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IL BRASILE NELLA SECONDA GuERRA MONDIALE E IL RuOLO DELLA FORZA DI SPEDIZIONE BRASILIANA IN ITALIA a cura di Andrea Gandolfi
Si può affermare che l’entrata del Brasile nel novero delle nazioni industrializzate del XX secolo iniziò con Getúlio Dornelles Vargas. La sua salita al potere, che avvenne il 3 novembre 1930 con l’appoggio dei militari e la contestuale deposizione del Presidente Louis Pereira de Sousa, diede inizio alla Rivoluzione Brasiliana. Divenuto Presidente Getúlio Vargas affidò il governo del paese a una Giunta Provvisoria formata da ufficiali militari d’alto grado. Il suo governo, simpatizzante e vicino alle dottrine di Germania e Italia, ebbe da subito un carattere nazionalistico populista che ebbe forte ripercussione nella vita politica ed economica del paese.
Come in Europa, la situazione economica del Brasile stava subendo un duro colpo, le cui conseguenze furono causa di forti agitazioni sociali, in seguito al collasso nel 1929 della Borsa di New York che aveva portato al crollo del prezzo del caffè dal quale dipendeva l’economia brasiliana e la cui esportazione era diretta per i due terzi negli Stati uniti. Sin dal suo insediamento, nel 1930, Getúlio Vargas iniziò lo sviluppo dell’economia attraverso un processo di industrializzazione interna e di diversificazione delle materie prime esportate dal paese, con l’obbiettivo di rompere la dipendenza economica dal solo caffè.
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Quando nel 1931, come conseguenza della crisi, anche la bilancia dei pagamenti con l’estero andò in sofferenza il Governo del Presidente Getúlio Vargas iniziò ad intervenire sull’economia del paese con una serie di avanzate riforme del lavoro e l’ingresso nei principali settori della produzione nazionale, ponendo lo Stato in un ruolo preminente nel- lo sviluppo della Nazione. In previsione della scadenza del primo mandato del Governo Provvisorio nel 1934, l’Assemblea Costituente approvò la nuova Costituzione la quale eleggeva Getúlio Vargas Presidente Costituzionale per i seguenti quattro anni; la stessa Assemblea istituiva un sistema federale presidenziale e un Congresso Nazionale bicamerale (la Camera dei deputati, i cui componenti erano eletti dal popolo ogni quattro anni e il Senato Federale composto da due senatori per ogni stato il cui mandato durava per otto anni), un nuovo modello di legislazione e la rappresentanza per classi sul modello fascista italiano. Ovviamente gli sforzi di industrializzazione del paese iniziarono a collidere con gli interessi economico finanziari delle industrie di quei paesi che consideravano il Brasile un mercato di sbocco dei propri prodotti manufatturieri e la politica di sviluppo economico e industriale portò con sé anche ciò che verso la fine degli anni 30 del 900 divenne un elemento di ambiguità della politica estera del Governo del Presidente Getúlio Vargas. Nel 1934, nell’ambito di un tentativo di riavvicinamento, il Brasile firmò un accordo commerciale con gli Stati uniti e quasi con- temporaneamente sottoscrisse altri accordi commerciali con l’Italia e la Germania, che rafforzò nei primi mesi del 1939, ormai alle porte dello scoppio della guerra in Europa, tanto che dal 1933 al 1937 il Brasile divenne il principale fornitore di beni e il secondo acquirente di materie prime della Germania più che quadruplicandone il commercio. Il nuovo corso del Brasile ebbe come conseguenza un progressivo avvicinamento della politica estera del Governo brasiliano ai regimi nazifascisti europei, soprattutto alla Germania, anche in considerazione dell’aumento delle esportazioni verso i paesi dell’asse Roma Berlino. La stessa Germania ambiva al controllo nei confronti dei paesi dell’America del Sud attraverso il commercio.

Nel cercare di mantenere buoni rapporti con gli Stati uniti il 27 novembre del 1936 il Presidente Getúlio Vargas invitò il Presidente, Franklin Delano Roosevelt, ad un banchetto nella residenza presidenziale brasiliana a Rio de Janeiro. Pochi giorni dopo si tenne la prima Conferenza Interamericana a Buenos Aires che si concluse il 19 dicembre con la sottoscrizione di un patto in cui gli Stati uniti e i paesi dell’America del Sud dichiaravano sostanzialmente che avrebbero “difeso il continente americano dall’espansionismo di altri popoli o da intromissioni di potenze extra continentali”.
Alle soglie della scadenza del secondo mandato, deciso a sconfiggere l’unica opposizione interna, di sinistra, al suo corso politico, e a mantenere il potere, il 10 novembre del 1937 sciolse il Congresso Nazionale, le Assemblee Statali, i partiti e promulgò una nuova Costituzione, sul modello di quella adottata dal regime autoritario allora al potere in Polonia, che istituiva l’Estado Nôvo: presidenziale senza scadenza di mandato, centralista, conservatore, corporativo sul modello già in vigore dei regimi delle nazioni fasciste europee.
Nel 1937 gli Stati uniti iniziarono una lenta e faticosa politica di avvicinamento tesa al controllo degli Stati dell’America del Sud dove vi era una forte lotta tra Brasile e Argentina su chi doveva esserne il leader, quest’ultima ed il Cile erano fortemente a favore delle nazioni dell’Asse; in Brasile le minoranze tedesche e italiane erano in contrasto con gli altrettanto forti gruppi di sinistra e nell’ambito dell’alto comando dell’Esercito erano diverse le figure simpatizzanti per il nazifascismo. uno dei punti di svolta della politica interna del Brasile, che ebbe riflessi importanti in quella estera, avvenne l’11 maggio del 1938 con l’insurrezione delle “Camicie Verdi” (l’equivalente della Camicie Nere italiane e delle Camicie Brune tedesche). Come movimento di destra, erano state di supporto al mantenimento del potere di Getúlio Vargas il quale fu costretto ad agire contro i membri di quel movimento filo nazista anche a causa di scelte sbagliate dell’Ambasciatore tedesco e del Ministro degli Esteri brasiliano che lo dichiarò persona “non grata” provocando la reazione della Germania.
Tali fatti, unitamente allo scoppio della guerra in Europa, favorirono il lavoro dei politici degli Stati uniti che si concretizzò nella Dichiarazione di Panama del 3 Ottobre 1939 che decretava l’intenzione delle nazioni del Nord e Sud America firmatarie del documento di “...mantenere la pace nel continente americano e di favorire il suo ristabilimento in tutto il mondo”. La dichiarazione affermava inoltre non sarebbero state tollerate azioni di guerra all’interno dei confini marittimi che si estendevano da trecento a mille miglia di distanza dalla costa. Il 1° ottobre del 1939 gli Stati uniti e il Brasile sottoscrissero un accordo per un prestito di 100 milioni di dollari che, con la formula del Lend & Lease, avrebbe facilitato l’invio in Brasile di forniture militari per permettere all’esercito brasiliano la difesa delle sue coste settentrionali. Lo Stato Maggiore statunitense iniziò a richiedere in modo insistente di fare accedere nel paese personale militare per l’installazione di basi aeree nel nordest del Paese, al fine di tenere sotto controllo le rotte dell’Atlantico Meridionale. L’ambiguo equilibrismo tra politica estera e interessi economici nonché la pressione degli ambienti militari filo nazisti interni portarono il Brasile a dichiarare la propria neutralità, il 6 settembre, allo scoppio della guerra in Europa, a seguito dell’invasione della Polonia avvenuta il 1° settembre 1939 da parte della Germania.
Nell’ambito del piano di industrializzazione del Brasile già da tempo Vargas accarezzava il grande progetto di realizzare un complesso siderurgico nazionale a Volta Rodonda che richiedeva però competenze tecniche e investimenti finanziari al di fuori della portata dell’economia del Brasile. Getúlio Vargas le ricercò prima negli Stati uniti e in seguito, vista la riottosità degli stessi ad investire in Brasile, trattando con la Krupp e informando opportunisticamente, nel maggio del 1940, Washington che l’industria tedesca era disponibile a costruire la prima industria siderurgica brasiliana.
L’11 giugno 1940, tre giorni prima della caduta di Parigi, il Presidente Getúlio Vargas, a bordo della corazzata Minas Gerais, dichiarò che il tempo dei “liberalismi imprevedibili” era oramai finito e che si stava assistendo a una “esacerbazione dei nazionalismi e all’imposizione di nazioni forti”, intrise di sentimenti patriottici e convinte della propria superiorità. A suo avviso, lo Stato doveva farsi carico “di organizzare le forze produttive” a beneficio della collettività e non per assicurare profitti illimitati a gruppi ristretti, la cui prosperità si basava sullo sfruttamento della maggioranza. La democrazia economica doveva dunque sostituire quella politica, in quanto non c’era più posto per “i regimi fondati sul privilegio e sulle distinzioni”. Tale discorso venne interpretato dai simpatizzanti della Germania come una manifestazione di solidarietà verso i paesi dell’Asse, dagli oppositori di sinistra come “un colpo assestato alla politica di sottomissione all’imperialismo americano” e gli americani vi lessero tra le righe la minaccia di un allineamento del Brasile alle potenze dell’Asse.
Washington, che considerava indispensabile la collaborazione con il Brasile per via della sua posizione strategica nell’Atlantico Meridionale, non poteva permettere che la Krupp investisse nel settore siderurgico in Brasile in quanto avrebbe reso improbabile ogni possibile futuro accordo.
Per evitare che il Brasile cadesse nell’orbita della Germania, il Presidente Roosevelt informò il Presidente Vargas che era disposto a concedere il finanziamento necessario alla costruzione del complesso siderurgico di Volta Rodonda. Vargas, per essere certo dell’impegno degli Stati uniti, riaffermò, in un altro discorso tenutosi il 29 giugno, quanto già detto nel discorso dell’11 giugno sottolineando che “nessuna ragione” di ordine morale o materiale consigliava al Brasile di schierarsi con una delle parti in guerra: la solidarietà con gli Stati americani in tema di difesa comune, nel caso ci fossero state minacce o interferenze dall’estero, non obbligava infatti il paese a intervenire “al di fuori del continente”. Affermò anche che il patto di solidarietà sottoscritto il 3 ottobre 1939, per durare nel tempo, doveva basarsi sul “reciproco rispetto delle sovranità nazionali» e sulla «libertà di organizzazione politica di ciascun popolo”.
I discorsi del Presidente Vargas di giugno e la promessa di investimenti industriali in Brasile convinsero il Presidente Roosevelt, anche a seguito delle vittorie della Wehrmacht in Europa, a intensificare le pressioni su tutti gli Stati dell’America del Sud. Nella dichiarazione finale di un nuovo vertice, che si svolse nel luglio del 1940 a L’Avana, venne concordarono che qualunque atto di ostilità compiuto nei confronti di uno degli Stati americani sarebbe stato considerato “...come un atto di aggressione contro tutti gli Stati firmatari della dichiarazione”.
Nella seconda metà del 1940 i rapporti con l’Inghilterra, nonostante essa stessa acquistasse prodotti brasiliani, arrivarono a momenti critici quando, in seguito alle espor- tazioni da parte del Brasile di materie prime verso Germania e Italia, la marina britannica istituì un blocco navale e fermò, in ottobre, a fine novembre e ai primi di dicembre del 1940, tre navi brasiliane con diverse motivazioni: la prima venne bloccata a Lisbona a causa di un carico di armi proveniente dalle industrie Krupp e destinato in Brasile, alla seconda venne confiscato erroneamente il carico “sospetto” e dalla terza vennero prelevati alcuni passeggeri di origine tedesca. La ferma condanna del governo brasiliano e l’intensificazione della propaganda favorevole ai paesi europei dell’Asse, fu immediata. Il 10 luglio del 1941 Washington inviò una lettera al Presidente Getúlio Vargas nella quale il Presidente Roosevelt evidenziava una situazione mondiale che lasciava intravedere il pericolo di un futuro possibile conflitto e illustrava le ipotesi di difesa del Continente Americano con particolare riguardo a quelle di interesse del Brasile. uno degli scenari studiati dallo Stato Maggiore prevedeva la possibilità che i nazisti, una volta che l’AfrikaKorps avesse occupato il Nordafrica lo usasse come trampolino per attraversare l’Atlantico, sbarcare in Brasile e risalire l’America del Sud grazie anche alla collaborazione di nazioni e organizzazioni filo naziste; il piano dello Stato Maggiore americano, che considerava le forze militari brasiliane non in grado di difendere il Paese da un’eventuale invasione, prevedeva l’installazione di basi navali ed aeree statunitensi sulla costa nord del Brasile. Grazie a questa lettera il 24 luglio del 1941 venne comunque sottoscritto un accordo per la costituzione di una delegazione militare mista di ufficiali dei rispettivi Stati Maggiori. Il primo incontro avvenne in Brasile ma alle richieste degli americani di entrare nel paese il ministro della Guerra Eurico Gaspar Dutra, simpatizzante filonazista, si oppose minacciosamente.
Poi gli Stati uniti entrarono in guerra a seguito dell’attacco giapponese del 7 dicembre 1941 alla base navale di Pearl Harbor, nell’Oceano Pacifico, e alle dichiarazioni di guerra di Ger- mania e Italia dell’11 dicembre 1941, avvenute in forza del Patto di Acciaio sottoscritto dalle Potenze dell’Asse il 22 maggio 1939. Nonostante i rapporti ondivaghi tra Stati uniti e Brasile fu il Presidente di quest’ultimo, unico tra i paesi dell’America meridionale, ad inviare un telegramma di solidarietà a Roosevelt senza però rompere le relazioni diplomatiche con le Potenze dell’Asse. Il ministro della guerra, Generale Eurico Gaspar Dutra, era simpatizzante del nazifascismo e lo erano anche ufficiali dell’alto comando dell’Esercito che, minacciando le dimissioni, si opposero alla rottura delle relazioni diplomatiche con le Potenze dell’Asse. Essi accamparono che non avendo ancora gli Stati uniti dato seguito all’invio di materiale bellico, l’esercito brasiliano non era in grado di difendere il territorio nazionale da un eventuale attacco. Gli stessi ufficiali ritenevano inoltre che tale rottura sarebbe stata ritenuta inaccettabile da parte dell’Argentina, la cui amicizia era considerata anche dal Presidente Vargas “parte integrante del programma di governo”.
Di fatto il Presidente Getúlio Vargas non aveva più scelta, considerando l’impegno finanziario degli Stati uniti ad investire nell’indu- stria siderurgica brasiliana e alla promessa di inviare materiale anche bellico diede seguito agli accordi precedentemente stabiliti e autorizzò Washington ad inviare reparti militari nelle basi di Bèlem, Natal e Recife e alcune squadriglie dell’aviazione statunitense con il compito di proteggere i convogli Alleati che attraversavano l’Atlantico centro meridionale. Contestualmente iniziarono ad arrivare in Brasile alcune forniture di armi statunitensi e fu esteso l’accordo del 1° ottobre 1939 fino a raggiungere la somma di 200 milioni di dollari. Nel nuovo accordo sottoscritto nel marzo 1942 il Governo brasiliano dava in concessione le basi navali del nordest e stabiliva che il Brasile ricevesse armamenti per 200 milioni di dollari ed una serie di concessioni e finanziamenti per lo sfruttamento dei prodotti minerari del paese.
Il Brasile fece il primo chiaro passo verso un nuovo futuro il 28 gennaio 1942 quando Oswaldo Euclydes de Sousa Aranha, Ministro degli Affari Esteri, annunciò che il Brasile aveva deciso di rompere le relazioni diplomatiche con i paesi dell’Asse.
La reazione di Germania e Italia non si fece attendere e i sottomarini delle rispettive flotte estesero la caccia navale anche vicino alle coste del Brasile. Il naviglio della Marina mercantile brasiliana subì 36 affondamenti e circa 1.000 morti.
La prima nave, silurata probabilmente dal sottomarino italiano Da Vinci al comando di Luigi Longanesi-Cattani, affondò il 25 febbraio 1942 e 54 marinai della nave Cabedelo persero la vita. Ben 24 navi vennero affondate nel 1942 tanto che la polizia politica dello Estado Nôvo, messa sotto accusa, dovette smantellare la rete di spie filo naziste che comunicava ai sottomarini gli spostamenti delle navi.
Vennero smantellate anche le compagnie aeree Condor, tedesca, e Lati, italiana, considerate centri logistici delle operazioni spionistiche nel paese.
Nel maggio del 1942 un trattato segreto tra Stati uniti e Brasile estese la collaborazione bellica non solo alla presenza di truppe straniere in Brasile ma anche la possibilità di intervento militare degli Stati uniti in caso di attacco al Brasile di un paese sud americano. Per rilanciare comunque la necessità di appoggio dell’esercito al Governo del Presidente Getúlio Vargas, nello stesso trattato furono messe le basi di una valorizzazione dell’Esercito attraverso una possibile futura partecipazione ad operazioni all’estero, creando così i presupposti per la costituzione della Força Expedicionária Brasileira (Forza di Spedizione Brasiliana) di cui all’acronimo F.E.B.
Fu più o meno dopo la dichiarazione di neutralità del Brasile nel settembre del 1939 che, viste le simpatie filo Potenze dell’Asse all’interno del Governo brasiliano, tra il popolo si diceva che “era più facile che un cobra fumasse la pipa che il Brasile entrasse in guerra”. Fu solo una questione di tempo perché il cobra fumasse e divenisse lo stemma dei soldati della futura Forza di Spedizione Brasiliana.

Il Brasile fece la sua scelta di campo definitiva il 31 agosto del 1942 quando il Governo dichiarò lo stato di guerra nei confronti di Germania e Italia, i cui sottomarini avevano affondato naviglio brasiliano. La dichiarazione non era rivolta anche al Giappone.
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Il progetto e la mostra
Il progetto e la mostra
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica. L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
Crediti e ringraziamenti:
Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul
Esercito Brasiliano

Legião Paranaense do Expedicionário
Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo
Sirio Frohlich
Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939, il Brasile rimase neutrale, continuando l’ambigua politica estera del Presidente Getúlio Vargas, che cercava di trarre il massimo vantaggio da tale posizione. All’epoca si sentiva spesso la seguente espressione: “è più facile che un serpente fumi la pipa, che il Brasile partecipi alla guerra”.

La situazione mutò con l’entrata nel conflitto degli Stati Uniti, il cui governo fece molte pressioni su quello brasiliano, affinché entrasse in guerra al fianco delle forze alleate. Diversi furono gli incontri tra le delegazioni dei due paesi e quelli tra i presidenti Getúlio Vargas e Franklin Roosevelt.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
A seguito degli accordi di Washington del 1942, il Brasile concesse le coste del nordest agli Stati Uniti, comprese le isole di Fernando de Noronha, dove furono installate delle basi aeree americane e decise anche di cessare le relazioni diplomatiche con i paesi dell’Asse. Ci furono delle conseguenze anche per le comunità di italiani, tedeschi e giapponesi che vivevano in Brasile, come ad esempio il divieto di parlare la propria lingua in pubblico.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.
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Il posizionarsi ufficialmente nella guerra al fianco degli Stati Uniti fece diventare il Brasile un potenziale obiettivo da colpire da parte della Germania. Si decise di aumentare la vigilanza sul litorale, rafforzando l’attività militare per farsi trovare pronti a un eventuale attacco tedesco. La situazione peggiorò ulteriormente a seguito del siluramento di navi mercantili brasiliane da parte di sottomarini tedeschi e italiani. Furono affondate diverse imbarcazioni brasiliane in acque internazionali, ma anche in prossimità del litorale. Morirono molti civili e ciò scosse l’opinione pubblica. Nel paese si diffuse un movimento di protesta che trovò sfogo nell’organizzazione di manifestazioni a favore dell’entrata in guerra contro i paesi dell’Asse e che ebbe conseguenze anche nei confronti delle comunità di discendenti tedeschi e italiani presenti soprattutto negli stati del sud.
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Il governo brasiliano dichiarò guerra ai paesi dell’Asse il 22 agosto 1942 e decise di organizzare un contingente specifico per partecipare al conflitto mondiale al fianco delle forze alleate. Nell’agosto del 1943 fu costituita la “Força Expedicionária Brasileira”, più nota con la sigla FEB e fu organizzata basandosi sul modello americano, con truppe di tutte le armi, i servizi e le strutture di logistica.

La Prima Divisione di Spedizione di Fanteria era composta da 25.334 soldati, provenienti da tutti gli stati brasiliani e comandata dal Generale João Batista Mascarenhas de Moraes.
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
Era composta da tre reggimenti di fanteria comandati dal Generale di Brigata Euclydes Zenóbio da Costa, quattro gruppi di artiglieria e una squadriglia di osservazione comandate dal Generale di Brigata Oswaldo Cordeiro de Farias, da un battaglione di ingegneria, uno di sanità, del quale facevano parte anche un corpo di infermiere e altri servizi minori.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
Tutti gli altri organi non divisionari per le attività di supporto furono comandate dal Generale di Brigata Olympio Falconieri da Cunha. Furono inviate anche due unità aeree.
La FEB arrivò in Italia nel luglio del 1944, fu sottoposta al comando americano e venne integrata al IV Corpo d’Armata dell’Esercito Statunitense, a sua volta assegnato alla V Armata Americana comandata dal Generale Clark. Da settembre fu impegnata nei combattimenti al fronte per 239 giorni. La vittoria fu proclamata il giorno 8 maggio 1945. La FEB si distinse nelle battaglie della Valle del Serchio,della Valle del Reno e in quella del Panaro.
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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Soldati complessivi: 25.334
Effettivamente impegnati sul fronte: 15.069
Deposito di personale: 10.265
Durata delle operazioni al fronte: dal 06/09/1944 al 02/05/1945


Numero di morti totali: 457
Prigionieri catturati: 20.573
Giorno della vittoria: 8 maggio
Il Brasile non disponeva di un esercito preparato, né di materiale bellico adeguato per affrontare una tale operazione militare, pertanto era necessaria una modernizzazione delle forze armate attraverso una cooperazione militare, che fu garantita dagli Stati Uniti.
Molti dei militari, soprattutto tra i soldati semplici, erano civili o riservisti che non avevano alcuna esperienza di operazioni di guerra. Molti di loro avevano svolto l’addestramento militare partecipando solo al “tiro de guerra”.



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L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.

Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.
Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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C’era anche un problema dovuto al numero insufficiente di ufficiali, soprattutto capitani e tenenti, che fu risolto facendo ricorso ai riservisti, spesso impreparati a rapportarsi nei modi corretti con i sottoposti. Altra questione affrontata dal governo brasiliano fu la difficoltà nel trovare persone qualificate per svolgere i servizi essenziali nelle forze armate, come quello di elettricisti, autisti, meccanici, radiotelegrafisti, riparatori radio. L’impegno del Brasile fu notevole, sia dal punto di vista economico, che organizzativo.
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.
Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
I soldati brasiliani continuavano i duri esercizi di addestramento in vista del giorno della partenza, che sembrava sempre più vicina. Per tale motivo i militari, provenienti dai diversi stati, iniziavano a confluire nelle caserme della “Vila Militar” a Rio de Janeiro. Il comando aveva previsto un piano di manovre affinché tutte le operazioni precedenti l’imbarco avvenissero in tutta sicurezza. Furono organizzate delle sfilate dei militari per le strade di Rio de
Janeiro nel marzo e nel maggio del 1944 per salutare la popolazione prima della partenza per l’Italia.


Esercito Brasiliano
Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre
Museu do Expedicionário di Curitiba
Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul
Le autorità avevano dei timori riguardo alla motivazione dei soldati, perché molti dei convocati provenivano dalle aree rurali interne, dove erano sconosciute le reali ragioni che avevano portato il Brasile in guerra.
Legião Paranaense do Expedicionário
Portal da Força Expedicionária Brasileira
Heróis da FEB
Museo di Iola di Montese
Comune di Montese
Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo
Sirio Frohlich
Il progetto e la mostra
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Il contingente della FEB fu inviato in Italia in cinque scaglioni. Il primo, al comando del generale Zenóbio da Costa, si imbarcò in gran segreto sulla nave statunitense Generale Mann e salpò il 2 luglio 1944 dal porto di Rio de Janeiro. Sbarcarono a Napoli il 16 luglio e la truppa brasiliana fu accolta dai fischi dei civili, in quanto confusi con prigionieri tedeschi a causa della divisa simile. I soldati dovettero affrontare diverse difficoltà dovute all’ambientamento, al nuovo addestramento e alla diffidenza del comando americano, in quanto li ritenevano non sufficientemente preparati.


Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
Il 26 luglio furono trasferiti nella zona di Tarquinia, dove ricevettero il materiale bellico necessario, le istruzioni di attacco e difesa. La FEB fu quindi sottoposta al comando americano. Tra il 18 e il 20 di agosto i soldati furono spostati nell’accampamento di Vada in provincia di Livorno, dove furono intensificate le esercitazioni affinché i soldati fossero pronti a entrare in combattimento in prima linea. Successivamente furono trasferiti nell’accampamento di San Rossore in provincia di Pisa, in prossimità del fronte.
Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba
Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul
Legião Paranaense do Expedicionário
Portal da Força Expedicionária Brasileira
Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese
Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich