Famiglie Trentine

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FORÇA EXPEDICIÓNARIA BRASILEIRA

Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 NE/TN Tassa riscossa – Taxe perçue
Supplemento PERIODICO DELL’UNIONE DELLE FAMIGLIE TRENTINE ALL’ESTERO
DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Unione Famiglie Trentine all’Estero

Corso 3 novembre 72

38122 Trento (TN)

Tel. +39 0461 237234 info@famiglietrentine.org

pec: famiglietrentineaps@pec.it

Direttore Responsabile

Paola Zalla

Comitato Editoriale

Simone Marchiori

Bruno Cattoni

Giordana Detassis

Patricia Lanzziano Broz

Ha collaborato

Andrea Gandolfi

Unione Famiglie Trentine all’Estero

Si ringrazia Trentino Sviluppo S.p.A. per aver messo a disposizione l’immagine pubblicata in terza di copertina.

“CASTEL TOBLINO” Archivio APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi – foto di M.

Miori

Si ringrazia Andrea Gandolfi

Autorizzazione del Tribunale di Trento

n. 22 del 21/12/2012 - Rivista quadrimestrale dati della testata

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IL SALuTO DEL PRESIDENTE di Mauro Verones

L’attività dell’unione delle Famiglie Trentine all’Estero parte sempre dai rapporti personali. Dallo scambio di idee e di esperienze degli associati trentini o trentini di origine o degli amici dell’associazione.

È attraverso questi rapporti, attraverso queste collaborazioni, che nascono progetti come quello della ricerca e successiva mostra fotografica sulla Força Expedicionária Brasileira (in italiano “Forza di Spedizione Brasiliana”), conosciuta con l’acronimo FEB. Nasce da una battuta della cara amica brasiliana Laura Frainer Scoz, che ci racconta

della pensione di guerra del papà che, nonostante fosse brasiliano, ha partecipato alla Seconda Guerra mondiale in Italia con un contingente dell’esercito brasiliano. Ci ha fornito il prezioso diario del padre: quanta emozione nel leggerlo!

Da lì lo spunto e l’idea da realizzare, l’attivazione delle nostre diramazioni brasiliane per ottenere le prime informazioni, la successiva elaborazione del progetto concreto con la collaborazione di un ricercatore sul posto e la condivisione dell’attività con l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la

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Diario di Hialrio Scoz

Fondazione Museo Storico del Trentino che ci hanno supportati ed incoraggiati in modo prezioso e determinante per la riuscita e la realizzazione della mostra finale.

Nell’ambito di un viaggio per incontrare le diramazioni di Brasile, Paraguay e Argentina, una delegazione dell’associazione, accompagnata dal ricercatore, ha visitato i principali musei Brasiliani dedicati alla FEB e parlato con i responsabili degli stessi per raccogliere il materiale necessario per la realizzazione del progetto.

Tra i mille bellissimi incontri, insieme alla delegazione ho partecipato alla visita al Museu do Comando Militar do Sul di Porto Alegre il 22 febbraio 2019, e il 4 marzo 2019 al Museu do Expedicionário di Curitiba dove abbiamo avuto il piacere di conoscere il veterano Cruz Eronides, che vive tutt’ora presso un alloggio del museo e il responsabile della comunicazione del museo - tenente Lino Junior ed il signor Odilon Pilati, figlio di Agostinho Pilati, eroe della FEB di origini trentine (Tassullo Val

di Non).

Non potevamo limitarci alla mera ricerca scientifica: abbiamo voluto conoscere le persone che hanno vissuto questo evento storico. Grazie alle nostre diramazioni del Brasile, che ci hanno appoggiato ed aiutato a reperire le informazioni necessarie, siamo riusciti ad incontrarle e ad ottenere molti spunti per futuri sviluppi.

Il 25 febbraio 2019, abbiamo incontrato Joao Andreatta, Presidente della Famiglia Trentina di Florianopolis, che si è attivato per farci avere preziosi contatti ed informazioni presso il distretto militare della città per dare corso alla ricerca.

Grazie a Harry Dallabrida e Norma da Rui, Presidente e segretaria della Famiglia Trentina di Benedito Novo, il 27 febbraio 2019 abbiamo potuto far visita a Walter Paganelli, eroe FEB di origine italiana. È stato emozionante incontrarlo nella sua casa, dove ha riservato uno spazio espositivo dedicato a ricordi di guerra e a souvenir e oggetti italiani. Tanti gli aneddoti che ha raccontato con vivacità, come lui fosse ancora un valoroso giovanotto: il suo sguardo accarezzava con orgoglio la divisa della FEB in bella mostra al centro della sala. Non potrebbe essere altrimenti visto che ha attraversato con lui decenni ed è stata compagna fedele sui campi di battaglia. Moglie e nuora lo guardavano con affetto e lo ascoltavano con l’attenzione di chi pensa potrà trovare nelle sue parole nuovi inediti particolari.

Il 28 febbraio 2019 abbiamo incontrato la signora Amélia Macoppi Vicenzi, vedova di Lino Vicenzi, nato a Rio dos Cedros, nipote di emigrati trentini, arruolato nelle fila della FEB durante la Seconda Guerra mondiale.

Amelia ci ha accolto con spirito fraterno assieme ai nipoti e ai figli. Ci ha mostrato la sua bella casa, fiera d’aver conservato l’angolo che il marito aveva riservato alle memorie degli eventi di cui è stato testimone in Italia durante la guerra.

Caso vuole che Walter Paganelli e Lino Vicenzi si sono imbarcati per l’Italia lo stesso

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Il Presidente Mauro Verones e il Consigliere Massimo Carli in Brasile in visita alla Famiglia Vicenzi

giorno il 23 novembre 1944. Durante il lavoro di ricerca siamo riusciti ad intrecciare così nuove belle amicizie e collaborazioni sia in Brasile che in Italia.

A Curitiba abbiamo conosciuto il Tenente (ora Capitano) Lino Junior, responsabile della comunicazione del Museu do Expedicionário di Curitiba con il quale abbiamo condiviso la ricerca ed i file dei pannelli della mostra da noi realizzata e riprodotta in questo opuscolo.

Il Capitano Lino Junior, con il supporto della quinta divisione dell’esercito Brasiliano ha replicato e implementato la nostra realizzazione in una mostra fotografica esposta all’aeroporto internazionale di Curitiba Afonso Pena in occasione del 75° anniversario della spedizione.

Sempre a Curitiba abbiamo conosciuto il signor Odilon Pilati, figlio di Agostinho Pilati eroe della FEB, di origini trentine (Tassullo Val di Non), che ci ha consegnato molto materiale storico appartenente al padre per procedere alla ricostruzione storica necessaria a realizzare la ricerca.

In Italia è nata una bella amicizia con la comunità di Iola di Montese dove ci sono due musei con percorsi espositivi dedicati alla FEB. Andrea Gandolfi, vice direttore del Museo Memorie d’Italia di Iola di Montese, ed Erminio Bernardi consigliere comunale con delega alle attività culturali ci hanno accompagnato e concorso a valorizzare la mostra che l’uFTE ha inaugurato a Storo nel luglio 2019 all’apertura della Festa provinciale dell’Emigrazione ed anche in questo caso abbiamo condiviso il lavoro da noi realizzato e questo è stato implementato ed esposto nei musei da loro gestiti.

Ecco, quindi, che la condivisione della conoscenza e la valorizzazione dei rapporti umani ci ha aiutato a divulgare nel mondo un lavoro fatto da una piccola associazione trentina. Coltivare amicizie basate sul comune senti-

re della storia, dei valori e delle radici e, in piccolo, sulla trentinità dei protagonisti, ci ha permesso di dare lustro e diffusione ad un pezzo di storia internazionale sconosciuta ai più. Parte importante della rete dei partner del progetto sono stati l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento e la Fondazione Museo Storico del Trentino che, attraverso il loro supporto ed incoraggiamento, ci hanno permesso di realizzare la mostra. Il Capitano Lino Junior è venuto a Storo in rappresentanza dell’esercito Brasiliano all’inaugurazione della mostra avvenuta nel luglio 2019 in occasione dell’apertura della Festa provinciale dell’Emigrazione; il signor Odilon Pilati con il figlio Araken hanno voluto essere presenti all’aperura di un evento che parlava del padre e nonno, oltre che cogliere l’occasione di visitare le terre degli antenati venendo appositamente dal Brasile; il signor Andrea Gandolfi, vice direttore del Museo Memorie d’Italia di Iola di Montese, ed il signor Erminio Bernardi hanno voluto essere presenti anch’essi all’apertura dell’evento. La mostra riportata in questo opuscolo è stata esposta, oltre che a Storo, presso il comune di Fornace, presso la sala della Fondazione Caritro a Trento e presso la sala della Biblioteca del Comune di Cavedine e successivamente presso la sala consiliare del Comune stesso.

Il Covid-19 ci ha costretti a fermare le attività espositive per l’anno 2020 e per questo abbiamo deciso di sintetizzare il nostro lavoro su questo supporto, per condividerla ancora di più, se possibile. Non vuole rappresentare la conclusione di un lavoro ma un altro passo che potrà essere aggiunto alle attività che vorremo ancora portare avanti nei prossimi anni.

“la nostra conoscenza si arricchisce ogni qualvolta entra in contatto con altre conoscenze” cit.

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la testimonianaza a cura di Andrea Gandolfi - Vice direttore e curatore delle collezioni del Museo Iola di Montese

Ogni anno, in occasione dell’anniversario della liberazione d’Italia nel 1945, l’Ambasciata brasiliana in Italia e lo Stato Maggiore dell’Esercito Brasiliano, attraverso l’Ufficio dell’Addetto Militare presso l’Ambasciata stessa, celebrano la partecipazione della Força Expedicionária Brasileira ai combattimenti degli Alleati per la liberazione dei territori della Linea Gotica negli Appennini tosco-emiliani.

A cavallo del 25 Aprile di ogni anno sono diverse le manifestazioni e cerimonie che si tengono lungo il percorso dei combattimento dei soldati della 1a Divisione di fanteria brasiliana, avvenuti tra Settembre del 1944 e Maggio del 1945, che attraversarono, tra gli altri, i paesi della Valle del Serchio e della Garfagnana, Castelnuovo, Porretta Terme, Gaggio Montano, Montese fino a Fornovo, nel parmense.

Alle cerimonie partecipano gli alti gradi dello Stato Maggiore dell’Esercito brasiliano e cittadini che giungono in Italia al seguito, l’Ambasciatore e i funzionari dell’Ambasciata Brasiliana in Italia, i rappresentanti delle istituzioni locali e i tanti cittadini ed appassionati italiani che vogliono rendere omaggio ai “pracinhas” brasiliani e al loro contributo di sangue versato per la liberazione dell’Italia dal giogo nazi-fascista.

Una partecipazione rimasta nell’ombra della macchina da guerra Alleata, dimenticata, forse ignorata nel dopoguerra e che solo ora, lentamente, si affaccia dalla nostra storia della seconda guerra mondiale con il contributo delle memorie dei nostri padri e nonni le quali, inevitabilmente, vanno ormai a spegnersi. Ecco quindi che le mostre sulla partecipazione del Brasile alla seconda guerra mondiale nella nostra terra, che a molti italiani è completamente sconosciuta, organizzate dall’Unione Famiglie Trentine all’Estero e dal museo di Jola di Montese vogliono cercare di rimediare, prime in Italia, a quella mancanza e contemporaneamente tramandarne l’eredità che ha contribuito a rendere la nostra società libera, come la viviamo ora.

Le celebrazioni annuali si concludono ogni 2 Novembre presso il Monumento votivo militare brasiliano a Pistoia dove, fino al 1960, erano sepolti 462 salme poi trasferite in Brasile. Ora vi è tumulata solo la salma del Milite Ignoto, l’ultimo soldato ritrovato e di cui non è stato possibile risalire al nome. Riposino In Pace.

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L’inaugurazione a Storo della mostra dedicata alla FEB. Nell’immagine sono ritratti Erminio Bernardi, Andrea Gandolfi, il Vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina, Ersilia Ghezzi assessore del Comune di Storo e il Presidente dell’UFTE Mauro Verones

IL BRASILE NELLA SECONDA GuERRA MONDIALE E IL RuOLO DELLA FORZA DI SPEDIZIONE BRASILIANA IN ITALIA a cura di Andrea Gandolfi

Si può affermare che l’entrata del Brasile nel novero delle nazioni industrializzate del XX secolo iniziò con Getúlio Dornelles Vargas. La sua salita al potere, che avvenne il 3 novembre 1930 con l’appoggio dei militari e la contestuale deposizione del Presidente Louis Pereira de Sousa, diede inizio alla Rivoluzione Brasiliana. Divenuto Presidente Getúlio Vargas affidò il governo del paese a una Giunta Provvisoria formata da ufficiali militari d’alto grado. Il suo governo, simpatizzante e vicino alle dottrine di Germania e Italia, ebbe da subito un carattere nazionalistico populista che ebbe forte ripercussione nella vita politica ed economica del paese.

Come in Europa, la situazione economica del Brasile stava subendo un duro colpo, le cui conseguenze furono causa di forti agitazioni sociali, in seguito al collasso nel 1929 della Borsa di New York che aveva portato al crollo del prezzo del caffè dal quale dipendeva l’economia brasiliana e la cui esportazione era diretta per i due terzi negli Stati uniti. Sin dal suo insediamento, nel 1930, Getúlio Vargas iniziò lo sviluppo dell’economia attraverso un processo di industrializzazione interna e di diversificazione delle materie prime esportate dal paese, con l’obbiettivo di rompere la dipendenza economica dal solo caffè.

Quando nel 1931, come conseguenza della crisi, anche la bilancia dei pagamenti con l’estero andò in sofferenza il Governo del Presidente Getúlio Vargas iniziò ad intervenire sull’economia del paese con una serie di avanzate riforme del lavoro e l’ingresso nei principali settori della produzione nazionale, ponendo lo Stato in un ruolo preminente nel-

lo sviluppo della Nazione. In previsione della scadenza del primo mandato del Governo Provvisorio nel 1934, l’Assemblea Costituente approvò la nuova Costituzione la quale eleggeva Getúlio Vargas Presidente Costituzionale per i seguenti quattro anni; la stessa Assemblea istituiva un sistema federale presidenziale e un Congresso Nazionale bicamerale (la Camera dei deputati, i cui componenti erano eletti dal popolo ogni quattro anni e il Senato Federale composto da due senatori per ogni stato il cui mandato durava per otto anni), un nuovo modello di legislazione e la rappresentanza per classi sul modello fascista italiano. Ovviamente gli sforzi di industrializzazione del paese iniziarono a collidere con gli interessi economico finanziari delle industrie di quei paesi che consideravano il Brasile un mercato di sbocco dei propri prodotti manufatturieri e la politica di sviluppo economico e industriale portò con sé anche ciò che verso la fine degli anni 30 del 900 divenne un elemento di ambiguità della politica estera del Governo del Presidente Getúlio Vargas. Nel 1934, nell’ambito di un tentativo di riavvicinamento, il Brasile firmò un accordo commerciale con gli Stati uniti e quasi con-

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Vargas e Roosevelt

temporaneamente sottoscrisse altri accordi commerciali con l’Italia e la Germania, che rafforzò nei primi mesi del 1939, ormai alle porte dello scoppio della guerra in Europa, tanto che dal 1933 al 1937 il Brasile divenne il principale fornitore di beni e il secondo acquirente di materie prime della Germania più che quadruplicandone il commercio. Il nuovo corso del Brasile ebbe come conseguenza un progressivo avvicinamento della politica estera del Governo brasiliano ai regimi nazifascisti europei, soprattutto alla Germania, anche in considerazione dell’aumento delle esportazioni verso i paesi dell’asse Roma Berlino. La stessa Germania ambiva al controllo nei confronti dei paesi dell’America del Sud attraverso il commercio.

Nel cercare di mantenere buoni rapporti con gli Stati uniti il 27 novembre del 1936 il Presidente Getúlio Vargas invitò il Presidente, Franklin Delano Roosevelt, ad un banchetto nella residenza presidenziale brasiliana a Rio de Janeiro. Pochi giorni dopo si tenne la prima Conferenza Interamericana a Buenos Aires che si concluse il 19 dicembre con la sottoscrizione di un patto in cui gli Stati uniti e i paesi dell’America del Sud dichiaravano sostanzialmente che avrebbero “difeso il continente americano dall’espansionismo di altri popoli o da intromissioni di potenze extra continentali”.

Alle soglie della scadenza del secondo mandato, deciso a sconfiggere l’unica opposizione interna, di sinistra, al suo corso politico, e a mantenere il potere, il 10 novembre del 1937 sciolse il Congresso Nazionale, le Assemblee Statali, i partiti e promulgò una nuova Costituzione, sul modello di quella adottata dal regime autoritario allora al potere in Polonia, che istituiva l’Estado Nôvo: presidenziale senza scadenza di mandato, centralista, conservatore, corporativo sul modello già in vigore dei regimi delle nazioni fasciste europee.

Nel 1937 gli Stati uniti iniziarono una lenta e

faticosa politica di avvicinamento tesa al controllo degli Stati dell’America del Sud dove vi era una forte lotta tra Brasile e Argentina su chi doveva esserne il leader, quest’ultima ed il Cile erano fortemente a favore delle nazioni dell’Asse; in Brasile le minoranze tedesche e italiane erano in contrasto con gli altrettanto forti gruppi di sinistra e nell’ambito dell’alto comando dell’Esercito erano diverse le figure simpatizzanti per il nazifascismo. uno dei punti di svolta della politica interna del Brasile, che ebbe riflessi importanti in quella estera, avvenne l’11 maggio del 1938 con l’insurrezione delle “Camicie Verdi” (l’equivalente della Camicie Nere italiane e delle Camicie Brune tedesche). Come movimento di destra, erano state di supporto al mantenimento del potere di Getúlio Vargas il quale fu costretto ad agire contro i membri di quel movimento filo nazista anche a causa di scelte sbagliate dell’Ambasciatore tedesco e del Ministro degli Esteri brasiliano che lo dichiarò persona “non grata” provocando la reazione della Germania.

Tali fatti, unitamente allo scoppio della guerra in Europa, favorirono il lavoro dei politici degli Stati uniti che si concretizzò nella Dichiarazione di Panama del 3 Ottobre 1939 che decretava l’intenzione delle nazioni del Nord e Sud America firmatarie del documento di “...mantenere la pace nel continente americano e di favorire il suo ristabilimento in tutto il mondo”. La dichiarazione affermava inoltre non sarebbero state tollerate azioni di guerra all’interno dei confini marittimi che si estendevano da trecento a mille miglia di distanza dalla costa. Il 1° ottobre del 1939 gli Stati uniti e il Brasile sottoscrissero un accordo per un prestito di 100 milioni di dollari che, con la formula del Lend & Lease, avrebbe facilitato l’invio in Brasile di forniture militari per permettere all’esercito brasiliano la difesa delle sue coste settentrionali. Lo Stato Maggiore statunitense iniziò a richiedere in modo insistente di fare accedere nel paese personale militare per l’installazione di basi aeree nel nordest del Paese, al fine di tenere sotto

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controllo le rotte dell’Atlantico Meridionale. L’ambiguo equilibrismo tra politica estera e interessi economici nonché la pressione degli ambienti militari filo nazisti interni portarono il Brasile a dichiarare la propria neutralità, il 6 settembre, allo scoppio della guerra in Europa, a seguito dell’invasione della Polonia avvenuta il 1° settembre 1939 da parte della Germania.

Nell’ambito del piano di industrializzazione del Brasile già da tempo Vargas accarezzava il grande progetto di realizzare un complesso siderurgico nazionale a Volta Rodonda che richiedeva però competenze tecniche e investimenti finanziari al di fuori della portata dell’economia del Brasile. Getúlio Vargas le ricercò prima negli Stati uniti e in seguito, vista la riottosità degli stessi ad investire in Brasile, trattando con la Krupp e informando opportunisticamente, nel maggio del 1940, Washington che l’industria tedesca era disponibile a costruire la prima industria siderurgica brasiliana.

L’11 giugno 1940, tre giorni prima della caduta di Parigi, il Presidente Getúlio Vargas, a bordo della corazzata Minas Gerais, dichiarò che il tempo dei “liberalismi imprevedibili” era oramai finito e che si stava assistendo a una “esacerbazione dei nazionalismi e all’imposizione di nazioni forti”, intrise di sentimenti patriottici e convinte della propria superiorità. A suo avviso, lo Stato doveva farsi carico “di organizzare le forze produttive” a beneficio della collettività e non per assicurare profitti illimitati a gruppi ristretti, la cui prosperità si basava sullo sfruttamento della maggioranza. La democrazia economica doveva dunque sostituire quella politica, in quanto non c’era più posto per “i regimi fondati sul privilegio e sulle distinzioni”. Tale discorso venne interpretato dai simpatizzanti della Germania come una manifestazione di solidarietà verso i paesi dell’Asse, dagli oppositori di sinistra come “un colpo assestato alla politica di sottomissione all’imperialismo americano” e gli americani vi lessero tra le righe la minaccia di un allineamento del Brasile alle potenze

dell’Asse.

Washington, che considerava indispensabile la collaborazione con il Brasile per via della sua posizione strategica nell’Atlantico Meridionale, non poteva permettere che la Krupp investisse nel settore siderurgico in Brasile in quanto avrebbe reso improbabile ogni possibile futuro accordo.

Per evitare che il Brasile cadesse nell’orbita della Germania, il Presidente Roosevelt informò il Presidente Vargas che era disposto a concedere il finanziamento necessario alla costruzione del complesso siderurgico di Volta Rodonda. Vargas, per essere certo dell’impegno degli Stati uniti, riaffermò, in un altro discorso tenutosi il 29 giugno, quanto già detto nel discorso dell’11 giugno sottolineando che “nessuna ragione” di ordine morale o materiale consigliava al Brasile di schierarsi con una delle parti in guerra: la solidarietà con gli Stati americani in tema di difesa comune, nel caso ci fossero state minacce o interferenze dall’estero, non obbligava infatti il paese a intervenire “al di fuori del continente”. Affermò anche che il patto di solidarietà sottoscritto il 3 ottobre 1939, per durare nel tempo, doveva basarsi sul “reciproco rispetto delle sovranità nazionali» e sulla «libertà di organizzazione politica di ciascun popolo”.

I discorsi del Presidente Vargas di giugno e la promessa di investimenti industriali in Brasile convinsero il Presidente Roosevelt, anche a seguito delle vittorie della Wehrmacht in Europa, a intensificare le pressioni su tutti gli Stati dell’America del Sud. Nella dichiarazione finale di un nuovo vertice, che si svolse nel luglio del 1940 a L’Avana, venne concordarono che qualunque atto di ostilità compiuto nei confronti di uno degli Stati americani sarebbe stato considerato “...come un atto di aggressione contro tutti gli Stati firmatari della dichiarazione”.

Nella seconda metà del 1940 i rapporti con l’Inghilterra, nonostante essa stessa acquistasse prodotti brasiliani, arrivarono a momenti critici quando, in seguito alle espor-

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tazioni da parte del Brasile di materie prime verso Germania e Italia, la marina britannica istituì un blocco navale e fermò, in ottobre, a fine novembre e ai primi di dicembre del 1940, tre navi brasiliane con diverse motivazioni: la prima venne bloccata a Lisbona a causa di un carico di armi proveniente dalle industrie Krupp e destinato in Brasile, alla seconda venne confiscato erroneamente il carico “sospetto” e dalla terza vennero prelevati alcuni passeggeri di origine tedesca. La ferma condanna del governo brasiliano e l’intensificazione della propaganda favorevole ai paesi europei dell’Asse, fu immediata. Il 10 luglio del 1941 Washington inviò una lettera al Presidente Getúlio Vargas nella quale il Presidente Roosevelt evidenziava una situazione mondiale che lasciava intravedere il pericolo di un futuro possibile conflitto e illustrava le ipotesi di difesa del Continente Americano con particolare riguardo a quelle di interesse del Brasile. uno degli scenari studiati dallo Stato Maggiore prevedeva la possibilità che i nazisti, una volta che l’AfrikaKorps avesse occupato il Nordafrica lo usasse come trampolino per attraversare l’Atlantico, sbarcare in Brasile e risalire l’America del Sud grazie anche alla collaborazione di nazioni e organizzazioni filo naziste; il piano dello Stato Maggiore americano, che considerava le forze militari brasiliane non in grado di difendere il Paese da un’eventuale invasione, prevedeva l’installazione di basi navali ed aeree statunitensi sulla costa nord del Brasile. Grazie a questa lettera il 24 luglio del 1941 venne comunque sottoscritto un accordo per la costituzione di una delegazione militare mista di ufficiali dei rispettivi Stati Maggiori. Il primo incontro avvenne in Brasile ma alle richieste degli americani di entrare nel paese il ministro della Guerra Eurico Gaspar Dutra, simpatizzante filonazista, si oppose minacciosamente.

Poi gli Stati uniti entrarono in guerra a seguito dell’attacco giapponese del 7 dicembre 1941 alla base navale di Pearl Harbor, nell’Oceano Pacifico, e alle dichiarazioni di guerra di Ger-

mania e Italia dell’11 dicembre 1941, avvenute in forza del Patto di Acciaio sottoscritto dalle Potenze dell’Asse il 22 maggio 1939. Nonostante i rapporti ondivaghi tra Stati uniti e Brasile fu il Presidente di quest’ultimo, unico tra i paesi dell’America meridionale, ad inviare un telegramma di solidarietà a Roosevelt senza però rompere le relazioni diplomatiche con le Potenze dell’Asse. Il ministro della guerra, Generale Eurico Gaspar Dutra, era simpatizzante del nazifascismo e lo erano anche ufficiali dell’alto comando dell’Esercito che, minacciando le dimissioni, si opposero alla rottura delle relazioni diplomatiche con le Potenze dell’Asse. Essi accamparono che non avendo ancora gli Stati uniti dato seguito all’invio di materiale bellico, l’esercito brasiliano non era in grado di difendere il territorio nazionale da un eventuale attacco. Gli stessi ufficiali ritenevano inoltre che tale rottura sarebbe stata ritenuta inaccettabile da parte dell’Argentina, la cui amicizia era considerata anche dal Presidente Vargas “parte integrante del programma di governo”.

Di fatto il Presidente Getúlio Vargas non aveva più scelta, considerando l’impegno finanziario degli Stati uniti ad investire nell’indu-

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stria siderurgica brasiliana e alla promessa di inviare materiale anche bellico diede seguito agli accordi precedentemente stabiliti e autorizzò Washington ad inviare reparti militari nelle basi di Bèlem, Natal e Recife e alcune squadriglie dell’aviazione statunitense con il compito di proteggere i convogli Alleati che attraversavano l’Atlantico centro meridionale. Contestualmente iniziarono ad arrivare in Brasile alcune forniture di armi statunitensi e fu esteso l’accordo del 1° ottobre 1939 fino a raggiungere la somma di 200 milioni di dollari. Nel nuovo accordo sottoscritto nel marzo 1942 il Governo brasiliano dava in concessione le basi navali del nordest e stabiliva che il Brasile ricevesse armamenti per 200 milioni di dollari ed una serie di concessioni e finanziamenti per lo sfruttamento dei prodotti minerari del paese.

Il Brasile fece il primo chiaro passo verso un nuovo futuro il 28 gennaio 1942 quando Oswaldo Euclydes de Sousa Aranha, Ministro degli Affari Esteri, annunciò che il Brasile aveva deciso di rompere le relazioni diplomatiche con i paesi dell’Asse.

La reazione di Germania e Italia non si fece attendere e i sottomarini delle rispettive flotte estesero la caccia navale anche vicino alle coste del Brasile. Il naviglio della Marina mercantile brasiliana subì 36 affondamenti e circa 1.000 morti.

La prima nave, silurata probabilmente dal sottomarino italiano Da Vinci al comando di Luigi Longanesi-Cattani, affondò il 25 febbraio 1942 e 54 marinai della nave Cabedelo persero la vita. Ben 24 navi vennero affondate nel 1942 tanto che la polizia politica dello Estado Nôvo, messa sotto accusa, dovette smantellare la rete di spie filo naziste che comunicava ai sottomarini gli spostamenti delle navi.

Vennero smantellate anche le compagnie aeree Condor, tedesca, e Lati, italiana, considerate centri logistici delle operazioni spionistiche nel paese.

Nel maggio del 1942 un trattato segreto tra Stati uniti e Brasile estese la collaborazione

bellica non solo alla presenza di truppe straniere in Brasile ma anche la possibilità di intervento militare degli Stati uniti in caso di attacco al Brasile di un paese sud americano. Per rilanciare comunque la necessità di appoggio dell’esercito al Governo del Presidente Getúlio Vargas, nello stesso trattato furono messe le basi di una valorizzazione dell’Esercito attraverso una possibile futura partecipazione ad operazioni all’estero, creando così i presupposti per la costituzione della Força Expedicionária Brasileira (Forza di Spedizione Brasiliana) di cui all’acronimo F.E.B.

Fu più o meno dopo la dichiarazione di neutralità del Brasile nel settembre del 1939 che, viste le simpatie filo Potenze dell’Asse all’interno del Governo brasiliano, tra il popolo si diceva che “era più facile che un cobra fumasse la pipa che il Brasile entrasse in guerra”. Fu solo una questione di tempo perché il cobra fumasse e divenisse lo stemma dei soldati della futura Forza di Spedizione Brasiliana.

Il Brasile fece la sua scelta di campo definitiva il 31 agosto del 1942 quando il Governo dichiarò lo stato di guerra nei confronti di Germania e Italia, i cui sottomarini avevano affondato naviglio brasiliano. La dichiarazione non era rivolta anche al Giappone.

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Il progetto e la mostra

Il progetto e la mostra

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica. L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Crediti e ringraziamenti:

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul

Esercito Brasiliano

Legião Paranaense do Expedicionário

Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo

Sirio Frohlich

Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

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Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
di propaganda a favore della partecipazione
Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest
La
Francisco De Paula
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Manifesto
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Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale.
foto ritrae il soldato
mentre carica un cannone da
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine
La
Francisco De
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simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale.
foto ritrae il soldato
Paula mentre carica un cannone da
mm.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939, il Brasile rimase neutrale, continuando l’ambigua politica estera del Presidente Getúlio Vargas, che cercava di trarre il massimo vantaggio da tale posizione. All’epoca si sentiva spesso la seguente espressione: “è più facile che un serpente fumi la pipa, che il Brasile partecipi alla guerra”.

La situazione mutò con l’entrata nel conflitto degli Stati Uniti, il cui governo fece molte pressioni su quello brasiliano, affinché entrasse in guerra al fianco delle forze alleate. Diversi furono gli incontri tra le delegazioni dei due paesi e quelli tra i presidenti Getúlio Vargas e Franklin Roosevelt.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

A seguito degli accordi di Washington del 1942, il Brasile concesse le coste del nordest agli Stati Uniti, comprese le isole di Fernando de Noronha, dove furono installate delle basi aeree americane e decise anche di cessare le relazioni diplomatiche con i paesi dell’Asse. Ci furono delle conseguenze anche per le comunità di italiani, tedeschi e giapponesi che vivevano in Brasile, come ad esempio il divieto di parlare la propria lingua in pubblico.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Il posizionarsi ufficialmente nella guerra al fianco degli Stati Uniti fece diventare il Brasile un potenziale obiettivo da colpire da parte della Germania. Si decise di aumentare la vigilanza sul litorale, rafforzando l’attività militare per farsi trovare pronti a un eventuale attacco tedesco. La situazione peggiorò ulteriormente a seguito del siluramento di navi mercantili brasiliane da parte di sottomarini tedeschi e italiani. Furono affondate diverse imbarcazioni brasiliane in acque internazionali, ma anche in prossimità del litorale. Morirono molti civili e ciò scosse l’opinione pubblica. Nel paese si diffuse un movimento di protesta che trovò sfogo nell’organizzazione di manifestazioni a favore dell’entrata in guerra contro i paesi dell’Asse e che ebbe conseguenze anche nei confronti delle comunità di discendenti tedeschi e italiani presenti soprattutto negli stati del sud.

Esercito Brasiliano

Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul

Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

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Incontro tra i presidenti Getúlio Vargas (secondo seduto a sinistra) e Franklin Roosevelt al suo lato sulla nave americana “Humboldt” (1943) Getúlio Vargas (seduto dietro a sinistra) e Franklin Roosevelt (davanti lato passeggero) nella città di Natal nel gennaio 1943 - Rio Grande do Norte Politica di buon vicinato: incontro tra Getúlio Vargas e Franklin Roosevelt Manifestazione a favore dell’entrata in guerra del Brasile Protesta contro gli affondamenti delle navi mercantili brasiliane Prima pagina del quotidiano -O Globo- : “Silurata una nave brasiliana” Nave “Araraquara” affondata il 15 agosto 1942 dal sommergibile tedesco U 507 Nave brasiliana “Baependy” affondata da sommergibile tedesco U-507 il 15 agosto 1942 Articolo di giornale a favore della campagna nazionalista contro l’uso delle lingue italiana, tedesca e giapponese
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Il progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il governo brasiliano dichiarò guerra ai paesi dell’Asse il 22 agosto 1942 e decise di organizzare un contingente specifico per partecipare al conflitto mondiale al fianco delle forze alleate. Nell’agosto del 1943 fu costituita la “Força Expedicionária Brasileira”, più nota con la sigla FEB e fu organizzata basandosi sul modello americano, con truppe di tutte le armi, i servizi e le strutture di logistica.

La Prima Divisione di Spedizione di Fanteria era composta da 25.334 soldati, provenienti da tutti gli stati brasiliani e comandata dal Generale João Batista Mascarenhas de Moraes.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

Era composta da tre reggimenti di fanteria comandati dal Generale di Brigata Euclydes Zenóbio da Costa, quattro gruppi di artiglieria e una squadriglia di osservazione comandate dal Generale di Brigata Oswaldo Cordeiro de Farias, da un battaglione di ingegneria, uno di sanità, del quale facevano parte anche un corpo di infermiere e altri servizi minori.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Tutti gli altri organi non divisionari per le attività di supporto furono comandate dal Generale di Brigata Olympio Falconieri da Cunha. Furono inviate anche due unità aeree.

La FEB arrivò in Italia nel luglio del 1944, fu sottoposta al comando americano e venne integrata al IV Corpo d’Armata dell’Esercito Statunitense, a sua volta assegnato alla V Armata Americana comandata dal Generale Clark. Da settembre fu impegnata nei combattimenti al fronte per 239 giorni. La vittoria fu proclamata il giorno 8 maggio 1945. La FEB si distinse nelle battaglie della Valle del Serchio,della Valle del Reno e in quella del Panaro.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

Soldati complessivi: 25.334

Effettivamente impegnati sul fronte: 15.069

Deposito di personale: 10.265

Durata delle operazioni al fronte: dal 06/09/1944 al 02/05/1945

Numero di morti totali: 457

Prigionieri catturati: 20.573

Giorno della vittoria: 8 maggio

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Numero di soldati della FEB arruolati per stato Distintivo della divisa
brasiliana adottato dal novembre 1944 Addestramento
Saluto
della FEB
Manifesto di propaganda a favore della guerra
militare
in Brasile di uno sminatore
di Radio Record ai militari
Edizione straordinaria del quotidiano “O Globo” riportante la notizia della dichiarazione di guerra Quotidiano che celebra le imprese della FEB in Italia Soldati della FEB durante una marcia 91 281 136 679 111 87 377 341 651 146 686 2.947 3.889 1.542 956 1.880 192 349 Distrito Federal 6094 345 1492 I numeri della FEB
Reggimento di fanteria prima dell’imbarco a Rio de Janeiro
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.
Il
progetto e la mostra I trentini della FEB

Il Brasile non disponeva di un esercito preparato, né di materiale bellico adeguato per affrontare una tale operazione militare, pertanto era necessaria una modernizzazione delle forze armate attraverso una cooperazione militare, che fu garantita dagli Stati Uniti.

Molti dei militari, soprattutto tra i soldati semplici, erano civili o riservisti che non avevano alcuna esperienza di operazioni di guerra. Molti di loro avevano svolto l’addestramento militare partecipando solo al “tiro de guerra”.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

C’era anche un problema dovuto al numero insufficiente di ufficiali, soprattutto capitani e tenenti, che fu risolto facendo ricorso ai riservisti, spesso impreparati a rapportarsi nei modi corretti con i sottoposti. Altra questione affrontata dal governo brasiliano fu la difficoltà nel trovare persone qualificate per svolgere i servizi essenziali nelle forze armate, come quello di elettricisti, autisti, meccanici, radiotelegrafisti, riparatori radio. L’impegno del Brasile fu notevole, sia dal punto di vista economico, che organizzativo.

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La Divisione di Fanteria prima dell’imbarco nei pressi dell’Avenida Beira Mar a Rio de Janeiro Soldati che sfilano per le vie della città di Rio de Janeiro Infermiere facenti parte del contingente FEB che sfilano per le strade di Rio de Janeiro L’unità aerea inviata al fronte italiano Il Ministro della Guerra (a sinistra) Eurico Gaspar Dutra e il Comandante della FEB João Batista Mascarenhas de Moraes “Tiro di Guerra” del Comune di Rodeio (Santa Catarina)
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
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Il progetto e la mostra I trentini della FEB

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

I soldati brasiliani continuavano i duri esercizi di addestramento in vista del giorno della partenza, che sembrava sempre più vicina. Per tale motivo i militari, provenienti dai diversi stati, iniziavano a confluire nelle caserme della “Vila Militar” a Rio de Janeiro. Il comando aveva previsto un piano di manovre affinché tutte le operazioni precedenti l’imbarco avvenissero in tutta sicurezza. Furono organizzate delle sfilate dei militari per le strade di Rio de

Janeiro nel marzo e nel maggio del 1944 per salutare la popolazione prima della partenza per l’Italia.

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Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre

Museu do Expedicionário di Curitiba

Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul

Le autorità avevano dei timori riguardo alla motivazione dei soldati, perché molti dei convocati provenivano dalle aree rurali interne, dove erano sconosciute le reali ragioni che avevano portato il Brasile in guerra.

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Partenza in treno dei soldati per Rio de Janeiro dalla stazione di Santa Maria (Rio Grande do Sul) Operazioni di imbarco al porto di Rio de Janeiro Nave statunitense Gen. Mann per il trasporto dei militari brasiliani Soldati durante il viaggio in nave Il Ministro della Guerra Dutra (a destra) stringe la mano al primo militare che si imbarca Soldati sul ponte di imbarco Militari in un momento di svago durante il viaggio sulla nave Gen. Mann Soldato con bagaglio e chitarra
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Il progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto e la mostra

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Il contingente della FEB fu inviato in Italia in cinque scaglioni. Il primo, al comando del generale Zenóbio da Costa, si imbarcò in gran segreto sulla nave statunitense Generale Mann e salpò il 2 luglio 1944 dal porto di Rio de Janeiro. Sbarcarono a Napoli il 16 luglio e la truppa brasiliana fu accolta dai fischi dei civili, in quanto confusi con prigionieri tedeschi a causa della divisa simile. I soldati dovettero affrontare diverse difficoltà dovute all’ambientamento, al nuovo addestramento e alla diffidenza del comando americano, in quanto li ritenevano non sufficientemente preparati.

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Il 26 luglio furono trasferiti nella zona di Tarquinia, dove ricevettero il materiale bellico necessario, le istruzioni di attacco e difesa. La FEB fu quindi sottoposta al comando americano. Tra il 18 e il 20 di agosto i soldati furono spostati nell’accampamento di Vada in provincia di Livorno, dove furono intensificate le esercitazioni affinché i soldati fossero pronti a entrare in combattimento in prima linea. Successivamente furono trasferiti nell’accampamento di San Rossore in provincia di Pisa, in prossimità del fronte.

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Trasferimento dei militari brasiliani a Livorno Soldati della FEB marciano per le strade di Napoli Quartier generale brasiliano avanzato a Porretta Terme (Bologna) Accampamento nelle vicinanze di Pisa Primo accampamento di Vada (Livorno) Il soldato trentino Hilario Scoz (in centro nella prima fila in basso) con i commilitoni nell’accampamento Mappa con l’itinerario della FEB dal Brasile all’Italia e successivi spostamenti Accampamento di San Rossore Stretta di mano tra generali Clark (a sinistra) e Mascarenhas de Moraes
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
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Liberatori, liberatori !!!!

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

Il battesimo di fuoco per i soldati brasiliani, il cui ruolo iniziale era di forza ausiliaria, avvenne a metà settembre, quando furono impegnati negli scontri che portarono alla liberazione di Massarosa (16 settembre), Camaiore (18 settembre) e successivamente alla conquista della vetta del Monte Prana. Queste prime vittorie ebbero ripercussioni positive negli alleati. Dopo questa fase iniziale, il comando americano decise di trasferire il contingente brasiliano nella valle del fiume Serchio, operazione che fu completata agli inizi di ottobre. Ci furono altre azioni militari che portarono alla liberazione di piccoli paesi e

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

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Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

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frazioni come Borgo a Mozzano, Fornaci, Barga e Gallicano. Con successivi pattugliamenti i brasiliani riuscirono a consolidare le proprie posizioni continuando l’avanzata, che mirava a occupare Castelnuovo di Garfagnana, punto chiave delle comunicazioni dei nemici. Tuttavia il contrattacco dei tedeschi costrinse i brasiliani a indietreggiare verso le posizioni già conquistate in precedenza, in attesa di nuovi ordini da parte del comando.

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Mappa delle operazioni della FEB nella valle del fiume Serchio Soldati del 6° Reggimento marciano in direzione di Massarosa (Lucca) Mappa con indicazione della Linea Gotica Militari brasiliani a Borgo a Mozzano (Lucca) Fase di addestramento in Italia Fase di addestramento in Italia Postazione di artiglieria Soldati della FEB liberano il comune di Massarosa (Lucca) Soldati italiani catturati a Viareggio (Lucca)
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro Il progetto
e la mostra
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Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

A fine ottobre del 1944, il comando americano decise di avviare nuove operazioni militari, avanzando con l’esercito brasiliano nella valle del Reno con l’obiettivo di sfondare la linea difensiva dei tedeschi, che controllavano il territorio. In particolare era necessario sottrarre ai tedeschi il Monte Castello, in posizione privilegiata, situato a un’ altitudine di 977 metri a sud-ovest di Bologna e strategicamente molto importante per proseguire l’avanzata verso nord e la Pianura Padana. E’ una delle battaglie più dure affrontate dalla FEB, che si protrasse dal 24 di novembre sino al 21 di febbraio e furono necessari diversi attacchi prima di riuscire a sconfiggere i tedeschi.

Gli assalti furono condotti dalle truppe brasiliane con l’ausilio di forze americane. Nei primi due ci furono molte perdite e i soldati furono costretti a ritirarsi a seguito del massiccio bombardamento tedesco. Lo scontro più violento fu il terzo, che avvenne il 12 dicembre con condizioni meteorologiche pessime, che impedì l’avanzata dei carri armati.

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Fu la sconfitta più pesante della FEB, ma contribuì a far capire al comando brasiliano che Monte Castello sarebbe caduto solo con l’attacco dell’intera divisione e con il supporto dell’aviazione e dell’artiglieria. Il freddo e le nevicate abbondanti fecero rimandare l’attacco conclusivo, che avvenne il 20 febbraio del 1945, anticipato dalla presa del Monte Belvedere da parte della 10a Divisione di Montagna dell’Esercito Americano. La sera del 21 febbraio fu conquistata la cima del Monte Castello.

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Militari durante un momento di pausa dei combattimenti Mappa di Monte Castello e della Serra Quotidiano riportante la notizia della conquista di Monte Castello Postazione di tiro di mitragliatrice durante l’attacco a Monte Castello Soldati in marcia di avvicinamento Soccorso a un ferito Foto scattata nella frazione di Lago Brago (Gaggio Montano - BO) Posto di osservazione
Frohlich Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Il progetto e la mostra
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Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

Dopo la battaglia di Monte Castello, la FEB continuava la sua avanzata verso nord in direzione della valle del Panaro tra le province di Modena e Bologna, con l’obiettivo di prendere il paese di Montese e le alture circostanti. Era una postazione militarmente strategica e costituiva l’estrema linea difensiva tedesca ed era fondamentale per il controllo sul territorio dei movimenti del nemico.

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Punto di osservazione dei bombardamenti a Montese Fase dei combattimenti Commemorazione nell’anniversario della conquista di Montese Soccorso dei feriti a Montese Trasferimento dei soldati Piazza distrutta di Montese Particolare della distruzione del paese Mappa della battaglia di Montese
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Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

All’alba del 14 aprile del 1945 iniziò il bombardamento contro le postazioni nemiche, seguito dall’avanzata sul terreno dei soldati della FEB con tre battaglioni e con il supporto dei carri armati americani. Nel tardo pomeriggio dopo una violenta battaglia il paese era nelle mani dei brasiliani, ma la conquista delle vette circostanti non era ancora conclusa e la linea difensiva tedesca poteva considerarsi ancora integra.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Nei giorni successivi continuarono i combattimenti, con notevoli perdite tra i soldati, tanto che il 17 aprile furono ritirati dal fronte e tenuti sulla difensiva. Il 18 aprile i tedeschi ricevettero l’ordine di ritirata dopo lo sfon-damento del fronte da parte della 10a Divisione di Montagna americana. I brasiliani a questo punto controllavano il comune di Montese, quasi completamente distrutto e le aree circostanti.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre

Museu do Expedicionário di Curitiba

Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul

Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

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Mezzi militari per le vie del paese La piazza dopo i combattimenti Immagine di distruzione di via Righi Jeep per le vie di Montese Cartolina della piazza di Montese prima dei bombardamenti Blindato con la torre sullo sfondo
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro Il progetto
la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.
e
I trentini della FEB

Il progetto e la mostra

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano

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Museu do Expedicionário di Curitiba

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Heróis da FEB

Museo di Iola di Montese Comune di Montese

Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo

Sirio Frohlich

L’esercito brasiliano continuava la risalita verso nord, occupando e liberando alcuni piccoli paesi. La guerra volgeva al termine, i tedeschi erano in ritirata verso nord e i brasiliani controllavano il territorio conquistato. Giunse notizia al comando della FEB che militari e blindati tedeschi erano presenti nella zona di Fornovo di Taro. Era necessario che non oltrepassassero questa linea. Una pattuglia brasiliana fu mandata in perlustrazione.

Dopo un piccolo attacco per valutare la potenza di fuoco del nemico, il comandante si stupì del gran numero di soldati tedeschi. Per evitare lo spargimento di altro sangue, si decise di inviare un prete, Don Alessandro Cavalli, affinché consegnasse ai tedeschi una lettera di resa incondizionata, che fu poi accettata dal Generale Otto Fretter-Pico, comandante della truppa. Furono catturati tutti i soldati della 148a Divisione tedesca composta da 14.779 uomini.

Facevano parte del contingente catturato anche i militari italiani della divisione Bersaglieri Italia e della compagnia Alpini Monte Rosa al comando del Generale Mario Carloni. La FEB continuò la sua missione, avanzando verso nord ovest e successivamente fu spostata sino ad Alessandria. La guerra era finita e l’ 8 maggio è celebrato come il “giorno della vittoria”. Nei mesi successivi i soldati fecero ritorno in Brasile.

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Soldato tedesco che si arrende Prigioneri della 148 Divisione Fanteria Militare brasiliano sorveglia i prigionieri tedeschi Trasferimento dei prigionieri tedeschi Momenti delle trattative della resa tedesca Gen. Otto Fretter-Pico Don Alessandro Cavalli Gen. Mario Carloni Gen. Fretter-Pico , dietro il cronista Rubem Braga
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

Numerose furono le difficoltà affrontate dai militari brasiliani in Italia durante le operazioni di guerra, ma una fu particolare, per alcuni una novità: il clima freddo dell’inverno sulle montagne dell’Appennino.

I soldati non erano abituati a temperature così basse, la neve era un fenomeno atmosferico che non conoscevano ed era un problema combattere in quelle condizioni. Una delle patologie principali dei soldati era il cosiddetto “piede di trincea”, che provocava nei casi più gravi la cancrena. Si cercava di ovviare al problema avvolgendo i piedi con pezzo di coperta e fieno in modo tale che rimanessero asciutti.

Scrive il soldato Lino Vicenzi nel suo libro di memorie: “Il freddo e la neve erano da morire. All’inizio avevamo pochi vestiti adatti al clima, ma dopo ricevemmo uniformi americane, guanti, berretti e calze di lana per affrontare il freddo. Mettevamo due paia di calze, ma anche così il freddo era insopportabile.”

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Militari avanzano sulla neve I Militari brasiliani che giocano con la neve Pattuglia in perlustrazione Soldato brasiliano alle prese con i ghiaccioli Militari brasiliani con gli sci ai piedi Soldati in marcia
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Il progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

I soldati brasiliani si distinsero per la loro umanità e per l’atteggiamento caritatevole nei confronti dei civili.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano

Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre

Museu do Expedicionário di Curitiba

Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul

Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

Ci sono testimonianze di italiani che ricordano i soldati brasiliani con affetto, per la loro bontà nel rapportarsi con la popolazione locale, che soffriva a causa della guerra. Tali rapporti di solidarietà con i civili erano in parte giustificati dal fatto che c’erano tra i militari brasiliani discendenti di italiani e quindi riuscivano a comunicare con le persone. Alcuni soldati hanno raccontato che c’era un patto tra di loro, che stabiliva che una parte del cibo, che ricevevano durante i pasti, lo distribuivano alla popolazione, dando preferenza a bambini, anziani e donne.

Circolava una frase tra la gente che diceva: “dove ci sono soldati brasiliani, i bambini non soffrono la fame” ed era comune vedere i militari distribuire cioccolato e caramelle.

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Bambini salutano il passaggio dei militari su di un carrarmato Medico brasiliano visita un neonato Donne e bambini in attesa di ricevere del cibo Il Gen. Mascarenhas de Moraes (seduto a destra) mentre riceve della frutta da una donna Soldato taglia le unghie ad una bambina Foto ricordo di ragazzi con soldato brasiliano Soldati brasiliani davanti alla casa di Franco Fini Il soldato Ivo Ziegler con dei bambini Bambino in posa con militari vicino a un cannone
“dove ci sono soldati brasiliani i bambini non soffrono la fame”
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Il progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

SOLDATI DI ORIGINE TRENTINA - FORÇA EXPEDICIONÁRIA BRASILEIRA

Adami Iorio

Angeli Francisco Ferdinando

Angeli Luiz José

Antoniolli Aquilino

Avancini Silvio

Avi Lenine José

Bazzanella Luiz

Benvenuti Antonio Modesto

Bertagnolli Oreste Otavio

Bertamini Arnaldo

Bertoldi Anselmo

Bertoldi Vitor Luiz

Boller Alberto

Bombardelli Varisto

Callegari Bortolo Atilio

Carlini Venício

Castelli Sérgio

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Cavicchioli Paulo Modesto

Conti Fiorelo

Coser Lot Eugenio

Cristofolini Tercilio

Curzel Orlando

Dallago Fernando

Dalbon Paulo

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

Dallabona Mario

Dallabrida Silvio

Dalprà Augusto

Dalprà Terrible

Debortoli Ítalo

Demarchi Olinto

Demattè José

Depinè Gioacchino

Detofoli João Batista

Erlo Severino

Fadanelli Reinaldo

Felicetti Victor

Fiamozzini Faustino

Fontana Ermelino

Formolo Giovani

Fronza Olivio

Fruet Antônio S.

Giacomozzi Hercílio

Gianesini José

Giongo Alício Germano

Giovanella Vitório

Girardi Joaquim

Girardi Lourenço

Larcher Hipolito

Leitempergher Anselmo

Loss Guilherme Luiz

Loss Luiz Agostinho

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Gli uomini che fecero parte della FEB furono reclutati in tutti gli stati del Brasile. Tuttavia sappiamo che i trentini, che emigrarono in Brasile a partire dal 1875, si stabilirono principalmente negli stati del sud e sud-est, ossia a Santa Catarina, Rio Grande do Sul, Paraná, São Paulo ed Espírito Santo. Pertanto si è ritenuto che in tali stati vi potesse essere una probabilità maggiore di trovare soldati di origine trentina. Per una migliore identificazione, i cognomi sono stati scritti nella corretta grafia italiana. Felício Tomasini Mario Nardelli Lino Vicenzi Hercílio Giacomozzi Reinaldo Fadanelli Vitório Giovanella
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Il progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

SOLDATI DI ORIGINE TRENTINA - FORÇA EXPEDICIONÁRIA BRASILEIRA

Marchetti Ludovico

Miori Hugo Cardoso

Moratelli Eugênio

Moschen Antônio Herminio

Moser Antonio

Moser Dioniso

Nardelli Aníbal

Negherbon Anibal

Oberziner Belmiro

Panizza Francisco Delgado

Pasquali Antônio

Pasquali Faustino

Patrício Alfredo*

Pedrini João José

Pedrolli Humberto Aurelio

Pegoretti Artur

Perini Biazio

Perini Luiz

Perottoni Archimedes R.

Pilati Agostinho

Pisoni João

Postal Reinaldo

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Postinghel Reginaldo

Sardagna Luiz

Scoz Adolfo

Scoz Hilário

Stedile Aleandro

Stenico Serafim

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

Stinghen Fidelis

Stofela Henrique

Tabarelli Santo

Tafner João Augusto

Tambosi Fernando

Tambosi Leopoldo

Tarter Pedro

Tomaselli João

Tomelin Emilio

Tomelin Leopoldo

Tondin Elcio

Toniolli Laurindo

Torresani Costantino

Vicenzi Lino

Vicenzi Angelo

Vitti Hercílio

Caduti in Italia:

Piffer Attílio + 21/09/1944

Nardelli Mario + 12/12/1944

Sardagna Arlindo + 12/12/1944

Lorenzi Dionisio + 20/12/1944

Passamani Pelopidas + 12/03/1945

Busarello Rafael

Rogério + 14/04/1945

Mengarda Servino + 14/04/1945

Venturi Alessio ** + 15/04/1945

Tomasini Felicio + 21/04/1945

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* Figlio di Graziosa Agostini ** Figlio di Teresa Pisetta Santo Tabarelli Alfredo Patrício Eugenio Lot Coser Anselmo Leitempergher Aleandro Stedile Servino Mengarda Archimedes Perottoni
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro Il
progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

SOLDATI DI ORIGINE TRENTINA - FORÇA EXPEDICIONÁRIA BRASILEIRA

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

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Aníbal Nardelli Silvio Avancini Olivio Fronza Leopoldo Tomelin Faustino Fiamozzini Faustino Pasquali Rafael Busarello Aléssio Venturi Mário Dallabona Anselmo Bertoldi Leopoldo Pegoretti Dionisio Lorenzi Germano Dallarosa Hilarío Scoz Joaquim Depinè
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro Il progetto
e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Il primo soldato della FEB a morire in battaglia: Attílio Piffer

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Attilio Piffer nacque il 5 luglio 1920 ad Amparo, città situata all’interno dello Stato di São Paulo. Dopo aver svolto il “tiro di guerra”, fu richiamato alle armi per far parte della FEB e fu arruolato il 27 di aprile del 1943 nel 6° Reggimento di Fanteria, 2ª Compagnia di Artiglieria Pesante, numero di matricola 115.408 e mandato presso la città di Caçapava e da lì a Rio de Janeiro, da dove salpò per l’Italia nel luglio del 1944.

Il 21 settembre, dopo le prime vittorie brasiliane, Attilio Piffer era impegnato nelle operazioni di guerra in una postazione difensiva, per proteggere l’avanzata dei soldati del 6° Reggimento di Fanteria. Gli scontri a fuoco furono intensi e sfortunatamente l’esplosione di una granata lanciata dai tedeschi lo uccise sul colpo. Lo stesso giorno morirono anche Constatino Marochi e Antenor Ghirlanda. La triste notizia della morte fu comunicata alla famiglia dal sindaco di Amparo e si diffuse rapidamente in tutta la città. Viene considerato il primo eroe della FEB

e per questo esistono in diverse città del Brasile vie e piazze a lui dedicate.

Era figlio di Paolino Stefano Piffer, nato a Cimone (TN) il 21 giugno 1885 (parrocchia di S. Rocco) ed emigrato con la famiglia in Brasile nel 1895. In questa nuova terra svolse insieme alla sua famiglia l’attività di agricoltore. Si sposò con Thereza Rigotti, nata in Brasile, ma di origine trentina. In ottemperanza al decreto legge n° 3010 del 20 agosto 1938, Il 27 di gennaio del 1942 Paulo Piffer dovette recarsi presso il Commissariato di Polizia e dichiarare la sua presenza in Brasile, in quanto straniero, nonostante vivesse in questo paese da 47 anni. Due anni dopo suo figlio fu arruolato nella FEB e fu il primo soldato brasiliano a morire in combattimento al fronte italiano.

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Donna italiana al cimitero militare brasiliano di Pistoia Attílio Piffer in divisa Copie dell’iscrizione di Paolo Piffer (il padre) nel registro degli stranieri - 27/01/1942 Cimitero militare brasiliano di Pistoia
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
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Il progetto e la mostra
I trentini della FEB

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’ultima lettera inviata da Mario Nardelli alla famiglia

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Mario Nardelli nacque a Rio do Sul nel 1921, ma era residente con la famiglia a Rio do Oeste nello stato di Santa Catarina.

I trentini della FEB

Era figlio di José Nardelli. Fu arruolato nella FEB e inviato al fronte italiano insieme al fratello Aníbal. Morì in combattimento il 12 dicembre del 1944 durante uno degli attacchi a Monte Castello.

Nell’ultima lettera inviata alla famiglia, il 12 novembre del 1944, ricordava al fratello Máximo che lo aveva indicato in tutti i documenti, affinché ricevesse parte dello stipendio che l’esercito gli pagava. Infatti quel denaro era necessario per curare la madre Anabela, che era malata e per la quale era preoccupato.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul

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Riproduzione del testo dell’ultima lettera inviata alla famiglia da Mario Nardelli 12/11/1944 I fratelli Aníbal (a sinistra) e Mario Nardelli, entrambi arruolati nella FEB Contingente brasiliano all’arrivo in Italia Mario Nardelli
Sfilata del contingente
FEB a Rio de Janeiro Il progetto e la mostra
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto e la mostra

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Agostinho Pilati e la sua famiglia

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich

La famiglia di Agostinho Pilati era originaria di Tassullo, da dove suo nonno Andrea Agostino era partito prima per la Boemia, dove lavorava nella costruzione di tunnel per la ferrovia e dopo, nel 1876, all’età di 27 anni si imbarcò da Amburgo per emigrare in Brasile. Era già sposato con Monica Maurer.

Inizialmente si stabilì nello stato di Santa Catarina. In seguito uno dei suoi figli, Augusto Pilati, si trasferì nella località di Manduri, nel comune di Imbituva, nello stato del Paraná, dove comprò della terra, svolgendo una redditizia attività agricola e dando lavoro anche ad altre persone.

Augusto ebbe tredici figli tra cui Agostinho, che entrò nell’esercito il 15 di novembre del 1942 e arruolato nel 13° Reggimento di Fanteria di Ponta Grossa (Paraná) e poi trasferito al 15° B. C. di Curitiba e infine al 6° Reggimento di Fanteria di Caçapava (São Paulo). Fece parte del primo scaglione che partì per l’Italia, il 2 luglio 1944 e vi rimase sino all’anno successivo, quando il 18 luglio si imbarcò per fare ritorno in Brasile. Nel 1946 si sposò con Leonira Martelotti con la quale ebbe tre figli: Guiomar, Edgar e Odilon.

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La dinastia della famiglia Pilati: Andrea Agostino, originario di Tassullo, emigrò in Brasile nel 1876 Agostinho Pilati in divisa Foto di gruppo a Vada - Livorno Foto di gruppo nell’accampamento Foto ricordo con dedica del comandante ad Agostino Agostinho in un momento di relax con i commilitoni Augustinho Pilati Agostinho Andrea Pilati Augusto Pilati Odilon Pilati Araken Santos Pilati
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB - Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Il diario di Hilario Scoz

Hilario Scoz nacque a Rodeio (Santa Catarina) il 7 ottobre 1919. Era figlio di Vergilio e Fausta Pegoretti. Suo nonno, Giovanni Battista Scoz, emigrò in Brasile nel 1875.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Nel 1943 ricevette la convocazione dell’esercito per far parte della FEB, dove prestò servizio come infermiere.

Durante la sua permanenza in Italia decise di tenere un diario dove raccontava gli avvenimenti della sua vita quotidiana.

Dal suo diario:

“...Il giorno 16 (di dicembre) giunse l’ordine per noi di partire per un altro fronte, in quella casa c’era una donna che noi chiamavamo mamma, perché era molto buona, di sera rimaneva in cucina fino a che noi andavamo tutti a dormire, il pomeriggio proseguimmo per il fronte designato, arrivammo alle 22 in una casa chiamata casa nuova e il posto era Lisano. In questa casa rimanemmo sino al giorno 24 e dopo ci spostammo in un altro posto molto vicino a quella montagna c’era mezzo metro di neve, era un freddo orribile arrivammo in casa tutti con i piedi duri, giorno 25 che era Natale lo passammo in questa casa nonostante fossimo sulla linea del fronte e vicino al nemico partecipammo alla messa di mezzogiorno, nella Chiesa della Grazia e poi tornammo in quella casa e dopo ricevemmo il regalo di Natale la sera cenammo con quella famiglia io e il tenente.”

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Pagine del diario Il nonno Giovanni Battista Scoz Il padre Vergiglio Scoz Cartolina ricordo di San Rossore - Pisa Scoz (primo a sinistra con la fascia di infermiere) Scoz (primo a destra) posa davanti alla basilica di San Pietro Messaggio inviato ad Hilario dall’amica Maria il 17/04/1945 Hilario Scoz
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro Il
I trentini della
Manifesto di propaganda a favore della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra mondiale Mappa delle operazioni finali della FEB Italia nord ovest Immagine simbolo della partecipazione del Brasile alla Seconda guerra ondiale. La foto ritrae il soldato Francisco De Paula mentre carica un cannone da 105 mm.
progetto e la mostra
FEB

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Le memorie di Lino Vicenzi: la fede nella FEB

Lino Vicenzi aveva 22 anni quando si imbarcò sulla nave che trasportava i soldati brasiliani in Italia.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Era nato il 15 marzo del 1922 a Rio dos Cedros (Santa Catarina), dove suo nonno paterno, Domenico, era emigrato da Segonzano nel 1875. Il nonno materno, Richetto Cattoni, era originario di Cavedine.

Nel suo interessante libro di memorie, “A vida de Lino Vicenzi”, ci parla della sua esperienza durante la guerra in Italia e racconta in particolare della paura di molti soldati di non poter più rivedere la propria famiglia. Sottilinea che in quei momenti una grande forza proveniva dalla fede, che li aiutava ad affrontare l’orrore quotidiano.

Lino giunto in Italia ebbe fortuna perché, grazie all’amicizia con il suo comandante, fu assegnato al Servizio di Assistenza Religiosa, che quotidianamente coinvolgeva i cappellani militari e i soldati del Deposito del Personale nell’accampamento di Staffoli. I soldati della FEB, a testimonianza della loro fede e devozione, costruirono una cappella votiva alla Madonna di Lourdes, affinché potessero tornare vivi in Brasile.

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Processione con il cappellano militare della FEB Statua della Madonna di Lourdes Militari davanti alla cappella votiva Soldati brasiliani durante la Messa nell’accampamento Copertina della biografia di Lino Vicenzi Genitori e fratelli di Lino Lino Vicenzi Josè Vicenzi Emilia Cattoni Vicenzi
Sfilata del contingente FEB a Rio de Janeiro Il progetto
la mostra I trentini della
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e
FEB

2a Parte - segue da pagina 11

Il 9 agosto 1943 venne formalizzata la decisione di costituire la 1a Divisão de Infantaria Expedicionária (Divisione di Fanteria di Spedizione) di cui all’acronimo (1a D.I.E.) inquadrata nella Força Expedicionária Brasileira (F.E.B.), comandata dal Generale Joào Baptista Mascarenhas de Moraes.

Per permettere all’esercito brasiliano di combattere a fianco delle unità statunitensi tutto doveva cambiare all’interno delle forze armate brasiliane e nel farlo molte cose si dimostrarono complicate.

Fin dagli anni 20 la formazione e la dottrina di impiego dell’esercito brasiliano erano state di scuola francese ormai superata, l’armamento era dei più disparati, italiano, francese e tedesco con munizioni di vario calibro. L’artiglieria aveva in dotazione cannoni della prima guerra mondiale.

La formazione e l’addestramento dei quadri militari dovevano essere completamente rivisti sia dal punto di vista tecnico che psicologico dovendo sostituire quanto fino ad allora appreso con nuovi concetti nei rapporti militari, nella tattica sul campo e nella strategia di teatro.

una delle complicazioni furono i rapporti contrastati, che si verificarono anche per tutto il periodo della partecipazione dell’esercito brasiliano alla guerra in Italia, tra comandanti brasiliani e americani, i quali tendenzialmente non consideravano la Forza di Spedizione Brasiliana alla pari di una unità alleata. Del resto lo stesso alto comando statunitense riteneva inutile e per certi versi controproducente inviare a combattere truppe impreparate, prive di una solida formazione che richiedeva tempo per essere portata a termine ed essere efficace.

Tale diffidenza montò tanto che i soldati della Forza di Spedizione Brasiliana ricevettero le armi, insieme a una gran parte dell’equipaggiamento, solo una volta arrivati in Italia. La loro preparazione in Brasile si limitò in gran parte a quella fisica con lunghe marce e parate.

Quando le prime unità arrivarono nei campi di addestramento per iniziare la formazione trovarono strutture approssimative e inadatte ad ospitarne i soldati. Gli uomini passarono diverso tempo a sistemare le baracche degli acquartieramenti, accolti e comandati da ufficiali dei quadri intermedi in buona parte giovani e mediocri che li accompagnarono, senza alcuna esperienza di comando, anche sui campi di battaglia in Italia affiancati a soldati che, privi di un approfondito addestramento, non avevano nessuna capacità militare.

La preparazione della prima rilevante spedizione militare dell’Esercito brasiliano fu piena di ostacoli ma il Brasile compì un notevole sforzo per cercare di arrivare all’altezza della situazione.

All’inizio del 1943 alcuni ufficiali partirono per gli Stati uniti per partecipare a corsi di guerra nelle scuole militari statunitensi. In Brasile ferveva l’attività per trovare tutto il personale necessario: meccanici, stenografi, conducenti di mezzi pesanti, radio operatori, saldatori, elettricisti. Nei campi di addestramento i soldati erano intenti ad addestrarsi alle tecniche militari moderne, sotto la supervisione del Generale Mascarenhas de Moraes. Al termine del periodo di addestramento la Forza di Spedizione Brasiliana si preparò a partire per il teatro di guerra europeo con destinazione Italia.

Il 31 marzo 1944 i soldati della Forza di Spedizione Brasiliana sfilarono in una grande parata militare che si tenne nelle strade di Rio de Janeiro.

Vista la carenza di naviglio della Marina mercantile brasiliana adatto al trasporto truppe, solo alla fine di giugno la Marina Statunitense mise a disposizione il piroscafo General Mann per il trasporto in Italia del primo contingente della 1a Divisione di fanteria della Forza di Spedizione Brasiliana. Il convoglio, al comando del generale Zenobio da Costa, salpò l’ancora il 2 luglio 1944 dal porto di Rio de Janeiro con 5.074 soldati imbarcati che giunsero in Italia, a Napoli, il 6 luglio.

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Il secondo convoglio, composto dai piroscafi General Mann, al comando del Generale Cordeiro De Farias, e General Meigs, al comando del Generale Olimpio Falconieri Da Cunha, salpò l’ancora dal porto di Rio de Janeiro il 22 settembre trasportando complessivamente 10.304 uomini che giunsero in Italia, a Napoli, il 6 ottobre.

Il terzo convoglio, composto dal trasporto

di gennaio del 1944 per poi raggiungere gli altri componenti del futuro gruppo caccia a Panama e impegnarsi assieme a loro in un duro addestramento il cui completamento avvenne di nuovo negli Stati uniti. una volta ricevuto il brevetto furono loro consegnati i P47 Thunderbolt. uomini, aerei e materiali furono imbarcati il 19 settembre 1944. Il convoglio giunse a Livorno il 9 ottobre, destinato al campo di aviazione di Tarquinia per essere inquadrato nel 350° Reggimento aereo statunitense. Nei primi giorni i piloti scelsero lo stemma, uno struzzo battagliero che sparava volando tra le nuvole, e il motto, “Senta a pua!” – Senti la punta.

In totale la Forza di Spedizione Brasiliana (Força Expedicionária Brasileira - FEB) era composto dalla 1a Divisione di fanteria, dalla Forza Aerea Brasiliana ( Força Aérea Brasileira – FAB) e da unità di appoggio e supporto per complessivi 25.334 uomini.

truppe uSS General Meigs, al comando del Colonnello Mario Travassos, salpò l’ancora dal porto di Rio de Janeiro il 25 novembre con 4.682 soldati a bordo che giunsero in Italia, a Napoli, il 7 dicembre.

L’ultimo convoglio, composto dal trasporto truppe uSS General Meigs, comandato dal Tenente Colonnello Ibà Jobim Meirelles, salpò l’ancora dal porto di Rio de Janeiro il 9 febbraio 1945 imbarcando l’ultimo contingente della 1a Divisione di fanteria della Forza di Spedizione Brasiliana, composto da 5.082 uomini che giunsero in Italia, a Napoli, il 22 febbraio.

La partecipazione delle Forze Armate brasiliane nella guerra in Italia prevedeva anche Forza Aerea Brasiliana (F.A.B.) composta dal

1° Gruppo Caccia bombardieri e una piccola squadra di monoplani, per il servizio di osservazione in collegamento con l’artiglieria divisionale. Il primo gruppo di piloti iniziò l’addestramento negli Stati uniti ai primi

All’arrivo in Italia il primo contingente della FEB venne aggregato al IV Corpo della V Armata degli Stati uniti comandati rispettivamente del Generale Willis Crittenberger e dal Generale Mark Clark.

In attesa dell’equipaggiamento e delle armi i soldati vennero completamente riequipaggiati. Le loro divise erano troppo leggere per il clima che avrebbero incontrato sugli Appennini settentrionali e il loro colore e taglio erano troppo simili alle divise tedesche rischiando così di attirare il fuoco amico. Passarono alcune settimane tra alcuni litigi tra comandan-

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Grido di battaglia dei piloti nbrasiliani Esercitazione dei soldato brasiliani nell’area di Vada

ti, acclimatamento fisico ed esercizi per poi essere trasferiti il 18 agosto 1944 a Vada in provincia di Livorno per iniziare le tre settimane di addestramento condotto da istruttori americani. Contemporaneamente vennero formati gli uomini del corpo autisti dei mezzi del Corpo di Spedizione che erano assolutamente carenti di esperienza di guida; durante tutto il corso della guerra avvennero incidenti di tutti i tipi anche banali. Alla fine di agosto, completato addestramento, arrivarono armi, radio ed equipaggiamenti.

La 1a Divisione di fanteria brasiliana comprendeva quindi tre reggimenti di fanteria, sul modello statunitense, di 3.250 uomini ciascuno: il 1° RI proveniente dalla regione di Rio de Janeiro - Reggimento Sampaio, il 6° RI proveniente dalla regione di São PauloReggimento Ipiranga e l’11° RI proveniente dalla regione di Minas Gerais - Reggimento

Tiradentes

Ogni reggimento era composto da 3 battaglioni, numerati da I a III, a loro volta composti da 4 compagnie ognuno, numerate consecutivamente per un totale di 12 per reggimento con le compagnie di armamenti pesanti che erano la 4a, l’8a e la 12a. Ogni reggimento formò il proprio Regimental Combat Team (RCT) comprendente un Reggimento di Fanteria, un battaglione di obici da 105 mm trainati e una compagnia di genieri facente parte del 9° Battaglione genieri. Il Reggimento Sampaio aveva il 2° Battaglione artiglieria e la 3a Compagnia genieri, il Reggimento Ipiranga il 3° Battaglione artiglieria e la 2a Compagnia genieri e il Reggimento Tiradentes il 1° Battaglione artiglieria e la 1a Compagnia genieri.

La strada dei brasiliani verso il contatto con i tedeschi iniziò risalendo verso le Alpi Apuane in direzione di Massarosa e Camaiore che venne raggiunta il 18 settembre. Il 6° Reggimento della 1a DIE proseguì poi verso il Monte Prana, spostandosi poi verso la Valle del Serchio, lungo la quale, il 2 ottobre, si sistemarono il I° e III° Battaglione, con obbiettivo Castelnuovo di Garfagnana. Nell’area di Bor-

go a Mozzano i soldati del II° Battaglione sostituirono gli uomini del III° Battaglione, 370° Reggimento della 92a Divisione di fanteria di colore degli Stati uniti. Il comando brasiliano perse l’occasione di avanzare quando stabilì di mantenere le posizioni anche quando i tedeschi, in ritirata, il 4 ottobre lasciarono il paese di Barga a breve distanza da Borgo a Mozzano.

Dall’altra parte della terra di nessuno, tra Borgo a Mozzano e Castelnuovo di Garfagnana, il 19 ottobre erano schierati il 285° Reggimento della 148a Divisione di fanteria tedesca, la Divisione Alpina Monterosa della Repubblica Sociale Italiana e il 6° Reggimento della Divisione di Marina San Marco.

Il 21 ottobre un attacco dei brasiliani riuscì a superare la linea di difesa italiana del Battaglione Aosta della Divisione Monterosa ma non venne adeguatamente sfruttato e unità tedesche e italiane contrattaccarono e ristabilirono rapidamente la linea di difesa.

Dopo la decisione del Comando della V Armata di cambiare la strategia nella zona dell’alto Appennino tra Modena e Bologna, le unità della Forza di Spedizione Brasiliana vennero trasferite nella valle del fiume Reno, conseguentemente il Comando avanzato brasiliano venne installato nel paese di Porretta.

In preparazione dell’offensiva di primavera, nell’ambito della strategia di “Difesa aggressiva” tesa a migliorare le posizioni del fronte nel settore del IV Corpo d’Armata, di cui i brasiliani facevano parte, la Task Force 45 tentò di conquistare i due monti chiave della difesa tedesca: Monte Belvedere, obbiettivo di due battaglioni statunitensi, e Monte Castello sotto il quale, verso sud, erano trincerati i soldati brasiliani alla mercè dei tedeschi e dei loro osservatori dell’artiglieria che erano trincerati nelle postazioni dominanti su quel monte. Il primo avvicinamento di tre battaglioni brasiliani, nell’ambito delle operazioni della Task Force 45, venne effettuato il 24 novembre 1944 ed era finalizzato a coprire il fianco destro dei tre battaglioni statunitensi che stavano attaccando il Monte Belvedere.

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Dopo il ritiro del battaglione statunitense, a causa della forte reazione dell’artiglieria e dei contrattacchi tedeschi, che aveva occupato la vetta del Monte Belvedere, la responsabilità della presa di Monte Castello venne affidata alla 1a Divisione di Fanteria brasiliana. I successivi attacchi a Monte Castello avvennero nella notte tra il 28 e 29 novembre 1944 e il 12 dicembre ma furono un fallimento, i brasiliani persero in totale oltre 400 uomini tra morti, feriti e dispersi. Risultarono evidenti le carenze di preparazione ad una guerra, grandi furono i litigi tra comandanti statunitensi e brasiliani ed anche all’interno dei comandi del Corpo di Spedizione mentre in Brasile la notizia del fallimento riempiva le prime pagine dei giornali.

L’attività su tutto il fronte venne sospesa per una pausa invernale di riorganizzazione

In gennaio arrivò nel teatro Appenninico la 10a Divisione da montagna degli Stati uniti, una unità d’élite formata da sciatori e rocciatori, specializzata nella guerra d’alta montagna per la quale si era addestrata per alcuni anni in America. L’8 febbraio il Generale Willis Crittenberger, comandante del IV Corpo d’Armata, presentò l’Operazione Encore il cui obbiettivo erano ancora una volta una serie di attacchi verso nord finalizzati a migliorare le posizioni del fronte in vista dell’offensiva di primavera.

Il fulcro dell’operazione rimaneva il Monte Belvedere con il Monte Castello sul fianco destro a copertura.

Nella notte tra il 18 e 19 febbraio i soldati americani della 10a Divisione da Montagna attaccarono i Monti della Riva per dare copertura all’assalto e la presa del Monte Belvedere che avvenne il giorno seguente, 20 febbraio. Mentre gli americani continuarono l’avanzata programmata verso il Monte della Torraccia, sul crinale a sinistra di Monte Castello, il 21 i soldati brasiliani attaccarono Monte Castello, appoggiati dal 1° Gruppo Caccia della FAB, occupandolo nel tardo pomeriggio. Per i soldati brasiliani fu motivo di orgoglio a anche la stampa in Brasile ne diede ampia eco.

Il 5 marzo 1945, il 1° Battaglione del 6° Reg-

gimento di fanteria brasiliana, lasciato al 2° Battaglione il compito di liquidare la resistenza tedesca incontrata in località Soprasasso, si dispose ad attaccare il paese di Castelnuovo, trasformato dai tedeschi in roccaforte, in cui entrarono vittoriosi i soldati della 3a Compagnia, 1° Battaglione del 6° Reggimento. Occupate le alture sopra il paese di Castel d’Aiano e quelle verso est in direzione della Statale 64, il fronte si stabilizzò per circa quaranta giorni.

Il 14 Aprile 1945 iniziò l’Offensiva di Primavera che portò allo sfondamento di tutte le difese tedesche sugli Appennini e ad una corsa verso la Valle Padana e il fiume Po. La 1a Divisione di fanteria brasiliana venne dispiegata sulla sinistra dello schieramento offensivo con il compito di prendere il paese di Montese e le due colline, Montebuffone e Montello, che lo sovrastano. Fu un combattimento durissimo, condotto tra il 14 ed il 18 aprile casa per casa, e, alla fine della battaglia, l’occupazione di Montese causò 34 morti, 382 feriti e 10 dispersi tra le file brasiliane. Il 17 Aprile il 3° Battaglione del 6° Reggimento raggiunse Montebuffone ma non riuscì mai ad arrivare alla quota più alta. Quando il battaglione si ritrovò allo stremo dopo la perdita di decine di uomini, il comando brasiliano decise di sospendere l’attacco e mantenere le posizioni raggiunte. Il 18 Aprile il comando tedesco si rese conto che l’avanzata delle truppe americane della 10a Divisione da Montagna sul fianco verso Rocca di Roffeno rischiava di accerchiare le forze tedesche e decise così di sganciarsi dalle alture sovrastanti Montese e ritirarsi.

Montese fu “il palco della più ardua e sanguinosa vittoria dell’esercito brasiliano in Italia”.

La presa di Monte Castello e la battaglia per la conquista di Montese sono due motivi di orgoglio delle Forze Armate brasiliane che mai prima di allora avevano combattuto una guerra oltretutto oltreoceano.

La loro commemorazione avviene ogni anno nei giorni a cavallo del 25 aprile, la festa della liberazione in Italia, da parte di alti gradi dello Stato Maggiore dell’Esercito brasiliano,

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autorità dell’Ambasciata brasiliana in Italia e delle Amministrazioni locali; ma soprattutto la commemorazione più sentita è nelle memorie degli abitanti dei luoghi toccati dai “pracinhas” brasiliani che distribuirono calore umano, cibo e cure anche ai civili. Lo dimostrano alcune delle testimonianze tratte dal libro “Montese 1943-1945”. Edito dal Gruppo Culturale Il Trebbo.

testimonianza di armida L. […] Il 25 aprile sentimmo gridare: “Ci sono i Brasiliani, ci sono i Brasiliani!”.

Vedemmo tanti soldati che distribuivano caramelle e cibo ai nostri bambini. Eravamo tutti felici. Finalmente la guerra era finita. Quel giorno nacque una bimba e venne chiamata Brasiliana in onore dei liberatori.

Per ricompensare chi ci aveva ospitato, lasciammo lì la mucca e facemmo ritorno a casa.

La trovammo lesionata e in pessime condizioni, ma poco importava: eravamo a casa nostra e, ora che la guerra era finita, niente ci faceva più paura. Ricordo che, prima di partire, avevamo nascosto sottoterra del grano e vi avevamo seminato sopra dell’insalata per nasconderlo meglio e lo ritrovammo.

Sotto il pavimento della stalla, invece, avevamo nascosto posate, piatti e bicchieri che ci erano stati regalati quando ci eravamo sposati. Purtroppo i tedeschi avevano usato proprio quel punto come gabinetto e dovemmo buttare via tutto. Si trattava di ricominciare da capo, con tanta miseria e tanta speranza.

testimonianza di imelde l. […] Avevo sentito dire dalla gente che la liberazione era vicina e si respirava aria di sollievo e gioia. Il mio papà faceva il barbiere e un giorno vennero da lui alcuni brasiliani, alti e di colore, che volevano farsi rasare i capelli. Ballavano e cantavano e mi riempirono una borsa di caramelle che poi tenevo nell’armadio molto contenta. Nonostante fossi solo una bambina questi ricordi sono rimasti impressi per sempre nella mia mente. testimonianza di Federica F. […] Durante il giorno, all’ora di pranzo, con dei secchielli andavano alla Chiesa di Capugnano dove

era installata la cucina dei militari brasiliani. Si mettevano in fila per poter prendere il pasto giornaliero chiamato “rancio”, non dimentica il “Mingao” che era tipo cioccolata molto liquida che i militari regalavano in abbondanza ai bambini. In qualsiasi momento del giorno e della notte, quando improvvisamente si sentivano esplosioni di bombe o combattimenti con fucili o carri armati, loro dovevano essere sempre pronti a fuggire da un luogo all’altro. […] testimonianza di luca m. […] Quindi una mattina d’inverno, molto presto, quando ancora era buio, si incamminò per attraversare il fronte, riuscendo ad evitare i militari tedeschi: raggiunse la località Abetaia di Gaggio Montano, e, quando pensava ormai di essere libero, all’improvviso da dietro una siepe un militare brasiliano nero gli intimò l’altolà. Non avendo mai visto un uomo di colore rimase fortemente impressionato, spaventandosi tantissimo rimase per un attimo indeciso se cercare la fuga e rischiare di essere ucciso, arrendersi o andare verso di lui. Il buon senso prevalse e si arrese, dopo un breve interrogatorio lo liberarono e lui ebbe modo di apprezzare la bontà di quelle persone diverse di colore e temute, ma buone d’animo e giuste. Tra il 14 e il 18 Aprile crollano tutte le difese tedesche. Il 20 aprile gli americani entrano nella Pianura Padana incalzando in velocità i tedeschi da vicino per impedirne riorganizzazione e contrattacchi. Il Comando brasiliano, a corto di mezzi di trasporto, forma una task force, che prende il nome di “Grupamento Coronel Nelson de Mello”, formata da due

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reggimenti, una compagnia di obici, alcuni plotoni americani di carri armati, unità del genio, trasmissioni, sanità che si spingono verso nord ovest ai piedi degli Appennini, verso Piacenza, paralleli alla Statale 9, la principale arteria di origine Romana che corre da Rimini a Milano.

L’ultima battaglia della Forze di Spedizione Brasiliana avviene tra il 26 e il 30 aprile nell’area dei paesi di Collecchio e Fornovo dove i brasiliani ricevettero la resa degli ultimi elementi della 148a Divisione di fanteria, del suo comandante Generale Otto Fretter Pico e del Generale Mario Carloni con tutto lo Stato Maggiore e della Divisione Monterosa. I Tedeschi e gli Italiani si stavano ritirando dalla Garfagnana ed erano le unità che avevano fermato i brasiliani nella valle del Serchio il 21 ottobre del 1944. Il bilancio complessivo fu la presa di oltre 13000 prigionieri.

La fine della guerra in Italia vide la Forza di Spedizione Brasiliana verso Alessandria. Conclusasi la guerra in Europa con la resa dei tedeschi, il Presidente Vargas, temendo il ritorno in patria di un eroe di guerra e di 15.000 soldati ben armati e ben addestrati, decise di “seppellire” la memoria della F.E.B. Il Generale Mascarenhas de Moraes fu rimpatriato in aereo e una volta giunto a Rio de Janeiro venne accompagnato nella sua residenza privata dallo stesso Ministro della Guerra Generale Eurico Gaspar Dutra. Pochi giorni dopo, il 23 luglio, il Generale fu inviato in Perù per una missione diplomatica che lo

Fonti e bibliografia:

tenne lontano dal paese. Le partenze dei soldati iniziarono dal porto di Napoli il 6 luglio e si conclusero il 19 settembre. Ma poco prima dell’imbarco, i comandi brasiliani fecero stampare in fretta e furia dalla tipografia milanese A. Macchi & C., migliaia di congedi che furono consegnati ai soldati durante il viaggio. Al loro arrivo il Ministro della Guerra ordinò che divise, distintivi con il Cobra che Fuma e lo stemma della 5 Armata dovevano scomparire per sempre dal Brasile. Il bilancio della partecipazione della Forza di Spedizione Brasiliana alla guerra può essere riassunto in 25.334 uomini, arrivati in Italia in 5 scaglioni, di cui 15.069 come forza combattente effettiva. Il bilancio delle perdite fu di 457 morti oltre a 8 piloti della FAB, 1.577 feriti in azione e oltre 1.100 in incidenti in zona di guerra e nelle retrovie.

Il contributo del Brasile alla causa Alleata in terra, mare e cielo vide la perdita di 1.889 soldati, piloti e marinai, 31 navi mercantili, 3 navi da guerra e l’abbattimento di 22 aerei da combattimento.

Il Brasile venne estromesso dalle trattative per i risarcimenti di guerra e dovette pagare interamente il prestito di guerra che gli Stati uniti avevano accordato nel 1942 al Governo del Presidente Getúlio Vargas. Il Governo di Rio de Janeiro, che all’inizio della guerra aveva confiscato tutti i beni dei paesi e dei cittadini tedeschi, italiani e giapponesi, restituì tutti i beni sequestrati ai legittimi proprietari.

- Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, ufficio Storico. Documenti diplomatici, Relazioni Estere, volume VI – 1941/Documenti dal 69 al 71 e V – 1942/Documenti dal 589 al 793.

- Jürgen Rohwer, Axis Submarine Successes of World War Two: German, Italian and Japanese Submarine Successes, 1939-1945.

- Moraes, Joao Baptista Mascarenhas de, The Brazilian Expeditionary Force by its Commander, uS Government Printing Office, 1966.

- Montese 1943-1945. Edito dal Gruppo Culturale Il Trebbo.

- The Forca Expedicionario Brasileira in the Italian Campaign, 1944-1945 (Army History Magazine Spring 1993)

- Penteado, Carlos José Russo Assumpção, The Brazilian partecipation in world war II

- Derreck T. Calkins, A military force on a political mission: the Brazilian Expeditionary Force in world war II

- McCann, Frank, The Brazilian-American Alliance 1937-1945

- Andrea Giannasi, Il Brasile in guerra: la partecipazione della Força Expedicionaria Brasileira

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