Vulture Magazine, 6 febbraio 2013

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Blog: Notizie dal VULTURE - il cuore della Basilicata

Sommario 6 Febbraio 2013 - SiderurgikaTv Guida TV - Castel Lagopesole. Zibaldone Lucano - Avellino-Rocchetta. No Alla Green Way - Rionero. Durante la Partita due Giocatori della Vultur Perdono Conoscenza - Matera. Festa della Luce 2013 - Matera. Fotocopiatore - Melfi. Incontro Fede e Giustizia - Venosa. Incontri di Filosofia - Atella. Antonio Di Lucchio Sopravvissuto dei Campi Di Concentramento Nazisti Emoziona Gli Studenti - Maschito. Vice Presidente Vicario e Tesoriere Della Camera Di Commercio Italia-Albania, Presenta In Anteprima I Suoi Scritti Sul Mondo Arbereshe. - Montemilone. Denuncia Caduta di Una Pala Eolica - Ludmilla, una ragazza dell'Est - 545° Skanderbeg, Kermesse A Maschito - Traditat tona të ruajtura nga arbëreshët!! - Potenza. Piano Di Trasporto Urbano - Calcio / Volley / Calcio A 5 - Ultimissima. Vultur Rionero. Calcio Eccellenza Lucana VULTURE MAGAZINE

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EVENTI VULTURE E BASILICATA

Rionero - Incontri con gli Autori "A Bisanzio per Morire" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Rionero - "Agricoltura, Ambiente e Territorio, quale opportunitĂ di reinserimento sociale" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202013

Venosa - Libri nel Borgo Antico: La Casta invisibile delle Regioni http://www.siderurgikatv.com/search/label/Venosa%20Eventi%202012

Venosa - Libri nel Borgo Antico: "La Collera http://www.siderurgikatv.com/search/label/Venosa%20Eventi%202012

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Vaglio Basilicata: "Leonardo da Vinci in guerra per la Pace" allocuzione di Carlo Pedretti http://www.siderurgikatv.com/2013/01/eventi-2013-vaglio-basilicata-premio.html

Vaglio Basilicata - Premio Letterario Mephitis: Carlo Pedretti e Pino Mango http://www.siderurgikatv.com/2013/01/eventi-2013-vaglio-basilicata-premio.html

Pro-Loco Castel Lagopesole "In Die Natalis" Orchestra De Falla http://www.siderurgikatv.com/search/label/Castel%20Lagopesole%20Eventi%202012

Festival di Rionero in Vulture http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

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Rionero - Presepe Vivente http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Melfi "Ambiente e Territorio questa Terra non si tocca" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Melfi%20Eventi%202012

Rionero: FIDAPA "Il Parto indolore. Dal Buio alla luce" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Rionero: AVO Associazione Volontari Ospedalieri "Scelte di Vita" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

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Vaglio – Leonardo Immagini di un Genio http://www.siderurgikatv.com/search/label/Vaglio%20Eventi%202012

Unpli Basilicata – Viaggio nel Cuore della Basilicata /www.siderurgikatv.com/search/label/Castel%20Lagopesole%20Eventi%202012

Rionero – Consiglio Comunale http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Rionero – Riapertura Nuovo Campo Sportivo http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

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Rionero - Celebrazione 4 Novembre

Brienza – Vivi il Medioevo

http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

http://www.siderurgikatv.com/2012/10/eventi-2012-brienza-vivi-il-medioevo.html

Rionero – Festa della Castagna http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

69. Anniversario Eccidio Nazi-Fascista http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Melfi – la Notte del Brigante http://www.siderurgikatv.com/search/label/Melfi%20Eventi%202012

Conferenze Mediche Centro Anziani http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rionero%20Eventi%202012

Rapone – Celebrazione 4 Novembre http://www.siderurgikatv.com/search/label/Rapone%20Eventi%202012

Castel Lagopesole - "I Linguaggi delle Immagini e dei Suoni" http://www.siderurgikatv.com/search/label/Castel%20Lagopesole%20Eventi%202012

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L’appuntamento del sabato su: www.tg7basilicata.blogspot.it

www.siderurgikatv.com www.youtube.com/e20basilicata

facebook http://www.facebook.com/groups/145958325562095

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ZIBALDONE LUCANO

NO ALLA GREEN WAY

poesia e fragili storie cucite a mano spettacolo multimediale di e con Dino Becagli

Castel Lagopesole, 23 Febbraio 2013 Sala Pasolini ore 21.00 Il 23 Febbraio 2013 a Castel Lagopesole nella Sala Pasolini alle ore 21.00, con lo spettacolo multimediale “Zibaldone Lucano” di e con Dino Becagli, si percorrerà un magico e affascinate viaggio in Basilicata mediante i racconti e le poesie dei suoi autori più illustri. In una fusione di diversi pensieri e di diversi stili, verrà descritta una terra, i suoi figli, la sua storia e la sua evoluzione. Proiezioni e musiche accompagneranno la lettura e l’interpretazione dei testi di Carmine Donatelli Crocco, di Mario Santoro, di Pasquale Festa Campanile, di Giacomo Racioppi e lo spettatore si troverà catapultato ora nel brigantaggio, ora nell’eccidio nazista di Matera, ora nel fenomeno dell’emigrazione, ora nel disastro del Treno di Balvano, ora nel Risorgimento Lucano. Le poesie di Pierro, Scotellaro, Sinisgalli e Trufelli saranno il trait d’union dei diversi quadri storici che troveranno il loro intreccio e il loro epilogo nell’immagine di quello che oggi sta diventando la terra lucana. Non solo, quindi, spettacolo teatrale ma anche prodotto turistico che, attraverso le massime espressioni culturali locali, tende a valorizzare il territorio con il preciso scopo di recuperare le proprie radici per accrescere la consapevolezza della propria identità. VULTURE MAGAZINE

La green-way è un'idea campata in aria; il turismo in Irpinia ha ben altra priorità. Questa la conclusione del convegno tenuto ad Avellino. Un'idea balzana che ha trovato purtroppo riscontro con l'approvazione da parte del Consiglio Provinciale del Piano territoriale di Coordinamento. Sono bastate 6 righe a pagina 41 della relazione di piano per dare assoluta priorità alla trasformazione della storica ferrovia Avellino-Rocchetta in pista ciclabile nella programmazione provinciale. All'intervento illustrativo del progettista, Prof. Mangoni dell'Università di Napoli ha fatto seguito l'intervento dell'Arch. Angelo Verderosa che ha espresso la posizione delle tante associazioni e aziende del territorio quali In_Loco Motivi, Piccoli Paesi, Stati Generali dell'Alta Irpinia, Legambiente, IrpiniaTurismo, Associazione Lucana onlus La Strada dei Fiori, Comitato Avellino Capoluogo e altre adesioni che man mano si sono aggiunte tra facebook, Twitter e Blog. Le associazioni hanno fatto un po’ di conti ipotizzando una spesa minima di 100 euro per mq. di ferrovia trasformata (scavi, massicciate, asfalto, segnaletica, ringhiere di protezione; per una larghezza media della tratta di 5 ml. fanno 500 euro a ml.; per un chilometro (1000 metri) ci vogliono 500.000 euro; per i 70 km. della tratta provinciale ci vogliono quindi 35 milioni di euro solo per lavori a cui aggiungere iva, spese tecniche e 7


sicurezza per altri 15 mln. di euro e per un totale, salvo imprevisti di 50 milioni di euro. A questi bisognerebbe sommare il 6% annuo di manutenzione, quindi circa 300.000 euro pari a quasi il costo della manutenzione occorrente per far circolare i treni. Che dire poi del valore della storica ferrovia, autentica opera d'arte d'inserimento mirabile nel paesaggio, di valore strategico militare ed economico. Anche su questo si è soffermato l'Arch. Verderosa con una stima del valore attuale dello stato di consistenza della ferrovia in circa 900 mln. di euro, cioè la ferrovia così com'è vale circa un miliardo di euro, una vera finanziaria. In conclusione, a fronte di questo valore si può mai sostenere una spesa così ingente per asfaltarne i binari ? Ma per quali ciclisti ? La controproposta al settore turistico provinciale e regionale : scegliere una rete di strade rurali a farne poiste ciclabili e pedonali protette. In Irpinia ce ne sono per 2.500 km. "Si potrebbe iniziare dal 'Cammino di Guglielmo', ha concluso l'Arch. Verderosa, partendo dal Santuario di Montevergine, fino a Montella a S.Francesco a Folloni, proseguire per il Laceno, l'Abbazia del Goleto fino a S.Maria di Pierno, ultimo monastero fondato dal pellegrino Guglielmo in prossimità di San Fele". Appuntamento per le associazioni e i comitati con il pool di imprenditori che hanno mostrato interesse per un autogestione della tratta sia per uso passeggeri che turistici: l'appuntamento è rinviato dopo la tornata elettorale e si terrà presso la sala riunioni del Tribunale di sant'Angelo dei Lombardi. Piccoli Paesi terre, paesaggi, piccoli paesi il blog dei borghi dell'Appennino blog http://piccolipaesi.wordpress.com e.mail piccolipaesi@tiscali.it

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RIONERO IN VULTURE. 3 FEBBRAIO. CALCIO ECCELLENZA LUCANA. DURANTE LA PARTITA VULTUR RIONERO-POLICORO, SOTTO UNA BUFERA DI NEVE,DUE GIOCATORI DELLA VULTUR, GRIECO E VENA PER IL TROPPO FREDDO PERDONO CONOSCENZA. RIANIMATI GRAZIE ALLA PRESENZA DEL DOTTORE. PARTITA SOSPESA DOPO TANTO CONCILIABOLO

Rionero in Vulture 3 febbraio 2013. Calcio. Eccellenza Lucana. Stadio Pasquale Corona.

La partita tra la Vultur Rionero ed il Policoro, iniziata sotto una bufera di neve (vedi foto), è stata interrotta al 22' dopo che due giocatori della Vultur, Anselmo Grieco (è stato subito soccorso da un compagno, si è accorto che stava 8


barcollando) e Vena (è caduto all'improvviso a terra), a causa del brusco abbassamento di temperatura, subiscono uno choc termico, un principio di collasso, subito soccorsi dalla C.R.I. e dal Medico (meno male che c'è l'obbligo in questo campionato), si sono ripresi dopo un po' di tempo (sotto La preoccupazione dei genitori, presenti allo stadio).

La terna arbitrale, Ponzio di Moliterno ed i collaboratori Albano e Piscaretta, prima di sospendere la partita, dopo un'ora dal malore dei due giocatori, hanno chiesto "l'aiutino" del presidente dell'A.I.A. di Basilicata (Di Ciommo) presente allo stadio, che ha raggiunto lo spogliatoio ed una richiesta scritta dalla due società nella quale si evidenziava che i giocatori dopo l'assideramento da sindrome vagale subita da due giocatori in campo, per salvaguardare la propria incolumità fisica, non se la sentivano di continuare a giocare. Lorenzo Zolfo

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MATERA Festa della Luce 2013

La luce non ha solo una funzione pratica, ma anche una valenza più importante, di natura fortemente culturale, che la rende materiale speciale per la “comunicazione artistica”. In altri termini essa assume la stessa qualità delle materie pittoriche, dei materiali plastici o architettonici, i quali, nell’invenzione progettuale, si trasformano in mezzi linguistici, in strumenti espressivi. E’ giusto, quindi, occuparsi del “lato estetico” della luce, della percezione e del “sentire”, inteso come sensibilità alla conoscenza dell’espressione artistica. Per tanto quando si parla dell’”uso estetico della luce” ci si riferisce alle sue possibilità di farsi sia mezzo di conoscenza attraverso i sensi, che strumento espressivo dell’arte.La luce può assumere due fisionomie: essere parte del linguaggio artistico, vera scrittura dell’arte; essere mezzo di conoscenza dei linguaggi artistici preesistenti. Nel primo caso assume la qualità di segno, di traccia visibile, cioè di elemento costituente un sistema linguistico, facendosi strumento del comunicare. Nel secondo caso, pur mantenendo il ruolo di componente di un sistema linguistico, si intreccia con gli apparati linguistici della varie espressioni dell’arte, diventa cioè, mezzo eccellente per la conoscenza dei linguaggi preesistenti. La Festa delle Luce, che proponiamo per il 2013 a Matera, si presenta al pubblico in veste di laboratorio interdisciplinare di idee e come occasione straordinaria per poter vivere lo sfavillio, il divertimento notturno e poter anche scoprire le radici storiche e culturali della città. L’evento propone una spettacolarizzazione inedita della città e dei suoi spazi pubblici. E’ sufficiente passeggiare nella parte più antica dei Sassi fra portici, vicoli e piazzette per rendersi conto del fascino 9


poetico, unico al mondo che Matera possiede, e tutto questo verrà messo in risalto dalla festa della Luce manifestazione/evento che ruota intorno al tema della materia-luce, con la volontà di approfondire in tutti i suoi campi il fenomeno luminoso e con lo scopo di valorizzare idee e favorire la sinergia fra processi conoscitivi, processi formativi e sviluppo tecnologico.

La luce attraverso installazioni di arte visiva, spettacoli, aperitivi letterari, laboratori e aree didattiche valorizzerà la città di Matera. Un evento dedicato, agli architetti, light designer, installatori, registi, direttori della fotografia e a tutte quelle figure che in un modo o nell’altro ruotano attorno al mondo della luce, ma soprattutto ai profani dell’illuminazione, il grande pubblico che potrà godere di nuove e inedite scene urbane. Anche i bambini saranno protagonisti e potranno conoscere e giocare con la luce e i suoi colori in iniziative e laboratori ludici totalmente dedicati a loro. http://www.accademiadellaluce.it/2010/festa_luce.html

FOTOCOPIATORE

Matera. C’è uno spazio nella Città dei Sassi, dove può capitare di fare incontri singolari, imbattendosi per esempio in un grande esploratore seduto accanto un insigne magistrato e, poco più distante, un dottore fisico che porge delle domande ad un dottore di legge: tutti indugiano compìti e pervasi di deferenza, come se fossero in un luogo degno di un rispetto quasi sacrale. Sono i tanti studiosi che, animati da curiosità personale o stimolati dal perseguire una complessa ricerca, frequentano la ‘ Sala Studio ’ dell’Archivio di Stato cittadino, avvicendandosi ai tavoli di consultazione per esaminare testimonianze documentali di epoche e argomenti diversi. Ed accade anche che si ripropongano all’improvviso ricorrenze, che riportano alla memoria avvenimenti e personaggi, avvolti dall’oblio degli anni. Come per la data odierna, 28 gennaio, che mi invita a prendere spunto da un episodio avvenuto il 28 gennaio 1909, riportato in uno delle migliaia di fascicoli serbati presso l’Archivio, e che, casualmente, ho colto l’occasione di esaminare. Si tratta di una cartella contenente sentenze penali del Tribunale di Matera, da cui estraggo quanto segue: BRIAL TOUSSANT Joseph di Eugenio, di anni 19, nato a Pierafitte (Francia), imputato di oltraggio con violenza a pubblico ufficiale (guardia carceraria) a causa delle sue funzioni. In Matera 28 gennaio 1909, Artt. 194 e 195 Cod. Pen.

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Sentito il P.M. sulle sue orali conclusioni, con le quali ha chiesto condannarsi l’imputato a 29 giorni di reclusione e spese. Sentito il difensore dell’imputato e costui, che per ultimo ha avuto la parola. BRIAL TOUSSANT Joseph, francese, scampò al terremoto di Messina ed arrivò in Matera, dove di sera si fece innanzi ad alcuni cittadini, domandando dove fosse la Prefettura. Tra quei cittadini si trovava a discorrere una guardia carceraria, ed uno di essi indicò al francese la guardia medesima che lo poteva servire. Il BRIAL, che parla in francese misto ad italiano, capì l’accenno fattogli e lo interpretò nel senso che dovesse andare nelle carceri, onde si ribellò, ingiuriando tutti, compresa la guardia. Certo quel cittadino che, invece che rispettare un profugo del terremoto, muovendosi egli stesso e facendosi un merito in servirlo, indicò la guardia carceraria, ebbe una cattiva idea, sia che egli lo avesse fatto per celiare, sia che tale intenzione non avesse avuto. È indubitabile che equivoci e malintesi sorsero tra il forestiere e tutti quelli che confabularono con lui; il francese, offesosi della cosa, non sentì ragioni più e non le capì, non conoscendo troppo bene l’italiano, in cui gli altri gli parlarono scusandosi. Costoro non conoscendo bene il francese interpretarono le parole risentite del forestiere per offese, onde la guardia carceraria elevò un verbale di oltraggio contro il BRIAL, arrestandolo, nel contempo che costui, ritenendosi offeso dalla sopra riferita indicazione fattagli da una guardia carceraria, cercava sottrarsi all’arresto. Una confusione vi fu fra tutti in quel momento; ed è a deplorarsi che così si mostri a forestieri la città ed il galateo e l’ospitalità di queste regioni. È da ritenersi che tutti ebbero torto in quel momento, perché provocarono un forestiere che andava rispettato da chi si rispetta e che chiedeva un lecito favore

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semplicissimo: che gli si indicasse la Prefettura. Non è giustificato lo scherzo che gli si fece e che fu causa di tutto quel tafferuglio, in cui il non colpevole deve ritenersi il francese, il quale scarcerato immediatamente dopo più di un mese di carcere sofferto, perché il fatto a lui attribuito non costituisce reato.

Forse qualche lettore attento potrà trarre una morale da questa vicenda, anche in riferimento alla candidatura della città a Capitale Europea della Cultura. Riguardo a questa circostanza, però, il mio intervento non intende avanzare contestazioni di qualsiasi sorta, le quali, nella farraginosa contraddittorietà della questione, non otterrebbero altro risultato che allungare la lista di faziosi reclami. Chi scrive si prefigge di porre all’attenzione dei lettori aspetti, apparentemente più banali, che, in qualche modo, da un lato raccordano l’episodio di un secolo orsono all’atmosfera ed alle sollecitazioni che agitano l’ambiente cittadino e dall’altro sottolineano condizioni che sarebbe più semplice e vantaggioso risolvere. In primo luogo, riprendendo citazioni del documento sopra ricordato, sarebbe utile mettere da parte “equivoci e malintesi”, irritanti ed ostili, ed evitare, oggi come allora, che “una confusione vi fu fra tutti in quel momento; ed è a deplorarsi che così si mostri a forestieri la città ed il galateo e l’ospitalità di queste regioni”; in ogni caso, chiunque va 11


“rispettato da chi si rispetta”, soprattutto se chiede “un lecito favore semplicissimo”. Il sottoscritto ha ricopiato manualmente il fascicolo in questione, perché, probabilmente a causa dei tagli alle spese degli enti pubblici, è stata sacrificata la macchina fotocopiatrice, con danno per studiosi e operatori, i quali per riprodurre i documenti sono costretti a portare all’esterno il materiale da riprodurre, rinunciando alcune volte, per questione di tempo o di disponibilità, allo studio e all’esame di preziosi documenti. Si inserisce così la seconda considerazione preannunciata: in virtù del fatto che eseguire fotocopie rappresenta “un lecito favore semplicissimo”, che oltretutto viene coperto dai richiedenti, sarebbe auspicabile una adeguata soluzione dell’inconveniente, magari sollecitando il Ministero ad inviare da Roma un apparecchio fotocopiatore (anche usato). E tanto andrebbe a vantaggio non solo della collettività dei residenti, ma anche di quanti sono presenti a Matera per motivi diversi, convinti di poter contare su di un servizio di base, soprattutto in una Città candidata a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Gianni Maragno

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MELFI 1 FEBBRAIO 2013. SALA DEGLI STEMMI PALAZZO VESCOVILE. UN SUCCESSO L’INCONTRO FEDE E GIUSTIZIA PROMOSSO DALL’UFFICIO SCUOLA DELLA DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

Melfi. Interessante incontro promosso dall'ufficio scuola della Diocesi di MelfiRapolla-Venosa, presieduto dal prof. Riccardo Rigante, dal titolo: "Fede e Giustizia" con la presenza autorevole del prof. padre Rocco D'Ambrosio dell'Università Pontificia Gregoriana in Roma. A portare i saluti Mons. Ciro Guerra, Cancelliere della Diocesi,il prof. Riccardo Rigante (che ha introdotto il tema del connubio Fede e Giustizia), responsabile dell’ufficio scuola della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, ed il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Melfi, Gerardo Di Ciommo, in rappresentanza del foro del Tribunale di Melfi. Sono intervenuti il prof. Rocco D'Ambrosio, docente presso l’Univerità Pontificia Gregoriana in Roma: “l'uomo fedele è chiamato giusto. La fedeltà a Dio si dimostra nei rapporti sociali, che devono essere improntati alla giustizia. La giustizia è la salute del corpo, mentre l'ingiustizia viene vista come il malessere e la malattia del corpo stesso. La giustizia, anche come laico, è il cardine dell'intero impianto sociale”. Sempre dal prof. D’Ambrosio è stata fatta poi una dissertazione sul tema delle beatitudini 12


secondo cui “betati i giusti perché di essi è il regno dei cieli”. Il prof. D’Ambrosio ha fatto brevi cenni anche filosofici citando Aristotele: “la giustizia è la virtù per eccellenza”. il consigliere della corte d'Appello di Potenza, dott.ssa Angela D'Amelio di Venosa ha aggiunto: “ il dovere del magistrato è quello di interpretare una norma che è portatrice di un'etica. Altro dovere del magistrato è l’autonomia decisionale, rispetto al proprio credo religioso. Il magistrato è un badilante del diritto.

Si deve ispirare a quella virtù cristiana che è l'umiltà, con uno spirito di servizio ed un atteggiamento di rispetto e di ascolto. Si può diventare santi anche facendo il magistrato, come Rosario Livatino, un siciliano di 38 anni ucciso dalla mafia che viveva la sua fede in maniera riservata, senza comunicarlo ad alcuno. Usava la sua fede come momento di conforto: “Dio mi aiuti nel mio lavoro autonomo di magistrato”. Vito Santarsiero, presidente dell'A.N.C.I. Basilicata e Sindaco di Potenza, un amministratore sempre in trincea, ha riferito: “ci troviamo di fronte ad un sistema giudiziario in crisi che pregiudica il processo di sviluppo e di crescita di un territorio. Con 3 milioni di processi pendenti, si chiudono tribunali come quello di Melfi, che non potrà essere accolto in quello di Potenza per mancanza di spazi. Nei prossimi giorni formulerò una richiesta di impossibilità ad ospitare il personale di Melfi a Potenza. VULTURE MAGAZINE

Nel sud si vive una crisi della giustizia allarmante, il 92% di atti mafiosi, il 48% di attentati. Abbiamo bisogno di rivedere immediatamente il sistema giudiziario. Mi piace ricordare due pensieri, uno di Papa Paolo VI, "La pace è opera della giustizia" e l'altro di Papa Benedetto XVI "Non c'è carità senza giustizia". Ci vuole più senso verso i servizi sociali, dobbiamo recuperare il DNA degli Enti Locali per un cammino destinato a recuperare la giustizia dei nostri paesi”Le conclusioni affidate al Vescovo della Diocesi, padre Gianfranco Todisco: ""anche chi non è cristiano può operare con giustizia. Papa Benedetto XVI afferma: "dobbiamo dialogare spesso con coloro che non condividono la fede cristiana, hanno tanto da insegnarci". La chiesa di Roma fa bene a difendere la dignità di ogni persona. La fedeltà si trova proprio nel rapporto con gli altri. Papa Benedetto in quest'anno della Fede condanna chi vuol vivere di rendita, ma esalta chi riscopre il legame di fraternità. Fede e Giustizia sono due doni che qualcuno ha fatto all'umanità e sono prerogative di ogni persona per il raggiungimento della felicità". La visita al Museo Diocesano ha concluso questa bellissima serata. Lorenzo Zolfo Le foto riprendono un momento della giornata.

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VENOSA. 1 FEBBRAIO 2013. ISTITUTO PADRI TRINITARI. INCONTRI DI FILOSOFIA. IL ROTARY CLUB DI VENOSA INVITA IL DOTT. PAOLO PERSICHETTI, RESPONSABILE UOC DEL POLICLINICO, A RELAZIONARE ED INTERROGARSI SULLA “ BELLEZZA E VERITA’ NELL’INTERVENTO TERAPEUTICO”

Venosa. Il terzo incontro di Filosofia, organizzato presso la sala “T.Viglione” dell’Istituto dei Padri Trinitari, voluto dal Rotary Club di Venosa, presieduto dall’Avv. Evelina Rosania, ha avuto come ospite il dottor Paolo Persichetti, responsabile UOC di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica del Policlinico Universitario di Roma. Tema dell’incontro: “Bellezza e verità nell’intervento terapeutico”. A portare i saluti, l’avv. Evelina Rosania: “la presenza del dott. Persichetti ci onora in questi incontri che servono ad interrogarci su argomenti filosofici e la complessità del reale. La filosofia parla di tutti noi. La Filosofia è nel cuore dell’esperienza di tutti, riferiva Carlo Sini, filosofo italiano nato a Bologna”. Il suo discorso iniziale del dott. Persichetti è stato inaugurato dalla frase ''La bellezza si confonde con la verità e la verità con la bellezza'' che ha racchiuso tutto il contenuto della conferenza. In VULTURE MAGAZINE

particolare il dott. Persichetti, alla presenza di un pubblico per la maggior parte da studenti dell’I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco”, nonché da personalità di spicco della comunità venosina e limitrofa (presente il Vescovo Emerito di Brindisi, Mons. Rocco Talucci) ha detto:“Viviamo ormai in un mondo in cui il brutto rappresenta la categoria di giudizio e la bellezza è la vera prerogativa, la dimensione centrale; a volte, addirittura, è vista come estetismo assoluto.

Una plausibile risposta al problema di un tempo in cui tutto gira attorno all'aspetto fisico è che ''la bellezza è una promessa di felicità''.Una delle vie per raggiungere questa ''felicità'' è certamente la chirurgia plastica. Essa è vista come espediente per raggiungere una bellezza ''ideale'' che molto spesso non coincide con quella del mondo reale. I modelli di riferimento sono senza dubbio influenzati dai mezzi di comunicazione di massa.

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Prima di tutto il paziente, con la percezione della sua immagine, elabora il disagio, lo individua e infine cerca una soluzione. Il chirurgo diviene così, oltre che espediente per la soluzione del problema, assistente della sofferenza psico-fisica del paziente. Si raggiunge, dunque, un equilibro psichico.

sintesi tra gli elementi di riferimento del soggetto e ciò che egli vede riflesso nello specchio: ''La realizzazione del corpo equivale alla completa e simultanea realizzazione della triade giovinezzabellezza-salute:la bellezza del corpo si raggiunge attraverso la giovinezza e questa è ottenuta grazie alla salute, la quale a sua volta contribuisce all'affermarsi della bellezza''.Dopo l’intervento del dott. Persichetti, si è aperto un dibattito nel quale sono intervenuti , il prof. Vaccaro, delle Edizioni Osanna, la prof. Margherita Fusco, docente di Filosofia al “Quinto Orazio Flacco”, Monsignor Rocco Talucci che ha affermato: “ la bellezza che salva il mondo è complessiva, intellettuale. Un uomo bello, se non è bello dentro, non coltiva la bellezza della sua esistenza''. Lorenzo Zolfo Le foto riprendono un momento dell’intervento del dott. Persichetti, accanto l’avv. Evelina Rosania.

:::::::::::::::::::::::::::::::: ATELLA 1 FEBBRAIO 2013. ANTONIO DI LUCCHIO UN SOPRAVVISSUTO DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO NAZISTI EMOZIONA GLI STUDENTI DEL COMPRENSIVO Al contrario, qualora il difetto fosse causa e non conseguenza del disagio come nel caso dell'anoressia, bulimia o quant'altro, vi è un aumento della sofferenza perchè si cerca qualcosa che non è dentro la persona, ma è semplicemente un modello esterno. L'obiettivo della chirurgia estetica è dunque il benessere psico-fisico.Il bello è:-piacevole ai sensi; -utile o corrispondente allo scopo-unico;perfetto;-buono (in Socrate, Platone, Aristotele e Plotino c'è un'affinità tra il bello e il bene);-vero perchè reale armonico (Pitagora parlava di armonia, proporzione e perfezione)-proporzionato”. Il dottore ha parlato poi di ''imago'', ossia VULTURE MAGAZINE

Atella. La forza e il coinvolgimento di un racconto in prima persona hanno emozionato gli studenti della Scuola 15


secondaria di I grado dell' Istituto Comprensivo di Atella, diretto dal prof. Domenico Quatrale, che hanno conosciuto uno dei pochi sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti: Antonio Di Lucchio. L' incontro si tenuto il 1° Febbraio ad Atella nell' "ISTITUTO COMPRENSIVO", organizzato per far capire hai giovani ciò che veniva fatto dagli spietati nazisti ai tempi della seconda guerra mondiale. Tanti sono rimasti colpiti dalle parole di Antonio Di Lucchio, nel momento in cui affermò: “la mia salvezza dal campo di concentramento è stato un vero e proprio miracolo”. Ha anche parlato del suo "compagno di avventure in Germania" Michele Liberatore anch'egli rionerese. Inoltre ha voluto specificare Antonio che lui fu uno dei pochi fortunati a non patire la fame nel campo di concentramento di Berlino: Konzentrationslager. Tutti i ragazzi sono rimasti colpiti su tutto ciò che Di Lucchio ha patito ed hanno seguito con attenzione tutti i passaggi della sua storia raccontata con un linguaggio dialettale ma molto significativo. Antonio Di Lucchio nacque nel 1922 a Rionero in Vulture. All' età di 19 anni si trasferì in Grecia per combattere. Successivamente dopo 13 giorni di viaggio in treno, soffrendo la fame, si ritrovò a Berlino. Dopo tempi di duro lavoro e di preghiera alla sopravvivenza, ritorna in patria a Rionero in Vulture dove crea una "rivoluzione" all'interno della sua famiglia perchè tutti avevano capito che Antonio sarebbe potuto morire. Oggi è riconosciuto a livello italiano tra i sopravvissuti dell' Olocausto. Lorenzo Zolfo

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MASCHITO. GENNAIO 2013. LUIGI NIDITO, VICE PRESIDENTE VICARIO E TESORIERE DELLA CAMERA DI COMMERCIO ITALIAALBANIA, PRESENTA IN ANTEPRIMA I SUOI SCRITTI SUL MONDO ARBERESHE. “OGGI SCOPRIRE CHE L’ARBERESHE E’ UNA LINGUA STRANIERA E’ MOTIVO DI GRANDE VALORE CULTURALE E SOCIALE. CIRCA I DUE TERZI DEI TERMINI ARBERESHE ESISTONO NEL LESSICO ALBANESE ATTUALE”

Maschito. In occasione della ricorrenza dei 545 anni della morte dell'eroe albanese, Giorgio Castriota Skanderbeg, organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione BasilicArbereshe, nella biblioteca comunale sono stati presentati in anteprima alcuni libri sul mondo arbereshe di Luigi Nidito, un arbereshe di Maschito che lavora a Tirana(Albania) con funzione di Vice-presidente Vicario e Tesoriere della Camera di Commercio Italia in Albania. Nidito ha un curriculum di tutto rispetto: ha conseguito la laurea in Materie Letterarie presso l’Università di Firenze, giornalista pubblicista, socioamministratore per 10 anni di una società mista in Albania per la prima lavorazione della pelle venduta prevlentemente a S.Croce sull’Arno (PI); successivamente ha fondato una sua casa editrice “LBN 16


Editor” attualmente in piena attività con sede a Tirana;delegato di zona per l’Albania del Lions Club International, Past-President del Lions Club Tirana Host e Lion Guida del Lions Club Tirana Campus. Consigliere-capogruppo alla Provincia di Firenze (quinquienno 19751980), assessore del Comune di Prato dal 1980-1989. E’ stato fondatore, insieme a Michele Sciarillo di Maschito,gestore del Caffè teatro a Prato frequentato da artisti del calibro di Monica Vitti, di un circolo arbereshe “Takiml’Incontro ” punto di riferimento degli arbereshe dell’intera zona Firenze-PratoPistoia, frequentato da 4000 albanesi. Luigi Nidito non dimentica mai la sua Maschito ed a proposito ha realizzato un opuscolo dal titolo significativo: “Maschito, il sentiero dei ricordi” nel quale mette in evidenza la Maschito arbereshe, il contatto con l’Albania ed il suo impegno per il futuro.

Entrando nel particolare, Luigi Nidito ha detto: “da tempo ho cambiato la residenza da Prato a Tirana, ma porto sempre nel mio cuore Maschito dove ho trascorso interi anni della mia infanzia.Una Maschito meno lustrata, percorsa da animali da soma, con donne che provenienti dalle fontanelle comunali, portavano i barili sulla testa oppure su un fianco. Nei primi anni del ’90, insieme a Michele Sciarillo, sono partito per organizzare in Albania aTirana scambi con l’Italia. Ero fondatore a Prato di una piccola Camera di Commercio italoVULTURE MAGAZINE

albanese, che vantava la visita in Albania con alcuni imprenditori pratesi, quando ancora sotto il regime comunista, iniziarono i primi movimenti di lotta per la libertà con l’abbattimento delle statue del marxismo-leninismo, oltre a quella del dittatore Enver Hoxha.Mi ritorna alla mente il primo incontro, procurato dall’Ambasciata d’Albania in Italia, con un giovane ingegnere tessile di Berat, venuta ad incontrarmi dopo un lungo viaggio di 7 ore spinta dal desiderio di uno “stage” in un’azienda tessile pratese.Allora è cominciata la scoperta “archetipica” del mio legame con l’Albania e la mia avventura albanese,ormai più che decennale, Paese Albania dove, ancor più, ho potuto rivivere con lucida consapevolezza la mia Maschito ed il grande valore culturale della realtà arbereshe. Infatti nel campo delle minoranze linguistiche la realtà arbereshe , e Maschito è uno degli emblemi, è un esempio più unico che raro di comunità che senza aiuti di carattere economicofinanziario, né riconoscimenti di tipo autonomistico-legislativo (vedi gli altoatesini) hanno conservato nei secoli la propria identità etnico-linguistica. Il mio 17


contatto con la Maschito arbereshe è sempre stato vivo, già nei primi anni ’90, grazie a me e l’amico Michele, una delegazione di funzionari albanesi ha visitato i centri arbereshe del Vulture, Maschito, Barile e Ginestra. Gli ospiti hanno vissuto momenti di grande commozione incontrando, al di fuori della ufficialità, semplici cittadini e famiglie con cui riuscivano a comunicare in lingua albanese (quasi come se un albanese del XVI secolo potesse parlare con un arbereshe del XXI secolo), consegnandoci una testimonianza etnologica di rara originalità e genuinità. Ho ancora un impegno per il futuro, la mia parte arbereshe, ereditata da mia madre, mi spinge ad un’ulteriore ricerca per il futuro:scoprire l’origine del cognome Spaducci. Partirò dall’analisi di alcuni cognomi affini nel tempo in Albania, a cominciare da Spadiu, una delle famiglie importanti al seguito di Skanderbeg e presente nel museo storico dell’eroe albanese a Kruja”. Altri libri presentati da Luigi Nidito: “Albania 1912-2012, 100 anni di Indipendenza”;”Dinamiche sociali e culturali nell'Albania Contemporanea”; Quaderno Albanese (circa i due terzi dei termini arbereshe esistono anche nel lessico albanese attuale). Lorenzo Zolfo Le foto riprendono Luigi Nidito durante la presentazione dei suoi libri.

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MONTEMILONE. IL COMITATO CIVICO “RESPONSABILTA’, TRASPARENZA…IN…FORMA” DENUNCIA LA CADUTA DI UNA PALA EOLICA

Montemilone. “Una pala eolica con elica smontata e caduta a pezzi nei terreni seminati di c.da Sterpera in agro di Montemilone. sicuramente non è da attribuire nessuna colpa al vento, che era forte, domenica 3 febbraio ma sicuramente ad altro, guasto meccanico o difettosità della pala stessa”. A riferirlo Antonio Ferrente, del Comitato Civico Responsabilà, Trasparenza In…forma” di Montemilone. “Credo sia necessario trovare le cause-continua Ferrenteperchè se fosse stata più vicina alla strada o il vento verso la sp 47 avrebbe potuto creare ingenti danni alla viabilità. Visto che sono accorsi, prontamente, le forze dell'ordine, i CC. di Montemilone, prendano seriamente questa vicenda”. Lorenzo Zolfo La foto ritrae la pala eolica con elica caduta e danneggiata

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Ludmilla, una ragazza dell'Est

E' una storia come tante ma forse un po’ diversa; che ha un volto e gli occhi azzurri, accesi e vivaci. Viene da molto lontano, dall'est dell'Europa, Ludmilla, (così la chiamiamo) perché dalle sue parti è un nome molto diffuso. Nomi come Natasha o Irina o Katiusha, suonano di est europeo. Quella di Ludmilla è una storia lucana, giunge ai piedi del Vulture che aveva appena diciotto anni. Partita dall'Ucraina (chiamata da una cugina) per trovare un lavoro, aveva davanti a sé un futuro nebuloso, uguale a quello di tante sue conterranee che l'avevano preceduta. Ma lei era troppo giovane, dieci anni fa. Non conosceva la nostra lingua e gli occhi sempre bagnati di nostalgia, lei che non aveva mai attraversato il confine della propria nazione, e forse nemmeno della sua città. Pian piano svolge lavori da badante, e quindi ottiene, grazie alla lealtà, il riconoscimento lavorativo della famiglia presso la quale è ospite, che la metterà in regola. Ed ancora, farà la cameriera e la barista. Tanti sono i lavori ad ore, svolti con l'idea sempre fissa di farsi accettare, di non cadere nella trappola dei luoghi comuni, in una realtà lucana che sa accogliere l'altro, sì, ma sempre che si comporti da “persona seria”.

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E così è stato per Ludmilla, che non ha tradito le attese e oggi sta pure per compiere un passo importante: si sposa. Con un giovane di queste parti, un onesto operaio con il quale metterà su famiglia, con cui dividerà le gioie e le speranze in questa terra che non sarà la più ricca, ma che sa offrire anche piccoli gesti di familiarità. Chissà se ci saranno i genitori al suo matrimonio, forse costa troppo venire fin qua dall'Ucraina. Questo è per ora la storia di Ludmilla, servizievole ed attenta, che ha imparato a cucinare lucano insieme ad alcune colorite espressioni dialettali come "e che aggia fà!..." Sono sempre più numerose ormai le storie che si portano dietro queste "ragazze dell'Est", come le cantava Claudio Baglioni, ben prima del crollo del Muro di Berlino. Parlano un italiano strano con accento all'unisono. Prima vivevano in uno stato di quasi clandestinità, ma ora sono state regolarizzate. Sono donne sole, si conoscono un po' tutte ma si frequentano poco, è difficile omologarle; di domenica pomeriggio si incontrano nei giardini pubblici; e andavano ai telefoni pubblici per parlare con i propri cari, “sì, perché col telefonino costa troppo”. Loro, che a vent'anni sono già madri e a quaranta spesso diventano nonne. Questo freddo inverno, per Ludmilla e le altre è solo un vivido ricordo del loro "generale" inverno: "la neve dai monti non va mai via, non è come sul Vulture..." “Quì è bella la primavera” così ci saluta Ludmilla, mentre riaffiora ancora un verso di Baglioni: “...le ho viste portare fiori e poi fuggire via...e stringere le lacrime di una primavera che non venne mai...” Un’altra primavera l’aspetta ora ai piedi del Vulture, dove fra non molto sarà madre. Armando Lostaglio

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PER IL 545° SKANDERBEG, KERMESSE A MASCHITO

Un’intera giornata di iniziative artistiche, coreografiche, scientifiche e dibattiti , ad ampio spettro, a cura del comitato organizzatore presieduto dal Sindaco della comunità arbereshe di Maschito, con la Provincia di Potenza (l’Assessore alla Cultura F.Pietrantuono), Lem-Italia, le Pro Loco Unite del Vulture, il Corteo Medioevale “Rethnes”. Fra l’altro, in Biblioteca Civica di Maschito, nel centro storico, alla presenza di Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, Lina Mininni Assessore all’istruzione e servizi culturali bibliotecari, le Riviste“Basilicata Arbereshe” e “Perditesimi Shqiptar”, dibattito sulla più recente produzione bibliografica del giornalista Luigi Nidito, v.presidente della Camera di Commercio Italia-Albania in Tirana. In precedenza, molto applaudita, esibizione in costumi medioevali del gruppo “Rethnes” (insignita dal ministero dei beni culturali con l’attestato di “Meraviglia Italiana” e già in tournèe in Calabria). In mattinata, fra l’altro, nella sala consiliare del Comune (Bashkia, in lingua arbereshe) la sobria cerimonia di “Mire se erdhit” (benvenuto)agli illustri ospiti convenuti dal Piemonte (la giornalistascrittrice Rosita Ferrato del librovademecum“Albania-sguardi di una Reporter” edizioni Lexis, Torino),il professore Giovanni Agresti, linguista dell’Università di Teramo, la presidente di VULTURE MAGAZINE

“Lem-Italia” Silvia Pallini, Francesco Pietrantuono provincia di Potenza (Legge 482/99) e per l’Amministrazione municipale ospitante il Sindaco Antonio Mastrodonato e Lina Mininni assessore al ramo. Nell’atrio del Comune, ancora in visione per le scuole e gli amatori (Info: 097233074), mostre di libri antichi, alcune tele, su Skanderbeg a cavallo del M.o Salvatore Malvasi e di Sandra Renes, una rara collezione di papirografia incisa del Maestro Cangianelli e l’angolo della “Rethnes” con l’albero genealogico della Famiglia nobiliare Castriota da G. Skanderbeg ai giorni nostri.

:::::::::::::::::::::::::::::::: Traditat tona të ruajtura nga arbëreshët!!

Ormai non mi meraviglio più nel vedere e sentire parlare di cerimonie come quella organizzata dalle comunità arbëresh della Basilicatà. Come di consuetudine anche quest’anno essi hanno organizzato nella città di Maschito l’evento in ricordo del 545° anniversario della morte del condottiero Giorgio Castriota Skanderbeg. Sarà perché sono un giovane ragazzo albanese cresciuto in Italia, mantenendo la lingua, gli usi e i costumi del mio paese, sarà perché non ho mai scordato le mie origini o perché ho visto da vicino queste meravigliose terre del sud Italia, le stesse terre che mi 20


hanno fatto sognare e tornare indietro nel tempo, che mi hanno ricordato la terra dove sono nato, sarà perché là il mio nome Arbër ha ritrovato le sue radici o sarà la “mikpritja” di queste comunità che mi ha fatto sentire come a casa mia nel Vulture. Con le loro feste e le loro tradizioni tramandate dai primi che giunsero in queste zone dopo la morte del Castriota, i cittadini di Maschito e delle città limitrofe mantengono viva tutt’oggi una cultura, un modo di vivere e soprattutto una lingua.

“Oj e bukura More çё kur tё lashё u mё nëng tё pashë. Atje kam u zotin tatё atje kam u zonjen mёmё atje kam edhè im vёlla gjithë mbuluarë ndën dhe!” Quante emozioni forti può trasmette una canzone, è tanta la commozione che trasmette questo canto arbëreshe di 600 anni fa. Una canzone che narra l’esodo albanese verso il sud Italia, una canzone che col suo testo e la sua fama è nota in tutti i territori dove risiedono albanesi, arbëreshe o arvanitas. Questa poesia ci dimostra come la lingua può tenere unito un popolo che si trova diviso ormai da un mare da oltre 500 anni. Se da una parte provo orgoglio e mi sento onorato di aver visitato queste belle realtà, dall’altra mi si accappona la pelle nel vedere la patria del eroe Castriota dimenticarsi di lui, dimenticarsi del suo padre, che tanto ha combattuto per difenderla dall’invasione dei turchi e tanto si è dato da fare per creare legami con altri popoli affinchè quel pezzo di terra affacciato sul Mediterraneo potesse riuscire a sopravvivere all’ondata ottomana. Un pò vergognato e un pò deluso, mi rimane difficile accettare la realtà… Molti monumenti che fino a poco tempo fa erano tappe di riferimento per ricostruire la storia di una delle icone più grandi dei Balcani e dell’Europa, oggigiorno sono diventati macerie e detriti che non VULTURE MAGAZINE

rappresentano più nulla. Uno su tutti è il Castello di Rodoni costruito nel 1451 da Skanderbeg. Del castello, costruito poco distante dalla città di Alessio (città dove morì il condottiero), oggi non rimane che una cinta di mura che ci lascia immaginare ciò che poteva essere stato più di 500 anni fa. Costruito lungo le coste, in un punto strategico, il castello garantiva al paese uno sbocco sul Mar Adriatico e una via di fuga ai cittadini in caso di estremo pericolo. Oggi il mare è un “mare” di rifiuti, dove bottiglie di plastica e detriti di ogni genere si riversano nelle acque e rovinano l’ambiente e il paesaggio che circonda il castello di Giorgio Castriota. Un altro sito importante che sta andando perduto è il villaggio dove Skanderbeg è nato. Sinë, questo è il nome del villaggio, è situato nel nord-est dell’Albania, nello stesso territorio dove tutt’ora esistono villaggi che portano il suo cognome appunto Kastriota. Nel 1985 il Regime comunista fece costruire a Sinë un museo dedicato al Castriota, ma dopo la caduta della dittatura nel 1992, il museo è stato abbandonato e nessuno ha mai più pensato di investire in questa struttura. Eppure in questo piccolo villaggio Skanderbeg fece ritorno per riprendere il controllo delle sue terre e dichiarare guerra agli invasori turchi. Oggigiorno molti giovani albanesi non solo non festeggiano il 17 Gennaio, anniversario della morte di Skanderbeg, ma nella maggior parte dei casi essi non sanno nemmeno l’esistenza di questa data storica che ha segnato il destino di un popolo e di una regione. Nel mese di Novembre dell’anno scorso, per l’occasione del centenario dell’indipendenza dell’Albania dal dominio ottomano (1912-2012), il governo albanese dopo innumerevoli tentativi è riuscito a riportare in patria le armi dell’Eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg. L’elmo e la spada esposte al Museo Nazionale di Tirana, furono usati da quest’ultimo nella seconda metà del ‘400. Le armi sono sempre state 21


conservate al Kunsthistorisches Museum di Vienna, si presume che siano giunte in Austria dopo l’esodo degli albanesi verso il Sud Italia nel 1478 dopo la morte di Giorgio. Diversi studi hanno portato alla luce il percorso che questi oggetti di valore hanno compiuto fino ad arrivare ad essere esposti nel Museo Nazionale di Vienna. Visto il valore stimato di questi oggetti, dalle ricerche emerge che possano essere stati venduti dagli eredi di Scanderbeg, prima al Duca di Urbino e di Arezzo e successivamente a Ferdinando II d’Austria. Il ritorno “a casa” delle armi di Giorgio Castriota è stato solo di passaggio in quanto le autorità austriache hanno permesso l’esposizione delle reliquie solamente per il periodo delle festività. Lo stato albanese chiede da anni che le armi del noto condottiero vengano restituite per essere portate in patria, ma d’altra parte non conserva i tanti oggetti di Skanderbeg altrettanto di valore che possiede all’interno dei territori nazionali. A differenza di Giorgio Castriota, il quale è risalito alla storia e si è battuto fino alla morte per unire un popolo sotto una stessa bandiera ed una stessa nazione, i politici albanesi d’oggi invece rimarranno nella storia come un gruppo di mercenari che si battono tra di loro per gl’interessi personali, dividendo il paese dal nord al sud. Gli arbëreshe sono rimasti fedeli al loro eroe, al loro padre Skanderbeg il quale affermava: “Meglio morire in una terra lontana esiliato, che rimanere schiavo nella tua patria”. Con il rispetto e la volontà che hanno dimostrato nel ricordare le loro origini, gli arbëreshe si meritano di avere in possesso non solo le armi del nostro condottiero nazionale, ma anche altri oggetti di valore che nel paese delle aquile andrebbero persi col passare degli anni. In questo modo, l’icona di Skanderbeg e la cultura albanese insieme alla lingua arbëreshe rimarrebbero vive, in quanto essi sono e si sentono i veri discendenti del Castriota.

Kur erdhëm këtu ngë prurëm mosgjë, VULTURE MAGAZINE

jo bukë, jo verë, jo kuej, jo qerrë; ng'ishi më nge te ajo natë pa re: ania ishi e prisi e Arbëria ishi e vdisi. Po m'i pari të ndahshëm shkulëm një dhri e shpejt hipëm te ajo anì. Një dhrí e vogël, një dhri e re çë, kur errurëm, mbulojtëm me dhe. E pak e pak, dìtë pë ditë, kjo dhri u bë shëndoshtë e u rrit, e na e dha një verë e mírë e e fortë, si rrënjët tona që ruòjtëm me djers e me lotë. (Mario G. Bucci)

Sa ndjenjë, sa emocione, sa mall, sa dashuri të jep kjo poezi. Janë vëllezërit tanë arbëresh që pas pushtimit të trevave shqiptare nga pushtuesit osmanë kaluan Adriatikun. Ikën me kokën prapa, gra, burra, pleq e fëmijë, duke marrë me vete ç’do gjë që kishin të vyer, duke lënë pas veç dhimbje e lotë. Shkonin drejt brigjeve të Italisë, jo për një jetë më të mirë, por për të qënë të lirë dhe per mos të jetuar në robëri. Janë të mrekullueshëmit vëllezërit tanë arbëresh që për gjashtë shekuj nuk harruan gjuhën e tyre, traditat e tyre, zakonet e tyre, kënget e tyre, fenë e tyre, kostumet e tyre, flamurin e tyre e mbi të gjitha heroin e tyre legjendar, të madhin Gjergj Kastriot Skëndërbeun. Për të likujduar një popull, fillimisht i hiqet memoria, u hiqen librat e tyre, u mohohet feja dhe historia e tyre. Kur një popull fillon të harroj historinë e tij, origjinën e tij, kulturën e tij, heronjtë e tij, ky popull nuk ekziston më. Ai përfundimisht quhet popull i shuar. Por arbëreshët i ruajtën dhe vazhdojnë ti ruajnë edhe sot me fanatizëm këto tradita të vyera. Ata i mbajnë gjallë këto zakone në rastet e festave private (dasma dhe lindje), dhe ato zyrtare, duke shfaqur mirnjohjen dhe krenarinë e të qënit arbëreshe. Arbër Agalliu 22


FEDERCONSUMATORI FEDERAZIONE PROVINCIALE Via del Gallitello 163 85100 Potenza

Piano Di Trasporto Urbano E’ pervenuta alla nostra associazione una nota formulata dagli abitanti di rione Bucaletto in merito al nuovo piano di trasporto urbano. Le argomentazioni degli abitanti sono da noi condivise. Altri cittadini hanno rappresentato alcuni disagi che interessano i lavoratori che devono raggiungere l’Ospedale San Carlo di Potenza per gli orari non coincidenti con l’inizio dell’attività lavorativa. Sarebbe opportuno, viste le numerose segnalazioni che arrivano all’associazione, organizzare un incontro tra l’Amministrazione e le varie Associazioni di Consumatori. tel.0971.301410- Cell.320.9391813 e-mail: federcons.potenza@alice.it info@federconsumatoripotenza.it www.federconsumatoripotenza.it

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Risultati e Classifiche Campionato di Calcio Lucano Tutte le domeniche su www.siderurgikatv.com www.tg7basilicata.blogspot.it

:::::::::::::::::::::::::::::::: Volley serie C donne. Dopo la vittoria di Montalbano, è big match per la capolista Olimpia Melfi in casa della PVF Matera, seconda in classifica distaccata di tre punti

Altri tre punti importantissimi per l’Olimpia Volley Melfi, che dall’alto dei suoi 24 punti guida la classifica del campionato regionale di serie C a braccetto con il Montescaglioso. Con il punteggio di 3 a 0 le ragazze di mister Vincenzo Pontolillo hanno, nel turno dello scorso fine settimana, liquidato in trasferta la pratica Montalbano. A dirla tutta non è stata una trasferta semplice per le ragazze di Melfi, che sono state protagoniste di un viaggio VULTURE MAGAZINE

travagliato, per via delle cattive condizioni atmosferiche. La partenza in campo di Laviano e socie per certi versi non è stata brillante, si sono infatti registrati dei problemi di “ambientamento” alla gara, anche per via di un palazzetto dalla temperatura proibitiva, condizioni queste che hanno giocato a sfavore delle ospiti, che hanno visto la chiusura del set d’avvio sul 28-26, nonostante fossero state in vantaggio anche 20 a 15. Di diversa fattura gli altri due set, chiusi senza difficoltà dall’Olimpia che ha lasciato alle padrone di casa 14 punti nel secondo e 15 nel terzo. Due set praticamente perfetti quelli conclusivi che hanno mostrato grande affinità tra i reparti e perfetta esecuzione degli schemi, raccogliendo oltre che il risultato la soddisfazione del tecnico melfitano. Riparte bene l’Olimpia in previsione della prossima difficile giornata, che vedrà le melfitane impegnate ancora in trasferta, in casa della PVF Matera, reduce dalla vittoria esterna per 3 a 0 sulla Livi Potenza. A Matera, dove mancherà il pubblico delle grandi occasioni, in quanto la gara si disputerà a porte chiuse per via di alcuni incidenti verificatisi nel derby con il Montescaglioso, l’Olimpia cercherà di ripetere il successo dell’andata, in modo da tener lontane le materane, oggi prime inseguitrici del duo di testa a tre punti di distanza, ma soprattutto sarà necessario vincere per non permettere all’Ingest Montescaglioso di restare da sola al comando, qualora dovesse battere l’Asci Potenza nel capoluogo di regione. Lorenzo Zolfo La foto ritrae l’Olimpia Melfi

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VOLLEY DONNE, SERIE C. LA NEW VOLLEY VULTUR RIONERO DI MISTER COVIELLO PERDE CONTRO L’ASCI POTENZA E CONTINUA A RESTARE ALL’ULTIMO POSTO IN CLASSIFICA.

Coviello, pur perdendo contro un'Asci Potenza per niente trascendentale (ha solo sbagliato di meno rispetto alle avversarie) ha dimostrato di non meritare l'ultimo posto in classifica. Si è battuta alla pari contro le avversarie ed ha dovuto soccombere dopo 80 minuti di gioco. Da segnalare la determinazione e la forza d’animo della 18enne Quatrale, che pur giocando pochi attimi, incoraggiava costantemente le compagne a non mollare. In evidenza la solita Radkova. I parziali 21-25;21-25 e 24-26 (fatali due errori della brava venosina Angela Carella) per l'Asci Potenza. La partita è stata arbitrata da De Gregorio di Melfi e Salmare di Venosa. Lorenzo Zolfo

NEW VOLLEY VULTUR RIONERO: Carella, Cosmo, Grosso, Pisauro, Quatrale, Radkova, Rosa, Setteducati, Vicari. A disp. Covierllo, Paolino,Sciorio. All:Coviello Andrea.

Le foto riprendono le due squadre ed un’azione di gioco.

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ASCI POTENZA: Berterame, Camelia, Caramuta, Centomani, Lancellotti, Prete, Santangelo, Telesca F. A disp: Ielpo, Telesca P. All: Romano. Parziali: 21-25; 21-25; 24-26. Rionero Palestra Granata. La Vultur

in Vulture 2 febbraio 2013. E.Cervellino, scuola media Campionato di serie C donne. Volley Rionero di mister Andrea

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CALCIO A 5 SERIE C 2.VITTORIA DELLA CAPOLISTA ESSEDISPORT VENOSA, MA QUANTA SOFFERENZA

ESSEDISPORT VENOSA 6 UNIVERSITAS POTENTIA 5 ESSEDISPORT VENOSA: Nardulli, Orlando, Dipalma, Checa, Argenti, Paulangelo, Dichirico, De Musso, Crudele, Scoca, Del Cogliano, Antonacci. All. Dichirico UNIVERSITAS P. Sabia, Sarubbo, Di Lorenzo, D' Arminio, Colonna, Gazzaneo, Bloise, Sasso, Fiore, Carlomagno, Nolè, Santopietro. All. Nolè ARBITRO:

Lorusso

di

Matera

MARCATORI: 4 Gazzaneo (4) e D'Arminio per il Potenza; Del Cogliano (4), Scoca (2) per l' Essedisport. Venosa. Da quando esiste il gioco del calcio tutte le squadre che hanno vinto un campionato hanno senz' altro beneficiato di episodi fortunati, ovviamente non è la fortuna che ti porta a trionfare dopo mesi di partite, però magari arriva nei momenti in cui ne hai davvero bisogno ed è innegabile che a quel punto pensi: "cacchio" questo è proprio il nostro anno, questo concetto lo avranno pensato davvero in tanti al Palaessedi, visto come è andata a finire la gara contro l' Universitas Potentia. Non ci sarà una spiegazione logica sul fatto che la VULTURE MAGAZINE

fortuna, la sorte, il destino, insomma chiamatelo come vi pare, aiuti le squadre più forti nei momenti di maggior bisogno. La gara è stata condotta sempre dalla capolista, i potentini sin dall'avvio si sono arroccati in difesa chiudendo diligentemente ogni varco e agendo di rimessa e in un campo piccolo come questo di Venosa è molto più facile giocare in questo modo, infatti il primo gol della gara è stato realizzato da Gazzaneo proprio sfruttando una palla persa dai giocatori di casa e involandosi tutto solo verso la porta avversaria. L' Essedisport dopo lo svantaggio ha continuato ad attaccare facendo però molta fatica a trovare gli spazi, finchè la voglia di segnare di Del Cogliano (rimasto all' asciutto in coppa) è diventata più forte di tutto e di tutti e prima ha pareggiato, con una bordata che si è infilata sotto la traversa, e poi su punizione ha portato in vantaggio l' Essedisport. La gara sembrava essersi messa su un binario giusto, ma un' altra disattenzione difensiva ( l' assenza di Ferrenti si è fatta sentire) ha permesso a D' Arminio di trovare il gol del pareggio. Nella seconda parte del primo tempo i padroni di casa pur mantenendo il possesso di palla non sono riusciti a trovare il gol del nuovo sorpasso, nonostante i diversi cambi effettuati da Dichirico, nessuno è riuscito ha dare quella sterzata decisiva alla gara. Nella ripresa dopo un avvio prepotente dei bianco-verdi, che ancora con Del Cogliano sono ripassati nuovamente in vantaggio, anzichè continuare a ruotare e a far girare la palla in attesa del varco giusto, man mano si sono spenti subendo il ritorno degli ospiti che, con il suo bomber Gazzaneo a cavallo tra il 43 e il 45’, hanno ribaltato la situazione portando l' Universitas in vantaggio. Intanto i minuti passavano inesorabilmente e l' Essedisport non riusciva a trovare il pareggio finchè al 50’ Scoca ha depositato nella porta sguarnita un assist di capitan Dichirico, a quel punto i più avranno pensato ecco ora che hanno pareggiato li sommergeranno di reti, e 26


invece un minuto dopo, ancora su una palla persa, Gazzaneo, sempre lui, ha superato l' estremo portiere Nardulli e fatto esplodere di gioia tutta la panchina rosso-blu,e poteva ancora segnare, dopo aver superato Nardulli ha tardato il tiro a porta spalancata, salvato sulla linea da Checa. Dagli sviluppi del calcio d' angolo l' Universitas ha colpito un palo ed un paio di azioni da gol sicuri, sventate a fatica dall’Essedisport. Ma al 56’ una giocata sensazionale di Scoca, con un gol da posizione impossibile, ha dato il pareggio all' Essedisport, che sulle ali dell' entusiasmo ha cominciato a credere di cogliere l' ennesima vittoria e infatti due minuti più tardi Del Cogliano, con un tiro da lontano, ha trafitto la porta ospite, facendo esplodere di gioia il Palaessedi. Ma la gara non era finita e a quel punto l' arbitro è entrato un pò in confusione,poteva dare doppio giallo al portiere Nardulli, ha espulso Argenti, salvando il portiere ospite. Sicuramente il Potentia avrebbe meritato, oltre ai complimenti, di portare a casa qualche punto, ma siamo sicuri che giocando così e con i gol del capocannoniere Gazzaneo non avrà problemi a salvarsi. Per l' Essedisport invece resta la gioia di aver vinto una gara che, al pari di quella contro il Bancone all' andata, è stata la più difficile dell' anno e visti gli altri risultati può guardare alle prossime due partite come gli ultimi ostacoli prima del countdown. Lorenzo Zolfo La foto ritrae l’Essedisport Venosa.

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ULTIM’ORA RIONERO IN VULTURE. CALCIO ECCELLENZA LUCANA. SULLA PARTITA SOSPESA TRA VULTUR RIONERO-POLICORO. IL GIUDICE SPORTIVO DELIBERA PARTITA PERSA ALLA VULTUR RIONERO E POLICORO ED UN PUNTO DI PENALIZZAZIONE

Rionero in Vulture . La partita di calcio di eccellenza lucana di domenica scorsa tra la Vultur Rionero ed il Policoro è stata interrotta al 24’ del 1° tempo perché due giocatori della Vultur Rionero, Grieco e Vena si sono sentiti male. In quel momento infuriava una bufera di neve, probabilmente i due giocatori hanno subito un collasso dovuto ad uno choc termico. Si sono ripresi dopo un lungo periodo di tempo. La terna arbitrale nel momento dello choc subito dai due giocatori della squadra di casa non riuscivano a prendere alcune decisione, anzi sembra che abbiano chiesto un “aiutino” al presidente dell’A.I.A., Di Ciommo, presente sugli spalti, e poi entrato nello spogliatoio della terna arbitrale. Una cosa è certa, l’arbitro ha accettato una richiesta da entrambe le squadre che dichiaravano: “non c’erano le condizioni di continuare a giocare, dopo il congelamento di due giocatori, e per salvaguardare l’incolumità fisica degli 27


altri giocatori, chiediamo la sospenzione della partita”.Nel Comunicato Ufficiale N° 60 del 06/02/2013 In base alle risultanze degli atti ufficiali, il Giudice Sportivo Avv. Antonio Leopardi Barra, assistito dal rappresentante dell’AIA Dr. Francesco Belisario, nella seduta del 5/02/2013, ha deliberato le seguenti sanzioni disciplinari: infliggere ad entrambe le squadre la punizione sportiva della perdita della gara con il punteggio di 0-3, ai sensi dell'art.53, comma 2, delle N.O.I.F. e di comminare ad entrambe le Società la penalizzazione di 1(uno) punto in classifica. Una cosa da contestare all’arbitro, nel referto presentato al giudice nel quale dice: “in quel momento non vi era pertanto alcuna condizione o situazione che potesse comportare pericolo all’incolumità di sé stesso, dei suoi collaboratori e degli atleti in campo sospendeva definitivamente la gara per rifiuto delle squadre a proseguirla”. Invece,su Rionero e sul campo incombeva una bufera di neve (vedi foto).Ecco il commento di alcuni tifosi,Luigi Colamassaro: “Il giudice sportivo ha esaminato il referto dell'arbitro è il regolamento parla chiaro,poi ci voleva il buonsenso dell'arbitro”. A.Sarcuno: “si poteva sospendere temporaneamente la partita.. per poi ritornare in campo.. ma il punto di penalizzazione è francamente esagerato”.Michele G.T. “Come è successo a due giocatori poteva succedere ad altri... non a caso anche il Guardalinee aveva avuto gli stessi sintomi.. quindi, quando c'è di mezzo la salute meglio non rischiare. bene come è andata. la partita persa è sempre meglio di rischiare la propria vita !”. Lorenzo Zolfo

È una produzione editoriale dell’Associazione Vibrazioni Lucane

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