VMag nr 4 - 2018

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INSIDE VMAG

M G

CONTAMINAZIONI-ARTE-BEAUTY FORZA-NATURA-ACQUA VIAGGI-HOTELS NUMERO 4 // 2018 pubblicazione gratuita

Paolo Mussat Sartor “Asimmetrico”

DESTINATIONS Inaspettatamente, creativa, verde, poliedrica // Torino HOTELS Val di Sole // Tevini Dolomites Charming Hotel SCIENZA L’abbraccio di Morfeo allunga la vita PORTRAIT Luca Càssine

ATTUALITÀ Rinascita. Alla vita in un batter d’ali ARTE Paolo Mussat Sartor // Viaggio continuo FASHION & LIFESTYLE Manuela Gomez // Paola Lenti FOOD INTERPRETATION Variazione di gamberi e foie-gras // Excelsior Palace Rapallo


BRAINSTORMING

VALORE VERITA’

Volare

VERSATILE

VISSUTO

Voce

Voilà VIVACE

VERDE

VASTITÀ

VIAGGIO

erita NUMERO 4 // 2018 In copertina: “Asimmetrico” Paolo Mussat Sartor Published by Lav Solution Ltd Creative Design Lav Solution Ltd Graphic Designer Martina Turigliatto Contributors Vicky Faber, J. Laurel, Cinzia Galletto, Cristina Negri, Edoardo Arnello, Alessandra Chiappero, Giusy Sciacca, Silvia Lanza, Akim Hassan Special Thanks to Paolo Mussat Sartor Luca Càssine © Immagini Paola Lenti srl ph. by Sergio Chimenti.

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Address & Contact VMAG - 107 Cheapside London, EC2V6DN

Vetta

VERVE

VACANZA

Volere VARIO

VITTORIA

VERGINE

VIRTÚ


Quante volte passeggiando sotto i portici, attraversando

VIAGGI, INCONTRI E IDEE

le tue piazze - splendidi salotti urbani – e ammirando scorci tra il Po e la collina, ho pensato: ma quanto sei bella. E così, sei riuscita a mantenerti nei secoli. Non solo, hai avuto la capacità di migliorarti di anno in anno, rifiorendo, reinventandoti, rinascendo ogni volta con ‘ali più colorate’. Ti conosco da anni, eppure riesci sempre a stupirmi. In te convivono storia, arte, creatività, ingegno, moda, spettacolo, architettura, scienza. Le tante personalità che hai saputo ispirare, e che mi fai incontrare, ne sono degna testimonianza. Chi ti vede la prima volta rimane incantato, quasi incredulo. Dedicato a te, splendida ‘Signora’. Elegante nei secoli. Affascinante, misteriosa, magica. Understated per antonomasia. Meravigliosa farfalla, perfetta espressione della metamorfosi post industriale.

editoriale

Tu che hai saputo trasformare austeri spazi in luoghi d’arte e cultura. Tu che ispiri chi ritrae la nostra epoca, chi solletica i palati più esigenti, chi racconta delle nostre gesta. Tu, che dai vita a inaspettati spettacoli a cielo aperto. A te che mi hai richiamato dove sento di avere le mie radici, A te poliedrica Torino Vic.

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TORINO

di Silvia Lanza

Inaspettatamente creativa, verde, POLIEDRICA Avete presente l’effetto sorpresa? La reazione che si prova davanti a qualcosa di inaspettato? Ecco. Questo è quanto promette la prima capitale d’Italia. Da allora, da quando divenne capitale del Regno di Sardegna e poi d’Italia, Torino ne ha viste e passate tante, pur conservando gelosamente la preziosa eredità lasciata da Casa Savoia che si apprezza passeggiando tra le sue vie e piazze barocche e ammirando le Residenze Reali (Patrimonio dell’Umanità dal 1997) impreziosite dall’estro dei grandi architetti di Corte - come Guarini e Juvarra. Torino è stata la capitale dell’industria, delle Olimpiadi Invernali 2006, del design... ed oggi è una città che sorprende, più che mai, per il suo inaspettato patrimonio storico, artistico, culturale e contemporaneo. Qui trovano casa il Museo Egizio, secondo al mondo per importanza per le sue collezioni, custode di oltre 37mila reperti in un percorso che si articola in quattro piani di visita, e all’interno del simbolo della città - la Mole Antonelliana - il Museo Nazionale del Cinema. Un suggestivo itinerario interattivo, che si sviluppa a spirale verso l’alto, su più livelli espositivi, per permettere al visitatore di ripercorrere la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri. L’offerta culturale prosegue con i Musei Reali – un percorso tra Palazzo Reale, i Giardini Reali, la Biblioteca e l’Armeria Reale, la Galleria Sabauda e il Museo Archeologico. Molteplici gli spazi dedicati all’arte contemporanea, con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Merz, la GAM,

DOVE DORMIRE

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il castello di Rivoli, la pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli sul tetto del Lingotto e lo spettacolare Museo Nazionale dell’Automobile che regala un vero e proprio viaggio alla scoperta della storia dell’automobile. Musei che possono essere visitati in piena libertà, acquistando la Torino+Piemonte Card, che permette di entrare nei più importanti musei e mostre, nei castelli, nelle fortezze e nelle Residenze Reali di Torino e del Piemonte oltre che usufruire di riduzioni.

TORINO È ANCHE SINONIMO DI CREATIVITÀ: VANTA UN’INNATA CAPACITÀ DI REINVENTARE SPAZI E QUARTIERI TANTO CHE È STATA DICHIARATA DALL’UNESCO CITTÀ CREATIVA. Tra un reperto archeologico e un prototipo di design, impossibile non varcare la soglia dei molteplici caffè storici presenti in città: dal caffè San Carlo a Baratti&Milano, da Mulassano a Fiorio, per citarne alcuni, dove respirare l’atmosfera di un tempo e concedersi pause gourmet con una buona cioccolata calda, un tramezzino (inventato nel 1926 a Torino) assaporando la pasticceria mignon da mangiare in un sol boccone, come amava la Corte.

DOVE MANGIARE

Turin Palace Hotel Eleganza e fascino in un antico palazzo del 1872. Premiato con il Travelers’ Choice Hotel Awards 2017, ottimo il suo ristorante interno Les Petites Madeleines guidato da Stefano Sforza. Via Paolo Sacchi, 8 – Tel. 011 0825321

Porto di Savona Uno dei più antichi ristoranti in città sotto i portici di piazza Vittorio Veneto. Un elogio alla tradizione piemontese in un ambiente accogliente e informale. Piazza Vittorio Veneto, 2 - Tel. 011 817 3500 www. www.foodandcompany.com

NH Collection Carlina Nato sulle ceneri di Casa Gramsci, l’elegante e contemporanea struttura sorge in piazza Carlo Emanuele II, conosciuta come Carlina, in posizione ideale per partire alla scoperta delle principali attrazioni. Piazza Carlo Emanuele II, 15 - Tel. 011 8601611

Gusto Madre Torino Un viaggio nelle “pizze contemporanee” nel cuore di Torino. Ambienti caldi e raffinati negli arredi. Imperdibile la pizza Gusto Autentico. Via Giuseppe Mazzini 31 - Tel. 393 549 0883 www.gustomadre.it

Hall Turin Palace


VMAG DESTINATIONS E se l’appetito vien mangiando, è facile lasciarsi tentare dalla ricchezza della sua cucina che affonda le radici nel mondo contadino assimilando, nel corso dei secoli, le esigenze raffinate della Corte Sabauda, entrambe aperte alle influenze della tradizione francese. Un incontro con gli antipasti - dal vitello tonnato alle acciughe al verde sino alla carne cruda battuta al coltello – con i tipici agnolotti di carne e i tajarin e con i brasati, è d’obbligo. Irresistibile il cioccolato e ancor di più la sua storia: l’amore fra la città e il cioccolato inizia nel 1560 quando, per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino, Emanuele Filiberto di Savoia servì simbolicamente alla città una fumante tazza di cioccolata. Da allora, il cibo degli dei conquista dapprima l’élite aristocratica e poi il popolo arrivando sino ai giorni nostri con una significativa produzione sia industriale che artigianale, nota in tutto il mondo, da gustare nelle molteplici botteghe presenti in città.

È STATA INSIGNITA DEL TITOLO DI CITTÀ PIÙ VERDE D’ITALIA OLTRE CHE AL TREDICESIMO POSTO NELLA CLASSIFICA MONDIALE STILATA DAL SENSEABLE CITY LAB DEL MIT DI BOSTON

Torino è anche sinonimo di creatività: vanta un’innata capacità di reinventare spazi e quartieri tanto che è stata dichiarata dall’Unesco città creativa. Il MEF – Museo Ettore Fico - testimonia la riconversione di uno spazio industriale, nel quartiere Barriera di Milano, in un prestigioso spazio museale per la bellezza della sede e per lo spessore delle mostre ospitate (www.museofico.it); stessa sorte per EDIT, il nuovo polo del food & beverage realizzato nell’ex area industriale Incet dove sbizzarrirsi tra bakery, brew pub con cucina, cocktail bar e ristorante gastronomico (www.edit-to.com). E quelle che erano le officine dove si riparavano i treni, le OGR “Officine Grandi Riparazioni”, sono diventate un innovativo e immenso polo espositivo, palcoscenico ideale per grandi mostre e concerti come la mostra dedicata all’artista americana Susan Hiller (1940): Social Facts/ Fatti Sociali dal 29 marzo al 24 giugno (www.ogrtorino.it). E per toccare il cielo con un dito basta andare al 35° piano del grattacielo Intesa Sanpaolo. Avvolto in una biosfera di essenze esotiche e mediterranee, immerso in un giardino a 150 metri d’altezza, al trentacinquesimo dei trentotto piani progettati da Renzo Piano, trova posto il ristorante più “alto” d’Italia. Qualcosa di unico fin dal suo concetto, che unisce tecnologia e compatibilità ambientale, visione architettonica e confort,

eleganza misurata e cura per il dettaglio, atmosfera, luminosità d’insieme. Inaugurato a maggio 2016, Piano35 accoglie il ristorante e il lounge bar che rappresentano l’espressione più autorevole del Sistema gastronomico voluto da Intesa Sanpaolo negli spazi della torre aperti alla fruizione pubblica. Il progetto nasce dalla collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo per offrire una proposta gastronomica di qualità, coerente e integrata con l’intero concept del grattacielo simbolo di modernità, sostenibilità, innovazione (www.grattacielointesasanpaolo.com/ristorante). Dai suoi 166 metri di altezza ci si rende conto di quanto verde ci sia a Torino tanto che è stata insignita del titolo di città più verde d’Italia oltre che essere al tredicesimo posto nella classifica mondiale stilata dal Senseable City Lab del MIT di Boston che ha calcolato «l’indice di verde visibile» nelle metropoli internazionali. Ci sta quindi una passeggiata nel parco del Valentino che si sviluppa lungo il fiume Po sino a giungere al Borgo e Rocca Medioevale, costruito in occasione dell’Esposizione Generale Italiana Artistica ed Industriale nel 1884 (www.borgomedievaletorino.it). Torino è tutto questo e molto di più. Il connubio perfetto tra tradizione e innovazione. Torino è un’altra storia che merita di essere vissuta.

DOVE ACQUISTARE Stratta Fornitore di Casa Savoia, dal 1836 propone bon bon, pasticceria, cioccolatini e confetti in piazza San Carlo, il salotto barocco della città. Piazza S. Carlo, 191 – Tel. 011 547920 - www.stratta1836.it Guido Castagna Il cioccolato prodotto senza fretta, senza trucchi, senza compromessi da un artigiano pluri premiato. Via Maria Vittoria, 27/C - Tel. 011 19886585 www.guidocastagna.it

Ristorante Casa Vicina

Mivida Concept Store Abbigliamento uomo-donna. Galleria S. Federico

BENESSERE & RELAX Dolomitic Water Wellness Corner Un angolo per regalarsi momenti di tranquillità e benessere nel cuore verde di Torino @ Royal Club Torino – Piazza Muzio Scevola 2 Tel. 393- 8264980 - www.dolomiticwater.com YOGA UNION – for every body Un luogo in cui convivono tanti tipi di yoga diversi, dove poter scegliere quello più idoneo alle proprie esigenze, in qualsiasi momento della giornata. Anche con formula carnet ad ingressi Via Accademia Albertina 33 – 011 0364840 Per informazioni

www.turismotorino.org

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VAL DI SOLE

di Cinzia Galletto

VMAG HOTELS

In vacanza al TEVINI DOLOMITES CHARMING HOTEL Ho scelto di non fare l’autostrada ma uscire subito dopo Bergamo attraversando la Val Camonica, una vallata verde, ricca di fascino, famosa per le sue scritture rupestri, e le sue leggende. La strada sinuosa costeggia laghi e attraversa piccoli paesi, si inerpica raggiungendo la cima più alta del passo del Tonale. Poi ridiscende e si apre la Val di Sole, verde, soleggiata, stupenda, circondata dai boschi di due Parchi Nazionali come l’Adamello Brenta e lo Stelvio. La natura è possente e la montagna con le sue vette, che sembrano bucare l’azzurro del cielo, dona pace all’anima. L’etimologia della Valle secondo alcune teorie, potrebbe far derivare la parola “Sole” non solo dall’astro o dai culti solari che si celebravano anticamente nella zona, ma anche dalla Antica Via del Sale che attraversava questi territori. C’è inoltre un’altra ipotesi che lo collega a “Sulis”, divinità celtica delle acque, per via delle vicine fonti termali di Peio e Rabbi. Dopo alcune curve seguendo la valle e il corso dell’impetuoso fiume Noce, dove non è raro osservare intrepidi che cavalcano le sue correnti facendo rafting, arriviamo alla nostra meta: il Tevini Dolomites Charming Hotel. Situato nella immediate vicinanze dell’impianto di risalita Daolasa da cui d’estate partono tanti sentieri per splendide camminate nella natura e d’inverno si raggiunge il più grande comprensorio sciistico della zona, l’hotel rivela subito la sua calda atmosfera sin dall’ accoglienza di benvenuto. Clara e Martina accolgono me e il mio piccolo di 8 anni e ci accompagnano in stanza. Il profumo di cirmolo impregnato negli arredi di legno semplici e naturali sarà la principale nota olfattiva dell’intera settimana di vacanza. Il profumo del cirmolo, oltre ad avere un potere calmante, secondo alcune tradizioni locali allungherebbe anche la vita. Il Tevini è un bio-hotel pluricertificato dove l’attenzione e gli accorgimenti per la salvaguardia della natura coprono diversi ambiti: dagli arredi (utilizzo dei legni di Cirmolo, Abete e Larice), al riscaldamento, in cucina e anche per gli spostamenti, infatti nel garage a disposizione degli ospiti c’è anche una colonnina per la ricarica gratuita delle auto elettriche. Alle 18 ci incontriamo con quelle che saranno le nostre guide: Rino e Pannocchia,

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La loro simpatia ci conquista ed è subito chiaro che sarà una settimana “intensa“, visto le tante opportunità di cose da fare e vedere. Il giorno successivo purtroppo ci sorprende la pioggia, ecco che allora diventa la giornata perfetta per visitare il Museo dell’Ape - Mmape. Al termine assaggiamo mieli dai più svariati sapori ma tutti fatti grazie alla cura di apicultori della zona. Al rientro in hotel ci attende una golosa e ricca merenda: torte fatte in casa, budini, frutta a volontà e biscotti come non ci fosse un domani, anzi una cena… Dopo la merenda i bambini sono invitati a giocare nel loro mondo il Babyclub: divertimento assicurato per loro e spazio relax per le mamme. Travolta dal dubbio amletico se dedicarmi ad un massaggio Maori, un trattamento Dolomitic Water per il viso o un tuffo in piscina e un percorso spa, confusa ed attonita da tanto spazio da dedicare solo a me opto per un massaggio embrionale nella private spa. M’immergo nell’acqua con Lorenza, più che una Spa manager, un angelo del benessere. Mi mette dei cuscini sotto la nuca e le braccia e io comincio a fluttuare ad occhi chiusi come sospesa in quel liquido caldo e cangiante grazie alle luci cromoterapiche. Lorenza con movimenti sapienti inizia a muovere dolcemente quasi impercettibilmente il mio copro galleggiante e io poco a poco perdo coscienza di avere muscoli, dolori cervicali e tensioni varie: il rilassamento è totale. Dopo qualche minuto mi sento completamente rigenerata e rilassata – non c’è dubbio è davvero iniziata la vacanza! I giorni successivi trascorrono con mattine alla scoperta di un territorio ricco di attrattive e paesaggi per trekking e camminate a contatto diretto con la montagna. Rino e Pannocchia travolgono con la loro simpatia e trasferiscono a tutto il gruppo l’entusiasmo di scoprire una valle ricca di tradizioni, storie e leggende. Una vacanza spensierata tra “avventurose” escursioni, golose merende, momenti di fantastico relax. L’intrattenimento è assicurato anche dopo la gustosa cena, con le ricette della tradizione e gli ingredienti dell’orto familiare; i bambini si ritrovano con l’animatrice per un’allegra serata di babydance e altri intrattenimenti, così da permet-

IL TEVINI È UN BIO HOTEL PLURICERTIFICATO DOVE L’ATTENZIONE E GLI ACCORGIMENTI PER LA SALVAGUARDIA DELLA NATURA COPRONO DIVERSI AMBITI. terci di godere una serata in tranquillità. L’accoglienza calorosa della famiglia Tevini lascia trapelare la passione autentica trasmessa da mamma e papà Tevini ai loro figli: Lorenzo, a cui sono passate le redini gestionali e le due sorelle Martina (pasticcera sublime, si divide all’occorrenza fra reception e bar) e Sonia. Grazie ad un suo specifico percorso formativo di pratica yoga avvenuto sia in Italia sia in India, Sonia accompagna gli ospiti alla scoperta di questa importante disciplina affinchè possa diventare per tutti una pratica quotidiana per il benessere. La settimana al Tevini vola via in un momento, e facendo le valigie il pensiero è quello di tornare al più presto per ritrovare quell’accoglienza che ti fa sentire a casa anche in vacanza!


PROPOSTA Si chiama Val di Sole e non è un caso: il sole qui è il primo protagonista in ogni stagione. Poi ci sono gli scenari, tra i più affascinanti, con montagne maestose, vette che spesso superano i 3500, fitti boschi, torrenti. Tra questi panorami che di per sé ispirano quiete e armonia, la pratica dello yoga diventa quasi un naturale complemento. Lo yoga non è infatti pura fisicità e una serie di posizioni, ma è una pratica che ovunque si svolga intende portare un messaggio più grande, una maggiore consapevolezza di sé e del mondo, vuole essere un strumento per viaggiare attraverso la vita in modo consapevole, perché quello che siamo “dimora sui monti ed erra nel vento” (Gibran Kahlil Gibran). Con questo spirito il Tevini Dolomites Charming Hotel propone settimane dedicate allo yoga e alla scoperta del territorio, un modo per apprendere l’armonia del sé e penetrare l’armonia della natura: 7 notti in mezza pensione, programma giornaliero di pratiche yoga e di attività dedicate allo sport, alla natura, al benessere. Dal 24/6 al 1/7 e dal 2/9 al 9/9: a partire da 761 a persona in camera doppia. Tevini Dolomites Charming Hotel Via della Fantoma 8 - Val di Sole (TN) hoteltevini.com

Una stella a VILLA GIULIA Cinquant’anni e non sentirli: è la storia di un luogo che il tempo ha arricchito di fascino e suggestioni. Villa Giulia è un gioiello appoggiato sulle rive del Lago di Garda: si può scegliere di dormire nella villa, nella Torre, o nello Chalet che gli ospiti amano chiamare la Garden House, immersa com’è nel giardino all’italiana della proprietà. Se qualcuno ha definito il Lago di Garda “un piccolo Mediterraneo”, è perché di questo mare condivide il clima mite, favorevole alla coltura di cedri, limoni, bergamotti. Così Villa Giulia ha conservato la sua limonaia, uno spazio magico immerso nei colori, profumi, suoni della natura. Quest’anno il Resort apre con una Spa tutta rinnovata con le ampie vetrate aperte sui panorami del Lago. Mentre il Ristorante sotto la guida dello chef Maurzio Buffi si è guadagnato una stella Michelin: “Impagabile l’atmosfera nella terrazza sul lago, per una cucina estrosa ricca di carattere e fantasia che presenta ottimi viaggi nei prodotti del mare e di lago con ottima precisione nelle cotture e sapori sempre fragranti al palato”, secondo gli ispettori della guida. Cucina di grande qualità, serenità, eleganza: tutto concorre a fare di Villa Giulia la destinazione privilegiata per un soggiorno all’insegna del benessere. Villa Giulia Via Rimembranza 20, Gargnano (BS) http://www.villagiulia.it/

Where golf is an attitude

BARLASSINA COUNTRY CLUB

Barlassina Country Club Via Privata Golf 42 - Lentate sul Seveso MB www.barlassinacountryclub.it

Dove il golf è di casa, è competizione ed insieme espressione di armonia, ha radici nella storia ed è tradizione accolta e rispettata da ogni nuova generazione di giocatori. Fondato negli anni ’50, le sue 18 buche sono disseminate nel Parco delle Groane, una lunga striscia di natura protetta, in buona parte coperta da boschi di querce, pinete e brughiere. In questo scenario la difficoltà maggiore del tracciato è rappresentata proprio dagli alberi: presenti ad ogni buca rendono insidioso il percorso, considerato tra i più interessanti d’Italia. Il club è una vera oasi di relax e di silenzio a pochi chilometri da Milano: l’atmosfera è rilassata, cordiale, accogliente. Ne è un emblema la Club House, che nelle intenzioni del suo architetto Luigi Vietti doveva ricordare la casa di campagna di “una numerosa famiglia amante delle feste”. E così è, spaziosa ed elegante tanto da essere scelta nel 1960 da Michelangelo Antonioni come set per il film “La notte”, con Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni. Nel 2017 la foresteria è stata completamente ristrutturata a cura dell’Arch. Silvia Galbiati, che ha realizzato sette camere di grande charme affacciate direttamente sul campo da golf e sulla piscina o sul bosco circostante. Pensare a un weekend sul green, per cimentarsi tra alberi secolari che di buca in buca sembrano fare a gara per rendere il gioco più impegnativo ma anche più divertente, è ora più che mai invitante: al Barlassina Country Club hanno pensato proprio a tutto. Non rimane che giocare!

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L’ABBRACCIO di Morfeo ci allunga LA VITA

BENESSERE

di Giusy Sciacca

Un buon sonno produce incredibili benefici su tutto il nostro corpo e sulla nostra vita. Infatti, dormire bene è un fattore indispensabile per mantenersi in salute, conservare integre le capacità mentali e prevenire l’invecchiamento. Trascorriamo quasi 1/3 della nostra vita «tra le braccia di Morfeo». Ci potrebbe sembrare di sprecare tempo, in realtà il sonno è fondamentale a recuperare energie. Anche se alcune attività si riducono mentre dormiamo (battito cardiaco, attività muscolare, digestione) altre invece accelerano (produzione di ormoni e

durante il giorno a causa della formazione dei radicali liberi. Per un riequilibrio perfetto servirebbero almeno 7 ore di sonno a notte; mentre una ricerca americana indica che ne sarebbero necessarie almeno otto per notte per contrastare le infiammazioni legate a problemi cardiaci, soprattutto nelle donne. Un sonno equilibrato fa bene al cuore, mentre l’insonnia acuisce i rischi per il cuore poiché nel sangue aumentano i livelli di proteine infiammatorie, le quali possono provocare infarti, diabete, artrite ed invecchiamento. ‘Il sonno allunga la vita…’ ma quello che in realtà conta non è la quantità del sonno ma la qualità.

TRASCORRIAMO QUASI 1/3 DELLA NOSTRA VITA «TRA LE BRACCIA DI MORFEO». CI POTREBBE SEMBRARE DI SPRECARE TEMPO, IN REALTÀ IL SONNO È FONDAMENTALE PER RECUPERARE ENERGIE. neurotrasmettitori) e durante il sonno si attiva il metabolismo deputato alle «grandi pulizie» del nostro corpo fisico e mentale. Durante il sonno eliminiamo le scorie accumulate durante la giornata, si compie un lavoro importante di riorganizzazione e «potatura» dei contenuti mentali, vengono selezionate le emozioni e le esperienze vissute e divise tra quelle da archiviare e quelle da eliminare. . La notte porta consiglio: dormire per ricordare è la risposta scientifica al noto modo di dire; di fatto sono molteplici gli studi sul sonno correlato alla memoria ed alla capacità di apprendimento. E’ indubbio che un buon sonno aiuta la mente a riorganizzarsi, selezionando gli stimoli più importanti ricevuti nell’arco della giornata, creando nuove connessioni. Inoltre, dormire bene aiuta a mantenere la linea: si deve infatti sfatare il mito secondo cui mentre si dorme si bruciano meno calorie o che l’insonnia faccia dimagrire perché non permette di reintegrare le energie. Il sonno irregolare e breve è indice di un malfunzionamento dell’organismo, nonché del metabolismo. L’università di Chicago ha condotto uno studio per cui, chi è ben riposato perde il 56% di grasso in più di chi non lo è, mentre chi non dorme abbastanza tende a perdere per lo più massa magra. Linea e sonno sono quindi strettamente legati, perché dormire poco abbassa il livello del metabolismo e, di conseguenza, fa ingrassare. Dormire fa bene alla pelle. Durante la notte il turnover cellulare aumenta di ben dieci volte! Si attuano i meccanismi di autoriparazione, favorendo il rinnovamento cellulare della pelle, tramite la produzione di fibre elastiniche e di collagene, smaltendo le scorie accumulate e reintegrando le perdite subite

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SPECIAL

ONYRICON la terapia del sonno “Onyricon” la terapia del sonno by Dolomitic Water, produce uno stato di calma profonda, benessere e tranquillità psicofisica, stimolando il sistema nervoso in maniera naturale e coinvolgendo in profondità tutti i sensi. Durante il trattamento, manualità specifiche agiscono sulle aree corporee sensoriali di fondamentale importanza per il riequilibrio del ritmo sonno/veglia, permettendo il totale allentamento delle tensioni. Utilizzando efficaci tecniche funzionali di neurostimolazione, la terapia Onyricon assicura una buona ossigenazione dei tessuti attraverso esercizi di respirazione profonda che favoriscono la produzione di endorfine, stimola lo sblocco del sistema linfatico, rilassa progressivamente tutti i gruppi muscolari regolarizzando i flussi energetici tra corpo e mente e migliorando così la qualità del sonno. Durante il trattamento la forza vitale delle piante di montagna si sprigiona dalle miscele esclusive di oli essenziali, dalla Lavanda Altitude, che rilassa la muscolatura e induce il sonno, al Pino Mugo che migliora la circolazione sanguigna, e il Ginepro che stimola la produzione di cortisone con spiccato effetto analgesico. Puoi trovare la terapia Onyricon presso: Dolomitic Water Wellness Corner, Torino Hotel Villa e Palazzo Aminta, Stresa Tevini Dolomites Charming Hotel, Val di Sole Turin Palace Hotel, Torino


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Luca Càssine

PORTRAITS di Vittoria Chiappero

IL SUO MONDO È SIMBOLEGGIATO DAL BATTITO D’ALI DELLE FARFALLE. BATTITI CHE ARRIVANO DA LONTANO, RACCHIUDENDO TRA LE ALI LE PAROLE DI TANTE VITE.

Il suo progetto Metamorfosi nasce nel gennaio 2013. Ha esposto in varie sedi e in diverse collettive e personali tra cui a Villa Erba a Cernobbio, allo spazio Mouve e a the Others. La sua opera Rinascita e’ stata in mostra alla galleria M.Arte abbinata alla fragranza Madame Bovary di Laura Tonatto. L’artista autodidatta è sempre stato legato all’arte in modo passivo. ”Nel senso che fin da adolescente, guardavo, osservavo per crearmi una mia cultura . Non è stato un percorso immediato e neanche facile ma ho avuto quanto meno un supporto.” Un’esperienza poliedrica, che passa e prende spunti anche dal mondo della moda. “Ho fatto mille cose, nasco ragioniere, ma il mondo legato all’economia l’ho lasciato a mia sorella. Dai miei genitori ho avuto suggerimenti e ispirazioni. Mi hanno supportato ma anche criticato.” L’arte è stata avvicinata in modo istintivo e si è palesata in seguito ad un viaggio a Londra, dove è maturata un’importante trasformazione, scaturita da un percorso sofferto e doloroso. “Si, Ho deciso che dovevo farne parte, agendo, condividendo, sperimentando.

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Per essere apprezzato o non essere apprezzato... Ma dovevo esserci’ - Luca continua - “Io non so disegnare, quando lavoravo nella moda ho sempre invidiato colleghi che con un veloce schizzo riuscivano a dare forma a oggetti, fumetti, qualsiasi cosa che vedessero. Consapevole di questo lato zoppicante di me, cercavo soluzioni per sopperire alla mia carenza tecnica così da poter rappresentare il mio pensiero. Sentivo la forte necessità di esprimere quello che avevo dentro e mi interrogavo su quale potesse essere un modo per raffigurare il mio sentire.” Il via lo diede il piacere di confezionare un regalo per un cara amica particolarmente legata al mondo russo: “…In quel momento non avevo ancora l’idea di fare arte, ma sentivo in me un forte senso di rinascita e cambiamento. La voglia di uscire da questo bozzolo e fare qualcosa. Pensai a cosa ci fosse in natura di bello, che potesse raffigurare questo mio bisogno di metamorfosi. Un qualcosa che generasse un risultato eclatante. Mi vennero in mente le farfalle... Sono state in qualche modo vicine a me fin da bambino. I mei genitori me ne avevano regalo una collezione, proprio quelle classiche, fermate nelle cornici con uno spillo.” E così decisi di utilizzare come elemento catalizzante del regalo la farfalla fermata da uno spillo che andava a definire e rendere immortale un qualcosa di bello come un nostro ricordo comune. Raccolsi pagine di un racconto di Dostoevskij, a cui sapevo la mia amica essere molto legata, pagine di una vecchia mappa della Russia degli anni 60 e una nostra fotografia del viaggio a Mosca fatto insieme inoccasione del suo compleanno. Ritagliai poi 3 farfalle, in base ad un disegno, all’epoca ancora molto semplice, con un tratto simile a quello dei bambini. Assemblai le immagini e i testi. Nel guardarle, pensai che fossero un po’ piatte. Bisognava dare il senso del movimento, della tridimensionalità, proprio del volo.

Luca Càssine “Contaminazioni”

Decisi di sovrapporle e cucirle centralmente con un filo lurex. Mi ricordo ancora il momento in cui da piatte, ho alzato le ali, le ho piegate semplicemente, dando loro un movimento. In quel momento lì, mi si è aperto un mondo, perché sembrava veramente che quel soggetto volasse, prendesse vita, prendesse forma, quelle parole, quelle immagini, quelle mappe in qualche modo, si elevassero. In quel momento le farfalle si sono messe in moto, per non fermarsi più”. Negli anni il volo delle farfalle è diventato molto più irregolare, sfrontato, armonioso; uscendo dalle righe, così da cercare e affrontare un nuovo mondo. Con l’immaginario assolutamente nuovo di voli sempre diversi. Il mondo di Luca Càssine è simboleggiato dal battito d’ali della farfalla a rappresentazione di segrete affinità, quasi una mistica compenetrazione tra il mondo visibile e quello invisibile. Tra le mostre più care all’artista “Identità” tenutasi nella suggestiva cornice del Coro della Maddalena ad Alba. L’esposizione, attraverso 20 opere, raffigurava proprio il viaggio nella trasmutazione dell’anima. Protagonista la metamorfosi; progetto caro all’artista che imprescindibilmente mette al centro della propria opera la farfalla, immagine per eccellenza dell’autorinnovamento psichico, capace di superare persino epiloghi traumatici. “Identità” ha raccolto il processo della trasformazione, della coscienza di sé, della capacità dell’io di rompere con gli schemi per affermarsi in tutta la sua bellezza e consapevolezza, riconoscendo il proprio io nel fluire della vita.


ATTUALITA’

RINASCITA

Alla vita, in un batter d’ali

Alessandra Chiappero Scrittrice e coach

“Se il bruco sapesse di diventare una farfalla sarebbe, come noi umani, concentrato appassionatamente su quell’obiettivo. Focalizzato e con un’aspettativa di realizzazione spesso tale da non vivere con una presenza consapevole tutti gli istanti che compongono la vita in quel preciso tragitto. Ma lui, il bruco, semplicemente attende; con fiducia e per il tempo che l’Universo gli concede per la sua magnifica realizzazione. Noi abbiamo fretta. Vorremmo che tutto si realizzasse velocemente, spesso disposti anche a compromessi, pur di accelerare le cose”. Avere degli obiettivi e delle ambizioni è una bellissima energia che sospinge l’animo umano e porta avanti quel processo di soddisfazione e consapevolezza propri del nostro cammino evolutivo. Molte volte tuttavia i nostri traguardi - anche quelli più grandi - non solo non si avverano, ma sfumano per cause avverse. Eppure, è proprio in quella circostanza che, accogliendo i fatti per quello che sono e lasciando da parte le emozioni negative, possiamo sperimentare l’incontro con una parte più vera di noi, il nostro sé. Sì, perché avere e realizzare determinati scopi tante volte risponde a un bisogno più subdolo, quello di essere riconosciuti, accettati, oppure di dimostrare o portare a buon fine cammini interrotti prima di noi, magari dai nostri antenati. Più semplicemente il nostro ego ha bisogno di soddisfazioni rapide, verificabili. Di consensi, di applausi. E se non riusciamo nell’impresa, esso ci porta a pensare che abbiamo fallito, che non valiamo nulla. E, fateci caso, ne siamo subito certi; in un attimo non ci piacciamo più. La nostra immagine nello specchio diventa una caricatura, convinti di essere la copia mal riuscita di quell’icona di perfezione che la nostra mente aveva così bene progettato. Il fallimento è una parola terribile che non lascia spazio ad altre possibilità. È grave, è ineluttabile. Ci fa sentire imperfetti, indegni e pronti a rincarare la dose con una nuova ventata di ambizione e sfida. Ancora,

e ancora, finché la nostra maschera diventa guerriera e inossidabile, di scorza e parole coriacee; finché il distacco con ciò che siamo veramente diventa un abisso. Proviamo allora a rinominare il fallimento come un successo che non si è ancora manifestato o meglio, come una nuova possibilità. Una rinascita. Non trovare un affetto, un lavoro, un’occasione sono esperienze molto spiacevoli e frustranti. Perderli, ancor peggio. Ma a ben vedere certe esperienze faticose in molti casi preludono a qualcosa di molto più significativo per il nostro compimento. L’universo si sta organizzando per noi e per il nostro più elevato progetto di autorealizzazione. E così, partiamo per un fine settimana inatteso, fuori dal copione della nostra perfetta determinazione. Se non avessimo perso il lavoro avremmo dovuto essere in una grande sala riunioni, magari a recitare la parte dei rampanti e perfetti ‘problem solver’. E invece siamo sulla macchina sgangherata di un’anima amica che ci ha invitati all’ultimo momento per una ‘zingarata’. Poi c’è quel piccolo b&b con le lavande secche e un buon profumo di mare d’inverno. Una passeggiata a piedi scalzi sulla battigia fredda. Cose semplici e inaspettate, eppure già disegnate per noi nel grande solco. Consapevolezze, attimi di libertà, risate matte. Non c’interessano il telefono, i giorni della settimana, la paura dei chili di troppo. Accoccolati nella lentezza e nei silenzi della trasformazione. Nella complicità e nella bellezza delle cose che accadono facili. In quella dimensione spontanea e partecipe dove la vita prende forma, il nostro talento torna a noi e gli occhi finalmente riprendono a brillare come stelle. E quell’idea, sempre messa da parte… Quel progetto di cui non abbiamo mai nemmeno osato parlare. Figuriamoci credere che invece potrebbe un giorno essere il coronamento della nostra esistenza! Sì, ma la coerenza, direte voi… Ho esercitato una benemerita professione, fatto esperienze e ottenuto consensi per decenni e poi, per un capriccio viro vita? Così, come cambiare taglio di capelli? La coerenza è la prigione del cambiamento e delle sacrosante vibrazioni della vita. In fondo, come diceva Friedrich Nietzsche, è dal caos che nascono le stelle; non certo da vite ordinate, prevedibili e perfettine, aggiungo io! Il nostro Sé si nutre di energia, non di condizionamenti. Eccoci allora su quella spiaggia di piccoli ciottoli a scrivere le prime idee di progetto sul tovagliolo della focaccia. Se fossimo un bruco, in questo istante sentiremmo un forte desiderio di librarci, sostenuti da ali magnifiche. È adesso il momento del compimento, maturo per noi. Così tanto vicino da non riconoscerlo nemmeno; un po’ come guardare le onde senza mettere a fuoco. Nel flou, tutto esiste e nell’uno si fonde. Finisce e ricomincia. Benvenuti nel tempo della creazione e della gioia suprema! www.alessandrachiappero.it

Luca Càssine “Intimità”

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VIAGGIO CONTINUO

ARTE

PAOLO MUSSAT SARTOR L’inafferrabile zona di confine tra

PITTURA E FOTOGRAFIA Il testo scritto da Andrea Bellini (noto critico d’arte e attuale direttore del Centre d’Art Contemporain Genève) in occasione della mostra alla GAM delinea in maniera esemplare il percorso creativo e la ricerca di Paolo Mussat Sartor, un percorso che non può essere letto semplicemente all’interno di una tradizionale prospettiva fotografica. “Fin dagli esordi, quando negli anni Sessanta ha cominciato a fotografare il gruppo degli artisti che sarebbero poi confluiti nell’Arte Povera, Mussat Sartor ha cercato di superare il problema dell’oggettività documentativa e della frontalità rappresentativa dello scatto fotografico, per confrontarsi invece con una problematica diversa, più legata al problema della natura stessa dello sguardo e dell’immagine. Da subito la macchina fotografica diventa compagna di strada, testimone puntuale di una straordinaria stagione creativa torinese, ma anche strumento per superare e spingersi altrove. Sarà proprio il rapporto con le personalità carismatiche dell’Arte Povera, e con altri artisti come Emilio Vedova, a condizionare in modo sensibile la direzione del suo lavoro. Nei primi anni Ottanta la necessità di spostare altrove il linguaggio fotografico non può più nutrirsi

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dell’idea del punto di vista multiplo. Il problema di rendere visibile l’invisibile grazie ad uno sguardo pluridirezionale è ancora un problema tutto interno alla fotografia e ai suoi meccanismi di riproduzione. Mussat Sartor cerca ora, nella camera oscura, una soluzione più radicale, un intervento irreversibile dal punto di vista della storia della fotografia. Intuisce che questo scarto, questo passaggio di cui avverte l’esigenza, non può riguardare il soggetto fotografato, e nemmeno le diverse tecniche di riproduzione dell’immagine. Si tratta, insomma, in questo momento di superare la fotografia come elemento perfetto e conchiuso, di strapparla al suo tradizionale dominio tecnico, storicamente prefissato, per portarla in un’altra zona, in un’altra dimensione del linguaggio. L’inafferrabile zona di confine tra pittura e fotografia. L’artista incomincia ad intervenire direttamente sulla carta fotografica, con il colore, con le mani, per spingersi in un territorio mediano nel quale il processo fotografico ha una parte ancora importante nella costruzione dell’immagine, ma non più unica ed esclusiva. Così negli anni Ottanta un mazzo di fiori, o un ritratto di Anselmo, Paolini e Pistoletto, vengono trasformati da una decisa azione pittorica.


Il suo gesto calcolato e sapiente, trasforma l’immagine fotografica rispettandone però anche la grammatica strutturale. I neri della fotografia rimangono neri, ma assumono un’inedita profondità, uno spessore nuovo. Mussat Sartor cerca altrove l’equilibrio sottile tra la potenza del gesto pittorico e il suo controllo meticoloso, una capacità di controllo che gli deriva senz’altro dalla lunga esperienza in camera oscura, e forse anche dal suo carattere. Insomma non si tratta semplicemente e banalmente del colore che va ad arricchire la fotografia di Mussat Sartor, ma al contrario è proprio la sua cultura fotografica che condiziona in modo assai specifico il senso della nuova avventura pittorica. L’equilibrio, potremmo dire il sottile stato di grazia tra le due componenti, fa sì che le sue immagini si trovino sempre in un territorio mediano e ambiguo, un’inafferrabile zona di confine tra pittura e fotografia. Nella serie delle Rose (1991-1992), delle Gambe (1992-1993), delle pietre (1998-1999), degli Asimmetrici (1999-2000), e delle figure (20012005), Mussat Sartor fa emergere dal nero denso dello sfondo immagini trattate con bianchi e grigi, come se si manipolasse direttamente la luce, le sue sottili variazioni. Tutti questi lavori condividono un umore, una malinconia di fondo che li rende distanti e inafferrabili. Forse la spinta che ha portato l’artista torinese ad allontanarsi dal sentiero sicuro della tradizione fotografica va individuata proprio nell’esigenza forte di aggiungere alla fotografia uno stato d’animo preciso, un elemento emotivo costante e soprattutto indipendente dal soggetto fotografato. In questo modo egli riesce a strappare la fotografia alla sua contingenza predatoria e documentativa per inserirla nel dominio carismatico e senza tempo del proprio mondo interiore. Private del loro contesto geografico e atmosferico, le Rose, le Pietre, i Corpi, assumono la caratteristica di immagini ibride e poetiche, dall’identità assoluta e fluttuante nel tempo. Con Mussat Sartor la fotografia abbandona insomma la propria caratteristica identitaria, derivata da una tecnica precedente e ipostatica, per porsi invece come un inedito spazio creativo attraverso il quale evocare nuovi umori e identità potenziali dell’immagine”. Andrea Bellini, 2006.

DA SUBITO LA MACCHINA FOTOGRAFICA DIVENTA COMPAGNA DI STRADA, TESTIMONE PUNTUALE DI UNA STRAORDINARIA STAGIONE CREATIVA TORINESE CON LE PERSONALITÀ CARISMATICHE DELL’ARTE POVERA. Alcune opere di Paolo Mussat Sartor sono attualmente in mostra presso la Galleria Tucci Russo, a Torre Pellice e a Torino (Chambres d’Art). RAINBOW 2018 il titolo della collettiva che propone una selezione di artisti tra i quali: Giovanni Anselmo, Daniel Buren, Richard Long, Mario Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Mario Airò, Gianni Caravaggio, Tony Cragg, Francesco Gennari, Harald Klingelhölle, Christiane Löhr, Alfredo Pirri, Paolo Piscitelli, Robin Rhode, Thomas Schütte, Conrad Shawcross, Jan Vercruysse. Fino all’11 marzo 2018 www,paolomussatsartor.com

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PAOLA LENTI

VMAG LIFESTYLE

L’IMMAGINAZIONE si fa PENSIERO e nel pensiero diventa OGGETTO di Cristina Negri

LA FORZA È QUELLA DI UN LAVORO PLURALE, CAPACE DI AGGIUNGERE ALLA MATERIA LA PROFONDITÀ DEL PENSIERO, IL GESTO DELL’ARTIGIANO, LA LUMINOSITÀ DEL COLORE, LA CONOSCENZA SCIENTIFICA E L’ISPIRAZIONE TRATTA DALLA GEOMETRIA DELLE FORME. © Paola Lenti srl - ph. by Sergio Chimenti.

Nata nel 1958 ad Alessandria, dove ha completato gli studi classici, successivamente si trasferisce a Milano per frequentare la Scuola Politecnica di Design negli anni in cui il personale docente includeva personalità di spicco nel campo dell’arte e del design quali per esempio Ballmer, Garau, Munari. In breve tempo, Paola Lenti si è affermata per il suo design innovativo, per l’originale approccio ai materiali, per l’innata capacità di creare un tutt’uno coerente dove ogni dettaglio è curato con la stessa precisione, per la creatività che ancora oggi contraddistingue il suo lavoro. I primi anni novanta hanno segnato una svolta nella carriera di Paola Lenti: pur continuando a lavorare come consulente d’immagine, decide di progettare e produrre in proprio oggetti frutto del talento personale, della sua creatività e della sua solida esperienza artistica. Fonda così la propria azienda, con sede a Meda, cittadina leader del distretto italiano del mobile. Sotto la sua direzione creativa, la società ha sviluppato una vasta collezione di tappeti e arredi sia da interno sia da esterno, da sempre riconosciuti per i materiali e i tessuti esclusivi, per la vastissima gamma di colori e per il loro design insieme raffinato e senza tempo.

Il lavoro quotidiano di Paola Lenti è fatto di questo “vedere oltre”, di questo sguardo al di là del margine, perché l’azienda da sempre crede nella immaginazione che si fa pensiero e nel pensiero che diventa oggetto, geometria delle forme, gioco di equilibri e colori, per un’idea dell’abitare che sia attivazione di tutti i sensi. Il marchio Paola Lenti è oggi considerato un punto di riferimento nel campo dell’ innovazione tessile nel settore del design. Ha seguito progetti di spicco quali: Hotel La Reserve, Ramatuelle, Francia - Mandalay Hotel, Las Vegas, USA - W Hotel, Singapore - Jumeira Beach Hotel, DubaiSanlorenzoyacht, Italia - Stella Maris Yacht, Viareggio Superyachts, Italia - Alyssa Yacht, Tansu Yachts, Turchia © Paola Lenti srl - ph. by Sergio Chimenti.

Il lavoro di Paola Lenti nasce da relazioni fatte di dialoghi, incroci e condivisioni con designer, stilisti e artigiani. Il suo percorso da sempre ha voluto andare oltre il consueto, nella consapevolezza che la creazione è possibile solo come connessione, trasposizione da un registro all’altro, per cogliere nel tutto quelle idee capaci di muovere le emozioni. La forza di questa azienda è dunque quella di un lavoro plurale, capace di aggiungere alla materia la profondità del pensiero, il gesto dell’artigiano, la luminosità del colore, la conoscenza scientifica e l’ispirazione tratta dalla geometria delle forme. I tessuti originali, nati da un sapere antico, sposano la raffinatezza tecnologica dei materiali in collezioni che riflettono un’idea nuova dell’abitare e catturano lo sguardo, proponendo una concezione degli spazi incentrata sull’uomo. Lo studio dei colori e delle loro trame tonali esalta l’armonia delle forme, l’equilibrio e la prospettiva; offre continue variazioni, modulazioni di luce e ombra che rivelano un dialogo sottotraccia con la natura, dialogo che ha la sua cifra nell’attento studio dei materiali, nel rispetto del suo linguaggio, in un doppio movimento che è insieme ricerca del bello e della concretezza dell’abitare.

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Design di interni, wall paper, tessuti, COLORI E FANTASIA

VMAG INTERIOR

Un viaggio nel mondo creativo di

Gianluca BOCCHETTA FIN DA PICCOLO SOGNAVA DI POTER SCOPRIRE LE CULTURE METROPOLITANE DI TUTTO IL MONDO E DI PORTARNE UN PO’ DI OGNUNA NELLA SUA AMATA TORINO. Ristorante Papo, via Monferrato - Torino

È giovane, il suo sorriso è accattivante e genuino. Gianluca Bocchetta, designer eclettico con forte esperienza nel retail e nell’industrial design riesce a trasmettere la sua passione ed il suo entusiasmo. Torinese, viaggiatore, appassionato del POP design, fin da piccolo sognava di avere uno studio di design tutto suo. E così è stato. Dopo aver seguito un percorso accademico volto al mondo della progettazione, l’esperienza Gianluca se l’è poi guadagnata sul campo. Dopo numerose collaborazioni con importanti studi di architettura e realizzazioni di visual merchandising per importanti multinazionali quali Unicredit, BMW, Volkswagen, Heineken, Coca Cola, Vergnano, decide che è pronto e, non ancora trentenne, da vita al laboratorio creativo Velvet-lab: è il 2011. Negli anni il progetto Velvet-lab si è evoluto acquistando un know how più eterogeneo, con l’intento di fornire ai clienti non un’idea fine a se stessa ma un vero esercizio di stile. La sua filosofia è basata sulla ricerca costante del bello, sul modo con il quale suscitare un’emozione, una reazione data dall’atmosfera, dalla forma, dall’ ergonomia. Ha firmato svariate realizzazioni tra cui la collezione13 di Rugine e La famiglia di velvet DECOR. Attualmente sta lavorando a Portici, un progetto che vuole portare la ristorazione italiana in America attraverso l’idea e la struttura della piazza italiana e dei suoi portici. Inoltre in via di allestimento un ristorante a Miami nel quartiere di Wynwood, vicino al Design District e diverse realizzazioni nel quartiere Gran Madre a Torino.

DESIGNER PER VOCAZIONE. CREATIVO, ED ESPERTO IN PROGETTAZIONI D’INTERNI E INDUSTRIAL DESIGN, I SUOI LAVORI ESPRIMONO UNA FORTE PERSONALITÀ E UN CARATTERE INNOVATIVO, FUORI DAL COMUNE. 17



INDOSSARE L’ARTE

Fashion Sculptures

VMAG FASHION

di Edoardo Arnello

MANUELA GOMEZ “LE MIE CREAZIONI NASCONO DAL DESIDERIO DI INDOSSARE PEZZI UNICI. SCARPE ED ACCESSORI PRODOTTI ARTIGIANALMENTE IN ITALIA, CON MATERIALI CHE RICHIAMANO LE DECORAZIONI DEL 700.” Ho incontrato Manuela Gomez al Circolo dei Lettori, nella suggestiva cornice di Palazzo Graneri della Roccia. Davanti ad un bicchiere di vino abbiamo iniziato una piacevole chiacchierata. Sono rimasto stupefatto nello scoprire che da qualche anno ha superato gli ”anta”. La sua è una bellezza fresca, acqua e sapone, che non rivela le fatiche di un percorso non sempre facile ma sostenuto dalla voglia di fare e da un’irrefrenabile passione. Stilista e fotografa naturalizzata italiana, Manuela Gomez si trasferisce a Torino dopo aver terminato gli studi universitari nel suo paese natale: la Colombia.

Qui vince una borsa di studio all’Istituto Europeo di Design e frequenta un master in Moda & Marketing. Intuisce che l’arte sarà una parte imprescindibile del suo percorso professionale ma nel contempo non abbandona l’idea di dare vita ad una propria collezione legata al suo primo amore: le scarpe. E così dal connubio arte/scarpa Manuela da vita alle Fashion Sculptures, una linea di scarpe ed accessori prodotti interamente in Italia.

CREAZIONI “SENZA TEMPO”, DEDICATE A DONNE COME CORINNE CLÉRY, CHE APPREZZANO CAPI SU MISURA, PEZZI UNICI. “Le mie creazioni nascono dal desiderio di indossare pezzi unici. Scarpe ed accessori prodotti artigianalmente in Italia, con materiali che richiamano le decorazioni del 700: ricche carte da parati, tappezzerie e stoffe d’arredo finissime, damaschi, velluti a rilievi floreali, sete, pizzi (con applicazione di cristalli) e pellami stampati con texture che ricordano i motivi decorativi delle stoffe.” Così Manuela Gomez mi ha spiegato il suo desiderio di singolarità e la sua passione per l’arte del passato: l’arte non omologata nel tempo della bellezza su misura. Ha continuato raccontandomi che i suoi prodotti “senza tempo” sono dedicati alle donne che apprezzano i capi su misura e non temono di abbinare ad abiti firmati pezzi unici creando il proprio stile. Donne come l’attrice Corinne Cléry, che una sera, mentre Manuela la ‘immortalava’ per un servizio fotografico, ha notato i suoi originali stivaletti e, scoprendo di portare entrambe il 37, glieli ha letteralmente sfilati dai piedi, troppo impaziente di poterli indossare. Così oggi Manuela Gomez è diventata testimonial della sua stessa originalità, e per questo siamo felici di averla incontrata. Le sue creazioni sono firmate una ad una da lei e si possono personalizzare, scegliendo il modello, il materiale ed il colore per avere un paio di scarpe uniche.

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Sensazioni

FOOD INTERPRETATION

VISTA MARE

Il modo di fare cucina di Pasquale Giordano, Executive Chef dell’Excelsior Palace di Rapallo, scaturisce da anni di esperienza sul campo, sospinto da un’inesauribile voglia di ricercare. Una cucina che porta il segno della contaminazione tra sapori nostrani abbinati ai sapori di altre culture; una professionalità segnata da importanti collaborazioni

By Pasquale Giordano EXCELSIOR PALACE Rapallo

quali quella con chef stellati discepoli di Ferran Adrià. Una cucina che non si può inquadrare come classica o moderna, ma che rispecchia una passione sana e profonda. Le sue creazioni vengono proposte nell’esclusivo ristorante Lord Byron che regala un’esperienza gastronomica unica abbinata ad una vista incantevole sul golfo del Tigulio.

Variazione di gamberi, foie-gras in osmosi e passion fruit

Iniziamo dal foie-gras: svenare con cura il foie gras, metterlo a marinare con il sale maldon ed il porto per circa 2 ore. quindi metterlo all’interno di un’etamina umida e arrotolarlo dandogli una forma cilindrica, chiudere le due estremità e metterlo sotto sale grosso con le spezie, lasciarlo in osmosi per 48 ore in frigo. Dopo le 48 ore toglierlo dal sale e dall’etamina, lasciarlo in frigo sino al momento del servizio. Carpaccio di gamberi: pulire 16 gamberi tenendo solo la coda, tagliarli a metà e metterne 4 per persona tra due fogli di carta forno unta con olio evo, batterli e, dandogli una forma quadrata, ritirarli in frigo.

Ingredienti per 4 persone n°24 gamberi 50 gr di mozzarella di bufala 2 uova 100 gr pangrattato (pane panko) 1 foie-gras 1,5 kg di sale grosso

2 bacche di cardamomo 1 anice stellato 2 gr pepe sekuan 10 passion fruit 1,5 gr gellan 6/8 gr sale maldon 1 dl di porto

Bon bon di gambero: prendere un altro gambero per persona, batterlo tra due fogli di carta e farcirlo con un cubetto di mozzarella di bufala, quindi arrotolarlo come un bon bon, impanarlo nel pane panko e ritirarlo in frigo. Gambero: sgusciare i restanti 4 gamberi, lasciando la testa e la coda. Come servire: al centro del piatto mettere il carpaccio, nell’angolo il medaglione di foiegras, nella parte opposta il gambero intero appena scottato, il bon bon di gambero fritto e a questo punto il gel di passion fruit, qualche fiore di rosmarino e delle foglie di nasturzio.

ACQUA PER LA VITA: L’AZIONE DI CHARITY: WATER 20 euro bastano a dare acqua pulita per 20 anni a una persona in un paese in via di sviluppo www.charitywater.org

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Quasi un miliardo di persone nel mondo non ha accesso a quanto di più basilare nella vita di un essere umano: acqua potabile fresca e pulita. Si tratta di 1 persona ogni 8. Oltre 200 milioni di persone soffrono di schistosomiasi, malattia parassitaria tropicale - la più diffusa al mondo dopo la malaria – la cui prevenzione parte dalla bonifica delle falde acquifere, dalla realizzazione di reti fognarie, dalla riduzione della contaminazione dei corsi d’acqua, dall’evitare il contatto con l’acqua di fiumi e laghi. Eppure ancora troppo spesso proprio queste acque infette ed inquinate sono le uniche fonti d’acqua disponibili, per raggiungere le quali è inoltre necessario camminare per ore ogni giorno. Il tempo speso per cercare l’acqua è sottratto alla scuola e al lavoro. Così la mancanza di acqua potabile non solo è causa di epidemie ma contribuisce anche a perpetuare il ciclo vizioso della povertà. Charity: Water ha per missione portare acqua potabile pulita alle popolazioni dei paesi in via di sviluppo. E’ un’organizzazione senza scopo di lucro che investe il 100% dei fondi raccolti in progetti di bonifica e attrezzature. Nel 2016 ha finanziato 3085 progetti in 15 paesi e investito oltre 25.6 milioni di dollari.


Appuntamenti

MOSTRE E ARTE

IL FESTIVAL AGRIROCK: MUSICA, CULTURA E ENOGASTRONOMIA Collisioni, il festival di Barolo, giunge quest’anno alla sua decima edizione. Anno dopo anno, è cresciuto ed è ormai considerato come uno dei migliori festival in Italia grazie alla sua formula che unisce musica, letteratura, cinema e ovviamente enogastronomia. Tutta la città diventa un unico palcoscenico: le piazze e le vie si trasformano in spazi per installazioni artistiche, sedi di performance musicali, luoghi di incontro con i più prestigiosi nomi dello spettacolo e della letteratura. I grandi concerti si tengono nell’anfiteatro naturale della piazza principale, affacciata sulle colline delle Langhe. Negli anni il Festival ha ospitato tantissime celebrità internazionali, da Bob Dylan a Patti Smith, Sting o Neil Young e quest’anno hanno già confermato la loro partecipazione i Depeche Mode e Lenny Kravitz. Tanti i personaggi, eterogenei come eterogenea, trasversale e innovativa vuole essere l’offerta di Collisioni. Collisioni Festival, Barolo - Luglio 2018 www.collisioni.it

CENTOMIGLIA SUL LAGO Si chiama Centomiglia e si tiene ogni anno sul Lago Garda nel mese di settembre fin dal lontano 1951. Si tratta della più lunga regata d’acqua dolce d’Europa. Il nome si rifà alla Mille Miglia automobilistica, di cui replica la formula della partecipazione libera. Così la gara attira sempre più campioni di fama mondiale e imbarcazioni sempre più veloci e sofisticate lungo un percorso stimolante e suggestivo. La gara più affascinante è la maxilibera con scafi di 12 metri di lunghezza e alberi che arrivano ai 20 metri. Si parte tra le 8 e le 9 del mattino dal porticciolo di Bogliaco: i migliori percorrono le 100 miglia in circa 8 ore, ma molti equipaggi rientrano solo a tarda notte. Intanto, in attesa di festeggiare i vincitori, sulle rive del lago si susseguono eventi, concerti, e feste in piazza. Centomiglia – Lago di Garda 8-9 settembre 2018

LA MODA SCRIVE LA STORIA Apertasi nel dicembre 2017 la mostra Outfit 900 sarà visitabile fino al 4 novembre 2018 a Palazzo Morando, a Milano. Espone una selezione di abiti, e accessori abbinati, utilizzati per le occasioni speciali dal 1900 agli anni Novanta del secolo scorso. Accanto agli abiti le immagini dei proprietari raccontano l’evoluzione dello stile e del gusto nel corso del Novecento. In scena i grandi artisti della moda, da Curiel a Dior, Yves Saint-Laurent, Pucci, Krizia. Ospite d`onore dell’esposzione: l‘abito di Giorgio Armani indossato da Glenn Close per la cerimonia degli Oscar nel 1994. Palazzo Morando, Via Sant’Andrea 6 – Milano dal 20/12/2017 al 4/11/2018

POMPEI@MADRE, TRA ARCHEOLOGIA E ARTE CONTEMPORANEA Vuole essere un viaggio nel tempo e nello spazio, un’occasione di dialogo tra splendidi reperti archeologici, alcuni appena restaurati, provenienti dagli scavi pompeiani e le opere di oltre 90 artisti e intellettuali contemporanei. I ritrovamenti di Pompei vengono accostati alle opere di Andy Warhol, Rauschenberg e Kounellis, per citare solo alcuni, in una suggestiva commistione tra antico e moderno. I progetti di Le Corbusier si affiancano alle ceramiche di Capodimonte e ancora agli strumenti di lavoro e alle immagini di campagne di scavo di altri tempi. Il progetto comprende inoltre l’utilizzo di “materie archeologiche” pompeiane per la produzione di nuove opere d’arte contemporanea (la prima sarà di Laura Favaretto). Si tratta di un esperimento senza precedenti, nato dalla collaborazione scientifica e culturale tra il Parco Archeologico di Pompei e il MADRE, il museo regionale campano d’arte contemporanea, più volte indicato come il miglior museo d’arte contemporanea d’Italia. Madre Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Via Settembrini (Palazzo Donnaregina) 79 - Napoli Fino al 24 settembre 2018

L’ARTE TRA MAGIA ED ESOTERISMO In che modo la magia e l’esoterismo hanno influenzato l’arte? Quali artisti hanno subito il fascino del mistero, dell’occulto, dello straordinario? Davvero tanti, a giudicare dai nomi famosi in mostra a Palazzo Roverella a Rovigo da fine settembre. Per citarne solo alcuni: Odilon Redon, Paul Ranson, Alberto Martini, Wassily Kandinsky, Auguste Rodin, Edvard Munch, Frantisek Kupka, Ferdinand Hodler, Paul Klee, Kazimir Malevič, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Romolo Romani. La visita della mostra si svolgerà lungo un vero e proprio percorso di sviluppo esoterico: dall’invito al silenzio, attraverso templi ed altari fino all’illuminazione iniziatica. Tra i protagonisti della mostra, ovviamente il Diavolo, espressione della negatività umana fino al moderno Faust che assiste l’uomo nell’atto creativo. Palazzo Roverella - Rovigo dal 29/9/2018 al 27/1/2019

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SIGNATURE HOLES

VMAG GOLF

di Akim Hassan

La it collection CUP 2018 Calendario Gare

Veronica Ponse photo

L’Italia è famosa per i suoi monumenti storici e per la sua cultura. Non tutti sanno però che nel Bel Paese ci sono più di 250 campi da golf è quasi 100.000 golfisti. Molti di questi campi sono considerati fra i più belli in Europa Continentale. A differenza dei campi britannici e quelli americani non abbiamo la cosiddetta ‘signature hole’ la buca che viene considerata la più rappresentativa del campo. Volendo però stilare una classifica potremmo vedere che non abbiamo niente da invidiare ai nostri cugini anglosassoni. Nella mia top five, partirei dalla 18 dell’East Course del Verdura, par 4 di 400 metri, buca impegnativa e panoramica sul mare, con un green enorme e molto ondulato, degna della finale di un grande torneo. Passerei per la buca 7 di Castelconturbia, con un tee shot delicato in mezzo agli alberi e un colpo al green con dislivello e acqua tutto intorno. A far da cornice abbiamo in primo piano la Clubhouse e poi un bellissimo scorcio sulle Alpi. La buca 10 del Golf Club Varese è un Par 4 che in realtà non presenta particolari difficoltà, ma il secondo colpo si apre su una splendida vista sul lago. Una buca che non ha particolarità ma molto famosa e suggestiva è la 16 del Pevero dove il tee shot guarda sulla bellissima baia di Cala di Volpe. Per finire a pari merito metterei la 18 di Villa D’Este che con il nuovo tee shot ha reso la buca molto più interessante e la Club House che domina il green ha sempre uno charme unico e la buca 2 del percorso Pramerica del Royal Park I Roveri. Volare l’ostacolo d’acqua davanti al tee shot è alla portata di pochi, sono 280 metri. La vista è splendida, sulla destra il Monviso e di fronte a fare da cornice al green la collina torinese con la Basilica di Superga. Ci sarebbero molte altre buche da menzionare ma sono convinto che sono i campi che vengono ricordati nel loro insieme e non le singole buche come vogliono farci credere gli americani.

Sabato

7

Aprile

Golf Club Villa Carolina

Sabato

21

Aprile

Barlassina Country Club

Domenica

6

Maggio

Royal Park i Roveri

Sabato

26

Maggio

Golf Club Varese

Sabato

9

Giugno

Golf Club Padova

Domenica

15

Luglio

Dolomiti Golf Club

Sabato

22

Settembre

Golf Club Villa Condulmer

75 OPEN D’ITALIA

@GARDAGOLF COUNTRY CLUB Sarà il Gardagolf Country Club ad ospitare, dal 31 maggio al 3 giugno, la 75° edizione dell’Open d’Italia. Anche quest’anno e fino al 2027 il montepremi sarà di sette milioni di dollari conteso da campioni di fama internazionale. La massima competizione nazionale, che figura tra le gare dello European Tour, è stata nuovamente inserita nelle Rolex Series e fa parte delle manifestazioni del progetto Ryder Cup 2022, la più prestigiosa manifestazione di golf al mondo che vede fronteggiarsi Stati Uniti ed Europa. Il Gardagolf Country Club aveva già ospitato altre due edizioni dell’ Open d’Italia, nel 1997 e nel 2003. Inaugurato nel 1986, il circolo golfistico di Soiano al Lago è, a detta degli esperti, uno dei migliori campi costruiti in Italia negli ultimi 30 anni; le sue 27 buche si snodano su un’area di 110 ettari tra la Rocca di Manerba e le colline della Valtenesi con panorami di suggestiva bellezza tra cipressi, vigne, roveri, querce e ulivi centenari. I tre percorsi prendono il nome dal colore delle rose che li incorniciano. C’è il percorso Rosso che si sviluppa tra le colline dominate dal Castello di Soiano e la sua buca 2, secondo Golf Magazine, è “una delle 500 buche più belle al mondo”. Alla buca 8 poi, dove l’occhio si perde verso il Lago e il monte Baldo, è davvero difficile mantenere la concentrazione. Il percorso Bianco occupa invece la piana da Soiano verso Manerba: spettacolare la buca 9 con il green incastonato in un anfiteatro naturale cosparso di antiche piante d’ulivo. Insieme il Rosso e il Bianco formano il percorso di campionato più lungo in assoluto. Infine, il Percorso Giallo, il più recente, creato nello splendido scenario del parco secolare di Villa Omodeo, che si connota per essere molto tecnico e impegnativo. Giocare a golf qui equivale a vivere una vera e propria esperienza, peraltro ripetibile in ogni momento dell’anno: visto il clima assolutamente favorevole del lago il percorso di campionato è infatti sempre aperto. Via Angelo Omodeo 2, 25080 Soiano del Lago (BS) www.gardagolf.it



Paolo Mussat Sartor “Figura”

pubblicazione gratuita

NUMERO 4 // 2018

CONTAMINAZIONI-ARTE-BEAUTY FORZA-NATURA-ACQUA VIAGGI-HOTELS

INSIDE VMAG


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