Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali. Rapporto Brundtland, 1987
1. PREMESSA
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2. LE UNIVERSITÀ E LA SOSTENIBILITÀ
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3. LA NOSTRA IDEA DI SOSTENIBILITÀ
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4. UNITRENTO: PRIMO PIANO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
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5. ROAD MAP
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6. EMISSIONI, ENERGIA E RISORSE NATURALI
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7. EDIFICI E PROCEDURE
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8. CULTURA E INSEGNAMENTO
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9. SALUTE E BENESSERE
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1. PREMESSA Lo sviluppo sostenibile negli ultimi anni sta avendo un’importanza crescente tanto da rappresentare un principio chiave e cardine sia per le politiche nazionali che per quelle europee; il tema della sostenibilità ambientale è ritornato in maniera prepotente nelle agende, politiche e non, dei principali decisori. A dicembre 2015 l’Unione europea ha adottato una serie di misure per promuovere la cosiddetta economia circolare, ovvero un’economia che, attraverso l’utilizzo più intelligente e sostenibile delle risorse, assicuri la crescita sostenibile dell’EU. Un’economia, quella cui tende il provvedimento, in cui, superato il modello “prendi, trasforma, usa e getta” riconosca che “le risorse sono preziose e vanno conservate, sfruttandone al massimo il potenziale valore economico. L’economia circolare si prefigge di ridurre i rifiuti e proteggere l’ambiente, ma presuppone anche una profonda trasformazione del modo in cui funziona la nostra intera economia1”. Tale intervento segue il cosiddetto “Piano 20 20 20” (dicembre 2008) che vede i propri pilastri nel: • ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra; • portare al 20% il risparmio energetico; • aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili.
-20% 1
-20%
Vicepresidente Frans Timmermans, responsabile per lo Sviluppo sostenibile
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Il predetto programma è stato poi riconfermato nel febbraio 2011 allungando l’orizzonte obiettivo al 2050 cui si guarda per conseguire una riduzione delle emissioni di gas serra dell’80-95% (baseline: 1990). Già nel 2007 il Consiglio Europeo2 aveva individuato 5 settori attraverso i quali conseguire i risparmi: • Un’azione sui trasporti • L’introduzione di requisiti minimi nelle apparecchiature energetiche • La sensibilizzazione verso comportamenti virtuosi in tema di consumi • Un maggior ricorso a tecnologia e innovazione • Una maggiore attenzione all’efficienza nell’edilizia Il recente accordo3 approvato dalla conferenza ONU di Parigi sul clima ha rinnovato l’impegno transnazionale a sostegno di un’economia sostenibile, riconfermando l’allarme per i cambiamenti climatici in atto. Nell’accordo si riconosce, tra l’altro, il ruolo strategico dell’educazione4, della formazione e della comunicazione ambientale nelle politiche di lotta al cambiamento climatico. Fondamentale è inoltre l’impegno finanziario che la Commissione europea5 ha destinato a sostegno della “transizione verso un’economia più circolare”: 650 milioni di euro provenienti dal programma Horizon 2020 e 5,5 milioni di euro da fondi strutturali che, nell’intenzione, dovranno permettere di ripensare i processi produttivi e stimolare un utilizzo responsabile delle risorse naturali. A livello italiano la transizione verso l’economia circolare poggerà su due importanti provvedimenti: • un “Green Act” che fornirà utili strumenti per promuovere la creazione di lavori verdi, per decarbonizzare l’economia e promuovere l’uso efficiente e sostenibile delle risorse, in un contesto di incentivi fiscali e finanziari a sostegno dei vari obiettivi; • il cosiddetto “collegato ambientale alla legge di stabilità 2016”6, già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che ha l’obiettivo di rinforzare il valore strategico della green economy attraverso un sistema integrato di misure specifiche, tra cui: obbligatorietà del ricorso a materiali riciclati per gli approvvigionamenti delle Pubbliche Amministrazioni; modifiche al codice degli appalti al fine di agevolare imprese green; fondi dedicati per il sostegno di progetti di mobilità sostenibile e istituzione della figura del mobility manager scolastico al fine di limitare il traffico delle aree urbane; incentivi per incrementare la raccolta differenziata e definizione di “costi standard”; istituzione del marchio “Made Green in Italy”.
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Seduta del 9 marzo 2007 12 Dicembre 2015 Art. 12 dell’accordo L’anello mancante - Piano d’azione dell’Unione europea per l’economia circolare (2 dicembre 2015) Legge 28 dicembre 2015, n. 221 recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.” (GU Serie Generale n.13 del 18-1-2016)
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2. LE UNIVERSITÀ E LA SOSTENIBILITÀ Vi è sempre più un bisogno, formale ma ora anche sostanziale, di impegnarsi nello sviluppo sostenibile. In questo contesto le università, attraverso le strategie e la missione nel campo dell’educazione e della ricerca rappresentano i più importanti disseminatori e attivatori. L’assunto che il contributo delle Università “a un’istruzione accessibile a tutti deve basarsi sul principio dello sviluppo sostenibile [...]”7 è stato condiviso a livello europeo fin dal 2005. Il settore dell’educazione ha una responsabilità verso la società rispetto alle tematiche della sostenibilità. Le università rappresentano, infatti, il contesto ideale per esplorare e adottare i principi di un agire sostenibile, inglobando le competenze e la capacità di anticipare i cambiamenti, adottare soluzioni innovative e di renderle operative per la collettività. Il concetto di sostenibilità ha tre differenti dimensioni: sociale, economico ed ambientale. Mentre sui primi due aspetti il mondo universitario italiano sembra presentare esperienze ormai consolidate e diffuse, l’aspetto ambientale rimane un ambito che non è ancora ben radicato. La tendenza a livello internazionale è invece differente: esistono esperienze ormai consolidate e decennali di Atenei che hanno riconosciuto e fatta proprio una mission di sostenibilità: Harvard, MIT, Berkely, ma anche le più vicine realtà della Freie Universität di Berlino e dell’ETH di Zurigo, per citarne alcuni, hanno fatto della sostenibilità un elemento importante di successo e di reputazione/ riconoscibilità. La letteratura considera ormai le università “small city” rispetto all’impatto che le attività (didattiche, ricerca, ricreative,..) del campus hanno sull’ambiente e sulla società. Basti pensare che anche UniTrento, con una community di oltre 15.000 individui tra studenti, docenti ricercatori e personale, rappresenterebbe il sesto comune per popolazione e si collocherebbe tra i 30 più estesi della Provincia come superficie coperta8 (considerando l’area compresa tra i 3 poli universitari). Se prendiamo l’assioma secondo cui l’aumento delle sustainability performance incrementa il PIL, emerso da una recente ricerca9 i vantaggi per una “città-università” sostenibile sono chiari.
3 POLI UNIVERSITARI +15.000 PERSONE 7
Comunicato della Conferenza dei Ministri Europei Responsabili dell’Istruzione Superiore, Bergen, 19-20 maggio 2005 – “L’Area Europea dell’Istruzione Superiore – Conseguire gli Obiettivi” 8 http://www.tuttitalia.it/trentino-alto-adige/provincia-autonoma-di-trento/88-comuni/superficie/ 9 http://www.reputationinstitute.com/
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3. LA NOSTRA IDEA DI SOSTENIBILITÀ La nostra Università nasce con una forte vocazione territoriale. Fin dall’origine, infatti, il legame con la comunità locale - intesa sia come territorio che come stakeholders − è stato elemento fondamentale per lo sviluppo dell’Ateneo. Negli anni poi i confini di riferimento si sono ampliati, permettendo di guardare necessariamente all’estero. L’attuale piano strategico di Ateneo (2014/2016) per la prima volta parla espressamente di sostenibilità con l’intento di: 1. incorporare nella comunità universitaria i principi di responsabilità sociale, sostenibilità ambientale, uguaglianza, inclusione e diversità; 2. attuare politiche e strategie che incorporino la responsabilità sociale e la sostenibilità ambientale; 3. incorporare l’attenzione verso la responsabilità sociale e la sostenibilità ambientale nelle politiche e strategie d’Ateneo, nelle procedure e nei curricula. All’interno delle azioni specifiche in materia di ricerca (par. 4.1) lo “Sviluppo sostenibile: ambiente, territorio e risorse naturali (4.1.1.4)” si qualifica tra le Azioni per grandi aree tematiche. Il codice etico, adottato nel 2014, individua inoltre nella “Tutela dell’ambiente e sicurezza e dignità dei luoghi di lavoro” uno dei dieci valori etici che considera fondamentali; tutela dell’ambiente che assume il significato di “[...] riconoscere il valore primario delle risorse naturali ed operare scelte conformi al principio della sostenibilità ambientale”. L’Ateneo ha ideato anche UniTrento Sostenibile, quale contenitore e attivatore di iniziative finalizzate alla sostenibilità. Questo strumento si propone di riunire e dare visibilità a tutte le azioni organizzate dall’Ateneo in tema di sostenibilità ambientale, coinvolgendo l’intera community universitaria, a supporto di quanto riportato all’interno di questo piano. Da questi elementi si vuole partire per declinare in maniera più completa le azioni strategiche dell’Ateneo rispetto alla dimensione della sostenibilità ambientale. Crediamo innanzitutto che la sostenibilità dipenda dall’intera comunità universitaria: dal personale docente e ricercatore, impegnati nella ricerca e nel fornire conoscenza agli studenti che rappresentano i primi portatori di innovazione e di cambiamento; dal personale tecnico amministrativo che contribuisce a gestire l’attività dell’organizzazione. L’impegno di pochi porterà a risultati parziali; il coinvolgimento di molti sarà fondamentale per consolidare una reale coscienza sostenibile. L’idea, quindi, che “il team siamo tutti noi” rappresenta il primo elemento che caratterizza la nostra idea di sostenibilità.
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Riconosciamo inoltre negli studenti i principali “agenti di cambiamento” cui indirizzare i nostri sforzi. Sono loro, grazie alla creatività, alla capacità di coinvolgimento e alla convinzione che niente è impossibile, che possono aumentare l’efficacia delle azioni che saranno poste in essere da UniTrento. È in loro, nel loro presente da studenti e nel loro futuro inserito nelle istituzioni della società che giace la principale sfida per l’Ateneo. Educare gli studenti alla sostenibilità è un elemento decisivo per contribuire all’educazione della società civile, preparando nel miglior modo le generazioni future. Riteniamo, inoltre, che l’essere sostenibili implichi due differenti livelli di azione/ responsabilità: 1. agire in modo da ridurre l’impatto negativo sull’ambiente delle varie scelte/decisioni; 2. fare in modo che le scelte possano avere un impatto positivo sull’ambiente. Il primo necessariamente apre scenari di sviluppo per il secondo, che rappresenta un approccio più maturo e olistico, cui dobbiamo a regime tendere. È nostro obiettivo integrare i principi di sostenibilità all’interno delle prestazioni e delle strutture di UniTrento, facendo della sostenibilità un elemento presente in ogni ambito dell’Ateneo - ricerca, didattica e amministrazione - al fine di favorirne l’integrazione nel territorio locale, e un elemento qualificante la reputazione - nazionale ed internazionale - dell’Ateneo. Su tali assunti si basa la nostra idea di Ateneo sostenibile, ovvero: • un Ateneo che assume i criteri ambientali come elemento di decisione, attribuendo all’impatto ambientale la stessa significatività di quello sociale ed economico; • un Ateneo che aspira ad applicare la sostenibilità ambientale come valore intrinseco del proprio agire e delle scelte strategiche, trasversalmente sui vari ambiti di interesse: ricerca, didattica e amministrazione; • un Ateneo, quello cui ambiamo, che non può sottovalutare gli effetti delle proprie decisioni nel medio/lungo periodo e sulla società, attuale e futura.
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4. UNITRENTO: PRIMO PIANO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE L’approccio alla sostenibilità ambientale di UniTrento conosce due chiari limiti: • conta attualmente su iniziative circoscritte che, pur efficaci e meritevoli, non hanno un’ampiezza di Ateneo; • fa leva sulla sensibilità dei singoli, senza che la sostenibilità sia un elemento trasversale sui vari ambiti di interesse e di azione di UniTrento. Tali criticità sono peraltro tipiche di ogni organizzazione che non ha ancora una storia sostenibile consolidata. L’analisi generale (SWOT) dell’Ateneo che è stata condotta ha prodotto la seguente fotografia che ha guidato le scelte sviluppate all’interno del documento: PUNTI DI FORZA • • • •
Policy gestione rifiuti Policy green public procurement per beni di consumo e durevoli Policy servizi di pulizia sostenibili (green cleaning) Presenza di un referente accademico con delega rettorale in materia di sostenibilità ambientale • La quasi totalità del patrimonio immobiliare è di proprietà o concesso in comodato dalla Provincia Autonoma di Trento con orizzonte temporale di lungo periodo (20 anni minimo) • Tutti gli edifici sono sottoposti a manutenzione ordinaria e straordinaria costante oltre che essere nuovi o recentemente riqualificati (oltre il 60% della superficie attuale è stato consegnato negli ultimi 10 anni) • Sono presenti in Ateneo gruppi di ricerca e competenze nelle materie della sostenibilità PUNTI DI DEBOLEZZA • Mancanza di un ufficio dedicato alla sostenibilità • Carente coinvolgimento degli stakeholder su piano sostenibilità • L’educazione e la cultura della sostenibilità non sono ancora parte integrale dei curricula universitari • Mancanza di un cruscotto direzionale a supporto delle scelte “sostenibili” • Scarsa conoscenza della community rispetto alla sostenibilità ambientale OPPORTUNITÀ • Sistema di monitoraggio e contabilizzazione automatica dei consumi in fase di iniziale implementazione • Ottenimento di certificazioni di sostenibilità ambientale su alcuni edifici • Maggior coinvolgimento degli studenti • Costituzione ufficio dedicato alla sostenibilità • Valorizzazione di UniTrento Sostenibile • Partecipazione a network e ranking internazionali (solo se scientificamente validati) • Aumentare la reputazione dell’Ateneo e la visibilità nel sistema internazionale attraverso la sostenibilità
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MINACCE • Nuovi edifici già programmati aumenteranno consumi ed emissioni • Non immediata percezione del ritorno economico e sociale delle iniziative sostenibili L’obiettivo principale che ci si pone con questo piano è innanzitutto di formalizzare in maniera ufficiale l’impegno di UniTrento rispetto alla sostenibilità ambientale. Il piano rappresenterà la guida di processi che oggi non sono presidiati in maniera unitaria e di nuovi modi di agire che impatteranno sui processi interni che necessariamente dovranno essere ripensati. Questa sarà per l’Ateneo un’opportunità e contemporaneamente una sfida. Riteniamo che il documento rappresenti il primo importante passo per avviare un percorso, sicuramente lungo, ma che possa portare UniTrento da un’idea astratta - o meglio poco resiliente - di essere sostenibili ad una più (pro) attiva riconducibile al fare scelte sostenibili. Tale approccio potrà contribuire a migliorare la qualità della vita nel campus. Il piano permetterà, inoltre, di colmare le carenze dell’Ateneo in termini di gestione e raccolta dati, elemento fondamentale per poter avere un benchmarking più strutturato e rappresentativo con altri Atenei, nazionali e del panorama mondiale. Il Piano ha un orizzonte biennale per le seguenti ragioni: • due anni rappresentano l’orizzonte minimo per poter realizzare gli obiettivi che ci siamo posti e che rappresentano la base minima per poter impostare negli anni futuri un approccio alla sostenibilità più strategico e completo; • orizzonti temporali più lunghi farebbero perdere la motivazione e produrrebbero solo un effetto smarrimento per gli attuatori delle iniziative; • è importante che la sostenibilità si inserisca gradualmente nei processi strategici di Ateneo definiti dal Piano delle Performance (orizzonte biennale), dal Piano Strategico (orizzonte triennale che nel 2017 troverà il proprio aggiornamento), nel Bilancio pluriennale (orizzonte triennale). Il piano individua 4 macroaree (Emissioni, energia e risorse naturali; Edifici e procedure; Cultura e insegnamento; Salute e benessere) che rappresentano le aree strategiche di sviluppo della sostenibilità, declinate complessivamente in 14 obiettivi operativi. Il piano è volutamente ispirato a tre principi che riteniamo fondamentali: • la credibilità: da qui la volontà di circoscrivere il piano in un numero di obiettivi (14) contenuto; • l’ambiziosità: possiamo e dobbiamo porre le basi per poterci confrontare con dati e iniziative che siano rappresentative di un movimento – quello delle Università sostenibili – in cui l’Ateneo non può limitarsi a ricoprire un ruolo marginale; • la visibilità: uno degli aspetti più critici nella valutazione delle iniziative riferite alla sostenibilità è legato all’accountability. Sarà impegno dell’Ateneo attraverso questo piano rendere conto dei risultati conseguiti attraverso il portale dedicato.
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5. ROAD MAP Il Piano Sostenibilità ambientale 2016/2018 è la prima road map che UniTrento adotta con l’obiettivo di diventare un esempio di comunità virtuosa, responsabile, innovativa e sostenibile; valori questi che dovranno essere trasmessi agli studenti attraverso la testimonianza concreta di comportamenti, fatti ed il raggiungimento di obiettivi misurabili per i quali l’anno 2016 è definito come anno base di riferimento (baseline) per l’avvio di tutte le attività. In particolare i dati del 2016 saranno il riferimento rispetto al quale annualmente UniTrento si impegnerà a rendicontare lo stato di avanzamento degli obiettivi da raggiungere e gli impegni presi per i prossimi anni. Ove possibile, saranno utilizzati indicatori di sintesi, KEY PERFORMANCE INDICATOR “KPI”. La nostra road map si articola attorno a 4 aree principali:
EMISSIONI, ENERGIA E RISORSE NATURALI • • • •
Inventario emissioni CO2 e impronta carbonica Energia rinnovabile Riduzione uso acqua potabile Gestione rifiuti
EDIFICI E PROCEDURE • • • •
Certificazione sostenibilità ambientale ed energetica Green procurement Mobilità sostenibile Sistemi di misurazione
CULTURA E SOSTENIBILITÀ • • • • •
Networking della sostenibilità Conoscenza sostenibile della community UniTrento Ufficio sostenibilità Comunicazione della sostenibilità Curriculum accademico
SALUTE E BENESSERE • Tempo lavorativo • L’area relativa a “Salute e benessere” rappresenta in realtà un’estensione del concetto di sostenibilità al contesto sociale, seppur con alcune importanti ripercussioni anche a livello ambientale. Nonostante il resto del piano sia focalizzato sulla sfera ambientale, ci sembrava giusto dare visibilità anche a questa accezione del termine sostenibilità. Questa sezione potrà essere ampliata e sviluppata nel corso dei prossimi anni, per rendere il quadro d’azione di UniTrento più completo.
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6. EMISSIONI, ENERGIA E RISORSE NATURALI Tutte le istituzioni − pubbliche e private − sono sempre più coinvolte a dare il proprio contributo per mitigare i cambiamenti climatici. In questo processo la riduzione delle emissioni di CO210 così come la riduzione dell’utilizzo di risorse naturali sono tappe fondamentali. L’approccio adottato in questo piano punta nel lungo termine a raggiungere la cosiddetta carbon neutrality attraverso un percorso gerarchico così sintetizzato: 1. misurare e fare l’inventario delle emissioni attuali; 2. evitare tutte le emissioni che possono essere evitate; 3. ridurre il carico di CO2 equivalente che ad oggi non può essere evitato; 4. sostituire i vettori energetici a vantaggio di quelli più favorevoli in termini di bilancio di CO2 equivalente; 5. compensare le emissioni residue utilizzando schemi/programmi di carbon offset11 certificati indipendenti e riconosciuti internazionalmente. Questo piano di sostenibilità affronta solo il primo punto di questo percorso verso la carbon neutrality. Al termine del biennio 2016-2018 verranno fissati gli obiettivi per il proseguo delle iniziative in tema di inquinamento atmosferico, non solo in riferimento alle emissioni di CO2 equivalente, ma anche alle emissioni di ossidi di azoto per la loro rilevanza locale in termini di impatto sulla salute e sugli ecosistemi.
10 CO2 equivalente L’impronta carbonica fa riferimento alla CO2 equivalente, ovvero ad un insieme di gas climalteranti, il cui effetto serra viene espresso in termini di CO2 mediante coefficienti moltiplicativi. Secondo il protocollo di Kyoto questi gas sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs). 11 Azioni finalizzate a controbilanciare o compensare un’emissione di gas ad effetto serra, rilasciata altrove.
INVENTARIO DI EMISSIONI CO2 E IMPRONTA CARBONICA
Il quantitativo delle emissioni di CO2 equivalente prodotto dalle attività dell’Ateneo non è oggi calcolato in maniera certa e completa (considerando tutte le variabili). Il dato assorbe le incertezze sia dei calcolatori online più diffusi che della base dei dati che oggi non è completa. Tali limiti impattano sulla reale fotografia di un ente in termini di emissioni.
Situazione attuale
L’impronta carbonica (“carbon footprint”) di un ente rappresenta, inoltre, un dato importante in ottica di benchmarking, ove sia determinata in maniera precisa e attendibile. È inoltre un dato di sintesi fondamentale per ragionare sulle determinanti delle emissioni e apportare eventuali interventi correttivi. Inoltre ad oggi non è ancora stato effettuato l’inventario delle emissioni di CO2 equivalente.
Obiettivo Committment Impegni presi
Quantificare l’impronta carbonica dell’Ateneo. Analisi best practice internazionali e definizione di un metodo di calcolo. Redazione del primo inventario sulla base dei dati 2016 e calcolo dell’impronta carbonica di Ateneo.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • definizione del metodo di calcolo; • redazione del primo inventario delle emissioni di CO2 equivalente sulla base dei dati 2016.
KPI
Quantità annua di CO2 equivalente emessa pro-capite e per unità di superficie
Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • certificazione del metodo di calcolo; • calcolo dell’impronta carbonica di Ateneo.
ENERGIA RINNOVABILE Attualmente UniTrento acquista energia elettrica dall’utility TRENTA senza alcuna certificazione terza ed indipendente di provenienza da fonti rinnovabili. Inoltre non sono presenti impianti di produzione di energia rinnovabile per nessuno degli immobili utilizzati da UniTrento (per esempio fotovoltaico). Situazione attuale
Obiettivo
Committment Impegni presi
Lo schema europeo ad oggi maggiormente utilizzato e idoneo a garantire la completa tracciabilità della provenienza dell’energia elettrica da fonti rinnovabili è quello delle Garanzie d’Origine (GO) (http://www.gse.it/it/Qualifiche%20e%20certificati/Garanzia%20Origine/Pages/ default.aspx) Promuovere l’acquisizione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili (con certificazione GO o equivalente). Chiudere contratto di fornitura per il 2017 coerente con l’obiettivo oppure in alternativa acquistare un quantitativo equivalente di off-set. Definire un’analisi di fattibilità tecnico economica per l’installazione di pannelli solari fotovoltaici almeno per una sede dell’Ateneo.
“La data di attivazione del Piano è il 1/1/2017”
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ENERGIA RINNOVABILE Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • definizione della percentuale di energia elettrica consumata che deve provenire da fonti rinnovabili. Risultati attesi
KPI
Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • raggiungimento degli obiettivi preposti in merito alla percentuale di energia elettrica consumata proveniente da fonti rinnovabili; • completamento dello studio di fattibilità per l’installazione di pannelli fotovoltaici (almeno per una sede dell’Ateneo). Quantità annua di energia elettrica consumata proveniente da fonti rinnovabili rispetto al totale consumato
GESTIONE RIFIUTI
Situazione attuale
Attualmente TRENTA certifica che il livello di raccolta differenziata a Trento è pari ad oltre il 78% (Fonte: servizio ambiente e territorio del Comune di Trento). Le varie sedi dell’Ateneo sono da tempo dotate di isole interne per differenziare la raccolta. La qualità del rifiuto impatta non solo sui processi di differenziazione ma anche sul costo dello smaltimento.
Obiettivo
Intensificare l’impegno nella raccolta differenziata anche con iniziative pilota e sperimentali, mirando alla riduzione dei rifiuti urbani residui. Migliorare la distribuzione e la collocazione delle isole all’interno delle sedi.
Committment Impegni presi
Sviluppare un’azione di comunicazione per sensibilizzare gli utenti. Rivisitare la raccolta differenziata ed ottimizzarla, con nuove modalità comunicative. Migliorare l’efficienza della raccolta differenziata e ridurre i rifiuti urbani residui.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • azioni di rivisitazione e ottimizzazione della RD in almeno una sede dell’Ateneo; • avvio della campagna di comunicazione e sensibilizzazione per gli utenti; • definizione della percentuale di riduzione dei rifiuti urbani residui prodotti a livello di Ateneo. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • azioni di rivisitazione e ottimizzazione della RD in tutto l’Ateneo; • raggiungimento degli obiettivi preposti in merito alla percentuale di riduzione dei rifiuti urbani residui prodotti a livello di Ateneo.
KPI
Quantità annua di rifiuti urbani residui raccolti dalla società Trenta pro-capite e per unità di superficie. Numero annuo di segnalazioni di conferimenti irregolari da parte di Trenta.
Tra le iniziative sperimentali in materia di rifiuti: Situazione attuale: attualmente non si conosce l’efficienza della raccolta differenziata effettuata dall’Ateneo nelle proprie sedi. Obiettivo: conoscere l’efficienza della raccolta differenziata all’interno dell’Ateneo e puntare al suo miglioramento. Impegni presi: effettuare una valutazione stagionale dei rifiuti urbani totali prodotti, intesi sia come rifiuti avviati al recupero/riciclaggio che come residuo, per ogni sede e nell’Ateneo in generale, attraverso una stima dei volumi prodotti in collaborazione con la società Trenta. Risultati attesi: superare l’efficienza della raccolta differenziata in ogni sede dell’Ateneo/ nell’Ateneo in generale rispetto a quella dichiarata dal Comune di Trento per il proprio territorio. KPI: Quantità di rifiuti urbani residui rispetto alla quantità di rifiuti urbani totali prodotti. Situazione attuale: in occasione di eventi organizzati all’interno dell’Ateneo o presso altri enti pubblici in Trentino, attualmente non vengono date adeguate informazione e comunicazione sulle modalità di raccolta differenziata a favore di coloro che vi partecipano, soprattutto se provenienti da altri territori. Obiettivo: aumentare l’efficienza della raccolta differenziata in occasione di eventi organizzati all’interno dell’Ateneo. Impegni presi: promuovere un’azione di comunicazione per assistere tutti coloro che partecipano ad eventi organizzati all’interno dell’Ateneo per fornire le indicazioni necessarie per effettuare correttamente la raccolta differenziata, attraverso la pubblicizzazione di un link alla RD assistita. Risultati attesi: far conoscere le modalità per effettuare correttamente la raccolta differenziata e aumentarne l’efficienza in occasione di eventi organizzati all’interno dell’Ateneo. KPI: Numero annuo di eventi organizzati dotati di link alla RD assistita rispetto al totale. Rifiuti speciali prodotti dall’Ateneo, in particolare presso i laboratori. Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • mappatura della situazione attuale, conoscenza della gestione e della quantità di rifiuti speciali prodotti annualmente in Ateneo; • definizione di obiettivi specifici. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • raggiungimento degli obiettivi preposti.
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RIDUZIONE USO ACQUA POTABILE Situazione attuale
Ad oggi non vi è una procedura di controllo e monitoraggio dei consumi d’acqua potabile. Quest’ultima è utilizzata per usi igienico-sanitari, per l’irrigazione del verde dell’Ateneo, in minima parte per bere e in parte per attività sperimentali.
Obiettivo
Sostenere un consumo di acqua potabile più attento e responsabile. Inventario di tutti gli apparecchi idrosanitari per determinarne il livello di efficienza. Interventi di efficientamento degli apparecchi idrosanitari esistenti a costo molto basso.
Committment Impegni presi
Analisi fattibilità tecnico economica per l’utilizzo di acqua non potabile per tutti gli edifici con irrigazione del verde. Analisi fattibilità tecnico economica per l’adeguamento/sostituzione del verde esistente con specie autoctone a bassissimo fabbisogno idrico. Campagna di sensibilizzazione degli utenti. Procedura di controllo e monitoraggio dei consumi idrici. Sistema automatico di controllo e monitoraggio dei consumi idrici.
Risultati attesi
KPI
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • inventario degli apparecchi idrosanitari e loro livello di efficienza; • definizione di obiettivi specifici in merito alla riduzione dell’uso di acqua potabile; • procedura di controllo e monitoraggio dei consumi idrici. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • raggiungimento degli obiettivi preposti in merito alla riduzione dell’uso di acqua potabile; • sistema automatico di controllo e monitoraggio dei consumi idrici. Volume d’acqua erogato certificato dalla società Trenta pro-capite e per unità di superficie.
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7. EDIFICI E PROCEDURE Gli edifici contribuiscono a livello globale ad oltre il 40% delle emissioni di CO212.
Se consideriamo che sono luoghi di lavoro ai quali si accede con un mezzo di trasporto e nei quali quotidianamente entrano prodotti (beni di consumo e beni durevoli) e risorse naturali (acqua) ed escono rifiuti, è evidente che adottare procedure ed azioni per ridurre il loro impatto ambientale, soprattutto in fase di conduzione e gestione, diventa fondamentale per raggiungere gli obiettivi delineati nella road map. CERTIFICAZIONI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ED ENERGETICA Situazione attuale
Ad oggi nessun edificio ha ancora ottenuto una certificazione di sostenibilità ambientale ed energetica secondo protocolli internazionali.
Obiettivo
Allineare gli immobili a standard di certificazione internazionale. Eseguire un’analisi di fattibilità tecnico economica sugli edifici candidati ad essere certificati e, in caso di esito positivo, procedere alla loro certificazione.
Committment Impegni presi
Implementazione di misure di efficientamento energetico, almeno per gli edifici da certificare. Eseguire un’analisi di fattibilità tecnico economica per ridurre i consumi energetici legati all’illuminazione, in riferimento soprattutto alle aree di passaggio, mediante l’installazione di corpi illuminanti a basso consumo energetico e sistemi di controllo e gestione automatizzati dell’illuminazione. Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • analisi di fattibilità tecnico economica degli edifici da certificare secondo protocolli internazionali; • definizione di obiettivi specifici in termini di percentuale di superficie da certificare rispetto al totale.
Risultati attesi
Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • raggiungimento degli obiettivi preposti in merito alla percentuale di superficie certificata rispetto al totale; • implementazione di misure di efficientamento energetico almeno per gli edifici da certificare; • analisi di fattibilità tecnico economica per ridurre i consumi energetici legati all’illuminazione. Coinvolgimento degli addetti alla gestione e manutenzione (interni ed esterni) nel processo di certificazione ed acquisizione delle relative competenze.
KPI
Superficie certificata rispetto alla superficie totale Livello medio di certificazione raggiunta
12 USGBC (http://www.usgbc.org/articles/green-building-facts), BPIE (http://bpie.eu/)
MOBILITÀ SOSTENIBILE Situazione attuale
Obiettivo
Attualmente nei parcheggi dell’Ateneo entrano mediamente 800 vetture al giorno (Fonte: ufficio accoglienza). I km percorsi all’anno per missione con mezzo proprio sono oltre 115.000 all’anno (Dato riferito al 2014). Riteniamo che le varie sedi (poli) abbiamo una collocazione funzionale a migliorare la mobilità con soluzioni più efficienti. Ridurre l’utilizzo dei mezzi individuali nelle attività riferite al lavoro, compresi gli spostamenti casa-lavoro. Iniziative di sensibilizzazione e di incentivazione della mobilità sostenibile. Definizione di una policy per le missioni istituzionali e gli spostamenti tra sedi.
Iniziative da porre in essere
Valutazione della possibilità di ammodernamento della flotta di Ateneo, anche attraverso l’inserimento di veicoli ibridi. Definizione di una policy per gli spostamenti casa-lavoro, anche sulla base di un questionario dedicato. Adesione al sistema di bike sharing di TRENTINO TRASPORTI.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • definizione della percentuale di riduzione nell’utilizzo dei mezzi propri e della flotta di Ateneo; • esito della valutazione dell’ammodernamento della flotta di Ateneo e definizione degli obiettivi futuri. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • raggiungimento degli obiettivi preposti in merito alla percentuale di riduzione nell’utilizzo dei mezzi propri e della flotta di Ateneo.
KPI
Distanza percorsa “sostenibile” rispetto alla distanza percorsa totale.
GREEN PROCUREMENT Situazione attuale
Attualmente non esiste una policy unitaria di Ateneo in materia di acquisti. Solo gli acquisti centrali in capo alla Direzione Patrimonio Immobiliare Appalti seguono i principi di acquisizione LEED.
Obiettivo
Implementare una policy omogenea di Ateneo.
Iniziative da porre in essere
Mappatura delle tipologie di acquisto che sono normalmente soggette a policy green (acquisti informatici, ...). Definizione di una policy acquisti green di Ateneo. Implementazione policy acquisti green per tutti i punti ordinanti dell’Ateneo.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • conoscenza dei reali consumi di carta da parte dell’amministrazione e dei docenti; • definizione di obiettivi specifici in termini di percentuale di riduzione del consumo di carta; • centralizzazione acquisti carta secondo parametri green. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • raggiungimento degli obiettivi preposti in merito alla percentuale di riduzione del consumo di carta; • utilizzo di policy green in ogni punto ordinante.
KPI
Volumi di acquisti green rispetto ai volumi di acquisti totali. Volumi di carta acquistata secondo parametri green rispetto ai volumi totali.
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SISTEMI DI MISURAZIONE Situazione attuale
Ad oggi non esiste una procedura di controllo e monitoraggio dei consumi energetici finalizzati all’efficientamento degli stessi. Avere una base di dati certa ed affidabile è fondamentale per poter misurare e quindi indirizzare le decisioni e i comportamenti.
Obiettivo
Dotarsi di sistemi di controllo e monitoraggio dei consumi energetici indipendenti, con accesso remoto e funzionali ad un efficace controllo di gestione. Definire le specifiche del sistema di controllo e monitoraggio e installarlo per tutta la superficie dell’Ateneo.
Committment Impegni presi
Formare lo staff tecnico all’utilizzo del sistema e stabilire un sistema di alert per eventuali sforamenti dei consumi target in modo da poter agire tempestivamente in caso di necessità. Rendere pubblici i dati di consumo reale/effettivo di ciascun edificio.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • almeno il 30% della superficie totale dotato di un sistema automatico con accesso remoto per il controllo e il monitoraggio dei consumi energetici. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • completamento del sistema per tutta la superficie dell’Ateneo.
KPI
Superficie con sistema di controllo e monitoraggio rispetto alla superficie totale.
Per la situazione a regime con i sistemi di misurazione completati, si possono individuare nuovi indicatori per monitorare i consumi energetici, sia specifici di ogni sede che complessivi a livello di Ateneo. KPI: • Quantità annua di energia elettrica consumata pro-capite e per unità di superficie; • Quantità annua di gas naturale consumato pro-capite e per unità di superficie. A conclusione del piano, si mira a implementare un metodo che consideri l’effetto delle condizioni climatiche sui consumi energetici, sia estivi che invernali.
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8. CULTURA E INSEGNAMENTO Uno degli obiettivi del presente piano è coinvolgere l’intera community accademica, e non solo, nelle iniziative in materia di sostenibilità, affinché il percorso verso l’acquisizione di valori ecocompatibili sia partecipato e condiviso. In tal senso riteniamo strategico che si sostenga un reale processo di alfabetizzazione ecologica in cui l’azione per “lo sviluppo e la diffusione delle conoscenze e del sapere critico13” inglobi anche i valori (conoscenza) della sostenibilità. Per creare una nuova e condivisa cultura della sostenibilità sono stati individuati i seguenti obiettivi: NETWORKING DELLA SOSTENIBILITÀ Situazione attuale
Data la storia recente in tema di sostenibilità, l’Ateneo non gode ancora di una visibilità diffusa e di rapporti consolidati su questo fronte, né nel contesto nazionale né in quello internazionale.
Obiettivo
Aumentare le relazioni nazionali ed internazionali all’interno delle università, promuovendo la diffusione della cultura della sostenibilità.
Iniziative da porre in essere
Valutare il collocamento in ranking e l’adesione a network internazionali inerenti il tema della sostenibilità. Organizzare un evento nazionale in materia di sostenibilità presso l’Università, in occasione della Green Week nel territorio trentino. Promuovere le pubblicazioni scientifiche inerenti il tema della sostenibilità.
Risultati attesi
KPI
Formalizzazione dell’adesione a ranking e/o network, solo se scientificamente validati. Organizzazione e/o partecipazione ad eventi inerenti il tema della sostenibilità, sia a livello nazionale che internazionale. Numero annuo di eventi inerenti il tema della sostenibilità nei quali UniTrento è organizzatore oppure ospite. Numero annuo di pubblicazioni scientifiche inerenti il tema della sostenibilità. Grado di partecipazione alla Green Week, rispetto all’edizione del 2016.
13 Art. 2 Finalità e funzioni dell’Università
CONOSCENZA SOSTENIBILE DELLA COMMUNITY UNITRENTO
Situazione attuale
L’avvio di un progetto di Ateneo – quale quello rappresentato nel presente documento – implica necessariamente una fase di “AS IS” ovvero di conoscenza della situazione di partenza. È importante conoscere la nostra community e la consapevolezza che questa ha della sostenibilità. Questo aspetto è fondamentale per poter indirizzare in maniera corretta le nostre iniziative e per capire i punti più carenti.
Obiettivo
Mappare la community rispetto alla sostenibilità.
Iniziative da porre in essere
Somministrare un questionario a tutta la community secondo schemi e modelli già sperimentati. Entro due anni dalla data di attivazione del piano:
Risultati attesi
completamento delle fasi di somministrazione, raccolta, elaborazione e comunicazione dei dati. Tasso di partecipazione al questionario.
KPI
Indicatori specifici sulla base delle risposte fornite al questionario. Numero annuo di accessi alla pagina web dedicata a UniTrento Sostenibile rispetto al numero annuo di accessi al portale UniTrento.
UFFICIO SOSTENIBILITÀ
Situazione attuale
Ogni Ateneo con un’esperienza consolidata ha attribuito all’ambito della sostenibilità un valore gestionale di pari livello rispetto a quelli più tradizionali. A partire dal 2015 (Decreto rettorale n. 271 di data 30 aprile 2015) il Rettore ha attribuito, per la prima volta, una delega specifica in materia di “sostenibilità ambientale”. Presupposto per poter dare avvio, continuità e certezza alla strategia sostenibile dell’Ateneo è la creazione di un ufficio dedicato alla sostenibilità. Integrare la sostenibilità all’interno dell’organizzazione di UniTrento.
Obiettivo
Iniziative da porre in essere
Risultati attesi
Creare una struttura che possa attuare gli obiettivi/le strategie di sostenibilità dell’Ateneo, presidiando le iniziative e accelerandone la finalizzazione. La missione dovrà essere di integrare la sostenibilità all’interno delle varie ambiti e iniziative dell’Ateneo. Definire il progetto di creazione dell’ufficio dedicato alla sostenibilità entro sei mesi dalla data di attivazione del piano, da rendere operativo entro un anno dalla medesima data. Una persona dedicata alla sostenibilità entro un anno dalla data di attivazione del piano. Un’associazione di studenti istituzionale che promuova la sostenibilità a supporto del nascente ufficio.
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COMUNICAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ Situazione attuale
Obiettivo
Attualmente la funzione comunicazione ha avuto un ruolo principale di sostegno delle iniziative in materia di sostenibilità poste in essere. Integrare la comunicazione nelle iniziative sostenibili con il duplice ruolo di informazione sui risultati conseguiti e di promotore con l’obiettivo di sostenerle e rafforzarle. Aumentare la riconoscibilità dell’Ateneo, interna ed esterna, in ambito sostenibile. Sostenere la promozione del questionario di mappatura della conoscenza sulla sostenibilità. Sviluppare il sito web www.unitrentosostenibile.it rendendolo collettore e attivatore di una cultura in materia ambientale, realizzando anche la versione inglese.
Iniziative da porre in essere
Sperimentare eventi a zero emissioni. Sostenere la diffusione e la conoscenza di UniTrento Sostenibile attraverso un piano di comunicazione. Organizzare la giornata della sostenibilità rivolta alla community UniTrento, all’interno dell’evento della Green Week. Rendicontare l’attività svolta dall’Ateneo nell’ambito della sostenibilità attraverso report di autovalutazione con cadenza annuale.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • sostenere la promozione del questionario di mappatura della conoscenza sulla sostenibilità; • organizzare la giornata della sostenibilità all’interno della Green Week; • predisporre il piano di comunicazione annuale per UniTrento Sostenibile. Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • realizzare il sito web www.unitrentosostenibile.it (in italiano e inglese); • sperimentare eventi a zero emissioni; • attuare il piano di comunicazione per UniTrento Sostenibile.
KPI
Differenziati per iniziativa.
CURRICULUM ACCADEMICO Situazione attuale
Obiettivo
Gli studenti rappresentano il volano più importante per le iniziative di sostenibilità. Educare alla sostenibilità coloro che guideranno il futuro delle realtà economiche è un aspetto prioritario da sviluppare. Garantire agli studenti opportunità di insegnamento, di ricerca e lavorative che possano aumentare la consapevolezza dell’importanza della sostenibilità ambientale. Attivare l’insegnamento in “SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE” come insegnamento complementare a partire dall’a.a. 2017/2018 all’interno di almeno due percorsi di laurea triennali, in lingua inglese.
Iniziative da porre in essere
Incrementare le opportunità di stage in aziende, pubbliche e private, che integrano la sostenibilità nel proprio business. Sostenere opportunità di tesi in aziende ed enti pubblici che sono riconosciuti come “sustainability friend”. Coinvolgimento di studenti 150 ore attraverso un bando ad hoc di supporto sulle tematiche della sostenibilità. Definire i criteri per valutare se i corsi d’insegnamento sono definibili “sostenibili” e procedere alla loro quantificazione in termini di CFU. Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • definizione dei criteri per valutare se i corsi d’insegnamento sono definibili “sostenibili”; • promuovere stage e tesi in materia di sostenibilità ambientale.
Risultati attesi
Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • quantificazione dei corsi d’insegnamento “sostenibili” in termini di CFU; • attuazione di un bando per studenti 150 ore a supporto della sostenibilità. Entro due anni dalla data di avvio delle iniziative: • almeno il 30% degli studenti inseriscono nel proprio piano di studio l’insegnamento in “sostenibilità ambientale”; • almeno il 10% degli studenti di Ateneo svolgono uno stage o la tesi in enti e aziende “sostenibili”.
KPI
Tasso di partecipazione degli studenti alle iniziative. Conteggio dei corsi “sostenibili” rispetto ai corsi totali, in termini di CFU.
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9. SALUTE E BENESSERE L’impegno che sarà profuso a sostegno della sostenibilità ambientale all’interno dell’Ateneo vuole guardare prioritariamente ad un miglioramento della qualità di vita lavorativa all’interno delle strutture: tale obiettivo da un lato si dovrebbe ottenere dall’insieme delle iniziative contenute nel presente documento; dall’altro attraverso le seguenti iniziative integrative: TEMPO LAVORATIVO
Situazione attuale
A fine 2014 è stato somministrato un questionario per la rilevazione del benessere organizzativo che guardava a: • stress lavoro-correlato (follow up della prima indagine del 2011); • conciliazione famiglia-lavoro e assetto organizzativo; • benessere organizzativo. È già presente la consapevolezza dei vertici che la qualità di vita dei dipendenti sia fondamentale anche e soprattutto per l’organizzazione.
Obiettivo
Migliorare il benessere lavorativo, ottenendo un miglioramento nei questionari di valutazione del benessere organizzativo. Sostegno del telelavoro. Rafforzamento delle iniziative legate al nido aziendale.
Iniziative da porre in essere
Politica “no alcool” all’interno delle strutture. Introduzione del divieto di fumo in prossimità degli edifici. Promuovere una migliore offerta sportiva dedicata ai dipendenti. Adottare iniziative di conciliazione del tempo lavorativo-tempo familiare.
Risultati attesi
Entro un anno dalla data di attivazione del piano: • introduzione del divieto di fumo in prossimità degli edifici; • promozione di una migliore offerta sportiva dedicata ai dipendenti.
KPI
Differenziati per iniziativa.
Entro due anni dalla data di attivazione del piano: • adozione di iniziative di conciliazione del tempo di lavoro-tempo familiare.
We have a purpose. We are many. For this purpose we will rise, and we will act. Al Gore, 2007
ART> UniTrento IMG> Archivio UniTrento (E. Bertini, U. Botti, G. Cavulli, P. Chistè) | fototonina.com | Fotolia.com Stampato > Aprile 2017