Proteste

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movimento

Con i ragazzi dell'Antico Corso Mentre in Italia, i precari fanno la lotta per scuola, il lavoro e l'informazione democratica, a Catania, la società civile dopo il sequestro dell'Experia, si organizza pacificamente perché aggregazione, doposcuola e diritti siano garantiti dentro e fuori il quartiere dell'Antico Corso. E parte l'appello per ridare il centro popolare occupato “agli abitanti (…), ai loro bambini, a tutta la città”. ProTeste 10 nov 09

numero 1


Movimento in piazza

Spazi di aggregazione

provveditorato occupato scuola pubblica Siamo scesi in piazza per dare solidarietà ai ragazzi dell'Experia, da anni impegnati nel quartiere Antico Corso. Con loro, dal primo giorno di occupazione al Provveditorato agli studi, stiamo lottando per la scuola di tutti e il diritto al lavoro, la libertà di espressione e la democrazia reale Il 31 ottobre la società civile è scesa in piazza a Catania per manifestare solidarietà agli occupanti dell’Experia, sgomberati a manganellate dalla polizia all’alba del 30, con il Coordinamento Precari Scuola in prima fila. L’esperienza dell’occupazione del Provveditorato dal primo di settembre ha prodotto una sorta di simbiosi di gruppo tra noi precari della scuola, non abituati a forme di lotta ad oltranza, e coloro che hanno sostenuto la nostra causa senza risparmiare risorse intellettuali e fisiche. Sono i giovani studenti e insegnanti e

dell’Experia che da molto tempo svolgono volontariato per i ragazzi dei quartieri a rischio di Catania e rappresentano un’alternativa educativa forte dove le istituzioni sono quasi inesistenti. Nei due mesi di occupazione del provveditorato i giovani dell’Experia (forti dell’esperienza di 17 anni) ci hanno trasmesso la loro filosofia dell’ occupazione come “ri-appropriazione” di spazi e luoghi del vivere cittadino e dell’esercizio della democrazia, di centri di scambio e confronto politico, di luoghi

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di aggregazione laica e non legata in alcun modo al profitto. Questo “sodalizio” ha prodotto in modo spontaneo la condivisione dei medesimi intenti educativi e degli stessi motivi di lotta: una società che garantisce i diritti dei più deboli, a partire dal diritto ad un futuro migliore per i ragazzi dei quartieri degradati. In una città dove ogni giorno si consumano illegalità diffuse, scippi, spaccio, abusivismo, e i mafiosi continuano imperterriti a perpetrare i loro affari e a gestire traffici viene fatto smobilitare un centro che ha trasformato un edificio dimesso luogo di ritrovo e di aggregazione educativa per i numerosi servizi prestati, come il doposcuola popolare e la palestra, mentre chi si è radunato per difendere l’Experia con le mani alzate viene manganellato perché si ostina a difendere uno spazio libero ed utile alla collettività. Una gran parte di cittadini “perbene” e “colta” ci sembra sommersa tra l’inconsapevolezza e l’inettitudine e speriamo che possa risvegliarsi dal torpore e prendere parte attiva alle mobilitazioni cittadine previste nell’immediato futuro… Noi precari della scuola ci saremo, e gridiamo forte: Catania svegliati! Coordinamento Precari Scuola Catania


Movimento in piazza

11 novembre Posto Fisso Day “ Credo nel posto fisso, la mobilità non è un valore” dice il ministro Tremonti! Ma come, non erano loro a ripetere le parole d’ordine del lavoro “flessibile”, adatto alle esigenze dei giovani... quando non si è più tanto giovani in effetti si percepisce che è un po’ difficile fare progetti di vita anche a breve termine se si è immersi nella precarietà dei contratti “a scadenza”. I precari della scuola poi saranno anche abituati a fare sacrifici, a lavorare senza la possibilità di terminare un percorso umano e professionale, a regalare tessere del proprio tempo ad un mosaico i cui contorni si fanno sempre più indistinti, ma adesso (dopo cinquantasettemila tagli nella scuola e con i centomila previsti per i prossimi due anni!) hanno deciso che la misura è colma. E allora prendono in parola il grande ministro dell’economia: mercoledì 11 novembre in tutta Italia si radunano davanti alle prefetture per il “POSTO FISSO DAY”, per convincere il ministro a passare dalle parole ai fatti. I cartelli diranno “ritiro di tutti i tagli”, “immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti”, in pratica la fine dello stato di

precarietà che strangola una generazione. Tremonti non verrà, dobbiamo scendere noi in piazza per fare valere i nostri diritti: mercoledì alle 16 in via Etnea “semu tutti precari tutti” e non vogliamo esserlo per sempre! Alessandro Di Mauro

Quale libertà di stampa? Stiamo, inesorabilmente, scivolando. Non solo lungo i crinali delle varie "hit parade" che ci riempiono la testa di numeri e percentuali. Stiamo precipitando in un baratro da cui sarà molto difficile riemergere. Il nostro Belpaese in soli 3 anni ha perso 14 posizioni nella classifica sulla libertà di stampa stilata annualmente da

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RSF (Reporters Sans Frontieres), passando dal 35° posto (2007) al 49° posto (2009). La colpa? di Berlusconi, diciamolo chiaramente. E non sto scherzando né dicendo un'eresia. Ricopio testualmente alcune delle motivazioni che hanno portato allo "scivolamento" in graduatoria: Le vessazioni di Berlusconi nei confronti dei media, le ingerenze crescenti, le violenze della mafia contro i giornalisti che si occupano di criminalità organizzata, e una proposta di legge che ridurrebbe drasticamente la possibilità dei media di pubblicare intercettazioni telefoniche, sono proprio tra i motivi di tale "caduta". Giorno 3 ottobre 2009, a Roma, la manifestazione organizzata dal CPS Nazionale contro la politica scolastica del governo è stata oscurata dalla giornata dedicata alla libertà d'informazione, organizzata dalla FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana): ventimila precari giunti da tutta Italia hanno sfilato per le vie di Roma, ma sono risultati “invisibili” sia per i media governativi che per quelli vicini all’opposizione. Anche questo gesto è stato una limitazione all'informazione. Mala tempora currunt : ma il 6 ottobre i precari della scuola scendono in piazza davanti a tutte le sedi Rai d’Italia Marcella Malenchini


L'appello del Coordinamento Precari

La scuola pubblica

NON si tocca! Noi lavoratori precari della scuola di Catania difendiamo il legittimo DIRITTO AL LAVORO e la qualità della scuola pubblica. La nostra non è solo una battaglia per il diritto al lavoro ma è anche e soprattutto una battaglia culturale a DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA intesa come diritto per tutti, strumento di promozione culturale e sociale e luogo di diffusione dei valori fondamentali della nostra Costituzione. Contrastiamo il progetto di “controriforma” che mira ad estendere anche al sistema scuola una logica competitiva e di mercato, svilendo tutte le conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica e annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di rinnovamento democratico della scuola pubblica. La parola “riforma” viene utilizzata per camuffare un progetto di vera e propria distruzione della scuola pubblica realizzato attraverso interventi che non hanno alcun carattere progressivo, non rinnovano e non migliorano il percorso educativo dei nostri allievi. Queste misure rispondono ad una concezione astrattamente selettiva e meritocratica della scuola, che non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento delle nuove

generazioni, non dà valore al confronto tra esperienze e culture diverse, reintroducendo elementi di conflittualità interetnica. I tagli della legge 133/08 e tutti i provvedimenti con cui sono stati attuati non risolvono le contraddizioni di certo presenti oggi nel sistema scolastico, ma si iscrivono in un processo di destrutturazione della scuola pubblica, che vuole impoverirla, dequalificarla e privarla dei suoi fondamenti costituzionali. Non possiamo più delegare ad altri il futuro della nostra scuola ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche e cominciare un lavoro profondo, lungo e faticoso. Denunciamo gli effetti devastanti della “controriforma” Gelmini nel mondo della scuola, con il drastico ridimensionamento del corpo docenti e del personale ATA, l’aumento degli alunni per classe, la riduzione del tempo scuola, l’accorpamento delle classi di concorso, l’istituzione del maestro unico, il taglio degli insegnanti di sostegno, e le drammatiche ripercussioni che IL PIÙ GRANDE LICENZIAMENTO DI MASSA dell'Italia repubblicana avrà soprattutto sul tessuto sociale delle regioni già duramente provate del meridione. Reclamiamo la nostra dignità negata ed esprimiamo il nostro dissenso ai contratti di ProTeste 10 nov 09

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Supplemento a “I Cordai” Via Cordai 47 (CT). Reg. Trib. Catania 6/10/1996 n°26. Direttore responsabile: Riccardo Orioles Progetto grafico: Riccardo Orioles e Luca Salici. Questo numero è stato ideato, scritto, organizzato, impaginato da: Patrizia D'Amico, Alessandro Di Mauro, Raffaella Maria Carrara, Fabio D'Urso, Sonia Giardina, Marcella Malenchini, Alessandro Piccolo, Luciano Bruno. Disegni di Mauro Biani, Charb, Marassi. Stampato con il sostegno di CittàInsieme.

disponibilità che invece del posto di lavoro offrono ad una ristrettissima fascia di lavoratori, poco più del 10% del totale, mansioni vaghe ed ultraflessibili in cambio di sottostipendi. Noi la crisi non la paghiamo! CHIEDIAMO: - L'immediato ritiro di tutti i provvedimenti in materia di istruzione e ricerca portati avanti dal governo, compresi il decreto cosiddetto “salvaprecari” e la recente controriforma del sistema universitario. - Abolizione del tetto massimo di un insegnante di sostegno ogni due alunni diversamente abili. - L'immediato ritiro del “Piano Leanza” per l'impiego parasubordinato dei lavoratori della scuola licenziati. - L'immediata utilizzazione di tutti i lavoratori della scuola inseriti nelle graduatorie su tutti i posti disponibili. - L'istituzione di un piano triennale finalizzato alla progressiva immissione in ruolo di tutti lavoratori della scuola. – Le dimissioni del Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini e dell'Assessore Regionale alle politiche scolastiche Lino Leanza. Coordinamento Precari Scuola Catania


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