Foto Claudio Carella
Vario ART
Francesco Giorgino (Millo)
Francesco Camillo Giorgino, in arte Millo, nasce a Mesagne (BR), nel 1979. Consegue la Laurea in Architettura col massimo dei voti e parallelamente porta avanti una personale ricerca estetica nel campo della pittura, spaziando dalla micro alla macroscala “rivelando la labilità dell’esistenza umana, sospesa a metà tra ciò che conosciamo e ciò che si nasconde dentro di noi” (Eva Di Tullio). Riceve diversi premi e riconoscimenti sia in ambito nazionale che internazionale, fra cui il prestigioso “Premio Celeste” nel 2011. Senza titolo - 2012 - china su tela, 25x25 cm
CREDIAMO NELLA FORMAZIONE, NELLA CULTURA E NELLA RICERCA COME ATTIVITÀ CAPACI DI LIBERARE ENERGIE PER IL BENESSERE DELLA COMUNITÀ E LO SVILUPPO DEL TERRITORIO.
“Clumsy” - 2013 - china su carta, 270x215 cm
“Twister” - 2011 - pittura muraria Pescara (IT)
Senza titolo - 2012 - china su tela, 25x25 cm
Francesco Camillo Giorgino, in arte Millo, nasce a Mesagne (BR), nel 1979. Consegue la Laurea in Architettura col massimo dei voti e parallelamente porta avanti una personale ricerca estetica nel campo della pittura, spaziando dalla micro alla macroscala “rivelando la labilità dell’esistenza umana, sospesa a metà tra ciò che conosciamo e ciò che si nasconde dentro di noi” (Eva Di Tullio). Riceve diversi premi e riconoscimenti sia in ambito nazionale che internazionale, fra cui il prestigioso “Premio Celeste” nel 2011.
DA VENTI ANNI COLTIVIAMO PROGETTI E CONDIVIDIAMO RISORSE PER FINALITÀ DI INTERESSE PUBBLICO E DI UTILITÀ SOCIALE.
Francesco Camillo Giorgino (Millo) was born in Mesagne (BR), in 1979. Millo graduated in Architecture with a first-class degree. While studying, he also established his personal style in painting, ranging between micro and macroscale works “revealing the transience of human existence, suspended halfway between what we know and what hides within us”. (Eva Di Tullio). He has received several prizes and awards both at home and abroad, including the prestigious “Premio Celeste” in 2011.
Corso Umberto I, n. 83 - 65122 PESCARA - Tel. 085.4219109 - Fax. 085.4219380 www.fondazionepescarabruzzo.it - fondazione@pescarabruzzo.it
Dall’alto: Senza titolo, 2012, murales - Lesina; Senza titolo, 2011 - pastello bianco su pannello, 60x80 cm
Foto Claudio Carella
“Le cose che non dico” - 2011 - pittura muraria Pescara (IT) Dall’alto: Senza titolo, 2012, murales - Lesina; Senza titolo, 2011 - pastello bianco su pannello, 60x80 cm “Twister” - 2011 - pittura muraria Pescara (IT) “Le cose che non dico” - 2011 - pittura muraria Pescara (IT)
Francesco Giorgino
Vario ART
Francesco Giorgino
di Fabrizio Gentile Come lui ce ne sono tanti, ma lui è unico. Come lui, molti studenti sono giunti a Pescara dalla vicina Puglia per studiare Architettura, e come lui moltissimi hanno trascorso un felice periodo nel capoluogo adriatico, conseguendo una laurea a pieni voti e apprezzando la vita nella città di d’Annunzio. Come lui, moltissimi si sono trovati, al termine degli studi, senza alcuna prospettiva di lavoro, dopo aver inviato centinaia di curricula in Italia e all’estero, sentendosi rispondere “complimenti per i suoi titoli, ma in questo momento non assumiamo”: una crisi occupazionale accentuata da quella economica, che nel 2009, quando Francesco Giorgino non è ancora Millo, appare in tutta la sua drammatica realtà. Ed è in quell’anno che il neolaureato Giorgino decide di tentare un’altra strada, di mettere a frutto il suo innegabile talento artistico (ciò che lo rende unico) e partecipare al Premio Celeste, un’importantissimo concorso internazionale. «All’epoca disegnavo pochissimo, e dipingevo ancora meno –racconta– realizzavo all’incirca una tela ogni sei mesi. Decisi di partecipare al Premio quasi per gioco, e mi ritrovai in finale, tra i primi 50 su circa 2500 concorrenti. Allora capii che, forse, potevo intraprendere una strada lavorativa diversa». I lavori presentati al Premio Celeste erano molto diversi dalle cose che fai oggi, però. «Sì, si trattava di un ciclo di opere sui disturbi mentali. Il tema del disagio è presente anche nei miei lavori più recenti, ma la tecnica di quei primi quadri è diversa: utilizzavo un collage di fotografie che servivano per creare l’immagine, poi lavoravo tutto al computer e infine facevo l’olio su tela, in bianco e nero. Un lavoro lungo, che però mi dava modo di mettere a frutto metodi, tecniche e concetti appresi all’Università. Nella scuola dell’obbligo la creatività non è un valore, all’università invece viene valorizzata». Com’è avvenuto il passaggio stilistico da quei primi quadri a ciò che fai oggi? «Innanzitutto dal fatto che, pur avendo ottenuto prestigiosi riconoscimenti, quei quadri non mi rappresentavano. Sentivo di dover abbandonare il computer e passare a qualcosa di molto più istintivo. E poi dalla ricerca di superfici più grandi sulle quali esprimermi: quando dipingo riesco a isolarmi dal mondo, a concentrarmi totalmente sulla pittura. E chiaramente, più il quadro è grande, più dura questa sorta di trance. Dati i costi di tele di grandi dimensioni, mi sono dedicato alla pittura murale». E così sei diventato uno “street artist”. Un movimento che anche in Italia è piuttosto diffuso. «Sì, e conta nomi di rilievo molto quotati. La prima cosa importante che ho fatto è stato il Popup Festival ad Ancona, una situazione molto diversa rispetto all’esposizione in una galleria: l’atmosfera era magica, il fenomeno era al
Francesco Giorgino (Millo)
Corso Umberto I, n. 83 - 65122 PESCARA - Tel. 085.4219109 - Fax. 085.4219380 www.fondazionepescarabruzzo.it - fondazione@pescarabruzzo.it
Francesco Camillo Giorgino (Millo) was born in Mesagne (BR), in 1979. Millo graduated in Architecture with a first-class degree. While studying, he also established his personal style in painting, ranging between micro and macroscale works “revealing the transience of human existence, suspended halfway between what we know and what hides within us”. (Eva Di Tullio). He has received several prizes and awards both at home and abroad, including the prestigious “Premio Celeste” in 2011.
DA VENTI ANNI COLTIVIAMO PROGETTI E CONDIVIDIAMO RISORSE PER FINALITÀ DI INTERESSE PUBBLICO E DI UTILITÀ SOCIALE. CREDIAMO NELLA FORMAZIONE, NELLA CULTURA E NELLA RICERCA COME ATTIVITÀ CAPACI DI LIBERARE ENERGIE PER IL BENESSERE DELLA COMUNITÀ E LO SVILUPPO DEL TERRITORIO.
“Clumsy” - 2013 - china su carta, 270x215 cm
di Fabrizio Gentile suo massimo in quell’attimo prima di diventare “conosciuto”. Ho avuto la sensazione di essere al momento giusto nel posto giusto». Recentemente sei stato invitato a Londra, a esporre in una galleria che si occupa di questo. «Quella londinese è stata un’esperienza fantastica. La galleria è meravigliosa, e l’ambiente artistico inglese funziona molto meglio che in Italia: i visitatori non vengono solo a curiosare o a fare presenza, chi entra generalmente lo fa per comprare. Ho venduto molto più in una settimana lì che in tre mesi in Italia. E ho conosciuto un collezionista che in casa ha opere di altri street artists, perlopiù italiani». I tuoi disegni, specialmente quelli di grandi dimensioni, sono spesso molto dettagliati. Realizzi dei bozzetti preparatori? «Quasi mai. In genere il punto di partenza è sempre un disegno: ne ho realizzati centinaia, alcuni dei quali li ho esposti di recente in un locale pescarese. Di questi, molti sono diventati opere (murali e non), altri sono rimasti nel cassetto. Ma quando mi metto davanti a una superficie seguo molto l’istinto. Inizio seguendo un’idea, ma il risultato può essere completamente diverso. A volte dipende anche dal contesto in cui mi trovo: per un lavoro svolto in una piazza a Montone ho disegnato facendomi strada tra le auto parcheggiate». Che messaggio c’è nei tuoi lavori? «Nessuno in particolare, anche se il rapporto dell’uomo con la città è sempre centrale. Spesso dipingo in periferie degradate, e mi sono reso conto che i bambini mi osservano. Gli adulti molto meno, sono meno sensibili. I bambini invece si riconoscono nei miei disegni, li osservano con attenzione, anche per il tratto sempre molto semplice, essenziale: e alla fine si divertono. Ecco, forse questo genere di arte ha un’utilità sociale, lascia a quei bambini qualcosa di bello da guardare». In effetti i tuoi personaggi hanno sempre qualcosa di non adulto: sono bambini, o tutt’al più adolescenti. «Anche io mi ritraggo sempre più giovane di quanto sono. Ma la componente ludica è fondamentale: innanzitutto bisogna essere un po’ bambini per dedicarsi al disegno, e poi i miei personaggi si trovano sempre in situazioni ambigue, non si sa mai se siano incastrati nel contesto urbano o se ci si divertano. Traggo spesso ispirazione da certi giochi che si facevano da piccoli». In Europa cominci ad essere un nome importante. Ti senti un artista internazionale? «Lo sono per vocazione: non dipingo in casa, ma ovunque. E non ho nessuna intenzione di restare confinato in un Paese».
In alto “Back where everything begin” - 2013 - tecnica mista su pannelli, 250x250 cm. In basso “Clumsy” - 2013 - china su carta, 270x215 cm
There are many like him, but of course he is unique. Like many other students, Millo came north to Pescara from nearby Apulia to study Architecture, and like them, spent happy years in D’Annunzio’s city, getting his degree and enjoying the life-style. Like many others, he found himself with no hope of employment at the end of his studies, even after sending CVs all over Italy and also abroad, only to be complimented on his qualifications but be told “sorry, we’re not recruiting right now”. The crisis in the labour market, added to recession - and in 2009, Francesco Giorgino, still to become Millo, was faced with a dramatic reality. So the neo-graduate Giorgino decided to try another path - concentrate on his unique artistic talent and take part in the Premio Celeste, an important international competition. «At that time, I hardly drew at all, and I painted even less», he says «I used to produce a painting about once every six months. I decided to take part in the Premio almost for fun, and before I knew it, I was in the finals, the first 50 out of 2500 competitors. It was then that I realised that I might have a different kind of future before me». The works you sent in for the Premio Celeste were very different from the ones you do today, though. «Yes, it was a series of works on mental disturbances. This theme is also present in my recent works, but the technique of those early paintings is different: I used a collage of photographs that served to create the image, then I would work everything through on the computer, and then use oil on canvas, in black and white. A painstaking job, but it gave me a way to capitalize on methods, techniques and concepts learned at University. In compulsory education, creativity is not appreciated, whereas at university it is enhanced». How did your style change from your early pictures to your current work? «First of all, although my early work brought me recognition, it wasn’t a true representation of me and what I wanted to do. I felt I had to get away from the computer and work instinctively. I needed greater surfaces to work on. When I paint, I manage to isolate myself totally from everything around me and focus fully on my work. Naturally, the bigger the painting, the longer this sort of trance lasts. Given the cost of canvasses, I now do murals». And so you’ve become a “street artist”. A movement which is growing fast in Italy. «Yes, and there are many well-known names. The first important thing I did was the Pop Up Festival in Ancona, a situation very different from that of an exhibition in a gallery; the atmosphere was magical, street art was at its peak at that time, just before it became “well-known”. I felt I was in the right place at the right time».
Recently you were invited to London, to exhibit in a gallery dedicated to this genre. «My experience in London was fantastic. The gallery is incredible and the English art scene works much better than it does in Italy. Visitors don’t only come to look around, most of those who come in want to buy something. I sold more in a week in London than in three months in Italy. And I also met a collector who has works by other, mainly Italian, street artists in his home». Your designs, especially the large ones, are often very detailed. Do you make preparatory sketches? «Hardly ever. Typically, the starting point is a drawing: I have done hundreds, some of which I exhibited recently in a venue in Pescara. Of these, many have become works (some of them murals), others were not followed up. But when I stand before a large surface I follow my instinct. I start with an idea, but the result may be completely different. Sometimes it also depends on the context in which I find myself - once I was doing a mural in a square in Montone and I had to draw while making my way between the parked cars». What is the message in your work? «None in particular, although man’s relationship with the city is always central. Often, when I paint in slums, kids gather round to watch. Adults much less, they’re less sensitive. Children will recognize themselves in my drawings, they observe them carefully, maybe because of the plain, essential strokes - it’s fun for them. Well, perhaps this kind of art has a social usefulness, it leaves those kids something nice to look at». In effect, your characters always have something childlike - they’re not adults, at most they’re adolescents. «I always find I paint myself as younger than I am. But the fun part is crucial: first, you have to be a bit of a kid to draw, and then my characters are always in ambiguous situations, you never know if they are stuck in the urban context or if they are having fun there. I often draw inspiration from games I played as a kid». In Europe you are starting to be a big name. Do you feel like an international artist? «I am by vocation: I don’t paint in my home, but everywhere. And I have no intention of being confined to one country».
In alto: Senza titolo, 2013 - murales Londra (UK). In basso “Clumsy” - 2013 - china su carta, 270x215 cm