Basilicata
1 Dicembre 2012
DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO III n. 105/1 Dicembre 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255
Giunta Regionale: il Caporedattore sazio ... a pag. 4 Cari Contro-Lettori, mentre Taranto viene scossa da un nubifragio che neanche nelle Filippine, il capoluogo lucano viene centrato da un altro tipo di bufera, che lambisce –ancora una volta- i palazzi del potere. Abbiamo letto tutti, con dovizia di nomi e cognomi di consiglieri regionali “attenzionati” dalla magistratura, gli articoli che riguardano una maxi inchiesta sui rimborsi benzina da chilometraggio. La questione, anche se si parla di un danno di un milione di euro alle tasche dei cittadini, non sembra tutto ‘sto granchè, ma è perfettamente in linea con quanto sta accadendo in tutta Italia e quindi, va più che bene così. Il tutto, come sempre, è condito dal chiacchiericcio degli habitué del tavolino da bar, che questa volta, più che interrogarsi sui “politici ladroni”, si domandano come mai una semplice informativa, non quindi un’informazione di garanzia o una richiesta di rinvio a giudizio, abbia avuto tanto clamore. Soprattutto, si chiedono gli imperterriti del caffè sotto i portici, a chi giova la diffusione di tali notizie. Dalle seggiole degli opinionisti e dei commentatori di giornali più arguti del “Gran Caffè”, salta fuori un corsivo piuttosto realistico, al di là di ogni dietrologia. Paradossalmente (ma solo in apparenza) tutta questa spazzatura che si riversa sulle teste del consiglio regionale non è certo piscio degli angeli, ma una pioggia al veleno che certo può tornare utile a chi, come i due Presidenti, non vedono l’ora di lasciarsi alle spalle i piccoli, (e a questo punto) rissosi e maleodoranti uffici regionali alla volta di quelli ben più ampi di Montecitorio o Palazzo Madama. Tanto fino adesso quelli con le divise sono andati a guardare nei conti riferibili alle attività dei semplici consiglieri: quelli delle due Presidenze, com’è noto, sono a parte. E allora vai, tutti a Roma ad auto-congratularsi appecoronati con Bersani per il risultato delle Primarie che hanno reso la Basilicata la regione più bersaniana d’Italia. Senza contare che il Pd deve a Renzi, invece, il nuovo interesse per il partito e per la politica. Walter De Stradis
Primarie: alla caccia di “Renzio Bersani”
Mister Day: quando Restaino salì sull’ascensore
a pag. 5
a pag. 7
Potenza (“Dc Libertas”): «Che la questione Rivelli non cada nel nulla»
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alle primarie del centrosinistra ancora una bella prova di protagonismo è venuta principalmente dagli elettori cattolici lucani che rivendicano una rappresentanza politica soprattutto coerente ai valori civili e ideali del mondo cattolico. Il partito dello scudo crociato non ha partecipato direttamente come partito alla consultazione per la semplice e sufficiente ragione che non si riconosce nella coalizione del centrosinistra. Ma dare la possibilità ai cittadini di poter scegliere il futuro Premier, come ci auguriamo possa avvenire anche da parte del centrodestra è un’opportunità che giudichiamo positivamente e che pertanto ha visto tanti nostri militanti crederci. (…). Per noi l’antidoto in grado di sconfiggere la cultura del Partito – Regione è la contaminazione tra cultura popolare, democratico – cristiana da una parte e quella riformatrice e progressista dall’altra, senza però ripetere gli errori del recente passato che hanno visto la seconda prevalere insieme ad interessi personalistici, di professioni e di potere sulla prima. Inoltre vanno rafforzati gli strumenti di partecipazione, democrazia cogliendo l’opportunità offerta dal nuovo statuto Regionale giunto finalmente, dopo ben tre legislature, all’arrivo. Credo che anche la questione dell’informazione istituzionale, essenziale per il rapporto Regione-società civile, non possa essere archiviata solo perché sono trascorsi alcuni giorni dal caso Rivelli – Simonetti che, al di là del forte scontro dialettico tra i due, riguarda principalmente il modo di gestire Basilicatanet e tutti i numerosi strumenti di informazione della Regione, senza censure e senza concorrenzialità con gli organi di informazione stampata e non. Ciò anche se si vuole realmente rompere l’assedio del Palazzo Regionale con le inchieste in corso.