Ministero degli Affari Esteri
Dossier Farnesina
Italia - ONU: 50 anni
Italia - ONU: 50 anni Direzione e redazione: Consigliere Grammenos Mastrojeni Servizio Stampa e Informazione Realizzazione, redazione e immagini Agenzia ANSA: Alessandra Spitz Arabella Marconi Progetto Grafico: VOICES S.r.l. Editor: Mauro Aprile Si ringraziano per la preziosa collaborazione: Ministro Plenipotenziario Alessandro Busacca Consigliere Gian Lorenzo Cornado Consigliere Giancarlo Curcio Consigliere Antonio Morabito Consigliere Leonardo Bencini Consigliere Lucio Demichele Segr. Legazione Gianpaolo Neri Un particolare ringraziamento: all’Ufficio di collegamento dell’ONU in Italia e al Liaison Officer, Dott. Daniela Salvati
I “dossier Farnesina” sono realizzati periodicamente dal Servizio Stampa e Informazione del Ministero degli Affari Esteri e pubblicati anche on-line sui siti www.esteri.gov.it e www.italplanet.it
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SOMMARIO
IL MINISTRO
DEGLI
AFFARI ESTERI
INTRODUCE PAG.
1
PAG.
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Statuto
PAG.
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Organizzazione
PAG.
9
Gianfranco Fini, Ministro degli Affari Esteri PERCHÈ L’ONU: L’ITALIA E LA SCELTA DEL “MULTILATERALISMO” Giuseppe Drago, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega ai temi trattati in ambito ONU ed agenzie specializzate SOCIETÀ
DELLE
NAZIONI
AD OGGI
Sei volte Premio Nobel
PAG.
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I diritti umani
PAG.
11
Il sistema delle Nazioni Unite: organi principali
PAG.
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Assemblea Generale
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Consiglio di Sicurezza
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14
Consiglio Economico e Sociale
PAG.
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Corte Internazionale di Giustizia
PAG.
15
Segretariato
PAG.
15
Consiglio di Amministrazione Fiduciaria
PAG.
15
Chi è e cosa fa il Segretario Generale dell’ONU
PAG.
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LA “FAMIGLIA”
DELL’ONU E LA SFIDA DI UN MONDO
MIGLIORE: PACE, SVILUPPO, LIBERTÀ E AMBIENTE
ANNI
STORIA, DALLA
ITALIA - ONU: 50
LA
VERSO LE NUOVE NAZIONI UNITE: GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO Otto obiettivi concreti di sviluppo
PAG.
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PAG.
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Il Sistema delle Nazioni Unite in Italia è vasto e articolato
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FAO - PAM - IFAD
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22
ACNUR
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UNESCO - ICTP - ROSTE
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UNICEF - IRC
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ILO - ITICILO - UNSSC
PAG.
24
UNICRI
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UNHRD
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OMS - ECEH
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BANCA MONDIALE
PAG.
26
UNIDO - ITPO - ICS
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26
UNDP
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UNOPS
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UNDESA
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27
L’ITALIA,
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Partecipazione italiana alle missioni di pace
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Missioni in corso al 15 novembre 2005
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Glossario: Missioni di pace
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ITALIA, ONU
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L’ITALIA E LA RIFORMA DELL’ORGANIZZAZIONE
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Nuova visione della sicurezza
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Commissione per il Consolidamento della Pace
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45
Consiglio dei Diritti Umani
PAG.
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ANNI DELL’ITALIA NELL’ONU
UN FINANZIATORE DI PRIMO PIANO
ITALIA, ONU
VERSO
E MANTENIMENTO DELLA PACE
E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
LE NUOVE
NAZIONI UNITE:
Dimezzare la povertà e la fame nel mondo
PAG.
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Consiglio Economico e Sociale
PAG.
46
Migliore funzionamento del Segretariato
PAG.
46
Alto Commissario per i Diritti Umani
PAG.
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Fondo per la Democrazia
PAG.
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Forza di polizia permanente
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47
PAG.
50
il programma JPO
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Il Programma LEAD dell’UNDP
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Per i giovani professionisti: Contratti temporanei
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Operazioni di monitoraggio elettorale
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I guardiani della pace
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Volontari delle Nazioni Unite (UNV)
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UN
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UN’OPPORTUNITÀ
PER I GIOVANI ITALIANI: LAVORARE ALL’ONU
Per i laureandi o neolaureati: i Tirocini
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MONDO DI SIGLE
ANNI
Per i laureati con breve esperienza professionale:
IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI INTRODUCE
L’Italia presentò la domanda di ammissione alle Nazioni Unite il 7 maggio 1947. Ma, a causa dei ripetuti veti, la richiesta fu respinta più volte nonostante un parere favorevole della Corte Internazionale di Giustizia del 28 maggio 1948. Né servì il fatto che l’Italia, oltre ad avere tutti i requisiti previsti, ospitava fin dal 1946 un’importante agenzia specializzata dell’ONU, la FAO, ed era stato nominata nel 1949 dall’Assemblea Generale potenza amministratrice della Somalia. Ma, alla fine, la ragione prevalse e l’Italia venne finalmente ammessa alle Nazioni Unite il 14 dicembre 1955. Da allora siamo fieri di aver ampiamente recuperato il tempo ingiustamente perduto. Sento di poter fare mie le parole che pronunciò Gaetano Martino il 13 novembre 1956 nel suo primo intervento all’ONU: “La nostra politica, sin dalla fine della guerra, è stata sempre orientata verso la ricerca
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Introduzione
Alla fine della seconda guerra mondiale, la comunità dei popoli si diede una nuova prospettiva di speranza creando l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel trattato di pace che pose fine al conflitto, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, le potenze alleate si impegnarono ad appoggiare la giusta aspirazione dell’Italia di diventare membro delle Nazioni Unite. Purtroppo la guerra fredda rese per lungo tempo irrealizzabile tale obiettivo. L’allora “blocco socialista” aveva chiaramente mostrato, infatti, di voler imporre una formula che salvaguardasse il rapporto di forze esistente all’interno dell’ONU mediante l’accettazione simultanea di più stati appartenenti ai contrapposti schieramenti: si voleva che l’ingresso di nuovi Paesi avvenisse in proporzioni eguali per ciascuno dei “blocchi”, fortunatamente archiviati dalla storia. A poco valse, per quasi un decennio, il fatto che l’Italia avesse tutti i diritti di fare ingresso nella massima organizzazione mondiale poiché possedeva nella sua stessa nuova Costituzione repubblicana il requisito essenziale di essere “amante della pace”.
ANNI
On. Gianfranco Fini - Ministro degli Affari Esteri
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IL MINISTRO
DEGLI
AFFARI ESTERI
INTRODUCE
della pace, della giustizia e del progresso sociale che figurano tra gli obiettivi dell’ONU. Oggi, in quanto membri delle Nazioni Unite, siamo in una posizione più favorevole per perseguire questi obiettivi; allo stesso tempo, i nostri doveri sono aumentati. Il mondo sta attraversando un periodo difficile e pericoloso. La nostra fede ed il nostro coraggio debbono essere all’altezza di queste difficoltà , ora che una pace durevole, un maggior benessere ed il progresso culturale sono alla portata dei nostri popoli. È mia viva speranza che, in questo grande Parlamento, le diversità di vedute, anziché creare fratture irreparabili, possa fornirci gli strumenti per risolvere, nel modo migliore, ogni problema”. L’intensa e costante partecipazione ai vari settori di attività delle Nazioni Unite è sempre stata una componente fondamentale della politica estera italiana. Due sono i punti di riferimento dell’Italia alle Nazioni Unite, accanto all’attenta difesa degli interessi nazionali: il consolidamento del ruolo dell’Unione europea come soggetto di politica internazionale e la tenace promozione del superiore interesse dell’intera comunità internazionale nelle questioni concernenti la pace e la sicurezza, lo sviluppo economico e la tutela dei diritti umani. Sotto il profilo finanziario l’Italia è nella rosa dei maggiori contribuenti. Attraverso il sistema delle Nazioni Unite l’Italia finanzia programmi di sviluppo umano sostenibile con prevalente componente sociale. Di grande rilievo è anche l’apporto del nostro Paese alle operazioni di mantenimento della pace condotte a vario titolo sotto l’egida delle Nazioni Unite.A questo riguardo è con particolare commozione che voglio ricordare il sacrificio in vite umane offerto dall’Italia al mantenimento della pace e della sicurezza. Oltre cento nostri concittadini hanno perso la vita, in aree geografiche che vanno dall’Africa al Medio Oriente, dai Balcani all’Asia Centrale, nell’ambito di operazioni intese a promuovere i principi di fratellanza riconosciuti nello Statuto dell’ONU. L’impegno italiano è anche proiettato verso il futuro: attualmente il nostro Paese si è impegnato a favore di una riforma complessiva delle Nazioni Unite, che riguardi tutti i settori delle attività dell’organizzazione. Una particolare attenzione è stata da noi dedicata al Consiglio di Sicurezza. Già membro non permanente dello stesso Consiglio per cinque volte, l’Italia propugna una riforma che ne rafforzi la rappresentatività geografica, il carattere di partecipazione democratica e la efficienza operativa. Stiamo conducendo anche un’attiva campagna per migliorare l’aiuto allo sviluppo e creare un vero partenariato con i Paesi meno avanzati. L’Italia partecipa così da protagonista alla concezione delle riforme volte ad assicurare maggiore efficacia e coerenza alle attività operative delle Nazioni Unite nel settore umanitario e dello sviluppo, rafforzare i meccanismi di coordinamento ed incrementare la parte di risorse destinate ai programmi. A cinquant’anni di distanza, resta intatto per l’Italia il sogno di un pianeta ove le Nazioni siano veramente Unite. 2
4
PERCHÉ L’ONU: L’ITALIA E LA SCELTA DEL “MULTILATERALISMO” On. Giuseppe Drago, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega ai temi trattati in ambito ONU ed agenzie specializzate
Si tratta di un salto di qualità notevole. La portata di questo progresso si coglie se si considera che durante millenni la risposta all’interrogativo della pace è stata incentrata sull’idea di equilibrio strategico. Nel corso della storia le diplomazie hanno sempre tentato di costruire periodi di pace fondati su solidi e oculati equilibri di potenza fra gli Stati. Del resto, conosciamo bene le implicazioni di questo tipo di soluzione, visto che l’apogeo ed il tramonto di tale concezione sono stati vissuti dal XX secolo, nell’epoca del cosiddetto equilibrio del terrore. È però una conquista della nostra epoca la coscienza che il metodo dell’equilibrio di potenza costituisce una risposta al problema della non-belligeranza, mentre non esaurisce da solo il problema della
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Consulenza ai governi
Di “pace” si parla costantemente, ma spesso se ne dimentica una dimensione meno evidente che ci fa riscoprire le ragioni per cui le Nazioni Unite rappresentano per l’Italia e per il mondo un orizzonte promettente. Uno dei progressi più straordinari portati dal XX secolo è consistito in una riflessione più profonda sulla natura della pace. Siamo giunti a capire che è possibile riconoscere la pace laddove emerga un sistema i cui caratteri ed automatismi tendano a costruire, nutrire e consolidare la pace. Si è riconosciuto cioè che la pace si fonda su strutture che la creano e diffondono in maniera stabile.
ANNI
L’Italia commemora i propri cinquant’anni di attiva partecipazione alle Nazioni Unite e non ha mai cessato di indicare nel “multilateralismo” uno dei cardini della propria politica estera. Il multilateralismo è assieme un metodo, una visione e un sistema di valori nella conduzione delle relazioni internazionali: la ricerca incessante di soluzioni condivise, maturate e discusse entro gli organismi che riuniscono i vari Stati, primo fra tutti l’ONU.
5
PERCHÉ L’ONU: L’ITALIA
E LA SCELTA DEL “MULTILATERALISMO”
pace: si tratta di un’impostazione coerente con la nozione puramente negativa di pace, intesa come assenza di guerra. Il grande progresso compiuto nel XX secolo è consistito nel rendersi conto dell’insufficienza del metodo dell’equilibrio e soprattutto nel cogliere le ragioni di questa insufficienza: il fautore e protagonista della pace non è solo lo Stato, bensì un soggetto diverso, l’uomo. Risulta allora naturale che meccanismi strutturali di costruzione della pace si incentrino sul suo primo protagonista e si traducano nella eliminazione delle cause che lo sospingono al conflitto. Si è scoperta la politica di pace consistente nel nutrire la libertà, la dignità e lo sviluppo dell’uomo. Con riferimento all’uomo è possibile avanzare di un passo nella definizione della pace: vi è pace laddove siano dominanti delle strutture di pace; vi sono strutture di pace laddove il sistema è imperniato sull’uomo ed è proteso a valorizzarlo e proteggerlo. Aver organizzato la risposta al problema della pace solo sul piano delle relazioni fra gli Stati ha rappresentato un millenario errore di prospettiva. La pace è anzitutto una scelta ed un attributo dell’uomo, di modo che risulta oggi possibile recuperarne le nozioni più antiche e complesse: shalom o eirene, termini che possiedono un campo semantico estesissimo, comprensivo del benessere intimo, della buona condizione economica, nonché dell’elemento positivo della sussistenza di un’alleanza. Un’alleanza naturalmente globale fra tutti gli uomini della Terra accompagnata da un’altra alleanza, quella fra l’uomo e la Terra stessa. Ma questa è una caratteristica fondamentale dell’ONU. Le Nazioni Unite, nel perseguire il proprio compito fondamentale di tutelare la pace, si occupano dell’uomo, del suo sviluppo economico, delle sue condizioni sanitarie o dei diritti dell’infanzia. Le Nazioni Unite hanno aperto, così, nuovi orizzonti. Malgrado ciò, ci si accorge che le Nazioni Unite dovranno riformarsi, ammodernarsi e aggiornare la propria struttura alle esigenze di un mondo che non è più quello del 1944, quando vennero fondate. Non è però saggio trarne un giudizio di sfiducia in questo strumento di pace. L’ONU è la punta visibile di un iceberg sommerso, di quel complesso sistema in cui si sono istituzionalizzate forme avanzatissime di cooperazione internazionale che chiamiamo “multilateralismo”, di un metodo che non riesce ancora a risolvere o prevenire tutti i conflitti, ma ne disinnesca comunque moltissimi. 6
Tutto sulla base di quel collegamento ideale e funzionale con le Nazioni Unite che gli statuti di molte Organizzazioni internazionali consacrano nel preambolo. Decisivo è il contributo alla pace dato anche dalle numerose istituzioni internazionali umanitarie e di sostegno allo sviluppo nate nel solco tracciato dalle Nazioni Unite. Non hanno saputo risolvere tutto. Però ci sono ed operano con regolarità, costruendo la pace col sopperire ai bisogni dell’uomo: nella storia del genere umano, si tratta di una novità rilevante. Per questo l’Italia, che pur è in prima linea nella ricerca di nuove formule per migliorare le Nazioni Unite, celebra i cinquant’anni di attiva partecipazione.
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Sono le Nazioni Unite ad animare un tessuto connettivo globale fondato sull’attenzione all’uomo. È per questa ragione che quasi tutte le Organizzazioni internazionali subordinano esplicitamente il proprio operato al perseguimento delle finalità proprie delle Nazioni Unite: la pace. Il senso dell’onnipresenza di un richiamo ai principi ed agli obiettivi delle Nazioni Unite negli statuti degli organismi internazionali - anche in quelli degli enti più tecnici - risiede nell’idea che l’uomo è il primo protagonista della pace. L’Unione Postale Universale si rifà alle finalità delle Nazioni Unite poiché la libera circolazione delle informazioni è uno di quegli strumenti di crescita dell’individuo che prevengono i conflitti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità opera alla luce dei principi delle Nazioni Unite perché l’aver debellato definitivamente il vaiolo ha rappresentato un contributo alla pace di valore inestimabile.
ANNI
Il nostro villaggio globale è solcato da una rete fittissima di accordi e accoglie più di 250 Organizzazioni internazionali, su cui ricade la gestione in comune di un’infinità di servizi essenziali per gli Stati moderni. Si va dalla meteorologia alle telecomunicazioni, dai sincrotroni alla repressione del traffico d’opere d’arte, dalle campagne di vaccinazione ai Caschi blu. Per uno Stato porsi in situazione di belligeranza significa oggi incontrare ostacoli serissimi alla fruizione di questi servizi. Il timore di rimanerne di fatto esclusi o di venirne sospesi può costituire un monito efficace a chi coltivasse intenzioni aggressive. Ma non è questo il dato più interessante, quanto piuttosto il fatto che le Organizzazioni internazionali - famiglia che direttamente o indirettamente fa capo alle Nazioni Unite - costituiscono un foro di continuo incontro fra le nazioni, che ripropone sempre le modalità del dialogo pacifico per gestire in comune la ricerca di un benessere globale prima ancora che uno squilibrio divenga causa di un conflitto.
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Kofi Annan Segretario Generale delle Nazioni Unite
STATUTO Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole [...] (dal preambolo dello Statuto delle Nazioni Unite)
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LA STORIA, DALLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI AD OGGI
New York. Un’immagine del quartier generale delle Nazioni Unite.
Frutto dell’intreccio di progetti americani, britannici e francesi, la Società delle Nazioni fu fondata durante la conferenza di pace di Versailles (1919) che poneva ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Fra i suoi obiettivi: la riduzione degli armamenti, la risoluzione delle dispute tra le nazioni e il miglioramento delle condizioni di vita dei popoli. La sede fu fissata a Ginevra. I suoi Organi erano l’Assemblea degli Stati membri, il Consiglio e il Segretariato Permanente. Il Consiglio era costituito da 4 membri permanenti (Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone) e 4 temporanei, eletti dall’assemblea ogni 3 anni. Gli Stati Uniti, nonostante la Società fosse stata propugnata soprattutto dal Presidente americano Thomas W. Wilson, non aderirono alla Società delle Nazioni per il prevalere al proprio interno di una reazione “isolazionista” seguita alla guerra appena conclusa. Invece Germania e URSS riuscirono, in seguito, a ottenere un seggio permanente in Consiglio. Gli Stati aderenti si impegnavano a rispettare l’integrità territoriale e l’indipendenza politica degli altri membri e a non ricorrere alla guerra, prevedendosi sanzioni economiche contro i Paesi che avessero violato tali impegni.
ANNI
L’Organizzazione delle Nazioni Unite nasce formalmente il 24 ottobre 1945, dopo la ratifica del suo Statuto da parte dei cinque Paesi scelti fin dall’inizio come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina, Francia, Unione Sovietica, Regno Unito, Stati Uniti) e da parte della maggioranza degli altri quarantasei Paesi firmatari. Tuttavia, l’idea di un’organizzazione internazionale finalizzata alla promozione e al mantenimento della pace e della sicurezza tra i popoli affonda le sue radici in un precedente tentativo: la Società delle Nazioni.
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Organizzazione
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LA
STORIA, DALLA
SOCIETÀ
DELLE
NAZIONI
AD OGGI
E se la Società delle Nazioni ebbe successo nel gestire i conflitti minori durante tutti gli anni ’20 - Svezia e Finlandia per le isole Aaland (1921), Polonia e Lituania per Vilnius e Memel (1923), Iraq e Turchia per Mossul (1925), Colombia e Perú per Leticia (1934), Paraguay e Bolivia per il Chaco (1935) - fallì, invece, nella soluzione delle vertenze che riguardavano le grandi potenze come il conflitto cino-giapponese per la Manciuria (1931-33) o la guerra italoetiopica (1935-36). Soprattutto, la Società delle Nazioni non riuscì a prevenire il secondo conflitto mondiale. Nel dicembre 1939 la Società espulse l’URSS per l’aggressione alla Finlandia, ma cessò subito dopo di funzionare: fu formalmente sciolta il 18 aprile del 1946 e sostituita dall’ONU. La creazione di una nuova organizzazione a tutela della sicurezza collettiva al posto della Società delle Nazioni era gia stata prevista nella Carta atlantica, sottoscritta da Churchill e Roosevelt nell’agosto del 1941 e nella Dichiarazione delle Nazioni Unite del gennaio 1942. Un progetto concreto, elaborato e discusso dai due leader con Stalin nei vertici di guerra a Mosca, Dumbarton Oaks e Yalta, fu infine approvato alla conferenza di San Francisco il 25 giugno 1945 dai delegati di 51 Stati. Progressivamente tutti gli Stati del mondo entrarono a far parte dell’organizzazione. Nel dicembre 1945 il Senato e la Camera dei Rappresentanti americani, con voto unanime, richiesero che la sede delle Nazioni Unite fosse negli Stati Uniti. La richiesta fu accettata e la prima e principale sede fu costruita a New York, sulle rive dell’East River, su di un terreno acquistato anche tramite una donazione di 8,5 milioni di dollari di John D. Rockefeller, Jr. Dal 1945 a oggi, le Nazioni Unite hanno svolto un ruolo fondamentale, anche se l’attività dell’ONU risultò sin dall’inizio della guerra fredda condizionata dalla rivalità fra i due blocchi. La fine della contrapposizione bipolare, nel 1989, ha posto le basi per un rilancio dell’ONU e ha aperto nuovi orizzonti che tocca alla nuova generazione di concretizzare.
10
ANNI
I diritti umani
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha ottenuto per sei volte il premio Nobel per la pace: nel 19544 e nel 1981 con l’UNHCR (l’Alto Commissariato per i rifugiati); nel 1965 con l’UNICEF (il Fondo dellle Nazioni Unite per l’infanzia); nel 1969 con l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro); nel 1988 con le truppe di pace; infine, nel 2001, l’intera organizzazione è stata premiata insieme al suo Segretario generale Kofi Annan. La motivazione: il loro lavoro “per un mondo meglio organizzato e più pacifico” (“for their work for a better organized and more peaceful world”). La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Il Patto internazionale sui diritti civili e polittici e il Patto internazionale dei diritti economici, sociali, e culturali, sono solo alcuni dei grandi documenti formulati dalle Nazioni Unite, ma sono tra i più importanti. La loro forza morale e politica ha influenzato molti strumenti giuridici internazionali successivi e le costituzioni nazionali di molti paesi. Insieme consacrano un consenso mondiale sull’inviolabilittà di alcuni diritti fondamentali e che sono alla base dell’azione dell’ONU. I giuristi vorrebbero identificare nelle prescrizioni basilari di questi atti il nocciolo di un “diritto naturale” che nesssuna legislazione può ignorare. o parte Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, i Paesi che facevano dell’Organizzazione delle Nazioni Unite vollero fare il possibile per garantire la pace e i diritti dei popoli. Questo spirito permeava lo Statuto dell’ONU, il cui preambolo indicava come obietttivo quello di salvare le future generazioni dal flagello della guerra, “che per due volte nel corsoo di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità”, e riaffermava “la fede nei dirritti fondamentali della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole”. La stessa convinzione è alla base anche della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale dell’ONU: con i suoi 30 articoli sancisce l’inviolabilità dei diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culersona e proclama il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezturali di ogni pe za degli individui e a un trattaamento di uguaglianza dinanzi alla legge. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo non è uno strumento vincolante sul piano giuridico. Tuttavia godette subito di grande autorità moraale, ispirando trattati internazionali, costituzioni e leggi interne dei singoli Stati, che sono inveece vincolanti, e contribuendo in maniera decisiva all’evoluzione del diritto internazionale contempooraneo. Al fine di tradurre i principi della Dichiarazione Universale in vere e proprie norme, il 16 dicembre 1966 vennero adottate dall’ONU due convenzioni: il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e il Patto internazionale sui diritti civili e politici, che entrarono in vigore nel 1976. Nei due Patti compare anche il diritto all’autodeterminazione (art.1) che non è citato nella Dichiarazione Universale: “Tutti minazione. In virtù di tale diritto essi liberai popoli hanno diritto all’autodeterm mente stabiliranno il loro assetto politico e liberaamente raggiungeranno il loro sviluppo economico sociale e culturale”.
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Sei volte Premio Nobel
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PRINCIPALI
NAZIONI UNITE: ORGANI SISTEMA DELLE
IL
Corte Internazionale di Giustizia
Consiglio di Sicurezza
Assemblea Generale
ORGANI SUSSIDIARI
ORGANI SUSSIDIARI
-
- Comitati principali - Altri comitati di sessione - Comitati permanenti ed altri organi ad hoc - Altri organi sussidiari
Comitati Sanzioni Comitato di Stato Maggiore Comitati permanenti ed altri organi ad hoc Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda Commissiione delle Nazioni Unite per il controllo, la verifica e l’ispezione (Irak) - Commissione delle Naziooni Unite per l’indennizzo - Operazioni e Missioni per il mantenimento della pace
PROGRAMMI E FONDI
UNCTAD Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo ITC Centro Internazionale per il Comm mercio UNDCP Programma delle Nazioni Unite per il Controllo della Droga UNEP Programma delle Nazioni Unnite per l’Ambiente ONU-HABITAT Centro delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani
UNDP Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo UNIFEM Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per la Donna UNV Volontari delle Nazioni Unite UNCDF Fondo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo del Capiitale UNFPA Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione
ACNUR (UNHCR) Alto Commissariato delle Nazioni per i Rifugiati UNICE EF Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia PAM (WFP) Programma Alimentare Mondiale UNRWA Agenzia delle Nazioni Unite per l’Assistenza e la Ricostruzione a favore dei Rifugiati di Palestina nel Vicino Oriiente
ISTITUTI DI RICERCA E DI FORMAZIONE
INSTRAW Istituto Internazionale di Ricerca e Formazione per il progresso delle Donne UNRISD Istituto di Ricerca delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sociale
UNICRI Centro Internazionale UNIDIR Istituto delle Nazioni delle Nazioni Uniite per la per la Ricerca sul Disarmo Ricerca in materia di Criminalità e Giustizia UNITAR Istituto delle Nazioni Unite per l’adddestramento e la Ricerca
ALTRI ORGANISMI
OHCHR Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani UNU Università delle Nazioni Unite
UNAIDS Programma congiunto delle Nazioni Unite per l’Aids UNSSC Staff College e del sistema delle Nazioni unite
UNOPS Ufficio di servizi ai progetti deelle Nazioni Unite
Consiglio Economico e Sociale
Consiglio di Amministrazione Fiduciaria
Segretariato
COMMISSIONI TECNICHE
AGENZIE SPECIALIZZATE
DIPARTIMENTI E UFFICI
-
OIL Organizzazione Internazionale del Lavoro FAO Oganizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura UNESCO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la Scienza e la Cultura OM MS (WHO) Organizzazione Mondiale della Sanità GRUPPO BANCA MONDIALE BIRS Banca Mondiale per la Ricostrruzione e lo Sviluppo IDA Associazione Internazionale per lo sviluppo IFC Società Finanziaria Interna azionale MIGA Agenzia Multilaterale di Garanzia degli Investimenti ICSID Centro Internazionale per la Composizione delle Controversie relative agli Investimenti FMI Fondo Monetario Internazionale ICAO Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale IMO Organizzazione Marittima Internazionale UIT Unione Internazionale delle Telecomunicazioni UPU Unione Postale Universale OMM Organizzazione Meteo orologica Mondiale OMPI Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale FISA (IFAD) Fondo Interrnazionale per lo Sviluppo Agricolo UNIDO Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industria ale WTO Organizzazione mondiale del turismo
- Gabinetto del Segretario Generale - Ufficio Servizi Controllo Interno - Ufficio Affari Giuridici - Dipartimento Affari Politici - Dipartimento Disarmo - Dipartimento Operazioni di Pace - Ufficio Coordinamennto Affari Umanitari - Dipartimento Affari Economici e Sociali - Dipartimento Assemblea Generale e Orga anizzazione Conferenze - Dipartimento Informazione - Dipartimento Gestione - Ufficio Alto Rappresentante e per i PVS - Ufficio Coordinatore ONU per la Sicurezza - Ufficio ONU per la lotta alla criminalità orgganizzata e per la prevenzione del crimine
-
Commissione per lo sviluppo sociale Commissione dei diritti dell’uomo Commissione per i narcotici Commissione per la prevenzione del crimine e la giustizia penale Commissione per la scienza e la tecnologia per lo sviluppo Commissione per la condizione delle donne Commissione per la popolazionne e lo sviluppo Commissione per la statistica Commissione per lo Sviluppo sostenibile
COMMISSIONI REGIONALI
- Commissione economica per l’Africa - Commissione economica per l’Europa - Commissione economica per l’’America Latina ed i Caraibi - Commissione economica e sociale per l’Asia ed il Pacifico - Commissione economica e sociale per l’Asia occidentale ALTRI ORGANI
- Forum permanente sulle Nazioni autoctone - Forum delle Nazioni Unite sulle Foreste - Organi permanentii e di sessione - Comitati di esperti, ad hoc ed organi collegati ORGANIZZAZIONI CORRELATE
AIEA Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica OMC (WTO) Organizzazione Mondiale per il Commercio CTTBTO Organizzazione per l’applicazione del trattato per il bando completo della cleare sperimentazione nuc OPAC Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche
ONUG Ufficio ONU a Ginevra ONUG Ufficio ONU a Vienna ONUG Ufficio ONU a Nairobi
LA “FAMIGLIA”
DELL’ONU
E LA SFIDA DI UN MONDO MIGLIORE: PACE, SVILUPPO LIBERTÀ E AMBIENTE
L’Organizzazione delle Nazioni Unite riveste una posizione fondamentale nello sforzo globale teso al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Per perseguire queste finalità si vale di una struttura articolata e complessa. Gli organi principali dell’ONU sono: • • • • • •
Assemblea Generale
Consiglio di Sicurezza
14
l’Assemblea Generale, il Consiglio di Sicurezza, il Consiglio Economico e Sociale, la Corte Internazionale di Giustizia, il Segretariato, il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria
L’Assemblea Generale è il più rappresentativo dei sei organi istituzionali di cui si compone l’Organizzazione. È formato dai delegati di tutti gli Stati aderenti alle Nazioni Unite, che dispongono tutti di un pari diritto di voto. L’Assemblea Generale può discutere ogni questione che, ai sensi dello statuto, rientra nell’ambito di competenza dell’ONU e fare raccomandazioni agli Stati membri ed al Consiglio di Sicurezza. In materia di bilancio dell’Organizzazione, l’Assemblea Generale adotta decisioni vincolanti. Il Consiglio di Sicurezza è composto da quindici membri di cui cinque - Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia - siedono a titolo permanente e godono del cosiddetto diritto di veto, mentre gli altri dieci sono eletti per un biennio dall’Assemblea. Pur avendo una competenza limitata soltanto alle questioni attinenti il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, è l’organo che dispone dei maggiori poteri decisionali vincolanti.
Segretariato
La Corte Internazionale di Giustizia è composta da quindici giudici e ha sia la funzione di dirimere controversie fra Stati, sia una funzione consultiva in quanto può dare pareri su questioni giuridiche proposte dall’Assemblea Generale, dal Consiglio di Sicurezza o da altri organi o agenzie specializzate delle Nazioni Unite su autorizzazione dell’Assemblea Generale. Infine, il Segretariato è il principale organo esecutivo e gestionale delle Nazioni Unite ed è guidato dal Segretario generale. (Ne è stata chiesta l’abolizione)
Consiglio di Amministrazione Fiduciaria
ANNI
Corte Internazionale di Giustizia
Il Consiglio Economico e Sociale è composto da membri eletti dall’Assemblea ed è l’organo consultivo e di coordinamento nell’attività economica e sociale delle Nazioni Unite e delle varie organizzazioni ad esse collegate.
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Consiglio Economico e Sociale
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CHI È E COSA FA IL SEGRETARIO GENERALE
DELL’ONU
LA “FAMIGLIA” DELL’ONU E LA SFIDA DI UN MONDO MIGLIORE: PACE, SVILUPPO LIBERTÀ E AMBIENTE
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Il Segretario Generale delle Nazioni Unite viene definito nello Statuto delle Nazioni Unite come “fuunzionario capo amministrativo”. Ma, naturalmente, egli è molto di più. Il Segretario Generale è nellla stessa misura diplomatico e messaggero, mediatore e innovatore ed è, di fronte alla comunità mon ndiale, il simbolo delle Nazioni Unite. Tale carica richiede molta forza, sensibilità ed immaginazion ne, alla quale il Segretario deve aggiungere un costante ottimismo: la convinzione che gli ideali esp pressi nello Statuto delle Nazioni Unite possano diventare realtà. Il lavoro del Segretario Generalee richiede anche un’interpretazione creativa del proprio ruolo a partire dalla definizione della cariica sancita nello Statuto delle Nazioni Unite. Tale Statuto gli conferisce il potere di “sottoporre all’attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi questione che, a suo avviso, possa minacciare la pace e la sicurezza mondiale”. Lo statuto gli richiede, inoltre, di svolgere “altre funzioni” qualoraa questo gli venga richiesto dal Consiglio di Sicurezza, dall’Assemblea Generale o dagli altri organii principali delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale opera quindi: come portavoce della Comunità internazionale, come rappresentante dei valori e dell’autorità morale delle Nazioni Unite e come organo al servizio e all’ascolto degli Stati membri. Questo profilo permette al Segretario Generale una straordinaria libertà di azione. Il suo lavoro, tuttavia, richiede regolarmente anche consultazio oni con le autorità di governo nazionali nel mondo e altri autorevoli interlocutori, la partecipaziione alle sessioni di vari organi delle Nazioni Unite, e viaggi in tutto il mondo come contributi alllo sforzo generale per raggiungere soluzioni nell’ambito di difficili questioni internazionali. Ogni anno il Segretario Generale redige un rapporto in cui presenta il lavoro dell’organizzazione ed espone il suo punto di vista sulle priorità future. Il Segretario Generale è inoltre Presidente del Co omitato di Coordinamento (ACC), che riunisce ogni due anni i Responsabili Esecutivi di tutti i Fondi delle Nazioni Unite, dei Programmi e delle Agenzie, allo scopo di porre in essere un efficace coordiinamento di tutte le attività svolte dall’organizzazione. L’attuale Segretario generale è Kofi Annan,, nato a Kumasi, in Ghana, l’8 aprile 1938. Il 13 dicembre 1996 Annan fu scelto per ricoprire il ruollo di Segretario generale dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e confermato quattro giornni dopo dall’Assemblea generale. Il suo mandato cominciò ufficialmente il 1 gennaio 1997. È stato ill primo Segretario generale africano di colore e il primo ad essere eletto tra le fila dello staff deelle Nazioni Unite. Il suo mandato è stato rinnovato 1 gennaio 2002 e avrà termine il 31 dicembre 2006. Tutti i Segretari generali Sir Gladwyn Jebb (Regno Unito, Europa), dal 1945 al 1946. Trygve Liie (Norvegia, Europa), dal febbraio 1946 fino alle sue dimissioni nel novembre 1952. Dag Hammarskjölld (Svezia, Europa), aprile 1953 fino alla sua morte in un incidente aereo nella Rhodesia del nord (attuale Zimbabwe) nel settembre 1961. U Thant (Birmania (attuale Myanmar, Asia), dal novembre 19611 al dicembre 1971. Kurt Waldheim (Austria, Europa) 1972-1981 Javier Pérez de Cuéllar (Perù, Americ ca del Sud) 1982-1991 Boutros Boutros-Ghali (Egitto, Africa), dal gennaio 1992 fino al dicembre 19966. Kofi Annan (Ghana, Africa), dal gennaio 1997 e attualmente in carica.
Questi organi perseguono l’obbiettivo primario e generale di costruire la pace. Ma tale grande traguardo richiede alle Nazioni Unite di agire su un fronte vastissimo. Le attività dell’ONU e della sua famiglia di organismi toccano ogni aspetto della convivenza pacifica e dello sviluppo umano, ma si possono comunque individuare tre grandi aree di competenza previste fin dall’origine nello Statuto delle Nazioni Unite: oltre il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra gli Stati e la collaborazione in campo economico, sociale e culturale umanitario e nella promozione dei diritti umani.
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Nella prospettiva dell’ONU lo sviluppo, la tutela dei diritti umani e anche l’ambiente divengono tappe necessarie per costruire una pace vera. Così, l’Organizzazione ha programmi e agenzie specializzate impegnate nella promozione della crescita dei paesi in via di sviluppo, della stabilità economica internazionale, di livelli di vita accettabili, della tutela dei diritti e della dignità umana e della realizzazione di un progresso sociale ed economico sostenibile, nella convinzione che queste siano le premesse essenziali per l’instaurazione di una pace mondiale duratura. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, le Agenzie Specializzate e i suoi Programmi e Fondi, costituiscono insieme la “famiglia” delle Nazioni Unite. E tramite questo complesso sistema organizzativo l’ONU persegue i suoi vasti obiettivi di sviluppo sostenibile, cooperazione e giustizia. Lo schema riportato di seguito mostra in maniera dettagliata la struttura del sistema delle Nazioni Unite: …. In molti casi, si tratta di organismi internazionali autonomi sorti da trattati distinti rispetto alla Carta delle Nazioni Unite. Ma tutti agiscono in un quadro di coordinamento generale e sotto il controllo dell’ONU.
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Tuttavia nel 1944, quando la Carta fu redatta, non venne incluso un altro aspetto oggi sentito come pilastro fondamentale di una corretta e proficua convivenza fra i popoli, quello ambientale. Di fatti, vigeva allora l’idea che le risorse del nostro pianeta fossero inesauribili e, soprattutto, che fosse illimitata la sua capacità di riassorbire le emissioni nocive prodotte dall’uomo. Bastarono due decenni per rendere evidente l’insufficienza di un simile approccio. I primi segnali concreti di pubblica attenzione per lo stress imposto all’ecosistema risalgono alla fine degli anni ’60 e bisogna riconoscere che l’ONU ne prese atto assai rapidamente. Fu nel suo contesto che si tenne il primo significativo foro di confronto fra gli Stati, convocato a Stoccolma nel 1972 come “Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano”. Da allora la tutela dell’ambiente e lo sviluppo non solo equo ma anche sostenibile fanno parte delle grandi finalità perseguite dalle Nazioni Unite.
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OBIETTIVI
CONCRETI DI SVILUPPO
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Povertà e fame nel mondo: Dimezzare tra il 1990 e il 2015 la percentuale di persone il cui reddito è inferiore a 1 dollaro USA al giorno; dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone che soffrono di fame. Istruzione elementare universale: Assicurare che, entro il 2015, i bambini in ogni luogo, i ragazzi e le ragazze, siano in grado di completare un ciclo completo di istruzione primaria. Uguaglianza di genere e ruolo delle donne: Eliminare la disuguaglianza di genere nell’istruzione primaria e secondaria preferibilmente entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzione entro il 2015. Diminuire la mortalità infantile:Ridurre di due terzi, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d’età. Salute materna: Ridurre di tre quarti, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna. Combattere l’HIV/AIDS, la tubercolosi, la malaria e le altre malattie: Arrestare, entro il 2015, la tendenza alla diffusione dell’HIV/AIDS. Sostenibilità ambientale: Integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche dei paesi e nei programmi e arrestare la distruzione delle risorse ambientali. Una partnership globale per lo sviluppo: Entro il 2015, i 191 Stati membri si sono impegnati ad espletare una serie di interventi di sviluppo, principalmente in quattro aree: cooperazione allo sviluppo, debito estero, commercio internazionale, trasferimento delle tecnologie.
VERSO LE NUOVE NAZIONI UNITE: GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO
La Dichiarazione del Millennio è stata sintetizzata in otto Obiettivi concreti di sviluppo che - anche con criteri di realizzazione misurabili - impegnano tutti i paesi e le organizzazioni internazionali
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Nel XXI secolo, oltre un miliardo di esseri umani vive soggetto a diverse forme di povertà: non solo quella economica che relega ancora molti a sopravvivere con meno di un dollaro al giorno. Ratificando la Dichiarazione del Millennio e gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, nel 2000 gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono imposti di dimezzare, entro il 2015, la povertà estrema che regna nel mondo: la Dichiarazione del Millennio impone ad ogni Stato, sia ricco che povero, di adoperarsi per sconfiggere la povertà, promuovere la dignità umana e le pari opportunità e realizzare la pace, la democrazia e la sostenibilità ecologica.
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Le Nazioni Unite stanno attraversando un processo di riforma e ammodernamento. Ma non per questo si sono concesse una pausa nella loro attività concreta, nella ricerca di soluzioni a tutti quei problemi che costituiscono un ostacolo alla realizzazione di un mondo pacifico e giusto. La strada da percorrere è ancora lunga, ma le Nazioni Unite hanno voluto dotarsi di un’analisi e di una “tabella di marcia” al passo coi tempi, allo scoccare di un nuovo millennio.
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DELL’ITALIA NELL’ONU
Di tutto questo, durante cinquant’anni, siamo stati attivi promotori. Un ruolo primario ci è stato riconosciuto in virtù, non solo di un’attenta politica estera rivolta al multilateralismo incentrato sulle Nazioni Unite, ma anche per il serio impegno del nostro Paese a sostegno delle iniziative ONU in favore dello sviluppo, della tutela dell’ambiente, della promozione, della democrazia e dei diritti umani. Senza contare il notevole lavoro svolto negli ultimi anni dall’Italia per la messa a punto delle riforme necessarie al rilancio delle Nazioni Unite, finalizzato a consentire all’organizzazione mondiale di far fronte con sempre maggiore efficacia alle sfide del nuovo millennio e alle nuove minacce con cui la comunità internazionale è chiamata a confrontarsi. Da sempre l’Italia fornisce, inoltre, contributi di primissimo piano a tutti i principali settori di attività dell’Organizzazione, come anche al bilancio ordinario e al bilancio delle operazioni di pace dell’ONU. Nel 1998 l’Italia ha ospitato a Roma la Conferenza internazionale sotto l’egida dell’ONU che ha dato vita al Tribunale Penale Internazionale. Lo Statuto adottato a Roma disciplina l’attività del primo Tribunale permanente a giurisdizione universale destinato a punire le più gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale quali i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, il genocidio e l’aggressione. L’Italia è stato uno dei Paesi che si sono più attivamente impegnati per l’istituzione del Tribunale, oggi pienamente funzionante. Il ruolo di primo piano svolto dall’Italia all’ONU ha consentito al nostro Paese di essere in questi ultimi cinquant’anni fra gli Stati più votati alle elezioni per gli organi delle Nazioni Unite: l’Italia ha esercitato una volta la Presidenza dell’Assemblea Generale con Amintore Fanfani - allora Ministro degli Esteri - nel 1965; è stata cinque volte membro del Consiglio di Sicurezza e per ben undici volte membro del 20