U NIVERSITINFORMA www.universitinforma.it Mensile di informazione universitaria - ottobre 2010 con il patrocinio di
E.R.S.U. Catania
Ateneo DOPO LA LAUREA/ Generazione dottorandi
ASCANIO CELESTINI
time out ROY PACI NEGLI USA/ Te la do io la Sicilia
libri DAVIDE CHIARA/ «Sesso e avventura nel mio Erasmus»
«Nel mio film la battaglia vinta contro l’orrore dei manicomi» ALL’INTERNO / Teatro Stabile, David Coco: «Torno alla Cavalleria» / Musica, Black Eyes Dog: «La mia poetica del quotidiano» / Etnafest, in scena i pupi dei fratelli Napoli / Ficarra e Picone, ritorno a Catania con “Apriti cielo”
sommario
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in questo numero... ateneo RICERCATORI / La mappa della protesta
pag 6 /7
POST LAUREAM / Generazione dottorandi
pag 8/9
QUANTO NE SAI DI / L’esempio di Pippo Fava
pag 10
SIAMO IN TESI / Laurea a passo di flamenco
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CARO LIBRI / Risparmiare si può
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diritto allo studio ERSU / Alloggi, studenti è ora di prenotare
“UNIVERSITINFORMA” Mensile di informazione universitaria www.universitinforma.it
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Registrazione Tribunale di Catania n. 21/2005 - del 23/05/2005
lavorare
Anno VI - N. 9 - ottobre 2010
CORSI / All’Inpdap master in Diritti dei migranti
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L’INIZIATIVA / Competizione tra idee d’impresa
pag 17
EDITORE: Katamedia S.r.l. viale Alcide De Gasperi, 54 Catania
time out-time in
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STABILE / David Coco: «Torno alla Cavalleria»
pag 18/19
TEATRI / “Apriti cielo”, tornano Ficarra e Picone
pag 20
RITRATTO D’ARTISTA / Giuseppe Calaciura
pag 21
ETNAFEST / In scena i pupi dei fratelli Napoli
pag 22
ROY PACI / «Te la do io la Sicilia»
pag 24/25
BLACK EYES DOG/ «La mia poetica del quotidiano»
pag 26
HALLOWEEN / Videomind “da paura”
pag 27
HALF SEAS OVER/ Incontro di mondi lontanissimi
pag 28/29
ASCANIO CELESTINI / «Perché ho fatto La pecora nera»
pag 30/31
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TIME IN / Libri
pag 35
TIME IN / Videogame
pag 36
TIME IN / Web e dischi
pag 37
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agenda pag 38
DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia Mazzamuto DIRETTORE EDITORIALE Gianluca Reale REALIZZAZIONE EDITORIALE Blu Media V.le Andrea Doria, 69 - Catania tel. 095 447250 - 095 432304 redazione@blumedia.info REDAZIONE CENTRALE viale Alcide De Gasperi, 54 Catania info@universitinforma.it STAMPA: Grafiche Cosentino Caltagirone info@universitinforma.it TIRATURA: 15.000 copie
INTERVISTA / Davide Chiara: «Vi racconto il mio Erasmus» pag 34
Gli appuntamenti del mese
Gerenza
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Hanno collaborato a questo numero: Irene Alì, Maria Enza Giannetto, Rita La Rocca, Paola Pasetti, Tiziana Lo Porto, Riccardo Marra, Vanessa Ferrara, Emanuele Brunetto, Luca Di Leonforte, Tiziana Campo, Roberto Sammito, Jessica Hauf, Giusy Cuccia, Carmen Valisano, Salvo Mica, Antonella Mannino CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Katamedia Srl v.le Alcide De Gasperi, 54 -Ct Responsabile commerciale Daniele Consoli info@universitinforma.it tel. 340 6943805 “Universitinforma” Copyright Katamedia Srl Tutti i diritti riservati Con il patrocinio di: Ersu Ente Regionale Diritto allo Studio di Catania
unimix
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“DI RUOLO” / Concorso di cortometraggi rivolto ad autori di qualsiasi età e nazionalità La scadenza per partecipare è fissata al 15 novembre 2010. Info su www.diruolo.wordpress.com
ASSOCIAZIONE ITALIANA ILLUMINAZIONE / Bando “Led e design, declinali su vuoi” L’Associazione italiana di Illuminazione (Aidi) bandisce il concorso di idee “Led e design, declinali se vuoi” per promuovere la realizzazione di sistemi di illuminazione e progetti a carattere innovativo in specifici campi di applicazione illuminotecnica. Il concorso è aperto a studenti e laureati (o diplomati) di università, accademie e istituti equivalenti. In palio tre premi del valore di 3, 1.500 e 1000 euro. I progetti devono essere inviati entro il 18 marzo 2011 all’indirizzo: Aidi – Associazione Italiana di Illuminazione, Via Monte Rosa 96 - 20149 Milano, tel. +39 02 87 390 100 (www.aidiluce.it). Eventuali chiarimenti possono essere richiesti alla segreteria Aidi, preferibilmente via email all’indirizzo aidi@aidiluce.it o telefonicamente al numero 02.87390100.
MODEL UNITED NATIONS / IDE, prossime URBI OPEN SOURCE / tappe: Boston, San Francisco e Singapore Primo concorso per con successo la partecipazione, studenti di robotica Continua ormai consolidata, di IDE, Isole d'Europa, ai Mun (Model United Nations), simulazioni e ingegneria dei lavori delle Nazioni Unite che, ogni anSono aperti i termini per partecipare al concorso a premi Urbi Open Source bandito dal Gostai di Parigi, editore di software innovativi per la robotica e intelligenza artificiale, allo scopo di stimolare la comunità dei programmatori a usare la piattaforma Urbi. Nel maggio 2010, Gostai ha deciso di aprire il codice dell’Urbi alla Comunità di base con una licenza GNU AGPL, rendendolo completamente open source. Tale sistema “aperto” rappresenta una soluzione innovativa per il controllo operativo dei robot che è compatibile con Linux, Windows e altri sistemi operativi. La scadenza è fissata per il 15 dicembre, gli interessati possono consultare il bando sul sito Internet www.urbiforge.org.
NEW SKILLS FOR NEW CHALLENGES / Iscrizioni aperte alla II edizione del corso Iscrizioni aperte al modulo europeo Jean Monnet “New Skills for new Challenges”, che sarà dedicato quest’anno al tema “La società della conoscenza e le molteplici sfide della competitività”. Il corso (che si rivolge a studenti di primo, secondo e terzo livello) intende stimolare l’eccellenza nell’insegnamento, nella ricerca e nella riflessione nell’ambito degli studi sull’integrazione europea. Il progetto si articola in due sessioni obbligatorie per tutti gli iscritti e in quattro unità tematiche su argomenti quali: il ruolo delle lingue nella società europea di oggi, la conoscenza delle politiche europee sull’energia, la competitività tra ricerca e formazione e il ruolo delle industrie culturali e creative per la crescita economica. Gli interessati all’iniziativa, che potranno frequentare anche una sola unità tematica, dovranno compilare il modulo di iscrizione, disponibile sul portale d’ateneo (www.unict.it, sezione “Relazioni Internazionali”), e inviare la domanda all’indirizzo e-mail jeanmonneturi@unict.it.
no, coinvolgono studenti di tutto il mondo. Dal 1999, infatti, IDE si occupa di “coltivare” i giovani talenti per la classe dirigente di domani, secondo il motto “Training World-Class Leaders” e, ogni anno, i risultati raggiunti sono sempre più gratificanti. Una delegazione di studenti IDE, nel mese di febbraio 2011 andrà a Boston e nel mese di marzo a San Francisco e Singapore, per prendere parte alle simulazioni dell’ONU, della NATO, del G20 e di altre commissioni “storiche”. Quest’anno sono, infatti, previste le simulazioni dell’Indian Cabinet, il Summit tra Stati Uniti e Cina e il Consiglio di Stato del Secondo Impero. Inseriti in un contesto competitivo e stimolante, i delegati IDE impareranno i meccanismi delle organizzazioni internazionali, nonché le regole del lavoro politico e diplomatico. Le destinazioni sono state scelte tenendo conto della presenza di importanti poli universitari e college americani ed europei che, nello specifico, gestiscono i lavori di commissione. «Il nostro criterio di scelta delle destinazioni - spiega Valentina Carlino, presidente di IDE - non dipende dalla città, ma da un occhio attento che riserviamo agli organizzatori e alle commissioni da simulare. Quest’anno, infatti, abbiamo scartato New York come sede di simulazione poiché abbiamo riscontrato (e i nostri studenti del passato ce lo hanno confermato più volte) che non offre più i contenuti formativi di una volta e, da non sottovalutare, non consente una visita “rilassata” della città. Ecco perché abbiamo scelto Boston, San Francisco e Singapore, confermando però New York come estensione turistica vera e propria, in modo da permettere ai nostri ragazzi di visitare la Grande Mela con più tranquillità». Per info sui progetti IDE: http://www.isoledeuropa.com/
PROTEZIONE DEL CONSUMATORE / Tre premi di laurea dall’Unione nazionale per tesi su consumo e etica del mercato Promuovere la conoscenza delle problematiche di consumo nell’ambito dell’etica del mercato (concorrenza e pratiche commerciali scorrette), dei rimedi di consumo (mediazione e Adr, strumenti processuali, classaction), dei processi informativi (pubblicità, etichettatura) e della responsabilità sociale d’impresa. Queste le finalità per cui l’Unione nazionale consumatori, in accordo con la Conferenza dei rettori, ha deciso di istituire il premio di laurea “Vincenzo Dona voce dei consumatori”, un concorso per il conferimento di tre premi di laurea da 1.500, 1.000 e 500 euro. Possono concorrere i laureati delle università italiane che hanno conseguito il diploma di laurea tra il 20 ottobre 2009 e il 20 ottobre 2010 e che hanno discusso una tesi di laurea sul tema della protezione del consumatore. Per concorrere inviare le candidature entro il 30 ottobre, i dettagli del bando sul sito Internet www.consumatori.it.
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AUTUNNO “CALDO” / Il Senato accademico dà pieno sostegno alla “spina dorsale dell’Ateneo” ma non si pronuncia sul rinvio dell’inizio delle lezioni. Che partiranno regolarmente quasi dappertutto. Situazione più complicata a Lingue ed Agraria. In arrivo la Settimana della Ricerca Un’immagine della manifestazione dell’8 ottobre a Catania per il “No-Gelmini Day”
di Carmen Valisano
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ontinua lo stato d’agitazione all'interno dell’Università di Catania; ad animare la protesta è il coordinamento unico che raccoglie studenti, docenti e ricercatori. L’obiettivo delle critiche rimane sempre il decreto Gelmini e gli effetti che avrà sul mondo dell’università. Una parziale vittoria è stata ottenuta con il rinvio della discussione della riforma, alla Camera, al 14 ottobre. La votazione potrebbe avvenire dunque (ipoteticamente, vista la fitta agenda autunnale del Governo) non prima di dicembre. A meno di corsie preferenziali. Grazie a tale slittamento, la “rete” della protesta spera nell’inserimento di emendamenti che alleggeriscano gli effetti della rifor-
Ricercatori, la mappa della protesta nelle facoltà ma sul mondo universitario. Il coordinamento catanese ha più volte sollecitato il rettore e il Senato accademico a prendere posizione ufficialmente. Anche durante l’affollata assemblea del 20 settembre, l’assenza del rettore Recca (formalmente invitato) ha suscitato non poche delusioni. Poi, finalmente, è arrivata la solidarietà anche dal Senato. In un documento nel quale i ricercatori vengono definiti «la spina dorsale dell’Ateneo catanese», si dà pieno sostegno alle richieste avanzate al Governo. Il Senato accademico «ritiene ingiusto e mortificante il taglio degli scatti stipendiali previsto dal Decreto legge 78/2010, particolarmente penalizzante per i giovani ricercatori che risentiranno degli effetti della riduzione degli stipendi per tutto l’arco della vita lavorativa, e ne chiede l’immediato ripristino». A mancare è però l’annuncio di un rinvio dell’apertura dell’Anno Accademico;
il coordinamento ha deciso dunque di ricorrere all’intervento all’interno dei singoli consigli di facoltà tramite singole mozioni. Inoltre, per manifestare pubblicamente il malcontento generale nei confronti degli organi più alti dell’Ateneo, Catania non ha partecipato alla Notte dei ricercatori del 24 settembre, la manifestazione internazionale promossa dall’Unione Europea. La forma di protesta più funzionale (anche dal punto di vista mediatico) è al momento il ritiro della disponibilità alla didattica dei ricercatori strutturati, che non garantiranno per quest’anno l’assunzione di insegnamenti. In questa maniera, pressoché tutti gli atenei subiranno slittamenti dell’inizio delle lezioni e rinvio di esami e sedute di laurea. Ad avere sotto controllo la situazione in maniera capillare è la Rete 29 aprile, un “collettore” nazionale divenuto punto di riferimento per addetti ai lavori
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Chiara Rizzica «Dobbiamo fare conoscere a studenti e famiglie quali sono le condizioni in cui lavoriamo»
e non. Secondo i dati finora raccolti, a Catania guida la “classifica” dell’adesione alla protesta la facoltà di Lingue: saranno in 27 su 28 ricercatori strutturati in organico a ritirare la disponibilità alla didattica. Elevata l’adesione alla forma di protesta anche ad Agraria: su 43 ricercatori, saranno in 38 a protestare. Numeri molto alti anche a Scienze politiche e a Scienze matematiche, fisiche e naturali: in
queste due facoltà la percentuale arriva al 70 per cento. Ad Architettura e Farmacia si fermerà circa la metà dei ricercatori, mentre numeri decisamente più bassi si registrano per Ingegneria: su 57 sono solo otto a non accettare incarichi didattici. In quattro facoltà invece si registra per il momento l’assenza di ricercatori che aderiscono alla protesta. Gli strutturati di Economia, Lettere, Medicina e Scienze della formazione non si uniscono ai colleghi; non si dovrebbero quindi prospettare difficoltà di sorta nell’organizzazione dell’avvio dell’Anno Accademico per i rispettivi studenti. Differente è il caso di Giurisprudenza, l’unica a non avvalersi dei ricercatori per coprire gli insegnamenti. Il ritiro delle loro disponibilità è, nei fatti, inutile. Tirando le somme, in tutto l’Ateneo catanese sarebbero circa 300 gli insegnamenti scoperti:
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L’INTERVISTA / Francesco Sylos Labini: «Il ddl Gelmini un disegno di legge per vecchi, fatto da vecchi» Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi hanno passato un lungo periodo della loro vita all'estero: hanno lavorato nelle università svizzere, americane e francesi. Tornati in Italia, si sono trovati di fronte ad una serie di problemi che spesso chi è immerso nel sistema non riesce a vedere con la necessaria lucidità. È nato così I ricercatori non crescono sugli alberi, libro sullo stato della ricerca in Italia scritto a quattro mani dai due fisici. «Abbiamo pensato - spiega Sylos Labini - che mancasse una visione del problema abbastanza strutturata. Molti hanno una visione limitata del fenomeno: alcuni docenti spesso guardano soltanto al proprio corridoio. Per questo abbiamo iniziato a fare uno studio statistico e abbiamo cercato di inquadrare il problema nel modo più oggettivo possibile». Molti pensano che il problema della ricerca in Italia sia la “fuga dei cervelli”, ma il vero problema, secondo Francesco Sylos Labini, è che i ricercatori di altri paesi non vengono in Italia: «La mobilità, nel mondo della ricerca, è un bene; ma l’Italia è completamente fuori dal mondo del lavoro. Ci sono delle regole diverse. È come se ci si trovasse in un altro pianeta». Anche in merito alle proteste contro il ddl Gelmini, Sylos Labini ha le idee abbastanza chiare e non usa mezze misure: «L’ultima cosa di cui si preoccupa il disegno di legge è proprio l’assunzione di nuovi ricercatori. E questi fanno bene ad essere arrabbiati. È un disegno di legge per vecchi, fatto da vecchi. Quello che il disegno di legge Gelmini introduce è un sistema simile alla tenure track americana. In America l’università bandisce un posto di ricercatore che viene assegnato a qualcuno. Dopo tre o quattro anni si fa una valutazione dell’attività di ricerca e se la valutazione è positiva il ricercatore viene assunto. La differenza tra questo tipo di contratto e uno a tempo determinato sta nel fatto che quando l’università bandisce un posto assicura la copertura finanziaria per sempre. In Italia questo non avviene: chi paga se uno va bene? Nessuno! In pratica è un lavoro a tempo determinato come ce ne sono tanti».
Per ascoltare tutta l’intervista in audio: www.ustation.it/contenuti/audio/1036-i-ricercatori-non-crescono-sugli-alberi
una situazione del genere rischia di compromettere in maniera seria l’attività universitaria. Anche se l’orientamento delle facoltà è quello di garantire il regolare avvio della didattica. E il rischio paventato dai ricercatori che aderiscono alla protesta è che i corsi “a rischio” siano rinviati al secondo semestre. Intanto, secondo Chiara Rizzica, precaria della facoltà di Architettura e membro del coordinamento, il passaggio successivo fondamentale è il coinvolgimento degli studenti e delle loro famiglie: «Dobbiamo far conoscere al mondo non universitario quali sono le condizioni in cui lavoriamo. È importante far sapere loro che a essere a rischio è il diritto di ricevere un’istruzione adeguata, cosa che, con i tagli previsti, non sarà più possibile avere». Altro pericolo sulla strada di chi protesta è la divisione interna: «Il ritiro delle disponibi-
lità sarà efficace solo se i ricercatori precari non accetteranno le cattedre che i direttori di dipartimento offriranno loro in sostituzione dei colleghi», spiega Rizzica. «Così si creerebbe una guerra tra poveri, anche perché gli insegnamenti verrebbero affidati a titolo gratuito o con retribuzioni ridicole. È comprensibile che un precario possa voler accettare una proposta del genere, ma dobbiamo restare uniti». In attesa della discussione della riforma alla Camera, l’attività del coordinamento non si ferma, facendo rete anche con le altre realtà nazionali. In concomitanza con le proteste che avranno luogo in tutte le maggiori città. A fine ottobre è in previsione una “Settimana della ricerca” che avrà lo scopo di informare su quanto sta avvenendo nel mondo accademico. U i
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AGEVOLAZIONI PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI
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Generazione dottorandi di Roberto Sammito a triste vicenda di Norman Zarcone, dottorando della facoltà di Lettere di Palermo che si è suicidato gettandosi dal settimo piano della sua facoltà, ci obbliga a porci qualche domanda. Soprattutto in relazione alle parole del padre che ha affermato che il figlio sarebbe vittima di un sistema che uccide la speranza e limita le prospettive future, un mondo in cui sono i giovani a perderci. È lecito quindi chiedersi quali sono le aspettative dei giovani dottorandi dell’ateneo di Catania e se si avverte un vuoto dovuto all’incertezza sul futuro. Gran parte dei dottorandi sono giovani, e affrontano questo percorso di specializzazione in maniera diversa l’uno dall’altro. Daniele Cianciolo è al terzo anno del dottorato in Ingegneria dei trasporti e si dice felice del suo percorso di ricerca. «Ho deciso di fare il dottorato perché affascinato dalla possibilità di fare ricerca. Sono estremamente soddisfatto sia sul piano lavorativo che personale. È importante trovarsi bene con il tutor e con i colleghi, io ho avuto questa fortuna». La sua esperienza non può che giudicarsi positiva, e riguardo al futuro il suo ottimismo non si esaurisce: «Non so cosa farò alla fine del dottorato, mi piacerebbe continuare a fare ricerca all’università magari con una borsa post dottorato, ma non è detto che non decida di prendere in considerazione altre proposte se ne dovessero arrivare. Le possibilità ci sono, anche se potrebbe essere necessario spostarsi». Se l’esperienza personale non può che ritenersi soddisfacente non manca di certo qualche appunto da fare al sistema. «In molti dipartimenti si può fare buona ricerca in altri meno. Ovviamente anche noi avvertiamo la crisi del sistema universitario e se i fondi per la ricerca sono pochi siamo i primi ad essere penalizzati e in questo caso non sempre dipende dall’ateneo ma dall’intero sistema universitario», conclude Daniele.
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POST LAUREAM / Viaggio tra gli studenti di dottorato di ricerca a Catania, dopo la tragedia del suicidio di Norman Zarcone a Palermo. Speranze, determinazione consapevolezza, ma anche critiche al sistema. L’opinione dei professori Gallo e Cantone Attivi 322 dottorati Il dottorato di ricerca è un titolo accademico post-laurea, a cui si accede tramite concorso a cui può partecipare chi ha una laurea specialistica. Quasi tutti i dottorati hanno durata triennale e danno la possibilità di svolgere la metà di questo percorso di ricerca all’estero. Una parte degli ammessi può godere di una borsa di studio di circa 10 mila euro l’anno che aumenta in casi di soggiorno all’estero. Attualmente presso l’ateneo di Catania sono attivi 116 dottorati per il XXV ciclo a cui si aggiungono i 104 e i 102 dottorati del XXIV e XXIII ciclo.
Più critico è un dottorando di Ingegneria idraulica, Antonio Castano, che frequenta un dottorato internazionale studiando a Catania e a Lione. «La mancanza di risorse adeguate ci penalizza non poco, spesso è difficile partecipare anche ai convegni. La ricerca risente molto della mancanza di fondi. Al di là di queste difficoltà sono molto contento del contesto in cui studio». Antonio apprezza la vivacità del mondo universitario e anche se non ha ancora chiaro cosa farà a conclusione di questo ciclo non perde la speranza. «Non sono interessato alla carriera accademica e so che spesso l’alta specializzazione che deriva dal dottorato può essere d’ostacolo per l’ingresso nel mondo del lavoro, ma que-
sto non mi preoccupa so che troverò la mia strada». Antonio prova anche a dare un consiglio per migliorare questi percorsi di ricerca: «Credo si debba puntare sempre più sulla formazione all’estero e aumentare le borse. Fare il dottorato senza borsa è difficile, non si riceve nulla e si pagano pure le tasse». Decisamente meno contento è un dottorando che preferisce rimanere anonimo. «Questa è una “carriera” priva di grandi prospettive che ho scelto più per motivi di opportunismo che per altro. Stavo studiando per altri motivi le materie oggetto del dottorato, ho deciso di provarci ed è andata bene. Il mio compito è quello di preparare una tesi triennale, su cui si fonda la mia attività di “ricerca”, ma a volte mi trovo a svolgere attività che non rientrerebbero nelle nostre mansioni». Insomma, un dottorando quasi per caso e non molto convinto. «Non credo continuerò a percorrere questa strada dopo il dottorato. Non guardo al futuro da professore, adesso penso solo che ho iniziato un percorso e voglio portarlo al termine». Come era prevedibile le esperienze dei dottorandi sono di diverso tenore e vista la giovane età non possono avere un quadro generale della situazione d’ateneo, quadro che però ci può aiutare a dipingere qualche professore. «È un periodo difficile per tutti i giovani, non solo per i dottorandi», precisa subito il professor Giovanni Gallo che incontriamo insieme al professor Domenico Cantone, entrambi sono coordinatori di dottorato a Informatica. «Il dottorato non viene coronato solo con l’insegnamento, al momento l’università non ha le risorse per assorbire tutti i dottorandi e per questo cerchiamo di dare una formazione che possa essere spendibile anche nel mondo del lavoro. Il nostro settore offre buone possibilità di occupazione, anche se spesso bisogna spostarsi», ci racconta il professor Cantone. I due prima di diventare docenti sono stati dottorandi all’estero e lì hanno fatto loro alcune best practices che sono alla base del loro lavo-
INFORMA ro. «Noi diamo massima libertà allo studente. È lui a scegliersi il tutor liberamente in base al campo di interesse, o perché ci ha già lavorato. Non ci preoccupiamo nemmeno se scelgono docenti fuori dal nostro collegio. Per noi rimane importante il progetto e la ricerca», aggiunge Cantone. La libertà agli studenti e la meritocrazia, che per i due docenti sono alla base di tutto, permettono di trovare un buon equilibrio all’interno del loro gruppo di lavoro ma non manca qualche elemento che lascia i professori con l’amaro in bocca. «Molti li perdiamo, vanno a studiare all’estero e poi non tornano, così la nostra formazione va a beneficio di altri», dice a malincuore il professor Gallo. Dalle loro parole si capisce che la situazione italiana non è rosea. La “fuga” all’estero è un trend in crescita da circa cinque anni. «All’estero la situazione è totalmente diversa, si trovano ottime posizioni con buone retribuzioni - aggiunge Cantone - per noi è un po’ frustrante perdere validi giovani, se tornano siamo molto contenti. Noi stessi siamo contenti di essere tornati». La mobilità tra gli studenti potrebbe essere vista come un segnale di vivacità, ma se molti studenti catanesi decidono di andare all’estero, molto pochi sono quelli stranieri che scelgono di studiare a Catania. «Il sistema così non va, mancano le risorse economiche per trat-
9 tenere le migliori risorse umane. Per migliorare la situazione sono necessari altri fondi e una migliore gestione di quelli attuali. In più il mercato della formazione deve guardare di più al mondo del lavoro, per capire il bisogno di formazione del territorio. L’università deve essere autonoma ma non isolata, deve guardarsi intorno», afferma Gallo. Ma queste difficoltà e l’incertezza del futuro possano essere causa di problemi emotivi per alcuni dottorandi? E i docenti possono fare qualcosa per loro? «Noi ci occupiamo di scienze sperimentali e siamo costretti a lavorare insieme con gli studenti - dice il professore Gallo -. Se uno sta male, per qualsiasi motivo, te ne accorgi e allora provi a fare qualcosa. Mi sembra il minimo». In altri ambiti però il tutor e il ragazzo si vedono meno e lì diventa più difficile capire se ci sono momenti di scoramento. «A me è capitato di avere tra i dottorandi un ragazzo depresso. Era una persona molto intelligente e aveva vinto una borsa per studiare all’estero, lo sapevo fragile e ci sentivamo spesso. Capìi che viveva uno stato di disagio, credo pensasse al suicidio, per questo contattai la famiglia. Assieme ai genitori e ai tutor dell’università in cui studiava siamo riusciti ad aiutarlo a superare quel periodo difficile», conclude Cantone. Un lieto fine, che purtroppo a Palermo non c’è stato. U i
ateneo Cervelli in fuga / Il prof. Giorgio Parisi: «Ricerca, in Italia si deve investire di più» Membro dell'Accademy of Scienze negli Stati Uniti e uno dei più importati fisici in Italia e nel mondo, il professor Giorgio Parisi ha rilasciato un’intervista al portale web ustation.it, in cui parla della ricerca in Italia. «Ho passato gli ultimi trentadue anni dentro l'Università. È chiaro che ci sono dei grossi problemi anche se dipende a anche dal tipo di Facoltà. Nella mia esperienza con la facoltà di Fisica (alla Sapienza di Roma, ndr) posso dire che è un posto accogliente, ma quest'anno sono andati in pensione venti professori e ne sono stati assunti solo quattro». Il ricambio, dunque, è sicuramente uno dei problemi maggiori all'interno del sistema universitario italiano. «L'Italia - continua il professor Parisi - riesce ad avere complessivamente, tra scuola e università, diplomati e laureati piuttosto bravi. Il problema è che il numero di posti dentro il sistema universitario è molto scarso. Ci sono tantissimi italiani che devono andare all'estero». Che l'Italia esporti scienziati e ricercatori non sarebbe grave se anche dall'estero arrivassero nel nostro paese ricercatori francesi o tedeschi: uno scambio che farebbe bene a tutti. In Germania arrivano tanti ricercatori dalla Francia, ma allo stesso tempo altrettanti ricercatori tedeschi diventano professori in Francia. «Molti ricercatori che hanno lavorato con me - racconta Giorgio Parisi - che si sono laureati con me o che hanno conseguito il dottorato con me, adesso lavorano all'estero. Tre di loro sono professori in Francia, tre lo sono in Spagna e uno in Inghilterra, mentre in Italia sono solo due. Vincere i concorsi all'estero non è che sia semplice, significa che si trattava di gente preparata». Secondo il fisico, far fuggire i ricercatori all'estero è un vero spreco: «Per formare un dottorato, tra scuole e università il sistema pubblico ha speso tanti soldi, tra professori e strutture il cui lo studente si è formato. Il fatto che vada all'estero a portare le conoscenze acquisite è una grande perdita economica per l'Italia. Negli Stati Uniti per superare la crisi economica sono stati investiti 50 miliardi di euro in più nella ricerca, mentre l'Italia ha tagliato di un miliardo di euro i fondi destinati all'università». Per ascoltare l’intervista in audio: www.ustation.it/contenuti/audio/1028-giorgio-parisi-per-superare-la-crisi-bisogna-investirenella-ricerca
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Cosa sanno gli studenti di personaggi e fatti che hanno segnato la storia recente? Proviamo a chiederlo, per scoprire che...
di Luca Di Leonforte
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o amo questa città con un rapporto sentimentale preciso: quello che può avere un uomo che si è innamorato perdutamente di una puttana, e non può farci niente, è volgare, sporca, traditrice, si concede per denaro a chicchessia, è oscena, menzognera, volgare, prepotente, e però è anche ridente, allegra, violenta, conosce tutti i trucchi e i vizi dell’amore e glieli fa assaporare, poi scappa subito via con un altro; egli dovrebbe prenderla mille volte a calci in faccia, sputarle addosso “al diavolo, zoccola!”, ma il solo pensiero di abbandonarla gli riempie l’animo di oscurità». La città in questione è Catania e questa dichiarazione d’amore datata 1980 è di Giuseppe Fava, che proprio nel capoluogo etneo si trasferì dopo il diploma per laurearsi in Giurisprudenza. A ventisei anni dalla sua tragica scomparsa, però, nonostante la fondazione che porta il suo nome continui ad organizzare eventi culturali e convegni vari, la sua figura è poco nota tra le aule universitarie. A parte lo striminzito numero di studenti che si dimostra culturalmente interessata all’argomento, nel sentire il nome di Giuseppe Fava la stragrande maggioranza degli intervistati rimane quasi impassibile. Qualcuno più coraggioso gioca il jolly, azzardando un’associazione con via Fava «quella che porta allo stadio e dove prendo l’autobus per andare in Cittadella». Qualcun altro, meno fortunato, propone l’ipotesi di un Giuseppe Fava militare morto per la patria. Rossella,
il film “Palermo or Wolfsburg”. Nel 1980 fu chiamato a dirigere il Giornale del Sud. Fava si circondò di giovani e intraprendenti cronisti e iniziò a realizzare una serie di inchieste sull’operato della mafia a Catania che in poco tempo crearono non pochi problemi al giornale. La sua esperienza come direttore durò solo due anni durante i quali scampò anche ad un attentato. Tra le sue battaglie più note sono da ricordare la presa di posizione contro l’installazione della base missilistica di Comiso e le sue dichiarazioni a favore dell’arresto del boss Alfio Ferlito. Il licenziamento coincise con l’arrivo al giornale di una cordata di imprenditori, che successivamente si scoprì avere rapporti con la malavita catanese. Nel 1982 fondò la cooperativa editoriale Radar e diede vita al mensile I Siciliani. Le inchieste del nuovo periodico, sempre riguardanti il rapporto tra gli esponenti locali della politica e della giustizia con la criminalità organizzata, destarono molto clamore. Attraverso I Siciliani Fava si conferma come portavoce del movimento antimafia e il suo operato viene sempre più spesso accostato a quello di Peppino Impastato. Ad accomunarlo a Peppino Impastato è anche il prezzo pagato per aver pubblicamente contrastato Cosa nostra. Il 5 gennaio del 1984 alle ore 22 Pippo Fava venne colpito da cinque proiettili mentre andava a prendere la nipote a teatro in via dello Stadio, l’attuale via Fava. U i
L’esempio di Pippo Fava Angelo, Mauro e altri dichiarano sinceramente di non aver mai sentito parlare di Fava e promettono di fare presto una capatina su Wikipedia. C’è poi chi, come Luana, 23 anni, ha da poco visto un documentario alla Rai e inizia a delineare la figura di Giuseppe Fava associandola alla lotta alla criminalità organizzata. «Fu un giornalista ucciso per aver pubblicamente denunciato gli affari della mafia» dice. C’è anche chi ne approfitta per ricordare un brillante professore del proprio liceo, che tra Kant, Marx e Freud ha trovato il tempo di dedicare una lezione anche a qualcuno meno “famoso”. Proprio come molti degli inter-
vistati, Giuseppe Fava, si trasferì a Catania per intraprendere la carriera universitaria. Era nato a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, il 15 settembre 1925. Nel 1952 divenne giornalista professionista e iniziò a collaborare con varie testate sia regionali che nazionali (tra cui Tuttosport e l’Espresso Sera). Durante questo periodo si distinse per diverse importanti interviste ad alcuni boss di Cosa nostra. Quella del giornalismo è stata solo una delle passioni di Fava che scrisse anche numerose opere teatrali, romanzi e sceneggiature, ricevendo anche vari riconoscimenti: uno fra tutti l’Orso d’oro nel 1980 per
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Siamo in..TESI?
ateneo La tesi? Letteratura o scienza, comunque il frutto di un lavoro di ricerca. Noi gli diamo spazio. Segnalateci le vostre a info@universitinforma.it
di Vanessa Ferrara
Laurea a passo di flamenco della popular music. Ho analizzato dei brani, uno tradizionale e uno fusiòn, per poi concludere parlando del gruppo Ojos de brujos e del messaggio di pace e armonia che vuole trasmettere attraverso la sua musica». Cosa si prova a trasformare la propria seduta di laurea in una performance artistica? «Quando ho tolto la toga per ballare, l’emozione è stata fortissima, ma nel contempo avevo la ferma convinzione che quello potesse anche essere un modo per ispirare i colleghi a non vergognarsi di manifestare i loro talenti artistici anche in seduta di laurea e, soprattutto, di non fermarsi ad un “powerpoint” per esprimere la loro ricerca, qualunque sia».
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mmaginereste di concludere la vostra carriera universitaria a suon di nacchere e flamenco? Una scelta decisamente stravagante, non vi è dubbio, ma che rappresenta una naturale aspirazione per chi, della danza andalusa, espressione artistica legata all’identità culturale del popolo gitano, ne ha fatto uno stile di vita. Proprio come las bailaoras (la ballerina) Romina Adorno che, in risposta alla profonda passione che nutre per il flamenco, circa un anno fa, non ha esitato ad argomentarvi la propria tesi di storia della musica, passando dalle parole ai passi di danza, e così trasformando la propria seduta di laurea (in Scienze per la comunicazione internazionale), in un vero e proprio spettacolo ispanico/gitano, con tanto di stupore, entusiasmo e, soprattutto, applausi. Perché scegliere di argomentare la propria tesi sul flamenco e, per di più, concludendone la discussione a “passi di danza”? «Volevo esprimere e trasmettere la grande tradizione spagnola legata al flamenco, le sue origini e la sua evoluzione nel tempo, e ho pensato che il miglior modo per rendere più interessante ed esplicativa la mia intenzione era proprio quello di ballare. Così, ho proposto l’idea al mio relatore, il dottore Mastropietro, che dopo un’iniziale titubanza si è convinto talmente tanto, da farmi ballare due pezzi: uno tradizionale e uno fusiòn, ovvero di nuova generazione». Da quanto balli flamenco? «Da tre anni e non ne posso più fare a meno». Com’è nata questa passione? «Gradualmente. Ho conosciuto e convissuto per un anno, a Catania, con un gruppo di studenti Erasmus spagnoli, ho imparato la loro lingua, ho partecipato alle loro feste e viaggiato in lungo e largo per la Spagna. Negli anni, la cultura flamenca ha cominciato a far sempre più parte della mia vita e, questo, grazie anche ad una delle mie più care amiche spagnole, Jessica, che
mi ha trasmesso tantissimo su questa musica/danza/cultura». Le radici del flamenco affondano nell’antica cultura del popolo gitano; ti senti un po’ “gitana” quando balli? «Credo di esserlo stata in un’altra vita! - ride -. Quando sento quella musica, entra una strana energia in ogni parte del mio corpo». Quanto tempo hai impiegato tra ricerca, elaborazione e, in questo caso, coreografia? «La lavorazione alla tesi è durata circa 5 mesi». Hai affrontato difficoltà nella ricerca del materiale? «Sono andata a Barcellona per recuperare materiale che riguardasse non soltanto la musica e la danza tradizionali del flamenco, ma anche il gruppo di flamenco fusiòn, Ojos de Brujo (occhi da stregone), uno tra i più famosi in Europa. Questi musicisti, infatti, utilizzano strumenti provenienti da varie parti del mondo proprio per creare la cosiddetta fusione, che poi caratterizza la parte moderna del flamenco. Le coreografie, invece, le avevo già pronte». Come hai strutturato la tesi? «Ho eseguito un excursus del flamenco, dalle origini sino alla creazione del moderno flamenco fusiòn, passando per una breve storia del ritmo, della world e
Questo nuovo modo di “discutere” la tesi quali reazioni ha suscitato? «A parte qualcuno, erano quasi tutti estasiati. Parte della commissione ballava e batteva le mani a tempo». Quali emozioni fa affiorare il flamenco in chi lo pratica? «Il flamenco trasmette la sensualità di uno struggersi per amore di qualcuno o qualcosa; trasmette forza, ritmo,passione, talento e ti aiuta a riacquisire fiducia in te stesso». Progetti futuri? «Diventare ballerina e musicista professionista, un progetto al quale sto già lavorando da tempo». U i
sconto del 30% per universitari fino al 30 ottobre
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ateneo
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“CARO-STUDI” / Dal mercatino dell’usato di Azione studentesca al servizio “appunti” di Alleanza universitaria. Nelle librerie lo sconto del 27% sul nuovo. Anna Cavallotto: «Iniziativa molto apprezzata dagli studenti»
Libri di testo
risparmiare si può di Tiziana Campo
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ibro quanto mi costi? Se da un lato, il Codacons stima che tra corredo scolastico e libri, a settembre, le famiglie spenderanno per la scuola il 6% in più rispetto al 2009, con una media di 918 euro a famiglia, e Federconsumatori considera “un salasso” l’aumento del prezzo di copertina anche per i testi universitari, dall’altro, invece, il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca rassicura che il tetto di spesa per i libri di testo rimarrà invariato. Al di là di dati, accuse e smentite, resta il fatto che l’acquisto dei libri di testo rappresenta la spesa più importante per le famiglie. Ma ci sono degli escamotage per ridurre il costo dei testi. Sul fronte dei testi scolastici, con lo slogan “usato costa meno”, i ragazzi di Azione studentesca offrono agli studenti di scuola superiore libri a metà prezzo. Giunto al suo decimo anno di vita, al Mercatino del libro usato, in corso Sicilia 11 - aperto dal lunedì al vener-
dì, dalle 16 alle 20 - è possibile trovare libri di testo di liceo classico, scientifico, linguistico e dei vari istituti professionali. La formula è molto semplice: chi ha un’edizione in corso di un testo scolastico e non la utilizza più, può portare il libro al mercatino. Il libro, catalogato accuratamente, è venduto al 50% del prezzo di copertina. La somma incassata dai ragazzi, viene interamente data al proprietario del libro. «Noi non guadagnamo niente. Il nostro è solo un servizio», spiegano il 19enne Davide Cicero e il 16enne Giuseppe Marletta. E per gli studenti universitari? Luca Sangiorgi, vicepresidente di Alleanza Universitaria, spiega: «Fino a 6 anni fa, organizzavamo un mercatino del libro usato anche per i testi universitari. Vista la poca richiesta, però, abbiamo istituito un servizio molto apprezzato dagli studenti di qualunque facoltà: la distribuzione di appunti, slide o parti di libri da fotocopiare. A fronte del fatto che un testo universitario costa non meno di 45-50 euro -
spiega - così si riesce a risparmiare almeno la metà del costo del libro». Ci sono poi le copisterie che offrono sottobanco interi libri fotocopiati, anche se nessuno dei titolari lo ammette. Fotocopiare più del 15% di un libro, infatti, è illegale e chi venisse scoperto potrebbe incorrere in pesantissime sanzioni.
Un’alternativa all’illegalità “forzata” dalla spesa esosa, però, c’è. Anna Cavallotto, titolare della omonima libreria, spiega: «Dopo anni di contrattazione con l’università di Catania, siamo riusciti ad ottenere uno sconto del 27% sui libri di testo di tutte le facoltà. Abbiamo notato un’enorme affluenza di studenti a fronte di questa iniziativa - continua tanto che, nel momento in cui lo sconto viene bloccato dall’Università per mancanza di fondi, le vendite diminuiscono. Per noi librerie questa iniziativa rappresenta un grande sforzo contabile - puntualizza - per ottenere i rimborsi dall’Università, rimborsi che non arrivano mai prima di 70-80 giorni». Sulla tendenza a fare le fotocopie la libraia è molto critica: «Così si lede il diritto d’autore arrecando danni enormi. È questo uno dei motivi per cui i libri di testo aumentano di prezzo. A volte poi si arriva anche a degli eccessi assurdi - continua Cavallotto - e si fanno fotocopie persino di romanzi o libri che costano 10 euro, pagando così le fotocopie di più di quanto costerebbe il testo originale con lo sconto del 27%. Tutto sommato, però - rassicura - a Catania grazie allo sconto speciale per gli studenti, notiamo una minore influenza delle fotocopie. In tanti preferiscono acquistare il libro originale». U i
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Studenti / Servizi on-line
Ecco quali sono tutti i servizi cui gli studenti possono accedere direttamente dal sito www.ersu.unict.it, il sito per le comunicazioni istituzionali dell’ente. Nelle pagine si trovano tutti i servizi, i benefici e le notizie utili agli studenti universitari. Sono presenti informazioni costantemente aggiornate sulle diverse forme di interventi, manifestazioni ed eventi, convegni e partecipazione ai saloni dello studente nazionali ed europei. www.ersuct.it/parlaconersu. il servizio raccoglie le segnalazioni, le proposte e i reclami degli studenti relative ad eventuali disservizi. L'obiettivo è garantire al meglio la trasparenza, l’efficacia e la qualità delle prestazioni erogate, oltre che tutelare lo studente da ogni comportamento lesivo dei suoi diritti. www.ersuctalloggi.it. il sito si propone come punto di incontro tra domanda e offerta di posti alloggio per gli studenti. Il portale offre a tutti gli studenti dell’ateneo la possibilità di inserire gratuitamente i propri annunci di “cerco alloggio” e di consultare tutte le offerte dei locatari, dettagliate con prezzi, zone geografiche e molto altro ancora. E da quest’anno anche assistenza legale per gli studenti. wap.ersuct.it: l’Ersu di Catania è disponibile anche sul cellulare. Grazie a questo servizio l’ente offre un altro canale di comunicazione con lo studente accessibile in qualsiasi momento e in ogni luogo. Tutte le notizie, gli avvisi, le manifestazioni organizzate dall’ente a portata di telefonino. sms & mms list: iscriviti al servizio sms e mms dell’Ersu di Catania. E’ un servizio gratuito che permette di ricevere in tempo reale le novità che riguardano l’ente, gli eventi e le iniziative, oltre che ottenere informazioni di prima mano su borse di studio, scadenze e altro ancora.
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Alloggi, studenti è ora di prenotare GRADUATORIE / Presto pronta la graduatoria definitiva degli assegnatari che sceglieranno on-line il posto letto. Subito dopo la lista per le borse di studio di Maria Enza Giannetto
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ese di assegnazioni e di programmazione. Si pubblicano le graduatorie e si procede alla prenotazione e alla scelta degli alloggi. E i “fuori sede” prendono possesso dei loro posti letto. Ma non solo. Per quanto riguarda la gestione dell’Ente si passa alla stesura delle prime note che andranno a comporre il nuovo Bilancio. Andiamo con ordine. Già alla fine di settembre, l’Ersu ha pubblicato le graduatorie provvisorie dei posti letto. I ragazzi hanno avuto tempo, fino all’11 ottobre per presentare eventuali ricorsi, integrazioni o rettifiche. Di ricorsi, però, in realtà ormai non ne vengono presentati quasi più. «Il sistema di inoltro on-line spiega Luigi Alberti, responsabile del settore - e tutta la procedura informatizzata hanno ridotto i margini di errore e reso molto più celere la tempistica. Il sistema, infatti, procede per schermate e solo quando ogni parte della richiesta è completa permette di andare avanti nella redazione. Un’ulteriore agevolazione - continua - viene anche dal nuovo strumento “Parla con l’Ersu”, che permette ai ragazzi di mettersi in contatto direttamente con l’ufficio di competenza per ogni richiesta. In questo modo, il personale dell’Ersu risponde ai dubbi dei ragazzi, praticamente in tempo reale. In questo modo, non ci arrivano più richieste incomplete e il lavoro degli uffici può procedere molto più speditamente». Tanto che entro ottobre l’iter si chiude, permettendo, da qualche anno, ai fuori sede di entrare nelle residenze entro le prime settimane di novem-
bre. Insomma facilitazioni per l’ente e per lo studente, che evita file, viaggi a vuoto e inutili attese. L’informatizzazione ha dato un forte impulso al miglioramento dei procedimenti di assegnazione. Ora, non appena le graduatorie diventeranno definitive (intorno al 20 ottobre, presumibilmente) si potrà procedere alla prenotazione on-line del proprio posto letto. Una procedura, anche questa, già sperimentata con ottimi risultati soprattutto in termini di trasparenza (nonostante qualche polemica agli inizi), che permetterà agli studenti aventi diritto di scegliere da una qualsiasi postazione internet la residenza e la stanza in cui abitare. Dal sito, sarà possibile scaricare la procedura di prenotazione del posto letto, prima di
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Tesserino mensa
Le mense universitarie in funzione per l’anno 2010/2011 saranno soltanto due: “Centro” (via Oberdan, 174 ) e “Cittadella” (v.le A. Doria). Le tariffe non sono cambiate rispetto all’anno scorso e sono determinate in base al valore dell’Iseeu. Questi gli importi: 1a fascia 1,50 euro 2a fascia 1,80 euro 3a fascia 2,50 euro 4a fascia 3,50 euro 5a fascia 6,00 euro
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Le residenze universitarie e i posti letto
Caracciolo Casa Morano Centro Cittadella S. Filippo Neri San Marzano Calatabiano Residenza Dante Via Umberto Suore Cappuccine Via Verona San Giuliano Siracusa
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N. 125 N. 36 N. 128 N. 169 N. 18 N. 63 N. 60 N. 55 N. 36 N. 32 N. 42 N. 7 N. 24
Dati forniti dall’U.O. Residenze e Ristorazione
tutto per i riconfermati vincitori dello scorso anno, i portatori di handicap e, infine per i nuovi assegnatari. Le modalità della procedura saranno dettagliatamente esplicitate con un avviso pubblicato sul sito. «I posti letto a disposizione spiega Giuseppe Pignataro sono 788. Ovviamente, abbiamo messo in bando solo quelli effettivamente disponibili al momento della presentazione delle domante. Nei prossimi mesi, tramite lavori di adeguamento e la continua ricerca di locali adatti, cercheremo di incrementare la disponibilità di alloggi. Stesso discorso per le Mense. Per ora sono aperte quella alla Cittadella e quella Centro, ma entro un paio di mesi pensiamo di cominciare con i lavori della Mensa in via Ventimiglia». Chiuso l’iter degli alloggi si procederà alla redazione delle graduatorie provvisorie delle borse di studio che saranno pubblicate entro qualche settimana. In questo modo, si dovrebbe riuscire, assicurano dagli uffici a “liquidare la prima rata già entro Natale”. Ricordiamo che quest’anno sono stati messi a concorso borse e servizi per un totale di circa 12 milioni di euro, nonostante tagli e fondi ridotti. Per quanto riguarda i singoli servizi, l’importo massimo della borsa, comprensiva di servizi, è di 4.702,00 per gli studenti fuori sede, 2.592,00 per gli studenti pendolari e 1.772,00, più un pasto giornaliero gratuito, per gli studenti in sede. E infine la programmazione. Non appena il Consiglio si riunirà, potrà esaminare i problemi dell’Ente e la progettualità. Sul fronte culturale, si pensa di riproporre la campagna di abbonamenti ridotti per gli studenti, in collaborazione con i più importanti enti teatrali e istituzioni musicali della città. Inoltre sono in fase di redazione i vari calendari delle rassegne musicali organizzate ogni anno dall’Ente che partiranno, nei prossimi mesi. Ma, per tutte questi “servizi accessori”, così come per i corsi di informatica, bisogna aspettare la riunione del Consiglio d’Amministrazione e le delibere. U i
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28 novembre, ultimo concerto d’organo nella Chiesa di San Michele ai Minoriti
Il 29 novembre si chiude la rassegna “Per Vocem, instrumenta et organum” con il concerto nella chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti, delle due organiste Federica Iannella e Giuliana Maccaroni. Le due musiciste metteranno in evidenza i timbri, i colori e le ottime combinazioni dei suoni dell'antico organo "Serassi" su brani tratti dal repertorio rossiniano trascritti per organo a quattro mani dalle stesse interpreti, che si alterneranno con le overture delle opere più note del compositore eseguite dall'orchestra Sinfonica dell'Ersu diretta dal maestro Antonella Fiorino, direttore artistico dell’intera rassegna.
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Coro / Il 20 ottobre audizioni per i nuovo componenti
L’Ersu, o meglio, il suo coro, sta selezionando i nuovi componenti. Sono indette le audizioni per il complesso vocale dell’Ersu, la prof.ssa Antonina Castelluzzo mercoledì 20 ottobre 2010, dalle ore 17 alle ore 19, incontrerà i candidati che desiderano partecipare al laboratorio di attività coristica dell’Ente, nella Sala Museion di Via Verona n.25/A Catania, presso la Residenza Universitaria “Centro”. Le iscrizioni potranno essere raccolte nella stessa circostanza, mentre per il calendario delle sedute e la distribuzione in gruppi, verranno date ulteriori comunicazioni. Gli studenti interessati, qualora non potessero essere presenti a detta audizione, potranno segnalare la loro disponibilità, per essere sentiti in altra data, agli Uffici dell’E.R.S.U. - Attività Culturali - Via Etnea n.570 - Catania - tel.0957517927 - email: ariannabattello@tiscali.it
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Servizi e Sussidi per Studenti disabili al Centro Servizi per le disabilità
In ottemperanza alla legge 17/99, l’Ateneo catanese nel 1999 istituisce una Sezione Disabili dell’Ufficio Diritto allo Studio, che nel 2003 diventa un Centro Servizi per le Problematiche delle Disabilità, e nel 2006 Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata. Il CInAP sostiene e coordina l’assegnazione di servizi e tutte le iniziative atte a migliorare la qualità di vita degli studenti iscritti all’Università di Catania che presentino condizioni di ridotta attività o partecipazione alla vita accademica ed ogni altra situazione di svantaggio, temporanea o permanente. Scopo del CInAP è promuovere e instaurare rapporti di collaborazione con altri servizi d’Ateneo e con le istituzioni territoriali, al fine di concertare interventi e studi specifici, sensibilizzare e contribuire allo sviluppo di una nuova cultura dell’inclusione. Delegato del Rettore per le Disabilità è il Prof. Santo Carnazzo . Il CInAP si trova in via A. di Sangiuliano, 259. Giorni e orari di ricevimento: lunedì e venerdì dalle 9-14, martedì dalle 15-17. Altri giorni solo su appuntamento.
master INPDAP CERTIFICATED / Diritti dei migranti c’è posto per 30 laureati Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al Master Universitario di II livello in “Diritti dei Migranti” bandito dall’Università di Catania per l’anno accademico 2010/2011. Il “Master Inpdap Certificated” è aperto a 30 laureati e ha lo scopo di fornire le capacità teoriche e pratiche per agire con competenza e professionalità nell’ambito specifico e complesso dell’immigrazione. È richiesta laurea specialistica/magistrale rilasciata dalle facoltà di: Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche, Scienze della Formazione, Scienze della Comunicazione, Psicologia. Il Master consente di acquisire 60 crediti formativi. Il corso, della durata di 12 mesi, si svolgerà presso la Facoltà di Scienze Politiche in via Dusmet 163; la frequenza è obbligatoria. Le domande vanno presentate entro le ore 12:30 del 10 novembre. I dettagli su: www.fscpo.unict.it.
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C’è tempo fino al 3 novembre per iscriversi al corso di specializzazione sulla Tutela europea dei diritti umani, giunto all’11a edizione, che si terrà a Roma presso l’Aula Avvocati del Consiglio dell’Ordine (Piazza Cavour, Palazzo di Giustizi), il venerdì e il sabato dal 5 al 13 novembre. Organizzato dall’Unione forense per la tutela dei diritti umani, il corso si articola in quattro incontri. La quota di iscrizione è di 120 euro. Al termine del corso sarà rilasciato ai partecipanti un attestato di frequenza che darà titolo al riconoscimento di 12 crediti formativi da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma. Per informazioni: www.unionedirittiumani.it.
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ACCADEMIA SILVIO D’AMICO / Critica giornalistica fra teatro, cinema, tv e musica
È aperto il bando per il Master in critica giornalistica con specializzazione in teatro, cinema, televisione e musica organizzato dall’Accademia nazionale d’Arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma con il patrocinio del CICT/IFTC Unesco (chiusura iscrizioni 24 gennaio 2011). Il Master, che si svolgerà dal 10 febbraio al 17 settembre per una durata complessiva di 1.500 ore, costa 2.900 euro (previste 6 borse di studio). Al termine, sarà rilasciato un Diploma di master di I livello in Critica giornalistica e il riconoscimento di 60 crediti formativi. Ulteriori informazioni sul sito ufficiale www.criticagiornalistica.it o contattando il numero 340.2995425.
U NIVERSIT CORSI A DISTANZA / Comunicazione scientifica a Ferrara L’Università di Ferrara ha attivato un Master di I Livello in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza. Si tratta di un master di durata annuale, aperto a laureati di tutte le discipline e organizzato con modalità didattica a distanza, per un totale di 1750 ore, e consente di acquisire 70 crediti formativi universitari. Il Master intende formare professionisti capaci di affrontare la progettazione e la produzione di un messaggio di comunicazione scientifica (sia esso scritto, audiovisivo o telematico), e in grado di tradurre situazioni e linguaggi difficili, specialistici, in un testo comunicativo chiaro e rigoroso, accessibile a tutti i cittadini. Le iscrizioni sono aperte fino al 29 ottobre. Per informazioni, tel. 0532 800050 o www.unife.it/master/comunicazione.
DONNE&LAVORO / Da Vodafone e Donna Moderna un concorso che premia l’impresa sociale “in rosa”. In palio 300 mila euro a fondo perduto. Domande fino al 15 gennaio. Info: www.donnamoderna.com
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lavorare CONCORSO / “Ingegniamoci” per le idee d’impresa
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TECNICO PROGETTISTA Importante azienda metalmeccanica siciliana cerca un tecnico progettista senior. La sede di lavoro è a Catania.
La ricerca è rivolta a ingegneri meccanici o periti di età compresa fra i 35 ed i 45 anni, con esperienze maturate nella progettazione di impianti industriali. È indispensabile la conoscenza dell'inglese.
A occuparsi delle selezioni è Mgv Consulting Sas. Il curriculum va inviato a: p09tps@mgvconsulting.it.
INGEGNERI IN PROVINCIA Scade il 25 ottobre il concorso pubblico per titoli a 12 posti di istruttore direttivo tecnico alla Provincia regionale di Catania.
Tra i requisiti richiesti, la laurea in Ingegneria civile o in Architettura. Per il bando integrale: www.provincia.ct.it
La domanda va consegnata o spedita a mezzo raccomandata A/R alla Provincia regionale di Catania, I dipartimento, II servizio “Gestione del personale” - Centro direzionale, via Nuovaluce n. 67/a 95030 Tremestieri Etneo
STAGISTI PER UNA ONG Un’esperienza in una Ong egiziana. È la proposta dell’Aiesec che offre uno stage non retribuito per il settore Sviluppo nuove strategie di un’azienda del Cairo. Allo stagista sarà offerto l’alloggio.
È richiesto un inglese eccelente. Lo stage dura dal 1° ottobre al 28 febbraio 2011.
Le candidature, corredate di cv, vanno inviate per posta elettronica a: catania@aiesec.it.
PROF D’ITALIANO IN POLONIA Uno stage per insegnare la lingua italiana all’Università di Olsztyn, in Polonia, dal 18 ottobre al 20 dicembre. La retribuzione è di 300 dollari al mese.
Il candidato deve avere piena padronanza della lingua inglese.
Per candidarsi inviare una mail e il proprio cv a: catania@aiesec.it.
STAGE BRASILIANO L’Aiesec offre uno stage retribuito in azienda, nel settore contabilità e bilancio, a Rio De Janeiro. La retribuzione mensile è di circa 565 dollari americani.
Lo stage, che si svolgerà dal 1° novembre all’11 settembre 2011, è rivolto a laureati in Economia. E’ indispensabile la conoscenza eccellente della lingua spagnola.
Curricula via e-mail all’indirizzo: catania@aiesec.it.
Una competizione tra idee d’impresa. Si chiama “Ingegniamoci” l’iniziativa promossa dalla Provincia regionale di Catania che ha lo scopo di favorire e sostenere la nascita e la crescita di nuove realtà imprenditoriali, individuando proposte innovative e generatrici di valore sulle quali possano essere investite risorse economiche. Il concorso rientra nell’ambito di “Ingenium”, che prevede la costituzione di un fondo di seed capital destinato alle piccole e medie imprese della provincia etnea con forte capacità di innovazione. La competizione è organizzata e coordinata dalla società Zernike Meta Ventures spa. Chiunque può partecipare: la domanda può essere presentata da soggetti singoli o da squadre composte da più componenti. Ogni proponente deve presentare il piano d’impresa completo (business plan) corredato da una sua sintesi (executive summary) entro il 31 ottobre 2010, alle ore 24 esclusivamente al seguente indirizzo: ingeniumprovinciadicatania@zernikemetaventures.com. I vincitori riceveranno premi in denaro per la creazione dell’impresa. Il regolamento completo e i form da compilare su: www.ingegniamoci.com
L’Università per chi vuole di più, tra congressi e stage all’estero mmagina un’Università che ti dia la possibilità non solo di studiare ma Ianche di mettere in pratica ciò che studi, un’Università che ti dia la possibilità di conoscere studenti di altre facoltà d’Italia e del mondo, che ti dia la possibilità di entrare a contatto col mondo del lavoro, conoscere imprenditori e manager. Immagina di poter mettere alla prova le tue capacità ogni giorno e stupirti nell’osservare che sei sempre più capace e flessibile di quanto pensavi, e quando torni a casa ti faccia sentire soddisfatto di ciò che hai fatto ed imparato nell’arco della giornata. Forse questa non è
la descrizione della tua Università. Ma non significa che tu non possa averla. Aiesec, con circa 50.000 membri nel mondo, è la più grande organizzazione studentesca che ci sia, è apolitica e apartitica. Ma cosa offe Aiesec agli universitari? Offre l’occasione di mettersi alla prova, proprio come una palestra in cui ci si allena per entrare nel mondo del lavoro. I membri di Aiesec testano le loro capacità di lavorare in team e di gestirne uno, organizzano conferenze e seminari, e vivono esperienze di stage all’estero, grazie al nostro Programma di Scambio internazionale. Ogni anno ci sono
più di 35 congressi nazionali e internazionali dove si incontrano studenti da 1.100 università del mondo. Quotidianamente lavoriamo con imprenditori che credono nella nostra associazione. E scopriamo che le nostre capacità vanno oltre le nostre stesse aspettative. Per info invia una e-mail a catania@aiesec.it o visita il sito su www.aiesec.org/italy/catania. Se anche per voi il solo studio non è sufficiente per la vostra crescita e soddisfazione personale, ma avete bisogno di altro, vi aspettiamo mercoledì 20 o giovedì 21 in aula A, Palazzo Fortuna, Corso delle Province 36.
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«Torno alla Cavalleria» CAVALLERIA RUSTICANA / Per lo spettacolo inaugurale del Teatro Stabile di Catania, David Coco, torna a intepretare Turiddu dopo quasi dieci anni. L’attore: «Sarà una lettura diversa. I classici hanno una struttura forte, possono resistere alla vandalizzazione» di Maria Enza Giannetto itorno alla “Cavalleria rusticana”. Potrebbe essere il titolo di un nuovo spettacolo “tratto da”, oppure di una rilettura del capolavoro di Giovanni Verga. In questo caso è, più semplicemente, la frase che riassume la nuova prova d’attore di David Coco che “torna” nel ruolo di Turiddu Macca, protagonista del dramma e prima ancora della novella, pubblicata dallo scrittore siciliano nel 1880, all’interno della raccolta “Vita dei campi”. David Coco interpretò il contadino, miserabile e passionale, quasi dieci anni fa, in una produzione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania. Ora torna a vestire
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quei panni nella produzione inaugurale della stagione dello Stabile etneo. Diretto da Gianpiero Borgia, lo spettacolo andrà in scena dal 30 novembre al 22 dicembre. In scena, insieme anche Giovanni Guardiano e Claudia Potenza. Classe 1970 - tra qualche giorno varcherà la fatidica soglia dei 40 anni, ma di questo dice, ironico: «Shhh, dobbiamo proprio parlarne? - David Coco, siciliano di Acireale, vive, ormai da anni, a Roma, dove si divide tra teatro, cinema e televisione. Prima tanti anni di palcoscenico, in compagnia con lo Stabile di Catania (interprete di “Gli anni perduti” di Brancati e “L’altalena” di Martoglio), poi in giro anche con Fo, Albertazzi, Cobelli. E di lì, al cinema e in televisione: basta ricordarlo nei film “Segreti di Stato” di Paolo Benvenuti e “L’uomo di
vetro” di Stefano Incerti. Da Catania a Roma. Dal palcoscenico allo schermo. Ma il suo legame con la Sicilia e con il teatro che lo ha “cresciuto” non si è mai reciso. È uno dei “figlioli” prediletti di quella Scuola Umberto Spadaro da cui hanno spiccato il volo, tra gli altri Donatella Finocchiaro (sua partner in quella “vecchia” versione della novella) e Tiziana Lodato. E ora, l’inaugurazione della stagione sarà una sorta di ritorno a casa. David, torni a vestire i panni di Turiddu come cambia il modo di affrontare questo ruolo dopo quasi 10 anni? «In realtà credo che il modo di affrontare un’opera cambi continuamente. Subentra il nostro bagaglio di esperienze e di vita. Certo, la maturità è oggi diversa. Ma, ti confesso che io cambierei il modo di interpretare
un ruolo ad ogni replica». Quella che fu presentata a Spoleto era una versione “composita” dello spettacolo, tra novella e melodramma. «In effetti, in quella coproduzione del Teatro Stabile di Catania e dello Sperimentale di Spoleto si cucivano le due anime di “Cavalleria rusticana”: la prosa e la lirica. Erano due atti, in cui Pippo Baudo era il narratore della novella e noi interpretavamo i dialoghi dei vari personaggi. Alla fine succedeva una cosa molto affascinante: alla morte di Turiddu nella novella, partiva l’overture dell’opera lirica di Pietro Mascagni. Era una sorta di rinascita. In ogni caso, si trattava di un’operazione tradizionale». Mentre stavolta, con la regia di Gianpiero Borgia, non possiamo che aspettarci una lettura alternativa.
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Abbonamenti, come e quando
Il botteghino del Teatro Verga, via Giuseppe Fava 35, sarà aperto con orario continuato dalle 10 alle 19, domenica chiuso. Telefono 095 731 08 88 E-mail: info@teatrostabilecatania.it. Sito internet: www.teatrostabilecatania.it Costi abbonamento 2010/2011 12 spettacoli a posto fisso: turno prime 210 euro (golden ticket a 13: 238 euro), turno Lions - B/4 (venerdì) 190 euro (golden ticket a 13: 218 euro); turno B/3 (sabato serale) 190 euro (golden ticket a 13: 218 euro); turni D (domenicali pomeridiani) 200 euro (golden ticket a 13: 228 euro); turno aziendale (pomeridiani e serali infrasettimanali): in azienda 135 euro (golden ticket a 13: 163), al botteghino del teatro 145 euro (golden ticket a 13: 173); turni AZ/3 - AZ/8 (sabato serale): in azienda 155 euro (golden ticket a 13: 183), al botteghino del teatro 165 euro (golden ticket a 13: 193 euro); turni AZ/diurna - AZ/C.C.pom. - AZ/fer. pom. (sabato pom.): in azienda 140 euro (golden ticket a 13: 168), al botteghino del teatro 150 (golden ticket a 13: 178 euro). Abbonamento giovani a 12 spettacoli: 70 euro (a posto fisso o a prenotazione libera con l’obbligo della scelta del pacchetto La tempesta o Aspettando Godot o Mercadet o Finale di partita). Golden ticket a 13: 98 euro. Abbonamento a 12 spettacoli a posto libero, aziendali: in azienda 135 euro (golden ticket a 13: 163 euro), botteghino teatro 145 euro (golden ticket a 13: 173) La direzione si riserva il diritto di apportare modifiche al repertorio, ai turni abbinati ai giorni della settimana, e di effettuare alcune repliche in altra sede.
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In “Vita dei campi”, la fotografia della Sicilia rurale, tra miseria e passioni
«Prendere la “Cavalleria Rusticana” di Verga per le mani è un’emozione, prenderla per farne lo spettacolo inaugurale del Teatro Stabile è affacciarsi su un baratro». Questo il commento del regista Gianpiero Borgia (nella foto) che cura la messinscena dello spettacolo inaugurale del Teatro Stabile. E continua definendola un’opera di culto. E in quale altro modo si potrebbe definire Cavalleria rusticana? Una storia che racconta un pezzo della Sicilia rurale di Giovanni Verga. Ma che è anche una fotografia del mondo interiore di Verga. Nella novella, lo scrittore siciliano narra la storia di Turiddu Macca, un contadino siciliano che, tornato dal servizio militare, trova la sua innamorata, Lola, fidanzata con Alfio, un carrettiere molto più ricco di Turiddu. Per vendicarsi del loro matrimonio, Turiddu corteggia e seduce Santa, scatenando, ovviamente, la gelosia di Lola che cede e cade nel tradimento. Santa se ne rende conto e riferisce ogni cosa a Alfio che sfida Turiddu a duello. La storia finisce tragicamente con la morte di Turiddu. Un’istantanea verista, ma anche una metafora popolata di simboli attraverso i quali leggere un discorso sull’umanità. Cosa che in fondo un classico è sempre. In questo caso verista e della vicenda narrativa, in questo caso una mediterranea tragedia della gelosia e dell'onore. Il discorso sull’Uomo che Verga propone sviluppa il conflitto inconciliabile tra alcune categorie inconciliabili, eppure fondative dell’essere umano.
time out «Credo di sì. Sono molto curioso di vedere cosa il regista ci proporrà». Curioso? Non avete ancora cominciato le prove? «No, le prove cominceranno il 26 ottobre e sarà una full immersion di un mese. Certo da quello che ci siamo già detti, sia con Gianpiero sia con il direttore Giuseppe Dipasquale sono sicuro che sarà una lettura fedele della novella ma “diversa”, più profonda, verticale. Sicuramente si andrà a scandagliare l’aspetto psicologico di ogni personaggio: dalla disperazione di Santa alla possessività di Lola dino alla gelosia di compare Alfio e alla passionalità di Turiddu». Nella presentazione dello spettacolo Borgia parla di un testo “culto”. C’è, però, chi dice che i grandi classici hanno bisogno non di cultori ma di vandali. «E io sono, assolutamente, d’accordo. I classici, in quanto tali, hanno una struttura molto forte che permette di vandalizzarli, rigirarli, squarciarli, anche. Ci si può permettere di andare a ricercare un solo aspetto, di svilupparne una sola caratteristica, senza, per questo, fargli perdere la propria forza. D’altra parte un classico diventa tale perché affronta temi immortali, che sopravvivono al tempo e ai vandali, appunto». Insomma, sei contrario al teatro che non si rinnova. «E come potrebbe essere altrimenti? Non si può certo rifare sempre la stessa cosa. Ben venga ripartire dai classici, ma poi bisogna scardinarne gli equilibri per renderli interessante e “appetibili” anche per chi li conosce già». Torni a Catania per lo spettacolo. Progetti artistici futuri? «Per il cinema, dovrei girare il film su Caravaggio di Paolo Benvenuti ma aspettiamo che succeda qualcosa. E poi, ho già girato due film “Nauta” di Guido Pappadà, e “Henry” di Alessandro Piva. Ma non si sa quando usciranno, speriamo si trovi la distribuzione». È un cinema di nicchia… «Se consideriamo la distribuzione sicuramente sì». Diciamo che il dubbio sulla distribuzione di certo non assale chi fa il cinepanettone. «Beh, questo è sicuro. Altrimenti sarebbe... cosa? Un cinemerenda, forse. Ma forse è meglio non entrare nel merito delle ottime leggi che tutelano il nostro cinema e il nostro teatro. Ogni giorno, in Italia, sulla cultura, in generale, si compie uno scempio intollerabile». Ui
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Per le scuole / La sventura di Bonaventura
A proposito del “teatro per ragazzi”, Sergio Tofano, autore di “Qui comincia la sventura del signor Bonaventura”, scriveva in un articolo del 1937: «Per carità, niente quadretto familiare, niente oleografie patetico-sentimentali; non gesti edificanti di scolaretti probi né nobili azioni di balilla eroici. Facciamoli ridere, vivaddio, a teatro, risvegliando in essi il senso della bontà; più benefica quindi dei predicozzi, dei pistolotti e, soprattutto, della retorica». Tutto questo con dei “pupazzi” che si chiamavano Contessa della Ciambella o Barone Partecipazio. Ma, in questo autore tanto amato da Calvino per la sua leggerezza, quello che contava soprattutto era il buon gusto. Perché “il cattivo gusto è più attaccaticcio della scarlattina”. È con questo spirito che il Teatro Stabile propone la messinscena, dal 15 novembre al 18 dicembre (per le scuole, ma ci saranno repliche aperte) della fiaba. La regia è di Italo Dall’Orto, le scene di Armando Mannini, i costumi di Elena Mannini e le musiche di Ermete Liberati e Aldo Tarabella, le luci di Franco Buzzanca. In scena Angelo Tosto (foto, in alto). Oggi il Bonaventura è come un classico della nostra storia teatrale, sia perché, essendo stato scritto da un attore di razza, rispetta le sacre leggi del palcoscenico; e poi perché è scritto, oltre che da un attore di razza, anche da un intellettuale di razza. Tutti notano, a una prima lettura, che i personaggi di Tofano sono discendenti diretti della più nobile tradizione teatrale italiana: la Commedia dell’Arte. Si dirà: non ci allarghiamo troppo coi massimi sistemi, trattasi di teatro per l’infanzia. Ma Strehler diceva: «Non esiste una favola per ragazzi o una favola per adulti. Dire “teatro per ragazzi” significa ghettizzarlo. La favola è per tutti».
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TEATRO METROPOLITAN / Al via il 14 novembre la rassegna comica con Turi Amore e Michelangelo Sciuto. Da “Mamma li turchi” a “Miseria e nobiltà”
“De Curtis”, domenica si ride A l Teatro Metropolitan di Catania apre il 14 novembre la prima Rassegna De Curtis, una serie di esilaranti commedie con Turi Amore e Michelangelo Sciuto. L’appuntamento è sempre domenicale, alle 18.30. Si comincia con “Mamma li turchi”, commedia in due atti diretta da Turi Amore. “Mamma li turchi” è una farsa godereccia e scacciapensieri che sfrutta gli idiotismi di una paradossale storia carnascialesca. Quasi caricature le identità paesane dei protagonisti Nofrio e Vennira, ma anche del dottore balbuziente, dell’effeminato sacrista Caterino, dell’assatanata levatrice, della procace Lisa e del suo compagno Luigi, che ruotano attorno alla figura di un igna-
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ro parroco. Il risultato? Una commedia assolutamente esilarante, che regala due ore di sane risate. Nel cast Nuccio Nicastro, Turi Amore, Orietta
“Apriti cielo”: ritornano Ficarra e Picone
Dalla prima assoluta, “interplanetaria”, ad Agrigento, il nuovo spettacolo di Ficarra & Picone arriva a Catania, nella Sala Harpago, per la rassegna “Prima ’11” organizzata da Il Gatto Blu, lo storico gruppo cabarettistico catanese guidato da Gino Astorina. Un fuori abbonamento, in programma dal 26 al 30 ottobre e dal 2 al 6 novembre con lo spettacolo “Apriti cielo” che promette due ore di risate e sorprese continue. Com’è loro abitudine, i due comici siciliani riescono a tenere il pubblico “attento” in un mix di satira politica ed ecclesiastica, sempre condito da quel tocco di “sicilianità” che ha sempre caratterizzato il duo comico. Dopo i successi di critica e di pubblico delle passate stagioni, con gli spettacoli “Vuoti a perdere” e “Diciamoci la verità” , Salvo Ficarra e Valentino Picone tornano in scena a distanza di tre anni con un nuovo lavoro con il titolo, “Apriti cielo”, scelto in extremis ventiquattr’ore prima del debutto. Uno spettacolo attesissimo, quindi, che alla sua prima ad Agrigento ha fatto registrare il sold out: strapieno il teatro della Posta vecchia, tanto che è stato necessario aggiungere una ventina di posti a sedere. “Apriti cielo” regala due ore di divertimento all’insegna dell’umorismo dissacratorio, com’è nello stile del duo palermitano, ma lascia anche tanto spazio all’improvvisazione e all’interazione con il pubblico. L’appuntamento del Gatto Blu costituisce, così come quello di Agrigento, una sorta di anteprima della tournée vera e propria, che partirà subito dopo, per le tappe allo Zelig di Milano, dal 18 al 20 novembre, e al Teatro dei Satiri di Roma, dal 23 al 28 novembre. Ficarra e Picone, che a marzo torneranno a condurre “Striscia la notizia”, l’estate prossima dovrebbero girare un nuovo film in Sicilia.
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Roccella, Enzo Sanfilippo, Federica Amore, Nadia Trovato, Franco Leontini. La rassegna De Curtis continua con “L’eredità dello zio canonico”, commedia di Antonino Russo Giusti diretta al Metropolitan da Michelangelo Sciuto, in scena il 16 gennaio. In cartellone anche “Cercasi alloggio disperatamente” (27 febbraio) diretto da Turi Amore; “Malìa” di Luigi Capuana (3 aprile) per la regia di Michelangelo Sciuto; “Milly una signora di trent’anni fa” (8 maggio) con Sally e la regia di Antonio Bella e Gianni Scuto. Per concludere, un classico della commedia napoletana, “Miseria e nobiltà” scritto da Eduardo Scarpetta e diretto da Michelangelo Sciuto (29 maggio). U i
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Il Teatro delle nevi riparte con Eduardo Al via al teatro Grotta Smeralda di Aci Castello la stagione 2010/11 del Teatro delle Nevi (www.teatrodellenevi.it). Si comincia il 19 novembre con “Uomo e galantuomo” di Eduardo De Filippo (repliche anche il 20 e il 21). Una versione in dialetto siciliano di una delle più divertenti pièce scritte dal geniale autore napoletano, che offre allo spettatore una serie di episodi irresistibilmente comici. La stagione prosegue poi con “Il libertino” di EricEmmanuel Schmitt (dal 21 al 23 gennaio), “Rumors” di Neil Simon (25-27 marzo), “Premiata Pasticceria Bellavista” di Vincenzo Salemme (13-15 maggio). Tre i turni degli spettacoli: venerdì e sabato alle 20.45, domenica alle 18.45.
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ritratto d’artista di Giusy Cuccia
GIUSEPPE CALACIURA / Anima del Teatro del Canovaccio
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iuseppe Calaciura ha cominciato tardi a fare l’attore, ma mostra un entusiasmo dirompente per il suo progetto teatrale: il Teatro del Canavoccio, nato nel 2001, grazie alla collaborazione di Salvo Musumeci e Saro Pizzuto, prima, cui in seguito si sono aggiunti lui ed Eliana Esposito. È stato difficile iniziare a Catania e portare avanti la tua passione in Italia? «Non credo che a Catania sia più difficile che in altri posti; è complicato andare avanti perché c’è una generale disaffezione nei confronti del teatro che, dal canto suo, non sempre è al passo con i tempi». Quasi tutti i lavori che proponete sono vostre produzioni. In cosa consiste il tuo mestiere? «Abbiamo sempre offerto ai nostri amici\abbonati una stagione che non vedesse solo e sempre “noi” in scena: il teatro è scambio, contaminazione, comunicazione, è misurarsi sempre con l’esterno onde evitare l’auto-celebrazione. Quest’anno, per esempio, su sette spettacoli offerti tre sono ospiti. Mi piace far notare come uno dei teatri più piccoli del meridione riesca, con un grande sforzo economico-organizzativo, ad ospitare gruppi da ogni parte d’Italia. Faccio questo mestiere per il desiderio di comunicare, di raccontare alla gente, di scambiare con loro energie e sensazioni. Come Teatro del Canovaccio, invece, vorremmo continuare a crescere culturalmente sperando di trovare sempre la forza economica per migliorare il nostro teatro». Parlaci del nuovo cartellone per la stagione 2010/2011. «Sette lavori, come sempre autori e generi vari e contrastanti tra loro: si ride, si piange, si
il giovane attore presenta il cartellone 2010/11 «La cultura non deve per forza annoiare: puntiamo su autori contemporanei e giovani»
«Il teatro è per tutti» pensa, ci si rilassa, con un’offerta che riteniamo interessante per varietà e qualità autorale. Quest'anno: Thorton Wilder, Karl Valentin, Ernst Toller, Piero Sammataro, giovani autori contemporanei e chiuderemo con uno spettacolo per i 150 anni dell’Unità d’Italia scritto da Eliana Esposito». Ti stai impegnando molto anche nel cercare di avvicinare i più piccoli al teatro. Ti aiutano le
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istituzioni e gli enti pubblici in questo? «Lavorare con e per i più piccoli è faticosissimo ma la soddisfazione di raccontare ai bambini è unica: sentirli ridere o percepirne il silenzio attento è impagabile! Dovremmo essere sempre più presenti per loro perché la passione per il teatro deve essere inculcata fin dalla scuola elementare, solo abituandoli subito diventeranno pubblico critico ed
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esigente e quindi un pungolo positivo per gli operatori». Secondo te cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione dei teatri in Italia? «Sarò controcorrente ma io credo che per migliorare la situazione dei teatri in Italia ci vorrebbe innanzitutto un maggior rispetto nei confronti del pubblico. Il teatro è e deve essere fatto pensando sempre a chi lo guarda, troppe volte invece il pubblico è visto come un intruso; non è vero che per fare cultura si deve per forza annoiare la gente. E non credo proprio che il problema siano le riduzioni dei fondi pubblici che comunque andrebbero a rimpinguare le casse di enti-dinosauro o di quei pochi che sanno farsi strada nella jungla della burocrazia. Chiaramente non risparmio né escludo il Teatro del Canovaccio, ma almeno noi siamo davvero un teatro che tra spese fisse, spese di gestione e produzione investe decine di migliaia di euro in questo settore». Perché così pochi ragazzi si avvicinano al teatro e cosa si potrebbe fare per attirare di più un pubblico giovane? «Non veniamo aiutati né dalle famiglie che lasciano i propri figli ore ed ore davanti a videogiochi o tv in maniera acritica né dalle scuole che vedono l’andare a teatro come un giorno libero. Il teatro è cultura e spetta a noi del settore rendere accattivante la proposta, alle scuole spetta di farne capire l’importanza e alle famiglie di frequentare i teatri e di avviare i proprio figli». U i
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CENTRO ZO / Compie cinque anni il cartellone dedicato alle nuove drammaturgie contemporanee. Prossimo appuntamento il 22 ottobre con “Straniero di Sicilia”
AltreScene in festival C ompie cinque anni AltreScene. Il cartellone teatrale dedicato alle nuove drammaturgie contemporanee che ospita artisti e opere rappresentative dello scenario nazionale ed europeo si trasforma in festival, mettendo in calendario otto spettacoli di teatro contemporaneo che si svolgeranno fino a novembre al Centro di culture contemporanee Zo. AltreScene propone un nuovo assetto ideativo e organizzativo, grazie all’apporto di Statale 114, associazione culturale catanese. La programmazione di questa quinta edizione si concentra, in particolare, sul rapporto tra creazioni provenienti dal nostro territorio e alcune tra le migliori produzioni della scena nazionale. A partire dallo spettacolo d’apertura del festival, “Rewind” con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, un omaggio a Cafè Müller di Pina Bausch. Il prossimo appuntamento, il 22 e 23 ottobre, è con la compagnia La casa dei santi che propone “Straniero di Sicilia”, un tentativo di ricostruzione dell'identità isolana, a partire
My arm
Buchi nel cuore
dalle testimonianze in forma di narrazione in versi (in lingua greca, latina ed araba oltrechè in italiano ed in siciliano) di alcuni poeti stranieri che hanno abitato questa terra da siciliani. Il 28 e 29 Savì Manna presenta il suo “Turi Marionetta”, con le marionette Cartura. In
un solo atto si ripercorre la storia del teatro di figura partendo dalle maschere di data preistorica fino all’Opera dei Pupi, vero caposaldo della tradizione teatrale siciliana. Qui la narrazione raggiunge il suo apice fondendo lo stile del teatro delle Ombre con la tecnica del “cuntu”. Grande attesa, per lo spettacolo “My arm” di Tim Crouch, messo in scena, il 4 e 5 novembre, dall’Accademia degli Artefatti. Il 7 novembre la Compagnia Scimone Sframeli propone il suo Nunzio con Francesco Sframeli e Spiro Scimone e la regia di Carlo Cecchi. La programmazione continua, il 16 novembre, con “Buchi nel cuore” di Pietro Floridia e Angelica Zanardi. Il 17 e 18 novembre la Compagnia Scena verticale presenta “La Borto” di e con Saverio La Ruina. Si chiude, il 24 novembre, con Statale 114 in “Pacamambo” di Wajdi Mouawad, diretto da Salvo Gennuso. U i
ETNAFEST / Ogni sabato e domenica del mese, alle Ciminiere, i Fratelli Napoli mettono in scena uno spettacolo dei pupi. Il via con “La Rovenza incantata”
A novembre si fa l’Opra E tnafest riparte dai pupi. Dopo un’estate di concerti, si riparte a novembre, ogni sabato e domenica, con gli spettacoli di Orlando & compagni che prenderanno vita sul palco del Teatro dei Pupi alle Ciminiere. A dare vita alla rassegna, la Marionettistica Fratelli Napoli. La compagnia, fondata a Catania nel 1921 da Gaetano Napoli e oggi giunta alla sua quarta generazione, rappresenta la più significativa realtà del tradizionale teatro dei pupi di tipo catanese. Si comincia sabato 6 e domenica 7 novembre con “La Rovenza incantata”; a seguire, il 13 e
14 novembre, “Il gran duello di Orlando e Agricane per amore di Angelica”. Sabato 20 e domenica 21 in scena “Amore e follia di orlando” e il 27 e 28 si conclude con “A valli, ovvero la morte dei paladini a Roncisvalle”. I copioni sono elaborati da Alessandro e Fiorenzo Napoli sulla base dei canovacci della tradizione catanese. Ma tutti i membri della famiglia Napoli prendono parte alla messinscena degli spettacoli, nei ruoli tipici dell'Opra: Italia Chiesa Napoli parratrici, Fiorenzo di-
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rettore artistico, parraturi principale e maestro conduttore dei pupi; Giuseppe capo manianti e scenografo; Salvatore ideatore delle luci e fonico; Gaetano parraturi; Davide manianti e secondo parraturi; Dario assistente di palcoscenico; Marco manianti; Alessandro antropologo, manianti e addetto al fabbisogno degli spettacoli; Agnese Torrisi, direttore di scena. Tutti gli spettacoli - della durata di circa un’ora e mezza - cominceranno alle ore 19 al padiglione 03 del Centro Fieristico Le Ciminiere di Viale Africa. U i
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“Il siciliano a Parigi” di Bernardi
Al via mercoledì 27 ottobre la stagione del Brancati Teatro della Città (via Sabotino 4, www.teatrodellacitta.it) diretto da Tuccio Musumeci. In scena “Il siciliano a Parigi” tratto da “Il sistema Ribadier” di Georges Feydeau e diretto da Romano Bernardi. Il testo è una divertente rassegna dei vizi di una società borghese, con in primo piano il classico triangolo marito-moglie-amante.
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Hinkemann al Canovaccio
Il Teatro del Canovaccio inaugura la stagione il 25 novembre con una produzione propria: “Hinkemann” di Ernst Toller, regia Elio Gimbo. Appassionato esempio di teatro espressionista tedesco di cui l’autore fu uno dei massimi esponenti, lo spettacolo si avvale di proiezioni video.
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Il Duomo ospita Nathan il saggio
In prima nazionale, il Duomo di Catania ospiterà il 22 ottbre (ore 20.45) la lettura scenica di Nathan il Saggio capolavoro di Gotthold Ephraim Lessing, parabola sulla tolleranza - per la regia di Lamberto Puggelli. Un evento che farà tappa in chiese, sinagoghe e moschee di varie città italiane a sostegno del dialogo interreligioso, organizzato, in collaborazione con la Facoltà di Lettere, dall’associazione a sostegno del Teatro d’Arte “Ingresso Libero”. Tra gli attori che daranno vita al reading, nomi di spicco del panorama teatrale nazionale come Gianrico Tedeschi e Marianella Laszlo). Introdurranno l’Arcivescovo Monsignor Gristina e il teologo don Pino Ruggieri. Il reading sarà replicato nel Duomo di Milano (a gennaio) e nella sinagoga di Roma (a marzo) con altri attori, tra i quali Giorgio Albertazzi e Ottavia Piccolo.
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INTERVISTA / Personaggio diretto, senza peli sulla lingua, alle volte scomodo, l’artista siciliano è negli Usa dove partecipa a Hit Week 2010 kermesse della musica italiana «Negli States abbiamo un pubblico variegato che non vede l’ora di rivederci sul palco» di Riccardo Marra
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a tentazione di immaginare Roy Paci con la banda degli Aretuska che attraversano l’oceano in nave stile Nuovomondo è troppa, se pensiamo alla presenza dei “nostri” a Hit Week 2010, la kermesse della musica italiana negli Stati Uniti, divisa tra New York e Los Angeles dal 9 al 17 ottobre. Hit Week è un’iniziativa di Mtv e nasce per esportare la cultura e l’Italian way of life attraverso le canzoni dei nostri artisti. Oltre a Roy suoneranno alla seconda edizione della “settimana italiana” anche Giovanni Allevi, i Negrita, Elinaudi, i My Awesome Mixtape e molti altri. Roy, cos’è per te l’America? «Un paese molto affascinante e democratico e, nel caso di città come New York o San Francisco, anche un luogo molto interessante per il grande meltin’ pot di razze e culture diverse che vivono in un encomiabile sincretismo contemporaneo». Piace pensare te e gli Aretuska in un viaggio mitico alla Nuovomondo. «Potremmo sempre provarci prima o poi, suonando sulla nave per tutti i 20 giorni di traversata per un pubblico di appassionati viaggiatori senza l’obbligo, in questo caso, di passare da Ellis Island». Che ne pensi del pubblico degli States? Solo di italiani o anche qualche orecchio americano? «Io, a differenza di tanti altri artisti italiani, negli Usa ho un pubblico variegato. Suono negli States dai primi anni ‘90 e ho avuto modo di confrontarmi con progetti e musicisti diversi, da Frank London dei Kletzmatics a Mike Patton, dai Gogol Bordello a John Zorn. Nel 2001 suonai davanti a più di 100.000 persone al Central Park di New York con Manu Chao. Fu un’esperienza indimenticabile e da allora molti fratelli sudamericani ed est europei che vivono in America ci seguono attraverso i network e non vedono l’ora di rivederci dal vivo».
ROY PASCKIA & ARETU Te la do io la Sicilia Ormai siete un gruppo poliglotta, la sicilianità è forte, ma accostata alla cultura latina, al reggae e a mille altre sfumature. E’ stato un modo per di delocalizzarvi? «Non c’è stata alcuna scelta: la mia eterodossia musicale è stata l’alimento naturale di tutti i gruppi che in trent’anni ho formato. Dalle prime esperienze di meticciato folk con i Mau Mau, alla patchanka di Radio
Bemba Sound System, tutto ha contribuito ad arrivare al progetto Aretuska con un ampio respiro internazionale e con l’apporto consapevole di innesti musicali diversificati. Ovviamente l’ingrediente principale è la sicilianità e l’utilizzo del dialetto popolare è stato d’esempio per tanti altri artisti siciliani che hanno riscoperto la tradizione». Per Hit Week, condividerai il
palco, tra gli altri, con Giovanni Allevi. Una dimostrazione di quanto è varia la cultura musicale italiana? «La musica in Italia è polimorfa e contraddittoria. Non conosco personalmente Allevi ma immagino che qualsiasi musicista italiano in questo momento abbia il dovere di esprimere la realtà odierna non solo esplorando le tematiche leggere dell’amore, della
INFORMA pizza e mandolino, ma anche sondandola sul delicato terreno della multiculturalità, con grande attenzione e rigore di cronaca, per dare la possibilità allo sguardo dello spettatore straniero d’inoltrarsi tra tematiche concrete. Stiamo attraversando un periodo anche culturalmente difficile e un artista ha per me il dovere di denunciarne le conseguenze». Tornando in Italia, ormai sei di casa in Puglia, cos’ha di speciale quel luogo? «Vivo esattamente nel Salento, regione di stupende testimonianze architettoniche e paesaggistiche segnate dalla presenza di muri a secco e di antiche carrarecce, di menhir e di dolmen, di trulli e di pajare, di torri e di masserie. L’atmosfera che si respira da queste parti è decisamente friendly e la cultura musicale negli ultimi anni si è finalmente scrollata di dosso il solito marchio della “pizzica” per far spazio a una moltitudine di culture alternative che vanno dal reggae all’indie rock passando per la musica elettronica. Si respira un’aria di rinascita e rinnovamento e credo che gran parte del merito sia attribuibile al
25 nostro presidente Nichi Vendola e al gran lavoro delle Fabbriche, che in maniera capillare hanno attivato un processo di partecipazione in network di idee e proposte creative. Oltretutto io ho creato una vera e propria factory con studi di registrazione per audio e video dove realizzo gran parte delle produzioni della mia etichetta Etnagigante». Una domanda sulla Sicilia non posso non fartela mentre lo scenario
politico si è trasformato nuovamente e al governo regionale il Pd sta con Lombardo. Di che strana malattia è infetta questa nostra terra? «Non ho alcuna voglia di disquisire sui vischiosi meandri politici della mia sfortunata isola. Ho già dovuto sopportare (solo per aver fatto ironia su problematiche evidenti) le querele e i rimbrotti di alcuni
time out personaggi scomodi che della Sicilia hanno fatto un cesso vero e proprio. Troppe lobby che fanno guadagni a breve termine ignorando gli avvertimenti a lungo termine sul sentiero del tracollo irreversibile. La verità è che questo processo non si fermerà mai in tempo e non avremo la possibilità di riscattarci dallo stato mafioso perché i siciliani stessi sono troppo inermi di fronte ai giochi perversi che si compiono in una terra che potrebbe risplendere al centro del Mediterraneo come culla d’arte e turismo». Nel frattempo il ponte non c’è ancora, ma potrebbe ritornare d’attualità a breve. «Proprio per la faccenda del ponte, io e il mio staff nell’ultimo concerto tenuto a Messina abbiamo subìto delle vere e proprie minacce da energumeni armati mandati dall’alto solo perché con il mio pubblico di 20.000 persone avevamo condiviso la bellezza dello Stretto senza scempiaggini ed ecomostri da costruire (nell’agosto del 2009 il concerto alla Fiera di Messina di Paci fu
“movimentato” da un intermezzo “no ponte” che determinò la presenza dei carabinieri in assetto antisommossa n.d.r.). Sono stanco di affrontare da solo, i miei “colleghi” hanno altro a cui pensare, questa battaglia infinita contro le “cosche” edilizie e petrolifere». Ultima domanda sul mercato discografico. Siete pronti ad affrontare un futuro senza disco? «Devo confessarti che non ci sto pensando affatto. Vedo invece un gran ritorno al vinile e la cosa mi riempie di gioia. Dovresti vedere le facce della gente che dopo aver ascoltato solo mp3 addirittura dal telefonino viene rapita dal suono del mio giradischi Emt filtrato da sorgenti analogiche e valvolari. Una sindrome di Stendhal acustica che denota la totale desuetudine alla qualità dell’ascolto. Ho una casa zeppa di dischi spesso piena di amici che amano farsi condurre in un viaggio che ho chiamato “enogastrofonico” ovvero la stimolazione simultanea di diversi sensi. Del resto, come diceva Fichte, l’uomo ha la missione di vivere insieme; se viene isolato, non è un uomo intero e completo, anzi contraddice se stesso». U i
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INTERVISTA / Il cantautore, con due dischi all’attivo, il 17 ottobre sarà ospite della rassegna Rocketta. «Oltre a Nick Drake, m’ispiro a icone come Bob Dylan e Fabrizio De Andrè». A novembre al via un progetto a Catania, dove inciderà i suoi primi brani in italiano di Emanuele Brunetto rmai da un bel po’ di anni il cantautorato made in Italy ha ripreso vigore, sulla scia dei grandi santoni inglesi o americani, ma con quel tocco tutto nostrano che fa ben sperare per il futuro. Black Eyed Dog, al secolo Fabio Parrinello, è uno di quei giovani che, imbracciata una chitarra, hanno deciso di fare di “musica e parole” la propria ragione di vita. Natali lombardi, origini siciliane, esperienze di vita negli Stati Uniti prima e a Londra poi, hanno fatto di Fabio uno dei songwriter più interessanti dell’attuale panorama italiano. Due album all’attivo, “Love is a Dog from Hell” del
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Black Eyed Dog
«La mia poetica del quotidiano» 2006 e “Rhaianuledada (Songs to Sissy)” del 2009, entrambi licenziati per la Ghost Records, che sarà possibile ascoltare dal vivo il 17 ottobre a La Chiave all’interno della rassegna Rocketta. Per l’occasione, Universitinforma ha scambiato qualche battuta con Black Eyed Dog. Fabio, partiamo dal tuo nome d’arte. Perché la scelta è caduta proprio su Nick Drake e proprio su quel brano? «C’è un aneddoto dietro al nome. Tornavo da un “simil-rave” alla Vucciria, canticchiavo tra me e me il motivo del pezzo di Drake. Davanti a me una ragazzina punk inveiva contro il suo cagnolino nero per nessuna ragione apparente. Più lei cercava di allontanarlo, più lui la seguiva. Per una associazione di idee ed altro mi identificai molto in quella immagine. Black Eyed Dog quindi non necessariamente inteso come lo intendeva Drake. Per lui credo fosse qualcosa di diverso, legato ad un concetto esistenziale di mal de vivre nel quale mi identificavo più in età adolescenziale». A proposito di icone del can-
tautorato internazionale, oltre al già citato Drake, chi altri t’ispira quotidianamente? «Bob Dylan, Leonard Cohen, Fabrizio De Andrè. Non ti saprei dire tra le nuove leve… sicuramente ci sono cantautori di grande talento: Ray La Montagne, Bright Eyes... Diciamo che è il quotidiano di per sé ad ispirarmi». È evidente la ricerca poetica che sta dietro i tuoi brani. C’è qualche scrittore che ti influenza in modo particolare? «La poesia di Charles Bukowsky. I romanzi di J.T. Leroy. Walt Whitman, Edgar Allan Poe. Romanzi per me formativi come “Altri Libertini” di Pier Vittorio Tondelli e tanti altri. Nella mia adolescenza, ad esempio, ero totalmente Arthur Rimbaud dipendente». Black Eyed Dog proporrà mai dei brani in italiano? «Il caso vuole che registrerò a fine novembre, proprio a Catania, con un produttore/cantau-
tore catanese, qualche pezzo in italiano per un disco di prossima uscita. Vi ho incuriosito almeno un po’?». L’etichetta per cui incidi è fra le indipendenti di successo del nostro Paese. Com’è lavorare con loro? «L’ho già detto in tante altre interviste e mi ripeto: è veramente molto raro trovare qualcuno come Francesco e Giuseppe di Ghost Records, con i quali si diventa amici davvero, al di là del rapporto lavorativo. Devo loro moltissimo». Sei nato a Varese, ma nel corso degli anni hai dimostrato un grande attaccamento alla Sicilia, con tante tappe fra Catania e Palermo. Ora a Palermo ci vivi anche. Come nasce questo rapporto intenso con la nostra regione? «I miei genitori sono originari di Marsala. Io ho sempre nutrito un legame molto particolare con la Sicilia, nonostante abbia vissuto a Varese fino ai diciannove anni. Limitavo le
mie visite all’estate, poi dal 2007 mi sono trasferito a Palermo, una città che ho da subito percepito come vera e propria casa. Palermo mi ha accolto in un momento molto particolare della mia vita, mi ha dato l’opportunità di perdermi dentro ai suoi vicoli e di ritrovarmi in riva al suo mare. Ogni volta che torno a Catania, invece, è una epifania. Ho dei cari amici alla Lomax, come Alessandro Falzone, che mi hanno supportato sin dall’uscita del mio primo album, chiamandomi a suonare quando mi si filavano in pochi». La tua musica ha un buon riscontro all’estero? «Ho suonato qualche concerto a New York, alla Living Room in pieno Village, e a Brooklyn. Sono rimasto piacevolmente stupito: a fine concerto le persone, entusiaste, venivano a dirmi quanto avessero apprezzato i testi... una situazione abbastanza inconsueta in Italia, almeno per me che canto principalmente in inglese. Un’esperienza, quella americana, che ripeterò nella primavera del 2011». U i
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CENTRO ZO / La rivelazione Electro Hip Hop del 2010 dal vivo per Bass Boutique ad Halloween. A seguire i francesi Mustard Pimp, big del clubbing europeo
Videomind “da paura” R iapre Bass Boutique: ritorno in grande stile, per la sua quinta stagione, domenica 31 ottobre (botteghini aperti dalle ore 23). Ospiti d’onore Videomind e i francesi Mustard Pimp. I primi sono la rivelazione electro hip hop del 2010, i secondi il nome caldo della Videomind scena club contemporanea. Videomind sono in tre: Clementino (uno dei freestyler più forti che l’Italia abbia mai visto) e Paura (che con 13 BastarMustard Pimp di, e non solo, ha scritto alcune delle pagine migliori dell'hip hop italiano) ai microfoni, Tayone (virtuoso del giradischi ed ex Alien Army) ai piatti. La matrice musicale è hiphop/electro/dance: con un'idea e un obiettivo musicale chiaro e preciso, fondere il rap italiano con la disco music, l'elettronica ed il funk. Si
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Tropical set con dj Sabo
Direttamente da New York il 31 ottobre ai Mercati Generali dj Sabo in “Tropical Halloween” (+ Fabio La Manna dj set, + Fab Samperi dj set). Un live set che miscela House, Latino, Brasiliano, Afrobeat, Disco, Reggae, Cumbia, Dub, Miami Bass, Hip Hop e Tropical Bass (inizio serata ore 23). Sabo è un dj rinomato a livello internazionale per aver prodotto una combinazione ritmica di suoni frutto di svariati viaggi intorno al globo che ne hanno influenzato lo stile musicale, fin quando ha deciso di stabilirsi a New York, dove tra l’altro insegna alla Scratch Dj Academy. Come producer Sabo ha una sua label, la Sol*Selectas, che produce remix di artisti e Dj.
materializzano in alter ego robotici con la video/testa che è chiara citazione e omaggio a “The Robots” di Kratwerkiana memoria. Mustard Pimp escono su Crux e Dim Mak, etichette di culto assoluto, arrivano da Parigi ed è ormai chiaro a tutti come siano, insieme a Blatta & Inesha, Don Rimini e pochissimi altri, i nomi più forti in assoluto del nuovo clubbing europeo. Hanno remixato da Shinichi Osawa ai Crookers passando per Eagles Of Death Metal, così come Motorhead e Atari Teenage Riot. Sono la bomba delle basslines, incrocio perverso tra acid, hip hop e metal. Insieme a loro, divisi su tre sale, i padroni di casa, Blatta & Inesha, e un nutrito gruppo di nomi nuovi del clubbing catanese, dall’house all’indie rock, al soul e al garage: Costarello, Sabotage, I’m not special, I’m an alien (Judoboy & Strano G.), Scimmia Pazza Crew (Sonny Denja & Jimmi Alcalina), Roz Rozzer, Dj Psycho, Abdel. Vj Kar a curare le immagini. U i
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Il “metissage” di Ninca Leece
Cantante, produttrice, songwriter e popster elettronica, Ninca Leece approda sabato 30 ottobre al Centro Zo per un live set unico nel suo genere (inizio ore 22.30). Ninca Leece si diverte ad interpolare suoni e derivazioni tra le più disparate producendo un metissage che potremmo descrivere come clicks & cuts, glitch, bizzarro e sexy. Ninca comincia a 6 anni con gli studi di pianoforte al conservatorio, che le danno un’impostazione iniziale rigida e rigorosa; l’incontro con la musica elettronica avviene circa dieci anni dopo con l’ascolto di Substance dei New Order e Loveless dei My Bloody Valentine, da qui in poi le influenze di Ninca si aprono ad un mondo di possibilità, compreso lo studio della musica per film a Potsdam. Nel 20042005 canta e produce per Maple Log e Le Clic, una band techno/house/disco di Amsterdam. La sua carriera solista comincia con un concerto in Brasile nell’estate del 2005 al “Feria de musica” a Fortaleza e in breve tempo diventa uno dei talenti emergenti più importanti della scena di Amsterdam. Ninca si serve di un uso della voce molto particolare, che elabora attraverso suggestioni provenienti dall’electrohouse degli Anni 80 filtrata con il recupero recente di questo tipo di sonorità, l’uso di complesse textures sonore fa della musica di Ninca Leece qualcosa a metà tra la scultura sonora, il soundscape situazionista e l’immediatezza sexy e viscerale di certo pop elettronico di derivazione francofona. L’artista attualmente vive e opera a Berlino, città d’elezione del suo modo di sperimentare un suono che dall’immaginario di quella città prende più di una suggestione.
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INTERVISTA / Uno vive a New York, l’altro a Parigi; uno suona jazz, l’altro country-music Eppure Elan Mehler e Adam McBride-Smith costituiscono un sodalizio vincente sulla scena della musica internazionale. Di recente si sono esibiti in concerto a Catania
HALF SEA S OVER
di Gianluca Runza lan Mehler è uno stimato jazzman, star dei club di Brooklyn; Adam McBride-Smith è un musicista country rock da qualche anno di base a Parigi. Cosa li unisce? Un progetto chiamato Half Seas Over. Cosa li divide? Un oceano che, proprio come recita il loro nome, gli sta in mezzo mentre scrivono le loro canzoni. Gli Half Seas Over dunque sono un sodalizio a distanza creato da due artisti agli antipodi musicalmente ma uniti dalle diavolerie della tecnologia. Il risultato? Un disco, uscito per la Brownswood Records, che fonde musica jazz e polvere del deserto, suoni acustici ed elettrici con la melanconia a fare da collante. Questo autunno Mehler e McBride-Smith accorciano le loro distanze per un tour europeo che è arrivato fino in Sicilia toccando Siracusa, Enna e Catania, dove lo strano duo si è esibito sul palco della Chiave. Elan, la vostra è una strana fusione. Come nasce il progetto Half Seas Over? «Ho conosciuto Adam attraverso amici comuni e alcuni musicisti di Brooklyn. Mi sono innamorato della sua musica andando a vedere i suoi concerti e procurandomi “Good and Gone”, il suo disco da solista. Mentre registravo “The After Suite”, poi, ho pensato che il brano di Adam “I Want to leave you” sarebbe stato perfetto per chiudere il mio album. Sfortunatamente da allora Adam si è trasferito a Parigi. Nonostante questo ci siamo visti e abbiamo iniziato a pensare ad un progetto insieme ma da gestire a distanza, ecco che nascono gli Half Seas Over». Tu sei un compositore jazz, Adam suona country. Come si mescolano le vostre due anime musicali? «Non è mai semplice. Nel mio primo disco feci la cover della “Elvis Presley Blues” di Gillian Welch e io non ero mai stato un musicista swing. Ne-
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Un fortunato incontro
di mondi lontanissimi gli ultimi cinque anni poi ho iniziato ad appassionarmi sempre di più a questa musica. Questo per dire che la distanza tra i generi musicali è meno grande di quanto dicono tutti». Però il rock e il jazz sono pianeti storicamente lontani. «Non ne sono sicuro, entrambi vengono dal blues ed entrambi
hanno una grande tradizione nell’improvvisazione». Avete scritto il vostro disco con un oceano in mezzo: tu a Brooklyn e Adam a Parigi. La tecnologia è amica o nemica della musica? «Oh, credo entrambe. Inviare piccoli mp3 e riceverne indietro altri è una nuovissima forma di collaborazione. Un’espe-
rienza totalmente nuova sia per me che per Alan e per questo molto gratificante e interessante. La tecnologia è nemica della musica quando diventa il fine e non il mezzo della composizione, allora quello potrebbe tramutarsi in un atto non-musicale». Tornando al disco, avete jazzato alcuni pezzi del canzoniere
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solista di Adam come “Sad Mona” e “Into the night”. Pensi che ogni canzone possa essere potenzialmente vestita con abiti nuovi? «Ne sono assolutamente sicuro». Dove trovano ispirazione gli Half Seas Over? «Duke Ellington, Bill Evans, Gillian Welch, Bill Withers, Ali Farke Toure, Led Zeppelin, Bill Frisell, Joanna Newsome, Steve Reich, Paul Bley, Kenny Wheeler, Charles Mingus, Tom Waits, Keith Jarrett, John Coltrane, Nick Cave, Miles Davis, Leonard Cohen, Bob Dylan,
Osvaldo Golijov, Thelonious Monk...». State già lavorando a un episodio numero 2? «Sì, per il momento però solo qualche dettaglio. Posso dirti che la nostra scrittura andrà verso nuove direzioni». Suonerete a Catania. Un’anticipazione del concerto? «Suoneremo per intero tutte le tracce dell’album e forse un paio di nuovi pezzi. Ci saranno anche alcune cover che abbiamo reputato molto belle da fare. Non resta che venirci a vedere e soddisfare tutte le curiosità». U i
BARBARA DISCO LAB / Dal 22 ottobre torna Rock Therapy. E per Halloween “Vomitaizer”
Rock Therapy riparte in veste invernale nella sua casa naturale, il Barbara Disco Lab. Si comincia il 22 ottobre con “The Great ReOpening” secondo la formula che si ripeterà ogni venerdì. Per la grande apertura, Area Rock nello Stage One (Gogo Yubari’s Room) con dr Save, Nuccio Giuffrida, sir Adriano Patti; Visuals VjK. Area Reggae, nello Stage Two (Paul Mc Cartney’s Room) con Vulkanu Ka Sona/Ciuridda/Turi G. Sicily Rebellious; La Famiglia Sound. Il 29 ottobre ospiti i Please don’t touch the Drummer (Antonio Farinella, vocal & guitar; Filippo Russo, Bass; Marcello Parisi, the drummer). Il 5 novembre appuntamento con il sound unico dei Clerville (Marco Papale, guitar, effects, programming, keys, lyrics; Davide Trovato, bass, effects; Fabio Terranova, guitar, programming, keys; Dario Chiofalo, drums, percussions, drum machine), riuscito mix di postrock e elettronica minimal, il 12 con i britannici The Book Club e il 19 con i Marigold di Pescara. Non solo Rock Therapy al Barbara Disco Lab: il sabato l’appuntamento è con Combo Night (Borrelli, Paolo Mei, Phaida), e il giovedì con Lokito’s (Romina Pincha). E per il 31 ottobre Cool Stuff presenta il party esplosivo in Halloween edition “Vomitaizer”. Nell’area Electro: Vicarious Bliss, Wasa31, Tyler Noze,Elektropusher, 00Tabù, Vj Zulu gang, Vj Muvimo (Venezia). Nell’area rock: Trabant, Dr Save, Miss Apple, The Shoemakers, Fabri. Nel Cortiletto’s Area: No fake Beats e Lofyo&Militant Watt.
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di Riccardo Marra
a realtà dei manicomi negli anni sessanta è un tema molto caro ad Ascanio Celestini, attore e regista romano. Talmente tanto che attorno vi ha costruito ben tre opere: prima un romanzo, poi uno spettacolo teatrale e oggi il film che ha convinto al Festival di Venezia e che debutterà nelle sale in ottobre. Parliamo de La Pecora Nera, la storia di un matto, Nicola, rinchiuso in un istituto psichiatrico per oltre 35 anni. Una vita intera tra elettroshock e i soliti rituali di un’esistenza posticcia com’è quella che si trascorre nei manicomi. È lo stesso Celestini che fa Nicola interpretandone spassosi deliri e fantasie in quello che è un film sull’emarginazione in generale. Ed ecco che le pecore nere non sono solo i matti ma magari anche quegli artisti un po’ visionari e pazzoidi, insomma proprio come Ascanio Celestini. Celestini, da cosa nasce La Pecora nera? «Volevo raccontare la storia di una rivoluzione. Le grandi rivoluzioni sono contro le istituzioni anche quando sembrano fermarsi al taglio della testa di un re. Tra le grandi istituzioni dell’età moderna, l’unica ad essere stata colpita è quella psichiatrica. Famiglia, scuola, carcere, chiesa o caserma sono più forti di prima, ma la fine del manicomio (anche se c’è ancora l’elettroshock, le cliniche private, i manicomi giudiziari...) testimonia che è possibile vincere una battaglia anti-istituzionale». Quella però persa dal personaggio di Nicola, da 35 anni rinchiuso in un manicomio. Negli anni 60 una forma di discarica sociale? «Il manicomio non era diverso dal carcere, ci finiva chi non riusciva a tenersi fuori, chi non aveva un’alternativa. Con questo non voglio negare che il disagio mentale esista davvero, ma il manicomio era solo un archivio di esseri umani tant’è vero che i padiglioni erano organizzati per comportamento. C’era quello degli agitati, quello dei semi-agita-
«Vi racconto la battaglia vinta contro i manicomi»
s’era inventato l’elettroshock. Era (ed è, perché l’elettroshock si pratica ancora) una tortura legalizzata, ma ribadisco che nel manicomio si archiviavano le persone, non si curavano e per archiviarle bisognava renderle velocemente gestibili, un po’ come le automobili vecchie che vengono compresse dallo sfasciacarrozze per occupare meno spazio». Nel film non si fa riferimento alla legge 180. Perché? «Perché la legge 180 è stata una grande conquista, ma il mio racconto parla di ciò che manca più che di ciò che è stato conquistato. Non è un racconto politico, ma una storia di disagio». Qual è stata la parte più difficile da mettere in scena rispetto al libro e allo spettacolo teatrale? «Lo spettacolo è una narrazione così come il libro. Sono linguaggi naturalmente evocativi. Invece nel film dovevo “mostrare” più che narrare. Non è stato facile trovare un linguaggio che evocasse più che mostrare». Avete girato nell’ex manicomio romano di Santa
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È nelle sale dal primo ottobre La pecora nera, terzo film del giovane regista romano: «Gli ospedali psichiatrici erano soltanto “archivi” di esseri umani. Io volevo narrare la storia della grande rivoluzione contro questa istituzione» ti, quello dei tranquilli... non c’era nessun tentativo di cura, così come la galera non ha nessuna finalità educativa o reintegrativa». In quegli anni l’elettroshock fu quasi una moda nel contesto delle terapie psichiatriche, spesso provocando danni irreversibili. Insomma, chi entrava in manicomio diventava matto per forza? «La casta medica italiana era indignata per il Nobel assegnato a Moniz, inventore della lobotomia e non per l’italico Cerletti che
Maria della Pietà. Quali sono state le suggestioni? «L’istituzione totale è soprattutto un luogo. Così è il lager o la galera, appena ci entri ti rendi conto che la sua ideologia è una sola cosa con il luogo fisico fatto di porte, mattoni, chiavi… nonostante somigli all’ospedale civile, il manicomio ha delle particolarità che è praticamente impossibile ricostruire. Due elementi del padiglione 18 del Santa Maria della Pietà? Il colore azzurro delle maioliche che rende il paternalismo del luogo e la doppia
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porta all’entrata. Chi aveva le OTTOBRE PIOVONO LIBRI / Tra presentazioni, incontri e chiavi poteva entrare e uscire, ma le due porte non erano mai recital. Alle Ciminiere la mostra dedicata al pittore etneo aperte contemporaneamente dunque quel luogo era perennemente chiuso». Come nasce la scelta di Daniele Ciprì alla fotografia? «Mi è stato proposto dalla produzione, non pensavo che un artista come Daniele avrebbe accettato, poi abbiamo incominciato a parlare del progetto e non solo ha accettato, ma per sette rosegue ansettimane ha lavorato con la che a Catania macchina sulle spalle sposando tra incontri, completamente la causa». presentazioni e moIl film è stato presentato al Festre, “Ottobre piovostival di Venezia. Impressioni? no libri - I luoghi «So che a Venezia c’erano molti della lettura”, la incontri collaterali rispetto a campagna promosquelli ufficiali della mostra. Ad sa dal Centro per il uno, organizzato per le giornate Libro e la Lettura degli autori da Micromega, ho in tutta Italia. Lettepartecipato anch’io. So che c’eraratura ma non solo: no anche feste mondane, ma il su iniziativa della mio impegno per il film era leProvincia regionale gato esclusivamente alla presendi Catania, il 23 ottazione del lavoro. Sono felice “Sant’Agata” di Jean Calogero (olio su tela cm 55x46, tobre alle Ciminiere che il mio film sia passato nel 1985), donato al Museo Diocesano di Catania sarà inaugurata una pomeriggio con un prezzo basso grande mostra antologica - la prima - dedicata al pittore Jean Cadel biglietto, questo ha fatto in logero, che resterà aperta fino al 12 dicembre. L’esposizione, con modo che il film fosse visto da oltre 100 opere, dipinti a olio di grande formato, testimonia le vaspettatori attenti piuttosto che rie stagioni creative del Maestro. Un’iniziativa che riporta l’attenda vip in cerca di passerella e zione sulla figura del pittore catanese scomparso nel 2001. l’accoglienza è stata emozionanQuesto il calendario degli altri appuntamenti catanese: ancora sate». Il film di Manfredonia Si può fabato 23 ottobre alle 18, nella Pinacoteca di San Michele Minore, si re, il libro di Cristicchi Centro di terrà una Tavola rotonda sull’Età Federiciana con riferimento ai igiene mentale, i Baustelle di volumi “Federico II e l’apogeo dell’Impero” di Wolfgang Stürner Piero, ora il suo film. Crede ci (Salerno Editrice), “Poeti della Scuola siciliana della Corte di Fedesia un nuovo interesse rispetto rico II”, a cura del Centro di studi filologici e linguistici siciliani alla realtà dei manicomi? (edizione critica dei Meridiani Mondadori) e “Poeti «Non credo, se ci fosse si riarabi di Sicilia”, antologia curata dall’arabista uscirebbe a comprendere Francesca Corrao (Mesogea Editrice) con Franceche essere contro il manicosca Corrao, Mario Pagano, Marco Brando, Nello mio significa prendere posiPogliese (coordina Tino Vittorio). Venerdì 29 ottozione contro le istituzioni sobre, alle Ciminiere, alle 18, Franco Battiato prerelle dell’ospedale psichiatrisenterà il libro di Luigi Mantovani “Favole di co: i cie, le caserme, il carcebeata innocenza” con gli attori Anna Fumagalli re». e Giorgio Finati; al pianoforte il maestro Gianni La rivedremo di nuovo in veNocenzi. Ancora presentazioni a novembre: veste di regista? Franco Battiato nerdì 5 alle 18 Giuseppe Giarrizzo e Yann Riviè«Spero di poter riprendere il re presenteranno il libro “Tra Roma e Costantinolavoro che ho cominciato col poli. Ellenismo Oriente Cristianesimo nella Tarda Antichità” di documentario Parole sante e il Mario Mazza (Edizioni del Prisma). Il 12 novembre alle 18 Pielibro Lotta di classe sul tema trangelo Buttafuoco intervisterà Alessandro Leto, autore di “Wadelle condizioni di precarietà nel ter today” (Elvetica Edizioni). U i mondo del lavoro». U i
La prima antologica
di Jean Calogero P
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CONVIVIO 2010 / A Amel Darwesh premio speciale
Il linguaggio universale della parola e dell'arte, intesa come valore unificante del rapporto umano. È questo lo "slogan" della cerimonia di consegna dei premi del Concorso internazionale di poesia, prosa e arti figurative “Il Convivio 2010” e del Premio teatrale Angelo Musco. L'appuntamento è per domenica 24 ottobre, alle 10 nella sala convegni dell'hotel Assinos a Giardini Naxos, in provincia di Messina. Ospite d'onore la poetessa egiziana Amel Darwesh, che ritirerà il premio speciale della critica.
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CARTA BIANCA / Festival del libro nel Ragusano
Tre giorni di incontri, presentazioni, reading, aperitivi letterari, concerti, workshop e soprattutto amore per la lettura e i libri. Il Comune di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, e l’Assessorato alla Cultura presentano “Carta Bianca - Festival della Letteratura”, che si svolgerà da venerdì 29 a domenica 31 ottobre. In programma un omaggio a BuCesare Basile kowski e a Peppino Impastato, la Fiera del Libro per Bambini e uno spettacolo di burattini. Tra gli ospiti, Ottavio Cappellani, Cesare Basile (impegnato in un progetto speciale: un concerto reading sulla figura di Danilo Dolci), Vittorio Bongiorno, Gill & Co., Felicia Palazzolo, Girolamo Di Michele. Per il programma completo: www.cartabianca-festival.it.
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a cura di
he la Samsung non intendesse lasciare ad Apple il monopolio del mercato dei tablet era chiaro. La conferma è arrivata dall’Ifa 2010, la fiera dell’elettronica che si è svolta dal 3 all’8 settembre a Berlino, durante la quale è stato presentato il nuovo Samsung Galaxy Tab, un tablet con schermo da 7 pollici e sistema operativo Android 2.2 che si propone come il primo vero concorrente dell’iPad. Le caratteristiche tecniche che permettono a questo nuovo prodotto di differenziarsi dall’iPad sono molte e interessanti. Prima di tutto, lo schermo più piccolo lo rende molto più “portatile”, mantenendo comunque una dimensione adatta a molti scenari d’uso, dalla navigazione su Internet alla fruizione di contenuti multimediali, alla lettura degli ebook. Il tablet Samsung è quindi più facile da maneggiare rispetto all’iPad e, allo stesso tempo, i due pollici in meno dello schermo non compromettono la leggibilità delle pagine web o l’utilizzo delle varie applicazioni, anche grazie alla risoluzione di 1.024 x 768. Il processore sembra in grado di gestire al meglio anche il plugin Flash 10.1. Molte applicazioni sono già preinstallate nel dispositivo, dal navigatore satellitare all’ebook reader. Va inoltre sottolineata la compatibilità con la maggior parte di codec video, DivX compreso. Oltre ad avere una generosa memoria di base (16 o 32 GB), il Galaxy Tab è espandibile attraverso uno slot per schede di memoria microSD in tagli fino a 32 GB che rende immediato lo scambio fisico di file con altri dispositivi. A differenza dell’iPad, il Galaxy Tab è anche un telefono a tutti gli effetti: per le telefonate si può usare un auricolare con microfono, anche Bluetooth, oppure la funzione vivavoce. L’unica pecca è l’assenza della connettività Usb. U i
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Giuseppe Mendolia Calella si è laureato in Arti visive e discipline dello spettacolo con indirizzo scenografia, il 28 Settembre 2009, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, discutendo una tesi su “Tecnica e linguaggio espressivo del teatro di figura” .
Galaxy Tab, l’ultima creazione del colosso coreano dell’elettronica, si preannuncia come il primo vero concorrente dell’iPad. Compatto e tascabile, riunisce in sè la funzionalità di un pc e la praticità di telefono
Scende in campo il tablet
SAMSUNG
SPECIFICHE TECNICHE: Network: 3G (HSUPA 5.76 Mbps): 900/1.900/2.100 MHz; 2.5G (GSM/GPRS/ EDGE): 850/900/1.800/1.900 MHz Sistema operativo: Android 2.2 Schermo: 7.0 pollici TFT-LCD, WSVGA (1.024 x 600) Processore: Cortex A8 1 GHz Application Processor with PowerVR SGX540 Fotocamera: fotocamera posteriore da 3 MP + fotocamera frontale da 1,3 MP per videochiamate. Connettività: presa 30 connettori/microSD, Wi-Fi 802.11n/Bluetooth 3.0 Memoria: 16 GB/32 GB, più slot per microSD fino a 32 GB; 4 GB NAND. Flash per applicazioni di terze parti + 4 GB SDRAM per le applicazioni del processore + 1 GB SDRAM per il modem
Un altro concorrente nel panorama dei tablet è il nuovo Toshiba Folio 100. La strada scelta da Toshiba ha portato a un prodotto davvero completo per le sue caratteristiche hardware. Lo schermo ha una dimensione di 10,1 pollici e il processore Nvidia Tegra 2 garantisce prestazioni interessanti, mantenendo consumi ridotti, tanto che l’autonomia dichiarata è di oltre 7 ore. Dove però il Folio 100 si differenzia realmente dagli altri tablet è nella connettività con l’esterno. Oltre agli ormai tradizionali Wi-Fi e 3G, il Folio 100 dispone infatti di una porta HDMI per collegare un monitor esterno o un televisore, uno slot SD e, soprattutto, una porta Usb 2.0 che può essere utilizzata per collegare il Folio 100 sia a un pc sia a dispositivi esterni come chiavette e hard disk. Anche il nuovo tablet Toshiba utilizza come sistema operativo Android 2.2, quindi è compatibile con l’ultima versione di Flash.
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L’INTERVISTA / Davida Chiara, trentaduenne scrittore catanese, pubblica Se solo mia madre sapesse con Boopen. «Da mesi - dice lo scrittore - le ripeto che non è una storia autobiografica. Più o meno»
Alcol, sesso e avventure di un giovane Erasmus di Riccardo Marra unga avventura tra alcol, donne e afterhours, l’Erasmus di Lorenzo La Valle è un percorso senza sosta nel vortice della fiesta di Salamanca. Nove mesi di baraonda che cambiano il ragazzo, partito da Catania con nessuna esperienza, e lo mettono di fronte al mondo. Se solo mia madre sapesse è un romanzo di formazione. Il suo autore Davide Chiara, trentaduenne catanese, autore tv e sceneggiatore, lo sviluppa come una sorta di diario autobiografico ora esilarante, ora più profondo. Perché quello che racconta è il suo Erasmus. E’ lui Lorenzo, la Spagna alcolica raccontata è quella che ha realmente ingollato lui dieci anni fa. Le storie di sesso? Pure. Sono quelle che sua madre non avrebbe mai pensato di dover leggere. Chiara, dunque, debutta con un romanzo dedicato al progetto per studenti più famoso del mondo, un’esperienza che, come dice, «mi accompagnerà sempre, e solo chi l’ha vissuta può davvero comprenderne il valore». La presentazione del libro avverrà venerdì 29 ottobre, alle 18, nella Libreria Mondadori di Catania di corso Sicilia. Davide, debutti con un romanzo dedicato al tuo Erasmus. Un modo per chiudere una parentesi della tua vita? «Chiudere mai. L’esperienza Erasmus è qualcosa che ti accompagnerà sempre, e solo chi l’ha vissuta può davvero comprenderne il valore. Ecco da dove nasce la mia esigenza di scrivere questo libro: un tuffo al cuore per coloro che lo hanno già fatto l’Erasmus, un incentivo per chi è ancora in dubbio se partire o meno, ma soprattutto la condivisione di un viaggio per tutti quelli che se lo sono lasciati sfuggire e magari pensavano fosse una perdita di tempo. Non è vero». Quanto di autobiografico e invece quanto di fiction c'è nel tuo romanzo? «Ammetto di aver iniziato a
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scrivere con l’ottica di esorcizzare le mie mancanze, ma quasi immediatamente ho capito che della mia vita non fregava niente a nessuno se non a me stesso (e a mia madre, ovviamente), così mi sono trovato ben presto a intraprendere altre strade, soprattutto nel finale. Scelte più coerenti, funzionali all’arco di trasformazione del personaggio e, difficile a credersi, meno eccessive di quelle che ho vissuto realmente. Ma se vuoi una risposta alla tua domanda, be’, c’è davvero parecchio Davide in Lorenzo». Nella sua baraonda di sesso, alcol e intrecci, Se solo mia madre sapesse è un romanzo di formazione. In cosa cambia di più Davide/Lorenzo durante il suo soggiorno a Salamanca? «Da ragazzo diventa uomo. O almeno ci prova. Non a caso Lorenzo ha 22 anni: fine adolescenza, inizio età adulta. Ciò che mi premeva raccontare erano tutti quei piccoli passaggi che portano un individuo a trasformarsi da convinto procrastinatore (sempre in attesa che la manna gli cada dal cielo) a protagonista di se stesso e delle proprie scelte; con tutte le conseguenze che ne comporta». Parliamo di scrittura. Il tuo linguaggio è colmo di iperboli
e slang. Hai lavorato molto su quest’aspetto? «Assolutamente. Ma oltre alle scelte formali, il lavoro più grosso l’ho fatto con quelle contenutistiche. Non “filosofeggio” mai sugli aspetti della vita e non mi lascio andare in descrizioni, neppure per ciò che riguarda i personaggi. Vengono fuori esclusivamente in base a ciò che dicono o alle azioni che compiono, ognuna strettamente consequenziale alla precedente. Il tutto perché mi interessava dare un taglio veloce alla storia, riempiendola di eventi, in modo da spingere il lettore a non abbandonare mai il libro se non dopo averlo divorato tutto d'un fiato. Questo il mio intento, mi auguro di esserci riuscito». Nel libro citi spesso Catania come fosse l’inferno rispetto al paradiso dell’Erasmus. Come vivi il rapporto con la tua città? «Amo la mia città e ne parlo sempre benissimo qui a Roma, dove ormai vivo da alcuni anni, ma è indubbio che fosse l’esempio perfetto ed emblematico di ciò che è in netto contrasto con quanto il protagonista trova lontano da casa. E non per la questione provinciale, retrograda o il solito stereotipo trito e ritrito; quello che invece mi faceva ridere era l’idea di far sbarcare oltralpe l’orgoglio e la prosopopea che solo noi siciliani riusciamo ad ave-
re. (E forse anche i napoletani, ma in un modo diverso.) Quella convinzione assoluta, insomma, di poter tener testa anche a un Premio Nobel durante una conferenza di fisica quantistica. Perché lui ha torto e noi ragione!». Hai pubblicato il libro con Boopen LED. «Sì, conobbi Filippo Kalomenidis un anno fa davanti a un whisky. (Ho detto uno? Volevo dire 10.) Filippo è uno sceneggiatore molto in gamba, e aveva appena pubblicato il romanzo Sotto la bottiglia con Boopen LED, peraltro splendido. Al sesto bicchiere lo avevo già convinto a dare un’occhiata al mio manoscritto, al nono eravamo ormai migliori amici! Mi presentò subito Aldo Putignano, direttore editoriale di Boopen LED, il quale era in cerca di giovani autori. Poi com’è andata a finire lo sapete. Aldo è una persona magnifica, auguro a tutti un editor come lui, capace di concedere tanta libertà allo scrittore ma allo stesso tempo indirizzarlo verso quelle strategiche soluzioni di cui un testo necessita per potersi definire completo. Il libro sarà disponibile in tutte le migliori librerie e anche al mio sito davidechiara.com». Hai già in previsione un nuovo libro. Magari il prosieguo della storia di Lorenzo? «In una storia non è l’argomento che mi interessa, piuttosto il tema che desidera esprimere. E nel mio caso, ritengo di aver dato risposta a tutte le domande che in un momento di transizione come quello Lorenzo poteva porsi. Se mai decidessi di darvi un seguito, sarà perché a 10 anni di distanza altri problemi avranno attraversato il suo cammino, nonché altre donne; che non fa mai male! Al momento sto scrivendo la storia di una ragazza che, invece di fuggire i propri fantasmi come ha fatto Lorenzo andando via dalla sua città, è costretta ad affrontarli tornando suo malgrado a Catania. Ma parliamo di altre domande, altre risposte, soprattutto altro stile». Alla fine ce lo puoi dire. Tua madre ha saputo? «Ormai da mesi, ripeto a mia madre, come un mantra, che questa non è affatto la mia autobiografia e quindi può stare tranquilla, anche quando le sue amiche la fissano con condiscendenza e poi distolgono subito lo sguardo facendo finta di parlar d’altro. Adesso non resta altro che pregare che ci creda. Almeno lei». U i
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«Nei miei versi i sogni di un’età» di Antonella Mannino
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dolescenza Anni 90 (Arduino Sacco Editore, 2009) è un volume di versi scritti tra il 1994 e il 2001 da Antonio Scafidi, che ferma - senza celare un non velato timore («ho paura di fissare un’immagine della mia giovinezza per il futuro») - in una forma dalla possibile valenza universale, la propria traboccante e vivida giovinezza. Così facendo, dipana quel groviglio di sentimenti tipico dell’età di mezzo, soggetto delle sue liriche. A quanti anni hai cominciato a scrivere? Qual è stato il motivo scatenante? «A 15 anni. Era come se i pensieri andassero più veloce della mia capacità logica di maneggiarli, e l’unico modo che avevo per bloccarli era quello di trasformarli in poesia». Quali sono stati i tuoi punti di riferimento letterari?
«Autori della beat generation o esistenzialisti hanno influito molto sul mio stile: amo essere scarno, inventarmi la punteggiatura, accostare aggettivi e parole in modo intuitivo. Pasolini, Moravia, Pavese, Majakovskij, Dostoevskij, Neruda, Lorca mi hanno insegnato che la poesia prima di essere scritta, va cercata, bisogna imbattervisi». Contrapponi te stesso agli altri adolescenti. Credi che questa tua precoce propensione alla scrittura ti abbia reso “diverso” da loro? «Credo che fossi più portato ad osservare e ascoltare piuttosto che a parlare o a fare quello che gli altri facevano. Io avevo voglia di diversità, mentre molti avevano voglia di normalità». Ad accomunare - visivamente genitore e figlio sono quegli «odiosi pezzi di schiuma da barba che rimangono rintanati dietro le orecchie». Che nasca dalla scoperta di una possibile
identificazione dell’adolescente con il genitore quel sentimento entro il quale odio e amore si mescolano? «Certamente, mio papà è una persona molto in gamba. Ci assomigliamo tanto ed era forse questa vicinanza eccessiva nel carattere a non farci capire. Per molto tempo ho avuto un rapporto conflittuale con i miei. Adesso è tutto diverso: abbiamo imparato a conoscerci, non ci vediamo spesso, ma ci vogliamo molto bene». Chi è adesso quell’adolescente anni Novanta che soffriva di “sovrabbondanza di vita”? «Un trentunenne che crede nel pessimismo della ragione e nell’ottimismo della volontà. Ho scoperto che la giovinezza non esiste, ma che se ci si sente giovani si vive meglio e si continua a sognare».
R E A D I N G di Tiziana Lo Porto ✎
La Genesi secondo Mark Twain
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Un futuro senza api
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Voltapagina lo spazio della cultura
Fra le librerie indipendenti a Catania, Voltapagina è sicuramente la più singolare. Negli anni è diventata un punto di riferimento della città per le scelte editoriali e per l’attività culturale che spazia dalla letteratura all’arte dalla fotografia alle performance e mostre svolte nello spazio giardino e spazio cappella. L’ubicazione nel cuore della città, vicino al Tribunale, la rende facilmente raggiungibile. Particolare lo spazio giardino con il suo unico grande albero, e la cappella dei primi del Novecento, correlata al palazzo Ventimiglia, recentemente restaurata e destinata a spazio espositivo. È possibile usufruire dell’angolo bar per poter degustare un buon caffè o una buona cioccolata. La libreria ha ospitato personaggi come Vincenzo Consolo, Gianni Berengo Gardin, Vittorio Sgarbi, Aldo Busi, Umberto Piersanti e tanti altri. Il calendario culturale autunnale è ricco di eventi.
Quant’è duro dirsi addio
Ritorna in libreria in una nuova bella traduzione di Romana Petri e con illustrazioni di Pedro Lino, la riscrittura di Mark Twain del primo capitolo della storia biblica. Il diario di Adamo ed Eva è l’esilarante storia della crisi di coppia di Adamo ed Eva, alle prese con le cose di un mondo nuovo di zecca. Scritto tra il 1883 e il 1884, il racconto è in forma di diario, o meglio di diari dei due amanti, fittiziamente ritrovati dallo stesso Twain e “tradotti”. Magistrale e inarrivabile l’immaginario di Twain che, dopo avere riportato quarant’anni di vita di coppia, chiude il libro con ciò che Adamo avrebbe potuto scrivere sulla tomba di Eva. Ovvero: “Ovunque Lei sia stata, quello era l’Eden”.
È il sequel ideale dell’amatissimo Generazione X, il romanzo con cui Douglas Coupland è di nuovo nelle librerie italiane. Si chiama Generazione A ed è ambientato in un futuro prossimo, in cui le api si sono estinte. Protagoniste cinque persone che, a latitudini diverse, vengono misteriosamente punte. Catturati da un’organizzazione clandestina di sedicenti scienziati, i cinque verranno dirottati su un’isola al largo dell’Alaska, segregati e costretti a raccontare storie. A metà strada tra Lost e Fahrenheit 451, Coupland conquista ancora una volta per la sua impareggiabile abilità nel raccontare una generazione.
È un libro corale imponente e bello il nuovo romanzo della cinese Yiuyin Li. Già autrice di Mille anni di preghiere (Einaudi, 2007), Yiuyin torna nelle librerie italiane con I girovaghi. La storia prende il via il 21 marzo del 1979, giorno dell’esecuzione della giovane Shan, ex comandante delle Guardie Rosse, divenuta controrivoluzionaria. Gli anziani genitori di Shan, nel prendere commiato dalla figlia, preannunciano quello che sarà il filo conduttore di tutta la storia, ovvero il dirsi addio. A sopravvivere, in mezzo ai tanti lutti, i “girovaghi” del titolo, una coppia di mendicanti che separandosi costantemente da ogni dove, diventano maestri nell’arte del dimenticare la mancanza.
Mark Twain Il diario di Adamo ed Eva. Cavallo di Ferro, pp. 85, 12,50 euro
Douglas Coupland Generazione A Isbn, pp. 391, 15 euro
Yuyin Li I girovaghi Einaudi, pp. 402, 15,50 euro
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di Salvo Mica
BIT& CALAMAIO
Drakkar Dev: tre game developer, una passione Drakkar Dev è un’azienda nata nel 2010 composta da Manlio Greco (37, Ceo/Lead Programmer), Daniele Cariola (28, Business Development/Programmer) e Domenico Gallo (34, Art Director). Cos’è che vi ha spinto un giorno a dire: “Ok, ho deciso: creerò videogame per vivere”? Manlio: «l giorno in cui trovai in edicola una rivista che spiegava nei dettagli come programmare un adventure testuale in basic per Commodore 64». Daniele: «Sin da piccolo ho avuto il sogno di realizzare i videogiochi con cui giocavo, ma questo mondo sembrava troppo grande e distante da raggiungere. Conosciuto Manlio, ho avuto la possibilità concreta di vedere cosa stava al di là del muro». Domenico: «Da sempre ho avuto la passione per il disegno, che si è evoluta negli anni in quella per la grafica e l’animazione. Sono arrivato a lavorare nel campo dei videogames per caso, ma ho avuto la fortuna di trovarmi in un team composto da persone eccezionali, tra cui i miei attuali soci, che mi hanno trasmesso la loro passione». E il resto del mondo come l’ha presa? Manlio: «Con il classico: “se sei sempre lì a giocare…”». Domenico: «Inizialmente c’è stata qualche perplessità, ma dopo ho avuto l’appoggio di tutti». Come vi siete formati? Daniele: «Siamo tutti e tre autodidatti. In Italia la cultura del game development è un fenomeno recente, soprattutto sul versante accademico. Un’istruzione universitaria può dare ottime basi a un programmatore, ma non è in grado di formare ga-
me designers, artisti 3D e animatori». Se doveste indicare un solo grande ostacolo che avete trovato lungo il vostro cammino,quale sarebbe? Manlio: «Probabilmente il fatto che “fare videogames” è sempre stato considerato un passatempo e non un lavoro come tanti altri». Domenico: «La mancanza di interesse da parte di grandi investitori italiani per l’industria dei videogames». Prima di aprire la DrakkarDev ognuno di voi ha vissuto altre esperienze professionali nel settore. Come vi siete trovati? Manlio: «Ci siamo ritrovati a lavorare tutti nella stessa azienda e ci siamo trovati subito bene a lavorare insieme». Daniele: «La “scena” in Italia fatica a stare al passo con i colleghi stranieri, dove invece è all’avanguardia e in continua evoluzione». Videogioco preferito? Manlio: «Vintage: “Vampire the Masquerade”. Recente: la saga di “Mass Effect” e “The Witcher”». Daniele: «Sono sempre stato innamorato della saga di “Metal Gear”, e trovo che storie come quelle di Ico e Shadow of the Colossus siano dei piccoli capolavori». Domenico: «Gunmetal». Console preferita? Manlio: «Dico spesso che la miglior console di sempre è il pc… con le dovute eccezioni». Daniele: «Ps3, sono un fan di Sony sin dalla prima console». Domenico: «X360 perchè molti tra i miei titoli preferiti sono esclusivi per questa console». Console per la quale vi piacerebbe sviluppare? Manlio: «Pc, perché non ha i limiti tecnici che le console impongono».
Daniele: «Le console come la X360 e la Ps3 sono quelle che danno più soddisfazione ad uno sviluppatore, per l’infrastruttura che forniscono e l’utenza dei videogiocatori. Con le risorse appropriate si possono realizzare piccoli capolavori di design e raggiungere un vasto pubblico». Domenico: «Sicuramente non Nintendo, perché l’hardware limita parecchio la libertà creativa in ambito di assets grafici... e poi i party-games proprio non mi piacciono». Se poteste dare solo un consiglio ad un aspirante game developer? Domenico: «Se si vuole intraprendere un corso specifico, valutare bene i programmi e informarsi sui docenti e i contatti con il mondo del lavoro. È più fruttuoso effettuare uno stage presso un’azienda per scontrarsi direttamente con le problematiche della produzione e farsi un curriculum». Daniele: «Quella del game development è un’industria grande e molto articolata. Il passo più importante è quello di comprendere bene quale carriera intraprendere - engine programmer, gameplay programmer, designer, modeller, character artist... - e chiedere consiglio ai professionisti. Le migliori occasioni sono eventi come il Game Developer Conference. Quest'ultimo offre la possibilità anche agli studenti (con un ingresso ridotto o in cambio di ore di “volontariato”) di entrare in contatto con gli sviluppatori, e magari scambiare quattro chiacchiere tra una conferenza e l’altra». Spesso la Sicilia viene rappresentata come terra d’arance e natura: chi immagina un game developer lo vede in Usa, in Uk o al massimo, a Milano… Volete invertire questa tendenza? Manlio: «Il fatto che in Sicilia ci siano persone che hanno già lavorato in questo settore dimostra che le “tendenze” o gli “stereotipi” hanno valore solo per chi non conosce i siciliani. I fatti valgono più delle parole, credo. Da questo punto di vista non c’è alcuna “tendenza” da invertire». Web: http://www.drakkardev.com
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Il sito che dà più spazio al verde www.greenews.info “Pensare in verde" è il motto che, da qualche lustro a questa parte, un po' tutti i Paesi del globo hanno deciso di fare proprio, almeno sulla carta. Greenews è un magazine dedicato interamente al mondo dell'informazione su temi ambientali, informa sui più innovativi progetti di eco-sostenibilità e sulle relative normative, con un occhio attento al verde ma senza perdere di vista il progresso e le nuove sfide del mondo della produzione
37 di Emanuele Brunetto Come spiega il sito, sono ben 13.000 anni che la birra è entrata di diritto fra le nostre bevande preferite. Il portale in questione le rende omaggio descrivendone procedimento di preparazione, ingredienti, ricette, stili e, soprattutto, i vari tipi di bicchieri da cui può essere bevuta, a seconda della qualità: finalmente, così, potremo dare un nome e una spiegazione a tutti quei recipienti dalle forme strane che ci servono nei pub.
Tutte le storie della Capa www.lacapa.it
Storia, ricette e curiosità sulla “bionda” più amata www.areabirra.it
La Capa è l’alterego virtuale di Luisa Santangelo, studentessa universitaria che ama scrivere e narrare storie. Storie in cui nessun protagonista ha un nome o un cognome, solo un soprannome. Ma non per questo i personaggi risultano poco “reali”, perché in fondo Luisa racconta la sua vita, parla dei suoi sogni, dei suoi amici e dei suoi amori. E lo fa con un’ironia a volte brillante, altre agrodolce, ma sempre convincente. Seguitela.
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di Riccardo Marra
NEIL YOUNG / Le Noise Con Obama presidente e Bush in panchina era lecito aspettarsi un Neil Young più sereno, distratto, e impegnato nel suo garage a brevettare marmitte catalitiche e auto ecologiche (la sua ultima passione, tema centrale del precedente Fork in the Road). Invece no. Il nuovo Le Noise è un disco tutt’altro che remissivo. Anzi è un album in cui il rumore (il noise, appunto), affiproducer Daniel Lanois, è pietra aguzza e lato dal guru-p lacerante. Neil si lancia in un lavoro coraggioso, d’impatto, fragoroso, scuro, diverso dal suo rituale rock da fattoria. Brani sull’amore, sulla guerra, sull’America per un disco senza compromessi (“il mondo non è un business plan”, canta in Angry World). Se poi considerate che l’album sarà disponibile anche in versione Bluray, e con un’App per iPhone e iPad, capite bene che definire Young, 65 anni, “vecchio”, è solo un ossimoro.
BLONDE REDHEAD / Penny Sparkle È straniante la sensazione che si ha quando si termina l'ascolto di Penny Sparkle l’ultimo disco dei Blonde Redhead. Vuoto. Bocca asciutta. Una parete bianca. La musica dei fratelli Pace e del soprano nipponico Kazu Makino, non lascia tracce né nella pancia né nella testa dell’ascoltatore. È impietosa come valutazione, è vero, ma è il destino di un gruppo che man mano ha prosciugato sempre di più l’ispirazione di un tempo (quando i nostri mescolavano Pasolini e i Sounic Youth). I Redhead di oggi sono un freezer di canzoni dream pop lisce e fumose come ghiaccio, del tutto prive di appeal quantomeno nel contesto full length. Se invece leggiamo questo come disco ambient, allora forse pezzi come Will there be the Stars, Oslo o la title-ttrack potrebbero trovare fortuna tra i sottobicchieri di qualche club notturno. Un po’ pochino, no?
agenda
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21/10 giovedì
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Tutti i libri che servono per riempire un libretto solo. Qualunque sia il tuo corso di laurea, Cavallotto è il punto di riferimento per trovare tutti i testi universitari.
PROIEZIONI / La matassa Giovedì 21 ottobre alle 15, nei locali del CInAP, appuntamento con la rassegna cinematografica “Spunti di vista”, organizzata dal Centro per l’integrazione attiva e partecipata. Prossime proiezioni “Racconti incantati”, “Il profumo del mosto selvatico” e “La finestra di fronte”. A ogni incontro possono partecipare un massimo di 20 studenti che dovranno comunicare la loro adesione tramite richiesta.
Catania, Locali CInAp, ore 15
22/10venerdì PROIEZIONI / Ventennale del corso di laurea in Scienze e tecnologie alimentari Venerdì 22 ottobre alle 9.30, nell’aula magna della facoltà di Agraria, si svolge la manifestazione celebrativa organizzata in occasione del ventesimo anniversario dell’istituzione del corso di laurea in Scienze e Tecnologie alimentari. Partecipano il rettore Antonino Recca, il preside della facoltà di Agraria Agatino Russo, e il prof. Giovanni La Via, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo.
Catania, facoltà di Agraria, ore 9,30
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da 50 anni la libreria dei catanesi
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CONGRESSI / Network nazionale delle 23 aziende ospedaliero-universitarie Si svolge a Catania, venerdì 22 ottobre, nell’aula magna dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico - Vittorio Emanuele” il tavolo di benchlearning del Network nazionale delle 23 aziende ospedaliero-universitarie: integrazione, assistenza didattica e ricerca.
Catania, Policlinico, ore 14.30
08/11 lunedì CONVEGNO / Port -Royal e la filosofia Da lunedì 8 a mercoledì 10 novembre, Convegno internazionale sul tema, organizzato dal dipartimento di Scienze Umane dell'Università di Catania, prof. Giuseppe Pezzino.
Catania, Lettere e filosofia, ore 9
mailbox Per segnalare appuntamenti ed eventi per l’agenda di “Universitinforma” scrivete a info@universitinforma.it o inviate un fax al numero 095.432304 o telefonate allo 095.447250
Fino al 24 ottobre, la Settimana della cultura scientifica e tecnologica
Spazio alla scienza e alla tecnologia. Dal 18 al 24 ottobre, la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Catania, nell’ambito del Piano nazionale lauree scientifiche, partecipa alla XX edizione della Settimana della Cultura scientifica e tecnologica, promossa dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Un ampio programma di iniziative, rivolte a tutti i cittadini e in particolare ai più giovani, per renderli protagonisti consapevoli del processo di evoluzione tecnico-scientifica della società e comprendere l’impatto costante e rilevante che la scienza ha sul vivere quotidiano. Il primo appuntamento lunedì 18 ottobre alle ore 16.30, con la cerimonia inaugurale al Dipartimento di Matematica e Informatica. Presenti il magnifico Rettore, Antonino Recca e il preside della Facoltà, Guido Li Volsi. Introdurrà l’evento il coordinatore nazionale del piano Lauree Scientifiche, Josette Immé. Seguirà poi una settimana di eventi, mostre e collezioni di materiale scientifico, proiezioni, conferenze, dibattiti su temi di attualità scientifica, concorsi, allestimenti con esperienze interattive, visite guidate ai laboratori dei dipartimenti scientifici e degli enti di ricerca collegati, aperture straordinarie del museo e casa delle farfalle, dell’orto botanico e dell’osservatorio astronomico. Programma dettagliato della manifestazione sul sito: www.ct.infn.it/XXsettimanascientifica da cui è possibile prenotarsi per partecipare, gratuitamente, alle attività organizzate nei vari “Luoghi della Scienza”.
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