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U NIVERSITINFORMA www.universitinforma.it Mensile di informazione universitaria - settembre 2010 con il patrocinio di

E.R.S.U.

time out

Catania

CONCERTI / The Goose, elettronica belga dal sapore british

ateneo IL CASO/ Catania, prima università d’Italia a numero chiuso e la “lotteria” dei test

Roberta TORRE

città ARCHITETTURA / Intersections tra metropolitana e tessuto urbano

time out INTERVISTA/ Nouvelle Vague, «Noi amanti della new wave»

«I “miracoli” della piccola Manuela nel mio Librino immaginario» ALL’INTERNO / Teatro Stabile, Il conte di Montecristo, dal romanzo al musical / Trailers film fest, torna il festival dei coming soon / Musica, il concerto de Le Vibrazioni chiude Etnafest / Stand up day, tutti in piedi contro la povertà


sommario

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in questo numero... ateneo PROVE D’AMMISSIONE / La lotteria dei test

pag 6 /7

IL CASO / Catania, primo ateneo d’Italia a numero chiuso

pag 8

QUANTO NE SAI DI / Heysel, la strage senza perché

pag 10

SIAMO IN TESI / Tutto sulle droghe

pag 11

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città INTERSECTIONS / 7 progetti per 7 stazioni metro

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diritto allo studio ERSU / Borse e alloggi, 11mila domande

Gerenza

pag 12/13

“UNIVERSITINFORMA” Mensile di informazione universitaria www.universitinforma.it

Registrazione Tribunale di Catania n. 21/2005 - del 23/05/2005

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Anno VI - N. 8 - settembre 2010

lavorare CORSI / Master in Land and Water Conservation

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STAGE / Berlino, stage all’Institute for Cultural Diplomacy

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EDITORE: Katamedia S.r.l. viale Alcide De Gasperi, 54 Catania

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DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia Mazzamuto DIRETTORE EDITORIALE Gianluca Reale REALIZZAZIONE EDITORIALE Blu Media V.le Andrea Doria, 69 - Catania tel. 095 447250 - 095 432304 redazione@blumedia.info

time out-time in STABILE / Il conte di Montecristo dal romanzo al musical STREET ART / Una “ReWALLution” alla Civita

pag 18/19

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pag 22

TRAILERS FILM FEST / Torna il Festival dei “coming soon” pag 23 INTERVISTA / Roberta Torre e i miracoli di Librino

pag 24/25

NOUVELLE VAGUE / «Noi, amanti della new wave»

pag 26/27

LE VIBRAZIONI / «Siamo un enorme misunderstanding»

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THE GOOSE/ Elettronica belga dal sapore british

pag 30

L’INIZIATIVA / Tutti in piedi contro la povertà

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RITRATTO D’ARTISTA / Adriana Spuria

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TIME IN / Libri

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TIME IN / Videogame e web

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TIME IN / Dischi

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agenda Gli appuntamenti del mese

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REDAZIONE CENTRALE viale Alcide De Gasperi, 54 Catania info@universitinforma.it STAMPA: Grafiche Cosentino Caltagirone info@universitinforma.it TIRATURA: 15.000 copie

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Hanno collaborato a questo numero: Irene Alì, Maria Enza Giannetto, Rita La Rocca, Paola Pasetti, Tiziana Lo Porto, Riccardo Marra, Vanessa Ferrara, Emanuele Brunetto, Luca Di Leonforte, Tiziana Campo, Giuseppe Valerio, Roberto Sammito, Jessica Hauf, Giusy Cuccia, Benedetta Motta, Salvo Mica CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Katamedia Srl v.le Alcide De Gasperi, 54 -Ct Responsabile commerciale Daniele Consoli info@universitinforma.it tel. 340 6943805

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“Universitinforma” Copyright Katamedia Srl Tutti i diritti riservati Con il patrocinio di: Ersu Ente Regionale Diritto allo Studio di Catania


INFORMA

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TESI DI LAUREA / Premi e stage da Contribuenti.it

PROFESSIONI LEGALI / Cento posti per la scuola di specializzazione

Contribuenti.it promuove un premio per le tre migliori tesi di laurea dedicate ad aspetti relativi alla tutela giuridica del contribuente. L’edizione 2010 è rivolta a tesi di laurea redatte nell’anno accademico 2009/2010. Tre le aree per le quali viene operata la selezione: area giuridica (“Lo Statuto del Contribuente: 10 anni dopo. Luci ed ombre”); area economica (“Il ruolo e l’incidenza de “Lo Sportello del Contribuente nella lotta all’evasione fiscale”); area sociologica (“Fisco e usura. Ripercussioni e riflessi sulla famiglia”). Agli autori delle tre tesi di laurea prescelte sarà riconosciuto un compenso di 517 euro ciascuno, a titolo di diritti d’autore per l’eventuale pubblicazione a cura dell’associazione, e uno stage semestrale all’Associazione Contribuenti Italiani - del valore di 6000 euro. Le tesi proposte dovranno pervenire alla sede dell’associazione entro il 30 settembre. Le tesi verranno esaminate entro il 31 ottobre.

Cento posti per l’ammissione al I anno della scuola di specializzazione per le Professioni legali istituita nella facoltà di Giurisprudenza di Catania, la scuola che forma magistrati ordinari, avvocati e notai. Sono ammessi al concorso i laureati in Giurisprudenza (vecchio e nuovo ordinamento) che hanno conseguito il titolo prima del 27 ottobre 2010 (termine stabilito per lo svolgimento della prova scritta). La compilazione della domanda di partecipazione al concorso va effettuata esclusivamente online e poi consegnata alla segreteria studenti delle Scuole di Specializzazione (via Landolina, 51) entro il 5 ottobre. La prova consiste nella soluzione di 50 quesiti a risposta multipla (identica sul territorio nazionale), su argomenti di diritto civile, penale, amministrativo, processuale civile e procedura penale. Informazioni possono essere richieste via email agli indirizzi rscalisi@unict.it, leone.paola@unict.it e scuola.forense@lex.unict.it; in Facoltà al numero 095-230441/437 o all’Urp studenti (numero verde 800894327).

BORSE / UniCredit e Universities Foundations bandiscono tre borse di studio per laureati in discipline economiche, bancarie, finanziarie. Info su www.unicreditanduniversities.eu

STUDENTI / 5mila euro per iscritti a corsi di economia Anasf, l’Associazione nazionale dei promotori finanziari, mette a concorso una borsa di studio di 5mila euro per laureati di un corso triennale a orientamento economico e attualmente iscritti ad un corso di laurea specialistica o magistrale. La domanda deve essere inviata entro il 30 settembre. Info su www.anasf.it.

ASSOCIAZIONE STAMPA PARLAMENTARE / Un bando premia ricerche sul giornalismo politico Il consiglio direttivo dell’Associazione stampa parlamentare indice la sesta edizione del premio “Giuditta Nanci” che consiste in una borsa di studio dell’importo di 3mila euro. Possono concorrere gli autori di una ricerca, di uno studio, di tesi di laurea o di diploma sul giornalismo politico-parlamentare e/o sull’Associazione stampa parlamentare. Sono ammessi anche lavori presentati a partire dal 10 gennaio 2009 come elaborato per l’esame di Stato all’Ordine dei Giornalisti o come tesi ad una facoltà universitaria, a una scuola di giornalismo o ad altra istituzione equivalente. Non possono partecipare al concorso candidati che abbiano compiuto 40 anni al 31 dicembre 2010. Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 20 dicembre, corredate da autocertificazione attestante l’identità anagrafica, la residenza, il recapito e da due copie del lavoro in concorso.

INGEGNERIA / Iscrizioni entro il 20 a Vismac 2010 Sono aperte fino a lunedì 20 settembre le iscrizioni a Vismac 2010, la scuola “Visione delle Macchine” organizzata ogni due anni dal Gruppo italiano ricercatori in Pattern Recognition (Girpr). L’edizione di quest’anno, a cura dell’Iplab dell’Università di Catania, si svolgerà dall’8 al 13 novembre al Museo Diocesano. Info su www.dmi.unict.it/vismac.


unimix INGEGNERIA / Laurea ad honorem per Angelo D’Arrigo Anche le organizzazioni degli studenti possono proporre candidature da inserire nell’elenco di nominativi dal quale il Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca Maria Stella Gelmini sceglierà i membri del consiglio direttivo dell’Anvur, cioé l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. L’elenco sarà composto da non meno di dieci e non più di 15 nominativi scelti dal Comitato di selezione che valuterà i nominativi con i relativi curricula forniti dagli interessati, da istituzioni, accademie, società scientifiche, da esperti, nonché da istituzioni e organizzazioni degli studenti, appunto. Le candidature vanno presentate entro il 20 settembre 2010 esclusivamente mediante la compilazione on line dell’apposita scheda sul sito http://anvur.miur.it.

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LAUREANDI / Iscrizioni cautelative entro l’11 ottobre Gli studenti che prevedano di conseguire il titolo accademico entro l’ultima sessione utile dell’anno accademico 2009/10 (con un debito di esami non superiore a un terzo per difetto rispetto a quelli previsti dal piano di studi dell’ultimo anno), possono fare richiesta, entro l’11 ottobre, di iscrizione cautelativa (il modulo è scaricabile dal portale www.unict.it, sezione “Didattica”). Nel caso in cui non conseguano il titolo dovranno perfezionare la loro posizione amministrativa entro il 18 marzo 2011. Il pagamento della prima rata delle tasse di iscrizione effettuato dopo tale data, sarà considerato tardivo e comporterà quindi una penalità di 50 euro che verrà automaticamente addebitata sull’importo calcolato della seconda rata. Il pagamento della seconda rata avrà un’unica scadenza fissata al 31 maggio 2011.

STUDENTI / Percorso personalizzato per chi si iscrive “a tempo parziale” Sapevate che esiste lo status di “studente a tempo parziale”? Si applica a chi, all’atto dell’iscrizione a un corso di laurea o di laurea magistrale, non intenda seguire il percorso formativo articolato su 60 crediti l’anno. Si può richiedere infatti di seguire un percorso articolato su un numero di cfu non superiore a 40 appositamente definito dal consiglio di corso di studio. Allo studente a tempo parziale si applicherà una riduzione del 30% dell’ammontare dei contributi. Il cambiamento di status può essere chiesto una sola volta, all’atto dell’iscrizione. Chi intendesse usufruire di questa possibilità dovrà farne esplicita richiesta alla Segreteria studenti della propria facoltà.

U NIVERSIT TESI DI LAUREA / L’alluminio “paga”

La società Metra Spa ha bandito il concorso biennale “Alluminio. Un metallo giovane come te!” per assegnare tre premi da 2000 euro ciascuno per tesi di laurea. “Sarà apprezzato - si legge nel bando - lo sforzo dello studente di dare debita attenzione, nella fase progettuale, agli aspetti di design dei componenti e un valore o un costo a quanto progettato, con attenzione ai collegamenti industriali produttivi”. Al concorso sono ammessi tutti gli studenti delle università italiane ed estere che abbiano discusso una tesi di laurea o di dottorato di ricerca, le tesi dovranno essere redatte in lingua italiana o in inglese. La scheda di partecipazione è scaricabile sul sito www.metra.it, sezione “Concorsi MetraPremio biennale Metra Migliore tesi di laurea sull’alluminio”. Le domande vanno inviate entro il 15 ottobre.

TASSE / Iscrizioni ad anni successivi al primo, per la prima rata c’è tempo fino all’11 ottobre. Per i pagamenti effettuati dal 13 al 29 ottobre 2010 verrà addebitata una mora di 50 euro

TRENTA X TRENTA / Concorso di pittura a tema libero, invio delle opere entro il 29 ottobre L’associazione culturale Galleria Poliedro di Trieste organizza il concorso internazionale di pittura a tema libero Trenta X Trenta, aperto ad artisti di qualsiasi tendenza pittorica. I quadri presentati dovranno essere categoricamente della misura di cm 30 di base per 30 di altezza, senza cornice. La quota di partecipazione è di 25 euro per ogni singola tela (si può partecipare con un massimo di due tele per artista). I quadri dovranno arrivare all’indirizzo della Galleria Poliedro entro venerdì 29 ottobre 2010. Sabato 6 novembre 2010 alle ore 18 verrà inaugurata la mostra di tutti i quadri pervenuti, durante il periodo della mostra si riunirà la giuria, composta dal critico Roberto Ambrosi, dall’artista Dante Pisani e dal vicepresidente dell’associazione, Giuliano Pecelli. Il 1° premio ammonta a 450 euro più tessera associativa 2010, oppure partecipazione alla quarta Arte Fiera di Stoccarda Sindelfingen (14-16 gennaio 2011); il 2° premio è di 350 euro più tessera associativa 2010, il 3° di 250 euro più la tessera associativa che ha la validità di un anno dal giorno di decorrenza. Info su www.galleriapoliedro.com.

COLLEGIO UNIVERSITARIO “FONDA” / Sette borse di studio da 6 mila euro per chi si iscrive in Fisica Il collegio universitario per le scienze “Luciano Fonda” di Trieste bandisce per l’anno accademico 2010/2011 sette borse di studio da 6 mila euro ciascuna per concorrenti in possesso della laurea triennale in Fisica che intendano frequentare il primo anno del corso di laurea magistrale interateneo in Fisica dell’Università di Trieste. Di queste borse, tre, finanziate da Elettra spa, sono riservate a studenti che intendano seguire il percorso formativo di Fisica della materia, sviluppato in collaborazione con Elettra spa; quattro, di cui due finanziate dal Consorzio per la Fisica, una finanziata dal Dipartimento di Fisica e una finanziata su fondi regionali per le lauree interateneo, non sono vincolate a specifico piano di studi. La domanda di ammissione al concorso va presentata entro il 22 settembre 2010. Il termine ultimo per immatricolarsi è il 7 ottobre 2010. Dettagli e bando completo sul sito Internwet www.collegio-scienze.ts.it.


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INFORMA

ateneo vi modi di vedere il futuro e nuove prospettive di grande spessore etico-culturale. Difficile da spiegare il rapporto che nasce durante gli appuntamenti settimanali nella sede di Ide a Catania: le preoccupazioni per la grande e attesissima partenza vengono presto colmate dalle rassicurazioni dei più esperti. Il ventaglio di opportunità che quest’associazione è capace di fornire ai giovani studenti si misura ogni giorno con l’esigenza di determinazione della propria strada su un panorama internazionalistico. Oggi posso dire a gran voce che sarei pronta a partire nuovamente in qua-

di Simona Russo tudentessa della facoltà di giurisprudenza all’Università di Catania, prossima alla laurea, Simona Russo racconta la sua esperienza con Ide, Isole d’Europa.

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«Sono entrata a far parte della grande famiglia Ide quest’anno, apprezzando sin da subito le capacità innovative e professionali dei suoi componenti. L’interesse a far crescere e motivare chiunque voglia fare un’esperienza di formazione all’estero rappresenta una delle caratteristiche principali di questo

ISOLE D’EUROPA / Dopo essersi preparata a Catania seguendo il corso “Target Diplomacy”, Simona Russo laureanda in Giurisprudenza, ha partecipato alla simulazione all’Onu: «Un’esperienza che ripeterei subito» gruppo. Personalmente ho partecipato al corso “Target Diplomacy” a New York lo scorso aprile, puntando su un’accurata preparazione teorica relativa al funzionamento e alle logiche degli organismi internazionali, in particolare delle Nazioni Unite, per poi passare a perfezionare e, di seguito, a mettere in campo le modalità di “simulazione” dei meccanismi Onu. L’incantevole e magico scenario della Grande Mela contribuisce a rendere indimenticabili i momenti trascorsi: tutto appare irreale e immaginifico quando, invece, ti rendi conto

«Io, ‘ambasciatore’ a di essere tu il vero protagonista! Durante i lavori in Commissione, non mancano i momenti in cui ciascun delegato ha la possibilità di esternare la propria personalità e la propria grinta, confrontandosi con studenti provenienti da tutto il mondo, nonostante sia il gruppo il vero punto forza per la riuscita e il successo dell’esperienza. Tra sessioni formali e sessioni informali (dette “caucus”), si riesce a

percepire un clima di vera internazionalizzazione. Si crea un’unione nella diversità, nella quale la lingua veicolare, l’inglese, rappresenta solo uno strumento per la comunicazione. Ecco che scompare ogni tipo di inibizione. Impagabile la possibilità di confrontarsi su usi, abitudini e culture differenti vivendo in perfetto american life style! La settimana che ho trascorso nelle vesti di delegato mi ha regalato molto: nuovi amici, nuo-

NY»

lunque momento… perché la ricchezza che mi è stata data in questa grande squadra non ha eguali! Consiglio a chiunque abbia la passione per gli studi comparatistici, di provare un’esperienza simile. Non voglio perdere la speranza che noi giovani siamo il futuro e insieme possiamo costruire opere meravigliose… in questo non esiste limite alcuno! Per informazioni sui progetti Ide: www.isoledeuropa.com.


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PROVE D’INGRESSO / Dal 1° al 15 settembre alle Ciminiere oltre 12 mila studenti si sono contesi i 9.270 posti disponibili in 53 corsi di studio universitari. In molti hanno presentato domanda per più corsi. Risultato: più di 23 mila concorrenti. Ecco cosa pensano i ragazzi di questa “roulette” che «non serve affatto a valutare le capacità e le attitudini»

La lotteria dei test d’accesso che non piace agli studenti di Tiziana Campo

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n bocca al lupo», questo l’augurio più frequente che genitori e accompagnatori rivolgono ai ragazzi che si apprestano a entrare nelle sale delle Ciminiere, per affrontare i temutissimi test d’ingresso a tutte le facoltà dell’Ateneo catanese. Da quest’anno, infatti, lo studio (universitario) non è più un diritto per tutti. È selezione rigorosa. È numero chiuso, un imbuto che filtra solo chi mette le crocette nel posto giusto, lasciando fuori quanti, per i più svariati motivi, non raggiungono il punteggio necessario per diventare matricole. Dal 1° al 15 settembre, si sono svolte le prove di selezione per l’accesso ai 53 corsi di laurea nelle 12 facoltà dell’Università di Catania. Se prima solo alcuni corsi di studio prevedevano un sistema di filtraggio iniziale, adesso il “blocco” è diventato integrale. Oltre 23mila le domande di

partecipazione; 9.270, invece, i posti a disposizione. Un copioso spiegamento di forze impegnate e severe regole da rispettare per i partecipanti alle prove. Ciò per «garantire il regolare e trasparente andamento dei concorsi di ammissione - come si legge in una nota dell’Università di Catania - oltre che per motivi di sicurezza e per agevolare le procedure di riconoscimento e registrazione dei partecipanti». Vietato introdurre zaini e borse, appunti, libri, cellulari, penne, matite, carta, pena l’annullamento della prova. Vietato indossare cappelli, sciarpe (ma non siamo ancora in estate?) o altri indumenti che possano camuffare apparecchi elettronici. Vietato persino portare bevande all’interno. Nel corso delle prove sono distribuite gratuitamente bottiglie d’acqua. Al di là di qualche furbetto che, aguzzando l’ingegno, prova a nascondere, invano, cellulari nelle mutande o bluetooth

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Alberto «Ci vorrebbe una ribellione pacifica per riavere la possibilità di iscriversi all’università senza ostacoli»

nelle cinture o si è munito di orologi con telecamere, all’esterno delle Ciminiere c’è ansia e incertezza. I candidati, alcuni già in fila dalle 8 del mattino, si sottopongono alle scrupolose e, a volte molto lente, operazioni di riconoscimento, soffocati da caldo, emozione e stress. Prima e dopo la lotteria dei test, abbiamo raccolto le opinioni di alcuni studenti. «Il test d’ingresso per tutte le

facoltà - sbotta Arturo Cosentino, aspirante studente d’ingegneria - è una delle tante riforme scolastiche, volute dal ministro dell’Istruzione, per distruggere la cultura rendendola non più un diritto di tutti, ma un privilegio di pochi. È fuori da ogni logica - continua - anche la tassa per partecipare alle prove: 40 euro, per ricevere in cambio cosa? Una fila sotto il sole estivo per più di 3 ore e mezza, una bottiglietta d’acqua, due fogli di carta (uno informativo e l’altro da compilare con le risposte esatte), una penna - che va restituita obbligatoriamente alla fine del test - e un libricino con tutte le 80 domande». Quanto alle domande oggetto dei test, secondo Arturo, «molte delle risposte di logica e comprensione verbale si potevano fare solo se si era a conoscenza del metodo risolutivo che non insegnano al liceo. Quelle di comprensione verbale erano piuttosto fattibili. Matematica e fisica, invece, uno scoglio in-


INFORMA

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ateneo sottoporre dei ragazzi così giovani, dopo un’estate trascorsa studiando per l’esame di Stato, a uno studio e una tensione così elevati». Maria Lucia La Spina, che vorrebbe diventare un medico, sbotta contro i test: «Come la maggior parte degli studenti, sono delusa e amareggiata, perchè ognuno di noi vale molto di più di questi test. Stanno uccidendo le nostre aspirazioni». D.R., 18enne in cerca di un posto a Ingegneria o a Economia, critica «la disorganizzazione riscontrata alla prova del 1° settembre, nelle pratiche di accettazione. L’inizio del test, preannunciato per le 9 è slittato alle 11,30 facendo sì

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Maria Lucia

sormontabile per uno studente che ha appena concluso il liceo». Con lo stesso tono polemico, Silvia Nicotra - che sta «disperatamente provando ad entrare nella maggior parte delle facoltà: Ingegneria, Medicina, Odontoiatria, Professioni sanitarie, Scienze geologiche e chi più ne ha più ne metta: a mali estremi estremi rimedi» - reputa i test d’ingresso «del tutto inadeguati a valutare le attitudini e le capacità degli studenti, considerando soprattutto che il liceo non prepara a questa tipologia d’esame. Le domande erano difficili e fuorvianti. Con la tensione e lo stress che già si provano - con-

«Ognuno di noi vale molto di più di questi test. Stanno uccidendo le nostre aspirazioni»

«

Arturo La tassa per partecipare alle prove: 40 euro, per ricevere in cambio cosa»?

tinua la ragazza - diventa quasi impossibile eseguire una prova che dia il giusto valore allo studente, facendogli dimostrare quel che vale e quello che sa. In aula si respirava la massima tensione. L’unica cosa su cui sono fiduciosa è che ci sia lealtà nello svolgersi delle varie prove. La mia percezione su questo piano - conclude - è stata positiva. I test invece sono pura speculazione. La tassa per l’iscrizione è una vergogna dato che ogni studente prova il test almeno in 4 o 5 facoltà differenti e, ciò nonostante, rischia di rimanere fuori da tutte». Test d’ingresso bocciati senza appello da altri ragazzi. «Re-

puto l’introduzione di questi test una cosa assurda - lamenta il 19enne Alberto Natola non è possibile togliere il diritto allo studio a un ragazzo che vuole continuare il suo percorso. Vorrei che si creasse una manifestazione, una ribellione pacifica per riavere la possibilità di iscriversi all’università senza ostacoli. Ho già fatto il test per Ingegneria e a giorni farò quello per Giurisprudenza. Alcuni quesiti non sono possibili da svolgere nemmeno per chi ha frequentato i corsi

estivi di preparazione: 200 euro buttati al vento». Pietro Gitto vorrebbe studiare Giurisprudenza, ma ha anche provato i test per Medicina e Scienze politiche internzazionali: «Non ho seguito alcun corso di preparazione - ammette - ma posso dire che il livello di stress dei ragazzi era davvero elevatissimo. Eravamo tutti consapevoli di essere di fronte a un bivio che avrebbe potuto direzionare, nel bene o nel male, la nostra vita e la nostra carriera futura. È eccessivo

che gran parte dei candidati arrivati in anticipo aspettasse per ore sotto una canicola insopportabile, con il rischio che qualcuno avesse un mancamento. Queste prove - continua - hanno una finalità, a mio parere, sbagliata. Se da un lato può essere giusto svolgere un test d’ingresso, dall’altro questo deve avere carattere non selettivo; dovrebbe, cioè, servire semplicemente ad indicare i soggetti che avessero bisogno di un potenziamento delle loro conoscenze tramite corsi di recupero organizzati dalla facoltà, non stroncare i sogni degli studenti». Il ministro Gelmini, intervenendo sulla polemica dei quiz d’ingresso, da un lato ammette che «sono troppo nozionistici» e promette di «riformarli, dopo approfondita riflessione» perchè - ha dichiarato - «valutano le nozioni e poco le capacità di ragionamento» e presentano «lacune a cui occorre mettere riparo» per «migliorare il sistema»; dall’altro, però, difende la valenza dei test e del numero chiuso, in quanto «garantisce una buona scrematura e premia la qualita». Ormai però è fatta: l’università a numero chiuso, o aperta a pochi, o non per tutti, è diventata realtà. E se un qualsiasi bambino esprimesse il desiderio di voler fare da grande il medico, sarebbe meglio avvertirlo: “volere è potere”, certo, ma quel che più conta è mettere le “ics” al posto giusto. U i


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IL CASO / L’università etnea è l’unica ad avere istituito il numero programmato per tutti i corsi di laurea. Così circa 3.000 studenti dei 12.263 che partecipano ai test di ammissione resteranno fuori. Il delegato alla didattica: «È stata una scelta obbligata» la possibilità di fare più test. Non ci fa piacere rinunciare a circa tremila studenti, sia perché vorremmo far studiare tutti sia perché questo incide dal punto di vista economico», ha dichiarato il professor Cozzo. «Secondo me gli studenti preparati entreranno, questi numeri non creano grande squilibrio. L’esperienza ci dice che il 20 per cento degli studenti iscritti li perdiamo già al primo anno, saranno questi ad avere maggiori difficoltà con i test». Il nuovo sistema ha raccolto numerose critiche, il Coordinamento unico dell’ateneo di Catania formato da professori, ricercatori, precari e studenti,

di Roberto Sammito ono stati gli aspiranti ingegneri a dare il via, il primo settembre scorso, ai test per accedere ai primi anni dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’ateneo di Catania. Da quest’anno, infatti, tutte le facoltà dell’ateneo sono a numero chiuso e per potersi iscrivere è necessario superare una prova. Hanno fatto domanda di partecipazione 12.263 ragazzi per 9.270 posti a disposizione. Per alcuni corsi la competizione è più serrata per via dell’alto numero di domande di ammissione e dell’esiguità di posti. Basta un veloce calcolo per ca-

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Catania, primo ateneo d’Italia

a numero chiuso

pire che per circa tremila giovani non ci sarà possibilità di studiare a Catania. Più che i numeri, a colpire è un altro dato, solo l’ateneo catanese ha deciso di istituire il numero programmato per tutti i corsi. Mentre negli altri atenei italiani sono solo alcune le facoltà che prevedono uno sbarramento iniziale al numero degli iscritti mentre a Catania si è deciso di limitare l’accesso per tutte le dodici facoltà attive. «Non è una scelta dell’università di Catania, noi abbiamo solo rispettato la legge che dice che bisogna avere risorse adeguate al numero degli studenti», spiega il professor Giuseppe Cozzo delegato alla Didattica. «È stata una scelta obbligata. Non possiamo dare spazio ad una domanda che supera le risorse a disposizione. Senza numero chiuso rischiavamo di mettere in crisi il sistema. Se un corso di laurea procede con numeri superiori alle risorse, in pochi an-

926.240 euro A tanto ammonta la somma delle tasse (40 euro per ciascun test da sostenere) pagate dalle aspiranti matricole per iscriversi alle prove (le iscrizioni sono state 23.156) ni si rischia di perdere il valore legale del corso». Quindi, gli atenei che non hanno previsto il numero chiuso per tutte le facoltà, hanno risorse adeguate per ospitare tutti gli studenti che si iscriveranno e tra questi potrebbero esserci quanti non riusciranno a superare lo sbarramento nell’ateneo etneo. A Catania, la situazione varia da facoltà a facoltà. Possono

stare tranquille le 391 aspiranti matricole di Agraria, per loro il posto è assicurato per via dei 450 posti disponibili. Poche lamentele anche da Giurisprudenza dove sono 1582 studenti a contendersi 1250 posti. Decisamente più difficile la competizione per l’accesso alle facoltà di Chimica, Economia e Farmacia dove uno studente su due rimarrà fuori. La difficoltà per l’accesso a Medicina e alle altre professioni sanitarie è ormai nota, meno nota è la competizione per l’ingresso alla facoltà di Scienze biologiche, dove sono oltre 1400 studenti a contendersi 250 posti. Ogni studente ha scelto a quali e quante prove partecipare senza nessuna limitazione, segnalando l’ordine di preferenza dei corsi di studio. Se non riusciranno a superare l’esame per l’ammissione al corso di laurea preferito potranno sempre ripiegare su altri. «Abbiamo cercato di ridurre le conseguenze negative dando

ha manifestato vestendosi di nero davanti alla sede de Le Ciminiere dove si sono svolti i test. I componenti del Coordinamento hanno voluto informare gli studenti sul cammino universitario che li attende, spiegando i motivi della loro opposizione al Ddl Gelmini e alla manovra finanziaria. Lo stato dell’università preoccupa anche il professore Cozzo, secondo cui «al momento il problema del numero chiuso non è il più preoccupante. Il sistema in Italia è in crisi, o si investe o si chiude. Con questi indirizzi l’università è destinata a morire. Ci sono già università in grosse difficoltà, Catania nei prossimi anni potrebbe avere un budget sufficiente solo per gli stipendi dei dipendenti e niente per il resto. Gli investimenti sono stati tagliati, più tagli meno posti per gli studenti. Il numero chiuso è quindi solo una conseguenza di indirizzi nazionali più ampi». U i


Maniscalco: «Cnsu non ancora convocato dopo quattro mesi dalle elezioni»

Dopo quattro mesi dalle elezioni il Consiglio nazionale degli studenti universitari non è ancora stato convocato. Infatti il 12 ed il 13 maggio scorso il Cnsu è stato rinnovato ma ad oggi nessuna convocazione è pervenuta agli eletti. Lo fa notare Emanuele Maniscalco, consigliere neo eletto. «Da quattro mesi attendiamo la convocazione da parte del ministro Gelmini che ancora oggi tarda ad arrivare senza alcuna motivazione o comunicazione ufficiale. - afferma Maniscalco - Insediare il Cnsu potrebbe essere una grande opportunità di confronto (sulla riforma, ndr) che sta sfumando con il passare del tempo; il Cnsu potrebbe portare all’attenzione del ministro proposte nuove che vedano gli studenti come destinatari di una riforma necessaria, ma molto contestata». Il riferimento di Maniscalco è al disegno di legge Gelmini all’esame della Camera.

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INFORMA

Tagli, precari e stabilizzazioni, critiche e mobilitazione del mondo sindacale

Con una delibera del 7 settembre, il Cda dell'Università di Catania ha avviato l'iter per la stabilizzazione di alcuni lavoratori, trasformando il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Una decisione importante per il futuro di molti precari dell'Ateneo etneo che però ha generato perplessità tra le organizzazioni sindacali. Con un documento congiunto, infatti, le segreterie provinciali di Flc Cgil, Cisl Università, Uil Pa Università Ricerca Afam, Fed Confsal/Snals Univ./Cisapuni, Csa di Cisal, hanno espresso dubbi sul metodo e sul merito scelti dal Cda, paventando una “guerra tra poveri”. Altre critiche hanno seguito un incontro con il direttore amministrativo a cui non ha preso parte il rettore. Secondo l’esecutivo della Cgil, poi, Catania perde circa 40 milioni del fondo ordinario di Ateneo passando da 202 milioni nel 2008 a 160 milioni nel 2011.«A causa delle scelte del governo sull'esigenza del numero chiuso - dicono i segretari Villari e Milazzo - circa 3.000 studenti non potranno accedere ai corsi universitari. A questo si aggiunge l'espulsione di tanti giovani precari della ricerca e dei servizi amministrativi (il 50% non avrà alcuna possibilità di proseguire il rapporto di lavoro) e il progressivo e sostenuto aumento delle tasse». Una situazione che vedrà la mobilitazione sindacale con «incontri e assemblee nei posti di lavoro, punti di informazione e volantinaggi in città e in provincia».

MUSICOTERAPIA/ Iscrizioni aperte al Corso triennale organizzato dall’Amps

Sono aperte le iscrizioni al Corso triennale per la formazione dell’operatore di Arti-terapia con specializzazione in Musicoterapia organizzato dall’AMPS, Associazione Musicoterapeuti Professionisti Siciliani, a Catania. Durante gli incontri, mediamente quindicinali (sabato o domenica) saranno tenute lezioni frontali e laboratori pratico-esperenziali miranti alla formazione a un metodo di lavoro ad indirizzo dinamico-relazionale. I corsisti acquisiranno la tecnica per poter operare nella relazione di aiuto alla persona sia in difficoltà che non: tale metodo trova infatti applicazione nei diversi ambiti: preventivo, educativo, psico-socio-riabilitativo, terapeutico. Il percorso formativo permette di affinare la capacità di ascolto, già presente in ogni uomo, fondamento della tecnica che considera l’elemento sonoro-musicale il tramite relazionale attraverso cui viaggiano emozioni, sentimenti, affetti anche e soprattutto in assenza di comunicazione verbale. la ricaduta nel mondo del lavoro si attua nella psicoprofilassi al parto, nella scuola, nei centri di riabilitazione, nelle strutture ospedaliere, nelle case di cura per malattie mentali, nel trattamento dell’anziano anche affetto da Alzheimer, nel sostegno al paziente oncologico. I docenti, tutti con esperienza ultraventennale, si sono sempre distinti per correttezza deontologica, professionalità e impegno nella costante applicazione e divulgazione della Musicoterapia. Per informazioni consultare il sito www.formazioneamps.it oppure telefonare ai numeri: 095321740, 3282521079, 3891799199. Si riceve per appuntamento. L’Amps mette in palio n. 1 borsa di studio in favore di coloro che intendono frequentare a Catania il I anno del Corso per la formazione dell’operatore Arti-terapia con specializzazione in Musicoterapia. Le norme di partecipazione sono indicate sul sito. Nei giorni 6 e 7 novembre, inoltre, l’Amps organizza a Catania il III Seminario di Musicoterapia. La parteci pazione è gratuita. A richiesta verrà rilasciato l’attestato di partecipazione. Il programma sarà presto pubblicato sul sito web dell’associazione.

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ateneo

Quanto ne sai di?

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U NIVERSIT Cosa sanno gli studenti di personaggi e fatti che hanno segnato la storia recente? Proviamo a chiederlo, per scoprire che...

di Luca Di Leonforte

«O

no vidi che la rete che separava i due settori era caduta e che molti dei nostri erano passati al settore adiacente… più sotto e nell’angolo più lontano stavano morendo 39 persone». Tutto il resto è superfluo ma serve a capire la straordinarietà dell’evento e l’incredulità di chi viveva da vicino la strage: giocatori, cronisti, spettatori. Il governo belga ordinò alle due squadre di disputare ugualmente la finale per paura di ulteriori disordini; la diretta su Rai 2 si aprì con una schermata nera e un avvilito Bruno Pizzul che tenta di attribuirne la cause a problemi tecnici, contemporaneamente sul Tg 1 andarono in onda le immagini degli incidenti; la televisione tedesca si rifiutò di trasmettere l’evento, mentre quella austriaca non commentò la partita e fece scorrere la

ggi i tifosi dell’Everton ci dedicano uno sfottò: “39 italiani non possono avere torto”. Un modo per dire che l’Heysel è colpa di noi del Livepool. Hanno ragione. Il torto era nostro. Il torto era mio». Con queste parole Tony Evans, oggi scrittore e giornalista sportivo del Times, allora tifoso del Liverpool, chiude il suo racconto pubblicato su La Stampa riguardo la sera del 29 maggio 1985. E questa è anche l’opinione comune di molti studenti catanesi, o almeno di quelli a conoscenza dei fatti, che, senza troppi giri di parole, quando viene chiesto loro a chi sono da attribuire le cause della strage rispondono: «Tutta colpa degli inglesi». Poco importa se poi gli stessi studenti ignorano completamente il

Heysel, la strage senza perché trattamento riservato ai tifosi dei Reds l’anno prima, quando nel giorno della finale di Coppa dei Campioni Roma-Liverpool giocata a Roma, gli ultrà giallorossi passarono la giornata effettuando una vera e propria caccia all’uomo ai danni dei britannici. Passa in secondo piano la decisione della Uefa di far giocare la finale in uno stadio da tutti considerato inadeguato, senza sufficienti uscite d’emergenza, con i muri divisori fragili e cadenti. Non hanno importanza le scarse misure di sicurezza adottate dalle autorità belghe: uomini delle forze dell’ordine contati sulle dita di una mano, numero di spettatori superiore alla capacità dello stadio, tifosi juventini relegati nel settore Z, separato solo da due fragili reti metalliche dai sostenitori del Liverpool (che per l’occasione si erano fatti accompagnare anche da un buon numero di tifosi del Chelsea, noti per la loro violenza tanto da farsi chiamare headhunters, cacciatori di teste). Oggi, 25 anni dopo, la cosa

importante per molti è dare la colpa agli inglesi, senza tener conto che dopo un quarto di secolo il lunedì mattina le pagine dei principali quotidiani raccontano ancora di episodi di violenza negli stadi. E ancora si cerca la soluzione: impianti nuovi, stuart tra gli spalti, tessera del tifoso. I fatti di quel 29 maggio 1985 sono conosciuti dalla stragrande maggioranza degli universitari catanesi, anche se non manca chi dichiara di non aver mai sentito parlare

della strage dell’Heysel e chi, come Giusy, si lamenta addirittura perché «Le domande sono sbagliate, non si può rispondere se non si ha una certa cultura». Le modalità della strage non sono a tutti chiarissimi e si parla genericamente del crollo di una tribuna. Il numero esatto delle vittime, in pochi lo conoscono. Per fare un po’ di chiarezza. Quel giorno si giocava la finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus allo stadio Heysel di Bruxelles, scelta criticata da entrambe le società. Al tifo organizzato delle due squadre erano state assegnate due zone opposte dello stadio, ma una piccola parte dei tifosi juventini organizzatasi autonomamente fu accolta nel settore adiacente agli hooligans. Prima della partita i britannici iniziarono il cosiddetto take an end (prendi una curva) ai danni dei tifosi italiani che impauriti si accalcarono sul muro opposto provocandone il crollo. Così Tony Evans ricorda quegli istanti: «Mi assentai per qualche minuto per fare la pipì. Al ritor-

scritta “Questa che andiamo a trasmettere non è una trasmissione sportiva”; Michel Platini esultò dopo aver segnato il rigore che decise il match; durante i criticati festeggiamenti della partita, i tifosi juventini, che solo ora iniziavano a comprendere la vera portata del disastro, attorniarono la squadra e rivolgendosi agli inglesi gridavano “assassini!”. Tante critiche piombarono sulla dirigenza e sui giocatori della Juventus, per quei festeggiamenti considerati inopportuni. «Quando cade l’acrobata, entrano i clown», fu questa la frase pronunciata da Platini per giustificare la squadra. Quattro anni dopo un’altra strage vide protagonisti i tifosi inglesi e del Liverpool. Nel 1989 allo stadio Hillsborough durante la semifinale di Coppa d’Inghilterra tra Liverpool e Nottingham Forest, 96 tifosi dei Reds morirono per soffocamento. Da allora in Inghilterra il fenomeno degli hooligans e della violenza negli stadi è stato debellato. U i


INFORMA

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Siamo in..TESI?

ateneo La tesi? Letteratura o scienza, comunque il frutto di un lavoro di ricerca. Noi gli diamo spazio. Segnalateci le vostre a info@universitinforma.it

di Vanessa Ferrara

on vi è alcun dubbio: il fenomeno droga è una della piaghe più preoccupanti della società moderna. Un fenomeno sociologico, sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani, i quali, indipendentemente dall’ambiente sociale in cui vivono, con profonda debolezza si rifugiano in questo tortuoso e complesso mondo, con la falsa convinzione di poterne uscirne fuori in qualsiasi momento; il tutto, senza neppure considerare gli annessi effetti tossici: devastanti. Proprio sull’alterazione psicofisica innescata dall’assunzione di sostanze stupefacenti (concentrandosi sui cannabinoidi), Pietro Ciraudo ha voluto argomentare la propria tesi di medicina legale, conclusiva della sua carriera universitaria in Giurisprudenza. Quando ti sei laureato? «Il 26 luglio». Quanto tempo hai impiegato nell’elaborazione della tesi? «Circa sei mesi, tra ricerca del materiale e stesura». Ti sei aiutato con del materiale multimediale? «Con internet ho avuto l’opportunità di consultare l’Istat e di conoscere le testimonianze di

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del principio attivo (il Thc, il tetra-idro-cannabinolo), del contesto ambientale e della condizione psicologica dell’assuntore. Gli effetti sono molteplici e, tra questi, un’ulteriore distinzione viene fatta tra quelli a breve termine e quelli a lungo termine». Puoi accennarne qualcuno? «Tra gli effetti a breve, ad esempio, rientrano il deficit dell’attenzione, della concentrazione e della memoria a breve termine; poi anche tachicardia, aumento dell’appetito e attacchi di panico. Gli effetti a lungo termine, invece, includono instabilità dell’umore, apatia, disturbi del ritmo sonno-veglia, ma anche patologie come ansia e depressione, fobie e allucinazioni visive». Nella tesi hai parlato anche di potenziali usi terapeutici della cannabis. «Mi ha colpito la grande quantità di Paesi (Germania, Olanda, Gran Bretagna, Canada, Svizzera) in cui è ammesso ricorrere a cannabinoidi sintetici registrati per uso terapeutico. In Italia, l’uso medico dei derivati della cannabis è molto difficoltoso, poiché non esistono sul mercato italiano prodot-

Drammi, vizi e (poche) virtù determinati dalle droghe coloro che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. Ma mi sono aiutato anche attraverso specifici manuali riguardanti le droghe esistenti e ottenuto informazioni anche da parte delle forze dell’ordine». Hai scelto tu l’argomento o ti è stato assegnato? «È stata una mia idea. Mi affascinava poter trattare un tema sempre attuale, approfondendone gli effetti che provoca sull’organismo e i rischi ai quali è possibile incorrere quando, dopo averne fatto uso, ci si mette alla guida, non tenendo conto della possibilità di

provocare incidenti. È un argomento sempre ampiamente discusso e capace di mettere a dura prova i mezzi deterrenti di volta in volta inseriti dal punto di vista legislativo (come il nuovo codice della strada, in vigore dallo scorso 29 luglio). Quando ho proposto l’argomento al mio relatore, il professore Orazio Cascio, ha accettato senza esitazione». Come hai strutturato la tesi? «Tra le varie tipologie di sostanze stupefacenti, ho preferito concentrare la mia attenzione sui cannabinoidi. L’hashish e la marijuana; sono le droghe

più comunemente usate, soprattutto le prime volte. Così, ho iniziato a parlare in generale di queste sostanze, di cosa sono, di come vengono assimilate dal nostro organismo, i loro effetti, l’abuso, la dipendenza, l’astinenza. Infine, ho parlato dei possibili usi clinici della cannabis e degli aspetti giuridici che concernono l’uso di queste sostanze». Gli effetti prodotti dalla cannabis sono tutti uguali per chiunque ne faccia uso? «Gli effetti variano a seconda di vari fattori: la qualità della sostanza, della concentrazione

ti a base di questa sostanza. In pratica, si tratta di veri e propri prodotti farmaceutici, approvati per il trattamento della nausea e del vomito nelle chemioterapie e nell’anoressia in malati di Aids. L’utilizzo terapeutico di cannabinoidi non ha certo risparmiato un acceso dibattito, tra coloro che ne sostengono l’efficacia curativa e l’assenza di effetti collaterali, e coloro che, invece, ritengono che la marijuana e il Thc siano non soltanto privi di efficacia, ma altamente pericolosi. A mio avviso, c’è un po’ di verità in entrambe le tesi». U i


città

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U NIVERSIT

IL WORKSHOP / In cento tra studenti, laureati, architetti italiani ed esteri hanno raccolto la sfida di progettare il territorio urbano di Catania in corrispondenza di sette stazioni della metropolitana. Da “Borgo” a “Monte Po”, ecco la città futuribile che è venuta fuori

Intersections, dalla metro

alla città in sette progetti

di Gianluca Reale ette progetti per altrettante aree della città, in corrispondenza delle stazioni della metropolitana, in costruzione o soltanto ancora in progetto. Sette progetti che reinventano il rapporto e le connessioni tra quartieri o tra territori dello stesso quartiere in conseguenza dell’arrivo del metrò. Così è possibile scoprire come le relazioni urbane mutino o possano generare circuiti virtuosi attorno alla stazione “Borgo”, o nella stazione “Milo” o ancora a Cibali, San Nullo, Nesima, Fontana (cioè al nuovo ospedale Garibaldi), sino a Monte Po. È questo il lavoro che settanta studenti e giovani laureati in Architettura hanno condotto sotto la guida di tutor e professori di estrazione nazionale e internazionale durante il workshop di architettura e urban design Intersections. Dalla metro alla metropoli, sette occasioni per fare la città. Promosso dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti etneo, il workshop rientra nel progetto/laboratorio Catania Urbs Clarissima e si è svolto a Palazzo Platamone per

In alto, un’immagine del progetto per l’area della stazione metro di San Nullo, alla circonvallazione. A fianco, invece, il quartiere di Cibali, dove è riconoscibile lo stadio Massimino, al centro di un parco che arriva sino alla zona di viale Fleming. I gruppi di lavoro del workshop sono stati guidati da sette coppie di architetti, italiani e stranieri: Manuel Aires Mateus (Lisboa) e Francesco Cacciatore (Siracusa); Jesus Maria Aparicio Guisado (Madrid) e Francesco Finocchiaro (Catania); Henri Bava (Paris) e Alessandro Villari (Catania); Roberto Collovà (Palermo) e Gaetano Licata (Palermo); Kengo Kuma (Tokyo) e Marco Scarpinato (Palermo); Uwe Schröder (Bonn) e Marco Mannino/Carlo Moccia (Messina); Antonio Tejedor Cabrera (Sevilla) e Bruno Messina (Siracusa)

S

una intera settimana ai primi di settembre. Sette giorni di intenso lavoro in cui studenti e professori, professionisti e tutor si sono cimentati a progettare - giorno e notte, è proprio il caso di dire parti della città interessate dal percorso della metropolitana della Ferrovia Circumetnea (Fce).

Sono così nati sette lavori molto interessanti, presentati al sindaco Stancanelli e al professore La Greca, direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università, con cui il Comune ha stipulato una convenzione di consulenza per la redazione del piano regolatore. I progetti sono in mostra a

palazzo Platamone e presto diventeranno un catalogo realizzato a spese della Fce. «Queste idee rimangono adesso a disposizione della città - spiega Luigi Pellegrino, uno coordinatori scientifici del workshop (con lui anche Carlotta Reitano, Vincenzo Giusti, Eva Grillo e Chiara Rizzica) -. Gli


INFORMA architetti presenti hanno ragionato con standard di qualità europei e di sicuro i progetti hanno colpito il sindaco il cui auspicio è stato quello di creare un’interfaccia con l’Ufficio del Piano regolatore. Tutti i partecipanti al workshop sono rimasti soddisfatti - aggiunge Pellegrino - perché hanno lavorato su cose reali. La metropolitana a Catania - prosegue l’architetto - è stata pensata soltanto come infrastruttura, ma in realtà è una grande opportunità per ripensare e progettare il territorio: perché dove sorge una stazione della metro cambiano luoghi, abitudini, economia, tessuto sociale e nascono nuove connessioni urbane, specialmente in molti quartieri di Catania che sono stati quasi “separati” tra loro o dalla città dalla linea ferrata della Fce». Dunque nasce per cogliere questa opportunità il workshop e non certo per progettare le stazioni della metro. Anzi. L’obiettivo è ciò che sta intorno alla stazione. Ed è significativo che tale idea di progettare la città, in realtà con un processo che coinvolge tante menti e tanti giovani, sia promosso non dalle istituzioni ma dalla fondazione di un ordine professionale, che si pone in maniera innovativa come soggetto che vuole partecipare a una trasformazione “pensata” della città. Così nascono i sette progetti, senz’altro affascinanti, che prendono le mosse dalla situazione attuale. BORGO. Il progetto prevede una nuova connessione tra la zona di Vulcania-piazza Lincoln e quella del Borgo-via Etnea, oggi di fatto separate dalla linea ferrata e dalle officine della circumetnea: l’area dei depositi ferroviari sarebbe riutilizzata con l’idea di insediarvi servizi, uffici e area a verde. MILO. Tra viale Fleming e via D’Angiò c’è una delle più significative sconnessioni orografiche della città. Ritenuto improbabile poter realizzare un collegamento diretto con la Cittadella universitaria, i progettisti si sono concentrati su due aree: su quella dei cosiddetti “Orti di Susanna”, che arriva sino a Cibali, con l’idea di realizzare un blocco abitativo che corre come una striscia lungo i binari della Fce, riconvertiti a strada a bassa densità di traffico, lasciando a verde tutta l’area degli “Orti di Susanna”; e più a sud sulla caserma Sommaruga, che dovrà essere dimessa, dove sono stati previsti diversi tipi di insediamenti. CIBALI. I progettisti hanno puntato sulle potenzialità del quar-

13 tiere, prevedendo interventi sparsi. Il più rilevante però è la riconversione dello stadio Massimino a centro di servizi per il quartiere, sportivi ma non solo, nella prospettiva della realizzazione di un nuovo stadio per il calcio fuori città. Il Massimino e le aree limitrofe si troverebbero dentro un grande parco che arriva sino alla stazione “Milo”, passando appunto dagli “Orti di Susanna”. SAN NULLO. È la prima stazione metro a trovarsi sulla circonvallazione. Il gruppo di lavoro - guidato dal giapponese Kengo Kuma e dal palermitano Marco Spampinato - ha puntato sull’idea di realizzare attorno alla stazione metro un polo scambiatore con attività notturne e diurne: cinema, una torre di uffici, ma anche residenze universitarie. NESIMA. La costruenda stazione di Nesima, ancora sulla circonvallazione, può diventare l’occasione per riconnettere Nesima con Lineri. Il gruppo di lavoro guidato dallo spagnolo Jesus Aparicio Guisado ha elaborato una proposta ardita: interrare la circonvallazione sino alla rotonda di Monte Po, realizzando un lungo edificio di servizi a Nord che diventa la testa del quartiere di Nesima e si riconnette a Lineri. FONTANA. Questa stazione della metro, come quella di Monte Po, è ancora in progetto. È prevalso il tema paesaggistico, molto affascinante. I progettisti hanno lavorato su un’idea di connessione che porta il mancato “parco delle sciare” a nord, stazione metro e aree limitrofe all’ospedale Garibaldi a un unico livello e segna un ritorno al progetto di Pierluigi Cervellati, nella proposta di piano regolatore di oltre dieci anni fa: realizzare a Monte Po un parco di città, cioè un grandissimo parco con tanto di lago che possa attirare l’intera città, non un parco locale. Un modo per innescare un processo di recupero del quartiere. MONTE PO. La prevista stazione della metro si aprirebbe sulla piazza di Monte Po, quariere di fatto irraggiungibile a piedi, nonostante sia solo a 300 metri in linea d’aria dal Garibaldi. L’idea dei progettisti - capitanati dal portoghese Manuel Aires Mateus - è provare a creare uno spazio pubblico di collegamento pedonale, partendo dall’esistente cava di pietrisco e prevedendo un percorso che si dipana tra spazi di diversa ampiezza sotto il livello della circonvallazione - che rimane soprelevata - e intercetta la cava sino a ricongiungere Monte Po con Monte Palma a nord. U i

città Aut. Ministero dell’Istruzione presa d’atto decreto n° 9692

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AGEVOLAZIONI PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI


ersu

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U NIVERSIT

BANDO UNICO 2010-2011 / Massiccia la partecipazione degli studenti al bando unico per l’attribuzione dei benefici erogati dall’Ente regionale per il diritto allo studio. Si prevedono circa 7500 idonei.

Borse e alloggi, 11mila domande graduatorie entro ottobre di Gianluca Reale entre si avviano a conclusione i test d’accesso ai corsi di laurea, che vedono impegnate migliaia di future matricole, la macchina organizzativa dell’Ersu, in questi giorni, lavora a pieno ritmo per preparare le graduatorie relative al bando unico di concorso per i benefici per il diritto allo studio. Inutile sottolineare che la partecipazione degli universitari al bando è stata massiccia. «Abbiamo ricevuto on line 11.837 domande», certifica il responsabile del settore, Luigi Alberti. Il numero effettivo delle richieste potrebbe scendere leggermente se alla domanda on line non corrisponderà l’arrivo della richiesta cartacea. Ma si tratterebbe di una flessione di entità irrilevante. Cambia poco dunque rispetto all’anno precedente. Gli uffici dell’Ente prevedono un numero di idonei di circa settemila e cinquecento studenti. Ha funzionato anche quest’anno il servizio di assistenza agli studenti che permette di richiedere chiarimenti di-

M

✎ rettamente al personale dell’Ersu prima di inoltrare le richieste e verificare se si possiedono i requisiti per partecipare al bando. Un servizio che anche quest’anno ha portato a una scrematura delle domande alla base, semplificando il lavoro successivo degli uffici. Entro ottobre saranno pubblicate le graduatorie provvisorie e quelle defini-

L’organo (1857) della chiesa di San Michel Arcangelo ai Minoriti - Catania

tive, così come prevede il bando, così da procedere all’assegnazione dei benefici, le borse e i posti nelle residenze universitarie in primis. Le graduatorie provvisorie del concorso saranno pubblicate sia all’albo dell’Ersu, nella sede di via Etnea n. 570 a Catania e saranno visionabili anche sul sito internet all’indirizzo www.ersu.unict.it. Ui

Tesserino mensa /

Le mense universitarie in funzione per l’anno 2010/2011 saranno soltanto due: “Centro” (via Oberdan, 174 ) e “Cittadella” (v.le A. Doria). Le tariffe non sono cambiate rispetto all’anno scorso e sono determinate in base al valore dell’Iseeu. Questi gli importi: 1a fascia 1,50 euro 2a fascia 1,80 euro 3a fascia 2,50 euro 4a fascia 3,50 euro 5a fascia 6,00 euro

Rassegna Per vocem, instrumenta et organum, il 29 settembre e il 2 ottobre due concerti a Catania

Dopo la pausa estiva e i successi dei mesi scorsi (da Palermo a Roma e Trieste), riparte il Festival organistico “Per vocem, instrumenta et organum”, organizzato dall’Ersu con la direzione artistica di Antonella Fiorino. Il prossimo appuntamento è previsto per mercoledì 29 settembre, alle ore 20 nella Chiesa Santa Rosa da Lima, in via San Nullo 46 a Catania, dove si terrà il concerto d’organo (Salvatore Reitano), soprano (Piera Puglisi) e baritono (Salvo Di Salvo) che proporranno arie di Wesley, Mozart, Puccini, Lemare, Verdi, Karg-Elert, Bellini, Donizetti. Sarà l’occasione per apprezzare il tocco energico e il costante mantenimento della tensione lungo l’intero recitale da parte dell’organista Reitano, nonché la soave voce del soprano Piera Puglisi, ospite fissa della manifestazione, e il particolare timbro brunito, il morbido fraseggio e la disinvolta tessitura acuta del baritono Salo Di Salvo. Altro appuntamento con la rassegna è fissato per sabato 2 ottobre alle ore 20 nella chiesa di Santa Maria del Gesù, sempre a Catania. Questa volta sarà un concerto per violino (Marcello Enna) e organo (Mauro Visconti), che proporranno brani di Vivaldi, Bach, Lefébure-Wély, Dubois, Tartini-Kreisler. La chiesa di Santa Maria del Gesù è un “piccolo gioiello” e ha una storia antica. Il sito in cui sorge oggi, nel Trecento era sede di una piccola cappella. La chiesa vera e propria di Santa Maria di Gesù sorse nel secolo successivo e fu gradatamente decorata con opere d’arte. La facciata è austera di gusto romanico, con la decorazione laterale tipica di molte chiese dell’area etnea, ad alternanza di pietre squadrate di basalto nero e pietra bianca.


INFORMA

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INIZIATIVE CULTURALI / Grande successo per l’8° Etna Students Summers Happening che ha portato a Catania i gruppi folcloristici studenteschi di cinque nazioni. Ad agosto grandi applausi anche per l’Orchestra

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alle rassegne alla mobilità studentesca, dai concerti dell’Orchestra fino al grande meeting culturale “Summer Festival”. L’estate 2010 dell’Ersu è stata scandita da tanti eventi culturali. primo fra tutti l’ottavo Etna Students Summer Happening, la rassegna musicale con danze e canti in costume di gruppi studenteschi siciliani e internazionali (sopra e a fianco alcune immagini della manifestazione). Un evento che lo scorso 6 agosto ha riempito piazza Dante, a Catania, dei colori e dei suoni tradizionali di tante nazioni. Oltre ai ragazzi siciliani, infatti, hanno preso parte alla rassegna gruppi folcloristici provenienti dalla Grecia, dalla Macedonia, dalla Polonia, dalla Serbia e dalla Turchia. «Per una settimana la città si è trasformata in un vero melting pot di

estate musicale dell’Ersu. Per “Vivere in Musica”, rassegna di culture, costumi e voci dal mondo, il coro (diretto da Antonia Castelluzzo) e l’Orchestra dell’Ersu (diretta da Antonella Fiorino) sono stati impegnati in un gran numero di concerti che hanno riscosso una grande apprezzamento di pubblico, come quello della “magica” serata di Tango Suite II a Piazza Dante, a Catania, il 13 agosto in occasione del Catania Tango Festival. Ultimo appuntameno estivo per il coro il 19 settembre, alle 21,30, a Santa Domenica Vittoria. Intanto, visto il successo delle iniziative culturali, l’Ente è già impegnato nella programmazione per il prossimo anno accademico. Intanto è già certo che ripartiranno i laboratori. Per saperne di più basta tenere d’occhio sil web dell’Ersu: www.ersu.unict.it. U i

Tra danze, canti e concerti

un’estate in musica culture. Centinaia studenti sono stati ospiti nelle nostre residenze. Un’occasione per creare uno scambio culturale tra giovani di diverse nazioni, uno degli obiettivi che da tempo per-

seguiamo: creare una piattaforma unica di dialogo tra gli studenti universitari», spiega il direttore dell’Ersu, Nunzio Rapisarda. Non solo gruppi folcloristici, però, nell’intensa

Spedizione a Padova al Forum Younivercity

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i sarà anche l’Ersu di Catania al Forum europeo diritto allo studio, promosso dall’Andisu (che riunisce tutti gli enti di diritto allo studio italiani) e da Ecsta (l’organismo europeo che associa gli Ersu). Dalla Sicilia una ricca “spedizione” (ci sarà uno stand unico per tutti i quattro enti siciliani, uno per ogni sede universitaria) a questo appuntamento biennale che è l’agorà in cui si confrontano best practises e si discute di temi importanti, occasione di confronto anche con le realtà estere. Il programma prevede quattro giorni di lavori (dal 30 settembre al 3 ottobre), pieni zeppi di convegni ed eventi. Si comincia con “Diritto allo studio e cittadinanza” con il ministro dlela Gioventù Meloni e il sottosegretario all’istruzione Pizza per poi toccare nei giorni seguenti temi importanti: dall’alta formazione alla capacità imprenditoriale, dal confronto su qualità e quantità delle residenze universitarie sino a focalizzare l’attenzione sui servizi di ristorazione, sullo sport, sull’orienta-

mento, sulle tecnologie da impegare nella didattica e così via (il programma in dettaglio può essere visto sul sito www.yucforum.eu). E poi tanti eventi collaterali, studenti protagonisti, anche nella comunicazione: ci saranno infatti le radio universitarie a seguire l’evento. «Sarà l’occasione, come sempre, per fare un esame alla situazione del diritto allo studio spiega il direttore dell’Ersu, Nunzio Rapisarda - e delle modifiche alla legge quadro 390/91 che il ddl 1905 apporterà. Sia per quanto riguarda la competenza dei finanziamenti, sia per quanto riguarda le borse di studio, la ristorazione, le residenze. Ma anche le attività culturali e le attività di orientamento che con la riforma dovrebbero tornare ad essere di competenza dell’Ersu. Sul piatto - continua Rapisarda - ci sono anche le intese da portare avanti tra Enti regionali per il diritto allo studio ed enti locali (Province, Comuni, e non solo quelli sedi di ateneo) con la garanzia di una maggiore partecipazione degli stessi studenti alle attività che saranno realizzate. U i


master SERVIZIO CIVILE / Le proposte di Cinap e facoltà di Lettere Anche quest’anno l’ateneo catanese dà la possibilità di scegliere, nell’ambito delle attività del Servizio civile nazionale, due progetti (scadenza 4 ottobre): “Di diversità virtù”, promosso dal Cinap (Centro per l’integrazione attiva e partecipata) e “La cultura al servizio della legalità: percorsi di recupero e reinserimento socioculturale 2”, promosso dalla facoltà di Lettere e Filosofia. In particolare nei progetti di Servizio civile nazionale della Regione Siciliana è prevista la selezione di 1.418 volontari ai quali spetta un rimborso netto mensile di 433,80 euro e il riconoscimento di crediti formativi da spendere nel corso degli studi e nella formazione professionale. Gli interessati al Servizio civile possono trovare informazioni generali sul sito www.serviziocivile.it e scaricare i bandi dei progetti dell'Università etnea dai siti www.unict.it/csd, www.flett.unict.it.

16 UNIVERSITÀ DI PAVIA / Epidemiologia genetica e molecolare

Dal 1° ottobre, al 30 novembre sono aperte le iscrizioni al Master in Epidemiologia genetica e molecolare dell’Università di Pavia. Il master è annuale e intende coniugare conoscenze teoriche ed esperienze pratiche, nell’ambito delle più attuali discipline che caratterizzano la medicina molecolare: genetica, genomica, statistica, bioinformatica ed epidemiologia. Vi possono accedere laureati in Medicina, Biologia, Scienze naturali, Biotecnologie, Matematica, Fisica, Ingegneria, Veterinaria, Statistica, che avranno la possibilità di svolgere un periodo di tirocinio presso laboratori consorziati in Italia e all’estero. Tra gli sbocchi professionali: industrie farmaceutiche che si occupano di farmacogenomica, centri di ricerca, Irccs, Cnr e laboratori universitari, aziende che sviluppano biomarcatori per la individuazione precoce dello stato di malattia, per il monitoraggio dell’effetto dei farmaci e per la predizione della progressione della malattia. Per maggiori informazioni si può contattare la segreteria del master (Alessandra Bianchi) all’indirizzo statgen@unipv.it, tel. 0382987539 - web www.unipv.it.

U NIVERSIT BOLOGNA / Land and water conservation L’Università di Bologna ha attivato per il 2010/11 il master annuale di II livello Land and water conservation, aperto a un massimo di 15 partecipanti. Obiettivo del corso è la formazione di un professionista che potrà operare nell’ambito della gestione delle risorse territoriali e idriche in ambito nazionale e internazionale, in settori come la ricerca scientifica, la protezione del territorio e delle acque, l’attività di consulenza in ambito agricolo, la gestione delle acque, e i parchi naturali. Possono partecipare i laureati in Scienze agrarie, Ingegneria ambientale, idraulica, agraria; Scienze fisiche, matematiche e naturali; Scienze geologiche (è richiesta inoltre la conoscenza della lingua inglese). Le domande di ammissione devono essere inviate entro il 31 dicembre. I dettagli del bando e i requisiti di ammissione su www.unibo.it.

LA SAPIENZA / La facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” dell’Università La Sapienza di Roma bandisce il master “Act. Valorizzazione e gestione dei centri storici minori”. Info su www.uniroma1.it


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INFORMA

lavorare

le opportunità del mese dove

cosa

requisiti

info

INFERMIERI IN SPAGNA Il servizio di pubblico impiego della Spagnaseleziona infermieri in diverse città spagnole: Saragozza, Madrid, San Sebastian, Valencia. Contratto a tempo pieno, stipendio circa 1.900 euro lordi.

Titolo richiesto: laurea in Scienze infermieristiche, conoscenza della lingua spagnola.

Per candidarsi inviare il proprio curriculum e una lettera di presentazione all’indirizzo eures-barcelona.eseverri@inem.es, all’attenzione di Angels Eseverri.

STAGISTI AL MSE Il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione del Ministero dello Sviluppo Economico e la Fondazione Crui mettono a disposizione 18 posti di tirocinio (http://tirocini.theprimate.it/).

Il programma è rivolto ai laureati di I livello, di laurea specialistica, di laurea magistrale e di vecchio ordinamento e ai laureandi di vecchio e nuovo ordinamento delle università italiane.

Per inserire la propria candidatura: http://www.crui.it/tirocini/tirociniwa Per richiedere informazioni inviare un messaggio e-mail a: tirocini.dpsc@fondazionecrui.it

BORSE DI RICERCA MEDICA La Fondazione Giuseppe Alazio di Palermo bandisce 3 borse di ricerca di un anno, in ambito oncologico, destinate a laureati in Medicina e Chirurgia. L’importo lordo di ciascuna borsa è di 10mila euro.

Possono partecipare alle selezioni tutti coloro che sono in possesso della Lìlaurea in Medicina e Chirurgia. I candidati, inoltre, devono avere, alla data di scadenza del bando (30 settembre), età non superiore a quaranta anni.

Le domande di partecipazione alla selezione vanno indirizzate alla Fondazione “Giuseppe Alazio”, via Torquato Tasso, 22, 90144 Palermo, e inviate a mezzo raccomandata (con avviso di ricevimento) entro il 30 settembre 2010.

RICERCA FARMACEUTICA L’Università di Catania bandisce un concorso per assegnare una borsa di studio semestrale, dell’importo di 6mila euro per laureati che vogliano realizzare un programma di approfondimento della ricerca farmaceutica.

I requisiti richiesti sono: laurea specialistica o magistrale (o VO) in Farmacia o Chimica e Tecnologia Farmaceutiche; dottorato di ricerca in discipline inerenti la tematica del progetto; conoscenza della lingua inglese.

Le domande di partecipazione devono essere indirizzate al Magnifico Rettore e consegnate direttamente in Via Landolina 51 (oppure spedite all’indirizzo: Piazza Università, 2 – 95124 Catania) entro il 30 settembre.

IMAGING DIAGNOSTICO La Fondazione Bracco attribuisce un contratto a progetto della durata di 3 anni (corrispettivo lordo di 150 mila euro) a ricercatori nell’ambito dell’Innovazione nell’Imaging Diagnostico.

Il bando è destinato a dottori di ricerca (o laureati con almeno 3 anni di esperienza in strutture di ricerca) in Farmacia, Chimica e Tecnologia farmaceutiche, Scienze, Ingegneria, Medicina e padronanza dell’Inglese.

Le domande di ammissione al concorso dovranno essere inviate entro l’8 ottobre agli indirizzi email segreteria@fondazionebracco.com e angelo.volpi@fondazionebracco.com.

CENTRO CULTURALE ULISSE / Corsi di lingua e cultura straniera Sono aperte le iscrizioni ai corsi di dizione italiana, lingua e comunicazione, lingua e cultura italiana a stranieri, lingua e cultura araba, lingua e cultura cinese, lingua e cultura russa promossi dal Centro Culturale Ulisse, da anni operante nell’ambito della formazione e della valorizzazione del patrimonio storico-artistico siciliano. Presenti da dieci anni nel territorio catanese con la Scuola Ulisse, i soci fondatori, forti delle professionalità acquisite nell’ambito della didattica dell’italiano come L2, dell’accoglienza e degli scambi culturali con studenti provenienti da tutto il mondo, hanno sentito l’esigenza di aprirsi al territorio. La fase d’aula avrà inizio ad ottobre 2010; un corpo docente alta-

mente selezionato e in linea con le più recenti metodologie glottodidattiche resterà a disposizione per qualsiasi esigenza. I corsi di lingua avranno l’obiettivo di fornire competenze linguistico-culturali sulla base dei vari livelli del Common European Framework, i corsi di dizione italiana e comunicazione mireranno a fornire competenze pratiche e facilmente spendibili in ambito professionale. Integrarsi e interagire le parole d’ordine che spingono il Centro Culturale Ulisse ad occuparsi di didattica delle lingue, di dizione e di comunicazione considerando il linguaggio uno strumento di grande portata che, adeguatamente e strategicamente utilizzato nell’interazione sociale, a vari livelli condurrà dalla sfera personale a quella interpersonale, dalla competenza alla padronanza per dare risposte concrete in una società multiculturale in continuo cambiamento.

INTERNATIONAL / Berlino, stage all’Institute for Cultural Diplomacy L’Icd, Institute for Cultural Diplomacy di Berlino offre a studenti di tutta Europa internship in diversi ambiti: project development, marketing e relazioni pubbliche, organizzazione di eventi, ricerca, giornalismo specializzato in diplomazia culturale. Il candidato ideale è un laureato triennale o quinquennale in Relazioni internazionali, Economia, Scienze della comunicazione, Studi germanici, Musica o arte. La conoscenza della lingua tedesca è titolo preferenziale ma non indispensabile. Lo stage avrà durata da tre a sei mesi. Per candidarsi inviare il proprio cv all’indirizzo internship@culturaldiplomacy.org.

ICT / Donne@work, sportello-lavoro rosa Lo scorso mese di luglio ha preso vita una nuova iniziativa dedicata al sostegno dell’occupazione delle donne in ambito Ict, attraverso uno strumento concreto che faciliti l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il progetto si chiama “Sportello Donne@work”: si tratta di una banca dati di profili professionali tecnici, organizzativi e gestionali, esclusivamente di donne. La banca dati è gestita dalla Camera di Commercio di Milano che garantirà l’incontro tra la domanda delle imprese di profili professionali e l’offerta di competenze di tutte le donne che vorranno essere presenti all’interno del database. Il servizio è gratuito sia per le imprese sia per le candidate. Non sono necessari particolari requisiti se non l’avere competenze di studio o di lavoro in ambito Ict. Per informazioni: donneatwork@mi.camcom.it.


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Il conte di Montecristo dal romanzo al musical LA PRODUZIONE / Il Teatro Stabile di Catania produrrà il musical scritto e diretto da Gianluca e Tony Cucchiara, tratto dal grande classico di Alexandre Dumas. Con la regia di Francesco Randazzo. Protagonisti Mirko Petrini e Ilaria Spada di Maria Enza Giannetto i sono temi immortali. E ci sono romanzi che diventano capolavori proprio per come trattano questi temi. È il caso di un evergreen come Il conte di Montecristo, romanzo d’appendice di Alexandre Dumas. Storia d’amore e odio, di vendetta e passione. E soprattutto un capolavoro “sempreverde” che in ogni epoca riafferma la sua modernità e attualità. Un’opera su cui il Teatro Stabile di Catania ha voluto puntare e che produrrà per la stagione 2010-2011, presentandola proprio alla chiusura. Una versione particolare: un musical che nascerà dalla penna di Tony Cucchiara, dalle musiche del figlio Gianluca e dalla regia di Francesco Randazzo. La storia è nota: è quella del marinaio Edmond Dantès che, di ritorno da una spedizione,

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In alto, Ilaria Spada che sarà Mercedes e Mirko Petrini che interpreterà Edmond Dantès. Sopra, l’autore Tony Cucchiara e il figlio Gianluca Cucchiara, autore delle musiche.

ansioso di ritrovare il suo amore, Mercedes, viene invece accusato da una lettera anonima di complottare contro il re e spedito in carcere. Quattordici anni pieni di dolore trascorsi nella

fortezza d’If, fino all’arrivo di Faria, che anziano ben presto muore. Edmond progetta allora la spettacolare evasione: si sostituisce al corpo di Faria nel sacco destinato ad essere lancia-

to in mare. Finalmente è libero. Nel pugno stringe una mappa che lo farà ricco. Dantès diventa il misterioso Conte di Montecristo, che vive nello sfarzo della propria villa di Parigi col solo obiettivo di fare giustizia... e vendicarsi. Per merito anche delle innumerevoli trasposizioni cinematografiche e televisive, l’opera di Dumas continua oggi a riscuotere successo e mantiene intatti il suo fascino e la sua popolarità, tanto che lettori e spettatori si emozionano e si commuovono davanti alle vicende di Edmond Dantès e di Mercedes, e condannano la perfidia di Danglars e la viltà di Mondego, nelle varie avventure che si snodano in questa storia avvincente e fantasiosa. Il conte di Montecristo è l’epopea della vendetta. Una vendetta implacabile, meditata per lunghi anni, aiutata dalla scoperta di un favoloso tesoro, or-


INFORMA ganizzata con una freddezza e un’abilità infernali. Forse Edmond Dantès non sarebbe stato così inesorabile se Danglars, Morcerf e Villefort avessero colpito soltanto lui, ma quegli uomini provocarono la rovina di suo padre, ne hanno affrettato la fine nella miseria, e il figlio non sa, né vuole perdonare coloro che scelsero come prima vittima della loro malvagità il vecchio Dantès. Un libro che spazia dai complotti bonapartisti e dai Cento Giorni alla Restaurazione; dalla disperata solitudine nel sotterraneo del castello prigione d’If - alla dotta compagnia dell’abate Farìa; dalla selvaggia bellezza dell’isola di Montecristo allo sfarzo della grande società parigina; dalla chiassosa Roma carnevalesca del 1830 alla solennità del Senato francese adunato per giudicare un suo membro, il generale conte di Morcerf. Attraverso l’intreccio delle vicende, animato da numerosissimi personaggi, il romanzo non concede mai un momento di tregua al lettore, perché i colpi di scena si susseguono in un carosello continuo che, se da un lato un poco sbalordiscono, dall'altro rivelano la potente fantasia dello scrittore, benvoluto al suo tempo e ancora oggi molto amato, sia in Francia che all’estero. Dumas, oltre a quest’opera, ci ha lasciato tanti altri romanzi densi d’intreccio e ricchi di figure interessanti in ogni loro pagina. Pubblicato in piena epoca romantica, nel 1844, il romanzo, che è frutto proprio del Romanticismo, non poteva non trovare un enorme successo e creare estimatori e appassionati. Un appassionato, appunto, è anche Tony Cucchiara che, come confessa, da anni pensava di farne un musical. «Ci pensavo e ripensavo, ma avevo paura di non riuscire a condensare in qualche ora le passioni e le emozioni contrastanti del protagonista. E poi

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Dall’alto in basso: Francesco Randazzo, che curerà la regia de Il Conte di Montecristo; Marcello Perracchio (a destra), Luca Notari (a sinistra), Angelo Tosto, Annalisa Cucchiara e Anna Malvica che saranno i protagonisti dell’imponente spettacolo.

time out come affrontare la schiera di personaggi che si susseguono nella seconda parte, quella della vendetta del protagonista? Sono stato tanto tempo, fermo lì a pensare come avrei dovuto mettere in scena questo caleidoscopio di personaggi e sentimenti». «Alla fine - spiega l’autore - ho deciso di concentrarmi sulla storia d’amore tra Edmond e Mercedes e ho condensato le varie vendette del Conte di Montecristo in un’unica scena, in cui i personaggi dei quali il protagonista vuole vendicarsi muoiono uno dopo l’altro». Ora il testo e le musiche sono pronti, ma la messinscena deve ancora prendere forma e lo farà solo quando la compagnia sarà riunita e il regista, Francesco Randazzo, comincerà a rifinire il tutto. «Man mano che lavoriamo avvengono i tagli e vengono rifiniti i vari elementi. Mio figlio Gianluca ha già completato le musiche e sono sicuro che verrà fuori un grande lavoro. Si tratta di melodie moderne, con duetti e assolo di stile contemporaneo. Ma naturalmente rimane il coro che fa anche da narratore dell’intera storia, com’è sempre stato nei miei lavori. Insomma, pezzi corali, duetti, assolo si alternano, coinvolgendo ed emozionando il pubblico». E naturalmente ogni testo prenderà forma anche grazie all’attore che interpreterà il personaggio. Per i ruoli da protagonista la produzione dello Stabile punterà sulla “premiata coppia” Mirko Petrini e Ilaria Spada, che sta riscuotendo enorme successo con Pipino il breve (il musical che ha portato in giro per il mondo il nome del suo autore, Tony Cucchiara e del Teatro Stabile di Catania). Nel cast, ancora tutto da scoprire, ci saranno Anna Malvica, Marcello Perracchio, Angelo Tosto, Annalisa Cucchiara e Luca Notari. Certo una sfida per lo spettacolo che, in qualche modo, dovrà competere anche con le serie televisive che l’hanno preceduto. Chi dimentica Gerard Depardieu e Ornella Muti in Le Comte de Montecristo? Ma il teatro è tutta un’altra cosa. «E il musical - aggiunge Cucchiara - è altro ancora. In televisione ci si sofferma sui primi piani, sui volti, gli sguardi. Noi puntiamo sui movimenti, sul gruppo, sull’azione. Un modo diverso di tradurre le grandi emozioni che quest’opera produce». Ui

Abbonamenti come e quando

Il botteghino del Teatro Verga, via Giuseppe Fava 35, sarà aperto con orario continuato dalle 10 alle 19, domenica chiuso. Telefono 095 731 08 88 e-mail: info@teatrostabilecatania.it. Sito internet: www.teatrostabilecatania.it/it

Costi abbonamento 2010/2011 12 spettacoli a posto fisso: turno prime 210 euro (golden ticket a 13: 238 euro), turno Lions - B/4 (venerdì) 190 euro (golden ticket a 13: 218 euro); turno B/3 (sabato serale) 190 euro (golden ticket a 13: 218 euro); turni D (domenicali pomeridiani) 200 euro (golden ticket a 13: 228 euro); turno aziendale (pomeridiani e serali infrasettimanali): in azienda 135 euro (golden ticket a 13: 163), al botteghino del teatro 145 euro (golden ticket a 13: 173); turni AZ/3 AZ/8 (sabato serale): in azienda 155 euro (golden ticket a 13: 183), al botteghino del teatro 165 euro (golden ticket a 13: 193 euro); turni AZ/diurna - AZ/C.C.pom. AZ/fer. pom. (sabato pom.): in azienda 140 euro (golden ticket a 13: 168), al botteghino del teatro 150 (golden ticket a 13: 178 euro). Abbonamento giovani a 12 spettacoli: 70 euro (a posto fisso o a prenotazione libera con l’obbligo della scelta del pacchetto La tempesta o Aspettando Godot o Mercadet o Finale di partita). Golden ticket a 13: 98 euro. Abbonamento a 12 spettacoli a posto libero, aziendali: in azienda 135 euro (golden ticket a 13: 163 euro), al botteghino del teatro 145 euro (golden ticket a 13: 173)

La direzione si riserva il diritto di apportare modifiche al repertorio, ai turni abbinati ai giorni della settimana, e di effettuare alcune repliche in altra sede. I diritti di prelazione scadono Turni Prime, B- D- Lions: il 26 settembre; aziendali e Cine Club: il 3 ottobre.


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Il grande happening della Villa Bellini

L’EVENTO / Dal 23 al 26 settembre, quattro giorni di musica, cultura, arte e spettacolo per festeggiare il Giardino restaurato. Un fitto calendario che mette insieme il “labirinto di esperienze” di Civitas in fiore e gli eventi organizzati per i 20 anni di attività di Lapis di Paola Pasetti

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uattro giorni di festa, quattro giorni tra natura, arte, cultura, musica e spettacolo, in cui la città potrà ritrovarsi al Giardino Bellini, che si apre al pubblico dopo i lavori di restauro. Dal 23 al 26 settembre un grande “happening diffuso” che prevede alcuni momenti istituzionali e “Civitas in fiore”, un’edizione speciale della manifestazione “Civita in fiore” ideata dall’assessore alla Cultura Marella Ferrera e che ha già riscosso grande successo. Un’edizione speciale che si arricchisce degli eventi organizzati per la Festa di Lapis, con cui il quindicinale free press celebra i suoi 20 anni di attività. Cogliendo il tema “Labirinti Sonori” della manifestazione ideata da Marella Ferrera e progettata in questa special edition da Tindara Crisafulli negli spazi del Piazzale delle Carrozze concepito come un percorso di “musica in fiore” dedicato al compositore catanese Vincenzo Bellini, la Festa di Lapis si snoda anch’essa tra i viali e le terrazze

della Villa, percorrendo ogni giorno un ideale labirinto di occasioni artistiche, installazioni, session musicali, reading, sonorizzazioni, djset, performance e concerti. Il 23 settembre, dunque, proprio nel giorno dell’anniversario della morte del “Cigno” catanese, alle 11 il sindaco darà il via alla manifestazione, al Chiosco della musica, con il concerto della Fanfara del XII Battaglione Carabinieri Sicilia, per ricordare il 67° anniversario della morte del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto. A mezzogiorno, al Piazzale delle

“Anteprima” all’Orto botanico

Il 19 settembre la Festa di Lapis avrà un’anteprima all’Orto Botanico. Dalle 18, in un percorso guidato tra le collezioni botaniche e gli allestimenti di Cartura, decine di artisti si esibiranno in brevi performance. In serata il concerto di Alfio Antico.

Carrozze, l’inaugurazione di Civitas in fiore, «una grande installazione che si ispira all’antico labirinto del principe Biscari e proporrà un viaggio tra esperienze sensoriali di vario tipo, tutte però legate al concetto del fiore, che è sempre stato il fil rouge delle precedenti edizioni di Civita in fiore - spiega Marella Ferrera -. Insomma, sarà come addentrarsi in una sorta di gigante garden house. Gli spazi di Civitas, infatti, saranno coperti da una struttura trasparente della Promostand, che dà proprio l’idea di una garden house, al cui interno ci saranno cose belle e sorprendenti, a cominciare da una voliera con uccelli rari. La sfida - prosegue la stilista-assessore - è far avvicinare tutti alla bellezza e alla natura, far capire come alcuni comportamenti virtuosi possono migliorare la città e la vita di tutti noi».

In quest’ottica, ogni giorno si potrà partecipare a “Labirinti sonori” (dalle 10 alle 22), esposizione di piante e fiori “tra note, sapori e profumi di Sicilia”; performance artistiche animeranno i viali alberati dalle 18 alle 21. E ancora, visite guidate all’interno del Giardino, tra percorsi storici, botanici e artistici; spettacoli di strada per i più piccoli. Ai bambini, in particolare, sono dedicate due iniziative previste per domenica 26: “Kids art day” (dalle 10 alle 20, animazione, giochi e laboratori creativi per l’educazione al riciclo) e “Kids art awards” (dalle 18 alle 20, per piccoli cantanti). Grande spazio sarà dato all’arte, con la sezione Arti Visive: in differenti spazi della Villa saranno aperte al pubblico mostre che resteranno in allestimento fino al 26 settembre, tutti i giorni dalle 18 alle 24. Per le videoinstallazioni saranno presenti Stefano Roveda con la sua opera di teatro interatti-


INFORMA vo; i videoteatrali di Maria Arena; il gruppo La paura mangia l’anima di Zoltan Fazekas, Sebastiano Pennisi, Alessandro Aiello e Livio Marchese (audio/video non-fiction e documentari); Danilo Traverso e Basmati, progetto di ricerca basato sullo sviluppo di tecniche di animazione. E, ancora, Benedetto Caldarella, Francesco Insinga, Enrico Salemi. In mostra anche i Tamburi a cornice di Alfio Antico e la Bottega del liutaio di Giuseppe Severini. Per la sezione dedicata alla fotografia, saranno esposti i lavori di Luca Guarneri, Valerio D’Urso, Tea Falco, Brunella Bonaccorsi, Francesco Troina, Guido Gaudioso, Claudio Allia, Antonio Licari. E siccome non c’è festa che si rispetti senza buona musica, quelli della Villa saranno anche quattro giorni fitti di concerti e sessioni musicali per tutti i gusti. Primo appuntamento al Piazzale delle Carrozze, dove ogni pomeriggio alle 19 si terrà una jam session. Concerti anche al Chiosco della Musica: si comincia la sera del 23, con il violoncellista palermitano Giovanni Sollima (alle 20); venerdì 24 (ore 20) sarà la volta di Fabrizio Puglisi, uno tra i maggiori esponenti della scena jazzistica italiana, in una performance solo for piano and toys. Il 25 alle 21 salirà sul palco l’Italian Ensemble, con Melo-

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time out Cibo di strada ed happy hour

Ogni giorno, nell’area ristoro, happy hour nel Piazzale delle Carrozze, con gli aperitivi a tema cromatico di “4/20”, a cui si unirà un concept di “Cucina e cibo di strada” con cannoli, panelle e lo “zùccaro”, un bastoncino di zucchero e miele, antica tradizione scomparsa da decenni. In più, ogni sera, chef d’eccellenza faranno degustare le loro creazioni.

✎ Dall’alto in basso: Giovanni Sollima (foto di Gian Maria Musarra), Lello Voce, Rita Botto e i Lautari

Tra i viali del giardino ci sarà anche un angolo letterario con l’intervento di poeti e scrittori (tra gli altri Josephine Pace, Salvatore Padrenostro, Vincenzo Crapio, Giovanni Miraglia, Biagio Guerrera, Antonio Scafidi, Ricardo Raimondi) e un “oriental space” con momenti di danza del ventre, massaggi sonori, rito del tè. Inoltre, sabato 25 alle 10, al Monastero dei Benedettini (Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero) in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia, sarà presentata una pubblicazione in due volumi sul Giardino Bellini.

✎ die italiane per i sentieri di Villa Bellini, un concerto a cura del Teatro Massimo Bellini. In programma, oltre al Cigno catanese, Rossini e Verdi, anche Morricone, Battisti e Modugno. Il 26 settembre, alle 11, si terrà

Poeti e scrittori e l’angolo d’oriente

Ogni sera dj set

Dal pomeriggio a tarda sera, dj set alla Villa sia al Chiosco della Musica con sonorità lounge tra un concrto e l’altro, sia nell’area concerti dopo le performance live. In consolle alcuni tra i più noti dj della scena catanese e non solo: Blatta & Inesha, dj Tagadà, Jah Sazzah, Kikko Solaris, Rock Therapy crew, dj Viciou, dj Rio, dr Luna, Renato Gargiulo, Militant Watt, Salvo Borrelli, Paolo Mei, Miss Mash, Livio Longo, Emiliano Cinquerrui, Sundance Kid.

il Concerto per ottoni e percussioni dell’Italian Brass Band, a cura dell’Istituto Musicale Vincenzo Bellini: un’iniziativa che riporta in vita l’antica tradizione dei concerti della domenica mattina e che proseguirà tutte le domeniche di ottobre. Le giornate di festa si concluderanno ancora nel segno della musica con i concerti organizzati per il ventennale di Lapis: giorno 23, nell’area concerti della collina nord (dalle 21,30) salirà sul palco il trio siciliano Color Indaco. A seguire, lo spettacolo che ha infiammato le notti parigine tra ambientazioni tzigane per un “mariage” che promette grande coinvolgimento: Le vraix-faux mariage tziganin con La Caravane Passe, un balkanik rock-français colmo di energia che elettrizza il pubblico a ogni concerto. Il 24 settembre serata dedicata alla Narciso Records, l’etichetta fondata da Carmen Consoli: apriranno l’area musicale i Babylon Suite; alle 21 si esibiranno in concerto i Lautari e Fabio Abate con la partecipazione straordinaria di Rita Botto. Il 25 settembre alle 21 concerto di Lello Voce, poeta, scrittore e performer, tra i fondatori del Gruppo 93 e della rivista Baldus. Con lui sul palco Michael Gross, trombettista e compositore tedesco che ha collaborato tra gli altri col Klangforum Wien e l'Ensemble Modern. A seguire il concerto de Ipercussonici, reduci dal successo al Womad. Ultima serata, il 26, nel segno delle musiche contemporanee con la partecipazione dell’etichetta discografica Improvvisatore Involontario: sul palco i Naked musicians, l’orchestra mutante del collettivo fondato da Francesco Cusa, e il sound fiammeggiante dall’american dream dei ’60 e ’70 del Marco Cappelli Surf trio. Ui


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STREET ART / Dal 12 al 19 settembre apertura nel segno dell’arte per la festa di Lapis: sette artisti daranno vita a un open air show nel quartiere del centro storico. Un contributo per la rinascita estetica della città

Una “reWALLution” alla Civita pertura “rivoluzionaria”, nel segno dell’arte - e più precisamente della street art - per la festa di Lapis. Il quindicinale free press, che celebrerà i suoi primi vent’anni di attività con una serie di manifestazioni, inaugurerà i festeggiamenti il 12 settembre con “reWALLution”, un open air show che coinvolgerà cinque artisti di fama internazionale e due nuove promesse catanesi, che contribuiranno alla “rinascita estetica” della città. Una mostra a cielo aperto con opere site-specific, una “rivoluzione” per Catania, un’occasione per lanciare una nuova sfida che “allargherà” i confini della cultura estendendola ai muri esterni della città. L’appuntamento con la street art è al quartiere Civita, dove gruppi di animazione per bambini e adulti, capoeira, break-dance, dj set coinvolgeranno i bambini e gli abitanti del quartiere. Lo spazio individuato sono i muri dei palazzi e

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Alcuni graffiti degli artisti presenti a reWALLution: in alto un’opera di Bo130; a destra un graffito dello spagnolo San

delle costruzioni che si affacciano sul Largo XVII Agosto, uno spazio al centro del centro storico, di fronte all’ingresso del porto di Catania, nel quale negli scorsi anni è stato fatto un lavoro di ripavimentazione, ma che resta uno spazio quasi fatiscente, che ha bisogno di

Med Photo Fest, 12 giorni con la fotografia d’autore

Al via il 22 settembre la seconda edizione del Med Photo Fest, il Festival dedicato alla fotografia d’autore che si svolgerà fino al 3 ottobre a Catania e in altre località siciliane. Organizzato dalla Mediterraneum, il festival di quest’anno avrà per tema la “Fotografia, testimone del tempo”, con un ricco cartellone che prevede esposizioni, personali e collettive, dibattiti e seminari. Tra gli ospiti più attesi, Gianni Berengo Gardin, che nel corso dell’evento festeggerà il suo ottantesimo compleanno: al fotografo ligure, che riceverà il Premio Mediterraneum 2010, sarà dedicata una mostra antologica. Saranno inoltre previsti spazi dedicati all’editoria fotografica, workshop tecnici, presentazione e lettura dei portfolio degli autori emergenti e presentazione di nuovi prodotti dedicati e destinati all’arte fotografica. Eventi e mostre si svolgeranno al Centro fieristico Le Ciminiere. Nel corso del Med Photo Fest si potrà assistere a performance letterarie e teatrali, concerti di musica. Inoltre si terranno alcuni workshop itineranti tra le architetture e il territorio della provincia etnea. Dodici giorni dedicati alla fotografia che permetteranno di realizzare reportages nella provincia, puntando l’obiettivo sull’arte e sull’architettura della Sicilia.

recuperare il rispetto dei cittadini. Al centro di questo evento d’avanguardia, fino al 19 settembre, saranno artisti di fama internazionale: Microbo, catanese classe 1970, ma milanese d’adozione, le cui opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in Europa, Stati Uniti e Libano; i milanesi Bo130 e 2501, che da anni partecipano ad importanti eventi artistici in tutto il mondo; il francese Alexone, diventato famoso nei primi anni ‘90 con la sua lettera tag-based sotto il nome di Edipo; lo spagnolo San, illustratore e pittore oltre che street artist. Insieme a loro la coppia di gemelli siciliani Guè, allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catania,

A Catania una “succursale” della Galleria Sacs

La Galleria S.A.C.S. - Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia - di Riso, il Museo d’Arte Contemporanea con sede a Palermo, apre una “dependance” catanese e lo fa nella sede della Fondazione Brodbeck (via Gramignani, 93). Sabato 18 settembre alle 19 s’inaugurerà la mostra “Quando il fuori di adesso era dentro e il dentro era fuori” di Alessandro Piangiamore. Le opere dell’artista ennese, che vive e opera a Milano (foto, video, installazioni e collage) vogliono insinuare il dubbio ed esplorare lo spazio che separa verità e finzione, realtà e immaginazione, offrendo al fruitore un terreno precario e instabile. Così, la scultura e i collage presentati alla Fondazione Brodbeck appaiono come parti autonome di un più ampio congegno illusionistico che rimescola forme e significati acquisiti e incontestati per proporre alternative paradossali, improbabili ma allo stesso tempo verosimili, plausibili. La mostra, allestita fino al 13 ottobre, può essere visitata tutti i giorni (da martedì a sabato su prenotazione). Per informazioni: tel. 095.7233111, www.fondazionebrodbeck.it.

da anni impegnati nello sdoganamento dei graffiti nella loro città. Il pensiero collettivo della street art - una delle più controverse correnti di arte contemporanea - è quello di diffondere il proprio messaggio a un’audience sempre più vasta, per migliorare quella che gli stessi artisti definiscono “l’estetica del quotidiano” e quindi la qualità stessa della vita. Sono molte le città italiane che hanno concesso a questi artisti degli spazi “legali” dove potersi esprimere. La prima, in ordine di tempo, è stata Torino alla fine degli anni Novanta. Più recentemente anche l'amministrazione di Milano ha riconosciuto il valore artistico dei graffiti del centro sociale Leoncavallo. Accordi simili sono stati fatti anche a Firenze, Bologna, Trento, Lucca, Rimini e Monza. La street art entra a pieno titolo nel mondo dell’arte contemporanea. E Catania sta al passo coi tempi. U i

“Accade Arte” un nuovo spazio dal 16 settembre

S’inaugura il 16 settembre alle 18.30 “Accade Arte, Spazio d’intercettazione” un luogo aperto a tutti che ospiterà opere e artisti ma anche incontri e laboratori. Fitto il programma degli eventi, che prevede anche giornate dedicate all’apprendimento di varie tecniche pittoriche. Per l’inaugurazione dello spazio, che si trova in via Vincenzo Giuffrida 189, sarà presentata una personale di Tano Giuffrida. In mostra opere pittoriche e fotografiche per le quali sono stati realizzati due volumi con le presentazioni del critico d’arte Ugo Barlozzetti e dello storico dell’arte Danilo Romero per la parte pittorica e del critico fotografico Pippo Pappalardo per la parte dedicata alle opere fotografiche. Per informazioni: www.incontemporanea.com, www.tanogiuffrida.it Anita Gensabella


INFORMA

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TRAILERS FILMFEST /

Dal 23 al 25 settembre l’ottava edizione della manifestazione, con 30 opere a contendersi l’ormai ambìto Elefantino. Appuntamento ai Benedettini per workshop, incontri e rassegne. Al Teatro Metropolitan le anteprime, gli omaggi e le premiazioni di Benedetta Motta

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n principio erano i “prossimamente”, oggi sono chiamati semplicemente trailer. Piccoli frammenti di cinema che hanno guadagnato un festival interamente dedicato a loro, il Trailers Filmfest. Già da otto anni si rinnova l’imperdibile appuntamento con il Tff, il concorso nato a Catania - e unico del genere in Italia ed Europa - per assegnare il premio al Miglior trailer della stagione cinematografica, votabile dal sito ufficiale www.trailersfilmfest.com. Seguendo l’ormai consolidata tradizione della manifestazione, il concorso vedrà in gara trenta lavori selezionati tra i film usciti nelle sale italiane fra il 15 agosto 2009 e lo stesso giorno di quest’anno. I trailer, divisi nelle sezioni Italia, Europa e World e scelti dal Comitato del Festival tra circa 300, saranno in seguito votati anche da una giuria di qualità e dal pubblico. I migliori, durante la serata conclusiva del 25 settembre, saranno premiati con l’Elefantino, simbolo di Catania e ormai storico riconoscimento del Tff. Importante segmento del Festival sarà TrailersProfessional, momento d’incontro tra i professionisti del mondo del cinema, della promozione e della pubblici-

gia con l’Università di Catania per conoscere più da vicino questo mondo e interagire con le professionalità del grande schermo. Workshop e incontri si terranno precisamente all’interno dell’Auditorium della Facoltà di Lettere e Filosofia, in piazza Dante 32. Al Teatro Metropolitan, invece, si terrà il TrailersPrémiere, con le anteprime cinematografiche presentate da registi, interpreti e distributori, le premiazioni e gli omaggi. Per poter frequentareworkshop e incontri di TrailersLab bisogna iscriversi entro giorno 15 settembre sul sito del Festival, andando alla specifica sezione TrailersLab. Per maggiori informazioni, basta scrivere una mail all’indirizzo info@trailersfilmfest.com o rivolgersi alla dott.ssa Clelia Calvo, presso la Segreteria di Presidenza al numero telefonico 095.7102711. La partecipazione è gratuita e agli iscritti sarà rilasciato un attestato. Inoltre, per gli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, la frequenza al laboratorio darà diritto a 4 crediti (come indicato nella locandina di Officina dei Media). Il Festival si svolgerà dal 23 al 25 settembre. Save the date. U i

Torna il Festival

dei “coming soon” tà. In particolare, in questa VIII edizione saranno conferiti: il “Premio alla professionalità”; il “Premio alla migliore campagna promozionale”, ideata per il lancio di un film italiano; il “Premio alla rivelazione dell’anno”, sia esso un attore, regista o produttore; ed infine il “Premio alla miglior locandina italiana” in collaborazione con My Movies.it, uno

tra i più autorevoli portali di cinema. Tutte le iniziative del Festival saranno ad ingresso libero. I luoghi eletti ufficialmente come scenario dell’evento sono due: anzitutto l’ex Monastero dei Benedettini, dove si svolgerà la sezione TrailersLab, ovvero un laboratorio creativo con workshop, lezioni sul mestiere del cinema, rassegne di trailer e dibattiti in siner-


time out Roberta Torre: L 24

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di Riccardo Marra

o scorso 3 settembre “I baci mai dati” di Roberta Torre ha aperto la sezione “Controcampo italiano” alla Mostra del Cinema di Venezia. Un eccezionale attestato di stima per il piccolo grande film della regista milanese ambientato a Librino. La storia è quella di Manuela, ragazzina del quartiere, che un giorno finge di poter fare miracoli diventando suo malgrado il punto di riferimento di tutti i sogni e le superstizioni della gente, «il tono però è quello di una specie di favola metropolitana», racconta la Torre. La regista ha fortemente voluto girare a Librino, un quartiere che ha ritratto non nel suo peculiare stato di degrado, ma invece illuminato da una luce strana, un po’ magica. Insomma un film “siciliano” che non parla di mafia: un bel merito per una regista che sin dai tempi di “Tano da morire” (1997), ha sempre descritto il Sud in maniera assolutamente originale. Roberta, parlaci dell’esperienza veneziana. «È stata davvero una bella opportunità per tutti. Aprire la sezione di un Festival come quello di Venezia è sempre un posizionamento interessante per un film. Che dire, un’occasione di visibilità per “I baci mai dati”, un’ottima vetrina per un prodotto particolare come il nostro». Perché hai scelto proprio Librino come location del tuo film? «Forse perché sono stata a Librino con Antonio Presti per molto tempo e lui me l’ha fatta vivere in maniera diversa Per molti grazie al catanesi è suo lavoro un luogo nel sociale off limits… legato all’ar«Sai, io crete contemdo sia molporanea. to un cliché Ogni volta questa cosa che andavo della perilì, quei posti feria disproducevano cchiaro durante le riprese La regista con Donatella Fino astrata che in me uno diventa lo strano fascino, così è stato praticamente im- spauracchio degli abitanti delle mediato pensare a Librino quan- zone centrali della città. Il problema non è il ghetto o il quardo la storia iniziava a prendere tiere malfamato, il punto è che corpo sulla carta».

«Affascinata da Librino» peccato; in altre zone d’Europa i quartieri come Librino diventano piccoli atelier per artisti, scrittori, intellettuali». La protagonista di “I baci mai dati” è una giovanissima Carla Marchese: la tua nuova Donatella Finocchiaro? «Carla l’ho trovata per caso facendo centinaia di provini alla Plaia. Prima di lei avevo visionato tantissime fotografie di ragazze di giovanissima età, ma che erano molto simili tra di loro. Carla no. Lei era diversa da tutte, mi è piaciuta subito per il suo essere “bambolina di porcellana” e per quella sua faccia un po’ fuori dal cliché delle tredicenni che si atteggiano a veline. Non so se potrà avere un futuro come attrice, dipende solo da lei perché, al contrario di Donatella che quando iniziò con me già aveva fatto teatro e possedeva una consapevolezza artistica, Carla è assolutamente digiuna di tutto questo. Io ho fatto un grande lavoro con lei, non è facile prendere una persona inesperta e farla diventare un’attrice. È anche vero che sono sempre favorevole agli attori presi dalla strada, hanno un istinto diverso rispetto all’interprete dotato di grande tecnica. Però il regista deve saperci lavorare, non basta spingerlo davanti alla

INTERVISTA /

La regista milanese ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il suo ultimo film “I baci mai dati”. Una favola metropolitana girata nel quartiere catanese: «Un luogo - dice - che avrebbe bisogno di essere reinterpretato» nessuno ha motivo di andare a Librino visto come lo hanno ridotto: un dormitorio senza un cinema, un negozio… un deserto. Un posto cioè dove non si muove nulla e dunque perfetto per essere la tana di attività poco chiare. Vivendo lì tre mesi per girare il film però, ho visto sì delle zone davvero allo sbando, ma anche un quartiere che, se venisse reinterpretato, potrebbe dare molte possibilità ovviamente grazie a uno sguardo diverso da parte di chi se ne dovrebbe occupare. È un vero

macchina presa». Nei Baci mai dati, Manuela si inventa miracoli per la comunità. Oggi la religione è ancora l’oppio dei più deboli? «Non credo sia esattamente così, c’è una differenza tra religione e religiosità. Un conto è credere, avere fede, altro è affidarsi a maghi, fattucchiere e al fato. Credo ci sia ancora chi è veramente credente, e anche chi - al contrario - ha bisogno di qualcosa o qualcuno che possa realizzare i propri sogni come i miracoli, la superstizione o addirittu-


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INFORMA ra il Grande Fratello. Nel caso della storia di Manuela io la vedo più come la favola metropolitana di una ragazzina un po’ annoiata che un giorno s’inventa un diversivo che cambia la sua vita». Il film è prodotto dalla tua Rosetta film. Qual è la situazione del cinema indipendente? «Nella mia carriera ho lavorato con tutti: produzioni piccole e grandi, ad esempio l’ultimo film che ho fatto era targato Cattleya, dunque ho un’esperienza a 360 gradi. Poi però ho deciso che era arrivato il momento di produrmi da me e realizzare i progetti di quei giovani registi che non avrebbero altrimenti spazio. Il perché di questa scelta? Volevo godere di una libertà che ho avuto raramente nel mio lavoro. È davvero difficile incontrare un produttore che riesca davvero a sposare un progetto e renderlo al meglio. In passato ho sofferto molto perché, realizzando dei prodotti molto differenti rispetto allo scenario normale del cinema italiano, non ho mai trovato un produttore-anima gemella. Alla fine ho voluto fare da me. Per “I baci mai dati” non ho avuto grosse difficoltà, la collaborazione tra Rosetta film e la Nuvola di Amedeo Bacigalupo è stata davvero produttiva, così come quella con Adriana Chiesa, che ci ha messo tutta la sua esperienza. Poi sul piano economico devo molto alla Sicilia che ha dato l’input per la realizzazione di questa storia». Le piccole produzioni troveranno un futuro nel web? "Sì, credo molto a questa strada anche, il cinema in senso classico è destinato a una fine senza ritorno. Il fatto è che le grandi produzioni privilegiano uno modello troppo noto: stessi attori, storie che terminano tutte allo stesso modo, standard produttivo. In Italia il cinema è popolato dalle grandi famiglie che difficilmente lasciano spazio a chi non è inserito in certi percorsi. Io invece credo nell'autoproduzione però non intesa come produzione improvvisata, ma come cinema nuovo e originale». I miracoli di Manuela diventeranno anche un libro… «Sì, me l’ha proposto di scriverlo Cristina Dalai della Tartaruga. Credo che continuerò la storia di Manuela però ampliandola, avevo pensato a una sorta di diario di una ragazzina di tredici anni alle prese con il suo mondo: la religione, il sesso, i problemi. Insomma tutti quegli aspetti che non ho potuto approfondire nel film». U i

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CINEMA / Si è conclusa a Viagrande la terza edizione di State aKorti. Primo premio a Simone Baldini con “A tutti i costi”

Un festival di corti

tutti da ridere

L’Odeon ha messo su un Cineforum per il mese di ottobre/novembre: in rassegna alcune pellicole cult come “Blade Runner” e “Rocky Horror Picture Show”. L’abbonamento costa 10 euro per 5 film, il primo appuntamento (4 ottobre) con “Allarme a New York: arrivano i Beatles” è a ingresso gratuito.

di Rosa Corallo ronia e comicità. È il must di “State aKorti”, festival internazionale del cortometraggio di genere comico-umoristico giunto alla terza edizione che si è svolto ad agosto a Viagrande, a Villa Di Bella. Giunti in finale 25 cortometraggi, realizzati da registi italiani e spagnoli, selezionati per l’assegnazione del primo e secondo premio da una giuria d’eccezione. A vincere il festival per il miglior cortometraggio, con “A tutti i costi” (foto in alto), Simone Baldini: romano, classe ‘84, laureato all’Accademia di Belle Arti a Frosinone e alle spalle un corso di Media, Arte e Regia. «Ho voluto trattare questo tema scottante in maniera ironica - spiega Baldini - nell’intento di far riflettere, ma con i toni della commedia all’italiana». Secondo classificato il cortometraggio “Gps”, dello spagnolo Diego Sanchidrián, di Madrid, classe 1977. Un Gps diventa l’alter ego del suo stesso proprietario, guidandolo in tutte le scelte, incluso indicargli il percorso della destinazione finale, tre metri sotto terra. A “Pet” del trevigiano Giacomo Livotto, è andato invece il premio per la migliore colonna sonora, con musiche originali dei gruppi musicali Vulsor, Pied d'nez, Ehma e Zam’s. Lo stesso corto si è classificato terzo per numero di voti. Giuria composta da trentotto giurati, tra esperti, critici cinematografici e giornalisti presieduta dai registi Carlo Lo Giudice e Giovanna Brogna. Presenti, tra gli altri, Giusy Balsamo, responsabile della Catania Film Commission; Sebastiano Gesù, docente di Storia e Critica del Cinema all’Università di Catania; Maria Lombardo, caposervizio Cultura e Spettacolo del quotidiano La Sicilia. Il concorso, presentato da Carla Condorelli, ha avuto la partnership di Ustation, media social network universitario, all’interno del quale alla fine del concorso si potranno votare i corti in gara; AperitivoCorto, primo circuito nazionale di cortometraggi che darà visibilità sul territorio nazionale ai migliori cortometraggi che hanno partecipato al festival; Radio Zammù, web radio dell’Università di Catania e Radio Sis. Anche quest’anno è stata ospitata la Fondazione Angelo D’Arrigo, che si muove a fini umanitari. U i

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CINECLUB / 35 mm

TEATRO / Presentazione dei laboratori di Molo 2

Lunedì 4 ottobre alle 20 sarà presentato il programma della trentesima edizione dei laboratori annuali del Teatro del Molo 2, che vantano, tra gli altri, allievi come l’attrice Donatella Finocchiaro e l’attore Giovanni Calcagno. L’appuntamento è per un incontro gratuito nella sede di Molo 2, in via Empedocle 108 a Catania. Il laboratorio di creazione teatrale, diretto da Gioacchino Palumbo (nella foto), si terrà ogni lunedì e mercoledì da ottobre a giugno, dalle 20 alle 22. Il programma prevede la sperimentazione di tecniche di recitazione teatrale e cinematografica (esercitazioni di tecniche vocali, esercizi di gestualità e movimento scenico, dizione, analisi del testo drammaturgico, drammatizzazioni e improvvisazione, tecniche di recitazione, processi di creazione del personaggio). Per quanto riguarda le tecniche vocali, gestuali e di movimento espressivo si farà riferimento al metodo di allenamento dell’attore di Grotowski. Per lo studio e la creazione del personaggio si utilizzeranno tecniche recitative ispirate al metodo di Stanislavskij. Nei mesi conclusivi del laboratorio avrà luogo l’elaborazione collettiva di uno spettacolo teatrale, che prevede l’applicazione delle tecniche recitative per la creazione del personaggio, le prove di messa in scena, l’elaborazione degli aspetti scenografici, dei costumi, delle musiche, prova luci, prova costume, prova generale e infine la rappresentazione dello spettacolo.


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U NIVERSIT

INTERVISTA / I francesi Nouvelle Vague presentano il 16 settembre a Catania (unica tappa italiana) il loro terzo disco NV 3. Tra cover di Depeche Mode e Talking Heads - e un’incursione nel punk dei Sex Pistols - rivive la grande musica degli anni Ottanta di Riccardo Marra a New Wave negli Anni 80 fu un momento fondamentale per il rock: morto il punk, spirato dopo un’esistenza breve e bastarda, band come Cure, Joy Division e Bauhaus abbandonarono la rabbia dei ’70s per scrivere musica colma di oscurità e inquietudine. Partono dalla New Wave e la riscrivono i Nouvelle Vague (la traduzione è presto fatta). A partire dal 2005 con l’omonimo album d’esordio, Marc Collin e Olivier Libaux, i due musicisti francesi titolari del progetto, hanno “coverizzato” alcuni grandi brani del movimento in versione bossa nova (ennesima traduzione di onda nuova), donandogli una nuova vita soft grazie anche a un’equipe di delicate cantanti transalpine. L’ultimo capitolo della loro saga è NV 3: fra le cover di Collin e Libaux canzoni di Depeche Mode, Talking Heads e Simple Minds. Universitinforma ha incontrato Marc Collin in partenza per Catania dove i Nouvelle Vague faranno la loro unica tappa italiana il 16 settembre ai Mercati Generali. Marc qual è la scelta che sta dietro alle cover di NV 3? «Devo dire che la selezione è dipesa del tutto dalla bellezza di quelle canzoni e del loro songwriting. Abbiamo scelto tra le migliori band di quella inimitabile era musicale che è stata la New Wave. Non necessariamente erano le canzoni che ascoltavamo di più in questo periodo». Rispetto al passato avete mutato il suono. Sembra che la bossa nova non sia più la vostra priorità. «In effetti la bossa nova era l’idea principale che stava dietro

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NOUVELLE VAGUE «Noi, amanti della New Wave musica votata al futuro» al primo album. Poi con Bande à part abbiamo provato a cambiare direzione avvicinandoci ai suoni caraibici e alle colonne sonore. Per NV 3 invece la voglia è stata quella di andare a bussare al sound tradizionale dell’America con il country e il bluegrass». Cosa ti manca di più della New Wave?

«No, non rimpiango nulla, non ci crederai ma non sono un nostalgico. Posso solo dire che è stato un momento eccezionale grazie al grande numero di band dall’immenso talento e ai tanti album epocali che ne sono venuti fuori. Era musica votata al futuro, ecco forse era questa la vera particolarità del movimento a diffe-

renza di oggi che si guarda solamente al passato». Musicalmente fu il trionfo delle tastiere e dell’elettronica. Una risposta agli Anni 70, la decade della chitarra elettrica? «Non credo possa definirsi una risposta, anzi i sintetizzatori che arrivarono negli Anni 80 erano uno sviluppo della decade precedente, solo più


economici e più facili da usare. Io avevo un synth Arp 2600 degli Anni 70 e posso dirti che non era assolutamente facile da programmare». Che ne pensi del movimento della New Wave Revival di inizio Duemila? Intendo band come Interpol, Franz Ferdinand, Editors, Horrors? «Inizialmente odiavo quella roba perché pensavo fosse comunque meglio ascoltare le band che hanno creato il sound originale negli Anni 80. Ora riesco ad apprezzare quella musica anche perché in effetti alcune tra quelle band sono davvero di alto livello, prendi i Gossip». In NV 3 in mezzo ai brani new wave avete optato anche per il punk dei Sex Pistols. Come mai? «Sì è vero, ci piace fare le cover anche di successi del punk. Nel primo album ad esempio abbiamo riletto anche i Dead Kennedys e i Clash. Per questo disco abbiamo scelto quel pezzo dei Pistols perché è una sorta di inno del

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movimento punk e anche perché era divertente immaginarlo senza la rabbia del tempo». Nel vostro disco Martin Gore (Depeche Mode) e Ian McCulloch (Echo and the Bunnymen) si trovano nella strana condizione di essere ospiti nelle loro canzoni. «Sì, è vero. Sono comunque rimasti assolutamente contenti della nuova vita dei loro pezzi. Oltretutto non avrebbero voluto prendere parte al progetto perché le nostre versioni gli piacevano così com’erano: assolutamente prive di spirito di imitazione. Ci siamo sforzati di fare qualcosa di totalmente diverso e personale». Ma i Nouvelle Vague suoneranno mai canzoni originali? «Mai probabilmente, ma chi lo sa?». Sarete a Catania il 16 settembre. Parlaci della setlist. «Proporremo un mix di tutti e tre i nostri album, insomma uno show tradizionale. Poi a ottobre prepareremo uno show dedicato solo all’ultimo disco». U i

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CONCERTI / Cristiano De André a Taormina Mario Venuti “recidivo” al Cortile Platamone

Tra i concerti di questa fine d’estate due date da appuntare. Cristiano De André farà tappa col suo “De André canta De André Tour 2010” al Teatro Antico di Taormina il 25 settembre. Mario Venuti, invece, il 30 settembre salirà sul palco approntato nel cortile di Palazzo Platamone a Catania, per una nuova tappa del suo “Recidivo Tour Estate”, prima di riprendere le repliche del musical “Jesus Christ Superstar” in cui interpreta il ruolo di Ponzio Pilato.

CORSI / Dallo shiatsu alla capoeira, tutte le attività della Sala Hernandez

Shiatsu, danza butoh, training corpo, taiji quan, wu shu, capoeira angola, yoga kriya e astanga, hatha yoga, tango e danza contemporanea. Queste sono le attività previste per la stagione 2010/11 della Sala Hernandez, spazio polivalente di via San Lorenzo a Catania. Un caleidoscopio di attività legate ad antiche tradizioni orientali, ma anche l’opportunità di apprendere diversi tipi di danza. Questi i nomi degli insegnanti: Valeria Geremia (shiatsu, danza butoh, training corpo), Salvo Oriti (shiatsu, taiji quan, wu shu), Joao de Pastina (capoeira Angola), Pina Rizzo (yoga Kriya e Astanga), Serena Ciranna (hatha yoga), Filippa Gangi (hatha yoga metodo Sivananda), Maurizio Pappalardo e Simona Puleo (tango), Sara Sanfilippo (danza contemporanea). Info: salahernadez@hotmail.it


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INTERVISTA / Lontana dall’immagine pop degli esordi, la band milanese è tornata con Le strade del tempo, nato come visione critica del mondo. «Il nostro obiettivo - dice Francesco Sarcina - è autoprodurci. Le etichette pensano solo alle regole di mercato» di Riccardo Marra uello delle Vibrazioni è l’equivoco musicale più grande degli ultimi sessant’anni». Francesco Sàrcina è diretto come una freccia appuntita quando parla del suo gruppo, non le manda a dire, è deluso da chi ancora considera la band milanese solo come “quelli di Giulia” (dal brano Dedicato a te del 2003), ignorando i tasselli rock della loro storia. Le Vibrazioni hanno provato a fare cambiare idea su di loro mutando look, richiamando in vita i Led Zeppelin, ricercando sonorità più dure, senza però allontanare l’immagine di pop band affibbiatagli agli esordi. Anche il nuovo album, Le Strade del tempo, nasce come visione critica, rock, del mondo. Sàrcina lo ha raccontato a Universitinforma in occasione del concerto delle Vibrazioni per EtnaFest il 19 settembre all’anfiteatro Le Ciminiere. Francesco, rispetto al passato vi siete presi più tempo per realizzare Le strade del tempo. È stato utile? «Quando rifletti su quello che fai puoi essere più efficace negli arrangiamenti e nei testi e andare più di fino. Credo si senta nel disco, soprattutto per la ricercatezza di certi suoni. Ovviamente ci può essere anche l’effetto opposto ovvero perdere in impeto, istintività e autenticità, ma ogni tanto serve staccare la spina e riflettere sul proprio lavoro. In questo disco abbiamo messo tutto: pancia e mente riscoprendo anche la voglia di suonare di nuovo in sala prove, nella nostra intimità, con la possibilità anche di confrontarci tra noi membri del gruppo». Il tempo è il concept del disco. «Sì, è sicuramente il comune denominatore dell’album, anche se è un concetto che è sempre stato presente nelle mie canzoni. Einstein parlava di re-

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LE VIBRAZIONI

«Siamo un enorme misunderstanding» latività del tempo; è strano come in un secondo possa avvenire la creazione di un universo intero e in mille anni invece ci sono cose che non cambiano mai. L’unità di misura che diamo al tempo è pura arbitrarietà. Per una formica il tempo è diverso rispetto a una pianta. Questo è l’aspetto che mi affascinava di più: la capacità del tempo di dilatarsi o rimpicciolirsi». Tu come lo vivi il tempo che passa? Sembra ieri che Le Vibrazioni hanno debuttato… «È strano. Ma la cosa che mi disturba di più è pensare che sono passati tutti questi anni ma la gente continua ancora a identificarci per il pop di “Dedicato a te”. Così mi chiedo a cosa serva tutto questo sforzo, centinaia di concerti, di input,

mi chiedo a cosa serva la maturazione se poi Le Vibrazioni vengono ricordati solo per quel pezzo lì e non per i tanti spunti rock che abbiamo dato. Ma forse è anche normale, chi lo sa. Ritornando al tempo, mi spaventa il fatto che non se ne faccia un buon uso. In questi tempi iperaccelerati ci si brucia alla velocità della luce, tutto è usa e getta. È un uso cattivo del tempo, si dovrebbe essere più riflessivi, frenare. Sarà che da quando sono diventato padre vedo con maggiore lucidità il passare del tempo perché si riflette nella veloce crescita di mio figlio». A proposito di “Dedicato a te”, di rock o pop. C’è un equivoco Vibrazioni? «Certo che c’è, c’è un enorme misunderstanding, forse il più grande nella musica italiana degli ultimi sessant’anni. Non so perché, forse perché abbiamo dato fastidio a troppa gente con delle canzoni apparentemente molto semplici ma che

in realtà nessuno aveva mai scritto. Poi dico io, la ballad è sempre stata presente nella tradizione rock. Hendrix ha fatto ballads, i Led Zeppelin, gli Stones, i Guns ‘n Roses perfino i Pantera ne hanno fatte, poche ma a loro modo. Ma vivendo in Italia… tutto è più schematico: o rock o pop. L’Italia oggi è un luogo più povero di cultura e valori, musicalmente si amministra tutto come fosse una fabbrica. Prendi quel discografico che ha studiato marketing e lavorato per lo shampoo Johnson e che pensa che anche la musica debba rispettare le regole di mercato che ha studiato sui libri. Senza passione e non capendo che si parla di una forma d’arte, qualcosa che fa riflettere in profondità l’essere umano. Ormai nessuna etichetta colloca un disco come fosse un’opera d’arte o, se lo fa, lo illumina di una luce sbagliata. Le Vibrazioni sono stati crocifissi da un luogo comune e dalla gestione


INFORMA scellerata della nostra casa discografica. Un episodio su tutti? Volevamo mettere il pezzo “Electrip Music” come b-side del singolo “Su un altro pianeta”, e questo discografico della Sony mi disse: «T’immagini la casalinga che mette il disco e si trova un brano così rock? Si spaventerebbe!». Io sono rimasto allibito perché non concepivo la mia musica come prodotto destinato alla casalinga… oltretutto a qualche casalinga il rock piace veramente. Oggi ho capito a cosa si riferiva: guardando X Factor, Amici, Uomini e donne, La pupa e il secchione, ho capito cosa intendeva, ovvero che siamo un popolo di rincoglioniti che ingerisce tutto quello che gli si propina. Poi certo la tecnologia non ha aiutato, visto che la gente preferisce ascoltare solo i singoli. Quando avevo vent’anni comprare un disco significava evadere da cose come famiglia, chiesa e scuola. Solo il fatto di andarlo a prendere al negozio era l’illusione della salvezza, lo spiraglio di luce, il sogno della fuga». Riuscirete a spezzare le catene della major? «Non vedo l’ora, io sto qui che sto bramando la fine del contratto e fosse stato per me anche questo disco l’avrei autoprodotto magari trovando una distribuzione. Al momento però abbiamo le mani legate. Per questo disco ho provato a far fare alla casa discografica il

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29 proprio lavoro cioè prendere un progetto e promuoverlo. L’etichetta avrebbe dovuto fare sapere a tutto il mondo l’uscita del nuovo delle Vibrazioni, avrebbe dovuto urlare “fermi tutti: Le Vibrazioni sono tornati!” e invece nulla, si è accontentata di quello che gli arriva di default dal nostro pubblico. Abbiamo ancora un disco con loro, ma non vedo l’ora che tutto finisca. Io vorrei fare un disco alla “Ummagumma” (album sperimentale dei Pink Floyd, ndr), ma sì! Come i pazzi! E chi se ne frega! Ad oggi dico che mi dispiace regalare perle di saggezza ai discografici. Al presidente della Sony premeva andare ad Amici a fare vedere la sua faccia, ma quando io gli ho parlato dei problemi contrattuali non ha battuto ciglio». Sembri molto arrabbiato. E anche nel disco si avverte del pessimismo… «Io sono una persona estremamente positiva, ma la positività è una difesa a un pessimismo di fondo. Un sorriso non lo negherò mai, però quando scrivo una canzone sono chiuso con me stesso e faccio i conti con le mie sensazioni. Ad esempio “Ridono gli dei” è uno sfogo contro lo scempio che l’uomo sta facendo con la natura. L’ipocrisia è nell’alterare la natura, spremerla e poi, quando questa si ribella, dire due o tre preghiere per far sì che il nostro dio ci aiuti». U i

CONCERTI / Il 24 settembre la popstar si esibirà a Taormina. Con lui il percussionista Ray Cooper

Il divo Elton John al Teatro Antico di Andrea Maurigi l divo del pop Elton John ed il suo carismatico percussionista Ray Cooper tornano in Italia dopo quasi un anno dall’esibizione al MediolanumForum di Assago. Il 24 settembre nella suggestiva location del Teatro antico di Taormina, un concerto (organizzato da Giuseppe Rapisarda Management) di oltre due ore, nel quale l’artista made in England ripercorre la sua straordinaria carriera. Sorry uno dei brani più noti che ha avuto il maggior numero di cover da parte di altri artisti; Candle in the Wind scritta nel 1973 prendendo ispirazione da Marilyn Monroe e riadattata per la morte di Lady D (che la trasformò nel singolo più venduto di tutti i tempi) ed ancora Your Song, la canzone più conosciuta in assoluto di Elton John, un vero e proprio tributo all’amore: sono solo alcuni dei successi che Elton John ripropone ai suoi numerosissimi fan. Ad accompagnarlo il noto e scenografico percussionista Ray Cooper che nella sua carriera vanta collaborazioni con artisti del calibro di Beatles, Rolling Stones e Who. Cooper ha lavorato con Elton John in moltissimi dischi: Madman Across The Water, Honky Chateau, Goodbye Yellow Brick Road, Caribou, Captain Fantastic And The Brown Dirt Cowboy, Rock Of The Westies, Blue Moves, A Single Man, Too Low For Zero, Breaking Hearts, Reg Strikes Back e Made In England. U i

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INTERVISTA / La band fiamminga di Kortrijk presenta il 24 settembre a Catania il suo ultimo album Synrire. «Siamo tutti cresciuti negli Anni 80 e 90 ascoltando grandi artisti della musica sintetica come Vangelis, Carpenter e Moroder»

GOOSE

Elettronica belga dal sapore british di Emanuele Brunetto belgi Goose ci hanno messo davvero poco ad entrare nel variegato mondo della dance alternativa, e lo hanno fatto dalla porta principale, ponendosi in competizione con band dotate di più esperienza e di una corposa discografia. Con un solo album all’attivo, quel Bring It On del 2006 che ha convinto tanto la critica specializzata quanto - soprattutto - il pubblico delle dancefloor, il quartetto belga ha presentato il proprio mix di beat elettronica, campionamenti, venature noise e space, con un occhio al mondo delle soundtrack, rappresentando fin da subito una delle migliori realtà dell’intera scena. A una manciata di giorni dal loro secondo lavoro Synrire (la cui pubblicazione è prevista a ottobre per la K7, etichetta

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simbolo dell’elettronica europea), i Goose saranno di scena a Catania per Homemade Festival - Eastpak Happy New Year (vedi nella pagina a fianco), in programma il 24 settembre. In vista della loro esibizione catanese, Universitinforma ha intervistato la band. Venite dal Belgio, ma il vostro sound è molto “british”. In che modo le vostre origini influenzano la composizione dei brani? «Grazie per il complimento. Dobbiamo ammettere che la nostra infanzia ci ispira molto, siamo cresciuti negli Anni 80 e 90 e pensiamo che nelle nostre canzoni ciò si senta. In parte si percepisce l’insegnamento di grandi maestri come Moroder, Carpenter e Vangelis, di cui sentivamo le colonne sonore in televisione. Invece, un album che ancora oggi ascoltiamo è Speak & Spell dei Depeche Mode. Ci ha influenzato in diversi

modi e, pur non essendone stati sempre consapevoli, ci siamo resi conto di aver utilizzato tantissimi sintetizzatori analogici che usavano loro. Abbiamo anche cercato di registrare alla vecchia maniera, utilizzando il computer e la sua tecnologia proprio come una “tapemachine”, come niente di più di un dispositivo per la registrazione. Negli Anni 90, poi, il New Beat e l’Ebm erano davvero di moda in Belgio, erano dovunque, trovavano le loro origini proprio nel nostro paese ed erano anche un ottimo prodotto da esportare. C’erano tutte queste piccole etichette discografiche che spuntavano come se nulla fosse: Bonzai Records e Usa Import erano riuscite a creare una scena completamente nuova. E tutto ciò ha avuto senza dubbio un grande impatto su di noi». Molti critici e giornalisti vi de-

finiscono una band “indie”. Ma cosa significa per voi “indie” nel 2010? «Indie non significa più niente da quando band come Sonic Youth, Nirvana e Oasis hanno cominciato a vendere milioni di dischi e a partecipare a grandi festival. Musicalmente la parola indie è morta. Ci sono molte collaborazioni fra artisti e un continuo crossover fra generi, quindi è molto difficile oggi dire “cosa è cosa”. Ma il genere indie, nel senso di indipendente, sta tornando. Il lungo monopolio delle major è finito, gli artisti hanno cominciato a prendere il controllo delle proprie carriere e a creare piattaforme per se stessi. Basta vedere Boys Noize, Dfa, Ed Banger o Kitsunè. Tutto ciò che hanno fatto negli ultimi anni non è stato creato da strategie di marketing, loro sono la prova che la buona musica soprav-


INFORMA viverà e ci potrà portare ovunque vorremo». Negli ultimi anni molte band hanno abbandonato le major. Cosa ne pensate della loro situazione odierna? «Tutto dipende dalle band e dai loro desideri. A noi piace contenere la nostra creatività per poi liberarla nel momento in cui vogliamo farlo. È bello controllare la propria musica ed essere gli artefici della strada che si è scelto di seguire. Finora ha funzionato tutto molto bene per noi, perché abbiamo trovato una casa discografica che è totalmente sulla nostra lunghezza d’onda. La loro forza è il modo in cui si approcciano alle band. Ognuna ha un background o necessità diverse, e loro si adattano alla perfezione a ciò. La chiave è anche la velocità nel lavorare, cosa che per una major può risultare davvero difficile. È importante poter pubblicare un brano da un giorno all’altro, senza avere qualcuno che ti dice se è la cosa giusta da fare o meno. E, come tutti sanno, l’artista ha sempre ragione!». Qual è il vostro approccio al lavoro in studio di registrazione? «Non c’è una vera e propria formula. Le nostre canzoni iniziano per lo più da un groove o da una jam session negli studi di casa nostra. Poi, per le registrazioni effettive, siamo andati in uno studio proprio al centro di Bruxelles (Jet Studio, ndr), un posto pieno di fonti d’ispirazione per lavorare, dov’è passata tanta storia, da Edith Piaf ai Rolling Stones. Ultimamente, inoltre, stiamo utilizzando alcune applicazioni musicali per iPhone che hanno tutte le funzioni necessarie per realizzare una buona pista direttamente dal palmo della mano. E ciò risulta molto utile quando si è in viaggio». Avete mai pensato di abbandonare per un attimo l’elettronica e proporvi in veste acustica? «Non ci vediamo proprio a mettere in piedi un set acustico. Ma abbiamo realizzato le versioni acustiche di molte delle nostre canzoni. Crediamo che durante il processo di scrittura/produzione sia bene spogliare i brani fino all’essen-

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31 ziale perché, quando ci si comincia a perdere in suoni e strutture complesse, è sempre bene ascoltare come suonano le canzoni su una semplice chitarra acustica. Funziona veramente, perché in questo modo non c’è verso di sbagliare: è una buona canzone o non lo è, semplicemente. È un trucco che consigliamo a tutti». I vostri brani sono stati remixati da parecchi altri artisti. Cosa cercate in una collaborazione? «Per una casa discografica è fondamentale “colpire”, sotto diversi punti di vista. Ma il nostro interesse è rivolto solo alla buona musica, vogliamo sentire ciò che gli altri producer possono fare con una nostra traccia, dandone la loro interpretazione. Si potrebbe paragonare il tutto al teatro: un’opera già esistente, ma portata in scena da diversi registi. L’opera così non sarà mai noiosa, ogni performance sarà differente e ogni regista potrà aggiungere il suo tocco personale». C’è una canzone che rubereste per farla vostra? «La Marsigliese, l’inno nazionale francese. Non sappiamo perché nessuno, finora, l’abbia mai remixata». Per le giovani band internet ha rappresentato una vetrina per mettere in mostra il proprio lavoro. In che modo ha aiutato voi, invece? «È semplicemente il modo migliore per scoprire nuova musica. Un mezzo veloce per stare in contatto con gli amici anche quando siamo on the road. È anche un efficace sistema per aggiornare i fan su cosa stiamo facendo o per fargli ascoltare un assaggio di un brano a cui stiamo lavorando. Ma internet non è sempre un aiuto. In studio di registrazione, ad esempio, abbiamo dovuto bandire tutti i laptop dalla control room, perché ad un certo punto ognuno di noi guardava video su YouTube, chattava o controllava la posta elettronica. Si finiva per essere al passo con tutto ciò che accadeva fuori, ma non con la musica e il calendario di lavoro. E quindi abbiamo introdotto la regola niente internet in studio». U i

HOMEMADE / Il 24 settembre concerti e dj set per il secondo appuntamento col festival indie

Due palchi e party

all night long opo il successo riscosso lo scorso anno, con Bugo protagonista, ritorna il Festival indipendente Homemade, ideato e organizzato da Soda Elettrica con il supporto di Mercati Generali. Una seconda edizione in grande spolvero e crescita, che si lega di nuovo ad Eastpak, marchio leader nel mondo, e al party italiano dell’anno: Eastpak Happy New Year che toccherà anche le città di Milano, Roma e Bologna. Due palchi, uno indoor e l’altro outdoor, e due momenti: i concerti e i dj set a seguire le esibizioni dal vivo. Il nome grosso questa volta arriva dall’estero, i belgi Goose, rivelazione mondiale degli ultimi anni. Con loro, divisi su due palchi, i talenti nostrani We Love Mamas, anche loro dediti a mischiare rock ed elettronica clubbing, ormai a un passo dalla pubblicazione del loro primo disco per Etnagigante, l’etichetta di Roy Paci. E ancora, gli Introversia, band dall’enorme potenza e potenziale: rock sanguigno che coniuga ascendenze americane e anima sudista. Infine i Faustroll, giovanissima formazione catanese che riesce con disinvoltura non comune a mettersi in un posto di mezzo tutto suo tra i Velvet Underground e il Kraut Rock. Dopo i concerti, i dj set: anche in questo caso nomi di rilievo assoluto: Titan, talento electro-disco pescarese che esce per l’etichetta Valigetta. Con lui Doc Trashz e il suo jack sporco di house e punk, resident di Mad in Sicily e nome sempre più in vista della scena italiana. La zona visuals è invece curata da Vj Kar, antesignano dell’arte e del linguaggio del vjing in Italia e riferimento per tutti coloro che vi si avvicinano. Appuntamento per il 24 settembre ai Mercati Generali di Catania, si inizia alle 22. U i

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Mad in Sicily consacra il Made in Italy

Italians do it better: gli italiani la fanno meglio degli altri. La storia recente della Club culture ha messo nero su bianco come i talenti italiani possiedano, riconosciuta in tutto il mondo, una marcia in più. In questa ottica ritorna Mad in Sicily, venerdì 1 ottobre, ai Mercati Generali di Catania (ingresso alle 23 - euro 5 entro la mezzanotte, euro 10 dopo) con una formazione interamente italiana, a partire da Blatta & Inesha, di nuovo a Catania, di ritorno dall’entusiasmante secondo tour americano, interrotto da due esibizioni in Corea; poi Doc Trashz, sempre più nel mirino dei nomi che contano. Infine, ospite d’eccezione, per la prima volta in Sicilia, Nic Sarno. Sodale dei Crookers sin dal primo giorno, ha già diviso la consolle con Blatta & Inesha lo scorso anno al MI AMI Festival di Milano (davanti a oltre 5000 persone). Sarno vanta un curriculum di assoluto pregio: collaborazioni con Tommie Sunshine, Congorock, Brodinski, Redman e, ovviamente, i Crookers. Il suo suono è pura dirty house, fanatica e col funk incastonato nella pancia.


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INFORMA

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L’INIZIATIVA / Tre giorni, dal 17 al 19 settembre, per lo Stand Up Day, manifestazione di massa a respiro mondiale. In Italia, lo scorso hanno aderito oltre 800.000 persone

Tutti in piedi contro la povertà i avvicina la scadenza de La Dichiarazione del Millennio siglata dalle Nazioni Unite per il 2015 e così, fedele al ritrovo annuale, si ripresenta anche la campagna dello Stand Up Day contro la povertà. Gli obiettivi concordati dai 189 Paesi che alle soglie del terzo millennio hanno aderito a tale accordo epocale sono specifici e misurabili: 1 - Eliminare la fame e la povertà; 2 - Assicurare l’istruzione primaria a tutti i bambini; 3 Promuovere la parità dei sessi; 4 - Ridurre la mortalità infantile; 5 - Migliorare la salute delle gestanti; 6 - Combattere l’Aids ed altre gravi malattie infettive; 7 - Migliorare la qualità della vita e il rispetto dell’ambiente; 8 - Collaborare per lo sviluppo umano. Quest’anno però l’appuntamento per chi vuole aderire allo Stand Up Day è anticipato di un mese, per far sentire la propria voce prima che si tenga l’incontro dei governi (New York, 20-22 settembre). La manifestazione è stata quindi concordata a livello mondiale dal 17 al 19 settembre in modo che il giorno dopo i boss del pianeta possano essere preparati e abbiano consapevolezza della mobilitazione globale a favore degli otto obiettivi, primo fra tutti la povertà. Il tema definito per il 2010 è il battito cardiaco, perché per combattere «serve qualcosa di forte!», perché è lì che risiede l’amore necessario a smuovere le masse e ancora perché quando si prende una decisione importante bisogna ascoltare il cuore. Ed è questo ciò che ci si auspica: che i vertici degli stati sentano le pulsazioni di milioni di cuori che battono all’unisono. Ma cosa significa fare Stand Up? Letteralmente vuol dire alzarsi in piedi e metaforicamente significa levare il proprio grido contro la povertà. Chiun-

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In alto una immagine simbolo dello Stand Up Day 2010 dedicato al “battito cardiaco”. A sinistra due partecipanti esemplificano il tema.

que, da solo o insieme ad altri, può sollevare la “protesta” nei tre giorni stabiliti in qualsiasi momento della giornata, H24! L’importante è essere accomunati dalla stessa causa, facendo sentire la propria voce ai grandi della terra sui temi scottanti che riguardano l’umanità da intendere non in senso generico, piuttosto come somma di ogni singolo individuo «… perché questo luogo che ci piace e si chiama Mondo non è di nessuno in particolare, ma di ognuno di noi». Si può decidere di partecipare ad eventi già organizzati visionando il sito www.standupitalia.it. Oppure si può aderire alla campagna anche in maniera creativa, realizzando delle immagini che rappresentino il cuore, o dei suoni che riproducano il battito cardiaco; infine, se si ha spirito d’iniziativa, e

voglia di sentirsi utili, si può decidere di essere l’organizzatore di un Evento Stand Up nella propria città. Basta segnalarne l’esistenza al sito sopra citato, promuoverlo tra amici e conoscenti e, al momento prefissato, leggere la pledge (ovvero il manifesto che si può scaricare dalla pagina www.campagnadelmillennio.it) e invitare tutti a fare Stand Up: alzarsi in piedi per dire stop alla povertà. Da non trascurare un buon corredo fotografico e video dell’evento da inviare subito dopo all’indirizzo standup@millenniumcampaign.it, a testimonianza del buon esito del proprio sit-in. La nostra nazione grazie agli oltre 800.000 partecipanti lo scorso anno ha registrato il maggior numero di presenze in assoluto in tutta Europa: l’invito è dunque a mantenere il record! U i

MOUNTAIN BIKE / In 300 al freeride della vecchia ferrovia Linguaglossa-Castiglione

È la tappa siciliana del V Bike Tour delle vecchie ferrovie, organizzata da Etnafreebike, associazione sportiva per la pura mountain bike presente a Catania dal 1989 e da sempre protagonista nel progetto di utilizzo delle vecchie ferrovie dimesse. I 30 km complessivi e i 200 metri di dislivello in salita rendono il Freeride della vecchia ferrovia un percorso accattivante e accessibile a tutti gli amanti della mountain bike. La manifestazione, tutta siciliana, è partita dalla vecchia ferrovia Linguaglossa - Castiglione, dismessa dal dopoguerra e ormai trasformata in pista ciclabile, e, attraverso antichi vigneti, vallate ricche d’acqua e gallerie, ha proseguito lungo le affascinanti rive del fiume Alcantara. Seguendo il tracciato del fiume in direzione mare, tra le fresche acque, guadi, tratti d’incantevole fascino paesaggistico, si è giunti nella piazza principale del comune di Calatabiano, trasformata per l'occasione in autentico happening con granita party aperto a tutti e meta per il sorteggio di ricchi pre-

mi tra i quali soggiorni in Trentino e Umbria, skipass in Val di Fiemme e componentistica per Mtb. Tutto si è concluso nella spiaggia di San Marco con bagno a mare e saluti finali. Complici della manifestazione la bella giornata estiva e l’atmosfera che Etnafreebike di Catania ha saputo creare, regalando una giornata di sport e divertimento, grazie alla fervida volontà dei suoi organizzatori e alla passione per la mountain bike del suo presidente, l’Ing Roberto Greco. Le 300 presenze registrate quest’anno confermano ancora una volta il fascino di questo evento e segnano un record che Etnafreebike aspira a migliorare, forte anche delle precedenti esperienze fatte nel corso del 2010, accompagnando oltre 600 bikers sulle vecchie ferrovie della Sicilia, compresa la bellissima ferrovia Dittaino - Assoro - Leonforte dello scorso mese di marzo, nell’ambito della III Giornata delle Ferrovie dimenticate, il cui video ha vinto il 1° premio nazionale. Etnafreebike può offrire questa come altre occasioni di autentico mountainbiking: per maggiori info e la possibilità di associarsi visita il sito www.etnafreebike.com


time out

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U NIVERSIT

ritratto d’artista di Giusy Cuccia

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osì le piace definirsi: cantante-autrice. Siciliana di Siracusa, Adriana Spuria giovanissima comincia a comporre da sola la musica e i testi delle sue canzoni e da allora non si è più fermata. Ha portato la sua voce ammaliante in giro per l’Italia e da un anno e mezzo lavora al suo nuovo disco. Il singolo Una donna ha riscosso un grandissimo successo, è stato trasmesso da oltre 500 emittenti radio nazionali ed estere e ha conquistato il sesto posto nella top ten della Indie Music Like. Adesso Adriana è pronta per l’uscita del suo nuovo album dal titolo, appunto, Adriana. Parlaci di questo disco. «Il disco è già stato mandato al mastering a Milano, presso la Nautilus, e penso che nella seconda metà di ottobre sarà in tutti i negozi. Si intitola semplicemente Adriana e contiene dieci brani, nove in italiano e uno in inglese, tra cui cinque arrangiati con l’aiuto di Toni Carbone, quattro con Toti Valente, Andrea Romano e Lorenzo Urciullo, e uno con Salvatore Adorno. È un’uscita nazionale e poi partirà la promozione. Decideremo quali tappe fare e sicuramente sarò anche a Catania, dove ho già suonato in altre occasioni, ai Mercati Generali, al Barique, alla Chiave, al Taxi Driver». Quali temi affronti nei tuoi brani? «L’amore e soltanto l’amore. Può sembrare banale perché è un tema abbastanza inflazionato, ma mi sta molto a cuore. Solo l’amore è un sentimento vero e anche se ne hanno scritto tutti, ho cercato di farlo in maniera non scontata, mai banale, ma in modo sincero, mettendone in luce tutte le sfaccettature». Chi ha prodotto il disco? «Si tratta di un’autoproduzione tramite il mio marchio La Fabbrica, quindi diciamo che sono imprenditrice di me stessa. Sto anche producendo il videoclip del singolo Non credo, con la regia di Lorenzo Mori per “Terra di cinema” e la protagonista femminile sarà Sarah Nile, personaggio noto grazie all’ultima edizione del Grande Fratello». Perché hai scelto lei? «Perché, considerato l’argomento della canzone, secondo me è perfetta. Inoltre è brava, la vedo adatta per questo video. E poi

ADRIANA SPURIA / Il nuovo disco “self-titled” dell’artista siracusana sarà nei negozi a partire da ottobre. Parlerà dei temi a lei più cari, gli affetti in tutte le loro manifestazioni Adriana Spuria in un ritratto di Jessica Hauf

«Canto le tante facce dell’amore» rappresenta una sorta di ponte verso un target nazional-popolare che può fare bene al singolo e al disco in generale. Credo che lei in questo contesto possa guadagnare il plauso di un pubblico più ricercato che, secondo me, già rappresenta». Quali influenze attraversano Adriana? Partiamo dal pop, dal jazz e dal

blues per arrivare al funk e al rock. Mi piace molto la contaminazione. Adriana è un disco glamour, in cui l’elemento principale è la raffinatezza. I suoni sono vintage, ma anche eleganti». Qual è la situazione in Italia per voi artisti? «In realtà in questo momento il settore della discografia è profondamente in crisi. E scegliere

di investire in se stessi, come ho fatto io, è una scelta molto coraggiosa. Il problema semmai non è investire, il problema è ciò che sta dietro la macchina promozionale. Se la macchina funziona allora hai delle ottime possibilità di diventare famoso; se la macchina si inceppa le opportunità sono minori. In ogni caso non esiste un genere di musica più adatto di altri a diventare popolare. È la macchina promozionale che decreta, per lo meno, la diffusione. Poi è la gente a rispondere positivamente o negativamente a un artista o a un genere musicale. Piccolo particolare: per fare funzionare la macchina servono tanti soldi. Io ho scelto di autoprodurmi con tutti i rischi che ciò comporta, ma credo che, allo stesso modo, la gente saprà apprezzare la mia musica». Alcuni brani del disco precedente sono in vendita su internet. È stata una mossa che ha avuto effettivo positivi o no? «È la Pirames, casa discografica digitale, ad avere messo in vendita tre brani del mio primo lavoro su iTunes. Penso che internet sia comunque un oceano che va guidato e veicolato: se è usato per una promozione va bene. Comunque i brani potete trovarli su sito http://www.myspace.com /adrianaspuria». C’è un cantante o un artista in generale a cui ti senti legata o a cui guardi quando fai musica? «Si sicuramente anche più di un artista. Comunque per fare dei nomi Carol King, Joni Mitchell, Madonna, i Pink Floyd, Genesis, Ani Difranco, Burt Bacharach, gli Chic, i B-52’s, Lou Reed, Laurie Anderson, David Bowie e una miriade di artisti di vari generi che ho macerato dentro il mio cervello per anni: le voci di Billie Holliday, Diane Krall, Ella Fitzgerald. Tra gli italiani Mina, Battisti, De Andrè, Battiato, Cristina Donà, insomma un po’ di gente. U i


libri

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INFORMA GLOCAL

CALENDARIO venerdì 24/9

Istantanee da Samarcanda di Melania Mertoli amarcanda”, il disco più “metafisico” di Roberto Vecchioni, esce nel cuore degli anni di piombo e vende 80.000 copie in un solo mese. Merito, certo, del ritornello da coretto estivo (“oh oh cavallo”) che ammanta la title tracks ma non solo. Che il disco c’è, si vede e si sente. Come pure che il “Professore” è pronto per il gran balzo nell’Olimpo cantautorale. Di quell’anno, di quel disco, di quel Vecchioni, tratta “Samarcanda”, il libro che il giornalista e saggista musicale Mario Bonanno pubblica per la No Reply. E così lo spiega: «Uno degli album più significativi, spudorati, crudeli, intensi di Roberto Vecchioni, inciso nel lugubre clima del ‘77, eppure in qualche modo già lontano, distante, autobiografi-

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co». Un anno intenso, ferro e fuoco, il Settantasette italiano: forti tensioni animano lo scenario sociale, la musica vede l’esplosione del Punk, l’ultima volta di Elvis Presley sulla scena e il dilagare della Disco Music. E in mezzo a tutto questo “Samarcanda”, che Bonanno racconta quasi per libere associazioni, in un andirivieni nel tempo e nella storia, gravata da un “destino in agguato, ora e sempre, nei dintorni di Samarcanda”. La morte (intesa anche come lutto, separazione, distanza, abbandono) che viene a sovvertire la quiete della normalità. Com’è nello stile tipico di Bonanno, la scrittura è piana malgrado i contenuti, e il libro ricco di voci inedite che raccontano e commentano: la doppia intervista allo stesso Vecchioni, quelle ad Angelo Branduardi, Tony Esposito, Mauro Paoluzzi (che all’album con-

LIBRO DIVINO 2010 Anfiteatro Palatenda, Misterbianco h 21 Premio dedicato alla letteratura e alla tradizione vitivinicola siciliana nell’ambito di Misterbianco in Scena e in collaborazione con le librerie Cavallotto. Durante la serata incontro con Enzo Russo che presenterà “Niente per cui morire” (Mondadori). Interverranno Mario Fusari, Marisa Acagnino ed Elio Gimbo.

sabato 2/10 tribuirono in maniera determinante), la prefazione di Paolo Jachia, il contributo di Edoardo De Angelis. La scaletta del disco viene esplorata traccia per traccia: dalla favola grottesca di ispirazione orientale del brano-pilota, a “Vaudeville”, dove il binomio canzone-poesia si veste di connotazioni ironiche, alle struggenti “Due giornate fiorentine” e “Ultimo spettacolo”, a “Blu(e) notte”, dedicata a Sandro Penna. Canzoni come “fotografie, sempre un po’ mosse, o frammenti, spezzoni di ‘corti’ che puoi, tornando indietro, ‘girare’ in modi sempre nuovi”.

WINGSWORLD. IL MISTERO DELLA PIETRA DI LEDA Libreria Mondadori, corso Sicilia 23 (Ct), h 18 Il giovane scrittore siciliano Francesco Ruccella presenta il suo primo romanzo “Wingsworld. Il mistero della pietra di Leda” (Bookprint), un fantasy ricco di mistero e sorprese. Interverrà Giuseppe Cadoni.

venerdì 8/10 STRANIERO Libreria Tertulia, via Michele Rapisardi, 1 (Ct), h 16.30 Il filosofo Umberto Curi presenta il nuovo libro "Straniero" (Raffaello Cortina Editore). Introducono Roberto Fai (presidente Collegio Siciliano di Filosofia) e Mario Forgione (circolo di lettura Communitas).

READING di Tiziana Lo Porto ✎

Il giro del mondo di Mark Twain

Marilyn si racconta

Bukowski, i segreti di uno scrittore

Dall’autore delle Avventure di Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn, è in libreria un monumentale diario di viaggio. Pubblicato per la prima volta nel 1897 e mai tradotto in italiano, Seguendo l’equatore. Un viaggio intorno al mondo è il resoconto di un viaggio in piroscafo intrapreso da Mark Twain (pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens) nel 1895, quando avviò una serie di conferenze nei principali possedimenti dell’Impero Britannico. Nel libro, accanto ad avventure e memorie private, riflessioni filosofiche, sociali, antropologiche, accenni alla politica, alla religione, alla botanica e alla zoologia.

Scritta negli Anni 50 insieme allo sceneggiatore Ben Hecht e pubblicata nel 1974 in America, La mia storia è l’autobiografia di Marilyn Monroe. Dall’infanzia infelice come Norma Jean alle prime esperienze sessuali, all’ingresso a Hollywood e alla definitiva metamorfosi in Marilyn. E poi, ancora, il matrimonio con Joe DiMaggio e il tour in Corea in visita alle truppe americane (episodio con cui termina il libro). Ad arricchire il volume 47 fotografie di Milton H. Green scattate tra il 1953 e il 1957, e una prefazione del figlio, Joshua Green, in cui viene ricostruita la storia di ogni singolo scatto e quella dell’amicizia tra il fotografo e l’attrice.

Una nuova biografia, 100 percento made in Italy, per lo scrittore e poeta americano Charles Bukowski. Charles Bukowski. Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere. La vita, la poesia e i segreti di uno scrittore maledetto è il lungo titolo, e a firmarla è lo scrittore Paolo Roversi, già autore di Charles Bukowski. Taccuino di una sbronza (Kowalski, 2008). In appendice al libro un’accurata bibliografia, che include anche le apparizioni di Bukowski in fumetti e cartoni e animati e i documentari e film tratti dai suoi romanzi o racconti, un articolo di Fernanda Pivano e il racconto dell’amicizia tra quest’ultima e lo scrittore americano

Mark Twain Seguendo l’equatore. Un viaggio intorno al mondo B.C. Dalai Editore, pp. 567, 22 euro

Marilyn Monroe La mia storia trad. di Andrea Mecacci Donzelli, pp. 221, 19 euro

Paolo Roversi Charles Bukowski. Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere Castelvecchi, pp. 153, 16 euro


digitale VIDEOGAME

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di Salvo Mica

BIT&CALAMAIO

Nintendo 3DS, la nuova “dimensione” del gioco «Signori e Signore: il videogioco». Questo avrebbe dovuto annunciare l’anchorman dell’E3, l’Electronic Entertainment Expo, la fiera di videogiochi annuale più importante del mondo, il 15 giugno scorso quando ha presentato Satoru Iwata e Shigeru Myamoto, rispettivamente fondatore e game designer della Nintendo. Il loro intervento è stato certamente il più atteso dell’E3; i rumors impazzavano già da tempo: si aspettava l’annuncio dell’erede del fortunatissimo Nintendo DS e così è stato. Iwata e Myamoto hanno presentato la nuova rivoluzione del videogioco: il Nintendo 3DS. I videogiochi per Nintendo 3DS saranno interamente in 3D e non sarà necessario indossare occhiali appositi. «La dimensione aggiuntiva della profondità nel 3D consente ai giocatori di valutare meglio le distanze - ha dichiarato Shigeru Miyamoto -, oltre ad offrire agli sviluppatori un nuovo strumento per creare giochi ed esperienze che implicano il gioco in altezza e in profondità». Il Nintendo 3DS, che raggiungerà il mercato europeo solo tra novembre 2010 e marzo 2011, è dotato di uno schermo

superiore di 3,53 pollici e di un touch screen di 3,02 pollici. Possiede inoltre tre fotocamere, una interna e due esterne, per garantire l’effetto tridimensionale e per scattare foto in 3D. Include anche un sensore di movimento e uno Slide Pad che permette un controllo analogico a 360 gradi. Dopo aver introdotto la possibilità di controllare il gioco tramite un touch screen (Nintendo DS) e rivoluzionato il mondo del videogioco con un sistema di controllo basato sul movimento del corpo (Nintendo Wii), la Nintendo sbaraglia la sempre più agguerrita concorrenza dell’iPhone e quella sempre meno incisiva della Psp, sedendosi nuovamente a capotavola del Game Development mondiale, per insegnare quale forma potranno realmente assumere i videogame del domani.

WEBBING

Il sito che svela i segreti internazionali www.wikileaks.org To leak vuol dire letteralmente “trapelare”. Ed è questo ciò che fa il portale, inaugurato nel 2007 e specializzato nel far emergere i segreti che stanno dietro le grandi questioni internazionali. Non si gioca affatto: server dislocati in Paesi che tutelano l’attività in questione, informatori senza volto e un direttivo composto da giornalisti, attivisti, dissidenti e scienziati, rigorosamente anonimi e irrintracciabili.

La community italiana dei sottotitoli www.italiansubs.net Grazie a internet è ormai moda dif-

U NIVERSIT di Emanuele Brunetto fusa anche in Italia quella di seguire le serie televisive americane con puntualità e senza attenderne la riprogrammazione sulle reti nazionali. I ragazzi di Italian Subs Addicted vanno incontro a chi non si barcamena neanche un po’ con la lingua inglese, producendo a ritmi industriali i sottotitoli per decine di serie, rese fruibili già pochissime ore dopo la “prima visione” nel paese d’origine.

Il mondo secondo Lucy Borderline www.liubiza.blogspot.com Questo è un blog, uno dei tanti che popolano la rete. Non troppo ricercato graficamente, di certo non unico nel suo genere. Perché visitarlo, allora? Perché la ragazza che lo cura, Lucy Borderline, ha una macchina fotografica e sa usarla bene. Non è una fotografa, ma riesce a cogliere i dettagli. Dove? In viaggio, Giappone o Germania non importa, ma anche e soprattutto in giro per la sua città, che poi è anche la nostra: Catania.


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INFORMA LISTENING

di Riccardo Marra

INTERPOL / Self-Titled A inizio Duemila il rock invocò lo spettro degli Anni 80 a mo’ di seduta spiritica. La tendenza fu chiamata New Wave Revival e fu l’oscurità che tornava a fluttuare nelle note di moltissime band. Gli Interpol iniziarono così: evocando i Joy Division. La voce di Paul Banks era claustrofobica come la Manchester che fu e il disco Turn on the Bright Lights (2002) puro citazionismo wave. Al quarto disco i newyorkesi (con l’ultimo gettone di Carlos D.) trovano definitivamente un loro suono e una sofferenza non più in vitro ma autentica. Il nuovo album Self-Titled è un bagno di umori veri. Ascolti il disco e speri che Banks ce la faccia ad “andare incontro ai propri desideri” (da Lights); Memory serves è scura, sì, ma con aperture appassionanti, Summer well cerca l’amore e non lo piange (come faceva la New Wave). Altra buona notizia è l’assenza del singolone da ballo che accompagnava gli Interpol da anni. Bene cosi.

AMAURY CAMBUZAT / The Sorcerer Amaury Cambuzat è un musicista che si è sempre spremuto per realizzare musica sperimentale. Prendi i suoi Ulan Bator: rock servito a diverse temperature, o i concerti con i Faust (Amaury suona al loro fianco dal ‘96): rituali vudù imprevedibili. La sperimentazione però è rischiosa perché ci si può scottare. Come nel suo nuovo album The Sorcerer, soundtrack in cui Cambuzat si ispira al film Tabù di Murnau del ‘31. Se il regista tedesco cosparge di pessimismo il suo muto (a Bora Bora la storia è di due amanti separati dalla religione locale), Cambuzat esagera, trascende, ignorando i saliscendi della vicenda e realizzando un disco elettronico callosissimo, d’avanguardia ed estremamente algido. Le 13 suite del rockeur sono provette da laboratorio, test di suono che rimbombano in uno spazio sigillato. Un luogo lontano anni luce dai bollenti mari del Sud e dall’amore sfortunato di due giovani aborigeni di Bora Bora.

dischi INARRIVO Sonorità siciliane e note di tango nel nuovo album di Gabriella Grasso Conquistata dalla sua voce raffinata e sensuale e dalle sue eccezionali doti intepretative, Carmen Consoli l’ha scelta per aprire il suo concerto a Taormina il 4 settembre. Così, la cantautrice catanese Gabriella Grasso ha avuto l’occasione di presentare al grande pubblico il suo nuovo album, Cadò, uscito il 7 settembre. Un disco che nasce dal desiderio di coniugare le sonorità siciliane e le note del tango argentino, due culture musicali apparentemente molto lontane ma che possiedono in realtà radici comuni. «È un incontro di strumenti e di culture - spiega Gabriella Grasso - l’Italia, in particolare la Sicilia, e l’Argentina, dove la maggior parte della popolazione ha origini italiane, così come le hanno moltissimi compositori o cantanti della storia del tango». Prendono vita, così, brani originali e intensi in cui le note del bandoneòn di Marisa Marcadé si legano a quelle del marranzano di Puccio Castrogiovanni e le sonorità di Rosa Balistreri incontrano quelle di Carlos Gardel. Il risultato è un intenso viaggio musicale che sembra evocare la rotta percorsa dai tanti emigrati siciliani in Sudamerica. «Il connubio tra tango e tradizione - continua l’artista catanese - è una mescolanza di emozione, esperienza e similitudini armoniche, dove l’accento viene posto inequivocabilmente sulla storia che accomuna questi due popoli, lontani geograficamente ma vicini nel vissuto e nelle radici. Le similitudini armoniche e melodiche, per non parlare di alcuni fonemi linguistici, legano questi due paesi in maniera sentimentale ma anche oggettiva». La forza del progetto è la scrittura, il messaggio sociale e culturale, l’aggregazione e il rapporto di collaborazione con tutti i musicisti.


agenda artebit.it

Tutti i libri che servono per riempire un libretto solo.

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16/09 giovedì

a cura di Codipec Pegaso, sarà presente il regista.

MOSTRE / Cento illustrazioni per i bambini di Gaza

23/09 giovedì

Giovedì 16 settembre alle 19,30, alla Libreria Tertulia, s’inaugura la mostra Cento illustrazioni per i bambini di Gaza, tappa catanese dell’esposizione dei lavori che artisti nazionali e internazionali hanno realizzato per l’associazione di donne palestinesi Najdeh. La serata prevede anche interventi e musica dal vivo. Visitabile fino al 22 settembre.

Catania, Libreria Tertulia, ore 19,30

Qualunque sia il tuo corso di laurea, Cavallotto è il punto di riferimento per trovare tutti i testi universitari.

U NIVERSIT

17/09venerdì CONFERENZE / Csear 2010 Si svolge venerdì 17 e sabato 18 settembre, a Palazzo Fortuna (Economia), la Terza conferenza italiana su Social and Environmental Accounting Research (Csear 2010).

Catania, Palazzo Fortuna, ore 9

SEMINARI / Le infiltrazioni dell’economia mafiosa nell’economia legale Venerdì 17 settembre alle 17,30, nell’aula magna della facoltà di Scienze Politiche, si svolge un seminario su Le infiltrazioni dell’economia mafiosa nell’economia legale. Relatore sarà il Generale di Divisione della Guardia di Finanza e direttore della Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia Vincenzo Suppa, che l’indomani (ore 8,30) parlerà inoltre di “La tutela della sicurezza nel sistema economico”.

Catania, Libreria Tertulia, ore 20

PROIEZIONI / Manhattan Short Film Festival Da giovedì 23 a lunedì 27 settembre, alle 21, alla Sala Lomax di Catania, Sicularte e Lomax presentano il 12° Manhattan Short Film Festival che prevede la proiezione dei 10 corti finalisti del Festival, che il pubblico voterà contemporaneamente in 36 Paesi del mondo. Tra i finalisti c’è anche un corto italiano: War (Guerra) di Paolo Sassanelli (durata 15’).

Catania, La Lomax, ore 20

24/09venerdì SEMINARI / Ricerca scientifica nell’era del computer Venerdì 24 settembre alle 17, a Palazzo Gioeni, si tiene l’incontro Ricerca scientifica nell’era del computer, quinto appuntamento del ciclo “Caffè scientifico dell’Accademia Gioenia”.

Catania, Accademia Gioenia, ore 17

28/09venerdì PROIEZIONI / North Country Martedì 28 settembre alle 16 (Palazzo della Cultura), proiezione per il People Film Festival: North Country. Storia di Josey di Niki Caro.

Catania, Palazzo Platamone, ore 16

Catania, Aula magna, Facoltà di Scienze politiche, ore 17.30

21/09martedì mailbox da 50 anni la libreria dei catanesi

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PROIEZIONI / L’amore e basta Martedì 21 settembre, alle 20, presentazione del film-documentario L’amore e basta di Stefano Consiglio (Lucky Red). A seguire, dibattito e proiezioni

Per segnalare appuntamenti ed eventi per l’agenda di “Universitinforma” scrivete a info@universitinforma.it o inviate un fax al numero 095.432304 o telefonate allo 095.447250


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