Vulture Magazine, 29 maggio 2013

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Ieri a Roma e dintorni tre omicidi e un ferito grave in poche ore. Difficile, questa volta, per il sindaco Alemanno cavalcare la questione sicurezza

Mercoledì 29 maggio 2013 – Anno 5 – n° 146

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

I LETTA, ALFANO, DE BORTOLI

LE TRAME DI BISIGNANI Nel libro del faccendiere P2 e P4, rivelazioni imbarazzanti e messaggi cifrati sui potenti d’Italia Il premier “durerà poco”. Il vicepremier “congiurava contro B. assieme a Schifani”. Il direttore del Corriere, come Scalfari e Geronzi, l’avrebbe “usato e poi tradito” Barbacetto, d’Esposito e Meletti » pag. 2 - 3 PER SALVARE BERLUSCONI E GLI IMPUTATI DELLA TRATTATIVA

Palma si guadagna lo stipendio: “Pm di parte? Stop ai processi” Dopo la visita in carcere a Cosentino e la proposta di condono per gli abusi edilizi, il presidente della commissione Giustizia vuole fermare per sei mesi i dibattimenti quando il magistrato sia passibile di azione disciplinare per dichiarazioni “politiche” Fierro » pag. 10 Schifani, Enrico Letta, Alfano e De Bortoli. Sopra, Bisignani Ansa/LaPresse

» MAGGIORANZA » Il confronto dei dati di lunedì con le elezioni politiche dà un risultato impietoso

Che bello, ho perso solo 243 mila voti Nei capoluoghi il Pd smarrisce il 38% dei consensi in tre mesi, ma canta vittoria. Grillo: “Chi vive di politica e tiene famiglia vota per i soliti partiti” LA STORIA

di Chiara Paolin

Sulmona, ballottaggio col morto (e ricorsi)

incere perdendo è la grande novità delle AmminiV strative 2013. Succede al Pd, che rispetto alle Comunali del 2008 ha visto sparire 291 mila voti, il 41%. Dato che peggiora sulle Politiche di febbraio: meno 243 mila, il 38% delle schede ottenute da Bersani. » pag. 4 - 5 - 6

Tecce » pag. 9

QUESTIONI DI CINEMA

Sardex, prove di uscita dall’euro in Sardegna con la moneta locale

Grande bellezza o grande tristezza? Pro e contro il film di Sorrentino » ROSARIA, LA MISS

Visto che le banche non prestano e i fornitori non saldano, mille aziende si inventano una valuta » pag. 11 - 14

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“Mi ha picchiata, ma non mi avrebbe bruciata. Lo amo” Battistini e Delbecchi » pag. 22

Borromeo » pag. 16

LA CATTIVERIA Alemanno: “Andremo casa per casa per convincere chi non ha votato”. Come faceva nonno » www.forum.spinoza.it

Veni, vidi, inciuci di Marco Travaglio

hi ha visto i tg e i talk di lunedì e ha letto i giornali di ieri s’è fatto l’idea che gli italiani, C improvvisamente impazziti tre mesi fa quando andarono in massa a votare Grillo, siano prontamente rinsaviti precipitandosi a premiare il Pd e le sue larghe intese col Pdl. A parte una quota crescente di elettori che, in preda a una non meglio precisata “disaffezione” o “distacco” dalla politica, è rimasta a casa. Corriere: “Vince l’astensione, perde Grillo, sale il Pd”. Repubblica: “La rivincita del Pd, crolla Grillo”. La Stampa: “Fuga dal voto, flop dei grillini, il Pd risale”. L’Unità: “Avanti centrosinistra”, “La spinta per ripartire”. Libero: “La tenuta del Pd allunga la vita al governo Letta”. Poi uno legge i numeri e scopre che non ha perso solo Grillo. Han perso tutti. Chi molto, chi moltissimo. Prendiamo Roma. Alle ultime comunali del 2008, quando Alemanno batté Rutelli al ballottaggio, il Pd prese 520.723 voti (34,04%) e il Pdl 559.559 (36,57%). L’altroieri il Pd s’è fermato a 267.605 (26,26%) e il Pdl a 195.749 (19.21%). Cioè: il Pd ha perso 295.160 voti (-43%) e il Pdl 457.935 (-65%). Ma, si dirà, era un altro mondo: i neonati 5Stelle si fermarono al 2%. Bene. Allora vediamo le politiche di febbraio 2013. A Roma il Pd raccolse 458.637 voti (28,66%) e il Pdl 299.568 (18,72%). Cioè: in tre mesi il Pd ha perso per strada 191.032 voti (-41%) e il Pdl 103.819 (-34%). Che senso ha dire che il Pd “sale”, o “avanza”, o “tiene”, o “risale” o addirittura ottiene la “rivincita”, quando nei comuni capoluogo perde il 38% dei voti in tre mesi? Sappiamo bene che, nelle comunali, conta arrivare primi. Ma questo varrebbe anche se la prossima volta i votanti fossero tre, e due scegliessero il Pd e uno il Pdl: sarebbe questa una vittoria, una salita, una risalita, una rivincita, una tenuta, un’avanzata, una spinta? Ma ecco l’angolo del buonumore, cioè il Giornale. Titolo: “Il voto non preoccupa il Cav: il governo rimane al sicuro”. Svolgimento: “Che avrebbe dovuto pagare un piccolo pedaggio alle larghe intese, il Cavaliere l’aveva messo in conto”. Piccolo pedaggio? Perdere due terzi dei voti a Roma in cinque anni e un terzo in tre mesi è un “piccolo pedaggio”? E l’estinzione allora che cos’è, un medio pedaggio? Sallusti News parla anche di “flop dell’antipolitica”: il 50% fra astenuti e grilli non gli basta, comincerà ad accorgersene dal 90% in su. Il meglio però lo danno gli aruspici delle larghe intese, intenti a leggere i fondi di caffè per saggiare la magnifiche sorti e progressive dell’inciucio. Enrico Letta non ha dubbi: “Ha vinto il governo delle larghe intese, nessun premio alle forze di opposizione. Dicevano che il cosiddetto inciucio doveva portare Grillo all’80%: si sbagliavano, al ballottaggio vanno solo candidati del Pd e del Pdl”. Il Genio Nipote non s’è neppure accorto che i protagonisti delle larghe intese, Pd e Pdl, han perso almeno un milione di voti su sette in tre mesi (di Monti è inutile dire: non pervenuto). E non lo sfiora neppure l’idea che Pd e Pdl vadano al ballottaggio proprio perché si presentano l’un contro l’altro armati, non affratellati in un’unica lista, secondo uno schema che è l’esatto opposto delle larghe intese. Ma sentite l’acuto Epifani: “La gente ha capito che questo governo non è un inciucio, ma un servizio al Paese”. Forse non sa che Marino è uno dei pochi pidini che han votato contro il governo Letta. O forse pensa davvero che a Isola Capo Rizzuto i pochi elettori superstiti, mentre si trascinavano ai seggi, si interrogassero pensosi sui destini delle larghe intese. Ma sì, dai, non è successo niente, anzi è tornato tutto come prima. A parte un filo di “disaffezione”, ecco. Questi, quando vedranno i primi i forconi, esulteranno fischiettando: “Visto? Stiamo rilanciando l’agricoltura”. Ps. A Sulmona va al ballottaggio, secondo classificato col 21,8%, l’ingegner Fulvio Di Benedetto, della coalizione civica Sulmona Unita. Il quale, purtroppo, è morto 15 giorni fa. Un altro ottimo auspicio per le larghe intese.


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