Viaggi Cultura e Scambi

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LICEO VITTORIA

COLONNA ISIS- AREZZO

Dal tema del viaggio in letteratura agli scambi del Liceo Vittoria Colonna

ASSEMBLEA DI ISTITUTO- 28-04-15 GRUPPO

Prof. Massimiliano Badiali


IL VIAGGIO Il termine “viaggio” deriva dal latino “viaticus”, che indica l'occorrente per mettersi in viaggio. Seguendo l'etimologia del termine, il viaggio appare come una necessità, ma non sempre nella storia ha avuto questo significato. Molte volte esso è stato visto come un viaggio della speranza, o della disperazione, altre volte invece lo si è intrapreso per il desiderio di conoscere e di avventurarsi in nuove realtà diverse dalla propria, o semplicemente come modo per staccare la spina dalla realtà che ci circonda. “Viaggio”, una sola parola che, però, abbraccia vari argomenti. Analizziamone alcuni aspetti.

LETTERATURA 1) LETTERATURA E VIAGGI Il tema del viaggio è predominante all'interno delle due opere. Sia nel “Milione”, sia nelle “città invisibili” ciò che viene raccontato è un viaggio, la scoperta di nuovi mondi. Nel “Milione” Marco Polo ha come destinatari della sua opera tutti: dai signori alle genti più comuni che desideravano sapere cosa vi fosse al di fuori del mondo fino ad allora conosciuto, il tutto calato in un contesto culturale ancora in gran parte “eurocentrico”. Voleva rendere tutti partecipi di ciò che aveva visto, come una sorta di documentazione non solo per i suoi contemporanei, ma anche come testimonianza da lasciare ai posteri. Italo Calvino prende la figura di Marco Polo e lo fa protagonista del suo viaggio. Egli vuole trovare una possibile chiave di lettura del mondo operando un viaggio in queste città piuttosto surreali e dal carattere favolistica. Calvino immagina una sorta di dialogo tra Marco Polo che, tornato dai suoi viaggi nelle città invisibili narra tutto a Kublai Kan, re dei Tartari. Ciò diviene la cornice narrativa della storia. Durante il dialogo, per lo più gestuale, non conoscendo Polo la lingua del Kan, vi succedono tre fasi. Il Kan da prima è fiducioso, poi non crede più a ciò che Polo ed infine inizia a dubitare persino di se stesso, entrato in confusione nel momento in cui egli stesso si sostituisce al narratore. Kan dopo tutto il resoconto del viaggio capisce che ci sono tanti aspetti che ignora della realtà soggettiva (“gli oggetti potevano voler dire cose diverse…”) ed intricata, labirintica (“le descrizioni di città visitate da Marco Polo avevano questa dote: che ci si poteva girare in mezzo col pensiero, perdersi…).Il labirinto, infatti, è metafora del mondo e della complessità della conoscenza. Perciò mentre il Milione si configura come un resoconto informativo per tutti coloro che vogliono, oltre che come preziosa testimonianza ai posteri. Lo scopo di Calvino, invece, è quello di tracciare “la filigrana di un disegno così sottile da sfuggire al morso delle termiti” e perciò fornire una possibile chiave di lettura alla realtà soggettiva e molteplice attraverso un viaggio surreale. 2) IL VIAGGIO COME MITO LETTERARIO, L'UOMO ALLA RICERCA DI SE' Il filo conduttore e la convinzione di fondo che guida la riflessione attraverso le diverse materie di studio e' che il mito del viaggio costituisca uno dei nuclei piu' profondi attraverso cui la civilta' occidentale abbia narrato il senso della vita,fin dalla letteratura epica,in cui vengono intessuti i significati piu' antichi ed eroici della ricerca della verita' e di se',uniti a suggestioni lontane ,alla misteriosita' stessa della vita dell'uomo,che nel continuo peregrinare acquisisce esperienza ma anche consapevolezza della propria infinitesimalita',ritornando a se' accresciuto. Attraverso lo studio interdisciplinare condotto emergera' quindi che l'uomo si porta dietro ,consapevolmente o meno il mito del viaggio,come bene compresero i diversi autori affrontati, che seguendo le proprie attitudini, propensioni ma mai scordando il punto di riferimento per eccellenza,l'Odissea e Omero,lo


rielaborarono ora in chiave ironica ,ora polemica ora antitetica nei confronti dell'antecedente mitico. L'Ulisse omerico costituisce il prototipo del viaggiatore ,di colui che attraversa un'infinita' di pericoli e di tentazioni,volendo fondamentalmente fare ritorno in patria.Senza tentare di inquadrare nella sua pur complessa connotazione questo personaggio non si potrebbe comprendere alcuna rielaborazione intertestuale del viaggiatore per eccellenza. Egli costituisce il segno di un'intera episteme,un modello,una forma multiforme(polytropos)di vita umana piene di potenzialita',un paradigma della conoscenza del mondo e di se'nel dolore,ma anche un ossimoro vivente che nega se' stesso per ritrovare la prorpria identita',un'icona dell'esperienza,della scienza,nella sua metis (Atena) e nella sua aletheia (Apollo),nell'astuta arte della sapienza e' un modello di poesia. Nell'immaginario dell'uomo moderno la figura di Ulisse è il simbolo della ricerca del sapere, di colui che instancabilmente cerca nuove strade e sposta in continuazione i traguardi di quel suo inarrestabile e metaforico viaggio verso ciò che è ancora sconosciuto. Difficilmente l'uomo moderno, ancor più l'uomo del secolo appena trascorso e di quello presente, trova elementi negativi nell'impresa di Ulisse alla ricerca del sapere, e se problematiche etiche si pongono ancor oggi allo scienziato in ordine ad esempio alle questioni della manipolazione genetica, è però altrettanto vero che per noi la conoscenza è un valore comune ormai acquisito e fortemente interiorizzato. La libertà di ricerca e di pensiero è una realtà indiscussa, non esistono più tribunali, nemmeno immaginari, che mettano in discussione il sapere. Le nuove frontiere raggiunte dalla conoscenze stimolano spesso dibattiti accesi e spesso preoccupati sulle conseguenze della realizzazione tecnica delle scoperte scientifiche, ma questo è il frutto inevitabile e legittimo del rapporto etico che l'uomo ha con la realtà. Dante, invece, non è un uomo moderno, appartiene fortemente all'epoca in cui è vissuto, è cioè un uomo del medioevo, il suo pensiero è fortemente radicato a quella realtà. Dante condanna Ulisse all'Inferno nell'ottava bolgia, tra i consiglieri fraudolenti, ma quello che emerge con maggior forza nel canto XXVI è il racconto dell'ultima, estrema impresa di Ulisse: il "folle volo" oltre le Colonne d'Ercole. Ma qual è la discriminante che ci separa l'uomo moderno da Dante e dagli uomini del suo tempo? Innanzi tutto Dante non è un uomo "copernicano", la sua visione cosmologica gli impone un'immagine dell'Oceano profondamente diversa da quella che più tardi le scoperte geografiche avrebbero offerto. Per lui l'Oceano non è l'ignoto da scoprire, non è la possibile via di comunicazione con i mercati orientali, per Dante oltre le Colonne d'Ercole c'è il mondo sanza gente (Inf. XXVI; 117), la parte del globo terrestre negata ai viventi, dove l'unica terra emersa è la montagna del Purgatorio. L'impresa di Ulisse rappresenta quindi per il poeta medievale la violazione delle leggi divine. Dante, allora, non poteva supporre che non molti anni dopo la sua morte l'Oceano al di là delle Colonne d'Ercole sarebbe stato navigato e che in Europa si sarebbe presto diffusa la notizia della scoperta delle Canarie. "O frati", dissi "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'e' del rimanente non vogliate negar l'esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza". http://www.youtube.com/watch?v=xZxzVS3a0DM


3) IL VIAGGIO E L’INUTILE FUGA E’ un pensiero comune che la lontananza dal luogo in cui si vive possa arrecare benefici all’animo. Questo perchè siamo convinti che i motivi delle nostre insoddisfazioni provengano dall’esterno, e dunque riteniamo che cambiando luoghi e persone senz’altro muterà anche la nostra condizione interiore. Niente di più sbagliato. Lucilio, un romano del primo secolo, scrive all’amico Seneca e si dice stupito del fatto che i suoi viaggi non gli siano serviti per eliminare la tristezza che lo affligge. Seneca gli risponde: ‘Lucilio, devi cambiare d’animo, non di cielo’ e poi citando Socrate: ‘Perchè ti stupisci se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso? Ti incalza il medesimo motivo che ti ha spinto fuori di casa, lontano’. I nostri difetti ci seguono, dovunque andiamo. Le cose che ci rendono tristi sono radicate nel nostro animo: a che serve cambiare posto e vedere persone nuove se non curiamo prima i nostri mali? Tutti questi temi sono trattati nel testo che ho riportato di seguito: la ventottesima epistola tratta dalle Lettere morali a Lucilio. Caelum, non animum mutant qui trans mare currunt I naviganti cambiano il cielo (che di volta in volta li sovrasta), non il proprio stato d'animo. L'aforisma di Orazio (Epistole a Bullazio, libro I, lett. XI), riproposto in modo simile da Seneca (Animum debes mutare non caelum) nelle Epistole a Lucilio, mette in evidenza la futilità del viaggiare per liberarsi dagli affanni dell'animo. 4) IL VIAGGIO NELL’INSCONSCIO Per quanto riguarda la letteratura italiana Italo Svevo, autore del primo Novecento, scrive “La coscienza di Zeno”: un viaggio nella coscienza con l’aiuto della psicoanalisi; una lunga confessione del protagonista, Zeno Cosini, al proprio psicoanalista, a cui “racconta molte bugie e da cui sa bene che non sarà mai guarito”. Zeno Cosini è fragile, emotivo, nevrotico, impegnato in una costante ricerca della tranquillità ed i suoi incontri sono dettati dal bisogno di protezione e di sicurezza. Il romanzo non vuole essere altro che una memoria inviata da Zeno stesso allo psicoanalista che lo ha in cura, il dottor Costui, che lo ha indotto a scrivere una storia della sua malattia, con la convinzione che questo possa essere un ottimo metodo per la sua cura. Ma Zeno delude il dottor Costui che, per vendetta, decide di pubblicare la memoria del paziente. 5) IL VIAGGIO NELLA FOLLIA “Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!” (Jack Kerouac, “Sulla Strada”) Jean-Louis Lebris de Kerouac, noto come Jack Kerouac è stato uno scrittore statunitense nato nel 1922 e morto nel 1969. A 18 anni aveva già deciso di diventare un vero avventuriero e scrisse “Un viaggiatore solitario”. I Canti Orfici, un poema in prosa che esemplarmente riassume la poetica di Dino Campana. Il viaggio, innanzi tutto; quel trovarsi solo al confronto con una terra inizialmente carica di storia e poi,


man mano che si sale, sempre più nuda coi suoi colori vergini nell'aria rarefatta. E sulla sommità, d'improvviso spazzata dalle nebbie, ritrovare lo stupefacente nitore di colori e contorni, ritrovare l'uomo finalmente restituito a se stesso. Dino Campana, In un momento http://www.youtube.com/watch?v=e63xPXJzMew Il tema come ricerca di normalità e oasi di follia si trova in Nerval Io sono il tenebroso - il vedovo - l'inconsolato, il Principe d'Aquitania la cui torre è caduta; la mia sola stella è morta - e il mio liuto adorno d'astri porta inciso il Sole nero della Melancolia. Nella notte della tomba, tu che m'hai consolato, Posillipo rendimi e il mare d'Italia, il fiore che tanto piaceva al mio cuore desolato e la pergola dove la vite alla rosa s'allea. Sono Amore o Febo?... Lusignan o Biron? Sulla mia fronte ancora è rosso il bacio della regina; ho sognato nella grotta dove nuota la sirena. E vincitore traversai due volte l'Acheronte, alterni modulando sulla lira d'Orfeo i sospiri della santa e i gridi della fata. GERARD DE NERVAL http://www.youtube.com/watch?v=hovkm4hdOvQ 6) VIAGGIO COME FUGA DALLA REALTA’ Nella seconda metà dell’800, mentre si afferma l’industrializzazione e molti sono i progressi tecnici e scientifici, gli intellettuali colgono gli aspetti negativi di una società materialista e spietata ed esprimono il senso di angosciosa alienazione e di oppressione che provano. Il tema del viaggio è frequente nelle poesie dei simbolisti e rappresenta il desiderio della fuga da una realtà ostile e insopportabile per trovare rifugio in un mondo di piena libertà e autenticità. Nelle poesie di Charles Baudelaire appare spesso il tema del viaggio verso mari tropicali e foreste esotiche dove potersi abbandonare al sogno, cosa impossibile nelle fredde e corrotte città industriali dove domina la noia, lo "spleen" e dove "il cielo basso e greve pesa come un coperchio sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni" Il sogno di fuga di Baudelaire è, però un sogno letterario, un mito; il vero viaggio è puro desiderio di vagare verso mete senza forma e senza nome e alla parola è affidata, ancora una volta, la funzione di trasporto e di evasione per "viaggiare senza vele e senza vapore". Baudelaire dedica al tema del viaggio il poemetto "Le voyage", in cui le immagini di astri, sabbie e onde sono presentate come simboli di sogni, perché, anche andando lontano, il poeta proverà la stessa noia di sempre.


La famosa lirica "Albatros" è costruita su immagini di viaggio; l’albatros è allegoria del poeta e della sua diversità, del suo "volare alto", principe delle nubi, che lo rende però esule e impedito al suolo fra gli uomini. Il viaggio è rappresentato da questo "volare alto", dal desiderio del poeta di spingersi lontano da una realtà da cui si sente rifiutato, lontano da quegli "amari abissi" su cui scivola la nave. Anche Stephane Mallarmé esprime nella sua "Brezza marina" il desiderio di rompere per sempre con la realtà quotidiana, triste e meschina e di assaporare la libertà. "La carne è triste, ahimè! E ho letto tutti i libri Fuggire! Laggiù fuggire! Io sento uccelli ebbri d’essere tra l’ignota schiuma e i cieli! Niente, nè antichi giardini riflessi dagli occhi terrò questo cuore che giù si bagna del mare" http://www.youtube.com/watch?v=JdGsD6D5P9o Arthur Rimbaud nei versi del "Bateau ivre" (1871) esprime questo puro desiderio di partire e di vagare senza meta, verso luoghi privi di forma, cangianti, senza nome; la lirica termina con l’invocazione al naufragio del battello, che rappresenta il poeta, unico esito possibile di questo errare sfrenato dell’io. Anche Giovanni Pascoli dà al viaggio un chiaro valore simbolico: non si può raggiungere la felicità neppure andando lontano e spingendosi sempre oltre. Nei "Poemi Conviviali", nella lirica "Alexandros", il protagonista, nella sua vittoriosa avventura, è ormai giunto al limite della terra conosciuta, ed esprime la stanchezza e il senso di limite del destino dell’uomo, per il quale la felicità non è mai assoluta. "Oh, più felice quanto più cammino mi era dinnanzi, quanto più cimenti, quanto più dubbi, quanto più destino!" Anche la fuga, l’andar lontano non porta al raggiungimento della felicità e della pace interiore. Pascoli, diversamente dai simbolisti francesi che cercavano la felicità nella fuga dalla realtà e nei sogni surreali, pensa che solo negli affetti familiari, nel "nido" l’uomo possa raggiungere un po’ di serenità. Nella lirica "Le rane" che fa parte del poemetto "Il ritorno a S. Mauro", Pascoli esprime la tensione dell’uomo verso la ricerca della felicità, una felicità che è negata nel momento presente e che si accompagna a un senso di rassegnazione e delusione. "E sento nel lume sereno lo strepere nero del treno che non s’allontana e che va cercando, cercando mai sempre ciò che non è mai, ciò che sempre sarà……" Il treno è il simbolo del cammino dell’uomo che insegue vanamente la felicità; la realtà è espressa dal "treno che non s’allontana", in cui si cerca una felicità che è impossibile.


7) VIAGGIO NELLA MEMORIA Il viaggio può essere anche viaggio nella memoria, occasione per un percorso mentale dentro se stessi o per un bilancio della propria vita. E’ ciò che esprime Giuseppe Ungaretti nella lirica "I fiumi" dove la vista del fiume Isonzo richiama, nel ricordo, altri luoghi, ormai lontani, ma cari al poeta: 1 "……Questo è il Nilo che mi ha visto nascere e crescere e ardere d’inconsapevolezza nelle estese pianure. Questa è la Senna e in quel suo torbido mi sono rimescolato e mi sono conosciuto" http://www.youtube.com/watch?v=dPkTolieM0g …………… 2 Alle immagini dei fiumi è legata la consapevolezza di sè, delle scelte morali e intellettuali della vita del poeta. 3 Il tema del viaggio, anche nel ‘900, continua ad esprimere il parallelismo fra la vita umana e il viaggio stesso, come in "Allegria di naufragi"; il poeta, arricchito di profonda e dolente umanità dopo l’esperienza della guerra, riprende il cammino, spinto dal desiderio di proseguire, di ritrovare se stesso: 4 "……E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare" 5 Anche Umberto Saba nella poesia "Ulisse" esprime questa costante spinta al viaggio come ricerca di se stesso e amore per la vita: 6 "Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d’onda emergevano…… Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito e della vita il doloroso amore". 7 Cardarelli, nella lirica "I Gabbiani" davanti a uno scenario marino, paragona la propria inquietudine al volo senza sosta di quegli uccelli: 8 "…...ma il mio destino è vivere balenando in burrasca".

PSICOLOGIA Perchè si viaggia ? Qual'è la vera metafora che si nasconde dietro l'irrefrenabile desiderio di muoversi ? Quella di conoscere nuove culture, di vedere nuovi mondi ? O forse quella di trovare un punto di riferimento che ci aiuti a conoscere meglio noi stessi, il mitico centro di gravità permanente di cui si favoleggiava in una nota canzone di qualche anno fa. I motivi per cui si viaggia s'intrecciano e si dipanano lungo il filo delle più diverse ragioni, e prima o poi il viaggiatore è


costretto a fermarsi e a confrontarsi con tutto il corollario di domande e riflessioni che ne conseguono. Può sembrare assurdo viaggiare e doversi interrogare sulle motivazioni che ci spingono a farlo, si può viaggiare semplicemente per il piacere di farlo ? Certo, ma a ben vedere non si nasconde anche li una motivazione più profonda: la ricerca della felicità. Io non ho risposte esaustive, ma solo nuove domande. E forse, alla fine del viaggio, la vera metafora è solo quella d'aver accumulato dei bei ricordi... una delle poche cose che nella vita può fornire la misura d'aver vissuto veramente... Dopo aver tanto parlato e scritto di viaggi ho sentito l’intimo bisogno di scrivere queste righe, di aderire al coro di quanti, in tutte le epoche della vita umana, hanno percepito l’esigenza di interrogarsi sul significato più profondo del viaggiare. Quante parole sono state spese, quante metafore sono state scritte, quante fini similitudini sono state coniate, e tutto per trovare un senso comune che potesse racchiudere una parvenza di significato che pure scivola in mille rivoli, cangia in mille sfaccettature e sembra non lasciarsi mai afferrare. Quanti di noi si sono cimentati in una così titanica avventura da parere essa stessa un immaginifico viaggio, e quanti modi diversi di viaggiare si potrebbero elencare senza correre il rischio di ripetersi. Si viaggia per spirito d’avventura, per conoscere altri popoli, per andare alla scoperta del mondo ed accorgersi poi che quello a cui hai sempre anelato è li, appena dietro il giardino di casa. Si viaggia per imparare ad amare o per essere amati, per lenire un dolore o per dare sfogo alla rabbia, perché spinti da una fede cieca o perchè non si ha più nulla in cui credere. Si viaggia per essere stati i primi o per dire io c’ero, per aiutare il prossimo o per farsi aiutare, perché si è amici o per fare nuove amicizie. Si viaggia per incontrare qualcuno o per abbandonare qualcun'altro, per non saper attendere o perché abbiamo atteso troppo, per indagare nel profondo della nostra anima o per fuggire da se stessi... E cosa dire del viaggiatore, spirito errante eternamente insoddisfatto, capace di viaggiare attraverso il tempo, nella memoria perenne come in un attimo sfuggente, in uno spazio chiuso eppure senza confini. Cosa lo spinge a quest’opera mutevole come può esserlo un pensiero e istintiva come un debole respiro? Perché, si dirà, non è forse tutta la vita un breve viaggio verso una meta oscura? A che giova viaggiare per dover tornare, muoversi e ritrovarsi poi sempre allo stesso punto? Più si scende in profondità e invece che trovare una risposta, sembriamo saper accumulare solo altre domande. Perché viaggiare è in fondo uno stato dell’animo, a cui non si può chiedere ragione della sua esistenza, esiste perché noi esistiamo. Ecco la raccolta di alcune tracce del senso del viaggiare e dei viaggiatori. Freud affronta la tematica del viaggiare anche a partire dall'impossibilità patologica a viaggiare, a partire cioè dall'agorafobia. A partire, in qualche modo, da se stesso. La tesi sostenuta da Freud nella circostanza è che il confinamento spaziale degli agorafobici corrisponda alla rappresentazione del loro confinamento tout court e coincida con la loro restrizione sessuale. Nel parlare di restrizione sessuale Freud sta parlando anche di se stesso.

ARTE Come viaggiano gli artisti? E, soprattutto, come raccontano le loro esplorazioni, mentali o reali che siano? Van Gogh lo fa dipingendo la sua vita come un andare ossessivo attraverso il colore, Gauguin immergendosi nella luce abbagliante degli antipodi. Il pittore del silenzio Edward Hopper osserva l’America operosa della provincia dalla finestra del suo studio, la stessa America che Edwin Church, il “pittore dell’Est” e Albert Bierstadt, il “pittore dell’Ovest”, vedono selvaggia e spaventosa nella sua immensità. William Turner e Mark Rothko esprimono i loro ‘viaggi interiori’ con l’azzurro chiaro delle marine e l’incanto di tele quasi monocrome. Kandinsky ama perdersi nelle geografie mentali dell’astrazione. Nell’antichità c’è il viaggio nell’Eros. Nel Medioevo c’è il viaggio nell’ultraterreno. Vincent van Gogh. Il viaggio estremo di Vincent, culminato nel suicidio, è documentato da una quarantina di opere, tra dipinti e disegni e inedite lettere al fratello Theo. Goldin è riuscito a ottenere


prestiti favolosi, come il “Campo di grano con corvi”, una tela che non usciva da oltre quarant’anni dal Van Gogh Museum di Amsterdam. Concluso il viaggio di Van Gogh comincia quello di Gauguin. Ecco “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”, il quadro star della mostra, concessa per la prima volta all’Italia dal Museum of Fine Arts di Boston, una tela dalle proporzioni maestose, quattro metri di lunghezza per uno e mezzo di altezza (nella foto). Racconta di un viaggiatore incantato nel paradiso terrestre di Tahiti. E’ il quadro che avrebbe dovuto essere l’ultimo, il testamento di una vita ormai insopportabile. Gauguin lo dipinse nel 1897, dopo un tentativo di suicidio con l’arsenico. Fallito, per fortuna. https://www.google.it/search?q=viaggio+nella+pittura&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa =X&ei=bmCzUprpJ86qhQfc04GQBQ&ved=0CDoQsAQ&biw=1280&bih=549

CINEMA Infatti, fin dai mitici viaggi di Erodoto, passando per il viaggio di Ulisse ed approdando a Dante, il viaggio ha sempre significato superamento di mille pericoli, ostacoli, in tal modo diventando prova di conoscenza, in primis di se stessi. Sotto tale aspetto, allora, si potrà meglio intendere il viaggio in auto in compagnia della nuora del vecchio medico ne Il posto delle fragole, che ripercorre a ritroso la propria vita, rivivendo momenti di gioia e di dolore, in un processo analitico – a sfondo catartico – che gli permetterà di addormentarsi tranquillo alla fine dello stesso. http://www.youtube.com/watch?v=JoKjJ6OOCE0 Nel film A proposito di Schmidt, il viaggio che Warren, neopensionato americano, da poco rimasto vedovo, intraprende a bordo di un camper per raggiungere la figlia che sta per sposarsi, con l’unico intento di dissuaderla dal matrimonio, non sembra altrettanto fruttuoso, a giudicare dall’esito. Il medesimo ripercorre alcuni luoghi della sua vita, dalla casa ove visse da bambino, ora trasformata in un’officina, all’università..Qui sono presenti alcune suggestioni che riportano al Posto delle Fragole…ma non è un viaggio interiore quello che effettua Warren, bensì un vano tentativo di riempire l’enorme senso di vuoto che gli deriva dalla (tardiva) presa di coscienza di aver vissuto una vita inutile http://www.youtube.com/watch?v=4vqcb0fjvrQ …Ma non tutti i viaggi sono così sterili: infatti, Il viaggio della sposa, “finalizzato formalmente al raggiungimento del luogo del matrimonio, [è] in realtà itinerario di una crescita personale e di un fruttuoso scambio con il a suo modo saggio Bartolo” [mm40; 12/12/2009]. http://www.youtube.com/watch?v=JQmKpRF3pSg Ne Il viaggio di Jeanne troviamo “un’introspezione psicologica dei personaggi che spinge ad un’analisi sul tema della crescita, [che] porterà i personaggi a riflettere sulla propria vita e guardare verso il futuro con un occhio nuovo”[Giancarlo Visitilli, 20/12/2009]. http://www.youtube.com/watch?v=08cwywf-Z74

In Thelma e Louise il viaggio, con l’effetto liberatorio che dà poter attraversare pianure sterminate, fa da catalizzatore ai desideri inespressi e alle giuste rivendicazioni di due donne vittime di una società maschilista…Il sogno si infrangerà contro una realtà violenta, contro cui le nostre reagiranno nell’unico modo in cui possono reagire: con altrettanta violenza…La fine, dolorosa ma a un tempo liberatrice, sarà il salto nel Gran Canyon.


http://www.youtube.com/watch?v=0D9mDHPY0RA Ne In viaggio con papà, protagonisti Sordi e Verdone, al di là delle inevitabili battute esilaranti, emerge l’amara constatazione dell’incomunicabilità tra due generazioni che pure vorrebbero comprendersi, e, forse, amarsi. http://www.youtube.com/watch?v=u6jftV-Sdo4 Ne Il sorpasso il tema dell’incomunicabilità tra due mondi – quello di Bruno Cortona (Gassmann), rappresentante di una Roma da dolce vita, superficiale e scansafatiche, ed il giovane studente timido Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant,) – si tocca con mano fin dalle prime battute del film; ma la personalità del più esperto Cortona, assieme al potere deviante del gioco e del rischio, avranno il sopravvento sulle buone intenzioni dello studente, fino al dramma. http://www.youtube.com/watch?v=xhu_uM9mk_o In Palermo Milano solo andata c’è infine, a mio parere, la presa di coscienza dello spettatore di fronte alla malavita organizzata…Questo forse è un viaggio che serve a tutti noi….. http://www.youtube.com/watch?v=njeOeRfBbN8

MUSICA FRANZ SCHUBERT la Fantasia "Wanderer" http://www.youtube.com/watch?v=OJQQ0fPemaE GIOACCHINO ROSSINO dal titolo "Il viaggio a Reims http://www.youtube.com/watch?v=f3uXedY_ROA FRANCESCO DE GREGORI-VIAGGI E MIRAGGI http://www.youtube.com/watch?v=U5rUYUQrT7k IRENE GRANDI - Prima di partire per un lungo viaggio http://www.youtube.com/watch?v=fABiEMP7qVk

CITAZIONI Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno. Guy de Maupassant A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco. Michel de Montaigne Tra vent’anni sarete più delusi per le cose non fatte che per quelle fatte. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro.


2013-2014 http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=150

Viaggiare è il nostro motto. Nel Liceo Linguistico Colonna sono obbligatori gli scambi linguistici e culturali, imprescindibili per una formazione completa, poiché imparare le lingue con un contatto reale con parlanti madrelingua, è il nostro metodo, caratterizzato da una grande attenzione alle persone e ai loro bisogni comunicativi. Cannes, Londra, Dublino, Salamanca, Baviera… ogni meta è concepita e percorribile da parte dei docenti del Dipartimento di lingue del Liceo Linguistico Vittoria Colonna. Tre i licei partner, con cui docenti e studenti mantengono attivi gli scambi: con gli Stati Uniti con Thornton-Donovan School di New Rochelle (New Yorkorganizzatore prof.ssa Ficai Stella), per la Francia con il Lycée Minimes di Lione (organizzatore prof. Badiali Massimiliano), e con Sainte-Marie de Chavagnes a Cannes (organizzatore prof.ssa Sciarrotta Achiripita).

2014-2015 Francese: SCAMBIO CON LYON IN ACCOGLIENZA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=217


http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=216 IN VISITA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=188 VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=OxH45PHSVcY&feature=youtu.be

Francese: SCAMBIO CON CANNES IN ACCOGLIENZA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=220 IN VISITA http://issuu.com/vcolonna/docs/cannes2014

Inglese: SCAMBIO CON NEW YORK IN ACCOGLIENZA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=182

2013-2014 Inglese: SCAMBIO CON NEW YORK

2012-2013 Inglese: SCAMBIO CON BOSTON IN VISITA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=53

2014-2015 Spagnolo: VIAGGIO A SALAMANCA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=189


2013-2014 Francese: VIAGGIO A PARIGI http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=147

Inglese: VIAGGIO A LONDRA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=165

Spagnolo: PROGETTO SPAGNA http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=160

Francese: VIAGGIO A CANNES http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=129

2012-2013 Francese: VIAGGIO A CANNES http://www.vittoriacolonna.com/default.asp?options=news&ctgnws_id=2&nws_id=44

Realizzazione Foto e Montaggio PDF prof. BADIALI MASSIMILIANO

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