U NIVERSITINFORMA www.universitinforma.it Mensile di informazione universitaria - dicembre 2009 con il patrocinio di
E.R.S.U. Catania
ateneo SOCIAL NETWORK/ Con Facebook, università più democratica
città REPORTAGE/ Antico Corso tra abbandono e incuria
time out MOSTRE/ Pre-Visioni, Giovani artisti crescono
99 POSSE Il ritorno di ’O Zulù & soci ALL’INTERNO / Aperta la Grande Mensa della Cittadella, ma ancora non basta / Stampa locale indipendente una proposta di legge per sostenerla / Stabile, dalla commedia d’arte alla sicilian tragedi /
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sommario
U NIVERSIT
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in questo numero... ateneo WEB/ Con Facebook l’Ateneo diventa democratico
pag 6/7/8
SIAMO IN TESI / Burattini senza fili
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STRUTTURE / Aperta la Grande Mensa
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PRECARI / L’identikit: sfiduciati e preoccupati
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città STAMPA / Una legge per sostenere le testate indy
Gerenza pag 12
INTERVISTA / Minoli: il giornalismo forma di racconto pag 13 REPORTAGE / Antico Corso, tra abbandono e incuria
pag 14/15
diritto allo studio ERSU / La prima rata delle borse già pagata
Registrazione Tribunale di Catania n. 21/2005 - del 23/05/2005
Anno V - N. 11 - dicembre 2009
pag 16/17
lavorare MASTER / A Siena esperti informatici per l’editoria
pag 18
JOB PLACEMENT / Orientati al lavoro
pag 19
time out-time in STABILE / Dalla commedia d’arte alla sicilian tragedi
pag 20/21
RASSEGNE / Il palcoscenico della riflessione
pag 22
BLOW UP / Gaia Carnesi, la pellicola per passione
pag 23
ARTE / Pre-visioni, giovani artisti crescono
pag 24
INTERVISTA / «Guagliò, c’è bisogno dei Posse»
pag 26/27
WORKSHOP / La luce metafora della conoscenza
pag 28
CONCERTI / Il tocco magico di Ludovico Einaudi
pag 29
BAND / Primoquarto, sei personaggi in cerca di etichetta
pag 30
ITALICA / Joujoux d’antan, giovani e nostalgici
pag 31
CLUBBING & DJ / Quattro ALLstar in consolle
pag 32
LISTEN / Rodney Hunter guest di Capodanno
pag 33
LIBRI / Buttafuoco: «Viva i fimmini»
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BLOCK NOTES / Siti, libri, dischi
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agenda Gli appuntamenti del mese
“UNIVERSITINFORMA” Mensile di informazione universitaria www.universitinforma.it
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EDITORE: Katamedia S.r.l. viale Alcide De Gasperi, 54 Catania DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia Mazzamuto DIRETTORE EDITORIALE Gianluca Reale REALIZZAZIONE EDITORIALE Blu Media V.le Andrea Doria, 69 - Catania tel. 095 447250 - 095 432304 redazione@blumedia.info REDAZIONE CENTRALE viale Alcide De Gasperi, 54 Catania info@universitinforma.it STAMPA: Litocon S.r.l. Zona Industriale - Catania TIRATURA: 15.000 copie DISTRIBUZIONE: Erremme Hanno collaborato a questo numero: Irene Alì, Tiziana Campo, Lavinia D’Agostino, Rosalba Di Perna, Maria Enza Giannetto, Rocco Rossitto, Tiziana Lo Porto, Riccardo Marra, Benedetta Motta, Roberto Sammito, Kikko Solaris, Carmelo Caruso, Ita Vasta, Emanuele Brunetto, Tania Bonsangue CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Katamedia Srl v.le Alcide De Gasperi, 54 -Ct Responsabile commerciale Daniele Consoli info@universitinforma.it tel. 340 6943805 “Universitinforma” Copyright Katamedia Srl Tutti i diritti riservati
Con il patrocinio di: Ersu Ente Regionale Diritto allo Studio di Catania
INFORMA
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unimix
CARIP / Il Centro di Aggiornamento ricorrente delle Professioni si trasferisce nei nuovi locali di via di Sangiuliano 197, 2° piano. Il personale è reperibile ai numeri 095.730/7355/7361
UNIVERSITÀ DIGITALE / In arrivo 2mln di euro STUDENTI / Attivato il servizio di rilascio per innovare i servizi e verifica dei certificati on line La rete di atenei U4U - University 4 University (capofila Politecnico di Torino, partners Politecnico di Milano, Università di Catania, Università di Ferrara e Università di Urbino) si è classificata al primo posto tra i progetti finanziati nell’ambito dell’iniziativa “Università digitale”, promossa dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, che punta al coinvolgimento di oltre 950 mila studenti per la diffusione di servizi digitali innovativi. Il progetto vincente si è aggiudicato un finanziamento di 2 milioni di euro. Tra gli obiettivi del progetto, la diffusione di sistemi wi-fi che consentano l’accesso a Internet per tutti gli studenti e di soluzioni di fonia VoIP sviluppate con tecnologie Open Source.
Un importante passo in avanti nella semplificazione burocratica, attraverso l’impiego delle nuove tecnologie, è stato compiuto nel settore dei servizi agli studenti, in particolare per quanto attiene al rilascio delle certificazioni in forma interamente telematica. Gli studenti possono, infatti, richiedere e stampare un certificato, semplicemente collegandosi al “portale studenti” dell’ateneo da un qualunque pc connesso alla rete, evitando così di recarsi agli sportelli di segreteria. Così l’Università rende disponibili on line anche quelle operazioni che sino ad ora si potevano effettuare esclusivamente tramite i “totem selfservice” dislocati nelle facoltà. Il servizio, realizzato dal settore servizi informatici dell’Area della Didattica dell’Ateneo, consente anche di verificare il certificato, cioè di stabilirne in maniera inequivocabile l’autenticità. Digitando un codice di sicurezza apposto su ogni certificato, l’utente potrà infatti visualizzarne la “copia conforme” conservata negli archivi elettronici del sistema informatico. Il codice utilizzato è tale da assicurare la riservatezza dei dati riportati nei certificati, in quanto è praticamente impossibile visualizzare un documento senza essere in possesso del codice di sicurezza stampato sulla copia originale.
GIURISPRUDENZA / Viaggio-studio in Lussemburgo È previsto per il mese di marzo un viaggio di studio in Lussemburgo, in visita alla Corte di Giustizia europea e al Parlamento europeo. L’iniziativa è della cattedra di Diritto dell’Unione europea della facoltà di Giurisprudenza (prof.ssa Nicoletta Parisi) ed è rivolta agli studenti che nel corso dell’anno accademico 2008/09 abbiano frequentato il corso e superato l’esame. Per partecipare al viaggio di studio occorre candidarsi entro il 20 dicembre, inviando un’e-mail, con oggetto “Viaggio di studio”, con nome, cognome, indirizzo di posta elettronica e recapito telefonico a: gpetralia@lex.unict.it.
CONCORSO DI IDEE / L’Associazione italiana di Illuminazione (Aidi) bandisce un concorso di progettazione in ambito illuminotecnico per laureati. Bando e informazioni su www.aidiluce.it
INGEGNERIA / Revisione auto-moto due corsi per responsabili tecnici Grazie a una convenzione stipulata con il Dipartimento regionale dei Trasporti e delle Telecomunicazioni, la facoltà di Ingegneria organizza due corsi di formazione per il rilascio degli attestati di “Responsabili tecnici per la revisione periodica dei veicoli a motore e dei rimorchi” e a “Responsabili tecnici per la revisione periodica di motoveicoli e ciclomotori”. Il modulo di iscrizione è reperibile sul sito www.ing.unict.it. Per ulteriori informazioni contattare la segreteria organizzativa ai numeri 095.738/2015/2006 (email: segreteria2@presidenza.ing.unict.it.
PARI OPPORTUNITÀ / Attivate due borse di ricerca su tematiche di genere Il Comitato pari opportunità ha bandito un concorso per l’assegnazione di due borse di studio della durata di un anno, dell’importo di 8 mila euro ciascuna, per laureati che vogliano realizzare un programma di approfondimento della ricerca in ambito umanistico e scientifico su tematiche di genere, aspetti giuridici, sociologici, medico-scientifici e culturali delle differenze di genere da svolgersi all’Università di Catania. Per partecipare è richiesto il conseguimento all’Università di Catania di laurea specialistica o magistrale o di vecchio ordinamento. Le domande devono essere presentate entro il 28 dicembre. Come i criteri di selezione saranno valutati il voto di laurea, l’argomento della dissertazione scritta di laurea, pubblicazioni e titoli attinenti il tema del progetto e il programma di studio e di ricerca che i candidati intendono svolgere.
ESAMI / Registrazione telematica per tutti Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento didattico d’Ateneo, tutti i professori dovranno verbalizzare per via telematica gli esiti delle prove di esame. La procedura richiede che il presidente della commissione sia in possesso di una smart card o di chiave Usb per la firma digitale rilasciato da un organismo accreditato. L’ateneo ha stipulato una convenzione con InfoCamere scpa, grazie alla quale è stato istituito un ufficio di registrazione abilitato a rilasciare le smart card con il relativo certificato e ad effettuare il rinnovo periodico. Dallo scorso anno, inoltre, grazie all’intesa con l’istituto cassiere Monte dei Paschi di Siena, studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo possono dotarsi del dispositivo attivando la carta Mps Spider Unict.
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INTERNET / Lo usano tutti e nonostante qualche timore per la privacy il social network ha reso più vivace e paradossalmente più umano il contatto tra studenti e professori. Lo scambio di opinini è continuo e il profilo offre un importante supporto alla didattica
Con Facebook l’ateneo diventa democratico di Carmelo Caruso
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n immondezzaio, un agorà, stadio e teatro. Vicini di casa che ti chiedono l’amicizia e sul pianerottolo non ti salutano, un vecchio amico ritrovato che oggi lavora in un sobborgo di Manchester. È anche questo Facebook, sembra suggerire Antonio Di Grado, ordinario di Letteratura italiana alla facoltà di lettere e filosofia di Catania. Ma è menzogna, è un giallo, è reale più degli innumerevoli studi di sociologia? È l’evoluzione delle associazioni goliardiche degli anni ‘60? Una cosa è certa e se la chiede pure Di Grado: «E se il nuovo, anche in politica, sui modelli di future o più libere aggregazioni dovesse venire proprio da Facebook?». Sempre il professore Di Grado, già un anno fa, nel forum di facoltà diceva: «Il social network è un osservatorio sul mondo, sulle predilezioni, gli orientamenti dei giovani, degli studenti che prima per un pregiudizio professorale
trascuravo, oggi non più». Ed è questa la novità del mezzo: l’abbattimento della “quarta parete” per usare un’espressione teatrale, un rapporto ravvicinato professori- studenti che nelle aule a volte manca ed è anche una forma di lezione totale che può continuare anche oltre l’orario canonico. Una lezione, spunto per commentare le notizie del quotidiano dopo il caffè quando la mente è più serena. E un’opportunità per correggere, aggiungere, ampliare. Sarà per questo motivo che sempre più professori strizzano l’occhio a questo nuovo “contatto” e non disdegnano di stringere amicizia con i loro studenti. Una sorta di democratizzazione dei rapporti. Così capita che lo studente suggerisca un link, una vignetta, un genere musicale, mandi un invito per un evento culturale, recensisca e
consigli il film del venerdì sera. Basta fare una ricerca e scorrendo i vari profili non sarà difficile trovare storici come Rosario Mangiameli professore di Storia Contemporanea a Scienze politiche, critici del cinema come Sebastiano Gesù, presidi di facoltà come Luigi Fortuna di Ingegneria, ricercatori da sempre attenti ai nuovi media come Alessandro De Fi lippo. A Scienze Chimiche, ad esempio, Pietro Gemellaro, ricercatore e da poco tutor didattico per il corso di laurea in farmacia, fa notare come già molti professori usino il web e da
tempo. «Lo dimostra “L’angolo del Preside” del sito di Farmacia dove i professori mettono notizie, segnalano novità accademiche. Io per esempio lo uso per informare i ragazzi che seguono il mio tutorato. Se per qualunque problema dovessero esserci variazioni, basta mandare una disdetta, una rettifica e sono tutti più tranquilli». Lo stesso si può dire per Rosario Faraci, docente di Economia e gestione delle imprese, visiting professor all’University of Florida, che ha un suo sito web. «Ho sempre utilizzato i canali telematici - dice - , dal mio sito a You tube fino a Facebook. Lo utilizzo per la didattica, mi permette d’inserire link su convegni inerenti alla mia disciplina cerco d’interagire con i miei studenti attraverso il blog sempre sul mio sito, dispenso consigli su come prepararsi adeguatamente per l’appello e inserisco filmati multimediali per cercare di spiegare i concetti d’economia». Naturalmente a beneficiare di
INFORMA tale cambiamento è soprattutto lo studente che si vede coinvolto in querelle di tutti i tipi: politiche, letterarie, cinematografiche. Sembra un po’ una forma di critica non più militante ma soggettiva. E soprattutto, non sono più i contenuti ad arrivare al destinatario ma è il destinatario a tirare le fila dell’informazione. In qualche modo, i network sopperiscono al declino di alcuni tipi di riviste (letterarie ad esempio), con gruppi dedicati: centro studi cinematografici, fondazioni culturali, pagine costituite dagli enti teatrali per pubblicizzare gli spettacoli. Ma non si tratta di sostituzione quanto di mutuo rinforzo di tecnologie. Facebook, infatti, non fa fuori la mail, la radio, gli sms e lo dimostra il fatto che i canali interagiscono. Il segreto è la contaminazione. Ed ecco sul network caricati i video presi da You tube, musica “inserita” sul profilo, quadri taggati. Il network non esclude la didattica semmai la rinforza, crea l’attesa del contatto, dello scambio. Ed è un rapporto che si basa sul nuovo mutato accesso a internet: il successo dei social network dipende dalla connessione veloce al mondo virtuale che non è più vincolata a determinate ore del giorno. Sempre connessi, e con Facebook anche sul cellulare... un rapporto immediato con il web, per una tecnologia che si porta addosso. Tra “La cittadella” e le facoltà sparse in centro chiedere di Facebook agli studenti è ormai desueto i più rispondono: «Dimmi chi non lo usa?». Eppure qualche studente resiste come Marilena, studentessa di Lettere: «Non mi interessa, affatto, avere un mio profilo». Giulia studentessa di Lingue, invece, non può farne a meno e lo definisce scherzando nel suo dialetto calatino: «Un grosso “curtigghio” ma piacevole, permette di non perdere neppure una festa. A proposito, appena arrivo a casa ti chiedo l’amicizia». «E poi - aggiunge - metto le mie foto e sembra di stare nelle vetrine dei fotografi di paese, come i registi di matrimoni che espongono le foto e la domenica ci si ferma a guardare
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7 la nuova coppia». La fotografia, ad esempio, è uno dei tanti generi che con Facebook “acquista” vita, pubblico, un grande album da mostrare ai propri amici. Spostandosi tra i laboratori della Cittadella si scopre che pure i futuri ingegneri utilizzano i network e anche loro aggiornano il proprio stato con piccole battute inserite per far sapere al mondo quello che passa per la testa. Fabio, studente di Ingegneria Robotica preferisce il microblogging Twitter da 140 caratteri: «Non scrivo pezzi lunghi, i social network permettono di mandare meno messaggi in un colpo solo». Naturalmente Facebook come d’altra parte hanno già fatto gli sms modifica anche la lingua parlata. «Io ho fatto una crociata contro il congiuntivo - dice Rosario studente di Economia e commercio. E poi vedi come cambia la lingua? Pensa che il classico “Caro” è ormai archeologia e al suo posto si utilizza la semplice chiocciola». E non solo. C’è un recupero e rilancio della lingua del fumetto, onomatopee, segni d’interazione usate massicciamente insieme all’emoticon, le faccine che segnalano gli sbalzi d’umore di ciascuno. Pregi ne ha Facebook, questa è l’idea comune. «Facebook rafforza l’identità di gruppo anche nelle sue distorsioni dice Antonio di Scienze della Formazione, che già pregusta la professione di pedagogo e formatore - . Ma tra studenti permette di trasformare la facoltà in una sorta di campus universitario americano e non sorprende il fatto che sia nato proprio con questo scopo cioè mettere in relazione le università statunitensi e i loro iscritti». Ovvio che la comunicazione deve continuare fuori dalla stanza e ha bisogno di spazi reali e per questo ogni gruppo ha il locale che lo contraddistingue: è lo stesso locale a servirsene con serate a tema per gli iscritti al gruppo sotto l’etichetta di una passione o interesse. Aggirandosi nelle varie aule studio come quella di Scienze Politiche e parlando con rappresentanti di siti stu-
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Global Game Jam, arriva a Catania la kermesse degli “inventori” di videogame
Da venerdì 29 a domenica 31 gennaio la facoltà di Ingegneria di Catania, unico ateneo del Sud Italia, ospiterà la Global Game Jame, una 48 ore no-stop dedicata agli esperti e agli appassionati di “game development”, ossia sviluppatori creativi di giochi elettronici. La kermesse - avviata nel 2009 dall’Igda (Education Special Interest Group) - si terrà per la prima volta anche in Italia, in contemporanea a Genova, Roma e Catania, e in altre sedi internazionali. L’iniziativa permette a gruppi di sviluppatori di incontrarsi fisicamente e realizzare prototipi di giochi completi nell’arco di un tempo limitato (qualche ora, ma anche diversi giorni). Il tutto ha come scopo quello di mettere in contatto studenti, sviluppatori in erba e professionisti, oltre a programmatori anche grafici e musicisti, attraverso un esperimento sociale basato sul lavoro di gruppo all’insegna della creatività, e simulare l’esperienza dello sviluppo all’interno di un team che ha delle sca-
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denze. I videogiochi prodotti saranno valutati da una giuria con la possibilità di riuscire a suscitare anche l’interesse di aziende produttrici. «L’obiettivo è quello di divertirsi e mettersi alla prova, non quello di competere all'interno di una gara», spiega Salvo Mica di E-Ludo Interactive, uno degli organizzatori del “capitolo” catanese della Ggj 2010. «Alla stessa maniera - prosegue Mica - consigliamo a chi vuole partecipare di non presentarsi con un gruppo già formato: lo spirito dell’iniziativa è quello di collaborare con nuovi amici, socializzare e conoscere altri sviluppatori. E non occorre pensare da subito al tipo di gioco che si intende realizzare: le idee sbocceranno il giorno della Jam». Il preside della facoltà di Ingegneria Luigi Fortuna ha colto con entusiasmo l’opportunità di supportare l’evento e per questo la facoltà, in quei giorni, rimarrà aperta ininterrottamente e metterà a disposizione una sala informatica con circa 50 postazioni e un'aula conferenze per la presentazione dei giochi. Per partecipare alla Global Game Jam è sufficiente inviare la richiesta tramite e-mail all'indirizzo globalgamejamct@e-ludo.it, oppure collegarsi al sito internet www.e-ludo.it e compilare il modulo d'iscrizione. La partecipazione al capitolo di Catania sarà gratuita.
Aegee Catania rinnova il direttivo Giuseppe Gianni è il nuovo presidente
L’Associazione studentesca Aegee Catania (“Association des États Généraux des Etudiants de l'Europe”, cioè l’associazione degli studenti universitari europei) ha eletto lo scorso 26 novembre il nuovo direttivo. Presidente è stato eletto Giuseppe Gianni; vice presidente Filippo Finocchiaro; tesoriere Christian Costantino; segretario Mary Licari; public relations Giuseppe Prezzavento; fund raiser Giovanni Nicoletti; human resource Francesco Spampinato; It responsible Marianna Guglielmino; ufficio stamoa Ermanno Napolitano; cultural exchanges responsible and relationships Celeste Franchina; european evente responsible Giuseppe Di Marco Pizzongolo. Aegee conta studenti e neolaureati provenienti da più di 260 città universitarie per un totale di 17000 soci in oltre 46 paesi d’Europa. Nata a Parigi nel 1985, indipendente, apartitica, aconfessionale e senza scopo di lucro, l’associazione ha come obiettivo quello di promuovere la cooperazione e l’integrazione europea in ambito universitario. La particolarità di Aegee rispetto alle altre associazioni studentesche è quella di non avere alcun livello nazionale: le singole sedi (denominate “antenne”) sono legate direttamente tra loro e coordinate da una sede centrale che si trova a Bruxelles. Aegee ha come partners naturali la Commissione Europea e la European Youth Foundation. Gode inoltre dello status ufficiale di osservatrice presso l’Osce e l’Unesco.
ateneo denteschi e associazioni si ha l’impressione di non parlare di Facebook come un canale virtuale, molti utilizzano la parola “strumento”. «Sono riuscito ad acquistare libri e trovare appunti nel giro di un’ora - , dice Giuseppe mentre sottolinea con il suo lapis un libro d’Economia - . È bastata una nota, una piccola frase “taggata” che ha reso compartecipi amici per trovare tutto quello che mi serviva, mi indica le bacheche di plexiglass ormai piene solo di locandine pubblicitarie, le notizie, gli annunci ormai sono sul web, basta scegliere il gruppo giusto». Molti invocano restrizioni più severe e tentativi di controllo, anche disegni di legge sono stati avanzati ed è stato lo stesso fondatore Mark Zuckenberg che in una lettera aperta a tutti i membri, 350 milioni, ha annunciato come Facebook cambierà pelle, al
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momento dell’iscrizione non si verrà più inseriti in automatico in gruppi d’università o aziende e si presterà una maggiore attenzione alla privacy. Ma è proprio questa libertà che a volte assume i contorni di sfogo e d’invettiva la forza di Facebook. In rete passa un’informazione non ingessata, senza filtri, diretta e soprattutto in tempo reale. E infatti il più delle volte anticipa i tradizionali quotidiani che per ragioni tempistiche non riescono ad essere al passo con la notizia. Basti pensare al terremoto de L’Aquila, nessun giornale la mattina seguente riportava la notizia, ma su Facebook c’erano già tutte le informazioni. Certo, c’è anche la mancanza di mediazione che a volte può sfociare nell’insulto e nel turpiloquio ma questo è un problema di costumi, senso civico che non può essere fermato con l’oscuramento di pagine. U i
LE ASSOCIAZIONI / Dall’Udu a Libertas Centri servizi e supporto alle matricole
Facebook ha anche rivoluzionato le associazioni studentesche nell’Ateneo. Un esempio su tutti è la scomparsa del volantino, come fa notare Giovanni La Magna, responsabile del “Progetto degli universitari”, sostituito dal più veloce messaggio mandato per posta che viene inevitabilmente letto. E allora una valanga d’informazioni assistono la matricola sin dal suo ingresso in facoltà a partire dalla piantina dell’edificio, contatti, numeri utili, portano i giovani studenti a districare la matassa di dispense introvabili, appunti, spostamenti esami. Non è strano quindi vedere associazioni che della didattica hanno fatto “il cavallo di Troia” per entrare tra le cartelle delle matricole. Una su tutte l’Udu, sindacato studentesco che a Scienze Politiche ha dato vita a una sorta di centro servizi della didattica che supporta l’attività politica. Non solo feste tra i locali che s’intersecano ai Quattro canti, c’è pure un simpatico scontro tra Rock band esordienti organizzato tra le maglie del web, resoconti dettagliati di consigli di facoltà suggerisce Giuseppe D’Amico, responsabile organizzativo dell’Udu. C’è spazio anche per la solidarietà, spiega Nunzio Rinzivillo dell'Associazione Libertas che in occasione del crollo della casa dello studente de L’Aquila ha organiz-
zato una raccolta fondi, un’eco che non sarebbe stata possibile con il semplice passaparola. Mobilitazione è il segreto e non sarà un caso se Barack Obama ha puntato tutto sul suo Blackberry e i social network. «La capacità di raccogliere - dice Antonio Currao consigliere d'amministrazione dell'Associazione Iride - stimolare la partecipazione si è vista in occasione della proteste organizzate, come la presenza sconosciuta e oggi possibile nelle facoltà decentrate, Siracusa in testa. Per le associazioni ciò significa ubiquità, notizie aggiornate». A villa Cerami l'Associazione Nike con Marco Cuttone consigliere di facoltà assiste i colleghi nella presentazione di piani di studio, richieste di sussidi. L’Associazione Logos, responsabile Angelo Alù, dal web manda agli utenti notizie sulle sagre e le feste in Sicilia e fa una sorta di prima pagina radiofonica selezionando gli articoli del giorno d'interesse maggiore. Di tutto di più. Una sintesi riduttiva, basti dire: ogni epoca ha le proprie camere del lavoro, oggi per gli studenti queste camere stanno nei gruppi di Facebook. (c.c)
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U NIVERSIT INTERNET E POLITICA / Un piccolo messaggio in rete partito proprio da Catania è all’origine del “No B Day”
Così dal web è nato
il “popolo viola”
di Giuseppe Valerio a politica così come è intesa oggi deve comprendere che la rete è uno strumento fondamentale, capace di amplificare un messaggio e farlo conoscere e recepire ovunque». Non ha dubbi Adele Palazzo, la giovane catanese promotrice del “No B Day”, che ha sfruttato proprio le potenzialità di internet per fare nascere e vedere crescere un movimento spontaneo sorprendente. Internet sta avendo in un certo senso il ruolo che ha avuto la televisione negli anni ’50 prima e negli anni ’80 poi: nella sua prima fase, la tv è stata strumento di aggregazione e conoscenza, poi è diventata un formidabile strumento di propaganda. Internet, mezzo ci comunicazione ultraveloce per eccellenza, ha riunito tutte le fasi: aggrega grazie a tutte le sue potenzialità, blog, social network, porta in superficie realtà altrimenti sommerse ed è uno strumento di propaganda delle idee e delle notizie altrettanto formidabile, col vantaggio che l’acceso alla rete è libero per chiunque, mentre l’accesso alla televisione era, è e sarà per forza di cose limitato. Se la tv è, di fatto, un mezzo che rende passivi, internet è l’attività per eccellenza. «Al di là dei numeri che poi si sono realizzati - spiega ancora Adele Palazzo -, quello che più mi ha impressionata è stato vedere improvvisamente “materializzarsi” come persone vere, in carne e ossa, quelli che erano stati fino ad allora semplici en-
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tità nascoste dietro uno schermo, una tastiera e un nick. Questo è accaduto nel momento in cui siamo passati ad una fase operativa del “No B Day”, quando ci siamo dati un appuntamento “reale” e non più soltanto telematico per mettere a punto l’organizzazione della giornata. E’ stata una grandissima emozione vedere dal vivo quelle persone, parlare con loro, scambiare le idee, confermare quella “simpatia”, nel senso letterale del termine, che ci aveva portato ad incontrarci in rete. Alla fine a Roma eravamo un milione di persone. Un milione... e siamo partiti da un messaggio in rete. Ancora adesso stento a crederlo». Dopo questa esperienza, la vita di Adele, militante politica del centro-sinistra, però non è cambiata più di tanto. «Dopo Roma è nato un movimento, il Popolo Viola, che non è e non sarà mai un partito. Per me in fondo non è cambiato molto, o forse è proprio cambiato tutto: adesso è fondamentale che la politica, i partiti tradizionali, comprendano la forza di internet; vorrei si capisse quanto internet sia un luogo dove la gente si sente veramente libera, dove può esprimere le proprie idee senza filtri di alcun genere». «Ho visto conclude - che anche in Francia vogliono seguire il nostro esempio. Lì la storia è abbastanza diversa rispetto a quanto sta accadendo in Italia ma è la prova definitiva che la politica contemporanea e soprattutto quella del futuro prossimo non possono più fare a meno di Internet». U i
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Siamo in...TESI?
ateneo La tesi? Un vero e proprio genere letterario, forse tra i più bizzarri. Noi gli diamo spazio. Segnalateci le vostre a info@universitinforma.it
di Rosalba Di Perna
upi, pupari, burattini, ombre cinesi e marionette. Questo il “filo” a cui si lega la tesi di Giuseppe Mendolia Calella, “Tecnica e linguaggio espressivo del teatro di figura”, laureatosi in Arti visive e discipline dello spettacolo con indirizzo scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Quando è arrivata per te la laurea? «Ho discusso la tesi il 28 Settembre 2009». Con chi hai fatto la tesi? «Il mio relatore è stato il professor Aldo Zucco docente di Scenografia e laboratorio di teatro di figura, nonché direttore artistico del “Teatro delle rane”, compagnia di Reggio Calabria impegnata nella ricerca e nella sperimentazione del teatro di figura. La compagnia cerca di fondere l’arte di animare “figure” con il teatro di prosa, e non solo, creando delle commistioni in cui gli attori in carne ed ossa recitano fianco a fianco con quelli di legno». Come mai questo argomento? «Chi di noi da piccolo non ha fatto teatro di figura? Magari con un Power Ranger o una Barbie ha creato delle storie e ha animato, ovvero ha reso vivo quel pezzo di plastica? La mia vena creativa è nata proprio dal gioco e probabilmente non me ne sono mai distaccato. Questa dimensione del teatro mi ha profondamente affascinato e colpito ed è nata in me l’esigenza di conoscerla in maniera più approfondita: per questo quando ho frequentato il Laboratorio di Teatro di Figura si è concretizzata l’idea di farne una tesi». Hai proiettato qualcosa in seduta di laurea? «Non proprio, la mia discussione di tesi è stata una performance: infatti, ho realizzato una serie di figure assimilabili alle principali tecniche del teatro di figura, ovvero un’ombra cinese, un burattino a guanto, una marottes di due metri ed una figura realizzata in gomma piuma scolpita. Durante la seduta ho animato le figure, calandole in un preciso contesto storico e drammaturgico e naturalmente ho presentato alla commissione delle tavole progettuali in cui illustravo l’iter costruttivo e tecnico delle
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Giuseppe Mendolia Calella si è laureato in Arti visive e discipline dello spettacolo con indirizzo scenografia, il 28 Settembre 2009, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, discutendo una tesi su “Tecnica e linguaggio espressivo del teatro di figura” .
Burattini senza fili figure realizzate». Hai intervistato anche qualche puparo? «Dell’arte pupara e della marionettistica si è detto e scritto tanto, per cui ho pensato di portare l’attenzione su un aspetto del teatro di figura che sicuramente ci appartiene poco, ma che ha la stessa dignità della marionettistica: parlo della burattinaia. Siamo portati ad individuare con il termine marionetta anche il burattino e viceversa, quando invece sono due cose distinte: la marionetta è animata da fili o ferri, mentre il burattino si infila nella mano come un guanto e si manovra con il pollice, l’indice e il medio. Con il professore Zucco abbiamo pensato di fare un omaggio ad un grande maestro della burattinaia, Otello Sarzi, amico nonché maestro del mio relatore. Si tratta di un personaggio che ha dedicato gran parte della
sua vita a quest’arte performativa. Così sono partito alla volta di Perugia e Cosenza per intervistare chi lo ha conosciuto e chi lo ha avuto per maestro: Mario Mirabassi, direttore del Tfu (Teatro di figura umbro) e Antonello Antonate, direttore artistico del teatro Alfonso Rendano di Cosenza. Grazie alla loro testimonianza ho potuto comprendere come lavora un teatrante di figura». Secondo te la marionettistica è un’arte che sta scomparendo? «Non sta scomparendo la marionettistica, sta scomparendo l’interesse e la curiosità da parte nostra. In Sicilia i due centri stilistici dei Napoli a Catania e dei Cuticchio a Palermo stanno dando un fortissimo impulso a favore della trasmissione di questa memoria, ma noi non siamo molto attenti e bravi a salvaguardare le nostre tradizioni ed origini e deleghiamo gli altri senza far-
ci carico del nostro patrimonio culturale. Pur di guadagnare si vendono ai turisti pupi realizzati industrialmente con materiali alle volte pericolosi, che poco hanno a che vedere con i pupi delle botteghe artigiane dai lineamenti perfetti e dalle armature e dai costumi scintillanti. Forse in questo senso, la vera arte marionettistica non ha più lo stesso valore culturale di un tempo». Pensi che ci sia un nesso con i pupazzi post moderni, idoli dei bambini? «I pupazzi a noi contemporanei sono il retroterra culturale del teatro di figura delle origini: infatti la funzione che le figure hanno sempre avuto fin dall’epoca romana era quella di dire ciò che l’uomo non poteva dire. Il teatro di figura altro non è che satira: se pensiamo al Gabibbo, ad esempio, che scova imbrogli e truffe, non pensiamo ad una persona reale ma al pupazzo, senza dar peso al fatto che dietro quel costume rosso ci sta una persona vera. Per quanto riguarda l’infanzia, è ovvio che esiste una connessione ma credo sia solo legata alla simpatia e alla tenerezza che talvolta queste figure trasmettono e che inevitabilmente cattura l’attenzione dei bambini: se pensiamo al mitico Topo Gigio lo leghiamo al nostro passato da infanti». Cosa sono invece le ombre cinesi? «Le ombre cinesi sono un’arte antichissima, che risale al 140-185 a.C. Si tratta di figure di cuoio o pergamena intagliata, che vengono retro illuminate e la loro immagine si proietta su uno schermo traslucido. L’arte delle ombre è nata in Cina, ma è presente anche in Grecia e in Turchia». Sinceramente, rifaresti questa tesi? «Approfondirei ancora visto che mentre lavoravo e ricercavo saltavano fuori nomi e particolarità e ad un certo punto mi sono dovuto fermare altrimenti mi sarei dilungato troppo. E’ impensabile comunque credere che con la tesi ho esaurito le ricerche possibili: esistono dei veri e propri studiosi nel campo, per questo le fonti ed il materiale sono davvero infiniti e più si ricerca più si scopre». U i
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di Tiziana Campo ra stata annunciata ed eccola qui. La Grande Mensa della Cittadella ha aperto i battenti dopo tante attese e tanti rinvii. A novembre, avevamo già contattato il dirigente dell'unità operativa Residenze e Ristorazione dell'Ersu, Giuseppe Pignataro, il quale ci aveva parlato dell'imminente apertura di questa mensa. Ci eravamo recati a verificarne l'effettivo allestimento, constatando che in effetti i preparativi erano in fase di avanzamento, mancando per l’ultimazione solo l’allaccio con l’Enel. Quale la situazione attuale? L’abbiamo verificata il 3 dicembre con un sopralluogo alla mensa della Cittadella che ha aperto il giorno precedente. A mostrarcela è Giovanni Micalizzi, responsabile della mensa per conto dell’Ersu. La struttura è ben curata, ordinata. C'è un menù variegato che cambia ogni giorno, la griglieria e la pizzeria. I pasti vengono cucinati a vista, in cucine poste frontalmente ai tavoli. Gli studenti possono recarvisi a pranzo dalle 12 alle 14.30 e a cena dalle 19 alle 21.30. Il responsabile puntualizza che «i ragazzi si sono dichiarati soddisfatti quando hanno consumato il loro primo pasto in questa struttura». Ma qual è il target di studenti che usufruiscono di questa mensa? Micalizzi risponde che «per lo più si tratta di studenti della stessa Cittadella, della Casa dello Studente o che frequentano il Cus, ma ce n’è anche qualcuno proveniente da altre facoltà». Purtroppo abbiamo riscontrato un unico, non indifferente neo: la struttura, secondo le iniziali intenzioni, avrebbe dovuto erogare 4 mila pasti al giorno, ma al momento abbiamo contato solo 42 tavoli con 4 posti ciascuno, per un totale quindi di 168 posti. Pochi sia per il numero complessivo di studenti che per la capienza
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Aperta la Grande Mensa ma è sempre emergenza BUONE NOTIZIE / Finalmente “operativa” la nuova struttura della Cittadella, anche se ancora soltanto in parte. Intanto resta irrisolto il “nodo” dei pasti in centro della struttura, in cui un’intera sala molto ampia è ancora non disponibile. Abbiamo a tal proposito interpellato nuovamente Giuseppe Pignataro che parla di «soluzione transitoria e tampone. Sono necessari ancora importanti interventi strutturali, per i quali - spiega il funzionario - si deve attendere che venga ripresa la gara di affidamento, al momento sospesa per un contenzioso davanti al Tar, a seguito di un’impugnazione dell’appalto da parte di un’altra ditta. Se il contenzioso verrà vinto dalla ditta che sta attualmente lavorando, allora la stessa proseguirà e ultimerà i lavori, altrimenti la situazione potrebbe complicarsi. Non appena questa situazione si sbloccherà - garantisce il dirigente - questa struttura diventerà un centro cottura da 4 mila posti». Giovanna, studentessa di matematica ritiene soddisfacente
questa nuova struttura: «Ieri ho mangiato davvero bene. Era necessario predisporre una mensa qui, dopo la chiusura della “Palla di Neve” (la vecchia mensa esistente alla Cittadella così chiamata perché allestita all’interno di una tensostruttura bianca, ora diventata sala lettura, ndr). Prima consumavamo pasti veloci al bar, spendendo di più per mangiare di meno. Adesso è tutto molto più comodo. Certo, i posti disponibili sono pochi, ma il servizio è veloce e confidiamo che verranno aggiunti molti altri tavoli, come ci hanno detto». Se da un lato sono soddisfatti gli studenti della Cittadella, non si può dire altrettanto degli universitari del polo umanistico, che per andare a mensa devono fare i salti mortali per raggiungere l’Hotel Costa (la struttura più vicina, si fa per dire), peraltro prossima alla chiusura. «Con l’allesti-
mento della mensa della Cittadella - dice Pignataro - è stato risolto un pezzo del problema; manca un altro pezzo sostanziale, ossia la realizzazione di una mensa per il polo umanistico e giuridico. La soluzione potrebbe essere o il ripristino della mensa di via Oberdan o la ricerca di una nuova, grande struttura, ad esempio in via Vittorio Emanuele o in Piazza Università. Ma tutto ciò - continua il dirigente - dipende essenzialmente dalla volontà del Consiglio di amministrazione dell’Ersu». Insomma, ipotesi non imminente. E appena l’Hotel Costa verrà chiuso - come previsto i disagi per gli universitari che non studiano alla Cittadella saranno incalcolabili. Nell’attesa gli studenti - a riferirlo è il signor Micalizzi - hanno avanzato la richiesta di istituire un servizio di bus navetta che dal centro, con varie fermate, porti gli studenti a quella struttura di ristorazione. L’idea appare, però, non realizzabile e per i costi che comporterebbe, e per la caotica situazione del traffico cittadino. Tanti i dubbi ancora in merito allo scioglimento della matassa “mense universitarie”. U i
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ateneo rio e il 94% esprime giudizi negativi sulla Riforma Gelmini, mentre l’85% valuta negativamente anche l'attività dell'Università di Catania. Secondo la ricerca sono in molti a svolgere lavori extrauniversitari, e quasi la totalità dei ricercatori precari, il 97%, non consiglierebbe ad un amico di iniziare un percorso di ricerca. La raccolta dei dati continuerà ancora per qualche mese prima di diffondere i risultati ufficiali. Comunque, quello dell’indagine non è l’unico fronte su cui è impegnato il Coordinamento: infatti, una delegazione di circa 200 persone ha partecipato allo sciopero generale dei lavoratori della conoscenza, indetto da Flc-Cgil, dell’11 dicembre scorso a Roma.
di Roberto Sammito l 90% dei precari dell’Università di Catania non rifarebbe la scelta di iniziare un percorso di ricerca. Questo è solo uno dei dati che emerge dall’indagine sulla condizione del lavoratore atipico che il Coordinamento dei Precari della Ricerca e degli Enti di Ricerca dell’Università di Catania ha avviato da qualche mese. L’indagine, non ancora conclusa, ha l’obiettivo di far luce sui profili e sulle condizioni di lavoro dei ricercatori che operano nelle diverse facoltà e nei dipartimenti dell’ateneo catanese. «Abbiamo proposto un’indagine sociologica sulla condizione dei precari dell’Università per
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Sfiduciati e preoccupati identikit dei ricercatori precari fotografare un fenomeno molto diffuso e non conosciuto a fondo, racconta Salvo Garozzo membro del Coordinamento. Le proposte della Commissione sul Precariato dell’Università di Catania, di cui ho fatto parte, non ci sono sembrate efficaci, e anche per questa ragione dopo la prima ed unica riunione mi sono dimesso. Secondo il Coordinamento - continua Garozzo la scheda proposta dalla Commissione affrontava il problema con metodologie sbagliate, sarebbe servita solo a fare un elenco dei precari. Con le loro modalità d’azione non veniva garantito l’anonimato e ogni scheda doveva essere vidimata dal direttore del dipartimento. Noi abbiamo preferito affidarci ad esperti del settore per avere un quadro completo e non un
L’INDAGINE / È stata avviata dal Coordinamento per “fotografare” la condizione di chi lavora in ateneo
senza certezze semplice elenco di nomi». La raccolta dati viene effettuata attraverso la compilazione di un questionario anonimo e diviso in sei sezioni che vanno dai dati personali alle pubblicazioni, passando per i giudizi
ambientali. I questionari vengono diffusi dai membri del Coordinamento direttamente ai propri colleghi senza mediazione alcuna. Secondo i primi risultati, il 98% degli intervistati sono laureati dell’Università di Catania e per oltre l’80% hanno ottenuto il massimo voto di laurea, 110 e lode, mentre la media è di 108 su 110. I ricercatori precari sono in maggioranza uomini, hanno un’età compresa tra i 24 e i 45 anni, per una media generale di 34,5 anni. Solo trenta su cento sono coniugati. Colpiscono i dati dell’ultima sezione del questionario relativa ai giudizi ambientali. Secondo l’indagine l’88% degli intervistati non ha fiducia nel cambiamento del sistema universita-
Presto presenterà anche un documento sul disegno di legge Gelmini, così come annunciato nell’assemblea tenutasi il 2 dicembre scorso all’ex Monastero dei Benedettini: nel documento saranno messe in evidenza quelle che il Cooordinamento ritiene le maggiori criticità del ddl. Il Coordinamento, inoltre, ha replicato sul suo blog alla lettera aperta che Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, ha indirizzato al figlio, ammettendo amaramente che non per tutti è possibile andar via, specialmente per coloro che hanno già iniziato a costruire il proprio progetto di vita in questa Italia decadente: « [...] Per questi figli di un dio minore le opzioni non sono molte». U i
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PROPOSTE / Di una nuova normativa “multimediale” che finanzi le testate del territorio s’è discusso in un incontro ad hoc al Centro Midulla di San Cristoforo. Base di partenza, il progetto legislativo presentato dal deputato Concetta Raia all’Assemblea regionale siciliana di Fabio Chisari na nuova legge “multimediale” per garantire finanziamenti all’informazione locale indipendente. Questa la proposta avanzata dal Senatore Vincenzo Vita, invitato “speciale” alla tavola rotonda su “Libertà di sopravvivenza. Finanziamenti e tutela legale per la stampa indipendente”. L’iniziativa, organizzata dall’associazione Graffiti in collaborazione con il deputato regionale del Pd Concetta Raia, si è tenuta venerdì 28 novembre nel Centro Cuturale Midulla nel quartiere San Cristoforo di Catania (messaggio per gli amministratori: il centro è stato ben ristrutturato, ma la corni-
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E se una legge regionale sostenesse l’informazione locale indipendente? ce esterna è da terzo mondo!). Oggetto di discussione la proposta di legge sulla stampa locale indipendente proposta alla Regione dall’onorevole Raia. Da una parte del tavolo alcuni relatori chiamati a parlare delle proprie esperienze personali, dall’altra addetti ai lavori invitati a dare il loro prezioso contributo alla discussione. Il tutto per emendare e arricchire il disegno di legge, in modo da renderlo un progetto innovativo e partecipato nella sua stesura. Dopo una breve introduzione da parte del moderatore Fabio Chisari, e dopo gli interventi di presentazione della proposta di legge da parte di Concetta Raia e del deputato nazionale Giuseppe Berretta, la giornalista Pinella Leocata ha fatto notare come ormai i giornalisti siano diventati dei factotum all’interno delle redazioni, mentre le “notizie” vengono fatte dagli uffici stampa, che hanno sop-
piantato il lavoro investigativo dei giornalisti veri, “uccidendo” la vera informazione. Ha inoltre sottolineato come non esista un vero coordinamento all’interno del sindacato dei giornalisti Altre problematiche relative al ruolo dei giornalisti sono state poi evidenziate da Gianfranco Faillaci, che dopo avere raccontato la sua paradigmatica esperienza all’interno della redazione de I Siciliani (e della triste sorte d’abbandono subita da molti suoi colleghi), ha incentrato il suo intervento sul tema dei finanziamenti pubblici alla stampa. A suo avviso a godere di questi aiuti, inizialmente concepiti a sostegno delle testate informative minori per garantire il pluralismo, sono invece principalmente le grosse lobby della comunicazione. Ha
inoltre posto l’accento sul problema della pubblicità “istituzionale”, diventata appannaggio esclusivo di pochissimi giornali, invitando a studiare una normative che possa più equamente distribuire l’assegnazione di questa ulteriore forma di finanziamento. Altre esperienze di cui si è avuta testimonianza durante la tavola rotonda sono state quelle dell’editore di Universitinforma, Daniele Consoli, che ha evidenziato il problema di normare con attenzione l’individuazione dei soggetti che possono godere dei finanziamenti pubblici; e quella dell’avvocato Fabio Tita, che ha suggerito l'istituzione di un Fondo regionale di garanzia che possa permettere anche alle piccole te-
state indipendenti di poter affrontare le spese legali derivanti dalle numerose querele che ogni giornale di denuncia è spesso costretto a subire. Gli interventi del pubblico hanno poi spostato il fuoco sul fatto che ormai il centro della comunicazione informativa si sta spostando dalla carta stampata e dalla televisione verso internet. L’intervento finale del senatore del Partito Democratico Vincenzo Vita, già sottosegretario alle Comunicazioni, ha voluto suggerire come una nuova legge sull’informazione e sui finanziamenti ad essa destinati debba necessariamente tenere conto di tutti gli elementi evidenziati durante l’incontro, e in particolare del nuovo approccio multimediale. Ha infine concluso invitando a studiare una proposta di legge che possa diventare un vero e proprio progetto pilota a livello nazionale. U i
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INTERVISTA / L’autore di Mixer e La Storia siamo noi ai microfoni di Radio Zammù
Minoli: il giornalismo? una forma di racconto di Emanuele Brunetto iovanni Minoli è uno di quei personaggi che hanno segnato in modo indelebile la storia del giornalismo televisivo. Dallo storico Mixer a La storia siamo noi e molteplici altre produzioni, la carriera di Minoli è coincisa con alcuni dei passaggi più significativi della televisione italiana, una fusione di approfondimento e intrattenimento più unica che rara nelle reti del Paese. Ed è per questo che l’incontro tenutosi il 26 novembre al teatro Ambasciatori di Catania ha rappresentato il modo migliore per sintetizzare in una sola serata ciò che Minoli è stato ed è per gli italiani, ovvero un prezioso e rivoluzionario viatico verso l’attualità. Viaggio nel giornalismo. Tra cronaca e storia, questo il titolo dell’appuntamento - inserito all’interno della rassegna LibrinScena durante il quale il giornalista catanese Francesco Merlo ha condotto l’intervista-dibattito con Giovanni Minoli. Minoli è intervenuto ai microfoni di Radio Zammù, durante la trasmissione Circuiti Culturali. Qual è il Minoli-pensiero? «I contenuti, cioè l’approfondimento, lo studio, l'onestà intellettuale - afferma il giornalista torinese - sono alla base di qualunque forma di racconto. E il giornalismo è una di queste forme, lì sta la chiave di tutto». Giornalismo e televisione, un binomio inscindibile quando si parla della carriera di Minoli, una carriera che è «la storia di un televisionista», la storia di un uomo che è stato «diverse cose insieme nella mia vita, dirigente e autore, c’è una mia parte dirigenziale che mi ha portato a produrre tanti pro-
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grammi e serie televisive, e poi ci sono i programmi che ho fatto io come autore e conduttore». Una duplice veste che Minoli considera un po’ come un «doppio cappello che mi ha consentito di fare forse un po’ di fatica in più ma di avere un rapporto più diretto col reale». Condivisibile anche l’opinione che Giovanni Minoli palesa a proposito dei dibattiti politici televisivi odierni, soprattutto se messi a confronto col passato, con quei «faccia a faccia storici fatti a Mixer che, visti oggi in prospettiva, fanno davvero impressione, dato che la politica si è ridotta a uno scontro di slogan urlati nei talkshow». E poi uno sguardo al presente, all’ultima “sfida” messa in piedi da Minoli, «il canale Rai Storia, che sta avendo un grande successo e che dopo soli pochi mesi dal suo lancio ha già raddoppiato in ascolti il concorrente internazionale globalizzato che è History Channel». Circostanza che a detta del Direttore di Rai Educational dimostra come nel pubblico italiano ci sia «una domanda di contenuti inevasa fortissima, ed è un dovere del servizio pubblico rispondere a questa domanda». In coda, le belle parole spese da Giovanni Minoli per la Sicilia, per quella Sicilia raccontata nella sua fiction Agrodolce e nello specifico riguardo la partecipazione del pubblico catanese all’incontro che lo ha visto protagonista, definita «viva, i catanesi sono intelligenti, sono brillanti. Una società, una cultura molto viva e molto curiosa». Una curiosità che - se a parlare è un pezzo di storia della televisione italiana - non può che sorgere spontanea. U i
Aut. Ministero dell’Istruzione presa d’atto decreto n° 9692
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REPORTAGE / Storia di un antico quartiere di Catania dimenticato dalla politica, popolato da “arrusti e mancia” e parcheggiatori abusivi, dove il Centro Sociale Experia colmava un vuoto istituzionale. E ora i bambini giocano per strada Manifestazione davanti al Centro Sociale Experia
Antico Corso
tra abbandono e incuria
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Testi e foto di Rocco Rossito e ci vai di sera, il fumo che si impenna si mescola con la notte e neanche lo vedi più. Ma se ci vai di giorno e alzi gli occhi seguendolo vedi che finisce tutto sulle facciate dei palazzi, ormai annerite. In questa porzione dell’Antico Corso ci saranno sette o otto “arrusti e mancia”, col “fucuni” proprio sulla strada. Con l’odore che lo senti metri prima di arrivare. Intanto un autobus è bloccato, perché la macchina in doppia fila è parcheggiata di traverso, mentre il proprietario è lì che mangia il suo panino. Qui non vedi mai nessun vigile, mai nessuno a chiedere conto del fatto che i bracieri sono sulla strada, che i fumi si impennino senza seguire nessuna norma, dove il suolo pubblico, la strada, si rimpiccioliscono ogni sera. Qui si mangia la carne di cavallo più buona di tutta la città e tutto il resto
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passa in secondo piano. Più avanti però c’è la via Bambino con il vecchio Ospedale Bambino, tutto impacchettato, puntellato. Quest’edificio non ha più il solaio e la natura se lo sta mangiando. C’è pure un bell’albero di fichi che sbuca fuori. Da lì tutti i giorni gli abitanti transitano perché grazie a quello squarcio evitano di fare un giro larghissimo per raggiungere le proprie case della via Plebiscito. Lì tutti i giorni potrebbe crollare un pezzo e finire in testa a qualcuno. Dall’altro lato di via Bambino c’è l’Experia, il centro sociale sigillato dalla Magistratura.
Stefania è una mamma del quartiere. Fino al 30 ottobre, giorno dello sgombero, Stefania all’Experia portava i suoi due bambini, a fare il dopo scuola gratuito, come tanti anni fà faceva pure suo marito. «Una è al secondo liceo al Boggio Lera - racconta - e uno va in prima media alla ManzoniDiaz. All’Experia ci vanno anche mia nipote e due figli di miei cugini. Nel quartiere tanti ci vanno, chi ha bisogno ci va. Ora siamo sbandati, non abbiamo un posto dove mandare i bambini. Hanno pensato di chiudere l’Experia e i bambini stanno in mezzo alla strada, e che porta? Solo delinquenza». Camminando in via Bambino si entra dentro l’Antico Corso. La
carne di cavallo è lontana e le stradine si infittiscono per poi aprirsi, si intrecciano per trovare punti di fuga. Le case dell’Antico Corso sono per lo più a un piano o due e non è più una notizia che se ci vai di giorno non trovi un posto neanche a pagarlo. In questo quartiere non esistono parcheggi, ci sono le strisce blu e spazi da invadere. Ovunque ci sia possibilità si parcheggia. Nei pressi dell’Ex Monastero dei Benedettini c’è anche “la sicurezza”: i parcheggiatori abusivi che ti controllano il mezzo. Stesso discorso nelle traverse del plesso delle Verginelle, o di fronte allo Spedalieri. Spesso intervengono i vigili, mettono le ganasce alle macchine, fanno qualche multa e tutto si conclude. I parcheggiatori rimangono al loro posto, da anni. Don Pino Ruggieri, rettore della chiesa di San Nicolò l’Arena, con il suo tono pacato ma fermo, taglia corto: «Il problema della legalità oggi è il proble-
ma principe di questo paese e di questa città. Dove della legalità non interessa a nessuno, né al potere né alla gente. Mi sembra che si stia sprofondando in un baratro sempre più profondo». Don Pino non è certo uno a favore delle occupazioni, non è un’estremista e sulla legalità ha le idee chiare. Ma in merito all’Experia dice: «le attività per il quartiere se ci sono devono essere favorite da parte di tutti. Non mi interessa l’ideologia del Centro Sociale, mi interessa di più l’azione che hanno svolto per il quartiere». E infatti quando ha saputo che i ragazzi dopo lo sgombero cercavano un posto per il doposcuola glielo ha dato: «Come prete e come cristiano mi è sembrato doveroso. Non potevo dire di no. Davanti a dei ragazzi che vogliono fare il doposcuola gratuitamente ai bambini del quartiere, come si fa a dire di no?» Non ci sono poi zone verdi per i bambini e gli abitanti. O meglio, ce ne sono due: una è dentro l’Ospedale, l’altro è il giardino di via della Biblioteca, aperto dalle 7 alle 21. Adesso però è chiuso per le opere di consolidamento della chiesa. Due squarci, piccoli, di non facile fruizione. Ma girando bene qualcosa di verde si trova: c’è il Bastione degli Infetti, dalle parti della Torre del Vescovo. La via si chiama proprio Torre del Vescovo, il cartello posto di fronte al portone in legno chiuso da un lucchetto, recita: “Resti fortificati 1553”. Un luogo simbolico per la città e per il quartiere. Abbandonato, ma verde. Il verde dell’abbandono e dell’incuria, delle erbacce e della natura che fa il suo corso. Simbolicamente è stato occupato dai ragazzi dell’Experia, lo scorso 21 novembre, e da tutte le associazioni che stanno appoggiando il Centro Popolare nella vicenda sfrattati dai locali che occupavano da oltre diciasette anni. Qui all’Antico Corso i “pericolosi” ragazzi dell’Experia li conosco bene. Ci mandano i bambini a fare il doposcuola gratuito, oppure a riparare la bicicletta o ancora in palestra, o semplicemente a giocare. Dopo lo sgombero le attività si sono spostate in strada, o come nel caso del doposcuola in posti al chiuso. Zina Bianca, che della scuola media Manzoni è stata preside nel biennio 1983-84, conosce bene la storia del Cpo Experia, ha visto l’evo-
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Veduta di piazza Dante
L’angolo tra l’Experia e il Circolo didattico Manzoni-Diaz
In alto, una veduta di piazza Dante, In mezzo, L’angolo tra l’Experia e il Circolo didattico Manzoni-Diaz; sopra, la chiesa di San Nicolò l’Arena
luzione del loro impegno in favore del quartiere durante gli anni: «La difficoltà per i ragazzi del quartiere è quella di trovare degli spazi dove siano veramente tutelati, dove non ci siano grandi che intervengono in qualche modo. Non hanno
spazi garantiti. Ora è impensabile che in via Plebiscito giochino per strada. C’è bisogno di risposte serie da parte delle istituzioni». E sulla vicenda dell’Experia pensa che i «locali gli debbano essere restituiti. Il Comune potrebbe trovare un locale nel quartiere da affidargli in comodato d’uso». Al di là delle motivazioni ufficiali, appare evidente ai ragazzi del Cpo, alle mamme e agli studenti, che quello dell’Experia sia un problema politico. Il lavoro sociale svolto da questi ragazzi, nel vuoto istituzionale, dà fastidio e dunque il Cpo andava chiuso, andava “messo in sicurezza”. L’Antico Corso, come altre zone della città vecchia, è ricco di storia e tradizione, abitato da gente che ci vive da sempre, perché lì vivevano i genitori e lì prima ancora i nonni. Negli ultimi anni, sempre più velocemente, il quartiere sta mutando. Muta nelle persone che lo abitano, nei ritmi della vita, nella socialità. L’avvento delle Università e di altri “servizi” non rivolti al tessuto sociale del quartiere lo
stanno trasformando. E il prezzo più grande lo stanno pagando proprio i giovani dell’Antico Corso. Ciccio Mannino, del Comitato Antico Corso, ha un fisico possente, ma quando parla dell’Antico Corso gli si illuminano gli occhi e un sorriso, a volte amaro, gli si stampa sulle labbra: «Basta leggere sul sito del comune di Catania i dati allarmanti che sono venuti fuori da censimenti scorsi. Un saldo negativo di circa 270 famiglie, stiamo parlando di circa 700 persone. È vero che la mobilità urbana risponde anche ad altre regole, ma fa impressione, perché noi abbiamo parlato con le persone del quartiere, sappiamo di ragazzi che hanno provato a comprarsi una casa in zona, ma non hanno potuto per i prezzi impossibili. Stesso discorso per gli affitti: gli studenti possono pagare di più e quindi i 25-30enni non possono più vivere nel loro quartiere». Camminando per le vie dell’Antico Corso una cosa è ben evidente: il quartiere sta per esplodere. «Il problema più grosso - continua Ciccio Mannino - è quello di essere diventato un collettore di servizi su scala provinciale o extra provinciale. In un quartiere così piccolo, dove i residenti sono circa 6.000, ci sono tre ospedali, varie facoltà universitarie, scuole superiori e il deposito degli autobus dell’Amt. Questo è un quartiere prospiciente a piazza Stesicoro, il cuore della città, e quindi è un quartiere cerniera tra il centro e l’ovest della città. È un quartiere assolutamente saturo, ogni giorno qui circuitano circa 50.000 persone». Don Pino Ruggieri ha però la speranza che qualcosa cambi: «Qualsiasi politico realista e intelligente deve cercare l’integrazione del quartiere con l’Università. Occorre cercare una politica vantaggiosa per il quartiere che significa facilitazione di luoghi di ritrovo. Si è mai chiesto perché in piazza Dante non ci sono esercizi pubblici? Perché non ci arriva nessun mezzo pubblico se non un trabiccolo». Vivendo in questa porzione di città ci si chiede quale progetto di sviluppo urbano e sociale possa aver fatto sì che si arrivasse a questo punto. La risposta appare scontata: nessun piano, nessun progetto, nessuna idea. U i
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Borse di studio, prima rata già in tasca agli studenti GRADUATORIE / Pronti i mandati di pagamento per gli assegnatari. Ripartono i lavori della commissione regionale per il diritto allo studio. La priorità è aumentare i posti letto in Sicilia
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di Maria Enza Giannetto
«I
ragazzi hanno già preso la prima rata della borsa di studio. Quest’anno, nonostante i vari problemi contingenti per le residenze e la menza, siamo comunque riusciti ad anticipare tutta la tempistica di assegnazione e pagamento». È soddisfatto il direttore dell’Ersu, Nunzio Rapisarda per la velocità con cui sono state pubblicate le graduatorie e già avviati i pagamenti delle borse di studio. Dal 7 dicembre, infatti, l’Ersu ha comunicato i numeri dei mandati di pagamento (Mandato n. 2394 per gli studenti di primo anno e mandati da n. 2395 a n. 2399 per gli studenti di anni successivi al primo). Agli assegnatari basterà recarsi presso una qualsiasi agenzia dell’Istituto bancario Monte dei Paschi di Siena ed esibire un documento di riconoscimento, comunicando alla Banca che sono inseriti nei suddetti mandati di pagamento e che il codice dell’Ersu è n. 76. Altra importante notizia è l’apertura di una parte della struttura cittadella a Mensa. Dal 2 dicembre infatti la stuttura e attiva. «Chiaramente è stata un’apertura ancora di emergenza, per cui anche gli arredi non sono quelli definitivi, visto che ancora sull’esito del concorso vinto da La Cascina pende un ricorso al Tar. Vista l’emergenza, però, intanto siamo riusciti a garantire i pasti agli studenti, dopo la risoluzione del Tar, la ditta aggiudicataria provvederà a definire tutti gli ultimi dettagli». Vista la grande affluenza di studenti, per snellire la fila sono stati “pensati” tre ingressi a seconda del menù scelto: il Menù classico con un primo,
un secondo e un contorno; il Menù alla griglia che prevede un unico piatto di carne o pesce o vegetariano con verdure grigliate o in alternativa insala; il Menù pizzeria con scelta tra tre gusti di pizza o in alternativa Panino farcito o bruschettone. Ovviamente la situazione non è ancora del tutto risolta, visto che, comunque, la Cittadella si trova un po’ fuori dalla portata degli studenti in centro. Per questo, si attende anche la risoluzione della “questione Costa” «se entro dicembre ce ne andremo - dice il direttore dobbiamo subito avere pronta l’alternativa, sia per il punto cottura, sia per qualche nuovo punto di distribuzione in centro. Dobbiamo garantire i pasti agli studenti. Stiamo, quindi, vagliando vari progetti, con vari tecnici ed esperti». E passiamo al Bilancio 2010. Il 26 ottobre l’organo di presidente dell’Ersu è stato commissariato e Cosimo Aiello, funzionario della Regione ha preso il posto del presidente uscente Giuseppe Maugeri. Il commissario ha portato il bilancio in consiglio che lo ha
approvato qualche settimana fa. Questo ha rimesso in moto la gestione dell’Ente. «Due i punti fondamentali del documento programmatico spiega rapisarda -. Il primo è ridurre quanto più possibile le spese correnti per riuscire a recuperare risorse per contribuire al finanziamento di progetti residenziali di livello regionale. Il secondo è porre il problema della residenzialità studentesca come questione essenziale per poter attuare la riforma del sistema universitario. La Regione ha già risposto impegnandosi a Catania e incontrando il Consiglio di Amministrazione e con gli studenti e a Parlermo con due riunioni della Commissione per il diritto allo studio (enti, consorzi e rettori). All’ordine del giorno il reperimento di risorse per i posti letto. L’intenzione è quella di attivare la partecipazione del privato attraverso il project financing. In pratica se parte questo iter, la Regione avvierà dei bandi cui risponderanno i privati per avviare progetti di costruzione a brevissimo termine». U i
I servizi on-line per gli studenti
www.ersu.unict.it: sito per le comunicazioni istituzionali dell’Ente. Nelle pagine del sito si trovano tutti i servizi, i benefici e le notizie utili agli studenti universitari. E sono presenti informazioni, costantemente aggiornate, sulle diverse forme di interventi, manifestazioni ed eventi, convegni e partecipazione ai saloni dello studente nazionali ed europei. www.ersuctalloggi.it: il sito si propone come punto di incontro tra domanda e offerta di posti alloggio per gli studenti. Il portale offre a tutti gli studenti dell’Ateneo la possibilità di inserire gratuitamente i propri annunci di “Cerco Alloggio” e di consultare tutte le offerte dei locatari, dettagliate con prezzi, zone geografiche e molto altro ancora. E da quest’anno anche assistenza legale per gli studenti. wap.ersuct.it: l’Ersu di Catania è disponibile anche sul cellulare. Grazie a questo servizio l’Ente offre un altro canale di comunicazione con lo studente accessibile in qualsiasi momento e in ogni luogo. Tutte le notizie, gli avvisi, le manifestazioni organizzate dall’Ente a portata di telefonino. Sms & mms list: iscriviti al servizio sms & mms list dell’Ersu di Catania. Questo servizio gratuito permette di ricevere “in tempo reale” tutte le novità che riguardano l’Ente, gli eventi e le iniziative, oltre che ottenere informazioni di prima mano sulle borse di studio, sulle scadenze e così via.
INFORMA
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CALENDARIO / Orchestra e coro impegnati in un fitto calendario di appuntamenti per le festività E nella sala di via Oberdan ripartono le stagioni dirette da Sebastiano Reitano e Annalisa Caruso
Vivere il Natale ... in musica
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Natale, si sa, c’è voglia di musica. E l’Ersu di Catania propone una rassegna dal titolo “Natale in musica con l’Ersu - vivere il natale in musica”. La rassegna toccherà varie località siciliane, soprattutto in provincia di Catania. Primo appuntamento in programma lunedì 7 dicembre nella Basilica Minore di Aci San Filippo con l’Orchestra Sinfonica dell’Ersu diretta da Antonella Fiorino. L’orchestra sarà impegnata giovedì 10 dicembre a Zafferana Etnea con il concerto Sinfonico. Mentre il Coro, diretto da Antonella Castelluzzo sarà al Duomo di VAlguarnera. Sabato 12 dicembre il coro si esibirà in un recital natalizio alla Parrocchia Maria SS delle Grazie. Mercoledì 16 dicembre alle 20.30 l’Orchestra Sinfonica sarà al teatro comunale di Trecastagni, su musiche di Bellini, Rossini, Mascagni, Massenet. Sabato 19 salle 9.30 una lezione concerto al Circolo didattico di Santa Venerina Casa del Vendemmiatore con l’Orchestra Sinfonica
su musiche di Bellini, Rossini, Bizet, Piazzolla, Piovani. Si prosegue domenica 20 dicembre alla Chiesa Cristo Re di Catania con il Concerto di Natale con l’Orchestra Sinfonica dell’Ersu e Davide Milioto al clarinetto. Musiche di: Bellini, Mozart, Strauss, Beethoven, Bizet, Piovani, Williams. Lunedì 21 dicembre alle ore 17 il Coro dell’Ente par-
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tecipa alla Basilica Collegiata alla Messa di Natale organizzata dall’Università degli Studi di Catania. Martedì 22 dicembre nella Basilica Minore di Aci San Filippo si terrà il Concerto di Natale dell’Orchestra Sinfonica su musiche di Bellini, Rossini, Bizet, Piazzolla, Piovani. L’orchestra sarà poi, domenica 27 a Gravina di Catania per il Concerto di Natale su musiche di Bellini, Rossini, Mascagni, Massenet, Williams. Sempre domenica alle 22 all’Empire di via Zolfatai, 12 un TangoHappyHour con il Quintetto Piazzolla dell’Orchestra Sinfonica dell’Ersu. Il qwuintetto di Ottoni sarà sabato 2 gennaio alle 19.30 a Milo nella Chiesa Madre per il Concerto di Natale. Ultimo appuntamento della rassegna il 24 gennaio alla Chiesa Maria SS Immacolata di Dagala del Re (Santa Venerina) con il Concerto Sinfonico dell’Orchestra su musiche di Bellini, Rossini, Bizet, Piazzolla, Piovani, Williams, Bernstain.
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La stagione concertistica nella Sala Museion
Riparte la stagione concertistica dell'Ersu. La rassegna che unisce in un unico calendario la programmazione impaginata da Sebastiano Reitano e da Annalisa Caruso (in collaborazione con la Dante Alighieri), si svolge nella Sala Museion e prevede un fittissimo calendario di appuntamenti che si snoderanno per tutto l'anno e accompagneranno "a suon di musica" le serate degli studenti catanesi. Dopo i primi appuntamenti di novembre, la rassegna continua il 12 dicembre (ore 20) nella Chiesa S.Maria di Gesù con l'Ensemble Accentus in un Concerto di musica classica con testo sacro (Lina Privitera, soprano leggero, Antonio Alioto, organista e coordinatore, con l'accompagnamento strumentale dell'omonimo gruppo da camera). Dopo la pausa natalizia la rassegna riparte giovedì 14 gennaio alle 20.30 al Museion con il Duo voce e pianoforte composto da N. Rosalia, soprano & G. Lo Cicero, pianoforte. In programma musiche di Puccini e Verdi.
Andisu, l’associazione degli enti per il diritto allo studio
L’Ersu di Catania è uno degli enti associati all’Andisu, l’associazione nazionale cui aderiscono la stragrande maggioranza degli organismi per il Diritto allo Studio Universitario. In particolare l’Ente catanese fa parte del Comitato esecutivo dell’associazione. Scopi principali dell’Associazione, oltre a promuovere e mantenere contatti tra gli organismi per il diritto allo studio, si prefiggono di collaborare anche con le Regioni, le Università e il Murst per realizzare un più efficace coordinamento nelle attività di programmazione e di indirizzo, nonché nell'uso delle risorse disponibili, volto a rimuovere gli ostacoli per il pieno accesso agli studi universitari. Con i suoi incontri periodici e con le varie iniziative promosse, l’Andisu vuole qualificarsi quale strumento di appronfondimento e di crescita per i propri associati, ma intende in pari tempo aprirsi al dialogo e al confronto con le varie componenti interessate al diritto allo studio e individuare così le modalità più efficaci per realizzare operativamente e con la concretezza che merita, il passaggio più volte auspicato dal Diritto allo Studio al Diritto a studiare bene e con successo.
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UNIVERSITÀ DI SIENA / Informatica del testo - Edizione elettronica
UNIVERSITÀ DI VERONA / Packaging e comunicazione del vino
Formare esperti di applicazione dell’informatica a testi, manoscritti e documenti per i progetti di digitalizzazione e gestione informatica in biblioteche, archivi, centri di ricerca umanistica, case editrici convenzionali e multimediali, università. È questo l’obiettivo formativo del master in Informatica del testo - Edizione elettronica organizzato dalle facoltà di Lettere e Filosofia e di Ingegneria dell’Università di Siena (sede del corso Arezzo). Il corso annuale (numero di ore complessivo 1.500) ha un costo complessivo di 2.800 euro ed è aperto a 25 corsisti. Il termine di presentazione della domanda è fissato al 13 gennaio. Info su www.unisi.it/postlaurea/master.
Esperti di gestione marketing e comunicazione aziendale, responsabili commerciali e capi-area di vendite vitivinicole, consulenti aziendali e associativi per imprese vitivinicole. Sono queste le figure formate dal corso di perfezionamento e aggiornamento professionale in Packaging e comunicazione del vino organizzato dalla facoltà di Economia dell’Università di Verona. Le finalità del corso sono di contribuire alla formazione ricorrente di professionalità operanti nelle imprese del settore vitivinicolo. I posti disponibili sono 30, la durata è di 100 ore (da febbraio a marzo 2010) per un costo di 500 euro. Termine presentazione domanda: 15 gennaio 2010, info su www.economia.univr.it.
UNIVERSITÀ DI FERRARA / Epilettologia Si svolge a Ferrara (facoltà di Medicina e Chirurgia) il master di II livello in Epilettologia, realizzato in collaborazione con gli atenei di Firenze, Milano, Torino, Verona, e con Eisai Azienda Farmaceutica, Istituto neurologico “Carlo Besta” di Milano, International School of Neurological Sciences di Venezia. Il corso, biennale, forma operatori in grado di curare l’epilessia con quanto di meglio può offrire la scienza medica, usufruendo delle metodiche strumentali neurofisiologiche, in particolare l’elettroencelografia. I posti disponibili sono 50, il termine di presentazione della domanda è fissato al 25 gennaio (il costo complessivo è di 3.000 euro). Info su www.unife.it.
UNIVERSITÀ DI CATANIA / Servizi educativi per l’infanzia Sono aperte le iscrizioni per le selezioni del master di I livello in “Coordinamento pedagogico dei servizi educativi per l’infanzia, nel pubblico e nel privato”, organizzato dalla facoltà di Scienze della Formazione. Scopo del master è formare personale qualificato in ambito pedagogico-gestionale. Chi completerà il percorso formativo acquisirà 60 crediti formativi (Cfu) e sarà dotato non solo di competenze prettamente educative, ma possiederà anche competenze gestionali e manageriali specifiche per questo settore. Il bando e la documentazione necessaria per partecipare alle selezioni del corso, aperto a un massimo di 40 laureati, sono scaricabili all’indirizzo www.fmag.unict.it, la scadenza per le iscrizioni è fissata per il 15 gennaio.
LOVEMARK / Su www.ateneoimpresa.it l’innovativo sistema di soluzioni formative per il futuro professionale e nuovi percorsi formativi per le professioni emergenti
UNIVERSITÀ DI PADOVA / Diagnosi e trattamento dei disturbi del comportamento alimentare È organizzato dalla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova il corso di perfezionamento in Diagnosi e trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. Il corso ha lo scopo di fornire ai diversi operatori le nozioni di base sui metodi di valutazione diagnostica e del trattamento dei disturbi del comportamento alimentare; in particolare, verranno affrontati i problemi posti dalla interdisciplinarietà tra materie di ordine psichiatrico-psicologico e di ordine internistico-nutrizionale. I posti disponibili per il corso, che si svolgerà tra marzo e dicembre 2010, sono 25 (numero di ore 250). Il costo è di 823,12 euro, il termine di presentazione della domanda scade il 23 febbraio. Info su www.unipd.it.
BUSINESS SCHOOL - SOLE 24 ORE / Management dell’energia e dell’ambiente Si svolgono a Milano il 13 gennaio e a Roma il 22, le selezioni per l’ammissione al master in Management dell’Energia e dell’Ambiente organizzato dalla Business School del Sole 24 Ore. Si tratta di un corso progettato nell’ottica di fornire ai giovani laureati le conoscenze e gli strumenti operativi necessari per operare con elevati livelli di competenza e professionalità in settori altamente innovativi e in rapida crescita come quello energetico che, grazie anche ai recenti interventi legislativi, si è avviato verso il regime della libera concorrenza, aprendo la strada a nuove figure professionali. Il master, a tempo pieno, numero chiuso e frequenza obbligatoria, si sviluppa in 5 mesi di formazione in aula e quattro di stage (inizio a Roma il 26 maggio 2010). Info a: Servizio Clienti Business School, tel. 06.3022.6372/3811/3247/4123 (attivi anche con prefisso 02); web: www.formazione.ilsole24ore.com.
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ncora una volta il Centro di Orientamento e Formazione dell’università sceglie di investire sui servizi alle persone: i propri studenti e i laureati. Dopo una fase di sperimentazione è stato infatti incardinato al suo interno (a fianco dell’ufficio Stage e Tiroci-
Orientati al lavoro
COF / Finalmente operativo (e stabilizzato) l’Ufficio Placement - Permanent Job che si occupa dell’inserimento occupazionale di studenti e laureati Ufficio Placement - Perni), l’U manent Job. L’ufficio opera con l’obiettivo di rendere agevole, veloce ed efficace l’inserimento lavorati-
vo permanente dei giovani dell’ateneo catanese. Fortemente voluto dal presidente del Cof Vincenzo Perciavalle e dal direttore Carmelo Pappalardo,
l’ufficio Placement è costantemente impegnato nella ricerca di opportunità lavorative da veicolare ai giovani dell’ateneo. L’Ufficio si occupa anche
le opportunità del mese dove
cosa
requisiti
info
FUNZIONARIO DI VENDITA Barilla ricerca funzionari di vendita a Catania dainserire mediante contratto di apprendistato della durata di 18 mesi.
Il candidato ideale è in possesso di una laurea quinquennale, preferibilmente in discipline economiche, max 27 anni e una forte propensione commerciale, ottime capacità relazionali e organizzative.
Per maggiori informazioni contattare la dott.ssa Rachele Ferrauto allo 095.7307029 e la dott.ssa Cristina Cascone allo 095.7307035 o inviare un’email a: jobplacement@unict.it.
CONSULENTI PREVIDENZIALI La Cattolica Previdenza seleziona candidati da avviare come consulenti previdenziali junior. Previsto programma di training in aula e on the job. Inserimento iniziale come professionista con P. Iva.
Neolaureati in discipline economiche, giuridiche o umanistiche. Giovani professionisti con esperienza di vendita di 6-24 mesi, maturata preferibilmente nel settore assicurativo o finanziario.
Per maggiori informazioni contattare la dott.ssa Rachele Ferrauto allo 095.7307029 e la dott.ssa Cristina Cascone allo 095.7307035 o inviare un’email a: jobplacement@unict.it.
MEDICI IN GRAN BRETAGNA Strutture ospedaliere in Gran Bretagna ricercano “Junior Doctor”, Pediatri, “Accident & Emergency Doctor” e Anestesisti da inserire con contratti a tempo determinato (12 mesi).
Offerta rivolta a medici specializzati nelle seguenti discipline: anestesia, rianimazione e terapia intensiva, medicina d’urgenza e di pronto soccorso, pediatria e chirurgia generale. Inglese fluente.
Per maggiori informazioni contattare la dott.ssa Rachele Ferrauto allo 095.7307029 e la dott.ssa Cristina Cascone allo 095.7307035 o inviare un’email a: jobplacement@unict.it.
ADDETTO PARAFARMACIA Farmacia di Catania ricerca addetti di parafarmacia da inserire con contratto di assunzione part-time.
I requisiti richiesti sono laurea in Farmacia con abilitazione. Età compresa tra i 25 e i 50 anni.
Per maggiori informazioni contattare la dott.ssa Rachele Ferrauto allo 095.7307029 e la dott.ssa Cristina Cascone allo 095.7307035 o inviare un’email a: jobplacement@unict.it.
GRUPPO CATANZARO Il Gruppo Catanzaro (impianti per il trattamento dei rifiuti, Agrigento) ricerca addetti controllo di gestione, gestione clienti e fornitori da inserire con stage o contratto di apprendistato.
È richiesta laurea in discipline economiche, ottima conoscenza della lingua Inglese e sistemi informatici. Gradita la conoscenza della lingua Francese.
Per maggiori informazioni contattare la dott.ssa Rachele Ferrauto allo 095.7307029 e la dott.ssa Cristina Cascone allo 095.7307035 o inviare un’email a: jobplacement@unict.it.
della gestione di processi di preselezione e selezione per conto di aziende nazionali e multinazionali che con sempre maggiore frequenza scelgono di avere l’università come primo partner nei loro processi di reclutamento. Infine l’ufficio è impegnato nel delicato compito di orientare i propri utenti, fornendo loro competenze in materia di mercato del lavoro. «Che l’Università abbia e possa avere un ruolo chiave nella delicatissima transizione formazione-lavoro non è un mistero - spiega l’avvocato Cristina Casone, responsabile dell’ufficio e la scelta operata in tal senso dal Legislatore, che attraverso la riforma Biagi fornisce l’autorizzazione ad operare nel settore dell’intermediazione di personale, ne è solo una conferma. È ormai tristemente noto che in Italia - aggiunge -, rispetto agli altri Paesi europei, la transizione università-lavoro avvenga tardi e male, così come lo è l’amara constatazione che ben poco è stato fatto per impostare un intervento correttivo strutturato che coinvolga direttamente tutti i giovani del nostro Paese. In fondo i nostri giovani chiedono molto semplicemente maggiore informazione e formazione sul mondo del lavoro. Un mondo che sentono distante anni luce dal loro. Anzi, paradossalmente, è proprio il loro mondo a camminare distante da quello del lavoro, invitandoli di rado, per usare un eufemismo, e troppo tardi, a confrontarsi con esso». Per andare incontro a questo genere di disagi, l’ufficio Placement ha già collaborato con grandi aziende nazionali e multinazionali tra le quali, solo per citarne alcune, Leroy Merlin, Foster Wheeler, Decathlon, Bruno Euronics Catania, Flowserve, Hilti International AG, l’Orèal, Manpower. Nel box qui a fianco ecco alcune delle aziende per le quali l’ufficio sta attualmente selezionando personale. Chi fosse interessato a usufruire dei servizi dell’ufficio Permanent Job, può contattare i referenti nella sede del Cof (www.unict.it/cof), in via di Sangiuliano, 197 a Catania, (tel. 095.730/7035 cell. 335.8270301/6) oppure via e-mail a: crcascone@lex.unict.it. U i
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TEATRO STABILE / Tre produzioni dell’ente teatrale catanese. Salto nel classico con “La scuola delle mogli” di Moliére e “L’impresario delle Smirne” di Goldoni. A gennaio arriva lo spettacolo di Guglielmo Ferro dal libro di Ottavio Cappellani di Tania Bonsangue
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l trionfo dell’amore è il tema portante della commedia di Molière La scuola delle mogli, nell’adattamento dell’indimenticabile Turi Ferro, per la regia di Federico Magnano San Lio (scene di Stefano Pace, costumi Dora Argento, luci Franco Buzzanca). Una produzione del Teatro Stabile di Catania, con protagonista Enrico Guarneri, in scena fino al 30 dicembre al teatro Musco. Attraverso una rilettura in siciliano, attenta a non intaccare la struttura della commedia, lo spettacolo dà vita e corpo a quei personaggi teatrali che da sempre sono stati oggetto di curiosità. Un mondo sicuramente a misura di un interprete come Enrico Guarneri che attraverso la sua vis comica ed energica fa rivivere il mondo del drammaturgo francese. In scena con Guarneri, Rosario Marco Amato, Valeria Contadino, Nadia De Luca, Carmelo Di Salvo, Fiorenzo Fiorito, Barbara Gallo, Toni Lo Presti, Orazio Mannino, Vincenzo Volo. Un’atmosfera dalle luci forti, tutta in rosso, evidenzia il gioco del teatro in una divertente e geniale commedia di Carlo Goldoni. Prosegue così il cartellone del Teatro Stabile di Catania con le sue proposte sul doppio, sul gioco di rimandi tra duplicità e ambiguità, con la messa in scena, per la “Galleria del classico europeo”, di L’impresario delle Smirne, per la regia di Luca Fusco. Una produzione del Teatro Stabile di Catania in sinergia con lo Stabile del Veneto, con un impagabile Eros Pagni in scena dal 5 gennaio al Teatro Verga di Catania. La commedia, ambientata negli anni Cinquanta, racconta di una scalcinata e scombinata compagnia che vuole portare a Smirne uno spettacolo ambientato nel Settecento, in parallelo con la trama immaginata da Goldoni che segue le vicende di una compagnia lirica di terza categoria. La trama narrativa si fonde con le bellissime musiche composte da Nino Rota per “L’impresario delle Smirne” messo in scena da Luchino
Dalla commedia d’arte alla sicilian tragedi
In alto una scena da “L’impresario delle Smirne” con Eros Pagni; sopra Valeria Contadino ed Enrico Guarneri in “La scuola delle mogli”; a sinistra Ida Carrara e Juia Ielo, interpreti di “Sicilian Tragedi”
Visconti. In scena, con Pagni, Gaia Aprea, Anita Bertolucci, Max Malatesta, Alvia Reale, Paolo Serra, Enzo Turrin. Il regista, partendo dal recupero della partitura di Rota, allestisce uno spettacolo che mette Pagni, che con la sua verve tiene le fila del gioco,
in un camerino immaginario intento a canticchiare un’altra musica di Rota e che accendendosi la sua vera pipa dà inizio allo spettacolo. L’omaggio a Rota non si basa, però, solo sulle musiche scritte dal maestro pugliese per “l’Impresario” ma include anche una parte del suo repertorio cinematografico: le colonne sonore de “La strada”,
“La dolce vita”, “Otto e mezzo”. Abbandonando ogni ambientazione realistica lo spettacolo racconta la vicenda scopertamente in palcoscenico, trasformando le camere d’albergo in camerini, mostrando ludicamente le varie tecniche scenografiche e soprattutto scegliendo di adottare un solo colore, quello teatrale per eccellenza: il rosso. Le musiche neosettecentesche composte da Rota per Visconti vengono tutte concentrate nel terzo atto, in cui il turco Alì riceve i cantanti che aspirano a far parte della sua compagnia e che è diventato un atto di provini. In quella parte dello spettacolo i cantanti si presentano in costumi settecenteschi, scelti da Maurizio Millenotti, ispirandosi al gusto kitsch dell’epoca in cui ogni artista era obbligato ad avere in repertorio abiti di varie epoche. Condensate nel centro dello spettacolo, le citazioni settecentesche mostrano l’esile vicenda come una sorta di gioco teatrale in cui la compagnia si racconta attraverso la passione per il musical di una bravissima Gaia Aprea, che rivela le sue doti canterine, le imprevedibi-
INFORMA li passioni per la danza di due attori veneziani e quelle, altrettanto imprevedibili, per il tip-tap o per il boogie woogie di attrici solitamente “impegnate”. Uno spettacolo fatto di numeri teatrali sospesi tra l’avanspettacolo e il surreale, tra il gioco e l’astrazione che si concede un finale da passerella che è quanto di più lontano dallo stile teatrale di un teatro Stabile. “L’opposizione dell’amore” è il tema portante di Sicilian Tragedi, di Ottavio Cappellani, per la regia di Guglielmo Ferro, in scena all’Ambasciatori dal 3 al 17 gennaio. Una produzione Teatro Stabile di Catania con l’interpretazione di Ida Carrara e Guia Ielo, Sebastiano Tringali, Gilberto Idonea. La storia vede al centro due boss rivali: Pirrotta l’anziano e Turrisi il più giovane. Turrisi che si innamora della figlia di Pirrotta. L’occasione per un “matrimonio di stato mafioso” che potrebbe sancire la pace tra le due famiglie e la creazione di una cosca invincibile. Ma nessuno ha fatto i conti con la Betty: “l’archetipo della buttanaggine in quaranta chili di tettine e sandali”. La storia di Romeo e Giulietta “al contrario”, dove le famiglie sono d’accordissimo, mentre è la ragazza a ribellarsi. Sullo sfondo, la rappresentazione del vero “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, tra assessori alla cultura, messe in scene d’avanguardia, attori dialettali, e feste aristocratiche. La vicenda d’amore shakspeariana viene per la prima volta intrecciata con le guerre di mafia, il teatro elisabettiano e la tragedia greca, le rappresentazioni barocche e la commedia di costume, raccontando le storie di una città in fermento, di uomini e donne griffati, macchine di lusso, occhiali da sole di marca, iPod, happy hour, solarium sugli scogli di Polifemo, insalate di polpo sul mare, cellulari con suonerie invadenti, sms ammiccanti, mogli e amanti alle prese con l’elaborazione del lutto. La messa in scena, di un’umanità composita e chiassosa che assiste ad una storia di odio, amore, omicidio, vendetta e sangue. U i
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I sentimenti umani diventano gesti C
ommistione di arti multidisciplinari, quali la danza, i video, le marionette e il teatro di parola. Tutto questo è “Gesti contemporanei”, la rassegna che il teatro stabile propone nell’ambito di Te.St. Un laboratorio che rappresenta la sintesi di un teatro che vuol tornare ad essere “assemblea”, luogo di condivisione con la gente. Ad esibirsi per il secondo appuntamento della rassegna, dal 18 al 20 dicembre al Centro Zo, sarà la Dudapaiva Company of Amsterdam, una compagnia olandese che sperimenta una fusione innovativa di danza moderna, visual theatre e multi media. Lo spettacolo, Malediction, racconta attraverso la danza, il teatro e l'interazione, l'ultima ora di un alieno. “Malediction” è la lotta di due uomini contro il mostro verde dell'invidia, dell'odio, e della competizione. Creando un mondo di favole e di incubi, entrambi sperano di trovare un punto d'incontro. Alla base dell’originalità di questa compagnia sta l’utilizzo di oggetti di gommapiuma che consentono ai pupazzi di avere maggiore espressività facciale e permettono all'artista di utilizzarli come estensione del proprio corpo. In tutti i loro spettacoli c'è un costante dialogo tra il danzatore e il suo pupazzo, e l'attenzione dello spettatore passa dall'uno all'altro, in una danza schizofrenica bella ed
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TE.ST/ La rassegna propone “Malediction” degli olandesi Dudapaiva e “Le mille bolle blu” di Salvatore Rizzo
emozionante. Tra gli spettacoli in opzione la rassegna Gesti contemporanei propone dal 9 al 10 gennaio, Le mille bolle blu di Salvatore Rizzo, diretto e interpretato da
Filippo Luna e prodotto da Palermo teatro festival. “Le mille bolle blu” racconta la struggente storia di un amore vissuto per trent’anni nella clandestinità. Un sentimento vero, profondo, universale che coinvolge ed appassiona lo spettatore. Protagonisti del racconto sono Nardino ed Emanuele: barbiere il primo e avvocato il secondo. La scintilla tra i due giovani scocca nella bottega di Nardino. Nardino ed Emanuele si innamorano proprio lì, in quel piccolo salone di una borgata di Palermo. E la bottega diventa il rifugio di questo amore segreto. Il patto d’amore tra i due protagonisti resterà inossidabile per tre decenni dal 1961, l’anno in cui Mina cantava “Le mille bolle blu”, fino al 1991 quando Emanuele muore.
Librinscena/ Il 18 dicembre Walter Veltroni presenta “Noi”
Venerdì 18 dicembre, al Teatro Ambasciatori, alle ore 18, un nuovo appuntamento per Librinscena: Pietrangelo Buttafuoco intervista Walter Veltroni sul suo ultimo libro “Noi” (Rizzoli, 2009). Epopea di più generazioni, romanzo di formazione, piccola storia italiana. È possibile trovare più denominazioni, per il romanzo con cui Walter Veltroni torna alla narrativa, dopo i grandi successi di
“Senza Patricio” e “La scoperta dell’alba”. Noi”, edito da Rizzoli nel 2009 attraversa, in un viaggio reale e metaforico, la nostra storia dal 1943 ad un immaginifico 2025. L’Italia uscita distrutta dalla guerra, vista attraverso gli occhi del quattordicenne Giovanni, si rispecchia in quella futuribile di Nina, adolescente complicata che vivrà forse nel nostro domani. In mezzo, il 1963 del boom economico, l’epoca delle 600 e del Maggiolino cabrio con il quale Andrea, 13 anni, attraversa l’Italia insieme al padre
per raggiungere la mamma gravemente malata. E ancora gli anni ’80 bui, quelli delle stragi e di una nazione da bere che si avviava invece verso il baratro: vista con gli occhi disillusi dello stesso Andrea, diventato giornalista, e di suo figlio Luca. La nostra storia recente, raccontata con le parole dei ragazzini. Ai quali il Veltroni romanziere sa dare voce e sentimenti, nostalgie e dolcezza, senza appesantire la sua narrazione, elegante e scorrevole; mai invasiva, sempre limpida.
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RASSEGNE / Affronteranno gli attualissimi temi del rapporto tra uomo e malattia e tra scienza e morale gli spettacoli de “Il Teatro ai Benedettini”, rassegna di impegno sociale curata da Lamberto Puggelli
Il palcoscenico della riflessione
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a preso il via il 30 novembre all’Auditorium Giancarlo De Carlo, con lo spettacolo Storie di ordinaria pedofilia la rassegna di teatro di impegno sociale Il Teatro ai Benedettini, nato dalla collaborazione tra la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania e l’attore e regista milanese Lamberto Puggelli. «Il filo che unisce gli spettacoli di questo ciclo spiega Puggelli - è l'impegno sociale. Il teatro parla sempre dei rapporti dell’uomo con la società e con la storia. Gli argomenti affrontati in questi spettacoli sono di intervento e di riflessione su alcuni problemi che assillano l’uomo di fra morale e scienza o sul rapoggi, esigendo una presa di porto dell’uomo con le malatposizione etica e concreta. Il tie del corpo e dell”anima: Papreside della facoltà di Lettere role mute, di e con Frane Filosofia Enrico Iachello cesca Vitale, porterà ed io crediamo che il in scena il dramma teatro sia sempre, oldella malattia di tre che realtà artiAlzheimer, menstica, un fatto caritre Vita di Galico di eticità e di rileo di Bertolt cerca continua delBrecht verterà la verità». sul rapporto fra Gli spettacoli della Lamberto Puggelli scienza ed etica; farassegna “Il Teatro ai ranno parte della rasBenedettini” saranno segna anche L’uomo dal prodotti da Ingresso Libero, fiore in bocca di Pirandello e progetto per la riscoperta e la L’ultimo nastro di Krapp di tutela del teatro d’arte e saBeckett, incentrati sul rapranno incentrati sul rapporto
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porto tra vita e morte, e Hor. Un labirinto di Michael Ende. «Questi spettacoli - spiega ancora Puggelli - non ambiscono a essere fastosi - e d’altra parte all’Auditorium dei Benedettini sarebbe dilettantesco approntare scenografie o miracoli illuministici. Si tratta perciò di un ciclo che punta tutto sui testi e sulla parola e sull’interpretazione che di questa parola sa dare l’attore. La parola detta, la parola incarnata è il principio primo». Maggiori informazioni sul sito: http://ingressolibero.ning. com. U i
TEATRO BRANCATI / Con “Fantasie” in scena la fiaba
Natale all’insegna della fantasia al Brancati Teatro della Città (via Sabotino, 4, www.teatrodellacitta.it), diretto da Tuccio Musumeci. Infatti, all'interno della stagione 2009/2010, è stata inserita, per il periodo natalizio, la rassegna teatrale “Fantasie”, nata dal desiderio di mantenere viva l’immaginazione. In programma, fino al 17 dicembre “Di...versi a Natale” con la regia di Gabriella Saitta (nella foto). Il 21 e il 22 dicembre, in scena “La lupa” su coreografie di Silvana Lo Giudice, il 23 e il 24 dicembre Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi portano in scena “La pianta della parola” di Luigi Capuana. Dopo Natale, il 27 e 28 dicembre, “La spada nella roccia” di White diretta da Marco Cavallaro. Per finire, ancora una favola, il 29 e 30 dicembre con “Il soldatino di stagno e la bambola di porcellana” di Hans Christian Andersen, diretta da Giovanna Criscuolo. Oltre agli spettacoli della rassegna “Fantasie”, la stagione del Brancati prevede, dal 18 al 20 dicembre, “Margherita e il gallo” di Edoardo Erba, regia di Romano Bernardi.
CENTRO ZO / Il cinema alternativo di “Fuoricircuito” e “L’Italia che non si vede”
Proseguono le rassegne cinematografiche presentate dal Centro Zo di Catania che, anche per questo mese, propone una serie di appuntamenti con un cinema alternativo e di qualità. In programma a dicembre il secondo appuntamento del ciclo Fuoricircuito che, organizzato in collaborazione con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, si concentra su film raramente proiettati al di fuori dei circuiti festivalieri o dimenticati o, ancora, mai arrivati in Italia. Giovedì 17 dicembre alle 20.30 serata dedicata alla “La luce nera”, a cura di Alessandro De Filippo che prevede la proiezione del documentario “Goor” e di alcuni cortometraggi e
sequenze del cinema dell’Africa sub-sahariana. Un ponte di dialogo con un cinema altro, che definisce differenti identità culturali. “La luce nera” fa parte del ciclo “Semi di Cinema” un nuovo format che, in alcune serate, propone al pubblico momenti di discussione (oltre che di visione) “a tema” grazie all’intervento in forma “seminariale”, nella prima parte della serata, di alcuni studiosi di cinema che alternanno alle loro riflessioni stralci di materiali filmici e audiovisivi, lasciando poi spazio alla proiezione di un lungometraggio che completerà e chiuderà le riflessioni avviate precedentemente. Sempre giovedì 17, a partire dalle 21, verrà proiettato “Il passaggio della linea” di Pietro
Marcello, secondo appuntamento della rassegna “L’Italia che non si vede”, organizzata dall’officina culturale South Media. La rassegna nazionale itinerante di cinema del reale prevede la proiezione in 30 circoli Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci) sparsi in tutta la penisola di film-documentari e fiction, selezionati dai migliori festival cinematografici italiani con lo scopo di offrire una circuitazione ampia a film di qualità e alle nuove produzioni che raccontano il paese reale, i suoi problemi e il suo disagio. U i
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aia Carnesi ha 27 anni e all’immagine in movimento, preferisce la fotografia. Ha studiato a Palermo e Roma. Adesso è tornata a Catania. Pellicola o digitale? «Pellicola per passione, digitale per comodità e immediatezza. Mi affascina la “chimica” della pellicola, la sua storia, ma riconosco quanto il digitale semplifichi le cose, permetta spesso di rimediare agli errori e in poco tempo. Mi piace postprodurre ed elaborare le immagini al computer, senza esagerare. Utilizzo il digitale quando servono molte immagini e in tempi brevi, la pellicola quando voglio creare, senza scadenze». Bianconero o colore? «Sia colore che bianco e nero, li considero due differenti modi di rappresentazione e di espressione. Credo che certe immagini mostrino materia anche senza averne il colore ed altre invece non saranno mai abbastanza vive e reali senza la loro cromaticità. Per il bianco e nero prediligo quasi sempre la pellicola, soprattutto ad alta sensibilità. Per il colore invece il digitale, o pellicola diapositiva». Che macchina usi, ora. «Holga e la mia reflex analogica di sempre, una Canon Eos 3000, nell’attesa di sostituire la 400 D». Quale la tua prima macchina? «A 10 anni una Easy Compact 110 s, made in China, tascabile e a telemetro. Poi è arrivata la vera macchina, una 35 mm Canon regalatami a 19 anni e che tutt’oggi utilizzo per gli scatti in pellicola. È da allora che ho iniziato a fotografare in modo costante». Che studi hai fatto? «Mi sono laureata all’università di Scienze e tecnologie dello spettacolo a Palermo. Ho seguito un laboratorio di cameramen a Catania che mi ha confermato quanto preferissi l’immagine statica a quella in movimento, dopodiché ho frequentato questi ultimi due anni presso la Scuola romana di fotografia. Lì ho avuto modo di imparare ad associare la pratica alla teoria, e tanto altro». Che cosa stai scattando in questo periodo? «Apprezzo molto il formato quadrato per cui sperimento spesso in 6x6, ma il vero progetto al quale sto lavorando è una ricerca di immagini di quotidiana intimità casalinga, più o meno serena e rivelata, colta da un punto di vista “discreto” e lontano. L’ispirazione è nata in viaggio, osservando cose e per-
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Nuova generazione di fotografi siciliani
di Rocco Rossitto
La pellicola per passione GAIA CARNESI / «Mi affascina la “chimica” della pellicola ma utilizzo il digitale quando servono molte immagini e in tempi brevi»
Le dee tornano al Museo di Aidone
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Occhi a mandorla, labbra carnose e sorriso sornione: ecco l’identikit dei volti degli acròliti di Dèmetra e Kore. Si tratta delle due statue del VI secolo a.C. che dopo più di 30 anni nel 2007 sono rientrate in Sicilia dagli Stati Uniti. Dal 13 dicembre i due volti sono esposti nel Museo Archeologico di Aidone, con un allestimento che punta alla creatività e alla contaminazione fra le arti di ieri e di oggi: le due dee, infatti, che nella mitologia greca sono madre e figlia, sono state ricomposte e “vestite” da Marella Ferrera. L’evento si inscrive all’interno di “Morgantina 2009-2011. Il ritorno delle dee”, progetto coordinato dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Enna. Entro due anni saranno restituiti ad Aidone una serie di reperti dell'antichità - fra cui la Venere di Morgantina oggi esposta al Paul Getty Museum in California. Per festeggiare il rientro delle dee sabato 12 dicembre si è tenuto un convegno internazionale con ospiti illustri nel mondo dell’archeologia, tra cui i coordinatori della missione di scavo statunitense a Morgantina, Malcom Bell e Carla Antonaccio. La giornata è proseguita con l’evento “Rock faces: volti alla musica”, organizzato dall’associazione GIOSEF (Giovani Senza Frontiere), che ha scelto il linguaggio della musica per sensibilizzare i coetanei su un problema riguardante la vita del paese in un momento di grande fermento culturale. Location del concerto, il chiostro della Chiesa di San Domenico, con l'auspicio che venga sempre più frequentato dai ragazzi. Durante la serata si sono esibiti due gruppi di musicisti aidonesi, i “Black Out” e i “Jarod”, con suoni rock e punk e gli ospiti “Rebel folk” e “Brilliants at Breakfast”, con le movimentate note del rock folkloristico e dell'alternative-noise. Le esibizioni sono state intervallate dalla proiezione di contributi video in cui esperti in materia spiegano la funzione e la storia dei famosi reperti, fondendo così musica, storia e archeologia in un unico armonioso insieme. (Benedetta Motta)
sone dal piano alto dei bus. “Home sweet home” è ancora nascente ma spero trasmetterà un senso di accoglienza a chi lo osserverà». Dove possiamo vedere le tue foto? «www.gaiacarnesi.wordpress.com». Hai fatto delle personali o collettive? «La prima mostra è stata nel 2003, per una collettiva organizzata dal gruppo Muridicarta (un’associazione culturale di artisti siciliani) tenutasi ai Mercati generali di Catania. Qualche anno dopo a Palermo, per una ricerca fotografica sulla gente e le attitudini del capoluogo, organizzata dall’università. A Catania ho avuto modo di esporre per l’inaugurazione di alcuni locali ma l’ultima è stata a Roma nel 2008, per il concorso Marte Live Awards». Un fotografo vivo e uno morto che ti piace? «Non so decidermi mai su un singolo fotografo, unisco quel che mi piace di loro: il gusto caricaturale di Elliott Erwitt, la ricerca dell’escluso di Diane Arbus, la geometria delle sagome di Andrè Kertèsz. Il minimalismo di Rinko Kawauchi, la spettacolarizzazione di David La Chapelle e l’intimo futurismo di Matthew Pillsbury, tra i vivi». Se dico Blow-u up, tu rispondi... «Scatti frenetici e continui cambi di macchine per una magra modella annoiata». U i
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MOSTRE / Fino al 24 gennaio 2010 a Palazzo Valle a Catania espongono le proprie opere, espressione di tendenze e ricerche artistiche attuali, 18 studenti delle Accademie di Belle Arti di Catania e Palermo
Pre-visioni, giovani artisti crescono D
a un’origiteria e Spazio”, dedicata a due nale idea di grandi maestri dell’arte del Bruno Corà ‘900, Burri e Fontana, che è nata “Prehanno sempre sostenuto i giovisioni”, la mostra vani artisti contemporanei. organizzata dalla Con questa iniziativa, infatti, Fondazione Puglisi si vogliono mettere insieme Cosentino che predue realtà artistiche che, pur senta il lavoro dei avendo sede nella stessa regiogiovani artisti delle ne, hanno finora avuto poche Accademie di Belle opportunità di scambio e conArti di Catania e fronto, nella convinzione che Palermo. dalle relazioni con altri studenNata grazie al conti, propri pari, si possano tributo dell’Assesmaturare nuove esperiensorato Regionale ai ze e quindi sia possibile Beni culturali e Ambientali e crescere nel proprio prodal Dipartimento Beni Cultugetto artistico e formativo. rali, Ambientali e dell’ArchiAd esporre per “Pre-visiotettura e dell’Arte Contemponi”, che sarà aperta al ranea, Servizio Museografico, pubblico fino al 24 genl’allestimento ha aperto le naio 2010, saranno Carporte al pubblico il 13 dicemmelo Calderone, Carlo e bre nella sede della fondazioFabio Ingrassia, Andrea ne, a Palazzo Valle a Catania. Mangione, Guè Marco Ad esporre i lavori durante la Mangione, Laura Matramostra, curata da Daniela Bixia, Angelo Spina, Oriana gi ed Ambra Stazzone, saranTabacco, Lidia Tropea e In alto, un’opera di Gianluca Concialdi; sopra, no 18 artisti, nove per ciaLidia Zinna, per l’Accade“Legame” di Carmelo Calderone scuna Accademia, che esprimia di Belle Arti di Catamono le tendenze e le ricerche nia, mentre la selezione delartistiche più attuali, svilupl’Accademia di Belle Arti di Paquelli che con uno sguardo ripando linguaggi e poetiche lermo vedrà esposte le opere di volto al futuro possono essere che lasciano “pre-vedere” proGiuseppe Buzzotta, Giuseppe attualmente pensati come gli spettive di successo all’interno artisti di domani. Caracciolo, Valentina Cirami, del sistema artistico contempoGianluca Concialdi, Francesco La mostra si affiancherà, nello raneo. Proprio il titolo dell’alleFontana, Davide Oliveri, Linda spazio ma anche nel concetto stimento è stato pensato per Randazzo, Giovanni Sortino e all’importante allestimento già offrire una “pre-visione” su Caterina Valenza. U i presente a Palazzo Valle, “Ma-
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“Division by zero”, Zappalà tra danza e arte
Da sempre attento all’intero apparato scenico delle sue creazioni, Roberto Zappalà, in occasione dei primi vent’anni di attività della compagnia che dirige, si sperimenta nel campo delle arti visive. E lo fa presentando tre installazioni che sintetizzano e, in parte, raccontano il suo percorso di ricerca, artistica e individuale. Il primo di questi tre progetti, “Division by zero”, sarà inaugurato il 19 dicembre nei locali della Fondazione Brodbeck, in via Gramignani a Catania e rimarrà aperto fino al 15 gennaio 2010. Le opere in mostra nascondono un forte legame con le precedenti creazioni di Zappalà. Al contrario di quanto accade nelle arti performative, però, in questa occasione è proprio l’elemento principe che viene a mancare. Quel corpo “incompiuto” in continua evoluzione si fa qui da parte per lasciare che gli oggetti, diventino i protagonisti assoluti della scena. Roberto Zappalà, del resto, ha sempre affidato un ruolo molto importante agli oggetti di scena. In diverse occasioni, poi, ha realizzato delle video installazioni per le sue performance, come in Ob/sol.um, del 2002 (nella foto). In questa ottica, il processo che ha portato l’autore a questo progetto espositivo sembra essere maturato in maniera del tutto naturale e sembra ricalcare la sua idea di architettura scenica come opera totale.
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APPUNTAMENTI / Letture artistiche per tutte le età
La Sezione Didattica della Fondazione Puglisi Cosentino amplia la sua offerta al pubblico inaugurando un ciclo di Letture animate a tema storico artistico, aperte a tutte le fasce d'età nella propria sede di Palazzo Valle. Gli appuntamenti saranno dedicati a partire dai più piccoli, con “L’ibri d’Arte” di Riccardo Francaviglia e “Rose nell’insalata” di Bruno Munari, in programma giovedì 17 dicembre alle 16,30 e alle 17, alle invenzioni narrative e i voli pindarici nei segni artistici distintivi di Burri e Fontana, nell’apputnamento di sabato 17 dicembre alle ore 18 intitolato proprio “Fontane di Burro”. Gli incontri, al costo di partecipazione di 3 euro, saranno curati da Riccardo Francaviglia, Margherita Sgarlata e Nadia Ruju. Per partecipare è necessario prenotarsi attraverso l’indirizzo email didattica@fondazionepuglisicosentino.it oppure mandando un fax al numero 0957153835, specificando l’appuntamento scelto fra i tre in programma.
Davide Camonita da Catania a Venezia
Rimarrà aperta fino al 15 dicembre a Palazzo Platamone a Catania la mostra “Opere scelte” del giovane artista catanese Davide Camonita. La mostra fa parte del progetto “Solstitium” promosso dal circuito culturale Polena, dall’Università degli studi di Catania, e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Catania. Nei suoi quadri, Camonita riflette l’idea della ricerca interiore attraverso la rappresentazione visiva del labirinto, tema ricorrente delle sue opere. In senso autobiografico, vengono riproposti gli oggetti di uso quotidiano, inquadrati in un’ottica sperimentale e di introspezione, che raccontano la vita di ciascuno e rivelano alcuni angoli della mente dell’artista e della sua proiezione spirituale in perpetua evoluzione. Lunedì 20 dicembre, Camonita presenzierà in rappresentanza della Regione Siciliana alla 58° Mostra Internazionale di Natale a Venezia, presso la galleria nazionale San Vidal U.C.A.I., visitabile tutti i giorni, fino al 12 gennaio.
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INTERVISTA / Quando la musica diventa militanza. La storica reunion della band nata nel circuito dei centri sociali negli anni ’90. Critici verso tutti i partiti politici ‘O Zulù e soci tornano senza la grinta di Meg ma con un rinnovato impegno sociale di Riccardo Marra l Mei (Meeting etichette indipendenti) ha deciso: Curre Curre Guagliò dei 99 Posse è la canzone in dialetto più bella degli ultimi vent’anni. Una consacrazione per il rap napoletano dei Posse che oggi vale doppio vista la reunion della band che arriva dopo otto anni di silenzio. Il ritorno del collettivo avviene con particolare urgenza. Loro, guerriglieri di sinistra rimasti orfani dei propri riferimenti politici, non potevano starsene più zitti di fronte a un’Italia «che cambia in peggio». «La gente voleva insistentemente la nostra reunion - racconta Luca ‘O Zulù a Universitinforma - ci dicevano: «guagliò, ma vi guardate intorno? Non vedete che c’è bisogno dei Posse?». «E allora via a un lungo tour di resistenza che il 16 dicembre toccherà lo Zo di Catania. «Catania? La chiusura dell’Experia è il simbolo di un paese di controsensi» Luca, perche sono morti e perché rinascono i 99 Posse? «Più che morti eravamo congelati. A un certo punto della nostra storia vivevamo un’incompatibilità artistica e politica. All’interno del gruppo avevamo sempre nutrito posizioni diverse, trovando sempre il modo - attraverso la discussione, il collettivo, l’assemblea - di tramutare le differenze in forza. Poi però la sintesi era diventata compromesso e quindi lo scioglimento era l’unica strada da percorrere. Da quel momento le nostre diversità sono esplose in una serie di iniziative personali: io sono stato in Palestina, in Iraq, in Kurdistan, ho scritto un libro, ho fatto tre dischi, ho collaborato a diversi progetti. Marco Posse ha realizzato con Meg esperienze in bilico tra musica e teatro, ha sviluppato il project Pentole & Computer e s’è specializzato nella sonorizzazione cinematografica. Massimo Iovine ha curato la rassegna musicale Musica Nueva e ha suonato con Roy Paci e Aretuska. Insomma se con i 99 Posse realizzavamo un disco ogni due anni, da soli ci siamo sbizzarriti in una miriade di lavori».
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«Guagliò, non vedete che c’è bisogno dei Posse?»
Poi cosa vi ha fatto tornare assieme? «Guardandoci intorno c’eravamo accorti che l’Italia stava cambiando in peggio e che le nostre voci singole, seppur libere da un continuo confronto assembleare, non riuscivano ad avere lo stesso impatto che avevano i 99 Posse. Inoltre c’è stato un martellamento di persone che con molta insistenza ci hanno chiesto di tornare. Abbiamo capito che la Posse non era solo la nostra band, ma qualcosa di proprietà di tutti. Insomma, non ce la facevamo a star zitti in un paese ridotto così. E oggi vogliamo offrire il nostro megafono di controinformazione a tutti quelli che ce l’hanno richiesto». Il ritorno dei 99 Posse può servire anche alla vostra Napoli in emergenza? «Napoli è sempre stata in emergenza. L’emergenza c’era prima che noi ci formassimo, ha continuato ad esserci du-
rante l’epopea dei Posse, e ha proseguito negli otto anni di nostra assenza. Però permettimi di dire che non ci sono sostanziali differenze tra la condizione della nostra città e quella del resto dell’Italia. Noi, tra l’altro, anche se ci esprimiamo in dialetto parlando di cose che avvengono nella nostra città, non siamo il gruppo che dà voce alla napoletanità. Casomai siamo dei napoletani che fanno parte di una famiglia più grande chiamata Sud del pianeta. Là dentro ci sono Napoli, Città del Messico, Ramallah e anche Ca-
tania». A proposito di Catania, hai sentito dello sgombero del CSO Experia? Abbiamo suonato all’Experia negli anni ‘90. Credo che quello sia l’ennesimo segnale di come questo sia un paese in cui la legge viene applicata, in certi casi, con severità esemplare, meticolosità e scrupolosità nordeuropee; e in altri con un fare da repubblica delle banane. Al Parlamento siedono una serie di signori con procedimenti in corso, inquisiti o, addirittura, condannati. Signori che ogni giorno legiferano. L’Italia è un paese all’incontrario, dove i poliziotti ammazzano di percosse la gente perché non hanno altro metodo investigativo se non quello di “abboffare di mazzate”. Ecco, questa è l’Italia oggi ed è per questo che dobbiamo trovare il modo di rimettere in piazza una risposta, di indignarci, di dire basta quando si supera il limite».
INFORMA Cosa che la Sinistra non sa più fare? «Certo! Questo è proprio il leit motiv della nostra reunion. Noi siamo qui per questo, per criticare lo scempio dell’era berlusconiana, ma anche e soprattutto l’assurdità del Pd, che è una specie di nuova DC. E sì, anche, per punzecchiare i partiti dell’estrema sinistra divisa in ridicole frammentazioni». Durante gli otto anni di vostra assenza il mondo musicale ha assistito a una rivoluzione…. «Noi di questa rivoluzione siamo stati gli antesignani, siamo stati tra i primi a usare internet per diffondere gratuitamente le nostre canzoni. Sui palchi lo dicevamo sempre: chi non aveva soldi per comprarsi i cd dei 99 Posse, se li poteva comprare falsi dal marocchino o anche rubare direttamente dal negozio (ride). Siamo sempre stati favorevoli alle nuove possibilità di diffusione della musica. Certo ci poniamo il problema della produzione: come devono fare i giovani musicisti a produrre un disco? Internet è fenomenale per questo motivo: se hai avuto un’idea interessante, non devi andarla a proporre porta a porta come prima, ma puoi condividerla con tutto il mondo un secondo dopo che l’hai concepita». Siete in tour da un po’, perché Meg non è della partita? «Meg non c’entra con quello che facciamo adesso. Quella attuale è un’operazione tutta politica che nasce da esigenze po-
27 litiche. Meg ha sempre avuto poco a che fare con questi temi perché entrò nei Posse in un momento in cui godevamo di grossa visibilità e ci eravamo posti il problema di parlare un linguaggio comprensibile a tutti. Oggi abbiamo un’esigenza opposta: parlare con coloro che hanno determinate esigenze politiche. Vogliamo fare collettivo, compattarci». È in programma un disco di inediti? «Non sappiamo ancora se sarà un disco o una serie di mp3 da lanciare sul web. Il metodo di lavoro però sarà quello degli esordi, per intenderci quello che adottammo ai tempi di Curre Curre Guagliò. Quel disco non lo pensammo come un oggetto, ma come una raccolta dei brani che facevamo dal vivo. Vorremmo conservare questa filosofia componendo un lavoro che sia il frutto di una continua interazione con la vita, con la gente, coi problemi, con l’Italia. Nel frattempo, però, faremo uscire dei singoli. Il primo su Repubblica.it in free download, si chiamerà Italia A Mano Armata dove parliamo dell’ultima genialata delle ronde. Poi ne uscirà un secondo dal titolo ’O Cavaliere. E poi, visto che Posse significa collettivo, vorremmo arrivare a scrivere dei testi sociali coinvolgendo i ragazzi delle scuole delle zone più a rischio di Napoli e i detenuti che si sono riuniti nel gruppo Ergastolani in lotta. Dai loro testi potrà venire fuori qualcosa di bello. U i
time out MERCATI GENERALI / Sabato 26 dicembre l’artista “carioca di Vienna” porta a Catania la sua musica
Brasilian House firmata Joyce J oyce Muniz, brasiliana residente a Vienna, DJ, vocalist, produttrice nonché una delle electro-artiste più impegnate di tutta l’Europa Centrale, sarà sabato 26 dicembre ai Mercati Generali di Catania. L’artista brasiliana ha di recente pubblicato, con la Man Recording di Daniel Haaksman, il dodici pollici Rebola / Um Korpo, a nome Kubo, che vede la voce di Joyce e i beat scuri e potenti del maestro dei bassi viennese Stereotyp creare un perfetto marchingegno da dancefloor. Nata nel 1983 a San Paolo, Joyce Muniz arriva a Vienna a metà degli anni Novanta e subito prende contatto con l’effervescente scena elettronica della città. Il suo primo ingaggio da DJ arriva quando ha soltanto sedici anni, e poco dopo comincia a collaborare come vocalist con Markus Dohelsky (aka Shanti Roots) dei Vienna Scientist e con I-Wolf dei Sofa Surfers. Nel 2006 arriva la prima collaborazione con Stereotyp. Nel 2008 presta la sua voce alla traccia Garoto firmata dai Cusmos. I dj set di Joyce col loro impatto ritmico creano un vero e proprio viaggio attraverso i territori dibreakbeat, Brasile, electro e house. U i
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La luce metafora della conoscenza
WORKSHOP / Dal 15 al 18 dicembre alla Sala Lomax sei fotografi d’eccezione terranno il corso “Fotografare l’invisibile” per trasmettere i segreti legati alla lettura della luce e al reportage mparare a leggere la luce per fotografare l’invisibile, così come recita il titolo del workshop che sei docenti di laboratori sperimentali in fotogiornalismo nelle facoltà di Lettere e Lingue dell’Università di Catania terranno alla Sala Lomax dal 15 al 18 dicembre. Il corso vedrà in campo Angelo Di Giorgio, Fabrizio e Santo Magiameli, Rosario Cinque, Luca Guarneri e Antonio Licari, guide indispensabili verso una forma espressiva più completa sia nel reportage sia nella lettura della luce, come metafora della conoscenza. Come vi siete incontrati? «Portavo le foto a stampare presso il fotolab di Angelo Di Giorgio - racconta Luca Guarneri - Conoscevo già Angelo e spesso mi dilungavo con lui in interessanti conversazioni su politica, attualità e, ovviamente, fotografia. Gli altri li ho conosciuti presso il suo studio e così prima abbiamo cominciato a lavorare insieme e poi è nata anche un’amicizia». «Io non sono un fotoreporter ma mi occupo di fotografia in studio. - dice Antonio Licari Tornavo da Firenze dopo un master in fotografia di moda e avendo sempre sentito par-
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lare dello studio Di Giorgio come uno dei migliori a Catania decisi di lasciare un mio curriculum. Qualche tempo dopo fui chiamato e da li è cominciata la collaborazione con Angelo e gli altri ragazzi, grandi fotografi e amici preziosi». Quali sono i vostri riferimenti fotografici? «Tanti, - dice Santo Mangiameli - sicuramente l’agenzia Magnum su tutti, ma personalmente mi piace sperimentare e non chiudermi tra le righe di un’unica lezione». «Per me - aggiunge Luca Guarneri - Robert Capa, Robert Doisneau, Eugene Smith, Henry Cartier-Bresson, Elliott Erwitt, Robert Frank, Ernesto Bazan, Letizia Battaglia, Reza Deghati e James Natchway» «Ma anche William Klein precisa Antonio Licari - e Josef Koudelka». Perché la fotografia oggi? Rosario Cinque: «Perché una bella foto la guardi, la ricordi e ti fa pensare». Luca Guarneri: «Perchè penso sia l’unico media in grado di essere osservato a lungo e rimanere impresso nella memoria. E poi perchè fa la storia, è esteticamente bella ed in grado di rivelare ciò che spesso rimane invisibile ai più».
Antonio Licari: «Penso che anche la fotografia racconti e sia testimone del tempo in cui vive. La vita è fatta anche di cose belle e piacevoli che spesso durano solo il tempo di uno sguardo, penso che dovremmo avere più cura della bellezza, a partire dal sorriso di un bambino. La fotografia può fare anche questo». Santo Mangiameli: «perché credo che a differenza del cinema, il silenzio e l'immobilità di una foto riescano a far riflette sugli eventi in modo più sincero». Università e fotografia, un binomio possibile? «Non solo possibile, ma necessario. - risponde Luca Guarneri accogliendo il consenso di tutti gli altri - La fotografia è uno strumento di conoscenza potentissimo capace di indagare al pari di una scienza i mondi in cui viviamo, visibili ed invisibili, reali ed immaginari. L’Italia in questo senso è vent'anni indietro rispetto ad altri paesi». Pellicola o digitale, bianco e nero o colore? «Il digitale è una grande rivoluzione - dice Antonio Licari sinonimo di libertà ma anche di un certo abbassamento della qualità fotografica, non in termini tecnici ma in termini
espressivi. Una delle cose più belle del digitale è che puoi decidere in postproduzione se una immagine è più incisiva in bianco e nero o a colori». «Direi pellicola in bianco e nero - scherza Rosario Cinque ma in realtà utilizzo e apprezzo molto anche il digitale». Catania è una città potenzialmente fotografica? «Per esserlo - risponde Rosario Cinque - aspettiamo di vedere nascere almeno altri dieci spazi espositivi». «Penso che Catania nasconda a se stessa e al mondo molti talenti fotografici. Ma è anche una città estremamente stimolante dal punto di vista della ricerca fotografica. Un po’ come il resto dell’Italia». È soddisfatto di questo gruppo di lavoro? «Credo che in centoventicinque anni di storia - afferma Angelo Di Giorgio - questi siano i migliori fotografi che abbiano mai frequentato uno degli studi Di Giorgio. Si tratta di talenti naturali, fotografi nati, gente che guarda il mondo e la vita con occhi diversi dal solito. Insieme stiamo tracciando un percorso di ricerca che può essere così sintetizzato: passare dall’etica dell’estetica all’estetica dell’etica». U i
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CATANIA JAZZ / Arriva a Catania il musicista torinese che presenterà il suo nuovo Nightbook, una finestra sulle possibilità di entrare in contatto con gli aspetti profondi della realtà
Quel tocco magico di Ludovico Einaudi A
rriva al Teatro Metropolitan di Catania, il prossimo 23 dicembre, il tanto atteso Ludovico Einaudi, concerto fuori programma di Catania Jazz, organizzato in collaborazione con Ponderosa Music. L’artista torinese presenterà il suo nuovo album Nightbook, che arriva a tre anni dal successo internazionale di Divenire. «In Nightbook ogni brano è il capitolo di una storia, la sfaccettatura di un prisma, uno sguardo possibile sulle esperienze che appartengono al lato più onirico, più interno di noi stessi - dice Ludovico Einaudi -la musica apre delle porte su mondi nascosti. Ascoltandola, ognuno può riuscire a entrare in contatto con le proprie emozioni profonde». La composizione dell’album ha seguito le tappe dei tour in tutto il mondo, nel corso dei quali Einaudi ha continuato a riempire taccuini di pensieri e suggestioni, registrando gli “appunti musicali” che sono diventati l’anima di questo progetto. Alcuni eventi in particolare hanno ispirato le atmosfere di Nightbook come il concerto all’Hangar Bicocca di Milano e quello di Villa Adriana a Tivoli «un’occasione - dice l’artista -per riflettere su forze musicali che hanno un loro potere primordiale». E le atmosfere di cui parla Einaudi si riflettono nella grande libertà espressiva, nella scelta di composizioni dalla struttura più aperta, nelle sonorità originali ottenute da un vero e proprio incontro del pianoforte con archi e percussioni, e da un uso dell’elettronica che, in pezzi come Il giardino e The Crane Dance, amplifica il suono del pianoforte. Brani come Rêverie e Indaco, con la sua esplosione finale degli archi, sono invece perva-
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Ame/ Da Spinicchia a Jean Cocteau
Mario Spinicchia
si dall’aura circolare, ipnotica e struggente, che ha reso inconfondibile la musica di Einaudi. Se Divenire è un album che evoca un movimento verso il mondo, il flusso della vita nella direzione dell’armonia, del-
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la luce, della vitalità, Nightbook apre una finestra sull’interno, e sulla possibilità di entrare in contatto con quegli aspetti profondi della realtà che rimandano a una dimensione mitica, potremmo dire originaria. U i
Al Y’s Jazz Club i premi del Brass Group
Si intersecano le programmazioni del “Sicily Jazz & More Festival” organizzato dal Brass Group di Catania e quella del Y’s Jazz Club. Il 18 dicembre il Y’s ospiterà i Gentle Jazz, formazione siciliana di grande fascino che pesca nella memoria storica e più recente del jazz. Il 19 e 20 dicembre sarà la volta della Big Band Jazz Lab Ensemble (nella foto), formazione dell’Istituto Bellini di Catania di cui fanno parte Camillo Pavone, Giovanni Caruso e Orazio Maugeri. Durante la serata di sabato 19 verrà consegnato il premio Sicily Music Awards, il riconoscimento che il Brass Group assegna a chi ha contribuito alla crescita del jazz in Sicilia. Il 26 dicembre si concluderà il “Sicily Jazz & More Festival”con l’ultimo appuntamento del Sicily Music Awards, il Jazz Party & Jam Session, una vetrina dedicata al migliore jazz siciliano. Il Y’s Jazz Club continua invece la sua programmazione il 27 dicembre con un artista d’eccezione, il sassofonista Peter King che si esibirà in duo con Andrea Beneventano. Informazioni su: www.ysjazzclub.it; www.brassgroup.com
Volge al termine la stagione invernale dell’Associazione musicale Etnea. Mercoledì 16 dicembre a Palazzo Biscari si esibirà il musicista catanese Mario Spinicchia che proporrà brani di Ginastera, Piazzolla e Villa-Lobos. Il 19 dicembre alle ore 11 presso l’ex Refettorio dei Benedettini sarà la volta dell’Ensemble Mille Regretz, il Coro polifonico diretto da Salvatore Pappalardo, che proporrà un percorso musicale nell’Europa del Rinascimento. Infine il 27 gennaio, in collaborazione con il Centro Zo, sarà proiettato il film “La Belle et la Bête” di Jean Cocteau sulle musiche di Philip Glass.
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Sala Lomax/ Antico e Abate
Domenica 20 dicembre alla sala Lomax saliranno insieme sul palcoscenico, per un unico grande concerto, Alfio Antico e Fabio Abate. Un concerto dal carattere irripetibile che fonderà i suoni e le evocative atmosfere della tradizione folk rese dalla sapiente maestria del cantautore lentinese Alfio Antico, alle suggestioni e gli umori dell’etneo Fabio Abate, uno dei più interessanti esponenti della nuova scena cantautoriale italiana, eclettico nello stile, mediterraneo nel sound.
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di Benedetta Motta
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lo spicchio di Luna che abbellisce il nostro cielo; è un vino rosso siciliano doc di Miceli; è la primissima nota di una melodia musicale che ti prende e dà una carica esplosiva… ma Primoquarto è anche il nome scelto da una band catanese formatasi lo scorso anno e già ricca di buoni propositi, come la speranza in un verdetto positivo che li porterebbe a calcare il palco del teatro Ariston in quel di Sanremo. Il gruppo è composto da 5 giovani artisti provenienti da momenti formativi quali il Campus dello Spettacolo dei maestri Angelo Valsiglio (scopritore della Pausini) e Luigi Pignalosa, Master con Mara Maionchi e Fio Zanotti, partecipazione nella band Cymbaline ed altre esperienze musicali, anche tramandate geneticamente. All’appello rispondono Rory Di Benedetto alla voce, Andrea Angelillis al basso elettrico, Dario
B A N D / Si ispirano al pop “vitaminizzato” d’Oltremanica, cantano in italiano e dal vivo suonano solo pezzi inediti. «Sei personaggi in cerca di etichetta» e con una demo che potrebbe portarli a Sanremo Di Stefano e Andrea Pulvirenti alle chitarre elettriche e Gaetano Rapisarda alla batteria; infine, non è da sottovalutare il lavoro del fonico Carmelo Saccà (assistente di palco per Carmen Consoli, Mario Venuti, Vasco Rossi, Anastacia tra i tanti). La loro musica è ricca di influenze rock-pop d’Oltremanica (Cold Play, U2, Dream Theater, Guns ‘n’ Roses). Si sono ancora esibiti poco in pubblico, ma stanno seminando in attesa di un lauto raccolto. Tre aggettivi per presentarvi a chi non vi conosce. «Vanno bene 3 sostantivi? Unione, forza e perseveranza. Il nostro gruppo è un team che vive del lavoro di squadra, rispettando e valorizzando le caratteristiche e le attitudini di ciascuno di noi. A partire dalla mission decisa all’unanimità fino all’impegno costante che ci permette di perseguire il nostro obiettivo». In cosa si traduce quest’impegno? «Ritagliamo degli spazi di tempo, anche a conclusione di giornate lavorative pesanti, per provare in sala registrazione. Come in palestra, ci “alleniamo” due, tre volte a settimana». Come definire la vostra produzione musicale? «Si tratta di un british pop rock rivisitato nella nostra lingua
Primoquarto, Tremestieri ha le sue rockstar madre, intriso di amore e di comunicazione. Insomma, liberiamo il nostro io sfruttando la meravigliosa formula magica della musica». Avete già inciso un album o siete sei personaggi in cerca di etichetta? «Stiamo lavorando alla realizzazione di un album e siamo in attesa di una conferma da parte di un’etichetta discografica, la stessa che ci sta presentando ai provini per Sanremo 2010». Come siete arrivati alla scelta di Sanremo? «Rory, il cantante, studiando al Campus dello Spettacolo ha avuto l’occasione di essere ascoltato da diversi produttori e il maestro Angelo Valsiglio, rimasto piacevolmente affascinato dai nostri brani, ci sta guidando in questa avventura». La prima esibizione in pubblico è stata a Tremestieri Etneo - cit-
tà natale di alcuni di voi… che impressione vi ha fatto suonare fra la vostra gente? «Fantastica! La parte più bella dell’esibirsi è riuscire a trasmettere agli altri le proprie emozioni. Sentire canticchiare subito dopo l’esibizione le nostre canzoni dalla gente è stato emozionante». Perché voi suonate solo pezzi inediti, vero? «Esclusivamente inediti». Chi compone testi e musiche? «Le prime idee dei testi e la prima stesura della melodia nascono da Rory Di Benedetto; poi, dopo averla proposta al gruppo, la melodia viene arrangiata e modificata da tutti insieme». Che brano avete presentato per la selezione sanremese? «Abbiamo mandato il video per il provino ma non possiamo svelare nulla per adesso. Incrociamo le dita». U i
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Laquintalettera due concerti per MuSiciLyve
Laquintalettera prosegue i suoi appuntamenti live al Sessantanovelune di Catania. Nel giardino d’inverno del locale, situato sul Porticciolo di Ognina, prosegue la rassegna “MuSiciLyve”. Il 16 Dicembre è prevista l’esibizione de Il Lato B, composto da Paola Innao (voce e percussioni), Andrea Marchese (chitarra, octaver e voce) e Marco Macrì (chitarra, cajon e voce). Il 23 Dicembre è il turno dei Colorindaco, trio acustico nato dall’unione di tre fratelli musicisti, Valentina alla voce, Mario e Gianluca alle chitarre. (B.M.)
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INFORMA a dove nasce il nome della band e perché questo nome? «Il nome Joujoux d’antanracconta Marco Tonincelli nasce da una strana conversazione tra me e Alfredo (exbassista del gruppo), durante la quale cercavamo appunto un nome che si addicesse alle atmosfere e alle fascinazioni proprie delle canzoni. Sicuramente quella componente di infanzia e purezza (o ricordo di essa) ha fatto sì che il nome Joujoux d’antan assumesse un’accezione nostalgica e melanconica per quel periodo perfetto, in cui tutto è stupore e scoperta, in cui non vi è necessità di essere cinici, rapidi o efficaci e nel quale ci si bea e si apprezza molto più vivamente quello che ci circonda». Chi siete e quale strumento suonate. «Marco Tonincelli, voce e chitarra; Pietro Leali, trombone, piano e synths; Edoardo Chiaf, contrabbasso, basso e synths; Cristian Ruggeri, chitarra; Doriana Marinelli, violoncello; Pedro Perini, batteria e percussioni». Età media? «Uhm... siamo piuttosto vecchiotti. Io ho 23 anni, e sono il più giovane. Si può dire che l’età media del gruppo oscilla intorno ai 30». Da quanto suonate insieme? «Io e Pietro dal 2006, ma la storia del gruppo è stata piuttosto travagliata e per arrivare alla formazione attuale ci sono voluti diversi anni. Diciamo dal 2008». Quanti dischi avete all’attivo? «Uno, quello ufficiale, è uscito il 9 settembre scorso; poi c’è un primo demo, che risale al 2005, e ancora un live registrato durante il nostro primo tour europeo come band di supporto a Sean Lennon del 2007». Quanta gente al primo concerto e dove? «Eravamo all’oratorio di Vobarno, ho distrutto un amplificatore per la foga e c’erano una cinquantina di persone, tra cui il prete e qualche amico, tutti sconvolti». Come nascono le vostre canzoni: chi scrive i testi e chi la musica? «In generale le canzoni nascono da me, il mio divano e un quaderno. Sui pezzi più recenti abbiamo lavorato a quattro mani Pietro ed io. Dei testi
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time out ITALICA
Il nostro made in Italy musicale alza la testa!
di Rocco Rossitto
Joujoux d’antan
Giovani e già nostalgici mi occupo io, degli arrangiamenti ci occupiamo insieme in sala prove, anche se la maggior parte delle canzoni assume la sua forma definitiva dopo un lungo rodaggio live». Nascono prima i testi o la musica? «Dipende, anche se per la maggior parte delle canzoni nasce prima un’idea di testo, magari solo un incipit, che poi man mano si tramuta in qualcosa di simile ad una canzone». Campate di musica o fate altro nella vita, e cosa. «No non campiamo ancora di musica, purtroppo. Ci arrangiamo come possiamo tra lavoretti part-time e favori sessuali...». Il disco che ti sarebbe piaciuto fare. «Blood Money di Tom Waits». Cosa ascoltate in questo periodo? Fateci qualche nome.
«Rispondo per me: Skip James, Howlin’ Wolf, John Lee Hooker, vecchio blues del Delta, insomma. Delle nuove proposte ascolto con piacere Beach House e Dead Weather». Un libro che avete letto di recente. «Un libro sulla caccia alle streghe in Italia. Si chiama “Le Streghe in Italia”, di Francesco Bolzoni». Quante ore passate davanti al pc al giorno? «Sono sempre troppe». Il posto più lontano dove avete suonato rispetto a casa vostra? «New York, città aperta». Un posto dove non avete suonato in Italia e vorreste invece. «Tutta l’Italia, non l’abbiamo girata molto, anche se il Sud ha un fascino tutto suo». Una canzone delle vostre che consigliate a chi non vi ha
mai ascoltato. «Io consiglio sempre “Nel Mio Armadio”, perché rappresenta quello da cui siamo partiti e in fondo è presente un po’ in tutte le canzoni in un modo o nell'altro, come concetto di fondo». Una canzone per il mattino, una per il giorno e una per la notte. «Mattino, Satellite of Love di Lou Reed & David Bowie; giorno, Efferevescing Elephant di Syd Barrett; notte, Devil Got My Woman di Skip James». Che giornali leggete? «Io sono un patito di giornali di approfondimento scientifico e paranormale per il resto sia i giornali che la tv cominciano a darmi un certo senso di nausea perciò ne faccio un moderato uso». Un programma in tv. «Blob. Tutto quello che serve vedere è lì». U i
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CLUBBING & DJ / Un progetto musicale che riunisce alcuni tra i più importanti dj siciliani: Kikko Solaris, Fernando Gioeni, Francesco Samperi e Marco Vallacqua. «La nostra musica? Un’amalgama di generi»
Quattro ALLStar in consolle ✎
di Rocco Rossitto
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uesto mese, ospiti della rubrica Clubbing&Dj, il progetto “Sicily ALLStars” nato dall’unione di quattro importanti dj della scena siciliana: Kikko Solaris, Fernando Gioeni, Francesco Samperi e Marco Vallacqua. Nuovamente all’opera il 31 dicembre, al Centro Zo, con ospite Rodney Hunter, che ai tempi lanciò i Freak Power di Norman Cook meglio conosciuto come Fatboy Slim. Come definireste la musica che suonate? Kikko: Un’amalgama di generi e stili, citarli in questa sede sarebbe impossibile! Anche se il genere che mi affascina ultimamente è la deep-house. Fernando: Elettronica che spazia dalla deep alla teck house. Francesco: Mi piace tanto la deep raffinata, soprattutto quella un po’ ipnotica e psichedelica, la propongo sempre alternandola con qualche melodico soul a contrasto. Vi occupate anche di produzione? Kikko: Il mio nuovo disco uscirà a gennaio 2010. Marco: Il mio ultimo lavoro è Magic Ash: aspetto solo la fine del mixaggio sul banco dell’amico Inesha. Fernando: Il mio ultimo lavoro si intitola Music Never Ends inciso per la Stereo Seven. Il posto più lontano da Catania dove hai suonato? Fernando: Casa Rosada, Ibiza. Marco: La Maison di Roma. Kikko: Giappone, lo scorso novembre. Quando hai iniziato e dove a mettere i dischi? Francesco: Parliamo dell’età del-
la pietra, nel 1977 vinili e giradischi senza pitch, pomeriggi giovani al Machintosh insieme a un compianto amico. Fernando: Ho iniziato 31 anni fa in un locale del catanese che adesso non esiste più chiamato Sky Black. Kikko: Fine anni ‘80, compleanno di un amico in pizzeria. Marco: Nel 1995! Ricordo la prima volta che suonai davanti a delle persone. Io ed il mio amico invitati in un mega party fighetto, dopo avere bevuto anche l’acqua delle piante in giardino, ci siamo ritrovati rispettivamente in regia e dietro il bancone. Chi tra gli altri tre vi piace di più come dj? Un solo nome, per favore. Marco: Kikko Solaris è mio patrozzo. Lui mi ha visto nascere
Academia de Baile
e crescere come dj. Francesco: Fernando, perché dopo 31 anni riesce ancora ad emozionarsi ed emozionare, il carisma non lo si trova in vendita al banco del supermarket. Kikko: Marco, perché l’ho visto crescere “artisticamente” e possiede delle qualità eccezionali e adesso pure una gran classe! Fernando: Ho più feeling con Francesco che in quasi tutti i miei dj set apre le serate. U i
Corsi di: -
Danze Caraibiche Salsa Cubana Salsa Portoricana Bachata Merengue Mambo
- Balli di Gruppo - Rueda de Casino - Danze Coreografiche - Afro Caraibiche: Santeria, Congo Y Palo, Rumba
- Hip Hop - Funk - Laboratorio Coreografico - Tango Argentino - Danza del Ventre - Baby Dance
Rocketta alla Chiave
È già partita la terza edizione di Rocketta, rassegna itinerante di musica dal vivo ideata dal giornalista e musicista Paolo Mei (foto). Dopo aver ospitato oltre 30 band provenienti da tutta Italia, facendole circuitare in alcune delle più importanti location siciliane e calabresi, Rocketta si estende dalla Sicilia fino a Roma, attraversando Calabria, Puglia e Campania, ma mantenendo sempre vivo il suo obiettivo: quello di rappresentare una passerella per le migliori realtà emergenti nazionali. La rassegna passa ovviamente anche da Catania. Così, mercoledì 16 dicembre arrivano a La Chiave i Bad Love Experience da Livorno. Per l’appuntamento successivo toccherà aspettare il 13 gennaio, sempre mercoledì, sempre La Chiave, con i The River da Trani (Bari). Ma non è tutto. Ogni lunedì arriva Radio Rocketta: “indie” d’ascoltare. Un ciclo di appuntamenti con selezioni musicali d’ascolto (dall’indie-pop all’indie-rock, passando per l’alt country ed il folk), che conciliano vecchie e nuove proposte dal panorama “indie” internazionale e richiami alle band del circuito Rocketta. Alla consolle, Paolo Mei, che ogni lunedì dà appuntamento alla Chiave Bianca. Il dj set sarà prossimamente disponibile anche su web-radio con contenuti extra.
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art director Mirko Stefio campione italiano e mondiale di danze caraibiche
Catania, Via Consolazione 139 Tel. 095448314 - 3394014849 - 3394402922 www.fuegolatino.it - mirkostefio@fuegolatino.it
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a cura di Kikko Solaris
www.myspace.com/kikkosolaris - k_solaris@hotmail.com
l’ospite del mese / Rodney Hunter Stretto socio e collaboratore di Kruder & Dorfmeister: basterebbe questo, come biglietto da visita. Ma di certo non farebbe giustizia a Rodney Hunter, ad una storia che ha inizio ancora nella prima metà degli anni ‘90 (quando K&D ancora non erano assurti all’enorme popolarità degli anni successivi) con remix, collaborazioni e produzioni assieme a Freak Power (il gruppo di Norman Cook prima che quest’ultimo si trasformasse in Fatboy Slim…), alla jazzista Leena Rodney Hunter Conquest, ai campioni hip hop Doug E. Fresh e Gravediggaz, giusto per fare alcuni nomi. Una carriera insomma che si snoda da un quindicennio, sempre alla ricerca della cifra più elegante e raffinata nella musica black, vuoi con atmosfere downtempo, vuoi con derive funk e soul, vuoi gestendo con maestria le leggi della cassa in quattro. Nel 2004 è uscito finalmente il suo primo LP, “Hunterfiles”, e tre anni dopo è stato il turno di “Hunterville” - entrambi usciti per la G-Stone, la “casa” di Kruder & Dorfmeister ma anche di alcune delle più belle produzioni che abbiano mai percorso i dancefloor degli ultimi anni (vedi i progetti Voom Voom, Makossa & Megablast). Due dischi che hanno consacrato definitivamente il talento di Hunter, mettendolo nel ristretto novero di coloro che lasciano un segno, unico ed inconfondibile, quando si tratta di declinare i tratti e i contorni della migliore e più raffinata club culture del nuovo millennio. Giovedì 31 dicembre, Rodney Hunter @ Capodanno STARt 2010 Zo Centro Culture Contemporanee
i 10 cd del mese/ 01. Kelpe - Cambio Wechsel (DC Recordings) 02. The Japanese PopstarWe Just Are (Gung-Ho!)
03. Marbert Rocel (Compost)
04. Fuck Pony
(BPitch Control)
05. Syntaks - Ylajali
(Ghostly Int. / K7)
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06. Alland Byallo - Brick by Brick (Nightlight Music)
07. Cobra Killer - Uppers &
Downers (Monika Enterprise)
08. Zwicker - Songs Of Lucid Dreamers (Compost)
09. Robot Koch - Death Star
Droid(Moon Circle/Robot's Don't Sleep) 10. Mikkel Meyer - Bacon (Statler & Waldorf)
Christmas disaster party 24 dicembre al Barbara Disco Lab
Il Natale si passa in famiglia: fautori del family day inverso e contrario, riuniti in un unico party i dj più talentuosi del capoluogo etneo. Giovedì 24 dicembre al Barbara Disco Lab (via Flavio Gioia 16, a Catania) la quarta edizione del Christmas Disaster Party mette d’accordo tutti, vecchi e nuovi: l’electro jack di Blatta & Inesha; la drum’n’bass di Soggiu e la fidget di Doc Trashz e John; l'house incolta di Rickie Snice; ma anche i suoni nù rave dei Sabotage e il mondo all black, di funk, hip hop e rare grooves di Tommy Boy. In più il nome segreto e nascosto che svela il suo volto solo in consolle: Biggie Banana, nato da una radice storta di Malcom McLaren, cresciuto in cattività coi cibi precotti e che mescola house e fidget, sbandieramenti electro sopra ogni cosa. A gestire i visuals Vj Kar. “It’s a family affair”!
Da Zo Live Rock non solo made in Usa
Grandi appuntamenti Live al Centro Zo di Catania. Si comincia sabato 19 dicembre, alle ore 22 con So Cow (Brian Kelly) il musicista irlandese che ha vissuto per molto tempo in Corea e che oggi è un po’ giramondo. Dopo un paio di ed e cd-r alle spalle è uscito il suo primo disco ufficiale, prodotto dalla Tick Tack Totally: handclapping, un po’ di Jeffrey Lewis e Jonathan Richman, passando per i The Bees. Lunedì 28 dicembre sarà la volta di Pall Jenkins - la voce inconfondibile So Cow- Brian Kelly dei Black Heart Procession e di Three Mile Pilot - accompagnato dalla voce di Addiquit. Jenkins, autore di un rock dai tratti crepuscolari e malinconici che ha fatto parte di progetti quali Mr Tube and The Flying object, propone una musica a volte ai limiti del pop psicadelico, ma non disdegna un approccio sperimentale al suono. Addiquit, invece, è una cantante americana, rapper e song-writer con influenzata dall’hip-hop. L’artista, caratterizzata da una voce vivace che viene spesso paragonata a M.I.A, Lil’Kim, Cat Power e Laryn Hill, ha collaborato con diversi producer Indie per la realizzazione del suo primo album. Venerdì 8 gennaio, infine, si esibiranno i Dead Science, esteti della canzone e dell’arrangiamento sublime, che vantano già una serie di pubblicazioni per Absolutely Kosher. La loro musica, caratterizzata da un forte intuito per le melodie sbilenche e un gusto tutto particolare per gli arrangiamenti, nasce dall’humus dell’indie rock made in Usa, oggi maggiormente indottrinata e affine ad alcune pratiche rock sperimentali e pop sinfoniche. I Dead Science sono in un’ipotetica lega con Xiu Xiu e Dirty Projectors, che hanno rinnovato la tradizione pop americana, con forti iniezioni di drammaticità e intelletto superiore. La loro musica è comunque fatta di sincopi, soluzioni astratte, cambi d’atmosfera impertinenti: una giostra emotiva alla quale partecipano numi tutelari del rock più anticonformista. Informazioni su: www.zoculture.it
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INTERVISTA / Pierangelo Buttafuoco, giornalista, polemista e scrittore, presenta il suo ultimo libro dedicato all’universo femminile, alle trappole sentimentali e alle emozioni un po’ dimenticate dell’amore
«I maschi latitano, viva i fimmini» di Ita Vasta
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iornalista, polemista e scrittore, Pietrangelo Buttafuoco presenta il suo libro “Fimmini”. L’autore siciliano non risparmia la sua vena creativa e dedica dunque la sua ultima pubblicazione alle donne, ispirato dall’ammaliante figura della prèmiere dame di Francia. . Sono molte le figure femminili contemplate nel suo libro: da Brigitte Bardot a Rachele Guidi Mussolini, fino all’affascinate Franca Florio. Oltre alla dedica “sacrosanta” ad Agata, Lucia e Rosalia. Si tratta allora di un omaggio alla donna, di un prontuario per l’uomo, o di una dichiarazione d’amore all’universo femminile? «Preferirei la seconda ipotesi. Il maschio è ormai latitante nell’orizzonte sociale contemporaneo, perché non è più in grado di raccontare e rappresentare neppure la propria responsabilità, e questa certo è una dimensione tutta propria della società occidentale. Noi che ci siamo sobbarcati epoche intere a colpi di Beatles e Rolling Stones non sappiamo invece che il futuro si apparecchia in India, in Cina, Russia, in quell’Oriente dove innanzitutto urla e grida la vita e dove le culle sopravanzano le tombe. E in tutto questo c’è la presenza del femminile che determina la vita quotidiana della società». Quindi la figura di fimmina intesa anche come madre? «Intesa nella totalità, nelle trappole sentimentali, nelle emozioni dell’amore. Ovviamente c’è un aggancio alla seduzione che è quello dell’incontro tra due cuori innamorati, ma poi c’è il legame saldo e forte della paternità e della maternità, il sentimento dell’amicizia, l’essere legati da rapporti fraterni. Tutto ciò che quindi è emozione. Il sentimento ha una radice spirituale, e quello di cui ci siamo privati noi è proprio questo: l’elemento che aveva fatto cantare i poeti. Ci siamo persi nella trappola della chiacchiera e abbiamo dimenti-
cato di fare cantare il cuore». E ogni tanto tra le chiacchiere si dice “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Non è quindi semplicemente un clichè e forse ne da prova Carla Bruni, che nella sua descrizione è esempio di valorizzazione per Sarkozy, ridotto quasi a figura marginale. «Lei non è il tipo di donna che sceglie uomini importanti, ma gli uomini diventano importanti quando sono con lei. Credo che la figura di Carla Bruni sia l'apoteosi di uno stile sofisticato, occidentale, moderno, laico, perfino sfrontato. In lei tutto quello che è il corredo magico, potente e sacrale della donna ruggisce oltremodo e conquista quegli spazi che invece sono negati alle caricature del femminile a cui ci siamo abituati noi, specialmente noi italiani che, grazie alla televisione, abbiamo dovuto subire la mostrificazione dell’ideale femminile». Il fatto che vengano “interpellate” donne affascinanti del passato, non spinge a pensare che la donna contemporanea non riesca a reggere il confronto? «No, altrochè. La mia non è un’operazione nostalgia. La don-
na contemporanea ha una grande potenza sacrale, iconica, archetipa. E’ come nel libro “Sexual Personae” di Camille Paglia, in cui il femminile riesce a prescindere da moda, consuetudini, stupidaggini obbligate e persino dalla mostrificazione telegenica». La donna siciliana deve faticare più della altre per emergere? «Assolutamente. La donna siciliana appartiene a quel grande contesto immaginale e spirituale qual è il Mediterraneo ed è una delle poche personalità a godere di un sano e robusto matriarcato». E’ vero che ha una passione per l'opera lirica, oltre quella per le donne naturalmente? «Quella è una stupidaggine che è stata messa in giro da internet. Internet è la soglia di tutte le menzogne e questa è la più innocente delle menzogne su di me. Io non ho alcuna competen-
za di lirica». Però è vera la sua carica di presidente del Teatro Stabile di Catania, ricco di iniziative come quella della scorsa estate “Libri in cortile”, che prosegue ancora adesso con il nome di “LibrinScena”, ospitando incontri che vedono come protagonisti autori a confronto. Com’è nata l’idea? «Catania é stata la mia ispirazione. Il suo spazio, il suo contesto, l’entusiasmo che il pubblico catanese riserva a tutto ciò che è profondità, riflessione, letteratura, arte, a tutto ciò che è emozione. Si cerca di “fare le nozze coi fichi secchi”, ma in realtà questi fichi secchi sono dei frutti saporitissimi, meravigliosi e fragranti. Abbiamo l’orgoglio e la gioia di ospitare personalità di grande rilievo. Di recente, per il giorno dell’Immacolata, abbiamo avuto un ospite di riguardissimo: Francesco De Gregori, intervistato dal giornalista Pierluigi Battista». E il progetto di un musical su Berlusconi? «Non è un solo progetto, sarà il fiore all’occhiello della prossima stagione dello Stabile. Il motivo è semplicissimo: a differenza di film, saggi o libri, che non sarebbero altro che una sommatoria di atti giudiziari, crediamo che l’unico modo di raccontare e definire Berlusconi in tutte le sue sfaccettature sia quello del musical. E lo faremo con un librettista, un regista e un protagonista d’eccezione». Danny De Vito? «Abbiamo aperto con lui una trattativa». Chiudiamo con una curiosità: “le fimmine alte novantadue centimetri circa” sono anche loro fimmine vere? «A maggior ragione in quel contesto, perchè ci sono dei burqa molto più pericolosi di quelli di tessuto e sono i burqa imposti da pregiudizio estetico e l’idea che una donna possa sopravvivere solo in un determinato canone di tette e culi. Ricordiamoci che è meglio guardare altrove con occhi non foderati dal prosciutto del pregiudizio». U i
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reading
di Rocco Rossitto
di Tiziana Lo Porto
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News IlLecito condividi la conoscenza
Elfobruno ora su wordpress
http://news.illecito.com/
http://elfobruno.wordpress.com
Giocano un po’ con le parole quelli di news.illecito.com nella testata grafica, ma in fondo sono “illeciti” nel mare nostrum delle notize sul web. Ne pubblicano di tutti i colori, raccogliendo materiale da altri siti e fonti amplificando la visibilità. Nutrito il gruppo che li segue su facebook.
L’Elfo Bruno ha perso il pelo, ma non il vizio. Ovvero prima era su piattaforma ilcannocchiale.it e ora sulla più seguita wordpress. Cambia la forma manon la sostanza: frecciatine pungenti, poesia condensata in forma di haiku, sguardo cinico e decalogo in bella vista.
Senzapadroni.org l’Experia resiste
Firmino il circolo della lsettura
http://www.senzapadroni.org
whttp://www.facebook.com/group. php?gid=67438358776&ref=ts
È il sito del Centro Popolare Experia. Per chi non avesse facebook può tenersi aggiornato dal sito. Ci si può trovare sia lo scorrere degli status di Facebook sia tanti altri materiali, oltre che gli appuntamenti degli eventi in corso. Lo sgombero ha chiuso il portone momentaneamente, ma non il loro lavoro.
Un circolo di lettura? Lo troviamo su facebook. Scrivono nell’introduzione: “Perché la lettura ci riempie di gioia, inonda i nostri occhi di lacrime, ci fa viaggiare e visitare luoghi che, forse, mai vedremo. Conosciamo personaggi ed esperienze che neanche immaginiamo.
Il commissario Hole sulle tracce del killer
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Varg Veum e il bimbo assassino
Arriva dalla Norvegia il commissario Harry Hole, personaggio creato dalla penna di Jo Nesbø, già protagonista di tre gialli pubblicati in Italia da Piemme (Il pettirosso, Nemesi e La stella del diavolo), e in libreria in questi giorni con La ragazza senza volto. Ambientato tra Oslo, Bergen e Zagabria, il romanzo vede l’affascinante (e con un debole per donne e alcool) commissario Hole sulle tracce di un giovane killer croato con una strana capacità di trasformare il proprio volto che lo rende di omicidio in omicidio una persona differente. Assoldato per commettere l’omicidio di un membro dell’Esercito della Salvezza, il killer si ritroverà coinvolto in un ingegnoso scambio di persone, che rischierà di non fargli portare a termine la sua missione. Nel frattempo, a costellare le indagini del commissario Hole, altri omicidi e crimini che redimeranno il killer dalle sue colpe e offuscheranno la linea di confine tra Bene e Male fino a renderla quasi indistinguibile. Ovvero, a dirla con Nesbø in epilogo al libro, “ci sono solo circostanze e sfumature che distinguono l’eroe dal criminale”.
È norvegese, e sensibile a donne e alcool, il detective Varg Veum, conosciuto in patria come “il nuovo Philip Marlowe” e protagonista di una serie di polizieschi di successo firmati Gunnar Staalesen dei quali Iperborea ha appena iniziato la pubblicazione. La storia di Satelliti della notte è ambientata a metà anni Novanta a Bergen e ha a che fare con l’adozione di un bambino avvenuta venticinque anni prima. Il bambino diventato adulto ha compilato una vera e propria “lista della morte” e ha cominciato a uccidere tutte le persone che ritiene gli abbiano distrutto la vita. Veum, con un passato di operatore sociale impegnato nella difesa dell’infanzia, è sulla lista, e ne viene informato da una ex collega, che lo chiama a risolvere il caso prima che arrivi il suo turno. Viene ricostruita così la drammatica vicenda del suo potenziale killer, misteriosamente coinvolto negli omicidi di uno o più membri delle famiglie da cui di volta in volta era stato adottato. E ancora una volta, starà al detective Veum trovare quelle “circostanze e sfumature che distinguono l’eroe dal criminale”.
Jo Nesbø La ragazza senza volto Piemme pp. 524; euro 20
Gunnar Staalesen Satelliti della notte Iperborea pp. 384, euro 16,50
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listening di Rocco Rossitto
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AA.VV. / In The Christmas Groove
Il Natale, quando arriva arriva. Meglio prenderlo con il groove giusto. Iniziamo: Jimmy Reed con “Christmas present blues”, o Funk Machine con “Soul Santa”, o ancora Zebra con “Christmas Morning”. È il suono del Natale che ci piace, fatto di funk a palla, di blues nero e di ritmiche che non ti fermi neanche se viene Babbo Natale. Tutto ripescato tra i '60/'70. Buon Natale, In The Christmas Groove.
AIDORU / Songs canzoni Landscapes paesaggi Bisogna essere curiosi per ascoltare questo disco. Gli Aidoru non sono facili. Per nulla. Niente schemi “classici”, ma un intrecciarsi continuo di contaminazioni, di lunghi spazi sonori, rallentati, liquidi, di matrice contemporanea, con goccioline di rock e intuizioni jazz. Ancora: l'album è diviso in due, le prime 11 tracce “songs canzoni” e le ultime 6 “landscape paesaggi”, dove quanto scritto sopra si dirada ancor di più lasciando la scena a delle sonorizzazioni sperimentali, lontanissime dal prendere una forma.
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AA.VV. / Zevolution Ze Records Re-Edited
Zevolution, ovvero 11 tracce della Ze Records che si cambiano d'abito grazie alle mani di sarti sapienti e irriverenti. Dunque, l'operazione è affidata ai quei mascalzoni della Strut Records, che non ne sbagliano una. Qui poi, attingono dalla label di New York dei classici che vengono sistemati per le feste, tra ritmi improponibili e spesso travolgenti, per ascolti vergognosamente '80 oriented e mood da “pista da ballo”.
CLUB DES BELUGAS / Zoo Zizaro Lo chiamano, ormai da tempo, NuJazz. Qui prende la forma di un disco delizioso, con sedici tracce piene piene di jazz lucidato e tirato a lustro per i giorni nostri. Non c'è nessun lampo di genio, c'è solo il gusto buono per le cose buone. C'è per esempio un bel remix di Ella Fitzgerald che si mescola alle tracce create dai Club Des Belugas. C'è la voce di Anna Luca e quella di Brenda Boykin che colorano tutto il disco. Ecco, ci sono pochi ma bel calibrati ingredienti che rendono questo disco, un bel disco.
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La storia di vent’anni di Sicilia in versione autobiografica
Un libro autobiografico, quello di Gaetano Marzullo, che racconta la cronaca della “sua” Sicilia dagli Anni 40 agli Anni 60 in “Dai 4 ai 24 anni... quando niente era tutto e tutto era niente”. Il volume offre un attento ed originale quadro della storia dell’Isola attraverso una testimonianza delle vicissitudini vissute dalla sua famiglia e dai suoi conterranei. Si concentra soprattutto nell’entroterra minerario tra i paesi di Grottacalda e Piazza Armerina prima, e Catania poi. Marzullo regala al lettore un’attenta testimonianza che si estende dai coinvolgimenti quotidiani alle grandi trasformazioni politiche e sociali, in quel significativo arco di vent’anni di storia.
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Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica), dal blog al libro
Dopo il successo della prima edizione pubblicata dalla libreria indipendente bolognese Modoinfoshop, torna nelle librerie quello che per gli amanti della musica indipendente italiana è ormai un oggetto di culto. Si chiama “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero” (Baldini Castoldi Dalai, pp. 125, euro 10), e a firmarlo è il giovane Vasco Brondi (classe 1984), già autore, come Le Luci Della Centrale Elettrica, del disco Premio Tenco 2008 come migliore opera prima dell’album “Canzoni da spiaggia deturpata”. Il volume è una raccolta degli articoli scritti dall’autore negli ultimi due anni sul suo blog lelucidellacentraleelettrica.blogspot.com (ti.lo.po.)
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Audiolibri / “Orgoglio e pregiudizio”, legge Paola Cortellesi
Per chi ama la lettura, ma a volte non ha la possibilità di leggere, una buona soluzione sono forse gli audiolibri. Dopo l’uscita del capolavoro di Jane Austen in versione horror, arriva in libreria l’audiolibro “Orgoglio e pregiudizio”. A leggere il romanzo è Paola Cortellesi, che dà vita agli indimenticabili personaggi di una delle più romantiche e divertenti storie d’amore. Si tratta della versione integrale in lingua italiana del più celebre romanzo della scrittrice inglese che descrive in maniera poetica, intelligente e ironica la società nella campagna inglese del Settecento. In libreria per Emons (10 cd audio, 19.90 euro). (ir.al.)
agenda 16/12 mercoledì CONVEGNO / La psicopatologia del quotidiano Mercoledì 16 dicembre alle 16.30, nel Coro di notte dei Benedettini, seminario di studi dal titolo “Esistere e ri-esistere. La psicopatologia del quotidiano”. La giornata è promossa in occasione della presentazione del volume “Il diritto di vivere” di Patrizia Ciava. Oltre all’autrice del volume, interverranno la docente di Letteratura cristiana Lisania Giordano, il docente di Psicologia Santo Di Nuovo e lo psichiatra Giuseppe Crisafulli. Catania, Coro di Notte, Monastero dei Benedettini, ore 16.30
17/12giovedì SEMINARIO / Innovazione nella ricerca tecnologica Giovedì 17 dicembre alle 15.30, nell’aula magna del dipartimento di Fisica e Astronomia (via Santa Sofia, 64), il dott. Carmelo Papa (Executive Vice President STMicroelectronics), terrà un seminario dal titolo “Ricerca avanzata presso la STMicroelectronics”. Nel corso dell’incontro Papa evidenzierà come la ST, e in particolare la sede di Catania della multinazionale, sia una realtà industriale fortemente impegnata sul fronte della ricerca tecnologica delle imprese microelettroniche. Catania, aula magna, dip. di Fisica e Astronomia, ore 15.30
INCONTRI / Strategie di lotta al fenomeno mafioso
Giovedì 17 dicembre alle 16, nell’aula 1 della facoltà di Giurisprudenza, si svolge un incontro sugli argomenti “Strategie di lotta al feno-
meno mafioso: dall’obbligo di denuncia della richiesta estorsiva alla confisca dei beni” e “Amministrazione e destinazione dei beni confiscati: problematiche e proposte legislative”. All’appuntamento prenderanno parte il senatore Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso, il magistrato del Tribunale di Palermo (settore misure di prevenzione) Guglielmo Nicastro e la professoressa Anna Maria Maugeri, docente di Diritto penale. Catania, aula 1, Villa Cerami (Giurisprudenza), ore 16
18/12venerdì CONVEGNI Il Dipartimento di Biologia Animale dalle origini a oggi Venerdì 18 dicembre alle 9, nell’aula centrale del Dipartimento di Biologia animale “Marcello La Greca” (via Androne 81), si terrà una giornata di studi per celebrare il 25° anniversario dell’istituzione del dipartimento. I lavori saranno introdotti e coordinati dall’attuale direttore, prof. Alfredo Petralia. Dopo la sessione dal titolo “Il Dipartimento di Biologia Animale dalle origini ad oggi”, seguirà una tavola rotonda incentrata sul tema “Nuove prospettive per i dipartimenti e la specificità della Biologia”. Catania, aula centrale, dip. di Biologia animale (via Androne 81), ore 9
INCONTRI Il gruppo mi aiuta
Venerdì 18 dicembre alle 15, nell’aula 4 della facoltà di
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U NIVERSIT
38 Giurisprudenza, primo “intervento intrauniversitario” promosso dal Centro Orientamento e formazione in collaborazione con le Facoltà.
22/12martedì SEMINARI Modelli dinamici di trade bilaterale nelle organizzazioni a rete Martedì 22 dicembre, alle 16, nell’aula 10 della facoltà di Economia (Palazzo delle Scienze, corso Italia 55) il dott. Daniele Condorelli (Northwestern University, Boston) terrà un seminario sul tema “Modelli dinamici di trade bilaterale nelle organizzazioni a rete”. Catania, Le Ciminiere, ore 9
10/01 domenica
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Premio Verga
È stata assegnata a Tahar Ben Jelloun per “Partire” (Bompiani) la prima edizione del Premio internazionale “Giovanni Verga”. Oggetto del romanzo, come di tutta la produzione dello scrittore marocchino, è l’immigrazione clandestina, l’integrazione, l’umana condizione di miseria, l’anelito al riscatto sociale, temi che inscrivono l’opera nel solco della lezione etica del grande scrittore siciliano cui è intestato il riconoscimento. Giovedì 17 dicembre, nell’aula magna del Monastero dei Benedettini si svolge la cerimonia di consegna del premio, che avrà luogo a
PROIEZIONI 300 Domenica 10 gennaio alle 18:30, al Polo didattico “Gravina” della facoltà di Scienze politiche (via Gravina 12), quarto appuntamento della rassegna cinematografica di cultura europea “Cine Cultura”. Il film che sarà proiettato è “300” di Zack Snyder con Gerard Butler, Vincent Regan, Lena Headey, David Wenham. A seguire dibattito su “La pace perpetua tra processo d’integrazione europea e imperialismo americano”. Catania, Polo Gravina, Facoltà di Scienze politiche, ore 18.30
Violenza sulle donne, lo spot di Fiorello
Venerdi 18 dicembre alle 18 nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania, sarà presentato lo spot pubblicitario “Lotta contro la violenza alle donne”, diretto dall’attore siciliano Beppe Fiorello. Parteciperanno alla presen-
tazione dello spot le associazioni di volontariato che fanno parte della rete tematica “Lotta contro la violenza alle donne”. Saranno presenti i rappresentanti del Centro di servizi per il volontariato Etneo (promotore dell’iniziativa), lo stesso Fiorello.
conclusione di un convegno internazionale itinerante, intitolato “Verga Europeo”, le cui sessioni si svolgeranno nei luoghi di ispirazione dell’autore verista (Catania, Vizzini, Acitrezza, Bronte). La manifestazione sarà inaugurata alle Ciminiere con “Verga da vedere. Teatro, cinema, televisione”, mostra documentaria che ripercorre l’avventura scenica dell’opera verghiana con materiale in gran parte inedito.
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