat, con 4’ di distacco sulle italiane Edith Niederfriniger e Francesca Tibaldi. Dogana è stata poi artefice di una bella rimonta nella frazione bike, arrivando in T2 pochi secondi dietro Niederfriniger; alle loro spalle Tibaldi. Nella frazione di corsa, tra due ali di folla festanti nel cuore di Pescara, un’emozionatissima Dogana ha preso la testa della gara e ha tagliato vittoriosa la gara davanti alle due connazionali. Oltre agli atleti Pro’, hanno gareggiato più di 1.300 atleti Age Group, compresi le staffette de gli IronTeam (staffette), provenienti da 49 paesi del mondo che hanno iniziato l’Ironman 70.3 Italy con una prova di nuoto di 1.9 km nello specchio di mare Adriatico antistante il centro di Pescara. Hanno poi prelevato la bicicletta dall’aria di Transizione per sostenere una prova ciclistica su un circuito di 90 km che ha toccato 13 comuni della provincia, completamente chiuso al traffico. La mezza maratona conclusiva si è tenuta invece nel centro cittadino e lungo la Riviera, per terminare con la finish line situata in piazza della Rinascita.
Ironman 70.3 Italy
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I MIGLIORI PRO’ Uomini 1. Daniel Fontana (ITA) 4:01:26 2. Alessandro Degasperi (ITA) 4:10:54 3. Hideo Fukui (JPN) 4:10:55 4. Ivàn Tejero Vàzquez (ESP) 4:12:19 5. Massimo Cigana (ITA) 4:15:39 6. Igor Nastic (ITA) 4:16:12 7. Swen Sundberg (GER) 4:19:06 8. Massimilano Sansone (ITA) 4:19:31 9. Matteo Annovazzi (ITA) 4:24:29 10. Balazs Csoke (SUI) 4:25:44 Donne 1. Martina Dogana (ITA) 4:44:59 2. Edith Niederfriniger (ITA) 4:47:51 3. Francesca Tibaldi (ITA) 4:54:24 4. Camille Donat (FRA) 4:58:49 5. Ute Streiter (AUT) 5:11:17
ůĞƐƐĂŶĚƌŽ ĞŐĂƐƉĞƌŝ Secondo allo sprint, Alessandro Degasperi, l’atleta che si è dimostrato estremamente completo in questa stagione cogliendo la qualificazione alla finale mondiale dei circuiti 5150 e 70.3, dopo una cauta partenza è riuscito a esprimersi al meglio nella frazione ciclistica, pensando addirittura alla vittoria. Immagino avessi previsto un rientro in bici, vista la preparazione estrema del mezzo con la ruota lenticolare. A dire il vero non so quanto mi abbia avvantaggiato, di certo non mi ha penalizzato anche perchè ci sono molti tratti lanciati, dove le velocità erano elevate. Avevo una buona posizione aerodinamica, quello mi ha fatto risparmiare un po’ di energie.
fatto trovare le energie necessarie per riprendere un ritmo adeguato. Un secondo posto non è solo un segnale di sopravvivenza. Cosa ti ha indotto a questa bella rimonta nelle fasi finali? Quando vedevo che il podio si avvicinava, ho trovato nuova linfa. Mancava poco e ho spinto al massimo non avendo nulla da perdere. Arrivare sul secondo gradino del podio dietro ad un Fontana così in forma è stata davvero una grandissima emozione.
Un stagione sin qui da incorniciare dunque. Quest ’anno ho trovato il giusto equilibrio in allenamento non dovendo combattere guai fisici. L a distanza olimpica mi è sempre piaciuta, senza scia ancora di più, quindi ho sperimentato questo nuovo circuito. L’ironman invece non mi attira, mi ritengo più adatto alle distanze più cor te con il 70.3. Ora ho due mondiali a cui pensare.
Sembra che tu abbia attraversato anche una piccola crisi oggi. Sono rimasto senz’acqua nella fase centrale del ciclismo, questo mi ha fatto soffrire. Sono riuscito ad idratarmi e a combattere i crampi, ma la partenza lenta di corsa mi ha salvato. E quanto ti hanno superato cosa pensavi? Volevo addirittura fermarmi, prendevo tutti i ristori ma non mi riprendevo. Poi il calore della gente e la determinazione mi hanno
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Ironman 70.3 Italy
Daniel Fontana Aveva i favori del pronostico, essendo il più titolato al via in questa specialità, ma la pressione del favorito non gli ha causato alcun problema: in testa sin dalle prime battute, Daniel Fontana si è dimostrato l’autentico dominatore della gara. Uscito
dall’acqua appaiato al leader Luke McKenzie, non ha lasciato scampo ai rivali di giornata. Pensi di aver fatto la gara perfetta? La partenza è stata difficile, il mare era mosso e non era facile trovare il passo
giusto. In bici pensavo che il gruppo fosse più compatto invece mi sono trovato in testa e ho deciso di spingere senza risparmiarmi. Sono sceso con un margine importante e ho corso al risparmi considerato il vantaggio. In ogni caso ho sofferto, la gara è stata dura e impegnativa a livello tecnico in tutte e tre le frazioni, senza sottovalutare il caldo. Quanto conta questa vittoria? Per me è fondamentale impormi in un contesto internazionale, farlo su territorio italiano al debutto di Ironman nella nostra nazione è davvero stupendo. Quindi punterai a ripetere l’argento mondiale a Las Vegas? Dopo la carriera olimpica, ho intrapreso la strada dei lunghi: il mio obiettivo è Kona, quindi mi focalizzerò sulla distanza completa. Voglio fare l’Ironman da protagonista, voglio essere sicuro di aver fatto il mio meglio. Non pensi di poter portare avanti un duplice obiettivo? L’età avanza (35 anni) e devo essere consapevole dei miei limiti. Il mio sogno sportivo è l’Ironman delle Hawaii: devo dare tutto per realizzarlo.
Francesca Tibaldi
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Una seconda carriera sportiva che si apre con un podio così prestigioso. Francesca Tibaldi, mamma di due bambini e a secco di sport per oltre un decennio, ha trovato una nuova prospettiva in questa distanza.
offriva il campo gara ondoso. In bicicletta ero più sicura, conosco meglio le mie potenzialità, anche se con solo 14 mesi di allenamento alle spalle non potevo pretendere di avere le stesse reazioni di quando ero una vera pro’.
Che emozioni si provano a tornare a questi livelli? Con questo podio sto vivendo un giorno particolare. Nonostante il passato in nazionale, non avevo la certezza di reggere certi ritmi, soprattutto in una gara così impegnativa.
Per essere stata ferma 11 anni, sei stata autrice di un ritorno folgorante. La molla è stata la voglia di rimettersi in gioco e ammetto che oggi ho sorpreso anche me stessa. Nella corsa, il mio tallone d’Achille, ho anche pensato di ritirarmi ma ho tenuto duro, ho sfruttato al meglio i ristori e mi sono ripresa.
Che riferimento hai preso? Seguivo Edith in acqua, o almeno ci ho provato: direi che il nuoto è andato meglio del previsto, considerate le prospettive che
L’odore di podio ha contribuito alla ripresa? Ovviamente, non potevo mica arrivare quarta!
Ironman 70.3 Italy
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ĚŝƚŚ EŝĞĚĞƌĨƌŝŶŝŐĞƌ Non conoscendo la giovane francese Camille Donat, non le sono andata dietro, anche perchè sapevo soltanto che è una specialista delle distanze corte. In bicicletta stavo bene, ho spinto da subito, mi sono poi meravigliata del vantaggio che avevo su Martina (Dogana, ndr) a metà percorso, ma nell’ultimo tratto evidentemente ho perso parecchio perchè al secondo cambio eravamo molto vicine. E poi la corsa? Nelle prime fasi, mi sentivo molto bene, sono partita con un ottimo passo. Sapevo che da dietro stava rientrando, ma sapevo che prima o poi mi avrebbe raggiunta. Quando mi ha agganciata, ho provato a stare con lei ma aveva una marcia in più: posso solo farle i complimenti. Com’è stato correre nel centro di Pescara? I percorsi, bici compresa, erano sicurissimi: non ho mai visto in 12 anni una garanzia di sicurezza così. Qui sul lungomare e in centro città, i pescaresi si sono dimostrati caldissimi e sempre disposti a spingerci. Il multilap ha trasformato questo ironman in una “coppa del mondo”: per noi il sostegno dei tifosi è stato fondamentale e sorprendente in positivo.
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DĂƌƟŶĂ ŽŐĂŶĂ La lotta in casa in campo femminile è stata sicuramente la chiave di questa prima sfida pescarese. Dopo l’Ironman di Nizza del 2008, è stata proprio Martina Dogana ad imporsi proprio nella gara di casa, dando vita ad uno splendido e serrato duello con Edith Niederfriniger. Come hai affrontato la prima parte di gara? La tensione era palpabile, le gare in casa sono sempre molto sentite. Non sono una brava nuotatrice e sapevo già di non competere con le migliori, anche se speravo di andare meglio del solito. Le onde mi hanno creato qualche problema, mi sono anche trovata da sola, ma non mi sono demoralizzata. Uscita dall’acqua non avevo riferimenti, ma mi sentivo bene in vista dei 90 km di ciclismo. Che effetto ti ha fatto il percorso in bici? C’era molto vento, ho fatto molta fatica, ma penso che nessuno si sia risparmiato. La
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cosa che ho notato è la grande sicurezza sul percorso, non mi è mai successo di avere 90 km chiusi al traffico con un tifo così caloroso anche in piccoli paesini. Una gara in rimonta. Dov’è stata la chiave? Quando ho visto che Edith (Niederfriniger, ndr) non era così distante ci ho creduto, ho impostato il mio ritmo e una folta compiuto il ricongiungimento ho proseguito con il mio ritmo. Essendo molto forte a piedi, pensavo potesse recuperare: per questo non ho avuto un attimo di tregua sino al traguardo. A proposito, che effetto fa vincere davanti al pubblico amico? Quando si passa un traguardo di un ironman è sempre una gioia, ma aggiudicarsi da italiana la prima edizione di questa gara è un orgoglio davvero grande.
ARGENTO SPLENDENTE A NIZZA Uscita rafforzata dal successo casalingo di Pescara, Martina Dogana ha chiuso al secondo posto il suo Ironman France. Questo il suo racconto a caldo della gara di Nizza. In un Ironman possono succedere tante cose, ti passano per la testa mille pensieri e mille emozioni, la fatica aumenta ma scavando a fondo si trovano anche le energie che pensi di non avere. Il nuoto: una tonnara, peggio del solito, ho preso tantissime botte e non sono mai riuscita a prendere il mio ritmo, però sono uscita in terza posizione in poco più di 57’. Sono partita in bici decisa ma i primi 100 km sono stati un calvario: avevo tanto male alla pancia e alla schiena, non riuscivo ad alzarmi sui pedali e mi hanno superato praticamente tutte le altre pro’. Ovviamente mi sono scoraggiata e in più di un’occasione ho pensato di mollare e fermarmi, però avevo promesso la medaglia ad Adriano (mio suocero), sapevo che sulla Promenade c’era tutto il mio Fan Club e a casa tutti gli amici erano davanti al computer. Ho tenuto duro, pedalata dopo pedalata è passata anche la crisi e ho recuperato qualche posizione, merito soprattutto di una discesa a regola d’arte (l’importanza di conoscere le strade e non rischiare la vita in curva ai 60km/h). Dopo una frazione ciclistica eterna (5h39’) finalmente ho posato la bici in 9° posizione e ho iniziato a correre. Il gap dalla testa della gara era di 22’ ma la gara era ancora lunga. Ho provato a partire forte, rischiando di scoppiare ma volevo provare ad entrare almeno nelle prime 5. Mi sono concentrata sulla mia corsa senza pensare a nient’altro: “corri, bevi, mangia, bagnati, corri”. Pian pianino ho cominciato a rimontare posizioni. All’inizio dell’ultimo dei 4 giri ero quarta con la terza a meno di 2’ e la seconda a circa 5’. Ho continuato a spingere cercando quelle energie che pensavo di non avere più. Il tifo di tutti gli spettatori e dei volontari mi ha aiutato tantissimo e sono riuscita prendere e superare prima Johanna Daumas e poi Britta Martin e mantenere questa bellissima seconda posizione fino al traguardo dove mi aspettava la vincitrice Silvia Felt! Il secondo posto qui a Nizza era l’unico che mi mancava: non mi posso certo lamentare.
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European Cup Cremona
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ƉƌŽƚĂŐŽŶŝƐƟ ĚĞůůĂ ƵƌŽƉĞĂŶ ƵƉ Ěŝ ƌĞŵŽŶĂ Cremona ITU Triathlon Sprint European Cup ha riservato emozioni, sorprese, spettacolo. E’ stato il grande evento che doveva essere. L’unica tappa italiana del circuito europeo su distanza Sprint non ha tradito le attese: una coreografia spettacolare nel cuore di Cremona e due gare splendide, combattute, d’altissimo livello. Una giornata di grande gioia per la società cremonese, ma anche per il movimento italiano. Le prime a sfidarsi sono state le donne ed è stata una gara vivace. Migliore tempo a nuoto per l’italiana Gaia Peron, ma all’uscita della prima transizione si è formato un gruppo di otto ragazze che ha preso il comando. Le inseguitrici, guidate dalla slovena Mateja Simic hanno cercato più volte di agganciare il gruppo e soltanto nell’ultima parte della frazione ciclistica c’è stato il ricompattamento. A piedi sono partite subito forte l’australiana Erin Denshman e dietro di lei Mateja Simic. Alle spalle delle due battistrada la lotta è stata serrata: Annamaria Mazzetti ha compiuto il sorpasso sull’inglese Hollie Avril all’ultimo passaggio e si è difesa dagli attacchi della ceca Vendula Frintova. Al traguardo, prima Erin Denshman in 1h01’31”, con un vantaggio di 29” su Mateja Simic, sul gradino più basso del podio Annamaria Mazzetti in 1h01’58”. La gara maschile è stata combattutissima e si è risolta solamente in volata. Andando con ordine, il nuoto ha diviso in grupponi gli atleti, con quello di testa che ha visto presenti tra gli altri Molinari, Risti, Ballerini. Da dietro è iniziata la rimonta di Daniel Hofer, attardato all’uscita del nuoto. L’altoatesino è transitato al comando al primo giro della corsa, ma il gruppo di testa è rimasto unito. Decisivo lo sprint finale, in cui Hofer ha avuto la meglio sull’ex iridato Daniel Unger. Terzo l’inglese Leckie Todd. Il successo di un evento passa inevitabilmente dalle opinioni dei diretti protagonisti in gara. La prima edizione della manifestazione internazionale organizzata dal Triathlon Cremona Stradivari è piaciuta, l’organizzazione, i percorsi, la città sono ideali per un evento del genere e la vetrina
European Cup Cremona offerta è stata importante per il triathlon nostrano in ambito internazionale. La prima atleta al traguardo, l’australiana Erin Densham, è stata la prima a dichiarare d’essere stata stregata dalla città dei violini: “Voglio tornare a Cremona anche il prossimo anno. Sono rimasta affascinata dalla vostra città, mi è piaciuto moltissimo l’evento. Mi sentivo bene, volevo vincere qui in Italia e sono soddisfatta di esserci riuscita”. Felicissima del secondo posto anche la slovena Mateja Simic, cremonese ormai d’azione lei che è al secondo anno con il team Stradivari. “Sono davvero contenta del risultato: salire sul gradino del podio a
Cremona, nella splendida gara organizzata dalla mia società, è stato un altro motivo di grandissima soddisfazione per me”. A completate il podio femminile, c’è stato il sorriso di Anna Maria Mazzetti: “La frazione a nuoto non è stata delle migliori, la gara si è presentata tutta in salita, ma già in bici ho cercato di guadagnare e la rimonta è stata completata da una bella frazione podistica che mi ha permesso di centrare questo ottimo terzo posto. Un risultato importante, che mi serviva. La gara è stato molto veloce, con la frazione in bici tecnica ed è stato bello correre nelle vie del centro cittadino di Cremona”.
RACE
In campo maschile, il successo di Daniel Hofer ha tutto il gusto della splendida impresa: “È stata la giornata perfetta: è davvero una grandissima gioia avere vinto una tappa di Coppa Europa, in particolare averlo fatto nell’unica tappa italiana. Una gara bella, organizzata nel migliore dei modi”. Infine, il commento del tedesco Daniel Unger: “Sono un grande amico dell’Italia, ho trascorso qui diverse settimane in primavera e sono contento di essere stato presente alla tappa di Cremona. La gara mi è piaciuta molto, amo questo tipo di percorso, piatto, molto veloce e tecnico. Ho trovato un’ottima organizzazione, e dico che Cremona mi ricorda una piccola Amburgo”.
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Pianeta Ironman
Pianeta IRONMAN Ironman 70.3 Busselton Busselton, Australia Sotto il caldissimo sole australiano l’atleta di casa Tim Berkel e la neozelandese Jo Lawn hanno conquistato il titolo di IM70.3 in palio quest’oggi a Busselton. Dopo il secondo posto conquistato sette giorni prima a Port Macquarie, Tim Berkel ha attraversato il continente raggiungendo Busselton sulla costa occidentale, riuscendo a cogliere una gran vittoria grazie alla miglior frazione podistica di giornata (1h 13’). Berkel ha così completato una rimonta iniziata negli ultimi chilometri della frazione ciclistica dopo che la competizione si era trasformata in una gara tattica con Crawford che si era avvantaggiato di una manciata di secondi prima dell’ingresso in T2. Sul podio con Berkel sono finiti altri due australiani: Matty White e Tim Reed. Ford Ironman St. George St. George, Utah (USA) Dopo sette podi conquistati in carriera Mathias Hecht, atleta svizzero della corazzata Commerbank, si è imposto per la prima volta in un Ironman battendo un agguerrito gruppo di professionisti ma soprattutto il caldo torrido dello Utah. Nonostante il clima bollente ed il vento fortissimo, Hecht è riuscito ad imporsi sul compagno di squadra Twelsiek con un tempo di alto livello (8h32’) riuscendo persino a stupire nella maratona finale corsa in 2h 56’. Sul terzo gradino del podio è salito un atleta statunitense amatissimo in patria, TJ Toallakson. La gara femminile è stata vinta dalla canadese Wurtele, che aveva trascorso un mese nello Utah per abituarsi al clima durissimo dello Stato nordamericano. La
RACE
di Francesco Cauz
TOP 10M
TOP 10F
1. Tim Berkel (AUS) 3:51:27
1. Jo Lawn (NZL) 4:13:23
2. Matty White (AUS) 3:52:50
2. Felicity Sheedy Ryan (AUS) 4:15:21
3. Tim Reed (AUS) 3:53:59
3. Rebekah Keat (AUS) 4:15:55
4. Josh Rix (AUS) 3:56:05
4. Belinda Granger (AUS) 4:16:35
5. Jamie Whyte (NZL) 3:57:10
5. Elly Franks (AUS) 4:34:33
6. Guy Crawford (NZL) 3:58:15
6. Christie Sym (AUS) 4:26:56
7. Mitchell Anderson (AUS) 3:59:55 *AG
7. Madeleine Oldfield 4:29:06
8. Leon Griffin (AUS) 4:00:09
8. Katrina Mercer (AUS) 4:29:26
9. Lajos Vargas (AUS) 4:01:14 *AG
9. Rachael Smith (AUS) 4:30:55
10. Paul Mackay (AUS) 4:01:28
10. Janine Willis (AUS) 4:37:04 * AG W35-39
La “all black” Jo Lawn ha portato a termine la settimana più vittoriosa della carriera con due titoli IM70.3 collezionati in soli sei giorni. La Lawn ha costruito la sua seconda vittoria con una prima frazione all’attacco seguita da 90km di ciclismo che hanno visto avvantaggiarsi Belinda Granger ed Elly Franks.
Tuttavia a decidere la gara è stata ancora una volta la mezza maratona conclusiva, percorsa dalla vincitrice in 1h 22’57”, di gran lunga il miglior parziale. Felicity Sheed Ryan ha tagliato il traguardo in seconda posizione mentre l’australiana Rebekah Keat si è dovuta accontentare della terza piazza.
TOP 10M
TOP 5F
1. Mathias Hecht (SUI) 8:32:03 (record del percorso)
1. Heather Wurtele (CAN) 9:30:33 (record del percorso)
2. Maik Twelsiek (GER) 8:33:46
2. Jackie Arendt (USA) 10:06:36
3. TJ Tollakson (USA) 8:40:20
3. Uli Bromme (GER/USA) 10:10:48
4. Ben Hoffman (USA) 8:41:39
4. Jessica Smith (USA) 10:20:45 * F30-34
5. Mike Aigroz (SUI) 8:42:06
5. Liis Toomingas (EST) 10:36:36
6. Paul Ambrose (AUS) 8:51:41 7. Alejandro Santamaria (ESP) 9:04:38 8. Christian Brader (GER) 9:08:19 9. Petr Vabrousek (CZE) 9:11:11 10. Bevan McKinnon (NZL) 9:12:37
giornata non era iniziata nel migliore dei modi per l’atleta di Kelowna (British Columbia), costretta ad inseguire fin dalle prime battute la campionessa del mondo sulla mezza distanza Jodie Swallow. Ma l’atleta inglese non sembra essere quella del 2010 ed il distacco di quasi 5’30”
guadagnato nel nuoto è stato colmato dalla Wurtele, di gran lunga la più forte sul percorso di questa gara. Già dai primi chilometri della corsa, con il ritiro della Swallow per un infortunio al piede, la gara era saldamente nelle mani della canadese, che si è preoccupata esclusivamente di portare a termine la gara, avendo oramai un vantaggio sulle avversarie superiore a mezz’ora. Jackie Arendt si è aggiudicata la piazza d’onore precedendo di più di quattro minuti la connazionale Uli Bromme.
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Pianeta Ironman Thomas Cook Ironman 70.3 Mallorca Mallorca, Spagna A ndreas R a eler t ha s confit to il t and em frances e comp os to la B er tralnd Billard “la motò” e Sy lvain Sudrie, c ampione d el mond o di triathlon long dis t ance nel 2010. R a eler t ha rimont ato i due “gallet ti” s c atenati in bici e li ha s t acc ati di tre minuti. N ella gara femminile v it toria ingle s e con Emma K ate L idbur y che ha s confit to la veterana ungheres e Erika Cs omor, c apace di rimont are quasi tre minuti nella ter z a frazione pur non rius cend o nell’impres a d el ricongiungimento con la bat tis trada. Ter z a al traguard o la ted es c a Silv ia F elt. Ford Ironman 70.3 Florida Disney World, Florida (USA) A ndy Pot t s ha vinto alla sua maniera l’I M 70.3 Florida, dominando dalla prima bracciat a all’ultimo passo, pas s ando per il miglior par ziale ciclis tico di giornat a. A lle sue spalle si è piaz zato l’ucraino Del Team L igerTriBikes S ar to a quasi quat tro minuti. N ella top ten anche l’it aloargentino Sebas tian Pedraza, autore di una grande frazione ciclis tica (2h 10’ contro 2h 8’4 4” di Pot t s). L a gara femminile ha trovato in Jimmy A rcher la sua dominatrice. Come Pot t s anche la s t atunitense di Boulder ha lasciato solo le briciole alle av ver s arie, vincendo con un margine di 10 minuti. A l secondo ed al ter zo pos to si sono piaz zate l’altra s t atunitense Caitlin Snow e la veterana tedesca, triatlet a e ar tis t a, Nina K raf t. Memorial Hermann Texas Ironman The Woodlands, Texas (USA) In una gara con tre atleti sotto le 8h 15’ lo spagnolo Eneko Llanos è riuscito a conquistare l’IM exas disputato in una giornata calda e umida. Llanos, che può vantare anche un podio a Kona, un mondiale ed un europeo di lungo e due vittorie a Lanzarote, ha battuto l’architetto navale ex marine Timothy O’Donnel, staccato di un minuto e mezzo. Quarto al traguardo l’australiano Luke Bell. Tra le donne vittoria della britannica Morrison, che ha rimpiazzato la vittoria
TOP 10M
TOP 10F
1. Andreas Raelert (GER) 3:53:07
1. Emma-Kate Lidbury (GBR) 4:33:18
2. Bertrand Billard (FRA) 3:56:56
2. Erika Csomor (HUN) 4:33:50
3. Sylvain Sudrie (FRA) 3:59:00
3. Silvia Felt (GER) 4:34:04
4. Michael Goehner (GER) 4:02:37
4. Johanna Daumas (FRA) 4:35:03
5. Horst Reichel (GER) 4:02:48
5. Sophie de Groot (BEL) 4:37:07
6. Jonas Djurback (FRA) 4:03:20
6. Tamsin Lewis (GBR) 4:39:05
7. Faris Al-Sultan (GER) 4:05:08
7. Susan Dietrich (GER) 4:45:49
8. Daniel Paul Halksworth (GBR) 4:06:58
8. Meike Krebs (GER) 4:49:01
9. Nicolas Fernandez (FRA) 4:07:14
9. Amy Kirkham (CAN) 4:49:10
10. Georg Potrebitsch (GER) 4:07:49
10. Mirja Kivirant (FIN) 4:50:37
TOP 10M
TOP 10F
1. Andy Potts (USA) 3:53:14
1. Caitlin Snow (USA) 4:22:31
2. Maxim Kriat (UKR) 3:57:10
2. Nina Kraft (GER) 4:28:36
3. David Kahn (USA) 3:58:13
3. Heather Leiggi (USA) 4:32:14
4. Stanislav Krylov (RUS) 3:59:01
4. Kristin White (USA) 4:33:49
5. Andres Castillo (COL) 4:02:01
5. Annie Gervais (CAN) 4:35:35
6. Kirill Kotsegarov (EST) 4:02:24
6. Anna Cleaver (NZL) 4:36:10
7. James Cotter (USA) 4:03:12
7. Heather Gollnick (USA) 4:38:30
8. Andrew Hodges (USA ) 4:07:40
8. Caroline Gregory (USA) 4:43:29
9. Brent Poulsen (USA) 4:07:44
9. Stephanie Jones (USA) 4:45:48
10. Sebastian Pedraza (ITA) 4:08:25
10. Jenny Fletcher (CAN) 4:46:17
TOP 10M
TOP 10F
1. Eneko Llanos (ESP) 8:08:20
1. Catriona Morrison (GBR) 8:57:51
2. Timothy O’Donnell (USA) 8:09:50
2, Kelly Williamson (USA) 9:07:54
3. Luke Bell (AUS) 8:12:22
3. Sofie Goos (BEL) 9:12:53
4. Jan Raphael (GER) 8:20:41
4. Tyler Stewart (USA) 9:13:13
5. Jozsef Major (HUN) 8:24:17
5. Tine Deckers (BEL) 9:19:27
6. Axel Zeebroek (BEL) 8:28:07
6. Kim Loeffler (USA) 9:20:04
7. Justin Daerr (USA) 8:29:44
7. Desiree Ficker (USA) 9:24:09
8. Patrick Evoe (USA) 8:32:29
8. Jacqui Gordon (USA) 9:27:20
9. Petr Vabrousek (CZE) 8:37:59
9. Joanna Lawn (NZL) 9:32:19
10. Torsten Abel (GER) 8:38:40
10. Lauren Harrison (USA) 9:46:22
del 2010 a Lanzarote con il titolo in Texas (come del resto anche Llanos),
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conquistato con 10’ di vantaggio sulla statunitense Kelly Williamson.
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RACE
Pianeta Ironman
Ironman Lanzarote Canarias Lanzarote, Spagna Prestazione di por tata storica per il trentaseienne tedesco TImo Bracht a Lanzarote, con tre frazioni impressionanti in una delle gare più dure del circuito IM. Giunto in T1 con 1’20” di ritardo dal connazionale Bachor, Bracht ha ceduto al battistrada altri due minuti e mezzo nei 180 ventosissimi chilometri della frazione ciclistica, per poi riprendersi la leadership e rifilare anche quasi un quar to d’ora al fuggitivo grazie ad una maratona corsa in 2 ore e 47’ (passando in 1h 20’ alla mezza).
Ironman 70.3 Austria St. Pölten St. Pölten, Austria Il ceco Filip Ospaly ha bissato il successo dell’anno scorso a St. Poelten, andando a riprendersi un titolo che pareva saldamente nelle mani dell’idolo locale Michi Weiss, autore di un’impresa ciclistica (2h 5’ su un percorso ventoso e ondulato, con due salite, una da 2,5km e una da 6km) che gli aveva consentito di recuperare lo svantaggio di quattro minuti e di rifilarne altri quattro ai primi inseguitori. Con una frazione podistica eccezionale (lunga 22km) il ceco vicecampione del mondo 2010 sulla distanza 70.3 ha rimontato lo svantaggio e si è permesso di staccare Weiss di 34 secondi. Al terzo posto si è piazzato l’inglese Paul Amey, che ha vinto una sfida con Alessandro Degasperi, cominciata in T2 e terminata al decimo chilometro della frazione finale a favore
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TOP 10M
TOP 10F
1. Timo Bracht (GER) 8:30:34
1. Rachel Joyce (GBR) 9:28:12
2. Konstantin Bachor (GER) 8:44:30
2. Natascha Badmann (SUI) 9:43:40
3. Esben Hovgaard (DEN) 8:54:37
3. Karina Ottosen (DEN) 10:10:15
4. Joel Jameson (GBR) 9:01:49
4. Heidi Jesberger (GER) 10:28:33
5. Nicholas Ward Munoz (GBR) 9:02:45
5. Emma Ruth Smith (GBR) 10:31:08
6. Gregorio Morales (ESP) 9:03:46
6. Angela Niklaus (SUI) 10:34:05 * AG W30-34
7. Christian Nitschke (GER) 9:05:34
7. Sophie Van Biervliet (BEL) 10:45:57 * AG W40-44
8. Rafael Wyss (SUI) 9:05:41
8. Nicole Woysch (GER) 10:52:02
9. Sam Gyde (BEL) 9:13:44 * AG M35-39
9. Lisa Greenfield (GBR) 10:52:20 * AG W35-39
10. Aleksandar Sorensen-Markovic (DEN) 9:17:28
10. Marie Protat (FRA) 11:00:40 * AG W30-34
Prima vittoria sulla massima distanza per l’inglese Rachel Joyce, che ha rifilato più di quindici minuti alla leggendaria
Natascha Badmann. Terzo posto ma con un tempo molto lontano da quello delle migliori, per la danese karina Ottosen.
TOP 10M
TOP 10F
1. Filip Ospaly (CZE) 3:55:27
1. Karin Thürig (SUI) 4:20:34
2. Michael Weiss (AUT) 3:56:01
2. Erika Csomor (HUN) 4:24:19
3. Paul Amey (GBR) 3:57:41
3. Yvonne Van-Vlerken (NED) 4:26:56
4. Alessandro Degasperi (ITA) 3:59:11
4. Eva Wutti (AUT) 4:31:51
5. Cyril Viennot (FRA) 3:59:36
5. Simone Benz (SUI) 4:33:16
6. Michael Göhner (GER) 4:01:07
6. Sonja Tajsich (GER) 4:34:13
7. Uwe Widmann (GER) 4:01:26
7. Kristen Möller (GER) 4:38:01
8. Swen Sundberg (GER) 4:02:11
8. Heleen Bij-De-Vaate (NED) 4:42:57
9. Dorian Wagner (GER) 4:05:37
9. Monika Stadlmann (AUT) 4:50:37
10. Dejan Patrcevic (CRO) 4:06:00
10. Jana Candrova (AUT) 4:53:40
del britannico ex campione del mondo di duathlon. La gara femminile è stata dominata dalla svizzera ex campionessa di ciclismo sia su strada che su pista (iridata della cronometro individuale e dell’inseguimento individuale su pista), che ha fatto valere le proprie doti in sella alla bici, facendo segnare un parziale
di oltre sette minuti più veloce rispetto al tempo della rivale più vicina, l’unghere Erika Csomor. Nella mezza maratona conclusiva la Thuerig ha controllato il vantaggio sulla magiara, mentre la vincitrice della passata edizione, Yvonne Val Vlerken, recuperava fino alla terza posizione, strappandola alla giovane esordiente Eva Wutti.
Pianeta Ironman Ironman Brazil Florianopolis Florianopolis, Brazil Dopo un avvincente duello nella maratona conclusiva con il connazionale Guilherme Valenza Manocchio, il brasiliano Eduardo Sturla ha tagliato il traguardo dell’IM Brazil in prima posizione per la quarta volta in carriera, con un tempo di assoluto spessore, 8h 15’ 03”. Sturla, 6° all’IM Sudafrica corso in aprile, ha preso il largo negli ultimi 30km della frazione ciclistica, presentandosi in T2 con un vantaggio superiore a cinque minuti sul primo inseguitore (Manocchio). Nel corso dell’ultima frazione Manocchio è stato Half Challenge Barcelona-Maresme Barcellona, Spagna Sylvain Sudrie non ha deluso le attese, vincendo con margine l’Half Challenge Barcellona, in una gara dominata dalle prime bracciate della prima frazione. Il compagno di squadra del Beauvais, Stephane Poulat, lo ha preceduto di appena un secondo all’ingresso in T1 ma non è stato capace di reggere il ritmo imposto dal campione del mondo ITU di triathlon Long Distance. Martin Jensen, nel corso della frazione ciclistica si è portato
Rohto Ironman 70.3 Hawaii Kona Coast, Hawaii (USA) Luke Bell ha vinto l’Ironman 70.3 Hawaii al termine di una grandiosa rimonta nella mez za maratona, dopo che lo statunitense Chris Lieto aveva provato a chiudere la gara con una frazione ciclistica di gran lunga più veloce rispet to a quella dell’australiano vincitore (2h7’ contro 2h11’). Pur troppo ancora una volta
RACE
TOP 5M
TOP 5F
1. Eduardo Sturla (ARG) 8:15:03
1. Amy Marsh (USA) 9:09:39
2. Guilherme Valenza Manocchio (BRA) 8:17:20
2. Lucie Zelenkova (CZE) 9:16:14
3. Ezequiel Morales (ARG) 8:21:40
3. Ariane Gomes Monticeli da Silveira (BRA) 9:19:15
4. Santiago Alves Ascenço (BRA) 8:26:16
4. Hillary Biscay (USA) 9:35:05
5. Chris McDonald (AUS) 8:26:24
5. Fernanda Keller (BRA) 9:49:54
capace di recuperare gradualmente lo svantaggio portandosi a soli 27 secondi dal battistrada al 37°km. Ma la reazione di Sturla negli ultimi 5000 metri ha definitivamente allontanato le speranze di gloria di Manocchio, crollato di schianto e giunto al traguardo con più di due minuti di ritardo.
Nella gara femminile la statunitense Amy Marsh ha stravinto con il tempo di 9h 23’. Uscita con più di tre minuti e mezzo di ritardo da Lucie Zelenkova, la Marsh si è impossessata della leadership poco dopo il cartello dei 130km della frazione ciclistica, continuando ad aumentare il vantaggio fino al traguardo di Florianopolis.
TOP 5M
TOP 5F
1. Sylvain Sudrie (FRA) 3:47:49
1. Eva Ledesma (ESP) 4:19:09
2. Herve Faure (FRA) 3:49:28
2. Lou Collins (GBR) 4:23:25
3. Martin Jensen (DEN) 3:49:52
3. Delphine Pelletier (FRA) 4:24:27
4. Stephen Bayliss (GBR) 3:50:56
4. Juliette Benedicto (FRA) 4:29:00
5. Stephane Poulat (FRA) 3:51:57
5. Saleta Castro Noguiera (ESP) 4:41:21
alle spalle di Sudrie, ma nei 21km di corsa conclusivi si è fatto superare anche dall’ex campione del mondo Herve Faure. Vittoria annunciata per la catalana Eva Ledesma, che ha gratificato il pubblico di
casa con una grande prestazione battendo l’inglese Luo Collins e la francese Delphine Pelletier, convertitasi alle gare no drafting dopo una brillante carriera nelle gare corte.
TOP 3M
TOP 3F
1. Luke Bell (AUS) 3:58:14
1. Bree Wee (USA) 4:42:32
2. Chris Lieto (USA) 4:021:32
2. Sheila Croft (USA) *W35-39 - 4:43:09
3. Matt Lieto (USA) 4:05:25
3. Susanne Davis (USA) * W40-44 - 4:44:00
Lieto ha visto il proprio margine sbriciolarsi inesorabilmente fino al sorpasso poco dopo i “meno 5” all’arrivo. Ter zo posto per Mat t Lieto, fratello minore di Chris.
Tripletta statunitense in campo femminile con ben due atlete age group sul podio. Bree Wee ha evitato una figuraccia, per soli 37 secondi, ovvero il margine che l’ha separata dalla 37-enne age group Sheila Croft.
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Pianeta Ironman Powerbar Ironman 70.3 Switzerland Rapperswil-Jona, Svizzera Il tedesco del Team Commerbank Andy Böcherer ha battuto la coppia svizzera Schildknecht-Hecht sulla quale il pubblico svizzero aveva concentrato le aspettative e i pronostici. Böcherer ha preso il comando già dalla prima frazione ed ha incrementato il margine grazie al miglior tempo sui 90km di ciclismo. Nella mezza maratona conclusiva il battistrada ha incrementato ulteriormente il vantaggio sui primi inseguitori e solo l’inglese Paul Amey è stato in grado di recuperare terreno con una frazione da 1:10:28 sui 21km del tracciato di Rapperswil, pur non riuscendo ad agguantare il podio per soli due secondi. Ironman 70.3 Mooseman Newfound Lake, New Hampshire (USA) Un duello fino all’ultimo metro ha tenuto col fiato sospeso gli spettatori dell’Ironman 70.3 Mooseman, classica del calendario statunitense che si tiene nel New Hampshire. L’ucraino, che vive e si allena negli States, Maxim Kriat si è imposto sull’australiano Paul Ambrose al termine di una volata di duecento metri giunta dopo oltre quattro ore di gara in cui nessuno dei due contendenti era riuscito a dare la spallata decisiva al rivale. Al terzo posto si è piazzato l’inglese Tom Lowe mentre l’ironman sudafricano Raynrd Tissink si è dovuto accontentare del quarto posto a dodici minuti dal vincitore. La gara femminile è stata vinta dall’inglese Leslie Paterson sulla statunitense Caitlin Snow. Uscita dal nuoto in prima posizione, la Peterson ha incrementato Challenge Cairns Cairns, Australia Una vittoria, quella di Chris McCormack, che inevitabilmente nobilita l’evento stesso e tutta l’organizzazione del primo ironman della famiglia Challenge disputato in terra australiana. McCormack si è esibito in una parata trionfale conclusasi con un crono di tutto rispetto, considerate anche le difficoltà del percorso. Terminata la frazione natatoria in quinta posizione, il bicampione del mondo di ironman si è rapidamente riportato sulla testa della corsa per poi assestare l’allungo decisivo nella maratona conclusiva, corsa in 2h51’, tempo assolutamente di routine per “Macca”, ma sufficiente a staccare di oltre 12’ il connazionale Matthew White. Al termine
TOP 10M
TOP 10F
1. Andreas Böcherer (GER) 3:46:56
1. Caroline Steffen (SUI) 4:15:10
2. Ronnie Schildknecht (SUI) 3:51:23
2. Karin Thürig (SUI) 4:18:31
3. Mathias Hecht (SUI) 3:54:36
3. Sonja Tajsich (GER) 4:24:58
4. Paul Amey (GBR) 3:54:38
4. Regula Rohrbach (SUI) 4:25:47
5. Cyril Viennot (FRA) 3:57:33
5. Erika Csomor (HUN) 4:27:20
6. Swen Sundberg (GER) 3:59:06
6. Sophie De Groote (BEL) 4:28:02
7. Stefan Riesen (SUI) 3:59:54
7. Kristin Müller (GER ) 4:28:04
8. Mario De Elias (ARG) 4:01:07
8. Emma-Kate Lidbury (GBR) 4:29:23
9. Nicolas Fernandez (FRA) 4:01:51
9. Simone Benz (SUI) 4:31:12
10. Bruno Clerbout (BEL) 4:04:37
10. Silvia Felt (GER) 4:33:39
Caroline Steffen non ha deluso le attese del pubblico svizzero vincendo con un margine di oltre tre minuti sulla connazionale Karin Thürig autrice della miglior combinata
RACE
ciclismo-corsa, ma giunta in T1 con uno svantaggio troppo pesante per poter impensierire la campionessa del mondo 2010 di triathlon Long Distance.
TOP 5M
TOP 5F
1. Maxim Kriat (UKR) 4:02:04
1. Lesley Paterson (GBR) 4:30:58
2. Paul Ambrose (AUS) 4:02:11
2. Caitlin Snow (USA) 4:31:46
3. Tom Lowe (GBR) 4:09:23
3. Melanie McQuaid (CAN) 4:49:29
4. Raynard Tissink (RSA) 4:14:15
4. Amber Ferreira (USA) 4:349:33
5. Zach Ruble (USA) 4:15:18
5. Jessie Donavan (USA) 4:51:51
il vantaggio nei 90km in sella alla bici da cronometro e si è limitata a gestire il vantaggio nei 21km conclusivi. Terza
ma staccata di quasi venti minuti dalla battistrada si è piazzata la specialista degli XTerra Melanie McQuaid.
TOP 10M
TOP 5F
1. Chris McCormack (AUS) 8:15:56
1. Rebekah Keat (AUS) 9:26:31
2. Matty White (AUS) 8:28:36
2. Michelle Mitchell (AUS) 9:30:41
3. Tim Berkel (AUS) 8:29:20
3. Carrie Lester (AUS) 9:34:56
4. Jamie Whyte (NZL) 8:35:07
4. Candice Hammond (NZL) 9:43:03
5. Clayton Fettell (AUS) 8:36:14
5. Belinda Granger (AUS) 9:44:41
6. David Dellow (AUS) 8:41:39 7. Jonathan Hotchkiss (GBR) 8:42:49 8. Mike LeRoux (AUS) *M35-39 - 9:13:41 9. Paul Wiedersehn (AUT) *M25-29 – 9:14:42 10 Hayden Armstrong (AUS) * M30-34 - 9:18:21
della gara McCormack ha commentato “Mi sono sentito veramente forte nella corsa”, ribadendo ancora una volta la propria intenzione di tentare la qualifica olimpica a
partire dalla tappa austriaca (Kitzbühel) del circuito WCS. Podio tutto australiano anche in campo femminile, dove Rebekah Keat è tornata alla vittoria sulla massima distanza in 9h26’, distanziando di poco più di quattro minuti Michelle Mitchell. “Non ho creduto alla vittoria fino a 400m dal traguardo. Ho davvero sofferto nella corsa” è stato il commento della vincitrice.
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Il tuo sogno inizia qui Domenica 24 Giugno 2012 8a edizione 3,8 km SWIM / 180 km BIKE/ 42,2 km RUN
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Pianeta Ironman Challenge Kraichgau Kraichgau, Germania Nel mezzo ironman targato “Challenge” in programma Kraichgau, si è consumata ancora una volta l’inesorabile rimonta del vicecampione dcel mondo della massima distanza, Andreas Raelert. A nulla è servito il fenomenale gesto atletico del tedesco Kienle, capace di rimontare tutto lo svantaggio pagato nella prima frazione e di staccare il connazionale Raelert nei 90km di ciclismo no drafting. Giunto in T2 con quattro minuti di vantaggio, per Kienle sembrava fatta, dovendo guardarsi soltanto dal transalpino Chabaud, che si trovava ad una quarantina di secondi. Invece al km 18, sui 21 previsti, è terminata la rimonta di Andreas Raelert, che si è avventato sulla finish line, infliggendo quasi 3 minuti al connazionale
Ironman 70.3 Boise Boise, Idaho (USA) Grazie al miglior tempo nella frazione ciclistica (2h 5’ 34”) lo statunitense Ben Hoffman è riuscito a guadagnare un margine sufficientemente ampio per rendere vano ogni tentativo di rimonta da parte dei migliori podisti. Con una mezza maratona corsa in 1h 13’ il connazionale Nicholas Thompson è comunque riuscito a staccare il canadese Symonds. Hoffman ha riscattato con una gran gara la sconfitta per soli dieci secondi subita dal due volte campione del mondo di Ironman Craig Alexander che nel 2010 impiegò ben dieci minuti in più per completare lo stesso percorso. Tripletta
RACE
TOP 10M
TOP 10F
1. Andreas Raelert (GER) 3:51:05
1. Yvonne Van Vlerken (NED) 4:26:08
2. Sebastian Kienle (GER) 3:53:49
2. Julia Wagner (GER) 4:27:10
3. Francois Chabaud (FRA) 3:54:49
3. Rachel Joyce (GBR) 4:27:45
4. Felix Schumann (GER) 4:02:26
4. Diana Riesler (GER) 4:28:48
5. Thomas Hellriegel (GER) 4:03:28
5. Yvette Grice (GBR) 4:39:53
6. Uwe Widmann (GER) 4:04:12
6. Natascha Schmitt (GER) 4:40:53
7. Horst Reichel (GER) 4:06:18
7. Jenny Schulz (GER) 4:42:05
8. Jimmy Johnsen (DEN) 4:07:52
8. Annett Finger (GER) 4:42:59
9. Marc Dülsen (GER) 4:08:20
9. Jana Candrova (CZE) 4:44:28
10. Luke Dragstra (CAN) 4:09:59
10. Asa Lundstrom (SWE) 4:45:39
Kienle. Terzo classificato il francese Francois Chabaud a 3’44” dal vincitore. Vittoria olandese in campo femminile grazie alla biondissima “ironwoman” Yvonne Van Vlerken, autrice di una grande frazione
ciclistica. A poco più di un minuto si è piazzata la tedesca Wagner, che era riuscita a portarsi a ridosso della Van Vlerken a pochi chilometri dall’arrivo, pagando tuttavia lo sforzo negli ultimi metri.
TOP 10M
TOP 10F
1. Ben Hoffman (USA) 3:52:41
1. Magali Tisseyre (CAN) 4:18:28
2. Nicholas Thompson (USA) 3:54:48
2. Heather Wurtele (CAN) 4:20:41
3. Jeff Symonds (CAN) 3:55:26
3. Rachel McBride (CAN) 4:22:14
4. Paul Ambrose (AUS) 3:57:50
4. Heather Jackson (USA) 4:26:06
5. Jesse Thomas (USA) 3:59:06
5. Michelle Wu (AUS) 4:26:54
6. Trevor Wurtele (CAN) 4:01:02
6. Uli Bromme (GER) 4:28:40
7. Matt Lieto (USA) 4:01:27
7. Haley Scott-Cooper (USA) 4:31:51
8. Guy Crawford (AUS) 4:02:34
8. Charisa Wernick (USA) 4:32:24
9. Matt Shryock (USA) 4:05:08
9. Kate Bevilaqua (AUS) 4:35:18
10. Karl Bordine (USA) 4:06:39
10. Annie Warner (USA) 4:37:07
canadese nella gara femminile vinta da Magali Tisseyre grazie ad una condotta regolare. Anche la Tisseyre ha battuto di circa sei minuti
il tempo della vincitrice nel 2010 (Julie Dibens) a testimonianza delle condizioni ottimali in cui si è svolta la competizione.
39
RACE
Pianeta Ironman
Ironman 70.3 Kansas Lawrence, Kansas (USA) Nonostante nelle prime due frazioni avesse accumulato quasi tre minuti di ritardo dall’amica Leanda Cave, alla fine Chrissie Wellington ha sfoderato l’ennesimo gesto atletico da fuoriclasse, dimostrando una volta di più di essere geneticamente “condannata a vincere”. Pur avendo impressionato con un parziale da 1h 16’ 48” nei 21km finali, il tempo fatto segnare in occasione della vittoria nella passata edizione fu addirittura di 1’29” più veloce! Leanda Cave, autrice di una gara formidabile, si è dimostrata una degna rivale della connazionale supercampionessa, conquistando la piazza d’onore a poco più di quattro minuti dalla vincitrice.
Subaru Ironman 70.3 Eagleman Cambridge, Maryland (USA) Una frazione ciclistica semplicemente mostruosa (02:03:41) ha permesso a TJ Tollakson di mettere i sigilli sull’Eagleman 70.3, interrompendo così un digiuno che durava oramai da anni. Solamente il kiwi James Bowstead è riuscito a contenere il distacco entro i due minuti, mentre campioni come Cunningham, Reed e Bozzone pagavano dai cinque agli otto minuti dopo la frazione di 90km su due ruote. Nei 21km conclusivi Tollakson ha ceduto nettamente, pur riuscendo a mantenere un’andatura decente (01:22:28) e comunque sufficiente a consegnargli la vittoria con tre minuti di vantaggio sull’australiano Richie Cunningham, autore di una gran rimonta (01:16:56), terminata sul secondo gradino del podio. Terza
40
TOP 10M
TOP 5F
1. Paul Matthews (AUS) 3:49:44
1. Chrissie Wellington (GBR) 4:11:08
2. David Kahn (USA) 3:55:46
2. Leanda Cave (GBR) 4:15:13
3. Luke Bell (AUS) 3:56:13
3. Whitney Garcia (USA) 4:27:17
4. Romain Guillaume (FRA) 3:59:17
4. Madeline Oldfield (AUS) 4:29:18
5. Joe McDaniel (USA) 4:00:53
5. Jackie Arendt (USA) 4:32:39
6. Andres Castillo ( ) 4:03:22 7. Brent Poulson ( ) 4:04:18 8. Joe Umphenour (USA) 4:05:18 9. Tony White (USA) 4:05:56 10. Torsten Abel (GER) 4:06:33
Nella gara maschile L’australiano del team Trek K-Swiss Paul Matthews si è preso di forza la prima posizione stampando un parziale da 1h 12’ nella frazione
conclusiva, tale da permettergli di vincere agevolmente in 3h 49’ 44” con sei minuti di vantaggio sullo statunitense David Kahn più lento del vincitore in tutte e tre le frazioni. L’unico a dare del filo da torcere a atthews è stato il vincitore della passata edizione Luke Bell, che si è arreso solo di fronte allo strapotere del connazionale nella corsa.
TOP 10M
TOP 10F
1. TJ Tollakson (USA) 3:54:39
1. Mirinda Carfrae (AUS) 4:15:31
2. Richie Cunningham (AUS) 3:57:43
2. Tyler Stewart (USA) 4:21:28
3. Stanislav Krylov (RUS) 3:58:13
3. Samantha Warriner (NZL) 4:23:02
4. Matty Reed (USA) 3:59:42
4. Tenille Hoogland (CAN) 4:23:38
5. James Bowstead (NZL) 4:00:27
5. Amanda Stevens (USA) 4:23:56
6. Mike Caiazzo (USA) 4:00:30
6. Kristin Andrews (USA) 4:32:10
7. James Cotter (NZL) 4:02:19
7. Desiree Ficker (USA) 4:33:33
8. Matias Palavecino (USA) 4:05:11 * AG M30-34
8. Annie Gervais (CAN) 4:33:43
9. Kyle Pawlaczyk (USA) 4:06:13
9. Kristin White (USA) 4:36:57
10. Terenzo Bozzone (NZL) 4:07:32
10. Beth Shutt (USA) 4:38:11 * AG W30-34
piazza per il russo Stanislav Krylov, che ha lasciato alle spalle un campione come Matthew Reed. Nella gara femminile la campionessa mondiale della massima distanza, Mirinda Carfrae, ha aggunatato la vittoria solo nella terza frazione, come suo solito, dopo
aver fatto segnare il miglior split nei 21km della mezza maratona (1:21:39 tra i migliori dieci tempi in assoluto). Al secondo posto ha tagliato il traguardo la statunitense Tyler Stewart, mentre terza è giunta la veterana neozelandese Samantha Warriner, vincitrice dell’IM New Zealand 2011.
Pianeta Ironman Ironman 70.3 UK Wimbleball Lake, Gran Bretagna Ciò che desta immediatamente stupore dell’IM 70.3 UK sono in tempi fatti segnare dai migliori, sia uomini che donne. Nell’era della “velocità prolungata”, dei ritmi folli, delle medie stratosferiche si può ancora vincere un halironman con 4h 25’, come ha saputo fare lo spagnolo Mikel Elgazabel in una gara che ha offerto più di qualche prospettiva retrò, per non dire anacronistica. A cominciare dai risultati, pervenuti in via non ufficiale ad ore di distanza dalla fine dell’evento, incompleti, senza parziali ed inizialmente senza nemmeno i tempi. Ironman Coeur D’Alene Coeur D’Alene, Idaho (USA) Nonostante l’iscrizione all’ultimo minuto, Craig Alexander ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori ironman in circolazione, andando a cogliere il successo, impreziosito dal record della manifestazione, grazie ad una frazione conclusiva corsa ai massimi livelli (2h 46’54”, di gran lunga il miglior tempo). Solo il tedesco della corazzata Commerzbank era riuscito ad impensierire il due volte campione del mondo, guadagnando nove minuti di vantaggio in sella alla bicicletta. Vittoria con record anche per la britannica Julie Dibens, che si è letteralmente scatenata nei 180km della frazione ciclistica, facendo segnare un tempo di assoluto livello anche paragonato alla media degli elite uomini. Scesa dalla bicicletta in quarta posizione assoluta (solo Twelsiek, Alexander ed Evans l’hanno preceduta in T2), la britannica pur dilapidando un vantaggio abissale sulla prima inseguitice, Caitlin Snow, ha comunque tagliato il traguardo in prima posizione con quasi 13 minuti di margine. Ironman France Nizza, Francia / 26 giugno 2011 Ancora una vittoria di prestigio per il belga Fred Van Lierde, che in questo 2011 sembra aver raggiunto un dimensione impensabile solo qualche anno fa. Dopo l’IM 70.3 Sudafrica e il Triathlon milionario di Abu Dhabi, il pupillo del grande Luc Van Lierde (non sono parenti) ha conquistato il primo ironman in carriera e lo ha fatto nel “territorio” che per sei anni consecutivi era stato dello spagnolo Marcel Zamora. Van Lierde non ha mai mollato la testa della corsa e solo il francese Chabaud è riuscito ad impensierirlo fino alla T2. Ottimo piazzamento per il campione italiano 2011 di triathlon lungo Domenico Passuello, che ha concluso all’ottavo posto con la soddisfazione del terzo tempo nei 180km del percorso ciclistico. La gara femminile
RACE
TOP 5M
TOP 5F
1. Mikel Elgazabel (ESP) 4:25:15
1. Emma Kate Lidbury (GBR) 5:01:01
2. Stephen Bayliss (GBR) 4:26:30
2. Eimear Mullan (IRL) 5:01:49
3. Martin Jensen (DEN) 4:27:18
3. Lucy Gossage (GBR) 5:03:43
4. Nick Saunders (GBR) 4:28:15
4. Simone Benz (SUI) 5:01:18
5. Daniel Halksworth (GBR) 4:30:17
5. Samantha Warriner (NZL) 5:09:35
Il grande sconfitto di giornata è stato l’idolo di casa, Stephen Bayliss che ha mancato l’obiettivo di soli 75 secondi. Terzo classificato il danese Jensen, assiduo frequentatore delle top ten delle gare no drafting, pur se ancora in attesa dell’exploit.
La gara femminile è stata vinta dall’inglese Emma Kate Lidbury con un crono più lento di un’ora abbondante rispetto a quello fatto segnare dalla connazionale Dibens la scorsa settimana per percorrere le stesse distanze in Florida.
TOP 10M
TOP 10F
1. Craig Alexander (AUS) 8:19:48
1. Julie Dibens (GBR) 9:16:40
2. Maik Twelsiek (GER) 8:24:59
2. Caitlin Snow (USA) 9:29:18
3. Tom Evans (CAN) 8:49:53
3. Haley Cooper-Scott (USA) 9:56:21
4. Brian Hadley (USA) 9:02:44
4. Sarah Piampiano (USA) 10:03:37 *AG W30-34
5. Adam Jensen (USA) 9:05:42
5. Caroline Gregory (USA) 10:05:53
6. Tim Snow (USA) 9:12:04
6. Desiree Ficker (USA) 10:10:42
7. Billy Edwards (USA) 9:13:13
7. Cathleen Knutson (USA) 10:16:02 * AG W25-29
8. Douglas MacLean (USA) 9:19:09 *AG M30-34
8. Lilia Paradis (USA) 10:30:19 * AG W25-29
9. Kyle Pawlaczyk (USA) 9:19:50
9. Kendra Lee (USA) 10:35:43 * AG W30-34
10. Olly Piggin (NZL) 9:22:24
10. Samantha Mazer (USA) 10:38:04 * AG W25-29
TOP 10M
TOP 10F
1. Federik Van Lierde (BEL) 8:28:30
1. Silvia Felt (GER) 9:34:31
2. Francois Chabaud (FRA) 8:37:18
2. Martina Dogana (ITA) 9:45:26
3. Marcel Zamora Perez (ESP) 8:40:55
3. Kim Loeffler (USA) 9:53:08
4. Paul Amey (GBR) 8:47:03
4. Johanna Daumas (FRA) 9:53:29
5. Sergio Marques (POR) 8:59:55
5. Jeanne Collonge (FRA) 10:04:05
6. Didier Barandi (FRA) 8:53:29
6. Katya Meyers (USA) 10:07:04
7. Trevor Delsaut (FRA) 8:54:59
7. Heather Gollnick (USA) 10:18:13
8. Domenico Passuello (ITA) 9:03:34
8. Jasmina Glad (FIN) 10:19:05 * AG W30-34
9. Alejandro Santamaria Perez (ESP) 9:07:39
9. Alexandra Louison (FRA) 10:20:39
10. Guillaume Gillodts (FRA) 9:12:57 * AG M35-39
10. Christine Hemphill (AUS) 10:22:40
ha avuto Martina Dogana tra le protagoniste assolute. Vincitrice a Nizza nel 2008, Martina sembrava tagliata fuori dalla lotta per le posizioni più prestigiose al termine della frazione ciclistica. Ma con una splendida maratona finale, corsa in
3:04:09, l’atleta del Triathlon Cremona è risalita fino alla seconda posizione, conquistando il terzo podio in carriera nell’Ironman France. La vittoria è andata alla tedesca Silvia Felt, dominatrice della gara in 9:34:31.
41
RACE
42
Pianeta Ironman
Pianeta Ironman Ironman 70.3 Buffalo Springs Lake Buffalo Springs Lake, Texas (USA) In una giornata di caldo torrido “texano” il sudafricano Raynard Tissink e la statunitense Kelly Williamson hanno centrato la prima vittoria stagionale nel circuito IM70.3. Tissink ha conquistato la testa della corsa durante la frazione ciclistica mentre la Williamson, dopo il miglior parziale a nuoto, è stata superata dalla connazionale Jessica Meyers, per poi riscattarsi nei 21km di corsa, facendo segnare uno dei migliori tempi in assoluto (1h 24’01”, meglio del tempo del vincitore della gara maschile, 1h 24’4 4” ). Ironman e Ironman 70.3 Korea Jeju Island, Korea Al rientro alle competizioni dopo un infortunio contratto a pochi giorni dalla decima affermazione all’IM New Zealand, l’intramontabile Cameron Brown ha stravinto l’appuntamento coreano del circuito Ironman 70.3. Brown ha dimostrato ancora una volta di potersi misurare ai massimi livelli, staccando di quasi dodici minuti i connazionali Crawford e Doe, e concludendo con un tempo di tutto rispetto (4 ore 4 minuti) considerate le condizioni climatiche poco adatte a gare di resistenza (temperatura e umidità elevatissime). La gara femminile è stata vinta dalla “kiwi” Joanna Lawn con il tempo di 4h 38’ 54”.
RACE
TOP 10M
TOP 10F
1. Raynard Tissink (RSA) 4:03:27
1. Kelly Williamson (USA) 4:26:09
2. Michael Lovato (USA) 4:04:22
2. Jessica Meyers (USA) 4:34:23
3. Josiah Middaugh (USA) 4:05:51
3. Margaret Shapiro (USA) 4:35:21
4. Joe McDaniel (USA) 4:06:52
4. Jessica Jacobs (USA) 4:35:39
5. James Bowstead (NZL) 4:11:26
5. Amanda Lovato (USA) 4:38:30
6. Andres Castillo (COL) 4:13:15
6. Whitney Garcia (USA) 4:40:49
7. Christopher Thomas (USA) 4:13:43 * AG M35-39
7. Heather Leiggi (USA) 4:45:47
8. Justin Henkel (USA) 4:13:53 * AG M35-39
8. Christine Anderson (USA) 4:50:42 * AG W25-29
9. Gavin Anderson (USA) 4:14:55
9. Lesley Smith (USA) 4:51:48
10. Brent Poulsen (USA) 4:15:16
10. Jackie Arendt (USA) 4:52:35
“E’ s t ato b ello v incere qui que s t ’o ggi, anche s e av rei preferito avere buone s ens azioni durante la gara. Ma il
caldo, il recente periodo di allenamento in altura ed il jet lag si sono fatti sentire!” ha commentato Tissink dopo il traguardo.
TOP 10M IRONMAN
TOP 10F IRONMAN
1. Balazs Csoke (HUN) 8:48:21
1. Kate Bevilaqua (AUS) 9:39:44
2. Andreas Venhorst (GER) 8:58:46
2. Maki Nishiuchi (JPN) 9:56:28
3. Bevan McKinnon (NZL) 9:03:50
3. Hillary Biscay (USA) 10:12:20
TOP 10M IRONMAN 70.3
TOP 10F IRONMAN 70.3
1. Cameron Brown (NZL) 4:03:58
1. Joanna Lawn (NZL) 4:38:54
2. Guy Crawford (NZL) 4:15:03
2. Yasuko Miyazaki (JPN) 5:08:06
3. Kieran Doe (NZL) 4:15:56
3. Sarah Wheeler (AUS) * F35-39 -- 5:24:03
A Jeju, in concomitanza con il 70.3 si è svolta anche la gara sulla doppia distanza. L’ungherese Balasz Csoke ha mantenuto la testa della corsa sin dalle prime bracciate, imponendosi con
ampio margine sul tedesco Venhorst. Tra le donne Kate Bevilaqua, vincitrice quest’anno dell’IM West Australia, ha trionfato con il tempo di 9 ore 39 minuti.
43
RACE
Pianeta Ironman
Ironman Austria Klagenfurt, Austria Una mattina fredda e umida nel cuore della Carinzia ha salutato i 3000 partenti dell’Ironman Austria, che si è rivelato il teatro di una delle imprese sportive più straordinarie della triplice. Il belga Marino Vanhoenacker non si è limitato a cogliere la sesta vittoria consecutiva ma è andato a prendersi il record sulla distanza più prestigiosa, sbriciolando il limite precedente appartenente a Luc Van Lierde, quel 7:50:27 che pareva inavvicinabile. 7 ore 45 minuti e 58 secondi per percorrere 3,8km di nuoto, 180km in bicicletta e 42,2km di corsa con parziali di 46’ 49”, 4h 15’, 2h 39’ (in “negativo 1’21’+1’19’), che danno l’idea della dimensione ultraterrena, quasi disumana del nuovo limite. Dietro al vincitore, staccato di quasi 12’ minuti ma comunque felicissimo, l’austriaco Michael Weiss ha comunque rotto il muro
Challenge Aarhus Aarhus, Denmark Rasmus Petraeus, danese classe 1989 e compagno di allenamenti di Rasmus Henning, ha colto la prima vittoria di prestigio in carriera nel Challenge Aarhus, andando a riprendere e superare il connazionale Martin Jensen, che lo aveva staccato nella frazione ciclistica. Mads Vittrup-Pedersen ha completato il podio tutto danese. La gara femminile è stata vinta dalla svizzera campionessa del mondo in carica di triathlon
44
TOP 10M
TOP 10F
1. Marino Vanhoenacker (BEL) 7:45:58
1. Mary Beth Ellis (USA) 8:43:34
2. Michael Weiss (AUT) 7:57:39
2. Erika Csomor (HUN) 8:51:10
3. Marko Albert (EST) 8:08:17
3. Diana Riesler (GER) 8:53
4. Tom Lowe (GBR) 8:11:30
4. Heleen Bij de Vaate (BEL) 8:56:11
5. Stephen Bayliss (GBR) 8:16:47
5. Eva Dollinger (AUT) 9:05:13
6. Jozsef Major (HUN) 8:28:15
6. Simone Helfenschneider (AUT) 9:11:36
7. Anton Blokhin (UKR) 8:30:57
7. Michaela Rudolf (AUT) 9:14:16 * AG W35-39
8. Mario Fink (AUT) 8:31:37 * AG
8. Joyce Wolfe (IRL) 9:15:42
9. Rainer Schniertshauer (GER) 8:33:42 * AG
9. Beate Görtz (GER) 9:18:57 * AG W40-44
10. Robert Lang (AUT) 8:34:21 * AG
10. Nicole Woysch (GER) 9:23:31
delle otto ore, dimostrando di essere uno dei migliori ironman attualmente in circolazione. Grande soddisfazione anche per l’estone Marko Albert, dopo una carriera nel circuito di Coppa del Mondo, ha agguantato il terzo posto in 8 ore e 8 minuti. Nella gara femminile Mary Beth Ellis, all’esordio sulla massima distanza ha stupito tagliando il traguardo in 8 ore
43 minuti e 34 secondi, dopo aver dato per buona parte della gara l’impressione di poter battere il record femminile. La magiara Erika Csomor, seconda nell’IM70.3 Austria, ha conquistato un’altra piazza d’onore a più di otto minuti dalla vincitrice. Terzo posto per la tedesca Diana Riesler, che ha fatto segnare il miglior tempo sui 180 km della frazione ciclistica.
TOP 10M
TOP 5F
1. Rasmus Petraeus (DEN) 3:48:18
1. Caroline Steffen (SUI) 4:04:16
2. Martin Jensen (DEN) 3:49:10
2. Eva Nystrom (SWE) 4:16:36
3. Mads Vittrup-Pedersen (DEN) 3:50:14
3. Michelle Vesterby (DEN) 4:18:11
4. Emil Dalgard (DEN) 3:50:41
4. Lucie Zelenkova (CZE) 4:22:21
5. Erik-Simon Strijk (NED) 3:51:06
5. Eimear Mullan (IRL) 4:22:37
6. Bjorn Andersson (SWE) 3:52:37 7. Dejan Patrcevic (CRO) 3:54:40 8. Chris Fischer (DEN) 3:54:46 9. David Dellow (AUS) 3:56:44 10. Daniel Halksworth (GBR) 3:58:37
LD, Caroline Steffen, con un vantaggio abissale sulla svedese Eva Nystrom. Terza classificata la danese Michelle Vesterby, capace di battere un’atleta conosciuta come Lucie Zelenkova.
Pianeta Ironman Challlenge Roth Roth, Germania / 9 luglio 2011 L’edizione 2011 del Challenge Roth entrerà negli annali come un evento indimenticabile per la triplice. 7 ore 41 minuti e 33 secondi è il tempo impiegato da Andreas Raelert, il più vecchio dei due “fratelli ironman”, per completare la regina di tutte le distanze. Naturale dubitare della misurazione dei percorsi, tuttavia la classifica, escluso il vincitore, non mostra altri tempi eccezionali e lo split da 4 ore 11 minuti sui 180km di ciclismo (43km/h di media) è davvero qualcosa di fenomenale. Solo il “passistone” tedesco esploso quest’anno, Sebastian Kienle, si è avvicinato al nuovo record sui 180km facendo segnare 4h 12’ 46”. La maratona finale, corsa in 2h 40’52” da Raelert, non è stata da record ma si colloca comunque tra i migliori tempi di sempre. Il tempo finale demolisce il record fatto segnare dal belga Vanhoenacker appena sette giorni prima a Klagenfurt, che a sua volta aveva surclassato di quattro minuti il tempo di Luc Van Lierde (7:50:27 Roth 1997). In sette giorni quel record (che in realtà viene catalogato come “miglior prestazione mondiale”, vista l’impossibilità di uniformare le condizioni in cui viene stabilito) è stato migliorato di quasi nove minuti; un passo in avanti dell’1,89%, che equivale ad un progresso di 2 decimi nei 100m piani (come la differenza tra il record di Maurice Greene del ‘96 e l’attuale record Ironman Switzerland Zurigo, Svizzera, 10 luglio 2011 La quindicesima edizione dell’IM Svizzera è stata appannaggio degli atleti di casa Ronnie Schlidknecht e Karin Thürig. La trentanovenne campionessa del mondo di ciclismo a cronometro e medaglia di bronzo olimipica, che concluderà la sua carriera con l’Ironman delle Hawaii il prossimo 8 ottobre, ha vinto per la terza volta (2005, 2009, 2011) l’appuntamento casalingo, bissando il successo ottenuto a St Poelten e classificandosi al decimo posto assoluto con un impressionante 9:03:26. La Thürig ha guadagnato la leadership in sella alla bicicletta da cronometro anche se il vantaggio in T2 sulla diretta rivale Amy Marsh non superava i tre minuti e mezzo. Solo grazie ad una maratona chiusa in 3:06 la campionessa svizzera è riuscita a mettere i sigilli sulla vittoria, relegando la statunitense Marsh in seconda posizione. A terzo posto si è piazzata l’ungherese Erika Csomor, al secondo ironman in sette giorni, dopo il secondo posto in 8 ore 51 minuti conquistato a Klagenfurt.
TOP 10M
TOP 10F
1. Andreas Raelert (GER) 7:41:33
1. Chrissie Wellington (GBR) 8:18:13
2. Sebastian Kienle (GER) 7:57:06
2. Julia Wagner (GER) 8:56:23
3. Keegan Williams (NZL) 8:16:01
3. Rebekah Keat (AUS) 8:59:22
4. Felix Schumann (GER) 8:18:05
4. Belinda Harper (NZL) 9:06:47
5. Christian Ritter (GER) 8:18:40
5. Belinda Granger (AUS) 9:12:56
6. Andrej Vistica (CRO) 8:19:19
6. Heike Priess (GER) 9:40:01
7. Gilad Rotem (ISR) 8:20:11
7. Alma Sarapuu (EST) 9:41:42
8. Lothar Leder (GER) 8:22:00
8. Cindy Lewis (CAN) 9:46:56
9. Andriy Yastrebov (UKR) 8:24:34
9. Celia Kuch (GER) 9:47:13
10. Andreas Borch (DEN) 8:25:38
10. Annett Finger (GER) 9:47:25
mondiale di Usain Bolt 9.58”) o di 9 decimi nei 100sl (rispetto al 48”21 di Popov del ‘94). L’emozione per il record di Andreas Raelert si è rinnovata una quarantina di minuti più tardi, quando il più grande talento femminile dell’ironman, la britannica Chrissie Wellington, ha tagliato il traguardo con il tempo di 8 ore 18 minuti e 13 secondi, miglior prestazione di tutti i tempi, già di sua proprietà. Anche Chrissie si è
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cimentata nella sua specialità migliore: lasciare a bocca aperta appassionati e spettatori, impreziosendo il record con un tempo finale sulla maratona di 2 ore 44 minuti. Il suo progresso è stato di un minuto esatto rispetto al tempo fatto segnare l’anno precedente. Alle sue spalle si sono piazzate altre due atlete sotto la soglia delle nove ore: la tedesca Julia Wagner, seconda, e l’australiana Rebekah Keat, terza.
TOP 10M
TOP 10F
1. Ronnie Schildknecht (SUI) 8:19:51
1. Karin Thürig (SUI) 9:03:26
2. Clemente Alonso (ESP) 8:27:56
2. Amy Marsh (USA) 9:11:36
3. Mathias Hecht (SUI) 8:30:26
3. Erika Csomor (HUN) 9:36:59
4. Cyril Viennot (FRA) 8:36:02
4. Regula Rohrbach (SUI) 9:42:18
5. Mike Aigroz (SUI) 8:38:21
5. Sandra Patt (SUI) 10:08:46 * AG W40-44
6. Sergio Marques (POR) 8:48:01
6. Jana Candrova (CZE) 10:09:15
7. Rafael Wyss (SUI) 8:51:36
7. Nicole Best (GER) 10:12:08 * AG W40-44
8. Mike Schifferle (SUI) 8:53:57
8. Annamaria Halasz (HUN) 10:12:38 * AG W25-29
9. Damien With (FRA) 8:56:34 * AG M25-29
9. Isabelle Friedli (FRA) 10:14:43 * AG W25-29
10. Ueli Bieler (SUI) 9:07:08
10. Barbara Egloff (SUI) 10:15:00 * AG W35-39
La gara maschile è stata vinta con ampio margine dallo svizzero Ronnie Schildknecht, smontato dalla bicicletta in seconda posizione (dietro all’altro svizzero Mathias Hecht) ed autore di una grande prima mezza maratona (10km: 37’ - 21km: 1h 21’). Schildknecht ha concluso le sue fatiche in 8:19:51 concedendosi un ampio margine per poter festeggiare insieme ai propri connazionali accorsi al traguardo. Al secondo posto, con il miglior split podistico di giornata, si è piazzato lo spagnolo
Alonso, uscito insieme ai migliori nella frazione natatoria e naufragato a quasi quindici minuti dalla testa nei 180km di ciclismo. L’altro idolo locale, Mathias Hecht, ha concluso un po’ in affanno al terzo posto, dopo essere stato a lungo leader provvisorio. Giornata da dimenticare per la punta azzurra Daniel Fontana, che si trovava in prima posizione dopo la frazione di nuoto. Daniel si è reso conto ben presto di non essere in giornata ed è stato costretto a ritirarsi a metà dei 180km di ciclismo.
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RACE
Tuttogare Italia
TUTTO
GARE
25-26 Giugno 2011 Idro: Annovazzi e Miglioli nel medio, Obrist e Titone nello Sprint L’azzurro Matteo Annovazzi si è imposto nella gara su distanza media Idroman, davanti a Paolo Ciscato e Jimmi Pellegrini, mentre tra le donne Marta Miglioli ha preceduto Ombretta Zanetti e Paola Torretti. Nello Sprint, vittoria di Michael Obrist, su Gabriele Salini e Marco Corrà tra gli uomini; le due giovani Ilaria Titone e Nicole Olivari hanno invece conquistato le prime due piazze femminili, seguite da Laura Sala. A Fiastra successo di Facchinetti e Peron Luca Facchinetti, superlativo in bici, ha vinto il duro Olimpico Marchigiano, davanti alla coppia straniera Peter Bajai e Daniel Torok; stesso copione tra le donne, con Gaia Peron prima, seguita da Monica Cibin e Silvia Riccò. Torok e De Rossi primi nello Sprint di Quinto di Treviso Il magiaro Daniel Torok ha vinto lo Sprint di Quinto di Treviso, davanti all’azzurro Alberto Casadei ed al connazionale Peter Bajai; Agnese De Rossi ha messo a segno un’altra vittoria, davanti alle esperte Lisa Desiderà e Daniela Locarno. Torregrande: Curridori vittoriosi Il circuito sardo continua con lo Sprint di Torregrande: stavolta Giovanni Curridori vince davanti a Carlo Ennas e Nicola Capra, mentre nella gara femminile Elisabetta Curridori si impone su Maria Elena Mura e Sara Papini. Ussi e Rossi i più veloci a Cerveteri Vittoria di Alessandro Ussi nella prima edizione dello Sprint di Cerveteri, davanti a Giulio Pugliese e Sandro Crocelli; Francesca Rossi taglia per prima il traguardo, seguita da Alessandra Fincato e Manuela Ascoli.
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18-19 Giugno 2011 Borsacchi e Ferragina vincono il 2° Aquathlon Capri Napoli Luca Borsacchi e Consuelo Ferragina sono i Campioni Campani di Aquathlon 2011, alle loro spalle Gennaro Lamberti e Daniela Calvino, quindi Marco Pergolato e Manuela De Vito completano il podio. Parla straniero il triathlon di Bardolino: successo di Pocsai e Simic Il magiaro Balazs Pocsai è il vincitore dell’edizione numero 28 della gara veneta; alle sue spalle giungono Alberto Casadei, Csaba Kuttor, Giulio Molinari e Luca Facchinetti; tra le donne Mateja Simic conferma i pronostici e trionfa davanti a Radka Vodickova, Erika Csomor; quarta giunge la prima azzurra, Gaia Peron. Genova: l’Olimpico è di Bargellini e Signorini La prima edizione dell’olimpico nel capoluogo ligure è stata vinta, tra gli
di Guido Esposito uomini, da Davide Bargellini, su Leonardo Ballerini ed Andrea Morelli; il successo femminile invece è andato a Veronica Signorini, seguita da Laura Mazzucco e Stefania Moneta. Foti e Prestigiacomo primi nell’Aquathlon di Trapani Lo Youth B Samuele Foti ha vinto l’ Aquathlon Sprint “Aquarius”, davanti ai due Junior Davide Ventura e Gabriel Algeri; Maria Grazia Prestigiacomo ha invece prevalso su Chiara Sapienza e Paola Saitta. 11-12 Giugno 2011 Doppio appuntamento nel Triathlon Alta val Tidone Due giorni di gara a Nibbiano, con lo sprint del Sabato, vinto da Luca Bonazzi su Alfio Bulgarelli e Bruno Baldini tra gli uomini e da Elisa Battistoni su Patrizia Dorsi e Roberta Fedeli nella gara femminile,
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seguito la Domenica dal medio, dove a vincere sono stati lo svizzero Daniel Weil, davanti Phil Parsons e Carlo Biaggioni nella categoria maschile e Michelle Parsons in quella femminile, con podio completato da Daniela Pallaro e Marta Miglioli. A Gorizia vincono Orazem e Casadei Al rientro dall’infortunio Alberto Casadei ha vinto lo sprint di Gorizia, davanti a Kovacic e Francesco Cauz, mentre la slovena Monica Orazem è stata più veloce di Bazzocchi e Nakrst. 2, 4-5 Giugno 2011 Lo Sprint di Zibido San Giacomo va a Nogueras e Simic L’argentino Rodrigo Nogueras vince la terza edizione del Triathlon Sprint di Zibido San Giacomo in un rush finale battendo l’azzurro Massimo De Ponti; terzo l’ungherese Csaba Rendes. Tra le donne successo della slovena Mateja Simic sulla connazionale Sara Vilic e terza Veronica Signorini. Villasimius: vittorie di Simoncini e Peron L’olimpico di Villasimius è stato caratterizzato dalle vittorie di Leonardo Simoncini, su Gabriele Mazzetta e Alberto Della Pasqua e di Gaia Peron, seguita da Monica Cibin ed Elisabetta Curridori; titoli regionali per Maria Mura e Stefano Baghino. Ascenzi ed Ascoli primi a Roma Alex Ascenzi e Manuela Ascoli hanno vinto la seconda edizione dello Sprint disputato sulle strade del quartiere EUR; Luca Desideri ed Alessandro Ussi hanno completato il podio maschile, mentre nella gara del gentil sesso argento e bronzo sono andati a Francesca Rossi ed Chiara Ingletto. Successo di Ceccarelli e Rinieri a S.Giovanni in Persiceto L’ormai tradizionale sprint “Ironmike” ha visto la partecipazione di circa 400 atleti; i migliori sono stati Mattia Ceccarelli, primo davanti a Luca Villa e Juan Dominguez e Giulia Rinieri, che ha battuto Silvia Serafini ed Agnese De Rossi. 28-29 Maggio 2011 Successo di Polikarpenko e Mazzucco nel Medio di Pettenasco. In una giornata estiva sul Lago d’Orta, l’olimpionico Vladimir Polikarpenko ha vinto la prima edizione di questo Triathlon
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Medio, davanti al francese Toumy Dugham ed allo svizzero Andrea Zamboni; la specialista Laura Mazzucco è invece la migliore in campo femminile, davanti a Marta Miglioli e Elena Manzato. Fabian e Battistoni primi a Villafranca Due nomi di prestigio nell’albo d’oro dello Sprint scaligero: Alessandro Fabian ha vinto la gara maschile, davanti a Matthias Steinwandter ed Eddy Papais, mentre Elisa Battistoni ha preceduto Francesca Tibaldi e Verena Steinhauser. 21-22 Maggio 2011 Bari: Papais e Prestigiacomo campioni italiani universitari Vincendo l’olimpico di Bari, Eddy Papais e Maria Grazia Prestigiacomo si sono aggiudicati i titoli nazionali universitari 2011. Nella classifica open, sul podio maschile sono saliti Marco Guerci ed Ivan Risti, mentre argento e bronzo femminili sono andati a Consuelo Ferragina e Federica Curatolo. Ballerini e Miglioli vincono a Piacenza Leonardo Ballerini ha vinto lo Sprint ospitato dal Centro Multisportivo Piacenza; con lui sul podio sono saliti Lorenzo Villa e Marco Prati, mentre nella gara femminile il successo è andato a Marta Miglioli, davanti a Francesca Rossi e Giulia Sciortino. A Pietra Ligure successo di Cadiere e Cibin Nel duro Olimpico di Pietra Ligure il francese Romain Cadiere ha condotto dall’inizio alla fine, precedendo Cristiano Iuliano e Davide Ballabio; giù dal podio, ma nuovo campione ligure, Marco De Marco. Tra le donne Monica Cibin ha vinto davanti a Francesca Tibaldi e Laura Pederzoli, mentre il titolo regionale è andato ad Angela Stefani. De Faveri e De Rossi i migliori a Caorle Giampietro De Faveri rispetta i pronostici e conquista l’Olimpico MTB di Caorle, davanti a Mario Ortega e Gabriele Vergano; Agnese De Rossi è la più veloce in campo femminile, seguita da Irma Venutra e Sara Silvestri. Lago di Vico: Stefani e Boos campioni laziali Lorenzo Stefani vince in rimonta l’Olimpico del Lago di Vico, conquistando il titolo laziale davanti a Sandro Crocelli ed Enrico Bentivegna; tra le donne gara e primato
regionale per Annika Boos, seguita da Stefania Pacca e Laura Silei. Duathlon MTB a Retorbido: vittoria di Ballerini e Chiavaccini Leonardo Ballerini si è aggiudicato la gara pavese, su distanza sprint, davanti ad Edmil Albertone e Guido Ricca; Marcella Chiavaccini si è imposta invece nella gara femminile, su Stefania Vecchio e Patrizia Dorsi. 14-15 Maggio 2011 A Candia Pasqualini e Guglielmetti vincono il Medio Nel Medio di Candia, disputato in concomitanza con gli Assoluti di Lungo, l’atleta di casa Bruno Pasqualini l’ha fatta da padrone, davanti ai giovani Nicola Dutto e Giacomo Schiavo; l’elevetica Barbara Guglielmetti ha invece preceduto Ilaria Zavanone ed Adelaide Cappellini. Pallotta e Tavecchio a segno ad Albavilla Antonello Pallotta ha centrato il successo nell’Olimpico MTB di Albavilla, davanti a Leonardo Ballerini ed all’atleta di casa Davide Ballabio; Sara Tavecchio è stata la vincitrice femminile, con ampio margine su Paola Brazioli e Monica Gabbanelli. Salini e Ventura conquistano la costa degli Etruschi Gabriele Salini ha vinto la prima edizione dell’Olimpico di San Vincenzo, precedendo Marco Prati e Cristiano Iuliano; nella gara femminile, successo di Irma Ventura su Chiara Ingletto e Michela Menegon. A Sanremo festival per i transalpini Nel rinnovato Sprint ponentino tripletta francese in campo maschile, con Karl Shaw primo davanti ad Herve Banti e Nicholas Becker; tra le donne Giorgia Priarone ha vinto, seguita da Francesca Tibaldi e Teodolinda Camera. Richter e Carta primi a Putzu Idu Il tedesco Stefan Richter ha vinto l’Olimpico campidano edizione 2011, davanti a Fabrizio Baralla ed al connazionale Franz Schops; Valentina Carta ha invece colto il successo nella gara femminile, precedendo Maria Elena Mura e Rossana Silanos. Campagna e Ferragina campioni campani Lo Sprint di Ischia ha assegnato i titoli regionali: la vittoria maschile è andata a Salvatore Campagna davanti a Michele Insalata e Gennaro Lamberti, mentre tra le donne, Consuelo Ferragina è giunta prima, seguita da Manuela De Vito e Valentina Sanfelice.
2 011 S E I R E S THLON 10KM RUN
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Off Road
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di Francesco Cauz
XTERRA Pacific Championship Santa Cruz, California Ancora una vittoria per il campionissimo sudafricano Conrad Stoltz, mattatore della stagione 2011 di triathlon sulle ruote grasse, la prima edizione dell’XTerra Santa Cruz è sua. Alle sue spalle si sono piazzati due grandi atleti: Dan Hugo e il “deluso” di questo 2011, Seth Wealing, costretto ancora una volta ad inchinarsi alla classe di “Caveman”. Nella gara femminile Lesley Paterson ha sconfitto con margine la svizzera Renata Bucher, che aveva condotto la gara fino all’ingresso in T2. Terza Emma Gerrard. Solo quarta e quinta le pluritiolate nonchè superfavorite Shonny Vanlandingham e Melanie McQuaid.
XTerra Italy (Camionato Italiano di XTerra) Cala Ginepro (Nuoro, Sardegna) 29 maggio 2011 Vittoria francese nell’appuntamento sardo con l’XTerra, diventato ormai meta di pellegrinaggi sportivi di molti atleti age group ma anche dei migliori specialisti internazionali del cross triathlon. Olivier Marceau, già campione del mondo ITU su distanza olimpica, nonchè uno degli atleti più conosciuti al pubblico europeo della triplice, ha vinto la gara maschile con un margine ridottissimo sul tedesco Ronny Dietz. Al terzo posto si è piazzato l’australiano Ben Allen. Da applausi il tredicesimo titolo tricolore conquistato da Gianpietro De Faveri a 42 anni. A Orosei, GP ha sfoderato ancora una volta le sue armi migliori, dando la paga ad atleti di assoluto livello e dimostrando di sapersi ancora misurare con gli specialisti del triathlon cross provenienti da tutto il mondo. La francese Marion Lorblanchet ha dominato la gara femminile, tagliando il traguardo con quasi tre minuti di vantaggio sulla campionessa svizzera Renate Bucher. Tra le donne il titolo italiano è finito nelle mani di Sara Tavecchio, che ha lasciato a più di dieci minuti la seconda classificata, Elisabetta Curridori.
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TOP 10M
TOP 10F
1. Conrad Stoltz (RSA) 2:12:51
1. Lesley Paterson (GBR) 2:33:13 - $1,800
2. Dam Hugo (RSA) 2:13:38
2. Renata Bucher (SUI) 2:35:50 - $1,250
3. Seth Wealing (USA) 2:14:49
3. Emma Garrard (USA) 2:36:17 - $800
4. Josiah Middaugh (USA) 2:18:11
4. Shonny Vanlandingham (USA) 2:36:53 - $500
5. Branden Rakita (USA) 2:20:59
5. Melanie McQuaid (CAN) 2:37:43 - $400
6. Trevor Glavin (USA) 2:24:27
6. Christine Jeffrey (CAN) 2:40:10 - $300
7. Cody Waite (USA) 2:24:59
7. Suzie Snyder (USA) 2:42:08 - $200
8. Craig Evans (USA) 2:25:23
8. Jessica Noyola (USA) 2:47:42
9. Chris Stehula (USA) 2:25:26
9. Caroline Colonna (USA) 3:00:24
10. Eric Clarkson (USA) 2:28:26
10. Stella Carey (USA) 3:17:16
TOP 10M
TOP 10F
1 Marceau Olivier 02:29:14
1 Lorblanchet Marion 02:57:05
2 Dietz Ronny 02:29:41
2 Bucher Renata 02:59:44
3 Allen Ben 02:32:21
3 Carla Van Huyssteen 03:03:26
4 Thijs Jim 02:34:19
4 Slack Jacqui 03:04:30
5 Luxem Yeray 02:34:42
5 Wasle Carina 03:05:58
6 Lebrun Nicolas 02:35:43
6 Walser Claudia 03:10:00
7 Leitch Ian 02:38:08
7 Poór Brigitta 03:13:55
8 De Faveri Gianpietro 02:38:37 (C.I. XTerra)
8 Holmes Heather Elite 33 03:16:36
9 Klima Jiri 02:38:50
9 Tavecchio Sara 03:19:33
10 Ballerini Leonardo 02:39:06
10 Curridori Elisabetta 03:30:47
175 ½
165 ½ 165 ½
½
½
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RACE
Off Road
XTERRA East Championship Richmond, Virginia (USA) Sesta affermazione in carriera per Conrad “Caveman” Stoltz nell’appuntamento annuale di Richmond, che assegna i Titoli di “East Champion”. Alle spalle del campionissimo sudafricano sono giunti il connazionale Dan Hugo ed il transalpino Nicolas Lebrun, entrambi staccati sulle due ruote. ETU Cross Triathlon European Championships Visegrad, Ungheria Prima vittoria in campo internazionale per lo spagnolo Del Corral Morales, specialista del duathlon, nell’edizione 2011 dei campionati europei di cross triathlon. L’iberico ha “raddrizzato” una gara cominciata con quasi due minuti di ritardo dal francese Olivier Marceau dopo i primi mille metri di nuoto. Raggiunta la testa della corsa, Morales ha sferrato l’attacco decisivo nella frazione podistica, corsa ad un ritmo nettamente superiore a quello del francese ex campione XTERRA France Lo spagnolo Victor Del Corral, ad una settimana dalla conquista del titolo europeo di cross triathlon, ha tagliato per primo il traguardo dell’X Terra France, inseguito dall’idolo locale Nicholas Lebrun e dallo svizzero (ma francese di nascita) Olivier Marceu. Anche l’elvetica Renata Bucher ha confermato il titolo europeo vinto la
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TOP 5M
TOP 5F
1. Conrad Stoltz (RSA) 2:20:21
1. Shonny Vanlandingham (USA) 2:37:58
2. Dan Hugo (RSA) 2:22:37
2. Melanie McQuaid (CAN) 2:41:53
3. Nicolas Lebrun (FRA) 2:28:02
3. Suzie Snyder (USA) 2:49:01
4. Branden Rakita (USA) 2:28:10
4. Christine Jeffrey (CAN) 2:59:35
5. Craig Evans (USA) 2:32:12
5. Jessica Noyola (USA) 3:00:20
Nella gara femminile, oro a Vanlandingham, davanti ad
Shonny un’altra
campionessa del mondo, McQuaid. Terza Suzie Snyder.
Melanie
TOP 5M
TOP 5F
1. Victor Manuel Del Corral Morales (ESP) 01:44:20
1 Renata Bucher (SUI) 02:05:13
2. Olivier Marceau (SUI) 01:45:54
2 Marion Lorblanchet (FRA) 02:05:38
3. Karel Zadak (CZE) 01:47:25
3 Carina Wasle (AUT) 02:08:42
4. Jiri Klima (CZE) 01:48:40
4 Svetlana Liparova (SVK) 02:28:19
5. Peter Mosny (SVK) 01:50:53
del mondo, giunto secondo sul traguardo di Visegrad. Il ceco Karel Zadak è salito sul terzo gradino del podio nonostante il pesante ritardo. La gara femminile è stata vinta dalla specialista svizzera Renate Bucher sulla
francese ex campionessa del mondo junior Marion Lorblanchet, che ha pagato un pesante ritardo nella frazione ciclistica e non è riuscita a completare la rimonta nell’ultima frazione. L’austriaca Carina Wasle si è aggiudicata la medaglia di bronzo in una gara con sole quattro “Elite” al via.
TOP 5M
TOP 5F
1. Del Corral Morales (ESP) 2:56:35
1. Bucher Renata (SUI) 3:31:16
2. Lebrun Nicolas (SUI) 3:00:50
2. Wasle Carina (AUT) 3:38:34
3. Marceau (SUI) Olivier 3:02:49
3. Lorblanchet Marion (FRA) 3:41:59
4. Dietz Ronny 3:03:37
4. Vreeswijk Kelja Riikka (FIN) 3:51:58
5. Luxem Yeray 3:05:22
5. Van Huyssteen Carla 3:52:53
settimana precedente, battendo la medaglia di bronzo di Vinegrad Carina
Wasle e la Lorblanchet.
viceampionessa
Marion
NUOTO 00:51:56 \ BICI 04:47:06 \ CORSA 02:52:55 \ IRONMAN ARIZONA 2010
UN’ALTRO RECORD DEL MONDO. ------------ 8:36:13 ------------
In solo due anni le atlete che corrono con Slice hanno vinto due Campionati Mondiali Ironman di Kona, stabilito il record della corsa a Kona e conquistato per due volte il record del mondo sulla distanza Ironman. L’eccezionale areodinamica della Slice, la geometria equilibrata ed il sistema di micro sospensione SAVE ti aiuteranno ad essere più veloce nella frazione in bici e meno affaticato quando dovrai affrontare la frazione a corsa, come Chrissie ha dimostrato conquistando il record del mondo in Arizona. Cannondale Slice Hi-MOD. Scopri la velocitá. cannondale.com
TRILIFE
Jenny Fletcher
JENNY FLETCHER di Alberto Fumi
Una triatleta che fa la modella, una modella che vuole diventare triatleta professionista. Diciamocelo, non ci capita tutti i giorni. Mentre nella fugace apparizione in terra nostrana ha fatto perdere la testa a chi ha trascorso delle ore con lei non soltanto per l’aspetto fisico ma anche per il carattere solare e la naturale simpatia, Jenny Fletcher, canadese esportata negli States, ha le idee ben chiare per quanto riguarda la sua doppia carriera. “Amo le sfide”, così si è affacciata al triathlon. Aprendo il tuo sito internet, si nota come tu ti presenti come modella e triatleta: come riesci a conciliare queste due attività così diverse?
A dire il vero è molto difficile. Se investi tempo in una cosa, l’altra ne risente inevitabilmente. Per una come me abituata ad allenarsi almeno tre ore al giorno (un ora e mezza di nuoto e poi o ciclismo o corsa) bilanciare le due attività è molto difficile. Bisogna considerare che sia la moda che le gare mi portano ad essere costantemente in viaggio quindi trovare la quotidianità negli allenamenti è un obiettivo spesso difficile, ma raggiungerlo è una ragione di vita perché significa per me trovare un importante equilibrio. E com’è il rapporto con le colleghe modelle? Direi buono, mi vedono come una di loro. Alcune delle mie migliori amiche di New
York sono modelle e un modello, che io ho sempre considerato il mio migliore amico, l’ho pure sposato! Penso che il tuo corpo abbia caratteristiche diverse dalle tue colleghe, visto che sei anche una sportiva professionista. Il mio corpo in realtà non è il classico corpo sportivo. Sono magra e le parti più muscolose, come le braccia, cerco quasi di tenerle nascoste... e quindi i commenti da parte delle mie colleghe non sono molti. Ma ciò che per me conta davvero è che il corpo è mio e basta, e sono contenta che col tempo sia migliorato: da giovane volevo diventare sempre più magra, ora invece mi
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Jenny Fletcher
alleno e sono soddisfatta del mio aspetto. Sono davvero in forma. Parlando di triathlon, ti sei subito tuffata nella multidisciplina oppure prima praticavi altre attività? Il multisport è un concetto che mi affascina da sempre. Sono cresciuta con il pentathlon moderno, disciplina composta da equitazione, scherma, tiro a segno, nuoto e corsa e con una grande passione per la bicicletta. Mi è parso quindi naturale avvicinarmi al triathlon. A livello fisico e mentale quali sono le difficoltà più grosse del triathlon ad alto livello? Le difficoltà maggiori le sto riscontrando ora che sono alla mia seconda stagione da professionista. Intendo che a questo livello gareggio con i più forti quindi l’adrenalina cresce. Devo sempre trovare un modo per liberare la mente da preoccupazioni e nervosismi, soprattutto la sera prima della
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gara. Forse fisicamente i problemi principali sono i crampi dovuti alle lunghe distanze, ma quelle che davvero contano sono più a livello mentale, è come se dovessi raggiungere sempre un limite senza mai oltrepassarlo. Qual è il tuo sogno sportivo? Diventare una triatleta vincente. Ho speso 20 anni come modella, anni bellissimi
e ricchi di soddisfazioni, ma dal punto di vista dello sport a livello pro ho perso molto tempo, ora voglio recuperare. E al secondo anno da professionista tutto è così difficile. I livelli delle atlete sono molto alti quindi vincere una medaglia è davvero un’impresa! Sono comunque molto fortunata perché tutti coloro che mi circondano credono in me e non nascondo
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Jenny Fletcher che, anche grazie alla mia attività da modella e quindi alla maggiore visibilità, ho sponsor che tante atlete, magari anche più meritevoli, non possono avere. Sono legata anche ad un’azienda che ha base in Italia: con loro riesco ad esprimermi al meglio cercando di non perdere di vista gli aspetti tecnici ma sviluppando anche il lato estetico. Per quanto riguarda le distanze, preferisci la specialità olimpica o le gare più lunghe come 70.3 o Ironman? La distanza olimpica è quella che ho sempre fatto ma attualmente la mia preferenza va al 70.3. È una nuova distanza che mi attrae parecchio e la interpreto come una nuova sfida. L’Ironman invece sembra un mondo affascinante ma non so dire molto visto che non l’ho ancora vissuto. New York City, Los Angeles: come ci si allena in queste metropoli? A NYC è davvero difficoltoso considerando traffico e inquinamento. Invece a Los Angeles, città in cui vivo dal 2008, si riesce a svolgere senza problemi qualunque tipo di seduta. Ti aspettavamo a Pescara per l’Ironman 70.3 Italy, ma hai dovuto scegliere quale gara affrontare in quel fine settimana, optando per l’Austria, ma in ogni caso sei già legata all’Italia. Come hai vissuto il nostro paese negli sporadici viaggi che hai fatto? Non sono rimasta tantissimo in Italia, ma il vostro paese mi ha subito folgorato: la amo, e anche gli italiani sono fantastici. Sono stata a Milano, Roma, Firenze, Pisa, città magnifiche e particolari. Ma hai avuto modo di conoscere qualche atleta italiano? Sfortunatamente non c’è ancora stata l’occasione, ma sto imparando la lingua quindi sarò facilitata. Come immagini il tuo futuro? Tutto ciò che sto facendo ora è per il mio futuro, ovvero sviluppare il mio talento e continuare a bilanciare l’attività di modella a quella di sportiva professionista, che penso di poter svolgere per altri cinque anni. Mi piacerebbe utilizzare le mie capacità atletiche per trasmettere i valori dello sport ad altre persone, per esempio come insegnante per i bambini. E poi considerando che sono continuamente in giro per il mondo vorrei tanto riuscire a spendere più tempo con la mia famiglia.
LA STORIA DI JENNY È difficile per Jenny Fletcher ricordare un giorno in cui non sia stata coinvolta in qualcosa. Dal ballo alle gite in cavallo nella sua fattoria di famiglia in Canada, Jenny già in giovane età aveva deciso che avrebbe voluto provare tutto. Durante il periodo scolastico c’era l’atletica, la pallavolo e la pallacanestro, poi è arrivato il tetrathlon, sport che comprende corsa, nuoto, tiro a segno e l’equitazione. All’età di 15 anni, Jenny è stata scoperta dall’agenzia internazionale di modelle Mode Models iniziando così un viaggio che continua ancora oggi. In realtà la sua avventura è iniziata così rapidamente che, prima che lei o i suoi genitori potessero pensarci due volte, Jenny era già su un aereo per il Giappone. Ha così adattato rapidamente il suo stile di vita frenetico (tipico della moda) a una fase complessa della vita quale l’adolescenza. Ma, nonostante la carriera da modella l’abbia portata spesso lontana dal Canada per lunghi viaggi intorno al mondo, Jenny non ha mai perso la voglia di tornare a casa, nella fattoria in cui è cresciuta come un vero e proprio “maschiaccio”. Durante questo periodo Jenny ha dovuto bilanciare la sua attività di modella con il grande sogno di competere a livello mondiale nel pentathlon moderno. Inizia così ad allenarsi con il team canadese e all’età di 16 anni gareggia in entrambe le
categorie junior e senior, esperienza che lei tuttora ricorda come “un’avventura senza precedenti”. A Jenny sarebbe piaciuto continuare a competere nel pentathlon moderno ma coniugare l’attività di modella a quella di sportiva professionista era davvero complicato. Ad aiutarla un prezioso regalo, colui che Jenny definisce il suo “migliore amico”: Arlynd Fletcher, l’uomo che ha sposato a 21 anni. “Non sarei dove sono oggi se non fosse stato per lui, il suo sostegno e la totale fiducia nei miei confronti” afferma la triatleta e modella canadese. Jenny e Arlynd hanno vissuto a New York per 10 anni, periodo nel quale Jenny ha portato alla luce la sua passione per il triathlon. Il suo modello è chiaro da sempre, come lei stessa afferma: “Dal giorno in cui ho iniziato a lavorare come modella, la star della pallavolo Gabrielle Reece è sempre stata la mia eroina, per il suo talento nel sapere combinare sport e moda, ciò che è sempre stato anche il mio sogno. Dio mi ha dato dei doni e voglio poterli utilizzare a pieno”. E prosegue: “Sono fortunata perchè sono stata sempre circondata da persone che hanno creduto in me e mi hanno incoraggiata. Ho inoltre imparato una cosa molto importante: il successo arriva soprattutto dalle sconfitte e dai fallimenti. Tutto nella vita è possibile. Si tratta solo di muovere i primi passi”.
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Catriona Morrison
di Massimo Sprovera
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CATRIONA MORRISON
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Catriona Morrison Cat, all’Ironman 70.3 di St. Croix hai centrato il terzo successo consecutivo: come mai questa gara è così speciale per te? È molto speciale, unica. Percorsi e contesti davvero particolari: si nuota nel mar dei Caraibi, il tracciato ciclistico è piacevole ma molto selettivo essendo collinare, la corsa dà vita a duelli molto serrati. Inoltre fa sempre caldissimo e l’umidità è alle stelle: una gara durissima ma stupenda. Quindi ti senti a casa. Adoro quest’isola, la popolazione partecipa con molto calore all’evento, sostiene gli atleti in ogni fase di gara: tutto questo rende l’atmosfera davvero elettrizzante e unica. Pensa che quando gareggio qui porto tutta la mia famiglia: ho molti amici e oltre ovviamente all’aspetto agonistico è sempre un piacere trascorrere dei giorni in questo magnifico posto. Tu sei molto poliedrica, ti difendi egregiamente sia nel duathlon, sia nel triathlon. Cos’hai scelto ora? Nonostante i grandi risultati ottenuti nel recente passato della duplice disciplina, quest’anno mi sono concentrata al massimo sul triathlon. Con questa scelta sei diventata una specialista della distanza mezzo ironman: da cosa è dettata questa scelta? Penso che le mie qualità in bici e di corsa, sviluppate in un passato da duatleta, si addicano a questa distanza. Anzi, in queste due frazioni non ho nulla da invidiare alle atlete più veloci che gareggiano in distanze brevi: avrei la forza e lo spunto per piazzare due grandi frazioni, ma la mia frazione di nuoto sarebbe disastrosa. Nelle prove più lunghe, con ciclismo senza scia, la parte in acqua diventa meno importante e riesco ad essere molto competitiva nel complesso.
Penso che tutte le donne debbano fare un grosso salto di qualità, considerando che c’è un’avversaria che pare imprendibile. Ma c’è qualcuno che possa battere Chrissie Wellington? Certamente! Questa è la natura dello sport e sono sicura che da qualche parte c’è qualcuno in grado di battere Chrissie. Devo ammettere però che lei è l’esempio della combinazione perfetta di talento, capacità fisiche, tenuta psicologica, qualità genetiche e capacità di allenarsi. Ci sono altre persone che hanno queste capacità, ma radirnarle tutte insieme è un’impresa ardua. Perchè è così superiore a tutte le altre? È un’atleta completa, solida in tutte le discipline. Ma so che lavora molto duramente e ha una mente molto forte. Se potessi rubarle qualcosa, cosa sceglieresti? Sicuramente il suo sorriso: non è facile avere quell’espressione raggiante e gioiosa in ogni fase di gara durante uno sforzo così intenso. Parlando di te stessa, qual è il tuo pregio più marcato? Sono una testarda, non mi piace rinunciare, mai.
E dove pensi di poter riscontrare i miglioramenti più sensibili? C’è ancora tanto ma migliorare, in tutte le discipline. Nel nuoto devo sviluppare la tecnica, in bici devo ancora definire le zone di potenza ottimali per la performance in gara, nella corsa ho campo libero: finalmente, dopo essermi ripresa totalmente da un infortunio, riesco ad allenarmi senza sentire dolore. Per una britannica come te, non sarebbe un sogno partecipare alle Olimpiadi di casa? Purtroppo sono troppo lenta nel nuoto per essere competitiva in coppa del mondo e dunque per qualificarmi a Londra 2012. È un obiettivo che non posso raggiungere, ma sarò felice di godermi lo spettacolo della gara a cinque cerchi. Quindi immagino che il tuo sogno sia il podio a Kona. Una parte del sogno si è già realizzato: come anticipavo, ho recuperato da un infortunio che mi ha causato problemi per due anni abbondanti. Il primo obiettivo è quello di gareggiare in buono stato di forma, senza inconvenienti fisici: sono sicura che se arriverò in condizioni ottimali all’Ironman Hawaii il podio non sarà più così lontano.
CATRIONA MORRISON Nata a Glasgow (Gbr) l’11 gennaio 1977 Nickname: Cat Primo successo sportivo: corsa ad ostacoli, a 6 anni Avversario più temibile: me stessa Chi ha maggior influenza: gli avversari Motto: la costanza paga Tra 10 anni: farò finta di non averne più di 40
In futuro, hai in mente di puntare alla distanza piena, all’Ironman? Si, il mio obiettivo è quello di spuntarla nella distanza piena. I precedenti sono interessanti: nella prima esperienza a Roth ho chiuso in 8h48’ e l’anno scorso ho anche vinto i complicato Ironman di Lanzarote. Devo ammetere che sto ancora imparando a gareggiare in questa specialità, oltre all’allenamento serve molta esperienza: penso di potermi migliorare ancora molto.
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Alex Zanardi
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Alex Zanardi
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La vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni. Alex Zanardi
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7 giorni da Pro
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Pro È il sogno di quasi tutti gli sportivi: essere un professionista, vivere di sport, allenarsi a tempo pieno e gareggiare al massimo delle proprie possibilità. Purtroppo la vita del “prof” è un traguardo raggiunto da pochi eletti e resta il desiderio di tantissimi amatori o per dirla nel linguaggio del triathlon “age group”.
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Come ogni anno arriva però l’estate e con essa le tanto agognate vacanze così tutti noi possiamo per qualche giorno pensare di fare gli atleti a tempo pieno. Per chi sogna o ha sognato di essere un triatleta elite, per chi spesso pensa: “se avessi avuto il tempo per allenarmi
di Andrea Gabba come quelli li gli avrei fatto vedere io..”, per chi ama allenarsi al meglio è giunta l’ora di vivere per sette giorni come un atleta di altissimo livello, è giunta l’ora che anche tu per sette giorni ti alleni come gli atleti che stanno per conquistare un posto ai prossimi giochi di Londra.
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7 giorni da Pro
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t della nazionale di lungo, è stato responsabile del settore femminile alle olimpiadi di pechino ed è allenatore e marito di Nadia Cortassa. Con i suoi atleti ha vinto oltre 30 titoli italiani assoluti o giovanili e segue la preparazione degli age group tramite il sito www.triathloncoach.it. Ha gareggiato dal 1992 su tutte le distanze dall’ironman Hawaii all’XTERRA passando per le distanze classiche.
Andrea Gabba andreagabba@webtriathlon.com
Lo schema della settimana La settimana segue uno schema molto semplice tre giorni di carico progressivo seguiti da un giorno di recupero che precede ulteriori tre giornate impegnative. Il programma deve essere svolto in un periodo di transizione tra la fine del primo picco di forma (indicativamente giugno-luglio) e il secondo periodo di forma (previsto per settembre) La grande differenza tra una normale tabella di allenamento e questa proposta sta essenzialmente nel carico allenante ma anche nella formulazione di due importanti attività: il lavoro combinato, le attività collaterali (attivazione-mobilità articolaremassaggi-ecc.) ecco la nostra super settimana
20x50mt variazioni 1 a soglia 2 aerobici rec 10”+ 1000 metri aerobico braccia Transizione massimo 3’00” Ciclismo 2h aerobiche inserendo 10 sprint da 100 metri alla massima velocità possibilmente in leggera salita. Transizione immediata Corsa 45’-1h fondo lento in leggera progressione finale Ore 15.00 Pranzo e riposo Ore 19.00 30’ stretching Ore 20.00 cena Ore 23.00 letto
Giorno 2: combinato ciclismo-corsa Obiettivo: dopo una giornata prettamente aerobica si passa all’intensità allenando la transizione nuoto-ciclismo curando aspetti metabolici e tecnici. Ore 8.00 sveglia Ore 8.30 colazione Ore 9.30 30’ esercizi di mobilità articolare – riequilibrio muscolare – rafforzamento del core system Ore 10 combinato nuoto - ciclismo Riscaldamento: 1500 metri nuoto Transizione ciclismo corsa: Nuoto 4x 3-400m (o frazioni di esso es 3-4x100mt) con 100 metriforti e 2-300 metri a ritmo gara 1500 transizione veloce e ciclismo 5’00 con 2’00 alla massima intensità e 3’ a ritmo gara. Recupero 5’ Defaticamento: 1000 metri a nuoto + 45’-1h ciclismo a fondo lento Ore 13.30 Pranzo Ore 18.00 45’ corsa lenta Ore 19.00 30’ stretching Ore 20.00 cena Ore 23.00 letto Giorno 3: combinato ciclismo-corsa Obiettivo: il terzo giorno di carico di questo periodo prevede un importante lavoro di corsa da svolgere in stato di affaticamento muscolare prodotto da un allenamento di ciclismo Ore 8.00 sveglia Ore 8.30 colazione
Giorno 1: combinato estensivo Obiettivo del giorno: Il blocco di lavoro di questa settimana si apre con un lavoro aerobico che coinvolge tutti e tre gli sport combinandoli nella forma estensiva. Ore 8.00 sveglia Ore 8.15 attivazione: 15’ di corsa lenta seguita da 15’ di esercizi di mobilità articolare Ore 9.00 colazione Ore 11.00 combinato aerobico nuoto ciclismo corsa Nuoto Possibilmente in acque libere effettuare: 15-20’ lungo aerobico + 15-20’ variazioni di ritmo 5x(1’ a ritmo di soglia + 2’ aerobico) + 15’ aerobico. Se si svolge il lavoro in piscina effettuare 1000-1500 metri di riscaldamento +
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Ore 9.30 30’ esercizi di mobilità articolare – riequilibrio muscolare – rafforzamento del core system Ore 10 nuoto (in piscina) 1500 metri riscaldamento es esercitazioni tecniche 2000 metri frazionati aerobici 1000-1500 metri braccia e variazioni brevi Ore 12.30 Pranzo Ore 17.00 ciclismo-corsa Ciclismo 30’ facili di riscaldamento 30-45’ di fondo medio in gruppo inserendo 6-8 scatti massimali della durata compresa tra 10 e 30” Transizione immediata Corsa: senza riscaldamento 6-8 x1000 intensità di potenza aerobica rec 2’00 Al termine 20’ defaticamento e stretching Ore 19.30 massaggio Ore 20.30 cena Ore 23.30 letto Giorno 4: recupero Obiettivo: dopo tre giorni di lavoro impegnativo si recupera curando la disciplina in cui si è più carenti. Sveglia libera Ore 10 allenamento aerobico nello sport dove si è più carenti Ore 13 pranzo Ore 14 pomeriggio in libertà
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Ore 19 esercizi di mobilità articolare – riequilibrio muscolare – rafforzamento del core system Ore 20.00 cena Ore 23.30 letto Giorno 5: kenian day Obiettivo: Recuperate le forze con il giorno di riposo attivo alleniamo la corsa, disciplina che da sempre determina chi vince e chi perde in una gara di triathlon di alto livello. Ore 8.00 sveglia Ore 8.15 corsa 45’ fondo lento Ore 9.15 colazione Ore 11.00 nuoto. 1500 metri riscaldamento e tecnica 10x50m attivazione 25 m veloci 25 m aerobici, rec 10” 15x100 soglia rec 15” 1000 metri braccia Ore 13.00 pranzo Ore 18.00 corsa: 4 km riscaldamento 8-10 km progressivo o medio 2 km defaticamento Ore 19.00 stretching Ore 20.00 cena Ore 23.00 letto Giorno 6 Obiettivo: prima del gran finale di domani, in questo periodo di costruzione vanno poste le basi per essere sempre più forti sui pedali Ore 8.00 sveglia
Ore 8.15 colazione Ore 9.00 ciclismo: 3h-3h30’ lungo aerobico con salita inserendo richiami di forza Ore 13.00 pranzo Ore 17.00 in base a caratteristiche dell’atleta, corsa aerobico oppure nuoto in acque libere aerobico Ore 19 esercizi di mobilità articolare – riequilibrio muscolare – rafforzamento del core system Ore 20.00 cena Ore 23.00 letto Giorno 7: mini triathlon day Obiettivo: arrivati alle fine di un importante ciclo di lavoro ecco l’allenamento di sintesi per eccellenza: i minitriathlon. Ore 8.00 sveglia Ore 10.00 Mini triathlon 30’ riscaldamento con le stesse modalità di un riscaldamento fatto in gara Ripetere tre volte: 400 metri nuoto possibilmente in acque libere 8-10 km ciclismo con 1 km forte + 9km dietro motore a ritmo gara inserendo almeno 3 rilanci da bassa velocità 2 km corsa a ritmo gara 10km (ultima ripetuta 2km forti) Defaticamento 30’ ciclismo Ore 13.00 pranzo Ore 18.00 nuoto 2000 metri esercizi Ore 19.00 massaggio Ore 20.00 cena
596 Photo athlète : Thierry Sourbier
Mike Aigroz - Ironman Kona 2010
“Non trovo le parole adatte per descrivere quello che ho scoperto e ciò che ho provato. Solamente tre cifre.“
596 I-PACK : Aerodinamica,potante e polivalente, il 596 offre il miglior rendimento in ogni tipo di percorso per il massimo piacere sia in allenamento che in competizione. Telaio e forcella 100% carbonio VHM, leggero e rigido provato in galleria del vento ottimizzando l’aerodinamica,il 596 è dotato delle ultime innovazioni a livello mondiale di LOOK: la pedivella ZED2 100% monoscocca*, dotata del miglior rapporto peso/rigidità vi consentirà un rendimento eccezionale ed una trasmissione della potenza ineguagliabile. L’associazione forcella dall’aereodinamica deportante e attacco manubrio indicizzato vi offrirà un’incredibile rigidità ed una precisione di guida superiore.L’integrazione del reggisella E-Post R32 studiato appositamente per il triathlon con la possibilità di regolazione dell’indice di comfort migliorerà l’assetto per il massimo del piacere.
*in dotazione i pedali Keo Blade Crmo.
www.lookcycle.com
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Sete di…triathlon
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di Elena Casiraghi
In TV come sulle riviste e sui giornali, sempre più campagne pubblicitarie ci invitano ad assumere grandi quantità di acqua sostenendo che ciò sia importante per la nostra salute. Ma è davvero così? Per quale motivo è importante bere acqua? L’acqua costituisce una risorsa fondamentale per tutti gli individui; basti pensare che rappresenta circa il 60% del nostro peso corporeo. L’acqua contenuta nel corpo viene divisa in tre comparti: l’acqua plasmatica (presente nel sangue), l’acqua intracellulare (presente nelle cellule del corpo) e l’acqua interstiziale (presente negli spazi esterni alle cellule). L’acqua partecipa alla distribuzione di tutti i nutrienti ai muscoli e alle reazioni cellulari, regola la temperatura corporea e garantisce la fluidità articolare. L’organismo, però, perde continuamente acqua, pur con differenze sensibili da un giorno all’altro. Tranne in casi patologici, le vie attraverso le quali avvengono queste perdite sono i reni (la quantità di urine aumenta quando si assume più acqua di quanta ne serva), l’apparato digerente (le feci possono essere più o meno ricche di acqua, in rapporto soprattutto ai cibi consumati), la cute (con il sudore e la perspiratio insensibilis) e i polmoni (dalle vie aeree può essere eliminato molto vapor acqueo, in particolare sopra una certa altitudine). Affinché il bilancio idrico sia in pareggio (equilibrio idrico), le perdite di acqua (uscite), devono venire pareggiate dalle assunzioni di essa (entrate). In caso contrario si potrebbero creare danni più o meno gravi all’organismo. Quindi di quanta acqua ha bisogno il nostro organismo al giorno? Ci sono casi in cui è necessario assumerne una quantità maggiore? Per mantenere il bilancio idrico dell’organismo, ovvero pareggiare le perdite di liquidi con le assunzioni, si dovrebbe bere tanta acqua quanta se ne perde quotidianamente. Le quantità dipendono da diversi fattori quali, per esempio, il clima, la condizione fisica, l’attività sportiva. Non esiste un quantitativo preciso di acqua da assumere. In generale, nel corso della giornata, in condizioni normali
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x nazionale di canottaggio, ha raggiunto l’apice nel 2009, stagione in cui si è laureata campionessa italiana nella categoria pesi leggeri. Laureata in Scienze Motorie, in seguito si è specializzata in Scienza dello Sport, oltre a diventare dottore di ricerca in Attività Fisica e Sport presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente riveste il ruolo di responsabile “Nutrition Center” di Enervit.
Elena Casiraghi elenacasiraghi@webtriatlhon.com
ne dovremmo bere circa 35 g per ogni kg di peso: un soggetto di 60 kg, per esempio dovrebbe consumare circa 1,5 litri di acqua in condizioni normali. Questa quota aumenta in caso di sudorazione (elevata temperatura ambientale, attività fisica) o di stati patologici. La cosa migliore è non aspettare di aver sete per bere: quando si avverte la sensazione di sete il nostro organismo ha già perso circa il 2% del proprio peso corporeo e si avvicina ad uno stato di disidratazione. Si tenga altresì presente che si assume acqua
anche attraverso certi cibi; verdura e frutta, per esempio, contengono anche più del 90% di acqua. A cosa va incontro un soggetto che non assume sufficienti liquidi? Quali sono i rischi? La disidratazione è pericolosa per svariati motivi; innanzitutto in un corpo disidratato il meccanismo della sudorazione viene bloccato, in modo da risparmiare i fluidi. La mancata secrezione di sudore causa un notevole surriscaldamento dell’organismo, con ripercussioni negative
sul centro termoregolatorio ipotalamico (è come se il nostro organismo andasse in ebollizione; può aumentare, pertanto, la probabilità di colpo di calore). Inoltre, in un organismo disidratato si riduce la volemia (volume totale di sangue nell’organismo), per cui il sangue circola nei vasi con maggiore difficoltà, il cuore si affatica e può insorgere, nei casi estremi, il collasso cardiocircolatorio. Ad ogni litro di acqua persa, per esempio, corrisponde un aumento della frequenza cardiaca (circa 8 battiti/ minuto), un abbassamento della gittata cardiaca e il rialzo della temperatura interna di circa 0,3 gradi C. Ulteriori, possibili, sintomi della disidratazione sono la sete (non sempre presente, specie nell’anziano, e molto spesso non proporzionata al grado di disidratazione); i crampi muscolari; la debolezza generale; il calo del peso corporeo; la diminuzione della diuresi (l’organismo tenta di preservare i liquidi) con urine di colore particolarmente scure, concentrate; la secchezza delle labbra della pelle e delle mucose; la compromissione delle capacità sensoriali; la freddezza delle estremità. Quindi, anche nel caso di un atleta, la disidratazione avrebbe ripercussioni sia sulla salute che sulla prestazione? Certamente. Infatti, quando l’atleta compete in un ambiente con elevati valori di
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temperatura, di umidità e di irraggiamento, in una prima fase c’è un aumento della quantità di sangue che circola nella pelle; dunque, una maggior quantità di calore arriva a livello della cute la cui temperatura aumenta, favorendo così la dispersione del calore per convezione (l’aria a contatto con la cute si riscalda maggiormente e sottrae più calore); nello stesso momento aumenta anche la produzione di sudore per far sì che - grazie al fatto l’evaporazione del sudore stesso elimina altro calore dal corpo- sia abbia un ulteriore abbassamento della temperatura corporea. Se l’atleta non reintegra le perdite di acqua e sali minerali avvenute con la formazione di sudore, ci possono essere ripercussioni sull’organismo (come già detto) ma anche sulla performance dello stesso, specialmente nelle prove continue con durata sopra il minuto o sopra i 10-15 minuti, sia cicliche (corsa, ciclismo, triathlon) che acicliche (tennis, giochi di squadra). Infatti, già a partire dalla perdita del 2% del peso corporeo di liquidi, si ha un peggioramento della performance. Ma quando bisogna integrare i liquidi nell’arco dell’intera seduta di allenamento o, se possibile, durante la competizione? E in che quantità è bene assumere liquidi? Se le condizioni climatiche sono difficili (valori elevati di temperatura, di umidità e di irraggiamento), è importante bere molto prima, durante e dopo gli allenamenti, le partite e le competizioni. Non tutte le bevande vanno bene; è preferibile scegliere quella più adatta. Si deve bere appena finito il riscaldamento e prima che inizi lo sforzo e, in base alle caratteristiche della competizione, eventualmente nel corso di essa o negli intervalli. Quanto più gli indumenti sono fradici di sudore, tanto maggiormente si deve bere. La quantità della bevanda è individuale. In teoria, tanto maggiore è il suo volume e tanto minore è il tempo di permanenza gastrica. Ma la distensione dello stomaco può dare fastidio. Prima dell’inizio dell’impegno fisico si possono prendere anche 150-200 ml: c’è il tempo per assorbirli. Di solito, durante l’impegno agonistico, invece, se ne può prendere meno. Qual è la miscela migliore per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi? Il transito gastrico è molto più veloce se nella bevanda ci sono meno del 4-5% di zuccheri e non troppi sali. Se gli zuccheri sono costituiti da fruttosio e maltodestrine il tempo di permanenza nello stomaco è minore a parità di contenuto in grammi del carboidrato. A
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livello intestinale: se la bevanda contiene troppi carboidrati, non soltanto non c’è passaggio d’acqua dall’intestino verso il sangue, ma c’è richiamo d’acqua dentro il lume intestinale. In pratica c’è un “furto d’acqua”. Qual è la temperatura ideale della bevanda da assumere durante l’attività o poco prima di essa? Si è detto che è bene che le bevande siano fresche. Sotto i 15°C rimangono meno nello stomaco. Se la temperatura è fra 2,5 e 9°C si ha una buona sottrazione di calore e, in più, la motilità gastrica aumenta. Sotto i 2,5°C, però, è meglio non scendere: c’è il rischio di crampi addominali e di altri problemi che potrebbero disturbare la performance e, alle volte, compromettere la salute.
È utile bere acqua nelle due ore che precedono l’impegno agonistico? L’acqua in eccesso viene sempre eliminata con le urine e, dunque, non consente di aggiungere riserve d’acqua al corpo. Prima dello sforzo, però, può essere utile bere per porre rimedio ad eventuali carenze di acqua che nell’atleta possono essersi determinate a causa di allenamenti intensi eseguiti nei giorni precedenti e non compensate da un apporto idrico adeguato, ma anche da perdite di acqua che nella giornata stessa della gara si possono avere anche a riposo per l’elevata sudorazione che si ha quando la temperatura ambientale è alta ed è elevata anche l’umidità.
Quantità di fluidi da integrare e momento di assunzione MOMENTO
PRIMA DURANTE DOPO
FLUIDI DA INTEGRARE 1 ora prima: 250 ml acqua + sali minerali (soluzione ipotonica); 20’ prima: 100 ml acqua 300-800 ml acqua/ora + sali minerali (soluzione ipotonica) 500 ml di acqua per ogni kg perso assunti gradualmente (soluzione ipertonica)
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Noi di CEEPO costruiamo esclusivamente biciclette per il triathlon, per fornire la massima ef- ¿FLHQ]D YHORFLWj VWDELOLWj H FRPIRUW SURJHWWDWH GD WULDWKOHWL SHU WULDWKOHWL RYYHUR VDSSLDPR FKH O¶DWOHWD GHYH DQFKH FRUUHUH 2JQL WHODLR &((32 q FRVWUXLWR VHQ]D FRPSURPHVVL XWLOL]]DQGR L PLJOLRUL PDWHULDOL H OLQHH VWXGLDWH QHOOD JDOOHULD GHO YHQWR ,O PRGHOOR 9,3(5 UDSSUHVHQWD OD PDVVLPD HVSUHVVLRQH GL TXHVWD ¿ORVR¿D 3HU PDJJLRUL LQIRUPD]LRQL FRQWDWWDWHFL DOOR 051.593994 oppure visitate il sito www.ceepo.it
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INTEGRAZIONE A LIVELLO AMATORIALE: L’
L’alimentazione e integrazione sportiva negli ultimi tempi è stata dibattuta all’ennesima potenza, dai mass media, dalle televisioni, dalle riviste sportive e non. Forse per questo motivo ci sono tante idee, tante parole, tante teorie, e poche (o quasi ) certezze. La gente non addetta ai lavori prende come buono tutto quello che gli viene messo dinnanzi ai propri occhi, senza la possibilità (visto il poco studio e la poca esperienza) di prendere decisioni con la propria mente. L’argomento è complesso e non di facile assimilazione, cercherò di essere il più semplice e chiaro possibile, per trasmettervi queste nozioni di Integrazione Sportiva. Prima di addentrarmi nell’argomento vero e proprio è opportuno fare una distinzione sui soggetti che si dedicano alla pratica sportiva (che sia corsa, nuoto, triathlon) classificandoli in neofiti, amatori, e professionisti. Inoltre è opportuno anche
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UTILITÀ O PLACEBO? valutare la disciplina specifica che ognuno di loro pratica con frequenza (Gare brevi sia di corsa che di Triathlon; Maratone o Iron 70.3; Ultramaratone di 100 km o Ironman). Il neofita è colui che si allena almeno 3 volte a settimana con carichi allenanti, sia come intensità e sia come durata non elevati; Amatore è colui che si allena in media dalle 4-5 volte a settimana con carichi di lavoro medio-alti come intensità e durata; Il professionista che si allena 7 su 7 giorni anche con allenamenti bi-giornalieri, con carichi e durata degli allenamenti elevati. Secondo il mio punto di vista , un integratore alimentare diventa utile quando ciò che mangiamo non è in grado di soddisfare le necessità minime di alcuni nutrienti specifici necessari all’organismo per poter funzionare regolarmente. Prendendo spunto da questo concetto fondamentale, possiamo affermare che le valutazioni da fare prima
di Ignazio Antonacci
di intraprendere la strada dell’Integrazione Sportiva sono le seguenti: L’alimentazione che seguo è equilibrata e corretta? La pratica dell’attività sportiva che svolgo è inferiore a 4 giorni di allenamento o superiore? L’intensità di questi allenamenti è elevata o medio-bassa ? La gara che affronto regolarmente in maniera specifica presume una durata breve o prolungata ? Una volta analizzati questi quesiti, parametri, si può avere una generale idea di quello che potrebbe essere un approccio corretto sull’Integrazione Sportiva per preparare le gare a livello amatoriale. Riprendendo le categorie di soggetti su menzionati possiamo affermare tranquillamente che: Per la prima categoria Neofita ritengo che un alimentazione equilibrata, simile alla dieta a
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opo essersi diplomato all’Isef, è diventato docente e acquisito la qualifica di personal trainer FIF. Da anni si occupa di corsa e svolge consulenze specifiche nel settore. Organizza collegiali per i runner di tutti i livelli ed è responsabile del gruppo di pacemaker di RunninZen. Il sito internet, di cui è ideatore e titolare, è www.runningzen.it
Ignazio Antonacci ignazioantonacci@webtriathlon.com
zona (40% carboidrati - 30% proteine - 30% grassi) possa andar bene, preferendo come fonte di carboidrati prevalentemente verdura e frutta a volontà, cereali a medio/basso indice glicemico. Come fonti proteiche preferire carne bianca, ma molto pesce soprattutto quelli contenenti Omega3 (salmone, sgombro, merluzzo, tonno) che fluidifica il sangue, combatte il colesterolo cattivo ed è un ottimo antinfiammatorio naturale. Inoltre per i grassi preferire i monoinsaturi (frutta secca, noci, anacardi) e olio di oliva che non manca mai sulle nostre tavole.
Per quanto concerne l’Amatore potrebbe avere bisogno di una Integrazione Sportiva solo nei momenti più impegnativi della Preparazione atletica, nel periodo specifico di preparazione, 8/12 settimane prima della gara (Maratona, Ironman 70.3, Ironman). Anche qui, ritengo che un atleta che prepara le gare brevi (10 km, 21 km, Triathlon sprint) non ha bisogno di nessuna integrazione. Una equilibrata e intelligente alimentazione post-allenamento, e post-gara è più che sufficiente per reintegrare il nostro organismo delle sostanze perse. (Zuccheri , Proteine, Vitamine, Sali minerali). Per l’atleta professionista diventa più delicata la questione dell’integrazione sportiva, in quanto non è solo importante integrare, ma anche sapere come e quando integrare. I carichi di allenamento sono abbastanza elevati, sia come durata che come intensità, e soprattutto nei periodi di preparazione più importanti, come periodo specifico, e agonistico diventa quasi indispensabile integrarsi. L’obiettivo dei professionisti è quello di recuperare il più velocemente possibile per ripartire con l’allenamento (o gare) successivo/e con le dovute scorte energetiche e mentali. Dopo questa premessa doverosa, proviamo a ipotizzare che si ha necessità di una integrazione sportiva , abbiamo deciso di utilizzare prodotti extra alla nostra alimentazione quotidiana, dobbiamo prendere in considerazione e analizzare i seguenti fattori: L’integrazione sportiva deve essere personalizzata: non si può pensare che l’Integrazione Sportiva utilizzata da un
compagno di allenamento possa andar bene per le vostre caratteristiche, quindi si necessita di capire quale possa essere il prodotto giusto per voi e analizzare le quantità e i modi per poter ottenere il massimo risultato sperato. In questo caso il mio consiglio è quello di recarvi a medici dello sport, a professionisti del settore che possano consigliarvi al meglio, eventualmente anche dopo avere effettuare degli accertamenti con test metabolici, test del sangue. L’integratore deve essere acquistato da negozi specializzati: molte volte noto che l’integratore sportivo si trova in ogni negozio commerciale, alimentari, negozi sportivi, erboristerie, oltre che farmacie. Quindi ritengo che la qualità del prodotto e quindi il posto ove ci rechiamo è fondamentale, in quanto dobbiamo avere la certezza che ci sia una persona esperta in primis che possa consigliarci. Inoltre il prodotto deve essere conservato in modo sicuro per evitare la degradazione delle qualità biochimiche e quindi di essere sicuro per la nostra salute. L’integrazione sportiva deve essere periodica e regolare: in questo caso è da considerare che l’integrazione non deve essere continua e per lunghi periodi di tempo, ma deve rispettare il normale andamento della preparazione e del periodo di gare. Per esempio, non ha senso iniziare una integrazione nelle prime fasi delle preparazione, visto che i carichi sono limitati. Inoltre, deve essere regolare, cioè non possiamo pensare di iniziare una integrazione sportiva e dopo qualche giorno interrompiamo l’assunzione del prodotto e poi la riprendiamo a intermittenza. Dobbiamo fare in modo che il tempo di utilizzo possa essere prolungato e regolare nel tempo in base alle proprie esigenze di prestazione. L’Integrazione Sportiva deve essere mirata: è importante tener presente che ogni prodotto di integrazione sportiva è stato concepito e messo in commercio perché ha delle determinate funzioni e caratteristiche biochimiche. Per tale motivo deve essere assunto in maniera mirata per quella che è la sua funzione e modi di utilizzo. Non possiamo prendere un Integratore che serve per il recupero , prima della gara o allenamento, l’effetto sarebbe deleterio in quanto la concentrazione di zuccheri e di altre sostanze è differente. Ricollegandomi al punto sopra menzionato, per evitare confusione nell’assunzione
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dell’Integrazione Sportiva, possiamo distinguere diversi momenti, e quindi diversi integratori che si possano assumere per la prestazione sportiva: Integrazione pre gara: Prima della gara o allenamento l’obiettivo è quello di riempire le riserve di glicogeno muscolare, ed epatico con l’alimentazione nei giorni precedenti e eventualmente con l’integrazione sportiva nei momenti prossimi alla gara, la quale però deve avere delle caratteristiche specifiche: Alimenti (barrette) o integratori a basso indice glicemico per evitare sbalzi di glicemia con conseguente spossatezza, cali di concentrazione e di energia che prima della gara sarebbero deleteri e controproducenti. Il consiglio è quello di assumere qualche ora prima dalla partenza, prodotti e integratori solidi che abbiamo una buona quota di carboidrati a basso indice glicemico, un discreta quota di proteine per preservare i muscoli che saranno depauperati duranti la corsa, e con una facile digeribilità per evitare problemi gastrointestinali consoni a molti prodotti utilizzati per li sportivi. Necessità scarsa: si può tranquillamente fare a meno di questa integrazione nei momenti prima della gara o allenamento, una corretta colazione e i pasti precedenti permettono di arrivare alla partenza carichi di energia. Eventualmente si potrebbe introdurre qualche bevanda per idratare il proprio organismo prima della prestazione. Integrazione durante la gara o allenamento: il problema più rilevante per l’integrazione durante la gara è dovuto al veloce assorbimento e passaggio degli alimenti dall’intestino per evitare un affaticamento e un furto di sangue dai muscoli con conseguente meno apporto di ossigeno indispensabile per svolgere l’attività fisica. Come abbiamo visto nella premessa gli integratori da utilizzare dipenderanno soprattutto dalla distanza di gara (per una 10-21km nella corsa non serve nulla, idem per le gare di sprint di triathlon); dal clima se fa caldo ed è umido, o piove e la temperatura è fresca; dall’intensità e dalla durata della gara di cui abbiamo già parlato. Personalmente per una Maratona si può anche fare a meno di Integrare (ovvio acqua esclusa), la cosa necessaria è aver svolto un ottimo allenamento per migliorare la Potenza Lipidica e essersi alimentati e riposati bene i giorni pre gara. In linea di massima se vogliamo utilizzare un Integratore Sportivo,
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si possono assumere un integratore all’incirca ogni ora , o ogni 10km di gara con: Integratori liquidi che contengano non più di 60 grammi di zuccheri (maltodestrine, fruttosio, destrosio, ribosio) per 500 ml di bevanda per avere energia a media-lenta durata. Purtroppo per gli amatori non si ha la possibilità di avere in gara rifornimenti personalizzati, quindi ci si affida ai comodi integratori in gel pratici in monodose, che consiglio di diluire o ingerire insieme ai rifornimenti di acqua. Diversa però è la situazione che avviene per la frazione di ciclismo per il triathlon, ove si ha necessità di utilizzare integratori personalizzati, sia liquidi e sia solidi (barrette). Necessità individuale: come menzionato per questa integrazione si deve considerare soprattutto la distanza, intensità di gara e comodità di assunzione. Per una maratona è facoltativa l’integrazione, per una gara di Triathlon 70.3 o Ironman si deve programmare una integrazione mirata soprattutto nella frazione di bici e nella corsa per evitare cali energetici e prestativi. Meglio prevenire. Integrazione dopo la gara (o allenamento): L’obiettivo dell’integrazione dopo la gara è quello di reintegrare i liquidi persi con la sudorazione , reintegrare le scorte di glicogeno sia muscolare che epatico, migliorare il recupero muscolare e la degradazione delle fibre muscolari. Si può ipotizzare teoricamente che c’è una finestra da 20-40 minuti ove è più facile la risintesi di glicogeno e di altre sostanze perse durante la prestazione. L’integratore
post gara (o allenamento) che deve essere liquido per la facile assimilazione delle sostanze perse e quindi utile per il recupero dovrebbe contenere: Carboidrati ad alto indice glicemico per la risintesi veloce di glicogeno muscolare ed epatico Sali minerali per la risintesi degli elettroliti persi con la sudorazione Aminoacidi (glutamina) per il recupero muscolare e le ricostruzione fibre muscolari Necessità media: per quanto concerne la sua utilità diciamo che a vantaggio dell’Integrazione Sportiva post gara, c’è il fatto che essendo bevande studiate appositamente con la funzione di ripristinare subito le riserve di glicogeno e altre sostanze perse con l’attività fisica, hanno un loro motivo per essere assunti. Ma al tempo stesso nessuno ci vieta di sostituire un Integratore Sportivo con Bevanda a base di succo di frutto, frutta fresca centrifugata, latte di soia o di riso, e del miele, in questo caso comunque abbiamo una bevanda contenente tutte le sostanze che servono al nostro organismo per rigenerarsi. Concludendo si può affermare che l’integrazione sportiva per il mondo amatoriale possa servire solo in alcuni casi, e solo dopo una attenta valutazione della propria condizione fisica, della propria necessità di recupero e di fornire energie in gara. Tenendo sempre presente che nessuna Integrazione Sportiva possa aiutarci ad andare più forte in gara, se non abbiamo svolto un ottimo allenamento e non abbiamo una corretta ed equilibrata alimentazione. Provare per credere.
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Ciclomulino
Allenamento del metabolismo aerobico sul
Ciclomulino
Proseguendo nel conoscere le funzionalità del ciclomulino come mezzo di allenamento complementare, efficace e preciso, vi riporto di seguito alcune considerazioni ed esempi riferiti a lavori utili a migliorare la componente aerobica, quindi adatti a raggiungere la piena efficienza dell’apparato cardiovascolare con la finalità di migliorare i tempi di recupero e avere un rendimento medio di migliore qualità. Premettendo che la maggior parte dei lavori di tipo estensivo sono sicuramente più indicati e meno alienanti se svolti su strada rispetto a quelli che si possono effettuare su qualsiasi cicloergometro, esistono tuttavia alcuni allenamenti che risultano più precisi e ripetibili se svolti ad esempio sul ciclomulino o in alternanza con le uscite su strada.
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Lavori progressivi: con questa definizione si possono identificare quelle ripetute che hanno una durata compresa tra gli 8 e i 20’ e che partendo da una intensità prestabilita hanno un incremento nel tempo di tale intensità fino al raggiungimento del limite previsto per il tipo di allenamento da svolgere. Pertanto ad esempio, dopo una valutazione funzionale iniziale per ottenere dei valori indispensabili di riferimento, partendo dalla potenza corrispondente al ritmo aerobico di base o lungo si può proporre un progressivo di 12-16’ con un incremento di 20-30 watt ogni 2’ per arrivare negli ultimi 2’ della ripetuta ad un intensità corrispondente alla soglia aerobica o ritmo medio.
di Edoardo Savoldi
Questo esempio di progressivo può essere eseguito a frequenza di pedalata costante (es.95rpm), con il controllo in diretta dell’aumento graduale della frequenza cardiaca all’aumentare della potenza. Si potrebbe altresì partire da un livello di potenza superiore e concludere il lavoro a potenza di soglia anaerobica (es. Progressivo medio-soglia). Un’altra modalità di progressivo può interessare oltrechè l’aspetto metabolico anche quello coordinativo, svolgendo il lavoro a frequenze di pedalata più alte o incrementando la frequenza di pedalata con l’aumento della potenza. Potrebbe essere interessante in questi casi valutare il differente andamento degli altri parametri di controllo come il lattato ematico e la frequenza cardiaca
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Ciclomulino variando anche la posizione in bicicletta con differenti impugnature del manubrio oppure utilizzando la bicicletta da cronometro. Si può anche proporre una combinazione tra lavoro progressivo e continuato, dove si raggiunge con un incrementale di 12-15’ la potenza di soglia e poi la si mantiene per x minuti a rpm costanti. Lavori continuati : la durata delle ripetute nei lavori continuati va’ dai 4 ai 25’ e vengono effettuate a potenza costante, possono invece variare frequenza di pedalata e battito cardiaco a secondo del metabolismo che si vuole stimolare. Un esempio di allenamento continuato su ciclomulino può essere un 4-6x5’ a potenza di soglia anaerobica, a 100-105rpm costanti, ripetute da intendere come parziali di un lavoro complessivo di 25-30’ che si può riferire al modello di prestazione di una cronometro individuale. Oppure si possono alternare ripetute al 120% della potenza di soglia anaerobica a 75-80rpm con ripetute a 115-120rpm e potenza corrispondente alla soglia aerobica
I
l professor Edoardo Salvoldi, conosciuto ai più come Dino, è il commissario tecnico della nazionale di ciclismo femminile. Alla guida delle azzurre dei settori strada e pista (dal 2005; dal 2001 al 2004 era responsabile del settore pista femminile) si è rivelato il ct più vincente della storia: con il suo gruppo di lavoro ha conquistato 97 medaglie, cifra che non ha bisogno di ulteriori commenti. Durante questa stagione si presterà al nostro triathlon per fornire alcuni consigli relativi all’allenamento della potenza con l’ausilio del ciclomulino.
Edoardo Salvoldi edoardosalvoldi@webtriathlon.com
o medio, cioè lavorando a contrasto tra forza resistente e agilità. Un ottimo lavoro continuato per migliorare la soglia anaerobica reale e il rendimento, e’ ad esempio un 3x10’ al 95% della soglia risultante dal test di valutazione a 95-100rpm.
Inizialmente il recupero sia nei lavori progressivi che continuati può essere della durata corrispondente a quella della ripetuta ma ad una intensità non inferiore alla potenza aerobica di base o lungo.
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Nuoto
Occhio al
NUOTO di Stefano Rossi
In poche righe, proviamo a sintetizzare e a chiarire quello che un triatleta anche neofita deve o dovrebbe fare nei minuti che lo separano dalla partenza per non partire con la bracciata sbagliata. La frazione natatoria a tutti i livelli e su tutte le distanze è comunque determinante per un buon proseguimento di gara. Fondamentali sono, oltre ad avere una buona condizione fisica, i preparativi pre-gara che coinvolgono l’aspetto fisiologico, quello della strategia di gara e i materiali impiegati. Aspetti fisiologici Fare una buona attivazione pre-gara e un piccolo riscaldamento a nuoto risulta quasi indispensabile, anche se a volte questo può essere controproducente se eseguito in maniera errata. Esempio di riscaldamento pre-gara: 20 minuti bici agile o 10-15 minuti corsa fondo lento, poi nuoto 300-500 metri tranquilli con qualche accelerazione a ritmo gara da 20 secondi. Esempio di riscaldamento pre-gara controproducente: temperatura acqua 16 gradi, esterna 30 gradi, 30 minuti prima del via, nuoto per 10 minuti, poi si
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rimane con la muta addosso sotto il sole per ulteriori 20 minuti. Previsto lo shock termico che determinerà la conseguente controprestazione. Opzione 2: evitare di scaldarmi a nuoto perché l’acqua è troppo fredda, entrare in acqua 15 secondi prima del via senza permettere al corpo di adattarsi alle basse temperature. Conseguente controprestazione. Cosa fare in questo caso: eseguire una buona attivazione in bici o a piedi, fare un po’ di stretching, poi eseguire degli esercizi di attivazione di nuoto a secco anche con l’ausilio degli elastici (soltanto se si è abituati a svolgere questo tipo di esercizi), cercare di entrare in acqua 2-3 minuti prima della partenza per adattare lentamente il corpo alla temperatura dell’acqua. Strategia di gara La prima cosa da fare nei giorni prima della gara è quella di consultare la mappa del percorso natatorio, quando arrivate in loco verificate che la mappa corrisponda al reale percorso, ascoltate il briefing degli organizzatori o dei giudici per avere conferma di ciò.
A questo punto trovate dei punti di riferimento in natura oltre alle boe (case, archi gonfiabili, montagne, fari) che vi
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Nuoto
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Stefano Rossi
riatleta “pioniere” dal 1986, allenatore di nuoto e triathlon, laureato in psicologia con indirizzo sportivo, direttore tecnico del Ligerteam Keyline. Come triatleta vanta con orgoglio un singolare record: gareggia ininterrottamente dal 1986. Come allenatore di nuoto ha ottenuto i podi ai campionati Italiani assoluti dalla distanza dei 50 m alla 25 km di fondo. Nel triathlon in carriera ha vinto i titoli italiani in tutte le categorie da cadetti fino ad assoluti. Detiene il record italiano sulla distanza Ironman con Massimo Cigana (8h31’26”, IM Florida 2007). Il suo motto è: fare attività fisica è la cosa più naturale che ci possa essere, non complicatela troppo.
stefanorossi@webtriathlon.com
possano aiutare a prendere la giusta traiettoria. Controllate anche l’uscita dall’acqua, verificate quanto tempo di corsa vi separa dalla bicicletta e organizzate una strategia di svestizione della muta il più efficace possibile, se avete tempo durante la corsa di togliervi la parte alta della muta fatelo il prima possibile. Lo schieramento in partenza è altrettanto fondamentale: scegliete la giusta posizione in base alle vostre qualità tecniche . Se siete nuotatori lenti è inutile che vi schieriate in prima linea perchè il rischio
di farvi travolgere da mezzo gruppo e di conseguenza di andare ancora più piano delle vostre possibilità è altissimo. Se siete alle prime esperienze di gara lasciate che la tonnara della partenza si calmi un po’, non trovandovi in questa situazione così confusionaria eviterete il rischio di crisi di panico che trasformerebbero un bella esperienza di sport in un trauma. Se siete nuotatori forti cercate di togliervi dalla bagarre della partenza il prima possibile per nuotare rilassati con conseguente spreco minimo di energie ma fate comunque attenzione
a prendere le giuste traiettorie e ai giri di boa, momenti difficili e determinanti della frazione natatoria. Materiali ed equipaggiamento Occhialini: un buon paio di occhialini è fondamentale per vedere bene dove state andando; il mio consiglio è di usare quelli con rivestimento in gomma, in caso di manate o pedate in faccia attutiscono meglio i colpi anche se non vi salvano da qualche bel occhio nero. Cuffia: in caso di acqua fredda usatene due o il sotto cuffia in neoprene, la testa è una delle parti più sensibili e delicate al freddo. Muta: indossatela con cura e accertatevi che le braccia siano libere di ruotare e le gambe di battere, sembra tutto scontato ma in 25 anni di triathlon più di qualche gara da mummificato della muta l’ho fatta anche io. Body da gara: la differenza tra un body e un buon body può anche essere di 2-3 secondi ogni 100 metri; saper scegliere quello giusto o avere la fortuna che il responsabile del vostro team l’abbia scelto può fare la differenza. La mente: partire coscienti di quello che dovete fare, sicuri delle vostre possibilità è già un buon biglietto da visita, il resto, se supportato da un buon allenamento, classe e un po’ di fortuna viene da se.
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Schiena
/ ĚŽůŽƌŝ ĂůůĂ
SCHIENA La schiena è una struttura indispensabile in quanto sopporta il peso di tutto lo scheletro umano. Si compone di sette vertebre cervicali al livello del collo, di dodici vertebre dorsali nella parte superiore e mediana del tronco e di cinque vertebre lombari situate nella sua parte inferiore. La colonna vertebrale è la principale struttura d’appoggio dello scheletro umano. La colonna vertebrale si compone di vertebre ovviamente ma anche di dischi intervertebrali. Situati tra le vertebre, conferiscono al rachide la sua mobilità. Formati da un centro gelatinoso, questi dischi sono circondati da un anello fibroso molto resistente. Parte principale del sistema nervoso centrale, il midollo spinale funge da
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sistema di trasmissione nervosa tra il cervello e gli altri organi.
di Emiliano Agnello
I dischi di cartilagine, si trovano tra le vertebre e servono a proteggere la colonna vertebrale dai traumi. Dischi intervertebrali : ogni disco possiede un centro interno polposo, chiamato il centro polposo, ed un anello esterno fibroso chiamato anello fibroso, che è visibile sulla vista laterale della colonna vertebrale. Questi dischi intervertebrali si rompono o si lussano facilmente quando la colonna vertebrale subisce tensioni insolite, come quelle indotte dal fatto di sollevare un oggetto pesante in una cattiva posizione, di torcere violentemente la parte posteriore, cosa che arriva nel caso di molti infortuni sportivi. La sciatica è una delle cause principali del dolore alla schiena, irradiandosi anche agli arti inferiori.
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Schiena
È
laureato in Biotecnologie. Lavora in ambito di preparazione atletica e mentale per sport di endurance presso i centri fitness Virgin a Milano. Si occupa anche di riabilitazione post-trauma e recuperi all’attività sportiva.
Il funzionamento della colonna vertebrale è una somma di meccanismi complessi (ossei, muscolari, tendinei, nervosi) dove giocano forze a volte antagoniste. Uno sforzo fisico a livello lombare mobiliterà attivamente muscoli così distanti come gli addominali, i lombari ed i para- vertebrali. L’antagonismo di questi segmenti, le distorsioni violente in occasione di alcuni gesti sportivi spiegano gli spostamenti vertebrali e la comparsa, a volte improvvisa, dei dolori sciatici. Gli sport che agevolano la comparsa di questi dolori sono soprattutto quelli asimmetrici (tennis, calcio), mentre chi pratica ciclismo e nuoto ne soffre meno (ditelo ai vostri colleghi… meglio un giro in bici che la partitella del mercoledì). Anche la corsa a piedi contrariamente a quanto si pensi, viene in aiuto nella prevenzione della sciatica, a patto che si corra il più possibile su terreni morbidi e si presti attenzione alla corretta postura di corsa (cosa che molti non considerano). Il riscaldamento muscolare è un preliminare fondamentale ad ogni attività sportiva. Riguarda tutti i segmenti corporali, con un’attivazione muscolare progressiva, delle distensioni e dello stretching. Quando si verificano questi piccoli fastidi, spesso passeggeri, il riposo dall’attività sportiva per alcuni giorni è raccomandata. Uno dei problemi della scoliosi e che può purtroppo passare inosservata. Essa si manifesta come una cattiva postura, e viene messa in evidenza tramite un semplice test. Toccandosi le punte dei piedi a gambe tese, se si nota una gibbosità da un lato, probabilmente si ha una forma di scoliosi. Essa provoca anche uno scompenso sulle gambe, quindi prima di pensare alle solette da corsa, provate a verificare la vostra schiena. Il mal di schiena è una delle patologie più ricorrenti al giorno d’oggi e l’ernia del disco ne è una delle cause. Quest’affezione dei dischi intervertebrali è caratterizzata generalmente da una lombaggine o una sciatica.
Emiliano Agnello emilianoagnello@webtriathlon.com
da un’ernia discale. I dolori si estendono allora alla natica, la coscia e la gamba, con una sensazione di formicolio.
Il colpevole principale è un disco intervertebrale consumato: L’ernia a disco è una malattia legata allo spostamento di uno dei dischi intervertebrali. Questo disco è composto da due elementi: un nucleo
centrale circondato da un anello fibroso che attacca le due vertebre una all’altra. Se l’anello si rovina, la parte polposa del nucleo sporge in fuori dalla colonna vertebrale: questa deformazione viene chiamata ‘ernia a disco’. Questo sconfinamento del disco intervertebrale può allora causare la compressione di una radice nervosa o del midollo spinale. L’85% delle sciatiche deriva
Esistono dunque quattro approcci possibili: - Il trattamento medicale, a base di antiinfiammatori non steroidei, di analgesici o di miorilassanti. Prescritti su brevi periodi ed accompagnati da un riposo, questi trattamenti bastano nella maggior parte dei casi ad eliminare i dolori. L’ernia può persistere nonostante l’assenza di dolori o regredire da sola. - L’infiltrazione locale di anti-infiammatori (corticoidi) è proposta in caso di fallimento alla cura medica. Può essere ripetuta due-tre volte in funzione dei pazienti. - Nucleolisi, consiste nel distruggere il centro del disco intervertebrale con iniezione di un enzima. Questo trattamento è efficace nel 90% dei casi. - L’operazione chirurgica, praticata in urgenza in seguito ad una paralisi delle gambe e quando nessuno dei trattamenti precedenti ottiene risultati. Solo il 5-10% delle ernie richiedono questo tipo d’intervento. Indipendentemente dal trattamento scelto, è spesso accompagnato da sedute di riabilitazione. Questo, per evitare ricadute e permettere di ammorbidire e migliorare la muscolatura della schiena. L’ernia a disco scompare da sola nel 50% dei casi ed i trattamenti non chirurgici permettono la cura nell’80% dei casi. Ma la migliore soluzione resta la prevenzione, prendetevi dunque cura della vostra schiena e preferite gli sport non traumatici come il ciclismo ed il nuoto.
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Core stability
Core stability stabilizzate il bacino per correre più forte Negli ultimi anni l’attenzione dei preparatori atletici e riabilitatori si è concentrata sul lavoro di stabilizzazione della regione lombare-pelvica e delle anche. È infatti quest’area anatomica il “core” dei movimenti degli arti inferiori ed è fondamentale avere una buona stabilità
funzionale del bacino per migliorare le performance e prevenire gli infortuni da sovraccarico. Utilizzando questo approccio vi sono riscontri positivi anche nella terapia delle lesioni degli ischio crurali, della pubalgia e della sindrome della BIT. Il triatleta che ha continui cambi posturali
di Sergio Migliorini
durante la gara, deve allenare con più impegno i muscoli stabilizzatori del bacino anche per correre più veloce. Dal punto di vista anatomico il core è come una casa che ha gli addominali davanti, i paraspinali e i glutei dietro, il diaframma in alto, il pavimento pelvico in basso, gli adduttori e abduttori dell’anca lateralmente. La stabilità della colonna vertebrale lombosacrale non è data solo dalla forza dei muscoli, ma anche dalla co-contrazione degli stessi, e più che la forza sono importanti l’attivazione, la coordinazione e la resistenza muscolare. Non ci sono mezzi per valutare il core stability ma alcuni semplici test possono dare utili indicazioni sulla resistenza di alcuni gruppi muscolari. Da ricordare 1) Prone bridge: sostenete il peso corporeo con gli avambracci e gli avampiedi. La perdita della posizione neutra del bacino e la caduta in lordosi lombare con rotazione anteriore del bacino è indice di instabilità. 2) Lateral bridge : sostenete il corpo lateralmente con l’avambraccio e i piedi; il cedimento avviene quando il paziente perde la postura con la caduta dell’anca verso il basso. 3) Test dei flessori del tronco : controllare quanto il paziente può mantenere la posizione seduta in flessione del tronco di 60° e con le ginocchia a 90°. 4) Test degli estensori del tronco: con l’atleta prono e il tronco libero fuori da una panca. Si valuta se il tronco perde la posizione orizzontale per flettersi in avanti. Gli esercizi della muscolatura del core mirano oltre al semplice rinforzo muscolare, perchè la resistenza dei muscoli è molto più importante della loro forza, sia per la prevenzione della lombalgia che per il miglioramento della performance sportiva. È importante ridurre la viscosità della pelvi e della colonna effettuando un riscaldamento che preveda l’esecuzione di alcuni esercizi quali il cat-camel e la
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Core stability traslazione pelvica; in questo modo si prepara la colonna all’esecuzione di esercizi più impegnativi. Una volta che l’atleta con gli esercizi isometrici ha creato una muscolatura di sostegno, deve iniziare il lavoro della stabilizzazione dinamica. Ecco alcuni semplici esercizi : 1) Curl-ups per i retti addominali, che sono molto attivi durante l’iniziale elevazione della testa, del collo e delle spalle dalla posizione supina. Durante gli esercizi la colonna lombare deve stare in posizione neutra e al paziente viene chiesto di sollevare i gomiti e di mantenere un ginocchio flesso a 90° e di non flettere la cervicale. 2) Side bridge: dalla posizione di supporto laterale del peso corporeo con l’avambraccio e i piedi, si solleva il corpo con l’azione degli obliqui, quadrato dei lombi e trasverso dell’addome. 3) Bird dog: sollevare alternativamente le braccia e le gambe in quadrupedia. 4) Supine Bridge: dalla posizione supina sollevare il bacino con le ginocchia flesse a 90°, mantenendo in asse la colonna vertebrale. Si può associare anche l’estensione di un ginocchio.
è
nato a Cameri il 19/4/57, città in cui risiede. Laureato in medicina e chirurgia, si è specializzato in medicina dello sport e riabilitazione. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel campo della medicina e traumatologia dello sport, e tecnica dell’allenamento, ha pubblicato diversi libri in ambito sportivo e collabora con diverse testate sportive specializzate italiane. Per la Fitri riveste il ruolo di medico federale.
Sergio Migliorini sergiomigliorini@webtriathlon.com
I mp or t ante è comunque s empre as s o ciare agli e s ercizi p er il core, anche il rinfor zo s elet ti vo d ella mus colatura glutea p erché que s ti mus coli manteng ono il bacino alto e s t abile e di cons e guenz a s t abiliz z ano anche la colonna ver tebrale, Q ue s to p ermet te l’ot timale spint a d ell’ar to p os teriore e una corret t a te cnic a di
cor s a. M olti triatleti e runner hanno buoni add ominali e d or s ali ma glutei s c ar si. Q uand o l’atlet a ha creato un ot timale controllo d ella re gione lombare e p el v ic a, d ov rebb e allenar si con e s ercizi di c arat tere pro pro cet ti vo, utiliz z and o anche la phy sio ball e la pliometria.
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Difetti posturali
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L’infortunio è il segnale che il corpo dell’atleta è arrivato al punto di rottura in seguito ad un elevato stress. Per questo motivo oltre ad occuparsi della diagnosi e della terapia, è importante individuare la ragione che ha portato all’infortunio. I fattori posturali che maggiormente incidono nello sviluppare una patologia sono l’asimmetria delle gambe, le ginocchia vare e valghe, il cattivo allineamento della rotula, del femore, della tibia e dell’articolazione dei piedi. Coloro che si interessano della postura dinamica tendono a sottovalutare l’importanza della postura verticale statica negli atleti, mentre in realtà l’atleta trascorre molto più tempo per le sue attività quotidiane che non per allenarsi. Pertanto lo sforzo continuato delle parecchie ore trascorse
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in piedi durante la giornata rappresenta un fattore primario della degenerazione muscolo scheletrica rispetto invece alla pratica sportiva. L’allenamento e le gare aumentano semplicemente lo stress delle strutture muscolo scheletriche. Si parla di postura errata quando c’è un errato allineamento di un segmento corporeo che può essere corretto con un movimento volontario oppure quando c’è una posizione modificata di un segmento del corpo, ma che non ha ancora avuto effetti irreversibili sulla struttura dello scheletro. La postura difettosa è invece un allineamento difettoso di un segmento del corpo che ha modificato la struttura scheletrica e che non può essere corretto volontariamente.
di Lorenzo Boeris
I difetti posturali possono essere attribuiti a molte cause, tra le più importanti ci sono gli squilibri di forza dei muscoli (tra agonisti ed antagonisti) e la loro ridotta flessibilità, nonché la rigidità delle articolazioni, oltre ad errate abitudini posturali, a difetti congeniti della colonna vertebrale, all’intrarotazione a causa di piedi pronati e piatti. Un altro aspetto importante è quello relativo alla posizione della pelvi. La pelvi è la base sulla quale si appoggia la colonna. In una postura normale l’inclinazione della pelvi è di 30 gradi e la linea di gravità passa attraverso l’articolazione della mascella e prosegue per l’articolazione scapolo omerale verso il ginocchio. Ma quando l’inclinazione della pelvi raggiunge i 40 gradi si determina una
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Lorenzo Boeris
lordosi accentuata della colonna. L’aumento anteriore della curva della regione lombare è compensato con una leggera cifosi della regione dorsale con associato abbassamento delle spalle e la testa spostata in avanti. Tutto ciò determina una deviazione delle anche, le gambe diventano intraruotate e i piedi vanno in appoggio iperpronato. Questa è la condizione più frequente negli atleti, soprattutto quelli con corporatura gracile. Negli atleti agonisti l’iperlordosi è generata anche da uno squilibrio muscolare. La diversa inclinazione della pelvi causa una diminuita capacità dei muscoli di rilassarsi, oltre ad una minore mobilità della colonna vertebrale. I muscoli che circondano l’articolazione si affaticano e si indeboliscono progressivamente. Con il tempo i muscoli da un lato dell’articolazione si allungano e perdono forza mentre dal lato opposto si contraggono e perdono la capacità di allungarsi. Uno stiramento progressivo dei muscoli può determinare un dolore persistente di tipo reumatico, detto anche reumatismo muscolare da sforzo cronico, e definito come fibrosità. Questo dolore può essere spiegato come un ristagno dei prodotti di rifiuto (metaboliti) della circolazione dei fluidi negli spazi interstiziali ed intercellulari. I metaboliti che dovrebbero essere eliminati con l’azione di pompaggio dei muscoli rimangono invece depositati nei tessuti. Un articolazione che lavora fuori del proprio asse di movimento produce leggere deformazioni
assofisioterapista, dottore in Scienze motorie. Specializzazione in scienze e tecniche dello sport e dell’allenamento. Esperto in tecniche di riatletizzazione sportiva. Ha seguito e segue tuttora numerosi atleti di vertice nel triathlon tra cui Marcel Zamora e Vladimir Polikarpenco, oltre numerosi runner e ciclisti. Lavora presso lo studio Atlante di Cumiana (TO) di cui è titolare e anche a domicilio o presso società sportive. Lo sport e in particolare il triathlon sono la sua prima grande passione, 15 anni di agonistico alle spalle, 3 volte ironman con personale di 9h 18 sulla distanza regina. lorenzoboeris@webtriathlon.com
delle superfici articolari, e spesso si avvertono scosse nella fase di appoggio dei piedi causate dallo stress di un’azione dei muscoli non bene equilibrati tra loro. La capacità del corpo di saper tollerare gli stress delle normali attività in posizione verticale, ed ancor di più quelli derivanti dagli allenamenti, diminuisce man mano che aumenta il grado e la durata dell’allineamento difettoso. La posizione di iperlordosi della schiena determina una riduzione degli spazi interdiscali e di conseguenza i rami del nervo sciatico, che possono venire compressi ed originare una sciatalgia oltre una tensione eccessiva dei muscoli extrarotatori dell’anca specialmente del piriforme. Un atleta afflitto da lordosi cronica tende a correre con un passo piuttosto corto perché la sua azione di corsa diviene seduta e caratterizzata da un’elevata frequenza dei passi.
Anche la respirazione è limitata nelle posture di iperlordosi. L’ampiezza della gabbia toracica dipende dai muscoli intercostali e dai muscoli del collo. Tali muscoli oltre ad espandere la gabbia toracica permettono anche la massima efficienza meccanica del muscolo più importante dell’inspirazione cioè il diaframma. I difetti posturali della parte superiore del corpo sono la conseguenza di squilibri muscolari. Molto spesso gli squilibri muscolo-articolari si verificano dopo una caduta in bici, dopo distorsioni trascurate, o molto spesso a cause di errate posizioni in bicicletta (sella troppo alta, bassa o arretrata, tacchette mal allineate). Anche carichi di lavoro mal distribuiti o l’utilizzo di scarpe da running non idonee o terreni si allenamento poco elastici. Quando ci si trova ad affrontare un infortunio, affidatevi a centri che hanno nel loro staff diverse figure professionali che lavorano in sincronia tra loro. Per esperienza personale posso affermare che un infortunio di origine posturale si aggrava negli anni e molto spesso per recuperare è necessario il lavoro di medici ,massoterapisti, osteopati-chiropratici. Solo l’armonia e il reciproco rispetto tra le diverse figure professionali danno veloci e duraturi risultati. Diffidate da chi parla in maniera negativa delle figure non appartenenti alla loro categoria e mettetevi nelle mani di strutture che si occupano di sportivi, perché l’atleta ha esigenze e necessità ben diverse a pazienti sedentari. Il mio lavoro si è valorizzato molto da quando ho iniziato a collaborare in stretto rapporto con medici dello sport e osteopati che lavorano a fianco per il bene del paziente e non solo del loro portafoglio. I tempi di recupero sono l’elemento portante di una terapia di successo.
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SWAM WITH THE ROC.
RODE WITH THE ROC.
RINNY
WON WITH THE ROC. Congratulazioni alla nuova campionessa del mondo Mirinda Carfrae. Siamo orgogliosi che lei e molti altri atleti abbiano scelto Roctane come prodotto energetico, la scelta dei campioni negli ultimi quattro anni su cinque. Un ringraziamento a Rinny (Mirinda), Michilly Jones (2006 winner) e il due volte campione del mondo Craig Alexander per la loro collaborazione, sportività e il loro spirito competitivo.
RAN WITH THE ROC.
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