Dai primi migranti alla nuova mobilità

Page 1

L’Unione Famiglie

anni di

all’Estero

Trentina

Trentine

Emigrazione

Dai primi migranti alla nuova mobilità


L’Unione Famiglie

anni di

all’Estero

Trentina

Trentine

Emigrazione

Cercatore di Speranza di Alberto Pattini

Hai preso sospinto dalla fame la valigia marrone di cartone, l’hai riempita di nobili stelle alpine, di tradizioni tirolesi, di fiori e profumi d’alpeggi, di voci e musica della transumanza, di canti della sera al fogolar, di amore incondizionato per la terra, dell’affetto di chi piangeva desolato per la dipartita. Il cuore nella valigia non é entrato, è rimasto lacerato nel paese natio tra valli e monti, tra incantevoli albe e tramonti, dove l’amore sfavilla. In fuga dalla fame e miseria

sei salito con pupille luccicanti, spinto dalla speranza, su un treno e poi su una stipata nave a vapore, scivolando timoroso sulle onde hai percorso orizzonti inesplorati alla ricerca di un tozzo di pane, hai incontrato linguaggi sconosciuti, hai gioito e versato lacrime amare nelle pianure senza fine. Hai vissuto germogliando le radici culturali della Grande Madre, sempre legato al tuo Trentino, al tuo fieno, ai tuoi animali, alla tua baita, al tuo villaggio che non hai mai più rivisto.

A memoria dei Trentini tirolesi emigrati in America

1


Titolo:

Dai primi migranti alla nuova mobilità Con il contributo di:

Bim Adige Si ringraziano la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol e il Bim dell’Adige che hanno permesso con il loro contributo la realizzazione della presente opera. Si ringraziano inoltre per il sostegno il Servizio Attività e produzione culturale della Provincia Autonoma di Trento, Trentino Marketing, Confcommercio del Trentino, Consorzio di tutela delle trote del Trentino IGP, Elettrocasa.

Comitato editoriale Patricia Lanzziano Broz, Nara Deromedis, Simone Marchiori, Mauro Nicoletti, Franco Panizza, Alberto Pattini, Walter Pruner, Mauro Verones e Paola Zalla.

Contributi Loredana Cont - Attrice e autrice dialettale Marcella Valler - Famiglia Trentina di Rafaela Bruno Filippi - Coro Genzianella Juliano Martins Mazzola - Brasile Oscar Lenzi - Brasile Ineri Delci Copat - Presidente della Famiglia Trentina di Santo Antão - Brasile

Progetto grafico e impaginazione: SDG Comunicazione S.r.l. - Trento

2

João Andreata - Presidente della Famiglia Trentina di Florianopolis - Brasile Luz Myrna Figueredo Kamm Pacher - Presidente della Famiglia Trentina San Pedro Dep.to Central-Alto Paranà- Paraguay Elisabetta Deavi - Vicepresidente della Famiglia Trentina Asuncion - Paraguay Fiorelo Zanella - Presidente della Famiglia Trentina di Taiò - Brasile


INDICE

1

PRESENTAZIONE

5

- Introduzione - La parola all’Assessore Provinciale all’emigrazione - L’impegno in Parlamento dell’on. Fausto G. Longo - L’emigrazione trentina tra Ottocento e Novecento

2

QUEL TRENTINO CHE VIVE FUORI DAI NOSTRI CONFINI

25

- Il contesto politico - L’evoluzione legislativa

3

L’UNIONE E LA SUA STORIA

33

- Le origini - Lo sviluppo - Tentativi di fusione - La ripartenza - Il nuovo corso - I progetti e le iniziative - Protagonisti

4

L’ASSOCIAZIONE OGGI

115

- L’evoluzione dei flussi migratori - La parola ai Consultori - Attività e progetti - I giovani e l’emigrazione - Prospettive future

3


INDICE

5

LE FAMIGLIE ALL’ESTERO

158

- Lo sviluppo delle diramazioni - Le Famiglie e le Delegazioni - Schede illustrative - Riattiviamo i contatti

6 TESTIMONIANZE Dal Trentino: - Loredana Cont, attrice e autrice dialettale - Bruno Filippi, Coro Genzianella Dall’estero: - Oscar Lenzi - Brasile - Juliano Martins Mazzola - Brasile - Fiorelo Zanella, - Famiglia Trentina di Taiò - Brasile - João Andreata - Famiglia Trentina di Florianopolis - Brasile - Ineri Delci Copat - Famiglia Trentina di S. Antão - Brasile - Luz Myrna Figueredo Kamm Pacher - Famiglia Trentina San Pedro Dep.to Central-Alto Paranà - Paraguay - Elisabetta Deavi - Famiglia Trentina di Asuncion - Paraguay - Marcela Valler - Famiglia Trentina di Rafaela

4

221


PRESENTAZIONE

I

ntroduzione

Mauro Verones, presidente

L

a parola all’Assessore prov.le all’emigrazione

Avv. Mattia Gottardi

L’

impegno in Parlamento

On. Fausto Guillherme Longo, deputato

L’

emigrazione trentina tra Ottocento e Novecento

Elisabetta Antonelli, Fondazione Museo Storico del Trentino

5


6


Introduzione

C

di Mauro Verones, presidente Unione delle Famiglie Trentine all’Estero

onoscevo, attraverso la mia famiglia e il mio lavoro, il mondo dell’emigrazione storica, ma solo per sentito dire l’attività dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Per alcune vicissitudini, conoscendo tanti soci ed alcuni amministratori dell’Associazione mi sono tesserato e sono stato fin da subito coinvolto nei progetti in corso di realizzazione. In un momento particolare della vita associativa mi è stato chiesto di candidarmi per il Consiglio direttivo e da lì sono stato chiamato alla guida del sodalizio. Ed è proprio nella veste di Presidente che ho fin da subito cercato, dalle pagine del periodico, di riassumere lo spirito con il quale si opera e dal quale deriva l’azione dell’Associazione: “Mi accingo a presiedere un gruppo di persone che ha deciso di mettere in campo le proprie conoscenze ed il proprio tempo per coltivare una cosa immateriale che lega la nostra terra con persone che hanno in comune il fatto di essere discendenti di emigranti trentini. Questa cosa immateriale è il senso di appartenenza che chi deve lasciare la propria terra di origine si porta nell’anima e la trasmette ai propri discendenti. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è nata per creare un ponte culturale, più che economico, in favore delle diramazioni territoriali all’estero per aiutarle a mantenere vive le loro radici e la loro conoscenza della nostra terra trentina”. Incontrare persone fuori dal tuo Paese di origine, che ti accolgono e ti trattano sorprendentemente in modo fraterno solo in virtù di un’origine comune, supera ogni canone di fredda e materiale utilità e incarna, in modo positivo, un concetto di umanità, solidarietà e socialità che rappresenta il fondamento della società civile moderna. La nostra Associazione è nata nel 1969 e ha mantenuto fino ad oggi lo stesso spirito ed approccio solidaristico e di contatto con persone un po’ straniere nella loro terra di nascita, proprio perché si considerano trentine o italiane di origine. Questo sensazione di inquietudine di appartenenza e di precarietà ci ha indotti a decidere il titolo di questo libro.

Dai primi migranti alla nuova mobilità Il titolo stesso di questo scritto sull’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero racchiude in sè la linea del libro stesso. Un’esperienza associativa che supera i cinquant’anni di storia intrecciata con migliaia di vite vissute e sacrifici 7


di persone diverse tra loro, che hanno un unico indiscutibile elemento comune: aver dovuto abbandonare la propria terra, le proprie radici ed i propri affetti guidati dalla speranza di vivere meglio. Una speranza che nel corso della storia, nonostante la differenza di Paese, ambiente, lavoro e legislazione non è mai cambiata. Perché scrivere un libro che celebri il passare del tempo di un’Associazione è diventata un’esigenza? Per molti motivi, in realtà, tutti interconnessi tra loro: •

far conoscere fatti e storie di emigrazione che gran parte dei Trentini non conoscono e ed anzi sono convinti di non aver mai dovuto fare i conti con situazioni migratorie. Siamo abituati a vedere certi fenomeni da lontano come problematiche appartenenti ad altre popolazioni, le vediamo al telegiornale e ci sembrano molto distanti da noi, ma non lo sono se non temporalmente o con dimensioni e modalità diverse;

far conoscere alle scolaresche locali, come piccola integrazione al programa scolastico, alcune storie di loro potenziali antenati;

far conoscere la storia e la realtà trentina e dell’Associazione ai nostri associati italiani e stranieri di origine trentina;

far conoscere al contesto politico ed alla conseguente attività legislativa l’attività di piccole associazioni e di migliaia di persone ad esse iscritte che coltivano e realizzano relazioni internazionali di tipo culturale, economico e sociale.

Le realtà dell’emigrazione, con la formazione delle loro associazioni, è sempre stata precedente alla politica e alle legislazioni che le hanno riconosciute. Nonostante l’esistenza di alcune spiccate sensibilità sul tema, la politica ha sempre fatto e fa fatica a seguire ed attuare misure efficaci di gestione delle correnti migratorie per una realtà sempre in continua evoluzione. Pur rendendosi conto del grande patrimonio di risorse intellettuali ed umane espresse dal mondo dell’emigrazione, che potrebbero essere sfruttate nella promozione all’estero del nostro territorio, della nostra cultura, della nostra cucina e delle nostre tradizioni culturali, la legittimazione politico-legislativa pare sempre un piccolo passo indietro, proprio a causa del continuo cambiamento. Ecco perché è necessario che il mondo istituzionale, la nostra comunità trentina e gli stessi emigranti che vivono all’estero conoscano davvero l’emigrazione trentina, la sua storia e le sue prerogative. Per poter trasformare una realtà in continuo cambiamento in una opportunità di sviluppo locale ma anche interna8


zionale, oltre che rappresentare un momento di restituzione e gratitudine nei confronti dei tanti Trentini che, soprattutto negli anni passati, hanno lavorato all’estero aiutando le loro famiglie e l’economia trentina. In questo libro vogliamo ripercorrere il contesto politico-legislativo che ha cristallizzato la situazione attuale, raccontare la storia dell’Associazione dalla sua fondazione ad oggi, le attività che svolge, le sue funzioni, le sue collaborazioni e progetti, le sue strategie ed idee per rimanere adeguata ad un’idea di futuro in continuità con la storia e in grado di interpretare le nuove tipologie di emigrazione. Passando in rassegna le diramazioni attive all’estero e concludendo con alcune loro testimonianze. L’attualità di questo lavoro deriva anche da una situazione di crisi che coinvolge i Paesi e le relazioni tra essi, che evidenziano l’importanza delle istituzioni che si occupano di emigrazione e sollevano sempre piu spesso problematiche riguardanti gli italiani all’estero, siano essi di emigrazione storica o nuova, e che chiedono ancora oggi aiuto e orientamento proprio all’associazionismo delle comunità italiane nel mondo. La velocità di movimento, la sempre minore stabilità delle famiglie che si trasferiscono all’estero e il cambiamento delle tipologie di lavoro aprono a nuove esigenze e nuove sfide per le associazioni in loco che hanno necessità di rimanere collegate alle radici ma con uno sguardo ed un’operatività focalizzati sul presente. La pubblicazione viene realizzata e stampata in italiano, ma realizzeremo assieme ad essa due versioni digitali in spagnolo e portoghese, proprio perché rappresenti un ulteriore elemento di unione, di vicinanza e collaborazione con i nostri associati all’estero.

9


La parola all’assessore all’emigrazione

S

aluto con piacere questa pubblicazione che dimostra l’impegno e la passione

che l’Unione Famiglie Trentine all’Estero mette nel tenere vivi i legami del Trentino con i suoi emigrati e discendenti. La realtà associativa è il fulcro di una comunità, come ben sa il Trentino, territorio fertile e ricco di un associazionismo di qualità. Ma la comunità non insiste solo sul territorio, il senso di comunità e appartenenza rimane con te anche se sei a migliaia di chilometri. E’ questo il mondo della nostra emigrazione, ovunque ha ricostruito comunità, ha mantenuto i rapporti con il Trentino. Ma nel creare questa rete di affetti, fondamentale è il lavoro delle associazioni che con dedizione ascoltano e propongono e si spendono per mantenere i legami con le nostre comunità all’estero e nello stesso tempo riflettono, danno sostanza con la ricerca storica e la memoria a questi legami, anche in un mondo ormai profondamente cambiato. La Provincia autonoma di Trento sostiene da sempre il mondo dell’emigrazione storica in molte forme e questo ha permesso che si creassero delle realtà di scambio e delle relazioni davvero forti tra il Trentino e le sue comunità all’estero. Da alcuni anni siamo chiamati a confrontarci con il fenomeno della cosiddetta “nuova emigrazione” o più correttamente “nuova mobilità”, tanti sono i trentini e le trentine che stanno costruendo le loro carriere e la loro vita all’estero. Questo fenomeno - che ha profonde diversità con l’emigrazione così come l’abbiamo sempre conosciuta – è una scommessa sia per le associazioni che per le istituzioni. Si tratta di un fenomeno ancora poco indagato, sia a livello quantitativo che qualitativo. Sicuramente una sfida alla nostra società, perché inventi e metta in campo risposte adeguate ai tempi e alle necessità. Oggi al mondo circa 250 milioni di persone non vivono nel Paese dove sono nate e le previsioni sono di un ulteriore aumento dei fenomeni di mobilità internazionale. Tale scenario, che riguarda anche un piccolo territorio come il Trentino, richiede uno sforzo di innovazione, assolutamente necessario per affrontare le sfide e cogliere le opportunità, insite negli scenari futuri. La Provincia autonoma di Trento sta realizzando degli strumenti, una piatta10


forma di comunità, in cui far incontrare la vecchia e nuova emigrazione e il Trentino. Servirà a fare rete, a conoscere le storie, creare opportunità. In questo progetto prezioso sarà l’impegno delle associazioni. Dalla rete speriamo possano nascere anche riflessioni nuove su come impostare nuove politiche relative a questo tema. In un mondo globalizzato e interdipendente, la presenza di persone e/o comunità che, in forme, dimensioni e intensità diversificate, conservano un senso di appartenenza alla terra delle loro origini, rappresenta un elemento da valorizzare per la costruzione di un Trentino più connesso con il mondo e dinamico. Rinnovo le mie congratulazioni all’Unione Famiglie Trentine all’Estero per l’impegno e il lavoro qui presentato.

avv. Mattia Gottardi

Assessore agli Enti Locali Emigrazione e Rapporti con il Consiglio provinciale della Provincia Autonoma di Trento

11


L’impegno in Parlamento dell’on. Longo

U

na delle esperienze più gratificanti nell’esercizio del mio mandato di Senatore (XVII Legislatura, 2013-2018) ed ora di Deputato eletto in Brasile, è stata l’opportunità di partecipare all’organizIl Senatore Longo con il collega Panizza e il Consigliere zazione e alle dinamiche della comunità dell’Unione Simone Marchiori alla Festa Provinciale trentina in Sudamerica, in particolare in dell’Emigrazione di Vigolo Vattaro il 13 luglio 2017. Brasile, dove ho potuto seguire numerose manifestazioni e percepire la sensazione di quanto sia in grado di rinvigorire le sue tradizioni e di trasmetterle alle nuove generazioni. Posso affermare che quella trentina è una comunità viva, forte nelle sue convinzioni ed estremamente generosa durante tutto il processo di adattamento in terre lontane dal suo territorio d’origine, il Tirolo storico, dopo l’annessione dei territori all’Italia. La forte fibra e la capacità di plasmarsi in una nuova realtà hanno fatto e fa anche oggi degli oltre 3 milioni di discendenti italiani che vivono in diversi Stati brasiliani, una delle comunità che più hanno concorso alla formazione del Brasile che conosciamo e ammiriamo oggi. In particolare, essendo nato nel ranch di Amparo ma avendo trascorso la maggior parte della mia vita a Piracicaba, ho avuto l’opportunità di vivere insieme, fin dalla prima fase della mia formazione scolastica, nelle stesse aule, a persone con cognomi trentini o tirolesi: Forti, Stenico, Vitti, Angeli, Bazanelli, Brunelli, Contim, Coser, Cristofoletti, Ducati, Furlan, Libardi, Pompermayer, Piffer, Stolf, che abitavano a Santana e Santa Olimpia. È davvero sorprendente come questa comunità abbia sempre avuto una forte presenza nella storia di Piracicaba. Nella precedente legislatura al Senato, ho partecipato a più di 900 sessioni plenarie, a 300 sessioni nelle commissioni permanenti di Industria, Commercio e Turismo, Difesa e Affari Esteri, a più di 19.000 votazioni con il 94% di presenza in sessioni parlamentari e/o missioni. Ho presentato più di 1500 emendamenti, di cui più di 600 approvati, nell’ambito del Gruppo parlamentare Per le Autonomie-PSI-MAIE o singolarmente. Ho visitato più di 400 località in missioni svolte in Italia, Brasile e altri paesi 12


sudamericani. Ho tenuto più di 200 incontri con 80 entità diverse nel tentativo di realizzare un Complesso sanitario italo-brasiliano a San Paolo. Ho avuto il privilegio di far parte di un gruppo parlamentare unito e molto attivo, all’interno del quale sedeva anche il collega Franco Panizza, uno dei senatori più attivi, con il quale ho collaborato in modo ottimale e che mi ha sempre sostenuto in tutte le iniziative che mirassero a promuovere la comunità italiana all’estero o a difenderla dai continui attacchi di chi presentava proposte che sminuissero i diritti costituzionali garantiti agli italo-discendenti. Sono grato al Senatore Panizza per il sostegno che mi ha dato e per la coerenza con cui ha sempre svolto il suo mandato. Gli sono riconoscente anche per il modo generoso con cui mi ha aiutato ad adattarmi alla vita parlamentare, la mia prima e unica esperienza politico-amministrativa. In Trentino, con mio grande stupore, ho sempre trovato una particolare attenzione, che anche nei Paesi sudamericani non ricevevo da molti discendenti italiani. Una delle nostre principali battaglie nel Parlamento Italiano ha riguardato la salvaguardia del diritto a trasmettere il riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti trentini e tirolesi; su questo tema ho presentato diverse interrogazioni, emendamenti e proposte di legge, sempre con la convinta collaborazione dei senatori del nostro gruppo parlamentare, molto ben coordinato dal Capogruppo Karl Zeller. Solo per fare un esempio, cito il disegno di legge riferito alla Legge 379/2000, che garantisce la cittadinanza italiana ai discendenti di immigrati dall’ex Impero austro-ungarico (Trentino-Südtirol e Friuli VeneziaGiulia), redatto congiuntamente dal sottoscritto e dal collega Franco Panizza (con il sostegno del “Gruppo Autonomista” del Senato italiano), che abolisce le scadenze temporali per i discendenti trentini che vogliono chiedere la cittadinanza italiana, in quanto tali Regioni sono ormai parti costitutive della Repubblica Italiana, ma mantenendo il contesto della Legge 379/2000, che tiene conto delle peculiarità storiche e culturali dei territori dell’ex-Impero Austro-Ungarico. Durante la presentazione del disegno di legge, il senatore Panizza affermò che “i discendenti dei territori ex-Austriaci rappresentano un grande potenziale che può aiutare l’Italia in questo periodo di crisi” e che “l’Italia deve riconoscere la cittadinanza ai discendenti di queste regioni”, chiedendo una procedura meno 13


burocratica in grado di velocizzare il processo di riconoscimento. Oltre alle attività inerenti all’esercizio parlamentare per conto della comunità italiana di Trento, partecipo a numerose attività politiche e di studio, a feste ed eventi in varie regioni del Sud America, con particolare attenzione agli incontri a Santa Catarina (Florianópolis, Nova Trento, Nova Venice), São Paulo (Piracicaba, Santana e Santa Olímpia), Paraná (Curitiba), Espírito Santo (Vitória e Santa Teresa), come nel Rio Grande do Sul (Caxias do Sul, Porto Alegre), così come ho partecipato agli incontri a Florianòpolis delle Famiglie Trentine del Brasile, dell’Argentina e del Paraguay e alla Festa provinciale dell’Emigrazione a Vigolo Vattaro in Trentino, dove ho incontrato delegazioni di Rodeio e del Sudamerica. In Trentino ho apprezzato la coesione culturale che unisce i suoi abitanti ovunque si trovino. Questo sentimento di appartenenza ad una stessa comunità si riflette anche nella loro routine quotidiana e nelle iniziative che intraprendono per difendere i propri diritti. Un’altra caratteristica della comunità trentina è la gioia contagiosa con cui fanno rivivere le loro tradizioni e la loro cultura, anche se si adattano a realtà geopolitiche diverse e lontane, talvolta a più di diecimila chilometri dal bellissimo orizzonte di montagne e campi della loro patria. Vivono le loro tradizioni con tale intensità che si ha l’impressione che non abbiano mai lasciato la loro patria o, con nostra sorpresa, che abbiano addirittura esteso i loro confini a livello globale, a dimostrazione indiscutibile che l’anima trentino-tirolese, mirabilmente, non conosce confini. Anche nel mio nuovo mandato di Deputato, sono felice ed orgoglioso di poter rappresentare i Trentini nel Parlamento e in Sudamerica e di collaborare con l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero per mantenere forte il legame fra la loro terra di origine e le comunità residenti all’estero. Onorevole Fausto Guillherme Longo

Deputato eletto nella Circoscrizione Estero Ripartizione America Meridionale

14


L’emigrazione trentina tra Ottocento e Novecento

di Elisabetta Antonelli, Fondazione Museo Storico del Trentino

I

l Trentino è da sempre una terra di emigrazione. La sua conformazione, prevalentemente montuosa, con valli strette e difficilmente coltivabili, lo rende un territorio che a stento, nelle epoche passate, riusciva a far fronte in maniera soddisfacente alle necessità della sua popolazione. Una parte dei suoi abitanti, all’inizio soprattutto gli uomini, ha dovuto quindi spostarsi per integrare l’economia familiare. Gli spostamenti più antichi di cui si trova traccia nei documenti sono relativi a movimenti migratori stagionali. Nei periodi in cui i lavori agricoli nelle valli montane erano fermi, gli uomini, liberi dal lavoro nei campi, si spostavano a quote più basse, verso le pianure e le città, per svolgere lavori di altro tipo. A partire dal Medioevo sono attestati gli spostamenti di uomini che possedevano delle competenze artigianali che trovavano mercato lontano dai paesi di origine. E’ interessante notare come, con il passare del tempo, alcune professioni artigianali siano andate a caratterizzare alcune aree geografiche. Conosciamo le vicende dei paroloti (ramai) della val di Sole, dei torcoloti (vendemmiatori) di Tione, dei venditori ambulanti del Tesino (che giunsero a vendere i loro prodotti fino in Russia), degli spazzacamini della Val di Non, dei pittori della Val di Fiemme, dei segantini (taglialegna) delle Giudicarie, dei musicanti della Val di Fassa. Altre professioni erano diffuse un po’ in ogni vallata, un esempio tipico è quello della pastorizia che implicava una vita seminomade. Inizialmente le migrazioni riguardavano solo in minima parte le donne a cui era affidata la cura della casa, della famiglia e di fatto la stabilità della comunità. A partire dal Settecento si assiste ad un maggiore coinvolgimento delle donne nelle migrazioni in relazione allo sviluppo dell’industria della seta. Le donne cominciarono ad essere richieste come manodopera nelle filande sia a Rovereto e a Trento che in Veneto e in Lombardia. Nel corso dell’Ottocento, grazie allo sviluppo dei mezzi di trasporto, i percorsi dei migranti cominciarono a farsi più lunghi, le destinazioni più varie e lontane. Diversi fattori portarono nel corso del secolo ad un aumento dei flussi migratori a tal punto che l’arco cronologico tra il 1860 e l’inizio del Novecento prende il nome di “grande emigrazione”. I mezzi di trasporto più moderni permettevano viaggi più lunghi; fu soprattutto lo sviluppo della navigazione a giocare un ruolo fondamentale. Si apriva così l’epoca delle traversate transoceaniche e il continente americano cominciò ad imporsi come una delle destinazioni di maggior 15


richiamo. Il viaggio oltreoceano era un’esperienza del tutto nuova per l’epoca, un’avventura piena di insidie e potenziali pericoli. Ancora nei primi anni del Novecento venivano pubblicate a Rovereto delle guide per gli emigranti che fornivano utili indicazioni per chi decideva di emigrare, comprese le istruzioni su come comportarsi a bordo di un transatlantico: “Nei porti di partenza, alla larga da coloro che con mille moine appena visti si fanno amici; non lasciarsi infinocchiare a consegnare il proprio denaro da custodire a qualcuno e neppure accettar denaro in custodia, poiché appunto con queste gheminelle abilissimi ladri spogliano gli emigranti. Non sarà neppur troppa prudenza esser parchi e guardinghi nel bere: un bicchiere di vino di troppo potrebbe costare carissimo. […] Durante la traversata molti vengono colti dal mal di mare: non è un male pericoloso, è però invece assai malcomodo e seccante. Un rimedio sicuro per vincerlo non fu ancora scoperto; contro lo stesso vale sopra tutto la forza di volontà, l’allegria e il moto: si cerchi di passeggiare, di star di buon animo e di divertirsi. Non è in ogni caso ben fatto prima d’imbarcarsi spender i propri denari in medicine e specifici contro il mal di mare, che apertamente o clandestinamente vengono offerti a prezzi più o meno alti agli emigranti: benché se ne decantino su tutti i toni i miracolosi e sicuri effetti essi sono quasi sempre inutili e spesso anche nocivi […]”. Non sempre era necessario trasferirsi dall’altra parte dell’oceano per cercare lavoro. Anche diversi Paesi europei, nel corso dell’Ottocento, si stavano avviando velocemente sulla strada dello sviluppo industriale, così la Gran Bretagna, la Francia e la Germania per fare solo qualche esempio. Anche l’Impero austro-ungarico (di cui il Trentino ha fatto parte fino al termine della Prima guerra mondiale) era una destinazione importante per i lavoratori trentini, e le sue città erano mete relativamente facili da raggiungere. Si trattava infatti di una migrazione interna. Le regioni più avanzate dell’Impero richiamavano lavoratori di tutti i tipi ma in modo particolare operai per le fabbriche tessili e manovalanza per i grandi cantieri infrastrutturali come la galleria ferroviaria dell’Arlberg (tra Innsbruck e Costanza). Gli operai trentini prestarono la loro opera in tutti i grandi cantieri europei, dal traforo del Frejus e del San Gottardo alla galleria del Sempione. I motivi per i quali si emigrava non erano legati alla sola conformazioni del territorio trentino. A partire dal XIX secolo si aggiunsero anche altre importanti ragioni. Il completamento dell’unità d’Italia con il passaggio della Lombardia e del Veneto dall’Impero austriaco al Regno d’Italia portò il Trentino ad essere 16


una zona di confine con ripercussioni economiche causate da un nuovo regime di dazi. Nel 1873 poi la situazione economica peggiorò ulteriormente in seguito al crollo della borsa di Vienna e all’introduzione di un diverso sistema di tassazione che penalizzava le piccole proprietà. A tutto ciò si aggiunsero le calamità naturali, che si susseguirono a breve distanza mettendo in grande difficoltà la sopravvivenza delle comunità trentine: la crittogama che danneggiò seriamente la coltivazione della vite e di conseguenza la produzione e il commercio del vino (tipica del territorio allora come oggi), la pebrina che fece ammalare i gelsi mettendo fine di fatto all’industria della seta che era stata una produzione di punta fino alla metà dell’Ottocento e che già doveva fare i conti con la concorrenza delle produzioni europee più moderne e con l’importazione dalla Cina. Come se non bastasse tra il 1882 e il 1889 tre disastrose alluvioni colpirono il Trentino distruggendo i raccolti per diverse annate. Questo insieme di fattori portò ad un rapido aumento delle partenze. Un fenomeno che si definisce “emigrazione di crisi”: una situazione in cui la decisione di partire diventa l’unica scelta possibile. Non si trattava più di cercare un’integrazione monetaria all’economia famigliare ma di trovare un modo per sopravvivere. Partire significava dunque cercare all’estero un lavoro che permetteva di mandare del denaro a casa e nello stesso tempo sollevare il nucleo famigliare del peso di alcune bocche da sfamare. In questa fase la prospettiva dell’emigrante diventa di lungo periodo, si perde ogni legame con i ritmi del lavoro agricolo e si parte con il progetto di rimanere lontano da casa, almeno per qualche anno. Il continente americano ha una forte attrattiva per gli emigranti di lungo periodo. Sia gli Stati Uniti che alcuni Paesi del Sudamerica si trovavano, a metà dell’Ottocento, in una fase di grande sviluppo (economico, demografico e industriale) che richiamava masse di lavoratori dalle zone depresse d’Europa. Per quanto riguarda il Trentino è piuttosto complesso capire l’entità effettiva dei fenomeni migratori perché nel corso del XVIII e XIX secolo non furono svolte rilevazioni statistiche complete. I dati di cui gli storici dispongono sono parziali, limitati ad alcune vallate e a pochi anni. Inoltre non è possibile quantificare i numeri dell’emigrazione clandestina; un aspetto che sembra rilevante se si fa un confronto, anche sommario, fra i visti per l’espatrio richiesti e le persone che effettivamente in un dato periodo risultavano assenti dal territorio. I dati più accurati di cui si dispone sono quelli raccolti da don Lorenzo Guetti (ecclesiastico, politico, primo ideatore della cooperazione trentina e del sistema delle casse rurali). Egli compilò una statistica delle partenze dal Trentino fra il 1870 e il 1887 contando circa 24.000 emigrati verso il continente americano (il 5,9% 17


della popolazione trentina nel 1870). Altre statistiche parziali che si riferiscono allo stesso periodo porterebbero la percentuale degli emigrati nelle Americhe al 7% della popolazione. L’emigrazione oltre oceano dei trentini si inserisce in quel fenomeno più generale che investì tutte le aree depresse d’Europa in quello stesso periodo: basti pensare all’esodo dei lavoratori dal meridione d’Italia oppure alla disperata fuga dalla fame di milioni di Irlandesi. Fra le destinazioni più gettonate, non solo per i trentini, troviamo senz’altro gli Stati Uniti d’America lanciati nella loro vertiginosa corsa alla modernizzazione. Nuove ferrovie correvano da nord a sud e da est ad ovest, le città diventavano metropoli, si scavavano miniere, nascevano nuove industrie. Questo sviluppo necessitava di un gran numero di lavoratori, ma gli europei disposti a partire erano talmente numerosi che il governo degli Stati Uniti poteva permettersi di essere molto selettivo nell’accogliere i migranti. Venivano privilegiati anzitutto chi era di lingua inglese e chi proveniva dai Paesi del nord Europa come i Tedeschi e gli Scandinavi. Maggiore diffidenza suscitavano i “latini” (Italiani, Spagnoli e Greci) sia per motivi di puro razzismo ma anche per questioni economiche. I migranti dal nord Europa infatti erano tendenzialmente meno poveri e spesso portavano con sé piccoli capitali da investire, gli altri partivano praticamente con i soli vestiti che avevano addosso. I trentini, fino alla Prima guerra mondiale, furono quindi avvantaggiati dal possesso del passaporto austriaco, pur essendo di lingua italiana non vennero discriminati come gli emigranti provenienti dal Regno d’Italia. La maggior parte dei trentini negli Stati Uniti trovava impiego nel settore delle miniere. Chi partiva cercava di raggiungere luoghi dove sapeva di trovare compaesani, o almeno altri trentini, partiti in precedenza, dando vita a delle vere e proprie catene migratorie. In questo modo si cercava di ricreare delle comunità che potessero fornire un supporto pratico ma anche un senso di appartenenza, mitigando lo spaesamento per la lontananza da casa. Il lavoro nelle miniere era remunerativo ma anche molto pericoloso e malsano: gli incidenti, i crolli e le malattie tipiche del mestiere (silicosi e tubercolosi) erano spesso causa di morte per i lavoratori. I giornali trentini di inizio Novecento riportavano ogni settimana notizie di morti nelle miniere nordamericane tanto che verso il 1910 alcuni missionari trentini che avevano trascorso del tempo nelle comunità degli emigrati negli Stati Uniti cominciarono a tenere conferenze nelle valli per dissuadere i giovani a partire nonostante l’attrattiva economica. Chi decideva di intraprendere questo lungo viaggio per cercare fortuna all’estero doveva anche essere dotato di un notevole spirito di avventura. Sappiamo ad esempio che ci furono diversi trentini che parteciparono alla “corsa 18


all’oro” in Canada e in Alaska. Conosciamo in particolare una di queste storie, quella dei fratelli Clemente e Silvio Boldrini grazie alle memorie scritte durante il loro viaggio. I due partirono da Pieve di Bono per gli Stati Uniti negli anni ’90 del XIX secolo e inizialmente lavorarono come operai nella fabbrica chimica di Solvay nello stato di New York. Nell’aprile del 1898, complice un periodo di recessione economica, decisero di lasciare la città per tentare la “corsa all’oro” fra i ghiacci del Klondike. “[…] il giorno 8 aprile si ripartì per Skagway sopra un piccolo bastimento mercantile nominato “Tees”. Haimè. Che penitenza su questo senza nessuna comodità ed una gran fola di gold seekers, perciò rendeva perfino il passeggiare impossibile se non che a stento urtando l’uno e l’altro, il dormire o coricarsi era impossibile il tempo era piovoso e freddo ed il solo ricovero che offriva il legno era fra i cavalli sotto una gran tenda”.Alla fine la loro avventura ebbe un esito positivo. Nel 1900 i fratelli rientrarono negli Stati Uniti con un capitale di più di 100.000 dollari che permise loro di aprire diverse fabbriche nella zona di Seattle. Se la legislazione statunitense era piuttosto selettiva nei riguardi dei migranti, al contrario alcuni Paesi del Sudamerica, tra cui Argentina e Brasile, praticarono una politica che incentivava l’immigrazione europea. Si trattava di Paesi territorialmente ampi, scarsamente popolati, con vaste aree di foresta che andavano disboscate per fare spazio alle coltivazioni e alle città. Il Brasile ha avuto un ruolo preponderante nella storia dell’emigrazione trentina. Fu infatti una delle destinazioni privilegiate, scelta da circa 30 mila persone fino al 1914. Un grande impulso alla richiesta di manodopera immigrata fu data dalla fine dello schiavismo. Nel 1850 cessarono infatti le deportazioni dall’Africa e nel 1888 la schiavitù venne abolita completamente. Ecco quindi crearsi la necessità di recuperare lavoratori a basso costo sia per il disboscamento che per il lavoro nelle piantagioni di caffè. L’esperienza dei trentini in Brasile fu particolarmente dura. Una buona parte venne impiegata nelle opere di disboscamento e nella creazione di colonie agricole dove prima era foresta. Queste persone si trovarono a vivere in piccoli gruppi, estremamente isolati, in balia di una natura selvaggia e di un clima molto diverso da quello a cui erano abituati in Trentino e che spesso provocava epidemie di malattie a loro sconosciute. Superate le difficoltà iniziali, la foresta permetteva la sopravvivenza delle comunità con la sua ricchezza di cibo e materie prime. I coloni, infatti, riuscirono effettivamente a mettere a coltura i terreni strappati alla foresta, a costruire dei villaggi e a strutturare delle comunità, molte delle quali riproponevano i tratti di 19


quelle trentine da cui erano partiti. Una caratteristiche che risulta evidente dalla scelta dei nomi che vennero dati agli insediamenti: Nova Trento, Nova Levico, Nova Tyrol. Un’esperienza differente, invece, fu vissuta dai lavoratori impiegati nelle piantagioni di caffè che si ritrovarono alla mercé dei latifondisti: erano pagati a cottimo o a giornata sulla base di accordi verbali e venivano trattati poco meglio degli schiavi che li avevano preceduti. Le condizioni di lavoro dipendevano dall’onestà del proprietario terriero finché, all’inizio del Novecento, venne stabilito l’obbligo per legge di stipulare contratti scritti e vennero istituiti dei controlli al riguardo. La presenza trentina in Brasile andò a formare in ogni caso degli insediamenti che resistettero nel tempo. Nuovi arrivi si ebbero, seppure con numeri molto più limitati, anche negli anni ’20 e ’30 del Novecento. Una popolazione di emigranti trentini che raggiungeva parenti o compaesani e portava nuova linfa a comunità che esistono ancora oggi e che molto spesso continuano a mantenere un forte legame emotivo con la terra dei loro antenati. Lo scoppio della Prima guerra mondiale pose un inevitabile freno ai flussi migratori, che ripresero poi negli anni ’20 e ’30 con numeri molto più contenuti. Nel periodo della ricostruzione post bellica gli emigranti trentini vennero impiegati nei cantieri delle città europee e nelle nuove fabbriche. In generale l’emigrazione mantenne le destinazioni precedenti alla guerra ma le dimensioni del fenomeno si ridussero rispetto al passato. Il fascismo riconobbe il ruolo dell’emigrazione come valvola di sfogo per la disoccupazione e la favorì in maniera controllata. Ad esempio, tra il 1921 e il 1931 circa 2700 famiglie vennero incentivate a trasferirsi nelle colonie africane e a partire dal 1937 nel quadro della collaborazione con la Germania, Mussolini e Hitler stipularono un trattato per l’invio di lavoratori nelle fabbriche e nelle campagne tedesche. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale gli espatri si fermarono nuovamente per riprendere nel dopoguerra con modalità diverse rispetto alla migrazione ottocentesca. Non si trattava più di un’emigrazione di crisi, dettata dalla necessità di sopravvivere (almeno non sempre), piuttosto di una volontà di miglioramento della qualità della vita, anche a fronte di grandi sacrifici. In questa fase gli spostamenti si caratterizzarono per le distanze meno lunghe, da una regione italiana ad un’altra, dalla montagna alla città o verso le zone più avanzate d’Europa (il 90% delle partenze era verso destinazioni europee). L’emigrazione diventa nuovamente temporanea, finalizzata a recuperare del denaro da portare in paese, per ricostruire le abitazioni danneggiate, renderle più moderne o avviare un’attività. Una caratteristica peculiare dell’emigrazione italiana del secondo dopoguerra fu l’organizzazione dei flussi in uscita da parte 20


dello Stato. Accanto alle partenze individuali e spontanee troviamo quelle regolate da trattati istituiti fra i governi. Un esempio è il protocollo d’intesa stipulato fra l’Italia e il Belgio nel 1946 che prevedeva il trasferimento di 2000 lavoratori ogni settimana dall’Italia verso le miniere di carbone, operazione che coinvolse il 7% degli emigranti trentini. Lo Stato italiano otteneva in cambio carbone a prezzo agevolato, necessario per far ripartire l’industria. I lavoratori coinvolti erano scarsamente informati riguardo al lavoro che sarebbero andati a svolgere, non avevano idea della pericolosità delle miniere, della durezza del lavoro e delle condizioni di vita. Il lavoro in miniera era molto dannoso per la salute e si verificavano incidenti con un’altissima frequenza. I lavoratori stranieri venivano alloggiati nelle baracche dei campi di prigionia nazisti rimasti dagli anni della guerra. Il rifiuto di recarsi al lavoro e la rescissione del contratto provocava l’arresto del lavoratore e il rimpatrio. Tra il 1946 e il 1956 si stima che siano morti almeno un migliaio di minatori. Questa esperienza si chiuse proprio nel 1956 quando la tragedia di Marcinelle (in cui morirono 262 minatori) portò finalmente alla luce questa drammatica situazione ponendo fine all’emigrazione organizzata dallo Stato. Il Trentino durante la Seconda guerra mondiale era stato fortemente danneggiato dai bombardamenti, soprattutto nei centri abitati e nelle vie di comunicazione, ma anche nelle sue maggiori risorse economiche, le campagne e i boschi. Nei primi anni del dopoguerra si ebbero in media 3500 partenze all’anno mentre il decennio con il maggior numero di partenze fu quello 1951 – 1961 quando il 79% dei Comuni trentini fu coinvolto dal fenomeno migratorio. Una destinazione che si impose nel dopoguerra fu la Svizzera, dove, tra il 1946 e il 1977, si trasferirono circa 30.000 lavoratori trentini (il 40% della totalità degli espatriati dalla regione). Nel 1950 gli Italiani costituivano la comunità di stranieri più numerosa in Svizzera (49%) e provenivano per il 70% dall’Italia settentrionale (dal 1965 i meridionali divennero il 60%). La Svizzera mantenne la sua forza attrattiva nei confronti dei trentini e delle trentine per tutti gli anni ‘70 nonostante una legislazione tra le meno accoglienti d’Europa. Le paghe erano alte, i contrati venivano rispettati scrupolosamente e i contributi versati ma i lavoratori stranieri non venivano bene accettati dalla società, erano rispettati in quanto lavoratori ma la convivenza era spesso difficile. Molte sono le testimonianze di discriminazioni e di limitazioni pesanti: difficoltà nel trovare un alloggio, divieto di portare con sé i figli, obbligo di rientrare in patria allo scadere del contratto. Per non parlare della naturalizzazione, un procedimento così lungo e 21


costoso da risultare impraticabile. Noti episodi di xenofobia si ebbero nel 1965 e nel 1968 quando vennero fatte delle raccolte firme contro gli stranieri e un referendum che chiedeva la loro limitazione di ingresso nel Paese. Il referendum non fu accolto ma è significativo che il 44,5% dei votanti si espresse per il “sì” (quindi per la chiusura). I lavori che i trentini svolgevano in Svizzera nei primi anni erano soprattutto nel settore dell’agricoltura e dell’edilizia. Rispetto alle epoche precedenti, nel secondo Novecento, l’emigrazione coinvolse in misura maggiore le donne, inizialmente solo come domestiche, in seguito anche come operaie. Infatti a partire dagli anni ’50 lo sviluppo industriale impose il lavoro operaio nelle fabbriche, sia per gli uomini che per le donne. A questo si aggiunsero poi i lavori nella ristorazione in seguito allo sviluppo del turismo soprattutto dagli anni ‘60. L’esperienza di vita in Svizzera portò tanti trentini e trentine a vivere molti degli aspetti legati alla modernità che poi furono portati nelle valli trentine: le automobili, i primi elettrodomestici, i servizi igienici nelle abitazioni, il concetto di tempo libero, i film, le riviste, il gelato. Anche se nel secondo dopoguerra le destinazioni europee si imposero, l’emigrazione oltre oceano non cessò. Due furono le destinazioni privilegiate: l’Argentina e il Cile. L’emigrazione verso l’Argentina era di fatto una prosecuzione del movimento iniziato nel secolo precedente e che si era interrotto a causa delle due guerre mondiali. Nel periodo di massima attrazione, tra il 1946 e il 1953, il fenomeno coinvolse circa 2500 individui. I trentini si impiegavano principalmente in agricoltura ma anche nell’industria e nel terziario. I più intraprendenti ebbero modo di avviare proprie attività ed alcuni raggiunsero un discreto benessere. Non bisogna dimenticare che l’Argentina fu anche il Paese che diede accoglienza a quegli individui così compromessi con il fascismo da preferire di allontanarsi dall’Italia (e dal Trentino). L’altro Paese sudamericano che intrecciò la sua storia con quella del Trentino, purtroppo in maniera drammatica, fu il Cile. Nel 1951, grazie ai fondi del piano Marshall, il Trentino Alto-Adige organizzò l’invio di un contingente di famiglie di agricoltori per fondare delle colonie agricole in Cile. Nell’aprile del 1951 vennero trasferite 154 persone a cui vennero assegnati dei lotti di terra all’interno di una comunità parzialmente organizzata. Dopo un periodo di assestamento le colture cominciarono ad essere produttive e l’esperienza ebbe un esito generalmente positivo. Alla luce della prima esperienza venne organizzata una seconda spedizione che tra il 1952 e il 1953 portò in Cile altri 758 trentini. La seconda colonia fu organizzata in modo superficiale tanto da risultare un fallimento pressoché totale. Le famiglie più fortunate, e con una certa disponibilità economica, riuscirono a 22


ritornare in Trentino. Altre si trasferirono nelle città o tentarono una nuova emigrazione verso il Brasile. Per molti quest’avventura si concluse in maniera negativa e dovettero essere rimpatriati nei decenni successivi. Il miglioramento delle condizioni economiche del Trentino nel corso degli anni ’70 influì anche sui flussi migratori. Lentamente le prospettive di vita e di lavoro miglioravano rendendo sempre meno necessario espatriare fino a raggiungere negli anni ’80 il livello delle regioni più sviluppate d’Europa. Questo comportò un rovesciamento della medaglia: il Trentino si trasformò progressivamente in una meta per l’immigrazione.

23


24


QUEL TRENTINO CHE VIVE FUORI DAI NOSTRI CONFINI

I

l contesto politico di Walter Pruner

L’

evoluzionie legislativa di Paola Zalla

“Saluto con grande soddisfazione la ripresa della piena attività dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, convinto come sono che la sua presenza nel mondo dell’emigrazione trentina è e sarà sempre lievito positivo che aiuta le comunità a crescere”.

Franco Panizza

25


Il contesto politico

L’

di Walter Pruner

Unione Famiglie Trentine all’Estero ha ritenuto di fondamentale importanza riportare al centro della memoria della Comunità trentina il lavoro di cinquant’anni di emigrazione trentina. Sono cinquant’anni di presenza sui territori di migrazione della gente trentina nel mondo, che la nostra Associazione ha declinato nel tempo attraverso piani di studio, di azione, in sostanza di vicinanza fattiva con chi, abbandonando la propria terra in cerca di fortuna, sicurezza economica e sociale, lasciò in Trentino il bene più importante, la ricchezza immateriale insostituibile che sono le proprie radici, i propri affetti. È proprio per aiutare a mantenere vivido il patrimonio valoriale migratorio con la propria Terra, cercando di garantirne quel cordone ombelicale di ossigeno insostituibile, che la politica di allora, almeno una parte della politica degli anni‘70, si fece carico del tema emigratorio trentino in forma attiva. Il sentiment fu figlio di quella naturale cultura solidaristica molto forte nella nostra Terra e capace sempre di esprimere il meglio di sè come confermato dal pullulare diffuso di associazioni, si pensi sopra tutte ai corpi dei vigili del fuoco volontari. Nacque dal basso, anche per la nostra Associazione, dal contatto diretto con i delegati politici in Consiglio provinciale del tempo, in un humus culturale in questo senso acerbo ma vero, la Legge Provinciale n. 27: “Istituzione della Consulta provinciale dell’emigrazione ed interventi a favore degli emigrati”. Fu un passo importante, una pietra miliare di grande civiltà in cui ai nostri lavoratori all’estero venne riconosciuto il diritto a beneficiare di interventi divulgativi, sovvenzioni che rispondendo a precisi criteri facessero loro veramente sentire vicina e partecipe tutta la comunità trentina. È il contesto nuovo, ben oltre i contenuti pur importantissimi della norma, che rivoluzionò dal punto di vista politico il tema della dialettica migratoria trentina. Per la prima volta sulla questione dell’emigrazione trentina, la politica alta, quella che ascoltava e si sacrificava per il bene comune, svoltò in maniera netta e coraggiosa. Rappresentando quasi un unicum anche a livello nazionale. È così, in maniera molto semplice, oggi si direbbe molto basica, essenziale, che a metà degli anni ‘70 rappresentanti politici come i consiglieri Enrico Pruner, Domenico Fedel, Bruno Zanghellini, Guido Sembenotti traguardarono i confini svizzeri con i loro mezzi privati per sentire, visitare, ascoltare, trasmettere la propria vicinanza, raccogliere i problemi, gli umori, organizzare i propri lavoratori trentini che li coinvolgevano nelle loro istanze più urgenti. Riunioni private tra

26


famiglie, la nascita di circoli, incontri conviviali per conoscersi, per conoscere, per costruire ponti. Da qui, da questo forte spirito di collaborazione, di fiducia reciproca, di grande speranza, la nostra Associazione nacque, iniziò. Alla base dunque una leva popolare, che cercava di tradurre le difficoltà provate in loco dai nostri concittadini in soluzioni, in beneficio collettivo. Già, perchè questo fu il terreno di scontro e di incontro di allora: fare della complicazione, del caso particolare, un tassello , un contributo alla soluzione della tematica maggiore che preordinava il particolare. Altre discipline normative successive, in particolare quella del 1986 con la Legge n. 13, le disposizioni datate 1986, la n. 12 del 3 novembre 2000, tutte formarono e compattarono sensibilità prima ordinate in forma sparsa, attraverso una condivisione tra opposizione e maggioranza, tutt’altro che scontata agli albori degli anni ‘70. Furono soprattutto e dunque le necessità primarie, la voglia di ottenere dalla propria casa madre, dal proprio Trentino, i servizi principali di assistenza a creare i prodromi per una domanda diretta dei nostri migranti ai rappresentanti politici. In primis, non possiamo negarlo, l’estrema apatia sul tema da parte di una consistente fetta del mondo politico fu determinata dall’assenza di un interesse elettorale: i nostri migranti non garantivano sostegno elettorale da una parte e dall’ altra il Trentino interessato al fenomeno migratorio non era elettoralmente significativo. Ed è proprio in questo che sta il passaggio importante e portante delle avanguardie politiche di allora più attente: l’essersi interessate, portando tra le urgenze dell’agenda politica,

27


L’evoluzione legislativa

di Paola Zalla

L’

immagine è quella del molo, delle tante famiglie in attesa di imbarcarsi su bastimenti diretti verso mondi di cui si conosceva poco o nulla. A fare da sprone la speranza di un lavoro e migliori condizioni economiche, animati e forti della determinazione tranquilla di chi, forse, ha niente da perdere. A frenare spiriti tanto risoluti, la nostalgia per tutto quello che ha il profumo di casa. La casa con tutto quello che rappresenta: gli affetti, le stanze in cui si è cresciuti, visto i propri cari invecchiare e la luce della vita che nasce. La casa natia, quella affannosamente cercata da nipoti e pronipoti quando arrivano in Trentino. Tutto parte da qui, dal riguardo dovuto a sentimenti forti e dalla consapevolezza di avere l’onere e l’onore di pianificare azioni volte a valorizzare il composito mondo dell’emigrazione e le moltissime storie individuali grazie alle quali ha preso forma. Le norme approvate nel tempo dal legislatore provinciale rappresentano i passaggi delicati e concreti di un percorso di conoscenza e comprensione delle comunità trentine all’estero. Un approccio saldamente legato alle emozioni forti suscitate dalla narrazione collettiva di accadimenti che hanno toccato le piccole e grandi municipalità del territorio provinciale. Quanti aneddoti. C’è chi ricorda una corriera ferma in un grande piazzale, prima tappa di un lungo viaggio che avrebbe portato una compagna di classe ad altre latitudini lasciando alle spalle i luoghi del cuore. Senza il lusso del rimpianto. Era indispensabile guardare avanti con fiducia incrollabile nel futuro. Un’esperienza forte e non poteva essere da meno la risposta delle istituzioni trentine che con grande senso di responsabilità hanno provveduto a declinare i bisogni degli emigrati, definendo nel tempo una disciplina del settore all’altezza dello sforzo dei coraggiosi conterranei.

Nel 1975 fu approvata la legge provinciale n. 27 «Istituzione della Consulta provinciale dell’emigrazione ed interventi a favore degli emigrati», norma definita nell’ambito di una politica volta a rinsaldare i rapporti fra gli oriundi impegnati professionalmente all’estero e la terra trentina nonché a favorirne il rientro, promuovendo anche forme di solidarietà e di tutela dei lavoratori e delle loro famiglie. L’istituzione e nomina della Consulta presso la Giunta provinciale rappresentò un passo concreto nella direzione di una migliore valutazione delle cause che avevano generato i flussi migratori, dei problemi e degli effetti di carattere socio-economico che ne erano derivati. L’attenzione riservata ai lavoratori trentini all’estero appare evidente negli articoli in cui si intervenne per sostenere attività divulgative, sovvenzioni ad enti, associazioni ed istituzioni 28


impegnati da almeno due anni a favore degli emigrati trentini. La disciplina del 1975 fu superata nel 1986 con la Legge n. 13 dal titolo «Interventi nel settore dell’emigrazione» che rispondeva, con apertura al futuro, alle istanze del mondo dell’emigrazione ed era frutto dell’adeguamento al contesto locale del lavoro svolto nell’ambito del coordinamento fra le Regioni e del dibattito sviluppato, a partire dal 1983, dalla Consulta provinciale dell’Emigrazione e dalle collettività trentine all’estero. Vennero ridisegnati i compiti attribuiti alla Consulta, istituito il Fondo provinciale per l’emigrazione, previste azioni di carattere culturale e sociale, di informazione e di ricerca finalizzate a tutto il mondo dell’emigrazione destinatario di interventi a sostegno di soggiorni, interscambi, formazione scolastica, corsi di lingua italiana e di formazione o riqualificazione professionale. La norma confermò il sostegno alle Associazioni che operavano con carattere di continuità e di specificità a favore degli emigrati, formalizzando precisi requisiti per il loro riconoscimento, ponendo i presupposti di una fattiva collaborazione con l’Ente pubblico per il conseguimento degli scopi comuni. Le disposizioni datate 1986 furono rivisitate quasi quindici anni dopo: con la legge n. 12 del 3 novembre 2000 si intervenne per adeguare la normativa ai mutamenti sociali/economici avvenuti sia in Trentino sia nelle terre di emigrazione. La nuova disciplina puntava molto sul recupero e salvaguardia della lingua italiana nella consapevolezza che l’investimento in cultura avrebbe contributo a creare, in prospettiva, i presupposti per lo sviluppo di competenze e occasioni di autentica crescita in tutti gli ambiti della vita collettiva. Vennero aggiornati i compiti dei Consultori e la funzione delle Associazioni d’ambito, con una maggior distinzione dei ruoli pubblico/privato. La valorizzazione delle attività di informazione, comunicazione, interscambio, borse di studio rappresentavano/rappresentano il cuore di una normativa la cui impostazione interpreta ancora oggi, visto che è in vigore, in chiave realistica e propositiva il mondo dell’emigrazione, perché riconosce nell’emigrato trentino una risorsa con cui condividere un percorso positivo e proficuo facendo leva sulle comuni radici. Il quadro normativo del 2000 è frutto della collaborazione tra maggioran29


za ed opposizione e, oltre a rappresentare una riorganizzazione della materia, dettando disposizioni più puntuali, assicura interventi maggiormente articolati al fine di consentire all’amministrazione e all’associazionismo di operare con strumenti e modalità più efficaci ed efficienti. A mettere l’emigrazione al centro del dibattito politico furono l’Assessore Sergio Muraro, all’epoca con delega all’emigrazione, e il consigliere Carlo Andreotti che aveva riservato attenzione e sensibilità al tema anche negli anni della sua presidenza. A dare valore all’iter della norma fu anche l’apporto della Quarta Commissione permanente cui toccò, oltre all’esame del disegno di legge prima del dibattito consiliare, anche una verifica sul campo effettuata durante una visita studio in Brasile e Argentina. Ma non solo. In aula sia il consigliere Andreotti sia l’Assessore Muraro riconobbero nel Primo Congresso Mondiale della Gioventù Trentina del 1998 il momento sul quale sarebbe stato possibile mettere in campo iniziative e programmi di lavoro degni di una grande svolta. “Una svolta decisiva, direi” sottolineò Muraro. Il Congresso Mondiale della Gioventù rappresentò una primavera di idee, progetti, istanze delle nuove generazioni di trentini all’estero e un patrimonio di spunti di riflessione per il legislatore, consapevole che se un tempo l’emigrazione aveva bisogno di aiuti concreti, di appoggio materiale, addirittura di supporto economici, ora la richiesta o la necessità non erano più le stesse. Vengono sollecitati interventi di carattere culturale, che al di là dell’assistenza contribuiscono a creare opportunità anche in prospettiva. Linee d’azione politica e concetti all’epoca innovativi e d’attualità ai nostri giorni. La domanda alla quale si rispose con la legge del 2000 fu: di cosa avrà bisogno l’emigrazione di domani? I contenuti della norma fanno propria la logica 30


secondo la quale investire risorse nel mondo dell’emigrazione si traduce, non solo in un atto di riparazione e di giustizia nei confronti degli emigrati o dei figli degli emigrati, ma significa anche mettere le basi, creare i presupposti per una collaborazione fra il Trentino e fra i trentini che vivono in terre di emigrazione. L’attenzione nei confronti del mondo giovanile e della valorizzazione della lingua e cultura italiana fu uno dei passaggi più significativi della relazione di Andreotti: “ …perché se perdiamo i giovani dell’emigrazione perdiamo l’emigrazione perché si perdono risorse, opportunità, potenzialità proprio nel momento in cui si sta diventando un villaggio globale ed è estremamente importante avere in tutto

Primo Congresso Mondiale della Gioventù Trentina.

Immagini delle Feste dell’Emigrazione ed Interscambi Giovanili.

Un momento dell’Interscambio Giovanile 2009.

31


il mondo una fortissima rete di relazioni”- sottolineò nella seduta del Consiglio provinciale del 26 settembre 2000. Altro aspetto qualificante della norma fu la figura del Consultore al quale fu affidata, a titolo di volontariato, una funzione fondamentale, perché assunse il ruolo rilevante ed impegnativo di primo referente della Provincia all’estero, nonché rappresentante degli emigrati. Posizione che continua a mantenere anche ai giorni nostri e la cui forza propositiva si sviluppa in modo particolare nell’ambito dell’annuale Conferenza dei Consultori occasione per un confronto approfondito, su progetti e programmi di lavoro, anche con l’associazionismo d’ambito e due consiglieri designati dal Consiglio provinciale. Con la Legge n. 12 il legislatore avviò un percorso ancora in atto e di grande attualità. L’aver posto l’accento sull’insegnamento della lingua e sulla cultura scaturì dall’aver compreso e declinato, in chiave omologa ai tempi, concetti come radici, legame e senso d’appartenenza. Si riconobbe nella lingua un elemento capace di unire e nel contempo d’essere viatico per risalire all’origine degli avi, e quindi propria. E, si potrebbe aggiungere, è un modo per dare voce e garantire solide basi ad un ponte costruito per mettere idealmente in relazione le comunità trentine ovunque siano con un flusso costante di informazioni, in andata e ritorno, anche grazie agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia moderna. Condividendo la convinzione del legislatore del 2000 secondo cui “Creato il collante fra il Trentino e le terre i emigrazione si attua l’apertura del sistema trentino, aiutare le comunità trentine all’estero significa aiutare il Trentino”.

La delegazione dell’UFTE accompagnata da Norma da Rui, vicepresidente della Famiglia di Benedito Novo, in visita al Comune di Pomerode in Brasile.

32


L’Unione e la sua storia Franco Panizza, socio fondatore

Le origini Lo sviluppo Tentativi di fusione La ripartenza Il nuovo corso I progetti e le iniziative Protagonisti

33


L’Unione e la sua storia

di Franco Panizza, socio fondatore

LE ORIGINI I fenomeni migratori hanno avuto un’importanza fondamentale per la Provincia autonoma di Trento, che nei secoli scorsi ha visto una parte significativa della sua popolazione costretta ad abbandonare la terra natia per insediarsi in tutte le parti del mondo, in alcuni casi addirittura costituendo colonie organizzate dallo Stato, sia che fosse l’Impero Asburgico, o il Regno d’Italia, o infine la Repubblica Italiana. È per questo che, ottenuta l’autonomia e quindi la competenza primaria nel settore dell’emigrazione, fin da subito si è avvertita la necessità di costituire organismi associativi, più snelli e maggiormente motivati, che potessero supportare o sostituire gli enti pubblici nella loro attività finalizzata a sostenere, organizzare, emancipare i nostri emigrati all’estero e fare in modo che non si disperdessero i legami anagrafici, sociali e culturali con la terra di origine. Anche perché molto spesso le famiglie degli emigrati avevano bisogno di assistenza per i permessi di soggiorno, gli adempimenti fiscali, il riconoscimento dei diritti civili, i ricongiungimenti famigliari, i diritti pensionistici, il riconoscimento dei titoli di studio e così via. Non dimentichiamo poi che all’inizio i fenomeni migratori nelle intenzioni erano quasi sempre temporanei, perché coloro che erano strati costretti a partire speravano di poter tornare nella loro terra appena le condizioni di vita in Trentino fossero migliorate. Enormi erano, poi, le problematiche legate alla mancata conoscenza della lingua e delle abitudini del Paese di destinazione, che nella maggior parte dei casi erano completamente sconosciute, e alla necessità di lasciare, finché non si fosse acquisita una posizione stabile, la famiglia o almeno i figli più piccoli in Trentino. La lunga storia dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, che si cerca di riassumere in queste pagine, per essere il più precisi ed attendibili possibile è stata ricostruita grazie alle testimonianze di alcuni protagonisti e soprattutto utilizzando i verbali dei Consigli di amministrazione e delle Assemblee dei soci, i documenti prodotti e gli articoli di Famiglie Trentine, il periodico di informazione dell’Associazione. Com’era pratica abituale in quegli anni, ogni organizzazione che aveva il ruolo di assistere e tutelare il cittadino nei rapporti con le istituzioni, veniva promossa dalle forze politiche più rappresentative. Ciò si verificava per i sindacati, per le organizzazioni professionali, gli enti di promozione, i patronati e così avvenne anche per il mondo dell’emigrazione. 34


L’Unione

e la sua storia

1968 In risposta alla Trentini nel Mondo, nata nel 1957 per iniziativa della Democrazia Cristiana, nel 1968 viene costituita, per iniziativa degli autonomisti, la Libera Associazione delle Famiglie Trentine all’Estero, avente come simbolo le due stelle alpine. Ai Circoli della Trentini nel Mondo si affiancano così le Famiglie Trentine della Libera Associazione. L’organizzazione, iscritta nel Registro delle Associazioni degli emigrati trentini all’estero con delibera n. 11735 del 12 dicembre 1986, si sviluppa in particolare in Svizzera, sia per la facilità di contatto con gli emigrati che tornavano spesso nella loro terra, sia perché la Svizzera era uno dei territori in cui si erano maggiormente insediati i Trentini.

Le Famiglie fondate nel corso degli anni erano: Solothurn (fondata nel 1969), Augst-Liestal, Oberland zurighese (fondata nel 1971), Berna, Basilea Campagna/Baselland (fondata nel 1969), Svitto Glarona San Gallo, a cui si aggiunse in seguito anche la Famiglia Trentina di Monaco di Baviera. L’art. 1 dello Statuto della Famiglia Trentina di Solothurn recita: “La libera associazione denominata Famiglia Trentina di Solothurn è stata costituita il 23 Febbraio 1969”.

Nella trattativa politica con la Provincia, la nuova associazione riuscì anche ad ottenere un posto sui cinque riservati alle Associazioni nella Consulta provinciale dell’Emigrazione, ricoperto per anni da Renzo Uber e poi da Callisto Tezzele della Famiglia dell’Oberland zurighese.

Dopo un primo periodo di discreto attivismo, l’Associazione perse gradualmente il rapporto con le diramazioni svizzere, che a un certo punto chiesero un cambio di rotta per non compromettere l’efficacia della loro attività portata avanti con impegno e tanta fatica. Rivelatosi difficile il recupero dell’attività 35


della Libera Associazione, si decise di costituirne una nuova, con lo stesso simbolo delle due stelle alpine, che potesse rispondere prontamente e con competenza alle istanze che provenivano dagli emigrati, al tempo limitati al territorio svizzero, che non volevano aderire alla Trentini nel Mondo. 1984 Il 17 luglio del 1984, nello studio del notaio Franco Marchesoni di Trento, viene quindi regolarmente costituita l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, con lo scopo di svolgere la “più ampia opera di assistenza morale e materiale e di preparazione sociale a favore dei Trentini residenti in altre regioni d’Italia e all’estero e a quelli che intendono emigrare e rientrare in patria”. I soci fondatori sono Tretter Franco, Fontanari Sergio, Binelli Eugenio, Maccagnan Valeriano, Compagno Giorgio, Panizza Franco e Nardelli Ferruccio. Compongono il primo Consiglio di amministrazione il senatore Sergio Fontanari come presidente, Valentino Maffei come vicepresidente, il consigliere regionale Eugenio Binelli, Valeriano Maccagnan, Franco Panizza, Livio Zanella, Giorgio Compagno e Ferruccio Nardelli. Membri del Collegio dei revisori sono il consigliere regionale Guido Sembenotti, Mery Valer e Graziano Nicolini. I Probiviri sono Pietro Paternolli, Franco Zanghellini e Bruno Bernardi. La sede viene fissata a Trento in Vicolo del Vò 3.

36

L’Unione inizia la sua attività con risorse proprie, condividendo le spese con altre organizzazioni di volontariato, organizzando la propria attività soprattutto attraverso l’aiuto generoso di volontari e di emigrati rientrati in Trentino. Ad essa aderiscono subito le cinque diramazioni svizzere inizialmente aderenti alla Libera Associazione. Come si legge in una relazione sull’attività predisposta dal presidente, l’Associazione nei primi anni di attività deve fronteggiare enormi difficoltà, potendo contare esclusivamente sulle risorse dei soci aderenti, non godendo di alcuna sovvenzione o agevolazione pubblica. Nella sua sede di Trento e con la preziosa collaborazione di alcuni componenti del Consiglio di amministrazione può comunque svolgere la sua attività in maniera continuativa, mantenendo frequenti e regolari contatti con tutte le Famiglie Trentine della Svizzera, che sono sempre state seguite e supportate.


L’Unione

e la sua storia

LO SVILUPPO 1991 La svolta operativa avviene nel 1991, quando la sede è in Via Gazzoletti a Trento, con l’Assemblea dei soci del 9 agosto e con il Consiglio di amministrazione del 28 agosto, in cui viene eletto all’unanimità presidente Franco Tretter, allora Presidente del Consiglio regionale, e alla vicepresidenza è chiamato Valentino Maffei, forte della sua esperienza di anni emigrato prima a Vienna e poi a Londra. Nel corso della riunione viene approvata l’adesione formale delle Famiglie Trentine di Berna (presidente Renzo Zencher), Basilea Campagna/Baselland (presidente Carlo Ress), Oberland zurighese (presidente Callisto Tezzele), Solothurn (presidente Vito Agosti), Svitto Glarona San Gallo (presidente Franco Micheli). Trascorso il periodo di cinque anni di attività obbligatoria per poter richiedere il riconoscimento formale della Provincia, l’Unione chiede l’iscrizione nel Registro delle associazioni degli emigrati trentini all’estero, di cui all’articolo 21 della L.P. 13/1986, dichiarando il possesso di tutti i requisiti richiesti. Ottenuta l’iscrizione con delibera della Giunta provinciale n. 13837 del 25 ottobre 1991 e maturato quindi il diritto alle sovvenzioni previste dalla normativa provinciale, ci si dedica alla definizione della struttura organizzativa. La disponibilità di un collaboratore a tempo pieno, di attrezzature adeguate e di un ufficio funzionale situato nel capoluogo in pieno centro consente ora di svolgere un’attività proficua e sempre più apprezzata dagli utenti. 1992 Nel 1992, il 26 ottobre l’Unione avanza richiesta dei finanziamenti previsti dalla legge provinciale e nello stesso mese chiede formalmente ed ottiene anche l’iscrizione all’Albo delle organizzazioni di volontariato, di cui alla L.P. 8/1992, ribadendo che se è pur vero che l’Unione nasce per iniziativa di persone vicine ad un preciso movimento politico, è altrettanto vero che “è un’associazione di volontariato che non ha mai fatto politica e in cui è sempre prevalso l’interesse per gli emigrati.”

La sede storica dell’Unione in piazza Silvio Pellico a Trento.

Come sede dell’Unione, viene utilizzato un ufficio con sala riunioni a Trento, nella centralissima Piazza Silvio Pellico, seguito dal primo dipendente dell’associazione, il rag. Massimo Rovigo. 37


1993 Nel 1993 viene approvata la prima modifica dello Statuto dell’Associazione per rendere più snella e funzionale la struttura organizzativa; viene meglio definito il ruolo delle Famiglie Trentine che diventano centrali nell’organizzazione e nel funzionamento. Nella stessa Assemblea del 29 luglio viene ringiovanito il Consiglio di amministrazione, con la riconferma di Tretter alla presidenza, di Maffei alla vicepresidenza e dei consiglieri Compagno e Panizza, mentre fanno il loro primo ingresso i giovani Giuliano Carli, Vittoria Torresani e Daniele Pasquin. 1994 Con il 1994 alcuni Circoli della Trentini nel Mondo dell’Argentina manifestano la ferma volontà di aderire all’Unione. Dopo un’attenta valutazione con gli interessati e a seguito di un viaggio in Argentina effettuato allo scopo dal presidente Tretter, il Consiglio del 27 ottobre decide all’unanimità di accogliere le richieste di adesione degli ex-Circoli trentini ed ora Famiglie Trentine di Cordoba (presidente Eduardo Baldessari) e Colonia Tirolesa (presidente Horacio Schiaroli), nonché della nuova Famiglia Trentina di Rafaela (presidente Alberto Baldessari). Di lì a poco nascerà la nuova Famiglia di Funes, presieduta da Mario Libardi.

Angelo e Norma Cantonati della Famiglia Trentina di Colonia Tirolesa, in costume tipico argentino, alla Festa dell’Emigrante di Grigno in Valsugana nel 2009, assieme al presidente dell’Unione Franco Tretter.

38


L’Unione

e la sua storia

IN SVIZZERA IL NUCLEO FONDATORE, IN AMERICA LATINA LE REALTÀ PIÙ NUMEROSE Nascono in Svizzera le prime Famiglie Trentine, per iniziativa di alcuni trentini costretti ad emigrare per motivi di lavoro, ma che mantengono forte il legame con i paesi di origine, soprattutto perché agevolati dalla vicinanza geografica. Sono trentini a pieno titolo, con il diritto di voto, che tornano spesso nelle loro valli, dove dispongono di un alloggio per abitare e trascorrere le ferie e che spesso ritornano in Trentino per risiedere stabilmente non appena possibile o quando raggiungono la pensione. Sono generalmente autonomi dal punto di vista economico e lavorativo ed i loro figli sono integrati nella società svizzera. Le cinque Famiglie aderenti fin dall’inizio all’Unione e che hanno permesso all’Associazione di essere formalmente riconosciuta dalla Provincia, sono state sempre molto attive, organizzando frequenti momenti conviviali e occasioni di socialità, ospitando le espressioni della cultura e della tradizione trentina, utilizzando e promuovendo i prodotti della loro terra d’origine, tenendosi aggiornate sulle novità introdotte dal Paese di cui sono a tutti gli effetti regolari cittadini. Sono Famiglie autonome nella loro attività e ben inserita nel tessuto locale e all’interno delle comunità degli emigrati, in buoni rapporti con i Circoli della Trentini nel Mondo.

La festa ad Hinwil per il 30° della Famiglia dell’Oberland Zurighese. Il presidente Callisto Tezzele con il Coro Genzianella di Roncogno.

Si tratta quindi di un’emigrazione diversa da quella insediatasi in Sudamerica, spesso in colonie autonome interamente trentine, con emigrati che, un tempo, non avevano la possibilità né di mettersi in contatto con la famiglia di origine e men che meno di tornare frequentemente nella madrepatria. Essendo stato loro negato ogni contatto diretto con la loro terra, sentono molto più forte il desiderio di conoscere, di essere contattati e visitati, di poter interloquire con i rappresentanti dei loro paesi di origine. Un desiderio e un interesse che sono diventati ancora più forti e sentiti con l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione, che non annullano la lontananza fisica, ma che avvicinano virtualmente e visivamente, accrescendo la voglia di conoscere ciò che non hanno mai visto o saputo e di approfondire la conoscenza della loro terra di origine e dei loro antenati, anche per scoprirne le opportunità offerte. Ecco perché le Famiglie svizzere non sono purtroppo aumentate di numero, ma anzi sono andate incontro ad un progressivo invecchiamento e ridimensionamento, mentre le Famiglie Trentine in Sudamerica hanno avuto una crescita costante ed hanno registrato una sempre più massiccia partecipazione alle iniziative e alle opportunità messe in campo dalla Provincia. In un articolo pubblicato sul numero 19/2004 di Famiglie Trentine, Vito Agosti, presidente della Famiglia Trentina di Solothurn, esprime alcune considerazioni interessanti. “Gli italiani in Svizzera [...] hanno sempre avuto una particolarità, rispetto ai loro connazionali che sono andati in cerca di fortuna altrove. In Svizzera gli emigrati e le seconde generazioni 39


sono, infatti, sempre stati molto restii ad integrarsi completamente nella società locale. Non hanno quasi mai preso in seria considerazione la possibilità di diventare cittadini svizzeri [...] Un rifiuto alla naturalizzazione, questo degli emigrati italiani in Svizzera, motivato da diversi fattori. Il sentirsi, ad esempio, sempre uno straniero, la vicinanza geografica della terra d’origine, con la quale è possibile perciò mantenere un legame, non solo affettivo ma anche fisico ed economico, infine, il notevole costo finanziario della tassa di naturalizzazione e la complicata procedura burocratica. Un altro pensiero degli italiani in Svizzera è quello di dove invecchiare. Le opzioni sono due. In Italia, per motivi economici. Tanti hanno ancora una casa e l’assistenza sanitaria è praticamente gratuita. In Svizzera queste due voci, da sole, dissanguano i pensionati, anche se si avrebbero a disposizione servizi e strutture di prima qualità e si starebbe vicino ai figli. Molti, non riuscendo a risolvere questo dilemma, optano per una terza soluzione e, cioè, quella del pendolarismo tra Svizzera e Italia. Quando le forze vengono meno, decidono di restare accanto ai propri affetti”. L’Unione ha accolto le prime Famiglie argentine nel 1994; in Brasile inizia la sua attività nel 1998 per poi proseguire negli anni duemila con la Bosnia ed Erzegovina, con la Serbia e quindi con il Paraguay, la Colombia, il Messico, la Francia, la Bolivia, l’Ecuador fino all’Alaska, all’Australia, al Giappone e alla Corea del Sud. In un’editoriale del 2004 di Famiglie Trentine, il presidente Ciola conclude: “In questi anni siamo cresciuti molto: [...] la nostra presenza è ormai consolidata in Argentina e Brasile, oltre che nella storica Svizzera. Accanto a queste nazioni troviamo i Balcani, con Bosnia e Serbia, ed altri discendenti di emigrati - anche di altre nazioni - hanno voluto contattarci [...]. Un grande fermento lo troviamo in Brasile, specie nel Rio Grande do Sul, dove c’è una grande volontà di ristabilire i contatti con il Trentino. E questo in un’epoca dove i nostri, qui come altrove, non sono emarginati, ma anzi sono parte integrante del mondo politico ed economico dei vari paesi [...]. Ci fa piacere vedere che i nostri trentini sono tra i protagonisti della vita economica, politica e sociale dei vari stati”.

Una festa partecipatissima della Famiglia Trentina di Colonia Tirolesa in Argentina.

40


L’Unione

e la sua storia

Nel 1994 Callisto Tezzele della Famiglia dell’Oberland Zurighese e il vicepresidente Valentino Maffei vengono nominati membri della Consulta provinciale per l’emigrazione. La dott.ssa Loretta Giovannini prende il posto del rag. Massimo Rovigo nella conduzione dell’attività dell’Unione. Nello stesso anno In Svizzera vengono organizzati i festeggiamenti per il 25° fondazione della Famiglia del Baselland (qualche anno prima si era festeggiato il 20° della Famiglia dell’Oberland Zurighese) e in Argentina si festeggia il 50° anniversario della Famiglia Trentina di Cordoba. 1997 Il 7 luglio 1997 si tiene l’Assemblea dei soci che rinnova il Consiglio di amministrazione e propone di aumentare il numero dei componenti del Consiglio da sette a undici per coinvolgere altre persone e di migliorare la rappresentatività con la previsione di due vicepresidenti. Franco Panizza conferma il suo totale impegno per l’Associazione, ma lascia volentieri il posto ad una giovane risorsa. Assieme agli uscenti Tretter, Maffei, Carli, Pasquin e Compagno, entrano Nara Deromedis, Monica Casata, Rina Bonvecchio, Cristina Viola, Ognibene Masè e Renzo Uber, consultore della Svizzera per 15 anni ed appena tornato stabilmente in Trentino. I nuovi Revisori sono Massimo Rovigo, Rossella De Poda e Carlo Versini; i Probiviri sono Giulio Pompermaier, Rachele Rizzoli e Ferruccio Nardelli. Il Consiglio del 7 ottobre 1997 riconferma la presidenza. 1998 Nel febbraio 1998 viene assunta la dott.ssa Gianna Copat, la dipendente che, assieme a Nara Deromedis assunta alla fine del 2000, per tanti anni segna e contraddistingue assiduamente l’attività e la storia dell’Unione. Lo stesso anno esce la prima pubblicazione curata dall’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero: Lacrime occulte di Mario Libardi, storie significative di emigrati trentini in Argentina. In Argentina nel frattempo, grazie soprattutto all’attivismo di Guido Pomarolli, Mario Libardi e successivamente di Roberto e Gustavo Cristofolini, vengono costituite nella Regione del Chaco le nuove Famiglie di Quitilipi (presidente Alberto Gadotti) e Machagai (presidente Elido Avancini). Si pongono le basi anche per il riconoscimento delle Famiglie di J.J.(Juan José) Castelli (presidente Amelia Laglaive De Libardi), Las Breñas (presidente Delfino Palaoro), Cuyana (presidente Carlo Minati), Rio Cuarto (presidente Roberto Cristofolini), La Toma (presidente Marcello Cristofolini) e Sampacho (presidente Monica Bridarolli). Nel 1998, con l’Assemblea straordinaria del 9 giugno, si mette ancora mano allo Statuto dell’Associazione per adeguarlo alle innovazioni legislative e alle nuove opportunità in materia di volontariato sociale, per allargare la rappresentanza degli organi deliberanti e responsabilizzare maggiormente le dira41


mazioni estere, attribuendo loro un potere di rappresentanza diretto all’interno degli organi decisionali. Il nuovo Statuto, molto più articolato del precedente, prevede che l’Unione possa promuovere “attività rientranti nell’ambito delle iniziative per la cooperazione allo sviluppo, previste dalla legislazione provinciale, regionale, nazionale e comunitaria, nonché iniziative nel campo dei diritti umani, della difesa popolare non violenta, della pace, del disarmo, del servizio sostitutivo del servizio militare”. Il Consiglio di amministrazione è composto da undici membri eletti dall’Assemblea e scelti tra i soci. A loro non spetta alcun compenso. Ogni Famiglia Trentina all’estero può nominare in aggiunta un proprio rappresentante, il quale partecipa alle riunioni del Consiglio con facoltà di parola e di voto. I rappresentanti nominati delle Famiglie possono essere domiciliati anche in Provincia di Trento; possono partecipare alle riunioni con diritto di voto anche i rappresentanti dell’Associazione nella Consulta provinciale dell’emigrazione. Il Consiglio elegge il presidente e due vicepresidenti. Rivista l’articolazione territoriale: “I soci domiciliati all’estero possono riunirsi in sezioni locali denominate Famiglie Trentine all’estero. Per essere validamente costituita una Famiglia deve contare almeno 5 iscritti. Ogni Famiglia, riunita in assemblea, elegge le cariche sociali ed adotta, in armonia con lo Statuto, un proprio regolamento che diverrà operante con l’approvazione del Consiglio di amministrazione dell’associazione”. Le Famiglie esaminano e discutono

Una delle tante Assemblee dell’Unione svoltesi nella Sala Rosa della Regione a Trento. 42


L’Unione

e la sua storia

problematiche locali, mantengono uno stretto collegamento e frequenti contatti con la sede centrale e collaborano allo sviluppo e al buon andamento dell’Associazione, contribuendo all’organizzazione delle iniziative da essa promosse. Dal 21 al 27 giugno 1998 a Trento, l’Unione partecipa attivamente al I° Congresso Mondiale della Gioventù di origine trentina, una consuetudine che si ripeterà di anno in anno e che ha visto l’Associazione sempre protagonista nel coinvolgere, ogni anno in misura maggiore, tanti giovani volonterosi di conoscere a fondo la terra dei loro padri o nonni e soprattutto di sfruttare preziose opportunità di studio o di lavoro. Le esperienze promosse dall’Unione sono state tutte particolarmente efficaci, tanto da convincere ogni anno nuovi giovani desiderosi di cogliere questa utile e concreta opportunità. Una di loro, Marcela Valler della Famiglia Trentina di Rafaela, viene anche nominata responsabile della rete dei giovani oriundi trentini per il Nord-Est argentino. Si inizia a pensare ad un organo di informazione sul quale possano trovare spazio le notizie riferite all’attività della sede madre e delle varie Famiglie e con il quale comunicare agli emigrati le novità relative alle disposizioni approvate in Trentino e in campo nazionale, le iniziative della Provincia autonoma di Trento nel settore dell’emigrazione, le corrispondenze dalle valli trentine, articoli di storia, cultura e vita associativa di interesse locale, ma che allo stesso tempo possa servire agli emigrati per comunicare le loro impressioni e far conoscere le loro esperienze. Il mese di giugno vede finalmente l’uscita del primo numero del periodico dell’Unione, significativamente intitolato “Famiglie Trentine”. Nel suo editoriale il presidente Tretter ne spiega bene lo scopo, mentre il vicepresidente Valentino Maffei scrive significativamente: “Vogliamo farVi conoscere cos’è il Trentino, cosa può offrirVi la nostra cara Provincia e cosa dovete chiedere in riferimento alle leggi provinciali e nazionali che vi riguardano. Io, ex-emigrante, mi aspetto lettere nelle quali richiedete informazioni o le inviate a noi. Comunicateci anche se siete a conoscenza di Trentini in situazioni di bisogno e noi cercheremo, nei limiti della legge, di aiutarli. Inviateci anche fotografie nuove e vecchie dei Vostri familiari e di persone e lavori in genere, perché ci rimane sempre il sogno di un piccolo museo storico sull’emigrazione”. Con il nuovo periodico, non potendo come oggi comunicare via mail o internet, cambia profondamente il rapporto con le diramazioni all’estero. I vari numeri che escono periodicamente riportano tante notizie di incontri, di visite, di gemellaggi, numerosi ricordi e particolari storici, ricette tradizionali, poesie, testi letterari e notizie sul Trentino turistico, tante novità interessanti ed a volte anche l’amarezza di chi avverte la distanza e l’indifferenza della terra di origine. 43


Il rapporto con i soci attraverso “Famiglie Trentine” Nel giugno 1998 esce il primo numero del periodico Famiglie Trentine, che, stampato in oltre 3.000 copie, viene inviato gratuitamente a tutti i soci e ai soggetti interessati all’emigrazione. Un importante, quanto utile strumento informativo, oggi anche in formato online e con testi anche in lingua spagnola e portoghese, stampato a colori e ricco di foto, che ospita notizie riguardanti novità legislative, eventi ed incontri legati al mondo dell’emigrazione. Particolare attenzione è rivolta alla cronaca delle attività svolte da tutte le diramazioni estere e alle testimonianze delle persone che hanno vissuto esperienze dirette di emigrazione. Viene dato spazio anche alle notizie dal Trentino, con riferimento soprattutto alla storia dei fenomeni migratori, alle tradizioni, alla cultura, alla letteratura, al folclore, alla gastronomia locale. La copertina di un numero di Famiglie Trentine

In ottobre, il vicepresidente Maffei si reca in viaggio in Argentina per visitare le Famiglie e per accompagnare il Coro Lago Rosso di Tuenno. Nello stesso periodo l’Unione amplia il proprio raggio di attività, spinta dall’attivismo del presidente Tretter e della collaboratrice Gianna Copat, e collabora con l’Associazione “SOS Bambini Rumeni” per portare in Romania, alle suore dell’Ospedale di Brenzoi nella regione di Arad, un’ambulanza usata acquistata con le donazioni dei sostenitori. Nell’ottobre del 1998, grazie soprattutto all’inesauribile impegno e alla passione del giovane e intraprendente Jonas Oscar Lenzi e all’esperienza dell’ing. João Andreata de Souza, l’Unione mette ufficialmente piede in Brasile, dove vengono costituite le Famiglie Trentine di Florianopolis (presidente Marly Bona) e di Joinville (presidente Nilton Uber), ambedue nello Stato di Santa Catarina, una delle zone con la maggior concentrazione di emigrati e di intere comunità trentine. 44


L’Unione

e la sua storia

1999 Franco Panizza, socio fondatore dell’Unione e membro del primo Consiglio di amministrazione, viene eletto Assessore regionale e può così seguire da vicino i rapporti dell’Associazione con le istituzioni pubbliche. Il 31 luglio 1999 viene convocata l’Assemblea per eleggere il nuovo Consiglio, che vede l’ingresso di Oscar Lenzi e Bruno Girardi. Nel Collegio dei revisori vengono nominati Fabio Rossetti ed Emma Anzelini.

Gianna Copat, appassionata e intraprendente collaboratrice, davanti alla Famiglia di Florianopolis.

Il presidente Cav. Valentino Maffei con il segretario della Famiglia di Florianopolis João Andreata de Souza.

Nell’ottobre Franco Tretter si dimette da presidente dell’Associazione e viene sostituito dal vicepresidente Valentino Maffei fino all’Assemblea del 4 marzo 2000, che chiama a far parte del Consiglio lo stesso Maffei (poi eletto presidente), Rina Bonvecchio e Sergio Festi (poi eletti vicepresidenti), Bruno Girardi, Bruna Facinelli, Fernanda Tamanini, Antonio Vaccari, Oscar Lenzi, Fabio Rossetti, Giorgio Compagno e Renzo Uber. I nuovi Revisori sono Federico Masera, Emma Anzelini, Massimo Rovigo e Ognibene Masè. I Probiviri sono Emilio Sommadossi, Marco Debertolis e Luigi Penner. Oscar Lenzi viene eletto fiduciario per il Brasile e Renzo Uber per la Svizzera, mentre Bruno Girardi è il responsabile delle attività giovanili. Per la prima volta partecipano rappresentanti delle Famiglie Trentine all’estero e al centro dell’attenzione sono proprio i progetti portati avanti in Sudamerica: dalla costituzione di una cooperativa agricola e di un caseificio sociale nel Chaco, al progetto di costruzione dei laboratori della Scuola di Colonia Tirolesa, agli orti comunitari di Luque, ai corsi di italiano e di informatica a Florianòpolis, alla costituzione della Coopercedros e ai corsi di educazione cooperativa promossi a Rio Dos Cedros e Timbò in collaborazione con la Cooperativa Il Canale, studiati e condotti come docente dal rag. Mauro Dallapè, allora dirigente della Federazione Trentina della Cooperazione. 45


Da evidenziare, nel marzo 1999, la visita in Brasile e Argentina della Quarta Commissione del Consiglio provinciale, guidata dal presidente Piergiorgio Plotegher e alla quale partecipano anche l’Assessore provinciale all’Emigrazione Sergio Muraro e l’Assessore regionale Franco Panizza; si tratta di una missione importante perché finalizzata ad acquisire tutti gli elementi per affrontare la discussione dei disegni di legge presentati dalla Giunta e dagli autonomisti, anche ai fini di una loro possibile unificazione. La Commissione verifica anche la validità dei progetti in corso e lo stato dei rapporti tra le due associazioni di rappresentanza degli emigrati trentini e tra Famiglie e Circoli Trentini, più distesi e collaborativi in Brasile, ma spesso su posizioni diverse nella regione del Chaco in Argentina. Sicuramente il viaggio ha consentito ai consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, di conoscere da vicino la realtà dell’emigrazione trentina, non solo in Sudamerica, e di rendersi conto dell’importanza che riveste per la nostra Provincia e delle opportunità che può offrire. La Commissione riconosce l’importanza dell’attività, sia di natura culturale che solidaristica, svolta dalle associazioni degli emigrati e la necessità quindi di sostenerla, ma nel contempo formula un invito a collaborare di comune accordo nell’attività di supporto alle comunità trentine, superando i motivi di divisione e contribuendo attivamente e in modo propositivo alle iniziative in atto. Durante la visita della Commissione, in concomitanza dell’inaugurazione il 5 novembre 1999, con una festa e la presenza di numerose e importanti autorità, della nuova sede della Famiglia di Florianòpolis, si è tenuta una riunione con l’Assessore all’emigrazione e con le altre autorità trentine, durante la quale la Famiglia Trentina ha potuto chiarire la sua posizione di fronte agli organi competenti della Provincia autonoma di Trento e della Trentini nel Mondo. “Il tutto - riferisce Oscar Lenzi - è stato chiarito con molta diplomazia e intelligenza. Abbiamo sottolineato alle Autorità presenti che la nostra Il presidente Tarolli e la segretaria Gianna Copat in visita alla sede della Famiglia di Florianopolis.

46


L’Unione

e la sua storia

associazione, fondata il 30 ottobre 1998, è stata la prima associazione trentina di Florianópolis e che la nostra associazione è libera, onesta, legalizzata, istituzionalizzata, fraterna, aperta a tutti i trentini e italiani e ai loro discendenti presenti nella grande Florianópolis. Non abbiamo legami politici, ci basiamo sulla formula dell’associazionismo e del volontariato e lotteremo fino in fondo per mantenere viva la nostra trentinità e la nostra italianità, costi quello che costi, e siamo legati a Trento all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero”. 2000 L’attività dell’Associazione nel frattempo si intensifica e si arricchisce di nuove iniziative: dagli stages aziendali di ragazzi brasiliani presso cooperative trentine, al Concorso fotografico e letterario di Rafaela, alla gestione del fondo di solidarietà. In Argentina viene costituita la nuova Famiglia Trentina di LuqueCalchin, presieduta da Rosa Teresa Bosetti. A Florianòpolis nell’auditorium della Camera di Commercio dello Stato di Santa Catarina, la Famiglia Trentina organizza anche il I° Incontro italo-brasiliano: il contributo dell’emigrazione trentina alla comunità brasiliana, coordinato dal segretario della Famiglia, l’ing. João Andreata e che ha visto la partecipazione di autorità civili e diplomatiche, di docenti universitari e di autorevoli esperti in materia. Si inizia a verificare la fattibilità di promuovere una cooperativa agricola di trasformazione in Chaco. Il presidente Maffei, nel suo viaggio in Argentina, ha incontrato autorità ai diversi livelli che hanno ribadito la loro collaborazione e chiedono l’avallo della Provincia di Trento, attraverso l’Unione. Nasce la nuova Famiglia Trentina di Puerto Tirol, presieduta da Gustavo Borchichi. La Cooperativa Chaco Trento Bolzano viene formalmente costituita e registrata l’8 settembre 2000 ed attende la delibera di Puerto Tirol per la concessione del terreno su cui realizzare un impianto di trasformazione lattiero casearia e di altri prodotti. Il dottor Ezio Copat sta nel frattempo seguendo per l’Unione il progetto di un vivaio di barbatelle e di piante madri portainnesti, con formazione professionale ed assistenza tecnica, da realizzare, in collaborazione con la Cooperativa Agriservice, in Brasile nello Stato di Rio Grande do Sul, in una realtà di consolidata ed accertata emigrazione verso il Brasile di chiara ed evidente provenienza trentina. Lo scopo è migliorare la qualità e la competitività delle produzioni viticole della regione, dove vivono numerosi discendenti di emigrati trentini, attraverso la sostituzione dei vitigni esistenti e l’introduzione, attraverso barbatelle selezionate, di vitigni più adatti alla zona e in grado di garantire una maggiore qualità. Appurato che quelle prodotte nel Trentino Alto Adige 47


sono fra le migliori e che l’ambiente viticolo trentino è somigliante a quello brasiliano, si è proposto un progetto di interscambio tecnico-commerciale tra le cooperative trentine e brasiliane. Una delegazione brasiliana interessata al progetto è anche venuta a Trento con lo scopo di acquistare per un certo periodo dai vivaisti della nostra regione barbatelle pregiate per migliorare la qualità degli impianti e delle produzioni vitivinicole locali, fornire tutta l‘assistenza tecnica necessaria in Brasile ed in Trentino per arrivare gradualmente alla produzione di barbatelle sul posto. In novembre, grazie al consigliere Fabio Rossetti, viene attivato il sito internet, un nuovo strumento di comunicazione per essere visibili in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di un sito che non utilizzi internet solo come una vetrina, ma che sia piuttosto uno strumento capace di rappresentare qualcosa in più rispetto alle comunicazioni cartacee, favorendo lo scambio di informazioni in tempo reale e consentendo una maggiore circolazione di idee e progetti. Sul sito trovano spazio notizie sull’organizzazione dell’associazione, sulla legislazione provinciale che regola gli interventi in materia di emigrazione, alcune indicazioni turistiche, i link di posta elettronica.

A novembre viene finalmente approvata la Legge Provinciale 3 novembre 2000, n. 12, recante “Interventi a favore dei trentini emigrati all’estero e dei loro discendenti”, che prevede come nuovo requisito per l’iscrizione al Registro l’adesione di almeno cinque associazioni di primo grado con almeno 30 soci di origine trentina. La procedura di iscrizione deve essere rifatta e quindi devono essere raccolte nuovamente le adesioni, che confermano, con Determinazione n. 46 del 30 marzo 2001 del Servizio Relazioni esterne della Provincia, l’iscrizione dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero al Registro provinciale. L’anno 2000 termina con una buona notizia: il Parlamento Italiano rende finalmente giustizia agli emigrati trentini che avevano abbandonato la loro terra antecedentemente alla Prima Guerra mondiale allorquando il Trentino era parte dell’Impero Austro-ungarico. Quando l’Italia vinse la guerra, si presentò il problema del passaggio di cittadinanza dei cittadini dei territori austriaci di lingua italiana che venivano annessi all’Italia ma anche dei cittadini di questi territori ormai emigrati verso altri Paesi. Il Trattato di Saint Germain del 1919 stabilì che i residenti in Trentino ed in alcuni lembi di altre regioni confinanti fossero cittadini italiani, mentre gli emigrati avrebbero dovuto recarsi presso i Consolati per dichiarare che desideravano la cittadinanza italiana. Ma

48


L’Unione

e la sua storia

come potevano essere informati i nostri emigrati di questa opportunità, tenuto conto delle distanze e delle difficoltà di comunicazione di quegli anni? Molti discendenti di emigrati erano a tutti gli effetti apolidi, non essendo riconosciuti cittadini italiani e tantomeno austriaci. Da tempo era depositato in Parlamento un disegno di legge per risolvere il problema ed estendere il diritto alla cittadinanza italiana anche ai nipoti dei trentini emigrati prima del 1920. Lo scandalo di Eler Franzoi di Nova Trento in Brasile, sposata con un Trentino e che nel maggio 2000 si è vista improvvisamente ritirare, come tanti altri discendenti di emigrati trentini, il passaporto italiano, accelerò l’iter di approvazione della proposta di legge che, anche grazie ad una mozione dell’assessore Franco Panizza in Consiglio provinciale e quindi all’intervento dei parlamentari trentini, in particolare dell’on. Schmid, venne finalmente approvata con la Legge 14 dicembre 2000, n. 379, recante “Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenenti all’Impero Austro-ungarico e loro discendenti”. 2001 Nell’aprile del 2001 il Consiglio di amministrazione coopta al suo interno Cesare Ciola e successivamente anche Mauro Dallapè. Vengono costituiti dei gruppi di lavoro e a Ciola è affidata la mansione di addetto stampa con l’incarico di produrre una newsletter mensile da inviare ai referenti delle Famiglie. All’interno della rassegna “Città in giardino” del Comune di Trento, riscuote grande successo il concorso fotografico “Giardino dei trentini in Argentina”, organizzato dall’Unione con la Famiglia Trentina di Rafaela, tanto che l’Unione partecipa anche a tutte le edizioni successive.

49


TENTATIVI DI FUSIONE A livello politico, anche a seguito della visita della Commissione consiliare in Argentina e Brasile, inizia a farsi strada la riflessione sull’opportunità dell’esistenza di due associazioni operanti nello stesso ambito di attività. In tale contesto, l’Assessore provinciale all’emigrazione Sergio Muraro esprime apertamente l’auspicio che l’Unione e la Trentini nel Mondo valutino la possibilità di fondersi in una nuova realtà per rendere più incisiva ed efficace l’attività a favore degli emigrati trentini. A coadiuvare l’attività dell’Unione viene nel frattempo chiamato il giovane Ruggero Ghezzi, sindaco di Andalo. A dicembre, in concomitanza con un viaggio in Bosnia, viene costituita la Famiglia Trentina di Stivor (presidente Stefano Moretti), che aderisce ufficialmente nel febbraio 2002, e viene presentato il progetto dell’Unione per l’asfaltatura della strada Stivor-Valle, provocando i primi problemi per la presenza concomitante sul territorio della Trentini nel Mondo.

TRENTINI IN BOSNIA ED ERZEGOVINA Come racconta Cesare Ciola, in un articolo sul n. 10 di Famiglie Trentine, “Stivor è un villaggio sperduto nella Bosnia-Erzegovina, nella ex-Jugoslavia, poco distante da Banja Luka [...] A seguito della grande alluvione che sconvolse il Trentino ed in particolare la Valsugana nel 1882, l’Imperatore Francesco Giuseppe assegnò agli sfortunati valsuganotti alcune terre al confine dell’Impero, affinché potessero bonificarle e coltivarle, creando così delle comunità «cuscinetto» in zone di religione musulmana e di fatto ancora dominate dai turchi. Dalla Valsugana e dal Trentino partì così un esodo di disperati che con l’alluvione avevano perso i loro beni e quindi non avevano i soldi per partire per l’America, con le poche masserizie su carri trainati da buoi come pionieri del West, con bestie al seguito verso terre lontane, ignote e misteriose. L’addio era talmente struggente e considerato definitivo, che i parroci accompagnavano la carovana in processione fino al limite dei paesi, come se fosse un funerale. La lontananza e vicende belliche su fronti diversi portarono nel corso dei decenni ad un distacco definitivo di Stivor dalle terre d’origine, fino a che una trentina di anni fa la scrittrice trentina Sandra Frizzera riprese i contatti, descrivendo quella comunità in due suoi fortunatissimi libri [...]. Il mutato clima 50


L’Unione

e la sua storia

politico nei Balcani dopo la morte di Tito, con il fallimento del regime comunista e la guerra etnico-religiosa che ha portato alla frammentazione della ex Jugoslavia, ha obbligato una consistente parte dei nostri conterranei a ritornare con le loro famiglie nel Trentino, la terra lasciata dai loro antenati poco più di cento anni fa. A Stivor sono rimasti principalmente anziani, ma anche nuclei familiari con bambini che non hanno potuto - o voluto - lasciare tutto ed ancora una volta ricominciare da capo”. Risalgono al 2000 i primi contatti della comunità trentina di Stivor con l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, promossi inizialmente dalla “Stivor in Trentino”, associazione nata a Scurelle in Valsugana e presieduta da Nando Dalsasso che raccoglie stivorani che, per ragioni di lavoro, hanno percorso a ritroso la strada dei loro avi. Nel 2001 questi contatti portano alla costituzione della Famiglia Trentina di Stivor, diramazione in seguito riconosciuta dalla Provincia. Dalle successive visite dei vertici dell’Unione in Bosnia emergono via via le numerose necessità della comunità. L’intervento sul quale converge l’interesse della popolazione e delle autorità locali consiste nella costruzione di un edificio polifunzionale atto ad ospitare i vigili del fuoco, presenti solo nel capoluogo di Prnjavor in una caserma allora fatiscente con due mezzi inutilizzabili. Dopo varie riunioni ci si è resi conto della bontà della proposta che risponde contemporaneamente a vari obiettivi: perfetta integrazione e complementarietà con l’acquedotto, progetto curato dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con la Trentini nel Mondo, rispondenza alla necessità di dotare la zona di un gruppo addestrato ed attrezzato di vigili del fuoco, valenza sociale dell’iniziativa, punto di partenza per un progetto più complessivo che punta ad instillare nella comunità i principi del volontariato, dell’associazionismo e della cooperazione, valori estranei alla cultura locale per ovvie ragioni storico- politiche ed etnico-religiose. Affinché la popolazione senta propria l’iniziativa, si punta fin dalla fase progettuale a coinvolgere il più ampio numero possibile di attori. Tra questi anche l’Autorità ecclesiastica che, attraverso la Curia di Banja Luka, ha concesso in comodato gratuito per 99 anni il terreno annesso alla chiesa di Stivor per la costruzione dell’edificio polifunzionale, che prevede un piano terra per i vigili del fuoco ed un piccolo appartamento per alloggiare i volontari ed eventuali sfollati ed un primo piano da destinare alla biblioteca e a sale per incontri. 51


Oltre ai lavori di costruzione, l’Unione, con la regia e la competenza dell’ispettore e vicepresidente della Federazione trentina dei Corpi dei vigili del fuoco volontari Pierluigi Fauri, organizza corsi di formazione con l’appoggio e la collaborazione di diversi corpi dei vigili del fuoco volontari del Trentino. I Corpi di Tassullo e di Taio in Val di Non hanno tenuto corsi di addestramento della durata di 4 giorni ciascuno per i 20 giovani che hanno dato la loro disponibilità a costituire un gruppo di vigili del fuoco volontari. Calliano, Roncegno, Mezzocorona ed altri corpi hanno donato attrezzatura e mezzi. Alcuni degli interventi previsti sono stati completati, mentre purtroppo altri si sono arenati per la difficoltà di trovare la condivisione locale o di recuperare tutti i finanziamenti necessari.

La delegazione dell’Unione a Prnjavor per promuovere la costituzione di un corpo di vigili del fuoco volontari a Stivor.

2002 Nel gennaio 2002 il Consiglio di amministrazione propone un salto di qualità per consolidare ed ampliare la sua attività in favore del mondo dell’emigrazione e poter contare in ogni momento su un team affiatato e disponibile. Per far fronte agli impegni presi, si richiede uno sforzo straordinario agli 11 componenti del Consiglio e la collaborazione delle autorità, delle diramazioni all’estero e dei propri sostenitori ad ogni livello. Tutti i consiglieri avranno delle deleghe e dovranno impegnarsi ad essere presenti in sede e negli impegni istituzionali, ad essere disponibili a spostarsi e a visitare le diramazioni all’estero, a relazionarsi con gli emigrati. Il programma prevede in Trentino serate con esperti di emigrazione, mo52


L’Unione

e la sua storia

stre fotografiche, incontri con i comuni maggiormente toccati dal fenomeno migratorio, la stipula di una convenzione con la Federazione Trentina della Cooperazione per garantire una costante assistenza tecnico-amministrativa e formativa alle neo cooperative costituite da emigrati, l’avvio di rapporti con l’Istituto agrario di San Michele all’Adige per l’assistenza tecnica e corsi di approfondimento e specializzazione per agronomi ed enologi, contatti con casse rurali, istituti di credito e fondazioni per reperire finanziamenti, l’assistenza ai rimpatriati, l’aggiornamento del sito internet, l’accordo con le organizzazioni economiche per favorire l’assunzione di manodopera di origine trentina. A Roma l’impegno è rivolto alla legge sulla doppia cittadinanza per sollecitare l’esame delle pratiche in Sudamerica. In Argentina la drammatica crisi che sta colpendo il Paese in questo momento impone la messa in campo di interventi concreti e l’incremento del fondo di solidarietà, delle borse di studio, degli aiuti agli anziani malati, l’organizzazione di corsi di formazione in Italia e in Argentina sia in campo cooperativo, sia nei settori turistico, alberghiero e agricolo, corsi di italiano per valorizzare i curricula di ciascun frequentante, ma anche per l’insegnamento di base per le persone che intendono venire in Italia per un lavoro stagionale. In Brasile si lavora sui progetti di promozione allo sviluppo, sulla creazione di nuove iniziative cooperative nel campo della produzione lavoro e della manutenzione del verde, sulla valorizzazione del Centro culturale di Florianòpolis, divenuto sede anche del Vice Consolato, sui contatti con enologi e viticoltori di Rio Grande do Sul, sulla promozione di interscambi sia a livello universitario che lavorativo. In Bosnia si punta sul consolidamento della presenza della Famiglia Trentina e sulla ricerca di iniziative finalizzate a creare uno sbocco occupazionale per i giovani e l’attivazione di una linea regolare di pullman di collegamento con la Valsugana per scongiurare la morte per abbandono della piccola comunità trentina. Il 18 febbraio del 2002 Valentino Maffei si dimette da ogni incarico per motivi di lavoro e gli subentra come consigliere Giancarlo Filoso, che si era distinto nell’organizzazione della Festa dell’Emigrante a Barco. Nell’assemblea del 6 aprile, nella Sala Rosa della Regione, viene approvata la modifica dello Statuto dell’Associazione e Franco Tretter viene nominato presidente onorario. Approfittando dell’autorevole presenza di politici e amministratori, Tretter invita le due associazioni operanti nel settore dell’emigrazione ad una collaborazione più stretta, raccomandando alle autorità provinciali di garantire parità di trattamento e di considerazione ad entrambe. Il presidente della Trentini nel Mondo Pisoni raccoglie l’invito ad una maggiore collaborazione ed auspica un 53


cammino comune, indicando anche una data per l’incontro tra i Consigli delle due associazioni. Al termine dell’assemblea si riunisce il Consiglio che elegge nuovo presidente Cesare Ciola, tecnico libero professionista e già amministratore comunale e comprensoriale in Alta Valsugana. Le settimane che seguono servono per preparare l’incontro con la Trentini nel Mondo e definire i vari incarichi; in particolare viene incaricato Giulio Filippi di seguire il corso di formazione cooperativa nel Rio Grande do Sul, mentre a Pierluigi Fauri, ispettore dei vigili del fuoco e vicepresidente della Federazione, viene affidato il progetto di Stivor per la costruzione di un capannone per il corpo dei pompieri e l’incarico di tenere un corso di addestramento per la formazione dei volontari stivorani. L’esperto in materia previdenziale e pensionistica Francesco Romano offre la sua qualificata collaborazione per una serie di incontri in Svizzera dedicati al tema delle pensioni per gli emigrati trentini. Buone notizie da Roma, dove finalmente viene adottata la Circolare con gli indirizzi applicativi della legge per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti in territori appartenenti all’Impero austroungarico e ai loro discendenti, e nello stesso tempo vengono definitivamente approvate le norme che danno attuazione alla riforma costituzionale che introduce il diritto di voto per i nostri emigrati all’estero, che potranno votare, per corrispondenza, 12 deputati e 6 senatori nei collegi esteri. Il giovane Paride Turri, amministratore di Fondo in Val di Non, viene scelto a sostituire Ruggero Ghezzi, chiamato alla direzione di un importante consorzio. Proliferano le diramazioni nel Chaco argentino, dove viene costituita la Famiglia Trentina di Resistencia. Promossa e presieduta dal prof. Claudio Pompermaier, nel settembre 2002 viene costituita la nuova Famiglia Trentina di Rodeio in Brasile. Di lì a poco, è costituita anche la nuova Famiglia Adolorata di Bento Gonçalves-Tuiuty (presidente Nei Antonio Tomasi) nello Stato brasiliano di Rio Grande do Sul e vengono presentati in Regione i progetti relativi alla mensa per bambini bisognosi di Rafaela, per la mensa della Scuola Pablo Rueda di Colonia Tirolesa, per gli orti e gli allevamenti comunitari a Luque, i progetti per la promozione cooperativa ad Avellaneda, per la costruzione di un centro salute della Famiglia di Bento Gonçalves, per l’acquisto di costumi tipici tradizionali utilizzati dal nuovo “Gruppo Folclorico da Famiglia Trentina di Joinville”. Ed ancora il progetto, finanziato dall’Unione e dallo Shop Center Valsugana, per la costruzione, in collaborazione con l’Associazione Internazionale “Jardin de los niños” e l’apporto volontario della comunità, di una scuola dell’infanzia nella 54


L’Unione

e la sua storia

baraccopoli di Posadas nella provincia di Misiones, destinato ad ospitare fino a oltre 120 bambini dai 60 giorni ai sei anni. Infine, Oscar Lenzi partecipa come rappresentante dell’Unione al Congresso mondiale per la gioventù di origine trentina, mentre João Andreata ed Elda Baldessari partecipano alla Conferenza Continentale Brasile-Argentina. Viene decisa la modifica del logo dell’Associazione, con l’adozione di uno stile grafico che, pur mantenendo i caratteri storici distintivi, lo rende più moderno e attrattivo. In questo periodo inizia il suo rapporto di lavoro Nara Deromedis, che, a fasi alterne, caratterizzerà positivamente la vita dell’Associazione fino ad oggi. Nara Deromedis, appassionata e capace collaboratrice dell’Unione dal 2002 ad oggi, con Angelo Cantonati.

2003 Nel suo editoriale sul periodico dell’Unione del febbraio 2003, il presidente Ciola affronta apertamente e in maniera chiara anche il tema della fusione delle due associazioni, dichiarando che “sulla stampa in più occasioni sono apparsi inviti, così come mi sono stati ripetutamente formulati in vari incontri istituzionali, tesi all’unificazione delle due associazioni - entrambe regolarmente riconosciute idonee dalla legge provinciale - che operano nel mondo dell’emigrazione, ma la mia risposta a nome di tutti Voi è sempre coerentemente stata un costante richiamo all’identità ed agli ideali che ci accompagnano [...]. Se poi da Voi, con decisione unanime di tutte le nostre molte diramazioni diffuse in Svizzera, Bosnia, Argentina e Brasile, arrivasse una richiesta convinta nel senso dell’unificazione, allora e solo allora a noi della sede centrale di Trento rimarrebbe da prenderne atto e da mettere in pratica le richieste, perché l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero deve ascoltare prima di tutto chi la compone, vale a dire gli emigrati ed i discendenti di questi. Il bilancio del 2002 è positivo e come primo risultato ha portato a 15 le diramazioni all’estero riconosciute dalla Provincia, ma numerose altre già esistenti o di nuova formazione - devono raggiungere questo traguardo nel corso di quest’anno”. Le parole pronunciate dal presidente, come detto, sono chiare e non lasciano spazio all’interpretazione. L’8 marzo 2003 si svolge a Trento a Palazzo Trentini, l’assemblea ordinaria a cui partecipano direttamente o per delega anche le diramazioni all’estero. 55


Il nuovo Consiglio è composto dal presidente Cesare Ciola e dai vicepresidenti uscenti Rina Bonvecchio e Sergio Festi, dai Consiglieri Mauro Dallapé, Renzo Uber, Bruno Girardi, Giancarlo Filoso, Livio Hoffer, Stefano Margheri, Fernanda Tamanini, Renata Corradini. Revisori sono eletti: Fulvio Divina (presidente), Emma Anzelini e Federico Masera. Luigi Sigismundi (poi sostituito da Simic Predrag) partecipa al Consiglio in rappresentanza delle diramazioni estere. Vengono quindi ripartiti i compiti: a Rina Bonvecchio sono affidate le attività sociali e i rapporti con l’Argentina, a Renzo Uber i rapporti con la Svizzera, a Livio Hoffer i rapporti con le istituzioni regionali, a Renata Corradini l’assistenza e la consulenza previdenziale, a Stefano Margheri la consulenza giuridica, a Giancarlo Filoso l’organizzazione delle iniziative e rapporti con le associazioni, a Mauro Dallapé la promozione della cooperazione, a Bruno Girardi le iniziative per l’autofinanziamento. Il Consiglio conferma Ciola alla presidenza ed elegge vicepresidenti Rina Bonvecchio e Mauro Dallapé. Qualche mese dopo Giulio Filippi viene cooptato in Consiglio al posto di Stefano Margheri, costretto a lasciare per impegni di lavoro.

Mauro Dallapè, instancabile e competente formatore e promotore di iniziative cooperative

Il team di lavoro si arricchisce di una nuova importante risorsa: Nicola Marchesoni, giovane giornalista professionista della Valsugana, si rende disponibile a curare la comunicazione dell’Unione, segue e partecipa attivamente alle iniziative, anche all’estero, riportando, sul periodico dell’associazione reportages precisi e interessanti, testimonianze dirette degli emigrati e degli esponenti del mondo dell’emigrazione e lanciando anche una rubrica fissa “A tu per tu con…”. Si renderà anche disponibile a tenere lezioni sul Trentino, le sue istituzioni e la sua autonomia negli incontri organizzati dalle Famiglie Trentine nei loro Paesi. Nel 2003 si aggiungono le nuove Famiglie argentine di Arroyito (presidente Rosa Bosetti de Bardabozana e segretario Jorge Zanghellini), Villa Allende (presidente Carlos Bonvecchio), Posadas-Misiones (presidente Muzio Juan Carlos), Avellaneda-Reconquista (presidente Maribel Moschen) e la costituenda Famiglia di La Puerta (presidente Edelmiro Orlandi). In Brasile nascono le Famiglie di Sananduva (presidente Flavio Germano Copatti), di Forqueta-Farroupilha (presidente Eduardo Slomp) e, agli inizi del 2004, di Rio dos Cedros

56


L’Unione

e la sua storia

e Timbò, presieduta da Sergio Luiz Nones. In Serbia inizia la sua attività la nuova Famiglia di Indija (presidente Josip Osti). Si consolidano nel frattempo le relazioni con la Bosnia: in aprile i rappresentanti dell’Unione incontrano sia il Sindaco di Prnjavor, sia il Primo Segretario dell’Ambasciata Italiana a Sarajevo, dott.ssa Isoppi, per valutare l’avvio di progetti cooperativi in campo agricolo e nell’allevamento, oltre al centro polifunzionale che dovrà ospitare la caserma dei vigili del fuoco, una biblioteca ed un cooperativa agricola, e del quale il 23 agosto 2003 il presidente Ciola, dopo aver firmato la convenzione per il terreno con il Vescovo di Banja Luka, assieme al Sindaco posa la prima pietra, contestualmente alla consegna, da parte dei Vigili del fuoco di Roncegno ai colleghi di Prnjavor, di un mezzo ancora efficiente. Il Sindaco Vlado Zivkovic e il Comandante dei Vigili del Fuoco di Milorad Zivkovic hanno poi restituito la visita, ospiti in Trentino dell’Unione per tre giorni di intensi impegni ed appuntamenti, finalizzati a conoscere gli aspetti più peculiari della nostra economia e dell’organizzazione del volontariato, in particolare quello pompieristico. L’impegno dell’Unione in Serbia e Bosnia-Erzegovina si va via via consolidando con una serie di iniziative che vanno dal sostegno alla Scuola di Siboswka a Stivor, alle borse di studio per studenti a Indija in Serbia, una piccola comunità trentina trasferitasi da Stivor, poco più di 60 anni fa, per lavorare nelle fabbriche e dove adesso è stata costituita una nuova Famiglia Trentina.

A Stivor la posa della prima pietra.

Nel 2003 l’Unione, anche per poter meglio adempiere agli impegni assunti con il nuovo statuto, aderisce al Centro Servizi Volontariato della Provincia autonoma di Trento. 57


Importante il rapporto con le realtà delle altre regioni italiane Nel corso della sua attività in Italia e all’estero, l’Unione ha sempre cercato la collaborazione con le altre realtà organizzate attive nel mondo dell’emigrazione, in particolare con la Bellunesi nel Mondo, fondata nel 1966, che conta più di un centinaio di diramazioni e presenta molte affinità con la realtà trentina e con le diramazioni estere dell’Unione con cui collabora attivamente. “Lo scopo di quest’operazione - racconta Nicola Marchesoni sul periodico dell’Unione - è abbastanza semplice da intuire. Mettendo in comune - laddove convivano emigrati trentini e bellunesi - risorse, strumenti di lavoro, conoscenze ed esperienze, l’azione di entrambe le associazioni diventerebbe subito più incisiva [...]. L’Unione Famiglie Trentine all’Estero ha tutto da guadagnare da un apparentamento del genere. I “Bellunesi nel mondo” presentano numeri strepitosi [...]. Il presidente Gioacchino Bratti benedice l’operazione: «Sentivamo l’esigenza di compiere un salto di qualità, credo che grazie a voi lo faremo. Siamo gente, noi e i trentini, che ama lavorare e che non ha perso la riconoscenza: una virtù sempre meno diffusa». Il dado è tratto lanciamolo”. Buoni i rapporti anche con l’UTRIM, l’Unione dei Triveneti nel Mondo, alla quale l’Unione delle Famiglie Trentine aderisce.

Particolare attenzione viene dedicata all’annoso problema dei tempi di riconoscimento della doppia cittadinanza ai discendenti ex-tirolesi, che viene affrontato anche durante un incontro a Roma con il Ministro Giovanardi, al quale l’Unione ha consegnato le proprie proposte. In sede locale, le elezioni provinciali hanno portato ad un cambio nella conduzione dell’Assessorato all’emigrazione, a capo del quale viene chiamata Iva Berasi, che in un’intervista al periodico dell’Unione alla domanda su quale sia l’obiettivo numero principale del suo mandato risponde: “Di obiettivi, per il miglior servizio all’emigrazione, dovremmo metterne a fuoco tanti, non a tavolino ma nel proficuo dialogo con le associazioni e con le comunità trentine all’estero. Ma già un obiettivo per me è chiaro: contribuire all’unità e la solidarietà fra tutti i trentini all’estero. È la condizione perché ogni altro obiettivo possa compiutamente realizzarsi”. Il 2003 si chiude all’insegna di un bilancio positivo per l’Unione, a partire dal grande successo della trasferta del Coro Genzianella in Brasile e Argentina, che 58


L’Unione

e la sua storia

ha consolidato lo stretto rapporto di collaborazione fra l’Unione e il Coro, sempre disponibile e in prima fila nelle iniziative a favore dei nostri emigrati, fino alle numerose attività in corso presso tutte le diramazioni e in Trentino. “La volontà di sentirsi legati al Trentino, alla terra natia di padri, nonni e bisnonni, cresce ogni giorno - riporta un editoriale del presidente Ciola - se è vero che continuiamo a trovare nuove persone di origine trentina e magari in località finora sconosciute che vogliono affiliarsi alla nostra associazione. Le diramazioni estere viaggiano verso quota 30 e la crescita appare inarrestabile”. 2004 Il 2004 si apre con l’invito, sempre più pressante se non perentorio, rivolto alle due associazioni da parte dell’Assessore provinciale all‘Emigrazione, ad unirsi in un’unica realtà ed a tale scopo ha organizza un incontro per il 27 gennaio, nel corso del quale insiste sulla fusione come unica soluzione al conflitto, a suo dire dilagante e diffuso, fra Circoli e Famiglie. Quello della fusione - riferisce l’Assessore - è uno degli obiettivi della legislatura provinciale. La Provincia ha deciso di intraprendere questo percorso e formulerà un‘ipotesi da sottoporre all’esame delle associazioni. Nel frattempo si intensifica l’attività dell’Unione, che il 3 aprile tiene a Cognola la sua assemblea programmatica annuale, durante la quale - riferisce Famiglie Trentine - “[...] il presidente Cesare Ciola ha dettato la sua personalissima ricetta per completare l’operazione rilancio [...]. Bisogna, a suo avviso, diventare sempre più globali. È necessario inserirsi nei maggiori circuiti specializzati in materia d’emigrazione e di solidarietà internazionale. L’epoca del «pensare in piccolo» è da tempo andata in archivio. Chi non si adegua rischia di essere preso in contropiede”. I risultati dell’attività sono incoraggianti: nel recente viaggio tra le Famiglie argentine e brasiliane, si è constatato che “[...] le diramazioni del Sud America stanno vivendo una specie di seconda giovinezza [...]. La cosa che colpisce è l’alto numero di giovani che ruota attorno a tali gruppi. La continuità e il ricambio generazionale non sono in pericolo [...]. Con loro riusciremo a far decollare, tra non molto speriamo, quel tanto desiderato e richiestissimo piano d’interscambio”. Famiglie Trentine e il presidente non mancano di affrontare il tema del momento: “[...] l’Assessore Iva Berasi non è partita «nei nostri confronti con il piede giusto. La invitiamo a riflettere e a iniziare il cammino al nostro fianco» [...]. Secondo l’Unione, anche alla luce di un sondaggio compiuto tra le diramazioni estere, i tempi non sarebbero ancora maturi. Si rilancia con forza, invece, la proposta di cominciare a vedere lavorare due gruppi insieme nelle varie realtà. 59


Si potrebbe, ad esempio, costituire un apposito Consorzio a tre (Provincia e associazioni) per la gestione unitaria della complessa realtà argentina e l’avvio di una collaborazione sinergica per la realtà di Stivor. No, dunque, all’unificazione, sì all’operare in armonia”. Molto ottimismo, invece per quanto riguarda l’attività svolta e in programma. A Timbò la Coopercedros ha ottenuto uno stabile dal Comune dove avviare la lavorazione lattiero-casearia ed è partita un’iniziativa cooperativa nel settore caseario a Sananduva. Viene inaugurato il poliambulatorio a Bento Gonçalves. L’Unione sostiene anche l’acquisto di strumentazione per l’ospedale di Villa Allende. C’è grande attesa per il completamento dell’edifico polifunzionale di Stivor, destinato ad ospitare, oltre alla caserma di vigili del fuoco, anche una cooperativa per la sua gestione e una biblioteca, ma purtroppo la Provincia pare intenzionata a non finanziare i progetti presentati dall’Unione. L’Assessore Berasi ha fatto sottoscrivere al Circolo e alla Famiglia di Stivor un accordo per realizzare iniziative comuni. In Consiglio, si registrano i nuovi ingressi di Simic Predrag e Silvana Bertona, giovane argentina venuta in Trentino per frequentare l’università. Viene assunto come collaboratore Maurizio Salvà. Vito Agosti e João Andreata vengono eletti nei Comites rispettivamente di Soletta in Svizzera e di Curitiba in Brasile. Si tratta dei Comitati degli Italiani all’Estero, organi elettivi consultivi, costituiti nelle Circoscrizioni consolari con almeno 3.000 cittadini italiani, che rappresentano le esigenze dei cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli uffici consolari, con i quali collaborano per individuare le necessità di natura sociale, culturale e civile della collettività italiana. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) viene anch’esso votato dai residenti all’estero e funziona da consulente del Governo e del Parlamento sui grandi temi di interesse per gli italiani all’estero. Può definirsi il Parlamentino, la voce degli italiani all’estero. Nel 2004 l’Unione conta oltre 2.500 associati e 27 Famiglie Trentine aderenti e attive; in Argentina le Famiglie di Arroyito, Cordoba, Luque-Calchin, Villa Allende e Colonia Tirolesa nella Provincia di Cordoba, di Avellaneda-Reconquista, Rafaela e Romang (presidente Ana Irene Farezin) nella Provincia di Santa Fè, di Funes nella Provincia di Rosario, di Posadas nella Provincia di Misiones, di Quitilipi-Machagai e Resistencia nella Provincia del Chaco. In 60


L’Unione

e la sua storia

Brasile, la Federazione con le Famiglie Trentine di Adolorata Bento Gonçalves, Farroupilha-Forqueta, Sananduva e Santo Antão (presidente Inerì Delcì Copat) nel Rio Grande do Sul, Florianopolis, Joinville, Rio dos Cedros-Timbò, Rodeio in Santa Catarina. In Svizzera si contano le Famiglie Trentine del Baselland, Berna, Oberland Zurighese e Solothurn; in Bosnia ed Erzegovina la Famiglia di Stivor (Banja Luka), in Serbia di Indija (Belgrado); in Italia è attiva Stivor in Trentino. L’Unione è costretta a registrare una forte diminuzione del finanziamento concesso dalla Provincia per l’attività; inoltre l’Assessore Berasi annuncia che dove sono presenti ambedue le associazioni, il finanziamento per i progetti andrà a quella che per prima ha presentato domanda di riconoscimento, oppure a progetti presentati congiuntamente. Il Consiglio decide di attivarsi per verificare la possibilità di un accordo per avvicinare le due realtà associative. 2005 Il tema del 2005 è ancora la pressione avanzata dalla Provincia affinché le due associazioni si fondano, anche perchè l’Assessore, di fronte al rifiuto dell’Unione di accettare condizioni imposte dall’alto, minaccia di modificare la normativa provinciale. L’Assessore non crede all’esito del sondaggio dell’Unione che vede tutte le diramazioni all’estero contrarie e preannuncia una riduzione del 10% dei finanziamenti concessi (con una percentuale del 30% sull’attività diretta) all’Associazione, che già era costretta a far ricorso in misura consistente all’autofinanziamento. Non solo, ma il fondo di solidarietà verrà gestito direttamente dalla Provincia e saranno le assistenti sociali di Sol.Tre.Cha (Solidarietà Trento Chaco) a raccogliere i dati socio-economici necessari per concedere gli aiuti. L’Unione non avrà più voce in capitolo, ma avrà solo la possibilità di segnalare casi bisognosi. Nel caso della Bosnia, il fondo di solidarietà verrà gestito dal consultore, che fa diretto riferimento alla Trentini nel Mondo. In Brasile, nel Rio Grande do Sul, nasce la nuova Famiglia Trentina di Pouso Redondo (presidente Ivan Bini), formata da ben 135 soci fondatori, tra cui il Sindaco e il Presidente del Consiglio della città, e nello Stato di Santa Catarina le nuove Famiglie di Rio do Sul (presidente Arno Nardelli) e di Mirim Doce, presieduta da Rovier Lorenzetti. La Scuola Amici di Resistencia consegna i diplomi dei corsi di lingua e cultura italiana. Il 25 e 26 febbraio 2005 si tiene a Posadas in Argentina il primo incontro delle Famiglie Trentine del Sudamerica. Il 27 giugno il Consiglio di amministrazione incontra l’Assessore Berasi per 61


spiegare le motivazioni della contrarietà alla proposta di fusione. L’Assessore, nonostante gli interventi dei consiglieri, continua però a pensare che la pluralità sia generalmente una ricchezza, ma non nel caso delle associazioni degli emigrati. Nel corso della Conferenza dei Consultori dal 13 al 16 settembre, l’Assessore Berasi rilancia convintamente l’invito all’unificazione e chiede alle associazioni di evitare di farsi imporre la fusione e di procedere loro stesse a siglare un accordo di fusione entro il giugno 2006. Il presidente dell’Unione ha espresso la disponibilità al confronto, purché sia salvaguardata l’identità dell’Associazione e delle Famiglie. L’Assessore invita i presidenti delle due associazioni ad intraprendere subito il cammino per l’unificazione finalizzato alla costituzione di un unico soggetto. Da qui in avanti, le riunioni del Consiglio dell’Unione dlle Famiglie Trentine all’Estero vivono un clima di crescente tensione, con un’Associazione inevitabilmente scossa dallo scontro fra due diverse posizioni: quella ferma sulla contrarietà ad ogni progetto di fusione e quella più possibilista. Di fronte alla posizione rigida della Provincia, che in una lettera dell’Assessore Berasi rivolta al Consiglio dell’Unione comunica che “[...] il percorso intrapreso di unificazione resta l’obiettivo primario di questa Giunta per meglio rispondere alle necessità dei Trentini emigrati”, le divergenze all’interno del Consiglio diventano sempre più radicali, fra chi non vuole assolutamente sentir parlare di fusione e chi invece è disponibile, optorto collo, a verificare le condizioni di un possibile accordo che salvaguardi, comunque, la storia e l’identità dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Quella a cui si trova di fronte l’Unione non è evidentemente una decisione facile da prendere: si tratta di decidere se interrompere la storia e l’attività di un’associazione generosa e in continua crescita e soprattutto operativamente autonoma e realmente al servizio degli emigrati, per diluirla all’interno di una nuova entità sconosciuta ma sicuramente molto più grande ed inevitabilmente gestita secondo le modalità e con gli atteggiamenti di supremazia della Trentini nel Mondo (generalmente poco condivisi dagli emigrati aderenti all’Unione) e da questa condizionata, o se resistere, anche attraverso l’iniziativa politica, per rivendicare il diritto alla sopravvivenza e garantire il pluralismo nell’attività delle associazioni degli emigrati. Scoppia la polemica nel Consiglio dell’Unione, tanto che il presidente Ciola abbandona una seduta decisiva e alla vicepresidente Bonvecchio, in assenza del presidente, viene affidato l’incarico di convocare l’Assemblea dei soci. Il pre62


L’Unione

e la sua storia

sidente Ciola, ribadendo di aver dichiarato sospesa la seduta del 23 settembre, dichiara l’illegittimità della prosecuzione della seduta e di tutte le riunioni degli organi e degli atti successivi al 23 settembre 2005 e presenta al Tribunale di Trento istanza di annullamento delle decisioni assunte. Dal 23 settembre in poi i consiglieri Ciola, Dallapé, Hoffer, Filippi e Predrag Simic non partecipano più alle riunioni dell’Unione. Viene convocata l’Assemblea straordinaria per il giorno 10 ottobre, presenti per delega anche diverse diramazioni estere, che delibera all’unanimità, recependo l’indirizzo formulato dal Consiglio, l’esclusione di Ciola Cesare dall’Unione. Nel successivo Consiglio del 25 ottobre, la vicepresidente propone di cooptare come consigliere il dottor Flavio Maria Tarolli, trentottenne laureato in giurisprudenza, direttore dell’Interporto e consigliere comunale di Trento, la cui famiglia ha conosciuto da vicino il fenomeno migratorio. L’interessato accetta la proposta e, una volta divenuto membro effettivo del Consiglio, viene proposto per la carica di presidente e votato all’unanimità. Il nuovo Consiglio viene convocato ripetutamente per predisporre il programma di attività e decidere il comportamento da assumere nei confronti della Provincia, che nel frattempo congela i finanziamenti in attesa che sia chiarita la situazione interna all’Associazione. Il nuovo presidente Tarolli promuove una serie di incontri con i rappresentanti delle istituzioni provinciali, ai quali vengono illustrati con chiarezza l’attività, gli scopi, le iniziative dell’Unione. “Questo - ribadisce il presidente - è un momento difficile che richiede unità. Per l’ipotesi di fusione verrà rispettata la volontà delle diramazioni, anche se si cercherà, in un clima sereno e disteso, ogni occasione di incontro con la Trentini del Mondo. L’Unione rivendica la sua autonomia, pur ricercando un dialogo e un confronto aperto e costruttivo con la Provincia autonoma di Trento e la collaborazione sui progetti specifici con la Trentini nel Mondo”. 2006 Il 2006 si apre con il tentativo dei nuovi organi dell’Unione di normalizzare la situazione e recuperare un rapporto corretto con la Provincia che finanzia l’attività dell’Associazione. Nel frattempo giunge da Roma una buona notizia: grazie dell’intervento dei parlamentari trentini, la scadenza della richiesta per il riconoscimento della cittadinanza italiana da parte delle migliaia di discendenti di emigrati trentini che lasciarono il Trentino nell’intervallo di tempo compreso tra il 25 dicembre 1867 63


(data della costituzione dell’Impero Austro Ungarico) ed il 16 luglio 1920 (data dell’entrata in vigore del Trattato di Saint Germain), fissata inderogabilmente al 19 dicembre 2005, viene prorogata fino al 19 dicembre 2010, per consentire a tutti coloro che non ne fossero a conoscenza o non fossero riusciti a formalizzare in tempo la domanda, di poter usufruire di un diritto fondamentale. Nel Consiglio del 12 gennaio, il presidente Tarolli informa che tutte le diramazioni hanno confermato la loro fiducia nell’Associazione ed hanno apprezzato l’operato del Consiglio di amministrazione. L’Associazione vuole mantenere la sua autonomia per tutelare gli interessi degli emigrati ed avverte il peso di questa responsabilità. Si vogliono promuovere non solo progetti culturali, ma anche interscambi economici con reciproco interesse, specie con il Brasile che rappresenta la decima potenza mondiale, con il 40% del PIL nelle mani di aziende italiane, molte delle quali trentine. Al fine di migliorare la sua capacità di autofinanziamento, l’Unione si iscrive all’elenco delle associazioni interessate ad accedere alla quota del 5 per mille della legge finanziaria 2006. A seguito di un viaggio in Sudamerica, il presidente conferma che tutte le diramazioni sono di fatto molto ben integrate con le istituzioni locali ed italiane. Grande interesse è stato manifestato anche per la cittadinanza italiana e la notizia della proroga è stata accolta con grande soddisfazione. L’invito del presidente sull’opportunità di una stretta collaborazione, su iniziative specifiche, tra le Famiglie è stato raccolto e fatto proprio dalle associate ed un primo riscontro si è già avuto con il Festival delle corali trentine di Santa Catarina. In Brasile viene fondata la nuova Famiglia di Tapejara, presieduta da Miriam Manica Fontana, e a Rafaela, per iniziativa della Famiglia Trentina, inizia la sua attività il Coro maschile “San Vigilio”, diretto dalla maestra Veronica Ghiano. Tutte le diramazioni brasiliane godono di ottima salute, si distinguono per dinamicità e partecipazione attiva dei soci sempre molto numerosi, per una massiccia presenza giovanile, per un’ottima integrazione con le istituzioni locali, tanto che in diverse riunioni erano presenti sindaci, assessori, presidenti del Consiglio comunale delle rispettive città e le autorità italiane. Ottima la collaborazione anche con realtà associative e non, di altre regioni italiane. Soddisfazione viene espressa per lo stato di attuazione e le ricadute dei progetti realizzati: il caseificio sociale di Timbò, per il quale il Comune ha messo a disposizione un edificio, si occupa della raccolta del latte dei soci, della lavorazione e della commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari. 64


L’Unione

e la sua storia

Visita alla Famiglia di Colonia Tirolesa del presidente dell’Unione Flavio Maria Tarolli, assieme alla segretaria Gianna Copat, sempre presente ed attiva in ogni iniziativa e missione dell’Unione.

Nel 2006 l’impianto verrà potenziato e si punta alla standardizzazione della qualità del latte e quindi alla produzione attraverso la costruzione di una stalla comune. Il Sindaco di Rio dos Cedros ribadisce l’interesse dell’amministrazione ad allargare il settore cooperativo anche ai piccoli frutti; anche per questo viene firmato un protocollo tra i Comuni di Rio dos Cedros e Timbò e l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero per intensificare i rapporti tra il Trentino e le comunità trentine dei due comuni. Decisamente soddisfacente il sopralluogo al progetto del poliambulatorio di Tuiuty nel Rio Grande do Sul con una popolazione quasi esclusivamente di origine trentina. Interessante l’iniziativa sviluppata dalla Famiglia di Rodeio, che ha istituito un corso di lingua e cultura italiana presso l’Università statale di Santa Catarina. Notevole, come sempre, l’interesse dimostrato verso gli interscambi, la promozione di accordi economici e di esperienze lavorative con imprese italiane e trentine e verso ogni iniziativa in grado di confermare la saldatura culturale fra il Trentino e le giovani generazioni discendenti da emigrati. Un’azione, quella dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, che si sviluppa entro il sistema di un Paese in forte evoluzione, dove i gruppi italiani e trentini occupano una posizione di leadership nelle istituzioni locali e nei settori economici dello Stato. Persone che, fatte salve alcune eccezioni, non necessitano di sussidi economici, ma chiedono contatti culturali diversificati e lo sviluppo di azioni e attività economiche. Anche le Famiglie Trentine della Svizzera sono attive, anche se stanno invecchiando, e vogliono mantenere la loro autonomia. È superfluo raccomandare la collaborazione con i locali Circoli Trentini poiché da sempre esiste ed è praticata. Famiglie e Circoli si invitano a vicenda in tutte le iniziative, come è 65


avvenuto per la Famiglia di Berna, che ha ospitato la presentazione del libro di Franco Aste, già consultore della Provincia e coordinatore dei Circoli. Inoltre, durante la visita del Presidente Tarolli, per la prima volta il Consultore della Provincia Giuseppe Filippi ha incontrato i referenti delle diramazioni dell’Unione. A fine 2006 inizia anche la collaborazione con le quattro nuove Famiglie del Paraguay. A seguito dell’Assemblea svoltasi a Trento il 27 aprile 2006 nella Sala Aurora di Palazzo Trentini, il nuovo Consiglio di amministrazione risulta composto da Flavio Maria Tarolli, Rina Bonvecchio, Sergio Brentel, Giancarlo Filoso, Franco Frisinghelli, Michele Dalfovo, Bruno Girardi, Renzo Uber, Renata Corradini, Silvana Bertona e Sandro Abram. Il Collegio dei revisori da Flavio Maestranzi, Emma Anzelini e Federico Masera e il Collegio dei probiviri da Giulio Pompermaier, Aldo Dalpiaz e Giulio Albertini.

Il successivo Consiglio del 4 maggio conferma come presidente Flavio Maria Tarolli e vice Rina Bonvecchio, mentre il nuovo secondo vicepresidente è Sergio Brentel. Saranno invitati alle riunioni del Consiglio anche i candidati non eletti, ma senza diritto di voto, affidando eventualmente loro incarichi specifici per coinvolgerli. Si risponde alla richiesta dell’Assessore all’emigrazione di segnalare due rappresentanti per il tavolo di lavoro che la Provincia intende istituire per studiare un possibile percorso di avvicinamento tra le associazioni ed a questo scopo vengono nominati Rina Bonvecchio e Michele Dalfovo. A Franco Frisinghelli e Sandro Abram viene chiesto di occuparsi dei rapporti con i comuni in Trentino. Viene deliberato un contributo alla Famiglia Trentina di Quitilipi per la costruzione del monumento all’emigrante. 66


L’Unione

e la sua storia

Nel frattempo, il Tribunale rigetta il ricorso di Cesare Ciola per l’invalidazione degli organi e degli atti dell’Unione e obbliga la Provincia a liquidare i contributi sospesi. Si riunisce il tavolo di lavoro promosso dalla Provincia. L’Assessore Berasi insiste sull’unificazione per superare le divisioni e puntare a una comunità trentina all’estero più coesa; il presidente dell’Unione Tarolli dichiara che non ci sono al momento le condizioni per l’unificazione, ma esiste la volontà di iniziare una collaborazione su progetti comuni ad esempio a Stivor, dove l’Unione sta realizzando la caserma polifunzionale dei vigili del fuoco volontari e la Trentini nel Mondo il completamento dell’acquedotto.

Fusione sì o no Per offrire una valutazione completa sulla discussione in atto, si riporta l’editoriale del presidente Flavio Maria Tarolli, pubblicato sul n. 25 del novembre 2006 di Famiglie Trentine e una sintesi dell’accordo per la collaborazione fra le due associazioni proposto dall’Unione. “Carissimi soci e lettori, ormai da anni e da molte parti la nostra Associazione è «bombardata» da richieste di unificazione con l’altra Associazione operante nel settore emigrazione. Più volte abbiamo ribadito le ragioni per le quali siamo certamente disposti al dialogo, ma nello stesso tempo fortemente convinti che la pluralità sia, anche in emigrazione, la garanzia ed il baluardo della democrazia. Non possiamo, come qualcuno vorrebbe, sancire l’unificazione a Trento e limitarci a comunicare alle nostre diramazioni la decisione già avvenuta. L’Assessore ha istituito un tavolo di lavoro per discutere vari argomenti tra i quali anche l’eventuale unificazione. Alla prossima riunione del tavolo di lavoro porteremo questa proposta [...]. Non vogliamo dimenticare o non tenere nella giusta considerazione l’idea chiaramente e ripetutamente espressa dalle diramazioni all’estero aderenti all’Unione delle Famiglie Trentine circa la fusione o unificazione. Gli emigrati vogliono che l’associazione mantenga la propria identità ed indipendenza e chiedono con forza il rispetto della storia dell’Associazione e delle persone che con sacrificio hanno consentito che essa si sviluppasse, crescesse e conquistasse la stima delle persone obiettive e delle autorità dei diversi Paesi in cui operano [...]. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero ha sempre cercato ed offerto la collaborazione sia alla Provincia 67


Autonoma di Trento - Servizio Emigrazione, sia all’Associazione Trentini nel Mondo, consapevole che il clima di reciproca fiducia e stima tra soggetti chiamati ad operare in emigrazione è la condizione necessaria affinché ciascuno degli attori possa svolgere al meglio il proprio servizio a favore degli emigrati [...] Nel 2006 in particolare, anche su richiesta dell’Assessore all’Emigrazione, la sede madre di Trento ha chiesto alle diramazioni di incrementare e rafforzare i rapporti con i rappresentanti dei Circoli Trentini vicini, facendosi promotori di iniziative comuni [...]. La nascita e l’esistenza delle due Associazioni operanti nel settore emigrazione ha come ragioni fondamentali: le garanzie di democraticità garantite solo dal pluralismo, il diverso modus operandi, la virtuosa e stimolante concorrenza. Queste ragioni sono ancora assolutamente attuali e valide secondo le nostre diramazioni [...]. Convinti che l’ipotesi della unificazione delle due Associazioni richieda un cammino di avvicinamento che prevede tappe intermedie per poter essere condiviso dalla base, onde evitare che il processo calato dall’alto venga interpretato dagli emigrati come una imposizione e disperda quindi il patrimonio fin qui costruito [...]”.

La proposta dell’Unione Si articola in quattro fasi, per le quali si indicano tempi e scadenze precise, che prevedono dapprima una campagna di informazione attuata dalle Associazioni e destinate ai rispettivi sodalizi per informarli del cammino che si sta intraprendendo e per chiedere fin da subito un loro coinvolgimento e partecipazione nelle scelte. Nella seconda fase vanno individuate iniziative comuni per favorire la reciproca conoscenza dalla quale potrà nascere il rispetto che costituisce la base irrinunciabile di ogni accordo. A seguire l’attuazione delle iniziative ad opera di un gruppo operativo di gestione paritetica (una sorta di ATI-Associazione Temporanea di Impresa) composta da membri del Consiglio di Amministrazione, strutture e diramazioni dell’Unione e della Trentini nel Mondo. Infine, l’analisi del risultato generato dalle iniziative, la valutazione della collaborazione tra strutture, la raccolta delle impressioni dei rispettivi associati, il parere dell’Assessorato e del Servizio Emigrazione. Sulla base dei risultati, si potrà procedere più consapevolmente e con l’appoggio di tutti i soggetti coinvolti verso un’eventuale ulteriore integrazione delle attività delle diverse strutture operative, stabilizzando o formalizzando l’ATI, introducendo un sistema di governance dualistico ove i rispettivi rappresentanti sono nominati dalle rispettive associazioni le quali continuano a svolgere un’azione indipendente. Il calendario indicato consente di darsi delle 68


L’Unione

e la sua storia

scadenze e verificare il procedere dei lavori, evitando che la fretta possa far sorgere tensioni ed irrigidimenti con ripercussioni negative e rallentamenti del processo di avvicinamento. Questo percorso permetterà di raggiungere i seguenti obiettivi: mantenimento dei legami culturali e l’attività di assistenza; sviluppo di relazioni economiche e di impresa; condivisione e partecipazione nelle scelte degli emigrati trentini; salvaguardia del patrimonio storico ed umano la cui costruzione ha costato impegno e sacrificio sia in Trentino che all’estero; verifica del grado di collaborazione tra diramazioni e strutture, superando gradualmente difficoltà e riserve; valorizzazione delle risorse dell’esperienza degli associati, dei volontari e delle strutture; maturazione di una scelta democraticamente condivisa; razionalizzazione della spesa nella gestione di progetti comuni.

Maurizio Cadonna viene chiamato a ricoprire l’incarico di direttore responsabile di Famiglie Trentine, mentre viene attivato il nuovo sito internet www.famiglietrentine.org per una comunicazione più veloce e aggiornata. 2007 Nel gennaio 2007 il presidente e la sua vice incontrano l’onorevole Merlo, eletto nel Parlamento Italiano nella circoscrizione estero di Buenos Aires, e impostano le basi per una futura collaborazione. Giunge nel frattempo la triste notizia della scomparsa di Mario Libardi, fondatore e presidente della Famiglia Trentina di Funes. Iniziano a collaborare con l’Unione le due dipendenti Denise Biasioli e Laura Gorza. Viene ufficializzata la nascita della Federazione delle Famiglie Trentine del Brasile, alla presenza di molte autorità sia italiane che brasiliane. La Federazione, presieduta da Nelson Joppi, non rappresenterà un filtro per la comunicazione tra la sede madre e le Famiglie Trentine, ma al contrario servirà a rafforzare la rete tra le Famiglie, a promuovere iniziative comuni, a sostenere attività di interesse nazionale, a dare maggiore visibilità all’Associazione, a promuovere la nascita di altre Famiglie, a facilitare i rapporti con le istituzioni italiane in Brasile, a favorire gli interscambi fra Trentino e Brasile. Il Viceconsole d’Italia Librizzi, nel salutare la nascita della Federazione, ha sottolineato l’importanza della collaborazione con la Famiglia di Florianópolis ed ora con la Federazione, alla quale aderiscono 12 Famiglie Trentine: Florianòpolis, Jonville, Rio do Sul, Pouso Redondo, Timbò-Rio dos Cedros, Rodeio, Mirim Doce, 69


Adolorata Bento Gonçalves-Tuiuty, Santo Antão, Vale dos Trentinos - Farroupilha, Sananduva, Tapejara. In autunno, a Rafaela, si tiene il I^ Congresso delle Famiglie Trentine dell’Argentina, alla presenza delle Famiglie di Resistencia, Romang, Avellaneda, Arroyito, Colonia Tirolesa, Cordoba, Funes, Posadas, Villa Allende, Luque e Calchin. Vengono successivamente accolte le richieste di adesione delle nuove Famiglie Trentine argentine di Las Varillas, presieduta da Ariela Venturi, e, successivamente nel 2008, di Eldorado-Misiones, presieduta da Quirino Asson. La sede della Famiglia di Colonia Tirolesa ospita il I^ Incontro delle Famiglie Trentine del Sud America, alla presenza dei presidenti di tutte le Famiglie del Brasile e dell’Argentina e dei rappresentanti delle nuove Famiglie Trentine del Paraguay, ormai parte integrante dell’Unione. Numerose le proposte concrete e innovative formulate dai presidenti ed anche dal Gruppo giovani, i quali testimoniano il crescente interesse per gli interscambi e le esperienze di studio e di lavoro in Trentino ed in Italia. L’Unione espande la sua attività nel Paraguay Già a fine 2006 si inizia a valutare la richiesta di adesione all’Unione da parte dei Circoli Trentini del Paraguay, di cui si fa portavoce Elisabetta Deavi. Viene confermata la disponibilità ad accogliere le diramazioni, qualora la richiesta venga formalizzata con la consegna di almeno 30 dichiarazioni per ogni nuova Famiglia, come previsto dalla legge provinciale, e purché la richiesta derivi da esigenze collettive condivise e sia completamente estranea a qualsiasi rivendicazione o pregiudizio personale. All’incontro delle Famiglie Trentine del Sud America vengono invitati anche i rappresentanti delle Famiglie del Paraguay, perché tutte le associazioni di emigrati trentini, iscritte nel “Registro de marca” della Repubblica del Paraguay e, più precisamente, la Federazione Circoli Trentini del Paraguay, il Circolo Trentino del Paraguay di Asunciòn, il Circolo Trentino de Santa Clara, il Circolo Trentino de Fernando de la Mora, il Circolo Trentino de Encarnacion, hanno confermato ed ufficializzato la richiesta di aderire all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, avallata da una delle massime autorità della Repubblica del Paraguay, il Vicepresidente della Repubblica Luis Alberto Castiglioni.

70


L’Unione

e la sua storia

Nel frattempo giunge in Trentino la delegazione di Timbò, guidata da João Andreata, dal Sindaco e dall’Assessore allo Sviluppo economico, per prendere contatti e conoscenza dell’esperienza cooperativa trentina per poi promuoverla in Brasile. I partecipanti al viaggio di studio sono stati individuati tra i collaboratori della Coopercedros, che appare sufficientemente matura per affiancare una nuova esperienza cooperativa nel settore dei piccoli frutti. L’iniziativa si articola in due fasi: la prima teorica, svolta presso la Federazione Trentina della Cooperazione, propedeutica per affrontare i principi fondanti, la disciplina normativa, i diritti e doveri del socio, il funzionamento dell’impresa cooperativa. Nella seconda fase, sono state realizzate visite ad alcune realtà cooperative del territorio facenti riferimento ai vari comparti: dalla Cooperativa sociale Progetto 92, alla Cassa rurale, la Cantina sociale e la Famiglia cooperativa di Isera, alle Cantine Rotari di Mezzocorona, alla Cooperativa di piccoli frutti Sant’Orsola, per finire con COPAG del Lomaso, che raccoglie e commercializza patate e mele, e il Caseificio Sociale di Fiavè. Sul fronte giudiziario, la sentenza della Corte d’appello di Trento sulla vicenda legata all’ex-presidente Ciola riconosce come pienamente legittime le ragioni del Consiglio di amministrazione e l’elezione del nuovo presidente. Con il mese di dicembre del 2007 si annunciano tempi duri per l’Unione, perché politicamente sta emergendo la convinzione sempre più forte di un intervento d’imperio con legge per costringere le due associazioni a fondersi. La pressione perché questo venga avvenga aumenta inesorabilmente a livello politico. Qualche mese prima, i consiglieri provinciali Viola e Carli, membri della Quarta Commissione del Consiglio, avevano presentato un disegno di legge che prevedeva la costituzione di una fondazione destinata ad occuparsi di emigrazione, alla quale avrebbero partecipato le due associazioni di emigrati, la Federazione Trentina della Cooperazione, la Camera di Commercio, le associazioni di categoria, l’Università di Trento e la Provincia. L’iter del disegno di legge però si era arenata subito, probabilmente perché non era questa la volontà della Provincia e della Trentini nel Mondo. Per iniziativa del competente Assessore, è stato istituito un tavolo di lavoro per discutere il tema. L’intento è chiaro e dichiarato: arrivare alla fusione delle due associazioni entro la fine della legislatura. Viene offerta la disponibilità a trovare un nome che le rappresenti tutte e due ed è prevista una rappresentanza dell’Unione nel Consiglio del progettato organismo unitario…ma biso71


gna fare presto, perché non c’è tempo da perdere. Qualcuno afferma che la fusione va decisa a Trento e comunicata all’estero. L’Unione ha elaborato una proposta da sottoporre all’attenzione dei componenti del tavolo di lavoro (vedi riquadro “La proposta dell’Unione”, ndr), alla quale la Trentini nel Mondo risponde con una proposta che imprime un’accelerazione netta e in qualche modo evita un percorso di progressivo avvicinamento...insomma “ci si deve sposare senza un periodo di fidanzamento!” Le Famiglie Trentine si attivano invece per promuovere iniziative condivise dai Circoli Trentini ed alcune manifestazioni vengono anche proposte congiuntamente. Il 13 dicembre 2007 arriva la notizia che andrà in discussione il giorno dopo l’emendamento alla finanziaria di fine anno, presentato dai consiglieri della Quarta Commissione Lunelli, Barbacovi, Viganò, Malossini, Viola e Carli, che sostituisce il quinto comma dell’articolo 6 della L.P. 12/2000, secondo cui “Agli organismi iscritti nel registro la Provincia può concedere contributi annuali”, con le parole: “All’organismo che rappresenta il maggior numero di associati e di paesi nei quali gli stessi sono presenti, la Provincia può concedere contributi annuali”. Un secondo emendamento del consigliere Morandini propone di posticipare al 2010 l’entrata in vigore e alla fine viene approvato un terzo emendamento che stabilisce, con l’approvazione della L.P. 23/2007, l’entrata in vigore a partire dal 1° settembre 2008. Il dispositivo lapidario, tradotto significa che a partire dall’1 settembre 2008 l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero non potrà più accedere ai contributi previsti dalla legge provinciale sull’emigrazione per le spese di gestione e per l’attività associativa. Si tratta di un vero e proprio blitz della Quinta Commissione, portato avanti, come riferisce l’Assessore Panizza, senza aver coinvolto o informato la Giunta Provinciale. I consiglieri e gli assessori autonomisti hanno fatto tutto il possibile in aula per bloccare l’emendamento, ma ormai la volontà del Consiglio era trasversale ed inarrestabile. L’unica possibilità rimasta, ora, è riuscire a modificare il dispositivo della legge. 2008 l Consigli dell’Unione del gennaio 2008 decidono di reagire in tre direzioni contemporaneamente: attivando le diramazioni all’estero, esercitando una pressione mediatica sull’opinione pubblica, coinvolgendo le istituzioni e i rappresentanti politici che hanno sostenuto e apprezzato l’operato dell’Unione e soprattutto quelli che, non conoscendo l’attività dell’Associazione, hanno maturato un’opinione sbagliata. Le strade che si aprono sono sostanzialmente due: o adeguarsi alla volon72


L’Unione

e la sua storia

tà politica di unificare le due associazioni, accettando di aderire ad un tavolo di lavoro per formulare una proposta definitiva e costituire la nuova realtà entro settembre, o proseguire nell’attività autonomamente, anche senza finanziamenti provinciali e ricorrendo all’autofinanziamento totale,facendo ricorso anche alle vie legali conto un provvedimento che lede i diritti costituzionali dell’Associazione e delle trenta diramazioni estere e portando avanti in tutte le sedi ogni iniziativa politica per superare il nuovo dettato di legge, possibilmente già in occasione della discussione del bilancio di assestamento previsto nel mese di luglio. L’Assemblea dei soci, celebrata a Trento il 24 aprile, invita “il Consiglio a continuare la strada intrapresa per la difesa della nostra storia, autonomia ed indipendenza”. Intanto si avvicina il 1° settembre ed il Consiglio, di cui fa parte adesso anche Enzo Libardi, appena rientrato da un viaggio fra gli emigrati trentini in Brasile, sceglie di continuare l’attività dell’Associazione - seppure con qualche riduzione - contando sull’apporto del volontariato. Commovente la risposta di tutte le persone intervistate al riguardo in Trentino e all’estero in termini di disponibilità: un’ulteriore conferma dell’unità dell’Associazione anche nei momenti delicati, un’ulteriore testimonianza che gli aderenti si sentono parte di una famiglia che non può esistere senza i singoli componenti. L’Associazione può contare sul finanziamento provinciale solo fino a settembre. Occorre perciò riflettere seriamente sul futuro dell’Unione e sulle modalità attraverso le quali poter proseguire l’attività associativa almeno fino a fine anno, seppure a ritmi ridotti e contenendo il più possibile le spese, in particolare per l’affitto della sede e per il personale. La dipendente Gianna Copat si è dichiarata disponibile a continuare il rapporto di collaborazione a titolo di volontariato, compatibilmente con le scelte professionali che andrà ad assumere. Non si ferma l’attività dell’Unione sia in Svizzera che in Brasile. Nel Rio Grande do Sul si costituisce la nuova Famiglia Trentina di Taiò (presieduta da Fiorelo Zanella), mentre la Famiglia di Bento Gonçalves promuove la seconda edizione di Jantar Raizes de Santo Antão (cena Radici di Santo Antão), una manifestazione ideata per riscattare e celebrare la storia degli emigrati trentini. Una delegazione dell’Unione partecipa alle cerimonie per il decimo anniversario della Fondazione delle Famiglie Trentine di Florianòpolis e Joinville, accompagnando il Coro tradizionale cembrano “La valle” in alcuni concerti nello Stato di Santa Catarina. La Famiglia di Florianópolis aderisce alla “Settimana 73


della lingua italiana nel mondo” con il “Concorso il cartellone più bello”, mentre a Rio dos Cedros si è svolta la “Terza edizione dei giochi di giovani trentini”. In Argentina, nasce la nuova Famiglia Trentina di Eldorado-Misiones, mentre la Famiglia di Rafaela, sempre attiva nel campo dell’arte e della cultura, consegna i “Premi Farfalla” ai vincitori del Concorso letterario e fotografico ed organizza con grande riscontro di pubblico la 10^ edizione de “La Carovana delle Fisarmoniche”, spettacolo musicale itinerante per le vie della città per ricordare che gli immigrati trentini, oltre al lavoro, hanno portato con sé un bagaglio di canzoni per eseguire le quali la fisarmonica era lo strumento più utilizzato. L’Unione si mobilita con tutte le sue forze per sensibilizzare la popolazione e far emergere la solidarietà trentina in aiuto ai nostri emigrati colpiti dall’emergenza dell’alluvione in Brasile. Le istituzioni provinciali, fortemente sollecitate dai dirigenti e dai sostenitori dell’Unione, si convincono della necessità di dare ancora tempo ai tentativi di trovare una soluzione che possa soddisfare ambedue le associazioni. Nella Quinta Commissione del Consiglio provinciale viene infatti depositato dal consigliere Walter Viola (analoghi emendamenti vengono presentati in Consiglio anche dai consiglieri Dominici e Morandini) un emendamento al disegno di legge per l’assestamento di bilancio allo scopo di posticipare l’applicazione della legge. L’emendamento viene approvato dal Consiglio con la L.P. 12 settembre 2008, n. 16, che all’art. 48 (“Modificazione dell’articolo 6 della legge provinciale 3 novembre 2000, n. 12: Interventi a favore dei trentini emigrati all’estero e dei loro discendenti”) stabilisce che fino alla data dell’1 marzo 2009 “si applica la disciplina vigente anteriormente alla modificazione del comma 5 dell’articolo 6 della legge provinciale n. 12 del 2000 introdotta dal comma 3 dell’articolo 76 della legge provinciale 21 dicembre 2007, n. 23”. La modifica di legge lascia ancora tempo all’Unione o per trovare una nuova soluzione o per convincere la Provincia a rinunciare alla fusione imposta. Il 9 novembre 2008 si tengono le elezioni in Trentino, che riconfermano alla guida della Provincia Lorenzo Dellai, che assume anche le competenze sull’emigrazione. L’Unione è fiduciosa che il presidente saprà prestare attenzione anche alla realtà dell’Unione valorizzandone le peculiarità. “La nostra associazione - scrive Famiglie Trentine - lavorerà e dialogherà in maniera franca ed aperta avendo sempre chiaro il bene dell’emigrazione e le aspettative degli emigrati che rappresenta, con l’obiettivo di migliorare il risultato finale che può derivare da una virtuosa sinergia e sussidiarietà tra pubblico e volontariato”. 74


L’Unione

e la sua storia

Da sottolineare anche un’iniziativa particolarmente rilevante per gli emigrati trentini all’estero: l’Archivio Diocesano ha reso disponibile online una consistente banca dati: l’«Indice dei nati in Trentino 1815 – 1923». Dal 2002, l’Archivio, in collaborazione con il Servizio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento, ha avviato un progetto per informatizzare i dati anagrafici contenuti nei registri parrocchiali, di grande interesse ed utilità anche in relazione all’entrata in vigore della Legge 379/2000 in materia di cittadinanza italiana. Una mole incredibile di dati, circa 1.280.000 schede decifrate con pazienza ed inserite nella banca dati e che saranno pubblicate sul sito della Provincia e usufruibili dagli utenti di ogni parte del mondo. Nel Consiglio dell’Unione, il 12 dicembre 2008, preso atto delle dimissioni per motivi di lavoro da parte del presidente Tarolli, vengono cooptati Oliviero Vanzo di Rovereto, libero professionista, tecnico del Comune di Lavis a riposo e già assessore comunale di Rovereto, ed Ettore Zampiccoli, giornalista e già direttore dell’Azienda di promozione turistica del Trentino, che ha maturato significative esperienze in campo internazionale che gli hanno permesso di conoscere numerose comunità trentine in America. 2009 Il 6 marzo 2009 si tiene l’Assemblea dei soci, che elegge come membri del nuovo Consiglio i riconfermati Oliviero Vanzo, Rina Bonvecchio, Ettore Zampiccoli, Renzo Uber, Giancarlo Filoso, Bruno Girardi, Silvana Bertona, Michele Dalfovo, Enzo Libardi ed i nuovi eletti Federico Secchi, sindaco di Avio, e Mauro Ottobre, consigliere provinciale. Il Consiglio del 28 aprile 2009 elegge presidente Oliviero Vanzo, che da qualche anno intrattiene rapporti con gli emigrati trentini, in particolare in Brasile, sia per sensibilità personale, sia per il suo ruolo di presidente di un’importante società sportiva di tiro con l’arco collegata con la Confederazione brasiliana. Nel ruolo di vicepresidenti, il Consiglio elegge il nuovo consigliere Ettore Zampiccoli e riconferma la fiducia a Rina Bonvecchio per il suo impegno e la sua dedizione verso l’Associazione. Intanto, con la legge finanziaria di assestamento 2019, la L.P. 28 marzo 2009 n. 2, all’art. 32 viene ulteriormente prorogata, ma solo fino al 31 ottobre 2009, la scadenza utile per trovare una risposta alle sollecitazioni imposte dalla Giunta provinciale. Il Consiglio di amministrazione si mette subito al lavoro per garantire il futuro dell’Associazione, il cui finanziamento pubblico è previsto per ora solo fino all’ottobre 2009. “Come in altri ambiti e settori (politico, sindacale, associativo, ecc.) - riferisce il presidente Vanzo su Famiglie Trentine del giugno 2009 - il 75


pluralismo costituisce da sempre un fattore positivo: stimola il confronto, favorisce uno spirito di emulazione che in genere porta a fare le cose meglio e prima. Non si capisce perché questo sacrosanto principio non possa funzionare nell’attività di solidarietà e di sviluppo delle relazioni con gli emigrati trentini. Abbiamo già avuto modo di dire che, contrariamente a quanto sostiene qualcuno, la presenza di due associazioni non crea all’estero né confusione, né sovrapposizione. Permette, in totale e piena libertà, ai nostri emigrati di valutare, giudicare e scegliere [...]. Noi auspichiamo che su questa strada si possa arrivare a mettere da parte ultimatum e minacce di togliere i finanziamenti. Sarebbe, se ciò avvenisse, difficilmente giustificabile ed incomprensibile alle nostre comunità all’estero [...]”. Su Famiglie Trentine non può mancare il sincero ringraziamento dell’Unione per Flavio Maria Tarolli, il presidente che ha dedicato all’Associazione due anni di intenso lavoro e di impegno. Il suo comportamento sempre trasparente e la sua correttezza nei confronti di tutti hanno creato un clima positivo e favorevole al confronto. È stato un presidente con grande capacità di ascolto, ha saputo dare voce a tutti, dimostrandosi sempre rispettoso delle decisioni prese dal Consiglio di amministrazione. L’Unione esprime, poi, anche ufficialmente, “dolore e solidarietà” per la tragica scomparsa, in un incidente aereo di ritorno da un viaggio fra gli emigrati trentini, di Giovanbattista Lenzi, Luigi Zortea ed in particolare Rino Zandonai, “da tanti anni direttore e bandiera della Trentini nel Mondo. Il nostro cordoglio va innanzitutto alle loro famiglie, nonché alla Trentini nel Mondo e ai suoi Circoli, che con la sua morte perdono un prezioso punto di riferimento”. L’attività delle Famiglie è sempre intensa; in Brasile si costituisce nel novembre 2009 la Famiglia di Benedito Novo, presieduta dall’ex-sindaco Harry Dallabrida; a Rio do Sul si riunisce la Federazione delle Famiglie Trentine del Brasile che elegge il nuovo presidente Fiorelo Zanella della Famiglia Trentina di Taiò. Vengono rinnovati anche i vertici della Famiglia di Timbò e Rio dos Cedros, con il nuovo presidente Nilo Tamanini, mentre a Joinville nasce il Gruppo Giovani della Famiglia Trentina, coordinato da Marcos Campestrini. A Tapejara, con il nuovo presidente Enio Broch si organizzano i corsi di italiano e il corso di teatro per concludere con la Quinta Serata Italiana a cui hanno partecipato più di 500 persone. La Famiglia di Rio do Sul ha ottenuto dalla Prefettura Municipale della città un prestigioso riconoscimento per i preziosi servizi svolti nei suoi cinque anni vita a favore della comunità. Grande successo anche per la quarta edizione di Anima Italiana a Rio do Sul. 76


L’Unione

e la sua storia

Al Palalevico di Levico Terme, l’Unione organizza in autunno l’esposizione di opere degli artisti argentini Paolo e Rosanna Raota, discendenti di emigrati trentini di Barco, intitolata “Sguardi di Raota”, mentre il Palazzo della Regione a Trento ospita la mostra sui diritti umani “Le Nonne di Plaza di Maggio e i bambini desaparecidos”, che presenta testimonianze e illustra un tristissimo periodo storico, sociale e politico argentino, compreso tra il 1976 e il 1983. Alla mostra, organizzata in collaborazione con l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, ha partecipato come ospite d’onore Estela Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Maggio. Si avvicina la data fatidica del 31 ottobre con cui cessano i finanziamenti della Provincia. Nessuna novità in campo provinciale, mentre si inizia a pensare ad un intervento politico da presentare in Consiglio provinciale in occasione della discussione del bilancio. Nelle riunioni del Consiglio, che nel 2010 si susseguono a scadenza ravvicinata, vengono esaminate tutte le possibili vie d’uscita: sia la fondazione, destinata ad aggregare sia le due associazioni che la Camera di commercio e la Federazione Trentina della Cooperazione, sia la costituzione di una sezione federativa all’interno della Trentini nel mondo, sia infine il ritorno alla vecchia legge che finanziava ambedue le associazioni. La Trentini nel mondo non sembra voler approfondire la proposta federativa ed accampa mille difficoltà sulla Fondazione. Col tempo si aggrava la situazione economica dell’Associazione, costretta a programmare il trasferimento della sede in una meno costosa, in attesa della proposta di statuto per la costituzione di un’associazione unica che l’Assessorato si è impegnato ad elaborare entro il mese di marzo 2010. In occasione della sessione di bilancio di dicembre, viene presentato in Consiglio provinciale un emendamento per ripristinare i finanziamenti ad ambedue le associazioni che non viene approvato e viene sostituito da un ordine del giorno che invita la Provincia a promuovere la costituzione di un nuovo organismo per l’emigrazione, non escludendo che l’Unione possa continuare ad esistere. 2010 Il 20 marzo 2010 viene convocata l’Assemblea dei soci, con all’ordine del giorno le prospettive e le valutazioni sul futuro dell’Associazione. Secondo il presidente, l’Unione si trova ora ad un bivio: aderire alla proposta formulata dalla Provincia attraverso l’ordine del giorno approvato dal Consiglio e quindi poter usufruire dei finanziamenti, oppure continuare con la sola forza del volontariato e l’autofinanziamento. 77


Finalmente viene resa pubblica la proposta della Provincia per una nuova associazione, che vede l’adesione anche di altre entità oltre alle due associazioni riconosciute, e che viene discussa all’interno del Consiglio di amministrazione riunito per il giorno 8 aprile 2010. Il presidente Vanzo riferisce dell’incontro avuto con il presidente Tafner ed i funzionari provinciali, durante il quale è stato esaminato lo statuto proposto dalla Provincia che ha suscitato immediatamente la sua diffidenza e le sue perplessità e che certamente non tutela l’Unione. La proposta della Provincia viene quindi respinta e sottoposta alla discussione dell’assemblea dei soci convocata per il 20 maggio 2010. Viene disdettata la sede e trasferita in un ufficio concesso gratuitamente dal presidente dei Revisori dei conti Diego Turri. 2011 Nell’Assemblea del 30 aprile 2011 il presidente riferisce che il Consiglio dell’Unione, anche su delega delle diramazioni all’estero, non ha accettato lo statuto della nuova associazione, perché non l’avrebbe tutelata e avrebbe dato modo alla Trentini nel Mondo di assorbirla, facendola sparire definitivamente. La decisione dell’Unione di non aderire al nuovo organismo proposto dalla Provincia trova giustificazione nella sua stessa storia di associazione autonoma e libera. Da rilevare che nel 2010 e 2011, pur senza finanziamenti provinciali, le diramazioni all’estero sono rimaste attive ed hanno continuato ad organizzare le loro attività consuetudinarie. Interviene nel dibattito l’Assessore Panizza per ricordare che l’unica possibilità per uscire dalla situazione di stallo è ripristinare quanto previsto dalla vecchia legge che finanziava ambedue le associazioni. Sarà un’impresa difficilissima, visto il clima politicamente non favorevole, ma si deve ritentare, a patto che finiscano gli polemiche portate avanti da singoli esponenti dell’Unione verso la Provincia e la Trentini nel Mondo, perché questo non fa altro che accreditare le ragioni di chi afferma che la presenza di due associazioni è negativa perché esaspera i conflitti, anziché unire il mondo dell’emigrazione per dargli più efficacia e maggiore rappresentanza. Per convincere i consiglieri provinciali a modificare la legge vigente occorre abbandonare gli atteggiamenti ostili; solo così si potrà raggiungere l’obiettivo di legittimare la presenza di ambedue le associazioni.

78


L’Unione

e la sua storia

LA RIPARTENZA Finalmente in occasione della discussione della finanziaria nel dicembre 2011 gli autonomisti presentano e riescono a far approvare un emendamento per modificare la legge 12 del 2000 e ripristinare la possibilità di finanziamento per ambedue le associazioni riconosciute ed iscritte nel Registro delle associazioni degli emigrati all’estero. Il nuovo comma 5 dell’articolo 6, approvato con l’art. 42 della L.P. 27 dicembre 2011 n. 18, prevede che “Alle associazioni iscritte nel registro delle associazioni degli emigrati trentini all’estero la Provincia può concedere contributi annuali, nella misura massima del 95% della spesa ammessa, per sostenerne l’ordinaria attività. All’organismo che rappresenta il maggior numero di associati e di paesi nei quali essi sono presenti la Provincia può concedere, anche per le funzioni di coordinamento e di rappresentanza, contributi annuali, nella medesima misura, per la realizzazione di specifici progetti di intervento a favore di emigranti trentini all’estero ed i loro discendenti, anche su proposta e in collaborazione con gli organismi meno rappresentativi. In prima applicazione questo comma si applica con riferimento all’anno 2012; a tal fine sono riaperti i termini per la presentazione delle domande di contributo, secondo quanto stabilito dalla Giunta provinciale”. La lunga ed estenuante battaglia per il riconoscimento del sacrosanto diritto dell’Unione ad operare a favore del mondo dell’emigrazione trentina è stata finalmente vinta. Si è trattato di una battaglia molto dura e impegnativa, in cui gli autonomisti hanno dovuto mettere sul piatto il mantenimento della fiducia alla Giunta provinciale, dopo aver constatato che non vi erano le condizioni perché le due associazioni potessero dare vita, senza ripercussioni negative nella loro tenuta, ad un’unica realtà. Da adesso in poi il Consiglio di amministrazione dell’Unione e tutti i suoi sostenitori possono guardare al futuro con fiducia, programmando la loro attività e sostenendo tutte le diramazioni all’estero che hanno resistito negli ultimi due anni senza aiuti pubblici e autofinanziandosi. Per l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero l’essere riuscita a sopravvivere grazie all’aiuto dei volontari e a portare avanti comunque un’attività che le consentisse di non sparire e di mantenere la quasi totalità delle Famiglie all’estero è stata un’impresa straordinaria, che dimostra quanto l’Associazione abbia radici forti e profonde e motivazioni solide alla base della sua attività. 2012 Con il 2012 viene quindi ripresentata la richiesta di finanziamento per l’attività e viene prodotto un corposo programma che rilancia l’attività sospesa, introducendo molte novità per adeguarsi alle necessità dei tempi moderni e rispondere 79


meglio alle esigenze degli emigrati trentini delle comunità all’estero. Accanto alle consuete attività vengono riattivate le Federazioni, importante strumento di raccordo tra le diramazioni di ciascun paese e la sede madre e contemporaneamente mezzo prezioso di coordinamento e sintesi a livello nazionale. Ci si concentra sulle Federazioni delle Famiglie Trentine dell’Argentina e del Brasile e sul Coordinamento del Paraguay. Particolare attenzione viene rivolta al coinvolgimento dei giovani, sia attraverso ruoli direttivi nelle associazioni, sia nei gruppi giovani che sono in costante crescita. Famiglie Trentine, la cui pubblicazione ha subito una forzata interruzione nel 2010 e 2011 per mancanza di fondi, diventa sempre più uno spazio aperto, partecipato e vissuto da parte di tutti i soci e dei lettori, una vetrina aperta a tutte le iniziative delle singole diramazioni, uno strumento di informazione e divulgazione che sia per tutti e alla portata di tutti e per questo seguono anche edizioni online. Al periodico si affiancano anche altre esperienze editoriali che meritano di essere sostenute e possibilmente ampliate. La Famiglia Trentina di Rafaela pubblica un numero di Trentina, mentre Raices Trentinas raggiunge le comunità di Avellaneda e Reconquista, Voce italiana giunge nelle case degli italiani del Paraguay e Il Gazzettino parla e racconta della Famiglia di Florianópolis rigorosamente in italiano. Ed è proprio in questa ultima fase che tutta la comunità trentina viene coinvolta, visto che molto spesso la stampa dei periodici è possibile grazie alle sponsorizzazioni di imprese e aziende trentine locali. Trentina, Raices Trentinas, Il Gazzettino, Voce Italiana non sono solo informazione, mantenimento della cultura e della lingua italiana, diffusione delle iniziative promosse dalle diramazioni all’estero, ma sono anche aggregazione e sinergie a tutti i livelli tra le diverse componenti delle comunità trentine. La Famiglia Trentina di Tapejara si avvale di una rubrica mensile fissa sul giornale cittadino, nella quale continua a raccontare l’attività che svolge. L’Unione si impegna ad aumentare il numero di soci e degli aderenti in Trentino, convinta che attraverso una buona rete di sostenitori sul territorio provinciale sia più facile sensibilizzare l’opinione pubblica sulla portata del fenomeno emigrazione, non solo con la visione rivolta al passato o con la lettura in chiave esclusivamente socio-demografica, ma anche come prospettiva futura, come chiave e strumento per uno sviluppo economico nuovo del Trentino. I paesi che ospitano i nostri discendenti hanno spesso indici di crescita molto positivi; ci sono Trentini che ricoprono ruoli istituzionali importanti, altri sono affermati imprenditori. L’economia trentina ha sempre più spesso la necessità di guardare fuori dai confini nazionali ed europei e potrebbe trovare nei Trentini all’estero dei validi terminali anche in questo percorso di sviluppo. 80


L’Unione

e la sua storia

L’Unione in Trentino continua a coinvolgere le amministrazioni comunali, ad offrire ospitalità alle delegazioni in visita alla Provincia, a promuovere incontri sul tema dell’emigrazione, a collaborare con le associazioni e i gruppi di volontariato, a fornire assistenza agli emigrati, alle famiglie rimpatriate, ai borsisti, ai turisti che tornano in Trentino per un periodo di vacanza e non solo. All’estero sono riproposte ed ampliate tutte le manifestazioni che nel Sud America sono diventate ormai tradizionali per ognuna delle Famiglie Trentine, anche con la collaborazione delle Autorità locali, dei Comites, dei Centri Italiani di Cultura, delle Ambasciate e dei Consolati, nonché di tutte le altre associazioni regionali italiane. E sono intensificati, per quanto possibile, i corsi di lingua italiana, gli scambi e gli stages giovanili, le iniziative per sviluppare nuove conoscenze e nuove imprenditorialità, gli interventi per la solidarietà e la cooperazione allo sviluppo. L’8 giugno 2012 viene convocata l’Assemblea annuale per fare il punto sulle prospettive del futuro ed eleggere gli organi statutari. Risultano eletti per il nuovo Consiglio di amministrazione: Giancarlo Filoso, Lorenzo Baratter, Bruno Girardi, Rina Bonvecchio, Renzo Uber, Nicola Fioretti, Daiana Boller, Carlo Pedergnana, Oliviero Vanzo, Enzo Libardi e Marta Bernabè. Revisori dei conti sono eletti Emma Anzelini, Federico Masera e Diego Turri. I nuovi Probiviri sono Giulio Pompermaier, Aldo Dalpiaz e Claudio Appoloni. Oliviero Vanzo viene confermato presidente, mentre vicepresidenti sono eletti Giancarlo Filoso e Lorenzo Baratter, quest’ultimo vicario. Nel frattempo riprende in pieno l’attività con la riapertura della sede, concessa in affitto dall’ITEA a Trento nella centralissima Via San Martino e dove sono disponibili, costantemente tutti i giorni, i collaboratori Nara Deromedis e Stefano Filoso. Ettore Zampiccoli e Mario Pacher si rendono disponibili a ricoprire il ruolo di addetti stampa, manIl presidente Vanzo, i consiglieri Boller e tenendo il contatto con le Filoso, con i giovani dell’Interscambio. principali testate. 81


Il presidente Oliviero Vanzo nel 2012 con il Consiglio di Amministrazione dell’Unione.

2013 Dalle colonne di Famiglie Trentine, che riprende la stampa con il numero del gennaio 2013 e il nuovo direttore responsabile Ettore Zampiccoli (già direttore del quotidiano l’Adige), il presidente Vanzo non nasconde la sua soddisfazione: “Ora abbiamo trovato una nuova sede, abbiamo la certezza di un finanziamento, seppur modesto, che ci permette di far fronte a un minimo di organizzazione. Abbiamo ritrovato, soprattutto, l’entusiasmo di molti amici che si sono messi a disposizione per rilanciare le nostre attività e la nostra presenza [...]. Il nuovo direttivo è impegnato in queste settimane a elaborare un piano di lavoro e di iniziative per il 2013. Saranno iniziative volte a rafforzare i legami e la nostra identità, a ragionare su un modo nuovo di rapportarsi con i figli e nipoti dei nostri emigrati, convinti che oggi il concetto di emigrazione è diverso da quello di cento anni fa. Oggi dobbiamo guardare avanti, oltre gli aspetti assistenziali e amicali e trovare modalità e percorsi che possano favorire la cultura e la professionalità dei nostri discendenti. Siamo convinti che su questo terreno, quello del lavoro, delle prospettive, delle iniziative economiche volte a rafforzare gli scambi tra chi è rimasto in Trentino e chi lavora oggi altrove, ci sia molto da fare”. Sullo stesso periodico, l’assessore provinciale alla Cultura, rapporti europei e cooperazione Franco Panizza saluta “con grande soddisfazione [...] la ripresa della piena attività dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, convinto come sono che la sua presenza nel mondo dell’emigrazione trentina è e sarà sempre lievito positivo che aiuta le comunità a crescere [...] Anche noi Trentini abbiamo sempre più bisogno di confrontarci con i nostri fratelli lontani, di invitarli qui, ospiti della loro “casa antica”, di vivificare in andata e ritorno i gemellaggi che uniscono le piccole comunità di valle coi luoghi più distanti del mondo, per vive82


L’Unione

e la sua storia

re anche noi quelle medesime emozioni [...]. Facciamo allora “rete” con le nostre Famiglie, usiamo tutti i canali oggi a disposizione con internet e coi satelliti per intensificare i nostri contatti, per renderli sempre più stabili e proficui [...]. Essere orgogliosi della propria terra d’origine significa anche conoscerne gli aspetti più importanti e farli circuitare in una “internet degli affetti” che sta a noi mantenere sempre viva e sempre più diffusa e forte”. L’Associazione decide di acquisire il progetto proposto da Osvaldo Tonina, perfezionato nel 2008, che si propone di aiutare ragazzi che vivono al margine della società nella Regione del Chaco, nota per la sua povertà estrema, attraverso la sistemazione della Scuola agricola di Machagai, gestita dagli insegnanti e dai genitori, dove verranno accolti ragazzi che sono costretti purtroppo a frequentare a settimane alterne la scuola per mancanza di spazi. L’Unione è intervenuta attivandosi per finanziare la realizzazione di una cucina in grado di fornire pasti giornalieri agli studenti e ai docenti. La situazione politica e amministrativa del 2013 si presenta sicuramente più facile per l’Unione; le elezioni nazionali di febbraio registrano l’ingresso al Senato del socio fondatore Franco Panizza e alla Camera dei deputati dell’exconsigliere dell’Unione Mauro Ottobre, mentre alle elezioni provinciali dell’ottobre dello stesso anno viene eletto consigliere il vicepresidente dell’Unione Lorenzo Baratter. Il nuovo presidente della Provincia è Ugo Rossi, un amico dell’associazione, che assume anche le funzioni di Assessore all’emigrazione. Dalle colonne di Famiglie Trentine, all’indomani del suo insediamento, il nuovo Presidente della Provincia Ugo Rossi saluta così i soci e sostenitori dell’Unione. “Sarà per noi di esempio la coesione, l’unità e la collaborazione che le Famiglie Trentine all’Estero hanno sempre dimostrato nel piccolo delle realtà in cui vivono e in cui crescono a contatto con situazioni economiche e dimensioni culturali assai diverse tra di loro, in cui però l’antica lingua welschtirolese, il nostro dialetto trentino, ma anche le antiche storie e le lontane vicende della terra alpina sono state lo scheletro, il graticcio, l’humus fertile su cui sono cresciute le vostre Famiglie [...]. Con questo Governo della Provincia autonoma di Trento che ho l’onore di guidare, si apre un nuovo capitolo della storia dell’autonomia: il capitolo che io intitolerei del fare rete, del confronto con chi può aiutarci ad essere più forti e coesi, del rendere pratiche e concrete le idee. Sarà un cammino lungo, il nostro, ma non saremo soli. So di poter contare sulla vostra vicinanza, cari amici trentini che vivete in terre lontane: sarà prezioso il vostro calore e irrinunciabile il confronto col vostro modo di vedere e interpretare le vicende 83


del nostro Trentino. Da parte mia e della Giunta provinciale non mancherà l’appoggio e il sostegno alle iniziative delle Famiglie Trentine all’Estero e a quelle dei Circoli Trentini nel Mondo, con l’obiettivo di rendere sempre più vivi, concreti, vicendevoli, il legame e lo scambio di esperienze”. Il presidente Vanzo commenta così questa la nuova fase: “Nel 2013 l’Unione delle Famiglie ha potuto rialzarsi e, con dignità e fermezza, riprendere il proprio cammino diventando nuovamente punto di riferimento per le numerose Famiglie sparse nel mondo e per molti nostri associati. È stato, dunque, un anno di assestamento e ora speriamo che il 2014 sia l’anno del rilancio robusto e significativo. Siamo convinti che in Trentino e nelle nostre comunità ci sia ancora spazio per una politica dell’emigrazione innovativa e capace di interpretare, oltre alle esigenze di solidarietà che in molte aree sono comunque necessarie, anche stimoli per un rinnovamento culturale ed economico. In questo senso pensiamo che, grazie anche alla volontà di chiarezza e di discontinuità espressa dei nuovi vertici della Provincia, sia necessario un momento di confronto con la Provincia stessa innanzitutto e quindi con la Trentini nel Mondo e le altre associazioni che si occupano di solidarietà nel mondo”. Il Consiglio di amministrazione del 5 marzo 2013 rivede l’organizzazione dell’Unione: Renzo Uber e Carlo Pedergnana si occuperanno della Svizzera, Oliviero Vanzo, Nicola Fioretti ed Enzo Libardi del Brasile, Enzo Libardi e Giancarlo Filoso del Paraguay e assieme a Rina Bonvecchio dell’Argentina, Lorenzo Baratter e Daiana Boller si occuperanno di trovare collegamenti in Germania.

Daiana Boller, amministratrice attiva e incaricata dell’aggiornamento del sito web e dei social, e della rivistazione del logo dell’Associazione.

Grazie all’apporto di Daiana Boller e Giancarlo Filoso, viene potenziata l’informazione attraverso sia il periodico di informazione, sia il sito internet che diventa più completo e ricco di notizie e documentazione. Il nuovo sito viene integrato con il gruppo di Facebook già molto attivo, diventando così un connettore delle informazioni prodotte sui social network, in primo luogo su Facebook ma anche su Youtube e Flickr. La veste grafica è moderna e consente la visualizzazione su schermi e dispositivi diversi: dal computer di casa, da smartphone e tablet.

2014 Nel 2014, in tempi diversi, subentrano nel Consiglio Ferruccio Bolognani, Massimo Rosini e la giovane Giorgia Pezzi, originaria di Campodenno, che già seguiva la parte contabile ed amministrativa dell’Unione e che nel Consiglio del 26 maggio 2014 viene eletta vicepresidente. 84


L’Unione

e la sua storia

Ettore Zampiccoli, che in ottobre entra in Consiglio, lancia il progetto sul “Turismo sia di ritorno che dal Trentino”, che l’Associazione condivide e decide di portare avanti. Il 12 dicembre 2014 viene indetta l’Assemblea straordinaria per la terza modifica dello Statuto dell’Unione. Frutto di un paziente lavoro di revisione ed aggiornamento voluto dal Consiglio di amministrazione, il nuovo Statuto introduce alcune interessanti novità. Tra le altre la possibilità per le diramazioni estere di votare per corrispondenza per garantire alle Famiglie all’estero un ruolo più attivo e partecipativo in occasione del rinnovo degli organi direttivi dell’Unione. Inoltre è prevista la possibilità di promuovere attività commerciali e produttive marginali. Viene operata la distinzione tra soci fondatori, quelli che hanno concorso alla costituzione dell’Associazione, soci ordinari, soci e presidenti onorari, nominati dall’Assemblea in virtù di meriti particolari, soci sostenitori, quelli che affiancano moralmente o materialmente l’attività dell’Associazione. Tutte le cariche sociali sono elettive e gratuite. ll Consiglio di amministrazione è composto adesso da 9 membri e nomina al proprio interno il presidente ed ora un solo vicepresidente. Il Consiglio nomina i gruppi di lavoro previsti dal nuovo Statuto, che hanno carattere consultivo e possono essere sia permanenti che a progetto. Dalle colonne del numero di dicembre 2014 di Famiglie Trentine, il presidente Vanzo parla delle sfide della nuova emigrazione, prefigurando un nuovo campo di impegno da parte dell’Unione: “ [...] il fatto reale e vero è che un numero crescente di giovani trentini lascia la terra natale per cercare o accettare lavoro altrove, in Europa piuttosto che in Canada, Australia, Stati Uniti e America del Sud. C’è una bella differenza fra chi lasciava il proprio paese cinquanta/sessanta anni fa e chi lo lascia oggi. Oggi ad andarsene sono giovani preparati, spesso laureati, quelli che - nel linguaggio politico - vengono chiamati anche cervelli [...]. Sono giovani motivati, che hanno studiato qui, ad ottimi livelli, ma qui non hanno trovato poi le risposte che si aspettavano o le opportunità di lavoro all’altezza della propria preparazione professionale ed accademica. A questi giovani è stato chiesto se vorrebbero tornare, magari a fronte di un’offerta di lavoro in loco. La maggior parte ha risposto che tornerà sì ma quando sarà in pensione. Le considerazioni che si potrebbero fare sono molteplici [...] molti giovani se ne vanno perché qui non trovano lavoro o lavoro adeguato alle proprie aspettative, ma una volta fuori - visto il mondo - non ambiscono a tornare. Tradotto in altri termini: il Trentino non è più in grado di 85


offrire le opportunità richieste, Il Trentino con l’emigrazione di questi giovani perde risorse, perde prospettive, diventa sempre più vecchio [...]. Quello che c’è da chiedersi è quale dovrebbe o potrebbe essere il ruolo delle Organizzazioni che si occupano di emigrazione trentina e nella fattispecie la nostra, alla luce della nuova emigrazione e delle problematiche che questo fenomeno sottende. Fatti salvi gli scopi di solidarietà e di intervento di sostegno a favore di nuclei e famiglie di emigrati e discendenti di emigrati di vecchia data, potrebbe essere opportuno focalizzarsi su orizzonti diversi. Innanzitutto conoscendo meglio il mondo giovanile e le sue esigenze in termini di aspettative e di prospettive di lavoro. Sarebbe utile fare dell’Associazione un canale di riferimento per chi cerca lavoro laddove operano - e bene - le nostre diramazioni all’estero. Potrebbero essere queste, attraverso un dialogo di andata e ritorno, ad offrire ai nostri giovani occasioni di lavoro e di business. E potrebbero essere ancora le nostre diramazioni a garantire un rapporto funzionale tra questi giovani nuovi emigrati ed il Trentino. Per fare questo ci vogliono alcune premesse: una politica dell’emigrazione innovativa, moderna ed aperta, una conoscenza più attenta ed approfondita della «nuova emigrazione», ovvero di quelle centinaia di giovani che, nolenti o volenti, lasciano il Trentino per cercare lavoro e crescita professionale all’estero. Gli strumenti per far questo non mancano. E allora cominciamo a studiare un progetto ed un piano efficace in questa direzione. Noi siamo e dobbiamo essere presenti”. Prosegue a pieno ritmo l’attività dell’Associazione in Trentino sia con incontri a tutti i livelli con autorità trentine, italiane ed estere ed esponenti del mondo dell’emigrazione, sia con l’organizzazione sull’intero territorio trentino di incontri informativi e storico-culturali su tematiche legate al mondo dell’emigrazione, sia partecipando con stand informativi o gastronomici alle varie manifestazioni che si svolgono in città e nelle valli. Altrettanto intensa l’attività all’estero, dove le locali Famiglie organizzano come sempre iniziative promozionali e culturali, ma anche vivaci e partecipati momenti di aggregazione della comunità italiana e trentina in particolare: dall’ospitalità dei cori trentini, alle tradizionali feste tirolesi organizzate dalla Famiglia di Rio dos Cedros e Timbò, al Festival delle Culture e ai festeggiamenti per il 20° anniversario della Famiglia di Rafaela, ospitata nella sede della Società Italiana “Vittorio Emanuele II” assieme al suo Coro San Vigilio e ai musicisti della Carovana delle Fisarmoniche, alle iniziative del Grupo de danças folcloricas della Famiglia Trentina di Forqueta Caxias do Sul, alla festa Anima Italiana promossa dalla Famiglia di Rio do Sul, 86


L’Unione

e la sua storia

all’anniversario della Famiglia di Arroyito, ai concerti del Coro Poveretti ma Allegretti della Famiglia di Benedito Novo, alla festa delle Famiglie di Tajò e di Santo Antão per la nuova edizione delle Radici di Santo Antão, agli incontri (come quello con il Console Generale d’Italia), alla mostra di disegni su pietra dei castelli trentini e alla Festa del Vinaggio organizzate dalla Famiglia di Florianòpolis nella sua sede per il 16° di fondazione, agli eventi culturali del Circolo Italo-Paraguaiano e all’incontro con l’Ambasciatrice Italiana in Paraguay, ai festeggiamenti per il 15° anniversario della Famiglia Trentina di Asunciòn, alle iniziative sportive e ai convegni della Famiglia di Resistencia, ai concerti del Gruppo Folk Trentino Tiroles organizzati dalla Famiglia di Puerto Tirol, alle mostre e ai progetti promossi dalla Famiglia di Eldorado, alle iniziative di raccolta fondi per i trentini alluvionati in Bosnia e Serbia, agli incontri conviviali organizzati in terra svizzera. 2015 Nel febbraio 2015 inizia la sua collaborazione con l’Unione la giovane Stefania Endrizzi di Cles. Fra le attività promosse all’estero, va segnalato per la particolare rilevanza anche istituzionale il “Secondo incontro delle Associazioni Italo-Brasiliane di Santa Catarina” in Brasile, al quale hanno partecipato anche la vicepresidente dell’Unione Giorgia Pezzi e il senatore trentino Franco Panizza, promosso il 21 marzo 2015 a Florianòpolis dalla locale Famiglia Trentina e dal Circolo ItaloBrasiliano per relazionare e confrontarsi sull’operato e le missioni degli organi e delle istituzioni del Governo italiano della Giurisdizione Consolare di Paranà e Santa Catarina.

L’incontro delle Associazioni Italo-Brasiliane di Santa Caterina a Florianopolis. Fra i relatori i parlamentari italiani Longo, Porta, Bueno e Panizza, le Autorità consolari, i consultori e la vicepresidente Pezzi.

87


Le Autorità presenti alla riunione delle Famiglie del Sud America.

A seguire, nella sede della Famiglia si è tenuta la “Riunione congiunta delle Famiglie Trentine del Brasile, dell’Argentina e del Paraguay” per un confronto a tutto campo con la sede madre, rappresentata dalla vicepresidente Giorgia Pezzi. L’incontro è stato utile per presentare le varie attività ed iniziative delle Famiglie, nonché per rafforzare e incentivare la vicinanza e la collaborazione tra le Istituzioni e le realtà associative operanti nel campo dell’emigrazione con le diverse Famiglie Trentine all’estero. Di particolare rilevanza e motivo di orgoglio, la presenza all’incontro di numerose importanti Autorità: da quasi tutti i parlamentari italiani dei Collegi esteri (il senatore Fausto Guillherme Longo, gli onorevoli Fabio Porta e Renata Bueno), il Console Italiano Enrico Morra di Curitiba, il Viceconsole Attilio Colitti, i Consultori della Provincia autonoma di Trento Alceu Lenzi ed Elton Diego Stolf, il Presidente del CGIE Walter Petruzziello, il Presidente del Comites Luis Molossi, giornalisti, il Presidente del Circolo Italo-Brasiliano di Santa Catarina, la parlamentare brasiliana Carmen Zanotto.

Claudio Zin e Fausto Longo in Senato Importanti punti di riferimento Nella XVII legislatura, assieme a Franco Panizza nello stesso Gruppo per le Autonomie-PSI-MAIE, siedono anche due senatori eletti nel Collegio del Sudamerica, l’argentino di origine trentina Claudio Zin (rappresentante del MAIE, il Movimento Associativo Italiane all’Estero) e il brasiliano Fausto Guillherme Longo del PSI che diventano preziosi e affidabili interlocutori per l’Unione e per tutti gli emigrati che vogliono conoscere le istituzioni romane o rapportarsi con i suoi esponenti. La stretta collaborazione con i tre senatori rappresenta, infatti, una straordinaria opportunità per l’Unione di seguire da vicino le dinamiche nazionali, di sollecitare l’intervento parlamentare sulle questioni irrisolte e sulle richieste da parte delle comunità all’estero. Il Senatore Zin con i consiglieri Giancarlo Filoso e Rina Bonvecchio

88


L’Unione

e la sua storia

Il senatore Panizza, assieme ai colleghi (e all’on. Ottobre alla Camera), ha seguito da vicino in particolare l’annoso problema degli esasperanti ritardi nell’esame delle richieste per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai Trentini nati e già residenti nei territori appartenuti all’Impero Austro-ungarico e ai loro discendenti, intervenendo regolarmente per sollecitare le istruttorie e presentando una proposta di legge per riaprire i termini di presentazione delle domande e consentire a tutti coloro che ne avevano i requisiti di usufruire di questo sacrosanto diritto. Il senatore Zin, profondo conoscitore della realtà trentina (è nato a Bolzano ed ha trascorso in Regione la sua infanzia), è stato più volte ospite gradito dell’Unione, in occasione delle frequenti visite ai famigliari che vivono in Trentino, al paese di origine della madre (Mechel in Val di Non), alle istituzioni locali. Il senatore Longo, rieletto nell’attuale XVIII legislatura alla Camera dei Deputati, è stato ospite della festa dell’Emigrazione sull’Altipiano della Vigolana, dove ha potuto suggellare il gemellaggio con la comunità di Nova Trento in onore di Santa Paulina Visintainer. Tutti i parlamentari eletti in Sudamerica hanno partecipato al “Secondo incontro delle Associazioni Italo-Brasiliane di Santa Catarina”, promosso il 21 marzo 2015 a Florianopòlis in collaborazione con la Famiglia Trentina, al quale hanno partecipato anche il senatore Franco Panizza e la vicepresidente dell’Unione Giorgia Pezzi. Gli stessi parlamentari hanno poi partecipato ad un incontro amichevole nella sede nella Famiglia per un reciproco scambio di opinioni e di proposte.

La giovane Giorgia Pezzi, nuova presidente dell’Unione, con Elisabetta Deavi.

Il 18 aprile 2015 si tiene l’Assemblea ordinaria dei soci e il 27 giugno quella elettiva, che elegge il nuovo Consiglio, formato da Giorgia Pezzi, Alice Eccli, Bruno Girardi, Pio Viola, Roberto Sebastiani, Ettore Zampiccoli, Giancarlo Filoso, Luana Perotto, Osvaldo Tonina. Riunitosi successivamente, il Consiglio nomina presidente la giovane Giorgia Pezzi e vicepresidente Giancarlo Filoso. Sul numero di Famiglie Trentine dell’agosto 2015, la nuova presidente Giorgia Pezzi saluta così i lettori:“ [...]. Un particolare ringraziamento lo voglio rivolgere a tutti coloro che per lunghi e difficili anni hanno retto la nostra bella realtà [...] che hanno fatto sì che l’Unione crescesse e potesse essere un apprezzato punto di riferimento per tutti gli emigrati trentini all’estero, in particolare in Svizzera, Brasile, Argentina e Paraguay, per un totale di circa duemila soci [...]. 89


Particolare impegno lo riserveremo, ancor più di quanto fatto finora, ai giovani, figli e nipoti di emigrati, che non hanno conosciuto la nostra terra e non conoscono bene la nostra lingua. Con loro, che rappresentano la nuova realtà dell’emigrazione trentina, va utilizzato un approccio diverso, più diretto e più moderno, utilizzando i nuovi linguaggi ed in particolare l’informatica ed i social network. Sono strumenti che hanno finalmente ridotto le distanze e i tempi di comunicazione e che consentono alla nostra Associazione e ai nostri soci di interagire, con noi e fra di loro, direttamente e in tempo reale. Le positive esperienze dei soggiorni e degli scambi giovanili ci fanno ben sperare; tutti i giovani che sono stati in Trentino, una volta tornati in patria, hanno costituito o rafforzato le nostre Famiglie. A questi giovani e a quelli che avvicineremo dobbiamo dare fiducia perché hanno dimostrato di crederci e di voler lavorare seriamente [...]. Dobbiamo infine impegnarci di più per portare la storia e le sfide dell’emigrazione trentina anche nelle scuole, con l’obiettivo di far conoscere ai nostri giovani una storia drammatica ma anche avvincente, che ha conosciuto tante sconfitte ma anche tante vittorie. Così come dobbiamo favorire la diffusione del portale online della lingua trentina/italiana. In conclusione, l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero si impegnerà con tutte le proprie forze a mantenere saldo e forte il legame tra le nostre comunità all’estero e la nostra terra trentina. Non dimenticando il passato, ma con uno sguardo al futuro”. Il 29 agosto viene organizzata la Festa Sociale dell’Unione a Levico Terme. La presidente Giorgia Pezzi partecipa alla missione istituzionale guidata dal presidente della Provincia in Brasile, negli Stati del Paraña, Santa Catarina e Rio Grande do Sul, per i 140 anni della prima emigrazione trentina. È la prima volta che un rappresentante dell’Unione viene invitato ad un viaggio ufficiale; si tratta di un segnale politico importante che qualifica autorevolmente la presenza e l’operato dell’Associazione in Sudamerica. Nel dicembre 2015 viene assunta la nuova collaboratrice Paola Zalla di Malè, esperta soprattutto nel campo della comunicazione. Il 12 dicembre 2015 l’Unione è costretta a registrare una grave perdita: dopo una lunga malattia si è spento l’ex-presidente Oliviero Vanzo. Così lo ricorda Famiglie Trentine: “Oliviero si è speso con l’entusiasmo, la passione e la determinazione di chi vede nella forza delle idee il presupposto fondamen90


L’Unione

e la sua storia

tale per costruire progetti di solidarietà e iniziative culturali destinate a lasciare il segno. Il suo sentire, la sua personale sensibilità erano caratterizzati da un forte attaccamento ai valori identitari del nostro Trentino, da un solido legame con le tradizioni, con la comunità e con il mondo del volontariato. Un senso d’appartenenza così radicato da consentirgli di guidare la nostra Associazione in un momento delicato per rilanciarla e farla diventare una voce importante nell’ambito del mondo dell’emigrazione trentina. Lo ricordiamo e salutiamo con il motto che gli era tanto caro: «Avanti con rinnovato impegno nel segno della solidarietà»”. Sullo stesso numero del periodico, la presidente Pezzi tira le conclusioni del 2015 e fa un primo bilancio per il 2016: “ [...] L’ambizione condivisa è quella di dare impulso e carica propositiva alla nostra Associazione per meglio caratterizzarne l’attività, allargarne la base sociale, consolidare le relazioni con enti e istituzioni provinciali. Il programma di lavoro per il 2016 parte dal presupposto che lo scenario globale entro il quale operiamo e la maggiore selezione dei canali di finanziamento ci chiedono di adottare modalità di valutazione dei progetti operativi coerentemente con le volontà politiche espresse dal nostro territorio. Tre le direttrici attorno alle quali graviteranno le attività dell’Associazione e che nell’ordine sono: emigrazione consapevole, cooperazione fra trentini e, infine, il capitolo dedicato allo sviluppo di reti economiche e culturali, partendo dalla condivisione del sentimento/concetto di trentinità. L’elenco degli investimenti più significativi per il 2016 prevede l’organizzazione, sia all’estero che qui da noi in Trentino, di eventi, riunioni, convegni e momenti dedicati al «costruire memoria» [...]. Un’altra sfida sarà quella di attivare lo «sportello emigrazione e corsi di formazione professionale»: le nuove generazioni di emigranti vedono nel supporto della terra d’origine uno strumento importante per ampliare le proprie conoscenze. Questo progetto è finalizzato a fornire una proposta strutturata a quanti cercano di ottenere informazioni utili sul nostro Trentino e l’Italia, per soddisfare esigenze organizzative, culturali e di mobilità [...]. Su tutti spicca il «progetto scuole», modulo didattico che descrive il tema delle migrazioni: un percorso teso a valorizzare l’esperienza storica dell’emigrazione trentina all’estero. L’obiettivo? Creare un ponte, quindi opportunità, tra i giovani trentini e i giovani d’oltreoceano”. Fra i progetti di cooperazione allo sviluppo sostenuti dall’Unione segnaliamo 91


l’adeguamento della struttura del Centro di Aiuto alla Vita “Hogar Gladys” di Lima in Perù, portato avanti da mons. Adriano Tomasi, vescovo ausiliare di Lima, originario della Val di Cembra. Si tratta di una casa d’accoglienza per giovani ragazze rimaste incinte, spesso vittime di violenza familiare o abbandonate della famiglia a causa della gravidanza. In Trentino l’Unione mette in campo un progetto importante su “Emigrazione trentina e l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero”, promuovendo una raccolta di documenti di ogni genere sull’emigrazione. Oltre a costituire un importante archivio digitale, il materiale servirà per arricchire le mostre che l’Unione organizza in collaborazione con altre associazioni, enti e privati in tutto il Trentino, nelle quali si presenta l’Associazione ed il suo modo di operare con filmati, documenti delle diramazioni, canti a tema di cori tradizionali, interventi di storici sull’emigrazione. 2016 Nel 2016 inizia la collaborazione con Patricia Broz Lanzziano, la cui famiglia in Colombia è originaria della Vallarsa, diventata socia attiva con la figlia Lina Martinez Lanzziano e negli anni apprezzata e instancabile vicepresidente e personaggio chiave dell’Unione. L’Assemblea del 27 febbraio elegge nuovi Revisori dei conti il dott. Antonino Guella (presidente), Francesco Libardi e Federico Masera. I nuovi Probiviri sono Renzo Uber (presidente), Girolamo Franchini e Andrea Brocoli. Il 2016 vede l’Unione impegnata in nuove iniziative, a partire da Un ponte fra il Trentino ed il Chaco, manifestazione promossa per finanziare, assieme al Comune di Lavis, il progetto educativo di un “Asilo nido e infantile Aguilas del Tirol” portato avanti dalla Fundaciòn Camino A Un Arcoiris nella città di Machagai nel Chaco argentino e curato dal consigliere dell’Unione Osvaldo Tonina. Il progetto ha l’obiettivo di dare voce, coinvolgendo anche altre realtà sensibili e volonterose, ai bambini poveri, malnutriti e senza prospettive di Machagai e lavorare con la Fondazione per realizzare una struttura dove possano ricevere l’istruzione e l’educazione necessarie ad affrontare decorosamente la vita. Nonostante le positive premesse, il progetto si rivela però più impegnativo del previsto, tanto che, preso atto anche delle complicazioni burocratiche sorte a livello argentino e della difficoltà a reperire tutti i necessari finanziamenti anche a causa dell’aumento dei costi preventivati, il Consiglio dell’Unione decide di interrompere la sua collaborazione, anche perché non rientrante nell’attività strettamente a favore degli emigrati bensì nella solidarietà internazionale. La decisione provoca, purtroppo, una pesante frattura all’interno del Consiglio con il venir meno della fiducia da parte di alcuni consiglieri, tanto da far intervenire anche i Probiviri. 92


L’Unione

e la sua storia

La tensione interna e il clima polemico che si sviluppa rendono di fatto quasi impraticabili le riunioni del Consiglio con la conseguente difficoltà di portare avanti serenamente l’amministrazione e l’operatività dell’Associazione, tanto da spingere alcuni soci a chiedere la convocazione dell’Assemblea per eleggere un nuovo Consiglio. A fine 2016 la presidente Giorgia Pezzi lancia i suoi auguri, in italiano, spagnolo e portoghese, a tutte le 23 Famiglie trentine attive e riconosciute ufficialmente: in Argentina alle Famiglie di Resistencia, Puerto Tirol, Romang, Quitilipi-Machagai, Posadas, Eldorado-Misiones, Reconquista-Avellaneda, Funes, Rafaela, Las Varillas, Arroyito, Luque e Calchin, Villa Allende; in Brasile alle Famiglie di Forqueta-Farroupilha, Adolorata di Santo Antão-Tuiuty, Florianòpolis, Joinville, Benedito Novo, Rio dos Cedros-Timbò, Rio do Sul, Taiò; alle Famiglie di Solothurn in Svizzera e di Asunciòn in Paraguay. 2017 A marzo 2017 entrano in Consiglio Andrea Brocoli e Mauro Zancanella. A sostituire Brocoli nel Collegio dei probiviri viene chiamata Alessia Zanon. Nello stesso periodo la crisi dei rapporti tra i consiglieri dell’Associazione arriva all’apice, dopo mesi di tensioni e veti che hanno di fatto paralizzato l’operatività e congelato tutti i progetti attivati fino a quel momento. Nello stesso periodo la crisi dei rapporti tra i consiglieri dell’Associazione arriva all’apice, dopo mesi di tensioni e veti che hanno di fatto paralizzato l’operatività e congelato tutti i progetti attivati fino a quel momento. Alcuni soci, venuti a conoscenza della situazione, raccolgono le firme necessarie per consentire alla presidente Pezzi di convocare l’Assemblea e permettere così l’elezione di organi nuovi, in grado di procedere e operare in un clima di compatezza, di ritrovata serenità e di reciproca fiducia. L’Assemblea, convocata dopo aver ascoltato le ragioni dei consiglieri, decide per l’azzeramento delle cariche e l’indizione di un’Assemblea elettiva per il 27 aprile 2017, nel corso della quale viene eletto un Consiglio di amministrazione composto, per 8 membri su 9, di persone nuove che non hanno avuto alcun ruolo negli eventi che hanno portato alla crisi interna, divenuta insanabile: Daiana Boller, Patricia Lanzziano Broz, Massimo Carli, Giancarlo Filoso, Simone Marchiori, Alessio Osele, Paolo Praindel, Mauro Verones, Mauro Zancanella. Il Consiglio di amministrazione del 10 maggio elegge Mauro Verones alla presidenza e Patricia Lanzziano Broz alla vicepresidenza.

93


IL NUOVO CORSO Il nuovo presidente dalle colonne del numero di Famiglie Trentine dell’agosto 2017 parla del: “ [...] senso di appartenenza che chi deve lasciare la propria terra di origine si porta nell’anima e lo trasmette ai propri discendenti. Tutti i membri del Consiglio di amministrazione, me compreso, conoscono questa sensazione di orgoglio perché hanno avuto, direttamente o indirettamente, la possibilità di conoscere dei discendenti di emigranti trentini e si sono resi conto che si sentono, se possibile, più orgogliosi di noi delle proprie origini e fieri di venire da terre che una volta erano dure e difficili”. Da adesso in poi, i numeri di Famiglie Trentine si aprono con l’editoriale di Paola Zalla, collaboratrice dell’Associazione e responsabile della comunicazione, e si arricchiscono di punti di vista diventando sempre più una narrazione corale ben ancorata al territorio. Nel numero di novembre, riportando il resoconto dell’incontro di Castel Caldes sul tema: “Accoglienza: l’esperienza dei Trentini all’estero”, nel quale sono intervenuti sia Patrizia Broz che Aldo Albasini Broll, Console onorario del Cile In Trentino Alto Adige, Paola Zalla parla di come. “[...] La costruzione di una rete diffusa di solide relazioni è una garanzia e un grande vantaggio per i nostri giovani sempre pronti a partire con il desiderio di conoscere il mondo e di inserirsi in realtà lavorative, di formazione e di studio utili alla costruzione delle competenze che richiede il mercato del lavoro dei nostri tempi. Lontano da casa, ma con la possibilità di essere accolti e trovare supporto di connazionali, se dovesse essere necessario. Una prospettiva di lettura della realtà dell’emigrazione trentina e delle nostre Famiglie/Diramazioni omologa al tempo in cui viviamo. Una prospettiva che reinterpreta e rinnova il patto fra coloro i quali condividono comuni radici. E ciascuno si prepara ad accogliere l’altro, fedeli prima di tutto all’amore per la propria terra di origine”. Il nuovo Consiglio porta un entusiasmo rinnovato e un nuovo modo di lavorare, sia con le diramazioni che con la struttura, affidando un incarico specifico alla vicepresidente Broz Lanzziano di coordinamento tra le diramazioni estere e la sede centrale, precisando e razionalizzando i ruoli e i compiti nell’organizzazione del lavoro da parte delle collaboratrici ma anche dei soci volontari. Il Consiglio mette in campo un progetto di rivitalizzazione dei rapporti e di sviluppo di nuove entità su vari Paesi che ha portato ad oggi a 34 le Famiglie attive, allargando il raggio di attività sia ad altri paesi del Centro e Sud America (dal Messico, dove a Zentla nasce la nuova Famiglia presieduta 94


L’Unione

e la sua storia

da Rigoberto Cordova Arroyo), sia all’Europa, dove nasce la Famiglia Trentina della Francia a Saint Etienne con a capo Yvette Pozzera. L’Unione estende la sua attività anche in Colombia, paese di nascita della vicepresidente, dove, a Bogotà, viene costituita una nuova Famiglia Trentina presieduta da Martha Lanzziano Broz. In Argentina viene inaugurata la nuova Famiglia di Alta Gracia, presieduta da Silvina Bosetti. L’Unione partecipa attivamente alla Festa del Volontariato organizzata a Trento Fiere dal Centro Servizi Volontariato Non Profit Network e alla missione istituzionale della Provincia in Cile e Argentina. Alla fine del 2017, con una festa sentita e partecipata, viene inaugurata la nuova sede dell’Unione, più ampia e funzionale, in Corso 3 Novembre 72 a Trento. 2018 Con l’anno 2018 vengono stampati i calendari dell’Unione, omaggio, diventato in seguito tradizionale, per amici e sostenitori sia in Italia che all’estero, per far conoscere ed apprezzare le bellezze e le peculiarità della terra trentina e le iniziative dell’Unione, che cerca di allargare la sua rete di sostenitori al motto di “Le nostre radici sono il nostro futuro. Dovunque ci sia una Famiglia Trentina la nostra identità e la nostra cultura sono salde”. TRENTO

Si è così ripreso ad operare con programmi di sviluppo e iniziative di collaborazione, con viaggi di coordinamento e ricerca sia verso le nostre diramazioni latinoamericane che verso quelle elvetiche, con convegni tematici ed un’attività strutturata e concordata di lezioni e testimonianze sull’emigrazione all’interno delle istituzioni scolastiche.

Unione Famiglie Trentine all’Estero 2020

L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è nata alla fine degli anni ’60 dalla volontà degli emigrati trentini in Svizzera di mantenere il legame con la loro terra di origine. Agli inizi degli anni ‘90 abbiamo ricevuto le prime domande di adesione dal Su America, da parte di comunità trentine in Argentina, Brasile, Paraguay e poi dall’ex Jugoslavia, mentre in questi ultimi due anni sono nate nuove diramazioni in Colombia, Messico, Paraguay e Francia. Oggi abbiamo più di 2000 soci sparsi in Trentino ed in tutto il Mondo. Tramite il nostro sito internet www.famiglietrentine.org si può richiedere la nostra rivista, “Famiglie Trentine”, ricca di storie e di informazioni utili per gli emigrati ed i loro discendenti. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero infatti è impegnata su due fronti. Il primo ambito di azione è la tutela dell’identità culturale e linguistica, tramite viaggi ed interscambi, corsi di italiano, corsi di cucina e gastronomia trentina, la costituzione di corali con repertorio trentino, visite di cori, scambi di spartiti e materiali, corsi di storia del Trentino, cineforum, formazione cooperativa, manifestazioni, mostre artistiche e fotografiche, concorsi letterari, pubblicazioni. Grazie a queste attività è nata una rete tra i trentini sparsi nel mondo attraverso la quale esprimere le proprie potenzialità nei diversi settori, attivando interscambi e promuovendo iniziative per la reciproca conoscenza. Il secondo settore di intervento è lo sviluppo economico delle comunità trentine all’estero. L’emigrazione infatti non è solo nostalgia per la terra d’origine, ma anche un ponte tra le nostre montagne ed il resto del mondo, uno strumento di sviluppo e promozione per il Trentino e le terre d’emigrazione, una ricchezza in termini di contatti, esperienze, referenti. Ci impegniamo anche ad aiutare i trentini che non hanno trovato all’estero condizioni di vita migliori di quelle che hanno costretto i loro antenati ed emigrare, creando opportunità di sviluppo economico durature tramite progetti solidali.

Entra in contatto con noi! Corso 3 novembre, 72 - 38122 Trento (TN) - Tel. +39 0461 237234

L’editoriale di Paola Zalla su Famiglie Trentine del maggio 2018 riassume in modo efficace l’entusiasmo del nuovo corso e il clima di ritrovata fiducia nell’attività dell’Unione: “L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero ha una nuova sede [...]. È stata una bella festa, sobria nella forma, ma carica di entusiasmo, con soci e Consiglio di amministrazione desiderosi di progettare insieme il futuro dell’Associazione. È intervenuto anche il Console onorario del Cile Aldo Albasini Broll, confermando che il mondo dell’emigrazione è vivo, vitale e dinamico [...]. Mauro Verones ha ricordato che gli spazi accoglienti della nuova sede si preparano ad ospitare gli amici che arrivano dall’estero e i molti affezionati sostenitori che abbiamo qui in Trentino.

www.famiglietrentine.org - info@famiglietrentine.org facebook: UFTEonlus

Si ringraziano Simone Marchiori, Lina Martinez Lanzziano e Diana Moreno per aver messo cortesemente a disposizione le immagini.

Calendario FAMIGLIE.indd 1

19/12/19 18.14

95


Un nuovo corso ha avuto inizio. Un nuovo corso che ha nel confronto con le agenzie educative e nel dialogo con il territorio e le altre associazioni il suo cuore [...]. Ora che il «là» è stato dato, continuare lungo la strada intrapresa dall’Associazione sarà più semplice [...] in un clima particolarmente sereno e costruttivo si è parlato del «domani» ed è proprio in questa direzione che ci si deve spingere, affinché il lavorare a favore dei nostri emigrati trentini divenga più facile ed efficace. Per portare la loro voce sul nostro territorio, fra i nostri ragazzi, nelle scuole. Un obiettivo che abbiamo conseguito in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino, che ci ha portato nelle classi dove grazie al collegamento Skype abbiamo messo in contatto alcuni referenti delle nostre Diramazioni con insegnanti e alunni. Un’esperienza indimenticabile per contenuti, forza ed efficacia comunicativa caratterizzata da un sentimento di fratellanza nato spontaneamente parola dopo parola, domanda dopo domanda: il dialogo ha annullato le distanze evidenziate dal planisfero. La vicinanza alle Diramazioni è il filo conduttore attorno al quale gravita l’attività dell’Unione: un obiettivo che sta a cuore a tutti [...]. L’azione diventa forte se è animata da passione e il paziente lavoro quotidiano dei presidenti delle Famiglie Trentine ha consentito all’Unione di essere una presenza capace di portare sul territorio la voce dei nostri emigrati e dei loro discendenti”. In Svizzera si è purtroppo verificato quanto da anni si temeva: l’invecchiamento dei nostri emigrati e la totale integrazione svizzera dei loro discendenti hanno portato ad una forte riduzione dell’attività delle Famiglie Trentine. Nel 2018 sospende la sua attività la Famiglia Trentina di Berna, che significativamente dona l’avanzo accumulato negli anni alla Casa di Riposo Vannetti di Rovereto. Si mantiene attiva ed importante punto di riferimento per gli emigrati in Svizzera e per la vita ed il funzionamento dell’Unione, la Famiglia Trentina di Solothurn, guidata da un instancabile e appassionato veterano come Vito Agosti, che regolarmente organizza, coinvolgendo anche le altre realtà italiane, le Assemblee dei soci e la Festa sociale a Derendingen, partecipati viaggi di gruppo in Trentino e in Italia, apprezzate iniziative di solidarietà come quella a favore dell’orfanatrofio “Nepal Shrijanshil Children Protection Center”. 96


L’Unione

e la sua storia

Da un momento di stasi, quanto a numero di diramazioni, si è tornati ad una fase di graduale crescita e sviluppo, attivando nuove Famiglie in Paraguay, Messico, Colombia, Francia; risvegliando Famiglie sopite in Argentina e Brasile ma anche creando Delegazioni in Bolivia ed Ecuador, financo in Alaska, Australia, Corea del Sud e Giappone. Sempre attive le Famiglie del Sudamerica: viene costituita la Famiglia Trentina di Tupungato-Mendoza (presidente Luis Alberto Baldo), mentre quella di Las Varillas festeggia il decennale di attività. La Famiglia di Taiò produce un interessante DVD sui “140 anni dell’emigrazione italiana in Brasile”. Il ventaglio variegato delle attività del 2018 si è sviluppato all’interno della scuola con una proposta didattica finalizzata alla divulgazione della storia e della realtà attuale del mondo dell’emigrazione, possibile grazie a videoconferenze con i membri delle diramazioni all’estero che raccontano la loro esperienza diretta. Di grande soddisfazione è stata la partecipazione della Famiglia Trentina del Paraguay con uno stand alla Festa Popolare Italiana di Asunciòn in Paraguay dove, per l’esposizione negli stand, sono stati inviati prodotti trentini messi a disposizione da aziende locali. La Festa ha avuto grande successo di pubblico e questo ha contribuito a rafforzare e promuovere la trentinità attraverso la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio. L’Unione ha collaborato direttamente alla Festa provinciale dell’emigrazione nel Comune di Alta Valle in Val di Cembra ed ha partecipato agli Interscambi giovanili organizzando la chiusura in Val di Rabbi. Sono state organizzate iniziative per raccogliere fondi, ci sono state partecipazioni a progetti strutturati che hanno visto l’Unione collaborare con altre organizzazioni. I rapporti con le diramazioni all’estero vengono coltivati quotidianamente con attenzione e sensibilità e le visite in sede da parte dei loro rappresentanti sono sempre molto gradite. Il 14 aprile 2018 in Regione si svolge l’Assemblea ordinaria dell’Associazione, che registra un clima nuovamente sereno e costruttivo. In ottobre si svolgono le elezioni provinciali, che vedono eletto nuovo Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e Mattia Gottardi nominato nuovo Assessore all’Emigrazione. Alla presidenza del Consiglio regionale viene eletto Roberto Paccher, figlio di Mario, per anni attivo collaboratore giornalistico dell’Unione. 97


2019 Nel 2019, su iniziativa del presidente Verones, viene promossa la mostra I «soldati trentini» al fronte italiano durante la Seconda Guerra Mondiale: la Força Expediciònaria Brasileira (FEB), inaugurata all’interno della Festa Provinciale dell’Emigrazione. Ricco di risultati il viaggio di febbraio in Sudamerica, in cui “l’Unione - come rileva il prof. Danilo D’Attanasio Esposito - si è legittimata soprattutto in Brasile dove ha avviato molti rapporti istituzionali ed ha dimostrato di essere un interlocutore serio, affidabile e che si dà da fare. L’accoglienza e l’ospitalità ricevuta dall’Unione nei vari incontri sono qualcosa fuori dall’ordinario, a dimostrazione della credibilità dell’Associazione. La casa madre è stata di esempio per le diramazioni, dimostrando che è possibile realizzare attività culturali valide, che hanno ricadute notevoli sia nella società brasiliana, che trentina”. Intensa l’attività all’estero, dove la vicepresidente Lanzziano Broz è impegnata per far crescere l’Unione nei Paesi e nei luoghi dove non è presente. Vengono promossi corsi di lingua italiana in Argentina, Colombia, Brasile e Messico. Si punta molto sull’attività degli interscambi giovanili, che nel 2018 hanno portato alla nascita della Famiglia Trentina in Messico. Ora l’impegno è rivolto a costruire una rete per i giovani, perché chi partecipa al progetto interscambi matura anche un grande desiderio di partecipare poi alla vita delle Famiglie. Il 27 aprile 2019 si tiene l’Assemblea ordinaria e il 13 giugno quella straordinaria per l’approvazione del nuovo Statuto, che riscrive le regole dell’Associazione, adeguandosi alle nuove tecnologie e alle novità introdotte dalla riforma nazionale del terzo settore che istituisce il Registro unico delle associazioni, in cui le Onlus non sono più previste. L’Unione da Onlus diventa quindi Associazione di promozione sociale, in sigla A.p.s., con la possibilità di usufruire di nuovi strumenti di operatività, anche in funzione di alcune modalità di autofinanziamento che lo Statuto precedente non consentiva: dall’organizzazione di viaggi culturali in collegamento con le diramazioni all’estero, alla possibilità di organizzare corsi di formazione professionale e di lingua italiana. L’organizzazione dell’Associazione diventa più snella con la riduzione del numero dei consiglieri da nove a sette (il Consiglio di amministrazione diventa Consiglio direttivo) e con la soppressione delle varie tipologie di socio; viene inoltre normato e regolarizzato l’utilizzo dei volontari in forma non occasionale. Accanto alle Famiglie Trentine, composte da almeno 30 capifamiglia di origine trentina, viene introdotta una nuova tipologia di diramazione: le Delegazioni 98


L’Unione

e la sua storia

Trentine all’Estero formate da 5 capofamiglia anche di città e territori diversi che si associano. In Paraguay, dopo che la Famiglia di Asunciòn con la presidenza di Elisabetta Deavi aveva aggregato le quattro diramazioni iniziali, viene costituita la nuova Famiglia Pacher Alto Paranà, presieduta da Luz Figueredo Pacher. 2020 Il 2020 si apre con l’incubo della pandemia da Covid-19 che ha investito tutto il mondo, provocando centinaia di migliaia di morti. Un anno difficile, in salita, che rischiava di compromettere tutto il lavoro impostato dall’Associazione. Il clima di attivismo, nonostante le fortissime restrizioni derivanti dall’epidemia provocata da Covid-19, ha spronato l’Unione ad utilizzare in modo sistematico le nuove tecnologie e a realizzare attività in diretta per tutte le diramazioni presenti nel mondo. Corsi di cucina trentina, corsi di Italiano per adulti e per bambini, “gemellaggi” mediatici tra Comuni trentini e Istituzioni estere, mostre fotografiche a sfondo storico, giornate informative nelle scuole con la Fondazione Museo storico del Trentino e nelle piazze delle comunità trentine, sono solo alcune delle iniziative realizzate in questi anni straordinari. L’Unione non ha voluto perdere i collegamenti con le proprie diramazioni all’estero e sono stati intensificati i contatti e le iniziative in videoconferenza con incontri a tema e il progetto pilota #CIAOTrentino: CulturaIdentitàAutonomiaOpportunità. Le emozioni e le impressioni emerse durante la pandemia sono state raccolte nel numero speciale di Famiglie Trentine “In prima linea contro il coronavirus”, un racconto corale, costruito assieme alle Famiglie, fatto di parole e immagini; una preziosa occasione per raccontarsi il quotidiano di un tempo sospeso e uno strumento per conservare la fiducia e la speranza. Per tener vivo il rapporto con gli emigrati all’estero, l’Unione ha aderito, anche nel settembre 2020, alla Sesta Settimana dell’accoglienza, organizzando come side-event l’incontro virtuale internazionale “Le comunità trentine all’estero ai tempi del coronavirus”, moderato dalla vicepresidente Lanzziano Broz e che ha visto la partecipazione dei presidenti delle Famiglie e delle Delegazioni Trentine all’estero, che hanno dimostrato grande interesse nei confronti degli approfondimenti proposti dai relatori. L’Unione guarda al futuro con speranza e rinnovato vigore, potendo contare su un Consiglio direttivo fresco di elezione, guidato da Mauro Verones, confermato presidente per altri tre anni, e dalla vicepresidente Patricia Lanzziano Broz. La partecipata Assemblea elettiva del 9 settembre 2020, proseguendo 99


nel tentativo di coinvolgere sempre più persone nella compagine sociale e negli organi e di portare nuove idee per affrontare le problematiche e le nuove sfide dovute agli inevitabili quanto veloci cambiamenti sociali ed economici, elegge in Consiglio, oltre ai riconfermati Massimo Carli e Simone Marchiori, anche i nuovi consiglieri Alberto Pedrotti, Giordana Detassis e Bruno Cattoni. Per il Collegio dei probiviri elegge Marta Bernabè, Carmelo Berti e Girolamo Franchini e per l’Organo di controllo il dott. Antonino Guella, Francesco Libardi e Federico Masera. Nel 2020 in Argentina nasce la nuova Famiglia Trentina Cruz del Eje, presieduta da Rosario Peterlini, mentre la Famiglia di Rafaela, una delle più attive ed inserite nel contesto locale, compie 25 anni di apprezzata attività. Venti sono gli anni di vita festeggiati dalla Famiglia Trentina del Paraguay ad Asunciòn. 2021 Il 2021 è un anno denso di incognite, che non provengono tanto dalla situazione dei Paesi di attività o da problematiche legate alla gestione dell’Associazione, bensì dalla nuova prospettiva del fenomeno migratorio e dal diverso approccio portati avanti dalla nuova Giunta provinciale. Il cambio di passo nella visione dell’organizzazione delle attività e nella metodologia di contribuzione volta ad alleggerire il peso economico a carico dell’Ente pubblico, accompagnato dalla volontà di allargare la platea degli attori, costringe l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero a rivedere la propria struttura, la politica delle spese e le modalità di finanziamento, la mentalità e il modo di operare. Si tratta di una scelta obbligata, ma che deve essere tradotta in un’opportunità di cambiare: ridurre il livello di condizionamento economico e amministrativo da parte della Provincia permetterebbe all’Unione di operare con modalità più elastiche e coerenti con le esigenze di chi si occupa di emigrazione e soprattutto delle persone di origine trentina o da loro discendenti che vivono in un paese straniero, con norme, usanze e prospettive diverse da quelle italiane. Il nuovo modo di operare vedrà, Il consigliere dell’Unione Marchiori con il giovane Enzo Bobis di Resistencia e l’assessore comunale di Tione Maria Rita Altiero.

100


L’Unione

e la sua storia

necessariamente, una battuta d’arresto nella fluidità del lavoro posta in essere fino ad ora. La maggior parte delle attività dovranno essere promosse e realizzate a titolo di volontariato, ma, attraverso collaborazioni con i partners territoriali e attività concordate con le diramazioni estere si tornerà, lentamente, ad operare con la stessa efficacia o addirittura forse con maggiore facilità e migliori risultati. Il percorso iniziato nel lontano 1968 prosegue nel solco di quanto seminato nel tempo, riservando un occhio di riguardo al passato, ma concentrando attenzione e sensibilità al presente, affinché si possano interpretare al meglio gli scenari attuali e costruire progetti sostenibili, efficaci, utili e in grado di garantire ricadute positive su tutta la nostra comunità trentina. Questa la sfida che deve affrontare l’Unione con i suoi organi e il folto gruppo dei suoi sostenitori, mettendo in campo tutto il bagaglio di esperienza, di radicamento, di rapporti, di conoscenza, di sensibilità e rapporti umani costruito nei suoi lunghi anni di attività (53 se consideriamo anche l’associazione originaria). Una sfida inedita quanto difficile ed impegnativa, ma che l’Unione, forte dell’aver superato fin dalla sua nascita difficoltà ben maggiori ed attraversato momenti molto più delicati che hanno messo a rischio la sua stessa sopravvivenza, come emerge da questa pubblicazione, saprà affrontare con la dovuta convinzione e la necessaria determinazione, senza mai perdere di vista gli obiettivi e le motivazioni etiche e ideali alla base della sua costituzione nel lontano 1968 (1986 per l’Unione).

Il Consiglio direttivo dell’Unione in carica

Il presidente Mauro Verones

Massimo Carli

La vicepresidente Patricia Lanzziano Broz

Bruno Cattoni

Giordana Detassis

Simone Marchiori

Alberto Pedrotti

101


I progetti e le iniziative Iniziative di autofinanziamento Tutte le iniziative promosse e realizzate dall’Associazione in Trentino e all’estero sono possibili grazie all’apporto del volontariato: nessuno dei soggetti coinvolti, ad eccezione dei dipendenti dell’Associazione, viene remunerato per l’attività svolta. Un esercito di oltre duemila volontari, soprattutto all’estero, che, armati di passione e di amore per la terra d’origine, vogliono conoscerla, farla conoscere e valorizzarla. Ciò rende particolarmente orgogliosa l’Associazione, che riesce da oltre 50 anni ad operare con continuità ed immutato entusiasmo, a proporre idee innovative e rispondenti alle nuove esigenze, contando su valori tradizionali della cultura trentina, quali la solidarietà, l’aiuto reciproco per la crescita collettiva, il volontariato. Con questi valori, le diramazioni aderenti all’Unione sono aumentate in numero, capacità propositiva, rappresentatività, credibilità presso le Istituzioni. La sede madre e le Famiglie Trentine si attivano per la raccolta di fondi con iniziative curate direttamente dalla base sociale, come è stato, ad esempio, con la partecipazione ai Mercatini di Santa Lucia e di Natale in varie località trentine, con la partecipazione a San Martino con il Fiume che non c’è, a Porteghi e spiazzi di Lavis, con la vendita di oggetti di artigianato ideati e realizzati dalle donne associate. Anche altre Associazioni che condividono gli obiettivi dell’Unione partecipano ad iniziative per raccogliere fondi. Il Coro Genzianella di Roncogno da anni si esibisce nelle chiese e nei teatri e l’incasso dei concerti viene devoluto di volta in volta ad iniziative e progetti specifici i cui benefici ricadono su famiglie o comunità trentine con gravi difficoltà economiche e sociali. Così hanno fatto anche il Gruppo tradizionale costumi cembrani e il Coro La Valle di Sover, il Coro Cima Vezzena di Levico Terme, il Coro Lago Rosso di Tuenno e il Coro Carè Alto di Porte di Rendena. Gli aderenti all’Associazione Fioristi del Trentino hanno regalato all’emigrazione trentina per anni un fine settimana, durante il quale i fiorai producevano composizioni floreali che venivano vendute ai turisti e ai trentini che affollavano Piazza Duomo durante la manifestazione La Città in Giardino. L’Unione è orgogliosa di poter contare su una rete di associazioni culturali e di volontariato sparse sul territorio trentino per far conoscere la propria attività e per trovare sostegni finanziari complementari con i fondi pubblici. 102


L’Unione

e la sua storia

I progetti più significativi conclusi anche grazie ai contributi degli enti pubblici • Colonia Tirolesa (Cordoba - Argentina): costruzione del salone polifunzionale 83 nella Scuola Professionale; risanamento e ampliamento della mensa scolastica dell’Istituto Pablo Rueda; acquisto arredamento per la Scuola René; allestimento di due aule della Parrocchia di Nuestra Señora de Lujan. • Funes (Santa Fè - Argentina): acquisto di attrezzature ortopedico-sanitarie e assistenza psicologica per il Centro del Descapacitado. • Luque (Cordoba - Argentina): realizzazione di orti comunitari. • Villa Allende (Cordoba - Argentina): fornitura di attrezzature medico-sanitarie all’Ospedale Josefina Priur a favore sia dei pazienti ricoverati, sia degli utenti esterni che fruiscono dei servizi con ricoveri giornalieri o con prestazioni ambulatoriali; progetto per l’insegnamento della lingua italiana. • Resistencia (Chaco - Argentina): progetto della Scuola Amici per “Un’educazione per tutta la vita”; • Machagai (Chaco - Argentina): costruzione di una cucina e di un laboratorio presso la Scuola Agricola. • Florianòpolis (Santa Catarina - Brasile): allestimento della sede della Famiglia Trentina e del Centro di Cultura Italiana; istituzione del Centro Formazione Cooperativa “Don Lorenzo Guetti”; organizzazione corsi di lingue e di informatica. • Rio dos Cedros-Timbò (Santa Catarina - Brasile): costituzione della Cooperativa Coopercedros ed acquisto attrezzatura per il caseificio sociale. • Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile): costruzione di un poliambulatorio. • Tuiuty (Rio Grande do Sul - Brasile): intervento per attrezzare un poliambulatorio medico al servizio della comunità. • Lima (Perù): realizzazione di laboratori occupazionali per donne in difficoltà in collaborazione con l’Associazione Hogar Gladys e le Missioni Francescane di Trento.

Progetto finanziati dall’Ente pubblico da completare Stivor (Banja Luka - Bosnia ed Erzegovina): realizzazione di un edificio polifunzionale, in fase di completamento, destinato a fungere da centro di aggregazione sociale e culturale e di protezione civile, composto da un piano 103


seminterrato, piano terra adibito a deposito automezzi vigili del fuoco, sala operativa, ufficio, servizi e stanza per ospitare i volontari o eventuali sfollati, primo piano da destinare alla biblioteca; organizzazione corsi di formazione per aspiranti vigili del fuoco.

Progetto realizzato con fondi privati e donazioni Posadas (Misiones - Argentina): costruzione di un asilo nel Centro Educativo Santa Cecilia in un quartiere povero di Posadas. La costruzione finanziata dal Shop Center Valsugana si colloca all’interno del programma di educazione promossa dal Jardin de los Niños. La maggior parte delle famiglie che vive nel quartiere presenta problemi di diversa natura dai quali discende una grave situazione di vulnerabilità ed esclusione sociale: vi vivono circa 1.000 abitanti suddivisi in 200 famiglie; l’80% dei capifamiglia sono disoccupati o solo parzialmente e saltuariamente occupati. La scuola materna è stata edificata vicino al panificio costruito dall’Associazione Jardin de los Niños; annessa è stata realizzata una mensa comunitaria che offre pasti a prezzi popolari per le famiglie disagiate e segnalate del servizio sociale. Intorno a questa iniziativa è andato pian piano consolidandosi un gruppo di lavoro con lo scopo di realizzare una nuova costruzione, accogliente e spaziosa, dotata di aule, nursery, servizi igienici, cucina e ampi spazi coperti.

Corsi di formazione ed esperienze cooperative per l’autogestione e lo sviluppo delle comunità trentine all’estero. Il “Projeto desenvolver-progetto sviluppare” Nel corso della sua attività, l’Unione ha dedicato sempre una particolare attenzione alla promozione della cultura cooperativa fra le comunità dei nostri emigrati per alimentare lo spirito solidale, favorire la nascita di iniziative imprenditoriali e sviluppare concrete possibilità di crescita economica. A dare spazio a questa opportunità, sostenuta dai competenti Assessorati alla Cooperazione della Regione e della Provincia, è stata la Famiglia Trentina di Florianòpolis, che con Oscar Lenzi e l’ing. João Andreata che ha messo in campo un vero e proprio progetto operativo, seguito con autentica passione e profonda competenza dal rag. Mauro Dallapè, allora dirigente della Federazione Trentina della Cooperazione e successivamente vicepresidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Il corso sulla cooperazione del 1999 a Florianòpolis ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Da lì è nata la Coopercedros di Rio dos Cedros, che 104


L’Unione

e la sua storia

ha poi realizzato il Caseificio sociale di Timbò. Da allora, è stato un susseguirsi di iniziative organizzate nel Centro di Florianòpolis, ma anche in Trentino, grazie al supporto della Federazione Trentina della Cooperazioine. Molto interessante e ricco di spunti anche il progetto Italia-Brasile “Projeto desenvolver-progetto sviluppare” per discendenti di emigrati trentini, presentato pubblicamente a Trento in Regione nel 2001. Le iniziative promosse dall’Unione hanno rappresentato un punto fermo nella storia della cooperazione in Brasile ed hanno contribuito a consolidare il legame tra la terra d’origine ed i Trentini all’estero, con un filo che va oltre il sentimento e la nostalgia, ma che unisce le due comunità con progetti di cooperazione che durano nel tempo e che permettono una crescita reciproca continuativa. Il Trentino è orgoglioso di esportare un modello vincente per la nostra economia, mettendolo a disposizione di altri Trentini che vivono lontano. Il progetto ha peraltro trovato la condivisione dell’Ambasciatore del Brasile in Italia, Paulo Tarso Flecha de Lima, intervenuto al convegno organizzato allo scopo a Trento. Il Governo brasiliano si è più volte dichiarato interessato a promuovere con il Trentino Alto Adige rapporti di collaborazione e disponibile ad assumersi le spese per la partecipazione di alcuni agronomi (projeto desenvolver) ad un corso di formazione in Trentino. Le iniziative promosse, anche grazie al confronto con la realtà socio-economica del Brasile, hanno consentito di individuare dei progetti in grado di aiutare concretamente i piccoli produttori rurali di origine trentina e italiana, aiutandoli ad affrontare con dinamismo ed intelligenz0a le dure sfide che il selvaggio mercato latinoamericano impone

L’inaugurazione della sede della Coopercedros a Timbò.

105


Protagonisti Franco Tretter: promotore e anima dell’Unione Per illustrare la figura di Franco Tretter, politico, amministratore e promotore di tante iniziative di volontariato, ci vorrebbero molte pagine. Per descrivere il suo impegno a favore dell’Unione abbiamo scelto le parole che ha voluto scrivere nel primo numero di Famiglie Trentine. “Nel corso del mio recente viaggio in Argentina, in visita alle Famiglie Trentine, ho avuto una riprova di quanto stia a cuore ai nostri emigrati rinsaldare il legame con la terra d’origine. Ho visitato decine di famiglie, ho stretto centinaia di mani e mi sono reso conto - non senza emozione - della gioia che questi nostri fratelli lontani sanno ricevere dall’incontro con chi viene dalla loro antica patria trentino-tirolese. Il loro viso si illumina anche solo alla vista di un paesaggio riprodotto in fotografia, all’accenno di un canto di montagna. Questo giornale intende rivolgersi ai trentini dell’Argentina, della Svizzera, del Brasile e a quanti in Trentino sono interessati a sapere qualcosa di più della loro vita e dei loro problemi. Famiglie Trentine sarà dunque soprattutto uno strumento di reciproca conoscenza aperto al contributo di tutti: più che un giornale «per gli emigrati», desidera diventare il giornale «degli emigrati» [...]. C’è un Trentino che vive lontano da Trento e dalle nostre vallate: in altri Paesi europei, in America Latina, negli Stati Uniti. Famiglie Trentine si propone di essere la voce di questo «grande Trentino» che ora parla lingue diverse ma che non vuole scordare le comuni radici e la comune cultura. Questo giornale vuole essere uno strumento di comunicazione tra le Famiglie Trentine che vivono sparse nel mondo ma intende anche rappresentare un tributo di affetto e di riconoscenza verso quanti, costretti a cercare lontano da casa il pane per il sostentamento della propria famiglia, hanno comunque contribuito al progresso ed al benessere della nostra comunità. I sacrifici compiuti in molti casi sono stati compensati dalla conquista di una condizione di benessere e di sicurezza per il futuro, ma - soprattutto nei paesi dell’America Latina - non mancano tra i nostri emigrati situazione di profondo disagio. Nei confronti di queste persone dobbiamo sentirci particolarmente impegnati: intervenendo 106


L’Unione

e la sua storia

con l’azione di concreta solidarietà per migliorare le condizioni di vita nei paesi che attualmente le ospitano, oppure facilitandone il rientro nella terra di origine. Questo nostro giornale potrà risultare utile a porci, rispetto a queste situazioni, in posizione di ascolto e possibilmente di aiuto. Nel salutare dunque con soddisfazione la nascita di questo foglio, esprimo l’auspicio che attraverso di esso l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero possa trovare ulteriori occasioni di crescita ed avviare così un’azione ancora più concreta e incisiva in favore dei «trentini lontani»”.

Valentino Maffei: gli emigrati sono una grande risorsa Cavaliere della Repubblica per meriti legati all’impegno nel mondo dell’emigrazione, Valentino Maffei ha partecipato attivamente alla vita sociale e politica del Comune di Pinzolo e delle Giudicarie. Un’esistenza coraggiosa che lo vide lavorare prima a Vienna, poi a Londra. Tornato in Rendena, gestisce alcuni locali pubblici e diventa consigliere della Famiglia cooperativa di Pinzolo e vicesindaco del Comune. Impegnato per anni in politica, viene fin da subito coinvolto nell’attività dell’Unione, diventandone presto un protagonista, prima come vice e poi come presidente. Profondo ed appassionato conoscitore delle dinamiche migratorie, per averle vissute direttamente, ha rappresentato per l’Unione un vero motore propulsore, attento e sensibile in particolare nei confronti della Famiglie all’Estero, che non ha mai mancato di seguire da vicino, di visitare in lunghi e faticosi viaggi soprattutto fra le realtà più povere e di sostenere con ogni mezzo disponibile e che oggi lo ricordano con profondo affetto. Valentino, infatti, ci ha purtroppo lasciati nell’aprile 2021.

107


Rina Bonvecchio: un’argentina trentina di Paola Sommadossi

Il presidente Verones premia Rina con una targa di apprezzamento per il suo entusiasta e disinteressato impegno.

Rina Bonvecchio, nata a Suchales in provincia di Santa Fé, Argentina, il primo luglio del 1928: la mia mamma. Figlia di Bruno Bonvecchio e Carmela Bazzanella parte dal Trentino per la “Merica” in cerca di una vita migliore cercando di buttarsi alle spalle le macerie di una guerra, come tanti italiani in quel periodo. Quinta di sette fratelli, Rina ha sempre lavorato ed ha aiutato la famiglia fin da piccola, sostegno divenuto indispensabile quando la nonna rimase vedova all’improvviso a neppure quarant’anni. Tutti in famiglia contribuivano come potevano e anche grazie alla solidarietà di altri emigranti italiani, la famiglia Bonvecchio è andata avanti. Rina è sempre stata una bambina, poi una ragazza e una donna con un animo incredibilmente generoso, aiutando concretamente non solo la sua mamma ed i suoi fratelli, ma anche tante persone che lungo il suo cammino aveva incontrato, a costo di rinunciare a qualcosa per lei. Rina ha sempre aiutato con totale disinteresse e coraggioso altruismo; questa carateristca del suo essere è rimasta viva ed intatta anche quando, dopo un viaggio in Italia con nonna Carmela per conoscere i parenti trentini, decise di fermarsi a Trento. Qui conobbe il mio papà, Emilio Sommadossi, e, dopo qualche anno di scuola tra l’Argentina e Trento, si sposarono. In seguito nacqui io e da che ho memoria la mia mamma per gli altri c’è sempre stata. Potrei fare centinaia di esempi, ma quello che resterà per sempre nella mia mente, anche per il fatto che fosse un appuntamento fisso (e lo si è stato fino a qualche anno prima che mio papà ci lasciasse) anche più volte l’anno, era “fare il pacco”, coinvolgendo mio padre e anche me, una volta diventata più grande. Indelebili i ricordi della raccolta di abiti, scarpe, borse e quant’altro potesse servire che la mamma riusciva a recuperare da parenti ed amici. La suddivisione a seconda delle famiglie a cui sarebbero stati destinati, dava vita a grandi cumuli colorati che si sarebbero poi trasformati in grandi pacchi dono.

108


L’Unione

e la sua storia

Ne seguiva la trepidante attesa delle telefonate che ne confermavano gli arrivi e qualche tempo dopo le lettere, quelle arrivate in posta aerea, composte da tanti fogli così sottili che parevano quasi trasparenti. Restavo tutto il tempo della lettura a bocca aperta nel sentire a chi erano andate tute quelle cose. Che gioia!!! Questo è uno di tanti momenti di impegno generoso di Rina che io porto caro nel cuore. Negli anni ha sempre aiutato le persone, quelle che soprattutto in un primo tempo venivano da un’Argentina disastrata che, per moto contrario rispetto ai miei avi, arrivavano in Italia per avere la possibilità di una nuova vita. Ricordo fin da piccola, a qualsiasi ora del giorno o della notte, veniva contattata per aiutare a trovare una sistemazione ad una persona o addirittura a intere famiglie arrivate a Trento solo con una valigia carica di tanta speranza ma di poche cose; quante persone sono passate da casa per mangiare o per lavare le loro cose in attesa di trovare una soluzione. La porta era sempre aperta, per tutti. Aiutare è sempre stato per tutta la sua vita il suo desiderio, la sua inclinazione, la sua determinazione. Il suo spirito era sempre entusiasta ed ottimista; donna coraggiosa, non si è mai spaventata davanti ad un problema che pareva irrisolvibile, ha parlato con tantissime persone, ha bussato a mille porte, non si è mai scoraggiata di fronte ad un “no!”, davanti ad un “questo non si può fare”, “è difficile”, “è impossibile”. Per Rina c’era sempre una soluzione, una via d’uscita. Smuoveva anche le montagne pur di ottenere ciò che poteva essere la soluzione per aiutare qualcuno; un grande esempio di forza, tenacia, positività e speranza. Quello che posso dire ora che non è più con noi è che la sua vita è stata un grande insegnamento a cui tendere: a battersi per i più deboli, ad essere generosi, altruisti, a vedere quel bicchiere sempre e comunque mezzo pieno – anzi, pieno a tre quarti – a non abbattersi al primo ostacolo. Sono convinta che guardare alla vita in questo modo non può che renderci migliori, specialmente se lo facciamo per gli altri e, soprattutto, senza aspettare nulla in cambio. Per quanto riguarda il rapporto con l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, decisivo e costante nel tempo è stato il ruolo che Rina mantenne. Fu un legame all’insegna della costruttiva collaborazione, mai sopra le righe, sempre capace di muoversi con la sapiente sagacia di chi puntava 109


a rendere operativo l’intervento, mai imponendolo e raggiungendo sempre un’equa condivisione. Senza screzi e con la cortesia e lo stile di chi sa quanto importante sia raggiungere l’obiettivo all’interno di modalità di rispetto dell’altro e della giusta considerazione dell altrui pensiero. La scomparsa di Rina, la dipartita oltre che fisica, anche di questo stile e di questa eleganza non solo formale ma sostanziale, ci rende oggi doppiamente orfani, obbligandoci al rispetto di una eredità immateriale assai impegnativa.

Giancarlo Filoso: la solidarietà fatta persona Entrato nell’Unione come consigliere già nel 2002, anche attraverso l’esperienza derivata da parenti emigrati Giancarlo Filoso aveva capito l’importanza

Giancarlo Filoso, da Consigliere della prima ora, taglia il nastro all’inaugurazione della nuova sede di corso 3 novembre a Trento. Assieme a lui, il presidente Verones, la vice Lanzziano Broz e il sen. Panizza.

di impegnarsi per far conoscere il mondo dell’emigrazione e le iniziative dei nostri concittadini all’estero. Per lui i discendenti dei Trentini all’estero sono parte integrante ed importante della comunità trentina e come tali devono essere valorizzati con la loro storia e le loro esperienze ed aiutati quando si trovano in situazioni di difficoltà. Sua l’iniziativa di coinvolgere i cori della montagna, in particolare i Cori Cima Vezzena di Barco nel Comune di Levico Terme e Genzianella di Roncogno, e tante realtà del volontariato della Valsugana e del Trentino per far conoscere, anche attraverso testimonianze dirette, la storia e la cultura del mondo dell’emigrazione e soprattutto degli uomini e delle donne che ne sono stati i protagonisti. 110


L’Unione

e la sua storia

Attento anche alla promozione sociale e culturale, è stato apprezzato ed entusiasta promotore di tante iniziative per aiutare le famiglie in difficoltà, per raccogliere fondi, oppure per organizzare eventi culturali, come la mostra della famiglia Raota, originaria di Barco, da dove erano partiti anche i Libardi, genitori di Mario, fondatore della Famiglia Trentina di Funes. Giancarlo è senza dubbio un protagonista della storia dell’Unione, una figura sempre presente, appassionata e rispettosa di tutti. Non si è mai tirato indietro di fronte a nulla e si è speso fino in fondo perché ogni iniziativa potesse avere successo, che fossero le Feste dell’Emigrante o le cene sociali, o i mercatini, o i concerti di beneficenza.

Bruno Girardi: volontario autentico “Oggi sembra che tutto sia in vendita. Che tutto e tutti possano essere comprati. Che quasi tutti facciano qualcosa per qualcos’altro [...]. Allora, oggi più che mai, abbiamo bisogno di sperare e credere che un’alternativa ci sia. Per chi, come me, si ostina a sognare che con l’impegno quotidiano di ciascuno si possano migliorare le cose, credo sia incoraggiante guardarsi intorno e scoprire che ci sono persone che si dedicano disinteressatamen-te e quotidianamente agli altri. Spesso queste figure operano dietro le quinte, si vedono poco perché detestano mettersi in mostra. Pensano che la solidarietà non abbia bisogno di riflettori puntati”.

Bruno Girardi con Gabriela Lenzi, partecipante ai soggiorni giovanili in Trentino.

Chi parla è Bruno Girardi, consigliere per tanti anni dell’Unione ed apprezzato amministratore del Comune di Lavis. Nato a Lione da genitori della Val di Rabbi costretti ad emigrare per guadagnare, nelle miniere di carbone, il pane e la silicosi, vive a Lavis, dove ha fondato la sezione locale dei donatori di sangue della Lega Pasi Battisti ed ha rivestito il ruolo di consigliere comunale e di presidente del Consiglio. Nella sua vita, Bruno si è 111


adoperato molto per gli altri. Sempre in prima fila ogni volta ce ne fosse bisogno, ha promosso innumerevoli iniziative a favore delle popolazioni povere o colpite da calamità; ha seguito, coinvolgendo anche l’Unione, diversi progetti in Romania per bambini e istituzioni bisognose di aiuto o di supporti sanitari, è sempre stato un protagonista attivo ed entusiasta in tutte le iniziative dell’Unione e delle Famiglie Trentine all’estero, è stato promotore e motore della presenza dell’Associazione alla manifestazione Porteghi e spiazzi di Lavis. Bruno è uno a cui, più che parlare, piace fare, uno che non si arrende mai, che sa che c’è molto da fare e si impegna per realizzarlo.

Ferruccio Bolognani: una vita per l’emigrazione Il 16 Febbraio 2018 è venuto a mancare Ferruccio Bolognani. Appassionato studioso dell’emigrazione trentina e autore di diverse pubblicazioni, ha dedicato gli ultimi anni della sua vita alla conoscenza diretta del mondo dell’emigrazione e al sostegno di iniziative culturali ed economiche in favore dei discendenti dei Trentini soprattutto in Sudamerica. Una persona colta e mite, ma nello stesso tempo ferma e determinata nelle sue intenzioni.

Ferruccio Bolognani con il presidente Mauro Verones.

112

Ferruccio nei suoi ultimi anni è stato particolarmente vicino all’Unione. Sempre disponibile a collaborare e a riferire le sollecitazioni ricevute durante i suoi frequenti viaggi all’estero, ha sostenuto direttamente lo sviluppo delle Famiglie e la costituzione di nuove diramazioni. Di lui riportiamo un interessante riflessione, pubblicata da Famiglie Trentine, in cui rivela tutta la sua passione per il mondo dell’emigrazione trentina, segnalando il pericolo reale di una disaffezione delle articolazioni estere ed offrendo la sua collaborazione per riattivarle e promuoverne di nuove. “[...] Scorrendo l’elenco delle Famiglie Trentine diffuse in Argentina, Brasile e Paraguay ho notato che ne mancano alcune dovute a stanchezza, perdita di entusiasmo, giovani poco motivati. Forse è mancata l’occasione di tener uniti alcuni emigranti ed i loro figli non solo nel ricordo del Trentino, loro terra d’origine, ma anche di continuare i legami culturali che arricchiscono le persone distintesi all’estero con laboriosità e sacrificio [...]. Noi abbiamo bisogno del loro esempio. Se non sono parte di un’associazione che si prefigge di unirli, si dimenticano.


L’Unione

e la sua storia

Le singole Famiglie Trentine all’Estero nascono se ci sono emigranti capaci di suscitare un’appartenenza associativa, se si individuano giovani o anziani con doppia cittadinanza che hanno desiderio di fondare un gruppo che nasca da una «nostalgia trentina» o da un collegamento con i loro nonni emigrati. Non poche possono essere le difficoltà che si frappongono in loco. Una di queste può essere di ordine economico per «sostenere» chi, fra gli stessi emigranti, potrebbe dedicare del tempo nella ricerca o nei viaggi opportuni per individuare e aiutare altri discendenti trentini a fondare una nuova Famiglia [...] .” Generosamente Ferruccio Bolognani ha offerto il suo contributo a chi ha voluto impegnarsi per rifondare o costituire nuove Famiglie.

Oliviero Vanzo: un apprezzato presidente Il 10 dicembre 2005 ci ha lasciati Oliviero, attivista dell’Unione fin dalla prima ora. Da tempo combatteva contro un brutto male che però non ha mai fiaccato il suo entusiasmo, il suo attivismo.

Il presidente Vanzo con il suo vice Lorenzo Baratter.

Da sempre impegnato in politica e nel volontariato, è stato consigliere e assessore del Comune di Rovereto e autorevole presidente per tanti anni della Arcieri Kappa Kosmos. Appassionato di sport, è stato l’organizzatore di importanti appuntamenti anche sul piano internazionale. Dal 2009 al 2015 è stato un presidente capace e determinato dell’Unione, un impegno a cui teneva particolarmente e a cui ha dedicato grandi energie per guidarne il rilancio. E lo ha fatto mettendo a repentaglio anche la sua salute, sempre mosso dalla volontà di tenere forte il legame con i nostri emigrati, che lui considerava parte fondamentale della nostra terra e della nostra identità storica. L’autonomia, il volontariato, il Trentino con la sua storia, le sue tradizioni, la sua gente, i suoi amici emigrati all’estero: Oliviero li ha amati tutti indistintamente, così come amava la sua famiglia, che gli è stata vicino con un amore e una dedizione eccezionale durante tutta la sua vita. Il suo rigore morale, il suo attivismo, la sua determinazione resteranno un indelebile ricordo per tutti coloro che l’hanno frequentato. 113


114


L’associazione oggi

L’ L A

evoluzione dei flussi migratori

di Mauro Verones

a parola ai consultori

di Mariano Roca e Alceu Xenofontes Lenzi

ttività e progetti

di Nara Deromedis, Mauro Verones, Paola Zalla

I P

giovani e l’emigrazione di Simone Marchiori rospettive future di Mauro Verones

115


L’ evoluzione dei flussi migratori

di Mauro Verones

F

uori dai confini nazionali, presso le nostre “Famiglie”, il tema delle radici è quello attorno al quale gravita ogni attività culturale realizzata. Spesso le radici portano a rievocare usanze e costumi che il passare del tempo ha cancellato nella terra natia, mentre nel Paese in cui vengono rievocate sono inequivocabilmente “contaminate” da usanze locali che le arricchiscono di particolari. La natura umana porta con sé un desiderio di aggregazione, di ricerca e di interazione, volto a farci sentire partecipi di qualcosa di più grande, di far parte di un gruppo che ha in comune alcune caratteristiche specifiche: lingua, cultura, provenienza, credo e infiniti altri elementi che permettono a noi stessi di qualificarci e riconoscerci in un’identità sociale. Questa ricerca di identità e di aggregazione è molto forte quando la comunità di appartenenza si sente isolata dal territorio e dalle altre comunità che la circondano. I grandi moti migratori dei secoli scorsi hanno portato alla nascita spontanea di organizzazioni, come le associazioni degli emigrati, con l’intento principale di riprodurre nella terra di approdo le proprie regole, consuetudini, abitudini e costumi di provenienza. Salvo alcune eccezioni, oggi non esistono più flussi migratori di massa e se fino a poco tempo fa le associazioni come l’UFTE erano perfettamente calzanti alle esigenze delle comunità estere di origine trentina, ora si trovano a dover essere promotrici di un cambiamento epocale. Se da una parte, infatti, dobbiamo continuare a ricordare le origini e la cultura trentine, dall’altra dobbiamo per forza di cose fare i conti con la mobilità dei singoli trentini, molto più veloce, molto meno statica e molto meno collegata alle comunità di appartenenza geografica. L’Italia è tornata a essere un Paese più di emigrazione che di immigrazione (numeri alla mano: al primo gennaio 2020 l’Aire segna 5.486.081 italiani residenti all’estero e l’Istat 5.306.548 stranieri regolarmente residenti in Italia). E questa emigrazione, prevalentemente giovanile ma non solo, vive spesso di contratti atipici e precari. Questa nuova tipologia di emigrazione difficilmente permette, per tempistica e ritmo di lavoro, di integrarsi in comunità locali che abbiano le caratteristiche del territorio di origine. Molti giovani che lavorano all’estero sono e si sentono totalmente sganciati dal territorio di origine. Non si iscrivono all’AIRE (evidenziando, quindi, una distanza tra il dato reale e quello rilevato), ritenendo la loro permanenza, in 116


L’Associazione

oggi

un paese straniero, passeggera e temporanea anche in virtù di un sistema di mobilità quasi totalmente controllato e organizzato. È assodato che lavoratori migranti contribuiscono allo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine ma anche di destinazione e nessuno Stato può non tenere conto del peso che tali flussi hanno al loro interno. Non è possibile poi non prendere in considerazione la trasformazione epocale causata dal Covid-19 anche nel mondo della migrazione che ha ridisegnato sia le modalità organizzative sia le condizioni socioeconomiche. Avremo a che fare per anni con gli effetti di quanto accaduto nel triennio 2019/ 2021 e le esigenze dei nuovi emigranti saranno presumibilmente diverse da quelle viste finora. Una volta superata questa stasi mondiale, si tornerà molto rapidamente a ripristinare la tendenza migratoria che coinvolge circa duecentocinquanta milioni di persone, che si spostano da un Paese all’altro con una facilità sempre maggiore e con costi sempre più accessibili. L’Associazione, in collaborazione con attori istituzionali come la Provincia Autonoma di Trento con la sua struttura, con i Consultori e con altre associazioni del settore, opera per creare momenti di sinergia per la realizzazione degli obiettivi sociali. Mentre sul territorio nazionale ci si occupa di divulgazione della storia dell’emigrazione nelle scuole e di attività culturali connesse al tema, collaborando con l’Ufficio emigrazione della Provincia, con associazioni o con enti come la Fondazione Museo Storico del Trentino, per la parte didattica, l’operatività dell’Associazione all’estero è sostanzialmente basata sulla cooperazione e coordinamento con le Famiglie e con il Consultore competente per territorio. Il Consultore è il referente della Provincia autonoma di Trento nella propria area di competenza, dove rappresenta le collettività trentine e collabora al conseguimento dei fini previsti dalla Legge. Si tratta di una sorta di “ambasciatore” della Provincia che si attiva per far conoscere il Trentino e la cultura trentina collaborando appunto con le associazioni. Abbiamo chiesto a titolo di esempio a 2 Consultori sui 10 nominati di regalarci una loro testimonianza di “ambasciatori” per far capire lo spirito del loro ruolo. 117


La parola ai consultori Provincia, Circoli e Famiglie: un lavoro di squadra

di Mariano Roca, ex-Consultore per l’Argentina Area 1

S

ono entrato nel mondo del volontariato vent’anni fa, come parte del Gruppo Giovani del Circolo Trentino di Buenos Aires, uno dei più antichi al mondo, fondato nel lontano 1932. Mia nonna Maria, emigrata da Fondo (Val di Non), e mia mamma Gabriela, argentina di prima generazione, mi hanno trasmesso sin da piccolo l’amore per il Trentino. La partecipazione all’interno del Circolo l’ho considerata quasi un mandato familiare: mio nonno Giovanni Anzelini (che non ho avuto la fortuna di conoscere), emigrato anche lui da Fondo negli anni 20 dello scorso secolo, ha fatto parte del Direttivo del Circolo per molti anni; e, più recentemente, mia mamma Gabriela è stata segretaria e poi presidente dell’istituzione. C’era un filo che mi univa a quella lontana terra, che ancora non conoscevo, ma della cui storia e tradizioni avevo sentito parlare. Il Circolo Trentino mi ha aperto le porte e mi ha dato l’opportunità di conoscere tantissime persone che condividevano questa passione. Nel 2003 ho potuto partecipare, come rappresentante dei Gruppo Giovani del mio Circolo, al Secondo Congresso Mondiale della Gioventu Trentina. È stato il mio primo viaggio in Europa e, oltre a visitare la terra dei nonni, ho conosciuto tantissimi giovani discendenti di trentini di tutto il mondo. Siamo stati accolti dall’Ufficio Emigrazione della Provincia di Trento, grazie alla disponibilità della carissima Antonella Giordani che ci ha guidato in quelle lunghissime giornate di lavoro a Comano Terme, dove abbiamo avuto la possibilità di confrontarci anche con la Trentini nel mondo, l’Unione Famiglie Trentine all’Estero (UFTE), e di avvicinarci alle rete del volontariato, del cooperativismo e del terzo settore, così diffusa in tutto il Trentino. Nel 2008, nel mio secondo viaggio in Trentino, ho iniziato una bellissima amicizia con Rina Bonvecchio, argentina-trentina che è stata per tanti anni vicepresidente dell’UFTE. Rina, insieme all’allora segretaria dell’associazione, Gianna Copat, e alla loro collaboratrice, Silvana Bertona, mi hanno aperto le porte della vostra sede di Piazza Silvio Pellico, che si trovava proprio di fronte all’albergo che mi ospitava. Pochi mesi dopo, spinto da amici di tantissimi Circoli e Famiglie trentine del mio Paese, ho deciso di presentare la mia candidatura a consultore 118


L’Associazione

oggi

per l’emigrazione. Volevo dare il mio contributo, facendo tesoro della mia esperienza nel mondo del volontariato. L’Unione Famiglie Trentine, con l’aiuto di Rina e dell’allora presidente, l’indimenticato Oliviero Vanzo, mi hanno dato il loro appoggio. Finalmente, la Giunta provinciale ha deciso di affidarmi la responsabilità di essere il consultore per il Centro-Sud dell’Argentina, che è stata riconfermata nel 2013 per un secondo periodo. In questi anni ho cercato di dare il mio meglio e devo sottolineare che sia l’Ufficio Emigrazione della P.A.T. che le due associazioni dell’emigrazione trentina sono stati sempre al mio fianco incoraggiandomi e dandomi gli strumenti per svolgere quel ruolo nel miglior modo. Abbiamo potuto organizzare insieme tantissimi incontri culturali e portare in Argentina artisti, Cori trentini e personalità del mondo della cultura, dell’università e dello sport. Un capitolo speciale, che voglio sottolineare perché mi ha dato tantissime soddisfazioni, sono stati gli interscambi giovanili: in questi anni, grazie alla P.A.T. ma spinti anche dalla Trentini nel mondo e dall’UFTE, tantissimi giovani trentini hanno avuto occasione di conoscere un altro Trentino che si trova oltremare. La comunità trentina dell’Argentina ha aperto le porte a questi giovani desiderosi di conoscere un po di più sull’emigrazione e di condividere l’esperienza di vivere qualche settimana a casa di altri giovani, in questo caso nipoti e pronipoti di emigrati trentini. Mi auguro che da quei giovani, sia trentini oriundi che discendenti, possano emergere i nuovi leader del volontariato e dell’associazionismo trentino legato al settore dell’emigrazione. Tra le tantissime esperienze vissute come consultore, voglio ricordare due che porto nel mio cuore. La prima è stata la visita, nel novembre 2013, del Coro Genzianella, un sogno trasformato in realtà grazie al sostegno dell’UFTE e all’impegno dell’Ufficio Emigrazione della P.A.T. La premessa è stata quella di visitare non solo le grandi città ma tantissime piccole località all’interno del Paese. Con un pullman hanno girato lunghissime distanze da nord a sud del Paese. Ricordo, con particolare emozione, la lunghissima serata di chiusura della tourneé presso la sede del Circolo Trentino di Buenos Aires, dove abbiamo mangiato la polenta, cantato e condiviso molti ricordi e storie di famiglia. Per i soci del circolo, è stato come ricevere parenti arrivati da lontano e desiderosi di conoscere la nostra casa. Alcuni anni dopo, nel settembre 2017, per la prima volta, la Consulta per l’emigrazione si è svolta a Buenos Aires. In quella settimana carica di appuntamenti, una tappa obbligata è stata la visita al Circolo Trentino. Insieme alla presidente Delfina Turrina e a tutto il direttivo e i soci del Circolo, abbiamo organizzato una cena di accoglienza con un tipico “asado” (grigliata) argentino. È stata una serata 119


carica di emozione, nella quale abbiamo aperto la nostra sede alle autorità della Provincia di Trento e delle due associazioni - tra loro, Mauro Verones, presidente dell’UFTE - e a tutti i colleghi consultori. Altro momento di grande simbolismo è stata la visita al vecchio Hotel de Inmigrantes, l’attuale Museo de la Inmigración, dove sono arrivati, tra il fine ‘800 e i primi decenni del secolo XX, tantissimi stranieri - e tra loro, sicuramente molti trentini - emigrati in Argentina. In quei tempi, le associazioni di mutuo soccorso hanno assunto un ruolo insostituibile nell’accoglienza degli emigrati arrivati in queste terre lontane e sconosciute. Oggi, magari con altri obiettivi e un’altra missione, le associazioni che riuniscono gli emigrati e i loro discendenti continuano a svolgere obiettivi altresì importanti. Nel caso dell’Unione Famiglie all’Estero, so degli sforzi e del compromesso assunto dall’attuale consiglio direttivo, con Mauro Verones in testa accompagnato da tutta la squadra all’interno dell’associazione. Alla Provincia come ente pubblico spetta il ruolo di coordinamento e di indirizzo della politica verso l’emigrazione, ma sono convinto che l’impegno del volontariato, dei Circoli e delle Famiglie Trentine, è insostituibile. Mi auguro che una volta superata questa pandemia, che ci ha costretto a utilizzare le nuove piattaforme digitali per continuare il contatto tra il Trentino e le comunità trentine all’estero, possiamo ritrovarci attorno a un tavolo e riprendere tantissimi progetti e iniziative comuni. Voglio fare i complimenti a tutti gli amici e le amiche dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero per questi 50 anni di lavoro. Una storia che ha avuto tantissimi protagonisti e tantissime protagoniste. Sono sicuro che la storia non finisce qui e che avete davanti un lunghissimo percorso di lavoro in favore delle comunità trentine di tutto il mondo. Con la speranza di riabbracciarvi presto, faccio i miei sinceri auguri al direttivo, a tutti soci e ai tantissimi amici dell’UFTE che ho fatto in questi anni. ¡Felicitaciones a todos! ¡Felices 50 años, amigos!

Riunione dei consultori generali a Buenos Aires nel 2017.

120


L’Associazione

oggi

La scoperta delle mie origini di Alceu Xenofontes Lenzi, ex-Consultore della PAT per il Sud del Brasile

L

’Unione Famiglie Trentine all´Estero mi ha chiesto di scrivere qualcosa sul ruolo di Consultore della Provincia Autonoma di Trento per il Sud del Brasile, posizione che ho ricoperto fino al 2018. Il Consultore è il referente della Provincia, svolgendo un´incarico istituzionale con la comunità di origine trentina all´estero. Innanzitutto vorrei presentarmi per dopo raccontarvi un po’ delle mie origini trentine. Mi chiamo Alceu Lenzi. Sono avvocato e docente universitario in pensione. Figlio più giovane (el pòpo dela cà) di una famiglia di quattro fratelli, sono nato l’11 dicembre 1958 a Rio dos Cedros, Stato di Santa Catarina, Sud del Brasile. Rio dos Cedros è un piccolo paese colonizzato da valsuganotti emigrati in Brasile nel 1875. Il mio antenato che emigrò si chiamava Aleandro Lenzi. Nato a Samone (Valsugana), Aleandro emigrò con suo padre Damiano e tre fratelli. Damiano era sposato con Giustina Fiemazzo e hanno avuto otto figli, quattro dei quali morirono prima di compiere un anno d´età. Lei stessa è morta all’età di 34 anni. Dopo la morte della moglie, Damiano prese i suoi quattro figli rimasti vivi ed assieme a due fratelli e un cugino decise di emigrare in Brasile. Arrivato in Brasile, Damiano si recò a Blumenau nello Stato di Santa Catarina, allora un piccolo villaggio colonizzato nell´anno 1850 da tedeschi. Lì ricevette, come tutti quelli che sono emigrati con lui, un lotto di terra, dove, insieme ai suoi quattro figli, iniziò a ricostruire la sua vita Damiano Lenzi.

Aleandro Lenzi.

121


che fino ad allora era stata piena di difficoltà e sofferenze. Alla fine del XIX secolo Aleandro, ormai adulto, sì inserisce nella comunità tedesca che allora abitava a Blumenau, avviando in questo paese un’attività economica di successo. Aleandro divenne addirittura proprietario di Casa di Aleandro Lenzi a Rio dos Cedros. un albergo a Blumenau che ospitava prevalentemente emigranti italiani giunti in città. A Blumenau, Aleandro aveva buoni rapporti con i tedeschi ed era un rappresentante nella città della comunità tirolese della zona, tanto che nel 1895 fu eletto primo consigliere di origine tirolese al Consiglio del Comune. Aleandro sposò Oliva Nicolodelli, anch’essa emigrata trentina, nata ad Albiano (Val di Cembra) e con lei ha avuto 14 figli. Muore nel 1926 all’età di 63 anni. Questo è un piccolo frammento storico dei miei antenati che hanno lasciato il Tirolo per cercare migliori condizioni di vita in Brasile. Io, da quando sono nato fino alla mia adolescenza, ho vissuto in un ambiente tipicamente trentino. Dal cibo al dialetto, l’aria che si respirava nel paese dove sono nato era quella portata dai miei antenati. A casa mia, a casa dei miei nonni, al bar, in negozio, ovunque andassi in paese, el dialet trentin era la lingua parlata da tutti, dal bondì alla bòna nòt. Io, come discendente di questa gente, fino all’età di 25 anni non sapevo quasi nulla delle mie origini. Sapevo solo che i miei antenati erano venuti dall’Italia. Qua e là si parlava un po’ del Trentino, ma niente che stuzzicasse la mia curiosità, finché nel 1993 sono stato invitato dalla Provincia Autonoma di Trento a partecipare ad un soggiorno d’istruzione a Trento, insieme ad altri ragazzi di origine trentina. Quando questo è successo ne sono rimasto molto felice perché potevo finalmente conoscere la terra dei miei antenati. Così, nel maggio 1993 partii per l’Italia. Quanta emozione! Quando l’autobus che ci ha portato a Trento ha iniziato ad entrare nelle valli trentine il mio cuore pareva di saltarmi in bocca per la tanta emozione. Sembrava che fossi già stato in quel posto. In quel momento ho iniziato a 122


L’Associazione

oggi

pensare ai miei antenati che hanno lasciato quel luogo per non tornare mai più. Dopo tanti anni è tornato uno dei suoi discendenti. E le lacrime mi caddero in faccia. Sono eternamente grato alla Provincia per avermi dato questa opportunità. Questo soggiorno mi ha permesso di conoscere ed entrare in contatto con la cultura e con la gente trentina e scoprire che, dopo tanti anni, mi sentivo ancora Trentino pur essendo nato in Brasile. Ad un certo momento del mio soggiorno, quando stavamo visitando il Duomo, c’era un mercatino in piazza e mi sono fermato a chiacchierare, in dialetto, con un signore che vendeva frutta in una bancarella. Ho iniziato a parlargli e gli ho detto che ero brasiliano. Mi ha guardato stupito e mi chiesto in dialetto: “Brasilian?, ma dai, scherzit che te sei Brasilian. Chi ta ensegnà a parlar en dialet” Gli spiegai che ero discendente di emigrati trentini e che avevo imparato la lingua dei miei nonni e dei genitori. Sembrava non crederci. Tornato in Brasile, ho cominciato presto a informarmi sulla storia dell’emigrazione trentina. Nel 2013 il Consiglio Provinciale di Trento, per il lavoro che ho svolto con le associazioni che rappresentano le comunità trentine all´estero (Unione delle Famiglie Trentine all’Estero e Trentini nel Mondo) mi ha scelto per essere il consultore della PAT per il Sud del Brasile, incarico che ho ricoperto con grande onore fino al 2018. Secondo la legge il Consultore interviene a favore dei Trentini all’estero. La Provincia si avvale della collaborazione dei Consultori, scelti fra persone di origine trentina, che abbiano maturato esperienze nell’ambito dell’associazionismo fra emigrati, degli organismi rappresentativi dell’emigrazione italiana, del volontariato, del lavoro, delle professioni e della cultura. Immagino che il mio bisnonno Aleandro, ovunque sia, debba essere felice di vedere che un suo nipote non solo è tornato in Trentino ma è stato anche scelto per rappresentare la comunità trentina all´estero. Per concludere vorrei dire che cerco di mantenere viva in me la cultura trentina/ tirolese che ho ereditato dai miei antenati e lo faccio in onore di loro.

123


AttivitÀ e progetti

R

di Nara Deromedis, Mauro Verones, Paola Zalla

iassumere in poche righe l’orizzonte delle attività svolte dall’associazione è complesso trattandosi della declinazione di scopi, finalità ed azioni volte a realizzare quello che è il dettato della legge del terzo settore e dello statuto dell’UFTE. Si procederà quindi ad una sorta di elencazione dei principi, finalità ed azioni in modo schematico per poi spiegare l’operatività con dei brevi cenni su progetti, incontri e realizzazioni effettuate nel corso degli ultimi anni. L’ Unione delle Famiglie Trentine all’Estero APS è apartitica e aconfessionale, e fonda la propria attività istituzionale ed associativa sui principi costituzionali della democrazia, della partecipazione sociale e sull’attività di volontariato. Persegue, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, attraverso l’esercizio di una o più attività di interesse generale in favore dei propri associati, di loro familiari o di terzi. Si occupa di organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse quelle editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale. Promuove la cultura della legalità, della pace tra i popoli, della non-violenza e della difesa non armata.

Si interessa, in collaborazione con alcuni enti, di educazione, di istruzione e formazione professionale, nonché di attività culturali di interesse sociale con finalità educativa. L’Associazione persegue la finalità della solidarietà sociale, in ambito nazionale ed internazionale, operando nelle più varie forme di assistenza morale, culturale, materiale e di preparazione sociale a favore dei trentini o discendenti degli stessi domiciliati all’estero o in altre regioni d’Italia, degli ex emigrati, nonché di coloro che intendono emigrare o rientrare in Patria. Pone in essere attività rientranti nell’ambito delle iniziative per la cooperazione allo sviluppo previste dalla legislazione provinciale, regionale, nazionale e della Comunità europea, come l’insegnamento della cultura e della lingua italiana, la divulgazione della storia dell’emigrazione e la realizzazione di scambi culturali tra paesi e culture diverse. Gli scopi e gli obiettivi sopra descritti vengono realizzati dall’associazione attraverso varie azioni volte: • 124

alla promozione e realizzazione di iniziative miranti a diffondere la conoscen-


L’Associazione

oggi

za della cultura italiana, con particolare riferimento alla specificità trentina, attraverso l’insegnamento della lingua italiana, ma anche del dialetto trentino, quali strumenti per la consapevolezza e la conservazione delle radici; •

alla promozione, attraverso le diramazioni all’estero, dell’associazionismo fra gli emigrati trentini;

alla promozione e realizzazione di iniziative volte all’elevazione culturale, professionale e materiale di emigrati trentini in situazioni svantaggiate;

alla promozione e realizzazione di iniziative che favoriscono il pieno inserimento degli emigrati trentini nel contesto socio economico della società di accoglienza;

alla divulgazione nelle scuole e sul territorio provinciale della storia dell’emigrazione trentina, in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino;

alla promozione dell’interscambio culturale tra giovani trentini e giovani stranieri discendenti da trentini in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento;

alla promozione e realizzazione di iniziative per favorire la diffusione dell’informazione sul Trentino e sull’emigrazione trentina volte a consolidare anche nella popolazione residente la conoscenza e la memoria storica circa la vicenda dell’emigrazione trentina e a far conoscere la realtà attuale delle comunità trentine all’estero e le culture dei paesi nei quali le stesse sono integrate;

alla promozione e realizzazione di forme di comunicazione, di formazione, di partecipazione, di solidarietà e di aiuto fra e per gli emigrati trentini;

125


alla valorizzazione delle competenze professionali ed imprenditoriali di trentini all’estero, anche al fine di favorire rapporti economici tra il Trentino ed i paesi nei quali si sono consolidate comunità di origine trentina, creando contatti e connessioni tra imprese e persone trentine e imprese e persone site in paesi stranieri.

Infine, l’associazione invia materiale didattico e culturale ai soci e membri delle diramazioni estere o nazionali e invia materie prime o prodotti tipici trentini al fine di far conoscere la nostra terra e la nostra cultura produttiva ed enogastronomica all’estero. L’Unione in questi lunghi anni ha cercato di tradurre in fatti tangibili i principi inseriti nel proprio statuto, con azioni e iniziative sia sul territorio provinciale che nei Paesi nei quali sono presenti le proprie diramazioni. I principali obiettivi di tali attività sono il mantenimento ed il miglioramento del “senso di appartenenza” alla comunità di italiani all’estero, con una specifica attenzione a quella trentina, la valorizzazione delle tradizioni, degli usi e dei costumi, soprattutto in favore degli emigrati di terza e quarta generazione, il rafforzamento della provenienza trentina, per facilitare movimenti culturali, commerciali e produttivi, la conoscenza e la diffusione della cultura italiana e trentina verso generazioni che poco o nulla conoscono delle medesime. Nella continuazione di questo capitolo enunceremo alcuni esempi delle attività, progetti e realizzazioni fatte ed in corso.

Il Coro Carè Alto di Porte di Rendena a Rio Do Sul nello Stato di Santa Catarina in Brasile per la consegna dei libri didattici donati alla scuola Modelo Ella Kurth dall’Associazione Punto d’Incontri di Sfruz in Val di Non. Dall’iniziativa è nato un rapporto di collaborazione e amicizia destinato a produrre nuove iniziative soprattutto nel campo degli interscambi studenteschi.

126


L’Associazione

oggi

LA LINGUA DEI PADRI

U

na delle attività che l’associazione ha sempre cercato di realizzare è stata quella di insegnare la lingua dei padri ai propri iscritti nati all’estero, soprattutto quando si è passati dai Paesi europei ai Paesi del Sudamerica, nei quali la distanza temporale di emigrazione e la distanza fisica avevano fatto dimenticare l’italiano o del dialetto trentino di provenienza, relegandoli nelle memorie dei nonni e rischiando di perderli definitivamente.

Oliver Wendell Holmes, a proposito delle lingua, scrisse: ”Ogni lingua è un tempio, in cui è custodita l’anima di coloro che la parlano”. Uno dei migliori scrittori del XIX secolo, cristallizza un’immagine, forse ineguagliabile di quello che è il valore di una lingua. Questo spirito, questa idea del valore della lingua, ci ha portati negli anni Novanta ad organizzare corsi di italiano con le famiglie presenti in Argentina, attraverso la collaborazione con la scuola “Amici”, connessa alla famiglia di Resistencia, con la famiglia di Villa Allende, con la famiglia di Colonia Tirolesa. Negli stessi anni attraverso il Centro culturale di Florianópolis abbiamo realizzato corsi anche in Brasile. I tempi e la tecnologia sono cambiati, e nel solco della valorizzazione della lingua italiana, ci siamo ritrovati in piena pandemia a realizzare corsi di italiano tramite formazione a distanza a quaranta studenti di Brasile, Argentina, Paraguay, Messico, Colombia e Brasile, grazie alla professionalità della Dante Alighieri di Asuncion Paraguay. Trattandosi di un progetto pluriennale e visto il successo riscontrato, l’Associazione pensa di proseguire con questa modalità nel limite dei fondi a disposizione, per tutti coloro che intendano imparare la nostra lingua. Inutile dire che queste persone, attraverso questi corsi nutrono la loro cultura ma anche il loro senso di appartenenza alla terra di origine dei propri avi.

127


Le Feste dell’Emigrante: occasioni di incontro

D

iverse sono state le “Feste dell’Emigrante” e le occasioni pubbliche promosse in Trentino dall’Unione, in collaborazione con il volontariato locale, per rinsaldare i rapporti con le nostre comunità all’estero. Fra le più importanti segnaliamo la Festa dell’Emigrante svoltasi per tre giorni, dal 30 luglio al 1 agosto del 1999, a Grigno e Tezze in Bassa Valsugana, con un articolato programma di incontri, convegni, spettacoli ed eventi culturali ed espositivi. L’evento si proponeva tre obiettivi principali:

- creare l’occasione di incontro tra emigrati e popolazione, associazioni, studiosi di emigrazione, autorità ed esponenti delle realtà economiche e sociali, favorendo una maggiore conoscenza del fenomeno migratorio e gettando le premesse per onorare il debito morale che la comunità trentina ha nei confronti dei suoi emigrati; - fornire, attraverso gli interventi dei relatori e la viva voce degli emigrati, una chiave di lettura diversa del fenomeno. La storia dell’emigrazione non è fatta solo di “sangue, sudore e lacrime”; - prendere coscienza che l’emigrazione rappresenta oggi più che mai una risorsa economica e culturale che merita di essere valorizzata nel reciproco interesse della comunità trentina all’estero e quella residente. Gli emigrati sono i più vicini e fidati ambasciatori all’estero ed i più validi consumatori e promotori dei nostri prodotti. Per l’occasione viene pubblicato un opuscolo perché, come recita la prefazione del presidente Franco Tretter, “C’è una storia che non è dato apprendere dai libri di scuola, che è difficile ricostruire sfogliando documenti ufficiali. È la storia della gente comune. Di questa storia l’emigrazione rappresenta un capitolo fondamentale. Dal Trentino, negli anni a cavallo tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale, migliaia di persone sono partite alla ricerca di un lavoro e di una speranza. È nato così un altro Trentino, un arcipelago formato da migliaia di piccole comunità sparse nel mondo […] Ognuna ha delle storie da raccontare; storie di vita fatte spesso di grandi sacrifici e di piccole gioie. Con questa pubblicazione, l’unione delle Famiglie Trentine all’Estero non si propone certo di scrivere la storia dell’emigrazione trentina, ma vuole semplicemente raccontare alcune di queste tantissime storie. Alle testimonianze spesso drammatiche - di vita vissuta, si alternano le espressioni genuine della gioia e della speranza espressa con le canzoni, con le poesie, con un sorriso affidato all’obiettivo della macchina fotografica. Questo libro vuole essere un omaggio a tutti i protagonisti anonimi di questa storia, alle donne e agli uomini che - da lontano hanno contribuito a costruire il Trentino di oggi”. Dal 28 al 30 luglio 2000 viene organizzata dall’Unione, con un notevole successo di pubblico, una seconda Festa dell’emigrante a Levico, con in programma la sfilata dei gruppi, una mostra fotografica, spettacoli folcloristici e concerto, una mostra micologica e una tavola rotonda sull’emigrazione dell’Alta Valsugana. 128


L’Associazione

oggi

NELLE SCUOLE PER PARLARE DI EMIGRAZIONE

D

al 2017 l’Unione, in collaborazione con il Museo Storico del Trentino, propone dei progetti didattici di divulgazione della storia dell’Emigrazione e della realtà odierna, entrando nelle classi con il metodo del racconto e della condivisione degli eventi passati, ma anche attraverso l’intervento di membri delle nostre famiglie all’estero che raccontano la realtà attuale. Si realizzano poi dei laboratori nei quali i ragazzi esprimono le loro impressioni ed esplicitano le loro curiosità rispetto ad un mondo molto spesso sconosciuto quale è quello dell’emigrazione. Portare nelle scuole questi racconti serve a dare maggiore consapevolezza ai nostri giovani di una realtà, che se sono stati fortunati, è stata raccontata loro dai nonni o da qualche lontano parente che ha vissuto l’esperienza sulla propria pelle. L’attività di collaborazione con le scuole non si ferma in ambito territoriale ma va oltre, con iniziative di solidarietà internazionale e culturale, che collegano ed intrecciano vari attori all’apparenza scollegati tra loro. L’esempio è dato dall’iniziativa realizzata sul finire del 2019 e che lasciamo raccontare ad uno dei principali artefici assieme alla nostra Associazione: il Sindaco di Sfruz Andrea Biasi.

Studenti del Centro Formazione Professionale di Ossana. 129


Tessitori di rapporti tra le comunitÀ La testimonianza del Comune di Sfruz

Andrea Biasi, Sindaco di Sfruz

L’

Unione delle Famiglie Trentine all’Estero da sempre ha collaborato con i

vari Comuni Trentini per la realizzazione di progetti, sia culturali, sia di solidarietà internazionale. Una collaborazione che ha portato alla creazione di legami e di rapporti di amicizia duraturi e portatori di grandi risultati. Proprio di uno di questi legami vorrei trattare in queste righe; un legame che ha saputo unire due Comuni Trentini, diverse associazioni e una scuola elementare brasiliana. Un progetto, nato dall’intuizione del Presidente dell’Associazione Mauro Verones, che ha portato dei libri provenienti dal Punto lettura di Sfruz dall’altra parte del mondo attraverso la complicità del coro Carè Alto di Porte di Rendena. Ma partiamo dal principio, da quella telefonata che all’inizio 2019 ebbi con Mauro. Mauro, da poco rientrato da un viaggio in Brasile, si era fatto portatore di una richiesta d’aiuto proveniente da una scuola elementare brasiliana: “mancano libri di testo in italiano per lo studio della lingua!”. Da questo dialogo telefonico nacque l’idea di costruire un progetto, semplice nella sua struttura, ma estremamente profondo nella sua essenza: portare dei libri per la didattica della lingua italiana in Brasile. Per arrivare a questo risultato era necessario superare due problemi. Il primo quello di reperire i libri. Fortunatamente questo problema poteva essere risolto facilmente proprio dal Comune di Sfruz.

130


L’Associazione

oggi

Infatti, proprio in quelle settimane era in atto un confronto con Marcello Biasi referente dell’Associazione Punti d’Incontri per stabilire cosa fare con gli spazi e con i testi dell’ex Punto lettura di Sfruz. Subito dissi a Mauro che mi sarei dovuto confrontare con Marcello Biasi per capire se all’interno dell’ex Punto lettura erano presenti dei testi idonei. Il dado era ormai tratto e con l’interessamento di Marcello in breve tempo vennero raccolti alcuni scatoloni di libri. Ora il problema era un altro: chi avrebbe portato questi libri in Brasile? La soluzione arrivò da Mauro. Il coro Caré Alto aveva in programma per ottobre un viaggio in Brasile e, la fortuna volle, sarebbe passato proprio nello stato di Santa Catarina. Non rimaneva che unire Sfruz con il coro della Val Rendena e concretizzare il progetto. Tutto avvenne in una sera di fine estate proprio a Sfruz. Insieme al coro Carè Alto, all’amministrazione del comune di Porte di Rendena, all’Associazione Punto d’Incontri e all’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, venne presentato il progetto. Una serata molto sentita dove il coro ebbe modo di mettere in mostra la sua bravura. Una serata in cui furono poste le basi di una collaborazione tra enti e Associazioni che dura tutt’oggi e che proprio nel momento in cui sto scrivendo si è da poco rinsaldata attraverso una cena etnica di beneficenza organizzata proprio da UFTE con la sentita partecipazione del coro. Da lì fu un crescendo, con l’emozione di veder consegnati i libri, nel paesino di Rio do Sul, nella scuola Modelo Ella Kurth. Un crescendo di emozioni che trova il suo apice nella chiusura del progetto proprio nel Comune di Porte di Rendena. Un’esperienza quella che ho vissuto da Sindaco con UFTE che non si è fermata a questo progetto, ma che ha trovato molte altre collaborazioni e che mi auguro in futuro possa ancora portare allo sviluppo di nuovi legami con comunità sia trentine sia di trentini residenti all’estero. Un augurio, il mio, all’Associazione Unione delle Famiglie Trentine all’Estero quello di continuare ad essere un ponte tra comunità con identità simili, ma separate dalla storia. Sempre in ambito scolastico si sta lavorando per realizzare degli interscambi studenteschi tra istituti scolastici trentini e istituti stranieri. É convinzione dell’Unione che creare dei legami reali tra le strutture scolastiche oltre che e tra i singoli studenti possa costruire delle vie di comunicazione e di vicinanza ineguagliabili. La possibilità per uno studente di fruire di un’esperienza scolastica reale in un Paese straniero, in un ambiente regolamentato e sicuro lascia delle sensazioni, dei ricordi e, delle idee e delle opportunità che difficilmente si possono incontrare trascorrendo l’intera carriera scolastica nel proprio istituto. 131


Da destra verso sinistra: i sindaci di Sfruz Andrea Biasi e di Porte Rendena Enrico Pellegrini con l’Assessore Federico Dallavalle.

Locandina dell’evento, membri del punto di lettura.

Foto degli incontri a Sfruz e del Coro Carè Alto a Rio Do Sul che consegna i libri.

132


L’Associazione

oggi

GLI INTERSCAMBI GIOVANILI

A

ttraverso il proprio personale ed i soci volontari, si è sempre garantita assistenza ai giovani di origine trentina che partecipavano agli interscambi giovanili. Questi eventi organizzati per la prima volta nel 1999 dalla Provincia Autonoma di Trento, hanno avuto un’evoluzione e delle revisioni di realizzazione fino al 2019, anno in cui a causa della pandemia si è interrotto tutto. Gli Interscambi giovanili rientrano tra gli interventi a favore dei trentini emigrati all’estero e dei loro discendenti e sono finalizzati a favorire la reciproca conoscenza fra giovani di famiglie di origine trentina, nati e vissuti in altri Paesi del mondo, ed i loro coetanei che vivono in Trentino. Un felice incontro fra culture che diventa amicizia, emozione e sentimento. Per gli uni, stupore nello scoprire la terra degli avi e per gli altri, un lasciarsi andare ad un dialogo che ha il suo culmine quando vanno a far visita alle comunità trentine all’estero: questo il senso del progetto attivato nel 1999 dalla struttura provinciale competente. Un reciproco conoscersi che diventa ponte, opportunità, relazione fondata sulle comuni radici. E chi più dei giovani riesce a costruire connessioni di qualità? La gioventù rappresenta il tempo dell’apertura, del sogno ed esprime la capacità di visione e slancio verso l’altro e verso il futuro. La freschezza delle idee si accompagna alla spontaneità dei pensieri e alla commozione scaturita dal sentirsi parte integrante di spazi mai visti prima. La parola oriundo indica una condizione, punto. Sulla Treccani online al sostantivo viene attribuito questo significato: “Originario di un determinato luogo, detto in genere di chi, nato e residente in una città o nazione (di cui ha anche acquistato la cittadinanza), discende da genitori o antenati là trasferitisi dal paese d’origine”. Una definizione dove non si fa riferimento alcuno alla nostalgia per il Paese natio e all’esercizio di memoria necessario per mantenere saldo il legame con la terra d’origine. Non troviamo cenno al sentimento di preoccupazione per la famiglia con cui si vive una nuova esperienza emotiva che richiede uno sforzo per sentirsi e comunicare. Tutto questo significa vivere il quotidiano in modo diverso. Lo sanno bene i giovani di oggi inseriti nel faticoso percorso della nuova mobilità. Lo ha ricordato il dirigente Sergio Bettotti durante l’incontro “Migranti di ieri e di oggi: il Trentino in movimento”, che ha messo in evidenza come vi sia una continuità fra passato e presente. Una continuità naturalmente inserita nel contesto sociale economico moderno. “Emigrazione non è un tema che sta cambiando - ha sottolineato - cambia il termine che lo identifica. Un tempo andare in Belgio voleva dire emigrare. Oggi muoversi all’interno dell’Europa significa semplicemente che mi sto spostando all’interno di un mondo che ha assunto confini più ampi”. 133


Gruppo interscambi giovanili, Aldeno 2016.

Gruppo interscambi giovanili, Altipiano della Vigolana 2017.

Chiusura interscambi giovanili in Val di Rabbi nel luglio 2018.

Il gruppo interscambi giovanili alla chiusura in Val di Fiemme nel luglio 2019.

134


L’Associazione

oggi

I SERVIZI

F

in dalla sua nascita l’UFTE ha erogato servizi di ogni tipo non solo a favore dei propri iscritti ma, per la verità per tutti coloro che chiedevano aiuto in qualità di trentini o discendenti di trentini. Negli anni 2000, 2008 e 2010, si è supportato ed assistito gli emigrati di origine trentina che chiedevano di essere rimpatriati, seguendo per loro le pratiche per il rilascio dei documenti nei vari Comuni, le richieste di alloggio o aiutandoli nella ricerca di un lavoro. Tutt’ora la Legge Provinciale sull’Emigrazione 12/2000 prevede degli alloggi riservati ai discendenti di emigrati di origine trentina presso le strutture ITEA, anche se da almeno dieci anni non vengono più riservati dei posti ad attuazione del dettato legislativo. Di fatto la legge che norma a livello provinciale il mondo dell’emigrazione e le sue associazioni è obsoleta e non più in grado di garantire misure efficaci nell’affrontare questo ambito e le sue problematiche che sono sempre in continua evoluzione. Si è poi data assistenza agli emigrati residenti all’estero per la redazione delle denunce dei redditi, per le pratiche pensionistiche connesse all’Inps e per tutti coloro che avevano immobili di proprietà nella terra d’origine. Si è data e si dà assistenza a tutti i discendenti di origine trentina che hanno effettuato la richiesta di cittadinanza italiana da quando è entrata in vigore la legge 379/2000 fino alla sua scadenza 2010. Anche oggi, nonostante il termine per le domande sia rimasto il 2010, si prosegue a dare assistenza per tutte quelle pratiche presentate nei termini ma ancora sospese. Questa attività informale, che nel 2020, in piena pandemia, ha interessato 53 persone, cerca di dare ausilio ai richiedenti per capire le motivazioni e se possibile risolvere le problematiche che, per qualche motivo, hanno bloccato l’iter delle domande nei vari consolati o al Ministero a Roma. Si tratta di interventi di cui l’associazione, attraverso i propri contatti con i vari responsabili dei procedimenti, siano essi in Italia o all’estero, cerca di capire quale sia il problema e cerca di trovare una soluzione volta al raggiungimento dello scopo, l’ottenimento della cittadinanza italiana. L’ambito dei servizi si è sempre più specializzato in favore dell’emigrazione storica, per esempio attraverso ricerche personalizzate sugli alberi genealogici familiari di chi li chiedesse, sia dell’emigrazione odierna, attraverso servizi mirati e di ausilio a chi decidesse di emigrare in un paese dove sono presenti le nostre diramazioni. Stiamo parlando di attività capillari e personalizzate di vicinanza erogate a favore di qualsiasi richiedente che intenda partire dal Trentino verso paesi 135


stranieri, volte a rendere meno traumatico il cambio di Paese, attraverso contatti con gli Enti preposti, ma anche attraverso una prima accoglienza e sistemazione nel luogo di arrivo. Le realtà come le nostre, che trovano nel volontariato la prima fonte di sussistenza, nonostante l’importanza che possano ricoprire per le persone che vengono raggiunte dai nostri servizi, devono assicurare dinamicità e freschezza garantendo, quale caratteristica principale, l’attitudine ad adattarsi alle situazioni contingenti. La mancanza di risorse, le rigidità formali delle strutture pubbliche e l’influenza di una visione politica a volte ingessata sul tema dell’emigrazione, non possono che spingerci, per quanto possibile, ad andare oltre l’ordinarietà. Diventa pertanto essenziale cercare una sorta di autonomia economico finanziaria e gestionale, capace di permettere un’operatività immediata che sappia anche prescindere da una dipendenza eccessiva dal finanziamento pubblico. Purtroppo lavorando in Paesi stranieri i vincoli della nostra burocrazia, rendono ulteriormente difficile la realizzazione dei progetti. Di fatto, il sistema del finanziamento pubblico porta con sé delle regole stringenti, volte ad evitare sprechi, corruzione o mala gestione, norme perfettamente condivisibili in quanto si gestisce denaro pubblico, ma spesso inapplicabili in regimi fiscali ed amministrativi completamente diversi dai nostri. La strategia dei finanziamenti pubblici alle associazioni si sta modificando e verranno privilegiati i finanziamenti a progetto. Questa trasformazione porterà sicuramente delle grosse difficoltà all’attività e organizzazione dell’Associazione trasformandola di fatto in uno strumento di realizzazione di progetti prestabiliti da un Ente esterno, che non sempre è collegato con le Diramazioni dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, e quindi, gli emigrati trentini o di origine trentina. Fortunatamente la tecnologia ci permette di fare cose inimmaginabili solo pochi anni fa. Ci consente infatti di erogare servizi direttamente o attraverso le nostre Diramazioni all’estero che rendono indubbiamente più incisiva e agevole l’attività dell’Associazione. Come insistentemente richiesto in questi ultimi anni dalla Provincia, tenteremo senza snaturare la dimensione relazionale e di supporto alle Diramazioni, di cambiare pelle e modalità di “funzionamento”, In attesa, però, di vedere cosa ci riserverà il futuro, andiamo a ripercorrere i progetti portati a compimento nel passato pi o meno recente.

136


L’Associazione

oggi

PUBBLICAZIONI

A

ttraverso le proprie risorse interne e con l’aiuto dei propri soci l’UFTE pubblica, dal 1998, un proprio giornalino quadrimestrale chiamato Famiglie Trentine, nel quale racconta la vita associativa, gli eventi principali dei soci e delle Diramazioni, divulga le attività culturali poste in essere nei vari Paesi in cui siamo presenti e segna il tempo e le vicissitudini che l’Associazione stessa vive ed ha vissuto nel corso di questi 22 anni. Ma tale attività divulgativa e di ricerca si è sviluppata al di là dell’impegno legato alla redazione del giornalino, nella realizzazione di mostre fotografiche, nel servizio di traduzione di diversi libri o articoli di emigrati di origine trentina, stampati e messi a disposizione dei soci, delle biblioteche, delle scuole e della Provincia Autonoma di Trento, in occasione di alcune manifestazioni.

Lacrime occulte

Sono stati tradotti e pubblicati dallo Spagnolo all’italiano i libri dell’autore Mario Libardi emigrato in Argentina, fondatore e presidente per anni della Famiglia di Funes, scomparso nel 2007. Mario è stato uno dei protagonisti nello sviluppo e formazione di famiglie in Argentina. “Lacrime occulte” è la testimonianza di vita dell’autore e del suo profondo legame di affetto che lo lega al padre ed alla sua famiglia. Vita che non ha concesso sconti dove si alternano momenti di nostalgia, di rabbia della terra natale perduta ma anche momenti di gioia e soddisfazione per un traguardo raggiunto con tanta fatica in una terra nuova. Nei sette racconti ci sono le piccole storie di gente semplice ma dai profondi valori e dalla grande volontà di ricominciare da capo rimboccandosi le maniche a denti stretti e trattenendo le lacrime in quella nuova terra “l’Argentina”, che in circostanze drammatiche ha saputo dare ospitalità, lavoro e prospettive di un futuro migliore. 137


Quella lunga strada senza ritorno

“Quella lunga strada senza ritorno” è il racconto della vita e delle vicende di emigranti che l’autore ha conosciuto personalmente perché residenti nella sua città d’adozione Funes (Santa Fè) e durante i lunghi viaggi compiuti per lavoro fino nel lontano Chaco, dove emerge uno spaccato di vita vissuta con grandi difficoltà, in miseria, con la nostalgia della terra natia ma anche di apprezzamento per la terra che li ha accolti. Il libro è stato volutamente suddiviso in tre parti, dando precedenza nella prima parte del testo originale scritto nella lingua spagnolo-castigliano che è quella di uso più comune in Argentina. La seconda parte è costituita da una serie di fotografie datate e cariche di ricordi che l’autore ha fornito con lunghe didascalie. La terza parte è la traduzione in lingua italiana. L’Associazione ha poi messo a disposizione la competenza linguistica dei propri volontari all’Ufficio Emigrazione della Provincia di Trento, in occasione della festa provinciale dell’emigrazione del 2018 in Valle di Cembra per la mostra «Vitigni migranti. Dinastie e cantine trentine nel mondo». Si è trattato della traduzione di schede descrittive di aziende vitivinicole latinoamericane di origine trentina che attraverso la loro storia attuale, raccontano una storia antica, che parte nel 1875, negli anni della grande emigrazione di massa. In quell’epoca il mondo agricolo e in specifico la coltivazione della vite fu aggredita pesantemente dalla crittogama, un fungo che colpisce tutti gli organi verdi della vite e rende di fatto inutilizzabile la frutta, con le ovvie conseguenze sulla produzione di uva e sul mercato di vino. L’entrata della città di Bento Gonçalves.

138


L’Associazione

I vigneti della Vale dos Vinhedos.

oggi

I poveri contadini rimasti senza risorse e costretti ad abbandonare la loro terra per imbarcarsi su navi che li portavano nel nuovo mondo, nulla sapendo di ciò che li aspettava. Portarono con loro ciò che conoscevano e che sapevano coltivare. Da queste barbatelle sono nate le grandi aziende esistenti famose per la loro produzione eccellente e per la loro coltura/cultura del vino capace di influenzare città e regioni intere come, solo a titolo di esempio, Bento Gonçalves (Brasile) nella cui regione esiste la Vale dos Vinhedos.

Tirolese Trentini oltreoceano

Nel 2019 l’Associazione ha ricevuto in dono da un caro socio ora scomparso, Ferruccio Bolognani, una bozza ed il successivo testo del libro Tirolesi Trentini Oltreoceano. L’Associazione ha lavorato alla correzione della bozza e all’individuazione della copertina ed alla divulgazione dello stesso. Si tratta di una sorta di reportage-diario dell’Autore che può essere sintetizzato utilizzando le sue stesse parole: “Nei 68 mesi del mio peregrinare dal Nord al Sud America fino all’Australia non avevo previsto la presenza di emigranti italiani e tanto meno pensavo di conoscere dei tirolesi trentini. Poi li ho incontrati. Di alcuni conservo il ricordo con la registrazione di interviste ed il racconto della loro vita. Nei miei reportages dall’America latina ho già scritto qualche pagina che fa emergere la storia di chi ha lasciato le proprie valli per dare alla famiglia la speranza di una vita migliore. 139


L’invito a riunire questi ricordi può essere uno stimolo alle nuove generazioni per conoscere come i tirolesi trentini d’oltreoceano conservino i valori e talvolta il dialetto che li ha uniti come figli lontani. Il Trentino non può dimenticarli. Di alcuni, conosciuti in Sud America, cito solo il nome perché si era creato un vincolo di amicizia. Scrivo anche l’incontro con gli “emigranti dello spirito”, quello dei volontari e missionari trentini, dispensatori di carità, di cultura e di speranza in terre lontane, quasi dimenticate da Dio. L’Autore ha voluto intervistare in ogni paese da lui visitato alcuni personaggi, discendenti di emigrati trentini o emigrati di prima generazione, chiedendo loro com’era vivere quella nuova vita, quella nuova sfida, chiedendo di raccontare le loro gioie e le loro sofferenze del “nuovo mondo”. Un viaggio non solo materiale ma anche spirituale nei sentimenti di tante persone che hanno vissuto sulla loro pelle ed in prima persona sofferenze indimenticate e che noi abbiamo il dovere di ricordare a noi stessi e a tutti i nostri Trentini. Alcuni passaggi dell’introduzione a questo libro a firma del Console Onorario del Cile in Trentino Alto Adige, Aldo Albasini Broll fanno emergere un po’ di più lo spirito dell’emigrato, tenace, operoso e spinto a non demordere perchè l’alternativa non è contemplata: “leggere quelle ricostruzioni è stato come riaprire una pagina della mia vita e, nel contempo, ampliare la conoscenza su quella che fu un’eroica emigrazione perché capace, inizialmente, di affrontare condizioni quasi disperate, di superare, con grandi sacrifici, difficoltà date anche da terreni acquitrinosi, ricchi di salsedine: terreni che, poi,dissodati e coltivati avrebbero dato speranza di ricchezza”. Un altro lavoro portato a termine dall’Associazione, grazie all’impegno del proprio Consigliere Bruno Cattoni e in collaborazione con il Comune di Fornace, è stato quello della traduzione dal portoghese (brasiliano) all’italiano del libro “Lacos Transoceanicos: o pacto de Amizade entre Rodeio/SC e Fornace/TN” di Gabriel Dalmolin. Il libro parte da un gemellaggio tra il paese trentino di Fornace e il paese brasiliano di Rodeio, nato alla luce di fortissimi legami storici e familiari che tutt’ora sono presenti tra gli abitanti dei due paesi. L’obiettivo di questo lavoro è, utilizzando le parole dello stesso autore, percepire gli immigrati e i loro discendenti come “attori e patrimonio sociale”, poiché hanno creato diverse strategie e partecipato in vari modi alla vita comunitaria di Rodeio. Negli ultimi mesi del 2021, con l’intenzione di proseguire per gli anni venturi, è 140


L’Associazione

oggi

intenzione dell’Associazione pubblicare in lingua italiana, spagnola e portoghese una serie di articoli derivanti da una collaborazione con il signor Louis Brunelli, autore della rivista El Filò, nei quali racconteremo in piccole puntate scorci, luoghi, tradizioni e culture trentino-tirolesi, viste con l’occhio dell’emigrato. Lo scopo di questo nuovo progetto dell’UFTE e di Louis Brunelli è quello di ampliare la platea di lettori del Filò, finora limitata al Nord America per collegare idealmente in questo grande spazio virtuale tutti gli emigrati trentini e loro discendenti desiderosi di conoscere il territorio trentino e sudtirolese, i personaggi, la storia, i modi di dire e tutti gli elementi di quella terra che i loro avi hanno lasciato in cerca di fortuna. Tale opera può diventare anche una bellissima occasione di promozione territoriale. Ma cerchiamo di conoscere meglio Louis e il suo Filò attraverso le parole di una intervista apparsa recentemente su un quotidiano trentino. Il Filò degli emigrati

Il “Filò” degli emigrati

Di solito, il Louis torna nel Bleggio due volte l’anno. In estate, per scarpinare sulle amate vette del Brenta; nel tardo autunno per prendere contatti con autori e collaboratori e predisporre il sommario del Filò. È una rivista trimestrale che da nove anni raggiunge settemila discendenti di emigrati trentini (“tirolesi, prego”) negli Stati Uniti. Pubblicato in inglese-americano, perché quasi nessuno comprende ormai la lingua italiana, “Il Filò” è l’impegno che Louis Brunelli ha preso con se stesso per mantenere un legame con la terra dei genitori.

141


LE MOSTRE

T

ra le attività svolte sul territorio provinciale nel corso degli anni, al fine

di sensibilizzare l’opinione pubblica al tema dell’emigrazione, troviamo varie mostre fotografiche. Nel settembre 2010 il Palalevico di Levico Terme ha ospitato l’esposizione di opere degli artisti argentini Raota, discendenti di Pedro Luis Raota figlio di emigrati trentini di Barco di Levico. È stato possibile realizzare la mostra dal titolo “Sguardi di Raota” grazie al sostegno del Servizio Attività Culturali della Provincia di Trento, del Comune di Levico e di tante altre realtà locali.

Nel 2013 l’Associazione è stata promotrice di una mostra fotografica allestita presso l’Urban Center di Rovereto, simbolo della città della pace. “Ausencias” che tradotto in italiano significa “mancanze” è l’opera del fotografo italo/argentino Gustavo Germano che documenta il mondo della repressione illegale e la sparizione forzata di persone che furono perpetrate dalla dittatura militare fra gli anni 1976-1983. Anche il Trentino piange una propria vittima di quel triste periodo : una giovane ragazza i cui nonni materni provenivano da San Lorenzo in Banale. In collegamento alla mostra è stata organizzata una serata sui diritti umani con la presenza della Presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo, Estela Carlotto. A fine estate 2013 l’Associazione con il patrocinio della PAT e la collaborazione di Pro Loco e Comune di Vezzano (ora Vallelaghi), ha organizzato, dei 142


L’Associazione

oggi

momenti culturali all’interno dell’annuale evento “Tutti i Colori della Pace - La Fiesta del Mil Colores” che quell’anno è stata dedicata alla musica, alla cucina ed alla cultura del Sud America. Un primo momento culturale si è svolto con l’inaugurazione della mostra fotografica “L’emigrazione trentina nel Mondo”: un percorso guidato che ha portato il visitatore a rivivere le fatiche e le speranze di chi ha cercato un futuro migliore in un periodo in cui in Trentino le speranze erano ben poche. Un secondo momento è stato dedicato al dibattito “Donne trentine ed emigrazione” moderato dall’allora Vicepresidente Lorenzo Baratter con la testimonianza importante di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza di una nuova vita altrove. Entrambe occasioni di incontro/dibattito che hanno permesso ai migranti di raccontare le proprie esperienze, le differenze tra le migrazioni del passato e le migrazioni odierne. Un dibattito tra chi è partito alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore, un 143


La mostra “Gli armadi della memoria”, RSA Levico.

Immagini di alcune mostre realizzate dall’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero.

144


L’Associazione

oggi

dialogo tra chi dopo una vita da migrante ha deciso di tornare nel Paese di origine e chi vive ancora nel Paese in cui è emigrato. A febbraio 2013 con la collaborazione della Biblioteca di Levico, l’Associazione è stata promotrice di una mostra fotografica “Gli Armadi della memoria” allestita presso la Casa di Riposo di Levico. La mostra racconta storie di lavori e di emigrazione narrate attraverso i ricordi degli anziani, ospiti della struttura residenziale.

Revò, serata sull’emigrazione.

Il Coro Maddalene di Revò.

Mostra fotografica a Grigno.

Nel mese di giugno 2014 con la collaborazione della Biblioteca Comunale di Revò, l’UFTE ha organizzato una serata con l’intervento di Renzo Tommasi, esperto in emigrazione. Con l’occasione è stata allestita una mostra fotografica sull’emigrazione trentina ospitata nei saloni della storica Casa Campia. L’inaugurazione della mostra è stata allietata dai canti del Coro Maddalene di Revò. Nel febbraio del 2015 a Grigno con la collaborazione della Biblioteca ed il coordinamento dei soci volontari dell’Associazione è stata allestita la mostra fotografica “L’emigrazione trentina e l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero” presso l’antica Pieve. La mostra è stata arricchita con tantissimi materiali raccolti tra le famiglie del posto così da poter dedicare una sezione anche all’emigrazione specifica dei paesi di Grigno e Tezze. I canti del Coro Genzianella di Roncogno hanno fatto da cornice alla serata d’inaugurazione della mostra.

145


LA “FORZA DI SPEDIZIONE BRASILIANA”: UNA STORIA DA APPROFONDIRE

C

ontinuando nel perseguimento della divulgazione storico-culturale collegata all’emigrazione, l’Associazione si è ritrovata nel 2019 a realizzare una mostra del tutto particolare che ha approfondito un tema quasi sconosciuto ai più. Una mostra sulla FEB, Força Expedicionária Brasileira (in italiano “Forza di Spedizione Brasiliana”) che ci ha portati al di là dell’oceano per le necessarie ricerche. L’attività dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero parte sempre dai rapporti personali. Dallo scambio di idee e di esperienze degli associati trentini o trentini di origine o degli amici dell’Associazione. È attraverso questi rapporti, attraverso queste collaborazioni, che nascono progetti come quello della ricerca e successiva mostra fotografica sulla FEB. Nasce da una battuta della cara amica brasiliana Laura Frainer Scoz, che ci un giorno ci ha raccontato della pensione di guerra del papà che, nonostante fosse brasiliano, ha partecipato alla Seconda Guerra mondiale in Italia con un contingente dell’esercito brasiliano. Da lì lo spunto e l’idea da realizzare, l’attivazione delle nostre diramazioni brasiliane per ottenere le prime informazioni, la successiva elaborazione del progetto concreto con la collaborazione di un ricercatore sul posto e la condivisione dell’attività con l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Museo Storico del Trentino, che ci hanno supportati ed incoraggiati per invertire realizzazione e riuscita della mostra finale. Nell’ambito del viaggio per incontrare le diramazioni di Brasile, Paraguay e Argentina, una delegazione dell’Associazione ha visitato i principali musei brasiliani dedicati alla FEB e parlato con i responsabili degli stessi per raccogliere il materiale necessario per la realizzazione del progetto. Tra i mille bellissimi incontri, la delegazione ha partecipato alla visita al Museu do Comando Militar do Sul di Porto Alegre, e al Museu do Expedicionário di Curitiba dove ha avuto il piacere di conoscere il veterano Cruz Eronides, che vive tutt’ora presso un alloggio del museo, il responsabile della comunicazione del museo - tenente Lino Junior ed il signor Odilon Pilati, figlio di Agostinho Pilati, eroe della FEB di origini trentine (Tassullo in Val di Non). Non potevamo limitarci alla mera ricerca scientifica: abbiamo voluto conoscere le persone che hanno vissuto questo evento storico. Grazie alle nostre diramazioni del Brasile, che ci hanno appoggiato ed aiutato a reperire le informazioni necessarie, siamo riusci-

146


L’Associazione

oggi

ti ad incontrarle e ad ottenere molti spunti poi riportati nella mostra ma anche nella pubblicazione realizzata a corollario della mostra stessa. Il 25 febbraio 2019, abbiamo incontrato João Andreata, Presidente della Famiglia Trentina di Florianópolis, che si è attivato per farci avere preziosi contatti ed informazioni presso il distretto militare della città. Grazie a Harry Dallabrida e Norma da Rui, Presidente e Segretaria della Famiglia Trentina di Benedito Novo, il 27 febbraio 2019 abbiamo potuto far visita a Walter Paganelli, eroe FEB di origine italiana. È stato emozionante incontrarlo nella sua casa, dove ha riservato uno spazio espositivo dedicato a ricordi di guerra e a souvenir e oggetti italiani. Tanti gli aneddoti che ha raccontato con vivacità, come lui fosse ancora un valoroso giovanotto: il suo sguardo accarezzava con orgoglio la divisa della FEB in bella mostra al centro della sala. Non potrebbe essere altrimenti visto che ha attraversato con lui decenni ed è stata compagna fedele sui campi di battaglia. Moglie e nuora lo guardavano con affetto e lo ascoltavano con l’attenzione di chi pensa potrà trovare nelle sue parole nuovi particolari inediti. Il 28 febbraio 2019 abbiamo incontrato la signora Amélia Macoppi Vicenzi, vedova di Lino Vicenzi, nato a Rio dos Cedros, nipote di emigrati trentini, arruolato nelle fila della FEB durante la Seconda Guerra mondiale. Amelia ci ha accolto con spirito fraterno assieme ai nipoti e ai figli. Ci ha mostrato la sua bella casa, fiera d’aver conservato l’angolo che il marito aveva riservato alle memorie degli eventi di cui è stato testimone in Italia durante la guerra. Caso vuole che Walter Paganelli e Lino Vicenzi si sono imbarcati per l’Italia lo stesso giorno. Durante il lavoro di ricerca siamo riusciti ad intrecciare così nuove E belle amicizie e collaborazioni sia in Brasile che in Italia. A Curitiba abbiamo conosciuto il Tenente (ora Capitano) Lino Junior, responsabile della comunicazione del Museu do Expedicionário di Curitiba con il quale abbiamo condiviso la ricerca ed i file dei pannelli della mostra da noi realizzata e riprodotta in questo opuscolo. Il Capitano Lino Junior, con il supporto della quinta divisione dell’esercito Brasiliano ha replicato e implementato la nostra realizzazione in una mostra fotografica esposta all’aeroporto internazionale di Curitiba Afonso Pena in occasione 147


del 75° anniversario della spedizione. Sempre a Curitiba che ci ha consegnato molto materiale storico appartenente al padre per procedere alla ricostruzione storica necessaria a realizzare la ricerca. In Italia è nata una bella amicizia con la comunità di Iola di Montese dove ci sono due musei con percorsi espositivi dedicati alla FEB. Andrea Gandolfi, vice direttore del Museo “Memorie d’Italia”, ed Erminio Bernardi consigliere comunale con delega alle attività culturali ci hanno accompagnato e concorso a valorizzare la mostra che l’UFTE ha inaugurato a Storo nel luglio 2019 all’apertura della Festa provinciale dell’Emigrazione. Ecco, quindi, che la condivisione della conoscenza e la valorizzazione dei rapporti umani ci ha aiutato a divulgare nel mondo un lavoro fatto da una piccola associazione trentina. Coltivare amicizie basate sul comune sentire della storia, dei valori e delle radici e, in piccolo, sulla trentinità dei protagonisti, ci ha permesso di dare lustro e diffusione ad un pezzo di storia internazionale sconosciuta ai più. Fondamentali per la riuscita del progetto sono stati l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Museo Storico del Trentino che, attraverso il loro supporto ed incoraggiamento, ci hanno permesso di realizzare la mostra. Il Capitano Lino Junior è venuto a Storo in rappresentanza dell’esercito Brasiliano all’inaugurazione della mostra; il signor Odilon Pilati con il figlio Araken hanno voluto essere presenti all’apertura di un evento che parlava del padre e nonno, oltre che cogliere l’occasione di visitare le terre degli antenati venendo appositamente dal Brasile; il signor Andrea Gandolfi, vice direttore del Museo di Iola di Montese, ed il signor Erminio Bernardi hanno voluto essere presenti anch’essi all’apertura dell’evento. La mostra, riportata anche in un apposito opuscolo, è stata esposta, oltre che a Storo, presso il comune di Fornace, presso la sala della Fondazione Caritro a Trento e presso la sala della Biblioteca del Comune di Cavedine e successivamente presso la sala consiliare del Comune stesso. Il Covid-19 ci ha costretti a fermare le attività espositive per l’anno 2020 ma abbiamo ricominciato esponendo nel mese di giugno 2021 presso il Comune di Sfruz, grazie alla collaborazione con la Pro Loco locale e, durante l’estate dello stesso anno, presso il forte di Civezzano. La mostra rappresenta il risultato di un lungo lavoro ed è uno strumento attuale per raccontare il mondo dell’emigrazione e l’importanza del suo ricordo, si pensi che oltre alle esposizioni in programma anche in questi giorni è operativa una collaborazione con il Capitano Lino junior che effettua trasmissioni divulgative sul territorio brasiliano alle quali interviene anche il nostro presidente per raccontare l’impegno e le attività fatte in Trentino per il ricordo degli eventi storici dell’emigrazione.

148


L’Associazione

Alcune immagini dell’esposizione presso la Fondazione Caritro (Trento).

oggi

Diario di di Hilario Scoz.

Da sinistra: il Tenente Lino Junior dell’esercito brasiliano e il signor Odilon Pilati, venuti appositamente dal Brasile per l’inaugurazione della mostra a Storo.

Alcune immagini dell’esposizione presso il municipio di Storo.

149


COLLABORAZIONI

L

’associazione, come si sarà capito, non è la protagonista unica delle

sue attività, molto spesso o quasi sempre le sue azioni sono il frutto di collaborazioni e interazioni con Enti, persone, associazioni, cori, pro-loco o altre entità con cui di volta in volta progetta e realizza eventi culturali, mostre, pubblicazioni, proposte culinarie sempre all’insegna della multiculturalità e della tradizione trentina. Fin dal 1998 abbiamo collaborato con uno degli emblemi delle terre di montagna, i Cori: Lago Rosso di Tuenno, Genzianella di Roncogno, La Valle di Sover, Maddalene di Revò ed infine Carè Alto di Porte di Rendena. Attraverso questi sodalizi sono stati organizzati concerti di beneficenza, trasferte all’estero volte a visitare comunità trentine e portare loro una fetta di quella terra che loro o i loro avi hanno dovuto abbandonare. Attraverso il loro contributo si sono toccati Paesi che nel corso degli anni sono stati teatro di emigrazione trentina come la Svizzera, l’Argentina ed il Brasile. Con le mostre, invece, si sono attivate collaborazioni con i comuni di Fornace, Trento, Cavedine, Sfruz, Civezzano, Altopiano della Vigolana e molti altri con i quali si sta dialogando. Negli ultimi anni, più precisamente nel 2020 e 2021, si è pensato che non fosse più sufficiente l’interazione con sodalizi organizzati nel modo classico, di persona, ma che ci fosse bisogno di un qualche cosa di più mirato al fine di valorizzare una cultura integrata del Trentino e della terra d’immigrazione. Da questo nasce il progetto “CIAO TRENTINO” CIAO è un acronimo che sta per: Cultura Identità Autonomia Opportunità e l’Associazione si è prefissata il compito di affiancare le nostre Diramazioni all’estero nella crescita e nella promozione della cultura trentina a favore della divulgazione e della conoscenza del territorio. Si tratta di un progetto di “formazione attraverso la narrazione”, in conferenza on-line, che vede protagonisti i Comuni Trentini e le comunità d’oltreoceano in un racconto delle peculiarità geografico economiche e della storia dei diversi territori coinvolti in Trentino, alla ricerca delle radici comuni. Nel caso specifico, attraverso la presentazione online dei Comuni trentini e stranieri, ma anche con realtà economiche direttamente connesse con la cultura e tradizione di discendenza trentina. 150


L’Associazione

oggi

151


Le linee guida che hanno definito gli incontri on-line sono riassunti nelle seguenti quattro macro- aree: - AREA CULTURALE- approfondimento e racconto del patrimonio culturale, inteso come opere d’arte e monumenti pregiati, i musei e le mostre presenti sul territorio, i percorsi culturali, la loro identità e le loro tradizioni, la gastronomia ed il patrimonio archeologico. - AREA TOPOGRAFICA: toponimia (nome del territorio), catasto, idrografia, topografia del territorio in generale (torrenti, laghi, montagne, dighe), flora e fauna presenti nel territorio. -AREA STORICO-DEMOGRAFICA: consistenza demografica, composizione, suddivisione territoriale (frazioni), sviluppo e caratteri generali (migrazione, personaggi). - AREA AMMINISTRATIVO – ISTITUZIONALE: sistema di governo territoriale del comune, composizione, stemma, autorità amministrative e istituzionali ed i progetti di sviluppo. Partendo da questo contesto si è rivelata assolutamente ricca l’analisi degli interventi dei Comuni trentini e stranieri e delle realtà economiche che sono intervenuti ed hanno partecipato agli incontri che si sono susseguiti nel corso del 2020 e 2021. Hanno partecipato a questi incontri telematici il Comune di Vallarsa, il Comune di Terragnolo, il Comune di Bento Gonçalves (Brasile), il Comune di Caldonazzo, la Circoscrizione di Sardagna (Comune di Trento), il Comune di Tione di Trento, la “Tamanini uvas e vinhos”, la Famiglia Trentina de Timbò-Rio dos Cedros (Brasile), il Comune di Vera Cruz (Messico). È intenzione dell’Associazione di proseguire nel progetto con altri, nuovi protagonisti. Nell’ambito del progetto si sono realizzati anche incontri istituzionali, informativi e sociali come la “Charla informativa”: Referéndum Constitucional 2020” e “Le comunità trentine all’estero ai tempi del coronavirus”, come side-event della settimana dell’accoglienza. Oltre agli incontri che potremmo definire istituzionali sono stati organizzati attraverso la piattaforma informatica eventi di più ampio respiro come eventi musicali con la relativa messa in onda “Vivo la Musica” i cui protagonisti sono stati i nostri artisti d’origine trentina presenti in Argentina, Brasile, Colombia, Messico e Paraguay, e attività culturali connesse alla musica come la “Storia della Fisarmonica”. Nel corso del 2020 l’Associazione ha svolto un seminario online di cucina trentina a cui hanno partecipato, oltre ai nostri associati, i membri dei Circoli Trentini, membri del Com.It.Es, membri di associazioni italiane nel mondo, 152


L’Associazione

oggi

membri del CGIE (Comitato Generale degli Italiani all’Estero), oltre a collaborazioni con “la Società Italiana di Resistencia” (Argentina), FEHGRA (Federación Empresaria Hotelera Gastronómica de la República Argentina), filiale del Chaco (Argentina) e la Famiglia Trentina di Resistencia. Il risultato di questo progetto pilota, molto seguito e che si tenterà di replicare anche in futuro, è stato sintetizzato su un libretto digitale pubblicato sul sito dell’Associazione. Lo svolgimento delle attività culturali organizzate dall’UFTE, attraverso le piattaforme informatiche, ha permesso un’ampia partecipazione della comunità trentina e italiana all’estero (Argentina, Australia, Brasile, Colombia, Dominicana, Ecuador, Francia, Guatemala, Messico e Paraguay). Questa pluralità e ricchezza di attori ha consentito di rafforzare i legami di fratellanza e di consolidare la rete relazionale dell’UFTE con Enti sparsi per il mondo che condividono i nostri principi di azione e di promozione della cultura trentina.

153


I giovani e l’emigrazione

di Simone Marchiori

A

differenza di quanto si potrebbe pensare, l’emigrazione trentina verso Stati esteri non è un fenomeno concluso da relegare nel passato. Certo, fortunatamente ad oggi la nostra non è più una terra di miseria da cui fuggire in cerca di fortuna e di una vita migliore; tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, si è assistito ad un fenomeno che rappresenta una nuova frontiera per la nostra Associazione: quello dell’emigrazione giovanile. Il fenomeno si può dividere in due: possiamo trovare, infatti, giovani che si spostano per motivi di studio o di esperienze formativo\ lavorative tornando dopo un periodo che va da qualche mese a qualche anno nella propria terra natale, oppure si trovano giovani che si recano all’estero con l’intento di costruire lì la propria vita, attratti da guadagni più alti, maggiori prospettive di carriera o da stili di vita totalmente diversi dai nostri. Non è il caso di dilungarsi, in questa sede, sull’impatto che possono avere sulla società e sull’economia trentina i giovani che decidono di spostarsi definitivamente. Quello che interessa sono le prospettive che questo fenomeno può aprire a chi, come l’UFTE, opera nel campo dell’emigrazione.

La rete che negli anni siamo riusciti a costruire, infatti, si è concentrata finora a dare risposte agli emigrati, o loro discendenti, che volevano mantenere contatti e legami, soprattutto culturali, con la terra natia. Nei confronti dei giovani ci si è spesi soprattutto per le esperienze legate agli interscambi giovanili, progetto della Provincia che trova un grande entusiasmo all’estero fra coloro che, magari per la prima volta, possono trascorrere un periodo in Trentino, ma che ha trovato qualche difficoltà in più fra i giovani trentini che dovevano scambiarsi con i loro omologhi esteri. Progetti di questo tipo, pur restando importantissimi, appartengono alla sfera culturale. Ma una realtà come quella delle Famiglie Trentine all’Estero può avere l’ambizione di fare molto di più, di fornire un servizio a quanti si trovano nelle condizioni di emigrare. Si parlava poco sopra dei tanti giovani che si recano all’estero temporaneamente o definitivamente. Giovani spesso laureati o comunque con una formazione scolastica importante, che hanno i mezzi culturali per ambientarsi nel Paese di arrivo, ma che potrebbero incrociare la rete di contatti dell’Associazione da un lato per ricevere consigli e supporto durante la loro permanenza (banalmente per trovare casa, attività da svolgere, impiego lavorativo, ma anche amicizia, vicinanza e sostegno). Dall’altro per ravvivare i vecchi legami di chi è emigrato molto tempo fa, oppure per creare 154


L’Associazione

oggi

nuove diramazioni in grado di portare il Trentino all’estero e viceversa. L’associazione, insomma, può essere l’ente che, gratuitamente, mette in contatto, per usare termini economici, domanda e offerta. Essere l’interlocutore privilegiato per quanti vedono nell’estero un nuovo orizzonte di vita. È vero, i tempi sono cambiati, non devono più passare mesi perché la posta porti le missive da una parte all’altra del globo: Internet ha semplificato tutti gli aspetti della nostra vita mettendoci in grado di reperire molte informazioni stando comodamente a casa. Ma molto spesso il web da delle informazioni generali, che non è detto si adattino perfettamente al posto o alle esigenze di ciascuno. Ecco perché diventa importante il contatto diretto, la conoscenza del luogo, le persone sul campo. Dal 2009 al 2019 sono poco meno di 900.000 i cittadini italiani che si sono trasferiti all’estero (dati ISTAT), senza contare gli studenti Erasmus e coloro che vanno a lavorare all’estero solo per un periodo: il Trentino non è immune da questo fenomeno e registra valori in linea con la media nazionale. Per un’Associazione come la nostra un impegno di questo tipo può essere gravoso ma sicuramente stimolante e necessario. Riuscire a far sì che il trasferimento di laureati non sia una fuga di cervelli ma restino dei contatti con la terra natia, significa garantire al nostro stesso territorio l’apporto fondamentale di persone serie, preparate, che conoscono anche altre culture e società e che possono arricchire il tessuto socio-economico della nostra piccola terra tra i monti. Per l’UFTE questa nuova e stimolante sfida può rappresentare una svolta, da abbinare anche a quei giovani discendenti di trentini che in Trentino vogliono tornare, arricchendo ulteriormente una società che deve essere fiera delle proprie origini, ma anche aperta e competitiva con il resto del mondo. Come diceva un ragazzo nato in Brasile da discendenti trentini: la Festa della Polenta o l’uso del dialetto sono tratti fondamentali da preservare, ma da soli non bastano né per chi dal Trentino se ne va (non gli servono per farsi capire o per trovare un lavoro, ecc.), né per chi è nato lontano dal Trentino (possono servirgli per mantenere un legame, ma non per vivere la propria vita in una società totalmente diversa). Quello che serve è un’associazione orgogliosa delle proprie origini, ma con una struttura in grado di affrontare le sfide del futuro. Un’associazione che accanto alla storia, riesca a diventare un punto di riferimento per i giovani curiosi, desiderosi di esplorare, la cui casa non è solo il Trentino, ma è il mondo intero. Un’associazione che, nonostante l’età, sappia essere oggi più che mai giovane. 155


Prospettive future

Q

di Mauro Verones

uesto scritto vuole celebrare la storia di un gruppo di persone coraggiose che, in cinquant’anni di volontariato hanno messo al centro il cuore e la voglia di aiutare chi, meno fortunato, aveva bisogno di aiuto economico, pratico e culturale in paesi che non erano quelli della loro origine. Sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si legge: le associazioni di promozione sociale sono organizzazioni del terzo settore liberamente costituite per svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi, senza fine di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati, che concorrono al raggiungimento di finalità sociali, civili, culturali e di ricerca etica e spirituale promuovendo la partecipazione, la solidarietà e il pluralismo. Dietro questa definizione c’è un mondo infinito di variabili il cui unico vero punto in comune, qualsiasi sia il settore di cui si occupa l’associazione, è l’innata propensione dell’uomo ad essere incline alla condivisione e alle relazioni di solidarietà. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero è nata innanzitutto per attuare un mutuo soccorso pratico, sviluppandosi poi anche in attività culturale e spirituale, e con il passare del tempo, grazie all’evoluzione economica e sociale, ha esteso l’operatività anche alla divulgazione e sviluppo della memoria storica e della cultura trentina fuori dal territorio nazionale; in una parola nel ricordo delle radici. Questa conformazione ha permesso all’Associazione di fare testimonianza sul territorio provinciale, entrando nelle scuole o in altri contesti sociali, per descrivere il mondo dell’emigrazione, sensibilizzando le nuove generazioni ad una visione diversa e più vicina a noi. L’esperienza ci ha insegnato che raccontare ai ragazzi che un loro potenziale bis nonno è dovuto andare via da casa per cercare un lavoro ed una vita migliore in un Paese straniero ha sempre un tratto di personalizzazione, che ha il pregio di appassionare gli studenti al tema delle radici. L’Associazione, oltre a continuare con l’opera di sensibilizzazione sul territorio provinciale sul tema dell’emigrazione, ricordando a tutti che nessuno è esente dai moti migratori, dovrà diventare partner organizzativo degli spostamenti, elemento di una rete di informazioni e connessioni personali tra le comunità di partenza e le comunità di arrivo in modo da accompagnare i nuovi migranti nel 156


L’Associazione

oggi

loro percorso di vita lontano dalla loro terra di origine. Per ultimo, ma non perché è l’ultimo dei temi ma bensì il primo per importanza, L’UFTE, con i propri volontari e collaboratori, non smetterà nemmeno un giorno di studiare, finanziare e realizzare quello che avete avuto modo di leggere in questo libro. Continuerà ad aiutare i discendenti dei trentini residenti all’estero, a realizzare mostre e ricerche sul tema dell’emigrazione, a coltivare quelle radici di fraternità che ci contraddistinguono in tutto il mondo, quando arriviamo in un paese straniero dove sono presenti le nostre Famiglie. Vi sarà un maggior impegno per trasformare l’essere associazione in essere elemento del fare, attraverso azioni che prevedano il coinvolgimento della più ampia rete di soggetti di ambito culturale, sociale ed economico, con il proposito di valorizzare tutte le risorse dei territori mettendole a fattor comune, liberando così le energie disponibili, sia a livello locale che internazionale. Questa visione sostanzialmente di partnership deve volgere alla sostenibilità economica finalizzata a rendere l’Associazione capace di autofinanziare i propri progetti, permettendole quindi una gestione autonoma dell’ideazione e gestione dei propri progetti, avendo sempre un occhio di riguardo nei confronti dei giovani, quali rappresentanti di una realtà silenziosa di una migrazione che coinvolge centinaia di milioni di abitanti del mondo.

157


Alaska

Francia Svizzera

Bosnia ed Erzegovina

Serbia

Messico

LE FAMIGLIE TRENTINE NEL MONDO Corea del Sud Colombia

Ecuador

Brasile

Giappone

Bolivia

Paraguay

Argentina

Australia

158


Le Famiglie Trentine all’Estero

L L S

o sviluppo delle diramazioni

di Mauro Verones

e Famiglie e le Delegazioni

di Paola Zalla

chede illustrative di Patricia Lanzziano Broz

FAMIGLIE

- Argentina - Bosnia ed Erzegovina - Brasile - Colombia - Francia - Messico - Paraguay - Serbia - Svizzera

R

DELEGAZIONI - Alaska - Australia - Bolivia - Corea del Sud - Ecuador - Giappone

iattiviamo i contatti di Massimo Carli

159


Lo sviluppo delle diramazioni

di Mauro Verones

Nel 2017 si insedia un nuovo Consiglio direttivo che ha il difficile compito di riavviare comunicazione e collaborazione con le Famiglie all’estero, che era entrata un po’ in crisi nel corso degli anni, perdendo i contatti con alcune di esse. Altre, invece, mancando di stimoli esterni, avevano smesso di essere attive. Considerando delle Famiglie l’elemento cardine e fondante per garantire l’esistenza stessa della sede madre, il Consiglio direttivo ha deLa vicepresidente Patricia Lanzziano Broz. ciso, fin dal primo momento, di concentrarsi sulla rivitalizzazione dei rapporti o di sviluppo delle diramazioni. Era necessario cambiare modo di operare cercando al proprio interno una risorsa da sommare ed affiancare alle collaboratrici dell’Unione. Il Consiglio direttivo, in un’apposita seduta, ha individuato nella vicepresidente, Patricia Lanzziano Broz, la persona giusta per questo compito. Diventata socia attiva nel 2016, colombiana di nascita ma italiana per discendenza in quanto la sua famiglia di origine è della Vallarsa (per via materna) e romana (per via paterna) e Patricia conosce in prima persona le realtà in cui opera l’UFTE. Docente con una consolidata formazione umanistica ed etica, ampia esperienza pedagogica con enti educativi di Bogotà, con una ricerca permanente dei livelli d’eccellenza, parla lo spagnolo, l’italiano, l’inglese e conosce il portoghese. E grazie al suo lavoro precedente alla sua venuta in Trentino ha contatti con moltissimi dei Paesi nei quali l’Unione ha le proprie diramazioni o dove potrebbe svilupparle. Ha l’atteggiamento ed il modo di approcciare le problematiche necessari per condurre in modo positivo un progetto così ambizioso e difficile. Il progetto inizia anche con l’aiuto di alcuni fondi stanziati e donati all’associazione da parte del socio Ferruccio Bolognani e in poco più di 4 anni siamo passati da 23 Famiglie attive a 34 a cui poi vanno sommate, grazie al nuovo statuto, 5 Delegazioni. In questi anni, realizzando e sviluppando il progetto che il Consiglio direttivo le aveva assegnato, Patricia si è dimostrata una instancabile volontaria, oltre che vicepresidente, apprezzata dal Consiglio direttivo, dalle collaboratrici, e dalle diramazioni e da tutti i soci. Una persona chiave per l’Unione non solo per per i risultati raggiunti, ma anche per l’aspetto umano che ha saputo dare al all’Associazione con il proprio operato. 160


Le famiglie

di Paola Zalla

Le Famiglie o diramazioni sono organismi associativi che raggruppano i soci domiciliati all’estero e rappresentano il cuore dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero: attualmente sono trentaquattro cui devono essere aggiunte due Dele-gazioni, forma organizzativa introdotta nel 2019. Ogni Famiglia è composta dal almeno 30 soci appartenenti a nuclei familiari distinti e in possesso dei requisiti previsti dalla Legge 12 del 3 novembre 2000 che definisce la figura dell’emigrato trentino. Gli emigrati trentini all’estero sono ormai arrivati alle quarte e quinte generazioni, rappresentate da persone consapevoli dell’ambiente in cui risiedono, pur manifestando un forte desiderio di mantenere saldo il loro legame con il territorio di origine. In questo contesto si sono evolute le sollecitazioni di supporto avanzate alla terra che ha visto partire gli avi: i discendenti dei nostri emigrati non chiedono misure assistenzialistiche, ma un sostegno alla formazione delle nuove generazioni e al mantenimento e riconoscimento del rapporto con il Trentino. Il contesto di condivisione degli aspetti culturali tradizionali della Trentinità, si sposa con l’esigenza, sempre più percepita, di creare una rete di relazioni internazionali, che risultino anche nell’implementazione di relazioni economiche. I rapporti collaterali che derivano dalla condivisione culturale, rappresentano un importante volano di sviluppo, che può portare benefici reciproci sia per le realtà territoriali di origine, sia per quelle di arrivo. Le diramazioni sono fondate sul principio che si conta di più e si è più forti, quando si sta insieme. Questo è lo spirito dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero che, non a caso, anche nel nome ha la parola UNIONE e FAMIGLIA. Le distanze contano meno quando ci si parla e la definizione di scelte è effettuata nell’ottica di individuare gli strumenti migliori per affrontare le sfide che i nuovi scenari internazionali pongono. La domanda è “come possiamo essere più vicini ai nostri emigrati trentini? Come possiamo guardare insieme al futuro?”. Le risposte arrivano giorno per giorno e sono rappresentate dall’intraprendenza di molti oriundi capaci di creare opportunità, collegamenti solidi fra il nostro Trentino e i Paesi del mondo dove vivono i trentini.

161


FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Alta Gracia

Alta Gracia

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Silvina Bosetti Incaricato: Federico Parisi Fondata: 18 febbraio 2018

Attività ed Eventi Sfilata annuale della Festa della Collettività Italiana Centro storico Alta Gracia Adessocinema: serie di film italiani (acquistati dal Consolato Generale d’Italia)

Cinema Monumentale Alta Gracia Organizzazione della visita dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero a Cordoba Corso di lingua italiana in presenza Corso di lingua italiana online Corso di Cucina Italiana

162


Argentina

SILVINA BOSETTI

Incontro di alcune Famiglie Trentine dell’Argentina con la delegazione di Trento e con il Console Generale d’Italia a Cordoba Tiberio Schmidlin.

Un esempio di emigrazione e ritorno generazionale, una giovane donna che, grazie alla curiosità di conoscere la storia dei propri bisnonni, delle loro origini e del dolore di dover lasciare la loro terra, ha cominciato ad interessarsi di tutto ciò che riguardava l’Italia ed il Trentino. Questo suo interesse l’ha portata a conoscere l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero e nel 2018, con un gruppo di discendenti trentini della città di Alta Gracia, decide di riunirsi per far rivivere la cultura e le tradizioni della nostra terra, facendo nascere la Famiglia Trentina di Alta Gracia. Silvina è stata eletta presidente della Famiglia e, nel suo primo discorso per i soci, ha affermato: “la fondazione della Famiglia Trentina deve essere considerata un punto di partenza per la ricerca delle nostre radici e per l’apprendimento della lingua dei nostri avi”. Il Figlio Lucas ha partecipato agli interscambi giovanili, organizzati dalla Provincia Autonoma di Trento, realizzando un sogno personale e di famiglia, che lo ha portato a vivere definitivamente in Trentino e questo evento ha indotto Silvina a fare una scelta di vita raggiungendolo. “Oggi sono in questa amata terra, mi sento accolta e felice di appartenere a questa Famiglia. Oggi posso capire lo sradicamento provato da migliaia di italiani quando hanno lasciato la loro casa, ma sento anche la felicità di essere stata accolta in una seconda patria”.

Partecipazione alla Festa delle collettività di Alta Gracia.

163


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Arroyito

Arroyito

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Rosa Bosetti Segretario: Jorge Zanghellini Fondata: 17 agosto 2003

Attività ed Eventi Festa della Collettività Italiana Festa della Repubblica Italiana Attività di solidarietà e donazioni attrezzature medicali Corso di lingua italiana online Riunione annuale per l’anniversario della creazione dell’Associazione Ritrovo dei soci a fine anno per scambi auguri natalizi ed incontri conviviali Attività culturali promosse dalla municipalità di Arroyito La Famiglia Trentina ha lavorato per consolidare il gruppo trentino, promuovendo incontri e riunioni per far conoscere agli associati le opportunità offerte della legge provinciale per l’emigrazione. Il sodalizio partecipa alla vita associativa delle consorelle della Provincia di Cordoba.

164


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Avellaneda Reconquista

Avellaneda Reconquista Stato: Argentina Provincia: Santa Fè Presidente: Maribel Moschen Fondata: 2003

Attività ed Eventi Con i 91 nuclei familiari di comprovata origine trentina, la Famiglia di Avellaneda rappresentava in assoluto il sodalizio più numeroso e consistente.

Commemorazione dell’emigrazione italiana.

Fin dalla costituzione, il direttivo ha puntato molto sulle iniziative culturali volte alla salvaguardia delle radici e dell’identità trentina, con organizzazione di corsi di italiano gratuiti aperti a tutti i soci. Numerose iniziative sono state promosse in collaborazione con le locali comunità di Friulani, che insieme ai trentini furono i fondatori della città. Il direttivo del sodalizio è particolarmente attento alle esigenze dei trentini meno fortunati ed è molto attivo nel settore della solidarietà. In questo momento storico la Famiglia ha subito un forte rallentamento delle proprie attività in questi ultimi anni.

165


FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Colonia Tirolesa

Colonia Tirolesa

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Maurizio Orecchia Fondata: ottobre 1994

Attività ed Eventi Scuola di calcio Partecipazione alle Feste delle Collettività Italiane Festa dell’Immigrante Dispone di una grande sede in proprietà, con bar, salone per banchetti, feste e manifestazioni, grande cucina, uffici, campo da calcio e di bocce. La sede rappresenta un punto di riferimento per tutta la comunità di Colonia Tirolesa, per la quasi totalità costituita da discendenti di emigrati trentini partiti da Calliano.

Gli scolari di Colonia Tirolesa

Salone polifunzionale

166

La Famiglia promuove attività tutto l’anno, tornei di calcetto e bocce, feste e anniversari, manifestazioni culturali. Anche grazie alla preziosa collaborazione di Angelo Cantonati, negli anni è stato possibile portare brillantemente a termine diverse iniziative di cooperazione internazionale, tra le quali merita citare l’ampliamento della mensa scolastica della scuola Pablo Rueda che prepara e distribuisce 270 pasti giornalieri. L’intervento, co-finanziato dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige, ha determinato un netto miglioramento delle condizioni igienico sanitarie della mensa e delle condizioni di lavoro delle cuoche, la riduzione dei tempi di attesa per il pasto degli scolari (essendo il pasto servito con più turni). Negli ultimi anni le attività si sono ridotte, se non nella partecipazione alle attività culturali della municipalità ed all’organizzazione della tradizionale cena per la raccolta fondi.


Argentina

ANGELO CANTONATI

Un emigrato famoso per la sua generosità, simpatia e disponibilità verso gli altri. Angelo Cantonati è nato a Cordoba (Argentina) il 12 dicembre 1929 da genitori partiti da Roncegno subito dopo la prima guerra mondiale. Il più giovane di cinque fratelli, iniziò giovanissimo a lavorare avviando un’attività nel settore delle carni diventando proprietario di un rinomato macello a Colonia Triolesa, piccolo centrro alla periferia di Cordoba, dove abitano quasi esclusivamente discendenti di emigrati trentini. Nonostante l’agiatezza economica, Angelo non ha dimenticato i valori che la madre gli ha trasmesso ed è così che egli ha fatto della solidarietà, dell’amicizia e della fratellanza una filosofia di vita. Nel 1960 ha iniziato ufficialmente la sua attività a favore degli emigrati, fondando il Circolo Trentino, poi Famiglia Trentina, assumendone la presidenza per molti anni.

All’inizio degli anni ’60 donò alla comunità di Colonia Tirolesa due costruzioni di oltre mille metri quadrati destinandole a centro sportivo, ricreativo e sociale per le cooperative scolastiche cattoliche, ispirate alla tradizione e cultura trentina. Da allora ha sempre collaborato attivamente con quattro scuole elementari e medie e con la scuola tecnico-professionale, acquistando personalmente materiale didattico, manuali ed attrezzatura per migliorare la preparazione degli studenti. Per tutti gli emigrati Angelo ha rappresentato un punto di riferimento per qualsiasi esigenza: richieste di pensioni, ricerche di parenti in Trentino ed in Argentina, assistenza economica e morale. Angelo ha sempre collaborato con le Associazioni di emigrati nell’organizzazione di attività, incontri e feste volte a mantenere e difendere l’identità trentina tra i discendenti di emigrati. Per queste ragioni, quando l’età glielo permetteva, tornava spesso in Trentino dove per oltre dieci anni ha partecipato alla Festa provinciale dell’Emigrazione in rappresentanza dell’Argentina, portando con orgoglio la bandiera nazionale argentina ed il vestito da gaucho, mentre in Argentina sfilava alle manifestazioni popolari con il tricolore e lo stemma del Trentino. È stato anche fondatore delle Famiglia di Cordoba e promotore di tanti altri sodalizi nella sua regione.

Angelo Cantonati con Marcela Valler restituisce nel 2003 la visita a Tuenno nella sede del Coro Lago Rosso a seguito dell’applauditissima serie di concerti tenuti in Sudamerica.

167


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Cordoba

Cordoba

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Roberto Dondio Fondata: ottobre 1994

Attività ed Eventi Partecipa alla vita associativa della vicina Famiglia Trentina di Colonia Tirolesa e promuove corsi di italiano per la diffusione della nostra cultura Realizzazione di un censimento della comunità trentina presente nel territorio Partecipazione al corso online di lingua italiana Riorganizzazione e partecipazione alle attività culturali durante l’anno Raccoglie 36 nuclei familiari di comprovata origine trentina della città di Cordoba.

168 168


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Cruz del Eje

Cruz del Eje

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Rosario Peterlini Fondata: 2020

Attività ed Eventi Censimento della comunità trentina della zona Corsi online di lingua italiana

169


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Eldorado Misiones

Eldorado Misiones

Stato: Argentina Provincia: Misiones Presidente: Alberto Quirino Asson Fondata: gennaio 2008

Attività ed Eventi Partecipazione a corso di lingua online “Progetto Acqua” per una educazione inclusiva a Eldorado Il Presidente della Famiglia Trentina di Eldorado, Alberto Quirino Asson, oriundo trentino e insegnante della Scuola agrotecnica di Eldorado, dopo aver valutato la situazione e rilevato le criticità ha proposto ai dirigenti della scuola e a Margarita Bussolon, Presidente della Famiglia Trentina di Resistencia, un progetto la cui realizzazione avrebbe risolto il problema dell’approvvigionamento idrico. Il progetto complessivo partito nel 2015 era quello di realizzare due pozzi artesiani e collegare gli stessi con la rete idrica delle strutture dell’Istituto e con cisterne per lo stoccaggio. Attualmente con grandi sacrifici si è riusciti a realizzare un pozzo e gran parte della rete idrica, ma per concludere il progetto manca la realizzazione del secondo pozzo. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, grazie anche all’aiuto di generosi soci, sta cercando di raccogliere le somme necessarie per portare a termine questo importante progetto.

170


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Funes

Funes

Stato: Argentina Provincia: Rosario Presidente: Miguel Angel Libardi Fondata: 1994

Attività ed Eventi Raccoglie soci della cittadina e dell’immediata periferia, quasi tutti discendenti di emigrati levicensi Realizzazione di un censimento della comunità trentina presente nel territorio Incontro dei Presidenti delle Famiglie di Argentina e Brasile.

MARIO LIBARDI - ANIMA DI FUNES Nel 2007 scompare Mario Libardi, uno dei protagonisti nella formazione e sviluppo di Famiglie in Argentina. Assieme a Guido Pomarolli, ha contribuito a costituire negli anni ’90 quattro Famiglie nella regione del Chaco e lui stesso è stato per anni presidente della Famiglia di Funes. Mario, oltre ad aver scritto due libri sul tema dell’emigrazione, “Lacrimas occultas”e “Quella lunga strada senza ritorno” pubblicati dall’Unione, è sempre stato un attivo ed entusiasta fautore del volontariato e della cultura trentina.

Collabora da anni con il Centro del Discapacitado di Funes con il quale sono state promosse diverse iniziative e collaborazioni che hanno reso possibile l’acquisto di attrezzature ortopediche ed il pagamento di una psicologa per l’assistenza dei disabili sia presso il Centro, sia a domicilio

Pur essendo nato in Argentina, come capita spesso ai figli di emigrati, si sentiva più trentino dei trentini e come diceva lui stesso in occasione di una visita in Trentino, qualche anno fa: “Tutte le volte che arrivo in Valsugana, la terra dei miei genitori, non riesco a trattenere le lacrime. Sono sensazioni difficili da spiegare, dolorose e belle nello stesso tempo”. Mario ha collaborato per anni con l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero ed ha realizzato progetti importanti con l’aiuto dei componenti della Famiglia di Funes e della casa madre di Trento in favore delle persone meno fortunate della sua citta. Il più rappresentativo è stato l’acquisto di attrezzature ortopedico-sanitarie. Persone di questa tempra e volontà, sono rare e, senza clamori, spesso lasciano il segno nelle comunità in cui vivono. 171


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Las Varillas

Las Varillas

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Alicia Mora di Tosolini Fondata: 20 febbraio 2007

Attività ed Eventi Talking sull’immigrazione Italiana nella scuola (Giorno Immigrante Italiano) Partecipazione in attività organizzate dalla Municipalità e dalla Società Italiana Interpretazione musicale Festa dei nonni (luglio) Calendario 2021 (ricette tipiche del Trentino e Cordoba) Attività nell’Ospedale Payamedicos La Famiglia Trentina di Las Varillas è sempre partecipe agli eventi organizzati dalla Municipalità di Las Varillas e dalla Società Italiana con il proprio stendardo della Famiglia Trentina. Fra le attività annuali che organizza c’è la Festa Payamedicos con i bambini. Un’altra attività degna di nota che si svolge nella prima settimana di giugno in occasione del giorno dell’immigrante italiano è l’organizzazione con le scuole locali di una serie di incontri dove giovani di origine trentina portano la loro testimonianza e la loro esperienza vissuta in Trentino in occasione degli interscambi giovanili. La Famiglia Trentina ogni anno prepara artigianalmente un calendario che viene distribuito fra la comunità trentina del luogo ed inviato a tutte le diramazioni. In ottobre in occasione della Festa delle collettività partecipa anche il gruppo della fisarmonica appartenente alla Famiglia Trentina.

172


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Luque e Calchin

Luque e Calchin

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Rosa Teresa Bosetti Fondata: 3 marzo 2000

Attività ed Eventi Lavoro attivo con i Comites Proiezione di film nella settimana del cinema italiano Partecipazione nella Festa delle Collettività Le attività di consulenza e di diffusione della cultura trentina e italiana si fanno congiuntamente con la Municipalità, il Comites e il Consolato. Quest’anno il lavoro è stato fatto da casa via online. Attualmente stiamo lavorando nella diffusione della cucina italiana. Molto consistente dal punto di vista numerico, il sodalizio è molto ben inserito nel tessuto sociale della città e gode di ottimi contatti con la pubblica amministrazione. Queste condizioni hanno reso possibile l’attuazione di un progetto co-finanziato dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige nel settore della produzione di ortaggi ed erbe officinali ed aromatiche. Nel progetto si è inserita una scuola speciale per portatori di handicap della città di Luque: gli studenti hanno modo di dedicarsi alla produzione, raccolta, trasformazione e vendita delle erbe.

173


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Machagai

Machagai

Stato: Argentina Provincia: Chaco Presidente: Elido Avancini Fondata: febbraio 1998

Attività ed Eventi Partecipazione in attività culturali Festa della Collettività Costituita nel febbraio 1998 da discendenti emigrati partiti da Levico che lavorano nel settore agricolo.

Famiglia Trentina di FAMIGLIA TRENTINA

Quitilipi

Stato: Argentina Provincia: Chaco Presidente: Alberto Gadotti Fondata: febbraio 1998

Quitilipi

Attività ed Eventi Promuove iniziative congiuntamente alla vicina Famiglia Trentina di Machagai

174


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Posadas

Posadas

Stato: Argentina Provincia: Misiones Presidente: Carla Roa Fondata: 2003

Attività ed Eventi Partecipazione ad attività culturali Festa dei Bambini, raccolta e distribuzione di giochi per i bambini dell’ospedale Corso di lingua italiana online Si è attivata subito e si è fatta conoscere ed apprezzare dai connazionali friulani e presso la Sociedad Italiana. Particolarmente impegnata nella divulgazione delle nostre tradizioni e della lingua, partecipa attivamente all’organizzazione della Festa delle Collettività. Alla Famiglia Trentina di Posadas è stato affidato il compito di organizzare la prima riunione del Presidenti delle Famiglie Trentine di Argentina e Brasile, obiettivo che il Direttivo ha saputo centrare con grande abilità e con la massima attenzione per gli aspetti organizzativi ed economici.

175


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Puerto Tirol

Puerto Tirol

Stato: Argentina Provincia: Chaco Presidente: Gustavo Borchichi Fondata: 2000

Attività ed Eventi Festival della Danza Italo-Argentina

176


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Rafaela

Rafaela

Stato: Argentina Provincia: Santa Fè Presidente: Maria Elena Panizza Presidente precedente: Alberto Baldessari Fondata: 23 agosto 1994

Attività ed Eventi Coro San Vigilio Concorso Fotografico e letterario: “Farfalla”: promozione, invio delle foto, giuria, premiazione Festa delle Collettività Cake Testing ed esposizione delle attività della nostra associazione con opuscoli Cena per anniversario 26 anni, acquisto di regali ai soci fondatori Concerto virtuale CiaoTrentino

Nata nel 1994, da un gruppo di trentini aderenti alla Sociedad Italiana, desiderosi di valorizzare l’identità trentina. Da allora la Famiglia Trentina ha promosso una serie infinita e qualificata di iniziative. Si citano la partecipazione alle Feste delle Collettività, mostre di libri e di materiale sul Trentino (fino a quel momento quasi sconosciuto nella Comunità di Rafaela prevalentemente di immigrazione piemontese), cinque giovani del sodalizio hanno partecipato con notevole profitto ai Soggiorni ed ai Congressi Mondiali della Gioventú organizzati dalla Provincia Autonoma di Trento, commemorazioni di date particolari presso il cimitero cittadino, organizzazione e gestione di corsi di italiano per adulti con lezioni serali, cenoni, anniversari con balletti e cori di bambini, partecipazione alle attività associative promosse dalle Famiglie Trentine 177


FAMIGLIA TRENTINA

Rafaela

di Cordoba, Colonia Tirolesa, Luque, Posadas, organizzazione della tourneè del Coro Trentino “Lago Rosso”, collaborazione con Scuole per adulti ed istituti per disabili, collaborazione con l’Ospedale della Carità attraverso il necessario per bambini di nuclei familiari indigenti, Carovana delle Fisarmoniche, concorsi letterario e fotografico e consegna del “Premio Farfalla”, promozione della tournee in Trentino del gruppo “Argentango” per la diffusione delle melodie argentine, partecipazione alla manifestazione “Città in Giardino” di Trento con fotografíe di autori rafaelini, organizzazione mostre ed esposizioni di opere realizzate da discendenti di emigrati trentini, collaborazione organizzazione trasferta del “Coro Genzianella” di Roncogno, celebrazioni 10º Anniversario di fondazione della Famiglia Trentina, formazione del Coro di voci maschili “San Vigilio”, edizione di undici numeri della rivista “Trentina” più numeri speciali, capillare e

178

permanente diffusione della trentinità e la solidarietà tra i giovani e gli alunni della Scuola, come dell’Università della Terza Età e di Istituti vari dove si insegna l’italiano, permanente contatto con le altre organizzazioni di emigrati piemontesi, veneti, toscani, marchigiani e lombardi presenti in Rafaela, costante contatto con il Municipio locale in particolare con la Segreteria di Cultura ed Educazione, collaborazione nella gestione di un programma radiofonico “Ciao Italia” della Società Italiana locale Coro Maschile San Vigilio di Rafaela L’Associazione Civile Famiglia Trentina di Rafaela è molto orgogliosa quando si parla del Coro San Vigilio: un insieme di voci che, con i canti, delizia la nostra Comunità da più di 15 anni. Nonostante le circostanze che sta vivendo il mondo, non hanno mai cessato di comunicare tra loro, sia virtualmente che, da poco, in presenza con le prove regolari.


Argentina

MARCELA VALLER

Marcela Valler, nasce a Tucural nella Provincia di Santa Fé in Argentina nel 1968, stimata avvocato nella città di Rafaela, dove vive. Il nonno di Marcela Leone Valler era arrivato da Trento, precisamente da Vigo Meano, quando aveva 5 anni, insieme a fratello, sorella e genitori Gisella Bortolotti e Clemente Valler. Fin da piccola Marcela è stuzzicata dalla curiosità di sapere e conoscere le proprie origini essendo anche l’unica famiglia di origine trentina che viveva a Tucural. Nel 1996 si sposa e si trasferisce a Rafaela sempre nella provincia di Santa Fé e viene a conoscenza dell’esistenza della Famiglia Trentina di Rafaela. Si mette in contatto con l’allora Presidente Alberto Baldessari chiedendo di poter aderire e le vengono aperte immediatamente le porte. Inizia così un’intensa relazione anche con la sede madre di Trento attraverso la quale viene

a conoscenza delle innumerevoli attività svolte anche dall’Ufficio Emigrazione della Provincia di Trento e proprio leggendo la rivista “Trentino Emigrazione”, nel gennaio del 2003, con immensa sorpresa legge che la quinta elementare della Scuola Italo Calvino di Vigo Meano chiedeva storie di emigranti per partecipare ad un concorso organizzato dall’Unicef e dalla Polizia di Stato. Detto fatto, invia la storia di suo nonno che poi risulterà anche vincitrice al concorso. Inizia un bellissimo rapporto di amicizia con la scuola ed i loro insegnanti Silvana Vettori e Sergio Oliver e Marta Battistel e le vengono inviate foto della casa del nonno che aveva lasciato per sempre nel 1910. Sempre nel 2003, Marcela viene scelta per partecipare al 2° Congresso Mondiale della Gioventù organizzato dall’Ufficio Emigrazione della Provincia di Trento e finalmente corona il suo sogno di venire a conoscere la terra dei suo avi: “il Trentino”. Rimane stupefatta per le meravigliose persone che conosce, per i paesaggi incredibili, partecipa attivamente per quel periodo di permanenza a Trento alle attività dell’UFTE, incontra i suoi nuovi “amici” della scuola elementare e soprattutto riesce ad entrare nella casa dove era nato suo nonno Leone grazie alla cordialità dei nuovi proprietari che le hanno permesso di conoscere, attraverso quei muri, quella parte di storia che le mancava per ritrovare le proprie radici. Attualmente Marcela continua a collaborare come membro del direttivo della Famiglia Trentina di Rafaela, unica associazione che si occupa di emigrazione trentina nella città e riconosciuta in tutta la comunità e la regione per la sua costante attività di diffusione della cultura e delle tradizioni trentine anche attraverso il Coro Maschile San Vigilio e la Carovana delle Fisarmoniche, al Festival delle culture organizzate dalla municipalità di Rafaela, alle lezioni nelle scuole ed agli scambi giovanili con i giovani di Trento.

179


FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Resistencia

Resistencia

Stato: Argentina Provincia: Chaco Presidente: Margarita Bussolon Fondata: 15 ottobre 2002

Attività ed Eventi Festa della città Pasqua Trentina Festa del Lavoro Festa della Repubblica Italiana Immigrante Italiano in Argentina Incontro trentini anziani Settimana della Cultura Trentina nel Mondo Anniversario della Famiglia Trentina di Resistencia Partecipazione in attività culturali Festa dei Bambini, raccolta e distribuzione di giochi per i bambini dell’ospedale Corso di lingua italiana online La Famiglia Trentina di Resistencia ha ideato il primo Seminario virtuale internazionale di Cucina Trentina con la partecipazione dell’Asociaciòn Italiana de Resistencia-Chalet Perrando e dell’Asociación de Hoteles, Restaurantes, Bares, Confiterías y afines de la Provincia del Chaco in collaborazione con l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero APS Trento e con l’Osteria Ca Dei Giosi di Covelo (Tn). Inoltre è sempre presente nelle attività culturali promosse dalla città di Resistencia. Ogni anno si dedica all’organizzazione dell’anniversario di fondazione della Famiglia. Nel corso del 2021 partiranno anche i corsi di lingua italiana online per bambini di origine trentina e nel progetto scuola verranno organizzati dei gemellaggi.

180


Argentina

MARGARITA ISABEL BUSSOLON

Margarita Bussolon con il Console di Rosario Martin Brook.

Margarita Isabel Bussolon è la Presidente della Famiglia Trentina di Resistencia nel Chaco argentino. È discendente di prima generazione di Mario Bussolon nato a Piano di Vallarsa ed emigrato in Argentina negli anni 50. Attualmente è la Direttrice generale dell’Istituto bilingue Amici. È pensionata come insegnante nella provincia del Chaco. Inoltre, si occupa del coordinamento di progetti culturali strutturati su tutto il territorio chaqueño con enti locali ed italiani come CGIE, Com.it.es e Consolati del territorio argentino.

Nella sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti: • Cavaliere al merito 2017. • Riconoscimento del suo costante impegno a favore della cultura italiana e della sua capacità organizzativa “Unione delle Famiglie Trentine all’Estero” Trento 2009. • Riconoscimento della Camera dei deputati della provincia del Chaco, in onore degli immigrati italiani e dei loro discendenti, con delibera 1082-2009. • “Omaggio alle donne italiane”. Distinzione: “Eccellente donna della collettività”, 17.03.2007 Santa Fé • Riconoscimento della sua direzione scolastica presso la comunità italiana nel XIV Incontro Nazionale dei Professionisti della Lingua e dell’udito e 2nd International Educational Meeting of Language and Hearing Professionals 2005. Margarita si dedica con particolare successo all’insegnamento della lingua e cultura italiana, in collaborazione con la Scuola Amici di cui è anche Direttrice. Ha organizzato anche corsi sulla storia del Trentino e sulle ragioni che giustificano lo Statuto speciale di cui la nostra provincia gode. L’insegnamento della lingua e cultura italiana viene proposto anche in altre scuole della zona. La Famiglia Trentina è molto attenta anche allo stato di necessità in cui purtroppo vivono ancora numerosi trentini nel Chaco. Margarita è una vera e propria forza della natura!

181


Argentina

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Romang

Romang

Stato: Argentina Provincia: Santa Fè Presidente: Ana Irene Farezin, Fondata: 14 dicembre 2004

Attività ed Eventi Partecipazione ad attività culturali Partecipazione a Convention in Paraguay ed Argentina Attiva partecipazione a corso di lingua online Costituita nel 2005, ha il gruppo direttivo costituito da giovani, con molti impegni sia scolastici che lavorativi. Il sodalizio sta lavorando, con incontri periodici, per consolidare il direttivo e stabilire gli ambiti di interesse e attività sociale. Partecipa regolarmente alle attività in collaborazione con la sede madre nella realizzazione di progetti come CIAO Trentino.

182


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Tupungato Mendoza

Tupungato Mendoza

Stato: Argentina Provincia: Mendoza Presidente: Alberto Baldo Fondata: 2019

Attività ed Eventi Partecipazione ad attività culturali con il progetto “CIAO Trentino” Preparazione della crostata e lo strudel con Martina Rigon Attività di censimento della comunità trentina a Tupungato con la partecipazione dei giovani

183


FAMIGLIA TRENTINA

Argentina

Famiglia Trentina di

Villa Allende

Villa Allende

Stato: Argentina Provincia: Cordoba Presidente: Carlos Bonvecchio Fondata: 24 maggio 2005

Attività ed Eventi Festa delle Collettività Festa della Repubblica Italiana Progetto Scuole e Prevenzione Corsi di lingua italiana Sorta nel 2003, la Famiglia Trentina di Villa Allende ha già raggiunto importanti traguardi: grazie ad un direttivo intraprendente e ben inserito a livello locale, promuove corsi di italiano, organizza feste per gli associati in occasione delle feste più importanti, partecipa alla vita associativa delle Famiglie Trentine della Provincia di Cordoba, propone corsi di artigianato. I trentini di Villa Allende hanno dimostrato fin da subito di avere nel loro DNA la solidarietà verso coloro che sono in difficoltà: la prima iniziativa realizzata dalla Famiglia Trentina appena costituita è consistita nella raccolta di generi di prima necessità che sono stati portati e consegnati ad una parrocchia della Provincia di Santa Fe, colpita da una disastrosa alluvione. Ed in questa direzione è continuato l’impegno del direttivo del sodalizio che sta cercando di rendersi utile in tutti i modi a favore degli ammalati e meno abbienti. A sostenere il lodevole sforzo è intervenuta anche la Regione Autonoma Trentino Alto Adige con un contributo per l’acquisto di attrezzature medico sanitarie per l’Ospedale di Villa Allende.

184


LE ALTRE FAMIGLIE DELL’ARGENTINA Le seguenti Famiglie si erano formate con un numero di componeneti inferiore a quelli richiesti dalla legge vigente e nel corso degli ultimi anni hanno sospeso la loro attività, oppure hanno deciso di aggregarsi con altre Famiglie confinanti per ottimizzare le risorse ed essere più incisive nel raggiungimento dei loro obiettivi.

Fondata nel 1997

Argentina

Famiglia Trentina di J. J. Castelli (Juan Josè Castelli) Provincia: Chaco Presidente: Amelia Libardi

Fondata nel 1998

Argentina

Famiglia Trentina di La Puerta Provincia: Catamarca Presidente: Orlandi Edelmiro Argentina

Fondata nel1997

Famiglia Trentina di Las Breñas Provincia: Chaco Presidente: Delfino Palaoro Argentina

Fondata nel1998

Famiglia Trentina di Cuyana Provincia: Mendoza Presidente Carlo Minati

185


Bosnia ed Erzegovina

Bosnia ed Erzegovina

Stivor

Famiglia Trentina di Stivor Ultimo presidente: Stefano Moretti Fondata: 2001

Contava ben 54 nuclei familiari di comprovata origine trentina, abitanti a Stivor, Prnjavor e periferia. Il sodalizio era lo specchio del paese: i soci erano soprattutto donne e anziani. Mancavano gli uomini, costretti ad emigrare in Europa per trovare lavoro, costretti a fare i pendolari ogni fine settimana per poter stare almeno un giorno vicino ai loro cari. L’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, consapevole che l’appoggio offerto dalla sede madre non poteva limitarsi all’assistenza culturale, ha accolto la richiesta degli emigrati trentini e del Sindaco di Prnjavor volta ad ottenere la costruzione di un edificio polifunzionale. È stata costruita la stazione dei Vigili del Fuoco volontari (sul modello trentino), una biblioteca ed una piccola cooperativa agricola. Merita ricordare l’entusiasmo che il progetto aveva suscitato nei Corpi dei Vigili del Fuoco Volontari del Trentino: il Corpo di Calliano ha donato abbigliamento, calzature, caschi ed attrezzatura varia, i Vigili di Roncegno hanno donato un fuoristrada ed attrezzature per estinzione incendi, il Corpo di Tassullo e Vervò si sono recati a Stivor dove hanno tenuto dei corsi di addestramento rivolti ai volontari, con lezioni teoriche e pratiche. Purtroppo questo sodalizio non è più attivo.

Vigili del Fuoco Volontari trentini a Stivor per formare e addestrare i futuri colleghi.

186


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile Famiglia Trentina di

Benedito Novo Doutor Pedrinho

Benedito Novo e Doutor Pedrinho Stato: Santa Catarina Città: Benedito Novo e Doutor Pedrinho Presidente: Harry Dallabrida Vicepresidente: Norma Maria Da Rui Fondata: 29 novembre 2009

Attività ed Eventi Partecipazione ad attività culturali. Partecipazione alle attività del Consolato Gite culturali con le Famiglie Trentine Cittadinanza italiana: il nuovo procedimento, rapporti con Consolato Generale d’Italia di Curitiba Omaggio dell’esercito al Corpo di spedizione della Valle di Itajaí, Brasile Partecipazione alla Liturgia in italiano, Santa Messa Un’esperienza di Pasqua sicura e contemplativa a Pomerode/SC Un importante avvenimento, organizzato dalla Famiglia Trentina di Benedito Novo e Doutor Pedrinho, è stato l’omaggio alla Forza di Spedizione Brasiliana che ha combattuto nella 2° Guerra Mondiale. L’iniziativa, presentata dal presidente della Famiglia Harry Dallabrida, è stato organizzata in collaborazione con il 23° battaglione di fanteria dell’esercito della città di Blumenau. Ha partecipato anche l’associazione dei veterani. La vicepresidente della Famiglia, nonchè rappresentante consolare Norma Maria Da Rui, ha presenziato all’avvenimento accompagnando il console Generale dott. Salvatore Di Venezia, il Consolato della Germania e il Consolato dell’Austria.

187


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile

Famiglia Trentina di

Farroupilha

Farroupilha

Stato: Rio Grande Do Sul Città: Caxias do Sul Presidente: Luis Eduardo Slomp Fondata: dicembre 2003

Attività ed Eventi Partecipazione ad attività culturali Grupo de danças folcloricas della Famiglia Trentina di Forqueta Caxias do Sul Festival Folklore Trentino Associazione molto dinamica ed attiva ha già proposto e realizzato numerose iniziative nel settore culturale: corsi di italiano, organizzazione delle celebrazioni per il 130° anniversario di immigrazione trentina in Brasile, collaborazione nella pianificazione e gestione della Festa del Vino, importante manifestazione della durata di una settimana durante al quale vengono coinvolti tutti i soggetti economici, sociali e culturali della zona. Alcuni esponenti della Famiglia hanno visitato il Trentino per conoscere la cooperazione trentina. La Famiglia Trentina ha organizzato anche un viaggio sociale in Italia, al quale hanno partecipato 11 soci, che ha toccato le città d’arte del nostro Paese ed in particolare la nostra Regione. Da anni sono attivissimi con un loro gruppo folk che si esibisce in concerti e balli con i costumi tipici trentini.

188


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile

Famiglia Trentina di

Florianòpolis

Florianòpolis

Stato: Santa Catarina Città: Florianòpolis Presidente: João Andreata de Souza Fondata: 1998

Attività ed Eventi Incontri di cori nella regione Festa di anniversario Famiglia Trentina di Florianòpolis La più vecchia Famiglia Trentina del Brasile, certamente rappresenta una delle diramazioni sudamericane più attive, creative e numerose con ben 51 nuclei familiari di comprovata origine trentina. L’attività della Famiglia si svolge a 360 gradi e riguarda l’ambito culturale (corsi di lingua e cultura italiana, corsi di storia), la salvaguardia della tradizione (corsi di gastronomia e cucina trentina, alcuni soci parlano il dialetto trentino), l’attivazione di un centro ricreativo (cineforum con film italiani in lingua originale a tema con introduzione iniziale e dibattito finale), viaggi sociali (spesso finalizzati alla partecipazione ad iniziative promosse dalle consorelle Famiglie Trentine di Santa Catarina), cooperazione (la Famiglia Trentina ha fondato il Centro di Formazione Cooperativa Don Lorenzo Guetti, con sede nei locali della Famiglia stessa. Il Centro promuoveva stabilmente corsi di formazione cooperativa). Dall’attività della Famiglia Trentina di Florianopolis sono decollate numerose interessanti iniziative: merita ricordare il caseificio sociale di Timbò al quale consegnano il latte numerosi allevatori di origine trentina. La Famiglia Trentina ha organizzato visite in Brasile anche di numerose delegazione trentine. Il sodalizio in questo momento storico ha evidenziato un rallentamento delle attività e la chiusura della sede anche a causa della perdita di tanti giovani che si sono allontanati.

189


Brasile

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Joinville

Joinville

Stato: Santa Catarina Città: Joinville Presidente: Nilton Uber Fondata: 26 ottobre 1998

Attività ed Eventi Partecipazione alle feste della Collettività Trentina in Brasile Si dedica con grande successo alle attività culturali, ha costituito un gruppo folkloristico che allieta le feste popolari della zona e gode ormai di buona fama. Numerose sono le riunioni che vengono organizzate per i soci trentini e per i simpatizzanti, in varie occasioni (festa della mamma e del papà, Natale). Alcuni soci della Famiglia di Joinville, così come quella di Florianopolis, hanno numerosi contatti con la terra d’origine. L’Associazione trentina è molto ben inserita con le istituzioni locali, con l’Università Statale, con le Associazioni di categoria. Molti degli associati sono infatti liberi professionisti, imprenditori ed artigiani, molto interessati a promuovere scambi con il Trentino.

l Gruppo Folk della Famiglia Trentina 190


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile

Famiglia Trentina di

Mirim Doce

Mirim Doce

Stato: Santa Catarina Città: Mirim Doce Presidente: Rovier Roni Lorenzeti Fondata: fine 2005

Attività ed Eventi Partecipazione in attività culturali Elaborazione artigianato durante la Festa della Pasqua

191


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile

Famiglia Trentina di

Pouso Redondo

Pouso Redondo

Stato: Santa Catarina Città: Pouso Redondo Presidente: Ivan Bini Fondata: fine 2005

Attività ed Eventi Partecipazione ad attività culturali Incontro dei Presidenti delle Famiglie Trentine di Rio do Sul e di Taiò Partecipazione al Coro Citavi

192


Brasile

FAMIGLIA FAMIGLIA TRENTINA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Rio do Sul

Rio do Sul

Stato: Santa Catarina Città: Rio do Sul Presidente: Elias Noriler Presidente prec.: Edite Da Silva Klug Fondata: 2005

Attività ed Eventi Festival dei cori e gruppi musicali di Santa Catarina Organizzazione di contatti, interscambi e stages con il Trentino Incontri con istituti scolastici Nata nel 2005 dalla volontà di alcuni dirigenti e soci del sodalizio che si erano inizialmente associati alla vicina Famiglia Trentina di Florianopolis e solo dopo aver conosciuto l’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero hanno deciso di costituire la Famiglia Trentina di Rio do Sul. L’esperienza maturata alla direzione del locale Circolo Trentino da parte di alcuni dirigenti ha permesso all’Associazione di promuovere progetti decisamente interessanti e innovativi secondo diverse linee d’azione: la prima, la salvaguardia della cultura trentina attraverso la realizzazione di un Festival dei cori e dei gruppi musicali dello Stato di Santa Catarina; la seconda, il contatto e gli interscambi con la terra d’origine attraverso stages personalizzati da realizzarsi in Trentino. Assieme a tutte le attività culturali che normalmente la Famiglia promuove troviamo l’organizzazione di alcuni incontri con la delegazione della Famiglia di Trento nel febbraio del 2019, con vari istituti di Rio do Sul, tra cui la Escola Modelo Ela Kurt, alla quale attraverso la collaborazione con il Coro Carè Alto di Porte di Rendena, sono stati consegnati centinaia di libri di didattica per la lingua italiana nel mese di novembre dello stesso anno.

193


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile

Famiglia Trentina di

Santo Antão Bento Gonçalves

Santo Antão - Bento Gonçalves Stato: Rio Grande Do Sul Città: Santo Antão, Bento Gonçalves Presidente: Ineri Delci Copat Fondata: 2004

Attività ed Eventi Coro della Famiglia Campagna del Maglione Settimana Italiana in collaborazione con il Comune Partecipazione alla manifestazione “Raisez di Santo Antão” Partecipazione al 130° di fondazione del Comune di Bento Gonçalves Programma Ciao Trentino Spettacolo musicale - teatrale in collaborazione con il Circolo Trentino Voluta fortemente da discendenti di emigrati valsuganotti, la Famiglia Trentina è stata costituita nel 2004 e si è posta come primo obiettivo il recupero della lingua italiana. La Famiglia Trentina, molto attiva in tantissime attività, è munita di una sede dove organizzare le attività del coro, ma anche iniziative sociali e culturali, anche in collaborazione con il Comune di Bento Gonçalves e il locale Circolo Trentino. La Famiglia organizza molte riunioni con i giovani di origine trentina.

194 194


Brasile

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Taiò

Taiò

Stato: Santa Catarina Città: Taiò Presidente: Fiorelo Zanella Fondata: 2006

Attività ed Eventi Albero Genealogico (circa 200 famiglie italiane) Scrittura e stampa libro (1000 copie) Partecipazione Coro Rimembranza di Taio’ Incontri di cori nella regione Divulgazione del CD “Popolo Italo-Brasiliano” Divulgazione DVD “140 anni dell’emigrazione italiana in Brasile” Organizzazione del “Museo della Colonizzazione Italiana” nell’antica Comunità Di Ribeirao Da Vargem Divulgazione della cultura trentina e partecipazione a corso di lingua online

195


FAMIGLIA TRENTINA

Brasile

Famiglia Trentina di

Timbò e Rio dos Cedros

Timbò e Rio dos Cedros Stato: Santa Catarina Città: Rio dos Cedros Presidente: Nilo Tamanini Fondata: 8 febbraio 2004

Attività ed Eventi Ricerca delle ricette che hanno portato i nostri antenati Sostegno economico ai soci in difficoltà Divulgare e confrontarsi sul modo di preparare una ricetta particolare, lasciata in eredità da ogni famiglia Presentazione Ciao Trentino “Vino artigianale Tamanini” Partecipazione a corso di lingua italiana online I trentini di Rio dos Cedros e Timbò lavorano in stretta collaborazione con la Famiglia Trentina di Florianopolis e con il Centro di Formazione cooperativa “Don Guetti”. La Coopercedros rappresenta un progetto pilota per il settore cooperativo secondo il modello trentino in Brasile e l’attenzione di politici ed imprenditori (agricoli ma non solo) è concentrata su questa iniziativa. La Famiglia Trentina ha organizzato eventi come la grande Festa delle Famiglie Trentine do Medio Vale alla quale hanno partecipato non solo i trentini della città e dei dintorni ma anche molti rappresentanti delle comunità trentine sparse nello Stato di Santa Catarina. La festa si propone di salvaguardare la cultura ed i costumi degli immigrati trentini. Con analoghe finalità gli associati hanno fondato, nel 2004, un gruppo musicale tradizionale di canti italiani e trentini. Il Sodalizio trentino vanta un numero elevato di soci giovani che guardano con interesse alla realtà trentina, ma sono ben inseriti nel tessuto sociale ed economico della loro città. 196


LE ALTRE FAMIGLIE DEL BRASILE Le seguenti Famiglie o si erano formate con un numero di componenti inferiore a quello richiesto dalla legge o nel corso degli anni hanno sospeso la loro attività, oppure hanno abbandonato l’Unione o hanno deciso di aggregarsi con altre Famiglie confinanti per ottimizzare le risorse ed essere più incisive nel raggiungimento dei loro obiettivi.

Brasile

fondata nel 2002

Famiglia Trentina di Adolorata Bento Gonçalves Stato: Rio Grande Do Sul Ultimo presidente: Nei Antonio Tomasi Nata per volere di numerosi discendenti di emigrati trentini partiti da Pergine, Cognola, Civezzano, la Famiglia Trentina raccoglieva 40 nuclei familiari, la maggior parte dediti all’agricoltura, comparto vitivinicolo, coltura tramandata da padre in figlio. Proprio nel settore enologico sono stati realizzati nel corso degli anni numerosi interscambi e visite di enologi brasiliani alle cantine e vivai trentini con acquisto da parte dei produttori brasiliani di materiale vivaistico certificato dai vivai trentini. Due enologi hanno avuto accesso ai laboratori dell’Istituto Agrario di San Michele, con il quale è ancora in atto un interessante scambio scientifico. L’Unione ha realizzato in collaborazione con la consociata Famiglia Trentina di Bento Gonçalves un progetto co-finanziato dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige costruendo un poliambulatorio. Recentemente la Famiglia è confluita in quella di Santo Antao.

Joppi, Lunelli, Tarolli, Tomasi ed Andreata davanti al Poliambulatorio.

197


Brasile

Brasile

Fondata nel 2006

Famiglia Trentina di Tapejara Stato:Rio Grande Do Sul Presidente: Miriam Manica Fontana Nata nel 2006, la diramazione promuoveva incontri periodici tra associati e scriveva sul giornale locale per informare la collettività trentina sull’esistenza di un sodalizio di trentini e sull’attività promossa a tutela delle tradizioni trentine. Nonostante l’impegno del direttivo al momento non sono state più organizzate attività.

Brasile

Fondata nel 2002

Famiglia Trentina di Rodeio Stato: Santa Catarina Ultimo Presidente: Claudio Pompermaier Presidente precedente: Cleide Furlani Pompermaier Famiglia Trentina fondata nel 2002, contava su un direttivo molto giovane che dimostrava particolare interesse per le attività culturali specialmente indirizzate alla salvaguardia della lingua italiana. Purtroppo nel corso del tempo il sodalizio ha smesso di organizzare attività.

Brasile

Fondata nel 2003

Famiglia Trentina di Sananduva Stato: Rio Grande Do Sul Ultimo presidente: Clemens Perondi La Famiglia si dedicava alla salvaguardia della cultura trentina ed italiana, con particolare attenzione alla lingua ed alla musica.

198


FAMIGLIA TRENTINA

Colombia

Famiglia Trentina della

Colombia - Bogotà

Colombia

Stato: Colombia Città: Bogotà Presidente: Martha Lanzziano Broz

Fondata: 19 luglio 2017

Attività ed Eventi Partecipazione al Festival di Musica Sacra in Colombia Progetto speciale: divulgazione della presenza e influenza della cultura Italiana nello sviluppo della società colombiana Informazioni sulla piattaforma Farnesina: A.I.R.E. passaporti, diritti e doveri dei cittadini italiani, traduzioni, certificazioni Corsi di lingua italiana Ricostruzione storica famiglie italiane nel territorio colombiano Review 3 anni -18 anni Storytelling progetto pilota Atelier online con le donne trentine; usi, costumi e tradizioni del Trentino CiaoTrentino Corso di sicurezza informatica

199


Francia

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina della

Francia - Saint Etienne

Francia

Stato: Francia Città: Saint Etienne Presidente: Yvette Pozzera

Fondata: 9 luglio 2019

Attività ed Eventi Ricostruzione storica famiglie italiane nel territorio della Loira e Saint Etienne Censimento

200


Messico

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina del

Messico

Messico

Stato: Messico Città: Zentla Presidente: Rigoberto Cordova Arroyo Fondata: 23 aprile 2018

Attività ed Eventi Messa di ringraziamento nella Chiesa di Zocapa del Rosario e momento conviviale nel bocciodromo Armando Nica Marini Nel 2020 il Museo ha compiuto 16 anni di attività. L’obiettivo è stato quello di diffondere la storia della Colonia Manuel González, che racchiude anche la storia della migrazione italiana nel Comune di Zentla. La Famiglia Trentina ha ottenuto uno spazio dentro il Museo dedicato all’esposizione dei costumi tipici della comunità trentina Elaborazione e consegna di una targa in onore degli immigranti trentini a Zentla Workshop bambini 8-12 anni “Cultura e storia della migrazione italiana Museo Jose Benigno Zilli” In ottobre si è celebrata la festa dell’Immigrazione Italiana in Messico. Le attività si sono svolte nel Porto di Veracruz, dove varie persone discendenti da italiani hanno realizzato un omaggio floreale al mare, in ricordo degli emigrati italiani che non sono riusciti ad arrivare nella nostra terra per naufragi o altre cause. È stato realizzato un atto solenne nel Comune di Veracruz e la consegna dei riconoscimenti ai partecipati. L’evento è stato organizzato dall’Associazione dei discendenti di italiani in Messico e dal Comune di Zentla. 201


CTP FAMIGLIA TRENTINA

CTP Famiglia Trentina

Paraguay

Paraguay

Stato: Paraguay Città: Asuncion, Fernando de La Mora,

Encarnacion

Presidente: Mario Bort Vicepresidente: Elisabetta Deavi

Attività ed Eventi Partecipazione annuale alla Festa Italiana il 02 giugno con stand che promuovono il Trentino Incontri periodici con le associazioni che rappresentano le regioni italiane Interscambi d’arte con l’Associazione culturale “La Cerchia” di Trento Organizzazione di mostre fotografiche e mostre d’arte Incontri e seminari con il gruppo giovani su temi riguardanti il territorio del Trentino e rivolto a tutti gli oriundi trentini Collaborazione con la Camera di Commercio, l’Ambasciata italiana di Asuncion, il Circolo italiano in incontri periodici nella sede dell’Associazione Incontri periodici con il Gruppo giovani della Famiglia Trentina Pubblicazione periodica della rivista “La voce del Trentino in Paraguay” diretta da Elisabetta Deavi Organizzazione di cene e manifestazioni per raccolta fondi e materiali da donare Accoglienza ed organizzazione delle settimane di permanenza in Paraguay dei giovani che partecipano agli interscambi giovanili Collaborazione con l’Ambasciata Italiana nell’organizzazione della Settimana della lingua italiana Collaborazione con il Circolo ItaloParaguayano nell’organizzazione delle serate “I giovedì culturali” 202


Paraguay

ELISABETTA DEAVI

N

ata a Trento da genitori sordomuti, tant’è che la sua prima lingua fu la lingua dei segni (LIS) ed è madrina delle persone portatrici di handicap uditive dell’Istituto Antonio Provolo. Sin da giovanissima si trasferisce in Inghilterra per lavorare e ci rimane per più di 13 anni. Nel 1996 si sposta in Paraguay per lavoro con il marito Mario Bort, anche lui di origine trentina pensando di rimanerci un anno, ma di anni ne sono passati 25. Fin dall’inizio la sua curiosità di sapere se in Paraguay ci fossero altri trentini o discendenti di trentini a suo tempo emigrati la porta a fare delle ricerche anche con l’aiuto dell’Ambasciata Italiana di Asuncion, capitale del Paraguay, ma i risultati davano soltanto una decina di discendenti di trentini. Non si perde d’animo ed Elisabetta lancia appelli attraverso i mezzi di comunicazione perché eventuali trentini di quel Paese si mettessero in contatto, si prende in

mano l’elenco telefonico ed inizia a cercare i cognomi di origine trentina e la sorpresa è grande perchè nel giro di poco tempo il risultato arriva e trova più di trenta nuclei famigliari e la lista continua a crescere. Di conseguenza fonda nel 2003 il primo Circolo italiano in Paraguay chiamato “Circolo Trentino del Paraguay” che successivamente (2006) viene riunito in associazione con l’Unione Famiglie Trentine del Paraguay. Aderiscono a tutte le iniziative ed ai progetti proposti ed organizzati dall’Ufficio Emigrazione di Trento ma non solo, forte della sua esperienza professionale di disegnatrice grafica realizza il giornale “La voce del Trentino in Paraguay”, stampato e inviato in più di 2000 copie per un po’ di tempo. Nel 2014 viene nominata Presidente del Circolo Italo-Paraguaiano ed è la prima donna ad occupare quel prestigioso ruolo. Tante sono le collaborazioni con gli Enti e le istituzioni locali, tant’è che in occasione della Festa della Repubblica del 02 giugno 2021 l’Ambasciatore italiano ad Asuncion le ha consegnato le insegne di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia di cui è orgogliosissima, come lo è pure l’UFTE di Trento che apprezza e fa tesoro del suo lavoro a favore dei discendenti degli emigrati trentini in Paraguay. La sua modalità operativa, tutta ad honorem, diventa nel tempo il metodo per buona parte degli immigrati ed il suo messaggio che lancia sempre alla comunità trentina con cui collabora e soprattutto al gruppo dei giovani di cui si circonda è quello di lavorare sempre congiuntamente per poter restare sempre uniti, godendo della lingua, culture e tradizioni per recuperare e difendere le proprie origini, la propria identità di italiani.

203


FAMIGLIA TRENTINA

Paraguay

Famiglia Trentina

Pacher Alto Paranà Pacher Alto Paranà

Stato: Paraguay Città: Santa Clara Presidente: Luz Figueredo Pacher Fondata: 25 maggio 2019

Attività ed Eventi Corsi di cultura trentina e lingua italiana con materiale didattico Consulenza per la cittadinanza italiana Festa italiana dell’Ambasciata Anniversario della Colonia Santa Clara - Trinacria Corsi di cultura trentina e lingua italiana a Santa Clara con la Scuola Dante. La Famiglia Trentina Pacher Paraguay e l’Unione Siciliana del Paraguay hanno donato i proventi raccolti nei rispettivi stand al Mercatino di Natale tenutosi in Piazza Italia e organizzato dalla Scuola Dante Alighieri e dalla Camera di Commercio Italo – Paraguayana. Mercatino di Natale italiano: la prima edizione della fiera italiana di Natale è sostenuta dalla Direzione Generale della Cultura e del Turismo del Comune di Asunción e dall’Ambasciata d’Italia. L’inaugurazione ufficiale e il taglio del nastro si sono svolte alla presenza delle autorità diplomatiche tra cui la presidente della Società Dante Alighieri, Viviana Rugger, l’ambasciatore d’Italia in Paraguay, Paolo Campanini, e il presidente della Camera di Commercio Italo-Paraguaiana, Rodolfo Ricciardi. Alcune aziende hanno partecipato alla fiera offrendo articoli e prodotti provenienti dall’Italia. 204


Svizzera

FAMIGLIA TRENTINA

Famiglia Trentina di

Solothurn Solothurn

Stato: Svizzera Città: Solothurn Presidente: Vito Agosti Fondata: 29 febbraio 1969

Attività ed Eventi Nel 2019 ha organizzato la festa del Cinquantesimo della Famiglia Trentina in collaborazione con l’UNITRE di Soletta e Casa Barbusé - serata di beneficenza a favore dei bambini dell’India Ogni anno organizza il viaggio e la festa sociale di Derendingen Molto attiva e dinamica, fondata nel febbraio 1969 per la ferma volontà di alcuni trentini, in prevalenza della Valsugana e diretti da Umberto Senter attuale Presidente Onorario. Si distingue dai sodalizi europei per la massiccia e qualificata partecipazione dei giovani, che occupano incarichi anche all’interno del direttivo. Ben collegata con le istituzioni locali ed i COMITES a fianco dei quali organizza eventi culturali. La simpatia e le interessanti proposte della Famiglia Trentina hanno creato le condizioni ideali affinché oltre ai soci trentini anche molti emigrati di altre province e regioni si associassero. Ed è così che alle feste ed incontri intervengono anche friulani, veneti e lombardi. Il Direttivo organizza tutti gli anni per i soci l’atteso viaggio sociale che tocca mete legate alla patria d’origine, alla storia, all’arte. Solthurn oggi ha diminuito le sue attività per mancanza di ricambio all’interno del direttivo e per mancanza di giovani che vogliono portare avanti le attività della Famiglia Trentina. 205


LE ALTRE FAMIGLIE DELLA SVIZZERA Le seguenti Famiglie, assieme a Solothurn, hanno costituito le fondamenta della nostra Associazione, essendo a tutti gli effetti il nucleo storico da cui tutto partì più di 50 anni fa. L’emigrazione svizzera, tuttavia, per la vicinanza al Trentino e per altre problematiche legate al costo della vita per gli anziani e a quelli necessari per l’ottenimento della cittadinanza, hanno portato i soci fondatori a rientrare nella loro terra natale una volta in pensione portando, quindi, all’interuzzione dell’attività delle Famiglie che di fatto avevano portato a compimento lo scopo per le quali erano nate. Svizzera

Hinwil

Famiglia Trentina dell’Oberland Zurighese Ultimo presidente: Callisto Tezzele Fondata nel 1970, associava 39 nuclei familiari trentini e numerosi simpatizzanti, abitanti su un territorio piuttosto vasto alla periferia di Zurigo.

Da sempre particolarmente attenta ai bisogni degli anziani, offriva assistenza ai trentini ricoverati in ospedale o in difficoltà. Il direttivo partecipava anche alle iniziative promosse dai locali Circoli Trentini. Festa del Bosco

Svizzera

Berna

Famiglia Trentina di Berna Ultimo presidente: Renzo Zencher Fra le prime Famiglie Trentine fondate, ancora all’epoca della Libera Associazione, disponeva di una sede in affitto dove venivano realizzate numerose attività in collaborazione con il Comune di Berna, gli anziani, la Missione Cattolica. La Famiglia affiancava l’amministrazione comunale nell’organizzazione di iniziative legate all’integrazione etnica e culturale. Le feste proposte dalla Famiglia venivano spesso allietate da gruppi musicali trentini.

206


Svizzera

Famiglia Trentina di Svitto Glarona San Gallo Ultimo presidente: Franco Micheli Svizzera

Liestal

Famiglia Trentina del Baselland-Basilea Campagna Presidente storico: Carlo Ress Ultimo presidente: Mario Ress

Nella foto: i Presidenti delle Famiglie Trentine della Svizzera quando erano tutte attive.

Attivo per oltre 30 anni, il sodalizio contava oltre 30 nuclei familiari di comprovata origine trentina tra i soci. La Famiglia Trentina ha collaborato fin dalle sue origini con la Missione Cattolica con la quale continua anche tuttora un rapporto di amicizia e concreta simpatia. Sempre impegnati a fianco del lavoratori trentini in difficoltà e di coloro che desiderano rientrare in Trentino, i vertici della Famiglia avevano mantenuto sempre ottimi contatti con il Consolato ed i patronati. I progetti promossi dalla Famiglia Trentina riguardavano soprattutto l’ambito culturale e ricreativo, con viaggi sociali in Trentino o in Europa, incontri culturali a tema, appuntamenti gastronomici dove non potevano mancare ricette e vini trentini.

SERBIA Serbia

Save Kovacevica - Indija

Famiglia Trentina di Indija Presidente: Josip Osti Il sodalizio contava 31 famiglie di comprovata origine trentina, ma per ricorsi storici ed eventi ben noti il sodalizio non è più attivo.

207


LE DELEGAZIONI

Grazie al nuovo statuto l’Associazione ha la possibilità di attivare delle diramazioni con almeno 5 capifamiglia. Queste prendono il nome di Delegazioni. Grazie al progetto di sviluppo delle diramazioni del 2018 l’Associazione è riuscita ad avviare la formazione di 5 Delegazioni, alcune delle quali hanno già formalizzato la loro attivazione, mentre altre a causa delle restrizioni sanitarie non sono riusciti a portare a termine la conclusione della procedura. Le Delegazioni hanno portato l’Associazione ad operare anche in territori e continenti finora scoperti come il Nordamerica, l’Australia e l’Estremo Oriente. In un prossimo futuro, comunque, l’Associazione si impegnerà ad attivare sempre nuove Famiglie e Delegazioni.

DELEGAZIONE TRENTINA

Delegazione Trentina

Bolivia

Stato: Bolivia Presidente: Celina Cardona di Pallaoro Fondata: 2019

Bolivia

Bolivia DELEGAZIONE TRENTINA

Ecuador 208

Delegazione Trentina

Ecuador

Stato: Ecuador Presidente: Carlos Munoz Bissesti Fondata: 2019

Ecuador


DELEGAZIONE TRENTINA

Delegazione Trentina

Australia

Stato: Australia

In formazione

Australia

Australia

DELEGAZIONE TRENTINA

Delegazione Trentina

Alaska

Stato: USA-Alaska

Alaska

In formazione

Alaska

DELEGAZIONE TRENTINA

Delegazione Trentina

Corea del Sud

Stato: Corea del Sud

In formazione

Corea del Sud

Corea del Sud

DELEGAZIONE TRENTINA

Delegazione Trentina

Giappone

Stato: Giappone

In formazione

Giappone

Giappone 209


Riattiviamo i contatti

U

na delle prime problematiche di cui ci siamo accorti quando, nel 2017, siamo entrati a far parte del Consiglio direttivo dell’UFTE era la debolezza dei rapporti con le varie diramazioni. A volte le ultime comunicazioni risalivano a molto tempo addietro. Si rendeva indispensabile e urgente riattivare i contatti e toccare con mano le realtà delle Famiglie all’estero e decidemmo, all’unanimità, di organizzare una visita presso le stesse. Da questa consapevolezza l’Associazione ha programmato un lunghissimo ed articolato viaggio studiato per toccare la maggior parte delle diramazioni presenti in Brasile, Paraguay e Argentina. Quello che segue è un breve riassunto del diario che il consigliere Massimo Carli ha tenuto durante i 26 giorni di viaggio, con la narrazione degli incontri e dei tragitti percorsi.

Diario della visita in Sudamerica Brasile

febbraio - marzo 2019

di Massimo Carli

Il 21 febbraio 2019 siamo partiti da Milano io, Massimo Carli consigliere, Mauro Verones, presidente, e Paola Zalla segretaria. Dopo un lunghissimo viaggio con scali a Parigi e Rio de Janeiro, atterriamo a Porto Alegre in Brasile, nello Stato di Rio Grande do Sul. Il giorno successivo ci svegliamo di buon’ora e visitiamo il primo museo dell’esercito dedicato alla FEB. Da Porto Alegre, noleggiamo una Chevrolet Spin a metanolo che ci accompagnerà per tutto il Brasile e ci trasferiamo a Bento Gonçalves, dove Ineri Copat e Giancarlo Zortea (della Famiglia Santo Antão), ci guidano alla scoperta delle storie dei primi trentini arrivati in quelle zone. Visitiamo il museo degli immigrati di fine ‘800 e poi l’Epic Park, parco tematico sull’immigrazione italiana. Successivamente ci spostiamo con il trenino storico Maria Fumaça (Trem do Vinho) verso Carlos Barbosa.

Arrivo a Porto Alegre.

210

La nostra Spin.

Maria Fumaça.


Il giorno successivo ci trasferiamo a Caxias do Sul guidati da Eduardo Slomp, della Famiglia di Farroupilha. La sera incontriamo il Gruppo Folkloristico di Forqueta (quartiere di Farroupilha) e partecipiamo alla storica Festa dell’Uva che si tiene da tantissimi anni e valorizza le produzioni di vignaioli di origine italiana. Salutiamo Eduardo, la moglie e gli amici della Famiglia per la prossima meta: la cittadina di Orleans, ad accoglierci oltre ai componenti della Associazione amici di Ala “So de Ala”, c’é Walter De Biasi che, dopo averci fatto conoscere il sindaco della città, ci porta a visitare la meravigliosa e incontaminata valle dei “Barracão-Vale do Rio Pinheiros” e la loro comunità. Lì si assapora ancora quello spirito di sincera unione e solidarietà tipica dei primi emigrati trentini. Il nostro lungo viaggio prosegue alla volta di Florianopolis, dove ad attenderci troviamo João Andreata. Florianopolis il cui nome ad inizio del 1700 era “Nostra Signora degli emigranti” si trova sull’oceano ed è circondata da lunghe e meravigliose spiagge. Dopo aver visitato la città trascorriamo la serata con i componenti della Famiglia e conosciamo alcuni ragazzi e ragazze che hanno richiesto di partecipare agli interscambi giovanili della Provincia di Trento.

Eduardo Slomp.

Walter Debiasi.

Ripartiamo in macchina verso l’entroterra dove ci aspetta la cittadina di Blumenau ed Alceu e Oscar Lenzi che ci portano negli angoli più significativi delle varie località di quella bellissima zona, che forse

João Andreata.

Ponte di Florianopolis.

211


più di tutte assomiglia al nostro Trentino. Lì visitiamo, sotto la precisa guida di Oscar, Habitech, iniziativa promossa dalle categorie economiche trentine in collaborazione con l’Università di Trento, finalizzata alla costruzione di una casa in bio edilizia. Oscar Lenzi è un imprenditore che ha ideato e gestisce una coraggiosa iniziativa di scambi commerciali tra aziende trentine e brasiliane. [...] Norma da Rui, vicepresidente della Famiglia di Benedito Novo, ci accompagna in una serie di incontri istituzionali presso i municipi della regione i cui abitanti sono spesso di origine trentino/tirolese. Abbiamo visitato tra gli altri Rodeio, Pomerode, Timbò, Rio dos Cedros incontrando i relativi sindaci. Anche qui orgogliosamente notiamo come i trentini in questi luoghi lontani, sanno gestire in autonomia la loro vita politica, economica e sociale. [...]

Casa Habitech.

Norma da Rui, Paola Zalla e Harry Dallabrida.

Dopo la visita di un caseificio, una fabbrica di canna da zucchero ed una centrale idroelettrica realizzate dai nostri emigrati, ci raggiunge Harry Dallabrida, un “omone” di una disponibilità grande come la sua stazza. Con lui visitiamo la Famiglia di Benedito Novo e ci porta a trovare Walter Paganelli, uno degli ultimi reduci della FEB. Non dimenticheremo mai l’esposizione allestita dei suoi ricordi e cimeli in un locale ben curato a fianco della sua abitazione. [...] Essenziali per noi viaggiatori, i ristoranti delle famiglie trentine Lenzi e Felipi che hanno affiancato al buon cibo una calorosa accoglienza. L’infaticabile Norma da Rui ci accompagna alla visita della Famiglia di Timbò e proseguendo per Rio do Sul, incontriamo Elias Noriler, Arno Nardelli e Fiorelo Zanella, presidenti delle Famiglie di Rio do Sul e di Taiò. A Rio do Sul visitia-

212


Le Famiglie Trentine

Walter Paganelli e signora, Norma da Rui e Harry Dallabrida.

Zito Manieski con Mauro Verones a Radio 87.

Concerto del Cora CiTavi a Rio Do Oeste.

all’Estero

mo la “Escola Modelo Ella Kurth” dove si insegnano ai ragazzi le basi della lingua italiana. Molto toccanti le recite e i canti a noi riservati. L’insegnante di italiano, di origine trentina, Raquel Moser, ci chiede aiuto a nome della scuola per avere libri e sussidiari in Italiano per proseguire nell’insegnamento. Da lì partirà un progetto che esaudirà i loro desideri. Quel giorno è stato organizzato anche l’incontro tenutosi a Rio do Sul con i responsabili delle Famiglie del circondario dove si sono illustrate le attività e la vita delle nostre diramazioni. La giornata si è conclusa in allegria a Rio do Oeste con la visita alla cattedrale, alla radio locale e con l’ascolto dei canti tradizionali trentini ed italiani del coro CITAVI, coro maschile diretto da un giovanissimo e bravo maestro. [...] Il nostro viaggio in terra brasiliana volgeva al termine, ma non potevamo non fermarci a Joinville dove ad attenderci c’erano Nilton e Taysse Uber, responsabili della Famiglia locale. Molto suggestiva 213


la vista della città dalla collina del “Mirante” e la conclusione conviviale con i componenti della Famiglia. L’ultima città brasiliana visitata è Curitiba, capoluogo dello Stato del Paranà dove, oltre che permetterci di vedere dal vivo una sfilata del carnevale, ci ha permesso di visitare uno dei più completi musei dedicato alla FEB, il “Museu do Expedicionário”. Il tutto grazie all’appoggio dell’amico brasiliano e responsabile della comunicazione del Museo Tenente Lino Junior. Lasciamo la macchina e incominciamo a muoverci in aereo. [...]

Paraguay Arrivamo all’aeroporto di Asuncion dove ci accolgono Elisabetta Deavi, vicepresidente della Famiglia locale e Juan Grassi, socio della Famiglia e titolare della struttura dove si sarebbe tenuto il meeting con le responsabili e i responsabili delle Famiglie all’Estero del Paraguay e dell’Argentina. Anche in questa occasione, oltre al meeting, sono stati molto significativi gli incontri della nostra delegazione con la scuola Dante Alighieri e con i rappresentanti della camera di commercio italo-paraguayana. Sul fronte istituzionale abbiamo avuto il piacere di incontrare l’ambasciatore italiano Gabriele Phillip Annis e, presso il ministero degli esteri del Paraguay, il Ministro Luis Alberto Castiglioni, entrambi di origine italiana. Abbiamo potuto presentare ad entrambi l’attività ed il ruolo dell’UFTE nei confronti dei nostri soci emigrati e della casa madre di Trento sottolineando il valore e l’importanza di instaurare contatti e progetti con i Paesi dove le nostre famiglie operano quotidianamente per una sempre maggior crescita culturale. Incontro con il Ministro dell’Economia Luis Alberto Castiglioni.

214


Le Famiglie Trentine

all’Estero

Arriva il giorno tanto atteso, almeno da parte della nostra delegazione, del meeting dei responsabili delle Famiglie di Paraguay e Argentina. Il locale è accogliente e familiare, ognuno dei partecipanti è carico di entusiasmo per ritrovare, dopo tanto tempo, se non per la prima volta, altre persone con le radici che partono da un territorio comune lontanissimo, il Trentino. La possibilità di presentare le numerose iniziative svolte dalle singole Famiglie, poter condividere progetti futuri e sogni servirà a rinsaldare e rafforzare nel futuro quel filo invisibile di unione tra la sede madre e le sue Famiglie all’Estero. Ci si lascia con l’obiettivo di realizzare un incontro per continente almeno ogni due anni e magari arrivare a farne uno internazionale ogni cinque anni. [...]

Argentina Il primo luogo visitato in Argentina è la città di Eldorado nella regione di Misiones, dove Quirino Asson oltre ad essere il presidente della Famiglia locale è anche insegnante alla scuola agrotecnica ed è un po’ l’anima trainante per molti ragazzi che investono il loro futuro nell’attività agricola. Tra la scuola e la nostra Associazione c’è un accordo per la realizzazione di un pozzo per l’acqua potabile a sostegno della scuola e la annessa fattoria didattica. Gli studenti sono molti e tutti hanno un grande desiderio di migliorare le condizioni economiche della loro regione attraverso l’innalzamento del livello qualitativo delle loro attività e dei prodotti agricoli. Quirino, la sorella e alcuni amici, con il loro agire ci mostrano come sia importante per loro che vivono al nord dell’Argentina in un posto di frontiera, tenere vivi i ricordi, le tradizioni trentine e la tenacia dei loro avi.

215


Il nostro viaggio prosegue per Resistencia nel Chaco dove l’inarrestabile e vulcanica Margarita Bussolon dirige la “Scuola Amici” dove si impara anche la lingua italiana. Con Margarita e la sua amica Marcela Murgia (responsabile degli emigrati calabresi a Resistencia), facciamo visita al sindaco della città e visitiamo alcuni luoghi di Resistencia che traspirano innovazione e futuro pur essendo terra tutt’altro che ricca e molto lontana dalla capitale Buenos Aires. La nostra partecipazione al primo giorno di scuola, dove i bambini hanno cantato oltre all’inno Argentino, anche l’inno Italiano e quello Trentino è stato un momento molto emozionante. Ci spostiamo verso l’Argentina del sud e ci imbarchiamo alla volta di Cordoba dove ci accoglie Carlos (presidente della Famiglia di Villa Allende), il nipote di Rina Bonvecchio, una colonna della nostra Associazione e la presidente della Famiglia di Alta Gracia, Silvina Bosetti, accompagnata da Federico Parisi. Nelle lievi ed incantevoli alture di Alta Gracia incontriamo con grande piacere le Famiglie della zona, ed il Console italiano a Cordoba Tiberio Schmidlin, originario di Rovereto. La serata prosegue con l’esibizione di musica e balli argentini e lo scambio di esperienze e ricordi con le Famiglie presenti.

216


Ci trasferiamo in macchina a Rafaela, un tragitto di oltre 350 chilometri che ci mostra le distese di coltivazioni nel cuore dell’Argentina, con il sole all’orizzonte che ci aiuta a comprendere l’immensità del territorio. Arrivati a Rafaela partecipiamo al concerto del coro San Vigilio ed è un’occasione unica per conoscere i componenti della Famiglia locale con l’aiuto di Elena Panizza e Marcela Valler. Marcela e Elena ci illustrano le attività svolte e le loro tradizioni toccando con mano esperienze di vita vissute negli anni dagli emigrati trentini. [...]

Il nostro viaggio lungo i tre stati del Sud America sta per arrivare al termine e, sempre accompagnati da Margarita Bussolon e Marcella Murgia, arriviamo a Rosario dove incontriamo il Console generale Martin Brook, con lui abbiamo discusso alcuni punti tra i quali la cittadinanza italiana ai trentini/ austroungarici emigrati e le tempistiche delle procedure per l’ottenimento della stessa. Nel pomeriggio abbiamo partecipato ad una riunione del COM.IT.ES., comitato degli italiani all’estero che ha come scopo quello di proporre iniziative sociali e culturali, formazione e sostegno della comunità italiana in collaborazione con i consolati. 217


Ultimissima tappa del nostro viaggio la capitale argentina, Buenos Aires, dove ci accompagna con le sue precise e sapienti spiegazioni il consultore Mariano Roca. Questo importante viaggio voluto a gran forza dal presidente Mauro Verones ci ha portato a conoscere persone, luoghi, attività che rimarranno bagaglio indelebile per il nostro agire a favore della Associazione e ci permetteranno di capire, ancora di più, le necessità dei soci all’estero e rendere più concrete le nostre azioni e scelte future. Ci ha permesso, soprattutto, di toccare con mano l’attaccamento, l’entusiasmo e la passione che legano i nostri emigranti all’Associazione. Sentimenti che cercheremo di valorizzare e sostenere impegnandoci con ancor più motivazione per garantire l’autonomia, la vitalità e l’operatività dell’UFTE.

218


IL VIAGGIO IN NUMERI PAESI VISITATI: BRASILE PARAGUAY ARGENTINA DATE: 21 FEBBRAIO 2019 - 18 MARZO 2019 CHILOMETRI TOTALI PERCORSI: 32.000 KM VIAGGI AEREI EFFETTUATI: 10 TRASFERTE CON MACCHINA: 23 ALBERGHI - PERNOTTAMENTI: 19 FAMIGLIE – DIRAMAZIONI VISITATE: 21 AMBASCIATORI, CONSOLI, CONSULTORI, PREFETTI, RAPPRESENTATI DI ATTIVITA’ COMMERCIALI VISITATI: 30

219


Nelle prossime pagine troverete, riprodotte fedelmente così come ci sono state inviate, alcune testimonianze di nostri associati o amici dell’Unione. Racconti di vita vissuta e storie di famiglia che vi lasciamo, in appendice, ad ulteriore testimonianza della passione e dell’intenso coinvolgimento emotivo nei confronti del Trentino che anima chi vive, anche da generazioni, lontano dalla nostra piccola terra tra i monti.

220


Testimonianze Dal Trentino: - Loredana Cont, attrice e autrice dialettale - Bruno Filippi, Coro Genzianella Dall’estero: - Marcela Valler - Famiglia Trentina di Rafaela - Juliano Martins Mazzola - Brasile - Oscar Lenzi - Brasile - Ineri Delci Copat - Famiglia Trentina di S. Antão - Brasile - Fiorelo Zanella, - Famiglia Trentina di Taiò - Brasile - João Andreata - Famiglia Trentina di Florianopolis - Brasile - Luz Myrna Figueredo Kamm Pacher - Famiglia Trentina San Pedro Dep.to Central-Alto Paranà - Paraguay - Elisabetta Deavi - Famiglia Trentina di Asuncion - Paraguay

221


Emigrati, trentini nel mondo

H

di Loredana Cont

o sempre avuto un rapporto “affettuoso” con tutto ciò che riguarda

l’emigrazione, sia quella dei nostri antenati che quella, all’inverso, di chi arriva adesso in Italia. È qualcosa che ho dentro e non pretendo che gli altri capiscano o condividano questo mio sentimento, non pretendo che come me pensino che chi emigra lo fa per necessità e per cercare di avere una vita migliore, spesso appena un po’ sopra la soglia della povertà. È quello che hanno fatto i trentini che hanno lasciato la nostra terra, è quello che fa chi arriva da quei paesi che definiamo Terzo Mondo. Sicuramente questa mia forma mentis deriva dal fatto che sono figlia di emigranti che si sono conosciuti e sposati in Svizzera dove io sono nata, dove hanno vissuto per alcuni anni e dove c’era un gran numero di giovani partiti da un paese della Vallagarina dove, negli anni cinquanta, non c’era lavoro. Fin da bambina ho sempre sentito parlare di tutto ciò che ruota intorno al mondo degli emigrati nel racconto dei miei genitori, perché, quando siamo tornati in Italia (io ero piccola) hanno continuato a raccontare momenti di vita passati all’estero, momenti di nostalgia ma anche di divertimento condiviso con gli altri italiani, sia trentini che di altre regioni. Per questo quando l’Unione Famiglie Trentine all’Estero mi ha chiesto di andare a fare i miei spettacoli a Solothurn, a pochi chilometri dal paese in cui sono vissuta e da sempre nella mente e nei discorsi dei miei genitori, ho accettato con gioia e con commozione. Ci sono stata nel 2014 e poi anche nel 2019, accolta con squisita cortesia da Vito Agosti, ed ho conosciuto la comunità trentina che mi ha accolta con grande amicizia. Si tratta di persone che sono emigrate e dei loro figli, ormai tutti svizzeri, che però hanno ancora lo spirito e la voglia di trovarsi insieme mantenendo vive le tradizioni che hanno lasciato in Italia e che non hanno dimenticato. Quando sono partiti dal paese erano dei giovanotti e adesso sono tutti pensionati… Molti di loro tornano qui quasi ogni anno (in fondo la Svizzera è più vicina di Roma!) e come mi hanno detto, fra il serio e il faceto “na volta tornavo e per trovare gli amici andavo al bar, adesso qualche uno lo trovo ancora al bar, ma tanti vado a salutarli al cimitero…”. D’altra parte, è la vita… Ho avuto diverse esperienze con i nostri emigrati all’estero e tutte mi hanno entusiasmato e mi hanno fatto vedere da vicino il mondo di chi, pur essendo lontano, ha ancora un grande attaccamento al nostro Trentino. 222


Sono rimasta esterrefatta quando in Brasile, a Rodejo, Nova Trento, Rio dos Cedros e paesi limitrofi ho sentito parlare il dialetto di mia nonna, cioè quel dialetto con parole che noi non usiamo più, un dialetto che invece che evolversi, come succede a tutte le lingue, si è come fossilizzato, mantenendo terminologie di fine ottocento (la grande emigrazione in Brasile è stata nel 1875 e anni successivi) con l’aggiunta di parole in portoghese e del dialetto veneto. E’ quella parlata che loro chiamano “el talian” e che usano come fosse un dialetto del portoghese. Per me, sentire persone che erano la quarta o quinta generazione nata in Brasile parlare ancora il linguaggio dei trisnonni è stata una sorpresa quasi incredibile che mi ha permesso però di fare i miei spettacoli in dialetto! Molti di loro, grazie al sostegno della Provincia, sono potuti venire a vedere per la prima volta i paesi da cui erano partiti i trisnonni, fare ricerche e trovare lontani cugini, allacciare rapporti con enti e comuni, e chi ha avuto questa opportunità me ne ha parlato con grande orgoglio e grande senso di gratitudine. Sono stata anche in Canada e lì gli emigrati sono diversi. Sono partiti da qui negli anni ’50 e ’60 e quindi hanno vissuto parte della loro vita in Trentino. Parlano tutti il dialetto d’origine tra di loro, ovviamente i loro figli, giustamente, parlano principalmente inglese e si sentono di appartenere in primis allo stato in cui sono nati, per l’Italia hanno la simpatia che hanno trasmesso loro i genitori. Ho fatto i miei spettacoli a Toronto e a Montreal, con grandissima soddisfazione per come il pubblico ha apprezzato e mi ha accolta. A Toronto c’è una nutrita comunità di nonesi con i quali ho mangiato e bevuto abbondantemente…Mi è rimasto in mente quello che mi ha detto un bell’uomo di una certa età, partito alla fine degli anni sessanta da un paesino vicino a Cles “Hai vendù i pradi (ho venduto i prati) perché no i rendeva gnente, e quando son stà en Canada i ha mess giò i pomari. Se aspettaves en po’ de temp adess eres sior come i miei cugini che ha comprà i me pradi.”. Ho conosciuto anche le comunità trentine in Australia, composte da persone partite da qui negli anni ’50 e anche da persone nate lì discendenti di chi era emigrato negli anni ’30. Credo che chi è andato a vivere in Australia non possa sentire la nostalgia dell’Italia se non legata ai parenti. Non hanno problemi di spazio come noi, e quindi hanno tutti delle belle case grandi, che si sviluppano sul pianoterra, con bei giardini, spesso la piscina, il cavallo… E poi, che siano giovani o anziani, uomini o donne, riescono a trovare momenti di aggregazione e di divertimento più che da noi: è normale trovarsi per il barbecue, o al circolo, 223


o in una delle tante associazioni. Anche qui, mi ricordo la frase di una signora di una certa età: “quello che mi piace, rispetto all’Italia, è che qui non devo correre a casa a fare da mangiare a mio marito.” Mia mamma una frase del genere non la direbbe mai. Ma mia mamma non ha neanche il microonde con il quale il marito della signora riscaldava la cena presa dal freezer. “Se mia sorella in Italia va a divertirsi e non fa la cena si sente in colpa. Questa è la differenza fra noi e voi!” Sono stata anche in Belgio, dove ho conosciuto tante belle persone, alcune delle quali me le ritrovo l’estate sotto il palco, al termine di qualche spettacolo, in giro per le valli del Trentino. “Siamo qui in ferie e volevamo salutarti e far do risade” è la frase che più spesso mi dicono, e che spero di tornare a risentire perché con questo Covid 19 non ci è più permesso di divertirci e ridere… Una cosa che ho riscontrato in tutti gli emigrati o loro discendenti è il senso di appartenenza alla lontana terra d’origine che crea in loro l’esigenza di mantenere vivi usi, costumi e cultura trentini con la formazione di gruppi, associazioni, compagnie teatrali come a Nova Trento dove c’è la compagnia Anima Trentina (che mette in scena le mie commedie!) e compagnie di ballo come in Australia a Myrtleford dove c’è un gruppo di ballo popolare con i costumi del Tesino. Per loro mantenere i rapporti con il Trentino e mantenere vive le tradizioni è un modo per ripagare idealmente i loro antenati per quel distacco che è stato doloroso e ricco di incognite, che li ha portati in terre sconosciute a imparare lingue e usanze nuove, a fare sacrifici in epoche in cui gli unici contatti con i parenti rimasti in Italia erano le lettere tanto attese. Sono stati scritti libri sulla storia dell’emigrazione trentina nel mondo, con dettagliate descrizioni su quello che gli emigranti lasciarono e quello che trovarono, su come spesso dovettero ingegnarsi per ripartire da zero e tante altre notizie utili per capire cosa è stato questo fenomeno che portò decine di migliaia di trentini in svariate parti del mondo. Sono libri da leggere, e leggendoli, forse, guardiamo l’emigrazione di oggi con occhio diverso. 224


Il coro Genzianella di Roncogno a fianco degli emigrati

di Bruno Filippi

I

l Coro Genzianella di Roncogno festeggia nel 2021 i 60 anni di attività. Nato come costola di un piccolo Gruppo Alpini di una piccola frazione di Pergine Valsugana, il Coro è andato via via crescendo, piazzandosi fra i migliori complessi corali di montagna del nostro Trentino. Un cammino ricco di soddisfazioni, che lo ha portato ad esibirsi con successo crescente nei teatri, chiese, piazze di numerosi Paesi europei ed oltre. In questo cammino ricco di soddisfazioni, un posto particolare meritano i tre viaggi effettuati in America Latina nel 2003, 2010 e 2013. Occasioni e motivazioni diverse, ma tutte con uno stretto legame per i discendenti di quei trentini che sul finire dell’800 lasciarono amaramente la nostra terra in cerca di fortuna. Particolarmente significativo in questo senso è stato il tour organizzato nel 2003, con la collaborazione dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero, in Argentina. Otto giorni, dal 25 novembre all’1 dicembre, pieni non solo di concerti, ma soprattutto di incontri con le famiglie e le comunità che sentono ancora vive le loro radici nel Trentino e che hanno accolto il Coro con una cordialità e un affetto che sono rimasti indelebili nel cuore dei coristi. Una quindicina di concerti, incontri cordiali con le autorità locali e soprattutto con le comunità che hanno riservato al Coro un’ospitalità al di là di ogni aspettativa. Un autentico pellegrinaggio fra le comunità discendenti da quei migranti, che ancor oggi conservano un affettuoso legame con il Trentino. Erano quelli anni di profonda crisi economica dell’Argentina, che si palpava concretamente ovunque, eppure l’accoglienza che ci venne riservata andò ol225


tre ogni aspettativa. Ma ciò che maggiormente colpì tutti i coristi, diretti allora dal maestro Paolo Zampedri, fu l’autentico, incredibile affetto con cui fummo accolti ovunque. A Rafaela, dove fu organizzato anche l’incontro con il Vescovo e il Sindaco della città; a Avellaneda dove fummo accolti con grandi striscioni all’ingresso della cittadina; a Resistencia dove potemmo toccare con mano le difficoltà quotidiane in cui si trovava la popolazione, i più piccoli in particolare; a Corrientes dove ci mostrarono orgogliosamente la scuola d’italiano “Dante Alighieri” che per loro costituiva il cordone ombelicale con la patria dei loro avi; a Sananduva dove fummo ricevuti con un balletto folcloristico di ragazze vestite con costumi che richiamavano quelli indossati dalle loro nonne e bisnonne italiane; a Tuiuti dove fummo accolti, scendendo dal pullman, da un significativo “Senti, senti, i parla propi come noi…” a conferma del loro stretto legame con un dialetto trentino che ancora usavano dopo cinque generazioni che avevano saputo proteggere l’idioma dei loro avi. Dieci anni dopo è stata l’occasione per il Coro Genzianella, diretto questa volta dal giovane Andrea Fuoli, di incontrare altri discendenti da trentini, riuniti nei rispettivi “Circoli trentini”. A cominciare da Villa Regina, una cittadina della Provincia del Rio Negro in Patagonia, fondata negli anni 1920 grazie all’arrivo di 400 famiglie di contadini italiani che, dopo aver sognato di “trovare l’America”, si trovarono invece, dopo aver venduto la casa e i terreni, senza terra e senza soldi in una nazione straniera. Nostalgiche rievocazioni anche a Santa Rosa, il capoluogo de La Pampa, accolti con calore dal locale Circolo Trentino, ma anche da qualche significativa lacrima di un nostalgico Roberto Sighel che aveva ancora nel cuore il suo Pinetano. Situazioni meno problematiche più a nord, a Cordoba, a Rafaela e Rosario nella provincia di Santa Fé, così come a Buenos Aires dove abbiamo trovato un Circolo Trentino con un vero e proprio museo storico in cui ha voluto raccogliere numerosi cimeli della storia di emigrazione dei trentini. In queste terre lontane il Coro Genzianella ha portato soprattutto il valore universale della musica, ma anche un prezioso aiuto morale a coloro che si trovano lontano dalla patria di cui hanno sentito parlare dai propri ascendenti, quelli che in momenti di difficoltà hanno contribuito a porre le fondamenta per una nuova rinascita. Per il Coro, grazie all’Unione delle Famiglie Trentine all’estero, un’occasione di conoscere persone ricche di profondi e insostituibili valori umani.

226


I trentini in Brasile chiedono formazione, cultura, interscambi Oscar Lenzi, già consigliere nel Direttivo dell’Unione, racconta come vive e interpreta la sua trentinità. A partire da come si presenta: un brasiliano di origine trentina

L’intervista I Flussi migratori in Brasile di fine ‘800 hanno coinvolto in modo pesante moltissimi comuni del trentino. I discendenti delle famiglie partite con la speranza di un futuro migliore sono arrivati ormai alla quinta Oscar Lenzi generazione, mantenendo un con l’assessore Caliari di Mori legame forte con la terra d’oriin occasione della trasferta gine degli avi. Abbiamo ricedei sindaci a Santa Catarina vuto testimonianze da parte di nel 2019. discendenti trentini che dicono “siamo brasiliani di nascita, ma trentini nel cuore”. A suo giudizio questo sentire in modo forte le radici trentine è un sentimento diffuso anche nelle nuove generazioni di discendenti? Come “vivono” la trentinità? Come la interpretano? Nel cofronto con altre zone d’emigrazione, l’emigrazione trentina in Brasile risulta molto diversa. In particolar modo quella riguardante il Sud del Brasile: non si tratta infatti di emigrazione ma di un processo di colonizzazione. Colonizzare è diverso da emigrare: quando si emigra si va in luogo e ci si adatta agli usi e costumi di quel luogo. Ti devi adattare e ti devi integrare. Colonizzare invece no: vai in un territorio dove non c’è nessuno. Pochissima gente e lì introduci le tue usanze, costumi e altri valori della terra di origine. E infatti noi e i nostri avi, anche se siamo della quinta o sesta generazione ormai, siamo venuti i Brasile per colonizzare. Erano concessi dei terreni, terre, in cui venivano dei nuclei familiari che già si conoscevano nella terra d’origine in Trentino e qui si sono trasferiti e costruito le chiese, le scuole, gli ospedali, strade: hanno dato forma ad una realtà sociale coesa all’interno dello stato, perché quando colonizzi porti con te i tuoi valori e le tue usanze. Per questo motivo anche se siamo di quinta/sesta generazione ci sentiamo molto legati culturalmente al Trentino perché noi abbiamo vissuto un processo di colonizzazione e no di immigrazione. In questo contesto la Trentinità è vissuta come una questione genetica, è dentro il nostro sangue, è dentro 227


di noi che siamo nati e viviamo con gente che parla una lingua diversa, che ha usanze diverse, che ha stile alimentare e comportamentale diverso. La Trentinità è resistita perché siamo frutto di un processo di colonizzazione pianificata dal Governo, all’epoca austroungarico, e l’Impero brasiliano che voleva colonizzare il Sud del Brasile che era poco abitato ed era vicino a delle Nazioni che si stavano sviluppando come l’Argentina e l’Uruguay. Alla luce della sua esperienza, ci può dire come e se sono riusciti ad integrarsi i nostri emigrati trentini nelle terre di emigrazione? Sono parte/protagonisti delle dinamiche di mobilità sociale e opportunita’ di crescita culturale ed economica? In un territorio in cui è insediata una popolazione con medesima identità, in questo caso il fattor comune è la Trentinità, le persone sono molto unite, la coesione fra loro è molto forte. Grazie al fatto che all’epoca l’Impero Austroungarico garantiva ai suoi cittadini l’istruzione, molti emigravano con competenze specifiche e sapevano svolgere delle professioni: potevano trovare impiego come falegnami, fabbri, panificatori, agricoltori, allevatori [...] e con il trascorrere del tempo questi artigiani si sono trasformati in imprenditori mettendo in piedi industrie. L’industria nazionale brasiliana è costituita per lo più da oriundi trentini ed italiani e quindi da un punto di vista economico la comunità trentina è leadership nella società brasiliana. In particolar modo nel Sud del Brasile sono molto bene inseriti per questi elementi intrinsechi e condivisi: il lavoro è una gioia, portare benessere alla famiglia, è il significato dell’esistenza e questo comporta di conseguenza sviluppo non solo per le famiglie in sé ma anche per la comunità e il territorio e possiamo dire che oggi la comunità trentina è molto inserita nel tessuto sociale ed economico dove sono insediati in Brasile. Quali aspettattive hanno i nostri emigrati nei confronti della Provincia Autonoma di Trento? Chiedono vicinza e attenzione, ma come declinano in concreto queste due modalità di interazione? Nel Mondo sempre più globalizzato e interconnesso, c’è la consapevolezza che la Provincia Autonoma di Trento si è molto sviluppata negli ultimi anni (decenni) soprattutto nel settore dei servizi, delle tecnologie, dell’industria, dell’economia. Noi siamo in continua crescita. Poter sfruttare le vostre conoscenze è importante per far fronte alle sfide che abbiamo in loco. Avere possibilità di interagire e di creare canali, ponti attraverso i quali possano fluire, partendo dal Trentino, conoscenze ci permette di avere degli input in più e in cambio, ci proponiamo anche di diventare un bacino di consumo, un mercato dei prodotti, dei servizi, delle tecnologie del Trentino. 228


Da Nova Trento lo storico Juliano Martins Mazzola

L

a grande massa contadina fu costretta ad abbandonare il territorio della penisola italica ed in parte del Tirolo austrÍaco, lo fece, secondo me, in un momento di grande dolore e disperazione! I motivi ormai conosciuti da tutti furono la grande crisi economica che si abbatté su tutti gli abitanti di quei territori sopra citati. Le malattie che distrussero le vigne, che colpirono il baco da seta, le grandi inondazioni dell’Adige portarono con sé la fame e l’estrema miseria! L’Impero Austro-Ungarico poi era una “macchina da guerra”. I figli maschi dei contadini erano chiamati con frequenza alle armi e questo creava enormi difficoltà all’interno della famiglia con la diminuzione della loro forza lavoro. Si aggiunse a tutto ciò la grande crisi morale che stava attraversando il mondo contadino, portata avanti dai “venti del nord”, ossia dalla Rivoluzione industriale. La famiglia, nella sua configurazione tradizionale, cambiava faccia. Di fronte a questo quadro degradante, partirono! Con molta tristezza, è vero, lasciarono il loro mondo conosciuto per avventurarsi in America! Non sapevano cos’era l’America. Si trattava di un sogno che qualcuno forse riusciva a malapena a immaginare! Terra in proprietà, cibo abbondante, libertà! Basta sentire quello che cantavano i nostri contadini per capire ciò che pensavano in quel momento, quali aspettative avevano. “Merica, Merica, Merica. Cosa saralo ‘sta Merica?” Oppure quest’altra canzone: “Viva la nostra Merica la Nuova ritrovata! Noi ghe daren la zapa ai siori del Tyrol!!” Partire, quindi, era anche un modo per ribellarsi contro lo “Status quo” di una società che per secoli mise contadini tirolesi, veneti e lombardi all’ultimo gradino della scala sociale. Il sogno americano era un sogno di libertà! Comunque la libertà ha un costo sempre alto. Qui arrivarono in mezzo alla foresta vergine. Non esistevano strade, chiese, ospedali! I negozi più vicini si trovavano quasi sempre presso la sede coloniale, quindi molto distanti dalle vallate occupate dai contadini. I terreni loro assegnati erano ancora da disboscare per poter costruire una capanna coperta di paglia. Tutto da rifare! Mettere nella terra sconosciuta le prime sementi di grano ed aspettare il loro frutto in mezzo a insetti mai visti, pantere, serpenti e tutto ciò che potete immaginare esista all’interno della quasi impenetrabile foresta subtropicale brasiliana. Si trattava di “Vincere o morire”, eppure vinsero! In pochi anni la produzione di alimenti all’interno dell’ex colonia imperiale Principe Dom Pedro, aumentò di molto. La sede, la cittadina denominata Brusque, cominciò a svilup229


parsi e lì nacquero piccole industrie tessili, sostenute dalla braccia contadine. Una parte della loro giornata dedicata al lavoro nelle piccole proprietà agricole, con l’allevamento di bestiame e la produzione di tutto quello che era necessario alla sopravvivenza; un’altra parte della giornata in fabbrica. Piantavano di tutto, producevano la farina di manioca e lo zucchero! Erano padroni di se stessi! La terra in proprietà era un sogno ormai realizzato! Riuscirono a ricreare, in mezzo alla foresta brasiliana, il mondo che lasciarono! Li aiutarono molto i preti di campagna della Chiesa Cattolica. Molti di loro erano al seguito dei nostri contadini. Arcangelo Ganarin, un tirolese di Torcegno, fu uno di questi. Molti altri Gesuiti, Francescani, Deoniani, fecero lo stesso! I nostri antenati furono degli eroi e vinsero! La prova della loro vittoria siamo noi, i loro discendenti che siamo qui a raccontare questa storia di sofferenze, ma anche di molte allegrie! Di momenti di disperazione ma anche di grande fiducia in un mondo migliore, dove fosse possibile vivere con dignità. Ormai 145 anni sono passati dalla grande emigrazione di massa verso la “Nostra Merica” (1875). Siamo perfettamente inseriti nel contesto sociale ed economico della nostra nuova Patria, il Brasile, questo Paese di dimensioni continentali che ci ha aperto le porte quando tutto pareva perduto. Qui viviamo in allegria, con le nostre famiglie, insieme ai nostri amici! Ciò che vogliamo nei nostri rapporti con la nostra terra di origine è soltanto l’amicizia e la solidarietà. Siamo i vostri fratelli più lontani geograficamente, ma molto vicini e lagati ai vostri cuori da un sottile e resistente filo di seta prodotto ancora in Tirolo, 145 anni fa!

230


Fiorelo Zanella, Presidente della Famiglia Trentina di Taiò

L’immigrazione trentina a Santa Catarina

L

a prima immigrazione italiana che è arrivata in Brasile è quella di Santa Ca-

tarina. Nel marzo 1836, un gruppo di 186 immigranti della Sardegna è sbarcato a Florianopolis e di questi, 132 persone hanno fondato la Colonia Nova Italia, nel comune di São João Batista, a Santa Catarina. Sicuramente la Colonia Nova Italia è la culla dell’immigrazione italiana in Brasile.

Altrimenti, la vera e grande immigrazione italiana, sopratutto la trentina, ha cominciato a partire del 1875. I trentini sono stati i promotori della colonizzazione di tre importanti centri italiani di Santa Catarina: Rio dos Cedros, Rodeio e Nova Trento. Gli immigranti erano praticamente tutti trentini, ma c’erano anche immigranti venuti dal Veneto, dal Piemonte e dalla Lombardia. Altri focolai dell’immigrazione si è verificato nei paesi di Ascurra, Apiuna, Guaricanas e Lontras. Il primo gruppo di immigranti trentini è partito dal Porto di Trieste, in dicembre 1874 e è arrivato al Porto di Itajaí nel mese di gennaio 1875. Questi immigranti sono stati fissati nella località di Pomeranos, a Rio dos Cedros. La Colonia di Itajahy ha ricevuto il primo gruppo di 200 immigranti trentini, il 15 febbraio 1875, secondo registri della storica Roselys Izabel Correia dos Santos. Gli immigranti di questa Colonia erano destinati alle comunità di Brusque, Botuverá, Nova Trento e São João Batista. Le prime 20 famiglie che si sono installate nella Colonia di Rodeio sono arrivate al Porto di Itajaí, il 15 agosto 1875. Nello stesso anno, la Colonia di Rodeio ha ricevuto ancora 34 famiglie, nel mese di settembre, ed altre 60 famiglie nel mese di novembre.

231


Lo Stato di Santa Catarina ha ricevuto ancora due forti immigrazioni italiane: una a Luiz Alves, il 1876, e l’altra nel sud dello Stato, nello stesso periodo, ambidue quase che esclusivamente venete.

Le difficoltà La Valle del Medio Itajaí era già stata colonizzata dai tedeschi dal 1850 e avevano ricevuto l’area di Blumenau. Quando è cominciata l’immigrazione italiana, nel 1875, sono stati inviati dal Dottore Blumenau nella regione di Rodeio e Rio dos Cedros, che era una regione sopratutto montagnosa e difficile da lavorare. Non era propriamente “la cuccagna” che avevano immaginato. C’erano grossi problemi, gli immigranti avevano ricevuto lotti che rimanevano in mezzo alla foresta tropicale, che era infestata di tutti i tipi di pericoli, come animali feroci e indigeni. Ogni immigrante, con l’aiuto di tutti, a colpi di scure e falce, ha iniziato l’abbatimento della boscaglia, costruito la sua casa di legno con strisce di cuore di palma, rustica e povera, ricoperta con foglie larghe della propria foresta e ha anche dovuto preparare il terreno da coltivare. Non hanno nemmeno ricevuto i terreni per iniziare una nuova vita, poi ognuno ha dovuto comperare il suo. C’è un documento che dice che “in seguito alla dicisione del Governo, parecchi immigrati italiani vennero a stabilirsi nella nuova frequesia, pagando a prezzi elevati i lotti che acquistavano per impiantare le loro industrie, fiduciosi in un prospero avvenire”.

232


Il terreno era soltanto rilasciato al proprietario dopo che l’immigrante avesse soddisfatto i requisiti contrattuali dell’acquisto del terreno, stabilendo che “até seis meses depois d’esta designação deve estar roçada e plantada uma área de mil braças quadradas, pelo menos, e construída uma casa, que tenha, pelo menos, quatrocentos palmos quadrados para sua habitação permanente e de sua família”. Anche se c’era terra per tutti, molti immigranti si sono pentiti e sono ritornati nella loro patria italiana, chi non è potuto ritornare, è vissuto nella nuova terra, con fede e coraggio.

La migrazione Ogni capo di famiglia ha ricevuto in media una terra di circa 200.000 m², che doveva pagare con la raccolta dei prodotti che piantava. Ma dopo una ventina di anni, quando i primi figli si sono sposati, hanno costruito la loro casa nella stessa terra dei loro genitori. Ma non c’era terra per piantare per tutti i figli che si maritavano: in media ogni immigrante aveva circa dieci figli o più ancora. Allora, all’inizio del 1900, è cominciato a Santa Catarina un periodo di migrazione di figli degli immigranti italiani ed anche tedeschi in ricerca di una terra che servisse alle nuove famiglie. Due sono state le migrazioni all’interno dello Stato di Santa Cattarina: una, di migranti dello Stato del Rio Grande del Sud che hanno colonizzato l’ovest dello Stato di Santa Catarina; e l’altra, di migranti dei centri italiani di Nova Trento, Rio dos Cedros, Rodeio, Ascurra, Luiz Alves ed anche del Sud dello Stato, che hanno dato inizio alla colonizzazione dell’Alta Vale dell’Itajaí.

L’importanza dell’immigrazione Gli italiani che sono vissuti a Santa Catarina non hanno fatto fortuna, ma oggi vivono contenti con quello che hanno. Sono orgogliosi di essere brasiliani, sentono ancora il vincolo con le radici trentine, mantengono ancora le tradizioni portate dai loro antenati, come il dialetto, i canti folclorici, il cibo, la disponibilità di lavorare, lo spirito di allegria e la religiosità. “Siamo brasiliani di nascita, ma italiani di cuore”, come ogni tanto dico ai discendenti trentini1.

1. Relazione ecclesiale scritta dalla Parrocchia di Ascurra alla suprema autorià ecclesiastica di Roma, il 15 maggio 1914.. Designação de Lote de Terras, assinado em 15/12/1876, pelo Dr. Hermann Blumenau.

233


João Andreata de Souza e Valcir Marangoni Presidente e segretario della Famiglia di Florianopolis

L’arrivo degli immigrati nel territorio di Santa Catarina

S

econdo le relazioni degli storici e le pubblicazioni di diversi autori, nonché i diari di viaggiatori o di persone che transitavano nella regione al servizio di aziende italiane, tutti riferiscono che l’arrivo dei primi immigrati trentini a Santa Catarina avvenne nel 1875, tratto dal progetto di colonizzazione Dr. Hermann Bruno Otto Blumenau, che arrivò qui nel 1850 per iniziare l’occupazione delle terre che costeggiavano il fiume Itajaí dalla città di Itajaí. Un altro gruppo di immigrati trentini, allo stesso tempo, entrava nel territorio di Santa Catarina dal fiume Tijucas, le cui rive offrivano terreni fertili e facili da lavorare. Giunsero a Nova Trento, attualmente nota per la Cattedrale in onore di Santa Paulina, nata Amabile Visintainer. I suoi parenti lasciarono Vigolo Vattaro arrivando in Brasile nel 1875, andando a vivere nel comune di Vigolo, comune di Nova Trento. Un terzo gruppo è entrato nel sud dello stato da Tubarão, trasferendosi a Orleans, la maggior parte proveniente dalla città di Ala, che aveva subito una forte inondazione e un attacco di parassiti che aveva distrutto la coltivazione del baco da seta. La vita degli immigrati all’inizio non fu facile, dovettero esplorare il territorio affrontando i pericoli naturali di una foresta tropicale abitata da indiani, infestata da malattie e occupata da animali feroci, fino ad allora sconosciuti. Una delle difficoltà, se non la principale, è stata la frustrazione dei primi colonizzatori tedeschi che speravano di ricevere persone dall’impero austro-ungarico e che parlavano la stessa lingua, ma si resero ben presto conto che erano trentini e che parlavano la lingua italiana. Ci volle un po’ prima che si adattassero alla comunicazione. A quel tempo, le comunità di nuova creazione nella valle del fiume Itajai, ricevevano l’aiuto di due leader italiani, intellettuali, visionari e idealisti, disposti ad aiutare i coloni a prosperare nelle loro attività produttive attraverso la formazione e pratiche agricole che fino ad allora non esistevano. Uno di loro, Giovanni Rossi, era un anarchico nato a Pisa, veterinario e agronomo che ha contribuito a fondare la Stazione Agronomica di Rio dos Cedros, un centro di coltivazione del tabacco la cui regione era un importante produttore ed esportatore in Europa. L’altro compagno di Giovanni, Ermembergo Pelizzetti, era originario di Mantova e si dedicava all’insegnamento delle 234


tecniche agricole. Passa un breve periodo con Giovanni, essendosi presto trasferito ad Ascurra dove fonda la Ascurra Rice Cooperative, portando molti vantaggi ai produttori di riso della regione. Tutte le piccole comunità si svilupparono gradualmente, alcune divennero un comune, come nel caso di Rodeio, Ascurra, Benedito Novo, Rio dos Cedros, Timbó. Con il passare del tempo e con le condizioni economiche, sociali ed educative molto limitate, i giovani iniziarono a trasferirsi in città più sviluppate che offrivano posti di lavoro meglio retribuiti, oltre a scuole e corsi professionali. Le associazioni hanno fatto parte della cultura dell’umanità dall’inizio della storia, essendo notevoli tra i discendenti dei Trentini nel nostro territorio, che erano organizzati in bande musicali, gruppi di canto corale, associazioni culturali e chiese dove potevano contare su strutture per organizzare eventi, feste, balli, praticare sport, ecc. Tra questi discendenti vi furono diverse proposte per creare associazioni e, il 30 ottobre 1998, su iniziativa dei discendenti delle famiglie Rover, Sandri, Vitti, Stedile, Andreatta, Bortolini, Lenzi, Scoz, Girardi, tutti i trentini residenti in Florianópolis, hanno fondato la prima associazione Familia Trentina in Brasile. Divenne nota come la Famiglia Trentina di Florianópolis, funzionante fino ai giorni nostri. Sono stati organizzati innumerevoli eventi che hanno reso la Famiglia un riferimento attivo dell’associazione. Quanto all’integrazione tra i discendenti dei Trentini e le comunità in cui hanno vissuto, è avvenuta con il passare del tempo, e in alcune località, con la maggioranza dei Trentini nella popolazione locale, ha contribuito favorevolmente ad una maggiore integrazione, soprattutto tra i giovani persone. Diverse iniziative hanno contribuito positivamente al mantenimento e al rafforzamento delle relazioni sociali e umane tra i trentini. Furono create associazioni culturali, scuole, chiese, circoli e aziende di vari rami di attività, che gradualmente formarono una popolazione di varie origini etniche conviventi armoniosamente. Inoltre, negli ultimi 20 anni, spicca l’interesse a viaggiare per conoscere la regione di origine degli antenati in Italia. 235


Uno dei fattori che ha suscitato interesse nel mantenere i rapporti con le origini sono gli eventi organizzati e patrocinati dalla Provincia, principalmente incontri organizzati qui in Brasile, così come gli scambi giovanili tenuti nelle città del Trentino. Da segnalare anche l’offerta di borse di studio per corsi di laurea e laurea specialistica presso le Università di Trento. Si verificano maggiori difficoltà, soprattutto per i giovani, quando cercano un lavoro, perchè la scarsa conoscenza di un italiano fluente non consente di comunicare in modo adeguato così finiscono per arrendersi e tornare. Per quanto riguarda la situazione della Famiglia Trentina a Florianópolis, non è affatto facile a causa della pandemia in atto, che ci ha portato a paralizzare completamente le attività. Di conseguenza, i membri finiscono per perdere l’entusiasmo di partecipare agli eventi come un tempo. Altri fattori di ordine non molto evidenti hanno indotto anche altre associazioni ad affrontare la stessa sfida. Crediamo che non appena questa situazione pandemica sarà passata, riprenderemo le nostre attività di routine, ma siamo certi che avremo bisogno di adattarci alla nuova realtà che si sta plasmando. Una delle sfide sarà la realizzazione di un evento che coinvolgerà tutte le associazioni esistenti nello Stato e le istituzioni ufficiali del governo italiano, quali Vice Consolato, Comitati, CGIE e Consulenti regionali, nonché Provincia e Unione, nell’ordine. discutere in profondità l’argomento e creare un metodo di lavoro adatto a ciascuna realtà al fine di mantenere vive le associazioni. Questo sarà un fattore di sopravvivenza per qualsiasi individuo che sia disposto a gestire un’associazione sia qui a Florianópolis che in qualsiasi parte del pianeta.

Joao Andreata de Souza in centro con il senatore Fausto Longo, Elisabetta Deavi ed i consultori Elton Diego Stolf ed Alceu Xenofontes Lenzi alla Convention delle Famiglie Trentine a Florianopolis nel 2015.

236

Joao Andreata de Souza durante i lavori della Convention delle Famiglie Trentine a Florianopolis nel 2015


Ineri Delci Copat - Presidente della Famiglia Di Santo AntÃo l’immigrazione italiana a Colonia Dona Isabel, di Bento Gonçalves, regione della Serra Gaucha

È

noto che le condizioni della popolazione italiana, principalmente dei piccoli contadini, di artigiani e liberi professionisti, negli anni successivi al 1850 fossero molto difficili e che per dare una svolta alla loro vita molti dovettero seguire l’esempio di quanti nei Paesi vicini, come accadde ad esempio in Germania, decisero di emigrare in America del Sud. Il Brasile era una delle mete preferite, perchè era una nazione giovane, con grandi dimensioni territoriali ma poco popolata e quindi necessitava di forza lavoro per occupare le sue terre e produrre cibo. Gli interessi dei due Paesi erano reciproci: l’Italia non era in grado di sostenere la sua popolazione, mentre il Brasile aveva bisogno della manodopera di origine italiana, come era accaduto in precedenza con i tedeschi, e per questa ragione aveva creato un programma finalizzato ad incrementare l’immigrazione dalla Penisola. Il Governo imperiale brasiliano e il Governo italiano stipularono, dunque, un accordo dove si prevedeva di offrire agli immigrati una colonia, con estensione che poteva variare dai 15 ai 60 ettari di terreno, assegnata tenendo conto delle dimensioni del nucleo familiare, considerando gli over 14 anni, biglietti e cibo per un anno gratuiti, oltre a attrezzi e semi che avrebbero dato il primo raccolto. Si creò così un clima di grande attesa nell’immigrato italiano, che aveva visto nell’intesa fra i due stati un’opportunità: ebbe inizio il sogno di andare in “Mérica”. Nel 1870, con l’atto 24 del Presidente della Provincia di São Pedro do Rio Grande do Sul (oggi Rio Grande do Sul), João Sertório creò le Colonie Conde D’Eu e Dona Isabel. Dopo quella data, ingegneri, geometri e altri funzionari furono incaricati di iniziare la delimitazione dei lotti della regione caratterizzata da aspri rilievi, solcati da ruscelli e fiumi, dalla foresta subtropicale e dalle sue numerose pinete. La pionieristica immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul ha avuto luogo nella regione montuosa e all’inizio è stata sostanzialmente concentrata in 3 colonie, chiamate Conde D’Eu, Dona Isabel e Caxias. Nel maggio 1875 le 237


prime famiglie si stabilirono a Colonia Caxias in località Nova Milano, ora appartenente al Comune di Farroupilha, e nel dicembre dello stesso anno altri nuclei arrivarono a Colonia Dona Isabel, oggi nel Comune di Bento Gonçalves. I pionieri immigrati italiani che lasciarono la Provincia di Trento da località come Pergine, Gardolo, Villalagarina e altre, probabilmente si imbarcarono al porto di Genova nella stiva di un’imbarcazione che li portò a destinazione, insieme ai loro bagagli e agli strumenti di lavoro, dopo un lungo viaggio in condizioni precarie, la cui durata era di molti giorni su navi a vapore, per proseguire ancora settimane prima di arrivare alla meta. Certamente, il sogno di un mondo nuovo che si portavano dentro e la fede, che portavano con sé dalla culla, li aiutarono molto nell’ardua missione che si proponevano di compiere. La loro prima tappa “in Mérica” era Rio de Janeiro, dove venivano ricevuti per la regolare registrazione e dopo pochi giorni si imbarcavano per Porto Alegre nel Rio Grande do Sul. Chi aveva come destinazione Colonia de Caxias seguiva il corso del Rio Cai, mentre quelli destinati a Colonia Dona Isabel andavano a São João de Montenegro, dove sbarcavano e dopo una piccola quarantena venivano inviati nelle vecchie case loro assegnate. Ecco, quando pensavano che la loro maratona fosse finita, in realtà era appena iniziata.

238


Per non dilungarci troppo nella descrizione dell’intera storia del migrante italiano nel Rio Grande do Sul (la regione dove si concentrò la maggior parte dell’immigrazione di origine italiana era quella della Serra Gaucha), ci limitiamo all’area di Colonia Dona Isabel, oggi nel Comune di Bento Gonçalves, che comunque rappresenta, in termini generali, quella che è stata l’immigrazione italiana di tutte le colonie del Rio Grande do Sul. La realtà trovata dagli immigrati quando arrivarono nella regione era molto diversa dall’immagine che era stata loro proposta in Italia secondo cui al termine del viaggio avrebbero trovato la “cuccagna”, in altre parole un mondo meraviglioso. La verità è che si sentivano frustrati, perché, anziché la“cuccagna”, trovarono una terra inesplorata con molte foreste, animali selvatici e indiani, senza strade, senza una casa in cui vivere e con la possibilità di cibarsi con i pochi generi alimentari distribuiti dal Governo. Il sogno di un futuro migliore, la partenza alla volta della “terra promessa” e poi l’immigrato inizia a conoscere il suo vero pellegrinaggio. Quanta sofferenza, quanta angoscia, sapevano che non si poteva tornare indietro. L’unico modo di sopravvivere era affidarsi al loro tesoro più grande: la fede, che veniva dalla culla. Da São João de Montenegro a Colonia Dona Isabel la distanza è di circa 70 km, percorso che si sviluppava in mezzo alla foresta e che si percorreva a piedi, alcuni fortunati a cavallo: non esisteva una strada e i varchi per transitare si aprivano a colpi di falce e machete, attraversando torrenti e paludi. In alcuni tratti il cammino era facilitato da sentieri aperti da carovanieri che si spostavano da Vacaria a Porto Alegre. La vigilia di Natale del 1875, dopo aver camminato per quattro giorni, un gruppo di migranti arrivò in una località chiamata Esplanda, oggi Praça das Rosas, davanti alla chiesa dedicata a Cristo Re a Bento Gonçalves: in quel luogo in mezzo alla foresta allestirono il loro accampamento con i rami degli alberi, usando le lenzuola che portavano nei bagagli per completare la chiusura delle loro baracche improvvisate. Venti le famiglie pioniere di immigrati italiani provenienti dalla Provincia di Trento: Abramo Gado, Andrea Slomp, Antonio Excel, Antonio Giovannini, Carlo Ranzi, Cristoforo Ambrosi, Domenico De Gasperi, Domenico Tomasi, Felice Refatti, Giovani Batista Battisti, Giovani Giovanella, Giusepe Giacomini, Giusepe Lunelli, Giusepe Rampanelli, Isidoro Agostini, Leonardo Copat, Matteo Valduga, Nicolas Pozza, Pietro Dorigatti e Tomaso Pintarelli. I componenti di queste famiglie possono essere considerati dei veri eroi, perché di fronte a tutte le difficoltà incontrate portarono a termine la loro impresa, superando gli ostacoli grazie alla fede, l’unione, la collaborazione, la solidarietà e soprattutto il lavoro incessante. 239


Dopo tante prove cui erano stati sottoposti, dacché avevano deciso di emigrare, era arrivato il momento dell’assegnazione a sorte del terreno e, anche se sapevano che tutto doveva ancora essere fatto, almeno avrebbero avuto una buona parte della loro terra dove poter piantare e raccogliere liberamente il frutto del loro lavoro, il che avrebbe dato loro sostentamento e speranza in un futuro molto migliore non appena i raccolti avessero iniziato ad essere disponibili. Bisognava tuttavia tenere conto delle condizioni del governo locale: quando si riceveva il lotto, l’immigrato doveva stabilirsi immediatamente e iniziare a produrre e secondo la legge se in 2 anni non aveva iniziato a produrre e non dimostrava di trovarsi in una situazione regolare di utilizzazione del terreno, perdevano il diritto al lotto che avevano ricevuto. I lotti di ciascuna famiglia erano stati assegnati lungo la Strada Generale, a partire dal lotto numero uno, al confine con Colonia Conde D’Eu sulla linea Santo Antão, che apparteneva a Leonardo Copat. Una volta stabiliti provvisoriamente nei loro appezzamenti rurali iniziarono ad abbattere la foresta, aprendo una radura per poter piantare e raccogliere il minimo per la sopravvivenza e i grandi tronchi degli alberi furono spaccati manualmente con asce, mazze e cunei fatti di legno sul posto: le assi furono usate per costruire le loro prime case, poiché non c’erano altri mezzi che il lavoro manuale. Il cibo promesso dal Governo a volte non arrivava e la soluzione era cibarsi dei frutti che si trovavano in natura, oltre a cacciare animali selvatici e pescare per chi aveva un fiume vicino. Passarono lunghi giorni di sofferenza fino all’arrivo del primo raccolto. Poi sorse la seconda difficoltà: per poter commercializzare dovevano percorrere circa 70 km, lunghe distanze percorse con cavalli e carri. Nel frattempo si radicò fra gli immigrati lo spirito cooperativo e di unione. Anche nella costruzione delle loro case e dei magazzini hanno usato molto il sistema delle task force; hanno unito forze e competenze per realizzare le strutture di cui avevano bisogno. 240


Di notte, alla luce dei “chiaretti” o lanterne, si incontravano per pregare e pregare e poi parlare con i vicini più vicini. Se c’erano frustrazioni, c’era anche un sogno che si realizzava per l’immigrato che aveva il suo terreno rurale: poter piantare e vivere sulla terra che era sua. Gli appezzamenti rurali andavano da 151.000 a 605.000 mq ed erano distribuiti in base al numero di persone di ogni famiglia in età lavorativa, così considerato dal Governo brasiliano. Il lavoro per abbattere i fitti alberi è stato intenso ma la produzione è stata ripagata, perché la terra fertile ha dato grandi raccolti. Circa un anno dopo, nel 1876, arrivò un’altra delegazione di immigrati trentini e furono distribuiti appezzamenti rurali sull’Estrada Geral Leste e, pressapoco fino al 1915, seguirono per diversi anni gli arrivi di immigrati dal Nord Italia: arrivarono a migliaia. Dopo alcuni anni, con molto lavoro da parte degli immigrati, arrivarono le infrastrutture necessarie, come le strade che univano i quartieri delle città. Ognuno apre strade nel suo lotto rurale con le armi e il sindaco della Colonia apre strade che uniscono ogni località della città per garantire una vita sociale ai coloni. Ma non solo: ogni località ebbe anche la sua chiesa, sala da ballo, campo da bocce dove incontrarsi nei giorni festivi per pregare e divertirsi; gli uomini giocavano a bocce e alle carte e dopo qualche bicchiere di vino non mancava il canto gioioso che portavano nel loro cuore del paese d’origine, “La bella violetta”, “Quel mazzolin di fiori”, e raccontano le loro storie mentre le donne disponevano le vivande. Pian piano la situazione cominciava a migliorare, grazie all’attività di allevamento, alla coltivazione della vite e alla raccolta dei vari prodotti negli orti e campi. Nel 1881 arriva la strada che collega Colonia Dona Isabel a São João de Montenegro e questo rappresenta un grande passo avanti, perché con il lavoro delle famiglie si producono già eccedenze nelle colonie e questo permette la vendita o lo scambio dei prodotti nelle aree urbane come São João de Montenegro e Porto Alegre.

241


L’arrivo dall’Italia di alcuni sacerdoti diede impulso all’esperienza religiosa degli oriundi che ora hanno l’opportunità di partecipare alla messa e anche di celebrare matrimoni e battesimi; i sacerdoti erano molto impegnati poiché ciascuno doveva occuparsi di aree vaste. La Colonia Dona Isabel, che si trovava nel distretto di São João de Montenegro, divenne un comune di Bento Gonçalves l’11 ottobre 1890. Questo momento fu seguito da una crescita economico-sociale significativa, poiché venne organizzata l’attività commerciale, furono costruiti mulini, fucine e segherie; finalmente in quest’area cominciavano a prendere forma alcuni servizi essenziali e non si doveva più dipendere da lunghi viaggi per acquistare beni di prima necessità. Gli immigrati trentini vennero riconosciuti elemento fondamentale dello sviluppo della regione per il loro ruolo nella colonizzazione di Bento Gonçalves e dell’intera regione della Serra do Rio Grande do Sul. In particolare dagli anni 1879 in poi, vi fu un grande afflusso di immigrati dal Nord Italia, principalmente da Veneto e Lombardia, che, giunti nella zona, ebbero il compito meno difficile, trovando oriundi insediati e perfettamente integrati. Evidentemente lo sviluppo fu lento e graduale perché i tempi erano diversi, tutto si faceva in lavoro manuale con pochi strumenti. Sul fronte sociale e culturale si lavorò molto e in coerenza con i principi di ordine, onestà, fede, disciplina, con il lavoro al vertice della piramide valoriale. Come si suol dire: chi semina miete. Così iniziarono a concretizzarsi i frutti dei molti sacrifici: nacquero le scuole, fu dato impulso a vari settori dell’artigianato, crebbero l’attività vitivinicola e il commercio relativamente diversificato. Fino al 1950 l’attività base di Bento Gonçalves e della Regione Serra Gaucha era ancora la coltivazione di prodotti agricoli e la viticoltura. A quel tempo, anche se non ci sono statistiche ufficiali, si può dire che, approssimativamente, gli immigrati italiani provenienti dalle varie regioni del Nord Italia e i loro discendenti rappresentavano in quest’area una percentuale superiore all’80%. Fino a quel momento i mezzi di trasporto erano ancora pochi: esiguo il numero delle auto, camion e autobus. Le strade erano ancora sterrate. L’interazione sociale era quindi limitata alle località circostanti e alla regione dove, di conseguenza, erano concentrati gli incontri dei giovani, le occasioni di divertimento, corteggiamento e matrimonio, giorno di grande festa che iniziava a mezzogiorno a casa di uno degli sposi, di solito la sposa, per concludersi nella notte. Si formavano così nuove famiglie che a seconda delle possibiltà costruivano una loro casa in legno, altrimenti vivevano in una parte separata della casa materna o paterna fino a quando non riuscivano a costruire la loro dimora. 242


Una delle caratteristiche del nostro immigrato era la disposizione al risparmio, qualità che lo ha fatto prosperare. Si tratta di un atteggiamento forse in parte legato all’origine, ma certamente riconducibile alla necessità, poi diventata virtù, perchè l’impostazione di vita non è andata persa con la conquista del benessere: la gestione oculata delle risorse economiche ha portato a investimenti e crescita del business nella regione. A partire dagli anni ‘60 si assiste a un processo di sviluppo accelerato rispetto al periodo precedente: l’industria ha un impulso significativo nella città di Bento Gonçalves e in tutta la regione, espandendo e diversificando la produzione, il commercio e i servizi. Una delle pietre miliari dello sviluppo del Comune è stata l’organizzazione del FENAVINHO (Festival Nazionale del Vino) tenutosi a Bento Gonçalves nel febbraio 1967) per pubblicizzare e far conoscere il Comune in tutto il paese e anche all’estero. Innegabile è il ruolo assunto dall’immigrato italiano, trentino e veneto e dai loro discendenti come motori dello sviluppo di Bento Gonçalves e della regione della Serra Gaucha. Oggi nell’interno dell’area, cioè nella zona rurale, si confermano a conduzione trentina e veneta la maggior parte delle proprietà e delle produzioni agricole. Il numero di oriundi è considerevole anche nell’industria, nel commercio e nei servizi, anche se in questo caso la percentuale rappresentativa è leggermente diminuita con l’incremento delle persone provenienti da altre parti del Paese e anche da altri Paesi. È noto che i discendenti di immigrati trentini e veneziani a Bento Gonçalves e nella Regione Serra Gaucha sono in stragrande maggioranza in condizioni economiche stabili e con buon potere d’acquisto. Il progresso, l’istruzione e una classe imprenditoriale competente hanno determinato le condizioni di crescita socio/economica. Va anche notato che molti degli immigrati italiani che si stabilirono nell’area fra il 1875 e il 1915 successivamente emigrarono negli Stati del Paraná e del Mato Grosso, perché quella regione era caratterizzata da terre inesplorate ad alta produttività. Come discendenti di immigrati trentini, siamo orgogliosi ed è importante notare che dai nostri antenati alle nostre generazioni attuali qui a Bento Gonçalves e nella regione della Serra do Rio Grande do Sul si è creata una forte cultura simile a quella del Nord Italia, tanto che divenne nota come “nostra piccola Italia”. Bento Gonçalves, colonizzato da immigrati trentini e veneziani, ha nelle sue radici l’essenza degli usi e costumi di questi territori. Qui l’immigrato e la sua discendenza non hanno avuto problemi di inte243


grazione con la comunità, ma di adattamento a vivere nella foresta. Infatti l’ordine si è rovesciato: dopo aver superato infinite difficoltà, hanno formato una comunità che rispecchiava le loro origini e coloro che avevano bisogno di integrarsi erano gli emigranti interni che venivano a godere del progresso e dello sviluppo creato dai valorosi immigrati trentini e veneziani. Nella nostra regione sono ancora forti la trentinità, la lingua dialettale, la cucina, i canti e la musica portati dagli immigrati e conservati fino ad oggi, la valorizzazione e la conservazione degli oggetti nei musei, il teatro e le rappresentazioni culturali con temi importati sin dal loro arrivo. Lavorano intensamente per il mantenimento, la conservazione della nostra cultura e la valorizzazione permanente dell’immigrato trentino nel contesto di Bento Gonçalves; la Famiglia Trentina di Santo Antão e il Circolo Trentino di Bento Gonçalves sono impegnati con attività permanenti e in linea con le loro entità madri a Trento: l’ Unione delle Famiglie Trentine all’Estero e la Trentini nel Mondo. La nostra è la più grande regione vinicola del Paese con una cucina molto apprezzata, basata sulle abitudini degli immigrati trentini e veneziani, attira migliaia di turisti da tutto il paese e dall’estero, oltre che da alcune zone protette. Oggi la città di Bento Gonçalves è una delle più vivaci del Paese, ha circa 200.000 abitanti, ha un’industria molto forte nei settori più svariati, evidenziando l’industria del mobile, viticola e metallurgica, con un commercio forte 244


e diversificato e dispone anche di una fornitura di servizi altamente qualificati nelle modalità più diverse e il turismo negli ultimi anni è diventato uno dei più promettenti del Brasile. In considerazione di questa situazione, le opportunità di lavoro e di sviluppo professionale sono innumerevoli e poiché questo progresso e sviluppo è stato guidato dallo stesso immigrato e dai suoi discendenti, noi siamo perfettamente inseriti nella direzione di marcia e ne facciamo parte; difficilmente troveremo discendenti trentini o veneziani emarginati dal contesto di questa evoluzione e sviluppo. Qui i discendenti di immigrati trentini continuano ad avere un forte legame con la loro terra di origine e ne vanno fieri; desiderano avere un rapporto molto stretto ed essere seguiti come bambini. I discendenti di immigrati italiani e principalmente noi trentini si sentono come se Trento e l’Italia fossero la loro madrepatria e adottati da una seconda patria che è il Brasile. Sebbene sia trascorso molto tempo, i nostri sentimenti rimangono legati alle profonde radici dei nostri antenati che continuano ad essere coltivati anche da noi. Vorremmo che questo legame si mantenesse attraverso le nostre associazioni, facilitando lo scambio culturale e anche economico, sostenendo e assistendo le nostre iniziative e progetti e guidandoci anche in tutto ciò che è necessario. Lo scambio di giovani è un modo eccellente per mobilitare i nostri ragazzi; inoltre a questo proposito si suggerisce di ampliare il campo di applicazione elevando l’età a 50 anni e, se ciò non fosse possibile, si suggerisce di creare un’altra forma di stimolo o mobilitazione per le persone di età superiore ai 35 fino ai 50 o 60 anni . Lo suggeriamo perchè abbiamo sempre più bisogno di leadership per le nostre associazioni; i giovani dell’era moderna sono già più lontani dalle loro radici e nel mondo moderno la società è organizzata più commercialmente che socialmente. Anche se ci sforziamo di coinvolgerli nelle attività , pochi partecipano. Noi abbiamo bisogno di questa fascia intermedia per gestire le associazioni; questo ci porta a pensare che se ci fosse la possibilità di qualche tipo di scambio o visita per alcuni giorni, ciò sarebbe di stimolo e faciliterebbe l’ingresso nelle associazioni di nuove persone e la creazione di un gruppo più maturo.

245


Luz Myrna Figueredo Kamm Pacher, Presidente della Famiglia Trentina San Pedro Dep.to Central-Alto ParanÀ

I Pacher in Paraguay e la ricerca delle radici Era molto difficile raccogliere informazioni, tempo e memoria non andavano molto d’accordo e i dati andavano persi da una generazione all’altra. Sapevamo solo che i Pacher erano italiani e che fondarono la Colonia Trinacria insieme ad altri italiani di origine siciliana. La zia Adelina Kamm Pacher di Wenninger, ora deceduta, ci ha detto che zia Teresa Pacher ha detto di venire dal Tirolo e che la nonna si chiamava María Ana Ognibeni. Grazie ai resoconti dei parenti più anziani, ai dati del registro civile, della chiesa e di Internet, abbiamo appreso che i Pacher erano originari del Trentino - Alto Adige. E l’origine del cognome Pacher, originario delle prime colonie germaniche, deriva dalla parola Bacher che in italiano significa “Dal fiume”, e che popola la Valle dell’Adige e la Valsugana. Dopo molte ore di ricerca ed esame dei microfilm, abbiamo ritrovato i certificati di matrimonio degli zii Esteban Pacher e Teresa Pacher, che mi hanno portato direttamente a Roncegno. E lì, grazie al Servizio Emigrazione e Solidarietá Internazionale della Provincia Autonoma di Trento, in due settimane abbiamo ricevuto gli attestati di battesimo della mia bisnonna e quelli dei suoi fratelli. Giovanni Pacher nacque in Valsugana a Novaledo nel 1843 e sino al 1898 visse a Roncegno con la moglie María Ana Ognibeni e sei dei suoi sette figli: Esteban, Teresa, Emilio Emanuelle, Julio Antonio, Amelia e Giusto Eduardo. In quel periodo la situazione economica della popolazione era molto difficile e per questa ragione Giovanni un giorno comunicò alla moglie di aver maturato l’idea di andare via soprattutto per garantire ai figli un futuro e la possibilità di crescere in serenità. “Andiamo in America“ disse alla consorte. Ebbe così inizio la storia d’emigrazione della famiglia Pacher, i cui numerosi discendenti oggi vivono in Paraguay.

Un viaggio verso la speranza Fecero i bagagli, uscirono di casa e lasciarono la loro città natale, Roncegno. Dopo aver camminato a lungo, raggiunsero il porto di Genova dove si imbarcarono sul piroscafo “La France” diretto in Sud America. Teresa Pacher raccontò 246


in seguito che la durata del faticoso viaggio fu di tre mesi durante i quali nacque il suo ultimo figlio: Pedro Pacher. Il 7 ottobre 1898 partirono da Buenos Aires sul piroscafo “Villa Franca”, a bordo del quale vi erano altri 237 coloni, e arrivarono ad Asunción la mattina del 15 ottobre dove furono ricevuti con grande e indimenticabile cordialità dai governanti e dagli italiani residenti ad Asunción, come racconta José Destefano Paternó, che era il rappresentante della Società di colonizzazione italo-americana.

Fondazione Colonia Trinacria Il 16 ottobre sbarcarono nel Porto di Rosario, dove li aspettavano carri e cavalli, iniziarono una marcia verso il luogo chiamato Ñanducuá e quello stesso pomeriggio sventolavano insieme bandiera italiana e paraguaiana. Non rimasero a Ñanducuá, perché la terra in quella zona non era fertile e non c’erano foreste da cui poter ricavare legname: entrarono nella terraferma finché non raggiunsero quello che attualmente conosciamo come Gral Aquino e dove si insediarono, vicino alla Chiesa. I primi tempi nelle nuove terre furono difficili: dovevano costruire capannoni per non di dormire sotto le stelle, stavano di guardia per proteggersi dalle bestie feroci, a volte mangiavano solo fette di arance nel pane.

Incontro di due culture I Pacher si dedicavano alla produzione nelle segherie, si addentravano nei boschi per lo sfruttamento del legno, lì avevano contatti con gli indigeni della zona, che in un clima di cordialità esprimevano reciproco apprezMaria Ana Ognibeni, moglie di Giovanni Pacher, con il figlio Esteban

247


zamento con scambio di doni. I Guarani nativi davano la manioca ai Pacher, per una questione di differenza culturale, le donne non sapevano che fosse cibo, quindi ne conservarono le radici come un dono apprezzato fino a quando non impararono a cucinarla e mangiarla. Poiché anni dopo la colonia rimase senza quelle segherie, si perse il contatto con i Guarani, e 30 anni dopo, i nipoti/discendenti, come Enrique, incontrarono popolazioni indigene che si facevano chiamare Pacher, adottarono il nome dei loro primi mecenati, un’usanza abbastanza usata dai nostri indigeni.

La Colonia Trinacria Il 15 ottobre 1898 arrivò la prima spedizione. Il 3 novembre 1898, il governo paraguaiano firmò un contratto con la Società colonizzatrice “italo-americana”, rappresentata dal Dr. Giuseppe De Stefano Paternó. La Colonia Trinacria fu fondata nel 1899 dal generale Bernardino Caballero con un accordo tra il Governo e la Società colonizzatrice italo-americana: nacque così una colonia di italiani che fu battezzata “Colonia Trinacria” che il 26 ottobre 1900 il divenne una colonia nazionale. Nel maggio 1905 fu creata la prima scuola rurale con sede a Santa Clara: è l’attuale scuola n. 34 e i Pacher contribuirono alla costruzione dell’edificio e attorno alla figura di Esteban Pacher si formò il primo gruppo di insegnanti. Nel 1917 il Sig. Genaro Romero, in qualità di Direttore del Dipartimento Terre e Colonie, sostituì il nome di Trinacria con quello di “Colonia Gral. Elizardo Aquino”. Il primo Consiglio di Amministrazione della Colonia è del 1920, collegato al Comune di Villa del Rosario. Il giudice di pace e il registro civile delle persone sono stati creati nel 1923. La maggior parte delle nascite prima di quella data compare solo nei registri della Chiesa cattolica. Arthur Kamm e Amelia Pacher Ognibeni

248


Testimonianze

Una storia nella storia: biglietto di sola andata per l’Italia. Quasi tutti i discendenti dei Pacher trentini hanno messo radici in questa bellissima terra paraguaiana, con una sola eccezione: una figlia di Teresa Pacher, il cui padre era il dottor Giuseppe De Stefano Paternó che la portò con sé nel rientro in Italia. La corrispondenza con la famiglia in Paraguay proseguì fino al 1960 circa. Teresa è stata una madre per tanti nipoti, e un esempio per tutta la comunità, tutti la ricordano con grande affetto, ma non ha mai più rivisto la sua unica figlia: spero che dove sono ora si possano incontrare e scambiarsi affetto e affettuosità che l’Atlantico ha negato. Nel 2010 siamo riusciti a contattare i discendenti di Teresa e a raccontare loro l’amore della mamma per la figlia vissuta in Italia. Tutti i Pacher non vedono l’ora di recuperare le proprie radici, la propria cultura e ciò che hanno conservato fino ad ora è la grande capacità di lavoro che ha caratterizzato i nonni e la loro onestà.

249


Elisabetta Deavi, Vicepresidente Famiglia Trentina Asuncion

La Famiglia e l’emigrazione in Paraguay

I

l Circolo Trentino è stato inaugurato nell’anno 2000 con il nome di “Delegazione del Paraguay” e si è affiliato all’Unione delle Famiglie Trentine del Paraguay nel 2006, celebrando 20 anni di “Trentinità”. L’Associazione vanta già 20 anni di attività di puro volontariato. Dopo i primi anni di residenza in Paraguay per motivi di lavoro (dal 1997), ho iniziato a informarmi al Consolato e all’Ambasciata Italiana sull’esistenza di compaesani trentini. L’Ambasciatore d´allora, il dott. Piccirilli, mi disse che c’erano solo 4 o 5 famiglie. Così, utilizzando l’elenco telefonico, ho iniziato a cercare possibili cognomi trentini, cercando di contattarli con diversi risultati. Ho ottenuto molti risultati positivi ed è stato il momento di provare ad avvicinarli e conoscerli. Verso l’inizio dell’anno 2000, ebbi l’onore di conoscere Rino Zandonai della Trentini del Mondo, il quale mi suggerì di aprire una eventuale delegazione trentina, rispettando tutte le regole ed eventuali procedimenti per iscriversi a Trento. Cosi mi comunicò l’esistenza della Legge 379/2000, grazie alla quale incominciai a poter comunicare su tutti i siti di comunicazione, su giornali e radio. Una legge approvata per tutti i discendenti trentini (anche grazie all’impegno dell’ex senatore Franco Panizza) che potevano chiedere la cittadinanza italiana attraverso la legge 379/2000 con scadenza nel dicembre 2010. Questa possibilità era per coloro che erano emigrati dal Trentino durante il dominio dell´Impero Austriaco fino alla fine della prima guerra mondiale. Cosí, piano piano con un lavoro arduo di comunicazione via mail con tutti i comuni del Trentino, ricevetti moltissimi certificati di nascita degli avi di numerose famiglie con discendenza trentina, molte delle quali oggi, grazie a questa legge, posseggono la cittadinanza italiana. La Delegazione Trentina 2000 dell’Unione che, con orgoglio, rappresenta la prima associazione regionale italiana in Paraguay, ha fatto passi da gigante. Nell’ottobre 2000, collaborando con l’Istituto Dante Alighieri del Dipartimento Arte, abbiamo potuto organizzare un’esposizione artistica di opere trentine grazie ad un mio caro parente aderente al Gruppo la Cerchia di Trento. Per me è stato un vero onore che il Gruppo la Cerchia abbia potuto esporre opere d’arte come risultato dei tanti viaggi artistici nel mondo, compreso anche il Paraguay. Fu un successo incredibile per tutti noi e per l’intera comunità italiana e paraguaiana.

250


Grazie a queste esperienze, cresceva sempre più la volontà di rintracciare famiglie di origine trentina per far si che la mia nostalgia potesse diminuire unendo le mie storie con le loro. I Trentini che arrivarono in Paraguay si trovavano principalmente in città come Asunción, Caacupé, Concepció, Encarnación, Fernando de la Mora, San Lorenzo, Lambaré, San Juan Bautista Misiones, Ciudad del Este, Luque, Santa Clara Gral, Aquino, San Pedro, Villa del Rosario. I cognomi trentini delle famiglie che attualmente vivono in Paraguay sono: Bort, Canali, Canepele, Conci, Deavi, Dorigoni, Giordani, Libardi, Maffei, Mayeregger, Marchi, Mariotti, Paoli, Pedotti, Rondelli, Stenico, Tabarelli, Tonina, Voltolini. Le attività della Famiglia Trentina comprendono gli ambiti della cultura, delle tradizioni, del folklore, del divertimento e dello sport, dell’assistenza e dell’aiuto alle persone bisognose. La Famiglia inoltre offre assistenza per le pratiche di richiesta della cittadinanza italiana attraverso la legge 379/2000 (anche se è già scaduta) continuando a fornire i dati dei registri comunali. L’Associazione promuove inoltre gli scambi annuali di giovani discendenti paraguaiani con famiglie trentine, sia a Trento che in Paraguay, le richieste di borse di studio per giovani per completare gli studi universitari e post universitari all’Università di Trento. Per quanto riguarda la storia dell’emigrazione dal Trentino dei miei avi, occorre far riferimento ad alcune famiglie. Innanzittutto alla famiglia Canali; il nonno Umberto arrivò in Argentina nel 1930 quando aveva 18 anni dI Molina di Ledro. Alcuni discendenti vivono oggi in Paraguay da più di 40 anni. Poi alla famiglia Conci, cognome del nonno Julio, nato a Centa San Nicolò e sposato con la nonna Carolina Fontana nata a Caldonazzo, che arrivò in Argentina nel 1912. Alcuni componenti della famiglia sono rimasti in Argentina; altri sono venuti in Paraguay nel 1979. Vanno ancora ricordate la famiglia Dorigoni - Sighel, che nel 1918 decise di imbarcarsi e partire per il Sud America; un figlio si trasferi in Paraguay dove crebbe 13 figli; la famiglia Giordani, i cui trisavoli arrivarono in Brasile nel 1876 nel Rio Grande do Sul e alcuni di loro, in seguito, si trasferirono nel Paraguay; 251


il nonno Maffei di Pinzolo, che arrivò ad Asuncion nel 1918, dove aprì la sua officina di affilatura. Significativa e importante anche la famiglia Libardi. Nell’anno 1898 tre fratelli che vivevano a Levico Terme si portarono a Marsiglia e si imbarcarono per l’America con meta Buenos Aires. Pochi giorni dopo intrapresero un altro lungo viaggio lungo il fiume Paraguay arrivando ad Asuncion dove si stabilirono e formarono le loro famiglie. Alcuni di loro si trasferirono al nord a San Pedro del Ycuamandyyú, dove si stabilirono definitivamente. Alcuni di loro furono anche coinvolti come soldati nella guerra del Paraguay contro la Bolivia. I Libardi emigrarono anche in Brasile nell’anno 1875 nello stato di Rio Grande do Sul nella città di Caxia Do Sul. La comunità dei Libardi in Brasile è stimata in circa 2.000 persone, mentre quella del Paraguay in circa 300 unità. Ricordo ancora i gemelli Mariotti che arrivarono ad Asuncion nel 1888-1890 e Gualtiero Luciano Eustachio Marchi Pomarolli, nato a Verla di Giovo e morto ad Asuncion nel 1969. E poi la famiglia Maieregger-Mayeregger: Pietro e Domenica arrivarono in Paraguay nel 1888 per lavorare come contadini e nella ferrovia e qui si stabilirono. Ancora la famiglia Paoli arrivata ad Asuncion nel 1870 per poi stabilirsi nella città di Villarrica. Degno di nota è il generale Andres Rodriguez Pedotti, nato in Paraguay e discendente di Pedotti Giovanni, nato a Faedo nel 1816. Ha partecipato alla rivoluzione del 1947 e durante il governo del generale Alfredo Stroessner fu un importante capo dell’esercito. Il 2 e 3 febbraio 1989 comandò il colpo di stato militare che rovesciò una dittatura durata 35 anni, avviando un processo di libertà e democrazia che è arrivata ai nostri giorni, diventando il Presidente della Repubblica e il comandante e capo delle Forze Armate della Nazione fino al 1993. È stato brillante durante tutta la sua carriera militare con menzione di onorificenze e decorazioni. Ricordo ancora Damiano Giuliano Stenico, nato a Telve, che arrivò in Paraguay nel 1882 dove formò una famiglia a Encarnacion e Domenico Bernardo Tonina Faes, nato a Vigolo Baselga ed emigrato in Argentina nel 1845; successivamente si trasferi con i figli in Paraguay e si stabilizzò ad Asuncion. Infine va citato Silvio Voltolini, di professione costruttore, nato a Volano, che nel 1931 firma un contratto per la costruzione iniziale della Manufactura de Pilar nella città di Pilar Paraguay, dove arriva nello stesso anno. Nel 1960 il Presidente della Repubblica Italiana gli conferì la prima decorazione “Stella al Merito del Lavoro” e nel 1976 il grado di Cavaliere Ufficiale.

252


MarcelaValler, segretaria della Famiglia Trentina di Rafaela

riscoprire le proprie radici attraverso Trentino Emigrazione e la scuola

L

a trascrizione errata del cognome è avvenuta quando sono arrivati in Argentina ​​il ​​mio bisnonno Clemente Valler e sua moglie Gisella Maria Bortolotti con i loro tre figli: Leone Fortunato Gottardo (mio nonno di 6 anni), Mario (4 anni) e Leonilda Valler (pochi mesi) da Vigo Meano nel 1910 e l’ufficio immigrazione argentino l’ha modificato, registrandolo come Valer. Qui si stabilirono definitivamente, ma in Clemente e Gisella era rimasta la voglia di tornare in Trentino, la stessa voglia aveva mio nonno Leone, che rimandò il più a lungo possibile la vendita delle proprietà in Italia. Sebbene la famiglia di Clemente in Trentino fosse contadina, nella nuova terra sudamericana si dedicò all’edilizia. Nei primi tempi, Clemente si era recato negli Stati Uniti d’America in cerca di alternative. La coppia ribadì d’essere emigrata per motivi economici, ma in realtà era noto che la decisione di partire era stata presa allorquando in paese alcuni parenti e amici militari avevano parlato dell’imminenza di una guerra e che presto sarebbero arrivate le sofferenze. Così decisero di trasferirsi in Argentina, una nuova nazione nata nel 1810. L’Argentina era giovane, aveva appena 100 anni e offriva la speranza di un futuro promettente. Durante il viaggio in nave, mio ​​nonno Leone si ammalò e

253


per paura del contagio parte dell’equipaggio e dei passeggeri, alcuni pensava no di gettarlo in mare. Il provvidenziale intervento di una suora impedì questa pazzia salvandogli la vita. Infine, la coppia e i loro tre figli arrivarono ​​a Buenos Aires e da lì nella provincia di Santa Fe, stabilendosi nella cittadina di Tacural, un piccolo paese vicino alla città di Rafaela, per dedicarsi all’edilizia. Anche i miei bisnonni hanno avuto figli in Argentina: Erina (che chiamavano Italia), Ester, Elvira e Ángel. Mio nonno Leone ha sposato Maria Torretta (Argentina) e hanno avuto una figlia che hanno chiamato Delia e i gemelli Hugo e Roberto (mio padre). Come il bisnonno Clemente e nonno Leone, anche i gemelli si dedicarono all’edilizia, orgogliosi per il gran numero di costruzioni realizzate in tre generazioni. Non ho avuto la fortuna di conoscere mio nonno Leone e sapevo pochissimo della sua storia e della sua vita, perché morivano tutti giovani e non avevano l’abitudine di parlare della loro terra d’origine, probabilmente per la grande nostalgia che provavano. Tuttavia, ha sempre ricordato che la sua casa era in pietra e si trovava di fronte alla chiesa del villaggio. Nella regione in cui vivo - la pianura della Pampa - ci sono molti discendenti di italiani, ma nella città dove sono nata e cresciuta nessuno di Trento. Dall’età di 9 anni, quando abbiamo studiato il fenomeno dell’immigrazione a scuola, ho iniziato a chiedermi: come sarà la città natale di mio nonno? Sarà bella? Sicuramente a quel tempo non c’era internet e nel luogo in cui vivevo non c’erano libri con le foto di Trento. C’era solo la mia fantasia e la voglia di conoscere il paese dov’era nato, dov’era la sua casa [...] per me era importante capire perché avevano lasciato la loro terra quando tutti dicevano che era bella: l’Italia. Col tempo, la mia curiosità crebbe. Era il 1996 quando mi sposai e andai a vivere nella città di Rafaela, provincia di Santa Fe. Tramite il giornale scopro la Famiglia Trentina di Rafaela aderente all’Unione delle Famiglie Trentine all’ Estero. Sono entrata subito nel Comitato direttivo e ho iniziato il vero viaggio per unire i rami alle radici. Ma la vita mi stava riservando un’altra enorme sorpresa! Come la stella di Betlemme, un giorno arrivò a casa mia la rivista PAT Trentino Emigrazione. Era una rivista che veniva inviata alle comunità trentine nel mondo agli oriundi che lo richiedevano. Nello sfogliare la rivista lessi un titolo che cambiò per sempre la vita: “Vigo Meano chiama il Mondo” della classe A e B della Scuola Elementare Italo Calvino di Vigo Meano. 254


Stavano facendo una ricerca sugli emigranti. In altre parole, hanno cercato di scoprire se c’erano persone di Vigo Meano in qualsiasi parte del mondo. Non potevo credere a quello che leggevano i miei occhi [...]: che questo invito potesse arrivare dalla cittadina di mio nonno. Così abbiamo iniziato una bella relazione con i bambini della scuola, ma soprattutto con due persone meravigliose che sono state le loro maestre: Silvana Vettori e Sergio Oliver. Il risultato di questo lavoro sull’emigrazione è stato premiato al Concorso “Regioni del mondo, ragioni di cuore”, organizzato dall’UNICEF e dalla Polizia di Stato, che ha suscitato tante emozioni nel cuore dei bambini ma anche nel mio. Iniziò così una corrispondenza con fotografie di noi, dei paesaggi trentini, della scuola, dei registri scolastici dove erano scritti i nomi dei miei bisnonni che avevano frequentato la Scuola di Vigo Meano, che non potevo credere esistessero dopo due guerre mondiali. Ma senza dubbio la sorpresa più grande, che ha fatto piangere di emozione me e tutta la mia famiglia, è stata quando è arrivata la foto della casa in cui avevano vissuto i miei bisnonni e dove era nato mio nonno Leone. Un’altra grande sorpresa è stata conoscere e vedere in foto il campo che i miei bisnonni avevano coltivato. Le proprietà furono vendute per delega e acquisite da Bruno Bortolotti la casa, mentre il campo dalla famiglia Patton. Sembrava che le sorprese fossero finite [...] invece mancava la più grande e profonda. Nel settembre dello stesso anno, il 2003, sono stata scelta dalla Famiglia Trentina di Rafaela e dalla Provincia Autonoma di Trento per partecipare al 2° Congresso Mondiale della Gioventù Trentina a Trento. Quanta emozione! Ho avuto modo di arrivare nel paese di mio nonno, Vigo Meano! La mia unica figlia Bianca aveva appena due anni; tuttavia tutta la mia famiglia mi ha sostenuto 255


per il viaggio poiché conosceva l’intensità del mio desiderio. Non so spiegare l’emozione di visitare la città di mio nonno, di entrare nella Chiesa dove si sono svolti i momenti più importanti della vita dei miei antenati, di vedere il meraviglioso paesaggio, le montagne, le strade, la vecchia e la nuova scuola. Il cuore mi batteva forte mentre camminavo per Via della Dossera dove si trova la casa che apparteneva a mio nonno, oggi della famiglia Bortolotti. Questa famiglia mi ha aperto la porta della loro casa ed anche il loro cuore facendo nascere una bellissima amicizia tra le nostre due famiglie. È stato indimenticabile vedere il campo che sicuramente coltivava mio nonno. La famiglia di Giorgio Patton mi ha riservato un’accoglienza indimenticabile, permettendomi di raccogliere un po’ di terra, terra trentina, e portarla oltre oceano a casa mia, assieme ad una bottiglia di vino prodotto con l’uva di quella terra che ho portato come una reliquia a mio padre. Posso assicurarvi che quel vino era come un vino sacro per l’intera famiglia Valler, bevendone un po’ ciascuno. Un capitolo speciale che merita di essere descritto è la festa che si è svolta presso la Scuola Elementare Italo Calvino di Vigo Meano, dove i bambini delle classi 5 A e B hanno accolto me e i loro genitori, le insegnanti, i musicisti e il sindaco che mi ha regalato una targa che conservo come un gioiello [...] un grande onore per me [...] Avrei molto da raccontare, come il ritorno a Trento che non mi aspettavo nel 2008 per un Seminario tenuto dal Provincia, la visita della maestra Silvana a casa mia, la continua relazione per corrispondenza con amici trentini, il lavoro che ho continuato a sviluppare nell’Associazione di Trento, la diffusione della cultura, il sostegno incessante dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero. Sono passati più di 110 anni da quando i miei antenati hanno lasciato la terra d’origine e finora sono l’unica della famiglia Valler o Valer che ha avuto la grazia di tornare. Posso dire che questa bella storia tra il piccolo paese di Vigo Meano lasciato dai miei avi e la mia famiglia, nata dalla ricerca dei bambini della Scuola Elementare Italo Calvino, è stata come un seme, che ha prodotto un grande albero che continua a crescere più grande e pieno di frutti. Da lì ho capito che i sogni possono diventare realtà quando sono fortemente desiderati con tutto il cuore.

256


257


258


259


260


261


ACQUISTA IN SICUREZZA SUL PRIMO E-COMMERCE TRENTINO e 1999 c n i S

WWW.ELETTROCASA.IT 4.9/5

262

4.9/5

4.8/5

Contatti: 0461 421904 - Interno 1 Whatsapp: 350 1952380 ecommerce@elettrocasa.it


Note


Le immagini, i racconti e le notizie presenti nel presente libro, sono pubblicate e trattate in virtù del diritto di cronaca e informazione. E’ possibile ottenere tutte le informazioni su trattamento dei dati e rispetto della privacy da parte dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero APS, al seguente link: https://www.privacylab.it/ informativa.php?11738438612 Finito di stampare nel settembre 2021



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.