Urban#122

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Poste Italiane spa - Spedizione in abb. postale 70% DCB Milano

altrove la necessità di abbandonare il quotidiano inseguendo il desiderio di scoprire l’insolito

numero 122


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...la mia scelta? Briosa come me!

MONDIA WATCH GROUP Srl - Via Bobbio, 87 - 27058 Voghera (PV) - Italy - Tel. +39.0383.369077 - Fax +39.0383.369503 MONDIA WATCH GROUP Srl - Via Bobbio, 87 - 27058 Voghera (PV) - Italy - Tel. +39.333.1275841 - Fax +39.0383.369503 e-mail: info@mondiawatchgroup.com - www.mondiawatchgroup.com e-mail: info@mondiawatchgroup.com - www.mondiawatchgroup.com


Bimestrale, Anno XIV / Numero 122 • Direttore Responsabile roberto rossi gandolfi direzione@urbanmagazine.it

7/ L’editoriale 76

Art Direction DIDIER FALZONE didier@bureaubureau.it Responsabile di Redazione MARCO CRESCI redazione@urbanmagazine.it Segreteria di Redazione segreteria@urbanmagazine.it Collaboratori Diana Barbetta, Anselmo Bianconi, Giovanna Caprioglio, Federica Del Proposto, Martina Kirkham, Enrico Longo, Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli, Daniel C. Marcoccia, Arianna Pinton, Valentina Roda, Silvia Rossi, Simon, Alex Vaccani, Matteo Weber Urban è edito da Biblioteca della Moda Srl Corso Colombo, 9 · 20144 Milano T 02 833 1121 Distribuzione PSC Promos Comunicazione Via Tertulliano, 70 · 20137 Milano T 02 89540195 Abbonamenti info@urbanmagazine.it Stampa Arti Grafiche Vela, Via N. Copernico 8 · 20082 Binasco, MI T 02 90092766 www.grafichevela.it Pubblicità Milano Fashion Media Corso Colombo, 9 - 20144 Milano T 02.5815.3201 Responsabile Di Testata Augusta Ascolese aascolese@milanofashionmedia.it T 335 6945908 Web www.urbanmagazine.it Facebook: Urban Magazine In copertina

Simo indossa bomber Acne Studios. Fotografia Simon, stile Alex Vaccani Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale di Milano con il numero 286 del 11/05/2001

I LUOGHI DELL’ABBANDONO Passiamo loro di fianco, spesso senza accorgerci della loro presenza. In genere stanno lì, in disparte. Case abbandonate. Si tratta di spazi che hanno perduto la destinazione d’uso, e ora non attendono più nulla, se non la parola che sgorghi dall’anima di chi li osserva. Eppure, questi luoghi abbandonati rappresentano la nuova ‘tendenza del momento’. Una passione, condivisa da molti, che sfocia in pubblicazioni di vario tipo, conferenze sull’argomento e siti che censiscono tali luoghi, con l’obiettivo del recupero degli spazi e della riduzione del consumo del suolo. Tra le tante iniziative spicca (im)possible Living, sito web che ha lo scopo di riuscire a creare una precisa mappatura di tutti gli edifici abbandonati, una sorta di atlante virtuale di stabili e paesi fantasma presenti nei cinque continenti. La piattaforma aspira soprattutto a diventare il luogo deputato a discutere le soluzioni atte a promuovere il recupero di edifici abbandonati. È il giusto contrappeso alla diffusa tendenza alla cementificazione visto che, in Italia, il valore relativo ai chilogrammi di cemento è ben oltre i 565 pro capite (dato relativo al 2009). Ma l’abbandonologia è anche la ricerca dei lutti nelle cose. Il tentativo di capire chi sono gli assenti per raccontare il sentimento delle rovine. In fondo, quello che non si vede è ciò che conta. Del resto i luoghi abbandonati non muoiono, ma finiscono per solidificarsi nella dimensione della memoria di coloro che vi abitavano. Vivono di una loro fisicità e si alimentano di uno spessore doppio e riflesso. Anelano al movimento, come percorso di una loro continua riconquista.

«Pezzi di città abbandonati, negletti, ignorati. Edifici storici murati, giardini monumentali divenuti terra incolta, strutture industriali fatiscenti, luoghi di cultura lasciati morire. Qui il potere, divenuto alterità inconoscibile, ci osserva. Il potere di ignorare o di riqualificare, di cambiare comunque la vita delle comunità» (Christian Costa) Roberto Rossi Gandolfi In alto S’intitola “Frozen” l’ultimo progetto del fotografo olandese Niki Feijen che ha viaggiato in otto diversi paesi europei alla ricerca di luoghi abbandonati e della bellezza in essi racchiusa; una bellezza maledetta che lascia mozzafiato ma allo stesso tempo incute malinconia e fa riflettere sugli sprechi dell’edilizia moderna.


Soccer

Direttore responsabile Flavia Colli Franzone

www.fashionillustrated.eu

11 momenti di grande calcio

Una rassegna di istantanee dedicate alla Coppa del Mondo voluta da Sisal a Milano, sul Naviglio Grande.

Moviola

Legendary Accessories

UOMINI E GOL

PALLONI MONDIALI

I Mondiali azzurri tra vittorie e sconfitte, rigori decisivi e sbagliati. Pag. 6

Dal primo del 1930 a Brazuca del 2014. Pag. 8

Allegato Issue #27 luglio/agosto 2014

Fashion&Soccer

CALCIO DI STILE L'eleganza sportiva scende in campo. Pag.10

Futbolandia

A COLPI DI STADIO

in Italia gli stadi di proprietà sono ancora pochi. Pag. 12

Di SIMONE CHIODO

CALCIO&CINEMA

“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO-MI”

CALCIATORI IN PRIMA FILA Una volta avuto l’incarico di preparare una mostra fotografica sui Mondiali in concomitanza con “Diretta Mondiale”, la kermesse voluta da Sisal.it a corredo del grande appuntamento brasiliano nella cornice del Naviglio Grande, mi aspettavo solo soddisfazioni. Raccontare invece la storia del Mondiali in undici immagini è molto complicato. L’amico Meda diventa meno amico, lui i suoi “ricordati gli arbitri” e “questo non può mancare” e quello “è fondamentale”. La mostra trova i suoi presupposti partendo dai grandi calciatori, dai loro gesti atletici. Poi contano le espressioni, la gioia o il disappunto che fissano “Istanti mondiali” (la rassegna così si chiama) nella memoria di ciascuno. Qualsiasi nostra scelta, di Meda e mia, è opinabile perché chiunque si avvicini al calcio dei Mondiali ha nella retina e ancor di più nel cuore istanti mondiali tutti suoi, cui è molto affezionato. Ci auguriamo che la maggior parte dei visitatori condivida le nostre scelte e che qualcuno le apprezzi. Qualcuno, ne siamo certi, se ne lamenterà, speriamo con toni civili. Non vi anticipiamo nulla perché questo accenno a “Istanti mondiali” è solo un invito a visitare la mostra sul Naviglio vivendo le emozioni che ha suscitato in noi, ma qui possiamo ricordare alcune tonalità fondamentali. La prima si lega alla memoria sportiva: proprio in questi giorni si ricorda la prima vittoria italiana nella Coppa Rimet. Sono trascorsi ottant’anni da quel successo azzurro. Poi, ad avvalorare quel primo successo così chiacchierato, è venuto, quattro anni dopo, il secondo titolo mondiale in Francia, suffragato dalla vittoria olimpica della nostra Nazionale nel 1936. Il mattatore di quei successi è stato Giuseppe Meazza, cui hanno dedicato lo stadio milanese, per molti il più grande giocatore italiano che abbia calcato i campi di calcio: Giuanin (o Pepp, è uguale) era un grandissimo talento, fuori dal campo uno sciupafemmine, uno che amava circolare con auto potenti e dormiva sino a tardi, la mattina, tanto che l’Ambrosiana Inter lo dispensò dal presentarsi agli allenamenti quando questi erano per lui “fuori orario”. Nonostante una malattia circolatoria che lo colpì alle estremità, Meazza continuò a segnare e a far segnare gol sino alla fine della carriera, in pratica giocando con un piede solo. Se Meazza fosse vissuto ai giorni nostri avrebbe avuto gli stessi osanna di Pelè e Maradona, sarebbe stato oggetto di mille discussioni nei migliori Bar Sport della penisola. Di storia in Storia, con il placet della dirigenza Sisal, abbiamo pensato di dedicare la mostra ai caduti azzurri della Grande Guerra di cui tra qualche mese ricorrerà il centenario. Un tributo a chi vi ha perso la vita con l’augurio di confrontarsi sempre in altri campi, in erba (non in sintetico), con righe di gesso, porte e bandierine del corner. A quel punto va bene anche Meda come arbitro.

Rodrigo Santoro nel fim Heleno del 2011, diretto da José Henrique Fonseca.

Dentro e fuori gli stadi sono al top della popolarità. Grazie anche ai social media che amplificheranno ancor più i Mondiali. C’era però negli anni Quaranta Heleno, altrettanto popolare in Brasile, pur non disponendo di questi mezzi.

Il potere mediatico dei calciatori non è un fenomeno solo dei nostri giorni. Oggi ci sono i vari Beckham e Ronaldo, Messi e Marchisio, Balotelli o Chiellini, questi ultimi due i più attivi della rete in Italia. Sono loro le star che si dividono il palcoscenico con le celeb hollywoodiane, richiestissimi come testimonial di blasonati brand della moda, immancabili nel parterre delle sfilate e ai party

che contano. Sono loro i più attivi sui social, tanto che - si dice – questo sarà il primo mondiale di twitter, con oltre 300 giocatori attivi, di cui Ronaldo è ancora il re indiscusso per numero di followers. Eppure anche nella Rio degli anni Quaranta c’era un calciatore di eguale notorietà, senza avere a disposizioni neppure uno dei media attuali. Quella stella era Heleno de Freitas, re di Rio sia di

giorno sia di notte, dentro e fuori lo stadio. A lui nel 2011 è stato dedicato il film Heleno, prodotto e interpretato da Rodrigo Santoro con la regia di José Henrique Fonseca, che ne racconta la vita ricca di successi, ma anche la sua fine solitaria in ospedale. Personaggio irascibile e dedito agli stravizi, finì per compromettere la propria immagine, tanto da aggiudicarsi l’appellativo di “prin-

cipe maledetto”. Notissimo in Brasile, lo fu decisamente meno fuori dal suo paese, a causa dei mancati appuntamenti della Coppa del Mondo negli anni Quaranta. Al centro della biopic non c’è tanto l’Heleno calciatore che mandava in delirio gli stadi – e le donne – piuttosto il de Freitas uomo, che sembrava fare terra bruciata intorno a sé e alla propria vita sentimentale.

Lo stile del calcio

Tendenze, rubriche e approfondimenti sul mondo soccer. Edito da: Biblioteca della Moda - Corso Colombo 9, 20144 Milano info@bibliotecadellamoda.it Concessionaria esclusiva per la pubblicità Milano Fashion Media - Via Alessandria 8, 20144 Milano info@milanofashionmedia.it 0258153201 www.fashionillustrated.eu


9/ Indice dei contenuti 74

44

Numero #122

24

38

60

20

11 La mia Amsterdam 18 La valigia Deap Vally

CINEMA

Arte

55 Barbara Feingold Dietro un Volto

30 In breve 31 Miriam Giovannelli Il mio futuro? Prima il Presente

Stile

12 In Breve 13 Profili D-Gnak / Yoshi Yamamoto 14 Vetrina Dall’Alba al Tramonto 16 Grooming Visioni Oscure 20 Edward Buchanan Tra maglieria e Leather

Design

speciale surf

34 Roberto D’Amico Nato per Vincere 36 In breve 37 Peninsula Onde Anche Nostre 38 Portfolio Le Origini di un Mito 44 Moda Fotografia Simon, stile Alex Vaccani 44 Tra le Pagine Surfare in Italia

SPAZI URBANI

22 In breve 23 L’arte di correre 24 La Fabbrica si rifà il Look 28 Michael Wolf. Parigi Offline

LIBRI

musica

60 In breve 61 Jungle Il Segreto meglio custodito del 2014 62 Dischi IN GIRO

54 In breve

Oggi comincia l’Ypsigrock Festival a Castelbuono (PA) con Anna Calvi e Fanfarlo —

58 In breve 59 Profili Sebastian Herkner / Patrick Jouin 52 Dischi

67 Spazi e luoghi da visitare e vivere

Se passate per Londra visitate la mostra di Gilbert & George “Scapegoating Pictures for London” alla White Cube Gallery —

Esce il nuovo album dei Dry The River “Alarms in the Heart”

Al Circolo Magnolia di Segrate (MI) c’è il concerto di Perfume Genius all’interno della rassegna MITO —

08/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 09/2014 1 2 3 4 5 6 7 —

“The Fashion World of Jean Paul Gaultier From the Sidewalk to the Catwalk”, l’imperdibile

retrospettiva è in mostra a Londra al Barbican

— All’Hana-bi di Ravenna dopo una giornata passata nella rinomata spiaggia del locale va in scena il concerto gratuito degli americani Thee Oh Sees

— Esce al cinema “Under the Stars”, il film di fantascienza diretto da Jonathan Glazer con Scarlett Johansson già considerato un cult



A cura di Martina Kirkham

11/ La mia Amsterdam 76

The Life Acquatic With Leone Leone Balduzzi, regista e fotografo, alla scoperta di Amsterdam, dove lo straordinario rientra nella normale quotidianità e la creatività non ha leggi.

[1]

[4] [ 4 ] POP UP Grazioso coffee bar dove si possono gustare sandwich squisiti. Anche lui situato a Jordaan e preso d’assalto da decine di ragazzi che passando in bicicletta si fermano per un centrifugato. Il caffè americano è buonissimo e come se non bastasse la selezione musicale è accuratissima.

[ 1 ] VELOUR è un concept store per uomo e donna nel cuore di Jordaan, il quartiere più trendy di Amsterdam. Il concetto di design globale di Velour abbraccia un look preppy con capi classici ridisegnati con uno stile spontaneo, quello che chiamano “feel good preppy”. Uno stile che comprende influenze dalla west coast svedese rivolgendosi a chi, interessato alla moda senza esserne schiavo, preferisce uno stile più interpretativo. velour.se

[ 5 ] CAFÈ NOL È il tipico pub olandese che profuma di candeggina. Non lontano dal Red Light District. Se di giorno si mimitizza come un normalissimo bar, di notte prende vita in tutta la sua gloria di neon, specchi e moquette rossa. È frequentato da clienti più d’annata, cresciuti nel quar-

[5] [ 2 ] WERCK

[3]

Werck ha un bellissimo ristorante, un ampio giardino interno e una grande terrazza sul tetto con una splendida vista sul canale Prinsengracht e la chiesa protestante Westerkerk. Soprattutto durante il periodo estivo è un ottimo posto per godersi il sole, l’atmosfera e l’attività sui canali. Di notte si trasforma in un night club con un arredamento ultra-cool, un luogo perfetto per mescolarsi con la folla locale più trendy. werk.nl

[ 3 ] ‘t Japanse Winkeltje

Piccolo negozio giapponese dal design futuristico ed elegante. Sembra una piccola nuvola. Vende soprattutto ceramiche, ma anche kimoni e tessuti vintage, bellissime carte decorate a mano o stampate. Si trovano inoltre creazioni di giovani artisti giapponesi vendute qui in esclusiva. japansewinkeltje.nl tiere e da giovani di tutto il mondo. Tutti condividono la passione per le canzoni popolari di Amsterdam sing-along che echeggiano fino in strada. Ottimo per festeggiare il Queen’s Day. cafenol-amsterdam.nl

[2]

Leone Balduzzi è regista e fotografo. Inizia giovanissimo a dirigere videoclip per Planet Funk, Elisa, Tiromancino, Motel Connection. Lavora in pubblicità dal 2004 in Italia, Francia, Germania. Ha diretto campagne per Ford, Google, Ducati, Levis, Breil, Unicef, Champion, Telecom, Bmw. Nel 2004 fonda con Barbara Guieu un piccolo collettivo creativo che oggi è diventata una stimata casa di produzione e web agency: k48.it Nel futuro prossimo, un film e una linea di moda.

FREDERIC Questo non è un vero e proprio hotel, ma un gruppo di amici che affitta appartamenti bohémien nel centro città, oltre che biciclette. Una formula che hanno battezzato “with our friends”. Tra le varie opzioni si può scegliere di dormire in una house boat, vivendo così la vera essenza della Venezia del Nord. frederic.nl


Testi di Marco Magalini e Enrico Longo

12/ Stile 76

Parigi > Givenchy. Tuxedo Metropolitano Tuxedo sì, ma urbano e contemporaneo. È la connotazione che Givenchy ha dato al più classico dei completi maschili, nella prima capsule collection di abbigliamento formale maschile, appena presentata. Una collezione composta di tre look, ognuno con il suo stile distintivo e le sue particolarità, ma tutti riconducibili all’impronta stilistica del designer Riccardo Tisci. Interpretando tre modi diversi di vivere la formalità, Givenchy si cimenta nel dar forma alla sua visione di uomo elegante, vestito di completi in cui l’estetica della maison è sempre chiara e ben visibile. Come nel taglio delle spalle, deciso e definito, o nel taglio dei revers, tutti diversi: uno classico, in raso a contrasto, un altro sempre in raso ma sciallato, infine il terzo super slim e ton-sur-ton. Dettagli di stile che si mixano alla silhouette strutturata e scolpita e alla costruzione canvas dell’abito. Un’eversione, e soprattutto modernizzazione, dei codici classici del menswear, per l’uomo contemporaneo che sceglie di conformarsi all’occasione d’uso ma di rimanere fedele al proprio stile.

Herzogenaurach (Germania) > Adidas By Raf Simons. Tecnica Estetica Nel giro di vent’anni l’immagina-

Boston (USA) > Timberland. Disinvolta Funzionalità L’autunno porta con sé una serie di necessità difficili da ignorare, che Timberland interpreta a modo suo creando un look in cui capi performanti e flessibili si adattano agli usi più diversi, senza identificarsi necessariamente come capi tecnici da sfruttare solo nel weekend. Un’idea di design classico, che non disdegna un tocco contemporaneo, da ritrovare soprattutto nei materiali: le field jacket si abbinano a camicie casual, da lasciare stropicciate, mentre il pantalone è un denim scuro, da usare e maltrattare, e da portare loose per un comfort totale e rilassato. L’alternativa sono i chino, che dall’iconografia preppy diventano manifesto dello street style più cool: come i Province Lake, pensati nei colori che meglio si abbinano alla stagione autunnale, oppure l’arancio ruggine, scuro ma vivace allo stesso tempo. La giacca sfoderata Waterproof Mount Clay Field è pensata per essere pronti anche ai programmi dell’ultimo minuto, sole o pioggia non importa: il girovita regolabile conferisce una linea perfetta, ma la tecnologia Hyvent a doppio strato impermeabile permette di restare asciutti anche nelle condizioni climatiche più imprevedibili. Vicenza Museum. Strong Italian Outerwear

È la natura più inclemente che ispira la nuova collezione uomo/donna di Museum, per giacche calde e sportive che portano le performance richieste dal mondo dei fiumi e delle foreste, o dalle uniformi militari e civili, nel look urbano di ogni giorno. Punto focale è il parka, intramontabile modello di outerwear, che Museum reinterpreta all’italiana, in cachemire con una laminatura che lo rende resistente all’acqua. Caldissime imbottiture in piuma d’oca e un design strong per una versione lussuosa, ma sempre performante, dell’outdoor americano • Milano If Bags. Personalissima Borsa Fatti a mano dalle tre ragazze che hanno ideato il brand creando piccole catene di montaggio casalinghe e formati a partire da materiali rigorosamente sostenibili, nascono zaini che trasmettono un’idea di concretezza e praticità unite a una forte ricerca emozionale. Completamente personalizzabili, si possono scegliere sacca, corde e finiture per creare il proprio modello. In più il packaging è affidato a un illustratore che sintetizza in disegni lineari e contemporanei le storie che si possono creare con la borsa •

rio creativo unico del designer Raf Simons ha fatto sì che diventasse una delle personalità più singolari nell’ambito del menswear. Una visione rivoluzionaria, che incontra la tecnologia all’avanguardia di Adidas per una innovativa collezione di sneakers. Una collaborazione fruttuosa tra lo stilista e il brand, che dopo la collezione invernale viene riproposta anche nella SS 2014. Il codice estetico si basa sul concetto “shoe-in-shoe”, proponendo coloratissime reinterpretazioni di modelli iconici come la Stan Smith e la Bounce, la cui tomaia è stampata con i pattern di stagione, perfettamente abbinati all’abbigliamento Raf Simons. Tecnologie innovative, perché per Adidas la performance è comunque una componente fondamentale, si accompagnano a un’estetica giocosa e buffa: le forme sono esagerate, i colori sono pieni e accesi, ricordando quasi i personaggi stilizzati delle costruzioni Lego, e i lacci le chiusure sono in velcro. Un perfetto mix di estetica e tecnica, espresso pienamente dalla scelta dei materiali, che al nylon alternano la pelle e ai mesh i tessuti ricamati.

Firenze La Contemporaneità Del Ricamo Svedese, ma formatosi in Italia, Jimi Roos disegna una collezione di t-shirt dalla particolare caratteristica del ricamo a mano. Partendo da una cucitura sbagliata, Roos trasforma il rovescio dei ricami in grafiche ultra contemporanee, ironiche, che vanno dal piccolo punto alla totale superficie della t-shirt: quelli che all’apparenza sembrano disegni a mano libera sono in realtà minuziosi ricami, in cui ogni punto è diverso dall’altro, creando quel sapore di handmade che contraddistingue l’intera collezione • Milano De Wallen Biker Jeans La bicicletta è una vera e propria filosofia di vita, combinazione fortunata di libertà e attenzione all’ecosostenibilità. Pensando ad Amsterdam, luogo dove tutto è possibile, e dove la bici è il mezzo di trasporto più usato, i due giovani Niccolò Marco Romano e Filippo Morandotti hanno creato il marchio di denim De Wallen, dedicato all’urban biker contemporaneo: un ragazzo dinamico, per il quale la libertà di movimento, raggiunta attraverso un approfondito studio sul design, è la componente fondamentale del jeans perfetto •


A cura di Marco Magalini e Enrico Longo

D.Gnak

13/ Stile 76

Giocare a basket nello spazio si può! Lo street style non ha confini nella nuova collezione di Kang Dong Jun Seoul. Una visione futuristica dell’eleganza urbana. D.Gnak ha sfilato alla Milan Fashion Week, portando in passerella un’era spaziale che gioca nei campi da basket, un incontro fortunato tra Oriente e Occidente, da intendere come unione di un look ispirato allo street-style più contemporaneo e la tradizione artigianale. Un risultato che il direttore creativo Kang Dong Jun ha perseguito cercando di infondere un’attitudine disinvolta al sartoriale, disegnando un uomo votato al movimento perpetuo, che ricerca la performance anche nel formale. Così i materiali haute de gamme affiancano ai tessuti classici, come lana, cotone, pelle e nylon, trattamenti innovativi e applicazioni inaspettate di rete catarifrangente e dettagli al neon. Anche in inverno, l’attitude è quella dello sportivo a 360 gradi, che spazia dal surf alla pallacanestro, gettandosi addosso un blazer o un parka dai volumi essenziali, concepiti come ar-

Yohji Yamamoto

il punk e il surf diventano una cosa sola nell’estate vibrante di Y-3

Tokio. È la subcultuchitetture fluide, antivento e con piping ra del surf, con la sua a contrasto, dove materiali differenti voglia di evasione e la si mixano tra loro. Uno spirito active sua sportività radicale, couture, che inserisce bande laterali che ha ispirato Yohji Yae sovrapposizioni frontali ai pantamamoto nel disegnare la loni, stampe camouflage e cerniere primavera/estate 2015 di oblique con accenti iridescenti, fino Y-3, realizzando un’autentica alla collaborazione creativa con fusione energetica di punk e l’artista Jeffree Lee, i cui scatti rusurf. Colori vibranti e tecniche bati di senzatetto si trasformano all’avanguardia, caratterizzati in stampe simbolo sulle t-shirt, da uno sguardo allo sportswear per uno street-style intrinseco del passato, ma pronti per coniue totale. A completare l’immagarlo al futuro. Si ritorna alle radici gine la capsule collection di concettuali del surf, quando la sua accessori, in cui il design si dimensione era quella di caposaldo esprime al massimo in biker nella lotta al mainstream, rifuggendo boots di pelle con profili cut convenzioni e status quo per riusciout, sandali aperti con alte re a spingersi oltre ai limiti. Ideali che cavigliere allacciate e ocYamamoto ha tradotto in tagli slim e chiali da sole squadrati, sartoriali che si sporcano con sprazzi di per un look aggressivo espressione di un futuro molto prossimo •

colore pop e pattern giocosi, inserti surfinspired e una personale versione delle grafiche hawaiane, che ricorrono in tutti i capi. Un’ispirazione che ritorna anche nelle tinte acide accostate tra loro, in un tripudio di turchese, pesca e grigio scuro, e che nel nero, colore feticcio dello stilista, si esprime nei cappotti dalle silhouette nette, nelle tute gonfie e nelle gonne dove volumi audaci si mixano a tagli austeri. L’uomo vive una situazione analoga: per lui le camicie hanno un particolare pattern che rimanda all’iconografia marina, citando le metropoli del mondo, da Parigi a Honolulu. Oltre alla cultura, anche la matericità del surf viene chiamata in causa: il neoprene delle mute diventa struttura per le sneaker tecniche, accese da grafiche floreali, in cui la performance del brand celebra lo spirito libero del surfista più puro •


Foto Matteo Weber Servizio di Valentina Roda

dall’alba al tramonto

Ogni musicista che si rispetti una volta raggiunta la fama ama nascondersi dietro un paio di occhiali da sole, che spesso diventano un elemento distintivo del suo look ribelle. Dall’alto in senso orario: Damon Albarn · “Everyday Robots” con occhiale Burberry The Horrors · “Luminous” con occhiale lente colorata Web Eyewear Bombay Bicycle Club · “So Long, See You Tomorrow” con occhiale da sole rettangolare Yobo Haim · “Days are Gone” con occhiale da sole Persol Mø · “No Mythologies to Follow” con occhiale da vista e clip sole Tom Ford Eyewear Glass Animals · “Zaba” con occhiale da sole con lenti a specchio Ray-Ban

14/ Stile 76



16/ Grooming 76

Testo Alex Vaccani Foto Matteo Weber

visioni oscure Il fascino indiscusso del nero che abbraccia un’estetica dark raffinata e mistica, composta da aromi e cure nobili

Giovani vampiri ultracentenari dalla pelle diafana, creature miracolose innamorate della bellezza che aleggia nell’aria come il profumo del bosco di notte, come l’odore invisibile delle presenze immaginarie nel buio, evocate dall’ambra, dalla rosa nera e dall’incenso, dove il sacro incontra il profano. Profumi e prodotti di bellezza, racchiusi in preziosi flaconi dal gusto dark come se fossero pozioni o antidoti, che simboleggiano il giorno ma soprattutto la notte, recando saggezza e cure meticolose della propria persona come attraverso un rituale sacro intriso di seduzione ed incanto. SISLEY Masque Crème à La Rose Noire Una maschera ricca di attivi anti-age, oligo-elementi, vitamine ed estratti vegetali, che agisce sui segni di età e stanchezza, apportando freschezza, un incarnato luminoso e una pelle che risulta come ridensificata in soli 15 minuti. CÔTÉ BASTIDE Ambre Pot Pourri

SHISEIDO Total Regenerating Cream Una crema idratante da notte ad alta performance, che dona energia intensa e riduce la visibilità di tutti i segni d’invecchiamento, rughe e perdita di compattezza. Migliora la luminosità della pelle, donando un aspetto più giovane.

Un pot pourri di resina cristallizzata degli alberi d’Acacia della Francia del sud. I cristalli, conservati in un box di lino nero, sono infusi di oli essenziali di ambra con vaniglia e spezie per portare calore e opulenza all’ambiente. COMME DES GARÇONS Blue Santal Dedicato alle note fresche, che conservano una parte calda all’interno; un ghiacciato legno di sandalo australiano accompagnato dalle calde note di pino e dalle pungenti bacche di

ginepro e pepe nero per un’intensità ardente e fresca. EISENBERG Diabolique Homme È una fragranza del 2010 con ricordi orientali quasi ipnotici. Le note di testa sono mandarino e cardamomo, con un cuore di iris, violetta, eliotropio, gelsomino e cedro. Il fondo è di benzoino, vetiver, legno di sandalo e muschio. ROBERT PIGUET Baghari Body Lotion Il profumo di Baghari ispirato a

una visita a Bagarì in India è ormai un classico, qui in versione body lotion. Un elisir esotico in equilibrio estatico sulla pelle tra innocenza e voluttà, vivacità e calore pronto a sedurre i cuori. LA MER The Eye Concentrate Resa più potente dalla presenza di minerali ricchi di ferro, questa crema riduce significativamente l’aspetto di occhiaie, linee e rughe. Idrata e distende la delicata zona del contorno occhi. Col tempo, lo sguardo è più acceso.

LIQUIDES IMAGINAIRES Sancti Acqua santa o acqua del bene? Questa fragranza sembra essere stata concepita per elevare, purificare e proteggere lo spirito attraverso note come aldeidi, resina d’abete, cedri, pompelmo e infine incenso, per una dimensione sacra. OFFICINA PROFUMO FARMACEUTICA DI SANTA MARIA NOVELLA Polvere Per Bianchire Le Carni Utilizzato dalle signore di fine Ottocento per mantenere il pallore sull’incarnato, questo prodotto storico a base di polvere di ireos è un esfoliante che rende la pelle più luminosa e chiara attenuando le piccole rughe.



Testo e foto Alex Vaccani

18/ La Valigia 76

DEAP VALLY

Il duo femminile delle Deap Vally è emerso l’anno scorso dalla scena rock californiana. Julie Edwards e Lindsey Troy, dopo un incontro casuale ad un corso di uncinetto nel 2011, decidono di formare un band. Inseguendo il loro sogno americano le due ragazze sono sempre on the road in giro per il mondo per far conoscere la loro musica rock, facendo da spalla a band maggiori, come i The Vaccines, i Muse o i Wolfmother. I concerti delle Deap Vally sono ruvidi e graffianti, di quelli che lasciano il segno nella memoria degli spettatori. Quello che ci si aspetta di trovare nelle loro valigie è esattamente quello che le due artiste mettono sul tavolo: ricordi, monili, amuleti, conchiglie, pietre, carte da gioco, polaroid, incensi e chiavi di motel. La tipica valigia di due ragazze rock’n’roll di L.A., il cui immaginario rimanda alla Melanie Griffith di Qualcosa di Travolgente, alla Madonna di Cersasi Susan Disperatamente e alla Kate Hudson di Almost Famous, con in più un’attenzione al naturale e alla magia della terra.

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DESIGN TRIBUNE April 2014 Issue 1

“Everyone

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a Designer...” Paola Antonelli

MILAN DESIGN WEEK

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6 TRENDS FROM SALONE AND FUORISALONE

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DISCOVERING THE FUTURE THROUGH PLAY

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Intervista di Marco Magalini

20/ Moda 76

Edward Buchanan TRA MAGLIERIA E LEATHER

Filati e tessuti non sono mai stati così contemporanei, le collezioni di Sansovino6 svecchiano un metodo di lavorazione tradizionale trasportandolo nel futuro

Milano. Edward Buchanan è uno stilista che lavora tra Milano e New York City. Nel 1995 si trasferisce a Milano dove sviluppa una capsule collection di maglieria e accessori in pelle per Bottega Veneta. Durante la lunga attività creativa ha esplorato il mondo della maglieria arrivando a creare un total look completamente di filati e tessuti smacchinati con la direzione creativa del marchio Sansovino6. Sei cresciuto in un ambiente stimolante, con tua madre pianista e la nonna grande sarta. Cosa ti rendi conto di aver preso in toto da loro? Nella mia giovinezza sono sempre stato molto flessibile. Ho assorbito da tutto quello che mi circondava. Ci sono così tante informazioni che sto utilizzando dagli insegnamenti di mia madre… Ho imparato a riflettere prima di giudicare, il rispetto, e soprattutto ho capito che la tecnica arriva solo se alla base c’è una buona educazione. Crescere in una famiglia creativa mi ha senz’altro permesso di raggiungere una sorta di libertà intellettuale. C’erano delle limitazioni, è chiaro, ma sono stato incoraggiato ad essere me stesso e di conseguenza rimango curioso e aperto all’apprendimento. Cleveland, New York ed ora Milano. Cos’è che in fondo cambia veramente tra queste realtà? Oggi viviamo in un ambiente globale dove le informazioni e l’accesso alla conoscenza sono immediatamente disponibili quasi ovunque. Questo aspetto è stato meno evidente nei miei primi anni in Ohio e a New York. Detto ciò, quello che ho imparato davvero a New York è il corretto bilanciamento della cultura di strada con la raffinatezza del lusso, che ho poi perfezionato in Italia. Possiamo dire che l’Ohio è stata una sorta di pre-scuola. La combinazione e l’equilibrio fanno di me quello che sono oggi. La tua icona di stile? Perchè? Non ne ho una unica, ne ammiro molte… Pur provandoci, non riesco a indicare un individuo specifico. Io adoro la sicurezza e l’indipendenza di artisti come Erykah Badu, Lauryn Hill e David Bowie. Nel 1995 ti sei trasferito a Milano. Qual’è stato il primo impatto? Mi sono trasferito a Milano per la mia prima esperienza di lavoro a tempo pieno. L’impatto è stato gestito in modo organizzato ed efficace. Ero giovane e con poca esperienza, quindi ho dovuto mostrare le mie capacità e dimostrare di essere all’altezza delle sfide lavorative. All’epoca avevo ancora NYC per la testa così mie prime collezioni riflettono quello spirito americano, ma con il tempo ho maturato un approccio fresco nel coniugare i diversi ambienti nei quali mi trovo a vivere. Bottega Veneta. Ci racconti quel passaggio della tua carriera? Sono stato assunto come direttore del design di Bottega Veneta praticamente appena uscito dalla Parsons a New York. L’idea, dal mio punto di vista, era quella di creare una capsule di abbigliamento da accessoriare con la collezione già esistente (borse, scarpe ecc.). Da quest’idea di fondo, il mio punto di partenza non poteva che essere la pelle e la maglieria. La famiglia Moltedo mi ha dato da subito fiducia nonostante la mia giovane età, perdonandomi gli errori e permettendomi di conseguenza di imparare. La mia esperienza è stata così preziosa… Spesso penso che il mio approccio progettuale orientato alla grande discrezione nel lusso davvero derivi da quel periodo in Bottega Veneta… Quando ti sei appassionato alla maglieria? A dire il vero non sono mai stato un tecnico della maglieria. Il mio interesse negli indumenti a maglia è venuto esclusivamente dal mio amore per la comodità e la praticità d’uso.


21/ Moda 76

È davvero stato un caso che io sia in qualche modo diventato uno specialista in questo settore. Ancora oggi non penso in modo specifico alla maglieria! Io progetto capi che spesso traduco in indumenti a maglia, tutto qui. Le possibilità di questa tecnica sono infinite, contrariamente a ciò che le persone pensano o sanno su questo mezzo. Cosa significa oggi creare un total look completamente di filati e tessuti smacchinati come quello di SANSOVINO6? Quali sono le sfide più impegnative che ti trovi ad affrontare? Sansovino6 è una fucina di esperti che lavorano con la creatività. La mia intenzione è sempre stata quella di sfidarne i limiti. Ho sempre pensato che occorra dare una seconda occhiata alle persone andando oltre le apparenze. Ho voluto creare una collezione basata su una maglieria che, a guardarla, non facesse capire di essere stata lavorata a maglia. Con un progetto come questo è importante capire l’equilibrio tra arte e commerciale. L’aspetto artigianale della maglieria rimane costante, ma ho iniziato ad aggiungere tessuti traspiranti e jersey per bilanciare l’aspetto esteriore. Come definiresti in un tweet il tuo stile? Io non twitto, ma sono certamente casual.

Sansovino 6 Autunno Inverno 14/15

Se non fossi un designer? Certamente sarei stato un bellissimo edificio, probabilmente la Galleria Nazionale di Berlino progettata da Ludwig Mies Van Der Rohe.


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Testi Jean Marc Mangiameli

Seoul > Contadini 2.0 Sono tanti i progetti che oggi cercano di trasformare le superfici piane dei tetti degli edifici in orti e giardini; c’è però chi ha fiutato il potenziale business e sta studiando architetture ad hoc per la coltivazione verticale. Tra i progetti più all’avanguardia in questo campo c’è lo Urban Skyfarm dell’Aprilli Design Studio di New York; un grattacielo pensato per la città di Seoul, in grado di ospitare coltivazioni di piante e ortaggi, filtrare acqua, aria, nonché di produrre energia pulita. L’edificio, dotato di terrazze di oltre 10 metri di lunghezza per piano, permette anche la coltivazione idroponica di piante di media statura (come meli e ciliegi). Il business plan include anche la possibilità da parte dei cittadini di affittare singoli appezzamenti per poter provvedere autonomamente alla coltivazione dei propri vegetali che, se non consumati per l’uso personale, potranno essere venduti al mercato ortofrutticolo situato al piano terra; il luogo ideale per acquistare cibo a km zero, anche nel cuore di una delle città più frenetiche al mondo!

San Francisco > Come ti riciclo il ponte! L’originaSingapore > Gardens by the Bay L’amministrazione pubblica della “tigre asiatica” ci tiene particolarmente alla sua reputazione di “città giardino”. Per questo motivo dal 2006 ha dato il via ai lavori per la costruzione di tre

zioni, percorsi didattici e serre in cui trovano casa numerose piantagioni tropicali. Luogo perfetto per lo svago, è oggi uno degli spazi più calpestati da cittadini e turisti, nonché cornice di numerosi eventi culturali. I giardini sono anche sensibili al

immensi e avveniristici giardini botanici; il progetto “Gardens by the Bay”, ancora in espansione e sviluppo, conta già 100 ettari ed è diviso in tre aree distinte: “Bay South”, “Bay East” e “Bay Central”. Al suo interno sono presenti diverse attra-

tema della sostenibilità in quanto le serre e i “Supertree” (le suggestive eco-torri a forma d’albero alte fino a 50 metri) si autoalimentano con energia prodotta grazie alle più moderne tecnologie rinnovabili, mimando la fotosintesi clorofilliana.

ROMA La High Lane de “Noantri” Di New York e della sua iconica sopraelevata trasformata in greenway ne avevamo già parlato (Urban n.119); l’ultimo progetto sulla falsariga riguarda la nostra Capitale con il recupero del “Viadotto dei Presidenti”, una ferrovia mai ultimata che avrebbe dovuto collegare Roma da Nord a Sud. Il progetto, a cura di Alessandro Lungo e Massimiliano Foffo, mira a trasformare questo percorso in pista ciclabile e luogo per eventi. La cittadinanza riuscirà finalmente a riappropriasi di questo spazio pubblico? • MILANO La piscina Caimi torna in vita

Dopo anni di abbandono dove ha fatto da sfondo (un po’ spettrale) agli eventi dell’adiacente teatro Franco Parenti, la piscina Caimi riaprirà al pubblico grazie a un’investimento della Fondazione Pier Lombardo. Il progetto, oltre al recupero e ristrutturazione dell’intera area, prevede la realizzazione di un palcoscenico direttamente a bordo vasca; evidente volontà di destinare l’area

rio (e leggendario) Bay Bridge che prima collegava Oakland a San Francisco è in stato di demolizione per via della sua obsolescenza. Vista l’importanza storica del “monumento” l’amministrazione locale, assieme a una cordata di privati, ha dato il via ad alcuni progetti di recupero delle aree dei “gate” e di riciclo dei materiali di costruzione; tra questi spicca il progetto Hanging House di Lee Ka Chun e Ngan Ching Wing, due studenti della Royal Danish Academy of Fine Arts vincitori di un concorso interuniversitario che chiedeva di trasformare parte dell’infrastruttura in un edificio abitabile. Il risultato? Una casa auto-sufficiente, sostenibile, di cui dall’esterno si può ancora leggere chiaramente l’architettura del vecchio ponte. Il successo dell’iniziativa ha fatto in modo che si moltiplicassero le richieste di materiale da parte di privati, risolvendo in gran parte il problema dello smaltimento dell’acciaio.

anche a polo per attività ed eventi culturali. Aspettiamo con ansia di varcarne i cancelli che (promettono) dovrebbero aprire con l’arrivo di Expo2015 • FORTALEZA Lo stadio è “green” La ristrutturazione degli stadi brasiliani per gli ultimi Mondiali di calcio è avvenuta all’insegna del risparmio. Il più sostenibile? L’Arena Castelao di Fortaleza che, oltre a essere lo stadio più economico delle ultime quattro Coppe, ha anche ottenuto la prestigiosa certificazione LEED (che premia l’efficienza energetica e l’impronta ecologica degli edifici). I punti di forza? Il riciclo totale dei rifiuti prodotti durante la costruzione e la raccolta dell’acqua piovana, destinata ai servizi igienici e all’irrigazione delle aree verdi. Parabéns! • HULL Risparmiare... rimanendo in forma In quanti di voi si iscriverebbero di corsa in palestra se sapessero che le calorie bruciate aiutano ad abbassare le bollette? Succede nella cittadina di Hull, in Regno Unito, dove è nata “Green Hearth”, la prima palestra all’aperto (e gratuita) dove i residenti possono fare ginnastica su attrezzi che trasformano l’energia cinetica in elettricità. Il progetto, ideato dalla Great Outdoor Gym Company, è già stato adottato con successo in numerose altre città britanniche. A quando la versione italiana? •


23/ L’arte di correre 76

milano A portata di nano

Il Nano Backpack di Tucano Urbano è un pratico zaino con esterno in poliestere, chiusura con cerniera, logo e stampe rifrangenti, spallacci imbottiti, trasporto a maniglia per aggancio allo scooter e tasca trasformabile in bustina-contenitore, con moschettone d’aggancio •

Londra > Marcia futurista Una figura generata al com- nome, fu progettato dall’architetto britannico Ron Herron che puter con tecnica 3D marcia in solitaria proseguendo diritta per la sua strada, mentre un effetto morphing la trasforma in una serie di strutture architettoniche complesse. Il filmato in questione è un nuovo episodio della fortunata serie ideata dallo studio Universal Everything di Matt Pyke. Si chiama “Walking Architecture” e si basa sulle fantasie futuristiche ideate dallo studio Archigram nel 1960. Il progetto, che portava lo stesso

s’immaginò un complesso di edifici robot nomadi in grado di spostarsi per la città adattandosi agli ambienti circostanti. Una città concepita come un organismo vivente che muta forma passo dopo passo e a poco a poco assume sembianze astratte che si alternano a sembianze umane. Alla fine del filmato la figura ritorna al suo stato originale, pronta per ricominciare il suo percorso evolutivo da capo.

Melbourne Nella terra dei canguri Si terrà a Melbourne

in Australia il prossimo 12 ottobre il Melbourne Marathon Festival, un evento eccezionale che offre diverse tipologie di percorso nei magnifici parchi della città tra cui il Royal Botanic Garden con le sue piante rare. Di sera per riposarsi dopo la fatica ci si ritrova a Philip Island, l’isola dei Fayry Penguin che dopo il tramonto approdano a centinaia lungo la costa, o a Great Ocean Road, per ammirare le gigantesche scogliere scolpite dalle onde dell’Oceano • melbournemarathon.com.au

Monza A ritmo di musica contro l’AIDS La terza edizio-

ne di AIDS Running in Music, corsa podistica non competitiva a ritmo di musica, è in programma sabato 13 settembre all’Autodromo Nazionale di Monza. L’obiettivo è riunire il maggior numero di persone possibile nella lotta all’AIDS e promuovere l’importanza della ricerca, dell’informazione, della prevenzione e della consapevolezza. L’intero ricavato della manifestazione sarà devoluto ad Anlaids Sezione Lombarda • aidsrunninginmusic.com

Herzogenaurach Il puma va di corsa Continua il pro-

getto Puma x Ferrari, la collaborazione che unisce la raffinatezza tipica del Cavallino Rampante italiano con lo stile giovane ed innovativo del brand tedesco. Il nuovo modello è una serie limitata a 499 paia di scarpe in quattro stili; ogni dettaglio è accuratamente realizzato con la qualità tipica dell’artigianato italiano. Il logo dello storico cavallino Ferrari è impresso sulla scarpa nello stesso tessuto in pelle utilizzato per i sedili delle celebri auto •


Testo Jean Marc Mangiameli

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LA FABBRICA SI RIFà IL LOOK Spazi industriali dismessi che tornano protagonisti della vita urbana. Sempre più spesso nelle nostre città le architetture abbandonate risorgono per merito di interventi di recupero. Aree degradate si rivestono di nuovo potenziale funzionale ed estetico, talvolta insospettabile.

Il recupero di edifici abbandonati è una pratica attuata dall’uomo sin dagli albori della storia delle città; d’altronde è più razionale utilizzare quello che già c’è piuttosto che risegnata sempre dall’architetto Giles Gilbert Scott, padre della costruire daccapo, specialmente in tempi in cui i temi della Tate e ora presa in mano dallo studio di Rafael Vinoly); dopo sostenibilità e dell’impatto ambientale si fanno sempre più un doveroso restauro, ospiterà negozi, ristoranti, gallerie, apimportanti. Ma anche il valore di un’architettura è importante partamenti e verrà circondata da numerose residenze più e l’eredità della terza rivoluzione industriale è un patrimonio un parco. L’ex stazione energetica si candida così a divenche va conservato; fabbriche e stabilimenti diventano così i tare uno starter per la gentrificazione dell’intera area sud di luoghi ideali per attuare trasformazioni che, se ben condotte, Londra, considerata ancora fuori dai circuiti “in”. Nella stessa oltre a valorizzare il singolo zona, precisamente lungo l’Electric Boulevard, sorgerà anche edificio fungono da volano il nuovo quartiere progettato da Frank Gehry e FoLondra recupera le centrali elettriche economico per interi quarSopra e accanto, ster + Partners, formato da cinque edifici residen- i progetti di La Tate Modern la conoscete già tutti; dal tieri (e città). Da Milano a ziali in grado di ospitare fino a 1300 persone. Il pro- Frank Gehry e 2000 è diventata la galleria d’arte conNew York, da Londra a Dugetto battezzato Prospect Place unisce le le tipi- Foster+Partners temporanea più importante (e visitata) al isburg, ad ogni città il suo che si inseriscono che forme curvilinee di Gerhy all’architettura del all’interno del mondo e non solo per il patrimonio che caso di successo. celebre edificio “Skyline” progettato dallo studio masterplan di conserva, ma anche per il suo “contenitoF+P. Il valore della Battersea Power Station non è Rafael Viñoly per re” (ex impianto idroelettrico) che rapprela riqualificazione senta uno degli esempi più riusciti di recudel sito della pero di architetture industriali. Il successo Battersea Power Station a Londra. di quest’operazione (di pubblico, d’immagine, commerciale) ha contribuito ad aumentare gli investimenti sugli edifici caduti in abbandono. Uno dei casi più interessanti è quello del rilancio della centrale elettrica Battersea Power Station (di-


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però solo legato al suo passato industriale, ma è anche profondamente radicato nella cultura pop; numerosi artisti sono stati affascinati dall’imponenza di questa cattedrale e delle sue quattro ciminiere alte 103 metri; da Alfred Hitchcock che l’ha ritratta nella pellicola “Sabotage” fino ai Pink Floyd che l’hanno messa sulla copertina dell’iconico album “Animals”. La Ruhr: una miniera di cultura La locomotiva d’Europa è una delle nazioni che meglio ha saputo gestire i “resti” ingombranti del proprio passato industriale. Il progetto di recupero su larga scala dell’area della Ruhr ha fatto (e continua a fare) scuola in tutto il mondo. Divenuta negli anni Trenta una delle conurbazioni urbane-industriali più grandi d’Europa (estrazione/lavorazione metallurgica e mineraria) a partire dagli anni Settanta, con la crisi del carbone e le mutazioni dell’economia tedesca, ha conosciuto un progressivo degrado. Dagli anni Ottanta una pianificata operazione di recupero ha fatto sì che nell’arco di tre decenni la regione tornasse a essere una delle più dinamiche del paese ma, questa volta, da una prospettiva diversa: quella culturale. Nei pressi delle industrie sono stati bonificati i terreni e i corsi d’acqua, creati diversi parchi tematici, panoramici e naturali tenuti insieme da greenway ciclabili che uniscono otto città minori nel raggio di 300 km.

Sopra, il Landschaftspark a Duisburg, nato dalla riconversione delle strutture di una ex ferriera, e la Sala del Centenario a Bochum, originariamente costruita per la fiera di Düsseldorf nel 1902.

Molte fabbriche sono state trasformate in monumenti (l’esempio più eclatante è il Landschaftspark di Duisburg), altre restaurate e destinate a location per eventi; per questo motivo in questa regione la concentrazione di musei è altissima (se ne contano circa 200), per non palare dei 120 teatri, 100 sale da concerti e degli oltre 250 festival, eventi e rassegne che vi hanno luogo. Una metamorfosi che ha cambiato la percezione di quest’area del paese: da regione inquinata caratterizzata da una forte immigrazione in cerca di lavoro a meta favorita da un turismo interno, giovane e salutista! La Milano che non t’aspetti Al primo impatto sembrerebbe di essere nel Meatpacking district di NYC, dove gli edifici in mattoni rossi che prima ospitavano i mattatoi della carne oggi hanno lasciato il posto a griffe, ristoranti e gallerie. Invece siamo a Milano, più precisamente in via Morimondo; qui, all’ombra delle torri di vetro della Nestlé e di via Ludovico il Moro, sorge una piccola cittadella della creatività, nata sulle ceneri dell’ex fabbrica di ceramiche della Richard Ginori. In stato di abbandono dal 1993, l’area ha conosciuto un lento restyling grazie all’intervento di più architetti, in particolar modo di Luca Clavarino che ha recuperato gli edifici rispettando le direttive del piano regolatore dei Navigli, ovvero preservandone l’aspetto industriale del passato. Così sono spariti suppellettili e mura di cinta per fare posto a costruzioni che

integrano le strutture preesistenti in cemento e mattoni rossi a nuove e più leggere addizioni in vetro e acciaio. Il primo punto di forza della ex Richard Ginori sono i diversi volumi degli edifici in loco; questo ha incoraggiato l’insediamento di diverse tipologie di aziende creative, in particolare quelle legate alla moda ma anche tanti piccoli studi di design, architettura, arte e agenzie creative. Altro punto di forza, l’estetica del sito. L’ex Richard Ginori è stata ripensata per essere un luogo gradevole dove lavorare; è stato ridotto al minimo il passaggio delle auto e le vie e le stradine che prima servivano per far circolare i carri merci oggi sono state intervallate da piazze con panchine, aiuole, salici piangenti e fontane. Mica male per una zona che fino a non molto tempo fa era meta prediletta di prostitute e spacciatori.



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Testo di Anselmo Bianconi

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parigi Offline

Michael Wolf Paris Abstract Fino al 30 Agosto. Robert Koch Gallery, San Francisco kochgallery.com A sinistra: “Paris Roof Top #6”. Sopra, “Paris Roof Top #5”, e “Paris Roof Top #7”. Tutte le immagini: © Michael Wolf, 2014. Courtesy of Robert Koch Gallery, San Francisco

Parigi - San Francisco. Il tedesco Michael Wolf ha un affair di lunga data con i paesaggi urbani. In principio fu Hong Kong e la sua “Architecture of Density”: altissimi edifici rappresentati in composizioni astratte che si combinavano tra di loro fino a formare pattern infiniti. Un ulteriore passo fu la “Città Trasparente” (2008): una Chicago dove l’orizzonte scompariva in nome di una spietata compressione dello spazio che raccontasse la scoordinata espansione della città. Le serie più note di Wolf - “Tokyo Compression”, con i suoi giapponesi soffocati tra i finestrini

Nella sua ultima serie fotografica, Michael Wolf - noto per i suoi lavori con Google Street View - ci racconta di nuovo il capoluogo francese senza muoversi da casa. Ma stavolta, a computer spento.

della metropolitana, e quelle realizzate con Google Street View - ci restituiscono uno street-photographer che si posiziona davanti lo schermo del suo computer per raccontare il “momento decisivo”, con una tecnica di appropriazione che rimanda ai ready-made e che disturbò non poco il mondo della fotografia. La raccolta dei suoi ultimi lavori - “Paris Abstract”, presentata in anteprima alla Robert Koch Gallery di San Francisco - è una summa di queste esperienze. I concetti di paesaggio, densità urbana e espansione si celano delicatamente nel rassicuran-

te landscape parigino, qui però scevro dai clichè che lo caratterizzano. “Sequestrandosi” nel proprio appartamento, il fotografo abbandona il monitor e le geolocalizzazioni per guardare oltre la finestra del proprio appartamento: i protagonisti sono i tetti del capoluogo francese, tutti simili ma ciascuno con la propria identità. Un ulteriore slittamento dell’orizzonte, un equilibrio di monotonia e caos, con i comignoli che, quasi come dei pixel, compongono e scompongono le immagini, trasformando Parigi nell’onirico sfondo di un reale “desktop” quotidiano.


A cura di Silvia Rossi

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Atlanta > Enfant Prodige ca. Perché ci piace? Perché è forte, Cloë Grace Moretz è da quando aveva sette anni che fa cinema. Oggi ne ha diciassette ed è tra i volti più amati del grande schermo. Può essere perfetta per una commedia come per un horror, per un film d’autore o per un blockbuster. È stata la figlia di Ryan Reynolds nella casa degli orrori di Amityville Horror e ha avuto come fratello Joseph Gordon-Levitt in (500) giorni insieme, ha poi fatto innamorare il poetico e sognatore Hugo Cabret di Martin Scorsese ed è stata l’eroina dai capelli viola in Kick-Ass. Non contenta ha fatto spaventare anche gli animi più impavidi nel remake di Carrie - Lo sguardo di Satana - per la prima volta al cinema nel 1976 per la regia di Brian De Palma - dove interpreta un’adolescente telecineti-

New York > I’m a folk man Tormentato, ironico e perdente un po’ per sfortuna un po’ per scelta. Era questo Llewyn Davis. Ci siamo affezionati a Oscar Isaac proprio per l’interpretazione tra il malinconico e il divertito in A proposito di Davis di Ethan e Joel Coen, dove ha recitato accanto a Carey Mulligan, Justin Timberlake e John Goodman. La sua performance è entrata nei cuori dei più romantici e dei più cinici. Isaac è infatti un musicista folk alla ricerca di fortuna nel Greenwich Village che ha reso famoso Bob Dylan. Sottolineamo Dylan e non Davis. È nato in Guatemala, cresciuto a Miami e ha origini cubane, francesi e israeliane. È stato diretto da Steven Soderbergh, Ridley Scott e Nicolas Winding Refn e pure da Madonna nel suo W.E. Lo rivedremo al cinema a settembre ne I due volti di Gennaio con Viggo Mortensen e Kirsten Dunst. Nel frattempo è entrato a far parte del super cast di Star Wars: Episode VII diretto da J.J. Abrams.

Australia Il vagabondo È nato in Inghilterra ma si è trasferito in Australia prestissimo. E proprio nel deserto australiano è ambientato il film di David Michod The Rover, dove Guy Pearce recita accanto a Robert Pattinson. Un road movie dal sapore western in uscita il 28 agosto. Intanto l’attore sta girando un film con Kristen Stewart dal titolo Equals ed è confermata la sua presenza in Black Mass, l’adattamento cinematografico del thriller dei giornalisti Dick Lehr e Gerald O’Neill. Nel cast anche Johnny Depp e Juno Temple • Seattle Biopic

La storia di uno dei più grandi chitarristi della storia arriva al cinema. Jimi: All is by my side vi racconta Jimi Hendrix. John Ridley ci porta per un anno nella troppo breve vita di Jimi: dall’incontro con la sua amica e mecenate Linda Keith fino al giorno prima dell’esibizione di Monterey che lo consacrerà. Nei panni di Hendrix l’attore e musicista André Benjamin degli OutKast. Nelle sale il 18 settembre •

riservata, giovane ed efficace. E soprattutto perché non è caduta nella trappola delle baby star e mantiene

un equilibrio, per lo meno professionale. La vedremo accanto a Juliette Binoche nel film di Olivier Assayas Cloud of Sils Maria.

Napoli > Black Comedy “Take Five” è un classico del jazz del Dave Brubeck Quartet del 1959. Celebre per il suo caratteristico ritmo in 5/4, un irregolare tempo quintuplo in cinque beat. E cinque sono anche i protagonisti del film Take Five di Giudo Lombardi. La storia di cinque solitudini raccontate a ritmo jazz. Un thriller malinconico che mette in scena le vicende di un ricettatore, un gangster leggendario e depresso, un pugile squalificato a vita, un fotografo di matrimoni ex rapinatore e un idraulico col vizio del gioco. Cinque irregolari alle prese con una rapina milionaria con l’obiettivo comune di arricchirsi, sia per una forma di riscatto che per sfuggire ai propri fantasmi. Gli attori sono quasi tutti ex carcerati oggi scrittori e produttori affermati e già protagonisti di altri film di successo come Gomorra di Garrone e Cesare non deve morire dei fratelli Taviani: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio. Cinque “assolo”. Da una delle città più jazzy del pianeta, Napoli, a settembre nei cinema.

Scozia Spietato Fassbender Non ne sbaglia una. Anzi, ogni volta è una scoperta. Erede di chissà quale volto di Hollywood (alcuni dicono di Brad Pitt), ma sicuramente professionista tra i più stimati della nuova generazione di attori, Michael Fassbender continua a stupire. E la lista di film che lo vedono coinvolto è interminabile. Qui ne anticipiamo uno epocale: Macbeth nella versione di Justin Kurzel. La pellicola manterrà il linguaggio originale e sarà ambientata nel XI secolo. Lo script avrà un approccio viscerale alla storia. Nel 2015 al cinema • Londra Gemello Hardy In questo momento è sul set di Legend, dove interpreta due gemelli gangster che hanno terrorizzato Londra negli anni ‘50 e ‘60. Ma prima lo vedrete al cinema in Child 44 di Daniel Espinosa nei panni di Leo Demidov, un uomo di legge in disgrazia nell’Unione Sovietica di Stalin, che deve investigare su terribili assassini di bambini. è evidente che a Tom Hardy piacciano ruoli per niente facili. Se ancora non avete visto un suo film recuperate Locke e rivedete Inception di Christopher Nolan •


Intervista di Silvia Rossi Ritratto di Davide Lanzilao

31/ Cinema 76

Miriam Giovannelli Il mio futuro? Prima il presente Ha recitato per il maestro del brivido Dario Argento e poi si è presa in giro con il duo irriverente de I Soliti Idioti. Oggi Miriam Giovanelli è tornata a Madrid per essere una capricciosa femme fatale degli Anni ‘50.

Roma. Miriam Giovanelli è molto concreta. Più che al suo futuro pensa al suo presente. Molto schietta e sincera la giovane attrice, nata in Italia ma cresciuta in Spagna, che a 25 anni non si permette di sognare più di tanto. Parla perfettamente italiano ma con un accento spagnolo fortissimo e bellissimo. Ha una sensualità innata e un sorriso mozzafiato. E soprattutto ama mettersi in gioco. Quando hai deciso che recitare sarebbe stato il tuo mestiere?

Credo che un attore faccia sempre molta fatica a pensare che sia così... Per quanto mi riguarda vivo sempre nell’attesa e nella ricerca di lavoro.

romantico, in stile Mad Men. Il mio personaggio fa parte di una ricca famiglia proprietaria di magazzini e a seguito della morte del padre si troverà a gestire la proprietà col fratello. Nasceranno delle dinamiche interessanti per cui farò di tutto per mantenere il potere decisionale. Conoscevi la cultura di quegli anni? Come ti sei documentata?

Sicuramente quello che ho interpretato nel film Mentiras Y Gordas di Alfonso Albacete e David Menkes per il quale sono ingrassata 15 chili. È stato uno sforzo molto importante.

Mi è servito molto ascoltare la colonna sonora della serie con musica dell’epoca. Poi ho indossato abiti pazzeschi di Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Givenchy, c’è stata una grande ricerca sui designer del periodo. Interpreto una ragazza capricciosa e femme fatale. Mi ha aiutato mia nonna consigliandomi di vedere alcuni film. Così ho fatto.

Qual è invece il ruolo che speri un giorno ti venga proposto?

In Dracula 3D sei stata diretta da Dario Argento. Cosa ci puoi dire della coppia del brivido Asia e Dario?

In realtà è molto tempo che non mi faccio queste domande. Credo che sia una frustrazione che non c’è bisogno di provare. Cerco sempre di modificarmi fisicamente e mettermi alla prova.

Sicuramente non sono persone normalissime. Ma nel senso positivo del termine! Ho incontrato Asia sul set de Gli Sfiorati di Matteo Rovere. Penso sia speciale. Ho conosciuto suo padre in un’intervista e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto lavorare in un suo film. Che avrei fatto di tutto. Se non potevo essere attrice avrei portato i panini, volevo solo essere sul set. Se faccio cinema è grazie a film come Suspiria (1977). Dopo quell’incontro lui mi ha scelta e io ho scoperto un regista incredibile. L’aspetto che mi ha colpito di più è che lui ha già il montaggio chiaro in testa.

Il ruolo più complicato?

Sei sul set della seconda stagione di Velvet, una serie che ha avuto un enorme successo in Spagna e che a breve arriverà anche in Italia. Raccontacela.

È ambientata negli anni ‘50 e li racconta con un approccio

Hai recitato in produzioni italiane, spagnole e americane. Riscontri delle differenze evidenti nel modo di fare cinema?

Credo che nell’arco degli anni ci siamo un po’ messi d’accordo tutti su come lavorare! Le produzioni italo spagnole funzionano benissimo. Sicuramente cambia il caffè! E forse i set italiani sono un po’ più rumorosi. Ma il paese in generale direi che lo è. È una questione caratteriale!


radiomontecarlo.net

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Fotografia: Simon Stile: Alex Vaccani

SPECIALE SURF

T-shirt REEF


Intervista di Marco Cresci Ritratti di Simon

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nato per vincere

Roberto D’amico classe 1993 è nato praticamente con la tavola sotto ai piedi, ha cominciato a surfare a soli otto anni e nel 2013 si è aggiudicato il titolo di campione italiano di surf

Come ti sei avvicinato al mondo del surf? Sono nato e

cresciuto a Ladispoli vicino a Roma e il mare fa parte del mio DNA. I miei genitori praticavano windsfurf così a soli quattro anni mi hanno avvicinato a questo sport. Il sole, il mare, la spiaggia e gli amici, sono tutti elementi che mi hanno sempre fatto stare bene con me stesso e mi portano tuttora ad avere un approccio positivo alla vita. Ho cominciato praticando skinboard, poi sono passato al bodyboard finché a otto anni un amico mi ha fatto provare la sua tavola da surf e per la prima volta ho provato una sensazione nuova, di controllo: me ne sono subito innamorato. Ricordo che a quei tempi praticavo nuoto a livello agonistico e che un giorno d’inverno invece di presentarmi agli allenamenti ho preso la mia muta da sub, perché non avevo ancora l’attrezzatura idonea, e sono andato a surfare di nascosto dai miei genitori che non volevano uscissi in mare da solo e durante la stagione fredda. Ovviamente mi hanno scoperto subito, ma si sono arresi davanti all’evidenza capendo che il surf era ed è per me una vera passione.

Quando hai preso parte alla tua prima gara e che ricordo ne hai? Ho fatto il mio primo anno di gare a dieci anni ed

Nell’immaginario comune il surf ha anche una forte connessione con la musica, è così anche per te? Sì è vero, c’è chi

si carica prima di una gara ascoltando musica a tutto volume, sia per concentrarsi che per motivarsi; io no, ma quando esco dall’acqua e si crea quella situazione stupenda in cui la tensione si scarica e ti bevi una birra con gli amici in spiaggia, il sottofondo musicale è indispensabile. Mi piace molto la musica ma non ho un cantante o un gruppo preferiti, ascolto reggae, elettronica, rock, hip-hop, e mi piace tutto.

ho subito vinto il campionato italiano under dodici, qualificandomi alla finale mondiale del Quicksilver Grommets Trophy a Capbreton in Francia dove arrivai quinto. Era il 2003. Ricordo tanta emozione e tanta felicità.

Qual è il posto migliore per fare surf in Italia? Fortunata-

Cosa significa per te fare surf? Tutto. è ciò che ha co-

Com’è la vita di un surfista? è una vita che si vive alla

struito la mia vita, ciò che mi fa vivere, mangiare e stare bene con me stesso. è il mio universo, se oggi vivo bene lo devo al surf.

Qual è il posto più bello dove hai fatto surf? Lo scorso in-

verno sono stato in esplorazione a Java in Indonesia, un posto sperduto senza connessione internet e con due onde perfette senza nessuno intorno. Un posto meraviglioso. Nonostante la tua vasta esperienza, ti capita ancora di avere paura quando surfi?

La natura va rispettata, è inutile ribadire che la natura è più forte dell’uomo e ci sono situazioni in cui la paura si avverte nell’acqua, anche se so a cosa vado incontro e cosa può succedere. Con il mare non si scherza.

mente vivo a Ladispoli che è vicina a Banzai, una delle onde più famose e più tecniche d’Italia e poi l’onda bella c’è a Varazze in Liguria, ma, anche in Sardegna ci sono due o tre spot giusti.

giornata perché non saprai mai dove sarai domani o dopodomani; dobbiamo aspettare le mareggiate, a volte capita che il mare rimanga piatto per un mese. Si fanno tantissimi chilometri per inseguire le mareggiate in Italia come nel mondo, può essere che domani arrivi una mareggiata in Messico e partiamo. Programmare la vita è impossibile, ma ho girato tantissimo il mondo.

Qual è la gara più importante che hai vinto? Ti dico qual

è stata la gara più importante a cui ho partecipato anche se non ho vinto: nel gennaio 2013 durante il Sunset Pro Junior alle Hawaii, gara a livello mondiale in cui mi sono qualificato ai quarti di finale arrivando nono. Non fu una vittoria ma una sensazione e un’esperienza incredibili. Oggi sono campione Italiano in carica, ho partecipato a tantissime gare dai dieci ai vent’anni, e ne ho perse altrettante, ma ora non ho più obblighi da rispettare: gli sponsor mi permettono di visitare posti nuovi, fare dei video diary o dei photo shoot delle mie esperienze... insomma, sono tornato a vivere veramente il surf che rischiava di essere schiacciato dall’agonismo. Sono molto felice e anche più bravo.


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L’ABC del Surf

Ogni sport ha le sue regole e il suo vocabolario A Aerial: manovra del surf moderno durante la quale il surfista esce fuori dall’onda per poi rientrarci. B Back side: surfare dando la schiena all’onda. C Cut back: manovra a forma di S che il surfista compie per tornare nel cuore dell’onda per riprendere velocità. D Deep inside: essere intubati molto profondamente nel cavo dell’onda. Duke dive: manovra che consiste nel superare le onde, affondando con l’aiuto di un ginocchio pressato sulla tavola sotto la superfice dell’acqua. F Floater: manovra moderna che consiste nello scivolare sulla cresta di un’onda che sta frangendo per poi atterrare su una sezione d’onda con una spalla più pulita G Grab rail: afferrare la lamina della tavola mentre si surfa un’onda. H Hang five: surfare con un piede tanto in punta che le dita escono dalla tavola. I In the Pope’s living room: si dice di una bella corsa dentro a un tubo. K Kahanamoku Duke: (1890 - 1968) il padre del surf. L Late take off: partire in ritardo, quando l’onda sta già frangendo. N NorthShore: la costa nord dell’isola di Oahu alle Hawaii, quì si trovano le onde più grosse del pianeta. O Off the lip: manovra che consiste nel tagliare la faccia dell’onda andando dritti verso l’alto e una volta raggiunto il vertice effettuare una brusca rotazione per tornare di nuovo nel cuore dell’onda. P Pipeline: l’onda più famosa e fotografata dell’ universo situata sulla costa nord di Oahu alle Hawaii. R Reentry: manovra sul lip in cui il surfista impatta e surfa per un attimo, scivolando sulla cresta che frange per poi ricadere giù. Rocker: curva graduale lungo la poppa o la prua della tavola. S Shaka brah: saluto Hawaiiano fatto con mano chiusa e pollice e mignolo aperti; significa ciao. T Take off: manovra che sta a indicare la partenza o l’inizio della corsa sull’onda. Tube: la galleria d’acqua che forma l’onda.

Total look REEF

W Wipeout: cadere su un’onda di una certa potenza


Testi di Marco Magalini e Enrico Longo

36/ Surf News 76

Parigi > Preppy Street-Style Da sempre Lacoste parla di uno sportswear per la vita all’aria aperta, che con eleganza e una buona componente heritage ispira un guardaroba urbano sinonimo di comfort e protezione. Uno stile che incontra il pop e la cultura street style nella linea Live!, pensata per coloro che hanno un occhio attento verso la contemporaneità delle tendenze. Che per la fall/winter 2014 passa necessariamente dall’ispirazione surf e skate, espressione di una vita metropolitana affrontata con lo spirito dello sportivo più audace. I codici di questa cultura si accendono nelle stampe floreali delle felpe in jersey, camicie e polo, mentre le t-shirt colorate esprimono il loro carattere urbano nelle stampe geometriche e vagamente retrò. Un mood che ricorda i surfisti degli anni 70, quando per la prima volta ci si avvicinava anche in Italia a questo tipo di sport, ma con la classe e quel pizzico di preppy che il coccodrillo verde porta con sé.

Monza > Performance all’italiana Ri-

Milano > Funzionalità come nuova eleganza Coloratissima, geometrica, libera. Sono le caratteristiche che meglio si addicono alla collezione Resort 2015 di MSGM, nelle quali si ritrova chiaro e deciso il riferimento stilistico al mondo dello skateboard e del surf, alle sue tonalità e soprattutto alle grafiche vagamente anni 80 che lo contraddistinguono. I tagli, puliti ed essenziali, vogliono costruire ampi volumi, essenziali per l’idea di sportswear che Massimo Giorgetti, direttore creativo della maison, vuole veicolare: un abbigliamento che assurge la funzionalità a nuova chiave di lettura per l’eleganza

cercatezza, eleganza e tecnologia i valori fondamentali che la maison monzese Colmar condivide con Italia Independent, il marchio di lifestyle espressione della contemporaneità più sofisticata. Ne consegue una capsule collection di collaborazione, già alla seconda edizione, che vede un’interpretazione nuova e decisamente urban dei capispalla e una Unique Edition di occhiali da sole. Due diversi pattern a esprimere l’identità e la filosofia delle creazioni di Mr Elkann: il fulmine, geometricamente stilizzato, che alla funzione decorativa dell’interno dei piumini accompagna quella simbolica, di velocità e immediatezza; e poi il gessato, l’eleganza tradizionale e tutta italiana, inaspettatamente portata sul nylon delle giacche a vento e con il twist che non poteva mancare: la linea continua viene infatti sostituita dal logo di Italia Independent, ripetuto in sequenza. Un mix di colori, texture e materiali tecnologici che troviamo anche negli occhiali, con le stesse fantasie a base blu navy e con il trattamento I-Peach, il simbolo della maison, che alla sensazione visiva accosta il piacere di quella tattile.

contemporanea, caratteristica principale per capi nei quali è fondamentale muoversi e vivere liberamente. Così i pantaloni sono loose, le camicie e i top tagliati alla vita e i capispalla quasi dei kway, in nylon impermeabile; tutto colorato dalle stampe, anche in abbinamenti a contrasto. E siccome è di vacanze, spiagge e sport che stiamo parlando, MSGM è stato uno dei marchi che ha dato il via al trend della ciabatta da piscina come calzatura, abbinata anche ai completi più formali e interpretata con le grafiche geometriche di collezione, il logo bene in vista e i colori accesi dello street-style.

RIP CURL

A CIASCUNO IL SUO SURFBOARD

BEAR

Wombat Surfboard Wooden

Softboard

Quicksilver

Al Merrick

Colorate, aereodinamiche, leggere, in polietilene o in legno, anche nel surf come in ogni altro sport bisogna capire qual è la tavola giusta per cavalcare le onde

Edizione limitata in legno realizzata in cornovaglia da Otter Surfboard con la supervisione del costruttore di tavole britannico Keith Beddows.

Una tavola adatta sia a chi vuole semplicemente divertirsi in acqua che hai chi vuole cominciare a surfare, grazie all’alta densità di polietilene che la rende resistententissima.

Progettata da Phil Grace la tavola DEMIBU non è altro che una versione ridotta della celebre Malibu, le sue domenisoni maneggevoli rendono facile il trasporto e l’imbarco aereo.

La tavola perfetta per surfare le onde piccole progettata da Rob Machado è facile da usare e nonna nulla da invidiare alle tavole di misura più grande.

Demibu

Biscuit Tuflite

RRD

Nasone è ispirata al design degli anni ‘60 la tavola Nasone di Roberto Ricci Design, una noserider che disegna linee pulite sull’onda e consente di ballarci sopra in punta di piedi.


Intervista di Silvia Rossi

37/ Surf Movies 76

ONDE ANCHE NOSTRE È inutile tentare di essere razionali quando si parla di surf. Abbiamo chiesto al regista Luca Merli di raccontarci la storia del surf e lui ci ha consigliato di guardare un film: Peninsula. Ma gli spot dove frangono le onde migliori dovrete continuare a cercarli da voi...

Quanto sono durate le riprese e chi avete coinvolto?

Abbiamo iniziato le riprese nel 2012 e le abbiamo terminate nel febbraio 2014. Il film però è nato nel 2011. Sono stati coinvolti pionieri come i Fratelli Fracas, Giorgio Pietrangeli, Andrea D’Angelo e Alessandro Dini. Poi vari shapers (coloro che costruiscono le tavole ndr), un meteorologo e studioso del mare che racconta come nascono le correnti del Mediterraneo, una persona di Legambiente e Alessandro Ponzarelli, campione di longboard e forse il più stiloso. E poi c’è Edoardo Papa, quando l’abbiamo ripreso aveva 11 anni, oggi ne ha 14: un fenomeno. Insomma i più forti surfisti italiani, una trentina in tutto. Poi vari amici di diverse comunità. Quali mari avete esplorato e quale posto vi è rimasto nel cuore?

Più meno tutta l’Italia: dal Tirreno allo Ionio. Il posto che mi ha stupito di più è la Sicilia. Ospitalità incredibile e natura mozzafiato. Non riusciamo a strapparti la località precisa, vero?

Mari d’Italia. È vero che è uno sport dove la tecnica è fondamentale, ma poi inevitabilmente entrano in gioco anche vari sentimenti: la determinazione e la pazienza nell’aspettare l’onda giusta, il coraggio che porta al successo e la passione. E quella, dicono, ti travolge. Il surf e il sogno, il surf e la libertà. C’è chi ha deciso di raccontare il questo sport attraverso dei documentari dove si esplorano paesaggi, si conoscono personaggi e si impara la storia. Quella dei surfisti italiani dagli anni ‘70 ad oggi e anche quella del domani. Il film si chiama Peninsula: il documentario diretto da Luca Merli è la naturale evoluzione di Onde Nostre, il primo lifestyle documentary di Merli e Matteo Ferrari sul mondo del surf prodotto dalla Block10. Abbiamo chiacchierato con lui. Le tre parole chiave per descrivere Pensinsula.

Condivisione, natura, heritage... storia. Perché Pensinsula è imperdibile?

Perché c’è un gruppo variegato di personaggi che raccontano la storia del surf in Italia, comprese le rivalità. Scoprire certe dinamiche è stato fondamentale.

Il regista Luca Merli

In realtà i surfisti non amano rivelare dove trovare gli spot. Posso dirti che eravamo a sud della Sicilia. Poi va a finire che mi odiano altrimenti. Alla fine in acqua, non avendo le onde tutti i giorni, quando si è in troppi non ci si diverte più. Le comunità locali sono importanti da preservare perché sono loro che fanno l’ambiente in acqua. Se lo scambio è davvero uno scambio, diventa tutto meraviglioso. Se invece diventa una conquista, non è più divertente per nessuno. La musica è fondamentale nei vostri film, come la scegliete?

Ora con il web hai accesso a moltissime cose, quindi abbiamo ricercato pezzi del passato e musica nuova. C’è una colonna sonora molto valida: dai classici del cinema italiano come Stelvio Cipriani a Erlend Øye dei Kings Of Convenience che ci ha fatto una cover stupenda di un pezzo di Dimartino. Poi abbiamo una collaborazione attiva con Jack Jaselli che ci sta seguendo in tour. Poiché il film andrà in parecchi Festival tra l’Italia e l’estero.

Avete girato in pellicola, che sfide bisogna affrontare oggi per farlo?

Che cos’è il surf per Luca Merli?

La pellicola è un formato che sta andando purtroppo in disuso. La resa colore e trascinamento dell’immagine più cinematografica riesce però a rendere le luci dei luoghi e dell’acqua in modo estremamente coinvolgente. Il lato negativo della pellicola è che molti laboratori hanno chiuso, anche le maestranze stanno andando in pensione. La pellicola è più vicina alla memoria rispetto al digitale. Non è che il digitale non mi piaccia, sia chiaro, però per il surf volevamo che il film avesse quel sapore datato...

Sai, non so nemmeno se definire il surf solo come sport, anzi credo che sia riduttivo definirlo semplicemente così. Penso che il surf riesca a coinvolgerti talmente tanto che in qualche modo condiziona anche le tue scelte più semplici di vita. La cosa che a me piace di più è il rapporto con la natura, perché ti riporta con i piedi per terra. Ti accorgi che la natura comanda. Il surf ti riavvicina a una percezione del pianeta molto primordiale. E questa cosa diventa poi parte di te. Una volta che la vivi la vuoi riprovare. Sempre.


38/ Portfolio 76

John Severson è stato il fondatore di SURFER, la rivista che negli anni ‘60 rivoluzionò l’interesse, il fascino e la percezione di una disciplina destinata a diventare un culto

LE ORIGINI DI UN MITO Pasadena. Nel 1960 il regista e attore californiano John Severson, classe 1933, fondò SURFER, la prima rivista che celebrò l’arte e lo sport del surf e da quel momento la concezione di questo sport Puka Puka di Maui nelle Hawaii, e i allora di nicchia mutò per sempre. Questo perché contributi di icone del surf come il Severson non si limitò a leggendario domatore d’onde hapubblicare immagini icowaiano Gerry Lopez e l’ex direttoniche che diventarono la re di SURFER Drew Kampion. SURF le pubblicazioni dedicate al spina dorsale del surf nella di John Severson è un viaggio alle surf da quel momento in poi. fotografia e nel cinema; ma radici della cultura del surf. La spensieratezza dei ragazzi il suo approccio particolare sulla spiaggia si contrappone John Severson’s Surf a questa disciplina mise in ad incredibili evoluzioni sulle In collab. con Puka Puka Introduzione di Gerry Lopez, intervista risalto la bellezza di questo onde diventando consapevodi Nathan Howe, testo di Drew Kampion sport e il lato più leggero lezza; la gioventù e la voglia pp. 212. Damiani Editore della nostra cultura, facendi aggregazione si scontrano do sì che SURFER diventascon la disciplina, l’allenamense lo spirito guida di tutte to e la tenacia diventando un tutt’uno. John Severson’s Surf è la prima monografia che esplora questo spaccato di mondo attraverso cimeli, dipinti, fotografie, poster, locandine di film e schegge editoriali. Il libro include un’intervista raccolta da Nathan Howe, curatore della galleria


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Sopra, “First swell of the winter at Sunset, no bodies”, 1957. Sotto “Signs of the times at the parking lot (Redondo Breakwall)”, 1962 In apertura, “The Ultimate Jouney,” 1964, magazine layout.


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In alto, “Weekend Warriors at Sunset Beach (Byron Coe, Peter Cole, Wally Froiseth e Fred Van Dyke)”, 1957 Sopra e nella pagina accanto, “Spartan Reef”, Baldwin Beach, Pā‘ia, Maui, 1978


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Sopra, John Peck sulla copertina fold-out dell’AprileMaggio 1963. Sotto, “All senses maxed, colossal Banzai shore break, Hawaii”, 1957. A sinistra, “West Peak”, 2005.

Tutte le immagini per gentile concessione di Puka Puka pukapuka.tv e Damiani damianieditore.com




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Da sinistra.

Lua indossa camicia e mocassini ACNE STUDIOS, pantaloni PAUL SMITH; per Simo, bomber e scarpe ACNE STUDIOS, pantaloni VIVIENNE WESTWOOD ANGLOMANIA. Total look MISSONI e sandali BIRKENSTOCK su Odin; Charley indossa maglione GUGLIELMO CAPONE, pantaloni KENZO, scarpe HENDERSON.

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e non sarà più vuota la città

Fotografia SIMON Stile ALEX VACCANI


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Nella pagina accanto. Per Odin, giubbino MISSONI, pantaloni MSGM, scarpe ANDREA INCONTRI. Per Simo, maglione MISSONI, pantaloni SANDRO, scarpe HENDERSON

Poncho e pantaloni PAUL SMITH, sneakers ARTSELAB, cappello SANSOVINO6


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Camicia e bomber ANDREA INCONTRI, orologio MONDIA Linea Vintage

Nella pagina accanto.

Per Lua, giubbino PAUL SMITH, camicia VIVIENNE WESTWOOD, pantaloni ANDREA INCONTRI Per Odin, maglione e pantaloni MISSONI, orologio MONDIA


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Felpa PAUL SMITH, pantaloni VIVIENNE WESTWOOD, sneakers ARTSELAB. Nella pagina accanto. Chiodo VIVIENNE WESTWOOD, pantaloni e scarpe PAUL SMITH

Modelli

Grooming Ana Rodriguez at Green Apple Simo at Boom, Odin G. at Independent, Lua M. at WhyNot, Charley S. at Fashion Si ringraziano Dario

Nuzzi · Surfers.it, Jeep, Surfer’s Den Surfboard


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52/ Tra le pagine 76

Il tempo dell’onda

Surfare in Italia

Gli orologi da Surf sono uno strumento importante per i surfisti e per chi ama gli sport acquatici in genere. Robusti, impermeabili, con contatori d’onda, orari del tramonto e fasi lunari, il tutto senza trascurare l’aspetto estetico.

Contrariamente a quanto s’immagina fare surf in Italia è possibile, anche se le onde nostrane non sono paragonabili a quelle oceaniche. Guida alle migliori spiagge della penisola

SECTOR

Expander Street Una collezione di orologi digitali dedicata al mondo dello sport e caratterizzata da un design fashion e contemporaneo. Gli orologi EXPANDER si distinguono per l’elevato contenuto tecnologico grazie alle molteplici funzioni disponibili. L`Orologio Sector è da sempre sinonimo di forza, decisione, coraggio e determinazione.

Ferrari Aero Evo Aero Evo trae ispirazione per il suo design aerodinamico dal diffusore delle auto da corsa. Il quadrante è caratterizzato da una sportiva trama in fibra di carbonio, gli indici applicati riprendono il formato utilizzato sul frontale delle F. Il cinturino in fibre sintetiche imita il Kevlar®, il robusto materiale utilizzato per gli pneumatici da corsa.

Roberto D’Amico, foto di Valentina Ciotti

G-SHOCK Gulfman Gulfman è la collezione di GSHOCK studiata ad hoc per chi fa surf; dotata della funzione “indicatore delle maree”, grazie alla quale la fasi della marea sono visualizzate in funzione di latitudine, longitudine e intervallo di marea, e “indicatore delle fasi lunari”, grazie al quale le fasi vengono visualizzate come simboli in base alla posizione geografica impostata.

Capo Mannu - Sardegna Capo Mannu è un promontorio situato a circa 20 km da Oristano, il punto di inizio della penisola del Sinis. Oltre a poter vantare un mare stupendo, Capo Mannu è riconosciuto come la capitale italiana del surf. Qui le condizioni per surfare possono essere veramente estreme e pericolose in quanto non c’è spiaggia, ma solo rocce appuntite da schivare. Varazze - Liguria Varazze, in provincia di Savona, offre la possibilità di fare surf tutto l’anno, grazie a un reef naturale posto a ponente del Molo dei Marinai. Purtroppo la location è spesso molto affollata, quindi va cercato rifugio nelle spiagge circostanti o nei paesi limitrofi come Albissola, Vado Ligure e Cogoleto. Rosignano Solvay - Toscana Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, è famosa per le sue spiagge bianche che

assomigliano a quelle tropicali ed è una delle mete preferite dai giovani. In realtà la spiaggia assume questo colore per la vicinanza dello stabilimento che produce bicarbonato. Santa Marinella - Lazio A Santa Marinella, in provincia di Roma, ci sono diverse scuole per imparare a fare surf. Qui si pratica il surf da onda dagli anni ‘80, per questo è una delle capitali italiane di questo sport. Molte gare del campionato nazionale si svolgono nella spiaggia di Banzai, conosciuta da tutti i surfisti. Vieste - Puglia Vieste, in provincia di Foggia, è ben conosciuta come spot per fare kite surf e wind surf, ma si pratica anche il surf da onda. C’è la scuola di Sergio Cantagalli, Surf Concept, che propone corsi in lingua italiana, inglese e tedesca. Le spiagge migliori sono quelle di Punta Lunga e di Baia Molinella.

MOMO DESIGN

Dive Master City Il design e l’orologeria si fondono in un unico concetto e creano una superlativa unione tra tecnologia ed estetica. Dal successo del Dive Master - subacqueo d’alta gamma essenziale e sofisticato - il Centro Stile Momodesign ha progettato l’evoluzione della linea con il DiveMaster City, che sfoggia modernità di linee e prestazioni eccellenti.

Bomberg

1968 Swiss Made La nuova linea Swiss Made di Bomberg omaggia e attinge dal passato con i suoi quadranti vintage. La gamma si compone di 25 orologi Swiss Made cronografi Ronda 3520D con diverse «accessorizzazioni», per soddisfare tutti i gusti; il cinturino di caucciù può essere sostituito con un cinturino di pelle di svariati colori, per stare sempre al passo coi tempi.


Urban_216x322 15/07/14 14.48 Pagina 1

Rock Maniac.

Make love with Rock.


54/ Libri 76

A cura di Diana Barbetta

Grosseto > La Voce del Dissenso Quella di Luciano Bianciardi è una voce di dissenso in costante lotta contro l’establishment culturale al quale tuttavia apparteneva. Bianciardi ha saputo tradurre in parole il celato malessere del vivere quotidiano, delle dinamiche lavorative, dei rapporti interpersonali in anni, quelli del boom economico italiano, caratterizzati da grandi contrasti sociali. La sua attività letteraria e giornalistica non ha risparmiato critiche nei confronti della macchina culturale ed editoriale per la quale operava, come dimostrano diverse sue opere, da Il lavoro culturale (1957) a La vita agra (1962). L’integrazione, scritto nel 1960, si pone a metà strada tra le due opere, preannunciando temi che verranno riproposti due anni dopo in un romanzo che avrà la magnifica trasposizione cinematografica di Carlo Lizzani con Ugo Tognazzi. I suoi scritti fortemente autobiografici, in cui all’acuta osservazione si unisce la lungimiranza dello sguardo sono di un’attualità sconcertante, soprattutto nel panorama editoriale contemporaneo. Luciano Bianciardi, L’integrazione. Feltrinelli, pp. 112, € 8.00

Polinesia > Divino Pop Come un’antica divinità polinesiana sia potuta divenire nel tempo un’icona della cultura pop influenzando l’intera sfera creativa dalla moda all’arte, dal cinema alla musica e non solo, lo si può comprendere attraverso l’ampia documentazione fornita da Sven Kirsten, un autore che da molto tempo è sulle tracce di Tiki. Il libro fotografico Tiki pop edito da Taschen esce in concomitanza della mostra L’amérique Rêve Son Paradis Polynésien curata dallo stesso Kirsten al Musée du quai Branly di Parigi che sarà visibile fino al 24 settembre 2014. Un percorso che approfondisce la storia della divinità dell’oceano attraverso oggetti di culto autentici accanto ad altri creati dalla moderna idolatria, divenuta patrimonio della cultura popolare statunitense, grazie al lavoro di archeologi urbani che hanno raccolto testimonianze del XX secolo. Un mito esploso nei 50’s, anni del benessere economico quando la classe media statunitense cercava conforto nella spiritualità, ma pur sempre di stampo pop. Sven Kirsten, Tiki Pop. America imagines its own Polynesian Paradise Taschen, pp.384, € 39.99

San Francisco Una coraggiosa denuncia La sua

fama si deve per lo più a romanzi d’avventura divenuti dei classici della letteratura contemporanea per ragazzi, ma Jack London non è solo vigore, coraggio e ottimismo. Era il 1913, all’apice del successo, quando scrisse “John Barleycorn: Alcoholic Memoirs”, un’autobiografia che svela la sua dipendenza. Una coraggiosa denuncia il cui intento è additare le strambe regole della socialità • Jack London, Quel diavolo di John Barleycorn. Memorie di un bevitore. Donzelli Editore, pp.224, € 25

Kansas Segregation Series

Nel 1956 Life pubblicò “The Restraints: Open and Hidden” di Gordon Parks in cui si documenta il quotidiano di una famiglia afroamericana del Sud sotto le leggi Jim Crow, che permisero l’esistenza della segregazione razziale negli Stati Uniti fino al 1965. Fotografo, ma anche filmmaker, tra i protagonisti dell’ondata della Blaxploitation anni ’70, Parks riesce ad affrontare temi diversi che si parli di moda, razzismo o povertà conservando la medesima cifra stilistica.“Segregation Series” raccoglie inedite fotografie. • Gordon Parks, The Segregation Story. Steidl, pp. 112, € 35

Londra > Love Story del XXI Sec. Il riferimento culturale è visibile fin dalla sua copertina e il titolo lo conferma. Lo schema letterario è quello nabokoviano ma sovvertito. Ben Brooks ci racconta una generazione, quella a cui appartiene, che vive una realtà costantemente in dialogo con quella virtuale dei social network. Il protagonista Etgar è il classico quindicenne a cui piace trastullarsi sul web, bere sidro con i suoi amici e passare intere serate sotto il piumone a navigare su Wikipedia e You Tube con Alice, la sua fidanzatina che ben presto lo tradirà. In preda alla delusione amorosa inciampa in una chat per adulti dove incontra Macy, quarantenne annoiata in cerca di emozioni sul web. Un incontro virtuale che si tramuterà in reale. Il londinese Ben Brooks a soli ventidue anni ha già all’attivo cinque romanzi, una nomina per il Dylan Thomas Prize e il Pushcart Prize e soprattutto, particolare non trascurabile, un fan come Nick Cave. Ben Brooks, Lolito. Isbn Edizioni, pp. 286, € 17,50

California Surf Culture

Non è semplicemente una pratica sportiva, il surf con la sua millenaria storia tocca i più disparati ambiti: dalla fotografia al cinema, dall’editoria alla musica. Si parla di surf culture, un fenomeno nato in seno alla sottocultura californiana ed esploso a livello planetario arrivando a far sentire la sua eco anche in Italia. Una vera filosofia di vita cresciuta in California a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 sulle note dei Bel Airs prima ancora dei Beach Boys e di cui ancor oggi si conserva memoria •

Francesco Fiorentino & Tommaso Lavizzari, Surfplay. Vololibero Edizioni, pp. 120, € 12

New York Appunti di viaggio Nell’immaginario collettivo Harlem evoca la cultura Afro-americana, il leggendario jazz solo per bianchi e l’iconica gang The Boppers in The Warriors. Ma in realtà lo storico quartiere di Manhattan è molto altro e a raccontarcelo attraverso un meraviglioso percorso iconografico è Naomi Fertitta. Un luogo la cui ricchezza culturale è nata dall’incontro/scontro di culture, diverse per abitudini alimentari e attitudine musicale. Un viaggio visivo sia per nativi del luogo che per curiosi viaggiatori •

Naomi Fertitta, In The Spirit of Harlem. Assouline, pp.144, € 33


55/ Arte 76

DIETRO UN VOLTO

Che si tratti di fotografare Chet Baker o Madonna l’approccio di Deborah Feingold rimane identico:di assoluta naturalezza. In anteprima per l’Italia la ONO Arte Contemporanea presenterà un percorso fotografico a lei dedicato: «Madonna - New York 80’s - Deborah Feingold»


Intervista Diana Barbetta

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Rhode Island. È facile imbattersi in scatti fotografici di icone del jazz come Chet Baker, Gil Evans, Keith Jarrett o Archie Shepp e scoprire che dietro i loro volti c’è il tuo nome. Dalla fine degli anni ‘70 hai immortalato noti jazzisti di fama mondiale instaurando un forte legame con questo leggendario mondo. Da cosa ha avuto inizio? Nei primi anni ’70 ho conseguito una laurea in Comunicazione ottenendo un’abilitazione all’insegnamento, ma la mia vera passione era la fotografia. La mia famiglia mi ha incoraggiato a sognare ma mi ha portato a essere pragmatica e questo ha costituito per me un dilemma. Post laurea ho lavorato part-time per uno studio fotografico e la sera stampavo le mie foto in una camera oscura improvvisata, ovvero nella mia camera da letto. Alla fine ho trovato un posto come insegnante di fotografia in un carcere minorile. Insegnavo ciò che amavo e sentivo che stavo facendo la differenza in quelle giovani vite. In quel periodo incontrai un batterista jazz che viveva nel mio stabile: fu allora che la mia vita cambiò. Mi ritrovai in un mondo di cui ignoravo l’esistenza, fatto di uomini e donne che vivevano la loro passione, e ben presto iniziai Tutti noi siamo influenzati dal a fotografare la loro scena flusso e riflusso della nostra jazz. Tre anni dopo mi traesistenza: passata, presente sferii a New York con un altro e futura. Gli anni Sessanta musicista e lì cominciò lettesono stati perfetti per me ralmente il mio sogno. perchè è stata un’epoca di cambiamenti sociali che la Un portfolio fotografico mia generazione ha innescanato dalla committenza di to e che ora lotta per manpiccole etichette indipentenere. denti fino a giungere a note riviste quali Rolling Stone, Qual’è la tua formazione fotografica? Quali i tuoi maestri? Quando arrivai a New York un amico mi trovò un lavoro alla Magnum Time, Newsweek e The New Photos, controllavo che le fotografie rientrassero dai magazine che le York Times. Interlocutori diavevano pubblicate, avendo la possibilità di studiare foto come quelle versi, protagonisti di decadi di Cartier-Bresson, Kertész, Capa, Dorothea Lange e altri fotografi di che, seppur vicine, hanno fama mondiale: è stata questa la mia formazione. L’osservare il lavoro vissuto grandi rivoluzioni dei grandi fotografi, ogni singolo scatto ripreso nel loro stile, mi ha ispistilistiche. Quanto la tua rato ed è tutt’ora con me e insegnandomi a saper cogliere il momento. poetica visiva ne è stata In quest’ epoca dominata dalla post-produzione sono molto grata di influenzata? aver avuto questa educazione.

« Tutti noi siamo influenzati dal flusso e riflusso della nostra esistenza: passata, presente e futura. Gli anni Sessanta sono stati perfetti per me perchè è stata un’epoca di cambiamenti sociali che la mia generazione ha innescato e che ora lotta per mantenere »

c H e T B A k e R , B e A S T i e B O Y S , PAT B e n ATA R , M A R Y J . B l i G e

MuSic

Cartier-Bresson, Kertész: fotografi che hanno respirato la corrente del surrealismo. Quanto ha influito nel tuo lavoro? É difficile valutare quanto il surrealismo o qualsiasi altra forma d’arte mi abbia influenzato, perché quando fotografo sono immersa nel presente che rappresenta ovviamente una sintesi di tutto ciò che ho assorbito in passato. L’osservazione di diverse correnti artistiche è diventa parte della mia visione complessiva anche se non ci sono segni visibili di uno stile in particolare nel mio lavoro.

kuRTiS BlOw, BOnO, BOY GeORGe, JAMeS BROwn, JAckSOn BROwne D Av i D B Y R n e , T H e c A R S , B e T T Y c A R T e R , R O n c A R T e R , D O n cHeRRY, cHic, G e OR G e cli nTOn, le On AR D cOH e n, J uDY cOlli nS J O H n n Y c O P e l A n D , e lv i S c O S T e l l O , R O B e R T c R AY, D R . J O H n ecHO & THe BunnYMen, BRiAn enO, fAB 5 fReDDY, BRYAn feRRY

keiTH JARReTT, BillY JOel, GRAce JOneS, AliciA keYS, kiD cReOle AnD THe cOcO nuTS, B.B. k i nG , MAR k knOPfle R , cYn Di lAu Pe R Annie le nnOx , l. l. cOOl J , J OH n lYD On, M AD OnnA , Ai M e e MA n n

BRAnfORD AnD wYnTOn MARSAliS, MuScle SHOAlS RHYTHM

DeBORAH feinGOlD

R O B e R T f R i P P, P e T e R G A B R i e l , P H i l i P G l A S S , A l G R e e n c H R i S S i e H Y n D e , A B D u l l A H i B R A H i M , B i l lY i D O l , M i c k J A G G e R

Hai collaborato con il noto tabloid newyorkese, The Village Voice, in cui hai avuto modo di confrontarti con due figure: Fred McDarrah e Sylvia Plachy. Cosa ritieni tu abbia preso da entrambi? Fred era una persona apparentemente dura ma di animo gentile. Quando sono cresciuta ho capito cosa mi aveva insegnato, ovvero a proteggere sia il mio lavoro che me stessa. Per quanto riguarda Sylvia il suo metodo è completamente diverso: non ci sono regole o restrizioni nel suo lavoro. La fotografia non è un business per lei e non è mai stata influenzata da fattori commerciali. Mi sono spesso immedesimata nel suo modo di vedere, e questo è stata fonte d’ispirazione.

MU SIC

S e c T i O n , S i n É A D O ’ c O n n O R , YO kO O n O, J O e P e R R Y, P H A R R e l l PRince, QueSTlOve, JOeY RAMOne, R.e.M., THe RePlAceMenTS n S e B A S T i A n , B O B S e G e R , PA u l S H A f f e R , PA u l S i M O n S P i n A l TA P, T i n A T u R n e R , D w i G H T T w i l l e Y, S T e v e n T Y l e R keiTH RicHARDS, SAM RiveRS, TODD RunDGRen, BOz ScAGGS e D D i e v A n H A l e n , S T e v i e R AY v A u G H A n , S u z A n n e v e G A JOH T O M v e R l A i n e , T O M w A i T S , M A l w A l D R O n , f R A n k z A P PA

PHOTOGRAPHS BY De BORAH feinGOlD inTRODucTiOn BY AnTHOnY DecuRTiS

Deborah Feingold. “Madonna - New York 80’s”. La mostra (18 settembre – 31 ottobre 2014) si compone di 40 scatti di Deborah Feingold. Il libro “Music Photographs by Deborah Feingold” è edito da Damiani Editore (pp.108, € 35.00) Tutte le immagini: © Deborah Feingold


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Lavorando a fianco di McDarrah, famoso per aver documentato nei 50’s la scena culturale della Beat Generation avrai assorbito l’atmosfera di quegli anni. Che percezioni hai di quel mondo? E quanto di quell’America vive ancor oggi? McDarrah ha vissuto e raccontato un’epoca che molti di noi avrebCosì ho imparato a muovermi rapidamente, ed oggi dopo debero voluto vivere. Gli esponenti della Beat Generation son stati i cenni di esperienza so come mettere il soggetto a proprio agio padri fondatori della mia generazione, ed è mia convinzione che l’innel minor tempo possibile. tera scena abbia contribuito all’avanzata del movimento per i diritti civili, aprendo la strada alla controcultura nata negli anni ’60 e al Attraverso il tuo sguardo son passate tante personalità, difmovimento in favore per la pace. Nell’America di oggi, a mio avviso, ferenti per ambito musicale e per generazione. Sei stata tenon molto di quello spirito è sopravvissuto. stimone di un passaggio generazionale tra i più complessi: da Miles Davis a Prince. L’unico punto fermo è la scelta che hai Quanto il soggetto ritratto si concede oggi rispetto al passato? abbracciato fin dai tuoi esordi, ovvero il ritratto fotografico. Quando ho iniziato a fotografare era un’epoca in cui prima di immorCosa c’è dietro un volto? talare un soggetto si aveva l’opportunità di passare del tempo con Buona domanda. In molte delle mie fotografie il soggetto ritratto lui. In seguito quando ho iniziato a farlo realmente le case discografiguarda dritto nella fotocamera ed io riesco a vedere ben oltre un che ti davano 15 minuti per fotografare un artista avendo pochissimo semplice volto che mi guarda: è al tempo stesso intimo e rivelatempo per entrare in connessione con le persone. tore della sua semplicità.


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A cura di Marco Magalini

Taiwan > Frutta Senza Frutta Un gioco di design, a cavallo tra reale e immateriale, con lo scopo di spingere le persone a ‘toccare’ un oggetto con la memoria. Nulla di incomprensibile per artisti o design-victim, più enigmatico per i comuni mortali. Molt è una piccola collezione di oggetti in porcellana che riproducono al tatto la buccia di un frutto o l’involucro di un cibo ma in realtà sono assolutamente vuoti. Unica utilità, più intellettuale che altro, quella di favorire una più profonda connessione tra uomo e cibo grazie a superfici esterne che riflettono le forme e le texture del food più comune. “I nostri oggetti offrono una nuova percezione di oggetti quotidiani e vogliono stimolare chi li usa a rompere le routine – racconta il team creativo di Viichendesign. Ciò di cui ci contorniamo ogni giorno viene completamente svuotato di senso. Lavoriamo con materiali naturali e tecniche avanzate. Agiamo sull’esperienza fisica tra utente e oggetto per connettere la percezione dell’utente alla memoria tattile e per creare ‘affetto reciproco’ tra gli oggetti e chi li usa”.

Vaxholm (Svezia) > Sedute A Impatto Zero Åke Axelsson è uno dei progettisti svedesi più attivi nell’ambito dell’interior design. Il suo periodo d’oro è stato negli Anni Cinquanta, con incarichi di rilievo in tutto il Paese, ma pare non voler rallentare. Settantasette anni e non sentirli quelli di Axelsson, che a giudicare dalla freschezza e ipercontemporaneità del nuovo progetto

Kortrijk (Belgio) > Connessioni 3D Agli Wood non accusa alcun colpo. Negli anni ha infatti speso molto tempo ed energie ad analizzare in modo scientifico la costruzione delle sedie, partendo dallo studio addirittura dei modelli dell’antica Grecia o dell’Egitto faraonico. Il suo design è caratterizzato dalla sem-

plicità e da una maniacale ossessione per la riduzione a tutti i costi. Il risultato è una forma veramente ai minimi termini, che non intacca però la funzionalità. Questa sedia è stata presentata durante la Stockholm Furniture fair ed è completamente smontabile. Da svedese doc non poteva non considerare anche la questione ambientale: la confezione, minimale (neanche a dirsi), è completamente riciclabile.

MilanO Le riviste trovano casa 4P1B è uno studio di design che opera nel mondo della progettazione, sviluppando soluzioni sia per prodotti industriali che dedicandosi alla sperimentazioni in piccole edizioni limitate. Il team di designer ha sviluppato per Pinetti una collezione di cesti in differenti dimensioni, realizzati in cuoio rigenerato con fondo in legno. Oggetto simbolo della capsule è il grande cesto porta riviste, un cono dal quale emerge un cilindro in legno che si trasforma in elemento contenitore • Malmö (Svezia) Comfort sospeso ma a rischio zero La prima ad essere premiata era stata la Bow Chair nel 2013. Squadra vincente non si cambia, così il duo creativo composto da Lisa Hilland e Gemla Fabrikers ha continuato a lavorare allo stesso concetto sfociato nel Bow Sofa, progettato con il minor numero di componenti possibili: solo tre archi tenuti assieme da un piccolo raccordo in bronzo, che sostiene un sedile imbottito in pelle ultrasoft. Ogni elemento è accuratamente realizzato a mano con la tecnica di curvatura tradizionale del legno, nata più di cento anni fa •

Interieur Awards è stato premiato Keystones, l’innovativo sistema di furniture making fondato su un singolo connettore: un pezzo compatto che può essere ottenuto con stampaggio 3D. Il “Keystone” tiene insieme i componenti di un mobile, le cui caratteristiche devono rispondere a facilità di montaggio, attrezzatura semplice e materiali facilmente reperibili. La complessità del progetto è condensata in un pezzo di dimensioni limitate ma prodotto secondo tecnologie complesse e ultramoderne; il resto dei materiali necessari, invece, è estremamente semplice. Entro certi limiti, le dimensioni e i materiali possono essere adattati alle preferenze del cliente. Per semplificare ulteriormente il design, i pezzi aggiuntivi sono tenuti insieme dai componenti con l’aiuto di un set di viti stampate e a loro integrate. Non sono necessarie altre viti né componenti; le viti stampate in 3d non penetrano il materiale ma lo stringono. Praga Boemia formato design

Una sintesi di design raffinato, alta qualità e tutta la maestria degli artigiani del vetro di Boemia. La tradizione secolare del soffiato di Boemia rivive nelle collezioni di illuminazione originali del marchio, che sono state progettate da artisti cechi. Novità recente è la lampada a sospensione Mona, realizzata in vetro soffiato a mano e impreziosita con strisce di tessuto. Disponibile anche in una versione lampada da terra con paralume in vetro • Tokyo Ordine pret-à-porter Sutoa, che in giapponese significa memoriz-

zare ma anche contenere, è una torre portatutto con un’estetica scandinava ma fedele al mood giapponese, disegnata dall’architetto di Tokyo Keiji Ashizawa. Il telaio in acciaio è accatastato con cassetti spioventi in legno per creare un prodotto scultoreo perfettamente funzionante e pratico. Lo spazio lasciato tra i vani permette l’estrazione nonostante la mancanza di maniglie. Facilmente montabile e smontabile, il mobile può essere trasportato comodamente grazie a ruote poste sul retro •


59/ Design 76

A cura di Marco Magalini Ritratti di Ingmar Kurth e Benoit Linero

Sebastian Herkner

Dalla Design Academy di Offenbach ad una linea di poltrone disegnate per Moroso; quando il talento parla da sé. Offenbach am Main (Germania). Sebastian Herkner, classe 1981, ha studiato Product Design alla Design Academy di Offenbach. Durante gli studi ha fatto uno stage presso Stella McCartney a Londra dove ha sviluppato una particolare predilezione per il colore, il materiale e la loro connessione. Dopo la laurea ad Offenbach nel 2007, ha lavorato come assistente nella Facoltà del Design del Prodotto occupandosi di progetti nel campo della progettazione integrata. Già nel 2006 Sebastian Herkner stabilisce il suo studio e da allora viene coinvolto in progetti freelance per varie aziende come Moroso e ClassiCon vincendo importanti riconoscimenti come il German Design Award e il Red Dot Design Award. Proprio le Poltrone anti-scivolo per Moroso lo hanno lanciato nella scena internazionale.

Patrick Jouin

Il pupillo

Sono delle poltrone pratiche, prive di sodi Philippe StarCk stegni, poggiate direttamente e saldaè pronto a spiccare il volo mente a terra, inamovibili. Ma ciò nonostante leggere e facili da spostare. anche da solo e apre un’agenzia L’idea deriva dall’industria della calcreativa a Parigi zetteria, dai rivestimenti anti-scivolo utilizzati per i calzini dei bambini, stampe funzionali e decorative Parigi. Patrick Jouin è massa - altiforni, turbine, ciminiere, stampi, allo stesso tempo. Il disegno, in nato a Nantes, in Fran- fucine - e li integra nel mondo del lusso. Ha silicone trasparente, non cocia, nel 1967. Subito dopo vinto il Compasso d’Oro ADI nel 2011 con la lora ma abbassa il tono del il diploma collabora con pentola Pasta Pot disegnata per Alessi. “La tessuto, si fonde con esso Thomson multimedia sotto grande sfida, per un designer, è sempre la ricordando l’effetto dell’acla direzione artistica di Philip- stessa: trovare un equilibrio tra cultura e merqua. L’imbottitura, manto pe Starck e nel 1998 fonda la cato, tenere insieme le due forze senza che rimovibile, soffice e flessua agenzia nell’iper-creativo una prevalga sull’altra, introdurre nel progetto sibile, avvolge e veste la undicesimo arrondissement di un elemento che superi il semplice scambio seduta: un escamotage Parigi, quello con rue Faubourg commerciale e rendere la cultura accessibile semplice che mantieSt Antoine, per intenderci, dove desiderabile. La novità è l’orizzonte produttine intatta la coerenza si trovano molti celebri café, risto- vo con cui ci si confronta: non più solo l’inprogettuale • ranti, boutique e gallerie. Nel 1999 dustria dei grandi numeri ma anche quella incontra Alain Ducasse, con il quale artigiana, legata a un’idea di unicità e di luscollabora nella progettazione di molti so. Conoscere questa realtà, comprenderne ristoranti, tra i quali l’“Alain Ducasse” al tecnologie e mestieri, sapere come si lavoraPlaza Ateneo, “Be panificio-drogheria”, no a mano il legno, il cuoio, il vetro, diventa a Parigi, e il “Mix ristorante” a New York. un obbligo per tutti i designer”. Per inciso, se Storia di Jouin a parte, questo designer foste a Parigi in questo momento e decideste francese si distingue per la volontà di rein- di noleggiare una bicicletta, non potreste più ventare la cultura industriale: nei suoi lavori fare a meno di pensare a lui: ha disegnato le sceglie forme che derivano dall’industria di stazioni del bike sharing della Ville Lumière •


60/ Musica 76

A cura di Marco Cresci Ritratto YtG: Lauren Dukoff

Irvine, CA > Il blocco del gigante Dopo il successo inaspettato del loro omonimo debutto, la band californiana Young the Giant ha affrontato momenti difficili che l’hanno portata quasi verso l’autodistruzione; il risultato è Mind Over Matter, un album intenso e viscerale. Il leader del gruppo Sameer Gadhia ci ha raccontato il suo punto di vista. Avete dichiarato che questo album vi ha aiutato a ritrovare la vostra identità; chi sono oggi i Young the Giant? Un gruppo molto democratico che ha riscoperto il piacere di suonare insieme come agli esordi: ci siamo chiusi in studio e abbiamo suonato in libertà per ore e per giorni senza preoccuparci di scadenze e contratti. Vorremmo provare la sensazione di aver creato qualcosa di diverso riascoltando le nostre canzoni tra una decina di anni. C’è un concept dietro a “Mind Over Matter”? Per noi Mind Over Matter è stato come un mantra che ci ha permesso di superare gli ostacoli, di non rimanere bloccati su un idea: questo concetto è sviluppato in diversi modi, c’è un senso di paralisi che si manifesta tramite un dolce torpore caldo ed avvolgente, l’aspetto negativo del rimanere intrappolati in una situazione scavando continuamente un solco sotto i propri piedi e poi c’è la paralisi vera e propria, quella che può cogliere chiunque da un momento all’altro. Sono gli ostacoli creati da noi stessi quelli più difficili da superare.

Los Angeles > Ron Howard dirige i Beatles White

Avete una fan base molto forte e credo che il pregio delle vostre canzoni sia il fatto che la gente possa relazionarsi facilmente con i vostri testi, sei d’accordo? Sì, anche se con il precedente album il processo di scrittura fu molto più istintivo, questa volta mi sono seduto con carta e penna e ho fatto le cose seriamente. Il pregio di un testo è che persone differenti possono identificarsi per motivi altrettanto diversi, mi piace raccontare storie ma lasciando l’interpretazione aperta. Certo, ci sono canzoni d’amore dirette ma altri testi hanno sfumature più sottili che mi sono divertito a scrivere.

New York > Le pennellate furiose degli Interpol è un quadro fatto di colori vividi e pennellate furiose ed emozionanti il nuovo album degli Interpol “El Pintor” che, annunciato a sorpresa pochi giorni fa, vedrà la luce il prossimo 8 settembre. È il quinto album per una delle band più influenti della scena newyorkese che per la prima volta si trova a fare i conti in studio con la dipartita del celebre bassista Carlos D; ma Paul Banks, leader del gruppo, si è entusiasmato nel ricoprire anche questo ruolo. L’album è stato anticipato dall’emozionante singolo “All the Rage back Home”, un pezzo che alterna momenti di tensione e furia ad attimi d’introspezione e nel cui video trapela una delle passioni di Banks: il surf.

Milano Fate largo, arriva Debbie!

Horse Pictures e Imagine Entertainment produrranno un nuovo documentario per conto di Apple, basato sulla prima parte della carriera dei Beatles ovvero quella degli anni in cui la band girò il mondo per esibirsi dal vivo. Il film sarà diretto dal regista premio Oscar Ron Howard e sarà prodotto con la piena collaborazione di Paul McCartney, Ringo Starr, Yoko Ono Lennon e Olivia Harrison. Il film si concentrerà sul percorso intrapreso dai Beatles dai primi giorni del Cavern Club di Liverpool e del periodo trascorso ad Amburgo fino al loro ultimo concerto pubblico al Candlestick Park di San Francisco nel 1966. La Beatlemania non fu un semplice fenomeno ma riuscì ad essere il catalizzatore di un cambiamento culturale in grado di modificare l’approccio con cui le persone di tutto il mondo si avvicinavano e consumavano cultura popolare. Questo film cercherà di spiegare cosa rese quel particolare momento il perno di questo grande cambiamento esaminando il contesto socio-politico di quel periodo e le straordinarie condizioni che portarono all’incontro tra la tecnologia e la comunicazione di massa.

Incredibile ma vero, non ci speravamo più di vedere i BLONDIE dal vivo in Italia, ma la band capitanata dalla leggendaria Debbie Harry arriverà al Circolo Magnolia di Segrate (MI) il prossimo 3 settembre. Un’icona vivente portavoce di una generazione che ha spianato la strada al rock femminile salirà per la prima volta su un palco nostrano e la celebre frase di Call Me “Amore Chiamami” avrà finalmente il suo momento di gloria italiano.

New York I vizi segreti di Gaga Ci sarà da ridere nel leggere il libro di Jennifer O’Neill, l’ ex-assistente personale di Lady Gaga che si è licenziata facendo causa alla star per le sue esose pretese che comprendevano tenerle la mano mentre dormiva o chiamate nel cuore della notte per farsi cambiare dvd dal lettore senza alzarsi da letto. Insomma la paladina degli emarginati, colei che non si è montata la testa rimanendo una semplice ragazza di Manhattan senza vizi, dedita ai fan e ligia al lavoro, sembra non raccontare tutta la verità. Chi l’avrebbe mai detto!...

Londra Il festival in un app Dopo il successo riscontrato nell’edizione 2013 torna

intrapreso una collaborazione con il brand britannico YMC (You Must Create) per un’esclusiva capsule collection SS14. Ogni capo è stampato con un pattern creato da Natasha e sviluppato sia in bianco e nero che con le tonalità calde tipiche dei tramonti della west coast. Ad accompagnare il progetto una clip girata a Los Angeles dal regista Neil Krug mentre la colonna sonora è un brano inedito frutto di una collaborazione tra Natasha e Beck.

alla Rondhouse di Londra l’iTunes Festival. Gli spettacoli saranno resi disponibili in streaming gratuitamente su tutti i dispositivi - personal computer, iPhone, iPad, iPod e Apple TV - che sfruttino il sistema operativo iOs, basta scaricare l’app dedicata. Ad aprire la serie di concerti Beck seguito da David Guetta, Kasabian, Calvin Harris, Jungle, Pharrell Williams, Maroon 5 e Blondie per chiudere con il pop luccicante di Kylie.

Londra Gira la moda Natasha Khan dei Bat for Lashes ha


Interviste di Marco Cresci Fotografia Dan Wilton

il segreto meglio custodito del 2014

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I Jungle escono allo scoperto dopo aver fatto impazzire il web; i musicisti/ produttori più cool del momento si chiamano J e T e vengono da Londra.

Londra. Fino ad oggi l’anonimato ha contraddistinto l’esistenza dei Jungle che per mesi hanno sfamato l’avido popolo di internet con brani quali Platoon, The Heat e Buzy Earning, che li ha eletti nuovi paladini del web. Uscendo allo scoperto, anche se i nomi dei due membri restano celati dietro alle iniziali J e T, dovranno affrontare di petto il responso all’album inglese più atteso dell’anno. Vi siete rivelati al mondo e il vostro album esce per la XL Recordings, come vi sentite a riguardo? J: Siamo felicissimi di far parte della XL Recordings, perché per noi è una delle etichette più cool. Abbiamo cominciato a fare musica come Jungle perché un capitolo della nostra vita si stava chiudendo e avvertivamo la necessità di aprirne uno nuovo: oggi che l’album è pronto ci sentiamo di aver fatto qualcosa di bello. Se mi guardo alle spalle mi sento come se stessimo formando un archivio, abbiamo delle basi e questo ci offre una prospettiva migliore sul nostro lavoro. Una caratteristica che trapela dalla vostra musica è la spensieratezza, si avverte che state facendo qualcosa che vi piace e che vi state divertendo nel farla, confermi? Io e T ci conosciamo da quando abbiamo dieci anni, siamo amici da allora, abbiamo cominciato ad andare sullo skate, a giocare al Game Boy e a fare musica insieme. Ci divertiamo molto in studio e ci piace uscire e fare festa; i Jungle sono questo. Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo accumulato un numero infinito di file e l’anno scorso abbiamo cominciato a rifinirli trasformandoli nei pezzi che oggi trovi nel disco. Per la prima volta ci siamo sentiti onesti e sinceri, sia con noi stessi che con chi ci ascolta. Ci sono amici che si ritrovano per vedere le partite di football, chi per bere una birra al pub... noi suoniamo insieme. I Jungle sono per noi motivo di orgoglio e felicità e se un giorno queste sensazioni svaniranno, smetteremo di fare musica. Cosa vi ha spinto ad esordire nell’anonimato? Non è stata una decisione vera e propria; quando abbiamo lanciato il nostro primo brano “Platoon” non ci aspettavamo quasi 4 milioni di visualizzazioni, eravamo sotto shock. Quando abbiamo lanciato il video del brano il nostro manager ci ha fatto notare che era ora di dare una nostra foto alla stampa e così non avendone una abbiamo dato uno still del video con protagonista Terra, la giovanissima breakdancer. Ma tutto quello che si vede nel video è roba nostra, cosa che ci lega direttamente al video anche se non compariamo. Poi abbiamo continuato su questa strada. La vostra musica è un collage di diverse influenze: soul, funky, elettronica, world music. Voi come la vedete? All’inizio volevamo fare uno strano album hip-hop e abbiamo cominciato a rubare beat qua e là, ma poi è diventato qualcos’altro. Le nostre influenze non provengono necessariamente dalla musica. Ci piaceva l’idea di concepire un album che suonasse elettronico anche se concepito in modo organico. è una questione di spazio, tempo, di luoghi immaginari che provengono da influenze reali, come accade in sogno.


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A cura di Marco Cresci

THE ESSENTIAL

GIG LIST • PLAID 02/08 Piana degli Albanesi (PA), Beat Full Festival

the trip record FKA TwigS LP1

the hIpster album Merchandise After The End (4AD)

Una scrittura R&B fragrante unita a una produzione vivace e a un immaginario visionario e contemporaneo hanno subito portato all’attenzione generale sull’universo sonoro di FKA Twigs, giovane cantante inglese che potrebbe essere concettualmente l’erede nera di Grimes, per il suo essere un bellissimo “weirdo”. Quello della ventiseienne FKA Twigs è un mondo misterioso, intriso di sensualità e ritmo; se ci si lascia andare, cadere nella sua trappola sarà un attimo.

I Merchandise sono una band che non ama le etichette, per questo la loro musica sembra sempre dover sfuggire ad ogni definizione. Hanno cominciato come punk band ma hanno raggiunto il successo con sonorità psichedeliche e darkeggianti. “After the End”, il terzo album della band di Tampa, Florida, resetta quanto fatto sino ad ora in favore di un suono più immediato e pop con rimandi new wave; sarà che è stato mixato da Gareth Jons, che ha forgiato la trilogia berlinese dei Depeche Mode.

Influenced by: Martina Topley-Bird, Aaliyah, Portishead Best songs: Video Girl, Pendulum, Two Weeks Score: 8

Influenced by: The Smiths, Tuxedomoon Best songs: Little Killer, Enemy Score: 7

THE BLACK LIPS 05/08 Marina di Ravenna (RA), Hana-Bi BOY & BEAR 05/08 Sestri Levante (GE), Teatro della Conchiglia 06/08 Marina di Ravenna (RA), Hana-Bi YPSIGROCK Festival Castelbuono (PA) 08/08 Archie Bronson Outfit/ Fanfarlo/Anna Calvi 09/08 M+A/Samaris/Sohn/Moderat 10/08 Wild Beasts/Belle and Sebastian PAUL KALKBRENNER 14/08 Parco Gondar, Gallipoli CONOR OBERST 19/08 Sestri Levante, Mojotic Festival CUT / COPY 27/08 Segrate (MI), Circolo Magnolia

the best villain Sinead O’Connor I’m not Bossy, I’m the Boss (Nettwerk) Se con il precedente e squisito album “How About I Be Me? (and you be you)” Sinead O’ Connor usciva dal suo periodo di oscurità, a giudicare dall’ironia (sottile) del singolo “Take me to Church” e dallo scatto di copertina del suo decimo album, possiamo confermare che i tempi bui sono passati del tutto. Sinead lancia dodici canzoni intrise di soul, di rock e di pop, con ritornelli efficaci che si lasciano subito cantare e che diventeranno un classico nella sua tumultuosa carriera. Influenced by: Sinead O’Connor Best songs: Dense Water Deeper Down, 8 Good Reasons Score: 7 ½

WARPAINT 28/08 Sesto San Giovanni (MI), Carroponte BLONDIE 03/09 Segrate (MI), Circolo Magnolia PERFUME GENIUS (nella foto) 07/09 Segrate (MI), MITO @ Circolo Magnolia 08/09 Circolo degli Artisti, Roma 09/09 Locomotiv Club, Bologna Band to watch The Wytches Annabel Dream Reader (Heavenly Recordings) Si sono formati a Brighton nel 2011 e a colpi di singoli hanno formato una folta fanbase, ma oggi è tempo di debutto per il giovane trio più furioso d’Inghilterra. Testi indisciplinati e allo stesso tempo illuminanti si sovrappongono a chitarre d’ispirazione surf e a riff selvatici con un risultato sonoro rauco e indisciplinato. Kristian Bell, Dan Rumsey e Gianni Miele portano il grunge nel 2014, lo ubriacano e non appena perde conoscenza gli scrivono parolacce sulla fronte col pennarello indelebile. Influenced by: Nirvana, Morgan Delt Best songs: Gravedweller, Digsaw Score: 6 ½

Lose yourself to folk Benjamin Booker Benjamin Booker (Rough Trade)

The second coming Dry the River Alarms in the Heart (Transgressive)

Nato in Virginia e cresciuto a Tampa, Florida, da qualche anno il ventunenne Benjamin Booker si è trasferito a New Orleans dove ha composto il suo primo e omonimo album. La sua musica è un distillato di punk, folk e blues che colpisce diritto in faccia per la sua brutale onestà; canzoni emozionanti, scarne, soul, che possiedono la spontaneità di un giovane uomo arrabbiato che lotta per trovare il suo posto nel mondo. Se continua così ne troverà presto uno in cima alle classifiche.

“Shallow Bed” nel 2012 avrebbe dovuto far esplodere i Dry the River nell’olimpo folk rock con canzoni dai ritornelli portentosi e look contadino nel momento esatto in cui cominciò la folkmania. La band si fece una buona reputazione ma la cima delle charts rimase un miraggio lontano. “Alarm in the Heart” fa da sfondamento con la voce profonda di Peter Liddle che resta da pelle d’oca mentre le strutture dei pezzi si fanno più mature e complesse in un album intimo e appassionato.

Influenced by: The Gun Club, The Black Keys Best songs: Always Waiting, Spoon Out my Eyeballs Score: 8

Influenced by: Wild Beasts, Villagers, Simon & Garfunkel Best songs: Alarms in the Heart, Roman Candle, Gethsemane Score: 7


MOODBOARD • Urban per stefaniamode

Glam Mediterraneo

Stefaniamode un luogo dove la moda incontra i tempi lunghi del relax e dove ogni desiderio assume valenze uniche. Nata a Trapani nel 1971, con i suoi sei punti vendita nel suggestivo centro storico, nella rocca medievale di Erice e la sua nuova “Season boutique” nel prestigiosissimo approdo di Favignana, Stefaniamode si posiziona nel segmento superiore della proposta moda e dell’alta qualità. La boutique multibrand di via Torrearsa è un punto di riferimento per la clientela più esigente e si configura non solo come un seducente ambiente espositivo sui tre piani di uno storico palazzo ottocentesco, in cui lo spirito del luogo gioca sull’opulenza delle materie e la struttura delle linee architettoniche, ma anche come un universo unico in cui si possono vivere differenti momenti percettivi. Uno spazio aperto ai brand piu prestigiosi, un luogo dove la moda incontra i tempi lunghi del relax e dove ogni desiderio assume valenze uniche.

Mediterranean Art L’arte ritorna sempre nello spirito siciliano delle boutique Stefaniamode in quella contaminazione tra epoche, stili e colori che caratterizza le terre del sud. Il concetto barocco di ornamento si cristallizza nelle eliche di acciaio della lampada monumentale che si sviluppa sui tre piani della boutique di Trapani, mentre il logotipo arabeggiante delle pareti lignee si reinventa in dettaglio minimal che offre la perfetta cornice agli astrattismi della ss14 di Céline. Senza Tempo

Mood ACE SHADOW. In foto: particolare collezione ss14 Prada, negozio Trapani

Beach Glam

Le estati degli anni 60’ in Italia, le granite ghiacciate, le righe bianche e blu dei lidi, il glam Cinecittà tra le vie assolate dei borghi marinari. Stefaniamode nelle sue boutique di Trapani, Erice e Favignana regala al turista il fascino glam di una “vacanza” nel mondo della moda.

Come le mura in tufo nascondono segreti e leggende nella boutique di Favignana costruita sulle fondamenta di antiche rovine riadattate nei primi ottocento a solide tonnare, così il tempo perde la sua abituale percorrenza nel viaggio unico alla ricerca dei must have di stagione. In foto: veduta del soffitto a volta in tufo del negozio di Favignana

Wood Style Mood LIGHT BLUE. In foto: interni negozio Favignana

In foto: particolare negozio Favignana

Ace Shadow I bagliori dell’acqua sui fondali cristallini disegnano le linee di ispirazione per gli acquisti durante le fashion week. Riconoscere un tratto comune tra la natura e le forme scelte dai designer esprime il modo d’essere di Stefaniamode.

Il legno come memoria marina porta il visitatore tra le rotte di Enea nel triangolo del vento delle Egadi. Il legno esprime il legame con la terra nella tradizione e nella scelta dei grandi brand del made in Italy, ma esprime anche la volontà del viaggio come ricerca di nuovi spunti visivi nel mondo del fashion.

Light/Blue La luce come espressione di benessere. In ogni boutique Stefaniamode lo studio del rapporto tra luci e ambienti ha una valenza unica. L’esterno viene proiettato in fasci luminosi che si rincorrono tra gli spazi espositivi.

Mood MEDITERRANEAN ART. In foto: ingresso boutique Trapani

Stefania Mode Boutique. Luxury Shopping Italy Via Torrearsa 23/29, Trapani www.stefaniamode.it


Urban per RENAULT

ARCHITETTURA DINAMICA

Con l’innovativa architettura a motore posteriore, Nuova Twingo va controcorrente rispetto alle tendenze attuali e mostra in anteprima i suoi pregi, frutto dell’innovativa architettura a motore posteriore, in un tour europeo.

Roma, Milano e poi Parigi, Monaco, Londra e Amsterdam; è l’itinerario del tour europeo di Twingo creato per mostrare in anteprima la piccola di Casa Renault ritratta nelle più belle città d’Europa nelle quali tra pochi mesi l’erede della piccola “ranocchia” girerà agilmente conquistando la simpatia di tutti e regalando un tocco di colore alle città che le faranno da cornice. Con l’arrivo di Nuova Twingo, Renault conferma il suo ruolo da protagonista nel segmento delle city car con una novità che ci porta indietro negli anni: il motore posteriore. Una soluzione che oggi non è molto frequente e in particolare nel segmento di Twingo è completamente assente. Grazie alla scelta controcorrente di Renault nel ritornare alla soluzione con motore “tutto dietro” con una proposta di reengineering innovativo dell’architettura motore, Nuova Twingo raggiunge livelli sorprendenti di agilità, maneggevolezza, abitabilità e visibilità, tutto in un’auto più compatta rispetto al modello che la precede, TWINGO II. In un ideale passaggio del testimone tra generazioni, Nuova Twingo conserva il meglio dell’eredità della mitica R5 e della prima Twingo 1992, con una forte carica innovativa, propria del DNA Renault. Quanto al design, Nuova Twingo riprende alcuni elementi di design che si ispirano direttamente alla R5: le spalle ben marcate e l’inclinazione del lunotto ricordano la famosa R5 Turbo con motore posteriore, che ha segnato la sua epoca. Il frontale riprende i codici della nuova identità di marca Renault, con il logo ben visibile su fondo nero. Nuova Twingo ostenta un frontale espressivo, con gli ampi proiettori messi in risalto dagli indicatori di direzione e le luci diurne tonde a LED che associano tecnologia e un richiamo alla prima Twingo. Questi elementi di design attribuiscono a Nuova Twingo un’aria simpatica e robusta, con una firma luminosa che sottolinea la personalità rivendicata dalla piccola Renault. Ispirata alla prima Twingo la tavolozza di quattro tinte fun, sintesi di vitalità e divertimento: Blu Shopping, Bianco Dream, Giallo Race e Rosso Passion, con un’infinità di possibili personalizzazioni. Abbiamo intrapreso un viaggio virtuale nelle capitali europee toccate dal tour di Twingo, alla ricerca dei punti di contatto tra l’architettura moderna e lo spirito innovativo che non dimentica le sue origini della nuova city car Renault.

MILANO

Roma. MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo Il MAXXI è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea. Gestito dalla Fondazione MAXXI, ospita due musei: MAXXI Architettura e MAXXI Arte. L’edificio, progettato da Zaha Hadid Architects e inaugurato nel 2010, con le sue linee fluide è un esempio straordinario di architettura contemporanea. Esposte in modo permanente le installazioni di Anish Kapoor, Sol Lewitt, Maurizio Mochetti, Giuseppe Penone e Massimo Grimaldi.

Roma

MILANO


Urban per RENAULT Milano. EXPO 2015 Padiglione Italiano Quello italiano è l’unico padiglione permanente di EXPO 2015, progettato da Nemesi & Partner, Proger Spa, Bms Progetti Srl e l’ingegnere Livio De Santoli e sarà utilizzato per la ricerca tecnologica, la formazione e l’istruzione nel campo della scienza una volta che l’Expo chiuderà i suoi battenti ad ottobre 2015. Descritto come un inno alla gioia, è stato progettato come una ‘foresta urbana’ con una pelle intrecciata, che ricorda l’incastro dei rami.

PARIGI

Parigi. Fondation Louis Vuitton Aprirà i battenti il prossimo 27 ottobre e sarà situata in un edificio commissionato da Bernard Arnault e progettato dall’architetto americano Frank Gehry. Simile ad una nuvola di vetro, l’edificio sorge nel Jardin d’Acclimatation a Parigi, nella parte settentrionale del Bois de Boulogne. La missione della Fondation Louis Vuitton sarà quella di incoraggiare e promuovere la creazione artistica contemporanea, sia in Francia che all’estero.

AMSTERDAM

Monaco di Baviera. Lenbachhaus Museum Ha riaperto nel maggio 2013 dopo 4 anni di lavori la storica galleria ricca di capolavori di Kandinsky, Franz Marc e Paul Macke, trasformando sempre più la città tedesca in un punto di riferimento per gli appassionati d’arte. I lavori di ristrutturazione sono stati affidati al pluripremiato studio londinese Foster+Partners, che ha trasformato l’edificio in un enorme cubo dorato, tanto rigoroso e contemporaneo quanto in armonia con la parte più antica del complesso. Amsterdam. Rijks Museum Riaperto nel 2013 dopo 10 anni di restauri, il Rijks Museum di Amsterdam oggi è una delle mete principali della città e un classico esempio di come il nuovo ed il vecchio possano coesistere in armonia senza il bisogno di dover abbattere per ricostruire. Qui il vecchio, esplicito neogotico dell’architetto Cuypers creatore del progetto originale, convive con sorprendente facilità con il monumentalismo contemporaneo dello studio spagnolo Cruz y Ortiz che si è occupato del restyling.



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In giro #122

Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio Illustrazione di Federica Del Proposto

Alassio Spotti Bali Cocoon Restaurant Beach Club Casteldimezzo Circolino del Molo Formentera Piratabus Forte dei Marmi 1950 American Diner Fregene Blu Fuerte Ventura Majanicho Fever Gallipoli Parco Gondar Isola dei Gabbiani Rupi’s Porto Pollo Isola di Ponza Kibar, Hotel Chiaia Di Luna Jesolo Terrazza Mare Livorno Surfer Joe Diner Marina di Ravenna Bagno Hana-Bi Mondello Mida Lounge Bar Napoli S’move San Diego Belmont Park Santa Monica The Bungalows Sori Bagni Sillo Tarifa Tumbao Tulum Papaya Project Varazze Spot


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Forte Dei Marmi, 1950 American Diner

Sori, Genova Bagni Sillo Via Capo Tino (dalla stazione ferroviaria parte la stradina per i Bagni) T 018 5701311

• Quando: tutti i giorni dal mattino all’ora di cena • Perché: per una giornata di sole lontano dalla folla • Chi ci trovi: radical chic milanesi (ma non solo!) • Highlight: posizione e situazione davvero uniche

Gallipoli, Parco Gondar. Ph. Luigi Rizzo

Una discesa a mare tra le rocce resa speciale da questo piccolo stabilimento, che oltre a sdrai, lettini e doccia offre anche un piacevole ristorante. Uno scorcio di Liguria per godere a pieno il suo mare senza la folla, con lunghi bagni e cucina tipica. Il ristorante offre piatti di pesce e insalate ed è possibile trattenersi fino a tardi per godere di un magico tramonto sorseggiando un aperitivo. Da provare il mojito dei bagni Sillo, noto anche come Sillone: il motivo lo lasciamo scoprire a voi. Meglio raggiungerlo in moto o in treno.

Alassio, Savona Spotti Vicolo Grassi, 1 T 018 2660417

• Quando: a tutte le ore • Perché: per osservare ed essere visti • Chi ci trovi: d’estate è il punto di ritrovo dei giovani • Highlight: i panini fino a notte fonda Una istituzione ad Alassio, il bar Spotti è amato sia per i suoi panini, che serve ben oltre la mezzanotte, che per l’aperitivo, ma anche per l’ultimo drink; trovandosi sul lungomare è anche meta di colazioni per i tiratardi (apre alle 11) e pranzi veloci. Insomma...un po’ a tutte le ore passarci è una buona idea. E per i più affezionati, Spotti ha aperto anche a Sestriere.

Varazze Spot Viale Nazioni Unite, 10 T 019 97270 www.hotelspotvarazze.it

• Quando: all’aperitivo • Perché: per l’ambiente rilassato • Chi ci trovi: molti surfer • Highlight: i cocktail L’Hotel Spot è un albergo a 50 metri dalla spiaggia, semplice ma con un suo stile che conquista da anni una clientela affezionata; soprattutto il bar/ristorante è frequentato da moltissimi giovani, anche surfisti, che approfittano della sua comoda posizione e della zona “lounge” per rilassarsi all’ora dell’aperitivo. Allo Spot volendo si pranza e si cena, con la cucina casalinga delle cuoche Emilia e Monica.

Porto Pollo, Rupi’s

Livorno Surfer Joe Diner Piazzale Mascagni, 2 T 0586 809211 www.surferjoe.it

• Quando: la sera • Perché: per i concerti • Chi ci trovi: giovani amanti della musica e del surf • Highlight: uno dei pochi che propone “surf music” Castel Di Mezzo, Circolino del Molo

Il Surfer Joe Diner nasce da un’idea di Lorenzo e Luca Valdambrini, organizzatori anche del Surfer Joe Summer Festival che esiste dal 2003 ed è attualmente considerato il più grande evento


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al mondo di questo genere. Il locale apre nel 2012 ed è subito un successo. L’ispirazione è, ovviamente, quella dei Diner americani anni ‘50, che dalla colazione fino a cena offrono i classici pancakes e waffles la mattina, hamburger e patatine la sera, a prezzi molto contenuti. Ma chi frequenta il Surfer’s Joe lo fa soprattutto per la musica dal vivo: oltre ai concerti di musica surf, la programmazione comprende rock, garage, blues e rockabilly, praticamente tutte le sere, durante tutto l’anno.

Forte Dei Marmi 1950 American Diner Via provinciale 153 T 328 8440404 www.1950americandiner.it

• Quando: per un hamburger in un luogo insolito • Perché: perché è diverso • Chi ci trovi: ragazzi e famiglie con bambini • Highlight: le cameriere sui pattini

Marina di Ravenna, Hana-Bi. Ph. Francesca Sara Cauli

Un sogno realizzato quello di Tristana Tramonti che in pochissimo tempo è riuscita ad aprire non uno, ma ben 3 American Diners in Toscana, tra cui quello di Forte dei Marmi. Un locale perfettamente in stile americano anni ‘50 con sedie in metallo e pelle colorata, juke box, ma soprattutto cameriere in divisa che servono su pattini a rotelle! E il menù spazia da maxi hamburger (con carne toscana) a onion’s ring, alette di pollo e donuts. Perfetto anche per feste a tema o compleanni originali.

Fregene Blu Lungomare di Ponente, 83 T 06 6656 5260

• Quando: per una giornata di mare o un aperitivo fuori • Perché: perché è poliedrico • Chi ci trovi: tutti i romani • Highlight: i vernissage

Alassio, Spotti

Sori, Bagni Sillo

Un concept di spiaggia nuovo per il litorale romano: non solo lettini e bar/ristorante, ma anche aperitivo con Dj set tutti i giorni della settimana, cena nella trattoria in riva al mare che mixa piatti fusion con la tradizione romana, ed eventi fino alle prime luci dell’alba. Altra novità sono i vernissage: Blu porta in spiaggia l’arte con artisti della scena contemporanea, pittura, scultura, installazioni e fotografia. Una spiaggia pensata anche per i romani che anche durante la settimana vogliono evadere dalla routine cittadina.

Jesolo Terrazza Mare Piazzetta Faro 1, Lido di Jesolo T 0421 370336 www.terrazzamare.com

• Quando: a tutte le ore della giornata • Perché: perché fa molto “Venice beach” • Chi ci trovi: giovani, ma anche bambini (hanno un’area giochi dedicata) • Highlight: la palestra in spiaggia che fa un po’ anni ’80 ma ha sempre il suo fascino Una istituzione da ormai 20 anni sul litorale jesolano per un drink all’aperitivo o per i grandi eventi organizzati nella spiaggia antistante, da quest’anno “il Terrazza” si rinnova completamente diventando uno stabilimento balneare a tutto tondo, per passare lì l’intera giornata. Lettoni dove prendere il sole, una palestra all’aperto, un mini campo da basket , tavoli da ping pong e zona giochi per i più piccoli. Il ristorante si arricchirà anche con una gelateria e una frullateria. La musica resterà comunque protagonista e aperitivi e dj set saranno quelli di sempre.

Fregene, Blu


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Marina Di Ravenna Bagno Hana-Bi Viale della pace, 452G T 333 209 7141 www.bronsonproduzioni.com

Livorno, Surfer Joe Diner

• Quando: per aperitivo+concerto • Perché: per la qualità della proposta musicale • Chi ci trovi: appassionati di musica… al mare! • Highlight: la sua unicità sulla riviera romagnola A vederlo si potrebbe pensare al classico stabilimento romagnolo: sdraio, lettini, campi da racchettoni, basket e beach-soccer e un bar ristorante aperto da mattino a sera, poi entrandoci e frequentandolo si capisce che Hana-bi è molto di più. Recensito dalla stampa internazionale per la fitta programmazione che la Bronson Produzioni organizza dal 2004, Hana-bi offre ogni stagione una importante rassegna musicale incentrata sulla “indie” che va dal rock al folk, dal pop all’elettronica, fino al jazz e alla sperimentazione (le “Hana-Bi Sessions”, sempre gratuite), che si alterna ad incontri culturali con scrittori e giornalisti di fama nazionale ed internazionale, serate di proiezioni cinematografiche e cene tematiche proposte in collaborazione con Slow Food. L’avreste mai detto?

Casteldimezzo, Pesaro Circolino Del Molo Strada Paradiso Tel. 0721 208118 www.circolinodelmolo.com

• Quando: in una bella sera d’estate • Perché: per la location • Chi ci trovi: coppie innamorate o chi ricerca un luogo speciale • Highlight: l’arrivo in barca In un piccolo pezzo di costa nel parco naturale del San Bartolo, stretto da pochi metri di scogliera e profumato di macchia mediterranea, raggiungibile solo attraverso una strada impervia o via mare (c’è un servizio “taxi” in entrambe i casi) il Circolino è un posto da scovare e che poi non si lascia più . Natura incontaminata e menù di mare dello chef Enrico Marcantognini che nella sua cucina a vista prepara piatti della tradizione “alleggeriti”. Il piatto più gettonato è il tortellino, in brodo di pesce. Prezzi comparati all’esclusività. In estate è sempre aperto.

Isola di Ponza Kibar · Hotel Chiaia Di Luna Via Panoramica snc - 04027 (ITALY) T 0771 80113/4 facebook.com/kibarponza

• Quando: al tramonto • Perché: per osservare il giorno diventare notte • Chi ci trovi: gente di tutte le età • Highlight: la posizione Terrazze Kibar è il bar dell’hotel Chiaia di Luna. Varie terrazze appunto, in legno bianco e cuscinoni colorati, che guardano il mare: posto magico per ammirare il tramonto nel silenzio, lontano dal porto e dalla folla. I prezzi sono quelli di un hotel a quattro stelle, ma l’atmosfera e la posizione meritano senza dubbio; a luglio e agosto è aperto tutte le sere dall’aperitivo a tarda notte... il bar infatti si trasforma e diventa uno dei locali più animati dell’isola.

Jesolo, Terrazza Mare

Mondello


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Ponza, Terrazze Kibar

Napoli S’move Vico dei Sospiri, 10 081 764 5813 Facebook: s-move-lab Livorno, Surfer Joe Summer Festival 2014 © Tommy Antonini

• Quando: per un drink pre-serata • Perché: per organizzare la nottata • Chi ci trovi: giovani fuori… e dentro • Highlight: la musica Uno dei più noti e longevi “musicfoodbar” di Napoli, nato nel 1992 dal “Caffè della Luna”- ritrovo cult dell’underground partenopeo – e trasformatosi periodicamente fino ad oggi. Qui lo spazio è un gioco articolato di volumi elastici e di geometrie curve, che sembrano muoversi con la luce. Una ambientazione perfetta per ospitare musica funk e new jazz per una clientela affezionata che passa di qui a bere un drink e aspettare che la serata prenda forma. In realtà il locale è aperto dalle 8 del mattino, servendo colazioni e gustosi brunch.

Isola Dei Gabbiani, Sardegna Rupi’s Porto Pollo Spiaggia Di Porto Pollo T 338 2800593 www.portopollo.it/it/Beach-Life/Rupis-beach-bar

• Quando: dopo una giornata di mare • Perché: perché sono tutti lì • Chi ci trovi: kiters, surfers e tutti i giovani che frequentano la spiaggia • Highlight: il mood rilassato Ancora pieni di vento e di sole, surfisti, kiter e windsurfisti si ritrovano al Rupis per una birra dopo una giornata di sport. A Portropollo è un’istituzione e mette d’accordo davvero tutti. Dalle 18.30 all’una, ogni sera lo Sporting Club Sardinia organizza concerti o dj set in questo locale in legno sulla spiaggia di chiara ispirazione californiana.

Mondello, Sicilia Mida Lounge Bar Piazza Valdesi T 091 6262903 facebook.com/MidaMondello

• Quando: all’aperitivo • Perché: per la selezione di pesce crudo • Chi ci trovi: palermitani “bene” • Highlight: la posizione il Mida è un locale molto in voga nella piazza di fronte alla spiaggia di Mondello e ogni giorno dalle 19.30 fornisce servizio ristorante, american bar e sushi bar. Posto ideale per sorseggiare un aperitivo aspettando il tramonto in riva al mare, magari godendosi un carpaccio di tonno o qualche pezzettino di sushi, accompagnati da una programmazione musicale interessante, che spesso offre musica jazz, ma anche dj set .

Gallipoli, Lecce Parco Gondar Lit. Lung. G. Galilei T 327 821 5783 www.parcogondar.com

• Quando: guardate la programmazione... e scegliete! • Perché: perché è un punto di riferimento per la musica in Puglia • Chi ci trovi: pugliesi e vacanzieri • Highlight: dimensione e facile accessibilità Un enorme parco a pochi metri sia dal mare che dal cuore di Gallipoli vecchia, che negli anni ha saputo creare una programmazione musicale che attira pubblico da tutta la Puglia. 20.000 metri quadri dedicati all’intrattenimento, un programma di concerti che spaziano dai cantautori italiani come Emma a gruppi di fama internazionale come i Moderat l’8 agosto, fino a DJ super star, ad esempio i Chemical Brothers la sera di Ferragosto.


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SAN DIEGO, CALIFORNIA Belmont Park 3125 Ocean Front Walk T 858 228 9283 www.belmontpark.com/restaurants/wavehouse/

• Quando: tutti i giorni • Chi ci trovi: surfisti • Perché: è la wavehouse più conosciuta d’America • Highlight: la vera atmosfera californiana

Tarifa, Tumbao

Tulum, Papaya Project

SANTA MONICA, CALIFORNIA The Bungalows 101 Wilshire Blvd T 310 899 8530 www.thebungalowsm.com

• Quando: la sera • Chi ci trovi: gente “rilassata” • Perché: perché è proprio un bel posto • Highlight: posizione e arredo The Bungalows è secondo il suo proprietario e ideatore Wilshire Bolthouse, uno “state of mind”: riporta indietro negli anni, nel periodo coloniale (Baja Style), dove tutto era in legno, circondato da piante lussureggianti. The Bungalow è infatti un cottage circondato da giardini tropicali con una vista mozzafiato sull’oceano, che lo fanno diventare uno dei posti miglio-

Fuerteventura, Majanicho Fever

Belmont Park è la quintessenza della spiaggia californiana: uno spazio enorme dove troverete cabanas, bar in stile tropicale e tante palme. È perfetto per una giornata di relax distesi nelle cabanas o anche solo per una birra e uno snack in riva al mare. L’attrazione principale è rappresentata dalla macchina delle onde famosa in tutto il mondo e unica in America, registrata sotto il nome di FlowBarrel. Questa macchina è in grado di “muovere” qualcosa come 100.000 galloni di acqua al minuto creando continuamente onde dalla forma perfetta, che negli anni hanno cavalcato turisti e campioni mondiali. Inutile dire che è un’istituzione sulla costa di San Diego e non solo.


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ri per ammirare il tramonto a Santa Monica sorseggiando un cocktail. Un posto che vuole trasmettere relax e semplicità, dove molti spazi si susseguono intorno al giardino: da sale per eventi a una sala da pranzo per cene private che si affaccia su un giardino segreto, alla “stanza dei giochi” con tavolo da biliardo, al lounge bar tutto in legno nel cui patio ci si può rilassare su grandi divani bevendo il margarita della casa.

BALI, INDONESIA

Santa Monica, The Bungalows

COCOON RESTAURANT BEACH CLUB No.66 Blue Ocean Boulevard Seminyak, Bali T +62 361 731266 www. cocoon-beach.com

• Quando: tutto il giorno da mattina a tarda notte • Chi ci trovi: occidentali un po’ “Miami Style”… come il locale d’altronde • Perché: perché volendo stai lì tutto il giorno • Highlight: è sempre super animato Un’esperienza completa, un locale in cui potete arrivare la mattina e andarvene alle prime luci dell’alba: beach bar con piscina, vari ristoranti, lounge bar e zona per eventi dove spesso si alternano dj per feste molto hip. Il locale è completamente in legno bianco, un po’ “Miami Style”, ma ci tiene a non essere pretenzioso e a offrire situazioni di completo relax e divertimento ai propri ospiti. Così dal brunch al pomeriggio in piscina (con servizio ristorante) fino alla cena e al dopo cena, se entrate in questo “guscio” nascosto tra le palme e i frangipani, ma con bellissima vista sull’oceano, rischiate di non uscirne per un bel po’!

FORMENTERA, SPAGNA PIRATABUS Playa Mitjorn, Km. 11 www.piratabus.com

• Quando: al tramonto • Chi ci trovi: chi ama la vera Formentera • Perché: per una birra e una tapa con il good vibe • Highlight: la sua storia si “sente” L’origine del PirataBus risale agli anni ‘70 sulla spiaggia di Mitjorn, dove Pablo e Pascual comprarono un vecchio autobus dismesso, lo posizionarono sulle dune sabbiose della spiaggia e lo trasformarono fino a farlo diventate un bar, da subito amato dagli hippies, così come dalle rockstar che già in quegli anni visitavano l’isola, come i Pink Floyd e Bob Dylan che amavano suonare la chitarra di fronte al sole che tramontava. L’autobus dagli anni ‘80 non c’è più, ma resta l’atmosfera magica di questo luogo, dove godersi ottime tapas e drink ascoltando incredibili melodie e ammirando un tramonto unico.

TARIFA, SPAGNA Tumbao Carretera Nacional 340, Km 74 Facebook: tumbaotarifa.valdevaqueros

• Quando: per una pausa dal “vento” • Chi ci trovi: tutti i kiters … e le loro ragazze • Perché: perché è il chiringuito dove passano tutti • Highlight: il prato intorno, una salvezza dalla sabbia alzata dal vento! TULUM, MESSICO Papaya project Carretera Tulum Boca Paila, Km 4.5 T +52 (1) 984.116.3774 www.papayaplayaproject.com

• Quando: da mattino al tramonto • Chi ci trovi: smart people da tutto il mondo • Perché: perché è super relaxed ma molto “giusto” • Highlight: la semplicità del posto… Il Papaya Club de Playa fa parte di un resort molto speciale a Tulum, il Papaya Playa project, un luogo dove nonostante tutti i comfort, la sera ancora non c’è elettricità e tutto è orientato al rispetto dell’ambiente che lo circonda . Così, il bar su due livelli sembra quasi costruito in sabbia, così come il semi-anfiteatro dove si alternano performance e serate “danzanti” conosciute in tutta la costa per la qualità dei dj. Il tutto con una vista a 360 gradi sulla meravigliosa costa di Tulum. Due grandi “palapas” servono cibo e drinks meravigliosi che possono essere consumati anche nei lettoni sulla spiaggia con un sottofondo musicale soul-funk durante tutto il giorno. Chi ha figli non si preoccupi, vengono organizzati programmi di interazione culturale con i bimbi della zona. E per chi proprio non riesce a stare fermo, lezioni di kite surf con il miglior campione messicano.

Insieme ad Artevida, il Tumbao è il chiringuito di Tarifa per eccellenza. Sulla spiaggia di Vadevaqueros, proprio quella dei kiters, è a pochi metri dal mare, ma ha anche un bello spazio di prato davanti dove potersi rilassare al riparo del vento (e della sabbia negli occhi!), mangiando o bevendo per tutto il giorno, con un piacevole sottofondo musicale, che la sera si anima con musica dal vivo o dj.

FUERTE VENTURA, SPAGNA Majanicho Fever Spiaggia di Majanicho Facebook: MajanichoFever

• Quando: per un pranzo veloce tra un’onda e un’altra • Chi ci trovi: surfers • Perché: perché è esattamente quello che ti immagini quando pensi a un bar sulla spiaggia • Highlight: la mini lounge in cima alla torretta Una torretta stile lifeguard americano nella spaiggia di Majanicho, nella costa nord di Fuerte Ventura, paradiso di surfisti e di chi ama questo stile di vita. La torretta super colorata ospita un barettino super easy, in puro surfer’s style. Mini terrazza in cima alla torretta e tavolini sotto a ombrelloni di palma per godersi una birra o healthy food dalle 11 alle 19, tutti i giorni.


74/ Tazebao #122

Tutte le immagini e i marchi che appaiono nel Tazebao, qualora non esplicitamente appartenenti a Urban Magazine, sono di proprietĂ esclusiva dei rispettivi proprietari.

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