Urban #123

Page 1

numero 123 Poste Italiane spa - Spedizione in Abb. Postale 70% DCB Milano

TRA TANTA GENTE Rivendicare IL PROPRIO CARATTERE ribellandosi alla disciplina e al rigore metropolitano




TBL_COUPLE_F14_URBAN_458x322 T.indd 1


08/09/14 17:25



Bimestrale, Anno XIV / Numero 123 • Direttore Responsabile roberto rossi gandolfi direzione@urbanmagazine.it

7/ L’editoriale 76

Art Direction DIDIER FALZONE didier@bureaubureau.it Responsabile di Redazione MARCO CRESCI redazione@urbanmagazine.it Segreteria di Redazione segreteria@urbanmagazine.it Collaboratori Diana Barbetta, Anselmo Bianconi, Bomboland, Ivan Bontchev, Giovanna Caprioglio, Nicola De Rosa, Ilaria Falorsi, Mauro Gatti, Martina Kirkham, Enrico Longo, Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli, Simone Massoni, Daniel C. Marcoccia, Arianna Pinton, Valentina Roda, Silvia Rossi, Alex Vaccani, Matteo Weber Urban è edito da Biblioteca della Moda Srl Corso Colombo, 9 · 20144 Milano T 02 833 1121 Distribuzione PSC Promos Comunicazione Via Tertulliano, 70 · 20137 Milano T 02 89540195 Abbonamenti info@urbanmagazine.it Stampa Arti Grafiche Vela, Via N. Copernico 8 · 20082 Binasco, MI T 02 90092766 www.grafichevela.it Pubblicità Milano Fashion Media Corso Colombo, 9 - 20144 Milano T 02.5815.3201 Responsabile Di Testata Augusta Ascolese T 335 6945908 aascolese@milanofashionmedia.it Web www.urbanmagazine.it Facebook Urban Magazine In copertina

Tanya indossa cappotto CEDRIC CHARLIER, cappotto MANILA GRACE (indossato sotto). Fotografia Nicola De Rosa, stile Ivan Bontchev. Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Registrazione presso il Tribunale di Milano con il numero 286 del 11/05/2001

L’invasione degli ultracorpi postmoderni Il corpo è un oggetto sociale. Il suo significato si definisce nella relazione con altri corpi e con gli elementi che permeano la società. Possiamo affermare che la società produce i corpi, costruendo la loro immagine e determinandone gli usi. È però nell’adesione ai canoni estetici che il corpo mostra la sua capacità di essere un segnale sociale; ciò è particolarmente visibile nella moda. La moda veste l’identità e offre la possibilità di un intervento reversibile sul corpo stesso; vestirsi è come applicare su se stessi una “seconda” pelle, che può essere modificata ogni giorno e variata in base a ogni occasione sociale. Se il corpo è un oggetto sociale, il corpo vestito lo è ancora di più: l’abbigliamento finisce per essere parte integrante del nostro DNA identitario, esattamente come uno strumento di comunicazione consapevole cui il consumatore contemporaneo presta sempre più attenzione. Abbigliarsi è espressione di una parte del sé che non emerge attraverso la verbalizzazione. Guardare alla moda significa anche sfruttarla come osservatorio privilegiato dei mutamenti degli scenari, che ridefiniscono il mondo e la nostra condizione esistenziale, nell’epoca della comunicazione estesa all’intero pianeta. Sembra un paradosso ma costume e moda potrebbero finire con il fondersi, generando un’unione tra stile, forme di vita sociale, politica, comportamento, esistenza ed economia. A ben osservarne le evoluzioni degli ultimi decenni, non vi è dubbio che il corpo sia diventato sempre più commerciale, il riflesso materiale di una mente altrettanto asservita. Anche perché tutti gli aspetti della vita hanno iniziato ad assumere i ritmi del mercato. Tutto ciò che definisce un uomo: i valori, le sue passioni e i suoi ideali politici stanno via via scomparendo; e di pari passo, l’essere umano sta diventando sempre più flessibile, adattabile, indefinibile e postmoderno.

« Don’t be into trends. Don’t make fashion own you, but you decide what you are, what you want to express by the way you dress and the way you live » (Gianni Versace) Roberto Rossi Gandolfi In alto “Mirror Mirror on the Wall” è la prima personale in Svizzera di Sissi Farassat, fotografa Iraniana con base a Vienna. Lavorando sull’alterazione manuale delle proprie immagini, la Farassat, armata di ago e filo, trasporta i soggetti fotografati in un universo parallelo dove è labile il confine tra soggetti e oggetti: si annulla l’immediatezza della fotografia e il tempo si allunga infinitamente. Fino al 25 Ottobre 2014 alla Galerie Edwynn Houk di Zurigo. houkgallery.com Nell’immagine: “Stitch #10”, color photography and threads, 2009. Courtesy of Houk Gallery, Zurich.



9/ Indice dei contenuti 74

Numero #123

58

34

44

20

53 26

11 La mia Edinburgo STILE

12 In Breve 13 Profili Diletta Cateni / Enrico Baffetti 14 Vetrina Botanica 16 Grooming Dapper Gentleman 58 Moda Uomo Fotografia Gautier Pellegrin, stile Ivan Bontchev SPAZI URBANI

18 In breve 19 L’arte di correre 20 Green Roof Mania

Esce la cinema “Jimi - All is by my Side”, film che racconta la vita privata di Jimi Hendrix interpretato da André Benjamin degli Outkast —

CINEMA

24 In breve 25 Brenton Thwaites Il Custode della Memoria

36 Moda Donna Fotografia Nicola De Rosa, stile Ivan Bontchev 44 Portfolio Otto donne, nessun mistero

Design

LIBRI

SPECIALE MODA DONNA

MUSICA

26 In breve 27 Profili Zorzenoni / Hayon 30 In breve 31 Benedetta Bruzziches Un’Italiana nel Mondo 33 Lee Materazzi Io faccio da sola 34 Kiesza Un marinaio in Vetta alle Chart 35 Profili San Andrés / Domenico Cioffi

Se siete di passaggio a Parigi non perdetevi la retrospettiva Dries Van Noten - Inspirations al Musée des Arts Décoratifs (prorogata fino al 2 Nov) —

50 In breve 51 Gianni Miraglia. Sono le mie parole 52 In breve 53 Interpol. I Mille Colori di New York 54 Dischi IN GIRO

67 Spazi e luoghi da visitare e vivere

Al Circolo degli Artisti di Roma va in scena il concerto di Sohn —

All’Atlantico di Roma la prima delle sei date italiane di Morrissey —

09/2014 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 10/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 — Esce oggi “Sventura”, il nuovo romanzo di Chuck Palahniuk

— Esce “A New Testament”, nuovo album di Christopher Owens (ex Girls)

— Ha da poco inaugurato a Palazzo Reale, Milano, la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia a Marc Chagall


A.S. 98 is a registered trademark by Olip Italia S.p.A. I Via Confine 13 I Colà di Lazise (VR) Italia

Wandering through the streets, looking for a special place. One that makes us feel totally alive.

A.S. 98 Flagshipstores for Shoes and Accessories I VERONA I Via Quattro Spade 3c I 37121 Verona I Italia PESCHIERA I Via Venezia 37 I 37019 Peschiera del Garda I Italia I WWW.AS98-SHOES.COM Official Onlineshop WWW.AS98-SHOP.COM


A cura di Martina Kirkham

11/ La mia Edinburgo 76

Edinburgh’s Rhythm

La capitale della Scozia raccontata da Dario Nepoti, organizzatore di ‘terraforma’ e fondatore di società con un comune denominatore: l’ecosostenibilità. [ 1 ] WALKER SLATER Non è una sartoria qualunque: per uomo e donna rigorosamente in due negozi separati, riesce a coniugare all’artigianalità e alle lane scozzesi un taglio moderno sempre classico. è il paradiso degli amanti dei vestiti in lana su misura o preconfezionati, ci si può trovare e farsi fare quasi di tutto, dai maglioni ai vestiti. www.walkerslater.com [ 2 ] THE JAZZ BAR Il Jazz Bar è forse il luogo che tutti noi vorremo nella nostra città, situato in un sotterraneo dall’atmosfera scura, trasuda jazz e ritmi blues. Si esibiscono in un gran vortice di stili e improvvisazioni artisti affermati e i nuovi talenti alla ricerca di un posto che li promuova. www.thejazzbar.co.uk

[ 4 ] PROJECT COFFEE Il Project Coffee si affaccia quasi sul parco di Meadows, è il posto delle colazioni e dei brunch oltre ad essere perfetto per chi deve scrivere o leggere. Morningside Road è la zona creativa di Edimburgo simile per certi versi ad un paese: tutti si conoscono e facilmente si creano amicizie. [ 5 ] le di-vin WINE BAR I proprietari di Le Di-Vin hanno trasformato l’Oratorio di Sant’Anna in un fantastico Wine Bar. Geniale l’uso degli spazi e di grande effetto la collocazione dei vini, esposti su una intera parete del locale, e il piccolo mezzanino che lo percorre. La gestione è la stessa di Le P’tite Folie, elegante ristorante francese accanto a Le Di-Vin. www.ledivin.co.uk

[ 3 ] THE BLACK CAT il Black Cat è un piccolo pub in Rose Street dal design ricercato che riesce a coniugare la tradizione scozzese alle nuove tendenze. Ha un ottimo assortimento di whisky e birre e grazie ad una programmazione di musica dal vivo riesce a creare l’atmosfera giusta per passare lunghe serate in compagnia. theblackcatbar.com

DUBH PREIS Si pronuncia Doo Prash, storico ristorante, offre i migliori haggis di Edimburgo. Tradiziona-

[1]

le piatto scozzese, è un insaccato di interiora di pecora (cuore, polmone, fegato), macinate insieme e bollite, e si accompagna con salsa di Whisky o di Porto. Il ristorante si trova nella città vecchia, tra l’Edinburgh Castle e l’Holyrood Palace, ed è composto da una sola grande stanza, molto classica ma molto romantica.

Dario Nepoti, 25 anni. Socio fondatore dell’associazione culturale Threes, con la quale ha organizzato Terraforma, evento internazionale di musica che pone una particolare attenzione alla sostenibilità e alla promozione dell’architettura. È stato presidente di SUSP, l’associazione della Facoltà di Scienze politiche dell’Università Statale di Milano. Lavora nell’ambito dell’agricoltura come socio fondatore di Smart Ground, sistema per ottimizzare il consumo dell’acqua, e sta avviando una start up di marmellate d’agrumi biologici nell’azienda agricola Villa Catalfamo (Cefalù, Sicilia).

[ 6 ] PASSEGGIATA Venti minuti di treno e ti ritrovi a North Berwick, un piccolo borgo tra la campagna scozzese e l’oceano. Da lì partono diverse passeggiate tra le quali quella lungo la vasta battigia che porta alle rovine di Tantallon Castle, un vecchio castello medievale. Nel borgo si trova una piccola trattoria greco/scozzese di due simpatici anziani che con il loro spirito ti raccontano le storie della Scozia. [6]


Testi di Marco Magalini e Enrico Longo

12/ Stile 76

Parigi > Zaino couture Riccardo Tisci si cimenta nella sua personalissima interpretazione di un accessorio iconico nell’abbigliamento maschile: lo zaino. Disegna per Givenchy una collezione, dal nome 17, che allontana il backpack dal suo mondo di origine, lo sportswear, per proporne due versioni in cui lo sport c’è ma è ispirazione per un prodotto estremamente sofisticato, in arditi abbinamenti con completi formali e tuxedo. Proposto in due modelli, il 17 trova il suo DNA nel borsone militare, progettato dalla maison in

Milano > Lo smart look di Mauro Grifoni Parla di un’eleganza semplice, tra lusso moderno e sperimentazione accennata, dedicata allo charme italiano vagamente colto e intellettuale, ma pur sempre dinamico. È la collezione di Mauro Grifoni, che si spoglia degli eccessi per incontrare un’estetica soft in bilico tra le forme classiche e il design strutturato. Le cromie sono quelle nette e pure dei grigi sfumati e del color cammello o melanzana, in abbinamento al caUn look decisamente urbalore dei tessuti, che vedono gessati no e sicuramente trasversarigorosi unirsi a flanelle classiche, le, in cui i codici del formale cotone doppiato e panno. Impossisi mixano con quelli dello bile farsi mancare la cappa, che si sportswear per outfit misutrasforma in parka d’ispirazione mirati ed eleganti ma assolulitare in cotone giapponese. tamente funzionali, come nel caso del velluto liscio, la cui preziosità è espressa in un abbinamento inusuale ma ben riuscito con la felpa, nei colori vivaci del viola, blu prussia, rosa e carta da zucchero, in accostamento ai pantaloni dall’aspetto relaxed e tech.

termini di utilità, sportività ma anche sofisticazione e con stile inconfondibile. Per questo le due versioni di 17 riflettono e si accompagnano ai temi della collezione: uno è infatti nero, in nylon, con le linee di un campo da basket a contrasto: l’altro è invece in pelle morbida chiara leggermente lucida, proposto con una bandiera applicata e gli spallacci con la cerniera. Per entrambi è previsto l’uso sia come zaino che come sacca, essendo dotati di maniglioni, e ogni versione è completata dai classici accessori e cerniere metallizzate grigie di Givenchy.

Milano > Vestirsi d’arte La contaminazione con l’arte è una delle caratteristiche che rende riconoscibili le creazioni Marni. Un dialogo attivo che si spinge oltre, avvicinandosi agli artisti di Art Brut e Outsider Art: correnti artistiche periferiche, che rifiutano i limiti e soprattutto escludono l’impossibilità creativa. Ne fanno parte fantasiosi per lo più autodidatti, disabili, visionari e per questo spesso emarginati, in grado però di dare vita a forme di espressione artistica esterne al mercato e alle istituzioni, estranee alle logiche restrittive che queste com-

LONDRA Appuntamento a Memphis

Dalla calda e soleggiata Sicilia, è a Londra che la giovane designer Caterina Belluardo trova ispirazione per la sua collezione di scarpe MEmphis MEets ME. Oggetti unici, espressione del lavoro artigianale di un piccolo laboratorio dell’East End, in cui prendono vita colori accesi, righe, grafismi e le forme geometriche che si ispirano al movimento Memphis, manifesto del postmodernismo italiano anni 80. I codici tipici della calzatura all’inglese, come la suola in cuoio e le frange delle derby, si vestono di contemporaneità •

EMPOLI Verba: slippers 2.0 Un marchio di accessori che ha fatto dell’artigia-

nalità e della qualità made in Italy i suoi elementi distintivi, unendoli ad un’attitudine chiara all’innovazione. Materiali e abbinamenti inconsueti, dal pluriball alle pelli più pregiate, ma soprattutto un design che celebra la tradizione e che da essa prende spunto per interpretare le classiche slippers con risultati inaspettati. Dalla versione più formale a quelle più audaci con la coda di rondine in tartan, le Verba danno una connotazione urbana alla scarpa formale maschile •

portano, per una produzione più libera che mai. È questa libertà formale ad aver catturato l’attenzione di Marni, che decide così di accendere capi e accessori dell’anteprima della collezione invernale con stampe e disegni prodotti

da questi artisti. Abiti, t-shirt, borse e pochette si animano grazie al forte uso del colore e alla spontaneità del disegno di tre giovani creatori: i francesi Christophe Joubert e François-Xavier Tavy-Sacley e l’italiano Stefano Favaro.

milano To wear your world Sono sempre di più gli oggetti che l’uomo ha la necessità di portare con sé, e questo impone l’uso di un accessorio per trasportarle. Letasca riflette proprio su questo bisogno, cercando di fornire un’alternativa da indossare nel quotidiano, che lasci le mani libere e la cui funzionalità sia accompagnata a un’immagine accattivante. Nasce così un gilet con 10 tasche studiate ad hoc per indossare tutto: smartphone, occhiali da sole, passaporto, e perfino il laptop, da posizionare sulla schiena • Milano Fine, Fresh, Fierce

L’estro, il gusto e le abilità di ragazzi giovani che lavorano per soddisfare le esigenze di chi è alla ricerca di un proprio stile personale ,hanno portato alla creazione di NoHow. Parole chiave: hand made, limited edition e made in Italy. NoHow è abbigliamento e accessori, ma più che altro è uno stile di vita, a cavallo tra arte e modernità, dove il grigio del cemento metropolitano si mixa ai parchi e all’eleganza del dandy style londinese. Nato neanche un anno fa, è già un successo sui social e fra i web influencer •


A cura di Marco Magalini

Diletta Cateni

13/ Stile 76

FASHION ZOO. è il mondo il territorio creativo della fashion designer fiorentina Firenze. Diletta Cateni è una young designer con una fervida immaginazione e una passione per i viaggi, la creatività e un blog che aggiorna scattando foto da ogni angolo del mondo. Questo occhio d’artista è valso alla designer il soprannome di Artistylist, sotto il quale amore per moda, arte e fotografia si riuniscono. È questo il modo in cui Diletta ama comunicare le sue idee e trasmettere la propria immagine di moda, ed è su questa scia che nascono le sue coloratissime collezioni, avviate dalle sciarpe in cashmere e modal e portate avanti in un progetto di total look dedicato sia all’uomo che alla donna. Ne risulta un prodotto ironico, ricercato, sicuramente ispirato alle grafiche della Pop Art. Ogni capo è unico nel suo genere, perché le foto utilizzate per le stampe, che ricoprono interamente camicie, t-shirt e canotte, sono in realtà foto scattate, e successivamente modificate in modo creativo dalla

Enrico Baffetti

stessa blogger. Così i ricordi di viaggi, ROCKING KNITWEAR. Il linguaggio raccolti nelle città, in campagna, nei e la cultura musicale supermercati, al mare e in montagna, diventano i motivi che decorano la della provincia urbana collezione, con una singolare peculiarità: niente persone! Protagonisti Ancona. Materiali, ispirazione dagli ambienti urbani e dalinediti sono gli animali, anche loro lavorazioni e qualità la periferia. Il mondo di riferimento è fashion, di tendenza, con tutti gli made in Italy nel DNA di quello richiamato dalla musica grunge stili che vogliono rappresentare. Enrico Baffetti, cresciuto e hip-hop, rappresentando l’individuo Un fashion-zoo, dal pellicano nella storica azienda di metropolitano che si nutre di sottoculche va a fare la spesa con il fifamiglia che dal 1980 pro- ture e ricercatezza. È allo stile di David glio, alla medusa che tifa per duce maglieria. Un inizio Bowie che si ispira la collezione autungli Yankees, dalla mamma fortunato, che ha fornito a no/inverno 2014, svelato in saette stiorsa chic che porta i suoi Baffetti risorse ed esperien- lizzate, suggestioni metalliche in lurex cuccioli al mare, alla giza in abbondanza per passare e pattern check, animalier sgranati, fulraffa rapper che mangia al livello successivo, e creare, mini. Ne risultano vestibilità over, anche il gelato. Una natura un nel 2013, il suo marchio perso- se mai esasperate, in cui la sperimenpo’ matta, per restituire nale Rico. Il pedigree familiare tazione culturale si riflette in quella nei la visione complessiva viene messo a frutto nel design confronti delle più innovative tecniche di un sogno; qualcosa di linee che si pongono come un di lavorazione di filati e tessuti, e nella di surreale, ma che total look di maglieria sperimentale. creazione di pattern reinterpretati attraci rappresenti e che Qui le tecniche tradizionali apprese verso intrecci di maglieria. Un perfetto racconti chi siamo • in azienda sono la base qualitativa mix di elementi di continuità e nuove per un prodotto esclusivo che si evol- intuizioni, nel giusto equilibrio tra moda, ve verso la contemporaneità, traendo musica e arte •


14/ Stile 76

Foto Matteo Weber Servizio di Valentina Roda

BOTANICA Ritagliarsi uno spazio verde nel calore intimo di casa propria per ampliare le sensazioni di una vita campestre in città.

Sulla sedia: Cappotto Tonello Pochette Braintropy Sulla tavola: Scarpe 1a Classe Borsa Pijama Maglione Mauro Grifoni Anelli MVP Occhiali Conservatoire International De Lunettes

Il volume è “Gardenalia: Furnishing your Garden with Flea Market Finds, Country Collectables and Architectural Salvage” di Sally Coulthard, edito da Jacqui Small. Tavolo and props Two Heads in the Clouds.



16/ Grooming 76

Testo Alex Vaccani Foto Matteo Weber

Dapper Gentleman

C’è qualcosa nell’aria; una miscela inebriante di confort, glamour e raffinatezza nella preparazione di una borsa da viaggio, che sia per un incontro di lavoro a Londra o un weekend romantico in Costa Azzurra.

Solitamente l’uomo non gioisce nel preparare una valigia, è la destinazione che lo eccita, non i preparativi; ma il Dapper Gentleman deve anticipare ciò di cui si può avere bisogno, o di cui non si può fare a meno, per la cura della propria persona e per essere sempre al 100% in ogni situazione. Così, se la meta per un weekend lungo è l’idilliaca cittadina marittima di Villefranche-sur-Mer in Francia, in borsa andrà una selezione di look riviera appropriati ed una serie di prodotti di beauty e fragranze da indossare nei vari momenti della giornata.

CLINIQUE FOR MEN Tre Fasi La nuova linea Clinique for Men offre agli uomini prodotti specifici per pulizia, esfoliazione e idratazione. Face Wash sapone liquido che non disidrata. Oil Control Exfoliating Tonic, con azione seboregolatrice. OilControl Mattifying Moisturizer, opacizzante e leggero. ERMENEGILDO ZEGNA Haitian Vetiver Questa fragranza dell’esclusiva Collezione Essenze della maison Zegna sposa il vetiver haitiano al bergamotto italiano, accompagnati dal neroli in una pregiata miscela dal carattere intenso e stimolante grazie anche alla profondità dell’olio essenziale di semi di carota e giaggiolo.

Borsa da viaggio: ANDREA INCONTRI

BYREDO. Sunday Cologne Eau De Cologne L’interpretazione della colonia classica tradizionale in uno stile contemporaneo. Si apre col bergamotto, mentre l’anice stellato amoreggia con il cardamomo e un fondo terroso di vetiver, muschio e patchouli donando una raffinata sensualità senza tempo.

PHAEDON L’Eau De Phaedon Un’eau priva di allergeni, che la rendono dolce anche sulla pelle più delicata. Una piramide floreale legnosa muschiata, caratterizzata dalla presenza di due accordi insoliti: quello delle foglie di agave e dell’aloe vera, per un sentore vegetale acquatico zuccherino. LA MER. The Spf 50 Uv Protecting Fluid Ideato per la protezione quotidiana contro i raggi solari potenzialmente dannosi, questa

potente formula leggera aiuta a prevenire la comparsa di macchie future, mantenendo la pelle idratata e lenita e donando confort. SISLEŸUM FOR MEN Soin Global Revitalisant Anti Age Sisley ha creato Sisleÿum: un trattamento completo, dopobarba e anti-età. Apporta confort e freschezza, la pelle è vellutata e idratata. Giorno dopo giorno, il viso è luminoso e tonico, la pelle è più resistente, rivitalizzata e ringiovanita.

ROBERT PIGUET Bois Noir L’oscurità di legni pregiati, il calore fumoso di balsami. Bois Noir è un elisir legnoso avantgarde. Eleganza e raffinatezza moderna, per una fragranza opulenta e ricercata, per chi non ha paura di fare una dichiarazione di stile. SHISEIDO MAN Total Revitalizer Eye Trattamento maschile anti borse e occhiaie, ispirato alle iniezioni di acido ialuronico che contrasta rughe, disidratazione,

rilassamento cutaneo, borse, occhiaie e dona al contorno occhi un aspetto rigenerato, più giovane e definito. AĒSOP. B Triple C Facial Balancing Gel Una sorta di maschera, idratante, trattamento e siero tutto in uno. Da utilizzare una o due volte la settimana, per consegnare un potente concentrato di vitamina C e B che illumina attivamente e riequilibra il tono della pelle, fornendo allo stesso tempo una protezione antiossidante.


Produced under license of Ferrari Brand Spa. FERRARI, THE PRANCING HORSE device, all associated logos and distinctive designs are property of Ferrari Spa.

Distributore ufficiale: Mondia Watch Group Srl Via Bobbio 87 - 27058 Voghera PV - Tel. +39.333 1275841 - info@mondiawatchgroup.com - www.mondiawatchgroup.com


18/ Spazi Urbani 76

Testi Jean Marc Mangiameli

Wuhan, Cina > Le torri ecologiche più alte del mondo Il primato del Burj Khalifa, il popolare grattacielo di Dubai alto 800 metri, sta per essere spazzato via da un nuovo ambizioso progetto, questa volta made in Cina. Nella “città dei 1.000 laghi”, meglio conosciuta come Wuhan, sorgeranno presto le Phoenix Tower: due torri che sfonderanno il tetto di 1 km di altezza. La particolarità di questi edifici non risiede unicamente nelle dimensioni da record, bensì nel loro design, che prende le distanze dalla forma monolitica tipica dei grattacieli occidentali. Sulla carta le torri appaiono come due uccelli stilizzati: un grattacielo maschio, Feng, e uno femmina, Huang; il primo produrrà energia rinnovabile che “nutrirà” entrambi, mentre il secondo purificherà acqua, aria e ospiterà orti verticali; il tutto in un meccanismo di unione bilanciata che richiama da vicino la filosofia orientale Yin/Yang. Le due costruzioni, inoltre, non saranno fini a se stesse, bensì fulcro centrale di un parco tematico, nonché motore per lo sviluppo dell’intera regione. Ph. Cheetwoods Architects

Emirati Arabi Uniti > Il rinascimento urbano che riparte dal deserto Vi avevamo già parlato di Masdar, la città totalmente ecosostenibile che sta sorgendo nel deserto di Abu Dhabi. Ebbene, non sarà l’unica. Da poche settimane è stato presentato un altro mastodontico progetto, questa volta per conto di una società tutta italiana: il gruppo Sirei. L’ambizione? Quella di fondare un centro urbano tecnologicamente ed ecologicamente all’avanguardia, simbolo del gemellaggio tra la cultura nostrana e quella araba. “Renaissance city”, questo il suo nome, se approvata, vedrà la luce entro Expo2020 fornendo un esempio di città efficiente e sostenibile, un luogo ideale in cui vivere; per questo motivo è già prevista una forte collaborazione con il MIT (la sede dell’Istituto Tecnologico del Massachusetts a Masdar) per tradurre quanto più know how possibile tra le due realtà. Ma a quale prezzo? Solo il design del progetto finora è costato 270 mila dollari, mentre il costo totale per ultimare l’impresa è stimato intorno ai 30 miliardi. Buona fortuna!

New York > L’orto cresce in Hotel La catena americana Tablet Hotel ha indetto un contest per ripensare la socialità all’interno di una struttura alberghiera. Il progetto vincitore, The Allotment, realizzato dallo studio Dean Moran, ha ben pensato di sfruttare la lingua universale del cibo per unire d’amore e d’accordo tutti. Il concept: creare un orto e un mercato negli ambienti comuni dell’hotel, aperti anche ai newyorkesi; sarà così possibile poter scegliere personalmente le materie prime che si vorranno mangiare, a due passi dalla hall, facendole cucinare a dovere dagli chef del ristorante e finendo in bellezza a consumarle sul rooftop

dell’edificio, lo spazio social per eccellenza. The Allotment ambisce così a risolvere due problemi: il rendere tracciabile il rapporto con quel che si mangia in una città, la Grande Mela, dove la realtà del km zero non è sempre possibile, e permettere ai guest una più concreta interazione con la cultura (e coltura!) locale. Perché si sa, a tavola siamo tutti più loquaci! Ph. Dean Moran

COPENAGHEN The best place to live!

È da un paio di anni che la capitale nordica domina la classifica delle città con la più alta qualità di vita, stilata dalla prestigiosa rivista Monocle. Come se non bastasse, quest’anno si è aggiudicata pure il titolo di “European Green Capital” conferitole dalla Commissione europea. D’altronde i danesi sono stati i primi, negli anni Settanta, a formulare una legge ambientale, e Copenaghen, oltre a essere la city più a misura di ciclista, offre numerosi parchi e aree verdi, mai più distanti di 15 minuti a piedi, ovunque vi troviate! Tyllikke! • MILANO Scaldando i motori per Expo Dal 12 al 22 settembre il Parco Nord di Mi-

lano ospiterà l’VIII edizione del Festival della Biodiversità, la manifestazione nazionale dedicata alla natura e sostenibilità. L’edizione 2014 sarà incentrata sull’agricoltura familiare, tema su cui quest’anno ha puntato i riflettori anche l’ONU, valorizzando il ruolo dei piccoli proprietari terrieri nella produzione alimentare globale. L’evento costituisce un’anteprima importante in vista del più grande e appetitoso appuntamento con Expo2015 il cui claim, ricordiamo, è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” •

ROMA Arrivano le bibliocabine Cosa ci fa una vecchia cabina telefonica nel bel mezzo del parco di Torresina? Niente paura, nessun rifiuto selvaggio, bensì la prima “bibliocabina” della Capitale. Il simpatico progetto di recupero, messo in piedi dal comitato di quartiere, ambisce a unire il riciclo intelligente con l’educazione alla lettura. Così a partire da metà settembre, qui tutti potranno prendere e portare libri da “liberare” per la comunità. Al momento è prevista un’unica “sede”, ma se l’iniziativa avrà successo, le “bibliocabine” si moltiplicheranno per tutta la città • HELSINKI Senza auto entro dieci anni La capitale finlande-

se sta testando un’app in grado di sbarazzarsi definitivamente delle autovetture private. SuperHubb, questo il suo nome, calcolerà velocemente il percorso più breve (ed economico) per il cittadino, coordinando orari e disponibilità di tutti i mezzi pubblici: bici, carsharing, traghetti, bus e treni (che, si sa, in Finlandia sono sempre puntuali). La app permetterà anche di pagare il biglietto con un semplice click dal proprio smartphone, rendendo più pratico, veloce e conveniente l’uso del trasporto pubblico. Data di estinzione delle auto? 2025 •


19/ L’arte di correre 76

Baton Rouge, Louisiana Celebrando LeRoy Neiman Leroy Neiman nasce nel 1921 in Minnesota e scopre le sue doti artistiche nell’esercito quando comincia a disegnare i poster per gli spettacoli della croce rossa durante la seconda guerra mondiale. Il suo nome comincia a diventare noto dopo che Hugh Hefner affascinato dal suo modo di dipingere lo assume come illustratore di Playboy. Nel 1960 la sua carriera prende una piega completamente diversa che diventerà quella più conosciuta. Neiman inizia a girare il mondo dipingendo da bordo campo eventi sportivi; celebri i suoi dipinti in cui fissava su tela competizioni come le olimpiadi (nell’edizione del 1984 a Los Angeles fu l’artista ufficiale dei giochi), il Super Bowl, il gran premio automobilistico di Monaco, le World Series di baseball, il Kentucky Derby e Winbledon tra gli altri. Nell’arco della sua carriera Neiman non dipinse certamente solo azioni sportive, ma la fama raggiunta da queste ultime ha completamente eclissato ogni sua altra opera. Spentosi la sera del 20 giugno 2012 a New York all’età di 91 anni, la sua arte è celebrata oggi con una

Svezia Premi play e corri

importante retrospettiva messa in scena a Baton Rouge in Louisiana presso l’LSU Museum of Art at the Shaw Center for the Arts, aperta sino a gennaio 2015. Leroy Neiman con le sue pennellate violente riflette influenze precise: Toulouse-Lautrec, Dufy, l’espressionismo astratto e il realismo sociale di New York, inventando l’arte sportiva moderna.

Spotify si allea con il colosso Adidas e crea Boost Your Run, un servizio che consente agli utenti di creare playlist personalizzate per accompagnare il loro allenamento. I corridori possono impostare la loro posizione, la distanza, l’interesse musicale e l’intensità di allenamento e Spotify genererà una selezione di playlist per soddisfare le loro preferenze. Per lanciare la collaborazione sono state create delle runner con tecnologia Boost che ammortizza il colpo permettendo una spinta maggiore.

Big Sur Corsa VIP Sono solo

300 le persone che possono iscriversi alla Big Sur Trail Marathon, Half Marathon & 5 Mile che il prossimo 27 settembre giunge alla sua 25a edizione. Il panorama del suo percorso l’ha fatta entrare nella top 5 delle corse più mozzafiato del mondo, poiché salendo per la Old Coast Rd. di Big Sur si gode una delle viste più esclusive che la costa californiana può offrire. Il percorso è consigliato a piedi esperti, in quanto tortuoso e ricco di salite e discese, ma offre tutti gli ingredienti per passare un weekend indimenticabile.

Georgia Fuga dal labirinto

Uscirà nelle sale statunitensi il prossimo 10 ottobre Maze Runner, pellicola basata sul celebre best seller Maze Runner - Il Labirinto, scritto da James Dashner. Ambientato in un mondo post-apocalittico, il film narra la storia di Thomas, giovane problematico rinchiuso in una comunità per ragazzi, che si ritrova catapultato nella misteriosa Radura dopo che la sua memoria è stata cancellata. James scopre presto che la struttura in cui si trova è in realtà una prigione-labirinto e tenta la fuga con i suoi amici runner. Protagonista del film il “teen wolf” Dylan O’Brien.

Da sinistra, in senso orario: “Olympic Runner”, 1972; “Olympic Training Site”, 1983; “Olympic Track”, 1980. Tutte le immagini: Courtesy of LeRoy Neiman Foundation

New York Runner Mania

Le scarpe da running sono ormai indispensabili per essere alla moda, persino Rihanna è scesa dall’alto dei suoi tacchi per indossare un paio di sneakers New Balance che sembrano essere diventate la sua nuova ossessione, tanto da averle indossate più e più volte per le strade di New York.


20/

76


Testo Jean Marc Mangiameli

21/ Spazi urbani 76

L’ULTIMO TREND IN ARCHITETTURA? RENDERE GLI EDIFICI SEMPRE PIÙ VICINI A MADRE NATURA. È ESPLOSIONE DI GREEN ROOF, TRA MODA, ECOLOGIA E SOSTENIBILITà.

Ph. Peter Bennetts (1); Hiromi Watanabe - Watanabe Studios (1)

A metà tra capriccio estetico di archistar e reale soluzione sostenibile, negli ultimi anni sempre più edifici hanno visto i propri tetti trasformarsi in piccole oasi verdi. Pratica già attiva da secoli in quel dei paesi scandinavi, i green roof sono stati riscoperti in tempi recenti, poiché rispondono a diverse esigenze pratiche dell’architettura contemporanea. Quali? In primis fungono da isolante termico, poiché permettono la conservazione del calore durante i mesi invernali e del fresco nei sullo skyline urbano, contribuendo al benessere psicofisiNella pagina accanto, mesi estivi, assorbono efficacemente l’acqua piovail giardino pensile della na scongiurando allagamenti e facilitando i sistemi co dei cittadini. Più in generale lo studio e la progettazione City Hall di Chicago. moderna di edifici verdi è una pratica che risale agli anni di drenaggio degli immobili; inoltre, hanno una funSotto, un dettaglio dei Settanta; architetti come Emilio Ambasz hanno costruito tetti dell’università di zione di isolamento acustico e filtraggio di polveri Melbourne e la sottili, ideale per chi vive in metropoli caotiche. Non un’intera carriera sulla commistione tra architettura e naPrefectural Internatura. Quest’ultimo ha dato vita ad alcuni tra gli esempi più ultimo impattano in maniera positiva sull’estetica tional Hall di Emilio significativi mai realizzati: la Prefectural International Hall di Ambasz a Fukuoka dell’edificio, aumentandone quindi il valore, nonché Fukuoka in Giappone, un palazzo pubblico che era destinato a sorgere su di un parco - all’epoca l’unica area edificabile in città - distruggendone inevitabilmente gran parte. Con un’intuizione geniale l’architetto argentino ha pensato di progettare la superficie a scalinata terrazzata ricoperta da piante che dialogano con la vegetazione adiacente; un edificio divenuto simbolo dell’architettura verde che ha dimostrato al mondo intero che è possibile costruire in maniera intelligente, rispettando il territorio circostante.


22/

Ma i moderni tetti verdi invadono anche l’Italia. A Milano spicca per popolarità il celebre Bosco Verticale di Stefano Boeri - più che un green roof un vero e proprio green building - ma recentemente hanno fatto parlare di sé anche il SuperOrtoPiù - il progetto ecologico e artistico di Michelangelo Pistoletto insediato sul tetto del Superstudio Più di via Tortona - e il nuovo restyling dell’Hotel Scala, che ha visto la creazione di un orto all’ultimo piano dell’edificio; qui lo chef Fabio Castiglioni garantisce ai propri ospiti un pasto biologico a km zero (anzi, a “metro zero”) con vista guglie del Duomo! Di qualche mese fa, invece, la notizia del progetto sperimentale “Shagree” di Bari che prevede la realizzazione di aree verdi sui tetti di condomini selezionati per studiare i cambiamenti sul microclima; alcuni Sopra, la Prefectural studi hanno infatti dimostrato che International Hall un quartiere che presenta un numero e i giardini pensili dell’università di considerevole di giardini pensili regiMelbourne. Sotto, stra una temperatura minore rispetil SuperOrtoPiù di to agli altri. È il caso di Chicago, una Pistoletto a Milano

delle città americane con la più alta concentrazione di tetti verdi dove sbuca, per importanza, il giardino pensile della City Hall. Diventata uno degli esempi più riusciti (e imitati) negli Stati Uniti, col suo spazio di 1.800 metri quadri ospita oltre 20.000 piante appartenenti a 150 specie diverse, per lo più provenienti dalle praterie dell’Illinois; questo per garantire una continuità paesaggistica che si è scoperto può persino influenzare positivamente le rotte migratorie degli uccelli. Ma non solo green, anche brown! L’incontro tra architetti e ambientalisti è arrivato a concepire i cosiddetti “tetti marroni”, più adatti a ospitare specie rare di piante, animali e invertebrati. Chiamati anche “tetti della biodiversità”,

76

questi particolari giardini pensili trovano migliore applicazione in quelle aree dove la cementificazione ha devastato o alterato un ecosistema, minacciando la sopravvivenza di diverse specie viventi. Aspetto che viene sempre più studiato anche in ambito accademico, come nel caso dell’università di Melbourne, dove si è deciso di rendere giardini pensili tutti i tetti del campus; l’operazione, che ha riscosso molto successo, è alla base di uno studio che indaga sull’ottimizzazione energetica e la preservazione delle specie autoctone tramite le superficie piane degli edifici (che a Melbourne costituiscono il 17% del totale). Ad arricchire i tetti non manca un tocco di design moderno (merito dello Studio Hassel) che ambisce a esportare questo modello anche in altri edifici pubblici e privati. Futuro più che garantito, poiché oggi diverse amministrazioni locali, su scala internazionale, stanno stanziando fondi e incentivi fiscali per spronare la diffusione di questa nuova pratica. I green roof, quindi, non sono più solo da intendere come un capriccio estetico per il tempo libero di élite o un’alternativa freak al cortile, bensì come

Ph. Peter Bennetts (1); Hiromi Watanabe - Watanabe Studios (1)

Spazi urbani

un investimento vero e proprio per la comunità e l’ambiente; un luogo dal forte valore ecologico e sociale, utile per abbattere i costi energetici e migliorare la qualità di vita di tutti.


Š2013 Brooks Sports, Inc.


A cura di Silvia Rossi

24/ Cinema 76

Londra > She’s funny È stata l’istigatrice del rimando dei suicidi nella notte in cui tutti volevano togliersi la vita in Non buttiamoci giù, film tratto dal best seller di Nick Hornby. Recitava accanto a Pierce Brosnan e alla Breaking Bad star Aaron Paul. Con Paul ha poi corso a velocità massima in Need for Speed... e pensare che non ha nemmeno la patente. Da pochissimo è riuscita a far innamorare Zac Efron nella commedia da lui prodotta Quel momento imbarazzante e al Festival di Venezia l’abbiamo vista diretta da Peter Bogdanovich in She’s funny that way dove interpreta una prostituta che fa innamorare un regista di Broadway con la faccia di Owen Wilson. Ha un nome che è tutto un programma e un viso che all’apparenza sembra banale ma che in realtà sa trasformarsi. Lei è Imogen Poots e presto, o forse no, la vedrete anche nel film di Terrence Malick – ora in post produzione – Knight of Cups.

Los Angeles > The Amazing Siamo nel 2014 ma già è confermato che fino al 2018 sarà ancora Spider Man. Il capitolo 3 e 4 del supereroe rosso e blu sono infatti già stati annunciati, nemmeno il tempo di vedere il secondo... Sarà nuovamente Andrew Garfield, diretto da Marc Webb, a tessere le ragnatele che lo porteranno da un grattacielo all’altro per salvare le persone in pericolo. Garfield, nato a Los Angeles 30 anni fa e trasferitosi poi in Inghilterra, per non sbagliare niente ha deciso di innamorarsi della sua amata Gwen (Emma Stone) anche nella vita. La sua favola cinematografica è iniziata accanto a Robert Redford in Leoni per Agnelli (nella foto) con Meryl Stre-

ep e Tom Cruise e proprio grazie al dialogo strepitoso con Redford conquista un posto nella lista degli attori “da tenere d’occhio”. Prima di ritornare nella tutina di Spider Man lo vedremo in 99 Homes di Ramin Bahrani accanto a Laura Dern e Michael Shannon. Un drama movie dove interpreta un uomo disperato che perde la sua casa a causa di un pignoramento per poi iniziare un’attività di truffa a danni del governo.

Mexico City Iñárritu is back Avete amato Amores Perros, 21 grammi e Babel? Lo stavate aspettando? È tornato. Alejandro Gonzales Iñárritu dirige Birdman o Le imprevedibili virtù dell’ignoranza. Una black comedy che racconta la storia di un attore in declino - famoso per aver interpretato un mitico supereroe – alle prese con le difficoltà e gli imprevisti della messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe rilanciarne il successo. Chi recita? Oltre al protagonista Michael Keaton, ci sono Edward Norton, Emma Stone e Naomi Watts. Nel Nord America il 17 ottobre e all’inizio del 2015 da noi •

Andrew Niccol, quello di In Time, S1m0ne, Lord of War e delle sceneggiature di The Truman Show e di The Terminal dirige uno stressatissimo Ethan Hawke. Il film si chiama Good Kill e racconta di un ex pilota di aerei che combatte contro i Talebani via remoto, comandando per dodici ore al giorno i droni. Lo stress provocherà forti tensioni nella sua vita privata e nel lavoro stesso e la sua missione comincerà a essere messa in discussione dai suoi superiori. Adrenalina pura • Auckland Nuove tecniche

New York > Indie Gang Sviluppato a partire dal cortometraggio Curfew con cui ha vinto l’Oscar nel 2013, il film d’esordio dell’attore e regista Shawn Christensen Before I Disappear visto ai Venice Days è stato la rivelazione del cinema indipendente americano di quest’anno. L’impianto narrativo è da classica commedia degli equivoci, ma lo sviluppo rivela un talento del tutto originale. Nel cast le star delle serie cult made in Usa Emmy Rossum (Shameless), Paul Wesley (Vampire Diaries) e Ron Perlman (Sons of Anarchy). Girato durante l’estate newyorchese, il film Five Star mostra la cultura delle gang schivando ogni possibile stereotipo e lasciando volutamente nell’ambiguità la distanza tra fiction e vita reale. Che storia è? Quella dell’adolescente John (John Diaz) che dopo la morte del padre, colpito da una pallottola vagante, viene preso sotto braccio da James “Primo” Grant che decide di farsi carico dell’educazione del ragazzo alla legge della strada. Esponente di spicco della gang dei Bloods - sia nel film che nella realtà - Primo conosce soltanto le strade di Brooklyn. Mentre John è incerto se entrare o no in questa vita, Primo deve decidere se e come lasciarsi il suo passato alle spalle. Dirige Keith Miller.

New York Crisi e caos Non si può non pensare a Good Morning Vietnam o Rain Man ogni volta che si parla di Barry Levinson. Il regista americano dirige The Humbling, un film tratto dal romanzo di Philip Roth che vede Al Pacino nei panni di un famoso attore di teatro che cade in depressione e tenta il suicidio quando perde improvvisamente il dono della recitazione. Nel tentativo di ritrovare la sua forza vitale, instaura una relazione con una donna omosessuale molto più giovane di lui (Greta Gerwig). In breve tempo la relazione tra i due genera il caos • Roma The most controversial Abel Ferrara racconta Pasolini. Il più controverso scrittore e regista italiano attraverso la macchina da presa di Abel Ferrara. C’è da aspettarsi il meglio? Di certo c’è che Willem Dafoe nel ruolo di Pierpaolo Pasolini si è davvero trasformato. Il film esplora gli ultimi giorni di vita dello scrittore prima della sua tragica morte e accenna all’ultimo progetto del regista. Nel cast tanti italiani: Riccardo Scamarcio nel ruolo di Ninetto Davoli, Valerio Mastandrea e lo stesso Ninetto Davoli. Esce il 18 settembre •


Intervista di Silvia Rossi Ritratto di Jeff Vespa/GettyImages

25/ Cinema 76

Il CUSTODE DELLA MEMORIA

“Brenton è un giovane attore fuori dal comune, e sono sicuro che sentiremo molto parlare di lui”. Cosa volere di più se a dire queste parole è niente meno che Jeff Bridges? Vi presentiamo Brenton Thwaites: 24 anni, australiano, attore.

Cairns, Australia. Con sei grandi produzioni in uscita, l’attore Brenton Thwaites è uno dei giovani talenti da tenere d’occhio. Dopo essere stato il principe azzurro in Maleficent con Angelina Jolie ed Elle Fanning, lo vedremo al cinema l’11 settembre nel ruolo di Jonas in The Giver insieme a Jeff Bridges e Meryl Streep. Il film distopico diretto da Phillip Noyce e tratto dal romanzo di fantascienza di Lois Lowry racconta la storia di formazione di un ragazzo cresciuto in un mondo dall’apparenza utopica in cui tutti sono stati privati dal fardello della memoria. Non sanno cosa sia la sofferenza, la fame o la violenza. L’unico legame col passato lo ha il Custode delle Memorie dell’Umanità che sceglierà Jonas come prossimo Ricevitore di Ricordi. Il Donatore (Bridges) lo porterà a voler scardinare per sempre l’ordine utopico. Lo spiega meglio Brenton Thwaites. Il successo di The Giver. Il libro lo fanno leggere alle scuole elementari e tutti – adulti e giovani – amano e rispettano il romanzo della Lowry scritto ben 20 anni fa. “Credo che sia una storia di formazione molto classica, che stimola emozioni da cui siamo passati tutti: amore, dolore, tradimento e una naturale sete di vita e avventura - sostiene Thwaites. Da ragazzino volevo assolutamente viaggiare e fare esperienze: penso che Jonas faccia esattamente questo verso la fine del suo percorso, quando finalmente scappa”. Scoprire i colori. Imparare tutto nuovamente e con piena coscienza. È questo che vivono Brenton attore e Brenton personaggio: l’approccio non deve essere stato facile. “Più cose Jonas impara, più colori vede. Ho dovuto iniziare con le domande base: come dev’essere scoprire i colori per la prima volta? Divertente? Spaventoso? Quando giravamo le scene in È lì che il mio personaggio scopre per cui scoprivo i colori ho cercato di fare dei la prima volta il colore rosso su un parallelismi con le cose che mi sono sucbellissimo vecchio telefono degli anni cesse nella vita vera e che mi riportavano sessanta”. Continua Brenton: “Jeff è a quei sentimenti”. molto propenso all’improvvisazione, e faceva tante piccole cose strane prima delle riprese per aiutarmi. Una I momenti migliori e i consigli di due super cosa su tutte che ho imparato è che “Le attori come Meryl Streep e Jeff Bridges. non importa come appari quando dai prime due settimane di riprese sono stasfogo alle tue emozioni. Sii sincete straordinarie. Stavamo principalmente ro con il tuo io interno e l’esterno si nell’abitazione del Donatore a girare tutto prenderà cura naturalmente di te”. il passaggio di memorie. Era un set strepitoso, pieno di libri come una biblioteca. Combattere per amore. Il tema del film che più lo ha coinvolto è proprio l’amore e l’idea che combattere per amore è una delle nostre più grandi

forze in quanto esseri umani. Essere se stessi e mettersi in gioco.

Thwaites è convinto che la rilevanza di questo film attrarrà una grande audience. L’obiettivo? Far sì che il messaggio del film arrivi ai più piccoli: “Spero anche che come giovane artista che interpreta Jonas incoraggerò i più giovani a dare sfogo alle loro emozioni e a non essere imbarazzati a dare voce alle proprie opinioni o a esprimere i propri sentimenti”. E poi non dite che non eravate stati avvisati…


26/ Design 76

A cura di Marco Magalini

Berlino > Home Camping Stéphanie Hornig è una vera e propria globe trotter, difatti sono le reminiscenze dei suoi viaggi ad influenzare il suo design: un vocabolario unico in cui esprime la sua visione paradossale, e molto leggibile, del campeggio contemporaneo. Camp è il suo progetto di laurea, con cui la designer ha sintetizzato un anno di viaggi nel mondo. Esperienza che, ad ogni nuova stanza visitata, la portava a dimenticarsi della piacevole sensazione di casa sentendosi sempre più simile a un moderno nomade da campeggio. Da qui una collezione di pezzi che ricordano gli arredi da esterni, di cui conservano il carattere funzionale, rimanendo però fissi e in contrasto con il nomadismo che di base c’è nel campeggio. Ecco un sacco a pelo dotato di gambe, un tavolo con lampada, e una torcia la cui base in pietra contiene già la presa di alimentazione. Collage di materiali, funzione e forma, dove due mondi, quello della casa e del campeggio, dialogano e discutono, traducendosi in oggetti che mostrano con chiarezza la loro autonomia e leggerezza.

Milano > Geometrie da indossare Cinque amici: tre designer, un architetto e una copywriter (due italiane, un catalano e una brasiliana), che a un certo punto decidono di esprimere la propria creatività e fantasia, assecondando e sfruttando le differenze personali e culturali delle loro origini. Unendo le loro forze creative nasce Mr Nico. Chiamato come un barboncino bianco che hanno sempre intorno, il brand comprende le più svariate creazioni, tra cui bijoux particolari in cui è facile rinvenire l’intervento pratico di

un interior designer. Si tratta di bracciali e ciondoli in legno di pioppo proveniente esclusivamente da coltivazioni ecologicamente gestite, che si chiudono tramite magnete. Le forme geometriche decise con cui sono composti vengono tagliate a laser e pitturate a mano

BRUXELLES munch allo specchio Realizzato dallo studio belga Loudordesign, il blocco riflettente Edvard è stato progettato da Jean-François d’Or, in omaggio al pittore Edvard Munch e al suo dipinto più famoso, l’Urlo. Di forma conica, Edvard è in alluminio, pensato in due misure, dal diametro più grande o più piccolo, e in diversi colori pieni che vanno dal bianco o nero ai più sofisticati giallo, verde pallido e blu. Lo specchio si può appoggiare su un piano o attaccare alla parete, espressione di un design semplice e pratico, senza pretese • BORAS (Svezia) Designed Wallpaper

Fondata nel 1880, la Engblad&Co vanta, in Svezia, un’illustre storia nella produzione industriale di carta da parati. Successivamente, con una crasi del nome, è stata conosciuta come Eco Wallpaper, diventando membro del gruppo WallVision di cui fanno parte le più illustri aziende del settore. Rispolvera oggi il nome originale, inaugurando una nuova era segnata dalla collaborazione con i designer più all’avanguardia del panorama progettuale, per un prodotto concettualmente contemporaneo, grafico e sicuramente unico •

nel laboratorio Mr Nico, assemblati artigianalmente e successivamente trattati con cera d’api e vernici a base d’acqua atossiche, che lasciano visibile il colore del materiale. Dallo stesso pezzo di legno da cui è stato intagliato il bracciale viene ricavata la sua custodia.

Stoccolma > Skyline Lighting Le forme e le geometrie che compongono la skyline di Stoccolma sono l’ispirazione alla base della lampada Skyline, disegnata dallo studio svedese Folkform e prodotta dal brand di illuminazione Örsjö Belysning. Le forme a blocchi sono quelle concrete degli edifici della periferia di Stoccolma, aggregati nei paralumi che Folkform ha pensato in alluminio verniciato a polvere, o in ottone: scelta dei materiali derivata dall’esperienza in una piccola officina di metalli nel sud della Svezia. Come spiega la designer e co-founder di Folkform Anna Holmquist, quasi tutti i loro prodotti richiamano l’architettura, lasciandosi ispirare dall’espressione grafica degli edifici. In particolare la lampada Skyline fa riferimento al quartiere di cemento grezzo di Vallingby, in cui la designer è cresciuta. La lampada si costruisce in diverse configurazioni: può essere appesa al soffitto, attaccata alla parete ed è disponibile anche nella versione a terra, con quattro gambe sottilissime. Un lavoro sul territorio espresso in modo inusuale e velato per un prodotto versatile e dal design importante.

TOLOSA L’esercito del design Play Communs è un gioco per bambini che il collettivo di design Ultra Ordinaire ha disegnato per avvicinare grandi e piccoli all’elettronica. Pochi componenti – led colorati e servomotori – compongono un esercito di simpatici robot, che muovono la testa, il corpo e le braccia. Ognuno di loro ha una propria personalità, attribuita dai diversi “vestiti” in cartone che si possono creare. I personaggi rappresentati fanno parte di una comunità, nell’obiettivo finale di ripensare a una società basata sulla condivisione delle pratiche sociali • RENENS (SVIZZERA) le verdure fanno bene

Il giovane designer Qiyun Deng ha pensato di introdurre un materiale fortemente sensoriale, la bioplastica, nell’uso quotidiano. Questa materia, composta a partire dagli alimenti, prende nel suo design la forma e la texture delle verdure, trasformandosi in un originale servizio di oggetti da tavola. Un progetto in cui il materiale, e la sua origine, si palesano nell’estetica: così un gambo di sedano diventa il manico della forchetta, mentre il cucchiaio non è altro che un petalo di carciofo. Il tutto è perfettamente biodegradabile •


27/ Design 76

A cura di Marco Magalini

ITZ FR

INI ELL PP CA EN NS HA

Matteo Zorzenoni Jaime Hayon

dopo aver incantato il mondo con le sue bolle di luce, Matteo Zorzenoni prosegue la sua ricerca fatta di contrasti Treviso. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte, dove coltiva il suo interesse per l’arte e il design, consegue la laurea in Disegno Industriale nel 2001. Comincia a collaborare con l’Università Iuav di Venezia come assistente di maestri quali Marc Sadler, Riccardo Blumer, Denis Santachiara, con i quali segue attualmente un corso di design innovativo incentrato sui materiali. Ha lavorato come consulente per Fabrica (Benetton) per lo sviluppo di progetti per mostre, musei e interni. La sua ricerca è focalizzata sui materiali e sui loro limiti, sullo sviluppo di progetti come articoli per la tavola in cemento, strutture in vetro, lampade in marmo, lavorando fianco a fianco degli artigiani più qualificati. Se si pensa al lavoro di Matteo non si può tralasciare la collezione di vasi scultura Crystal Ball disegnata per Cappellini nel 2013. Come dice il nome stesso, legano la fragilità del vetro al ricordo di un gioco d’infanzia, le magiche bolle che furono un cult

Le sfide del designer spagnolo dissolvono i confini tra arte e design

nei ’90. L’idea del gioco e della leggerezza si ritrovano in questi pezzi dove delle piccole basi in legno massello di Madrid. L’artista-defrassino sbiancato sorreggono delle signer spagnolo Jaime grandi sfere di pyrex, venendo così Hayon è nato a Madrid a creare uno sbilanciamento visinel 1974. È stato inserito vo tra pieno e vuoto, tra fragile e da Time Magazine nella resistente. Tra i suoi progetti più lista dei 100 più importanti recenti, la lampada a sospencreatori del nostro tempo sione Trumpet disegnata per e anche Wallpaper* lo ha indicato come uno dei desiBosa. La leggerezza del vetro gner più influenti dell’ultimo e la matericità della ceramica decennio. L’interesse princisono i due elementi che conpale di Hayon è trovare sfide traddistinguono Trumpet. e nuove prospettive materiche La sfera è sorretta da una e di forma. La sua visione romtrombetta che nasconde pe gli schemi, superando i confini la lampadina e le traspatradizionali tra arte, decorazione e renze del vetro soffiato design, portando ad una rinascita artigianalmente e le artigianale che permette di creare speciali finiture della oggetti intrisi della cultura del deceramica rendono la sign contemporaneo: mobili, prodotti, lampada Trumpet un interni, sculture e installazioni d’arte. mix tra retrò e conLa formazione, avvenuta tra Madrid e temporary living •

Parigi, lo ha portato all’accademia di design e comunicazione Fabrica, del gruppo Benetton, dove si è trovato a lavorre a stretto contatto con l’estro del leggendario Oliviero Toscani. Qui il suo lavoro ha acquisito quella componente innovativa e provocatoria, alla quale Hayon si approccia in maniera quasi filosofica, in una continua ricerca su chi siamo e come viviamo. Punto focale: la tecnica. Quella di progetti organici ma tecnologici, dalla interessante caratteristica di nascondere la complessità della struttura attraverso la semplicità dell’aspetto. Al centro del suo lavoro oggi c’è la preoccupazione per la conservazione delle competenze artigianali, che l’ha avvicinato a sviluppare progetti per aziende di primo piano nel settore come Baccarat, Fritz Hansen, Bisazza, Bosa, lladró, Magis, Established & Sons e Fabergé tra molti altri.


TU_CLOUDS_URBAN_21,6X32,2.indd 1

28/07/14 15.03


Tuta ANTEPRIMA, cintura Lucio Vanotti

29/ SPECIALE donna 76


Testi di Marco Magalini e Enrico Longo

30/ Moda 76

più famosi del fashion system, un’icona globale conosciuta per il suo copricapo con velo nero e spille e un paio di occhiali da sole a gatto che le velano lo sguardo. Un approccio anticonvenzionale allo stile, che ha ispirato Celso Fadelli, CEO di Intertrade Group, nel proporle la realizzazione di una collezione di fragranze esclusive. Un look enigmatico quanto riconoscibile che è stato tradotto nelle combinazioni olfettive a base di ingredienti inediti, per essenze dal carattere personale ed intrigante. A impreziosire il design chic e minimal delle boccette, uno dei simboli distintivi del look di Madame Pernet: il ragno, nella forma di un charm in argento disegnato appositamente dal gioielliere

Brasile / Uk > British Futuristico Il giovane designer britannico Gareth Pugh porta la sua estetica caratterizzante al brand brasiliano di calzature in gomma Melissa, disegnando nuovi modelli con il chiaro intento di creare qualcosa di molto vicino allo stile futuristico, anche se con forti richiami alla tradizione britannica delle sue sfilate. Tratti distintivi facilmente riconoscibili in questa seconda capsule collection realizzata da Pugh, interpretati con l’innovativo PVC delle Melissa che rende possibile ottenere esattamente il risultato prefissato. Due punti di vista che dialogano nella creazione di tre nuove proposte. Il modello Ascension con tacco, coraggioso e irriverente, caratterizzato da un cuneo dai tagli geometrici e un platform dalla suola stampata, disponibile in cinque colori accesi. La grafica geometrica di Pugh è ben visibile nella ballerina Ultragirl, il best-seller di Melissa, proposta in questa capsule completamente stampata. Stampa futuristica infine anche per Aileron, una flip flop, nonostante la stagione invernale, perfetta per i jet setters che volano verso più caldi lidi.

Parigi Join the club

Macerata > Sartoriale, Femminile Dopo il successo ottenuto negli anni Ottanta, il brand italiano Manuel Ritz ha deciso di rinnovare la propria anima creativa, ritornando ad essere un punto di riferimento per un leisurewear sartoriale. Nell’ottica del rinnovamento e di un’offerta sempre più completa, è nata da pochissimo la linea Manuel Ritz al femminile, per trasferire l’alta qualità e la cura nei dettagli, marchio di fabbrica del brand, anche nella collezione donna. Si crea così in mix inusuale, in cui i capi femminili dialogano perfettamen-

Sono amici parigini, più simili a uno sporting club che a uno studio, che hanno deciso di mixare lo sport alla street culture nella creazione delle loro t-shirt ispirate alle divise del football americano. I miti dei nostri giorni, come Pharrell, Tisci e gli altri idoli della moda, dell’arte e della musica contemporanee diventano i giocatori del Club Les (Art)ists, un circolo super esclusivo per sole vere star. Il numero assegnato sulla t-shirt è l’anno di nascita del personaggio a cui è dedicata •

Antwerp Sportswear metropolitano Sportiva, dinamica, energica. È la collezione a/i 2014 di Bikkembergs, che vede un’esplosione di stampe dal tema urban e metropolitano trionfare su piumini, maglie e sexy mini-dress. Un’ispirazione precisa, accentuata dalle geometrie esasperate, per una vita cosmopolita dove comfort ed eleganza sono protagoniste assolute. Parola d’ordine: versatilità, che si esprime al massimo nella decolletè formale, dotata di zip per trasformarsi in inaspettata pochette •

© Roger Duncan

Parigi > Fragranze esclusive Diane Pernet è uno dei volti

Mario Salvucci. Quattro fragranze in tutto, che evocano esperienze misteriose e affascinanti, come camminare nei boschi, passeggiare in un giardino orientale, una nuotata notturna finanche l’ingresso in un magico universo parallelo.

te nei confronti dell’universo maschile, verso il quale non si pongono come una replica, ma come il perfetto completamento. Le diverse ispirazioni, dal mondo british ma anche dalla tradizione italiana e dalla contemporaneità più assoluta, proprie delle collezioni uomo, si ritrovano anche nella donna. Caratteristica fondamentale, e imprescindibile, il sapiente abbinamento tra la cura di un capo realizzato in maniera sartoriale e la funzionalità richiesta ad abiti da indossare nella quotidianità. Per un risultato poliedrico e multidimensionale.

New York Contemporary classics Dagli Stati Uniti,

un brand dedicato alla creazione di accessori, con la scelta formale di un’estetica riduttiva. Il design, essenziale e pulito, viene affiancato ad una produzione rigorosamente artigianale, in netto contrasto con la assoluta contemporaneità e l’attitude street-style di zaini e sneakers. Ne risulta una collezione di oggetti che interpretano l’oggi ma, attraverso l’equilibrio delle proporzioni e l’attenzione al dettaglio, gettano le basi per diventare dei classici intramontabili •

Bari Dalla Puglia con amore Dalla creatività e dalla ricerca di Vincenzo Pastore e Vincenzo Nesta, pugliesi doc, nasce una collezione di occhiali ispirati al loro luogo di origine, che offre inaspettati materiali: pietra, sughero, legno e lino. I legni più pregiati si stratificano e mixano per costruire grafiche moderne e contemporanee, mentre nella versione in lino la fibra viene imbevuta di resina e interpretata nelle più diverse varianti, dal denim al bouclé, al lurex e al broccato. Il tutto ad opera delle mani esperte di artigiani locali •


Intervista di Marco Magalini

31/ Speciale Moda Donna 76

Un’Italiana nel mondo

​​La moda come comunicazione personale. «Non sono una fashionista, - dichiara benedetta bruzziches - per me fare moda significa accedere ad una atmosfera quasi parallela e trasferirla a chi mi sta attorno».

Caprarola (VT). Chi è Bendetta Bruzziches? “Una borsa! Il luogo in cui si può scoprire un vero universo fatto di segreti, piccoli sogni ed intimità”. Così ama descrivere il suo lavoro, che parte da molto lontano rispetto al glamour metropolitano delle big four della moda: da Caprarola, il suo paese natale. Da lì si dipana un fil rouge che attraversa i cinque continenti e finisce dall’altra parte del mondo. Ogni designer ha un punto di svolta. Qual è stato il tuo?

Il punto di non ritorno è stato un incontro. Uno di quei casi fortuiti nei quali a fare la differenza sull’esito del momento è qualcosa di insignificante, ma fatale. Era il novembre 2008, in un banalissimo ascensore d’un metro quadro, dopo colazione: un indiano proprietario di un’azienda di borse in India mi chiese se fossi disposta a lasciare tutto e seguirlo per iniziare una nuova attività di bag designer… Ragione versus impulsività. Accettare avrebbe comportato lasciare il mio lavoro a Milano dove ero assistente di Romeo Gigli, per andare verso l’ignoto. Fortuna vuole che saltare nel vuoto sia uno dei miei sport preferiti! E quindi, cosa è successo?

L’uomo dell’ascensore aveva un’azienda di produzione di borse a Madras (ora chiamata Chennai), nell’India sud-orientale. Sino ad allora mi ero cimentata solamente nell’abbigliamento. Qualcosa mi spingeva a buttarmi e così, a soli 23 anni, mi sono ritrovata catapultata in India. Mentre lavoravo in fabbriroom a Milano sperando di trovarne qualcuno che avrebbe preso in carico la collezione, ma ca a Madras, ho scoperto le mani delle operaie che tanto mi nessuno si fidò di una giovane ragazza un po’ pazza appena rientrata dall’india seppur con una ricordavano quelle delle signore del mio paesino. La prospetbella collezione. Mi consigliarono di provare a vendere autonomamente partecipando alle fiere tiva della manualità ha fatto crescere in me il grande desidedi settore e fu così che arrivarono i primi clienti. Io e mio fratello con i rispettivi fidanzati siamo rio di costruire una linea di borse, solo mia. partiti con il camion prestato da mio zio, uno stand fatto da un altro zio falegname e i baci di dama di mia madre, che hanno conquistato tutti! Quando sei tornata in Italia? Nel luglio del 2009, dopo solo un anno e mezzo trascorso in Come nasce una tua borsa? India. A dir la verità, però, non ho mai lasciato quel Quando tutto è cominciato, le risorse non c’erano e la famiglia e gli amici mi hanno Paese. L’esperienza indiana non è stata una permesso di andare avanti. Un centro piccolo è una famiglia allargata e di parentesi, ma una svolta, anche se era conseguenza c’è un’attenzione alle persone e alle cose che manca in venuto il momento di passare oltre. una grande città. Non sono mica sola in questa avventura, ci sono Da allora è iniziata un’attività di gli Artigianauti: tutti quei ragazzi che condividono la mia filosofia e consulente che mi ha portato lavorano con me. Abbiamo reinsegnato loro a intrecciare la pelle spesso in giro per il mondo. Voe le abbiamo rimessi all’opera utilizzando la rete territoriale, per levo realizzare una collezione un vero chilometro zero. Questo è quello che chiamo laboratorio mia e i primi passi non sono ‘diffuso’: racchiudere un aspetto importante del mio lavoro, che stati facili. Non ho fatto nesè quello delle sinergie fra competenze diverse e arti diverse. Le suna ricerca di mercato, sono mie borse sono questo: storie di artigianati diversi che tento di partita all’avventura tra gli showrecuperare e di portare all’interno del mio mondo. Si tratta di borse che nascono per recuperare un know how artigianale secolare che altrimenti perderemmo e per far stare insieme tutti quelli che le fanno. “If you can dream it, you can become it” - lo scrivo dentro tutte le borse! è così che una piccola ‘pazza’ di Caprarola è diventata una vera designer.


Intervista di Alex Vaccani Fotografie Courtesy of Quint Gallery

32/ Arte 76

Io faccio da sola

Le fotografie di Lee Materazzi mostrano l’artista ritratta in posizioni scomode; immagini che ingannano l’occhio colme di umorismo e semplicità.

San Francisco. Lee Materazzi è cresciuta a Miami, ha studiato alla Saint Martins di Londra, ed oggi vive con il marito e la figlia a San Francisco. Il suo atteggiamento nei confronti del fare arte è quello che la caratterizza dagli esordi: non ci sono regole o sistemi da seguire e quando ci sono è meglio infrangerle. Questo ra naturale. Ogni pezzo porta con sé un’altra idea punto di vista soggettivo ha da esplorare e con cui giocare. È iniziato tutto nel permesso a Lee di usare un mio garage e una volta che ho capito quanto fosse luogo quotidiano e banale sorprendente questo spazio nel suo essere disordicome un garage e farlo dinato, sperimentale e libero ho deciso di rimanere a ventare il perfetto scenario lavorarci per tutta la durata della serie. per la sua nuova serie “DIY”, in mostra alla Quint Gallery di Come mai hai scelto proprio il garage? La Jolla, San Diego, fino al 31 Tutto è iniziato con la prima opera, Lazy Girl. Ho Ottobre. avuto questa idea d’impilare un mucchio di poltrone reclinabili in casa, per poi essere in grado di disegnare uno scarabocchio, come una fatica di Com’è nata l’idea per DIY? Sisifo da superare. Ricordo che mia figlia aveva un Questo corpo di lavoro in mese di età, abbiamo girato per tutti gli angoli delle realtà si è creato in maniestrade e nei depositi di risparmio per trovare quelle giuste. Ero stanca e il pensiero di trascinare su per

le scale di casa queste vecchie poltrone, pesanti e appiccicose, era scoraggiante. Così il garage ha cominciato a sembrarmi davvero un buon posto per creare. è un luogo dove tutto è permesso e me ne sono innamorata. Come mai l’hai chiamata DIY (“do it yourself”)?

Ho pensato che sarebbe stato un titolo appropriato dato che tutte le mie opere sono state fatte in un garage, il tipico posto dove solitamente la gente fa i progetti di casa. Questa serie ha molti riferimenti alle creazioni di altri artisti che solitamente hanno intere squadre per realizzare le loro opere. Cito ad esempio Michael Heizer e la sua installazione “North, East, South, West” dove una buca profonda sembra essere un vuoto nel pavimento dello spazio espositivo. Ho cercato d’immaginare di cosa avrei avuto bisogno per creare qualcosa che avesse un così grande impatto ed è nata “Negative”, realizzata con un pezzo di cartoncino nero che ho tagliato, facendolo apparire come un vuoto profondo, immaginandomi come se fossi caduta al suo interno rimanendo appesa sul bordo. Il mio lavoro è stato fatto con la lama di un bisturi, del gesso e con l’aiuto di

mio marito dietro la macchina da presa. La mia versione è abbastanza semplice e stupida in confronto. È fai da te. Quanto pensi che sia cambiato e cresciuto il tuo lavoro in questi anni?

Penso che il mio lavoro sia diventato più grezzo, più disposto a correre rischi e anche a fallire. Da quando è nata mia figlia, due anni fa, ho dovuto adottare quest’atteggiamento: “Facciamolo! Vai!”. Non


33/ Speciale Moda Donna 76

ho tanto tempo per riflettere e pianificare. Questo spirito è diventata una buona cosa. Ora lavoro più sul momento. Prima hai accennato alla fatica di Sisifo, credi che esista un parallelo con i tuoi nuovi lavori?

Molti dei pezzi hanno richiesto un sacco di lavoro fisico, che si è dissipato non appena il progetto è stato terminato. Ad esempio, ho ricreato un campo di denti di leone nel mio garage ispirandomi a quello che avevo visto al Golden Gate Park in primavera. Ho letteralmente inserito ogni singolo fiore. È stato un lavoro che è durato tutto il giorno e una volta terminata la composizione, ho scattato la foto e poi abbiamo smontato tutto. Questo mi ricorda il mito di Sisifo, che spinge un enorme masso su per una montagna solo Ho sempre amato l’ironia spontanea che le tue per farlo rotolare giù. immagini evocano, come fai a farla risultare sempre naturale? È come se ci fosse la necessità di andare avanti piuttosto che arrivare a una destinazione particolare, che ne pensi?

È sempre utile avere un piano, ma è ancora più importante sapere quando abbandonarlo e andare avanti. Ho seguito questo tema per molte delle opere. Hanno iniziato come qualcosa e poi sono finite coll’essere qualcosa di completamente diverso. Non ho voluto manipolare il lavoro con le mie intenzioni, ma l’ho lasciato libero.

Cerco sempre di lasciare spazio all’imprevisto. Trovo che sia il modo migliore perché l’ironia può semplicemente accadere da sola. Ho imparato che bisogna essere disposti a lasciare che la vita faccia il proprio corso. Ho visto che nella tua nuova serie c’è una new entry: tua figlia Mia. Si è divertita? Hai ricordi da condividere?

Lei era sempre presente ed è stata veramente un’ispirazione per ogni singola fotografia. A volte dormiva, altre guardava YouTube, ma è incredibile quello che lei assorbe, ricorda e trasmette. Non ho una storia da condividere, ma piuttosto un segreto, nel pezzo “Balance” ho impilato un

mucchio di palle sulla sua testa mentre lei è seduta perfettamente immobile. Questo è stato possibile perché stava guardando i cartoni animati sul mio telefonino, che tiene in mano dietro ad una palla e aggiungerei che stava mangiando del cioccolato. Tutte le opere hanno richiesto un po’ di corruzione e truffa. Alla fine, però, era molto orgogliosa della fotografia e della sua capacità di tenere l’equilibrio. Continuo a dire: “L’ha fatta Mia!”. Come donna, madre e artista quale insegnamento speri che Mia impari da te?

Spero che lei impari a bilanciare tra gioco e intenzione, rischio e sicurezza, sogni e realtà. C’è l’espressione “Raggiungere le stelle, ma non dimenticare mai la terra sotto i piedi”. Spero che sia quello che impari da me.


34/ Speciale Moda Donna

Calgary, Canada. La sua Hideaway è diventata il video più virale del 2014 e il suo chignon punk il più imitato dell’estate appena trascorsa, cosi come il suo look. Si chiama Keisza (si pronuncia Kaisa), è canadese di Calgary, ha 25 anni ma ne aveva 17 quando si è arruolata nella marina militare. Non pensate subito ad una donna maschiaccio perché Kiesza ha partecipato anche alle selezioni di Miss Universo Canada arrivando seconda, e nei suoi video trasuda femminilità con ironia andando contro gli stereotipi volgari da classifica. Il tuo background è la marina militare, come sei approdata nel mondo del pop?

Mi piacciono gli estremi: ti sembrerà strano ma mi sono arruolata in marina perché mi sembrava divertente e volevo seguire le orme di mio fratello. Amo le sfide, l’attività fisica e anche la disciplina e la marina comprende tutte queste cose, ma lì di disciplina ce n’era un po’ troppa... credo sia il motivo per cui ad un certo punto ho detto basta e ho mollato. Forse l’esercito ti ha insegnato a focalizzarti su di un obiettivo e a raggiungerlo e per questo il tuo primo singolo ti ha trasformato da sconosciuta a star del pop internazionale...

La marina ha forgiato la mia personalità e mi ha insegnato quali sono i miei limiti e come spingermi oltre per riuscire a superarli: questo mi ha aiutato molto ad affrontare il duro mondo dell’industria discografica. Quando ho scritto Hideaway ho capito subito che aveva qualcosa di speciale: ne ho avvertito il potere ed ho avuto ragione.

Un marinaio in vetta alle chart

76

Credo che uno dei motivi per cui Hideaway ha riscontrato tanto successo sia per la sua freschezza e per la sua spontaneità che stanno sia nel suo ritmo che nel video. La gente ha bisogno anche di leggerezza ogni tanto e tu sei arrivata al momento giusto. Sei d’accordo?

Grazie, mi hai fatto un grande complimento perché è esattamente quello che voglio trasmettere con la mia musica: siate liberi e sentitevi voi stessi sempre. Pensa che non avevo nessuna confidenza con il ballo prima, ho imparato la coreografia del video in tre giorni e mi sentivo molto goffa, difatti sto prendendo lezioni di danza. Mai avrei pensato che il mio video diventasse virale al punto da essere uno dei più imitati tra parodie e tributi. è qualcosa d’incredibile. senza contare che ha superato 80 milioni di visualizzazioni!

è canadese la nuova sensazione pop che ha conquistato il mondo con i suoi passi di danza anni ‘90.

è da poco uscito il tuo primo e.p. che gioca con quelle sonorità tipiche che stanno a cavallo tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo album “Sound of a Woman” che uscirà a metà Ottobre?

Non mi piace ripetermi e cerco di rendere ogni canzone diversa dalla precedente. L’album è quasi finito e conterrà molte sorprese, ci saranno anche delle ballad a cui tengo molto. Per quanto riguarda le sonorità che hai citato le ho assorbite da mia madre, era la musica che ascoltava quando ero piccola: dev’essersi im-

pressa in qualche modo nel mio cervello, che è cresciuto e si è sviluppato con quel tipo di ritmo che mi riesce tanto facile creare... è un processo molto spontaneo. Come persona e come artista mi sento a mio agio in queste sonorità e credo che la mia voce sia molto adatta a riempirle. E Miss Universo?

Ti ho detto che mi piacciono le cose estreme!

Intervista di Marco Cresci Ritratto di Renée Cox


A cura di Marco Magalini e Enrico Longo

35/ Moda 76

San Andrés Milano

La cultura messicana abbraccia l’Italia nelle creazioni di Andrès Caballero Messico. Arriva dal Sud America, ma con una grande ammirazione: il made in Italy. È Andrès Caballero, giovane designer con l’anima del couturier, direttore creativo della sua maison, San Andrès Milano. Legato a una produzione realizzata a mano, Andrès ha fatto proprie le tecniche sartoriali della tradizione artigianale d’eccellenza. Nel suo atelier creativo sono aghi, spilli, fili e gessetti gli strumenti del mestiere, per la creazione di abiti dove è lui stesso a dare dal primo all’ultimo tocco, al fine di raggiungere l’unico risultato possibile: la perfezione. Lo stile che lo rappresenta si potrebbe definire “neo-retrò”, ispirato a una donna colta, informata e attiva culturalmente, in grado però di apprezzare i materiali preziosi e un taglio ben fatto, in un omogeneo mix tra ladylike e un pizzico di frivolezza, che non guasta. Caballero non dimentica certo la terra di prove-

Domenico Cioffi SPACE AGE COUTURE: quando

nienza: è proprio il Messico che rende le sue creazioni speciali, portando in una l’essenziale incontra il rock mise della tradizione occidentale un twist vagamente esotico, riconoscibiNapoli. Domenico nascondono sempre piccoli e sorprenle nei colori, nei volumi importanti e Cioffi, fresco di stu- denti dettagli. Una connotazione decinelle stampe geometriche. Banditi di allo IED di Milano samente urban, con chiari riferimenti comunque gli elementi di folklore. prima, e di Roma poi, sia allo street-style americano che all’iSono proprio queste caratteristilancia il proprio marchio conografia giapponese, di cui è la Tokio che, enfatizzate dall’uso esclusivo nel 2012, riuscendo fin contemporanea, più che la tradizione, dei tessuti italiani della più alta da subito ad affermare ad affascinare il designer, che racconta qualità, a garantire allo stilista un’estetica personale e questi mondi con i grafismi e i colori delil successo che merita. Dall’acoerente, che dal mini- la Space Age. Nella fall/winter è il rock il pertura del suo atelier milamalismo vira verso il pop, protagonista, grazie a una fusione con i nese, nel 2006, Andrès colasciandosi influenzare da Pink Floyd, da cui Cioffi riprende le linee struisce il suo brand passo culture e subculture del medi- primordiali delle copertine del passato, dopo passo, passando dalterraneo, oltre che del resto del che sui capi assumono forme grafiche, la finale dell’edizione 2012 mondo. È forse la sua esperien- geometriche e metalliche, lavorate a di WION? e da Altaroma, za nel design del gioiello, prece- rilievo su abiti e accessori tramite salpe dove a ogni edizione dente alla formazione in fashion e impunture. Il risultato è la raffinatezza presenta le sue colledesign, a esprimersi in un disegno sportiva di abiti, completamente conzioni in passerella • sempre pulito, con un evidente fezionati in Italia con tessuti e pellami amore per la geometria più simme- italiani, che possono essere indossati in trica. Tagli, colori ed effetti grafici nei ogni momento della giornata, portando suoi capi catturano l’attenzione grazie nella quotidianità un attitude personale all’intervento di linee precisissime, che dal carattere deciso •


36/

76


37/

76

Fotografia nicola de rosa Stile IVAN BONTCHEV

Cappotto PORTS 1961 maglia PRINGLE OF SCOTLAND gonna in maglia Edun calzini PIERRE MANTOUX anelli MVP, scarpe L’AUTRE CHOSE Nella pagina accanto.

Crop-top ANTEPRIMA pantaloni MASSIMO REBECCHI

TRA TANTA GENTE


38/

76

Cappotto LONGCHAMP, T-shirt LUCIO VANOTTI, pantaloni Byblos



40/

76


Maglia dolcevita AMERICAN VINTAGE, pantaloni FATIMA VAL Nella pagina accanto.

Cappotto & OTHER STORIES, top maglia ASOS, pantaloni MANILA GRACE


42/

76


Cappotto MALO, crop top MANGO, pantalone STELLA JEAN Hair and MakeUp Gigi Tavelli /Freelancer Digital Alice Pignataro Photography Assist. Mara Costantini Style Assist. Greta Brunelli Model Tanya Ilieva /Silent Paris


44/ Portfolio 76

Otto donne, nessun mistero Con il volume “8 Women”, Collier Schorr fa un punto della sua produzione da metà degli anni Novanta ad oggi parlandoci di autorialità, desiderio e identità post-femminista, introducendo uno sguardo femminile nel dibattito sulla rappresentazione della donna.


45/

76


Testo di Anselmo Bianconi

46/ Speciale Moda Donna 76

Collier Schorr, 8 Women. Text by Richard Prince Mack 2014, 72 pp., €45 mackbooks.co.uk

Pg. 44 Picture for Women”, 2010. Pg. 45 Photo of Keltie Ferris, 2006-2013. Double print collage on board. Accanto Where are you Going?, 2013 e Smoke, 1998. Tutte le immagini, Courtesy of MACK

ella commedia noir di François Ozon “Huit Femmes”, le otto donne del titolo - riunite sotto lo stesso tetto a causa di condizioni climatiche nefaste, si ritrovano costrette a confrontarsi e a svelarsi più di quanto avrebbero mai voluto concedersi, musicando le loro emozioni con Dalida o Sylvie Vartan. Nel film, il giallo sussiste, il delitto non manca, ma il mistero è lontano dall’esser dipanato: è un racconto di caratteri e di moventi sulle note dei moti dell’animo femminile. Nel compilare l’antologia dei suoi ultimi dieci anni di carriera nella moda, l’artista americana Collier Schorr prende in prestito proprio la macchina teatrale di Ozon per indicarci le coordinate entro cui si svolge il suo lavoro, alludendo ironicamente a una coralità forzata e ad una forte predisposizione femminile alla messa in scena di sé. Non sono otto le donne in questo libro, tantomeno, in verità, ci son solo donne ma tra le stesse pagine si dipanano storie ed emozioni difficilmente inquadrabili in un sol genere. Procedendo per appropriazione e rielaborazioni dei suoi stessi lavori - pratica a cui è legata

sin dagli esordi - Collier Schorr restituisce donne e uomini delicati come i fiori del suo volume precedente (“Blumen” per Mack, 2010): «I fiori hanno dalla loro l’assenza di identità o nazionionalità aveva dichiarato a riguardo - ma sono in grado di reggere una posa e di restituire una intensità». Il suo obiettivo cattura la messa in scena di una identità più che una singola icona o un mondo di riferimento; è soprattutto il racconto di uno sguardo in un mondo - l’universo moda - che potenzia per poi annientare la rappresentazione femminile. Outtakes, disegni, tearsheets e vecchi lavori si combinano e sovrappongono, il desiderio di esser guardati scende a compromessi con l’identità e la rappresentazione autoriale. Partendo dai lavori di metà anni ‘90 ed arrivando fino a oggi, questo photobook - edito da Mack - più che una antologia restituisce una testimoninanza significatica sulla questione femminile nei confronti dello sguardo degli altri e delle dinamiche del desiderio.


WOMENSWEAR ACCESSORY COLLECTIONS

EXHIBITORS / 3RD FLOOR A AGE AKEP AMANJEDA AMUSE NEW YORK AN ITALIAN THEORY + AZZURRA GRONCHI ANDREA ANGELA BISCIONE Milano 1982 ART’DESIA AU SOLEIL DE SAINT TROPEZ AYALA BAR B BALENSI PARIS BARRADAGO BATUCADA BAILEY 44 BERNIE MEV BICE e BERTA BLAZE BLUE STARS BLUI BONFANTI C CAMEO CARLA PERRETTI CATERINA MARIANI cinziagaleotti.com CLERIC COCO’ Gioielli di Natura COMO UN PEZ EN EL AGUA COMOLLI COPPA D DESIGNINVERSO DORI CSENGERI E EDWARD ACHOUR PARIS EDWARD EDWARD ELEVENTY ERFURT LUXURY ACCESSORIES ERNESTO ES’ GIVIEN ETTIKA LOS ANGELES EUGENIO VAZZANO EULALIA B F F+M Feminine Masculine FEAT FLASH TATTOOS

20-22 SEPTEMBER 2014

FONTANELLE FRANCESCA CONOCI DRESS E BEACHWEAR FRANCOPUGI FIRENZE FREE RAIN FRIDA QUERIDA Firenze FROM ST XAVIER G GALLINE REGINE GASPINO GAYNOR GERTRUDE GIADA BENINCASA GNERRE GRAZIA’LLIANI SOON GUEMA BARNABA H HANITA HERNO I I AM B I BELLO I LOVE POP IBELIV ecofashion IGNAZIO BISSOLI INTENTIONALLY _______ IOANNIS J JEROME C. ROUSSEAU JE T’AIME JEWELLERY JOAILLERIE NOMADE JOYCE & GIRLS K KALLISTE’ KARTELL KEEPSAKE KETTLEBELL Jewels Italy KING LOUIE KUBERA 108 KURSHUNI L LA TILDE LANAPO LANDI.070st LARA HAMPTON LARDINI L’AUTRE CHOSE D’ARCHIVE LE CULT 1944 LE NATY LE PANDORINE LE PANDORINE BAGS ON THE BAGS LE PANDORINE SA.BO.

MILANO

FIERAMILANOCITY PAD 3 V.LE SCARAMPO GATE 5

LEGZ SKIN LEMUCIS LR 2.0 LAB THE MUA MUA DOLLS LUXURY FASHION PRET A COUTURE LUXURY FASHION JEWELS M MA VA’ MAD DI MARZIA DONZELLI MAKI SUNGLASSES MANEBI’ M’APPAZZA MARLIN FACTORY MARY FRANCES MA’RY’YA MH WAY MINTCU by Julia Weinlinger MOCHI MODI’ make your style MON AMOUR MY LOVE MY LEGGINGS N NEVER EVER NINA KAUFMANN O OHMAI ONES 100% ITALIA ORNELLA BIJOUX ORTYS Officina Milano P PEOPLE FOR PEACE POMIKAKI PRET A POCHETTE PRINCESSE METROPOLITAINE PT0W PUNTOVITA PURO Q QUARZOVIVO QUINTO EGO R RED NATIVE REIKO RELATIONS DE VOYAGES© REVERSE LE BORSE DELLA ROSA DEI VENTI RUE DES MILLE S SANDRINE VRANCKEN SARA ROKA SARTORI GOLD

SCAGLIONE SEE ME SHAFT JEANS PLATINUM SILVIA GALLA’ SNEAKEBAG SOON SALON SPAZIO IF SPEKTRE SUNGLASSES STIU STL MadeInItaly SUNDAY 21 SWEDISH HASBEENS T TAVUS MILANO TEMPTATION POSITANO TERRE ALTE DILETTA CATENI is THE ARTISTYLIST TILA MARCH TITTIPEGGY TOMS TUTTIGUFI U UNGER Atelier V VAGABOND VIA ROSMINI 13 VITUSSI VUEDU W WEARESSENTIAL WINDSOR SMITH WOODMI X XFECT XX CROSS CONCEPT Y YES WE DRESS by Scaglione YVONE CHRISTA NEW YORK Z ZABATTIGLI DI CAPRI

WWW.PITTIMMAGINE.COM

SUPER TALENTS / BRADARIC OHMAE CHARLIE MAY CURATED KEN SAMUDIO PASKAL SCHIELD TIMUR KIM VERNISSAGE JEWELLERY YAEL SALOMON

OPEN RUSSIAN FASHION / ALEXANDER KHRISANFOV ANNA SLAVUTINA GEORGY RUSHEV KATERINA FEE LES’ LUDA NIKISHINA MARIA GOLUBEVA MASTERPEACE MINERAL WEATHER NATALI LESKOVA NATASHA WEINSTOCK OSOME2SOME RAINBOW SEEKERS SOL’ DESIGNERS YANINA VEKHTEVA exhibitors list updated to 5th september 2014

hours SATURDAY 20, SUNDAY 21 H.9.30 AM-6.30 PM MONDAY 22 H.9.30 AM-5.30 PM

FREE SHUTTLE BUS TO SUPER FROM VIA TORTONA 58 AND LOTTO-FIERAMILANOCITY METRO STATION


Urban per lancia

LANCIA FASHION SHOW S’ispira alle passerelle la nuova collezione di Ypsilon Elefantino ‘14 con tre nuovi stili colorati e fashion

Le Serie Speciali nascono interpretando - e a volte anche anticipando - le tendenze, gli stili e i bisogni dei potenziali clienti. Ecco perché con le Serie Speciali, i modelli Lancia si rinnovano ogni anno, anzi ̶ mutuando un termine dal mondo della moda propongono nuove “Collezioni” che interpretano le tendenze della società, della cultura, del design e della moda in atto nelle strade delle nostre città.

fashion city car più vicina possibile al carattere di chi la “indosserà”. Tre appartengono alla “color collection” ispirata agli stili e dedicata a chi vuole una presenza più decisa del colore come dimostrano i tocchi di Watermelon, Bianco e Lime sulle calotte specchi e sui copriruota. Tre sono invece di ispirazione grafica e riprendono le tendenze più attuali di design e moda e le interpretano secondo lo stile “senza tempo” e per questo sempre attuale di Lancia: Animalier per la Ypsilon Elefantino Watermelon; Pois per la Coconut; e Camouflage per la versione Lime.

Da alcuni anni il tema della personalizzazione è diventato fondamentale anche per il mondo dell’auto dove c’è grande varietà di scelta e dove il cliente è sempre più attento e selettivo. Dunque, cresce l’offerta di auto e cambia l’atteggiamento del cliente, che nelle sue scelte di acquisto manifesta un forte bisogno di distinzione: ogni cliente vuole sentirsi unico e affermare la propria personalità anche con la ‘sua’ auto. E quindi chiede di poterla personalizzare il più possibile. Per questo Ypsilon Elefantino quest’anno ha proposto tre nuovi stili, ispirati alle tendenze delle sfilate Primavera/Estate e sottolineati da accenti di colore: Rosso per lo stile Watermelon, Bianco per il Coconut e Lime per la Ypsilon Elefantino Lime. MARNI FW 14-15

Inoltre, a partire da Giugno si sono aggiunti 9 diversi pacchetti di personalizzazione in linea con gli ultimi fashion trends che rendono la

Con la Collezione Elefantino 2014 il numero di combinazioni fra colori e dettagli è praticamente infinito. Del resto, per Ypsilon il colore non è solo un’espressione estetica ma parte integrante di una filosofia di prodotto basata su eleganza, glamour, personalità e la massima possibilità di personalizzazione. Il lavoro di Lancia nasce da un lavoro di squadra, da un’alchimia che in buona parte avviene in quel “laboratorio di idee e cultura” che è il Centro Stile Lancia. Si tratta di un luogo aperto alla contaminazione che lavora a stretto contatto con le scuole di design, con il mondo della moda e dello sport, con architet-


ti, sociologi, esperti di tendenze, stilisti e ovviamente con gli specialisti del brand che operano nel marketing e nell’ingegneria. Insieme analizzano i bisogni del cliente e il suo stile di vita, che proprio al Centro Stile viene filtrato attraverso i trend in atto nella società contemporanea. Inoltre, proprio perché Lancia si è sempre distinta rispetto ad altri Brand nel desiderio di intercettare continuamente le nuove tendenze (come ad esempio lanciatrendvisions.com) e comportamenti di consumo che nascono e si sviluppano nelle aree metropolitane,

GIAMBATTISTA VALLI RESORT 15

Urban per lancia

ha presentato insieme allo Istituto Europeo di Design (IED) il progetto “videomaker” che ha coinvolto 10 giovani nella realizzazione di altrettanti video su Ypsilon e il suo mondo rispettando solo due condizioni: raccontare un contenuto di prodotto e girare il filmato in una precisa capitale europea. Sono così nati dieci racconti in cui la Ypsilon diventa protagonista attraverso lo stile e il punto di vista personale dei diversi filmmaker

che dunque hanno sfruttato l’universo semantico della vita urbana, e i concetti di taste of the city e di urban chic. I dieci video saranno utilizzati da Lancia sui propri canali web e daranno vita a un vero e proprio contest che culminerà con la premiazione da parte di una giuria qualificata rappresentata sia dai responsabili del Brand Lancia che da esperti del settore cinematografico nonché da un importante testimonial.


50/ Libri 76

Ph. Joshua Lutz/Redux/contrasto

A cura di Diana Barbetta

Berlino > Sguardo al recente pasBERLIN WONDER sato 1989: caduta del muro. 2014: Berlino si racconta. Venticinque anni dopo la città emLAND

blema della guerra fredda si svela attraverso un percorso visivo composto da oltre 200 scatti che documentano il radicale cambiamento vissuto negli ultimi decenni. Una storia visiva che riporta alla luce strade dissestate, edifici fatiscenti, cumuli di macerie in cui si è annidato il germe della rinascita. Una generazione quella dell’89 fatta da artisti, punk, anarchici, squatter, visionari di ogni sorta e gente qualunque che presero possesso di una città a loro ignota. Una sorta di “no man’s land”, terra di approdo per giovani di tutto il mondo protagonisti di decadi fondamentali per comprendere lo sviluppo culturale e la fisionomia della Berlino contemporanea. Berlin Wonderland. Wild Years Revisited, 1990-1996 documenta la creatività nata dalla sottocultura anni ’90 nel quartiere Mitte di Berlino. Il libro è edito da Chris Keller e Anke Fesel, fondatori dell’agenzia fotografica bobsairport. Berlin Wonderland. Wild Years Revisited, 1990-1996 Gestalten, pp. 240, € 29.90 W I L D YE A R BO S RE BSVAIRPO I S I T E RT D 1 9 9 0 — 1 9 96 BO BS AIRPO RT

Dublino > La voce della provocazione Ci

New York > Me- sivi Absurdistan (2007) e Storia d’amore morie di uno vera e supertriste (2011), oggi esce il suo scrittore Gary primo memoir, il cui titolo nasce dal soShteyngart è l’autore di Mi chiamavano piccolo fallimento”. Nato a Leningrado nel 1972 e trasferitosi negli Stati Uniti all’età di sette anni, oggi vive a New York ed è considerato tra gli autori più interessanti della scena americana. Amato da buona parte della critica statunitense, Gary Shteyngart rientra nella lista dei venti scrittori under 40 segnalati dall’autorevole New Yorker. Dopo il suo romanzo di esordio Il manuale del debuttante russo (2002) e i due succes-

Milano L’origine del sound Parlare di una band come i Ritmo Tribale per raccontare la leggendaria scena milanese a cavallo tra gli ‘80 e i ‘90 fatta da band lontane da quelle patinate dei giorni nostri: Tiratura Limitata, Shockin’ Tv, Peter Sellers & The Hollywood Party, solo per citarne alcune. Fino a giungere alla nascita del Jungle Sound e all’affermazione di gruppi quali Afterhours, Casino Royale, La Crus, Karma. E poi i NoGuru e l’interessante debutto solista di Stefano Edda Rampoldi, storica voce non solo dei Ritmo Tribale ma di un’intera generazione •

Elisa Russo, Uomini. I Ritmo Tribale e la scena musicale milanese anni ’80-90. Odoya, pp. 352, € 18.00

prannome forgiato dalla madre a metà tra il russo e l’inglese: “Failurchka”, Piccolo Fallimento. Un epiteto che la dice lunga sul personaggio di Igor Shteyngart, un bambino che a soli 5 anni dedicherà il suo primo racconto a Lenin e la sua oca e che dopo 2 anni si ritroverà a vivere in un paese visto fin dall’infanzia come il nemico. Una caleidoscopica vita narrata sotto forma di commedia satirica. Gary Shteyngart, Mi chiamavano piccolo fallimento Guanda, pp. 384, € 19.00

Montréal La poesia della scrittura Un

omaggio a un poeta prima ancora che a un songwriter capace di dar voce alle miserie dell’animo umano attraverso canzoni-poesie dalle molteplici interpretazioni. Una scrittura quella di Cohen, carica di elementi simbolici e onirici, pregna di riferimenti religiosi e di quella necessità di amore divenuta una costante nella sua vita. Una narrazione così lucida, per la quale ancor oggi dall’alto dei suoi ottant’anni Cohen è riconosciuto tra le voci più influenti del panorama musicale dell’ultimo secolo •

Roberto Caselli, Leonard Cohen. Hallelujah. Testi commentati. Arcana, pp. 288, € 18.50

sono diversi inediti che rimangono sepolti nell’immensa produzione letteraria di scrittori di cui si pensa di conoscere tutto e il Manuale del rivoluzionario di George Bernard Shaw è tra questi. Il libro raccoglie considerazioni connotate da una scrittura satirica intrisa di disappunto, tratto distintivo di un autore provocatorio e rivoluzionario, il cui lavoro, sia letterario che teatrale, è stato al servizio della critica sociale, tanto da attirare sguardi poco benevoli tesi a sottolineare il fine propagandistico della sua drammaturgia. Comunque la si pensi Shaw è stato un autore capace di portar la vita reale, con le sue problematiche sociali, politiche e religiose a teatro, luogo da lui deputato come “lo strumento più efficace di propaganda morale”. In lotta contro le convenzioni del teatro vittoriano e non solo, G.B. Shaw si scagliò contro i fondamenti della società del tempo e la sua struttura politica: dalla proprietà al matrimonio, dalla religione all’educazione, dall’economia alla produzione per ridefinire un nuovo modello di individuo: un “superuomo”. George Bernard Shaw, Manuale del rivoluzionario Piano B Edizioni, pp.120, €11.00

Viersen Volti familiari Un musicista che ama

ritrarre personaggi del suo mondo da Beth Ditto a Armin MuellerStahl, da David Guetta a Gregory Porter. Till Brönner, musicista jazz di fama mondiale: ha il background necessario per carpire il suo mondo, uno stile fotografico libero ed una predilezione per il black & white. Ritratti che svelano particolari sconosciuti di volti familiari e che fanno intuire l’esistenza di un rapporto speciale con il soggetto ritratto. A settembre i suoi scatti saranno in mostra presso la Photokina Fair a Cologne •

Till Brönner, Faces of Talent. teNeues, pp. 208, € 98.00

Roma Spirito ribelle

Andare ben oltre le apparenze e lasciarsi guidare alla scoperta dell’inconsueto nascosto nella memoria dei luoghi ribelli per ridisegnare il contorno di una città non ordinaria. Conosciuta con l’espressione latina Caput mundi, simbolo dell’Impero e del Vaticano, Roma possiede una bellezza così canonica da incastonare un difetto o meglio un’ irregolarità : la sovversione. A raccontarla una guida che svela la vocazione ribelle della Capitale e che da Menenio Agrippa arriva a raccontarci le piazze dei punk • Guida alla Roma Ribelle Editore Voland, pp. 336, € 15.00


Intervista di Diana Barbetta Fotografia di Hrag Vartanian dalla performance “The Artist Is Kinda Present” di An Xiao

Genova C’è stato un particolare momento in cui si è abbandonato il comune senso prospettico a favore di una visione simultanea del tutto. Un cambiamento di rotta nel nostro modo di guardare il mondo. Si è rinunciato a guardare, rappresentare, narrare da un unico punto di vista e si è scelto di svelarne per la prima volta tutte le facce. Qualcuno parlava di “immediata consapevolezza sensoria del tutto”. Quel qualcuno era Marshall McLuhan e a ricordarmelo è stato Gianni Miraglia, quasi inconsapevolmente. Dare voce al pubblico, renderlo attivo fino a farlo divenire un corpo collettivo in grado di generare una storia. L’autore diviene veicolo del messaggio. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa esperienza?

Ho sempre scritto rivolgendomi a qualcuno, più che a me stesso. Avevo iniziato come tanti su un blog, per poi abbandonarlo e pubblicare libri. In questi anni però la rete sociale, intendo Fa-

51/ Libri 76

Gianni Miraglia sono le mie parole Dalla carta al web: presto il tuo progetto sarà una webseries interattiva sul canale DMAX. Lo strumento cambia ma l’intenzione rimane identica: stabilire un contatto con l’utente, un tempo lettore e oggi spettatore partecipe. In quale avventura ti stai lanciando?

Già. Ho bisogno di essere le mie parole e da quando sono stato licenziato dall’agenzia pubblicitaria in cui ero prigioniero ho preso il coraggio di non essere più nulla di troppo definito, ma piuttosto inseguire la pulsione, il divenire del mondo attorno a me. Vado avanti. Ho sempre quelle facce a cui mi rivolgo, probabilmente gradazioni

Parole che si inseguono fino a perdersi, sconfinare e divenire azione. Sono quelle di Gianni Miraglia, uno scrittore che sceglie di darsi al mondo, quello reale travestito da virtuale.

nell’antica Grecia preparava alla guerra. I migliori danzatori erano quelli che si sarebbero poi contraddistinti nella battaglia. La scelta di sfidare il convenzionale, di accettare missioni, di importi traguardi mi fa pensare al tuo modo di vivere la scrittura. Hai mai pensato alla scrittura come lotta?

La scrittura per me è lotta con me stesso. I greci si pettinavano prima delle bat-

mortalato e lanciato in etere. Il nostro sistema comunicativo è sempre più semplificato e immediato. Vige l’immagine e non la parola. Cosa pensa una persona che con le parole ci vive?

Che senza tecnologia non sarei l’ogni-giorno-nuovo Gianni Miraglia. Ho iniziato a scrivere davvero su un blog. Prima scrivevo parole per le reclame, eccitato dal fatto che qualcuno le avrebbe let-

crediamo di poter mantenere l’equilibrio. Tu ne sei capace?

Io credo di sì. Ma vedendomi da dentro. Da fuori credo di risultare uno squilibrato. Ma ho da crescere i miei tanti bambini interiori. La mia realtà parte ogni mattina dalla realtà che un tempo chiamavamo “virtuale”: invece non c’è niente di più reale che lo status di uno sconosciuto che per un secondo riesce a emettere una verità rara e che ha sempre sentito dentro, totalmente inespressa fino a quel click. Lasciarsi alle spalle il rassicurante ruolo di scrittore abbarbicato alla scrivania per darsi al mondo e fluire in un sentire collettivo è una mossa audace. Che rapporto hai con l’ignoto?

cebook, è diventata la mia finestra sul mondo reale. È proprio grazie a quell’elemento che nasce la mia creatura #mandatemiaquelpaese: con un crowdfunding tra i miei lettori. Mi sono fatto spedire a Mosca per eseguire dei compiti, delle missioni che ho ripreso con la GoPro, foto e monologhi. L’opera è diventata un libro self-publishing “100.000 espadrilles di ghiaccio”.

della mia interiorità. Sono contento dell’esperienza televisiva DMax Italia: il format #mandatemiaquelpaese ha un registro pop di ultra-azione e fisicità, una fantastica chance per comunicare anche ai 16enni. Hai un assoluto legame con quanto vi è di fisico. Se si potesse associare la scrittura alla danza, ti definirei uno “scrittore corporeo”. Pensa alla pirrica, una danza che

taglie. Il narcisismo è il mio pane e anche il mio dolore. I primi due romanzi erano cupi e veri. Emotivamente ero molto provato dalla gabbia ufficio. Dopo si è scatenato l’ignoto. Ho intenzione in questi giorni di rimettere le mani sul progetto accantonato di un romanzo. Come si profetizzava, la tecnologia è divenuta estensione delle nostre facoltà. Ogni singolo gesto e stato è im-

te. Bisogno di ammirazione e tecnologia mettono in moto l’umano più difettoso che c’è al mondo, ovvero me stesso. Si esprime se stessi attraverso un media: un tempo era la stampa, oggi è il web. Il concetto spaziale è cambiato, com’è cambiata la nostra necessità di agire socialmente, sentimentalmente. Si vive in costante bilico, tra quello che è privato e quelllo che riteniamo possa esser pubblico, e

Sono molto in balia dell’ignoto. Di base non sono coraggioso per conto mio. Ma se so che altri mi guardano lo divento. Per ora considero l’onda del presente. Curo molto il corpo, perché contenitore perfetto dei miei pensieri, desideri e intenzioni. L’unico dogma è la nostra serenità. Parte tutto da lì. Dall’amore alle grandi scoperte tecnologiche. Libri pubblicati: Six Pack (Arcana, 2008); Muori Milano Muori! (Elliot, 2011); Baumgartner. Nato per volare (Add Editore, 2012); 100.000 espadrilles di ghiaccio (Self-publishing Gianni Miraglia). Webseries visibile su: www.dmax.it/mandatemi-aquel-paese


52/ Musica 76

A cura di Marco Cresci

Londra > L’annunciazione in dirigibile è

Vancouver > Pop Dantesco S’intitola GO feat. Blood Diamonds il singolo che segna l’atteso ritorno della canadese Grimes, colei che con un laptop ha saputo reinventare il significato della parola pop. Il nuovo singolo risulta più accessibile dei precedenti, forse perché Claire Boucher, questo il suo vero nome, aveva scritto la canzone per Rihanna. Il video che accompagna la canzone è stato ispirato dall’Inferno di Dante. Come ha dichiarato Claire: “è la mia visione dell’Inferno dantesco i cui gironi hanno molto a che vedere con gli eventi che stanno colpendo la nostra società, per questo abbiamo girato gran parte delle scene nel mare di Salton, uno scenario apocalittico colmo di pesci morti, vittime della noncu-

ranza umana. Se si guarda con attenzione il video, che è stato anche ispirato da Freak on a Leash dei Korn, è pieno di riferimenti al libro di Dante: osservatelo con attenzione e li troverete ma, se non avete intenzione di farlo, può essere guardato dal punto di vista fashion contemporaneo. è un viaggio astratto ed alienante perfetto per accompagnare la canzone”. Di recente Claire, nota animalista, ha anche mostrato l’altra faccia della medaglia del fenomeno virale Ice Bucket Challenge rifiutandosi di partecipare all’iniziativa e sensibilizzando l’opinione pubblica sul fatto che la ricerca per sconfiggere la SLA si basa esclusivamente su test animali.

Italia Moz fa il pieno di date

Il capriccioso e turbolento excantante dei leggendari The Smiths arriva in Italia per ben sei date a supporto del nuovo album World Peace is None of Your Business, uscito lo scorso agosto. Così tra una polemica e l’altra Morrissey tornerà finalmente a suonare in Italia ad ottobre. Queste le date: il 13 ottobre a Roma, il 16 a Milano, il 17 a Bologna, il 19 a Pescara, il 21 a Firenze ed infine il 22 ottobre a Padova; nemmeno a dirlo sono subito diventate le date più attese dell’autunno italiano • Auckland, Nuova Zelanda I giochi di Lorde

Lorde è stata scelta come curatrice della colonna sonora di Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I in uscita il prossimo novembre. Dopo aver partecipato alla colonna sonora del capitolo precedente della saga con la suggestiva cover di “Everybody Wants to Rule the World” dei Tears for Fears, la diciassettenne neozelandese ha rivelato di essere entusiasta del progetto: “L’ultimo capitolo di Hunger Games l’ho visto in una sala cinematografica, e il fatto che ora mi veda coinvolta in prima persona è qualcosa di incredibile tanto che mi si fonde il cervello a pensare che questa macchina enorme sia stata messa nelle mie mani” •

Los Angeles > Volevo essere un folk singer Michael Cera non ha mai tenuto nascoste le sue

arrivato così a sorpresa, inaspettato come un dirigibile sui tetti di Londra, quello che Aphex Twin ha logato con il suo leggendario simbolo per annunciare Syro, sesto album in studio in 13 anni. Il nome Syro è un neologismo coniato da uno dei figli di Richard D. James in cui i titoli fanno riferimento all’attrezzatura usata per registrare ciascun pezzo, - l’artwork è stato progettato da The Designers Republic, lo studio di graphic design che ha creato anche il celebre look dell’album Windowlicker; la copertina assomiglia ad una ricevuta fiscale che ironizza sulle spese di promozione legate all’album. Le tracce vocali del disco contengono versioni distorte delle voci di alcuni membri della sua famiglia compresa la moglie, i figli ed ovviamente quella di Richard stesso, che ha descritto il sound del disco come uno dei più accessibili da lui concepiti. Riuscirà Aphex Twin nell’impresa di stravolgere nuovamente il concetto di musica elettronica?

doti musicali, celebre la sua cover di “Anyone Else but You” dei Moldy Peaches cantata insieme all’attrice Ellen Paige nel cult indie Juno. Prima di realizzare il suo debutto discografico il ragazzo, genietto della commedia americana, non solo ha cantato in alcune tracce delle colonne sonore di Nick & Norah e Scott Pilgrim vs. The World, ma ha anche contribuito alla realizzazione di diversi progetti discografici; ha fatto da corista e mandolinista per i Weezer nella traccia “Hang On” tratta dall’album “Hurley” ed è andato in tour con il gruppo indie Mister Heavenly - che comprendeva membri di The Shins e Modest Mouse - in veste di bassista. La sua prima raccolta di canzoni folk s’intitola True That ed è ora disponibile all’ascolto su: michaelceramusic.bandcamp.com o scaricabile con un’offerta di 7 dollari o più.

New Jersey Fumetti da boss Bruce Springsteen ha collaborato con lo scrittore e

fumettista Frank Caruso per trasformare la sua canzone “Outlaw Pete” in un libro per bambini. “Quando Bruce ha scritto ‘Outlaw Pete’ non ha solo scritto una grande canzone, ha creato anche un grande personaggio,” ha dichiarato Caruso, “La prima volta che ho sentito la canzone, questo libro ha preso vita nella mia testa.” Bruce è cresciuto con i fumetti di Frank Caruso, primo su tutti quello di “Brave Cowboy Bill”. Il libro uscirà sul mercato americano il prossimo 4 novembre •

New York Il museo dell’amore S’intitola “Museum of Love” il nuovo progetto discografico di Pat Mahoney, membro fondatore degli LCD Soundsystem e di Dannis McNany dei Jee Day. Amici di scorribande da lunga data, Pat e Dannis condividono una sensibilità comune e un vocabolario particolare che usano per descrivere ciò che li circonda. Il nome del duo è stato preso da una canzone del cantautore e artista Daniel Johnston, loro musa ispiratrice. L’album omonimo uscirà il 13 ottobre su DFA •


Intervista di Marco Cresci

New York. El Pintor è il quinto album degli Interpol: basta dare un’attenta occhiata al titolo per capire che è l’anagramma del nome della band e forse proprio per questo ne racchiude tutta l’essenza. Dal loro esordio nel 2002 con l’acclamato Turn On the Bright Lights la band newyorkese ha continuato ad esplorare la profondità della propria musica, una forza sonora che sta a cavallo tra l’introspezione alienante dei Joy Division e le trame punk dei Fugazi. Anche dopo dodici anni di carriera e la dipartita dalla band del bassista e tastierista Carlos Dangler, il nuovo album suona ambizioso e avventuroso dimostrando che la band non ha mai smesso di mettersi in discussione spingendosi oltre i propri confini. Daniel Kessler, chitarra e voce della band, ci racconta la sua gestazione. Sono passati quattro anni dal vostro album precedente. Quando avete cominciato a lavorare all’album che cosa vi eravate prefissati?

53/ Musica 76

Forse è per questa energia che scaturisce dai pezzi che il disco è accomunabile ai vostri esordi, ma con una sicurezza maggiore acquisita dall’esperienza, sei d’accordo?

I mille colori di New York

Ho cominciato a scrivere le canzoni del disco nel 2012 mentre gli altri membri della band erano impegnati nei loro progetti solisti ed io ero tornato alla vita reale: vedevo amici, mi godevo il tempo libero e dormivo nel letto di casa mia. Scrivevo e spedivo i pezzi ai miei compagni per avere i loro feedback finchè nel 2013 non ci siamo messi a lavorare tutti insieme al disco. Quello che ci siamo prefissati era di fare un disco le cui canzoni avessero una personalità comune. Il disco precedente era ricco di tastiere e molto cinematografico, così questa volta abbiamo cercato di concepire un disco più diretto e in un certo senso vivo, le canzoni contengono una certa urgenza, sono vive e necessitano di essere suonate live. Prima d’inciderle abbiamo suonato moltissimo in studio, ci siamo messi alla prova come band.

S’intitola El Pintor il quinto album dei newyorkesi Interpol, furioso e acceso come le pennellate violente di un artista tormentato.

È un disco basato sulle canzoni e credo sia questo a ricordare i nostri esordi, ma dal mio punto di vista è un album progressista. Siamo musicisti decisamente migliori rispetto ai nostri esordi e artisticamente questo album ha le parti vocali migliori che abbiamo mai inciso. La prima volta che ho sentito il singolo ‘All the Rage Back Home’ ho avuto la pelle d’oca nell’esatto momento in cui è partita la chitarra, è come una scalata di emozioni... qual’è il tuo punto di vista?

[ride] Bene! Sai, è strano perché ricordo perfettamente quando ho scritto la parte delle chitarre, era l’ultima data dello scorso tour, novembre 2011, e mi trovavo su un balcone a Buenos Aires. Solitamente non ricordo dove ho scritto parti delle canzoni ma quello fu un momento speciale che è rimasto impresso nella mia mente, ricordo perfettamente la sensazione e l’atmosfera di quel momento.

Il titolo El Pintor è semplicemente l’anagramma di Interpol o ha un significato specifico per voi?

Mi piace l’aspetto evocativo del titolo, quando ci penso mi vengono in mente delle immagini specifiche e per questo lo considero un titolo visivo, perché ti porta a pensare a qualcosa... in un certo senso è come se mi parlasse. A volte ci sono titoli che sono totalmente rappresentativi di un album ma altre, come in questo caso, è giusto scegliere un titolo che faccia viaggiare l’immaginazione.


A cura di Marco Cresci

54/ Musica 76

THE ESSENTIAL

GIG LIST • Crystal Fighters 20/09 Roma, Atlantico Live

Trentemøller new act to watch Banks Goddess (Universal)

Goddess è l’atteso debutto della cantautrice losangelina Banks, un album malinconico, a tratti sintetico e oscuro che ruota intorno alla dissoluzione delle relazioni. L’abilità di Banks sta nel fondere sonorità pop con pattern elettronici e beat hip-hop guidati da una voce sinuosa dal timbro nasale. Unica pecca è che il lavoro risulta troppo omogeneo e senza particolari guizzi creativi, ma è un debutto che infonde fiducia e speranza in quello che Banks ci riserverà in futuro. Influenced by: Fiona Apple, Massive Attack Best songs: Goddess, Alibi, Brain Score: 7

The love & crush album Karen O Crush Songs (Cult Records) Karen O, leader degli Yeah Yeah Yeahs e del risorgimento art-punk newyorkese degli anni zero, possiede quel tipo di carisma raro da rockstar che si manifesta sul palco quando diventa un tutt’uno con la musica e con il suo pubblico. Questo album lo-fi con voce e chitarra acustica raccoglie una serie di canzoni scritte da Karen O nove anni fa, quando all’età di 27 anni era vittima di innamoramenti e conseguenti break up. Lei stessa lo ha definito la colonna sonora perfetta per le nostre “crociate d’amore”. Influenced by: Soko, Nico Best songs: Rapt, NYC Baby Score: 6 ½

24/09 Firenze, Viper 25/09 Milano, Magazzini Generali

Sohn 03/10 Roma, Circolo degli Artisti 04/10 Milano, Le Cannibale@Tunnel

Apparat 04/10 Bologna, Robot Festival 17/10 Roma, Goa Club

Future Island 14/10 Bologna, Locomotiv 15/10 Roma, Circolo degli Artisti 16/10 Milano, Tunnel

Death from Above 1979 17/10 Bologna, Covo Club Swans 09/10 Torino, Hiroshima Mon Amour 10/10 Bologna, Estragon 11/10 Roma, Circolo degli Artisti 12/10 Milano, Alcatraz

the intellectual record Blonde Redhead Barragán (Kobalt) è un senso di smarrimento quello che vi coglierà ascoltando il nuovo album dei Blonde Redhead, lo stesso che vi spingerà a googlarne il titolo per capire cosa sta dietro a questa inaspettata sensazione. Luis Barragán è stato un architetto messicano le cui opere sono caratterizzate dall’utilizzo di colori primari accesi su grandi muri lisci che formano case senza l’utilizzo di vetri e vivacizzati da specchi d’acqua. La canzoni di Barragán sono come questa strutture, atemporali e minimaliste, ma prive dei colori accesi che ne determinano l’impatto visivo. Influenced by: Luis Barragán Best songs: Lady M, Cat on Tin Roof Score: 6

The Raveonettes 31/10 Bologna, Covo Club 01/11 Milano, Circolo Magnolia Kasabian 31/10 Roma, Palalottomatica 01/11 Milano, Mediolanum Forum

Timber Timber 03/11 Ravenna, Bronson 02/11 Milano, Biko

the italian rebel Casa del Mirto Still (Ghost Records)

the trip album ∆ (alt-J) This is All Yours (Infectious Music)

S’intitola Still il sesto album dei la Casa Del Mirto, band trentina tra le più interessanti in Italia per il percorso intrapreso negli anni volto a sperimentare sonorità in bilico tra elettronica e indie rock con virate pop. Still allarga questi orizzonti e sconfina in strutture hip-hop e atmosfere R&B avvicinandosi anche al mondo di band quali Washed out e Slow Magic con spontaneità e senza presunzione. Un album dal cuore caldo e pulsante che scalda e conforta.

Dopo aver fatto irruzione sulla scena musicale nel 2012 con lo splendido An Awesome Wave premiato ai Mercury Music Prize, era una sfida per gli Alt-J riuscire ad eguagliarsi, e invece si sono superati. I tipici arrangiamenti della band che mescola folk, elettronica, indie e pop a testi artrock, prendono qui una dimensione più adulta e intima, a tratti cinematica che raggiunge picchi emozionali altissimi rivelando il forte carattere dei ragazzi di Leeds. In una parola This is All Yours è un capolavoro.

Influenced by: Neon Indian, Washed Out Best songs: Where You Stand, Invisible Score: 7

Influenced by: Philip Glass, Choir of Young Believers, Beta Band Best songs: Intro, Hunger of the Pine, Garden of England Score: 9

Chet Faker (nella foto) 04/11 Milano, Fabrique 05/11 Torino, Club to Club

the hipster album Christopher Owens A New Testament (Caroline)

Jungle 07/11 Torino, Club To Club

St. Vincent 16/11 Roma, Auditorium P. della Musica 17/11 Milano, Alcatraz

Dopo l’acclamato Lysandre, l’ex cantante dei GIRLS Christopher Owens torna con A New Testament, l’ennesima riprova delle sue indiscusse doti nello scrivere melodie pop-folk perfette, alla faccia di chi ha storto il naso nel vederlo testimonial di Saint Laurent. Un disco semplice fatto di canzoni, ciascuna con una precisa identità e basato sui fondamenti della musica americana: il blues, il country, l’R&B, con testi autobiografici scritti con il cuore in mano e per questo trasudanti gioie, dolori, ansie e sorrisi. Influenced by: Elvis, George Michael Best songs: My Trouble Heart, Stephen Score: 7 ½


MOODBOARD • Urban per Boutique Tricot

il trionfo della libertà Capisaldi e rivoluzioni s’inseguono nella moda che spinge sulla psichedelia, il tutto filtrato dal gusto impeccabile di Boutique Tricot.

Quando Stefania Capitini ha fondato la sua boutique agli inizi degli anni ‘80 a Chinciano Terme, il suo obiettivo era quello di creare uno store perfetto con prodotti all’avanguardia per veri intenditori della moda, sempre attenti alle sue correnti. L’azienda è oggi guidata da Stefania Capitini con l’ausilio dei suoi figli Giacomo e Maria Giulia Vannuccini che perseverano nella missione di famiglia, quella di combinare con successo l’eccellenza del passato con le esigenze attuali, basti pensare che la boutique, progettata dall’architetto Baciocchi con uno stile che unisce gli anni ‘60 al gusto contemporaneo, oggi supera i 400mq. Ciò che non è cambiato nel corso degli anni è lo spirito aziendale e la devozione al lavoro che hanno garantito successo e sviluppo alla società senza mai scendere a compromessi con i suoi standard. Oggi il lavoro di Stefania Capitini e della sua famiglia ha raggiunto un traguardo importante, quello dei 30 anni di Boutique Tricot, trenta anni di esperienza nel settore moda donna, con attenzione alle tendenze del momento e con scelte oculate che si propongono ad un pubblico esigente e in costante rinnovamento. Ad oggi anche grazie alla presenza dei figli Giacomo e Maria Giulia, la boutique ha una connotazione internazionale con marchi che sono selezionati in tutto il mondo con uno spirito che denota la continuità e la passione di questa famiglia a ricercare novità e a mantenere le tradizioni.

na dal regista Frank Pavich è un documentario che narra la storia del colossale tentativo di adattare il romanzo di Frank Herbert per il cinema coinvolgendo Mick Jagger, Pink Floyd, Orson Welles, Moebius e Salvador Dalì.

pop. Una visione degli anni ‘60 che esprime libertà di espressione, di rivoluzione nelle forme e nei colori puntando un occhio verso i cambiamenti internazionali che trasformano il pensiero e di conseguenza le tendenze.

Chianciano Terme. Swinging fashion La tendenza principale delle prossime collezioni, presenti nella Boutique Tricot, sarà un taglio sessantottino: parka, forme larghe, fantasie e grafismi, pizzi e vestiti selvaggi con un tono di astrattismo, classici colori arricchiti dall’oro e ancora il rosa e accese tonalità

Londra. God save the sixties In scena al Tower Bridge Museum di Londra c’è “The Sixties” una nuova ed elegante mostra fotografica incentrata sulle persone, luoghi, eventi e disegni che hanno incarnato il decennio rivoluzionario della Swinging London. In esposizione oltre sessanta immagini delle icone culturali dell’epoca, dalla modella Twiggy agli attori Michael Caine e Dudley Moore. www.towerbridge.org.uk

Kettering, Uk. Giovane psichedelia Si chiamano Temples e stanno distorcendo il mondo con la loro psichedelia, tanto da vantare tra i loro fan Noel Gallagher e Johnny Marr, che li ha definiti la miglior band emergente britannica. La neo-psichedelia dei Temples è intrisa di patriottismo in un caleidoscopico mondo fatto di colori brit che si sciolgono e mutano forma di canzone in canzone. Ginevra. Visioni sepolte dalle dune Il regista visionario Alejandro Jodorosky aveva un sogno, quello di girare un film tratto dal celebre romanzo sci-fi Dune di Frank Herbert, molto prima che lo dirigesse David Lynch. L’impresa non è mai andata in porto nonostante il progetto fosse ben più che avviato. Quello portata in sce-

Boutique Tricot viale Roma 77, Chianciano Terme, Siena www.boutiquetricot.com instagram.com/boutiquetricot


Urban per RENAULT

La vita è fatta di colori e ognuno di questi ha la capacità di esaltare la nostra personalità. Proprio come Renault Captur con le sue tinte Be Style che vanno a creare combinazioni ispirate a diciotto tra le città più belle del mondo.

“Il colore è un mezzo per esercitare un’influenza diretta sull’anima” affermava Kandinsky, il creatore della pittura astratta. In una realtà quotidiana sempre più uniforme emerge la volontà e il desiderio di distinzione, di lasciar trasparire la propria personalità. E i colori diventano uno degli aspetti più concreti della gamma di Renault Captur, un’automobile che va oltre l’urban crossover e vuole rappresentare uno stile di vita personale. Le infinite possibilità di personalizzazione della carrozzeria e dell’abitacolo consentono di realizzare una vettura unica e aderente alla propria personalità. Una caratterizzazione che viene esaltata anche dalle tinte Be Style di Renault Captur, ben diciotto combinazioni possibili ispirate alle città più belle del mondo tra cui Parigi, Milano, Berlino, Londra, Miami. Ecco tre colorazioni tra quelle più apprezzate da chi sceglie Captur.

ARANCIONE Simbolo di armonia interiore, di creatività artistica e sensuale, di fiducia in se stessi e negli altri. L’esclusivo Arancio Arizona della carrozzeria di Captur può essere

abbinato al tetto color Bianco Avorio Perlato (San Diego) o Nero Etoilé (Las Vegas). A queste originali presentazioni esterne vanno aggiunte quelle interne grazie alle sellerie Zip Collection, otto motivi da scegliere a seconda della tinta dell’auto. Facilmente sfoderabili e sostituibili, evidenziano ulteriormente lo spirito fashion di Captur. All’interno, un ulteriore tocco personale viene regalato dalla possibilità di scegliere tra due ambienti, City Day (con plancia bi tono grigio chiaro e grigio scuro) o City Night (con plancia totalmente in grigio scuro). Le modanature degli interni nelle diverse tonalità (arancio, avorio, cromo, blu o verde) sono declinate sui contorni delle bocchette di ventilazione, della consolle centrale, degli altoparlanti e sul cassetto “Easy Life”.

AZZURRO Il colore azzurro, collocato tra il verde e l’indaco nello spettro luminoso, è simbolo di comunicazione attraverso la creatività. Captur riesce a manifestare nel migliore dei modi la personalità del suo proprietario, abbinando il bellissimo Blue Pacific del corpo vettura al Nero Etoilé (Barcellona) o al Bianco Avorio Perlato (Miami) del tetto. Captur è personalizzabile al 100%, con quasi duecento abbinamenti possibili per l’esterno e un centinaio per l’abitaco-

GRIGIO Simbolo di distacco che denota un atteggiamento di auto protezione. Il grigio conferisce prudente attesa di fronte alle scelte. Captur presenta due tonalità di grigio, Cassiopea e Platino, entrambi abbinabili al Nero Etoilé del tetto (creando rispettivamente le nuance Milano o Berlino) o all’Arancio Arizona (Tokyo o San Francisco). Un senso di elevata protezione e sicurezza che Cap-

tur regala attraverso i suoi motori Energy benzina o diesel, tutti 100% turbo, che garantiscono ottime prestazioni e allo stesso tempo consumi ed emissioni di CO2 particolarmente ridotti. La trasmissione a doppia frizione EDC, inoltre, garantisce una grande comodità in città esaltando allo stesso tempo il piacere di guida. Renault Captur dispone infine di dispositivi di sicurezza attiva e passiva tra i più innovativi e performanti, in grado di assicurare la protezione di passeggeri aldulti e bambini, nonché quella dei pedoni. ABS, Assistenza alla Frenata di Emergenza AFE e antipattinamento ESP di ultima generazione, sistema di antiribaltamento (Roll Movement Intervention), assistenza alle partenze in salita (Hill Start Assist), completano l’offerta insieme agli immancabili airbag frontali e laterali. [D.C.M.]

Ph. Hallolain (1), AllisWall (1), Jeroen Elfferich (1)

TRUE COLORS

lo. Una personalizzazione in armonia tra interno ed esterno che viene articolata intorno a tre universi distintivi: “Sport”, “Trendy” o “Elegant”. Il tocco finale arriva infine con la possibilità di scegliere diversi tipi di stripping per il cofano motore, il tetto o il portellone.


OGNI MESE VIA EMAIL A 458.000 PROFESSIONISTI DEL DESIGN DI TUTTO IL MONDO

The new Digital Magazine about Design and Architecture

DIGITIAL MEDIA PUBLISHING SRL - Corso Colombo 9, Milano | Tel. 02 58153201 www.designtribunemagazine.it | redazione@designtribunemagazine.it


58/

76


59/

76

Giacca MSGM, maglia G-star Raw, dolcevita Brioni, pantalone Maison Martin Margiela, scarpe Casamadre Nella pagina accanto.

Maglione Cheap Monday, pantaloni Caruso, cintura Closed

Fotografia GAUTIER PELLEGRIN Stile IVAN BONTCHEV

CLASSE [SOCIALE]


60/

76

Chiodo Sandro Paris, camicia Asos, t-shirt Timberland, pantalone GAP Nella pagina accanto. Bomber Kenzo, maglia Closed, pantalone Brioni


61/

76


62/

76


63/

76

Dolcevita Guglielmo Capone, t-shirt COS

Nella pagina accanto.

Maglione Pepe Jeans London, pantalone Guglielmo Capone, scarpe Camper, cintura Closed



65/

76

Blazer Costume National, camicia Lucio Vanotti, dolcevita MSGM, pantaloni Y-3 Nella pagina accanto. Maglia Banana Republic, coppola Sansovino6

Grooming Rory Rice / W-Mmanagement Models Cristi / Boom Nico / 2morrow management Assist. fotografia Francesca D’Amico, Assist. stile Greta Brunelli


“Frutta e Vegetali” di Dina Azzolini - Photo Credit: Gian Paolo Barbieri

Promosso da

In collaborazione con

LA SETTIMANA DELLA MODA È TUTTA DA GUSTARE IL NUOVO APERITIVO MILANESE A KM 0 NEGLI HOTEL A 5 STELLE LUSSO DI MILANO

17 – 23 SETTEMBRE 2014 A MILANO H. 18.30 - 20.30 PATROCINI:

PARTNER:

MEDIA PARTNER:

Un ringraziamento particolare ai Consorzi di Tutela dei prodotti DOP e IGP della Lombardia, preziosi partner di Milano Gourmet Experience. Comunicazione a cura di freedot.it You Tube

www.milanogourmetexperience.it


67/

76

In giro #123

Rubriche a cura di Giovanna Caprioglio Illustrazione di Simone Massoni con le intrusioni di Mauro Gatti, Bomboland e Ilaria Falorsi

Berlino Bar Tausend Bologna Camera A Sud · Fram Café · Banco32 Bytom Jazz Club Fantom Dubai Analog Firenze Desinare · La Petite Londra Far Rock Away Melbourne Doomsday Milano Dennis Kd House Drogheria Milanese · Q|Lab · Amnesia · Lady Quetzal · Indaco · Gnė Gnė Napoli Nea Parigi Le Perchoir Du Marais Roma Terrazza San Pancrazio Da Brando · The Corner Townhouse Singapore La Esquina Torino Margò · Orso Laboratorio Caffè


68/ In giro. Italia 76

MILANO DENNIS KD HOUSE via Thaon de Revel, 12 345 8455627 www.kdstore.it

· Quando: per un ottimo hamburger · Perché: perché sembra di entrare in un’altra epoca · Chi ci trovi: bikers e rockabilly · Highlight: Dennis, il padrone di casa Milano, Indaco

Milano, Dennis KD House

Nel cuore dell’ormai riconosciuto “motoquartiere” di Milano, via Thaon de Revel, a fianco al notissimo Kd Store, negozio di abbigliamento per bikers, non poteva mancare un vero Diner in stile americano. Gestito da Dennis Acquaviva, cuoco e barman, il cui nome da anni è abbinato alla scena Rockabilly italiana, il Dennis Kd House ti porta nell’America degli anni cinquanta, non solo per lo stile del locale, ma anche per quello dei suoi avventori, centauri e pin up che popolano la zona. Ai classici bagel, hamburger ed eggs and bacon, Dennis ha aggiunto una lista di cocktail di tutto rispetto, per la maggior parte ideati da lui, rendendo il locale il luogo ideale da frequentare da mattina a sera.

DROGHERIA MILANESE Via Conca del Naviglio 7 02 58114843 www.drogheriamilanese.it

· Quando: per una cena tra amici · Perché: buon cibo in un’atmosfera allegra e informale · Chi ci trovi: amici e giovani famiglie · Highlight: il signor Giorgio… che ogni tanto passa ad aiutare Un locale dal sapore anni ‘60 che riesce ad unire buona cucina e vendita di prodotti eno-gastronomici selezionati, posizionati in scaffali che li rendono perfettamente parte dell’arredo, studiato con grande attenzione (a notare ogni manifesto o piccolo particolare alle pareti già ci si perde la serata!). L’ambiente è conviviale, il personale amichevole e la cucina interessante, soprattutto nella formula dei “piatti degustazione”. Carne di grande qualità (da provare tartare e cotoletta di pata negra). Ideale sia a pranzo che a cena, perfetto in compagnia di amici e se vi comportate bene... potreste anche sperare di entrare da una porta segreta e chiudere in bellezza la serata con una partita a flipper e la colonna sonora di un jukebox con dischi rigorosamente d’antan!

Torino, Orso Laboratorio Caffè

q|LAB Q21, Via Padova 21

· Quando: i venerdì in cui si resta in città · Perché: per ballare tutta la notte · Chi ci trovi: pubblico alternativo e gay · Highlight: l’art direction del locale

Torino, Orso Laboratorio Caffè Ph. Simona Cupoli

Il venerdì del Q21 di via Padova è un “laboratorio” di stimoli audio - visuali che dall’ottobre del 2011 si propone di intrattenere un pubblico gay-friendly con contenuti di qualità che vanno oltre la programmazione musicale. Veri e propri esperimenti audiovisivi, che uniscono a sonorità elettroniche video proiezioni ad alto contenuto di creatività. Anche la prossima stagione continuerà il viaggio esperienziale mantenendo lo stile creativo e avanguardista che contraddistingue la serata... pronti per un nuovo concept da ballare e sperimentare?


69/ In giro. Italia 76

Fiori oscuri. fashion and food concept store Via Fiori Oscuri, 3

Napoli, Spazio NEA

· Quando: in una giornata di shopping · Con chi: con un’amica · Perché: è un nuovo concetto di shopping esperienziale · Highlight: l’attenzione alla qualità dei prodotti tipici piemontesi Uno spazio originale in un palazzo settecentesco nel cuore di Brera ospiterà da metà settembre un concept store altrettanto unico. La moda si intreccia con il cibo in un dialogo che punta sulla qualità e l’artigianalità della proposta e si ispira anche al contesto che lo circonda, ricco di storia e charme. Fashion and Food vuole essere una esperienza che coinvolge tutti i sensi: dalla musica che accoglie chi gli fa visita ai profumi e gusti di una cucina della tradizione, fino alla vista e al tatto delle proposte moda, preziose e originali.

LADY QUETZAL via Thaon di Revel 9 02 36521115

Perfetto stile anni ‘50 americano per questo laboratorio di tatuaggi e piercing tutto al femminile (anche se tra i soci figura Angelo Colussi, famoso tatuatore milanese) nel quartiere Isola, in Via Thaon de Revel, sempre dunque nel “bike district” di Milano. Location azzeccatissima per un nuovo concetto di tattoo shop, che unisce al semplice laboratorio anche una caffetteria e la vendita di oggetti vintage: mobili e complementi d’arredo dagli anni Venti ai Sessanta insieme alle ceramiche create da Alice, la titolare, con piatti di ceramica recuperati e fotografie di personaggi tatuati risalenti agli anni Venti.

Milano, Gnè Gnè

· Quando: per un tatuaggio o per curiosare tra gli oggetti vintage · Perché: Le brave tatuatrici · Chi ci trovi: boyz e pin-up del nuovo millennio · Highlight: la formula caffè-negozio-laboratorio

INDACO Largo Bellintani 1 02 87234633

· Quando: all’aperitivo · Perché: per l’ambiente · Chi ci trovi: un mix eterogeneo · Highlight: il buon cibo e la buona musica Cocktail bar e bistrot affacciato sulla caratteristica chiesa di San Carlo al Lazzaretto, nella sempre più movimentata area tra Porta Venezia, Felice Casati e via Lecco. L’Indaco, aperto da giugno, è già molto frequentato da un pubblico eterogeneo e offre un ambiente molto informale dal mattino fino a tarda notte. Si inizia con la colazione che serve tra le altre cose anche yogurt e frutta fresca, per poi passare al pranzo con menù fisso a 12€ per primo, secondo e contorno (molti piatti vegetariani), all’aperitivo dalle 19 alle 21 con buoni cocktail, cibo di qualità e, da giovedi a domenica, dj set. Da poco anche bistrot con piatti tipici della tradizione toscana e se non siete ancora soddisfatti, potete anche provare il brunch della domenica!

Milano, Drogheria Milanese

GNĖ GNĖ Via Vigevano, 10 Apertura prevista: Ottobre La food street di Milano, via Vigevano, si arricchisce di una nuova insegna, Gnè Gnè, nome “sbarazzino” per un locale di ispirazione “iberica”: jamon appesi sopra al bancone e tante tapas per spizzicare. Una nuova avventura del Gruppo Seven... C’è da fidarsi!

Milano, q|LAB. Ph. Corrado Murlo


70/ In giro. In Italia 76

Roma, The Corner

TORINO Margò via Buniva 9 392 9210785

· Quando: all’aperitivo · Perché: per uscire dalla solita realtà · Chi ci trovi: dal rasta alla transessuale · Highlight: l’atmosfera friendly Il Margò è un posto davvero particolare, se non ci vai forse non lo puoi capire: arredamento trash in un mix-and-match di oggetti e stili e altrettanto eterogenei. I suoi avventori… “gay, nani e ballerine” in questo caso ci sta proprio a pennello. La sua peculiarità sta proprio in questo riuscitissimo incrocio di stili e persone. Il posto è piccolo ma si riempie sempre per l’aperitivo o per qualche serata a tema. Sempre aperto.

Bologna, Banco32

ORSO LABORATORIO CAFFè Via Berthollet 30g

Di primo acchito può sembrare uno dei tanti bar in stile newyorkese che stanno sbucando ovunque, ma una volta entrati vi renderete conto che Orso è ben altro: un vero e proprio laboratorio del caffè, dove Giulio è pronto a spiegare e a proporre ad ogni singolo avventore il caffè giusto per lui. Etiopia, Tanzania, Himalaya, tutte le tipologie sono scritte nella grande lavagna verde sopra il banco, ma è moto più interessante scoprire la storia di ogni chicco. Da Orso potete anche portarvi a casa la miscela, e se vi ci affezionate (molto facile) potete sempre “prenotarvi”una tazza - tutte una meravigliosamente diversa dall’altra - che sarà quella in cui d’ora in poi vi verrà servito il “vostro” caffè.

BOLOGNA

Torino, Casa Mad

· Quando: tutte le mattine · Perché: per il caffè perfetto · Chi ci trovi: cultori del chicco nero · Highlight: si può avere una tazzina... “personale”

Camera a Sud Via Valdonica,5 051 0951448 www.cameraasud.net

Bologna, Camera A Sud

· Quando: per un aperitivo o una cena tra amici · Perché: per la buona cantina · Chi ci trovi: persone di tutte le età · Highlight: l’idea di potersi leggere un libro accompagnati da un buon bicchiere di vino “Facciamo anche lo spritz, ma non chiedeteci altri cocktail!” dichiarazione più che esaustiva sul fatto che Camera a Sud vuole essere una enoteca-bistrot e farlo bene. Ispirazione parigina, mix and match di stili ben armonizzati che creano un’atmosfera accogliente, dove le ben 150 etichette di vino sugli scaffali si alternano ai libri, che possono sia essere letti sul divano del locale, ma anche portati a casa. Cucina semplice di stampo pugliese. Una formula che da ormai quattro anni è molto apprezzata da bolognesi e non.

FRAM Café Via Rialto, 22/c 333 4355545 www.framcafe.com

· Quando: per un pranzo vegano o un tè delle 5 · Perché: ci si sente un po’ a casa · Chi ci trovi: dagli studenti alle giovani mamme · Highlight: si può restare lì a lavorare o studiare senza sentirsi a disagio

Firenze, Desinare


71/

76

· Chi ci trovi: stranieri appassionati di cucina italiana, ma anche fiorentini · Highlight: la varietà di corsi proposti e le modalità Il Desinare in realtà è una scuola di cucina contemporanea, ma è talmente unica che vale una visita (o anche una sola lezione). All’interno di un “villaggio arartigianale” ne ospita gli atelier di interni creati ben 40 anni fa da Riccardo Barthel, uno dei soci, da Desinare si entra in un mondo senza tempo, dove scoprire le meraviglie della cucina e del vino italiani, grazie a grandi chef, enologi e anche esperti di table design. Ne uscirete sicuramente più consapevoli del patrimonio immenso che ci regala l’enogastronomia italiana, con gli occhi pieni di “bellezza” per un luogo incredibilmente affascinante, e con la “pancia” appagata, visto che allo chef table potrete gustare quello che avete preparato e forse farvi anche qualche amico internazionale in più.

LA PETITE Via Pellicceria 30r +39 055 212701 www.lapetitefirenze.it

· Quando: per un pranzo post-shopping · Perché: centralissimo ma non turistico · Chi ci trovi: dalla coppia al gruppo di amiche · Highlight: il piano di sopra è una bella sorpresa

Bologna, Fram Cafè

Il Fram è un posticino “lieve”, dove tutto concorre a renderlo tale: vecchi banchi di scuola colorati, poltroncine colorate, vecchie credenze, manifesti anni ’60 e qualche tovaglia fiorata qua e là. Siamo in via Rialto e questo è il mondo di Elena e Nicole, madre e figlia che hanno scelto di ripartire insieme con questo locale che serve colazioni biologiche, pranzi leggeri, aperitivi e vini biodinamici. Luogo ideale per trattenersi più a lungo, magari sul divano, per lavorare o leggere un buon libro che il Fram mette a disposizione. Simbolo del Fram è una gabbiettina per uccelli con la portina aperta a raccogliere bigliettini con i desideri dei clienti.

Banco32 via Ugo bassi 23 ℅ Mercato delle Erbe. Ingresso anche da via San Gervasio 3/A 051 269522

· Quando: a pranzo, magari il sabato · Perché: perché ci si sente in una grande città · Chi ci trovi: di tutto un po’ · Highlight: il pesce super fresco! Arriva finalmente anche a Bologna un locale all’interno del mercato, dove fare una pausa a qualsiasi ora del giorno per gustare pesce freschissimo, che arriva direttamente dalla pescheria Tinarelli, proprio a fianco, e tanta verdura: il menù cambia ogni giorno a seconda degli arrivi, massimo 7/8 piatti scritti sulla lavagna da gustare o direttamente sul lungo bancone o su tavolini in legno. Molto studiato anche nello stile, i colori dominanti bianco e turchese che rendono ancora più allegra l’atmosfera già particolarmente vitale grazie ai suoni tipici del mercato.

FIRENZE DESINARE Via dei Serragli 234/R 055 22.11.18 www.desinare.it

· Quando: per il piacere di cucinare · Perché: è meraviglioso e si esce “arricchiti”

Un cocktail bar-ristorante nel cuore della città che per la sua versatilità può essere vissuto ad ogni ora del giorno: una zona bar al piano terra che offre dall’aperitivo prima di pranzo al cocktail dopo cena e una sala ristorante al primo piano, elegante ma comunque informale, grazie a un restauro in chiave contemporanea davvero riuscito. Piatti attualissimi con materie prime di qualità , adatti anche al brunch domenicale.

ROMA TERRAZZA SAN PANCRAZIO Via di Porta San Pancrazio, 32 345 4035679

· Quando: per l’aperitivo · Perché: per la vista e l’atmosfera · Chi ci trovi: romani branché · Highlight: l’aperitivo “prolungato” Location decisamente strategica per questa terrazza al Gianicolo, novità dell’estate 2014 da sfruttare anche nelle serate settembrine. La mano è dei ragazzi che hanno già lanciato i conosciuti Fish Market, Hamburgeseria e Coffee Pot. La formula è aperitivo con tapas di sushi, ostriche e pesce crudo, ma anche pata negra e alici del cantabrico. La programmazione spazia tra dj-set con musica varia ma sempre ricercata, jazz dal vivo ed altri eventi che ne fanno una delle mete più gettonate da un pubblico abbastanza modaiolo, che si trattiene ben oltre l’orario dell’aperitivo.

DA BRANDO Via Flaminia Vecchia 532, Ponte Milvio 06 33225327 www.dabrando.it

· Quando: per cena tra amici · Perché: è il nuovo posto a Ponte Milvio · Chi ci trovi: clientela giovane e ricercata · Highlight: l’hamburger …tanto per cambiare! Aperto da poco e già molto di moda, da Brando conquista per la sua atmosfera conviviale, la buona cucina romana “ripulita” e anche per Brando, oste perfetto di questo ristorante a Ponte Milvio, che è riuscito a differenziarsi tra tutti. Arredo industrial-colorato in linea col trend del momento, così come l’immancabile hamburger.


72/ In giro. In Italia / Nel mondo 76

The Corner Townhouse Via San Saba 3 - Viale Aventino 123 thecornertownhouse.com

· Quando: praticamente a tutte le ore · Perché: per la location e la varietà di proposte · Chi ci trovi: giovani · Highlight: il concept molto riuscito The Corner, sulla carta, è un importante progetto di riqualificazione urbana (si tratta del recupero di una villa rimasta per anni in stato di abbandono), ma nella realtà è la quintessenza dell’ospitalità. Dalle architetture dei primi del ‘900, l’architetto Danilo Maglio ha strategicamente ritagliato gli spazi per un concept hotel, con 11 stanze una diversa dall’altra, e poi, un ristorante, il bistreet (ovvero un bistrot che fa l’occhiolino allo street food), l’emporium, il club e il lounge-garden. In una commistione di epoche, stili, ambienti, colori e sapori, il ritmo di The Corner è scandito da uno staff di giovani e da continue occasioni di cibo, musica, divertimento.

NAPOLI nea Via Costantinopoli 53 - Piazza Bellini 59 081 451358 www.spazionea.it

· Quando: per un pranzo o un aperitivo · Perché: per premiare una realtà indipendente e sana · Chi ci trovi: studenti, intellettuali, professori · Highlight: aperto anche la sera, caratteristica insolita per i bistrot legati a gallerie d’arte

Parigi, Le Perchoir

Un caffè-bistrot annesso a una galleria di arte contemporanea nel centro storico di Napoli che si apre all’esterno nella corte della scalinata settecentesca della biblioteca dell’Università. Una formula già rodata nelle grandi capitali mondiali, ma che a Napoli ancora mancava e ha da subito riscontrato un grande successo tra napoletani e turisti, diventando punto di riferimento di universitari, artisti, intellettuali. Una buona idea quella del bistrot (e di Nea in generale, fondata da Bruno La Mura e Luigi Solito) per finanziare il progetto culturale che da ormai quasi tre anni offre sempre proposte di grande qualità.

Melbourne, Doomsday

MELBOURNE DOOMSDAY CAFè @Doomsday 195A Brunswick Street, Fitzroy VIC AUS 3065 +61 (03) 94 172 666

· Quando: a colazione · Perché: per un caffè prima o dopo lo shopping · Chi ci trovi: cool guys · Highlight: l’easy mood

Berlino, Tausend

Vi chiederete perchè in una zona brulicante di bar e ristoranti come Fitzroy abbiamo scelto un coffee to go... La risposta è semplice, perchè il Doomsay è annesso all’omonimo e conosciutissimo negozio di streetwear, il che significa che i personaggi che si gustano il caffè nelle panche di fronte al micro barettino sono quelli che piacciono a noi. Un bel modo per cominciare la giornata, e se siete espansivi almeno quanto Mark il barista, con ogni probabilità collezionerete subito un paio di “fives”.

FAR ROCK AWAY 97-113 Curtain Road, Shoreditch +44 208 305 3090 www.farrockaway.co.uk

Londra, Far Rock Away

LONDRA


73/ In giro. Nel mondo 76

· Quando: il venerdì sera · Perché: per il pre-serata · Chi ci trovi: arty-hipsters · Highlight: il Pornstar cocktail

· Chi ci trovi: modelle, dj, fotografi... · Highlight: non è più un segreto, ma è ancora molto esclusivo

Lanciato proprio nei giorni del Frieze a sottolineare la sua vocazione a arty-bar, il Far Rock Away è un bar-ristorante davvero divertente, nel mezzo della zona ormai conosciutissima delle gallerie d’arte contemporanea. Arredato con coloratissime opere di street art americana anni ‘50 alle pareti, il suo nome mutua infatti quello della zona nel Queens di NYC che negli anni ‘50 /‘60 aveva avuto una incredibile popolarità. Consigliato più per i cocktail che per il cibo, è il posto giusto per un inizio serata divertente nell’east London.

Bytom, POLONIA

Nascosto da una porta d’acciaio praticamente invisibile sotto i binari della Bahnhof Friedrichstrasse, il Bar Tausend, in realtà chiamato da tutti Cantina, non è certo più un secret bar, ma resta tra i locali più cool della scena berlinese. Soffitto in acciaio e ispirazione tra gli anni ‘70 e il futuristico, fanno da scena a serate di musica elettronica popolate di modelle, dj, produttori cinematografici e personaggi della scena fashion berlinese. Potete sempre mangiare al ristorante al piano di sopra per essere certi di entrare, oppure sperare che suonando al campanello piacciate al buttafuori.

DUBAI

JAZZ CLUB FANTOM Żeromskiego 27, 41-902 Bytom jazzclub.pl/fantom

ANALOG The Q Underground - Holiday Inn Al-Barsha +971 50 88 33 172 analogroomdxb.com

· Quando: nel weekend · Perché: buona musica e location all’avanguardia · Chi ci trovi: ragazzi interessanti · Highlight: il design del locale

· Quando: il fine settimana · Perché: è uno dei pochi posti con buona musica a Dubai · Chi trovi: occidentali · Highlight: la selezione musicale

Se mai capitaste in questa cittadina polacca che sta vedendo una importante crescita commerciale, il Phantom è sicuramente il “place to be”. Arredato in stile post industriale, con muri scrostati e un container che ospita una zona del bar che può diventare un ulteriore palco, è il posto ideale dove ascoltare buona musica, bere e mangiare bene in un ambiente davvero contemporaneo…che potrebbe tranquillamente essere a New York.

BERLINo Bar Tausend Schiffbauerdamm 11

· Quando: il fine settimana · Perché: è ancora uno dei posti più “cool” di Berlino

Se siete degli irriducibili del Clubbing di qualità e vi trovate a Dubai, questo è l’indirizzo giusto per voi. Nei sotterranei dell’Holiday Inn Al-Barsha da ormai qualche anno si scatenano gli amanti della musica house elettronica che si trovano a Dubai, principalmente expats e turisti occidentali. Dj internazionali di qualità si alternano in consolle: ascoltate i live sul loro sito per verificare.

PARIGI LE PERCHOIR Du MARAIS 37 rue de la Verrerie www.bhv.fr/actus/perchoir-du-bhv-marais

· Quando: la sera · Perché: per la vista meravigliosa · Chi trovi: parisiens chic · Highlight: sembra d’essere in un giardino. Quest’estate Parigi ha goduto di una nuova meravigliosa terrazza, quella al settimo piano del rinnovato magazzino BHV. Gestita dai ragazzi de Le Perchoir, si chiama appunto Le Perchoir du Marais: 250 mq arredati come un giardino di campagna e vista magnifica su l’Hotel de Ville fino alla Senna. Cocktail, vini, finger-food e una location perfetta per concludere una giornata di shopping nel Marais... alors, on va boire un verre? Avete tempo fino a fine ottobre.

SINGAPORE La Esquina 16 Jiak Chuan Lane www.esquina.com.sg +65 62221616

· Quando: per un pranzo di super qualità · Perché: per l’ esperienza culinaria · Chi ci trovi: stylish foodies · Highlight: la rivisitazione di piatti orientali in chiave “tapas”

Singapore, Esquina

Nato dalla collaborazione di un famoso partner locale con lo chef stellato Jasin Atherton, questo tapas bar si ispira proprio alla cultura spagnola offrendo piccoli piatti di grandissima qualità in un ambiente informale ma molto stylish. Un altro locale cosmopolita nella già multiculturale Chinatown di Singapore.


74/ Tazebao #123

Tutte le immagini e i marchi che appaiono nel Tazebao, qualora non esplicitamente appartenenti a Urban Magazine, sono di proprietà esclusiva dei rispettivi proprietari. Beth Ditto ©Till Brönner, courtesy of teNeues

76


Urban_216x322 11/09/14 16.16 Pagina 1

OFFICIAL RADIO

SCARICA LE APP ED ENTRA NEL MONDO DI RADIO MONTE CARLO



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.