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Liberatori, liberatori !!!!
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
Il battesimo di fuoco per i soldati brasiliani, il cui ruolo iniziale era di forza ausiliaria, avvenne a metà settembre, quando furono impegnati negli scontri che portarono alla liberazione di Massarosa (16 settembre), Camaiore (18 settembre) e successivamente alla conquista della vetta del Monte Prana. Queste prime vittorie ebbero ripercussioni positive negli alleati. Dopo questa fase iniziale, il comando americano decise di trasferire il contingente brasiliano nella valle del fiume Serchio, operazione che fu completata agli inizi di ottobre. Ci furono altre azioni militari che portarono alla liberazione di piccoli paesi e
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L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.

Esercito Brasiliano Museu Militar do Comando Militar do Sul di Porto Alegre Museu do Expedicionário di Curitiba Museu dos Ex-Combatentes da FEB na II Guerra Mundial di Caxias do Sul
Legião Paranaense do Expedicionário Portal da Força Expedicionária Brasileira Heróis da FEB Museo di Iola di Montese Comune di Montese Fondazione Museo storico del Trentino Comune di Storo Sirio Frohlich frazioni come Borgo a Mozzano, Fornaci, Barga e Gallicano. Con successivi pattugliamenti i brasiliani riuscirono a consolidare le proprie posizioni continuando l’avanzata, che mirava a occupare Castelnuovo di Garfagnana, punto chiave delle comunicazioni dei nemici. Tuttavia il contrattacco dei tedeschi costrinse i brasiliani a indietreggiare verso le posizioni già conquistate in precedenza, in attesa di nuovi ordini da parte del comando.
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.

L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
A fine ottobre del 1944, il comando americano decise di avviare nuove operazioni militari, avanzando con l’esercito brasiliano nella valle del Reno con l’obiettivo di sfondare la linea difensiva dei tedeschi, che controllavano il territorio. In particolare era necessario sottrarre ai tedeschi il Monte Castello, in posizione privilegiata, situato a un’ altitudine di 977 metri a sud-ovest di Bologna e strategicamente molto importante per proseguire l’avanzata verso nord e la Pianura Padana. E’ una delle battaglie più dure affrontate dalla FEB, che si protrasse dal 24 di novembre sino al 21 di febbraio e furono necessari diversi attacchi prima di riuscire a sconfiggere i tedeschi.



Gli assalti furono condotti dalle truppe brasiliane con l’ausilio di forze americane. Nei primi due ci furono molte perdite e i soldati furono costretti a ritirarsi a seguito del massiccio bombardamento tedesco. Lo scontro più violento fu il terzo, che avvenne il 12 dicembre con condizioni meteorologiche pessime, che impedì l’avanzata dei carri armati.
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Fu la sconfitta più pesante della FEB, ma contribuì a far capire al comando brasiliano che Monte Castello sarebbe caduto solo con l’attacco dell’intera divisione e con il supporto dell’aviazione e dell’artiglieria. Il freddo e le nevicate abbondanti fecero rimandare l’attacco conclusivo, che avvenne il 20 febbraio del 1945, anticipato dalla presa del Monte Belvedere da parte della 10a Divisione di Montagna dell’Esercito Americano. La sera del 21 febbraio fu conquistata la cima del Monte Castello.
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.

Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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Dopo la battaglia di Monte Castello, la FEB continuava la sua avanzata verso nord in direzione della valle del Panaro tra le province di Modena e Bologna, con l’obiettivo di prendere il paese di Montese e le alture circostanti. Era una postazione militarmente strategica e costituiva l’estrema linea difensiva tedesca ed era fondamentale per il controllo sul territorio dei movimenti del nemico.

All’alba del 14 aprile del 1945 iniziò il bombardamento contro le postazioni nemiche, seguito dall’avanzata sul terreno dei soldati della FEB con tre battaglioni e con il supporto dei carri armati americani. Nel tardo pomeriggio dopo una violenta battaglia il paese era nelle mani dei brasiliani, ma la conquista delle vette circostanti non era ancora conclusa e la linea difensiva tedesca poteva considerarsi ancora integra.




Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
Nei giorni successivi continuarono i combattimenti, con notevoli perdite tra i soldati, tanto che il 17 aprile furono ritirati dal fronte e tenuti sulla difensiva. Il 18 aprile i tedeschi ricevettero l’ordine di ritirata dopo lo sfon-damento del fronte da parte della 10a Divisione di Montagna americana. I brasiliani a questo punto controllavano il comune di Montese, quasi completamente distrutto e le aree circostanti.
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.
Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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Il progetto e la mostra
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
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Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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L’esercito brasiliano continuava la risalita verso nord, occupando e liberando alcuni piccoli paesi. La guerra volgeva al termine, i tedeschi erano in ritirata verso nord e i brasiliani controllavano il territorio conquistato. Giunse notizia al comando della FEB che militari e blindati tedeschi erano presenti nella zona di Fornovo di Taro. Era necessario che non oltrepassassero questa linea. Una pattuglia brasiliana fu mandata in perlustrazione.
Dopo un piccolo attacco per valutare la potenza di fuoco del nemico, il comandante si stupì del gran numero di soldati tedeschi. Per evitare lo spargimento di altro sangue, si decise di inviare un prete, Don Alessandro Cavalli, affinché consegnasse ai tedeschi una lettera di resa incondizionata, che fu poi accettata dal Generale Otto Fretter-Pico, comandante della truppa. Furono catturati tutti i soldati della 148a Divisione tedesca composta da 14.779 uomini.
Facevano parte del contingente catturato anche i militari italiani della divisione Bersaglieri Italia e della compagnia Alpini Monte Rosa al comando del Generale Mario Carloni. La FEB continuò la sua missione, avanzando verso nord ovest e successivamente fu spostata sino ad Alessandria. La guerra era finita e l’ 8 maggio è celebrato come il “giorno della vittoria”. Nei mesi successivi i soldati fecero ritorno in Brasile.
Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
I trentini della FEB
Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni. Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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Numerose furono le difficoltà affrontate dai militari brasiliani in Italia durante le operazioni di guerra, ma una fu particolare, per alcuni una novità: il clima freddo dell’inverno sulle montagne dell’Appennino.



I soldati non erano abituati a temperature così basse, la neve era un fenomeno atmosferico che non conoscevano ed era un problema combattere in quelle condizioni. Una delle patologie principali dei soldati era il cosiddetto “piede di trincea”, che provocava nei casi più gravi la cancrena. Si cercava di ovviare al problema avvolgendo i piedi con pezzo di coperta e fieno in modo tale che rimanessero asciutti.

Scrive il soldato Lino Vicenzi nel suo libro di memorie: “Il freddo e la neve erano da morire. All’inizio avevamo pochi vestiti adatti al clima, ma dopo ricevemmo uniformi americane, guanti, berretti e calze di lana per affrontare il freddo. Mettevamo due paia di calze, ma anche così il freddo era insopportabile.”
I soldati brasiliani si distinsero per la loro umanità e per l’atteggiamento caritatevole nei confronti dei civili.
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L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.
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Dai cognomi dei militari siamo riusciti a risalire all’origine, aiutandoci con i testi riguardanti la storia dell’emigrazione trentina in Brasile, oppure con le informazioni che abbiamo ottenuto in loco attraverso le associazioni.
Un particolare ringraziamento va rivolto all’Esercito Brasiliano, ai musei di Curitiba, Porto Alegre e Caxias do Sul, alla Legião Paranaense do Expedicionário e ai familiari dei soldati per la collaborazione e la disponibilità nel fornire parte dei documenti e del materiale fotografico presente.
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Ci sono testimonianze di italiani che ricordano i soldati brasiliani con affetto, per la loro bontà nel rapportarsi con la popolazione locale, che soffriva a causa della guerra. Tali rapporti di solidarietà con i civili erano in parte giustificati dal fatto che c’erano tra i militari brasiliani discendenti di italiani e quindi riuscivano a comunicare con le persone. Alcuni soldati hanno raccontato che c’era un patto tra di loro, che stabiliva che una parte del cibo, che ricevevano durante i pasti, lo distribuivano alla popolazione, dando preferenza a bambini, anziani e donne.

Circolava una frase tra la gente che diceva: “dove ci sono soldati brasiliani, i bambini non soffrono la fame” ed era comune vedere i militari distribuire cioccolato e caramelle.

Il progetto nasce da un soggiorno a Rio dos Cedros, comune rurale nell’entro-terra dello Stato di Santa Catarina, in Brasile, caratterizzato dalla forte presenza di immigrati trentini, che a partire dal 1875 colonizzarono la “Vale do Itajaí”. In questo piccolo comune, dove è stata preservata e valorizzata la cultura trentina, siamo venuti a conoscenza degli eventi storici qui riportati e in particolare si è scoperto che un buon numero di discendenti di trentini furono arruolati nella Força Expedicionária Brasileira (FEB), che partecipò alla Seconda guerra mondiale, combattentendo in Italia, principalmente nella zona appenninica tosco-emiliana, in corrispondenza della Linea Gotica.
L’obiettivo è quello di narrare eventi storici poco conosciuti e rendere la giusta commemorazione a tutti quei giovani, alcuni dei quali discendenti di trentini, che con coraggio e sacrificio lottarono per liberare l’Italia, terra d’origine dei loro avi, dal nazifascismo e restituirle la libertà.