Tutto_Misure n.2 - 2022

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TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXIV N. 02 2022

Le Misure strumento per la ripresa EDITORIALE Interrogativi

IL TEMA CON IL SOSTEGNO DI

Misure per la salute e l’ambiente

ALTRI TEMI Cybersecurity nei sensori embedded Controllo dimensionale

TESTING & DINTORNI Il prodotto ATEX dev’essere conforme anche alle norme di prodotto?

TECNOLOGIE IN CAMPO

N° 2- Anno 24 - Giugno 2022

Simulazione multi-fisica nell’interazione uomo-robot Valore aggiunto nei controlli dimensionali Metrologia nello stampaggio plastica La prove alzano l’asticella della qualità... e del business!

ALTRI ARGOMENTI Sicurezza funzionale Metrologia legale La competenza nei laboratori La storia del GMEE Il ruolo dei musei e degli Science Centre

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LAT L LA T N° 019


TUTTO_MISURE

TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 01 ƒ 2 019

EDITORIALE Riflessioni

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ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità Il III Forum delle Misure Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

IL TEMA +0)

Il monitoraggio delle grandi strutture

GLI ALTRI TEMI Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo

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EDITORIALE In ricordo di due amici

Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

ALTRI ARGOMENTI È il software il vero colpevole? Gestione dell’efficienza energetica L’importanza della terminologia Storia: le misure meccaniche e termiche a Milano

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Le responsabilità da contatto sociale

GLI ESPERTI DI T_M

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IL TEMA

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

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NOTIZIE Magistrati, avvocati e metrologi discutono di Metrologia Forense

Termometria in ambito biomedicale

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Disponibile in 2 versioni con differenti classi di accuratezza il profilometro e costituito da un grande piano in granito su cui si trova installata la testa motorizzata di misura. L’operatore può settare anche la velocita di esplorazione, pressione di misura e direzione verticale a salire o a scendere del tastatore. L’ampia corsa di rilevazione di 200 mm sull’asse X e di 50 mm (Z1) del tastatore è usufruibile sull’intera corsa di spostamento motorizzato di 450 mm dell’asse Z. Il profilometro è inoltre dotato di sistemi anticollisione per la sicurezza di misura. Lo strumento viene fornito completo di PC ultima generazione, sistema operativo Windows, tastiera, mouse, joystick di controllo, master di taratura, tastatore standard H30 mm. Prezzo di assoluto interesse.


TUTTO_MISURE Il controllo dimensionale mediante Tomografia a raggi X e CMM Dimensional control through x-ray tomography and CMM M. Martarelli, A. Annessi, E. Della Santa, G. Pandarese, P. Castellini

35 La sicurezza funzionale: i sistemi in high e in low demand mode Functional safety:hig and low-demand mode systems C. Bruno, M. Crippa, L. Cristaldi, M. Tacchini

61 Tecnologie in campo – Quanto paga il valore aggiunto dell’innovazione! Tecnologies in action: How much does the added value of innovation pay! A cura di M. Mortarino

65 La competenza nei laboratori di prova e taratura: un’esperienza pratica Expertise in testing and calibration laboratories: pratical experience A cura di M. Lanna

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ANNO XXIV N. 02 2022

IN QUESTO NUMERO

Editoriale: Interrogativi (Alessandro Ferrero) 7 Comunicazioni, Ricerca e Sviluppo, dagli Enti e dalle Imprese Notizie nel campo delle misure e della strumentazione 11 Il tema: Misure per la salute e la sicurezza L’importanza del comfort acustico nelle aule scolastiche (C. Liguori, A. Pietrosanto, A. Ruggiero, D. Russo, P. Sommella) 15 Incertezza dei risultati qualitativi: le ultime guide (Marco Pradella) 23 Gli altri temi: Cybersecurity Gli attacchi ai trasduttori intelligenti tramite misure di potenza (P. Arpaia, F. Bonavolontà, A. Cioffi, A. Esposito, N. Moccaldi, V. Pascariello) 29 Gli altri temi: Controllo dimensionale Il controllo dimensionale mediante Tomografia a raggi X e CMM (M. Martarelli, A. Annessi, E. Della Santa, G. Pandarese, P. Castellini) 35 La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento (a cura di R. Mugno, S. Tramontin, F. Nizzero) 45 La pagina di IMEKO Aggiornamenti sulle attività IMEKO nel 2022 (a cura della Redazione) 51 La Pagina dell’IMS Notizie dall’IEEE Instrumentation and Measurement Society (a cura di M. Parvis, S. Rapuano) 53 Testing & dintorni Il prodotto ATEX dev’essere conforme anche alle norme di prodotto? (articolo di Mirko Martina) (a cura di Massimo Mortarino) 55 Misure e fidatezza La sicurezza funzionale: i sistemi in hig e in low demand mode (articolo di C. Bruno, M. Crippa, L. Cristaldi, M. Tacchini) (a cura di L. Cristaldi, M. Catelani, M. Lazzaroni e L. Ciani) 61 Tecnologie in campo Misure e prove per competere: altre applicazioni di successo! (a cura di Massimo Mortarino) 65 Manifestazioni, Eventi e Formazione 2022-2023: eventi in breve 85 Metrologia generale Le scale di misura (articolo di L. Mari, D. Petri e A. Ferrero) (a cura di Luca Mari) 87 I Seriali di T_M: Misura del software Metrologia e Contratti – Parte 24 (a cura di Luigi Buglione) 90 Lettere al Direttore Commento all’articolo: C’è un metrologo a Roma? (lettera di Domenico Cariati) (a cura di Alessandro Ferrero) 93 Metrologia legale e forense Differimento di difesa: le sanzioni amministrative 689/81 (a cura di Veronica Scotti) 97 Spazio Associazioni Universitarie di Misuristi Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi (a cura di A. Ferrero, P. Carbone e N. Paone) 99 Metrologia… per tutti! La competenza nei laboratori di prova e taratura: un’esperienza pratica (a cura di Michele Lanna) 101 Commenti alle norme: la 17025 17025 – Presentazione dei risultati – Undicesima parte: Contenuto del documento finale (a cura di Nicola Dell’Arena) 109 Storia e curiosità La storia del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche (GMEE) Sesta parte: Gli anni del consolidamento (Mario Savino) 111 I musei scientifici e gli Science Centre (Claudia Mambelli) 123 Abbiamo letto per voi 130 News 38-39-64-68-76-84-86-92-96 100-102-104-106-107-108-110-112-114-116-120-122-129

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TUTTO_MISURE

TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

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EDITORIALE Riflessioni

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ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità Il III Forum delle Misure Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

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Il monitoraggio delle grandi strutture

GLI ALTRI TEMI Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo

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EDITORIALE In ricordo di due amici

Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

ALTRI ARGOMENTI È il software il vero colpevole? Gestione dell’efficienza energetica L’importanza della terminologia Storia: le misure meccaniche e termiche a Milano

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Le responsabilità da contatto sociale

GLI ESPERTI DI T_M

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La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

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Sede principale: Via Roma 103 – 21017 Samarate (VA) Unità locale: Via G.B. Bardanzellu 46 – 00155 Roma Tel. 0331/227911 – Fax 0331/227944 E-mail: aviatronik@aviatronik.it Web: www.aviatronik.it Persona da contattare: Massimo Rebellato

Da oltre 40 anni Aviatronik si occupa della taratura e manutenzioni di strumenti e apparecchiature nel settore avionico. Centro SIT n. 019 dal 1982, divenuto poi LAT n. 019 nel 2011, il nostro laboratorio effettua circa 13.000 tarature l’anno. Affidarsi ad Aviatronik significa poter contare sui laboratori più avanzati d’Europa, sia per caratteristiche tecniche sia per numero e varietà delle grandezze metrologiche disponibili. Siamo in grado di effettuare tarature presso i nostri laboratori e on site, grazie alla nostra unità mobile. Nello specifico ci occupiamo della taratura di stru-

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menti elettrici ed elettronici e di strumenti meccanici (grandezze dimensionali, forza, temperatura, pressione, massa). Grazie alla tecnologia di cui dispone e al knowhow acquisito, Aviatronik si configura come partner ideale per le imprese e organizzazioni che desiderano assicurarsi il massimo della qualità, anche in outsourcing. Consulta le tabelle di accreditamento sul nostro sito: www.aviatronik.it.


Alessandro Ferrero

EDITORIALE

Interrogativi

Questions Cari Lettori, Aprire un nuovo numero di Tutto_Misure diventa sempre più difficile per la situazione ingarbugliata (per usare un eufemismo) che stiamo vivendo. Nel momento in cui l’uscita dalla pandemia, o almeno dalla sua fase più acuta, sembrava ormai vicina e i segnali di ripresa erano evidenti, ci siamo ritrovati a fare i conti con qualcosa che, almeno in Europa, in quell’occidente che credevamo civile, pensavamo non si potesse più verificare: la guerra. Scrivere di metrologia e misure durante la pandemia, benché non facile, era comunque possibile: pur con tutte le drammatiche implicazioni sociali ed economiche, una pandemia resta comunque un evento spiegabile con metodi scientifici e con metodi scientifici se ne esce, in barba a tutto ciò che di antiscientifico si è stati costretti a sentire in questi ultimi anni. Il che non significa che la scienza sia infallibile e non commetta errori. Metodo scientifico significa consapevolezza dei limiti della scienza e capacità di valutare quei limiti, come ben sa chi si occupa di misure, che con l’incertezza convive quotidianamente. Gli errori, reali o anche solo percepiti come tali, che ci sono stati nella gestione della pandemia sono stati spesso causati da una insufficiente cultura metrologica che, come abbiamo più volte scritto, non ha cercato e validato i dati più significativi su cui basare le decisioni. Una guerra ha poco di scientifico anche se – e fa orrore riconoscerlo – causa morte e distruzione con metodi scientifici, nell’illusione di limitare i cosiddetti danni collaterali. Con la scienza si possono fermare i virus, non l’imbecillità che porta all’odio, terreno fertile su cui tutt’altri interessi scatenano conflitti difficili da arrestare proprio per aver prima scatenato odio. Cry ‘Havoc!’, and let slip the dogs of war sono le parole che Shakespeare mette in bocca al suo Marco Antonio e nulla è cambiato, né ci si è resi conto di quanto facile sia lasciare liberi the dogs of war, e quanto difficile sia poi richiamarli. Purtroppo tra i danni collaterali dobbiamo annoverare anche le conseguenze di tutte le decisioni prese in passato su basi che di scientifico hanno

ben poco su questioni, come quella energetica, che condizionano in modo drammatico le nostre vite. È impressionante constatare quanto le conoscenze scientifiche si siano evolute nel corso dei secoli, e quanto poco siano utilizzate nelle scelte sulle questioni di maggiore importanza. Né le discussioni in atto sul nostro futuro energetico fanno sperare in un cambio di rotta. È comprensibile che in una situazione così delicata e critica ci si interroghi su cosa fare e ciascuno voglia formarsi ed esprimere una propria opinione. Un po’ meno comprensibile che, come troppo spesso accade, la si voglia far passare per quella di un esperto, quando esperti non si è. È il motivo per cui continuerò a scrivere solo di misure, materia in cui mi sento un po’ meno ignorante. Peraltro, noi che ci occupiamo di misure abbiamo il grande privilegio – e anche la grande responsabilità – di possedere e saper utilizzare un potente strumento di conoscenza, in grado, se correttamente impiegato, d’indicarci se una teoria all’apparenza strampalata e visionaria porterà benefici cambiamenti, mentre altre, più immediatamente comprensibili e affascinanti, falliranno davanti alla realtà dei fatti. Non mi stanco mai di ricordare ai miei studenti d’ingegneria elettrica che Ohm fu considerato folle ed emarginato per aver formulato la nota legge che loro usano quotidianamente nei loro studi e che quella legge fu riconosciuta valida solo 14 anni più tardi grazie agli esperimenti condotti da alcuni fisici milanesi di cui oggi a stento ricordiamo i nomi. In questo momento non facile, ritengo sia più che mai importante riconoscersi nell’oscuro, ma importantissimo, lavoro di quei fisici e avere l’umiltà di continuare a fare ciò che meglio si sa fare: misurare. Sapendo che ogni valutazione ha i suoi limiti, ma sapendo anche che è possibile e necessario valutarli per poter decidere al meglio. In questo numero trovate qualche altro contributo in tal senso. Chissà che, diffondendo la spesso trascurata cultura metrologica, non si riesca ad affrontare le sfide che ci vengono via via poste con una briciola di razionalità in più. Buona lettura,

(alessandro.ferrero@polimi.it)

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InnovMetric lancia PolyWorks® 2022

“La nostra missione pone i clienti al centro delle attività del Supporto tecnico” InnovMetric, l’azienda di sviluppo software indipendente che permette ai produttori di ogni livello di digitalizzare i loro processi di metrologia 3D, ha lanciato PolyWorks 2022, l'ultima versione dell’ecosistema digitale di metrologia 3D intelligente. PolyWorks 2022 offre nuove funzionalità chiave che espandono notevolmente le capacità dei suoi tre fondamenti dell'ecosistema: l Ora la piattaforma universale per la metrologia 3D facilita l'ispezione di pezzi multipli quando i dati CAD non sono disponibili e introduce un hub di dati universale. Le organizzazioni produttive hanno spesso la necessità di misurare e ispeCiao Alessandro, iniziamo con le presentazioni…? zionare più pezzi, anche se non hanMi chiamo Alessandro Vicinelli, sono il direttore del supporto tecnico di PolyWorks Europa. Ho iniziato come ingegnere di no accesso a una rappresentazione produzione, per poi passare alla qualità e alla metrologia in un’azienda di stampaggio automatico del settore automotive. CAD 3D affidabile di questi pezzi. Per affrontare questi scenari di misura, la Da quando è presente il supporto tecnico in Italia? PolyWorks Europa inizia ufficialmente a operarepiattaforma in Italia ad aprileuniversale del 2016, maPolyWorks le attività di supporto erano già iniziate l’anno precedente.

Cosadi rappresenta PolyWorks delle Europa il supporto“Oggi tecnico? offre una nuova tecnologia guida allaper misurazione entità PolyWorks va oltre Il supporto tecnico si basa su 3 attività cardini: dimostrare il prodotto, formare i clienti, supporper guidare la tastatura, la scansione e l'estrazione di entità quanla creazione dei dati, tarli nelle sfide quotidiane mettendo a disposizione dei nostri account manager e dei nostri do si misurano e si ispezionano pezzi multipli in assenza di dati partner, Application Specialist (AS) formati e motivati. La nostra missione pone al centro di gestendone anche CAD e delle componentiqueste nominali delle entità. attività i clienti, con i quali cerchiamo di instaurare fin dal primo incontro un rapporto

consentendo di collaborazione e fiducia, ascoltando le loro esigenzel’archiviazione, e proponendo soluzioni specifiche per ®, il seconle varie necessità. Una volta che i clienti ci accordano fiducia scegliendoai PolyWorks l'accesso dati a livello l La connettività digitale tra dati e persone è migliorata, consendo passo è quello di fornire una formazione adeguata ed efficace. Ogni licenza include un contendo l'implementazione di strategie globali di gestione dei metaconsentendo tratto di supporto che dà la possibilità di contattare i tecnici telefonicamente o tramiteaziendale canali digitalieper confrontarsi con i dati e la programmazione di avvisi che rilevano au to m a ticanostri AS su casi applicativi. Tutto questo è possibile formando in modo continuo e miratoil i nostri tecnici. Con la stessa logica flusso di dati digitali mente eventuali fuori specifica e notificano le persone lavoriamo anche con dimensioni la rete di partner.

tra hardware, software interessate in tempo reale. Com’è organizzato supporto tecnico PolyWorks in Italia? e persone” In un contesto dilimetrologia 3D, i di metadati costituiscono imporLa sede operativa è a Pistoia e abbiamo 7 tecnici che lavorano in home-office in grado di coprire tutta l’Italia. Gli AS si altertanti attributi che descrivono il design e la fabbricazione del pezzo nano fra supporto da remoto, corsi e dimostrazioni del prodotto: per attività particolarmente complesse abbiamo tecnici e i processi di misura 3D. PolyWorks 2022 garantisce che i metadati - Marc Soucy, esperti in vari settori (CMM, Macro, Reverse, GD&T, etc). siano significativi e utilizzabili gestendo proprietà condivise comuQuesto tipo di organizzazione ci permette, pur mantenendo un livello di eccellenza nelle attività svolte, di ottimizzare lepresidente di InnovMetric ni a più progetti di ispezionee einterventi modellididisupporto ispezione di pezzi. risorse: oltre a corsi, dimostrazioni tecnico abbiamo completato diversi progetti di customizzazione. Hai parlato di Macro e customizzazioni, spiegaci meglio. l La collaborazione tra gli operatori di tastatura e il loro hardware di misura viene portata ad un Ogni licenza di PolyWorks include gratuitamente un linguaggio macro molto potente e allo stesso tempo semplice e intuinuovo livello dalla tecnologia di visualizzazione della realtà mista. Questa tecnologia migliora la pertivo che consente ad ogni utilizzatore, anche senza esperienza di programmazione, di scaricare delle macro dalla TSZ (Techcezione dellaZone) metrologia 3D in sovrapponendo ai pezzi ispezionati offrendo un'interfaccia nical Support o convertire un singolo “click” ologrammi un numero qualsiasi di operazioni. Se e il cliente lo desidera, offriamo utente istintiva basata sui gesti. La per soluzione di alle realtà mistapiù PolyWorks anche servizi di customizzazione avanzati fare fronte esigenze complesse. 2022 offre così nuove funziona-

lità di guida visiva e feedback che ottimizzano l'efficienza degli operatori addetti alla tastatura. Parlaci di progetti PolyWorks 2022 futuri dimostra anche l'impegno di InnovMetric verso soluzioni aperte, rilasciando un'API Abbiamo da pocoi ricevuto primo ordine per il nostro nuovo prodotto PolyWorks|DataLoop™, che consente una per rivoluche recupera dati di ilmisura 3D direttamente da PolyWorks|DataLoop – la propria soluzione la zionaria gestione, analisi e condivisione dei dati e parallelamente un importantissimo cliente sta iniziando un periodo di test gestione dei dati – e consente di inserirli in applicazioni software di terze parti. sempre di PolyWorks|DataLoop. Sulla scia di quanto sta già accadendo in nord America, ci prepariamo a supportare la diffusione su larga scala di questo prodotto che rivoluzionerà il modo di lavorare dei nostri clienti. Per mostrare e spiegare ciò di cui vi ho appena2022 parlato,èstiamo preparando numerose la prima delle quali si terrà FICO l’11 Marzo 2022. PolyWorks ora disponibile, in tuttoiniziative, il mondo, attraverso la rete dipresso rivenditori PolyWorks di

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COMUNICAZIONI, RICERCA E SVILUPPO DA ENTI E IMPRESE

La Redazione di Tutto_Misure (alessandro.ferrero@polimi.it)

Notizie nel campo delle misure e della strumentazione Da Laboratori, Enti e Imprese

NEWS IN MEASUREMENT AND INSTRUMENTATION This section contains an overview of the most significant news from Italian R&D groups, associations and industries, in the field of measurement science and instrumentation, at both theoretical and applied levels. RIASSUNTO Questa sezione contiene articoli e notizie significative da gruppi di ricerca, associazioni e aziende leader in Italia nel campo della scienza delle misure.

CIM 2023: PRESENTE E FUTURO DELLA METROLOGIA

A ROMA LA 27a CONFERENZA DEL CIRED

Si svolgerà a Lyon (F), dal 7 al 10 marzo 2023, la 21a edizione del Congresso Internazionale di Metrologia CIM 2023, l’evento europeo in cui la metrologia incontra la scienza, l’industria e gli organismi infrastrutturali della Qualità. 200 presentazioni, raggruppate in tematiche tecniche, e 6 Tavole rotonde. 3 temi principali: Industry 4.0, Health, Green deal. Metrology Village: area di 2.000 metri quadrati, comprendente i migliori marchi della metrologia nei vari settori. 850 partecipanti attesi, provenienti da 45 Paesi (decisori e responsabili metrologici di industrie, organismi ufficiali, enti universitari e di ricerca).

CIRED è un’associazione internazionale senza scopo di lucro, che lavora per aumentare le competenze, capacità e conoscenze di coloro che operano nel campo della distribuzione di energia elettrica, siano essi fornitori di servizi, di prodotti e componenti, consulenti, o provenienti dal mondo accademico. CIRED copre l’intero campo dei sistemi di distribuzione dell’energia elettrica e dei servizi associati, inclusi problemi di generazione distribuita, riduzione dei costi, gestione degli asset, strumenti di flessibilità e meccanismi di integrazione, nuovi ruoli per la distribuzione, resilienza e affidabilità, sostenibilità e miglioramento dell’efficienza energetica, telecomunicazioni e gestione dei dati.

L’attività del CIRED viene esposta nella propria Conferenza di riferimento, itinerante e organizzata con cadenza biennale. È sia Conferenza sia evento di Esposizione di aziende operanti nel settore elettrico e il suo contenuto tecnico si basa principalmente su 6 Sessioni: – Sessione 1: Componenti di rete; – Sessione 2: Power Quality e compatibilità elettromagnetica; – Sessione 3: Gestione; – Sessione 4: Protezione, Controllo e Automazione; – Sessione 5: Progettazione dei Sistemi di Distribuzione dell’Energia; – Sessione 6: Clienti, Regolamento, DSO Business e Risk Management. La 27a edizione del CIRED, 2023, sarà organizzata in Italia, a Roma dal 12 al 15 giugno 2023 presso il Centro Congressi “La Nuvola”. La partecipazione a CIRED 2023 offre l’opportunità di incontrare mediamente fino a 2.500 delegati e di visitare gli stand di circa 150 espositori. La scadenza per inviare gli abstract per la Conferenza è il 14 settembre 2022. SCARICA QUI le informazioni sulla Conferenza ed Esposizione. Per ulteriori informazioni si può fare riferimento al prof. Lorenzo Peretto, dell’Università di Bologna. T_M

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TUTTO_MISURE ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

IL TEMA

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La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità Il III Forum delle Misure Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

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IL TEMA Il monitoraggio delle grandi strutture

GLI ALTRI TEMI Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

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LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

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Riflessioni

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Strada del Portone, 113 del Portone, 113 Strada 10095 Grugliasco (TO) – ITALY 10095 Grugliasco (TO) Tel. 011/4025 111 – ITALY Tel. 011/4025 111 E-mail: commerciale.it.mi@hexagon.com E-mail: commerciale.it.mi@hexagon.com Web: www.hexagonmi.com Web: www.hexagonmi.com Persona da contattare: Valetti Persona da contattare: LevioLevio Valetti Hexagon è il gruppo leader mondiale nel settore dei sensori, rendere l’impresa manifatturiera più intelligente. Hexagon è il gruppo leader mondiale nel settore dei sendall’ingegneria, metrologia e dalla produzione, per Hexagon è il gruppo leader mondiale nel settore dei sendall’ingegneria, dalladalla metrologia eedalla produzione, per dei software e delle soluzioni autonome. Ci stiamo avvaL’organizzazione commerciale di supporto tecnico di Hesori, dei software e delle soluzioni autonome. Ci stiamo rendere l’impresa manifatturiera più intelligente. sori, lendo dei software e delle soluzioni autonome. Ci stiamo rendere l’impresa manifatturiera più intelligente. dei dati per aumentare l’efficienza, la produttività e xagon Italia opera con sedi e personale distribuiti sul terriavvalendo dei dati per aumentare l’efficienza, la produttiL’organizzazione commerciale e di supporto tecnico di Hexaavvalendo dei dati per aumentare l’efficienza, lal’industria, produtL’organizzazione commerciale e dila supporto di Hexala qualità nell’ambito delle applicazioni per la torio nazionale per garantire massimatecnico efficienza e rapidità vità e la qualità nell’ambito delle applicazioni per l’indugon Italia opera conesedi e personale distribuiti sul territorio tivitàproduzione, e la qualità nell’ambito delle applicazioni per l’ingon Italia opera con sedi personale di stribuiti sul territorio le infrastrutture, la sicurezza e la mobilità. d’intervento locale. stria, le infrastrutture, la sicurezza la nazionale per garantire la massima efficienza e rapidità dustria, la la proproduzione, duzione, le stanno infrastrutture, la sicurezza e la eurnazionale per garantire massima efficienza e rapidità d’in- d’inLe nostre tecnologie modellando gli ecosistemi La competenza e lalapluriennale esperienza del personale di mobilità. tervento locale. mobilità. tervento locale. bani e produttivi per renderli sempre più connessi e autovendita su tutti i prodotti del gruppo sono ulteriormente arLe nostre tecnologie stanno modellando gli ecosistemi La competenza e la pluriennale esperienza del personale di Le nostre tecnologie stanno modellando glieecosistemi urba-urbaLa competenza la pluriennale esperienza del personale nomi, garantendo un futuro scalabile sostenibile. ricchite dalesupporto di tecnici specializzati in grado di di eseni e produttivi per renderli sempre più connessi e autonomi, vendita su tutti i prodotti del gruppo ulteriormente ni e produttivi perManufacturing renderli sempre più connessi e autonomi, vendita su tutti prodotti deldimostrazioni gruppo sonosono ulteriormente La divisione Intelligence di Hexagon fornisce guire studi i applicativi, e realizzazione di garantendo un futuro scalabile e sostenibile. arricchite dal supporto di tecnici specializzati in grado di esegarantendo unche futuro scalabile e sostenibile. arricchite dalspeciali supporto di tecnici specializzati in grado di esesoluzioni utilizzano i dati derivanti dalla progettazione sistemi e integrati. La divisione Manufacturing Intelligence di Hexagon fornisce guire studi applicativi, dimostrazioni e realizzazione di sisteLa divisione Manufacturing Intelligence di Hexagon fornisce guire studi applicativi, dimostrazioni e realizzazione di sistee dall’ingegneria, dalla metrologia e dalla produzione, per soluzioni che utilizzano dati derivanti progettazione e speciali mi speciali e integrati. soluzioni che utilizzano i datiiderivanti dalladalla progettazione e mi e integrati.

Vi invitiamo quindi a contattarci per ogni necessità e informazione sia in modo diretto verso i vostri abituali interlocutori Vi invitiamo quindi a contattarci per ogni necessità e informazione sia insia modo diretto versoverso i vostri abituali interlocutori che che Vi quindi a contattarci per ogni necessità e informazione in modo diretto i vostri abituali interlocutori cheinvitiamo al nostro indirizzo di posta elettronica (commerciale.it.mi@hexagon.com) al nostro indirizzo di posta elettronica (commerciale.it.mi@hexagon.com) al nostro indirizzo di posta elettronica (commerciale.it.mi@hexagon.com) Per ogni esigenza di assistenza tecnica e applicativa è operativo il Contact Center alla pagina webcc.it.hexagonmi.com Per ogni esigenza di assistenza tecnica e applicativa è operativo il Contact Center alla pa gina Per ogni esigenza di assistenza tecnica e applicativa è operativo il Contact Center alla pawebcc.it.hexagonmi.com gina webcc.it.hexagonmi.com o al numero 011/4025555. o al numero 011/4025555. o al numero 011/4025555. Seguiteci su tutti i nostri canali di comunicazione e, per una informazione continua, iscrivetevi alla nostra newsletter Seguiteci su tutti i nostri canali di comunicazione e, per una informazione continua, iscrivetevi alla nostra newsletter Seguiteci su canali di soluzioni comunicazione e, per informazionesimulazione, continua, iscrivetevi allacontrollo nostra newsletter Hexagon: untutti soloi nostri fornitore per complete diuna progettazione, CAD/CAM, dimensionale e Hexagon: undisolo fornitore per soluzioni complete di visitate progettazione, simulazione, CAD/CAM, controllo dimensionale e analisi analisi processo. Per maggiori informazione hexagonmi.com Hexagon: un solo fornitore per soluzioni complete di progettazione, simulazione, CAD/CAM, controllo dimensionale e analisi di processo. Per maggiori informazione visitate hexagonmi.com di processo. Per maggiori informazione visitate hexagonmi.com

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Via Risorgimento 3 – Oggiona con S. Stefano (VA) Tel. 0331/212312 – Fax 0331/219778 E-mail: segreteria@cogobilance.it Web: www.cogobilance.it Persona da contattare: Fabio Martignoni

Cogo Bilance è dal 1870 leader nel settore della pesatura e del dosaggio industriale con i marchi Buroni Opessi, Quadrelli, Laveggio, Iemmegi. Progettiamo produciamo e installiamo sia impianti standard quali pese a ponte, piattaforme di pesatura, indicatori di peso, celle di carico, dinamometri, contapezzi, bilance, impianti di dosaggio, sia realizzati su specifiche del cliente, sia hardware che software. Realizziamo impianti di controllo accessi negli stabilimenti e nei singoli reparti, sia per quanto riguarda mezzi pesanti sia per mezzi leggeri e persone fisiche, per garantire la sicurezza delle persone e il controllo puntuale della movimentazione delle merci. Eseguiamo tarature di impianti di pesatura e dosaggio e disponiamo delle autorizzazioni necessarie per eseguire le verifiche periodiche legali con il nostro laboratorio metrologico. Siamo certificati ISO 9001-2015 e nel giugno 2020 il nostro laboratorio metrologico ha ottenuto da Accredia l’accreditamento come Centro LAT n° 292.

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MISURE PER LA SALUTE E L’AMBIENTE

IL TEMA

C. Liguori, A. Pietrosanto, A. Ruggiero, D. Russo, P. Sommella

L’importanza del comfort acustico nelle aule scolastiche Valutazione dei descrittori acustici

ACOUSTIC DESIGN OF LEARNING ENVIRONMENTS The improvement of the acoustic quality of a classroom, based on the estimation of the main acoustic parameters, guarantees low speaker effort and better speech intelligibility for students. RIASSUNTO In questo lavoro viene presentata l’importanza della misura dei principali descrittori acustici di un ambiente destinato all’ascolto della parola, al fine di poter progettare gli interventi di correzione acustica necessari a migliorare la comunicazione tra docente e studenti e a realizzare le condizioni ottimali per la trasmissione dei messaggi vocali e, quindi, per l’apprendimento. PERCHÉ IL COMFORT ACUSTICO È COSÌ IMPORTANTE IN UN AMBIENTE SCOLASTICO?

Esistono diversi lavori scientifici che approfondiscono questo tema [1]. Innanzitutto c’è da osservare che i docenti che lavorano in aule rumorose Oggigiorno si registra un particolare rappresentano la categoria professiointeresse, da parte dell’opinione pub- nale maggiormente a rischio per quanblica, degli addetti ai lavori e della to concerne i problemi vocali. comunità scientifica, nei confronti della Vilkman, sulla base delle testimonianqualità in-door degli ambienti scolasti- ze d’insegnanti che lamentano siffatti ci. In particolare, il comfort acustico in problemi, indica l’acustica non ottimatali locali riveste un ruolo di primaria le delle aule come uno dei fattori princiimportanza, sia perché riduce lo stress pali di affaticamento per i professionidell’apparato fonatorio degli inse- sti per i quali la voce rappresenta uno gnanti sia perché potenzia il livello di strumento fondamentale [2] apprendimento degli alunni. Alcuni autori, come Kob et al. [3], eviPurtroppo nel nostro paese la maggior denziano il legame esistente tra la riduparte delle aule adibite alla didattica zione del tempo di riverbero in un’aula non risponde ai requisiti minimi acusti- e gli effetti positivi sull’uso della voce ci riportati nelle norme tecniche e nella per gli insegnanti di scuola secondaria. letteratura internazionale. Pertanto La qualità acustica delle aule scolastirisulta particolarmente utile correggere che incide, tuttavia, anche sui risultati acusticamente tali ambienti, al fine di degli studenti. Diversi autori hanno ridurre le disfunzioni vocali degli inse- focalizzato la loro attenzione sul nesso gnanti e potenziare il livello di appren- eziologico che lega la difficoltà incondimento degli alunni. trata dai bambini nei primi anni di età scolastica nell'acquisizione del linguaggio e delle abilità di letTabella 1 – Valori ottimali dei descrittori acustici per un tura al rumore presente in un locale adibito ad aula scolastica (arredata e vuota) ambiente scolastico non acusticamente corretto. La capacità di concentrarsi sul linguaggio mentre si è in presenza di rumore è un’abilità che si evolve con la maturazione del cervello e con la padronanza del linguaggio. Inoltre,

poiché l’apparato uditivo non matura pienamente fino all'età compresa tra 13 e 15 anni, i giovani studenti sono particolarmente vulnerabili alle difficoltà percettive a causa d’interferenze acustiche. Essi, dunque, necessitano di ambienti dal miglior “clima acustico” rispetto agli ascoltatori adulti per raggiungere un riconoscimento equivalente delle parole [4]. Infatti i ragazzi non riescono a identificare come gli adulti, prima dei 14 anni, le consonanti in presenza di rumore elevato o riverberazione eccessiva [5]. L'esposizione degli alunni al rumore in classe ha una ricaduta negativa anche sulla loro attenzione e sulla loro capacità di concentrazione [6]. In letteratura sono riportati e commentati risultati di misurazioni acustiche e di test d’intelligibilità del parlato in alcune aule d’Istituti Comprensivi, al fine di stimare i criteri acustici ideali per questo tipo di ambiente [7]. PRINCIPALI DESCRITTORI ACUSTICI

Per poter valutare oggettivamente la qualità acustica di un locale adibito ad aula scolastica, le normative nazionali e internazionali vigenti stabiliscono gli intervalli ottimali dei principali descrittori acustici, in particolare del tempo di riverbero (T30), della chiarezza della parola (C50) e dell’indice di trasmissione del parlato (STI), in corrispondenza delle frequenze d’interesse [8]-[11]. Il “tempo di riverbero” (T30) sintetizza l’effetto della riverberazione del suono in un ambiente, fornendo un’indicazione essenziale circa la qualità acustica di un locale.

Dip. di Ingegneria Industriale (DIIn) Università di Salerno tliguori@unisa.it

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IL TEMA

La riverberazione è una condizione naturale della fruizione acustica di un ambiente chiuso, ma essa va, per così dire, opportunamente “dosata” per evitare effetti indesiderati. Per definizione, il termine riverbero indica la persistenza del suono in un ambiente chiuso dopo che la sorgente sonora ha cessato d’irradiare, a causa della riflessione continuata dell’onda sonora sulle pareti. Per garantire l’efficiente qualità acustica di una sala, il suono deve’ssere sufficientemente intenso in tutti i punti di ascolto dell’ambiente e i suoni che si succedono con rapida emissione devono arrivare all’ascoltatore chiari e distinti, mantenendo la loro individualità. In tale contesto rappresenta un punto di riferimento la teoria della propagazione del suono in ambienti chiusi di Sabine, in base alla quale le caratteristiche acustiche di ogni ambiente possono essere sintetizzate nel “tempo di riverbero”, definito come il tempo necessario affinché, interrompendo improvvisamente l’emissione di energia sonora in un ambiente, il livello di pressione sonora diminuisce di 60 dB rispetto al valore che aveva prima dello spegnimento della sorgente (Fig. 1). La “chiarezza della parola” (C50) concerne la qualità della comunicazione tra due persone e la nitidezza del trasferimento di un discorso da un emittente a un ricevente. Questo parametro prende in esame l’intervallo di tempo che intercorre tra l’emissione del suono diretto e la comparsa delle prime rifles-

sioni, che hanno la caratteristica di rinforzare l’intensità del suono, al contrario delle riflessioni successive che possono essere percepite come fastidiose. Tale indice viene calcolato attraverso un bilancio energetico, confrontando l’energia sonora iniziale con quella successiva a una soglia temporale definita in base al fine della misurazione. Nel caso di chiarezza del parlato, l’intervallo temporale considerato è di 50 millisecondi e l’espressione utilizzata per il suo calcolo è la seguente:

L’indice di trasmissione del parlato o Speech Transmission Index (STI) quantifica l’effetto combinato dell’interferenza del rumore di fondo e della riverberazione sull’intelligibilità del parlato, ossia rappresenta l’effetto del sistema di trasmissione, in questo caso l’ambiente, sull’intelligibilità del parlato. Lo STI si calcola come valore medio del rapporto segnale/disturbo apparente (S/N), in un campo di frequenze che sono ritenute importanti per la modulazione d’inviluppo del segnale vocale. QUALCHE RISULTATO SPERIMENTALE

Nell’ambito di un progetto riguardante il tema dell’importanza dell’acustica nelle scuole, sviluppato anche sulla base di una Convenzione Quadro di cooperazione tra il Dipartimento d’Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno e la Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo di Salerno, è stata realizzata una sperimentazione consistente nella progettazione e nella realizzazione d’interventi di correzione aFigura 1 – Esempio di tempo impiegato dal livello di pressione custica di un’aula dei sesonora per ridursi di 60 dB, dopo che è cessata l’emissione guenti istituti scolastici da parte della sorgente sonora della Campania: IC di T_M  16

Pellezzano, Comune di Pellezzano (SA); IC “A. Genovesi”, Comune di San Cipriano Picentino (SA); IC “Parmenide”, Comune di Ascea Marina (SA); IC “Camerota”, Comune di Camerota (SA); IC “2° Massaia”, Comune di San Giorgio a Cremano (NA); IC “Capaccio-Paestum”, Comune di Capaccio (SA); IC “A. De Curtis”, Comune di Aversa (CE). Per la caratterizzazione acustica di ogni aula arredata e vuota è stata effettuata, in ottemperanza alle normative tecniche vigenti, la progettazione e la conduzione di una campagna di misure fonometriche, al fine d’individuare il valore dei principali descrittori acustici (T30, C50, STI). Per conseguire un’adeguata copertura dell’ambiente, sono state individuate diverse posizioni di misura, uniformemente distribuite sull’intera area adibita agli alunni, poste poco più di 2 m l’una dall’altra e non troppo vicine alla sorgente, posizionata in corrispondenza della cattedra, per evitare un’influenza eccessiva da parte del suono diretto. Il microfono è stato posizionato a una distanza minima di circa 1 m dalle pareti e a 1,2 m dal pavimento, in modo che fosse rappresentativo dell’altezza dell’orecchio di ogni allievo seduto. Sono state eseguite 3 acquisizioni per ogni posizione, utilizzando il “metodo della risposta integrata all’impulso” [9], con spari di pistola a salve come sorgenti acustiche, con tutte le finestre e la porta d’ingresso chiuse: i valori finali sono stati calcolati come la media dei risultati relativi alle misure ripetute in corrispondenza della stessa posizione. Tale metodo consente di analizzare il decadimento del livello della pressione sonora, in funzione del tempo, in un punto di un ambiente dopo la cessazione della sorgente sonora, mediante integrazione inversa del quadrato della risposta all’impulso. La risposta all’impulso è il diagramma, nel dominio del tempo, della pressione sonora ricevuta in un ambiente quale risultato di un eccitamento dell’ambiente stesso da parte di una funzione delta di Dirac. Successivamente, per l’individuazione della soluzione progettuale di correzione


N. 02 ; 2022 acustica più adatta [12], con un software previsionale sono stati realizzati i modelli delle aule prese in esame (Fig. 2 e Fig. 3), tarati con i dati acquisiti nel corso delle campagne di misure ante operam.

ti, in cui possono essere presenti echi ripetuti, si è deciso di ricorrere a trattamenti di correzione acustica basati sull’utilizzo di opportuni pannelli fonoassorbenti, adatti all’utilizzo in ambiente scolastico. In tal senso è stata eseguita un’analisi molto approfondita per scegliere il materiale fonoassorbente più adatto, determinarne la quantità ottimale e identificarne la migliore disposizione sul soffitto e sulle pareti. I risultati delle misurazioni post operam, riportati in Tab. 2 (a pag. 19), Figura 2 – Esempio di modello grafico 3D: evidenziano l’efficacia aula dell’IC di Capezzano (Pellezzano – SA) degli interventi di corre-

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IL TEMA

zione acustica eseguiti nelle aule dei sette Istituti Comprensivi presi in esame. Infatti, a valle del trattamento effettuato, i tre descrittori acustici considerati rientrano in tutti i casi considerati negli intervalli ottimali stabiliti dalle normative nazionali e internazionali vigenti per un locale adibito ad aula scolastica. Alla luce dei risultati conseguiti, ultimamente è stata sottoscritta una Convenzione di consulenza tra il Dipartimento d’Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno e il Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno con l’obiettivo di estendere la sperimentazione anche alle aule adibite a laboratori musicali.

BIBLIOGRAFIA

Figura 3 – Esempio di modello grafico 2D: aula dell’IC di Capezzano (Pellezzano – SA)

A titolo esemplificativo, in Fig. 4 è riportato il modello previsionale dell’aula dell’IC di Capezzano (Pellezzano - SA), tarato con i valori misurati ante operam a 500 Hz del tempo di riverbero (Fig. 4a), dell’indice di chiarezza della parola (Fig. 4b) e dello STI (Fig. 4c). Per poter contenere i costi degli interventi, non sono state prese in considerazione soluzioni che prevedessero modifiche strutturali alle aule. Pertanto, in ragione anche della geometria degli ambienti analizzati, caratterizzati da estese pareti piane, parallele e rifletten-

Figura 4 – Modello previsionale dell’aula dell’IC di Capezzano (Pellezzano – SA): valori misurati ante operam a 500 Hz del tempo di riverbero (a), dell’indice di chiarezza della parola (b) e dello STI (c)

[1] D. Russo, A. Ruggiero, “Choice of the optimal acoustic design of a school classroom and experimental verification”, Applied Acoustics, 146, 280287 (2019). [2] E. Vilkman, “Voice problems at work: a challenge for occupational safety and health arrangement”, Folia phoniatrica et logopaedica, 52(1-3), 120-125 (2000). [3] M. Kob, G. Behlery, A. Kamprolfz, O. Goldschmidtx, C. NeuschaeferRube, “Experimental investigations of the influence of room acoustics on the teacher’s voice”, Acoust. Sci. & Tech. 29 (1) 86-94, (2008). [4] K. Anderson, “The problem of classroom acoustics: The typical classroom soundscape is a barrier to learning.” In Seminars in Hearing 25 (2), 117-129. Copyright© 2004 by Thieme Medical Publishers, Inc., 333 7th Avenue, New York, NY 10001, USA (2004). [5] C.E. Johnson, “Children's phoneme identification in reverberation and noise”, J. Speech Lang. Hear. Res., 43 144-157 (2000). [6] L.E. Maxwell, G.W. Evans, “The effects of noise on pre-school children's pre-reading skills”, Journal of environmental Psychology, 20(1), 91-97 (2000). [7] J.S. Bradley, H. Sato, “The intelligibility of speech in elementary school T_M  17


CHNOLOG Y TE

BY

Test T est a avanzati vanzati sulle vanzati attrezzature at trezzature e i sistemi sistemi elettrici aereonautici elet trici a ereonautici L’elettrificazione L ’elettrificazione degli aer aerei ei punta a diversi diversi obiettivi: aumenaumentarne l’l’efficienza, efficienza, ridurre ridurre i costi operativi operativi e rendere rendere i velivoli velivoli più rispettosi rispett osi dell’ambiente, dell’ambiente, sia in termini di emissioni che di inquinamento inquinament o acustico. Per Per trasformare trasformare le attuali aer aeronavi onavi in aerei aer ei elettrici, gli attuat attuatori ori e i sistemi idraulici idraulici e pneumatici saranno sar anno gradualmente gradualmente sostituiti da attuatori attuatori e sistemi elettrici.

www.hbm.com/aest www .hbm.com/aest


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Tabella 2 – Descrittori acustici misurati prima e dopo l’intervento L’evid5nza strumentale oggettiva ha avuto un riscontro positivo anche nell’apprezzamento soggettivo dei docenti e degli studenti, che hanno potuto apprezzare i benefici che scaturiscono dal comfort acustico di un ambiente destinato all’insegnamento

IL TEMA

[10] CEI EN 60268-16:2011, Sound System equipment – Part 16: Objective rating of speech intelligibility by speech transmission index. [11] DIN 18041 Hörsamkeit in Räumen – Anforderungen, Empfehlungen und Hinweise für die Planung (Acoustic quality in rooms – Specifications and instructions for the room acoustic design), 2016. [12] A. Astolfi, M. Garai, “Linee Guida per una corretta progettazione acustica di ambienti scolastici”, Associazione Italiana di Acustica, 2017. Consolatina Liguori è professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il DIIn dell’Università di Salerno. Si occupa di Sistemi di misura basati sull’immagine, Elaborazione dei segnali digitali, Caratterizzazione metrologica di sistemi di misura, Rilevamento dei guasti nella strumentazione. Antonio Pietrosanto è professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il DIIn dell’Università di Salerno. Si occupa di Rilevamento e isolamento dei guasti nella strumentazione (IFDIA), Sensori, Reti di sensori wireless, Sistemi Embedded, Caratterizzazione metrologica del software di misurazione. Alessandro Ruggiero è professore Associato di Meccanica applicata alle macchine presso il DIIn dell’Università di Salerno. Si occupa di Dinamica dei sistemi meccanici, (Bio)Tribologia, Controllo delle vibrazioni e del rumore.

Domenico Russo è dottore di ricerca in Ingegneria Industriale, responsabile delle attività di metrologia acustica presso Metering Research (Spin Off dell’Università di Salerno), membro della Commissione Mista UNI/CEI di Metrologia Generale. Si occupa di Acustica, Controllo del rumore e Valutazione dell’incertezza di misura.

classrooms”, The Journal of the Acoustical Society of America 123(4), 2078-2086 (2008). [8] UNI 11367, 2010, Acustica in edilizia, Classificazione acustica delle unità immobiliari. Procedura di valutazione e verifica in opera. [9] ISO 3382, Acoustics – Measurement of the reverberation time – Part 1: Performance rooms (2005); Acoustics – Measurement of room acoustic parameters – Part 2: Reverberation time in ordinary rooms (2008).

Paolo Sommella è professore Associato di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il DIIn dell’Università di Salerno. Si occupa di Sistemi di Misura basati su visione, Valutazione dell'incertezza in sistemi di misura complessi ed Elaborazione d’immagini biomediche T_M  19


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TAMBURINI, DA SEMPRE UNA CONFERMA QUANDO SI PARLA DI PRECISIONE In Tamburini, la precisione è tutto. Continui investimenti in tecnologia pongono i Laboratori Metrologici di Tamburini al centro di una costante ricerca per offrire al cliente un prodotto ed un servizio accurato, sicuro e dalla qualità indiscussa. Il Laboratorio Metrologico di Tamburini è accreditato ACCREDIA e opera in conformità alla normativa europea UNI CEI EN ISO/IEC 17025, effettuando servizio di taratura per strumenti primari ed emette certificati riconosciuti da tutti gli stati firmatari dell’Accordo Multilaterale della “European Cooperation for Accreditation (EA)”, secondo tabella pubblicata sul sito www.accredia.it. I certificati emessi dal laboratorio ACCREDIA garantiscono la riferibilità metrologica per gli strumenti e i campioni usati nei processi di misurazione attuati dalle aziende che operano in termini di “garanzia della qualità”. Tamburini produce calibri lisci e filettati, sia standard secondo le normative vigenti, e speciali per qualsiasi esigenza di utilizzo considerando le quote di filettatura e le dimensioni di ingombro. La gamma calibri è realizzata in acciaio legato, altamente indeformabile con durezza superficiale di 63 HRc (raggiungibile dopo tempra). Per applicazioni speciali vengono realizzati calibri con acciai specifici secondo le richieste del cliente. E per migliorare il rendimento, la durata e l’assenza di attriti, senza alterare le caratteristiche di base, i calibri possono essere sottoposti a una serie di trattamenti superficiali tra cui la ricopertura della parte filettata con un rivestimento esterno (in TIN o DCL) a seconda delle necessità individuate nelle specifiche applicazioni. Inoltre a richiesta può essere rilasciato il Rapporto di Taratura o la Dichiarazione di Conformità, secondo l’uso a cui è destinato. Il servizio è attivo anche per calibri di proprietà di terzi, con taratura periodica pianificata e rilascio della documentazione richiesta.

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MISURE PER LA SALUTE E L’AMBIENTE

IL TEMA

Marco Pradella

Incertezza dei risultati qualitativi: le ultime guide Risultati nominali nei laboratori: guide a precisione e incertezza

UNCERTAINTY OF QUALITATIVE RESULTS: THE MOST RECENT GUIDELINES ISO 17025 does not distinguish for uncertainty between quantitative and qualitative results. The EURACHEM/CITAC Guide 2021, despite some criticalities, is relevant for qualitative results. ISO/TR 27877:2021 deals with the precision of binary measurement methods. With the SIPMeL Recommendations for medical laboratories, most of the difficulties, not yet considered in the revision of ISO 15189, with nominal results can simply be addressed. RIASSUNTO ISO 17025 non distingue per l’incertezza tra risultati quantitativi e qualitativi. La Guida EURACHEM/CITAC del 2021, nonostante alcune criticità, è importante per i risultati qualitativi. Il documento ISO/TR 27877:2021 si occupa della precisione dei metodi di misurazione binari. Con le Raccomandazioni SIPMeL per i laboratori medici si possono affrontare semplicemente la maggior parte delle difficoltà, non ancora considerate nella revisione di ISO 15189, con i risultati nominali. RISULTATI NOMINALI E ORDINALI 3.1.2 “concordanza”, cioè la probabiDELLE MISURE NEI LABORATORI lità che due valori binari misurati siano

Tra le difficoltà incontrate ancora oggi nei laboratori medici, alcune sono dovute alla presenza di esami con risultati non numerici, ossia qualitativi nominali e ordinali, soprattutto con l’espansione dei settori di genomica molecolare, nel campo delle malattie infettive, tumorali e genetiche propriamente dette. ISO esercita il peso della sua autorità pubblicando il documento ISO/TR 27877, dedicato proprio all’analisi statistica per valutare la precisione dei metodi di misurazione binari. Lo standard è prodotto da ISO/TC 69/SC 6 “Metodi di misurazione e risultati”, in cui si trova il WG 7 che si occupa di “Metodi statistici per sostenere la valutazione dell’incertezza di misura”, e ha pubblicato la citata serie fondamentale ISO 5725. ISO con 27877 [1] definisce il termine 3.1.1 “accordanza” (in italiano anche “conformità”), cioè la probabilità che due valori binari misurati siano identici quando ottenuti dallo stesso laboratorio, concetto che corrisponde alla definizione di “ripetibilità” in ISO 5725, accanto al termine

identici quando ottenuti da laboratori diversi, concetto che corrisponde alla definizione di “riproducibilità” in ISO 5725. Questi termini sono stati originariamente proposti da Langton [2]. La lista dei metodi raccolti da ISO 27877 comprende inoltre l’approccio ISO 5725, quello ORDANOVA, la “matrice di confusione” (CM) e il coefficiente “Kappa”. In Germania, l’Associazione medica ha fornito una guida [3] sulla qualità degli esami in medicina di laboratorio, in cui una grossa parte è dedicata agli esami usati per determinare una caratteristica qualitativa, con valori assegnati a una scala senza intervalli ovvero “scala topologica”. Le caratteristiche nominali hanno valori non correlati in gerarchia (scala nominale): ad esempio, “rilevabile”, “non rilevabile”. Le caratteristiche ordinali invece hanno valori correlati in gerarchia (scala ordinale): per esempio, livello del titolo, da + a +++ o il valore del pH su una striscia reattiva. È stata da poco pubblicata la Guida EURACHEM/CITAC “Valutazione del-

le prestazioni e dell’incertezza nell’analisi chimica qualitativa” [4], strumento che sarebbe prezioso anche per completare il sistema qualità dei laboratori medici ai fini dell’accreditamento secondo norma ISO 15189. “EURACHEM – A Focus for Analytical Chemistry in Europe” è stata fondata nel 1989 inizialmente per occuparsi di metrologia in chimica analitica. PUNTI CRITICI DELLA GUIDA EURACHEM/CITAC

La Guida EURACHEM/CITAC dichiara di non trattare tutti gli strumenti disponibili per la valutazione delle prestazioni dei metodi qualitativi. Non considera, ad esempio, la concordanza tra metodi qualitativi o il trattamento delle scale ordinali. Infatti recentemente sono state segnalate alcune criticità della Guida: la mancanza della componente di precisione e l’ambiguità tra risultati qualitativi e passi intermedi con misure quantitative. Nella Guida EURACHEM non c’è alcuna caratteristica derivante dalle ripetizioni delle misurazioni [5]. Tutte le caratteristiche della tabella 2 al punto 3.2 della Guida derivano dal confronto dei risultati con un riferimento esterno al metodo di laboratorio. Invece, in ISO 3534-2 3.3.4, VIM 2.15 e ISO Guide 99 la “precisione” è definita come il grado di accordo tra i risultati di prove/misure indipendenti ottenuti da misure ripetute su oggetti uguali o simili. Secondo VIM 2.28, la precisione deriva dai valori ottenuti in condizioni come quelle di ripetibilità, di

Società Italiana di Paologia Clinica e Medicina di Laboratorio SIPMel, Castelfranco Veneto (TV) labmedico@labmedico.it

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IL TEMA

precisione intermedia e di condizione di riproducibilità. ISO/TS 20914 [6] propone la stima dell’incertezza di misura nel laboratorio medico dai dati del controllo di qualità interno per un lungo periodo di tempo, in condizioni di metodo stabile e per valori vicini ai livelli di decisione. Secondo ISO/TS 16393:2019 [7] la precisione per i risultati di qualità nominale è data dalla frequenza dei risultati positivi per un materiale di controllo di qualità interno su un lungo periodo di tempo a basso livello positivo.

Come seconda criticità, gli esempi nell’appendice della Guida EURACHEM/ CITAC includono risultati qualitativi derivati da misure quantitative. Nella ISO/DIS 15189:2021 [8] si dice ancora che per gli esami con risultati nominali dev’essere considerata l’incertezza nelle fasi di misurazione intermedie che producono dati quantitativi, come pure fa la citata ISO/TS 20914:2019 [6] (oggi in revisione). Sarebbe quindi giustificato chiedersi se, per i risultati qualitativi derivati da una misurazione quantitativa, si debba

TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

stimare l’incertezza del risultato o l’incertezza della misurazione, o entrambe. SOLUZIONI PER LA GESTIONE DEI RISULTATI NOMINALI E ORDINALI

La Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio (SIPMeL) ha prodotto un documento di raccomandazioni per l’incertezza di misura nei laboratori medici, dove raccoglie le principali indicazioni per l’applicazione

TUTTO_MISURE

ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 01 ƒ 2 019

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Le responsabilità da contatto sociale

GLI ESPERTI DI T_M

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Magistrati, avvocati e metrologi discutono di Metrologia Forense

Termometria in ambito biomedicale

EDITORIALE

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NOTIZIE

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N. 02 ; 2022 Figura 1 – Simulazioni del controllo di qualità per risultati di tipo di tipo nominale binario (in alto) e di tipo ordinale (in basso) in base alle Raccomandazioni SIPMeL

dalla frequenza dei risultati positivi (“accordanza”) per un materiale di controllo di qualità interno in un periodo di tempo lungo, a un livello basso positivo. Infine la Raccomandazione SIPMeL 6h, seguendo lo stesso schema, descrive il criterio interpretativo per la prova di ripetibilità in audit di parte terza (la visita ispettiva di accreditamento) di risultati nominali: due risultati uguali sono prova positiva, due risultati diversi sono prova negativa. Sviluppando la Raccomandazione SIPMeL 3g, anche la condizione dei risultati qualitativi ordinali (come “+”, “++”, “+++”,) diventa meno complicata di quel che sembra (Fig. 1). È più facile trovare la soluzione corretta se si

evita di usare il termine “semi-quantitativo” e si resiste all’impulso di assegnare un valore numerico ai risultati ordinali per eseguire un calcolo di media e varianza. Ogni risultato ordinale ha una propria precisione e, quindi, una sua incertezza. Il risultato più vicino ai limiti decisionali, quello debolmente positivo, è solitamente il primo positivo, “+”. Solo per questo risultato il laboratorio troverà una probabilità di positivo (POD%) ed eseguirà le verifiche di ripetibilità. Non ci possiamo nascondere le difficoltà rimanenti, nonostante tutte le raccomandazioni. La ripetizione delle misure talvolta è molto difficile da realizzare. Si pensi, ad esempio, alla tipica situazione di un “crash test”, dove ogni prova comporta la distruzione di materiali costosi e non facilmente disponibili. Oppure, per restare nel campo medico, all’impossibilità di ripetere l’autopsia sullo stesso cadavere con le stesse modalità, lo stesso esame diagnostico sullo stesso paziente con patologia in evoluzione, la stessa terapia sul paziente nel frattempo guarito. Tuttavia anche per questi casi può venire in aiuto la norma ISO 17025 [10] per i laboratori di prova e di taratura, che dispone, senza distinguere tra risultati qualitativi e quantitativi: “Quando il metodo di prova preclude una valutazione rigorosa dell’incertezza di misura, dev’essere fatta una stima basata sulla conoscenza dei principi teorici o sull’esperienza pratica circa le prestazioni del metodo”. Vediamo, quindi, che la valutazione dell’incertezza nelle situazioni meno ovvie costituisce veramente un banco di prova per la competenza, l’intelligenza e la professionalità degli operatori. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] ISO/TR 27877:2021 Statistical analysis for evaluating the precision of binary measurement methods and their results. [2] S.D. Langton, R. Chevennement, N. Nagelkerke, B. Lombard. Analysing collaborative trials for qualitative microbiological methods: accordance and concordance. Int

delle norme ISO, della principale letteratura e delle linee guida del Clinical and Laboratory Standard Institute (CLSI) sul tema [9]. Le Raccomandazioni SIPMeL si occupano in diversi punti dei risultati qualitativi. Si afferma che l’esattezza di risultati nominali è rappresentata dalla “concordanza”, ovvero la corrispondenza percentuale con un esame di riferimento. Al punto 3c la stima della precisione della misura per risultati di tipo nominale (Fig. 1) è data

IL TEMA

J Food Microbiol. 2002;79:175-81. [3] Revision of the “Guideline of the German Medical Association on Quality Assurance in Medical Laboratory Examinations – Rili-BAEK” (unauthorized translation) Laboratoriums Medizin, vol. 39, no. 1, 2015, pp. 26-69. [4] R. Bettencourt da Silva and S.L.R. Ellison (eds.) Eurachem/CITAC Guide: Assessment of performance and uncertainty in qualitative chemical analysis. First Edition, Eurachem (2021). ISBN 978-0-948926-39-6. Available from https://www.eurachem.org. [5] M. Pradella, Criticalities of Eurachem/CITAC Guide Uncertainty of Qualitative results, Measurement, 2022, 110911, ISSN 0263-2241, . [6] ISO/TS 20914:2019. Medical laboratories – Practical guidance for the estimation of measurement uncertainty. [7] ISO/TS 16393:2019. Molecular biomarker analysis – Determination of the performance characteristics of qualitative measurement methods and validation of methods. [8] ISO/DIS 15189 Medical laboratories – Requirements for quality and competence. [9] SIPMeL. Q16. Raccomandazioni per la stima dell’incertezza di misura nei laboratori medici (ISO 15189 e ISO 20914). [10] ISO/IEC 17025:2017. General requirements for the competence of testing and calibration laboratories.

Marco Pradella è Coordinatore della Commissione Nazionale SIPMeL Qualità e Accreditamento. Componente delle Commissioni tecniche UNI/CT 527 “UNINFO Informatica medica” e UNI/CT 044 “Tecnologie biomediche e diagnostiche”. Già Direttore del Servizio Qualità e prima del Laboratorio ospedaliero nella Azienda sanitaria di Treviso e Docente di Automazione e Informatica per la Biochimica Clinica e Statistica applicata per la Patologia Clinica nell’Università di Padova. T_M  25


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CYBERSECURITY

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Gli attacchi ai trasduttori intelligenti tramite misure di potenza La cybersecurity nei sensori embedded

CYBERATTACKS BASED ON LEAKAGE MEASUREMENTS IN SMART TRANSDUCERS The security of an embedded device is a particularly serious problem since the physical accessibility to the transducer facilitates an attacker to eavesdrop the exchanged messages. In this article, the contribution of metrology to improve the characterization of devices in terms of security is analyzed. The presented method ensures an accurate assessment of the robustness of the device, thus guaranteeing the confidentiality and integrity of the data with greater reliability. RIASSUNTO La sicurezza informatica dei dispositivi embedded è una problematica particolarmente sentita poiché la loro fisica accessibilità permette a un aggressore di origliare i messaggi scambiati. Nel presente articolo viene esaminato il contributo della metrologia nel caratterizzare i dispositivi in termini di sicurezza. Il metodo presentato assicura un’accurata valutazione della robustezza del dispositivo, garantendo, con maggiore affidabilità, la confidenzialità e l’integrità dei dati. VULNERABILITÀ DEI SISTEMI EMBEDDED

Le reti di trasduttori intelligenti distribuiti supportano sempre più le attività quotidiane in una vasta area di applicazioni, quali il monitoraggio ambientale, le reti elettriche intelligenti, i trasporti, la sanità, l’agricoltura e i pagamenti elettronici. Il ruolo dei trasduttori intelligenti nella transizione digitale e la validità del dato sono ormai oggetto di studio da parte della comunità scientifica, con particolare riferimento al contesto tecnologico noto come “Internet delle cose” (IoT). In aggiunta alle problematiche connesse con l’utilizzo di una rete distribuita di trasduttori, già evidenziate in un precedente contributo [1], è da sottolineare la grande attenzione che si sta ponendo negli ultimi tempi alla loro sicurezza informatica. Questa problematica è accentuata dalla fisica accessibilità che interessa buona parte dei trasduttori in oggetto. Infatti, un aggressore può ottenere l’accesso ai nodi della rete per controllarli o per “origliare” i messaggi scambiati. Tipicamente, la sicurezza delle infor-

ormai implementate in tutti i dispositivi. Di seguito si fa particolare riferimento ad attacchi basati su misure di potenza dissipata dal dispositivo. L’attacco basato sulle misure di potenza fu introdotto nel 1999 da Kocher [2], che riuscì a violare un algoritmo crittografico a chiave pubblica a partire dalle misure di consumo energetico di un dispositivo crittografico. Egli, sfruttando la dipendenza esistente tra il consumo di potenza e lo stato interno del dispositivo durante la computazione di un’operazione crittografica, riuscì a ricavare informazioni sulla chiave segreta utilizzata. L’implementazione di questa tipologia di attacco consiste in due fasi principali: (i) l’acquisizione di tracce di potenza e (ii) un’analisi statistica. La procedura è rappresentata in Fig. 1. Nella prima fase si acquisisce un numero elevato di tracce di potenza dissipata mentre il dispositivo esegue operazioni crittografiche su messaggi. Nella seconda fase, l’analisi statistica viene applicata secondo il principio “dividi e conquista”, ricavando cioè separatamente i bytes della chiave segreta. Sulla base del messaggio in chiaro, che si assume noto, viene ipotizzato un modello di predizione del consumo di potenza dato un ipotetico valore del byte di chiave. L’obiettivo è quello di trovare una correlazione tra la traccia di potenza misurata e quella predetta, che possa restituire il byte ipotizzato. Sulla base delle operazioni statistiche, esistono diversi tipi di attacchi: Simple Power Analysis (SPA), Differential Power Analysis (DPA), Correlation Power Analysis (CPA) e scatter analysis. Si rimanda il lettore alla letteratura specializzata per approfondire tali attacchi. Qui si vuole piuttosto insistere di un possibile ruolo della metrologia in questo contesto.

mazioni processate viene garantita dalla crittografia dei messaggi attraverso appositi algoritmi, basati ad esempio sul ben noto “advanced encryption standard” (AES). Tali algoritmi sono implementati a bordo del trasduttore intelligente, per criptare i messaggi trasmessi e decrittare quelli ricevuti. Sebbene matematicamente sicuri, l’implementazione di tali algoritmi presenta una vulnerabilità agli attacchi sidechannel, i quali si basano sulla misurazione di grandezze fisiche associate all’operatività dei trasduttori stessi. Misurazioni tipiche possono interessare il consumo energetico, le emissioni elettromagnetiche, il tempo di esecuzione, la luce o il calore associati alle operazioni del dispositivo. Queste forniscono informazioni laterali, con le quali è possibile recuperare la chiave segreta di un algoritmo crittografico. La rigorosità offerta dalla metrologia sta permettendo oggi sostanziali passi avanti nell’ambito della sicurezza informatica dei trasduttori intelligenti, grazie a una caratterizzazione della vulnerabilità dell’algoritmo AES e della Università di Napoli Federico II robustezza offerta dalle contromisure, pasquale.arpaia@unina.it T_M

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giore affidabilità, la confidenzialità e l’integrità dei dati. Nel prosieguo viene presentato un esempio di miglioramento delle analisi di vulnerabilità. Il metodo punta all’identificazione dei parametri ottimi da impostare nelle fasi dell’attacco, per minimizzare il tempo e le risorse da impiegare nel ricavare la chiave segreta. Tale obiettivo è stato perseguito tramite l’implementazione di tecniche di progettazione degli esperimenti. I metodi di progettazione degli esperimenti consentono allo sperimentatore di comprendere e valutare meglio i fattori che influenzano un particolare sistema per mezzo di approcci statistici. Essi risultano, quindi, Figura 1 – Schema a blocchi di un attacco un modo efficiente per predire basato sull’analisi della potenza dissipata il comportamento di un sistema in condizioni non testate e per ottimizzare le condizioni speriMISURARE LA VULNERABILITÀ mentali affinché si massimizzi la quantità d’informazioni ottenute con un Per valutare la robustezza e la sicurez- numero minimo di esperimenti. za dei dispositivi crittografici rispetto L’applicazione di questa metodologia ai “side-channel attack” vengono con- nell’ambito degli attacchi di potenza si dotte le cosiddette “analisi di vulnera- è dimostrata in grado di fornire un cribilità”, che consistono nel valutare lo terio per l’identificazione dei valori dei sforzo fatto per penetrare il dispositivo, parametri che necessitano di essere quantificato in termini di risorse com- configurati in un attacco di potenza, putazionali e di tempo necessari a un tali da massimizzare il numero di byte potenziale attaccante. correttamente identificati con un numeUna corretta e affidabile valutazione ro minimo di prove sperimentali. della vulnerabilità dipende da una cor- Il metodo è stato presentato in [3] e retta scelta dei fattori che intervengono consiste di quattro fasi. In primis, la nelle fasi di attacco, quali frequenza di definizione del problema consiste nelcampionamento, tecniche di pre-pro- l’identificare i parametri da configuracessing e numero di tracce acquisite. re per l’attacco di potenza da ottimizInfatti, in condizioni non ottimali un zare e stabilirne i valori da investigare. attacco richiede un maggiore sforzo Esistono diversi parametri da impostaper rivelare la chiave segreta, come un re nelle fasi dell’attacco: frequenza di più alto numero di tracce da acquisire campionamento in fase di acquisizioe un tempo maggiore per rivelare la ne, numero di tracce di potenza per l’achiave segreta. Tale evenienza può fal- nalisi statistica e parametri di pre-prosare l’esito dell’analisi di vulnerabilità. cessing, come ad esempio il tipo di filNegli ultimi anni la metrologia sta con- tro da utilizzare. Bisogna inoltre stabilitribuendo al mondo della cyber-secu- re la funzione obiettivo da ottimizzare rity, al fine di migliorare la caratteriz- e, possibilmente, valutare le interaziozazione dei dispositivi in termini di ni di dipendenza tra parametri al fine sicurezza. Infatti una migliore valuta- di scegliere il modello che meglio apzione della robustezza di un dispositi- prossima tale funzione. Per un attacco vo crittografico garantisce, con mag- di potenza si è assunto che la funzione T_M  30

02 N. 03 ;2022 2016

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GLI ALTRI TEMI

obiettivo coincida con il numero di byte di chiave scoperti, che nell’ipotesi d’indipendenza tra parametri si esprime tramite un modello lineare: n

η = µ + ∑ diq + u i=1

in cui µ è la media complessiva di tutti gli ηj output degli esperimenti, diq è l’effetto del parametro i-esimo al valore qesimo, n è il numero di parametri di progetto e u è l’incertezza del modello. Nella seconda fase si progetta l’esperimento. Comunemente si predilige un piano degli esperimenti frazionario tale da ridurre il numero di prove. Il metodo in questione utilizza la matrice ortogonale di Taguchi, dove le righe coincidono con gli esperimenti e le colonne con il valore che i parametri devono assumere. Nella terza fase gli esperimenti sono stati eseguiti e gli esiti degli esperimenti sono utilizzati nella quarta fase per valutare gli effetti di ciascun parametro sulla funzione obiettivo. Gli stimatori diq degli effetti diq sono calcolati con l’analisi della media (ANOM), mentre l’incertezza di modello è valutata con l’analisi della varianza (ANOVA). La configurazione di attacco ottimale corrisponde alla combinazione diq che massimizza la funzione obiettivo: nk

ηopt = µ + ∑ diopt i=1

con ηk il numero dei parametri significativi. Nell’ultima fase la verifica valuta la qualità della previsione confrontando la previsione dell’incertezza up con il raggio dell’intervallo di confidenza z σp. In particolare, dev’essere soddisfatta la seguente condizione: up ≤ zσ | p| UN CASO STUDIO

Il metodo analizzato nella precedente sezione è stato applicato a un caso di studio, che consiste in un attacco di potenza basato sulla correlazione (CPA), implementato contro un microcontrollore che implementa l’algoritmo


N. 02 ; 2022 Advanced Encryption Standard con una chiave di 128 bits. La frequenza di campionamento è stata fissata a 250 MSa/s, operando in sovracampionamento. Un’operazione di decimazione, la cui frequenza di ricampionamento è oggetto di ottimizzazione, è stata applicata per abbattere il rumore in banda. La Tab. 1 riporta i parametri sperimentali e i relativi valori da analizzare. Per la progettazione degli esperimenti, è stato scelto l’array ortogonale di Taguchi di tipo L9, che consente di modellare problemi fino a 4 parametri e 3 valori. In Fig. 2 sono riportati gli effetti dei parametri sulla funzione obiettivo ottenuti dall’ANOM e l’errore stimato (per un livello di confidenza del 99,97%) valutato secondo l’ANOVA. In particolare, ciascun punto è stato calcolato come media dei valori della funzione obiettivo ottenuti quando un fattore ith è al livello qth. Dall’analisi effettuata è facilmente riconoscibile la configurazione dei valori dei parametri che massimizzano il numero di byte

scoperti dall’attacco CPA: 500 per il peso del filtro, 500 kSa/s per la frequenza di ricampionamento e 400 per il numero di tracce di potenza. La configurazione individuata riesce, inoltre, a migliorare la ripetibilità dell’esperimento. Infatti, la verifica sperimentale, condotta su 10 ripetizioni, ha restituito tutti i byte chiave (16) divulgati correttamente in ciascuna ripetizione dell’attacco. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] G. D’Emilia, A. Gaspari, E. Natale, L. Gamberi, S. Vecchiarelli, Integrare la blockchain nei trasduttori IoT: quali vantaggi? Tutto_Misure, n. 4, 2021, pp. 43-46. [2] P. Kocher, J. Jaffe, and B. Jun, “Differential power analysis,” in Annual international cryptology conference. Springer, 1999, pp. 388397. [3] P. Arpaia, et al. “Reproducibility Enhancement by Optimized Power Analysis Attacks in Vulnerability Assessment of IoT Transducers”. IEEE Transactions on Instrumentation and Measurement 70 (2021): 1-8.

Tabella 1 – Parametri sperimentali e relativi valori da ottimizzare

Parametri

Valore 1

Valore 2

Valore 3

Peso del filtro

50

500

5000

Frequenza di ricampionamento (kSa/s)

100

500

1000

Numero tracce di potenza

100

250

400

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GLI ALTRI TEMI

Pasquale Arpaia ha conseguito la Laurea Magistrale e il Dottorato di Ricerca in Ingegneria Elettrica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è professore ordinario di Strumentazione e Misure. È direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Gestione della Salute e Innovazione nell’Assistenza Sanitaria e Team Manager al CERN di Ginevra. Francesco Bonavolontà è ricercatore di Misure Elettriche ed Elettroniche presso l’Università di Napoli Federico II, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria Elettrica. Ha ricevuto l’abilitazione nazionale come professore associato dell’area scientifica 09/E4 Misure ed è docente di Sensori e Smart Metering. Antonella Cioffi ha conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica e il Dottorato di Ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Il suo percorso industriale sulla sicurezza dei sistemi embedded dagli attacchi di potenza è svolto presso la STMicroelectronics. Antonio Esposito ha conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e il Dottorato di Ricerca in Metrologia presso il Politecnico di Torino.Tra le sue attività si occupa anche di sicurezza dei sistemi embedded dal punto di vista hardware. Nicola Moccaldi è un ricercatore dell’ARHeMLab (Laboratory of Augmented Reality for Health Monitoring) presso il Dipartimento di Eccellenza del DIETI, Università Federico II di Napoli, dove ha conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica e il Dottorato di Ricerca.

Figura 2 – Effetti dei parametri sulla funzione obiettivo

Vincenzo Pascariello ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria Elettronica nel 2003 presso l’Università di Napoli Federico II. La sua attività di ricerca, incentrata sugli attacchi di potenza, è stata sviluppata presso la STMicroelectronics dall’Ottobre 2003. La sua esperienza nella sicurezza informatica riguarda in particolare le contromisure contro gli attacchi di analisi della potenza su AES, RSA, DES, EC, sicurezza Milenage e algoritmi di autenticazione. T_M  31



TUTTO_MISURE

TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 01 ƒ 2 019

EDITORIALE Riflessioni

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ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità Il III Forum delle Misure Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

EDITORIALE In ricordo di due amici

IL TEMA +0)

Il monitoraggio delle grandi strutture

GLI ALTRI TEMI Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

ALTRI ARGOMENTI È il software il vero colpevole? Gestione dell’efficienza energetica L’importanza della terminologia

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Storia: le misure meccaniche e termiche a Milano

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GLI ESPERTI DI T_M

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IL TEMA

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

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NOTIZIE Magistrati, avvocati e metrologi discutono di Metrologia Forense

Termometria in ambito biomedicale

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CTS e Crioclima partner per la qualità Crioclima è partner esclusivo per l’Italia della società tedesca CTS, protagonista a livello mondiale nella produzione di apparecchiature per la simulazione ambientale. CTS offre un ampio catalogo di prodotti standard, ma si distingue per un ventaglio praticamente infinito di realizzazioni custom: siamo sicuri di poter offrire la soluzione ideale per le vostre esigenze negli ambiti testing, ricerca e sviluppo, controllo qualità.

L’AZIENDA CTS nasce nel 1996 da tre soci con una lunga esperienza nel settore. Attualmente conta circa 160 dipendenti ed è considerata a livello mondiale sinonimo di avanguardia tecnica e qualità senza compromessi, tanto da poter vantare oltre 20.000 sistemi installati in tutto il mondo. L’azienda è situata a Hechingen, circa 60 km a sud di Stoccarda.

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partire dalle specifiche esigenze di prova del cliente. Per questo motivo, ci piace pensare alle nostre camere climatiche come a un abito fatto su misura. La filosofia costruttiva, di tipo modulare, permette di contenere i costi di queste personalizzazioni e, nel contempo, fornire prodotti altamente qualitativi che durano nel tempo.

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PHYSIK INSTRUMENTE srl Via Marconi 28 – 20091 Bresso (MI) Tel. 02/66501101 – Fax 02/61039656 E-mail: info@pionline.it – Web: www.pionline.it Persona da contattare: Gianluca Poli Ben conosciuta per l’alta qualità dei suoi prodotti, PI (Physik Instrumente) è da sempre una delle aziende di riferimento nel mercato globale del posizionamento di precisione e può vantare un’esperienza di ormai 40 anni nello sviluppo e nella fabbricazione di prodotti standard e OEM, su tecnologie convenzionali e piezoelettriche. Acquisendo le quote di maggioranza di ACS Motion Control, leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di controllori di movimento modulari per sistemi di azionamento multiasse e ad alta precisione, PI ha compiuto un importante passo in avanti nella fornitura di sistemi completi per applicazioni industriali con la più alta richiesta di precisione e dinamica. Oltre a quattro siti produttivi in Germania, il Gruppo PI è rappresentato a livello internazionale da quindici filiali di vendita e assistenza. #NanoPositioning #PerformanceAutomation #PiezoTechnology #StayEngaged


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CONTROLLO DIMENSIONALE

GLI ALTRI TEMI

M. Martarelli, A. Annessi, E. Della Santa, G. Pandarese, P. Castellini

Il controllo dimensionale mediante Tomografia a raggi X e CMM Applicazione a componenti ottenuti mediante Additive Manufacturing

DIMENSIONAL CONTROL THROUGH X-RAY TOMOGRAPHY AND CMM Additive Manufacturing, aka 3D printing, is undergoing a remarkable development, both as a prototyping tool and for production of small batches. However, the very nature of additive techniques poses problems related to the structural integrity of the components, their internal defects and dimensional accuracy. In this article we will propose some practical cases of application of X-ray Tomography and coordinate measurement machines for this purpose. RIASSUNTO L’Additive Manufacturing, o stampa 3D, sta conoscendo uno sviluppo notevolissimo, sia come strumento di prototipazione che per la produzione di piccoli lotti. La natura stessa delle tecniche additive pone però dei problemi legati all’integrità strutturale dei componenti, alla loro difettosità interna ed accuratezza dimensionale. In questo articolo verranno proposti alcuni casi pratici di applicazione della Tomografia a Raggi X e delle macchine di controllo delle coordinate a tale scopo. L’ADDITIVE MANUFACTURING

Per Additive Manufacturing si intende un’ampia serie di tecnologie per la costruzione di oggetti attraverso, come dice lo stesso nome, la progressiva aggiunta di materiale, in genere nella forma di strati successivi. Tali tecniche presentano notevoli vantaggi, tra cui la possibilità di realizzare componenti con un ridottissimo tempo di attrezzaggio e quella di realizzare pezzi con geometrie molto complicate, spesso impensabili con altre tecnologie, integrando funzioni e caratteristi-

che in altri casi incompatibili. Di fronte a questi pregi, tali tecnologie possono presentare alcuni svantaggi, tra cui il tempo per la realizzazione del singolo pezzo e, soprattutto, una certa inaccuratezza dimensionale e la tendenza a presentare proprietà meccaniche scarse, rispetto al materiale utilizzato, soprattutto a causa di un’intrinseca propensione a presentare difetti interni o legami tra gli strati non perfetti. Per queste ragioni il controllo di qualità diventa un passo fondamentale nel processo produttivo.

LA TOMOGRAFIA A RAGGI X E LE MACCHINE DI MISURA DELLE COORDINATE

La tomografia a raggi X è una tecnologia che consente l’osservazione delle variazioni di densità all’interno di un componente e, quindi, la valutazione di cavità interne, difetti o porosità, evitando di tagliare o distruggere il componente stesso. Il laboratorio del Dipartimento d’Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche è dotato di un tomografo computerizzato industriale ZEISS METROTOM 1500 (Fig. 1 a sin.), in grado di misurare e controllare pezzi in plastica o metallo leggero. Grazie al suo volume di lavoro, pari a 350x350x350 mm3, il tomografo ha la possibilità d’ispezionare differenti componenti meccanici di dimensioni reali, con risoluzioni d’ispezione che possono arrivare sotto i 10 µm. Per il rilievo delle coordinate delle superfici esterne il Dipartimento di spone di una macchina Contura 6206 (Fig. 1 a des.), che garantisce un’accuratezza in scala micrometrica e opera su un volume di misura di 700x1000x600 mm3. ESEMPI APPLICATIVI

Un’interessante applicazione della stampa 3D e delle verifiche dimensionali è quella relativa alla realizzazione di metamateriali. Un metamateriale è un materiale convenzionale (ad esempio plastica o metallo) disposto in un modo particolare, per lo più ma non necessariamente in modo periodico, tale da

Figura 1 – Da sin: Tomografo Metrotom e CMM Contura

Università Politecnica delle Marche, Dip. Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche m.martarelli@staff.univpm.it

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materiale solido, quelle scure sono quelle costituenti le cavità (i vuoti), mentre le zone a medio livello di grigio sono quelle contenenti polvere residua. È quindi evidente che esiste una zona rilevante in cui è intrappolata la polvere e che necessita pertanto di un’ulteriore pulizia per consentire alla metastruttura di funzionare come previsto. Inoltre, osservando le zone chiare (solide) della metastruttura, emerge la natura porosa del materiale PA 2200, causata dal processo di stampa stesso. Un altro caso applicativo riguarda la realizzazione e la verifica dimensionale di una ruota airless: si tratta di una

Figura 2 – Sezione tomografica del metamateriale con evidente presenza di polvere residua e porosità

ruota in cui il progetto strutturale garantisce l’elasticità, l’assorbimento delle vibrazioni e l’adattamento al terreno normalmente garantito in una ruota (appunto) pneumatica dalle caratteristiche della “camera d’aria”. La ruota è costituita da un battistrada sottile, collegato al mozzo mediante una struttura in lattice, il cui comportamento statico e dinamico è legato agli spessori degli elementi che costituiscono il reticolo. Il processo di stampa dev’essere affidabile, in modo da garantire una buona accuratezza dimensionale. La tecnica di stampa impiegata, in questo caso, è la stereolitografia laser (SL), che utilizza resina fotopolimerica. Per verificare l’uniformità dimensionale di tutti gli elementi della ruota è stata effettuata una scansione tomografica, utilizzando 857 sezioni con una risoluzione di 73,32 μm. Per ogni proiezione sono state effettuate 2 medie, con un tempo d’integrazione per ciascuna proiezione di 2 secondi,

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ottenere specifiche proprietà relative alla propagazione delle onde. Il termine metamateriale è stato introdotto da Walser [1] a evidenziare l'obiettivo di ottenere prestazioni oltre i limiti dei compositi convenzionali. La cella unitaria, da cui il metamateriale è costruito per ripetizione periodica, ha dimensioni caratteristiche più piccole rispetto alla lunghezza d’onda dell’onda d’interesse. Pertanto, nell’intervallo di frequenze di lavoro un metamateriale può essere trattato come omogeneo. La realizzazione di questi metamateriali è piuttosto complessa e sfrutta a pieno le caratteristiche della manifattura additiva. Inoltre le ridotte dimensioni delle celle elementari rendono l’accuratezza dimensionale un parametro fondamentale per garantire che le proprietà progettate del materiale corrispondano poi a quelle del materiale realizzato. Nel caso specifico, la tomografica computerizzata è stata usata per verificare la qualità di stampa di un metamateriale costituito da una serie di strutture cubiche cave. Il processo di stampa scelto è la sinterizzazione a letto di polveri (Selective Laser Sintering), che consente di realizzare cavità interne senza l’ausilio di anime. A valle del processo di stampa, una fase fondamentale è quella di eseguire una pulizia accurata del pezzo allo scopo di eliminare eventuale polvere residua. Per verificare che l’operazione di rimozione della polvere sia stata eseguita in modo adeguato è stata utilizzata la tomografia computerizzata. Infatti tale tecnica permette d’individuare l’eventuale presenza di materiale non polimerizzato (polvere) rimasto intrappolato all’interno della struttura. Al tale scopo sono state acquisite 1.797 sezioni con una risoluzione, ovvero dimensione del voxel, pari a 70,67 μm. Per ogni proiezione necessaria alla ricostruzione tomografica sono state effettuate 3 medie e il tempo d’integrazione per ciascuna proiezione è di 3 secondi, durata complessiva della prova pari a 2 ore e 33 minuti. In Fig. 2 è possibile osservare una slice del metamateriale indagato, da cui si può notare che esistono zone con differenti livelli di grigio. Le zone chiare sono quelle costituenti il

GLI ALTRI TEMI

durata complessiva della prova pari a 1 ora e 57 minuti. In Fig. 3 sono rappresentati gli scostamenti geometrici-dimensionali delle coordinate della nuvola di punti ottenuta mediante tomografia a raggi X, rispetto al modello CAD tridimensionale della ruota. Il livello di scostamento è mostrato con una scala dei colori, che va da un minimo di -0,2 mm (blu) a un massimo di 0,2 mm (rosso). Nel caso di realizzazioni in metallo, come nel caso del componente in acciaio mostrato in Fig. 4, la misura ri-

Figura 3 – Scostamenti geometrici-dimensionali rispetto al modello CAD della ruota airless

sulta più difficile a causa della maggiore opacità di tale materiale ai raggi X. In figura è riportata una presa di vista in cui si può notare una crepa (a destra). Nella sezione (a sinistra) i difetti sono molto più evidenti, a causa sia dell’effetto “media” dovuto all’algoritmo di tomografia, sia della più favorevole visibilità legata alla sezione effettuata. Un altro esempio interessante è mostrato in Fig. 5 e Fig. 6. Con le attrezzature del Dipartimento il collo di un saxofono d’epoca è stato digitalizzato e riprodotto in acciaio, con un sistema di stampa 3D a estrusione che prevede tre fasi differenti: formatura, lavaggio e sinterizzazione. Il software per la preparazione della stampa sovradimensiona in automatico il pezzo, per poter andare a compensare i ritiri che avverranno durante la fase di sinterizzazione, al fine di rispettare le tolleranze dimensionali. Nonostante ciò, nei casi in cui ci siano T_M  37


02 N. 03 ;2022 2016

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GLI ALTRI TEMI

Figura 4 - Crepe nel manufatto in acciaio mostrate: a) dalla proiezione a raggi X (a sinistra) e nella sezione tomografica A-A (a destra)

tolleranze molto strette, potrebbe essere necessaria una modifica al modello iniziale e quindi l’analisi effettuata è stata necessaria per la valutazione del fattore correttivo (Shrinkage Compensation Factor) applicato in fase di formatura, con il fine di avere il perfetto controllo sul restringimento della parte. Mediante la tomografia e la macchina CMM è stato possibile studiare tali ritiri, valutando in particolare il loro effetto nelle varie fasi del processo di stampa. Per la tomografia sono state ricostruite 1.772 sezioni con una risoluzione di 103,71 μm. Per ogni proiezione sono state effettuate 2 medie, con un tempo d’integrazione per ciascuna proiezione di 2 secondi, durata complessiva della prova pari a 1 ora e 57 minuti. CHE LEZIONE ABBIAMO APPRESO?

NEWS

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Figura 5 – Dimensioni di massima in mm del saxofono

L’Additive manufacturing si sta dimostrando non solo una tecnica promettente, ma anche una realtà sempre più orientata alla produzione, anche in piccole serie, e non solo alla prototipazione dimostrativa. A tale scopo lo sviluppo di procedure e tecniche per il controllo di qualità sta assumendo una importanza strategica, non solo per garantire l’assenza di difetti, ma anche per far sì che i risultati

NOVITÀ NELLA METROLOGIA 3D: CONFERENZA POLYWORKS ONLINE! La conferenza PolyWorks Live 2022 presenta le ultime innovazioni dell’ecosistema digitale di metrologia 3D intelligente di PolyWorks e il prossimo passo per potenziare la metrologia 3D nella tua azienda. L’evento di quest’anno ti fornisce una guida dettagliata per navigare nel mondo della metrologia 3D. Potrai scoprire in dettaglio come PolyWorks 2022 può aumentare la tua produttività attraverso 4 sessioni: – Il prossimo passo verso la trasformazione digitale dei tuoi processi di misura 3D – Le novità per le ispezioni di pezzi multipli senza CAD – Ottimizzazione delle sequenze di misura CNC CMM per la testa di tastatura Renishaw PH20 – Le novità nel mondo delle applicazioni di tastatura in realtà mista Puoi subito guardarlo a richiesta!

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N. 02 ; 2022

plex Mediums for Optics and Electromagnetics, pages 295_316. SPIE. 2. Dipartimento d’Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche. 3. Zeiss Contura. 4. Zeiss Metrotom.

GLI ALTRI TEMI

ASSISTI DIRETTAMENTE ALLE PROVE DI SHOCK TERMICO

Milena Martarelli è professore Associato di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento d’Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche. Si occupa di sviluppo di sistemi di misura senza contatto nel campo dell’acustica e dell’analisi delle vibrazioni. Alessandro Annessi è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento d’Ingegneria Civile e Ambientale (DICA) nella Facoltà d’Ingegneria del Politecnico di Milano. Si occupa di Additive Manufacturing e progettazione di metamateriali per l’isolamento e l’assorbimento di vibrazioni.

Figura 6 – Proiezione a raggi X di un collo di saxofono realizzato in acciaio mediante additive manufacturing

Edoardo Della Santa è Dottorando di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento d’Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche. Si occupa di caratterizzazione e controllo di qualità di componenti in Additive Manufacturing.

dei processi di progettazione e simulaGiuseppe Pandarese è zione, sempre più accurati e applicati tecnico presso il Dipartia componenti sempre più sofisticati, mento d’Ingegneria Indunon vengano vanificati da una accurastriale e Scienze Matematitezza costruttiva non adeguata. che dell’Università PolitecLe tecniche tomografiche e CMM assunica delle Marche. Si occupa mono in questo una importanza cruciale, applicate al singolo componente di sviluppo di sistemi di misura senza contatma anche e soprattutto per una più pro- to nel campo dell’acustica, della visione fonda comprensione delle peculiarità industriale e del controllo di qualità. delle varie procedure additive, su aPaolo Castellini è professpetti quali l’accuratezza, il ritiro e le sore Ordinario di Misure reali prestazioni meccaniche dei maMeccaniche e Termiche nufatti ottenuti. presso il Dipartimento d’Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’UniverRIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI sità Politecnica delle Marche. Si occupa di sviluppo di sistemi di misura senza contatto 1. Rodger Walser. Metamaterials: An nel campo dell’acustica, della visione induintroduction. In Introduction to Com- striale e del controllo di qualità.

Il laboratorio di Crioclima srl (Muggiò – MB) mette a disposizione una cella CTS mod. TSS-70/130, in grado di eseguire “shock termici”. Per chi non avesse dimestichezza con queste apparecchiature, si tratta di camere termostatiche composte da due vani di lavoro, uno “freddo” (temperatura regolabile da -80 °C a +100 °C) e uno “caldo” (da +20 °C a +250 °C). Un sistema ad ascensore sposta i campioni in prova (o “DUT”) da una camera all’altra, permettendo quindi un passaggio rapidissimo tra due estremi di temperatura. Lo spostamento tra i due ambienti avviene in meno di 10 secondi. La prova può consistere in pochi passaggi (e quindi terminare in giornata), o proseguire per mesi: i capitolati, infatti, sono piuttosto eterogenei, e spaziano nei settori più disparati (automotive, elettronica di consumo, difesa, ecc.). Questa metodologia di lavoro mette a dura prova le caratteristiche fisico/meccaniche dei componenti (dilatazione di materiali, giunture, saldature), e non a torto lo shock termico è considerato uno dei test più estremi nell’ambito della simulazione ambientale. La macchina messa a disposizione ha una capacità di carico di 130 l, ovvero 480 x 660 x 410 mm (L x P x H). Il test può essere corredato da report (anche fotografico) e il cliente che lo desidera può recarsi presso il laboratorio per assistere alle diverse fasi o ispezionare i propri DUT. Contatta Crioclima per prenotare la tua prova: Tel. 039/792183. CLICCA QUI per ricevere ulteriori informazioni.

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LA B CERT Taratura & Certificazione

PRD n. 237B LAT n.147

TARATURA E PROVE DI CONFORMITA’ SU STRUMENTI PER PESARE E MISURARE

Il laboratorio LABCERT effettua prove metrologiche in conformità alle seguenti Raccomandazioni Internazionali OIML: R35, R43, R49, R50, R51, R61, R76, R80, R106, R107, R111, R117, R120, R134, R138

Prove metrologiche su strumenti per pesare MID & NAWID

Prove EMC

Prove in camera climatica

Prove su Selezionatrici Ponderali

Prove su Dosatrice gravimetriche

Prove metrologiche su Bilance da banco

Bicchieri e caraffe Prove di sicurezza elettrica su pesatrici gravimetriche

Prove su Pale meccaniche con pesatura dinamica

ORGANISMO DI ISPEZIONE ACCREDITATO Per la Verificazione Periodica degli Strumenti di Misura (Decreto 21 Aprile 2017, n. 93)

Prove su Pese a ponte ferroviarie statiche e dinamiche

Prove su Pesa a ponte stradale Statiche e dinamiche

Metri

Misure di capacità

Prove su erogatore di carburante

TIPOLOGIA STRUMENTI: x Strumenti per pesare NAWI; x Strumenti per pesare AWI; x Sistemi per la misurazione continua e dinamica di liquidi diversi dall’acqua;

x Misuratori massici di gas metano; x Misure di capacità; x Pesi; x Contatori dell’acqua;

LAT n. 147 Taratura Masse da 1mg a 2000kg Taratura Strumenti per Pesare da 1mg a 100t Taratura Misure di Capacità da 100ml a 25 000L Taratura Serbatoi campioni per liquidi e GPL (Taratura non accreditata di Contatori Volumetrici)

LABCERT snc di G. Blandino & C. Via Comina, 3 – 33080 S. QUIRINO (PN) Italy Tel. 0434-554707 - Fax 0434-362081 Internet : www.labcert.it e-mail: info@labcert.it


TUTTO_MISURE

TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 01 ƒ 2 019

EDITORIALE Riflessioni

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ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità Il III Forum delle Misure Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

EDITORIALE In ricordo di due amici

IL TEMA +0)

Il monitoraggio delle grandi strutture

GLI ALTRI TEMI Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

ALTRI ARGOMENTI È il software il vero colpevole? Gestione dell’efficienza energetica L’importanza della terminologia Storia: le misure meccaniche e termiche a Milano

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WWW.TUTTOMISURE.IT

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AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA

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Le responsabilità da contatto sociale

GLI ESPERTI DI T_M

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IL TEMA

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

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NOTIZIE Magistrati, avvocati e metrologi discutono di Metrologia Forense

Termometria in ambito biomedicale

AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA

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LABCERT snc di G. Blandino & C. Via Comina 3 – 33080 San Quirino (PN) Tel. 0434/554707 – Fax 0434/362081 E-mail: info@labcert.it – Web: www.labcert.it Persona da contattare: Cav. Giuseppe Blandino Il Laboratorio metrologico della LABCERT snc, diretto dal cav. Giuseppe Blandino, a seguito dei provvedimenti firmati dal Ministero dello Sviluppo Economico negli ultimi anni e dei numerosi e qualificati accreditamenti emessi da ACCREDIA, è diventato uno dei più importanti Laboratori di metrologia legale in Italia, nel settore della certificazione per marcatura CE di prodotto e della taratura. Il Laboratorio possiede i seguenti accreditamenti e notifiche: – Accreditamento PRD n. 237B: conforme alla norma UNI CEI EN/ISO/IEC 17065:2012 quale Organismo di Certificazione di prodotti/servizi. – Accreditamento LAT n. 147: conforme alla norma UNI CEI EN/ISO/IEC 17025:2005 quale Laboratorio di Taratura. – Organismo Notificato n. 2166: Direttiva 2014/32/UE (MID) – Strumenti di misura; Direttiva 2014/31/UE (NAWID) – Strumenti per pesare a funzionamento non automatico.

Servizi di Taratura nell’ambito della metrologia scientifica. Il Centro è accreditato per la taratura dei seguenti strumenti: Campioni di masse da 1 mg a 2.000 kg – Strumenti per pesare fino a 100.000 kg – Serbatoi campione e misure materializzate di capacità da 100 ml a 2.000 L – Serbatoi campione e misure materializzate di capacità per gas GPL da 5 L a 2.000 L. Servizi di Certificazione prodotto e S.Q. nell’ambito della Metrologia Legale. Oltre a possedere l’accreditamento PRD, LABCERT è “Organismo Notificato” europeo n. 2166 per la Direttiva 2014/32/UE, relativa agli strumenti di misura (MI-005, Sistemi di misura per la misurazione continua e dinamica di quantità di liquidi diversi dall’acqua: distributori di carburanti e gas liquefatti; sistemi di misura su condotta di tutti i liquidi, quali vino, latte, birra, saponi, ecc. – MI006, Strumenti per pesare a funzionamento automatico: selezionatrici ponderali a funzionamento automatico, riempitrici gravimetriche automatiche, totalizzatori a funzionamento continuo e discontinuo, pese a ponte per veicoli ferroviari – MI-008, Misure materializzate di lunghezza e di capacità), e la Direttiva 2014/31/UE, relativa agli strumenti per pesare a funzionamento non automatico (bilance).

132) per la verificazione degli strumenti di misura regolamentati dalla Direttiva MID: MI-005 ed MI-006. Il Centro è idoneo all’esecuzione della verifica periodica delle seguenti categorie: Pesi e masse da 1 mg a 2.000 kg – Misure Campione di volume fino a 5.000 L – Strumenti per pesare fino a 300.000 kg NAWI – Strumenti per pesare a funzionamento automatico – Misure di capacità e recipienti (anche montati su autocisterna) – Misuratori volumetrici – Misuratori di carburanti per autotrazione presso distributori stradali – Complessi di misura per carburanti – Misuratori di Metano e GPL – Sistemi di misurazione di carburanti installati su autocisterne.

Servizi di prove e taratura nell’ambito volontario, nelle Aziende con Sistema di Qualità Certificato ISO 9000. Il Centro è dotato di apparecchiature e campioni certificati LAT per emettere rapporti di taratura e di prova (attività non accreditate) su strumenti al di fuori del proprio campo di accreditamento. Labcert supporta le aziende per la pianificazione delle tarature di tutti i loro strumenti di misura: Chiavi dinamometriche, Presse per prova materiali, Calibri, Micrometri, Manometri, Misuratori di pressione, umidità, temperatura, ecc. Formazione. Corsi di metrologia teorico/pratici di metrologia, anche su specifica richiesta del cliente, mirati su specifiche tematiche: Metrologia legale – Metrologia tecnico-scientifica – Taratura masse – Taratura strumenti per pesare e misurare – Documenti OIML, Guide WELMEC, DIRETTIVE EUROPEE di Metrologia Legale – Verifica periodica degli strumenti metrici nazionali & MID MI-005, MI-006.

Servizi di “Verificazione periodica” degli strumenti per pesare e misurare nell’ambito della Metrologia Legale. LABCERT ha ottenuto l’idoneità da parte della CCIAA di Pordenone (11/03/2003 n. PN-01 in applicazione del DM 28/03/2000, n. 182 e succ. Decreti attuativi), fra i primi Centri autorizzati in Italia. Inoltre ha ottenuto l’idoneità da parte di UNIONCAMERE (nn. PN-131 e PN-

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GRAZIE A TUTTI VOI PER AVER PARTECIPATO AD A&T 2022 Si è conclusa con successo la scorsa edizione della manifestazione espositiva, qui di seguito trovate alcune immagini, video e dati che raccontano cosa è successo. Stiamo già lavorando alla prossima edizione che si svolgerà dal 22 al 24 febbraio 2023.

SCOPRI DI PIÙ

MISURE M ISURE E P PROVE ROVE

XXXVI XXX VI Conv Convegno egno dei Centri di taratura taratura accreditati accreditati

competenze, Strumenti, competenz e, soluzioni e esperti esperti in azione

VIDEO VI DEO

SkyTg24 SkyTg24 VAI V AI AL VIDEO

Class CNBC VAI V AI AL VIDEO

CONVEGNI C ONVEGNI E T TAVOLE AVOLE ROTONDE ROTONDE

Accr edia Accredia VAI V AI AL VIDEO

Scopri di più cliccando sul tit titolo olo dell’ dell’evento evento Controlli non distruttivi: procedure procedure innovative innovative e digitalizzazione Controlli concretezza per fare fare una vera vera innovazione innovazione nella propria propria azienda Pillole di concretezza Misure vvettoriali ettoriali per la meccatronica meccatronica Misure Come garantire garantire sicurezza sicurezza e qualità nel settore settore alimentare alimentare adottando innovative innovative soluzioni e tecnologie non distruttive distruttive Ricerca metrologica Ricerca metr ologica per l’industria aerospaziale aerospaziale Smart Smart Mobility: Sostenibilità e Resilienza La dinamica delle misurazioni misurazioni nei Laboratori Laboratori del Futuro Futuro Infrastruttura Infrastruttura per la Qualità: gli strumenti per attuare attuare il PNRR XXXVI Convegno XXXVI Conv egno dei Centri di taratura taratura accreditati accreditati ASSOTIC L’associazione ASSOTIC L’ L ’associazione degli Organismi Organismi italiani e la testimonianza dalle eccellenze. eccellenze. Il valore valore della professionalità professionalità nel settore settore TIC La Giornata della Misurazione Misurazione 2022 “Metrologia “Metrologia per il pianeta: green green economy, economy, green green metrology” metrology” Gli RMP accreditati accreditati a garanzia garanzia del food packaging


17a EDIZIONE | 22-24 FEBBRAIO 2023

LA FIERA DEDICATA A INNOVAZIONE, TECNOLOGIE, AFFIDABILITÀ E COMPETENZE 4.0

TORINO | OVAL LINGOTTO FIERE

LA L AF FIERA IERA IN NUMERI NUMERI

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RELATORI RELATORI

400

ESPOSITORI ESPOSITORI

70

GIORNALISTI GIORNALISTI

SE TTORI SETTORI

PARTECIPAZIONE P ARTECIPAZIONE NUMEROSA NUM EROSA EP PROFILATA ROFILATA C’è C’ è stato stato alto alto gradimento gradimento da parte parte di visitat visitatori ori e esposit espositori. ori. PERCHÉ CI H HANNO ANNO SCELT SCEL SCELTO: TO: A&T è YRƅIGGIPPIR^E RIP TERSVEQE ƼIVMWXMGS YR ƅIGGIPPIR^E RIP TERSVEQE ƼIVMWXMGS italiano car caratterizzata atterizzata da alta qualità e specializzazione, espositiv espositiva a e contenutistica. SCOPRI TUT TUTTI TI I NUMERI

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LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

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EDITORIALE Riflessioni

NOTIZIE

Il III Forum delle Misure

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Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

ALTRI ARGOMENTI È il software il vero colpevole? Gestione dell’efficienza energetica L’importanza della terminologia Storia: le misure meccaniche e termiche a Milano

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GLI ALTRI TEMI Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo

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Le responsabilità da contatto sociale

IL TEMA Il monitoraggio delle grandi strutture

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ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità

Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

In ricordo di due amici

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IL TEMA

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

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EDITORIALE

GLI ESPERTI DI T_M

Magistrati, avvocati e metrologi discutono di Metrologia Forense

Termometria in ambito biomedicale

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Via Picasso 18/20 – 20025 Legnano (MI) Tel. 0331/466611 – Fax 011/465490 E-mail: tomalino@cibelab.it Web: www.cibelab.it Persona da contattare: Erika Tomalino STRUMENTI FORNITI – PESI SINGOLI: Pesi in acciaio INOX in classe di precisione M1; masse OIML in fusione di ghisa classe di precisione M1; masse in classe di precisione M1 per bilance di grossa portata; masse a disco e aste porta pesi in classe di precisione M1; pesi in acciaio INOX classe di precisione F1, pesi campione in acciaio INOX classi di precisione E1-E2.

– PESIERE: Pesiere in legno e in alluminio con set di pesi in acciaio INOX in classe di precsione M1, F1, E2.

Uniformare il peso per garantire la Qualità Il laboratorio metrologico CIBE lavora per assicurare qualità e affidabilità riferite alle misure di massa, eseguendo prove e tarature per bilance, sistemi automatici di pesatura e di misura. Da 40 anni CIBE è un punto di riferimento nell’ambito della Metrologia legale e tecnica in Italia ed in Europa. CIBE offre: • Servizi di taratura ACCREDIA per pesi, masse e bilance; • Rapporti di prova per bilance, indicatori di peso, sistemi di pesatura automatica e celle di carico; • Verificazione periodica di strumenti per pesare; • Formazione e consulenza sulla metrologia legale e scientifica; • Vendita di pesi, pesiere e masse di grossa portata.

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– ACCESSORI: Custodie in legno, plastica e alluminio per pesi singoli e set di pesi; maniglie, pinze, pennellini e altri accessori.

– SOFTWARE: Software per la gestione della taratura e pro ve di stru menti per pesare.


LA PAGINA DI ACCREDIA

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Rubrica a cura di Rosalba Mugno 1, Silvia Tramontin 2 e Francesca Nizzero 3

La pagina di Accredia Notizie dall’Ente di accreditamento THE PAGE OF ACCREDIA Accredia, The Italian National Accreditation Body plays an active role in “TUTTO_MISURE”, as a permanent strategic partner, ensuring a high addedvalue contribution to the quality of the Magazine, in the context of the measurement and testing sector, for the benefit of the industry.

RIASSUNTO Accredia, L’Ente unico di Accreditamento Nazionale gioca un ruolo attivo nella squadra di “TUTTO_MISURE”, garantendo valore aggiunto a livello contenutistico per quanto riguarda l’ambito delle misure e delle prove.

tate entrambe del 15% rispetto al 2020, mentre le certificazioni dei sistemi di gestione ambientale ISO 14001 rilasciate alle imprese sono arrivate a 29.181 unità e quelle dei sistemi di gestione dell’energia ISO 50001 sono salite a 3.393. Le certificazioni green sono dunque quelle aumentate di più nell’ultimo anno, a testimonianza di come il mondo delle imprese si stia muovendo verso la transizione ecologica e sia sempre più consapevole degli impatti ambientali delle proprie attività, anche alla luce

ASSEMBLEA ANNUALE: I SOCI APPROVANO IL BILANCIO E LA RELAZIONE DI ATTIVITÀ 2021

Si è svolta lo scorso 11 maggio l’Assemblea dei Soci di Accredia, riuniti di nuovo in presenza dopo due anni di pandemia presso la sede centrale di INAIL a Roma, per approvare il bilancio consuntivo e la Relazione di attività 2021, il preventivo e il Programma per il 2022. La riunione è stata presieduta per la prima volta dal Prof. Massimo De Felice, eletto alla Presidenza dell’Ente di accreditamento a giugno 2021, e si è aperta con i saluti di Franco Bettoni, Presidente di INAIL, e il messaggio del Vice Ministro dello Sviluppo economico, Sen. Gilberto Pichetto Fratin. “Il volume delle certificazioni della qualità di beni e servizi è una misura significativa del miglioramento dei processi di produzione tradizionali e di attenzione, spesso anticipatoria, alle innovazioni – ha dichiarato il Presidente Massimo De Felice dopo l’esposizione dei risultati economici, che confermano la solidità finanziaria di Accredia e la sua capacità di offrire un servizio efficiente ed efficace a tutti gli organismi e laboratori accreditati e ai nuovi soggetti che richiedono l’accreditamento. “Le richieste di accreditamento a ga-

ranzia delle certificazioni – ha aggiunto De Felice – forniscono indicazioni fondamentali per calibrare azioni di politica economica, e incentivare percorsi virtuosi e di profitto. Con questo schema di lettura, i dati rilevati da Accredia nel 2021 sono confortanti e risultano anche in chiara coerenza con le potenzialità di sviluppo garantite dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Come evidenziato dalla Relazione di attività Accredia 2021, le certificazioni accreditate dei sistemi di gestione ambientale ed energetica sono aumen-

dell’inserimento nel PNRR del principio “do no significant harm”, ossia che nessun intervento deve arrecare danno significativo all’ambiente.

1

Direttore Dipartimento Laboratori di taratura, Accredia Torino r.mugno@accredia.it 2 Direttore Dipartimento Laboratori di prova, Accredia Roma s.tramontin@accredia.it 3 Relazioni esterne, Accredia Roma f.nizzero@accredia.it

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Per questo, in linea con gli orientamenti nazionali ed europei in tema di sostenibilità ambientale, economica e sociale, nel 2021 il Dipartimento Certificazione e Ispezione ha avviato nuove attività di accreditamento di organismi che certificano secondo specifici schemi: come quelli per verificare le asserzioni etiche di sostenibilità, su temi che vanno dal biologico, al lavoro minorile, al benessere animale; ha validato l’asserzione etica “GIF Responsible Organization”, la certificazione “Made Green in Italy” e l’attestazione “Leaf Mark”, relativa al sistema di produzione agricola che coniuga le esigenze dell’ambiente, della sostenibilità economica dell’azienda e della società. Ma è l’intero settore degli accreditamenti a crescere nel 2021: Accredia è arrivata a gestire 2.129 organismi e laboratori accreditati (+8%), suddivisi in 604 organismi di certificazione, ispezione e verifica (+21%), 1.314 laboratori di prova, medici e organizzatori di prove valutative interlaboratorio (+3%) e 211 laboratori di taratura e produttori di materiali di riferimento (+4%). L’andamento degli accreditamenti negli ambiti direttamente collegati alla transizione ecologica e digitale, al centro delle policy della Commissione europea, è stato pari al +7%, mentre la crescita dei certificati di taratura, emessi dai laboratori accreditati, ha superato quota 185.000 (+15%), a testimonianza dell’esigenza crescente del mercato di avere misurazioni corrette e riferibili. Nel quadro generale delle attività di Accredia, sono state cruciali anche l’evoluzione normativa e l’adozione dello strumento dell’accreditamento nell’azione pubblica: dal D.Lgs. 50/2016 ai crediti d’imposta per stimolare gli investimenti di Transizione 4.0, dal Decreto 102/2014 sull’obbligo di diagnosi energetica al richiamo dei servizi accreditati nei Criteri Ambientali Minimi (CAM), dal DPR 462/2001 sulle ispezioni degli impianti elettrici al DM 93/2017 in materia di strumenti di misura per fini legali, il forte impulso all’accreditamento nel settore cogente ha dato i suoi frutti anche nel 2021. La crescita della domanda di servizi accreditati ha comportato sia l’increT_M  46

N. 02 2022

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LA PAGINA DI ACCREDIA

mento delle giornate di valutazione volte a garantire competenza ed efficacia delle attività di organismi e laboratori, che nel 2021 sono state pari a 18.708 giorni uomo (+11%), sia l’aumento del numero di ispettori ed esperti coinvolti nelle attività di verifiche, salito a 589 (+6%). Un patrimonio di competenze che si è arricchito con i nuovi schemi di accreditamento per le biobanche e per le prove e le certificazioni dei prodotti da costruzione, per i quali sono già pervenute alcune domande di accreditamento. Scarica qui la Relazione di attività Accredia 2021. LABORATORI DI TARATURA ACCREDITATI: I RISULTATI E LE PROSSIME SFIDE

Il XXXVI Convegno dei Centri di taratura accreditati si è tenuto il 7 aprile scorso, presso la Fiera A&T – Automation & Testing di Torino, dedicata a Industria 4.0, Misure e Prove, Robotica e Tecnologie innovative. L’orizzonte di Accredia Nel discorso di benvenuto il Presidente di Accredia, Massimo De Felice ha auspicato che il Convegno in presenza sia un segnale di ritorno alla normalità. Accredia ha superato quota 2.100 organismi e laboratori accreditati e le attività di valutazione sono cresciute più del 10% rispetto al 2020. Si è registrato un ampio ricorso alle verifiche da remoto, che hanno portato una ridu-

zione dei costi per i soggetti accreditati. Il remote assessment si candida a diventare prassi esecutiva: occorre consolidare le esperienze, formalizzare i processi e identificare i corretti ambiti di applicazione. Quanto alle strategie per il 2022, Accredia si propone di continuare a potenziare la propria struttura operativa e a promuovere la diffusione della cultura della conformità. Si prefigge, inoltre, una riduzione delle tariffe (per i laboratori è già pari al 6%), passando da una misura una tantum a un processo dinamico di ridistribuzione di una quota degli avanzi di bilancio, secondo un criterio mutualistico che rafforza il principio di sana e prudente gestione. Sarà rinnovato il sito web e verranno avviate nuove collaborazioni qualificate; proseguiranno gli accordi con le Istituzioni e i progetti europei Twinning, a sostegno degli Enti di accreditamento all’estero. Nella sua funzione di Presidente di IAF, Emanuele Riva ha illustrato le motivazioni alla base del progetto di fusione tra IAF e ILAC, che ha l’obiettivo di far acquisire una maggiore forza sui tavoli internazionali e avviare ragionamenti comuni per scongiurare il rischio di un allontanamento sul piano tecnico, a causa di interpretazioni non più univoche, anche a fronte del proliferare delle norme di accreditamento. Riva ha ricordato come vi siano già stati 5 tentativi di unificazione, non andati a buon fine. Le criticità maggiori riguardano: una diversa rappresentatività delle parti interessate all’interno delle due


N. 02 ; 2022 I risultati e le sfide Nel suo intervento, il Direttore del Dipartimento Laboratori di taratura Rosalba Mugno ha tracciato un bilancio consuntivo del 2021, toccando tutti i focus: l’organizzazione, l’aumento delle attività, la crescita dei soggetti accreditati e dei certificati di taratura emessi, le modifiche al tariffario e il regolamento sull’uso del marchio. Ha inoltre riferito in merito ai due progetti portati avanti dal Dipartimento. Il progetto EMPIR EMUE “Examples of Measurement Uncertainty Evaluation”, attivo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2021 e cofinanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione europea e dagli Stati partecipanti, ha affrontato aspetti specifici relativi all’incertezza di misura, fornendo una serie completa di circa 40 esempi atti a illustrare come i principi di valutazione dell’incertezza di misura possono supportare norme e guide. Quattro di essi sono stati specificatamente completati con l’aiuto di Funzionari e Ispettori del Dipartimento. Il progetto MATHMET “MU training”, avviato a ottobre 2021 e che si concluderà a ottobre 2023, è finalizzato a migliorare la qualità, l’efficacia e la disseminazione della formazione sull’incertezza di misura. Il progetto è sviluppato all’interno del MATHMET, il network europeo in metrologia che coinvolge la maggioranza degli Istituti di Metrologia Nazionali. Accredia è chiamata a contribuire alla creazione dei corsi base, raccogliendo le necessità a livello nazionale, e incaricata di tradurre in italiano i materiali in preparazione, che dovrebbero includere sia una panoramica sugli argomenti trattati nei corsi già esistenti sia nuovi esempi.

Tra i progetti del Dipartimento Laboratori di taratura: la preparazione della Peer Evaluation di EA, pianificata dal 16 al 20 gennaio 2023; gli eventi di formazione/informazione; l’impostazione delle regole per la definizione del nuovo marchio di accreditamento; il contributo alla normazione; la definizione dei contenuti delle linee guida sul conflitto d’interesse, in collaborazione con il Comitato d’Indirizzo e Garanzia; il presidio dei tavoli tecnici ministeriali, in particolare del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – Analizzatori gas di scarico, e del Ministero dello Sviluppo Economico – DM 93, Tassametri; la partecipazione ai GL/TN internazionali di EA e ILAC (EA LC, ILAC AIC e ARC, EA/TN Calibration, EA/TN PTP/RMP); l’adeguamento degli accreditamenti alle schede G, H e I del DM 93. Il focus sulle verifiche da remoto Laura Lo Guzzo, referente del Sistema di Gestione del Dipartimento, ha approfondito il tema delle verifiche da remoto in un’ottica d’impiego regolamentato a regime. Dopo avere mostrato una breve statistica che dimostra come le giornate da remoto abbiano consentito di rispettare la pianificazione durante i due anni di pandemia, Lo Guzzo ha illustrato gli elementi di riflessione che ne consentiranno un uso coerente, efficace ed efficiente negli anni a venire. L’accento è stato posto sui seguenti aspetti: disponibilità di infrastrutture informatiche efficaci a supporto delle attività di verifica; definizione delle condizioni per cui è escluso il ricorso al

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organizzazioni; l’individuazione della sede del nuovo soggetto e le annesse questioni giuridiche; la disciplina degli schemi di accreditamento e i conseguenti accordi internazionali di mutuo riconoscimento; la possibilità di un’intesa su aspetti tecnici rilevanti quali ad esempio l’imparzialità, lo scopo flessibile, il campionamento. Il termine ultimo è fissato al 2024, ma questo è l’anno decisivo per capire se sarà possibile realizzare tale unificazione.

LA PAGINA DI ACCREDIA

remoto; protezione delle informazioni (registrazioni, documenti, clienti, dati sensibili) durante i collegamenti; integrazione dell’analisi del rischio a valle o a monte di una visita da remoto. Infine sono state esposte le raccomandazioni ai laboratori accreditati e ai team ispettivi per la buona riuscita del remote assessment: verifica preventiva della disponibilità delle dotazioni informatiche in base alla tipologia di valutazione; presenza di un buon livello d’informatizzazione del sistema di gestione; nel caso di un team ispettivo numeroso, verifica delle interfacce disponibili; esecuzione di una prova di collegamento preliminarmente alla visita; divieto di usare registrazioni video e/o audio (sia da parte del laboratorio sia da parte del team ispettivo). La formazione L’intervento del coordinatore del Servizio Tecnico e Supporto, Diego Or giazzi, è stato incentrato sul tema della formazione, centrale per i laboratori, che sta attraversando un’importante fase di riorganizzazione e sistematizzazione. Il ricorso agli eventi on line durante la pandemia ha modificato il modo di operare del Dipartimento. Il bilancio delle attività nello scorso biennio ha consentito per il 2022 di pianificare gli eventi in modo da mantenere alto il tasso di partecipazione. I risultati a consuntivo (4.000 ore di formazione erogate nel 2021) così come le aspettative dei laboratori, indicano che il Dipartimento è in grado di offrire approfondimenti e di raggiungere il

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LA PAGINA DI ACCREDIA

target corretto in maniera bilanciata ed efficace. Il Dipartimento distribuisce gli eventi tenendo conto delle esigenze formative di laboratori, Ispettori, personale del Dipartimento ed esterni interessati a conoscere e valorizzare l’accreditamento. Tra questi ultimi spiccano le Università, gli Enti di ricerca e gli Enti pubblici in generale, che contribuiscono tramite progetti e collaborazioni. Sempre in quest’ottica, il Dipartimento ha aderito al progetto internazionale MU Training, e a livello locale ha avviato una collaborazione con il Liceo Scientifico Galileo Ferraris di Torino per organizzare percorsi di competenze trasversali e di orientamento (PCTO) per gli studenti.

guire un trattamento omogeneo per tutti i laboratori. I parametri sono: numero di non conformità di tipo tecnico, numero di non conformità di sistema, numero di performance negative ottenute nei confronti di misura, numero di provvedimenti sanzionatori, numero di sorveglianze straordinarie dovute a reclami, numero di reclami/segnalazioni fondate, numero di sedi, numero di autosospensioni, numero di certificati, numero di tarature interne, casi di riferibilità metrologica garantita mediante l’utilizzo di fornitori rientranti nel caso 3b dell’ILAC P10. Il modello usato è il “Borda Count”, basato su una tecnica di aggregazione pesata, semplice, efficace e robusta. A ogni indicatore è stato attribuito un peso in relazione alla rilevanza e la graduatoria è costruita tenendo conto della media pesata del posizionamento dei laboratori rispetto agli indicatori. Per ultimo sono state fissate le soglie che determinano le fasce di rischio applicate sulla graduatoria finale. L’analisi del rischio è eseguita e comunicata sempre all’inizio dell’anno e aggiornata a ogni Comitato Settoriale di Accreditamento, mentre durante l’anno sono comunicati i cambi di fascia. Scarica qui gli atti del convegno.

I documenti Fabrizio Manta ha presentato le revisioni della modulistica utilizzata per le valutazioni MD-08-01-DT (esame documentale) e MD-09-03-DT (valutazione su campo o da remoto). Le modifiche sono tutte finalizzate all’omologazione e semplificazione delle attività, al miglioramento della gestione della comunicazione e del trattamento dei rilievi. I moduli di registrazione aggiornati entreranno in vigore a maggio e per la loro adozione il Dipartimento ha previsto brevi tutorial illustrativi a beneficio dei laboratori e degli Ispettori. L’INFRASTRUTTURA L’analisi del rischio A seguire, Laura Lo Guzzo e Paola Pedone hanno ribadito le motivazioni alla base dell’analisi del rischio, richiesta dalla norma UNI EN ISO 17011 del 2018 come criterio di pianificazione delle verifiche, nonché oggetto di una specifica raccomandazione del 2016 del Comitato d’Indirizzo e Garanzia. La tecnica di elaborazione del rischio prevede due passaggi: la normalizzazione dei dati degli indicatori e la traduzione dei valori numerici di ciascun indicatore in un posizionamento in graduatoria. L’elaborazione è stata irrobustita rispetto a quella iniziale del 2019, per normalizzare tre indicatori rispetto ai settori metrologici effettivi, per tradurre i valori numerici di ciascun indicatore in un posizionamento in graduatoria in modo da eseT_M  48

PER LA QUALITÀ SUPPORTA IL PNRR E PRESENTA LA CARTA DEI VALORI

Strumenti efficaci per aiutare a spendere presto e bene le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza): l’IQ (Infrastruttura per la Qualità) è pronta a dare il suo contributo per attuare le sei missioni e quindi garantire la qualità dei beni e dei servizi che saranno realizzati con gli investimenti del PNRR. Ogni pilastro dell’IQ (metrologia, normazione, accreditamento e valutazione della conformità) farà la sua parte, come è emerso al Convegno “Infrastruttura per la Qualità: gli strumenti per attuare il PNRR” organizzato da Accredia a Torino lo scorso 6 aprile, insieme a INRiM, UNI, Unioncamere e alle principali Associazioni degli

organismi e dei laboratori accreditati. In occasione del Convegno è stata presentata la Carta dei Valori che definisce i principi chiave per l’attuazione sul mercato di normazione, metrologia, accreditamento e valutazione della conformità. “Tra questi valori ritroviamo per esempio la professionalità, la competenza e la passione con cui ogni operatore dell’Infrastruttura opera – spiega Vito Fernicola, Coordinatore del Comitato dell’IQ. – Ci ispiriamo inoltre ai 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 per garantire un futuro migliore con scelte responsabili da intraprendere con cura e rispetto per l’ambiente, a protezione del bene comune”. Ogni pilastro dell’IQ ha però il suo obiettivo specifico. È il caso della normazione che contribuisce al benessere della società per il corretto funzionamento del mercato, la tutela degli interessi dei cittadini e l’agevolazione degli scambi. “Solo nel 2021 abbiamo pubblicato 1.546 norme, delle quali circa il 20% hanno trattato specificatamente tematiche legate alla sostenibilità”, fa sapere il Direttore Generale di UNI, Ruggero Lensi. Che aggiunge: “I focus su cui stiamo puntando maggiormente sono quelli legati alle professioni, alla digitalizzazione, alle costruzioni e infrastrutture e alla transizione ecologica”. Anche la metrologia sta investendo molto in iniziative di sistema per supportare il PNRR. Si parla di investimenti importanti, destinati a partenariati estesi, a Università, Centri di ricerca, imprese e finanziamento per progetti di ricerca. “Ma stiamo puntando anche alla creazione di cinque Centri nazionali dedicati a tematiche specifiche così come alla costruzione e al rafforzamento di ecosistemi dell’innovazione, con il coinvolgimento di Piemonte, Valle d’Aosta, Como, Varese e Pavia”, precisa Pietro Asinari, Direttore Scientifico di INRiM. Elemento imprescindibile per una trasparente e corretta corrispondenza dei processi alle norme è senza dubbio l’imparzialità delle valutazioni della conformità, altra colonna fondamentale dell’IQ. “Gli organismi di certificazione e ispezione e i laboratori di prova e


N. 02 ; 2022 L’IMPEGNO DI ACCREDIA NEI PROGETTI UE TWINNING IN GEORGIA

Il 13 aprile scorso a Tbilisi è stato lanciato, con la Kick off conference, il progetto UE Twinning “Strengthening of institutional as well as human capaci-

ties of Georgian National Agency for Standards and Metrology (GEOSTM) according to the international/EU best practices”. Avviato il 1° febbraio, è rivolto a GEOSTM, l’Ente di normazione e metrologia della Georgia, e al Ministero georgiano dell’Economia e dello Sviluppo Sostenibile. I partner del progetto, che rappresentano gli Stati membri dell’UE Italia e Spagna, in qualità di Team leader, sono Accredia, INRiM e UNI, supportati da CEM (Centro di Metrologia spagnolo), F.S.P. FIIAPP (Fondazione Internazionale e iberoamericana per la Pubblica Amministrazione e le Politiche) e UNE (Associazione spagnola per la standardizzazione). L’obiettivo generale è quello di aiutare la Georgia a soddisfare i requisiti dell’AA (EU-Georgia Association Agreement) e del DCFTA and Association Agenda nei settori della normazione e della metrologia, nonché a migliorare l’infrastruttura e i servizi per allinearli alle best practice europee e internazionali. Nel corso della conferenza sono stati illustrati il ruolo e l’importanza della normazione e della metrologia, e il loro impatto sull’economia e sul commercio internazionale. Sono quindi stati presentati gli obiettivi e il piano di lavoro per l’implementazione del progetto Twinning. Sempre a Tbilisi, il 7 aprile scorso, si è svolta anche la Mid-term conference del progetto Twinning “Strengthening Georgian Accreditation System with the Focus on EU Technical Regulations” a supporto di GAC, l’Ente di accreditamento della Georgia. Anche questo

taratura sono impegnati in tutti i settori trainanti del PNRR, rilasciando certificazioni dei sistemi di gestione per l’apprendimento scolastico e per la salute, effettuando prove e tarature in materia ambientale, nella mobilità ferroviaria e stradale e nella strumentazione in ambito sanitario”, osserva Vincenzo Patti, Presidente di ASSOTIC. Dello stesso avviso è anche Paolo Giuiuzza, Direttore di Conforma. “Gli organismi di valutazione della conformità possono supportare le imprese nella realizzazione delle iniziative ESG (Environmental, Social, Governance) tramite risorse competenti, specializzate e indipendenti – osserva – così come nell’attestazione degli investimenti nell’Industria 4.0 al fine di evitare che siano destinate risorse economiche non coerenti con gli obiettivi”. Un valore aggiunto, quello della qualità nei processi aziendali, in grado di dare riscontri significativi anche a livello economico. “Abbiamo condotto da poco una ricerca che dimostra quanto la componente immateriale della Qualità conti nelle performance aziendali – fa sapere Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Unioncamere – soprattutto in una realtà come quella italiana, fatta di PMI dove la Qualità impatta molto sul reddito prodotto dalle stesse aziende”. Del resto l’Infrastruttura per la Qualità ha caratteristiche distintive rilevanti, come ricorda Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia: “Penso al carattere dell’internazionalizzazione, che caratterizza tutte le componenti, e alla snellezza del modello italiano che abbiamo creato. Un sistema che – conclude il Direttore – ha una storia lunga decenni, e infatti adesso stiamo costruendo un vestito per un corpo che già esisteva da tempo”. Scarica qui gli atti del convegno.

LA PAGINA DI ACCREDIA

finanziato dall’Unione europea, il progetto coinvolge un consorzio italo-tedesco composto per l’Italia da Accredia e per la Germania dal Ministero federale dell’economia e dell’azione per il clima tedesco, da DAkkS (Ente di accreditamento della Germania) e BAM (Istituto tedesco per la ricerca e le prove sui materiali). L’obiettivo generale del progetto è quello di supportare e migliorare il sistema georgiano di accreditamento e di valutazione della conformità, rispetto ai requisiti europei e internazionali, puntando ad avvicinare il quadro giuridico georgiano in materia di accreditamento ai Regolamenti dell’UE; favorire le best practice e l’allineamento con gli standard tecnici europei; promuovere il riconoscimento di GAC nella rete internazionale dell’accreditamento e la cooperazione con l’Unione europea. Nei loro interventi, Stephan Finke, Amministratore Delegato di DAkkS e Project Leader, Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia, e Natia Mikeladze, Direttore Generale di GAC, hanno presentato i temi dell’Infrastruttura per la Qualità e il percorso che la Georgia ha compiuto verso lo sviluppo del sistema di accreditamento. Stephan Finke e Filippo Trifiletti hanno evidenziato i tanti vantaggi dell’accreditamento quale strumento affidabile di valutazione e attestazione delle competenze. Il riconoscimento internazionale dei servizi accreditati è un passaggio fondamentale per l’Ente nazionale di accreditamento della Georgia e per il Paese stesso. Le reti europee e internazionali, infatti, garantiscono il riconoscimento sul mercato dei certificati e delle prove rilasciate da organismi e laboratori accreditati, promuovendo la competitività delle imprese locali sul mercato internazionale e contribuendo a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti e dei servizi. T_M  49



A cura della Redazione (info@tuttomisure.it)

LA PAGINA DI IMEKO

La pagina di IMEKO Aggiornamenti sulle attività IMEKO nel 2022

AN INTRODUCTION TO IMEKO IMEKO, International Measurement Confederation, has been added to the permanent collaborations to the Journal starting from the beginning of 2014. This section contains information about the Association, publications, events and news of interest to our readers. RIASSUNTO IMEKO, International Measurement Confederation, si è aggiunta tra i collaboratori stabili della Rivista a partire dall’inizio del 2014. Questa rubrica contiene informazioni sull’Associazione, pubblicazioni, eventi, e notizie di utilità per i nostri lettori. Fra le attività istituzionali di IMEKO vi è naturalmente il sostegno e lo stimolo a fertilizzazioni culturali fra le sue varie anime. In quest’ottica il 25 marzo si è tenuto un Workshop fra i Gruppi di Lavoro e Comitati Tecnici (TC) di IMEKO, presieduto dal prof. Paolo Carbone, President-Elect di IMEKO. L’attività congressuale di IMEKO riprende a pieno regime dopo gli anni di pandemia, coniugando le potenzialità degli incontri da remoto con l’efficacia degli incontri in presenza. Per offrire un accesso più ordinato alle possibilità congressuali, IMEKO ha lanciato il portale https://conferences.imeko. org, che presenta link ai congressi ed eventi organizzati da IMEKO stessa. Il portale è ancora in fase di configurazione e completamento, ma riporta già l’evento “International Conference on Metrology and Digital Transformation – the M4Dconf 2022”, che si terrà in modalità ibrida a Berlino (Germania) dal 19 al 21 settembre 2022. Per quanto riguarda gli incontri da remoto, si è tenuto nei giorni 7 e 8 marzo 2022 il primo “International Workshop on Laser Diagnostics and its Application for the Renewable Energy Sector”, organizzato da IMEKO e dall’Istituto Nazionale di Metrologia tedesco. Si è tenuta poi, dal 4 al 6 aprile 2022, la conferenza Internazionale indo-tedesca “Metrology for the deployment

of green hydrogen and renewable fuels in India”. Queste conferenze, focalizzate su argomenti di misure per l’energia rinnovabile, intervengono tempestivamente su argomenti di estrema attualità. Dubrovnik (Croazia) sarà sede di numerosi eventi organizzati dai TC di IMEKO, per lo più in forma ibrida (in presenza e da remoto). Dall’11 al 13 ottobre 2022, si terrà la conferenza internazionale congiunta dei TC3, TC5, TC16 e TC22. Dal 16 al 20 ottobre 2022 avrà luogo la conferenza internazionale congiunta dei TC11 e del TC24. Infine, dal 7 al 9 novembre 2022 la città ospiterà la sesta conferenza “IMEKOfoods”. È nella fase finale di esame dei lavori sottoposti il “25th IMEKO TC-4 International Symposium on Measurement of Electrical Quantities” congiunto con il “23rd International Workshop on ADC and DAC Modelling and Testing”, appuntamento ormai tradizionale per il TC-4 e che si terrà a fine estate a Brescia (12-14 settembre 2022). Infine, il Comitato tecnico TC-11 ha lanciato una serie d’incontri da remoto di grande interesse, dal titolo “IMEKO TC11 Measurement in Testing, Inspection and Certification”. IMEKO ha terminato l’opera di digitalizzazione degli atti dei congressi storici di IMEKO, ed è stato avviato il processo di catalogazione e indicizzazio-

ne degli atti stessi. Entro un tempo ragionevole, dunque, saranno disponibili al pubblico contenuti scientifici che hanno contribuito sostanzialmente all’affermazione della metrologia e della scienza delle misure. Anche i rapporti scientifici vengono inevitabilmente colpiti dall’attuale situazione internazionale. IMEKO ha rilasciato una dichiarazione (disponibile sul sito web) per la quale, “considerando la neutralità [di IMEKO] come una risorsa preziosa che consente un dialogo pacifico e duraturo tra metrologi e scienziati che collaborano in tutto il mondo [...]”, “[IMEKO] non prende posizione per quanto riguarda la situazione in Ucraina. In linea di principio, tuttavia, [IMEKO] condanna tutte le forme di violenza che infliggono sofferenza e rovina all’umanità”. Sempre sul proprio sito IMEKO pubblica un utile e completo bollettino, nel quale sono riassunte le attività effettuate nell’anno, gli esiti delle riunioni degli officer di IMEKO e altre notizie d’interesse per chi si occupa di misure. ACTA IMEKO Acta IMEKO, rivista scientifica di IMEKO e indicizzata su Scopus, rende disponibili liberamente su web (open access) tutti gli articoli pubblicati: https://acta.imeko.org/index. php/acta-imeko. È online il primo fascicolo del 2022, che raccoglie undici contributi scientifici originali, con l’usuale estesa presenza italiana. Acta IMEKO è adesso inserita nella Directory of Open Access Journals. Inoltre gli articoli accettati per la pubblicazione vengono ora pubblicati sul sito senza attendere la chiusura del fascicolo, con chiari vantaggi per l’immediatezza della comunicazione scientifica. T_M

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TUTTO_MISURE

TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 04 ƒ 2 019

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 01 ƒ 2 019

EDITORIALE Riflessioni

NOTIZIE

EDITORIALE

Magistrati, avvocati e metrologi discutono di Metrologia Forense

In ricordo di due amici

Il III Forum delle Misure

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Il campione nazionale del tempo I robot come strumenti di controllo

AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA

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Le responsabilità da contatto sociale

IL TEMA

GLI ALTRI TEMI

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ALTRI ARGOMENTI FMEA e misure: una sinergia Si dibatte ancora sul valore vero La competenza metrologica in Sanità

Salvatore Baglio eletto Presidente IEEE IMS

GLI ESPERTI DI T_M

Il monitoraggio delle grandi strutture

Boe intelligenti per il monitoraggio delle acque

ALTRI ARGOMENTI È il software il vero colpevole? Gestione dell’efficienza energetica L’importanza della terminologia Storia: le misure meccaniche e termiche a Milano

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IL TEMA La riproducibilità delle misure nella diagnostica medica

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

Termometria in ambito biomedicale

AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA

WWW.TUTTOMISURE.IT

Via Paolo Uccello 4– 20148 Milano Tel. 02/48009757 – Fax 02/48002070 E-mail: info@dspmindustria.it Web: www.dspmindustria.it Persona da contattare: Ing. Riccardo Romanelli La nostra società opera da oltre 40 anni nella misura delle grandezze fisiche e ha maturato una competenza specialistica e qualificata in un ampio spettro di impieghi, nei settori dell’industria, della ricerca e del laboratorio. La conoscenza ed esperienza applicativa ci porta a risolvere le problematiche di misura utilizzando le migliori tecnologie sviluppate dai primari Marchi dei quali siamo Partner. Ci occupiamo di consulenza tecnica, vendita, assistenza, calibrazioni ed esecuzioni custom. Principali grandezze fisiche: accelerazione, angolo, torsione, coppia, forza, inclinazione, livello, posizione, pressione, velocità lineare e angolare, sistemi dinamometrici, sistemi telemetrici, sistemi inerziali e avionici, condizionatori di segnale e acquisitori. Tecnologie di misura: asservita, capacitiva, digitale, estensimetrica, fibra ottica, induttiva, laser, LVDT, microfused, piezoelettrica, potenziometrica, semiconduttore. Accelerometri specifici per Testing, R&D, monitoraggi strutturali, installazioni permanenti, controllo vibrazione di processo. Trasduttori di pressione per impieghi industriali, ATEX, miniaturizzati per impieghi in ambito avionico/difesa e motorsport (omologati FIA).

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Celle di carico miniatura, con blocco meccanico di sicurezza, multiassiali, con elevata risposta in frequenza, uscite amplificate ed USB. Sensori di posizione/spostamento LVDT, potenziometrici, induttivi, ad alta temperatura, miniaturizzati, per impieghi ATEX, a filo. Banchi dinamometrici completi per la caratterizzazione e l’analisi elettro-meccanica di motori elettrici, torsiometri, freni ad isteresi magnetica. Sistemi inerziali miniaturizzati ad alte prestazioni IMU, VG, AHRS, INS, per applicazioni flight test, UAV, motorsport, vehicle testing, robotica. Alcune novità Cella di carico FUTEK mod. LSB205, miniatura ad “S”. Realizzata completamente in acciaio 17-4 PH, blocco meccanico di sicurezza del fondo scala, range di misura da 2,5 a 500 N. Connettore a 7 pin, TEDS e sensore PT1000 per la misura di temperatura. Torsiometro ad alberi Magtrol serie TS, lo stato dell’arte nelle misure di coppia mediante albero rotante. Range di misura da 0,05 a 10 Nm. Sovraccarico sicuro 3X, uscita analogica e digitale USB. Encoder 2x360 impulsi+index.


LA PAGINA DELL’IMS

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A cura di M. Parvis 1 e S. Rapuano 2

Notizie dall’IEEE Instrumentation and Measurement Society Formazione, tutorial , congressi e premi 2022 ABSTRACT This column presents the latest news about the activities of the IEEE Instrumentation and Measurement Society, the community of measurement within the Institute of Electrical and Electronics Engineers. In any issue information about conferences, funding opportunities, education activities and standard development activities of the Society are presented. RIASSUNTO Questa rubrica presenta gli ultimi aggiornamenti sulle attività dell’IEEE Instrumentation and Measurement Society, la comunità delle misure nell’ambito dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers. Di volta in volta vengono presentate informazioni sui congressi, sulle opportunità di finanziamento, sulle attività di formazione e sugli standards IEEE gestiti dalla Society.

CORSO DI MISURE E STRUMENTAZIONE ONLINE

L’IMS ha aperto il bando per la selezione di docenti per il programma di lezioni sugli argomenti di base ed applicativi del settore delle misure e della strumentazione elettronica annunciato nell’ultimo numero della rubrica (Fig.1).

Figura 1 – Banner d’invito a partecipare alla prima selezione di docenti

Il programma si pone gli obiettivi principali di ampliare l’alfabetizzazione sulle tematiche del settore nelle nazioni in cui i programmi dei Corsi di Studio universitari in ingegneria non includono insegnamenti di Misure e di fornire supporto didattico ai tecnici e ai professionisti di qualunque età che si dovessero trovare nella necessità di formarsi rapidamente, sia sulle basi delle misure sia su applicazioni specifiche. Il programma prevede

una serie di brevi lezioni teoriche di circa 20 minuti e di attività di laboratorio, eseguite da remoto mediante strumenti virtuali. Esercitazioni numeriche e questionari a risposta multipla consentiranno l’autovalutazione dei discenti e l’attribuzione di crediti formativi professionali nelle nazioni in cui si otterrà il riconoscimento. Il primo gruppo di argomenti per i quali è aperto il bando riguarda i fondamenti della misurazione (Fig.1) ed è riportato di seguito. Argomenti del modulo 1: 1. Measurement uncertainty: Risk and cost, direct and indirect measurements, probabilistic uncertainty models, GUM; 2. Basic statistics for probabilistic uncertainty model 1: mean, standard deviation, and variance, median, mode, pdfs examples, degrees of freedom, percentiles, regression; 3. Basic statistics for probabilistic uncertainty model 2: repeatability, reproducibility, confidence intervals, correlation, generating functions, convolution, central limit theorem, software tools; 4. Expanded Uncertainty Type A: experimental estimates of uncertainty, stan-

dard deviation, normal distribution and probabilities, confidence intervals, prediction intervals, degrees of freedom; 5. Expanded Uncertainty Type B: theoretical estimates of uncertainty: sources, assumptions, constraints, other sources of data/physical models, non-normal distributions; 6. Total Uncertainty: propagation of uncertainty, combining uncertainties, effective degrees of freedom, Welch-Satterthwaite formula, sums of random variables, convolution, method of moments distribution, sums of central moments, central limit theorem; 7. Tools to determine total uncertainty: Monte Carlo, numerical toolboxes from TC-32, GUM-tree, Excel; 8. Design of experiments: Optimal experiments with low uncertainty, calibration issues, excitation signal design, noise and anti-aliasing filters, frequency band selection methods. Per partecipare è necessario inviare, mediante la piattaforma web, (i) un curriculum completo che include pubblicazioni ed esperienza d’insegnamento, con particolare attenzione all’erogazione di lezioni online; (ii) una dichiarazione di disponibilità da parte del candidato a ricoprire il ruolo di docente e come intende adempiere ai compiti previsti nella guida, pubblicata sul sito web, d’invio della domanda; (iii) un breve videoriassunto della lezione (5 min.), registrato secondo gli standard di qualità e nel formato descritti nella guida. 1

Marco Parvis, IEEE IMS Vice President Technical and Standards Activities, Dip. di Elettronica e Telecomunicazioni, Politecnico di Torino marco.parvis@polito.it 2 Sergio Rapuano, IEEE IMS Vice President Education, Dip. Ingegneria, Università del Sannio rapuano@unisannio.it

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LA PAGINA DELL’IMS

Oltre alla videolezione su slides da fornire separatamente, viene richiesto ai candidati selezionati di preparare e consegnare documentazione aggiuntiva contenente esempi pratici e/o esercizi svolti e un set di quiz a risposta multipla con relative soluzioni. Pagina web su cui caricare la propria candidatura e reperire la guida. La prima scadenza per la presentazione delle candidature è il 30 maggio 2022. La selezione verrà completata entro il 15 giugno. I docenti avranno tempo fino al 15 luglio per consegnare il materiale richiesto. DISTINGUISHED LECTURER, WEBINAR e VIDEOTUTORIAL 2022

L’attività del Distinguished Lecturer Program dell’IMS è ripresa normalmente in presenza. La quinta serie di Virtual Distinguished Lectures, che ha coinvolto i Distinguished Lecturers del 2021 e del 2022, è appena stata completata con successo partendo in concomitanza con l’IEEE Education Week 2022. In particolare, la nuova edizione del seminario di Eros Pasero è stata scelta dall’IEEE Public Visibility Committee come esempio di divulgazione al pubblico generale delle

attività dell’Istituto. L’elenco di docenti e dei seminari disponibili online, presentato negli scorsi numeri della rubrica, è stato esteso con le informazioni in Tab. 1. Le prime quattro serie sono disponibili sul sito, senza necessità d’iscrizione all’IEEE o all’IMS. Il programma di Video Tutorials è aperto a chiunque voglia contribuire con un contributo videoregistrato (video su slides). Sul sito web è possibile ottenere le informazioni necessarie a partecipare alla selezione dei tutors, senza date di scadenza. I VT realizzati sono accessibili all’indirizzo precedentemente riportato e sul sito dell’IEEE Learning Network – ILN, inserendo “Instrumentation and Measurement” come stringa di ricerca. AGGIORNAMENTO SUI CONGRESSI DELL’IEEE IN STRUMENTATION AND MEASUREMENT SOCIETY

Come indicato nel precedente numero di questa rubrica, l’I2MTC 2022 si è svolto a Ottawa dal 16 al 19 maggio. Vista l’estesa liberalizzazione dei viaggi intercontinentali si è deciso di mantenere la formula in presenza, prevedendo però sessioni ibride per gli autori impossibili-

Tabella 1 – Virtual Distinguished Lectures dell’IMS – Primavera 2022

Docente

Webinar

V serie – aprile-maggio 2022 Eros Pasero Politecnico di Torino

Medicine 4.0: When New Technologies Work with A.I. (Student/Ph.D. Edition)

Yong Yan – University of Kent Regno Unito

Multiphase Flow Measurement and Combustion Process Monitoring through Data-Driven Modelling

Tabella 2 – Scadenze e siti web per candidature ai premi dell’IMS

Premio

Scadenza

Sito web

J. Barry Oakes Advancement Award

01/08/2022

BANDO

Outstanding Young Engineer Award

01/08/2022

BANDO

Best Application in Instrumentation and Measurement Award

01/08/2022

BANDO

Technical Award

01/08/2022

BANDO

Distinguished Service Award

01/08/2022

BANDO

Career Excellence Award

01/08/2022

BANDO

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tati a viaggiare per ragioni dipendenti dalle politiche nazionali. In questa edizione è stata offerta la possibilità di presentare da remoto solo agli autori cinesi, date le stringenti condizioni di quarantena a loro imposte dal proprio governo. Quest’anno, quindi, è stata realizzata la prima (e si spera ultima) edizione dell’I2MTC parzialmente ibrida. L’edizione del 2023 è prevista a Kuala Lumpur, Malesia interamente in presenza. Il MeMeA 2022, invece si terrà a Giardini Naxos (ME) dal 22 al 24 giugno in modalità interamente ibrida, lasciando quindi gli autori liberi di decidere se viaggiare in Sicilia o no. Queste due conferenze costituiranno un banco di prova per l’organizzazione di conferenze ibride da parte della Society, che consentirà di valutare sperimentalmente i vantaggi e gli svantaggi di tale formato. L’IEEE stia studiando le conferenze condotte in modalità ibrida per prevedere un’opzione ibrida per le conferenze anche dopo la conclusione della pandemia. In ogni caso la politica dell’IMS prevede di tornare al regolare svolgimento delle conferenze in presenza appena possibile. Il SAS 2022 si terrà dal 1 al 3 agosto a Sundsval, in Svezia. AGGIORNAMENTO SUI PREMI IMS DEL 2022

Le selezioni relative ai bandi per Graduate Fellowship Award, Faculty Course Development Award e Best Dissertation Award 2022 si sono concluse nei giorni scorsi e hanno visto una buona partecipazione di candidati italiani. Due dei sei vincitori sono italiani: Andrea Alimenti, dell’Università di Roma 3, ha vinto il Best PhD Dissertation Award; Francesca Mancino, dell’Università di Napoli “Federico II” ha vinto un Graduate Fellowship Award. I premi sono stati consegnati durante la cerimonia di premiazione all’I2MTC. Sono ancora aperti i bandi riportati in Tab.2. Per partecipare è necessaria una nomination, corrispondente a un’autocandidatura o alla candidatura di un collega. Nella maggior parte dei casi bisogna presentare documentazione aggiuntiva a sostegno della nomination, attraverso il sito web dell’IMS.


TESTING & DINTORNI

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Rubrica a cura di Massimo Mortarino (mmortarino@affidabilita.eu) Articolo di Mirko Martina

Il prodotto ATEX dev’essere conforme anche alle norme di prodotto? Spostiamo il focus sulle norme industriali di prodotto

DOES THE ATEX PRODUCT ALSO HAVE TO COMPLY WITH PRODUCT STANDARDS? Our analysis in the field of tests prescribed by the ATEX Directives (regarding equipment used in potentially explosive atmospheres) continues. In this issue it is the turn of the product standards. TESTING & DINTORNI Prosegue la nostra analisi in ambito di prove prescritte dalle Direttive ATEX, riguardanti le apparecchiature impiegate in atmosfere potenzialmente esplosive. In questo numero è la volta delle norme di prodotto. In questo numero affrontiamo un tema già accennato in questa rubrica, approfondendo l’argomento senza pretendere di esaurirlo in queste poche pagine. Parliamo dei prodotti elettrici ed elettronici che ricadono nel campo di applicazione della Direttiva 2014/34/EU (ATEX), ai quali sono applicate le norme armonizzate della serie EN IEC 60079, spostando il focus sulle norme industriali di prodotto. Non è scopo di questo scritto analizzare il tema a livello di direttive, ovvero se ai prodotti ATEX si debbano o meno applicare altre Direttive dell’Unione a seconda del tipo di prodotto. La trattazione rimarrà a livello delle norme tecniche applicabili al prodotto stesso, cercando di esaminare se un’apparecchiatura conforme alle norme 60079 si possa considerare tale anche alle norme industriali di prodotto, oppure se queste debbano essere applicate, ivi comprese le prove di tipo. Il quesito è molto ricco di casistiche, quindi saremo costretti a esaminare alcuni esempi.Tuttavia possiamo tentare di ricercare la risposta nella norma. È noto che l’applicazione delle norme armonizzate conferisca la presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza della Direttiva; quindi l’utilizzo della norma armonizzata non è mandatorio bensì volontario. Tuttavia la norma tecnica (armonizzata) è il riferimento consolidato anche per altri Schemi di Certificazione, nel caso del

prodotto per luoghi con pericolo di esplosione: ad esempio, la certificazione IECEx o certificazioni locali come INMetro, EACEx, UKCA Ex, CCC Ex, ecc., per questo un riferimento quasi obbligato. LA NORMA 60079

Per la serie EN IEC 60079 (nel seguito, per comodità, 60079-x) il riferimento obbligato per ogni categoria di prodotto, e per tutte le tecniche di protezione, è la norma 60079-0, che fissa i requisiti generali per i prodotti destinati a essere installati in zona classificata con pericolo di esplosione. Quanto segue, sarà indipendente dal tipo di zona e dalla pericolosità della zona classificata. Il primo indizio nella norma 60079-0, ai fini della nostra ricerca, lo troviamo già nello “scopo” (clausola 1) e ci fa rizzare le antenne: “IEC 60079 does not specify requirements for safety, other than those directly related to the explosion risk”. Il normatore ci avverte che la serie 60079 si occupa solo degli aspetti di sicurezza relativi al rischio che un’apparecchiatura possa innescare una esplosione. Viene quindi spontaneo chiedersi come comportarsi con le altre tipologie di rischi derivanti dall’utilizzo di un prodotto elettrico: elettrocuzione, incendio (fenomeno differente dall’e-

splosione e NON trattato dalle norme 60079), esposizione ai campi elettromagnetici e alla compatibilità elettromagnetica, ecc. Scorrendo la 60079-0, si arriva alla clausola 6 “Requirements for all equipment”, che raccoglie le prescrizioni per tutte/i le/i apparecchiature/componenti, e alla clausola successiva 6.1, che descrive i requisiti generali: “The requirements of this standard, together with one or more of the specific standards listed in Clause 1, are in addition to the applicable safety requirements of the relevant industrial standards”. In sostanza, la conformità del prodotto alle norme industriali di prodotto è chiaramente un requisito normativo per un prodotto destinato alle atmosfere esplosive, indipendentemente dall’applicabilità o meno di uno o più atti dell’Unione (Direttive EU). L’applicabilità o meno di una norma di sicurezza elettrica, di compatibilità elettromagnetica, ecc. è definita nello “scopo” della norma industriale di prodotto stessa, una volta che il costruttore ha individuato e definito l’utilizzo previsto per il proprio prodotto durante la progettazione. Proseguendo nella lettura della clausola 6.1 della 60079-0, scopriamo poi tre note. Anche se la “nota” non rappresenta un requisito normativo, ci aiuta nella corretta applicazione del requisito a cui è riferita.

Ing. Mirko Martina Responsabile Settore ATEX di Intek spa e membro CT31 CEI mirko.martina@intek.it

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Nello specifico leggiamo: “NOTE 1: It is not a requirement of this standard that compliance with the relevant industrial standards be verified”. Quindi l’Ente Notificato che certifica il prodotto, non esegue verifica dei requisiti delle norme industriali di prodotto, ma solo di quelli delle norme 60079. Abbiamo un primo verdetto: il prodotto certificato ATEX, con l’utilizzo della norma armonizzata 60079, dev’essere conforme alla norma industriale di prodotto, ma il certificato ATEX NON copre i requisiti della norma di prodotto. Ergo, il costruttore è tenuto a verificarli applicando la norma di riferimento. Se il prodotto ATEX è classificato in modo tale che la Direttiva non richieda l’intervento dell’Ente Notificato e l’emissione di un certificato (ad esempio, un prodotto del Gruppo II e Categoria 3), il costruttore adotterà una procedura in accordo all’allegato VIII della Direttiva 2014/34/EU ovvero opererà in “autocertificazione”. Se utilizza la serie 60079 per attestarne la conformità, i requisiti della clausola 6.1 della parte 0 sono ugualmente applicabili. Un aspetto interessante della serie 60079 è che, sebbene vi siano test dedicati all’invecchiamento delle parti plastiche o elastomeriche di custodie da cui dipende la protezione, non vi sono prove di tipo relative alle sollecitazioni ambientali che possano incidere sul prodotto. Tuttavia la Nota 2 alla clausola 6.1 della 60079-0 recita: “If the Ex Equipment or Ex Component is intended to withstand particularly adverse service conditions (for example, rough handling, humidity effects, ambient temperature variations, effects of chemical agents, corrosion), these are typically specified to the manufacturer by the user. If certification is sought, it is not a requirement of this standard that the certification body confirm suitability for the adverse conditions. Special precautions are typically taken when vibration effects on terminals, fuse holders, lampholders and current-carrying connections in general may impair safety, unless they comply with specific standards. For additional information on the application of Ex Equipment in low temperature conditions below –20 °C, see IEC TS60079-431, Explosive atmosT_M  56

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pheres – Part 43: Equipment in adverse service conditions”. In sostanza, anche se non vi sono specifici requisiti di prova per le condizioni ambientali, la norma fornisce un’indicazione precisa: quando un prodotto è dichiarato dal costruttore idoneo a condizione ambientale particolarmente avversa, che può influire sul “modo di protezione Ex”, allora speciali precauzioni devono essere adottate dal costruttore e non sono oggetto di verifica da parte dell’ente di certificazione che applica la 60079. Il costruttore deve provvedere a eseguire i test sul prodotto, in accordo agli standard industriali applicabili per quella specifica condizione ambientale (es: verifica degli effetti delle vibrazioni sui morsetti, ecc.). ESEMPI DI “COMPONENTI” ATEX E NORMA DI PRODOTTO

Prima di esaminare alcuni esempi, si ricorda il significato di “componente” ai sensi della Direttiva ATEX 2014/34/EU e per quanto definito dalle norme 60079. Il componente “Ex” è un prodotto per il quale il modo di protezione non è completo, ovvero che necessita di valutazioni addizionali quando è incorporato in un’apparecchiatura completa per soddisfare tutti i requisiti della specifica tecnica di protezione. I componenti sono marcati con il suffisso “U” (presente nel numero di certificato, per i prodotti certificati) e NON possono essere utilizzati da soli (non possono essere installati). Esempi di componenti “Ex” tipici sono le custodie vuote e i morsetti componibili. Custodie vuote (gas e polveri) Le custodie vuote rappresentano un esempio di componente per il quale le prove 60079 non coprono tutti i requisiti delle norme industriali di prodotto. In effetti, i requisiti 60079 per le custodie sono piuttosto severi. Abbiamo già avuto modo di descrivere in

questa rubrica le prove di tipo per le custodie, soprattutto in merito alle custodie non metalliche e alle parti non metalliche delle custodie. Tuttavia, quando una custodia è intesa per contenere e proteggere componenti elettrici, vi sono requisiti specifici di prodotto espressi dalla norma EN 62208, che si applica a involucri vuoti, come forniti dal relativo costruttore, prima che l'utilizzatore incorpori gli apparecchi di protezione e di manovra. I test richiesti dalla EN 62208 hanno principalmente lo scopo di verificare che l’involucro vuoto garantisca un’adeguata protezione dalle influenze esterne e un definito grado di protezione contro l’avvicinamento o il contatto con parti attive e contro il contatto con parti in movimento. Le prove di tipo che possono differire dai requisiti 60079 sono relative a: – Carichi statici; – Carichi assiali degli inserti metallici, relativamente alla stabilità degli elementi interni destinati al supporto e al fissaggio dei componenti interni; – Impatti meccanici, con condizioni ed energie differenti da quelle delle prove 60079; – Resistenza al calore anormale e al fuoco (Glow Wire test secondo la EN 60695-2-10 e EN 60695-2-11); – Tenuta dielettrica; – Resistenza alla corrosione (per gli involucri metallici), che prevede cicli di condizionamento a caldo umido (EN 60068-2-30) e successivamente a prova di nebbia salina secondo la EN 60068-2-11.

Figura 1 – Esempio di prove di nebbia salina su elementi metallici di custodia


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– Prova di corrente am- prodotto è una cassetta di giunzione missibile di breve durata per uso generale e installazione fissa (prova di c.c. con densi- o, piuttosto, una cassetta di giunzione tà di corrente di prova di a bordo macchina con parti in movi120 A/mm2). mento e probabilità di vibrazioni. Le prove di vibrazione richiamate nella 60079- Esempi di apparecchiature ATEX 0 sono citate nuovamen- e Norma di prodotto te nella 60079-7, speci- Per le apparecchiature complete, gli fica per il modo di prote- esempi che portiamo sono di due tipi: zione “e”, nella Nota 2 un’apparecchiatura di manovra e alla clausola 4.2.1 dei comando (switch) e un’apparecchiaturequisiti generali per le ra assiemata di comando (quadro eletconnessioni elettriche: trico di comando, o “panel board”). “Special precautions Ipotizzando atmosfera esplosiva Gas, against vibration and sono esempi di apparecchiature con Figura 2 – Esempio di prove di nebbia salina su elementi metallici di custodia: particolare di un inserto metallico mechanical shock are all’interno componenti “scintillanti” e, dopo esposizione all’ambiente salino often applied to reduce quindi, non adatte alla protezione “e” the risk of loosening”. non scintillante della 60079-7. In In questo caso il focus è genere le apparecchiature di manovra sulla riduzione del ri- e comando, così come le unità assieschio che la connessione mate di comando come piccoli quadri, possa divenire scintillan- vengono realizzate con riferimento al te in seguito alla perdita modo di protezione “d” ovvero protetdella forza di serraggio te con custodie antideflagranti confordel morsetto, dovuta agli mi alla 60079-1. Una custodia “d” effetti della vibrazione, (metallica) è in grado di resistere alle causando la fuoriuscita sollecitazioni della pressione di esplodel conduttore e la con- sione e non propaga un’esplosione seguente riduzione delle interna all’atmosfera gas circostante. distanze d’isolamento. Tuttavia si tratta sempre di un’apparecLa valutazione se esegui- chiatura elettrica con custodia metallire o meno la prova av- ca e il rischio elettrico va considerato. viene in fase di verifica della conformità alla Apparecchiature elettriche Figura 3 – Esempio di prova di Glow-Wire su custodia (per gentile concessione di Giovenzana International B.V.) nor ma 60079-7, per di manovra e comando l’uso previsto dell’appa- La norma di prodotto di riferimento è la Morsetti componibili recchiatura elettrica. Ad esempio, se il serie EN 60947, precisamente la e morsetti di connessione di un componente interno (Gas) I morsetti “Ex” sono tipicamente progettati con modo di protezione “e” non scintillante, in accordo a 60079-7. La norma richiama esplicitamente la norma di prodotto EN 60947-7-1 e parte 2, relativamente alle prove sia meccaniche sia elettriche, tra le quali si citano: – Ancoraggio del morsetto al suo supporto; – Proprietà meccaniche delle unità di connessione; – Verifica della caduta di tensione, la quale definisce la resistenza della connessione a 20 °C (solitamente dichiarata dal costruttore e riportata anche Figura 4 – Esempio di prova di corrente di breve durata su un morsetto nel certificato ATEX); T_M  57


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Figura 6 – Setup di prova di cortocircuito su un dispositivo di manovra Figura 5 – Esempio di prova di vibrazione su elementi di connessione

parte 1 (Regole generali) e la parte 3, specifica per interruttori di comando, sezionatori e interruttori di manovrasezionatori. Lo scopo è quello di verificare le categorie di utilizzazione dell’apparecchiatura dichiarate dal costruttore, ovvero la capacità d’interrompere correnti dichiarate a una determinata tensione, per il carico dichiarato che può essere resistivo oppure induttivo (cosfi < 0,9). Nelle prove di cortocircuito, poi, si stabilisce una corrente molto elevata che si esaurisce con l’intervento del dispositivo di protezione a monte. Tale corrente genera forze elettrodinamiche sull’apparecchiatura, il cui effetto si manifesta come sforzo meccanico fino alla rottura o, addirittura, esplosione. In quest’ultimo caso non si tratta di una esplosione per cui la custodia è dimensionata; infatti una custodia “d” è certificata per le sollecitazioni di un’esplosione di miscele gas, ma non per un’esplosione originata da valori energetici molto elevati. Nelle Figg. 6 e 7 vi sono esempi degli effetti del cortocircuito su un’apparecchiatura testata per verificare la sua capacità ad aprire una corrente di 10 kA con un carico a cosfi 0,5 e tensione di 725 V a.c. trifase. Durante il test in laboratorio è stata misurata una energia specifica passante di circa 8 MA2s. Va da sé che i test di esplosione in accordo alla 60079-1 non coprono gli effetti derivanti dall’energia che l’inter-

ruttore è chiamato a gestire senza fenomeno distruttivo. Apparecchiature assiemate (quadri) Queste apparecchiature rientrano nel campo d’applicazione della serie di norme industriali di proFigura 7 – Effetto del fallimento della prova di cortocircuito dotto EN 61439. Lo scopo della norma è quello di stabilire le condizioni di ser- correnti di corto circuito, conducibile vizio, prescrizioni di costruzione, con un esame documentale entro certi caratteristiche tecniche e prescrizioni limiti, altrimenti necessita di prova di di verifica dei quadri per bassa ten- cortocircuito. La protezione contro la sione. scossa elettrica include anche le preSono verificate caratteristiche, ad e- scrizioni dei circuiti di protezione (PE) sempio, non richieste dal metodo di pr- ed equipotenziale. otezione “d”, che sono però orientate alla protezione contro i contatti diretti e Conclusioni indiretti, quali: Gli esempi riportati non sono esaustivi – Robustezza dei materiali e delle delle casistiche di prodotti ATEX a cui si parti; devono applicare le norme di prodotto – Grado di protezione fornito dall’invo- (manca completamente, ad esempio, lucro del quadro; l’analisi con riferimento alla compatibi– Distanze d’isolamento in aria e super- lità elettromagnetica – EMC), ma sono ficiali; tuttavia utili per comprendere come la – Protezione contro la scossa elettrica; conformità alla 60079 sia specifica di – Installazione di dispositivi di prote- un solo rischio: l’innesco di atmosfera zione e di componenti; potenzialmente esplosiva. La conformi– Circuiti elettrici interni e collegamenti; tà alle norme di prodotto completa le – Raffreddamento; caratteristiche di sicurezza di un’appa– Terminali per conduttori esterni. recchiatura o di un componente verso Inclusa la verifica della resistenza alle l’utilizzatore finale. T_M  59


TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

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LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XXI N. 01 ƒ 2 019

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Il XIX Congresso Internazionale di Metrologia

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MISURE E FIDATEZZA

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Rubrica a cura di L. Cristaldi, (loredana.cristaldi@polimi.it), M. Catelani, M. Lazzaroni, L. Ciani Articolo di C. Bruno 1, L. Crippa 2, L. Cristaldi 2, M. Tacchini 1

La sicurezza funzionale: i sistemi in high e in low demand mode Parte I – I sistemi in low demand mode FUNCTIONAL SAFETY: HIGH AND LOW-DEMAND MODE SYSTEMS In any human activity, there are intrinsic Hazards to things, the environment, or people, who require special attention from designers and operators to minimize or at least mitigate, all risks associated. With this paper, we are beginning a path that will try to highlight this issue through the analysis of existing standards and their updates.

SOMMARIO In qualunque attività umana sono presenti intrinsecamente pericoli per le cose, per l’ambiente o per le persone, che richiedono una particolare attenzione da parte dei progettisti e degli operatori per minimizzare, o quanto meno mitigare, tutti i rischi associati. Con questo articolo si inizia un percorso che cercherà di mettere in evidenza questo tema attraverso l’analisi della normativa esistente e dei suoi aggiornamenti.

umana sono presenti intrinsecamente pericoli per le cose, per l’ambiente o per le persone; per raggiungere, quindi, un livello di sicurezza accettabile è fondamentale minimizzare, o quanto meno mitigare, tutti i rischi associati a un processo produttivo o al funzionamento di un sistema. È quindi particolarmente importante, nella progettazione e gestioni d’impianti, dispositivi, processi o macchinari, considerare, oltre agli aspetti produttivi, anche quelli della sicurezza. Per raggiungere tale obiettivo si utilizzano le funzioni dei sistemi di controllo che, attraverso la valutazione dello stato e dei valori di opportune variabili in ingresso al sistema, mantengono tali variabili al valore di set-point. Qualora non sia possibile raggiungere il livello di sicurezza desiderato attraverso i soli sistemi di controllo, diventa necessario valutare l’utilizzo di opportuni sistemi di sicurezza. Questi ultimi si assicurano che, in caso di perdita di controllo, un processo venga inibito o comunque venga portato a uno stato sicuro, nel LA SICUREZZA FUNZIONALE quale non sia possibile il verificarsi di È evidente che in qualunque attività eventi pericolosi. Alla luce di queste

Nei complessi impianti industriali la sicurezza, sia essa di persone, dell’ambiente o dell’infrastruttura stessa, non può essere sottovalutata. Per raggiungere un livello di sicurezza accettabile è fondamentale minimizzare, o quanto meno mitigare, tutti i rischi associati al processo produttivo o al funzionamento del sistema. Per parlare di sicurezza (e, come faremo in seguito, di sicurezza funzionale) è necessario comprendere le differenze e le connessioni tra il concetto di pericolo e il concetto di rischio. Si definisce, nel contesto della sicurezza industriale, pericolo (o, in modo equivalente, fattore o sorgente di rischio) una proprietà intrinseca di un materiale, macchinario, impianto o situazione in grado di arrecare danno alle cose, all’ambiente o alle persone. Trattandosi di una proprietà intrinseca, un pericolo segue la logica binaria del “presente” o “assente”. In altri termini, un pericolo può essere eliminato ma non può essere ridotto.

considerazioni, i sistemi di sicurezza sono sistemi “trasparenti” ovvero, pur essendo sempre presenti, entrano in azione solo quando si verifica l’insorgenza di una situazione pericolosa e/o incontrollata. La presenza di un pericolo può avere conseguenze pratiche molto diverse, in funzione di due variabili: il fatto che il pericolo si concretizzi in un evento indesiderato e l’entità del danno causato dall’evento indesiderato. Il concetto di rischio sintetizza, in un solo parametro (R), la probabilità che il pericolo si concretizzi in un effetto dannoso tenendo conto della probabilità di accadimento dell’evento indesiderato (P), e l’entità del danno (identificata attraverso la stima della magnitudo, M). La magnitudo di un evento, a sua volta, dipende dall’intensità, I, dell’effetto causato dall’incidente e dalla vulnerabilità, V, delle persone, delle cose o dell’ambiente esposto. R = f (P, M) = f (P, I, V) La sicurezza funzionale (Functional Safety – FS) è il ramo dell’ingegneria che si occupa proprio di quei sistemi di sicurezza che utilizzano tecnologie elettriche, elettroniche ed elettroniche programmabili (E/E/PE) e li disciplina per l’intero ciclo di vita (progettazione, applicazione, utilizzo e manutenzione). L’obiettivo della sicurezza funzionale è la riduzione del rischio in un impianto, processo o macchinario, a un livello accettabile, tramite un sistema di sicurezza.

1 GT Engineering, Poncarale (BS) claudia.bruno@gtengineering.it marco.tacchini@gtengineering.it 2 Politecnico di Milano loredana.cristaldi@polimi.it crippamatteo95@gmail.com

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MISURE E FIDATEZZA

FS è regolata dallo standard internazionale IEC 61508 [1]. Prima d’introdurre le definizioni della IEC 61508 cercheremo di comprendere quanto sintetizzato precedentemente attraverso l’esempio di Fig. 1. Il sistema di controllo implementato sulla caldaia si occupa, tramite una valvola, di regolare la portata di acqua in uscita, mentre il sistema di sicurezza si occupa d’interrompere, tramite una valvola on/off, l’afflusso di gas combustibile in caso di emergenza. Nella Fig. 1 viene introdotto l’acronimo EUC “Equipment Under Control”, che può intendere un’intera installazione, una parte di essa oppure parte di un dispositivo, attrezzatura, macchinario o impianto.

L’esempio in Fig. 2 rappresenta un classico esempio di sistema strumentale di sicurezza: un sensore misura una variabile del processo (temperatura, portata o pressione), trasmette il valore misurato come input a un controllore logico (in genere tramite un segnale elettrico di tensione o di corrente, oppure tramite un segnale pneumatico che verrà convertito in elettrico) e quest’ultimo trasmette il comando all’elemento finale di controllo, all’attuatore, che si occupa fisicamente di portare il processo in uno stato sicuro. La funzione strumentale di sicurezza (SIF) rappresenta, tramite un diagramma a blocchi, i vari dispositivi componenti il sistema strumentale di sicurezza: il blocco “S” rappresenta il sensore, il blocco “L” il controllore logico ed il blocco “A” l’attuatore. Un canale funzionale rappresenta parte di un sistema di sicurezza ed ha lo scopo di eseguire la funzione di sicurezza, quando richiesto o in modo continuo. È rappresentato generalmente da un blocco a funzione discreta e può essere formato da più elementi connessi in serie. Il sistema di sicurezza sarà rappresentato pertanto da un diagramma a blocchi. Per un canale funzionale perdere l’abilità di eseguire la funzione di sicurezza Figura 1 – Esempio di sistemi di controllo e di sicurezza in un processo è descritto come un guasto pericoloso. La norma IEC 61508 [1], partendo dal presupposto che il rischio zero non possa esistere, fornisce La normativa IEC 61511 [2] introduce i seguenti due con- una metodologia per realizzare sistemi di sicurezza ad afficetti relativi ai sistemi di sicurezza: dabilità definita, attraverso una quantificazione del rischio – Sistema strumentale di sicurezza, definito S.I.S. (dall’in- intrinseco in un certo evento e la sua riduzione fino a un glese Safety Instrumented System): è l’aspetto fisico e mate- livello detto socialmente accettabile. La norma definisce riale del sistema di sicurezza, formato ad esempio da sen- una metrica discreta per valutare la funzione di sicurezza: sori, unità logiche ed elementi finali di controllo; tale metrica è di fatto la misura dell’affidabilità della funzio– Funzione strumentale di sicurezza, definita S.I.F. (dall’in- ne di sicurezza. La misura dell’integrità della sicurezza, glese Safety Instrumented Function): è l’aspetto matematico ovvero la probabilità che il sistema di sicurezza sia in del sistema di sicurezza. grado di eseguire la specifica funzione di sicurezza al Un esempio di S.I.S. e di S.I.F. è riportato in Fig. 2: momento in cui essa si rende necessaria, è definita dal SIL (Safety Integrity Level). I livelli SIL vanno da 1 (il livello più basso) a 4 (livello più alto) e possono essere applicati sia al sistema di sicurezza completo sia ai suoi singoli componenti: quando si analizza un singolo componente si parla di capacità SIL del componente e quello complessivo del sistema corrisponderà al minimo livello di SIL fra i SIL di tutti i suoi componenti. Vale la pena comunque evidenziare che la valutazione del livello SIL raggiungibile coinvolge tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto. HIGH AND LOW DEMAND MODE Figura 2 – Esempio di sistema strumentale di sicurezza e funzione strumentale di sicurezza (SIF)

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Il livello di rischio accettabile viene valutato, relativamente al sistema o


N. 02 ; 2022 LOW DEMAND MODE

Nella IEC 61511, per i sistemi di sicurezza si fa riferimento a due parametri di affidabilità: – Il tasso di guasto l; – La probabilità media di guasto su richiesta, PFDavg (Average Probability of Failure on Demand). La richiesta è intesa come richiesta della funzione di sicurezza. Nella normativa IEC 61511 l’affidabilità di un sistema di sicurezza è misurata in livelli di sicurezza integrata, i SIL visti prima. Per determinare il SIL di un sistema di sicurezza bisogna correlarlo con dei range di valori del PFDavg. Esistono quattro livelli di sicurezza integrata, elencati in ordine crescente di affidabilità in Tab. 1. Il PFDavg può essere calcolato tramite la seguente equazione:

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all’apparecchiatura oggetto di studio, seguendo un approccio probabilistico, facendo riferimento alla frequenza del guasto o alla sua probabilità di accadimento. Qualora il rischio introdotto da un processo o da un macchinario sia più elevato di quello accettabile bisognerà ricorrere all’utilizzo di una o più funzioni di sicurezza. Il rapido sviluppo tecnologico nel settore dei sistemi di controllo ha portato quindi i normatori a cercare di regolare con criteri quantitativi il livello di affidabilità dei sistemi di controllo che assolvono le funzioni di sicurezza. Le due norme che nel dettaglio stabiliscono criteri e requisiti di sicurezza funzionale per i sistemi di controllo dei macchinari sono la già citata IEC 62061 [3] e la ISO 13849-1 [4]. In entrambe le norme un sistema di sicurezza è modellato tramite i tre sottosistemi di Fig. 2 e in entrambe le norme sono descritte le procedure per la progettazione e la realizzazione di sistemi di sicurezza. Più in generale però, i sistemi di sicurezza si dividono in due categorie: – High demand mode safety systems, tipico del settore dei macchinari; – Low demand mode safety systems, tipico del settore dei processi. Questa distinzione viene fatta in funzione della frequenza con cui viene richiesta la funzione di sicurezza (i sistemi low demand sono progettati per proteggere da eventi che hanno frequenza di accadimento molto bassa). È logico pensare che queste due tipologie di sistemi debbano avere proprietà specifiche e idonee alla circostanza in cui si trovano a funzionare: ne segue che queste due categorie seguono modalità differenti nel calcolo dell’affidabilità di un anello di sicurezza. Per entrambe le tipologie esistono delle norme di riferimento. Le applicazioni in Low Demand si affidano alla IEC 61511-1 [2]. Mentre, per quanto riguarda l'High Demand, le due normative di riferimento sono la IEC 62061 [3], pubblicata a marzo 2021 come seconda edizione, e la ISO 13849-1 [4].

MISURE E FIDATEZZA

Tabella 1 – Livelli di sicurezza integrata (IEC 61511)

Livello di sicurezza

Probabilità media di un guasto pericoloso in domanda ( )

1

10 –2 ≤ PFDavg <10 –1

2

10 –3 ≤ PFDavg <10 –2

3

10 –3 ≤ PFDavg <10 –3

4

10 –5 ≤ PFDavg <10 –4

Ti Ti PFDavg = 1 ⋅ PFD (t) dt = 1⋅ lDU ⋅ t ⋅ dt = Ti 0 Ti 0

lDU ⋅ Ti 1

(dove, considerando lo sviluppo di Maclaurin per la funzione affidabilità e fermando lo sviluppo al secondo termine, la funzione inaffidabilità presente sotto segno d’integrale è data dal prodotto del tempo per il tasso di guasto supposto costante). Nell’equazione è presente un parametro di tempo: Ti. Esso è definito Proof Test e rappresenta il tempo che intercorre tra il test di un canale funzionale ed il test successivo. Il PFD di un SIF che è sottoposto a test periodici può essere rappresentato nel tempo come un dente di sega.

Figura 3 – Andamento della funzione PFD(t) in funzione del tempo di Proof Test

La durata dell’intervallo di Proof Test dipende anche dal valore d’inaffidabilità accettabile per un certo loop di sicurezza e va valutato anche in funzione di quelle che sono le caratteristiche del dispositivo. Supponendo un tasso di guasto di 5.000 FIT (Failure in Time: 5.000 FIT=5.000×10-9 h-1) si ha un PFD dopo quattro anni pari al 18%; in caso fosse necessaria una maggiore riduzione del rischio, si richiederebbe un Proof Test, a pari valore di tasso di guasto, eseguito con maggiore frequenza. In realtà, il livello di affidabilità di una funzione di sicurezza è limitato dal tipo di architettura scelta (Hardware Fault Tolerance) e da un parametro che prende il nome di Safe Failure Fraction (SFF). Tale parametro determina il massimo livello di SIL raggiungibile da uno specifico sottosistema di sicurezza. A tale proposito, un esempio dettagliato verrà discusso nel prossimo numero. T_M  63


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MISURE E FIDATEZZA

CONCLUSIONI

lo legate alla sicurezza”, (ed. 2015). [5] ISO 13849-2:2012 – Safety of In questo primo contributo si è cercato machinery – Safety-related parts of di evidenziare il ruolo, e di definirne il control systems – Part 2: Validation. perimetro, della sicurezza funzionale. Nel prossimo numero, si proporranno Marco Tacchini è laureato un esempio di valutazione di SIL per in Ingegneria Elettronica sistemi in low demand e l’analisi e il presso il Politecnico di Milaconfronto della normativa esistente per no. È responsabile tecnico di i sistemi in High Demand Mode. GT Engineering, società di BIBLIOGRAFIA

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Claudia Bruno è laureata in Ingegneria della prevenzione e sicurezza nell’industria di processo presso il Politecnico di Milano. È Machinery Safety Specialist in GT Engineering.

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[1] IEC 61508 “Sicurezza funzionale dei sistemi elettrici / elettronici / elettronici programmabili relativi alla sicurezza”, (ed. 2020). [2] IEC 61511 “Sicurezza funzionale, sistemi strumentali di sicurezza per il settore dell’industria di processo” (ed. 2010). [3] IEC 62061:2021. Safety of machinery – Functional safety of safetyrelated control systems [4] ISO 13849-1:2015 “Sicurezza dei macchinari – parti di sistemi di control-

consulenza tecnica specializzata in Marcatura CE, Analisi del Rischio e messa in Sicurezza di Macchinari secondo la Direttiva 2006/42/CE. La società è membro internazionale dei comitati tecnici che trattano la Sicurezza Funzionale sia per il settore dei macchinari, come IEC 62061 e ISO 13849-1, sia dei processi, come la serie IEC 61508 e la IEC 61511-1.

Matteo Crippa, lecchese, ingegnere con la passione dell'arbitraggio in campo calcistico, è laureato in produzione industriale e in prevenzione e sicurezza nell'industria di processo.

GLI SCALINI VERSO L’AFFIDABILITÀ Il mondo Automotive è da sempre un settore all’avanguardia per quanto riguarda i test volti a garantire l’affidabilità dei componenti impiegati; tra i capitolati delle varie case automobilistiche si trovano moltissimi test che esplorano vari aspetti, tra cui sicurezza elettrica, funzionalità in svariate condizioni ambientali, EMC e prove d’invecchiamento accelerato. Tra i test ambientali ve n’è uno abbastanza peculiare, chiamato “temperature step test” (ISO 16750-4), che prevede di far variare la temperatura a gradini di 5 °C tra gli estremi di funzionamento e ad ogni passo verificare completamente la funzionalità del prodotto una volta raggiunto l’equilibrio termico. Lo scopo è quello di avere una panoramica completa del comportamento del dispositivo su tutto l’intervallo di temperatura e non solamente agli estremi. Approntare un test del genere richiede sia strumentazione performante (la camera climatica) sia l’implementazione di un sistema di controllo che vada ad esplorare tutte le funzionalità critiche del prodotto e un sistema che verifichi l’effettivo adempimento del profilo di temperatura. Il laboratorio INTEK spa è specializzato nella realizzazione di set-up automotive: riportiamo a titolo di esempio il profilo di temperatura registrato su un cam-

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pione durante i test e la relativa maschera di monitoraggio sviluppata ad-hoc. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


TECNOLOGIE IN CAMPO

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Rubrica a cura di Massimo Mortarino

(mmortarino@affidabilita.eu)

Misure e prove per competere: altre applicazioni di successo! Simulazione multi-fisica nell’interazione uomo-robot; Valore aggiunto nei controlli dimensionali; Metrologia nello stampaggio plastica; Le prove alzano l’asticella della qualità... e del business!; Movimenti rapidi e grandi forze in sicurezza; Misurazione e reverse engineering nei veicoli per disabili

TECHNOLOGIES IN ACTION The section “Technologies in action” presents a number of recent case studies of industries or institutions gaining profit from the latest innovation in measuring instruments and systems. RIASSUNTO La Rubrica “Tecnologie in campo” presenta un compendio di casi di studio di Aziende e/o istituzioni che hanno tratto valore aggiunto dalla moderna strumentazione di misura.

ROBOTICA “MORBIDA” Simulazione multi-fisica a supporto dell’interazione uomo-robot

Proponiamo ancora ai lettori una testimonianza eccellente, che ha come protagonista un Gruppo di Ricerca, per la precisione il SIRSLab di Siena: una realtà che ci consente immediatamente di visualizzare le peculiarità della ricerca applicativa multidisciplinare abbinate all’innovazione, quindi un’insostituibile base di dati utile per guidare l’avanzamento del nostro progetto sulla giusta strada. Chi ci aiuta a conoscere questo nuovo “caso di successo” è la professoressa Monica Malvezzi (Università di Siena), alla quale chiediamo innanzitutto una rapida presentazione del Gruppo di cui fa parte. (M. Malvezzi) SIRSLab è Laboratorio di Robotica e Sistemi del Dip. d’Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche dell’Università di Siena. Il Gruppo di Ricerca con cui collaboro, denominato “Human Centered Robotics”, è

diretto dal prof. Domenico Prattichizzo (specializzato nei controlli e sistemi automatici) e vede sinergicamente impegnati, oltre a me, soprattutto Gionata Salvietti, Maria Pozzi e Tommaso Lisini Baldi. Le competenze del gruppo di ricerca sono varie e multidisciplinari e spaziano dall’automatica alla meccatronica, alla meccanica applicata alle macchine, conoscenze che nell’ambito della Robotica si possono coniugare in modo particolarmente efficace e rapido. Al gruppo di ricerca afferiscono circa 15 giovani ricercatori (dottorandi, assegnisti di ricerca, ricercatori). Le principali attività di ricerca di SIRSLab, fondato dal Gruppo Sistemi e Controllo dell’Università di Siena, riguardano Computer Vision, Haptics (dal greco “apto” = tocco, attributo che sottintende qualcosa che ha a che fare con il tatto), Mobile Robotics e Medical Applications. Nel Laboratorio sono attivi tre gruppi di ricerca principali: Haptics e realtà virtuale – Visione e robotica – Robotica mobile. I “fil rouge” che collegano tutte le attività del Gruppo sono rappresentati dalla manipolazione, intesa sia dal punto di vista robotico/industriale (“gripper” = presa) sia da quello medico/riabilitativo, quindi quale supporto alla mano umana, e dal senso del tatto, cioè tutto ciò che può essere riferito ai dispositivi interessati. Per inquadrare più facilmente il nostro orizzonte di ricerca pensiamo, ad

esempio, alla progettazione di dispositivi indossabili sulla mano o sul palmo della mano. Stiamo inoltre avviando in questi giorni un nuovo progetto di ricerca europeo HARIA, dedicato all’ “augmentation”, ambito che riguarda il possibile aumento delle capacità e degli spazi di lavoro dell’uomo tramite arti robotici supplementari. Ci sembra di capire che il vostro lavoro di ricerca sia piuttosto legato ai temi della sicurezza e salute sul lavoro, giusto? (M. Malvezzi) Sicuramente, perché le applicazioni robotiche che sviluppiamo sono concentrate sull’uomo, allo scopo di potenziarlo e supportarlo nello svolgimento di operazioni pesanti, così come per aiutarlo nel recupero delle proprie funzioni dopo aver subito gravi incidenti, paralisi, ictus, ecc. E non per nulla collaboriamo strettamente con l’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, molto attivo nell’ambito della robotica riabilitativa. Dal punto di vista scientifico, il nostro interesse è soprattutto indirizzato alla scoperta delle modalità in cui l’uomo può collaborare con i robot, in condizioni molto particolari e complesse (ben diverse da quelle “protette” di un’isola automatica di lavoro), dove il contatto fra il robot e l’operatore è continuamente presente e con esso tutti i possibili rischi in materia di sicurezza e salute; inclusi gli aspetti ergonomici e quelli del comfort, che pongono vincoli importanti al nostro lavoro di ricerca, come quelli che riguardano l’alleggerimento dei materiali, spesso fondamentale per non appesantire troppo le parti umane su cui posare o agganciare le parti robotiche. Siamo posizionati in uno spazio di ricerca in cui domina la continua innovazione tecnologica e si punta a un’integrazione spinta dei dispositivi, ma fortemente T_M

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TECNOLOGIE IN CAMPO

indirizzata ad abbatterne i consumi (M. Malvezzi) Ad esempio il progetenergetici e a incrementarne il più pos- to Wearhap (Wearable HAPtics for sibile la sostenibilità ambientale. humans and robots), che riguarda sostanzialmente l’ambito dell’ “aptica Possiamo sintetizzare alcuni indossabile”, per semplicità i dispositiprogetti sviluppati recentemen- vi che sfruttano il senso del tatto (come te, che ben rappresentino le vo- il sistema di vibrazione del cellulare) o stre peculiarità di ricerca…? stimoli più complessi, quali la pressio(M. Malvezzi) Negli anni ci siamo ne e la vibrazione, che possono fornire fatti conoscere, anche attraverso pub- all’utente la percezione di superfici più blicazioni specializzate, presso un o meno ruvide. Nell’ambito di questo vasto ambito di potenziali utenti e part- progetto, inoltre, abbiamo sviluppato ner, facilitando la nascita di nuove op- attuatori in grado di simulare la perceportunità di lavoro, soprattutto a livello zione delle sensazioni di caldo e di di partecipazione a progetti finanziati, freddo. Dal progetto Wearhap, tra nei quali sono coinvolte aziende di qual- l’altro, è nata una start-up, WEART, siasi dimensione e di svariati settori d’at- (fondata da due nostri dottorandi) detività, che garantiscono l’attuazione di dicata proprio allo sviluppo e alla comutili forme di trasferimento tecnologico. mercializzazione di dispositivi aptici, In questo contesto, attraverso un costan- in grado di riprodurre stimoli di contatte intenso impegno (peraltro facilitato da to artificiale sulla superficie della pelle una passione personale per le tematiche umana. I dispositivi aptici indossabili oggetto delle nostre ricerche) e una con- ovviamente trovano svariate applicatinua collaborazione con potenziali uti- zioni in molti ambiti, tra cui quello rializzatori delle soluzioni da noi proposte, bilitativo. si creano relazioni sempre più durature, Va specificato, però, che le nostre attiviche fruttano nuove e interessanti oppor- tà di ricerca sono sempre più contradditunità di lavoro relative ad applicazioni stinte dalla tipologia di materiali che ai vertici dell’innovazione, in progressi- dobbiamo utilizzare per soddisfare la va espansione. necessità di far lavorare a stretto contatAlcuni progetti contengono una ricca to uomini e robot, al punto da caratterizparte teorica, oltre a quella più appli- zare il nostro principale campo di ricercativa, e il risultato che ne sortisce si ca come “robotica morbida” (soft estende spesso ben oltre il prototipo robotics), nel senso che i materiali utilizdimostratore, fino a ottenere soluzioni zati presentano un consistente livello di in grado di contribuire all’avanzamento dello stato dell’arte in specifici ambiti d’applicazione. Praticamente ha già risposto anche alla domanda che volevamo porle a questo punto, cioè come si “riempie” il monte ordini dei vostri futuri progetti di ricerca e quali modalità utilizzate per comunicare i vostri risultati di ricerca al mondo dei potenziali partner… Quindi, appurato con piacere che il lavoro non vi manca, possiamo decisamente passare a un breve assaggio di progetti da voi recentemente sviluppati o attualmente in fase di sviluppo, tali da introdurci ancora più in dettaglio nel vostro ambito di ricerca applicativa. T_M  66

cedevolezza (materiali compositi, molto diversi da quelli tradizionali, oppure termoplastici ad alta capacità di deformazione ma, al tempo stesso, in grado di sopportare elevate sollecitazioni) e perciò sono difficili da controllare con precisione, ma in compenso si adattano in modo efficace alle caratteristiche dell’ambiente esterno e degli oggetti da manipolare, che pertanto non vengono danneggiati. La robotica “morbida”, in generale, è caratterizzata da un elevato livello di cedevolezza del robot, che può essere conferita tramite i materiali o tramite il controllo. L’approccio a queste soluzioni “soft” è incentivato da una maggiore adattabilità e sicurezza, grazie alla cedevolezza della struttura. In questo campo, come si è accennato, utilizziamo molto processi di additive manufacturing come la stampa 3D e i materiali compositi, indispensabili per la ricerca e individuazione delle soluzioni di volta in volta migliori, naturalmente con l’insostituibile apporto delle tecniche di simulazione multi-fisica, che semplificano e velocizzano al massimo l’individuazione della strada giusta da percorrere. Ci sta dicendo, in sostanza, che impiegate soluzioni di simulazione multifisica per testare a priori “virtualmente” le soluzio-

Figura 1 – Prototipo di esoscheletro per avambraccio e mano


N. 02 ; 2022 Figura 2 – Utilizzo dell’esoscheletro in un esercizio di flessione/estensione della mano

ni progettate, risparmiando tempo e denaro per produrre prototipi reali che poi la prova “reale” potrebbe giudicare inadatti, accertando virtualmente in modo preventivo l’idoneità di una soluzione rispetto alle esigenze…?! (M. Malvezzi) Esattamente. Dopo adeguate ricerche di mercato, abbiamo acquisito da qualche anno alcune licenze di Comsol Multiphysics (utilizzato anche dai colleghi che si occupano di elettronica e di elettromagnetismo), la suite prodotta dalla società multinazionale Comsol giunta alla versione 6.0: un’evoluta soluzione informatica, estremamente flessibile, che offre all’utilizzatore un’ampia varietà di scelta delle funzioni e, al tempo stesso, un ingente guadagno di tempo a livello matematico, gestendo automaticamente e con la massima rapidità la soluzione delle equazioni. Il software consente di modellare il componente e, una volta ottenuto un modello affidabile rispetto alla realtà, di procedere alla sua ottimizzazione, realizzando finalmente il prototipo. Altre caratteristiche di Comsol Multiphysics, tuttavia, hanno facilitato la nostra scelta del SW di simulazione: semplicità d’uso, versatilità, aggiornamento continuo e, importantissimo, un servizio di assistenza post-vendita estremamente evoluto e puntuale, in grado di soddisfare le nostre specifiche esigenze, ad-

dirittura nell’insegnamento (Comsol rende disponibile in modo molto ordinato una grande quantità di materiale: workshop, mini-corsi, tutorial, ecc.). E proprio la simulazione multi-fisica è stato lo strumento che ci ha consentito di sviluppare nel 2020 uno dei nostri progetti più interessanti, “Il SoftPad: uno strato morbido per aggiungere conformità all'ambiente nelle attività di manipolazione robotica”, mirato a evidenziare la rapida espansione della ricerca in ambito di robot morbidi, in quanto adattabili, affidabili e intrinsecamente sicuri. In questo progetto, ci siamo affidati all’accurata analisi degli elementi finiti (FEA) per studiare il comportamento di un nuovo componente robotico morbido, chiamato SoftPad: una matrice di moduli pneumatici in silicone collegati a sensori di pressione che, quando posizionati sotto un oggetto, possono essere utilizzati per rilevare la posa, la

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TECNOLOGIE IN CAMPO

forma e il centro di massa dell'oggetto in base alle variazioni di pressione. Grazie al SoftPad, le prese possono essere eseguite senza la necessità di una telecamera per localizzare l'oggetto e senza una previa conoscenza della distribuzione della sua massa o della sua forma. Inoltre il robot può interagire in sicurezza con la superficie morbida, poiché il suo contatto con essa può essere rilevato leggendo le variazioni di pressione all'interno del SoftPad. Usando il simulatore fornito all'interno di COMSOL Multiphysics®, abbiamo testato diversi modelli di materiali disponibili nella suite per capire quale fosse più adatto per descrivere il funzionamento di un singolo modulo del SoftPad. La simulazione FEM ci ha anche permesso di studiare la variazione della rigidità e dell'area sensibile dei moduli SoftPad. La possibilità di modellare accuratamente il suo comportamento con COMSOL Multiphysics® ci ha consentito di valutare l'interazione tra diversi parametri (dimensioni, materiale, pressione di gonfiaggio, ecc.) nella simulazione prima di costruire effettivamente il prototipo, portando così a un efficiente processo di progettazione interattiva. Dopo aver appreso in modo dettagliato le peculiarità della vostra esperienza e prima di ringraziarla per la disponibilità dimostrata nei confronti dei nostri lettori, vorrei chiederle un ultimo consiglio dedicato proprio a loro, alle decine di migliaia di lettori che ogni giorno devono gestire nelle proprie aziende problemi di affidabilità e qualità, dovendo fare i conti con scar-

Figura 3 – Utilizzo di dispositivi aptici indossabili per simulazioni in ambienti virtuali (VR)

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TECNOLOGIE IN CAMPO

Figura 4 – Softpad: prototipo durante l’esecuzione di una presa tramite il robot e simulazione multifisica

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se risorse da investire e tante “priorità”, tutte apparentemente di pari livello e di eguale urgenza, ma con l’obbligo di scegliere senza sbagliare e in tempo quasi reale. Le vostre impressioni ci sembrano particolarmente interessanti, data la vostra duplice realtà di utenti e

CELLE DI CARICO MINIATURA PER PROCESSI DI ASSEMBLAGGIO Sovraccarico sicuro 10x FS, misura di temperatura e TEDs integrati Negli ultimi anni è costantemente cresciuta l’esigenza di monitorare i processi di assemblaggio, per garantire la totale qualità dei prodotti. I test in linea di produzione richiedono tempistiche estremamente contenute, sotto la spinta di una sempre maggiore produttività delle macchine automatiche. FUTEK Advanced Sensors Technology Inc. (rappresentata in Italia dalla società milanese DSPM Industria srl), leader mondiale nelle soluzioni di misura di Forza, Torsione e Coppia, aggiunge ora al proprio catalogo una nuova versione del

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addetti ai lavori in ambito di garanzia di affidabilità di prodotti innovativi… (M. Malvezzi) Ormai ciascuno di noi può constatare come sia essenziale disporre di dati affidabili, in ogni ambito della nostra vita. Allo stesso modo il supporto delle soluzioni innovative è sempre più demodello dedicato alle misure di processo e controllo di qualità. Con il preciso obbiettivo di raggiungere livelli di affidabilità totali è stata sviluppata ed evoluta la nuova cella di carico LSB205, che che completa la famiglia di celle di carico a “S” miniaturizzate. La nuova cella (19x16,5x7,6 mm) è stata progettata per le misure di forza a trazione/compressione, con blocco meccanico di sicurezza al fondo scala. Realizzata in acciaio 17-4PH con attacchi filettati M3x0,5, soddisfa tutte le esigenze di misura che richiedono dimensioni miniaturizzate. Le sue principali applicazioni sono nel settore dell’elettronica, nell’assemblaggio di componenti plastici e nel medicale. Alcune principali caratteristiche: Range di misura da +/-2,5 N a +/-450 N trazione/compressione; Alimentazione 5 Vdc; Uscita elettrica mV/V o digitale USB;

terminante per ogni azienda, di qualsiasi dimensione e settore, spesso con un impatto sulla competitività della propria offerta ancora più rilevante rispetto, ad esempio, alla disponibilità di un parco macchine nuovo di zecca, ai vertici dell’innovazione tecnologica. L’affidabilità e la robustezza del dato, in sostanza, oggi valgono più dell’ottenimento della precisione estrema, ed è quindi il mercato stesso a rispondere alla vostra domanda, in modo inequivocabile: è estremamente opportuno investire in modo oculato, senza preconcetti e senza preclusioni, ma in modo graduale, sostenibile e a misura delle specifiche esigenze e delle espresse richieste dei clienti. Il conforto alla bontà delle nostre scelte verrà presto, dal fronte dei risparmi, a livello di costi e tempi (nel nostro caso pensiamo, ad esempio, ai vantaggi derivanti dalla modellazione multi– fisica) ma anche di fidelizzazione dei clienti, un aspetto determinante, di cui si parla poco e, spesso, solo quando è troppo tardi per porvi rimedio…!

Attacchi filettati M3x0,5; Misura della temperatura interna mediante PT1000; TEDs Chip IEEE1451.4 integrato; Connessione mediante Micro Connettore. CLICCA QUI per approfondire. RICHIEDI QUI ulteriori informazioni.


N. 02 ; 2022 nuale di 36 milioni di euro) nella componentistica rivolta prevalentemente ai settori industriali relativi ad ascensoristica, sollevamento, ATEX/IECEx e automazione. Test e certificazioni, come vedrete nel seguito, sono ambiti primaCertificazioni e test su tutti ri sui quali si basano le strategie d’innoi prodotti alla base vazione competitiva di questa società, del successo della Giovenzana al punto da possedere da diversi deInternational B.V. cenni quote importanti di INTEK spa, un laboratorio prove d’eccellenza che Quando TUTTO_MISURE, oltre una i lettori da un paio d’anni conoscono decina di anni fa, inaugurò la rubrica per l’apprezzata collaborazione con “Tecnologie in Campo”, l’intenzione TUTTO_MISURE. della Redazione era quella di proporre applicazioni tangibili della metrologia Ma non anticipiamo troppo e in ambito di qualsiasi settore d’attività e iniziamo la nostra conoscenza a di varie dimensioni, con l’obiettivo di questa realtà d’eccellenza, acfornire soprattutto ai decisori e respon- compagnati da tre cortesi guide sabili tecnici delle imprese italiane (in che vi lavorano da tempo: Ilaria larga misura PMI) esempi concreti dai Mandelli (Resp. Comunicazione quali prendere spunto per avviare an- ed Eventi), Corrado Caccia (Resp. che nelle proprie realtà quel percorso Certificazione Prodotto) e Alfreinnovativo in grado di aumentare il do Acquati (R&D e Product mavalore competitivo dell’offerta azienda- nager settore ATEX). le. In tutti questi anni, attraverso una quarantina abbondante di numeri della rivista abbiamo conosciuto parecchi casi di successo, partendo da vere e proprie storie “pionieristiche”, in cui imprenditori lungimiranti intuivano che le Misure, Prove e Controlli qualità potevano rappresentare uno strumento interessante da utilizzare per percorrere più rapidamente la strada del miglioramento competitivo. Siamo così arrivati ai giorni d’oggi, in cui i nostri più recenti testimonial raccontano di una realtà allora quasi impensabile, in cui si dà (I. Mandelli) La Giovenzana naquasi per scontato che per qualsiasi sce nel 1952 nel settore dell’automaazienda sia fondamentale investire in zione industriale per poi evolvere il ambito di garanzia della qualità e affi- proprio business neldabilità di prodotti e processi. Ma sin- la componentistica ceramente non pensavamo di poter rac- per il sollevamento, contare un caso reale in cui questa atti- la movimentazione tudine potesse addirittura diventare e per l’ascensoristiuna chiave primaria per il successo ca, dove si afferma competitivo, per aprire le porte a nuovi presto come leader, clienti, a nuovi mercati in cui entrare sempre esclusivanon da ultimi arrivati e crescere rapida- mente con prodotti mente, fino a diventarne leader… propri. Gli stessi che Stiamo introducendo il caso aziendale negli ultimi anni si della GIOVENZANA INTERNA- sono evoluti anche TIONAL B.V., realtà elettromeccani- per le aree pericoloca nata in Lombardia 70 anni fa e oggi se a rischio di esploleader a livello internazionale (circa sione. Parliamo da 400 dipendenti, per un fatturato an- sempre di una forte

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LE PROVE ALZANO L’ASTICELLA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI… E DEL BUSINESS!

TECNOLOGIE IN CAMPO

attitudine nei confronti dell’innovazione e delle attestazioni (certificazioni aziendali e di prodotto) in grado di testimoniare immediatamente la qualità e la conformità dei propri prodotti a livello normativo, utile e in molti casi indispensabile “passaporto” per accedere a mercati e clienti italiani ed esteri di ogni parte del mondo. Grandi investimenti, dunque, che la proprietà ha sempre affrontato con attenzione e con fiducia, in modo costante e progressivo concentrandosi soprattutto su un’ottica d’innovazione tecnologica, di Industria 4.0 e di progettazione quotidiana del futuro. Nel 2019, ad esempio, la sede produttiva e logistica italiana si è dotata di un magazzino automatizzato (di circa 2.000 pallet), che ha consentito di velocizzare il picking dei materiali in entrata e in uscita. Ancora più recentemente abbiamo incrementato i nostri investimenti in ambito di Ricerca e Sviluppo, dedicando un nostro ingegnere al Joint Lab, laboratorio congiunto tra l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Consorzio Intellimech, promosso da Confindustria Bergamo, Kilometro Rosso e l’Università degli Studi di Bergamo. Un progetto finalizzato al trasferimento tecnologico e a creare una sinergia tra il mondo della ricerca e le esigenze industriali. Tra gli altri obiettivi vi sono la formazione di figure professionali di alto livello e la valorizzazione dell’eccellenza tecnologica del territorio. I processi d’innovazione sono guidati da nove aziende Champion (tra cui la Giovenzana), che forniscono i contesti applicativi per le tecnologie sviluppate

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nel laboratorio. Fondamentale l’inserimento di questa realtà nel Parco Tecnologico del Kilometro Rosso di cui siamo “Resident Partner”. Abbiamo aperto proprio quest’anno un nuovo ufficio dedicato alla Digital Transformation e focalizzato su tematiche come la software engineering, l’elettronica, i dispositivi smart e la digitalizzazione. Nel Joint Lab le aziende costruiscono dei propri “use case” ponendosi degli obiettivi di miglioramento di prodotto o di processi. Lo use case della Giovenzana porta sotto esame il collaudo delle pulsantiere in manutenzione studiando la fattibilità dell’applicazione di algoritmi di teaching e learning ai robot collaborativi per migliorare la flessibilità della workstation e semplificarne la programmazione.

(C. Caccia) Faccio parte da 25 anni di questa azienda e posso testimoniare direttamente che si tratta di una realtà nata per realizzare e proporre al mercato prodotti propri, che non ha mai avuto paura d’investire nell’innovazione e di misurarsi con competitor di ogni Paese, inclusi i “famigerati” cinesi, con i loro prezzi imbattibili ma T_M  70

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TECNOLOGIE IN CAMPO

una Qualità tutt’altro che scontata e dimostrata in modo esaustivo. Proprio su questo terreno (la Qualità) la Giovenzana ha deciso di puntare moltissimo: sin dall’inizio della propria attività la proprietà ha scelto di testare rigorosamente e certificare tutti i propri prodotti e questo ha fatto alzare l’asticella della Qualità offerta, dandone evidenza oggettiva a tutti i clienti, attivi e potenziali, e ai possibili mercati di sbocco. Senza perdere tempo a snocciolare con orgoglio l’infinita serie di certificazioni possedute dalle aziende del gruppo, voglio solo citare quella riguardante la norma ISO 45001 (volta al miglioramento delle politiche di prevenzione e protezione dei lavoratori), ottenuta quest’anno e particolarmente sentita dalla nostra Direzione. Per ogni prodotto che andiamo a progettare, il nostro obiettivo finale non è la semplice “dichiarazione di conformità” bensì la ben più complessa e onerosa certificazione specifica per il territorio d’interesse, con tutto il contorno dei test a essa collegati. In quest’ottica va inquadrata la nostra rilevante partecipazione societaria in INTEK spa, laboratorio prove di Rezzato (BS), piuttosto vicino alla nostra sede, che rappresenta per noi un partner fondamentale inquadrato nella strategia di garanzia di qualità di prodotti e processi appena citata. Ogni volta che abbiamo un’esigenza da soddisfare, sappiamo di poterla sottoporre a INTEK

ottenendo rapide e interessanti reazioni, a livello di suggerimenti, consigli, indicazioni operative concrete e affidabili, fino addirittura ai nuovi servizi di prova, creati appositamente per rispondere in modo completo alle nostre richieste. Bene, si delinea un esempio da manuale per i nostri lettori, alcuni dei quali attendono ancora di approcciare con fiducia agli investimenti nell’innovazione, soprattutto in ambito di soluzioni e servizi metrologici: la vostra società sembra quasi “contenta” d’investire, immaginiamo a fronte di ritorni concreti e misurabili…? (I. Mandelli) La Giovenzana è una società interessata alle nuove opportunità e ai nuovi mercati, che ha scelto una strategia basata sulle attestazioni ufficiali della Qualità offerta, ampiamente riconosciuta e premiata a livello globale. Riceviamo continue richieste dalla clientela per la creazione di nuovi prodotti o per la personalizzazione dei nostri standard. La nostra strategia di business si fonda su di un ampio catalogo prodotti, che affianca all’ampia base dedicata agli “standard” un’altrettanto estesa parte riservata alle soluzioni “custom”, completamente “tailor-made” e a misura delle singole esigenze. (C. Caccia) Un esempio particolarmente evidente del nostro rapporto privilegiato con la clientela fidelizzata è quello del grande cliente produttore di piattaforme di sollevamento, interessato a sostituire il cavo da tirare con un’altra soluzione tecnologica, per il quale abbiamo progettato un nuovo modello di “blindo” verticale (già ne producevamo uno orizzontale per i cantieri), ora in fase di test. Si tratta di una vera e propria innovazione, per noi e


N. 02 ; 2022 Avete aperto una nuova divisione aziendale, insomma, ascoltando, valutando e verificando specifici input provenienti dall’esterno……?

(A. Acquati) Sostanzialmente sì, abbiamo aperto la divisione ATEX nel 2015, creando il quarto macro settore di riferimento dell’azienda dopo i tre storici (Automazione, Sollevamento e Tecnologia Lift) e tutt’oggi, dopo una partenza in ambito ATEX come trasformatori di prodotti già a catalogo, modificati con studi approfonditi per rispondere agli standard normativi, stiamo rapidamente passando alla progettazione e produzione di prodotti completamente nuovi e customizzati, nati proprio per l’impiego in ambienti a rischio, con il conforto dei ritorni ricevuti durante gli ultimi anni. Il nostro attuale catalogo ATEX vanta, infatti: sezionatori e commutatori in cassetta metallica, finecorsa rotativi e di posizionamento, microswitch, linea festoni per la trasmissione di energia in ambito carropontistico, custodie certificate e attualmente stiamo completando i test di certificazione per le cassette di derivazione e per le local control stations, cioè per i quadri di comando e di potenza. Questi ultimi prodotti sono completamente costruiti e personalizzati su richiesta del cliente. Tutto questo ha richiesto fin dall’inizio una stretta e sinergica collaborazione con il partner INTEK, fondamentale per

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per il cliente, che tra l’altro diventa anch’esso protagonista diretto della fase di test sul prodotto. Ecco, questo dimostra una fiducia in progressiva e continua crescita da parte dei clienti, alcuni dei quali ci hanno chiesto addirittura (vista la consistenza della nostra rete commerciale a livello mondiale) d’inserire nel nostro catalogo loro nuovi prodotti. Le nuove partnership di questo tipo che si stanno creando riguardano sempre più prodotti relativi a nuovi ambiti innovativi: come, ad esempio, quella instaurata con IPT – Innovation Power Technology, che si occupa di sistemi di trasmissione di energia e dati senza contatto, che ha infinite applicazioni (dalle giostre alla logistica di magazzino). La tecnologia IPT fornisce energia elettrica senza alcun contatto meccanico. Quotidianamente riceviamo proposte di nuovi prodotti e lavoriamo parecchio sui prodotti speciali, ma senza dimenticare gli adeguamenti di prodotti già da tempo a catalogo per i quali viene individuata un’ulteriore diversa evoluzione in ambiti particolari. Mi riferisco, ad esempio, al loro impiego in ambienti a rischio d’esplosione, che naturalmente hanno diverse esigenze e le cui caratteristiche e prestazioni devono soddisfare severe norme di cogenti di riferimento. Così nel 2015 la nostra società, a seguito di svariate richieste di prodotti con quelle caratteristiche e sulla base dei risultati emersi da un’apposita ricerca di mercato, che individuava fra i nostri prodotti a catalogo quelli potenzialmente più interessanti per il mercato in versione ATEX, inizia ad analizzare in dettaglio le modalità per modificare e aggiornare i vecchi modelli, decidendo da subito di approcciarsi alla certificazione sia IEC (valida in Europa) sia Ex (valida nel resto del mondo), con test abbastanza simili ma prescritti diversamente a seconda degli ambiti di riconoscimento.

TECNOLOGIE IN CAMPO

effettuare i test (numerosissimi in ambito ATEX) più appropriati a seconda della specifica applicazione. Un rapporto di continua collaborazione e reciproco scambio di conoscenze con un partner determinante, che ha esteso progressivamente le proprie competenze e le tipologie di test erogabili in quest’ambito per far fronte all’evoluzione delle nostre richieste, offrendoci l’importante valore ag giunto di effettuare decine di test: d’invecchiamento del prodotto a caldo e a freddo; d’impatto; sulla polvere e sull’acqua; prova dei raggi UV; prove d’esplosione, ecc. Dato che la rete commerciale Giovenzana copre essenzialmente tutto il Mondo, la filosofia è sempre stata fin dal principio su tutti i prodotti di questo settore, quella di abbinare la certificazione IECEx a quella ATEX. Come è noto, la certificazione ATEX è obbligatoria per il mercato Europeo e fa riferimento alla Direttiva 2014/34/UE del parlamento Europeo e del Consiglio, mentre la IECEx è uno schema di certificazione, accettato a livello internazionale, per dimostrare la conformità agli standards Ex, emanati dalla International Electrotechnical Commission (IEC) dei prodotti elettrici destinati

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all’installazione nelle aree a rischio di esplosione, facilitando il commercio internazionale di apparecchiature Ex, garantendo i livelli di sicurezza richiesti e migliorando la visibilità internazionale del processo di valutazione del prodotto. Tutti i prodotti sono quindi certificati sia ATEX e IECEx, e la maggior parte di loro ha in aggiunta anche certificazioni locali in ambito explosion a seconda delle varie aree di mercato, come ad esempio: EAC-Ex per il mercato eurasiatico, InMetro-Ex per il mercato brasiliano e UL HazLoc per il mercato nord americano. Questo settore è in continua crescita: oltre ai prodotti già citati e a quelli in fase di certificazione, stiamo già realizzando varie analisi e studi di nuovi dispositivi che saremo in grado di presentare in futuro. Siamo sempre vigili sul mercato e attenti alle novità, diamo ascolto e importanza alle esigenze del cliente con un continuo confronto, per

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quel mi riguarda soprattutto in ambito tecnico e normativo, per cercare di soddisfare ogni esigenza con un prodotto customizzato e su misura del cliente. L’attenzione agli standard qualitativi e al rispetto delle norme vigenti è in ogni caso sempre alla base dei nostri prodotti. (C. Caccia) Va rilevato che INTEK ci aiuta anche a soddisfare una mole di richieste di particolari norme proveniente dai clienti, non solo in ambito ATEX: da solo ne ricevo ogni giorno almeno una ventina…! Riguardo alla necessità di testare e certificare tutti i nostri prodotti, la nostra azienda ha scelto questa strada nella consapevolezza che per offrire il proprio prodotto a nuovi clienti occorre possedere e fornire adeguate garanzie. Ancor più, dal lato cliente, proporgli di sostituire il prodotto fino a quel momento adottato con il nostro, senza corredare le nostre argomentazioni con esplicite garanzie, come quelle fornite a prima vista dai marchi stampati nella documentazione tecnica, sarebbe pura utopia… Giovenzana, comunque, investe da sempre moltissimo sulla qualità e sulla sicurezza del prodotto, al di là di quanto prescritto dalle normative, nella certezza che questo tipo di strategia paghi adeguatamente a livello competitivo. Un ultimo esempio, che riguarda un fornitore cinese, costruttore di barre per l’ascensore (sono in pochi al mondo a produrle), al quale abbiamo chiesto una dettagliata documentazione che attestasse la Qualità dei propri prodotti. Passata documentazione e campioni a INTEK, i test effettuati avevano esito negativo. Con il loro report siamo però

riusciti a far correggere dal fornitore i difetti sulle barre e i successivi campioni sono stati nuovamente testati da INTEK, questa volta con esito positivo. Capire tale investimento non è così semplice, perché apparentemente sembrerebbe uno spreco di tempo e denaro. In realtà, con questa attenzione siamo riusciti a evitare l’impiego di un prodotto non conforme alle specifiche, quindi a un probabile abbassamento della Qualità offerta. Certo non è pensabile che per ogni materiale/ componente dobbiamo assumerci integralmente il ruolo di certificatori e i relativi oneri, tuttavia una soluzione ragionevole esiste sempre, tale da soddisfare le nostre esigenze senza incidere troppo sui nostri costi, e per questo abbiamo chiesto a INTEK di valutare la conformità del prodotto e proporci un solo test da effettuare, che sia sufficiente per considerare validi anche tutti gli altri test dichiarati e abbattere così i relativi costi. Banalmente, spendere 20.000,00 euro per accertare la conformità di un materiale è troppo, ma in questo contesto economico forse 2.000,00 euro sarebbero ben spesi…!? Questa volta non poniamo ai nostri intervistati la solita “domanda delle 100 pistole”, che riguarda eventuali consigli e suggerimenti ai responsabili delle imprese in merito al loro futuro approccio agli investimenti in ambito metrologico… perché basta leggere quanto detto finora per capirlo da soli! Caratteri 10511, 0 Figure, 0 Tabelle

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N. 02 ; 2022 Cosa chiedono i committenti di un servizio evoluto di misurazione, verifica dimensionale e digitalizzazione conto terzi? La risposta al quesito proposto nel sottotitolo di questo articolo potrebbe essere rapidamente abbozzata da ciascuno di noi, anche non troppo esperto del mondo delle misure, prove e controlli conto terzi: tecnologia allo stato dell’arte, personale preparatissimo, know-how ai massimi livelli, ma soprattutto “valore aggiunto”, sotto forma di consulenza in ambito di progettazione, produzione, miglioramento del prodotto, ecc. In sostanza, il committente, oltre a una precisa attestazione di conformità dimensionale del componente, si attende indicazioni, consigli e suggerimenti comprensibili e immediatamente traducibili nella pratica quotidiana. Per approfondire anche in ambito di servizi metrologici conto terzi questo aspetto del “valore aggiunto” offerto al cliente (per la verità sempre più consueto nelle nostre interviste alle aziende di successo, di qualsiasi settore e dimensione), andiamo oggi a conoscere la C.M.P. Metrologia, con sede a Prata di Pordenone, nella persona del suo titolare, Renzo Del Piero, impegnatissimo a portare avanti la propria idea imprenditoriale. (R. Del Piero) Bene, direi che il motivo principale dei nostri buoni risultati aziendali risieda nel servizio offerto, che rappresenta il parametro principale di valutazione da parte dei clienti. Median-

te il nostro elevato know-how e le modalità operative, da anni sottoposte a una continua revisione e miglioramento, offriamo al cliente la possibilità di effettuare verifiche dimensionali sui loro prodotti estremamente evolute, svolte da personale formato ai massimi livelli con l’impiego di attrezzature ai vertici dell’innovazione, senza la necessità di dover allestire al proprio interno un reparto dedicato per far fronte autonomamente alle esigenze in materia di misura e controllo del prodotto. Ci tengo a sottolineare che rivolgendosi a noi i nostri committenti possono ottenere un ritorno ben maggiore rispetto alla semplice verifica di conformità, all’individuazione dei difetti da correggere. Dalle nostre misurazioni infatti scaturiscono migliaia di dati e informazioni che, attentamente analizzate dai nostri tecnici, sono presentati in report dettagliati, in grado di fornire precise indicazioni tramite le quali migliorare, anche sensibilmente, lo specifico prodotto fin dalla fase di progettazione, consentendo al produttore di ottenere significativi vantaggi. Ci è capitato di essere scelti come fornitori da aziende produttrici molto grandi e famose, a loro volta dotate di macchine in grado di effettuare le verifiche richieste, ma non in grado di estrarre report completi e approfonditi come quelli da noi forniti. Ecco cosa inten-

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IL VALORE AGGIUNTO NEI CONTROLLI METROLOGICI DIMENSIONALI

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diamo come “valore aggiunto” dei nostri servizi, offerto al cliente a costo zero o comunque “compreso nel prezzo” dei servizi stessi. Questo aspetto è molto apprezzato dai nostri clienti e ci ha consentito di diventare “partner” di molti di loro, fidelizzandoli quindi in modo solido e certamente duraturo. Possiamo affermare con orgoglio che il 90% dei lavori a noi commissionati si è concretizzato anche nella fornitura di valore aggiunto, nelle forme a cui accennavo in precedenza. Questo ci ha consentito di acquisire circa 400 clienti in questi 30 anni di attività, operanti nei settori automotive, motoristico, meccatronico, navale e altri. Tutto ciò grazie a un costante elevato impegno, a continui investimenti in macchine, strumenti, soluzioni e software metrologici rispondenti alle nostre specifiche esigenze e, soprattutto, alla disponibilità di risorse umane motivate, formate e periodicamente aggiornate, in grado di dialogare alla pari a livello tecnico/professionale con qualunque interlocutore esterno e gestire ai massimi livelli le più diverse problematiche. Le macchine di misura risolvono i problemi, ma soltanto se aiutate dalla “curiosità” degli operatori, indispensabile sprone per capire i fenomeni avversi che si stanno verificando, la cui dettagliata spiegazione è espressamente richiesta dal cliente.

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La curiosità, l’interrogarsi sui motivi che possono essere all’origine di un risultato di misura è quanto insegniamo ai giovani che prediligiamo assumere (spesso su segnalazione degli istituti tecnici della zona) e che seguiamo passo dopo passo nel loro percorso di crescita professionale. Nel nostro settore l’asticella cresce praticamente ogni giorno e, per poter difendere e magari migliorare le proprie condizioni di mercato, occorre evolvere continuamente, massimizzando le potenzialità e le prestazioni dell’intero team, molto simile a una squadra di calcio (NdR: se ce lo dice uno che di cognome fa Del Piero, possiamo fidarci…!). Risorse umane eccellenti in cima alla catena organizzativa: un aspetto che ci conforta, in momenti nei quali la valorizzazione dei dipendenti sembra spesso un inutile “optional” a fronte del ricorso massiccio alla robotica e all’automazione… Il personale è fondamentale, confermo, ma naturalmente le tecnologie innovative sono indispensabili: nel nostro caso disponiamo di 6 macchine di misura tridimensionali a contatto più altre 2 CMM ottiche (tutte equipaggiate con software di ultima generazione sia per le misure geometriche, sia per il confronto tra modello matematico e fisico), oltre a pacchetti software CAD, a 2 sistemi di misura ottici a luce strutturata e a un’ampia gamma di strumentazione tradizionale: una dotazione che ci consente di effettuare ogni tipo di misura dimensionale su svariati tipi di componenti. Il nostro principale fornitore in ambito metrologico è la Hexagon Manufacturing Intelligence, società leader mondiale con la quale abbiamo in essere un lungo e solido rapporto di partnership. Sì, sono nostri partner esattamente come noi lo siamo della maggior parte dei clienti, e nel nostro caso si sono pienamente guadagnati la nostra massima fiducia rispondendo al meglio alle nostre aspettative, a partire dalla consapevolezza che ognuno deve fare le cose che sa fare e affidarsi a fornitori non solo competenti e preparati ma anche propositivi e reattivi (i clienti non T_M  74

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de esperienza in molti settori applicativi e l’ampia gamma di prodotti, quindi anche per la forte presenza delle loro macchine di misura in molte aziende nostre clienti, aspetto che rappresenta un ulteriore motivo di fiducia nei nostri confronti. Nel tempo abbiamo constatato una grande rapidità d’intervento e una notevole capacità di risposta, non necessariamente limitata a ciò che riguarda squisitamente la macchina di misura ma estesa anche all’intera problematica di misura, offrendoci spesso spunti di miglioramento a livello di metodologie adottate. E ricordiamo che molti nostri clienti ci affidano in toto la verifica della loro singola problematica di misura, consci d’investire qualche migliaio di euro sul nostro servizio pur di garantirsi affisono disposti a prorogare più di tanto dabilità e tranquillità nelle misurazioni le date previste per la conclusione del e di non sguarnire la produzione, ma i nostro servizio…!). tempi di consegna dei nostri report Abbiamo scelto Hexagon per la gran- non possono dilatarsi…!


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Ora saremmo curiosi di ascoltare in sintesi un bell’aneddoto, in grado di tradurre nella pratica il risultato finale delle vostre verifiche, quindi il famoso “valore aggiunto” che ha popolato la prima parte di questa intervista… (R. Del Piero) Eccone uno molto appropriato di qualche anno fa, che tra l’altro vede come protagonista una grande azienda tedesca del settore automotive, committente di un’azienda trevigiana nostra cliente alla quale aveva commissionato la costruzione di una ventina di stampi per termoplastici per la realizzazione di un’intera plancia di un veicolo industriale. I tedeschi, noti per le loro richieste riguardanti tutti gli aspetti qualitativi (in qualche caso vera e propria “pignoleria”), arrivarono a Oderzo per assistere ai rilievi dimensionali dei pezzi ottenuti dagli stampi e andarono in una modelleria (una delle aziende fornitrici della società trevigiana in lizza per ottenere la commessa) per procedere con le misurazioni desiderate, notando subito una loro scarsa preparazione in ambito metrologico. Dopo mezza giornata, spazientiti, se ne andarono lasciando detto “siamo imbarazzati dalla vostra incompetenza”. Ovviamente, se la misurazione non fosse stata effettuata a regola d’arte, il pagamento degli stampi realizzati non sarebbe stato autorizzato…! L’azienda trevigiana ci chiese, quindi, di provvedere urgentemente alle misurazioni richieste dai tedeschi e mettemmo a disposizione tre macchine di misura e altrettanti operatori specializzati: i tecnici tedeschi tornarono dalla Germania e, insieme, individuammo con precisione i problemi e le misure da eseguire, consentendo loro di fare ritorno tranquilli a casa. Fecero le opportune modifiche sulle attrezzature e dopo un mese tornarono da noi. I nuovi pezzi, dopo le ultime messe a punto, li avevamo già in sede e insieme ai tecnici tedeschi abbiamo ripreso le analisi dimensionali e ottenuto il raggiungimento dell’omologazione del prodotto. Insomma, dopo circa tre mesi tutto era stato risolto per il meglio e i tedeschi ci elargivano abbondanti sorrisi e pacche sulle spalle…! Inutile dire che l’azienda tedesca, da allora, si fida della

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C.M.P. per le misure dimensionali e i loro tecnici, quando vengono a seguire direttamente le nostre misurazioni, sanno di partecipare a una sorta di training operativo, che potranno mettere immediatamente a frutto al proprio ritorno.

si alza continuamente nei mercati competitivi e ogni azienda, di qualsiasi settore e dimensione, deve stare al passo delle richieste dei committenti per poter sopravvivere, volente o nolente. Questo significa investire e innovare quotidianamente, per essere in grado di rispondere

Il rapporto con clienti di questo tipo è impegnativo ma molto gratificante e in continuo sviluppo, come testimoniano le ripetute pressioni, provenienti proprio da un committente tedesco, affinché la nostra società proceda all’accreditamento del proprio laboratorio. Da circa sei mesi stiamo procedendo in questa direzione e stimiamo di raggiungere l’obiettivo tra circa dieci mesi, consapevoli del mutamento del mercato, ormai irreversibile sull’onda delle nuove normative uscite negli ultimi anni, e della rilevanza strategica di un nostro rapido adeguamento.

nel migliore dei modi a ciò che il mercato richiede, sull’onda delle nuove normative, sempre più severe, e della generale evoluzione tecnologica. Nel nostro caso, ciò comporta che anche grandi aziende clienti ci chiedano, oltre alle verifiche, anche vere e proprie valutazioni dei loro progetti. Investire è pertanto indispensabile, a mio avviso, ancor più se ci riferiamo agli investimenti in ambito metrologico, perché ogni azienda DEVE sapere cosa sta costruendo/producendo, altrimenti non potrà mai garantire qualità e affidabilità del proprio prodotto, né sarà in grado di migliorarlo costantemente, di ottimizzare i metodi e le tecnologie produttive, i materiali impiegati, ecc. E in quest’ottica gli investimenti nelle soluzioni e strumenti di misura e nel personale addetto sono prioritari, così come i relativi costi, se si vuole crescere, diventano “obbligati” e producono sicuri ritorni, anche nel breve periodo. Sempre nel caso di C.M.P. in questi investimenti è compreso anche il nostro nuovo stabilimento di Prata di Por-

Bene, un ultimo aspetto che ci piacerebbe affrontare, a vantaggio dei nostri lettori impegnati a portare innovazione e competitività all’interno delle proprie aziende, è quello degli investimenti da effettuare, spesso condizionato dall’esiguità delle risorse disponibili. Qual è la specifica strategia seguita dalla C.M.P. in quest’ambito…? (R. Del Piero) Come dicevo, l’asticella

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quello di garantire il rispetto dei 20°C di temperatura, fondamentale per le nostre verifiche e non assicudenone, di circa 1.600 mq, in cui da rabile nella nostra vecchia sede di poco ci siamo integralmente trasferiti, il Oderzo, non più adatta sotto il profilo cui primo e prioritario giustificativo era della temperatura ambientale.

Ora stiamo progressivamente misurando i ritorni concreti derivanti da questo importante (ma meditato e su misura per le nostre necessità) investimento, che ci consente di approcciare nuovi potenziali clienti e di innalzare l’asticella della qualità dei nostri servizi.

IL MEGLIO DELL’ACQUISIZIONE DATI IN UN UNICO STRUMENTO

Nell’ambito della visione industriale, Hamamatsu propone due nuovi sensori d’immagine lineari CMOS a elevata velocità e risoluzione: il S13774 da 4096 pixel e il S15778 da 8192 pixel. Entrambi sviluppati con le più moderne tecnologie CMOS, i sensori presentano pixel di piccole dimensioni (7 µm × 7 µm) e una lunghezza dell’area attiva di circa 28 mm per il sensore più piccolo e di 57 mm per quello più grande. Vengono così garantite simultaneamente una buona risoluzione spaziale e una grande area attiva. I due sensori sono in grado di raggiungere un line rate di 100 klinee/s. L’eccezionale velocità è stata ottenuta grazie all’integrazione di un amplificatore e di un ADC per ciascun pixel, migliorando anche il SNR e la sensibilità in condizioni di bassa luminosità o esposizioni estremamente brevi. I sensori hanno uscita digitale con due livelli di risoluzione dell’ADC (high e low speed), sono alimentati a bassa tensione (3.3 o 1.8 V) e hanno una funzione di controllo con protocollo SPI. Tali caratteristiche rendono questi sensori d’immagine adatti ad applicazioni di machine vision, soprattutto in ambiti industriali che necessitano prestazioni elevate, in termini di velocità e accuratezza dell’immagine. I nuovi sensori sono ideali per diverse applicazioni: Controlli in linea su processi produttivi, come verifica di allineamento, controllo di packaging, forma o posizione; Robotica in condizioni ambientali difficili, come in presenza di polveri o rapido movimento di oggetti; Ispezione visiva e analitica nel controllo qualità, tramite selezionatrici ottiche o lettura di codici; Integrazione in strumenti di analisi o robot portatili. Hamamatsu, al fine di testare il sensore S13774, ha sviluppato un kit di valutazione con interfaccia USB.

La nuova generazione di Amplificatori 9250/9251 unisce tutte le caratteristiche della moderna acquisizione dati per la prima volta in un unico strumento. Network-compatible, elevata precisione, userfriendly, veloce e versatile, il sistema combinato Amplificatore + Fieldbus Controller può essere inserito in un sistema pre-esistente. L’Amplificatore 9250 con il Fieldbus Controller 9251 trasmettono i segnali esattamente dove sono richiesti, così da essere poi abbinati, verificati e uniti. Con le interfacce Fieldbus disponibili, il singolo sistema diventerà flessibile, perfettamente connesso e consentirà all’utente di risparmiare tempo, soldi e risorse. Un Fieldbus Controller 9251 può gestire fino a 8 Amplificatori 9250. Il rilevamento e l’indirizzamento automatico degli amplificatori consente una facile e veloce espansione. Inoltre, con l’aggiunta di un’opzione d’ingresso di misura, il 9251 può operare anche come unità stand-alone: dal 2022, infatti, è disponibile l’ingresso diretto per strain gauge, potenziometri e +/-10 V. Alcune applicazioni richiedono l’acquisizione di una quantità elevata di dati che devono poi essere trasmessi in tempi brevissimi e la comunicazione con il PLC deve avere un update rate performante. Per ottimizzare la portata di dati, il Fieldbus Controller 9251 può trasmettere un insieme completo di dati con le ultime 32 misure per ogni canale; i valori misurati vengono letti simultaneamente nel real-time data del Fieldbus link. Applicazioni principali: Automation Technology, Produzione, Ricerca & Sviluppo, Ingegneria Meccanica, Banchi prova DigiVision Pc software incluso nel pacchetto e scaricabile direttamente dal nostro sito web di burster. Configurazione veloce tramite USB frontale, Backup, Scaling, configurazione uscite I/O verso PLC. Sono disponibili su richiesta Certificati di taratura WKS oppure Dakks (ISO 17025).

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N. 02 ; 2022 Innovazione competitiva nella produzione di componenti in materie plastiche, seguendo passo dopo passo le esigenze del cliente

In momenti economici e sociali complessi e difficili, come quelli che stiamo vivendo in questo 2022, terzo anno consecutivo dominato dall’incertezza, i nostri racconti “positivi” di casi aziendali di successo possono svolgere una tripla importante funzione presso il pubblico dei lettori di Tutto_Misure: oltre a dare morale a chi deve “misurarsi” nella propria azienda (ogni riferimento al nostro focus principale è tutt’altro che casuale…) con scelte strategiche da decidere in tempo reale e dalle quali dipende il proprio futuro, fornire stimoli e suggerimenti a supporto delle specifiche esigenze da soddisfare, soprattutto in ottica d’innovazione competitiva, e offrire testimonianze dal vivo riguardo all’opportunità d’investire in ambito di misure, prove e controlli, anche quando le risorse sono veramente ridotte al minimo e occorre individuare precise priorità. Da questo inizio, i lettori avranno già intuito che questa nuova intervista riguarda un’altra PMI subfornitrice giunta a diventare partner dei propri committenti, della cui ricetta di successo andremo a scoprire gli ingredienti principali ai fini dell’importante risultato competitivo ottenuto. Un mix veramente molto ricco e variegato, che inizia ovviamente dal coraggio imprenditoriale e dall’impostazione familiare, supportati da una lunga esperienza lavorativa Olivettiana, e passando attraverso l’evoluzione dei materiali e dei processi, e quindi dei settori di sbocco, arriva a guadagnarsi il rango di “partner” al servizio di molte aziende leader nei propri mercati. Ci racconta questa nuova storia di successo Stefano Chanoux, che ringraziamo per la disponibilità, in azienda dal 2007 e oggi Responsabile di Metrologia in ERGOTECH srl, realtà piemontese situata a Settimo Vit-

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SUBFORNITORE (ECCELLENTE) È ANCORA BELLO…!

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tone, in provincia di Torino, dal caratte- Una PMI, secondo le classificare internazionale e dalla forte impron- zioni degli economisti, con una ta glocal. connotazione tipicamente familiare ma “al top di gamma”, Al nostro ospite chiediamo una considerandone le dimensioni: rapida scheda di presentazione quindi una bella crescita in quedella Ergotech, prima di entrare sti primi 50 anni, sicuramente nelle sue varie specificità… dovuta a molte scelte strategi(S. Chanoux) che azzeccate…?! Con 160 dipen- (S. Chanoux) La sempre maggiore denti e un fattu- difficoltà di emergere in mercati caratrato annuale di terizzati da una competitività spinta al circa 35 Mln€, massimo ci ha fatto scegliere la “straErgotech si po- da del know-how”, un’evoluzione conne come leader tinuativa di metodi e tecnologie che ci nel settore auto- consente di produrre con tolleranze motive. Nata nel sempre più basse investendo ingenti lontano 1973 risorse in macchine e impianti e nella dal genio impren- formazione degli addetti. In questo ditoriale di Efi- modo siamo riusciti nel tempo a trasforsio Peretto, l’Azienda è oggi attiva nel- marci da semplici fornitori a veri e prola realizzazione di componenti termo- pri “partner” per molti dei nostri clienti, plastici impiegati in molteplici settori in grado di rispondere in regime di industriali, come il biomedicale, l’elet- piena collaborazione a tutte le loro esitrico, l’elettronico e quello degli elettro- genze, non solo a livello produttivo ma domestici. anche e soprattutto di servizio. Nella Forte di visione della seconda genera- fase di co-design e progettazione del zione, ha saputo reagire alle incertez- componente, per esempio, ingegneze del mercato continuando a investire rizziamo e proponiamo modifiche e sulle linee produttive di stampaggio migliorie del pezzo, ricerchiamo nuotermoplastico e polimeri compositi al- vi materiali più performanti, troviamo l’interno dei due stabilimenti italiani e soluzioni produttive innovative e otticon le sedi in Cina e Tunisia. Automa- mizziamo le strategie di misura, di zione, nuovi brevetti e un’ampia pro- ventando centro di competenza, che posta di componentistica per veicoli sa restituire valore e offre affidabilità e ibridi ed elettrici accompagnano la qualità di processi e prodotti. Insomtransizione tecnologica che sta inve- ma, siamo subfornitori ma un po’ atistendo l’intero settore. pici, in quanto ci preoccupiamo di

Figura 1 – Un’area dei 2 reparti produttivi composti da 60 presse

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supportare e, spesso, anticipare le esigenze del cliente, mettendogli a disposizione il nostro vasto know-how in un’ottica di servizio particolarmente evoluta. Dal primo contatto, il reparto commerciale analizza i bisogni e individua le prime possibili risposte che Ergotech è in grado di offrire. La Ricerca & Sviluppo, attraverso programmi di prototipazione informatica, disegna il componente richiesto, sviluppandolo internamente o in “co-progettazione” col cliente, mettendo a frutto la propria pluriennale esperienza nei materiali termoplastici e nei processi di trasfor-

mazione. Anche gli stampi sono realizzati internamente: l’Attrezzeria progetta, costruisce e assembla le parti degli stampi, effettuando poi, attraverso prove e misurazioni, gli eventuali aggiustamenti.

Tutto questo come valore aggiunto della vostra fornitura, compreso nel prezzo dei componenti prodotti, insomma…? (S. Chanoux) Proprio così, questo ci consente di aumentare valore d’offerta e competitivo. Proprio in questo contesto la Metrologia diventa semplicemente fondamentale, assumendo un ruolo di primissimo piano nello sviluppo del servizio e nella ricerca di soddisfazione delle esigenze del Cliente, e non lo dico solo perché stiamo parlando del mio ambito lavorativo specifico da parecchi anni e in cui credo fermamente. D’altra parte, come descrive efficacemente un motto a me caro, che spero i letFigura 2 – Macchine a controllo numerico dell’attrezzeria tori mi passeranno: “I Metrologi sono attaccati ai numeri, che non mentono mai…”. Provo a chiarire con un esempio il nostro modo di approcciare una nuova possibile commessa, che inizia dall’accurato studio e dall’analisi del disegno e del mo dello, con l’elaborazione di una specifica strategia di misura proposta al cliente, il quale la approva o suggerisce le proprie modifiche. Il nostro supporto si estende anche alla progettazione, come dicevo alFigura 3 – Particolari di uno stampo l’inizio, alla ricerca

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di nuovi materiali e metodi di lavoro specifici per ogni componente. Tutto in piena collaborazione sinergica con la parte tecnica dell’azienda cliente, con cui siamo in grado di dialogare alla pari, anche su problematiche di particolare complessità, grazie a una dotazione di at trezzature, know-how e professionalità ai massimi livelli. Naturalmente, non sempre sono necessarie modifiche migliorative, così come in alcuni casi le nostre proposte possono non essere accettate dal cliente, per vari motivi: in questi casi siamo anche capaci di eseguire alla lettera le indicazioni ricevute, senza esprimere ulteriori inopportune proposte. Per meglio entrare nella vostra realtà, può offrirci una rapida panoramica della vostra attuale dotazione metrologica…? (S. Chanoux) Ergotech possiede due metrologie, una per stabilimento. Entrambe, sia la metrologia di sviluppo prodotto sia la metrologia di produzione, dispongono di due macchine di misurazione a contatto e una macchina ottica. Inoltre un’ulteriore macchina di misura a contatto si trova nel reparto di attrezzeria, molto utile in sede di costruzione dello stampo. Lavorando su due turni, questa buona disponibilità di macchinari ci permette di ottimizzare in modo significativo i tempi di attesa, ottenendo risultati precisi e puntuali anche nell’arco della nottata o comunque nelle ore dove non è presente il metrologo. Abbiamo a disposizione, inoltre, rugosimetro lineare, rotondimetro, ingranometro e svariati strumenti tradizionali. Il nostro principale fornitore in quest’ambito è Hexagon Manufacturing Intelligence (vero e proprio “partner”, dopo quasi 20 anni di proficua collaborazione, a cominciare dal 2004 con l’acquisto della nostra prima macchina di misura, all’epoca ancora a marchio DEA), realtà scelta non solo per la qualità e affidabilità delle soluzioni proposte ma anche per l’alto livello dei servizi post-vendita offerti (manutenzione, assistenza, formazione, taratura, certificazione, ecc.) e l’elevato know-how settoriale,


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TECNOLOGIE IN CAMPO

Entriamo nel merito de- pendenti. Ergotech, inoltre, collabora gli investimenti in Me- con istituti professionali e scuole di fortrologia, a volte giudi- mazione per aiutare i futuri tecnici, procati a torto meno im- gettisti, amministrativi, a interagire, fin portanti per il successo dal periodo scolastico, con il mondo del aziendale rispetto a lavoro; l’azienda mette anche a dispoquelli nelle macchine sizione di istituti e studenti le proprie produttive: può offrirci conoscenze nel campo dei materiali terqualche esempio con- moplastici e dei polimeri compositi. creto, in grado di farci percepire immediata- Quindi, per concludere, ci pare mente quale possa es- che anche il vostro caso di sucsere il loro potenziale cesso dimostri l’evidente opporritorno…? tunità per ogni azienda degli in(S. Chanoux) Posso citare vestimenti in ambito metrologil’acquisto (naturalmente va- co e la posizione di rilievo nella lutato in modo più che ap- scala degli strumenti a loro diprofondito…) di un software sposizione per aumentare il proad hoc per la misurazione prio valore competitivo…? Figura 4 – Macchina a contatto della sala metrologica d’ingranaggi in plastica, (S. Chanoux) Metrologia promossviluppo prodotto che grazie ai dati acquisiti sa a pieni voti, certo! Oggi è praticaci ha consentito, studiando mente indispensabile offrire al comattentamente le strettissime mittente ogni possibile garanzia di tolleranze, di entrare rapi- qualità e affidabilità dei prodotti e, a damente in un nuovo diffici- tale scopo, occorre disporre di solulissimo mercato. zioni di misura ad hoc, in grado di Oppure, nel caso di una par- soddisfare pienamente le esigenze, ticolare commessa nel settore tanto più costose quanto siano spinautomotive (corpo pompa per te, evolute, precise. È compito della comando frizione) in cui Ergo- singola azienda individuare lo strutech proponeva al cliente la mento che garantisca le esatte persostituzione di pezzi in metallo formance di misura che le servono, con componenti interamente attraverso un’attenta valutazione: in materie plastiche, in grado che potrebbe, magari, accertare codi rispettare tolleranze molto me non sia necessario acquistarne Figura 5 – Macchina a contatto dell’attrezzeria spinte. Grazie a un sistema uno nuovo, ma semplicemente modidove vengono costruiti gli stampi dedicato di acquisizione dati ficare quello già operativo…! In so di misura, siamo riusciti a stanza, investire senza paura e con messo a disposizione dei clienti secon- ridurre le deformazioni dovute al fenome- fiducia, ma in modo ragionevole neldo esigenze. no del ritiro del materiale plastico, otte- la metrologia. L’ambito delle Misure è per noi priori- nendo così risultati molto simili tario, anche in considerazione della al precedente componente in nostra forte connotazione come forni- metallo e, così facendo, riutore “automotive”: basti pensare alla scendo nell’impresa. continua evoluzione in atto da anni nei Ma ogni investimento nell’inmotori elettrici, dove si stanno susse- novazione competitiva non guendo continue evoluzioni di prodot- può prescindere da una conto, che comportano notevoli cambia- siderazione fondamentale: menti nelle specifiche soluzioni e meto- sono le persone a costruire il dologie di misurazione. Quindi il fatto successo di un’azienda ed è di poter disporre di un partner leader proprio sulle risorse umane in quest’ambito ci consente di poter che occorre investire. In Ergorispondere in tempo reale a nuove tech questo aspetto è ritenuto complesse richieste provenienti dal fondamentale, come dimomercato, cogliendo possibili nuove stra la presenza da anni di un opportunità lavorative prima degli altri piano di formazione contiFigura 6 – Automazione per asservimento pressa competitor… e linea automatica di controllo nua che coinvolge tutti i diT_M  79


P P D R Q QH À X]LR G R U LGH LQ S H ULJ ÀQR DO VHF ]]D Q H H R W L Q ] D U D QVLR UD]LRQL LVXU $FFX VFD L GL P j GL PLVX Q W L R L F UD] 9HOR ÀJX e, FRQ D H less G KLH omp tagliate F c L U i t ar e det 1RQ er p t tto p ltamen 62 , e f vo R r W Pe e e a LWD tuiti o in FUHG s F u lucid D e RULR pido RUDW to ra n /DE e im rend App

9(/2&,7­ Ɖ $&&85$7(==$ Ɖ 9(56$7,/,7­ Ɖ 3257$%,/,7­ 9(/ 2&,7­ Ɖ $&&85$ &&85$7(==$ Ɖ 9(56 7(==$ Ɖ 9(56$7,/,7­ Ɖ 3257 7,/,7­ Ɖ 3257$%,/,7­ $%,/,7­ Le soluzioni soluzioni dimensionali dimensionali di Creaform Creaform combinano combinano la potenza potenza delle delle CMM ottiche o ttiche portatili, portatili, degli degli scanner scanner 3D, della della fotogrammetria, fotogrammetria, e di un un software software di ispe ispezione zione totalmente totalmente integrato. integrato. Studiate Studiate per per garantire il controllo controllo qualità qualità in q qualsiasi ualsiasi ambiente ambiente di produzione, produzione, le nostre nostre soluzioni soluzioni portatili portatili e accurate accurate FRQVHQWRQR GL PLVXUDUH JHRPHWULH DOWDPHQWH FRPSOHVVH FRQ YDULH ÀQLWXUH FR QVHQWRQR GL PLVXUDUH JHRPHWULH DOWDPHQWH FRPSOHVVH FRQ YDULH ÀQLWXUH VX VXSHUÀFLDOL SHUÀFLDOL LQ X XQ·DPSLD Q·DPSLD JDPPD GL GLPHQVLRQL GLPHQVLRQL H H IRUPH IRUPH 9XRL 9XRL HOLPLQDUH HOLPLQDUH i co colli lli di di bottiglia bottiglia alle CMM e migliorare migliorare la qualità qualità generale generale delle delle parti? parti? Co Contattaci ntattaci subito! subito! creaform3d.com l +39 02 89730645 89730645 creaform3d.com


N. 02 ; 2022 Gli scanner 3D possono aiutare la progettazione di soluzioni customizzate Da oltre 20 anni la missione di Paravan GmbH, società di ricerca e sviluppo con sede ad Aichelau (D), è quella di offrire mobilità alle persone disabili, aumentando la qualità della loro vita. Oggi PARAVAN dà lavoro a oltre 160 dipendenti e vanta partner in molti Paesi. Nel grande centro di mobilità nelle Alpi sveve arrivano persone da tutta la Germania e da tutto il mondo, per ricevere assistenza specifica da un’unica fonte, dalla consulenza alla formazione dei conducenti, fino all’assistenza tecnica. Paravan può trovare la soluzione personale per ogni disabilità e riadattarla qualora il quadro clinico dovesse cambiare. L’azienda è specializzata nella costruzione di sedie a rotelle elettriche, installazione di sistemi di sollevamento e carico, ancoraggio per la sicurezza delle sedie a rotelle nei veicoli, ausili alla guida (come il sistema di sterzo digitale Space Drive) e conversioni complete di veicoli. Paravan utilizza la tecnologia di misurazione 3D di Creaform da diversi

anni e recentemente ha aggiunto lo scanner a luce bianca strutturata Go!SCAN SPARK al suo portafoglio di tecnologie di misurazione. Rispetto al modello precedente, il nuovo scanner si distingue per aver ridotto il fattore tempo di cinque volte: ciò mostra un netto miglioramento della tecnologia rispetto agli ultimi 6 anni. Lo scanner viene utilizzato per varie attività in azienda e semplifica la misurazione di carrozzerie e interni. I sistemi di rilevamento convenzionali impiegavano tempi lunghi ed erano costosi, imprecisi e dispendiosi in termini di risorse. Integrazione di un sistema di sterzatura digitale Paravan aiuta le persone con disabilità fisiche gravi a ritrovare la propria mobilità: lo Space Drive System, un sistema di sterzatura digitale sviluppato internamente, consente infatti il comando di un’auto con un joystick e uno sforzo minimo. Nella fattispecie, un’auto da corsa GT4 è stata trasformata senza disporre un collegamento meccanico tra il volante e la scatola dello sterzo. Il veicolo viene controllato da un volante con feedback di forza digitalizzato, che controlla il motore dello sterzo sul cambio esclusivamente via cavo. Con questo veicolo sperimentale si intende testare ulteriormente il sistema SpaceDrive di Paravan nelle

Figura 1 – Scansione 3D del collegamento dello sterzo di un’auto da corsa GT4 con il Go!SCAN 3D per poi installare un sistema di sterzo digitale

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TECNOLOGIE DI MISURAZIONE E REVERSE ENGINEERING PER PROGETTARE VEICOLI PER DISABILI

TECNOLOGIE IN CAMPO

condizioni più difficili (nelle corse) e ottimizzarlo per i clienti. Lo scanner 3D Go!SCAN SPARK e il software VXscan consentono di scansionare lo spazio d’installazione disponibile, e i punti di collegamento richiesti vengono invertiti utilizzando Geomagic Design X. Quindi SolidWorks consente lo sviluppo del collegamento del sistema di sterzatura nell’ambiente digitalizzato. Dopo l’installazione del nuovo sistema di sterzatura, lo spazio d’installazione viene nuovamente scansionato in modo da eseguire un confronto reale delle posizioni d’installazione tra il modello CAD e i componenti fisicamente presenti, al fine di garantire che tutti i componenti siano stati installati nel veicolo entro la gamma di tolleranza specificata. Attualmente, sono necessarie circa 2-3 settimane lavorative per integrare un sistema di sterzatura SpaceDrive in un nuovo veicolo. Scansione di un utente su sedia a rotelle per la regolazione ottimale del singolo veicolo Paravan utilizza Go!SCAN SPARK per una moltitudine di altre applicazioni. In questo caso, la scansione è stata utilizzata per uno studio preliminare per inserire digitalmente il cliente scansionato nel suo futuro veicolo, e quindi analizzare e determinare in anticipo la

Figura 2 – Go!SCAN 3D Scanner utilizzato per l’acquisizione del volante di una Porsche Cayman GT4

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TECNOLOGIE IN CAMPO

Figura 4 – Scansione Porsche Cayman GT4 con collegamento integrato – Reverse Engineering applicato con Geomagic Design X

Figura 3 – Scansione Porsche Cayman GT4 in VXelements – prima di esportare in Geomagic Design X

posizione ottimale del sedile per azionare i dispositivi di sterzo e freno. Finora, tutte le ottimizzazioni sui veicoli erano eseguite esclusivamente insieme al cliente durante i lavori di adattamento. In futuro, la scansione a 3D consentirà l’esecuzione di molte di queste regolazioni in anticipo. Ciò consente di risparmiare tempo per le ottimizzazioni finali prima che il cliente riceva il veicolo alla fine del progetto. La tecnologia di scansione 3D semplifica i processi e prefigura una varietà di nuove possibilità applicative I vantaggi della scansione 3D sono facilmente riconoscibili e, in futuro, possono essere aumentati. Le parole chiave sono efficienza, precisione e un flusso di lavoro più semplice. Questo si traduce in una riduzione per la fase prototipale, con un aumento dell’efficienza. Per Paravan, i vantaggi sono ovvi rispetto ad altre tecnologie comparabili sul mercato: in particolare il fatto che Creaform sia un singolo fornitore che offre prodotti di alta qualità e soluzioni complete hardware e software. È questo il motivo che ha convinto la società tedesca a investire più volte in una tecnologia Creaform. L’implementazione è andata a buon fine, la tecnologia può essere utilizzata in modo intuitivo e, dopo alcuni test, i dipendenti sono stati in grado di utilizzare gli scanner in modo efficiente e mirato. T_M  82

“Creaform ci ha consentito d’inserire le tecnologie di misurazione e di reverse engineering della nostra azienda in un processo di digitalizzazione e portandoli a un livello completamente nuovo. La velocità e la facilità con le Figura 5 – Go!SCAN 3D Scanner usato per l’acquisizione di una persona quali i progetti posin sedia a rotelle, con diverse sedie di questo tipo sullo sfondo sono essere implementati utilizzando la nuova tecnologia di scansione 3D scanner 3D Creaform. “In futuro, prevesono davvero impressionanti”, riassu- diamo l’uso della tecnologia di misurame Mario Kütt, Responsabile di Svi- zione 3D nell’area della costruzione di luppo e costruzione meccanica in Para- prototipi e nella gestione dell’interfacvan, evidenziando i vantaggi dello cia uomo-veicolo”.

AVVISO IMPORTANTE AI LETTORI

PER RICEVERE IL LINK A OGNI NUOVO NUMERO DI TUTTO_MISURE Se volete rimanere aggiornati sulle periodiche uscite di Tutto_Misure ricevendo una mail personalizzata con il link diretto al nuovo numero, per favore trasmetteteci i vostri dati di contatto, compilando il modulo che trovate qui: https://forms.office.com/r/Z1dHSjvUHu


N. 02 ; 2022 te di lavoro immediato. Ciò è dovuto principalmente al limitato tempo di reazione umana per rimuovere rapidamente le parti del corpo da un potenziale pericolo. Quando si verifica una Quando si effettuano collisione sono possibili elevate forze movimenti rapidi e agiscono dovute all’inerzia della massa e allo grandi forze, occorrono schiacciamento degli arti. Un sistema speciali misure di sicurezza di sicurezza può proteggere le persoPer la sicurezza del personale negli ne e ridurre al minimo questo rischio di ambienti di produzione si applicano lesioni. norme severe. Quando vengono effettuati movimenti rapidi e agiscono grandi forze, è necessario adottare speciali misure di sicurezza. Tipicamente le barriere, ad esempio le recinzioni che separano spazialmente le persone dalle macchine, sono soluzioni comuni e relativamente facili da integrare. Tuttavia, se non è possibile installare sistemi meccanici o se il processo di lavoro ne è influenzato, si possono utilizzare concetti di sicurezza senza contatto, come una griglia luminosa o una barriera fotoelettrica. Una barriera fotoelettrica forma un campo protettivo a maglie strette e, pertanto, assicura l’accesso alla zona pericolosa.

Quando è utile e necessario utilizzare un dispositivo di sicurezza mentre gli Hexapod sono in funzione? Gli Hexapod di Phisik Instrumente sono sistemi di posizionamento a cinematica parallela a sei assi, con uno spazio di lavoro limitato che spesso possono essere integrati in modo sicuro nelle configurazioni industriali. La situazione è diversa per gli esapodi di movimento dinamico a causa della loro alta velocità e accelerazione, che possono diventare un pericolo per le persone che lavorano nel loro ambien-

COME UN CONCETTO DI SICUREZZA INDUSTRIALE PUÒ ESSERE COMBINATO CON UN HEXAPOD?

TECNOLOGIE IN CAMPO

62061). A tale scopo, una barriera fotoelettrica della PILZ (omologata secondo EN/IEC 61508 e EN/IEC 614961/-2) può, ad esempio, essere integrata nel controllo dell’esapode. Come funziona una barriera fotoelettrica di sicurezza? Le barriere fotoelettriche di sicurezza sono costituite da un’unità emittente e da un’unità ricevente. Nell’unità di emissione, le sorgenti luminose che si irradiano verso l’unità ricevente sono disposte a una distanza uniforme l’una dall’altra (es. LED). L’unità ricevente è dotata di rivelatori nella stessa disposizione (es. fotodiodi), ognuno dei quali è responsabile del rilevamento della sua fonte di luce opposta. La risoluzione, cioè la distanza tra le sorgenti luminose, determina il livello di protezione fornito (protezione delle dita, delle mani o del corpo). Se uno dei raggi luminosi viene interrotto, la barriera fotoelettrica emette le informazioni attraverso due uscite cosiddette OSSD (Output Switching Signal Device). Nello stato standard, le uscite sono a 24 V e scendono a 0 V brevemente e in modo asincrono l’una dall’altra per l’automonitoraggio. Per poter interpretare i segnali di uscita, è necessario un idoneo e certificato relè di sicurezza, che spenga o arresti il movimento della macchina in caso di guasto.

Hexapod dinamici, come l’H-900KSCO, sono utilizzati per la simulazione del movimento e, a seconda del progetto, raggiungono frequenze di movimento fino a 50 Hz. A seconda della versione, i controllori PI sono dotati di un ingresso motion stop. L’ingresso viene utilizzato per il collegamento di hardware esterno (ad es. pulsanti o interruttori) e disattiva o attiva l’alimentazione dei drivers Hexapod. Tuttavia il terminale di arresto non offre alcuna funzione di sicurezza diretta, in conformità alle norme applicabili (ad esempio IEC 60204-1, Schema di allineamento della barriera fotoelettrica IEC 61508 o IEC

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mento dell’esapode di 100 mm/s. Utilizzando la seguente formula, valida per barriere fotoelettriche con una risoluzione <40 mm, è possibile calcolare una distanza di sicurezza di 316 mm: S = v(t1+ t2) + 8 (d –14) Sulla base dei parametri e delle ipotesi sottostanti, è stata implementata l’impostazione meccanica, come mostrato nella figura seguente. Questa L’esapode è circondato dalla barriera fotoelettrica di sicurezza su quattro lati. 1: Esapode. 2: Controllore esapode C-887. implementazione della 3: Barriera fotoelettrica di sicurezza. 3a: Emettitore. funzione di sicurezza è 3b: Ricevitore. 3c: Specchio. stata scritta nel linguag4: Relè di sicurezza, relè, alimentazione. gio di programmazione 5: Interruttore di arresto di emergenza, pulsante di reset Python come esempio. Tuttavia, è sempre possibile scegliere zare un PLC per collegare l’esapode, una soluzione software diversa o utiliz- ad esempio, tramite EtherCAT®.

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Progettazione della barriera fotoelettrica – Definizione del livello di sicurezza, della distanza minima e della configurazione La valutazione dei rischi secondo EN ISO 13849-1 può essere utilizzata per valutare la situazione di pericolo e, quindi, i requisiti del sistema di sicurezza. La distanza minima tra il dispositivo di sicurezza e la zona pericolosa viene calcolata con la norma EN ISO 13855. Questa dimensione è importante per poter definire la portata massima che la fotocellula deve monitorare. Va notato che i diversi gradi di protezione (persona, mano o dito) sono caratterizzati da diverse velocità di avvicinamento. Come dispositivo di sicurezza per l’esapode è stata scelta una barriera fotoelettrica a maglie strette con una risoluzione di 30 mm e si è ipotizzato che la distanza di arresto necessaria fosse di 3 mm a una velocità di movi-

NEWS

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TECNOLOGIE IN CAMPO

LA PESATURA SI PRESENTA I nuovi video di Cogo Bilance: tradizione e innovazione in mostra Cogo Bilance è un’azienda per la quale tradizione si traduce in innovazione quando, dall’interpretazione dei segnali ricevuti dal mercato, nascono prodotti e soluzioni innovative. Lo dimostrano i più recenti prodotti dell’azienda varesina, che propongono una sorta di rivoluzione nel mondo della pesatura, fino a trasformare la bilancia in un vero e proprio sistema di controllo integrato. Tutto questo presuppone un’organizzazione aziendale estremamente snella, flessibile, proiettata verso la ricerca & sviluppo, dotazioni tecnologiche e personale ai massimi livelli, in grado di analizzare e soddisfare ogni possibile richiesta della clientela di qualsiasi settore d’attività. Insomma, un cambiamento radicale del modo di lavorare, una rivolu-

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zione organizzativa che la società ha avviato da diversi anni e i cui effetti positivi si stanno evidenziando nei suoi risultati economici. “Abbiamo pensato di far entrare i nostri clienti, attivi e potenziali, nella realtà di Cogo Bilance”, dichiara Fabio Martignoni, CEO dell’azienda, “sfruttando uno strumento ’social’ sempre più diffuso e gettonato, come YouTube. Abbiamo, quindi, realizzato alcuni brevi video, ciascuni dei quali presenta, in modo semplice e gradevole, un ambito fondamentale

della nostra realtà, sicuramente influente ai fini del risultato del nostro lavoro”. Ecco i cinque nuovi video proposti da Cogo Bilance, scaricabili qui: – Controllo Accessi; – Laboratorio Metrologico; – Progettazione e Consulenza; – Impianti speciali; – Assistenza e Montaggio. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


MANIFESTAZIONI EVENTI E FORMAZIONE

2022-2023 eventi in breve Segnalazione di manifestazioni ed eventi d’interesse

AVVISO AI LETTORI Dopo due anni abbondanti dall’inizio della pandemia di Covid 19, le misure adottate dai singoli Paesi sono estremamente variabili e, naturalmente, ciò condiziona ancora pesantemente lo svolgimento degli eventi e il loro formato, sempre in bilico tra versione “in persona” e versione “virtuale”, fino al possibile rinvio/annullamento. Preghiamo quindi i lettori interessati a un singolo evento di considerare sempre le nostre informazioni come puramente indicative e approfondirle in sicurezza presso il sito ufficiale della stessa manifestazione.

2022 7-8 giugno

Les Bons Villers, Belgio

IMEKO- TC17 INTERNATIONAL WORKSHOP VRISE2022

SITO WEB

7-9 giugno

Trento

IEEE International Workshop On Metrology for Industry 4.0 and IoT

SITO WEB

14-16 giugno

Palermo

IEEE MELECON 2022 The 21st IEEE Mediterranean Electrotechnical Conference

SITO WEB

22-24 giugno

Sorrento (NA)

SPEEDAM 2022

SITO WEB

22-24 giugno

Giardini Naxos (ME)

IEEE MEMEA 2022 - International Symposium on Medical Measurements and Applications

SITO WEB

27-29 giugno

Pisa

IEEE International Workshop On Metrology for AeroSpace

SITO WEB

4-6 luglio

Modena

IEEE 2022 International Workshop On Metrology For Automotive

SITO WEB

24-26 agosto

Parigi, Francia

IEEE RTSI 2022

SITO WEB

28-31 agosto

National Harbor, MD, USA

IEEE AUTOTESTCON

SITO WEB

12-14 settembre

Brescia

IMEKO TC-4 International Symposium

SITO WEB

15-17 settembre

Brescia

VI Forum delle Misure

SITO WEB

3-5 ottobre

Messina

2022 IEEE International Workshop On Metrology For The Sea

SITO WEB

11-13 ottobre

Dubrovnik (Cavtat), Croazia

IMEKO TC3, TC5, TC16, TC22 conference

SITO WEB

26-28 ottobre

Atene, Grecia

Sensors 2022

SITO WEB

2023 13-18 febbraio

Orlando, FL, USA

75th AAFS Annual Scientific Conference

SITO WEB

22-24 febbraio

Torino

A&T Automation & Testing 17a edizione

SITO WEB

7-10 marzo

Lione, Francia

International Metrology Congress - CIM 2023

SITO WEB

12-15 giugno

Roma

CIRED 2023

SITO WEB

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NEWS

TORSIOMETRO A FLANGIA: ROTATIVO, SENZA CONTATTO, SUPER PRECISO Il sensore di coppia a flangia rotativo burster mod. 8670 è costituito dal sensore (rotore), il ricevitore (statore) e l’elettronica di valutazione. La coppia viene rilevata dalla torsione del rotore tramite il principio estensimetrico e trasmessa, completamente senza contatto, via tecnologia radio. Omettendo il cuscinetto, il sensore è esente da manutenzione, i segnali sono digitalizzati direttamente sull’albero e resi disponibili dall’elettronica di valutazione come segnale in tensione, frequenza o CAN. Il senso di rotazione può essere rilevato dal segno della tensione di uscita: in senso orario corrisponde alla tensione di uscita positiva, in senso antiorario a quella negativa. Lo schema dei

fori corrisponde allo standard DIN ed è compatibile con impianti già esistenti. Alcune caratteristiche Range di misura da 0...100 Nm a 0...5.000 Nm; Errore di non linearità ≤ 0.05 % F.S.; Connessione a flangia DIN hole pattern; Uscita 0 ... ±10 V; In opzione, uscita in frequenza oppure CAN. Applicazioni: Costruzione di banchi prova; Monitoraggio qualità di motori elettrici e gearboxes; Ricerca e Sviluppo; Ingegnerizzazione di impianti. CLICCA QUI per approfondire. RICHIEDI ulteriori informazioni.

I PROSSIMI WEBINAR METROLOGICI DI CIBE Il laboratorio metrologico CIBE, con sede a Legnano (MI), è da anni un punto di riferimento in materia di metrologia tecnica e legale. Anche quest’anno CIBE organizza corsi di formazione a distanza e propone un ricco calendario di incontri. I temi trattati sono tutti di forte interesse e attualità, volti a chiarire alcuni concetti legati al mondo della pesatura e degli strumenti per pesare. Ecco i prossimi appuntamenti: 21 giugno – Certificati di taratura e regole decisionali (2 h); 21 luglio – Come calcolare l’incertezza d’uso di una bilancia (4 h); 20 settembre – La gestione del processo di produzione dei preimballaggi (1 h); 19 ottobre – Taratura masse di lavoro (2 h); 13 dicembre – Carte di controllo e loro utilizzo nella metrologia

di massa (2 h). CIBE organizza inoltre corsi di formazione completamente personalizzati, anche in lingua inglese, per rispondere alle esigenze specifiche di ogni cliente. CLICCA QUI per maggiori informazioni sui prossimi webinar. Su LinkedIn: sconti speciali riservati ai follower. CIBE è un’azienda italiana del gruppo Rice Lake Weighing Systems, leader internazionale nel settore della pesatura. Il laboratorio metrologico CIBE vanta più di 30 anni di esperienza nel settore metrologico e offre un’ampia gamma di servizi per ogni esigenza.C

NUOVA TECNOLOGIA DI CANCELLAZIONE DIFFERENZIALE DEL RUMORE DifferentialNoiseCancelling di ATEQ Ateq (https://ateq.it) ha recentemente presentato la sua tecnologia di cancellazione differenziale del rumore (DifferentialNoise Cancelling), particolarmente utile quando si deve eseguire il test di tenuta di un componente grande e flessibile (ad esempio, l’alloggiamento delle batterie EV) in un ambiente di fabbrica rumoroso e la misurazione tradizionale della perdita tramite Mass Flow viene fortemente influenzata dalle dirompenti turbolenze provenienti dall’ambiente di produzione (temperature, vibrazioni, aria compressa, ecc.). La tecnologia di test di tenuta con cancellazione del rumore differenziale garantisce misurazioni più rapide e accurate e la funzione ATEQ DNC fornisce una lettura

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della perdita più stabile, compensando le fluttuazioni di fondo, in modo che non influenzino la correttezza della misurazione effettuata dallo strumento. Utilizzando ATEQ F620LV con DNC, strumento per prove di tenuta a caduta di pressione differenziale per grossi volumi, è possibile rilevare cadute di pressione inferiori a 0,1 Pa/sec. CLICCA QUI per scaricare la brochure dello strumento. GUARDA IL VIDEO su E-mobility RICHIEDI QUI informazioni dettagliate.


METROLOGIA GENERALE

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Rubrica a cura di Luca Mari (lmari@liuc.it) Articolo di L. Mari (LIUC), D. Petri (Università di Trento) e A. Ferrero (Politecnico di Milano)

Le scale di misura Un ponte tra mondo empirico e mondo dell’informazione GENERAL METROLOGY In this permanent section of the Journal our colleague and friend Luca Mari, world-recognized expert in fundamental metrology and member of several International Committees, informs the readers on the new development of the fundamental norms and documents of interest for all metrologists and measurement experts. Do not hesitate to contact him!

METROLOGIA GENERALE In questa Rubrica permanente il collega e amico Luca Mari, internazionalmente riconosciuto quale esperto di metrologia fondamentale e membro di numerosi tavoli di lavoro per la redazione di Norme, informa i lettori sui più recenti temi d’interesse e sugli sviluppi di Norme e Documenti. Scrivete a Luca per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! Nell’articolo “Il ruolo sociale della cultura metrologica: qualche ipotesi”, pubblicato in questa rubrica nel numero scorso di Tutto_Misure, abbiamo sostenuto che “un po’ di cultura metrologica sarebbe importante per tutti nella nostra società”, proponendo le caratteristiche che riteniamo più importanti della misurazione, che tutti dovrebbero conoscere e saper trattare. Tra queste, la condizione che la misurazione sia “finalizzata a produrre informazione su proprietà empiriche, fornita nella forma di valori di tali proprietà”. Questa affermazione assume che l’esperienza umana non si esaurisca nella dimensione empirica, e comprenda anche una componente informazionale, di cui i valori di proprietà, o di grandezze, sono appunto esempi: come se vivessimo contemporaneamente in due mondi (il mondo empirico e il mondo dell’informazione), che sono distinti benché in relazione. Ancora con l’obiettivo di comprendere con quali contenuti la cultura metrologica potrebbe, e forse dovrebbe, contribuire a una vita consapevole e attiva, esploriamo dunque qui ancora un poco il ruolo della misurazione come processo che si realizza tra mondo empirico e mondo dell’informazione.

Mondo empirico e mondo dell’informazione Per meglio intendere quanto sosterremo in seguito, acceniamo a una questione fondamentale: possiamo dare per scontato che esista non solo il mondo empirico, ma anche un mondo dell’informazione? Nella tradizione filosofica l’idea che, al contrario, esista un solo mondo (posizione nota come “monismo”) è stata sostenuta variamente, ma c‘è almeno una ragione per cui chi si occupa di questioni tecnico-scientifiche, non solo i metrologi, ci sembra tenda a essere almeno implicitamente non-monista (diciamo, genericamente: pluralista), e ad accettare perciò che esista qualcosa in più del solo mondo empirico, e in particolare che esista un mondo dell’informazione: le descrizioni pluraliste sono più semplici e comprensibili di quelle moniste. Per esempio, “2+2=4” per un pluralista significa quello che è scritto, mentre un monista è costretto a operare una riduzione, per esempio assumendo che i numeri naturali siano classi di equivalenza per equinumerosità (si dice “numero due” ma si intende la classe di equivalenza di tutti gli insiemi di due elementi) e interpretando la somma come una combinazione di classi di equivalenza. Un’operazione di riduzione di

questo genere si complica al crescere della complessità delle entità informazionali che si vorrebbero descrivere in termini di entità del mondo empirico, e dunque in particolare in accordo alle leggi della fisica. Si provi, per esempio, a immaginare di dover descrivere in termini di eventi fisici (meccanici, elettrici, termodinamici, chimici, ecc.) un sistema software e il suo comportamento. Questa maggiore semplicità e comprensibilità di una posizione pluralista si riflette nel riconoscimento che la nostra cultura è ampiamente caratterizzata da oggetti e processi informazionali, come testi, numeri, e software. Per esempio, consideriamo che parlare (un processo informazionale) sia diverso da trasmettere energia sotto forma di onde di pressione (un processo empirico), e, nonostante il fatto che per parlare dobbiamo trasmettere energia, parliamo per comunicare informazione e non per trasmettere energia. La misurazione: un ponte da attraversare In quest’ottica, si può descrivere la misurazione come un processo con cui si attraversa un ponte tra mondo empirico, a cui i misurandi appartengono, e mondo dell’informazione, al quale i risultati di misura, e in particolare i valori di grandezza, appartengono: è un’immagine semplice e comprensibile, che si fonda su una posizione pluralista. Questa funzione di ponte è una caratteristica importante della metrologia, anche perché ne chiarisce il ruolo rispetto alla fisica, mirata al mondo empirico, e alla matematica, che si occupa del mondo dell’informazione: la metrologia usa, per ragioni diverse e in modi diversi, la fisica e la matematica, ma non è riducibile né all’una né all’altra proprio perché fa da ponte tra i due mondi. D’altra parte, questo “attraversare ponti” non è unico della misurazione: hanno la stessa finalità anche T_M

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attività altrettanto quotidiane, come il nominare e il contare, e dunque è utile chiarire prima di tutto in cosa misurare è diverso dal nominare, da una parte, e dal contare, dall’altra. Ha senso confrontare questi processi (misurare, nominare, contare) perché hanno alcune caratteristiche fondamentali in comune: tutti e tre consentono di attraversare un ponte da mondo empirico a mondo dell’informazione, e tutti e tre assumono che l’entità empirica da cui si parte (la grandezza che viene misurata, l’entità che viene nominata, l’insieme la cui numerosità viene contata) sia stata precedentemente identificata. Nel caso del nominare, il ponte è costruito in modo soprattutto convenzionale: certo, una volta che un nome proprio, come “Tutto_Misure”, o un nome comune, anche accompagnato da un indicale, come “questa rivista”, sono stati concordati, e magari riportati in un dizionario, c’è una consistenza per continuità che si può richiedere, così da facilitare la mutua comprensione. Ma se anche la rivista in cui questo articolo è pubblicato cambiasse nome, le sue caratteristiche potrebbero rimanere le stesse. Non c’è, insomma, un senso nel cercare il “nome vero” delle cose: nel caso del nominare, il ponte è costruito senza vincoli stringenti, come dimostra la presenza nelle lingue storico-naturali, come l’italiano e l’inglese, di omonimie (una data cosa con nomi diversi) e polisemie (un unico nome per cose diverse). All’opposto del nominare, non c’è nulla di convenzionale nel contare quando l’oggetto del conteggio sia stato identificato: una volta che, per esempio, abbiamo stabilito come identificare una copia cartacea di una rivista su una scrivania, non rimangono convenzioni o arbitrarietà a proposito di quante copie ci siano su quella scrivania. Nel caso del contare, ci troviamo il ponte già costruito (ovviamente stiamo facendo riferimento alla relazione tra cose e numeri, e il fatto che i nomi dei numeri siano parzialmente convenzionali non è rilevante: che si indichi come “due”, “two”, 2, 10 binario, … si tratta sempre dello stesso numero), dato l’isomorfismo fondamentale tra cardinalità degli insiemi e numeri naturali. Come il nominare e il contare, anche la misurazione può essere efficacemente interpretata come un processo con cui si attraversa un ponte tra mondo empirico e mondo dell’informazione. Ma se nel caso del nominare il ponte è costruito in modo soprattutto convenzionale e nel caso del contare il ponte è pre-costruito e dunque non ha nulla di convenzionale, cosa possiamo dire del ponte che la misurazione ci consente di attraversare? Il ponte: le scale di misura Suggeriamo che, almeno nei suoi casi più tipici, la misurazione sia in una posizione intermedia, essendo meno convenzionale del nominare ma più convenzionale del contare. E suggeriamo che il ponte che si attraversa quando si misura sia costituito dalle scale di misura, per esempio la scala di tempo International Atomic Time (TAI) e la scala di temperature International Temperature Scale (ITS-90) (prendiamo questi riferimenti dall’attuale edizione della Brochure SI). Dato il nostro tentativo di chiarire i contenuti di una cultura metrologica che sia proponibile a tutti, un po’ di chiarezza T_M  88

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sulle scale è dunque davvero importante: anche considerata la confusione che esiste in proposito, a esse dedichiamo il resto di questo articolo. Per rispondere alla domanda di cosa sono le scale, per esempio TAI e ITS-90, il Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM) non è purtroppo di grande aiuto. Le prime due edizioni del VIM definiscono solo il concetto di “scala di uno strumento”, come (per evitare malintesi citiamo i testi inglesi originali) “ordered set of marks, together with any associated numbering, forming part of a displaying device of a measuring instrument” (VIM2, 4.17, analogo a VIM1, 4.19). La terza, attuale edizione del VIM riprende questo concetto, cambiandone solo un poco la definizione in “part of a displaying measuring instrument, consisting of an ordered set of marks together with any associated quantity values” (VIM3, 3.5). Evidentemente, TAI e ITS-90 non sono esempi di scale di strumenti. Per la prima volta nel VIM3 troviamo una seconda definizione rilevante, quella di “quantity-value scale” (o “measurement scale”): “ordered set of quantity values of quantities of a given kind of quantity used in ranking, according to magnitude, quantities of that kind” (VIM3, 1.27). Qui si trova in modo più esplicito l’idea che le scale di misura (non quelle degli strumenti) abbiano la funzione di ponte tra mondo empirico e mondo dell’informazione, a cui le grandezze (“quantities”) e i valori di grandezza (“quantity values”) appartengono rispettivamente. Ma notiamo che secondo questa definizione una scala è un insieme di valori di grandezza, essendo un valore di grandezza un “number and reference together expressing magnitude of a quantity” (VIM3, 1.19). Dunque per avere valori di grandezza occorre che un riferimento sia definito. Nel caso di grandezze a intervalli o a rapporti, il riferimento è l’unità, e infatti una scala può essere costruita da un’unità, considerandone anche multipli e sottomultipli. Ma nel caso delle grandezze ordinali, per cui un’unità non è definita, cosa sono “number and reference”? Prendiamo il caso, noto, delle durezze Mohs: nell’affermazione “la durezza del talco è 1 in scala Mohs”, il numero è ovviamente 1, ma il riferimento? Parrebbe essere la scala stessa, ma allora una scala non può essere un insieme di tali valori, perché altrimenti si genererebbe una circolarità: la scala Mohs come un insieme di valori… in scala Mohs! Il fatto che, nonostante questo evidente problema, la definizione di “quantity-value scale” del VIM3 sia stata proposta e accettata mostra quanto sia tuttora poco chiaro cosa sia una scala e che ruolo le scale abbiano. Cos’è una scala di misura, dunque? Ancora in riferimento alla scala di durezze Mohs, per definirla / costruirla è plausibile che si operò dapprima identificando un criterio empirico di confronto tra grandezze (se il minerale X scalfisce il minerale Y, la durezza di X è maggiore della durezza di Y), e su questa base si scelsero dei minerali campione (il talco, il gesso, ecc.) e si associarono le loro durezze a identificatori ordinali, in modo da conservare l’ordine nell’associazione (se la durezza del minerale X è maggiore della durezza del minerale Y, allora l’identificatore associato a X dev’essere maggiore dell’identificatore


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associato a Y). Che poi gli identificatori scelti siano proprio numeri non è così importante: invece di 1 per il talco, 2 per il gesso, ecc. potrebbe andare bene anche, per esempio, A per il talco, B per il gesso, ecc., pur di aver chiarito che A, B, ecc. sono identificatori ordinali e, quindi, che A < B, ecc. Va poi enfatizzato che i valori della scala (1, 2, …, oppure A, B, …) non sono durezze, ma identificatori per durezze. Insomma, ne concludiamo che una scala è una funzione da grandezze empiriche scelte come riferimenti a entità d’informazione scelte come identificatori per tali grandezze, sotto la condizione che le relazioni osservate tra grandezze empiriche siano conservate tra identificatori (notiamo che questa è la posizione delle teorie rappresentazionali della misurazione, al cui fondamento ci sono morfismi tra grandezze empiriche da misurare ed entità d’informazione con cui le grandezze stesse sono rappresentate, e chiamano appunto “scale” tali morfismi). Nel nostro esempio, la funzione che è la scala si costruisce in forma estensionale, con l’elenco scala_Mohs(durezzatalco) =def 1 scala_Mohs(durezzagesso) =def 2 ecc. Con ciò, possiamo rendere più specifica la nostra immagine, a proposito di ponti tra mondo empirico e mondo dell’informazione: – prima di tutto un ponte va costruito, e questo corrisponde a costruire una scala scala_S definendo una funzione da grandezze di riferimento Girif a identificatori j; questa funzione è sottoposta al vincolo di conservazione delle relazioni, ma non ha senso, in fase di costruzione della scala, porsi problemi di verità; per esempio, la durezza del talco in scala Mohs è 1 per definizione, appunto; – una volta costruito, il ponte può essere percorso dal mondo empirico al mondo dell’informazione, ed è quello che accade quando si misura, per esempio scoprendo che un certo minerale X ha una durezza che in scala Mohs è identificata come 1, scala_Mohs(durezzaX) = 1; questa relazione non è più convenzionale, ma è vera se X ha la stessa durezza del talco, o falsa altrimenti; – il ponte può essere anche percorso in senso inverso, dal mondo dell’informazione al mondo empirico: se, ad esempio, per due minerali X e Y vale la relazione informazionale che scala_Mohs(durezzaX) < scala_Mohs(durezzaY), da questa si può inferire la relazione empirica durezzaX < durezzaY pur non avendo mai confrontato direttamente X e Y rispetto alle loro durezze. Dopo che il ponte è stato costruito (cioè, fuori dalla metafora, dopo che la scala è stata definita), un’informazione come scala_Mohs(durezzaX) = 1 può essere espressa non più solo in forma funzionale ma anche come un’equazione durezzaX = 1 in scala Mohs in cui il termine di destra non è più dunque un generico identificatore, ma un valore di grandezza (un valore di durezza, in questo caso), e l’equazione significa quanto letteralmente dichiara, che la durezza di X è uguale a ogni durezza identificata nella scala Mohs dall’identificatore 1 (e non

METROLOGIA GENERALE

solo che la durezza di X è rappresentata dall’identificatore 1 nella scala Mohs, come invece usualmente interpretato nel contesto delle teorie rappresentazionali, che con ciò si dimostrano più propriamente teorie della costruzione di scale che non teorie della misurazione). Si chiarisce con ciò che i valori di grandezza sono astrazioni informazionali delle grandezze empiriche (dunque le si potrebbe chiamare, in breve, “grandezze astratte”), e cominciano a esistere come effetto della costruzione di una scala. Il passaggio da grandezze ordinali a grandezze a intervalli e poi a grandezze a rapporti non modifica nulla di questa struttura, e consente solo di costruire le scale in modo più efficiente di un elenco. Per esempio, la scala di temperature Celsius fu costruita scegliendo due temperature di riferimento (quelle dei cambiamenti di stato dell’acqua, da solido a liquido e da liquido a gassoso per un dato valore di pressione) assegnando loro gli identificatori 0 e 100, rispettivamente scala_Celsius(temperaturasolido liquido) =def 0 scala_Celsius(temperaturaliquido gassoso) =def 100 e quindi ottenendo altre temperature di riferimento per uguaglianza di differenza, per esempio la temperatura temperaturaX tale che (temperatura100 – temperaturaX) = (temperaturaX – temperatura0), e assegnando a esse gli identificatori, in modo da conservare l’informazione, per esempio scala_Celsius(temperaturaX) = def (0 + 100) / 2. Ancora più semplice è il caso delle scale delle grandezze additive, ad esempio la massa, per cui esiste una massa zero naturale e dunque è sufficiente scegliere una sola massa di riferimento, tipicamente associata all’identificatore 1 e quindi considerata l’unità, scala_kilogrammo(massakilogrammo_campione) =def 1 con le altre masse di riferimento ottenute per iterazione, per esempio scala_kilogrammo(massakilogrammo_campione+ +massakilogrammo_campione) =def 2 e così via. Per concludere queste brevi considerazioni, riteniamo dunque che in un programma di cultura metrologica per tutti una parte importante dovrebbe essere dedicata alla relazione tra mondo empirico a mondo dell’informazione, fondata sulle scale di misura (di cui le unità di misura sono casi particolari) e realizzata misurando in accordo a tali scale. La metrologia ci ricorda che questa relazione tra mondi è tutt’altro che ovvia, e che anzi merita di essere conosciuta con attenzione. Non ne abbiamo scritto in dettaglio qui, ma sappiamo che la strategia adottata dalla metrologia per garantire la qualità di questa relazione è di (1) identificare nel mondo empirico una proprietà empirica (la durezza, la massa, …) d’interesse, (2) realizzare in condizioni controllate (“in laboratorio”) la prima istanza di tale relazione costruendo la scala attraverso l’identificazione di proprietà di riferimento che siano stabili e riproducibili, (3) ripetere fedelmente tale realizzazione in altri laboratori, disseminando così la scala e tarando gli strumenti in conseguenza, e infine (4) applicando la scala ogni volta che si misura con strumenti tarati. A questa strategia potremo dedicare qualche prossimo articolo. T_M  89


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Rubrica a cura di Luigi Buglione – GUFPI-ISMA

Metrologia e Contratti Parte 24 – Cosa vuol dire manutenere un software? METROLOGY AND CONTRACTS – PART 24: WHAT DOES IT MEAN TO ’MAINTAIN’ A SOFTWARE? Twenty-fourth paper based on the new GUFPI-ISMA guidelines on the proper use of “Principles, Assumptions and Contractual Best Practices” (vol.1, 2016) is about software maintenance and how to measure such activities.

RIASSUNTO Ventiquattresimo articolo basato sulle nuove linee guida GUFPI-ISMA sul corretto uso di “Principi, Assunzioni e Best Practice Contrattuali” (vol.1, 2016), relativo alla manutenzione dei prodotti software e a come misurare tali attività.

tolo 4, non tutte quelle attività sono utili per contare una fsu (unità di dimensionamento funzionale), ma solo le sottocategorie adattive e additive, perché sono le sole che (in parte) coinvolgono FUR (Functional User Requirements), mentre le restanti si riferirebbero ad altri tipi di attività (in generale, quelle relative a NFR). Un esempio: correggere un difetto software non modifica il relativo FUR (manutenzione correttiva), così come modificare un logo su una pagina web (manutenzione perfettiva). Un documento del 2012 [4] ha proposto lo “schema ABC”, come nella Fig. 2,

Ventiquattresimo appuntamento della nostra rubrica, parlando stavolta del processo di manutenzione di un prodotto software. Ma quali sono le possibili tipologie e come possono essere misurate e quantificate? Vediamo meglio di cosa si tratta.... CLASSIFICARE LA MANUTENZIONE: QUANTE TIPOLOGIE?

Una classificazione generale dei progetti nell’ingegneria del software sembra suddividere i progetti in progetti di sviluppo e miglioramento, semplificando cosa significa “manutenere” un software. La norma ISO/IEC 14764 nata nel 1999, è stata rivista nel 2006 [1] e a gennaio 2022 è stata riemessa con alcune modifiche [2], tra cui alcuni dettagli nelle definizioni; la novità più evidente è stata l’aggiunta di una nuova sottocategoria (“manutenzione additiva”) e condiviso la sottocategoria “adattiva” tra i rami Correttivo (Corrective) e Miglioramento (Enhancement), come mostrato in Fig. 1. Tale classificazione è rilevante per qualsiasi progetto al fine di determinare le persone giuste da allocare per ogni tipo di manutenzione, in base all’esperienza e al relativo costo poiché T_M

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Figura 1 – Le sotto-categorie ISO/IEC 14764 di manutenzione del software: versione 2006 (a) e 2022 (b)

è fondamentale trovare sempre il giusto equilibrio tra impegno e velocità di consegna, costo e qualità. Ma osservando qualsiasi metodo FSM (Functional Size Measurement), come affermato anche in [3] Parte 3 – Capi-

Presidente GUFPI-ISMA - Gruppo Utenti Function Point Italia Italian Software Metrics Association luigi.buglione@gufpi-isma.org


N. 02 ; 2022 per mostrare che un generico User Requirement (UR) potrebbe essere suddiviso in tre parti: FUR (sulle funzionalità di un prodotto software – il flusso ’A’), NFR (sulle non funzionalità per un prodotto software – flusso ’B’) e altre attività (relative ad attività organizzative/gestionali relative al progetto software – flusso ’C’), laddove la somma dei tre tipi degli sforzi descrive l’ambito (scope) generale del progetto. Questa classificazione è stata anche considerata nel 2015 all’interno del glossario dei termini relativi ai NFR (Non-Functional Requirements) dalle due principali organizzazioni sulla misurazione del software, COSMIC e IFPUG [5]. Questo “schema ABC” può essere sovrapposto a un’altra classificazione che abbiamo creato alcuni anni fa, denominata “schema 123”, come mostrato nella Fig. 3. Un progetto di servizio può comprendere tre parti: sviluppo (parte 1), operazione (parte 2), manutenzione (parte 3), ecco perché il nome “123”. Questi tre passaggi successivi possono essere visti anche su base temporanea attraverso le fasi tipiche del ciclo di vita di ITIL, dalla Progettazione all’Operatività. Per qualsiasi organizzazione che utilizzi un metodo FSM, è importante sapere senza dubbio quando tali metodi possano (o non possano) essere applicati (si vedano le etichette “ABC” presenti ove applicabili in Fig. 3) anche per ragioni

contrattuali, evitando gare o gare che richiedano di dimensionare un qualsiasi tipo di Function Point durante la fase di “Operation”. La motivazione è semplice: durante tale fase un prodotto software sarà solo “usato” ma non modificato, quindi senza FUR aggiunti/modificati/ cancellati e sarebbe pertanto un progetto cosiddetto a “zero FP”. Quando dovesse intervenire una modifica, questa dovrà essere applicata quindi solo alle tipologie di manutenzione “adattive” e

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LA MISURA DEL SOFTWARE

“additive”, e solo per la parte relativa ai FUR. Un paio di esempi: l’aggiunta di un elenco a tendina che legge da una memoria permanente in uno schermo proviene da un FUR, quindi da includere nella parte “A”, mentre la creazione di un help statico dev’essere classificato come NFR, quindi un’attività di tipo “B”. E così via. E poiché nel medio-lungo periodo qualsiasi sistema verrà creato una volta, ma mantenuto da quel momento fino al suo

Figura 3 – Lo schema “123” e lo schema “ABC” [6]

Figura 2 – Lo schema “ABC” [4] e la classificazione dei requisiti secondo COSMIC/IFPUG [5]

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dall’analisi delle nuove “linee guida contrattuali” GUFPI-ISMA [10], cercando di evidenziare come una corretta applicazione degli aspetti di misurazione permetta a un decision-maker di disporre di dati, informazioni e conoCOME MISURARE scenze (trend) il più possibile oggettivi, LA MANUTENZIONE utili per prendere decisioni consapevoDEL SOFTWARE? li che tengano in debito conto anche dei rischi da individuare, gestire e posNello standard ISO 14764:2022 i ri- sibilmente prevedere in un progetto. ferimenti alla misurazione della manu“The time to repair the roof i tenzione del software (sezione 8.5) s when the sun is shining” sono: (John F. Kennedy) – ISO/IEC 25010:2017 [7] relativa alla qualità dei prodotti software, laddove la manutenzione è una delle otto RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI categorie attualmente definite, compo[1] ISO/IEC 14764:2006, Softsta da ulteriori – ISO/IEC/IEEE 12207:2017 [8] ware Engineering – Software Life relativa ai processi del ciclo di vita del Cycle Processes – Maintenance, September 2006. software, in particolare il processo di [2] ISO/IEC/IEEE 14764:2022, misurazione (6.3.7) da applicare al Software engineering – Software processo di manutenzione (6.4.13) life cycle processes – Mainte– ISO/IEC/IEEE 15939:2019 [9] nance, January 2022. relativa al processo generale di misura- [3] IFPUG, Function Point Analysis – Counting Practice Manual (CPM), zione. ALCUNE CONCLUSIONI ...

Parlando di ripartizione dei costi sull’intero ciclo di vita di un sistema software, si usa applicare la c.d. “legge di Pareto” dell’80-20 ma ribaltata nell’ordine delle proporzioni: ovverosia il 20% dei costi sono relativi allo sviluppo ex-novo (development) e il rimanente 80% alla sua gestione e manutenzione (operation e maintenance). Diversamente dai cicli di produzione in ambito manifatturiero, laddove negli ultimi decenni la manutenzione (anche di un elettrodomestico) è stata quasi del tutto bandita a vantaggio dell’acquisto di un nuovo prodotto in sostituzione, nell’Ingegneria del Software sempre maggior attenzione dovrà esser posta a un’attenta progettazione e realizzazione iniziale al fine di ottimizzare la manutenzione per i successivi periodi. E considerare (e misurare) in modo opportuno la manutenzione attraverso le sue possibili sotto-categorie illustrate dalla nuova versione della norma ISO 14764:2022 può sicuramente essere di aiuto. Nei prossimi numeri continueremo a commentare ulteriori aspetti derivati T_M  92

v4.3.1, January 2010. [4] L. Buglione, The Next Frontier: Measuring and Evaluating the Non-Functional Productivity, IFPUG MetricViews, August 2012. [5] IFPUG/COSMIC, Glossary of terms for Non-Functional Requirements and Project Requirements used in software project performance measurement, benchmarking and estimating, v1.0, September 2015. [6] L. Buglione, “123” + “ABC”: Interpretare DevOps per misurare bene (e meglio) i progetti, Il project manager, FrancoAngeli, 2017, DOI: 10.3280/PM2017-032009. [7] ISO/IEC 25010:2017 – Systems and software engineering – Systems and software Quality Requirements and Evaluation (SQuaRE) – System and software quality models. [8] ISO/IEC/IEEE 12207:2017 – Systems and software engineering – Software life cycle processes, November 2011. [9] ISO/IEC/IEEE 15939:2017 – Systems and software engineering – Measurement process, May 2017. [10] GUFPI-ISMA, Principi, Assunzioni & Best Practice Contrattuali (Vol.1), Feb 2016.

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fine vita, capire sempre di più come affrontare (e misurare) la manutenzione e i relativi standard sarà fondamentale per una corretta gestione di tale sistema.

POSIZIONAMENTO VERTICALE: MAGGIORE DINAMICITÀ, CORSA E COMPENSAZIONE FORZA-PESO Dal sequenziamento del genoma alla microscopia a fluorescenza, dall’ispezione dei tessuti alla lavorazione al laser dei materiali, dall’ispezione dei wafer alle pinzette magnetiche per la ricerca, i sistemi di posizionamento verticali, caratterizzati da ampia corsa, elevata dinamica e precisione, sono fortemente richiesti in numerose applicazioni, nel campo sia della microscopia sia dell’industria. Con il nuovo PIFOC a bobina mobile V-308, PI (Physik Instrumente) offre ora una soluzione basata sull’azionamento diretto magnetico, che riunisce tutti questi requisiti. L’elemento centrale del PIFOC V-308 è un cursore ad asse singolo, con guide laterali a rulli incrociati di alta precisione poste sul corpo di base, azionato da un motore centrale voice-coil PIMag®, specificamente sviluppato per garantire un’elevata dinamica. La corsa di 7 mm può essere limitata dall’utente verso l’alto e verso il basso con fermi regolabili. L’accelerazione arriva fino a 8 m/s² e la velocità massima a 200 mm/s. Ciò si traduce in tempi di assestamento inferiori a 15 msec per dimensioni di passo di 100 nm e 250 nm e con una banda di errore di ±15 nm. Grazie a queste caratteristiche è possibile raggiungere un’elevata produttività, dovuta specialmente a un posizionamento molto veloce dell’unità di messa a fuoco e a un’acquisizione dati molto rapida. L’encoder lineare ottico PIOne ad alta risoluzione viene utilizzato per ottenere l’alta precisione richiesta. È possibile realizzare un minimo incremento di movimento di 10 nm e una ripetibilità bidirezionale di 25 nm (con una corsa di 100 nm). Una speciale caratteristica del nuovo PIFOC V-308 è la compensazione magnetica della forza-peso, che assicura una levitazione del cursore e del carico montato senza alimentazione, prevenendo così una caduta incontrollata in caso di mancanza di corrente o quando si spegne il controllore. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


LETTERE AL DIRETTORE

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Rubrica a cura di Alessandro Ferrero

(alessandro.ferrero@polimi.it))

Commento all’articolo: C’è un metrologo a Roma? La direttiva 6/12/2021 del MISE

LETTERS TO THE EDITOR In this section of the journal, we host letters and comments to published articles received by our readers. In this issue, we publish, together with a reply from the Author, a comment to paper “Is there a metrologist in Rome?”, published on issue n. 1, 2022 of the journal, received by Dr. Domenico Cariati. LETTERE AL DIRETTORE In questa rubrica ospitiamo lettere e commenti ad articoli pubblicati che ci inviano i nostri lettori. In questo numero pubblichiamo il commento all’articolo “C’è un metrologo a Roma?”, pubblicato sul n. 1, 2022, inviatoci dall’Ing. Domenico Cariati, seguito dalla risposta dell’autore.

Gent.mo Prof. Ferrero, L’articolo pubblicato sulla rivista da Lei diretta rappresenta uno scenario apocalittico, a corredo del quale chiama in soccorso prove di cui Lei dice di disporre, delle quali però ha evitato di fornire ogni necessario dettaglio. Quale migliore strumento della rivista da Lei diretta per una pubblicazione che, viceversa, dettagli aspetti così importanti? Premetto che quello che seguirà è una considerazione personale e non investe quindi, a nessun titolo, opinioni e/o pareri dei componenti del tavolo tecnico istituito dal MiSE, di cui anch’io ero componente in rappresentanza di Associazioni di Laboratori/Organismi che eseguono verificazioni periodiche. ERRORE E INCERTEZZA: I RISCHI D’INCAUTE COMBINAZIONI

In merito all’opzione ulteriore che la Direttiva presenta, con riferimento al requisito richiesto dal decreto, ritengo che, per gli Organismi che eseguono verificazioni periodiche, è forse di scarso interesse il contributo probabilistico da Lei rappresentato, per dimostrare che la condizione (|E|+U) ≤ 1/3 MPE, rappresenti chissà quale stravolgimento a quanto previsto nell’All.II del DM93.

originano campioni di lavoro da 25.000 litri o superiori. La predetta condizione può consentire di applicare la correzione del certificato, per cercare di ottenere errori per l’utilizzatore/consumatore, più vicini a quelli disciplinati dal Regolamento sulla fabbricazione e dal D.P.R. 1215/58 (ricordo che in ambiti fiscali la controparte è lo Stato). La condizione rappresenta comunque una opzione e l’Organismo può decidere se applicarla o meno. In merito alla perplessità da Lei rappresentata sull’utilizzo di 1/3 piuttosto che della tolleranza, “Ci si può domandare quale motivazione abbia portato a definire il valore di 1/3, dal momento ….”, ritengo che fissare per il campione di lavoro uno scostamento non superiore a 1/3 MPE dello strumento sotto test (al valore di prova) sia stato un buon compromesso, che lega la precisione del campione al risultato atteso (vedasi in proposito le Raccomandazioni OIML pertinenti). Riguardo poi a 1/5 MPE per il Master Meter tarato con acqua e non con il prodotto che di volta in volta sono destinati a misurare, rimando sia alla R117 2, che introduce l’MPE ridotto quando è tecnicamente ed economicamente impraticabile raggiungere valori d’incertezza tali da soddisfare il criterio di accettabilità, sia al know how di Istituti Metrologici Primari, presso i quali siffatti strumenti sono tarati con acqua. Per il master meter, l’opzione introdotta può significare una svolta per il superamento del requisito previsto e una rivoluzione strumentale, a vantaggio anche delle condizioni di sicurezza (e non solo).

In realtà è forse cosa più semplice far constatare che la differenza tra i due percorsi è da ricercare nel valore dell’incertezza con cui è determinato l’errore che, nel caso di tarature accreditate su serbatoi da 20 litri (per Carb. o GPL), spazia da 2 ml a 6 ml, a fronte di un MPE di 100/200 ml. Se è lo stesso Organismo che procede a una verifica interna della propria strumentazione (laddove il decreto consente la deroga al certificato), lo stesso potrà valutare il percorso che riterrà più opportuno per soddisfare il requisito previsto sullo scostamento e sull’incertezza. Valeva la pena introdurre questa opzione rispetto a quanto previsto dal DM93? Certamente sì, se si dispone di un certificato di taratura a fronte del quale può essere applicata la correzione sul volume letto, in maniera da considerare il campione con il suo valore vero e non con il valore nominale (problematica ben più importante per serbatoi campione da 1.000 litri e superiori, destinati al controllo di misuratori volumetrici di portata elevata). Lei saprà che il Regolamento sulla Fabbricazione accordava a queste misure un MPE di 100 ml a dispetto del ±0,5% sulla pari quantità erogata, il che si traduce in un MPE di 5 litri che, se sommato all’errore di pari valore permesso I METODI PER LA VERIFICAZIONE: sullo strumento in verifica, diventa una SONO EQUIVALENTI? quantità importante, in special modo quando dal campione di 1.000 litri si Nell’articolo ha fatto riferimento alla T_M

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non equivalenza dei metodi proposti e, quindi, al caos metrologico che da questo può scaturire. Ignoro le evidenze di cui dispone, in quanto non mi sembra di aver letto qualche studio da Lei pubblicato in merito (neanche proveniente da altri soggetti operanti nel settore). È da circa 25 anni che se ne parla (per quel che mi riguarda dal 1997: relazione tecnica da me inviata al già Ufficio Centrale Metrico in merito ai due metodi vigenti “a spostamento di vapore” e “a cielo chiuso” – UPM CZ Prot. n. 2762 del 21/07/1997 – per tracciabilità necessaria). Lei ritiene che il metodo volumetrico, pubblicato con il D.M. 19/05/1958 n. 206161 e ripreso a pieno nella Direttiva MiSE del 06/12/2021, risulti inadeguato per regolare transazioni commerciali, in quanto non tutela il mercato (operatori e consumatori). Spera però che siano altri a dichiarare lo stesso ormai inapplicabile (sulla scorta di che cosa? Lei è sicuro che il tavolo avesse questo mandato?). Mi scusi ma la cosa non funziona così e Lei lo sa benissimo. Si ha necessità di evidenze sperimentali per confronto con metodi elevati a riferimento (e quello gravimetrico può essere uno di questi), le cui risultanze saranno riportate in una relazione tecnica che dovrà essere partecipata all’Ente che, in ambito cogente, ha l’autorità per poter approvare il metodo. Sono sicuro che Lei conosce bene la procedura. “Si può facilmente verificare in campo (e chi scrive lo ha fatto) …” Se Lei ha a disposizione qualcosa del genere, perché non la pubblica e, ove accettata dalla comunità a cui è diretta, chiede formalmente il ritiro del metodo volumetrico ancora in uso? Oppure ne suggerisce l’implementazione a vantaggio di quegli Organismi che vogliano adottare metodi alternativi, comunque equivalenti, come per prudenza dispone la Direttiva? Volendo, poteva fornire il contributo sul sito della Commissione Europea nel corso dei tre mesi in cui il testo della Direttiva è rimasto in pubblicazione. Però non lo ha fatto ma, caso strano, è stato inserito un contributo tardivo da parte di altro soggetto, neanche pertiT_M  94

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LETTERE AL DIRETTORE

nente alle schede a cui doveva essere riferito (quelle su cui è stato inserito il contributo erano riferite ad altri argomenti: sistemi di misura su autocisterna). Per quello che può servire, le prove a cui Lei fa riferimento sono state condotte più volte nell’ultimo quinquennio, con la riferibilità richiesta ai laboratori di taratura accreditati, e le risultanze sono state valutate secondo le modalità che Lei conosce benissimo. L’indice normalizzato di compatibilità è ancora < 1. Con queste risultanze (documentate, riferibili e ripetibili) il metodo è ancora compatibile? Sicuramente quello individuato come riferimento è più accurato, ma il metodo testato è risultato compatibile (tralascio commenti sull’aliquota della differenza indicata che, fino a quando non sarà rappresentata per le necessarie osservazioni/valutazioni, resta una mera indicazione). Mi spiace, inoltre, osservare l’inappropriatezza di un fattore correttivo da Lei suggerito (beninteso ove venisse valutato positivamente il percorso indicato prima), che potrebbe andare molto bene in ambito scientifico ma molto meno bene in ambito cogente (del tipo…scusate, ci siamo sbagliati negli ultimi 60 anni e oggi vi presentiamo il fattore X …). Non sono stato chiamato a difendere l’operato del tavolo, ma lo DIFENDO pur non avendone deleghe e/o competenze, atteso che i partecipanti, coordinati dal MiSE, hanno cercato di proporre, in tema di semplificazione, soluzioni alternative praticabili, piuttosto che divieti. Resto pur tuttavia in attesa di una auspicata evidenza sperimentale riferibile, che leggerò con piacere. Cordiali saluti, ing. Domenico Cariati

RISPONDEILILDIRETTORE DIRETTORE RISPONDE

Innanzitutto desidero ringraziare l’ing. Cariati per il suo contributo, nella mia duplice veste di direttore della rivista e di autore dell’articolo a cui fa riferimento. I suoi commenti consentono di

chiarire le motivazioni alla base dei punti della direttiva che ho criticato e mi consentono di rendere molto più costruttivo il mio intervento. Vengo quindi ai punti trattati. Combinare errore e incertezza Se non ho interpretato male quanto scritto dall’ing. Cariati, le motivazioni per la formula (|E|+U) ≤ 1/3 MPE risiederebbero nel fatto che la taratura di alcuni campioni può comportare errori elevati a fronte d’incertezze modeste e, quindi, potrebbe essere difficile rispettare la doppia condizione imposta dal DM 93/2017 di avere |E| < 1/3 MPE e, contemporaneamente, U < 1/9 MPE. La condizione contenuta dalla direttiva 6/12/2021 permette di ovviare a situazioni come queste e, immagino, anche a quelle in cui si può avere errore modesto a fronte d’incertezze più significative. Le motivazioni sono certamente condivisibili. Tuttavia continuo a domandarmi se la soluzione prospettata sia quella migliore e, soprattutto, quella più corretta dal punto di vista metrologico. Innanzitutto essa non rimuove le perplessità sulla scelta originaria del DM 93/2017 d’imporre vincoli predefiniti sia sull’errore del campione, sia sull’incertezza con cui lo si determina. Il rischio di non poter rispettare entrambe le condizioni non è trascurabile e quanto ci scrive l’ing. Cariati lo dimostra. Resto poi sempre dell’idea che, da un punto di vista teorico, sommare errori e incertezze non sia corretto, quanto meno non in questo caso. I rischi che avevo messo in evidenza nel mio articolo esistono, anche se, come scrive l’ing. Cariati, non è detto che si concretizzino con la strumentazione attualmente disponibile. Ne convengo, ma una norma di legge dovrebbe prevedere i possibili rischi, anche in prospettiva di un’evoluzione della strumentazione utilizzabile, e prevenirli. Mi rendo comunque conto che questa possa essere una disquisizione puramente accademica, non in grado di contribuire a risolvere il problema. La questione che ci si deve porre, viceversa, una volta chiarite le motivazioni


N. 02 ; 2022 che hanno portato alla formula (|E|+U) ≤ 1/3 MPE, è se e come si poteva giungere a una formulazione corretta e più rispettosa dei principi della metrologia. Dal momento che il problema, di fatto, è quello se accettare o meno un campione per una determinata verificazione, perché la formula della direttiva non è stata scritta come: |E| ≤ a ⋅ MPE – U, con 0 < a ≤ 1, generalizzando il valore a = 1/3 del DM 93 e della direttiva? Espandendo la formula si ottiene: -a ⋅ MPE + U ≤ E ≤ a ⋅ MPE – U

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null’altro che un criterio di accettazione con banda di guardia. I vantaggi sarebbero molteplici. – Si risolverebbe il problema evidenziato dall’ing. Cariati, dal momento che sarebbe possibile utilizzare campioni con errori “grandi” in presenza di “piccole” incertezze di taratura, e viceversa. – Se U è l’incertezza estesa con associato livello di copertura p, diventa immediato determinare il rischio di non soddisfare la condizione posta, rischio che risulta essere 1 – p. Con un livello di copertura pari al 95%, il rischio sarebbe del 5%, simmetricamente distribuito in un ±2,5%, del tutto accettabile e, in ogni caso, noto a priori. – Sarebbe possibile scegliere il parametro a in funzione delle caratteristiche del campione impiegato e delle modalità di taratura, dando senso ai valori 1/3 e 1/5 definiti dalla direttiva. – Si impiegherebbe una formula ben nota, sia in ambito industriale sia da parte dei laboratori accreditati che forniscono anche dichiarazioni di conformità, dal momento che il criterio di accettazione con banda di guardia è uno dei criteri che possono essere impiegati. Mi pare più che lecito chiedersi come mai il MiSE non abbia voluto procedere in questo modo per ovviare a un problema oggettivo (peraltro causato dalla doppia condizione imposta dal DM 93/2017, con una scelta che mi permetto di definire sciagurata dal

punto di vista metrologico) impiegando un metodo ben noto sia in ambito metrologico sia in ambito normativo, e abbia invece preferito scrivere, di fatto, la stessa formula in modo metrologicamente opinabile. Il fatto che la formula della direttiva, riscritta, porti al criterio di accettazione con banda di guardia non giustifica, a mio parere, la formula nella forma con cui è stata proposta. Il significato fisico attribuibile a una formula matematica è ben diverso a seconda di come la si scrive. Per come è stata scritta nella direttiva del MiSE, il primo membro assume il significato di errore, attribuendolo anche all’incertezza, perché omogeneo al secondo membro, che indica una frazione dell’errore massimo ammissibile. Sempre in quella formulazione, si viene a perdere il concetto d’intervallo di copertura, associato all’incertezza estesa, e si perde quindi la possibilità di predeterminare il rischio di non rispettare la condizione stessa. Scritta come la (1), viceversa, la condizione data impone all’errore di rientrare in un intervallo di valori che, in quanto determinato riducendo l’intervallo dato dall’MPE di un valore pari all’incertezza estesa, diventa un intervallo di copertura e, quindi, in funzione del fattore di copertura con cui è stata determinata U determina automaticamente il rischio di non rispettare la condizione. Mi sembra che così la formula sia di ancora più agevole interpretazione, riducendo enormemente il rischio di malintesi. L’equivalenza dei metodi di verificazione Temo che su questo punto ci sia stato un malinteso di fondo. Non ho mai affermato che il metodo volumetrico per la verifica degli erogatori di GPL non sia adeguato e non vada utilizzato. Ho affermato (coerentemente con quanto peraltro affermato nella direttiva del 6/12/2021) che, se si definiscono più metodi di verificazione, bisogna verificare che questi siano metrologicamente compatibili. Credo sia incontestabile che il metodo volumetrico, dovendo considerare parametri non misurabili (durante l’opera-

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LETTERE AL DIRETTORE

zione di verificazione periodica dell’erogatore), quali la densità del GPL allo stato gassoso, il calore specifico e il calore latente di vaporizzazione, possa avere errori maggiori degli altri due metodi proposti. Benché, in linea teorica, si possa ovviare a questo problema facendo riferimento a tabelle (come si è sempre fatto per riportare la densità alla temperatura di riferimento), il problema nasce dal fatto che il GPL ha una composizione fortemente variabile, essendo composto, prevalentemente, da una miscela di propano e butano in proporzioni variabili e non note al momento della verificazione. Questa variabilità nella composizione si traduce in una variabilità dei parametri sopra menzionati, che non possono quindi essere valutati, e che può portare, quando si utilizza un valore convenzionale come il 18,76 ml bar-1, a differenze tra i valori misurati con il metodo volumetrico e quelli misurati con il metodo gravimetrico, confrontabili con l’MPE. L’ing. Cariati mi biasima per non aver pubblicato i dati in mio possesso. Potrei facilmente rispondere che le differenze riscontrate sono pubblicate proprio nell’articolo qui discusso. In realtà quello che ho scritto fa riferimento a risultati preliminari di una campagna di misure in atto, che non sto conducendo io e richiede ancora un po’ di tempo per avere un quadro completo delle differenze riscontrabili. I dati a cui ho fatto riferimento sono stati raccolti durante una verifica in campo per l’accreditamento di un centro LAT, alla quale ho avuto modo di assistere in qualità di osservatore, e sono dunque dati passati attraverso un vaglio metrologico molto scrupoloso che li rende metrologicamente validati. Un confronto tra i due metodi ha mostrato la differenza dello 0,8% che ho riportato nell’articolo, mentre un altro confronto, su un impianto diverso e con miscela diversa, ha mostrato una sostanziale equivalenza. Il che conferma l’assunto teorico della sensibilità del metodo alla composizione della miscela impiegata al momento della verificazione. Non me ne voglia l’ing. Cariati se trovo singolare il suo rimprovero di non fornire dati, quando ritengo che debba T_M  95


punti controversi e possa servire anche a chi si troverà a dover applicare le prescrizioni della direttiva del 6/12/2021, avendo più chiare le finalità che la stessa si proponeva e le modalità metrologicamente corrette con cui queste prescrizioni avrebbero, a mio modesto parere, dovuto e potuto essere espresse. Mi dispiace non aver potuto fornire un contributo intervenendo sul sito della Comunità Europea menzionato dall’ing. Cariati, ma ne ignoravo l’esisten-

za (e temo di non essere il solo ad averla ignorata). Questa rivista, l’unica in Italia a occuparsi di metrologia a tutto campo, potrebbe essere uno strumento con cui far arrivare queste informazioni a un pubblico più vasto. So che l’ing. Cariati è un nostro attento e giustamente critico lettore (e gliene sono sinceramente grato) e lo invito a farci giungere tutte le segnalazioni che ritiene d’interesse per i nostri lettori. Sarò lieto di pubblicarle.

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essere il legislatore a fornire prova, sulla base di considerazioni teoriche e di confronti in campo, dell’equivalenza dei metodi proposti, soprattutto quando si introducono nuovi metodi di verificazione. Per parte mia sarò ben lieto di mettere a disposizione la rivista a chi sta conducendo questi confronti, per pubblicarne i risultati, e a chiunque abbia dati in proposito. Spero che questo confronto di opinioni diverse sia stato utile a chiarire alcuni

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LETTERE AL DIRETTORE

MICROFONI CON ALIMENTAZIONE PHANTOM BREVETTATA Il preamplificatore con alimentazione phantom brevettato da PCB (426A14) è caratterizzato da un design unico, che si abbina a qualsiasi capsula microfonica pre-polarizzata da ½" o ¼", conforme a IEC 61094-4. Questa flessibilità permette agli utenti di selezionare la capsula più adatta alle richieste della specifica misura, sfruttando l'investimento di un unico preamplificatore universale 48 V. I punti salienti: Cambio rapido e semplice tra capsule microfoniche da ½" e ¼", conforme a IEC 61094-4;

15,5 dBA di rumore di fondo, frequenze fino a 100 kHz in base alla capsula microfonica selezionata; Rise time e transienti veloci RICHIEDI QUI ulteriori informazioni.

SPLASH WATER TEST Water”. Si tratta di una prova ambientale per verificare la resistenza a shock termici di componenti e sistemi (in accordo a ISO 16750 1 - 5) localizzati nelle zone del veicolo che possono essere colpite da improvvisi getti d’acqua. Il test è impiegato anche per verificare la tenuta degli involucri. La camera di prova viene scaldata e, in seguito, il DUT è colpito da un getto di acqua fredda: a differenza delle tradizionali celle che eseguono uno shock aria-aria, questo test si basa su un concetto di stress termico aria-acqua. Alcune varianti del test prevedono l'impiego di acqua salata e altre varianti ancora un condizionamento del vano prova, simile a quello che normalmente si ottiene con una cella termostatica (cicli termici). Alcune componenti normalmente oggetto di questi test: – Componenti montate sui motori; – Impianti frenanti; – Specchietti laterali; – Componenti del tetto del veicolo; – Interruttori a pressione; – Valvole. ITS, leader nel settore delle prove ambientali e specializzato in dispositivi per prove con acqua e polvere (distribuiti in Italia da Crioclima srl), presenta una nuova macchina per prove “Splash CLICCA QUI per ulteriori informazioni.

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METROLOGIA LEGALE E FORENSE

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Rubrica a cura dell’Avv. Veronica Scotti (www.avvocatoscotti.com)

Differimento di difesa: le sanzioni amministrative 689/81 Norma innovativa che chiarisce i lineamenti dell’illecito amministrativo

LEGAL AND FORENSIC METROLOGY This section intends to discuss the great changes on Legal Metrology after the application of the D. Lgs 22/2007, the socalled MID directive. In particular, it provides information, tips and warnings to all "metric users" in need of organizations that can certify their metric instruments according to the Directive. This section is also devoted to enlighting aspects of ethical codes during forensic activities where measurements are involved. Please send all your inquiries to Ms. Scotti or to the Director! RIASSUNTO Questa rubrica intende discutere i significativi cambiamenti in tema di Metrologia Legale a seguito dell'entrata in vigore del Dlgs 22/2007, altrimenti detto Direttiva MID. In particolare, vuole fornire utili informazioni, consigli e ammonimenti a tutti gli "utenti Metrici" che si rivolgono per reperire informazioni su Enti e organizzazioni notificate per la certificazione del loro prodotto/strumento secondo la Direttiva. La rubrica tratta anche di aspetti etici correlati allo svolgimento di misurazioni legate ad attività in ambito forense (CTU, CTP). Scrivete all'Avv. Scotti o al Direttore, e verrete accontentati! Nel panorama normativo nazionale occupa un posto rilevante la Legge n. 689 del 1981 – Modifiche al sistema penale che, nonostante il titolo parzialmente fuorviante, tratta di sanzioni amministrative e relativi strumenti di difesa, oltre a prevedere anche modifiche al sistema penale (codice penale e codice di procedura penale). Il grande merito di questa innovativa norma è quello di chiarire i lineamenti dell’illecito amministrativo sotto il profilo sostanziale, assimilandolo a quello penale, nonché di definire e regolare il procedimento sanzionatorio, nel perseguimento dell’ambizioso scopo di riorganizzare il sistema normativo dell’epoca. In particolare, l’obiettivo del legislatore era quello, da un lato, di evitare il continuo proliferare di norme penali, che peraltro non si dimostrava particolarmente efficace, e dall’altro, s’intendeva dare una sistematizzazione nazionale alle numerose norme regionali nelle materie assegnate dalla Costituzione alla competenza delle Regioni, definendo un percorso omogeneo per l’applicazione delle sanzio-

persone giuridiche e gli enti, che lo distinguono dal paradigma tracciato da leggi penalistiche (in un precedente commento mi sono soffermata sulla distribuzione di responsabilità tra i soggetti coinvolti in illecito amministrativo, che trovate qui). Ora, a prescindere dalle intenzioni che hanno mosso il legislatore a una riforma dell’illecito amministrativo, ciò che qui interessa è la struttura applicativa delle sanzioni ed eventuali rimedi utilizzabili, pur sempre predisposti dalla stessa norma. Fortunatamente, almeno per la maggior parte delle casistiche assistite da sanzioni amministrative, il riferimento è costituito proprio dalla Legge 689/81, che delinea il procedimento dall’irrogazione della sanzione fino alla sua impugnazione. Il percorso che porta alla sanzione trae origine da un accertamento effettuato dall’autorità, anche a mezzo di agenti di Polizia Giudiziaria (se del caso), finalizzato e orientato a riscontrare un illecito, ad esempio perché si sospetta la commissione della violazione ancora prima di eseguire il controllo, oppure anche nell’ambito di un’attività di controllo casuale che porti a rilevare la violazione. In alcuni frangenti può accadere che, ad avviso di chi effettua il controllo, si renda opportuno un sequestro delle cose che costituiscono il mezzo attraverso cui l’illecito è stato commesso, che viene quindi adottato contestualmente al controllo, al termine del quale dev’essere rilasciato il verbale delle operazioni compiute, il verbale di sequestro e il verbale di contestazione di violazione, quest’ultimo solo se è possibile effettuare la contestazione immediatamente. Più frequentemente accade che sia consegnato il solo verbale di sequestro, con

ni. Questo doppio intento ha, in un certo senso, contaminato la disciplina della sanzione amministrativa, che presenta caratteristiche analoghe a quella penale, in specie con riferimento all’illecito e sue caratteristiche: – La responsabilità è individuale (ovvero del trasgressore); – L’obbligazione di pagare la sanzione non si trasmette agli eredi (questa disposizione è evidentemente il portato logico della responsabilità individuale); – Rilevanza dell’elemento soggettivo: sono esclusi i casi di responsabilità oggettiva, ovvero il solo evento occorso (in specie la violazione) non è unico elemento valutabile per l’irrogazione di una sanzione amministrativa, che potrebbe essere rimossa nel caso in cui si dimostrasse l’errore incolpevole del (presunto) trasgressore La genesi penalistica della legge 689/1981 non deve però trarre in inganno, dato che l’illecito amministrativo presenta caratteristiche peculiari, in specie per quanto riguarda la solida- Avvocato – Foro di Milano rietà dei soggetti a vario titolo coinvolti Professore a contratto al Politecnico di Milano nella vicenda trasgressiva, ivi incluse le veronica.scotti@gmail.com T_M

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il quale il bene sequestrato viene immediatamente sottratto al governo del soggetto proprietario (o utilizzatore) e solo in un momento successivo, ma pur sempre entro 90 giorni dall’esecuzione del controllo, viene notificato ai soggetti responsabili il verbale di contestazione d’illecito amministrativo, nel quale sono riportati: 1) Gli estremi della violazione commessa con relativa sintetica descrizione della fattispecie; 2) L’entità della sanzione in misura ridotta e le modalità di pagamento; 3) L’avviso circa la facoltà dei soggetti responsabili d’inviare scritti difensivi entro 30 giorni alla PA competente per la violazione contestata. Contrariamente a quello che potrebbe apparire, nonostante sia contenuta una sanzione nel verbale di contestazione, il procedimento sanzionatorio non si perfeziona a questo stadio poiché ancora non è intervenuto nel meccanismo l’ente titolare della posizione ovvero competente per la specifica violazione rilevata dai soggetti che hanno condotto la verifica. Il fatto che si tratti di una fase endoprocedimentale del più complesso iter che porta all’irrogazione di una sanzione, ovvero di un provvedimento, è confermato dalla non impugnabilità del verbale di contestazione dinanzi al quale il (presunto) trasgressore può optare per due scelte alternative: – Pagare la sanzione calcolata in misura ridotta, evitando ulteriori strascichi della vicenda, che si conclude così definitivamente; – Attendere l’ordinanza ingiunzione. Nella prima ipotesi, come indicato, il procedimento non prosegue oltre, purché il pagamento avvenga entro il termine di 60 giorni stabilito dalla norma. Nel caso di mancato pagamento entro la scadenza, scatta il meccanismo dell’ordinanza ingiunzione. Per quanto riguarda, invece, il caso in cui il soggetto intenda contestare la pretesa sanzionatoria della PA, in quanto illegittima, va precisato che entro 30 giorni dalla notifica della contestazione possono essere inviate memorie difensive, con le quali il (presunto) trasgressore evidenzia elementi trascurati dai soggetti che hanno condotto la verifica, così  98 T_M 98 T _M 

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METROLOGIA LEGALE E FORENSE

come può essere richiesta l’audizione dei destinatari della sanzione al fine di chiarire la posizione. Le eventuali memorie depositate non obbligano l’amministrazione interessata dalla vicenda all’adozione di una decisione sul punto, così come non cristallizzano una strategia difensiva del soggetto che deposita tali scritti, il quale successivamente potrà discostarsene adottando altre tesi a propria tutela. Soltanto con la notifica dell’ordinanza ingiunzione, provvedimento che può essere assunto solo dalla PA competente per il tipo di violazione verificatosi entro 5 anni dalla contestazione, si conclude il procedimento sanzionatorio declinato dalla L. 689/81. Contro tale provvedimento, che dispone una sanzione certamente superiore a quella elevata con il verbale di contestazione ed è titolo esecutivo, può essere promossa opposizione dinanzi al giudice ordinario senza che, tuttavia, sia automaticamente sospesa l’esecutività dell’ordinanza ingiunzione, che potrebbe quindi restare efficace sino alla conclusione della causa promossa. Ciò implica che, astrattamente, la PA possa procedere a esecuzione forzata senza attendere l’esito del processo di opposizione che, nel caso si risolvesse favorevolmente per il (presunto) trasgressore obbligherebbe all’estinzione dell’azione esecutiva intrapresa dalla PA e conseguente restituzione di quanto eventualmente ricavato da tale azione. Limitando la visuale al solo andamento del percorso sanzionatorio rischiamo, però, di trascurare il dettaglio, alquanto significativo per i “trasgressori”, relativo al sequestro preventivo effettuato dai soggetti intervenuti per l’accertamento. Trattandosi di misura cautelare, indi dettata al precipuo scopo di affrontare una situazione contingente urgente, essa trova una specifica disciplina per l’opposizione. In particolare, avverso il sequestro disposto in via cautelare nel corso dell’accertamento, i soggetti interessati possono fare immediatamente opposizione dinanzi all’autorità competente (che non necessariamente va identificata con l’ente di appartenenza dei soggetti accertatori) la quale, entro 10 giorni dalla ricezione, deve procedere a con-

fermare il sequestro, rigettando l’opposizione. Diversamente, in caso di silenzio della PA coinvolta, l’opposizione si intende accolta (una sorta di silenzio assenso formatosi sul ricorso in opposizione) e il sequestro revocato. In ogni caso, il sequestro decade decorsi 6 mesi dalla sua adozione, salvo che sia nel frattempo intervenuta ordinanza ingiunzione e sia stata disposta la confisca del bene sottoposto a sequestro (anche il provvedimento che dispone la confisca è comunque opponibile dinanzi al Tribunale del luogo della commessa violazione). La breve sintesi qui riportata sull’illecito amministrativo vuole rammentare la complessità di una difesa immediata dinanzi a un accertamento di una violazione amministrativa, dato che le prime fasi del percorso sono sottratte al controllo giudiziale mentre è demandabile una revisione solo alla PA coinvolta che, alla luce delle memorie difensive inviate a seguito della contestazione, potrebbe ridimensionare l’accertamento, individuando un illecito meno grave o addirittura rimuoverlo. Sicuramente il concorso dei vari fattori che entrano in gioco in questo meccanismo, quali lo “sconto” praticato sulla sanzione in sede di contestazione, il lungo lasso di tempo che potrebbe trascorrere tra la contestazione della violazione e l’ordinanza ingiunzione, il rischio che in caso di opposizione a ordinanza ingiunzione il giudice della causa non ne sospenda l’esecuzione, potrebbe fungere da dissuasore nei confronti di quei soggetti che preferiscono trovare una rapida soluzione, ma non va dimenticato che l’esercizio dei poteri da parte della PA trova il suo invalicabile limite nella legge (e nei diritti inalienabili dell’uomo) ed è sottoposto al controllo Caratteri 10511, 0 Figure, 0 Tabelle giudiziale che ne valuta la correttezza.

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SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI

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Rubrica a cura di Alessandro Ferrero, Paolo Carbone e Nicola Paone (alessandro.ferrero@polimi.it)

Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi Notizie da GMEE e GMMT

to la qualità dei compiti istituzionali dell’Università; – presentare le posizioni comuni nelle sedi istituzionali (Commissioni Parlamentari competenti per le questioni uniRIASSUNTO Questa rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalle mag- versitarie, MUR, ANVUR CRUI, CUN); giori Associazioni Universitarie che si occupano di Scienza e Tecnologia – organizzare, anche d’intesa con altre istituzioni, convegni, seminari e delle Misure. ricerche sul tema della valutazione universitaria. MARCANTONIO CATELANI ALESSANDRA FLAMMINI Marcantonio Catelani, Professore NEL CONSIGLIO DIRETTIVO TRA LE 100 DONNE CONTRO ordinario dell’Università degli Studi di DEL CONVUI GLI STEREOTIPI PER LA SCIENZA Firenze, è stato nominato membro del Con la legge n. 240/2010 di riforma Consiglio Direttivo del CONVUI. del sistema universitario, il Nucleo di Il prof. Catelani è professore di prima Valutazione (NdV) diventa l’organo di fascia di Misure Elettriche ed ElettroniAteneo responsabile della verifica della qualità della formazione e della ricerca e assolve le funzioni di Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), di cui all’art.14 del D.Lgs. 150/2009, nell’ambito della Valutazione della performance. Viene Alessandra Flammini, professores- di conseguenza costituito il CONVUI – sa di prima fascia di Misure Elettriche COordinamento nazionale dei Nuclei ed Elettroniche al Dipartimento d’Inge- di Valutazione delle Università Italiane, i gneria dell’Informazione dell’Univer- cui soci sono i Nuclei di Valutazione sità di Brescia, è la prima donna italia- delle Università statali e non statali auto- che presso il Dipartimento d’Ingegneria na del suo settore scientifico-disciplina- rizzate al rilascio dei titoli di studio di I dell’Informazione dell’Università di Fire selezionata nell’ambito del progetto (Laurea) e/o di II livello (Laurea magi- renze. È attualmente coordinatore del Presidio Qualità di Ateneo della propria “100 donne contro gli stereotipi strale) aventi valore legale. per la Scienza” per l’area d’Inge- Ai sensi del proprio Statuto (2015), il università ed è coordinatore del Nucleo gneria. Il progetto (www.100 CONVUI, associazione senza fini di di Valutazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e del Nucleo di esperte.it) offre una banca dati onli- lucro, si propone di: ne, inaugurata nel 2016 con 100 nomi – coordinare le attività dei Nuclei di valu- Valutazione dell’Università degli Studi e CV di esperte di STEM (Science, Tech- tazione aderenti e promuovere iniziative Cà Foscari di Venezia; è membro (esterno) del Nucleo di Valutazione dell’Uninology, Engineering and Mathema- finalizzate alla loro valorizzazione; tics), un settore storicamente sotto-rap- – condividere i risultati di esperienze versità dell’Insubria e del Nucleo di presentato dalle donne e al contempo significative sviluppate dai Nuclei ade- Valutazione del Politecnico di Bari. Ha pluriennale esperienza come valustrategico per lo sviluppo economico e renti; – instaurare rapporti sistematici con tatore dei Corsi di Studio e fa parte delsociale del nostro paese. Alla professoressa Flammini vanno le MUR, ANVUR, CRUI, CUN, ed altri l’albo dei valutatori CRUI (Conferenza congratulazioni della Redazione di organismi, nazionali ed internaziona- dei Rettori delle Università Italiane) per Tutto_Misure per questo prestigioso li, interessati alla valutazione del siste- l’accreditamento e la certificazione dei percorsi formativi universitari (www. riconoscimento, che premia non soltan- ma universitario; to l’elevata e ben nota qualità delle – elaborare documenti e formulare fondazionecrui.it). ricerche condotte, ma anche il suo pareri sulle politiche universitarie e Fa parte dell’albo dei valutatori impegno nella promozione della scien- sulla valutazione del sistema universita- ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutario, avendo come principale riferimen- zione del sistema Universitario e della za delle misure. THE ITALIAN UNIVERSITY ASSOCIATIONS FOR MEASUREMENT This section groups all the significant information from the main University Associations in Measurement Science and Technology.

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SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI

fiera A&T, l’8 aprile scorso, all’Oval Lingotto, tornando finalmente in presenza dopo le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, la Giornata della Misurazione, sul tema: “Metrologia per il pianeta: green economy, green metrology”. La Giornata è stata anche quest’anno encomiabilmente organizzata da Nicola Giaquinto e Carlo Carobbi e, come negli anni passati, grande è stata l’affluenza, che ha riempito la sala Neve del Lingotto, e grande l’interesse, testimoniato dalle tante domande dal pubblico, suscitato dalle relazioni presentate, tutte dedicate alle misure e alle tecnologie per la preservazione dell’ambiente e la transizione ecologica. Queste le relazioni presentate: – Il degrado delle prestazioni di generatori fotovoltaici misurato con un sisteLA GIORNATA DELLA MISURAZIONE ma di monitoraggio riferibile (Prof. È TORNATA IN PRESENZA Alessio Carullo e Prof. Filippo Spertino, Politecnico di Torino). Si è svolta a Torino, nell’ambito della – Prove secondo EN 61851-1 ed EN

NEWS

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Ricerca) – Esperti disciplinari di valutazione Area CUN 9 ed Esperti di sistema (www.anvur.it). In diverse occasioni ha ricoperto il ruolo di Presidente di CEV (Commissione Esperti Valutatori) per l’accreditamento di Ateneo. Fa parte dell’albo dei valutatori QUACING (Agenzia per la certificazione della qualità e l’accreditamento EURACE dei corsi di studio in Ingegneria) ed ha svolto il ruolo di presidente di commissione per la certificazione. È membro del Comitato di Certificazione di Italcertifer (Istituto Italiano di Ricerca e Certificazione Ferroviaria). Al prof. Catelani vanno le congratulazioni della Redazione di Tutto_Misure per questa nomina, che premia le sue competenze e la sua pluriennale attività in questo campo

ISPEZIONI SUPERFICIALI DI TEMPERATURA PER IL CONTROLLO QUALITÀ

Le termocamere vengono utilizzate per ispezionare la superficie dei materiali o dei pezzi al fine di valutare la qualità dei componenti. Le termocamere Optris (distribuite in Italia da Luchsinger srl di Curno – BG) vengono utilizzate quando il contrasto superficiale non è sufficiente per ottenere risultati affidabili con altri metodi di misura. La presenza di diverse temperature nello stesso pezzo può rilevare una produzione difettosa. Per acquisire questi dati è necessario che il sistema di misura soddisfi precisi requisiti tecnici in termini di risoluzione termica, velocità di misura, design compatto e resistenza agli ambienti industriali. Le termocamere possono essere

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integrate a sistemi o macchinari per l’ispezione in linea, ad esempio per la rilevazione, localizzazione e persino misurazione affidabile di eventuali bolle d’aria, formatesi durante il processo di riscaldamento di un pezzo: le bolle d’aria, infatti, si riscaldano più velocemente rispetto al resto del materiale. Anche nella produzione di nastri di materiale che passano nel processo ad alta velocità è possibile rilevare i difetti in modo affidabile. Un esempio dell’uso delle termocamere in questa applicazione è rappresentato dal controllo dei difetti dopo la saldatura dei film plastici. L’ispezione viene effettuata subito dopo il processo di saldatura, che può essere valutato in relazione alle varie caratteristiche ispettive, ad esempio numero, larghezza o difetti, come le interruzioni. Le termocamere Optris vengono utilizzate anche nel controllo della distribuzione termica e delle geometrie. Il monitoraggio della temperatura di un pezzo durante il processo di tempra, per esempio di parti fuse e forgiate come le molle, consente di trarre importanti conclusioni sulla stabilità del componente. Nello stesso tempo, è possibile determinare la precisione dimensionale tramite punti di prova definiti. Nei processi di punzonatura, i componenti vengono analizzati in relazione alla loro temperatura iniziale e finale. A causa del forte contrasto con l'ambiente freddo, è possibile determinare con precisione anche le caratteristiche geometriche. Per maggiori informazioni sui prodotti Optris: marketing@luchsinger.it.

61851-21-1 – Quadro esteso ma non completo di prove per la conformità dei dispositivi di ricarica per veicoli elettrici (Ing. Lorenzo Spinelli, Elettra srl). – Misure e tecnologie innovative per l’agricoltura di precisione (Dott.ssa Eleonora Caronia, SPS srl). – Refrigerazione magnetocalorica ed elettrocalorica – Materiali e metodi di misura (Vittorio Basso, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica). Auspichiamo vivamente che gli autori siano disponibili a scrivere un articolo per Tutto_Misure sui temi affrontati. SONO DISPONIBILI I RISULTATI DELLA VQR 2015-2019

Il MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) ha reso noti i risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) per il quadriennio 2015-2019. I risultati sono disponibili qui.

ACCELEROMETRI ADATTI A GRANDI FLUTTUAZIONI DI TEMPERATURA

La serie speciale 339 di accelerometri ICP®/IEPE mono e triassiali si distingue per la sua elevata stabilità in temperatura. Ciò rende questa serie di sensori (prodotti da PCB Piezotronics) particolarmente adatta per applicazioni in ambienti che prevedono grandi fluttuazioni di temperatura, quali: le prove di vibrazione del gruppo propulsore, le prove NVH del gruppo propulsore, alcune prove NVH di sistemi di veicoli, l’acquisizione dei dati con prove su strada e le prove di durata in camere climatiche. CLICCA QUI per richiedere maggiori informazioni.


Rubrica a cura di Michele Lanna

METROLOGIA... PER TUTTI

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La competenza nei laboratori di prova e taratura: un’esperienza pratica Il dubbio cresce con la conoscenza (Goethe) METROLOGY FOR EVERYONE In this permanent section of the Journal our colleague and friend Michele Lanna, leading expert in metrology, calibration, accreditation of companies, will discuss topics of interest for the majority of industrial measurement users, in simple and immediate terms, with reference to the most recent Norms. Write to Michele to comment his articles and to propose other subjects!

RIASSUNTO In questa Rubrica il collega e amico Michele Lanna, esperto di metrologia, taratura, accreditamento industriale, discute aspetti d’interesse per la maggior parte degli utenti industriali delle misure, con terminologia semplice e immediata, e facendo riferimento alle più importanti e recenti Norme. Scrivete a Michele per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! PREMESSA

Il tema della competenza nei laboratori di prova e di taratura è quanto mai attuale e si propone in numerosi contesti di tarature come imprescindibile elemento al quale ogni laboratorio non può rinunziare. È inoltre avallata dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 che nell’edizione del 2018 rafforza ulteriormente l’esigenza di avvalersi di risorse competenti. L’elemento umano risulta sempre più insostituibile in un contesto in cui la tecnologia di prova ha fatto passi da gigante mettendo a disposizione di coloro che eseguono le tarature tecnologie e procedimenti sempre in linea con le esigenze e

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mento delle competenze del personale, che ha dovuto familiarizzare con metodi di prova nuovi per far fronte ai ritmi di cambiamento richiesti dal mercato in tempi molto brevi. LA COMPETENZA E LE MODALITÀ PER ASSICURARLA

La competenza rappresenta oggi il nodo cruciale di ogni disciplina, e richiede una focalizzazione sul suo significato e sulle modalità per assicurarla, mantenerla, misurarla. Per poterla gestire in modo adeguato consideriamo la modalità attraverso la quale può essere definita, assicurata, gestita, misurata, migliorata. Il primo aspetto da considerare è quello della sua definizione. Che cosa si intende per competenza? Molto spesso si fa confusione all’interno delle aziende tra la competenza e l’addestramento, ritenendo – erroneamente – che seguire un percorso formativo generale o specifico possa compensare assenze di saperi necessari per lo svolgimento di ruoli definiti nelle attività operative da svolgere. Le Bofert (consulente e direttore di “Le Bofert Conseil” è esperto di gestione e sviluppo delle risorse umane) ritiene la competenza formata da tre componenti: 1. La Conoscenza, cioè l’ambito del sapere concettuale. 2. L’Abilità, cioè l’aspetto operativo della competenza, il mettere in atto i principi che appartengono alla conoscenza . 3. Il Comportamento o modo di agire, cioè il modo di eseguire le attività che incide sui rapporti con gli altri e sull’efficacia della dimostrazione della competenza.

aspettative del mercato, ma sempre più sofisticate e complesse. D’altra parte, i laboratori di prova devono dare risposte su materiali, prodotti e servizi sempre più sofisticati e su materiali spesso nuovi. E ancora, nuovi fronti si sono aperti con la lotta alla pandemia, sia per la necessità di dover testare antidoti nuovi al virus, sia ricercando terapie efficaci; in questi ultimi due anni la ricerca di nuove terapie sempre più mirate a contrastare questo nuovo nemico ha avuto notevole impulso, stimolando i laboratori ad attuare in poco tempo una forte innovazione. Perciò anche le competenze dei laboratori si sono dovute adeguare in tempi relativamente brevi alle esigenze del mercato, con ritmi di ricerca di nuove modalità di prova, nonché di materiali e know-how nuovi. Il contesto nel quale si è chiamati ad operare, il tutto con un confronto continuo con altri Paesi, ha richiesto di concretizzare in un tempo breve soluzioni in grado di sconfiggere questo nemico, anche Studio Lanna & Associati – Roma attraverso il riposiziona- info@studiolanna.it


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UN CALIBRO SPECIALE “PASSA/NON PASSA” PER IL SETTORE AUTOMOTIVE Descrivere sinteticamente le soluzioni innovative, fornendo link diretti a presentazioni più dettagliate pubblicate sul web, è una prassi costante della nostra rivista, peraltro molto apprezzata dai lettori. Ma ancora più gradite sono le illustrazioni di casi applicativi reali, dove partendo da un problema/esigenza si arrivi, attraverso l’innovazione, a una soluzione ottimale in grado di portare miglioramenti anche all’organizzazione futura del nostro lavoro. È il caso di un’azienda importante del settore automotive, che necessitava di controllare viti molto particolari, destinate a primari marchi del settore automotive, con una fortissima elica (oltre 34°): caratteristica che escludeva l’impiego di un anello standard e fino a quel momento aveva richiesto l’utilizzo di metodi ottici o macchine complesse, cioè con un bordo linea tutt’altro che comodo, efficace e, soprattutto, di rapido utilizzo. Serviva un calibro decisamente innovativo, poiché non ne era mai stato sviluppato uno in grado di effettuare un controllo uguale a quello di un anello, svolgendo una parte manuale di tipo “passa/non passa”…! Ed è proprio in questi casi che il know-how, la tecnologia disponibile e le risorse umane capaci di sviluppare progetti innovativi fanno la differenza, come ci dimostra nei fatti la Tamburini srl, società leader nel settore dei calibri speciali, che viene coinvolta dall’azienda cliente e

si attiva immediatamente per affrontare il problema, partendo dal concetto di anello, simulandone il funzionamento ma con un differente sistema realizzativo. S’ipotizza, quindi, di creare l’anello in 3D, poi selezionare e togliere le parti che non si riusciva a realizzare e, infine, aggiungere le parti mancanti: la soluzione individuata è quella di sviluppare un nuovo sistema a rulli, come se fosse un controllo con una forcella per viti filettate. Dopo aver disegnato, progettato e dimensionato il calibro, i tecnici della Tamburini realizzano il campione a filo con precisioni molto elevate tenendo 2-3 µm d’incli-

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nazione dell’elica e foro per l’inserimento dei rulli. Quindi si passa alla realizzazione dei rulli customizzati (anche in questo caso su apposita rettifica, che tiene conto di una tolleranza di 2-3 µm sui rulli) e finalmente si arriva al montaggio di tutto l’insieme, in modo estremamente preciso, fino alla prova sulla vite fornita dal cliente. Il cliente ha posto nei tecnici della Tamburini la massima fiducia, delegando loro lo sviluppo e la realizzazione dell’idea innovativa: questi ultimi, analizzata la questione e ipotizzata la possibile soluzione, ne inoltravano al cliente uno schizzo esemplificativo e una breve spiegazione del suo funzionamento, ottenendo un’entusiastica approvazione e il via libera alla costruzione del nuovo calibro. L’aspetto più importante di questa soluzione è stato quello di realizzare un sistema innovativo con lo stesso funzionamento manuale dell’anello e con la possibilità di misurare e verificare viti, estremamente performanti, ad altissima elica e con passi molto importanti (20-30 mm). Il cliente ha mostrato la massima soddisfazione in merito non solo al risultato ottenuto ma anche al servizio ricevuto dal fornitore, che ha saputo mettere in campo, in tutte le varie fasi del progetto, l’elevata professionalità del proprio laboratorio, capace di misurare e controllare adeguatamente le caratteristiche di ogni componente, prima dell’assemblaggio nell’insieme. L’impiego di macchine mirate, come quelle tridimensionali e quelle ottiche, ha consentito in qualsiasi momento di garantire totalmente il rispetto dell’elevata precisione inizialmente ipotizzata e progettata. CLICCA QUI per informazioni più dettagliate sui calibri speciali della TAMBURINI srl.


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gestito in molte aziende italiane (Gruppo Fiat, Gruppo IRI e fornitori) vasti programmi di formazione alla qualità che vedevano coinvolte tutte le figure aziendali in esse operanti (dirigenti e personale operativo). Lo scopo di questi vasti programmi di formazione era quello di “sensibilizzare le persone alla qualità”, come se si dovesse vincere una sorta di repulsione a modi di operare e all’acquisizione di una mentalità nuova, che in alcuni casi si identificava con la garanzia della qualità e con i meccanismi di funzionamento, composti di manuali, procedure e meccanismi operativi, ed in altri casi con la “qualità totale”, seguendo l’approccio giapponese adattato alla realtà italiana. In entrambi i casi questa formazione si poneva obiettivi limitati: far comprendere il significato della qualità, e illustrare i meccanismi di funzionamento di un sistema di gestione. Eravamo ancora lontani dalla creazione della competenza diffusa che – essa sola – può favorire azioni tali da ottenere quel “breakthrough” necessario a canalizzare gli sforzi aziendali in un’unica direzione. Si è speso impegno e risorse da parte delle aziende per poter creare una “quality culture” che fosse in grado di ottenere risorse adatte al cambiamento e all’acquisizione di una mentalità orientata al mercato. Ma siamo nel campo dell’informazione, del percorso a “una via”, orientato a far conoscere alla popolazione aziendale l’approccio alla qualità e i meccanismi di funzionamento di un sistema qualità. Solo molto tempo dopo si è iniziato a parlare di competenza. Non che prima non esistessero le competenze all’interno delle organizzazioni: esse sono indispensabili per il loro funzionamento, ma queste erano concentrate in personale specifico necessario per proporsi – quando necessario – come “deus ex machina” e quindi solutore dei problemi

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Queste tre componenti sono strettamente legate tra di loro e vanno a costituire gli ambiti complessi del saper agire. Un’altra definizione normativa è quella della norma UNI EN ISO 10015, che definisce la competenza come: “Applicazione di conoscenze, abilità e comportamenti nelle prestazioni”. La seconda domanda che ci poniamo è come si costruisce la competenza. Certamente non è frutto di casualità o d’improvvisazione, bensì di azioni pianificate e mirate al raggiungimento di un obiettivo preciso. Il piano deve definire dove voler arrivare in termini di competenza. Quali sono le reali esigenze del laboratorio e del personale che in esso opera. Un buon punto di partenza è la Politica per la qualità del Laboratorio ed i suoi obiettivi. Questi sono “il faro” che deve illuminare il percorso da compiere. E qui dobbiamo parlare della formazione, che rappresenta il veicolo, il mezzo per acquisire le conoscenze che possono portare alla competenza. Come definire un programma di formazione? Quali sono le tematiche necessarie per assicurare che il personale che opera all’interno di un laboratorio conosca e sappia applicare le giuste tematiche per ricoprire un ruolo in linea con gli obiettivi da raggiungere? Il giusto punto di partenza è il knowhow da dover acquisire, che rappresenta l’obiettivo. Negli anni ’80 ho

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che si dovessero presentare. La capacità diffusa di risolvere i problemi, di dimostrare le abilità necessarie a svolgere al meglio il proprio lavoro sono venuti dopo, quando ci si è resi conto che solo la partecipazione di tutti alla gestione può permettere di raggiungere i risultati voluti in breve tempo.

La norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020 richiede che il personale che opera all’interno del laboratorio deve – indipendentemente dalla mansione svolta – avere competenza adeguata. Ciò vale per chi esegue le prove o tarature, per chi le pianifica e valuta i risultati, per chi riporta opinioni o interpretazioni, quindi di tutto il personale che opera nel laboratorio. Quali sono i passi per acquisire competenza? Da dove partire per declinare all’interno del proprio laboratorio, in funzione delle tipicità delle prove o tarature, che cosa concorre a formare la competenza? Iniziamo a fare una “fotografia” della situazione pregressa, cioè qual è il livello di competenza del personale che in esso opera. Partiamo dalla scolarità e vediamo se il livello del personale è adeguato e risponde a specifici requisiti normativi o cogenti (come richiesto per particolari prove). Poi esaminiamo l’iter curriculare della persona, considerando la formazione/addestramento che questi possiede e riscontrando se è congrua con quanto richiesto. Un esempio: se devo attrezzare un laboratorio di fisica nucleare che deve fare particolari prove, è evidente che la laurea in fisica nucleare può essere un requisito indispensabile. Se posseggo – è il mio caso – solo una laurea in ingeT_M  103


co della gestione di un laboratorio di prova e/o di taratura la competenza si declina in molti modi diversi e che richiedono conoscenze e abilità in: – Competenze generali di metrologia; – Competenze specifiche legate ai metodi da applicare nelle prove o tarature;

– Competenze in aspetti gestionali (es. governo dei processi, indicatori, meccanismi reattivi); – Competenze nei requisiti cogenti. Tutto ciò può richiedere una buona conoscenza di statistica descrittiva, tecniche di miglioramento della qualità, conoscenza dei calcoli da fare per stimare l’incertezza di misura, ma anche in generale un ripasso di concetti di geometria o algebra. È vero che oggi con i computer e i programmi di software siamo affrancati da calcoli, ma a volte siamo chiamati anche a validare software o fogli di calcolo, per i quali bisogna eseguire anche manualmente le operazioni e confrontare il risultato con quello risultante usando il software

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gneria meccanica, questo requisito può non essere sufficiente a svolgere in modo adeguato il ruolo all’interno del laboratorio. Per poter operare all’interno del laboratorio dovrei essere specificamente addestrato ai metodi usati, e prima ancora ai principi di fisica nucleare sui quali si basano i metodi da usare per le prove, nonché all’interpretazione dei dati risultanti dalla prova e a quant’altro necessario a una corretta gestione. Prima conclusione che possiamo trarre è che l’addestramento del personale deve soddisfare la specificità dei metodi di prova da applicare, oltre a una conoscenza generale dei principi di funzionamento del sistema qualità del laboratorio. Possiamo, però, pensare a conoscenze generali e quindi applicabili anche a fronte di prove diverse. Nella complessità delle organizzazioni e nello specifi-

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HEXAGON ESTENDE IL SUO PORTFOLIO DI SOFTWARE CAM ACQUISENDO VERO SOLUTIONS Hexagon AB, azienda leader a livello mondiale nel campo delle soluzioni di realtà digitale che combina sensori, software e tecnologie autonome, ha annunciato oggi l’acquisizione di Vero Solutions, un distributore italiano del software VISI CAD CAM di Hexagon per la produzione di stampi e modelli. VISI è una soluzione dedicata per gli attrezzisti e offre una combinazione unica di applicazioni, tra cui la modellazione superficiale e solida completamente integrata e strategie complete di lavorazione dal 2.5 fino al 5 assi in continuo. Fondato nel 2012, Vero Solutions è il maggior rivenditore di prodotti Hexagon per il mercato italiano e supporta i clienti VISI di tutto il paese con vendite e servizi, offrendo al contempo soluzioni complementari PEPS e MACHINING STRATEGIST. La sede centrale si trova a Strambino (TO), mentre un altro ufficio operativo è a Marcon (VE). L’azienda dà lavoro a 18 dipendenti,

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che continueranno a offrire supporto al portfolio dei software di produzione di Hexagon in Europa Centrale, come parte dell’organizzazione diretta dell’azienda. “L’acquisizione di Vero Solutions è un passaggio positivo per i nostri clienti VISI in Italia ed Europa Centrale”, ha dichiarato Stephen Chadwick, Presidente EMEA per la divisione Manufacturing Intelligence di Hexagon. “Il team di Vero Solutions apporterà numerose competenze nel campo dei software CAD e CAM e una profonda conoscenza del mercato della progettazione e produzione di stampi e modelli. Inoltre, i

membri del team lavorano già da molti anni come parte integrante del team di Hexagon. L’acquisizione di Vero Solutions ci garantirà la loro base clienti e ci consentirà di offrire un servizio migliore in Italia, adesso e in futuro. Sono fiducioso che il team offrirà un enorme valore aggiunto ai clienti della regione”. Vero Solutions sarà integrata all’interno della divisione Manufacturing Intelligence di Hexagon. L’acquisizione non ha un impatto significativo sui risultati di Hexagon. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


N. 02 ; 2022 re di prova di cui bisogna conoscere il funzionamento. E la taratura? La conoscenza dei principi di taratura e la corretta lettura di una procedura di taratura devono permettere almeno una corretta lettura di un certificato di taratura e la sua interpretazione. Anche se non tutti all’interno di un laboratorio definiscono procedure e metodi di prova o taratura, devono essere chiare a tutti le modalità di formalizzazione di una procedura e il suo contenuto, in relazione a una norma. E, infine, (ma non certo l’ultimo punto d’interesse), l’incertezza di misura: quali le componenti da considerare per la stima di essa, come raccogliere i dati e interpretarli, come eseguire il test di ripetibilità corretto. Questa breve disamina è solo un sintetico e non esaustivo elenco di tematiche che possono concorrere a formare la competenza del personale all’inter-

no di un laboratorio; in ogni laboratorio l’elencazione dev’essere fatta puntualmente e il personale che in esso opera dev’essere addestrato con gradi di approfondimento legati alla politica e agli obiettivi del laboratorio. Prima però di parlare di competenza fissiamo gli steps per poterla assicurare. Innanzitutto, l’addestramento, poi la qualifica (anche interna conferita dalla direzione del laboratorio), l’eventuale certificazione del personale che svolge particolari compiti. Tutto ciò dev’essere messo in relazione ai requisiti minimi del personale per svolgere il ruolo, a un processo di valutazione della competenza per tutte le risorse che operano nel laboratorio, definizione di target per la competenza, e infine di obiettivi per il miglioramento della competenza. Non abbiamo ancora risposto a una domanda: come valutare la competenza o, in altri termini, come è possibile esprimerla con un valore numerico. Ho elaborato un sistema semplice e che ho usato già in diversi laboratori con successo, che si basa su questa equazione: Competenza = 100 – – xA+yB+zC+kD+nE+mF N dove: – A = Competenza nei concetti generali di metrologia; – B = Competenza nei sistemi di misura; – C = Competenza nei sistemi di taratura; – D = Competenza nella statistica applicata alla metrologia; – E = Competenza nella stima dell’incertezza di misura; – F = Competenza nel sistema qualità e nelle norme; – N = numero di prove o tarature effettuate da ogni operatore del quale si voglia misurare la competenza; – x = fattore moltiplicativo relativo all’importanza attribuita alla specifica competenza nei concetti generali di metrologia; – y = fattore moltiplicativo relativo all’importanza attribuita alla specifica competenza nei sistemi di misura; – z = fattore moltiplicativo relativo all’importanza attribuita alla specifica

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del quale si è in possesso. La competenza nei concetti generali di metrologia (es. unità base di misura e il VIM, unità derivate, multipli, sottomultipli, costanti, principi di riferibilità di misura, ecc.), conoscenza dei metodi di misura applicabili, sorgenti di errore, i parametri qualitativi che cambiano lentamente o rapidamente in un processo di misura; e ancora quella che molti studiosi chiamano l’equazione della misura (M= Vvero + E) rappresentano solo una parte del sapere che bisogna avere. Inoltre, è importante essere competenti nella specificità della metrologia su cui si basano le prove da effettuare, quale la fisica o chimica o industriale. Ognuna di queste branche della metrologia si porta dietro metodi di prova, apparecchiatu-

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competenza nei sistemi di taratura; – k = fattore moltiplicativo relativo all’importanza attribuita alla specifica competenza nella statistica per metrologi; – n = fattore moltiplicativo relativo all’importanza attribuita alla specifica competenza nell’incertezza di misura; – m = fattore moltiplicativo relativo all’importanza attribuita alla specifica competenza nel sistema qualità e nelle norme. I pesi attribuiti ai vari coefficienti moltiplicatori dipendono da: – Tipi di prove o tarature effettuate; – Politica e obiettivi qualità del laboratorio; – Struttura organizzativa del laboratorio e mansionario; – Requisiti cogenti; – Requisiti normativi. Questo indicatore se ben stimato può assicurare una misura sufficientemente oggettiva in tutte le fasi di assicurazione della competenza: – Reclutamento; – Individuazione esigenze di competenza; – Definizione della mappa delle competenze; – Requisiti minimi di competenza e relativi target; – Addestramento e valutazione dell’efficacia; – Valutazione della competenza; – Mantenimento in qualifica. L’indicatore proposto permette di valutare la competenza di ogni singola persona che opera all’interno del laboratorio, assegnando un peso maggiore o minore a ognuno degli aspetti indicati, in funzione dei compiti e delle responsabilità. LA TESTIMONIANZA

Scegliere una testimonianza qualificata è sempre molto difficile. Il criterio di scelta è stato quello di un’azienda che innanzitutto opera in più settori, in più Paesi e con una struttura adeguata a gestire tipologie di prove/tarature in diversi settori. Parliamo di TRESCAL, leader nella taratura in molti settori merceologici e non solo in Italia. Le domande sono state rivolte a Christian Villar (CEO) e a Rita Chendi (Quality Manager) di Trescal Group. T_M  105


Operate in molti settori merceologici e da molti anni. Come si sviluppano e si mantengono competenze diversificate in settori diversi? (C. Villar) Le competenze dei nostri operatori sono il fulcro del nostro valore. Per poter sviluppare nuove competenze è assolutamente indispensabile partire almeno da risorse umane con un adeguato background tecnico di tipo scolastico, nonché attivare e mantenere nel tempo una formazione altamente qualificata e specifica, tale da specializzarle per il settore di competenza e renderlo consapevole ed esperto delle attività che svolge e dei risultati che ottiene. Questa specializzazione permette quindi ai nostri operatori di conoscere a fondo gli strumenti su cui intervengono e saper riconoscere anomalie, difetti o derive. Per poter mantenere nel tempo queste caratteristiche è perciò necessario svolgere in modo continuativo le proprie attività di competenza e mantenere una formazione continua, la quale si sviluppa anche attraverso attività di

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Ringraziandovi per la disponibilità, potreste iniziare offrendoci una sintetica presentazione del gruppo Trescal? (C. Villar) Trescal è una realtà internazionale, indipendente da qualsiasi OEM (Original Equipment Manufacturer), leader globale nei servizi di taratura, capace di offrire a una vasta gamma di settori un unico riferimento globale per la taratura, la riparazione e la gestione delle apparecchiature e strumentazioni. Per quanto riguarda l’Italia, Trescal svolge su tutto il territorio un servizio di taratura completo e attività metrologiche altamente specializzate. È centro accreditato LAT 002, 011, 019, 051, 110, 174 per diverse grandezze fisiche e a oggi rappresenta il centro di taratura italiano più grande in assoluto.

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NUOVO SENSORE DI COPPIA PER ALBERO UNIVERSALE

confronto con i propri colleghi (confronti intralaboratorio) e con laboratori esterni accreditati, sia a livello nazionale che internazionale (confronti ILC). Esiste un percorso formativo standard predisposto per il vostro personale in grado di far acquisire le conoscenze di base in campo metrologico? (R. Chendi) Il percorso formativo per personale neoassunto è legato anche al livello di scolarità e di esperienza pregressa. Generalmente, per un nuovo assunto con sola esperienza scolastica si effettua un periodo di affiancamento a personale esperto per un periodo variabile dai 3 ai 6 mesi. Durante il periodo di affiancamento vengono insegnate le attività pratiche e le procedure di base e viene erogata anche formazione tecnica e metrologica relativamente al settore di appartenenza, da

uno” (misurazione di coppia e velocità di rotazione, di facile integrazione e semplice da usare), il sensore di coppia per albero è ben equipaggiato per l’uso universale e si trova spesso nelle applicazioni a fine linea o sui banchi prova per lo sviluppo. Infine il design standardizzato e l’estremità rotonda del gambo consentono un’integrazione facile e senza gioco. Alcune principali caratteristiche: Classe di precisione HBM: 0,1 Coppia nominale: da 0,5 a 200 N·m Velocità di rotazione nominale: fino a 30.000 min-1 Misurazione della velocità: 512 impulsi/rotazione CLICCA QUI per approfondimenti. RICHIEDI QUI ulteriori informazioni.

Il nuovo misuratore della coppia T210 di HBK ha un sistema di misura preciso, che trasmette i valori misurati e l’energia alimentata dal rotore allo statore senza contatto, e inoltre cattura la velocità e l’angolo di rotazione; questi valori sono poi trasmessi attraverso un’uscita di potenza o di frequenza. Con questa caratteristica di “soluzione tutto in

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L’aggiornamento delle competenze è in linea con la continua evoluzione normativa (es. UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018)? (R. Chendi) Essendo Trescal dotato di 6 laboratori accreditati da ACCREDIA, è in possesso di un Sistema Qualità conforme alla normativa UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018, oltre che certificato secondo ISO 9001:2015. Questo significa che è indispensabile che tutto il personale Trescal, sia tecnico sia gestionale, venga mantenuto costantemente aggiornato relativamente all’evoluzione normativa e, di conseguenza, all’evoluzione delle procedure interne di lavoro che definiscono i vari processi aziendali. Per questo motivo vengono organizzati costantemente incontri formativi interni, volti alla formazione e alla sensibilizzazione del personale coinvolto, in modo da poter sempre gestire tutti i processi aziendali in modo conforme ai requisiti normativi e, nello stesso tempo, controllato, efficace ed efficiente. CONCLUSIONI

Come valutate le competenze del vostro personale e quali sono i criteri per valutarne l’adeguatezza? (C. Villar) Come già indicato nelle risposte precedenti, la competenza di un operatore viene valutata attraverso tutto il periodo formativo. In generale si valutano l’approccio e i metodi che l’operatore mette in pratica nel gestire il lavoro appreso e nell’affrontare eventuali problematiche, diverse tipologie di strumenti e interfacce. L’analisi e la valutazione si effettuano poi anche attraverso il confronto operativo e dei risultati di taratura con il personale esperto. Un nuovo assunto viene perciò definito adeguato nel momento in cui la sua operatività e le sue competenze risultano idonee da parte del profilo esperto che lo ha formato. È altresì vero che le competenze e la formazione non terminano con l’abilitazione ma, anzi, quest’ultima costituisce solo un punto di partenza per poter poi

La competenza si conferma sempre più un tema alla ribalta, che richiede alle organizzazioni innanzitutto una definizione adeguata, l’adozione di metodi per stimarla e definirla, nonché l’uso d’indicatori per misurarla. Ogni laboratorio deve certamente scegliere la modalità che risulta più consona per definire la competenza e per poter tradurre in pratica questo requisito imprescindibile per poter effettuare prove o tarature affidabili e riconosciute dalla collettività. BIBLIOGRAFIA

[1] UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018 “Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”. [2] UNI EN ISO 10015:2020 “Gestione per la qualità – Linee guida per la gestione della competenza e lo sviluppo delle persone”.

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Esistono percorsi specifici per l’acquisizione delle competenze necessarie al ruolo da ricoprire? (R. Chendi) Non esistono percorsi specifici, ma sono invece necessarie competenze iniziali specifiche. Questo significa che a un tecnico che deve effettuare attività di taratura su determinati settori di misura (ad esempio nel campo elettrico, fisico, meccanico, ecc.), si richiede almeno un diploma scolastico nel settore di lavoro o, almeno, un’idonea esperienza pregressa nel settore indicato.

crescere attraverso la formazione continua e attraverso l’operatività svolta insieme a un team di tecnici e personale esperto.

parte del Responsabile di laboratorio o di personale esperto. Durante questo periodo possono essere svolti anche corsi formativi esterni, se ritenuti necessari e idonei alla specifica situazione. Il periodo di affiancamento termina con una serie di prove pratiche dell’operatore, che dovranno essere poi confrontate con le attività di un operatore esperto per poter ottenere ufficialmente l’abilitazione a operare in modo autonomo. Nell’ambito delle misure accreditate, l’operatore dovrà essere abilitato, oltre che da Trescal, anche da un ispettore Accredia, che verifica le competenze e valuta l’operatività del tecnico nel settore di accreditamento specifico.

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FORMAZIONE METROLOGICA A DISTANZA

Il laboratorio metrologico CIBE, con sede a Legnano (MI), è da anni un punto di riferimento in materia di metrologia tecnica e legale e propone un ricco calendario di corsi di formazione a distanza. I temi trattati sono tutti di forte interesse e attualità, volti a chiarire alcuni concetti legati al mondo della pesatura e degli strumenti per pesare. Ecco i prossimi appuntamenti programmati per il 2022: 23 settembre – La gestione del processo di produzione dei preimballaggi (2 h) 12 ottobre – La scelta di selezionatrici ponderali per le aziende che producono preimballaggi (2 h) 20 ottobre – Bilance e metrologia legale (2 h) 9 novembre – Uso delle masse e requisiti richiesti nei diversi ambiti di metrologia legale o tecnica (2 h) 24 novembre – Selezionatrici ponderali con approvazione nazionale o MID: esempi, documenti, peculiarità (2 h) 9 dicembre – Incertezza di misura: concetti di base (2 h) 14 dicembre – Conferma metrologica di bilance (2 h) CIBE organizza inoltre corsi di formazione completamente personalizzati, anche in lingua inglese, per rispondere alle esigenze specifiche di ogni cliente. CLICCA QUI per maggiori informazioni sui prossimi webinar. Su LinkedIn: sconti speciali riservati ai follower.

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SENSORI CAPACITIVI PER MISURE DI SPESSORE SUB-NANOMETRICHE I sensori capacitivi di Micro-Epsilon (distribuiti in Italia da Luchsinger srl di Curno – BG) vengono utilizzati per misurare senza-contatto spostamenti e spessori. La possibilità di raggiungere precisioni sub-micrometriche, anche in ambienti industriali, li rende adatti nel controllo della produzione dei film plastici per batterie. I sensori capacitivi raggiungono linearità, ripetibilità e risoluzione impareggiabili e, grazie alla loro stabilità alle alte temperature, sono ideali negli ambienti con temperature variabili. Uno dei principali vantaggi dei sistemi capacitivi di Micro-Epsilon risiede nella loro compatibilità: possono infatti essere combinati con ogni controller, senza effettuare alcun intervento di taratura. Le diverse interfacce analogiche, Ethernet ed EtherCAT consentono il collegamento a macchine e sistemi complessi. Le configurazioni possono essere effettuate tramite un’interfaccia web intuitiva. Misura dello spessore dei film per batterie Per misurare film per batterie vengono utilizzati due sensori capacitivi, installati specularmente rispetto al target. I sensori

forniscono due segnali di distanza ad alta risoluzione, che vengono elaborati direttamente nel controller per ricavare il valore di spessore con precisione sub-micrometrica. Lo spot di misura dei sistemi capacitivi è più grande rispetto a quello generato dai metodi ottici, che calcolano la media di eventuali strutture e anomalie superficiali. L’utilizzo del controller multicanale capaNCDT 6200 consente l’elaborazione di più coppie di sensori con un solo controller. La loro stabilità alle alte temperature è adatta anche in presenza di temperature ambienti piuttosto elevate. Per maggiori informazioni: marketing@luchsinger.it.

UNO STRUMENTO DI LAVORO SEMPLICE, IMMEDIATO E UTILE PER IDENTIFICARE LO STRUMENTO DI MISURA PIÙ IDONEO IN FUNZIONE DELLE PROPRIE ESIGENZE Il periodo attuale in cui viviamo è caratterizzato dalla corsa spasmodica a chi arriva prima al potenziale cliente, sfruttando a fondo le opportunità “virtuali” offerte dal web, in grado di offrire ridottissimi tempi di fruizione ed elevatissime quantità di dati e informazioni consultabili. Una corsa che, spesso, finisce per trascurare la qualità dell’informazione, facendo a volte crollare il valore aggiunto offerto all’utente, fino ad azzerarlo… La soluzione di questo “problema”, come sempre, sta nel mezzo, quindi in una ragionevole attenzione posta nel confezionamento e aggiornamento periodico dei “contenuti”, che devono essere validi, completi ed esaustivi, quindi realmente utili agli utenti prima che solo di rapida fruizione. Gli strumenti tecnologici ci sono, ma vanno sfruttati al meglio e in modo serio e intelligente. Per passare dalla teoria alla pratica, vediamo le caratteristiche del nuovo Catalogo 2022 della RUPAC srl, scaricabile in formato PDF o consultabile nel sito web della società milanese, operante da oltre 70 anni nell’ambito della fornitura di strumentazione e soluzioni di misura. Un catalogo che propone un’ampia gamma di strumenti da banco per tutte le tipologie di Aziende, con diversi standard di controllo qualità (dal più semplice al più “esigente”), e di strumenti ad alta tecnologia, quali Macchine di misura ottica, multisensore manuali e CNC, Rugosimetri, Profilometri, Rotondimetri, Macchine da Laboratorio per controlli dimensionali ad altissima precisione, Durometri portatili e da banco, dal Rockwell analogico più semplice al più automatizzato di quelli Universali.

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Si tratta di uno strumento di lavoro/consultazione molto completo (270 pagine) ed esaustivo, con molti dati tecnici specifici ma anche con pagine d’informazioni generali ed esplicative a livello normativo, che si presenta come propositore di soluzioni sia alla piccola officina, che si sta attrezzando per un primo “controllo qualità”, sia alle sale metrologiche delle Aziende più importanti e qualificate. Il Catalogo Rupac è tradizionalmente realizzato quasi totalmente all’interno dell’azienda milanese (tranne la stampa su carta, ovviamente) e si caratterizza anche per la facilità e immediatezza di consultazione (anche nella versione web) e per le continue indicazioni fornite all’utente per identificare con sicurezza lo strumento più adatto a soddisfare le specifiche necessità. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


COMMENTI ALLE NORME

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Rubrica a cura di Nicola Dell’Arena

17025 Presentazione dei risultati Undicesima parte: Contenuto del documento finale COMMENTS ON STANDARDS: UNI CEI EN ISO/IEC 17025 A great success has been attributed to this interesting series of comments by Nicola Dell’Arena to the UNI CEI EN ISO/IEC 17025 Standard. RIASSUNTO Prosegue con successo l’ampia e interessante serie di commenti di Nicola Dell’Arena alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. In questo numero continuiamo a parlare della presentazione dei risultati.

CAMPIONAMENTO

Proseguo in questo articolo a trattare il campionamento, la cui parte introduttiva è stata affrontata nel numero precedente. Il paragrafo 7.8.5 a) prescrive “la data del campionamento”. È di semplice e immediata applicazione e non abbisogna di particolari commenti. Il paragrafo 7.8.5 b) prescrive “l’identificazione univoca dell’oggetto o del materiale campionato (compresi il nome del produttore, il modello o il tipo di designazione e il numero di serie, per quanto appropriato)”. Il requisito è chiaro nel dire cosa bisogna fare: “l’identificazione univoca dell’oggetto” e cosa riportare. Anche questo requisito è di semplice e immediata applicazione, se non fosse per la precisazione: “per quanto appropriato” che rende tutto molto più opinabile. Il paragrafo 7.8.5 c) prescrive d’indicare “il luogo di campionamento, compresi diagrammi, disegni o fotografie”. Questo requisito merita un commento. Secondo la lettera della norma bisogna riportare sul certificato: 1) luogo di campionamento; 2) diagrammi; 3) disegni; 4) fotografie. La domanda che mi pongo è: tutte queste informazioni sono necessarie? Forse il “per quanto appropriato” stava meglio in questo punto che non al punto precedente.

ratorio di possedere il piano e il metodo di campionamento. In realtà non è necessario che lo imponga la norma, perché senza questi due strumenti non è possibile effettuare un campionamento. Sia il piano che il metodo possono essere identificati con una sigla alfanumerica, per cui nel certificato basta riportare queste due sigle d’identificazione. Il paragrafo 7.8.5 e) prescrive di riportare i “dettagli relativi a qualsiasi condizione ambientale durante il campionamento che possa influenzare l’interpretazione dei risultati”. La norma è chiara: se ci sono condizioni ambientali che possano influenzare i risultati, ad esempio la temperatura di conservazione di una derrata alimentare, sul Rapporto/Certificato bisogna riportare le condizioni presenti al momento del campionamento. Il paragrafo 7.8.5 f) prescrive di riportare “le informazioni necessarie per valutare l’incertezza di misura per la successiva fase di prova o taratura”. Come sapete non sono un tecnico, ma il campionamento non serve a scegliere l’oggetto da sottoporre a prova o taratura tra altro materiale…? Se fosse così, che informazioni si possono avere? Forse il contributo all’incertezza introdotto dal metodo di campionamento adottato…? In tal caso, andava meglio specificato. Al di là del dubbio sul significato di questo paragrafo, vediamo come applicarlo e cosa riportare. Il requisito è molto generico ma affermativo (non c’è nessun aggettivo o avverbio che ponga in dubbio se applicarlo o meno) e, pertanto, la risposta è: bisogna riportare tutto quanto richiesto. Naturalmente le informazioni da riportare dipendono

Il campionamento sotto la responsabilità del laboratorio può essere eseguito in due luoghi: 1) presso i locali del laboratorio; 2) presso i locali del cliente. I locali del cliente possono essere di sua proprietà o di proprietà dei suoi clienti (ad esempio, la prova sui calcestruzzi in un cantiere). Non essendo un tecnico e non essendomi mai imbattuto, nella mia funzione d’ispettore, in alcun diagramma relativo a un campionamento, mi riesce difficile commentarne l’impiego e anche capire come un diagramma possa influire sui risultati di prova/taratura. I disegni possono essere di diverse tipologie, a cominciare dalla planimetria del luogo di campionamento. Si consideri, ad esempio, il crollo del ponte Morandi di Genova. Un disegno che indichi il luogo da dove è stato prelevato il materiale da sottoporre a prova per risalire alle cause del crollo è importante. Ma, in questo caso, i disegni possono essere sostituiti benissimo da fotografie. Nonostante riconosca l’importanza di disegni e fotografie per alcune prove, anche se non per tutte, non mi è affatto chiaro come gli stessi possano influenzare i risultati di prova/taratura. Il paragrafo 7.8.5 d) prescrive “un riferimento al piano di campionamento e Former: Responsabile Qualità - ENEA al metodo di campionamento”. Prati- Casaccia - RETIRED camente questo alinea impone al labo- ndellarena@hotmail.it T_M

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da prova a prova e da taratura a tara- mandato riportare sul rapporto di tura. prova il riferimento al verbale di campionamento, ove applicabile”. Una prima cosa da precisare è: a chi si POSIZIONE DI ACCREDIA riferisce ove applicabile? Si può riferiSUL CAMPIONAMENTO re sia all’emissione del verbale sia al rapporto di prova. L’ove applicabile Per i laboratori di taratura Accredia suona comunque alquanto strano, indiprescrive la solita frase “Si applica il pendentemente dalla situazione a cui requisito di norma”, mentre per i labo- si riferisce. Nel capitolo 7.3 la norma ratori di prova riporta quattro requisiti prescrive di registrare i dati del camaggiuntivi. pionamento e pertanto il verbale dovrà Il primo recita “il laboratorio accredita- essere redatto per forza. Riportare il to per l’attività di campionamento di riferimento del verbale sul rapporto di cui al § 7.3.1 punto 1), deve specifica- prova è necessario. Comunque sia, il re nel rapporto di prova che il campio- requisito è banale nella sua applicanamento si intende accreditato solo se zione. associato ad una successiva prova La norma al capitolo 7.3 non assegna accreditata secondo la norma alcun nome alla registrazione da emetISO/IEC 17025”. tere. Viceversa, Accredia specifica di Il laboratorio può richiedere l’accredi- chiamarlo Verbale, ma può essere tamento seguendo due vie: 1) solo per chiamato anche Rapporto di campioil campionamento; 2) con una prova namento o Certificato di campionache contenga il campionamento. Con mento. Il verbale, generalmente, è un questo requisito Accredia sottolinea documento che si redige in presenza che il laboratorio può essere accredita- della controparte, motivo per cui, perto per il campionamento attraverso la sonalmente, sarei favorevole a chiaprova accreditata. Precisato ciò il marlo rapporto. requisito è facile da applicare. Il terzo requisito recita: “se il laboratoIl secondo recita: “se il campionamen- rio esegue il campionamento, ma queto è eseguito dal laboratorio, è racco- sto è escluso dall’accreditamento, il

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NUOVI SCANNER OTTICI A LUCE STRUTTURATA PrimeScan è la linea di scanner ottici 3D a luce strutturata di Hexagon, che si propone come interessante soluzione per digitalizzare componenti industriali in modo semplice e preciso. PrimeScan sfrutta una collaudata tecnologia “a frange”, che offre un’elevata intensità luminosa e la massima qualità di proiezione. La struttura compatta degli scanner ottici 3D (grandi quanto un foglio di carta A4) e leggera (il loro peso è inferiore a 4 Kg), abbinata a una ridotta distanza di lavoro, rendono PrimeScan ideale per la scansione in particolari aree applicative (es. su desktop o in pezzi piccoli e di difficile accesso in ambiente industrial) e anche per l’utilizzo su robot. VAI AL VIDEO DIMOSTRATIVO. Il proiettore, particolarmente potente,

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COMMENTI ALLE NORME

rapporto di prova deve riportare questa esclusione ed il campionamento dev’essere indicato come non oggetto di accreditamento”. Nel requisito si prescrive con due frasi diverse la stessa cosa. Il modo di applicarlo è quello di riportare nel Rapporto/Certificato la frase “il campionamento non è accreditato”. Questo requisito, a me che sono portato a pensar male, ha fatto sorgere alcune domande. È possibile che si possa eseguire un campionamento non accreditato per una prova accreditata? Un laboratorio può avere una prova accreditata, che contenga al suo interno un campionamento non accreditato? Che interesse può avere un laboratorio ad accreditare una prova senza accreditare il campionamento necessario per poter effettuare la prova? Questa volta mi astengo dall’esprimere un giudizio. Il quarto requisito recita “quando rilevante per l’interpretazione dei risultati, oltre alla data dev’essere riportata l’ora del campionamento”. Ci sono delle prove, come ad esempio quelle sulle derrate alimentari, dove anche l’ora è importante ai fini della prova. Il requisito è banale da applicare. consente di scansionare superfici lucide e nere senza doverle prima trattare; i puntatori laser integrati dello scanner, inoltre, rendono estremamente semplice il posizionamento dell’oggetto da misurare. Tramite robot e accessori, infine, è possible sia la misura automatica sia la semplice acquisizione dati in volume estesi. PrimeScan può essere configurato con risoluzioni della fotocamera e campi di misura diversi, a seconda della risoluzione e precisione richiesta. Lo scanner a luce bianca è disponibile in otto configurazioni fisse, che permettono di selezionare lo strumento ottimale per la particolare operazione di digitalizzazione. Hexagon propone anche altri modelli di scanner a luce strutturata, più adatti a specifiche applicazioni: Stereoscan neo, SmartScan e Partinspect L. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


STORIA E CURIOSITÀ

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Mario Savino

Storia del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche (GMEE) Sesta parte – Gli anni del consolidamento

SIXTH PART: THE STRENGHTENING YEARS The paper follows the fifth parts of the history of GMEE (Group of Electrical and Electronic Measurements) published on Tutto_Misure. It refers to the years from 1992 to 1993, related to the first part of Andrea Taroni Presidence with Mario Savino as secretary. Those years required many meetings to strengthen the didactic organization following the “Ruberti Reform” of the Italian University. This is the reason why the sixth part of this story is covering only the first years of Andrea Taroni Presidence. RIASSUNTO L’articolo è il seguito delle prime cinque parti della storia del GMEE (Gruppo di Misure Elettriche ed Elettroniche) pubblicata su Tutto_Misure. Fa riferimento agli anni che vanno dal 1992 al 1993, i primi della presidenza del gruppo da parte di Andrea Taroni con Mario Savino come segretario. Quegli anni richiesero molte riunioni per il consolidamento dell’organizzazione didattica seguita alla “Riforma Ruberti” dell’Università italiana. Questo è il motivo per cui la sesta parte di questa storia riguarderà solo i primi anni della presidenza di Andrea Taroni. INTRODUZIONE

Come riportato nelle parti precedenti di questa storia, Andrea Taroni, che aveva ricoperto la carica di segretario durante la presidenza di Luigino Benetazzo, fu eletto quarto presidente del GMEE, con Mario Savino segretario. Gli anni della presidenza Taroni furono di completamento della transizione dall’area industriale a quella dell’informazione e di consolidamento della struttura organizzativa del gruppo. Il lettore che ha avuto la bontà e la pazienza di leggere le puntate precedenti di questa storia saprà che alla sua costituzione i docenti del GMEE, nelle diverse sedi universitarie, insegnavano prevalentemente Misure Elettriche. Erano professori di estrazione elettrotecnica e le misure rappresentavano un’applicazione sperimentale di fenomeni elettrici, come ad esempio avveniva nella disciplina, molto diffusa, “Misure sulle macchine e sugli impianti elettrici”. Con l’ingresso nel GMEE dei misuristi elettronici e, soprattutto, con la presidenza di Luigino Benetazzo, insieme con il contributo

rispetto al passato consisteva nel fatto che dall’uso di un semplice strumento analogico, deputato alla misura di una sola grandezza (o, con il multimetro, a diverse grandezze della stessa natura), si era passati alla possibilità di realizzare uno strumento universale, in grado di misurare qualsiasi grandezza. Era sufficiente servirsi del sensore più idoneo e adattare la catena di misura al valore del segnale a esso in uscita. Quando, poi, dal 1987 fu disponibile la prima versione del programma LabVIEW (Laboratory Virtual Instrument Engineering Workbench) della National Instruments, si ebbe un comune standard di riferimento per la gestione e l’elaborazione dei dati acquisiti. A sottolineare l’importanza che il gruppo riponeva in questo nuovo programma, si fa presente che l’Unità GMEE del Politecnico di Milano fu la seconda in Europa a dotarsi di un sistema di acquisizione ed elaborazione dati multicanale basato su LabView, preceduta solo di pochi giorni da una delle Grandes Écoles parigine. Vi fu un ritardo causato dalla necessità di attendere l’autorizzazione alla riduzione dell’IVA (sempre per risparmiare fino all’ultimo centesimo!). Senza quel “piccolo” intoppo l’Unità milanese del GMEE sarebbe stato il primo gruppo di ricerca sulle misure a poter utilizzare LabView in Europa. Importante fu, quindi, la scelta fatta dai padri fondatori del GMEE, in particolare da Camillo Bussolati e Italo Gorini, di considerare i sensori fondamentali per lo sviluppo delle misure. Bussolati, in particolare, chiese a Taroni, esperto di sensori, di aderire al GMEE fin dalla sua nascita, consentendo in tal modo l’acquisizione di competenze esterne con una stretta connotazione di

di Carlo Offelli suo collega della sede di Padova, si ebbe quella transizione culturale, esaminata nelle precedenti ultime due parti di questa storia. Si era realizzata quella che si può definire una rivoluzione copernicana di tipo teorico; ciò che interessava non era più soltanto il valore dell’oggetto della misura (prevalentemente di natura elettrica: la tensione, la corrente, la potenza, l’impedenza, ecc.), ma erano le nuove modalità con cui si misuravano grandezze di svariata specie. Il passaggio cruciale fu dallo strumento analogico a quello digitale o, come alcuni colleghi allora preferivano dire, al numerico. Si prendeva in esame il segnale proveniente dall’oggetto in prova e si cercava, con la maggiore precisione e accuratezza possibili, di estrarne tutte le informazioni necessarie in relazione allo scopo che ci si era prefissato. Elemento portante della catena di misura era il sensore. Il segnale da esso prelevato, in genere di natura analogica, era convertito in digitale e successivamente elaborato e presentato in diverse forme o trasmes- Politecnico di Bari so a stazioni remote. La differenza mario.savino@poliba.it T_M

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GMEE fu crescente, con un incremento eccezionale delle ricerche in quel campo. Fu possibile, mediante i sensori, sintetizzare l’essenza della scienza delle misure, inerente agli errori e all’incertezza, con la sperimentazione sulla nuova strumentazione digitale. Al giorno d’oggi la sensoristica continua a interessare ambiti della vita quotidiana sempre più estesi e, a livello accademico, ha avuto un incredibile seguito da parte di tutti i gruppi di ricerca, molti dei quali ne hanno rivendicato primogeniture spesso inesistenti. Purtroppo chi utilizza un sensore senza avere gli erudimenti di misure, raramente si preoccupa sia di esaminare come l’inserimento di questo nella catena di misura ne possa alterare l’accuratezza complessiva, sia di valutare l’incertezza di misura, sia di quando e come effettuare la taratura del sensore. A testimonianza dell’importanza che i ricercatori del GMEE hanno sempre dato alla sensoristica, basta ricordare l’articolo “The metrological description of transducers”, molto apprezzato, di Italo Gorini all'8° Congresso

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carattere misuristico. Andrea Taroni nel 1986 era passato dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Modena a quello di Elettronica dell’Università di Brescia, dove diede vita con successo a un gruppo di ricerca sui sensori. Egli, per le sue competenze non solo scientifiche ma anche organizzative, ricoprì diverse cariche accademiche, prima di Direttore del Dipartimento di Elettronica per l’Automazione dell’Università di Brescia, poi dal 1993 al 2000 di Preside della Facoltà d’Ingegneria di quella Università e, dal 2007 al 2011, di Rettore dell’Università “Carlo Cattaneo” (LIUC), Castellanza. Con Taroni fu consolidato l'inserimento dei sensori tra le materie del gruppo misure, con il titolo di “Sensori e Trasduttori”, e si incrementò nelle diverse sedi l’attività di ricerca in questo settore. Durante la sua presidenza, precisamente nel settembre 1994, Andrea Taroni ebbe anche il tempo di curare un utile testo di raccolta di articoli di docenti e ricercatori italiani dal titolo “Sensori per il monitoraggio ambientale”. L’interesse per la sensoristica tra i componenti del

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STORIA E CURIOSITÀ

AVIATRONIK ENTRA NEL GRUPPO TRESCAL: UNA SCELTA PER LO SVILUPPO La società varesina, fra i principali player italiani

delle misure in ambito avionico, elettrico ed elettronico, entra nel gruppo francese, leader nel settore delle tarature strumenti di misura Aviatronik S.p.A., nell’ottica di rafforzare e ampliare il mercato acquisito in oltre quarant’anni di Storia fatta di competenza tecnica e specializzazione, ben rappresentate dal noto marchio, ha deciso di entrare a far parte del gruppo internazionale Trescal, leader nel settore delle tarature. La presenza capillare sul territo-

L’ing. Massimo Rebellato (Direttore Generale Aviatronik S.p.A.)

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L’ing. Giovanni Musatti (Amministratore Delegato Trescal S.r.l.)

Mondiale IMEKO nel maggio 1979. Egli sottolineò come in quegli anni vi era stato un notevole progresso tecnologico nella realizzazione dei sensori, impiegati in molte applicazioni, con un miglioramento crescente della loro affidabilità e precisione, oltre che delle prestazioni e della sicurezza. Italo si soffermò anche sull'estrema importanza della taratura dei sensori inseriti negli strumenti di misura. Fu lui, come ricordato nella prima parte di questa storia, nel 1981, durante la terza riunione del GMEE, a essere nominato responsabile del settore di ricerca sensori e trasduttori. Degno di nota è anche il capitolo scritto da Italo Gorini: “Le misurazioni tramite trasduttori con uscita elettrica” nel libro curato dai suoi amici e colleghi E. Arri e S. Sartori: “Le misure delle grandezze fisiche”, Paravia Editore. Per avvalorare l’interesse del GMEE alla sensoristica mi sia permesso, gentili lettori, ricordare (non per adulazione personale, ma solo e unicamente per dovere di cronaca e verità) che chi scrive fu nominato coordinatore dal

rio e la gamma di competenze tecniche trasversali di Trescal, unite alle eccellenze verticali di Aviatronik nei settori Space & Defence, potranno dare un nuovo impulso a reciproche sinergie, ampliando la gamma di servizi di taratura e rispondendo in maniera completa e altamente qualificata anche alle richieste dei clienti più esigenti. Entrare a far parte del gruppo Trescal consentirà ad Aviatronik una maggiore capacità di investire, anche sotto il profilo finanziario, nonché di poter rispondere ancora meglio alle esigenze internazionali dei suoi clienti più importanti. La continuità della qualità dei prodotti e servizi è garantita dal fatto che le persone di riferimento, il management nonché le sedi, gli indirizzi, la partita Iva, i numeri telefonici e indirizzi mail di Aviatronik spa rimarranno i medesimi. AVIATRONIK Da oltre 40 anni Aviatronik si occupa della taratura e manutenzione di strumenti e apparecchiature nel settore avionico. Centro SIT n. 019 dal 1982, divenuto poi LAT n. 019 nel 2011, il suo laboratorio interno effettua circa 13.000 tarature l’anno di strumenti elettrici ed elettronici e di strumenti meccanici (grandezze dimensionali, forza, temperatura, pressione, massa). Grazie alla tecnologia di cui dispone e al know-how acquisito, Aviatronik si configura come partner ideale per le imprese e organizzazioni che desiderano assicurarsi il massimo della qualità, anche in outsourcing. TRESCAL Azienda leader nel settore delle tarature, con accreditamenti in tutti i principali segmenti industriali. Centro di taratura accreditato LAT n. 002/ LAT n. 011/ LAT n. 051/ LAT n. 110/ LAT n. 174, effettua circa 150.000 tarature all’anno (dimensionale, accelerometria, forze e coppie, masse, temperatura e pressione, umidità relativa, grandezze elettriche LF e HF, gas flow, acustica). Con le proprie 9 sedi e capacità tecniche accreditate anche presso i siti dei clienti, Trescal rappresenta la soluzione “one-stop-shop” per le imprese e le organizzazioni che necessitano servizi altamente qualificati e di prossimità.


N. 02 ; 2022 LA COSTITUZIONE DELLA COMMISSIONE DI COORDINAMENTO

Il 17 dicembre 1992 si tenne nel Dipartimento di Elettrotecnica del Politecnico di Milano un Consiglio Scientifico (CS) del gruppo. La prima parte fu dedicata alla definizione dei compiti della Commissione di Coordinamento (CdC) i cui componenti designati (L. Benetazzo; A. Brandolini; M. D’Apuzzo; F. Ferraris; I. Gorini; G. Iuculano; D. Mirri; A. Langella; C. Offelli; M. Rinaldi; M. Savino; E. Zappitelli) sarebbero stati invitati ai CS nel caso

non ne avessero fatto parte, in quanto non rappresentanti di sede. Taroni propose di suddividere la CdC in tre sottocommissioni; 1) Didattica (Savino coordinatore, Brandolini, Ferraris, Iuculano, Mirri, Offelli, Zappitelli) con i compiti di seguire nelle varie sedi la presenza degli insegnamenti di misure nei Corsi di Laurea e di Diploma; 2) Relazioni esterne (Benetazzo coordinatore, Gorini, Langella, Rinaldi, Savino) con il compito di seguire l’evoluzione dell’area K (Scienze e Ingegneria dell’Informazione) e della presenza del GMEE al suo interno; 3) Attività di ricerca e interne (Benetazzo e Taroni coordinatori, D’Apuzzo, Ferraris, Langella, Rinaldi) con i compiti sia di rilanciare la presenza dei curricula di misure nei dottorati di ricerca, sia di coordinare i PRIN 40% e le relative unità di ricerca, sia di definire eventuali nuove linee di ricerca. La CdC è oggi contemplata nello statuto dell’Associazione GMEE, come sarà chiarito nelle prossime puntate, e, ad avviso di chi scrive, ha contribuito in modo significativo alla capillare diffusione della cultura misuristica su tutto il territorio nazionale. Si passò poi all’esame delle richieste di costituzione di nuove Unità di ricerca del GMEE, avanzate da Maurizio Caciotta per la III Università di Roma, da Giovanni Betta per l’Università di Cassino e da Pasquale Daponte per l’Università della Calabria (Unical). La decisione fu rimandata al successivo CS dopo l’istruttoria della terza sottocommissione della CdC. Per quanto riguardava la sede della Riunione Annuale GMEE del 1993 non fu approvata la proposta di Furioli di unificarla con quella AEI che si sarebbe svolta ad Ancona, mentre fu accettata la disponibilità manifestata da Taroni e Marioli di tenerla a Brescia, configurandola come un convegno scientifico interno al gruppo. Era infatti importante, attraverso la presentazione di relazioni di settore, consentire la verifica di attività di ricerca comuni a diverse sedi, favorendo forme di collaborazione scientifica, anche in vista della partecipazione a progetti a carattere nazionale e internazionale. Per quanto atteneva ai progetti di rilevante interesse naziona-

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1989 della linea sensori ottici nel sotto progetto “sensori e attuatori” del “Progetto Finalizzato Robotica” del CNR. Inoltre egli è anche autore del libro dal titolo “Fondamenti di scienza delle Misure” edito nel 1992 per i tipi della NIS (Nuova Italia Scientifica). In esso, accanto alla strumentazione digitale con la conversione analogica digitale, già presente nei testi di Benetazzo e Offelli, ben cinque capitoli sono stati dedicati ai sensori. Un ulteriore merito della presidenza di Taroni fu quello di promuovere nel GMEE un’area di ricerca nel campo delle misure optoelettroniche che, attraverso i metodi interferometrici, consentono di ottenere livelli elevatissimi di risoluzione, precisione e accuratezza. Si può con soddisfazione affermare che le competenze acquisite nel GMEE, insieme con quelle dei gruppi di ricerca dell’MMT (misure meccaniche e termiche), con i quali ci si è consociati, rappresentino in Italia, al giorno d’oggi, un patrimonio di conoscenze nel campo delle misure e della metrologia che non solo ha riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, ma è utilizzabile come servizio alle aziende per la loro crescita nella competizione imposta dalla globalizzazione. Nel seguito si racconta soprattutto della fase organizzativa della Commissione di Coordinamento del GMEE, della morte di Italo Gorini e dei primi problemi nel campo della teledidattica, legati alla istituzione del Consorzio Nettuno.

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le MURST PRIN 40%, il coordinatore Benetazzo si lamentò dei finanziamenti sempre più esigui e delle richieste sempre più pressanti di altre unità operative del GMEE, che chiedevano di far parte del progetto (si era arrivati già a sedici). Era necessario fare una selezione delle unità afferenti, per evitare che le quote del finanziamento per la singola sede fossero troppo esigue. Propose infine che più della metà dei fondi assegnati per il progetto PRIN 40%, relativo all’anno finanziario del 1993, in base alle pubblicazioni prodotte e seguendo la logica degli anni precedenti, andassero alle seguenti sei sedi: Bari “Politecnico” (M. Savino), Cosenza (P. Daponte), Milano “Politecnico” (A. Brandolini), Padova (L. Benetazzo), Roma “La Sapienza” (E. Zappitelli), Salerno (M. D’Apuzzo). Taroni riferì che il Ministro Antonio Ruberti aveva autorizzato per l’anno 1992-93 l’attivazione di 193 diplomi universitari; quelli dove erano previsti corsi di misure d’interesse del GMEE erano: 10 in Ingegneria Elettronica (sedi di Ancona, Bari Poliba, Cesena Bologna, Catania, Genova, Padova, Pavia, Pisa, Salerno, Ivrea Polito); 6 in Ingegneria Elettrica (sedi di Cassino, Catania, Genova, L’Aquila, Roma Sapienza, Alessandria Polito); 4 in Ingegneria Informatica e Automatica (sedi di Napoli, Palermo, Parma, Salerno); 2 in Ingegneria delle Telecomunicazioni (Aosta Polito, Cesena Bologna, Siena). Da questo esame emergeva chiara la prevalenza di Diplomi nell’area di Scienze e Ingegneria dell’Informazione rispetto a quelli dell’area Industriale Elettrica, con la conseguenza di poter contare su un maggior numero d’insegnamenti per il GMEE e quindi di diffondere la cultura delle misure a un più ampio bacino d’utenza. Il CS si chiuse con la comunicazione della lettera che aveva inviato Italo Gorini, annunciando le sue dimissioni da Deputy Chairman dell’IMEKO TC4, con la proposta che fosse chi scrive questa storia a sostituirlo. Il CS accolse la proposta all’unanimità. Sergio Sartori, che con Luigino Benetazzo era il responsabile scientifico del congresso T_M  113


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mondiale IMEKO che si sarebbe tenuto a Torino nel 1994, chiese a Mario Savino di farsi carico anche della keynote sullo stato dell’arte della ricerca sulla strumentazione di misura. Il rapporto di colleganza e amicizia tra Italo e chi scrive era molto forte: iniziato nel 1979 a Mosca durante il Congresso Mondiale IMEKO, si era rafforzato negli anni successivi. I ricordi sono tanti, a iniziare sempre dal 1979 quando all’aeroporto di Mosca, mentre si rientrava in Italia, Italo assistette amichevolmente Athos Bray, suo collega torinese, che si sentì un po’ male a causa del viaggio stressante. Per comprendere il carattere di Italo, la sua serietà e il desiderio di essere comprensibile a tutti, si riporta una frase del suo ultimo intervento tenuto a Firenze per il Convegno GMEE del 1992: “Questa mia relazione ha volutamente un taglio didattico, nel senso che mi sono sforzato di non parlare solo per super-specialisti, anche se alcuni dei suoi destinatari troveranno superflue molte delle mie precisazioni; ho però preferito che questi ultimi, ciascuno

NEWS STATGRAPHICS CENTURION 19.3: SEMPLICE, POTENTE E IN ITALIANO

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STORIA E CURIOSITÀ

per gli argomenti di propria competenza, mi trovino noioso, piuttosto che altri mi giudichino incomprensibile”. Rileggere, poi, la lettera personale, inviata nel dicembre del 1992 da Italo ad Adam Fiock (allora Chairman del TC4 IMEKO) per comunicargli il suo stato di salute e le sue decisioni in merito alla sua sostituzione nel TC4, crea a chi scrive sempre molta inquietudine. Italo, già durante la riunione annuale del GMEE di quell’anno a Firenze, aveva iniziato ad accusare i primi sintomi della malattia che, in seguito, lo costringerà per un po’ di tempo sulla sedia a rotelle. Ritornato a Torino, si era sottoposto a una serie di accertamenti che confermarono la gravità del male che lo affliggeva. IL RUOLO DELLE SOTTOCOMMISSIONI

Il 12 febbraio 1993 si tenne a Milano, presso il Dipartimento di Elettrotecnica del Politecnico, la convocazione della Sottocommissione Didattica della CdC-

GMEE presieduta da Mario Savino. Nonostante il passaggio nella nuova area K, non vi erano state per il GMEE variazioni alla tabella XXIX allegata al DPR del 20 maggio 1989, che prevedeva, come i lettori di questa storia ricorderanno, solo nel CdL (Corso di Laurea) in Ingegneria Elettrica un’unità obbligatoria di MEE (Misure Elettriche ed Elettroniche), mentre nell’area dell’informazione era a scelta con Automatica nel CdL in Elettronica e con Telecomunicazioni nell’omologo CdL. Inoltre Domenico Mirri fece presente che i presidenti dei CdL Elettrici avevano avanzato già una proposta di variazione della suddetta tabella, aggiungendo un gruppo di discipline, tra cui era possibile sceglierne una, caratterizzanti la laurea in Ingegneria Elettrica (in alcune sedi ancora Elettrotecnica). Ebbene, tra queste mancava l’unità di Misure. Non era chiaro se fosse una dimenticanza o una sciocca ripicca per la mancata inclusione degli SSD elettrici nell’area K. Taroni inviò una lettera di protesta, indirizzata anche ai rappresentanti d’Ingegneria del CUN

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come fattore per la qualità nell’industria e nei servizi”, organizzata dal gruppo specialistico “Misure e strumentazione” dell’AEI, che si sarebbe tenuto il 17 giugno 1993 presso la FAST di Milano, sia l’invio di memorie per la 94a Riunione Annuale AEI, prevista ad Ancona dal 3 al 6 ottobre dello stesso anno. A significare il contributo del GMEE alle attività dell’AEI, si ricorda che Taroni inviò un fax a tutte le Unità territoriali GMEE per ricordare le due iniziative e sollecitare l’invio di articoli. Il 2 marzo 1993 si tenne sempre a Milano, ospiti di Brandolini, un CS che riprese molti dei temi trattati nelle riunioni delle sottocommissioni della CdC. Taroni diede lettura di una lettera di Giuseppe Biorci, presidente del CNR, che comunicava la scadenza del 15 maggio 1993 per l’invio di nuovi “Progetti Speciali” biennali. Era fissato in quattro per progetto il numero minimo di Unità Operative, a ciascuna delle quali sarebbe stato corrisposto un finanziamento minimo di 25 M£. Taroni, in assenza di Savino, bloccato a Bari per uno sciopero dei controllori di volo, comunicò le decisioni della sottocommissione didattica in merito sia alle richieste di variazione della Tabella XXIX sia ai nuovi diplomi universitari. Il CS diede mandato a Taroni d’inviare ai presidenti dei gruppi CNR dell’Area K, a Svelto e Antonelli, la richiesta di modifica della Tabella XXIX rendendo obbligatoria un’annualità di “Misure Elettriche ed Elettroniche” in tutti i CdL afferenti a quell’Area. Questa rivendicazione non era fine a se stessa o semplicemente di bandiera, ma sosteneva la necessità di fornire agli studenti universitari una solida preparazione nel campo delle misure, della cui importanza, per la produzione industriale e per la commercializzazione dei prodotti, i lettori di Tutto_Misure sono certamente consapevoli. La correttezza delle scelte operate in tutti quegli anni dai componenti del GMEE è testimoniata dalla soddisfazione di coloro che si laureano con tesi in misure, per i riconoscimenti ottenuti e per la facilità con cui si inseriscono nel mondo del lavoro, non solo in Italia ma anche all’estero.

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(Consiglio Universitario Nazionale) Vito Svelto ed Enrico Antonelli, sottolineando come in molte sedi sussisteva la tradizione per i Corsi di Laurea Elettrici di rendere obbligatoria una seconda disciplina di Misure. Svelto, in una lettera a Benetazzo e a tutti i presidenti dei gruppi di area elettrica ed elettronica, aveva chiarito molto bene che, nonostante il parere di quasi tutte le Facoltà d’Ingegneria fosse stato ampiamente favorevole all’estensione all’area K dei raggruppamenti elettrici e unanime per quello di Elettrotecnica, la proposta era stata bocciata dal Consiglio generale del CUN. Nella votazione i voti favorevoli erano risultati in numero superiore ai contrari, ma la proposta non era passata a causa dell’elevato numero di astenuti, il che non aveva permesso di raggiungere il quorum necessario per l’approvazione. Non dipendeva certo dal GMEE questa mancata inclusione, dovuta esclusivamente alla netta opposizione del Comitato di Scienze, come chiaramente documentato nelle parti precedenti di questa storia. Mirri e Offelli suggerirono anche di verificare la possibilità d’inserire “Misure Elettriche ed Elettroniche” fra le materie integrative per il CdL in Ingegneria Gestionale. I diplomi universitari stavano suscitando molto interesse specie nella Facoltà d’Ingegneria, ma anche i fisici ne proponevano uno in “Metodologie Fisiche”, dove era prevista la presenza di unità di misure. Era il caso che il GMEE manifestasse compiacimento e disponibilità a tenere corsi per tale diploma e anche pubblicizzasse l’orientamento misuristico in “Ingegneria della qualità” per il diploma in Ingegneria Elettrica. Per il coordinamento dei programmi d’insegnamento di misure Savino ricordò il contributo che i colleghi Rea, Langella, Taroni e Betta avevano dato negli anni precedenti alla costituzione della banca dati degli insegnamenti di MEE, attivati nelle diverse sedi universitarie. Per valorizzare il lavoro svolto si decise di attenersi a un format prestabilito. Furioli, presente alla riunione su invito di Brandolini, sollecitò sia la partecipazione alla giornata di studio su “La strumentazione di misura

STORIA E CURIOSITÀ

Taroni lesse una lettera di Antonio Lepsky, professore di Automatica all’Università di Padova, presidente del CIRA (ora SIDRA – Società Italiana Docenti e Ricercatori in Automatica), che faceva presente la scadenza dei rappresentanti d’Ingegneria in seno al CUN e avanzava le candidature di docenti della sua area. Taroni ricordò e ribadì la scelta, operata in passato dal GMEE, di completa libertà di voto per i propri membri, anche se auspicava forme di rotazione nel CUN, in modo da assicurare un corretto criterio di rappresentanza dei diversi settori dell’Ingegneria. Per la costituzione di nuove Unità Locali del GMEE, con la relativa rappresentanza in seno al CS, si decise che la loro consistenza minima fosse di tre ricercatori a tempo pieno, di cui almeno due appartenenti al raggruppamento K10X. Si stabilì la strutturazione della Riunione Annuale del GMEE, che si sarebbe tenuta a Brescia dal 16 al 18 settembre di quell’anno. Si discusse anche di modificare la dizione dell’evento, che si decise d’intitolare XI Congresso Nazionale, avendo operato la scelta di organizzarlo con presentazioni orali e a poster. Fu nominato sia il Comitato Scientifico per la selezione delle memorie e dei poster, sia il Comitato Organizzatore, con Franco Docchio come segretario. Benetazzo diede lettura delle assegnazioni PRIN 40%, comunicategli dal MURST, relative all’esercizio finanziario 1992: Bari (M. Savino 32 M£); Bologna (D. Mirri 32 M£); Brescia (C. Bussolati 12 M£); Cassino (A. Langella 12 M£); Firenze (G. Iuculano 12 M£); Milano Politecnico (A. Brandolini 12 M£); Napoli (F. Cennamo 12 M£); Padova (Benetazzo 32 M£, coordinatore); Palermo (S. Nuccio 32 M£); Pavia (A. Bossi 12 M£); Pisa (A. Moretti 12 M£): Roma “La Sapienza” (E. Zappitelli 12 M£); Salerno (M. D’Apuzzo 32 M£); Torino Politecnico (F. Ferraris 12 M£); Trieste (C. Mangiavacchi 12 M£). Il 26 aprile 1993 a Roma, presso il Dipartimento d’Ingegneria Elettrica, si tennero in sequenza tre riunioni. Al mattino si riunì prima il Comitato Scientifico dell’XI Congresso Nazionale per T_M  115


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NEWS

NUOVA SERIE DI GIUNTI DI FORZA CON CONNETTORE La serie di celle di carico a giunto di forza LCM, ampiamente utilizzata in applicazioni di testing e controllo di processo, si arricchisce di una nuova versione. FUTEK Advanced Sensor Technology (rappresentata in Italia da DSPM Industria srl) ha realizzato una gamma di celle di carico che utilizzano il connettore affiancandole alle unità con uscita cavo. Lo scopo è quello di offrire una maggiore flessibilità nell’integrazione del sensore di forza offrendo al contempo maggiore grado di protezione IP67 e la possibilità di sostituire il cavo in caso di danneggiamento dello stesso. Realizzata in acciaio 17-4 PH, la serie LCM garantisce elevata robustezza e resistenza alle abrasioni; le elevate rigidezze per-

mettono risposte in frequenza superiori ai 3 kHz. Applicazioni nel testing e nei controlli di processo. Alcune caratteristiche: Range di misura da 10 N a 100 kN; Alimentazione 18 Vdc max; Uscita elettrica estensimetrica 2 mV/V a ponte completo; Grado di protezione IP67. CLICCA QUI per approfondire. RICHIEDI QUI ulteriori informazioni.

PRODUZIONE DI CEROTTI VACCINALI INTELLIGENTI CON ELEMENTI PIEZOELETTRICI Da secoli, ormai, somministrare vaccini è fondamentale nella prevenzione delle infezioni virali o batteriche. Le politiche di vaccinazione hanno ridotto notevolmente i casi d’infezione in tutto il mondo, addirittura eradicando alcune malattie, e sempre più importanti in questo contesto sono le moderne tecnologie: una di queste applicazioni di nuova generazione è rappresentata dai cerotti vaccinali, e la tecnologia piezoelettrica può giocare un ruolo importante nella loro produzione. Nuova tecnologia: cerotti vaccinali Durante la vaccinazione, i microrganismi uccisi o indeboliti, le tossine o le proteine sono di solito iniettati per via intramuscolare nel corpo con siringhe. Essi generano una risposta immunitaria nel paziente nei confronti di specifiche malattie. Poiché la somministrazione di vaccini è una sfida costante per il personale medico di tutto il mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo con infrastrutture mediche carenti, il nuovo concetto di cerotti per vaccini apre numerose possibilità. I cerotti per vaccini sono costituiti da un piccolo cerotto in polimero, con micro-aghi incorporati di circa 200-300 µm di altezza. Quando il cerotto viene applicato, gli aghi vengono infilati nella pelle e il vaccino, che si trova sulla punta degli aghi, viene iniettato direttamente. A differenza della vaccinazione con le siringhe, i cerotti per il vaccino escludono virtualmente l'infezione, ad esempio in caso d’incidenti con l'ago. Esistono diversi tipi di micro-aghi, alcuni dei quali si dissolvono nella pelle nel tempo dopo aver rilasciato il vaccino. I cerotti per vaccini sono facilmente distribuibili anche in zone rurali remote e possono essere applicati senza l'aiuto di operatori sanitari. Inoltre, richiedono meno della metà del dosaggio dei vaccini convenzionali: più cellule immunitarie si trovano negli strati cutanei che sono penetrati dai micro-aghi, quindi una dose di vaccino più bassa produce una risposta immunitaria equivalente. Probabilmente il più grande vantaggio che questa forma di vaccinazione offre è la durata: durante il processo di produzione, il vaccino sui microaghi viene essiccato, conservando la sua potenza fino a un anno a temperature fino a 40 °C, senza bisogno di raffreddamento. Questo apre nuove possibilità di vaccinazione, soprattutto nei paesi con clima tropicale. Precisione piezoelettrica per l’erogazione di gocce su microaghi Durante il processo di produzione dei cerotti per il vaccino, sulla punta dei micro-aghi vengono erogate minuscole goccioline di vaccino liquido. La tecnologia piezoelettrica è utilizzata per gene-

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rare goccioline molto piccole e molto rapidamente: gli attuatori utilizzati per i dispositivi di erogazione di nanolitri o picolitri, come le testine di stampa, devono lavorare ad alte frequenze operative fino a diversi kHz, producendo allo stesso tempo l’energia cinetica necessaria per generare minuscole goccioline. I componenti piezoelettrici e gli attuatori sono prodotti adatti a queste impegnative richieste: l’effetto piezoelettrico si basa sull a generazione di cariche attraverso l’applicazione di forza da parte di un cristallo, e viceversa; pertanto i componenti piezoelettrici lavorano con spostamento istantaneo, applicando semplicemente una tensione. Questi componenti funzionano per lo più con un basso consumo energetico e mostrano resistenza e affidabilità, aspetti che li rendono adatti a essere utilizzati per l’erogazione di testine di stampa. Per generare ed erogare mediante tecnologia a getto d’inchiostro gocce precise fino a volumi di pochi picolitri, un capillare di vetro viene posto all'interno di un tubo piezoelettrico. Il dosaggio con questo metodo è completamente privo di contatto, individuando le goccioline più fini sulla superficie, permette di dosare i farmaci senza contaminazione e le testine di stampa sono facilmente pulibili o sterilizzabili. Gli attuatori piezoelettrici, ad esempio PICMA® Stack, offrono un'alternativa ai tubi piezoelettrici: producono goccioline finissime di vaccino su array di micro-aghi, con velocità e precisione molto elevate quando vengono usati all’interno di una testina di stampa. Questi attuatori si caratterizzano per la loro eccezionale durata: funzionano in modo affidabile per molti anni, anche in sistemi complessi. PI Ceramic, società leader in quest’ambito, grazie al proprio ormai trentennale know-how nella caratterizzazione e assemblaggio di componenti, si propone come supporto ai clienti non solo riguardo alla produzione degli elementi piezo ma anche nelle applicazioni di dosaggio impegnative o nel collegamento elettrico dei componenti, incluse tutte le fasi d’integrazione e produzione del dispositivo finito. CLICCA QUI per ulteriori informazioni.


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IL CONSORZIO NETTUNO

Si discusse molto del Consorzio Nettuno (Network Tecnologico per L’Università Ovunque), come si ricorderà, promosso dal MURST per la realizzazione di Corsi Universitari a Distanza, in attuazione dell’art. 11, comma terzo della legge n. 341 del 19 novembre 1990 (cosiddetta legge Ruberti). L’obiettivo iniziale fu quello di realizzare diplomi universitari, diffondendoli a distanza mediante reti radiotelevisive e telematiche. Al Consorzio aderirono tutti e tre i Politecnici, molte Università e istituzioni non accademiche, quali la Rai, Confindustria, IRI, Telespazio e la SIP (Società idroelettrica piemontese che nel 1964 si trasformò in Società Italiana per l'Esercizio delle Telecomunicazioni; nel 1994 con la fusione tra la SIP e le società del gruppo Stet, come previsto dal riassetto delle telecomunicazioni fatto dall’IRI, divenne Telecom Italia – oggi Tim). L’articolazione degli studi del diploma teledidattico di durata triennale era di tipo semestrale, con trenta moduli complessivi, con alcuni moduli accorpati ai fini dell’esame, come avveniva per gli altri diplomi universitari dei quali aveva lo stesso valore legale. Si auspicava che anche le lauree fossero organizzate, in modo analogo, con gli insegnamenti in moduli semestrali per favorire il passaggio da un corso di diploma a quello di laurea, o viceversa. Per i diplomi Nettuno erano previste 1.200 h di lezione, 500 h di esercitazioni e 500 h per i laboratori. Ferraris relazionò sull’organizzazione del consorzio, che vedeva la sede erogatrice nel Politecnico di Torino. Per le registrazioni erano utilizzati studenti che avevano seguito corsi sia di regia sia di cameramen. Le esercitazioni potevano essere svolte a casa o presso i poli tecnologici, come quello di Torino, attivati nelle varie università. Era previsto anche un corso propedeutico di matematica, per facilitare la comprensione dei successivi moduli didattici. L’allora presidente del Consorzio Nettuno era Rodolfo Zich, rettore del Politecnico di Torino, mentre il vicepresidente e direttore generale era la professoressa Maria Amata Garito, dal 1994 ordinario di Psicotecnologie della facoltà di Psicologia a “La Sapienza” – Roma. La

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la selezione delle memorie orali e a poster, seguito da un CS e nel pomeriggio dalla sottocommissione didattica, alla quale erano invitati anche gli altri componenti della CdC. Tutti i lavori del Congresso di Brescia furono suddivisi nelle seguenti 9 “Aree di Afferenza”: CAR (Caratterizzazione e taratura di componenti e sistemi); DIA (Diagnostica di circuiti e sistemi); ELA (Elaborazione di segnali e dati); ESP (Strumentazione intelligente e sistemi esperti); MET (Metrologia e campioni); MIS (Metodi di misura e relativa strumentazione); SEN (sensori e trasduttori); SIS (Misure sui sistemi di potenza); STA (Affidabilità e controllo di qualità). Come si vedrà nei prossimi articoli sulla storia del GMEE, la scelta di queste “Aree di Afferenza” iniziava a delineare quelle che sarebbero successivamente state le linee lungo le quali il GMEE avrebbe sviluppato le proprie ricerche. Si stabilirono per ogni area i gruppi di colleghi che avrebbero provveduto alla selezione. Durante il CS Taroni comunicò la costituzione di tre nuove Unità territoriali con i relativi responsabili: Cassino (Giovanni Betta), Genova (Gianfranco Coletti), mentre per l’unità di Roma III fu nominato responsabile Maurizio Caciotta. Taroni invitò tutti a partecipare a Como alla XII Giornata della Misurazione dal 17 al 18 giugno, anche se la Giornata si sarebbe parzialmente sovrapposta alla giornata di studio organizzata dal gruppo specialistico di misure dell’AEI. Per quanto atteneva agli ordinamenti didattici le notizie pervenute non davano indicazioni su possibili variazioni della Tabella XXIX. Si decise allora d’inviare non solo ad Antonelli e Svelto, ma anche ai presidi di tutte le Facoltà d’Ingegneria, le rivendicazioni proposte dal GMEE perché si optasse per una disciplina di MEE fra quelle in alternativa nei CdL d’Ingegneria Elettronica e di Telecomunicazioni. Gaetano Iuculano, Arnaldo Brandolini e Domenico Mirri sottolinearono, infatti, che molte Facoltà avevano richiesto maggiore flessibilità, rispetto ai vincoli rigidi imposti dal Ministero, nella scelta delle discipline dei vari curricula universitari.

STORIA E CURIOSITÀ

RAI trasmetteva le lezioni, della durata variabile tra 40 min e 55 min, inizialmente dalle ore 6 alle 7 su RAI 2, poi si passò a orari notturni, dalle ore 4 e 30 alle 6 su RAI 1 e dalle ore 3 alle 6 e 30 su RAI 2. Era nata l’Università per nottambuli. Al fine di scongiurare l’offerta al Consorzio, avanzata da MEDIASET, di sostituire la RAI, quest’ultima, rivendicando l’appartenenza al Consorzio, assicurò che avrebbe modificato il palinsesto delle trasmissioni, cosa che in realtà non avvenne in modo significativo. La RAI, inoltre, si impegnò in una campagna promozionale della teledidattica che, si diceva, interessò anche le suore di clausura. Le lezioni potevano essere seguite a casa dagli allievi, sia direttamente, nelle ore previste dal palinsesto, sia videoregistrando i programmi. Il Consorzio Nettuno aveva fatto partire dal 25 gennaio 1993 il primo corso del Diploma universitario a distanza in “Informatica Automatica” e l’anno successivo sarebbe stato attivato anche Telecomunicazioni. Nel piano di studi d’informatica e automatica era previsto al terzo anno un modulo di Misure Elettroniche. Furono individuati in F. Ferraris, C. Offelli e A. Taroni coloro che avrebbero preso contatti con il Consorzio Nettuno per gli insegnamenti di misure. Inoltre Ferraris riferì che Zich stava spingendo per la definizione di standard tali da permettere la valutazione del livello di preparazione sia dei diplomati sia dei laureati, considerando soprattutto la loro capacità d’inserimento nel mercato del lavoro. Impegnative erano anche le modalità organizzative per la partecipazione degli studenti a esperienze di laboratorio, fondamentali per un corso di misure. Il Politecnico di Torino stava cercando di allestire gli spazi per poter far svolgere alcune esercitazioni di laboratorio nel suo polo tecnologico, concentrandole in un breve periodo dell’anno, con l’intento d’impiegare anche orari preserali e il sabato. Era stato fissato in 100 unità il numero massimo di allievi che potevano immatricolarsi il primo anno; la tassa d’iscrizione era di 200 k£ al primo anno e di 140 k£ per gli anni successivi (con una maggiorazione per le famiglie più abbienti di 36 k£ destinata al fondo di diritto allo studio della Regione Piemonte), mentre T_M  117


per l’esame di diploma e il suo rilascio era previsto un contributo da versare di 310 k£. È da sottolineare l’evoluzione che ha avuto negli anni il Consorzio Nettuno, con la figura preminente della Garito, che nel 2005 diventò rettore dell’Università telematica Internazionale Uninettuno, istituita il 15 aprile di quell’anno con Decreto Legislativo “Definizione delle norme generali sul dirittodovere all'istruzione e alla formazione” dell’attuale MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca). La Uninettuno Foundation, che ha dato vita a un’Università telematica internazionale, è nata in seguito al decreto MIUR del 17 aprile 2003. Questo decreto consentì l’istituzione delle “Università Telematiche”, attraverso un sistema organizzativo di Università a distanza, indipendente dalle Università statali, in contrasto con quanto era stato sancito dalla legge Ruberti. Attualmente il Consorzio organizza corsi di laurea triennali, magistrali e master in Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Beni Culturali, Psicologia e Scienze della Comunicazione. Durante il CS, Furioli relazionò sulle memorie della Riunione Annuale AEI, che si sarebbe svolta ad Ancona nell’ottobre di quell’anno. Zingales ricordò che l’anno successivo si sarebbe tenuto il Congresso mondiale IMEKO al Lingotto di Torino; la scadenza per l’invio di un abstract esteso era fissata per il 30 luglio. La quota d’iscrizione sarebbe stata orientativamente di 250 k£. Nel pomeriggio del 26 aprile, durante la riunione della sottocommissione didattica, si esaminarono i primi dati raccolti. Nelle seguenti due tabelle è mostrato un significativo confronto tra la numerosità degli insegnamenti MEE tra l’anno 1983 e il 1993. Come si può notare tutti i dati erano in crescita; in particolare il numero delle discipline era più che raddoppiato. Tra quelle impartite le più numerose erano Misure Elettriche e Misure Elettroniche, mentre tra quelle comprese nel raggruppamento K10X e non attivate in alcuna sede vi erano le seguenti: Misure di compatibilità elettromagnetica; Misure in alta tensione; Misure per la diagnostica e la qualificazione di componenti e sistemi; Qualificazione degli algoritmi per sistemi di misura. T_M  118

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STORIA E CURIOSITÀ

Tabella 1 – Raffronto situazione tra gli anni 1983 e 1993

Vecchio Ordinamento Nuovo Ordinamento Dati raccolti da Rea Dati dell’anagrafe 1993 nel 1983 Numero Sedi Numero docenti Numero discipline

18 35 50

29 48 102

Tabella 2 – Elenco delle 102 discipline MEE impartite nel 1993

GLI APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI E LA MORTE DI ITALO GORINI

Dal 12 al 13 maggio 1993 si tenne a Bruxelles, in Belgio, il 6° IMEKO TC4 Symposium su “Intelligent Instrumentation for Remote and On-Site Measurements”. L’organizzatore ufficiale del Simposio fu un caro amico di chi scrive, Christian Eugene, che era membro belga dell’IMEKO General Council. Anche in ambito TC4 IMEKO, il campo delle ricerche scientifiche si stava ampliando includendo strumentazione e sensori intelligenti, basati su fibre ottiche e su dispositivi privi di contatto. Interessanti furono anche articoli su misurazioni da remoto attraverso telemetria a onde radio e bus di campo. Degno di nota è che la prima partecipazione di chi scrive alla riunione del comitato tecnico del TC4, in sostituzione di Italo Gorini, coincise

con la decisione di assegnare ad Alessandro Ferrero il premio Damien Burin (membro belga del TC4, deceduto nel 1992) per il miglior articolo presentato al Simposio dal titolo “Current Components Measurement for the Identification of the Source of Distortion in Three-Phase Systems under Nonsinusoidal Conditions” scritto insieme con Loredana Cristaldi e Roberto Ottoboni. Nella Fig. 1 sono visibili Alessandro Ferrero, Mario Savino e Amerigo Trotta al Gala Dinner. Per molti ricercatori del GMEE ci fu solo il tempo di rinnovare gli indumenti in valigia e partire per gli USA in California, dove dal 18 al 20 maggio 1993 a Irvine, nell’area metropolitana di Los Angeles, si tenne l’IMTC (Instrumentation and Measurement Technology Conference) su “Innovative Ideas for Industry”. Nella Fig. 2 sono visibili Marco Parvis e Mario Savino, ripresi in una pausa dei lavori. La


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nale dell’AICQ, alla quale seguì quella di Paolo Soardo e Claudio Egidi, a quel tempo presidente del Sistema di Taratura in Italia (SIT), del quale già dal 1975 aveva coordinato il primo gruppo di lavoro. Al mattino, nelle more dei lavori, si tenne un CS breve, in quanto nel pomeriggio ci si doveva spostare a Como per la GdM (Giornata della Figura 1 – Da sinistra Alessandro Ferrero, Mario Savino e Amerigo Trotta a Bruxelles Misurazione). Gaetano Iuculano relazionò sulpresenza di articoli presentati da com- la risposta delle diverse sedi universitaponenti del GMEE era in continuo rie alla proposta del diploma in “Ingeaumento: ben 24 su un totale di 158. gneria della Qualità”. Per l’indagine Si era passati dal 10% del precedente sui corsi di misure e sui loro programmi convegno tenuto a New York al 15%. G. Betta, D. Mirri e M. Savino si imLe Unità GMEE più numerose furono; pegnarono a continuare l’indagine Milano con 8 articoli; Napoli-Be- presso le diverse sedi, in modo da fornevento-Cassino-Salerno con 6 nire i primi risultati per il Congresso di articoli (frutto della collaborazione fra Brescia. Le unità di Genova e Napoli gli autori delle sedi citate); Padova dichiararono di essere impegnate nel settore dei Fieldbus (Ethernet e Reti con 3 articoli. Il 17 giugno 1993 si tenne a Milano, Industriali a Bus di Campo) ed erano presso la FAST, la giornata di studio su aperte a collaborazioni con le altre “La strumentazione di misura come fat- sedi del gruppo. tore per la qualità nell’industria e nei La XII GdM si tenne a Como dal 17 al servizi” organizzata dal GSMS (Grup- 18 giugno 1993 con due interessanti po Specialistico Misure e Strumenta- relazioni su “I problemi del linguaggio zione) dell’AEI, con l’apertura dei lavo- e la loro interazione con la definizione ri da parte del suo presidente Giusep- di misura e misurazione” di C. Manpe Zingales. Vi furono quindici rela- gione e “Problemi dell'incertezza zioni, quella introduttiva fu tenuta da nella misurazione” di L. Gonella e Giovanni Mattana, presidente nazio- G.B. Rossi. In quella giornata Cunietti comunicò che le sue condizioni di salute non gli consentivano di continuare a organizzare le prossime GdM. Fu unanime da parte dei partecipanti, appartenenti sia al GMEE sia all’MMT, l’invito a Cunietti a continuare nella sua opera meritoria. Si decise di affiancargli Luca Mari e Sergio Sartori per l’organizzazione delle successive GdM. Il ricordo di quei due Figura 2 – Da sinistra, Marco Parvis e Mario Savino durante una pausa dei lavori all’IMTC di Irvine giorni non può non an-

STORIA E CURIOSITÀ

dare all’amico Italo Gorini (nella foto di Fig. 3), che mostrò il suo coraggio e la voglia di vivere partecipando ai lavori della GdM costretto su una sedia a rotelle.

Figura 3 – Italo Gorini

Italo raccontò che la moglie, i figli e i nipoti si davano il cambio per accompagnarlo ogni giorno al Politecnico di Torino. Si ricordò che dopo pochi giorni sarebbe stato l’anniversario della strage di Capaci, compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992, in cui avevano perso la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta, gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro (tutti riportati nella Fig. 4). Si parlò con Italo anche dell’inchiesta Mani Pulite (nella foto di Fig. 5 alcuni giudici del pool di Mani Pulite), con le centinaia di avvisi di garanzia emessi nei confronti di politici e im prenditori. In pochissimo tempo, i più importanti partiti italiani avevano cambiato leader e segretari, la DC era stata sciolta e si era formato il governo Ciampi. T_M  119


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NEWS

SENSORI PERSONALIZZATI CONSENTONO AGLI OEM INNOVATIVI DI CREARE SOLUZIONI “INTELLIGENTI Il primo ventennio del 2000 ha rappresentato un’epoca fantastica per i progettisti e la maggiore capacità di unire le tecnologie in modalità completamente nuove ha stimolato l’immaginazione dei professionisti (in HBK nominati “imagineer”, cioè “ingegneri creativi”) di tutto il mondo, in un’ampia varietà di settori. “Se possiamo aggiungere un sensore qui”, dicono, “allora possiamo creare un ciclo di retroazione che migliora le prestazioni o l’efficienza, o che si collega con qualcosa altrove”. E, in tempi brevissimi, concepiscono un nuovo prodotto, che prima non esisteva. Con 60 anni di esperienza e competenze nella progettazione e nella produzione di estensimetri, HBK – Hottinger Bruel & Kjiaer si propone come supporto agli OEM innovativi per la creazione di soluzioni “intelligenti”, utili alla società. Talvolta, un prodotto “intelligente” ha inizio quando un ingegnere creativo si pone una semplice domanda, per esempio: “Come facciamo a trasformare questo componente passivo in un gruppo intelligente?” Altre volte, il progetto inizia quando il team di progettisti individua i dati necessari per creare un loop di feedback. Da qui, le cose cominciano a complicarsi. Queste domande danno il via a una lunga serie di ricerche su internet di sensori e fornitori. Ma il progetto rischia di bloccarsi quando l’ingegnere creativo scopre che i sensori attualmente disponibili sul mercato non sono adatti allo scopo: il motivo potrebbe risiedere nelle specifiche stesse del sensore; oppure nelle ulteriori condizioni che definiscono l’applicazione, come la miniaturizzazione; o, infine, perché il sensore dev’essere robusto, “autoclavabile” o, ancora, deve poter inviare segnali wireless. Esistono numerosi parametri e, spesso, molti diversi “parametri difficili”, tutti in concomitanza. Quando le parti di magazzino che rispondono alle specifiche non possono essere acquistate pronte all’uso, generalmente si opta per realizzare un componente appositamente per uno scopo. Tuttavia prendersi la responsabilità di costruire un sensore crea una serie d’incognite. Innanzitutto, dove reperire il sensore e i componenti elettronici che raccolgono i segnali, elaborano i dati e li rendono utilizzabili? Come assemblare il sensore e i componenti elettronici nella parte del componente? Il gruppo sensore si adatterà al prodotto? Rispetterà gli obiettivi di prestazione? E i costi? E la scalabilità della produzione? E la logistica? Un ingegnere creativo determinato a seguire questa via deve assumersi la completa responsabilità di ogni aspetto relativo ai problemi di progettazione per la produzione e per l’assemblaggio. Per non parlare delle tempistiche di produzione, della catena di approvvigionamento e della qualità del componente "smart” che verrà incorporato nel nuovo prodotto. In sostanza, l’idea di costruire un sensore personalizzato essenzialmente è giusta, ma le incertezze che accompagnano l’esecuzione nascondono una grande serie di pericoli, soprattutto perché la maggior parte degli ingegneri creativi non dispone delle conoscenze specializzate per la progettazione e la produzione dei sensori necessarie per garantire un risultato di qualità. E, allora, ecco subentrare l’opportunità di ricorrere al supporto di una realtà leader di mercato in ambito di sensori innovativi, come HBK, che nel caso i sensori standard non siano adatti allo scopo, crea soluzioni per sensori OEM personalizzati in grado di

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fornire i dati essenziali in modo da ottenere un feedback e un controllo in tempo reale. HBK offre un servizio completo, chiavi in mano, per le soluzioni di sensori personalizzati destinati a specifiche applicazioni: componenti attivi che monitorano e misurano la forza, la pressione o il carico, che raccolgono in modo preciso dati fondamentali e li restituiscono con affidabilità. In breve, creando componenti attivi personalizzati, che consentono i loop di feedback necessari per i prodotti “intelligenti” moderni. Il rapporto di lavoro tra OEM e HBK è spesso una collaborazione piuttosto che una transazione commerciale in cui la domanda incontra l’offerta. Lavorando con HBK, gli OEM ottengono accesso immediato ad ampie competenze nel campo della progettazione degli estensimetri, in modo che i sensori possano essere configurati con precisione per rispondere alle loro esigenze applicative. Questo stile di lavoro collaborativo risolve anche le questioni strategiche riguardanti la creazione di prototipi e la produzione. La collaborazione con HBK elimina gli inevitabili rischi legati all’auto-produzione. L’ambito del progetto non solo comprende tutte e tre le fasi (progettazione, creazione di prototipi e produzione), ma garantisce anche una perfetta transizione tra una fase e l’altra, dalla richiesta iniziale alla consegna ricorrente di grandi volumi. “Nuovi segmenti di mercato possono emergere molto rapidamente, ma lo stesso accade con i concorrenti. Pertanto, bisogna cogliere l’attimo. Ecco perché rispondiamo a ogni richiesta il più rapidamente possibile”, afferma Hermann Merz, responsabile vendite HBK per OEM Custom Sensor Solutions. “Grazie alla combinazione di pratiche ingegneristiche snelle ed esperienza applicativa nel campo dei sensori OEM”, continua Merz, “HBK è in grado di fornire sensori basati su estensimetro per la misurazione di forza, pressione e carico che rispondono ai precisi requisiti dei clienti con tempi di sviluppo brevi. La nostra esperienza finora include lo sviluppo di sensori personalizzati in numerosi e diversi settori”. Eccone un esempio: – agricoltura di precisione: massimizzazione dei raccolti per sfamare il mondo; – dispositivi wireless impiantabili: risultati migliori per gli interventi chirurgici per infortuni o patologie; – sanità smart: monitoraggio delle attrezzature ospedaliere che migliorano la qualità della vita; – abbigliamento sportivo con tecnologia tattile: ottimizzazione dell’esperienza utente in dispositivi che migliorano la salute; – produzione intelligente: funzionamento senza errori dei robot 24 ore al giorno 7 giorni su 7; – veicoli autonomi: controllo del funzionamento sicuro negli ambienti pericolosi; – energia smart: monitoraggio e controllo dei sistemi per la qualità della vita; – infrastruttura predittiva: monitoraggio della sicurezza a lungo termine dell’ambiente costruito. CLICCA QUI per approfondimenti. RICHIEDI QUI ulteriori informazioni.


N. 02 ; 2022 Figura 4 – La strage di Capaci

Questo Workshop si poneva come la naturale prosecuzione del primo, organizzato a Como nel 1991, come ricordato nel precedente articolo di questa storia, e si tenne su espressa richiesta dei partecipanti al primo Workshop. Il format utilizzato era risultato particolarmente stimolante, soprattutto perché consentiva una fruttuosa discussione delle teorie presentate. Già a Como, e ancor più a Stresa, ricercatori che si erano animatamente, e talvolta animosamente, confrontati nelle loro pubblicazioni trovarono il modo di conoscersi, di comprendere attraverso un franco e immediato scambio di opinioni le rispettive posizioni, tanto che nacquero collaborazioni e ricerche comuni, impensabili prima. Questo Workshop divenne un appuntamento irrinunciabile per diversi anni a venire, fin tanto che il tema della definizione e misura delle componenti di potenza in regime non sinusoidale rivestì interesse scientifico. Fu un’ulteriore conferma del ruolo da protagonista, anche internazionale, che il GMEE seppe svolgere e che lo fece riconoscere come riferimento scientifico nel campo delle misure.

La tranquillità nel colloquiare, che Italo manifestò, non lasciava certo presagire che sarebbe mancato all’affetto dei suoi cari, di amici e colleghi solo qualche mese dopo, ai primi di settembre, pochi giorni prima del Congresso di Brescia, che fu a lui dedicato. Larga fu la partecipazione dei componenti del GMEE al suo funerale nella Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine delle Grazie, nei pressi del Politecnico di Torino. La salma fu poi trasportata a Moncalieri, dove abitava ed era molto apprezzato per la sua religiosità e per la sua attività di volontariato. Come si scriverà nelle prossime parti di questa storia, fu poi unanime la decisione di dedicare alla sua memoria la Scuola di Dottorato del GMEE. Dall’8 al 10 settembre, organizzato da Alessandro Ferrero, si tenne il IL CONGRESSO DI BRESCIA “Second Workshop on Power Definitions and Measurements under non Fu un successo il ben organizzato sinusoidal conditions”, a Stresa. Congresso Nazionale del GMEE, che si tenne a Brescia dal 16 al 18 settembre 1993, con 24 relazioni orali e 61 a poster, questi ultimi raggruppati secondo le “Aree di Afferenza” precedentemente elencate. L’esposizione fu preceduta da una breve presentazione, da parte dei responsabili delle rispettive Aree, delle ricerche svolte nelle Figura 5 – Il 30 luglio del 1993 i magistrati del pool Mani Pulite singole unità territoriali a Milano, dopo i funerali delle vittime del GMEE. Fra le reladell'attentato mafioso di via Palestro

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STORIA E CURIOSITÀ

zioni orali a invito, ne furono scelte sei per quattro gruppi nei quali erano state accorpate le Aree di Afferenza. Sei relazioni furono selezionate nel campo della caratterizzazione e taratura di componenti e sistemi (CAR), area in cui erano impegnate quasi tutte le Unità del GMEE (18 su 26). Furono dedicati i restanti tre gruppi alle accorpate Aree della diagnostica (DIA), dell’elaborazione di segnali (ELA) e dei metodi statistici (STA); in un secondo gruppo l’accorpamento riguardò i metodi di misura (MIS) e i sistemi di potenza (SIP) e, infine, in un terzo la strumentazione intelligente (ESP), la Metrologia (MET) e i sensori (SEN). Oltre agli Atti furono raccolti in due plichi distinti sia le tradizionali schede delle attività di ricerca delle 20 Unità territoriali del GMEE, sia le discipline del raggruppamento K10X MEE impartite in 29 Facoltà d’Ingegneria. Durante la cena sociale, Sigfrido Leschiutta deliziò i commensali con una relazione (il cui testo è incluso negli atti del Congresso) dal titolo “Indagini storiche sui cultori italiani in discipline elettriche tra il 1800 e il 1850”. Il giorno precedente all’apertura del Congresso si era tenuta la riunione della sottocommissione didattica, mentre il mattino dell’ultimo giorno, sabato 18, fu dedicato all’Assemblea di tutti i ricercatori del GMEE, durante la quale Taroni, oltre al caloroso ricordo di Italo Gorini, diede una serie di comunicazioni relative alle decisioni prese durante i precedenti Consigli Scientifici del GMEE. Savino relazionò sull’avanzamento dei lavori della sottocommissione didattica chiarendo che le 102 discipline riportate nella Tab. 2, precedentemente esposta, riguardavano i seguenti Corsi di Laurea in Ingegneria: Elettronica (44); Elettrica (31); Informatica (12); Telecomunicazioni (7); Meccanica (4); Ambiente e Territorio (2); Materiali (2). Savino sottolineò anche che erano impartite 21 discipline attinenti alle misure, ma non appartenenti all’SSD K10X: di queste, 18 riguardavano Corsi di Laurea dell’Area K e 3 l’Ingegneria Elettrica. Per il rinnovo delle cariche al CNR si propose la candidatura di Mario T_M  121


Convegno annuale del Progetto Finalizzato Robotica, organizzato dal suo direttore Umberto Cugini, professore a quel tempo della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Parma. Il Convegno vide una nutrita e apprezzata partecipazione di diversi componenti del GMEE, principalmente nella linea relativa ai sensori.

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Rinaldi. Zingales riferì che per il Congresso Mondiale IMEKO, previsto l’anno successivo a Torino, erano giunti 600 contributi dei quali 130 erano italiani. Il Comitato tecnico più attivo fra i 15 TC IMEKO era risultato, con 100 contributi, il TC4 (Measurement on electrical quantities) il cui Deputy Chairman era stato Italo Gorini, al quale sarebbe stata dedicata una sessione del Congresso. Dal 3 al 6 ottobre 1993 si tenne ad Ancona la 94a Riunione Annuale dell’AEI. Ci fu un’apprezzata relazione invitata di Benetazzo su “Lineamenti evolutivi delle Misure Elettroniche” e furono presentate 10 memorie concernenti le misure elettriche ed elettroniche su un totale di 280. Interessante fu una Tavola Rotonda sui Diplomi Universitari. Il 15 novembre 1993 si tennero a Bologna, in sequenza, la sottocommissione didattica e il Consiglio Scientifico. Oltre all’anagrafe degli insegnamenti, si ritenne opportuno avviare anche quella dei testi didattici disponibili in commercio. Si riscontrò una certa difficoltà a operare un coordinamento dei programmi, in quanto esisteva una certa disomogeneità tra quelli inviati alla commissione. Per facilitare la raccolta dei dati si raggrupparono le parole chiave nel campo delle misure, caratterizzando ciascun gruppo con una lettera diversa. Taroni riferì che stava aspettando le risposte delle Facoltà d’Ingegneria sulla proposta del Diploma in Ingegneria della Qualità. Per il nuovo progetto PRIN 40% si confermò Luigino Benetazzo come coordinatore. Si decise, inoltre, che la riunione annuale GMEE si sarebbe tenuta a Torino, in concomitanza con il Congresso mondiale IMEKO. Il giorno 2 dicembre 1993 Taroni partecipò a Milano alla riunione dei presidenti dei gruppi elettrici, per concordare una candidatura unitaria per il rinnovo dei comitati di consulenza del CNR. Si decise, all’unanimità, di ritirare le altre candidature e di convergere su quella unica di Mario Rinaldi. Dal 2 al 3 dicembre 1993 si tenne a Milano, presso una sala del CNR, il T_M  122

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PROGETTARE IN MODO PIÙ VELOCE ED EFFICACE CON LA SIMULAZIONE Webinar gratuito: martedì 12 luglio 2022

CONCLUSIONI

Si sono sintetizzati i primi anni della presidenza di Andrea Taroni, che consentirono di meglio definire l’organizzazione interna del GMEE e i campi scientifici di sua competenza conseguenti all’ingresso nella nuova area di Scienze e Ingegneria dell’Informazione. Nella settima parte di questa storia si esamineranno gli anni che vanno dal 1994 al 1995, mettendo in risalto gli appuntamenti internazionali che videro una sempre maggiore affermazione italiana nel campo delle misure. RINGRAZIAMENTI

L’autore ringrazia i colleghi Franco Ferraris, Alessandro Ferrero, Domenico Mirri, Dario Petri, per le informazioni fornitegli su alcuni avvenimenti del periodo in esame. Precisa, inoltre, che la responsabilità di quanto scritto è soltanto la sua.

Mario Savino ha attualmente un contratto di consulenza scientifica presso il Politecnico di Bari. Si occupa di misure elettriche ed elettroniche applicate alla diagnostica medica. È stato professore ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche al Politecnico di Bari e ha presieduto il GMEE nel triennio 1995-1998. Nel 2011 ha ricevuto il Career Excellence Award dalla IEEE Instrumentation and Measurement Society con la seguente motivazione: “For decades of advancements in measurement science and its dissemination”.

Martedì 12 luglio, alle 14.30, COMSOL terrà un webinar gratuito per presentare le potenzialità della simulazione multifisica per la progettazione. Analizzare contemporaneamente tutti i fenomeni fisici che influiscono su un sistema, mettere alla prova le ipotesi di progetto risparmiando tempi e costi delle prove sperimentali, ottimizzare i prodotti, in qualsiasi ambito e per qualsiasi applicazione: tutto questo è possibile grazie alla simulazione multifisica. Durante il webinar potrete scoprire perché la simulazione costituisce uno strumento di progettazione efficace e flessibile e vedrete gli strumenti di modellazione disponibili per i diversi ambiti della fisica (meccanica strutturale, fluidodinamica, scambio termico, elettromagnetismo, chimica...). Verrà mostrato come creare app di simulazione a partire da un modello e condividerle con colleghi e clienti, mettendo a disposizione la potenza della multifisica anche per chi non ha esperienza diretta di modellazione e, addirittura, non possiede una licenza COMSOL. Potrete vedere, inoltre, il Model Manager, il nuovo prodotto per l’archiviazione efficiente del database dei modelli. Assisterete infine alla realizzazione in tempo reale di un modello e i nostri tecnici risponderanno alle vostre domande. CLICCA QUI per informazioni e registrazioni. SCARICA QUI il calendario aggiornato dei webinar COMSOL.


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Claudia Mambelli

I musei scientifici e gli Science Centre Dai musei tradizionali alle esposizioni interattve per riavvicinare il grande pubblico alla scienza

ria, cioè una sorta di rappresentazione di categorie conoscitive, attraverso gli oggetti, che aiutino a vedere com’è la realtà e a farne memoria. La tendenza a intendere il Museo Scientifico come un luogo meramente didattico, in cui esporre come in un manuale una serie di collezioni, così da trasmettere delle nozioni, ha avuto nel Novecento il risultato, negativo e inatteso, di allontanare del tutto le mostre scientifiche dalla scienza rendendole luoghi d’intrattenimento. Chiaramente questo risultato è estremamente differente da quello che ottenevano le esposizioni del Cinquecento, nelle RIASSUNTO quali il pubblico era costituito da scienNel Novecento giunse al termine la separazione, già iniziata nei secoli preziati, o aspiranti tali, e le collezioni cedenti, fra le Università, centri di ricerca aperti solo agli addetti ai lavori, e i mantenevano un ruolo educativo e dimusei scientifici, con uno scopo didattico per il grande pubblico. Il distacco dattico affermato. L’attuale situazione portò le università a una moltiplicazione degli ambiti di specializzazione e i italiana presenta una certa varietà di musei, parallelamente, divennero i luoghi in cui le nuove scoperte venivano giardini, orti botanici e acquari, che raccontate. Al loro interno, infatti, venne privilegiato sempre di più un approceffettuano ricerche ma non riescono a cio espositivo basato sulla narrazione e destinato al grande pubblico. Ciò ha comunicarle al grande pubblico [2]. portato alla nascita degli Science Center, musei interattivi, nati con l'intenzioAttualmente sembra che i musei di picne di riavvicinare il grande pubblico alla scienza, come alternativa ai più tracole dimensioni riescano effettivamendizionali musei della storia della scienza. Solo negli ultimi anni del Novecente a fare ricerca, indipendentemente to, quando le università sembravano essersene dimenticate, i musei universidai problemi che possono derivare dai tari hanno assunto nuovamente importanza con il trasferimento di alcune finanziamenti, ma non sappiano comuopere al loro interno. In questo modo viene messo alla luce il contesto storico nicarla all’esterno. Mentre il grande e sociale che riguarda le collezioni e l’istituto. pubblico si orienta verso gli Science Centre, nati fra gli anni Sessanta e SetLA MUSEOLOGIA narra la storia e ne considera il ruolo tanta, non prestando interesse alle colsociale. Il museo prende vita in età illu- lezioni di dimensioni minori e meno Il collezionismo è una pratica di cui è minista, ma in realtà eredita molte spettacolari. difficile individuare l’origine, perché caratteristiche dal fenomeno del colleha attirato l’interesse dell’uomo da zionismo, le cui origini sono da riconsempre. Tuttavia, nel periodo che va durre alla paura, da parte dell’uomo, GLI SCIENCE CENTER dal Cinquecento ai giorni nostri, ha della caducità del tempo e della vita conosciuto un rapido sviluppo assu- che lo portava a voler conservare tutto Alla fine degli anni ‘60 del Novecento mendo una varietà di forme specifiche, ciò che potesse tener vivo il ricordo dei si registra la nascita degli Science Censoprattutto per quanto riguarda la tempi passati. Le collezioni sono come ter, musei interattivi nati con l'intenziomuseologia scientifica. nature morte, rispondono al tentativo ne di riavvicinare il grande pubblico La museologia è una disciplina giova- di fermare la vita; si collezionano gli alla scienza: ne sono un esempio l’Onne, nata nel 1955 [1], che riguarda la oggetti per farli sfuggire al tempo e alla tario Science Centre in Canada, o lo ricerca del significato dei musei, ossia morte e in questo modo i frammenti del Science Museum di Londra. Essi si cerca di definire la loro essenza costitu- passato ripropongono il contesto al tiva: essa si occupa del museo come quale essi appartenevano. Il museo istituzione, ne definisce la natura, ne diventa quindi un teatro della memo- claudia.mambelli01@icatt.it THE SCIENTIFIC MUSEUMS AND THE SCIENCE CENTRES The 20th century completed the separation, already started in the previous centuries, among Universities, research centers opened only to insiders, and the scientific museums, aimed at educating lay persons. This separation led universities to a higher and higher specialization, whilst museums turned into places where new discoveries were told. Indeed, they more and more favored an expository approach based on narration and addressed to a large public. This has given origin to Science Centers, that is interactive museums, whose goal is that of approaching as many persons as possible to science, as an alternative to the more traditional museums more focused on science history. Only in the last years of the 20th century, when universities appeared to have forgotten their history, the university museums regained importance by acquiring new pieces. In this way, the historical and social context of the collections and the institution is highlighted.

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basano sul principio dell’esperienza diretta, o hands on, e cercano di far vivere ai visitatori esperienze di visita che ricordino quelle delle scoperte scientifiche, in modo da renderli protagonisti delle scoperte stesse. Tuttavia questo obiettivo spesso prevale su quello di raccontare la ricerca che sta dietro alla scoperta in sé, cosiccché ciò che si ricorda in seguito è solo quello che si è vissuto, ma non una nozione scientifica. Il primo museo interattivo fu l'Exploratorium, inaugurato a San Francisco nel 1969 e realizzato da Frank Oppenheimer [3], fisico di statura internazionale, con una passione per l’insegnamento, l’educazione e la manualità, e soprattutto con l’idea fissa di costruire un “esploratorio” che potesse portare gli americani ad acquisire nuova fiducia nella scienza, dopo la “scoperta” del peccato [4] della fisica con la costruzione della bomba atomica. L’idea di Frank Oppenheimer era che il museo dovesse essere un luogo di scoperta ma non esaustivo, facendo venire voglia al visitatore di approfondire ciò che aveva avuto modo di vedere. Nacque così il primo Science Centre, che prese in prestito alcune esibizioni dalla NASA (come nella mostra sull’estetica degli acceleratori di particelle) ed espose alcuni prototipi, la cui fase di test durò addirittura anni. Inoltre, l’Exploratorium non rinunciò mai a chiamare artisti di fama internazionale a interpretare e rivisitare i fenomeni negli exhibit, (come quello dedicato alle percezioni, che vede la partecipazione di Richard Gregori, fondatore a sua volta dello science centre britannico). Si deve all'esperienza dell’Exploratorium la suddivisione dei musei della scienza in due grandi categorie: i

L’Exploratorium di San Francisco

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musei tradizionali e gli Science Centre. I primi, detti anche “di prima generazione”, erano caratterizzati dall’esposizione di collezioni storiche o naturalistiche e non davano la possibilità al pubblico d’interagire con le opere. Gli Science Centre, invece, erano privi di collezioni, e il loro elemento fondamentale era l’interazione dei visitatori con gli oggetti esposti. Per definire gli Science Centre, possiamo considerare le loro innovazioni e le loro caratteristiche originali, rispetto alle realtà precedenti. Innanzitutto sono luoghi aperti, in cui la scienza e la tecnologia vengono prodotte e possono incontrarsi con il pubblico. Le altre due innovazioni convergono nella modalità di comunicazione, che rende il museo una terra di mezzo tra educazione e formazione, da un lato, e intrattenimento, dall’altro. Al centro della museologia scientifica degli ultimi decenni c’è l’intenzione di “comunicare con il pubblico”: sono, infatti, le necessità del pubblico a dare forma all’esposizione contemporanea, oltre a una forte tensione all’interpretare, piuttosto che all’esporre. Negli anni ‘90 si delinea un momento di crisi per gli Science Center, che sembrano incapaci di rispondere rapidamente ed efficacemente ai cambiamenti a causa dei costi, determinati dagli edifici e dalle strutture troppo complesse e da una concentrazione eccessiva sulle esposizioni all’interno di essi. Gli Science Center vengono addirittura accusati di presentare un’immagine della scienza distorta e decontestualizzata [5]. Nel nuovo millennio sono stati costruiti i grandi musei, dalle architetture spettacolari, che possono essere definiti musei-cattedrali, come ad esempio la Cité des Sciences et de l’Industries di Parigi, che presenta circa 170.000 metri quadrati di superficie e una notevole diversificazione della sua proposta. La Cité venne fondato nel 1985 e la sua realizzazione si inserisce in un progetto di riqualificazione del quartiere e del parco, nel quale sorge il parco della Villette, a nord di Parigi. Al suo interno, oltre a esposizioni permanenti, mostre temporanee e simulatori, è possibile trovare anche un cinema; una città dei bambini; centri

congressi, all’interno dei quali vengono spesso organizzate conferenze e workshop su temi tecnico scientifici; una biblioteca di storia della scienza; ecc. Tutti questi elementi dimostrano come il museo abbia l’intenzione di appropriarsi delle funzioni tipiche del museo d’arte, ma si ponga anche come centro culturale ad ampio spettro. Costituisce inoltre, uno dei primissimi tentativi d’integrazione tra arte e scienza, nell’ambito di uno science centre interattivo, grazie anche all’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici che si andavano sperimentando negli anni ’90. Un altro progetto, che si pone come alternativa ai tradizionali Science Centre, è il Cosmocaixa di Barcellona, in cui vengono ribaditi i tre livelli d’interattività [6] (quello manuale, con il quale viene effettuato l’esperimento; quello mentale, che porta a uscire dal museo ponendosi delle domande; quello emotivo, in quanto l’arte viene usata per comunicare la scienza), che portano il visitatore a vivere l’emozione di uno scienziato nel momento topico del suo lavoro. Accanto ai musei cattedrali ne sono fioriti anche molti medio-piccoli, frutto spesso della volontà di amministratori locali, associazioni o individui intraprendenti e fantasiosi. Fra questi troviamo gli ecomusei, specchi della comunità e del territorio di cui fanno parte e realizzati per dare valore a risorse naturali o storico-industriali proprie del territorio nel quale sorgono; le vetrine delle attività dei centri di ricerca, che vengono realizzate dalle istituzioni scientifiche al fine di portare verso l’esterno parte del lavoro svolto (ne è un esempio il CERN di Ginevra). Vi sono, inoltre, i piccoli Science Center, molto attivi soprattutto con le scuole, poveri di risorse ma ricchi d’idee: ad esempio l’Immaginario scientifico di Trieste, un museo impegnato nella divulgazione della scienza grazie ad apparati interattivi e sperimentali, che permettono di osservare e vivere i fenomeni naturali e le innovazioni scientifiche. In particolare, con la sua sezione “Trieste e la Scienza”, l’Immaginario mette in mostra le ricerche e le tecnologie più avanzate dei maggiori istituti scientifici


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La mostra ha messo in luce un’importantissima figura per gli italiani, simbolo di un passato florido e della continuità tra la cultura artistica e scientificotecnologica. Durante la mostra vennero, infatti, esposti progetti e modellini di macchine, che si trovano tutt’oggi al museo e hanno rappresentato un Una sala del Cosmocaixa di Barcellona primo prototipo per macchine che oggi conosciamo. del territorio italiano. Esistono, infine, i Nel 2019, in onore del cinquecentenamusei della storia della scienza, che si rio della morte dell’umanista, ingegnesono fortemente rinnovati negli ultimi re e indagatore della natura, è stata tempi distaccandosi dai rigidi prede- inaugurata una delle più grandi esposicessori, magari inserendo prototipi zioni permanenti a lui dedicate, degli oggetti in mostra liberamente “Nuove Gallerie”. manipolabili dai visitatori. Del 2000 il Museo è diventato, da ente pubblico, una Fondazione a diritto privato avente come soci il Ministero delIL CONTESTO ITALIANO l’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministero per i Beni e le AttiL’Italia è molto coinvolta in questo tipo vità Culturali e del Turismo; i partecidi museo, di cui un esempio calzante è panti sostenitori sono invece Regione sicuramente il Museo Nazionale della Lombardia, Comune di Milano, CameScienza e della Tecnologia “Leonardo ra di Commercio Industria, Artigianato da Vinci” di Milano, inaugurato il 15 e Agricoltura di Milano. Inoltre, alcune febbraio del 1953, nel Convento degli delle principali università milanesi Olivetani (nel centro della città di Mila- fanno parte del consiglio scientifico, no), dall’industriale milanese Guido primo fra tutte il Politecnico di Milano, Uccelli [7]. che seguì da vicino la realizzazione L’obbiettivo del Museo oggi è quello di del Museo con la presentazione di un favorire lo sviluppo di conoscenze e progetto, per un Museo della Scienza competenze, utili per far sì che lo spet- in piazza Leonardo da Vinci (dove tatore possa comprendere le implica- oggi ha sede l’Università), che però zioni e le interazioni della scienza e non venne mai realizzato. Il Museo fu della tecnologia che si ritrovano nella anche la sede di una mostra, organizvita quotidiana di ognuno di noi. In zata dal Politecnico di Milano nel quest’ambito gioca quindi un ruolo fon- 1986 per celebrare i centoventi anni di damentale il patrimonio storico, quale vita dell’Istituto, riguardante la sua stointermediario tra la tradizione rappre- ria nel primo cinquantennio di vita e sentata dal passato e l’innovazione basata su diversi temi riguardanti la rappresentata dal presente. Il nome didattica, la ricerca, l’innovazione, “Leonardo da Vinci” è emblematico l’imprenditoria, ecc. della storia stessa del museo, che ha Sempre in territorio lombardo sorge un inizio con una mostra sui codici leonar- altro museo scientifico molto importandeschi nel 1939. te, il Museo Astronomico di Brera [8]

STORIA E CURIOSITÀ

(MUSAB), presso il celebre palazzo di Brera (maggiormente noto in quanto sede della Pinacoteca milanese). Il museo venne realizzato tra il 1760 e il 1765 presso il Collegio gesuitico di Milano nel quale risiedeva l’Ordine della Compagnia di Gesù. Non deve stupire la decisione di realizzare un museo scientifico all’interno di un monastero antico in quanto, com’è noto, i più grandi monasteri costituivano un vero e proprio tramite e punto d’incontro della cultura umanistica e scientifica, ospitando al loro interno sezioni dedicate alla cultura umanistica (con biblioteche e scriptoria) e altre dedicate alla scienza (con farmacie, infermerie e orti botanici per lo studio della natura). Il museo oggi è una struttura del Dipartimento di Fisica dell’Università degli studi di Milano e ospita collezioni di carattere storico-scientifico e naturalistico, promosse attraverso mostre permanenti e temporanee, laboratori interattivi, incontri e conferenze dedicate all’astronomia del passato e alle nuove scoperte. La struttura rappresenta anche un importante centro di ricerca scientifica, in particolare riguardo all’astrofisica e alle alte energie. La collezione del museo traccia un percorso storico, che va dai primi studi astronomici del Settecento, con l’esposizione degli strumenti scientifici utilizzati all’epoca dai padri gesuiti per lo studio dell’astronomia di posizione, fino ai più recenti studi dell’astronomia stellare, spettroscopica ed extragalattica (sempre più vicine ai nostri giorni). Una sezione del museo è anche dedicata alle operazioni di studio e ricerca svolte negli anni per conto dei governi succedutisi nella città lombarda (il Governo austriaco prima, quello napoleonico in seguito, fino ad arrivare alla Repubblica italiana): ne sono un esempio le opere, i cui documenti sono conservati al museo, di determinazione dell’ora, dei segnali orari e delle coordinate, utili per la realizzazione di carte geografiche sempre più precise. Uno dei pezzi più preziosi della collezione del museo è il Telescopio rifrattore di Merz, fatto realizzare nel 1862 dal direttore dell’Osservatorio Giovanni Virginio Schiaparelli, presso l’industria T_M  125


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milanese Tecnomasio. Il telescopio venne istallato nel museo nel 1875, per favorire l’osservazione e lo studio dei sistemi stellari binari e dei pianeti del sistema solare, in particolare Marte. Oggi si trova all’interno della grande Cupola Schiaparelli del palazzo di Brera, anch’essa annessa al museo. L’Osservatorio di Brera ospita anche una ricca biblioteca, che contiene opere di carattere storico-scientifico, riguardo l’evoluzione astronomica a partire dal XV secolo. I MUSEI E IL LORO RUOLO

Per capire a fondo come funziona oggi un museo, bisogna capire da che cosa è composto, e soprattutto qual è la sua funzione principale. Il Museo esprime la narrazione delle scoperte, attraverso diversi elementi che non si esauriscono negli oggetti che costituiscono le collezioni. La comunicazione passa attraverso l’edificio, per esempio, che ha una grande importanza perché è in grado di suscitare emozioni nello spettatore e, soprattutto, costituisce il contesto all’interno del quale le collezioni si collocano. Gli edifici che ospitano i musei sono spesso imponenti, sia che si tratti di opere di architettura antiche, sia di costruzioni moderne. In ogni caso, esse sono pensate in modo da

suscitare qualcosa nel pubblico (meraviglia, se sono imponenti, o stupore, se sono molto particolari). Gli oggetti parlano quindi all’interno di un contesto che fa sentire la propria voce e, a volte, li rende addirittura muti. Anche l’allestimento ha la sua importanza e le sue modalità possono essere stabilite a seconda del modo in cui si vuole che gli oggetti appaiano. Il messaggio assume un significato diverso a seconda che le collezioni rispettino un ordine classificatorio o storico. In entrambi i casi, attraverso questi due tipi di esposizione gli oggetti parlano di sé o della loro storia. Gli allestimenti stabiliscono anche i percorsi, i quali a loro volta influiscono sul messaggio che viene comunicato, perché cambiano il modo in cui le informazioni vengono fornite, il loro ordine e la rilevanza che viene data loro. Negli ultimi anni, ad esempio, l’idea d’imporre una sequenza specifica al visitatore è stata sostituita dalla decisione di lasciarlo circolare liberamente, in modo che possa trovare ciò che lo interessa maggiormente. Il museo si compone quindi di tanti aspetti diversi, che però devono essere coerenti tra loro per arrivare a confezionare il prodotto finale. Un altro elemento fondamentale dell’esposizione è proprio il testo. In particolare nelle mostre scientifiche, che hanno sempre

La cupola Schiaparelli dell’Osservatorio di Brera a Milano

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una componente d’informazione, la parola scritta appare in diverse situazioni ma, nonostante la sua importanza, si è sviluppata la tendenza a diminuire al massimo la presenza del testo, in quanto si pensa che non venga letto dai visitatori. Spesso, in realtà, il problema riguarda la qualità dei testi, che dovrebbero innanzitutto fornire informazioni in grado di stimolare l’osservazione e lo sguardo. Il museo della scienza di Barcellona ha cercato di risolvere il problema, sostituendo le targhette con i nomi e le caratteristiche degli oggetti esposti, con descrizioni più generiche ed esplicative. Il fattore umano, infine, possiede ancora un’importanza fondamentale, non trascurabile, perché il museo è un luogo sociale, d’interazione e legato all’apprendimento. I MUSEI UNIVERSITARI

Solo negli ultimi anni del Novecento i musei universitari hanno assunto piena consapevolezza della loro importanza, in quanto portatori di conoscenza e di concrete testimonianze di prestigiose tradizioni culturali [9]. In epoca preunitaria, essi erano veri e propri musei scientifici nazionali, in città come Napoli, Torino, Firenze e Milano, che rivestivano il ruolo di capitali politiche e culturali. Nel settembre 1999 la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) creò una Commissione per esaminare la situazione dei musei italiani, valutarne i problemi e formulare proposte mirate alla loro tutela, valorizzazione, fruizione e promozione. In sede internazionale, nel 2001 venne creato all’interno dell’International Council of Museums (ICOM) un Committee for University Museums and Collections (UMAC). [10] L’interesse per le collezioni universitarie portò alla messa in atto di numerosi progetti per la valorizzazione e lo sviluppo ed ebbe anche riflessi sul piano legislativo. Con il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), le collezioni scientifiche vengono a tutti gli effetti considerate beni culturali [11], con i derivanti obblighi di tutela per le istituzioni consegnatarie. In


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te scientifiche e, in un panorama di decadimento dell’interesse nei confronti di queste ultime, il museo può essere funzionale a una loro diffusione. Inoltre, soprattutto in Università storiche, il patrimonio museale costituisce fonte d’informazioni storico-scientifiche e testimonianze del passato. Si può affermare, quindi, che nei musei universitari convivono due anime distinte, entrambe fondamentali: quella originaria, tesa all’insegnamento didattico delle scoperte tecniche e scientifiche, e quella acquisita in un secondo momento, riguardante invece la ricchezza del loro patrimonio culturale. Esse seguono un andamento opposto perché, se la prima diminuisce con il passare del tempo a causa dell’invecchiamento delle collezioni, al contrario la seconda acquista valore con il trascorrere degli anni. Tuttavia la scoperta delle meraviglie del passato stimola la curiosità, e quindi la ricerca, che sfocia poi in nuove scoperte tecnologiche. Gli oggetti delle collezioni universitarie, come già suaccennato, sono strettamente connessi tra loro. Le collezioni didattiche e di ricerca e i fondi archivistici e librari forniscono un’importante opportunità, ossia quella di creare relazioni fra gli oggetti, gli eventi che ne hanno visto l’utilizzo o la scoperta, e i personaggi storici rilevanti. In questo modo viene messo interamente in luce il contesto storico e sociale che riguarda le collezioni. Si tratta di un processo di "costruzione" degli oggetti museali, che permette fra l’altro d’inserire un piano narrativo, nei percorsi che conducono attraverso gli spazi espositivi, che interrompe le sequenze strettamente scientifiche, destando curiosità nel pubblico. Alcuni oggetti, addirittura, acquistano importanza in relazione agli aneddoti che li riguardano, se essi assumono rilevanza scientifica o storica. Un esempio in questo senso può essere quello del museo di zoologia di Torino, in cui è esposto l’elefante Fritz, donato dal viceré d’Egitto Mohamed Ali al re di Sardegna Carlo Felice. L’animale visse venticinque anni nella palazzina di caccia di Stupinigi, mentre al trono si succedettero Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II. L’elefante venne soppresso nel 1852, in una camera a gas progettata specificamente per

s

seguito, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha avviato i lavori per la definizione di schede catalografiche per le collezioni scientifiche. Anche il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha approvato, nel 2005, un documento (il “Recommendation on the Governance and Management of University Heritage”), a dimostrazione del fatto che la sofferenza dei musei universitari fosse un fenomeno osservabile in tutta Europa. Il documento contiene raccomandazioni relative ai musei universitari, agli archivi e alle biblioteche, che riguardano vari temi (legislazione, tutela, valorizzazione, gestione, formazione professionale, ricerca, fruizione, relazioni con enti locali, cooperazione internazionale) e sono rivolte a enti regionali, locali e alle superiorità accademiche, alle quali sollecita l’assegnazione di risorse a sostegno del patrimonio culturale di cui sono custodi. Il documento ha anche l’importante vantaggio di concepire un nuovo modo per intendere il museo universitario, che dev’essere considerato come un intero, che si compone di parti diverse ma indivisibili e in stretta interazione fra di loro: gli oggetti collezionati dall’inizio a scopo museale, i preparati e i modelli realizzati per funzioni didattiche, gli strumenti per la ricerca e per l'insegnamento, che con il passare del tempo sono diventati obsoleti e hanno acquistato interesse museale, gli arredi, le opere d’arte che ricordano gli scienziati del passato, i libri storici e gli archivi. A questi elementi se ne aggiunge un altro, che si trova nelle sedi storiche, riguardante le aule e le stanze in cui le attività didattiche, di ricerca ed esposizione avevano luogo. Fra gli anni Sessanta e Settanta, quando le università sembravano essersi dimenticate dell’importanza dei loro musei scientifici, molte decisero di trasferire le proprie opere in luoghi, al loro interno, inadatti all’esposizione e alla conservazione di queste collezioni. Inoltre alcuni spunti di ricerca, contrari a quelli tradizionali, hanno finito per considerare il patrimonio museale come inutile, decidendo d’ignorarlo. Ci si è dimenticati, in altre parole, che il museo può essere un ambito di diffusione delle nuove scoper-

STORIA E CURIOSITÀ

questo scopo, e infine naturalizzato ed esposto in museo. Se si dovessero continuare a enumerare questi oggetti, più importanti per il contesto storico che rivelano e per la loro capacità narrativa piuttosto che per il valore scientifico, si potrebbero citare le collezioni della quasi totalità dei musei scientifici delle università italiane, prima fra tutte la “collezione storica di Carlo Erba”, conservata presso il Politecnico di Milano, di cui si parleremo più diffusamente in un prossimo articolo. Tra i musei universitari che oggi si trovano in territorio lombardo, bisogna citare il Museo per la Storia dell’Università di Pavia, situato presso il palazzo centrale dell’Università: venne realizzato nel 1932 [12], anno in cui la città di Pavia ospitava il IV Congresso della Società Italiana di Anatomia in onore del centenario della morte del celebre anatomista Antonio Sarpa. La celebrazione dello scienziato avvenne con una mostra che esponeva alcuni dei suoi strumenti (strumenti chirurgici, preparati anatomici, libri autografi), dispersi nelle diverse università del territorio e raccolti per quell’occasione. In questo contesto il rettore dell’Ateneo Ottorino Rossi si fece portatore dell’idea di valorizzare la storia dell’Università pavese attraverso l’istituzione di una struttura permanente, che potesse raccogliere gli oggetti che rappresentavano il patrimonio storico-culturale dell’Università e ne favorisse la divulgazione verso l’ampio pubblico. Il Museo venne ufficialmente inaugurato nel 1936, quale museo universitario di Fisica e Medicina, grazie ad acquisizioni e donazioni provenienti da istituti della città, la più importante delle quali è la donazione fatta dall’Istituto di Fisica. Il museo è suddiviso oggi in due aree tematiche: quella di Medicina e quella di Fisica, ognuna delle quali divisa in sale dedicate ai quattro più celebri scienziati in questi campi. La prima è suddivisa in tre sale (sala Scarpa, sala Porta e sala Golgi) che ospitano il primo nucleo della collezione del museo, da rimandare agli oggetti di Scarpa e alla sua scuola anatomica del primo Ottocento, e altri strumenti che si riferiscono al progresso della chirurgia e della medicina nel IX e XX secolo. T_M  127


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STORIA E CURIOSITÀ

Una sala del Museo per la Storia dell’Università di Pavia

La sezione di Fisica si snoda invece in due sale: il Gabinetto di Fisica Alessandro Volta (docente di fisica sperimentale nell’Università di Pavia nel 1778) e il Gabinetto di Fisica dell’800. Nella prima sala, inaugurata nel 1999 in occasione del bicentenario dell’invenzione della pila, sono conservate le invenzioni dello scienziato e gli strumenti da egli utilizzati per fini didattici e di ricerca (elettrofori, elettroscopi, condensatori e scaricatori), riposti entro teche negli originali tavoli da lavoro di Volta. La seconda sala ospita invece una selezione di strumenti appartenenti ai docenti che occuparono la cattedra di Volta dalla sua morte per tutto l’Ottocento. Si tratta di una collezione cospicua, di quasi 600 strumenti, che dimostrano il progresso e l’innovazione al quale arrivò l’Università pavese in quegli anni. Gran parte della collezione oggi riguarda il patrimonio di Giuseppe Belli, con diversi strumenti di sua invenzione, come il generatore elettrostatico a induzione, ma è possibile osservare diversi altri strumenti, precedenti e successivi, che riguardano l’elettrologia, l’ottica, la pneumatica, la termologia, la meccanica ecc. Il museo universitario ospita oggi anche un importante archivio, nel quale sono conservati documenti storici risalenti al XV secolo, fino al XX, e una biblioteca che conserva volumi dedicati alla storia della scienza e un fondo T_M  128

storico con volumi più antichi. Lo studio degli archivi, documenti e inventari di queste collezioni, oppure le descrizioni delle mostre fatte su riviste dell’epoca, sono una fonte di preziose informazioni, che donano profondità e identità a oggetti che altrimenti non avrebbero più significato, a causa dell’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecniche. Una definizione perfetta, che comprende tutti questi oggetti, potrebbe essere quella di Benedetto Croce [13], secondo cui queste ricerche sono “studi eleganti”, quelli cioè che “contano pochi amatori, quelli che la moda trascura e disprezza, quelli che si occupano nel [...] tener viva la memoria di uomini e di questioni e di dibattiti che un tempo appassionarono, e la congiunta aneddotica, nel leggere libri e opuscoli che nessuno più legge”.

re e direttore dell’Exploratorium di San Francisco. [4] M. Merzagora – P. Rodari, 2007, p.53. [5] L. Amodio, 40 anni di nuova museologia scientifica: idee e tendenze in atto, in “Museologia scientifica – Memorie”, VIII, (2011), p.22. [6] L. Amodio, 40 anni di nuova museologia scientifica: idee e tendenze in atto, in “Museologia scientifica – Memorie”, VIII, (2011), p.24. [7] M. A. Filippi, Milano nascosta. Dalle pietre romane alla città che sale, Milano 2019 (capitolo V) [8] M. A. Filippi, Milano 2019 (capitolo V). [9] G. Giacobini, 150 anni di museologia scientifica in Italia: uno sguardo ai musei universitari, in “Museologia scientifica – Nuova serie”, IV, (2010), p. 8. [10] G. Giacobini, “Museologia scientifica – Nuova serie”, IV, (2010), p. 2. [11] Il Codice Beni culturali e del paesaggio, commento a cura di M. Cammelli, Il Mulino 2007. Articolo 10 comma 3 (d): “le cose immobili e mobili […] che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria […]”. [12] L. Pomante, Per una storia dell’Università nelle raccolte museali: il Museo per la Storia dell’Università di Pavia e il Museo Europeo degli Studenti di Bologna, in “Revista Linhas”, XX, 44, (2019) pp. 99-104. [13] B. Croce, Degli studi eleganti, In “Cultura e vita morale. Intermezzi polemici”, Bari 1926, p. 37.

RIFERIMENTI

[1] C. De Benedictis, Per la storia del Claudia Mambelli ha concollezionismo italiano: fonti e docuseguito il diploma di laurea menti, Firenze 2015 p.9. triennale in Scienze dei Beni [2] M. Merzagora – P. Rodari, La scienculturali indirizzo storico za in mostra: musei, scienze centre e artistico presso l’Università comunicazione, Milano 2007, p.7. Cattolica del Sacro Cuore di [3] Frank Oppenheimer (New York Milano, con la tesi dal titolo: 1912 – Sausalito, California, 1985), “La collezione storica di Carlo Erba al Polifisico statunitense e docente di fisica tecnico di Milano e il contesto del colleziodell’università del Colorado. Fondato- nismo scientifico lombardo”.


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NEWS

LA POTENZA DELLA SIMULAZIONE MULTIFISICA IN PROGETTAZIONE Il nuovo Model Manager Server rende ancora più ricco l’ambiente di lavoro del software Comsol Multiphysics 6.0 per la gestione dei progetti di simulazione COMSOL annuncia un importante aggiornamento della versione 6.0 del software COMSOL Multiphysics®, che completa il Model Manager Server con un’interfaccia web (un sistema di gestione delle risorse) per rendere più facile agli utenti e ai non utenti di COMSOL la gestione dei modelli, delle app di simulazione e dei file supplementari e ausiliari. Attraverso due decenni di sviluppo, COMSOL Multiphysics® si è evoluto da un software che risolveva equazioni differenziali parziali a uno che definisce la natura stessa della modellazione multifisica, ovvero la possibilità di costruire modelli con qualsiasi combinazione di fenomeni fisici attraverso il Model Builder. In questo modo, tecnici specializzati in diversi ambiti fisici, che usavano il software per costruire modelli, hanno iniziato a usare COMSOL Multiphysics® per la modellazione e la simulazione in aziende tecnologicamente avanzate, nel mondo accademico e nelle organizzazioni di ricerca. Successivamente COMSOL ha introdotto l’Application Builder e il concetto di app di simulazione per rendere accessibile la simulazione anche a coloro che non erano stati finora in grado di lavorare con modelli e simulazioni. Oggi COMSOL completa l’ambiente di lavoro per la gestione dei progetti di modellazione e simulazione grazie al Model Manager, recentemente introdotto, e al Model Manager Server, con il suo sistema di gestione delle risorse. Il Model Manager Server e il suo sistema di gestione delle risorse Il Model Manager, rilasciato a dicembre 2021, consente di: – effettuare ricerche tra i modelli, usando particolari nomi di parametri e stringhe; – seguire lo sviluppo del modello attraverso il controllo della versione, con capacità di confronto e unificazione dei modelli; – caricare, amministrare e collegare file supplementari e ausiliari a un progetto di modellazione e simulazione o di sviluppo. A completamento del Model Manager, arriva ora il sistema di gestione delle risorse del Model Manager Server, che è accessibile tramite un’interfaccia web. In questo sistema, una risorsa può essere considerata come contenitore per i collegamenti alle versioni del modello, ai file supplementari e ausiliari allegati, così come ai vari campi di metadati personalizzati. È inoltre possibile dettagliare le risorse attraverso i file dei modelli e delle app, aggiungendo abstract, permessi e anche immagini in miniatura del modello. “Come estensione della piattaforma di simulazione COMSOL Multiphysics®, il sistema di gestione delle risorse del Model Manager Server è utile per amministrare e gestire modelli, app e simulazioni nell’ambiente di una rete aziendale, impostato a piacimento”, dice il Sr. VP of Sales Phil Kinnane. “Potrebbe essere basato sul progetto, sul modello, sul team o in altro modo, a seconda di come si preferisce strutturare e organizzare il lavoro nella propria organizzazione”.

essere gestito sia da COMSOL Desktop® sia da un’interfaccia utente sul web. Un’installazione locale di qualsiasi tipo di licenza di COMSOL Multiphysics®, con il Model Manager e un database locale è di solito il primo passo per abituarsi a questo sistema e scoprire come può essere usato al meglio all’interno della propria organizzazione. Da lì, l’implementazione completa può avvenire installando il Model Manager Server su un server centrale. Le installazioni locali di COMSOL Multiphysics® possono connettersi al server centrale con il Model Manager Server. “Penso che le organizzazioni inizieranno a spostare le decine e centinaia di modelli COMSOL che hanno sviluppato nel corso degli anni nei loro sistemi di gestione delle risorse, come una biblioteca comune di modelli”, aggiunge Kinnane. “Invece di inseguire i vari tecnici che usano il software per scopi diversi, ora è possibile esplorare e cercare tra quei modelli come in un archivio centralizzato”. Potenzialità del Model Manager Server Ed Fontes (CTO di Comsol) descrive come il Model Manager Server porterà il lavoro di simulazione di un’organizzazione al livello successivo: “La vera forza del Model Manager non è solo nella sua capacità di gestire i dati di simulazione, ma nella possibilità di controllare la versione e verificare il processo di costruzione del modello. Ci sono diversi sistemi di gestione dei dati di simulazione in circolazione”, aggiunge Fontes, “ma Comsol ha focalizzato il Model Manager sul processo di costruzione del modello: per esempio, sfogliare facilmente l’albero di alcuni modelli o cercare caratteristiche specifiche, come le impostazioni del dominio, le condizioni al contorno o i tipi di studio da rivisitare, aggiornare o addirittura riutilizzare”. I colleghi dall’interno o i clienti dall’esterno possono usare il sistema di database per tenere traccia e utilizzare i risultati di un progetto. Possono anche usare le app di simulazione e fornire un feedback sui propri dati di misurazione e test, caricando dati e rapporti nella risorsa pertinente. E, naturalmente, coloro che collaborano allo sviluppo del modello possono anche aggiungere al progetto i propri dati ausiliari, come i file CAD e le specifiche. “In conclusione”, conclude Fontes, “il Model Manager Server e il sistema di gestione delle risorse forniscono veramente un ambiente di lavoro completo per i progetti di modellazione e simulazione”. CLICCA QUI per maggiori informazioni sul Model Manager.

Un ambiente collaborativo per considerare tutte le necessità di un’organizzazione Il Model Manager Server è un sistema di database, che può

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T U T T O _ M I S U R E Anno XXIV - n. 2 - Giugno 2022 ISSN: 2038-6974

Direttore responsabile: Alessandro Ferrero Vice Direttori: Alfredo Cigada, Paolo Carbone Comitato di Redazione: Bruno Andò, Pasquale Arpaia, Loredana Cristaldi, Zaccaria Del Prete, Nicola Giaquinto, Michele Lanna, Rosalba Mugno, Claudio Narduzzi, Carmelo Pollio, Lorenzo Scalise, Bernardo Tellini, Gaetano Vacca, Emanuele Zappa, Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino

Redazioni per: Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Aldo Romanelli Le pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi: Alessandro Ferrero, Paolo Carbone, Nicola Paone Le pagine degli IMP: Maria Pimpinella

Comitato Scientifico: ACCREDIA (Filippo Trifiletti, Rosalba Mugno, Emanuele Riva, Silvia Tramontin); ACISM-ANIMA (Roberto Cattaneo); AEIT-ASTRI (Roberto Buccianti); AIPT (Paolo Coppa); AIS-ISA (Piergiuseppe Zani); A.L.A.T.I. (Paolo Giardina); ALPI (Lorenzo Thione); ANIE (Marco Vecchi); ANIPLA (Marco Banti); AUTEC (Gabriele Bitelli), CNR (Ruggero Jappelli); GISI (Sebastian Fabio Agnello); GMEE (Paolo Carbone); GMMT (Nicola Paone); GUFPI-ISMA (Luigi Buglione); IMEKO (Paolo Carbone); INMRI – ENEA (Pierino De Felice, Maria Pimpinella); INRIM (Diederik Sybolt Wiersma, Gianbartolo Picotto, Luca Callegaro); ISPRA (Maria Belli)

Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 204 del 3/3/1999. I testi firmati impegnano gli autori. A&T - sas Direzione, Redazione, Pubblicità e Pianificazione Via Principi d’Acaja, 38 - 10138 Torino Tel. 011 0266700 - Fax 011 0266711 E-mail: info@tuttomisure.it Web: www.affidabilita.eu

Direzione Editoriale: Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicità e immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc.

NEL PROSSIMO NUMERO • Misure di degrado di generatori fotovoltaici • Misure per l’agricoltura • Le misure in astrofisica E molto altro ancora...

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ABBIAMO LETTO PER VOI

La Redazione di Tutto_Misure (info@tuttomisure.it)

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LA STAZIONE CENTRALE DI MILANO IL VIAGGIO E L’IMMAGINE a cura di Massimiliano Finazzer Flory, 120 pp. – Skira editore, 2021) Collna: Arte ISBN: 887624607Prezzo 15,00 € Qui maggiori informazioni

I lettori ci perdoneranno se ancora una volta ci allontaniamo un po’ dal campo puramente tecnico e proponiamo un libro basato quasi esclusivamente su splendide foto in bianco e nero degli anni in cui fu costruita la Stazione Centrale di Milano. Sarebbe facile giustificare questa scelta dicendo che una stazione è popolata di strumenti e sensori più che di viaggiatori, ma si tratterebbe di un’assai debole giustificazione. Invece ci è piaciuta la metafora, proposta dal curatore, di stazione come punto di passaggio, ma anche di attesa, tra un arrivo e una partenza, di quello strano viaggio che è la nostra vita. La Stazione Centrale di Milano, inaugurata nel 1931 e realizzata su un progetto iniziato da Ulisse Stacchini nel 1911, fu uno dei cuori pulsanti dell’economia del secondo dopoguerra e resta ancora oggi, nell’era dei viaggi aerei, un punto vitale non solo per Milano, ma per l’intero paese. Questo libro ripropone storia e rappresentazione fotografica, rigorosamente in bianco e nero da stampe alla gelatina bromuro d’argento, della costruzione della stazione e dei primi anni di attività concludendosi, anche cronologicamente, con la foto dell’arrivo a Milano, in treno, di una radiosa Kim Novak nel 1959. Per chi, come chi scrive, ha vissuto per anni a poca distanza dalla stazione e ricorda come un evento assistere alla partenza del mitico Settebello in un’autentica atmosfera da bianco e nero, resistere alla tentazione di proporvi questo libro, di fresca ristampa, è stato impossibile. Spero che il fascino di quelle foto colpisca anche voi e mi perdoniate la divagazione…

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Misure per la salute e per l'ambiente

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Notizie

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Editoriale

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