BOX Lifestyle _ Agosto

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AGOSTO 2021 - N.03

IL CONTENITORE DELLE ECCELLENZE DELLA PROVINCIA DI VARESE

È UNA VARESE OLIMPICA A TOKYO 2020

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Quattro generazioni al salumificio Colombo

Silvio Salmoiraghi La nostra cucina si sta aprendo al professionismo

L’AZIENDA DEL TERRITORIO

ACQUERELLO DI FAGNANO OLONA

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ITINERARI TURISTICI IN PROVINCIA A Varese sbarca il Giappone



/il sommario /4 /10 /14 /15 /17 Supplemento a Varese Sport n. 937 del 23/04/2021 periodico sportivo a diffusione gratuita Aut. del trib. di Varese n. 345 del 09-02-1979

Direttore responsabile: Michele Marocco Vice Direttore: Laura Paganini

Caporedattore Marco Damiani

In redazione: Silvia Alabardi Matteo Carraro

Progetto grafico: Stefania Magni

Ufficio commerciale: Sunrise Media Fabrizio Pizzullo

è un prodotto Sunrise Media Varese via Caracciolo 29 Tel. 0332.226239 box@sunrisemedia.it

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L’AZIENDA DEL TERRITORIO

Quattro generazioni al salumificio Colombo

OLIMPIADI TOKYO 2020

Nicolò Martinenghi Due bronzi come consacrazione del suo cammino Federica Cesarini Fantastico oro nel doppio pesi leggeri

Giorgia Bordignon Impresa argento nel sollevamento pesi

ACQUERELLO DI FAGNANO OLONA

Silvio Salmoiraghi La nostra cucina si sta aprendo al professionismo

ITINERARI TURISTICI IN PROVINCIA A Varese sbarca il Giappone

SPAZIO CULTURA

Il Terry’s Show di Ballarati e Crippa

TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA

Tecnologia e avanguardia al servizio dei più piccoli

ROTARACT CLUB VERBANO

40 anni dedicati alla comunità e al territorio

COSMESI BIOLOGICA E NATURALE Le Muse Bio

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VACCARONNI Il pagellone

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L’AZIENDA DEL TERRITORIO

QUATTRO GENERAZIONI AL SALUMIFICIO COLOMBO di Michele Marocco

< Il nostro segreto è dirci subito in faccia la diversa visione di una situazione o di un progetto. Si modifica, si modella, si ridiscute e poi siamo tutti pronti in armonia a mandare avanti le cose > /4

Un’eccellenza nel campo alimentare, un’eccellenza di ‘famiglia’ più unica che rara da trovare. “Non pensate che sia tutto rose e fiori – attacca Marco Colombo, portavoce dell’omonimo salumificio -. Siamo cinque cugini che portiamo avanti l’azienda e i momenti di confronto acceso non mancano, direi che sono quotidiani. Questo però, a mio avviso, è proprio il nostro segreto: dirci subito in faccia la diversa visione di una situazione o di un progetto. Si modifica, si modella, si ridiscute e poi siamo tutti pronti in armonia a mandare avanti le cose. Un unico obiettivo, come su una barca, tutti remiamo in un’unica direzione”.


COME È NATO IL SALUMIFICIO COLOMBO

< Oltre ai due figli Marino e Costanzo, pian piano entrano a far parte dell’azienda anche i nipoti: Marco, Giorgio e poi Massimo, Mario e Giuseppe. Insieme portano avanti l’azienda da ormai quasi trent’anni ed è già operativa anche la quarta generazione con i pronipoti >

Nonno Salvo era definito il cerveleé perché negli anni del dopo guerra portava in giro l’arte norcina nelle frazioni del paese dove c’erano gli allevamenti suini. In pratica era l’arte della macellazione e lavorazione delle carni suine. Il lavoro poi si è espanso dalle frazioni ai paesi limitrofi e poi, con l’industrializzazione e la creazione dei primi siti di macellazione negli anni 60, ha iniziato a macellare nella prima sede di Daverio. Il lavoro cambia e il Salumificio Colombo inizia a rifornire cooperative, circoli, piccoli negozi allargando sempre di più gli orizzonti. Oltre ai due figli Marino e Costanzo, pian piano entrano a far parte dell’azienda anche i nipoti: Marco, Giorgio e poi Massimo, Mario e Giuseppe. Insieme portano avanti l’azienda da ormai quasi trent’anni ed è già operativa anche la quarta generazione con i pronipoti di Salvo che si stanno affacciando al Salumificio a Crosio della Valle.

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< Vorremmo espanderci anche a livello internazionale in un futuro non molto lontano. Abbiamo creato una linea di affettati e salumi certificati Halal per il mondo musulmano >

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Nonno Salvo, nel 1922, si immaginava tutto questo? Che l’azienda fosse portata avanti dai nipoti e che la crescita sarebbe stata notevole? “Considerando la sua lungimiranza, immagino che in cuor suo lo sperasse. I due figli Marino e Costanzo, ossia i nostri genitori, hanno portato avanti la sua tradizione e all’orizzonte i segnali erano buoni per una continuità familiare”. 1922-2021: qual è oggi il mercato di del Salumificio Colombo? “Non contenti del successo del progetto di cui ti ho appena parlato, facendo tesoro degli errori passati, abbiamo voluto allargare il nostro mercato, oltre al locale che resta maggioritario, anche a quello nazionale. Vorremmo espanderci anche a livello internazionale in un futuro non molto lontano. Abbiamo creato una linea di affettati e salumi certificati Halal per il mondo musulmano. Tutti prodotti di puro bovino e tacchino 100% italiano con la stessa stagionatura


LA COLLABORAZIONE CON LE AZIENDE DEL TERRITORIO

< Sono sorti i co-branding con le aziende, inizialmente, del territorio. Con Angelo Poretti è nato il primo salame alla birra 4 Luppoli poi, con Igor, il primo salame al Gorgonzola > dei nostri salumi. In questo modo, iniziamo ad avere anche un respiro internazionale con un mercato che ci era precluso fino a poco fa. I nostri clienti sono distributori, ristoranti, bar, macellai e piccoli negozi specializzati oltre ad altre realtà di alta ristorazione e ad una nicchia creata con la grande distribuzione. A tal proposito, siamo partner dei Supermercati Tigros che ha creduto fin da subito nelle aziende del territorio e quindi anche in noi. Con loro siamo cresciuti molto valorizzando tutta la filiera locale a chilometro zero. Questo è un valore aggiunto non indifferente”.

Il Salame alla Birra con Poretti, la Mortadella alla Grappa di Angera e anche il Salame al Gorgonzola con Igor. “La nostra evoluzione è stata pensata considerando a come interagire con la clientela sempre più eterogenea e con caratteristiche e gusti diversi a livello anche etnico. Quindi da una mia personale intuizione, sono sorti i co-branding con le aziende, inizialmente, del territorio. Con Angelo Poretti è nato il primo salame alla birra 4 Luppoli e poi una vera e propria linea di prodotti. Visto il grande successo dell’operazione, mi sono ritrovato, come una volta con la valigetta di cartone, a suonare il campanello da Igor Gorgonzola che ha sede nel novarese. Sono stato a tu per tu con Fabio Leonardi e tutta la famiglia che mi hanno accolto in maniera quasi fortuita per assaggiare i nostri prodotti creati con il loro gorgonzola. Li hanno trovati eccezionali e da lì è nata una grande collaborazione”.

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< Nel ‘Colombo 1922’, da settembre si potranno effettuare percorsi di degustazione dei nostri prodotti e di tutto quello che riguarda il made in Varese e più in generale il made in Italy con una formula innovativa >

La pandemia per molti ha creato delle difficoltà e ha creato per altri delle opportunità, soprattutto nell’alimentare. “Lo dico con estremo pudore e rispetto per tutte le attività e i settori che hanno sofferto e che ancora stanno soffrendo, ma per noi la pandemia è stata una grande opportunità dal punto di vista economico. Commercializziamo un prodotto che non si poteva fare in casa a differenza di pane, pizza e tutto quello che si sperimentava. Abbiamo perso qualcosa sulla fornitura alla ristorazione, ma abbiamo guadagnato in maniera esponenziale con la vendita diretta perché la gente non usciva e consumava a casa”.

UN PERIODO FLORIDO ANCHE DI IDEE E PROGETTI INNOVATIVI Abbiamo lavorato anche in funzione del futuro. Per questo è nato il locale Colombo 1922 che è proprio attiguo allo spaccio aziendale. Da settembre si potranno effettuare percorsi di degustazione dei nostri prodotti e di tutto quello che riguarda il made in Varese e più in generale il made in Italy con una formula innovativa. Gruppi da 10-20 persone potranno prenotare e gustare un ‘All you can eat’ all’italiana basato su affettati, formaggi tipici e altre leccornie. Il tutto con costi molto convenienti perché il nostro obiettivo non sarà quello di fare ristorazione ma far conoscere i nostri prodotti e tutti quelli legati al mondo del made in Italy”.

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OLIMPIADI TOKYO 2020: NICOLÒ MARTINENGHI

DUE BRONZI COME CONSACRAZIONE DEL MIO CAMMINO di Laura Paganini

< Giocavo a basket e ho voluto provare anche a nuotare e l'ho fatto alla Comunale di Varese. È stato allora che ho capito che il mio sport era proprio il nuoto > /10

Nicolò Martinenghi è il signore della rana azzurra (detiene i record italiani dei 50 e dei 100 rana) e non solo è per distacco il migliore ranista italiano, ma è anche tra i migliori al mondo, nella top 5 per mantenerci larghi. Il classe 1999 di Azzate tesserato per l'Aniene è stato un enfant prodige che ha vinto praticamente tutto a livello nazionale e internazionale nelle categorie giovanili e pochi giorni fa si è


< 21 anni dopo l'oro di Domenico Fioravanti e il bronzo di Davide Rummolo a Sydney2000 nei 100 rana, un altro ranista azzurro sale sul podio ai Giochi in questa specialità a Tokyo2020 >

consacrato nell'olimpo dei grandissimi: alle Olimpiadi di Tokyo, infatti, si è messo al collo un bellissimo bronzo nei 100 rana che ha fatto emozionare tutti gli italiani e poi bissato qualche giorno dopo ottenendo lo stesso risultato nella 4×100 mista uomini. 21 anni dopo l'oro di Domenico Fioravanti e il bronzo di Davide Rummolo a Sydney2000 nei 100 rana, un altro ranista azzurro sale sul podio ai Giochi in questa specialità. E, guardando alla sua giovane età e al suo smisurato

talento, pensiamo proprio che per “Tete” questa medaglia possa non essere l'ultima. Parigi2024, in fondo, è già dietro l'angolo. Sei agli albori della tua carriera ma ti sei già tolto grandi soddisfazioni. Tolto i due bronzi olimpico, qual è la vittoria più bella conquistata finora? “Sono stati i 100 rana al Sette Colli di Roma a fine giugno. Avevo bisogno di quel successo con tanto di record italiano per il morale e per

COME È INIZIATA LA TUA BELLISSIMA STORIA CON IL NUOTO? “Il mio primo sport, a dire la verità, è stato il basket. Ho cominciato a giocare ad Azzate, nella squadra del mio paese, e poi ho proseguito a Buguggiate. Parallelamente alla pallacanestro, grazie ad un amico, negli ultimi anni delle elementari ho voluto provare anche a nuotare e l'ho fatto alla Comunale di Varese. È stato allora che ho capito che il mio sport era proprio il nuoto, una disciplina meritocratica in cui gioie e delusioni sono singole e non di squadra”. POI, L'INCONTRO CON IL TUO ATTUALE ALLENATORE, MARCO PEDOJA. “Lavoro con lui da una decina d'anni, ormai. Il nostro rapporto è cambiato man mano che entrambi siamo cresciuti e maturati sotto ogni punto di vista: inizialmente avevamo un legame quasi fraterno, adesso abbiamo un'ottima relazione allenatore-atleta. Non è stato facile non averlo al mio fianco durante le Olimpiadi ma abbiamo interagito bene, seppure a distanza”.

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“Mio fratello Jacopo nuotava e ha giocato a pallanuoto a Varese per vari anni. Adesso è ancora nell'ambiente del nuoto e allena in piscina a Castiglione Olona. Siamo tutti un po' sportivi: mia mamma faceva danza classica e mio papà giocava a basket. Ancora oggi mi piace il basket e sono tifoso della Pallacanestro Varese, oltre che dell'Inter”. Che cosa ti piace di più di Varese e dintorni? “Amo tutto di Varese e del mio territorio in generale. Varese è il mio posto preferito e anche in futuro mi vedo qui, non lontano da questi luoghi. Non posso non citare anche il Belvedere di Azzate, che sento un po' come casa mia”. arrivare al meglio alle Olimpiadi. Ho cercato e trovato quella nuotata e quella prestazione e abbassare ancora il primato nazionale è stato bellissimo. Mi è piaciuto il tempo finale e il modo in cui è arrivato”. Il nuoto e lo sport in generale sono affari di famiglia.

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A proposito di futuro, come ti vedi tra qualche anno? “Mi piacerebbe rimanere in zona e magari portare avanti le aziende di famiglia: la pasticceria Pirola da parte di mia mamma e la gioielleria di mio papà. Spero di poter dare il mio contributo, ma per ora sono concentrato sul nuoto, ho ancora tanto da fare”.


A Tokyo sei stato strepitoso. Quali sono le tue sensazioni? “Queste medaglie olimpiche sono una cascata di emozioni, sono felicissimo. La finale dei 100 rana è stata una gara che ho cercato e voluto da tanto tempo, mi sono sognato l'arrivo e gli ultimi metri ad ogni allenamento. Questo bronzo è un po’ la consacrazione del mio cammino e sono contento di essere entrato anch’io nell’olimpo di questo stile e di portare avanti la tradizione della rana italiana a livello internazionale. Il bronzo vinto nella 4x100 mista uomini è stato molto particolare, è arrivato nel giorno del mio compleanno. Abbiamo dimostrato di esser un gran gruppo, ci conosciamo da anni e conosciamo le nostre potenzialità. E’ stato un regalo che mi sono voluto fare per i miei 22 anni. Sono veramente al settimo cielo”. A chi le dedichi? “A tantissime persone, in realtà: ai miei fami-

QUAL È LA TUA GIORNATA TIPO? “La mia routine è molto monotona. Mi sveglio verso le 7, faccio colazione e vado in piscina a Legnano dove poco dopo le 8 inizio la prima sessione di allenamento quotidiano in piscina. Di solito torno a casa per pranzo, mi riposo e poi parto alla volta di Brebbia dove faccio palestra e poi entro di nuovo in acqua per almeno altre due ore di allenamento. Spazio per altro ne ho davvero poco, la mia giornata è piena e anche piuttosto densa e stancante dal punto di vista fisico”.

liari, allo staff che mi segue, alla mia ragazza, al mio primo allenatore, Franco, che sta vivendo un momento difficile, al mio attuale coach Marco Pedoja. Mi emoziona molto ripensarci. Raramente sono emozionato, ma questa medaglia mi fa questo effetto”. Il tuo percorso alle Olimpiadi, per conquistare il bronzo nei 100 rana, è stato ottimo fin da subito, fin dalle batterie. “Sono partito con il piede giusto e, pur senza strafare, sono entrato in semifinale con il quarto crono complessivo (58”68, ndr). In semifinale, poi, ho spinto di più ed è arrivato il nuovo record nazionale (58”28, ndr) e così, dopo aver visto le finali solo su youtube, l'ho disputata io in prima persona. L'ho sognata tanto e me la sono goduta”.

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OLIMPIADI TOKYO 2020: FEDERICA CESARINI

FANTASTICO ORO NEL DOPPIO PESI LEGGERI Lunedì 29 luglio Federica Cesarini è entrata nella storia del canottaggio italiano. Insieme alla compagna Valentina Rodini, l'atleta di Bardello nata il 2 agosto 1996 ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo2020 nel doppio pesi leggeri femminile. Tesserata per le Fiamme Gialle e la Canottieri Gavirate, società con la quale ha iniziato a fare canottaggio da ragazzina, l'azzurra ha riportato l'Italia sul gradino più alto del podio ai Giochi dopo ben 21 anni dall'ultimo successo (il quattro di coppia maschile che trionfò a Sydney2000) ed è la prima atleta donna del canottaggio a raggiungere un risultato di questo calibro alle Olimpiadi. Dopo aver festeggiato il titolo europeo sul Lago di Varese ad inizio aprile, la splendida coppia Cesarini-Rodini si è tolta un'altra grandissima soddisfazione e ha coronato il sogno di ogni sportivo al termine di una finale che definire emozionante e combattuta è poco. Gran Bretagna, Francia, Olanda e Italia si sono date battaglia per tutti i 2000 metri e le ultime 5 palate sono state decisive. Allo sprint l'Italia è più veloce di

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tutti: Francia seconda a soli 24 centesimi, Olanda terza a 27. L'urlo di gioia di Federica Cesarini rimbomba sul Sea Forest Waterway di Tokyo e arriva fino in Italia e nella sua Bardello. “Eravamo concentrate, piene di adrenalina e consapevoli di potercela fare. Ci sono arrivata grazie alla mia famiglia, a mio fratello, al mio fidanzato Luca Chiumento, alla Canottieri Gavirate da dove sono partita e dove torno sem-

pre appena possibile, alle Fiamme Oro che nel 2017 mi hanno accolto nella loro famiglia”. La varesina ha aggiunto dunque un altro trofeo alla sua già ricchissima bacheca: oltre agli Europei 2020 nel doppio pesi leggeri alla Schiranna, infatti, nel 2017 ha vinto i Mondiali nel quattro di coppia pesi leggeri e nel 2019 il titolo europeo nel singolo pesi leggeri. Laura Paganini


OLIMPIADI TOKYO 2020: GIORGIA BORDIGNON

IMPRESA ARGENTO NEL SOLLEVAMENTO PESI < A 34 anni e alla sua seconda partecipazione olimpica (unica donna italiana ad esserci riuscita), Giorgia Bordignon ha portato a termine una gara spettacolare >

È un’impresa storica quella compiuta da Giorgia Bordignon alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Martedì 27 luglio l’atleta di Arsago Seprio, che da anni però si è trasferita a Valenzano in Puglia, ha vinto la medaglia d'argento nel sollevamento pesi categoria -64 kg. A 34 anni e alla sua seconda partecipazione olimpica (unica donna italiana ad esserci riuscita), l'atleta tesserata per le Fiamme Azzurre ha portato a termine una gara spettacolare: nella prova dello strappo ha sollevato 104 kg, mentre nella prova dello slancio ha toc-

cato quota 128 kg per un totale di 232 kg. Non ha mancato nessuna alzata (6 su 6) ed è stata la più regolare di tutte le sue avversarie; inevitabile, dunque, festeggiare questo risultato da brividi e lasciarsi andare alle lacrime per una medaglia che mai prima d'ora in ambito femminile era stata conquistata e per un primato italiano nella categoria mai raggiunto

prima da nessun'altra. Dopo una sfilza di titolo italiani, due medaglie agli Europei (oro nel 2018 e bronzo nel 2019) e il sesto posto ai Giochi di Rio de Janeiro 2016, Bordignon realizza il suo sogno, il sogno di quella ragazzina che a 16 anni ha cominciato a praticare questa disciplina in una palestra di Somma Lombardo. Laura Paganini

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SILVIO SALMOIRAGHI E IL SUO ACQUERELLO DI FAGNANO OLONA

LA NOSTRA CUCINA SI STA APRENDO AL PROFESSIONISMO

di Laura Paganini

< Nel 2008 Silvio Salmoiraghi ha voluto aprire il suo Ristorante proprio a Fagnano Olona, perchè in quel paese ci è cresciuto >

La nostra provincia conta tre ristoranti stellati e uno di questi è l'Acquerello di Fagnano Olona (via dei Patrioti, 5). Un ambiente intimo, ben curato, che si trova all'interno di un grazioso cortile in centro paese e che una volta era una scuola di danza. Nel 2008 il proprietario e chef Silvio Salmoiraghi ha voluto aprirlo proprio lì, lontano dagli ultimi piani di

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< I prodotti che scegliamo sono tutti italiani e la maggior parte provengono dalla nostra zona o, al massimo, dal Comasco. L'Italia e anche lo stesso Varesotto hanno potenzialità fantastiche, ma spesso non sono conosciute >

immensi grattacieli metropolitani perchè in quel paese ci è cresciuto. E dopo molti anni in giro per il mondo, è tornato nella sua terra dove, con l'aiuto di mamma Adriana, papà Dino, del fratello Andrea e soprattutto di Choi, co-proprietario e capo chef del ristorante, ha creato un locale d'altissimo livello dove si fa cucina italiana concreta e innovativa. NEL 2014 HA RICEVUTO LA PRIMA STELLA MICHELIN E DAL 2015 È TRA I 10 MIGLIORI RISTORANTI ITALIANI. CHE COSA VUOL DIRE AVERE UN RISTORANTE STELLATO? “Prenderla è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Non l'ho mai cercata ma ho impostato il mio lavoro come un ristorante da stella Michelin. Ho lavorato in locali stellati per decenni e ho fatto mia questa impostazione. È innegabile che averla ottenuta ci ha fatto fare il salto di qualità economico con un 40% di clientela in più proveniente soprattutto da Milano, dalla Svizzera e da turisti stranieri che sbarcano a Malpensa e apprezzano il buon cibo. Di solito gli ispettori vengono a farci visita in incognito due o tre volte l'anno e attorno a novembre o dicembre le stelle Michelin sono confermate oppure tolte in una serata di proclamazione”.

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Qual è il suo percorso? “Mio padre era un sarto ma io ho voluto intraprendere una strada completamente diversa da lui e ho frequentato l'Istituto Alberghiero a Varese. Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dalla cucina e ho preso questa strada con convinzione e passione quando ero poco


più che ragazzino. Ho lavorato in tanti locali, uno su tutti la Joia di Pietro Leeman a Milano che è stato il primo ristorante vegetariano europeo a ricevere una stella Michelin. La svolta definitiva è avvenuta grazie all'incontro con Gualtiero Marchesi”. Ci racconti. “Sono entrato nel suo ristorante come un semplice aiutante e sono arrivato a comandare la cucina nel locale che ha aperto in Place Vendôme a Parigi, dove sono rimasto per due anni. In totale sono rimasto con lui 9 anni che mi hanno formato, arricchito come uomo e come chef. In particolare, l'esperienza in Francia mi ha davvero aperto al professionismo. Al di là delle Alpi ci sono le grandi maison, clienti più appassionati e preparati di quelli italiani, bisogna dire la verità. La nostra cucina si sta aprendo solo ultimamente al vero professionismo e Gualtiero Marchesi è stato il primo maestro che ha cercato di farlo”.

IN CHE MODO IL TERRITORIO DI VARESE ENTRA NELLA SUA CUCINA?

“I prodotti che scegliamo sono tutti italiani e la maggior parte provengono dalla nostra zona o, al massimo, dal Comasco. Penso ai latticini e al burro di Monate, alla carne che compro da un ottimo macellaio di Varano Borghi, ai piccoli pescatori dei nostri laghi che hanno pescato freschissimo, alla frutta e alla verdura a chilometro zero o quasi, ma anche alla selvaggina migliore che è quella friulana e alle uova di selva che arrivano da Morbegno. L'Italia e anche lo stesso Varesotto hanno potenzialità fantastiche, ma spesso non sono conosciute e passano troppo in secondo piano”.

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Nella sua carriera c'è stata Parigi ma anche tanto Oriente. “Se la Francia mi ha fatto conoscere il professionismo, Tokyo e il Giappone in generale sono stati fondamentali per me per apprendere il rigore, la tecnica e la precisione dei passaggi nella creazione di un piatto. Queste sono tutte caratteristiche che ritrovo in Choi, co-proprietario e capo chef del mio ristorante e mio ex allievo all'Alma, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, nonché cresciuto in una famiglia di ristoratori in una cittadina alle porte di Seul. Lui ama l'Italia, è anche sposato con un'italiana e, dopo aver iniziato a lavorare all'Acquerello, l'ho fatto entrare in società”.

< In cucina con me e Choi c'è Davide Colombo, un ragazzo di Legnano che ha poco più di 20 anni. In sala ci sono il sommelier Kevin Grendene che è di Cassano Magnago e Giorgia Cozzi che vive a Castellanza > La cucina del Ristorante Acquerello, dunque, è italiana e ha anche ascendenze orientali? “Durante i miei anni all'estero ho recepito diverse influenze, le ho fatte mie e ora le riporto al nostro essere italiani. La mia è una nuova cucina italiana: rispetto la tradizione e la materia prima giocando con tutte le tonalità, dal dolce al salato all'acido all'amaro, e con i diversi colori, gusti e consistenze. È una cucina materica, concreta, senza salse e che rispetta la stagionalità. Ci piace attualizzare alcune ri-

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cette storiche e alcuni nostri piatti forti sono, ad esempio, lo storione alla ferrarese o il carpione di mare”. Come le materie prime, anche il personale è del nostro territorio. “Decisamente. In cucina con me e Choi c'è Davide Colombo, un ragazzo di Legnano che ha poco più di 20 anni. In sala ci sono il sommelier Kevin Grendene che è di Cassano Magnago e Giorgia Cozzi che vive a Castellanza”. Fagnano Olona e il Varesotto ma anche gli USA. Avete in programma di aprire altri ristoranti nel mondo? “Insieme a Choi siamo riusciti ad inaugurare due locali a San Diego in cui lavoriamo molto con i piatti italiani, sempre apprezzatissimi. Il sogno sarebbe quello di espanderci anche in Oriente, in Corea soprattutto, ma i prezzi sono davvero proibitivi”.


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A VARESE SBARCA IL GIAPPONE ITINERARI TURISTICI IN PROVINCIA DI VARESE

di Profumi d’Italya

La cultura giapponese è veramente affascinante. Mitologia, storia ed antiche tradizioni si sono intrecciate nel corso dei secoli fino per dar vita a rituali ed usanze che la cultura giapponese ha saputo tramandare fino ai tempi moderni. L’incanto della cultura giapponese ha origine antichissime ed è il risultato di un’evoluzione storica che ha origine circa 200.000 anni fa.

Le prime popolazioni primitive attraversarono gli istmi di terra che originariamente collegavano le isole del Giappone al continente. Reperti archeologici dimostrano come queste popolazioni iniziarono a colonizzare stabilmente questo territorio freddo ma ricco di boschi e selvaggina da cacciare.

Proprio così, il Giappone era collegato alla Corea e alla Siberia da due ponti di terra ferma, mentre il Mar Giallo ed il Mar Cinese Orientale erano praticamente in secca. Con la fine dell’ultima era glaciale ed il conseguente innalzamento delle acque oceaniche (circa 13.000 anni fa), i collegamenti con il continente vennero sommersi. Il Giappone iniziò ad assumere l’aspetto geografico che oggi conosciamo. La Mitologia, la storia, il forte legame con le usanze tradizionali, un’incredibile

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accelerazione verso un futuristico sviluppo tecnologico.

Come iniziare a comprendere la cultura Giapponese? Non è un’operazione facile comprendere la cultura giapponese. È altissimo il rischio di cadere in luoghi comuni. Molti riescono a vedere solo le contraddizioni che inevitabilmente nascono quando un paese vuole rimanere ancorato ad un passato di idilliaco isolamento culturale ma allo stesso tempo aprirsi al resto del mondo. Per non cadere in questa opinione superficiale, bisogna fare un passo indietro. Comprendere la cultura giapponese vuol dire provare a conoscere i giapponesi. Questo può avvenire solo avvicinandosi a quello che loro hanno di più caro e che, non a caso, ancora oggi rappresenta lo zoccolo duro della loro cultura: le antiche tradizioni storiche e culturali.

Guarda oltre gli stereotipi, scopri le regole del gioco L'invito è esplorare le curiosità sul Giappone, conoscere la tradizione e capire la gelosia con cui il popolo giapponese l’ha tramandata e mantenuta viva nel corso secoli. Solo in questo modo si può intravedere come i giapponesi stanno lentamente riadattando il cuore della loro cultura tradizionale affinché questo si possa fondere con la nuova società moderna. Tradizione contro orientamenti più moderni ed occidentalizzati.

VARESE, IN SCENA L’ARTE DECORATIVA GIAPPONESE

DAI LIBRI ILLUSTRATI MEIJI AI MANIFESTI D’ARTE CONTEMPORANEA

Erano conservati nei depositi della Biblioteca Civica, al riparo dalla luce e lontano da sguardi indiscreti. Ora i preziosi volumi d’arte giapponese di fine Ottocento e inizio Novecento firmati da noti artisti nipponici sono al centro della mostra “Giappone: disegno e design | Dai libri illustrati Meiji ai manifesti d’arte contemporanea”. L’iniziativa di Castello Masnago, Musei Civici di Varese, nasce proprio a seguito del ritrovamento di questi preziosi reperti, donati a suo tempo alla città lombarda da parte del marchese Ettore Ponti. Realizzati con la tecnica silografica tipica del filone artistico dell’ukiyoe, i volumi furono pubblicati nel periodo Meiji tra il 1890 e il 1908 dall’editore Unsodo. Curata da Rossella Menegazza ed Eleonora Lanza, la rassegna presenta per la prima volta questi preziosi tomi assieme ad alcuni prestiti dalla Biblioteca Nazionale Braidense che documentano gli scambi economici e culturali tra oriente e occidente. A fine Ottocento, infatti, gli artisti europei, in particolare quelli francesi, rimasero affascinati dalle silografie giapponesi, giunte in Olanda tramite la Com-

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pagnia delle Indie. Pittori come Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet ritrovarono in queste riproduzioni la freschezza, la semplicità di forme e l'intensità del colore che a lungo avevano ricercato per rivoluzionare il modo di fare pittura. I volumi esposti testimoniano altresì il profondo legame tra arti decorative, artigianato e pittura. Frutto della collaborazione tra comune di Varese, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, Dnp Foundation for Cultural Promotion di Tokyo e casa editrice Unsodo, il percorso espositivo è articolato in 5 sezioni. Si parte dai libri in policromia, ricchi di motivi decorativi utilizzati come modelli da applicare su tessuti e manufatti d’arte. La visita prosegue con i volumi illustrati in inchiostro nero e pochi tocchi di colori tenui che hanno per soggetto fiori e uccelli. Si tratta di un genere che caratterizzò gran parte della pittura giapponese su rotoli, paraventi, porte scorrevoli nel corso dei secoli. Un'intera sezione vede protagonisti i modelli decorativi per tessuti di kimoni, giacche haori, ventagli e vasi. Fra le rarità del percorso espositivo segnaliamo la grande mappa del Giappone realizzata dal cartografo Miyazaki Ryujo nell'era Meiji. Donata alla Biblioteca Civica di Varese dal filantropo Giuseppe Baratelli, la stampa è realizzata in policromia su lastra di rame. L'ultima parte della rassegna mette in scena una selezione di 60 poster realizzati dai più importanti graphic designer giapponesi contemporanei e provenienti dalla Fondazione Dai Nippon Printing di Tokyo. Singoli o quadrittici, i poster evidenziano gli sviluppi della decoratività e dei temi parte dell’arte giapponese classica e il passaggio da disegno a design Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, Dnp Foundation for Cultural Promotion di Tokyo e casa editrice Unsodo, il percorso espositivo è articolato in 5 sezioni. Si parte dai libri in policromia, ricchi di motivi decorativi utilizzati come modelli da applicare su tessuti e manufatti d’arte. La visita prosegue con i volumi illustrati in inchiostro nero e pochi tocchi di colori tenui che hanno per soggetto fiori e uccelli. Si tratta di un genere che caratterizzò gran parte della pittura giapponese su rotoli, paraventi, porte scorrevoli nel corso dei secoli.

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/Chi siamo

Profumi d’Italya è un Tour Operator altamente specializzato in destinazione Italia. Nato traendo vantaggio dalla quindicinale esperienza della sorella Profumi d’Oriente Travel&Lifestyle, agenzia di viaggio di Varese concentrata in itinerari Tailor Made in tutto il Mondo, i suoi soci fondatori e collaboratori interpretano quotidianamente con grande passione e professionalità una filosofia unica nel settore che punta ad offrire ai propri clienti un’esperienza indimenticabile personalizzata ed esclusiva basata sulla profonda conoscenza delle destinazioni e dell’offerta turistica. Profumi d’Italya con uno staff di eccellenza studia costantemente una programmazione molto attenta ed unica per ogni itinerario, per godere di tutta la bellezza, la natura, la poesia, la ricchezza di storia, cultura, tradizioni e sapori dell’Italia. Ogni viaggio riflette propriamente variabili importanti quali stagionalità, festività, peculiarità, non trascurando mai atmosfere, bellezze, culture. I viaggi vanno intesi come metafora della vita, dove si viaggia per intraprendere nuove sfide. Abbiamo in Italia un patrimonio storico, culturale e paesaggistico ineguagliabile, è il Paese con il più alto numero di Siti Unesco Patrimonio dell’Umanità, un insieme di tante meraviglie in poche centinaia di chilometri.


/ La mostra e il centro storico di Varese

L’ARTE GIAPPONESE INCONTRA VARESE VISITA DELLA MOSTRA AL CASTELLO DI MASNAGO E PASSEGGIATA NEL CENTRO STORICO DI VARESE Giornata intera

In compagnia del nostro Travel Specialist, autentico conoscitore dei luoghi ed esperienze locali, avrete modo di conoscere da vicino la bellezza dell’Arte e delle tradizioni giapponesi in occasione della speciale mostra ospitata a Varese presso il castello di Masnago in cui saranno esposti importanti volumi nipponici appartenenti alla Biblioteca civica.

L’intera mattinata sarà dedicata alla visita della mostra per ammirare gli antichi volumi, pubblicati tra il 1890 e il 1908, che sono stati realizzati a stampa con tecnica silografica ovvero da una matrice in legno, con inchiostro

nero e in policromia utilizzando colori metallici come oro e argento. L’esposizione è ospitata al Castello di Masnago, un fortilizio medioevale, ove potrete inoltre ammirare gli avvincenti cicli pittorici quattrocenteschi della Sala degli Svaghi, che celebra i passatempi di corte, e dell'allegorica Sala dei Vizi e delle Virtù.

Al termine della visita vi accomoderete ai tavoli di un autentico ristorante giapponese per assaporare i piatti della cucina legati alla più antica tradizione nipponica noti per essere i più bilanciati e salutari al mondo.

Nel primo pomeriggio, una piacevole passeggiata per le vie del centro storico di Varese, scoprendo le sue bellezze artistiche e storiche e i meravigliosi giardini grazie ai quali Varese è conosciuta con l’appellativo di Città Giardino. Rimarrete affascinati dai suoi prestigiosi

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palazzi di varie epoche e stili, dalle viuzze interamente porticate, dai negozi storici, dai cortili segreti e dalla magnificenza delle sue piazze, dalla torre civica, dalla torre campanaria e da Palazzo Estense eretto tra il 1766 e il 1771 per volere del duca di Modena Francesco III d'Este che, ottenuta la signoria di Varese da Maria Teresa d'Austria, era desideroso di realizzare la propria residenza estiva-autunnale.

Uno sguardo ai capolavori di arte contemporanea della Galleria d’Arte “Punto sull’Arte” diventata uno spazio di riferimento per collezionisti e appassionati, al cui interno sono esposti capolavori del rinomato artista giapponese Kyoji Nagatani prima di raggiungere lo storico fiorista del centro che vi permetterà di conoscere l’”arte del Bonsai”. Vi verranno

/ Speciale weekend

IL GIAPPONE A VARESE STORIA E TRADIZIONI 2 giorni

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infatti illustrate la storia, l’estetica, le tecniche e segreti di coltivazione di questi meravigliosi alberi in miniatura di cui potrete ammirare la innumerevoli specie ivi esposte. Infine una breve sosta presso l’unico e fornitissimo negozio varesino dedicato alla cultura giapponese e alla fumettistica per un affascinante viaggio nel mondo dei Manga e degli Anime dove ci verrà illustrata la “nona arte” ovvero quella del fumetto.

Per concludere al meglio la vostra giornata giapponese a Varese, accolti nella sala da tè di un rinomato negozio che vende esclusivamente prelibatezze e manufatti del Paese del Sol Levante, verrà servita, in abbinamento a dolcetti tipici nipponici, una degustazione di vari tipologie di tè provenienti da diverse zone del Giappone.

1° GIORNO – SABATO In compagnia del nostro Travel Specialist, autentico conoscitore dei luoghi ed esperienze locali, si avrà modo di conoscere da vicino la bellezza dell’Arte e delle tradizioni Giapponesi in occasione della speciale mostra ospitata a Varese presso il castello di Masnago in cui saranno esposti importanti volumi nipponici appartenenti alla Biblioteca civica. L’intera mattinata sarà dedicata alla visita della mostra per ammirare gli antichi volumi, pubblicati tra il 1890 e il 1908, che sono stati realiz-

zati a stampa con tecnica silografica ovvero da una matrice in legno, con inchiostro nero e in policromia utilizzando colori metallici come oro e argento. L’esposizione è ospitata al Castello di Masnago, un fortilizio medioevale, ove potrete inoltre ammirare gli avvincenti cicli pittorici quattrocenteschi della Sala degli Svaghi, che celebra i passatempi di corte, e dell'allegorica Sala dei Vizi e delle Virtù. Al termine della visita vi accomoderete ai tavoli di un autentico ristorante giapponese per assaporare i piatti della


cucina legati alla più antica tradizione nipponica noti per essere i più bilanciati e salutari al mondo. Nel primo pomeriggio, una piacevole passeggiata per le vie del centro storico di Varese, scoprendo le sue bellezze artistiche e storiche e i meravigliosi giardini grazie ai quali Varese è conosciuta con l’appellativo di Città Giardino. Rimarrete affascinati dai suoi prestigiosi palazzi di varie epoche e stili, dalle viuzze interamente porticate, dai negozi storici, dai cortili segreti e dalla magnificenza delle sue piazze, dalla torre civica, dalla torre campanaria e da Palazzo Estense eretto tra il 1766 e il 1771 per volere del duca di Modena Francesco III d'Este che, ottenuta la signoria di Varese da Maria Teresa d'Austria, era desideroso di realizzare la propria residenza estiva-autunnale. Uno sguardo ai capolavori di arte contemporanea della

Galleria d’Arte “Punto sull’Arte” diventata uno spazio di riferimento per collezionisti e appassionati, al cui interno sono esposti capolavori del rinomato artista giapponese Kyoji Nagatani prima di raggiungere lo storico fiorista del centro che vi permetterà di conoscere l’”arte del Bonsai”. Vi verranno infatti illustrate la storia, l’estetica, le tecniche e segreti di coltivazione di questi meravigliosi alberi in miniatura di cui potrete ammirare la innumerevoli specie ivi esposte. Infine una breve sosta presso l’unico e fornitissimo negozio varesino dedicato alla cultura giapponese e alla fumettistica per un affascinante viaggio nel mondo dei Manga e degli Anime dove ci verrà illustrata la “nona arte” ovvero quella del fumetto. Per concludere al meglio la vostra giornata giapponese a Varese, accolti nella sala da tè di un rinomato negozio che

vende esclusivamente prelibatezze e manufatti del Paese del Sol Levante, verrà servita, in abbinamento a dolcetti tipici nipponici, una degustazione di vari tipologie di tè provenienti da diverse zone del Giappone. Trasferimento in Hotel per il pernottamento e cena libera.

2° GIORNO – DOMENICA Dopo la prima colazione in Hotel, partecipazione ad un autentico corso Manga per avvicinarvi all’arte del fumetto giapponese e scoprirne le tecniche che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Una full-immersion in questo affascinante mondo a colori affiancati da importanti professionisti del settore che vi sveleranno l’arte del fumetto secondo la migliore tradizione nipponica. Al termine della mattinata, verrà servito un gustosissimo snack giapponese.

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SPAZIO CULTURA

IL TERRY’S SHOW DI BALLARATI E CRIPPA di Laura Paganini

Mago, prestigiatore e performer lui, amante della natura e degli animali lei, ma entrambi, che nella vita sono una coppia, sono accomunati dalla stessa identica professione: sono registi. Matteo Ballarati e Federica Crippa sono due giovani classe 1997 (lui è di Busto Arsizio e lei di Arcisate) che si sono incontrati all'Istituto Cinematografico “Michelangelo Antonioni” di Busto Arsizio e hanno fatto della passione per il cinema un lavoro. All'inizio,

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quando erano alle prime armi, hanno girato il corto “La stanza dei ricordi”, al quale è seguita la continuazione “Art.640” e poi, proprio a ridosso del lockdown della primavera 2020, hanno dato vita al primo lungometraggio della carriera: “Terry's Show”, le cui riprese sono terminate il 31 maggio di quest'anno. Da non dimenticare, inoltre, che nel 2018 hanno fondato la casa di produzione indipendente Cactus Production.


< Matteo Ballarati e Federica Crippa sono due giovani classe 1997 che si sono incontrati all'Istituto Cinematografico “Michelangelo Antonioni” di Busto Arsizio e hanno fatto della passione per il cinema un lavoro > L'IDEA DI TERRY'S SHOW “L'idea è nata durante la premier di “Art.640” a Busto Arsizio nel novembre del 2019 quando i nostri amici e il pubblico presente ci hanno chiesto di sviluppare ulteriormente la trama e i personaggi e arrivare ad una conclusione spiega Ballarati - Abbiamo cominciato a scrivere e ne è uscito un film che abbiamo girato con i crismi qualitativi degni di un lungometraggio”.

GLI ATTORI

“La pellicola è praticamente interamente varesotta. Vogliamo ringraziare gli attori Sara Scialdoni, Fabiana Lavezzi, Fabrizio Valezano, Gregory Balzi, Luna Fedele, Gianfranco Preverino, Fabrizio Muscogiuri, Mattia Santangelo, Alessio Franchi, Edoardo Severgnini, Alessia Cerri, Alessandra Botton, Paolo Muzio, Gerardo Tummillo, Mauro Negri, Daria Morelli, Davide Gobbo, Monica Stracqualursi, Alessia Lodispoto, Paolo Iannuzzi, Simone Passero, Greg Martini e Michele Acocella e Patrizio e anche chi ha lavorato dietro le quinte: Filippo Marcodini, Nicola Genati, Sabrina Trentini, Alberto Vismara, Simone Morru, Giovanni Iacono, Noemi Bertoldi, Gabriele Migliavacca,Alessandro Bellora, Sabrina Stocco, Chiara Tenconi, Simone Consoli, Alessio Ghielmetti, Daniele Balconi e Daniele Marchegiani”.

QUESTO TITOLO PERCHÉ... “Terry's Show è una sorta di “Chi vuol essere milionario?”. In “Art.640” abbiamo montato una scena nella quale si vede questo programma e ci è piaciuto riprenderlo. È un quiz che amiamo e, anche se all'inizio il nome “Terry's Show” non era definitivo, alla fine ci siamo affezionati e l'abbiamo tenuto”.

LA TRAMA “Il film dura all'incirca 90 minuti e si basa su tre linee narrative: un indagato in attesa di processo, una banda di amici contro un pericoloso trafficante d’opere d’arte e un programma televisivo, il Terry’s Show che dà il titolo alla pellicola - dice Crippa - Si può guardare anche se non si sono visti i due primi nostri film perchè abbiamo riassunto il tutto e fatto in modo che la pellicola vivesse da sé. Qualitativamente e non solo questo lungometraggio si distacca decisamente dai primi due”.

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/ La scheda MATTEO BALLARATI

Nato nel 1997 a Busto Arsizio, ha sempre amato la magia e stare su un palco. Dopo le scuole superiori, ha lavorato per un anno nel campo delle vendite, ma dentro di lui si è fatto sempre più forte il desiderio di apprendere le tecniche di recitazione. Iscrittosi all'Istituto Cinematografico “Michelangelo Antonioni” di Busto Arsizio, si è reso conto che ciò che lo affascinava realmente era il lato organizzativo di uno spettacolo e ciò che sta dietro alla macchina da presa.

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/ La scheda FEDERICA CRIPPA

Coetanea di Matteo Ballarati, è di Arcisate e da piccola avrebbe voluto diventare veterinaria e partecipare ad una spedizione per salvare le balene. Terminato il Liceo Scientifico, si è presa un anno sabbatico nel quale ha coltivato la sua passione per il cinema e, in particolare, per i film di John Henderson e Charlie Chaplin. Si è iscritta negli ultimi giorni possibili all'Istituto Cinematografico “Michelangelo Antonioni” di Busto Arsizio ed è stata accettata in extremis, come 26esima studentessa. Galeotta fu quell'ammissione perchè lì ha trovato Matteo e la sua strada: la regia e un'attenzione particolare per tutto ciò che succede nel back stage.


LE RIPRESE “Sono iniziate a febbraio 2020, poco prima che tutto si fermasse per il lockdown, e ricordo che in quei giorni, in cui nessuno lontanamente pensava alle mascherine, abbiamo realizzato una scena vestiti come i RIS con guanti, mascherine e tute. Da lì a poco, purtroppo, quell'abbigliamento sarebbe diventato quasi abituale e, inevitabilmente, quella parte del film ha perso un po' del suo fascino - prosegue Ballarati - A causa dello stop imposto dal Covid, abbiamo avuto modo di rivedere la storia, le scene, il montaggio e ci è servito per limare alcuni dettagli. La data di uscita che ci eravamo prefissati, ossia novembre 2020, è slittata per forza di cose a questo autunno, ma siamo contenti del risultato ottenuto al termine di 23 giorni sul set diluiti in quasi un anno e mezzo tra vari lockdown e chiusure”.

LE LOCATION “Abbiamo girato la prima scena a Turbigo nel febbraio 2020 e le altre location sono state praticamente tutte nel varesotto: presso la Sala Campiotti in Camera di Commercio a Varese, dove abbiamo inscenato un processo in tribunale, al Castello di Ma-

snago, in un pub di Gornate Olona, dentro la redazione di Rete55, in un capannone abbandonato a Busto Arsizio, presso qualche negozio di amici e conoscenti e l'ultima scena all'aeroporto di Malpensa in pista e a bordo di un jet privato. Sono stati tutti momenti fantastici in cui sia io che Federica abbiamo fatto i registi ma insieme gli sceneggiatori, i produttori, curavamo le inquadrature e le luci e davamo indicazioni agli attori. Abbiamo fatto un lavoro di squadra sia sul set che nel montaggio”.

I PROGETTI FUTURI “Se le norme lo consentiranno, ci piacerebbe innanzitutto organizzare una première per lanciare “Terry's Show” sul grande schermo. Vorremmo fare proiezioni itineranti sul territorio e magari dare la possibilità di guardare il nostro film anche in streaming - conclude Crippa - Uno degli obiettivi futuri sarà avere un produttore che ci finanzi qualche altro progetto, nostro o meno. Vogliamo rimanere nel giro e farci conoscere sempre di più come registi creando contenuti per la nostra Cactus Production, una realtà che fa da pallone mediatico ad altre”.

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TECNOLOGIA E AVANGUARDIA TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA

AL SERVIZIO DEI PIÙ PICCOLI a cura della redazione

Il nuovo reparto, tanto all'avanguardia dal punto di vista tecnologico quanto bello e rasserenante nella decorazione degli ambienti, si trova al primo piano del Padiglione Michelangelo all'Ospedale Filippo Del Ponte di Varese e rappresenta un completamento decisivo per l'offerta assistenziale pediatrica e ginecologica. La TIPOG è una struttura molto attesa e rilevante in sé, ma ancor di più per il riflesso che avrà su tutta l'attività pediatrica offerta a Va-

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< Lo scorso 3 luglio è stata inaugurata la Terapia Intensiva Pediatrica e Ostetrico-Ginecologica dell'ASST Sette Laghi > rese, consentendone uno sviluppo e un ampliamento decisivo, a partire da quella di chirurgia pediatrica.


< La TIPOG è una struttura molto attesa e rilevante in sé, ma ancor di più per il riflesso che avrà su tutta l'attività pediatrica offerta a Varese, consentendone uno sviluppo e un ampliamento decisivo, a partire da quella di chirurgia pediatrica >

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Ad aprire l'inaugurazione il Direttore generale, Gianni Bonelli: "Sono pediatriche le tecnologie innovative di cui è dotata la nuova TIPOG: ventilatori, ecografo, colonna broncoscopica e sistemi di monitoraggio. A rendere però con massima evidenza tale destinazione sono le decorazioni pittoriche che rendono vivace e rasserenante lo spazio: ogni dettaglio figurativo è stato pensato e realizzato appositamente per i bambini, grazie al progetto voluto e finanziato dalla Fondazione il Ponte del Sorriso. Se il nostro Ospedale della Donna e del Bambino è tra i più belli d'Italia, per quanto concerne gli ambienti interni, è proprio grazie a questa fondazione”. Grazie al finanziamento di 18 milioni di euro da Regione Lombardia, è stata aggiudicata anche la gara di progettazione del terzo lotto dell'Ospedale del Ponte e nell'autunno 2022 partiranno i lavori. “Con il terzo lotto il nostro Del Ponte sarà bello anche da fuori, ma soprattutto sarà più ampio, organizzato e razionale, prosegue Gianni Bonelli. Verrà realizzato un nuovo volume architettonico per

ottimizzare i percorsi di diagnosi e cura. Saranno anche ristrutturati i reparti del Padiglione Leonardo, verrà realizzata una piazza per migliorare l'accoglienza, un giardino protetto per le attività della NPI e un nuovo quartiere per la Procreazione Medicalmente Assistita. E ancora: a inizio del prossimo anno, in collaborazione con l’Università dell’Insubria, un’area del quarto piano del padiglione Leonardo sarà riconvertita in spazio didattico ad alta tecnologia, da utilizzare per la formazione degli specializzandi e per condividere anche con clinici provenienti da altre realtà procedure e attività innovative. Insomma, anche questo Ospedale incarna alla perfezione il principio che vogliamo animi tutta la nostra Azienda: quello di essere sempre in divenire, sempre in via di miglioramento, di crescita, di evoluzione per la componente strutturale e per le competenze e l'offerta assistenziale. Un Ospedale, e dei professionisti, di cui possiamo andare davvero orgogliosi".

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40 ANNI DEDICATI ALLA COMUNITÀ E AL TERRITORIO ROTARACT CLUB VERBANO

a cura della redazione

Il Rotaract Club Varese Verbano nasce nel 1981 ad opera di ragazzi talentuosi desiderosi di mettersi in gioco per dare un contributo alla comunità organizzando eventi e progetti a supporto del territorio e sostenendo diverse associazioni locali. Domenica 26 giugno si è svolta la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne tra il pre-

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< Domenica 26 giugno si è svolta la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne tra il presidente del Rotaract Club Varese Verbano Giada Gabardini e il suo successore Francesco Tenti, che lo guiderà per tutto l’anno rotaractiano 2021/ 2022 >


< Il direttivo del club è composto da giovani con esperienze e passioni diverse: Il Presidente Francesco Tenti, Il Vicepresidente Sofia Sparacia, il segretario Martina Elisa Pillon, il tesoriere Clara Larghi, il prefetto del Club Alessio Soffitto e i consiglieri Alessandro Nascimbene e Alice Prina >

sidente del Rotaract Club Varese Verbano Giada Gabardini e il suo successore Francesco Tenti, che lo guiderà per tutto l’anno rotaractiano 2021/ 2022. L'evento ha segnato l'inizio di un nuovo anno sociale che vede i ragazzi del Rotaract impegnarsi in diversi progetti tra cui le Little Free Library, che è possibile trovare presso il Parco Mantegazza, Villa Toeplitz e i Giardini Estensi di Varese. Durante l’anno, il Club continuerà ad aiutare associazioni come ADMO e la Casa del giocattolo solidale e riproporrà i service storici come il sostegno a Casa Adele e l’organizzazione della caccia alle uova. Inoltre cercherà di proporre nuove attività per la ripartenza postcovid a Varese. Il direttivo del club è composto da giovani con esperienze e passioni diverse: Francesco Tenti è il presidente per l’anno in corso, diplomato al Liceo Classico “E. Cairoli” di Varese, si è laureato in architettura del paesaggio alla University of Greenwich di Londra ed è attualmente impiegato come architetto paesaggista presso uno studio di progettazione in Canton Ticino. È appassionato d’arte, di giochi di strategia e apprezza la buona cucina e il buon vino. Il Vicepresidente Sofia Sparacia, laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed è fortemente interessata ai diritti umani e alla cooperazione internazionale. Martina Elisa Pillon è il segretario ed è respon-

> vai sulla pagina Fb sabile del funzionamento efficiente del club, redige verbali e tutti i documenti ufficiali. È la prima persona con cui si consulta il presidente. Martina è laureata in Giurisprudenza e sta conseguendo un Dottorato in Diritto Processuale Civile presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Clara Larghi è il tesoriere, si occupa di bilanci e gestisce i pagamenti del Club. È laureata in Ingegneria Chimica presso il Politecnico di Milano e attualmente lavora come assegnista di ricerca nei laboratori del dipartimento di energia del Politecnico. Alessio Soffitto è il prefetto del Club, si occupa di organizzare tutti gli aspetti degli eventi e delle relazioni rispettando il Cerimoniale Rotaractiano. È laureato in Psicologia Clinica e specializzando in psicoterapia. È appassionato di vino, cucina, viaggi e cinema. Alessandro Nascimbene e Alice Prina sono i consiglieri del Club, Alessandro sta conseguendo una laurea in Medicina mentre Alice è laureanda in Odontoiatria presso l’Università degli Studi dell’Insubria, vive nel rispetto degli animali e della natura, apprezza la letteratura inglese ed è attivamente impegnata nel sociale.

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DOMENICA 12 SETTEMBRE dalle 9 alle 19 Piazza Repubblica

La prima esposizione di veicoli elettrici nel cuore di Varese


COSMESI BIOLOGICA E NATURALE

LE MUSE BIO

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a cura della redazione

Dietro Le Muse Bio c’è Ambra, una ragazza di provincia cresciuta in campagna, che ha deciso di lasciarsi alle spalle un percorso professionale nella moda e seguire la sua grande passione per la vita a contatto con la natura. E proprio questa filosofia di vita ecosostenibile, naturale e consapevole è diventata la linfa del suo lavoro quotidiano, un’intesa che le ha permesso di realizzare il suo sogno. All’inizio non è stato facile… l’idea di lasciare un lavoro con uno stipendio sicuro per buttarsi a capofitto nella realizzazione di un e-commerce non suscitò certo l’entusiasmo in famiglia. Tuttavia Ambra era entusiasta di aprire un’attività tutta sua e il web sentiva che faceva proprio per lei. E così, eccola qui, felice di aver intrapreso questo percorso che tra sfide e tante soddisfazioni le permette ogni giorno di esprimere il lato migliore di sé.

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Nel 2017 nasce Le Muse Bio, ecommerce di cosmesi biologica e naturale. Fin dal principio ho voluto condividere quella che chiamo EcoBioMindfulBeauty, una bellezza consapevole ed ecosostenibile a 360°. Le Muse Bio non è solo uno spazio di vendita, amo molto il confronto continuo e quotidiano con le mie clienti che sono la mia principale fonte d’ispirazione. Tantissime donne, e non solo, che scelgono di ritagliarsi e regalarsi

delle parentesi da dedicare a se stesse e al proprio star bene ponendo la loro attenzione ad una bellezza naturale e consapevole. All’interno dello shop offro un ampio catalogo, in continuo aggiornamento, con i migliori brand dedicati alla cosmesi biologica e naturale per viso, corpo e capelli. Tutti i prodotti sono testati e selezionati con cura, voglio conoscere a fondo ogni proposta che faccio ai miei clienti. Il mondo dell’eco-bio sta crescendo moltis-

simo e molto velocemente, ci propone cosmetici sempre più performanti ma che vogliono avvicinarci ad una modalità di utilizzo più naturale e slow. Ci contraddistinguono spedizioni rapide su tutto il territorio nazionale ed europeo, gli imballaggi biodegradabili o riciclabili, un servizio clienti attivo ogni giorno e soprattutto gli spazi social dove amo condividere consigli beauty. Seguici sui social Le Muse Bio

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ANDRELAB - BLONDE SPECIALIST

BELLEZZA SOSTENIBILE E TRATTAMENTI ESCLUSIVI a cura della redazione

Sale, sabbia, sole, cloro, sudore: se da un lato è un vero toccasana per il nostro corpo, l'estate può diventare un incubo per i nostri capelli perchè può mettere a dura prova la salute e la bellezza delle nostre chiome, soprattutto se sono lunghe, colorate o secche di natura. Anche nei mesi caldi dell’anno, però, è possibile mantenere capelli forti e luminosi, semplicemente adottando qualche accorgimento in più. Di seguito i nostri consigli per difendere i capelli in estate.

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USA UNO SPRAY PROTETTIVO PER CAPELLI Portalo sempre con te, in spiaggia o in piscina, per proteggere i tuoi capelli da sole, vento e salsedine. Ricorda che un capello grosso necessita di una maggiore quantità d’olio, mentre capelli sottili sono più adatti al latte solare e a soluzioni bifasiche da agitare e spruzzare. Lo spray solare è perfetto anche per escursioni o passeggiate in città. Utilizzare un cappellino durante le passeggiate è un altro accorgimento molto utile per difendere i capelli e il cuoio capelluto dal sole e dai dannosi raggi UV.


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SCIACQUA I CAPELLI CON ACQUA DOLCE Questo passaggio è necessario per eliminare la salsedine o il cloro ed evitare che i capelli si inaridiscano. Se sei in vacanza, puoi utilizzare degli shampoo specifici per il sole che eliminano in maniera profonda ogni residuo senza dover sfregare.

EVITA PIASTRE E PHON L’estate è bella anche per il senso di libertà e spensieratezza che ci trasmette: via libera ad acconciature naturali, senza l’utilizzo di piastra o phon. Lasciando asciugare i capelli naturalmente, diminuirai sensibilmente l’effetto crespo e otterrai capelli più lucenti.

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NON LEGARE TROPPO I CAPELLI Raccogliere i capelli in code o chignon è una tattica anti-caldo che rischia di spezzare o rovinare il capello. Meglio optare per acconciature più morbide oppure utilizzare gli elastici Invisibobble, che legano il capello senza stressarlo.

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UTILIZZA MASCHERE RISTRUTTURANTI Almeno una volta a settimana, applica sui capelli una maschera ristrutturante per nutrirli a fondo lasciandola agire per 10 minuti. Come sempre, consigliamo di mantenersi idratati e di seguire un’alimentazione ricca di frutta e verdura: i capelli sono come la tua pelle, necessitano di idratazione costante “dall’interno” per coadiuvare l’efficacia di maschere e altri prodotti.

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/ MANCINI

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È l'artefice del sogno azzurro. Ventura ci aveva fatto piombare in un incubo. Il Mancio ci ha trascinati verso l'inimmaginabile

/ DONNARUMMA

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Il portiere numero uno dell'Europeo è sbocciato definitivamente. Torneo da favola per Gigio l'insuperabile che con balzi felini ha ipnotizzato dal dischetto spagnoli e inglesi

Il pagellone Guarda il video

di Matteo Caronni e Pino Vaccaro

/ SPINAZZOLA

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/ CHIELLINI

8,5

/ BONUCCI

8,5

"Turbospina" è stato nettamente il miglior esterno sinistro del torneo. Imprendibile col motorino acceso fino al brutto infortunio Impressionante in marcatura sui centravanti avversari. Ha messo il freno a Lukaku e Kane concedendo qualcosa solo a Morata. Granito Con Chiellini ha eretto la linea Maginot e in finale ha regalato i rigori all'Italia

/ JORGINHO

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Euclide deve avergli trasmesso principi saldissimi da trasferire con saggezza su un campo da calcio

/ CHIESA

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Un trattore che ha arato con personalità gli avversari. Fuoriclasse

/ VERRATTI

Geometria e cattiveria al servizio del gruppo

/ BARELLA

Si è spento nel finale, ma il gol al Belgio resta una mirabilia

/ LOCATELLI

Era partito in sesta con una doppietta d'autore

/ CRISTANTE

Entra in finale e regala l'assist più importante del torneo per il gol di Bonucci con l'Inghilterra

/ DI LORENZO

6,5 6,5 6 5

È cresciuto alla distanza soffrendo molto all'inizio. Poi una certezza

/ INSIGNE

Poesia pura nel gol col Belgio

/ EMERSON

Ha sostituito degnamente Spinazzola

/ IMMOBILE E BELLOTTI

Polveri bagnate per entrambi. Generosi ma poco pericolosi

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