V89 duomo di teramo ok

Page 1

DUOMO DI TERAMO

Testo di Paola Di Felice Foto Claudio Carella

OKV 89 DUOMO TE OK.indd 1

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 2

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 3

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 4

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 5

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 6

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 7

02/06/16 09:10


Il Duomo di Teramo, felice sintesi tra storia e arte

C

hi passeggi per le vie di Teramo percepisce il rimando ad un impianto urbano antichissimo, la sostanza di un impegno costruttivo che, nei secoli, in qualità di municipium dalla fine del sec. III alla metà del sec. I a.C. e di colonia, dalla distribuzione di spazi ai veterani di Silla sino al sec. II d.C, ha determinato nella romana Interamna un assetto che i successivi interventi non hanno guastato. Anzi, crescendo il suo ambito, sino all’ampliamento ottocentesco, non ha che sottolineato quella forma tricuspidata che la caratterizza in modo inconfondibile sin dalla preistoria quando una comunità, di cui restano sensibili tracce, ne popolò l’ampio pianoro a sud, dominante sull’intera vallata e delimitato dagli argini del Tordino e Vezzola, i fiumi Albula e Batinum del periodo romano. E in effetti, costruita “a cento passi” dall’antica basilica paleocristiana di S. Maria Aprutiensis, poco dopo del furioso sacco della città da parte di Roberto di Loretello, nel 1156 o 1157, la Cattedrale rappresenta il limite architettonico in un impianto urbano che sembrò definitivo quando ancora vigeva e valeva il senso tutto medievale della città unitaria; quando la vita pubblica s’identificava con la vita del singolo e di tutti i cittadini. Quando, insomma, la Chiesa potente, con il suo vescovo-conte, dotato di ampio potere spirituale non disgiunto da un enorme potere temporale, vegliava sulla civitas e su l’urbs. Al suo fianco, sul lato orientale, il Palazzo Civico; sul lato occidentale le grandi sostruzioni dell’Anfiteatro romano. Perciò, solenne, la Cattedrale instaura una serie di piani pittorici che si profondano fra le possenti murature variamente in penombra, a tenere come librato lo stesso Palazzo del Comune. A tal punto che, così come è collocata, non può non partecipare, in modo aperto, alla vita cittadina in ogni suo aspetto, integrandone l’essenza civica con il segno della fede. Collocato tra le piazza Orsini e Martiri della Libertà, l’antico manufatto dedicato a S. Maria e a S. Berardo, impone la sua presenza con le scalinate che, a sud e a nord, ne costituiscono il fondale maggiore. A sud, nell’edificio voluto da Guido II (tra lo scorcio del sec. XII e la metà del secolo successivo), che fa della fronte quasi una pala d’altare senza nascondere ma creando il più vivo orizzonte; a Nord con l’altra scalinata e l’accesso incompiuto del raddoppiamento voluto da Nicolò degli Arcioni(1317-1355), che troneggia sulla lunga piazza cittadina. Forse anche nella contemperanza di poteri e nel trascorrere del tempo di visioni millenaristiche risiede la matrice delle fasi di intervento successive, e pressoché continue, nella Cattedrale a esprimere, nei secoli, un rapporto di volta in volta diverso con la città e la piazza, determinato anche dalle continue superfetazioni che finirono per nasconderne l’impianto originario sino alla metà del Novecento. Singolare storia di un manufatto chiesastico al pari delle fasi della sua progettazione con la scelta della sua

OKV 89 DUOMO TE OK.indd 8

collocazione e le testimonianze di un cospicuo riutilizzo di materiale decorativo romano che, nel nostro caso, acquista il colore e il sapore di un’azione di spoglio programmata di monumenti romani con riutilizzo delle stesse lastre, in tempi di carenza di materiali di pregio, nelle cortine murarie interne ed esterne della Cattedrale. Una scelta, che seppure supportata dalla necessità di chiudere il fronte settentrionale, creando una quinta architettonica di forte impatto visivo nella città medievale ormai ristrettasi al cuore dell’antica città, a difesa e baluardo della sua Chiesa e del suo vescovo, impose la soluzione di molti problemi progettuali e strutturali. Chiara la stratificazione costruttiva della cattedrale nelle sue successive fasi: dalla guidiana, di matrice romanica, cui si innesta l’arcioniana di stile goticheggiante, la cripta abbandonata nel 1739, la Cappella di S. Berardo di stretta ascendenza barocca, e numerosi interventi restaurativi raccontano una storia plurisecolare cui fanno eco lastre decorate e elementi architettonici, provenienti da edifici romani; pitture che, dal Duecento ripercorrono le vicende artistiche, prima di botteghe dalle molteplici “mani” e, più tardi, nel corso dei secoli, di notevoli artisti abruzzesi, oltre che italiani e stranieri; il “paliotto” di Nicola da Guardiagrele, quattrocentesco capolavoro dell’oreficeria italiana, antependium dell’attuale altare principale; sculture in legno, pietra e marmo, a partire dalla Madonna con il Bambino del “Maestro della Santa Caterina Gualino”, dal Cristo patiens del Crocefisso, opera di un ignoto quanto importante artista d’area centro-italiana, sino alle sculture a bassorilievo in gesso di Ulderico Conti (1884-?), alla vetrata di Duilio Cambellotti (1933), al magnifico Coro, opera di intagliatori abruzzesi della prima metà del ‘700, oltre che il monumentale altare intagliato della sagrestia, del XVII secolo, entro cui troneggiano le tele coeve del Majewski. Opere tutte che danno un mirabile esempio di committenza “alta”, sedimentata all’interno della Cattedrale, a testimoniare i fasti delle passate stagioni. Così chi procede, percorrendo la navata centrale con una percezione tutta romanica dell’approccio dell’uomo alla divinità, progressivo e mediato dal clero, o si fermi al disotto della splendida cupola ad osservare l’innesto tra la chiesa guidiana e quella arcioniana, svettante per contrappunto verso il cielo alla conquista diretta del Dio da parte del fedele, attraversa spazi commentati da oggetti d’arte che testimoniano della capacità taumaturgica dell’uomo in grado di creare meraviglie, forgiando materia, costruendo tavolozze cromatiche, manipolando oggetti. E, all’esterno, il meravigloso portale dall’alta ghimberga, del maestro Deodato (1332), ornato di splendide sculture a tutto tondo, e lo svettante campanile, di matrice cosmatesca. Perciò la chiesa diventa un inno alla fantasia creativa dell’uomo e, con esso, a quel Creatore che tanta capacità seppe infondere nella sua creatura. Paola Di Felice Docente universitaria, già direttore del Polo Museale città di Teramo

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 9

02/06/16 09:10


Il Paliotto, capolavoro di Nicola da Guardiagrele è, tra i tesori d’arte custoditi nel Duomo di Teramo, sicuramente il più celebre. L’artista impiegò 15 anni, dal 1433 al 1448 per realizzare l’opera costituita da trentacinque lamine d’argento sbalzate e cesellate, fissate in quattro file orizzontali su un supporto di legno, e raccordate tra loro agli angoli da 22 tessere romboidali a smalto

OKV 89 DUOMO TE OK.indd 10

traslucido vivacemente colorate. Il tutto è racchiuso in una cornice d’argento che, secondo un’iscrizione, risale al ad un restauro del 1734. La formella centrale è di doppia grandezza, reca un Cristo Redentore ed è affiancata dagli evangelisti e da quattro dottori della Chiesa, l’ultima scena rappresenta san Francesco che riceve le stimmate mentre le altre narrano la vita di Gesù dall’Annunciazione alla Pentecoste.

02/06/16 09:10


Nelle pagine precedenti: in copertina, un particolare del Paliotto; a pag 2-3 la facciata del Duomo di Teramo; a pag 4-5 la navata vista dall’entrata; a pag 6-7 la navata vista dall’altare; a pag. 8 il polittico realizzato dal veneziano Jacobello del Fiore (circa 1370-1439) costituito da sedici tavole disposte su due file, sontuosamente incorniciate.

OKV 89 DUOMO TE OK.indd 11

La rappresentazione centrale è un Cristo che incorona la Vergine. Al di sotto è raffigurata la città di Teramo, com’era all’epoca, racchiusa tra i due fiumi che formano una Y; questa immagine, nel tempo, è divenuta uno dei simboli della città ed ancora oggi è richiamata nel logo dell’Università di Teramo.

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 12

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 13

02/06/16 09:10


Bibliografia essenziale - Il Duomo di Teramo Francesco Savini, , storia e descrizione corredate di documenti e di 19 tavole fototipiche, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, 1900, e ristampa anastatica, a cura del Rotary Club di Teramo, 2000 - Il restauro del duomo di Teramo Francesco Savini, Teramo, Tip. B. Cioschi, 1926 - Storia dell’architettura in Abruzzo Ignazio Carlo Gavini, , 2 volumi, Milano, Bestetti e Tumminelli, 1927-1928 - Vicende e fasti del Duomo di Teramo Alberto Riccoboni, in “Teramo”, settembre-ottobre 1933, pp. 58–62 - I grandiosi restauri del Duomo di Teramo Alberto Riccoboni, in “L’illustrazione vaticana”, 12 dic. 1933, pp. 33–38 - Contributi alla storia della Cattedrale teramana Graziella Savorini Salvoni, in “Teramo”, febbraio 1933, pp. 6–15 - Il Duomo di Teramo risorge, Giovanni Muzj, in “Il Solco”, 8 ottobre 1938 - Il Duomo di Teramo risorge. Il Ciborio, Giovanni Muzj in “Il Solco”, 15 ottobre 1938 - Il Duomo di Teramo risorge. Il Duomo visto dall’esterno nel 1583, Giovanni Muzj in “Il Solco”, 27 ottobre 1938 - Il Duomo di Teramo risorge. Il muro doppio della torre, Giovanni Muzj in “Il Solco”, 3 novembre 1938 - Il Duomo di Teramo risorge, Giovanni Muzj in “Il Solco”, 19 novembre 1938; con numerose illustrazioni - Il Paliotto del Duomo di Teramo, a cura dell’Ente Provinciale per il Turismo di Teramo, testo di Renato Giani, Genova, Sigla Effe, 1964, e successive edizioni del 1969 e del 1978 - The Cathedral of Teramo and its expressions of secular episcopal power Mark J. Johnson, in “Studi Medievali”, 1990, pp. 193–206 - Il Duomo di Teramo e i suoi tesori d’arte, Carsa, Pescara, 1993 - La Cattedrale di Teramo, in Abruzzo Mario Pomilio, La Terra dei santi poveri, a cura di Dora Pomilio e Vittoriano Esposito, Sant’Atto di Teramo, Edigrafital, 1997, vol. I, p. 101 - Il Duomo di Teramo nel ‘900, tra forma urbana e società civile, Teramo, Deltagrafica, 1998 - La cattedrale simbolo della città, in Il Duomo di Teramo nel ‘900, tra forma urbana e società civile Gabriele Orsini, , Teramo, Deltagrafica, 1998, pp. 17-20 - L’isolamento della Cattedrale di Teramo Giada Vasanella, , in Il Duomo di Teramo nel ‘900, tra forma urbana e società civile, Teramo, Deltagrafica, 1998, 47-52 - Ciò che è vivo e ciò che è morto nell’arte barocca a Teramo Francesco Tentarelli, note sulla cultura del restauro nel Ventennio, in Il Duomo di Teramo nel ‘900, tra forma urbana e società civile, Teramo, Deltagrafica, 1998, pp. 57-66 - Materiale erratico reimpiegato nella Cattedrale Paola Di Felice, in Il Duomo di Teramo nel ‘900, tra forma urbana e società civile, Teramo, Deltagrafica, 1998, pp. 67-76 - Il Duomo di Teramo: rassegna stampa (1886-1968) Fausto Eugeni, , in Il Duomo di Teramo nel ‘900, tra forma urbana e società civile, Teramo, Deltagrafica, 1998, pp. 85-102 - Il Duomo di Teramo e i suoi tesori d’arte, Maria Antonietta Adorante, Pescara, Carsa, 2000 - Il restauro della cappella di San Berardo nel duomo di Teramo, San Gabriele di Isola del Gran Sasso, Editoriale Eco, 2001 - Il duomo di Teramo e le cattedrali medievali abruzzesi Maria Grazia Rossi, in L’abruzzo nel Medioevo, Pescara, Ediars, 2003, pp. 391-414 - I restauri del duomo di Teramo Maria Grazia Rossi. Interventi, uomini e istituzioni, in “Abruzzo Contemporaneo”, 15/2004, pp. 67–85 - Teramo e la Valle del Tordino, Teramo, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, 2006, 2 volumi, (Documenti dell’Abruzzo teramano, 7, collana diretta da Luisa Franchi dell’Orto), cfr in particolare il cap. III, “Le Cattedrali di Teramo” - La Torre del Duomo di Teramo Fabrizio Primoli, , Teramo, Verdone Editore, 2009 Per approfondimenti consultare il volume Il Duomo di Teramo, Teramo ricerche e redazioni, 2014

Nelle pagine precedenti: a sinistra, la statua in legno, policroma, risalente agli inizi del trecento, raffigurante una Madonna in trono con Bambino. L’opera di grande raffinatezza, la figura slanciata, il panneggio fluido, i colori, il volto spirituale dai lineamenti delicati e femminili con il naso affilato e gli occhi dal taglio orientale. L’autore è il maestro della Santa Caterina Gualino, pittore e intagliatore, attivo nella prima metà del XIV secolo nell’area compresa tra l’Umbria meridionale e l’Abruzzo; a destra, la facciata del Duomo. In questa pagina a destra, particolare della navata centrale. Nella panina seguente, uno dei leoni della facciata principale

OKV 89 DUOMO TE OK.indd 14

02/06/16 09:10


OKV 89 DUOMO TE OK.indd 15

02/06/16 09:10


© VARIO COLLEZIONE

allegato a Vario 89 giugno-luglio 2016

OKV 89 DUOMO TE OK.indd 16

02/06/16 09:10


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.