Attraverso lo specchio

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TRIMESTRALE

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INVERNO 2009

ANNO 1 | N. 3

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€ 7.00


S O M M A R I O 4

TEODORO & LO SPECCHIO PAROLE | Eliana Forcignanò ILLUSTRAZIONE | Cristina Amodeo

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GUARDA BENE, TONINO! PAROLE | Samuele Larocchia ILLUSTRAZIONE | Francesca Quatraro

PENNA & MATITA

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SCRITTURE DI IERI, IMMAGINI DI OGGI L’AUTORE |

Lewis Carroll Philip Giordano

L’ILLUSTRATORE |

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POSTER

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IL NONNO, LO SPECCHIO PAROLE | Massimo Baroni ILLUSTRAZIONE | Martina Merlini

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L’AQUILONE DI FOGLIETTA PAROLE | Margherita Macrì ILLUSTRAZIONE | Laura Giorgi

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ANNA ALLO SPECCHIO PAROLE | Rossana Lombardi & Marco Montanaro ILLUSTRAZIONE | Francesca Musina

ILLUSTRAZIONE |

Maddalena Gerli

18 STELLARIUM FRAMMENTI DI LIBRI E TEATRO

COLLABORATORI:

PROGETTO GRAFICO:

Lea Barletti, Andrea De Ferraris, Dario Goffredo, Cecilia Maffei, Pietro Paciullo.

Farm - Comunicazione e progetti culturali www.farm37.it

SCRITTORI E ILLUSTRATORI:

Cristina Amodeo | cri.amodeo@hotmail.it Massimo Baroni | maxbaroni76@googlemail.com Laboratorio di Carta Trimestrale | anno 1 - n° 3 | inverno 2009 c/o Manifatture Knos Via Vecchia Frigole, 34 73100 Lecce redazione@unduetrestella.org www.unduetrestella.org

UNDUETRESTELLA

DIRETTORE RESPONSABILE:

Osvaldo Piliego | redazione@unduetrestella.org COORDINAMENTO REDAZIONALE:

DIREZIONE ARTISTICA:

Marco Carrozzini | marcocarrozzini@gmail.com Erik Chilly | erikchilly@libero.it

Arianna Floris | ariannafloris@gmail.com (Fuori e dentro Rillipick - Acquerello, matita, collage)

Eliana Forcignanò | eliana_for@libero.it

PUBBLICATO DA:

Maddalena Gerli | maddapollon@hotmail.com Philip Giordano | sigur451@gmail.com

Lupo Editore www.lupoeditore.it

Laura Giorgi | laura_giorgi@libero.it

CON LA COLLABORAZIONE DI:

Samuele Larocchia | neko7@libero.it

Manifatture Knos www.manifattureknos.org

Rossana Lombardi | rossana_lombardi@libero.it Margherita Macrì | margheritamacri@gmail.com Martina Merlini | m.merlini@hotmail.it Marco Montanaro | b_nabbaloni@libero.it Francesca Musina | francescamusina@libero.it Francesca Quatraro | officinamezzaluna@quipo.it

Vito Greco | vito@unduetrestella.org Antonietta Rosato | redazione@unduetrestella.org

COPERTINA:

SI RINGRAZIA:

Tonio De Nitto, Libreria Idrusa, Alessandra Lupo, Spazio sociale Zei, Teatro Kismet OperA. Si ringrazia inoltre il Prof. Livio Sossi per il sostegno e i preziosi consigli.

Unduetrestella - Laboratorio di Carta è un progetto nato da un’idea di Cosimo Lupo, Paolo Guido e Alessandra Lani. Abbonamenti | Tramite bollettino postale. Prezzo unico annuale: € 28 per 4 numeri, da versare su c/c 65527681 intestato a Lupo Editore - Copertino. Causale: abbonamento Unduetrestella 2009. © Lupo Editore 2009 - Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa rivista può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’editore. Finito di stampare nel mese di gennaio 2009.


IO È UN ALTRO | Osvaldo Piliego ILLUSTRAZIONE | Arianna Floris PAROLE

(Solitario - Acquerello, matita, collage)

Mi guardo allo specchio e vedo te. Come fossi una finestra su quello che sono: uomo nero o impavido come un cavaliere poco importa, tu non giudichi. Fossi lupo saresti stella e a te e alla luna canterei. Piegarmi di nuovo su queste colorate carte è riflettere, pensare, come dicevano i filosofi, a quanto, alla fine, conosciamo noi stessi. Lo specchio riflette solo quello che appare di noi. E a guardare bene, qualcosa nascosto dietro c’è, un altro mondo racchiuso negli angoli di un sorriso o di una stanza. Io è un altro, diceva Rimbaud. Il riflesso è solo una parte, il punto di partenza di un viaggio alla scoperta dell’invisibile, un punto di fuga verso un paese pieno di meraviglie. È il desiderio, la voglia di altro da sé, una metafora, una maschera, tutto uguale ma al contrario e quindi l’opposto. Mille e più sono le storie che può raccontare, come grande è la fantasia che da sempre ha stuzzicato. Intrigante ha accompagnato la nostra immaginazione dal mito di Narciso fino allo specchio di Alice. È un oggetto denso, pieno di punti interrogativi, un escamotage letterario e spunto di riflessione sull’uomo e il mondo. Questo numero è bello il “doppio”.

Siamo felici, ancora una volta, di ospitare in questo nuovo numero scrittori e illustratori provenienti da ogni parte dello Stivale che hanno accolto con entusiasmo il tema proposto e diamo il benvenuto a nuove e preziose collaborazioni, in ultimo vi segnaliamo una novità che a partire da questa uscita caratterizzerà i prossimi numeri: la sezione “penna e matita” da sempre dedicata ad un autore ed un artista celebre stavolta darà spazio alle immagini di oggi. Abbiamo infatti voluto tentare un accostamento tra classico e moderno per scoprire come i giovani illustratori interpretano i le fiabe di ogni tempo. Abbiamo voluto farvi conoscere Philip Giordano, un originale illustratore di Savona che ci ha conquistato per la sua capacità di generare piccoli mondi immaginari, il primo illustratore di quella che, ci auguriamo, sarà una grande galleria di nuovi e talentuosi creativi che meritano di essere conosciuti più da vicino. Buona lettura.



ORODOET OIHCCEPS OL & • TEODORO & LO SPECCHIO •

PAROLE

| Eliana Forcignanò

ILLUSTRAZIONE

| Cristina Amodeo

(Error - Acrilico, collage, matita)

In un tempo remoto, era sovrano della terra di Puglia Federico Gambenude, soprannominato così perché, al mattino, era solito andare a spasso per la sua reggia dimentico di vestire i calzoni. Tuttavia, racconteremo un’altra volta la storia di questo strambo re, ora, voglio qui narrare ai messeri la vicenda del cane di Federico Gambenude. Il cane si chiamava Teodoro: era assai minuto e, per il muso affilato, rassomigliava piuttosto a un coniglio. Il regale animaletto riceveva infinite attenzioni, ma non vi era, eccetto il re, chi lo amasse veramente, poiché si trattava di un fastidioso tiranno, sempre pronto ad abbaiare e a mordere per un nonnulla. Il suo bersaglio preferito era un povero, anziano asinello che apparteneva al cuoco di corte. Non passava giorno senza che il cane Teodoro offendesse l’asino, apostrofandolo così:

L’asino, però, non era solo: due amici fedeli abitavano con lui nella stalla, nientemeno che due gatti randagi. Nottetempo, essi s’intrufolarono dalla finestra nella stanza in cui dormivano cane e sovrano per cucire con ago e filo alla testa di Teodoro due orecchie d’asino di pezza. Vano, però, fu il loro sforzo, poiché nella camera di Federico Gambenude si trovava un enorme specchio magico capace di svelare a chi vi si rifletteva l’aspetto dei nemici da temere. Quando il cane Teodoro si svegliò e, da quel vanitoso che era, andò subito a rimirare la sua immagine, ecco lo specchio pronto a tradire il complotto. I due gatti furono trovati e giustiziati insieme con l’asino. Purtroppo, accade sovente che i deboli perdano contro chi, pur non essendo più intelligente, ha i mezzi per sconfiggere l’astuzia.

“Ciuco, ciuco, senza rancore le tue orecchie giungono fino a Singapore la coda è un pasticcio spelato presto da te si ricaverà uno stufato”. L’asino si limitava a ragliare spaventato, temendo sinceramente per il suo destino, poiché i deboli, talvolta, scoprono in loro un coraggio insperato, talaltra, hanno paura dei più forti e non sanno in qual modo difendersi.

I RACCONTI

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,ENEB ADRAUG !ONINOT • GUARDA BENE, TONINO! •

PAROLE

| Samuele Larocchia

ILLUSTRAZIONE

| Francesca Quatraro

(Guarda bene, Tonino! - Matita e acrilico su cartoncino)

Tonino si annoiava. Da un po’ i giochi degli altri bambini lo facevano sbadigliare e i suoi pupazzi non inventavano più nuove avventure. Uffa era diventata la sua parola preferita. Allora partì a cercare fortuna come quelli delle fiabe. Incontrò una vecchia con due pesanti buste della spesa. «Giovanotto aiutami e non te ne pentirai» disse. Lui prese una busta e la seguì. La casa della vecchia era piccola e buia ma aveva un buon odore. Senza accorgersene Tonino si addormentò su una poltrona. Quando riaprì gli occhi era sera e la vecchia stava cucinando. «Mangia qualcosa e rimani qui, questa notte, potrai ripartire domani». Dopo cena gli fece una cioccolata calda e gli disse: «Prendi questo specchio, ti aiuterà nei momenti di bisogno come hai fatto tu con me». Tonino guardò lo specchio, non sembrava niente di speciale ma lui era un bambino educato e ringraziò. La mattina dopo partì con lo specchio e un pezzo di torta nella tasca. Camminava per un bosco quando si ritrovò in una radura circondata da un muro di alberi. Su un masso era seduto un gigante. Alto quattro metri, più grosso di un elefante, dormiva. Tonino si avvicinò ma quello aprì due occhi terribili, si alzò di scatto e si gettò verso il bambino. Tonino iniziò a correre in tondo per sfuggirgli, poi si ricordò dello specchio e si bloccò. Anche il gigante, stupito, si fermò. Tonino gli puntò contro lo specchio ma non successe niente, allora ci guardò dentro per vedere cosa c’era che non andava e puff, sparì. Il gigante si grattò la testa, si girò di scatto, ma quella pulce di bambino non era da nessuna parte. Raccolse lo specchio e si guardò. Tonino vide la faccia del gigante che si avvicinava e capì di essere nello specchio. Negli occhi del gigante che si specchiava vide il motivo della sua rabbia: nessuno gli aveva mai dato un bacio. Il gigante pensava di non essere poi così brutto e si chiedeva perché nessuno gli avesse mai dato un bacio e stava per sbattere lo specchio contro il masso quando il bambino saltò fuori dal vetro dandogli un piccolo bacio sul suo grosso naso. Il gigante diventò tutto rosso e scappò aprendo un varco tra gli alberi.

Dalla cima di una duna Tonino vide un castello: era lì che doveva andare. Iniziò la discesa ma era solo a metà che sentì un ruggito. Si guardò intorno ma non vide niente. Altri quattro passi e il ruggito tornò. Si sentiva anche una puzza strana, un misto di maiale, gallina e cane bagnato. Quando il ruggito fu proprio alle sue spalle Tonino sparì nello specchio. Passò qualche secondo, poi, dal suo nascondiglio magico, Tonino vide un drago. Solo da lì poteva vederlo perché il drago si mimetizzava perfettamente. Proprio per questo era cattivo: non voleva più prendere il colore delle cose che gli stavano intorno. Voleva avere il suo colore, che fosse blu, verde, giallo, anche rosa, ma doveva essere suo. E poi nessuno lo vedeva e gli calpestavano sempre la coda. Non ce la faceva più e mangiava tutti. Tonino si frugò in tasca, ricordava di averci messo un pennarello rosso e infatti eccolo. In un attimo fu fuori dallo specchio e incastrò il pennarello dietro l’orecchio del drago che diventò rosso fuoco, bellissimo. Il drago emozionato volò via, anche per controllare di non prendere il colore del cielo. Il castello era circondato da un fossato senza ponte levatoio. Tonino sperò che lo specchio avesse una soluzione. Vi guardò attraverso e vide un corridoio illuminato da torce e in fondo una porta. Allungò una mano per aprirla e si trovò nel corridoio. La porta si aprì senza difficoltà ma appena ebbe varcato la soglia si richiuse con un tonfo sospetto. Era in una stanza buia. Un rumore di passi. Silenzio. Una fiamma e a pochi centimetri dalla sua faccia c’era una strega. Scappò verso la porta ma quella non si apriva. Alle sue spalle la strega ridacchiava e si leccava le labbra. «Che bello spuntino» disse e spense la fiamma. Tonino non poteva guardarsi allo specchio se tutto era buio. Ecco, pensò, la mia fortuna sarà la pancia di una strega. E già sentiva mani gelide avvicinarsi al suo collo quando vide che filtrava un po’ di luce da sotto la porta. Diede un calcio alla strega, mise lo specchio nella luce e sparì. Da dentro lo specchio gli fu tutto chiaro. Quella non era una strega ma una bambina che si annoiava da troppi anni. Si era annoiata così tanto da diventare vecchia, brutta e cattiva. Ma Tonino sapeva di cosa aveva bisogno. Uscì dallo specchio e la prese per mano: «Vuoi essere mia amica?» le chiese. La strega sorrise e subito tornò bambina, gli strinse forte la mano e rispose: «Sì». La bambina portò Tonino nel salone del castello e lì c’erano il drago rosso e il gigante timido che li aspettavano per iniziare a giocare. Giocarono e giocarono e, quando furono stanchi, si sedettero ad un tavolo e iniziarono ad immaginare le mille avventure che li attendevano.

Tonino prese lo specchio e seguì la strada aperta nel bosco dal gigante in fuga. Il bosco finì in un deserto di terra nera.

I RACCONTI

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ILLUSTRAZIONE

| Philip Giordano

(Mirrors in mirror - Penna, Photoshop)


PENNA & MATITA SCRITTURE DI IERI, IMMAGINI DI OGGI

ATTRAVERSO LO SPECCHIO

Carroll consegna un potere inedito e ammaliante a questo oggetto che, lungi dall’essere triste riflesso di ciò che a volte non vorremmo vedere o che semplicemente ci annoia, diviene strumento potente che in virtù di un incantamento è capace di stravolgere la realtà fino a confonderci e, nel gioco fiabesco, ci invita a scoprire cosa c’è dall’altra parte, a visitare un mondo in cui l’unica cosa reale che portiamo come compagno di viaggio siamo noi stessi. Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò ha affascinato tantissimi artisti che ne hanno illustrato le pagine restituendoci, ognuno e a suo modo, frammenti di un mondo immaginario. L’autore stesso ne fu illustratore, ma la prima pubblicazione venne accompagnata dai disegni di John Tenniel. Dopo di lui in moltissimi vi si sono cimentati, tra questi bisogna citare le versioni Arthur Rackham, Ralph Steadman, Libico Maraja, fino al grande Salvador Dalì che non mancò di coglierne soprattutto l’aspetto onirico e trasognato.

PHILIP GIORDANO

MICROCOSMI FANTASTICI Eclettico e originale, Philip Giordano è un giovane illustratore di Savona che ha all’attivo numerose collaborazioni con case editrici italiane ed estere, i cui libri sono stati tradotti in Corea, Thailandia, Portogallo, Inghilterra e Francia. Le sue tavole raccontano mille e una storia, sono microcosmi popolati da forme e creature stravaganti, linee essenziali tratteggiate con stile minimale che evocano suggestioni naif. Ma nella galleria personale di Philip non mancano tavole più composite, dove la monocromia si riempie di colori decisi, dando corpo e anima alla forma. Una poliedricità che negli anni gli è valsa la selezione in prestigiose manifestazioni nazionali e internazionali, tra cui il Children Book’s Fair di Bologna, il Salon du Livre di Parigi e in mostre d’arte a Teheran e Tokyo.

ILLUSTRAZIONE

Per questo il "nostro" specchio è quello del Carroll di Through the Looking-Glass and what Alice Found There, tradotto in Italia con il titolo Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò (e a volte anche con Dietro lo specchio), libro che costituisce il seguito di Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie ed è, proprio come quest’ultimo, un viaggio in un universo immaginario, nel quale accadono storie fantastiche e bizzarre. Lo specchio di Carroll non è uno specchio vero, ciò che fa non è riflettere la realtà ma cambiarla, fornendo un’alternativa alla realtà cui siamo abituati, è il conforto di una possibilità altra al mondo reale.

| Erik Chilly

Avremmo potuto parlare dello specchio più famoso delle fiabe, quello di Biancaneve, quello cui la regina cattiva, come ad un oracolo, si rivolge per avere conferme. Uno specchio che restituisce fedelmente l’immagine della realtà. Ma lo specchio di Biancaneve non ci è sembrato adatto ad essere il simbolo delle infinite suggestioni che quest’oggetto evoca, di quella sensazione perturbante di possedere poteri che nulla hanno a che fare con la realtà.

BIO | LEWIS CARROLL Lewis Carroll, il celebre autore di Alice nel Paese delle Meraviglie, oltre che uno scrittore era un matematico, un fotografo, un pittore e un inventore. Un esempio? È lui che ha creato il Word ladder, uno dei giochi enigmistici più pubblicati al mondo, in Italia con il nome di Metagramma o Bersaglio. Il suo vero nome era Charles Lutwidge Dodgson. Dall’uscita di Alice nel Paese delle meraviglie nel 1865, fino alla sua morte nel 1898, la vita di Carroll e di Dodgson andarono avanti in parallelo, onori per lo scrittore ed una vita grigia per il professore. Il suo personaggio più famoso fu ispirato dall’incontro con una piccola Alice in carne e ossa. Fu così che l’autore le dedicò un manoscritto redatto ed illustrato da lui stesso, Le avventure di Alice sotto la terra. Il successo fu immediato, tanto che uscirono a distanza di poco Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, Caccia allo Snark e nel 1893 il suo ultimo romanzo in due volumi, Sylvie e Bruno. Per quanto la vita e la personalità dell’autore siano state spesso oggetto di discussione, la popolarità di Alice, è stata tale da farne uno dei personaggi più famosi al mondo.

L’illustrazione che Philip ha realizzato facendosi ispirare dal tema di questo numero, ne rappresenta la cifra stilistica; come Alice Liddell, Philip non guarda semplicemente nello specchio ma lo attraversa del tutto spingendosi al suo interno, scoprendo l’universo fantastico che lo anima e svelandone il sortilegio che lo strega. Uno specchio che contiene tutto un mondo, una dimensione parallela gremita di strampalati personaggi, di forme e profili che prendono vita dal volo della fantasia di questo originale illustratore. Ci è piaciuto accostarlo al Lewis Carroll di Attraverso lo Specchio proprio per questa affinità onirica, per la sua capacità di generare piccoli universi autosufficienti, dove nulla è ciò che sembra e dove l’oggetto specchio diventa una porta che invita ad essere oltrepassata per scoprire ciò che si cela dietro di essa.

Per saperne di più: www.philip-giordano-pilipo.com

PENNA & MATITA

UNDUETRESTELLA

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ILLUSTRAZIONE

| Maddalena Gerli

(Lo specchio fatato - Acrilico e collage)




,ONNON LI OIHCCEPS OL • IL NONNO, LO SPECCHIO •

PAROLE

| Massimo Baroni

ILLUSTRAZIONE

| Martina Merlini

(You! Me! - Ink, Photoshop)

Mario in soffitta ha trovato uno specchio c’era dentro suo nonno, ma non era più vecchio c’era dentro suo nonno quando aveva vent’anni non aveva più acciacchi e neppure malanni c’era dentro un gran sole e un gracchiare di rane c’era tanta fatica per un tozzo di pane c’eran dentro le feste e le gare di ballo c’era tutta la notte fino al canto del gallo c’era dentro suo nonno tutto agghindato in un giorno d’aprile di quel tempo passato c’eran dentro parole e un antico ricamo i suoi modi un po’ bruschi mentre dice ti amo c’era dentro sua nonna vestita da sposa in tutto quel bianco pareva una rosa c’eran dentro le fiabe e i racconti inventati le paure i sospiri di quei mondi incantati c’eran dentro candele per piangere i morti c’eran dentro le viti dai tronchi ritorti c’era dentro dei figli il primo vagito c’era un ciliegio che era tutto fiorito c’era ancora suo nonno fra tutti quei fiori c’erano gioie e c’eran dolori c’era un passato che sembrava sepolto che Mario ha scoperto guardando il suo volto.

I RACCONTI

UNDUETRESTELLA

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ENOLIUQA'L ATTEILGOF ID • L'AQUILONE DI FOGLIETTA •

PAROLE

| Margherita Macrì

ILLUSTRAZIONE

| Laura Giorgi

(Lo specchio incantato - Acrilico, collage)

Nel paese di Foglietta non cresceva più l’erbetta, era tutto grigio e nero come un tetro cimitero

Lei li convinse con sorrisi e parole buone a farsi costruire un aquilone, ma che non fosse di cotone vecchio: un aquilone fatto di vetro specchio.

avevan cancellato fiori alberi voliere per costruire solo grandi ciminiere, i bambini non giocavano a pallone perdevano tempo con la televisione

Lo ebbe e con lavoro certosino lo legò sopra il suo giardino. Così tutto il dì gli abitanti di Buiezza ammiravano quel quadrato di freschezza.

Foglietta però era nata in un giardino nell’odore buono del gelsomino. E vivere nel paese di Buiezza la riempiva di grande tristezza.

Lo specchio lavorava a tutte l’ore meravigliando i cittadini con così tanto colore. Si riflettevano gerani rose gelsomini e riconoscerli divenne il gioco dei bambini.

Decise un giorno di far la rivoluzione: rendere verde il paese divenne sua missione. Ma era tutto molto complicato all’aria buona il borgo non era abituato.

Presto presto gli abitanti cambiarono costume tutto il tempo sotto lo specchio come fosse lume. In tutti loro iniziarono a fiorire strane idee volevano giardini alberi e ninfee. Tutto il paese di Foglietta divenne sorridente: era bastata una superficie riflettente.

Pensate un poco in breve tempo esser circondato da fiori d’ogni stampo? Foglietta iniziò con piccoli gesti per svegliare i cittadini mesti.

Gli specchi servono a carpire i segreti troppo belli che non si possono dire.

La mattina s’adornava di fiori e andava a scuola piena di colori. Fu convocata presto dall’amministrazione che le intimò in fretta una spiegazione.

I RACCONTI

UNDUETRESTELLA

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A NN A OIHCCEPS OLLA • ANNA ALLO SPECCHIO •

PAROLE

| Rossana Lombardi & Marco Montanaro

ILLUSTRAZIONE

| Francesca Musina

(L'incanto di Greta - Tempera, china, collage)

Il Signore dello Specchio sta lì a guardare in faccia – ogni giorno, più volte al giorno – tutte le persone del mondo. C’è da dire che ha un bel da fare ma si diverte davvero un mondo a vedere le smorfie che fanno – le facce buffe, le occhiate smorte, gli sguardi ansiosi e i gesti zoppi – e quando sorridono questo Signore ricambia sempre. Ma incontra anche persone un po’ tristi e allora si butta giù anche lui un po’, perché i suoi amici non dovrebbero mai esser tristi. Del resto è lui il Signore dello Specchio e decide lui se riflettere o meno un volto, anche se a torto, anche se è triste. Anna ogni mattina davanti allo specchio si chiede perché lei è proprio così e non in un altro modo: non è come dovrebbe essere una bambina e si trova un pochetto fuori luogo. Allora invece quello strano pezzo di vetro si ostina a rifletterla bassa e bruttina, antipatica e lagnosa, come la volesse convincere a essere un’altra cosa. «Io non sono così» dice, e il Signore dello Specchio – eccolo, finalmente – s’impossessa del pezzo di vetro strafottente. C’è il suo volto, adesso, al posto di quello di Anna: la bambina dapprima sorride – «è forse un sogno, questo, che io vivo?» – ma poi il Signore comincia a parlare con voce che proviene come da quercia o ulivo:

«E siete così fortunati voi al di là, dello specchio dico, che avete le guance e i nasi e le orecchie diverse, e pure gli occhi e le dita quando son nascoste – non a caso – nel naso. Dico io, non è forse questa la curiosità? E se poi scavi e scavi, trovi che qualcosa di diverso c’è, anche dentro, dico a te, e ai tuoi amici, a che serve assomigliarvi tutti, essere identici e infelici?» Anna rimane zitta. Tante parole servono a poco, pensa, finisce che è solo un gioco e se finisce pure il gioco ecco: rimane poco. Il Signore degli Specchi dice che è in ritardo, e deve andare a dare spiegazioni al bambino che vive all’angolo, allora chiude e fa: «Cara Anna, oggi hai imparato che tu sei così e che non puoi cambiarti come un paio di scarpe al venerdì. Nessuno – nemmeno tu – può dirti come sei o non sei, allora guarda in questo specchio e dimmi cosa rimane, dopo che sarò andato via, tra sei secondi sei.» Anna comincia a contare, e in questi casi il tempo sembra lievitare – come il pane, le focacce e l’acqua di certe fontane, e del mare. U n o.

«Sono io il Signore degli Specchi – e decido io il volto e l’espressione di ognun di voi, e per giovani, e per vecchi! Son io che posseggo specchi e riflessi, e se non v’aggrada il vostro aspetto, miei cari stambecchi, vuol dire che non amate voi stessi!»

D u e.

La bambina ci pensa un attimino e con voce indifferente fa: «Dimmi la verità. Son davvero io questa che vedo ogni mattino?»

S

Chiunque s’innervosirebbe davanti a quella strafottenza, che insomma, gira spazzola pulisci e sputa, non è che indifferenza alle parole di questa vitrea eminenza: ma il Signore degli Specchi, confuso e incaponito, eccolo che finisce per imbracciare un sorriso.

T r e. Q u a t t r o. C i n q u e. e

i.

Anna. Rimane da sola nello specchio. Sorride, e anche l’altra, quella nello specchio – sì, proprio Anna – anche lei ricambia e sorride.

Allora Anna non s’arrende, c’è qualcosa che non torna e bisogna chiarire – altrimenti, che questo signore tolga le tende! «Caro signor Signore dei Pezzi di Vetro, io son cresciuta, com’è che la mia immagine, la mia immagine dico rimane indietro?» Allora il Signore degli Specchi pensa un po’ in silenzio e fa: «Io vengo da un altro mondo in cui ogni volto è uguale e quando parliamo, noi divinità del paranormale, finiamo per non guardarci mai in faccia – nessuna curiosità, né belli né brutti, che questo ti piaccia, oppure no.»

I RACCONTI

UNDUETRESTELLA

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STELLARIUM

FRAMMENTI DI LIBRI E TEATRO

UN PICCOLO PASSO | James Simon CASA EDITRICE | Zoolibri ANNO | 2008 PREZZO | € 13.50 FORMATO | 21x31, cartonato, 32 pp., colori AUTORE

“Quando arriviamo?”, la fatidica domanda ripetuta dai bambini fino all’esaurimento dei nervi di mamma e papà durante i viaggi in macchina... la noia si snoda insieme agli interminabili chilometri autostradali senza imprevisti o sorprese davanti ai loro occhi assonnati (ma non abbastanza per dormire). La meta è così lontana, così lontana... e se

di

invece provassimo a scoprire cosa c'è dietro la prossima curva? E alla fine di questa galleria? E dopo quel ponte? E sopra quella collina? E così, un chilometro dopo l’altro... Mamma guarda! La casa della nonna, siamo arrivati!!! Una grande scoperta scientifica è fatta di tanti esperimenti che si susseguono, un lungo viaggio si può fare pensando solo ad arrivare a destinazione, oppure scoprendo di volta in volta qualcosa... L’anatroccolo protagonista di questa piccola storia piena di grazia, anche nei disegni, scoprirà che per arrivare lontano basta fare... Un Passo! E infatti, è proprio così che si diventa grandi: passo dopo passo. È la vita, no?

L’ORSO CON LA SPADA | Davide Calì ILLUSTRAZIONI | Gianluca “Folì” Ciufoli CASA EDITRICE | Zoolibri ANNO | 2008 PREZZO | € 13.50 FORMATO | 21x31, cartonato, 32 pp., colori AUTORE

Una storia che, attraverso il meccanismo molto amato dai bambini della concatenazione di eventi, parla del sottile filo tra causa ed effetto che rende le nostre azioni, tutte, necessariamente gravide di conseguenze. E di responsabilità. I nostri gesti possono a volte causare effetti indesi-

MISS GALASSIA | Stefano Benni ILLUSTRAZIONI | Luci Gutiérrez CASA EDITRICE | Orecchio Acerbo ANNO | 2008 PREZZO | € 13.50 FORMATO | 22x22, cartonato, 32 pp., colori AUTORE

Proprio al centro della via lattea esiste un pianeta davvero speciale, popolato da strane creature ossessionate dall’aspetto fisico, questo pianeta si chiama Vanesium. Qui si svolge il più importante concorso di bellezza dell’universo, ogni cosmoanno infatti viene eletta Miss Galassia; su

SENZA NOME | Silvana D’Angelo | Valerio Vivaldi CASA EDITRICE | Topipittori ANNO | 2008 PREZZO | € 14.00 FORMATO | 21,5x27, cartonato, 32 pp., colori AUTORE

ILLUSTRAZIONI

Ecco un bel libro dove tutto ruota intorno all’importanza dei nomi. Sì perché un nome mica è cosa da poco. Vero è che come diceva Shakespeare “che cos’è un nome?”, ma in realtà per il piccolo cagnolino protagonista di questa storia pubblicata da Topipittori, casa editrice milanese per ragazzi, il principale motivo di angoscia è che non sa qual è il suo nome. Sì perché il suo padrone, un tipo un po’ distratto e che ha tanto bisogno di lui, che ricorda un po’ il padrone di Garfield, lo chiama in mille modi: “tu”, “pigrone” eccetera, ma mai con il suo nome. E il nostro amico a quattro

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UNDUETRESTELLA

Lea Barletti

di

Lea Barletti

derati. È di questo che ci parlano, ad esempio, i cumuli di rifiuti abbandonati nelle nostre campagne, le montagne di plastica “spiaggiata” sui nostri litorali, l’aria inquinata delle nostre città. E di questo ci parla con leggerezza e ironia anche la bella storia dell’orso, accompagnata da illustrazioni caoticamente creative e mai scontate. Dopo averla a lungo cercata tra gli altri, l’orso con la spada si renderà conto di essere lui, in realtà, la “causa del suo (e altrui) mal”... però, invece di “piangere se stesso” (come fatalisticamente recitava il detto: “chi è causa del suo mal..."), si rimboccherà le maniche dandosi da fare per rimediare!

di

Antonietta Rosato

Vanesium però la parola “miss” significa multi - intermorfo - sessuovario - stellare. La notte del concorso, davanti a un milione di spettatori provenienti da ogni parte dell’universo, nell’Arena di Vanesium sfilano gli esseri più originali e strampalati dello spazio. Tra spassose sfilate ed incredibili personaggi questa storia fantastica, nata dalla penna di Stefano Benni e le matite di Luci Gutiérrez, ci insegna che la bellezza è nella nostra immaginazione e che basta chiudere gli occhi per trovarla. Su www.youtube.com il booktrailer del libro con la voce dell’autore.

di

Dario Goffredo

zampe passa le sue giornate a pensare a bei nomi che gli starebbero bene come Aramis, il moschettiere, o Shakespeare, il commediografo, ma anche nomi più semplici come Tom o Bill. E poi quando un giorno un gatto, “un gatto!” gli chiede come si chiama e lo coglie in fallo, allora lui comincia a pensare che forse il suo padrone non gli vuole poi così tanto bene se non si è neanche preoccupato di dargli un nome. Alla fine il piccolo cagnolino nero non solo scoprirà che in realtà il suo padrone di bene gliene vuole e tanto, ma anche che ha un bellissimo nome perfettamente adatto a lui. C’è una bella ironia in questo libro, il cane sembra essere il vero padrone fra i due, è lui che si occupa delle faccende domestiche, sa leggere, è un tipo colto e raffinato, cucina ed è in grado di badare a se stesso. Le illustrazioni, in chiari colori pastello, sono essenziali e delicate, dal leggero gusto retrò, un po’ anni cinquanta, che rende l’atmosfera della fiaba ancora più sognante.

STELLARIUM


(ph: archivio Teatro Kismet OperA)

(ph: archivio Cantieri Teatrali Koreja)

FESTIVAL

ABBIAMO VISTO

MAGGIO ALL'INFANZIA

GIARDINI DI PLASTICA

Teatro Kismet OperA

Cantieri Teatrali Koreja

Da questo numero ospitiamo uno spazio dedicato al festival Maggio all’Infanzia, il primo nato in Puglia e dedicato ai più giovani. Dal 1998 Gioia del Colle, la città che ospita la manifestazione, si trasforma in un itinerario di arte per i bambini, per chi li accompagna e per chi lavora per loro. Si assiste e partecipa a laboratori, spettacoli, concerti, animazioni, teatro di strada e mostre. Il Maggio all’infanzia coinvolge tantissima gente: classi di bambini con i loro insegnanti, famiglie, artisti, giornalisti, direttori artistici e semplice pubblico di curiosi o appassionati. Tutti gli anni compagnie teatrali già affermate debuttano con i loro nuovi lavori e compagnie di giovani artisti si presentano al pubblico dando una straordinaria possibilità a bambini, insegnanti e genitori di conoscere il nuovo panorama del Teatro Ragazzi. L’ufficio del Teatro Kismet di Bari, che si occupa del festival, accoglie per tutto l’anno le proposte delle compagnie che vorrebbero presentare i propri lavori al Maggio. La redazione di UnduetreStella raccoglierà qui gli interventi di chi ha partecipato al festival, le anteprime, le recensioni e le curiosità che lo riguardano, con l’augurio che il pubblico dei bambini e di chi si occupa di loro si senta coinvolto in questa occasione unica per la Puglia.

CON

Per informazioni: Cecilia Cangelli, Teatro Kismet OperA tel. 080 579.76.67 - int. 111 | e-mail: teatroragazzi@teatrokismet.it

di

Cecilia e Alice Maffei

| Giovanni De Monte, Alessandra Crocco, Antonella Iallorenzi Salvatore Tramacere

REGIA |

Un giorno di novembre siamo venute qui ai Cantieri Teatrali Koreja per vedere Giardini di Plastica. Entriamo in sala, ci sediamo sulla prima panca. Sul palco buio si intravede un telo chiaro. Il soffitto è tutto a file di lucette che piano piano si abbassano, sssshhh… MUSICA! Inizia lo spettacolo! Il palco si illumina, dal telo escono fuori tre ragazzi. La musica per un’ora accompagna tanti giochi, dispetti, scherzi e guai che i tre combinano per tutto il tempo… ma cos’è che tirano fuori da quel telo? Centinaia di oggetti di plastica… avevi mai notato di quanti colori possono essere le spugne da bagno? E le insalatiere? Durante lo spettacolo abbiamo visto: una sfilata fatta con delle giacche a frange (che erano mollette), i cerchi per fare le bolle di sapone grandi e quelle mignon (che erano palette ammazza-zanzare), un telo specchiato in cui nuotavano le teste (che era fatto di carta scoppiettina), degli ufo volanti che erano delle tinozze, certo, tinozze di plastica! Sono tutti oggetti da due soldi, colini, imbuti, retine, sono soltanto strisce di cellophane, ombrelli rotti, fari di bicicletta, tubi per innaffiare, scopettoni e scopettini. Sono cose, cose di tutti i giorni, ma che hanno preso vita e che da oggi guarderemo con un occhio diverso quando li incontreremo in cucina o nel bagno.

NEL PROSSIMO NUMERO: GLI ANIMALI PARLANTI Un topos classico delle fiabe di ogni tempo. Quando l’uomo è a corto di parole allora sono gli animali a ficcare il becco nelle sue faccende, da Esopo a Fedro ad essi sono sempre stati attribuiti i vizi e le virtù degli uomini, ma di cosa parlerebbero oggi se potessero? Ci piacerebbe che il prossimo numero di UnduetreStella fosse come un parlamento animale, dove la tartaruga si possa lamentare per la velocità dei tempi di oggi, la volpe e l’ermellino si tengano alla larga dalla signora bene, il grillo, il gallo e il leone... Il termine ultimo per la presentazione degli elaborati è il 10 MARZO 2009. MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE • per iscriversi è necessario compilare la scheda di adesione scaricabile all’indirizzo www.unduetrestella.org. Non è richiesto alcun contributo economico. • i racconti e le illustrazioni possono appartenere a qualsiasi genere e stile purché inerenti al tema proposto; • le opere devono essere inedite; • per esigenze di impaginazione le illustrazioni (formato tiff o jpg/300dpi o formato cartaceo) devono avere esclusivamente dimensione di cm 30b x 45h;

STELLARIUM

• i testi (formato rtf o doc) non devono superare le 5.000 battute; • l’autore concede la pubblicazione delle proprie opere in forma cartacea ed elettronica; • la redazione, in caso di anomalie, può escludere un’opera dal concorso sottraendosi da ogni responsabilità; • tutte le immagini ed i testi presentati sono valutati da un’apposita commissione redazionale. Il giudizio della commissione è insindacabile; • le opere non saranno restituite.

MODALITÀ DI SPEDIZIONE • in busta chiusa a: Unduetrestella - Laboratorio di carta - c/o Manifatture Knos - Via Vecchia Frigole 34 - 73100 Lecce oppure via e-mail all’indirizzo: redazione@unduetrestella.org

UNDUETRESTELLA

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«Non riesco a capire» disse Alice. «È molto confuso!». «Queste sono le conseguenze di vivere a rovescio» disse la Regina gentilmente. «Dapprincipio ci si sente un po’ storditi…». Lewis Carroll Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò


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