Pall. Varese Magazine VS Napoli 27-12-14

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VOGLIA DI RISCATTO

DA METTERE SUBITO

IN CAMPO CONTRO

UNA NAPOLI REDUCE DAL PRIMO SUCCESSO IN CAMPIONATO AL SUPPLEMENTARE CON SCAFATI

di Matteo Gallo

La Pallacanestro Varese affronta sabato sera in casa nell'anticipo di campionato Napoli dopo la trasferta di Reggio Emilia dove i biancorossi hanno resistito 20' prima di arrendersi ai lunghi reggiani Voglia di riscatto da mettere subito contro i partenopei reduci dal primo successo in campionato al supplementare con Scafati.

Nel roster della formazione affidata a Giorgio Valli, dopo la separazione avvenuta a metà novembre con il coach della passata annata Milicic, sono avvenuti vari cambiamenti per cercare

di ristabilire la rotta verso la salvezza. Via Copeland, a Verona nello scambio con Pullen, via Dreznjak, andato a Cremona, via Manning Jr e Hall per portare dentro Ben Bentil, l'altro cavallo di ritorno Zubcic e Erick Green.

Partiamo da Ben Bentil che è sicuramente uno dei nomi più di spicco del roster napoletano Lungo già visto in

Italia con la maglia dell'Olimpia, il centro di passaporto ghanese vanta un fisico imponente che ne fa un baluardo vicino a canestro. Bentil è anche un ottimo attaccante con 17,8

punti di media in questa serie A uniti ad una mano educata dall'arco: 34% dalla linea dei tre punti.

E' un giocatore cui non va dato spazio. In coppia con Pangos può formare un asse play pivot cui fare molta attenzione. Il regista canadese ha vissuto un inizio di stagione viziato dagli infortuni che ne hanno limitato le presenze: ora, però, pare recuperato e anche i numeri sono di tutto rispetto con 13 punti e ben 6,9 assist di media a gara Due nomi che già da

soli non valgono certo l'ultimo posto in classifica. Zubcic è un'ala forte dotata di centimetri, ma anche di una mano molto educata dall'arco. Lo conosciamo già come giocatore capace di mettere insieme notevoli bottini di

punti e anche lui porta esperienza ad alti livelli. Erick Green è un altro nome noto in Italia Dopo aver esordito nella nostra serie A come professionista con la maglia di Siena ed aver disputato un'ottima stagione che gli è

TANTI GIOCATORI CAPACI DI CREARE

SOLUZIONI PER SE E GLI ALTRI

IN QUESTA NAPOLI 2.0 DOVE I NOSTRI GIOVANNI

valsa la chiamata in Nba con i Denver Nuggets, ha vissuto una carriera di alti e bassi senza avere grande costanza, ma rimane un attaccante di pregevole fattura Tanti giocatori capaci di creare soluzioni per se e gli altri in questa Napoli 2.0 dove i nostri

Giovanni De Nicolao e Woldetensae fanno da equilibratori. 16' di media per il regista veneto con 3,5 punti e 2,7 assist a gara e tanta difesa mentre Woldetensae ha ritrovato il feeling con il tiro pesante dopo aver vissuto una annata travagliata la scorsa stagione sotto il Sacro Monte: 36,7% da 3 per lui.

Nel roster partenopeo occhio anche alla crescita di Kaspar Treier: 8,1 punti di media per il cestista estone visto agli esordi con la maglia di PMS Basketball Qualche spazio lo ha avuto anche il giovane classe 2006

Stefano Saccoccia così come qualche scampolo lo ha avuto il lunghissimo Andrea Mabor Dut Biar. Fra i giocatori di rotazione da segnalare manca solo Leonardo Totè, lungo azzurro che sta dando continuità alla buona annata vissuta a Pesaro. 11,8 punti in 23' per lui conditi da 4,3 rimbalzi.

A T U P E R T U DAV I D E A LV I T I

CON NAPOLI VIETATO FALLIRE

Devo dire grazie ai miei genitori che, dopo essere cresciuto 12 cm in un’estate, mi hanno consigliato di fare basket

E’senza dubbi un perno della Pallacanestro Varese 2024/2025, un giocatore chiamato ai Piedi del Sacro Monte per fare la differenza in campo, come nello spogliatoio

Il curriculum, d’altronde, non mente: 2 scudetti, una Coppa Italia, la Nazionale, di cui è tornato a fare parte proprio quest’anno ed un talento di alto livello

Di chi stiamo parlando? Di Davide Alviti, ala biancorossa, che si racconta a 360 gradi, dagli inizi ad Alatri, fino al prossimo impegno di campionato contro Napoli

Come nasce la passione per la pallacanestro?

“In realtà più che nascere si sviluppa. L’idea di farmi giocare a pallacanestro viene ai miei genitori che mi vedono crescere più degli altri ragazzi a livello fisico in maniera esponenziale. Basti pensare

che in un’estate cresco di 12-13 cm e mia mamma è costretta a cambiarmi tutti i vestiti dell’armadio (ride, ndr) L’idea vera di farmi iniziare a giocare a pallacanestro è di mio papà, che mi porta nella squadra del mio paese, Alatri, dove inizio a giocare. Ecco, si è evoluta nel tempo, non è nata come passione. Fosse stato per me, probabilmente, avrei fatto calcio come tutti i miei amici all’epoca, invece devo dire grazie ai miei genitori che hanno avuto questa intuizione che poi mi ha cambiato la vita”

Ed è proprio ad Alatri che la sua carriera svolta, in una sconfitta contro l’Eurobasket Roma...

“Sì è vero. Quella partita perdemmo 14101 ed io segnai tutti i punti della mia squadra. Al termine del match un osservatore di Eurobasket parlò con mio papà

FOSSE STATO PER ME, AVREI FATTO CALCIO

COME TUTTI I MIEI AMICI ALL’EPOCA,

INVECE DEVO DIRE GRAZIE AI MIEI GENITORI

CHE HANNO AVUTO QUESTA INTUIZIONE

CHE POI MI HA CAMBIATO LA VITA

p e r p o r ta r m i a g i o c a r e d a l o r o P r e ndemmo la decisione di andare a Roma tutti insieme in famiglia, come abbiamo sempre fatto, io non sapevo bene cosa rispondere, all’epoca avevo solo 14 anni, e nonostante questo mio padre mi diede completamente carta bianca sulla scelta da fare In famiglia abbiamo sempre preso le scelte insieme e questo ci ha portato tanti benefici, perché il dialogo ritengo sia alla base di tutto e che fa stare in piedi una famiglia sana ed infatti anche quella volta la scelta condivisa di andare a Roma fu azzeccata”

Da come me ne parla, mi pare di capire che il suo rapporto familiare sia molto forte...

“Assolutamente sì, io mi auguro di avere una famiglia simile quando toccherà a

me E’ una cosa che costruisci nel tempo e che ti forma prima di tutto come persona e devo dire che sono molto fortunato da questo punto di vista”.

Da Roma inizia il suo girovagare per l’Italia: Mantova, Tortona, Imola, Treviso, Trieste. C’è stata una tappa più importante delle altre nella sua crescita?

“Tutte sono state molto importanti, perché ognuna di esse ha segnato indelebilmente un passaggio di crescita nella mia carriera. Il mio primo anno di A2, a Mantova, non ho giocato, avevo un secondo anno di contratto ma decisi di andare a Tortona dove trovai coach Demis Cavina, che mi prese per fare il quarto lungo A metà stagione, però, un cambio nel roster mi permise di passare a giocare da tre su

MI AUGURO DI AVERE UNA FAMIGLIA COME

LA MIA QUANDO TOCCHERÀ A ME. E’ UNA

COSA CHE COSTRUISCI NEL TEMPO E CHE TI FORMA PRIMA DI TUTTO COME PERSONA

intuizione del coach e da lì la mia carriera è svoltata Partire da 4 e ritrovarmi 3 non è stato facile ma se penso al basket che c’è oggi, fare uno o l’altro ruolo è tutt’un’altra cosa. La stagione successiva è stata quella del consolidamento nel ruolo di ala piccola per me, seguendo coach Cavina a Imola, poi l’anno dopo ho vinto l’A2 con Treviso e dopo il covid è arrivata la stagione di Trieste che mi ha portato a Milano. Ho sempre cercato di fare il passo giusto anno dopo anno”.

A Trieste incontra Marco Legovich che adesso ha ritrovato qui a Varese. Com’era il vostro rapporto e che Legovich era quello di Trieste?

“Ho ritrovato lo stesso Marco di tre anni fa Abbiamo lo stesso rapporto di tre anni, quando parlavamo moltissimo sia di basket che non di basket, quando cercavo di coinvolgerlo nell’aiutarmi a migliorare in determinate situazioni ed è poi quello che avviene adesso. Ora abbiamo un rapporto più consolidato, ripreso dopo averlo messo in pausa post Trieste”

Poi arriva Milano, cosa si porta da quell’avventura?

“Mi porto di tutto e la scelta che feci di andare lì la rifarei 800 000 volte Io ho un’im-

magine impressa nella mente, ovvero la chiama del roster e dopo il mio nome venivano Hines e Datome. Sentirmi parte della stessa squadra di due campionissimi come loro era qualcosa di unico, un sogno. Mi tornava in mente tutto quello che aveva fatto per arrivare fin lì, credevo di sognare Ho tanti ricordi, tante emozioni, anche negative, perché poi non giocando spesso non stai bene, però mi sono fatto le ossa. Ti alleni ogni giorno con gente come Shields, Datome, Hines, Melli, campioni che ti aiutano a crescere in campo ma anche fuori Il livello di approccio alla vita è diverso, non perché siano migliori o peggiori delle altre persone ma perché hanno vissuto esperienze tali da comportarsi poi in una determinata maniera a fronte di certe situazioni Sono cresciuto moltissimo sotto tutti i punti di vista, anche grazie al lavoro dei coach, che ci sarà un motivo per il quale sono lì e ti aiutano a crescere sempre più”.

E’ interessante questa risposta, perché fa capire i motivi per i quali un giocatore, soprattutto italiano, decide di andare a giocare a Milano anche con il rischio di non giocare molto...

“Purtroppo questa è una cosa astratta ma è una concezione sbagliata della scelta

che ad esempio io avevo fatto Stare in quel contesto ti forma, ti fa crescere ed è una tappa di sviluppo importantissima, o almeno, per me è stato così”.

Poi Trento ed infine Varese. E’ vero che già due stagioni fa era stato cercato dalla società?

“Si è vero, poi però avevo preso la scelta di andare a Trento, ma comunque a Varese alla fine ci sono arrivato lo stesso”.

Cosa l’ha convinta questa estate a venire qui?

“Sicuramente il progetto prospettatomi da Luis e la tipologia di gioco che mi affascina molto e ritengo elevi all’ennesima potenza le mie caratteristiche”

Tra l’altro in questo tipo di basket torna anche a volte a fare il 4, soprattutto in difesa, mostrando tutta la sua versatilità

e facendo un passo indietro a quel passato di cui mi parlava prima.

“E’ vero, ti racconto un aneddoto. Quando ero ad Eurobasket mi facevano giocare da 5 i primi tempi ed io, tornando dagli allenamenti, mi lamentavo con mio papà di questa cosa, perché avrei voluto avere più la palla in mano, tirare da fuori ecc. Mio padre, pur non avendo mai giocato a basket, mi disse di non preoccuparmi perché anche quel tipo di lavoro che stavo facendo mi avrebbe aiutato nella mia carriera ed in effetti è stato così. Ora sono un giocatore versatile che sa adattarsi alla situazione”.

L’inizio di stagione qui a Varese è stato complicato. Come un giocatore italiano riesce ad integrarsi in questo sistema soprattutto quando ci sono anche risultati non certo favorevoli?

“Non è facile. E’ un modo di fare basket lontano dalla nostra concezione europea ed italiana, però non si può dire che non

COSA L’HA CONVINTA A VENIRE QUI?

“IL

PROGETTO PROSPETTATOMI DA LUIS

E LA TIPOLOGIA DI GIOCO CHE RITENGO

ELEVI LE MIE CARATTERISTICHE

sia un modello vincente, basta vedere cosa sta facendo Parigi in Eurolega quest’anno.

S i c u r a m e n t e , r i p e t o , n o n è s e m p l i c e , p e r ò u n a v o l t a c h e e n t r i n e l l ’ o t t i c a d i quelle regole base del sistema e riesci ad applicare al giocato, hai la possibilità, come dicevo prima, di elevare al massimo le tue caratteristiche. Parlando di squadra, nelle ultime uscite abbiamo alzato notevolmente il nostro impatto difensivo rispetto alle prime uscite che era quasi inesistente, poi una grossa mano ce la stanno dando Sykes e Tyus, due giocatori che non hanno bisogno di presentazioni e che si stanno dando un grandissimo apporto”.

Due domeniche fa è arrivata una grandissima vittoria contro Milano al termine di una settimana complicatissima...

“Si è vero. Una settimana molto complic a ta p s i c o l o g i c a m e n te a n c h e p e r c h é , dopo la brutta figura di Cremona, sapevamo di andare ad affrontare una delle migliori squadre d’Europa che veniva da 6 vittorie consecutive in Eurolega e che il venerdì aveva battuto Barcellona. Nonostante tutto la chiave di volta della partita è stata la capacità che abbiamo avuto di imporre a Milano il nostro gioco, a differenza di quanto invece avevamo fatto contro Cremona dove ci eravamo lasciati tra-

scinare dalla partita che voleva fare Cremona. Abbiamo corso, alzato il numero dei possessi ed avuto un ottimo impatto difensivo”.

A Reggio Emilia, però, siete incappati negli stessi errori commessi a Cremona: come mai e cosa dovete fare sabato in casa per superare Napoli?

“ P u r tr o p p o c o n R e g g i o E m i l i a n o n a bbiamo disputato una bella partita, soprattutto dal punto di vista della tenuta fisica contro una squadra molto attrezzata come la Una Hotels e questo lo abbiamo pagato in particolare nel secondo tempo. Ora sappiamo che dobbiamo prepararci al meglio per la sfida con Napoli di sabato sera, perché incontreremo una squadra forte, al di là di quello che dice la classifica e per noi sarà fondamentale vincere in ottica corsa salvezza”.

O R G A N I G RA M M A

Presidente

Antonio Bulgheroni

Vicepresidente Gianpaolo Perego

Amministratore Delegato Luis Scola

Director of Business

Development & Operations

General Manager Basketball Operations

Federico Bellotto

Zachar y Sogolow

General Manager Basketball Strategy Maksim Horowitz

Assistente General Manager

Direttore Sportivo

Responsabile Operativo Prima Squadra

Amministrazione

Matteo Jemoli

Mario Oioli

Massimo Ferraiuolo

Maria Grazia Ferrari

Responsabile Marketing ed Eventi Francesco Finazzer Flori

Responsabile Stampa e Comunicazione Marco Gandini

Responsabile Relazioni Esterne

e Csr/Safeguarding Officer

Raffaella Demattè

Responsabile Biglietteria e Merchandising Luca Maffioli

STA F F

Allenatore

Herman Mandole

Associate Head Coach

Marco Legovich

Assistente Allenatore

Federico Renzetti

Preparatore Atletico

Silvio Barnabà

Medico Sociale

Andrea Bulgheroni

Medico Ortopedico

Mauro Modesti

Fisioterapista

Davide Zonca

Fisioterapista

Matteo Bianchi

PALLACANESTRO VARESE PRESENTA "THE COACHES' CLUB"

Pallacanestro Varese è felice di presentare “The Coaches’ Club”, un programma pensato per offrire agli allenatori l’opportunità di arricchire le proprie conoscenze tecniche, tattiche e manageriali grazie alla presenza di coach e dirigenti con esperienza di alto livello, in realtà che spaziano da NBA, NCAA, Eurolega, Eurocup e Nazionali.

Il programma sarà svolto completamente in lingua inglese, sulla piattaforma Zoom, con una cadenza mensile di due/tre incontri al mese, compresi tra gennaio e giugno 2025 I partecipanti avranno accesso esclusivo a 15 lezioni live, suddivise in quattro moduli:

- X’s & O’s: Coaching Strategy;

- Maximizing potential: The Power of Player Development;

- Excelling in your role: Leadership at all levels;

- Winning as an organization: Front Office Perspective.

Il roster degli speaker sarà diviso in membri dello staff tecnico e dirigenziale della Pallacanestro Varese: Maksim Horowitz, Marco Legovich, Herman Mandole, Luis Scola e Zachary Sogolow; e ospiti esterni del calibro di: Marco De Benedetto, Mario Fioretti, Riccardo Fois, Roberto Iezzi, Nenad Jakovljevic, Alessandro Magro, Alessandro Nocera, Ryan Pannone, Marco Ramondino e Sergio Scariolo.

Il costo del programma è di 250 euro L’iscrizione garantirà l’accesso alle sessioni live e al cloud dove saranno caricate le registrazioni di tutte le lezioni

JACOB PULLEN

Avolte ritornano. Oppure certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. In sostanza, l'eroe della vittoria della Coppa Italia 2024. In quel mitico 72-77 con cui i partenopei vinsero la coccarda tricolore c'era pesantemente lo zampino di Pullen, americano di passaporto georgiano. Dopo il divorzio nella scorsa estate, Pullen aveva firmato in A2 con Verona salvo poi divorziare proprio in questi giorni per tornare in quel di Napoli. 35 anni compiuti a novembre, Pullen porta ovviamente esperienza, ma anche capacità

di segnare in svariati modi: da un raggio di tiro che arriva fino agli 8 metri ed un tiro pesante molto affidabile ad un primo passo che ancora gli permette di fare assalti vincenti al ferro Forse, per il talento che ha Pullen ha raccolto meno di quanto gli spettasse in carriera. Esordio fra i professionisti nella Biella delle sorprese del gm Atripaldi nel 2011/12, poi Hapoel Gerusalmente, 9 gare in maglia Virtus Bologna, Barcellona, Brindisi, Khimki e vari passaggi al Cedevita. L'anno scorso per lui 14,7 punti con il 32% dall'arco che nella vincente campagna di Coppa Italia si sono alzati a 20 punti di media.

di Matteo Gallo

I NUMERI DEL CAMPIONATO

P U N T I

C LAS S I F I CA

S

- 20:00

20:30

12:00

A T U P E R T U C O N M AT T E O TA P PA R O

NATO CON LA PALLA DA BASKET IN MANO

L’esperienza dello scorso anno negli USA mi sta aiutando molto

Una vita (cestistica) in biancorosso, sognando la Serie A Questo è il percorso di Matteo Tapparo, playmaker di Varese Basketball da quest’anno aggregato anche agli allenamenti della Prima Squadra biancorossa, che si è formato in casa bosina e che sogna, un giorno, di poter esordire con la maglia della sua città

Come inizia a giocare a pallacanestro?

“Ho iniziato a giocare grazie a mio papà, che anche lui giocava sempre a Varese e mi ha trasmesso questa grande passione. Sono nato con la palla in mano, mi sono iscritto a minibasket all’età di 6 anni, però devo dire che non fu subito amore a prima vista Nei primi allenamenti mi annoiai parecchio tanto che mollai per andare a provare sia a calcio che a nuoto. Alla fine, però, sono tornato a giocare a pallacanestro e da lì non ho più smesso”.

Lei ha vissuto il settore giovanile biancorosso anche prima dell’arrivo di Luis

Scola, quali sono le differenze principali che ha notato?

“Le differenze non sono solo puramente tecniche o di filosofia ma anche proprio di organizzazione di tutta l’attività del settore giovanile Sicuramente la principale, però, è legata allo stile di gioco: prima si faceva un gioco molto più basato sulla vecchia scuola, oggi invece si va verso un basket più moderno, basato molto sullo sviluppo fisico, sulla giusta scelta di tiro a livello statistico”

Come giocatore, come si trova in questo nuovo modo di fare ed intendere la pallacanestro?

“Mi trovo bene. Mi ha aiutato molto in questo l’aver vissuto un anno un’esperienza negli USA Quando sono arrivato lì mi son d o v u t o a d e g u a r e m o l t o a l l o r o m o d o d i giocare a basket ma quando sono tornato, in questo nuovo contesto di Pallacanestro Varese, mi ha aiutato molto aver fatto quell’esperienza”

SONO FELICE DEL PERCORSO CHE STO FACENDO MA ANCHE CONSAPEVOLE CHE

Mi parli allora proprio di questa esperienza in America...

“Era il 2021, sono finito alla Scotland High School in Pennsylvania, vicino a Philadelphia Una scuola basata su un mix di cultura tra quella americana e quella coreana. Mi ha aiutato a crescere molto dal punto di vista dell’indipendenza personale e ovviamente, come dicevo prima, della pallacanestro L’unico rimpianto che ho di questa esperienza è il non aver vissuto appieno la componente ludica di una vera e propria High School americana, questo influenzato dal fatti che la cultura coreana, molto rigida e seria presente nella scuola, non lo permetteva”

Q u e s t ’ e s p e r i e n z a l e h a p e r m e s s o d i crescere ed oggi è un baluardo della B

Interregionale e si allena con la Serie A, un ottimo traguardo...

“Assolutamente sì, ad inizio anno non pensavo questa stagione potesse svilupparsi così bene. Sono felice del percorso che sto facendo ma anche consapevole che il lavoro da fare è ancora molto. Ho il sogno di poter un giorno giocare con la maglia della Pallacanestro Varese in Serie A, anche se intanto devo dire che già allenarsi con la Prima Squadra è una cosa bellissima”.

Librizzi, Assui, modelli da seguire per coronare il suo sogno?

“Ovviamente, io ci proverò con tutte le mie forze, poi vedremo se capiterà l’occasione o meno”.

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