Di lanzo ok

Page 1

“Nella foresta”, 35x25 cm, incisione calcografica e acrilico su carta - 2012

Dall’alto “La Ciuetta”, china e penna su carta, 24x30 cm, 2011 “Animali in gabbia”, 23,5x16,5 cm, china e acrilico - 2011 “Gli acrobati”, 30x48 cm, china su carta - 2010

Vario ART Foto Claudio Carella

Michela nasce a Chieti durante la primavera del 1984. La sua vita a stretto contatto con la campagna, la terra, gli animali sarà una parte fondamentale della sua ricerca artistica e per la formazione della sua visione. Si dedica così, attraverso una osservazione silenziosa, al disegno fin dall’infanzia. Nel 2012 ha creato il progetto editoriale “La Ciuetta” e ha iniziato la produzione e distribuzione di illustrazioni. Ha esposto nel Padiglione italiano alla fiera dell’artigianato di Milano. Nel 2013 i suoi lavori sono stati esposti a Pescara, Lanciano, Chieti, Milano e Berlino.

Michela was born in Chieti in the spring of 1984. Living in the countryside has played a fundamental role in forming her artistic vision, and ever since early childhood, she has devoted herself to drawing. In 2012 she created the publishing project “La Ciuetta” dedicated to the production and distribution of illustrations. She has exhibited her works in the Italian Pavilion at the craft fair in Milan. In 2013 her works were exhibited in Pescara, Lanciano, Chieti, Milan and Berlin. www.micheladl.com

Michela Di Lanzo

CREDIAMO NELLA FORMAZIONE, NELLA CULTURA E NELLA RICERCA COME ATTIVITÀ CAPACI DI LIBERARE ENERGIE PER IL BENESSERE DELLA COMUNITÀ E LO SVILUPPO DEL TERRITORIO. DA VENTI ANNI COLTIVIAMO PROGETTI E CONDIVIDIAMO RISORSE PER FINALITÀ DI INTERESSE PUBBLICO E DI UTILITÀ SOCIALE.

Corso Umberto I, n. 83 - 65122 PESCARA - Tel. 085.4219109 - Fax. 085.4219380 www.fondazionepescarabruzzo.it - fondazione@pescarabruzzo.it

Foto Claudio Carella

Vario ART

Dall’alto “La Ciuetta”, china e penna su carta, 24x30 cm, 2011 “Animali in gabbia”, 23,5x16,5 cm, china e acrilico - 2011 “Gli acrobati”, 30x48 cm, china su carta - 2010

“Nella foresta”, 35x25 cm, incisione calcografica e acrilico su carta - 2012

Michela Di Lanzo

Michela Di Lanzo

di Fabrizio Gentile

Il contesto è quello dell’Abruzzo rurale: una casetta in una campagna sperduta nei dintorni di Bucchianico, “in una di quelle zone dove l’illuminazione urbana è arrivata solo negli ultimi anni”. Michela Di Lanzo nasce lì, il primo giorno di primavera del 1984, e fin dall’infanzia comincia a dimostrare una propensione al disegno. «Inizialmente ero orientata a seguire un percorso da ceramista, ma quando mi sono iscritta all’Istituto d’arte a Chieti il corso di ceramica aveva appena chiuso i battenti. Così, a settembre, mi ritrovai iscritta al corso di Pittura e decorazione», racconta. Un corso che le ha fornito gli strumenti tecnici per poter dare corpo alle sue fantasie, e per affrontare nel modo migliore l’Accademia di Belle arti di Urbino. «All’accademia mi sono ritrovata spesso a fare da assistente ai professori, data la mia preparazione tecnica. Ho imparato tante cose ma tirando le somme è stata un’esperienza deludente. I ricordi più belli sono legati alle visite a spazi d’arte contemporanea e musei d’arte moderna, nei weekend, a Venezia». Hai creato un progetto editoriale sotto il nome di “La Ciuetta”, ovvero la Civetta. Perché? «Il progetto ha lo scopo di dare diffusione al mio lavoro attraverso un canale alternativo ai tradizionali circuiti dell’arte. Il nome? Mi chiamano così, la civetta è il mio alter ego. È la mia caricatura. Sono un animale notturno, lavoro e creo soprattutto di notte e dormo di giorno. E poi ho vissuto in campagna, e le mie notti erano riempite dal suono di queste civette». Un animale che raffiguri spesso, come nel caso di Cappuccetto Rosso nella serie “Favole crudeli”. «Per due anni ho sperimentato quello che in gergo si chiama “blocco creativo”: mi sedevo alla scrivania e non riuscivo a disegnare nulla. Poi, in una notte “buia e tempestosa”, sul foglio ho iniziato a disegnare due occhi, quelli della civetta che poi è diventata Cappuccetto Rosso. E non mi sono più fermata. Le cose nascono sempre istintivamente, poi piano piano cominci a costruirci su un discorso logico. Ho recuperato certe sensazioni infantili, ho indagato sul “bestiale” che è in noi nella vita di tutti i giorni, ho ripreso le favole classiche (che altro non sono se non una maniera per spiegare all’uomo il male del mondo) e ci ho giocato su, con molta ironia. Ad esempio i tre porcellini: nella fiaba si salvano, nella mia versione muoiono. E ho voluto rendere omaggio al mio Abruzzo e alla vita di campagna, ritraendoli uno come maiale appeso, uno in posa da porchetta, e un altro è decapitato, a ricordare che del maiale non si butta via niente». Hai scelto una forma espressiva molto elaborata: usi la

Michela Di Lanzo

Corso Umberto I, n. 83 - 65122 PESCARA - Tel. 085.4219109 - Fax. 085.4219380 www.fondazionepescarabruzzo.it - fondazione@pescarabruzzo.it

DA VENTI ANNI COLTIVIAMO PROGETTI E CONDIVIDIAMO RISORSE PER FINALITÀ DI INTERESSE PUBBLICO E DI UTILITÀ SOCIALE. CREDIAMO NELLA FORMAZIONE, NELLA CULTURA E NELLA RICERCA COME ATTIVITÀ CAPACI DI LIBERARE ENERGIE PER IL BENESSERE DELLA COMUNITÀ E LO SVILUPPO DEL TERRITORIO.

www.micheladl.com Michela was born in Chieti in the spring of 1984. Living in the countryside has played a fundamental role in forming her artistic vision, and ever since early childhood, she has devoted herself to drawing. In 2012 she created the publishing project “La Ciuetta” dedicated to the production and distribution of illustrations. She has exhibited her works in the Italian Pavilion at the craft fair in Milan. In 2013 her works were exhibited in Pescara, Lanciano, Chieti, Milan and Berlin. Michela nasce a Chieti durante la primavera del 1984. La sua vita a stretto contatto con la campagna, la terra, gli animali sarà una parte fondamentale della sua ricerca artistica e per la formazione della sua visione. Si dedica così, attraverso una osservazione silenziosa, al disegno fin dall’infanzia. Nel 2012 ha creato il progetto editoriale “La Ciuetta” e ha iniziato la produzione e distribuzione di illustrazioni. Ha esposto nel Padiglione italiano alla fiera dell’artigianato di Milano. Nel 2013 i suoi lavori sono stati esposti a Pescara, Lanciano, Chieti, Milano e Berlino. di Fabrizio Gentile

penna ma il risultato è quasi quello di un’incisione. «È quello che volevo: in accademia è una delle tante cose che non ho potuto approfondire. Mi è rimasto il cruccio, vorrei tanto fare calcografia, ma non riesco a portare avanti questa ricerca personale perchè qui, sul territorio, mancano strutture e laboratori». Civette, insetti, roditori, il bosco, la notte: elementi che ricorrono spesso nei tuoi lavori. Hai paura dell’ignoto? «Sì. Mi affascina e mi inquieta. E credo che la mia generazione sia tutta segnata dalla paura di ciò che ci attende: è il male del precariato e dell’incertezza sul futuro». Come definiresti il tuo lavoro? «Aggressivo, sensibile e spiritoso. Aggressivo nel tratto e nei contenuti: sono comunque bestie considerate brutte o mostruose. Sensibile perché nasce da ricordi infantili, da suoni e rumori che sono nella mia testa e appartengono ai tempi della campagna, al susseguirsi delle stagioni, a luci soffuse, a tutta un’interiorità molto personale. Spiritoso, perché cerco di sdrammatizzare la vita attraverso i miei disegni. Un giorno stai bene, poi giri l’angolo e ti crolla il mondo addosso. Un po’ d’ironia non fa mai male, e anche prendersi troppo sul serio non è una buona cosa». Hai uno stile molto personale. Quali sono i tuoi artisti di riferimento? «Gli street artists, il filone del graffitismo, l’animazione sovietica. E poi tutta l’illustrazione dell’Est Europa: a Berlino ho avuto modo di liberarmi di tanti schemi del “fare arte all’italiana”». Ma il pennello non lo usi mai? «Qualche volta, solo per il colore. Prima dipingevo di più, durante gli studi. Ma nasco come disegnatrice, e il mio strumento preferito resta la penna. Recentemente ho però ripreso tele e pennelli, per una serie di quadri dedicati al potere erotico femminile che ci è stato fatto dimenticare dalla società».

“La Vergine”, 20x25 cm, incisione calcografica e china su carta - 2013

senza titolo, 140x160 cm, olio su tela - 2008

senza titolo, 140x120 cm, olio su tela - 2008

Michela Di Lanzo grew up in a cottage deep in the countryside around Bucchianico, “in one of those districts where street-lighting was only installed a few years ago”. She was born on the first day of spring of 1984 and showed an early gift for drawing. “At the beginning, I wanted to do pottery, but when I enrolled at the Art Institute in Chieti, the pottery course had just been discontinued. So I found myself doing the Painting and Decoration course”, she says. The course gave her the techniques to express her ideas, so that she was well-placed for the Fine Arts Academy of Urbino. «At the academy, I often found myself acting as assistant to the lecturers, thanks to my technical background. Sure, I learnt lots of things, but overall it was a disappointing experience. My best memories are the visits to modern art museums and contemporary art exhibitions at the weekends in Venice”. You created an editorial project by the name of “La Ciuetta”, the Owl. Why? «The project aims to give voice tomy work through a channel which is not that of the traditional art circuits. The name? It’s what people often call me, the owl is my alter ego. It’s the caricature of me. I’m a night-bird, I work and create mostly at night, and sleep by day. Of course, I grew up in the country, so my nights were peopled by the cries of these birds». An animal you often portray, as in the case of Little Red Riding-Hood in the “Cruel fairy-tales” series. «For two years I suffered from a “creative block”. I used to sit at the drawing-board, unable to draw anything. Then, one “dark and stormy” night, I started to draw two eyes, the ones of the owl that later became Little Red Riding-Hood. After that, I never looked back. My drawings always start instinctively, and then I build up a logical conclusion to them. I’ve drawn a lot on childhood feelings and sensations, and I’m also unafraid of the “beastly” element that’s in all of us in our everyday lives. I’ve also taken up the traditional fairy-tales, which I believe serve to explain to us the evil in the world, and I’ve played around with them, using lots of irony. For example, the Three Little Pigs survive in the traditional tale, but in my version, they die. I wanted to pay homage to my region - Abruzzo - and life in the country, so I portrayed one of them hanging upside down, another like a roast piglet, and the third is headless, to remind people that no part of a pig goes wasted». You have chosen a very elaborate form of expression you use a pen but it seems like an engraving. «This is the effect I wanted. At the Academy it was one of

the things I was never able to perfect. What I’d really like to do is chalcography, but there aren’t any laboratories or facilities for it in the area». Owls, insect, rodents, the wood, the night - all elements that recur frequently in your work. Are you afraid of the unknown? «Yes, it fascinates and disturbs me. And I think that my generation is full of fear for what awaits us. We’re terrified of being without regular work with an uncertain future before us». How would you define your work? «Aggressive, sensitive and witty. Aggressive in the style and content - they’re always beasts which are considered ugly or monstrous. Sensitive because it stems from childhood memories, from the sounds and noises of the countryside which live on in my head, with the seasons and colours - it’s all deep down inside me. Witty because I try to play down the drama of life in my drawings. One day you feel fine, the next, the world’s caving in on you. A bit of irony is beneficial - you should never take yourself too seriously». You have a very personal style. Who are the artists you take as your reference-points? «Street artists, graffiti artists, Soviet animation, and then all Eastern European illustration. In Berlin I succeeded in getting rid of the many constrictions I suffered, connected with a peculiarly Italian way of making art». Don’t you ever use a brush? «Sometimes, but only for colour. I used to paint more, when I was studying. But I really see myself as someone who draws, and my favourite instrument is the pen. Recently I took up canvasses and felt-tip pens, for a series of pictures devoted to the erotic power of women which society has forced us to forget».

“Pinocchio”, 30x24 cm, china su carta - 2011


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.