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TEST DI AUTENTICITÀ
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A.M. Gueli 1, C. Trigona 2
Procedure innovative nei test su reperti “fuori controllo” Un’interessante applicazione della termoluminescenza
INNOVATIVE PROCEDURES IN AUTHENTICITY TESTS IN “OUT OF CONTEXT” ARTEFACTS The most critical issue associated with authenticity tests using thermoluminescence concerns “out-of-context” samples for which the place of discovery is unknown. Innovative procedures and measurement methods based on energetic approaches and “smart drill bits” will be highlighted. These approaches allow to obtain results with reliability and robustness not achievable with routine procedures. RIASSUNTO La maggiore criticità associata ai test di autenticità tramite termoluminescenza riguarda i campioni “fuori contesto” per i quali non è noto il luogo di ritrovamento. Verranno messi in luce procedure innovative e metodi di misura basati su approcci energetici e “punte intelligenti” che consentono di ottenere risultati con affidabilità e robustezza non raggiungibili con le procedure di routine. APPROCCIO CLASSICO PER L’AUTENTICAZIONE DEI REPERTI
Come descritto dal dizionario Oxford, l’autenticazione è importante per dimostrare che un bene sia vero, autentico o originale [1]. L’interesse sempre crescente per il collezionismo di reperti antichi ha portato a una crescita del numero di riproduzioni e falsi da cui l’esigenza di effettuare studi accurati per individuare imitazioni e contraffazioni. La dichiarazione di autenticità di un manufatto abbina informazioni provenienti da esperti di storia dell’arte, di materiali e test sperimentali basati ad esempio sulla termoluminescenza (TL). La TL “classica” è una metodologia di datazione archeologica basata sull’emissione di luminescenza da parte di campioni sottoposti a stimolazione termica. Il principio fisico di base (Fig. 1a) evidenzia l’importanza di misurare la ITL con elevato grado di attendibilità. Per tutti i reperti fuori contesto, per i quali non è noto il luogo del ritrovamento, non essendo verificata l’ipotesi di costanza della velocità dell’accumulo di dose, il dato cui si può giungere con le procedure di routine è del tipo “vero o falso”. Queste presentano, inoltre, un aspetto
critico legato al prelevamento del campione dal manufatto in quanto, durante tale fase, potrebbero verificarsi aumenti di temperatura che, riscaldando il campione, provocherebbero la perdita del segnale d’interesse [2,3]. Ciò comporterebbe una sottostima dell’intensità TL e, quindi, del tempo trascorso tra la manifattura del reperto e le misure in laboratorio [4]. Tale perdita di segnale è legata ai principi fisici alla base dell’emissione di TL [5]. Una perdita del segnale pari al 30% può essere imputabile a temperature intorno ai 60 °C così come la perdita può superare il 50% per temperature superiori ai 100 °C [4]. La misura della temperatura durante la fase di raccolta permette di valutare tali perdite e, quindi, se la ITL è sottostimata e necessita di correzioni. L’operazione di campionamento viene svolta con trapani a bassa velocità di perforazione in modo da mantenere basse temperature; tuttavia, durante tale fase non è noto il valore di temperatura raggiunto dalla polvere che è poi oggetto delle misure. La temperatura può essere valutata con la termografia IR (Infrarosso) [3], ma tale tecnica, oltre a implicare un’elevata area occupata, un alto costo e una memoria
spesso limitata per l’immagazzinamento dei dati, fornisce informazioni provenienti dalla superficie del manufatto. Per evitare la sottostima e la perdita di segnale è, invece, importante conoscere la temperatura raggiunta nel punto esatto di prelevamento. …E NEL CASO DI CAMPIONI “FUORI CONTESTO”?
Le tecniche di misura e le procedure innovative sviluppate consentono di stimare l’età presunta di campioni “fuori contesto”, scenario tra i più difficoltosi nell’ambito dei beni culturali rispetto alla classica autenticazione (vero o falso) o alla datazione, per la quale è noto il luogo del rinvenimento del reperto. Risulta dunque necessario applicare una procedura ottimizzata in ogni fase, dal prelevamento, alle misure, all’elaborazione e analisi dei dati che è l’obiettivo della ricerca che si presenta in questa occasione. La Fig. 1b illustra le fasi principali del metodo. L’approccio sviluppato fornisce un risultato di compatibilità con l’età presunta e non solo di autenticità e indirizza un livello d’innovatività nel contesto del patrimonio culturale. Esso riguarda una procedura ottimizzata in ogni fase e in cui, oltre a venire valutati, tramite tecniche spettrometriche, i contributi alla dose annua provenienti dal reperto stesso, viene misurata la temperatura raggiunta in fase di prelevamento in modo da stimare eventuali perdite del segnale. È in fase di messa a punto, altresì, una metodologia che consenta, 1 Dip. di Fisica e Astronomia “Ettore Majorana”, Università di Catania anna.gueli@unict.it 2 Dip. di Ingegneria Elettronica e Informatica, Università di Catania carlo.trigona@unict.it
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