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Paride Albanese
Paride Albanese
Timoniere dello stile
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Style’s tylerman Personaggi Albanese 21x29.indd 3
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Timoniere dello
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Helmsman of style Storia, successi e segreti di un imprenditore che da 35 anni in Abruzzo è sinonimo di grande moda. E non ha mai smesso di navigare alla ricerca di uno stile unico Personaggi Albanese 21x29.indd 2
Story, success and secrets of an entrepreneur symbol of great fashion in the Abruzzi for 35 years. Always sailing in search of a unique style. 01/03/11 12:01
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n marchio di qualità e di eleganza. Un punto di riferimento della città anche dal punto di vista architettonico. Un personaggio conosciuto ed apprezzato a Pescara, in Italia, in Lettonia e da qualche tempo anche nella lontanissima Cina. È tutto racchiuso in un nome e un cognome: Paride Albanese. Un imprenditore che ha confezionato la sua professionalità e il suo successo in 35 anni di lavoro nel campo della moda. Cinquantasette anni, fisico asciutto come una sardina, vitalità tipica dell’uomo di mare, pignoleria maniacale nella ricerca del dettaglio giusto, creatività nelle scelte imprenditoriali tipiche di chi può dire di conoscere il mondo. Paride fin da giovane ha conosciuto tutti i porti del globo e non certo per vacanze esotiche a spese di papà, perché i soldi era lui a mandarli alla famiglia. Dice: «Mi sono diplomato alla scuola nautica di Ortona, la mia città, e mi sono subito imbarcato come allievo ufficiale addetto alle macchine. Per due anni ho viaggiato lungo il golfo Persico, passando per l’Africa e toccando i porti più importanti del Nord e del Sud America, d’Europa. Ho navigato su mercantili e petroliere, niente lustrini e tanto lavoro, ma anche tantissima esperienza. Perché girare il mondo ti forma come uomo. Poi sono sbarcato a Napoli, era il 25 dicembre del 1972, e sono tornato ad Ortona: sentivo di voler fare altro». L’altro si materializza a Pescara dove arriva quasi per sbaglio: «Stavo aprendo un negozio
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e represents a brand of quality and elegance; a reference mark for the city, from the architectural point of view too. He is a personality valued and well-known in Pescara, Italy, Latvia and, for some time, also in the distant China. The name “Paride Albanese” implies all that. We are talking about an entrepreneur who worked on his professionalism and success in the fashion world for 35 years. A fifty-seven years old man, with a physique dry like a sardine and the typical energy of a seaman; detail-oriented fussiness; entrepreneurial creativity of a man that knows the world. Paride travelled all over the world, not on holyday as a spoilt boy; on the contrary, he supported his family. He tells: “I got a diploma in the nautical school of my city, Ortona; then, I immediately embarked as a officer cadet attending machine. I travelled along the Persian Gulf for two years, passing by Africa and coming into the most important ports in the North and South of America and Europe. I navigated on merchant ships and oil tankers, always working hard but also acquiring a good know-how: travelling around the world is an experience that makes you grow up. After that, I put ashore in the Naples port in December 25,
Paride Albanese negli anni ’80 nel suo primo atelier di corso Umberto Nella pagina accanto oggi nel suo negozio in via Nicola Fabrizi a Pescara.
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di abbigliamento ad Ortona, incontrai Ettore Massari per chiedergli di produrre nella sua camiceria una linea personalizzata. Mi rispose con un’offerta, acquisire un negozio che voleva vendere: Manuel Ritz Pipò a Pescara, in via Sulmona, nel cuore della città». La strada dell’esordio è lastricata di buone intenzioni. E di debiti. Perché all’epoca soldi non se ne vedevano granchè: «Però per mia fortuna avevo fiutato il cambiamento in corso. Non esisteva ancora un “Italian Style”, così come lo intendiamo ora: c’erano solo marchi come la Rinascente, la Standa, l’Upim, a Pescara River. Lo stesso Benetton si è affacciato nel mondo della moda nel ’73, e Gianni Santomo e Gino Pilota, pietre miliari per il commercio di quel marchio, sono tutti usciti dalla scuola del patròn Monti». L’atelier di via Sulmona diventa così in breve tempo un punto di riferimento: «Proponevo abbigliamento giovanile, quasi un prolungamento delle fortune delle band musicali. Fu un cambiamento epocale: i negozi classici (Sideri, in corso Umberto, il più noto) erano l’uno la copia dell’altro. La Manuel Ritz Pipò era leader indiscusso come proposta moda per le nuove generazioni, come contenuto e come rapporto qualità-prezzo. Con quel marchio dopo due anni aprii un altro negozio a
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1972, and I came back to Ortona since I wished to do something else”. Next he arrived in Pescara by chance: “I was opening up a fashion shop in Ortona when I met Ettore Massari: I asked him to produce a personalized line of shirts. Then he proposed to me to take over a shop that he wanted to sell: Manuel Ritz Pipò in Sulmona street, the downtown of Pescara”. He was at the beginning of a career full of good intentions and...debts, because of the critical economic condition of that period. “Nevertheless I felt a change of course. We hadn’t yet an Italian Style as we know today; but we only had brands like Rinascente, Standa, Upim, Pescara River; even Benetton brand entered the fashion market in 1973, while Gianni Santomo and Gino Pilota belonged to the school of patron Monti”. The atelier in Sulmona Street became right after a point of reference: “I proposed young wear, almost the extension of the boy-band style. It was an epochal change: classical shops like Sideri in the main street used to copy each others. Manuel Ritz Pipò was the undisputed fashion leader for young genera-
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Una provincia sempre vivaOptatur sed
Nella pagina accanto un’immagine del palazzetto Albanese con l’installazione di Simone Zaccagnini allestita per il Natale 2010. Qui sopra, dall’alto e da sinistra: Paride Albanese insieme al padre e ai figli; nella foto in basso la moglie di Paride, l’architetto Clea Rocco
qui ipsam quatur
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In queste pagine altre immagini del palazzetto Albanese; nella foto grande Paride sulla scalinata del negozio.
Chieti, un altro ancora a Foggia: tre punti vendita per una moda uomo giovane, ispirata dalla figura del Marlon Brando di “Ultimo tango a Parigi”». In quegli anni, i suoi negozi da cinquanta metri quadrati appena cominciano a conquistare prestigio anche per la particolarissima cifra stilistica che li distingue. La stessa che nel tempo ha reso celebri quelli dieci volte più grandi: «È la mia schiavitù, la mia maniacale esigenza di dare un’immagine del prodotto sempre molto ricercata e sofisticata: le vetrine, ma non solo, il negozio, il rapporto con la clientela, la ricerca continua del prodotto sempre più innovativo, cercando di anticipare le mode e di cogliere le novità». Alla fine degli anni Settanta la svolta imprenditoriale: prima cucita attorno alle fortune della prima promozione in “A” della squadra di calcio («Feci fare un cappellino con i colori bianco- azzurri utilizzando solo i ritagli dei tessuti dell’azienda madre, e fu un business incredibile con 300mila pezzi venduti nel giro di un anno in tutta Italia»), poi nel ’79 con l’approdo nel salotto buono del commercio pescarese, nel centralissimo Corso Umberto I: «Il mio amico Giulio Del Federico mi informò che la Richard
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tions in terms of content and pricing. Two years later I opened up another shop with the same mark in Chieti and in Foggia: three stores of young menswear inspired by Marlon Brando’s character in Last tango in Paris”. His fifty-square metres stores began to win a certain prestige, also for its characteristic style: “My slavery is the maniacal exigence of providing a refined product image that involves everything: windows, shops, the customer care, the ongoing research of innovative items in order to anticipate the fashion“. The turning point occurred at the end of 70’s, inspired by the Pescara soccer team promotion in First class (“I arranged a white and blue hat only made of cuttings, realizing an incredible business with 300 thousands of hats sold out during a year in Italy”); then, in 1979, with the landing in the Pescara town centre refined market, in Corso Umberto. “My friend Giulio Del Federico told me that Richard Ginori’s store was going to be downsized; so, even if heavily in
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In queste foto Paride Albanese con i giocatori e i dirigenti della Delfino Pescara al completo
Ginori avrebbe dimezzato il suo locale, e anche se indebitato fino al collo riuscii a strappare il contratto. L’affermazione del negozio fu immediata, grazie alla intuizione del cambiamento della società e del costume: Armani, Versace, Coveri, Ferrè, Venturi, e altri stilisti rivoluzionarono la moda. Ma l’altro elemento determinante fu lo stile del locale dove gli abiti venivano presentati e valorizzati come in una galleria d’arte. Il successo di Paride è il successo della sua equipe, meglio: di un sodalizio, di una famiglia. Condiviso soprattutto con la moglie Clementina Rocco, Clea per gli amici. Architetto e designer, traduce in progetti fattibili le intuizioni del vulcanico consorte. Uno dopo l’altro sorgono così i prodotti più maturi: Fez, moda femminile e Fez Basic per le giovanissime, Reporter moda maschile, Emporio Armani, Manuel Ritz Pipò, tutti nello stesso anno, il 1986. L’approdo nei nuovi attracchi della moda non ferma tuttavia l’ansia dell’ex navigatore, che torna in mare aperto per cimentarsi come imprenditore: «Avviai la
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debt, I succeeded in signing the contract for the shop premises. The performance of the shop was immediately good because of the right intuition of change that affected the society and the custom: Armani, Versace, Coveri, Ferrè, Venturi and other stylists revolutionized the fashion. The other significant characteristic was the room style which could bring out clothes like in an art gallery”. Paride’s success depends on his united team; mostly shared by his wife Clementina Rocco, architect and designer in charge of making real all the intuitions of her dynamic husband. The most interesting products were achieved one after the other in the same year, in 1986: Fez (female clothing) and Fez basic (for younger women), Reporter (menswear), Emporio Armani, Manuel Ritz Pipò. However, this landing in the new fashion ports didn’t stop the longing of the ex-seaman, who decided again to venture out the
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I due punti vendita dell’outlet City Fashion a Montaquila (IS) e Civitanova Marche (MC). Nella pagina a fianco il Palazzo Italia a Riga, in Lettonia
consulenza per alcune aziende, come la cagliaritana Grim Srl che produceva abiti di sartoria. Le vendite furono tali e tante che presto si espanse a livello nazionale con il marchio Corsochiaro. I risultati ottenuti furono notati anche a livello nazionale, tanto che cominciarono a piovere offerte. Diventai consulente di diverse grandi aziende, accumulando esperienze nelle materie prime, nella scelta dei colori e nelle tecniche dei vari capi d’abbigliamento, mettendo a frutto quello che avevo imparato dal mio bisnonno: il sarto Peppino Primavera, alla cui bottega si sono formati i famosi Caraceni. Il ’91 è l’anno dell’ennesima svolta: «Mi si offrì l’occasione di rilevare la parte dei negozi della Richard Ginori, un altro grosso investimento contemporaneo all’espansione dell’Emporio Armani. In quel periodo il mercato stava cambiando e la crisi che nel ’92 investì tutta Italia creò non pochi problemi ai programmi che avevo avviato. Mi venne un’altra fortunata intuizione: esportare nei Paesi emergenti (Giappone, Corea) i prodotti e l’immagine
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sea as entrepreneur. “I started to advice in some firms, like the Grim srl of Cagliari specialized in model dresses; the immediate success made possible the growth at a national level, under the name of Corsochiaro. As a result I received a lot of proposals. I became advisor in big companies, amassing experience in the commodity market, in the choice of colors and in clothing techniques; also by using my great-grandfather knowledge, the tailor Peppino Primavera who trained the well-known Caraceni”. In 1991 a decisive event occurred: “I had the opportunity to take over the Richard Ginori’s store, at the same time of the growth of the Emporio Armani. In that period the market was changing and the economic crisis in 1992 involved Italy causing a lot of problems. Next I had a great intuition to export in the emerging countries (like Japan and Korea) Italian products and image,
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italiani; io acquistavo in grosse quantità dalle griffe e le rivendevo in tutti quei posti dove non erano presenti ufficialmente. Nel 1995 aprii a Catignano, uno dei primi outlet in Italia con merce griffata rivolta esclusivamente ai Paesi dell’est». Un’anticipazione dello sbarco in grande stile sulle piazze estere: «Un amico, presidente degli industriali modenesi, mi invitò a seguirlo a Riga, in Lettonia, infilato in una cordata di imprenditori emiliani dove io ero un semplice accompagnatore. Avrebbero dovuto rilevare una grossa area per convertirla in fiera per i prodotti del Modenese, dai tortellini al parmigiano, dall’abbigliamento alle macchine utensili. Avvenne però un fatto imprevisto: il governo cadde lo stesso giorno in cui arrivammo, e così mancando l’interlocutore, gli emiliani decisero di comprare un palazzo, e fui quasi “costretto” a far parte della comitiva, io unico commerciante in mezzo agli industriali della Bassa. Nacque così “Palazzo Italia”, inaugurato in pompa magna alla presenza dei maggiori rappresentanti del governo lettone e di Piero Fassino, all’epoca ministro del Commercio estero. Rimasi l’unico proprietario di questa struttura, che è il fiore all’occhiello delle capitali baltiche». L’idea del palazzo, dalle fredde terre lettoni, torna in riva all’Adriatico: «Avviai così la realizzazione del palazzetto di via Nicola Fabrizi, sempre con l’inconfondibile tocco architettonico di Clea e l’idea di concentrare in un unico spazio tutti gli elementi dello stile di vita italiano. Quindi accanto ai capi di abbigliamento, ai gioielli, agli accessori, ecco spuntare anche fiori, ristorazione, bar, intrattenimen-
reselling big stocks of griffe. In 1995 I opened up in Catignano the first outlet of griffe stocks exclusively destined to Eastern countries”, an anticipation of future trends. “A friend of mine, the president of Modenese manufacturers, invited me to Riga, Latvia, as simple companion of a cartel of entrepreneurs. They wanted to buy a big area to turn into trade fair for Modenese products like tortellini, parmesan, clothing and tools. But an unexpected event suddenly happened. “The government toppled the same day of our arrival and we lost our interlocutor. Nevertheless, the Emilians wanted to buy a palace all the same, involving me in the talks. The Italian Palace -as it was called- was inaugurated in the presence of the major representatives of Latvian government and our Foreign trade Minister, Piero Fassino. For the time being I am the only owner of the structure, which is a feather in the Baltic capital cities‘ cap. I thought afterward to repurpose the same idea of a palace along the Adriatic shore, in Pescara. I started the construction of the building in Nicola Fabrizi street, under my wife’s architectonical guidance and according to the plan of collecting all the Italian life style elements in a sole place: in other words clothing, jewels, accessories, flowers, restoration, bar and entertainment.” In 2004 the business experience of Paride unites with the production abilities of the industrialist Tonino Perna
In alto, da sinistra: Paride e Clea con il cantante Piero Mazzocchetti; Nella pagina a fianco, in alto è con Elton John e Santo Versace; in basso con Castangia Cagliari.
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Sopra conSanto Versace, a destra nella pagina accanto dall’alto a sinistra con il gioielliere Ferrante e lo stilista Richmond; insieme a una modella nel negozio Richmond a Pescara. Foto di gruppo con il team Kiton. Paride con l’imprenditore Giglio di Palermo.
to». Nel 2004 l’esperienza commerciale di Paride si unisce a quella produttiva dell’industriale Tonino Perna (“Ittierre” produttrice per prestigiose griffe) per la realizzazione di un grande outlet a Venafro. «City Fashion sorge su un’area di 9mila metri quadrati offrendo a costi contenuti capi esclusivi e di grande qualità, mantenendo per intero il fascino nel negozio esclusivo. L’idea s’è rivelata vincente: una struttura gemella è stata inaugurata a marzo 2007 a Civitanova Marche». Per uno cresciuto sui bastimenti, il richiamo delle sfide in mare aperto esercita però un fascino irresistibile: «Nel 2006 un mio vecchio compagno di scuola, Carmine, titolare della Ferrante, azienda leader nel settore della maglieria mi chiama per un nuovo progetto: vuole aprire dei negozi in Cina e vuole caratterizzarli con lo “stile Paride”. In Oriente abbiamo incontrato diversi partner, anche molto forti, per creare una joint venture: circa duecento negozi con marchio Ferrante, campionario realizzato in Italia con la mia direzione, produzione e negozi realizzati da soci cinesi, design di Clea». Gli affari che verranno nelle terre del Celeste Impero, oggi trasformate in un nuovo Eldorado per gli imprenditori di tutto il mondo, non fermano i disegni di Paride nella vecchia Europa: «A Riga ho creato da poco una società con un magnate russo che ha molto apprezzato il lavoro svolto. Presto verranno realizzati, proprio in Russia, altri quindici palazzi sullo stesso modello, in cui avrò un ruolo centrale di consulenza. Per molti tutto ciò basterebbe a far tirare i remi in barca, a godersi la vita. Io no, io cerco di sfidare continuamente me stesso. Ho sempre avuto voglia di emergere, ma non per fare soldi: piuttosto, per creare qualcosa che rimanesse, una scuola, un modo di fare, uno stile». A giudicare dai risultati, difficile davvero dire che tanto navigare in mare aperto non abbia portato ad un attracco sicuro: a quel “Paride style” che ne fa un abruzzese davvero speciale.
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(the Ittierre company manufacturing impressive griffe) for the establishment of a big outlet in Venafro. “City Fashion was built in a 9000 squaremetres area where exclusive and good-quality articles are sold at a moderate price. This project has been so successful that a twin structure has been inaugurated in 2007 in Civitanova Marche. As a man grown-up on ships, he always feel the irresistible attraction of challenge on the open sea. ”In 2006 an old friend of mine, Carmine, owner of Ferrante (a leader company in the knitwear sector) involved me in a project, aimed at the opening of new stores in China characterized by the ‘Paride style’. In the East we could meet different partners, also very competitive, in order to establish a joint venture: I am talking about 200 stores marked by Ferrante and produced by Chinese associated, with a pattern book entirely realized in Italy under my guidance and the architectural design of Clea”. The opportunities deriving from the Celestial Empire will not impede Paride’s interest in the old Europe. “I have just established a company in Riga, with a Russian tycoon that really appreciated my work. Fifteen new palaces are going to be built soon, right in Russia, in accordance with the previous models and with my personal advice. In my place everyone else would probably stop, withdrawing oars on boat to enjoy the success. But not me. I try to test me all the time. I always want to distinguish myself; but not for money, rather to create something that could remain, a trend, a method, a style.” Judging by the facts, all that sailing in open sea carried him to a safe harbor: the very special “Paride style” coming from the Abruzzi.
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