Celebrazione del mattino del sabato Santo 2015

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PARROCCHIA SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE

DISCESE AGLI INFERI

Celebrazione del Sabato Santo mattino 2015 

Introduzione

Cristo è stato nel sepolcro. Così il sabato santo mi invita a guardare alle mie situazioni interiori di morte. Che cosa dovrei seppellire? Quali ferite della storia della mia vita dovrei seppellire? Se sotterro le molte offese, smetterò di utilizzarle come armi contro gli altri. Non le porterò più in me come rimprovero silenzioso per quanti mi hanno ferito. Potrò allora deporre il mio cruccio, i miei risentimenti,


la mia amarezza. Non mi serviranno più come scusa per giustificare il mio rifiuto della vita. Io devo sotterrare anche i miei sentimenti di colpa, con i quali dilanio me stesso, intorno ai quali giro sempre a vuoto. Devo aver fiducia nel fatto che Cristo è sceso anche nei miei sensi di colpa, in tutti i tormenti interiori che io mi procuro con i mìei rimproveri, per liberarmi da essi. Se io smetto di ruotare attorno alla mia colpa, potrò veramente sorgere ad una nuova vita. 

Saluto e orazione

C Benedetto il Signore che vive e regna nei secoli dei secoli A Amen Preghiamo Volgi benevolo il tuo sguardo, o Dio misericordioso, su questa famiglia, per la quale il signore nostro Gesù Cristo , consegnandosi liberamente nelle mani dei carnefici, subì il supplizio della croce, e ora,glorioso vive e regna con te, nell’unità dello spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Letture Dal libro del profeta Daniele 

Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. I sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero all'inaugurazione della statua che aveva fatto erigere il re Nabucodònosor. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere da Nabucodònosor. Un banditore gridò ad alta voce: "Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto questo proclama: Quando voi udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di


strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro che il re Nabucodònosor ha fatto erigere. Chiunque non si prostrerà e non adorerà, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente". Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, non appena ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere. Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei e andarono a dire al re Nabucodònosor: "O re, vivi per sempre! Ora, ci sono alcuni Giudei, che hai fatto amministratori della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abdènego, che non ti obbediscono, o re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d'oro che tu hai fatto erigere". Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac, Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. Nabucodònosor disse loro: "È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?". Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: "Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto".Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. Furono infatti legati, vestiti co-


me erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. PoichÊ l'ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego. E questi tre, Sadrac, Mesac e Abdènego, caddero legati nella fornace di fuoco ardente. Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore. Parola di Dio. A Rendiamo grazie a Dio

Cantico dei tre giovani Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo: "Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e di gloria nei secoli. Amen Benedetto il tuo nome glorioso e santo, degno di lode e di gloria nei secoli. Amen Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, degno di lode e di gloria nei secoli. Amen Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, angeli del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, cieli, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen


Benedite, servi del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, santi e umili di cuore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Amen Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli, Amen Benediciamo il Padre e il Figlio E lo Spirito santo Lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli Amen perché ci ha liberati dagl'inferi, e salvati dalla mano della morte, ci ha liberati dalla fiamma ardente. Lodate il Signore, perché egli è buono, perché il suo amore è per sempre.

Continuazione dal libro del profeta Daniele Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: "Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?". "Certo, o re", risposero. Egli soggiunse: "Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi". Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a dire: "Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori". Allora Sadrac, Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco. Quindi i sàtrapi, i governatori, i prefetti e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere, che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era penetrato in essi.


Nabucodònosor prese a dire: "Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio. Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, sia fatto a pezzi e la sua casa sia ridotta a letamaio, poiché non c'è nessun altro dio che possa liberare allo stesso modo". Da allora il re diede autorità a Sadrac, Mesac e Abdènego nella provincia di Babilonia. Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: "Abbondi la vostra pace! Mi è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me. Quanto sono grandi i suoi prodigi e quanto potenti le sue meraviglie ! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio di generazione in generazione". Parola di Dio. A

Rendiamo grazie a Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc, 15, 42-47) Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch'egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all'entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. Parola del Signore

A

lode a Te o Cristo


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Processione con l’icona Testo di meditazione

Le icone bizantine e le antiche icone russe della resurrezione di Cristo non rappresentano mai l'evento della resurrezione in sé, cioè Cristo che esce dal sepolcro. Quella che viene dipinta è piuttosto la «discesa di Cristo nell'Ade» o, per essere più precisi, il Cristo che esce dagli inferi. Cristo, a volte con una croce in mano, è rappresentato nell'atto di liberare dagli inferi Adamo, Eva e altri personaggi biblici. Sotto i piedi del Salvatore c'è il nero abisso del mondo inferiore; su quel fondale appaiono i baluardi, i chiavistelli e i frammenti delle porte che un tempo sbarravano la strada della resurrezione ai defunti. Benché nel corso degli ultimi secoli siano stati utilizzati anche altri modelli per rappresentare la resurrezione di Cristo1, il modello iconografico qui descritto è considerato canonico, perché riflette l'insegnamento tradizionale sulla discesa di Cristo agli inferi, la sua vittoria sulla morte, la resurrezione che porta ai morti liberandoli dagli inferi nei quali erano imprigionati fino a quel momento.? La discesa di Cristo nell'Ade è uno degli eventi più misteriosi, più enigmatici e più indecifrabili della storia narrata dal Nuovo Testamento. Nel mondo cristiano odierno questo evento è interpretato in modo differenziato. La teologia occidentale liberale rifiuta in blocco qualsiasi possibilità di parlare in senso letterale di discesa di Cristo nell'Ade, sostenendo che i passi della Scrittura nei quali è trattato questo tema devono essere intesi in senso metaforico. La dottrina cattolicoromana tradizionale insiste sul fatto che dopo la sua morte sulla croce Cristo è disceso agli inferi solo per liberare i giusti dell'Antico Testamento. Un'interpretazione simile è diffusa tra i cristiani ortodossi. Ma, per un altro verso, il Nuovo Testamento presenta Cristo che negli inferi si rivolge anche ai peccatori non pentiti: «Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che lo attendevano in prigione; essi avevano un tempo rifiutato di credere, quando la magnanimità di Dio pazientava» (1Pt 3,18-20). E molti padri della chiesa e testi della liturgia ortodossa sottolineano ripetutamente che nel discendere agli inferi Cristo ha aperto la via della salvezza a tutti, e non sola-


mente ai giusti dell'Antico Testamento. La discesa di Cristo agli inferi è percepita in questa prospettiva come un evento di portata cosmica, che coinvolge tutto il mondo senza eccezione. I padri parlano anche della vittoria di Cristo sulla morte, della distruzione totale degli inferi, dicendo che dopo la discesa di Cristo non rimase più nessuno, eccetto il diavolo e i demoni. Noi non sappiamo se tutti abbiano seguito Cristo quando egli ha lasciato gli inferi. Non sappiamo neanche se ogni uomo lo seguirà nel regno celeste escatologico, quando diventerà «tutto in tutti». Ma sappiamo che, con la discesa di Cristo agli inferi, la via della resurrezione è accessibile a «ogni carne», la salvezza è stata concessa a ogni essere umano, e le porte del paradiso sono state aperte per tutti coloro che desiderano entrarvi. Questa è la fede della chiesa primitiva, ereditata dalla prima generazione dei cristiani e cara alla tradizione ortodossa. Questa è la speranza mai spenta di tutti coloro che credono in Cristo, egli che una volta per tutte ha vinto la morte, distrutto gli inferi e offerto la resurrezione a tutto il genere umano.

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Breve riflessione Orazione e conclusione

Preghiamo O Dio infinitamente buono, concedi per l’unigenito tuo figlio, disceso nella morte e risorto alla tua gloria, che i tuoi fedeli, sepolti e risorti con lui nel battesimo, giungano alla pienezza della vita eterna. Per lui che vive e regna nei secoli dei secoli. T.

Amen

Benedetto il Signore che vive e regna nei secoli dei secoli. T.

Amen

Diamo lode al Signore. T.

Rendiamo grazie a Dio


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