U NIVERSITINFORMA www.universitinforma.it Mensile di informazione universitaria - maggio 2010 con il patrocinio di
E.R.S.U.
Foto Angelo Trani
Catania
time out AMARI / «Noi, supereroi della leggerezza»
“CASO” LINGUE time out FABIO ABATE / «La mia musica teatrale ispirata a Tenco e Lauzi»
Occupazione e proteste contro l’ipotesi chiusura
ALL’INTERNO / Ricerca, la dura vita dei cervelli “rosa” / Esami, entro ottobre verbalizzazioni on line / Ateneo, “vietati” i social network / Stabile, dal libro al palco non muore nessuno / Musica, il djset di Boy George, star degli anni Ottanta
sommario
U NIVERSIT
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in questo numero... ateneo TENDENZE / La dura vita dei “cervelli” rosa
6 pag 6 /7
VERBALIZZAZIONE / Entro ottobre registrazioni on-line pag 8/9 QUANTO NE SAI? / Per Fellini, la vita è bella o dolce?
pag 10
SIAMO IN...TESI / La doppia anima di Salamanca
pag 11
LINGUE / Occupazione contro l’ipotesi chiusura
pag 12/13
MOBILITA’ / Spendo meno, arrivo in ritardo
pag 14
INTERNET / La circolare che imbavaglia facebook
pag 15
diritto allo studio ERSU / Occhi puntati sulla formazione
10
Gerenza 15
pag 16/17
Registrazione Tribunale di Catania n. 21/2005 - del 23/05/2005
lavorare
Anno VI - N. 5 - maggio 2010
WORKSHOP / Abruzzo, idee per i territori colpiti dal sisma pag 18 INTERNET / lavorarenelmondo.it, il portale delle Ong
pag 19
time out-time in STABILE / Dal libro al palco, non muore nessuno
pag 20
INCONTRI / 6’ 40’’, la formula del Pecha-Kucha
pag 21
ALTRE SCENE / Alla scoperta di Pacamambo
pag 22
BLOW-UP / Scatti dai toni freddi
pag 23
AMARI / «Noi, supereroi della leggerezza»
pag 24/25
INTERVISTA / Fabio Abate: «Sono un cantautore retrò»
pag 26/27
MERCATI GENERALI / Camaleontico Boy George
pag 28
BAND / PdTtD, sei brani in cerca di pubblico
pag 29
ITALICA / The Orange Beach, scanzonati e ironici
pag 30
SOUNDMACHINE / La libertà del cambiamento
pag 32
CLUBBIN’ / Judoboy: «Il mio rock è un po’ electro»
pag 33
HI-TECH / Un gioiello chiamato Smartphone
pag 35
BLOCK NOTES / Siti, libri, dischi
pag 36/37
agenda Gli appuntamenti del mese
“UNIVERSITINFORMA” Mensile di informazione universitaria www.universitinforma.it
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EDITORE: Katamedia S.r.l. viale Alcide De Gasperi, 54 Catania
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DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia Mazzamuto DIRETTORE EDITORIALE Gianluca Reale REALIZZAZIONE EDITORIALE Blu Media V.le Andrea Doria, 69 - Catania tel. 095 447250 - 095 432304 redazione@blumedia.info
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REDAZIONE CENTRALE viale Alcide De Gasperi, 54 Catania info@universitinforma.it STAMPA: Grafiche Cosentino Caltagirone info@universitinforma.it TIRATURA: 15.000 copie
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Hanno collaborato a questo numero: Irene Alì, Maria Enza Giannetto, Lavinia D’Agostino, Rita La Rocca Rocco Rossitto, Tiziana Lo Porto, Riccardo Marra, Benedetta Motta, Vanessa Ferrara, Roberto Sammito, Emanuele Brunetto, Luca Di Leonforte, Giorgio Pennisi, Tiziana Campo, Carmen Valisano, Giuseppe Valerio CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Katamedia Srl v.le Alcide De Gasperi, 54 -Ct Responsabile commerciale Daniele Consoli info@universitinforma.it tel. 340 6943805 “Universitinforma” Copyright Katamedia Srl Tutti i diritti riservati Con il patrocinio di: Ersu Ente Regionale Diritto allo Studio di Catania
INFORMA
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ETNALEAD / Un logo per lo spinoff universitario
TAORMINA FILM FEST / Aperte le iscrizioni al Campus
È rivolto agli studenti della facoltà di Farmacia dell’Università di Catania il concorso per la creazione del logo dello spinoff universitario “Etnalead s.r.l”. Il logo deve esprimere l’idea dell’attività dello spinoff, non deve contenere elementi di testo e non deve pertanto richiedere alcuna traduzione. I partecipanti dovranno inviare la proposta online seguendo le istruzioni indicate nel bando pubblicato su www.fdf.unict.it, entro il 31 maggio. I lavori dovranno essere inviati alla Segreteria di Presidenza della Facoltà di Farmacia per posta elettronica all’indirizzo: mendol@unict.it. I migliori saranno presentati sul sito www.etnalead.com.
Campus Taormina, la popolare sezione del Taormina Film Fest che quest’anno si svolge da sabato 12 a venerdì 18 giugno, dedicata ai giovani siciliani, da quest’anno si estende a studenti provenienti da ogni parte d’Italia e prevederà workshop interattivi in collaborazione con importanti produzioni internazionali e una due giorni di incontri con i protagonisti del cinema siciliano e non. Il primo nome annunciato è quello di Ambra Angiolini (prenotazioni su www.flingue.unict.it/home). Sempre nell’ambito di Campus Taormina, Officine Artistiche, una delle più importanti agenzie di attori italiane, porta al Festival il progetto “Officine Lab”, rivolto a tutti i giovanissimi attori italiani. Gli studenti iscritti a Campus, interessati a diventare attori professionisti, potranno presentare domanda per partecipare ad un provino pubblico a Taormina. Il bando di partecipazione è disponibile nella sezione Bandi e Regolamenti del sito www.taorminafilmfest.it.
ORGANI COLLEGIALI / Il 12 e 13 maggio si vota per eleggere 2 rappresentanti degli studenti al Comitato per lo Sport universitario e 5 al Cda dell’Ersu per il biennio accademico 2010/2012
FARMACIA / Da novembre il nuovo regolamento di tirocinio pre-laurea Il Consiglio di facoltà di Farmacia ha appena approvato la data di applicazione del Nuovo regolamento per il tirocinio pre-laurea (Nrt), da svolgere nelle farmacie aperte al pubblico: il regolamento diventerà operativo a partire dal 1° novembre. Approvato anche dalla Conferenza dei presidi delle facoltà di Farmacia italiane, sarà così, per la prima volta, identico in tutto il territorio nazionale. «La revisione - spiega il preside Giuseppe Ronsisvalle - è stata portata avanti per valorizzare il ruolo del farmacista come formatore e per garantire l’acquisizione da parte degli studenti di elevate capacità professionali». Sarà prevista inoltre la predisposizione di un accurato progetto formativo sintonizzato con i programmi degli esami di Abilitazione all’esercizio della professione. «Il Regolamento - prosegue - rispetta quanto previsto dalle direttive europee e garantisce una piena riconoscibilità del titolo di studio in tutti i paesi Ue».
WWF/ Online le iscrizioni ai Campi avventura e alle Vacanze natura 2010 Al mare in bici, in windsurf, in canoa, in barca a vela, per osservare il mare da sopra e da sotto con i corsi di sub, in montagna per i conoscere i boschi e arrampicarsi tra gli alberi, escursioni, treeclimbing e tiro con l’arco. Sono le proposte di vacanza “sostenibile” dei Campi Avventura e delle Vacanze Natura proposte in Sicilia con il marchio di qualità della “Carta del WWF”. In Sicilia i campi sono distribuiti in tutta la regione: Parco delle Madonie, Riserva dello Zingaro, Riserva Foce del Fiume Belice, le riserve naturali orientate di Torre Salsa e Monte Cofano, Parco dell’Etna, Isole Egadi ed Eolie. Per informazioni sulle proposte dei “Campi Avventura” e delle “Vacanze Natura” si può visitare il sito www.educazioneambientale.com. Per tutte le proposte nelle altre regioni d’Italia: www.campiavventura.it.
VIAGGIARE / In Australia per studiare o per lavorare L’Australia è una delle mete più sognate dagli studenti per fare un’esperienza di studio all’estero. Oltre alle spiagge, all’oceano e agli spazi sconfinati, in Australia è possibile trovare infatti decine di valide offerte formative, anche se spesso il problema è capire quale sia la soluzione migliore per le proprie aspirazioni. Per aiutare i “disorientati” nella scelta, un valido aiuto può essere Go Study Australia, un’agenzia che offre consulenze gratuite a studenti provenienti da tutte le parti del mondo per studiare e lavorare in Australia. Tra i servizi offerti, da segnalare quello della selezione dei corsi accademici in una delle 39 università australiane, oltre all’assistenza nella ricerca di un lavoro. In Europa, Go Study Australia, dispone delle agenzie di Madrid e Barcellona oltre a un ufficio a Milano che può essere contattato all’indirizzo email italy@gostudy.com.au, oppure visitando il sito dell’agenzia (www.gostudy.com.au).
STORIA ECONOMICA / Diecimila euro per tesi di laurea Una “storica” ricompensa da diecimila euro. A tanto ammonta, infatti, l’importo del premio “Donata Brianta” istituito dall’Università di Pavia e destinato agli storici che abbiano pubblicato una monografia sulla storia economica in età moderna e contemporanea. I partecipanti al premio di laurea dovranno aver pubblicato la trattazione sotto i 35 anni di età e il saggio, composto in lingua, francese, italiana, tedesca o spagnola, dovrà riguardare i settori: storia dell’agricoltura; storia della mineralogia e della metallurgia, in particolare sul tema del trasferimento del know how e della formazione professionale; storia delle istituzioni scientifiche ed economiche. Per partecipare i concorrenti dovranno presentare la domanda, entro il giorno 30 giugno. Per prendere visione del bando o consultare le modalità di invio della domanda di partecipazione, è possibile visitare il sito dell’ateneo www.iusspavia.it.
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ELEZIONI / Urne aperte il 12 e il 13 maggio per eleggere i rappresentanti degli studenti agli organi di governo dell’ateneo e nei consigli di facoltà (biennio 2010-11/2011-12). Si vota anche per il Cnsu
ATENEO / Attivo il servizio CONCORSI / di posta elettronica certificata Il rame e la casa per studenti e designer Ben prima degli ultimi richiami del ministro per la PubbliL’Istituto italiano del Rame ha bandito un concorso aperto a professionisti (designer e architetti) e a studenti (singoli o in gruppo) iscritti a scuole superiori di grafica, arredamento, design, facoltà di architettura o design, dottorati, master, coordinati da almeno un docente. Si tratta di progettare un oggetto per l’arredo domestico la cui realizzazione preveda l’impiego del rame o delle sue leghe (ottoni, bronzi, cupronickel). L’oggetto deve avere una destinazione domestica: arredi, complementi, rivestimenti, elementi funzionali. Gli elaborati dovranno essere inviati entro il 30 novembre, le domande di partecipazione dovranno essere inviate a: Copyright, viale Coni Zugna 1, 20144 Milano (info@agenziacopyright.it). Il bando è disponibile sul sito web dell’Istituto Italiano del Rame (www.iir.it) e sul sito dell’European Copper Institute (www.copperindesign.org).
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ca Amministrazione e l’Innovazione Brunetta, l’ateneo catanese si era attivato per dotarsi della “Posta elettronica certificata” (Pec). Un indirizzo istituzionale protocollo@pec.unict.it - è stato infatti pubblicato sul sito web d’ateneo e ulteriori 200 caselle Pec sono state attivate per dotare, a breve, di tale strumento ogni struttura decentrata. L’avvento della posta elettronica certificata, ovvero di un sistema attraverso il quale è possibile certificare il momento dell’invio e di ricezione nonché il mittente e il destinatario del messaggio, ha fatto riaccendere i riflettori sullo scambio telematico di documentazione. Affinché una comunicazione sia valida e la documentazione ad essa allegata abbia validità e autenticità, è dunque richiesto che il messaggio provenga da una casella Pec e che il contenuto sia firmato digitalmente dall’autore. Ora, se è vero, che grazie all’iniziativa del ministro Brunetta ogni cittadino potrà richiedere gratuitamente una casella Pec, da attivare negli uffici postali, è altrettanto vero che sul fronte delle firme digitali la diffusione è purtroppo ancora molto limitata, e questo anche a causa dei costi dei dispositivi per la firma digitale qualificata (circa 40 euro). A questo proposito è utile ricordare che tutti gli studenti immatricolati all’Università di Catania, a partire dall’a.a. 2007/2008, possono ricevere gratuitamente un dispositivo per la firma digitale, richiedendo la carta Mps Spider Unict attraverso il Portale studenti.
PREMI / Tesi di dottorato sulle discriminazioni razziali Sul sito della Crui (la Conferenza dei rettori delle uni) è stato pubblicato la quarta edizione del bando di concorso promosso dall’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e dalla Crui per il conferimento di tre premi per tesi di dottorato di ricerca in materia di promozione della parità di trattamento e rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica. Il bando di concorso e il modello della domanda di partecipazione sono scaricabili dai siti www.crui.it e www.pariopportunita.gov.it. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 31 maggio. In palio ci sono tre premi da 5.000, 3.000 e 1.500 euro ciascuno, la tesi che si aggiudicherà il primo premio sarà inoltre pubblicata in una collana editoriale di rilievo nazionale. Informazione pubblicitaria a cura del cliente
Vola in America con Isole d’Europa
Volare in America per fare sentire la propria voce e per intraprendere una carriera internazionale. È la formula studiata da Ide, Isole d’Europa (Ide), che dal 1999 si occupa di “coltivare” giovani talenti per la classe dirigente di domani, secondo il motto “Training World-Class Leaders”. Per gli studenti universitari, ma anche per quelli che il proprio corso universitario l’hanno già portato a termine, Ide ha programmato una serie di attività altamente formative e professionalizzanti che mirano all’arricchimento del curriculum vitae. Il corso si chiama “Target: Diplomacy” e ha come scopo quello di preparare aspiranti ambasciatori nella conduzione di negoziati ufficiali tra rappresentanti di Stati, utilizzando savoir-faire per ottenere vantaggi strategici o per giungere a soluzioni accettabili per entrambe le parti che si fronteggiano su un determinato tema. Il corso è diviso in due livelli o “target”, incentrati su un’Interactive Learning Experience, a conclusione dei quali, si prende parte a uno stage
di simulazione all’estero, a scelta tra Washington, San Francisco e Boston. New York, invece, alla fine del progetto, diventa “Meta di turismo”. «Le simulazioni delle Nazioni Unite - spiega Valentina Carlino, presidente di Ide - sono uno strumento eccellente per familiarizzare con l’Onu e imparare i meccanismi dell’Organizzazione, le regole del lavoro politico e diplomatico. Le destinazioni sono state scelte tenendo conto della presenza di importanti poli universitari e college americani ed europei. A Washington - precisa Carlino - la simulazione è organizzata dall’Ncca (National Collegiate Conference Association) in collaborazione con l’Osgood Center for International studies e con la John Hopkins University, a San Francisco con la Ucla e la Berkeley e a Boston con lo staff della Harvard University». La didattica di “Target: Diplomacy” è seguita da un corpo docenti, selezionato tra le università aderenti al progetto e da esperti in materie giuridiche, economiche e linguistiche, coordinati dalla professoressa Nicoletta Parisi, ordinario di Diritto internazionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania e titolare dell’insegnamento di Diritto pubblico: regolazione e concorrenza nel settore della comunicazione alla facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano. Per altre informazioni sui costi e sul programma: www.isoledeuropa.com/universita/blog.
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U NIVERSIT Una ricercatrice di Ingegneria elettronica dell’Università di Pisa, immortalata da Mike Struink, ingegnere del Cern. La foto fa parte della mostra itinerante “Donne alla guida della più grande macchina mai costruita dall’Uomo”
TENDENZE / Cresce il numero di donne impegnate in studi scientifici. Ecco chi sono le ricercatrici eccellenti dell’Università di Catania che per la carriera devono fare i conti con la famiglia, dividendosi tra casa e lavoro
di Lavinia D’Agostino
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ono ingegneri, fisici, informatici, ma anche economisti e farmacisti. Ma anzitutto sono ricercatori o, meglio, ricercatrici, perché nessuna di loro ha rinunciato alla propria femminilità. Donne coraggiose, scienziate stimate anche a livello internazionale, ma anche mogli e mamme. Sono il fiore all’occhiello dell’ateneo catanese che a dispetto di quel che si credeva fino a cinquant’anni fa, hanno dimostrato di avere cervelli sopraffini, ma anche grande creatività, intuito e fantasia. In particolare le materie scientifiche, che al tempo dei nostri nonni si credeva fossero prerogativa maschile, attraggono sempre più le donne. Fino a una decina di anni fa, ad esempio, le donne ad Ingegneria erano pochissime. Come quando Maide Bucolo, ricercatrice del dipartimento di Ingegneria elettrica elettronica e dei sistemi dal 2001, frequentava l’ultimo anno: «Ero l’unica ragazza in aula, mentre durante il corso di studi eravamo una decina. Oggi le ragazze sono aumentate, anche se gli uomini continuano ad essere di più, oggi finalmente c’è una maggiore etero-
La dura vita dei “cervelli” rosa geneità». Quando tra gli scanni universitari c’era Angela Badalà, ricercatrice all’Istituto nazionale di fisica nucleare «si pensava che una donna non fosse neanche in grado di guidare. Dopo aver conseguito la laurea, circa 25 anni fa, tutti si aspettavano che mi mettessi a insegnare, perché si pensava fosse il mestiere più consono a una donna. Per fortuna ho seguito le mie ambizioni e i miei sogni, contro ogni pregiudizio». Per fortuna le cose stanno cambiando, e ce lo rivelano anche i dati del Miur (Ministero dell’Istruzione, università e ricerca) che registrano un incremento delle immatricolazioni femminili a facoltà scientifiche. Quest’anno su 2.236 matricole (il dato si riferisce solo alle facoltà scientifiche) ben 775 sono ragazze. Certo, il rapporto è ancora ìmpari, soprattutto in alcuni corsi di
laurea, soprattutto quelli di Ingegneria, come “Urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale” (33 uomini e 9 donne), “Scienze tecnologiche e informatiche” (93 uomini e 6 donne) e “Ingegneria industriale” (333 uomini e 93 donne), ma lentamente la percentuale sta crescendo. Ma che fine fanno queste donne? Molte, concluso il corso di studi, si allontanano dall’ambiente universitario. Altre, invece, ci credono fino in fondo, intraprendendo prima il dottorato di ricerca e poi, in percentuali sempre minori, immergendosi nella ricerca. Alcune di loro ce l’hanno fatta e oggi sono “cervelli eccellenti”. Ne abbiamo incontrate alcune. Maide Bucolo, ingegnere dell’automazione e controllo, ha cominciato la sua carriera con un dottorato post laurea. Durante il corso è stata ospite per sei mesi all’University of
California San Diego, Institute of Nonlinear Science, conducendo una ricerca sul tema “Information Processing in Neural Chains”. «Grazie a questa esperienza racconta la Bucolo - ho avuto l’opportunità di constatare come le metodologie e le tecnologie potevano trovare un riscontro in applicazioni del mondo biomedicale. Attualmente con il mio gruppo stiamo cercando di applicare metodologie e tecnologie proprie dell’automazione industriale in altri ambiti, tipo Brain Computer Interface o sistemi di supporto della diagnosi in pazienti con patologie di tipo neurodegenerativo o con disordini comportamentali». Rosalba Parenti, ricercatrice al dipartimento di Scienze fisiologiche, ha iniziato invece occupandosi di neuroanatonomia: «Studiavo il sistema nervoso centrale con particolare atten-
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zione al cervelletto. La ricercome precaria, come tutti. Poi ca è qualcosa che, generalgrazie a una borsa di studio mente, ti prende subito e sono stata in Francia per due ti appassiona. Ora mi anni, dove ho lavorato in due sto occupando dei nuograndi laboratori vicino Parivi approcci terapeutici gi. Nel ‘91 sono stata assunta e diagnostici per la dall’Istituto nazionale di fisica cura dei tumori. Abnucleare di Catania, e da allobiamo un finanziara non ho mai cambiato datore mento Prin (destinato di lavoro. Come attività sciensolo a ricerche di “riletifica ho attraversato due fasi vante interesse nazionanella mia vita: in una prima le”) su un potenziale biofase mi sono occupata della fimarker per nuove strategie sica applicata alle energie indiagnostiche e terapeutitermedie, mentre dal ‘96 l’attiche nei tumori della tiroività del mio gruppo è conRosalba Parenti de, settore che in Sicilia centrata su esperimenti ha un importante significato sull’energia ultrarelativiperché qui c’è un’elevata incistica, oltre che nella codenza di questo tipo di patolostruzione di una parte gia». del rivelatore “Alice” e L’iter di Daniela Giordano, rinella costruzione, ancercatrice al dipartimento di cora in corso, del caloIngegneria informatica e delle rimetro elettromagnetitelecomunicazioni, nonchè coco». ordinatrice del progetto sul Pc Ricercatrici impegnate Tablet, non è stato quello che in settori diversi, ma ansi definisce “convenzionale”. che, e soprattutto, donne. Lei, che attualmente sta Donne che hanno dovuto fare lavorando a due impornon pochi sacrifici per essere Angela Badalà tanti progetti europei dove sono. Ma oggi ci sono pa(uno orientato all’inri opportunità, oppure le donformatica medica e i ne sono ancora vittime di vecnuovi modi di chi pregiudizi? Perché non ci scambiare contenusono donne ai vertici? Qualcuti digitali, ed uno no ricorda rettori donne? sull’FP7 che si occuLe ricercatrici alle nostre dopa di analisi in temmande sorridono e giustifipo reale di video sotcano. Sono tutte d’accortomarini), è uno di do nel sostenere che le quegli scienziati ritornaopportunità sono pari, ti in Italia grazie alla poma qualcuna di loro a litica del 2001 mirata al microfoni spenti agDaniela Giordano “rientro dei cervelli”. giunge «fino a un «Ero andata in Canada per un certo punto». master. Ci sono rimasta per «È un problema itasei anni, durante i quali ho liano che riguarda sviluppato più ricerche, alcune tutto il mondo del ladelle quali premiate con imvoro - dice Rosamaria Monastra, presidente del portanti riconoscimenti. Comitato pari opportunità Insegnavo all’università, dell’Università di Cataavevo anche pensato di Francesca Sapuppo nia -. Non ricordo alrimanerci, ma sono cun rettore donna, e rientrata soprattutto non credo che sia una libera per questioni sentiscelta. Di fatto è una resistenmentali. La cosa che za del potere, che storicamente mi rammarica è che è sempre stato gestito dagli devo la mia posiziouomini. Non a caso ci sono più ne al Governo canadonne nei settori umanistici, dese che mi ha supperché lì non circolano denari. portato, a differenza di Inoltre non si fa nulla per agequello italiano. Però, ad volare le donne in carriera che onor del vero, quando sonon vogliono rinunciare alla no rientrata a Catania il Maide Bucolo famiglia; una politica, questa, budget relativo alla mia posiricerca di base) scelti su 4000 che mira chiaramente a manzione l’ha messo il Ministero progetti presentati da tutti gli tenere chiuso il cerchio del codell’Università. Proprio per atenei italiani, annovera tra i mando». questa mia esperienza incito suoi “cervelloni” Angela BadaE infatti, fino a un certo punto sempre i ragazzi a partire e a là, coordinatrice del gruppo della carriera, le opportunità non avere timore di investire italiano Alice al Cern di Ginesono le stesse. Ma poi, stranasu se stessi». vra. mente, ai vertici le donne non Le scuole etnee di Fisica, che «Mi sono laureata nel 1984 e ci arrivano mai. Però, dall’alto recentemente hanno ottenuto sono rimasta immediatamente della loro scienza e conoscenil finanziamento di ben quatnel mondo della ricerca - racza, vedono la cosa anche sotto tro progetti da parte del Firb conta il fisico -, inizialmente un altro profilo. (Fondo per gli investimenti in
«Trovo ci sia un problema di compromessi tra vita personale e lavorativa - dice Francesca Sapuppo, assegnista di ricerca in metodi e tecnologie delle automazioni nell’ambito delle biotecnologie -. La ricerca non è un lavoro come gli altri, perché non ci sono orari e assorbe molto. Se una donna è capace o disposta a crearsi degli equilibri particolari, le possibilità sono le stesse, anche se spesso ci si auto castra, preferendo altre strade». «Abbiamo una marcia in più nell’aspetto organizzativo - aggiunge Rosalba Parenti -, forse perché siamo abituate a pensare a più cose contemporaneamente, e questo si riflette anche nel lavoro. È vero che facciamo più sforzo, ma alla fine ce la facciamo». «Il tasto è dolente - spiega Daniela Giordano, ricercatrice ma anche mamma di due bambini -. Le opportunità sono pari se ci si limita all’aspetto puramente lavorativo e professionale. Se non hai un supporto vero che riguarda l’organizzazione casa-famiglia, l’impegno deve essere doppio. Quindi l’opportunità è pari, ma il lavoro delle donne è doppio e alcune volte anche triplo. Per noi donne la responsabilità della famiglia non è delegabile. La pari opportunità formalmente c’è, ma forse ci vorrebbe, oltre che strutture di supporto, anche una forma più originale dell’organizzazione del lavoro e una maggiore sensibilità. Bisognerebbe sempre aver predsente che i bambini di oggi sono il futuro di domani. In passato sono rimasta colpita da una frase pronunciata dal Nobel Rita Levi Montalcini: “Mio padre mi disse che se volevo fare ricerca scientifica dovevo scegliere tra questa e la famiglia, perché le due cose sono incompatibili”. Lei ha scelto la ricerca, scalando le vette più alte. Quindi mi chiedo: viviamo ancora in una società in cui l’essere donnamamma e ricercatrice, sono ancora cose incompatibili? Questo ragionamento riguarda tutte le donne in carriera». «La speranza è l’ultima a morire - sorride Angela Badalà -, sono fiduciosa perché penso sia una questione di tempo. In questi anni le donne hanno fatto passi da gigante, abbiamo dimostrato di poter e saper fare tutto. È vero, ci mancano i vertici, ma arriveranno presto. È un percorso che non si può arrestare». U i
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VERBALIZZAZIONE TELEMATICA / Catania era stata tra i primi atenei a sperimentare il sistema ma l’inerzia tecnologica di alcuni docenti aveva bloccato il processo. Dall’autunno però l’80% dei prof sarà dotato del necessario sistema per la firma digitale di Emanuele Brunetto
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n’università moderna non può prescindere al giorno d’oggi dall’utilizzo di tutti i mezzi telematici che la tecnologia mette a disposizione. In primis per favorire il contatto diretto fra le varie componenti del mondo accademico, siano essi professori, studenti o personale amministrativo. E, in secondo luogo, perché a volte piccole grandi “invenzioni” possono cambiare in meglio la gestione di uffici pubblici oberati di scartoffie e gravati dalla mancanza di personale. Chi ha sostenuto esami universitari conosce la lunga trafila da affrontare per ottenerne la
Entro ottobre tutti gli esami saranno registrati on-line registrazione. Il professore di turno deve trascriverne l’esito sul libretto dello studente e sul proprio registro, e poi trasmetterlo alle segreterie, che a loro volta devono provvedere alla registrazione sugli archivi elettronici dell’ateneo che gestiscono le carriere. Chiaro come il numero di “intermediari” e di operazioni da compiere renda frequenti ritardi e malfunzionamenti, con disagi spesso importanti. Per venire incontro a questa problematica, già da qualche anno le università italiane hanno adottato sistemi di verbalizzazione telematica degli esami. E l’ateneo di Catania? Anche per noi esiste un sistema analogo, inaugurato nel 2003. «Il sistema è nato in seguito a un progetto nazionale, Campus One - spiega il dottor Giuseppe
Naselli che se n’è occupato fin dall’inizio e ne cura l’evoluzione insieme ai colleghi dei Servizi informatici dell’ateneo -. L’obiettivo era eliminare i problemai presenti con la verbalizzazione cartacea, introducendo quella telematica che risolve molti dei problemi di tempo e di disponibilità del dato». Nella pratica, però, questo sistema è diffuso a macchia di leopardo all’interno delle facoltà catanesi. Perchè? «I motivi - continua Naselli - possono essere vari, come ad esempio l’aspetto organizzativo. Con l’introduzione di un nuovo sistema c’è, da parte di tutti, la difficoltà di
abbandonare una procedura consolidata». C’è chi, invece, come il professore Giovanni Gallo, docente del corso di laurea in Informatica alla facoltà di Scienze, crede che il motivo sia un altro: «La ragione - dice - va ricercata nell’anagrafica dei docenti. Mentre per un docente di età fra i 25 e i 50 anni l’utilizzo del mezzo informatico è scontato, per docenti che hanno superato questa soglia d’età, confrontarsi con lo strumento informatico è difficile, a causa della loro formazione fatta di carta e penna. Una sorta di “inerzia tecnologica” e di mancanza di fiducia nel mezzo elettronico». L’esigenza di diffondere la verbalizzazione telematica degli esami in tutto l’ateneo risale già al 1994, quando cambiò il sistema di finanziamento delle università, laddove si era prevista una quota premiale per gli atenei in funzione dell’efficacia e dell’efficienza dell’attività didattica.
«Abbiamo l’esigenza di monitorare in tempo reale l’andamento degli esami - conferma il professore Giuseppe Cozzo, delegato del rettore alla Didattica -. Siamo stati tra i primi a sperimentare su questa strada, però come tante volte accade gli altri ci hanno già ampiamente superati». Qual è, allora, l’ostacolo a una totale diffusione del sistema? «Il problema vero - prosegue Cozzo - è quello di dotare tutti i docenti del dispositivo di firma digitale. L’ultima distribuzione è stata fatta nel mese di marzo e adesso altri 500 docenti sono dotati del dispositivo, ad oggi sono già più di un migliaio. A breve manderemo una email a tutti i colleghi fornendo le informazioni necessarie per l’attivazione del servizio di verbalizzazione». Col nuovo Regolamento didattico d’ateneo è stato previsto che gradualmente, quella telematica, resti l’unica forma di verbalizzazione consentita.
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PREMI / Con “Eleven”, inchiesta collettiva sulla città, il magazine Step1 vince “Eretici digitali”
Chirurgia, congresso e omaggio a Basile
La Società italiana di Chirurgia ha scelto Catania come sede per il 10° Congresso nazionale di Primavera, che si è svolto da giovedì 6 a sabato 8 maggio alle Ciminere, e che ha visto alternarsi come relatori alcuni tra i più accreditati chirurghi di livello internazionale. Una scelta non casuale, quella di Catania, in onore del prof. Attilio Basile (foto), decano e presidente onorario della Società, in occasione dei suoi 100 anni, che amici, ex colleghi e allievi hanno festeggiato nel corso della cerimonia inaugurale al Teatro Massimo Bellini. Un libro di ricordi e scritti inediti, un intenso video che ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera e il concerto di Francesco Cafiso e Dino Rubino sono stati l’omaggio al grande maestro catanese della chirurgia. «Quest’anno - ha sottolineato il presidente del Congresso, prof. Francesco Basile - abbiamo scelto di analizzare i cambiamenti che il grande progresso tecnologico, avvenuto soprattutto negli ultimi decenni, ha imposto al chirurgo nella pratica quotidiana in sala operatoria, e di effettuare una verifica dell’influenza delle recenti disposizioni legislative sulla gestione di un reparto chirurgico». Una tavola rotonda ha inoltre permesso a studenti e docenti di confrontarsi sul tema della formazione del chirurgo. Tra gli argomenti più attuali di interesse chirurgico, il trattamento dell’obesità, la diagnosi e la terapia delle malattie neoplastiche del pancreas, il trattamento laparoscopico, il trattamento delle patologie colo-rettali e la riparazione delle ernie della parete addominale e del laparocele. Di rilevante interesse, soprattutto per gli studenti, sono state le sessioni dedicate a casi clinici di particolare complessità.
Quando, dunque, si potrà dire di aver raggiunto l’obiettivo? «La previsione - prosegue Cozzo - è che già nella prossima sessione di esami, la prima estiva, almeno la metà dei docenti possa utilizzare questo sistema. L’auspicio è che entro ottobre questa soglia superi l’80%, se non la totalità. Gli ultimi a esserne dotati saranno i docenti a contratto, ma solo perché si tratta di una categoria che subisce variazioni ogni anno». I vantaggi pratici che deriveranno dalla diffusione capillare del sistema saranno così molteplici: l’avere la materia registrata già un attimo dopo l’esame; la possibilità di inoltrare tutte le informazioni al Ministero in tempo reale, in modo da consentirgli il calcolo degli indici su cui si basa la corresponsione dei fondi agli atenei; lo sgravio delle segreterie didattiche da un lavoro non produttivo che può essere svolto personalmente dai docenti. Ma anche, come affermato dal professor Cozzo «un controllo ex ante della validità dell’esame. Se il sistema riscontra un’irregolarità nella posizione dello studente, una tassa non pagata, una frequenza non acquisita, una propedeuticità mancante, egli non potrà so-
stenere l’esame». Oppure, dal punto di vista dei docenti, la possibilità di «fissare le date dell’appello, i turni d’esame e tutta una serie di strumenti che consentono la gestione dell’esame in maniera agevole», come spiega ancora il prof. Gallo, che utilizza fruttuosamente il sistema da oltre quattro anni. Anche gli studenti, interrogati sulla questione, non possono che dimostrarsi favorevoli all’evoluzione. Andrea, studente di Giurisprudenza, ricorda con un brivido quella volta in cui doveva sostenere l’ultimo esame: «Ho quasi dovuto rinviare tutto alla sessione successiva perché non risultava dal mio verbalone la propedeuticità necessaria. Ma io, quella materia, l’avevo data quasi un anno prima». E casi come questo in ateneo ce ne sono stati davvero parecchi nel corso degli anni. Inutile sottolineare, pertanto, come la strada sia assolutamente segnata. L’impegno dell’ateneo c’è ed è orientato verso una continua innovazione dei sistemi informatici, non resta quindi che attendere il completamento di questo percorso fondamentale per il progresso della nostra università. U i
Catania si fa in undici di Riccardo Marra
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rmai c’è chi lo definisce “il solito Step1”, perché il periodo telematico d’informazione, nato sei anni fa tra le mura del Monastero dei Benedettini, sta incassando consensi da ogni parte. Se ieri a far parlare di sé era stata l’ottima inchiesta sul caso dei presunti “ladri di bambini” all’Auchan (secondo posto al Premio Ischia), oggi il nome di Step1 rimbalza sulle scene per la conquista del premio giornalistico Eretici Digitali grazie a Eleven Catania (http://reporterin7giorni.step1.it), l’inchiesta collettiva a 11 voci che ha visto protagonisti, appunto, 11 redattori del web magazine su temi legati alla città etnea. Il premio, che è stato consegnato alla redazione lo scorso aprile durante il festival del giornalismo di Perugia, prende nome dal titolo di un saggio dei giornalisti Vittorio Zambardino e Massimo Russo, due guru dell’informazione in formato digitale. Ma come nasce “Eleven Catania”? «Con un appello a cui hanno aderito aspiranti giornalisti, studenti, giovani professionisti», spiega Rosa Maria Di Natale, giornalista e coordinatrice del laboratorio di video inchieste di Step1. «Undici under 35 si sono misurati su dieci temi per altrettanti mini reportage, scritti o filmati, audio o foto. O tutto insieme, in pieno spirito multimediale». Di quale Catania parla “Eleven”? «Della Catania dei quartieri e degli sgomberi forzati - spiega Di Natale - della Catania illegale e mafiosa, della Catania generosa e forte dei volontari, della Catania che non ha perso il coraggio dell’antiracket. Della Catania da amare e da odiare. Ci vengono in mente le parole di Pippo Fava: “Per questo è puttana Catania, perché ha tante anime ed una sola risata. E perciò uno si innamora, viene tradito continuamente e continua egualmente ad amarla”. È vero. La nostra inchiesta, unica ma a più voci, dipinge una città reale, forse più vera di quella che molti vogliono farci credere». Ecco le undici inchieste: Speculation di Marco Pirrello, con la telecamera che entra nel difficile quartiere dell’Antico Corso; Catania vende, arrusti e mangia di Agata Pasqualino, in cui viene raccontato l’abusivismo della città; Poi ancora, il precariato (Precari in cattedra) e la mafia legata al mercato ittico (Malapesca) nelle inchieste audio di Claudia Campese e di Salvo Catalano; lo sgombero del Centro Sociale Experia nelle foto di Giovanni Battaglia; lo spaccio di droga nell’inchiesta di Leandro Perrotta Piccoli pusher crescono; i senza tetto in On the road di Carmen Valisano; il tema del pizzo nella video-inchiesta di Desirée Miranda; la burocrazia e l’immigrazione nelle immagini di Daniele Palumbo (Stranieri carta-bollati) e il viaggio di Roberto Sammito e Alberto Conti a Librino, tra i suoi volontari (Riprendersi Librino). Un dossier ricchissimo che ha visto nel digitale il supporto ideale. «Quella del digitale è una carta importante - spiega Rosa Maria Di Natale - carta che può ancora salvare il buon giornalismo: l’informazione dal basso, creata con mezzi semplici ma genuini, tenuta in piedi dalla voglia di fare informazione per spirito civico accompagnato alle regole della buona professione». Per poter vedere, ascoltare e sfogliare “Eleven”, basta cliccare su ww.step1.it. Nella sezione video di www.ustation.it invece si può vedere la consegna del premio Eretici Digitali. U i
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Quanto ne sai di?
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Cosa sanno gli studenti di personaggi e fatti che hanno segnato la storia recente? Proviamo a chiederlo, per scoprire che...
di Luca Di Leonforte
«A
vevo sempre sognato da grande di fare l’aggettivo». Così rispose Federico Fellini quando, dopo aver ricevuto il suo quinto premio Oscar, gli venne chiesto cosa si provava ad aver dato vita all’aggettivo “felliniano”, usato non solo in Italia ma anche in America. L’esistenza del lemma non è la sola prova dell’importanza che il regista ha per la storia del cinema e non sono neanche i cinque premi Oscar vinti a renderlo un’icona. A suo favore parlano i continui riconoscimenti di appassionati e soprattutto addetti ai lavori. Basti pensare, ad esempio, che 8 ½ è al terzo posto nella classifica stilata dai registi, pubblicata dalla rivista “Sight & Sound”; La dolce vita è il sesto film più grande di tutti i tempi secondo “Entertainment Weekly”;
Eppure per avere delle notizie sulla sua persona basta guardare qualche suo film. Soprattutto Amarcord e 8 ½, forse i più autobiografici della sua carriera. Il primo ricorda malinconicamente la città di Rimini degli Anni 30, il secondo racconta i tormenti di un regista alle prese con la realizzazione del suo ultimo film. «Sono autobiografico anche quando parlo di una sogliola» commentava ironicamente Fellini. E proprio l’autobiografismo, insieme a “toni pittoreschi caricaturali, visioni oniriche di grande suggestione”, come riportato nella Treccani, sono le caratteristiche principali dello stile “felliniano”, l’aggettivo di cui andava fiero. Oltre a questo lemma, numerose altre testimonianze del regista si trovano nei dizionari italiani e non. L’esempio più cele-
Per Fellini la vita è bella o dolce? Woody Allen prese come modello La dolce vita per la realizzazione del suo capolavoro Manhattan, spiegando che ha usato New York come Fellini usa Roma. Per molti studenti catanesi, però, Fellini è semplicemente “il regista”. Come negarlo! Ma la regia non è l’unica attività che impegnò il riminese durante la sua vita. Da giovane si iscrive in Giurisprudenza, nonostante non sosterrà mai un esame, e la sua aspirazione è quella di diventare giornalista. Si avvicina poi al cinema come sceneggiatore, scrivendo per importanti personaggi come Aldo Fabrizi e solo alla fine farà il regista. Una cosa è certa: giornalista o regista, sceneggiatore o fumettista (farà anche questo) Federico Fellini voleva fare un mestiere che gli permettesse di raccontare. Lui stesso, infatti, si è definito «un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo». Tantissimi sono i suoi film passati alla storia, da La strada a I vitelloni, da La dolce vita a 8 ½, da Amarcord a Ginger e Fred. Ma a parte pochi
consumatori incalliti di Vhs o qualche aspirante cineasta, l’unica pellicola felliniana universalmente conosciuta da tutti gli universitari è La dolce vita. Qualcuno, forse per generosità forse per scarsa conoscenza cinematografica, arricchisce la filmografia del maestro con La vita è bella, altro premio Oscar italiano, firmato però Roberto Benigni. E fin qui siamo ai titoli. La trama o più semplicemente l’argomento dei vari film è molto più complicata da indovinare. L’accoppiata “La dolce vita-La vita è bella” ritorna con Arianna, 21 anni, che sostiene che «La dolce vita ha come tema la seconda guerra mondia-
le». Tutti invece ricordano “la scena della fontana di Trevi” ma c’è confusione sul film che contiene la sequenza. Per quando concerne l’uomo Fellini, pochissime sono le conoscenze certe. Se riguardo al periodo di attività tutti lo collocano giustamente nella seconda metà dell’ultimo secolo, molto meno sicura è la collocazione geografica dell’artista. In pochi lo vedono bene a Rimini, tanti lo immaginano romano, qualcuno fiorentino o napoletano, qualcun altro lo ricorda addirittura di Catania.
bre è senza dubbio il termine “paparazzo”, nome del personaggio de La dolce vita interpretato da Walter Santesso che oggi viene usato abitualmente in tutto il mondo. Sempre dal celebre film del 1960 nasce il termine “dolcevita” ad indicare il maglione a collo alto indossato da Marcello Mastroianni, protagonista della pellicola. O ancora il vocabolo “amarcord” dal titolo dell’opera del ‘73 che inizialmente derivava dal dialetto romagnolo “a m’arcord”, vale a dire “io mi ricordo”, che oggi nel linguaggio comune è adoperato con l’accezione di “ricordo nostalgico”. Gli studenti catanesi che si trovano in videoteca a dover scegliere il film da gustarsi la sera seduti comodamente sul divano non si soffermeranno sicuramente su E la neve va o Roma, ma non vi è dubbio che Federico Fellini sia entrato prepotentemente nella cultura popolare italiana e lo ha fatto creando atmosfere, storie e personaggi per il cinema, quel mezzo che lui definiva «il modo più diretto per entrare in competizione con Dio». U i
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Siamo in...TESI?
ateneo La tesi? Un vero e proprio genere letterario, forse tra i più bizzarri. Noi gli diamo spazio. Segnalateci le vostre a info@universitinforma.it
di Vanessa Ferrara
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di conoscerne il profilo personale e professionale; nella seconda parte ho inserito un breve riassunto del romanzo; mentre, nella parte successiva, mi sono soffermata sui singoli personaggi, per poi giungere all’analisi delle strutture narrative». Di cosa parla il romanzo? «È un romanzo storico, ma è anche un romanzo della “memoria”. Il protagonista rivive, a trent’anni di distanza dalla sua adolescenza, il periodo dell’invasione delle truppe napoleoniche della città di Salamanca. Un percorso di formazione in cui l’autore crea un parallelismo tra i due periodi storici, riuscendo a far emergere la propria chiave di lettura universale, in relazione a come la brutalità dell’uomo possa distruggere quanto di più bello è riuscito a costruire». Perché l’autore definisce Salamanca come “città simbolo della cultura e della incultura”? «Per lo scrittore questa cittadina rappresenta il simbolo della cultura, dell’evoluzione dell’uomo e della sua formazione professionale; ma, allo stesso tempo, Salamanca è rappresentata dalla violenza, dalla guerra e dal franchismo
n’esperienza, quella vissuta in Spagna, che rimarrà nel cuore di Alessia Ruggeri. Salamanca, infatti, oltre ad essere la città in cui ha soggiornato per sei mesi - grazie alla borsa studio “Erasmus” - è anche, e soprattutto, «la città “simbolo” della cultura e della incultura». A Salmanca è legato, da un profondo amore, lo scrittore salmantino Luciano Gonzales Egido, autore vivente del romanzo sul quale Alessia ha voluto argomentare la tesi “Salamanca ciudad-ficcìon. El cuarzo rojo de Salamanca” (“Salamanca città finzione. Il quarzo rosso di Salamanca”), discussa alla seduta di laurea triennale in Lingue e culture europee. Quando ti sei laureata? «Il 16 aprile di quest’anno» Votazione? «110 e lode» Quanto tempo hai impiegato a ricercare il materiale per la tesi? «Circa un anno. Purtroppo, non esistono testi di critica sui romanzi di questo scrittore e, quindi, ho dovuto ricreare la critica dal nulla, documentandomi attraverso articoli pubblicati su riviste nazionali spagnole, giornali locali e recensioni che lui stesso mi
La doppia anima di Salamanca
ha fornito». Cosa ti ha spinto ad incentrare la tesi su questo scrittore spagnolo e sul suo romanzo? «Ho trascorso a Salamanca l’ultimo anno del ciclo triennale di studi e, mentre mi trovavo lì, mi sono resa conto che volevo mi rimanesse un ricordo concreto di quell’esperienza. Volevo scrivere una tesi letteraria che riguardasse uno scrittore salmantino. Così un professore di Sociologia della letteratura mi ha indirizzato proprio verso Gonzales Egido, con il quale sono riuscita a mettermi in contatto inviando-
gli una mail». Poi hai avuto l’opportunità di conoscerlo personalmente, che impressione ti ha fatto? «L’ho conosciuto il 9 febbraio dello scorso anno a Madrid, la città in cui vive attualmente. È stato molto disponibile. Dopo aver concluso l’intervista mi ha fatto visitare la città, rivelandomi il suo rammarico per non aver potuto raggiungermi a Salamanca, la sua città nativa alla quale è legato da un profondo amore. Gonzales è uno scrittore che è stato definito, da molti critici letterari, “tardivo e marginale” per
aver dato inizio alla sua carriera da letterato solo dopo aver concluso quella da filosofo e da editorialista. Uno scrittore le cui opere sono rivolte a un’élite di lettori e perciò, prima di conoscerlo, avevo la falsa convinzione che potesse snobbare il mio progetto». Siete rimasti in contatto? «Ci sentiamo spesso e lo tengo sempre informato dei miei progetti. È nata una profonda stima reciproca». Come hai strutturato la tesi? Nella prima parte ho dato informazioni sullo scrittore, in modo da permettere al lettore
di cui è stata vittima». Quali soddisfazioni hai avuto, attraverso questo lavoro? «Quando ho ultimato l’elaborazione della tesi ne ho inviato una copia a Luciano Gonzales Egido che, dopo averla letta, mi ha mandato una mail con cui ha espresso il suo consenso e il suo apprezzamento riguardo la mia interpretazione della sua opera». Tornassi indietro, rifaresti la stessa scelta? «Certamente, è stata un’esperienza bellissima che porterò sempre con me». U i
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Lingue, proteste e occupazione contro l’ipotesi di chiusura di Carmen Valisano
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a mia facoltà non è in vendita. Lingue deve restare a Catania!. Il nome del “gruppo ufficiale” di protesta su Facebook contro la paventata chiusura della facoltà di Lingue e letterature straniere di Catania riassume in maniera perfetta l’opinione degli studenti che in questi giorni si sono attivati con assemblee, occupazioni e incontri in difesa della propria Facoltà. «Non possiamo permettere che ci chiudano la sede!». «Non c’è nulla di paragonabile a noi a sud della Campania». «Tantissimi erasmus scelgono Catania come meta». «Cosa succederà a quanti vorranno continuare la specialistica qui?». Queste e tante altre sono le considerazioni che i ragazzi si scambiano su social network, forum e durante gli appuntamenti fissati all’ex Monastero dei Benedettini. A loro risponde categoricamente il Rettore dell’Università di Catania Antonino Recca: «Gli studenti non possono chiedere che Lingue rimanga a Catania». La discussione sull’eventuale chiusura della facoltà catanese che in questi giorni monopolizza l’attenzione della città (e non solo) non riguarda gli iscritti, ma il Senato Accademico e il Consiglio d’Amministrazione. Agli iscritti rimane il compito di pensare soltanto allo studio e «a non farsi strumentalizzare». Il prof. Recca sabato 8 maggio ha incontrato i rappresentanti in Consiglio di Facoltà e sei studenti in un faccia a faccia aperto alla sola stampa. Gli altri ragazzi - alcuni dei quali avevano passato la notte dentro il rettorato e nei giorni precedenti avevano occupato il Monastero - sono rimasti fuori ad attendere notizie dalla delegazione. Il Magnifico ha spiegato come le decisioni sul decentramento siano state prese anni fa; però dopo l’ammissione degli errori commessi non si può andare via dal territorio, avverte. «Abbiamo il dovere di non mollare le persone che sono lì». L’incontro ha avuto momenti di tensione e non si è risolto nel migliore dei modi, soprattutto per
IL “CASO” / Dopo le voci sul possibile trasferimento a Ragusa della facoltà, per la costituzione del quarto polo universitario della Sicilia, è scoppiato il dissenso. Studenti e docenti dicono no al progetto: «Lingue resti a Catania». Benedettini in parte occupati quanto riguarda le aspettative degli studenti, nonostante le rassicurazioni ricevute. «È falso che non abbiate prospettive tranquillizza il Rettore - non ci saranno danni»; qualora Lingue dovesse realmente chiudere, il corso verrebbe assicurato ad esaurimento, probabilmente all’interno di Lettere. Nessuna garanzia invece per quanti dopo il diploma triennale vorrebbero continuare il proprio percorso formativo all’interno della Facoltà a Catania. La preoccupazione però rimane, scatenata dalle dichiarazioni del presidente del Consorzio universitario di Ragusa Giovanni
Mauro e dall’iniziale silenzio proveniente dal Rettorato. La discussione sul quarto polo nuovo ente universitario pubblico siciliano formato dal consorzio ibleo, quello di Siracusa e dalla Kore di Enna - prevedrebbe la chiusura della facoltà di Lingue di Catania dall’ottobre del 2011 per cedere il passo alla sede ragusana, che avrebbe dunque l’esclusiva in virtù della riorganizzazione regionale del sistema. Dopo un incontro informale tra il preside Nunzio Famoso e il rettore Antonino Recca e il tentativo di trattativa con il presidente del Consorzio, i timori assumono sempre più
consistenza e la notizia viene confermata durante un Consiglio di Facoltà. Sono così gli studenti a chiedere a gran voce risposte e a manifestare dissenso sia sulla Rete che durante l’assemblea all’ex Monastero dei Benedettini di mercoledì 5 maggio. Una lunga settimana ricca di dibattiti e occupazioni, culminata con il tanto atteso incontro con il rettore. A quanti hanno accusato di “campanilismo” la protesta per la difesa della sede etnea della Facoltà, a più riprese sia gli studenti che i docenti hanno risposto che la questione è di salvaguardia di un bene dell’Ateneo e della città. «Pare che stia emergendo con chiarezza che motivi per chiudere non ce ne siano», ha affermato durante il Consiglio di Facoltà di lunedì 10 maggio, Antonio Pioletti, ex preside fondatore di Lingue. «Non risulta che il Ministero voglia chiuderci e i nostri corsi hanno avuto l’approvazione dal Consiglio universitario nazionale per quanto riguarda i criteri stabiliti dalla legge 270». Mentre si susseguono attestati di solidarietà da sindacati, partiti politici (da Rifondazione comunista al Movimento per l’Au-
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INFORMA tonomia) e interrogazioni ai parlamenti regionale e nazionale, la tensione rimane palpabile. A scaldare il clima contribuisce l’antica querelle riguardante la sede legale della Facoltà (Catania o la città iblea) e le dichiarazioni del rappresentante degli studenti ragusani Paolo Pavia su due esposti relativi ad un laboratorio mai utilizzato a Ragusa e ad alcuni fondi destinati alla mobilità internazionale studentesca. Accuse che secondo il preside Nunzio Famoso sono state portate alla ribalta al momento “giusto”. Per conoscere le sorti di Lingue si dovrà dunque attendere la fine di maggio: entro il mese infatti verrà pubblicato il Manifesto degli studi con l’elenco dei corsi dell’Ateneo e la discussione sul quarto polo dovrà essere definita dalle parti in causa. Gli studenti attendono, occupando a tempo indeterminato l’ex Monastero dei Benedettini. Intanto, nel pomeriggio di lunedì 10 maggio dall’amministrazione centrale dell’Ateneo viene inviato un comunicato alla stampa: «Il protrarsi dell’occupazione dell’aula A1 (186 posti) del monastero dei Benedettini da parte degli studenti di Lingue e letterature straniere sta creando gravi problemi al normale svolgimento delle attività didattiche della Facoltà di Lettere e filosofia». La segnalazione è giunta al rettore
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Da un esposto l’addebito disciplinare al preside di Lingue. Che dice: «Vicenda strumentale dal sapore intimidatorio»
A complicare il quadro della situazione e alimentare la tensione tra facoltà di Lingue e Amministrazione centrale c’è anche un esposto presentato il 5 maggio scorso al rettore dal rappresentante degli studenti ragusani, Paolo Pavia ed è molto duro verso il preside di Lingue, Nunzio Famoso. L’esposto segnala la vicenda di un docente a contratto, Fouad Ait Omeghras. Pavia denuncia che il docente avrebbe lavorato in “nero” da novembre 2008 a marzo 2009 e da maggio 2009 a novembre dello stesso anno, con la promessa di un contratto arrivato tardivamente e di durata esigua. Poi Omeghras sarà assunto grazie a un bando per lettori di arabo, bandito in seguito «alla segnalazione degli studenti» e «al suo interessamento (del rettore, ndr)», scrive Pavia nell’esposto. Una vicenda di qualche mese fa, che però lo stesso Pavia comunica per iscritto con l’esposto formale solo ai primi di maggio 2010. Perché proprio adesso? Secondo Pavia, per non compromettere la possibilità del docente di restare a lavorare in facoltà. Nell’esposto si accusa anche il preside Famoso di non poter tenere in maniera compiuta il suo corso a Ragusa, per via di un calendario di lezioni che secondo Pavia non è praticabile. L’esposto del rappresentante degli studenti ha portato l’Ateneo a contestare al preside di Lingue, Nunzio Famoso un «addebito disciplinare». Gli uffici dell’Area gestione del personale ne danno notizia via fax a Pavia il 6 maggio scorso. «Una vicenda dai lati poco chiari sia per le modalità della procedura di contestazione disciplinare, avviata quasi meccanicamente lo stesso giorno dell’esposto, sia per la tempistica. - replica il preside Famoso E’ quantomeno strano che una cosa del genere venga fuori quando si chiede il dialogo e il confronto. Sembra più un’azione strumentale e di una certa aggressività, una cosa a orologeria che suona quasi come un’intimidazione. Non posso che esprimere amarezza per quanto sta accadendo, il resto è materia per gli avvocati». (red. uni.) dal preside di lettere Enrico Iachello, che ha inviato una lettera al preside di Lingue Nunzio Famoso e al rettore stesso, chiedendo di trovare una soluzione al problema, «poiché le lezioni più affollate rischiano di paralizzarsi con grave danno agli studenti in vista degli esami imminenti della
sessione di giugno». E il rettore - recita il comunicato - ha raccolto la sollecitazione del preside Iachello invitando il preside Famoso, la vicepreside Gemma Persico, il past-preside Antonio Pioletti e la presidente del consigilio di area didattica di Ragusa Simona Laudani «a farsi parte diligente affinché gli stu-
denti individuino forme di dialogo diverse dalla occupazione, metodo di espressione del dissenso di lunga tradizione, che oggi finisce tuttavia col produrre danni, anche gravi, alla regolare prosecuzione del percorso formativo dei tanti studenti a cui va garantita la prevista attività didattica, e che certo non agevola l’apprendimento universitario degli stessi studenti impegnati nell’occupazione». Una lettera, dunque, che potrebbe innescare ulteriori tensioni, anche se il rettore cerca di smorzare i toni. «La Facoltà di Lettere e Filosofia - dice Recca - ha diritto a volere assicurato il corretto svolgimento dell’attività didattica dei propri corsi di studio, anche in considerazione del fatto che ho già chiesto al professore Cozzo, delegato alla didattica, e al professore Pignataro, esperto in materia di bilancio di ateneo, di incontrarvi al più presto (si riferisce al preside e vicepreside di Lingue nonché all’ex preside Pioletti), al fine di individuare, con riferimento all’organizzazione dei corsi di studio in lingue e di ambito linguistico, una soluzione che rispetti la complessiva azione, già avviata, di razionalizzazione degli assetti organizzativo-gestionali dell’ateneo, delle facoltà e dei dipartimenti e che sia quanto più condivisa in seno all’ateneo». Questa la situazione al momento in cui chiudiamo il giornale. Ma è evidente che la faccenda non finisce qui. U i
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MOBILITÀ / Il Momact interviene sul nostro servizio nel numero di aprile Abbiamo provato l’itinerario proposto...
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LA REPLICA / «Non pretendiamo di dare soluzioni universali, ma cerchiamo di cambiare le abitudini»
di Salvatore Caprì*
La prova: spendo meno C ma arrivo in
ritardo
di Giorgio Pennisi
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ullo scorso numero di Universitinforma avevo scritto del Piano personalizzato di spostamento sostenibile casa-università fornitomi dal Momact. L’ufficio Mobility Management dell’ateneo di Catania aveva elaborato per me un percorso consigliandomi di utilizzare i trasporti pubblici e lasciare a casa l’automobile. Ho scritto sottolineando la serietà e il buon intento dei tecnici dell’Ufficio, ma avevo espresso alcune perplessità sulla buona riuscita di quel percorso. Il piano prevedeva uno spostamento dalla periferia di Acireale a Catania, in piazza Dante, utilizzando l’automobile, il treno, l’autobus e, infine, uno spostamento a piedi. Questo percorso prevede 5 minuti in più, con un risparmio di 40 centesimi. Il bilancio esclude, però, il pagamento del posteggio, strisce blu o abusivo, che avrebbero fatto alzare la spesa rispetto al mio “comportamento” attuale. Bene, voglio ribadire la mia capacità di poter sfuggire agli abusivi e di saper trovare un parcheggio gratuito nella zona dell’ex Monastero dei Benedettini. Sembra incredibile ma ci riesco. Ad ogni modo, proprio perché credo in un’alternativa, ho deciso di provare e mettere in atto il piano personalizzato consigliatomi. Ecco cosa è successo: partenza ore 8.20 da casa, in 5 minuti raggiungo in automobile la Stazione di Acireale. Il piano mi dice che riuscirò a trovare parcheggio gratuito ed effettivamente dopo aver schivato un posteggiatore abusivo, con un po’ di preoccupazione lascio l’auto vicino alla Stazione, compro il biglietto per 2,10 euro e attendo il treno. Ore 8.40, dopo 15 minuti d’attesa il treno regionale proveniente da Messina si ferma, mi prende a bordo e mi lascia alla Stazione Centrale di Catania. Il viaggio è (poco più di 10 minuti), piacevole a tratti: sono tanti i pendolari, pochi quelli saliti ad Acireale. La piazza di fronte alla Stazione è confusionaria, tanti gli autobus e poche le indicazioni; i clacson delle
auto incastrate nella rotatoria mi fanno sorridere e, per un momento, sono molto contento di non essere in auto. Subito però realizzo che, a breve, ci finirò con l’autobus in quella confusione e la preoccupazione di arrivare in ritardo mi assale. Il Piano personalizzato mi dà due possibilità: posso scegliere la linea 431N oppure la 431R: non sono un esperto, non ho neanche tempo per questo lusso, compro il biglietto, vedo arrivare l’Amt 431R e salgo su. Sono le 8.55, il Momact prevede l’arrivo alla fermata in via Plebiscito, angolo via Botte dell’Acqua, dopo 20 minuti. Il percorso è tortuoso e il bus rimane incastrato nel traffico parecchie volte: via VI aprile, piazza dei Martiri, via Vittorio Emanuele, via Alcalà e infine via Plebiscito. La via storica, una tra le più lunghe di Catania, è una trappola per il gigante dell’Amt: per percorrere circa 1500 metri ci vorranno 40 minuti, con molte soste a causa delle auto parcheggiate in seconda fila, i ciclomotori che tagliano la strada, e le bancarelle delle verdure che invadono la carreggiata. Sono le 9.35, arrivo alla fermata, nervoso e in ritardo. Con passo accelerato percorro gli ultimi metri a piedi fino al Monastero dei Benedettini. Alla fine avrò speso circa 4,50 euro: biglietto del treno, quello del bus e pochi euro di benzina. Arrivo a lezione alle 9.45, mezz’ora dopo rispetto all’orario preventivatomi dal mio Percorso personalizzato. L’esperimento è andato male: è vero, ho risparmiato in usura e benzina dell’automobile, ma il traffico che ha bloccato il bus mi ha fatto perdere parte della lezione, innervosendomi parecchio. E poi, mi aspetta ancora una lunga giornata di studio, prima di ritentare, con il percorso inverso, di tornare a casa. U i
on riferimento all’articolo di Giorgio Pennisi sul Momact apparso su Universitinforma di aprile 2010, pur apprezzandone la scrittura, riguardo ad alcuni contenuti ci sembra opportuno precisare quanto segue. Prima di tutto, in generale: il nostro servizio di costruzione dei Piani Personalizzati (PiPer) non pretende di essere la soluzione universale per tutti i problemi di mobilità di cui soffre l’area urbana catanese e l’area metropolitana intera. Non siamo marziani. Sappiamo bene che a Catania il servizio di trasporto urbano non riesce ad essere efficiente come dovrebbe, che quello di trasporto suburbano praticamente non esiste, che la percorribilità a piedi del centro storico lascia molto a desiderare; che, in definitiva, spostarsi in maniera “sostenibile”, come la definiamo noi, non è né semplice né automatico. D’altra parte, se lo fosse stato, non avremmo avuto alcuna necessità di inventarci il PiPer. Il nostro obiettivo è, più semplicemente, instillare un dubbio, anche piccolo, e sollevare la questione sulla possibilità (e sulla convenienza) di cambiare le proprie abitudini di mobilità. Quando proponiamo di utilizzare l’autobus o la metropolitana, anche così come sono, o addirittura abbiamo l’ardire di consigliare di fare qualche passo a piedi, nove volte su dieci ci vediamo rispondere con atteggiamenti che vanno da un sorriso pieno di tenero compatimento (credono alle favole...) ad una feroce (feroce!) accusa di integralismo culturale. Non importa, noi lavoriamo perché quella volta (una su dieci) che qualcuno ci presta attenzione, il suo comportamento possa modificarsi in meglio, per lui e per tutti. Nello specifico, il Piano Personalizzato costruito per il simpatico e bravo Giorgio Pennisi, l’autore dell’articolo, prevede un risparmio di 80 centesimi al giorno. In effetti è un po’ poco. Ma Pennisi ci dice, e ci lascia sinceramente increduli, che la sua esperienza gli consente di parcheggiare l’auto in uno stallo non a pagamento, né in divieto di sosta, riuscendo per di più a sottrarsi ai posteggiatori abusivi (e poi siamo noi quelli che credono alle favole...). Si tratta chiaramente di un caso eccezionale. Noi abbiamo rifatto i conti e abbiamo visto che, se Pennisi fosse un automobilista comune e posteggiasse sulle mal tollerate ma diffuse “strisce blu”, spenderebbe in totale circa 270 euro al mese. Se invece scegliesse di darci retta, si procurasse un abbonamento mensile Amt per studenti universitari ed un buon libro da leggere durante i suoi venti minuti giornalieri in treno, risparmierebbe un centinaio di euro (5 euro al giorno) e arriverebbe a lezione certamente più rilassato. Resta aperta la questione dell’affidabilità del trasporto pubblico: «Siamo sicuri che arrivo a lezione?». Legittima perplessità. Purtroppo è vero, i servizi di trasporto urbano ed i treni soffrono di problemi di regolarità e puntualità. Ma è un male comune. Anche l’automobile vive problemi analoghi, specie in un epoca di Suv in cui, forse per sopportare meglio le sempre più numerose ore passate in macchina, si tende a trasformare quest’ultima in una casa, non foss’altro che per le dimensioni. Anche spendendo 5.000 euro l’anno (tanto costa un’auto in media, tutto compreso) si arriva tardi al lavoro, si spendono cifre ulteriori per il parcheggio, si sperimentano disservizi e ci si stressa. Pennisi lo vive ogni giorno, e la frizione della sua auto pure... Gli consigliamo di provare per una o due settimane a lasciarla in pace, e di verifichi come funziona la soluzione proposta da noi. E, soprattutto, di segnalare a noi e a tutti cosa eventualmente non funziona. Sarà un piccolo contributo per cercare di migliorare davvero le cose. *Momact (Mobility Management Ateneo Catania)
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INTERNET / Un filtro automatico impedisce ai pc dell’università di connettersi a Facebook & C. “Colpa” di una direttiva dell’amministrazione centrale. Critici molti docenti e studenti
Quella circolare che mette il bavaglio ai social network di Roberto Sammito
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rror. L’URL richiesto è stato filtrato come da nota della D.A. Prot. 30797/I/5. Dal 30 aprile scorso questa frase appare ai navigatori ogni volta che dai pc dell’ateneo di Catania provano ad accedere a Facebook o MySpace. È il risultato di una circolare del direttore amministrativo Lucio Maggio emanata il 2 aprile sull’Uso improprio di rete e computer d’ateneo. La circolare riprende le linee guida della direttiva del Dipartimento della Funzione pubblica n.02/09 che regola l’utilizzo di Internet e della casella di posta elettronica istituzionale dei dipendenti pubblici. I divieti contenuti nella circolare diffusa a inizio aprile sono sensati e legittimi, ma i dubbi sorgono non appena si legge come si vuole garantire un efficiente e corretto uso di Internet e delle attrezzature da parte dei dipendenti dell’università: «va inibito l’uso per ciò che riguarda i programmi di chat, social network (Facebook, Myspace...), blogs, software peer to peer per il download o upload di materiali multimediali (Itunes, eMule), siti per la condivisione e lo streaming di contenuti multimediali e simili”. La circolare impone a tutto il personale universitario l’obbligo di disinstallare, entro il 30 aprile, dal proprio computer ogni programma atto a gestire le attività vietate. Per chi non dovesse rispettare le nuove regole sono previsti procedimenti disciplinari, sino al licenziamento. Subito dopo la pubblicazione della circolare si è acceso il dibattito su alcuni forum di facoltà e, ovviamente, anche su Facebook. La direttiva secondo molti mette sullo stesso piano siti, servizi e software senza applicare distinzioni. Il professor Antonio Di Grado, docente di Geografia e storia della letteratura italiana a Lettere, è stato il
primo a pubblicare una nota sul suo profilo: «In massima parte condivido la circolare. Una sola cosa non condivido: l’estensione del divieto ai social network e in particolare a Facebook. Su Facebook non solo dialogo costantemente con i miei studenti, ma diffondo anche contenuti utili alla didattica e complementari al mio corso, per non parlare di una pagina da me creata che riguarda specificamente la mia disciplina ed è rivolta agli studenti per facilitarne l’apprendimento». Viste così le limitazioni sembrano pesanti e indiscriminate. Se da un lato l’utilizzo errato di alcuni strumenti potrebbe compromettere la rete d’ateneo o diminuire la produttività dei dipendenti, dall’altro lato si limitano tantissime attività che offrono nuove possibilità alla comunicazione e alla didattica. «Credo che l’utilizzo di strumenti come i social network potrà essere limitato con difficoltà - spiega Giovanni Gallo, docente di Informatica -. La circolare ha dei punti controversi e tecnica-
mente inaccettabili. Eliminare iTunes dal sistema operativo MacOs limita fortemente le funzioni del computer, in più iTunes serve per accedere ad iTunes U che permette di seguire le lezioni universitarie trasmesse gratuitamente dalle più importanti università del mondo. Sarebbe bello se anche il nostro ateneo entrasse in questo circuito anziché limitarlo. Se per paura di un abuso - prosegue limitiamo l’uso, finiremo per perdere efficacia nell’azione educativa e verremo meno alla nostra missione. La direttiva dovrà per forza essere rivista». Effettivamente si potrebbe controllare più che vietare, la tecnologia permette di sapere chi commette un abuso e lo si potrebbe colpire. Al momento le scelte però non vanno in questa direzione. «C’è un problema, appurato, di cattivo utilizzo della Rete da parte di alcuni utenti spiega Alessandro De Filippo, docente di Storia e critica del cinema a Lettere -. La limitazione però colpisce tutti. Anche chi, come me, utilizza Facebook per mantenere contatti di lavoro con colleghi e collaboratori disseminati in tutto il mondo, facendo risparmiare ogni mese alla facoltà centinaia di euro di
telefonate. Proverò a fare delle proposte costruttive, cercando di trovare una soluzione condivisa con i vertici amministrativi dell’ateneo. Per esempio, al Comune di Catania hanno dotato i funzionari che ne hanno bisogno di una password per accedere ad Internet in maniera indiscriminata. Per tutti gli altri che svolgono funzioni amministrative che non prevedono l’uso della Rete, si applica una limitazione affinché utilizzino solo la rete interna». Nei primi giorni in cui è entrato in vigore il divieto abbiamo provato a navigare testando i siti che sono stati filtrati e notando che non si può più navigare su Facebook, Myspace, Netlog e Twitter. Ancora libero l’utilizzo di Friend Feed (forse questo social network non è noto ai tecnici), e di Youtube. Possibile pure il download attraverso programmi di peer-to-peer come U-ttorrent. Insomma, l’applicazione delle nuove regole si dimostra difficile e quantomeno discutibile appare la scelta di applicare i filtri anche per gli studenti. Nella circolare si parla solo di divieti e obblighi per i dipendenti dell’università, nella realtà i siti sono stati oscurati per tutti, come se anche gli studenti dovessero rispondere della loro produttività. Per capire quanto limitativo può essere questo provvedimento per gli studenti basta scrivere su Facebook “Università di Catania”, si trovano così 189 gruppi con questo tag. Scorrendo tra le varie pagine notiamo che quasi tutte le facoltà hanno una pagina in cui gli studenti si scambiano informazioni di vario genere. Tutte le associazioni studentesche e molti rappresentanti degli studenti hanno un profilo attraverso il quale comunicare con gli universitari. Non poter navigare liberamente comporterà non pochi disagi per quegli studenti che utilizzano la rete dell’università per studiare, fare ricerche tenersi aggiornati su ciò che succede nel loro ateneo. U i
ersu Occhi puntati sulla formazione
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di Maria Enza Giannetto
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onvenzioni, ristrutturazioni, manutenzione e amministrazione ordinaria. Nel mese di maggio, l’Ersu di Catania mette a punto alcune tra le attività più importanti di cui si occupa. Si comincia, ad esempio, a predisporre il prossimo bando unico di concorso per l’assegnazione delle borse e degli alloggi. «Non è affatto un momento facile - spiega il direttore Nunzio Rapisarda - dato che quest’anno, soprattutto per quanto riguarda le borse di studio, dovremo fare i conti con l’enorme decurtazione dei fondi a nostra disposizione. Per farsi un’idea, basti pensare che lo scorso anno erano stati stanziati dal Fondo na-
BANDO / Tra ristrutturazioni e amministrazione ordinaria, l’Ente sta predisponendo il nuovo bando di concorso 2010-2011 e gli avvisi per i corsi di lingua e informatica zionale 246 milioni di euro mentre quest’anno lo stanziamento è di 99 milioni. Nella migliore delle ipotesi alla Sicilia verranno assegnati meno della metà dei finanziamenti ottenuti lo scorso anno e la decurtazione, a pioggia, riguarderà tutti gli enti. Insomma, credo che salteranno almeno un migliaio di borse. Certo la finanziaria regionale ha garantito lo stesso importo, quindi vedremo cosa riusciremo a salvare, ma è inutile nascondere che una riduzione sarà inevitabile». La fase di studio e di calcolo dei fondi e delle strutture a disposizione riguarda anche gli alloggi. A breve verrà dato l’esatto numero dei posti che saranno messi in bando nelle residenze universitarie. Anche quest’anno la pubblicazione sarà entro la fine di giugno in modo da garantire un’assegnazione celere. «Il nostro intento - dice Rapisarda - è quello di riuscire a
far entrare gli studenti assegnatari di alloggio nelle loro residenze già dall’inizio dell’anno accademico». Per quanto riguarda le mense, dopo la riapertura dell'Oberdan, il prossimo passo sarà risolvere il punto dolente della mensa nel centro storico. In tal senso vanno avanti le trattative con l’ente Ipab Monsignor Ventimiglia, vicino Piazza Bovio. In questa struttura nascerà una nuova grande mensa che potrebbero essere polo d’attrazione per tutta l’utenza di Giurisprudenza, Scienze politiche e Palazzo centrale. Per quanto riguarda le altre attività dell’Ente sono in fase di pubblicazione i bandi per i corsi di lingua all’estero. «Anche quest’anno - spiega Luigi Alberti, dell’Unità Operativea Borse di Studio dell’Ersu - proporremo una formula ormai collaudata che ha dato ottimi risultati: i vincitori potranno organizzare, per
conto proprio, il viaggio e il soggiorno all’estero entro un anno dall’assegnazione. Si tratta di un procedimento già sperimentato negli ultimi due anni che sta riscuotendo enorme successo tra i giovani e che permette all’Ente di mandare all’estero, in pratica, il doppio degli studenti con lo stesso budget a disposizione. Altro fiore all’occhiello dell’offerta formativa patrocinata dall’Ersu sono i corsi di informatica che permettono di sostenere l’esame per il famoso patentino Ecdl. L’Ersu, che fino ad ora ha organizzato i corsi nelle facoltà di Economia e di Giurisprudenza, riproporrà i corsi anche quest’anno ed è probabile che si aggiunga anche la facoltà di Lettere. Insomma non resta che attendere, a breve, la pubblicazione degli avvisi e dei regolamenti sul sito www.ersu.unict.it. U i
I servizi on-line per gli studenti
www.ersuct.it/parlaconersu: il servizio raccoglie le segnalazioni, le proposte e i reclami degli Studenti relative ad eventuali disservizi. L'obiettivo è garantire al meglio la trasparenza, l'efficacia e la qualità delle prestazioni erogate, oltre che tutelare lo Studente da ogni comportamento lesivo dei suoi diritti. www.ersu.unict.it: sito per le comunicazioni istituzionali dell’ente. Nelle pagine del sito si trovano tutti i servizi, i benefici e le notizie utili agli studenti universitari. Sono presenti informazioni costantemente aggiornate sulle diverse forme di interventi, manifestazioni ed eventi, convegni e partecipazione ai saloni dello studente nazionali ed europei. www.ersuctalloggi.it: il sito si propone come punto di incontro tra domanda e offerta di posti alloggio per gli studenti. Il portale offre a tutti gli studenti dell’ateneo la possibilità di inserire gratuitamente i propri annunci di “cerco alloggio” e di consultare tutte le offerte dei locatari, dettagliate con prezzi, zone geografiche e molto altro ancora. E da quest’anno anche assistenza legale per gli studenti. wap.ersuct.it: l’Ersu di Catania è disponibile anche sul cellulare. Grazie a questo servizio l’ente offre un altro canale di comunicazione con lo studente accessibile in qualsiasi momento e in ogni luogo. Tutte le notizie, gli avvisi, le manifestazioni organizzate dall’ente a portata di telefonino. Sms & mms list: iscriviti al servizio sms e mms dell’Ersu di Catania. E’ un servizio gratuito che permette di ricevere in tempo reale le novità che riguardano l’ente, gli eventi e le iniziative, oltre che ottenere informazioni di prima mano su borse di studio, scadenze e altro ancora.
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FESTIVAL / Il 15 maggio la rassegna diretta dalla professoressa Antonella Fiorino si sposta nella capitale Rapisarda: «È un riconoscimento importante per un’esperienza di successo che esportiamo con orgoglio»
Per vocem, instrumenta et organum vola a Roma
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l festival Per vocem, instrumenta et organum va a Roma. Dopo quattro edizioni, la rassegna, diretta da Antonella Fiorino è ormai diventata una consuetudine e ora, grazie alla collaborazione con l’Andisu, varca lo stretto per un concerto, il 15 maggio, nella capitale. «È un riconoscimento importante - dice il direttore Nunzio Rapisarda - per una rassegna che è nata con lo scopo di coniugare intrattenimento, cultura e promozione del nostro patrimonio. La rassegna ha il grande vanto di promuovere anche il nostro territorio. Grazie ai concerti, il nome delle chiese e degli organi circola e si crea curiosità che stimola il turismo. Insomma, per noi è un grande orgoglio riuscire a esportare esperienze di successo come questa». Sarà protagonista l’Organo Monumentale di Santa Maria degli Angeli suonato dal maestro Gianluca Libertucci, la serata sarà intersecata dalle note del quintetto di ottoni dell’orchestra sinfonica dell’Ersu di Catania: Luca Di Martino e Francesco Vella (trombe), Ignazio Coco (corno), Enrico Zapparrata (trombone), Leandro Rosa (basso, tuba). In programma musiche di Johann Sebastian
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Visita guidata alla Pirrera di Sant’Antonio
L’Ersu organizza in collaborazione con l’Ecomuseo dei Monti Climiti di Melilli gestito dal Cutgana, una visita guidata nella Grotta di Mastro Pietro, nella Pirrera di Sant’Antonio a Melilli e nella Riserva naturale orientata Saline di Priolo. La visita avrà luogo venerdì 4 giugno con partenza, alle 7,45 da piazza Cavour. La grotta di Mastro Pietro è una delle oltre cinquanta cavità carsiche presenti nel territorio melillese ed è facilmente percorribile. La Pirrera di Sant’Antonio è una grande cava a cielo aperto utilizzata per l’estrazione di blocchi di calcare e si snoda tra pilastri a base quadrata di metri 5 per 5 di media e con corridoi lunghi fino a 280 metri. Bach, Georg Friedric Haendel, george Philipp Telemann, Wolfgan Amadeus Mozart, Giovanni Morandi, Johann Pachelbel, Craig Sellar lang, Jacques-Nicolas Lemmens, Charles Gounod, Jeremiah Clarke, Lefébure Wély, Percy E.Fletcher, Jean Joseph Mouret.
Da Roma il Festival si sposterà a Trieste (29 maggio) nella prestigiosa Basilica di San Silvestro dove è custodito il prezioso Organo dei Fratelli Rieger. Protagonisti della serata saranno l’organista Beppino delle Vedove e l’oboista Cristina Monticoli. U i
Il maestro Gianluca Libertucci, organista di San Pietro Gianluca Libertucci è organista nella basilica di San Pietro in Vaticano, della Cappella dei Santi Martino e Sebastiano della Guardia Svizzera Pontificia, della Cappella Musicale Pontificia Sistina nei concerti in Italia e all’estero, delle “Udienze Generali” del Papa e presso la chiesa di Santa Maria dell'Orto in Trastevere della quale è anche Maestro di cappella. Libertucci ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, diplomandosi in Organo sotto la guida di Luigi Celeghin, e perfezionandosi successivamente con Christopher Stembridge, Ludger Lohmann, Michael Radulescu.
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Concerti e incontri al Museion
Continua fittissimo il programma dei concerti e degli incontri musicali al Museion di via Oberdan. Giovedì 13 maggio alle ore 20, recital del Duo pianistico, Mariaconcetta Rosa e Elisabetta Guglielmin su musiche di Schubert, Ravel, Debussy. Sabato 15 maggio alle 18, recital del duo Vincenza Arena (flauto) e Fabrizio Scuderi (chitarra) su musiche di Purcell, Bach, Carulli, Demillac. Mercoledì 19 maggio 2010 ore 20, Concerto Romantico per pianoforte e orchestra con Giusy Caruso (pianista) e l’Orchestra Sinfonica dell’Ersu su musiche di Schumann, Grieg.
master WORKSHOP / Abruzzo, idee ecosostenibili per i territori colpiti dal sisma Si svolge a Caporciano, Pescara, dal 31 maggio al 5 giugno, il workshop progettuale “Idee e proposte ecosostenibili per i territori del sisma aquilano”, promosso dalla Società italiana della tecnologia dell’architettura (SitdA). Il terremoto del 6 aprile ha messo in evidenza problematiche spesso eluse anche dalla comunità scientifica, accentuando la tragicità dello spopolamento a seguito della distruzione e dei crolli di molte abitazioni. Ci si deve chiedere, dunque, quale ricostruzione sia la più “sostenibile” per quella realtà ambientale, sociale ed economica e quali strategie possano essere in grado di lasciare le tracce per uno “sviluppo duraturo”. L’iscrizione è aperta a 50 studenti e laureandi/laureati in Architettura, le domande di partecipazione devono pervenire al Dipartimento di Tecnologie per l’ambiente costruito (viale Pindaro 42, 65127 Pescara), specificando sulla busta “partecipazione workshop”, oppure all’indirizzo e-mail c.forlani@unich.it. La domanda deve contenere i dati del partecipante, l’Università di provenienza, il nominativo di un tutor di riferimento, un recapito telefonico e un indirizzo email. Per ulteriori informazioni: prof. Cristina Forlani, 347 4445640.
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BORSE DI STUDIO / Dieci borse del valore di 1.500 euro per il master AIFin in Marketing Finanziario. Info www.aifin.org.
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ROMA / I corsi della Scuola nazionale di cinema
La Fondazione centro sperimentale di cinematografia - Scuola nazionale di cinema di Roma ha indetto il bando di concorso per l’ammissione ai corsi di Fotografia, Montaggio, Produzione, Regia, Recitazione, Sceneggiatura, Scenografia arredamento e costume, Tecnica del suono. La Scuola nazionale di cinema del Centro sperimentale di cinematografia si propone di individuare, selezionare e formare giovani cineasti che concorrano, in tutte le singole specializzazioni, allo sviluppo dell’arte e della tecnica cinematografica. I programmi didattici della Scuola nazionale di cinema si articolano nell’arco di un triennio e si prefiggono l’obiettivo di una formazione completa degli allievi che coniughi tradizione e innovazione, sperimentazione e ricerca, stimolando al massimo grado i processi di collaborazione tra tutte le componenti tecniche e artistiche che concorrono alla creazione dell’opera cinematografica. Per questo la Scuola mette a concorso 64 posti, la domanda di ammissione al concorso va inviata per via telematica a decorrere dal 30 maggio, attraverso la procedura di partecipazione on line che verrà pubblicata sul sito www.fondazionecsc.it (scadenza 30 giugno). Per maggiori informazioni si può inviare un’email: concorso.snc@fondazionecsc.it.
UNIVERSITÀ ROMA TRE / Geomorfologia di versanti in frana Il dipartimento di Scienze geologiche dell’Università Roma Tre propone il corso di perfezionamento in “Geologia e Geomorfologia di versanti in frana: cartografia e analisi di suscettibilita in ambiente GIS”. Informazioni e bando su www.uniroma3.it. La domanda dovrà essere presentata o fatta pervenire entro e non oltre il 21 giugno a: Segreteria del Corso di Perfezionamento (Largo S. L. Murialdo, 1 - 00146 Roma); tel. 06.57338208; e-mail mastergeo@uniroma3.it (prof. Francesco Dramis, tel. 338.6638503 / 329.0571017 - dramis@uniroma3.it)
RISORSE UMANE / Stogea mette a disposizione borse di studio per finanziare il master post laurea in Diritto del Lavoro e Amministrazione del Personale. Informazioni e bando su www.stogea.com.
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le opportunità del mese dove
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requisiti
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AVVOCATO ABILITATO O PRATICANTE Studio legale Grosso & Maldonado ricerca 1 avvocato abilitato o praticante da inserire nella propria sede di Dublino (Irlanda) come consulente legale.
È richiesta laurea in Giurisprudenza, abilitazione all’Albo avvocati, esperienza biennale, ottima conoscenza della lingua inglese scritta e parlata.
5 INFERMIERI AL “CARLO BESTA” L’Istituto neurologico “Carlo Besta” ha bandito un concorso pubblico per l’assunzione di 5 infermieri professionali a tempo indeterminato.
Il titolo di studio richiesto è il diploma universitario di Infermiere. Per gli altri requisiti, consultare il bando (scadenza 20 maggio 2010) su GU n. 31 del 20-4-2010.
Per candidarsi scaricare lo schema di domanda al link www.istituto-besta.it. Info a Istituto neurologico Carlo Besta (via Celoria 11 20133 Milano), tel. 02/2394.
9 FUNZIONARI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE L’Agenzia delle Entrate ha bandito un concorso pubblico per l’assunzione di 9 funzionari a tempo indeterminato.
Il titolo di studio richiesto è la laurea in Economia. Per gli altri requisiti, consultare il bando (scadenza 20 maggio 2010).
Per candidarsi scaricare lo schema di domanda al link www.agenziaentrate.it. Info all’Agenzia delle entrate, Direzione centrale del personale - Ufficio selezione e inserimento (via Giorgione 159, Roma).
INGEGNERI BIOMEDICALI L’agenzia Praxi sta selezionando “Clinical specialist” per il supporto e l’implementazione di attività cliniche, tecniche, scientifiche sviluppate dagli specialisti di centri implantologici.
Il candidato ideale è laureato in Ingegneria clinica/biomedica o audiometria/audioprotesi, ha maturato 2/3 anni di esperienza nel settore biomedicale. Indispensabile conoscenza lingua inglese e residenza nel sud Italia.
Per candidarsi a questa posizione inviare un’e-mail a: sp40410mo@praxi.com. L’informativa ex Dlgs n.196/03 è consultabile su www.praxi.com (Aut. MLPS 13/I/0003868/03.04).
CAMPAGNA WIND PER NEOLAUREATI Wind ha avviato una nuova campagna di assunzioni dedicata a giovani neolaureati per formare specialisti da inserire nelle principali aree aziendali.
A chi è rivolta: giovani neolaureati in Ingegneria, Economia e Giurisprudenza, che abbiano conseguito una votazione finale superiore a 100/110, età massima 29 anni, ottima conoscenza della lingua inglese.
Per candidarsi a questa offerta collegarsi al sito www.windgroup.it, sezione “Lavora con noi”.
NEOLAUREATI IN DISCIPLINE UMANISTICHE Indesit ricerca neolaureati da inserire tramite stage nelle seguenti aree: Human Resources; External Communication & Press Office; Legal Affairs (rimborso spese mensile).
Requisiti: età max 27 anni; laurea in Giurisprudenza, Scienze politiche, Psicologia del lavoro, Scienze della Comunicazione; voto di laurea almeno 100/110; disponibilità al trasferimento; ottima conoscenza inglese.
Per candidarsi a questa offerta collegarsi al sito www.indesitcompany.com, sezione “Join in” (rif: NI_HUM_F10).
INTERNET / “lavorarenelmondo.it” il portale di ricerca e offerta nelle Ong
Per candidarsi contattare: avv. Orazio Grosso via email a: og@grossoassociates.com o via telefono allo 00353.86.2680820.
Sono circa 6.000 gli operatori (di cui almeno il 50% donne) che ogni anno vengono impiegati nei progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario promossi dalle organizzazioni non governative: questo il bacino delle offerte di impiego nelle Ong italiane. Un numero significativo di opportunità per un settore d’impiego certamente molto particolare. Fare l’operatore della cooperazione significa proporsi per contratti di 6-12-24 mesi in aree del mondo a volte disagiate, spesso difficili, dell’Africa, dell’America Latina, del Medio ed Estremo Oriente piuttosto che dei Balcani. Per orientarsi nella ricerca delle offerte c’è uno strumento web attraverso cui raggiungere le Ong italiane: si chiama “Lavorare nel Mondo” (www.lavorarenelmondo.it), ed è un portale dedicato per la ricerca-offerta di lavoro online nella cooperazione internazionale. Un servizio completamente gratuito a disposizione di associazioni no-profit e candidati. Una specie di bacheca di annunci, con uno spazio che segnala vacancy aggiornate in tempo reale dalle Ong, e profili ad hoc per i candidati. Basta infatti un unico inserimento per raggiungere con il proprio curriculum tutte le associazioni alla ricerca di personale, e collegare con un clic il proprio profilo alle offerte on line.
MINISTERO DELL’ECONOMIA / Al via le candidature di stage per laureati e laureandi Al via la prima edizione 2010 del “Mef-Dag” promossa dalla Fondazione Crui e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che aprirà le porte del dipartimento dell’Amministrazione generale e del personale, del dipartimento del Tesoro e del dipartimento delle Finanze per quattro mesi, a partire dal 20 settembre 2010, a 138 candidati. Il bando di stage, rivolto a tutti i laureandi e laureati di primo livello e secondo livello o di vecchio ordinamento delle 32 Università che vi aderiscono, abbraccia diverse sedi ministeriali presenti in Italia: 35 posti sono al Sud, 93 al Centro e 10 al Nord. Possono presentare domanda tutti i laureati in Economia, Giurisprudenza, Scienze politiche e Sociali, ma anche con titoli affini all’area umanistica e scientifica. Gli stage mirano ad introdurre in modo diretto
e concreto all’interno del mercato del lavoro tutti i candidati vincitori della borsa di studio. In particolare, i laureati impareranno sul campo come si svolgono le attività connesse al trattamento giuridico ed economico del personale all’interno della pubblica amministrazione. Ma, a seconda del loro profilo, faranno esperienza anche nelle aree dedicate alla gestione delle risorse umane o alla comunicazione. Alla pianificazione e al controllo, così come all’analisi e al miglioramento dei processi e dei sistemi amministrativi in virtù delle recenti innovazioni tecnologiche. Il bando è su: http://tirocini.theprimate.it (scadenza 17 maggio). Per informazioni: Più (spin-off della Fondazione Crui), tel. 06/68.44.19.92; email: segreteria@formazionepiu.it.
time out
Dal libro al palco non muore nessuno tuita dalle testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto e dalle sue considerazioni sui temi che lo hanno ispirato, raccolte da due sue collaboratrici dietro suo stesso incarico. I contorni psicologici del protagonista e quelli della sua vicenda si definiscono, tessera dopo tessera, facendo trasparire a poco a poco dal mosaico un personaggio preda sin dall’infanzia di una particolare passione, tramutatasi negli anni in ossessione: la percezione della “frontiera”, il luogo indefinibile che separa gli stati, siano essi geogra-
di Maria Enza Giannetto
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per me in quel momento era proprio lì la promessa della scrittura: nella possibilità di tenermi vicino qualcuno che finalmente ammiravo, e nella certezza che così non lo avrei mai perduto. Perché nei libri non muore mai nessuno: se un personaggio che ami muore, per resuscitarlo ti basta tornare indietro di un paio di pagine, e sai che lo ritroverai vivo ogni volta che prenderai in mano quel libro e lo ri-
TE.ST. / In scena al Teatro Musco, dal 20 al 23 maggio lo spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Sergio Claudio Perroni. Diretto da Gianpiero Borgia aprirai, non importa quanti anni saranno passati. Vivo e identico, visto che i personaggi non mettono rughe». Intorno al tentativo di tenere in vita per sempre una persona, trasformandola in personaggio si snoda la trama del libro di Sergio Claudio Perroni “Non muore nessuno” (Bompiani, 2007). Un libro che ora diventa anche uno spettacolo teatrale, diretto da Gianpiero Borgia e prodotto dal Teatro Stabile di Catania e dal Teatro dei Borgia. La riduzione drammaturgica dello spettacolo, che andrà in scena per Te.St dal 20 al 23 maggio al
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teatro Musco, è dello stesso autore. Le architetture di scena sono di Alvisi - Kirimoto, i costumi di Giuseppe Avallone, le musiche di Papaceccio M.C. e Francesco Santalucia, le luci di Franco Buzzanca. Protagonisti Teresa Acerbis, Annalisa Canfora, Christian Di Domenico (nella foto), Lydia Giordano, Giovanni Guardiano, Maurizio Lucà, Gianpiero Borgia. Fex, scrittore giunto al culmine del successo, è prematuramente quanto misteriosamente scomparso. La sua vita e la vicenda della sua scomparsa vengono ricostruite attraverso un’inchiesta-memoriale, costi-
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fici, mentali o d’animo. Un tema ossessivo, che pervade l’intera esistenza di Fex e la condiziona fino alle estreme conseguenze. Appena il mosaico costituito dalle testimonianze acquisisce sufficiente consistenza, Fex non c’è più e scompare letteralmente. Che fine ha fatto? Il libro ruota intorno al tentativo di renderlo immortale nella letteratura, un tentativo che ora, in teatro, diventa quasi un paradosso, considerato che «il teatro come dice il regista Gianpiero Borgia - al contrario della letteratura muore istante per istante». U i
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Ambasciatori/ Le signorine di Wilko
Dall’11 al 23 maggio, al teatro Ambasciatori va in scena lo spettacolo “Le signorine di Wilko” dall’omonimo romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz per la regia di Alvis Hermanis. Protagonisti Laura Marinoni e Sergio Romano. Il romanzo dell’autore polacco riserva un’attenzione particolare ai temi del ricordo e della memoria, cari al regista lettone, rinomato in Europa come uno dei registi più innovativi e interessanti della sua generazione. “Le signorine di Wilko” è una magistrale riflessione sul tempo che, inesorabile, scorre. Ne è protagonista Wiktor, uomo di mezza età che, colpito da un grave lutto, prende un periodo di riposo nel villaggio dove era solito trascorrere la sua infanzia. Come in un viaggio a ritroso nel tempo dal vago sapore proustiano, Wiktor reincontrerà cinque sorelle conosciute in gioventù, le signorine di Wilko appunto, cui lo legano numerosi ricordi. Il loro inatteso ritrovarsi sconvolgerà il già delicato equilibrio emotivo delle sorelle, nel lento scorrere delle lunghe e calde giornate estive.
Teatro Verga / Luca Lazzareschi e Galatea Ranzi nel “prismatico mistero” di Amleto
Sospensione di ogni certezza, angosciosa polifonia di dubbi: il prismatico “mistero” dell'Amleto shakespeariano è in scena fino al 30 maggio alla Sala Verga, nella traduzione di Alessandro Serpieri, per la regia di Pietro Carriglio, che firma anche scene e costumi. Gratificato dal vivo successo nazionale, l’allestimento è prodotto dal Teatro Stabile Biondo di Palermo in collaborazione con quello etneo. La recitazione è affidata a Luca Lazzareschi (Amleto), Galatea Ranzi (la regina Gertrude), Luciano Roman (il
re Claudio), Nello Mascia (Polonio), interpreti principali accanto a Franco Barbero, Sergio Basile, Eva Drammis, Paolo Musio, Simone Toni, Lorenzo Bartoli, Domenico Bravo, Maurilio Giaffreda, Marco Lorenzi, Luigi Mezza-
notte, Francesco Prestigiacomo, Jennifer Schittino, Oreste Valente. Le musiche sono curate da Matteo D’Amico, le luci da Gigi Saccomandi. Fin dall’inizio della sua attività registica, Carriglio, da anni direttore dello Stabile palermitano, ha dedicato un’attenzione particolare al teatro di Shakespeare. E non solo per la sua grandezza letteraria e drammaturgica, ma anche perché costituisce la più complessa espressione di un’epoca di grandi stravolgimenti dove si assiste al crollo di valori e certezze, dopo il trionfo del Rinascimento.
Amleto è il simbolo della crisi dell’uomo moderno di fronte al destino e alle proprie responsabilità, ma è anche un'esemplare metafora del teatro come visione del mondo. Dopo un primo studio, presentato al festival delle Orestiadi di Gibellina nel 2006, lo Stabile di Palermo ha proposto nel 2009 la versione definitiva del capolavoro. Carriglio offre una lettura teatrale molto ampia, fedele al testo e ricca di invenzioni funzionalizzate all'esplorazione di quel “mistero” che Amleto rinserra nelle sue molteplici quinte.
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EVENTI / Una nuova formula per confrontarsi e conoscersi Il 13 maggio al Centro Zo, la Pecha-Kucha Night_Catania
Professionisti in 6’e 40’’
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rofessionisti del mondo della creatività, pubblico, aziende, istituzioni e organizzatori si ritrovano per conoscersi in modo nuovo e originale. Dopo il successo dello scorso anno, giovedì 13 maggio alle 21, al Centro culture contemporanee Zo si terrà la Kuseconda edizione del Pecha-K cha Night_catania. Anche questa volta parteciperanno speaker provenienti da varie città che racconteranno, sempre secondo la formula dei 6’40’’, le loro professioni, mestieri, hobby. Il Pecha-Kucha Night è un format ideato a Tokyo nel 2003 dallo studio (KDa) e già presente in 300 città del mondo. PechaKucha Night è un incontro in cui artisti e professionisti del mondo della creatività hanno la possibilità di condividere fra loro e col pubblico il proprio lavoro e le proprie idee. Il nome è l’equivalente onomatopeico giapponese del più comune “chit-chat” inglese, ovvero chiacchiera. L’idea innovativa è la formula di presentazione dei partecipanti: 4 serate in un anno; diversi creativi a serata, a ciascuno dei quali è concesso di mostrare 20 diapositive per 20 secondi ciascuna, per un totale di 6’40”. A Catania, il PKN è arrivato grazie a un gruppo di amici che hanno visto in questo evento un modo di crescere professionalmente divertendosi, incoraggiando possibili collaborazioni tra i creativi coinvolti nelle serate, creare un punto di incontro con le aziende di vari settori, con il pubblico e con le istituzioni. Un luogo dove dare spazio alla creatività della città
in un contesto internazionale, soddisfare la propria curiosità, esaltare le proprie capacità condividendo le esperienze di tutti: partecipanti, pubblico, organizzatori, aziende e istituzioni. PKN Catania è organizzato da Indice Creativo: Eva Grillo (architetto), Vincenzo Drago (artista), con il co-finanziamento della Provincia Regionale di Catania Assessorato Politiche Giovanili, in partnership con KDa, Lila, lega italiana lotta aids-sezione Catania e Zo. Il Vol.7 vedrà la presenza di artisti, creativi e professionisti di diversa formazione. Ecco alcune dei partecipanti: il fotografo siciliano Luigi Nifosì, che presenta “L’incidenza del casuale nella fotografia aerea: quello che non pensavo di poter fotografare”; la casa editrice LetteraVentidue che “prescriverà” ai giovani studenti di architettura “Le pillole del Dott. Corbellini” di Giovanni Corbellini; NorisBunny, il coniglio impertinente che capta ciò che gli sta intorno, lo rielabora e lo trasforma in altro, (una serie di fotografie, in collaborazione con il fotografo siciliano Gaetano Belverde, tratta dalla performance “BlaBlaBla. Frasi Piene, Parole Vuote. Vittima di una Comunicazione non Comunicante”; Marco Ciriello e Maria Vittoria Trovato “Odore di nafta nell’aria, nostalgie strette alle ringhiere”. Storie e volti di un lungo viaggio attraverso il “Grande Atlantico” a bordo di una nave cargo che attraversa l’oceano passando per l’America, l’Africa e l’Europa; e Bocs (Box Of Contemporary Space), uno spazio esterno al circuito espositivo tradizionale, primo “artist run space” a Catania ufficialmente costituito. U i
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time out Teatri riflessi/ Il 21 maggio scade il bando di concorso per il festivale di corti teatrali
La suggestione retrò del palcoscenico e la brevità del linguaggio contemporaneo. Questo il leitmotiv che ha distinto, lo scorso anno, la prima edizione di “Teatri Riflessi”, il festival nazionale di corti teatrali. Progettato dall’associazione culturale IterCulture, il Festival, quest’anno si terrà al Cortile Platamone, Palazzo della Cultura del Comune di Catania, dal 5 all’11 luglio. La kermesse è organizzata in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, l’assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili del Comune e la Catania Film Commssion, con il contributo della Provincia Regionale di Catania e della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, e patrocinata dall’Ersu, dal Fai, dal Cof e dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Un evento che lega cultura e intrattenimento rispondendo alla domanda del grande pubblico, conquistato dalla logica della rapidità e dunque orientato verso prodotti leggeri che non rinuncino però a contenuti, dinamiche ed emozioni. Il concorso, che si terrà nelle serate dell’8, 9 e 10 luglio, è rivolto a tutte le associazioni culturali, associazioni universitarie, scuole di teatro e drammaturgia, attori, autori e registi emergenti e professionisti e alle compagnie e gruppi teatrali, riconosciuti e non, presenti su tutto il territorio nazionale. Saranno selezionati quattordici corti studi e messinscene di testi inediti senza distinzione di genere - su tema libero, della durata massima di 15 minuti. Il lavoro migliore riceverà un premio di mille euro. La domanda d’iscrizione, con tutto il materiale richiesto, dovrà pervenire entro e non oltre il 21 maggio ed è scaricabile, insieme con il bando completo, dal sito http://teatririflessi.iterculture.it/.
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Onarts / La compagnia di teatro, danza e circo presenta lo spettacolo Da.C.T
Una passione che diventa un mestiere. Arte, teatro e circo sono la vita di Giulio Lanzafame, (giocoliere) e Riccardo Strano (trapezista), due giovani "mezzocatenesi, mezzi cittadini del mondo" che si sono uniti nel nome della comune passione creando la compagnia Onarts. Giulio e Riccardo conoscono l'arte di strada all'età di 16 anni minorenni e si esibiscono per quattro anni in tutte le strade e piazze del Sud Italia. Successivamente si formano entrambi alla Flic Scuola di arti circensi di Torino, e al termine si dividono: Giulio si reca a Montreal dove frequenta la famosa Scuola Nazionale del Circo e Riccardo torna agli studi universitari dove sta per laurearsi in Scienze della Comunicazione indirizzo spettacolo. La loro formazione si è plasmata passando attraverso esperienze diversificate dalla danza al teatro fino al circo e ispirandosi a grandi maestri come James Thierrée (nipote di Charlie Chaplin, per intenderci). Oggi Giulio lavora nei cabaret di tutta la Germania (Palazzo Colombino, Krystalpalast) e Riccardo non partecipa ai vari festival italiani. Ora sono insieme per una nuova creazione Da.C.T. Lo spettacolo che porteranno in giro per la Sicilia e per i vari festival italiani vede i due artisti alle prese con la moda: due personaggi irrefrenabili ossessionati dalla voglia di essere alla moda di essere sempre “in”. I due giocano a mostrare il loro egocentrismo e il loro essere fashion finendo sempre a diventare comici e autoironici. Uno spettacolo di creazione esilarante che ironizza sul mondo della moda cercando di portare il pubblico in un mondo surreale. Tanti numeri: giocoleria, trapezio, sedia, bidone miscelati dalla danza e dal teatro in uno stile innovativo e fashion.
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CENTRO ZO / Si conclude il primo step di “Altre Scene” con lo spettacolo di Wajdi Mouawad, per la regia di Salvo Gennuso. La traduzione è stata curata dal laboratorio “Tradurre per la scena”
Alla scoperta di Pacamambo A
rriva per la prima volta in Italia, nell’ambito della rassegna “Altre Scene Preview” - il primo step della più nota “Altre Scene” -, lo spettacolo “Pacamambo” di Wajdi Mouawad, che sarà messo in scena al Centro Culturale Zo, dall’associazione Statale 114. La messa in scena, realizzata in collaborazione con il laboratorio teatrale TradurrePerlaScena (realizzato con la facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Catania) che ha curato la traduzione del testo, verrà messo in scena il 20 e 21 maggio. Lo spettacolo, interpretato da Valeria Iacono e Laura Zerbini, per la regia di Salvo Gennuso, narra di una storia fantastica inventata da una bambina, dopo essere sparita per un lungo periodo insieme alla nonna. La sua storia è ambientata a Pacamambo, un paese che non esiste e
che non si vede. O meglio, che esiste solo per i bambini che hanno ancora gli occhi innocenti: un luogo dove la morte non esiste e non esistono le differenze fra uomini. Il lavoro di messa in scena è anzitutto una scommessa perché tenta di ricostruire l’ambiente mentale della protagonista Julie, che rivive nella memoria gli ultimi 20 giorni della sua vita, trascorsi a nascondere il cadavere della nonna molto
amata, in attesa che si materializzi Pacamambo: il luogo dove tutte le differenze sono annullate e dove tutte le voci vibrano. Un viaggio, quello di Julie, vissuto parlando alla scopa e al cane, che diventano personaggi animati e parlanti, dentro uno schermo che riflette i personaggi come cartoni animati, che mette in gioco attori, oggetti e immagini video, nel tentativo di creare un linguaggio originale che nasca dalla sinestesia degli elementi e che restituisca ai bambini e agli adulti l’aria di sogno che pervade il testo, facendo dimenticare la morte e portandoci in viaggio verso la vita. Con questo spettacolo si conclude la fase primaverile di “Altre Scene” che, da cartellone stagionale, è diventata una rassegna suddivisa in due fasi: una “preview”, ed il vero e proprio festival che si svolgerà in ottobre. U i
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Annata Ricca alle Salette
La commedia scritta da Nino Martoglio “Annata ricca massaru cutento” rivive all’oratorio salesiano del Teatro Le Salette di Catania. Il 15 maggio la commedia sarà messa in scena, per la regia di Nuccio Pappalardo, dai ragazzi provenienti da varie comunità. Alla rappresentazione interverranno, in qualità di ospiti, i docenti della della facoltà di Scienze della Formazione Santo Di Nuovo e Eugenio Aguglia.
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tefano Aliffi, in arte Red Eye, 25 anni. Catanese, ma studia a Ferrara, corso di laurea in Tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale. Pellicola o digitale? «Conosco bene entrambi i sistemi e ammetto che l’analogico ha un suo fascino ma, purtroppo, è stato ampiamente superato: chi in questi ultimi due anni ha seguito le evoluzioni della fotografia digitale professionale sa perfettamente che il digitale non ha niente da invidiare alla pellicola. Inoltre, per lavorare con entrambi è richiesta la stessa “quantità” di conoscenze. Per il digitale bisogna sapere come funziona un computer, conoscere tutti i formati grafici e i programmi per elaborarli. Per l’analogico bisogna conoscere la chimica, sapere usare esposimetro, termocolorimetro e fare tantissima pratica gettando via tantissime foto. Personalmente non mi troverei bene con l’analogico per via dello sviluppo che richiede molto tempo e pazienza e si rischia persino di rovinare un rullo: col digitale vado più veloce, ho più risoluzione, posso scattare quanto voglio e soprattutto posso controllare subito il risultato». B/n o colore? «Il colore è importantissimo: può trasmettere diversi tipi di emozioni, anche a prescindere dal contenuto della foto. Io lo uso praticamente sempre e ho una preferenza per i toni molto freddi. Tendo poi a saturare fortemente i colori e ad aumentare il contrasto di tutte le mie immagini. Il bianco e nero lo considero un effetto speciale che, se usato bene, mi permette di recuperare foto che a colori non avrebbero avuto lo stesso fasci-
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Nuova generazione di fotografi siciliani
di Rocco Rossitto
Scatti dai toni freddi STEFANO ALIFFI / «Il bianco e nero bene si adatta a tutti gli oggetti riflettenti e lucidi, lo considero un effetto speciale»
no. Ci sono inoltre situazioni adatte al bianco e nero: tutti gli oggetti riflettenti, la pelle bagnata, così come lo sono gli sguardi intensi e profondi. Secondo me, più un oggetto è lucido meglio renderà su una foto in bianco e nero». Che macchina usi ora? «Uso in modo maniacale una Eos 5D Mark II con 50mm F1.4 o 17mm F2.8: adoro lo sfocato e i super grandangoli quindi è decisamente la macchina della mia vita... Il mio sogno però è la Hartblei Cam, una fotocamera medio formato che può montare lenti Canon davanti e sul retro diversi dorsi per l’acquisizione, sia digitali sia analogici».
Hot Flowing Pixel Festival / Corti d’animazione
Il 20 maggio alle 20.30 e alle 22.30 - alla Lomax di Catania si tiene la seconda edizione di Hot Flowing Pixel Festival, festival di corti d’animazione (www.hfpf2010.blogspot.com). La rassegna è stata organizzata da Raffaela Leone dell’associazione no profit Erbematte (erbematte@gmail.com), in collaborazione con Federico Lupo della Galleria Zelle di Palermo. Gli artisti selezionati non si differenziano tanto per i risultati ottenuti, tutti ragguardevoli, ma per il percorso formativo che li caratterizza e per gli obiettivi che si prefiggono di ottenere con le loro produzioni. Il festival presenta un’ampia selezione di lavori prodotti da grafici, designer, architetti, artisti, animatori un riuscito mix tra tecnici in senso stretto da una parte e artisti in senso ampio dall’altra. All’interno del festival verrà presentato il progetto d’animazione “Froggy is back” del gruppo Reibe, nato nel 2009 e formato da un gruppo di studenti del corso di laurea in Informatica di Catania e da alcuni artisti dell’Accademia delle Belle Arti, un gruppo di lavoro composto da circa venti studenti appassionati di animazione. Il primo progetto del gruppo è un cortometraggio inedito, della durata di circa sei minuti. L’Università di Catania ha guardato con interesse al progetto, riconoscendone il valore didattico e valorizzando la possibilità unica che esso offre per
La tua prima macchina? «Una Yashica FX-3. Stupenda reflex completamente manuale: credo che in ogni casa ce ne sia almeno una. È stata la macchina più diffusa della sua era perché costava poco ma poteva montare le magnifiche lenti Zeiss. Per motivi di praticità ho smesso di usarla quasi subito dopo essermi comprato una Eos 400D. Quando hai iniziato a fare foto in maniera continuativa? «Dopo aver lavorato, come fotoritoccatore e foto-montatore in un rinomato studio fotografico a Catania. Deciso che questo lavoro mi piaceva, ho preso una Eos 400D ed è da più di due anni che scatto, ormai». Che studi hai fatto? «A livello pratico e teorico sono completamente autodidatta. Mi nutro ogni giorno di immagini prese da DeviantArt e da diversi Taschen in mio possesso: non c’è niente di meglio che confrontarsi con immagini altrui per
Stefano Aliffi, in arte Red Eye
migliorare il proprio stile». Cosa fotografi in questo periodo? «Al momento sono piuttosto fermo per via della laurea che si avvicina. Sto comunque creando un mio portfolio e cerco collaborazioni con artisti di altri settori per creare progetti multimediali nel vero senso della parola». Dove possiamo vedere le tue foto? «Su http://nomorelogo.deviantart.com». Un fotografo vivo e uno morto che ti piacciono? «Tra i fotografi classici, Helmut Newton per la foto erotica, Alfred Stieglitz, non per le sue foto però, ma per la rivista Camera Work. Dei moderni, adoro i polacchi Robert Lubanski e Michal Tokarczuk, gli americani Matthew A. Cooke e Michael Helms. Infine il mio preferito in assoluto: il turco Mehmet Turgut». Se dico Blow-u up, tu rispondi... «Pulp Fiction». U i
simulare un’esperienza di lavoro dentro uno studio di produzione multimediale. Tutor universitario del progetto, o nel gergo del cinema, “produttore”, è il prof. Giovanni Gallo (gallo@dmi.unict.it), ordinario di Computer Graphics, la direzione del cortometraggio è stata assunta da Simone Iannuzzi. Indispensabile per la produzione è stato l’utilizzo di software libero e open source e in particolare del software 3D Blender. Il budget di produzione infatti è stato solo il tempo donato al progetto dai componenti del team e l’utilizzo part-time di locali e laboratori della facoltà di Scienze dell’Università di Catania. È la prima volta che a Catania un gruppo studentesco indipendente, totalmente dedicato alla Computer Grafica, realizza un cortometraggio di qualità professionale riconosciuta da esperti grafici e professionisti dell’animazione cui è stata chiesta consulenza e sono state mostrate alcune scene di anteprima. L’esperienza sarà presentata alla conferenza internazionale “Blender 2010” che si svolge in Olanda e il film verrà incluso nella rassegna di corti collegata. Gli artisti selezionati sono 27: Andreco e Moruzzi, Barbara Gurrieri Group. Brighter Planet, Dafna Axel, Damiano Stingone FATTIDARTE, David Scharf, Elena Arzuffi, Emanuele Kabu. Francesco Guttuso, Hadas Feldmann, Harriet Macdonald, Henrik Sønniksen, Jordan Harris, Lemeh42, Lorenzo Papace, Luca Matti, Luciano Maggiore, Micheal Bauer, Michael Fragstein. Paolo G. Bonfiglio, Paolo Zappalà, Rita Casdia, Robert Morgan, Sean Mullen, Silvan Feldmann, Stella Macdonald, Takuya Hosogane e Virgilio Villoresi.
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di Riccardo Marra
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ra vestiti da scimmioni dal cuore d’oro o da supereroi, ora inondati da una pioggia di coni gelato, gli Amari sono tra le band più ironiche del panorama indie-elettronico italiano. Un riferimento musicale che in realtà va un po’ stretto ai friulani. Perché, a partire dal 1997, Dariella, Pasta, Cero, Enrico ed Enrico Berto hanno più volte cambiato i propri riferimenti: hip hop, elettronica, funk, rock, synth pop, senza però perdere un marchio di fabbrica ben preciso. Il 21 maggio gli Amari arrivano ai Mercati Generali per presentare l’ultimo disco Poweri e il singolo “Italo Tourist”, brano che, di recente, è entrato a far parte di Peace: compilation di beneficenza promossa da Amnesty International che coinvolge 180 artisti di tutto il mondo. Pasta, parliamo della compilation Peace. Com’è nata la vostra partecipazione? «È stato grazie ai nostri cugini spagnoli Mendetz che hanno proposto gli Amari ai ragazzi di Buffedlibre, gli ideatori del progetto Peace assieme ad Amnesty. Da anni loro realizzano compilation in free download a tema, coinvolgendo band e produttori da tutto il mondo. È sicuramente un’operazione interessante sotto molti aspetti, ovviamente il primo è il lato umanitario, ma è anche bello sapere di far parte di una compilation
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AMARI «Noi, supereroi della leggerezza» INTERVISTA / Parla Pasta, fondatore con Dariella, della band friulana: «La nostra musica ha bisogno di stimoli cittadini e calma campagnola» così grande con gente di tutto il mondo, famosa e meno famosa». Il brano “Italo Tourist” è stato concepito proprio per Peace? «Diciamo che è stata una coincidenza. La strumentale era già pronta ai tempi del mixaggio di Poweri. Poi dopo un viaggio a Londra è nato il testo e durante uno a Berlino l’abbiamo registrato. Un po’ come ai vecchi tempi: musica componibile. Quando l’abbiamo finito, ci siamo resi conto che era perfetto per rappresentarci all’interno del progetto». È passato un anno da Poweri,
il vostro ultimo disco. Un bilancio? «Siamo rimasti stupiti da come, già alle prime date, il pubblico conoscesse già a memoria i nuovi pezzi visto che il disco è circolato nei peer to peer da almeno un mese prima. È stata una sensazione difficile da descrivere!». A proposito, in un’intervista avete individuato un termine per descrivere il vostro pubblico: “indie electro”. Vi piace o vi disturba avere un pubblico di nicchia? «È un termine che abbiamo individuato noi? Evidentemente
c’era qualcosa di sbagliato nei drink! Di nicchia o non di nicchia, è bello avere un pubblico, spesso anche molto variegato. Forse è sempre stato uno dei nostri obiettivi, sognavamo ascoltatori attenti e appassionati, non gente distratta, e quindi ci riteniamo fortunati». Il singolo “Your Kisses” è stato remixato da otto vostri amici dj (tra cui i catanesi Blatta & Inesha). Com’è nata l’idea? «Abbiamo indetto una competition attraverso un blog di San Francisco, BigStereo, e ci siamo trovati a dover selezionare 200 remix da tutto il mondo. La grande soddisfazione è stata realizzare che i migliori erano tutti italiani!». La vostra musica è cambiata più volte negli anni: dall’hip hop all’elettronica, passando per l’indie. Ma qual è il filo conduttore che unisce i vostri lavori? «Immagino che sia il feeling fra gli elementi della band e lo stile di scrittura dei testi. Tutto il resto è dettato da una serie di infinite casualità, spunti e stimoli che arrivano da romanzi, dischi, concerti, viaggi, un
INFORMA po’ come tutte le band, no? Solo che non ci piace fissarci su un genere, anzi amiamo mescolarne tanti assieme». Cos’è l’ironia per gli Amari? «È il fatto di vestirci come dei supereroi della leggerezza e poi proporre delle canzoni che parlano di vissuti e situazioni che proprio leggeri non sono. È il fatto di rendere epica ogni disdetta che abbiamo incontrato in questi 13 anni di “carriera”. Forse lo stesso nome della band è ironia: ironia della sorte». Dieci anni fa avete fondato l’etichetta Riotmaker, un progetto in buona salute nonostante il periodo nero per la discografia... «È che a pensare alla discografia ti viene il malumore, bisogna pensare alle proprie esperienze, alle persone che ti vengono a sentire e che capiscono cosa stai “dicendo”, e a tentare di far arrivare la propria musica a più gente possibile, il resto deve venire dopo». Com’è la vita di una band indipendente di provincia? Insomma non avete mai voluto rinunciare alla vostra base udinese, perché? «Perché la provincia ti dà un sacco di tempo libero per coltivare i tuoi interessi, e la nostra musica ha bisogno di stimoli cittadini e calma campagnola». Che concerto sarà quello dei Mercati Generali di Catania? «Sarà in parte una presentazione di Poweri e in parte un riassunto dei nostri vecchi album, manchiamo da tanto dalla Sicilia e ci piace riprendere il discorso da dove l’avevamo lasciato in sospeso nel 2007!». U i
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MAD IN SICILY / In quattro anni la serata clubbing è diventata un riferimento in Italia e all’estero
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Da Gershwin al Blues on the road
di Mara Guerra
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uattro anni di Mad in Sicily. I dj Blatta & Inesha e Gianluca Runza (Soda Elettrica) raccontano com’è iniziata l’avventura. «È nato tutto in maniera molto spontanea e quasi casuale - dice Runza -: semplicemente perché il party che tenevamo alla Chiave ogni venerdì sera aveva superato ogni limite di capienza, così ci siamo detti che era il caso di tentare in un posto più grande. Mercati Generali, visto che si era vicini all’estate e vista anche e soprattutto la consonanza artistica, è stata una scelta facile. Detto fatto, al primo giro subito il “botto”, con più di mille persone». «Da quel momento in poi non ci si è più fermati - dicono i dj -: un party al mese per quattro anni, salendo e scendendo dai vari treni della club music, suonando sempre robe diverse, senza mai rifiatare, senza mai due scalette preordinate e con la borsa piena ogni volta di dischi nuovi. Un rischio per qualcuno, la normalità per il nostro modo d’intendere le cose». Ma cos’è mad in Sicily? «È un party innanzitutto - spiega Gianluca Runza -: non ce n’è mai fregato niente di intestar-
ci chissà quale valore culturale, volevamo e vogliamo solo mettere su qualcosa che fosse divertente e che facesse rumore, che fosse diverso, tanto per la musica quanto per l’atmosfera e la gestione delle cose, da quello che si trovava in giro. E se all’inizio eravamo noi a cercare gli artisti, in Italia come all’estero, dopo poco è successo l’inverso: senza neanche accorgercene Mad in Sicily è diventata una delle serate di riferimento nel clubbing tanto italiano quanto estero. Perché essenzialmente abbiamo sempre puntato alla contemporaneità: vedi i Bloody Beetroots, che adesso sono vere e proprie star. Il futuro? Parafrasando Lester Bangs: “deliri, desideri e distorsioni”». U i
La calda voce di Melinda Lupo sarà la protagonista venerdì 14 maggio al Y’s Jazz Club di Catania, di “Serata Gershwin”, un progetto di brani cantati con toni che ricordano Billie Holliday ed Etta James, che si alternano a brani strumentali, articolandosi sulla raffinata struttura armonica e melodica offerta dal piano di Alberto Alibrandi e sulle improvvisazioni dei sax e del flauto di Carlo Cattano. Il 21 maggio il jazz club dell’Hotel Le Dune si trasformerà in un’arena blues per “Blues on the road”, una rassegna di concerti di musicisti blues, rock-blues, rhytm & blues, finalizzata a sostenere e rafforzare il movimento musicale. Da queste esibizioni, che il 21 maggio vedrà alternarsi sul palco i FlowerStone di Palermo e The Killing Floor di Messina, verranno scelte le band che apriranno i concerti dell’Etna InBlues Festival di Mascalucia.
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INTERVISTA / Itinerario precario è l’album d’esordio del cantante catanese prodotto da Carmen Consoli. «Nelle grandi etichette il talento va condito con il look e le manovre commerciali. Io preferisco fare la mia musica teatrale e ispirata a Tenco e a Lauzi» di Tiziana Campo i sono talenti scoperti e confezionati nei talent show. Ma ci sono ancora artisti “tradizionali”, che si esibiscono nei pub cittadini, cominciando a strimpellare cover davanti a una cerchia ristretta di spettatori; scrivendo canzoni su fogli di carta volanti; traendo ispirazione dal mondo circostante, da odori, sensazioni, personaggi; arrangiando melodie nel silenzio delle loro stanze. Fabio Abate è uno di questi. Cantautore catanese, 34 anni, è cresciuto nei pub cittadini, dove proponeva con le sue band cover dei Led Zeppelin, di Jeff Buckley e di David Bowie. «Sono partito dai localini catanesi - racconta - suonando pezzi e generi vari. Un giorno ho sentito l’esigenza di scrivere qualcosa di mio. Ho scritto la mia prima canzone almeno 10 anni fa. Più scrivevo e più diventava una sorta di “droga” e non posso più farne a meno». Quelle canzoni non sono rimaste nel cassetto. Oggi Fabio ha fatto strada. Ha aperto il tour teatrale Elettra di Carmen Consoli e ha debuttato con l’album d’esordio Itinerario precario, in uscita per la Narciso Records, etichetta fondata
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FABIO ABATE
«Sono un cantautore retrò» dalla Cantantessa. All’album hanno collaborato la stessa Consoli, il suo chitarrista Massimo Roccaforte e Puccio Castrogiovanni dei Lautari, in veste di direttori artistici. Uno dei brani dell’album, Senza farsi male, interpretato da Carmen Consoli è candidato ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, e fa parte della colonna sonora del film “L’uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi, con Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino. La commistione tra rock, musica etnica, sonorità mediterranee e popolari rende la musica di Fabio Abate, come ama definirla lui stesso “multisapore, mediterranea, teatrale, bohé-
mienne”. Perché “musica teatrale”? «Perché ci sono molti personaggi: Guapo, Maddalena, Angela, Povero Pagliaccio, tutti personaggi surreali e paradossali che, animati da un filo conduttore narrativo, rappresentano anche ognuno di noi. La mia è musica d’altri tempi, ispirata agli Anni 50, a Luigi Tenco, a Fabrizio De Andrè, a Ennio Morricone - che ho nel mio Dna - a Bruno Lauzi, a Salvatore Adamo, tutti grandissimi artisti italiani oggi un po’ snobbati. E poi traggo spunto anche da cantautori
francesi. Frequento la Francia da sette anni e trovo il talking francese un genere molto interessante. Insomma mi considero un rivisitatore della musica del passato. Spesso insieme con Carmen ci scervelliamo per trovare suoni particolari, anche antichi. Nel mio disco, accanto alla chitarra elettrica, usiamo anche il mandolino, la fisarmonica, il bouzuki. Credo che sia importante riscoprire le nostre tradizioni popolari».
Com’è stato l’incontro con Carmen Consoli? «È successo tutto per caso. Non ci siamo incontrati qui a Catania, ma a Roma. Io non la conoscevo di persona, non la frequentavo, non suonavo negli stessi locali in cui si esibiva lei. Una sera di circa sette anni fa mentre suonavo alla Chiave, per un tributo a Jeff Buckley, mi notò un amico di Carmen. Dopo sei settimane andai a Roma. La prima immagine che ho di lei è Carmen seduta a terra che sta cucendo un divano: «Accuntu manciamu e dopo vediamo», queste le prime parole che mi rivolse. In quell’occasione le feci ascoltare alcuni miei pezzi, tra cui Senza farsi male.
INFORMA «Sei ancora un po’ acerbo - mi disse - ma hai talento e cose nuove da dire». Ormai siamo diventati una squadra: collaboriamo insieme, io, Carmen, i Lautari, Alfio Antico, senza competizione ma solo con fratellanza, aiuto e scambio». E poi Carmen ha deciso di produrre il tuo album... «Quando ho cominciato a lavorare con Carmen, mi è arrivata la proposta di un contratto discografico con la Warner. L’ho valutata, ma poi ho optato per la Narciso Records: meglio lavorare con una piccola etichetta indipendente piuttosto che inserirsi in grandi realtà discografiche in cui la musica non è solo musica, ma viene condita dall’immagine del cantante, dal suo look, da un bel taglio di capelli, da manovre commerciali. Non a caso, addetti ai lavori mi hanno detto che ho un look un po’ troppo retrò che dovrei modificare per avere più “presa”. Preferisco fare musica nel senso puro del termine, piuttosto che apparire ovunque per poi essere dimenticato una volta “spremuta” la mia popolarità. Meglio lavorare dal basso, creandosi un proprio pubblico, magari ridotto numericamente,
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rispetto a quello che ci si accattiverebbe con buone manovre commerciali, ma sicuramente più vero». Come sta andando il tuo album d’esordio? «Direi benissimo. Anche nei concerti di Carmen ho ricevuto ottimi riscontri. Da Scenario Pubblico mi sono esibito da solo per la prima volta e sono molto soddisfatto. Tanta gente è dovuta rimanere fuori per mancanza di posti. È bellissimo fare musica così, un po’ intima, con pochi spettatori. Si sente un calore “vivo”». Come giudichi l'attuale panorama musicale catanese? «C’è ancora fermento, come quando negli Anni 90 cantanti, come Carmen, si esibivano alla Cartiera o al Taxy driver. Adesso però affermarsi è diventato
time out molto più difficile. Se prima bastava un Virlinzi (Francesco ndr) che seguiva e curava gli artisti catanesi, ormai non è rimasto più nessuno. Io ho fatto più di 300 concerti a Catania e l’unico che mi ha notato è stato un amico di Carmen che si trovava là solo per passare una serata con gli amici. Tutti i discografici dovrebbero curare e portare avanti talenti per il gusto di fare la musica». Il complimento più bello che ti hanno fatto sul tuo primo album? «Molti mi hanno detto che, ascoltando Itinerario Precario, sentono una cosa diversa. Per me è un bel complimento perché significa che il mio intento di fare una musica, lontana da quella commerciale, riscoprendo e rivisitando la vecchia canzone italiana è riuscito». Cos’hai in cantiere? «Farò ancora qualche show case, porterò avanti progetti con Carmen e a settembre sarò al Premio “Bruno Lauzi” a Capri. Per il resto sono qui a fare e ad aspettare sempre cose nuove. Non mi aspetto di diventare una star, voglio solo fare musica e farla per un pubblico che realmente mi apprezza». U i
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Matt Elliot e Baby Dee all’Etcetera Festival L’Etcetera Festival, rassegna itinerante e poliedrica, nel mese di maggio propone due eventi musicali. Il 12, al Piccolo Teatro di Catania, si esibirà l’inglese Matt Elliot (nella foto), fondatore dei Third Eye Foundation, gruppo sperimentale emblematico della scena elettronica degli Anni 90. Sabato 22 maggio, appuntamento alle 10.30 da Scenario Pubblico con la performer di Cleveland Baby Dee. Una cantante dalle indubbie doti vocali, dal talento multiforme, che ha lavorato con Antony and the Johnsons, con i Sex Pistols e diversi altri artisti della scena newyorkese. Come solista gira il mondo e ha all’attivo sette album.
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time out MERCATI GENERALI / Il 1° giugno, la stravagante star inglese proporrà il suo imprevedibile djset
Camaleontico
Boy George
di Riccardo Marra
Q
uando due anni fa il Sun lo pizzicò in un mercatino di Londra che vendeva t-shirt a 10 sterline l’una, Boy George non batté ciglio. «Oggi è andata bene - disse, con la sua solita flemma - devo fare la bancarella il venerdì per avere il posto la domenica». È la follia che porta uno dei personaggi più influenti del pop britannico a diventare venditore ambulante? No, è la sua natura, imprevedibile. Quella di George Alan O’Dowd, al secolo Boy George. Un’icona che il pubblico catanese scoprirà l’1 giugno ai Mercati Generali. In quell’occasione si mostrerà nelle sue sembianze da dj, veste che lo vede tra i più talentuosi e stravaganti della scena dance in Europa. «Cerco di essere sempre molto moderno - ha detto parlando della sua attività di disk jockey -, personalmente preferisco la musica house di qualche anno fa, i classici. Ogni volta, però, devo capire il pubblico che ho davanti e fare in modo che sia contento. Diciamo che suono party music!». Se si dovesse trovare un termine che tratteggi bene il profilo di questo stranissimo musicista londinese, classe 1961, sarebbe “camaleontismo”. George, lungo tutti gli Anni 80, ha contribuito a confondere le acque della musica pop, spostando l’attenzione sui club culturali. I suoi concerti assomigliavano a vernissage d’arte o a sfilate di moda. Non è un caso che il suo gruppo più famoso, appunto i Culture Club, fosse snob, sofisticati, eccentrici e facesse il make-up al rock con il soul e poi con la new wave. Boy George era la regina della scena, con i suoi travestimenti di ispirazione glam e i suoi atteggiamenti scabrosi. Fece outing più volte, ma poi si smentì. Dichiarò ora la sua omosessualità, ora di preferire essere definito bisessuale, “ma mai travestito”. In tempi più recenti
ha detto di considerarsi semplicemente “un uomo confuso e non tanto appassionato al sesso”. Ma sesso e droga sono stati la sua rovina. Di episodi clamorosi che lo riguardavano i tabloid inglesi ne hanno riportati a decine, e anche le aule di tribunale ormai hanno imparato a conoscerlo. Boy George è un “doppio”: da un lato la sua tribolata vicenda personale, dall’altro la sua carriera frantumata musicalmente come fosse filtrata da un caleidoscopio. Scandaloso nella sua condotta privata, quasi timido nel suo brano più famoso “Do you really want to hurt me?”. Lo descrive bene il concetto di “gemello”, ripreso tra l’altro in uno dei suoi ultimi progetti: “The Twin”. Perché George non sembra mai la stessa persona. È dj, fotografo, starlette, produttore. Ha inventato progetti musicali come Angela Dust (chiaro riferimento alla polvere d’angelo, la cocaina), Jesus Loves You (viaggi techno-house), ha fondato l’etichetta indie More Protein, ha scritto per le colonne del Daily Express, speakerato per la Galaxy Radio Network, scritto due autobiografie e pubblicato un libro di ricette. Insomma è stato lui e l’altro. Due facce, due gemelli separati al nascere. E allora certo è che di lui se ne possono raccontare a valanghe, ma di sicuro è un personaggio che davvero non può lasciare indifferenti. U i
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U NIVERSIT CATANIA FOLK FESTIVAL / Fino al 6 giugno alla Lomax un mix di musiche tradizionali
Una carellata di “musiche insolitamente tradizionali” nella rassegna “Catania Folk Festival” in programma fino al 6 giugno all’Associazione Culturale Alan Lomax. Dopo l’inaugurazione del 7 maggio con Mario Incudine, la rassegna prosegue proponendo una selezione del migliore folk contemporaneo in Sicilia e oltre e accostando concerti di grandi interpreti, già molto noti a livello nazionale e internazionale, ad altri progetti siciliani più giovani ma di altrettanto talento. Inoltre, sono in programma le intersezioni internazionali degli austriaci Hotel Palindrone (il 14 maggio al Castello Ursino in collaborazione con la rassegna Classica & Dintorni di Darshan) e dei poliglotti Honeybird & the Birdies (22 maggio), geniale trio italo-americano di stanza a Roma, protagonista di una curiosa sperimentazione tropicalista. Ad arricchire il programma della rassegna anche due laboratori musicali su scacciapensieri (Albin Paulus, il 15 e 16 maggio) e tamburi a cornice (Alfio Antico, il 5 e 6 giugno) e una grande festa conclusiva il 6 giugno, dal titolo “That’s all Folk!!!” (Festa a ballu con pizziche, tammuriate, balletti e tarantelle), con la partecipazione di Alfio Antico e gli allievi del laboratorio. Il festival è organizzato dalla Lomax in collaborazione con MoMu - Mondo di Musica, Darshan, a-catania.it, Lapis, AreaSud, e con il patrocinio della Regione Siciliana. Questi gli altri appuntamenti in programma: il 15 maggio Peppe Voltarelli (Cosenza); il 21 maggio, Farragonìa (Sicilia/Calabria/Grecia); 28 maggio, Ciaudà (Catania); 4 giugno, LassatilAbballari (Palermo). Informazioni: alanlomaxct@gmail.com, 0952862812, www.alanlomaxct.blogspot.com.
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PDTTD / Non amano tanto parlare del gruppo, ma della loro musica sì. Adorano suonare dal vivo, ma nei pub no. Per adesso hanno un pallino fisso, il nuovo Ep: “Feel The Monkey for one Day”
Sei brani in cerca di pubblico di Irene Alì o trovo sul tavolo in redazione e penso: “Simpatica la cover di questo disco”; metto le cuffie e dico: “Ora lo ascolto”; cerco su Internet e faccio: “Ora vediamo chi sono”… e siccome su Myspace non trovo niente su di loro, a parte poche righe di biografia in inglese, mi decido: “Ora li chiamo e scrivo un pezzo”... Se gli chiedi che musica fanno, ti rispondono che sono partiti dal grunge e poi hanno subito varie influenze, «dark, riferimenti noise wave e punk rock, diciamo alternative, poco pop (indie? No, per carità! E poi in fondo, ma che vuol dire “indie”?)», ma che alla fine forse... «La verità? A noi piace fare musica, ma ci sembra complicato (e anche un po’ riduttivo) trovare un genere a tutti i costi, che poi è forse più un’esigenza di chi deve riporre i dischi in un cassetto... Insomma noi abbiamo un’anima rock, l’unica che ci interessa mantenere». Se gli chiedi da dove vengono, ti dicono che non importa, perché loro non vorrebbero essere incasellati per forza in una “realtà di provenienza”. Se gli chiedi di che parlano i loro testi, ti rispondono “di cazzate”. «Non scriviamo testi impegnati, non facciamo critica sociale, non solleviamo problemi politici, non parliamo del disagio giovanile. Certo guardiamo il mondo che ci circonda, ma raccontiamo la nostra quotidianità, magari scriviamo di come ci siamo sputtanati per una ragazza, di quel fighetto incontrato in giro e che ci sta sulle palle. I testi ci servono solo come “strumento”, ma è “fare musica” il nostro unico interesse». Se gli chiedi quand’è il loro prossimo concerto, ti rispondono che magari, forse, meglio, insomma... preferirebbero non suonare nei pub... Almeno in quelli che per ingaggiarti ti chiedono “Sì, ma voi quanta gente portate?”. «Scusa, mica veniamo per fare una festa!». No, a loro piace di più suonare
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alle manifestazioni musicali, dove la gente va perché gli interessa ascoltare le novità: «Non siamo una cover band che può proporre pure 30 pezzi, selezionati magari fra quelli più pop... ci piacerebbe che la gente ci “scegliesse” per la nostra proposta musicale». Se gli chiedi che faccia hanno, ti dicono: «Ti mandiamo una foto». Sì, ma tanto le facce non si riconoscono! Ma se gli chiedi di che cosa vogliono parlare... beh, del loro primo Ep: Feel The Monkey For One Day, sei brani in uscita tra un paio di settimane per la SK Studio. Ti dicono che i loro brani si possono ascoltare per ora su MySpace. Il loro è in effetti uno spazio molto essenziale, una breve scheda biografica del gruppo, la cover dell’Ep, qualche foto di concerti dal vivo, la demo dei brani e... pochi “amici nella top list”: «Per noi quello dello Space è un filtro, non andiamo a caccia di “contatti”, che te ne fai di 14.633 amici che poi non ascoltano una nota? Speriamo piuttosto che quelli che arrivano “spontaneamente”, lo facciano non tanto per la curiosità di sapere di più
del nostro gruppo, quanto per interesse nei confronti dei nostri brani. La nostra generazione, grazie a Internet ha una possibilità in più, ma - ammettono - è difficile lo stesso farsi conoscere. Manderemo il disco in giro e speriamo che piaccia, di certo suoneremo ovunque ci inviteranno. A noi basta vitto e alloggio (!)». Ti dicono che di brani ne hanno tanti in cantiere da poter programmare già il secondo Ep e, perché no, anche un intero cd («ma prima vediamo come va questo progetto»). Certo, il disco è quello su cui puntano adesso, anche se ammettono: «Un disco non rende mai le atmosfere che si creano dal vivo, ma abbiamo cercato di lavorare al meglio, proporzionalmente con le nostre energie e possibilità». Già, adorano suonare dal vivo e verificare se la gente, pur non conoscendoli, comincia ad apprezzarli: «È il riscontro del pubblico che ci interessa, per noi è bellissimo vedere quando la gente comincia a ballare, a battere le mani e a muovere la testa. È quello il primo segnale: la testa che segue il ritmo». Ti dicono che quello che sinte-
tizza un po’ il loro genere è «un’esplosione di chitarre stridule che ricorda il grunge Anni 90», come nel brano Blackout, in Mental Disorder oppure in The Game (di questo brano uscirà peraltro anche un video realizzato interamente da Maurizio Cannata, www.myspace.com/mauintheframe); alcuni brani poi hanno spesso un’atmosfera cupa, un’ambientazione dark, come in Me and Myself, costruita letteralmente “per immagini” oppure ti raccontano di personaggi un po’ squallidi come il protagonista del brano Little Pig. Certo non manca un po’ di leggerezza, come in Summer Heat: «È forse il nostro brano più “pop” - anche se a noi il pop scadente, troppo commerciale, diciamo un po’ troppo “piacione”... ci fa schifo. E infatti la canzone è nata proprio perché noi un brano “pop” in quel senso lì non lo volevamo scrivere. Così cantando insulto i miei compagni per avermi costretto a farlo, a scrivere un pezzo di merda… se lo facessero da soli la prossima volta!». Se gli chiedi come si chiamano ti dicono: «Please don’t Touch the Drummer...!». Scusate, ma perché? «Non trovavamo mai il batterista giusto, e ora che lo abbiamo trovato... non toccateccelo, please!». U i
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l nome ha un che di psichedelico, infatti Paolo Broccoli uno dei membri fondatori ci racconta che «da ragazzini io e Maurizio suonavamo già insieme in un gruppo garage/punk e io e l’altro chitarrista eravamo letteralmente fissati con la musica underground dell’epoca. Tiravamo fuori continuamente dei nomi strampalatissimi. Maurizio dopo un pò si rompeva e diceva: “Ma li conoscete gli Orange Beach da Gotham City?”. Diventò quasi un tormentone per tutte le situazioni un pò “strane”.Quando abbiamo deciso di formare il gruppo ci è parso un nome azzeccato, ol-
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Il nostro made in Italy musicale alza la testa!
di Rocco Rossitto
suonavano completamente stravolti. Altre volte improvvisiamo su un giro di basso di Agostino o Maurizio (che suona diversi strumenti), o altre ancora scherzando tra noi salta fuori qualche strana storia che “sceneggiamo” in musica, tipo “Quoque tu Bmw?”. Per noi spesso la parte più stimolante è il titolo». Campate di musica o fate altro nella vita, e cosa? «Facciamo altro anche se suoniamo praticamente ogni settimana: Agostino è un insegnante di lingue, Maurizio geometra, io sono un libero professionista». Ipod o stereo? «Lo stereo suona decisamente meglio, ma l’ipod e simili sono comodissimi e puoi portarti in giro un’intera fonoteca». Il genere che proprio non riuscite ad ascoltare? «La cosiddetta musica “leggera” alla Sanremo per capirci o i cloni di altre band straniere». Il vostro myspace? «www.myspace.com/theorangebeach». U i
The Orange Beach scanzonati e ironici tretutto scanzonato ed ironico come la nostra musica». Chi siete e quale strumento suonate? «Paolo Broccoli: chitarra; Agostino Pagliaro: basso e voce; Maurizio Conte: batteria e percussioni». Età media? «32 anni». Da quanto suonate insieme? «Siamo amici da anni ed abbiamo suonato in vari gruppi insieme. Come The Ob dal
2005». Quanti dischi all’attivo? «”Fuzz You!” È uscito a gennaio per la Second Shimmy». Quanta gente al primo concerto e dove? «Il primo concerto in assoluto è stato in un centro sociale a Sessa Aurunca nel ‘92 o nel ‘93 e aprimmo per Assalti Frontali/Brutopop; gente ce n’era, ma non saprei dirti con precisione. Con The Orange Beach nel 2005 in una taver-
na a Gaeta, davanti a 60/70 persone». Come nascono le vostre canzoni: chi scrive i testi e chi la musica? «Non c’è molto metodo nel nostro modo di comporre, avviene tutto abbastanza caoticamente. A volte è capitato che portassi dei brani che secondo me erano già finiti e invece dopo le prove
✎ Teatro Metropolitan / Da Rita Marcotulli alle sonorità di John Mc Laughlin L a poetica dell’innocenza, dell’infanzia, della solitudine e della malinconia. I temi della filmografia di François Truffaut hanno ispirato Rita Marcotulli per il suo “Woman Next Door”, proposto da Catania Jazz al Teatro Metropolitan il 13 maggio. Un omaggio al grande regista francese che ha sempre mostrato una genialità che fa perno sulla fragilità dei personaggi, sul loro infinito desiderio di amore e libertà. Per la realizzazione del concerto Rita Marcotulli, pianista romana dalla carriera travolgente, si avvale del talento, della versatilità e dell’energia di Javier Girotto, con il quale da sempre vive una profonda sintonia artistica e umana.
Il 21 maggio arriva un vero guru della chitarra, considerato tra i maggiori chitarristi viventi, che ha suonato anche con Miles Davis: John Mc Laughlin (nella foto), musicista che ha attraversato con grande disinvoltura quattro decadi di
musica, aprendo lo stile jazz alle musiche orientali, inventando uno stile fusion che ha cambiato la storia della musica con formazioni come la Mahavishnu Orchestra o la World music Shakti. Al Teatro Metropolitan presenterà il suo nuovo progetto “The 4th dimension” e il nuovo album “To The One” che riflette ancora una volta il profondo impatto che ha avuto su di lui e sulla sua ricerca spiritual-musicale la coltraniana “A Love Supreme”. Il gruppo “4th Dimension” è il risultato di molti anni di collaborazione fra musicisti di tradizione, orizzonti e culture diverse. La musica di questo gruppo integra con brio queste influenze particolari, nella tradizionale spontaneità del jazz.
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SOUNDMACHINE / Da un anno è uscito il loro primo lavoro ufficiale, l’Ep “Want to be free?”: un mix tra influenze metal, melodia e intensità dei testi in italiano. Il loro sogno? Diventare la «colonna sonora della vita di chi li ascolta»
La libertà del cambiamento di Benedetta Motta
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rintosi, melodici, potenti: così si definiscono i Soundmachine. Sono Gianluca Montagna, la voce della band, accompagnato da Graziano Bonaccorsi alla chitarra, Danilo Montagnino al basso e dalla freschissima new entry Valerio Pellegrino alla batteria. Nella loro musica c’è un mix di ingredienti: post-grunge con influenze che spaziano dall’hard rock agli Anni 70 al southern rock, fino all’energia dei mitici ‘90. E nel loro recente lavoro, l’Ep “Want to be free?” un concentrato di quello che vogliono essere: la potenza delle influenze metal, la melodia e l’intensità dei testi in italiano, la rabbia e la voglia di lottare, la positività del cambiamento… e tutte le loro influenze musicali. Il loro più grande sogno? Diventare la colonna sonora della vita del loro pubblico. Quando si è concretizzata l’idea di fare musica insieme? «La band è nata da un’idea di Graziano nel 2003, ma l’assetto stabile è stato raggiunto poco più di tre anni fa, quando è stato prodotto il primo demo “Promo 2006” con i brani Deep Inside e Segui me. Dopo anni di gavetta, festival e manifestazioni di piazza, le prime recensioni positive sono arrivate insieme alle interviste in radio, partecipazioni tv e qualche premio vinto». Da quando siete nati come band, la figura del batterista è
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LA CHIAVE / Si balla tutto il mese
Tutti i lunedì sera appuntamento a La Chiave con Radio Rocketta, un ciclo di appuntamenti con selezioni musicali d’ascolto che spaziano dall’indie-pop all’indie-rock, passando per l’alt country ed il folk, che conciliano vecchie e nuove proposte (come Fleet Foxes, Peter Bjorn & John, Andrew Bird, Angus & Julia Stone) dal panorama “indie” internazionale con richiami alle band del circuito Rocketta. Un dj set d’ascolto gradevole e ricercato allo stesso tempo, ma sempre di facile fruizione. Alla consolle, ovviamente, Paolo Mei (nella foto). Il 16 maggio il locale etneo ospiterà “In Food we trust” djset con Gokiburi, Ziino e Judo Boy, a partire dalle 19,30.
stata ballerina… non avete avuto tanta fortuna? «In effetti, diversi batteristi hanno fatto parte della nostra formazione, dallo storico Antonio Calandra (oggi Psychocean) ad Antonio Marino (Lotustore, Gill&Co), poi Andrea Battiato (14th Snap). Da poco è arrivato nella nostra famiglia il diciassettenne prodigio Valerio, che si è subito integrato con il resto del gruppo. Questo ragazzo ha rock da vendere!». Qual è stato il successo più grande che avete raggiunto ad oggi? «Il 2009 è stato l’anno del primo lavoro ufficiale, ovvero l’Ep “Want to be free?” con quattro brani inediti, ancora oggi in promozione attraverso i live». Spiegateci meglio cos’è un Ep. «È un piccolo lavoro autoconclusivo che però non ha la lunghezza di un album completo. Il nostro contiene quattro brani per quasi 20 minuti di musica… mica male, no?». Il titolo “ Want to be free?” è una domanda o un invito? «È una domanda che invita al cambiamento. Nella vita ci so-
no cose molto più importanti del denaro e dei beni materiali! Siate liberi da voi stessi, voi potete e avete tutti i mezzi per farlo. Le prigioni più grandi non sono quelle fisiche!». Che riscontro sta avendo questo disco? «Ottimo, davvero. Anche se non abbiamo avuto tante possibilità di portarlo in giro. Ma finora solo commenti positivi, anche per merito di Graziano Manuele che si è occupato di registrazioni e mixaggio». Dove è possibile ascoltarlo? «Non abbiamo ancora una distribuzione, quindi per avere in mano il nostro Ep basta contattarci su uno dei nostri spazi: www.myspace.com/soundmachine1; www.facebook.com/soundmachine1; soundmachine1@gmail.com e ci occuperemo di farvelo recapitare. Oppure venite il 15 maggio al Chakra Lounge dove suoneremo i nostri pezzi e avrete l’occasione di acquistarlo direttamente al locale». Progetti in vista dell’animata stagione estiva catanese? «Al momento stiamo già componendo nuovi brani per un futuro cd, contiamo di continuare ad esibirci live nella nostra città ma, nel frattempo, ci stiamo organizzando anche per uscire dalla nostra terra e portare un po’ di sana distorsione di chitarra fuori dai confini siculi...». Il vostro habitat naturale? «Seattle?! Eh… chissà se un giorno ci vedrete su Rockhard!». U i
time out «Il mio rock è un po’ electro» INFORMA
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di Rocco Rossitto
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enato Mancini aka Judoboy lo si sente sempre più di frequente nei posti dove il rock non lo si ascolta solamente, ma lo si balla anche. Perché Judoboy? «Mi chiamo Judoboy perché non sono un dj, cito Dj Gruff: “Judo Boy su di noi, Pupo s’è messo in testa che è un dj”, fare il Dj è altra cosa e ci sono esempi autorevolissimi, io metto musica e basta, tra l’altro - per dirla genericamente - è “rock-unpo’-electro” e mettere “rock” è molto più semplice che passare elettronica. Ogni tanto passo elettronica, ma sempre al confine con il rock. Metto musica (e non “suono”)
grafico e - come mi rimproverano di essere quando non rispondo al telefono (che in realtà non sento mai) - consulente».
“Budapest” - Poni Hoax, “Fafa-fa” - Datarock, “Tear you apart” - She wants revenge, “Wolf like me” - TV on the Radio, “Gravity’s rainbow” Soulwax remix, “Meet Sue, be she” - Miss Kittin». Che ascolti oltre a quello che passi? «Quello che metto nei miei due blog: “miniradiojudobox.blogspot.com” che è quello mio personale e “dotwaves.blogspot.com” che è quello più magazine. Poi tutti gli sconosciuti che propone la rete. Ascolto con molto interesse la dubstep, ma anche classica, elettronica, sperimentale... musical. Facevo prima a dirti quello che non ascolto: il reggae. Non ci posso fare nulla». Una traccia per il mattino, una per la sera e una per la notte. «Sempre troppo poche: la mu-
CLUBBING & DJ / Renato Mancini, conosciuto come Judoboy, ha un passato da compositore. Oggi in consolle dice: «Non sono un dj, metto solo musica» perché ho sempre un sacco di musica nuova e troppo poco denaro. Da un paio d’anni la cosa mi riesce bene. Puoi trovarmi che metto musica in occasione di un aperitivo così come per una serata». Catanese d’adozione, o nativo? «Non sono Catanese per 2km, la distanza dalla casa in cui sono cresciuto alla prima periferia di Catania, ma non ho mai frequentato il paese (San Giovanni la Punta), dove praticamente non conosco nessuno, se non quelli del mio quartiere (quelli rimasti). Il mio vissuto appartiene a Catania. E a Milo, ma questa è un’altra vita. Ho vissuto fuori Catania per poco più di sette anni. E questa è veramente un’altra vita. Sono tornato a Catania 4 anni fa e vivo alla Civita». Che fai nella vita? «Lavoro per un’agenzia di comunicazione integrata e knowledge management, sono
Chi viene ad una tua serata che ascolta? «Si presume che ascolti indietronica, electrowave, qualche pillola di dancepunk ed elettronica o rock fresco di stampa, ma il più delle volte mi viene chiesto “come devo cercare se voglio canzoni di questo genere?” Insomma danzatori e danzatrici inconsapevoli». Oltre a suonare, produci? «Una volta potevo dirmi compositore, scrivevo molta musica e cantavo. Ora la cosa si è ridotta considerevolmente, lavoro tantissimo. Ho molta musica nel cassetto e ancora ne sforno, benché siano l’abbozzo di idee. Soprattutto, mi mancano i testi. Sempre mi riprometto di riprendere, una promessa che fortunatamente posso infrangere, perché riguarda solo me». C’è una traccia che suoni sempre? Più d’una: “In fact you’re just a fiction” - Robocop Kraus,
sica è cosa vastissima! Non posso essere più selettivo di così: “Peaches in regalia” Frank Zappa alle 7 e “Sever” Karate alle 11 e 30; “Bandiera Bianca” - Franco Battiato nel primo pomeriggio e nel tardo pomeriggio “Violent life” - Blonde Redhead se piove e, se c’è ancora luce e sono uscito da lavoro contento, “Red light” - Delphic; “So tired” - Fugazi prima di addormentarmi o “Like spinning plates” - Radiohead quando sono l’ultimo ad andare a dormire». Il tuo myspace? «http://www.myspace.com/judoboy.mancini» Hai mai messo dischi fuori la Sicilia? «Raramente e solo perché mi trovavo a passare di lì. Pare, però, che tra la fine di quest’anno e l’anno prossimo le trasferte saranno meno casuali». U i
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Solidarietà “Rosso Cuore”
Saranno quattro giorni di divertimento e cultura coniugati alla solidarietà. Torna dal 3 al 6 giugno alla Terrazza Ulisse “Rosso Cuore” l’evento organizzato da Marisa Virlinzi, Giulia Virlizi, Saveria Grosso, Nicoletta Accardi, Oreste Virlinzi, Angelo Pellicanò, Salvo Lo Giudice, Marco Mazza, Piero Maenza e Giuseppe L’Episcopo, con il patrocinio della Regione Siciliana. Si tratta dell’ormai consueto appuntamento con la solidarietà. Quest’anno il ricavato delle serate sarà interamente donato alla Croce Rossa Internazionale e alla Mezza Luna Rossa (ovvero la Croce Rossa che opera nei paesi islamici) per un progetto che riguarderà i giovani. Si parte giovedì 3 giugno alle ore 18 con la sfilata delle crocerossine e l’alzabandiera dell’Esercito, cui seguirà l’inaugurazione della mostra di Antonino Sedi, fotografo andaluso che immortala i tori, ma mai dentro le corride. La serata si concluderà con il concerto del Trio Jazz catanese. Venerdì 4 i comuni dei paesi pedemontani esporranno i programmi dei servizi sociali e turistici e, a sera, si terrà il concerto dell’Orchestra Giovanile Bellini. Durante la serata saranno consegnati i premi “Rosso Cuore”, realizzati dal gioielliere Massimo Izzo. Sabato (5 giugno) è previsto un importante djset durante il quale saranno promosse due campagne di sensibilizzazione: una sugli effetti dell’alcol e una sull’educazione sessuale. Domenica mattina, infine, si conclude con i bambini: per loro sono previste attività ludiche con giochi e animazione, fino alle ore 12.
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on il nuovo smartphone Hd2, la Htc introduce un terminale dotato di una innovativa interfaccia, denominata Htc Sense, progettata per rendere l’uso del telefono e l’interazione con le varie applicazioni più semplice e personalizzata. Hd2 è un Windows Phone che utilizza l’ultima versione aggiornata del sistema operativo Microsoft dedicato ai dispositivi mobili, ovvero Windows Mobile 6.5. Come tutti i Windows Phone, Htc Hd2 offre potenti risorse di messaggistica, navigazione e produttività: il sistema di posta elettronica è completo di sincronizzazione con Microsoft Exchange, e permette di gestire numerosi account. Microsoft My Phone consente inoltre di sincronizzare e creare automaticamente backup di foto, musica, contatti e messaggi di testo dall’Hd2 a uno spazio Web dedicato, in modo gratuito. Hd2, inoltre, impiega uno schermo touchscreen capacitivo da ben 4,3 pollici. Oltre a offrire un’ottima esperienza touch, lo schermo è caratterizzato da una qualità molto elevata, che permette di apprezzare meglio tutti i contenuti grazie a una visualizzazione più definita, brillante e dettagliata, quindi anche di essere utilizzato come riproduttore multimediale tascabile per la visione di film e telefilm. Il nuovo smartphone Htc sfrutta l’ultima evoluzione del processore Snapdragon da 1 GHz, la più potente Cpu mai realizzata per i dispositivi tascabili: l’elevatissima potenza di calcolo consente di migliorare la velocità di applicazioni, video, giochi e molte altre applicazioni. U i
Giuseppe Mendolia Calella si è laureato in Arti visive e discipline dello spettacolo con indirizzo scenografia, il 28 Settembre 2009, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, discutendo una tesi su “Tecnica e linguaggio espressivo del teatro di figura” .
Il nuovo terminale Hd2 di casa Htc è stato progettato con lo scopo di rendere l’uso del telefono e l’interazione con le varie applicazioni più semplice e personalizzato Il sistema operativo è aggiornato a Windows Mobile 6.5
Un gioiello chiamato
SMARTPHONE
Htc Desire consente di gestire facilmente notizie, amici, foto, luoghi preferiti e quant'altro è importante su un telefono cellulare. Con uno dei display più avanzati disponibile su un telefono oggi, Desire Htc utilizza uno schermo da 3,7 pollici Amoled Wvga, ottimale per migliorare e ottimizzare i contenuti, che si tratti di immagini e video, navigazione Web o il controllo sugli aggiornamenti dello stato degli amici sui social network. Lo smartphone integra una fotocamera da 5 megapixel con flash Led e utilizza sistema operativo Android 2.1; il processore è lo Snapdragon da 1 GHz. Htc Desire supporta Adobe Flash 10,1. Come il Legend, include anche un joystick ottico.
Htc Legend vanta un design unico, con una superficie liscia lavorata da un unico blocco di alluminio, con un case molto compatto. Impiega un display da 3,2 pollici tipo Amoled Hvga, in grado di offrire una visualizzazione impeccabile. Un joystick ottico opera come una trackball, ed è circondato da un pulsante sottile che migliora l’usabilità senza deturparne il design. Il processore interno è un Qualcomm Msm7227 a 600 MHz. Il sistema operativo è Android 2.1, con una versione rinnovata di Htc Sense. La nuova interfaccia è basata su un sistema a widget più flessibile, con una nuova vista che mostra sette riquadri di homescreen. Htc ha integrato anche l’applicazione Friend Stream, che consente di vedere aggiornamenti di Facebook, Twitter e Flickr da un unico feed. La trackball dell’Hero è stata sostituita da un joystick ottico. Tra le altre specifiche, il Wi-Fi b/g, Bluetooth, una fotocamera da 5 megapixel con flash Led e una porta micro Usb.
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U NIVERSIT
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webbing
reading
di Rocco Rossitto
di Tiziana Lo Porto
✎ Blognation, il blog lo fai tu
La directory dei blog
http://www.blognation.it
http://www.blogitalia.it
Blognation è la nuova creatura di Gianluca Neri, già papà di macchianera.net e prima ancora del glorioso Clarence. Qui, mette subito “nero su bianco” una cosa: “Non è un giornale. Non è un blog. È una cosa che prima non c'era. E la stai scrivendo tu insieme a noi”. Dunque? È un aggregatore, ma non proprio come gli altri. Buona visione.
Su BlogItalia si trovano tantissimi blog divisi per categorie tematiche o posizioni geografiche. È una delle prime directory italiane di blog a mettere un po’ di ordine nella selva dei diari on line. A realizzarla il palermitano Tony Siino.
Raccontate il vostro “Paese sostenibile” In palio c’è un MacBook Notizie e commenti d’autore
www.ustation.it
http://www.ilpost.it
Ustation.it ha lanciato un nuovo contest nell’ambito dell’iniziativa Ustation Challenge. Il titolo del contest è “Un Paese sostenibile”. Sono ammessi video, audio e foto che raccontino come l’Italia, la propria città, la tua vita diventano più sostenibili grazie alle nuove tecnologie, a progetti innovativi e alla fantasia. Scadenza per uploadare i propri contenuti, il 16 maggio 2010.
IlPost di Luca Sofri invece è più quotidiano che aggregatore, anche se comunque non disdegna la pratica, anzi... Dunque notizie e tanti commenti. I blog portano firme interessanti come quella di Giovanni Floris, Scalfarotto, Filippo Facci e altri ancora tra cui pure Luca Sofri, il cui blog porta il nome Wittgenstein
Che bello risentire Peppino Impastato
Prosegue la pubblicazione di Onda Pazza, programma radio di Peppino Impastato in onda negli anni Settanta su Radio Aut, avviata già da un paio d’anni dalla casa editrice Stampa Alternativa in collaborazione con l’Associazione Peppino Impastato-Casa Memoria, Giovanni Impastato, gli amici di Peppino e il Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo. Si chiama Onda Pazza 2 (Stampa Alternativa, 94 pagine + cd audio, 15 euro) questo secondo cofanetto che raccoglie in un libro e in un cd audio sette puntate inedite del programma. Si va da Consiglio comunale a Mafiopoli e Farotta del 18 febbraio 1978 a Progetto di modernizzazione del 28 aprile dello stesso anno, passando per altre cinque drammatiche storie di abusi di potere e poveri cristi. Il tutto dalla viva, eroica voce di Peppino Impastato Peppino Impastato Onda Pazza 2 Stampa Alternativa pp. 94 (+ cd audio), euro 15
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Gigi Meroni, genio ribelle a fumetti
È un tributo a uno dei calciatori più eccentrici di ogni tempo il volume a fumetti “Gigi Meroni. Il ribelle granata” (BeccoGiallo, 144 pagine, 18 euro), scritto e disegnato da Marco Peroni e Riccardo Cecchetti. Nel libro vita e imprese calcistiche di Luigi Meroni, ala del Torino e della nazionale anni Sessanta, scomparso giovanissimo (aveva solo ventiquattro anni) nel 1967, travolto da un’auto mentre attraversava una strada di Torino. Bellissimi i disegni che, alternati a pagine di solo testo, ricostruiscono a mo’ di diario una sorta di biografia a ritroso che dal 1967 risale fino all’infanzia di Meroni, con una tappa finale e visionaria a quel 1949 che vide il Grande Torino schiantarsi a Superga. Belle anche le appendici, che includono un “dietro le quinte” del fumetto, ulteriori tavole, e un’utile cronistoria. Marco Peroni e Riccardo Cecchetti Gigi Meroni. Il ribelle granata BeccoGiallo pp. 144, euro 18
INFORMA
listening di Rocco Rossitto
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VARIOUS ARTISTS / Next Stop.Soweto Vol. 2
Il primo c’era piaciuto un sacco. Il secondo capitolo pure. Sarà che l’Africa strega, e scotta. Come il materiale che la Strut sta raccogliendo e pubblicando. Spesso cose sconosciute: roba funk, r&b e psichedelica tra il 1969 e il 1976. 22 tracce piene zeppe di groove e stile, di sonorità che si impastano alla terra e alla sua gente.
JUAN MACLEAN / Dj Kiks Chi è Juan MacLean? Così non dice nulla, ma se al suo nome associamo quello della newyorkese Dfa Records qualcosa dovrebbe iniziare a frullare per la testa. Quindi? Qui lo troviamo come compilatore della serie Dj-K Kiks con tante tracce interessanti, ma meno legate al suo passato e una sua composta appositamente per la serie: Feel so Good.
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DRUNKEN BUTTERFLY / L’Ultima Risata
È un disco, ma non è nato come se dovesse esserlo. L’idea di base era la sonorizzazione de L’Ultima Risata, film tedesco del 1924 di W.F. Murnau, maestro indiscusso del genere muto. Tredici tracce tutte con titoli in italiano, ma senza una vera e propria parte cantata: sono suoni vocali, la voce come uno strumento in più. Ricco di suggestioni sonore, di dilatazioni elettroniche minimali, di ombre grigiastre che si muovono, rotolano, ti assorbono. Soddisfano e convincono.
COBBLESTONE JAZZ / The Modern Deep Left Quartet I Cobblestone Jazz, che passano da trio a quartetto con l’ingresso ufficiale di Colin de la Plante (aka Mole), fanno una cosa abbastanza semplice sulla carta: mescolano il jazz alla house e al funk. Lo fanno però con uno stile molto raffinato, allungando e dilatando il tutto. “Solo” otto le tracce, che formano un arazzo sonoro ricamato con delicatezza e genialità.
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Libreria Cavallotto/ Roberto Vecchioni racconta il suo “Scacco a Dio”
Sarà un mese ricco di iniziative presso la libreria Cavallotto di corso Sicilia 91 a Catania. Tre gli autori che presentaranno i loro ultimi lavori: si comincia giovedì 13 maggio alle 18 con il cantautore Roberto Vecchioni che, intervistato dalla giornalista Pinella Leocata, presenterà il suo suo ultimo libro Scacco a Dio, edito da Einaudi. Giovedì 20 maggio Nino Amadore parlerà con lo scrittore e giornalista Gaetano Savatteri del suo libro L’isola civile (ed. Laterza). Giovedì 27 maggio, la giornalista Pinella Leocata presenterà il libro di Emma La Spina Il suono di mille silenzi edito da Piemme. Prosegue ogni venerdì alle 21, presso la libreria Cavallotto di corso Sicilia il ciclo di incontri L’Angolo dell’Avventura. Il 14 maggio Antonio D’Onofrio racconterà le atmosfere indiane in “Ritorno in India” in collaborazione con “L’Angolo” di Latina. Venerdì 21 maggio alle 20 verrà inaugurata la mostra fotografica “I Turkana” di Massimo Pantano in collaborazione con Acaf. Alle 21 si vola in Sudamerica con “Perù: trekking e alpinismo in Cordillera blanca” di Alessandro Aversa, in collaborazione con “L’Angolo” di Firenze. Venerdì 28 maggio L’Angolo dell’Avventura si sposta a Palazzo della Cultura (in via Vittorio Emanuele 121) con “Le vie dei mercati” con Gianna Onfiani e Roberto Virgili, in collaborazione con “L’Angolo” di Reggio Emilia e Vicenza. Da non perdere infine le proiezioni de Il cinema di viaggio, ogni mercoledì alle 20,30 al cinema Ariston. Il 19 maggio verrà proiettato “Ponyo sulla scogliera”, mentre il 26 maggio sarà la volta del film drammatico “Cronaca di una fuga. Buenos Aires 1977”.
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Muovitifermo / È di scena il Giappone
Grande festa giapponese per Muovitifermo, l’appuntamento del martedi al Centro Zo. Il primo giugno dalle 21, si terrà la festa conclusiva della sessione giapponese per cui sono previste esposizioni di origami e fotografie e, ancora, presentazione di massaggi shatzu, l’arte degli origami e ikebana, nonchè esibizioni dal vivo di arti marziali e danza butoh. I membri dell’associazione Catania Manga, specializzata in Cosplay, arriveranno alla festa del Centro Zo con i costumi che, secondo l’usanza giapponese, rappresentano un personaggio riconoscibile dei Manga, dei videogiochi, di band musicali e anche dei film. La serata, allietata da una selezione musicale a tema, vede il “pezzo forte” nella cena che, oltre ai più tradizionali sushi e sashimi, proporrà anche nighiri e altre prelibatezze della cucina mediorientale, proposte dalla cuoca Tomoka Nakatani.
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RASSEGNE / Riaperto Learn by Movies
Lieto fine per il Learn by Movies, il cineforum in lingua originale che quest’anno rischiava di saltare a causa delle difficoltà finanziarie che attraversa l’ateneo e che avevano costretto le facoltà a rinunciare a finanziare l’iniziativa, salvata poi in extremis grazie alla tenacia di numerosi studenti che hanno ottenuto il contributo dell’Amministrazione centrale e dell’Ersu di Catania. La decima edizione del Learn by Movies, organizzata dal Centro linguistico multimediale d’Ateneo (Clma), con la collaborazione del Cus Catania e dei media partner Radio Zammù, Step1 e Graffiti, anche quest’anno ha in programma una selezione delle migliori pellicole della recente stagione cinematografica, in versione originale con sottotitoli in italiano, e prevede ancora due film in inglese, uno in tedesco e uno in francese), a ingresso gratuito. Così, la rassegna prosegue il 24 maggio con “Invictus” di Clint Eastwood, doppio spettacolo alle 18 e alle 21 al cinema Odeon (via Filippo Corridoni, 19) e il 31 maggio con “Soul Kitchen” di Fatih Akin. Da giugno il cineforum si sposta all’arena Argentina (spettacolo unico con ingresso alle 21). Gli altri film selezionati per questa stagione dagli esperti del Cinestudio, di Zelig e del Clma sono “I Love Radio Rock” di Richard Curtis (7 giugno), “Louise Michel” di Benoit Delépine e Gustave Kervern (21 giugno) e infine “The Visitor” di Thomas McCarthy (28 giugno).
12/05 mercoledì PROIEZIONI / 21 grammi
Mercoledì 12 maggio alle 16, nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini, prosegue l’edizione 2010 della rassegna cinematografica “La lanterna magica. Cinema che sogna il reale”, promossa dalla facoltà di Lettere e Filosofia. Il secondo film in calendario è 21 grammi di Alejandro Gonzalez Inarritu, con Sean Penn, Benicio Del Toro, Naomi Watts, Clea Duvall, Danny Huston (drammatico, 125 min., Usa, 2003). Gli appuntamenti successivi sono con i film “The Fountain” di Darren Aronofsky (20 maggio), “The Wrestler” di Darren Aronofsky (27 maggio) e “5 Obstructions” di Lars Von Trier (3 giugno).
Catania, Coro di notte, Monastero dei Benedettini, ore 16
14/05venerdì SEMINARI / Le politiche di emergenza umanitaria dell’Ue Venerdì 14 maggio alle 10, nell’aula E della facoltà di Scienze politiche, ottavo workshop del corso Jean Monnet “I ruoli dell’Ue nella Governance internazionale”, organizzato dal corso di laurea in Politica e Relazioni internazionali della facoltà di Scienze politiche. Il seminario sarà tenuto dal prof. Fulvio Attinà (Università di Catania), che parlerà di “Le politiche di emergenza umanitaria dell’Ue”. L’appuntamento successivo è per sabato 22 maggio alle 10, nell’aula magna della Facoltà per la sessione conclusiva del corso. A parlare di “I partiti politici eu-
38 ropei dopo il Trattato di Lisbona” sarà il prof. Luciano Bardi (Università di Pisa).
Catania, aula E, Facoltà di Scienze politiche, ore 10
CAFFÈ SCIENTIFICO / Gli errori di Darwin
Venerdì 14 maggio alle 17, nella sede dell’Accademia Gioenia di Catania, a Palazzo Gioeni (piazza Università, ingresso da via Fragalà, 10), nuovo appuntamento del ciclo “Caffè scientifico dell’Accademia Gioenia”. L’incontro sarà incentrato sul tema “Gli errori di Darwin”. L’uscita del libro omonimo ha suscitato infatti vivaci reazioni e interventi sulla stampa nazionale e internazionale. Dibattito aperto. L’appuntamento successivo è fissato per venerdì 21 maggio e sarà incentrato sul tema “La natura umana e le Scienze cognitive”, a cura del prof. Marco Mazzone, docente di Filosofia del linguaggio all’Università di Catania.
Catania, Palazzo Gioeni, ore 17
18/05martedì SEMINARI / Network di ricerca e sviluppo oligopolio con spillover Prosegue martedì 18 maggio alle 16, nell’aula 10 della facoltà di Economia (Palazzo delle Scienze, corso Italia 55), il ciclo di seminari organizzati dal dipartimento di Economia e Metodi quantitativi (Demq). Il prossimo appuntamento - “Network di ricerca e sviluppo oligopolio con spillover” - sarà tenuto dai docenti Fabio Lamantia e Gian Italo Bischi.
U NIVERSIT Driessen, della Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione europea (Bruxelles), terrà un seminario di studi dal titolo “Changement climatique: quels défis pour l’agriculture européenne et quelles actions privilégier?”. L’incontro, rientra nel ciclo di seminari del Programma Jean Monnet - Modulo europeo 2009/2010.
Catania, aula magna, Facoltà di Agraria, ore 9
24/05venerdì LEZIONI / Stop Femminicidio, doppio appuntamento Doppia lezione, lunedì 24 maggio per il ciclo “Stop Femminicidio. Lezioni di Ateneo”. Alle 9, nell’aula centrale del dipartimento di Biologia animale, il prof. Giovanni Costa, ordinario di Etologia, parla di “Violenza sessuale: un approccio etologico”; alle 16, nell’aula magna della facoltà di Medicina e Chirurgia (Policlinico universitario), lezione conclusiva su “Violenza, alcol e droghe: aspetti clinici e farmacologici” a cura delle docenti Daniela Catalano, Maria Angela Sortino, Carmela Calandra (facoltà di Medicina e Chirurgia) e Carmela Parenti (facoltà di Farmacia).
Catania, aula centrale, Dipartimento di Biologia animale (ore 9); aula magna, Facoltà di Medicina e Chirurgia (ore 16)
Catania, aula 10, Palazzo delle Scienze (Economia), ore 16
22/05giovedì mailbox SEMINARI / Cambiamento climatico: quale sfida per l’agricoltura europea Sabato 22 maggio alle 9, nell’aula magna della facoltà di Agraria, la dott.ssa Myriam
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