Alessandro Ferrero
EDITORIALE
Interrogativi
Questions Cari Lettori, Aprire un nuovo numero di Tutto_Misure diventa sempre più difficile per la situazione ingarbugliata (per usare un eufemismo) che stiamo vivendo. Nel momento in cui l’uscita dalla pandemia, o almeno dalla sua fase più acuta, sembrava ormai vicina e i segnali di ripresa erano evidenti, ci siamo ritrovati a fare i conti con qualcosa che, almeno in Europa, in quell’occidente che credevamo civile, pensavamo non si potesse più verificare: la guerra. Scrivere di metrologia e misure durante la pandemia, benché non facile, era comunque possibile: pur con tutte le drammatiche implicazioni sociali ed economiche, una pandemia resta comunque un evento spiegabile con metodi scientifici e con metodi scientifici se ne esce, in barba a tutto ciò che di antiscientifico si è stati costretti a sentire in questi ultimi anni. Il che non significa che la scienza sia infallibile e non commetta errori. Metodo scientifico significa consapevolezza dei limiti della scienza e capacità di valutare quei limiti, come ben sa chi si occupa di misure, che con l’incertezza convive quotidianamente. Gli errori, reali o anche solo percepiti come tali, che ci sono stati nella gestione della pandemia sono stati spesso causati da una insufficiente cultura metrologica che, come abbiamo più volte scritto, non ha cercato e validato i dati più significativi su cui basare le decisioni. Una guerra ha poco di scientifico anche se – e fa orrore riconoscerlo – causa morte e distruzione con metodi scientifici, nell’illusione di limitare i cosiddetti danni collaterali. Con la scienza si possono fermare i virus, non l’imbecillità che porta all’odio, terreno fertile su cui tutt’altri interessi scatenano conflitti difficili da arrestare proprio per aver prima scatenato odio. Cry ‘Havoc!’, and let slip the dogs of war sono le parole che Shakespeare mette in bocca al suo Marco Antonio e nulla è cambiato, né ci si è resi conto di quanto facile sia lasciare liberi the dogs of war, e quanto difficile sia poi richiamarli. Purtroppo tra i danni collaterali dobbiamo annoverare anche le conseguenze di tutte le decisioni prese in passato su basi che di scientifico hanno
ben poco su questioni, come quella energetica, che condizionano in modo drammatico le nostre vite. È impressionante constatare quanto le conoscenze scientifiche si siano evolute nel corso dei secoli, e quanto poco siano utilizzate nelle scelte sulle questioni di maggiore importanza. Né le discussioni in atto sul nostro futuro energetico fanno sperare in un cambio di rotta. È comprensibile che in una situazione così delicata e critica ci si interroghi su cosa fare e ciascuno voglia formarsi ed esprimere una propria opinione. Un po’ meno comprensibile che, come troppo spesso accade, la si voglia far passare per quella di un esperto, quando esperti non si è. È il motivo per cui continuerò a scrivere solo di misure, materia in cui mi sento un po’ meno ignorante. Peraltro, noi che ci occupiamo di misure abbiamo il grande privilegio – e anche la grande responsabilità – di possedere e saper utilizzare un potente strumento di conoscenza, in grado, se correttamente impiegato, d’indicarci se una teoria all’apparenza strampalata e visionaria porterà benefici cambiamenti, mentre altre, più immediatamente comprensibili e affascinanti, falliranno davanti alla realtà dei fatti. Non mi stanco mai di ricordare ai miei studenti d’ingegneria elettrica che Ohm fu considerato folle ed emarginato per aver formulato la nota legge che loro usano quotidianamente nei loro studi e che quella legge fu riconosciuta valida solo 14 anni più tardi grazie agli esperimenti condotti da alcuni fisici milanesi di cui oggi a stento ricordiamo i nomi. In questo momento non facile, ritengo sia più che mai importante riconoscersi nell’oscuro, ma importantissimo, lavoro di quei fisici e avere l’umiltà di continuare a fare ciò che meglio si sa fare: misurare. Sapendo che ogni valutazione ha i suoi limiti, ma sapendo anche che è possibile e necessario valutarli per poter decidere al meglio. In questo numero trovate qualche altro contributo in tal senso. Chissà che, diffondendo la spesso trascurata cultura metrologica, non si riesca ad affrontare le sfide che ci vengono via via poste con una briciola di razionalità in più. Buona lettura,
(alessandro.ferrero@polimi.it)
T_M
N.
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