Prime Pagine, 3 Maggio 2013

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Gli hacker violano ancora le mail privatedi parlamentari e attivisti del M5S. Ma nessuno dice niente. Se lo avessero fatto con Schifani o D’Alema, sai gli strilli

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Venerdì 3 maggio 2013 – Anno 5 – n° 120

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00

Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

EUTANASIA PD: INCIUCIO CONTESTAZIONI E VOTI IN FUGA Da Torino a Bologna cresce il malcontento dei militanti del partito furiosi per l’alleanza con il Caimano. Un disastro anche nei sondaggi, che avvantaggiano solo il Pdl. Intanto l’opposizione di sinistra (ma c’è anche Crimi) si raccoglie intorno a Rodotà. Al via la “contro Convenzione” Calapà, Caporale, Liuzzi e Palombi » pag. 2 - 3

IL “CENCELLI” DI LETTA

Sottosegretari: ecco De Luca, Micciché, Catricalà, Biancofiore e Ferri (quello della P3) PROTESTE ANCHE AL 1° MAGGIO

“Nessun inciucio con il Pdl”, uno degli slogan al corteo torinese del 1° maggio Ansa

Verdini vuole più poltrone ma viene stoppato. Il sindaco di Salerno (Pd) viceministro delle Infrastrutture, Stefano Fassina e Luigi Casero per l’Economia. Alle Comunicazioni l’ex sottosegretario di Monti Nicoli » pag. 5

» L’INTERVISTA » Il segretario della Cisl all’attacco

Paolo Becchi durante la trasmissione “Servizio pubblico” su La7 Ansa

Bonanni: “Galera per gli evasori fiscali, come in Usa” BRUXELLES

Tassi e deficit, Europa e Bce aiutano il premier Ma niente Imu

Il sindacalista: “Basta depenalizzazione, finiamola con la tolleranza nei confronti dei furbetti. Quello di Berlusconi sull’Imu è un puntiglio. Meglio ridurre le tasse. Rivedere ancora la riforma Fornero? Non mi convince”

all’Europa buone notizie uando dal palco del Priche fanno guadagnare tem- Qmo maggio, Raffaele BoD po al governo Letta. La Commis- nanni ha proposto di inasprire sione europea è pronta a chiudere la procedura per deficit eccessivo contro l’Italia. Feltri» pag. 4

le sanzioni penali per il reato di evasione fiscale non scherzava. Cannavò » pag. 6

QUIRINALE

Il governo del nostro scontento

A99; ;@ 76;5A>3 Ä B68 Ä ;B:A@7 Ä ;B36 3@6DA;6

» L’AGGUATO A ROMA »

“Se sparano non lamentiamoci” Bufera su Becchi M5S lo scarica Zanca » pag. 9

CHAMPIONS LEAGUE

L’austerity colpisce ancora: addio al ricevimento del 2 giugno

Bayern-Bor us sia, finale über alles: il dominio tedesco dei conti in ordine

di Malcom Pagani

di Roberto

Feltrinelli, contratto di solidarietà per 1378 dipendenti Franchi » pag. 14

Beccantini

a finale di Champions tra uesta è una notizia fe-ra-le”. Q Il tono di Mario D’Urso, ex LBayern e Borussia fissa un dirigente Lehman Brothers, ex se- confine netto, profondo. Si natore, ex primatista mondiale di capodanni nella stessa notte (Manila, Los Angeles, Honolulu), è ferito. » pag. 7

» CRISI A TUTTO VOLUME

può vincere con i bilanci in ordine. Il podio resta dei ricchi, sì, ma non necessariamente “scemi”. » pag. 15

LA CATTIVERIA Nel nuovo governo anche un’esperta di robotica. È l’urologa di Berlusconi » www.spinoza.it

Il Portabugie di Marco

Travaglio

n questi tempi bizzarri accadono cose davI vero strane. Càpita persino di ricevere lezioni di giornalismo e deontologia da Pasquale

Cascella, giornalista di cui sfuggono i pensieri e le opere, ma non le parole e le omissioni. Giornalista dell’Unità a targhe alterne, Cascella fu portavoce di Napolitano presidente della Camera, poi di D’Alema premier (quando Palazzo Chigi divenne – Guido Rossi dixit – “l’unica merchant bank dove non si parla inglese”), poi di Violante capogruppo Ds alla Camera, poi di nuovo di Napolitano presidente della Repubblica. Dunque è Cavaliere di Gran Croce, Grand’Ufficiale e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica, e ora candidato del Pd a sindaco della natìa Barletta. Ieri il Port. Cand. Cav. Gr. Cr. Grand’Uff. ha rilasciato un’intervista al prestigioso programma radiofonico La Zanzara: “La vicenda D’Ambrosio? Bisogna chiedere a Travaglio se non ha problemi di coscienza, per il modo in cui ha fatto informazione, non credo sia un modo di fare giornalismo. È stato un attacco mirato alla persona, a Napolitano. Mi chiedo come alcuni facciano informazione sul Fatto, come facciano a convivere con la propria coscienza e deontologia professionale, che nel caso D’Ambrosio è stata violata”. Questo monumento dell’informazione libera e indipendente si riferisce al magistrato Loris D’Ambrosio, come consigliere giuridico di Napolitano, sorpreso l’anno scorso dalle intercettazioni disposte dai giudici di Palermo sui telefoni di Nicola Mancino ad attivarsi, su richiesta dell’ex ministro indagato per falsa testimonianza, per deviare le indagini sulla trattativa Stato-mafia con pressioni sul procuratore antimafia Grasso e sui Pg della Cassazione Esposito e Ciani. Il Fatto, come tutti i quotidiani, pubblicò le telefonate, depositate e non più segrete. Criticò, come pochi quotidiani, le intromissioni del Quirinale in un’indagine in corso. E, come nessun quotidiano, diede la parola a D’Ambrosio con un’ampia intervista. D’Ambrosio disse di non poter rispondere sul ruolo di Napolitano mandante delle sue mosse (come emergeva dalle sue parole intercettate), perché era tenuto a un presunto “segreto” e a un’imprecisata “immunità” presidenziale. Ma s’impegnò a farlo se il capo dello Stato l’avesse svincolato. Il che purtroppo non avvenne: al posto suo intervenne Cascella per opporre il silenzio stampa. Il Fatto inviò le domande direttamente a Napolitano. Il quale rispose, con un dispaccio recapitatoci da un messo in motocicletta, che non intendeva rispondere. Però fece poi sapere che D’Ambrosio gli aveva offerto le dimissioni e lui le aveva respinte confermandogli “affetto e stima intangibili”. Anche quella fu una risposta ai nostri interrogativi, incentrati su una questione cruciale: quando D’Ambrosio svelava a Mancino di aver parlato a Grasso, Esposito e Ciani in nome e per conto del “Presidente” che “ha preso a cuore la questione” e “sa tutto”, millantava credito o diceva la verità? Il fatto che Napolitano gli confermasse fiducia significa che D’Ambrosio non millantava: obbediva agli ordini. Dunque tutto ciò che ha fatto, conseguenze comprese, è responsabilità di Napolitano (e Mancino). Forse tutto sarebbe ancor più chiaro se il Colle avesse divulgato il contenuto delle quattro telefonate Napolitano-Mancino, anziché scatenare la guerra termonucleare ai pm di Palermo per farle distruggere, a maggior gloria dell’inciucio. Non contento, quando D’Ambrosio morì d’infarto, Napolitano tentò di scaricare la colpa su chi l’aveva criticato. Ora il Port. Cand. Cav. Gr. Cr. Grand’Uff. Cascella ci riprova. Ma sbaglia indirizzo. Noi siamo a posto con la nostra coscienza, avendo esercitato il dovere di cronaca, il diritto di critica e di replica. Chissà se può dire altrettanto chi usò D’Ambrosio come scudo umano e parafulmine. Ma in Italia, oltre al principio di responsabilità, è stata abolita anche la vergogna.


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