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COTECHINO E LENTI

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NON SOLO BUSINESS

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Settima puntata Una storia triste ai tempi del Covid

Con l’ora solare capita di guidare al buio, magari in coda in autostrada, ed il pensiero facilmente sfugge ad ogni controllo … ieri sera mi è venuto in mente F. quando mi disse che avrebbe chiuso il negozio, ed ho pensato a come e a quanto questo maledetto Covid abbia influito sulle vite di tutti noi. Vi voglio raccontare la sua storia, ma vi avverto, è una storia purtroppo triste. F. è un ragazzo che viene da fuori, ha studiato in una delle nostre scuole di Ottica, bravo, preparato, affabile, accattivante. Quello che si definisce una persona piacevole. All’inizio la vita gli è dura, qualche lavoro

sporadico di rimpiazzo di garzoni di negozio, un po’ di promozione prodotti “ai bordi” dell’ottica, persino pony express con la speranza di entrare in un negozio e farsi conoscere per questa via, addetto al montaggio in un laboratorio qui in città e poi, finalmente, un posto fisso. Quel sogno si avvera in un bel negozio del centro di una città del Nord. Cinque vetrine da 4 metri ciascuna. Un po’ trasandato, titolare anziana, vedova, i figli in Svizzera e in Inghilterra – li ha spinti lei ad andarsene a farsi un’esperienza all’estero – ed ora è stanca, le basta stare alla cassa ed ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi. F. le viene consigliato da un fornitore che lo ha incontrato nel suo girovagare alla ricerca di una sistemazione stabile e la Signora lo esamina, lo mette alla prova, lei stessa è un’Ottica e quindi sa come pesarlo. F. assomiglia persino a suo figlio, stessa età, stesso modo di fare affabile e F. inizia a sistemare le cose in negozio. Rinnova la vetrina, fa piazza pulita con un po’ di saldi delle montature vecchie, riordina il caos nell’archivio documentazioni, riattiva un PC con un po’ di freeware di livello adeguato. La sera dopo la chiusura ricopia le schede dei Clienti che hanno avuto più di una frequentazione e di quelli degli ultimi tre anni. Inizia una chiamata di richiamo per questi ultimi. Rimette in sesto anche i rapporti coi fornitori di lenti e ne sceglie uno primario ed uno marginale, per sicurezza. Il negozio sembra riprendere vita e così anche la sua vita, tanto è vero che dopo un anno sposa E., la sua ragazza, che fa la commessa in un supermercato cittadino. Si possono persino permettere di prendersi qualche libertà, uscire con qualche amico, fare un week end ogni due mesi sino al loro paese di origine, facendosi 4 ore di treno per ogni tratta di andata ed ognuna di ritorno, ma la famiglia è famiglia, specialmente per chi

ha tradizioni contadine. E da dove viene lui ogni persona ha radici profonde nella campagna. Passano due anni, siamo nel 2019 e finalmente F. rispolvera il sogno di avere un negozio tutto suo. L’hinterland cittadino, dopo attente ricerche in Internet, gli rivela un paio di paesi limitrofi dove non ci sono negozi di Ottica. Molto onestamente fa un discorso alla Signora che la rassicuri sulla sua volontà di non piantarla in asso ma di affiancare un suo compagno di corso che ancora non ha un posto di lavoro soddisfacente. La Signora è perplessa, F. le serve, anzi è il perno del suo negozio. F. rinuncia all’offerta di un maggior salario e il piano di avvicendamento si dà inizio prima con un part time del compagno e poi con una prestazione che dovrebbe durare 3 mesi, prima che F. lasci il negozio. Nel frattempo, F. ha contattato un’agenzia e ha affittato un ampio locale di circa cento metri quadri con un retrobottega decente per ricavare la sala visite, e della giusta lunghezza di 15 metri. L’affitto non è nemmeno molto elevato e gli viene concesso il tempo di sistemazione di mobilio e strumentazione prima di pagare la prima rata trimestrale. Non male come occasione! Dipinge lui stesso le pareti, prende i contatti opportuni con il fornitore principale. Il fornitore, intanto, ha cambiato agente di zona, un superiore di questo gli si para davanti e vuol sapere i suoi programmi, volume di affari ecc. ecc. e gli propone di sovvenzionare il suo impegno finanziario senza che lui debba interpellare una banca, almeno per una buona fetta, gli fa ponti d’oro proponendogli un contratto che pare molto conveniente ed alla luce delle previsioni appare a F. realizzabile. Un impegno all’acquisto con un fatturato minimo mensile, pagabile con voucher anticipati a prezzo pieno di listino confidenziale e quello che eccede con uno sconto cospicuo. F. chiede 3 mesi di prova, con la libertà di rescindere il contratto se i volumi fossero stati irraggiungibili, passando ad una garanzia bancaria, meno agevole sul tempo di remissione del debito ma meno vincolante.

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