ControSenso, 1 dicembre 2012

Page 1

Basilicata

1 Dicembre 2012

DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO III n. 105/1 Dicembre 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

Giunta Regionale: il Caporedattore sazio ... a pag. 4 Cari Contro-Lettori, mentre Taranto viene scossa da un nubifragio che neanche nelle Filippine, il capoluogo lucano viene centrato da un altro tipo di bufera, che lambisce –ancora una volta- i palazzi del potere. Abbiamo letto tutti, con dovizia di nomi e cognomi di consiglieri regionali “attenzionati” dalla magistratura, gli articoli che riguardano una maxi inchiesta sui rimborsi benzina da chilometraggio. La questione, anche se si parla di un danno di un milione di euro alle tasche dei cittadini, non sembra tutto ‘sto granchè, ma è perfettamente in linea con quanto sta accadendo in tutta Italia e quindi, va più che bene così. Il tutto, come sempre, è condito dal chiacchiericcio degli habitué del tavolino da bar, che questa volta, più che interrogarsi sui “politici ladroni”, si domandano come mai una semplice informativa, non quindi un’informazione di garanzia o una richiesta di rinvio a giudizio, abbia avuto tanto clamore. Soprattutto, si chiedono gli imperterriti del caffè sotto i portici, a chi giova la diffusione di tali notizie. Dalle seggiole degli opinionisti e dei commentatori di giornali più arguti del “Gran Caffè”, salta fuori un corsivo piuttosto realistico, al di là di ogni dietrologia. Paradossalmente (ma solo in apparenza) tutta questa spazzatura che si riversa sulle teste del consiglio regionale non è certo piscio degli angeli, ma una pioggia al veleno che certo può tornare utile a chi, come i due Presidenti, non vedono l’ora di lasciarsi alle spalle i piccoli, (e a questo punto) rissosi e maleodoranti uffici regionali alla volta di quelli ben più ampi di Montecitorio o Palazzo Madama. Tanto fino adesso quelli con le divise sono andati a guardare nei conti riferibili alle attività dei semplici consiglieri: quelli delle due Presidenze, com’è noto, sono a parte. E allora vai, tutti a Roma ad auto-congratularsi appecoronati con Bersani per il risultato delle Primarie che hanno reso la Basilicata la regione più bersaniana d’Italia. Senza contare che il Pd deve a Renzi, invece, il nuovo interesse per il partito e per la politica. Walter De Stradis

Primarie: alla caccia di “Renzio Bersani”

Mister Day: quando Restaino salì sull’ascensore

a pag. 5

a pag. 7

Potenza (“Dc Libertas”): «Che la questione Rivelli non cada nel nulla»

D

alle primarie del centrosinistra ancora una bella prova di protagonismo è venuta principalmente dagli elettori cattolici lucani che rivendicano una rappresentanza politica soprattutto coerente ai valori civili e ideali del mondo cattolico. Il partito dello scudo crociato non ha partecipato direttamente come partito alla consultazione per la semplice e sufficiente ragione che non si riconosce nella coalizione del centrosinistra. Ma dare la possibilità ai cittadini di poter scegliere il futuro Premier, come ci auguriamo possa avvenire anche da parte del centrodestra è un’opportunità che giudichiamo positivamente e che pertanto ha visto tanti nostri militanti crederci. (…). Per noi l’antidoto in grado di sconfiggere la cultura del Partito – Regione è la contaminazione tra cultura popolare, democratico – cristiana da una parte e quella riformatrice e progressista dall’altra, senza però ripetere gli errori del recente passato che hanno visto la seconda prevalere insieme ad interessi personalistici, di professioni e di potere sulla prima. Inoltre vanno rafforzati gli strumenti di partecipazione, democrazia cogliendo l’opportunità offerta dal nuovo statuto Regionale giunto finalmente, dopo ben tre legislature, all’arrivo. Credo che anche la questione dell’informazione istituzionale, essenziale per il rapporto Regione-società civile, non possa essere archiviata solo perché sono trascorsi alcuni giorni dal caso Rivelli – Simonetti che, al di là del forte scontro dialettico tra i due, riguarda principalmente il modo di gestire Basilicatanet e tutti i numerosi strumenti di informazione della Regione, senza censure e senza concorrenzialità con gli organi di informazione stampata e non. Ciò anche se si vuole realmente rompere l’assedio del Palazzo Regionale con le inchieste in corso.


3

ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

VUOLE DIRE COSE CLAMOROSE

Restivo sputtana tutti “Panorama” pubblica una sua lettera autografa, in cui l’imputato chiede di poter parlare al processo d’Appello del caso Claps di Walter De Stradis i firma “Mister Restivo” e chiede di poter presenziare al processo di Appello per l’omicidio di Elisa Claps. Ha delle rivelazioni clamorose da fare, dice.Il 43enne in gattabuia in Inghilterra, dove sta scontando la pena (ridotta a 40 anni in secondo grado) per un altro omicidio, quello della sarta Heather Barnett, ha scritto di suo pugno una lettera ai suoi avvocati Bargi e Spinelli, in cui chiede loro di trovare un modo per farlo partecipare di persona all’udienza del 29 gennaio prossimo davanti alla Corte di Assise di Salerno. Suggerisce di avvalersi del “trattato di consegna temporanea di un prigioniero”, ma più probabilmente assisterà al dibattimento in teleconferenza. Ma non è questo il particolare che fa tremare le mura dei

dell’imputato. Solo le fredde carte dei fascicoli. Ma Mister Restivo -in base a quanto si legge su “Panorama” del 28 novembre scorsoannuncia di voler riferire “determinate verità” che “daranno fastidio a molte persone che si vedono esposte e inchiodate alle proprie responsabilità”. A cosa si riferisce? Si tratterà di altre mirabolanti farneticazioni (Danilo in passato se l’era addirittura presa con Don Cozzi e con Chi L’Ha Visto?), oppure l’imputato ha deciso di vuotare il sacco sulle sue altolocate coperture che da sempre si ventilano nel capoluogo lucano? C’è un particolare importante: alla sbarra per il delitto Barnett, nel corso di un processo in cui si parlò tantissimo del caso “gemello” di Elisa Claps, Restivo fece dei cenni al suo rapporto con Don Mimì Sabia

poteri forti e occulti della nostra città. Mister Restivo, condannato in primo grado per il bestiale omicidio della povera Elisa, questa volta vuole parlare. Davanti al Gup che gli diede trent’anni non gli fu possibile: il rito abbreviato scelto dal suo ex difensore Marinelli per sua natura non prevedeva l’escussione di testi o le dichiarazioni spontanee

(parroco, ora deceduto, della chiesa in cui è stato trovato il corpo dio Elisa) che sul momento apparvero gratuiti o forzati. Fu quello un avvertimento, rivolto a chi aveva orecchie per sentire, del tipo “Cada Sansone con tutti i Filistei” (traduzione: “Se vado in galera io, sciolgo le riserve sulle mie amicizie”, ammesso che ci siano)? Noi di Controsenso ci

S

interroghiamo già allora su un eventuale collegamento fra queste esternazioni (“Don Mimì sapeva del mio vizietto di tagliare ciocche, mi rivolsi a lui”) e la successiva scelta di non farlo parlare al processo Claps. Mister Restivo annuncia di voler aprire la bocca “nell’interesse della Giustizia”. Nella portineria dei Palazzo d’Inverno già si chiacchiera e si teme il peggio. Tuttavia, come già accennato, Danilo ci ha abituato a veri e propri deliri, sproloqui in cui accusava tutti, tranne che se stesso, dell’omicidio Claps. La notizia riportata da Panorama a Potenza non ha avuto molta eco, il che fa pensare che sia stata interpretata in questa chiave. L’annuncio di ulteriori, fantasiose, calunnie. Ma se così non è, potremmo vederne, anzi sentirne, delle belle.

«Don Cozzi, pubblicate i bilanci del Cestrim»

P

ur apprezzando le iniziative di Don Marcello Cozzi e i suoi collaboratori, che tengono alto in Basilicata il livello di attenzione contro la mafia, ho trovato interessanti i quesiti posti dal vostro giornale e ritengo che un istituto come il Cestrim, che leggevo su Controsenso essere finanziato con soldi pubblici, debba comunque dare

pubblicamente conto delle spese effettuate col sostegno dei soldi regionali. Ho provato a fare una ricerca sui siti di Libera Basilicata e del Cestrim, e mi sarebbe piaciuto trovare un qualche documento che mettesse in evidenza il quantitativo di contributi ricevuti dalle istituzioni. Invece ho trovato soltanto diversi “bilanci sociali” con l’elenco

delle attività svolte. Mi concedo allora un invito a Don Marcello: pubblicate sui vostri siti il consuntivo dei soldi ottenuti tramite i contributi regionali. La trasparenza fa bene a tutti. Sergio Giuliano


4

1 Dicembre 2012

ontrosenso

REPORT

Basilicata

Ufficio Stampa Regione: il Capo Redattore sazio … non crede al cittadino digiuno INCHIESTA SUI RIMBORSI SPESE Folino alla Magistratura: “Concludere velocemente le indagini” interpretativa n invito alla valutazione

“U

A

bbiamo ricevuto in settimana un plico incartato in una busta con l’intestazione “Regione Basilicata”, in cui vi erano nell’ordine: delibera di assegnazione a Giovanni Rivelli (non ancora “dott.”) dell’incarico di caporedattore dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale; copia del contratto di lavoro a tempo determinato fra la Regione Basilicata e il giornalista professionista Giovanni Rivelli; copia della legge regionale 9 febbraio 2001, n. 7 “disciplina delle attività di informazione e comunicazione della regione Basilicata”. La busta non è integrata da alcun testo di accompagnamento, e come tale potrebbe esserci stata inviata da chiunque. Pertanto, a nostro modo di vedere, non rappresenta una replica o una risposta formale ai nostri interrogativi, che nascono poi da un fatto concreto: la vertenza messa in atto dall’editore di un quotidiano locale (e di cui avete letto diffusamente nei numeri scorsi) e dal recente articolo di Andrea Di Consoli pubblicato su Il Quotidiano della Basilicata. La questione è: Rivelli può fare pubblicità (come sostiene lui) o no (come sostiene l’editore di cui sopra)? Rivelli è dirigente o non è dirigente (in quanto non laureato e non presente nell’elenco in nostro possesso)? Ma torniamo alle carte spediteci: chi è stato? Se è stato lo stesso Rivelli, non ce ne voglia, ma questi sono metodi pecorecci e sgarbati (“ecco le carte, tiè, leggetevele, con voi non ci

parlo neanche”) che si commentano da soli (meditate elettori e cittadini, meditate) e che reputiamo impropri per uno che fa il giornalista; se non si tratta di lui, e certo può essere, non è detto che sia stato un suo “amico” a mandarcele. Perché, per quanto attiene ad esempio alla questione “dirigente”, dai documenti abbiamo soltanto modo di apprendere che il signor Rivelli –che guadagnerebbe la bellezza di 6mila euro al mese)- dal punto di vista contributivo e retributivo è “equiparato” a un dirigente, e

e prevedibilmente difende la sua posizione, è il Governatore a doverci dare delle risposte. Il suo neo-collega siciliano Crocetta annuncia un taglio di giornalisti, che sono troppi nella sua Regione, e il nostro Governatore che fa? Si serve di un professionista che fa dichiaratamente concorrenza alla stampa? Servendosi a sua volta di una struttura elefantiaca dove i “capiservizio” allegramente abbondano? Meditate, gente. meditate. In ogni, caso, cari amici di Tore vicini e lontani…vediamo perché ci

Ma, in tutto questo, perché De Filippo tace? pertanto prende una indennità di funzione pari a 1.500 euro. Se interpretiamo bene, allora, visto che nelle carte una vera investitura a “dirigente” non c’è, ma soltanto quella a caporedattore dell’ufficio stampa della giunta regionale, il nostro prenderebbe bei soldi come un dirigente senza esserlo. Ma le questioni sono tante, e ci riserviamo di proseguire nelle prossime puntate, come stiamo facendo da tempo: l’argomento è spinoso, e poiché riguarda la gestione dei soldi pubblici, è di marcato interesse pubblico. Ma, in tutto questo, perché De Filippo tace? A questo punto, dato che Rivelli giustamente

facciamo un punto d’onore di stanare Basilicatanet e annessi. Il guaio, dunque, sembra essere che i poveri e i giovani Lucani non hanno amici e simpatizzanti in Basilicatanet e non solo e ... giustamente il sazio non crede che vi siano persone digiune in Basilicata. Il Caporedattore di Basilicatanet con uno stipendio base di 6.153 euro lordi mese (dati 2010 da aggiornare) è certamente sazio. Il Rivelli come capo redattore oggi prende al mese più o meno quanto lo stesso De Filippo (da dicembre il Presidente, forse, dovrebbe vedere abbassata la sua retribuzione mensile a 7.200 euro) e senza

neanche il fastidio di doversi candidare,cercare gli spazi politici, trovarsi gli sponsors, trovarsi gli elettori, elettrici, elettricisti, girare la Basilicata in lungo e largo ed esporsi al rischio di non venire eletto dopo aver consumato un sacco di soldi per la campagna elettorale. Constatato, quindi, che il Capo Redattore di Basilicatanet è sazio e che non ha conoscenza delle povertà Lucane (visti i temi ignorati sulle testate da lui dirette) non ci si sorprende più del fatto che i politici Lucani di maggioranza e di opposizione, di Sinistra, di Centro come di Destra non, pare, abbiano coscienza del fatto che i Lucani emigrano a frotte (la cosa può venire certamente letta e divulgata da Basilicatanet come ricerca del nuovo e del diverso di questi ingrati giovani lucani che preferiscono la confusione del Nord o addirittura la stranezza della terra straniera alla meravigliosa vita da piazza Lucana). Detto tra noi, amici, i politici Lucani sono uomini che, ormai, s’informano solo attraverso Basilicatanet e annessi e per loro come per Rivelli (a partire dal Presidente De Filippo che lo ha nominato) … tutto va bene madama la marchesa perché loro hanno di che mangiare, bere, e finanche di che fare bisboccia e allora che vogliono di più dalla vita? Mah niente altro che un povero paziente Lucano no?

magistratura perché, al di là delle anticipazioni giornalistiche, chiarisca la natura delle eventuali ipotesi di reato e concluda rapidamente le indagini sui rimborsi spese dei consiglieri regionali”, viene rivolto dal presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Folino, dopo la pubblicazione su “Il Quotidiano della Basilicata” di nuove indiscrezioni circa le indagini e gli indagati. “Sin dall’avvio delle indagini – afferma Folino

di provvedimenti di legge, che possono risultare discutibili quanto si vuole (ed io stesso ho proposto, più volte e in diverse sedi, di modificare l’art. 8 della legge regionale n. 38/2002 riguardante il rimborso delle spese di viaggio per le attività istituzionali svolte dai consiglieri non residenti nel capoluogo), ma la mera applicazione di queste norme, peraltro in vigore da dieci anni e non solo negli ultimi tre, non implica di per se responsabilità penali di

– nel doveroso rispetto delle prerogative della magistratura inquirente e delle attese dell’opinione pubblica, che esige comportamenti coerenti e trasparenti, l’Ufficio di Presidenza e gli Uffici del Consiglio regionale hanno messo a disposizione degli inquirenti tutta la documentazione richiesta, rendendo contestualmente pubblici sul sito internet dell’ente i dati in nostro possesso, e consentendo ai giornalisti di consultare gli atti e i documenti relativi ai rimborsi dei consiglieri che hanno espresso il proprio consenso”. A parere di Folino “è giusto e opportuno che venga chiarito se le somme percepite dai consiglieri regionali sono state spese per le finalità previste e in modo corretto, ma è bene che su questa delicata materia non si sovrappongano i piani, perché si finirebbe per confondere questioni che meritano di rimanere distinte. Una cosa è il doveroso controllo di legalità sulle azioni dei singoli, che tutti devono accettare con rigore ed animo sereno, perché venga fugato ogni dubbio. Altra cosa è la

consiglieri e funzionari”. “In attesa che il Parlamento completi l’iter legislativo del decreto legge n. 174 sui costi della politica (attualmente all’esame del Senato) – afferma ancora Folino –, nella nostra Regione è oggetto di valutazione un pacchetto di provvedimenti che l’Ufficio di Presidenza ha predisposto per adeguare la normativa regionale e che saranno posti all’attenzione dell’Aula non appena sarà completato l’iter parlamentare”. “Si comprendono le preoccupazioni dell’opinione pubblica di fronte a questa notizia – conclude Folino – ed a maggior ragione serve chiarezza, trasparenza e responsabilità da parte di tutti, nel rispetto dei diritti degli eventuali indagati sia nell’ambito dei procedimenti giurisdizionali sia nelle ricadute sui media locali, ai quali rivolgo un pressante invito, nel rispetto del diritto di cronaca, ad operare considerando la dignità delle persone, rifuggendo, per quanto possibile, dalla logica del facile scoop e pubblicando notizie certe”.


ontrosenso

REPORT

Basilicata

1 Dicembre 2012

5

“Rottamazione” nel Centrosinistra «Mandiamo a casa ‘sti “babbioni” » Matteo Renzi o Pier Luigi Bersani? La soluzione di alcuni “vip” lucani, tra cui quella di Sonia Topazio di Rosa Santarsiero

«M

a chi è questo R e n z i o Bersani?». Si chiederebbe Paolo Villaggio, con la “faccia a punto interrogativo”, davanti ad un giornalista stupito e perplesso. Domenica scorsa si è svolto il primo turno delle famigerate elezioni utili ad estrarre, dal cilindro dei “Fantastici cinque”, il candidato premier del Centrosinistra in vista delle prossime elezioni nazionali. I risultati non hanno deluso

né le aspettative dei più né i rumors che davano per vincente Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del PD. Bersani ha, infatti, ottenuto al primo turno il 44,9% delle preferenze, contro il 35,5% registrato da Matteo Renzi. Seguono Nichi Vendola con il 15,6, Laura Puppato e Bruno Tabacci che si fermano rispettivamente al 2,6% e all’1,4%. I risultati definitivi si sapranno solamente domenica prossima, mentre impazzano

le polemiche sulle regole del ballottaggio. Noi, un po’ come accaduto al povero Fantozzi, abbiamo rivolto la stessa domanda, vale a dire: chi ha votato, Renzi o Bersani?, anche ad alcuni intellettuali, o pseudo tali, della nostra città. Novità o conservatorismo? Cambiamento o stasi? “Il rottamatore” o “l’usato garantito”? Sono queste le domande formulate ad alcuni dei

nomi noti del capoluogo. Sembra che i potentini abbiano “mandato a ramengo” uno dei tipici motti gandhiani: «dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere». Detta in modi più spiccioli, la città ha preferito la garanzia di un Bersani d’annata. Tra gli intervistati, la risposta più frizzante è stata quella di una Sonia Topazio versione politologa. Sonia Topazio attualmente è capo ufficio stampa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in passato ha lavorato come attrice e modella per film di Tinto Brass e Dario Argento. Di recente, la dottoressa Topazio è balzata alla cronaca a seguito di alcune contestazioni dei precari dell’Istituto di Geofisica che lamentavano la scarsa competenza e l’inopportunità (visti i trascorsi) della giornalista rispetto al ruolo ricoperto. «Dico la verità: io non ho preso parte alle primarie. Non ho votato, ma qualora ci fossi andata avrei scelto di sicuro Matteo Renzi. Basta con i vecchi tromboni della politica. Anzi: spero proprio che

questi “babbioni” non si ripresentino più. Che lascino spazio al cambiamento, al nuovo che avanza. Potendo, domenica voterò Renzi». Abbiamo chiesto un parere sull’attuale situazione politica anche ad un impegnato Gaetano Cappelli, noto romanziere potentino, che va sempre di fretta (specie se si tratta di presentarsi alle Fiere locali…). «No, domenica non sono andato a votare. Ero sicuro del risultato. Sapevo che avrebbe vinto Pier Luigi Bersani. Ma devo essere onesto: non è un argomento che mi interessa particolarmente». Nicola Filazzola, poeta e pittore, amico del compianto poeta romagnolo Tonino Guerra. «Io non sono andato a votare poiché è un partito politico verso il quale non nutro alcun interesse. In ogni caso, non so, non immagino quali scenari o cambiamenti possa prefigurare la vittoria dell’uno o dell’altro candidato». Mario Trufelli, noto giornalista, scrittore e poeta lucano: «Sì, sono andato di buon grado a votare la scorsa domenica. A me va benissimo Bersani. Ho votato per lui e lo

rivoterò al ballottaggio. Vorrei sottolineare l’importanza delle primarie. È stato un grande gesto democratico, da non prendere sotto gamba. In un momento di crisi e di sfiducia nella politica, milioni di italiani si sono recati alle urne per scegliere il loro candidato. Mi sembra un atto rilevante». Concludiamo in musica con Mariano Caiano, in arte “aka Hobo”, voce e percussionista del gruppo elettro-etno Babalù, nonché una delle voci soliste dell’Orchestra italiana di Renzo Arbore. «Non ho avuto modo di votare. Sto cercando di tenermi lontano dalla politica. Con Renzi c’è di sicuro innovazione, voglia di cambiare o di fare. Bisogna stare attenti, però, che il sindaco di Firenze non si attorni della solita gente, dei soliti volti o nomi noti della politica. Devo essere onesto, la politica e le primarie -sebbene io sia dichiaratamente di sinistrasono l’ultimo dei miei pensieri. Anche perché la politica italiana è un po’ come il mare: c’è tanta schiuma, ma alla fine, sul fondale, rimane solo lo sporco».

FITTASI APPARTAMENTO ARREDATO DI MQ 72 (Pal. Ungaro Via del Gallitello, 93) 85100 POTENZA tel. 0971/52042


6

ontrosenso

REPORT

1 Dicembre 2012

Basilicata

Nemesi di una “Forza” Dal 1994 al 2008 il partito di Berlusconi come si mosse in una regione del Sud di Lucio Tufano

N

el suo pregevole libro “Machiavelli Anticristo” Prezzolini rilevava come la politica non distingua fra buono e cattivo, fra bello e brutto, onorevole e disonorevole bensì come la “forza” che essa adopera sia pure qualche volta anche perversa, sia negli assetti democratici di uno Stato che in quelli di regime. Ecco perché tutto in politica si giudica dagli esiti. Il vizio, la virtù, la morale sono in funzione di una tale efficienza, anche se i “vizi” impressionano gli uomini ed il principe può prendere il potere e la guida dello Stato quando perde la reputazione. E poiché «tutto ciò che in politica muove, attira o costringe gli uomini è una forza, il Principe – scrive Machiavelli – dovrà fingere di avere tutte quelle qualità che gli uomini chiamano “virtù”, anche senza possederle realmente». Ma se la forza è l’espressione di qualsiasi azione di notevole rilevanza essa, pur essendo una categoria della politica, non è sempre necessaria in una democrazia. È un’assurdità, infatti, constatare come movimenti o partiti, fingendosi o proclamandosi moderati, fanno riferimento al concetto di forza per le loro contese ideologiche, le loro competizioni elettorali, la loro propaganda, sia quando manifestano programmi e proposte, diritti e rivendicazioni di categorie, di cittadini, o di classi e corporazioni. Difatti movimenti e partiti vengono indicati, nel linguaggio corrente, come “forze politiche”, ed infine quando si danno una denominazione come è stato con “Forza Italia”, o quando operano con

base di qualsiasi attività politica nei partiti che conosciamo? Occorre rilevare come fra tutte le varie forme di opportunismo, da quello fascista, dotato di baldanza, di temerarietà e di esibizione, di entusiasmo canoro e sportivo, di spirito combattivo, di grinta ed emulazione, a quello di sinistra, rivestito di demagogismo e di foga egualitarista, di fanatismo giacobino e di massimalismo utopistico, a quello democristiano traa l’ipocrita e il confessionale solidarista e paternalista, quello ello di “Forza Italia” è stato semplicemente emplicemente ed apparentemente nte disinvolto, s f a c c i a t a m e n t e antidemocratico,, per nulla felpato o tattico, o, privo di gia e senza qualsiasi ideologia alcuna regola di etica politica o di vita di partito artito specie gioni. nelle nostre regioni. cata, Difatti in Basilicata, dopo Tangentopoli, poli, ogni annientata quel regola di comportamento che, i, bene nei vecchi partiti, sisteva, o male ancora esisteva, no alle molti aderirono ni solo per nuove formazioni hi o occupare ottenere incarichi posizioni, per raggiungere facilmente la titolarità olarità di ruoli ragguardevoli importanti, ai erogate a indennità, ormai piene mani a ogni gni livello di responsabilità istituzionale, grazie anche a uomini di sinistra come Bassanini. In ià dai primi “Forza Italia”, già intravedeva anni di vita, s’intravedeva apacità di vigore e capacità mobilitazione daa parte dei soliti candidati,, solo per ti che, fra l’incetta di voti ollecitati e l’altro, erano sollecitati riscossi con l’aiuto di strumenti formidabili

sistema partitocratico, dall’eliminazione del criterio e della prassi statutari sull’incompatibilità e sul cumulo degli incarichi, del dibattito stringato delle correnti, dei congressi regionali e nazionali, dal’abbandono del tradizionale sistema delle candidature indicate dalla base e dalle preferenze, è stata ben lungi dall’essere un modello di organizzazione democratica. L’ e g o f o r z i s t a , proveniente per lo

Al cospetto di un centrosinistra caricatosi di tutti i vizi della prima repubblica, Forza Italia ha avuto una esistenza grama. Avrebbe dovuto essere, in Basilicata, un partito nuovo e giovane, ma non lo è stato l’azione, i discorsi, i programmi e l’effetto del forzare, spesso nelle metamorfosi tra democrazia e dittatura, per presentarsi con maggiore forza, si danno la denominazione di “fascio”. Intanto gli uomini che ne fanno parte esercitano una forza sia per rimanere ad ogni costo alla ribalta, sia per migliorare la propria posizione in carriera e far crescere la propria dose di potere, sia per far fuori i contendenti all’interno del partito o chiunque costituisca una minaccia per la loro supremazia. D’altra parte lo stesso opportunismo, prerogativa italianissima, non è forse un genere di forza alla

mediatici, dagli interventi di un leader, più carismatico dei precedenti. Il concetto di forza, fondato sula principio della leva, espresso dalla propaganda e dalla pubblicità, oltre che dalla novità di un leader nazionale per tutto ciò che di “sensazionale”, in lui, attraeva per quello che pensava e diceva e per tutto ciò che aveva fatto, era la prerogativa di una formazione politica che, pregiudicata dal frettoloso reclutaggio, dalla nomina dall’altro di luogotenenti improvvisati per ciascuna regione, dal superficiale affidamento d’incarichi e compiti, dall’acredine contro i comunisti, dal ripudio del

più dalle logore abitudini del proporsi, del fare clientela e del perseguimento tenace dei propri fini, si avvalse nell’adesione al movimento o al partito che più gli era congeniale, di un contrassegno, di una bandiera o vessillo, di un inno, per proporsi, per occupare posizioni di stabilità istituzionale, per prevaricare le aspirazioni di altri, opponendo su ogni contestazione la sua dedizione alla causa, ad un servizio ad un progetto che di solito riguardano il riscatto delle popolazioni disadattate, lo sviluppo di una regione o delle sue contrade, il lavoro per tutti, usando l’alibi di una speciale sua “forza” o come

portatore presunto di voti. In tale forma di egocentrismo si ravvisa il comportamento cinico e l’accentuato individualismo che, nel fascio di interessi perseguiti, opera facendo “leva” sul parentado, su di un elettorato sprovveduto e ingenuo, sulle innumerevoli strette di mano, su abbracci e baci, sulle mezze frasi di disponibilità, promesse e compiacimento. Né questo p q modo di esercitare la propria “forza” nel caso di “Forza Italia”, nell’assicurare a quelli del “marsupio”, a sé e a g l i amici, l e

posizioni di comando nel partito, la “forzatura” di candidare o di candidarsi, quella di eletto dal popolo, ha potuto mai tradursi in efficace azione di ricambio al centrosinistra (cattocomunista) al potere, laddove, com’è accaduto da noi, quelli di “Forza Italia” si sono ritrovati poi sempre relegati all’opposizione. È per questo che “Forza Italia”, un movimento (o patito) basato sul grido d’incitamento negli stadi e sul concetto di “forza”, è mancata una seria riflessione da parte di chi ne ha diretto la organizzazione, da Roma o da Arcore, sugli uomini che venivano preposti alla guida di una o più regioni, su segnalazione o suggerimento pervenuti a Berlusconi. « Forza Italia – scrive Massimo Giannini – anche alla vigilia di una indefinita fusione per incorporazione di An, resta il partito che, di fatto, impera, divide ma che non è mai

transitato per la cruna dell’ago di un vero congresso, aperto e democratico, dove si confrontano programmi, si eleggono candidati, si votano mozioni. In Forza Italia, come nell’informe partito della libertà, tutto avviene ancora e sempre per acclamazione (e per imposizione)». Dunque, perché Silvio si fermò ad Eboli? Tentò di spiegarselo Paride Leporace quando scrisse che “la Basilicata era sc lontana dall’Italia di lo Berlusconi, lontana da via B ddell’Umiltà, sia da Palazzo Chigi, non essendovi un C pprogetto, un candidato a ggovernatore della Regione, schieramento, un uuno ccentrodestra capace di dare uuna spallata a un Pd (colosso ddi argilla)”. Forzismo ed eegoforzismo evidentemente nnon hanno aiutato il partito a ccrescere, anzi hanno aannientato ogni possibilità di aalternativa democratica in qquesta regione, favorendo la sclerosi della politica. Al ccospetto di un centrosinistra ccaricatosi di tutti i vizi della pprima repubblica, Forza Italia hha avuto una esistenza grama. A Avrebbe dovuto essere, in B Basilicata, un partito nuovo e ggiovane, ma non lo è stato. E nnon lo è stato perché vi s’insediò sin dal primo m momento a dirigerla, qqualcuno di quei soggetti nnostrani in odore di ““doroteismo”. Non che ffossero vecchi i dc di Forza Italia, è che la loro mentalità, il loro modo di fare politica, la loro carica di discernimento e di opportunismo risentiva di qquella concezione ppossessoria, di quella scuola, ddi quelle abitudini di cui si è iintessuta, nella nostra rregione, la storia della politica negli ultimi decenni. La sua azione p litica, la sua linea, non si è potuta mai ben distinguere da quella di quell’ibrido “Ulivo” che annoverava nel suo seno ex Dc, ex Pci, ex craxiani, qualche rampollo della media borghesia. C’è stata una sede nella città capoluogo. Una sede più volte spostata da un luogo all’altro. In essa poche riunioni, rare e inutili discussioni; il tutto doveva adeguarsi alla decisione di chi, vicino o poco distante da Roma, da Strasburgo, da Bari o dal governo, operava da viceré di una o più regioni. Solo il coordinatore regionale Giampiero Perri osteggiò una tale soggezione, senza riuscirvi, giacché, sconfitto alle elezioni, e dopo aver organizzato il più proficuo coordinamento regionale, fu presto fatto sostituire dal giovane deputato di Melfi. Intanto veniva assicurata, in tutti quegli ani la gestione del potere regionale al governatore di rifondazione comunista, Vendola, in Puglia, ed ai governatori dell’ex Pci,

Bubbico, e dell’ex dc, De Filippo, in Basilicata. Eppure è sembrato talmente imperturbabile tutto l’andamento che nessuno è mai riuscito a rimuoverne le incrostazioni, né i vari coordinatori come Scajola e Antonione, né Bondi e Cicchitto che hanno finito con il consolidare lo status quo, né il canuto Verdini, vi hanno mai dedicato eccessivo interesse. Sono stati consumati tempi e sprecati gli onorevoli…Ben sappiamo quanto siano lenti e faticosi la costruzione ed il mantenimento di una democrazia, che non è qualcosa di perennemente acquisito o stabilito, solo perché ci si riempie la bocca del suo nome, ma essa consiste in “un esperimento” che va esercitato di continuo solo grazie agli sforzi quotidiani dei cittadini. E se la democrazia si è svuotata di significato, è necessario ridefinirne nuovamente il termine, al fine di riconfermare l’origine legittima di ogni potere e di ogni governo nell’individuo, responsabile e partecipe e che opera congiuntamente agli altri in quanto cittadino (Ralston Saul). Infine se la “forza” alla base dell’ascesa di “re Silvio” al trono dello Stato italiano, venne considerata perfino “rivoluzionaria” al punto da consentire ardite similitudini di antropologia politica con i modelli del ‘900 (trasmissione televisiva di Gad Lerner su “La 7”), non fu una “forza” quella di candidare un individuo al posto di un altro dopo averne previsto la sua elezione al Parlamento nazionale o alla Regione? Non fu una “forza” quella di bloccare ogni anelito di democrazia anche in un partito, non favorendone la naturale evoluzione, evitandone le discussioni critiche e i dibattiti? Non fu una “forza” quella di prediligere persone a propria immagine e somiglianza, o quella di preferire i giovani o le giovanette nella formazione di un governo, di nutrire il culto del giovanilismo, l’estetica del corpo (vedi il volume di Marco Belpoliti). E non fu un “forza” quella di un capo che produsse i capini e che, con un tratto di penna, ti portò alla Camera 350 deputati e ala Senato 150 senatori; molti dei quali “senza volto e senza identità” al punto da non voler più farli votare da “pianisti”, preferendo che votassero solo i capigruppo? E ancora, Adornato, ex grande dirigente di F.I., affermò come lo spazio legato al ritorno del capo carismatico fosse deleterio per la democrazia. Queste “forze” hanno poca vita, come quella degli egoforzisti che approfittano del carisma di un capo al centro per conservarsi in periferia.


ontrosenso

NEW CITY

Basilicata

1 Dicembre 2012

7

L’AFFAIRE “ECO SUN POWER” Quando “Big” Restaino salì sull’ascensore L’ex assessore annunciò trionfalisticamente un progetto che adesso mostra preoccupanti crepe di Rosa Santarsiero

«I

brevetti presentati dalla Esp (Eco sun power) testimoniano come il tessuto produttivo lucano sia fortemente impegnato nei settori di innovazione, della ricerca e della sostenibilità ambientale. Siamo infatti convinti che investendo in questi campi sarà possibile non solo riprendere il cammino dello sviluppo economico, ma anche creare nuove opportunità occupazionali rendendo la Basilicata una Regione aperta all’innovazione, al futuro. La Regione intende accompagnare la proposta di accordo di programma per un progetto utile a risparmiare risorse ed a proteggere l’ambiente». (Fonte: Lucanianews24.it del 9 giugno 2010). Nel giugno del 2010, l’ex assessore regionale Erminio Restaino illustrava in pompa magna il progetto denominato Ers (energy retrive system), ideato dall’azienda Eco sun power, nella persona dell’amministratore delegato. Un progetto lodevole che avrebbe dovuto risollevare le sorti di un tessuto produttivo locale in fortissima difficoltà. Chissà come commenterebbe ora questo stesso progetto il consigliere Restaino. Ciò che al tempo fu definita un’idea rivoluzionaria, ora si presenta apparentemente macchiata dai soliti magheggi e maneggi dei “furbetti del quartierino”. Ancora un altro caso di sperpero di danaro pubblico. Ancora una volta, la Regione si getta a corpo morto in iniziative costose che ledono -a quanto pare- l’interesse dei cittadini e favoriscono, di contro, quello dei pochi. Riavvolgiamo il nastro

per aiutarvi a comprendere meglio la questione. Lo faremo attraverso la cronistoria degli eventi. Il progetto Ers prevede l’installazione di un motorino sugli ascensori che consentirebbe di sfruttare e recuperare buona parte dell’energia elettrica. Già, perché l’Ers permetterebbe

di risparmiare il 35% di corrente che potrebbe essere poi rivenduta al gestore della rete elettrica. Questo progetto dovrebbe essere realizzato attraverso la riconversione dell’ex fabbrica di merendine di Atella, la Mister day. Nello specifico, i 110 impiegati della Mister day passeranno dalla produzione di prodotti dolciari a quella di marchingegni a risparmio energetico per ascensori. Anzi, i corsi di formazione per il personale dovrebbero iniziare il prossimo

16 dicembre con un contributo regionale di 650.000 mila euro, nonostante il finanziamento alla Eco sun power sia stato sospeso. Nel complesso, si tratta di un investimento di 25 milioni di euro, con un contributo pubblico di ben dieci milioni di euro. E ricordiamo che la Eco sun power ha presentato la sua proposta con un capitale sociale di soli diecimila euro. La situazione si è complicata da quando l’azienda ha consegnato, insieme al resto degli incartamenti, una fideiussione bancaria emessa da una società finanziaria inglese non iscritta agli elenchi di Bankitalia, regola espressamente prevista dall’avviso pubblico. La domanda è: come mai la Regione si è accorta solo ora dell’anomalia? Ma gli incartamenti non vanno controllati prima dell’assegnazione di un finanziamento, specialmente se di milioni di euro? Forse siamo noi ad essere particolarmente metodici. Gli uffici della Regione avevano dubbi sulla garanzia presentata dalla Eco sun power già da agosto, ma stranamente hanno sospeso il finanziamento solamente in seguito alle tante segnalazioni di un legale: l’avvocato Giuseppe Pafundi. Già, perché non è finita certo qui. Il gruppo imprenditoriale Eco sun power è lo stesso che tempo fa gestiva un’altra società: la Demetra s.r.l.. Quest’ultima è oggetto di un contenzioso animato da alcuni assistiti difesi dallo stesso avvocato Pafundi. Detta in due parole, la causa in corso riguarda la compravendita di alcuni terreni. A contratto preliminare

già sottoscritto, la Demetra s.r.l. si sarebbe tirata indietro non pagando quanto pattuito. Per tutte queste ragioni, l’avvocato Pafundi che difende gli interessi economici dei suoi clienti, avrebbe scritto varie missive indirizzate prima al dipartimento delle Attività produttive, poi alla V commissione consiliare, organo deputato a verificare gli atti. Pafundi segnalava i trascorsi del gruppo imprenditoriale e manifestava i suoi dubbi riguardo le capacità finanziarie della suddetta società rispetto alla mole del progetto in esame. Da quel di via Anzio hanno fatto orecchie da mercante, fino a quando la situazione non è sfuggita definitivamente di mano. La Regione si è giustificata dicendo che la fideiussione bancaria presentata dalla Eco sun power sarebbe stata consegnata prima che la società finanziaria londinese (con sede a Roma) uscisse fuori dagli elenchi di Bankitalia. Ma come segnalato da un articolo del “Quotidiano della Basilicata”, la stessa holding londinese sarebbe fuori dagli elenchi delle finanziarie convenzionate con la Banca d’Italia già da tempo. Al momento il dipartimento regionale sta valutando la possibilità di accettare una nuova garanzia finanziaria dalla società. Che dirvi, speriamo che questa volta sia valevole. E pensare che solamente due anni fa l’Ers fu definito un progetto in grado di creare «nuove opportunità occupazionali rendendo la Basilicata una Regione aperta all’innovazione, al futuro». Roba da “provoloni”, caciotte e caciocavalli.

Mediazione civile, non passano al Senato gli emendamenti sull’obbligatorietà

I

l governo proprio non si rassegna alla dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge che prevedeva l’obbligatorietà della mediazione civile e tenta di far entrare dalla finestra ciò che uscito dalla porta con il plauso unanime della avvocatura e dei cittadini vessati da inutili balzelli per accedere alla giurisdizione Ed infatti, sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti presentati al decreto legge sulla crescita che puntavano a reintrodurre la mediazione obbligatoria, sia pure a termine fino al 2017. Tra gli altri emendamenti dichiarati inammissibili in Commissione Industria del Senato,

riferisce la relatrice Simona Vicari (Pdl), anche quelli sulla riforma delle Camere di Commercio. In tutto sono 86 le proposte dichiarate inammissibili sugli articoli 37 e 38. L’emendamento all’articolo 34 che prevedeva la trasformazione di Enit in Spa, riferisce ancora Vicari, è stato ritirato. Le Associazioni dell’Avvocatura si sono dichiarate tutte soddisfatte per la detta dichiarazione di inammissibilità arrivata

dal Senato sugli emendamenti al decreto leggo sullo sviluppo che puntavano a reintrodurre la mediazione obbligatoria. “È stata ristabilita la correttezza dei percorsi parlamentari, perché questi emendamenti inseriti di soppiatto in una legge di conversione che parla di tutt’altro erano una forzatura inaccettabile, contro la quale giustamente l’Avvocatura ha fatto subito sentire, con forza, la sua voce”, ha dichiarato l’Associazione Nazionale Forense.

“E’ stato sventato l’ultimo colpo di mano delle lobby della privatizzazione della macchina giudiziaria e, così, tutelata la decisione della Consulta che aveva bocciato l’obbligatorietà della mediazione: un istituto che ha chiari profili di incostituzionalità”, afferma l’Organismo Unitario dell’Avvocatura che, contestualmente chiede al ministro della Giustizia Severino di aprire un tavolo di concertazione su questo punto. Anche l’Associazione “Avvocati Per la mediazione” ha fatto sentire la propria opinione, affermando che il problema esiste, in quanto è stata criticata la collocazione di un emendamento

in un provvedimento che parlava di tutt’altro, e che per un riordino legislativo sarebbe stato da collocare altrove, ma, si aggiunge: “ciò non toglie che, mai come in questi giorni, carta stampata, web, radio e tv stanno finalmente parlando di mediazione”. “Non è la mediazione ad avere fallito – si aggiunge - ma la magistratura ordinaria, così come attualmente gestita e strutturata, ad aver fatto scappare gli investitori esteri che non sono disposti ad attendere 10 anni la soluzione di un problema che può bloccare il loro business, e che all’estero risolvono in un paio di mesi. L’AIGA (Associazione italiana giovani avvocati)

che e’ stata la prima associazione che ha dichiarato battaglia all’obbligatorietà della mediazione civile, facendone uno dei caposaldi del proprio programma di politica giudiziaria, non può che dichiararsi estremamente soddisfatta per questa ennesima vittoria che ristabilisce il giusto iter legislativo, riaffermando nel contempo l’esigenza pressante di arrivare in tempi celeri ad una non più rinviabile riforma della Giustizia.

Avv. Ivana Enrica Pipponzi


8

ontrosenso

NEW CITY

1 Dicembre 2012

Basilicata

La capacità di Viti di non ingrassare Consiglio regionale: indagini, benzina, rimborsi … e pranzi di Mario Petrone

A

ddirittura 29 consiglieri regionali, vecchi e nuovi, e ben tre dirigenti regionali “attenzionati” (non indagati) per i rimborsi delle spese di viaggio questa la notizia di stampa. Noto che l’indagine pare concentrata sul rimborso dei viaggi, dal lato distanzaa conteggiata, e sulla faccenda glii uffici regionali hanno constatato errori in più e in meno e fatto le relative comunicazioni per la reù stituzione (a chi ha avuto in più nel 2012) ma pare che vi siano anche comunicazioni per chi haa avuto in meno (come Mollicaa e Vita) e non capisco proprio cosa possano aver comunicato loro gli Uffici. Ma forse si sono limitati a scrivere loro che potevano chiedere ulteriori somme per rimborso viaggi fino a Euro tot per pareggiare i conti. La cosa è sconcertante per il fatto che è giusto che gli Uffici tii comunicano che hai sbagliato a tuo danno, ma non risulta che lo abbiano mai fatto per un cittadino qualsiasi e quale che fosse il danno ricevuto dal cittadino con ciò confermando, e non ce ne era bisogno, che devi stare

vicino al Sole (Potere) se ti vuoi riscaldare e soprattutto se vuoi essere considerato e coccolato con ogni sorta di attenzioni, a prescindere dal fatto che tu sia in maggioranza o all’opposig ca zione. Cosa signifi dunque l’indagine, se la faccenda è la distanza conteggiata? Praticamente è quasi un buco nell’acq u a , perché potrai contes t a r e qualche cosa solo se la dichiarazione del Consigliere è inventata del tutto e

per ciò falsa, ma se il Consigliere ha calcolato il percorso su un programma apposito tipo “Viamichelin”, come gli contesti un qualsiasi intento truffaldino dal momento che tu amministrazione non hai stabilito i riferimenti obbligatori da adottare (tipo tabelle ACI) ? Insomma la situazione, al solito, è grave, ma la gestione non pare seria se consideriamo che gli uffici potevano e dovevano controllare le dichiarazioni dei Consiglieri (anche al solo fine di evitare errori e/o omissioni come dimostra il fatto di Mollica e Vita che

I “vecchietti” di Potenza scelgono “il rottamatore”

“L’INTERVENTO”

L

e la piccola borghesia sempre più in svantaggio economico, mentre la “casta” accenna solo deboli tentativi di abbassarsi i privilegi. Se a tutto questo aggiungiamo la valanga di tasse, che quasi ogni giorno “si aggiornano”, è facile capire quanto risentimento alberghi nell’animo dei cittadini potentini e non solo. Queste le voci dei cittadini potentini: “Se andiamo avanti nella stessa situazione, con le stesse persone a comandare, che futuro c’è per i giovani? Dovrebbero andare tutti insieme e dirgli di lasciargli il posto, che il tempo loro è scaduto!”. Ad accrescere il malcontento, nel mentre delle varie interviste, passano alcuni consiglieri, che suscitano nei commercianti commenti del tipo: “Eccoli lì, loro a passeggiare e guadagnare, e noi a pulire il nostro negozio e cacciare soldi”. Insomma: domenica prossima ce la giochiamo … ai posteri l’ardua sentenza!

chiaro che il Dirigente che fosse stato attento e diligente difficilmente avrebbe continuato ad occupare posti rilevanti e ad ottenere riconoscimenti economici. Secondo i cattivi proverbi : una mano lava l’altra e ne servono due, di mani, per lavare la faccia, per cui non sorprende che tutti si ingegnino a creare ed avere meno problemi e più soldi. Ma se l’indagine è incentrata su queste basi (le distanze dichiarate) , non va da alcuna parte perché, salvo i casi di falsa dichiarazione, eventuali errori di distanza derivanti dall’uso di uno strumento corrente non li si può condannare e danno luogo solo a rimborso dell’indebito. Detto ciò se consideriamo quanto costa, in uomini, l’indagine si rischia di aggiungere danno a danno e sarebbe veramente il colmo. E poi come mai si indagano le spese di viaggio e non anche le spese per i pranzi? Insomma, è incredibile la faccenda se consideriamo che vi sono Consiglieri con 24 mila euro di benzina, e con 20 mila euro di benzina che significa che hanno passato la giornata

Singetta: «Dopo domenica sarà troppo tardi per lamentarsi»

di Alessia Nardozza e Primarie del centrosinistra, vedono al primo turno già la vittoria di Bersani, seguito da Renzi e, terzo, Vendola. Ci avventuriamo lungo via Pretoria per un sondaggio tra i cittadini, specie di una certà età. Il malcontento del cittadino medio è palpabile; c’è sfiducia, insofferenza verso i politici in generale e, quando va bene, l’”indifferenza”. Di sicuro però c’è voglia di nuovo, di giovane, con un netto rifiuto per tutto quello che c’era prima, una diffusa voglia di resettare la politica. Emerge che molti non sono andati a votare e che, se lo avessero fatto, si sarebbero uniti a coloro che hanno votato Renzi. Se non sono andati, ammettono di averlo fatto per protesta, perché sono i soggetti che devono cambiare. “Il fatto è che Bersani non ha fatto mai niente. I vecchi devono andare via, abbiamo bisogno di giovani, di idee giovani” ecco cosa pensa la maggior parte dei cittadini intervistati. La gente protesta per l’ingiustizia che mette i pensionati

hanno chiesto di meno delle spettanze) prima di liquidare i rimborsi anche senza specifica disposizione del Presidente del Consiglio. Secondo noi gli Uffici non hanno svolto bene i p per cui esistono, ed è compiti una critica ragionata legittima, c a men meno che i funzionari non dimostrino il rifiuto a firmare da mostr parte dei Dirigenti o superiori. n si vuole colpevolizzare Ma non nessuno, si commentano i fatti nessu n e si nota che ogni volta che interviene tervie la magistratura si scopre cche i funzionari non hanno funzi funzionato e i Dirigenti hanno preso alla lettera la prescrizione della legge secondo cui operano (i Dirigenti) con i poteri del priva imprenditore ed hanno privato esasp esasperato la cosa finalizzando le azioni alla migliore soddisfaazi zione, zione anche, delle proprie personali sonal aspirazioni. E’ indubbio, infatti, infatt che un funzionario che avess funzionato ed avesse preavesse teso di controllare le dichiarazion dei consiglieri regionali zioni avrebbe certamente rischiato avr laa posizione organizzativa o la collocazione in un posto insignificante, com’è

D

omenica prossima uomini e donne di centro sinistra (e non solo) saranno chiamati ad esprimere un voto “definitivo” tra due distinte opzioni politiche: da un lato Bersani e l’apparato del PD orientato – seppur con ovvie distinzioni – alla conservazione dell’attuale classe dirigente, dell’attuale modello del welfare, di tutela della struttura burocratica, che ha favorito quella spesa pubblica improduttiva da molti criticata, ma da tutti utilizzata. Dall’altro Matteo Renzi, impegnato in una battaglia di profondo rinnovamento della nomenclatura dei partiti, delle corporazioni sindacali (che gli ha attirato, mentre il voto di domenica scorsa era ancora in corso, le ire della Camusso!), di ridimensionamento del ruolo dello Stato e dei partiti, di affermazione della meritocrazia (spesso ha ripetuto che i giovani devono lavorare perché conoscono qualcosa, non qualcuno). Due visioni molto diverse che, specialmente per il Sud (dove, è bene ricordarlo, Renzi ha conseguito la percentuale di voto più bassa) possono rappresentare il permanere di uno stato di sviluppo modesto (per usare un eufemismo) o. al contrario, l’inizio di un “new deal” non solo economico, ma anche etico e politico. Tocca a noi, ora, decidere se investire nel futuro o confermare un passato che ha prodotto i guasti che tutti conosciamo. In pratica, per la prima volta negli ultimi anni, il popolo (soprattutto di centro sinistra) ha la possibilità di imprimere un’accelerazione ad un processo già in atto e che sarebbe improduttivo per tutti fermare. Ecco perché è necessario un ulteriore sforzo a sostegno del Sindaco di Firenze; affinché la sua proposta politica, la sua carica innovativa, possano trovare accoglimento anche in una regione dove le filiere di potere hanno determinato un modello – sociale ed economico – ormai superato. In tanti – al di là dei soloni bravi a criticare tutto e tutti, ma non a rischiare di metterci la faccia – in questi anni hanno mostrato insofferenza verso tale stato di cose. di Alessandro Singetta Consigliere Regionale

I

temi della settimana sono molti . Ilva di Taranto però è quello più indicato per la rubrica in essere. Per chi sta al potere, quanto vale la vita di un cittadino? In questo momento così delicato di crisi, non hanno esitato a far venire il mal di cuore a circa 20000 lavoratori e famiglie, sicuramente carichi di impegni da adempire a costo della propria salute, e quella dei propri figli. Speriamo in questo decreto del governo!!! Ma una domanda è da porre: sono ormai diversi anni che si parla di questo problema ambientale. Invece di gettare soldi pubblici inutilmente per accontentare qualcuno, non hanno agito sulla questione: avrebbero dovuto intimare alla proprietà di restituire i soldi allo Stato con delle fideiussioni bancarie. Comunque non molliamo, stiamo vicino a questi lavoratori, scioscia popolo non spegnerti. Il lavoro è una cosa sacrosanta e mi chiedo chi prende queste decisioni cosi drastiche: l a “ M A G I S T R AT U R A ” . Magari percepisce uno stipendio 4-5 volte superiore a quello di un dipendente dell’Ilva, non si fa nessuno scrupolo, non pensa che questa gente

in auto (o forse usano il Ferrari per fare casa ufficio?) nei giorni teorici di riunione del Consiglio e vi sono Consiglieri come Viti Vincenzo che non ha speso un centesimo per viaggiare e venire da Matera al Consiglio mentre avrebbe speso 25 mila euro per pranzi per citare i casi più grossi e comunque, ad onor del vero, VITI non risulta indagato secondo la stampa quotidiana, quindi ne parliamo solo perché avrebbe mangiato per 130 euro alla volta per ogni giorno teorico di riunione del Consiglio eppure rimane di fisico asciutto,insomma invidio la sua capacità di non ingrassare . La sorpresa è, però, che vi sono ben tre dirigenti indagati . Ovviamente se pure –per assurdoi Dirigenti risultassero indagati per i rimborsi di propri viaggi per servizio allora tutto si spiega e bisogna, solo, sottoporre a corsi di aggiornamento e riqualificazione presso l’ACI i funzionari o no?

ha de figli da mantenere? Invece di agire così, avrebbe dovuto obbligare le istituzioni, il governo e la proprietà ad adempire alle proprie responsabilità prima di arrivare a questo. Spero che il buonsenso ritorni presto, perché non se ne può più di sperperi inutili con soldi pubblici non per cose concrete . Prendiamo un caso Lucano che negli ultimi giorni ha rivestito la città di locandine e le pagine dei giornali, quello dell’Eco Sun Power. Ma dico io, un artigiano o commerciante che sia, chiede un contributo pubblico di 20-30 mila euro, di cui il 50% a fondo perduto e le grandi commissioni fatte di mega dirigenti super titolati gli vanno a trovare e sindacare l’accento messo al contrario, per negargli il finanziamento, dicendo che devono essere attenti al dettaglio perche sui fondi stanziati c’è un’attenzione particolare da parte dell’Europa; e poi non ci si accorge di una fideiussione farlocca? Che cosa resta al popolo da immaginare? Che chi ha approvato ci ha inzuppato il biscotto? A voi lo lascio risposta. Una sola cosa scioscia scioscia popolo , che il momento arriverà. Frundone


ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

9

UNIBAS: alla scoperta dei vecchi sapori La Scuola di Agraria capofila di studi sul recupero di piante fitoalimurgiche di Luca Santoro

L

o sapevate che dal recupero di piante spontanee della flora lucana si possono ricavare piatti di particolare prestigio? L’Università degli Studi della Basilicata e, in particolar modo la Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, alimentari ed Ambientali del nostro Ateneo, da anni, è impegnata nel recupero di queste specie. Di tutto questo ne abbiamo parlato con il professore Vito Miccolis, in una interessante intervista. Prof.Miccolis ci può spiegare quali sono i suoi ambiti di ricerca? “Ci occupiamo di orticultura e cioè della coltivazione degli ortaggi fatti in condizione di pieno campo e sotto serra. Negli ultimi dieci anni abbiamo conseguito ottimi risultati dal punto di vista della ricerca, mi viene in mente ad esempio l’applicazione della solarizzazione del terreno. Una tecnica proposta in sostituzione dell’utilizzo del bromuro di metile che dal 2005 non può essere più utilizzato come mezzo per la sanificazione del terreno. Tra le agro-tecniche alternative c’è appunto la solarizzazione che noi abbiamo studiato

raggiungendo risultati interessanti, non è altro che l’applicazione di film plastici trasparente sulla superficie del terreno, sia sotto serra sia di pieno campo. Questo permette di utilizzare la radiazione luminosa che è in grado di creare un effetto serra che si tramuta in aumento della temperatura del terreno e per questo deve essere eseguita nel periodo estivo. Se ben condotto questo processo consente la drastica riduzione di patogeni termolabili terricoli oltre all’eliminazione dei semi delle malerbe. La solarizzazione, quindi, blocca la vita dei microorganismi dannosi, o ne provoca uno stordimento degli stessi rendendoli meno virulenti, sterilizzando di fatto il terreno”. Altri progetti? “Ci siamo occupati anche dell’impiego di contenitori biodegradabili per assecondare le richieste dell’agricoltura biologica. Abbiamo messo a punto la creazione di vasetti decomponibili utilizzabili direttamente nelle operazioni di trapianto delle piantine nel terreno. Un altro progetto, questa volta a

livello europeo, è stato quello sulla valorizzazione della coltivazione dell’aglio (EURALLIVEG). Qui abbiamo creato una “core collection” europea costituita da ecotipi di aglio provenienti dall’Italia, dalla Germania, dalla Polonia, dalla Francia e dall’Olanda. Abbiamo messo insieme cinque popolazioni di aglio per ogni paese e su queste venticinque popolazioni abbiamo curato il risanamento dai virus. Tutto questo lo abbiamo fatto in laboratorio proprio presso l’Università degli Studi della Basilicata ottenendo piante di aglio virus esenti, prive di infezioni virali, che sono in conservazione in azoto liquido dall’unità operativa tedesca. È stata una grande occasione per misurarci con la realtà europea in quell’ottica di internazionalizzazione che è una prerogativa della nostra università”. Per il futuro cosa c’è in cantiere? “Per il futuro prossimo l’intento è quello di andare avanti con lo studio della piante fitoalimurgiche che non sono altro che piante spontanee della nostra flora utilizzate come fonte

alimentare, un tempo per necessità ed ora per meglio soddisfare i piaceri del nostro gusto. I padri di questa scienza sono stati Giovanni Targioni Tozzetti 1767 e Oreste Mattiroli 1918. Queste due date sono importanti in quanto ci ricordano due carestie per fronteggiate le quali si fece anche ricorso alla utilizzazione delle piante della flora spontanee per difendersi dalla fame. Oggi stiamo cercando di utilizzare queste piante per ricordare i vecchi sapori di una volta. Il tentativo è quello di valorizzarle perché sembra diano origine alla preparazione di piatti di particolare pregio. Piatti che con la globalizzazione abbiamo rischiato di perdere e che adesso stiamo cercando di recuperare. La Scuola di Scienza Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali è impegnata nel tentativo di avviare un progetto di ricerca mirato al recupero di queste piante che sembrano molto promettenti. In particolare ci stiamo occupando di “lampascioni” e della coltivazione del “boccione

Il Prof. Vito Miccolis

minore”. L’obiettivo per il lampascione è quello di coltivarlo rendendolo un ortaggio come tutti gli altri, siamo partiti con il recupero dei semi per arrivare al bulbo commerciale. È una pianta oggetto di un grande interesse commerciale basti sapere che molti commercianti importano tonnellate dai paesi del nord Africa a costi molto elevati quando potrebbero averlo in casa. Per il boccione minore, invece, siamo partiti con il seme e

adesso abbiamo già ottenuto i primi risultati. Trattasi di una pianta erbacea con foglie carnosette, molto tenere, che si prestano bene per essere utilizzate per la preparazione di minestre. Con il recupero di queste piante, che ripeto sono tante, si potrebbero creare opportunità di studio e ricerche per almeno altri quindici anni”.


10

1 Dicembre 2012

REPORT

ontrosenso Basilicata

L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO Sequestrate tre discariche non autorizzate Nei giorni scorsi, militari della dipendente Compagnia di Potenza in tre distinte operazioni di servizio, che hanno interessato la città di Potenza e il Comune di Avigliano (PZ), hanno sottoposto a sequestro tre aree di complessivi 700 mq. circa e tonnellate 186 circa di rifiuti speciali pericolosi e non” in evidente stato di abbandono incontrollato, costituiti da:

carcasse di automezzi completi di motore;

materiale da risulta proveniente da demolizione edifici;

ferraglia di vario genere;

pneumatici in disuso appartenenti d autovetture e autocarri;

oli esausti.

E’ risultato evidente l’impatto negativo della discarica in argomento sull’ambiente circostante, soprattutto in considerazione delle precipitazioni atmosferiche stagionali che potrebbero aver determinato l’assorbimento nel terreno di sostanze tossiche, con potenziale danno per le falde acquifere di cui è ricco il sottosuolo. L’inquinamento originato dal materiale abbandonato, oltre a deturpare l’ambiente, è la fisiologica conseguenza di evitare gli elevati costi da sostenersi per il regolare smaltimento nelle discariche autorizzate In virtù di quanto rilevato ed in assenza del possesso di qualsivoglia autorizzazione da parte dei responsabili, trattandosi di rifiuti classificati come “speciali pericolosi” e “speciali non pericolosi”, è stata accertata l’avvenuta costituzione di “discariche di rifiuti non autorizzate”, nonché l’esercizio dell’attività di “raccolta, trasporto e recupero di rifiuti senza la prescritta autorizzazione”, con la violazione dall’art. 256, del D.Lvo 152/2006 (testo unico in materia ambientale - deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi e non). Si è proceduto, quindi, ai sensi dell’art. ex 354 del c.p.p., al sequestro delle aree, azione cautelare necessaria ad impedire l’accesso indiscriminato di terzi nel sito e prodromica alle successive operazioni di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale, che con ogni probabilità verranno disposte dalle competenti Autorità, ed alla denuncia dei titolari delle aree, per i reati ascritti, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza.

L’invio di materiali (testi, fotografie, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografie inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.

IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA

Lu mier’ch pietus fac’ la chiaha verminosa (Per fare alcune cose non bisogna aver alcun timore)

Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Giovanna Cafaro Stampa: Martano Editrice Srl Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari


ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

11

Il bilancio di un anno di attività nelle parole di Lucia Grieco e Francesca Sorione

S

pegne la sua prima candelina Italian Job, una delle più grandi realtà dell’Hair Stylist della Basilicata e noi di Controsenso siamo andati a far visita alle titolari Lucia Grieco e Francesca Sorione per cercare di fare un bilancio di questo primo anno di attività a Potenza. “Italian Job compie il suo primo anno di vita, un anno di grandi soddisfazioni. Potenza è una città a misura d’uomo e per noi che dopo venti anni ci ritorniamo è una grande riscoperta. Italian Job è un progetto fatto nascere a Potenza proprio per il credo di chi è nato <<Lucano>> e crede nell’ideale <<Lucano>>. Ad un anno di vita ci riteniamo veramente soddisfatti del lavoro svolto, sia a livello di lavoro diretto ai clienti finali, sia a livello formativo per i futuri parrucchieri. Italian Job porge un inchino speciale ai suoi clienti finali, sia donna che uomo per la loro puntualità, per la loro riservatezza, per le loro esigenze qualitative e soprattutto per la riconoscenza alla qualità del servizio svolto, tanto da far si che

“Informazione pubblicitaria”

BUON COMPLEANNO ITALIAN JOB

quando parla di formazione non si limita ai limiti del parrucchiere, bensì riapre un mondo a 360 gradi. Ci corre l’obbligo di inviare anche un messaggio ai genitori degli allievi ai quali diciamo che affrontare ulteriori spese per la formazione dei propri figli è indispensabile. Qualunque studio per i propri figli è indispensabile per allargare le conoscenze, anche se non è diplomato o laureato il ragazzo ha diritto ad essere sicuro di affrontare il proprio lavoro nella maniera più giusta, anche perché i clienti finali, cioè quelli che pagano, hanno il diritto di richiedere professionalità e sicurezza e, fidatevi, non sono solo gli anni di esperienza a fare un buon professionista”. Italian Job offra sempre più la professionalità acquisita e svolta per lunghi anni, cercando tuttavia di migliorarsi ancora laddove sia necessario. I servizi offerti sono tanti, dall’orario continuato tutti i giorni dal martedì al sabato 9.00-19.00, agli abbonamenti agevolati sulle tariffe da listino per le donne riguardo al servizio messa in piega, per gli uomini

riguardo il servizio taglio, per i sessantenni riguardo tutti i servizi oltre il 50% di sconto da listino pubblico-ufficiale da usufruirsi ogni mercoledì (con servizio di trasporto offerto) giorno dedicato a loro proprio per offrire qualità e convenienza. Tra gli altri servizi anche quelli dedicati alle giovani universitarie con tariffe agevolate da usufruire

il giovedì. Italian Job desidera, inoltre, allargare il proprio marchio in Basilicata con allievi vogliosi e coraggiosi nel mettersi in gioco. In questo anno gli allievi formati sono stati pochi ma buoni, quelli che hanno avuto il coraggio di mettersi a nudo e di capire che migliorare la propria conoscenza è un atto necessario per affrontare al

meglio il proprio lavoro. Il nostro messaggio ai futuri parrucchieri è il seguente: La formazione, la specialità della materia studiata nei due o tre anni nel corso base è necessaria ed obbligatoria, ma approfondire sia teoricamente che manualmente ogni materia è altrettanto doveroso tanto quanto allargare le proprie conoscenze perché Italian Job

ITALIAN JOB E’ A POTENZA IN VIA ETTORE CICCOTTI, 36 TEL 097145166 PER TUTTO IL MESE DI DICEMBRE PIEGA GRATIS SIA PER I NUOVI CHE PER I VECCHI CLIENTI.


ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

13

Potenza: sofferenza in Via Isca del Pioppo Per non continuare a sbagliare, si rivedano gli indici di costruzione e si prevedano distanze di sicurezza, sia dai corsi d’acqua che dalle linee elettriche di alta tensione di Antonio Nicastro

L

a segnalazione è di un lettore, si tratta di un imprenditore, Michele, non è potentino ma ha investito in città: “Salve sono un costruttore che ha investito (per modo di dire) in Via Isca del Pioppo per costruire 6 uffici ho dato al comune 500 mq. di terreno a titolo gratuito + 140.000 euro di oneri, penso che sono in tanti nelle stesse mie condizioni. Risultato: il comune ha incassato milioni di euro ma non ne ha investito nemmeno uno, la strada molto trafficata è incustodita, stretta, pericolosa, senza marciapiedi e a questo si aggiunge anche la crisi pertanto risultano in tale arteria immobili incompiuti, quelli compiuti sono invenduti ed il degrado e la povertà avanzano.” Abbiamo voluto approfondire e verificare e la garbata denuncia trova riscontro nella realtà. Fino a una decina d’anni fa, via Isca del Pioppo era una strada che nessuno conosceva, era la parente povera di via del Gallitello che stava diventando un mega centro commerciale. In effetti, via Isca del Pioppo è l’alter ego di via del Gallitello, entrambe si sviluppano, su sponde opposte, lungo il percorso del torrente Gallitello, quasi

tratta dei lavori non terminati del sovrappasso della linea ferroviaria Napoli – Potenza. Per fortuna, è stato realizzato un collegamento con via del Gallitello altrimenti sarebbe diventata una strada senza uscita. Pur se quasi tutta in pianura, l’arteria non è adatta a sopportare gli attuali volumi di traffico veicolare, per anni è stata una strada di campagna che serviva le abitazioni rurali, disseminate lungo il margine

dei fabbricati realizzati da qualche tempo campeggiano vistosi cartelli con la scritta “vendesi” o “fittasi”. Di opere di urbanizzazione neanche a parlarne, lungo i quasi due kilometri del nastro d’asfalto ci sono pochissimi metri di marciapiedi, quelli realizzati nei pressi dei nuovi fabbricati, la pubblica illuminazione è carente, ci sono diverse situazioni di degrado, molti i cumuli di rifiuti depositati lungo i lati della strada, nei pressi dei nuovi fabbricati che ospitano a t t i v i t à commerciali o uffici ci sono problemi di parcheggio. Molte delle n u o v e costruzioni sono sorte a pochissimi metri dal t o r r e n t e Gallitello con seri rischi in caso di esondazione, eventualità da non scartare a priori considerati

dalle cronache degli ultimi anni. Dalle nostre parti le cautele suggerite dalla Legge Gallasso (Legge n° 431 dell’8 agosto 1985) che indica in 150 metri la distanza da fiumi e torrenti per le nuove costruzioni, in Basilicata le deroghe sono all’ordine del giorno ma è scandaloso consentire di costruire

centinaia di metri da via Isca del Pioppo, in pratica costruire a pochi metri dall’alveo del torrente è un rischio di cui tutti sono coscienti. Ma non c’è solo questa emergenza ambientale a rendere insicura via Isca del Pioppo, la presenza della sottostazione dell’ENEL in via del Gallitello fa si che tutte le linee elettriche ad altissima

«Sono un costruttore che ha investito in Via Isca del Pioppo (…) sono in tanti nelle stesse mie condizioni. Risultato: il comune ha incassato milioni di euro ma non ne ha investito nemmeno uno» del tutto “costretto” fra due muri di cemento. Via Isca del Pioppo è lunga circa 1950 metri, parte dall’incrocio di via del Gallitello con via del Seminario Maggiore e la strada che si inerpica verso contrada Dragonara, fino a circa 4 anni fa si immetteva sulla parte terminale di via Vaccaro, a due passi dal passaggio a livello più odiato dai potentini, quello di Gallitello. Oggi via Isca del Pioppo non sbuca da nessuna parte perché la parte terminale è stata inglobata dal cantiere del Nodo Complesso, cantiere rimasto tale in quanto si

destro e collegava le contrade Gallitello e Valle Paradiso. L’invasione del cemento ha contribuito a peggiorare le cose, da qualche anno sono sorti lungo il tracciato di via Isca del Pioppo numerosi fabbricati ad uso commerciale e direzionale, tanti metri cubi in pochi metri quadri, hanno contribuito a peggiorare la situazione, moderni fabbricati si sono affiancati a casette rurali che sicuramente verranno abbattute per lasciare il posto ad altri edifici. Ci sono diversi cantieri, qualcuno sembra inattivo, su molti

i mutamenti climatici che possono causare a l l u v i o n i devastanti, basta far riferimento

proprio a ridosso di un corso d’acqua che potrebbe uscire fuori dagli argini, proprio il torrente Gallitello per un paio di volte negli ultimi due anni ha rotto gli argini a solo poche

tensione per raggiungere i trasformatori devono passare obbligatoriamente “sopra” via Isca del Pioppo ed in effetti c’è un numero impressionante di tralicci con relativi cavi che

insistono sopra le teste di tante persone perché non si è avuta la precauzione di non far costruire nella fascia di rispetto delle tante linee elettriche, ci sono case a pochissimi metri dai conduttori, soprattutto per i bambini, le cui cellule sono particolarmente predisposte ad essere modificante dai campi elettromagnetici, il rischio di ammalarsi seriamente è altissimo. Quando si parla di città-cemento Via Isca del Pioppo ne è la prova provata di come non si deve costruire una città. Prima si devono realizzare le infrastrutture e, come dice l’imprenditore Michele, i soldi per realizzarle li mettono i cittadini e le imprese che realizzano fabbricati, per cui si dovrebbe fare una pianificazione urbanistica che preveda la realizzazione di strade degne di questo nome, marciapiedi, reti dei servizi (luce, gas, telefono, fogna, pubblica illuminazione), tutto il contrario di ciò che è avvenuto in via Isca del Pioppo. Per non continuare a sbagliare si rivedano gli indici di costruzione e si prevedano distanze di sicurezza sia dai corsi d’acqua che dalle linee elettriche di alta tensione. Tornando alla lamentela del sig. Michele non possiamo non concordare con lui, via Isca del Pioppo è effettivamente una strada poco sicura e per nulla infrastrutturata, il riferimento alla cifra elevata per gli oneri di urbanizzazione (140.000 € per costruire solo 6 uffici sono effettivamente troppi) ed alla cessione al Comune di 500 mq per ottenere il permesso di costruire sono oggetto di proteste da parte di molti cittadini e sulle pagine dei giornali lucani se ne parla da molto tempo.


REPORT

ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

14

Padre Michele D’Annucci martire di Cristo tra i poveri del Sud Africa L

’ 8 dicembre 2001, giorno di festa dedicato all› Immacolata Concezione della Vergine Maria, dopo aver trascorso tutto il giorno con un gruppo di giovani sudafricane che si stavano preparando per il sacramento della Confermazione, P. Miichele D›Annucci è stato ucciso a 30 km da Pretoria, in seguito ad un attentato messo in atto della criminalità locale. Era sera, verso le 18, ed il sacerdote stimmatino originario della terra di Basilicata, si stava recando in una famiglia in un villaggio della zona di Erasmus, per prendere gli ultimi accordi sulla liturgia che si sarebbe dovuta celebrare all’indomani. A undici anni dalla sua morte Atella, suo paese natale, lo ricorderà ...... (vedere il programma della manifestazione inviata, con il patrocinio del Comune). Le celebrazioni costituiscono un momento forte di quell’ininterrotto pellegrinaggio alla tomba dove il sacerdote riposa.Una silenziosa processione di uomini e di donne, concittadini di Padre D’Annucci o provenienti da altre zone, che quotidianamente testimonia un affetto incancellabile nei confronti dell’uomo, del sacerdote e del missionario. P. D’Annucci era nato il 17 settembre 1941 ad Atella (Provincia di Potenza, diocesi di Melfi-Rapola-Venosa). Cresciuto in una famiglia saldamente radicata nei valori umani e cristiani, in seguito scoprì un cammino di formazione luminoso e stimolante in un’altra famiglia, quella degli stimmatini, e iniziò la sua formazione seminaristica allo « Zenonianum » di Verona. E qui già all›ombra del santuario della Madonna di Lourdes matureranno cose grandi nel cuore del futuro: Father Michael. Si sogna l›Africa. Entrò nella famiglia religiosa il 1 settembre 1954. Nel ‹60-61 fece il noviziato e la prima professione il 25 settembre del ‹61 ed emise il 25 settembre del ‹64 i voti perpetui. Nell›immediato dopo-Concilio sorse tra gli studenti stimmatini un grande interesse ad aprire i propri orizzonti verso le missioni. Fu così che P. Michele accettò con gioia ed entusiasmo la proposta di unirsi ai missionari in Sud Africa. All›età di soli 26 anni partì per un paese che amò come e forse più della sua stessa patria. Per una migliore preparazione, partì nel 1967 e terminò i suoi studi teologici in Sud Africa, nel seminario maggiore di Pretoria dedicato a S. GIOVANNI MARIA VIANNEY. Fu ordinato sacerdote il 22 GIUGNO 1969 a Mmakau, allora conosciuta come De Wildt, la chiesa madre delle missioni cattoliche nella zona a nord-ovest di Pretoria. Dopo vari anni di attività pastorale nella zona affidata

di poter oggi orgogliosamente affermare che un martire stimmatino della Chiesa di Cristo è nato qui. Richiamiamo qui alcuni ambiti del suo impegno:

Matrimono e famiglia. Queso settore della pastorale fu il primo amore e rimase sempre un punto fermo della sua attività. Arrivò ad elaborare un corso di preparazione al matrimonio e lo mise in attto, rivedendolo e migliorandolo col passare degli anni. Coinvolse un gruppo di coppie che conducevano i corsi assieme a lui, mentre loro stessi ricevevano una formazione permanente. Nella stessa ottica, stabilì un Centro per la Vita Familiare a Ga-Rankuwa.

Questi meriti verso il popolo sudafricano gli sono stati riconosciuti anche da Nelson Mandela, il grande presidente dell’indipendenza sudafricana agli stimmatini, P. Michele sentì l›urgenza di adeguare il suo bagaglio teologico alla prospettiva culturale africana, poichè gli ideali missionari si concretizzano con una intensa preparazione culturale e con un cuore generoso. Da allora la sua vita è stata tutta sudafricana accetto che per un breve periodo speso in Kenia per ulteriori approfondimenti pastorali. In-

fatti partecipò ad un corso di un anno in Kenya (Eldoret), presso l›Istituto di Pastorale dell› Est Africa, conosciuto come GABA (Nairobi), tra il 19761977. Al ritorno in Sud Africa, profondamente arricchito e motivato da quell›esperienza, iniziò ad incanalare il suo entusiasmo e i suoi talenti in alcuni settori specifici della pastorale, dove mostrò coinvolgimento e

passione, grande determinazione e sensibilità umana, insieme ad un contagioso ottimismo. Con il suo carattere entusiasta e positivo, con il cuore sempre oltre l›ostacolo, P. Michele non si risparmia. Le sue doti furono apprezzate anche nella famiglia stimmatina. Fu rieletto varie volte come superiore regionale per 15 anni. Il paese natale di P. Michele, non può non goire,

Giovani. Spese molto del suo tempo coi giovani, perchè li considerava il «futuro della nazione» e della Chiesa. Si impegnò quindi per la loro educazione iniziando e promovendo scuole a vari livelli, tra cui la scuola media superiore che chiamò Tsogo (risurrezione) High School. Credeva profondamente nel contributo che la scuola cattolica può dare alla società, per cui si fece promotore della cooperazione tra le varie scuole cattoliche della regione e sostenne sempre questa collaborazione. Si impegnò pure per la formazione globale dei giovani, specialmente per l’aspetto spirituale. Prese un ruolo attivo nel movimento giovanile Chiro, il nome è formato dalle prime due lettere di Cristo in greco: chi-ro e fu anche scelto come cappellano nazionale del movimento per molti anni. Anche gli studenti universitari di Medunsa, Università Medica del Sud Africa, a Ga-Rankuwa, trovarono in lui una guida ed un amico. L’ampio pallazzetto dello sport di Medunsa il 17 dicembre 2001 era insufficiente per accogliere la gente che vi era convenuta. Oltre 5000, con 73 sacerdoti e 3 Vescovi. In grande rappresentanza erano le donne cattoliche di cui P. Michele era cappellano. Formazione del laici. Aveva il desiderio di condividere con altri quello che aveva appreso. Così al ritorno da Gaba (Kenia), si prodigò per la formazione delle comunità cristiane e dei laici. Il suo primo impegno fu di isituire le Small Christian Comunities, «Piccole Comunità Cristiane», dette anche comunità di base, nelle varie parrocchie. Presto si accorse della necessità di una loro formazione permanente e creò il Centro di Pastorale «Cristo Uomo Nuovo » a Ga-Rankuwa, dove tuttora si suisseguono molti corsi per ministri e impegni laicali. Si imbarca poi nella costruzione della chiesa di Mmakau. Impegno sociale. Aveva una

profonda fiducia negli uomini e nelle loro capacità e non poteva accettare discriminazioni o ingiustizie. Ciò lo portò ad un coinvolgimento personale nelle sfide sociali del Sud Africa negli anni passati e recenti. E continuamente stimolava le comunità cristiane ad un impegno attivo per la promozione della società. La sua attenzione per gli ultimi lo portò anche a costruire al grande centro per ragazzi disabili, che chiamò Bethesda. Questi meriti verso il popolo sudafricano gli sono stati riconosciuti anche da Nelson Mandela, il grande presidente dell’indipendenza sudafricana. Per tanto impegno si meritò la stima e il riconoscimento dell’ex presidente del Sud Africa, dal quale era considerato un “vero amico del Sud Africa e della sua gente”. Sincera e profonda è stata anche l’amicizia con Madre Teresa di Calcutta, con la quale aveva instaurato un filiale rapporto e condivideva l’abnegazione e l’amore per i più bisognosi e gli emarginati. Rapporti personali. Pur lavorando molto a livello di organizzazione e di istituzioni, desiderava sempre rimanere in contatto con le persone e si mostrò vicino a tutti, avvicinandosi a loro con amore e compassione. P. D’Annucci ha ovunque operato con gioia, con coraggio e risolutezza, senza mai fermarsi davanti agli ostacoli, tanto da essere chiamato «La ruspa di DIO» e «Masusumetsa» che in lingua Tswana vuol dire colui che abbatte i muri. Figura poliedrica, intelligente, e moderno, ha espresso con una incantevole generosità il meglio di se stesso fino al giorno dell› Immacolata, quando nelle mani di Maria pose il suo spirito per essere ritornato a Dio. Aveva P. Michele 60 anni. P. D’Annucci ha lasciato 32 istituzioni opere sociali, (cliniche, università, centri per non vedenti, asili, centri di accoglienza, centri per portatori di handicap, centri pastorali) e ha costruito 28 chiese. La Chiesa Cattolica, il 24 marzo 2002, anniversario dell’uccisione di Monsignor Oscar Romero, ha inserito padre Michele nel Martirologio Ufficiale, nell’elenco delle 33 persone immolatisi nel 2001, per la loro coraggiosa testimonianza di fede, nel messaggio rivoluzionario di Cristo. E’ stato un martire della fede, dunque, padre D’Annucci. Il Presidente della Repubblica italiana, C. A. Ciampi, ha conferito la “Medaglia d’oro al valor civile”, alla memoria definendolo, tra l’altro, come “splendido esempio di spirito cristiano e umana solidarietà”.


15

1 Dicembre 2012

ontrosenso

CONTROSENSO SCUOLA

Basilicata

I.C. ex S.M. “D.Savio”: Progetto Agenda 2013 Originale iniziativa della classe III A secondaria di primo grado di Virginia Cortese I s t i t u t o Comprensivo ex S.M. “D.Savio” di Potenza, diretto dalla Dott. ssa Corrado Maria Giuseppa, ha di recente proposto il risultato di un percorso di studio di durata triennale: un’Agenda-Diary per il 2013 (Edizioni il Segno Arti Grafiche). Ideato e prodotto in doppia lingua (Italiano e Inglese), il testo si struttura in maniera del tutto originale ed inedita, riportando eventi e tradizioni particolari sia della cultura italiana che di quella britannica. Nobile lo scopo: “La pubblicazione di questa agenda - si legge nella postfazione intende diffondere una nostra esperienza didattica condotta per sperimentare una diversa modalità di insegnamento. Il testo creato, infatti, è frutto di una attività laboratoriale

L’

che,avvicinando gli alunni ad una realtà culturale diversa,li ha resi protagonisti assoluti, oltre che soggetti pienamente consapevoli dell’importanza di un percorso formativo sempre più efficace ed attuale.” La Scuola intende imporsi come modello anche in un contesto più ampio, quello europeo e si rifà al LLP (Lifelong Learning Programme): il programma di azione comunitaria nel campo dell’apprendimento permanente, istituito con decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio il

L’Esercito nelle scuole

P

rosegue la consolidata attività di orientamento all’impiego svolta dal Comando Militare Esercito “Basilicata” negli istituti di istruzione secondaria superiore dell’intera Regione. Il 22 Novembre scorso. in concerto con la Direzione Scolastica Regionale, l’Infoteam del Comando Militare di Basilicata, ha illustrato i diversi sbocchi professionali che la Forza Armata offre ai giovani che scelgono una carriera in divisa. L’evento rivolto agli allievi delle classi seconde e quinte del Liceo Scientifico “Carlo Levi” di Irsina (MT), ha suscitato notevole interesse negli studenti che hanno formulato numerose domande e quesiti per i concorsi a connotazione universitaria quali quello per l’accesso all’Accademia Militare di Modena, per Ufficiali a Nomina Diretta e per la

Scuola Sottufficiali. Di particolare pregio, anche il concorso per i licei d’elite dell’Esercito: le scuole militari “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè”di Milano, riservato agli alunni frequentanti il II anno del liceo scientifico o classico. per il completamento del triennio liceale. Promosso anche il concorso, di prossima pubblicazione, per volontari in ferma prefissata di un anno che prevede previa successiva selezione, la possibilità di transito nelle carriere iniziali delle Forze di Polizia ad ordinamento civile o militare, o la possibilità di concorrere ulteriormente per diventare volontario in ferma quadriennale nell’Esercito. Prossima tappa prevista per il 28 Novembre c.m. presso l’Istituto Commerciale ”F. Besta” di Scanzano Jonico.

15 Novembre 2006, tra i cui obiettivi specifici emerge quello di promuovere l’apprendimento delle lingue, la diversità linguistica e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Il progetto, realizzato dalla classe III A scuola secondaria di primo grado e coordinato dalla Prof. ssa Vittoria Buscicchio, docente di Lingua Inglese, conferma l’alta qualità che connota l’Istituto Comprensivo “D.Savio”, istituzione scolastica da sempre attenta ai bisogni degli alunni, costantemente impegnata a costruire

percorsi educativi e didattici che offrano opportunità di apprendimento a tutti e a ciascuno. “Always learning”, Imparare Sempre. Un esempio di virtù che fa notizia in tempi non sempre così proficui sotto differenti profili e che si auspica venga presto imitato! L’Agenda è disponibile presso la libreria Ubik di Potenza, sita nel centro storico. Il contributo richiesto è di €5. Parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza.


16

1 Dicembre 2012

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

ontrosenso Basilicata

Stress e Deafferentazione Funzionale Dr. Nicola Straziuso Medico-Chirurgo - Odontoiatra Master II° Liv in Ortognatodonzia Gnatologia e Funzione Masticatoria - Master II° Liv in Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica con Convogliatore di Radianza Modulante - Otorinolaringoiatra Specialista in Foniatria Via Appia, 206 Potenza Tel. e fax. 0971 - 601163

Il dolore “fantasma” che incide sulla capacità deambulatoria degli individui

S

econdo recenti indagini circa il 19% della popolazione adulta soffre di dolore cronico di intensità moderato-severa e un quinto di questi soggetti sviluppa anche sintomi di depressione legati alla persistenza del dolore stesso. Il dolore cronico coinvolge il soggetto sul piano sensoriale ed emotivo e rappresenta uno dei problemi sanitari più gravi in quanto colpisce milioni di individui e causa sofferenze e invalidità. Contrariamente al dolore acuto, il dolore cronico non ha funzione biologica ma è una sofferenza sia dal punto di vista emotivo, economico e sociale tanto per il soggetto quanto per gli individui che lo circondano. La causa più frequente di dolore cronico sono le malattie reumatiche che colpiscono il 35-48% della popolazione. Deafferentazione funzionale Il dolore da deafferentazione può essere presente in svariate condizioni patologiche aventi come movens una lesione più o meno estesa del Sistema Nervoso Periferico e Centrale, tale comunque da provocare un disturbo cronico della percezione sensitiva. L’eziologia del dolore da deafferentazione è quanto mai difforme: comprende traumi chirurgici od accidentali, sia da sezione che da compressione. Dopo lesioni nervose si assiste ad una serie di modificazioni anatomiche e funzionali nel tratto polisinaptico coinvolto che possono giustificare almeno in parte la comparsa di disestesia dolorosa. Le malattie reumatiche sono un insieme di patologie che interessano soprattutto le articolazioni o le strutture anatomiche ad esse adiacenti o con esse funzionalmente correlate quali ossa, muscoli, tendini, entesi, borse, fasce, legamenti e il cui sintomo principale è rappresentato dal dolore. Le caratteristiche del dolore nei diversi tipi di malattie reumatiche cambiano in rapporto con la natura della malattia e del suo meccanismo patogenetico. Il trauma Per trauma si intende l’azione di un agente fisico capace di determinare un danno all’integrità somato-psichica della persona. La lesione traumatica rappresenta un’alterazione dello stato anatomico e funzionale dell’ organismo prodotto dal trauma stesso. I traumi possono quindi essere: Lesioni osteoarticolari (per esempio distorsioni e lussazioni). Lesioni muscolari (per esempio

stiramenti e strappi). Lesioni di tessuti molli e cute (per esempio contusioni, ematomi e ferite). Il dolore normalmente esprime una condizione di sofferenza temporanea dell’organismo e rappresenta perciò un segnale di allarme. In alcune condizioni però il sistema si “imballa” ossia continua ad esserci un segnale algogeno, anche dopo la guarigione del danno che ha prodotto lo stimolo. Il ripristino del controllo neuromuscolare rappresenta un elemento di vitale importanza nella riabilitazione delle patologie a carico delle articolazioni. Il fine dell’attività di controllo neuromuscolare è quello di elaborare gli stimoli neuosensoriali periferici provenienti dalle articolazioni per tradurli in risposte motorie coordinate. Tale attività è indispensabile per proteggere le articolazioni da carichi eccessivi e prevenire le lesioni recidive. Le attività di controllo neuromuscolare si integrano bene nei tradizionali protocolli riabilitativi che prevedono tecniche per limitare dolore e infiammazione ed esercizi per il recupero della flessibilità, della forza e della resistenza. I meccanocettori periferici situati all’interno delle articolazioni e delle strutture muscolotendinee sono responsabili di tale controllo e veicolano le informazioni riguardanti il movimento articolare e il senso di posizione nello spazio. Il ruolo principale di queste strutture articolari, così come quello delle capsule, dei legamenti, dei menischi e dei cercini, è quello di stabilizzare

e guidare il movimento dei segmenti scheletrici e, allo stesso tempo, impedire anomali movimenti articolari. Un infortunio a carico delle strutture articolari non determina solo un danno di tipo meccanico, ma contribuisce anche alla perdita della sensibilità articolare per deafferentazione dei meccanocettori periferici. Ciò fa si che non siano più disponibili le informazioni necessarie per la stabilizzazione articolare e la coordinazione neuromuscolare. È evidente che le anomalie dell’attività muscolare che si osservano dopo un infortunio a carico dell’articolazione siano dovute all’interruzione delle vie riflesse. Per questo una patologia articolare non provoca solo una riduzione della stabilità meccanica, ma riduce la funzione del sistema di controllo dinamico contribuendo a rendere l’articolazione instabile. La riabilitazione delle patologie articolari deve essere finalizzata ai meccanismi di controllo neuromuscolari anticipatori (feedforward) e riflessivi (feedback) necessari per la stabilità articolare. Gli elementi essenziali per il ripristino del controllo neuromuscolare e dell’equilibrio dinamico sono la propriocezione articolare e la cinestesia, la stabilità dinamica, le caratteristiche di preparazione e di reazione del muscolo, gli schemi motori funzionali consci e inconsci. La consapevolezza del movimento e della posizione di un’articolazione è fondamentale per il suo funzionamento sia nel gesto atletico che nella vita di tutti i giorni; la propriocezione inconscia, invece, modula la funzione muscolare e da avvio alla stabilizzazione riflessa.

Questo tipo di dolore è avvertito in un’area nella quale è presente un difetto della sensibilità che, quando è completo, induce un quadro definito “ anestesia dolorosa”. Si ha, in questi casi, una percezione distorta degli stimoli nell’area parzialmente insensibile con una risposta anomala agli stessi. Il dolore evocato, di conseguenza, si mantiene e si irradia in modo anormale. Il caso degli sportivi Gli atleti che hanno subito infortuni a carico dell’articolazioni degli arti mostrano deficit propriocettivi, cinestesici e neuromuscolari. Un’attenta valutazione dell’eziopatogenesi di queste condizioni può essere d’aiuto per il riabilitatore alle prese con il ripristino del controllo neuromuscolare e della stabilità funzionale. Nelle fasi acute del processo rigenerativo, l’infiammazione e il dolore possono accentuare i deficit sensitivi; però questo non vale per i deficit propriocettivi e cinestesici cronici che si associano alle patologie articolari. Gli atleti che presentano lassità articolare di natura congenita o acquisita hanno ridotte capacità di percezione del movimento articolare e di posizione nello spazio. Questi deficit propriocettivi e cinestesici, associati all’instabilità di natura meccanica, contribuiscono a determinare instabilità funzionale. Lo sviluppo o il ripristino della propriocezione, della cinestesia e del controllo neuromuscolare negli atleti infortunati riducono al minimo i rischi di recidiva. La ricostruzione dei legamenti e la

riabilitazione danno la possibilità di ripristinare un certo grado di consapevolezza cinestesica che, nonostante tutto, non è pari a quella dell’arto non interessato. Lo scopo della riabilitazione neuromuscolare è quello di ripristinare le vie afferenti ed efferenti coinvolte nelle funzioni di controllo dinamico nel carico reale. Nel ripristino del controllo neuromuscolare e della stabilità funzionale sono di fondamentale importanza le sensazioni propriocettive e cinestesiche, la stabilizzazione dinamica dell’articolazione, il controllo reattivo neuromuscolare e gli schemi motori funzionali. In un’articolazione malata i meccanismi dinamici sopraccennati compensano il deficit del controllo statico e possono far si che un’articolazione risulti funzionalmente stabile. http://www.google.it/url?sa=t&rc t=j&q=&esrc=s&source=web&c d=3&sqi=2&ved=0CEIQFjAC& url=http%3A%2F%2Fsistints01. rm.unicatt.it%2Fgiornata_ricerca% 2Fposter%2FFisiologia%2520Uma na%2520-%2520Fetoni.pdf&ei=KO G0UMnVOYnZ4QT364GIAg&usg =AFQjCNF23-PMaBbplm7hAkPfp zs65cgd9Q&sig2=8b3t5IgOLKrV4oESFIQ5A http://www.fisiokinesiterapia.biz/ NewDownload/midollare.pdf h t t p : / / w w w. r i c e r c a i t a l i a n a . i t / firb/dettaglio_completo_firbRBNE01AZ92.htm


ontrosenso Basilicata

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

1 Dicembre 2012

17

POSTURA CORRETTA CONSIGLI UTILI PER CAMMINARE BENE A cura del Dott. Ft. Nicola Castelluccio Osteopata D O Posturologo Laurea Magistrale in Scienze della Riabilitazione Terapia del LinfedemaASP Potenza email: ncastelluccioinfo@ gmail.com cell. 3804326784 3319030750

E’

scorretto parlare di postura della camminata. La postura è una posizione statica, cosa che una camminata non può essere. Si parla di andatura, di passo. Quello che vale, sia nella postura che nell’andatura è l’ATTEGGIAMENTO. Naturalmente ogni individuo ha proprie posture e modi di muoversi, dettate da ragioni anatomiche, fisiologiche e patologiche. Mantenere atteggiamenti corretti, è la base della postura e dei nostri modi di muoverci, di correre, e perciò camminare è fondamentale. Il continuato atteggiamento in posture scorrette può infatti comportare malformazioni, importanti anche fuori dall’età pediatrica naturalmente più suscettibile. Camminare di buon passo è un’attività molto salutare e infatti consigliata per la salute ed il buon umore. E’anche giusto non forzarsi

a camminare in modo diverso dal proprio. Le calzature sono importantissime per una corretta andatura, così da assicurare il passo più consono e più naturale possibile, perciò via scarpe piatte e suole rigide. Camminare “bene” è importante al fine di evitare quei frequenti errori che nel tempo possono renderti il movimento scomodo e a volte anche doloroso, come i vizi della postura, i movimenti “ esagerati” etc. Aiuta inoltre la funzionalità cardiovascolare, respiratoria, rinforzando le ossa e permettendo di tenere il peso sotto controllo regolando i livelli di zucchero e colesterolo nel sangue. Quindi camminare è il gesto che permette (eseguendo movimenti alternati degli arti inferiori) di spostarsi mantenendo sempre il contatto con il terreno a differenza della corsa che prevede una fase di stacco dal suolo e passi più lunghi. Camminare

è inoltre lo sport più economico ed ecologico che esista , è un gesto semplice e spontaneo, ma non sempre camminando manteniamo una buona postura, o come precedentemente detto, un buon atteggiamento, poiché è semplice lasciarsi andare a vizi e difetti. Ma camminare correttamente quindi è difficile, ed io cercherò di aiutarvi svelandovi i trucchi per farlo nel modo migliore, evitando problemi posturali. Per prima cosa bisogna sapere che camminare in modo corretto non significa camminare dritti e imperterriti come fossimo di legno. I nostri muscoli hanno una certa elasticità e questa va sempre e comunque mantenuta e anzi evidenziata nelle nostre passeggiate quotidiane per sembrare il più naturale possibile. Per camminare correttamente non bisogna tenere le spalle troppo dritte, ma assecondare la corretta postura del nostro corpo. Per farlo potrebbe essere consigliabile fare degli esercizi per sciogliere i nostri muscoli, che sono sempre troppo tesi e trasmettono tensione all’altro mentre passeggiamo. Per sciogliere i muscoli iniziate dalle braccia e ruotatele, una alla volta, in avanti e indietro. Sciogliere le braccia vi aiuterà moltissimo. Poi iniziate a camminare, senza pensarci troppo. Il braccio sinistro deve andare avanti contemporaneamente al piede destro e viceversa, ma la cosa deve assolutamente venirvi naturale e mai forzata. Camminare è quindi un atto naturale che metti in pratica ogni giorno automaticamente.Ma saper camminare nel modo più efficace e corretto possibile, non è facile, infatti ognuno di noi cammina in maniera personale a volte portandosi dietro anche i difetti, tanto da identificarci con la propria camminata, quasi come una carta d’identità. SCOPRI COME FARE PER CAMMINARE BENE Durante l’esecuzione della camminata il piede (in contatto diretto con il terreno) deve eseguire un movimento che parte dal tallone e va fino al metatarso con azione uniforme; il ginocchio si alzerà in modo da permettere il corretto appoggio del piede; le braccia devono essere distese lungo il corpo (leggermente flesse) all’altezza del gomito, assecondando così il movimento oscillatorio. Durante il movimento dell’arto inferiore de-

stro in avanti avrai un’azione equilibrante della parte superiore del corpo con oscillazione dell’arto superiore sinistro in avanti e di quello destro indietro. Nella corretta esecuzione del gesto il busto deve essere eretto e leggermente inclinato in avanti; il collo, le spalle e la schiena rilassati; la testa ben eretta e lo sguardo in avanti. UNA BUONA CAMMINATA ! Una camminata di 30 minuti a passo sostenuto almeno 5 giorni a settimana mantiene in forma, allevia lo stress e aumenta i livelli di energia, oltre a proteggere dalle malattie cardiache, dall’ ictus, dal diabete e da varie forme di cancro. E allora vediamo come fare: Fate più passi. Circa 7 km al giorno (una media di 10.000 passi) mantengono in forma e favoriscono il metabolismo; Usate le scarpe giuste. Le scarpe utilizzate devono essere abbastanza flessibili affinché i piedi appoggino a ogni passo nel modo corretto, dal tallone alla punta. Proteggete i piedi. Delle buone calze vi proteggeranno dal rischio vesciche. Spingete. A ogni passo, appoggiate a terra prima la parte anteriore della pianta del piede e poi le dita, così da darvi più slancio; Guardate avanti. Quando si cammina, la postura migliora se si fissa lo sguardo a una distanza di circa 6 metri davanti a sé. Guardando in basso si tende invece ad arrotondare le spalle e ad incassare l’addome, acquisendo una postura che impedisce di respirare correttamente. Pancia in dentro. Immaginate di essere spinti in avanti dalla regione del plesso solare (situata al di sotto dello sterno). Per mantenere sempre attiva questa zona, espirate contraendo i muscoli addominali come se voleste avvicinarli alla colonna vertebrale. Chiudete la bocca. Camminate con la bocca chiusa e respirate attraverso il naso, in modo che i peli microscopici presenti all’interno delle narici possano filtrare le particelle inquinanti, i pollini e i germi purtroppo presenti nell’aria. Se vi accorgete di dover aprire la bocca per prendere fiato, rallentate leggermente l’andatura fino a regolarizzare nuovamente la respirazione.

BUONA CAMMINATA

Ignazio Olivieri, eletto presidente della Società Italiana di Reumatologia Il riconoscimento così prestigioso premia un’azienda sanitaria e un intero territorio regionale di Virginia Cortese

Q

uando si parla di Sanità spesso è per casi di insolvenze, disservizi, disagi e in rari casi di eccellenze, prestazioni positive e soddisfazioni. I motivi sono più svariati e ciascuno si schiererà su un fronte piuttosto che su un altro, secondo la propria esperienza. Esistono però occasioni in cui il lavoro instancabile, l’umanità profonda e la dedizione per la propria missione professionale, portano al raggiungimento di livelli altissimi e a farsi riconoscere nel panorama internazionale della medicina. Nella fattispecie in quello della Reumatologia: nelle votazioni per il rinnovo del Consiglio Nazionale della Società Italiana di Reumatologia (SIR), svoltesi a Milano, in occasione del Congresso annuale della Società stessa, il dottor Ignazio Olivieri, lucano, Direttore del Dipartimento Regionale di Reumatologia, è stato eletto Presidente per il biennio 2014-2016. Olivieri, già Consigliere uscente è stato confermato, inoltre, come membro del Consiglio anche per il biennio 2012-2014. Il prestigioso incarico di Presidente (in passato Olivieri era già stato vice-presidente) viene a coronamento di una carriera interamente d e d i c a t a all’assistenza e alla ricerca scientifica. E’ il primo lucano che raggiunge il vertice di una società scientifica n a z i o n a l e dirigendo una struttura sanitaria della Basilicata. Si legge nella lettera di candidatura che ha presentato ai colleghi della SIR: “Quando, molti anni fa, lasciai Bologna per tornare nella mia regione d’origine, la Basilicata, una piccola regione del Sud, senza alcuna presenza reumatologica, molti mi pronosticarono un rapido declino professionale e scientifico. Oggi, posso dire senza timore di smentita, che si sbagliavano. (…). Il Dip. di Reumatologia che dirigo ha raggiunto un prestigio riconosciutogli in Italia e in Europa, senza poter usufruire dell’apporto degli specializzandi e senza finanziamenti di cui godono altre strutture. Ciò è stato possibile grazie al lavoro, innanzitutto. E poi selezionando medici, usando criteri esclusivamente meritocratici che condividono e collaborano fattivamente.” Di questa grande sfida, abbiamo parlato proprio con il Prof. Ignazio Olivieri, al quale abbiamo chiesto di raccontarci le proprie emozioni in merito al nuovo incarico. “La mia elezione alla Presidenza della Società Italiana di Reumatologia è senza dubbio un motivo d’orgoglio non solo personale ma anche e soprattutto per l’Azienda Ospedaliera San Carlo e l’ intera Regione. Quando anni fa ritornai in Basilicata, mia terra natale, accettai la sfida di creare un Centro Reumatologico in grado di competere con strutture universitarie (e non) già ben radicate nelle regioni limitrofe.

L’obiettivo, ben chiaro all’ allora assessore alla Salute, Sen. Filippo Bubbico, era quello di limitare l’enorme emigrazione sanitaria extraregionale per patologie di interesse reumatologico, contenendo in questo modo la spesa sanitaria, affidando la direzione della struttura a chi avesse a cuore le sorti della nostra Regione. Un bilancio positivo, allora? Qual è il limite tra scienza pura e dedizione? In questi anni di duro lavoro abbiamo ottenuto risultati certamente positivi; i dati relativi alla nostra attività assistenziale dimostrano che non solo è stata frenata la migrazione sanitaria ma anche che il nostro centro è divenuto un punto di riferimento per pazienti provenienti da altre regioni, invertendo di fatto il flusso migratorio. Attualmente circa il 60 % delle nostre prestazioni viene fornito ad utenti extraregionali. Allo stesso tempo il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata ha avuto un forte connotato scientifico grazie al quale ci siamo potuti confrontare sullo stesso piano di altri centri di rilevanza nazionale ed internazionale. Voglio però precisare che l’attività di ricerca viene svolta al di fuori dell’orario di lavoro, senza gravare in alcun modo sui costi aziendali e regionali, grazie alla passione che ha da sempre mosso me ed alcuni dei miei collaboratori. È la dedizione e l’amore per il proprio lavoro che ci motiva! Siamo persone concrete a cui piace “fare” e che credono nelle grandi potenzialità della nostra Regione, non più terra di abbandono e di conquiste ma di sviluppo e crescita. Come valuta la posizione del Dipartimento di Reumatologia, oggi? I risultati ottenuti sia in ambito assistenziale che di ricerca collocano il nostro Centro tra i più competitivi in ambito nazionale ed internazionale. Siamo considerati un centro di riferimento e vogliamo essere scelti per le nostre competenze. Se siamo riusciti ad ottenere tutto questo lo dobbiamo anche ai nostri amministratori in particolare al Direttore Generale, Avv. Giampiero Maruggi, e all’ Assessore alla Salute, Dott. Attilio Martorano, che condividono e supportano la nostra mission. E infine, sono ben felice di smentire chi mi dava per fallito. È un’emozione molto forte concludere i lavori scientifici e nella pagina d’affiliazione scrivere l’indirizzo di casa mia!


18

1 Dicembre 2012

ontrosenso

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

Basilicata

Il ruolo delle Vitamine nei pazienti affetti da Coronaropatia di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it

P

iù volte ho scritto, nei miei articoli, riguardanti le malattie cardiache, pubblicati su questo giornale che, le coronarie sono arterie che decorrono sulla superficie del cuore e che, nei pazienti in cui viene fatta diagnosi di “stenosi” cioè di occlusione parziale o completa del vaso per lo più, questa ostruzione è dovuta alla presenza di placche costituite da accumuli di grasso. Le complicanze maggiori delle malattie che colpiscono le coronarie sono: il dolore toracico noto come angina “pectoris”, l’infarto del miocardio e la morte improvvisa cardiaca provocata da aritmie maligne. I fattori di rischio per le malattie cardiovascolari sono molteplici: la familiarità (consanguinei affetti da malattie cardiache), elevati livelli di colesterolo nel sangue, tabagismo, diabete, pressione arteriosa troppo elevata. Quindi, la prevenzione della coronaropatia incomincia con l’eliminazione dei fattori di rischio modificabili e l’abutidine a svolgere un regolare esercizio fisico quotidiano. E’ importante ricordare anche l’utilità di supplementi alla dieta a base di vitamine, omega–3 e minerali. Esistono dati che giustificano l’assunzione di vitamine E, vitamina C, acido folico e calcio ed altri dati, quest’ultimi non tutti concordanti, circa

l’utilizzo della vitamina B6 e della vitamina B12. La vitamina E riduce l’ossidazione del colesterolo “LDL” cosiddetto “cattivo” e, sembra dunque ridurre la sua capacità di danneggiare i vasi sanguigni. I livelli nel sangue di vitamina E sono inversamente proporzionali alla mortalità cardiovascolare: regimi dietetici ricchi di vitamina E si associano ad un minore tasso di mortalità per cause cardiache. L’assunzione della vitamina C invece, nonostante non sia stato dimostrato che riduca il rischio di cardiopatia, potenzia però le proprietà antiossidanti della vitamina E L’acido folico sicuramente previene la malattia delle coronarie riducendo i livelli di omocisteina. Anche le vitamine B6 e B12 riducono i livelli di omocisteina ma è ancora discussa l’evidenza che siano utili nella prevenzione generale. Il calcio, a parte gli effetti favorevoli che ha, sembra avere un ruolo nel normalizzare i valori pressori in alcune persone. L’omocisteina è un aminoacido (una delle componenti che costituiscono le proteine) che contiene zolfo e, che si forma in seguito alla trasformazione metabolica, per mezzo di un enzima, della metionina che è anch’essa un aminoacido solforato contenuto negli alimenti ricchi di proteine soprattutto latticini, carne, uova, legumi. Il metabolismo dell’omocisteina dalla metionina segue tre percorsi biochimici, uno dei quali richiede la presenza di vitamina B12, un altro della vitamina B6 ed un terzo dell’acido folico. L’omocisteina può avere elevati valori nel sangue quando una o più di queste sostanze risulta carente nell’organismo oppure, quando si hanno elevati apporti con la dieta di metionina che è contenuta nell’uovo, nel latte,

nella carne ed, in minor misura, anche nel pesce. Risale a circa quattro decenni fa, la deduzione di una probabile correlazione tra elevati livelli ematici di omocisteina e comparsa di cardiovasculopatie. In generale, diciamo che le vitamine si dividono in due categorie: idrosolubili e liposolubili. Le prime vengono accumulate nel nostro corpo in quantità limitata per cui è necessario un apporto continuo delle stesse con l’alimentazione per mantenere nell’organismo la quantità sufficiente a svolgere le varie funzioni metaboliche a cui sono correlate. Le vitamine idrosolubili sono tutte del gruppo B (tra le quali ci sono appunto la B6, i folati e la vitamina B12) e la vitamina C (acido ascorbico). Le vitamine liposolubili sono invece la vitamina A, la E, la D e la K. Un dato importante, che è emerso solo negli ultimi anni, è che alcune vitamine del gruppo B potrebbero esplicare la loro azione difensiva sul cuore e sul circolo anche indipendentemente dall’omocisteina. Infatti, risale a oltre mezzo secolo fa, l’osservazione di lesioni aterosclerotiche nei vasi delle scimmie che venivano alimentate con cibi privi di vitamina B6. Anche se non è ancora certo che la normalizzazione dei valori ematici della vitamina B6 possa determinare l’attenuazione dell’aterosclerosi, non mancano in letteratura studi che suggeriscono che l’aggiunta di tale vitamina alla dieta possa essere utile in tal senso. Si è inoltre visto che, pazienti con sindrome del tunnel carpale o con patologie degenerative di natura reumatica associate a carenza di vitamina B6 e trattati con tale vitamina, avevano un’incidenza di infarto miocardico nettamente

inferiore se paragonati a quelli simili ma non trattati con questa vitamina. Un altro studio ha dimostrato la correlazione tra bassi livelli di vitamina B6 ed aterosclerosi a livello delle arterie carotidi, indipendentemente dall’omocisteina. In un altro studio ancora si è rilevato che pazienti con pregresso infarto miocardico presentavano valori ematici di vitamina B6 molto più bassi rispetto ai pazienti di controllo. Si è anche visto che le donne in pre-menopausa presentano un doppio-triplo rischio di malattia cardiovascolare se i livelli di vitamina B6 sono bassi. In sintesi: l’effetto protettivo della vitamina B6 è mediato non solo dalla riduzione dell’omocisteina, ma anche da altri meccanismi indipendenti da essa. Sempre dai dati ricavati da un grande lavoro multicentrico europeo è emerso come, bassi valori ematici di acido folico sono anch’essi correlati ad un aumentato rischio di malattia cardiovascolare. Un ampio uso di alimenti a base di frutta e verdure rappresenta una protezione contro l’infarto miocardico. I folati, in particolare, hanno un ruolo fondamentale nel prevenire le malattie cardiovascolari ed alcuni tipi di cancro e, nel ridurre la probabilità di malformazioni del tubo neurale come la spina bifida. Per questo motivo, la somministrazione di acido folico, contenuto nel fegato animale, nelle frattaglie, nelle verdure a foglia verde, nei fagioli, nel lievito, nel tuorlo d’uovo, nelle barbabietole e nel pane integrale, è indispensabile nelle persone ad alto rischio cardiovascolare. La dieta che è consigliabile seguire è quella mediterranea in quanto, gli effetti benefici

Rimedi naturali per la candidosi intestinale

Dott.ssa Maria Rita MilellaFarmacia Marchesiello www.farmaciamarchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: mr.milella@farmaciamarchesiello.it

L

a Candida Albicans è un parassita appartenente alla famiglia dei miceti responsabile di una serie di infezioni a livello cutaneo, intestinale, vaginale e del cavo orale. La candida popola normalmente il nostro intestino sotto forma di spora che,

in seguito a disturbi alimentari, stress psico-fisici, abbassamento del sistema immunitario, si trasforma in forma attiva invadendo anche gli organi limitrofi come vagina e vescica. Il più delle volte infatti le candidosi vaginali ricorrenti e gli attacchi di cistite sono causati dalla candida intestinale. La candidosi intestinale è caratterizzata da fastidiosi sintomi come difficoltà digestive, aerofagia, alterazioni del transito intestinale, gonfiore. La causa principale è la disbiosi intestinale indotta da cure farmacologiche, soprattutto antibiotici, intolleranze alimentari, causa di infiammazioni intestinali: venendo meno la difesa attiva della flora buona la candida trova campo libero, proliferando senza controllo. Danneggia le pareti intestinali e i metaboliti tossici e le scorie arrivano nel flusso sanguigno raggiungendo le altre parti del corpo causando anche forti manifestazioni allergiche. Quindi cosa si può fare per sconfiggere la

candida? Innanzitutto rinforzare il proprio sistema immunitario: in presenza di in sistema immunitario compromesso la candida si diffonde e cronicizza; assumere fermenti lattici (es saccaromices boulardi) in modo da ripristinare la flora batterica intestinale contrastando la proliferazione della candida, verificare la presenza di intolleranze alimentari, integrare la vitamina B , di cui si riduce l’assorbimento intestinale in seguito ad alterazioni della flora, aiutarsi con cure naturali come semi di pompelmo, tea tree oil (Melaleuca), aglio dalle note proprietà antifungine ed antibatteriche. Ma un’attenzione particolare va rivolta all’alimentazione: non possiamo pensare di sconfiggere la candida se le diamo nutrimento! A riguardo è fondamentale seguire uno schema alimentare rigido che vede la completa eliminazione degli zuccheri: la candida si nutre di zuccheri, ciò spiega perché i soggetti più esposti a candidosi ricor-

renti sono molto golosi di dolci, e per il 75% sono le donne!! Per dolci non si intende soltanto la cioccolata ma anche la frutta, altamente zuccherina e soggetta a fermentazione. È opportuno ridurre anche gli zuccheri semplici: pane, pasta, pizza, patate, soprattutto dal tardo pomeriggio in poi, quando a causa di variazioni fisiologiche del ph gastrico si riduce l’attività dei enzimi deputati alla scissione dei carboidrati; evitare i lieviti soprattutto quelli chimici, gli insaccati, gli alcolici, i formaggi stagionati. Ciò naturalmente non significa che si deve patire la fame per debellare la candidosi intestinale ma che è necessario riorganizzare l’alimentazione dando spazio ai cibi giusti come pesce, carne bianca, verdure e frutta lontano dai pasti.

di questo tipo di alimentazione derivano dal fatto che essa contiene meno grassi e più sostanze antiossidanti, vitamine del gruppo B e fibre che provengono soprattutto dal vino rosso, dalla frutta e dalle verdure, dall’olio extravergine di oliva e dai cerali. Da quanto detto, si deduce che i valori ematici di vitamina B6 ed acido folico sono strettamente correlati con il rischio cardiovascolare, mentre per la B12 mancano dati conclusivi a tale proposito. E’ opportuno però segnalare un’eccezione all’uso di queste vitamine nei pazienti a rischio di coronaropatia, che vale solo per i portatori di stent coronarico: in un recente studio si è infatti visto che la terapia

con folati e vitamina B6 nei coronaropatici che hanno fatto l’angioplastica con impianto di stent, avevano aumentato il rischio di re-stenosi intrastent probabilmente perché la proliferazione della componente cellulare della parete vasale viene stimolata dall’elevato apporto di queste vitamine.

L’esperienza della malattia a cura della dottoressa MariaTeresa Muscillo psicologa sessuologa tel328/8317632 mariateresa_muscillo@ yahoo.it

nelle famiglie

L

e malattie gravi sono spesso accompagnate ed esacerbate da stati d’ansia, confusione, depressione, specialmente quando il sostegno sociale è carente. L’espressione “esperienza della malattia” descrive perfettamente l’esperienza umana del vivere in compagnia dei sintomi e della sofferenza . “L’esperienza di malattia” fa riferimento ai modi in cui le persone malate, i loro familiari e il contesto sociale percepiscono, convivono e controllano il disagio fisico e psicosociale connesso ai sintomi dolorosi, alle condizioni di disabilità e alle cure. Le malattie che implicano un rischio di morte, inoltre, comportano anche la fatica di continuare a vivere a dispetto di una prognosi incerta e in una condizione di anticipazione della morte e della perdita. Coscientizzare una malattia è un processo che attraversa principalmente due fasi: 1.

Periodo di familiarizzazione con la malattia: la famiglia ha la necessità di dare un significato alla malattia che consenta di preservare un senso di controllo, di affrontare il dolore e il lutto per la perdita dell’identità familiare, di sopportare i processi di riorganizzazione a breve termine imposti dalla crisi e sviluppare una certa flessibilità di fronte all’incertezza e all’eventualità minacciosa della perdita.

2.

L’accettazione della persistenza o permanenza di una patologia cronica: la famiglia impara a convivere con i sintomi e le cure connessi alla malattia e a costruire un rapporto continuativo con i professionisti e le strutture di assistenza. Nella fase cronica la famiglia deve trovare un ritmo di vita che consenta di evitare un esaurimento psicofisico, di riequilibrare le inversioni relazionali e di ruoli, di trovare una soluzione diversa ai bisogni e alla priorità discordanti di tutti i componenti della famiglia.

Le famiglie devono sperimentare diversi modi per tutelare o ridefinire gli obiettivi individuali e familiari alla luce dei vincoli o delle restrizioni imposte dalla malattia. Questo significa dare spazio ad ogni componente familiare attraverso la condivisione di vissuti e pensieri che si strutturano attorno alla malattia.



ontrosenso

MONITOR

Basilicata

1 Dicembre 2012

23

Rionero, successo del “Libroscambio” Organizzato dalla locale Pro Loco, ha coinvolto studenti degli Istituti Comprensivi di Andrea Gerardi

S

econdo il rapporto 2012 sull’editoria italiana presentato al Salone del libro di Torino dall’Associazione Italiana Editori, il 55% degli italiani non ha letto nemmeno un libro nel 2011. Un dato ancora più inquietante è che il 19% dei laureati non ha letto nemmeno un libro nell’ultimo anno. A tal proposito la Pro-Loco di Rionero, da sempre attenta all’ambito letterario con diverse pubblicazioni sulla città fortunatiana, in collaborazione con l’Associazione culturale Arcadia, l’Amministrazione Comunale di Rionero e la Biblioteca “Giustino Fortunato”, ha organizzato la prima edizione del BookCrossing o “libro libero”. Ma cos’è il BookCrossing? “Il BookCrossing – ha spiegato il presidente dell’Ass. Arcadia, Cristian Strazza - consiste nella pratica di una serie di iniziative collaborative

volontarie, e completamente gratuite, dove si abbandona un libro nel luogo indicato dagli organizzatori; nel nostro caso nella Biblioteca Comunale. Rilasciare un libro è come l’inizio di un’avventura per i proprietari dei libri, per i libri stessi e per i loro nuovi lettori. L’idea rionerese del BookCrossing, nasce da diverse motivazioni: riscoprire l’antica biblioteca “G. Fortunato” ed invitare i cittadini alla sua fruizione, far conoscere il patrimonio librario di Fortunato al suo interno, stimolare alla lettura i ragazzi e non solo, avere un’occasione di confronto attraverso un libro, che non rimane solo personale, ma diventa il punto d’inizio di un affascinante dialogo tra intelligenze ed esperienze; avere un libro nuovo a costo 0”. Solo i numeri riescono a riassumere il sorprendente riscontro che ha avuto il bookcrossing rionerese:

in 6 giorni sono stati raccolti, scambiati e liberati ben 154 libri. Un successo sperato dallo staff delle associazioni rioneresi ma assolutamente inaspettato per le centinaia di visitatori e per la media quotidiana di libri liberati. “Ogni giorno – ha fatto sapere lo staff dell’Associazione Arcadia - ricevevamo, registravamo e liberavamo in media una ventina di libri. Abbiamo raccolto testi di ogni genere, dai fumetti ai gialli, dai grandi classici alla narrativa, da volumi legati al territorio (grazie all’intervento di autori locali) a libri per bambini. In molti, moltissimi, ci hanno chiesto di continuare con questa iniziativa e noi stessi siamo stati increduli ad un certo punto per il gran numero dei partecipanti. Non vogliamo esagerare con i numeri ma, oltre ai 150 libri liberati, possiamo stimare non meno di 300 visitatori all’interno del Palazzo Fortunato”. Una manifestazione che ha avuto il meritato successo anche grazie alla collaborazione degli Istituti Comprensivi “Michele Preziuso” e “Michele Granata” di Rionero. “Ringraziamo gli organizzatori per l’opportunità offerta ai nostri studenti”. Queste le parole del Dirigente Scolastico Antonio Pinto che ha aggiunto: “Abbiamo inserito questa manifestazione in un più ampio progetto della nostra offerta formativa condiviso con altri plessi scolastici con l’Istituto Comprensivo di Bella come capofila. Scambiare dei libri ha dato la possibilità ai nostri studenti di poter allargare la loro conoscenza. Leggere è fondamentale tant’è che nella nostra scuola abbiamo già allestito una Biblioteca che inaugureremo a dicembre prossimo con l’insediamento del Consiglio d’Istituto”. Dello stesso avviso anche la prof.ssa Teresa Cappiello dell’Istituto Comprensivo “Michele Granata” che ha posto l’accento “sull’importanza di questo progetto-lettura che mette diverse scuole in rete. Stiamo promuovendo questo scambio di libri anche all’interno delle nostre classi. Un plauso va a questi ragazzi che organizzando

questo evento ci han dato la possibilità di visitare questo storico palazzo che fu del meridionalista Giustino Fortunato”. Quindi lo scambio dei libri, occasione già preziosissima in quanto questi sono alimento di prima necessità per informazione, confronto e crescita personale, ha aperto il varco alla conoscenza della propria storia e delle proprie radici a partire dall’interessante visita del palazzo gentilizio rionerese. Coadiuvati dalla direttrice Luisa Lovaglio, gli impiegati della Biblioteca Comunale hanno, infatti, accompagnato gli studenti nel Palazzo Fortunato dando loro l’opportunità, per la prima volta, di avere un approccio diretto con la storia del meridionalista rionerese con la visita alla storica Biblioteca fino alle cucine della famiglia Fortunato. Pareri positivi sulla manifestazione sono arrivati anche dall’assessore comunale alla Cultura, Vito D’Angelo, che ha affermato: “La cultura non deve essere considerata come un costo ma come un investimento per le generazioni future ed è per questo che stiamo investendo su questo tipo di manifestazioni. La Biblioteca Fortunato, grazie ai grandi sforzi profusi dall’Amministrazione, è una delle poche Biblioteche fruibili quotidianamente. Ben vengano quindi manifestazioni del genere che pongono l’attenzione sul patrimonio presente sul territorio e che ridanno valore a quell’oggetto chiamato libro che ultimamente, con l’avvento delle nuove tecnologie, è stato messo un po’ da parte”. Visto il successo, la Pro-Loco e l’Associazione culturale. Arcadia assicurano che “la manifestazione verrà riproposta in primavera con una nuova formula: i libri verranno abbandonati in luoghi storici e caratteristici della cittadina fortunatiana. La speranza è che ci sia una sempre più vasta partecipazione dei nostri concittadini”.


24

ontrosenso

MONITOR

1 Dicembre 2012

Basilicata

La nascita della stampa politica nella Lucania del dopoguerra di Michele Strazza

D

opo la caduta del fascismo, con la riorganizzazione dei partiti politici lucani, anche nella provincia di Potenza rinasce la stampa libera, previa autorizzazione del PWB (Psychological Warfare Branch), organismo di controllo delle truppe alleate di occupazione. Il primo periodico ad essere pubblicato, a febbraio del 1944, è Rinascita. Periodico delle democrazie per la Basilicata. Suo ideatore è Salvatore Pagliuca (Muro Lucano 16 aprile 1895-5 luglio 1973), approdato dopo varie vicende alla Democrazia Cristiana, un personaggio di grande coerenza politica e morale che, a differenza di tanti futuri democristiani, non si era piegato durante il fascismo. Così sul primo numero del suo giornale spiega ai lettori il “Piano di battaglia” del periodico: “Questo giornale sarà la palestra aperta a tutte le sane correnti della democrazia, dirette non soltanto alla purificazione integrale dell’atmosfera politica appuzzata e corrotta da venti anni di autentico teppismo, ma anche e soprattutto alla rinnovazione morale della vita pubblica, al risanamento dei costumi, al ripristino di tutte le libertà conculcate e distrutte, al potenziamento delle residue energie spirituali della Patria prostrata, alla valorizzazione di uomini nuovi, immuni dalle colpe del periodo prefascista e fascista e temprati alle lotte dell’avvenire dalla dura

esperienza del passato. Uomini nuovi nel senso vero della parola, non rivestiti, agghindati, spolverati, impomatati a nuovo, con una fiammante e svolazzante cravatta alla Robespierre od una qualsiasi variopinta coccarda all’occhiello. Uomini nuovi che rappresentino un’idea e non un interesse, una massa e non una clientela od una stirpe. Uomini nuovi che osarono lottare il fascismo mentre era in vita, minaccioso ed armato, non quando era già fetida carogna. Uomini nuovi, che abbiano indiscutibilmente cultura ed ardire, esperienza e volontà, preparazione e fede”. Poi, sempre nello stesso mese, è la volta del nittiano Il Gazzettino. Fondato da Vito Reale, il quindicinale è diretto da Benedetto Stoppelli e viene stampato a Potenza nella tipografia Mario Nucci. Su di esso il Reale, in sintonia con il pensiero di Nitti, prende posizione contro la politica del CLN, in rappresentanza di quei ceti medi contrari al nuovo potere dei partiti di massa. Tra le sue firme anche quella del giornalista Alberto Jacoviello che poi passò a Rinascita e ad Azione Proletaria. Anche altri personaggi gravitano, ma soltanto inizialmente, attorno al giornale. Sono, infatti, componenti della “Commissione di Redazione” Enzo Pignatari, Leonardo Morlino, Domenico Valentini e Antonio Tamburrini. Vi fanno parte, inoltre, alcuni esponenti del Fronte di Azione Nazionale

come il suo presidente, Raffaele Martorano, e i due vicepresidenti Domenico Bochicchio e Tommaso Pedio. Con lo spostarsi della testata totalmente sulle posizioni di Vito Reale essi prendono altre strade. Sul primo numero del 6 febbraio la redazione tenta di esprimere al lettore l’idea di un giornale che «non sorge a servizio di alcuna tendenza politica», un «giornale del popolo, di quel popolo ancora sano e cosciente». Ma, al di là delle intenzioni manifestate («doveri e necessità ci impongono, per ora, di astenerci dalle lotte di partito che importerebbero ad una inevitabile e disastrosa dispersione di forze») il periodico si avvia a diventare la cassa di risonanza di una precisa formazione politica lontana dalle posizioni dei partiti di massa nei quali vede il pericolo partitocratico e il tramonto delle singole individualità liberali. Sullo stesso numero viene riportata una forte critica al congresso di Bari dei partiti antifascisti. Al di là della richiesta della nuova forma costituzionale per il Gazzettino non si sono fatti passi in avanti sulla strada di una reale collaborazione tra i partiti. Anzi, tale collaborazione, più che «reale e tangibile» appare «apparente e priva di significato». Di tutt’altro avviso il primo numero del democristiano L’Ordine, uscito il 15 febbraio, che dà un giudizio largamente positivo del congresso di

Bari il quale ha riconfermato «la non responsabilità dell’Italia nella tragedia della guerra».Fortemente voluto da don Vincenzo D’Elia, il quindicinale, stampato dal 15 febbraio 1944 al 7 aprile 1946 a Potenza presso la Tipografia Editrice Lucana, con direttore responsabile l’avvocato di Pietragalla Gaetano De Bonis, riprende la vecchia testata del Partito Popolare lucano nata nel 1920. Redattore è don Angelo Mazzarone, giovane professore del Seminario regionale di Potenza il quale, firmando con sigle e pseudonimi, coprirà gran parte degli articoli. Il giornale, a differenza del Gazzettino non vuole essere «giornale apolitico», presentandosi ai lettori «come un giornale che sorge a servizio di una idea politica», pur combattendo un concetto di partecipazione alla vita democratica esclusivamente come «lotta di

partito contro partito composta di aspre polemiche e di sarcasmi vicendevoli». Il nome L’Ordine ben esprime l’impostazione conservatrice del periodico. Tra le sue firme quelle di Vincenzo Verrastro, Emilio Colombo, Mauro Pennacchio e anche di Gioacchino Viggiani, ex podestà fascista di Potenza, in rappresentanza della tendenza al riciclo nelle file democristiane dei notabili del vecchio regime. A maggio riprende le pubblicazioni anche Il Lavoratore, battagliero giornale socialista nato a Melfi nel 1905 e che ora, stampato nel capoluogo, diventa l’organo della Federazione Socialista Provinciale di Potenza. Il giornale, assunte le vesti di quindicinale, viene stampato, dal maggio 1944 e per i primi 13 numeri, a Potenza presso la Tipografia Editrice Lucana, mentre per i successivi dalla Cooperativa Tipografica

potentina “La Rapida”. Direttori sono, per i primi 5 numeri, Enrico Ajello e, per i successivi, Vincenzo Torrio. Le pubblicazioni cessano dopo le elezioni per la Costituente. Tra le sue firme Mauro Salvatore, Giuseppe Masella, Carlo Ielpo, Enzo Pignatari, Vincenzo Milillo e Rocco Scotellaro. A dare voce, infine, al partito comunista lucano interviene, dal 21 maggio del 1944, Azione Proletaria diretto da Donato Leone. Il settimanale, stampato a Potenza presso la tipografia di Mario Armento, ha come direttori l’avv. Donato Leone (nn.1-8), Michele Pellicani (nn. 9-14), in seguito Anselmo Tursi. Viene pubblicato dal maggio 1944 al 1946. Nel 1947 escono un numero straordinario ed un numero speciale insieme a Il Lavoratore.

La Business intelligence

L

a Velocità e la capacità di trovare tante informazioni, su tanti argomenti su così tante persone in ogni angolo del mondo rappresentano le innovazioni e i vantaggi della rete digitale. In ambito aziendale, la gestione e l’analisi in tempo reale delle informazioni a vantaggio di una strategia di mercato da seguire viene denominata: Business intelligence. In questo scenario di crisi, per le aziende vecchie che soffrono la competitività e l’innovazione è il momento di usare la crisi per migliorare e modernizzare i propri prodotti e processi, cominciando dalla gestione delle informazioni. La business intelligence diventa elemento centrale per prendere decisioni di business in tempo reale, così come gli strumenti di web analytics assumono un ruolo strategico per individuare i comportamenti del consumatore in rete, altrimenti non identificabili. La maggioranza delle

aziende italiane, per oltre il 60% hanno una presenza sui mezzi digitali, dal sito web alle pagine dedicate sui principali social network, da facebook a twitter. Molte hanno sviluppato apps come i tablet e gli smartphone, per essere visibili e creare traffico. Nonostante tutto, non basta per essere competitivi, come viene evidenziato da una recente indagine condotta dall’ufficio studi di Strategic Management Partners, in cui emerge che i direttori di marketing del made in Italy non hanno chiaro per quale obiettivo e con quale strategia raggiungere il vantaggio competitivo. Parafrasando le dichiarazioni di Luigi Riva, Presidente di Strategic Management Partners, nell’intervista al mensile “L’impresa”, le aziende italiane sono presenti in massa sui mezzi digitali, ne percepiscono l’importanza nel lungo periodo ma non hanno una chiara strategia di sfruttamento e di utilizzo dei mezzi stessi nel breve

e medio. Obiettivo del marketing digitale afferma Riva - è diventare il mezzo di conoscenza e di relazione “one to one” con il cliente per consentire alle aziende di ascoltare direttamente il cliente finale e sviluppare offerte e servizi personalizzati. In sintesi l’azienda, dopo tanta fatica a diventare attrattivi per i clienti e averli convinti a venire a casa propria (sul sito o sulle pagine dei social network) deve cercare di aprire un dialogo bidirezionale affinché possa conoscere meglio il cliente attraverso l’analisi dei suoi comportamenti sul web e con i dati più specifici i consumo e utilizzo dei prodotti/servizi. Innovazione aziendale Angelo Nolè

organizzativa


26

ontrosenso

SPORT

1 Dicembre 2012

Basilicata

Melfi, meglio di così!

SECONDA DIVISIONE

I lucani profanano il campo del Pontedera Aprilia e Martina non si fanno del male, mentre la Salernitana accorcia

di Lorenzo Morano

U

n Melfi che non t’aspetti, ma in cui tutti speravano dopo la bella prestazione contro la Salernitana, va a Pontedera e conquista la prima vittoria esterna stagionale, tra le altre cose l’unica della giornata, in casa niente poco di meno che della capolista. 2 a 1 per i lucani il punteggio della 13esima giornata, risultato che porta i gialloverdi a centro classifica con 16 punti. Posta piena grazie alla rete di apertura di Improta e quella di chiusura di Porcaro, nel mezzo il momentaneo pareggio di Grassi, che con questa decima marcatura si conferma sempre leader della classifica marcatori. A Pontedera il Melfi parte bene, mostrando subito tanta determinazione, tant’è che passa in vantaggio al quarto d’ora grazie ad una bella azione personale di Improta. Al 38esimo arriva però il pareggio

SERIE D

dei toscani, grazie ad una punizione di Grassi, deviata dalla barriera melfitana, che trae in inganno Scuffia. Nella ripresa gli uomini di mister Indiani cercano di far propria la vittoria, facendo però uno sterile possesso palla, in quanto i maggiori pericoli corrono dalle parti della porta toscana. Al 69esimo arriva l’episodio svolta con l’espulsione di Carfora per i locali; un minuto più tardi, Suarino, su punizione disegna l’ennesimo assist “al bacio”, un cross perfetto per la testa di Porcaro, pronto per la seconda volta in questa stagione a consegnare i tre punti ai propri colori. Morale alto in casa Melfi, che già in settimana aveva vissuto un momento speciale grazie alla consegna del Premio Cartellino Viola, premio istituito dalla ACF Fiorentina, che intende premiare i gesti di fair play. Per la cronaca il mese

scorso le luci della ribalta sono spettate a Klose della Lazio (aveva ammesso di aver segnato deviando la sfera con il braccio), questa volta ad essere premiata è tutta la squadra del Melfi, per quanto accaduto nel secondo tempo di Martina Franca-Melfi dello scorso 14 ottobre, sull’10 in favore dei pugliesi, quando un giocatore locale, Marsili, era rimasto a terra nella sua area di rigore. L’azione si era conclusa con il calcio d’angolo concesso al Melfi. Con gli avversari in dieci, Saurino, su suggerimento dei compagni, ha volontariamente calciato fuori la sfera evitando di sfruttare un potenziale occasione da gol come può esser un corner. Visto il punteggio (il Melfi era sotto di un gol) non poche squadre avrebbero avuto il coraggio di fare questo. È stata la stessa società pugliese ad avanzare la candidatura del Melfi per il

Cartellino Viola di ottobre; un bel gesto quello di entrambe le società, che ha visto per la prima volta la Lega Pro protagonista dell’ambito premio. Cartellino Viola a parte, per il Melfi sul proprio cammino si presenta un altro avversario a dir poco ostico, in quanto approderà al Valerio il forte Aprilia, oggi nuovamente in vetta alla classifica, a braccetto con il Pontedera, grazie al pari per 1 a 1 contro l’ostico Martina Franca. Il pari d’Aprilia ha permesso alla Salernitana di agganciare i pugliesi a 25 punti, grazie al 3 a 2 sul Fondi; goleada a L’Aquila, dove gli abruzzesi travolgono con un poker di reti, subendone una, l’Aversa. Vittoria a sorpresa per 2 a 1, a Reggio Calabria, dell’Hintereggio sul Poggibonsi. Cade a Campobasso il Foligno, dove i rossoblu liquidano gli umbri con un rotondo 2 a 0.

Pari a reti bianche per tutte le altre gare: Arzanese-Teramo, Lamezia-Chieti ed il derby toscano Borgo a BuggianoGavorrano. Archiviato come visto il turno numero 13, la giornata di domenica presenta come big-match la sfida di Poggibonsi, dove approderà la vice capolista Salernitana, mentre la coinquilina, Martina, se la vedrà in casa con l’Arzanese. Il Pontedera spodestato dal Melfi, e raggiunto dall’Aprilia, cercherà

di fare punti ad Aversa, mentre a Gavorrano si giocherà un match decisamente interessante, dove approderà il team aquilano. Al D’Ippolito di Lamezia andrà in scena il derby calabrese con la matricola Hintereggio; il Chieti cercherà di riprendere la sua vecchia marcia, ospitando il Borgo a Buggiano. La giornata si chiude con le sfide TeramoCampobasso e Fondi-Foligno.

Potenza, sempre più precario Capobianco se ne va e la città aspetta

di Giusy Trillo

I

n una cartolibreria del capoluogo “scorre” in radio la notizia sportiva della settimana: “Calcio, Serie D, Potenza Calcio. Pasquale Capobianco lascia. Presidente ad interim è stato nominato Piero Basile, già esponente del consiglio di amministrazione. La società è aperta a qualunque forma di collaborazione ed è anche disponibile a cedere gratuitamente il titolo sportivo”. Il proprietario dell’esercizio, laconico, riassume in poche parole il sentore che, fuggendo comunque dalle generalizzazioni, potrebbe anche dirsi di tutta la città: “Il Potenza Calcio è morto. Di nuovo”. Il tentativo sarebbe dunque proprio quello di rianimare le sorti di una squadra data tristemente per spacciata in una situazione, evoluzioni possibili a parte, mai stata tanto chiara come in questi giorni. Il “momento di evidente difficoltà economica”, di cui ha

parlato il direttore generale organizzativo Rocco Galasso, era già assodato, e ora, con il passo indietro di Capobianco, la ricerca di “interlocutori che possano concretizzare il loro sostegno” si fa ancora più forsennata. Spetterà al presidente pro tempore Basile, già attivo in tal senso, seguire le trattative che dovrebbero eventualmente intavolarsi, cercando di fornire anche ai tesserati una parvenza di programmazione in vista dell’apertura delle liste che potrebbero mutilare ancor di più una rosa già in forte difficoltà. Sicuramente una sconfitta per Capobianco, che si è visto costretto ad allontanarsi dai colori rossoblu per lasciare strada proprio agli eventuali interventi economici che dall’esterno dovrebbero rendere possibile il prosieguo di questo campionato per cercare non solo di salvare la categoria, sperando che l’ultimo

Coppa Cral Regione Basilicata

I

l CRAL (Circolo Ricreativo Aziendale Lavoratori) della Regione Basilicata, in ottemperanza a quanto previsto dallo Statuto per la promozione delle attività sportive, ha organizzato il “Primo torneo di calcio a 5 – Coppa CRAL Regione Basilicata”, riservato ai soci iscritti al 30 settembre 2012. Al torneo partecipano 8 squadre: AmbienteAgricoltura, Arbea, Consiglio Regionale, Esterni Broc, Esterni Vip, Infrastrutture, Presidenza e Presidenza Felix. Si tratta di un vero e proprio campionato con partite di andata e ritorno; si gioca ogni mercoledì presso l’impianto coperto del Principe di Piemonte dalle ore 16,00 alle ore 18,00; sono previsti quattro incontri per ogni giornata

ARBEA nei due campi di gioco. A fine campionato, e questa è una novità, il punteggio conseguito indicherà solo il posto di collocamento di ciascuna squadra, in quanto, per determinare la classifica finale verranno disputati ulteriori incontri di semifinale e finale, rispettivamente fra le prime quattro squadre per definire la vincitrice e le classificate dal 2° al 4° posto e fra le ultime quattro per completare la classificazione dal quinto all’ottavo posto.

L’organizzazione è stata curata dall’intraprendente Ugo Albano, consigliere con delega allo sport, con il fattivo apporto di Angelo Frescura e del Presidente Ernesto Ricciardi. La classifica, dopo due giornate, è la seguente: AmbienteAgricoltura e Arbea punti 4, Presidenza Felix, Infrastrutture e Consiglio Regionale punti 3, Esterni Vip e Esterni Broc punti 0. Classifica marcatori: Albano (Infrastrutture) 5; Pepe (Arbea) e Ragone (Consiglio Regionale) 4; Anzidei e Gerardi (AmbienteAgricoltura), Carlucci (Infrastrutture), Lorusso (Presidenza Felix) e Luongo (Consiglio Regionale) 3. La terza giornata si disputerà mercoledì 5 dicembre. Tonino Lorusso

posto a cinque punti non stia a significare “una stagione già segnata”, ma anche di porre le basi per un futuro calcistico del capoluogo nuovo, sicuramente l’ennesimo, ma questa volta solido. Intanto però si gioca e anche il derby con il Matera si spoglia dell’entusiasmo che da sempre ha accompagnato l’immancabile sfida della regione. C’è poco da dire, qui c’è altro a cui pensare. Ma si sa, il derby è il derby e in campo si scende per dare il massimo, fosse anche solo per ragioni di mercato.

CALCI IN CU...RVA a cura di Tony Pezzotta

Quel sassolino nella scarpetta

L

a misura sembra, ormai, essere colma. Il calcialingo lucano, al capezzale del leone ferito nuovamente a morte, ha perso ogni speranza. Il suo Potenza non si riprende più. Scorgendo il monitor il diagramma si sta affievolendo sino a diventare quasi piatto. Domenica scorsa è scomparso anche il rantolo della belva rossoblù. Intanto radiomercato non annuncia ancora una svolta importante. Le voci che si succedono sono davvero tante. Così, come i nomi fatti in queste ore. C’è stato persino chi ha dato per conclusa una trattativa tra i due club cittadini. Sembra non ci sia nulla di vero, ma non sono state compiutamente smentite queste indiscrezioni. Il tempo incalza e non c’è più tempo per tergiversare in attesa di strenne natalizie. Il calendario giunge impietoso a spazzare e fugare ogni dubbio: bisogna fare in fretta. Intanto, già domenica prossima ci sarà il derby a Matera. I cugini biancazzurri saranno caricati a mille dopo le recenti affermazioni. La prospettiva, poi, di veleggiare nelle prime posizioni di classifica, galvanizza ulteriormente i materani che hanno anche l’occasione di umiliare un Potenza in cerca d’identità e di punti. E’ vero che nel

calcio non bisogna mai dare nulla per scontato, però, i numeri e la situazione ambientale che sta vivendo il sodalizio rossoblù non inducono ad essere ottimisti. Il Matera, invece, alla luce di quanto sta avvenendo in classifica e del proprio incontro casalingo con i potentini, ha l’opportunità di fare un balzo decisivo. Il calcialingo è agitatissimo. Ogni giorno acquista il giornale e lo sfoglia con affanno per arrivare, subito, alle pagine sportive. Il fine è quello di leggere se la sua squadra del cuore avrà un futuro oppure no. I dubbi, in queste ore, sono tanti e affollano la sua mente. In queste ore s’è detto di tutto. C’è chi ha parlato di fusione tra le due squadre di città, chi ha scomodato personaggi di fuori che acquisterebbero il Potenza. Insomma, vere o false che siano queste voci è necessario tornare ad avere delle certezze immediate per fare in modo che la salvezza non sia più un’utopia.


ontrosenso

SPORT

Basilicata

1 Dicembre 2012

27

Metapontino inarrestabile

ECCELLENZA

E il Tolve sta a guardare. In Coppa tutto da decidere di Antonio Petrino

I

l Real Metapontino continua a vincere e mantiene intatte le distanze dal R. Tolve, sua più immediata inseguitrice. Anche la Vultur deve chinarsi infatti ai materani, pur protagonista di una prova gagliarda, mentre i tolvesi passano agevolmente sul terreno di gioco del fanalino di coda Tursi. Ancora un pari per il Valdiano, che è costretto alla divisione della posta della

gara interna con il C.Oppido, e ne approfitta il Policoro (che espugna Pietragalla) per agganciare la terza posizione. Cade in modo imprevisto il Viggiano a Moliterno e viene raggiunto in classifica dal Rossoblu Potenza che a sua volta si impone sul campo del Pignola. Per il Picerno pari interno con la Murese (ancora penultima), invece nel derby materano risultato senza reti tra Miglionico e

Marconia. Per il tredicesimo turno del torneo, big match a Potenza tra Rossoblu e Real Metapontino per un banco di prova impegnativo per mister Fortunato, con il Real Tolve che ne potrebbe approfittare a domicilio con il Pietragalla. Valdiano che rende visita ad una Murese ancora in difficoltà e il Viggiano che ospita il Marconia con l’obiettivo di tornare alla vittoria. Il Policoro ospita un Moliterno in ripresa

e la Vultur ritorna finalmente nel suo campo rifatto in erba sintetica e dopo due sconfitte per brindare all’inaugurazione con un successo contro l’ostico Picerno. Gara facile sulla carta per il C. Oppido che fra le mura amiche troverà il Tursi ultimo in classifica, mentre il Pignola tenta la risalita nel confronto interno alla portata con il Miglionico. COPPA ITALIA REGIONALE. Semifinali - Una sola gara disputata mercoledì

scorso, sul campo di Pantano di Pignola, tra Rossoblu Potenza e Viggiano, terminata a reti bianche. I potentini non sono riusciti a prevalere sugli avversari, pur in superiorità numerica per l’espulsione di Di Maio tra i valligiani, con poche azioni degne di nota in un pomeriggio piovoso, con discorso qualificazione rinviato al prossimo 12 dicembre per il match di ritorno, con tutto praticamente

ancora in gioco. L’altro confronto tra Valdiano e Real Metapontino, in programma a Monte S. Giacomo, è stato sospeso per impraticabilità di campo per pioggia dopo pochi minuti dal fischio d’inizio. Recupero previsto già la prossima settimana.

Rossoblu, si fa sul serio CALCIO A 5

Bene col Pignola, meno col Viggiano e ora Metapontino

I

l Rossoblu c’è eccome. Sbancato il campo del Pantano di Pignola per due reti a zero e dando uno sguardo alle statistiche, i ragazzi di mister Camelia centrano la seconda vittoria di fila in trasferta, la terza comprendendo il successo casalingo contro il Miglionico. Che Pignola fosse stato un campo ostico, tra i più difficili di tutto il campionato era risaputo, contro una formazione di categoria che, stando a ciò che dice la classifica sta raccogliendo meno di quanto seminato. Fin da subito le redini del gioco sono in mano ai Rossoblu che tentano di spaventare i padroni di casa anche dalla distanza, senza però colpire. Il Pignola tiene, ma la panchina è vivace in seguito ad un metro arbitrale non impeccabile e a farne le spese è Conte, allenatore in seconda che raggiunge anzitempo gli spogliatoi venendo allontanato dal signor Contini di Matera. Il punteggio è a reti bianche e a sbloccarlo ci pensa il “giocoliere” in letargo Rocco Mastroberti che incrocia con il destro un cross dalla mancina di uno

Sperandeo come sempre generosissimo ed indispensabile per le trame offensive potentine. Il Pignola a questo punto incassa il colpo e trova la forza per reagire, ma non il gol. Nel giro di un minuto, altre due espulsioni. La prima ancora una volta dalla panchina è per Palo, il quale protesta e viene espulso in seguito ad un rigore non fischiato a Scavone, mentre la seconda è ai danni di Carmine Santopietro autore di un fallo da ultimo uomo su Sperandeo lanciato a rete. Il Pignola ci prova con la disperazione ma il Rossoblu è ordinato nel difendersi. Poi, al termine dei cinque minuti di recupero concessi, una scivolata di Cocina indirizza la sfera nella porta sbagliata e fissa il risultato sul definitivo 2-0 potentino. Vittoria che fa morale, giunta con la solita sofferenza, ma che precede una settimana cruciale, tra l’impegno in Coppa Italia contro il Viggiano e il big match contro la capolista Real Metapontino.

Vultur, finalmente a casa! Dopo un anno e mezzo si torna al “Corona”

N

on è bastata una buona e coraggiosa Vultur per ottenere un risultato positivo nella difficile trasferta di Montalbano contro la prima della classe. Seconda sconfitta consecutiva per l’undici di mister Caprioli, ma buone indicazioni sulla squadra, apparsa in buone condizioni e in maturazione a dispetto della giovane età media. Materani in vantaggio dopo la mezzora con Altieri e nella ripresa il bel gol su punizione dei bianconeri al quarto d’ora con Virgilio, fino a pochi minuti dal termine quando Pierpaolo Di Senso riusciva a riportare avanti i suoi e a superare un ammirevole avversario. Per il prossimo turno grande

entusiasmo per il tanto atteso ritorno dopo un anno e mezzo allo stadio ‘Corona’ per cui si prevede il pubblico delle grandi occasioni. A ‘battezzare’ il nuovo terreno di gioco in erba sintetica un Picerno insidioso e squadra di tutto rispetto, con i bianconeri attualmente ottavi e perfettamente a metà graduatoria che non vorranno tradire le attese, con l’obiettivo di ritornare alla vittoria e regalare alla città in festa una domenica da protagonisti. Ant. Pet.

A2 - Futsal Pz, brutto passo falso Mister Ceppi: “Voglio ritrovare la mia squadra”

T

utti insieme. Per si stanno avvicinando. Resta un dimostrare ancora una “credito” a favore dei potentini volta l’importanza di +1 proprio sull’Augusta e del gruppo e la volontà di di +2 su Brillante, Latina e uscire, con unità di intenti, dal Palestrina. Quest’ultima sarà momento difficile. “Oggi mi la prossima avversaria del sono vergognato. Adesso l’unico Potenza, oggi al PalaPergola rumore che voglio sentire è il in un vero e proprio scontro silenzio”. Così aveva infatti diretto per restare nelle zone commentato David Ceppi la nobili della classifica. “Adesso partita del Futsal Potenza ad Augusta, con parole ancor più eloquenti di quanto il 7-2 con cui i siciliani hanno asfaltato i rossoblù non dica. Una gara brutta, addirittura una “non gara” secondo Ceppi, costretto a seguire la disfatta dei suoi dalle gradinate del PalaJonio, complice la squalifica rimediata prima della pausa a Lucera. Un ko senza possibilità di recriminazioni per il Potenza, in un match che i padroni di casa hanno incanalato nel 1° tempo Renan Pizzo convocato in U21 chiuso con un eloquente 4-0. Nella ripresa il tentativo di reazione dei lucani e l’utilizzo - ha dichiarato in settimana da parte di coach Napoli, seduto il mister - ci prepariamo alla in panchina al posto di Ceppi, gara col Palestrina. Non mi del portiere di movimento, porta interessa vincere ma ritrovare alla realizzazione di due gol, ma la mia squadra”. PIZZO IN anche di altri tre incassati sulle UNDER 21 – Ci sarà anche rapide ripartenze degli jonici. un pezzo di Futsal Potenza al Alla sirena il punteggio di 7-2 Torneo di San Pietroburgo cui non fa una piega e sancisce la prenderà parte la Nazionale seconda sconfitta consecutiva Under 21 del ct Albani. Infatti per il team potentino. Il primo Renan Pizzo farà parte della vero e proprio passo falso per squadra azzurrina e al giocatore i rossoblù, seguito appunto vanno i complimenti della alla sconfitta pre-pausa di società potentina. Per questo Lucera. Unica nota positiva, la motivo quasi certamente ci sarà doppietta di Giacinto Cirenza, lo spostamento della partita il talento di casa, che al debutto col Napoli del 15 dicembre va in gol due volte (da portiere prossimo . Data probabile quella di movimento) dimostrando del 19 dicembre al PalaPergola. che in questo gruppo potrà fare la sua parte. In classifica poi si resta al terzo posto anche se dietro le squadre che puntano alla Final Eight di Coppa Italia


28

ontrosenso

SPORT

1 Dicembre 2012

Basilicata

CI RAGIONO E CANTO RINALDI IN SELLA ALLA FEDERCALCIO UNA VITTORIA CONSEGUITA CON UNA CANDIDATURA CONTROVERSA Nuovo comitato: eterogeneo e senza leader di Pino Gentile

P

ietro Rinaldi, 143 voti a favore, otto contrari e due astenuti, si conferma presidente del comitato regionale della Federcalcio, al termine dell’assemblea delle società svoltasi il 22 novembre al Motel Park di Potenza: un successo di matrice “bulgara”, frutto di una “campagna” sfrenata, iniziata dal suo team dal settembre scorso. Ha vinto la superficialità, la balordaggine, perché una vittoria che non dà gioia è falsa, se è vero che chi l’ha ottenuta non ha potuto esultare più di tanto, sopraffatto, nel corso dell’animato dibattito dell’assemblea delle società

svoltasi al Motel Park di Potenza, da cori di indignazione e malcontento. Mai il calcio lucano era caduto cosi in basso, vittima di un presidente, Rinaldi appunto, campione di cinismo, che non demorde, in quanto, nel corso del suo intervento, ha parlato di rinnovato impegno del “suo” Comitato, di programma che comprende, anche, la realizzazione di una nuova sede, trascurando, invece, le attese risposte dei consiglieri di opposizione e della gran parte delle società, che chiedevano spiegazioni su alcune voci del bilancio, vale a dire la situazione analitica delle

spese di gestione sostenute, con particolare rifermento a quelle del Torneo delle Regioni. Ma il “presidente” è andato anche oltre, insultando chi scrive (sfiorando quasi l’oltraggio, quando ha violato la sfera privata con gratuite affermazioni), reo a suo dire di aver riportato su CONTROSENSO una cronaca pro Carlo Maglia, nei giorni che hanno preceduto l’arroventata vigilia dell’assemblea delle società del 22 novembre scorso. Rinaldi non ha poi risparmiato Fernando Picerno, consigliere dell’agguerrita opposizione, anche lui accusato, di fronte alla numerosa platea del Park

Hotel di aver usato il telefono del Comitato a scopo personale. La voce della contestazione è guidata da Carlo Maglia, già vice presidente vicario del Colucano, che non ha potuto “correre” per l’elezione alla presidenza per un cavillo burocratico nella elaborazione di un ricorso. Maglia attacca cosi: ”Da più arti, viene rimarcata l’elezione plebiscitaria di Rinaldi, ma non è cosi. La votazione è avvenuta per alzata di mano (voto palese n. d. r.), cosa questa svoltasi in un clima di tensione, minacce e ricatti, che impediva, di fatto, alle società di esprimere il proprio dissenso all’elezione di

un presidente virtualmente già scelto, in seguito ad un’unica ed illegale candidatura.” “Non si parli allora di voto plebiscitario aggiunge Maglia - prima perché la cosiddetta minoranza che fa capo a me, ha ottenuto la media di 40 voti su 106, nonostante l’azione dirompente dei franchi tiratori, e successivamente si dica di un voto condizionato, opzionato con largo anticipo (con il giochetto bulgaro delle sottoscrizioni), carpito eludendo la buona fede di molte società. Tutto ciò è stato evidenziato in un nostro puntuale ricorso al termine della convulsa assemblea, firmato

Nerazzurri lucani ad Appiano Gentile

T

ra le numerose iniziative che il Centro Coordinamento Inter Club realizza per i propri associati, l’emozionante evento denominato ‘Appiano Day’, con l’ospitalità organizzata al centro sportivo “Angelo Moratti” di Appiano Gentile (Como), è sicuramente quella che riscuote un apprezzamento non paragonabile ad altre situazioni. Qualche giorno fa i cancelli si sono aperti per i fortunati, entusiasti ed euforici tifosi nerazzurri appartenenti ai Coordinamenti Calabria e Basilicata. Liscio Lorenzo, Olita Gerardo, Michele Traficante, Daniele Pizzolla, Carmine Pontino, Valerio Manniello, Salvatore De Luca, Pietro Chiaccio, Pierpaolo Lusci, Antonio Cavallaro, Daniele Iannotti e Gianluca Tortorelli, accompagnati dal coordinatore

Ludovico Iannotti; Raimondo Lopresti, Christian Domenico Lopresti, Riccardo Lopresti, Nicola Iervasi, Fabrizio Culturale, Francesco Vozzo e Marco Ficara, accompagnati da Patrizia Tartaglia, Massimo Valsecchi e Salvatore Amorosi, Mario e Francesco Di Giacomo, Antonio Campanella, Angelo ed Emilio Colangelo, Antonio Mascolo. Tutti hanno assistito all’allenamento della squadra, hanno ricevuto il saluto e gli autografi di Andrea Stramaccioni e di tutti i calciatori presenti, posando per un infinito numero di foto ricordo ed al termine scattato altre foto in sala stampa, negli studi di Inter Channel e del centro sportivo. L’Inter Club Vulture ‘Angelo Moratti’ di Rionero per l’occasione ha ritenuto giusto e doveroso ringraziare la F.C. Internazionale Milano nella

persona di Valerio Bressani per l’accoglienza ricevuta ad Appiano Gentile, dimostrando piena correttezza e serietà, mettendo a disposizione tutto ciò che un tifoso può desiderare per la circostanza. Tanta soddisfazione per i nerazzurri lucani presenti incontrare i propri beniamini, con a capo capitan Zanetti. Tutto questo è stato possibile grazie al coordinatore della Basilicata Ludovico Iannotti, in un’iniziativa indimenticabile per stare a diretto contatto con i propri idoli del pallone, in attesa di nuove interessanti e importanti prossime attività, tra cui le trasferte organizzate in pullman per i prossimi match dei nerazzurri con Napoli e Lazio. Ant. Pet.

La Società Operaia di Tolve gioca a tressette

da Tubito, Picerno, Carriero, Piccinni, Iannella, Spera, Nardozza, Lapadula”. Per dovere di informazione, infine, la “rosa” del nuovo comitato regionale Figc. Rinaldi, Ciaglia, Forese, Fittipaldi, Quinto, Seccafico, Tartaglia, Ilvento. Un gruppo eterogeneo, cui è affidato ora il futuro prossimo del calcio lucano. Mancano però dei leader a cui ispirarsi. A conferma che anche lo Sport, calcio in testa, è lo specchio del Paese e dei suoi molteplici difetti.

Amarcord rossoblù

Potenza Sport Club “Fidanzata d’Italia” Il nuovo libro di Pino Gentile, una via calcistica alla famiglia

N

elle precedenti edizioni di Controsenso, ci siamo soffermati sulla parte introduttiva del nuovo libro di Pino Gentile Potenza Sport Club “Fidanzata d’Italia”, ottavo libro sul sodalizio rossoblu, e sui contenuti dei primi otto Capitoli. Riprendiamo con il Capitolo nove dal titolo “Personaggi di prima fila” dove sono presenti ex calciatori, tecnici e dirigenti rossoblù che si sono imposti nella vita a 360 gradi: da Biagio Savarese a Paolo Specchia, Pasquale Arleo, Realino Ciccarese, Luigi Salinardi, Peppino Sabia, “don” Achille Locatelli, Giuseppe Maggio (scomparso prematuramente circa un anno fa) con il suo calcio in versi: ci ha lasciato un prezioso volumetto nel quale è contenuta una poesia dal titolo “Rossoblù di Potenza”. Capitolo X, dal basso verso l’alto”: Nico Basile e Federico Pellegrino raccontano la storia dell’Asd Atletico Potenza e la sua scalata alla serie D. Nella conclusione del libro POTENZA SPORT CLUB “FIDANZATA D’ITALIA” viene riportata la notizia della nascita del Museo del Potenza Calcio: non solo amarcord, ma anche un preciso collegamento con la realtà giovanile, questa la linea guida, che tenta di tenere viva la memoria storica della società rossoblù, dei suoi personaggi e di dirigenti attenti e lungimiranti. Fra questi il dottor Nino Ferri, un esempio per i giovani della sua epoca, ma anche per quelli delle generazioni future. Il Potenza – squadra boom per una zona depressa – è rimasto sempre vivo nei ricordi della comunità lucana per quanto ha saputo dare ai giovani, verso la metà degli anni sessanta, e per lo stimolo trasmesso alle generazioni successive. In questo contesto si inserisce l’Associazione presieduta da Stefano Iasilli, che ha dato vita al MUSEO DEL POTENZA CALCIO, un progetto

materializzatosi il 10 novembre scorso con la presentazione ufficiale nella Sala dell’Arco del Comune di Potenza, nel corso di una manifestazione sobria, ma importante per il ricordo e la memoria, che, anche e soprattutto per il Potenza Calcio di oggi, costituisce una speranza per il futuro prossimo. Ed a proposito di Stefano Iaslli (appartenente ad una famiglia laboriosa ed impeccabile sul piano comportamentale), 24 anni, laureato in Graphic Design e Art Direction presso la NABA di Milano, città dove vive e lavora, occorre ricordare che, sin da quando era piccolo, gli è scoppiata la passione per i colori rossoblù, “pur non avendo nessuno in famiglia tifoso del Potenza, tanto che costringevo mio padre Mario ad accompagnarmi allo stadio Viviani. In tutti questi anni, dall’infanzia ad oggi, ho iniziato a raccogliere materiale sul Potenza (dalla scarpe ai cappellini, alle magliette e cosi via), per passione, ma senza alcun altro scopo. Mi sono ritrovato con molto materiale, ho pensato che era un peccato tenerlo conservato in un armadio e cosi mi è venuta l’dea che si poteva creare un Museo del Potenza Calcio”. Un progetto andato felicemente in porto, che costituisce un passo importante per poter avere ora a disposizione una sede di riferimento per quanti, giorno dopo giorno, intendono lasciare un ricordo, che è nello loro mani, della gloriosa ed indimenticabile storia dei colori rossoblù. Finisce qui il sintetico racconto del contenuto del libro Potenza Sport Club “Fidanzata d’Italia” del giornalista potentino Pino Gentile, presente nelle librerie ed alcune edicole del centro storico di Potenza, oltre che nella libreria Ermes, rione Verderuolo.


ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

33

L’alta spiritualità di Cristina di Gesù crocifisso “Ad limina coelorum”, 30° volume dell’Autrice di Michele Traficante

L’

11 ottobre 2012 Sua Santità Benedetto XVI ha aperto la “Porta della Fede” dando inizio all’ ”Anno della Fede” che si concluderà il 24 novembre 2013. In questo anno-che fa memoria del 50° Anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II; del Ventennale di pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica; nel profumo di due grandi santi, eletti Dottiori della Chiesa, S. Ildegarda di Bingen e S. Giovanni d’Avila - molte saranno le iniziative da parte della Chiesa per sollecitare la fede nell’uomo o rafforzarla. A tale scopo è stato istituito anche il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, presieduto da S.E. Rev.ma Mons Salvatore Fisichella, nonché il “Cortile dei gentili”, condotto egregiamente da S. E. Rev. ma il cardinale Gianfranco Ravasi, che vede a confronto, ad alti livelli, il pensiero laico e quello religioso. In questo contesto, in questo fervore, si colloca la pubblicazione del volume “Ad limina coelorum” di Cristina di Gesù Crocifisso il quale, non casualmente, porta la data dell’11 ottobre. Corredata da prestigiosi contributi introduttivi e conclusivi, firmati dal prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani; dal prof. Mauro Agosto, professore di Lingua latina presso

l’Università Lateranense, da Don Carmelo Mezzasalma, docente di Letteratura poetica e drammatica presso il Conservatorio di Lucca e fondatore della “Comunità di San Leolino” ( Firenze); con Nihil obstat del Collegio dei Padri Gesuiti di Napoli e Imprimatur di S.E. Rev. ma Mons Agostino Superbo, Arcivescovo di Potenza, Muro Lucano, Marsico Nuovo, nonché Presidente della Conferenza Episcopale di Basilicata, l’Opera fa parte del “Viaggio Santo” dell’anima, formato da quaranta gradi, stati e stadi, scritto in trenta anni della via del’Autrice. “Ad limina coelerum” è il trentesimo volume del Viaggio ( gli altri sono stati già pubblicati). In

particolare, come si evince dal titolo, l’anima, purificata e illuminata, bussa alle Porte” del Paradiso” agognando la visione mirifica celeste e lo stato unitivo unistico con Dio. Dodici le Porte e i basamenti delle Porte ( come in Apocalisse); dodici le perle e le note musicali. Viaggio dal buio ( Settentrione) alla luce ( Oriens, Meridies, Occidens) da farsi cantando. Un Inno Sacro per ogni porta, da pregare e cantare: tre le lingue:italiano, latino, greco bizantino del Primo Millennio; illustri i traduttori : prof. Mauro Agosto per la lingua greca, con ritmo musicale abbinato; prof. Tuomo Pekkanen, docente di lingua latina presso l’Università di Helsnki e di Jyvaskyla

( Finlandia). Nel volume, troviamo: musica, lingue, miniature preziosissime e s e g u i t e appositamente n e l l o Scriptorium monastico benedettino di Bergamo e icone eseguite da Gustavo Costanzo che ha appreso l’arte dell’icona a Nazareth, versi come perle. Il libro, unico nella storia contemporanea, della Chiesa e della letteratura, riprende i tempi e i modi dell’antico canto liturgico ( gregoriano e bizantino), dell’Inno Sacro, dell’inno come genere letterario e delle Arti. Presentato a Roma nell’ambito del Sinodo dei vescovi il 18 ottobre 2012 nella prestigiosa sede della Libreria Internazionale Paolo VI - Palazzo Propaganda Fide - alla presenza di un pubblico specialistico e con i saluti e auguri del Presidente della Repubblica e di sua moglie Clio: “ Reverenda Madre, il Presidente della Repubblica e la Signora Clio Napolitano la ringraziano per aver voluto loro inviare in dono, a corredo della sua recente,

cortese lettera, un esemplare del volume “Ad limina coelorum” e desiderano formulare espressioni di sentito apprezzamento per il significativo contributo che, nel segno dello studio dell’eredità liturgica greco- bizantina, la sua ispirata opera fornisce in occasione della celebrazione dell’Anno della Fede. Con questo spirito, rivolgono a lei, Reverenda Madre, alle Autorità civili e religiose e a tutti coloro che prenderanno parte alla presentazione di “Ad limina coelorum” un cordiale saluto, cui unisco il mio personale”. Anche il del Presidente del Consiglio, prof. Mario Monti, invitato, ha fatto pervenire questo breve messaggio: “ Reverenda Madre, il Presidente Monti ha ricevuto ed apprezzato il libro “ Ad limina coelorum” con la gentile dedica e la ringrazia di cuore per essere ricordato nelle sue preghiere. L’occasione mi è gradita per inviare a Lei e a tutte le consorelle saluti più cordiali del presidente del Consiglio, unitamente ai miei personali”. Il libro sarà presentato nella nostra regione a Montalbano Jonico il 10 dicembre prossimo dal nostro bravissimo Don Marcello Stanzione, angelologo e demonologo, e dall’ingegnere e poetessa Edvige Cuccarese, nonché dall’assessore comunale

alla Cultura. Dott. Rocco Tauro e da Mons. Vincenzo Sozzi. Indi proseguirà il suo viaggio in Italia e all’estero, come sempre avviene per le opere a carattere universale dell’Autrice. Particolari inquietanti e misteriosi che riteniamo segnalare: l’Opera, scritta tre anni fa, reca l’Inno “Porta della Fede”: in quella data non si parlava né di “Anno della Fede” né di “Porta della Fede”; il disegno di copertina, opera dell’Autrice, ricalca misteriosamente il disegno che il frate catanese Matteo Selvaggio, vissuto nel XVI secolo, pubblicò nel suo volume “ De tribus peregrinis” ( 1542), esattamente quattrocento anni prima che Cristina di Gesù Crocifisso nascesse. “ Ad limina coelorum”, è un alto mirabile libro della ispirata e consacrata Cristina di Gesù Crocifisso. Infatti, come scrive il prof. Antonio Paolucci nella prefazione: “ Si entra nel libro di Cristina di Gesù Crocifisso come in un campo di gigli. O meglio come se percorressimo strade dello spirito che hanno ai lati colori più belli delle vesti di re Salomone”.

A Torino e Chieri, due giornate di festa per l’Arberia e l’indipendenza dell’Albania

A

l Circolo Ufficiali dell’Esercito, in via Vinzaglio, il sodalizio skipetaro torinese “Vatra” diretto da Benko Gjata ha celebrato nel magnifico salone delle feste, dove troneggia il monumento all’Eroe Pietro Micca, il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912-2012) , alla presenza di una delegazione dell’Arberia

del Piemonte coordinata da Vincenzo Cucci ed Antonio Gioseffi. La domenica mattina 25 novembre, alla presenza fra gli altri del Console generale di Milano, Nausika Spahia, del v.presidente del consiglio regionale Piemonte, Roberto Placido, del sindaco di Chieri, Lancione, Rosita Ferrato giornalista di BabelTV, delle associazioni piemontesi aderenti alla

F.i.a.p., è stata intitolata (unica in tutto il centro-nord) dopo la piazza alla Beata “Teresa di Calcutta” e Premio Nobel per la pace, una strada a Giorgio Kastriota Skanderbeg “Atleta Christi et Fidei” come definito dal pontefice dell’epoca Pio 2°. Inoltre, a cura dell’Associazione “Vatra Arbereshe” con funzioni di coordinamento per il Piemonte ,presidente Vincenzo Cucci

originario di Maschito, con un parterre di parlamentari nazionali, regionali ed autorità locali, è stato presentato un interessante volume nella sala Concerìa assieme ad una significativa m o s t r a fotografica sull’Albania di “Vatra”. Si tratta dell’antologìa dei primi “ 10 anni di Poesia Arbereshe” con estratti da un migliaio di liriche e componimenti a r t i s t i c i che hanno partecipato al concorso nazionale durante due lustri e dedicato esemplarmente alla memoria di Eugenio Matranga , animatore della comunità etnica e già sindaco della città, nativo di Piana degli Albanesi (Palermo). Messaggi di felicitazioni e di buon lavoro sono pervenuti da Vincenzo Folino, presidente del consiglio regionale lucano e presidente “ad interim”

dell’Associazione “Lucani nel mondo” , oltre che da LEM-Italia , ConfemiliRoma e dall’Ambasciatore dell’Albania in Italia, Llesh

con il direttore-fondatore della rivista “Basilicata Arbereshe”(on-line dal 2001) Donato Michele Mazzeo e Fernanda Pugliese, direttrice

Kola. Il volume che sarà diffuso gratuitamente, e-mail: info@vatrarberesh.it, a tutte le biblioteche, centri universitari, scuole, sportelli linguistici (L.482/99) e riviste etniche delle comunità albanofone, è stato presentato in un pubblico dibattito coordinato da Edmond Cali , albanologo, dell’Università “L’Orientale” di Napoli,

della Rivista “Kamastra” in Montecilfone (Campobasso). La serata conclusa, in un’atmosfera gioiosa, con uno spettacolo “live” del gruppo artistico “Spartiti per Scutari” diretto dal maestro Bardh Jakova che ha in preparazione un proprio Cd a breve.


34

ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012

IN PLATEA CINEMA RANIERI

MISHKA “In Dub”

Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffino

Lo stalking in scena al Teatro Stabile di Potenza La compagnia “Gommalacca” e gli allievi della Scuola di teatro di Potenza partecipano alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne di Rosa Santarsiero

«La

vita di una donna è intrappolata in un mondo in bianco e nero. Niente intorno, silenzio, solo la neve che cade. Viola aspetta. E piuttosto di rendersi libera, aspetta che

passino le feste». In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si è svolto a Potenza, il 25 novembre scorso, un’interessante monologo teatrale dal titolo “Sempre con me”. Lo spettacolo è stato curato ed allestito dalla compagnia Gommalacca teatro. Nello specifico, Mimmo Conte ne ha firmato la regia e Carlotta Vitale ha interpretato e scritto un intenso assolo drammatico. “Sempre con me” racconta la triste e solita storia di violenza di un “uomo padrone” su una donna incapace di emanciparsi da catene invisibili, ma pesanti. «Lo spettacolo dà voce e corpo a ciò che accade tra una donna non più padrona di sé stessa ed un uomo avaro di sentimenti, violento ed assente, attingendo ad un lavoro di ricerca in costante

aggiornamento tra fatti di cronaca, testimonianze dirette e analisi degli aspetti psicologici, normativi e sociali relativi al maltrattamento delle donne». Un’interessante iniziativa che contribuisce a rompere il muro di gomma che spesso ovatta avvenimenti di questo tipo, specialmente in una piccola Regione quale la Basilicata. A seguire, gli allievi della Scuola di teatro della città di Potenza, con lo spettacolo “Degnadamore”, hanno raccontato la storia di Amanda Todd, una sedicenne canadese, la prima vittima di cyber-bullismo. Amanda, vittima di stalking, prima di togliersi precocemente la vita pubblicò un video shock su youtube in cui mostrava a tutti le vessazioni subìte in silenzio per tre lunghi anni. I ragazzi della Scuola di teatro di Potenza -coetanei della ragazzina canadese- le hanno voluto rendere omaggio attraverso pensieri e frasi toccanti.

Questo disco è un piccolo gioiello, una gemma nascosta in un baule sepolto su un fondale marino ai Caraibi. Molti di voi ricorderanno Mishka, biondo cantante delle Bermuda che una decina di anni fa si fece apprezzare per un singolo (“Givin you all the love”), a cui fece seguito un buon album (omonimo), in cui il nostro cantava con la voce “di Bob Marley” su pezzi e ballate acustiche in stile “Redemption Song”. Mishka da allora ha fatto cose grosse negli States, dove incide per l’etichetta dell’attore appassionato di reggae Woody Harrelson, ma qui da noi è ricordato soprattutto per il suo primo cd. Questo “Mishka in Dub”, lo dice già il titolo, è il duale dub del disco d’esordio uscito qualche tempo dopo l’album originale, ma sparito presto dalla circolazione. Un album “dub” da un disco acustico?, direte voi, e giustamente. In effetti, nonostante non lo fosse in senso stretto, quel lavoro molto intimista era in pratica un disco di musica reggae (dopotutto Mishka è un tizio delle Bermuda, con i dreadlocks e la voce come Marley) e la Sony pensò allora di affidarne il remix strumentale alle sapienti mani di Mad Professor, guru del dub anglosassone. Ovvio che, come da premesse, il Professore ha in pratica risuonato le basi perché fossero dei riddim reggae, e non delle ballate alla Bob Dylan, ma tracce delle sonorità originali, delle belle melodie e soprattutto dell’affascinante voce di Mishka, sono rimaste e come. Il risultato finale dà l’impressione di ascoltare l’eco di un qualche disco tardivo di Bob Marley, con le sonorità “cheap” ed elettroniche tipiche del Professore. Fenomenale.

La Redazione di Controsenso e tutti i Lucani augura al piccolo Gabriele Acquavia un in bocca al lupo per la finalissima di TI LASCIO UNA CANZONE sabato su Rai 1. VOTATELO


36

ontrosenso Basilicata

1 Dicembre 2012


ontrosenso Basilicata

MONITOR IL QUESITO DI CONTROSENSO AI FISICI LUCANI

1 Dicembre 2012

37

”L’intuizione è un eccesso di velocità dell’intelligenza”


38

ontrosenso

REPORT

1 Dicembre 2012

Basilicata

“Scoppettiello”, storia di un brigante spietato

G

iovedì 22 novembre presso il Centro Sociale di Viggiano, alle ore 18.00, è stato presentato il libro di Antonio Signoretti “Scoppettiello”, storia di un brigante spietato, edito da Valentina Porfidio Editore. Erano presenti, oltre all’autore, l’assessore alla cultura di Viggiano, dott. Luca Caiazza, e l’editore Porfidio. Hanno relazionato il vice direttore dell’Archivio di Stato di Potenza, dott.Lucio Rofrano, le professoresse dell’Istituto

Magistrale ‘E. Gianturco’ di Potenza Angela Nardiello e Diana Camardo, il prof. Vincenzo Telesca, del Liceo Classico di Potenza; sono intervenuti il pittore Rocco Regina, che ha eseguito i numerosi e significativi disegni che impreziosiscono il libro, e lo scrittore Vincenzo Labanca, autore di numerosi libri sul brigantaggio. In contemporanea alla presentazione del libro è stato possibile visitare la mostra dei disegni a cura di Rocco Regina. Un pubblico interessato e composto da giovani ed anziani

100 Anni di Tarzan: a Tito una mostra sul personaggio 7 all’8 Dicembre dedica una mostra alla moltitudine di personaggi “Figli della Giungla”. L’evento avrà luogo presso il Centro per la creatività Cecilia, a Tito (PZ). Inaugurazione venerdì 7 Dicembre alle 17:30. In esposizione tavole originali, coperti-

1

00 anni fa, nell’ottobre del 1912, sulle pagine di All Story Magazine faceva la sua prima apparizione un personaggio che come pochi ha saputo colpire l’immaginario collettivo: Tarzan, il signore della giungla. Per festeggiare questa ricorrenza, Internazionale Fumettarte dal ne, studi,dediche, stampe, libri,fumetti e molti omaggi realizzati sia da autori lucani che da autori nazionali e internazionali. Durante i giorni della mostra verrà proiettato, in anteprima, il nuovo cortometraggio animato di Giulio Laurenzi, il premiato artista satirico lucano, realizzato proprio per questa

ha assistito alla disamina colta ed appassionata svolta dai relatori. Viggiano ha dato i natali a Giuseppe Miglionico, alias Scoppettiello, che da soldato sbandato dell’esercito borbonico ha infestato con la sua banda il territorio della valle dell’Agri e quelli delle zone limitrofe dal 1861 al 1868, l’anno della sua morte, commettendo senza pietà numerose azioni delittuose. Le lunghe serie di atrocità commesse dal sunnominato brigante Scoppettiello, coadiuvato dal suo braccio destro Diego Di Rago,

ricorrenza. Per l’occasione sono state commissionate ad alcuni autori la realizzazione di immagini che fossero un omaggio al mondo degli uomini della giungla e alla Basilicata. Gabriele Dell’Otto, copertinista della Marvel, ha rappresentato la Torre Guevara, Glenn Fabry, un artista inglese vincitore di un premio Eisner (l’Oscar dei fumetti) il castello di Brienza e il Lucano Antonio Pronostico la Torre di Satriano. Per capire l’eccezionalità dell’evento bisogna comprendere che autori come Gabriele Dell’Otto e Glenn Fabry sono quel tipo di artisti che nel loro campo sono conosciuti in tutto il mondo. Pensate a un cantante che in qualunque negozio di dischi del mondo sappiano chi è , a un pittore che sia conosciuto in qualunque galleria di New York, Parigi, londra ecc., a un poeta conosciuto in qualunque circolo letterario del mondo. Con queste illustrazioni, più quella realizzata per il manifesto della mostra dal bravissimo autore lucano Rosario Raho, verranno realizzate delle stampe che saranno poi date in omaggio ai visitatori della mostra, fino a esaurimento. Venerdi 7 Dicembre gli artisti Rosario Raho, Giulio Laurenzi, Purè Croquette, Simone Ilovetu, Roberto Enigmaregis Dramis, Giuseppe Guida, Giulio Giordano e Walter De Stradis si esibiranno in un live painting collettivo.

alias Lineo,in unione con le bande di Massini prima e di Culopizzuto dopo, sono riportate nel libro di Signoretti che espone, come al solito, in modo chiaro e semplice. Il brigantaggio si è affermato in Basilicata come reazione alle speranze perdute di riscatto sociale all’arrivo di Garibaldi ed alla frustrazione causata dalle nuove leggi introdotte dal nuove governo, ad esempio la leva obbligatoria, che privava per cinque anni le famiglie dell’aiuto dei giovani nel lavoro dei campi, l’odiosa tassa sul macinato e la

mancata distribuzione delle terre demaniali. Il libro, patrocinato dal Comune di Viggiano che ne ha acquistato un congruo numero, sarà distribuito a tutte le famiglie di Viggiano che ne faranno richiesta. Giovanni Dapoto

UN NUOVO MONDO 3 Riconosci il vero senso della vita - Eckhart Tolle - Oscar Mondadori Eckhart Tolle è l’autore del bestseller “Il Potere di Adesso”. Tolle ritiene che per gran parte delle persone il pensiero è ripetitivo, involontario e automatico.“La voce nella testa ha una vita sua. La maggior parte delle persone sono alla mercé di quella voce; sono possedute dal pensiero, dalla mente. Grazie a una completa identificazione con la mente, un falso senso del sé, l’ego, si è manifestato nell’esistenza”. Il grado di identificazione con la mente varia da persona a persona. Alcuni godono di periodi di libertà dalla mente: in quei momenti sorgono la creatività, l’amore e la compassione. Altri sono costantemente intrappolati nello stato egoico. “La maggior parte della loro attenzione è assorbita dal pensiero e così non vi vedono veramente, non vi stanno veramente ascoltando. Non sono presenti in ogni situazione perché la loro attenzione è nel passato o nel futuro”. Molti sono alienati. “Alienazione significa che non vi sentite a vostro agio in nessuna situazione, luogo, o in compagnia di nessuna altro, nemmeno di voi stessi”. Perfino la medicina ufficiale comincia a riconoscere la connessione tra gli stati negativi della mente e le malattie fisiche. “L’ego non è solo la mente inconsapevole, la voce nella testa che finge di essere voi, ma è anche le emozioni inconsapevoli che sono la reazione del corpo a quello che la voce nella resta sta dicendo”. La voce nella testa racconta una storia a cui il corpo crede e alla quale reagisce. Queste reazioni sono le emozioni. Qualsiasi emozione negativa che non è completamente compresa per quello che è nel momento in cui

sorge, non si dissolve completamente e rimane con noi, lasciando dietro di sè una scia di dolore. Il dolore che rimane dietro qualsiasi emozione negativa che non viene compresa, accettata e affrontata, e che quindi non viene lasciata andare, lascia un campo energetico. “Questo campo energetico di emozioni vecchie, ma ancora molto, molto presenti e che vivono in quasi tutti gli esseri umani, è il corpo di dolore”. Questo dolore vive nella psiche collettiva dell’umanità e viene alimentato quotidianamente ascoltando le cattive notizie al telegiornale. Ha bisogno di nutrirsi e il nutrimento che gli è congeniale sono i pensieri e le emozioni dolorose e negative. “Un pensiero felice, positivo è indigesto per il corpo di dolore che può nutrirsi solo di pensieri negativi perché solo quei pensieri sono compatibili con il suo campo energetico. Se vivete da soli o in quel momento non c’è nessuno intorno, il corpo di dolore si nutrirà dei vostri pensieri. Se vi sono intorno altre persone, il corpo di dolore tenterà di provocarli, di schiacciare i “bottoni giusti”, così da potersi nutrire e garantire un dramma. I corpi di dolore amano le relazioni intime e le famiglie perchè è lì che prendono la maggior parte del loro cibo”. Perché i film violenti hanno tanto successo di pubblico? “Vi è una tendenza nei media in generale, inclusa la televisione, a trarre profitto dalle notizie negative. Peggio vanno le cose e più i presentatori si eccittano e, spesso, a generare l’eccitazione negativa sono proprio i media. Il corpo di dolore ama tutto ciò”. Una persona con un corpo di dolore attivo ha una

particolare emanazione energetica che le altre persone percepiscono come estremamente spiacevole. La negatività che emana è sufficiente ad attrarre ostilità e a generare conflitti. Nel momento in cui vi rendete conto che i corpi di dolore cercano altro dolore, ovvero che vogliono che accada qualcosa di male, potete anche capire come molti incidenti stradali sono provocati da guidatori il cui corpo di dolore in quel momento era attivo. Quando due guidatori con un corpo di dolore attivo giungono contemporaneamente a un incrocio, la probabilità di un incidente è molto più alta che in circostanze normali. A un qualche livello, tutti i corpi di dolore, che sembrano individuali, sono in realtà connessi tra loro. Il primo passo per liberarsi dal corpo di dolore è rendersi conto di avere un corpo di dolore. Poi bisogna diventare consapevoli delle emozioni negative che attivano il corpo di dolore in modo da lasciarle andare. “E la vostra Presenza consapevole che interrompe l’identificazione con il corpo di dolore. Il corpo di dolore non si dissolve immediatamente, ma nel momento in cui recidete il collegamento tra questo e il vostro pensiero, inizia a perdere energia. Allora l’energia che era fino a quel momento nel corpo di dolore, viene trasmutata in Presenza. Il corpo di dolore ha bisogno della vostra inconsapevolezza. Non può tollerare la luce della Presenza”. Om Shanti Shanti Shanti yogateacher@tiscali.it

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.