PIERLUISA SEREGNI MARILENA CAIMI
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IL LIBRO PER LEGGERE
come... a scuola insieme Per costruire le competenze linguistiche
LETTURE
PIERLUISA SEREGNI MARILENA CAIMI
come... a scuola insieme
LETTURE
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INDICE 4
RA 10
LABORATORIO DI LETTURA
62 63 64 65
IL MONDO DEGLI AFFETTI Avventure in spiaggia Onda, non mi prendi! Dormire in treno La stella del calcio Zitti, ecco i conigli! Ho guidato un trattore La fine delle vacanze
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INSIEME
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INSIEME
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In scuolabus Bella, la geometria! La tua classe ti vuole bene In visita alla fattoria Un mondo di sapori Non è giusto!
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2
Che bella villa! In bicicletta La amo un po’ sì e un po’ no! Al chiaro di luna H come… HO VISTO UN GECO!
Amico per la pelle Al canile Rondini spericolate Un regalo per la mamma Sorpresa! ASCOLTO Un regalo per l’amica
Ecco i gechi! Un picchio al lavoro Collo di pelo In difesa dei topolini LABORATORIO PAROLE NUOVE I come… INTERESSANTE QUEL TIPO!
Che figura! Il vetro si è rotto! A scuola di danza Aiuto, la nota! Una trappola in bocca Non mi vogliono! Sono ridicolo! Uno di qua e una di là! LABORATORIO LEGGO E CAPISCO E come… ENTRA NEL MIO SPAZIO SEGRETO!
INSIEME
68 69 70 71 72 73 74 75 76
D come… DURA LA VITA, QUALCHE VOLTA!
36 38 39 40 42 43 44 45 46
IL MONDO INTORNO A NOI G come… GUARDARE IL MONDO!
C come… CUCCIOLI DI CASA!
28 29 30 32 33 34
Una notte paurosa Al cimitero in sidecar I diritti dell’infanzia Filastrocca zitta zitta Unità 2
B come… BANCO, STO ARRIVANDO!
20 21 22 24 26 27
STAGIONI IN TUTTI I SENSI F come… FESTE D’AUTUNNO!
Unità 1 A come… ADDIO VACANZE!
12 13 14 16 17 18 19
60
48 49 50 51 52 53 54 56
Un meraviglioso nascondiglio La banda del campetto È una cosa personale Il bambino collezionista Volevo un cane Siete libere! Tennis o calcio? Voglio una sorellina!
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IL RACCONTO REALISTICO
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MI METTO ALLA PROVA
MI METTO alla PROVA
78 79 80 81 82
La nuova professoressa Mio padre Cion Cion Blu Che orribile gigante! Una tipa proprio strana
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LA DESCRIZIONE
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MI METTO ALLA PROVA
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STAGIONI IN TUTTI I SENSI
MI METTO alla PROVA
L come… LUCI D’INVERNO!
88 89 90
Le candele di Santa Lucia Capodanno Carnevale con il nonno Unità 3
92
IL MONDO DELLA FANTASIA M come… MITI E LEGGENDE
94 96 97 98 99 100 102
Dal Cielo alla Terra Come gli uomini ebbero il fuoco Da dove vengono i mali Il camaleonte Le montagne albanesi Il fianco dei fagioli Perché i gatti decisero di vivere in casa
N come… NOZZE A PALAZZO E STRANE MAGIE!
C
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SCER RE
INSIEME
104 106 108 110 111
Il figlio del mugnaio e la gattina La statua di cera e il principe L’albero incantato Fa’ la pappa, pentolino! I tre porcellini ASCOLTO O come… OGGI TI RACCONTO…
112 114 115
I tre architetti rosa La pioggia di Piombino Il pastore di oche
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116 117 118 119 120
L’antilope La volpe che si credeva astuta Scoppiare d’invidia Il bue e la rana Chi si loda s’imbroda
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IL RACCONTO FANTASTICO
122
MI METTO ALLA PROVA
Sorgente Vento Nevica
STAGIONI IN TUTTI I SENSI Piuco, agnellino salvato La leggenda di Martisor In biblioteca Un bambino che legge
148
IL MONDO CHE VORREI
150 152 153
L’isola di Murano Alla scoperta dei bambini dell’India In giro per il suq
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SCER RE
INSIEME
154 155 156
Le piante sono importanti Allevamenti bio A scuola rispettando l’ambiente V come… VOGLIA DI REGOLE!
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SCER RE
INSIEME
158 160
Dieci regole per i giovani pedoni La corsa dei mattoni
161
IL TESTO INFORMATIVO E REGOLATIVO
162
MI METTO ALLA PROVA
164
STAGIONI IN TUTTI I SENSI
166 168 SCER RE
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L’INSEG
142
MI METTO alla PROVA
Z come… ZAINO PIENO D’ESTATE!
C
134 135 136
PER
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Io so fare le capriole Sul monopattino Filastrocca del rispetto Il leprotto Parole confinanti La noia LABORATORIO TRA LE RIGHE R come… RIME DI STAGIONE!
MI METTO ALLA PROVA
U come… UN OCCHIO ALL’AMBIENTE!
IL MONDO DELLA POESIA
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INSIEME
141
MI METTO alla PROVA
T come… TUTTI IN VIAGGIO!
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SCER RE
I TESTI POETICI
Unità 5
MI METTO alla PROVA
Q come… QUESTIONE DI RITMO!
126 127 128 129 130 131 132
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144 145 146 147
Unità 4
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Luna d’aprile Mesi… al lavoro! Estate
S come… SI SENTE LA PRIMAVERA!
P come… PROTAGONISTI ANIMALI!
INSIEME
137 138 139
INSIEME
Saltiamo sul fuoco a San Giovanni? Evviva l’estate
La rubrica didattica crescere insieme pone le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la lettura di brani scelti e la riflessione su esperienze significative. La rubrica didattica leggo con i sensi stimola l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
Il primo laboratorio di lettura serve a riprendere confidenza con la lettura strumentale di parole, frasi e testi. Esercita la memoria, come abilità preliminare all’acquisizione di una modalità anticipatoria di lettura. Analizza i segni di interpunzione, per avvicinare gli alunni alla lettura espressiva. Si distingue per una didattica giocosa, adatta ai primi giorni dell’anno. I laboratori leggo e capisco e tra le righe potenziano la comprensione esplicita e inferenziale del testo, attraverso attività guidate. Il laboratorio parole nuove sviluppa l’abilità di comprendere parole non note. Tutti i laboratori proposti possono diventare un’occasione di lavoro cooperativo.
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Ormai sai leggere bene, ma durante la pausa estiva potresti aver perso l’allenamento! In queste prime pagine troverai gli esercizi giusti per riscaldarti. Eserciterai anche la memoria attraverso semplici giochi: è molto utile per ricominciare a leggere senza errori! Infine, ripasserai l’uso dei segni di punteggiatura.
GIOCHI DI PAROLE Aiuta Anna a trovare nello schema le parole elencate. Attenzione: alcune lettere sono comuni a più parole.
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Adesso leggi le parole dell’elenco una dopo l’altra, cercando di fissarle nella memoria. Poi rileggile una seconda volta: ti sembra di essere più veloce?
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LABORATORIO DI
Anna ripensa alle vacanze e scrive tutti gli episodi più buffi, aggiungendo ogni volta nuovi particolari. Leggi le frasi una dopo l’altra, più veloce che puoi!
LETTURA
Marco e Andrea hanno fatto una gara. Marco e Andrea hanno fatto una gara in bicicletta. Marco e Andrea hanno fatto una gara in bicicletta nella pineta. Marco e Andrea hanno fatto una gara in bicicletta nella pineta, ma nessuno ha vinto. Marco e Andrea hanno fatto una gara in bicicletta nella pineta, ma nessuno ha vinto, perché si sono persi!
La nonna ha perso la cuffia. La nonna di Marco ha perso la cuffia. La nonna di Marco ha perso la cuffia a fiori. La nonna di Marco ha perso la cuffia a fiori in mare. La nonna di Marco ha perso la cuffia a fiori in mare e non voleva più uscire. La nonna di Marco ha perso la cuffia a fiori in mare e non voleva più uscire dall’acqua!
Copri le frasi e rispondi velocemente alle domande.
Chi ha fatto una gara in bicicletta? Dove? Chi ha vinto?
Chi ha perso la cuffia? Com’era fatta? E che cosa è successo poi?
PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: padroneggiare la lettura strumentale di parole e frasi attraverso esercizi-gioco. Esercitare la memoria per facilitare l’acquisizione di una modalità anticipatoria di lettura.
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FILASTROCCHE PER DIVERTIRSI Leggi la filastrocca prima nella mente, poi a voce alta, facendo attenzione ai suoni. Alla fine, leggi pi첫 volte solo le ultime parole di ogni verso. Prova a cronometrarti: sarai sempre pi첫 veloce!
AL MERCATO Quando in un testo Zucchero, chiodi, candele, bottoni incontri la virgola, filo, ciabatte, padelle, meloni, fai una piccola pausa rosso di mele, di pesche, di lane, e riprendi fiato! giallo di pere, di palle e banane, verde di sciarpe, di menta e piselli, grigio di calze, calzoni e martelli, suoni di voci, richiami e risate, odori dolci, salati, mischiati, con pioggia o sole, o neve, o vento, vive il mercato, vive contento! R. Piumini, I giochi giocando, Emme Edizioni
Adesso copri con una mano il testo della filastrocca e osserva il disegno degli oggetti. Ci sono degli intrusi? Cerchiali!
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LABORATORIO DI
Leggi la filastrocca prima nella mente, poi a voce alta, piĂš veloce che puoi.
’ C’E’ UNO SBAGLIO PERO Mandarino, pompelmo, lampone, fragola, arancia, limone, cocomero, mela, melone, melacotogna, melagrana, fico, pesca, banana, ciliegia, marasca, pera, uva bianca, uva nera, noce, nocciola, nocciolina, castagna, loto, susina, albicocca, aglio. Però c’è uno sbaglio.
LETTURA
Con il punto fermo fai una pausa lunga: conta nella mente fino a 2!
L. Grossi, Giocare con le parole, Armando
Hai scoperto qual è lo sbaglio? Cerchialo nel testo, poi gira il libro e scopri se hai indovinato!
Adesso copri con una mano il testo della filastrocca e leggi il nome dei frutti: ci sono degli intrusi? Segnali con una .
Ciliegia
Cocomero
Mela
Ananas
Nocciola PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: padroneggiare la lettura strumentale di parole e frasi attraverso esercizi-gioco. Esercitare la memoria per facilitare l’acquisizione di una modalità anticipatoria di lettura. Riconoscere e usare i segni di interpunzione.
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Soluzione: l’intruso è l’aglio, perchÊ non è un frutto!
STORIE DA RIDERE Leggi il testo a voce alta, insieme ai tuoi compagni, facendo attenzione ai segni di punteggiatura colorati.
BRIF, BRUF, BRAF Il punto esclamativo richiede una pausa lunga. Se leggi a voce alta, devi pronunciare la frase con più forza.
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Due bambini, nella pace del cortile, giocavano a inventare una lingua speciale per poter parlare fra loro senza far capire nulla agli altri. – Brif, braf – disse il primo. – Brif, brof – rispose il secondo. E scoppiarono a ridere. Su un balcone del primo piano c’era un vecchio buon signore a leggere il giornale, e affacciata alla finestra di fronte c’era una vecchia signora né buona né cattiva. – Come sono sciocchi questi bambini! – disse la signora. Ma il buon signore non era d’accordo: – Io non trovo! – Non mi dirà che ha capito quello che han detto. – E invece ho capito tutto. Il primo ha detto: che bella giornata. Il secondo ha risposto: domani sarà ancora più bello.
LABORATORIO DI Se c’è il punto interrogativo non ci sono dubbi: la frase è una domanda! Usa il tono giusto.
LETTURA
La signora arricciò il naso, ma stette zitta, perché i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua. – Maraschi, barabaschi, pippirimoschi – disse il primo. – Bruf – rispose il secondo. E giù di nuovo a ridere tutti e due. – Ha capito anche adesso? – chiese indignata la vecchia signora. – Ho capito tutto – rispose sorridendo il vecchio signore. – Il primo ha detto: come siam contenti di essere al mondo. E il secondo ha detto: il mondo è bellissimo. – Ma è poi bello davvero? – insisté la vecchia signora. – Brif, bruf, braf – rispose il vecchio signore. G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi
Adesso completa i fumetti, scegliendo nel testo frasi adatte.
PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: padroneggiare la lettura strumentale di testi, sia in modalità silenziosa sia a voce alta. Riconoscere e usare i segni di interpunzione.
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I O D T T IL MON E F F A I L DEG A PRESTO A presto mamma, ciao papà! Sono diventato grande adesso, ho i miei amici e a quest’età io non sono più lo stesso. Vado a scuola, ho dei compagni, faccio tante cose poi… Ma alla sera, quando torno, mi piace ancora star con voi. Corinne Albaut, Filastrocche per andare a scuola, Edizioni Motta
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A TE LA PAROLA Anche tu ti senti grande? Che cosa è cambiato rispetto a quando eri piccolo?
LEGGO CON I SENSI Osserva il disegno e sottolinea i versi a cui si riferisce. Poi fai un disegno che rappresenti un’altra parte della poesia.
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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A COME… ADDIO VACANZE!
AVVENTURE IN SPIAGGIA Di avventure la spiaggia selvaggia a noi bambini ne regalava tante, ma piccole: seguire le tracce regolari delle zampette di uno scarafaggio della sabbia; seguire la corsa a sghimbescio di un granchio con le chele aperte, spaventato; seguire con gli occhi i gabbiani e i loro tuffi micidiali; seguire nell’acqua bassa lo zigzag di piccoli cefali in fuga davanti a noi. E poi scavare. Scavare buchi inquietanti, fondi un braccio di bambino e una paletta di plastica verde: man mano la sabbia s’inumidiva e si raffreddava. Poi, finalmente, si trovava l’acqua e il gioco era finito. S. Bordiglioni in Popotus
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LEGGO E CAPISCO Perché i bambini fanno le buche? Vogliono nascondere le palette. Cercano un tesoro nascosto. Vogliono trovare l’acqua.
PAROLE NUOVE Correre a sghimbescio vuol dire: correre di traverso. correre molto veloce. Le chele sono le zampe a forma di pinza di granchi, gamberi e scorpioni.
IL
ONDA, NON MI PRENDI! Clara respirò forte l’odore dell’acqua di mare. Poi andò a sedersi vicinissima al punto in cui si rompevano le onde, e proprio davanti a sé vide fra le pietre una conchiglia. Era un guscio di patella, grigio e marroncino. Lo raccolse e lo mise subito al sicuro nello zainetto, poi con un sospiro di soddisfazione si distese e chiuse gli occhi. Le venne in mente la musica e le prese una gran voglia di ballare, di muoversi, di giocare con quel mare così bello. Clara si alzò e incominciò a correre sul bagnasciuga, sfidando le onde, chiamandole a una a una per poi scappare via quando già le sfioravano le scarpe. – Onda, non mi prendi! Onda, non mi prendi! Finché venne la volta che aspettò troppo e finì con le scarpette di tela blu dentro l’acqua.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
I SEGRETI DEL TESTO I testi narrativi realistici raccontano episodi che potrebbero avvenire nella realtà. I personaggi sono simili a persone che esistono davvero. Il personaggio più importante è il protagonista. Chi è il protagonista di questo racconto?
G. Quarzo, Clara va al mare, Salani
A TE LA PAROLA Quante cose si possono fare sulla spiaggia! Tu che cosa fai di solito? Raccontalo ai tuoi compagni.
LEGGO CON I SENSI Prova a immedesimarti in Clara, mentre corre sul bagnasciuga. Quali sensazioni prova? LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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A COME… ADDIO VACANZE!
DORMIRE IN TRENO Arrivarono a una stazione ferroviaria enorme, affollata e rumorosa, dove la loro automobile fu inghiottita da un vagone ferroviario. Emily e Jessup trascorsero la loro seconda notte in Inghilterra in uno scompartimento che trovarono incantevole: una cuccetta piccola e traballante con una porta, un finestrino, un tavolino pieghevole che nascondeva un minuscolo lavandino con acqua calda e fredda e due lettini con lenzuola, coperte e cuscino. Dopo una cena al sacco nello scompartimento dei genitori, i due fratelli tirarono a sorte per decidere chi avrebbe dormito in alto. Vinse Jessup. A Emily non importava: da sotto era più facile osservare il panorama. Si addormentò quasi subito, cullata dal ritmo del treno e dallo sferragliare delle ruote. Il treno la portava a tutta velocità in posti nuovi.
I SEGRETI DEL TESTO I racconti realistici sono ambientati in luoghi reali e si svolgono in un tempo definito (ieri, il mese scorso, in autunno…).
In quale luogo è ambientato il racconto che hai letto? In quale tempo?
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SCRIVO IO Ti è mai capitato di dormire nella cuccetta di un treno, come Emily e Jessup, o magari in nave o in aereo? Racconta la tua esperienza in un breve testo.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
Sognò di essere un uccello che volava sopra città e montagne: nel sogno riusciva a vedere il treno che si muoveva sotto di lei, come un lento serpente. Il rumore del vento che la accompagnava durante il volo era in sincronia con il movimento delle ruote. Si svegliò sorridendo. Fuori dal finestrino il mondo era completamente cambiato: il treno ora li stava trasportando attraverso scure colline e lisci pendii che l’umidità faceva luccicare e un cielo luminoso incorniciava. Poi, Emily vide sorgere il sole: come per magia il colore inondò la terra, mettendo in mostra colline rosse e campi verdi contro il cielo blu. All’improvviso Emily si sentì molto eccitata, come se l’attendessero, quell’estate, cose sensazionali.
TI
PAROLE NUOVE Quando due cose sono in sincronia, secondo te: avvengono nello stesso tempo. una è più veloce dell’altra.
LEGGO TRA LE RIGHE Pensi che Emily abbia fatto un bel sogno? Da che cosa lo hai capito?
S. Cooper, Il dispettosangolo, Piemme
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A COME… ADDIO VACANZE!
LA STELLA DEL CALCIO
I SEGRETI DEL TESTO
Quell’estate, Pedro fu la stella delle partite di calcio del quartiere. Giocava in una strada con grandi alberi, e correre sotto la loro ombra era quasi altrettanto delizioso che nuotare nel fiume in estate. Le foglie sussurranti erano uno stadio coperto che lo acclamava quando riceveva un preciso passaggio da Daniel, quando si infiltrava come Pelé tra i grandicelli della difesa e calciava direttamente in porta per fare gol. – Gol! – gridava Pedro, e correva ad abbracciare quelli della sua squadra, che lo sollevavano in aria perché, nonostante avesse nove anni, era piccolo e leggero. Per questo tutti lo chiamavano “chico”, cioè piccolo. – Perché sei così piccolino? – gli chiedevano qualche volta per farlo arrabbiare. – Perché mio papà è piccolo e mia mamma è piccola. – E sicuramente anche tuo nonno e tua nonna, perché sei proprio piccolo. – Sono basso, ma intelligente e veloce; tu, invece, di veloce hai solo la lingua.
Nei racconti, accanto al protagonista, spesso ci sono personaggi meno importanti detti secondari.
A. Skármeta, Tema in classe, Mondadori
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Chi è il protagonista del racconto? Chi sono i personaggi secondari?
LEGGO E CAPISCO “Chico” è una parola spagnola, che gli amici usano per chiamare Pedro. Perché?
PAROLE NUOVE Essere la stella del calcio vuol dire essere: molto bravo. molto luminoso.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
ZITTI, ECCO I CONIGLI! Alle cinque Carla, Daiana, Alberto, Giampaolo e Alex sono in marcia nell’aria frizzante del mattino. – Ragazzi, cercate di non fiatare, i conigli selvatici detestano i rumori molesti – dice Alex. Poco dopo sono accovacciati dietro i cespugli, con gli occhi puntati sul sentiero di polvere che si perde dentro il bosco. Alex ha detto che i conigli passano di lì tutte le mattine all’alba, ma naturalmente non c’è un’ora precisa. Quindi bisogna armarsi di santa pazienza e aspettare. Un leggero scricchiolare di foglie secche e di rametti avverte che qualcosa si muove tra l’erba. Poi ecco il primo coniglio sbucare sul sentiero, proprio a pochi passi da loro. E subito dopo eccone un altro e un altro ancora. Sbucano fuori dall’erba con un salto leggero, che solleva appena uno sbuffo di polvere. Annusano tutti l’aria nello stesso modo buffo. Poi quello che è arrivato per primo salta via a balzelloni e gli altri lo seguono dentro il bosco. Infine, non restano che le orme stampate sul sentiero.
TI
PAROLE NUOVE L’aria frizzante, secondo te, è: aria con le bolle. aria fredda, ma piacevole.
A. Lavatelli, A. Vivarelli, Carla e Daiana in vacanza… da sole!, Piemme
I SEGRETI DEL TESTO Di solito, i fatti vengono narrati nell’ordine di tempo in cui sono avvenuti. Il trascorrere del tempo si segnala con parole o espressioni chiamate connettivi temporali (in corsivo nel testo). Numera le vignette secondo l’ordine temporale in cui si sono svolti i fatti. .....
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A COME… ADDIO VACANZE!
HO GUIDATO UN TRATTORE Un giorno d’estate, verso le tre del pomeriggio, andammo a trovare degli amici del nonno che hanno una fattoria nei dintorni e mi conoscono fin da quando ero piccolo. C’è un immenso cortile con capre e maiali e poi un simpatico cagnaccio tutto ispido che quando mi vede mi fa un sacco di festa. Quel giorno il proprietario mi fece guidare il trattore per tutta la lunghezza di un solco e quando scesi a terra avevo la sensazione inebriante di aver domato un cavallo selvaggio. Per farmi riprendere dall’emozione, la moglie tirò fuori la padella e mi preparò una sostanziosa merenda a base di fette di pan fritto, generosamente spolverate di zucchero. Quella sera, di ritorno a casa, ero ubriaco d’aria e di sole. L’estate stava spalancando per me il suo scrigno prezioso, bastava accogliere i suoi doni e la vita non poteva essere più bella. M.H. Delval, Gatti, Einaudi Ragazzi
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SCRIVO IO Durante l’estate, hai fatto anche tu un’esperienza entusiasmante simile a quella che hai letto? Raccontala in un breve testo.
PAROLE NUOVE Il cane della fattoria ha il pelo ispido, cioè: lungo e morbido. ruvido e pungente. Il solco è una lunga buca nel terreno fatta con l’aratro o il trattore.
IL
LA FINE DELLE VACANZE Stefania, suo fratello Cris e il cugino Alessandro passeggiano di fronte al mare nero e furibondo. È settembre, l’ultimo giorno delle vacanze. I ragazzi hanno il cuore grosso. I bagagli sono pronti, l’erbario e le conchiglie sono stati accuratamente messi in valigia. Che tristezza partire! È stata una bella estate, allegra, avventurosa, piena di sorprese e di scoperte. Cris, Alessandro e Stefania contemplano la battaglia delle onde che si accavallano, spumeggiano. A un tratto Cris fa un salto e grida: – Ho un’idea! Scriverò un libro, il libro delle nostre vacanze! Racconterò tutte le nostre avventure e Stefania vi incollerà le sue alghe! – Bravo! – esclama Alessandro. – Io, invece, farò i disegni! – E come si intitolerà? – chiede Stefania divertita. Cris corruga la fronte, riflette ed esclama: – Le mille scoperte di un’estate felice! In questo modo le vacanze non saranno del tutto finite.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
A TE LA PAROLA Anche tu, come Stefania, conservi qualche ricordo delle tue vacanze? In quale occasione l’hai raccolto?
LEGGO E CAPISCO Che cosa farà ciascun amico per realizzare il loro libro delle vacanze?
A. Dalmais, Le mille scoperte di un’estate felice, Mondadori
LEGGO BENE Dividetevi in gruppi da tre e leggete il dialogo tra Cris, Alessandro e Stefania. Attenzione ai punti esclamativi e interrogativi: chi vi ascolta li deve sentire! Prima di iniziare la lettura potete cerchiarli di colori diversi.
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B COME… BANCO, STO ARRIVANDO!
IN SCUOLABUS Ci siamo: è il mio primo giorno di scuolabus. E dire che a momenti rischiavo di arrivare in ritardo! La zia mi ha fatto una tale sfilza di raccomandazioni prima di uscire di casa, che ci ho messo dieci minuti ad ascoltarle tutte. Visto che non conosco nessuno, per farmi compagnia mi sono portata il taccuino degli appunti, quello con l’elastico che mi ha regalato la mamma. Pare che sia il taccuino dei grandi viaggiatori. Farò finta di essere una giornalista in viaggio e scriverò sul mio taccuino quello che succede. Deve pur succedere qualcosa su uno scuolabus. A dire il vero però su questo scuolabus c’è poco da ascoltare. Intorno a me vedo solo visi silenziosi. Mi aspettavo che su uno scuolabus ci fosse un po’ più di movimento, qualche risata, gente che scherza e chiacchiera… invece qui non c’è niente del genere. Una fermata dopo l’altra, salgono tutti in fila, ordinati come soldatini. Si siedono senza fare rumore, o quasi. Ogni tanto qualcuno guarda verso di me e sussurra qualcosa al vicino, ma non sento neanche una mezza parola. Sono un po’ delusa. C. Carminati, Diario in corsa, Edizioni EL
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LEGGO E CAPISCO Perché la bambina che scrive è delusa dal viaggio in scuolabus?
PAROLE NUOVE Una sfilza di raccomandazioni è: una filastrocca di raccomandazioni. una lunga serie di raccomandazioni. Il taccuino è un piccolo quaderno tascabile su cui prendere appunti.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
BELLA, LA GEOMETRIA! Be’, insomma, perbacco, guarda un po’, la geometria non è poi così male. La maestra Ma ci ha portati in cortile e ci ha fatto misurare il muro esterno con i passi. Era lungo trentuno dei miei passi, e ventotto passi della giraffa, Caterina, che è diventata ancora più alta e magra durante l’estate, per non parlare di quanto è cresciuta in antipatia. Poi abbiamo misurato il muro corto, quello sotto la scala, con le mani aperte. La mano più piccola della classe (cioè quella che ci sta più volte) è la mano di Marina, mentre quella di Andrea ci sta meno volte, il che significa che Andrea ha la mano più grande di tutte. Visto che abbiamo tutti mani diverse, abbiamo deciso di prendere come Unità di Misura (si dice esattamente così) la mano di Luca, perché la sua mano è proprio a metà fra quella di Andrea e quella di Marina. Alla fine Ma ha detto che, almeno per un po’ di tempo, le misure nella classe le prenderà Luca, che perciò è stato nominato “Misurino”. R. Piumini, Diario di La, Edizioni EL
TI
LEGGO E CAPISCO Metti in ordine con i numeri i nomi dei bambini, partendo da chi ha la mano più piccola. .....
Andrea.
.....
Marina.
.....
Luca.
LEGGO TRA LE RIGHE Perché Caterina viene soprannominata “giraffa”?
A TE LA PAROLA Anche tu hai un soprannome? Quale? Perché te lo hanno dato? Ti piace o ti fa arrabbiare?
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B COME… BANCO, STO ARRIVANDO!
LA TUA CLASSE TI VUOLE BENE Era molto triste, era un bambino rimasto senza criceto. Una mattina si era alzato, era andato vicino alla gabbia e aveva detto: – Buon giorno criceto Amleto, dormito bene? Ma non l’aveva trovato al solito posto intento a lavarsi il musetto. Era in un angolino fermo fermo come un criceto di porcellana e con le zampine rosa girate in su, ferme ferme come zampine di porcellana. Allora aveva capito ed era scoppiato a piangere. La mamma l’aveva abbracciato forte. – Sai, era un criceto vecchino vecchino – gli aveva detto, – ora starà riposando beato su qualche nuvola, proviamo a guardare in su. Erano andati alla finestra, ma in cielo lui non aveva visto proprio niente. Quando arrivò a scuola la maestra capì al volo che qualcosa non andava. – Come mai quella faccina? – Mi è morto il mio criceto Amleto… Allora la maestra diede la notizia alla classe.
SCRIVO IO Scrivi anche tu un bigliettino per consolare il bambino triste.
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IL – Il nostro compagno oggi è molto triste, dobbiamo essere affettuosi con lui. Ora ci disegnerà sulla lavagna il suo criceto Amleto, voi lo copierete su un foglietto, lo colorerete e gli scriverete sotto un bel pensierino. Così fecero e alla fine dell’ora il bambino rimasto senza criceto si trovò con una montagna di disegnini di Amleto pieni di parole affettuose. – Leggile ad alta voce – disse la maestra. E il bambino cominciò a leggere: «Non essere triste, a me è morto un pesciolino rosso che si chiamava Pic, ma una volta che c’era il tramonto rosso l’ho visto che nuotava beato nel cielo, mi pare che rideva».
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
«Su non piangere, se non lo dimentichi secondo me lui continuerà a essere un po’ vivo» diceva un altro bigliettino. E un altro: «Ricordati che girava sulla ruota, era il suo luna park, è stato proprio felice a casa tua». «Se sei triste pensa che la tua classe ti vuole bene», aveva scritto una bambina. Veramente aveva scritto clase con una esse sola, ma era una frase belisima lo steso. V. Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi
LEGGO E CAPISCO Perché nelle ultime due righe alcune parole sono scritte in corsivo?
SCER RE
Leggi a voce alta i bigliettini nel testo. Alla fine, puoi leggere alla classe il tuo pensiero.
E
I compagni di classe cercano di consolare il bambino che ha perso il criceto con INSIEME bigliettini affettuosi. Nei momenti tristi è bello sentire gli amici vicini, sei d’accordo? Discutetene insieme. C
LEGGO BENE
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B COME… BANCO, STO ARRIVANDO!
IN VISITA ALLA FATTORIA La maestra ci ha detto di fare silenzio. – Ho una bellissima notizia per voi. Quest’anno faremo una gita molto speciale! Andremo in campagna a visitare una fattoria! Non vi sembra una splendida idea? – Che bello! Una fattoria! – si sono messi a gridare tutti. – Una fattoria – ho detto io, tutta immusonita. A me le fattorie non piacciono per niente. Il viaggio è durato un sacco di tempo. Poi, all’improvviso, il pullman ha girato per una strada lunga e sterrata. E… oh no! Siamo arrivati alla fattoria! Il signor Fiorini, il fattore, ci ha portato nella stalla dove si mungono le mucche. Appena siamo entrati, tutti i bambini si sono tappati il naso, perché nelle stalle c’è molta puzza. Il signor Fiorini ci ha fatto vedere come si fa a mungere con la macchina mungitrice. Dopo di che ci ha portato a vedere i maiali nel porcile. E io ho anche accarezzato un agnellino tutto bianco! Poco dopo, la moglie del signor Fiorini è arrivata guidando un trattore rosso fiammante e io sono stata la prima a salire di fianco a lei.
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LEGGO E CAPISCO Come si chiama la bambina che racconta? All’inizio la bambina è contenta di andare in fattoria? E alla fine si diverte, secondo te? Perché getta nell’immondizia la sua macchina fotografica? A TE LA PAROLA Hai mai visitato una fattoria? Dove? Quando? Ti sei divertito?
IL Allora ho dato alla maestra la mia macchina fotografica usa e getta. – Fammi la foto, per favore, mentre sono sul trattore! Poi ho fatto un sorriso gigante e la maestra ha scattato. Quando sono scesa dal trattore ho fatto una foto alle mucche, una ai maiali e una anche agli agnellini bianchi! In più, ho fatto una foto alle mie amiche Lucilla e Anna. – Che foto stupende, amiche mie! – ho detto entusiasta. – Non vedo l’ora di farle vedere alla mamma e al papà! Poi sono corsa verso il bidone della spazzatura e ci ho buttato dentro la macchina fotografica. – Visto? Si chiama macchina fotografica usa e getta. La mia mamma ha detto che dopo che hai fatto le foto, la butti e ne compri un’altra… Più semplice di così! Però in quel momento è arrivata la maestra e ha tirato fuori dal bidone la macchina fotografica. – Giulia, tesoro, non devi buttare via la macchina prima di aver fatto sviluppare le foto – mi ha spiegato. – Ecco! – ho sospirato io. – Non c’è mai niente di semplice a questo mondo.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
SCRIVO IO Racconta una gita fatta con la tua classe, utilizzando i connettivi temporali necessari a far capire il succedersi dei fatti. Per aiutarti, rispondi alle domande. Dove siete andati? Quando? Come avete raggiunto la meta? Ti è piaciuta la visita? Perché?
B. Park, Giulia B. e la gita alla fattoria, Mondadori
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B COME… BANCO, STO ARRIVANDO!
UN MONDO DI SAPORI Alla maestra Anna non capitava mai di sbagliare i nomi dei suoi scolari. A lei piaceva quella mescolanza di suoni e colori, la divertiva la diversità delle faccine dei suoi alunni. Le sembrava quasi di viaggiare quando chiedeva loro di raccontare le fiabe di casa o di cantare le proprie canzoni. Fin dal primo giorno di scuola, con tono che non ammetteva repliche, aveva ordinato che ognuno portasse per merenda quel che mangiavano in famiglia (“invece delle schifezze delle merendine”). Così, durante l’intervallo, tra i bambini della maestra Anna era tutto uno scambiarsi di bocconi, assaggiare sapori e odori che rendevano conto del mondo: dai dolcetti al miele algerini di Amina al burek al formaggio di Jossip, dal dulce de leche di Juanita alla focaccia di Lucia. La maestra Anna pensava che anche questo fosse un modo per imparare la geografia. P. Spinelli, Pafkula e la banda degli scombinati, Sinnos Editrice
PAROLE NUOVE Un tono che non ammette repliche, secondo te, è: dolce e affettuoso. sicuro e deciso. arrabbiato.
Il burek è una torta salata ripiena diffusa nell’Europa Orientale. Il dulce de leche è una crema dolce a base di latte e zucchero tipica della Spagna e dei Paesi del Sud America.
A TE LA PAROLA Qual è la tua merenda preferita? E che cosa mangiano i tuoi compagni? Vi capita di scambiarvi le merende?
LEGGO TRA LE RIGHE Secondo te, ad Anna piace fare la maestra?
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IL
MO DE NDO G LI A FF ET
NON E` GIUSTO! Ieri sono stato il più bravo della classe. Sul serio! La maestra ci ha fatto fare un dettato e io ho fatto sette errori. Dopo di me c’era Agnan, che ha fatto sette errori e mezzo: gli accenti contano mezzo errore e Agnan non ha messo l’accento su “c’è”, e invece ci voleva. Siccome Agnan è il primo della classe, non poteva sopportare di non essere il più bravo in dettato: ha detto alla maestra che non era giusto e che l’accento lui stava per metterlo, ma che l’avevano disturbato. La maestra gli ha detto, però, di stare zitto; allora Agnan si è messo a piangere e ha detto che l’avrebbe detto al suo papà e il suo papà sarebbe andato a lamentarsi col direttore, che nessuno gli voleva bene e che era una cosa orribile. E la maestra gli ha detto che se continuava così lo metteva in castigo. E io sono uscito da scuola con il mio dettato, dove la maestra aveva scritto con l’inchiostro rosso: “Nicolas ha fatto il miglior dettato della classe. Molto bene!”.
TI
LEGGO TRA LE RIGHE Secondo te, Nicolas è abituato a fare il miglior compito di tutta la classe?
R. Goscinny, J.J. Sempé, Storie inedite del piccolo Nicolas, Donzelli Editore
LEGGO E CAPISCO Perché Agnan si arrabbia tanto? SCER RE
C
Agnan è il primo della classe e non accetta di essere superato dai compagni. Quando INSIEME Nicolas ottiene un voto più alto di lui, cerca di giustificarsi inventando delle scuse. Che cosa pensi del suo comportamento? Non rischia di rendersi un po’ antipatico? Discutine con la tua classe. E
Ha preso un voto basso. Non ha preso il voto migliore della classe. I compagni lo hanno disturbato durante il compito.
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C COME… CUCCIOLI DI CASA!
AMICO PER LA PELLE Nella nuova casa avevo una stanza tutta per me e anche un gatto di nome Mister. Mister era un gatto randagio, un gatto che aveva avuto un padrone finché un giorno era scappato via. Capitò da noi, cominciai a rimpinzarlo di latte fresco e tonno in scatola, e lui scelse di rimanere. – Ti ha scelto – disse la mamma. E mi permise di tenerlo. Per Mister ero il suo amico per la pelle. Il suo preferito. Non mi era mai successo. Nessuno poteva prenderlo in braccio, né accarezzarlo tranne me. Di notte sonnecchiava sul mio cuscino. Nel buio, mentre me ne stavo al calduccio sotto le lenzuola, lo grattavo dietro le orecchie nere, la pelle morbida morbida, gli raccontavo ogni cosa, e lui faceva le fusa, finché non mi addormentavo.
LEGGO CON I SENSI Immagina di essere il bambino del racconto e prova a descrivere le sensazioni che prova, mentre si addormenta con accanto il suo gatto.
S. Weeks, Il ragazzo che non mangiava le ciliegie, Beisler Editore
PAROLE NUOVE
LEGGO E CAPISCO Scrivi V se la frase su Mister è vera o F se è falsa. Dorme in una cuccia. Ha le orecchie nere. Non gli piace il latte. Salta in braccio a tutti.
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.....
Rimpinzare significa: riempire qualcuno di cibo. usare le pinze per aprire una scatoletta. Scrivi una frase con il verbo rimpinzare.
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LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
AL CANILE Una famiglia composta da padre, madre e una bambina di otto anni decise di adottare un cane. Era un desiderio che la figlia esprimeva da tempo. Tutti e tre si recarono al canile più vicino. Lì dentro, centinaia di cani grandi, piccoli o appena nati spiavano dalle gabbie con occhi speranzosi, aspettando che qualcuno li togliesse da lì e li portasse finalmente all’aria aperta. La famigliola non sapeva decidere che cane adottare. Ce n’erano talmente tanti che sceglierne uno non fu per niente facile. Alla fine fecero decidere alla bambina, che istintivamente puntò il dito su uno splendido cucciolo di setter. Era il più piccolo della sua nidiata, nove frugoletti di tre mesi, uno più bello dell’altro. Lo portarono a casa e per la bimba iniziò la festa. Tranne le ore di scuola, non mollava un minuto il suo cagnetto. Fosse stato per lei, lo avrebbe portato anche tra i banchi. Lo battezzò Ciuffo, lei si chiamava Sofia.
TI
PAROLE NUOVE Gli uccellini nati dalla stessa covata formano la nidiata. Si può usare questa parola anche per gli altri cuccioli.
M. Corona, Torneranno le quattro stagioni, Mondadori
RIASSUMO Metti in ordine di tempo i disegni, poi scrivi per ognuno una frase che lo racconti: otterrai un breve riassunto del brano. .....
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C COME… CUCCIOLI DI CASA!
RONDINI SPERICOLATE Al tempo che con papà Dinetto siamo andati ad abitare in via Salita dell’Incarnazione, le rondini ce le avevamo sotto il tetto di casa. Avevano fatto il nido sopra la finestra del bagno. Il nido c’era già quando siamo arrivati e Dinetto non ha voluto toglierlo. Arrivavano ogni anno ad aprile; la solita coppia che è venuta a passare l’estate da noi per anni e anni. Quando si sono fatte troppo vecchie, hanno passato la proprietà ai figli. Le rondini sono testardamente fedeli ai loro nidi. Anche quando i nidi hanno difetti che di solito bastano a scoraggiare un inquilino. Il nido era difettoso. Era stato costruito senza prevedere che con l’arrivo di Dinetto la finestra del bagno sarebbe stata per la maggior parte del tempo aperta.
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PAROLE NUOVE Chi è l’inquilino? Chi vive in una casa in affitto. Chi aggiusta i nidi difettosi. Derapare vuol dire: cambiare velocemente direzione. frenare all’ultimo momento. SCRIVO IO Ti è mai capitato di salvare un animale in difficoltà? Quali cure gli hai prestato? Racconta la tua esperienza in un breve testo.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
Quel nido non teneva conto che, aperta la finestra, la tazza del water era sull’esatta traiettoria di atterraggio. Le rondini hanno un volo veloce e un atterraggio velocissimo; atterrano in picchiata, derapando nell’ultima frazione di secondo. Vanno così di fretta che qualche volta sbagliano mira, e a quella velocità non è facile tornarsene su. Così finivano dritte nella tazza del water. Non avevo ancora sei anni quando ho cominciato a tirare su rondini dal water. Sapevano di aver sbagliato e si comportavano bene: si facevano prendere e si involavano dalle mie mani senza lasciarmi un graffio. M. Maggiani, Il viaggiatore notturno, Feltrinelli
TI
LEGGO E CAPISCO Chi si era trasferito? Le rondini. Papà Dinetto e suo figlio. Dov’era il nido delle rondini? Che cosa succedeva quando le rondini sbagliavano mira?
LEGGO TRA LE RIGHE Chi salvava le rondini? Papà Dinetto o il bambino?
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C COME… CUCCIOLI DI CASA!
UN REGALO PER LA MAMMA Tonino decise di comprare un regalo alla mamma. Pensò che sarebbe stato bello per lei avere un canarino che la rallegrasse. Conosceva un negozio che aveva in vetrina tanti uccellini di vari colori. Entrò e vide sul banco una gabbia con dentro un topo. La gabbia era a forma di casetta. Tonino non aveva mai saputo che si potevano tenere in gabbia i topolini. Lo desiderò subito e finse di credere che la mamma sarebbe stata anche lei contenta. Ma quando Tonino sollevò davanti alla mamma la gabbia col topo, lei si scosse tutta e lanciò uno strillo: – Porta via, porta via! Non gli domandò nemmeno come l’avesse avuto. Tonino ci rimase male. Non gli venne in mente di riportarlo al negozio e, per liberarsene, aprì la gabbietta davanti al buco della pattumiera sulle scale. Il topo vi si infilò come se fosse l’uscio di casa. L. Romano, Lo stregone, Mondadori
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LEGGO E CAPISCO Che cosa avrebbe voluto regalare Tonino alla mamma? Come reagisce la mamma quando riceve il topolino? LEGGO TRA LE RIGHE Tonino pensava davvero che la mamma sarebbe stata contenta del topolino? Sottolinea la parola che ti permette di capirlo.
A TE LA PAROLA Pensi che Tonino abbia fatto la cosa giusta, aprendo la gabbietta? Che cosa avrebbe dovuto fare invece?
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
SORPRESA! Ascolta con attenzione la lettura dell’insegnante, poi rispondi alle domande nei riquadri rossi. Quindi ascolta il racconto una seconda volta e rispondi alla domanda nel riquadro blu.
Chi sono i personaggi del racconto? Un papà e i suoi figli. Due nonni e due nipoti. Una mamma e i suoi figli.
Che cosa esce dalla tasca del papà? Un peluche. Un gattino. Un gomitolo di lana.
Dove viene messo l’animale? Nel carrello del supermercato. Nella tasca di Stefano. Nella gabbietta.
TI
CHIUDI GLI OCCHI E
ASCOLTA
Dove portano il cucciolo? Dal veterinario per una visita. A cena in pizzeria. Al supermercato con loro.
Come mai, alla fine, Stefano ha il fazzoletto e i calzoni bagnati? Il gattino ha fatto la pipì. Si è rovesciato addosso una bibita. Si è lavato le mani.
PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: ascoltare testi narrativi realistici, mostrando di coglierne il senso globale.
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C COME… CUCCIOLI DI CASA!
UN REGALO PER L’AMICA Nicoletta non sopportava che Patrizia, la sua migliore amica, fosse così triste. Certo, la capiva benissimo: Polpetta, il suo cagnolino, solo qualche giorno prima si era allontanato e non era più tornato a casa. Così decise di andare al supermercato che vendeva i mostri, per farle un regalo. Voleva comprargliene uno divertente, che la distraesse e le facesse dimenticare un po’ il suo dolore. Quando arrivò al supermercato dei mostri, parcheggiò la bicicletta in una rastrelliera ed entrò tutta eccitata: a Nicoletta piaceva moltissimo fare shopping di mostri. Girò un po’ così, guardando e cercando qualcosa che le piacesse, finché un commesso la notò e le chiese: – Cerchi un mostro particolare, bambina? Vuoi che te ne faccia vedere qualcuno carino e che costa poco? Nicoletta fece di sì con la testa e il ragazzo le indicò un banco con i mostri in offerta.
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I SEGRETI DEL TESTO Chi è il protagonista della vicenda? Patrizia. Polpetta. Nicoletta. Il Burpolo.
SCRIVO IO Hai un giocattolo speciale, che ti tiene compagnia? Com’è fatto? Chi te lo ha regalato? Scrivi un breve testo in cui lo descrivi e racconti di lui.
IL Nicoletta, che era un tipo esigente, guardò, considerò i prodotti in offerta e il denaro che poteva spendere, e alla fine si decise a comprare. Acquistò per un euro e venti un Burpolo, un mostro di stoffa e gomma, che sparava un rutto tremendo ogni volta che lo toccavi sulla testa. Col Burpolo nel portapacchi della bicicletta, la bambina pedalò veloce verso casa di Patrizia. Giunta a destinazione, suonò il campanello della bici e la sua amica uscì. Patrizia era tutta sorridente, perché Polpetta era tornato finalmente a casa. Nicoletta allora stette un po’ con lei e poi se ne andò via senza regalarle il Burpolo. Lo portò a casa sua e lo mise sulla sua scrivania, perché lei un cane come Polpetta non ce l’aveva e aveva pensato che il Burpolo, anche se un po’ maleducato e rumoroso, le avrebbe comunque fatto compagnia. S. Bordiglioni, Storie sotto il letto per dormire… quasi tranquilli, Einaudi Ragazzi
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
LEGGO E CAPISCO Che cosa preoccupa Nicoletta? La perdita del cane. La mancanza di soldi. La tristezza della sua amica. Non poter andare al supermercato.
Quindi, che cosa fa? Alla fine Patrizia è sorridente. Perché? Perché Nicoletta decide di tenere per sé il Burpolo? Perché le avrebbe fatto compagnia. Perché le piaceva molto. Perché non poteva renderlo al supermercato. Perché Patrizia non lo aveva voluto.
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D COME… DURA LA VITA, QUALCHE VOLTA!
CHE FIGURA! Quando andavo a scuola, avevamo ginnastica diverse volte al mese perché potessimo diventare agili e forti. Ci arrampicavamo sulla fune. Ci appendevamo a testa in giù alla spalliera. Facevamo capriole. Io rimanevo goffo e impacciato nonostante tutti gli esercizi. Quelle che detestavo più di tutto erano le sbarre di equilibrio, perché cadevo sempre. Un giorno la nostra maestra di ginnastica, che la prendeva come una sfida, disse con la sua vocetta: – Avanti, vieni. Oggi non è pericoloso. – Oggi non sto molto bene – risposi. – Mi fa male il labbro. – Sciocchezze – sibilò la maestra, guardandomi storto. Poi mi issò sulla sbarra, dove rimasi, con le gambe che tremavano.
I SEGRETI DEL TESTO I racconti possono essere divisi in tre parti: nell’introduzione si presentano i personaggi e spesso sono indicati il luogo e il tempo; nello svolgimento si racconta il succedersi dei fatti; nella conclusione si svela il finale e a volte sono espressi i pensieri del protagonista. Rileggi il racconto e scrivi al posto giusto: introduzione, svolgimento, conclusione.
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IL
MO DE NDO G LI A FF ET
Guardavo i miei compagni, che si trovavano infinitamente più in basso di me. – Adesso cado – dissi. – Ma va’ – disse la maestra. – Vedrai che ce la farai benissimo. Feci un passo. Perfetto. Fu solo al passo successivo che la sbarra cominciò a ondeggiare come se ci fosse un terremoto. – Adesso cade! – esclamò Bertil. E io caddi. Battei per terra così forte che vidi le stelle e poi non riuscii ad alzarmi. La maestra dovette aiutarmi ad arrivare al mucchio di tappetini verdi su cui facevamo di solito le capriole.
TI
LEGGO TRA LE RIGHE Come ti sembra il bambino del racconto? Un po’ insicuro. Svogliato. Amante delle sfide.
Lì rimasi per il resto dell’ora a guardare gli altri che camminavano con le braccia aperte sulla sbarra come se fosse stata un’autostrada. U. Stark, Le scarpe magiche di Percy, Piemme
SCRIVO IO Ti è capitato di fare qualche brutta figura davanti ai tuoi compagni? Scrivi un testo indicando nell’introduzione dove e quando è avvenuto l’episodio, poi racconta lo svolgimento dei fatti. Nella conclusione spiega com’è andata a finire e che cosa hai provato.
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D COME… DURA LA VITA, QUALCHE VOLTA!
` ROTTO! IL VETRO SI E Prima che diventasse troppo buio per restare fuori, Jimmy e Robbi avevano rotto il vetro della finestra della cucina. Stavano giocando a pallone in giardino con una palla bucata: Robbi colpì la palla con il ditone, la palla rimbalzò sulla testa di Jimmy, si diresse al volo verso la finestra e ruppe il vetro. – Ahi! – disse Robbi. – Il mio povero ditone! – Ahi! – disse Jimmy. – La mia povera testa! – Oh, no! – disse il papà. – La mia povera finestra! Il signor Mack corse fuori in giardino. – Chi è stato? – urlò. – Non siamo stati noi. È stato il pallone. – Ho aggiustato quella finestra sette volte in sette giorni! Quante volte mi toccherà aggiustarla? – Otto – rispose Robbi. Robbi non stava facendo il furbo o lo spiritoso: voleva solo dare la risposta esatta. La finestra si era rotta sette volte, e adesso occorreva aggiustarla ancora una volta. Sette più uno fa otto. Ma il signor Mack aveva avuto una giornata molto difficile e disse: – Filate in camera vostra! R. Doyle, Il trattamento Ridarelli, Salani
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LEGGO BENE Dividetevi le parti di Robbi, Jimmy e del signor Mack e leggete cercando di trasmettere i loro stati d’animo. I punti esclamativi vi dicono quando dare alla frase un’importanza particolare, ma è ciò che viene detto a suggerire il giusto tono: dispiaciuto, arrabbiato…
LEGGO TRA LE RIGHE Secondo te, che cosa fa arrabbiare di più il signor Mack? La finestra rotta. Le risposte di Robbi e Jimmy.
IL
A SCUOLA DI DANZA A cena andò tutto come al solito, poi improvvisamente Harriet balzò in piedi e urlò: – Non voglio andare a scuola di danza. Accidenti alla scuola di danza! – Harriet, come osi dire questo genere di cose a tavola? – disse il signor Welsh sgomento. – O in qualunque altro posto, mia cara – si intromise la signora Welsh, mantenendo la calma. – Allora siano maledette tutte le scuole di danza! Harriet pronunciò queste parole standosene in piedi, con voce ferma e sicura. – Dove hai imparato a usare parole come queste? – disse la signora Welsh sollevando le sopracciglia fino all’attaccatura dei capelli. – Non ci andrò, non ci andrò, non ci andrò – gridò Harriet. – Oh, sì che ci andrai – disse la signora Welsh nel suo tono tranquillo. – Non sai neanche di che cosa si tratta. – Lo so di che cosa si tratta. Harriet era già stufa di gridare e stare in piedi. Desiderava mettersi a sedere, ma avrebbe rovinato l’effetto. Poteva sembrare una resa. – Ci sono stata una volta con Beth Ellen; bisogna mettersi quei costumi ridicoli e i ragazzi sono tutti bassi e ti senti un ippopotamo! – disse tutto questo senza prendere fiato, gridando la parola “ippopotamo”. Il signor Welsh rise: – Descrizione accurata, bisogna ammetterlo.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
A TE LA PAROLA Harriet vuole convincere i genitori a non mandarla a scuola di danza. Ha scelto il modo giusto, secondo te? Tu che cosa avresti detto?
LEGGO TRA LE RIGHE Chi ha deciso che Harriet frequenterà la scuola di danza?
L. Fitzhugh, Professione? Spia!, Mondadori
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D COME… DURA LA VITA, QUALCHE VOLTA!
AIUTO, LA NOTA! Alice era arrivata al portone di casa e guardò verso il terrazzo del terzo piano. Sospirò: ormai non poteva più scappare. Suonò il campanello e il portone si aprì con uno scatto. Di solito correva su per le scale, abbracciava la mamma e divorava il pranzo. Quel giorno, invece, salì i gradini lentamente: non aveva fame e neanche voglia di affrontare una discussione con i genitori. Davanti alla porta della signora Matilde, al primo piano, sentì un mia golio leggero. Sapeva che con quella vecchia signora viveva un gatto, ma Alice non l’aveva mai visto. Al secondo piano sentì il piccolo dei Rossi piagnucolare. Non sopportava quel moccioso, aveva solo cinque anni e si vantava di saper già leggere!
LEGGO CON I SENSI Come si sente Alice, secondo te? Prova a immedesimarti in lei e racconta con parole tue i sentimenti che prova.
LEGGO BENE Leggi ad alta voce il dialogo tra la mamma e la bambina. Alza un po’ il tono della voce quando incontri le parole in maiuscolo.
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LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
Arrivò al terzo piano. “Potrei dire una bugia e nascondere il libretto con la nota!” pensò. La mamma l’aspettava sul pianerottolo sorridente e con le braccia aperte, ma quando la vide si spaventò: – Alice che cosa hai combinato? Ti sei fatta male? Sei caduta? Alice fece cenno di no e allora la mamma capì. – Hai di nuovo fatto a botte! Cosa è successo questa volta? – Marco mi ha preso in giro di nuovo! Dice che ho il cervello a mollo perché non riesco a leggere. Ma io non ci riesco, NON CI RIESCO. – Non so più cosa fare con te! Guarda che disastro i jeans e la felpa! Forza, vai subito a lavarti e a cambiarti. Poi vieni a tavola: ci devi un sacco di spiegazioni.
TI
LEGGO TRA LE RIGHE Hai capito perché Alice ha preso la nota? È la prima volta che succede?
G. Alvisi, M. Furini, Volano sempre via…, Edizioni Industrialzone
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D COME… DURA LA VITA, QUALCHE VOLTA!
UNA TRAPPOLA IN BOCCA Ricordo tutto come fosse ieri. Mi ricordo della gran lampada sopra la poltrona, del grosso naso del dentista, delle sue larghe narici, delle sue folte sopracciglia nere, dei suoi occhi piccoli come quelli di un maiale o grandi come quelli di una civetta. Si avvicina alla mia bocca come per entrarci. – Già, già – dice. – Ecco ecco ecco… Guarda qui che roba! Perbacco, da non crederci! Apri bene la bocca… Io sono in preda al panico. Dopo un lungo momento di silenzio, il dentista emette il suo verdetto: – Signora Boccaspina, a sua figlia serve un apparecchio ortodontico, altrimenti… – e si mette a sghignazzare. Il dottor Totturo illustra, come se fosse intervistato dalla tivù: – È un apparecchio leggero, di plastica, che non impaccia chi lo usa. Una barretta metallica agisce sui denti e li raddrizza progressivamente. Se porterai l’apparecchio regolarmente, ogni giorno ogni notte ogni ora ogni minuto ogni secondo, se, insomma, porterai l’apparecchio re-go-lar-men-te, non ci saranno problemi e dovrai tenerlo solo qualche mese. Ma se te ne dimentichi e lo metti solo una volta ogni tanto oppure, ed è la peggiore delle ipotesi, lo PERDI, allora dovrai portarlo per… TRE ANNI! M. Lucet, Una trappola in bocca, Einaudi Ragazzi
A TE LA PAROLA Anche tu hai vissuto esperienze simili a quella che hai letto? Oppure il tuo rapporto con il dentista non è così male?
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LEGGO TRA LE RIGHE Rileggi il nome del dentista: hai capito perché si chiama così?
PAROLE NUOVE Essere in preda al panico vuol dire: essere molto spaventati. essere una preda facile da prendere. non avere paura di niente.
IL
NON MI VOGLIONO! Per tutta la mattina aspetto la ricreazione lunga, perché solo allora si giocherà a guardie e ladri. E se Rita e Susi vengono prese, io le libererò. E forse Rita mi dirà di chiedere alla mamma se posso andare a casa sua quando finisce il doposcuola. Dopo pranzo guardo verso la fossa della sabbia, ma non c’è nessuno. Aspetto, ma non ci va nessuno. Allora penso che devo mettermi lì io. – Chi vuole giocare a guardie e ladri? – grido più forte che posso, e mi guardo intorno nel cortile per vedere se qualcuno arriva di corsa. Ma non viene nessuno. Chiamo di nuovo. Un po’ più forte. – Chi vuole giocare a guardie e ladri venga qui! Accanto al castello per arrampicarsi vedo Rita e Susi. Le raggiungo. – Giocate a guardie e ladri? – chiedo ansimando, perché ho corso più forte che potevo. Rita mi guarda. – No – risponde. – Ora no. Susi la tira dalla parte opposta. – Dai, vieni con me – dice, e Rita va con lei. Io rimango lì. Non mi vogliono con loro.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
LEGGO E CAPISCO Perché la bambina del racconto vuole giocare proprio a “guardie e ladri”?
Y. Karlsson, Nessuno mi parla con voce di miele, Salani
A TE LA PAROLA La protagonista del racconto vorrebbe giocare con alcune compagne, ma loro preferiscono stare da sole. È capitato anche a te di voler giocare con qualcuno, ma di non essere accettato?
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D COME… DURA LA VITA, QUALCHE VOLTA!
SONO RIDICOLO! Sam era convinto di essere ridicolo. Quando passava davanti a uno specchio o davanti alle grandi vetrine dei negozi, o dovunque potesse vedere riflessa la propria immagine, Sam chiudeva gli occhi. Non voleva vedere quanto era ridicolo. Ma non lo era. Se a voi capitasse di incontrare Sam per la strada, vedreste un bambino normalissimo in maglietta, jeans e scarpe da ginnastica, con i capelli biondi che ricadono sulla fronte, grandi occhi grigi, naso e bocca assolutamente normali. Era piuttosto piccolo, è vero, ma non molto più piccolo di altri suoi compagni; era questione di un centimetro o due. Ma quando l’insegnante li aveva misurati, era risultato mezzo centimetro più basso di Danny, diventando così il Bambino Più Basso della Classe. Quando accadde questo fatto, Sam corse a casa da scuola e filò a letto tirandosi le coperte fin sulla fronte. Quando sua madre bussò alla porta, Sam rispose che non avrebbe messo più piede fuori di casa perché era troppo basso. – Oh, Sam! – gridò sua madre quando seppe tutta la storia. – Non essere così suscettibile! J. Clarke, Riffraff, Emme Edizioni
A TE LA PAROLA Tu come avresti reagito al posto di Sam? Pensi che abbia esagerato un po’ o lo capisci?
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PAROLE NUOVE Una persona suscettibile, secondo te: si offende facilmente. affronta la vita con il sorriso.
IL
MO DE NDO G LI A FF ET
` UNO DI QUA E UNA DI LAÀ Fin da quando riusciva a ricordare, Peter aveva diviso con Kate la camera da letto. Per lo più la cosa non gli dava fastidio. Anzi certe notti, risvegliandosi da un incubo, era stato persino contento di avere qualcuno nella stanza, anche se si trattava solo della sua sorellina di sette anni. Grazie alla presenza di Kate era un tantino più facile uscire dal letto sfrecciando verso la camera di mamma e papà. Altre volte invece gli dispiaceva eccome di dover dividere la stanza. E lo stesso valeva per Kate. Per esempio quando per pomeriggi interi non facevano altro che darsi sui nervi. Si incominciava con un dispetto che diventava un bisticcio che diventava una rissa, a suon di pugni e schiaffi, tirate di capelli eccetera. Spesso, per evitare la guerra, tracciavano una linea immaginaria che dalla porta attraversava la stanza. Di là stava Kate, e di qua Peter. Da questa parte la scrivania di Peter con le matite e i colori, il suo animale di pezza, il piccolo chimico, la scatola dei componenti elettronici. Dall’altra parte la scrivania di Kate, il suo telescopio, il microscopio e le calamite e le bambole. I. McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi
TI
PAROLE NUOVE Qual è il telescopio? Qual è il microscopio? Scrivi la parola corretta sotto le fotografie.
LEGGO E CAPISCO Scrivi P se il gioco è di Peter o K se è di Kate. Piccolo chimico.
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Bambole.
.....
Animale di pezza.
.....
Matite e colori.
.....
Calamite.
.....
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Ormai leggi bene e segui il filo dei racconti senza problemi. Eppure, quando devi rispondere a domande su quello che hai letto, qualcosa potrebbe sfuggirti. Allenati con questo laboratorio: ti insegnerà a riflettere e a concentrarti sugli elementi utili a rispondere correttamente.
POMERIGGIO IN GIARDINO Una libellula spuntò nella mattina assolata e atterrò come un aereo supersonico in quel bosco piccolo e rumoroso che era il giardino di nonna Modesta. Le bambine videro le sue quattro ali trasparenti e gli occhietti di fuoco che si intrufolavano in una rosa bianca e umida. – Mi regali questo fiore, nonna? – chiese Elsy. – A una condizione – rispose la nonna. – Quale? – Se mi prometti di lasciarlo sul suo stelo. Non mi piacerebbe vederlo morire in un vaso. – Andrò a trovarlo tutti i giorni – promise la bambina. – Così mi piace – disse la nonna. Nonna Modesta, simile a un armadio con gli occhiali tondi, percorreva i sentierini di terra nera con in mano l’annaffiatoio. – Parlami delle farfalle… – disse l’altra nipotina, Falsy. – A loro non piacciono le rose, preferiscono il fiore dello zafferano, le viole, le margherite… Intanto, fili d’acqua piovevano allegramente sulla terra da cui spuntavano germogli di ruta e rosmarino. E le bambine chiedevano: – Come si chiama questo cespuglio? – Gelsomino. – E questi due fiori? – Violette africane gialle e rosse… F. Buitrago, La casa dell’arcobaleno, Feltrinelli Kids
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LABORATORIO DI LETTURA Indica se le frasi che si riferiscono al giardino della nonna di Elsy e Falsy sono vere o false.
All’inizio di un racconto, di solito, scopri dove si svolge la vicenda. Le informazioni sul luogo, però, possono essere anche in altre parti del testo: cercale in tutte le righe! In giardino ci sono rose bianche.
V
F
Il giardino è percorso da vialetti di ghiaia.
V
F
Nel giardino sta piovendo.
V
F
Il giardino viene innaffiato automaticamente.
V
F
LEGGO E CAPISCO
Quale disegno corrisponde meglio alla nonna?
Leggendo il testo, hai immaginato i personaggi? Prima di rispondere, ritorna con il pensiero a quelle immagini mentali. Per essere sicuro, verifica nel testo le tue intuizioni.
Che cosa fa la nonna, mentre parla con le nipoti?
La risposta a questa domanda è facile. Non solo perché viene detto chiaramente che cosa fa la nonna, ma anche perché, rispondendo a una domanda di Elsy, la nonna svela che cosa non farebbe mai! La nonna raccoglie i fiori del giardino per metterli in un vaso. La nonna annaffia i fiori del giardino.
LE REGOLE DEL SUPER-LETTORE 1. Cerca sempre di immaginare luoghi e personaggi: l’immaginazione è un’alleata preziosa! 2. Leggi con attenzione i dialoghi: capirai che cosa intendono fare, che cosa desiderano o che cosa pensano i personaggi di un racconto. 3. Anche gli oggetti sono importanti: l’annaffiatoio ti suggerisce le azioni della nonna. PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere testi narrativi individuando le informazioni principali e le loro relazioni.
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E COME… ENTRA NEL MIO SPAZIO SEGRETO!
UN MERAVIGLIOSO NASCONDIGLIO Senza saperlo, la cugina Coralinda procurò a Cassie un nuovo, meraviglioso nascondiglio. Aveva portato in regalo alla madre di Cassie una tovaglia enorme e orribile: bianca, con pesanti ricami verdi e costellata di uccelli multicolori. Era la cosa più brutta che Cassie avesse mai visto, ma sua madre se ne innamorò. – È così originale e diversa – ripeteva. Altroché, se era diversa, pensò Cassie. Proprio come tutto e tutti in quella casa nuova. Ma appena Cassie vide che la tovaglia arrivava fino al pavimento, capì che faceva per lei. Era il suo spazio privato. Non vedeva l’ora che la cena finisse e che la tavola fosse sparecchiata, per potersi infilare là sotto. Ma Cassie riuscì a sgusciare sotto la tovaglia soltanto il giorno dopo, perché quella cena fu troppo lunga e lei era troppo stanca. Non avrebbe, però, mai più dimenticato quei primi momenti nel suo nuovo spazio, trasformato in una caverna colorata dalla luce del giorno. P. MacLachlan, Un’estate particolare, Mondadori
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LEGGO E CAPISCO A Cassie piace la tovaglia, all’inizio? Perché poi cambia idea?
LEGGO TRA LE RIGHE Cassie ama la casa nuova? Quale pensiero te lo fa capire?
A TE LA PAROLA Hai un nascondiglio segreto? Com’è? Che cosa fai quando ti nascondi lì?
IL
LA BANDA DEL CAMPETTO È deciso, diventeremo una banda. È stato Geoffroy ad avere l’idea. Eravamo a ricreazione e lui ci ha detto che aveva letto un libro dove c’erano degli amici che formavano una banda e dopo facevano cose fantastiche, difendevano la gente dagli uomini malvagi, aiutavano i poveri, catturavano i delinquenti e se la spassavano da matti. – La banda si chiamerà “Gli invincibili” – ci ha detto Geoffroy. – Ci ritroveremo tutti dopo la scuola, al campetto. La parola d’ordine sarà “Indomito coraggio”. Il campetto è un terreno abbandonato e noi ci andiamo spesso a giocare. È un posto che ci piace un sacco perché ci cresce l’erba, ci vanno i gatti, e poi ci sono vecchie lattine, pneumatici rotti e una vecchia macchina senza le ruote e noi ci montiamo sopra e ci divertiamo da matti, vrum, vrum, vrum. – Le riunioni le faremo dentro la macchina – ha detto Geoffroy. Io ero contentissimo perché stare dentro la macchina mi piace molto, anche se ci si fa male con quelle molle che escono dai sedili, che sono come quelle del divano del salotto di casa nostra che adesso è in soffitta!
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
A TE LA PAROLA Hai mai formato una banda con qualche amico? Ti piacerebbe? Come la chiameresti?
PAROLE NUOVE Il coraggio indomito è un coraggio che non si fa domare da nulla, invincibile.
R. Goscinny, J.J. Sempé, Storie inedite del piccolo Nicolas, Donzelli Editore
LEGGO TRA LE RIGHE Secondo te, quale rumore imitano i suoni vrum, vrum, vrum? Quindi che cosa fingono di fare i bambini all’interno della macchina abbandonata?
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E COME… ENTRA NEL MIO SPAZIO SEGRETO!
`E UNA COSA PERSONALE Venerdì 15 gennaio Caro diario, oggi ti devo scrivere qui nel bagno perché se sto di là con la mamma, poi lei ti vuole leggere. Io le ho detto che non si poteva, perché un diario è una cosa molto personale. Quando me l’ha regalato, me l’ha detto proprio lei! Ora però dice che una bambina non deve avere segreti per i suoi genitori. Ieri è stata una giornataccia: a scuola quella spiona di Rita ha detto alla maestra di matematica che io stavo copiando il problema. Non era mica vero! Quello l’avevo già copiato prima: stavo solo controllando con Licia se era proprio tutto uguale! Licia è la più brava della classe in matematica. Durante le ricreazione, quando siamo uscite nel parco, mi sono messa a rincorrere Rita perché volevo picchiarla. Anche se io sono più piccola, lei ha avuto paura e mi ha chiesto di fare la pace. In cambio mi faceva giocare con lei con i suoi trucchi. Allora non l’ho picchiata. S. Bordiglioni, M. Badocco, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi
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I SEGRETI DEL TESTO Il diario è un testo che raccoglie i pensieri e le emozioni di chi lo scrive. Di solito riporta la data del giorno in cui è stato scritto. Sottolinea gli elementi che ti fanno capire che questo testo è una pagina di diario.
SCRIVO IO Prova anche tu a scrivere, in prima persona, una pagina di diario in cui racconti un fatto avvenuto a scuola e i pensieri e le emozioni che ti ha suscitato.
IL
IL BAMBINO COLLEZIONISTA Era un bambino che collezionava di tutto, ma proprio di tutto. Ogni giorno iniziava una raccolta nuova. La sua cameretta stava per scoppiare, sua madre ogni volta che entrava si metteva le mani nei capelli. La prima collezione che aveva iniziato era quella delle conchiglie. Ma poi le conchiglie erano difficili da trovare, e i sassi facili, così passò alla collezione di sassi. Prima di quelli bianchi, non so quanti chili ne aveva su uno scaffale, poi un giorno in riva a un fiume gliene piacque uno bello verdolino e così via con i sassi verdolini. Poi si appassionò a quelli rossi perché scrivevano, e così giù chili di rossi, poi passò ai minerali che certe volte luccicavano da matti. Ma che peso su quegli scaffali! Il papà riuscì a convincerlo a passare alla collezione di foglie che, come si sa, pesano meno dei sassi, e così la cameretta si trasformò in un bosco. Il bambino collezionista collezionava inoltre figurine di ogni tipo, tappi di bottiglie, biglie, biglietti del tram, del treno, dell’aereo e delle giostre, schede telefoniche, schede Pokemon, autografi e persino palloncini scoppiati. – Perché non inizi piuttosto una collezione di buoni voti a scuola? – gli chiese un giorno il papà. – Sì, va bene – rispose lui. Ma quella collezione nessuno riuscì mai a vederla.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
LEGGO BENE Le virgole servono anche per separare le parole di un elenco. Prova a leggere le righe in verde sempre più veloce, ma senza dimenticare di fare brevi pause quando incontri la virgola.
V. Lamarque, La bambina bella e il bambino bullo, Einaudi Ragazzi
A TE LA PAROLA Anche a te piace collezionare oggetti? Che cosa raccogli? Quando hai cominciato? Dove tieni la tua collezione?
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E COME… ENTRA NEL MIO SPAZIO SEGRETO!
VOLEVO UN CANE… – Voglio un cane! – ho detto una sera a cena. Mentre erano a letto, più tardi, ho sentito papà e mamma che parlavano in camera loro a voce bassa, così bassa che sapevo che parlavano di me e non volevano che li ascoltassi, anche se in teoria dovevo essere addormentata. Mi sono sentita un po’ meglio all’idea che parlassero di me, ma poi hanno riso. Come osavano? Secondo me non c’era niente da ridere. Il pomeriggio seguente, quando sono tornata da scuola, sono andata nella mia stanza. Non avrei voluto, ma dovevo sistemare i libri e tutto il resto. E ho trovato un grosso pesce rosso e grigio, che non avevo mai visto prima, in una grossa vasca piena d’acqua con un filtro che faceva le bolle e sassolini e coralli sul fondo. Era un pesce dall’aria un po’ spaventosa e nuotava in circolo come se la camera fosse sua. J. Feiffer, La mia stanza è uno zoo!, Piemme
LEGGO TRA LE RIGHE Ti sembra che la bambina sia soddisfatta del regalo dei genitori?
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LEGGO E CAPISCO La protagonista del racconto desiderava
ma i suoi genitori le fecero trovare .
IL
SIETE LIBERE!
MO DE NDO G LI A FF ET
28 luglio
LEGGO E CAPISCO
Caro diario, da qualche giorno a me e a mia sorella Irene frullava un’idea in testa. Da quando, sabato scorso, siamo andate al mercato con la mamma. Una parte dei marciapiedi sotto i portici era occupata dai venditori di uccelli. Ogni volta che vedo un uccellino dietro le sbarre, mi sembra di esserci io al suo posto. Gli uccelli dovrebbero volare liberi nell’aria. Così stamattina abbiamo preso dieci euro e siamo tornate al mercato. Abbiamo scelto due tortorelle e abbiamo detto che non avevamo bisogno della scatola. – E come pensate di portarle a casa? – ci ha chiesto il venditore. Noi gli abbiamo detto che le avremmo tenute in mano. Lui ha estratto una tortorella e l’ha messa nelle mie mani, poi l’altra l’ha messa nelle mani di Irene. Allora io e Irene ci siamo scambiate uno sguardo d’intesa, abbiamo aperto le mani e lasciato andare le tortore, gridando: – Siete libere!
Che cosa prova la bambina del racconto quando vede gli uccelli in gabbia? Quindi quale gesto compie?
TI
PAROLE NUOVE Uno sguardo d’intesa è: uno sguardo minaccioso. uno sguardo tra persone che hanno un accordo.
A. Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Piemme
SCRIVO IO Ti è mai capitato di fare un gesto insolito che però ritenevi giusto e ti ha fatto sentire bene? Raccontalo in una pagina di diario.
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E COME… ENTRA NEL MIO SPAZIO SEGRETO!
TENNIS O CALCIO? Oggi a casa è scoppiata la tempesta. Quello che non capisco è perché succeda sempre a tavola, ma mi guardo bene dal dire qualcosa, perché quando i grandi si scontrano è sempre pericoloso prendere la parola. Tutto è cominciato perché Gigi a scuola mi ha chiesto: – Vuoi fare parte della mia squadra di calcio? Ci alleniamo tutti i giorni nel nostro campetto: tu potresti fare il terzino. Io sono stato felice della proposta, ma ho dovuto riconoscere con vergogna: – Non so giocare a calcio. – Non sai giocare?! Ma che cosa hai fatto nella vita fino a ora? Va bene, non importa, ti insegno io. Ti allenerò tutti i giorni e tra qualche mese sarai il più bravo. Avrei voluto baciarlo dalla gioia. Sono tornato a casa di corsa e non vedevo l’ora di dirlo alla mamma, ma lei era già scura e mi ha risposto soltanto: – Vedremo. A tavola, anche se avevo sentito una certa elettricità tra i miei genitori, ho voluto riferire la notizia per renderli allegri. – Ah sì? – fa papà distrattamente. – Bene, vedremo che cosa combinerai. Io ero un bravo centrattacco, sai?
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A TE LA PAROLA Farsi ascoltare dai grandi non è sempre facile. A volte, come succede al bambino del racconto, sono i più piccoli che devono avere pazienza. A te capita? In quali occasioni?
LEGGO E CAPISCO
PAROLE NUOVE
Perché, secondo te, il bambino del racconto è così felice della proposta di Gigi? Quale crede che sia la principale differenza tra il tennis e il calcio?
Secondo te, che cosa vuol dire l’espressione era già scura? La mamma era arrabbiata. La mamma era abbronzata.
IL – Ma cosa gli metti in testa? Non sai che deve ricominciare il tennis? – Io non voglio andare al tennis, mi annoio. Qui gioco con tanti, è un’altra cosa. – Adalberto ha ragione – mi appoggia papà, – il calcio è uno sport di gruppo. – Il tuo calcio! Perché diventi come te e se ne stia ore intere a vedere i campionati? No, farà il tennis, così almeno so con chi va e non si mischia con chiunque. A questo punto papà è scattato in piedi urlando: – In questa casa non si può stare tranquilli nemmeno a tavola! – e se ne è andato. La mamma ha continuato a mangiare, e a brontolare come se lui la sentisse, poi si è accorta finalmente di me e mi ha rivolto la parola: – Tu cosa preferisci, il tennis o il calcio? Che domanda scema! Ma chissà se aveva ascoltato quello che avevo spiegato prima; alle volte ho l’impressione che la mamma ascolti solo se stessa. Allora ho ripetuto con pazienza: – A me piace di più giocare a pallone, non voglio giocare a tennis perché non mi diverte.
MO DE NDO G LI A FF ET
TI
A. Nanetti, Le memorie di Adalberto, Edizioni EL
SCER RE
C
E
Sia gli sport di squadra, come il calcio, sia gli sport individuali, come il tennis, sono belli. Gli INSIEME sport di squadra, però, insegnano a far parte di un gruppo, a gioire insieme per le vittorie e a condividere le sconfitte. Sei d’accordo? Tu quale tipo di sport preferisci? Perché?
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E COME… ENTRA NEL MIO SPAZIO SEGRETO!
VOGLIO UNA SORELLINA! Un giorno Valentina arrivò a scuola tutta contenta e eccitata e annunciò: – Ieri mi è nata una sorellina! Una settimana dopo Teo andò a casa dell’amica a conoscere la neonata e ne rimase incantato. Quando tornò a casa andò difilato dalla mamma e disse: – Voglio anch’io una sorellina! – Neanche per sogno! – rispose la madre. – Ci mancherebbe altro! Dopo qualche giorno Teo tornò alla carica. – Scordatelo! – rispose la mamma. Dopo un mese Teo ci riprovò. – Potrei occuparmene io, della sorellina – propose. – Ho osservato bene come fa la mamma di Valentina. Sembra facile. Tu non te ne accorgeresti nemmeno che c’è un bambino piccolo in casa. La mamma si mise a ridere: – Un bambino piccolo non è una bambola. Smettila con questa lagna, Teo. Subito dopo Teo andò a protestare da suo padre. – Perché tutti i miei compagni di scuola hanno un fratellino o una sorellina e io no? – Non barare, Teo – rispose il padre. – Almeno metà della tua classe è composta da figli unici come te… Pensa a giocare piuttosto. Quando sarai grande e metterai su famiglia, avrai tutti i bambini che vorrai. B. Pitzorno, La bambola dell’alchimista, Mondadori
LEGGO TRA LE RIGHE Perché la mamma, a un certo punto, ride? Che cosa dice Teo di buffo?
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I SEGRETI DEL TESTO Sottolinea i connettivi temporali e rispondi: il racconto segue l’ordine temporale in cui si sono svolti i fatti?
A TE LA PAROLA Tu sei figlio unico oppure hai fratelli o sorelle? Sei contento della tua situazione?
I SEGRETI DEL TESTO
IL RACCONTO REALISTICO Un testo narrativo realistico racconta fatti che sono accaduti o potrebbero accadere nella realtà.
In un testo narrativo realistico: i personaggi appartengono al mondo reale. Il personaggio più importante è il protagonista, tutti gli altri si chiamano personaggi secondari;
i luoghi in cui si svolgono i racconti sono luoghi reali;
il tempo, di solito, è indicato con precisione. Le vicende possono svolgersi nel presente o nel passato;
i fatti di solito sono narrati nell’ordine di tempo in cui si sono svolti. I connettivi temporali (all’inizio, dopo, infine…) indicano il passare del tempo.
I testi narrativi sono, spesso, organizzati in tre parti:
l’introduzione, in cui si presentano i personaggi, il luogo e il tempo in cui inizia la vicenda; lo svolgimento, in cui si racconta la vicenda vera e propria; la conclusione, che spiega come è andata a finire la vicenda narrata e, a volte, riporta le riflessioni e i sentimenti dei personaggi.
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MI METTO alla PROVA
BRAVO?!? I cespugli frusciarono e giunse di corsa Ajax, il cane del babbo, contento di se stesso perché aveva trovato me e il nonno. Ci salutò entrambi, annusandoci per essere accarezzato, poi si tuffò nell’acqua bassa. Una tartaruga grande come un pugno si lasciò cadere con un tonfo da un tronco marcio e Ajax la inseguì goffamente. Gli piaceva dare la caccia alle tartarughe e alle altre creaturine del fiume, ma in realtà in acqua non aveva mai acchiappato niente. Quella mattina mi sorprese, poiché immerse la testa e tornò su sbalordito con in bocca la tartaruga, stupefatta quanto lui. – Ajax – dissi, – che stai facendo? Finiscila e rimettila dove l’hai presa. Si avvicinò camminando impettito, fiero di se stesso, e depose la tartaruga ai nostri piedi prima di scrollarci addosso una cascata d’acqua. Si sedette e mi guardò con aria speranzosa. – È convinto di aver fatto il suo dovere – disse nonno. – Dovresti elogiarlo, Calpurnia. – Bene, Ajax. Bravo cane – lo accarezzai. – Ma che possiamo fare della tartaruga? Mio fratello Trevis ne ha già una in camera e dubito che mamma ne tollererà un’altra. Forse dovremmo tenerlo per il collare mentre la libero. – Lo porto su in cima alla sponda – rispose nonno. – Non è bene che ti veda mentre la lasci andare. Così il nonno portò via Ajax, e appena furono entrambi fuori vista esaminai la tartaruga. Perché si era lasciata catturare da una creatura così grande e ottusa? Era vecchia? Era malata? In apparenza era tutto a posto, sembrava uguale a qualsiasi altra tartaruga del fiume. Forse era soltanto tonta. La spinsi nell’acqua, dove scomparve in un baleno. J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani
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I SEGRETI DEL TESTO Il testo che hai letto è un racconto realistico. Perché?
Descrive un animale. Dà informazioni scientifiche sulle tartarughe. Racconta un episodio che potrebbe avvenire nella realtà. Chi sono i personaggi del racconto (umani e non)?
In quale tempo avvengono i fatti narrati?
In quale luogo?
Individua e cerchia nel testo introduzione, svolgimento e conclusione.
LEGGO E CAPISCO Perché il nonno porta via il cane, mentre la bambina libera la tartaruga?
LEGGO TRA LE RIGHE Perché la bambina pensa che la tartaruga sia un po’ tonta?
PAROLE NUOVE La tartaruga è stupefatta, cioè:
spaventata.
stupida.
stupita.
Una creatura ottusa è:
poco intelligente.
fatta di ottone.
vecchia.
PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere e capire testi narrativi realistici.
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F COME... FESTE D’AUTUNNO! Ascolta il racconto letto dall’insegnante, poi rispondi alle domande.
Dov’è ambientato il racconto?
Che cosa vuole ottenere il re malvagio?
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PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: utilizzare in forma originale modalità espressive e corporee. Sperimentare tecniche diverse per realizzare prodotti plastici. Utilizzare la voce in modo creativo. ßRiconoscere le diverse identità e tradizioni culturali e religiose. ßAscoltare testi narrativi mostrando di coglierne il senso globale. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
Come fa la regina Sheung Ngao a impedire al re di bere la pozione?
LEGGO CON I SENSI Secondo il racconto, in una notte come quella raffigurata si potrebbe vedere la regina? Perché? E che cosa le succede poi?
FESTNENO
In autunno, in Cina, si celebra la Festa della Luna. Le famiglie si incontrano per cenare insieme e alla fine sgranocchiano dolcetti a forma di luna. Tutti gli sguardi sono rivolti al cielo per cercare di vedere nella luna l’immagine di Sheung Ngao, la patrona della festa.
D’AUTU
a cura di G. Favaro, Cina, COSV
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UNA NOTTE PAUROSA Nei giorni prima di Halloween, Harry rimpianse la promessa di partecipare alla festa di complemorte del fantasma NickQuasi-Senza-Testa. Tutti gli altri stavano pregustando l’evento organizzato dalla scuola; la Sala Grande era stata decorata con i soliti pipistrelli vivi, le colossali zucche di Hagrid erano state svuotate e trasformate in lanterne tanto grandi da ospitare tre uomini seduti e si vociferava che il preside Silente avesse ingaggiato una compagnia di scheletri danzanti. – Ogni promessa è debito – ricordò Hermione a Harry. Fu così che il giorno di Halloween Harry, Ron e Hermione oltrepassarono la Sala Grande, da cui provenivano invitanti bagliori di candele, per raggiungere i sotterranei. Anche il corridoio che conduceva alla festa di Nick-QuasiSenza-Testa era illuminato da candelabri, ma l’effetto era tutt’altro che allegro: candele lunghe e sottili, nere come l’ebano, la cui vivida luce blu gettava un cupo riflesso spettrale anche sui vivi. La temperatura scendeva a ogni passo, poi si udì un rumore come di unghie che grattavano un’enorme lavagna. – E questa è la musica? – chiese Ron a bassa voce. J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, Salani
FESTNENO
La festa di Halloween si celebra la notte del 31 ottobre. È una festa americana dalle origini molto antiche e negli ultimi anni si è diffusa anche in Italia. Il nome significa “prima di Ognissanti” perché il 1° novembre ricorre la festa di tutti i santi. Il simbolo più famoso di Halloween è la zucca intagliata con facce buffe o spaventose, al cui interno si mette una lanterna.
D’AUTU
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IMPARO CON IL CORPO Prova a costruire uno scheletro danzante con il cartoncino: disegna i pezzi con il pennarello nero, ritagliali, collegali con dei fermacampioni e… fai ballare il tuo scheletro!
AL CIMITERO IN SIDECAR – Vuoi scommettere che domani la maestra ci darà il solito componimento sul Giorno dei Morti? Già avevano dovuto studiare alcune lacrimevoli poesie sull’argomento! Tutti gli anni, alla fine d’ottobre, ricominciava la stessa storia. Elisa non capiva perché ai morti si dovesse pensare una volta all’anno. La nonna Mariuccia al cimitero ci andava tutti i giorni. Si vestiva, si metteva il cappellino nero e diceva: – Esco. Gli zii si erano messi d’accordo con il vicino di casa perché la venisse a prendere e la riportasse in motocicletta. Non bisogna credere però che nonna Mariuccia, con il suo vestito nero a semini bianchi, i guanti di filo e la grande borsetta col fermaglio d’argento, montasse a cavalcioni sul sellino di dietro cingendo la vita del gentile accompagnatore. No, perché la moto del signor Vladimiro (tale era il nome del vicino) era fornita di un bel sidecar, una specie di barchetta di lamiera attaccata al fianco della moto e fornita di ruote. La nonna si teneva aggrappata con le mani al bordo e strillava in continuazione: – Stia attento alla curva! Rallenti! Freni! Aiuto! Per fortuna il signor Vladimiro aveva un carattere pacifico e non si innervosiva.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
LEGGO CON I SENSI Osserva bene il disegno della nonna. Che cosa manca?
B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori
FESTNENO
Il 2 novembre in Italia e in molti altri Paesi del mondo si celebra il Giorno dei Morti. Le famiglie visitano i cimiteri dove sono sepolti i loro cari, portando in dono mazzi di fiori. In molte località si preparano dolci tipici.
D’AUTU
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I DIRITTI DELL’INFANZIA Il 20 novembre del 1989 venne approvata dall’Assemblea generale dell’ONU la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. In questo documento sono elencati i diritti di cui dovrebbero godere tutti i bambini del mondo per crescere in pace e in serenità. Eccone alcuni. Articolo 24 Hai diritto alla salute e a essere curato. Articolo 28 Hai il diritto di ricevere un’istruzione. Devi ricevere un’istruzione primaria e deve essere gratuita. Articolo 31 Hai diritto al gioco e al tempo libero. Articolo 32 Hai diritto a essere protetto dallo sfruttamento economico e dal lavoro rischioso. Articolo 37 Hai diritto a un livello di vita sufficientemente buono. Ciò significa che i tuoi genitori hanno l’obbligo di assicurarti cibo, vestiti, un alloggio…
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LEGGO CON I SENSI Collega ogni disegno all’articolo della Convenzione che rappresenta.
FILASTROCCA ZITTA ZITTA
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
– Zitti tutti, si lavora! Chi mi toglie la parola? Io non voglio stare ZITTO, la parola è un mio diritto, non mi basta sillabare, ho bisogno di parlare, e non voglio le pistole, voglio tutte le parole: le parole per giocare, le parole per amare, le parole per sapere, le parole per potere, le parole per capire, le parole per agire... Segneranno il mio cammino le parole... del cittadino! A cura del Comune di Prato, L’alfabeto del cittadino, Fatatrac
IMPARO CON IL CORPO
FESTNENO
ll 20 novembre di ogni anno, si festeggia in tutto il mondo la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia. Nelle scuole e nei quartieri si organizzano manifestazioni, mostre e attività per ricordare l’importanza dei temi affrontati dalla Convenzione. Voi avete fatto qualcosa?
D’AUTU
Mettete in scena la filastrocca: chiedete all’insegnante di leggere il primo verso, poi a turno alzatevi in piedi e rispondete, leggendo un verso a testa. Infine, leggete tutti insieme gli ultimi due versi.
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I O D O N IL MON A O N R O INT OCCHI GRANDI Occorrono occhi grandi per la linea del mare. Occorrono occhi grandi per le stelle del cielo. Occorrono occhi grandi per guardare un amore. Roberto Piumini, Tutta una scivolanda, Einaudi Ragazzi
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LEGGO CON I SENSI Dopo aver letto la poesia chiudi gli occhi e prova a immaginare la linea del mare e le stelle del cielo. Quale immagine mentale hai associato alla parola “amore”?
A TE LA PAROLA Ti piace osservare il paesaggio intorno a te? Ricordi un panorama particolarmente bello che hai visto? Al mare, in montagna o magari nella tua città?
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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G COME… GUARDARE IL MONDO!
CHE BELLA VILLA! Dalla finestra della sua camera Luigi ha la vista su un grande parco, il parco della villa appartenuta a uno scrittore famoso. È un posto bellissimo: la villa ha la facciata di mattoni rossi, un portico con le colonne e una grande vasca davanti, con al centro una fontana. Ai lati, solo cime di grandi alberi, ma dalla finestra Luigi vede bene il più grande di tutti, a destra: un platano enorme, vecchio di secoli, pensa lui. In autunno è stato l’ultimo a perdere le foglie e adesso sarà l’ultimo a metterle: il bel tempo verrà solo quando lui le avrà proprio tutte, le sue foglie. E proprio sopra la sua testa spunta sempre la prima stella della sera. B. Masini, Vado e non torno, Edizioni Messaggero Padova
I SEGRETI DEL TESTO Nelle descrizioni di luoghi o paesaggi spesso si segue uno schema spaziale, indicato da alcune parole o espressioni chiamate indicatori spaziali: al centro, ai lati, davanti, dietro… Sottolinea nel testo tutti gli indicatori spaziali che trovi.
LEGGO TRA LE RIGHE In quale stagione è ambientato il testo? Da che cosa lo hai capito?
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IN BICICLETTA È in bicicletta, sta pedalando, le ruote girano regolarmente, la bici è un vecchio modello col manubrio largo. Avanza lungo una stretta strada di campagna. Lontano, sulla destra, su un vasto prato in leggera pendenza, quattro uomini, curvi in avanti, sembrano tirare qualcosa con una certa forza. Non si capisce che cosa sia, sicuramente qualcosa di pesante, forse una barca, che lascia l’impronta quando scivola sull’erba. Gli uomini avanzano con difficoltà, un passo dopo l’altro, lentamente. Una macchina supera la bicicletta, e se ne va. Lui volta la testa, il sole che brilla sul prato alla sua sinistra lo costringe a socchiudere gli occhi. Nessuno all’orizzonte. Il lamento che risuona sembra un canto di grilli o forse gli fischiano solo le orecchie! Gao Xingjian, Una canna da pesca per mio nonno, Rizzoli
IL MO IN NDO TO RNO
A NO I
I SEGRETI DEL TESTO Cerchia gli indicatori spaziali presenti nel testo, poi rispondi: quale schema spaziale è stato utilizzato in questa descrizione? Al centro, a sinistra. A destra, a sinistra. Dietro, davanti.
LEGGO TRA LE RIGHE Chi osserva la scena, da che cosa capisce che l’oggetto trascinato dai quattro uomini è pesante?
LEGGO CON I SENSI Immagina di pedalare insieme al protagonista del racconto. Quali sensazioni provi? Quali profumi e quali suoni ti circondano? LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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G COME… GUARDARE IL MONDO!
LA AMO UN PO’ SI` E UN PO’ NO! Amo la mia camera e odio la mia camera. Il mio letto a castello può trasformarsi in un fortino. Mi basta infilare le lenzuola sotto il materasso superiore e lasciarle pendere fino a terra. Io dormo nel letto di sotto e la mia scrivania è esattamente di fronte alla finestra. Ogni cosa è dove voglio che sia. La radiosveglia è accanto al letto. Il mio lettore MP3 è portatile, quindi può trovarsi dove mi serve. Nell’armadio, a destra del ripiano, ho un pannellino segreto dove una vecchia scatola custodisce gli oggetti più importanti della Terra. Ci sono una banconota che mia madre mi ha dato per averla aiutata a pulire la cacca del nostro cane, una stella rossa che mi ha dato la maestra in prima, un mucchio di figurine. Queste sono le cose che amo della mia camera. Quello che odio della mia camera è che è il posto dove i compiti mi chiamano!
SCRIVO IO Prova a descrivere la tua cameretta utilizzando gli indicatori spaziali.
H. Winkler, Hank Zipzer e le cascate del Niagara, Uovonero
I SEGRETI DEL TESTO Completa le frasi con l’indicatore spaziale corretto. Io dormo nel letto è esattamente
alla finestra.
La radiosveglia è
al letto.
Nell’armadio, pannellino segreto.
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e la mia scrivania
del ripiano, ho un
AL CHIARO DI LUNA Andrei si alzò e si avvicinò alla finestra per aprirla. Appena ebbe aperto le imposte, il chiaro di luna, come se aspettasse vicino alla finestra, entrò nella camera. Andrei aprì i vetri. Era una notte fresca, chiara. Proprio davanti alla finestra correva un filare d’alberi, neri da un lato e dall’altro rischiarati da una luce argentea. Sotto gli alberi cresceva una vegetazione grassa, bagnata e folta. Più lontano, dietro gli alberi, c’era un tetto splendente per la rugiada: alla sua destra c’era un grande albero, con il tronco e i rami d’un bianco luminoso; più in alto, c’era la luna quasi piena, su un cielo di primavera chiaro, quasi senza stelle. L. Tolstoj, Guerra e pace, Mondadori
IL MO IN NDO TO RNO
A NO I
I SEGRETI DEL TESTO Per descrivere un paesaggio, si può usare uno schema spaziale che procede da ciò che è più vicino a ciò che è più lontano (in primo piano, in secondo piano, sullo sfondo). Che cosa vede Andrei in primo piano? E che cosa vede sullo sfondo?
LEGGO E CAPISCO Perché il grande albero è bianco e luminoso? Ha nevicato. È coperto di brina. È illuminato dalla luna.
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H COME… HO VISTO UN GECO!
ECCO I GECHI! Durante il giorno quasi tutti i gechi vivevano sotto l’intonaco staccato del muro di cinta della villa. Quando il sole tramontava essi facevano la loro comparsa, sporgendo dalle crepe le loro piccole teste e guardandosi curiosamente intorno coi loro occhi dorati. A poco a poco scivolavano lungo il muro, coi loro corpi piatti e tozzi, le code quasi coniche che nella penombra sembravano grigio cenere. Avanzavano cautamente sul muro finché non trovavano rifugio nella vite e lì aspettavano pazientemente che il cielo si oscurasse e le lampade venissero accese. Allora si sceglievano il loro territorio di caccia e si incamminavano sul muro della casa, alcuni diretti alle camere da letto, alcuni verso la cucina, mentre altri restavano tra le foglie di vite. C’era un geco che aveva prescelto come territorio di caccia la mia camera da letto e io finii col conoscerlo molto bene e lo battezzai Geronimo, perché i suoi assalti contro gli insetti mi sembravano astuti e ben studiati come tutte le imprese compiute da quel famoso pellerossa.
PAROLE NUOVE Geronimo (1829-1909) fu un importante e valoroso capo degli Apache, una popolazione nativa dell’America Settentrionale.
G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi
LEGGO E CAPISCO Come sono i gechi descritti nel brano? Collega nomi e aggettivi.
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Code
dorati
Teste
coniche
Occhi
piatti e tozzi
Corpi
piccole
UN PICCHIO AL LAVORO Una mattina all’alba, mentre mi godevo il letto, sentii uno strano suono: un battere rapido e secco, con delle pause. In silenzio e lentamente aprii la finestra del bagno: era un picchio rosso maggiore. Si arrampicava veloce sul larice, a spirale, quando si fermava appoggiava il corpo sulla forte e breve coda e si attaccava al tronco con le quattro dita bene unghiate. Batteva sul tronco e questo rumore risuonava limpido nel mattino invernale, come uno strumento a percussione. I pezzi di corteccia saltavano via con rapidità, ma con più rapidità ancora la lingua del picchio rosso cercava e coglieva gli insetti. Instancabile, continuava a salire e scendere lungo il tronco, a battere, a far volare via scaglie di corteccia, a frugare, a prendere la sua colazione con la lingua lunga e viscosa. A un certo punto, si stancò della mia presenza e volò ondeggiando su un abete, dove rimase fermo su un ramo. M. Rigoni Stern, Il libro degli animali, Einaudi
IL MO IN NDO TO RNO
A NO I
PAROLE NUOVE Gli strumenti a percussione sono strumenti che suonano quando vengono “percossi”, cioè colpiti con le mani o con le bacchette, come il tamburo. La lingua del picchio è viscosa, cioè: appiccicosa. biforcuta.
I SEGRETI DEL TESTO Una descrizione può contenere informazioni raccolte con i cinque sensi (vista, udito, tatto, olfatto, gusto). Inoltre, può riportare dati di movimento, cioè descrivere come si muove la persona, l’animale o l’oggetto descritto. Osserva l’esempio, poi sottolinea i dati visivi di rosso e i dati uditivi di verde. Evidenzia i dati di movimento.
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H COME… HO VISTO UN GECO!
COLLO DI PELO Il piccolo Alexander portava a spasso il nuovo gattino dentro la giacchetta e gli dava delle strizzate troppo violente: forse fu questa la ragione per la quale il gatto crebbe piuttosto lungo e dinoccolato. Il gatto dormiva sul letto di Alexander e nelle notti molto fredde gli si acciambellava attorno al collo, tanto da meritarsi il nome di Collo di Pelo. Spesso il gattino si leccava con cura il davantino di pelo bianco, rendendolo candido, e i baffi che spuntavano come aculei di porcospino dalle gote forti e robuste; poi osservava con orgoglio la punta nivea della coda e la lucentezza delle strisce del dorso tigrato. Aveva un’andatura da sbruffone, un po’ rigida sulle lunghe zampe.
PAROLE NUOVE Un animale (o una persona) dinoccolato si muove: in modo poco coordinato. molto velocemente. La coda del gatto è nivea, cioè: bianca. bianca e nera. nera.
M. Sarton, La lunga vita di un gatto molto perbene, La Tartaruga edizioni
I SEGRETI DEL TESTO Per dare ordine alla descrizione di un animale o di una persona, si possono raggruppare le informazioni per argomenti. Completa lo schema con le informazioni relative al gatto.
Aspetto fisico Corporatura Colore del pelo Colore del davantino Zampe Gote Baffi Andatura
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IN DIFESA DEI TOPOLINI I topi non piacciono molto a nessuno. Si pensa che siano animali cattivi, astuti, puzzolenti e portatori di malattie. I topi, invece, sono molto puliti, è facile tenerli in mano e possono fare molta compagnia. Ne ho avuta una volta una coppia estremamente piacevole. Erano topolini giapponesi. Avevano i fianchi e le zampette bianche, la testa nera e una striscia nera anche lungo il dorso. Li avevo chiamati Giove e Giunone, come gli dei dell’antica Roma. Giove era leggermente più grande di Giunone. Era ben addomesticato e gli piaceva andare in giro seduto sulla mia spalla, con i lunghi baffi che mi facevano il solletico sul collo. Gli piacevano più di tutto i biscotti integrali. Giunone, invece, era occupata a fare i piccoli: alla prima figliata ne fece dieci, alla seconda dodici e alla terza sedici!
IL MO IN NDO TO RNO
A NO I
LEGGO E CAPISCO Quale opinione hanno le persone dei topi, di solito? Perché? Qual è, invece, l’atteggiamento dell’autore?
LEGGO CON I SENSI Osserva bene il disegno del topolino e aggiungi tu il dettaglio mancante.
D. King-Smith, Gli animali della mia vita, Mondadori
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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Imparare parole nuove è importante per capire sempre meglio i testi e… il mondo che ti sta intorno! A volte è necessario il vocabolario, ma spesso puoi capire il significato di parole sconosciute aguzzando l’ingegno. Impara a farlo seguendo i suggerimenti di questo laboratorio.
GITA AL FARO A Jan piacciono le stradine in mezzo alle dune. Salire e calpestare la sabbia soffice con i piedi gli dà una sensazione di morbidezza, come se galleggiasse. Purtroppo il vento getta la sabbia negli occhi. Jan batte le palpebre per levarsela. La nonna mette gli occhiali da sole, anche se il sole non c’è. Un pescatore di ostriche si sposta con la sua barca vicino alle dune. Ben presto Jan è arrivato proprio a due passi dalla torretta del faro che di notte aiuta le imbarcazioni con la sua luce intermittente. Davanti all’ingresso di un caffè c’è un gran numero di biciclette legate alla sbarra. Il caffè, naturalmente, è pieno. Jan e i nonni aspettano che si liberi un tavolo e sono fortunati, perché ne trovano uno vicino alla finestra. – Bene, ci siamo meritati una bella cioccolata calda! – afferma la nonna. – Con la panna! – E il liquore – aggiunge il nonno. – Va bene, ma non per il nostro nipotino – ridacchia la nonna. – Certo che no! – ridacchia anche il nonno. Jan beve la sua cioccolata calda e si lecca via uno sbaffo di panna dal labbro superiore. Ed è felice. B. Obrecht, Castelli di fiammiferi, Uovonero
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LABORATORIO DI LETTURA
PAROLE NUOVE
Che cosa sono le dune?
Nel testo puoi trovare molte informazioni che ti aiutano a capirlo. Osserva e rispondi. 1. Jan sale sulle dune. 2. Jan calpesta la sabbia soffice.
Le dune sono alte o basse? Sono buchi o montagnette? Quindi, di che cosa sono fatte?
Le dune sono Che cos’è un faro, in questo testo?
A volte, come in questo caso, nei testi trovi la spiegazione delle parole usate. Cercala e sottolineala prima di rispondere.
Sai che cosa sono le palpebre?
Attenzione: Jan sbatte le palpebre perché gli è entrata sabbia negli occhi. Peli posti sopra l’occhio. Pelle che protegge l’occhio da corpi estranei.
Parte colorata dell’occhio.
LE REGOLE DEL SUPER-LETTORE 1. Leggi con attenzione: i testi sono ricchi di informazioni che possono aiutarti a capire le parole sconosciute. 2. A volte è più semplice: dopo una parola trovi la sua spiegazione. 3. La tua esperienza personale ti aiuta a capire il significato di termini che non conosci. PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: comprendere nei testi il significato di parole non note basandosi sul contesto e sulla conoscenza intuitiva.
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I COME… INTERESSANTE QUEL TIPO!
LA NUOVA PROFESSORESSA Chissà se la nuova insegnante sarebbe stata severa? Poi la porta si aprì e avvenne il miracolo. ma La signorina Mundula era giovane e bel-lis-si- ! Era la donna più bella che Prisca avesse mai visto in vita sua, a parte le attrici del cinema, naturalmente. Era alta, snella, elegante, nonostante indossasse un golf grigio da casa e una gonna a pieghe assolutamente comuni. Aveva la carnagione bianchissima e i capelli rosso fiamma, ondulati, fermati con un pettinino di tartaruga sulla tempia destra e sciolti sulle spalle. Gli occhi, un po’ vicini, le davano un’aria spiritosa. Erano castano dorati, trasparenti come quelli di vetro delle bambole. E sulle guance, quando sorrideva, le si formavano due fossette. Sembrava tutto, tranne che un’insegnante di matematica.
SCRIVO IO Copia lo schema sul quaderno e riempilo con i dati relativi alla tua maestra di matematica.
B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori
I SEGRETI DEL TESTO Completa lo schema per argomenti con le informazioni sulla professoressa. Aspetto fisico Corporatura Capelli Pettinatura Occhi Guance Carnagione Abbigliamento
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MIO PADRE
IL MO IN NDO TO RNO
A NO I
Mio padre lo vedevo poco. Usciva tutte le mattine per andare al Palazzo di Giustizia, portando sotto il braccio una cartella piena di cose intoccabili che si chiamavano “dossier”. Non aveva barba né baffi e i suoi occhi erano azzurri e allegri. Quando rientrava la sera portava alla mamma delle violette, si baciavano e ridevano. Papà rideva anche con me. Mi faceva cantare “C’è un’auto grigia” o “Aveva una gamba di legno”, e mi sbalordiva cogliendo sulla punta del mio naso una moneta da cinque franchi. Mi divertiva e io ero contenta quando si occupava di me.
LEGGO TRA LE RIGHE
S. de Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene, Einaudi
C’è una canzone “di famiglia”, che ti hanno insegnato i nonni o i tuoi genitori quando eri più piccolo? Canticchiala ai tuoi compagni.
Con quali aggettivi definiresti il padre dell’autrice? Scorbutico. Innamorato. Allegro. Musone. Gentile. Divertente.
A TE LA PAROLA
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I COME… INTERESSANTE QUEL TIPO!
CION CION BLU Una volta c’era in Cina un cinese vestito di blu e d’arancione che si chiamava Cion Cion Blu. Aveva i pantaloni blu e la giacca arancione, le pantofole blu e le calze arancione; e in tasca aveva un fazzoletto arancione e una pipa blu. Anche i suoi capelli erano blu, blu scuro; ma la sua faccia non era arancione: era gialla, tonda tonda come un pompelmo. Cion Cion Blu aveva un cane tutto arancione e lo chiamava Blu, che nella lingua dei cinesi vuol dire “arancione”. Però non lo chiamava mica Blu perché era arancione, ma perché, quando abbaiava, invece di fare bu bu bu come gli altri cani, faceva blu blu blu, non so perché. Aveva anche un gatto tutto blu, e Cion lo chiamava A Ran Cion, che nella lingua dei cinesi vuol dire “blu”. Ma quello strano gatto, quando miagolava, non miagolava mica il suo nome come il cane, ossia non faceva arancioon arancioon; faceva invece miao miao miao come i gatti italiani, perché quel gatto cinese preferiva miagolare in italiano. P. Carpi, Cion Cion Blu, Piemme
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LEGGO E CAPISCO Nello strano cinese inventato dall’autore, come si dice blu? E come si dice arancione? Perché il cane si chiama Blu e il gatto A Ran Cion? Completa i fumetti con il verso del cane e quello del gatto.
LEGGO BENE Leggi ad alta voce la parte di testo indicata, imitando i versi del cane e del gatto.
CHE ORRIBILE GIGANTE! L’aspetto del gigante San Guinario era raccapricciante: la sua pelle era bruno-rossastra, con pelacci neri che gli spuntavano dal petto, dalle braccia e dallo stomaco. Aveva i capelli neri, lunghi e cespugliosi. Il volto era ripugnante, rotondo e flaccido, con gli occhi come buchetti scuri e il naso corto e piatto. La bocca era enorme, tagliava la faccia da orecchio a orecchio e le labbra parevano due enormi salsicciotti posati uno sull’altro. Denti gialli e taglienti sporgevano da quei salsicciotti rossi e rivoli di bava gli colavano sul mento. Non si faceva una gran fatica a credere che tutte le notti quel terrificante bestione si ingozzasse di uomini, donne e bambini.
IL MO IN NDO TO RNO
A NO I
I SEGRETI DEL TESTO Spesso, per rendere più efficace una descrizione, si usa la similitudine, cioè un paragone tra due cose che si somigliano. Nel testo ci sono due similitudini: la prima è stata sottolineata, trova tu la seconda e completala. Le sue labbra
R. Dahl, Il GGG, Salani
PAROLE NUOVE Collega ogni parola o espressione al significato corretto. Raccapricciante
Che provoca i capricci. Che provoca orrore.
Capelli cespugliosi
Capelli disordinati e folti. Capelli pieni di foglie.
Flaccido
Molle e cascante. Dall’odore acido.
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I COME… INTERESSANTE QUEL TIPO!
UNA TIPA PROPRIO STRANA Aveva nove anni e la chiamavano Pippi Calzelunghe. I suoi capelli color carota erano stretti in due treccioline rigide che se ne stavano ritte in fuori, di qua e di là della testa; il naso pareva una patatina ed era tutto spruzzato di lentiggini. E sotto il naso s’apriva una bocca decisamente grande, con una fila di denti bianchissimi e forti. Originale era il suo vestito: Pippi se l’era cucito da sola. Veramente la sua idea sarebbe stata di farlo blu, ma poi, non bastandole la stoffa, era stata costretta ad applicarvi qua e là toppe vistose. Un paio di calze lunghe, una color marrone e l’altra nera, copriva le sue gambe magre. Infine, non bisogna dimenticare le sue scarpe nere, lunghe esattamente il doppio dei suoi piedi: gliele aveva comprate il suo papà nel Sud America, grandi così perché i piedi di Pippi potessero crescervi a loro agio, e lei non aveva mai voluto calzarne delle altre.
LEGGO E CAPISCO Perché il vestito di Pippi è pieno di toppe? E perché indossa scarpe lunghe il doppio dei suoi piedi?
LEGGO CON I SENSI Di che colore sono le calze di Pippi? Completa il disegno nel modo corretto.
A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, Vallardi
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LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
I SEGRETI DEL TESTO
LA DESCRIZIONE Un testo descrittivo registra le caratteristiche di persone, animali, oggetti e ambienti, per “farli vedere� al lettore.
Per scrivere una buona descrizione (di un paesaggio, di un oggetto, di un animale o di una persona), bisogna raccogliere informazioni utilizzando i cinque sensi: vista
udito
olfatto
tatto
gusto
Nelle descrizioni di ambienti e paesaggi si possono usare degli schemi spaziali: a sinistra
sullo sfondo
dietro
a destra
in secondo piano
al centro
davanti
in primo piano
Le descrizioni di persone e animali possono procedere per argomenti: Razza: dalmata. Aspetto fisico: pelo lucente bianco a chiazze nere. Carattere: allegro. Comportamento: giocherellone.
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MI METTO alla PROVA
IL PICCOLO PERDUTO Una sera, andando a gettare un sacchetto nella spazzatura, ho trovato dentro un cassonetto un cucciolo nero, assonnato e scarmigliato. L’ho preso in braccio e il cagnolino ha tuffato il muso gelato sotto la mia ascella come per chiedere soccorso e affetto. Come non dargli cibo e carezze? L’ho chiamato Perduto. Era di razza bastarda. Aveva le orecchie lunghe e pelose, come un cocker, il muso largo e corto, morbidissimo, gli occhi tondi, intensi e vivi, le spalle un poco sbilenche e il sedere più alto della testa. Era uno strano animale, non bello da guardarsi, ma pieno di allegria e di sensibilità. Aveva una predilezione per il suono delle voci. Se uno gli parlava, lui piegava un poco la testa da una parte, sollevando le orecchie e cercando di distinguere le parole che gli venivano rivolte. Era come un musicista e qualsiasi suono lo incuriosiva. A volte si metteva sul balcone ad ascoltare i passeri che sotto, nel giardinetto spelacchiato, parlottavano fra loro chissà di quali faccende giornaliere. In compenso era molto distratto e non aveva capito la pericolosità delle macchine. Una mattina, infatti, è andato a finire sotto le ruote di una macchina che non aveva sentito arrivare. Per fortuna non è morto, ma è rimasto con una zampa spezzata. E per quanto curato amorevolmente, non ha mai recuperato del tutto l’uso di quella zampa. D. Maraini, Storie di cani per una bambina, Bompiani
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LEGGO E CAPISCO Qual è il soggetto della descrizione?
Un gattino.
Un passerotto.
Un cagnolino.
I SEGRETI DEL TESTO Raccogli nella tabella le informazioni su Perduto.
Razza pelo orecchie Aspetto fisico
muso occhi spalle sedere
Carattere
Il cane è incuriosito dai suoni: a chi viene paragonato?
PAROLE NUOVE Il cane era scarmigliato, cioè:
tremante di freddo. con il pelo arruffato. affamato.
Le sue spalle sono sbilenche, cioè:
storte, una pende da una parte più dell’altra. gli fanno perdere l’equilibrio. magre e ossute. PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere e capire testi descrittivi.
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L COME... LUCI D’INVERNO! Ascolta il brano letto dall’insegnante, poi rispondi alle domande.
In quale Paese si svolge il racconto?
In quale periodo dell’anno?
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PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: utilizzare in forma originale modalità espressive e corporee. Sperimentare tecniche diverse per realizzare prodotti plastici. Utilizzare la voce in modo creativo. ßRiconoscere le diverse identità e tradizioni culturali e religiose. ßAscoltare testi narrativi mostrando di coglierne il senso globale. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
STAGIONI IN TUTTI Perché il boscaiolo taglia un piccolo abete?
I SENSI
LEGGO CON I SENSI Cerchia nel disegno le luci da cui viene particolarmente attratto il boscaiolo.
Che cosa fa il boscaiolo dopo aver portato a casa l’abete?
FESTRE NO
Uno degli alberi di Natale più famosi al mondo è quello del Rockefeller Center di New York. Ogni anno, l’accensione delle luci che lo decorano è un evento importantissimo per la città. La prima cerimonia di accensione risale al 1933 e da allora, tranne durante la Seconda guerra mondiale, si è ripetuta ogni inverno.
D’INVE
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LE CANDELE DI SANTA LUCIA Quando i bambini arrivano a scuola, in fretta, si cambiano: le bambine si infilano le camicie da notte, perché faranno tutte le damigelle di Santa Lucia. E i maschi hanno il ruolo di folletti o di piccoli maghi. Nella palestra è sistemato un lungo tavolo con tutti i dolci per la merenda: mele, biscotti, ciambelline di Santa Lucia e ogni altra possibile leccornia. Ma prima devono fare la processione di Santa Lucia. Annika è una splendida Lucia. Lei guida la processione con in testa la coroncina di candele accese. Poi vengono le damigelle e i maghi. Per ultimi i folletti. La processione vaga cantando con le candele in mano per tutta la scuola, di classe in classe. Quando la processione è finita la festa inizia davvero. Si balla intorno all’albero e si fanno dei giochi. Poi si scambiano i regalini. Alla fine è ora di riunirsi intorno al tavolo della palestra. L’albero di Natale è acceso e sul tavolo ci sono delle candele. Oh, quante cose buone! M. Gripe, Ugo e Carolina, Piemme
FESTRE NO
Non è sempre Babbo Natale a portare i doni! In Ungheria sono gli angeli, in Grecia e a Cipro è San Basilio, in Finlandia è il Grande Ukko, un vecchio dai lunghi baffi bianchi. In alcuni villaggi russi porta i doni Kolyada, una bella fanciulla vestita di bianco, in Norvegia sono i folletti e in Svezia Santa Lucia. In Olanda si ringrazia San Nicola, mentre in alcuni villaggi tedeschi della valle del Reno pensano a tutto gli allegri Topolini Bianchi!
D’INVE
R. Palazzeschi, E. Prati, I bambini del mondo, Giunti
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IMPARO CON IL CORPO Annika e i suoi amici durante la processione intonano canti natalizi. Conosci qualche canzoncina di Natale anche tu? Sceglietene una che sapete tutti e cantatela insieme.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
CAPODANNO
LEGGO CON I SENSI
Filastrocca di Capodanno fammi gli auguri per tutto l’anno:
Scegli uno dei desideri della filastrocca, quello che ti è piaciuto di più, e prova a disegnarlo.
voglio un gennaio col sole d’aprile, un luglio fresco, un marzo gentile, voglio un giorno senza sera, voglio un mare senza bufera, voglio un pane sempre fresco, sul cipresso il fiore del pesco, che siano amici il gatto e il cane che diano latte le fontane. Se voglio troppo non darmi niente, dammi una faccia allegra solamente. G. Rodari, I libri della fantasia, Einaudi Ragazzi
IMPARO CON IL CORPO E tu che cosa vorresti dal nuovo anno? Esprimi un desiderio e confrontati con i compagni. Può anche essere buffo e irrealizzabile. Se vuoi, puoi usare il testo della filastrocca e cambiare solo qualche parola. Per esempio: voglio un giorno senza sera, voglio una torta tutta intera. Oppure: voglio un pane sempre fresco, voglio dormire sotto un pesco. Alla fine raccogliete tutti i vostri desideri in un cartellone da appendere in classe: vi terranno compagnia per tutto l’anno.
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CARNEVALE CON IL NONNO Mentre impastava le frittelle la mamma si mise a cantare. – Quando ero bambina, la nonna Linda a Carnevale me le faceva sempre. E mentre le preparava cantava. Io stavo proprio dove sei tu adesso e l’aiutavo; e alla fine avevo tutta la faccia e le mani sporche di farina come te. Veniva un sacco di gente da noi, a Carnevale: si mangiava, si ballava, si rideva… E il nonno vedessi che matto! Mentre la mamma parlava, una fisarmonica cominciò a suonare dietro la porta della cucina: la mamma si interruppe e si mise ad ascoltare. – Eccolo qua! – disse piano, scuotendo la testa e sorridendo. – È permesso? – chiese il nonno. – Entra nonno! – gridai. Non sapevo che suonasse ed ero impaziente di vederlo. La porta si spalancò di colpo, ma non si vedeva nessuno: si sentiva soltanto la fisarmonica suonare. – Nonno, entra! – gridai ancora. Ero così eccitato che non mi riusciva di tenere ferme le gambe. – Posso entrare? – ripeté lui. La mamma scoppiò a ridere e io gridai con tutto il mio fiato: – Sììì!
IMPARO CON IL CORPO Con l’aiuto di un adulto, ritaglia un ovale di cartoncino bianco grande come la tua faccia e fai i buchi per gli occhi. Incolla sul cartoncino ritagli di giornale: puoi cercare bocche e nasi di personaggi famosi, foto di animali, oggetti… tutto quello che ti suggerisce la fantasia! Prima di indossare la maschera, fissa due elastici ai lati.
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LEGGO CON I SENSI Osserva il disegno del nonno: manca qualcosa? Completalo tu!
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
– Va bene, visto che un bambino me lo chiede con tanta insistenza, io… La fisarmonica si interruppe un attimo, poi fece una specie di gorgheggio e infine: – Entro! – esclamò il nonno, entrando in cucina con un lungo passo. Aveva in testa un cappello a cilindro alto alto e tutto storto, un naso finto con un paio di occhiali neri appiccicati sopra a una cravattina a pallini rossi. Facendo il passo, il cappello gli cadde dalla testa e, mentre si piegava a raccoglierlo, cadde anche il naso finto con gli occhiali. Io e la mamma ci mettemmo a ridere. – Dai, suonaci un po’ di musica, mentre io e Tonino prepariamo le frittelle! Il nonno si sedette e si mise a suonare. La mamma ogni tanto cantava e ogni tanto lasciava le frittelle e si metteva a ballare da sola. Così impiegammo un sacco di tempo, ma in compenso mi divertii molto. A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi
FESTRE NO
Il termine di origine latina “carnevale” significa “levare la carne”, perché questa festa precede il periodo di Quaresima, i quaranta giorni prima di Pasqua in cui la religione cristiana prevede di non mangiare carne. Il Carnevale esiste in tantissimi Paesi ed è caratterizzato da costumi buffi e stravaganti.
D’INVE
C. Lenars, Le feste del mondo raccontate ai ragazzi, L’ippocampo
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A O I D S A IL MON T N A F DELLA LA BELLA ADDORMENTATA Le favole dove stanno? Ce n’è una in ogni cosa: nel legno del tavolino, nel bicchiere, nella rosa. La favola sta lì dentro da tanto tempo e non parla: è una bella addormentata e bisogna svegliarla. Ma se un principe, o un poeta, a baciarla non verrà un bimbo la sua favola invano aspetterà. Gianni Rodari, Le favole al rovescio, Einaudi Ragazzi
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LEGGO CON I SENSI Le favole, secondo l’autore della poesia, sono dappertutto. In quali oggetti, per esempio? Disegnane uno su un foglio.
A TE LA PAROLA Scegli uno degli oggetti della poesia e prova a immaginare la favola che nasconde. Per esempio: la rosa potrebbe essere una bella principessa, trasformata in fiore da una strega cattiva… continua tu! LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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M COME… MITI E LEGGENDE
DAL CIELO ALLA TERRA Molto tempo fa, gli Indios abitavano in Cielo e nessuno conosceva la Terra. Un giorno, un cacciatore vide un armadillo e cominciò a seguirlo. L’animale per la paura si infilò nella sua tana. L’Indio allora cominciò a scavare per raggiungerlo, e scavò e scavò, finché il fondo del cunicolo si aprì. Il cacciatore riuscì ad aggrapparsi al bordo della voragine che si era spalancata sotto di lui, dondolando nel vuoto. In basso però vide uno spettacolo meraviglioso: un arcobaleno immenso, fatto di tante sfumature di verde. L’Indio riuscì a risalire e corse subito dai suoi compagni: – Venite a vedere, si è aperto un buco su un altro mondo! Tutti si affacciarono alla voragine. – Sentite che profumi nuovi! – diceva uno. – Laggiù ci sono anche uccelli che cantano: ascoltate! Capirono allora che l’arcobaleno era in realtà una grande foresta, dove i fiumi chiari si alternavano a quelli scuri.
LEGGO BENE Sottolineate le frasi pronunciate dagli Indios e riflettete: alcune esprimono stupore, la frase del capo esprime un ordine. Poi leggetele a voce alta, cercando di usare il tono giusto.
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PAROLE NUOVE Gli Indios sono le popolazioni originarie dell’America Centrale e Meridionale. L’armadillo è un mammifero che vive nell’America Meridionale.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA Videro gli alberi curvi sotto il peso dei frutti. E videro il gran numero di animali che popolavano la foresta. Gli Indios decisero così di scendere sulla Terra, ma non sapevano come fare. Si riunì allora il consiglio degli anziani. – Prepariamo una fune utilizzando tutti i bracciali e le collane! – decise alla fine il capo. E fu così che gli Indios cominciarono a scendere, aggrappati alla fune: raggiunsero la Terra e si sparpagliarono nella foresta per popolarla. Qualcuno, invece, decise di rimanere lassù. E le stelle che si vedono di notte non sono altro che i fuochi degli Indios che sono rimasti in Cielo. Mito degli Indios L. Dal Cin, A ritmo d’incanto, Fiabe dal Brasile, Franco Cosimo Panini
I SEGRETI DEL TESTO Il mito è un racconto fantastico inventato dai popoli antichi per spiegare l’origine del mondo, dell’uomo e dei fenomeni naturali. I protagonisti sono spesso delle divinità. Il mito che hai letto racconta: come passavano il tempo gli Indios. come gli Indios arrivarono sulla Terra e popolarono la foresta.
LEGGO E CAPISCO Dove vivevano gli Indios, secondo il mito? Come riuscirono a scoprire che esisteva la Terra?
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M COME… MITI E LEGGENDE
COME GLI UOMINI EBBERO IL FUOCO PAROLE NUOVE Il pino è resinoso perché produce resina, una sostanza trasparente e appiccicosa che si infiamma facilmente.
LEGGO TRA LE RIGHE Che cosa si intende per “Gente del Cielo”? Lepre, secondo te, appartiene alla “Gente del Cielo”?
La Gente del Cielo celebrava una festa per la pulitura della pannocchia verde. In queste occasioni accendeva un fuoco sul luogo delle danze. Ma Lepre da molto tempo voleva che il fuoco ci fosse anche in altri luoghi. Così si dipinse il viso e il corpo e si mise in testa un fascio di rami di pino resinoso. Il suo travestimento piacque così tanto a tutti che fu scelta per guidare le danze. Quando cominciò la festa, tutti i danzatori seguirono Lepre che danzava intorno ai pezzi di legno ardenti. A un certo punto della danza, Lepre si piegò profondamente come per gettare un rametto nel fuoco e i rami che aveva in testa si incendiarono. Lepre corse via velocemente. La Gente del Cielo provocò subito una pioggia magica per spegnere il fuoco rubato, ma Lepre si era nascosta in un albero cavo e qui, ben protetta, conservò la fiamma. Quando il sole ricominciò a splendere in cielo, corse fuori e accese molti fuochi. Mito degli Indiani d’America Dal popolo degli uomini, Acquarelli d’oro
LEGGO E CAPISCO Numera in ordine di tempo:
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.....
Lepre incendia i rametti di pino.
.....
Lepre si traveste per la festa.
.....
Lepre accende molti fuochi.
.....
Lepre si nasconde in un albero.
DA DOVE VENGONO I MALI Prometeo era il più intelligente di tutti i Titani e un giorno entrò nell’Olimpo per rubare agli dei il fuoco e donarlo agli uomini. Rubò il fuoco dal carro del Sole e insegnò agli uomini come usarlo per cucinare e riscaldarsi. Quando Zeus guardò sulla Terra e vide lo scintillio dei fuochi, andò su tutte le furie e decise di vendicarsi. Mandò sulla Terra una fanciulla di nome Pandora che aveva la bellezza di una dea, ma che avrebbe portato molte disgrazie al genere umano. Zeus inviò la giovane Pandora dal fratello di Prometeo, che si chiamava Epimeteo. Egli si innamorò di lei e la sposò. Pandora aveva portato molti doni, fra cui un vaso d’argilla completamente chiuso, che aveva ordine di non aprire. Un giorno, Pandora non riuscì più a trattenere la curiosità e lo aprì. Dal vaso uscirono tutti i mali e le cose brutte di cui il mondo è ancora oggi pieno. Mito greco Il libro illustrato dei miti di tutto il mondo, Fabbri
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA PAROLE NUOVE I Titani, nel mito greco, sono i figli del dio Urano, famosi per la loro grande forza. L’Olimpo è il monte più alto della Grecia, ed era considerato il luogo dove vivevano gli dei. RIASSUMO Riassumi il mito sul quaderno. Per aiutarti, prova a rispondere in breve alle domande. Che cosa fece Prometeo? Quale fu la reazione di Zeus? Chi venne mandato sulla Terra? Che cosa aveva tra i suoi doni? Che cosa uscì dal vaso, quando lo aprì?
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M COME… MITI E LEGGENDE
IL CAMALEONTE Il Dio della Creazione chiamò a sé gli uomini e gli animali e annunciò: – Ciascuno di voi mi dirà che cosa desidera per vivere sulla Terra e io lo accontenterò. Gli uomini risposero: – Vogliamo vivere in villaggi e coltivare la terra. E furono accontentati. Gli animali risposero: – Vogliamo vivere nelle foreste, nella savana e sulla montagna. E furono accontentati. Ma il Dio della Creazione si accorse che qualcuno aveva taciuto: era il camaleonte. Il Dio della Creazione gli chiese allora: – E tu, che cosa desideri? E il camaleonte: – Io vorrei che mi appartenesse ogni luogo in cui andrò. E fu accontentato. Da quel giorno il camaleonte assume il colore di ogni luogo in cui va, e così ovunque si sente a casa propria.
I SEGRETI DEL TESTO Le leggende sono racconti antichi che danno spiegazioni di fantasia alle caratteristiche di luoghi, uomini e animali. La leggenda che hai letto spiega: com’era la vita degli uomini primitivi. come si nutre il camaleonte. perché il camaleonte cambia colore in base al luogo in cui si trova.
Leggenda africana A. Roveda, Il giorno in cui il leone regalò una coda agli animali, Terre di Mezzo
A TE LA PAROLA In quali luoghi ti senti a casa? E che cosa ne pensi della risposta del camaleonte? Confrontati con i tuoi compagni.
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LE MONTAGNE ALBANESI Quando Dio finì di creare il mondo gli avanzarono un po’ di montagne. Per non portarle con sé (perché pesano), decise di lasciarle temporaneamente in Albania. Gli albanesi ci misero del tempo ad abituarsi a vivere con le montagne: è così faticoso salire in cima, per non parlare del freddo e del rischio di valanghe. Col passare del tempo però iniziarono a godere dell’aria fresca e pulita, dell’acqua dei ruscelli, dei boschi. Pregavano su di loro come facevano con il sole e il fuoco. Quarantamila anni dopo alcuni popoli della Terra iniziarono a lamentarsi perché a loro erano toccate solo pianure e paludi. Dio si ricordò delle montagne lasciate in Albania, e mandò a dire ai suoi abitanti che sarebbe passato a riprenderle. Gli albanesi si allarmarono e il più preoccupato sembrava un vecchio signore, che alzando gli occhi al cielo disse: – Non potremmo mai lasciare le nostre montagne dove cresce un tè curativo. Tosse e raffreddore non se ne vanno senza il tè di montagna. Non c’è giustizia che permetterebbe una cosa del genere. Il buon Dio si rese conto che gli albanesi e le montagne erano diventati indivisibili e così decise di lasciarle lì.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA LEGGO E CAPISCO Perché Dio, secondo la leggenda, aveva lasciato le montagne in Albania? Gli albanesi erano contenti all’inizio? Che cosa successe con il passare del tempo? Che cosa convinse Dio a non riprendersi le montagne?
SCRIVO IO Racconta in un breve testo quali sono per te gli aspetti positivi e negativi della montagna.
Leggenda albanese T.V. Viola, Favolgustando, Sinnos Editrice
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M COME… MITI E LEGGENDE
IL FIANCO DEI FAGIOLI C’era una vecchietta che viveva tutta sola e ogni giorno si cuoceva una zuppa di fagioli per pranzo, e ogni sera se la ricuoceva per cena. Una volta mise un po’ di rami secchi nel camino, e uno stecco cadde sul pavimento; poi accese il fuoco, e una scintilla finì accanto allo stecco; infine mise la pentola sul focolare, e uno dei fagioli rotolò per terra. Eccoli là: stecco, scintilla e fagiolo, pronti a fare amicizia. – Ma guarda come ci tratta! – disse lo stecco. – E non chiede neanche scusa – mormorò la scintilla. – Andiamocene via, non si merita altro! – strillò il fagiolo. Così si misero in cammino. LEGGO E CAPISCO Come nasce l’amicizia tra lo stecco, il fagiolo e la scintilla? Perché decidono di scappare?
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E vai e vai arrivarono a un rigagnolo sul bordo della strada: ma a loro sembrava un fiume. La scintilla disse: – Stecco, sdraiati e ti useremo come ponte. Lo stecco si sdraiò e la scintilla cominciò a camminarci sopra, ma quando era già a mezza strada il legno prese fuoco e tutti e due caddero nel rigagnolo. Lei si spense, lui affogò e al fagiolo per il dispiacere venne il singhiozzo. E singhiozzò, singhiozzò, singhiozzò… finché gli scoppiò la pancia.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA
PAROLE NUOVE Un rigagnolo è: un ruscelletto. un ampio fiume.
Ma proprio in quel momento passò di là un sarto che subito gliela ricucì, e da quel giorno i fagioli hanno una cucitura sul fianco. Te ne sei accorto? Leggenda italiana F. Lazzarato, Un boccone a me, un boccone a te, Mondadori
I SEGRETI DEL TESTO I racconti fantastici sono spesso suddivisi in: introduzione, in cui si introducono ambiente e personaggi; situazione iniziale, in cui si racconta l’avvio della storia; sviluppo, in cui si raccontano le vicende vissute dai personaggi; conclusione, in cui si conclude la vicenda. Scrivi nei cartellini accanto al testo di quale parte del racconto si tratta.
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M COME… MITI E LEGGENDE
PERCHE` I GATTI DECISERO DI VIVERE IN CASA I SEGRETI DEL TESTO Nei racconti fantastici spesso il tempo non è indicato con precisione: si utilizzano espressioni come “A quel tempo…” o “C’era una volta...”. Sottolinea nella leggenda l’espressione di tempo tipica di questo tipo di testi.
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Nei tempi antichi i gatti non vivevano in casa con la gente, ma preferivano stare nella foresta e nascondersi. Una volta un gatto fece amicizia con un coniglio, perché credeva che il coniglio fosse molto bravo, ma un giorno il coniglio si mise a litigare con una gazzella e la gazzella lo uccise con i suoi denti appuntiti. Il gatto decise allora di andare con la gazzella. Dopo breve tempo un leopardo attaccò la gazzella e l’uccise. Allora il gatto si unì al leopardo. Ma dopo poco tempo incontrarono un leone, il leone attaccò il leopardo e l’uccise. Allora il gatto prese come amico il leone e stettero insieme a lungo vagando nella foresta. Ma un giorno si imbatterono in un branco di elefanti. Il leone si scontrò con un grande elefante e questo lo calpestò e l’uccise. Il gatto guardò l’elefante e pensò: “Se un animale così grande e grosso diventa amico mio, sarò al sicuro per davvero”.
Ma un giorno arrivò un cacciatore e uccise l’elefante con una freccia avvelenata. Il gatto non aveva mai visto prima un animale a due zampe. Era molto sorpreso e non sapeva cosa fare. Si mise un po’ a pensare e poi prese una decisione: “Se questa creatura è così potente da ammazzare un grande elefante, diventerò suo amico”. Così il gatto seguì il cacciatore fino a casa, strisciò sotto la veranda e si mise a sedere in pace. Qualche momento dopo scoppiò una discussione in casa e il gatto sentì una voce acuta che sovrastava quella del cacciatore. Subito dopo il cacciatore scappò via inseguito dalla moglie che brandiva un mestolo come un bastone. – Ah, allora è così! – esclamò il gatto. – È la donna la più forte di tutte le creature viventi! Da quel momento in poi il gatto si mise a vivere in casa insieme alla donna, che è la più forte di tutte le creature del mondo.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA
LEGGO E CAPISCO Secondo la leggenda, dove vivevano i gatti nei tempi antichi? Dove vivono ora e con chi? Perché?
LEGGO TRA LE RIGHE Come mai la donna, per il gatto, è la creatura più forte del mondo?
Leggenda africana Amici nel mondo, Fatatrac
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N COME… NOZZE A PALAZZO E STRANE MAGIE!
IL FIGLIO DEL MUGNAIO E LA GATTINA Un mugnaio chiamò i suoi tre figli e disse: – È arrivato il momento di decidere a chi lascerò casa e mulino, perciò andate per il mondo e tornate tra un anno: chi mi porterà il cavallo migliore si prenderà ogni cosa. I tre ragazzi partirono e verso sera andarono a dormire in una grotta. Appena il più giovane dei fratelli si addormentò, gli altri decisero di continuare il viaggio senza di lui. Quando il ragazzo si svegliò e si ritrovò solo ci rimase male. Si era appena incamminato lungo il sentiero che portava nel bosco, quando sbucò una gattina nera e gli disse: – So che tu vai in cerca di fortuna e di un cavallo. Perciò ti faccio una proposta: se lavorerai per me, tra un anno ti darò il più bel cavallo del mondo. “Questa deve essere una gattina fatata”, pensò il ragazzo e disse: – D’accordo, ci sto. Allora lei lo portò in un magnifico castello pieno di gatti. Ogni giorno il ragazzo doveva raccogliere la legna nel bosco, pulire i caminetti del castello e accendere il fuoco. Passò un anno e per lui arrivò il momento di tornare a casa.
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LEGGO TRA LE RIGHE Il ragazzo capisce subito che la gattina è fatata. Da che cosa, secondo te? Segna le risposte esatte. La gattina gli parla. La gattina è molto bella. La gattina sa che il ragazzo cerca fortuna.
LEGGO CON I SENSI Osserva bene il disegno: che cosa c’è di sbagliato? Correggilo tu!
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
Quando andò a salutare la gattina, lei gli disse: – Hai lavorato bene. Ritorna da tuo padre e aspettami. Lui non fece domande e partì. Quando arrivò al mulino i fratelli lo presero in giro e gli fecero vedere i loro due bei cavalli. Suo padre brontolò: – Sei un buono a nulla! E lo mandò a dormire nel pollaio. Mentre dormiva, vide in sogno la gattina che gli diceva: – Non preoccuparti, quando ti svegli troverai una sorpresa. E la mattina dopo ecco lì una carrozza d’argento, tirata da sei cavalli bianchi, con accanto un cavallo nero che neppure il re poteva averne uno uguale. Dalla carrozza scese una principessa vestita di seta. Appena il ragazzo uscì dal pollaio, la principessa lo abbracciò e gli disse: – Sono la tua padrona. Per colpa di un incantesimo dovevo restare gatta finché un uomo non mi avesse servito per un anno, ma adesso sono ritornata come prima. E il merito è tuo. Scegli: puoi prendere il cavallo nero e il mulino di tuo padre, oppure venire con me, sposarmi e diventare principe. Il ragazzo se ne andò via in carrozza. Il padre e i fratelli restarono là a bocca aperta.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA I SEGRETI DEL TESTO Nella fiaba c’è sempre un protagonista in lotta contro uno o più antagonisti. Spesso, grazie all’intervento di un aiutante, le fiabe hanno un lieto fine per il protagonista. Sottolinea il lieto fine della fiaba, poi scrivi chi è il protagonista, chi sono gli antagonisti e chi l’aiutante.
Fiaba italiana F. Lazzarato, Sei fiabe di gatti, Mondadori
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N COME… NOZZE A PALAZZO E STRANE MAGIE!
LA STATUA DI CERA E IL PRINCIPE Tanto tempo fa vivevano un vecchio e sua moglie. L’uomo si lamentava perché non avevano bambini. Un giorno, la moglie gli disse di prendere della cera, della pasta di pane, del miele e dello zucchero e di farne una statua che raffigurasse una ragazza. Così fecero e misero dentro al corpo del filo di ferro, in maniera che corpo e testa potessero muoversi come fosse viva. Era molto bella e i due vecchi avevano l’abitudine di metterla al balcone. Un giorno passò di lì il figlio del re; guardando verso il balcone vide la ragazza e, credendola viva, se ne innamorò. L’indomani mandò a dire ai due vecchi di inviare la figlia al palazzo.
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LEGGO E CAPISCO Di che cosa è fatta la ragazza? E come fa, poi, a diventare viva?
A TE LA PAROLA Che cosa sarebbe successo alla ragazza di cera e ai due vecchi se non fossero intervenute le fate? Inventa un finale diverso e raccontalo ai tuoi compagni.
I due si spaventarono, credendosi persi appena il principe si fosse accorto di essere stato imbrogliato, ma la moglie si fece coraggio e disse al marito che bisognava mandarla. Vennero otto servitori con una portantina, vi misero la ragazza e tirarono le tendine. In cammino si fermarono a bere e, intanto che erano all’osteria, dodici fate che passavano di lì alzarono le tendine. – Che bella creatura! Bisogna farle un regalo – si dissero. E le regalarono la vita e l’istruzione. Quando tornarono i servi, si chiesero: – Come mai è diventata così pesante? La ragazza li sentì e rispose: – E voi non siete diventati più pesanti dopo aver mangiato? Anch’io ho fatto lo stesso. Giunsero al palazzo, dove rimasero tutti sbalorditi dalla sua bellezza e dall’istruzione. Il principe ordinò i festeggiamenti per le nozze; la ragazza fece venire i suoi genitori e, in segreto, spiegò tutto e si raccomandò che non dicessero mai niente a nessuno, altrimenti sarebbe tornata a essere una statua di cera.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA
B. Solinas Donghi, Fiabe liguri, Mondadori
RIASSUMO Completa le frasi, poi copiale sul quaderno e finisci di scrivere il riassunto. Un vecchio si lamentava con la moglie perché
La donna gli suggerì di Quando fu pronta Un giorno passò di lì
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N COME… NOZZE A PALAZZO E STRANE MAGIE!
L’ALBERO INCANTATO Finalmente era arrivata la festa della primavera. Nella piazza del paese, sotto l’ombra dei platani, e vicino alla moschea dalla cupola dorata, si teneva come sempre il grande mercato. Vi erano bancarelle coloratissime traboccanti di meloni e di stoffe, venditori di argenti e gioielli, dolciumi e carni che arrostivano sulla brace. Le strade erano piene di gente che passeggiava e sorrideva. Anche Saida e suo figlio si incamminarono verso il mercato. La donna non era allegra come tutti gli altri perché, da quando era morto il marito, si sentiva sola e la sua vita era diventata più difficile: non c’erano soldi a sufficienza per il cibo e per i vestiti di Ziaullah, per i suoi libri di scuola... Ma quel giorno madre e figlio decisero di godersi lo spettacolo del paese in festa. Stavano guardando una bancarella di fiori, quando arrivò vicino a loro un venditore con un grande cesto di pere dall’aspetto davvero invitante. Ziaullah chiese alla madre di comprargli una pera. Non potevano permettersi questi lussi, ma Saida decise di accontentare il figlio.
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I SEGRETI DEL TESTO I personaggi delle fiabe possono essere dotati di poteri magici. A volte un oggetto magico aiuta il protagonista a risolvere la vicenda. Qual è, in questa fiaba, il personaggio con poteri magici? Ed esiste un oggetto magico?
PAROLE NUOVE La moschea è il luogo sacro dove pregano le persone di religione musulmana.
Mentre il bambino addentava il frutto, si fermò un vecchio mendicante vestito di stracci e disse al venditore: – Sono affamato e assetato. Mi regaleresti una pera? Il venditore lo guardò infastidito, gli rispose in malo modo e fece il gesto di cacciarlo via. Saida aveva assistito alla scena. Allora, benché fosse povera, prese un soldo e comprò la pera per il vecchio. Questi ringraziò e mangiò il frutto, avendo cura di conservare i semi. Chiamò Saida e Ziaullah, scavò un buco nella terra, vi pose i semi e li ricoprì, poi si mise ad aspettare. Tutti coloro che erano lì intorno osservarono la scena. Improvvisamente spuntò dalla terra un germoglio che divenne in pochissimo tempo un alberello con fusto e foglie, mise i fiori, che poi appassirono e divennero frutti. Il mendicante colse le pere e ne regalò a tutti, mentre l’albero meraviglioso pian piano si faceva piccolo fino a scomparire. Poi il vecchio diede un seme a ciascuno e si raccomandò: – Quando vorrete dei frutti buoni, piantate questi semi. Ma ricordate che dovrete dividere i frutti con tutti. Così disse e in un momento, come era venuto, il mendicante scomparve nel nulla.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA LEGGO CON I SENSI Immagina di essere al mercato insieme a Ziaullah e descrivi i suoni e i profumi che senti.
L’albero incantato, una storia dall’Afghanistan, Carthusia - Emergency
SCER RE
C
E
Il mendicante, prima di sparire, lascia a tutti un insegnamento: i frutti più buoni sono quelli che si INSIEME condividono con gli altri. Sei d’accordo? Chi nella fiaba si è comportato in modo generoso? Discutine con i tuoi compagni. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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N COME… NOZZE A PALAZZO E STRANE MAGIE!
, FA LA PAPPA, PENTOLINO! C’era una volta una ragazzina che viveva sola con sua madre, e tutte e due erano povere come una tasca vuota. Un giorno la bambina andò nel bosco e là incontrò una vecchina che le regalò un pentolino magico. Bastava dire: – Fa’ la pappa, pentolino! – e quello subito cuoceva una buonissima pappa dolce. Bastava dire: – Fermati, pentolino! – ed ecco che smetteva. Fame e miseria finirono, e le due se la passavano bene. Un giorno che la bambina era fuori a giocare, però, la mamma disse: – Fa’ la pappa, pentolino! – e dimenticò la parola magica per fermarlo. Così il pentolino continuò a cuocere pappa dolce, finché la casa ne fu piena. Poi cominciò a traboccare dalle finestre, giù per la strada, e riempì tutto il paese: la gente nuotava e si tuffava nella pappa. Ma, per fortuna, in quel momento ritornò la bambina, che strillò: – Fermati, pentolino! Chi volle rientrare in casa, però, dovette mangiare pappa dolce per una settimana. Fiaba irlandese Il giro del mondo in 80 fiabe, Arcana
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LEGGO E CAPISCO Perché la pappa dolce riempie tutto il paese? E come si ferma, alla fine?
I SEGRETI DEL TESTO In questa fiaba ci sono personaggi con poteri magici? E qual è l’oggetto magico?
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA
I TRE PORCELLINI Dopo il primo ascolto, rispondi con una alle domande nei riquadri rossi. Poi ascolta la fiaba una seconda volta e rispondi alle domande nei riquadri blu.
Chi sono i protagonisti della fiaba? Tre amici. Tre maialini fratelli. Un lupo.
In quale stagione decidono di andare a esplorare il mondo? Primavera. Estate. Autunno.
Che cosa fa allora il lupo? Aspetta che i tre porcellini escano. Si finge un altro animale e bussa alla loro porta. DĂ fuoco alla casetta. Cerca di calarsi dal camino.
CHIUDI GLI OCCHI E
ASCOLTA
Che cosa costruisce ciascun porcellino? Una capanna. Una casa sull’albero. Una casetta, ciascuna con materiali diversi.
Il lupo cerca di abbattere le casette soffiandoci sopra: quale casetta resiste? Quella di legno. Quella di mattoni. Nessuna delle tre.
Come si conclude la fiaba? Il lupo divora i tre porcellini. Il lupo non riesce a passare dal camino. Il lupo si brucia la coda sul fuoco e scappa. Il lupo cade in un pentolone d’acqua bollente.
PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: ascoltare testi narrativi fantastici, mostrando di coglierne il senso globale.
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O COME… OGGI TI RACCONTO…
I TRE ARCHITETTI ROSA LEGGO E CAPISCO La fiaba moderna che hai letto è il seguito di una famosa fiaba classica. Hai capito quale? Quale lavoro svolgono i tre protagonisti di questa fiaba? Come mai proprio quel lavoro?
A TE LA PAROLA Preferisci la fiaba classica della pagina precedente o il seguito moderno che hai appena letto?
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Quando in città aprì il nuovo STUDIO TRE, ARCHITETTURA PER TE, tutti furono molto contenti: fino a quel momento non c’era stato nessuno studio di architettura. Ma era un bel segnale che tre architetti avessero scelto proprio quel piccolo centro per la loro attività. Erano tre tipi panciuti, sempre vestiti di rosa, avevano l’aria simpatica, e accoglievano tutti con un gran sorriso. Il primo a farsi costruire una casa dallo Studio Tre fu un giovane contadino che aveva fatto fortuna coltivando kiwi e aveva denaro da potersi permettere una villetta. I tre architetti gli dissero di passare una settimana dopo: il progetto sarebbe stato pronto. Tra loro discussero animatamente. In passato avevano avuto qualche esperienza di costruzione, ma non molto felice, almeno per i due architetti più giovani, visto che le loro case erano state spazzate via dal fiato di un lupo. Quello che aveva costruito la casa che aveva resistito allo stesso lupo, voleva comandare e decidere tutto lui. – Ma questa è una società – disse il primo architetto, grattandosi la pancia. – Decidiamo insieme. Erano i patti! E così, insieme, reggendo le matite negli zoccoli, scarabocchiarono un progetto per il contadino.
Il contadino fu molto contento e portò subito un sacchetto di denaro ai tre architetti. Passò il tempo dovuto ed ecco la casa nuova davanti agli occhi di tutti. Era semplice, ma molto graziosa. Casa Kiwi, c’era scritto sulla facciata a grandi lettere. Da lì in poi le richieste piovvero sullo Studio Tre, che le accettò tutte senza ricorrere all’aiuto di altri operai, e questo fu un errore. Perché se la prima casa era stata realizzata simile alla casetta che aveva resistito agli sbuffi del lupo, le altre, fatte di fretta per accontentare i clienti, risultarono simili alle casette di legno e di paglia. Lo si scoprì quando il lupo riuscì finalmente a rintracciarli. Una notte si piazzò davanti a tutte le case nuove e le abbatté senza difficoltà, una dopo l’altra. La sola a resistere fu Casa Kiwi. – Cerco quei tre idioti rosei che credevano di farla franca con me! – urlò il lupo. – Cerco i tre porcellini! Nessuno aveva riconosciuto i tre porcellini nei rosei architetti. E alla rivelazione tutti insorsero, si avventarono sull’ufficio dei tre e li trascinarono fuori davanti al lupo, che li legò come salami e sparì nella foresta.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA SCRIVO IO Che cosa sarà successo, dopo, ai tre porcellini? Saranno riusciti a liberarsi? Concludi tu la fiaba come preferisci.
B. Masini, Storie dopo le storie, Einaudi Ragazzi
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O COME… OGGI TI RACCONTO…
LA PIOGGIA DI PIOMBINO Una volta a Piombino piovvero confetti. Venivano giù grossi come chicchi di grandine, ma erano di tutti i colori: verdi, rosa, viola, blu. Un bambino si mise in bocca un chicco verde, tanto per provare, e trovò che sapeva di menta. Un altro assaggiò un chicco rosa e sapeva di fragola. – Sono confetti! Sono confetti! E via tutti per le strade a riempirsene le tasche. Ma non facevano in tempo a raccoglierli, perché venivano giù fitti fitti. La pioggia lasciò le strade coperte da un tappeto di confetti profumati che scricchiolavano sotto i piedi. Gli scolari, tornando da scuola, ne trovarono ancora da riempirsi le cartelle. Le vecchiette ne avevano messi insieme dei bei fagottelli coi loro fazzoletti da testa. Fu una grande giornata. Anche adesso molta gente aspetta che dal cielo piovano confetti, ma quella nuvola non è passata più né da Piombino né da Torino, e forse non passerà mai nemmeno da Cremona.
LEGGO E CAPISCO Dove avvengono i fatti narrati? Che cosa succede? Ti sembra un fatto vero o di fantasia?
LEGGO CON I SENSI Di che colore sono i confetti che assaggiano i due bambini? Colorali nel modo giusto.
G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi
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LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
IL PASTORE DI OCHE C’era nell’antica Cina un pastore di oche, di nome Po Ve Lin. Con il suo branco di novantadue oche bianchissime, se ne andava per la campagna e alla sera le riportava nel recinto. Un giorno, mentre le oche beccavano il prato lungo la strada, passò a cavallo con il suo seguito un uomo ricco e arrogante che si chiamava Ple Po Ten Ton. Le oche si spaventarono e cominciarono a correre, aprendo e chiudendo le ali: QUA! QUA! QUA! Il cavallo di Ple Po Ten Ton si spaventò più di loro e si impennò: il ricco signore finì nella polvere. Quando si rialzò, tutto arrabbiato, fece catturare Po Ve Lin dalle guardie, lo portò a palazzo e lo rinchiuse in un’alta torre. – Io non ho nessuna colpa, signore! – implorava il pastore, ma il potente non lo ascoltava. Ma le oche, si sa, conoscono la strada e arrivarono vicino al palazzo e cominciarono a fare un gran baccano. Tutti si tappavano le orecchie. Uscirono guardie a cavallo e guardie a piedi, ma le oche scappavano nella boscaglia, e poi tornavano a fare QUA! QUA! QUA! E non la smisero il giorno, e nemmeno la notte, tanto che Ple Po Ten Ton si affacciò alla finestra e gridò: – Liberate il pastore, che porti via questo baccano! E Po Ve Lin uscì dal palazzo e le sue oche si misero in fila dietro di lui, verso i pascoli d’erba tenera.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA I SEGRETI DEL TESTO Chi è il protagonista della fiaba? Chi è l’antagonista? Come potresti definire le oche?
LEGGO TRA LE RIGHE Hai capito perché i personaggi del racconto si chiamano Po Ve Lin e Ple Po Ten Ton?
R. Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi
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P COME… PROTAGONISTI ANIMALI!
L’ANTILOPE
I SEGRETI DEL TESTO
Un’antilope aveva appena inghiottito la prima sorsata alla sorgente, quando una freccia le sibilò vicino all’orecchio. Scappò a tutta velocità e si tuffò nel folto di una fitta boscaglia cercando di mimetizzarsi tra i rami. I cacciatori la cercarono, ma le foglie le si richiusero intorno per renderla invisibile. Così gli uomini se ne andarono. L’antilope, rassicurata, vedendosi circondata da foglie belle e appetitose, non si trattenne e si mise a mangiarle. Allora le foglie si misero a dire: – La poverina non sa che mangiandoci si scava la fossa da sola… L’antilope rimase sorda agli ammonimenti delle foglie. Tante ne divorò da spogliare tutti i rami che la nascondevano e così riapparve alla vista dei cacciatori. Fu trafitta dalle frecce e in un ultimo sospiro mormorò: – Non ho risparmiato chi mi aveva salvato la vita, ho dato del male in cambio del bene. È la mia ingratitudine che mi ha rovinato.
La favola è un testo fantastico che ha per protagonisti degli animali che parlano e si comportano come gli umani. Ogni favola si conclude con un insegnamento, chiamato morale. Chi è il protagonista della favola?
Favola araba E.N. Khemir, L’alfabeto del deserto, MC Editrice
Sottolinea nel testo la morale.
PAROLE NUOVE Mimetizzarsi significa nascondersi confondendosi con l’ambiente circostante. L’antilope si scava la fossa da sola, cioè: si fa del male da sola. scava una buca per nascondersi.
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LA VOLPE CHE SI CREDEVA ASTUTA La volpe si lamentava della sua coda, che la rendeva molto riconoscibile. Dopo aver ben riflettuto, decise allora di tagliarla. Una volta tagliata la coda, la volpe uscì dalla sua tana. Scorgendo una gazza che se ne stava appollaiata su di un albero, si disse: “Che fortuna per me! Potrò mangiare una gazza deliziosa!”. Poi le si avvicinò e le disse con un sorriso: – Ehi, ehi!, mia cara gazza, vorrei essere vostra amica. Vorreste scendere perché si danzi e si canti insieme? La gazza, con tono ironico, rispose: – Come sei astuta volpe! Ma pensi davvero che potrei cadere nella tua trappola? Tutta stupita, la volpe chiese: – Cosa?! Tu dici che io sono la volpe? Ma io non ho la coda! La gazza scoppiò in una risata e dichiarò: – Benché tu non abbia più la coda, non puoi nascondere la tua aria furba. Ti si può riconoscere al primo colpo d’occhio! Favola cinese Favole della Cina contemporanea, Casa Editrice in Lingue Estere
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA
LEGGO E CAPISCO Perché la volpe decide di tagliarsi la coda? Le dava fastidio. Non le piaceva. Non voleva farsi riconoscere. La volpe riesce nel suo intento? Sì, perché la gazza parla tranquillamente con lei. No, perché la gazza la riconosce anche senza la coda. PAROLE NUOVE Riconoscere una cosa al primo colpo d’occhio significa:
immediatamente, appena la si vede. dopo averla guardata bene.
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P COME… PROTAGONISTI ANIMALI!
SCOPPIARE D’INVIDIA C’era una piccola rana verde che viveva insieme a un allegro gruppo di rospi, girini e ranocchi nello stagno di una fattoria. La ranocchietta era molto ammirata perché era di un bel colore brillante e sapeva fare salti bellissimi. Un caldo giorno d’estate, gli abitanti dello stagno ricevettero la visita di un tranquillo bue di campagna. La ranocchietta era curiosa e voleva proprio conoscere un vero bue. E quando finalmente lo vide… Com’era grande! “Che invidia!” pensò la ranocchia. “Così grande farà dei salti incredibili! Ma forse se mi concentro e tengo il respiro, mi gonfio… Un altro respiro e forse…”. La rana tentò e tentò. Gonfiò a più non posso la sua pelle lucidissima, fino a che non divenne quasi trasparente. Ma non era ancora abbastanza. Così la ranocchia, guardando fisso il bue, fece di nuovo un respirone, poi un altro, un altro ancora e… bum! Eh sì, era proprio scoppiata… d’invidia! Favola classica B. Savino, Le favole di Fedro raccontate ai bambini, Larus
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LEGGO E CAPISCO Come definiresti la ranocchia della favola? Prepotente. Invidiosa. Allegra. Malvagia.
LEGGO TRA LE RIGHE Sapresti spiegare qual è la morale di questa favola?
IL BUE E LA RANA Una rana voleva diventare grossa come il bue. Si comincia a gonfiare, a gonfiare... Il bue si spaventa, ha paura che scoppi. E allora diventa lui piccolo piccolo per farla contenta.
IL DE MOND O LL AF A NT ASIA LEGGO E CAPISCO
G. Rodari, Il secondo libro delle filastrocche, Einaudi Ragazzi
Il testo che hai appena letto ha gli stessi personaggi della favola della pagina precedente, ma la conclusione è diversa: che cosa accade? La rana si sgonfia. Il bue scoppia. Il bue ha paura della rana. Il bue si fa piccolo piccolo. Perché lo fa?
A TE LA PAROLA Quale delle due versioni ti piace di più? Perché?
SCER RE
C
E
Il bue, nel testo che hai appena letto, decide di farsi piccolo piccolo per salvare la rana. Ti INSIEME sembra un bel gesto? Ti è mai capitato di fare qualcosa solo per fare contento qualcuno? Confrontati con i tuoi compagni.
LEGGO CON I SENSI Mima quello che fa la ranocchietta quando vede il bue.
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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P COME… PROTAGONISTI ANIMALI!
CHI SI LODA S’IMBRODA C’era una volta in una fattoria una gallina molto vanitosa che tutto il giorno aveva la mania di lodarsi e vantarsi senza posa. – Son bella! Come me non c’è – nessuna! andava starnazzando tutt’intorno. – Chi incontra me ha una tale fortuna da ringraziare i santi notte e giorno! E come se esser bella non bastasse sono pure intelligente, un genio vero, a scuola ero la prima della classe e saprei governare un ministero. Ma il giorno infausto che si fece vanto d’esser la più buona del pollaio non s’avvide che ci aveva accanto chi le avrebbe causato un grosso guaio: – Càpiti bene! – disse il contadino, – volevo giusto farmi un bel brodino! N. Codignola, Il gallo e la gallina, non c’è rosa senza spina, Fatatrac
PAROLE NUOVE Starnazzare significa: fare il verso tipico delle galline. girare in tondo. beccare il grano. Un giorno infausto è un giorno sfortunato. LEGGO BENE Sottolinea le frasi che pronuncia la gallina, poi leggile a voce alta, imitando con la voce il verso dell’animale e con le braccia i suoi movimenti.
LEGGO TRA LE RIGHE Il titolo della favola in versi è un proverbio: qual è la morale? Chi loda se stesso finisce in un brodo. Chi loda se stesso alla fine si danneggia. Chi loda se stesso si sbrodola.
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I SEGRETI DEL TESTO
IL RACCONTO FANTASTICO I testi fantastici narrano storie di fantasia: LEGGENDE e miti sono racconti antichi che spiegano l’origine del mondo e le caratteristiche di luoghi, uomini e animali; le fiabe raccontano avventure a lieto fine; le favole sono storie con una morale, che hanno come protagonisti gli animali.
In un testo narrativo fantastico: i personaggi possono appartenere sia al mondo reale sia al mondo fantastico (animali parlanti, oggetti magici, divinità…);
i luoghi possono essere reali oppure magici (boschi o castelli incantati, reami lontani…);
il tempo, di solito, si riferisce a un passato non meglio precisato.
C’ERA UNA VOLTA…
I testi narrativi fantastici sono, solitamente, organizzati in quattro parti:
l’introduzione, in cui si presentano i personaggi, il luogo e il tempo in cui inizia il racconto; la situazione iniziale, in cui si racconta ciò che fa il personaggio principale per dare avvio alla storia; lo sviluppo, in cui si racconta la vicenda vera e propria; la conclusione, che spiega come si è conclusa la vicenda narrata.
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MI METTO alla PROVA
` IL FAGIOLO CHE SALIÌ FINO AL CIELO C’era una volta una donna che aveva un figlio di nome Janos. Possedevano solo una capannuccia e una mucca. Un giorno la madre disse al figlio: – Va al mercato a vendere la mucca, altrimenti moriremo di fame. Janos la vendette a un vecchio quasi per niente: per un fagiolo. – Figlio mio, che hai fatto! – strillava la vecchia. – Niente paura – disse Janos. – Quel vecchio mi ha detto di piantare il fagiolo e di stare a vedere. Janos piantò il fagiolo e andò a dormire. Quando si svegliò, il fagiolo era cresciuto fino al cielo e Janos vi si arrampicò per tutto il giorno. In cima c’era una capanna, con una stanzetta e un letto. “È già notte” pensò Janos. “Potrei dormire qui.” Si udì fuori un fracasso terribile: Janos si infilò sotto il letto. Entrò nella capanna un drago, che cavò di tasca una gallina d’oro e ordinò: – Fammi l’uovo! La gallina fece un uovo tutto d’oro e il drago se lo bevve. La gallina ne fece un secondo, poi un terzo, e il drago li bevve. Poi cominciò a suonare un violino e si addormentò. Janos prese la gallina e il violino e scese a precipizio per la pianta del suo fagiolo. Era quasi arrivato quando sentì il drago che lo stava inseguendo. Janos balzò a terra, acchiappò un’ascia, tagliò la pianta del fagiolo e la fece crollare con il drago. Da allora Janos e sua madre se la spassarono allegramente. Janos suonava il violino e sua madre andava al mercato a vendere le uova. Di tutto avevano in abbondanza e ne avanzava per i vicini. Fiaba ungherese Enciclopedia della favola, Editori Riuniti
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I SEGRETI DEL TESTO Il protagonista della fiaba è:
una povera donna. il vecchio del mercato.
Janos. il drago.
Il suo antagonista è:
il vecchio del mercato. il drago.
la vecchia madre. la gallina d’oro.
Il suo aiutante è:
la madre. la gallina d’oro.
il vecchio del mercato. una divinità del cielo.
Qual è l’oggetto magico che riceve?
LEGGO E CAPISCO Perché Janos decide di dormire nella capanna in cielo? Sottolinea la risposta nel testo.
LEGGO TRA LE RIGHE Perché Janos ruba la gallina e il violino?
Capisce che sono i doni promessi dal vecchio del mercato. Ama la musica e ha sempre voluto suonare il violino. Vuole assaggiare le uova d’oro. Vuole fare un dispetto al drago.
PAROLE NUOVE Scendere a precipizio significa:
cadere in un burrone. scendere velocemente. scendere lentamente. scendere pensando ad altro. PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere e capire testi narrativi fantastici.
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O A D I S IL MON E O P A L L DE LO SCRITTORE DI FILASTROCCHE Un po’ di parole legate dal caso, l’idea che ci vuole sulla punta del naso. Pensare di botto, andar di memoria, e in quattro e quattr’otto è pronta una storia. La rima più bella che t’esce di bocca e senti che quella è la tua filastrocca. Benedetto Tudino, Mestieri, Lapis
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UN PO’ DI CILIEGIE TROVATE PER CASO…
LEGGO CON I SENSI Di solito si dice “avere una parola sulla punta della lingua”; dov’è, invece, l’idea dello scrittore di filastrocche? È sulla punta del…
A TE LA PAROLA A te piacciono le filastrocche? Ne hai mai inventate? LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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Q COME… QUESTIONE DI RITMO!
IO SO FARE LE CAPRIOLE C’è chi coglie le nocciole, chi coltiva rose e viole, chi cucina le braciole, chi ripara tacchi e suole, chi trascina le carriole. Io so fare capriole! È una fissa, un vero tarlo, mi ci butto a capofitto. Se qualcuno deve farlo, quel qualcuno è il sottoscritto. A. Ossorio, Rime per tutto il giorno, Einaudi Ragazzi
I SEGRETI DEL TESTO Poesie e filastrocche sono testi poetici, cioè testi speciali scritti per divertire, emozionare, far riflettere chi li legge. Questa filastrocca: insegna a fare le capriole. racconta un pomeriggio passato a fare capriole. vuole divertire il lettore.
PAROLE NUOVE Il tarlo è un animaletto fastidioso che mangia il legno, riempiendo i mobili di buchi. L’espressione avere un tarlo, quindi, significa: avere un’idea fissa, che non ti lascia mai. avere un tarlo come amico. avere un’idea che non riesci a ricordare.
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IL
SUL MONOPATTINO Sul mio monopattino verniciato di rosso corro sul viale a più non posso. Un piede su un piede giù in un secondo arrivo laggiù. Un piede giù un piede su e poi in un lampo torno quassù. Sul mio monopattino verniciato di rosso avanti e indietro a più non posso.
MO DE NDO LLA P OE SIA
LEGGO TRA LE RIGHE Al bambino della filastrocca, secondo te, piace andare in monopattino?
C. Albaut, Filastrocche dei miei giocattoli, Motta Junior
I SEGRETI DEL TESTO I testi poetici sono scritti in versi; ogni verso corrisponde a una riga. Sottolinea un verso della filastrocca.
LEGGO CON I SENSI Colora il monopattino nel modo giusto. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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Q COME… QUESTIONE DI RITMO!
FILASTROCCA DEL RISPETTO Cresta Rossa un giorno ha detto: – Sono un gallo di rispetto, quel che dico è sempre legge, sennò poi chi vi protegge? Ma pollastra Penna Bianca dimenando forte l’anca fece: – Coccococcodè vuoi rispetto solo te? Tutti qui siamo animali e contiamo tutti uguali e se io RISPETTO te anche tu rispetta me!
rima
SONO UN GALLO DI RISPETTO!
L’alfabeto del cittadino, Fatatrac
LEGGO E CAPISCO Chi vuole imporre la sua legge? Perché? Chi si oppone? Perché?
SCER RE
C
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E
La discussione tra Cresta Rossa e Penna Bianca vuole far riflettere su quanto sia INSIEME importante che, all’interno di un gruppo, tutti si rispettino a vicenda. Secondo te, chi ha ragione tra i due animali? Discutine con i tuoi compagni.
I SEGRETI DEL TESTO Molti testi poetici sono scritti in rima. I versi sono in rima quando si concludono con parole che hanno lo stesso suono finale. Quando i versi rimano a coppie, sono a rima baciata. Nella filastrocca è stata sottolineata la prima rima. Osserva l’esempio e continua tu.
IL
MO DE NDO LLA P OE SIA
IL LEPROTTO In una chiazza di sole leggero nel sentiero del bosco verdissimo fresco fittissimo in quattro e quattr’otto è balzato un leprotto. Ora è fermo ma pronto a scappare, gli vedo il musetto tremare, le orecchie rizzarsi per il timore: chi sa come gli batte il cuore! Ma nonostante la paura esplora il bosco, la natura. “No, non scappare! Non ti voglio spaventare.”
E nascosta nel bosco verdissimo fresco fittissimo indietreggio piano pianissimo. Non vedo più il leprotto sul sentiero, lo vedo col pensiero: leprotto timido e timoroso, ma anche coraggioso, avido d’indagare, conoscere, imparare: leprotto fratello mio, perché come è lui son io!
LEGGO E CAPISCO Il leprotto della poesia:
è timoroso e fugge. non ha paura di nulla. ha paura, ma esplora ugualmente il bosco. LEGGO TRA LE RIGHE Chi sta parlando del leprotto? Una bambina. Un bambino. Il fratello del leprotto.
A.M. Bruzzone, Il leprotto, Edizioni Messaggero Padova
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Q COME… QUESTIONE DI RITMO!
PAROLE CONFINANTI PAROLE NUOVE Per branco in questo caso si intende:
un gruppo di persone prepotenti. un gruppo di animali. Sono confinanti due cose che sono così vicine da toccarsi.
LEGGO TRA LE RIGHE Perché, secondo te, la paura e il coraggio sono “parole confinanti”? Prova a rispondere insieme ai tuoi compagni, con l’aiuto dell’insegnante.
Sei un duro o un pappamolle? Il coraggio non è il branco, è l’amico che in silenzio ti difende e sta al tuo fianco. Il coraggio son parole, senza tanti paroloni, senza tante vanterie, senza fare gli sbruffoni. Il coraggio è una fatica che ti fa sentire bene e decidi che la fai anche se non ti conviene. Il coraggio è stare soli dalla parte di chi perde, il coraggio è dire rosso quando tutti dicon verde. La paura e il coraggio son parole confinanti ma con una torni indietro e con l’altra vai avanti. J. Carioli, I sentimenti dei bambini, Spremuta di poesie in agrodolce, Mondadori
A TE LA PAROLA Ti sei mai sentito coraggioso? Racconta la tua esperienza e cerca di individuare nel testo a quale tipo di coraggio corrisponde.
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IL
MO DE NDO LLA P OE SIA
LA NOIA È come una stanza vuota ci stai in mezzo come un idiota.
strofa
Ma per popolarla di combattimenti, feste ed eroi non dire più “io”, prova a dir “noi”. Se al telefono non risponde nessuno e ti tocca stare per un poco in uno
LEGGO E CAPISCO Di che cosa parla la poesia? Quale parte del testo te lo fa capire con certezza?
I SEGRETI DEL TESTO
invita un amico o un’amica nella tua fantasia inventerete la storia più bella che ci sia.
I versi di una poesia possono essere raggruppati in strofe.
E vedrai che le ore, i giorni, il mondo non sono mai persi per un cuore profondo.
Osserva l’esempio e segna con una matita le altre strofe della poesia.
D. Rondoni, Le parole accese, Rizzoli
LEGGO TRA LE RIGHE Che cosa significa, secondo te, l’ultima strofa? Chi ha un cuore profondo si annoia sempre. Puoi stare bene anche da solo, se hai fantasia e immaginazione. Devi cercare di non perdere tempo.
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Per capire bene un testo, e ancor di più un testo poetico, è indispensabile saper leggere tra le righe. Devi imparare a collegare tante informazioni e poi immaginare ciò che il poeta non dice chiaramente, ma lascia solo intuire. Non è difficile: prova a farlo seguendo i suggerimenti.
L’AQUILONE Nel cielo trattenuto da un filo, dondola, sale e scende seguendo il vento che lo vorrebbe strappar via. Io, guardandolo volare, vedo una meravigliosa farfalla appena uscita dal suo bozzolo che distende le nuove ali arcobaleno al tiepido sole. C. Albaut, Filastrocche dei miei giocattoli, Motta Junior
Di che cosa parla la poesia?
Leggi sempre il titolo: a volte, come in questo caso, è indispensabile per capire l’argomento!
A che cosa viene paragonato l’aquilone?
Per essere certo di dare la risposta giusta, procedi per esclusione. Ricorda che l’aquilone è colorato e vola nell’aria. A una nuvola.
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All’arcobaleno.
A una farfalla.
LABORATORIO DI LETTURA
LEGGO TRA LE RIGHE
DAL TERRAZZO DEL GRATTACIELO Dal terrazzo del grattacielo ho visto gli uomini. Tanti uomini. Tutti uguali giù per le strade. Un correre un avanzare un dimenarsi un nascondersi in corazze sferraglianti o dentro scatolette di mille colori. M. Aiello, Guardia, come sta la notte?, Ferrari Edizioni
Di che cosa parla la poesia?
Il verbo principale della poesia ti aiuta a rispondere: rileggi il secondo verso. Di un grattacielo.
Di un terrazzo.
Di ciò che si vede dal terrazzo del grattacielo.
Che cosa sono, secondo te, le “corazze sferraglianti”?
Fai riferimento alla tua esperienza personale e pensa a quello che puoi vedere per le strade di una città.
LE REGOLE DEL SUPER-LETTORE 1. Non dimenticare di leggere il titolo dei testi: può essere indispensabile! 2. Usa la tua esperienza personale per trovare alcune informazioni non dette. 3. Quando leggi un testo poetico, lascia volare la fantasia e ascolta le tue emozioni: ti aiuteranno più di quanto pensi! PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere testi poetici individuando le informazioni principali e le loro relazioni.
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R COME… RIME DI STAGIONE!
SORGENTE Sss, lo senti? Senti questo suono? Un suono quasi silenzioso, buono, un suono di bisbiglio, un fruscio, un suono sciolto, un basso mormorio, il suono buono dell’acqua che esce, il suono fresco dell’acqua che nasce. Sss, amici, zitti... lo sentite il suono di quest’acqua quieta e mite? Sss, lo sentite? Lo sentite, gente, il suono di quest’acqua di sorgente? R. Piumini, Gocce di voce, Fatatrac
I SEGRETI DEL TESTO Nei testi poetici sono importanti i suoni delle parole e il linguaggio, ricco di immagini poetiche. Quali suoni si ripetono tante volte nella poesia? Sottolineali e rifletti: a che cosa vuole far pensare il poeta?
LEGGO BENE Leggi la poesia a voce alta, facendo sentire bene il suono delle parole che hai sottolineato.
PAROLE NUOVE La sorgente è il punto da cui nasce un corso d’acqua.
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IL
VENTO Vento stregato, vento fatato Bocca che soffi con tutto il tuo fiato Vento ventaccio, vento ventaglio Lama affilata che quasi mi taglio Vento smarrito, vento impazzito Cupo ululato di lupo impaurito Vento arrogante, vento potente Braccio che tiri impazientemente Ecco, mi hai preso: tirami su Ma dopo, rimettimi giù. S. Giarratana, Amica Terra, Fatatrac
MO DE NDO LLA P OE SIA
I SEGRETI DEL TESTO Molte parole della poesia contengono consonanti che ricordano il soffio del vento. Osserva l’esempio ed evidenziale tutte.
LEGGO CON I SENSI Secondo te, l’autore della poesia ama il vento? Cerchia nel testo tutte le parole o le espressioni che ti hanno comunicato sensazioni spiacevoli.
LEGGO BENE Leggi la poesia a voce alta, facendo sentire bene i suoni che hai evidenziato e dando importanza alle parole che hai cerchiato. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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R COME… RIME DI STAGIONE!
NEVICA Scende in silenzio in fiocchi gelati. Scende un silenzio che ammanta i prati. Piove la danza di lucciole cristalline. Piove una danza di mille stelline. Fiocca la speranza di un giorno lieve. Fiocca la speranza di giocare con la neve. M. Hion, Filastrocche delle stagioni, Motta Junior
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LEGGO E CAPISCO Che cosa sono le “lucciole cristalline” e le “mille stelline” di cui si parla nella poesia?
PAROLE NUOVE Ammantare vuol dire:
ricoprire con un manto, rivestire. ammucchiare. imbiancare. Fiocca la speranza, cioè:
cade a fiocchi, arriva. si fa un fiocco.
IL
MO DE NDO LLA P OE SIA
LUNA D’APRILE Batte la luna soavemente al di là dei vetri, sul mio vaso di primule; senza vederla la penso come una grande primula anch’essa stupita, sola, nel prato azzurro del cielo. A. Pozzi, Poesia che mi guardi, Luca Sossella Editore
LEGGO TRA LE RIGHE In quale stagione è ambientata la poesia? Inverno. Estate.
Primavera. Autunno.
I SEGRETI DEL TESTO Le poesie hanno un linguaggio particolare, ricco di immagini poetiche: con la similitudine il poeta paragona due elementi diversi con parole quali: come, pare, sembra… nella metafora il poeta confronta due elementi senza usare il come. Nella poesia ci sono una similitudine e una metafora, trovale e completale. Similitudine: La luna è come una Metafora: Il cielo è un
. azzurro.
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R COME… RIME DI STAGIONE!
MESI... AL LAVORO! Lucida Aprile limpidi cristalli, Maggio mena ragazze per i viali, Giugno spicca gerani ai davanzali, contempla Luglio il sole e i grani gialli. Dorme Agosto e non ode i temporali crescere sulle stoppie delle valli. Nel crepuscolo viola i bei cavalli bagna Settembre all’acque fluviali. F. Fortini, Poesia ed errore, Mondadori
I SEGRETI DEL TESTO La personificazione è l’immagine poetica in cui elementi inanimati, oggetti o idee sono paragonati e si comportano come persone. Aprile, per esempio, lucida cristalli. Che cosa fanno gli altri mesi? Sottolinea nel testo tutte le personificazioni.
PAROLE NUOVE Mena ragazze vuole dire accompagna ragazze. Le stoppie sono i residui di grano che restano dopo la mietitura.
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IL
MO DE NDO LLA P OE SIA
ESTATE Ho l’estate tra le mani un’anguria a fette larghe. Ho l’estate nelle gambe sfido il vento e corro via. Ho l’estate sotto i piedi è sdraiata dappertutto. Ho l’estate nella testa sogni lunghi e sere chiare. Ho l’estate nella gola ha sapore di gelato. G. Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori
SCRIVO IO Per la poetessa l’estate è avere tra le mani una fetta d’anguria, sentire il vento tra le gambe... Sottolinea le altre immagini estive della poesia, poi scrivi sul quaderno tre cose che ti suggerisce la parola “estate”.
LEGGO CON I SENSI Osserva il disegno: quali strofe della poesia illustra? Sottolineale.
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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I SEGRETI DEL TESTO
I TESTI POETICI Poesie e filastrocche sono testi speciali scritti per divertire, emozionare, far riflettere chi li legge.
I testi poetici hanno caratteristiche particolari: sono scritti in versi, cioè brevi righe; i versi possono essere raccolti in strofe:
Ho l’estate tra le mani un’anguria a fette larghe. Ho l’estate nelle gambe sfido il vento e corro via.
verso
strofa
i versi spesso sono in rima, cioè si concludono con parole che hanno lo stesso suono finale:
C’è chi coglie le nocciole, chi coltiva rose e viole,
I testi poetici hanno un linguaggio particolare: le parole possono imitare i suoni della realtà:
Vento stregato, vento fatato Bocca che soffi con tutto il tuo fiato.
sono ricchi di immagini poetiche: La luna è come una grande primula. la similitudine
la metafora
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I fiocchi gelati sono lucciole cristalline.
la personificazione
Aprile lucida i cristalli.
MI METTO alla PROVA
PICCOLA NUVOLA Dopo l’acquata le nuvole pronte, pigliano il volo, scavalcano il monte. Or con la gonna di velo sottile, la piÚ pigra s’impiglia al campanile. Che sobbalzo, che sgomento! Per fortuna c’era il vento che con tutta galanteria la piglia e se la porta via. U. Betti, Canzonette, Mondadori
I SEGRETI DEL TESTO Per parlare della nuvola, quale immagine poetica utilizza il poeta?
La similitudine.
La metafora.
La personificazione.
Fai una accanto alle affermazioni corrette. La poesia è:
composta da due versi.
composta da due strofe.
in rima.
LEGGO E CAPISCO Che cosa fanno le nuvole? Sottolinea il verso che risponde alla domanda. Che cosa succede alla nuvola piĂš pigra?
Non riesce a pigliare il volo.
Inciampa nel monte.
Si impiglia al campanile.
Alla fine, riesce a liberarsi? Grazie a chi?
PAROLE NUOVE Che cosa significa che la gonna della nuvola s’impiglia al campanile?
Rimane incastrata.
Litiga con il campanile.
Si buca con la punta del campanile.
PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere e capire testi poetici.
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S COME... SI SENTE LA PRIMAVERA! Ascolta il racconto letto dall’insegnante, poi rispondi alle domande.
Perché i passeggeri del filobus all’improvviso cominciano a lamentarsi?
Dove è diretto il filobus impazzito? E che cosa succede, quando si ferma?
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PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: utilizzare in forma originale modalità espressive e corporee. Sperimentare tecniche diverse per realizzare prodotti plastici. Utilizzare la voce in modo creativo. ßRiconoscere le diverse identità e tradizioni culturali e religiose. ßAscoltare testi narrativi mostrando di coglierne il senso globale. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
Alla fine, di che cosa si meravigliano i passeggeri guardando gli orologi?
LEGGO CON I SENSI Osserva il disegno dell’impiegato vestito di verde. Manca qualcosa? Aggiungilo tu!
In quale data particolare è accaduta la vicenda raccontata?
E FEST AVERA
Il 21 marzo è il primo giorno di primavera e ogni Paese celebra la ricorrenza in modo diverso. In Giappone esiste l’antica tradizione dello Hanami, un periodo trascorso a osservare gli alberi in fiore, soprattutto i ciliegi. Durante la fioritura, giovani e adulti si raccolgono nei parchi per passeggiate e pic-nic in compagnia.
DI PRIM
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PIUCO, AGNELLINO SALVATO Quant’era grazioso quell’agnellino bianco e delicato! Era stato regalato alla mia famiglia in occasione delle feste pasquali. Abitavamo, allora, in una casa con un giardinetto, dove io e i miei fratelli giocavamo felici. L’agnellino, che avevamo chiamato “Piuco”, sgambettava allegro e spensierato e noi lo guardavamo angosciati per l’avvicinarsi della Pasqua. Nei dintorni sapevamo di una vecchia casa abbandonata e così decidemmo che lì, con le nostre cure, l’agnellino sarebbe vissuto senza essere destinato al pranzo pasquale. A me venne la brillante idea di vestirlo con gli abiti della bambola grande che avevo. Così, tutti in fila, uscimmo sotto gli occhi di mia madre, che non si accorse di nulla. La sparizione della bestia fu quasi una tragedia! Fummo perdonati solo dicendo la verità e promettendo ai nostri genitori un buon rendimento a scuola. La bestiola visse molti anni ancora, insieme ad alcune pecore di un anziano contadino. Al collo gli mettemmo una catenina di ferro con la scritta “Piuco”. Profumo di mimosa, Pasqua gioiosa, Edizioni Coop
E FEST AVERA
Pasqua è la più importante festa della religione cristiana, in cui si ricorda la Resurrezione di Gesù. Deriva il suo nome dall’ebraico “Pesach” che significa “Passaggio”. In molte case si mangiano l’agnello e un dolce a forma di colomba; si usa regalare uova di cioccolato.
DI PRIM
Le mille storie blu, Elmedi
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LEGGO CON I SENSI Completa il disegno dell’agnellino con il dettaglio mancante.
LA LEGGENDA DI MARTISOR Un giorno d’inverno, una vecchia donna cattiva mandò la nuora al fiume a lavare un mantello molto sporco e le intimò di non tornare a casa fino a che il mantello non fosse tornato completamente bianco. Ma più la giovane donna lavava il mantello, più questo diventava nero. All’improvviso le apparve un uomo di nome Martisor che le offrì un fiore rosso e bianco. Quando la ragazza tornò a casa, il mantello era bianco come la neve. La vecchia non credeva ai propri occhi. Poi, quando vide il fiore, pensò che era arrivata la primavera. Decise allora di portare il suo gregge sulla montagna, ma il gelo la trasformò in una pietra. Da allora il braccialetto rosso e bianco celebra la vittoria del bene sul male e l’arrivo della primavera.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
IMPARO CON IL CORPO In Romania, in occasione della festa di Martisor, gli uomini regalano alle donne dei fiocchetti portafortuna. Fanne uno anche tu, intrecciando fili di lana bianchi e rossi.
E. Vidard, Le feste nel mondo, Edizioni Messaggero Padova
E FEST AVERA
Il 1o marzo, in Romania, si festeggia il giorno di DI PRIM Martisor, “Piccolo Marzo”, in cui si celebra l’arrivo della primavera che sta per scacciare l’inverno. Martisor è l’occasione per festeggiare e per donarsi dei portafortuna. E. Vidard, Le feste nel mondo, Edizioni Messaggero Padova
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Nel 1996 l’Unesco ha proclamato il 23 aprile Giornata internazionale del libro, per incoraggiare tutti a scoprire quanto è bello leggere!
IN BIBLIOTECA
IMPARO CON IL CORPO
Appena arrivata in biblioteca, Matilde si rivolse alla bibliotecaria, la signora Felpa, e chiese se poteva sedersi un po’ a leggere. La signora Felpa le rispose che era la benvenuta. Da quel giorno, appena sua madre usciva, Matilde faceva una passeggiatina fino in biblioteca. Ci metteva solo dieci minuti e poi, tranquillamente seduta, trascorreva due ore meravigliose in un angolo accogliente e quieto, divorando un libro dopo l’altro. La bibliotecaria non riusciva a distogliere lo sguardo da quella bimbetta seduta per ore e ore nella grande poltrona, dall’altro lato della stanza, con il libro sulle ginocchia. – Sai che in una biblioteca pubblica si possono prendere in prestito i libri e portarli a casa? – le disse un giorno la bibliotecaria. Da quel momento, Matilde andò in biblioteca solo una volta alla settimana, per prendere nuovi libri e restituire quelli già letti. La sua cameretta diventò una sala di lettura, dove passava i pomeriggi seduta a leggere, con una tazza di cioccolata calda accanto.
Se ti piace leggere, hai bisogno di un segnalibro! Lava bene il bastoncino in legno di un ghiacciolo e lascialo asciugare. Poi lega intorno al bastoncino dei fili di lana, lasciandone pendere un po’ ai lati, come vedi nel disegno. Incolla due perline al posto degli occhi e… ecco un millepiedi da libro!
R. Dahl, Matilde, Salani
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STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
UN BAMBINO CHE LEGGE Un bambino che legge si dimentica dei piedi, ha schegge di luce negli occhi intenti. Un bambino che legge va lontano senza che nessuno lo tenga per mano.
LEGGO CON I SENSI Pensa a che cosa “senti” tu quando leggi: ti rilassi, voli con la fantasia, entri in mondi fantastici o, forse, ti annoi? Continua la poesia cercando di esprimerlo: un bambino che legge…
A. Petrosino, Il mondo bambino, Sonda
E FEST AVERA
La Giornata internazionale del libro è festeggiata in tutto il mondo, ma deriva da una tradizione spagnola: a Barcellona, per la festa di San Giorgio (23 aprile), gli uomini regalano alle donne una rosa e ricevono in cambio un libro. In Italia, durante questa giornata, molte biblioteche organizzano manifestazioni per promuovere la lettura.
DI PRIM
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O I D N E IL MO R R O V CHE FILASTROCCA DEL GESTO IMPORTANTE Un piccolo gesto è una pietra preziosa Cela un segreto che è molto potente: Qualcosa accade, se tu fai qualcosa E niente accade, se tu non fai niente. Basta un secchiello a vuotare il mare? Basta una scopa a pulir la città? Forse non basta, ma devi provare Se provi, forse, qualcosa accadrà È un gesto inutile, ma non importa Piccoli gesti hanno forza infinita Se ognuno spazza davanti alla porta La città intera sarà pulita. Bruno Tognolini, Filastrocche della Melevisione, Gallucci
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LEGGO CON I SENSI Come si può ripulire la città? Disegna la risposta su un foglio bianco.
A TE LA PAROLA Quali sono i piccoli gesti di ogni giorno che possono contribuire a rendere il mondo migliore? Confrontati con i compagni. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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T COME… TUTTI IN VIAGGIO!
L’ISOLA DI MURANO Sei pronto per una bella gita in vaporetto? Allora andiamo a esplorare una delle tante isolette che ospita la laguna di Venezia.
La storia di Murano Eccoci a Murano, dove da otto secoli sono all’opera i più famosi maestri vetrai del mondo. Fino al 1295 molte delle fornaci dove si produceva il vetro erano a Venezia. Ma il grande calore necessario per lavorare il vetro provocava spesso incendi: in quel tempo le case erano di legno! Per risolvere il problema si decise di trasferire le fornaci sull’isola di Murano.
isola di Murano
I SEGRETI DEL TESTO I testi informativi danno informazioni su argomenti di vario tipo. L’argomento generale che affrontano viene di solito indicato dal titolo. Nel testo, poi, si sviluppano i sottoargomenti, segnalati da sottotitoli. Qual è l’argomento generale del testo?
Una gita in vaporetto. L’isola di Murano. Venezia. Nel testo ci sono tre sottoargomenti: quali?
LEGGO E CAPISCO Dove si trova Murano? Perché i maestri vetrai più famosi si trovano lì?
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MO NDO CH EV ORR EI
Il Museo del vetro I vetrai creavano cose così incredibilmente belle che vivevano come prigionieri nell’isoletta. Pensa che non potevano allontanarsi senza un permesso speciale: non dovevano rivelare a nessuno il segreto della loro arte. Se vuoi vedere di che cosa erano capaci, fai un salto al Museo del vetro. Racchiude oggetti di ogni colore, forma e dimensione.
Come nasce il vetro soffiato
PAROLE NUOVE
I polmoni e una pinza sono i ferri del mestiere dei maestri vetrai, e ti spiego il perché. Infilano una canna di ferro lunga e sottile nella massa di vetro fuso. Poi ne tirano fuori una grossa goccia e, mentre soffiano forte dall’altra parte della canna, muovono la pinza in modo da trasformare la goccia di vetro in un vaso, in un mazzo di fiori o in una figura. Puoi vedere all’opera questi maghi in una delle tante fornaci di Murano.
La fornace è una fabbrica dove vengono fusi e lavorati il vetro o altri materiali. I ferri del mestiere sono gli strumenti che servono per svolgere una particolare attività.
A. Garini, A spasso per Venezia, Lapis
LEGGO TRA LE RIGHE Perché, secondo te, i maestri vetrai vengono definiti “maghi”? Soffiano il vetro grazie a pozioni magiche. Sono talmente abili da sembrare maghi. In passato sono stati maghi.
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T COME… TUTTI IN VIAGGIO! I SEGRETI DEL TESTO Qual è l’argomento generale del testo?
I bambini cinesi. I bambini indiani. I giocattoli del mondo. Individua e separa con una linea i sottoargomenti: com’è formata l’India, come studiano i bambini indiani, come giocano.
PAROLE NUOVE Il cricket è un gioco di origini inglesi in cui si lancia e ribatte la palla con una mazza.
ALLA SCOPERTA DEI BAMBINI DELL’INDIA L’India è formata da oltre una ventina di stati ed è il secondo Paese più popolato del mondo, dopo la Cina. Generalmente tutti i bambini indiani dai cinque ai dieci anni devono andare a scuola. Spesso i più piccoli studiano all’aperto, sul prato, e i grandi nelle aule. Imparano prima di tutto a leggere e a scrivere nella loro lingua madre, ma imparano anche l’inglese. I bambini indiani nei villaggi si costruiscono dei giochi con quello che trovano. Recuperano delle vecchie ruote e le fanno rotolare come dei cerchi o si trascinano l’un l’altro dentro cassette di legno trasformate in automobili. I maschi giocano a pallone, a cricket o a baseball, usando un pezzo di legno al posto della mazza. Uno dei divertimenti preferiti dagli indiani è l’aquilone. Ogni anno, in occasione della festa dei venti, sono milioni i ragazzi che, dalle alture o dai tetti delle case, fanno volare gli aquiloni che si sono fabbricati da soli. E. Vidard, M. Goust, Bambini del mondo, Edizioni Messaggero Padova
Il baseball è americano e si gioca a squadre, con mazza, palla e guantone.
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IN GIRO PER IL SUQ Nada e Faiza vivono a Marrakech, una bellissima città del Marocco con alte mura fatte di terra rossa. A Nada piace sempre passare nella piazza del mercato, ma la mamma di Faiza va di fretta: vuole passare al suq per comprare cumino e zafferano. Si addentrano nelle vie più antiche del centro: ora camminano all’ombra attraverso vicoli stretti e tortuosi. Entrano nel suq, tra le mille botteghe e i venditori che cercano di attirare i clienti con promesse di prezzi bassi e grandi sorrisi. I suq sono mercati pieni di botteghe e di artigiani che vendono piatti e vasi, tappeti e scarpe, abiti, spezie e cibi, oggetti di legno, gioielli. Qui si trovano tantissimi venditori di tappeti famosi in tutto il mondo. I tintori immergono le matasse di lana in pentoloni pieni di colori diversi e poi le appendono ad asciugare su lunghi bastoni stesi da una parte all’altra della strada. Alzando gli occhi quasi non si vede il cielo, solo matasse dai colori brillanti che dondolano al sole.
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PAROLE NUOVE Nel testo c’è la definizione della parola suq. Trovala e sottolineala.
LEGGO E CAPISCO Perché nel suq quasi non si riesce a vedere il cielo? Che cosa si vede?
LEGGO CON I SENSI Immagina di passeggiare insieme a Nada e Faiza nel suq. Quali odori e quali rumori senti?
E. Bozzola, Io sono Nada e vivo in Marocco, Touring junior
LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
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U COME… UN OCCHIO ALL’AMBIENTE!
LE PIANTE SONO IMPORTANTI Una casa ombreggiata da un albero sarà più fresca. Le città senza alberi d’estate possono diventare molto calde.
Gli alberi agiscono da barriera antivento, bloccando le correnti d’aria e riducendo le spese di riscaldamento.
Gli alberi attutiscono il rumore del traffico e degli aerei.
Le radici degli alberi assorbono pericolose sostanze chimiche dal suolo, filtrandole in modo che diventino meno pericolose. Poi gli alberi sono così belli! Il pianeta lo salvo in 101 mosse, EDT
Le radici degli alberi tengono saldo il terreno, limitando l’erosione dovuta al vento e alla pioggia. PAROLE NUOVE L’erosione è lo sgretolamento del terreno, che perde consistenza e frana.
SCRIVO IO Scrivi nel cartellino rimasto bianco uno dei motivi per cui gli alberi, per te, sono importanti.
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ALLEVAMENTI BIO
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L’origine delle parole spesso aiuta a capirne il senso. Bio deriva da bios che significa “vita”. Quindi, per logica, l’agricoltura e gli allevamenti biologici rispettano la vita dentro e sopra la Terra.
La fattoria biologica Nella fattoria biologica si allevano animali, anche per avere a disposizione il loro letame, indispensabile per nutrire il terreno. La scelta tra mucche, maiali, pecore o capre varia a seconda che l’ambiente circostante sia pianura, collina o montagna.
Spazio per tutti Gli animali devono avere spazio e mangime a volontà, per cui il loro numero dipende da quanto terreno possiede la fattoria. Una mucca deve avere 5 000 metri quadrati tutti per sé, mentre a una gallina ne bastano 4.
Piu` buono
LEGGO TRA LE RIGHE Secondo te, perché le mucche bio producono latte più buono?
LEGGO E CAPISCO Nelle fattorie biologiche si allevano animali? Quali? Da che cosa dipende la scelta?
Rispetto alle mucche allevate industrialmente, le mucche bio producono meno latte, ma più buono. R. Brugnara, F. Di Chiara, Mi piace bio, Giunti
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Nella tua famiglia si comperano prodotti biologici? Dopo aver letto il testo, pensi che sia importante INSIEME acquistare e consumare prodotti bio? Perché? Discutine con i tuoi compagni.
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U COME… UN OCCHIO ALL’AMBIENTE!
A SCUOLA RISPETTANDO L’AMBIENTE Pensi che solo gli adulti debbano rispettare l’ambiente? Forse anche tu a scuola, con i tuoi compagni, puoi fare qualcosa.
La cartella Le matite: in legno naturale. I quaderni: in carta riciclata. La calcolatrice: solare anziché a pile. Per la merenda: scatole e bottiglie riutilizzabili anziché lattine e biscotti confezionati uno per uno. I SEGRETI DEL TESTO I testi regolativi hanno lo scopo di fornire regole o consigli di comportamento e istruzioni per giocare o realizzare oggetti. Possono essere accompagnati da disegni. Il testo che hai letto fornisce: le istruzioni per realizzare un gioco. le regole di un gioco. consigli di comportamento.
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Gli spostamenti Se possibile, vai a scuola a piedi, in bicicletta o in autobus. Senza automobili, la strada è più piacevole (meno rumore e inquinamento) e meno pericolosa. Perché non organizzate tutti insieme uno “scuolabus” per pedoni e ciclisti?
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La mensa Privilegiate prodotti locali e biologici, possibilmente cucinati sul posto. Sono migliori, danno lavoro agli agricoltori della zona e non producono gas a effetto serra.
I rifiuti In classe e in mensa smistate i rifiuti: cartoni, bottiglie di plastica, scatole di conserva, bucce e resti di cibo devono essere gettati nei rispettivi raccoglitori. Si può proporre di fare un compost in una cassetta in un angolo della scuola. La terra servirà per eventuali piantagioni.
La natura Potete coltivare fiori e ortaggi. È un’attività piacevole e istruttiva, poiché vi mostra come crescono i pomodori, i cetrioli e così via. C. Stern, Lo sviluppo ecosostenibile a piccoli passi, Motta Junior
A TE LA PAROLA Tu e i tuoi compagni mettete già in atto qualcuno dei suggerimenti proposti? Se non lo fate, sceglietene uno tutti insieme e cominciate a seguirlo.
PAROLE NUOVE I gas a effetto serra sono gas che circondano la Terra, trattenendo il calore del Sole. Se sono troppi provocano il surriscaldamento del pianeta e lo mettono in pericolo. Il compost è un fertilizzante ottenuto dalla decomposizione di bucce, foglie secche e altro materiale organico.
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V COME… VOGLIA DI REGOLE!
DIECI REGOLE PER I GIOVANI PEDONI 1. Non camminare in mezzo alla strada. Resta sul marciapiede, lontano dal bordo.
2. Non giocare né a biglie né a pallone sul marciapiede. I tuoi giochi potrebbero finire sulla strada e sarebbe pericolosissimo cercare di recuperarli.
3. Stai lontano dall’ingresso dei garage. Un’automobile potrebbe uscire all’improvviso!
4. Attraversa sempre sulle strisce pedonali.
LEGGO BENE Leggete una regola a testa a voce alta, dando particolare importanza alle parole in grassetto.
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5. Al semaforo, prima di attraversare, aspetta sempre che per le automobili ci sia rosso e che tutti i veicoli siano fermi. Controlla anche che il verde permetta ai pedoni di passare.
IL 6. Prima di attraversare guarda bene prima a sinistra e poi a destra. Le automobili devono essere tutte ferme.
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7. Non attraversare la strada correndo.
8. Fai attenzione anche alle automobili che non vedi. Quelle che svoltano e quelle nascoste dietro veicoli fermi.
9. Se il pallone ti sfugge o se vedi i tuoi genitori o un amico all’altro lato della strada, non precipitarti da loro.
10. Sulla strada non fermarti mai dietro un’auto parcheggiata. Potrebbe mettersi in moto e fare marcia indietro senza avvisare. S. Girardet, La prudenza a piccoli passi, Motta Junior
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Se non si rispettano le regole, il momento dell’uscita da scuola può diventare pericoloso. Di INSIEME solito, passate sulle strisce pedonali, aspettate il verde del semaforo o i segnali del vigile? Se non siete sicuri di farlo sempre, dividetevi a coppie o in piccoli gruppi e controllatevi reciprocamente.
Adesso prova tu a scrivere “Dieci regole per chi possiede un animale”. Se vuoi, puoi aggiungere dei disegni.
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V COME… VOGLIA DI REGOLE!
LA CORSA DEI MATTONI Ecco un gioco di movimento da fare ovunque e che coinvolge più concorrenti.
I SEGRETI DEL TESTO Quali materiali servono per giocare alla corsa?
I giocatori si dispongono lungo una linea di partenza. A distanza di un po’ di metri si traccia la linea del traguardo. Ogni giocatore ha tre mattoni a disposizione: uno sotto il piede destro, uno sotto il sinistro e uno in mano. A un segno prestabilito, i giocatori iniziano ad avanzare mettendo a terra davanti a sé il mattone in mano e ponendovi sopra un piede. Poi si deve prendere il mattone rimasto libero, mettendolo davanti a sé e ponendovi sopra l’altro piede, e così via. Chi mette un piede a terra, o cade, viene squalificato. Vince il primo giocatore che raggiunge il traguardo. A. Angiolino, B. Sidoti, Dizionario dei giochi, Zanichelli
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Chi viene squalificato? Chi vince? Quanti devono essere i giocatori?
Almeno due. Più di due. Anche uno solo. A TE LA PAROLA Hai mai giocato alla corsa dei mattoni? Ti piacerebbe? Conosci qualche altra “corsa” particolare? Racconta come si svolge.
I SEGRETI DEL TESTO
IL TESTO INFORMATIVO Il testo informativo fornisce informazioni su argomenti di diverso tipo.
In ogni testo informativo sono presenti: l’argomento generale, che è indicato di solito dal titolo;
alcuni sottoargomenti che possono essere segnalati dai sottotitoli.
IL TESTO REGOLATIVO Il testo regolativo fornisce regole e consigli di comportamento, istruzioni per giocare o realizzare oggetti.
Un testo regolativo può essere scritto per punti e utilizzare disegni: 1. Avvita le braccia e le gambe del robot.
2. Inserisci le luci effetto laser.
3. Inserisci le pile nello sportello posteriore.
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MI METTO alla PROVA
IL GIOCO DEL PALET Il palet, che è una pietra piatta, è uno dei giochi più antichi che esistano ed è un parente stretto del gioco delle bocce. In Valle d’Aosta è molto praticato da piccoli e grandi ed è tenuto in grande considerazione. Qui si svolge anche un campionato regionale, con un regolamento preciso e appositi campi da gioco. In questo caso, i palet sono di metallo e pesano un po’. Vi giocano quindi solo gli adulti.
Come si gioca: Si gioca a squadre, ma si può giocare anche solo in 2. Solitamente si gioca all’aperto. Occorrono: 1 pietra piatta piccola; 1 pietra piatta per ogni giocatore; un bastoncino per tracciare segni a terra. 1. Sulla sabbia, in una zona pianeggiante, si traccia il campo da gioco, della lunghezza e larghezza che si preferisce.
2. Un giocatore, estratto a sorte, lancia il boccino: una pietra piatta di piccole dimensioni.
3. Subito dopo lancia il palet cioè la pietra piatta più grande.
4. E così, a turno, tutti gli altri giocatori lanciano ognuno il proprio palet. Vince la partita chi con il palet si avvicina di più al boccino.
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P. Pergolini, Un gioco tira l’altro, Colibrì
I SEGRETI DEL TESTO Questo testo fornisce sia le informazioni su un gioco tradizionale, sia le regole per poterci giocare. Racchiudi in un riquadro rosso la parte informativa e in un riquadro verde la parte regolativa. Qual è l’argomento generale del testo?
I giochi dei bambini in Valle d’Aosta. I passatempi dei valdostani. Il gioco del palet. Quali dei seguenti sottoargomenti non è affrontato?
Che cos’è il palet. Dove è molto praticato.
Come si svolge il campionato regionale. Quando si svolge il campionato regionale.
LEGGO E CAPISCO Rispondi alle domande sul gioco del palet.
Quanti giocatori possono partecipare? Dove si gioca? Che cosa occorre per giocare? Come si stabilisce chi deve cominciare a giocare? Qual è la prima mossa? Chi vince?
PAROLE NUOVE Una cosa è tenuta in grande considerazione quando:
gli viene data molta importanza. non la si considera per nulla. gli viene data troppa importanza. PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: leggere e capire testi informativi e regolativi.
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Z COME... ZAINO PIENO D’ESTATE! Ascolta il racconto letto dall’insegnante, poi rispondi alle domande.
Perché la portiera mette la chiara delle uova nelle bottiglie?
E che cosa trovano il giorno dopo i tre bambini?
Quale figura trova Tea? È contenta?
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PER COSTRUIRE LE COMPETENZE: utilizzare in forma originale modalità espressive e corporee. Sperimentare tecniche diverse per realizzare prodotti plastici. Utilizzare la voce in modo creativo. ßRiconoscere le diverse identità e tradizioni culturali e religiose. ßAscoltare testi narrativi mostrando di coglierne il senso globale. LEGGO CON I SENSI: stimolare l’immaginazione e l’elaborazione di immagini mentali utili alla comprensione del testo.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI LEGGO CON I SENSI
Che cosa chiede Tea alle stelle cadenti?
La bottiglia di Rebecca è vuota: completa il disegno con una delle figure che potrebbero essere comparse.
E FEST ATE
Il 10 agosto si festeggia San Lorenzo. La tradizione vuole che si trascorra la notte a osservare le stelle cadenti, particolarmente numerose in quel periodo dell’anno. Per ogni stella cadente, si può esprimere un desiderio. D’EST
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SALTIAMO SUL FUOCO A SAN GIOVANNI? Giulia, ospite di zia Costantina in Sardegna, viene invitata a partecipare alla festa di San Giovanni. Quando gli ultimi ritardatari ebbero preso posto, quattro uomini si avvicinarono alle cataste di legna con dei fogli di giornale arrotolati come torce. Rapidissimi li accesero con dei fiammiferi e li infilarono tra i rami secchi, che subito divamparono, sprigionando fiamme altissime e crepitanti. – Forza, avanti! A compari e a comari di foggarone! – gridò zia Costantina con la sua voce stridula. La gente cominciò ad alzarsi e a formare delle coppie come per un ballo. Ma non erano tutte coppie miste. C’erano donne che andavano a invitare altre donne, uomini altri uomini, anziani che prendevano per mano ragazzini… Anche Giulia si sentì afferrare la mano e sollevare da una ragazza bruna con gli occhi e i denti scintillanti nell’ombra, che aveva le trecce strette e legate sopra la testa. – Io sono Veronica – disse. – Vieni che diventiamo comari!
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LEGGO CON I SENSI Immagina di essere seduto insieme a Giulia intorno al fuoco nella notte di San Giovanni, e cerca di descrivere quello che senti e quello che vedi intorno a te.
PAROLE NUOVE Il compare e la comare sono il padrino o la madrina di battesimo o di cresima. In questo caso, si intendono due persone unite da un legame profondo. Il foggarone, in sardo, è un grande falò.
STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
Le coppie, una dopo l’altra, si collocavano a un paio di metri di distanza davanti a un falò, tenendosi per mano con le braccia intrecciate. Qualcuno gettava altra legna sul fuoco e quando la fiamma era altissima, i due spiccavano la corsa e saltando ci passavano attraverso senza lasciare la presa reciproca. Qualcuno coi piedi urtava i tizzoni accesi che schizzavano intorno riempiendo l’aria di scintille. – Vedi, quando due passano attraverso il fuoco senza separarsi, diventano compari o comari di foggarone – spiegò zia Costantina parlando sottovoce. – La loro amicizia sarà indistruttibile. Se due invece quando arrivano al fuoco hanno paura e si lasciano, si separano, oppure se cadono uno da una parte e uno dall’altra, è un brutto segno. Quella è un’amicizia che non potrà durare. La luna intanto era scomparsa dietro la montagna e solo i bagliori delle fiamme squarciavano il buio fondo della notte.
IMPARO CON IL CORPO La prossima volta che andate in palestra, provate anche voi a diventare comari e compari. Dividetevi a coppie, prendete la rincorsa e poi saltate insieme, per mano, un piccolo ostacolo.
B. Pitzorno, Sulle tracce del tesoro scomparso, Mondadori
E FEST ATE
La festa di San Giovanni coincide con il solstizio d’estate, cioè con il giorno più lungo dell’anno. La notte tra il 23 e il 24 giugno anticamente si festeggiava con l’accensione di grandi fuochi, e in alcune località la tradizione continua ancora oggi. D’EST
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STAGIONI IN TUTTI
I SENSI
EVVIVA L’ESTATE Ecco l’estate stagione odorosa, con tanto sole e frutta gustosa. È la stagione delle vacanze, facciamo festa con canti e danze. C’è chi va al mare, e chi va in montagna, chi va in collina e chi in campagna: alla ricerca di aria pura solo a contatto con la natura. Torni ogni anno, gioiosa estate, ricca di doni e feste amate.
IMPARO CON IL CORPO Al mare, in montagna o nel parco vicino a casa, raccogli dei sassi bianchi, o molto chiari, dalle forme buffe. Lavali, asciugali e disegna la superficie come ti suggerisce la fantasia: puoi fare pesciolini, orsetti, coccinelle… Usa i pennarelli o le tempere. Potrai regalarli ai tuoi amici al ritorno dalle vacanze!
F. Cardenti, Filastrocche a volontà, Edizioni Paoline
E FEST ATE
In estate ci sono tante feste, la più famosa è Ferragosto, che cade il 15 agosto. Come lo festeggi di solito? E quali altre occasioni per festeggiare ti offre l’estate? D’EST
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