La Gregoriana - Anno XXII - n.51 - Marzo 2017

Page 1

Anno XXII - n. 51 - Marzo 2017

Virtus et Scientia Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2 e 3 - Roma/Aut. n. 52/2009 - tassa pagata - Taxa perçue

Periodico d’informazione della Pontificia Università Gregoriana

L’IMPEGNO UNIVERSITARIO PER LA CHIESA E PER IL MONDO

LE SCIENZE SOCIALI E LA VOCAZIONE DEI CRISTIANI

LA CONGREGAZIONE GENERALE IN VISITA ALLA GREGORIANA

CERCARE DIO: L’IMPORTANZA DI UN METODO


EDITORIALE | N. da Silva Gonçalves, S.I. FOCUS 2 L’impegno universitario per la Chiesa e per il mondo 8 Chiamati a pensare in profondità | P. Pegoraro 13 Discorso di P. Arturo Sosa Abascal, S.I. alla Pontificia Università Gregoriana

VITA ACCADEMICA 15 La vocazione sociale dei cristiani. Intervista a P. Jacquineau Azetsop, S.I. 22 Diritto Canonico: dialogo, confronto e aggiornamento | Y. Sugawara, S.I. 26 Dallo studio alla pratica. Le proposte formative estive della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa

30 Cercando Dio in tutte le cose: l’importanza di un metodo. Intervista a P. Mark Rotsaert, S.I.

34 Spiritualità ignaziana e Metodo trascendentale | G. Salatiello

DA IERI A OGGI 36 La tradizione come aggiornamento (1846-1850) | M. Coll S.I. 38 Juan Alfaro e la domanda aperta dell’uomo | L. Torró Ferrero

COMUNITÀ UNIVERSITARIA 40 44 48 50

52

Un’eredità per il futuro. Il saluto di P. Dumortier | P. Pegoraro Accoglienza e formazione per i laici a Roma | F. Domingues Il teatro torna in Gregoriana | A. D’Amico Il Beato Giovanni Fausti, S.I. ex alunno della Gregoriana

IN RICORDO PUBBLICAZIONI

54 Archivum Historiae Pontificiae si rinnova | R. Regoli 56 Presentazioni 58 Libri e Riviste 60

TESI DIFESE | a cura della Segreteria Accademica

62

INFORMAZIONE | a cura della Segreteria Generale

62

NOMINE | a cura della Segreteria Generale STUDIARE ALLA GREGORIANA

n. 51 | Anno XXII | Marzo 2017 | www.unigre.it/LaGregoriana

Direttore responsabile

Pontificia Università Gregoriana

Gian Paolo Salvini, S.I.

Piazza della Pilotta, 4 | 00187 Roma (Italy) Tel. +39 06.6701.1 | Fax +39 06.6701.5419

Direttore editoriale Paolo Pegoraro lagregoriana@unigre.it

Redazione Maria Rita Marcotulli redazione@unigre.it Foto di copertina Una delle sale di lettura della Biblioteca della Gregoriana. Foto Massimiliano Correa

Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 134 del 29 marzo 1996

CF 80093970582 Banca Popolare Etica: IBAN IT74 I050 1803 2000 0000 0118 079 Conto Corrente Postale n. 10304020

Progetto grafico e impaginazione Soluzioni Editoriali e Grafiche - Roma

Stampa Abilgraph S.r.l. Via Pietro Ottoboni, 11 | Roma Finito di stampare nel mese di Marzo 2017


EDITORIALE

Approfondire i legami di NUNO DA SILVA GONÇALVES, S.I Rettore della Pontificia Università Gregoriana

M

La vita dell’Università, della quale queste pagine offrono uno spaccato, è formata dall’interazione costante delle sue varie componenti. Studenti, professori e personale s’impegnano per l’attuazione della sua missione. I risultati ottenuti e i progetti futuri vengono comunicati e condivisi, perché la condivisione possa rendere più forte la nostra comunità

entre mi accingo a scrivere queste righe, mi viene in mente la grande diversità dei possibili lettori: sicuramente, il corpo docente, gli studenti e il personale tecnico e amministrativo che costituiscono la comunità universitaria che, ogni giorno, ricerca, insegna, studia e lavora alla Pontificia Università Gregoriana. Mi viene in mente, contemporaneamente, la comunità più allargata di lettori, costituita da ex e futuri studenti, da responsabili ecclesiali e da tanti amici e sostenitori.

University life, of which there always is a cross-section on these pages, is determined by the constant interaction of its components. Students, professors and employees are committed to the fulfilment of its mission. Results and future projects are communicated and shared, because sharing strengthens our community

Come comunità universitaria, il nostro servizio alla Chiesa e al mondo si esprime nell’insegnamento basato sulla ricerca personale. Abbiamo, inoltre, una identità propria e riconoscibile che affonda le sue radici nella tradizione pedagogica ignaziana del Collegio Romano e nel legame speciale con il Santo Padre. Vogliamo vivere il presente e preparare il futuro nella fedeltà a questa ricchissima tradizione. Sappiamo, allo stesso tempo, che la fedeltà è inscindibile dalla presenza attiva in un mondo che ci sfida in continuazione con nuovi interrogativi, chiedendoci nuove risposte, nuovi gesti e un linguaggio sempre rinnovato. Conoscitori del mondo e dell’umanità, vogliamo insegnare a ognuno dei nostri studenti a guardare lontano, a testimoniare con coraggio e umiltà, a osare l’apertura agli altri, senza lasciarsi smarrire dalle incertezze del nostro tempo.

In questo fascicolo della rivista, troverete, come di solito, un mosaico colorato della vita dell’Università Gregoriana fatta di occasioni solenni, momenti festivi, convegni internazionali, giornate di studio o presentazione di nuove pubblicazioni. Nondimeno, vogliamo tener presente in queste pagine che la vita dell’Università si costruisce, soprattutto, in un quotidiano tessuto di fedeltà ai propri impegni, un tempo lungo in cui ognuno dà il meglio di sé per attuare la missione intellettuale e formativa che ci è propria, al servizio delle chiese di tutto il mondo. Infine, in queste pagine, condividiamo anche sogni e progetti, consapevoli dell’importanza di coinvolgere amici e sostenitori nella loro realizzazione.

Non c’è comunità universitaria senza comunicazione: comunicazione del sapere e delle proprie esperienze; comunicazione interpersonale approfondita; comunicazione con la società di cui facciamo parte e che vogliamo servire. Il mio augurio è che la rivista La Gregoriana, insieme alla presenza ormai quotidiana della nostra Università nelle reti sociali, sia uno strumento di comunicazione che rinforzi la comunità universitaria che formiamo e che ci permetta di approfondire i legami con tanti amici e sostenitori. Buona lettura!

51/2017

|1


FOCUS

L’impegno universitario per la Chiesa e per il mondo I punti programmatici nei discorsi inaugurali del nuovo Rettore, P. Nuno da Silva Gonçalves, S.I. a cura della REDAZIONE

Come un direttore d’orchestra, il Rettore ha il compito di ascoltare e guidare la compagine universitaria, trasformandola in vera comunità, dove la collaborazione e la cura reciproca avvalorano la necessaria dimensione accademica di ricerca, di approfondimento, di esigenza con sé stessi e con gli altri

C

hi è il Rettore? Qual è il suo ruolo e la sua funzione primaria all’interno di un’istituzione universitaria, e di una peculiare quale la Gregoriana? Sono due le parole chiave secondo P. Nuno da Silva Gonçalves, S.I.: ascolto e guida. Gli atteggiamenti fondamentali di un direttore d’orchestra. «Da un direttore d’orchestra ci si aspetta che ascolti tutti i suoi musicisti e che li faccia suonare bene insieme – ha affermato P. Nuno Gonçalves. – Allo stesso tempo, egli deve valorizzare le qualità di ogni solista, di ogni musicista e di ogni gruppo strumentale». Un ascolto quasi contagioso, che non deve caratterizzare solo il ruolo del Rettore, ma ogni relazione interna alla comunità universitaria. «In un’orchestra, come in un coro, chi dirige ha la responsabilità di ascoltare ognuno e ogni musicista o cantore deve essere capace di ascoltare chi gli sta accanto. L’armonia e la qualità del suono nascono da quest’ascolto reciproco e dall’attenzione alle indicazioni del direttore d’orchestra». Con questa immagine il nuovo Rettore della Pontificia Università Gregoriana ha aperto la sua prima riunione con i professori e docenti, lo scorso 30 settembre 2016. Proponiamo alcuni passaggi del suo intervento, pronunciato in questa occasione, nel quale la reciprocità ricompare come un filo rosso. Responsabilità condivisa e collaborazione. «Abbiamo una missione e una responsabilità condivisa. La Chiesa affida all’Università Gregoriana una missione di grandissima importanza: la formazione accademica e umana di seminaristi, sacerdoti, consacrati e consacrate, laici e laiche di tutto il mondo. L’Università può portare avanti questa missione perché conta, nel suo corpo docente, sulla presenza di gesuiti, sacerdoti diocesani, religiosi e laici che accettano di condividere questa missione con competenza ed entusiasmo. Sono veramente grato per questa diversità e ricchezza. La collaborazione nella missione è fondamentale. È fondamentale a livello interpersonale, in modo che ognuno possa trarre ispirazione anche dal lavoro degli altri. È anche fondamentale a livello delle varie unità accademiche, in modo che esse possano vivere uno spirito di fecondità reciproca. Viviamo in un mondo

2|

51/2017


di grande complessità dove le problematiche vanno affrontate sotto diverse angolature, in un modo interdisciplinare, e questo è appunto il ruolo dell’Università. Siamo Università nella misura in cui la nostra competenza specifica è comunicata e condivisa con gli altri». Guardare lontano: testimoniare con coraggio e umiltà. «Un membro del corpo docente della Gregoriana è qualcuno che è capace di guardare lontano. Dobbiamo essere uomini e donne di orizzonti ampi, esperti nelle materie che insegniamo e, allo stesso tempo, profondi conoscitori del mondo e dell’umanità. Ai nostri studenti, dobbiamo insegnare a guardare lontano, a testimoniare con coraggio e umiltà, a osare l’apertura agli altri, senza lasciarsi smarrire dalle incertezze del mondo in cui viviamo». Guardare vicino: attenzione ai contesti locali. «Nella tradizione pedagogica ignaziana, guardare vicino vuol dire la cura personalis degli studenti che ci sono affidati. E, perché no, anche la cura personalis dei colleghi che sono accanto a noi nella stessa missione. Non si può insegnare e formare senza conoscere gli studenti e il contesto culturale ed ecclesiale da dove provengono. C’è differenza nell’avere davanti a noi uno studente proveniente da un Paese dove la Chiesa, prima fiorente e in pace, è adesso perseguitata e distrutta. C’è differenza nell’avere davanti a noi uno stu-

La collaborazione nella missione “è fondamentale, in modo che ognuno possa trarre ispirazione anche dal lavoro degli altri

Lo scorso 23 settembre 2016, in occasione dell’inizio del suo mandato, P. Nuno da Silva Gonçalves è stato ricevuto in udienza privata dal Santo Padre Francesco. Foto L’OSSERVATORE ROMANO

51/2017

|3


FOCUS

dente che proviene da un Paese dove il cristianesimo è una minoranza che fatica a essere riconosciuta e ad avere uno spazio di libertà». Stimolare processi di crescita. «La cura personalis è un atteggiamento di eccellenza ed esigenza. Non si tratta di condiscendenza o rassegnazione. Infatti, non possiamo rassegnarci a lasciare uno studente in un livello che è al di sotto delle sue capacità. Egli può, quasi sempre, andare più lontano di ciò che è tentato di pensare. Dobbiamo, perciò, guidarlo e aiutarlo affinché possa arrivare il più lontano possibile, cioè, al suo magis. Cura personalis è anche stimolare processi di crescita intellettuale e umana nei nostri studenti, e allenarli all’uso di strumenti di discernimento. Cioè, formarli all’autonomia, in modo che possano affrontare un mondo in trasformazione continua».

Siamo Università “nella misura in cui la nostra competenza specifica è comunicata e condivisa con gli altri

4|

51/2017

La pedagogia, una questione del cuore. «Insegnare e formare significano comunicare. Comunichiamo con la parola e i gesti, la mente e il cuore. È un impegno totale e assorbente che dovrebbe nascere dal nostro desiderio di annunciare Cristo e il Suo Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo. In questo compito, alla parola va necessariamente affiancato il gesto, la carità, l’impegno per la giustizia, l’esperienza estetica. È in gioco la comprensibilità del messaggio che vogliamo comunicare. In questo senso, il principale criterio di verifica della qualità del nostro lavoro dovrebbe essere l’amore a Cristo e alla Chiesa dei nostri studenti, la loro capacità di amare il mondo e di servirlo. La formazione è anche, forse soprattutto, una questione del cuore. Anche perché l’amore per la ricerca e l’insegnamento dovrebbero essere appunto l’espressione del nostro amore per la Chiesa e il mondo».

A questi punti, il Rettore ne ha richiamati alcuni altri in occasione del tradizionale Discorso programmatico, pronunciato a conclusione della Messa dello Spirito Santo presso la Chiesa di Sant’Ignazio in Campo Marzio (Roma). Un’occasione di preghiera


particolarmente sentita, quella dello scorso 3 ottobre, essendosi svolta in parallelo all’apertura della 36ma Congregazione Generale della Compagnia di Gesù. Alla solenne celebrazione, animata dal Pontificio Seminario Francese, hanno preso parte il Cardinale Manuel Monteiro de Castro, Penitenziere Maggiore Emerito; Mons. Luis Ladaria Ferrer S.I., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede; Mons. Jorge Carlos Patrón Wong, Segretario della Congregazione per il Clero; Mons. Carlos Moreira Azevedo, Delegato del Pontificio Consiglio della Cultura; Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo ausiliare di Roma e Delegato per la Pastorale Universitaria e Sanitaria; nonché numerosi rappresentati del corpo diplomatico presso la Santa Sede. Rivolgendosi stavolta all’intera comunità universitaria, P. Nuno Gonçalves ha richiamato all’attenzione su alcuni “atteggiamenti strategici”; i primi due sono ispirati alle parole del Papa Francesco nell’udienza concessa il 10 aprile 2014 alla Pontificia Università Gregoriana, al Pontificio Istituto Biblico e al Pontificio Istituto Orientale. Apertura della mente e del cuore all’orizzonte della cattolicità. «Nel suo discorso, il Santo Padre, rilevando la varietà di tradizioni e culture presenti nelle istituzioni accademiche romane, ci invitava a ciò che potremmo chiamare fecondità reciproca tra centro e periferie. La Gregoriana, per la sua internazionalità, è sicuramente un luogo unico dove vivere questa fecondità reciproca, se abbiamo la mente e i cuori aperti all’orizzonte della cattolicità, cioè, all’unità nella diversità. È un orizzonte che, alla Gregoriana, è a portata di mano, nelle nostre aule e corridoi; un

L’impegno intellettuale sarà tanto più fecondo ed efficace quanto più sarà animato dall’amore a Cristo e alla Chiesa, quanto più sarà solida e armoniosa la relazione tra studio e preghiera

Alcuni momenti della Messa dello Spirito Santo. A fianco: Mons. Luis Ladaria Ferrer, Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede; e Mons. Jorge Carlos Patrón Wong, Segretario della Congregazione per il Clero, con il coro del Pontificio Seminario Francese. Foto MASSIMILIANO CORREA

51/2017

|5


FOCUS

La dimensione accademica, l’esigenza con sé stessi e con gli altri, l’insegnamento basato sulla ricerca personale, il desiderio di approfondimento e di comprensione sono inseparabili dalla cura dei rapporti interpersonali

Da sinistra: i gesuiti P. Yuji Sugawara, Decano della Facoltà di Diritto Canonico; P. Hans Zollner, Vice Rettore Accademico; il Rettore, P. Nuno da Silva Gonçalves; e P. Mark Rotsaert, Direttore del Centro di Spiritualità Ignaziana. Sotto: La Santa Messa si è conclusa con un momento di convivialità presso il Collegio San Roberto Bellarmino.

orizzonte fatto di persone concrete provenienti da tutti i continenti che ci possono arricchire se facciamo non solo una esperienza internazionale ma anche un’esperienza di condivisione interculturale».

The academic commitment towards the Church and the world. Programmatic issues in the inaugural addresses of the new Rector, Fr. Nuno da Silva Gonçalves, S.I. (by Editorial Staff) – During the first encounter with professors and teachers of the University on September 30 last year, the new Rector of the Gregoriana, Fr. Nuno da Silva Gonçalves S.I. compared his role to that of a conductor. As a conductor with an orchestra, the role of the rector of a University like the Gregoriana is to listen and to lead, enhancing the performance of the whole group as well as that of every single element. He also outlined the programmatic issues of his mandate: (a) Shared responsibility and collaboration in the mission of the Gregorian University; (b) Being humble and brave witnesses, open oneself to the other; (c) Paying attention to the local realities: students coming from different parts of the world have different cultural and ecclesial backgrounds; (d) Stimulating human and intellectual growth processes;

6|

51/2017

Approfondimento del rapporto tra studio e vita spirituale. «L’impegno intellettuale – diceva il Santo Padre – “sarà tanto più fecondo ed efficace quanto più sarà animato dall’amore a Cristo e alla Chiesa, quanto più sarà solida e armoniosa la relazione tra studio e preghiera”». Attenzione al contesto in cui viviamo: la conoscenza del mondo di oggi. «Viviamo in un mondo frantumato e minacciato nella sua stessa sopravvivenza. Tuttavia è in questo mondo che


Dio è all’opera, è in questo mondo che lo dobbiamo scoprire ed è a questo mondo frantumato e minacciato che la Chiesa, quale “ospedale da campo”, è chiamata a portare un messaggio di salvezza e di speranza. Per la conoscenza approfondita del mondo di oggi abbiamo bisogno dell’impegno di tutte le unità accademiche dell’Università. Perciò, anche tra di esse deve esistere una fecondità reciproca e un lavoro interdisciplinare che ci aiutino a indirizzarci al mondo con un linguaggio comprensibile e semplice, ma nondimeno profondo». Cura dei rapporti interpersonali. «Quando parliamo della Gregoriana, parliamo di una comunità accademica. La dimensione accademica, l’esigenza con sé stessi e con gli altri, l’insegnamento basato sulla ricerca personale, il desiderio di approfondimento e di comprensione sono inseparabili dalla cura dei rapporti interpersonali. Siamo, quindi, accademia ma una accademia che approfondisce i rapporti interpersonali, in cui esiste la cura reciproca, l’attenzione all’altro; in cui ci avviciniamo e ci facciamo prossimi». Valutazione permanente della qualità. «Com’è proprio di una istituzione affidata alla Compagnia di Gesù, aspiriamo al magis e all’eccellenza, e vogliamo impegnarci in un processo di crescita che esige valutazione permanente, sforzo e impegno giorno dopo giorno. Per noi, i processi di insegnamento e apprendimento sono sempre processi di crescita per formare all’autonomia e alla capacità di discernimento. E questo lo consideriamo parte integrante della nostra missione».

A conclusione della celebrazione, il Padre Rettore ha pronunciato la formula di rito per dichiarare aperto l’Anno Accademico 2016-2017, «466º dalla fondazione del Collegio Romano, di cui la Pontificia Università Gregoriana è unica e diretta erede e continuatrice».

(e) Pedagogy, a question of the heart. ➤ Love for research and teaching should be the expression of our love for the Church and the world. During his speech at the end of the Mass of the Holy Spirit at the Church of Saint Ignatius on October 3, 2016, Fr. Gonçalves added a few other considerations. Addressing the whole University community, the Rector called the audience’s attention to some “strategic attitudes” that are important for the mission entrusted to our University: (a) Opening of the mind and of the heart to the horizon of catholicity; (b) In-depth analysis of the relationship between study and spiritual life; (c) Attention to the context we live in: knowledge of today’s world; (d) Care for interpersonal relationships; (e) Permanent evaluation of quality: «As it is typical of an institution entrusted to the Society of Jesus, we aspire to the magis and to excellence, and we want to commit ourselves to a growth process that requires permanent evaluation, effort and daily dedication».

51/2017

|7


FOCUS

Chiamati a pensare in profondità I primi interventi di P. Arturo Sosa, Superiore Generale della Compagnia di Gesù di PAOLO PEGORARO

La 36ma Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, tra innovazioni tecnologiche e procedurali, ha portato all’elezione di P. Arturo Sosa a Padre Generale. Figura già familiare nella nostra Università nonché suo ex alunno, il nuovo Vice Gran Cancelliere insieme ai membri della Congregazione Generale, ha incontrato i gesuiti membri del Consorzio formato dalla Gregoriana, dal Biblico e dall’Orientale

8|

51/2017

Q

uando, venerdì 30 settembre 2016, P. Arturo Sosa si è rivolto al corpo docente della Gregoriana riunito in Aula Magna per il consueto incontro precedente l’avvio dell’anno accademico, non potevamo immaginare che pochi giorni dopo sarebbe stato eletto alla guida della Compagnia di Gesù quale trentunesimo successore di sant’Ignazio di Loyola. Come già P. Adolfo Nicolás, anche P. Sosa è un ex alunno della Gregoriana, nella quale ha conseguito il grado accademico di Baccellierato presso la Facoltà di Teologia (biennio 1974-‘75; 1976-‘77). P. Sosa è inoltre una presenza familiare alla Gregoriana, avendo partecipato sovente alla nostra vita comunitaria in veste di Delegato per le case ed opere Interprovinciali Romane (DIR), ma vorremmo dire che la sua è stata soprattutto una presenza amica, coinvolta, mai meramente istituzionale. In occasione del citato incontro con i professori dello scorso settembre, P. Sosa ha presentato una relazione riguardante proprio le opere apostoliche e le comunità Gesuitiche in Roma che dipendono direttamente dal Padre Generale. Egli ha ricordato che le ultime due Congregazioni Generali – la 34ma (1998) e la 35ma (2008) – hanno identificato chiaramente la missione di queste opere come una delle priorità apostoliche della Compagnia di Gesù, e ha rievocato la serietà con cui i Padri Generali Peter Hans Kolvenbach e Adolfo Nicolás abbiano provveduto ad attuare tale indicazione. L’organo legislativo supremo della Compagnia di Gesù è infatti la Congregazione Generale (CG), di cui il Padre Ge-


nerale rappresenta in qualche modo l’esecutivo, essendogli affidata la concreta realizzazione delle linee emerse nella Congregazione. «Noi Gesuiti, e voi che condividete la missione – ha detto P. Sosa, aprendo il suo intervento – dobbiamo chiederci cosa siamo in grado di offrire al Popolo di Dio, qui a Roma come servizio specifico, e perfino unico, da parte della Compagnia di Gesù». L’elezione del Superiore Generale, Vice Gran Cancelliere della Gregoriana Due giorni dopo, nella sera di domenica 2 ottobre 2016, si è celebrata alla Chiesa del Gesù la Messa di apertura della 36ma Congregazione Generale, convocata da P. Nicolás con una lettera inviata a tutta la Compagnia l’8 dicembre 2014, nella quale comunicava il proposito di presentare la rinuncia al suo mandato al compiersi dei suoi 80 anni. Tra le novità che hanno accompagnato lo svolgersi di questa Congregazione nella rinnovata aula della Curia, va menzionato che per la prima volta i 215 gesuiti elettori non erano solamente sacerdoti, poiché anche a 6 fratelli è stato conferito il diritto di voto. Inoltre, la relazione della commissione De Statu – ossia sullo stato attuale della Compagnia – è stata preparata nei giorni precedenti alla Congregazione, per permettere una formulazione più calma e meditata. Non bisogna neppure dimenticare l’apporto delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione. E non solo perché i 215 elettori, provenienti da 62 Paesi, si sono valsi di moderni ta-

Dobbiamo chiederci cosa siamo in grado di offrire al Popolo di Dio, qui a Roma come servizio specifico, e perfino unico, da parte della Compagnia di Gesù

Papa Francesco con i membri della Congregazione Generale il 24 ottobre 2016. Foto GC36 COMMUNICATIONS

Da sinistra: i gesuiti P. Milan Žust, Decano della Facoltà di Missiologia, il Rettore P. Nuno Gonçalves e il nuovo Superiore Generale, P. Arturo Sosa Abascal. Foto MASSIMILIANO CORREA

51/2017

|9


FOCUS

Ci vuole una straordinaria profondità intellettuale per pensare creativamente i modi attraverso i quali il nostro servizio alla missione del Cristo Gesù può essere più efficace

Pensare per capire in profondità il momento della storia umana che viviamo e contribuire alla ricerca di alternative per superare la povertà, la ineguaglianza e la oppressione

blet per la votazione. Un team di dodici gesuiti ha realizzato e curato il sito www.gc36.org, redatto in quattro lingue, che ha permesso di seguire lo svolgersi della Congregazione quasi in diretta; i testi integrali di omelie e discorsi, interviste, comunicati stampa, ma anche video e fotografie, sono tuttora consultabili. L’elezione ha avuto luogo venerdì 14 ottobre 2016, dopo quattro giorni di murmurationes e la celebrazione della Messa dello Spirito Santo: «A nome di tutta la nostra comunità universitaria – ha scritto il nostro Rettore nella lettera con la quale ci comunicava il nome del nuovo Generale – esprimo a P. Sosa i migliori auguri nella sua nuova missione a guida della Compagnia di Gesù e lo assicuro delle nostre preghiere. In quanto Superiore Generale della Compagnia di Gesù, P. Arturo Sosa è il Vice Gran Cancelliere della Pontificia Università Gregoriana. Sono sicuro che gli orientamenti che vorrà darci saranno per tutti noi una guida di riferimento per proseguire nella nostra missione di servizio alla Chiesa universale e al mondo di oggi. Ringrazio di cuore il R.P. Adolfo Nicolás, il quale ci ha sostenuti come Vice

I membri della CG36 si sono riuniti in Gregoriana anche il 12 novembre 2016, alla conclusione dei lavori. A fianco: P. Sosa rivolge il suo discorso in Aula Magna il 28 ottobre 2016.

10 |

51/2017

Chi è P. Arturo Sosa Abascal

P

adre Sosa è nato a Caracas, in Venezuela, il 12 novembre 1948 ed è entrato nella Compagnia di Gesù il 14 settembre 1966. Si è laureato in Filosofia presso l’Università Cattolica Andrés Bello nel 1972. È stato studente della Pontificia Università Gregoriana dal 1974-1975 al 19761977 nella Facoltà di Teologia, in cui ha conseguito il grado accademico di Baccellierato. Ha poi conseguito il Dottorato in Scienze Politiche presso l’Università Centrale del Venezuela.


Gran Cancelliere dal 19 gennaio 2008, e al quale assicuriamo la nostra preghiera e i nostri sentimenti di profonda riconoscenza». Alcuni orientamenti sono arrivati già il giorno successivo, sabato 15 ottobre 2016, durante la Messa di ringraziamento. Nella sua prima omelia come Padre Generale, P. Sosa – che è stato professore dell’Università Cattolica Andrés Bello e Rettore dell’Università Cattolica di Tachira – ha ricordato l’importanza dell’impegno intellettuale per l’apostolato della Compagnia di Gesù. «Conservare e sviluppare il corpo della Compagnia è strettamente legato alla profondità della vita spirituale di ciascuno dei suoi membri e delle comunità nelle quali condividiamo la vita e missione con i compagni. Allo stesso tempo ci vuole una straordinaria profon-

Called to an in-depth reflection. A synthesis from Fr. Arturo Sosa’s first speeches (by Paolo Pegoraro) – When last September 30, 2016 Fr. Arturo Sosa addressed the teaching staff of the Gregoriana gathered in the Lecture Hall for the traditional meeting at the beginning of the academic year, no one could have imagined that he in a few days would have been elected Saint Ignatius’ 31st successor as the guide of the Society of Jesus. Fr. Sosa, as his predecessor Fr. Nicolás, is a former student of the Gregoriana, were he obtained a Bachelor’s degree at the faculty of Theology (1974-’75; 1976-’77). On October 28, members of the General Congregation 36 met the Jesuit of the Higher Education Consortium – which includes the Gregoriana, the Pontifical Oriental Institute and the Pontifical Biblical Institute – at the Lecture Hall of the Pontifical Gregorian University. In his address, the Rector Fr. Nuno da Silva Gonçalves on behalf of the university community thanked the members of the GC36 and Fr. Sosa, representatives of the whole Society of Jesus, for their concrete support. «Meeting at the Gregorian University – said Fr. Sosa – immediately connects us with the apostolic roots of our Society of Jesus. The Higher Education Consortium it is not a whim of a few Jesuits in love with research and teaching. Our presence in the Higher Education Consortium, here in Rome, is the consequence of the Ignatian intuition of receiving from the “Vicar of Christ on earth” – as he was fond of saying – the missions that perform a more universal service to the Church and Humanity». Fr. Sosa particularly highlighted the importance of collaboration and of “networking” within the Consortium, within Rome, between the Jesuits’ Universities in the world and together with lay people who share the Society of Jesus’ mission.

Dal 1996 al 2004, è stato Superiore Provinciale dei gesuiti in Venezuela. In precedenza, era stato Coordinatore dell’Apostolato Sociale in questo Paese e Direttore del Centro Gumilla, un centro di ricerca e azione sociale dei gesuiti in Venezuela. Ha assunto diversi incarichi in ambito universitario. È stato professore e membro del Consiglio dell’Università Cattolica Andrés Bello e Rettore dell’Università Cattolica di Tachira. Dal 2008, era Consigliere Generale e, dal 2014, Delegato del Padre Generale per le case e le opere interprovinciali della Compagnia di Gesù a Roma.

51/2017

| 11


FOCUS

dità intellettuale per pensare creativamente i modi attraverso i quali il nostro servizio alla missione del Cristo Gesù può essere più efficace, nella tensione creativa del magis ignaziano. Pensare per capire in profondità il momento della storia umana che viviamo e contribuire alla ricerca di alternative per superare la povertà, la ineguaglianza e la oppressione. Pensare per non smettere di proporre le domande pertinenti alla teologia e approfondire la comprensione della fede che chiediamo al Signore di aumentare in noi». Dopo l’elezione: i membri della CG36 in visita alla Gregoriana

Pensare per non smettere di proporre le domande pertinenti alla teologia e approfondire la comprensione della fede che chiediamo al Signore di aumentare in noi

Nel pomeriggio di venerdì 28 ottobre i membri della CG36 sono stati ricevuti presso l’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana per incontrare i gesuiti impegnati nel Consorzio universitario che comprende la Pontificia Università Gregoriana, il Pontificio Istituto Orientale e il Pontificio Istituto Biblico. Sant’Ignazio di Loyola pose le basi della Gregoriana istituendo, nel 1551, una “Scuola di grammatica, d’umanità e dottrina cristiana, gratis”, che presto si sviluppò in centro universitario noto come il Collegio Romano. Nel 1873 papa Pio IX decise che il nome fosse mutato in “Pontificia Università Gregoriana” in onore del suo patrono, papa Gregorio XIII. Per questo, come ha sottolineato P. Sosa nel suo intervento, «incontrarci all’Università Gregoriana ci mette subito in contatto con le origini apostoliche della nostra Compagnia di Gesù». Riportiamo integralmente il testo del suo discorso.


Discorso di P. Arturo Sosa Abascal, S.I. alla Pontificia Università Gregoriana (28 ottobre 2016) Ringrazio il Rettore dell’Università Gregoriana, messi sulla croce, come il Signore Gesù. Ci ha la comunità accademica e i gesuiti impegnati invitati ad affinare il nostro discernimento aponel Consorzio Universitario della Compagnia stolico per meglio servire il Signore e la sua di Gesù a Roma – Università Gregoriana, Isti- Chiesa in questo momento della storia umana. tuto Biblico e Istituto Orientale – per aver ofLe grandi sfide personali e apostoliche, proferto ai membri della Congregazione Generale venienti dallo sguardo alla situazione dell’uma36a l’opportunità d’incontrarvi questa sera in nità e dalle parole rivolteci dal Santo Padre, modo fraterno e cordiale. contrastano col sentimento di minima CompaLa Congregazione Generale si trova a metà gnia che sorge quando guardiamo le nostre strada nel suo discernimento sulla vita e mis- forze. Perciò, oggi, come in tanti momenti della sione della Compagnia di Gesù. Abbiamo vita della Compagnia, mettiamo solo in Dio la ascoltato i nostri confratelli nostra speranza di poter di tutte le Province che essere all’altezza della Incontrarci hanno condiviso le chiamissione ricevuta. all’Università Gregoriana mate del Signore che essi Incontrarci all’Univerci mette subito in contatto hanno sentito nei diversi sità Gregoriana ci mette con le origini apostoliche luoghi, in tutto questo nosubito in contatto con le della nostra Compagnia di Gesù stro mondo lacerato dalla origini apostoliche della povertà, dalla disuguaglianza, dalla guerra e da nostra Compagnia di Gesù. Il Consorzio Uniogni genere di violenza persino contro il creato. versitario non è un capriccio di alcuni gesuiti Abbiamo anche condiviso tanti segni di vita nella innamorati della ricerca e dell’insegnamento. generosità di tante persone solidali con i rifugiati, L’Università Gregoriana, l’Istituto Biblico e l’Isticon i migranti e con i più bisognosi. tuto Orientale sono stati creati dal Santo Padre Papa Francesco ci ha e affidati alla CompaIl Consorzio Universitario ricordato che il gesuita è gnia di Gesù. La nostra non è un capriccio di alcuni gesuiti presenza nel Consorzio un servitore dell’allegria innamorati della ricerca del Vangelo, chiamato Universitario a Roma è e dell’insegnamento anche lui a sperimentare la conseguenza dell’inla misericordia del Padre, tuizione ignaziana di riconvertirsi e rendersi disponibile ad essere in- cevere dal “Vicario di Cristo sulla Terra”, viato a proclamare la Lieta Notizia dappertutto, come amava dire, quelle missioni che renspecialmente là dove ci sia il dolore umano, per dono un servizio più universale alla Chiesa e accompagnare tanti uomini, donne e bambini all’Umanità.

51/2017

| 13


FOCUS

Il Consorzio Universitario offre l’opportu- mondo. Pian piano impariamo a lavorare nità di una formazione accurata in un contesto “in rete” come modo di migliorare la nostra universale e interculturale. In questo mo- capacita di ricerca e insegnamento. Il Conmento è un servizio di tutta la Compagnia a sorzio Universitario a Roma ha questa tutta la Chiesa. Grazie a Dio, possiamo dire grande opportunità di collegarsi alle centiche gesuiti di tutte le regioni del mondo ser- naia di centri accademici della Compagnia vono come ricercatori e professori delle di- e della Chiesa dappertutto nel mondo. verse discipline nelle Istituzioni universitarie Le istituzioni universitarie, le loro comuaffidate alla Compagnia a Roma. Non lo fac- nità gesuitiche e i Collegi del Gesù e di San ciamo da soli. Lo facciamo in collaborazione Roberto Bellarmino sono anche un’opporcon tanti altri laiche e laici, religiose e religiosi tunità unica per la formazione dei giovani e sacerdoti, che fanno gesuiti. Ringrazio i parte di queste comuProvinciali e le ProVogliamo approfondire nità universitarie e convince che affidano la la nostra fede che promuove dividono la stessa misformazione alle case la giustizia e ci fa ministri sione al servizio della interprovinciali a Rodella riconciliazione tramite Chiesa. ma. Vi incoraggio a il complesso dialogo Una collaboraziocontinuare ad inviare interreligioso e interculturale ne da approfondire e gesuiti giovani, ben allargare nei prossimi anni. Approfondire scelti, per fare la loro formazione a Roma. nel senso stesso della missione ricevuta e Faccio appello alla vostra generosità e buon dei suoi fondamenti spirituali nel discerni- giudizio per rinforzare le équipe di formamento dei segni dei tempi e delle sfide zione e di lavoro accademico in queste istimesse davanti alla nostra riflessione teolo- tuzioni così al centro del cuore della Chiesa gica. Vogliamo approfondire la nostra fede e della responsabilità apostolica del corpo che promuove la giustizia e ci fa ministri universale della Compagnia. della riconciliazione tramite il complesso Il Signore continui a benedire tanta gedialogo interreligioso e interculturale. nerosità nel portare avanti Istituzioni d’alto Una collaborazione anche da allargare livello accademico al servizio del Lieto Anad altre persone e istituzioni a Roma e nel nunzio.

P. Sosa con il P. Rettore e P. Mark Rotsaert, Superiore della Comunità dei Gesuiti in Gregoriana

14 |

51/2017


Facoltà

La vocazione sociale dei cristiani Intervista a P. Jacquineau Azetsop, S.I. Decano della Facoltà di Scienze Sociali di PAOLO PEGORARO

S

e dovessimo indicare un continente dalla vocazione naturaliter sociale, non potrebbe essere che l’Africa. P. Jacquineau Azetsop, giovane gesuita camerunense, ci racconta con molta naturalezza la contiguità tra vitalità umana e intellettuale della sua terra: «Nella maggior parte delle aree culturali del continente africano, l’esistenza umana è compresa come fondamentalmente relazionale. Recentemente, il sudafricano Mogobe Ramose l’ha definita in questo modo: “Essere umano è affermare la propria umanità riconoscendo quella degli altri”. Siamo distanti dal soggetto pensante di Descartes o dall’autenticità dell’essere in quanto essere di Martin Heidegger. Senza cadere nell’altro estremo, cioè l’eccessiva enfasi dello spirito comunitario, sosteniamo che prestare attenzione a queste tradizioni culturali che presentano delle prospettive antropologiche differenti può influenzare in modo diverso le scienze sociali e la teologia cristiana». A partire dal 28 giugno 2016, P. Azetsop è stato nominato Decano della Facoltà di Scienze Sociali, la quale si confronta quotidianamente con i nodi scottanti del nostro presente. P. Azetsop, in che misura la vocazione cristiana s’innesta sulla vocazione sociale propria dell’essere umano? «Nel Vangelo di Luca, Gesù invita la gente a seguirlo non solo per godere della sua compagnia, ma anche per portare la giustizia nella società. Zaccheo impegnò i suoi beni per un cammino di redenzione, ristabilendo la giustizia laddove era assente. La vita di fede non può essere separata dall’impegno per un mondo migliore. San Giovanni Paolo II ha sottolineato che l’uomo “mediante il suo lavoro partecipa all’opera del Creatore, e continua a svilupparla e la completa, avanzando sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi in tutto quanto il creato” (LE 25). Se prendiamo sul serio queste parole, non possiamo dissociare la nostra vocazione cristiana dal nostro coinvolgimento nel mondo. Né possiamo ignorare la sacramentalità del mondo, inteso come “luogo di incontro con”... Parliamo qui della società come luogo-chiave ed inevitabile, almeno per noi esseri umani, dell’autorivelazione di Dio. Qui scopriamo l’importanza teologica e pratica dell’incarnazione. L’incarnazione esige che prendiamo sul serio l’intenzione salvifica di Dio sul mondo e sull’esistenza umana con tutte le sue sfide. Quindi la solidarietà divina verso

I cristiani non possono dissociare la propria vocazione dall’impegno concreto per rendere il mondo un posto migliore. La Facoltà di Scienze Sociali mira, attraverso la coniugazione della Dottrina Sociale della Chiesa e un approccio concreto alle scienze e alle comunicazioni sociali, alla formazione di persone che abbiano le competenze e gli strumenti adatti alla creazione di strutture sociali eque

51/2017

| 15


Gesù invita la gente a seguirlo non solo per godere della sua compagnia, ma anche per portare la giustizia nella società

l’essere umano diventa il principio e fondamento della nostra relazione con gli altri. Questa solidarietà si pone a noi come un elemento costitutivo della nostra identità cristiana. Il Prof. Paul Farmer, un esperto nel campo della salute globale, ci mostra la strada quando parla della solidarietà pragmatica con coloro le cui capacità di operare scelte consapevoli sono state calpestate da quelle forze sociali che creano e mantengono la povertà e la miseria nel mondo».

Dalla teologia alle scienze sanitarie

P

Un’immagine del pianeta proiettata su uno schermo gigante durante il recente World Economic Forum (47 edizione, Davos 2017) Foto EPA/LAURENT GILLIERON

16 |

51/2017

. Jacquineau Azetsop è nato a Douala (Camerun) nel 1972. Ha studiato Biochimica all’Università di Yaoundé ed è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1993. Dopo gli studi di filosofia a Kimwenza (Repubblica Democratica del Congo) ha studiato teologia all’Hekima College di Nairobi (Kenya). Nel 2003 è stato ordinato sacerdote, quindi ha conseguito la licenza in Teologia morale presso la Weston Jesuit School (Cambridge, Massachusetts). Ha conseguito il dottorato in Etica teologica al Boston College, specializzandosi in Etica sociale cristiana e in Etica della salute pubblica. Ha conseguito un master in Politica sanitaria ed Epidemiologia sociale

presso la Bloomberg School of Public Health (Johns Hopkins University). Al suo ritorno in Camerun è stato destinato in Ciad dove ha insegnato al Dipartimento di salute pubblica (University School of Medical Sciences, N’djamena). Ha tenuto lezioni nei programmi di Master in scienze sanitarie e gestione dell’HIV/AIDS alla Universidade Católica de Moçambique (Beira, Mozambico). Dal 28 giugno 2016 è Decano della Facoltà di Scienze Sociali. La sua pubblicazione più recente è il volume HIV and AIDS in Africa: Christian Reflection, Public Health, Social Transformation (Orbis Book, 2016).


A 50 anni dalla Populorum Progressio, la dottrina sociale della Chiesa pare ancora “appannaggio” dei popoli in via di sviluppo. Cos’ha da dire a quella parte del mondo che pensa di aver già raggiunto “il progresso”, identificandolo con il progresso materiale? «Gli insegnamenti dei Papi inerenti alle questioni di natura sociale non sono rivolti soltanto ai popoli dei Paesi in via di sviluppo, ma a tutti i fedeli, e agli uomini e alle donne di buona volontà. Questa esortazione ha il suo fondamento nella legge naturale, che a sua volta richiama la nostra comune natura, incardinata nella nostra capacità di ragionare. Inoltre, come membri della Chiesa, secondo la dottrina paolina del corpo di Cristo, il nostro destino è condiviso poiché quando una parte del corpo di Cristo soffre, tutto il Suo corpo soffre. Spesso penso che i fedeli di Paesi economicamente avanzati debbano mettere in discussione l’operato delle multinazionali che sfruttano le popolazioni dei Paesi poveri. Mi rendo conto di quanto sia un compito arduo, ma lo reputo possibile. Allo stesso modo, opporsi alla condotta dei rappresentanti politici che sostengono governi corrotti e brutali nelle zone più povere del mondo, ci coinvolge come membra dello stesso e unico corpo di Cristo. La sofferenza dell’altro è spesso celata e impercettibile. Tale impercettibilità può essere dovuta a distanze geografiche, ma può anche essere intenzionale. Papa Francesco ha denunciato la globalizzazione dell’indifferenza. L’indifferenza è un altro nome dell’impercettibilità volontaria».

La solidarietà divina verso “l’essere umano diventa il principio e fondamento della nostra relazione con gli altri

Alcuni studenti della Facoltà al Festival della Dottrina Sociale (Verona, novembre 2016) Foto RENE CABAG

51/2017

| 17


VITA ACCADEMICA

membri della Chiesa “ilCome nostro destino è condiviso poiché quando una parte del corpo di Cristo soffre, tutto il Suo corpo soffre

Papa Francesco incontra i rifugiati presso il campo di Moria il 16 aprile 2016. Foto ANSA/AFP FILIPPO MONTEFORTE

Sotto: P. Azetsop durante la presentazione del volume HIV & AIDS in Africa (17 novembre 2016) Foto PAOLO PEGORARO

18 |

51/2017

Lei ha studiato in diversi continenti, ma non alla Gregoriana. Perché uno studente dovrebbe scegliere di formarsi in questa Facoltà di Scienze Sociali? «La nostra offerta formativa unisce un approccio concreto alle scienze sociali e alle comunicazioni sociali, coniugato alla profondità della dottrina sociale cattolica. L’apporto del pensiero della fede al campo delle scienze sociali è un elemento di novità, in quanto la realtà empirica non viene presentata come un corpo a sé stante. Formiamo i nostri studenti a vedere che questa realtà è fatta di persone, e il fine ultimo è che i nostri studenti siano un giorno agenti attivi delle trasformazioni sociali. Questo comporta un im-


pegno concreto, poiché lo studio termina con una serie d’indicazioni che permettono l’incontro della sfera etica con quella empirica». Nella cultura contemporanea il riferimento all’etica sociale cristiana, soprattutto come “primato della persona”, può essere determinante, quasi una buona novella per la società contemporanea. Come promuovete la sua formazione? «Tutti siamo uguali davanti a Dio. Uguaglianza non significa identicità. Si riconoscono le differenze tra gli esseri umani, ma esse non eclissano l’amore universale – anche per il persecutore – che Gesù ci ha insegnato. Il ruolo centrale che l’essere umano ha nel pensiero cristiano emerge da questa uguaglianza teologica. L’opzione per i poveri consiste allora in ogni tentativo che cerca di ristabilire l’uguaglianza originaria laddove la dignità umana viene minata, in un modo o nell’altro. Nella nostra Facoltà il primato dell’essere umano è insegnato con molta attenzione. L’indirizzo di studi in Dottrina Sociale della Chiesa ed Etica pubblica lo attua bene, i docenti sono esperti del settore, ogni studente segue corsi su di essa. Non applichiamo i princìpi sulla realtà sociale senza una previa mediazione sociologica. Insegniamo ai nostri studenti i metodi di ricerca e i necessari strumenti socio-antropologici per affrontare il mondo concreto alla luce degli insegnamenti sociali. E li incoraggiamo ad avvicinarsi con gli occhi della fede, con la mentalità criticoanalitica di coloro che valutano la complessità dell’empirico, e con l’atteggiamento pratico di coloro che cercano di rendere il mondo un posto migliore». Come preparate i vostri studenti ad affrontare queste importanti sfide sociali? «La sociologia s’interfaccia con discipline che le sono affini, ma la sua specificità consiste nell’interrelazione delle diverse forze sociali, studiate in maniera isolata in altri ambiti accademici, come l’economia o la politica. Oggi il vasto campo d’interesse della sociologia può dare un contributo importante in un mondo sempre più interdipendente e globalizzato. Il ciclo del bacellierato offre un’introduzione generale alla sociologia, mentre i corsi di licenza si focalizzano su aree specifiche. La finalità principale della licenza in Sociologia è quella di formare studenti che possano svolgere attività di ricerca scientifica, applicata e d’insegnamento. Gli studenti acquisiranno le competenze e gli strumenti necessari per contribuire alla creazione d’istituzioni sociali giuste, solidali e sostenibili». Molti riconoscono l’autorità morale del Pontefice poiché si fa carico dei problemi sociali di tutti, e non solo dei credenti. Cosa significa essere un modello di leadership? «Il Papa ci insegna che “leadership” significa sognare ed essere all’altezza di quel sogno: il suo modo di essere è fonte d’ispirazione. Durante la sua visita in Bolivia, il Santo Padre ha detto: “Quello che sta davanti a voi è un uomo perdonato. Un uomo che è stato ed è salvato dai suoi molti peccati. Non ho molto da darvi o offrirvi, ma quello che ho e quello che amo, sì, voglio darvelo, voglio condividerlo: è Gesù, Gesù Cristo, la misericordia del

The social vocation of Christians. Interview with Fr. Jacquineau Azetsop S.I., Dean of the Faculty of Social Sciences (by Paolo Pegoraro) – Last June 28, Fr. Jacquineau Azetsop S.I. was appointed Dean of the Faculty of Social Sciences. The Faculty faces the hot issues of contemporary world every day since it is not possible to disengage our Christian vocation from our involvement in what happens around us, nor ignore that the world is the place where God self-reveals Himself. We have to offer our solidarity to those whose ability to make knowledgeable choices have been crushed by those forces able to create and maintain poverty in the world. «Jesus encourages people to follow him – says Fr. Azetsop – not only to enjoy his company, but also to bring justice into the society. Zacchaeus gave his properties away to re-establish justice where it was lacking. Faith cannot be severed from the commitment for a better world». The formation offered by the Faculty of Social Sciences puts together Christian Social Doctrine with a solid approach to Social Communications and Sciences. «We help our students to see reality as made up by people, aiming to form them into active agents of social transformations», explains the Dean. The Faculty offers three different specialisations. In the first, Christian Social Doctrine and Public Ethic, students are taught different research methods and the socio-anthropological tools needed to face the real world in light of the social teaching. In the Sociology specialisation students will acquire the knowledge and the tools to contribute to the creation of fair, supportive and sustainable social institutions. The third specialisation, Social Communications, focuses primarily on the formation of communicators who are expert on sociology and on Christian Social Doctrine. Last year an intensive course on leadership was offered as well, where “leadership” was understood as a way of sharing what is really important in our life.

51/2017

| 19


VITA ACCADEMICA

Il fine ultimo è che i nostri studenti siano un giorno agenti attivi delle trasformazioni sociali. Questo comporta un impegno concreto

Oggi il vasto campo d’interesse della sociologia può dare un contributo importante in un mondo sempre più interdipendente e globalizzato

Padre”. Leadership non significa “insegnare metodi”, ma è un modo per portare gli altri nel mondo dei significati che formano la nostra esistenza; riguarda la condivisione di ciò che è realmente importante nella nostra vita. Papa Francesco non celebra la povertà e non la sacralizza. Ci mostra che leadership significa avere un cuore che si cura dell’altro. La visione e la determinazione provengono dall’amore per il prossimo, soprattutto per gli ultimi nelle società. Alla Facoltà di Scienze Sociali riteniamo che trasmettere competenze di leadership ai nostri studenti assuma sempre maggiore importanza. Lo scorso anno, sotto la guida dei PP. Paul Gilbert e Filomeno Jacob, abbiamo organizzato un corso intensivo sulla leadership: un punto di partenza per fornire ai nostri studenti gli strumenti necessari in questo campo». Il terzo indirizzo di studi della Facoltà riguarda la Comunicazione Sociale... «Il nostro corso di studi in Comunicazione Sociale prende in seria considerazione i cambiamenti epocali che hanno coinvolto questo settore, resi possibili dall’avvento di internet e dei social

20 |

51/2017


Leadership non significa ““insegnare metodi”, ma è un modo per portare gli altri nel mondo dei significati che formano la nostra esistenza

Non è più possibile controllare il flusso della comunicazione, neppure per la Chiesa, con i nuovi media chiunque può essere produttore d’informazione

media. Non è più possibile controllare il flusso della comunicazione, neppure per la Chiesa, con i nuovi media chiunque può essere produttore d’informazione. Il fruitore si trova sottoposto a una duplice pressione: da una parte egli è chiamato a valutare i contenuti, dall’altra a contribuirvi con un giudizio morale attraverso un semplice gesto, come cliccare il tasto “Mi piace” o “Condividi” sotto un articolo. Divento editore attraverso il mio contributo alla diffusione di quell’articolo in rete. Questo maggiore potere dovrebbe essere accompagnato da una maggiore responsabilità etica. Lo scopo della nostra offerta formativa in questo settore è formare comunicatori esperti nel campo della sociologia e della dottrina sociale della Chiesa. Iniziamo con nozioni di educazione ai media, soprattutto sul pensiero critico, e con nozioni di base inerenti alla produzione dei mass media. Al livello successivo, gli studenti sono introdotti alla conoscenza delle teorie e delle scuole di pensiero ivi collegate nel settore dei media e delle comunicazioni sociali. I nostri studenti sono chiamati a sviluppare una comprensione profonda dei processi e dei valori per diventare, sempre di più, il lievito capace di trasformare la natura spesso commerciale e superficiale dei social media».

In alto: la rivoluzione informatica di internet e dei social network è un cambiamento epocale che necessita sempre più di una riflessione critica

51/2017

| 21


VITA ACCADEMICA

Diritto Canonico: dialogo confronto e aggiornamento In occasione dei 50 anni dei Colloqui di Brescia di YUJI SUGAWARA, S.I. Decano della Facoltà di Diritto Canonico

Nati nel post-Concilio da un’intuizione di P. Beyer, i Colloqui della Facoltà di Diritto Canonico sono una formula che da mezzo secolo offre un’occasione di aggiornamento e condivisione, in particolare là dove la Chiesa cresce, ma le cui strutture e risorse canoniche necessitano di aiuto

22 |

51/2017

L

a Facoltà di Diritto Canonico della Gregoriana organizza riunioni periodiche con i suoi ex alunni, sono i “Colloqui”: conferenze dei professori, dialogo tra esperti, condivisione delle esperienze professionali, comunione fraterna e spirituale. Questi raduni ebbero inizio nella seconda metà degli anni Sessanta da un’intuizione del P. Jean Beyer, professore gesuita della Facoltà. Resosi conto di una necessità di rinnovamento nel campo del diritto canonico all’indomani del Concilio Vaticano II, iniziò ad organizzare serate di studio per i canonisti di Roma. L’iniziativa ebbe successo e P. Beyer trasformò le riunioni in una settimana di studio, chiamando a partecipare sia professori che ex alunni della Facoltà. Nel 1965 la sede dei Colloqui fu trasferita a Brescia, località più facilmente accessibile agli ex alunni provenienti dagli altri Paesi europei, presso il centro di spiritualità delle Suore di Santa Dorotea di Cemmo.


Facoltà

Spesso ci si può confrontare con docenti più esperti a proposito di casi molto delicati, che sottopongono a una notevole pressione psicologica chi si trova a doverli gestire

Aggiornamento come metodo: la condivisione dell’esperienza Nel 2015 il Colloquio di Brescia ha celebrato il suo 50° anniversario. In quell’occasione i 55 partecipanti provenienti da 20 diversi Paesi hanno partecipato a un peregrinaggio alla casa natale di Paolo VI, anch’egli ex alunno della Facoltà, a cui ha fatto seguito la Santa Messa al Santuario di Brescia, presieduta dai Cardinali Velasio De Paolis, presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, e Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Questi Colloqui, della durata di cinque giorni, hanno cadenza annuale. Ogni giornata si apre con la Messa; dopo le conferenze dei relatori, la discussione prosegue in piccoli gruppi, formati di solito per nuclei linguistici, e si conclude con un’assemblea plenaria nella quale si scambiano domande, risposte e opinioni. I relatori sono tutti professori della Schola Textus (docenti che insegnano i canoni del Codice di Diritto Canonico), professori invitati (inclusi Cardinali e Vescovi, sempre ex alunni) e qualche nuovo Dottore, scelto tra coloro che hanno scritto le migliori tesi di dottorato nell’anno precedente. Il raduno degli ex alunni è una buona occasione per lo scambio d’idee e di esperienze tra canonisti che lavorano in diversi campi – tribunali ecclesiastici, curia diocesana, insegnamenti nelle

In campo canonico le novità sovente s’impongono attraverso l’emergere dei problemi

Il team della Facoltà di Diritto Canonico a San Luis Potosi (2015) Foto DAMIAN ASTIGUETA

A fianco: Primi Colloqui con P. Jean Beyer (sopra) e P. Ignacio Gordon (sotto)

51/2017

| 23


VITA ACCADEMICA

non sono monografici, “ I Colloqui ma presentano di volta in volta le novità nei vari ambiti – dal diritto matrimoniale a quello penale – affrontati nel presente della vita della Chiesa

facoltà e nei seminari – anche per gli stessi professori e ufficiali della Curia Romana, i quali sono così aiutati a conoscere diverse realtà. I diversi momenti d’incontro e condivisione – nelle aule, durante le pause, i pasti e le passeggiate, durante la gita comunitaria – sono un arricchimento per tutti i partecipanti, poiché ogni Paese ha il proprio diritto civile e ogni Diocesi orientamenti particolari. Spesso ci si può confrontare con docenti più esperti a proposito di casi molto delicati, come abusi sessuali o scandali legati alla gestione dei beni, che sottopongono a una notevole pressione psicologica chi si trova a doverli gestire da soli. In campo canonico le novità sovente s’impongono attraverso l’emergere dei problemi. Aggiornamento come missione: una dimensione intercontinentale

canonistiche “ Il sito delle risorse www.iuscangreg.it è in cinque lingue e si sta ulteriormente espandendo

Altre testimonianze di archivio dei Colloqui. In alto: i padri Olis Robleda e Beyer. Sotto: P. Urbano Navarrete e P. Wilhelm Bertrams A fianco: Alcuni partecipanti del Colloquio di Buenos Aires (2016) Foto DAMIAN ASTIGUETA

24 |

51/2017

Vedendo il buon risultato ottenuto a Brescia, negli ultimi 15 anni, accogliendo le richieste degli ex-alunni, la Facoltà ha ampliato i luoghi degli incontri ad altri continenti: prima negli USA, poi in Messico e in altri Paesi dell’America latina dove talvolta mancano gli esperti, nonostante il consistente numero di fedeli cattolici, e non è semplice creare occasioni per fornire aggiornamento, spiegazioni e commenti ai nuovi documenti promulgati dai Dicasteri della Santa Sede. I Colloqui non sono quindi monografici, ma presentano di volta in volta le novità nei vari ambiti – dal diritto matrimoniale a quello penale – affrontati nel presente della vita della Chiesa. Grazie ai benefattori della Facoltà, noi professori possiamo spostarci per questi incontri dedicati non solo per gli ex alunni


della Facoltà della Gregoriana, ma anche ai canonisti e agli studenti delle Università e dei Seminari del luogo di accoglienza. I Colloqui in America Latina hanno luogo ogni due anni nel mese di luglio e finora sono stati tenuti a Buenos Aires (Argentina 2004), Santiago (Cile 2008), Rio di Janeiro (Brasile 2010), Bogotá (Colombia 2012), Asunción (Paraguay 2014). A Buenos Aires nel 2016, hanno partecipato sessanta canonisti provenienti da dieci diversi Paesi, e a Fortaleza (Brasile) è previsto il 7° Colloquio nel 2018. Anche in Messico i Colloqui si tengono ogni due anni, ma nel mese di febbraio. Hanno avuto luogo a Tulancingo (2001), Querétaro (2003), Tequisquiapan (2005), Aguascalientes (2007), Veracruz (2009), Izamal - Mèrida (2011), Monterrey (2013), San Luis Potosi (2015). All’8° Colloquio, svoltosi a Morelia nel febbraio 2017, hanno partecipato oltre sessanta canonisti e ufficiali del tribunale ecclesiastico messicani. Negli Stati Uniti abbiamo svolto sei edizioni dei Colloqui tra Baltimora e Philadelphia, ma essendosi ormai ben organizzate le conferenze dei canonisti, ci siamo concentrati altrove. Accogliendo una richiesta avanzata dagli ex alunni, c’è stato un incontro di una settimana a San José (Costa Rica 2016) con 60 partecipanti provenienti da otto Paesi dell’America Centrale ed è in programma un Colloquio in Guatemala per il febbraio 2018. Aggiornamento come sfida: risorse online, ma non solo Ultimamente, a ogni Colloquio al quale partecipa, P. Ulrich Rhode presenta il sito delle risorse canonistiche www.iuscangreg.it che ha splendidamente rinnovato. Finora, grazie alla collaborazione di molti professori, vi sono sezioni in cinque lingue (italiano, spagnolo, inglese, tedesco e francese) e i Colloqui diventano anche un’occasione per ampliare questo servizio il cui accesso è aperto a tutti. Ci stiamo anche interrogando se per il futuro si possa fare di più, ad esempio con la sezione della Facoltà nel canale youtube.com/unigregoriana dove pure sono stati inseriti alcuni primi filmati. Questo tuttavia pone alcune questioni linguistiche e, per le ragioni sopra esposte, i Colloqui non si riducono solo a un certo numero di conferenze. Il Diritto Canonico è fatto dalle persone per altre persone: abbiamo bisogno di conoscerci. E così, ripensando a come nacquero i Colloqui di Brescia con le serate in Gregoriana del P. Beyer, credo varrebbe la pena riprendere qualcosa di simile anche a Roma, per quanto sia una sfida non indifferente, tra i tanti impegni che ricopriamo.

Canon Law: communication, debate and upgrading.Reflections on the first fifty years of the Brescia Talks. (by Yuji Sugawara, S.I., Dean of the Faculty of Canon Law) – During the second half of the 1960s Fr Jean Beyer S.I. to organized evenings of study at the Gregoriana for the canonists in Rome who wanted to discuss the changes introduced by the Second Vatican Council. The single evenings later became an intensive week of study at Brescia, an opportunity for Professors and former students of the Faculty from other European countries to meet and talk together. The structure of the Talks was considered so successful it started being also used every other year in Mexico and in other Latin America Countries (Argentina, Chile, Brazil, Colombia, Paraguay, Costa Rica, Guatemala), in places where the Church is growing but where it is not always easy to remain updated about the new canonic developments. It is also an opportunity to get to know the different realities in which the canonists work. In 2015, 55 canonists, coming from 20 different countries participated to the 50th Brescia Talk. «The strong point of the Talks – explains Fr. Yuji Sugawara – are not, in the first place, the conferences, but the opportunity to dialogue, because every country has its own Civil Law and every Diocese its own particular orientation. Often we can talk with more experienced professors about very sensitive cases, sometimes abuses or scandals that need to be treated confidentially at least initially. Thanks to our benefactors, a team of professors can travel and take their expertise where it is needed. New media give us many opportunities, for example www.iuscangreg.it, but this cannot substitute the physical presence».

51/2017

| 25


VITA ACCADEMICA

Dallo studio alla pratica Le proposte formative estive della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa a cura della REDAZIONE

Le attività estive della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa mirano a integrare ed arricchire il percorso formativo degli studenti. Stage, ritiri, scavi, viaggi di studio offrono esperienze, confronti e contatti con altre realtà ecclesiali

D

a diversi anni, la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa approfitta della pausa estiva per proporre ai propri studenti alcune attività formative che vanno a integrare il percorso degli studi condotto lungo l’anno accademico. Dalla regestazione in archivi a seminari di arte contemporanea, da scavi archeologici a viaggi tematici nella storia europea, proponiamo una rapida carrellata di quanto proposto nella scorsa estate. Stage formativo in Archivio (Abbazia di San Paolo fuori le mura - III edizione) Coordinatore: Ottavio Bucarelli

Si è svolto durante il mese di luglio 2016, per il terzo anno consecutivo, lo Stage formativo presso l’Archivio dell’Abbazia di San Paolo fuori le mura, a cui hanno partecipato alcuni studenti della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa. L’importanza degli Archiva Ecclesiae come strumento di trasmissione della tradizione, memoria della evangelizzazione e strumento pastorale, è ribadita nella lettera circolare La funzione pastorale degli archivi ecclesiastici, nella quale si afferma che «nella mens della Chiesa gli archivi sono luoghi della memoria delle comunità cristiane e fattori di cultura della nuova evangelizzazione» (Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, FPAE, 02.02.1997). In questo contesto nasce lo stage presso l’Archivio dell’Abbazia di San Paolo, la cui ricchezza dei fondi archivistici permette agli studenti di esercitarsi e confrontarsi con documenti che interessano sia la Storia della Chiesa, sia i Beni Culturali della Chiesa. Esperienza che viene effettuata all’interno di un luogo storico, l’Abbazia, al tempo stesso monumento e archivio della sua millenaria storia.

26 |

51/2017


In particolare, lo stage ha come obiettivo completare la formazione ricevuta dagli studenti, a livello teorico, nei corsi di Archivistica, Diplomatica, Paleografia, tenuti in Gregoriana, attraverso l’acquisizione delle capacità di regestazione delle unità archivistiche e l’esercizio di abilità paleografiche nella lettura di testi prevalentemente di età moderna. È interessante sottolineare come questa attività formativa rientri in un più ampio quadro di collaborazione tra le Istituzioni vaticane e la Pontificia Università Gregoriana, finalizzata alla formazione dei nostri studenti, valorizzando in questo modo l’immenso patrimonio storico e culturale della Chiesa che è in Roma. Ritiro artistico-spirituale nello spazio liturgico (Kunst-Station Sankt Peter Koeln, Germania) Coordinatrice: Yvonne Dohna Schlobitten

Il ritiro artistico-spirituale La Lotta di Giacobbe come paradigma dell’esperienza artistica rappresenta una delle cinque tappe del progetto ideato da Yvonne Dohna Schlobitten e sviluppato insieme a professori e studenti della Gregoriana ed altre istituzioni, svolto nel biennio 2015-2016 e denominato Arte contemporanea come pastorale. Formazione di un mediatore dell’arte cristiana tra Chiesa e mondo, di cui forniremo presentazione più organica alla sua conclusione. Il ritiro si è svolto dal 28 agosto al 3 settembre 2016 presso la Kunst-Station Sankt Peter Koeln in Germania, con sette studenti del seminario libero del Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa e tredici artisti di arte visiva e compositori. Il tema della lotta di Giacobbe come paradigma dell’esperienza estetica e religiosa ha inteso affrontare il nodo problematico dei rapporti tra esperienza religiosa e creazione artistica, cercando di riannodare i fili che rendono essenziale e imprescindibile il loro legame quali aspetti dell’esperienza specificamente umana aperta al trascendente. La necessità che conduce l’esperienza religiosa a nutrirsi dell’esperienza estetica è ben espressa da Romano Guardini, quando denuncia lo «svuotamento spiri-

Lo stage presso l’Archivio dell’Abbazia di San Paolo, permette agli studenti di esercitarsi e confrontarsi con documenti che interessano tanto la Storia della Chiesa quanto i suoi Beni Culturali

Un momento del ritiro artistico-spirituale presso la Kunst-Station Sankt Peter Koeln. Foto FREDDY PAUL GRUNERT

A fianco: Alcune fasi dello stage presso gli Archivi abbaziali di San Paolo fuori le Mura.

51/2017

| 27


VITA ACCADEMICA

La campagna di scavo “ permette agli studenti di entrare in contatto diretto con i monumenti, acquisendo il metodo per l’indagine storico-archeologica

L’arte contemporanea “è chiamata ad affrontare la sfida epocale di richiamare l’uomo ai caratteri fondamentali della sua esperienza

La campagna di scavo archeologico permette di “sporcarsi le mani” nel contatto diretto con i monumenti A fianco: Una celebrazione eucaristica nel corso del viaggio-studio della Facoltà nell’Europa orientale

28 |

51/2017

tuale che si produce perché l’elemento immediatamente religioso si indebolisce sempre più» (Lettere teologiche ad un amico. Intuizioni al limite della vita), conseguenza inevitabile del «dualismo vissuto dalla modernità fra sensi e intelletto, fra corpo e pensiero, fra interiorità ed esteriorità» (cfr. anche La fine dell’epoca moderna). L’uomo moderno ha perso la capacità di fare esperienza, e con essa i legami con il mondo concreto – con il «concreto vivente», per riprendere ancora Guardini – che forma il suo mondo e conduce la sua azione. Da qui la progressiva astrazione e intellettualizzazione della religione, e la necessità di re-iniziare l’uomo all’esperienza estetica, nella forma rituale ed artistica. Tali forme hanno trovato modo di dialogare durante i giorni del seminario attorno alla narrazione paradigmatica della lotta di Giacobbe, che ne esprime i caratteri comuni della prova, dell’attraversamento, della trasformazione. L’arte contemporanea è chiamata ad affrontare la sfida epocale di richiamare l’uomo ai caratteri fondamentali della sua esperienza, dalla profondità dei quali emerge, nella sua autentica espressione, il religioso che abita e forma originariamente l’umano. Campagna di scavo archeologico (Abbazia di Santa Croce di Sassovivo - II edizione) Coordinatore: Ottavio Bucarelli

Dal 29 giugno al 10 luglio 2016, alcuni studenti della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa hanno partecipato alla III


campagna di scavo archeologico in corso presso l’abbazia di S. Croce di Sassovivo (Foligno, PG), in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio della Sapienza Università di Roma. Le indagini archeologiche stanno riportando alla luce le strutture murarie della chiesa abbaziale di età medievale, insieme ad una vasta area sepolcrale e ad una fornace per la realizzazione delle campane. Le indagini archeologiche vedono la collaborazione di diverse istituzioni accademiche, oltre alle già menzionate, ricordiamo l’Università degli Studi di Perugia e l’Università Eötvös Loránd di Budapest. L’iniziativa gode del patrocinio della Diocesi di Foligno (proprietaria dell’area), dei Piccoli Fratelli Jesus Caritas (custodi dell’abbazia) e dell’Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo. Si tratta di un’esperienza formativa unica che permette ai nostri studenti di entrare in contatto diretto con i monumenti, acquisendo il metodo per l’indagine storico-archeologica, nonché di conoscere e confrontarsi con altre realtà accademiche. Viaggio della Facoltà (IV edizione: Polonia - Repubblica Ceca - Germania) Coordinatore: Jan Mikrut

La tradizione dei viaggi della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa, accompagnati da P. Nuno da Silva Gonçalves e dal Prof. Jan Mikrut ha seguito, anche nel 2016, i due consueti filoni culturali della visita alle Chiese locali e della presa di coscienza della loro condizione durante il quarantennio dei regimi comunisti. Il percorso del viaggio, svolto dalla Polonia attraverso la Repubblica Ceca per giungere a Berlino, città simbolo della guerra fredda, ha toccato con mano la resilienza della Chiesa polacca e la scristianizzazione nella repubblica Ceca e nell’ex-Germania dell’Est. Non si è mancato poi di includere i luoghi di Lutero, in omaggio al corrente cinquecentesimo anniversario della Riforma, con una giornata dedicata interamente alla visita di Wittenberg, dove essa ebbe inizio. La comprensione delle chiese separate ha avuto anche un suo passaggio a Praga nella conoscenza dei luoghi più rilevanti per la figura di Jan Hus. Le consuete visite alle realtà locali, i colloqui con i parroci e i religiosi, avuti in ogni momento del viaggio hanno poi aggiunto interessanti considerazioni ed esperienze, in relazione alla vita pastorale locale e alle attività pensate in quel particolare contesto culturale.

From study to practice. The summer formative proposals from the Faculty of History and Cultural Heritage of the Church (by Editorial Staff) – The Faculty of History and Cultural Heritage of the Church organises cultural and formative activities for its students during summer holydays. Last summer, Prof. Ottavio Bucarelli coordinated two of them: the first was an internship at the Archives of the Abbey of Saint Paul Outside the Walls, now at its third edition. The riches of the Archives allowed the students to work with documents about both Ecclesiastical History and Cultural Heritage of the Church. Prof. Bucarelli also coordinated the archaeological excavation at the Santa Croce Abbey at Sassovivo, also at its third edition, organized together with the University of Rome and other academic partners. The aim of this activity is to enable students to be in direct contact with monuments and acquiring knowledge on the historical-archaeological investigational methodology. The spiritual-artistic retreat Jacob’s fight as a paradigm of the artistic experience took place in Germany, with the participation of students of the Faculty as well as visual art artists and composers. This project, thought and coordinated by Prof. Yvonne Dohna Schlobitten, explores the relationship between religious experience and artistic creation. Lastly, the fourth edition of the Faculty journey took the students, accompanied by Fr. Nuno da Silva Gonçalves and by Prof. Jan Mikrut, on a trip across Poland and the Czech Republic ending in Berlin. The journeys organized by the Faculty follow two different paths: visit to the local Churches and understanding their experiences during the forty years of the communist regime.

51/2017

| 29


VITA ACCADEMICA

Cercando Dio in tutte le cose: l’importanza di un metodo Intervista a P. Mark Rotsaert, S.I. Direttore del Centro di Spiritualità Ignaziana di PAOLO PEGORARO

Il Centro di Spiritualità Ignaziana segue due direttive: quella di ricerca accademico-scientifica, e quella di più ampia divulgazione, con incontri aperti a tutti. Entrambe, secondo caratteristiche e modalità proprie, aiutano i partecipanti a vivere la spiritualità secondo il metodo di sant’Ignazio

30 |

51/2017

A

partire dall’anno accademico 2012-2013 è stato aperto, presso l’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana, un apposito Centro di Spiritualità Ignaziana. Diretto dal gesuita belga P. Mark Rotsaert, il Centro conduce le proprie attività lungo due direttive: una prima più propriamente accademicoscientifica attraverso corsi, seminari, giornate di studio, ecc.; e una seconda rivolta a un pubblico più ampio in forma di conferenze gratuite aperte a tutti. Proviamo a tracciare con P. Rotsaert un bilancio di questi primi quattro anni di attività. Inaugurando il Centro lei disse che il primo passo era comprendere domande, esigenze e aspettative delle persone. Con quali risultati? «Sì, per questa ragione nei primi anni ho voluto sperimentare molte proposte accademiche con diversi tagli: storici, artistici e sociali. Ci sono state conferenze sulla Compagnia di Gesù, sulla


Centri

sua soppressione e restaurazione; cicli di lezioni interdisciplinari organizzati con altre unità accademiche dell’Università per indagare le interconnessioni tra la spiritualità ignaziana e le arti figurative e musicali; per comprendere come essa ha plasmato le missioni dalle Indie alla Cina al Brasile; e perfino se ha avuto un influsso nella politica. Con altre conferenze, ci siamo soffermati sul “nostro modo di procedere”, ossia le indicazioni su diversi temi che dava sant’Ignazio tramite le sue lettere. Con la Prof.ssa Camilla Russell abbiamo condotto dei workshop specialistici di storia, ad esempio su come si presentava Roma agli albori della Compagnia di Gesù, oppure sugli anni immediatamente successivi alla morte di Ignazio di Loyola e ai primi Padri Generali. Con P. Rossano Zas Friz si sono introdotte delle relazioni sul testo degli Esercizi spirituali, affrontando il percorso delle quattro settimane, per comprenderne la ricchezza teologica attraverso la comprensione della struttura letteraria, passando per così dire “dalla lettera allo Spirito”. Erano modalità per far conoscere il Centro a pubblici con interessi assai differenti». A un certo punto sono nati anche i “Percorsi formativi”... «Dopo il secondo anno, mi sono reso conto che molte persone cercavano anche un aiuto per vivere la spiritualità nel loro presente. Abbiamo inteso questi Percorsi formativi come cicli di 5-7 conferenze che aiutassero a comprendere e vivere meglio la vita cristiana in generale. Nel 2014 abbiamo proposto gli incontri intitolati Fondamenti della Vita Cristiana. Il primo incontro, condotto dalla Prof.ssa Michelina Tenace, ci ha costretti a cambiare aula a causa della grande affluenza di pubblico, che è rimasta stabile. In seguito abbiamo reso disponibili le videoregistrazioni sul canale YouTube dell’Università. Nel 2015 abbiamo proposto La Preghiera negli Esercizi Spirituali, sui diversi modi di pregare, raccogliendo le relazioni sul numero 21 della rivista online Ignaziana (www.ignaziana.org). Nel 2016 le conferenze sono state sull’Iniziazione alla vita spirituale. E c’era un pubblico molto fedele ogni settimana di circa un centinaio di persone». Nell’offerta accademica dell’Università, come è presente il Centro? «Offriamo sempre due corsi al primo ciclo di Teologia. Inoltre il Centro di Spiritualità Ignaziana promuove una tavola rotonda annuale sul metodo trascendentale, un sistema di metafisica non esplicitamente cristiana ma che si apre alla fede elaborato da P. Maréchal. Ha avuto molti seguaci, non solo tra i gesuiti, e ogni anno analizziamo una figura in maniera interdisciplinare. La Prof.ssa Giorgia Salatiello ne è la coordinatrice. Ha una buona partecipazione, e le persone vengono anche da lontano per partecipare». Il Centro offre poi un Corso di formazione per Accompagnatori Spirituali... «Per la quarta volta, in collaborazione con il Centro Ignaziano di Spiritualità italiano, anche quest’anno abbiamo organizzato presso la casa di Galloro il Corso di formazione. Accettiamo non più di 22 candidati, di età diverse, laici e laiche, suore, religiosi e sacerdoti diocesani, italiani e non, che rispondano però ad alcuni requisiti e un mandato. Il Corso si struttura in tre moduli di quattro giorni, posizionati nelle feste natalizie, pasquali e a fine giugno per facilitare la partecipazione. Il primo è un modulo introduttivo sulla relazione d’aiuto, non è esplicitamente sulla direzione spirituale. P. Luis

Finding God in all things: the relevance of a method. Interview with Fr. Mark Rotsaert S.I., Director of the Ignatian Spirituality Centre (by Paolo Pegoraro) – The Ignatian Spirituality Centre was created in the academic year 2012-2013 and operates in two main areas: the academicscientific one, offering lessons, seminars and workshops, and general education, with free conferences open to the public aimed at a wider audience. The Centre offered conferences on the Society of Jesus, its suppression and restoration, interdisciplinary lessons to look at connections between Ignatian spirituality and arts plus understanding how the Society of Jesus shaped missions abroad, and lectures on Spiritual Exercises. «After the second year – says Fr. Rotsaert – I realized that many people were looking for help to live their spirituality in their day to day life». This is the reason behind the Formative Itineraries: cycles of 5-7 conferences aiming to understand and to better live a Christian life. The Centre offers two courses at the first cycle of the Faculty of Theology and a panel discussion on the transcendental method, a non explicitly Christian metaphysics that opens to the faith. The interdisciplinary group of study on the transcendental method is coordinated by Prof. Giorgia Salatiello and every year it focuses on the work of one chosen author. The Centre also offers, in collaboration with the Italian Ignatian Spirituality Centre, the Formation course for Spiritual Guides. The course is residential and is structured into three different modules lasting four days each.

Nei primi anni abbiamo sperimentato molte proposte accademiche con diversi tagli: storici, artistici e sociali. Per capire cosa le persone si aspettavano e ci domandavano

51/2017

| 31


VITA ACCADEMICA

López-Yarto spiega alcuni casi, si effettuano riflessioni personali e di gruppo, esperienze di ascoltano e di condivisione. P. Giacomo Costa, direttore di Aggiornamenti Sociali, interviene nei giorni successivi per parlare del contesto dal quale provengono le persone che si rivolgono per un accompagnamento. Il secondo modulo è più centrato sugli aspetti umani e psicologici. Il terzo modulo invece sulla spiritualità, sulla pedagogia ignaziana e sull’accompagnamento spirituale nell’oriente cristiano. Alla fine di ogni modulo gli studenti scrivono una loro valutazione, e al termine dell’intero percorso ricevono un attestato».

Molte persone cercavano un aiuto per vivere la spiritualità nel loro presente. I Percorsi formativi sono cicli di conferenze intesi ad aiutare a comprendere e vivere meglio la vita cristiana

La predicazione del primo Papa gesuita da un lato ha dato visibilità alla loro spiritualità, dall’altro evidenzia quanto sia necessario approfondire alcune sue parole-chiave. Ad esempio, non tutti paiono intendere cosa sia il discernimento, almeno secondo sant’Ignazio... «Ora parlare di discernimento è diventato un po’ di moda. Certamente sant’Ignazio non è stato il primo a parlarne, tanto per fare un esempio lo tratta anche il suo contemporaneo Erasmo da Rotterdam, tuttavia Ignazio ha stabilito alcune regole per il discernimento – il “modo di procedere” – ora racchiuse nel libro dei suoi Esercizi. Ci sono regole molto facili da comprendere con cui concorderà ogni psicologo, ad esempio quella secondo cui, quando una persona si trova in un momento difficile, molto negativo, non deve mai modificare una decisione presa quando si trovava in un periodo di serenità... perché il periodo negativo, lungo o breve che sia, terminerà. Altre regole sono molto meno conosciute e meno intuitive. Le affronteremo durante il Percorso formativo del prossimo anno. Un testo antico come gli Esercizi può applicarsi alla nostra situazione di oggi? Sì, anche se è importante non essere troppo attaccati alla lettera del testo. Per fare un discernimento nel senso ignaziano, cioè per scoprire tramite il Vangelo la preferenza di Dio nella nostra vita, non possiamo essere attaccati alle nostre propensioni superficiali. Se il processo di discernimento non ci rende il cuore libero, come cercare e trovare una preferenza che non sia necessariamente nostra?».

Risorse online: la rivista Ignaziana A fianco: L’immagine di Sant’Ignazio di Loyola (1543) conservata presso il Museo di Sondrio è stata al centro di un incontro con la Prof.ssa Angela Dell’Oca A pagina 30: Firma autografa di Sant’Ignazio in calce a un documento esposto presso le sue Camere Foto BARBARA ANDOLFI

32 |

51/2017

I

gnaziana è una rivista online gratuita (www.ignaziana.org), espressione del Centro di Spiritualità Ignaziana della Pontificia Università Gregoriana, sotto la responsabilità dell’Istituto di Spiritualità della medesima università. La rivista ha cadenza semestrale, con uscita in primavera e autunno. Pubblica articoli e informazioni varie con l’intento di stimolare e approfondire la ricerca nella tradizione cristiana inaugurata da sant’Ignazio di Loyola. Realizzando questo scopo, la rivista aspira a divenire un punto di riferimento in modo da convertirsi in un efficiente ponte di dialogo tra autori e lettori nell’attuale momento storico. Ignaziana vuole infatti essere un servizio alla comunità dei fedeli che interpretano la loro esperienza cristiana alla luce del carisma ignaziano. Una comunità sparsa in tutto il mondo che la rivista intende supportare mediante la diffusione della ricerca teologica in questo ambito, in stretto rapporto con la cultura contemporanea. Per tale ragione riceve i contribuiti e la collaborazione di studiosi e ricercatori di tutto il mondo. La rivista è curata da un’equipe di docenti della Gregoriana, che ne costituiscono il comitato di redazione (redazione@ignaziana.org): P. Rossano Zas Friz De Col S.I. (Direttore), P. Mark Rotsaert S.I. e P. Paul Oberholzer S.I. Per la pubblicazione sono previste due sezioni: la prima e più importante è quella dedicata ai lavori inediti; la seconda è volta a rendere più facilmente accessibile ai lettori studi, ricerche o saggi già pubblicati altrove. Occasionalmente vengono pubblicati alcuni dossier monotematici.»


51/2017

| 33


VITA ACCADEMICA

Gruppo di lavoro su “Spiritualità ignaziana e metodo trascendentale”

A

Al quinto anno di vita, il Gruppo di studio approfondisce i più significativi autori che, in teologia ed in filosofia, hanno adottato il metodo trascendentale

Da sinistra: Bernard Lonergan (1904-1984) e Karl Rahner (1904-1984)

34 |

51/2017

ll’interno del Centro di Spiritualità Ignaziana è attivo il gruppo di lavoro su “Spiritualità ignaziana e metodo trascendentale”, composto dai professori gesuiti Rogelio Garcia Mateo e Rossano Zas Friz (Istituto di Spiritualità), Dariusz Kowalczyk, Ferenc Patsch e Gerard Whelan (Facoltà di Teologia), e dalla Prof.ssa Giorgia Salatiello (Facoltà di Filosofia). Il gruppo, ormai al quinto anno di vita, trae la sua origine da una considerazione di fondo, cioè quella che molti degli studiosi i quali, in teologia ed in filosofia, hanno adottato il metodo trascendentale appartenevano alla Compagnia di Gesù: si tratta di un fatto puramente casuale, oppure vi è un nesso tra la spiritualità ignaziana ed il metodo in questione? Per fornire un’approfondita risposta a questo interrogativo, si è costituito il gruppo, caratterizzato da una composizione chiaramente interdisciplinare, e si è iniziata la ricerca relativa ai più significativi rappresentanti di questo indirizzo, dedicando ad ognuno un anno accademico e concludendolo con una tavola rotonda aperta al pubblico. Il 3 maggio 2013 si è svolto il primo incontro, dedicato al filosofo e studioso di spiritualità Joseph Maréchal, dal quale gli autori trattati in seguito prendono ispirazione. In questa occasione si è cercato di far affiorare il legame tra la sua spiritualità gesuita ed il metodo trascendentale da lui elaborato muovendo da una rilettura di Tommaso


Centri

d’Aquino che tenesse conto dell’apporto di Immanuel Kant, analizzato criticamente. L’anno successivo (2014) si è portata l’attenzione su Karl Rahner, il quale ha introdotto il metodo trascendentale in teologia, elaborandone delle precise descrizioni ed utilizzandolo in vasta parte della sua opera. Nel terzo anno (2015) è stato affrontato Johannes Baptist Lotz, che ha condotto le sue ricerche di metafisica e sull’esperienza religiosa avvalendosi costantemente del metodo trascendentale. Lo scorso 2016 si è preso in esame Juan Alfaro e la tavola rotonda è stata organizzata insieme al Dipartimento di Teologia Dogmatica della Facoltà di Teologia, che aveva lo stesso interesse per questo studioso. P. Mark Rotsaert, Direttore del Centro di Spiritualità Ignaziana, ha seguito costantemente e con interesse i lavori del gruppo ed ha sempre introdotto le tavole rotonde. Attualmente il gruppo si sta occupando di Joseph de Finance, rappresentativo filosofo francese che ha insegnato per molti anni alla Gregoriana e nei prossimi due anni l’indagine si porterà prima su Bernard Lonergan e poi su Emerich Coreth. Alla fine di ogni anno di lavoro le relazioni presentate alla tavola rotonda, insieme ai contributi di altri membri del gruppo, sono state pubblicate sulla rivista on-line Ignaziana (www.ignaziana.org) e, al termine dell’intera ricerca, saranno raccolte in un volume curato dal gruppo. L’intenzione del nostro Gruppo di studio non è però quella di concludere la propria attività quando saranno completate le ricerche sugli autori indicati, quanto di proseguire nella prospettiva di elaborare un’originale proposta che si avvalga dei risultati raggiunti, sia in ambito teologico che filosofico e della spiritualità. GIORGIA SALATIELLO

Tali autori appartengono per lo più alla Compagnia di Gesù: il Gruppo di studio s’interroga sulla possibile connaturalità tra metodo trascendentale e carisma ignaziano

Facoltà di Filosofia

Da sinistra: Juan Alfaro (1914-1993) e Joseph De Finance (1904-2000)

51/2017

| 35


DA IERI A OGGI

La tradizione come aggiornamento (1846-50) di Miguel Coll, S.I. Facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa

Dopo un allontanamento a causa delle turbolente vicende politiche in Roma, i Gesuiti s’impegnarono a rinnovare gli studi teologici del loro Collegio. In esso si sviluppò la “Scuola Romana”. Gli studi astronomici di P. Angelo Secchi diedero al Collegio fama internazionale.

L

’ascesa di Pio IX al pontificato (16 giugno 1846) significò una nuova tappa nelle ostilità contro la Compagnia di Gesù e il Collegio Romano. Agli applausi giunti al nuovo pontefice da parte liberale, si unirono ben presto, per suggestione settaria, le minacce di morte verso i Gesuiti. Il 2 novembre il Collegio festeggiò il Papa e l’amnistia politica da lui concessa, ma venne sparsa la voce che quella fosse solo una mossa astuta, motivata dalla paura. In tale ribollire di passioni, alla riapertura dell’anno scolastico 1847-48 il numero degli alunni si era notevolmente ridotto, poiché i genitori temevano potesse accadere qualcosa di grave. La rivoluzione scoppiata in Francia (23 febbraio 1848) aveva infatti incoraggiato i dimostranti, che quasi ogni sera lanciavano grida e sassate in vicinanza del Gesù e del Collegio Romano. Si giunse al punto che Pio IX dovette consigliare il P. Generale Roothan di allontanare i Gesuiti da Roma; e il 29 marzo cominciò il doloroso esodo. Un buon numero di scolastici e di professori partirono per l’Inghilterra, e dopo qualche mese, grazie alla generosa offerta di Lord Clifford, una parte di essi poté riorganizzare una casa di studio presso Newton. Una volta proclamata la Repubblica Romana (9 febbraio 1849) la direzione del Collegio Romano fu affidata ad una speciale commissione cardinalizia, ma anch’essa non venne lasciata in pace dai perturbatori che fecero di tutto per scacciare anche i nuovi ospiti. Il governo aveva deciso di adibire lo stabile a sede del Ministero delle Finanze, ma non ci fu tempo per dare esecuzione al decreto: le truppe francesi di Luigi Napoleone invasero Roma (1° luglio 1849) e tre giorni dopo la Repubblica Romana giungeva alla sua fine. Il dogma dell’Immacolata Concezione Nei primi giorni del 1850 una ventina di Gesuiti rimisero piede al Collegio Romano. Già alla fine di gennaio ripresero le lezioni, ma per quell’anno il nu36 |

51/2017

mero degli alunni non superò di molto i 600. Più urgenti delle rovine materiali erano quelle morali e scientifiche, frutto di un ventennio 1824-48, ma le gravi difficoltà non impedirono al Collegio Romano di riacquisire presto l’antica rinomanza. Al fine di tenersi alla pari con l’avanzamento generale degli studi, s’istituirono nuove cattedre di propedeutica biblica, lingue orientali e archeologia cristiana; si diede un largo sviluppo all’insegnamento delle scienze fisiche e matematiche, e si aumentò il numero dei professori. Bisogna inoltre rilevare il merito che acquistò il Collegio Romano nei lavori preparatori della definizione del dogma dell’Immacolata Concezione. Carlo Perrone aveva divulgato un opuscolo sulla definibilità della dottrina (1847), letto con avidità nel mondo cattolico e molto efficace nell’accelerarne la definizione. Pio IX istituì una commissione di sette teologi cui affidò il compito di studiare e preparare la definizione, e chiamò a farne parte tre professori gesuiti: Giovanni Perrone, Carlo Passaglia e Clemens Schrader. Questi, insieme ad Antonio Ballerini, compirono ricerche atte a illustrare la vitalità del dogma concezionista attraverso i secoli e pubblicarono il voluminoso lavoro De Immaculato Deiparae semper Virginis conceptu, destinato a diventare un testo classico. La Scuola Romana e la teologia neoscolastica In quel periodo Giovanni Perrone (1794-1876) ebbe il maggior merito nella rifioritura del Collegio Romano. Cattedratico di dogmatica (1824-53), rettore (1853-55), prefetto degli studi (1855-76), è considerato uno dei principali restauratori degli studi ecclesiastici nell’Ottocento. Autore dei nove volumi del Praelectiones theologiae, aprì la via alla “Scuola Romana” di indirizzo neoscolastico. Degno di nota il suo rapporto con John H. Newmann circa lo sviluppo del dogma e i suoi interventi sulle questioni suscitate da Georg Hermes e dai tradizionalisti. Carlo Passaglia (1812-1887), professore di dogmatica (1845-48 e poi fino al 1857) fu un grande teologo positivo, ma le sue esposizioni non erano però sempre accompagnate da sufficienti chiarezza e precisione; per questo motivo, e per la mancata attenzione alla teologia scolastica, fu oggetto di critiche. Era tempo di avanzare dalla teologia positiva al campo della speculazione scolastica. Tuttavia Passaglia, invaghito del metodo critico tanto in voga al-


Collegio Romano

l’estero, e abbagliato dall’ontologismo rosminiano che in altro tempo aveva combattuto, era forse il più avverso dei professori all’aristotelismo e in genere alle speculazioni scolastiche. Egli si oppose per quanto poté alle riforme dell’insegnamento filosofico e teologico, che fin d’allora cercavano di orientare in questo senso. Nel 1857 fu rimosso dall’insegnamento. A sostituirlo, e a occupare le altre cattedre di teologia lasciate da Perrone e da Schrader (1820-75), furono destinati due giovani d’indirizzo più moderno, Giovan Battista Franzelin e Raffaele Cercià. Franzelin (18161886), discepolo di Perrone e di Passaglia, contribuì efficacemente a far avanzare il metodo neoscolastico. Insieme a Salvatore Tongiorgi (1820-65) e Domenico Palmieri (1829-1909) rappresenta il lento passaggio dalla teologia positiva di Perrone a quella scientificotomistica di Louis Billot (1846-1931). La Scuola Romana ebbe un forte influsso sul rinnovamento dottrinale nelle cattedre dei seminari, e lasciò trattati teologici di alto livello speculativo, chiarezza e solidità. La riforma della filosofia e i grandi passi dell’astronomia Conviene ricordare come la Congregazione Generale XXII della Compagnia di Gesù, tenutasi a Roma nel 1853 per la nomina del P. Generale PierreJean Beckx (1795-1887), ordinasse un ritorno in pieno vigore delle norme contenute nella Ratio Studiorum circa il corso triennale di filosofia. P. Beckx emanò quindi nel 1858 una nuova Ordinatio Studiorum, la quale, mentre inculcava lo studio di san Tommaso e dei suoi maggiori interpreti, richiamava l’attenzione dei professori sulla dottrina ilemorfica, e divulgava una lista di 81 proposizioni che proscrivevano dalle scuole della Compagnia gli errori che avevano “pervertito la filosofia” da Cartesio in poi. «Poiché l’ultima Congregazione Generale, avendo ascoltato i seri postulati delle provincie, riconosce la neces-

sità che nei collegi della Compagnia di Gesù siano disposti ben accuratamente gli studi letterari in conformità al nostro fine, occorre soprattutto provvedere che tutti gli studenti esterni quanto i nostri scolastici [gesuiti] siano solidamente istruiti nelle materie filosofiche e vi si esercitino seriamente. Di conseguenza prendendo in considerazione la difficolta e l’ampiezza di queste discipline vogliamo prescrivere lo studio triennale della filosofia per i nostri [alunni]. [...] Siccome i giovani che frequentano i nostri ginnasi dedicano anche il tempo al più grande servizio di Dio [bisogna che] siano istruiti rettamente circa i costumi e le leggi del luogo [dove saranno inviati dopo di aver completato i loro studi], dev’essere l’intenzione e l’obiettivo che per quanto dipende da noi, l’istruzione li conduca dalla varietà delle conoscenze propria dei nostri tempi alla semplicità della scienza vera»1. Tale riordino provvide in modo migliore ai bisogni degli studenti ecclesiastici, che erano la gran maggioranza, e dispose che nel I anno vi fossero due ore di logica e metafisica generale ed una di matematica elementare, nel II un’ora di metafisica speciale, una di fisica sperimentale ed una di fisica matematica; nel III un’ora di metafisica speciale ed una di filosofia morale. Conforme a tali disposizioni, P. Beckx fece anche istituire dei corsi triennali di filosofia, dandone incarico ai due più celebri rappresentanti delle tendenze che si disputavano allora il terreno della filosofia cattolica: Tongiorgi, sostenitore dell’atomismo della materia (tendenza predominante) e Matteo Liberatore (1810-92), strenuo seguace delle dottrine dell’Aquinate. Entrambi scrissero un compendio con lo stesso titolo, Institutiones philosophicae (3 v.), poi adottati in molti istituti ecclesiastici. La filosofia era così ripartita tra più professori, con corsi triennali alternanti e a rotazione. Il docente gesuita di maggiore spicco del periodo fu probabilmente Angelo Secchi (1818-78), professore di astronomia il cui nome fece guadagnare una fama mondiale al Collegio Romano. L’Osservatorio del Collegio Romano, che con il generoso concorso di Pio IX Secchi ampliò e arricchì di nuovi strumenti, divenne uno dei centri scientifici più attivi e importanti del mondo. «Malgrado che ci sia impossibile penetrare completamente il mistero della costituzione del Mondo – scrive nel trattato Le Stelle – tuttavia dai lavori eseguiti finora dagli astronomi, abbiamo già molti materiali per illuminare un poco la nostra ignoranza. In questa materia dobbiamo sempre avere avanti agli occhi il bello avviso di Herschel che si devono evitare i due estremi; il primo di fabbricar mondi a nostra fantasia, perché così non arriveremo a conoscere la natura […] l’altro è la troppa timidità di congetturare, perché così il frutto delle osservazioni, le quali appunto si devono fare, affine di arrivare a conoscere la composizione e la struttura dell’universo»2.

1 G.M. PACHTLER S.I. (cur.), Ratio studiorum et Institutiones scholasticae Societatis Iesu per Germaniam olim vigentes collectae concinnatae dillucidatae: Gymnasia et convictus, v. IV. (Berlino 1894), 55 & 77. 2 Angelo SECCHI, Le Stelle (1877), cit. Angelo Secchi. L’avventura scientifica del Collegio Romano, a cura di Aldo Altamore e Sabino Maffeo S.I. Foligno 2012, 118.

51/2017

| 37


DA IERI A OGGI

Juan Alfaro e la domanda aperta dell’uomo di LUIS TORRÓ FERRERO

S

e l’uomo è problema e mistero a se stesso, si capisce perché l’interpretazione del senso della sua esistenza debba essere non solo semplice riflessione della ragione, ma anche inseparabilmente opzione della sua libertà. Di fronte al problema di sé potrà avere la motivazione sufficiente per giustificare l’opzione come autenticamente umana, ma non potrà avere un’evidenza costringente che renderebbe impossibile l’opzione. Essere posto in questo modo di fronte al problema di sé costituisce una dimensione esistenziale dell’uomo e un dato antropologico di importanza primordiale per la filosofia (e per la teologia): l’uomo come radicalmente responsabile dell’interpretazione del sensodellasua vita (ogniuomo, siaesso credente, ateo,

raccoglie una delle sfide più decisive “ Alfaro della teologia postconciliare, vale a dire la svolta antropologica. Egli spiega che la questione su Dio appare nel momento culminante della questione sull’uomo, divenendo un problema che ci interroga

agnostico o in dubbio); lo sappia o non lo sappia, lo voglia o non lo voglia, ogni uomo è chiamato a realizzarsi nella propria libertà senza una conoscenza evidente del perché della propria esistenza e azione. Limite tangibile della ragione umana: attraverso la riflessione razionale l’uomo non potrà raggiungere l’evidenza sul senso della sua vita. Il fatto che l’uomo sia problema inevitabile a sé e rimanga sempre radicalmente messo in questione (interpellato dal problema su se stesso) mostra al tempo stesso il carattere non-autofondante della sua esistenza e della sua autotrascendenza. Se l’uomo rimane alla ricerca di sé, significa che non si possiede pienamente, che non è identico a se stesso; interrogandosi si trascende, si trova cioè in un orizzonte problematico che va sempre ‘oltre’. Insomma: l’uomo non può eliminare il problema che egli stesso è, né prescindendo da esso, né superandolo definitivamente con una risposta evidente. P. Juan Alfaro, S.I. è stato uno dei maggiori teologi del XX secolo. Professore alla Gregoriana, dove sviluppò la maggior parte della sua carriera accade38 |

51/2017

mica, era nato a Carcastillo, in Navarra, il 10 maggio 1914. All’età di quindici anni entrò nella Compagnia di Gesù, soltanto tre anni prima che la Seconda Repubblica Spagnola la sciogliesse nel 1932. A seguito di questa decisione, Juan Alfaro dovette lasciare la Spagna e andare in Belgio, dove completò gli studi umanistici e filosofici. Alla fine della guerra civile spagnola tornò in Spagna, a Oña, dove intraprese gli studi di Teologia. Ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1944, e due anni più tardi arrivò a Roma dove, agli studi per il dottorato in Gregoriana, associò il corso di licenza al Pontificio Istituto Biblico. Nel 1949 difese la tesi di dottorato, dal titolo «Il naturale e il soprannaturale. Studio storico da San Tommaso a Caietano». Conseguito il titolo, iniziò l’insegnamento prima nella Facoltà di Teologia di Granada e poi in quella della Gregoriana, dove fu professore di Dogmatica dal 1952 al 1988, insegnando il trattato De virtutibus infusis. Morì nel 1993, dopo una lunga malattia. La teologia di Alfaro è strettamente legata all’evento epocale del concilio Vaticano II. In un certo senso possiamo dire che il Concilio costituisce per Alfaro una specie di spartiacque: la partecipazione al Vaticano II in qualità di perito dei vescovi spagnoli lo introduce nel grande dibattito avviato dal Concilio nel momento in cui – cinquantenne e con oltre una decade d’insegnamento alle spalle – ha raggiunto una piena maturità come teologo. Gli anni successivi al Concilio vedranno un forte cambiamento nel suo modo di fare teologia, che si può riscontrare a due livelli. Da un lato, come docente, rielaborerà il proprio trattato sulle virtù infuse, che prenderà il titolo di Esistenza cristiana. Dall’altro, in veste di Prefetto Generale degli Studi dal 1964 al ‘69, avvierà la riforma degli studi ispirata alle direttive del Concilio, in particolare a Optatam totius, e alla nuova Ratio studiorum pubblicata negli anni immediatamente seguenti. Fu proprio Alfaro ad essere incaricato in Gregoriana di questo compito importante quanto delicato. Per quanto riguarda il primo ciclo di studi, risale ad allora l’organizzazione del triennio teologico secondo la scansione: Cristo-Chiesa-Uomo. Nel secondo ciclo avvierà una riflessione intensa sulla Teologia Fondamentale, che porta alla creazione di un Dipartimento distinto dalla Teologia Dogmatica. Nel 1969, in un seminario internazionale tenuto alla Gregoriana, P. Alfaro offrì il suo contributo con un


Le voci e i tempi

intervento dal titolo: «La Teologia Fondamentale alla ricerca della sua identità». Oltre all’attività propriamente docente, nel 1971 partecipò al Sinodo dei Vescovi, nella parte dedicata alla giustizia nel mondo. Questa esperienza segnerà il suo pensiero e orienterà diverse opere successive, come Speranza cristiana e liberazione dell’uomo (1972) o Teologia della giustizia (1973). Dal 1973 al 1985 è stato membro della Commissione Teologica Internazionale. A differenza di altri professori della Gregoriana, la sua opera non è monumentale, ma non per questo meno significativa. Dopo la pubblicazione della tesi, edita in Spagna nel 1952, prima del Concilio P. Alfaro si limiterà per lo più alla redazione delle dispense ad uso degli studenti. La sua produzione teologica più intensa comprende una ventina di saggi, molti dei quali tradotti in altre lingue, una trentina di collaborazioni a volumi collettivi, una cinquantina di articoli in riviste (Gregorianum e Concilium tra le altre; fu anche condirettore di Sacramentum Mundi). Ha inoltre moderato più di 70 tesi dottorali in Gregoriana, esercitando così un influsso importantissimo nello sviluppo teologico postconciliare. La sua opera più importante è senz’altro l’ultima in ordine di pubblicazione: Dal problema dell’uomo al problema di Dio (Salamanca 1988). In questo libro, presentato come un’opera di filosofia e non di teologia, Alfaro raccoglie una delle sfide più decisive della teologia postconciliare, vale a dire la svolta antropologica. Egli spiega che la questione su Dio appare nel momento culminante della questione sull’uomo, divenendo un problema che ci interroga. Nella presentazione spiega l’origine dell’opera, nata dagli appunti delle lezioni in Gregoriana (infatti una prima versione del libro era stata pubblicata nel 1984 in italiano all’interno dell’università). Il libro si sviluppa in undici capitoli: nel primo giustifica il titolo e il percorso che ci invita a fare; seguono cinque capitoli dedicati ai principali pensatori filosofici di Ottocento e Novecento (cap. 2 - Kant, Feuerbach, Heidegger; cap. 3 - Nietzsche e Sartre; cap. 4 - Wittgenstein; cap. 5 - Marx; cap. 6 - Bloch), nei quali offre un riassunto critico delle principali proposte antropologiche di questi autori. Si coglie in questa disamina il suo punto di partenza metodologico: interrogare gli autori per capire che cosa possiamo dire oggi sull’uomo. Da questa prospettiva si apre poi nei capitoli seguenti a proporre le vie per un incontro con il pensiero cristiano (cap. 7 - La relazione con il mondo; cap. 8 - Relazioni interpersonali; cap. 9 - Morte e senso della vita; cap. 10 - Storicità e il suo senso). L’ultimo capitolo costituisce al contempo una sintesi e un epilogo. Come spiega De Miguel, quello che Alfaro vuole mostrare, e che in maniera speciale si vede in quest’opera, è che non c’è una risposta soddisfacente sul senso dell’uomo nella chiusura materiale e immanente dell’uomo in se stesso, perciò la domanda su

Dio ha tutto il suo senso. L’uomo si pone infatti la domanda su se stesso, ma non riesce a trovare una risposta ultima in se stesso. Inoltre, l’uomo smetterebbe di essere uomo il giorno in cui fosse capace di controllare con la ragione le proprie strutture ontologiche (aprioristiche) che gli permettono di decidere, riflettere, pensare, agire. Origine e caratteri del problema di Dio Brano tratto dallo studio Dal problema dell’uomo al problema di Dio (Brescia 1991) Dall’analisi delle dimensioni fondamentali dell’esistenza umana emerge il problema del suo senso ultimo e, finalmente, il problema di Dio come istanza ultima del problema dell’uomo. L’origine del problema di Dio è quindi antropologica: l’uomo si trova di fronte al problema che egli è per se stesso e, nell’affrontarlo, si trova davanti al problema di Dio. Questa origine antropologica del problema di Dio compare già negli scritti di s. Agostino e di s. Tommaso d’Aquino (analisi della soggettività umana). Nella misura in cui la riflessione filosofica si è incentrata sull’umano (Descartes e Kant) e soprattutto nella misura in cui l’uomo moderno si è reso conto del primato e della radicalità del problema che egli è a se stesso, il problema di Dio (qualunque sia la risposta) si trova situato nel problema dell’uomo. Lo spostamento del problema di Dio dalla cosmologia all’antropologia corrisponde al primato dell’essere umano rispetto alla natura; deriva, in ultima istanza, dall’importanza enorme della comparsa dell’uomo nel mondo come artefice della storia. La ricerca del problema di Dio nell’uomo si impone non solo in forza dell’ovvia constatazione che soltanto l’uomo è capace di formulare domande (sul mondo, su stesso e su Dio) ma principalmente in forza del fatto che il problema del mondo raggiunge il suo momento culminante nel rapporto uomo-natura e quindi, in ultima analisi, nel problema dell’uomo su di sé. La domanda su Dio può essere fatta solo dall’uomo: si può capire come e perché questa domanda sorga solo attraverso l’analisi delle strutture ontologiche che la rendono possibile, cioè se l’uomo porta in sé il problema di Dio, come e perché lo porta. Non si vede come potrebbe portarlo al di fuori del problema su se stesso, cioè al di fuori del problema fondamentale, vissuto in ogni atto di pensiero, decisione e opera nel mondo, in relazione con gli altri e verso il futuro. Se fosse slegato dal problema dell’uomo, il problema di Dio non si potrebbe nemmeno dare: se questo problema fosse semplicemente parallelo al problema dell’uomo, e non incuneato nel problema del senso della vita umana, non potrebbe essere problema per noi, per me: sarebbe un problema da cui io potrei prescindere perché non avrebbe nulla a vedere con la mia vita. 51/2017

| 39


COMUNITÀ UNIVERSITARIA

Un’eredità per il futuro Il saluto di P. François-Xavier Dumortier alla Gregoriana di PAOLO PEGORARO

Il 31 agosto 2016 P. Dumortier ha concluso il suo secondo mandato come Rettore della Gregoriana. Nei suoi ultimi discorsi di saluto ha condiviso la sua esperienza profonda della missione affidataci dalla Chiesa come “Collegio Romano del Terzo millennio”

A

prendo il nuovo anno accademico, il Rettore P. Nuno da Silva Gonçalves ha voluto rivolgere pubblicamente, a nome della comunità universitaria, un ringraziamento al suo predecessore, P. François-Xavier Dumortier, che ha terminato il suo mandato il 31 agosto 2016, e al Padre Generale e Vice Gran Cancelliere uscente, P. Adolfo Nicolás. Aver avuto la guida di P. Dumortier per sei anni, ha affermato il nuovo Rettore, è stato un privilegio. Egli infatti «ci ha ispirato con il suo esempio, la sua parola, la sua esigenza, la sua consapevolezza dei bisogni del mondo e della Chiesa. Un Rettore che, come lui stesso ha condiviso alla fine del suo mandato, ha imparato ad amare l’Università Gregoriana. Sono sicuro che la dedizione e il desiderio di profondità del P. Dumortier continueranno a essere per tutti noi un riferimento e uno stimolo che perdureranno per molti anni. L’eredità del P. Dumortier, appunto perché di eredità si tratta, fa parte del nostro futuro». Questa “eredità” è sotto gli occhi di tutti nelle forme di un processo di rinnovamento avviato a vari livelli. Non si tratta solamente delle tante aule ristrutturate e degli ambienti ammodernati, e neppure delle nuove unità accademiche che ora arricchiscono l’offerta formativa dell’Università, quanto dell’accresciuta consapevolezza della missione della Gregoriana, incoraggiata a spingersi sempre più oltre nell’inesauribile “missione dell’intelletto”. Una vibrante testimonianza personale Avvicinandosi la conclusione del suo secondo mandato, P. Dumortier ha incontrato in diverse occasioni le varie componenti della comunità universitaria – studenti, professori, personale non


La dedizione e il desiderio di profondità del P. Dumortier continueranno a essere per tutti noi un riferimento e uno stimolo che perdureranno per molti anni

docente e amici dell’Università – condividendo la sua esperienza in questi anni, rivolgendo loro ringraziamenti e richieste di perdono per il passato, e incoraggiamenti per il futuro. P. Dumortier non era un ex studente della Gregoriana né un suo professore: giunse a Roma per assumere la carica di Rettore, dopo un servizio ventennale al Centre Sèvres di Parigi e poi come Superiore della Provincia francese della Compagnia di Gesù. «Mi ricordo che sono arrivato nel 2010 senza conoscere né l’Università in quanto istituzione, né il suo corpo docente, né la maggior parte dei gesuiti che si impegnavano qui, né la complessa realtà romana e vaticana… e tutto questo con un italiano rudimentale» ci ha confidato. «Poco a poco molte relazioni si sono strette e sviluppate, relazioni di fiducia, di stima, di amicizia… Mi ricordo il dialogo tra il piccolo Principe e la volpe ne Le Petit Prince di Saint-Exupéry: conoscersi significa addomesticarsi, significa considerare come unici coloro che, in un modo o nell’altro, hanno segnato il cammino dell’Università e il mio cammino personale». Il suo incontro con la Gregoriana è stato una scoperta progressiva, ma diretta e sempre più coinvolgente, del “Collegio Romano del Terzo millennio”, come amava chiamarlo, sottolineando la

La Gregoriana ormai fa parte della mia storia: il suo sigillo è sul mio cuore

Ricevimento di saluto del P. Dumortier presso la Sala Sant’Ignazio, lo scorso 21 giungo 2016. Foto MASSIMILIANO CORREA

51/2017

| 41


COMUNITÀ UNIVERSITARIA

“ L’intellettuale,ciòlungichedalharipetere sentito come un pappagallo, o di plagiare ciò che è stato già scritto altrove, lavora come un artigiano e un artista

P. Dumortier con il Card. Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, dopo la Messa di Azione di Grazie (26 maggio 2016). A fianco: Il Rev. Roberto Interlandi e la Dott.ssa Laura Invernizzi hanno ricevuto il Premio Bellarmno 2016. Al centro: il sign. Renato Bernacchia ha raggiunto i 25 anni di servizio in Gregoriana. Foto CHRISTIAN GENNARI

42 |

51/2017

continuità tra l’opera fondata dallo stesso sant’Ignazio e le frontiere delle contemporaneità con cui l’Università ha il dovere a confrontarsi. «La Gregoriana – ha concluso P. Dumortier – ormai fa parte della mia storia: il suo sigillo è sul mio cuore. Mi sono pienamente impegnato e dedicato a questa istituzione e a questa missione davvero bellissime. Mi raccomando… amate la Gregoriana, come diceva Papa Paolo VI… custodite questo prezioso strumento della Chiesa!». Creatività, collegialità, apertura: alcune riflessioni conclusive Riportiamo infine alcuni brani dall’ampio discorso tenuto da P. Dumortier al corpo docente della Gregoriana il 30 maggio 2016. Formare a un pensiero profondo e creativo. Riflettendo sulla missione specifica della nostra Università, P. Dumortier ha sottolineato la necessità di «formare a un modo profondo e creativo di pensare. Come ha scritto il P. Giovanni Vannucci, “sono i pensieri che giungono con passi di colomba quelli che guidano il mondo”. L’intellettuale, lungi dal ripetere ciò che ha sentito come un pappagallo, o di plagiare ciò che è stato già scritto altrove, lavora come un artigiano che sarebbe un artista». Questo lavoro deve però essere attento ad avvistare ed evitare alcuni pericoli che si presentano nel corso del tempo, quali ad esempio «la propensione a fare del passato un riferimento o una norma; la tentazione dell’autoreferenzialità che richiude in se stesso; la mancanza di fiducia, di audacia e di perseveranza nell’avventura intellettuale».


Andare avanti insieme. «Una cultura della collegialità significa una cultura del dialogo, della discussione, del confronto tra docenti. Una cultura del dialogo richiede momenti e modalità specifiche per permettere questa condivisione e questi scambi che non si improvvisano. Una cultura della discussione significa mettere l’accento sulle relazioni personali e sulla comprensione reciproca. Una cultura del confronto significa l’apertura degli uni agli altri nella riflessione comune con quel rispetto che nasce dalla fiducia condivisa. Devo inoltre aggiungere che ogni unità accademica ha bisogno di tutti e l’Università ha bisogno della partecipazione e della collaborazione di tutte le unità accademiche. La Gregoriana non è un’istituzione a parte rispetto a coloro che sono la sua carne, la sua anima, la sua faccia: la forza e la fragilità di una Università come la nostra consiste precisamente nel suo carattere umano. La Gregoriana è la vostra Università: non vive, non si costruisce, non si sviluppa senza di voi, senza ciascuna e ciascuno di voi. Niente si realizza, né si capisce senza il vostro impegno e il vostro senso di responsabilità dell’insieme». L’Università come frontiera. «Mi sembra quindi che l’impegno intellettuale significhi capire l’Università come una frontiera e non come un “bunker”; come un cammino che porta al largo e non come una stanza ristretta e chiusa; come l’invito ad andare fino al fondo di se stessi e non come un lavoro che non toccherebbe l’intimo di ciascuno; come la passione dell’avvenire e non come l’ossessione quasi malaticcia del passato, con l’umile desiderio della verità e il forte gusto dell’assoluto e non secondo le prospettive del relativismo, l’ultimo tema di moda o la mania del politicamente corretto! L’apertura della nostra intelligenza a Dio e all’aldilà di ciò che conosciamo evidenzierà che un mondo senza Dio è un mondo stretto e spesso chiuso. E potremo resistere con le armi dell’intelligenza non soltanto alle barbarie che insanguinano il mondo, ma a queste altre barbarie che sono il denaro, il calcolo, l’egocentrismo e l’unico interesse individuale. Come ho detto diverse volte, e a rischio di essere ripetitivo, mi sembra che il pericolo non sia mai la troppa intelligenza… è piuttosto il contrario: la mancanza di intelligenza o la sua chiusura».

A legacy for the future. Fr. Dumortier’s farewell greetings to the Gregoriana (by Paolo Pegoraro) – At the inauguration of the new academic year, Fr. Nuno da Silva Gonçalves, on behalf of the university community, thanked his predecessor Fr. FrançoisXavier Dumortier. He «inspired us with his example, his words, his demand and his awareness of what the world and the Church need [...] Fr. Dumortier’s legacy, because it is a legacy, it is part of our future». This “legacy” is clear in the new Gregoriana that Fr. Dumortier left us after two mandates of intensive work – renovated areas and facilities with new academic units and above all, a renewed awareness of its mission, encouraged to go further along the “intellectual mission”. The following are a few quotes from the farewell greetings to professors, non-teaching staff, and friends of the University, made in different moments. He underlined three different issues: teaching as a deep and creative way to think; collegiality as a way to make the university institution alive and lively; University as a frontier, a place where the mind is called to be always open to God and to what we still do not know. «The Gregoriana – concluded Fr. Dumortier – is part of my history; its mark is on my heart. I committed and dedicated myself completely to this really beautiful institution and mission. I strongly recommend… love the Gregoriana as Pope Paul VI said… safeguard this precious tool of the Church!».

51/2017

| 43


COMUNITÀ UNIVERSITARIA

Accoglienza e formazione per i laici a Roma di FILIPE DOMINGUES

Oltre ad essere una residenza internazionale per studenti laici, il “Lay Centre” offre ai suoi ospiti una vera esperienza di comunità cristiana, di dialogo ecumenico e interreligioso

44 |

51/2017

U

n’oasi situata nel cuore di Roma e aperta a studenti laici che sono alla ricerca di una vita in comunità e di un approfondimento spirituale. Così si potrebbe definire in poche parole The Lay Centre at Foyer Unitas, una residenza internazionale che da 30 anni accoglie ogni anno una ventina di studenti di varie nazionalità, età, religioni, istruzione, formazione. Uomini e donne che vogliono vivere con consapevolezza e impegno – e anche gioia – la propria missione di laici nella Chiesa e nel mondo. L’idea di un Collegio... per laici Collocato attualmente sul Celio, il colle che si affaccia sul Colosseo, il Lay Centre venne fondato nel 1986 da Donna Orsuto e Riekie van Velzen, in Piazza Navona. L’idea nacque dalla constatazione che i laici non avevano luoghi propri in cui vivere durante il corso di studi presso le Pontificie Università di Roma, come i numerosi Collegi per sacerdoti e religiosi. Occorreva creare una struttura adeguata e accogliente anche per i laici: un’idea semplice, ma inedita. Con l’aiuto di benefattori e sostenuto dal carisma dell’ecumenismo e dell’ospitalità ereditato dalle suore olandesi “Ladies of Bethany”, il Lay Centre prese forma. La missione del Centro è offrire un’opportunità di vita cristiana articolata su quattro livelli – spirituale, intellettuale, umano


Collegi

e pastorale – e orientata specificamente ai laici, accanto alla promozione del dialogo ecumenico e interreligioso. «Il Lay Centre sono soprattutto gli studenti. Vengono da numerosi Paesi e questo luogo diviene la loro casa a Roma: un luogo di preghiera, di studio, di dialogo, e di aiuto reciproco. La principale attività del Lay Centre è la comunità di studenti», spiega Donna Orsuto, direttrice dell’istituto e professoressa di Teologia spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana. Il Centro stimola inoltre i suoi membri a prendere parte attivamente alle iniziative di servizio per la società locale e i più bisognosi. Una comunità poggiata su tre “colonne” La prima e più fondante “colonna” del Lay Centre è costituita proprio dalla comunità di studenti, la cui preghiera ne costituisce la base insostituibile. Ogni mercoledì sera, la comunità si ritrova in cappella per la Messa. Quotidianamente, tutti sono invitati a unirsi in preghiera alla fine della giornata di lavoro e studio. E all’inizio di ogni anno accademico è previsto un ritiro per la comunità intera. La seconda colonna è costituita dai programmi internazionali di breve durata, promossi in collaborazione con Università che conducono i propri alumni a Roma perché abbiano una formazione sul campo, specificamente incentrata per lo più sulla Teologia e sulla Storia, attraverso le visite ai luoghi cristiani di Roma, lo studio diretto della fede e della liturgia. Questo pubblico eterogeneo, che va da gruppi di studenti a professori, direttori, rettori di università cattoliche, rafforza l’identità Cattolica del Centro. Tra gli ospiti, ad esempio, vi è la Association of Catholic Colleges and Universities (ACCU) che da ormai 12 anni prende parte ad un seminario annuale presso il Lay Centre. Alcuni programmi coinvolgono ospiti di altre religioni. Ogni anno, studenti musulmani del Centro per Studi Islamici dell’Università di Tübingen e del Cambridge Muslim College, per un totale

La missione del Centro è offrire “un’opportunità di vita cristiana e orientata specificamente ai laici, accanto alla promozione del dialogo ecumenico e interreligioso

Gli studenti del Lay Centre alla conclusione di un incontro con alcuni ambasciatori presso la Santa Sede. A sinistra: Preghiera mattutina durante il ritiro spirituale che apre l’anno accademico. Quest’anno è stato guidato da P. Felix Körner S.I. Foto HANSOL GOO

51/2017

| 45


COMUNITÀ UNIVERSITARIA

La prima e più fondante “colonna” del Lay Centre è costituita dalla comunità di studenti, la cui preghiera ne costituisce la base insostituibile

di più di 35 persone, partecipano qui a Roma ad una settimana di studio sul Cristianesimo. Sono accompagnati da Lejla Demiri, docente di Dottrina Islamica a Tübingen e originaria della Macedonia, che ha vissuto al Lay Centre ed ha studiato presso la Gregoriana per due anni e mezzo. «I corsi che ho seguito in Gregoriana hanno avuto più senso quando messi insieme ai principi della preghiera cristiana e dei servizi alla comunità vissuti al Lay Centre – ci racconta. – Adesso sono in grado di condividere quelle mie esperienze con i miei studenti». La terza colonna è formata dai corsi destinati alla comunità locale di Roma, rivolti soprattutto ai laici, e caratterizzati da momenti di preghiera e conferenze aperte al pubblico. Il programma più recente, iniziato nel febbraio 2017, si intitola “Accogliere lo straniero”. Si tratta di una serie di riflessioni che prendono avvio

Testimonianza \ Accademia che approfondisce i rapporti interpersonali

I

l Lay Centre è un luogo fantastico! Devo ringraziare per avermi concesso di far parte di questa splendida comunità. Infatti, entrando nel Lay Centre sembra di fare un giro attorno al mondo: è un’esperienza interculturale. Poi, tutti si sono impegnati per me nel migliore dei modi! Spero che questa comunità sia sempre così, e come dice un mio caro amico: “Io sono perché siamo”. Arrivando a Roma per studiare alla Gregoriana, inizialmente ero un poco preoccupato, anche perché l’università per me – sono iscritto al primo anno di Baccelierato in Storia e Beni Culturali della Chiesa – è un’esperienza del tutto nuova. Ma l’università mi ha accolto bene e mi è piaciuto molto il fatto che gli studenti più esperti e pre-

46 |

51/2017

senti da diversi anni si siano subito messi a disposizione. Penso che l’Università e il Lay Centre non possano presentarsi meglio se non con le parole del nostro Rettore: «Siamo quindi accademia, ma una accademia che approfondisce i rapporti interpersonali, in cui esiste la cura reciproca, l’attenzione all’altro; in cui ci avviciniamo e ci facciamo prossimi». GABRIELE CALISTA


da sei diversi approcci all’argomento: biblico, artistico, sociologico, ecumenico, interreligioso, comunicativo (nell’era digitale). Il Lay Centre è una residenza, ma non solo. È una comunità accademica, di formazione cristiana e dialogo di fede per i laici. In totale, studenti provenienti da 60 Paesi diversi hanno vissuto al Lay Centre negli ultimi 30 anni e si stima che più di dodicimila persone abbiano preso parte ai programmi locali e internazionali. «La necessità di nuovi leaders nel laicato è ormai assoluta», aggiunge la Orsuto. «I nuovi leaders di alto valore non emergeranno da soli, salvo rare eccezioni. Vi è un crescente riconoscimento che una comunità di sostegno continuo, spirituale e professionale, sia fondamentale per nutrire gli studenti laici». Uno spirito di accoglienza e ospitalità che «riguarda l’apertura nei nostri cuori e nelle nostre case verso l’altro. Riguarda le meraviglie che accadono quando c’è il vero incontro». La missione vissuta e incarnata dal Lay Centre fa parte, del resto, di un progetto più ampio della Chiesa. Come dice spesso Papa Francesco, il futuro della Chiesa esige già fin d’ora una partecipazione dei laici molto più attiva e questo «significa discernere e valorizzare sapientemente i molteplici doni che lo Spirito effonde sulla Chiesa», sulle sue donne e sui suoi uomini.

Testimonianza \ Un dialogo di vita e di apprendimento reciproco

È

stato un privilegio trascorrere lo scorso semestre al Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici all’Università Gregoriana, come borsista del Brenninkmeijer-Werhahn Fellowship, ed un onore diventare un membro della comunità del Lay Centre at Foyer Unitas, della quale ancora oggi mi sento parte, pur essendo tornata a Gerusalemme, dove mi sono addottorata in Archeologia alla Hebrew University. Gli aspetti pratici del “dialogo della vita” non mi erano certo estranei, ma questa è stata la mia prima occasione di studiare lo sviluppo della teologia a monte di alcuni di essi. Mi sono stati forniti strumenti che mi saranno utili per avere una migliore comprensione ed essere meglio preparata in futuri dibattiti tra Ebrei e Cristiani. Il Lay Centre mi ha offerto un’atmosfera confortevole, una vita sociale ed un posto che potessi chiamare casa. La comunità era composta da persone provenienti da diversi Paesi e da vari background religiosi (Cattolici, Ortodossi Orientali e un monaco Buddhista). Per fare un esempio, ho avuto l’opportunità di fare le ore piccole discutendo i princìpi dello Shabbat Ebraico. Questa atmosfera di apprendimento reciproco mi ha dato sia l’opportunità di condividere ciò in cui credo con persone che hanno una diversa formazione, sia quella di poter ascoltare i loro punti di vista e le loro prospettive. Vivere in una comunità unita per un lungo periodo di tempo incoraggia la creazione di forti legami d’amicizia. Imparare a conoscere l’altro, e me stessa attraverso di lui, mi ha sbalordita e sopraffatta. SHULAMIT MILLER

Welcome and the formation of lay students in Rome (by Filipe Domingues) – The Lay Centre at Foyer Unitas was founded in 1986 by Prof. Donna Orsuto, then a young lay student at the Gregorian University, and Riekie van Velzen, a Dutch woman married to an Italian. The idea was to create a structure to give lay students at Pontifical Universities in Rome a place to live. Not only that, but it was meant to be a place where Christian formation – spiritual, intellectual, human and pastor – is offered to lay students. The Lay Centre has also always promoted a dialogue of life with other Christians and with men and women from other religious backgrounds. «The essence of The Lay Centre are the students. They come from different countries and this place is their Roman “home”: a place where they can pray, study, and dialogue. The commuity members try to support one another during their time», says Donna Orsuto, director of the Centre and Professor of Spiritual Theology at the Gregorian. Also important for the centre are the short-term international programs and courses for the local Rome community. Some of the activities involve guests from other religions. Conferences and seminars, sponsored by the Lay Centre, are open to the general public. To learn more, see the website www.laycentre.org

A sinistra: Il Lay Centre forma al dialogo tra le fedi nella quotidianità: tra i suoi studenti, Philippos Demosthenous (greco-ortodosso, Cipro), Carlos Augusto Ferreira de Oliveira (cattolico, Brasile) e il monaco buddista Varasami (Myanmar).

51/2017

| 47


COMUNITÀ UNIVERSITARIA

Il teatro torna in Gregoriana di ANDREA D’AMICO

Il Laboratorio teatrale della Gregoriana, nato dall’iniziativa di alcuni studenti, offre diverse opportunità ai partecipanti. A fianco di una seria preparazione teatrale si amplia l’orizzonte culturale con momenti di condivisione, lavoro di gruppo e divertimento

La realizzazione dello spettacolo “Io c’ero” ha concluso il primo anno di attività del Laboratorio Teatrale. Foto CHRISTIAN GENNARI

48 |

51/2017

«B

envenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso...». Con questa espressione di Gigi Proietti vorrei raccontare l’esperienza del Laboratorio teatrale della Gregoriana. Nel dicembre 2015 chiesi all’Ufficio Relazioni Studenti se, tra le tante altre belle e interessanti attività già avviate nell’Università, ve ne fosse una dedicata al teatro. Altri in passato avevano espresso quest’esigenza, facendo fermentare in silenzio il terreno favorevole per la proposta di un laboratorio teatrale. E così, tra inchieste di corridoio e chiacchiere in aula, è maturato il progetto per un’attività quasi connaturale alla Gregoriana, poiché il teatro gesuita fu strumento educativo e formativo di grande efficacia nel Collegio Romano. Incoraggiati e sostenuti dalle autorità accademiche, nella persona del già Vice Rettore Amministrativo P. Vincenzo D’Adamo S.I., a cui va il nostro più sentito ringraziamento, abbiamo iniziato così questa nuova avventura. L’idea di un laboratorio teatrale coniuga la passione di studenti che hanno già svolto attività di questo genere con l’interesse di chi non ha mai recitato, ma che desidera conoscere quest’arte. Il laboratorio teatrale della Gregoriana vuole offrire agli studenti un’opportunità culturale che sia anche svago, divertimento, momento d’integrazione tra studenti di nazionalità diversa, e per questo si vuole offrire una seria preparazione ad hoc a coloro che vogliono calcare una scena per la prima volta, con corsi di di-


Studenti

zione, recitazione e mimica. L’arte del teatro è spesso adottata anche in campo psicologico per i suoi aspetti terapeutici. Aristotele introdusse il concetto di catarsi per esprimere il peculiare effetto che il dramma greco aveva sui suoi spettatori. Grazie al teatro si può esternare anche il più recondito dei sentimenti, e tirar fuori altri talenti che Dio ha dato. Non tutti hanno voluto mettersi alla prova a fine anno con la recitazione, ma tutti hanno collaborato – mettendo a disposizione tempo ed esperienza – alla realizzazione di scenografie, costumi, gestione delle luci e del suono, e di quanto sia necessario in questo genere di attività. Lo spazio d’azione vuole essere ampio, senza preferire un genere teatrale all’altro: dalla commedia ai drammi, dai musical al teatro classico... ovviamente considerando i gusti dei partecipanti e la necessaria sensibilità morale. La maggior parte del gruppo è formata da attori per diletto, ragion per cui l’Università ci ha dotati di una figura professionale in grado di trasmettere una formazione teatrale, per quanto l’attività del laboratorio rimanga un’attività prettamente studentesca e senza pretese accademiche. Il primo anno si è concluso con la realizzazione dello spettacolo Io c’ero. Voce di voci sotto la croce, un testo di Michele Casella, composto da monologhi dei personaggi che ruotarono attorno alla Passione di Cristo. Grazie alla bravura del regista Hervé Ducroux, che ha adattato l’opera, è stato possibile allestire con pochi mesi di prove uno spettacolo di grande impatto. Ventidue studenti, laici e religiosi, siamo stati i “pionieri” che, con trepidazione, hanno realizzato questo spettacolo a conclusione dello scorso anno accademico. Anche quest’anno siamo pronti a ripartire. Venti studenti hanno espresso il desiderio di far parte del laboratorio teatrale, e in poche settimane sono emerse nuove idee da realizzare (per informazioni sul corso scrivere a: teatro@unigre.it). Come dice Gigi Proietti «niente è falso», perché dietro le quinte ci sono persone vere, che credono in questa forma d’arte, e che hanno speso il loro tempo in ore d’impegno, alleviando la stanchezza con la consapevolezza dell’aumento del bagaglio culturale e la gioia e il piacere di stare con amici e, perché no, anche divertirsi. Federico Garcia Lorca scriveva che «il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana», ed è in questo che ci siamo impegnati: a rendere vere, presenti e visibili le voci che sarebbe rimaste silenziose dentro un libro.

Theatre comes back to the Gregoriana (by Andrea D’Amico) – The creation of a theatre workshop at the Gregorian University by a group of students has been immensely successful. The need for this initiative was very strongly felt need and, thanks also to the support of the former Administrative Vice Rector, Fr. Vincenzo D’Adamo S.I., it became a reality last academic year. It is open to both students with previous acting experience as well as complete beginners and, even though the University provided a professional to train the actors and direct the plays, the activity is completely student-based. This workshop is not only a great cultural opportunity, but also a way for students coming from different parts of the world to socialize, share common goals and enjoy themselves. At the end of the academic year, with only a few months of rehearsal, the theatre group staged Io c’ero. Voce di voci sotto la croce, by Michele Casella. Those who did not act, helped with the stage setting making it a joint effort of the whole group.

L’idea di un laboratorio teatrale coniuga la passione di chi ha già svolto questa attività con l’interesse di chi non ha mai recitato

51/2017

| 49


COMUNITÀ UNIVERSITARIA

Il Beato Giovanni Fausti, S.I. ex-alunno della Gregoriana a cura della REDAZIONE

S

Profondo conoscitore dell’Islam, P. Giovanni Fausti (1899-1946) fu martirizzato in Albania dal regime comunista

50 |

51/2017

abato 5 novembre nella cattedrale di Santo Stefano in Scutari (Albania), si è svolto il rito di beatificazione di 38 martiri, tra i quali il gesuita P. Giovanni Fausti (1899-1946), precursore del dialogo islamo-cristiano. Nato a Brozzo di Marcheno nel 1899, Fausti era entrato giovanissimo nel seminario interdiocesano di Brescia, divenendo amico, tra gli altri, di Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI. Dopo aver compiuto il baccellierato nella Facoltà teologica dell’Italia Meridionale, venne a Roma presso il Collegio SS. Ambrogio e Carlo per studiare nella Facoltà di Teologia della nostra Università dal 1920 al 1923, dove concluse la licenza e il dottorato. Nel 1923 era già professore di filosofia nel Seminario di Brescia e nel 1924 entrò nella Compagnia di Gesù a Gorizia. Cinque anni dopo fu inviato a Scutari come professore di filosofia presso il Seminario affidato ai Gesuiti. Rientrò poi in Italia, ma nell’estate del 1942 tornò in Albania per assumere l’incarico di Rettore del Seminario di Scutari e dell’annesso Collegio Saveriano. Nel 1943 si spostò a Tirana dove fu impegnato ad assistere gli italiani e gli albanesi, cristiani e musulmani, coinvolti nella Seconda Guerra Mondiale. Nel 1945 venne nominato vice provinciale dei Gesuiti in Albania. Aveva studiato approfonditamente l’Islam proprio per avviare un dialogo serio tra le comunità e per questo scopo aveva fondato la Lega “Amici Oriente Islamico”; sono stati di recente riediti i suoi articoli sul tema comparsi su La Civiltà Cattolica (Islam e Cristianesimo. Riflessioni di un testimone, Ancora 2016). In seguito al ritiro dei tedeschi alla fine del 1944, i partigiani comunisti conquistarono il potere e ben presto, dagli iniziali soprusi nei confronti dei cattolici si arrivò alla persecuzione. Arrestato il 31 dicembre 1945, fu condannato a morte il 22 febbraio dell’anno successivo e fucilato il 4 marzo, dietro il cimitero di Scutari.


SOSTIEN E ICI ANCHE TU wh hy s p perché

S PPORT US SU

Dal 1551 promuoviamo l’ecccellenza e la leadership nel campo dell’insegnamento e della ricerca a £ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ǯȱ ȱ ȱ ȱ ę ȱ ¥ȱ ȱ ȱ ȱ £ ȱ Ĵ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ǰȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ǯȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ¥ȱ ȱ ȱ ǰȱ ȱ ȱ ¡Ȭ ȱ ȱ ¥ȱ ȱ ȱ ȱ £ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ě ȱ ȱ £ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ¥ǯ Wee have been promoting excellence an nd leadership in teaching as well as research at the service of thhe Church and the ȱ ȱŗśśŗǯȱ ȱ ę ȱ ȱ ¢Ȃ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ě ȱ ȱ ȱ ¢ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ Ȃȱ ǯȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ¢ȱ ȱ ¢ȱ ǰȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ě ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ȱ ǯ

Ricercca e Inse egnamento

Borse e di stu udio

Biblio oteca e Arch hivio

ȱ ȱ ȱ

ȱ

Manutenzione

ȱ ȱ ȱ

ȱ

ȱ ȱ

ȱ

ȱ

ȱ

Research and Te eaching

Librarry and d Archive A

Schollarships ǰȱ

ȱ ȱ ȱ

ȱ

ȱ

ȱ

ȱ

ȱ ȱ

Mainttenance

ȱ ȱ

ȱ

ȱ ¢ȱ

gregorrianfoundation.org ǻ ȱȬȱ ȱ ȱȬȱ Ǽ

h

ę ȱ ǰȱ ȱ ȱȃ £ ȄȊ ȱ ǰȱ DZȱȃ Ȅ ę ȱ ¥ȱ ȱȊ Banca Popolare p Etica Iban: IT74 I050 1803 2000 2 0000 0118 079 Ȋȱ ȱ DZȱ Ř ŞŚ ȱ Ĵ ȱ ȱ Ȃ Ȭ DZȱdonazioni@unigre.it


Foto PAOLO PEGORARO

COMUNITÀ UNIVERSITARIA

In ricordo Ángel Damboriena Echabide, S.I. Echalar (Spagna), 3 marzo 1919 Loyola (Spagna), 9 dicembre 2016

P. Damboriena entrò nella Compagnia di Gesù nel 1936 e fu ordinato sacerdote il 18 giugno 1952. Conseguì la Licenza in Filosofia presso la Universidad Javeriana di Bogotà e la Licenza in Teologia alla Loyola University di Chicago. Fu Prefetto Spirituale al Collegio San José de Mérida in Venezuela, a Caracas insegnò Psicologia Generale al Collegio San Ignacio e discipline umanistiche e marxismo all’Universidad Católica Andrés Bello. Nella nostra Università insegnò Sociologia dell’America Latina.

52 |

51/2017

Nel 1960 fu nominato Direttore della Facultad de Humanidades y Educación all’Universidad Católica Andrés Bello, dove fu anche Superiore della Comunità e Vice Rettore Amministrativo. Nel 1962 fu Rettore del Collegio San Ignacio di Caracas. Fu quindi inviato a Roma, dove ricoprì, per 29 anni, il ruolo di Economo dell’Università Gregoriana. Per 10 anni fu Economo dell’Unione dei Superiori Generali. Tornò in Spagna, a Loyola, nel 2009.

Peter-Hans Kolvenbach, S.I. Druten (Paesi Bassi), 30 novembre 1928 Beirut (Libano), 26 novembre 2016

P. Kolvenbach fu Superiore Generale della Compagnia di Gesù e Vice Gran Cancelliere della Pontificia Università Gregoriana dal 1983 al 2008. Entrò in noviziato nel 1948 e, dopo aver concluso gli studi filosofici all’Istituto Berchmans di Nimega nel 1958, fu inviato in Libano dove proseguì gli studi. All’Université de Saint Joseph di Beirut studiò Teologia; si dedicò anche allo studio dell’arabo e si specializzò in lingua e letteratura armena e proseguì i suoi studi filologici e linguistici sia a Beirut che a Parigi. Fu ordinato sacerdote nel 1961, e il 15 agosto 1969 emise la professione solenne. Dopo qualche anno di insegnamento all’Université de Saint-Joseph (Beirut) fu nominato, nel 1974, Vice Provinciale della Provincia medioorientale della Compagnia di Gesù


In ricordo

e, nel 1981 giunse a Roma per assumere l’incarico di Rettore del Pontificio Istituto Orientale. Il 13 settembre 1983 fu eletto Superiore Generale della Compagnia di Gesù, ruolo che mantenne fino al 14 gennaio 2008, quando la Congregazione accettò la sua rinuncia. Rientrò quindi nella sua Provincia dedicandosi agli studi a lui cari.

P. Navone è stato un prolifico autore di libri e articoli, che gli valsero riconoscimenti internazionali. Si dedicò allo sviluppo della teologia narrativa, alla teologia e alla spiritualità della bellezza, al lavoro di Bernard Lonergan, suo maestro ed anche collega presso la Gregoriana. Tra le sue opere ricordiamo Triumph Through Failure: a Theology of the Cross (1984) e Toward a Theology of Beauty (1996).

John Navone, S.I. Seattle (U.S.A.), 19 ottobre 1930 Spokane (U.S.A.), 25 dicembre 2016

P. Navone entrò nella Compagnia di Gesù il 14 agosto 1949, e fu ordinato sacerdote il 16 giugno 1962. Dopo aver conseguito il Master of Arts in Filosofia alla Gonzaga University di Spokane, nel 1959 si trasferì a Toronto dove studiò Teologia al Regis College. Nel 1963 si iscrisse alla Facoltà di Teologia della Gregoriana dove conseguì il Dottorato nel 1966. L’anno seguente iniziò il suo insegnamento presso l’Istituto di Scienze Religiose della Gregoriana come Docente di Teologia Fondamentale. Divenne Professore Aggiunto nel 1973 e Professore Proprio nel 1976. Nel 1977 iniziò la sua attività di docenza nell’Istituto di Spiritualità, del quale divenne Professore Ordinario nel 1985.

Sergio Bernal Restrepo, S.I. Medellín (Colombia), 28 agosto 1933 Bogotà (Colombia), 27 gennaio 2017

P. Bernal entrò nella Compagnia di Gesù nel 1953 e fu ordinato sacerdote il 18 luglio 1964. Dopo aver conseguito la licenza in Filosofia e Lettere presso la Pontificia Universidad Javeriana di Bogotà, nel 1959 arrivò a Roma e si iscrisse alla Pontificia Università Gregoriana, dove conseguì la Licenza in Scienze Sociali nel 1961 e la Licenza in Teologia nel 1965. Dal 1967 al 1969 e dal 1971 al 1974 insegnò Sociologia e Dottrina Sociale della Chiesa presso il Centro de Estudios Superiores para el Desarrollo a Medellín; ottenne il Master in Sociologia alla Brown University di Providence

«Come albero piantato lungo il fiume egli darà frutto a suo tempo, le sue foglie non appassiranno: riuscirà in tutti i suoi progetti» (Salmo 1,3)

(U.S.A) nel 1971. Dal 1976 al 1980 fu Rettore del Colegio San Luis Gonzaga a Manizales (Colombia); a partire dal 1983 insegnò alla Pontificia Universidad Javeriana di Bogotà, dove fu anche Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione e, contemporaneamente, ricoprì il ruolo di Membro del Consiglio Nazionale per l’Educazione Superiore del Ministero Colombiano dell’Educazione. Tornato a Roma per conseguire il Dottorato presso la Facoltà di Scienze Sociali della Gregoriana, ne divenne in seguito Decano nel 1986. Fu membro del Comitato Scientifico dell’Institut International Jacques Maritain dal 1992 e, dal 1994, Consultore del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Lasciò l’Università Gregoriana nel 2006 per assumere l’incarico di Decano del Medio Universitario de la Facultad de Medicina della Pontificia Universidad Javeriana; fu membro del Comité de Investigación y Ética de la Facultad de Medicina della stessa Università e dello Hospital Universitario San Ignacio.

«Era incominciato con una foglia colta nel vento ed era poi diventato un albero e l’albero era cresciuto protendendo innumerevoli rami e allungando le più incredibili radici» (J.R.R. Tolkien, “Foglia” di Niggle)

51/2017

| 53


PUBBLICAZIONI

Archivum Historiae Pontificiae si rinnova di ROBERTO REGOLI Direttore

L’ampliamento alle fonti monumentali per studiare e raccontare la storia del Papato, è uno dei maggiori cambiamenti avvenuto in Archivum Historiae Pontificiae. In occasione del rilancio della rivista si è proceduto a un adeguamento agli standard scientifici internazionali e a un rinnovo del comitato scientifico. La struttura originaria della rivista si arricchisce di una nuova sezione monografica

N

el 1963 il gesuita Pedro de Leturia, primo decano della Facoltà di Storia Ecclesiastica della Pontificia Università Gregoriana, avviava il progetto della rivista Archivum Historiae Pontificiae per occuparsi esclusivamente e in modo specifico della storia del Papato e dei Pontefici, ritenuta di grande importanza per la conoscenza della storia generale. I Beni Culturali come fonti monumentali. Oggi la rivista, edita dalla successiva Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa, apre il proprio orizzonte agli studi sui Beni Culturali della Chiesa come contributo alla storia del Papato. Essendo espressione di una Facoltà che non si occupa più solamente di Storia Ecclesiastica, ma pure di Beni Culturali della Chiesa, Archivum Historiae Pontificiae si è aperta sistematicamente a questo campo come fonte di storia del Papato, secondo la vera interdisciplinarità, che non è mera giustapposizione delle discipline, ma costruzione di un discorso storico a partire anche dalle fonti monumentali. Standard scientifici internazionali. Archivum Historiae Pontificiae si è inoltre adeguata agli standard scientifici internazionali. Come si può

54 |

51/2017


Riviste

apprendere dalla pagina web (www.unigre.it/AHP/), si è dotata di un Comitato scientifico internazionale, che è punto di confluenza di diverse generazioni e sensibilità di storici del Papato. È da sottolineare il virtuosismo delle sinergie che si vogliono mettere in campo dalla Gregoriana. È proprio vicino all’appuntamento del numero 50 della rivista che l’Università ha voluto ribadire il suo investimento accademico e finanziario nei riguardi di Archivum Historiae Pontificiae, coinvolgendo pure un più nutrito corpo di suoi docenti nella redazione. Double-blind peer review. La rivista ha una periodicità annuale ed è aperta ai contributi scientifici dei professori, dei ricercatori e degli studiosi della Facoltà e delle altre istituzioni accademiche internazionali. Per poter essere pubblicati, gli articoli devono superare il vaglio della double-blind peer review (ossia sottoposti alla revisione di due referee anonimi, scelti tra gli studiosi maggiormente competenti in campo internazionale, per i soggetti specifici degli articoli da esaminare). Struttura della rivista. Fin dal primo numero, Archivum assunse una struttura ben precisa che ha sempre mantenuto, articolandosi nelle seguenti sezioni:

- Articuli. Studi su questioni specifiche di storia pontificia o edizioni critiche di documenti inediti. - Notae. Descrizioni e commenti approfonditi sulle più recenti ricerche nell’ambito pontificio. - Recensiones. Descrizioni e commenti di pubblicazioni e mostre riguardanti la storia pontificia. - Bibliographia. Elenco bibliografico di monografie, saggi, studi, edizioni di testi e articoli editi nell’anno, pertinenti alla storia del Papato e dei Pontefici, raccolti e ordinati secondo le epoche, i pontificati e le tematiche. - Opera ad Redactionem missa. Pubblicazioni pervenute alla Redazione, inviate dalle Case editrici.

Changes in Archivum Historiae Pontificiae (by Roberto Regoli, Director Archivum Historiae Pontificiae) – The first Dean of the Faculty of Ecclesiastical History at the Pontifical Gregorian University, Fr. Pedro de Leturia, founded the journal Archivum Historiae Pontificiae in 1963. The aim of Archivum was to deal specifically and exclusively with the history of Papacy and of the Popes, considered very important to understand general history. Since then, the Faculty of Ecclesiastical History has become the Faculty of History and Cultural Heritage of the Church and this has led to the opening of Archivum to the field of cultural heritage as another source for the history of Papacy, developing an interdisciplinary approach. The compliance to the international scientific standards means that now there is an International Scientific Board and the numbers of professors of the Gregorian University involved has also been increased. The traditional structure of the journal has been maintained, with the addition of a monographic section about the in-depth study of selected issues, debated during conferences organized with the Faculty of History and Cultural Heritage of the Church.

La rivista rinnovata mantiene la sezione miscellanea di articoli, ma a partire dai prossimi numeri si dota di una sezione monografica di approfondimento, frutto delle giornate di studio organizzate insieme alla Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa, quali la recente giornata dedicata al pontificato di papa Leone III.

Un comitato scientifico internazionale

G

iovanna Capitelli (Università della Calabria); Philippe Chenaux (Pontificia Università Lateranense); Andrea Ciampani (Libera Università Maria Santissima Assunta - LUMSA); Simon Ditchfield (University of York); Letizia Ermini Pani (em. Sapienza, Università di Roma); Massimo Carlo Giannini (Università degli Studi di Teramo); Andreas Gottsmann (Österreichische Historische Institut Rom); Ingo Herklotz (Kunstgeschichtliches Institut, Philipps Universität Marburg); Marek Inglot (Pontificia Università

Gregoriana); Armand Jamme (CIHAM, CNRS, Lione); Peter Lampe (Universität Heidelberg); José Pedro de Matos Paiva (Universidade de Coimbra); Sergio Pagano (Archivio Segreto Vaticano); Olivier Poncet (École nationale des chartes); Emanuela Prinzivalli (Sapienza, Università di Roma); Ernst Tremp (em. Universität Freiburg - CH); Maria Antonietta Visceglia (Sapienza, Università di Roma).

51/2017

| 55


PUBBLICAZIONI

Stella Morra Dio non si stanca. La misericordia come forma ecclesiale Bologna, EDB, 2015, pp. 144 Presentato in Gregoriana il 17 febbraio 2016 con P. Ghislain Lafont, osb (Professore emerito di Teologia Fondamentale) e Stefano Biancu (Docente di Etica all’Università di Ginevra). Moderatore: Marco Ronconi. Video dell’incontro su youtube.com/UniGregoriana

P

arlare di misericordia porta con sé il rischio della riduzione a una comprensione del tema puramente spirituale, interiore, morale, quasi si trattasse di un generico atteggiamento di bontà un po’ ingenua. Il volume si propone, al contrario, di mostrare come la misericordia sia, nel solco del magistero di papa Francesco, una categoria profondamente significativa e operativa dal punto di vista teologico e di immagine e forma della Chiesa. Una categoria che impone ripensamenti strutturali oltre che personali e che può essere la linea guida della riforma della Chiesa e della vita cristiana che molti si augurano. Prefazione - Ghislain Lafont, osb

Jan Mikrut (ed.) La Chiesa cattolica e il Comunismo in Europa centro-orientale e in Unione Sovietica Verona, Gabrielli Editore (Storia della Chiesa in Europa centro-orientale), 2016, pp. 797 Presentato in Gregoriana il 21 aprile 2016 con P. François-Xavier Dumortier S.I. (Rettore della Pontificia Università Gregoriana), S.E. Mons. Cyril Vasiľ S.I. (Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali), Prof.ssa Rita Tolomeo (Sapienza Università di Roma). Moderatore: P. Nuno da Silva Gonçalves S.I. (Decano della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa). Partecipazione musicale del Coro del Pontificio Collegio “Pio Romeno” di Roma. Video dell’incontro su youtube.com/UniGregoriana

I

l volume esamina la travagliata storia dei paesi governati dai regimi comunisti con una particolare attenzione alla storia della Chiesa Cattolica, che subì persecuzioni notevoli a causa della sua struttura sovranazionale, dipendente dalla Santa Sede. Varia ed articolata nei contenuti, fornita di bibliografia accurata ed estesa, l’opera inaugura una nuova Collana scientifica, dedicata alla Storia della Chiesa cattolica nei paesi dell’Europa centro-orientale, all’epoca dei regimi comunisti. Contributi - Joseph Ritho Mwaniki, Antonio Cascone, Jan Mikrut, Peter Olexák, Peter Šturák, Jan Mikrut, Tomo Vukšić, Jure Krišto, Tamara Griesser-Pečar, Albert Warso, Imre Tempfli, Sergiu Soica, Adam Somorjai, Roman Dzwonkowski, Andris Priede, Irena Vaišvilaitė, Roman Dzwonkowski, Petru Ciobanu, Włodzimierz Osadczy, Natalia Rykowska. Prefazione - Card. Miloslav Vlk

Roberto Regoli Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI Torino, Lindau (I Leoni), 2016, pp. 496 Presentato in Gregoriana il 20 maggio 2016 con Nuno da Silva Gonçalves S.I. (Decano della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa), S.E.R. Mons. Georg Gänswein (Prefetto della Casa Pontificia), Andrea Riccardi (Storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio). Moderatore: Paolo Rodari (Vaticanista de «La Repubblica»).

L

a figura di Benedetto XVI è stata oggetto di dibattito da parte di ampi settori del mondo cattolico e dell’opinione pubblica, sia durante il suo pontificato sia in seguito alla rinuncia all’esercizio attivo del ministero petrino (11 febbraio 2013). Rispetto all’ampia letteratura esistente sul tema, l’opera – lungi dal voler essere una biografia di Joseph Ratzinger – intende offrire al lettore una prima visione d’insieme della storia del suo operato come papa e nello stesso tempo suggerisce alcune chiavi interpretative per meglio illuminare il presente e il futuro del cattolicesimo contemporaneo. Il difficile compito che Benedetto XVI si è assunto è stato quello di portare a compimento molte intuizioni maturate in seno alla Chiesa cattolica a partire dal Concilio Vaticano II, sistematizzandole con precisione in un pensiero organico, capace di interloquire con le istanze più avvertite della cultura contemporanea.

56 |

51/2017


Presentazioni

Jacquineau Azetsop (ed.) HIV and Aids in Africa: Christian Reflection, Public Health, Social Transformation New York, Orbis, 2016, pp. 424 Presentato in Gregoriana il 17 novembre 2016 con P. James Corkery S.I. (Facoltà di Teologia, Gregoriana) e P. Filomeno Jacob S.I. (Facoltà di Scienze Sociali, Gregoriana).

T

his comprehensive look by African scholars at the HIV/AIDS pandemic in Africa features contributions from noted scholars from across the continent, offering analysis from theological, sociological, ecclesiological, and public health perspectives. It is a valuable resource for social analysis and theological reflection from an African perspective, something badly needed for theologians and academics alike. Contributors - Festo Mkenda, Laurenti Magesa, Lado Tonlieu Ludovic, Albert Ngengi Mundele, Jacquineau Azetsop, Philippe Denis, Joseph Healey, Jean Paul René Ondoua Omgba, Conrad A. Folifack D., Wilfrid F. Okambawa, Caroline N. Mbonu, Priscille Djomhoué, Dossou Davy, Eugène Didier Goussikindey, Ignace Ndongala Maduku, Odomaro Mubangizi, Nyambura J. Njoroge, Peter Kanyandago, Teresia Hinga, Anthony Egan, Ezra Chitando, Elias Kifon Bongmba, Elochukwu Uzukwu, Susan Rakoczy, Stuart C. Bate, Edwina Ward, Bernard Tondé, Evelyn Namakula Mayanja, Fabien Yedo, Ted Rogers, Leonard Chiti, Lisa Sowle Cahill and James F. Keenan. Presentation - M. Shawn Copeland Lydia Salviucci Insolera (ed.) Immagini e Arte Sacra nel Concilio di Trento. “Per istruire, ricordare, meditare e trarne frutto” (Atti del convegno per il 450° anniversario del decreto sulle immagini, Roma, Pontificia Università Gregoriana 2-3 dicembre 2013) Roma, Artemide, 2016, pp. 255 Presentato in Gregoriana il 22 novembre 2016 con Laura Magnani (Università degli Studi di Genova) e Antonio Paolucci (Direttore dei Musei Vaticani). Moderatore: P. Marek Inglot, S.I. (Decano della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa).

I

l 3 dicembre 1563 il Concilio di Trento codifica il decreto sul significato sacro di immagine cristiana: avvenimento di grande rilevanza, che segna una tappa fondamentale per la genesi e per lo sviluppo dell’arte cristiana successiva. Il convegno (cfr. La Gregoriana n. 46, pp. 18-19) ha voluto approfondire il significato teologico dell’immagine sacra in relazione al decreto conciliare tridentino, che trae ispirazione da quello basilare del concilio di Nicea II. Contributi - François Boespflug, Michelina Tenace, Alessandra Bartolomei Romagnoli, Paolo Prodi, Paul Oberholzer S.I., Lydia Salviucci Insolera, Roberto Pancheri, Cristina Mandosi, Anna Eleanor Signorini, Luigi Mezzadri CM, Cristiana Bigari. Saluto - Nuno da Silva Gonçalves S.I. Presentazione - Bernard Ardura O.Praem.

Samuele Sangalli (ed.) A Changing Humanity. Fast-paced living as a new model of being Roma, Gregorian & Biblical Press, 2016, pp. 312 Presentato in Gregoriana il 5 dicembre 2016 con P. Nuno da Silva Gonçalves, S.I. (Rettore della Pontificia Università Gregoriana) e la Dott.ssa Caroline Kanter (Direttrice della Fondazione Konrad Adenauer). Hanno risposto alle domande degli studenti della Scuola Sinderesi: Dr. Hermann Kues (già Sottosegretario parlamentare presso il Ministero Federale per la Famiglia, gli Anziani, le Donne e la Gioventù; Membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Konrad Adenauer), Sen. Emma Fattorini (Senatrice della Repubblica), S.Em. Card. Leonardo Sandri (Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali). Video dell’incontro su youtube.com/UniGregoriana

T

he “Sinderesi School” dedicated his annual research (2015-2016) to investigate “fast-paced living a new model of being.” In fact, humanity has passed from a slow and static world to a fast and interconnected way of living. This change has consequences in dealing with space and time, in shaping a culture, in regulating daily work and, most of all, in searching for the meaning of human existence. Lectures - Samuele Sangalli, John Loughlin, Alberto Rocca Workshops - Under the supervision of Caroline Kanter, Silke Schmitt, Flavio Pace, Paolo Messa, Natale Forlani, Roberto Cipriani Foreword - Nuno da Silva Gonçalves S.I. Afterword - Caroline Kanter

51/2017

| 57


PUBBLICAZIONI

I quaderni di Gregorianum e Periodica de Re Canonica I primi due quaderni di Gregorianum (97/1-2) sono stati dedicati all’attualità teologica di P. Henri de Lubac (1896-1991), a centoventi anni dalla nascita, con interventi di Begasse De Dhaem, Lemaire, Aparicio Valls, Neufeld, Sutton, Fédou, Decaux, Guerriero e Vitali. Il quaderno 97/3 ha dedicato la sezione monografica al concilio Vaticano II in relazione alla teologia morale, mentre il quaderno 97/4 ha raccolto gli Atti del convegno «L’esperienza religiosa cristiana del vedere e dell’udire. Per un’arte contemporanea». Di Periodica de Re Canonica è uscito il quaderno 105/1-2 che contente, tra l’altro, gli atti del conferimento del Dottorato Honoris Causa dell’Università di Salamanca a P. Gianfranco Ghirlanda e la sua lectio magistralis su inculturazione del Vangelo e inculturazione del diritto ecclesiale.

Pubblicazioni

Il quaderno 105/3 contiene alcuni contributi sul motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e dedica ampio spazio alla presentazione del rescritto del Santo Padre che istituisce un Collegio, all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede, per l’esame dei ricorsi di ecclesiastici per i delicta graviora. Nel quaderno 105/4 si segnala un’ampia riflessione di P. Ghirlanda sulla possibilità di pensare nuovi ministeri istituiti da conferire ai laici, un contributo di P. Yuji Sugawara sulla gestione dei beni temporali della parrocchia e alcune osservazioni del Card. Péter Erdo sulla nuova regolamentazione del processo matrimoniale.

Paolo Benanti

Roland Meynet

La condizione tecno-umana Domande di senso nell’era della tecnologia

Il Vangelo di Marco

Bologna, EDB (Nuovi Saggi Teologici), 2016, pp.152

Roma, Gregorian & Biblical Press (Retorica Biblica e Semitica), 2016, pp. 592

Giorgia Salatiello

Louis Caruana (ed.)

Fede, religione e filosofia. Filosofia cristiana della religione e fede di donne e uomini

L’inizio e la fine dell’universo. Orientamenti scientifici, filosofici e teologici

Roma, Gregorian & Biblical Press, 2016, pp. 164

(Ispirato al convegno interdisciplinare di ricerca in due giornate: 11 novembre 2013 - 31 marzo 2014. Edizione riveduta e aumentata). Roma, Gregorian & Biblical Press, 2016, pp. 176

Lydia Salviucci Insolera (con E. Sapori ) San Camillo de Lellis e i suoi amici. Ordini religiosi e arte tra Rinascimento e Barocco (Atti del convegno per il IV centenario della morte di san Camillo de Lellis, Roma, Casa Generalizia dei Ministri degli Infermi 22-23 ottobre 2013) Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2016, pp. 306

58 |

51/2017


Libri

Nicolas Steeves

Carthage Constantinople and Roma. Imperial and Papal Interventions in the life of the Church in Byzantine Africa (533-688)

Grâce à l’imagination: intégrer l’imagination en théologie fondamentale

Roma, Gregorian & Biblical Press (Miscellanea Historiae Pontificiae), 2016, pp. 194

Paris, Les Éditions du Cerf (Cogitatio Fidei), 2016, pp. 454

Nuria Calduch-Benages

Miguel Ramon Fuentes

Perdonar las injurias

The concept of function in molecular biology. A theoretical framework and a case study

Madrid, Publicaciones Claretianas (Colección Obras de Misericordia), 2016, pp. 64

Roma, Gregorian & Biblical Press (Analecta Gregoriana), 2016, pp. 430

Michael Paul Gallagher

Linus Kujur

Into Extra Times. Living through the final stages of cancer and jottings along the way

Encounter between the Christian and the Urāon “Rites of Passage”

London, Darton, Longman & Todd, 2016, pp. 144

Ranchi, Xavier Publications, 2016, pp. 199

Michael P. Maier

Roland Meynet

Völkerwallfahrt im Jesajabuch. Mit einem Geleitwort von George Y. Kohler

Les psaumes del montées

Berlin, Walter de Gruyter, 2016, pp. 630

Pubblicazioni

Stanislaw Adamiak

Leuven - Paris - Bristol, Peeters (Rhetorica Biblica et Semitica), 2017, pp. 592

Henryk Pietras

Ferenc Patsch

Council of Nicaea (325). Religious and Political Context, Documents, Commentaries

Hermeneutika. A filozófia jövoje és a jövo teológiája I

Roma, Gregorian & Biblical Press, 2016, pp. 246

Budapest, Jezsuita Kiadó, 2016, pp. 391

Tibor Bartók Un interprète et une interprétation de l’identité Jésuite. Le Pere Louis Lallemant et sa Doctrine spirituelle au carrefour de l’histoire, de l’analyse institutionnelle et de la pensée d’auteurs jésuites antérieurs et contemporains Roma, Gregorian & Biblical Press, 2016, pp. 864

51/2017

| 59


Tesi difese Tra il 1° febbraio e il 31 luglio 2016, sono state difese le seguenti Tesi di Dottorato.

TEOLOGIA

KIZEWSKI, Justin James God-Talk: The Patristic Patrimony of Medieval Analogy in Theology [CAROLA, 9671]

AZIKE, Gerald Chibueze The People of God Image in Lumen Gentium: a Theological Renewal of Institutional Ecclesiology and its Implication for Igbo Christians of Nigeria [HENN, 9692]

KOZÁK, Marek La lotta interiore dell’uomo. Uno studio esegetico-teologico di Gal 5,16-26 e Rm 7,14-25 [BRODEUR, 9695]

BATUAFE-NGOLE, François “Il nous convient d’accomplir toute Justice” (Mt 3,15). Une approche pragmatique du procès dialogique entre Jésus et Jean-Baptiste dans l’évangile de Matthieu [GRILLI, 9697]

MALAFFO, Alberto Il presbiterato nei documenti del concilio Vaticano II e la sua recezione nei pontificati di Paolo VI e di Giovanni Paolo II: discontinuità e fedeltà del magistero post-conciliare [VITALI, 9677]

BOATSWAIN, Jason The influence of the Trinitarian theology of St. Victor up to the 21st Century [BONANNI, 9685]

BRIESE, Llane Beaux Walking the Path of Service. An Exegetical-Theological Study of Gal 5,13-18 and 2Cor 4,1-6 [BRODEUR, 9691]

MANIPARAMBAN, Sr Sayujya New Commandment: God’s Seal on Divine-Human Communion. An ExegeticalTheological Study of Jn 13:31-35 [LOPEZ BARRIO, 9687]

a cura della SEGRETERIA ACCADEMICA

RAHAL, Abdou Les Deux Arbres du Paradis dans la tradition syriaque des premiers siècles: Les Odes de Salomon, les Actes de Thomas, Aphraate et le Liber Graduum [MORRISON, 9682]

SOTTANA, Virgilio Nell’unitá dello Spirito Santo. Il “Terzo” della Trinità in Hans Urs von Balthasar: profilo epistemologico, ermeneutico e sistematico [MARTINELLI, 9684]

SZÖLLÖSI, Tibor La successione apostolica e la funzione dell’“episkopé” negli scritti dei primi tre secoli. L’interpretazione di J. Zizioulas a confronto con le letture di F. Sullivan e W. Pannenberg [HENN, 9703]

ZAMORA GUZMÁN, Gustavo Enrique La ministerialidad al servicio de la Iglesia. Un estudio exegético-teológico de 1Cor 12,27-31a y Ef 4,7-16 [BRODEUR, 9702]

MEURER, Gilson No sinal do Pão. Significado e função da Sectio Panis (6,6b- 8,26) no Evangelho de Marcos [GRILLI, 9707]

DIRITTO CANONICO

CHAVES REIS, Fernando Cesar Analisi di 1 Re 18,20 - 40: sacrificio, guerra e “pasqua”. Studio narrativo della disputa di Elia sul monte Carmelo [DUBOVSKY, 9700]

MILORD, Mallebranche La définition dogmatique de Chalcédoine dans la christologie de Jean Galot [CAPIZZI, 9694]

FERNÁNDEZ SAN ROMÁN, José La admision al matrimonio de los que notoriamente abandonaron la fe y de los censurados. [KOWAL, 9680]

FRACKOWIAK, Jan L’ira di Dio secondo San Tommaso d’Aquino e Hans Urs von Balthasar e nell’esperienza mistica di Santa Faustina Kowalska [KOWALCZYK, 9681]

OKOLI, Ignatius The Motif of “Search” in the Song of Songs: An Intertextual Study on Gender Relationship with Reference to Gen 1-3 [BARBIERO, 9696]

GATINOIS, Laurent Ad portum aeternae felicitatis. La fonction de l’Ascension du Christ dans la théologie de l’histoire de saint Bonaventure de Bagnoregio [BEGASSE DE DHAEM, 9678]

OLSZANOWSKI, Piotr The Dialogue of Faith, Reason and Conscience in John Henry Newman’s Quest for Moral Truth [YÁÑEZ, 9706]

60 |

51/2017

GONZÁLEZ SIAS, Pedro Pablo Valoración de las pruebas en el proceso penal canónico [ASTIGUETA, 9724]

JUCHNO, Miroslaw La dispensa dalla doppia sentenza conforme fino alla riforma del 2015. Studio storico-giuridico [KOWAL, 9693]


Tesi difese

KOUDOUGOU, David Stabilité et limite du temps dans la nomination du curé ad certum tempus (can. 522) [SUGAWARA, 9725]

CARUSO, Rosario Padre Giorgio Guzzetta C.O. e la fondazione del Seminario Greco-Albanese di Palermo (1734-1764) [LOVISON, 9683]

SENE, Pascal Etude psychosociale de la dynamique de l’aumône dans la situation des enfants des rues au Sénégal. Le contexte de la ville de Kaolack [PREPARATA, 9712]

LOHSE, Edward Mark Restricting the right of the faithful to enter a church for divine worship: Law and jurisprudence [GEISINGER, 9675]

DANE LOKANDO, Richard Le Saint-Siège et l’Etat Indépendant du Congo (1885-1908). L’organisation des Missions catholiques entre profits, conflits et compromis [GONZALEZ FERNANDEZ, 9689]

SPIRITUALITÀ

RAKOTOARILALA, Louis Martin Engagement des clercs à maintenir la paix et la concorde dans la justice selon le canon 287 § 1 dans la perspective de l’exhortation apostolique «Africae Munus» [GHIRLANDA, 9710]

FILOSOFIA AKAMONYE, Felix Okechukwu The Integration of Justice and Development: The Dialectics of Freedom, Recognition and Restoration in the Capability Approach of Amartya Sen and the Philosophy of Ubuntu [VILA-CHÃ, 9705]

GOBBI, Nicola Intenzionalità e coscienza nell’agire spontaneo: simulazioni mentali, consapevolezza motoria e risistemazione cognitiva. Raffronto tra John R. Searle e la motor cognition [AULETTA, 9688]

JOHN, Lindo The Concept of a Triune God in the Philosophy of Richard Swinburne [ROJKA, 9690]

JULIEN, Jaovory Bachelard, savoir scientifique et imagination créatrice [GILBERT, 9674]

STORIA E BENI CULTURALI DELLA CHIESA AVELLANEDA TORRES, John Alexander La labor de los delegados apostólicos en la organización de la Iglesia en Colombia tras el restablecimiento de las relaciones diplomáticas con la Santa Sede, a la luz de los archivos vaticanos (1882-1916) [MIKRUT, 9672]

MECHERRY CHERIAN, Antony Francis Ros S.J. and the method of accommodation among the Christians of St. Thomas in Malabar (1584-1624) [MENDONÇA, 9704]

MENDOZA TINOCO, Israel Historia del culto a San Juan Diego en las fuentes documentales, de tradición oral, arqueológicas y orográficas y artisticas en Cuautitlán siglos XVII-XIX [LOVISON, 9670]

OSE, Takashi Il fiore cattolico nel giardino dei crisantemi. L’Ammiraglio Stefano Yamamoto Shinjirô (1877-1942). Un laico cattolico, militare, diplomatico e ciambellano dell’Imperatore giapponese [GONZALEZ FERNANDEZ, 9701]

WÓJCIK, Pawel Sebastian Il governo e la Chiesa in Polonia di fronte alla diplomazia vaticana (1945-1978) [MIKRUT, 9698]

MISSIOLOGIA

DOMINIK, Waclaw “To be a missionary from the bottom of my heart”. The charism and the spirituality ad gentes of the Society of African Missions [MICHAEL, 9715]

GRAJEDA FLORES, Walter Edgard La Paternidad Espiritual en San Juan María Vianney. Análisis de la fecundidad pastoral de su ministerio sacerdotal Diocesano [GONZÁLEZ MAGAÑA, 9679]

LENGE MUKWENYE, Desiré Christ Sagesse Personnifiée. De la sagesse salomonique à la spiritualité biblique sapientiale. Lecture exégéticospirituelle des attributs de la sagesse dans Sag 7,22b-23 [PIERI, 9720]

NICOARA, George-Marius Autobiografia come spiritualità. L’esperienza spirituale di Ignazio di Loyola e di Teresa d’Avila secondo i loro scritti autobiografici: “Hechos del Padre Ignacio” e “Libro de la vida de la Madre Teresa” [GARCIA MATEO, 9699]

RIEG, Rubens Teologia espiritual e fenomenologia: a contribuição de Juan de Dios Martín Velasco para o método da teologia espiritual [ZAS FRIZ DE COL, 9709]

DASAIYAN, Jose Paths of Evangelization in the SyroMalankara Catholic Church with special reference to the Eparchy of Marthandam: Towards an application of the Vatican and Post-Vatican Conciliar proposals [LOBO, 9713]

WALCZAK, Jakub Christian Life as Spousal Hospitality. An implicit Theme in the Writings of St. John of the Cross [ORSUTO, 9673]

SCIENZE SOCIALI

PSICOLOGIA

NWEKE, Paulinus Chukwudi The Role of Institutional Design in the Regulation of Ethnic Conflicts in Nigeria: A Case Study of the Jos Conflict (2001-2012) [SORICE, 9668]

WOJCIK, Zbigniew La libertà e l’educazione alla libertà in Romano Guardini e Luigi Rulla. Studio analitico-sintetico [HEALY, 9686]

51/2017

| 61


INFORMAZIONE

Informazione NOMINE IN GREGORIANA

Rev. P. Marek Inglot S.I., Decano della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa a decorrere dal 1° settembre e per un triennio.

Nel corso del periodo compreso tra il 15 marzo e il 22 novembre 2016, vi sono state alcune nomine relative ai professori e docenti della nostra Università, delle quali desideriamo dare conto.

Rev. P. Fernando de la Iglesia Viguiristi S.I, Professore Straordinario nella Facoltà di Scienze Sociali.

Prof. Michael Fuss, Professore Emerito. Rev. P. Bryan Rajit Lobo S.I., Professore Straordinario nella Facoltà di Missiologia. Rev. P. Henryk Pietras S.I., Direttore della Rivista Gregorianum a partire dal 1° dicembre 2016 e per un triennio.

Dott. Ottavio Bucarelli, Pro-Direttore del Dipartimento di Beni Culturali della Chiesa nella Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa a decorrere dal 1° settembre 2016 e per un triennio. Rev. P. Hans Zollner S.I., Vice Rettore Accademico.

Rev. P. Gerard Whelan S.I., Professore Straordinario nella Facoltà di Teologia. Rev. P. Jacquineau Azetsop S.I., Decano della Facoltà di Scienze Sociali a decorrere dal 28 giugno e per un triennio. Rev. P. Filomeno Jacob S.I., Delegato del Rettore per l’Ufficio “Borse di studio”, a decorrere dal 1° luglio 2016 e per un triennio. Rev. P. Paul Oberholzer S.I., Consultore della Rivista Ignaziana a decorrere dalla data del 1° luglio 2016 e per un biennio.

Rev. P. Lino Dan S.I., Vice Rettore Amministrativo, con decorrenza dal 1° gennaio 2017.

Nomine ex alunni NOMINE CARDINALIZIE

e la Vita. Studente nella Facoltà di Filosofia dall’a.a. 1974/75 al 1975/76.

Nel corso del Concistoro del 19 novembre 2016, il Santo Padre Francesco ha creato Cardinali:

S.E.R. Mons. Maurice Piat, Arcivescovo di Port-Louis (Isola Maurizio). Studente nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1968/69 al 1971/72.

S.E.R. Mons. Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria, studente nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 1976/77 al 1979/80.

Rev. Michael P. Maier, Professore Straordinario della Facoltà di Teologia.

S.E.R. Mons. Carlo Aguiar Retes, Arcivescovo di Tlalnepantla (Messico), studente nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1991/92 al 1992/93.

a cura della SEGRETERIA GENERALE

dente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 2000/2001 al 2004/2005. Rev. Luiz Carlos Dias, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di São Paulo (Brasile). Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Filosofia dall’a.a. 2002/2003 al 2006/2007. Rev. Désinord Jean, Vescovo della Diocesi di Hinche (Haïti). Studente nei cicli di Baccellierato e Licenza nella Facoltà di Scienze Sociali dall’a.a. 1999/2000 al 2001/2002.

S.E.R. Mons. Blase Cupich, Arcivescovo di Chicago (U.S.A.), studente nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1971/72 al 1974/75.

NOMINE EPISCOPALI

S.E.R. Mons. Jozef De Kesel, Arcivescovo di Malines-Bruxelles (Belgio), studente nella Facoltà di Filosofia e di Teologia dall’a.a. 1968/69 al 1973/74.

Nel periodo compreso tra il 15 marzo e il 22 novembre 2016, il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovi i seguenti ex alunni

Rev. Paul Mason, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Southwark (Inghilterra). Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Teologia e di Licenza nella Facoltà Filosofia dall’a.a. 1992/1993 al 1997/1998.

S.E.R. Mons. Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia

Rev. Anaclet Mwumvaneza, Vescovo della Diocesi di Nyundo (Rwanda). Stu-

Rev. P. Edgar Xavier Ertl, S.A.C., Vescovo della Diocesi di Palmas-Francisco Beltrão

62 |

51/2017


Nomine

(Brasile). Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 2000/2001 al 2002/2003. Rev. Nelson Jair Cardona Ramírez, Vescovo della Diocesi di San José del Guaviare (Colombia). Studente nel ciclo di Licenza nell’Istituto di Spiritualità dall’a.a. 1996/1997 al 1997/1998.

di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1997/1998 al 2001/2002. Rev. Mons. Anthony Randazzo, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Sydney (Australia). Studente nei cicli di Licenza e di Diploma in Giurisprudenza dall’a.a. 1998/ 1999 al 2000/2001 e di Dottorato dall’a.a. 2006/2007 al 2011/2012 nella Facoltà di Diritto Canonico.

Rev. Mons. Sylvain Bataille, Vescovo della Diocesi di Saint-Etienne (Francia). Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1986/1987 al 1987/1988 e Rettore del Pontificio Seminario Francese di Roma dal 2009 al 2014.

Rev. José Libardo Garcés Monsalve, Vescovo della Diocesi di Málaga-Soatá (Colombia). Studente nei cicli di Baccellierato, di Licenza e di Dottorato nell’Istituto di Psicologia dall’a.a. 1998/1999 al 2003/2004.

Rev. Mons. Jose Elmer Imas Mangalinao, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Lingayen-Dagupan (Filippine). Studente nel ciclo di Licenza nell’Istituto di Spiritualità dall’a.a. 1993/1994 al 1994/1995.

Rev. Mons. Thibault Verny, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Parigi (Francia). Studente nei cicli di Baccellierato e di Licenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1994/1995 al 1998/1999.

Rev. Gianmarco Busca, Vescovo della Diocesi di Mantova (Italia). Studente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1994/1995 al 1998/1999.

Rev. Jorge H. Rodríguez-Novelo, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Denver (U.S.A.). Studente nei cicli di Baccellierato nella Facoltà di Filosofia e di Licenza e Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1980/1981 fino al 1983/1984 e dall’a.a. 1987/1988 al 1990/1991.

Rev. Mons. Tomislav Rogić, Vescovo della Diocesi di Šibenik (Croazia). Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1993/1994 al 1995/1996. Rev. Robert P. Reed, Vescovo Ausiliare della Arcidiocesi di Boston (U.S.A.). Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1981/1982 al 1984/1985. Rev. Marek Forgáč, Vescovo Ausiliare della Arcidiocesi di Košice (Slovacchia). Studente nei cicli di Baccellierato e Licenza nell’Istituto di Psicologia dall’a.a. 2004/2005 al 2006/2007. Rev. Didier Berthet, Vescovo della Diocesi di Saint- Dié (Francia). Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Filosofia, di Baccellierato nella Facoltà di Teologia e di Licenza nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 1987/1988 al 1992/1993. Rev. Emmanuel Gobilliard, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Lione (Francia). Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1993/1994 al 1995/1996. Rev. Joseph Naffah, Vescovo di Curia di Antiochia dei Maroniti. Studente nel ciclo

Rev. Mons. Robert Milner Coerver, Vescovo della Diocesi di Lubbock (U.S.A.). Studente nel ciclo di Licenza nell’Istituto di Spiritualità dall’a.a. 1979/1980 al 1980/1981. Rev. Canonico Lodewijk Aerts, Vescovo della Diocesi di Brugge (Belgio). Studente nel ciclo di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1984/1985 al 1988/1989. Rev. Alberto S. Uy, Vescovo della Diocesi di Tagbilaran (Filippine). Studente nel ciclo di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 2002/2003 al 2008/2009. Rev. Mons. Giuseppe Giuliano, Vescovo della Diocesi di Lucera-Troia (Italia), studente nei cicli di Baccellierato nella Facoltà di Filosofia e di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1976/1977 al 1984/1985. Rev. Marc Pelchat, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Québec (Canada). Studente nel ciclo di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1982/1983 al 1985/ 1986.

Rev. P. Socrates Mesiona M.S.P., Vicario Apostolico di Puerto Princesa (Filippine). Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Missiologia dall’a.a. 1994/1995 al 1995/1996. Rev. Wellington de Queiroz Vieira, Vescovo Prelato della Prelatura territoriale di Cristalândia (Brasile). Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Filosofia dall’a.a. 1991/1992 al 1992/1993.

ALTRE NOMINE S.E. Mons. Ruy Rendón Leal, Arcivescovo Metropolita della Arcidiocesi di Hermosillo (Messico). Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1992/1993 al 1994/1995. S.E. Mons. Paulo Cezar Costa, Vescovo della Diocesi di São Carlos (Brasile). Studente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1996/1997 al 2000/2001. S.E. Mons. Michael Jude Byrnes, Arcivescovo Coadiutore con facoltà speciali di Agaña (Guam), nelle Isole del Pacifico. Studente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1999/2000 al 2003/2004. S.E. Mons. Paul D. Etienne, Arcivescovo Metropolita della Arcidiocesi di Anchorage (U.S.A.). Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1988/1989 fino al 1990/1991 e nel ciclo di Licenza nell’Istituto di Spiritualità dall’a.a. 1991/1992 al 1994/1995. S.E. Mons. Robert Herman Flock, Vescovo della Diocesi di San Ignacio de Velasco (Bolivia). Studente nei cicli di Baccellierato e di Licenza nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1978/1979 al 1982/ 1983.

ALTRI INCARICHI Rev. Mons. Paul Fitzpatrick Russel, Nunzio Apostolico in Turchia e Turkmenistan, elevato alla Sede titolare di Novi con dignità di Arcivescovo. Studente nei cicli di Licenza nella Facoltà di Teologia e di Licenza e Dottorato nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 1993/1994 al 1997/ 1998.

51/2017

| 63


NOMINE

Rev. Mons. Francisco Escalante Molina, Nunzio Apostolico nella Repubblica del Congo, elevato alla Sede titolare di Graziana con dignità di Arcivescovo. Studente Ospite nella Facoltà di Teologia nell’a.a. 1994/1995. S.E. Mons. Blase J. Cupich, Membro della Congregazione per i Vescovi. Arcivescovo Metropolita della Arcidiocesi di Chicago (U.S.A.), studente nei cicli di Baccellierato e di Diploma in Teologia Pastorale nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1971/1972 al 1974/1975. Rev. P. Ulrich Rhode S.I., Consultore della Congregazione per l’Educazione Cattolica per un quinquennio. S.E.R. Card. Leonardo Sandri, Membro della Segreteria per la Comunicazione. Già studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 1970/ 1971 all’a.a. 1972/1973. S.E.R. Mons. Gintaras Grusas, Membro della Segreteria per la Comunicazione. Studente Ospite nella Facoltà di Teologia nell’a.a. 1990/1991. S.E.R. Mons. Ginés Ramón García Beltrán, Membro della Segreteria per la Comunicazione. Studente nel ciclo di Licenza nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 1984/1985 all’a.a. 1987/1988. S.E.R. Mons. Nuno Brás da Silva Martins, Membro della Segreteria per la Comunicazione. Studente nel ciclo di Dottorato nella Facoltà di Teologia e nel ciclo di Diploma in Comunicazioni Sociali dall’a.a. 1990/1991 all’a.a. 1991/1992 e Docente Incaricato presso il CICS dall’a.a. 1999/2000 all’a.a. 2004/2005. Dott.ssa Leticia Soberón Mainero, Membro della Segreteria per la Comuni-

64 |

51/2017

cazione. Studentessa nel ciclo di Dottorato nella Facoltà di Scienze Sociali dall’a.a. 2003/2004 all’a.a. 2007/2008.

Rev.da Nuria Calduch-Benages, Membro della Commissione di studio sul Diaconato delle Donne.

Rev. P. Franco Imoda S.I., Presidente dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università Ecclesiastiche (AVEPRO). Professore Emerito dell’Istituto di Psicologia e già Rettore dell’Università.

Prof.ssa Michelina Tenace, Membro della Commissione di studio sul Diaconato delle Donne.

Dott. Riccardo Cinquegrani f.f., Direttore dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università Ecclesiastiche (AVEPRO). Già Docente Incaricato nella Facoltà di Scienze Sociali e già studente nel ciclo di Dottorato nella stessa Facoltà dall’a.a. 2000/2001 al 2002/2003. Rev. P. Friedrich Bechina F.S.O., Membro del Consiglio Direttivo dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università Ecclesiastiche (AVEPRO). Studente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1991/1992 al 1995/1996. Rev. Roberto Repole, Membro del Consiglio Direttivo dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università Ecclesiastiche (AVEPRO). Studente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1996/1997 al 2000/2001. Rev. P. Janez Mihelčič S.I., Amministratore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis dell’Amministrazione Apostolica del Kyrgystan. Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Filosofia dall’a.a. 1963/ 1964 al 1965/1966. S.E.R. Mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer S.I., Presidente della Commissione di studio sul Diaconato delle Donne.

Rev. Mons. Pierangelo Sequeri, Preside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per Studi su Matrimonio e Famiglia di Roma. Studente nel ciclo di Dottorato nella Facoltà di Teologia dall’a.a. 1969/ 1970 al 1970/1971. S.E. Mons. Kevin Joseph Farrel, Prefetto del nuovo Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Studente nel ciclo di Baccellierato nella Facoltà di Filosofia dall’a.a. 1974/1975 al 1975/1976. Rev.da Luigia Coccia, Madre Generale dell’Istituto Suore Missionarie Comboniane (Pie Madri della Nigrizia). Studentessa nel ciclo di Diploma di Cultura Superiore Religiosa nell’Istituto di Scienze Religiose dall’a.a. 1994/1995 al 1995/ 1996 e nei cicli di Baccellierato e di Licenza nell’Istituto di Psicologia dall’a.a. 2008/2009 al 2011/2012. S.E. Mons. Saad Sirop, Visitatore Apostolico per i fedeli Caldei in Europa. Studente nei cicli di Licenza e di Dottorato nella Facoltà di Filosofia dall’a.a. 2001/ 2002 al 2002/2003 e dall’a.a. 2006/ 2007 al 2008/2009. Rev. Mons. Francesco Viscome, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana. Studente nei cicli di Baccellierato nelle Facoltà di Filosofia e di Teologia e di Licenza e Dottorato nella Facoltà di Diritto Canonico dall’a.a. 1986/1987 al 1995/ 1996.


STUDIA ARE

ALLA GREGORIA ANA

Un’esperienza di studio o unica

STUDYING G

AT THE GREGO ORIAN

A unnique student experiience

Facoltà di Te eologia www..unigre unig e.it/Teeologia/

Istituto di Spiritualità www..unigre g e.it/Spiritu /Sp ualità/

Facoltà di d Diritto Canonico www w.unigr w. unigree.it/Dirc e it/Dirccan/

Istitu uto di Psicologia www...unigre www .unigre.it/Psicologia/

Centtro San Pietro Favre per i Formatori al Sa acerdozio e alla Vita Consacrata www..unigre g e.it/CFC/

Facoltà di d Filosofia ZZZ Z XQLJUHH LW ) )LORVR¿D

Facoltà làd di Storia S i e Beni Culturali C della Chiesa www..unigr www . .unigre e.it/Storia/

Centtro “Cardinal Bea” per g gli Studi Giudaici www..unigre ig e.it/Bea/ i /B

Centtro per la Protezione e dei Minori www..unigre g e.it/CCP/ /CC /

Facoltà di d Missiolog gia www w..unigree.it/Missiologia /M a/

Centro Studi d Interrelig l io osi della a Gregoriana www..unigre g e.it/Interreeligious/ e g

Facoltà di d Scienze Sociali www w..unigre.it/Scienze-soc e ciali/

Centtro Fede e Cultura “A A Alber to Hurtado” www..unigre g e.it/Hurtaddo/

Cen ntro di Spiritualità Ign naziana www..unigre g e.it/CSI/ /CSI/


Pontificia Universitas Gregoriana Piazza della Pilotta, 4 00187 Roma (Italy) Tel. +39 06 6701.1 Fax +39 06 6701.5419

www.unigre.it

Ad M aiorem D ei G loriam

ISSN 2283-3110

1551 - 2017


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.