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Country House La Bursch, un luogo incantato e fascinoso nell’Alto Biellese

A cura di Paolo Alciati

Varcare la porta della Country House La Bursch che si apre sulla reception, concepita come una grande biglietteria dei primi del ‘900, lascia stupefatti e incantati allo stesso tempo poiché tanti sono gli stimoli visivi e mentali che colpiscono e scatenano nel cervello magici ricordi, memorie di viaggi, di vacanze felici, di istanti giocosi o di indimenticabili momenti della nostra infanzia trascorse nelle case dei nonni.

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Èil “binario 9 e ¾”, che non conduce ovviamente nel mondo magico di Harry Potter a Hogwarts, ma immerge in una magia più fruibile, quella di un luogo che per qualche giorno ci permetterà di staccare dalla solita quotidianità e di vivere come fuori dal tempo, sospesi tra le nostre piacevoli fantasie e le rilassanti coccole di un ambiente che immediatamente sentiremo abituale, genuino, come se ci appartenesse da sempre, esattamente come una casa di famiglia.

E proprio “casa”, “rifugio”, “tana” è il significato di La Bursch nel dialetto Walser, l’idioma di origine germanica che ancora oggi si parla in alcune vallate aostane, come quella di Gressoney, o del vicino Piemonte, come l’Alta Valle Cervo, territorio di confine tra la Svizzera e la Francia a cui appartiene Campiglia Cervo, piccolo borgo incastonato tra le alpi biellesi a circa un’ora di macchina da Milano e Torino, e in cui si trova questa insolita Country House nata dall’idea della vulcanica Barbara Varese – “un progetto che è una follia” dichiara Barbara – imprenditrice di origine genovese trapiantata a Milano, di ridare vita alla vecchia casa di famiglia, una struttura caratterizzata da alcune piccole abitazioni in pietra collegate tra loro in un susseguirsi di ambienti curiosi, piccoli angoli nascosti, accoglienti stanze con una propria identità e atmosfera, raccordate dal tema del viaggio, grazie ai tanti oggetti e cimeli raccolti in giro per il mondo da quattro generazioni della famiglia di Barbara.

Un borgo che mantiene intatta la pianta originale del diciassettesimo secolo così che l’autenticità della sua architettura permetta di far vivere agli ospiti un vero e proprio percorso sensoriale e un tour emozionale.

Undici sono le camere, con un’impostazione d’arredo diversa l’una dall’altra per far vivere agli ospiti l’emozione di un tour privilegiato che attraversi i continenti: l’America, tra cimeli appartenenti al selvaggio west nordamericano, tessuti patchwork e antiche banconote; l’Africa, un vero e proprio lodge nella savana, tra bauli d’epoca e statue tribali, pelli di animali selvaggi e antiche mappe; l’Antartide, dalle pareti bianche come la neve, per isolarsi nel regno dei ghiacci coccolati dal calore del camino, da una moquette tartan tra i più classici e conosciuti (del Clan scozzese Wallace) e da calde pellicce, sognando con l’effetto magico e poetico che donano le mille boule de neiges al suo interno; l’Asia, per addentrarci nel mistero dell’Oriente tra mandala di antiche stampe zen, sculture d’avorio giapponese, ma anche pugnali kriss e maschere lignee malesiane condivisa con l’Europa, con pizzi e merletti antichi, letti d’ottone e tessuti Toile de Jouy alle pareti per segnare un’epoca senza tempo.

La Casa dell’Alchimista, al lato opposto della grande “house”, è caratterizzata da 6 camere, con affreschi originali alle pareti e sui soffitti, e hanno curiosamente il nome di pianeti: Marte, Giove, Venere, Urano, Mercurio e Saturno… misteriose congiunzioni astrali li accomunano. All’ultimo piano, si trova la romantica Soffitta di Nettuno, un appartamento esclusivo in cui dominano la pietra e il legno, elementi tipici del luogo che abbracciano l’ospite e lo avvolgono in un’atmosfera magica.

La Bursch nasce con l’obiettivo di valorizzare il territorio e promuovere un turismo etico avvalendosi delle antiche tecniche di costruzione legate alla tradizione della valle, del riutilizzo degli antichi arredi, della reinterpretazione delle antiche ricette legate al territorio, una valle solitaria, segreta e magica che ha le suggestioni del tempo perduto. Lunga una ventina di chilometri, la Valle Cervo è chiamata anche “Valle dell’Acqua” ed è caratterizzata da paesini e borghi con le caratteristiche case in pietra di sienite e boschi di faggi e castagni.

Poco oltre il paesino di Campiglia Cervo si trova uno dei più suggestivi e misteriosi borghi d’Italia: Rosazza, che deve la sua fama a Federico Rosazza, massone e appassionato di esoterismo, che fece costruire molte opere tutte con molteplici elementi e simboli legati alla massoneria e all’occultismo. Lungo le strade del borgo si trovano inoltre numerose rose scolpite, classico simbolo della massoneria, stelle a cinque punte, clessidre, scale a pioli che simboleggiano il percorso che l’uomo deve percorrere per compiere le tappe della Grande Opera alchemica.

Ma da Campiglia Cervo si può partire, attraverso la strada panoramica, anche per un bellissimo tour nell’Oasi Zegna, 100 chilometri quadrati, un ambiente naturale creato negli anni trenta da Ermenegildo Zegna, fondatore della più famosa industria laniera italiana. Uno scenografico palcoscenico sulle Alpi che testimonia l’anima green del Gruppo che segue ancora oggi lo spirito filantropico del fondatore dando continuità, con azioni tangibili, ai suoi valori ispirati ad un’etica sostenibile.

E dopo queste due gite, caldamente raccomandate, scopriamo La Bursch e i suoi ambienti da fiaba. Un susseguirsi di stanze ricolme di oggetti da vivere e scoprire: la sala del biliardo, il bar Déco anni ’30, la sala dei giochi antichi, la sala musica e la taverna del pozzo.

L’antico fienile ospita la sala delle farfalle e la pépinière, spazio flessibile dedicato a praticare yoga, meditazione, vivere eventi speciali e a svolgere convegni.

L’esperienza continua all’esterno nel parco, un luogo di pace e di armonia, cullato dal rilassante “rumore bianco” delle acque del ruscello che scorre lì di fianco. Il profumo del bosco di faggi e castagni, il sapore dei frutti antichi coltivati nel frutteto così come i prodotti dell’orto regalano momenti di quiete e serenità.

L’esperienza continua all’esterno nel parco, un luogo di pace e di armonia, cullato dal rilassante “rumore bianco” delle acque del ruscello che scorre lì di fianco. Il profumo del bosco di faggi e castagni, il sapore dei frutti antichi coltivati nel frutteto così come i prodotti dell’orto regalano momenti di quiete e serenità.

Aperto anche agli ospiti esterni, il ristorante propone i sapori del territorio attraverso una cucina piemontese improntata alla tradizione ma dal tocco contemporaneo. La direttrice d’orchestra è Erika Gotta, giovane chef di origini piemontesi e appena nominata miglior chef Under 35 dell’anno in occasione dei Food Community Awards 2022 che, insieme al sous chef Pietro Cinti e alla brigata di cucina e di sala, con il preparatissimo sommelier Davide e l’impeccabile accoglienza dell’esperto Andrea, esalta la sua proposta gastronomica offrendo spunti di gusto e sapori come in un concerto da lei sapientemente diretto con momenti aulici e altri dirompenti, delicati assoli e poderose sinfonie.

Nel suo giovane percorso Erika si è formata presso ristoranti stellati del calibro de La Ciau del Tornavento, da Maurilio Garola e del Pomiroeu da Giancarlo Morelli; timida al di fuori della sua comfort zone, in cucina è grintosa e determinata e offre ai propri ospiti un viaggio tra i sapori autentici del territorio, in perfetta sintonia con la filosofia della struttura, con piatti dagli abbinamenti audaci e sorprendenti che accompagnano i commensali in una degustazione innovativa tra le eccellenze del biellese, con una cucina garbata e senza fronzoli, essenziale ed elegante al tempo stesso.

Il menù segue la stagionalità e varia secondo la reperibilità degli ingredienti con un percorso degustazione e à la carte. Le erbe che crescono nell’orto del borgo sono elementi fondamentali per la costruzione dei suoi piatti. Il rispetto e l’amore per il territorio si riflette proprio nella selezione di materie prime della zona a vantaggio di una filiera corta, praticamente a km 0 e nell’utilizzo di erbe ed elementi naturali raccolti nel bosco circostante.

Tra i deliziosi piatti di questa stagione troviamo il Vi-To, un insolito Vitello Tonnato, cipolla in agrodolce, acciuga disidratata e uovo marinato; i Bottoni di gallo ruspante della Cascina Eremiti, cavolo verza e il suo brodo; il Risotto Tenuta Castello, fontina di capra, olio alla zucca e semi, crumble d’abete e cachi; l’incredibile Polenta di grano saraceno, fonduta al Parmigiano, fichi d’india, sesamo, porri, topinambur e liquirizia; gli Gnocchetti con acqua di bosco, salsa al caprino, pesto d’arachidi in conserva, fagioli, uva; il Cervo in vigna, carpaccio di cervo, uva fragola, vinaccia di gattinara, fava tonka e tra gli strepitosi dolci l’imbarazzo della scelta è tra la Tonda Gentile in Valle Cervo, un soffice di nocciole, spuma al fondente, crema al finocchietto pepe cioccolato, il divertente Una sera al cinema, una meringa con panna, caramello, popcorn e capperi e lo squisito Lievitato della Bursch, impasto dolce all’agrume e spuma di zabaione.

Un’esperienza a La Bursch può essere rilassante, romantica, festosa, di evasione, ma anche di movimento con attività esclusive come la pesca alla mosca nella Riserva Privata, una visita dedicata all’antico Cappellificio Cervo, la ricerca dell’oro alla Bessa e l’esperienza manuale di produrre formaggio e di scoprire il fascinoso mondo delle api. Inoltre, per gli amanti dello sport, la struttura organizza tour in e-bike, camminate nel bosco (in autunno il foliage è un momento imperdibile!) e lezioni di tennis nell’antico Circolo anni ‘30 di Rosazza, gite a cavallo, trekking, oppure sport più estremi come Eliski, Canyoning, Downhill, Parapendio e Bunjee Jumping.

La Bursch

• Frazione Oretto Inferiore, Campiglia

Cervo, Biella • +39 333 8672684 • Aperto dal giovedì alla domenica • www.labursch.com • info@labursch.com

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