Basilicata
16 Febbraio 2013
DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO IV n. 7/16 febbraio 2013 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255
Margiotta: “MPS non è uno scandalo targato Pd”
Satana a Matera? I retroscena culturali
il caso dei cosiddetti “fidanzatini” di Policoro, noi di “Controsenso” lo seguiamo da anni. Abbiamo respirato attorno a noi l’odore sulfureo del demone del silenzio di convenienza; abbiamo toccato con mano lo spessore molliccio e gelatinoso dell’ipocrisia; ci siamo feriti le dita col bordo tagliente delle carte giudiziarie che sono state sparate al nostro indirizzo, in maniera del tutto incomprensibile. Ora, c’è questo “avvocato-vip”, dal curriculum impressionante (caso Moro, delitto Pasolini, Mostro di Firenze), e con la faccia simpatica e rassicurante che va in tv e racconta a noi di Controsenso di avere per le mani una “gola profonda”, che ne sta dicendo delle belle (o meglio, delle brutte). Nino Marazzita, l’avvocato-vip in questione,
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che possa divenire monito e spiraglio di Verità. Faccio appello al Dovere di chi opera in tal senso per poter avere il mio Diritto e il Diritto di mio figlio e di Marirosa che è con lui. Mi faccio carico di difendere anche lei che con mio figlio ha condiviso la morte». Vogliamo credere alle parole dell’avvocato Marazzita, che dal canto suo sa di non arrivare in Basilicata come un qualche supereroe del foro (anche per rispetto all’ottimo lavoro svolto finora dal collega Auletta). Vogliamo credere che questi sprazzi di luce possano diventare presto potenti come fari nella notte.
Walter De Stradis
messaggio elettorale a pagamento
Cari Contro-Lettori,
annuncia che presto ci sarà un processo: al di là delle facili commozioni indotte da salotto televisivo in stile “Quarto Grado” (a microfoni spenti ci ha detto che hanno dato molto fastidio pure a lui), è forte la sua volontà di stringere le mani di Mamma Olimpia e farle smettere di tremare. «Mi sono affidata a Dio –ci ha detto dal canto suo la signora Orioli- e a Lui consegno faticosamente il mio dolore con l’auspicio
.
LUCA E MARIROSA: ESCLUSIVA CON L’AVVOCATO MARAZZITA
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messaggio elettorale a pagamento
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Lotta all’usura: non solo Don Cozzi
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REPORT
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I PERCHE’ DELLA CRISI Spazzatura a Potenza: Ungaro e lo Stato…“Una smettiamola di giocare storia d’amore e di coltello” commerciante inviperito: coi soldi della gente «Il IlMinistero delle Infrastrutture
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onta il nome...quando si parla di Rifiuti a Potenza, se partiamo dalla dichiarazione dell’Avv. CARRETTA, Capogruppo P.D. al Comune, che invoca “il miracolo” e chiede che ACTA si proponga, come gestore anche ultra comunale, con un piano capace di risolvere il problema oggi e non tra 9 o 90 anni. L’intervento è fondamentale perché dicendo cose assennate sul cosa ACTA deve proporre, conferma che ACTA è nell’incapacità di gestire i rifiuti comportandosi fi-
nora quasi come una “vecchia carretta sbilenca”. È ancora negli occhi di tutti l’appening (Consiglio comunale straordinario aperto sui rifiuti) durante il quale CONAI ha dichiarato che è fattibile la gestione differenziata dei rifiuti. Ma se dài l’incarico a CONAI, che deve fare il progetto e dirigere le operazioni ACTA, che dopo anni di finta raccolta differenziata non ha imparato neanche a parlarne, la sopprimi? Ma ACTA ha dichiarato la propria disponibilità a fare la raccolta differenziata e allora sin qui
UFFICIO STAMPA REGIONE: LE 10 DOMANDE AL PRESIDENTE DE FILIPPO Il suo capo ufficio stampa, Giovanni Rivelli, riveste la qualifica di dirigente oppure no? Quanto guadagna Rivelli? Le risultano massimi tariffari erogati in particolari giornate festive, senza necessità? Sa che la Carta dei doveri del giornalista degli Uffici Stampa contiene il divieto all’Ufficio stampa di effettuare marketing e pubblicità? Le risulta, come sostiene un editore locale, che Rivelli essendo in aspettativa da un giornale, amministrando pubblicità sia in conflitto d’interessi? Quali atti intendere assumere a seguito della querelle di Rivelli contro Simonetti, visti gli effetti di cattivo gusto prodotti fin qui? Cosa ci dice sul ruolo pubblico di Basilicatanet e sulle sue ormai contestate censure? Quali sono i costi reali dell’ufficio stampa? Perché le copie di Controsenso, distribuite sabato spariscono dall’atrio del Palazzo regionale già da lunedì?
ci hanno mentito facendoci separare il vetro dalla carta? Ma se AATO rifiuti ha dichiarato che la raccolta differenziata deve essere fatta in maniera seria, se il Sindaco Santarsiero ha dichiarato che l’attivazione del progetto di CONAI comporterebbe un incremento dei costi in pratica, solo del 10%; e se oggi è stato finanziato un piano specifico di infrastrutturazione per la differenziata di Potenza più 10 comuni il cui Coordinamento hanno affidato al commissario AATO, che se no poi lo debbono sopprimere per davvero; e se intervistato al TGR il Presidente ACTA ha spiegato che l’incontro previsto tra i Sindaci e i responsabili delle discariche dovrebbe risolvere il problema dei mancati pagamenti che blocca il conferimento dei rifiuti di PZ e la loro raccolta: alla buona, signori, i Comuni devono un sacco di soldi ai gestori delle discariche e quello di Potenza deve più di tutti. Si può dire allora solo: “roba da matti”. Buttiamo un sacco di soldi all’anno per i rifiuti, paghiamo un sacco di persone che se ne occupano ai vari livelli e siamo sempre coperti di mondezza perché da un decennio, almeno, nessuno ha voluto o saputo fare il necessario che è: l’avvio della raccolta differenziata in maniera progressiva, generalizzata e, porta a porta. Paghiamo l’inceneritore Fenice o le discariche per bruciare o sotterrare carta, cartone, plastiche, vetro, etc.etc.etc. tutti materiali che avrebbero un residuo valore commerciale. L’umido, trattato, produce gas e quindi invece di essere un costo darebbe un ricavo. Allora, oggi, tra indagini, arresti, blocco dei conferimenti in discarica, blocco di Fenice per questi rifiuti inzuppati e partenza del finanziamento infrastrutturale, oserei dire che il sistema è alla paralisi e noi nella pupù per cui serve azzerare tutto e ricominciare da zero. Ormai è evidente che non è mestiere degli attuali gestori e, dunque, facciamo un avviso per selezionare uno normale che sappia che la mondezza è ricchezza da gestire, assicurandoci che non possano partecipare gli attuali. Smettiamola, dunque, di giocare con i soldi della gente facciamo un contratto con un minimo retributivo e vincoliamo il pagamento ai risultati. Ma al solito… siamo finiti nell’utopia come se fosse, mai, possibile immaginare di pagare uno solo se raggiunge i risultati …anche per fare la rivoluzione della mondezza.
e trasporti mi deve 65.000 € di affitto per i locali della Motorizzazione Civile»
di Rosa Santarsiero
I
lario Ungaro, noto commerciante di Potenza, più volte intervistato da questo giornale in merito alle problematiche legate alla vivibilità cittadina, questa volta ci ha contattati per raccontarci un fatto che lo riguarda. Dal 1989, l’imprenditore ha concesso in locazione uno stabile di sua proprietà al Ministero delle Infrastrutture e trasporti. Si tratta dei locali che ospitano sede della Motorizzazione civile, in via del Gallitello. Annualmente, il Ministero spende 130.000 euro di affitto per gli uffici in oggetto: 65.000 euro ogni sei mesi maturati. Il contratto, infatti, prevede due rate semestrali, con scadenza al 31 dicembre e 30 giugno. Ebbene, è dal 1 luglio 2012 che il signor Ungaro attende che gli venga pagata l’ultima tranche dell’affitto, quella inerente al periodo lugliodicembre 2012. E ricordiamo che al proprietario spetta anche il pagamento anticipato di 3.500 euro di tasse sul contratto di locazione. Insomma -a detta
dell’intervistato- oltre al danno si aggiunge la beffa. «Non è una situazione nuova. Già tempo fa ho atteso tre o quattro anni per essere pagato. Io mi chiedo, tuttavia, che fine hanno fatto i propositi della nuova legge a favore delle piccole medie imprese? Secondo la stessa i finanziamenti a favore delle attività in difficoltà devono essere elargiti entro e non oltre i trenta giorni lavorativi. Solo chiacchiere. Sono riuscito ad informarmi: da Roma non giungono buone notizie. Mi hanno detto che con molta probabilità verrò pagato a giugno. Fino ad ora lo Stato ha liquidato le somme in ordine alfabetico. Che dire, fortuna per i cognomi che iniziano per A, B o C. Ma com’è possibile che quando un cittadino deve avere è costretto ad aspettare tempi irragionevoli, mentre quando è lo Stato a ricevere tutto è consentito? Se io non pagassi le tasse, il caro Stato interverrebbe nel giro di poco tempo tramite Equitalia. Sequestrerebbe qualsiasi bene a me intestato. Questo è un brutto momento per i negozianti. Il commercio è uno dei settori più toccati
dalla crisi economica. Certo non posso permettermi di aspettare un anno per avere ciò che legittimamente mi spetta. A causa di questo “scherzetto” non ho potuto pagare i miei dipendenti per un mese, sono stato costretto a mandare indietro una fornitura. Non mi era mai capitato in tanti anni di professione. Io sono una persona molto precisa, sono stato sempre attento ai pagamenti, perché rispetto chi lavora e il mio mestiere. E cosa mi ritrovo? Delle ditte inviperite, nonostante io sia stato sempre un cliente onesto ed affidabile. Sono un imprenditore che continua a tenere duro, una persona che ha investito molto denaro, che dà lavoro a 15 dipendenti. E poi fanno le leggi a favore dell’imprenditoria? Ma come è possibile alimentare l’economia in questo modo? A questo punto, vorrei che sia lo Stato a dirmi cosa fare, o a darmi semplicemente una risposta».
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«Monte dei Paschi non è uno scandalo del Pd» Parla il candidato al senato del Pd Salvatore Margiotta. Nel suo programma, ambiente e infrastrutture di Carla De Laurentiis
L’
onorevole Salvatore Margiotta in un comunicato di qualche tempo fa aveva reso noto, al termine della legislatura, ed alla vigilia della competizione delle primarie, metodo scelto dal Pd per la formazione delle liste, il lavoro svolto nei cinque anni alla Camera. “Sono stati anni difficili, per il paese e per il partito – dichiara Margiotta. Anni nei quali ho svolto il ruolo che mi avete affidato con passione ed impegno, in tante battaglie parlamentari, molte perse, quando eravamo in minoranza e venivamo schiacciati dal peso dei numeri sfavorevoli, molte altre vinte, attraverso emendamenti approvati che hanno cambiato in meglio le leggi, attraverso il ruolo di relatore su provvedimenti, che spesso mi è stato attribuito, o attraverso altre attività (mozioni, risoluzioni, interpellanze, interrogazioni)”. Maglione blu e camicia, lo abbiamo incontrato per cercare di entrare nella testa di un altro esponente del Pd Locale,
dopo l’intervista della scorsa settimana con Filippo Bubbico. Onoreovole Margiotta, Lei ha già svolto due mandati alla Camera (2006-2008 2008 ad oggi) e questa volta ha scelto il Senato. Come mai? Per il risultato delle primarie mi è toccato andare al Senato anziché alla Camera. Ho vinto le primarie in una posizione che mi ha portato ad essere candidato al Senato. Sono molto contento di essere candidato al Senato perché nella prossima legislatura sarà soprattutto il Senato ad essere determinante; è un ramo del Parlamento cruciale rispetto al destino del governo e spero di poter avere incarichi di rilievo. Perché una donna non-lucana occupa il posto di capolista al Senato? Il Pd in tutte le regioni ha deciso di non lasciare la scelta dei capilista alla Camera e al Senato alle regioni. Tenendo conto che al secondo e al terzo posto sono candidati due uomini, io e Bubbico, per rispettare le quote del famoso 33% doveva andarvi un capolista donna che ha sommato
in sé sia la caratteristica di essere di fuori, che di essere donna. Nel suo programma ci sono delle parole d’ordine? Il mio programma l’ho ben chiaro in mente. In questi sette anni di Camera dei Deputati ho lavorato molto in Commissione ambiente sostanzialmente su ambiente e su lavori pubblici in un quadro più generale che riguardava Mezzogiorno e Basilicata. Le mie quattro parole d’ordine saranno ancora una volta: “Mezzogiorno”, “Basilicata”, “Ambiente” e “Infrastrutture”. Su tutte queste questioni io mi spenderò molto; sull’ambiente per tutte le ricadute che esso determina nella Basilicata a partire dai problemi della Fenice e del petrolio. Sulle infrastrutture, perché la Basilicata ancora oggi vive un grande deficit infrastrutturale e con un governo amico si potranno affrontare queste questioni. Io penso di avere maturato la competenza per essere incisivo in Parlamento proprio su questi macrotemi. E non pensa che il lavoro sia un grande problema della
Basilicata? Certo, è un grande problema, ma naturalmente è dentro le questioni di cui io parlavo prima perché quando si parla di ambiente si parla anche dell’economia verde che dobbiamo assolutamente rilanciare e che in Basilicata sta avendo, ma può avere ancora di più grandissimo sviluppo. Allo stesso modo per le infrastrutture; se riprendono i grandi investimenti infrastrutturali, le imprese lucane riprendono a lavorare. Se lei dovesse lanciare un appello ai giovani lucani che stanno perdendo la fiducia e che rinunciano ad un titolo di studio finito perché non garantisce un posto di lavoro, cosa direbbe loro? Di andare via o di restare? E’ la domanda fondamentale di queste o r e e di questi
giorni. I giovani sono sfiduciati, i giovani lucani lo sono anche un po’ di più perché quando l’economia non funziona sono i territori più deboli a risentirne. Io ai giovani lucani direi di avere fiducia comprendendo il loro stato d’animo sono certo che le cose non potranno che migliorare perché riusciremo a costruire un governo nazionale in sintonia con quello nazionale; cosa mai successa.
Si raggiungeranno grandi risultati questa volta che precedentemente ci sono sfuggiti grazie alla sinergia forte tra Regione governo Centrale che non è ostile. Certo, ci
vorranno i tempi giusti, ma il processo che si avvia con il governo Bersani vedrà sicuramente dei risultati. I giovani fanno bene a continuare a studiare e a non arrendersi, ma la politica deve sapere che deve impegnarsi di più; quando Bersani dice “ripartiamo dal lavoro” si rivolge soprattutto ai giovani. Le proposte che il governo lancia vanno in direzione dei
giovani e a questo punto è giusto che l’attenzione per i giovani diventi un obiettivo primario nel mio programma. Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena potrà influire sulla decisione degli italiani secondo lei? Spero di no. Anche se i sondaggi se sono credibili hanno mostrato una piccola flessione nella fiducia degli italiani, ma adesso pare assolutamente recuperata. Lo scandalo del Monte dei Paschi non è uno scandalo del Pd; è vero che è una banca che ha avuto sempre legami fortissimi con il territorio, con gli enti locali ed è vero che Siena è stata sempre governata da espressioni del Partito D e m o crat i co,
quindi non c’è dubbio che ci siano rapporto tra quell’istituto bancario e l’amministrazione senese, ma dire che il Pd è coinvolto direttamente in quella vicenda non è vero. Il Pd è estraneo a queste vicende e dunque non sarebbe giusto che alcuni italiani negassero la fiducia al Pd a partire da quello scandalo peraltro in questi giorni mi par di aver letto che sarà indagato Verdini, esponente Pdl.
Cannizzaro (PU): « Rendere detraibili le spese per l’educazione e l’istruzione dei figli» «P
er esperienza personale posso affermare con convinzione che il primo luogo dove si sviluppa la personalità dell’individuo è la famiglia – lo dice Michele Cannizzaro, candidato al senato con i POPOLARI UNITI-. Nessuno
di noi potrebbe sostenere il contrario, eppure sembra che la politica abbia smesso di garantire questo luogo privilegiato della società. Ma se si trascura la famiglia, si rischia di trascurare la stessa crescita dello stato. E’ ovvio che la congiuntura
economica e storica in cui viviamo non permette di azzardare ipotesi fantasiose o risolutive, ma ci sono tanti interventi da mettere in campo e tanti esempi virtuosi a cui guardare. Penso per esempio a un fisco favorevole alla famiglia: a parità di
reddito paghino meno tasse le famiglie più numerose (quoziente familiare), ai Bonus bebè, a un piano di sviluppo degli asili nido, ai buoni (o crediti di imposta) per scuola, università per favorire libertà di scelta educativa delle famiglie.
Penso che bisognerebbe rendere totalmente detraibili dall’imponibile fiscale le spese per l’educazione e l’istruzione dei figli, e penso che si dovrebbe corrispondere un contributo ai familiari che scelgono di curare nel proprio domicilio anziani o
disabili. Penso, infine, che bisognerebbe facilitare le esenzioni per tutte le famiglie numerose o con anziani a carico rispetto a servizi pubblici, asili nido, trasporti, scuola, bollo auto e servizi sanitari»
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Potenza, Via Nazario Sauro nel puro caos Con l’avvio del nuovo Servizio di Trasporto Urbano, la parte terminale della strada è stata interessata da novità non tutte positive
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elle problematiche di Via Nazario Sauro ci siamo occupati diverse volte, pervengono nuove segnalazioni dopo che il 28 gennaio scorso, con la partenza del nuovo Servizio di Trasporto Urbano, la parte terminale di Via Nazario Sauro è stata interessata in maniera significativa dalla novità in quanto dentro il Mobility Center è stato realizzato un capolinea per i bus urbani. Da quel giorno il traffico in questo tratto di strada è stato rivoluzionato, ben quatto bus urbani, quelli delle nuove linee 1, 2, 3 e 7 partendo dal parcheggio del Mobility Cen-
ter percorrono via Nazario Sauro in salita per immettersi su via Viviani per proseguire lungo le nuove direttrici adottate dal 28 gennaio. In molti si lamentano per il caos che spesso si crea in quanto essendo stati eliminati molti parcheggi, oltre a quelli dentro il Mobilty Center soppressi per far pasto ai bus, sono stati cancellate altre aree di sosta libera lungo il lato destro di via Nazario Sauro, proprio sotto il muro di cinta del fabbricato Telecom, e sul lato a confine con gli uffici comunali, i posti macchina persi costringono molti automobilisti ad “arran-
giarsi” dove meglio credono creando spesso situazioni di pericolo o intasamenti, è curioso vedere che sulla strada di collegamento fra Viale Marconi e Via Nazario Sauro, proprio di fronte all’ingresso del parcheggio coperto, sono parcheggiate in divieto di sosta numerose auto che ostacolano il transito dei pedoni in quanto anche questa su strada, seppur realizzata da poco, non è stato creato un marciapiedi. Contemporaneamente si è intensificato il transito pedonale, infatti i bus in partenza dal capolinea del Mobility Center non passano più dal rione Francioso per cui la gente deve raggiungere a piedi il capolinea, percorso inverso per chi deve recarsi al Francioso. Con l’apertura della Scala Mobile Basento e del sottopasso fra il piazzale della Stazione Centrale e viale del Basento si immettono su via Nazario Sauro un gran numero di persone, per lo più pendolari “sbarcati“ dai treni delle FF SS e delle FAL, che dopo essere approdati in via Nazario Sauro si spostano verso i luoghi di lavoro o di studio. A transitare in via Nazario Sauro ci sono anche numerosi potentini che si recano presso gli uffici ospitati nel Mobility Center. Quando si attiverà il terminal dei bus interurbani in Viale del Basento il numero di
persone che si convoglieranno su Via Nazario Sauro sarà ancora più elevato. Da tempo che segnaliamo che la parte terminale di Via Nazario Sauro, dall’incrocio con via Viviani fino al ponte che sbuca su Viale Marconi, è un tratto di strada molto pericoloso per i pedoni, la mancanza di marciapiedi dal cancello della Telecom fino al Palazzo di Giustizia mette a repentaglio l’incolumità dei pedoni, le cose si sono ulteriormente aggravate ora che la strada è interessata dal passaggio dei bus urbani, quando si incrociano due bus o mezzi pesanti gli spazi per il passaggio dei pedoni si riducono ulteriormente e se teniamo conto che alcuni automobilisti percorrono a velocità sconsiderata questa strada il mix si fa micidiale. Considerato che il tratto finale di Via Nazario Sauro è diventato un nodo strategico della viabilità e della mobilità cittadina non è più tollerabile che un numero rilevante di persone, non solo potentini, debba rischiare la vita per transitare senza la benché minima condizione di sicurezza, si provveda immediatamente a costruire il tratto di marciapiedi mancante, si tratta di circa 100 metri e non occorrono cifre esorbitanti. Anche in questo caso c’è da fare l’amara considerazione
sul modo in cui questa città si sviluppa, le scelte urbanistiche si fanno senza tener conto della vivibilità della città e delle più elementari esigenze dei cittadini, Via Nazario Sauro si trova all’interno del cosiddetto Centro Direzionale pianificato con la variante del Piano Regolatore cittadino adottato nel lontano 1989, si è consentito di costruire numerosi fabbricati ad uso direzionale, in quest’area piuttosto angusta sono stati ubicati fabbricati che ospitano importanti uffici ed Enti che attirano ogni giorno migliaia di persone, si pensi all’Univer-
sità, al Palazzo di Giustizia, all’ANAS, alla Telecom oltre ad un numero significativo di uffici ed attività commerciali privati. Di pari passo non si è provveduto ad infrastrutturale adeguatamente l’area. E’ stato realizzato un grande parcheggio gestito da privati, è stata creata una bretella di collegamento fra Via Nazario Sauro e viale Marconi, è stata costruita una moderna scala mobile che collega il piazzale della Stazione Centrale ma è evidente a tutti che non basta.
Brutti, verdi e abusivi. I gettacarte accolgono i turisti nei Sassi A
rredo urbano nei Sassi di qualità pessima. E’ il deprimente bigliettino da visita con il quale Matera si presenta ai turisti che visitano i Sassi. Da tempo sono spariti gli ormai storici gettacarte in ghisa di colore grigio scuro. Erano in buone condizioni ma sono stati sostituiti da bido-
ni verdi in plastica che sono un pugno nell’occhio e non hanno nulla da spartire con la tradizione locale della pietra e del tufo. E la questione non è di poco conto per un sito Unesco, per di più candidato a Capitale europea della cultura 2019. Non si sa chi abbia preso la decisione, quasi due
anni fa, di far sostituire a tappeto i gettacarte con altri dal design dozzinale e del tutto inadeguati al contesto urbano per forma, colore e materiale. Una decisione scellerata a cui ancora non si è ancora posto rimedio. Ma il paradosso sta nel fatto che l’estetica inadeguata dei gettacarte in plastica cozza con la tradizione progettuale della Città dei Sassi. Se si considera che grazie allo studio dell’arredo urbano (che comprendeva anche corpi illuminati, gettacarte e impianti tecnologici) nel 1994 Matera ha ottenuto il Premio dell’Unione Europea per la migliore programmazione urbana territoriale e per la migliore progettazione urbana. Un premio importante di cui oggi nessuno tiene conto prima di prendere decisioni che possono sembrare banali, come la sostituzione dei gettacarte, ma che banali non sono in quanto sconfessano l’esemplarità dell’intervento, motivo per cui il premio era stato assegnato. Quel premio per la migliore progettazione urbana assegnato a Matera e ai Sassi ha un’importanza enorme se si considera che le prassi di restauro o di arredo urbano applicate negli antichi rioni rappresentavano, e rappresentano, il riferimento per il lavoro altrui: in pratica l’esempio per interventi analoghi in contesti simili. Ma quei criteri di identità storico-
culturale intesi come buone prassi di progettazione, pianificazione e gestione urbana oggi sono del tutto ignorati. Ignorati nonostante nel 1994 avessero suscitato interesse sia tra gli urbanisti, sia tra le altre amministrazioni europee che guardavano a Matera come esempio da imitare per il livello di professionalità in termini di design, sviluppo ed applicazione di concetti e tecniche innovative di pianificazione. Tanto da convincere la Commissione Europea ad assegnare il prestigioso riconoscimento a Matera. Ma intorno alla sostituzione dei gettacarte c’è di più. Un vero e proprio “caso da manuale”. Ma da non imitare. I bidoni verdi non hanno mai ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata. Anzi, per meglio dire, il Comune o l’azienda che gestiva il servizio di raccolta di rifiuti in città (la Aimeri Ambiente che li aveva sostituiti) non hanno ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata. Anzi, per meglio dire, non hanno mai protocollato alla Soprintendenza alcun documento in merito. Eppure, dal primo gennaio 2010 il parere della Soprintendenza è vincolante su questa materia che riguarda non solo i gettacarte ma, in
generale, qualsiasi elemento di arredo urbano che viene installato in zone sottoposte a vincolo. In assenza della determina autorizzativa emessa dalla Regione Basilicata, a cui la Soprintendenza fa capo, i gettacarte in plastica non potevano essere istallati nei Sassi ma anche e in altre zone cittadine di pregio storico o artistico come piazza Vittorio Veneto. Dunque sono abusivi e per di più in pessime condizioni visto che in molte zone si sono rotti e non sono mai
stati sostituiti. Con il risultato che in assenza di un qualsiasi contenitore, anche esteticamente poco valido, i rifiuti dei turisti (e dei cittadini) finiscono puntualmente a terra. Dunque alla “minaccia estetica” per i Sassi si aggiunge ora anche il fattore degrado. Giovanni Martemucci
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NON SOLO DON COZZI
Usura in Basilicata, parla Don Basilio Gavazzeni E’ il presidente della Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Vincenzo Cavalla”: «Vi è una normalità della pratica usuraria, è una superficie tranquilla» di Milena Manicone
U
sura. Il rischio è sempre dietro l’angolo - Crisi economica, impoverimento, disoccupazione e sovraindebitamento sono solo alcune delle parole chiave tra cui s’insinua il fenomeno silente e pernicioso dell’usura. Un rischio usura in aumento per la Basilicata, come annunciato lo scorso gennaio dal procuratore della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza Massimo Lucianetti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Secondo i dati
“gigante della solidarietà”,in quest’arco di tempo,infatti, ha ascoltato 2.209 casi, ne ha aiutati 569, stanziando un totale di
indicano la presenza costante del pericolo. Tra questi fattori vi sono l’impoverimento, l’alta percentuale dei giocatori d’azzardo, negozi che chiudono, difficoltà sempre più grave di accedere al credito legale. Oltre alle difficoltà dei lucani a pagare le commesse di lavoro, a far c i rc o lare l i -
«Si potrebbe ipotizzare che per alcuni anni la finanziaria abbia costituito lo sfogo dell’usura troppo placcata … con i suoi tassi si pone appena sotto ai tassi d’usura pubblicati dalla Banca d’Italia» forniti da Confesercenti e Sos Imprese, in occasione del No Usura Day 2012, in Lucania la pratica usuraria riguarda circa 3.000 commercianti, il 18,7 sul totale degli attivi. Un dato che diventa ancora più preoccupante se messo in relazione con le cifre diffuse da Confesercenti lunedì scorso, secondo cui in Basilicata nel 2012 hanno chiuso 975 negozi, dei quali 679 al dettaglio, con una media di 2,6 al giorno. Se per le attività commerciali si riescono ad avere delle stime, molto poco si sa sull’attività degli strozzini su singole persone e famiglie. Di questo tipo di usura personale e famigliare si occupano le Fondazioni Antiusura, che come previsto dall’art.15 della legge n. 108 del 1996 , ricevono dei finanziamenti dal “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura”, istituito presso il Ministero del Tesoro, per aiutare chi rischia di finire nel giro del prestito a strozzo. A Matera, in piazza S. Agnese è presente la Fondazione Lucana Antiusura Mons. Cavalla, la più importante della regione, che quotidianamente ascolta e valuta i casi di persone sovraindebitate, che chiedono un prestito per andare avanti e non finire nelle mani dei cravattari. La Fondazione, presieduta da Don Basilio Gavazzeni, opera da 18 anni sul territorio e rappresenta un vero
6.649.525 euro . In associazione c’è sempre un gran via vai di gente in difficoltà, proveniente prevalentemente da Matera e provincia, soltanto nell’ultimo anno sono stati effettuati 240 ascolti e accordati i prestiti per 30 persone, con una spesa complessiva di 376.800 euro. I criteri previsti dalla legge, in base ai quali si decide di dare l’aiuto a determinati soggetti sono: difficoltà di accesso al credito legale, serietà delle ragioni dell’indebitamento, capacità di rimborso e possibilità di sottrarre il richiedente al credito illegale. Criteri che negli ultimi anni sono diventati ancora più rigorosi e severi, a causa dell’ inaffidabilità di un terzo delle persone che si presentano per ottenere un aiuto, come dimostra la lunga lista degli insolventi, vale a dire di coloro che ancora devono restituire il proprio prestito, anche a distanza di molti anni. Inaffidabilità che ha recato alla Fondazione circa un milione di euro di danno. L’INTERVISTA Ormai sono 18 anni si occupa di usura attraverso la Fondazione Lucana Antiusura Mons. Cavalla, qual è la sua impressione su questo fenomeno in Basilicata ? Nessuno può dire qualcosa sul fenomeno usura, tranne sottolineare che ci sono dei fattori circostanti che certamente
quidità e a rimborsare le stesse banche, disoccupazione e le difficoltà nel settore agricolo. Attualmente stiamo seguendo gli alluvionati del Metapontino, grazie ad un fondo messo a disposizione della Regione di 300.000 euro per circa 61 casi, che comprendono imprenditori agricoli e braccianti agricoli, a cui verranno assegnati i soldi in base alla localizzazione dei danni e il rischio usura. Attualmente ci sono pochissime persone che dichiarano di avere contatti con l’usura, ma è evidente che chiunque abbia bisogno di denaro e non possa attingerlo in banca, deve richiederlo a dei privati, ottenendo in un modo o nell’altro sempre una richiesta usuraria, perché nessuno presta senza interesse. In realtà, in base alla legge ,nessuno potrebbe prestarlo, il denaro può essere prestato solo dalle banche e dalle finanziarie riconosciute. Quando uno presta attende e pretende sempre un ritorno d’interesse in svariate forme, come denaro, proprietà, gioielli, prestazioni sessuali. Oltre alla criminalità organizzata, esiste anche una “faccia pulita” dell’usura, costituita da insospettabili professionisti e investitori professionisti Il privato che presta soldi a usura è sempre un privato che dispone di una certa liquidità,
allo stato libero, quindi preferisce mettere in circolazione il denaro così, piuttosto che deporlo in banca, e per qualcuno l’ usura è una normale attività economica, anzi si stupiscono quando gli viene fatto notare che è un’attività illegale, perché pensano di dare una mano. Solo per citare un esempio, una signora indigente che ha chiesto in prestito 600 euro, ne ha dovuti restituire 1.400 nel giro di pochissimo tempo. Noi come associazione abbiamo rilevato che vi è una normalità della pratica usuraria, è una superficie tranquilla. Come mai vi è stata una drastica diminuzione delle denunce, tanto da poter considerare il reato di usura, quasi un reato impunito? Nessuno ha voglia di andare a fare dei nomi, dovendo poi pagare un avvocato e sottoporsi a un iter giudiziario lunghissimo, nessuno ha voglia di percorrere questa strada. Fino a quando non esplode qualcosa di estremamente grave si preferisce evitare, se non trovi delle persone di carattere e di grande forza non si arriverà mai alla denuncia, ma è difficile perché chi ha questi problemi spesso sono persone fragili fisicamente oltre che economicamente, cosa puoi pretendere da loro. Chi è in difficoltà in che modo può essere aiutato? Chi è in difficoltà dovrebbe innanzitutto poter contare sulla cordata famigliare,ma in Basilicata la cordata famigliare non funziona più, la famosa tesi del “familismo amorale” del sociologo Banfield non vale più, almeno quando ci sono dei problemi economici, perché le risorse della famiglia sono divise tra i vari individualismi, ogni componente del nucleo famigliare è già indebitato, per i propri bisogni , perciò quando si presenta un bisogno di credito per un motivo grave, la famiglia non è in grado di sostenerlo. Quindi la famiglia non c’è. Si può ricorrere alla banca, ma i più non possono ricorrere alle banche, in quanto per ottenere un prestito da un istituto di credito è necessario uno stipendio e un patrimonio capiente, ci vogliono delle garanzie. Una volta escluse queste due possibilità, chi si trova in uno stato di bisogno finisce dalle finanziarie, che hanno alle spalle delle persone e gruppi di persone con dei capitali, a cui si appoggiano anche
le banche. Si potrebbe anche ipotizzare che per alcuni anni la finanziaria abbia costituito lo sfogo dell’usura troppo placcata. Di fatto la finanziaria agisce nella perfetta legalità, siccome esiste un tasso d’usura che viene pubblicato annualmente dalla Banca d’Italia, la finanziaria con i suoi tassi si pone appena sotto ai tassi d’usura. Nell’ultimo decennio le finanziarie hanno fatto delle ottime raccolte di soldi, adesso iniziano a per-
dere, perché i casi di morosità e l’ insolvenza le hanno raggiunte. Poi esiste il complesso delle fondazioni antiusura che sono numerose e presenti su tutto il territorio, finanziate dalla società civile, dalla Chiesa in primis, che possono contare su massicce risorse di provenienza statale, per aiutare chi rischia di diventare vittima d’usura.
I candidati “oltre il giardino” Politici e sindacalisti si presentano come il “ Chance” del film di Ashby di Armando Lostaglio Siamo sempre più spesso attorniati da facce che esprimono disappunto, espongono opinioni talvolta solo per il gusto di parlare. Qualcuno ha il ghigno del sempre soddisfatto, comunque vadano le cose. Altri invece ostentano saperi su ogni cosa, che sia cucina o automobili, persino economia e politica. Quando in tv compare il viso dal ghigno sereno sotto i baffi del segretario nazionale di un certo sindacato, l’effigie ci riconduce (come per reincarnazione) ad un film di oltre trent’anni fa di Hal Ashby, apprezzato a Cannes e premiato con l’Oscar, dal titolo “Oltre il giardino” (Being There in originale). Ad interpretarlo è lo straordinario Peter Sellers in una delle sue ultime apparizioni. Nel film è Chance, un giardiniere analfabeta che non è mai uscito dalla casa nella quale ha lavorato per tutta la vita. Alla morte del padrone, si ritroverà senza lavoro, con una valigia di vecchi abiti di lusso e un disarmante candore. L’unico collegamento col mondo esterno è stata nel corso di tutti quegli anni la televisione, mentre del giardino conosce ogni segreto. Ci perdonerà il citato segretario sindacale (che è pure in buona compagnia) ma il suo apparente candore, come in Change, rimanda a chi si esprime per concetti ovvi e predeterminati, conoscendo solo quelli, e facendoli passare per metafore, come nel film di Ashby. Solo che Change è ignaro della sua semplicità, conosce bene il suo mestiere e agli occhi della sua nuova padrona sembra che utilizzi le metafore del giardino per parlare di concetti elevati. Si nutre di televisione (qui l’attualità del film) mentre le persone intorno lo fanno passare per un genio. Così accade per i nostri contemporanei, sindacalisti o politicanti o intellettuali presunti. Quanti ne abbiamo mandati al parlamento a rappresentarci, oppure ad essere classe dirigente, ritenendoli geni come Change. Sarà pur vero, secondo lo scrittore Robert Musil, che “ogni intelligenza ha la sua stupidità”, mentre per Sciascia “è ormai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente, e viceversa”. Oppure siamo noi, ignari della nostra semplicità, o stupidità, quegli “utili idioti” (non già nel senso leninista) che fanno arricchire di gloria e di potere personaggi che nemmeno nel giardino sarebbero in grado di coltivare un fiore?
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16 Febbraio 2013
REPORT
ontrosenso Basilicata
Dal “provincial-socialismo” ai membri “imperterriti” della casta di Lucio Tufano
Un po’ di storia
H
anno fumato gli alambicchi delle sofisticherie nel giro vizioso delle esercitazioni dialettiche, hanno funzionato i laboratori di Frankestein per la fabbrica dei segretari provinciali e regionali, di funzionari e di assessori che agissero ad nutum, cioè a comando, hanno avuto la pretesa di esser rinnovatori, riformatori di tutto, l’arroganza di portare avanti gli slogan del cambiamento, senza alcun risultato, ma con il frastuono di congressi fraudolenti, dall’esito spento e deludente. Fin dagli anni cinquanta, anche se galvanizzati dalla visione leninista, il partito si caratterizzò con qualche fenomeno di piccolo bonapartismo, di nepotismo. Allora si trattava di un partito vecchio, pieno di complessi, di massime idrofobe pronunciate da lividi megafoni, di buone intenzioni e di rivoluzionarismo. La DC era invece giovane e senza legami dinastici. Dopo gli avvocati, cui stava a cuore il potere in genere e il modo di porgere, vennero i medici cui stava a cuore il primariato, la clinica, il monopolio elettorale di zona, il dominio delle corsie, dei posti letto. E poi? Poi vennero i tecnici, e gli urbanisti…a tutti stava a cuore il mandato parlamentare e, con le Regioni, quello di assessore regionale; uomini sui quali si poteva giurare! Drammatica storia quella del PSI, con le perdite subite, la decimazione delle generazioni, il logoramento delle attese, le disfatte e le amarezze, le lunghe elucubrazioni onaniste, i settarismi e le fazioni, l’ipocrita primato dei globuli rossi su quelli bianchi, le analisi assurde e le strategie lunghe e macchinose…Li tenevano già in caldo nelle culle del ridicolo delfinato di lilliput…quando vennero anche i bambocci e i fantocci, a costituire la grande promessa del riscatto socialista del partito e della Basilicata. Forse occorreva che il concetto stesso di militanza non fosse diluito e inflazionato dai concetti di reclutamento, tesseramento ed elettoralismo. I quadri militanti hanno dovuto cedere alla ressa dell’opportunismo transfuga e invadente, alla marea dilagante che ha trovato nella breccia aperta dalla volontà espansionista dei gruppi e delle fazioni la possibilità di accedere. Il deputato socialista temeva che in Basilicata trionfassero la pax democristiana e l’affermarsi di questo partito “come unico soggetto politico; il solo da cui attendersi il cambiamento”. Aveva certamente ragione. Ma che senso aveva sostituire i democristiani con i socialisti, se poi si sarebbero perseguiti gli stessi metodi e criteri; si tenevano comportamenti per
nulla diversi o forse anche peggiori di quelli tenuti, perseguiti e operati dalla D.C. Ma il deputato era anche contro la concezione del “Partito come strumento di parte o area d’impegno residuale o trampolino di lancio personale”. Contro questa idea di partito egli contrapponeva nientemeno che la “presenza di dirigenti formatisi nella cultura del ’68 per la quale il partito era motore della politica e garante della pubblica moralità”. Certamente un’assunzione di buone intenzioni, una sorta di relazione cruscioviana contro il “microstalinismo” assessorista e centrista ma tardivo se si pensa alle attese deluse, alle energie inutilmente profuse, alle intelligenze sprecate per un partito che non riusciva a presentare un concreto programma, un inventario di posizioni acquisite, e a provocare, in Basilicata, una sia pur minimaretrocessione della DC; un partito che non riusciva a tenere, nei suoi cassetti, una dignitosa e aggiornata mappa del potere che era chiamato a gestire e che avrebbe dovuto essere già redatta, dopo i lunghi anni di centrosinistra e di partecipazione di governo. E poi? Poi vi fu il terremoto di mani pulite… Allora si recitò il requiem per i socialisti! Requiem per tutti: per Spartaco, per i Gracchi, per Bruto, per Masaniello, per Ludd…che furono i modelli semplici dell’adesione. Si recitò il requiem per Balabanoff, per Bissolati, per Lenin, per Kausky…i modelli più complessi; per Morandi, serio ed emblematico esponente dell’antifascismo, per De Martino, professore di storia del diritto romano, celebratore nei suoi testi universitari della riforma graccana, per Nenni, leader indiscusso dei socialismi europei e mondiali, insigne editorialista dell’ “Avanti!”, per Lombardi, austero e combattivo teorico del primo centrosinistra, della nazionalizzazione, dell’industria elettrica, e del nuovo riformismo, requiem per tutti gli altri, per Lussu, per Lizzadri, per Fernando Santi, per Brodolini, per Basso… Tutte le etiche ideologiche e tradizionali della politica sembrarono irrimediabilmente sconvolte. L’unica a conservare una tradizione dottrinaria imperturbabile e accertata e che fruiva di costanti concezioni, vigilanza, e di nuova linfa da parte di altri movimenti collaterali, e da parte degli organi ecclesiastici, sembrava sempre la “Democrazia Cristiana”, nelle nuove vesti di Partito Popolare, malgrado gli inveterati difetti di alcuni suoi esponenti, l’artifizio e i pateracchi eclatanti che pur si verificarono nel suo ambito. Per tutto quello che nei partiti ormai rappresentano gli scaffali svuotati delle dottrine, le pareti prive di quadri e
gli individui che vi entrano, che pur esercitano la politica croniche dell’essere assessori, riusciti”, quelli che cambiano onorevoli. Il poltrone o sedie, senza mai vi passeggiano e magari ne ispirandosi al sornionismo, presidenti, escono per tentare altrove all’utilitarismo, con la sola rigurgito mi pare arduo; cambiare ruolo, quelli che si il migliore approccio, si stampella del “leaderismo vi furono quelli che se ne sono costituiti in “dinasty”, andarono con D’Alema e quelli che hanno contribuito dimostra come si sia animati verticale”. da una sola euforia, quella di I vizi dei partiti sono molti Veltroni, qualcuno forse con a fare della Regione un pozzo e di essi vi è ormai una Cossutta e con Bertinotti, senza fondo. poter contare. Sono passati i decenni, feconda letteratura, specie altri irremovibili andarono Nel voler superare il vecchio svariati decenni, e in partiti per quelli che, sia di destra con Boselli, con Martelli e Stato centralista, ereditato dal che facevano credere ai che di sinistra, hanno operato con Berlusconi, poi vi è stato Fascismo, i socialisti vollero miraggi sociali, alle prese del nel mezzogiorno. Partiti, fra chi scambiò Dini con Craxi. I che il potere forse sempre più potere, alla giustizia per tutti, l’altro, che non promossero, craxiani viscerali, quelli che da ravvicinato ai cittadini per al capovolgimento di tutto ciò che lasciarono a terra i loro un Claudio Signorile all’altro, giungere così ad una riforma che rappresentava la stortura e uomini, che non premiarono Claudio Martelli, fecero il della politica, ad una maggiore il marcio di questa società, non e non riconobbero, grazie alla passo più lungo della gamba, trasparenza e una democrazia è mai accaduto nulla. Vi è stata meschinità del gruppetto che dalla sinistra alla destra nel più perfetta. solo una dinamica insulsa, di volta in volta si appropriava partito, poi si trovarono Così non è stato. Ora ci sono faticosamente retorica, della decisione interna e nuovamente a sinistra. E solo i costi del debito pubblico, deludente e improduttiva, premeditava la relegazione in ancora vi furono quelli che le rovine della crisi dell’euro, quella del…“frega compagni”. una morta gora di chiunque da sinistra, sempre sinistra, quella del lavoro, le difficoltà È qui la feroce veridicità avesse rivelato numeri e la “sinistra gutturale” furono della economia e dei mercati, i della ironia popolare, la capacità. O è proprio nella leader in Basilicata del PSI pericoli per la democrazia. capacità intuitiva della natura freudiana di formazioni di De Michelis, e tentarono Da allora ad oggi quelli della intelligenza comune di saper rachitiche che si organizza il nuovamente di riemergere tra casta si comportano con la vedere d entro i misteri delle complotto ei nani? Si tratta di sinistra e destrosinistra. cosa pubblica peggio di come organizzazioni umane e nel formazioni politiche nelle qual Ma Boselli si accorse che fecero all’epoca del PSI e più profondo dei sentimenti, a mano a mano si è inveicolata sarebbe stato un grave errore de3lla DC. autentici o meno autentici, il quasi tutta la megalomania e il riconfermare D’Alema al Quello che trent’anni fa governo; preferendo Prodi e scandalizzava tutti, oggi è significato o il destino di una velleitarismo di provincia. parola, di un epiteto…sempre C’era nell’aria un certo al Garofano sostituì “La Rosa diventata regola comune; di borghesia, nel Pugno”. recitati, esclamati in maniera desiderio avanti sempre più con gli sommessa, incitatrice, esortiva di amicizie importanti di Intanto, chi ci assicura che fu sprechi, con gli incarichi accorata:…Compagni! Suonò vescovi e prelati, di notai, tangentopoli a dissolvere il pagati da noi e con le cascate di ormai ironica e sfiduciata nei magistrati e banchieri, di PSI? Non fu forse l’arrivismo, rimborsi ai partiti, ai gruppi ed radi congressi e nelle sparute operatori economici, desiderio l’ingordigia e il “fascismo ai singoli, onde a niente serve assemblee melodrammatiche di fuga dal sussiego a volte naturale” le cui tossine l’oppressiva terapia fiscale di anatemi e di nuovi ingenuo, a volte disperato, corrosero i rapporti tra che ci sta immiserendo sempre propositi. Caro compagno! dei falsi capi giacobini, alle militanza e lotta politica nei dippiù, con la crescita delle Così iniziavano centinaia di nevrosi manovrate, alvei partiti? Forse la lezione dei ore di cassa integrazione e dei proclami e di lettere. Quel di presunzione e voracità, socialisti non ha insegnato disoccupati, con la paralisi del consueto rituale nel buttarsi stanchi di soccorrere ancora il nulla, neppure a chi ha tentato mercato immobiliare e di tutto addosso e reciprocamente sottoproletariato “barabbista”, di ripercorrere altra via. il resto. un logoro appellativo e quel fedifrago e fazioso, c’era voglia Essere socialisti fu un alibi per modo ipocrita di interloquire di autoritarismo ragionato e fare gli assessori, un foglio di col “tu” anche nei confronti ragionante, di gerarchie, di residenza politica, un qualcosa di coloro cui era toccata la disciplina, di attese opportune che, a un tempo, desse la di fortuna di diventare senatori o e compensi giusti, di premi sensazione ministri, e che veniva a volte, meritati, di ubbidienze e in un’identità, anche da costoro, appena appena seguito…anche di meritato se, obsoleta, una tollerato, o di quelli che comando, dopo una lunga carta per essere venivano da Roma con l’aria e attenta militanza, contro “in quota”, nella ogni fascismo naturale, quel s p a r t i z i o n e di chi è arrivato. incarichi, Fu la morfologia semplice, fascismo che pervade le degli prebende, la risultante di tutte le intenzioni e l’opera di certe delle quell’egoismo degli spazi per demagogie solenni, ma persone, sempre ricorrenti dei partiti individuale e d’intesa, quel m a n t e n e r s i “casta” e della cultura sinistrorsa conservare dopo aver preso, nella negli anni ottanta o novanta. quel prendere dopo aver e non ricadere La parola “compagni” aveva conservato, quella violenza n e l l ’ a c q u i t r i n o costituito la stampella su cui dell’essere, in esclusiva, del dell’anonimato. aggrapparsi per iniziare un voler rimanere a tutti i costi, col Oggi la politica qualsiasi discorso, sia quello sostentamento del “pacchetto a n n o v e r a “mai dell’autoproporsi, sia quello tessere” legato alle aspettative riformisti dell’autoesaltarsi, sia quell’altro del sollecito alla mobilitazione, sia quello della supplica o infine quello onesto ed incespicante dell’umile esordiente che tentava di richiamare l’attenzione dei cosiddetti big. Se si pensa a come tanti giovani siano stati strumentalizzati e perfino ingannati e delusi da altri in partiti-azienda ove hanno prevalso le dure regole del capitale più retrivo, c’è da rabbrividire. Organismi antidiluviani che sembravano liquidati!? Vi sono state avvisaglie, un po’ qua, un po’ là, anche se il loro conservarsi nel frattempo appare ancora tenace. Ma non si tratta del potere di tutti gli iscritti ma solo di quelli che agiscono in nome e per conto di questi e del partito. Foto tratte da “Il Peggio di Novella 2000” di Renzo Arbore e Roberto D’Agostino Organismi sclerotizzati
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ontrosenso Basilicata
Il Corriere della Sera: «Migliaia di salernitani preferiscono gli ospedali lucani»
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el 2011 ricoverati in Basilicata 4.400 salernitani. Dal CORRIERE del 15 feb. 2013 - Sono circa 430mila (423.908) i cittadini salernitani che ogni anno vanno fuori regione per prestazioni sanitarie specialistiche, in regime ambulatoriale. Altri 22.628 pazienti, vanno fuori regione per essere ricoverati in strutture ospedaliere e sottoposti ad interventi chirurgici o per effettuare cure. I dati riferiscono al 2011. I pazienti che hanno preferito la vicina Basilicata sono stati 73.719. Per quanto attiene ai ricoveri, i salernitani sembrano preferire le strutture ospedaliere della vicina Basilicata. Nel 2011 ben 4.472 pazienti provenienti dall’Asl di Salerno hanno occupati posti letto in strutture ospedaliere lucane con una spesa di 13.925.174 euro. L’invio di materiali (testi, fotografie, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografie inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.
IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA U pecr d rozz s’arrturn ind o iozz - Le pecore di razza si ritirano all’ovile in buon ordine MATERA
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ontrosenso
REPORT
Basilicata
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Postiglione suona la carica Presentata alla stampa la richiesta di riammissione del Potenza SC al campionato di Prima Divisione di Luca Santoro Che fine ha fatto il vero Potenza? Perché questa brutta fine? Quali sono i veri colpevoli? Quando rivedremo il Potenza tra i professionisti? Sono stati tanti gli interrogativi che, nel corso degli ultimi anni, i sostenitori potentini si sono posti a seguito della triste esclusione dal campionato di Lega Pro e il conseguente “decesso” sportivo del Potenza Sport Club. Si parlava di una società indegna di rappresentare il nome del capoluogo, di gente che ha giocato con i sentimenti e la passione dei tanti affezionati potentini. Ebbene si a distanza di diversi anni alcune risposte, finalmente, sono state date e il sogno di rivedere il Potenza tra i professionisti non è più una mera utopia, ma una concreta possibilità. Ad annunciarlo è stato lo stesso Giuseppe Postiglione, vero e proprio protagonista della vicenda che ha fatto parlare, in negativo, tutta l’Italia. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 8 febbraio presso i locali del Club House di Potenza, l’ex patron ha illustrato e consegnato alla stampa le 71 pagine (molto dettagliate e che ripercorrono l’intera vicenda che ha coinvolto la Società allora presieduta da un giovane Postiglione) che nel corso della giornata
ha inoltrato alla Corte di Giustizia Federale della F.I.G.C. per chiedere un procedimento di revisione del processo ex art. 39 comma II C.g.s attraverso il quale si chiede la riammissione del Potenza SC nel campionato originario di appartenenza. Una cronistoria che ha visto le sue origini il 7 agosto 2008 quando la Commissione Disciplinare penalizza il Potenza di tre punti in classifica per un “tentato illecito sportivo” nell’attesissima partita Potenza-Salernitana. Successivamente e siamo nel gennaio 2010 il Procuratore Federale, Stefano Palazzi chiede alla Corte di Giustizia Federale la revocazione del processo inerente il match con la Salernitana. Sembrerebbe finita, ma è da li che fioccano i guai per Postiglione e soci. Due mesi più tardi, è il Marzo del 2010 la Corte di Giustizia Federale esclude il Potenza SC dal campionato di competenza (Prima Divisione), notizia che fa il giro dello Stivale e che manda su tutte le furie il popolo rossoblù. Poche settimane dopo il Tribunale Nazionale Arbitrario Sportivo riammette i leoni alla Prima Divisone, ma retrocedendo il sodalizio rossoblù all’ultimo posto in classifica e di fatto retrocedendolo d’Ufficio in Seconda Divisione. In città il malcontento aumenta ma,
scegliendo il male minore, la Seconda Divisione non è comunque male, si rimane tra i professionisti ed in più c’è la speranza di “rivivere” il vero derby lucano con il Matera (quasi sicuro del ripescaggio tra i professionisti). E invece no, un’altra bomba si abbatte sul povero leone claudicante, nel luglio 2010 il Potenza non riesce ad iscriversi al campionato e il mese successivo viene ammesso al campionato di Eccellenza Regionale riuscendo a conquistare la salvezza. È l’inizio della fine, difatti l’anno successivo il Potenza Sc viene escluso dall’Eccellenza Lucana su istanza di denuncia al campionato presentata dalla società che porta alla “morte” del sodalizio facente capo a Giuseppe Postiglione. Una richiesta precisa quella fatta da Postiglione coadiuvato da un pool di avvocati esperti in discipline sportive, allegata da atti e documenti ufficiali, ma non solo: intercettazioni, corrispondenze, testimonianze poco attendibili –a suo dire- dei principali accusatori e ancora articoli di giornali dedicati al calcio-connection, la verità sul “famoso” t e s o r e t t o svizzero, le accuse riguardanti la gara interna
con il Gallipoli (3-2) e il conseguente caos nella gestione del servizio di sicurezza dello stadio Viviani e, dulcis in fundo PotenzaSalernitana vera e propria spada di Damocle per il Leone. È un Postiglione determinato e convinto nella sua battaglia, un Postiglione che si presenta visibilmente dimagrito, quasi in perfetta forma con indosso una cravatta rigorosamente a tinte rosse e blu. “La Giustizia Ordinaria ha confermato l’inesistenza delle accuse rivoltemi per tali ragioni ora possiamo lavorare per riportare il Potenza lì dove gli compete. Non ci fermeremo al primo no!” Difatti l’intenzione ribadita da Postiglione nel corso dell’incontro è stata quella di non cedere ad alcun patteggiamento con gli organi federali e, qualora non dovessee essere accolta daii gradi di giudizio della giustizia sportiva, di andare comunque
avanti sino al TAR o al Consiglio di Stato. “Il mio desiderio – ha ribadito Postiglione – è solo quello di restituire alla città un
patrimonio sportivo che è stato ingiustamente tolto per un errore nei miei confronti. Qualora dovessi riuscirci non sarò io al timone di questa società, pertanto consegno simbolicamente lo scudetto del Potenza SC al giovane Presidente di “Rivivi Potenza” Angelo Fiore per l’ impegno che porterà avanti nella raccolta di firme e nella promozione di quante iniziative dovessero rendersi utili per la massima sensibilizzazione
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16 Febbraio 2013
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Qui Matera: quel Benedetto di un Papa fra scandali e fede
ontrosenso Basilicata
Qui Potenza: quei politici lucani “in fila” dal Pontefice
Il corteo dei politici lucani in via della Conciliazione
I
L’
INTERVENTO - Se Dio si è fatto Uomo per salvare il genere umano dal peccato originale, Benedetto XVI è sceso di sua volontà dal gradino più alto della religione cattolica forse per ritrovare la propria umanità. Un’umanità dalla quale la Chiesa sempre di più si starebbe allontanando, sommersa dall’avanzare di scandali legati alla pedofilia (confermati da prove e testimonianze inappellabili) e dalla scelta di immergersi in operazioni finanziarie dubbie finalizzate all’accumulo spropositato di ricchezze. Operazioni che richiamano alla mente i mercanti nel tempio, cacciati da Gesù duemila anni fa, ma da tempo rientrati senza che più nessuno abbia trovato il coraggio di mandarli via. Templi sacri, le chiese, ai cui ingressi negli Stati Uniti è possibile anche trovare buttafuori in abito nero ed armati di pistola, pronti ad allontanare gli indesiderati. Eh sì, sono passati proprio millenni da quando Cristo accoglieva fra le sue braccia, di cui le chiese dovrebbero rappresentare la prosecuzione nei nostri tempi, prostitute, banditi e varia umanità perduta. Fra quei muri sacri oggi, invece, echeggiano i numerosi lamenti disperati delle vittime di pedofilia per mano dei preti, contro i quali troppo deboli, se non proprio
assenti o omertose, sono state le reazioni della Chiesa. Lamenti che le coscienze distratte e addormentate, ma perennemente timorate di Dio di molti fedeli, non hanno raccolto o hanno rigettato innervosite. Uno per tutti, il caso degli abusi sessuali compiuti su minori dai preti irlandesi nella diocesi di Cloyne. La vicenda si è guadagnata il rapporto di una commissione governativa della cattolicissima Irlanda, che probabilmente si aspettava dalla Santa Sede una reazione più ferrea, che però è mancata. Dopo lo scandalo l’Irlanda, poco più di un anno fa, ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore dal Vaticano. In una nota ufficiale Dublino ha spiegato che i motivi della decisione sono puramente economici. Nessun riferimento alla pedofilia. Anche se, prima dell’allontanamento dell’ambasciatore, il premier irlandese Enda Kenny aveva criticato aspramente “le carenze della Santa Sede protratte sino ad un recente passato” e parlato di “rabbia” della popolazione dopo lo scandalo di Cloyne, nonostante le dimissioni di diversi vescovi. Il vaticanista americano John Allen ha letto nell’episodio irlandese uno dei segni del declino dell’influenza internazionale della Santa Sede. Un declino che di certo non sarà sfuggito
a Benedetto XVI, il quale ha invocato la necessità di un papa di maggiore vigore per questi anni. E il riferimento non riguarda esclusivamente la condizione fisica. Come a dire che lui, Benedetto XVI, la sua missione di papa l’ha fallita: non è stato in grado, affrontando e superando le difficoltà che si è trovato di fronte, di portare a termine il compito per cui era stato chiamato. Non sappiamo cosa si nasconda dietro queste paventate difficoltà, ma non è escluso che l’attuale era internauta, dove in rete spuntano video e documenti che prima era facilissimo tenere segreti, ce lo riveli presto. L’ormai ex papa Benedetto XVI, intanto, ha abbandonato la facile strada in discesa che conduce verso la santità per sceglierne un’altra, quella della semplice umanità. Gli servirà per raggiungere il silenzio completo e meditare su Dio, sulla Chiesa e su se stesso. Lo farà, senza eccessi liturgici e senza bisogno di indossare paramenti variopinti, da una posizione particolare: quella che appartiene ad ogni uomo, nessuno escluso, immerso nel cosmo. La più difficile, ma tuttavia la più vera. Biagio Tarasco
L RICORDO - Roma, 17 novembre 2010, ore 10 circa - Vito De Filippo, con Vincenzo Folino e Piero Lacorazza, si mette alla testa di un particolare corteo che riempie il lato destro di Via Della Conciliazione. E’ l’immenso rettilineo che porta a Piazza San Pietro. Con lui altri amministratori regionali e provinciali ed un centinaio buono di sindaci lucani con la sgargiante fascia tricolore bene in evidenza sui cappotti scuri. E’ il giorno dell’udienza generale dal Santo Padre, in ricordo del terremoto dell’Ottanta di trenta anni prima. Il pellegrinaggio, organizzato da Anci e Regione Basilicata, conta anche su circa 5mila fedeli lucani venuti dai comuni colpiti dal terribile sisma. Ogni sindaco che procede a spasso spedito verso quel luogo senza tempo, forse recita in cuor suo una preghiera, anzi sicuramente. C’è da sperare che ce ne sia qualcuna che riguardi anche le collettività. Uno di loro, notandoci al collo un cartellino (in realtà è quello che recita “Stampa”, ma è girato) ci chiede quando inizierà l’udienza con Papa Bendetto XVI. “Speriamo presto” aggiunge un po’ impaziente. “Questo è il luogo giusto per la speranza”, gli rispondiamo noi, in pieno stile “Controsenso”. Ci sistemiamo anche noi su uno dei due palchi sulla sommità della piazza.
Insieme a sacerdoti e pellegrini di tutte le provenienze, ritroviamo i “soliti noti” lucani: senatori, amministratori, addetti e stampa e collaboratori più o meno “indispensabili” che, a vario titolo, si stanno godendo la gitarella. De Filippo, i sindaci di Potenza e Matera Santarsiero ed Adduce, i due presidenti di Provincia Stella e Lacorazza, nonché “l’eterno” Emilio Colombo, sono seduti a pochi metri dallo scranno papale. In prima fila in piazza, invece, ci sono tutti gli altri i sindaci lucani. E’ il momento della foto di gruppo: qualcuno di loro se ne accorge in ritardo e dà vita ad una corsetta un po’ goffa onde evitare di essere “tagliato fuori”: una piccola metafora politica. Fra i Primi Cittadini, brilla lo sguardo di una ragazza bellissima con fascia tricolore. E’ Luisa Lasaponara, biondissima “assessora” all’ambiente dl Comune di Policoro, che sostituisce il sindaco. Più sopra, nel palchetto “vip ed accompagnatori”, ci sono invece i veli neri indossati sul capo dalle “assessore” regionali Mastrosimone e Gentile, abbigliate in stile “esercito della salvezza”. Qualcuno fa notare, a mo’ di boutade, che quello, manco a farlo apposta, è il “Gatto Nero Day”, la giornata contro tutte le superstizioni. Manca ancora un po’ all’arrivo del Papa, ma
c’è sempre il tempo per un applausone tributato dai cento sindaci lucani al senatore a vita Emilio Colombo, che ricambia agitando le mani. I “Papa Boys” intonano i soliti e un po’ pacchiani cori da stadio, mentre Benedetto XVI prende posto e dà vita alla celebrazione. <<Saluto i fedeli della Basilicata –dice ad un ceto punto- che recano una ferita ancora profonda. L’opera della Chiesa, anche grazie al mio predecessore Giovanni Paolo II, seppe però offrire una luce nel buio, quella della Speranza di Cristo. Auspico che si ravvivi nel popolo Lucano il dono della Fede>>. Al termine dell’Udienza, i dignitari lucani si mettono in fila per il consueto dono al Pontefice, mentre per noi di “Controsenso Basilicata” è il momento di far visita ai “giardini vaticani”, in compagnia di alcuni amici. Non prima, però, di aver assistito all’ingresso in Vaticano del Presidente Vito De Filippo, a braccetto con Emilio Colombo: un solo, quasi impercettibile gesto della mano dell’“Eterno”, e la Guardie Svizzere con le lance si mettono sull’attenti lasciando libero il passaggio per i due. Walter De Stradis
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Bucaletto penalizzata dal Piano Trasporto Potenza, aumentano le lamentele. Difficoltà per ipovedenti e per i soliti cittadini “dimenticati”
di Giusy Trillo
“D
al 1° Marzo entrerà in vigore il nuovo Piano del Trasporto con modifiche introdotte sulla base di quanto emerso nella prima fase di avvio”. “Finalmente” avrà pensato il potentino in attesa sotto una pensilina, aspettando il caro vecchio autobus che però di lì non passa più. “In particolare -continua la nota comunale- sarà intensificato il servizio per Piazza XVIII Agosto, Viale Dante, Via degli Oleandri e saranno modificati i collegamenti
per i quartieri Rossellino, Poggio Tre Galli e Cocuzzo. Per le aree rurali sino al 28 Febbraio si prosegue con i servizi come precedentemente organizzati, dal 1° Marzo il nuovo servizio garantirà più capillari collegamenti verso la città”. Insomma, le proteste dei cittadini del capoluogo si sono fatte strada tra gli amministratori e, sperando in provvedimenti che possano risolvere le criticità rilevate, noi siamo qui pronti a dare qualche suggerimento. Ci offrono l’opportunità queste poche righe, buttate giù da chi ha davvero bisogno di servizi efficienti e decisioni oculate.
“Chi scrive è una ipovedente che per motivi ovvi, è costretta ogni giorno, a servirsi del trasporto pubblico e che, ultimamente, oltre a subire i disagi dei nuovi percorsi, si vede costretta a fare i conti con l’inadeguatezza delle tabelle numeriche degli autobus. I numeri sono per le mie condizioni, praticamente ‘illeggibili’”. E allora una città che, anche per le sue modeste proporzioni, potrebbe e dovrebbe essere una città a ‘grandezza d’uomo’, si riscopre lontana dalle esigenze dei più e poco accessibile, e un progetto per un nuovo trasporto pubblico che
avrebbe dovuto incentivare l’utilizzo del mezzo pubblico a discapito dell’auto personale, ha finito, almeno in questo specifico caso - così come ci viene raccontato - per ottenere l’effetto contrario. Non è l’unico appunto, per quanto il più importante, che viene rilevato. Si fa, infatti, anche riferimento ad una ‘disparità’, in termini di distribuzione di linee e corse, tra aree cittadine diverse. In particolare, sarebbe “ La cittadella”, almeno secondo l’opinione di chi vi risiede, a lasciare spesso a bocca asciutta gli utenti. “La linea che serve Bucaletto - ascoltiamo - ha, come altre,
un percorso molto complesso, con conseguenti ritardi nel raggiungere l’Università, ad esempio”. E se il rione, secondo il vecchio sistema, poteva vantare due linee, “con l’evidente possibilità di sopperire all’eventuale assenza di una delle due”, è ora invece costretta a fare i conti “con una sola linea, per giunta dai passaggi poco frequenti”. E quindi se raggiungere il ‘salotto di città’ è diventato particolarmente facile, “i quartieri periferici sono diventati invece particolarmente lontani”. Eppure, ci tengono a far sapere da Palazzo di Città,
“si è registrato negli ultimi 15 giorni un incremento sia degli utenti del servizio su gomma sia dell’utilizzo delle scale mobili che nell’ultima settimana ha registrato una media di 15900 passaggi/ giorno contro i 14400 della media complessiva dello scorso anno. Si è altresì registrato un lieve incremento degli utenti del servizio metropolitano FAL”. Mmm. Sarà stato mica il freddo?
Posta, energia e trasporti: Muro Lucano fa da sé U
n progetto integrato di servizi postali, telecomunicazioni sociali, assistenza socio-sanitaria, energia, trasporti, gestione logistica e di supporto in aree culturali e sportive è stato promosso dalla giunta comunale di Muro Lucano. “Il Comune di Muro Lucano - fa sapere in una nota il sindaco Gerardo Mariani nell’esercizio delle proprie funzioni socio assistenziali, cui è istituzionalmente preposto, intende favorire lo sviluppo dei servizi integrati pubblici-
privati a scopo sociale a favore dei propri cittadini. In tal senso l’Amministrazione comunale intende, perciò, creare opportunità di lavoro per le persone disoccupate creando nel contempo ulteriori opportunità per la realizzazione di strumenti di interesse pubblico nel campo dei servizi messi a disposizione della cittadinanza. Le Amministrazioni comunali sono l’espressione della medesima comunità locale – ha aggiunto Mariani - ed hanno il dovere di tutelare i
soggetti deboli, di coordinare ed integrare la comune azione salvaguardando le rispettive autonomie e peculiarità istituzionali. Nel contempo devono promuovere ed avviare interventi a favore delle persone in condizioni di disagio individuale e sociale. Ovviamente l’attuale situazione economica dei paesi non consente alle Amministrazioni locali di sopperire alla mancanza di servizi generata dalla necessità di ridurre i costi
della spesa pubblica. Il Comune di Muro Lucano continua la nota - si renderà disponibile a diffondere i benefici di tale progetto sul proprio territorio e ad inserire il medesimo progetto pilota in un programma di Unione dei Comuni. Il progetto prevede l’attivazione di sportelli del cittadino per erogare i servizi richiesti, gli erogatori dei servizi si faranno carico della formazione degli operatori volontari impegnati presso le unità di servizi al pubblico.
I volontari selezionati del territorio saranno formati - ha concluso Mariani - per garantire ogni informazione necessaria all’utenza locale dei servizi”.
Professione avvocato: cosa cambia dal 2 Febbraio 2013 Ecco la mappa delle novità che rivoluzioneranno la professione di avvocato in Italia E
Avv. Ivana Enrica Pipponzi (Presidente AIGA Potenza)
sercizio della professione: L’avvocato dovrà esercitare effettivamente la professione forense. Sarà di conseguenza obbligatoria la sua iscrizione all’albo e alla Cassa forense. Non sono ammessi altri tipi di previdenza. Assicurazione: L’assicurazione diventa obbligatoria e la mancata stipula di una polizza è considerato illecito disciplinare. La stipula potrà essere effettuata autonomamente dal professionista o attraverso convenzioni sottoscritte dal CNF, da ordini territoriali, da associazioni ed enti previdenziali forensi. Il rischio da coprire con l’assicurazione obbligatoria deve comprendere anche quello relativo ai danni derivanti al cliente per la custodia di documenti, somme di
denaro, titoli e valori ricevuti in deposito dallo stesso. Inoltre, sarà obbligatorio stipulare un’autonoma e ulteriore polizza sugli infortuni derivanti all’avvocato ed ai propri collaboratori, dipendenti e praticanti, in conseguenza dell’attività svolta nell’esercizio della professione, anche fuori dallo studio legale. Anche la violazione di tale obbligo costituisce un illecito disciplinare. Parcelle: Il preventivo è obbligatorio solo se lo richiede il cliente. Il professionista sarà tenuto a comunicare per iscritto a chi gli conferisce l’incarico quanto costerà la prestazione, almeno in via presuntiva, distinguendo tra oneri, spese (anche forfettarie) e compenso vero e proprio. Sarà vietato il patto di quota
pro lite, ma il professionista potrà stabilire un onorario a tempo o a forfait oppure legato a singole fasi del procedimento e alle prestazioni. I parametri delle tariffe riformati la scorsa estate verranno applicati solo in due casi: - in caso di liquidazione giudiziale, - quando manca un accordo tra le parti. Il procedimento di revisione delle tariffe è, tuttavia, già al vaglio delle competenti autorità Società: Si potranno costituire società di persone o di capitale, ma i soci dovranno necessariamente essere avvocati iscritti all’albo. Entro luglio dovrà intervenire un decreto per definire la fisionomia del modello societario. La denominazione sociale dovrà contenere l’indicazione “società tra avvocati” e l’am-
ministrazione dovrà essere affidata esclusivamente ai soci. L’incarico professionale sarà conferito alla società, ma eseguito personalmente da uno o più soci professionisti. Pubblicità: Sarà ammessa la pubblicità, tranne quella comparativa o in violazione del decoro professionale. Si potrà comunicare al pubblico l’organizzazione e la struttura dello studio, le eventuali specializzazioni, i titoli scientifici e professionali posseduti. Il legale potrà fregiarsi della qualifica di “specialista” solo se ha partecipato a un corso di formazione di almeno due anni (in materia dovrà intervenire un regolamento), oppure se in grado di attestare un’attività di almeno cinque anni nel settore di specializzazione. Tirocinio: La pratica viene ridotta a 18 mesi, di cui 6 presso
lo studio di un legale e altri 6 durante la frequentazione dell’ultimo anno di università. Il tirocinio non deve essere retribuito come un rapporto di lavoro subordinato, quindi neanche occasionalmente; il praticante ha però diritto al rimborso spese. Dopo i primi sei mesi, tuttavia, sarà possibile inquadrare il tirocinante con un apposito contratto, elargendogli una indennità o un compenso per l’attività svolta, parametrato sull’effettivo apporto professionale. Formazione: La formazione rimane obbligatoria, ma cessa l’attuale sistema dei crediti.
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La Basilicata e i ragionamenti di “Baffino” D’Alema a Potenza. Ciò che è stato detto… e ciò che è stato meglio non dire di Mario Petrone
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A NOTA P O L I T I C A D’Alema Massimo, il baffino con la barca a vela, quello che il Renzi voleva rottamare, l’11/2 è stato a Potenza e…. con Speranza Roberto e con Vito De Filippo e con l’introduzione di Erminio Restaino, hanno provato a svolgere un qualche ragionamento serio su e intorno ai problemi dell’Italia, non diversi da quelli della Basilicata, insieme a tutte le categorie presenti e … le prospettive che vi sono, se vi sono, di salvarsi. Inutile dire che qui in Basilicata il Massimo annovera amici potenti tipo Folino (dicunt) ed altrettanto inutile dire che qui si parla in casa e si parte dal fatto che, ad oggi, nessun amministratore di peso è finito ai ferri. Insomma, facendola facile, tana libera per tutti si potrebbe dire giocando. Nella realtà i problemi vi sono e ne hanno consapevolezza gli intervenuti. Allora, da un lato, il Massimo ribadisce che - tra le regioni del Mezzogiorno - il Governo di Basilicata è da citare ad esempio di buon Governo ma, senza svolgere una analisi sui risultati conseguiti nei vari campi di azione, questa dichiarazione la leggiamo, per lo più, come apertura di credito per simpatia politica, cosa che era scontata dall’inizio ed a prescindere. Ovvio che non abbiamo tempo di sviluppare tutti i ragionamenti fatti, ma limitandoci all’essenziale annotiamo che c’è constatazione generale di carenza infrastrutturale, e
D’Alema a Potenza le colpe dei Governi Nazionali nel decennio passato sono chiare ed evidenti, pur non potendosi nascondere che chi Governava qui si è un poco adagiato sullo sviluppo auto propulsivo che si poteva determinare con l’impiego delle Royalty del Petrolio, aggiunte alla ben nota capacità di impiego mostrata, dei fondi europei. Insomma, per farla breve, tra carenza cronica di risorse per infrastrutturazione (noi citiamo ad esempio la sistemazione ampliamento della Potenza - Melfi - Candela cofinanziata il 2007 dal Governo Prodi per 46 milioni, finanziamento cancellato il 2008 dal Governo Berlusconi
che ora pare rifinanziabile con il Memorandum sul petrolio sottoscritto tra Governo Berlusconi e Regione Basilicata) e menefreghismo del Governo del Decennio che non ha mai considerato la Basilicata in conto infrastrutture, siamo giunti al punto che le uniche strade di collegamento sono tutte ridotte male. La PZ Sicignano dopo le vicende del viadotto di Picerno torna ad essere non percorribile per i mezzi pesanti e per mesi, e dall’altro lato la SS 407 Basentana rimane sempre con il viadotto crollato e con il rischio che crolli il resto, della Potenza Melfi abbiamo detto, dei collegamenti Ferroviari che
Feneal-Uil: Tito-Brienza in “anagrafe grandi incompiute” “I
l programma di lavori del sesto lotto della variante Tito-Brienza, per un importo di oltre 125,7 milioni di euro, è la prima “grande incompiuta” inserita nell’Anagrafe dei lavori pubblici progettati in Basilicata e mai portati a termine”. Lo sottolinea il segretario regionale della Feneal-Uil Domenico Palma riferendo che il sindacato degli edili della Uil sta lavorando all’Anagrafe da consegnare a tutte le Pubbliche Amministrazioni. Per la Tito-Brienza siamo fermi alle dichiarazioni dell’amministratore dell’Anas Pietro Ciucci, il 23 aprile 2012, in occasione della cerimonia di apertura al traffico delle
nuove opere infrastrutturali sulla A3 Salerno-Reggio Calabria (il nuovo svincolo di Lauria Nord e due nuovi chilometri di autostrada). “Nelle ultime settimane– evidenzia Palma – si dà per “cosa concreta” lo sblocco dell’intricata matassa tecnicoprocedurale-burocraticoamministrativa ma gli annunci dell’amministratore Anas sono solo un ricordo mentre i cittadini e i lavoratori edili continuano a chiedersi i veri motivi dei ritardi accumulati negli anni. La nostra iniziativa – continua il segretario FenealUil – si pone l’obiettivo centrale di affermare il principio di semplificazione
amministrativa e razionalizzazione delle procedure tecnicoamministrative-burocratiche e di favorire l’interscambio di informazioni fra le amministrazioni appaltanti lavori pubblici”.
parliamo a fare dal momento che Potenza - Salerno è da tempo su pullman sostitutivi e con l’impossibilità di assicurare velocità e continuità, al punto che oggi salta il contratto di servizio con le ferrovie. Che la carenza di infrastrutture sia concausa dell’abbandono della Basilicata è chiaro ed evidente a noi ed a loro, insieme alla crisi del sistema produttivo che vede crollare le iniziative imprenditoriali una dopo l’altra e il tutto si somma alla crisi dell’agricoltura che va avanti da tempo, con gli agricoltori sommersi da debiti e con redditi sempre più in caduta. Insomma, non c’è molto da
stare allegri neanche qui e serve un cambiamento radicale da parte del Governo Nazionale cui deve sommarsi un’azione del Governo Regionale attiva e propositiva dal momento che la buona capacità di spesa non è servita a rallentare la perdita di popolazione attiva (il censimento segnala perdita secca di popolazione malgrado gli arrivi extracomunitari) c’è perdita di alunni e classi, c’è perdita di posti di lavoro, c’è perdita di imprese agricole, c’è perdita di artigianato e piccolo commercio. Questo il quadro su cui potevano e dovevano disegnare e allora si trattava di incontro elettorale, comunque ognuno si è cimentato e ha proposto
il proprio contributo alla ricetta per la soluzione dei problemi Lucani. Ognuno non ha nascosto e non si è nascosto che la crisi non è affrontabile da soli e neanche solamente con le buone politiche locali e D’ALEMA ha dovuto rimarcare più volte l’esigenza di un governo Nazionale stabile che si possa allargare alle altre forze convintamene europeiste del paese perché il Sud deve essere necessità, deve uscire dall’abbandono. Ogni volta il D’Alema rimarca la corresponsabilità tra la proposta concreta che il PD fa e la società che deve compartecipare alla determinazione delle scelte ed all’adozione delle decisioni. Insomma ci si è parlati e si è fatto un inventario delle necessità all’ingrosso, e se i convenuti erano in buona fede, a cominciare da Speranza e De Filippo e Restaino, e le categorie presenti e i sindacati forse, dico forse, si è cominciato a fare un piccolo passo avanti. Ma, ovviamente, tutto è subordinato all’esito elettorale e D’Alema con Speranza, De Filippo, crede nella vittoria del centro sinistra che sia garanzia di un governo stabile e a noi non rimane che aspettare perché comunque, il cambiamento delle politiche è fondamentale dato che nei dieci anni passati hanno affossato il mondo produttivo (e a migliaia chiudono le imprese), il reddito dei lavoratori dipendenti privati e pubblici, il reddito delle famiglie (anche le famiglie di chi un lavoro ce lo ha). In conclusione “io speriamo che me la cavo” per concludere con una nota di speranza.
Dalla giunta regionale parere negativo a ricerche petrolifere nel mar Jonio L
a Giunta regionale ha espresso nella seduta di oggi, ai sensi del decreto legislativo 152/2006, parere contrario al rilascio del giudizio favorevole di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, relativamente ai Progetti di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in mare con indagine geofisica 3D denominati “d 73 F:R -.SH” e “d 74 F.R - .SH” proposti da Shell Italia E&P S.p.A. Lo rende noto il Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità. Lo stop del Governo lucano si basa su una serie di motivazioni evidenziate nel
provvedimento. In primo luogo il parere contrario, sui due progetti, che riguardano 2 aree ubicate nel mar Jonio ( la prima nella porzione centromeridionale e la seconda in quella meridionale del Golfo di Taranto), espresso all’unanimità dal Comitato Tecnico Regionale per l’Ambiente nella seduta del 5 febbraio 2012. “Valutato che l’intervento in esame contrasta con gli obiettivi di tutela ambientale e di rilancio eco-turistico della costa jonica lucana in quanto – spiegano i tecnici del Ctra – dall’analisi dello S.I.A. (Studio di impatto ambientale) proposto, non è possibile escludere, con ragionevole certezza, l’innesco di impatti negativi significativi a carico
dell’ambito marino interessato e delle fasce costiere prospicenti”. Si ritengono, inoltre, “condivisibili le osservazioni prodotte dalle Amministrazioni Comunali costiere e della Provincia di Matera in merito al rischio di impatti negativi a carico del delicato sistema ambientale coinvolto, che possono provocare gravi ripercussioni sul sistema economico locale”. Il riferimento è ai pareri negativi, espressi attraverso delibere dei rispettivi Consigli, inviati in precedenza all’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata dai Comuni di Rotondella, Pisticci, Nova Siri, e dalla Provincia di Matera.
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CONTROSENSO SCUOLA
ontrosenso Basilicata
THE RIGHT DECISION (DUE CORAGGIOSAMENTE UGUALI NELLA LORO DIVERSITA’)
larryade1@gmail.com
T
he first impact of the news that the Pope Benedict XVI is stepping down was incredulous and then thinking it twice, I understand why I would say he has made the right decision. So had Pope John Paul II. He also made the right decision to stay till the end of his life. Question of mentality, way of thinking, culture and personality. Some people thought it is ‘‘coward’’ of him to leave comparing his
gesture to the main character in ‘‘Habemus Papam’’, the film of Moretti (Which from my own point of view has got nothing in common) and some agree with me that he has done the right thing. This is not simply a question of age. This is a question of responsibility and energy needed to be up-and-running facing the multi-task job of a contemporary Holy Father. In this modern world of ours nobody can afford to sit down delegating others to work for them. You have to take the bull by the horn and Pope Benedict XVI is just not the person who would leave others to take decisions on his behalf. Character wise, culture wise and considering his rigour he is not the type that would take ‘‘may be’’ for an answer: its either yes or no. No in betweens, no grey area, his decisiveness emerge from his intellectual publications: encyclicals and books, his culturaltheological background and the path he followed to get to where he is today. Multi-tasking is the word! There are just too many problems to be tackled these
days by the Vatican. Take for instance the evangelization - a tedious job in itself - the strong legacy of John Paul II (The most travelled Pope in contemporary history!) is a foot-path which Benedict XVI had taken up as well . So, apart from the evangelization, he has to face up to the challenges and the daily attacks directed to the Holy Catholic Church by different un-happy peoples round the world. Accusations and even legal actions against some church representatives which he cannot shy away from. The not well understood
Convegno – incontro “ Educhiamoci alla salute” L’
associazione culturale “Persona Libera”, su iniziativa del presidente Vito Telesca, nell’ambito di un progetto legato all’educazione alimentare, ambientale e alla promozione del territorio, qual è la mission dell’associazione stessa, organizza sabato 16 febbraio 2013 alle ore 17.00 presso il ristorante “Al nord ” in Giuliano (Pz) un incontro sul tema “Educazione alla salute: stili di vita e malattie legate all’alimentazione sin dall’infanzia”. Al dibattito interverranno il dott. Bruno MASINO (direttore sanitario dell’Ospedale di Villa d’Agri ASP Potenza) la dott. ssa Concetta LOMBARDI GIOCOLI (Dirigente
Medico e Diabetologia di Medicina generale dell’Ospedale di Villa d’Agri ASP Potenza), l’ing. Vito SANTARSIERO (sindaco di Potenza). L’incontro, che sarà moderato dalla dott. ssa Maria Lucia NOLE’ (segretario dell’ass. Persona Libera) è rivolto agli alunni della scuola primaria “Plesso Scolastico di Giuliano”, Potenza (unità scolastica appartenente all’Istituto Comprensivo ‘Busciolano’), ai docenti e alle famiglie. Il progetto, che vede anche la partecipazione dell’ass. alla Pubblica istruzione del comune di Potenza dott. Giuseppe MESSINA, del dirigente scolastico dott.ssa Anna Maria VERRASTRO,
del prof. Donato NOLE’ e del dirigente regionale di Basilicata Dipart. Salute Domenico TRIPALDI , mira ad affrontare in maniera sinergica (famiglia – scuola) il problema dell’alimentazione e la diffusione nuovi archetipi, modi di vivere e di alimentarsi carenti, per qualità e sostanza. Al termine dell’incontro sarà consegnato, a titolo gratuito, un opuscolo informativo e di approfondimento degli argomenti che saranno trattati nel corso del dibattito. Angelo Nolè
“Un Belursconi circondato da ragazze”: gli studenti della Scuola Nazionale di Potenza festeggiano il Carnevale
reason for the stolen papers from the Pontiff’s library. The internal conflicts, obstacles and wrestlings, the fight for power which obviously would never be exposed to us as layman and women around the world but of which we are not stupid enough as not to suspect. Our society of today is just too demanding. His Holiness needs to dedicate his time 24/7 on different issues including going technological (twitter and other social networkings at the age of 85!). The pain of the age rings its bell on body, mind and
soul. The quality of life is a serious question of human dignity. HIs Holiness John Paul II rightfully maintain his place to the very last minute notwithstanding his health problems. The image of him worn out to the extent of not being able to carry out simple act like speaking clearly, strengthened in us his devotion to his job. So, Pope John Paul II also made a right choice. He carried on with his duty till the last. We were able to see how a man of high responsibility was able to hold tight to his commitment showing that suffering and endurance is a virtue worthy of any human being. A lesson of life! The same lesson of live parallel and opposite at the same time is what we now have from Benedict XVI; ‘‘anything worth doing is worth being done well’’ sort of attitude. Nothing to do with cowardice but courage instead, high sense of responsibility instead, love of the people giving chance to someone else to serve and serve well instead, generosity and not glued to power instead, humbleness instead. Who on this earth
of ours is ready to give away a power and withdraw into the dark disappearing into the loom? Nobody! All the people with power are glued to the sceptre be it in politics, in show biz, in social life, in economy, in the world of job, anywhere. Give us power and no one of us would let it go until ‘‘God do us apart’’. Benedict XVI has just given us a lesson of life. Who knows if we are all going to learn from this great gesture and make a treasure of it? Same goes for the lesson taught us by John Paul the II: endurance, resistance, trial, devotion. I don’t think we can find any of us who can showcase the attributes of these two Godsent ‘‘gentlemen’’. I salute both of you, the one that is waiting for us in Heaven and the one who is withdrawing into solitude to pray for us all. We shall pray for both of you as well. God bless! Enjoy.
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16 Febbraio 2013
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SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO
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L’importanza sociale dell’implantologia
L’
implantologia è essenzialmente l’inserimento nell’osso mascellare o mandibolare di pilastri in sostituzione del dente o dei denti mancanti che, una volta integrati nell’osso stesso, potranno supportare uno o più denti artificiali. L’ impianto consiste in una vite in titanio: la sua forma è cilindrica o conica per meglio adattarsi all’anatomia dell’osso e alle esigenze chirurgico/protesiche. Ad osteointegrazione avvenuta, su di esso verrà inserito un moncone che sosterrà il dente. Gli impianti vengono costruiti in varie lunghezze e diametri e con una superficie opportunamente trattata: in questo modo si esalta e si aumenta la capacità di osteointegrazione e di rigenerazione ossea .Questo concetto, scoperto da Bränemark negli anni 60 e successivamente sviluppato anche grazie al contributo di molti dentisti
italiani, ha cambiato radicalmente l’implantologia. La biotollerabilità, biocompatibilità del titanio fa si che non esista rigetto. Il rigetto, da un punto di vista biologico, colpisce organi e tessuti (cuore, rene, fegato) e non esiste dunque per sostanze elementari come il titanio. Il titanio è uno dei materiali più biocompatibili, incapace cioè di dare una risposta immunitaria e/o infiammatoria; esso non provoca reazioni da corpo estraneo e stabilisce con l’osso una connessione diretta (base dell’osteointegrazione), pertanto il materiale implantare è un fattore importante nel raggiungimento dell’organizzazione tra tessuto osseo e impianto. Pazienti non adeguatamente educati ad una meticolosa e puntigliosa igiene orale andranno coadiuvati con una regolare igiene professionale eseguita dall’igienista dentale: mancando infatti il legamento parodontale (sostegno del dente), l’impianto è maggiormente vulnerabile all’attacco dei batteri della placca, i quali espongono l’osso sottostante a rischio d’infezione con conseguente perdita dell’impianto stesso (perimplantite). Questi pazienti andranno pertanto istruiti, monitorati e verranno sottoposti ad intervento quando la situazione parodontale sarà sotto controllo. Alcune patologie sistemiche controindicano l’implantologia: il diabete non compensato, il diabete giovanile, disturbi della coagulazione, pazienti sottoposti a terapia
antitumorale, a radioterapia nel distretto facciale, donne durante la gravidanza. E’ altresì controindicato a pazienti con malattie cardiovascolari o portatori di protesi valvolari che devono essere valutati dal cardiologo che ne consentirà l’intervento e ai grandi fumatori. L’osteoporosi è invece una controindicazione relativa che viene valutata individualmente anche in funzione delle terapie
assunte. Infine non costituisce un limite l’età, se non legata a particolari patologie. In tutti questi casi l’insuccesso è facilmente prevedibile e, pertanto, un’adeguata anamnesi ne controindicherà l’esecuzione. La perdita di un elemento dentario è sempre un evento traumatizzante: se per la sua sostituzione dobbiamo ancorarci, con conseguente monconizzazione o “limatura”, ai denti adiacenti, è comprensibile come a volte il paziente sia reticente al ripristino dell’arcata dentaria. Grazie a questa tecnica chirurgica invece non abbiamo più bisogno di limare altri denti per sostituire quelli mancanti. Altra situazione vissuta drammaticamente è quella dei pazienti totalmente edentuli: ad essi viene ridata una vita sociale praticamente normale proprio grazie all’implantologia, in grado di stabilizzare e ancorare le protesi totali (dentiere). Riassumendo possiamo dire che i vantaggi dell’implantologia sono: - Sostituzione dei denti mancanti. Possibilità di inserire l’impianto, contemporaneamente all’estrazione. - Conservazione dell’integrità degli elementi adiacenti. - Conservazione dell’anatomia dell’osso e delle gengive nelle aree edentule. - Ancoraggio per le protesi totali. I tempi sono di circa 15/30 minuti per impianto e il dolore è praticamente nullo, psicopercezione ed odontofobia permettenti. Vengono prescritti una terapia antibiotica per prevenire infezioni e, se necessario, antinfiammatori. Dopo una settimana verranno rimosse le suture e a distanza di 3/4 mesi, a seconda della qualità dell’osso e della posizione, si potrà caricare l’impianto
ovvero rimettere il dente mancante definitivo. Oggi, grazie al miglioramento delle tecniche di inserimento ed ai nuovi trattamenti di superficie degli impianti, è possibile mettere immediatamente il dente mancante (Impianti a carico immediato). Sarà l’odontoiatra a valutarne l’opportunità. Un impianto perfettamente integrato sul quale sia costruita una protesi corretta può stabilmente assolvere alle sue funzioni per 15/20 anni, ovviamente con un paziente collaborante che si attenga ad un’ottima igiene orale e a regolari controlli. La moderna implantologia dentale ha segnato una rivoluzione nella pratica odontoprotesica. Poter sostutuire gli elementi dentali mancanti con neo-radici cioè impianti, ha eliminato la necessità di appoggiarsi ad elementi dentali naturali, evitando cosi di danneggiarli nella loro integrità e stabilità. Nei casi di edentulia totale ha eliminato la protesi rimovibile o, nei casi in cui ancora si debba utilizzarla, ha reso molto più confortevole l’uso. Si può quindi ben affermare che l’implantologia dentale è possibilità cosi grande da essere importante sia per il suo aspetto odontostomatologico che per l’aspetto sociale che riveste. Importanza sociale: grazie ai progressi tecnologici e sociali della medicina, si sono allungate la vita media e la sua qualità è molto migliorata, sono quindi aumentate nel numero e nella qualità anche le richieste di relazione sociale delle persone. Pur considerando che una buona dentatura non è l’unico aspetto da prendere in considerazione per la qualità della vita, non si può negare che rivesta una grande importanza nella vita di relazione. Tanti motivi che inducono
a scegliere l’implantologia come terapia sostitutiva della perduta completezza dentale. Anche nei casi in cui una eventuale protesizzazione fissa non fosse possibile per motivi anatomici ed economici, una protesi mobile agganciata ad impianti è in grado di fornire grande confort e sicurezza comportamentale. Non dimentichiamo poi che gli impianti hanno una lunga garantibilità temporale e che persone ora in buona salute, ma ormai nell’età di mezzo, possono affrontare l’età più avanzata con la quasi certezza che il problema dentale non andrà ad aggiugersi ad altri problemi sanitari che l’avanzare degli anni comporta. Pur senza considerazioni anagrafiche va considerato che anche sostituzioni minime di un solo elemento mancante,più frequenti nei giovani, sono possibili soluzioni dal punto di vista estetico e conservativo inarrivabili per la terapia odontoprotesica tradizionale. Dal punto di vista economico (di importante valenza sociale) va poi sfatato il luogo comune che l’implantologia impraticabile se non con costi molto elevati. Se ciò poteva essere vero vent’anni addietro, oggi la ricchezza di proposte del mercato rende l’implantolgia molto spesso concorrente alla protesizzazione tradizionale. Per tutte queste considerazioni, anche dal punto di vista dell’impatto sociale, l’implantologia deve essere considerata la prima scelta terapeutica in caso di edentulia. Una dentatura completa permette una corretta masticazione, una buona fonazione ed attraverso il sorriso si trasmette un messaggio positivo di sé.
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«I cittadini, prima di tutto» Le polemiche sul nuovo sistema di parcheggi al San Carlo di Potenza. Il Direttore Generale Maruggi chiarisce alcune questioni
di Rosa Santarsiero
D
a lunedì 11 febbraio è attivo il progetto “ParkHo” (parcheggio ospedaliero), un sistema che disciplina l’offerta e la qualità del parcheggio all’ospedale San Carlo di Potenza. Il nuovo progetto prevede un significativo ampliamento dei posti auto, che passeranno da 1080 a 1330 nel mese di marzo. Inoltre verrà aperto, nei pressi dei padiglioni E-F, un grande parcheggio multipiano. Si tratta di una struttura “amica dell’ambiente”, poiché prevede l’installazione di un impianto fotovoltaico. Nonostante queste siano solo le prime fasi di un progetto che si completerà solamente strada facendo, c’è chi ha già manifestato qualche lagnanza. Paradossalmente, a lamentarsi sono alcuni dipendenti della stessa struttura sanitaria, i quali sostengono che il nuovo prospetto non includerebbe l’individuazione di posti auto agevoli nei pressi dei luoghi di lavoro. Di questa ed altre questioni abbiamo parlato con il direttore dell’Azienda Ospedaliera San Carlo, il dottor Giampiero Maruggi. Con il progetto “Park-Ho” l’azienda migliora in modo significativo il problema dei parcheggi. Quali sono i principali vantaggi a favore dell’utenza? «La situazione a riguardo era molto difficile. Siamo passati
da una non gestione ad una condizione non ottimale con la cura diretta dei parcheggi da parte del Comune di Potenza. In sostanza, fino ad ora, non avevamo mai percepito un soldo. È per questa ragione che abbiamo deciso di porre fine ad una questione che si protraeva da tempo, lanciando un sistema di parcheggi innovativo. Apriremo un parcheggio multipiano, che sarà terminato speriamo per la fine dell’anno o all’inizio dell’anno prossimo. Sarà veramente una bella struttura, perché insieme alla Sel abbiamo avviato anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico. Il parcheggio avrà una capienza di 300 posti auto. Nello stesso tempo, ne è prevista l’automatizzazione, sarà realizzato un display luminoso e ci si occuperà della manutenzione del verde. Il tutto darà un minimo di vantaggio economico all’ospedale. Stiamo pensando di realizzare più che delle semplici pensiline, una zona di soste a favore degli utenti, poiché sia quando fa freddo che quando fa caldo gli stessi sono sottoposti a disagio. In sostanza, nell’immaginare questo processo ci siamo dati delle tappe. La prima è stata l’11 di febbraio, la data in cui è partita la prima fase di questo grande progetto». So che è prematuro questo discorso. Ma ci sono già i primi cenni di riscontro da parte dell’utenza? «L’utenza sembra molto soddisfatta. Bisogna dire, però, che i parcheggi restano a pagamento. Da un punto di vista astratto sarebbe molto
bello se fossero gratuiti. Tuttavia, io ho fatto anche un mio sondaggio per le strutture ospedaliere italiane, noi abbiamo delle tariffe che sono tra le più basse in Italia, per cui l’utenza ne sta ricavando un beneficio». Si mette mano ad un problema ampiamente dibattuto e i primi a lamentarsi sono i dipendenti, attraverso comunicati stampa provenienti da alcune sigle sindacali. Ci spiegherebbe perché e da dove nascono queste polemiche? «Chi ha da ridire sono solo i dipendenti. O meglio, io non credo che siano tutti i dipendenti. Qui devo dire una cosa con molta chiarezza. Io nella mia scala di priorità ho messo in cima i bisogni dell’utenza. Siccome i parcheggi sono dislocati intorno alla struttura, e quindi ci sono parcheggi inevitabilmente più comodi, be’, io ho dovuto operare una scelta, e l’ho fatto guardando solamente agli interessi dei cittadini. Quanto ai dipendenti: non c’è nessuna legge che imponga alle aziende di dare dei parcheggi gratuiti o “comodi”. Le polemiche nascono dal fatto che, proprio in virtù di questa scala di priorità, noi abbiamo riservato dei parcheggi ai dipendenti che non sono tra i più prossimi all’ospedale. Ma stiamo parlando di parcheggi comunque poco distanti dal luogo di lavoro. Si tratta di percorrere pochi metri a piedi». Sembrerebbe che il “Pomo della discordia”, il malumore dei dipendenti derivi dal
fatto che i parcheggi migliori appartengano ai dirigenti o ai vertici aziendali… «Questa decisione è stata brandita strumentalmente da alcune sigle sindacali. I sindacati hanno affermato che i parcheggi più comodi sono dei dirigenti. E io questo non l’accetto, né come direttore né come cittadino. È una logica perversa, perché fa tornare il cittadino ad essere un suddito, e la pubblica amministrazione ad occupare una posizione di privilegio. Diversamente, devo dire che con altri sindacati io mi sono mostrato disponibile, soprattutto con le sigle confederali che hanno avanzato delle proposte e chiesto di rivedere delle cose. Per altro, l’11 febbraio è cominciata una fase sperimentale. È chiaro che quando parte una sperimentazione ci si accorge delle eventuali carenze volta per volta. È naturale che chi avrà voglia di contribuire potrà farlo. Io accetto e considero la critica una risorsa costruttiva. Ad esempio, da un vostro articolo noi abbiamo riformato la procedura di consegna delle cartelle cliniche. Le critiche costruttive aiutano, quelle distruttive non servono a nessuno, né all’azienda né ai dipendenti. Chi avrà voglia di proporre delle soluzioni, o ricordarci qualcosa che magari ci è sfuggito, deve ricordare che noi siamo qui per questo. È chiaro che io non posso accettare alcuna mediazione se non nell’ottica di far convivere l’esigenza dei cittadini e quella dei dipendenti. Ripeto, è un
progetto che si svilupperà nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Dobbiamo accettare il cambiamento, anche se comporta qualche piccolo disagio. Credo il “Park-Ho” darà una migliore percezione della nostra azienda. Stando qui mi sono reso conto che questa è una holding mediamente efficiente dal punto di vista economico, ottima per quanto riguarda la qualità delle cure. Pecca sul contorno: la risposta sbagliata, la fila di troppo o l’accoglienza. Garantisco che ci siamo mossi anche in questa direzione, migliorando il tenore complessivo del polo ospedaliero». In settimana lei ha scritto una lettera aperta in cui affronta, punto per punto, le varie critiche. Ecco, ritornando al comunicato stampa delle federazioni sindacali, le stesse lamentano la mancanza di aree gratuite per gli ammalati cronici e i disabili, o parcheggi agevoli per i lavoratori. È realmente così o si tratta solo di inesattezze? «È assolutamente falso. Queste aree già esistono, anzi saranno ulteriormente ampliate e potenziate. Se così fosse non saremmo coerenti con quello che le ho detto fino ad ora. Se noi lavorassimo sul progetto dell’umanizzazione e ci dimenticassimo dei più svantaggiati, faremmo un clamoroso autogol. Questa tesi dei sindacati è falsa già oggi, e lo sarà ancora di più quando il progetto verrà completato. Ci hanno attaccati ancora prima che il progetto fosse concluso e conosciuto. Quel comunicato
gronda di demagogia». Il progetto “ParkHo” è solo una delle tante novità. Potrebbe anticiparci quali altre innovazioni si prospettano nell’immediato? «Intanto, domani scade il bando di accreditamento delle associazioni di volontariato e di tutela dei diritti. Questo è un altro pezzo del progetto di umanizzazione delle cure. Io ci tengo molto, perché la sanità non può andare da nessuna parte se non c’è un volontariato che la supporta. Per questo, ho voluto fermamente che fosse creata la Consulta del volontariato, una sorta di Parlamentino di tutte le associazioni in cui si discute, con l’azienda, di tutte le problematiche comuni. Inoltre, siamo entrati nella fase esecutiva dell’accordo con il Regina Elena per l’urologia, e stiamo per presentare alla Regione il progetto per dotare anche il San Carlo della chirurgia robotica. Il robot “Da Vinci” non verrà utilizzato solo per interventi in urologia, ma ci sarà un approccio multidisciplinare. Nel mese di marzo,in aggiunta, presenteremo alla Regione anche un progetto che riguarda il presidio ospedaliero di Pescopagano. Ciò è molto importante perché le strutture periferiche, se non sono sorrette da una buona logica di progettazione, rischiano di implodere e di perdere il proprio ruolo nella comunità. Sono convinto che Pescopagano ha una sua “way of life”, una lunga strada da percorrere».
Postura e canto
E
bbene si cari miei amici lettori, questo articolo vi arriva direttamente da Sanremo dove, come annunciato la scorsa settimana, sono stato chiamato a dirigere il centro benessere di Casa Sanremo, incarico di grande responsabilità professionale, avendo nelle mie mani il benessere di grandi cantanti presenti al festival della canzone italia-
na. E mai come in questo momento di forte tensione il loro benessere è importantissimo. Ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo, oggi invece vorrei parlarvi del rapporto che esiste tra postura e canto. La voce umana, parlata e cantata, impegna in maniera coordinata tre sistemi: Il sistema respiratorio Il sistema laringeo I risuonatori IL SISTEMA RESPIRATORIO Il nostro corpo è un eccellente strumento musicale. E per farlo “ suonare “ occorre innanzitutto conoscerlo. Cominciamo dunque dalla respirazione che è ciò che ci tiene in vita e che ci permettevi cantare e di parlare. Certamente senza una buona respirazione … non si canta. Anche se una buona respirazione non esaurisce comunque l’arte del canto! Ad ogni modo questo è il centro del sistema di emissione sonora e dunque partirò
da qui. Il cuore del sistema respiratorio è il diaframma, il cui significato etimologico è “ ciò che sta in mezzo “. Questo muscolo respiratorio, di forma larga e convessa, in effetti separa la cavità toracica da quella addominale. Quando inspiriamo la curva del diaframma si alza e il muscolo si rende più idoneo a sostenere la nota. A COSA SERVE IL DIAFRAMMA? Oltre che a separare due cavità con funzionalità differenti, il diaframma è il nostro fondamentale sostegno del suono, è qui che avviene il cosiddetto “ appoggio “. Con un’immagine fantasiosa possiamo dire che il diaframma è il “vassoio “ che sostiene il suono. Sentire la funzionalità del diaframma o anche solo la sua “presenza”, è tra le cose più difficili del canto, pur essendo assolutamente indispensabile, ma proviamo ad aiutarci con alcuni esercizi molto semplici: 1. Cominciamo a ridere, prima piano e poi forte,
cercando di sentire i movimenti sussultori del muscolo; 2. Ora proviamo invece a sbadigliare: con questo esercizio il diaframma si dispone in massima curvatura, la posizione cioè di sostegno della voce. Lo sbadiglio serve anche a “ prendere coscienza” delle cavità boccali e faringee che nel canto vanno sempre tenute aperte per non chiudere il passaggio al suono; 3. Quando ci capita di singhiozzare, nel pianto o nel semplice singhiozzo, possiamo osservare il coinvolgimento del diaframma; 4. Per chi segue regolari lezioni di canto, sarà facile sentire questo muscolo durante gli esercizi di suono picchettato. LA POSTURA NEL CANTO Dopo aver parlato dei movimenti del diaframma, vero “cuore” dell’arto del canto, è necessario dedicarci alla postura dell’intero corpo, perché questa influisce in maniera decisiva sulla qualità della no-
stra emissione. Una adeguata postura permette al suono di sfruttare al meglio le risonanze naturali del nostro corpo. La esatta postura è, inoltre, preliminare ad una corretta impostazione di tutto il sistema laringeo. Infatti, se il corpo assume una buona postura, la gola non si aprirà e il lavoro delle corde potrebbe risultare affaticato e compromesso. E’ l’intero corpo a cantare e quindi è intuitivo che esso debba assumere una posizione corretta. Le Gambe. Innanzitutto il sostegno del corpo deve essere sicuro. Dunque teniamo i piedi leggermente distanziati, in modo che il baricentro del corpo abbia un’area sufficientemente ampia entro cui cadere. Le ginocchia devono restare morbide ed elastiche e, nel contempo, sostenere il peso. Le ginocchia si flettono lievemente per evitare che il bacino sia trattenuto all’indietro. Il Bacino e il Tronco
Il bacino si sposta leggermente in avanti, sostenuto in questo dalla lieve flessione delle ginocchia. L’insenatura lombare diminuisce. Il tronco va tenuto eretto. Questa postura favorisce in maniera naturale la cosa più difficile da fare, cioè l’allargamento del torace. Infatti le costole basse si aprono già per effetto della postura fin qui descritta. L’immagine mentale da seguire è quella della verticalità, unita ad una certa morbidità. Infatti la posizione eretta troppo rigida impedisce di fatto il canto, perché anche la gola risulterà irrigidita. Il Collo e le Spalle Controllate che le spalle siano basse con le clavicole disposte orizzontalmente. In questo modo anche il collo è allungato e, conseguentemente, diminuisce l’incurvatura cervicale. Continua sul prossimo numero
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16 Febbraio 2013
SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO
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Gli effetti dei farmaci antidepressivi sul cuore
di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it
L
a depressione è uno stato emotivo molto diffuso che, spesso, impedisce di compiere le normali attività della vita quotidiana. Anche in ambito prettamente cardiologico, esistono molte evidenze scientifiche che dimostrano come la depressione sia un fattore di rischio cardiovascolare nel senso che, è più probabile che i pazienti depressi fumino un maggior numero di sigarette, facciano una minore attività fisica ed abbiano un comportamento alimentare sbagliato. Però, non bisogna dimenticare che, anche l’utilizzo di farmaci antidepressivi potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel modificare il rischio cardiovascolare nei pazienti che sono depressi perché, questo sarebbe correlato da una parte, all’ effetto pro-aritmogeno degli antidepressivi triciclici e, dall’altro, all’azione antiaggregante attribuita agli Inibitori della Ricaptazione della Serotonina (SSRI). Ricordiamo brevemente e, senza entrare nel merito che, gli antidepressivi triciclici e gli SSRI sono due tipi diversi di antidepressivi di cui ci occupiamo per gli effetti differenti che hanno sul cuore. Uno studio recente prende proprio in considerazione il
rischio di infarto miocardico nei pazienti trattati con farmaci antidepressivi. Questo lavoro, come molti altri, ha dimostrato che c’è un aumento del rischio di infarto miocardico negli utilizzatori di antidepressivi triciclici ma non, nei consumatori di SSRI, rispetto a coloro che non hanno mai utilizzato farmaci antidepressivi. Anche un altro studio inglese ha analizzato se i farmaci antidepressivi potevano essere fattori di rischio di cardiopatia ischemica ed, anche da questo lavoro è emersa una chiara associazione tra, uso di antidepressivi triciclici, in particolare dosulepin, e l’ insorgenza di infarto miocardico, con una forte evidenza di effetto dose-risposta ma, senza associazione tra infarto miocardico e SSRI. Va sottolineato inoltre che, dagli studi di cui \si è fatta brevemente menzione, risulta piuttosto evidente che gli antidepressivi triciclici sono associati ad un aumentato rischio di infarto rispetto a coloro che no ne fanno uso e come tale, l’ incremento di rischio potrebbe essere dosecorrelato. Naturalmente, i pazienti fortemente depressi che fanno uso di questi farmaci potrebbero avere un più alto rischio cardiovascolare rispetto ai non utilizzatori, anche per l’effetto cardiotossico di questi antidepressivi, associato alla depressione stessa. Inoltre, gli antidepressivi triciclici appartengono alla classe degli anti-aritmici di cui è nota l’associazione con un più alto rischio di morte improvvisa. Inoltre, è stato riportato che i triciclici possano aumentare la frequenza cardiaca che potrebbe contribuire all’insorgenza dell’infarto miocardico acuto. In sintesi, dai risultati di tanti studi condotti negli anni ed, in varie università di tutto il mondo, emerge la necessità che il medico tenga in considerazione anche
lo specifico rischio di infarto potenzialmente e differentemente associato all’uso dei vari farmaci antidepressivi oltre che, il globale profilo del rischio–beneficio dei singoli farmaci antidepressivi, quando si decida di iniziare un trattamento con questi farmaci nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare. I triciclici hanno diversi effetti collaterali che limitano il loro uso nei pazienti cardiopatici: rallentano la conduzione cardiaca con rischio di provocare blocchi al ritmo del cuore e possono anche innescare aritmie. Possono aumentare la frequenza cardiaca ed abbassare la pressione arteriosa, con rischio di angina in soggetti con cardiopatia ischemica e di scompenso cardiaco in quelli con insufficienza cardiaca in compenso labile. Gli SSRI presentano invece, minimi effetti collaterali sul versante cardiovascolare. I sintomi depressivi, se curati, migliorano certamente la qualità di vita anche se, riguardo la sicurezza di questi medicamenti, abbiamo già parlato di come diversi lavori scientifici hanno valutato il rischio relativo di re-infarto che equivale però, allo stato attuale, solo per gli antidepressivi triciclici. Anche la depressione post-ictus, resta tuttora largamente non trattata, specie per il timore, in una popolazione abitualmente di età avanzata, di effetti collaterali e di interazioni farmacologiche. Ricordiamo poi, che il trattamento della depressione post-ictus è in grado di migliorare oltre che, i sintomi depressivi, anche il recupero funzionale della persona ed ancora una volta i SSRI sono efficaci per la loro azione anti-aggregante nel ridurre il rischio di emorragia cerebrale. Gli anticoagulanti invece, sono soggetti ad interazioni con gli antidepressivi: i triciclici riducono il metabolismo ed alterano
l’assorbimento del warfarin causando sanguinamento. Venendo nello specifico della mia materia insomma, è comune che il paziente, dopo una prima fase di “euforia” che segue il risveglio dall’anestesia in Terapia Intensiva dopo un intervento cardiochirurgico, si possa sentire nei giorni successivi, triste e depresso per l’operazione subita al cuore. Uguali sensazioni si avvertono quando si viene a sapere di dover effettuare un ricovero o un intervento cardiochirurgico o di qualsiasi altro tipo. Atteggiamenti temporanei di tristezza sono normali e devono gradualmente andare via nel giro di poche settimane per poi tornare alla normale routine ed attività quotidiane. Nel recupero emotivo e psicologico, un ruolo fondamentale è dato fai familiari, sempre che non siano più ansiosi loro del paziente! Fino al 20% dei pazienti che hanno subito un intervento di bypass aortocoronarico hanno avuto una depressione maggiore. Molti studi hanno infatti dimostrato che lo stato mentale ha effetti negativi sul cuore perché: se non gestita, la depressione aumenta la pressione sanguigna, provoca danni alle arterie e provoca un ritmo irregolare con indebolimento del sistema immunitario; i pazienti con depressione hanno mostrato di aver aumentato la loro reattività piastrinica, una riduzione della variabilità della frequenza cardiaca ed un aumento dei markers infiammatori (proteina C reattiva), che sono tutti fattori di rischio per malattie cardiovascolari; per le persone con malattie cardiache, la depressione può aumentare il rischio di eventi avversi cardiaci, come un attacco di cuore o la formazione di coaguli di sangue. Per le persone che non hanno una malattia
La Stevia: naturalmente dolce
Dott.ssa Ivana Gruosso Farmacia Marchesiello www.farmaciamarchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: i.gruosso@farmaciamarchesiello.it
L
a stevia è una pianta originaria dell’ America del Sud appartenente alla famiglia delle compositae, dalle sue foglie si ottiene una polvere finissima dal potere dolcificante centinaia di volte superiore a quello
del saccarosio, lo zucchero comunemente utilizzato. In natura esistono diverse specie di stevia ma quella con il maggiore potere dolcificante è la stevia rebaudiana, da Rebaudi, il suo scopritore. I principi attivi sono la dulcoside A, lo stevioside, il rebaudioside A, il rebaudioside C e si estraggono principalmente dalle foglie essiccate, in commercio si trova in polvere o in forma liquida. In realtà in Italia la commercializzazione della stevia ha avuto il via libera solo alla fine del 2011, mentre in altri paesi da tempo venivano apprezzate le sue proprietà. Sembra addirittura che nella sua terra di origine, la stevia venisse utilizzata dalle popolazioni indigene come una vera e propria medicina, nono solo per dolcificare le bevande ma anche per cicatrizzare le ferite ed idratare la pelle. Perché utilizzare la stevia al posto dello zucchero o di altri dolcificanti? Perchè ha l’enorme vantaggio di
non avere nessuna caloria, è indicata quindi per chi segue diete ipocaloriche, di non far aumentare l’indice glicemico nel sangue, consigliata anche per i diabetici, di essere utilizzabile anche a temperature elevate, per la preparazione di dolci. Inoltre non avendo zucchero non causa carie dentali e sembra avere anche proprietà antibatteriche, tanto da essere presente in alcuni dentifrici come additivo. Attenzione però a dosare bene questo dolcificante, ad utilizzarlo in piccola quantità per evitare di avvertire il retrogusto amaro di liquirizia, considerando che un cucchiaino di caffè pieno di stevia pura, che equivale a circa 2,5 grammi di prodotto, corrisponde a circa 800 grammi di zucchero. La stevia rappresenta quindi una valida alternativa agli zuccheri di sintesi. Gli effetti benefici della stevia sulla glicemia sono stati inizialmente evidenziati negli Stati Uniti, tra le prime nazioni ad averla utilizzata,
dove diversi diabetici hanno rilevato un abbassamento della glicemia in seguito all’assunzione quotidiana di questo dolcificante. La ricerca scientifica ha poi confermato che la stevia regola il livello di zuccheri nel sangue a differenza dello zucchero o altri dolcificanti, che essendo zuccheri semplici, vengono subito metabolizzati causando picchi glicemici. Per il ruolo svolto da quest’ultimi nell’assorbimento dei grassi e nel controllo della fame, la stevia rappresenta una valida alternativa per chi segue diete ipocaloriche. Il concentrato che si ottiene dalle foglie di stevia ha un’azione benefica anche per la pelle: riduce le rughe, dona una sensazione di freschezza, riduce i segni dell’acne. La stevia ha effetti benefici anche a livello intestinale: migliora le capacità digestive e per il gradevole retrogusto di liquirizia riduce la necessità di fumare anche dopo il caffè.
del cuore, la depressione può anche aumentare il rischio di un attacco cardiaco e lo sviluppo di una malattia coronarica. Durante il recupero da un intervento chirurgico cardiaco, la depressione può intensificare il dolore, peggiorare la fatica e la lentezza o, indurre una persona a ritirarsi in isolamento sociale. I pazienti con bypass aortocoronarico che hanno una depressione non curata dopo un intervento chirurgico, hanno anche un aumento delle morbilità e della mortalità. La depressione è un notevole fattore di rischio per le malattie cardiache nei
giovani. Tra le donne sembra addirittura più importante dei fattori tradizionali come il fumo, l’ipetensione, l’obesità ed il diabete. Uno studio effettuato dall’Università di Georgia ha evidenziato come, sulle persone giovani, di età compresa tra i 17 ed i 39 anni, la depressione incida in modo importante per quanto riguarda il rischio di morire di attacco cardiaco. Naturalmente, se invece, la depressione impedisce di condurre una vita normale, il trattamento farmacologico è assolutamente necessario per far fronte al recupero sociale delle persone affette.
Bisessuali: si nasce o si diventa? N
ell’antica Grecia la bisessualità e l’omosessualità erano molto diffuse. Le arti e gli insegnamenti di vita erano trasmessi attraverso l’iniziazione sessuale, la quale era considerata il tramite attraverso cui i maestri potevano trasmettere il proprio sapere agli allievi. Con l’avvento del Cristianesimo i rapporti eterosessuali furono gli unici riconosciuti dalla Chiesa, che sottolineò l’importanza della sessualità con fini procreativi. Nonostante questo, la bisessualità e l’omosessualità hanno resistito alle ristrettezze imposte dalla società; fino a pochi decenni fa sono state vissute nella clandestinità o inibite da sistemi educativi rigidi e inflessibili. Oggi a cura possiamo affermare della dottoressa che permangono delle resistenze, anche se la vita MariaTeresa Muscillo sessuale viene vissuta con psicologa sessuologa tel- 328/8317632 più libertà e piacere rispetto mariateresa_muscillo@yahoo.it al passato. Paradossalmente le incertezze riguardano maggiormente la bisessualità, per il suo carattere indefinito e per una presunta “non scelta”. La bisessualità può essere definita come “la potenzialità di essere attratti e di stabilire dei rapporti affettivi o sessuali con persone di entrambe i sessi. Molte persone, pur essendo attratti da entrambi i sessi, non passano mai all’atto; al contrario persone che hanno rapporti sessuali con entrambi i sessi poi non si definiscono bisessuali. Sull’argomento bisessualità non vi sono moltissime ricerche: possiamo però fare riferimento agli studi di Kinsey, condotte fra il 1940 ed il 1950, il quale ipotizzava che circa il 15-25% delle donne e il 33-46% degli uomini potevano essere bisessuali. Kinsey fece anche una scala, per diversificare i vari gradi di bisessualità: (0. Completamente eterosessuale; 1. Eterosessualità predominante, con qualche sporadico rapporto omosessuale; 2. Eterosessualità predominante, ma con una chiara storia omosessuale; 3. Eterosessualità ed Omosessualità allo stesso livello; 4. Omosessualità predominante, ma con una chiara storia eterosessuale; 5. Omosessualità predominante, con qualche sporadico rapporto eterosessuale; 6. Completamente omosessuale). Ma bisessuali si nasce o si diventa? Alcune teorie, di tipo organicistico, indirizzano verso le influenze ormonali nel periodo fetale; spiegano la cosa come il permanere nell’individuo di alcuni elementi dello stadio evolutivo iniziale che all’origine è indifferenziato. Altre teorie, più orientate verso le scienze umane insistono sul processo di socializzazione, sui modelli ricevuti, sull’esperienze avute, in particolar modo in età infantile. Freud parlò del bambino ‘perverso polimorfo’, cioè con la potenziale possibilità di avere ogni tipo di attività sessuale e che, solo attraverso l’educazione e la cultura fa poi una scelta più definita. Freud infatti sottolinea l’importanza della scelta oggettuale, importante nel processo di sviluppo psico-sessuale. La risposta alla domanda che ci siamo posti non può essere data con certezza, ma si può affermare che la bisessualità fa parte dell’essere umano. Le manifestazioni bisessuali sono frequenti soprattutto in adolescenza, quando l’identità di genere è ancora in costruzione e il ragazzo è aperto alle sperimentazioni più disperate. In età adulta avviene la scelta, ma questa non è bianca o nera (omo o etero) ma abbraccia infinite sfumature.
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REPORT
Basilicata
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«Per favore, ridateci la vecchia televisione analogica» E’ questo l’accorato appello rivolto da molti dei teleutenti lucani
di Domenico Calderone
A
circa otto mesi dallo “Switch Off”, ovvero dall’entrata definitiva in funzione del sistema di broadcasting denominato “TV digitale terrestre”, mentre la RAI ci ricorda di pagare il canone (già ribattezzato “patrimonialina sul telecomando”) a prescindere dall’uso che si fa dell’apparecchio televisivo, non è azzardato tirare un bilancio tutt’altro che entusiasmante di tale innovazione tecnologica attesa con grande curiosità e trepidazione, ma rivelatasi una mezza fregatura per i teleutenti tradizionali più affezionati al piccolo schermo. Infatti, il battage pubblicitario che ha preceduto lo spegnimento della TV analogica prometteva enormi vantaggi dal punto di vista
quantitativo (più canali di ricezione) e qualitativo (segnale audio –video pulito, senza interferenze) con possibilità interattive per fruire di eventuali servizi a pagamento in campo commerciale e dell’entertainment. Ma il risultato non si è rivelato corrispondente alle promesse fantasmagoriche della vigilia. Senza regole restrittive, in effetti, tutti si sono buttati a capofitto sull’osso da spolpare, in barba al buon senso e al senso civico. C’è da dire che il governo Berlusconi, per limitare il proliferare di emittenti TV, aveva pensato al famoso “Beauty contest” (alla lettera: gara di bellezza”) come criterio di assegnazione gratuita delle nuove frequenze alle televisioni già affermate in campo nazionale (Canale 5, Rete4, Italia 1, La 7 etc.) oltre, naturalmente, alle reti Rai. Ma dopo il cambio di governo, le opposizioni in Parlamento hanno incalzato il nuovo esecutivo sul fatto che, dato il momento di crisi, sarebbe stato più giusto evitare i regali e far pagare la concessione delle frequenze a tutti gli aspiranti broadcaster, sia pubblici che privati, che avrebbe, così, portato circa 4,5 miliardi di euro nelle casse dello Stato: una somma addirittura superiore a quella incassata attraverso il pagamento dell’IMU, la
controversa tassa, applicata quasi erga omnes, che ha messo in difficoltà i ceti meno abbienti. A questo punto, però, il patto segreto, sottobanco, tra Berlusconi e Monti ha avuto la meglio sull’interesse nazionale e, quindi, tutto è rimasto come prima, vago ed aleatorio. Insomma, per non far pagare il cavaliere, non si è fatto pagare a tutta la scuderia, con il risultato che chiunque disponga di un po’ di denaro da investire, può impiantare un’emittente televisiva, anche senza rispettare le leggi della fisica applicate alle trasmissioni via etere. Infatti, ci sono MUX (blocchi) che raggruppano anche quattordici denominazioni diverse dello stesso network, che trasmettono sullo stesso canale (isofrequenza). Il gruppo Telenorba ne è un esempio lampante, ma non è l’unico, con la differenza che questa TV storica sarebbe rientrata a pieno titolo nel Beauty contest, ed ha strumentazione affidabile; ciò che non si può dire per tutte. Infatti, esistono trasmittenti che, oltre ad offrire prodotti mediocri, irradiano segnali poco stabili dal punto di vista della frequenza di trasmissione, il cui slittamento va ad interferire con canali adiacenti, provocando un “battimento” che produce l’odioso “spacchettamento” del “quadro”, la balbuzie dell’audio e, quindi, il tormentoso “no signal” che tutti abbiamo imparato a conoscere nei momenti più belli di un film, un documentario, una partita di calcio etc. Paradossalmente, con il digitale terrestre, o si vedono
centinaia di canali, o nessuno, come accade spesso nei paesi lucani, a causa della particolare conformazione orografica della nostra regione. Questo, che viene definito “disagio tecnico” nel linguaggio settoriale, si è trasformato in un disagio sociale che ai più conservatori fa implorare il ritorno alla televisione analogica, quando i programmi disponibili erano molto meno, ricchi di interferenze e disturbi audiovideo di ogni tipo, ma almeno erano sempre visibili. Come molti teleutenti in aree “in ombra” avranno notato, anche le condizioni meteo giocano un grosso ruolo negativo nella diffusione di questo tipo di onde elettromagnetiche, specie se c’è nebbia, pioggia o neve. Per non parlare del vento: basta un moderato spostamento d’aria per mandare in tilt il sistema. Senza dimenticare che se qualcuno lascia la macchina col motore acceso, nelle vicinanze dell’abitazione, anche in questo caso lo schermo nero è assicurato. Si sa che indietro non si torna, anche alla luce degli interessi commerciali legati all’interattività del digitale terrestre (un bene o un male?) che predominano su tutti gli altri aspetti, compresi quello etico ed educativo, messi a dura prova in questa fase storica dominata dalla barbarie mediatica, ma il cronista non può e non deve non raccogliere questo cahier des doleances, augurando, nel contempo, buona fortuna agli antennisti che, loro malgrado, hanno perduto i loro clienti, per colpa della criticità intrinseca di questa tecnologia così altamente
sofisticata e complessa. Agli affezionati delle telenovelas sulle reti Mediaset, invece, consigliamo, anziché di bestemmiare, di farsi installare una parabola satellitare con relativo decoder digitale, oppure di pregare la propria
Madonna preferita, affinché chi di dovere si ricordi di loro e provveda a ripristinare quanto prima il segnale terrestre perduto. Tanti auguri di realizzare il sogno!
“Inno all’amore” è il titolo della mostra itinerante allestita a Palazzo Gattini e che sarà inaugurata Sabato 16 febbraio a partire dalle 18.00 L
o stilista lucano ha inteso esporre le sue creazioni all’interno della struttura tracciando un percorso sulla scia della storia. I suoi abiti, indossati da manichini, saranno dislocati negli angoli più particolari della dimora storica con degli allestimenti suggestivi per proporre un “corredo sposa” completo di tutti gli accessori. I visitatori potranno guardare la mostra percorrendo il Palazzo nei diversi ambienti. Ad integrarsi, in tutto il suo fascino, la maestria di un grande stilista e la magia di un’opera architettonica di grande pregio. Insieme,due eccellenze lucane: Palazzo Gattini e Moreno da Venosa, all’unisono potranno offrire al visitatore uno spettacolo di rara bellezza. Moreno da Venosa è un uomo d’altri tempi. Il suo senso estetico, la sua eleganza, il suo romanticismo innato, la sua spiccata sensibilità non potevano che maturare creazioni di estrema leggerezza e delicatezza. Un abito da sposa di Moreno da Venosa veste un sogno! Nei tessuti e nelle linee l’evanescente, l’impercettibile, il moto dell’anima che è dentro ogni sposa. Il sentimento più dolce e il fremito più intenso: quello rivolto all’amore. Moreno da Venosa ripropone il bianco e il pizzo come estremi simboli di una raffinatezza mai perduta ed espressione di un “glamour” senza tempo. In serata, nella Sala meetig di palazzo Gattini un breve defilè.
Torna in edicola Il NUOVO MALE La storica rivista ospita anche il vignettista potentino Giulio Laurenzi
E’
in edicola in tutta Italia IL NUOVO MALE n.12 (2,50 euro), il mensile di satira diretto da Vincenzo Sparagna, che firma in questo numero un editoriale col nome del suo storico alter ego Tersite, dal titolo “Le mani sull’Italia”, sull’orribile campagna elettorale 2013. Tra gli autori della “Rassegna stampa dei Mali più diffusi”, curata da Cleono Zanzara, Piefrancesco Cantarella e Pablito Morelli, e, nelle stesse pagine, le invenzioni linguistico-anarchiche sull’attualità di Marino Ramingo Giusti con “Il Malinteso”. Guido Giacomo Gattai, dopo i racconti sulle missioni dello sgangherato detective Joe Cosporco, apre un nuovo capitolo con “La sporca storia di Sofia”, che fa il verso a “Il mondo di Sofia”. Letteratura e satira anche nell’articolo sulle nuove religioni (assurde e reali) di Teodonio Diodato (Graziano Graziani), che racconta il “Dudeismo”, ispirato allo stile di vita del Grande Lebowski.
Vi è poi la nuova Storia ucronica di Andrea Panzironi dal titolo “Il grande rimbalzo”, che contiene un’intervista “postuma” al regista Mario Monicelli. Non mancano testi brevi sull’”Astrofisica dell’urna” a cura del prof. Zichico Rubbiani, il commento economico “Ri/tagli” del dott. Mariano Rafisco, e la poesia, lamento in versi per una città, “Mementaranto mori” di Bertold Breve. Tra i vignettisti Giuliano, che firma la copertina e l’intera pagina eroticomica de “L’osSesso”, Giorgio Franzaroli, con un fumetto sulle tresche del trio Berlusconi-Alfano-Samorì, e poi Ugo Delucchi, Frago, Giulio Laurenzi, Giuseppe Del Buono, Antonio Vecchio, Malù, SS-Sunda, Cecigian, le new-entry Paolo Cammello e Stefano Tirasso, e il geniale Filippo Scòzzari. Torna su questo numero pure Bicio Fabbri con alcune vignette e la storiella “Vota merda”. Illustrazioni di lusso di Gianni Cossu e del giovane Edoardo Cucciarelli.
C’è anche una storia con il personaggio dell’Agente Acciona rapito dagli alieni, scritta da Stickyboy e disegnata da Joe Trozky, e il fumetto “Mediaevo 2013” sull’operaio Nicola nell’età della tecnica di Marco Pinna e Carlo Gubitosa. Su IL Nuovo MALE n.12 trovano spazio anche la nuova rubrica con i consigli di lettura del direttore, “Malelibri”, e un altro sorprendente giornale falso/vero nelle pagine centrali, IL PORCO, fondato e diretto da Libero Suino, illustrato con le grottesche incisioni di Massimo Boccardini e una vignetta di Giuliano. Il titolo “Abbasso i Macelli! Viva le Mele” annuncia la esilarante rivolta dei suini contro la ferocia delle bestie umane.
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16 Febbraio 2013
Il senso dei Lucani per la neve e quei laghi ghiacciati
I
l senso dei Lucani per la neve rimane una costante, in ogni tempo, per ogni generazione, ad ogni latitudine. Quel senso è mutuato dal titolo di un film danese di alcuni anni fa, un thriller di Bille August del ’97, che ci ha spesso ricondotti in una dimensione altra. La stessa che si prova quando, misticamente, ci si avvicina ai Laghi di Monticchio, in questo tempo di grande freddo. Rimane un po’ proibitiva la strada per arrivarci, ma appena l’occhio si posa fra l’abbazia di San Michele
e il lago, lo spettacolo è ineguagliabile. I due laghi di Monticchio appaiono ghiacciati. Non sembra di essere nello stesso luogo che in primavera e specie in autunno emana colori che esplodono agli occhi. L’odore di questi giorni invece avvolge in un afflato quasi artico; è scenario scandinavo, o comunque nordico, o ancora da laghi dell’est. Il lago ghiacciato riporta ad immagini inconsuete. Di certo non è quel lago ghiacciato dove si consuma la tragedia nel “Decalogo 1” del cineasta polacco Kieslowski. Sono i nostri Laghi, quelli di Monticchio, che mille volte
e ad ogni stagione abbiamo ammirato, e che la neve indugia a confermare in uno stato di grazia e di bellezza. Se riuscissimo ad impadronirci di un “alfabeto temporale” sapremmo meglio guardare al passato e prevedere forse il futuro. “Ma voi non conoscete i rigori dell’inverno? Questo lucano è solo un breve assaggio di quello ben più lungo che si vive in Ucraina…” Lo sussurra con nostalgia Ludmilla, da diversi anni in queste comunità per aiutare anziani, con un nome e le sembianze di una canzone di Paolo Conte. Il “generale inverno” si sente eccome. Ma recita una antica nenia: “Sotto la neve c’è il pane”. E quel poetico verso di Sting: “Cercheremo di non disturbare la neve con le nostre impronte” dura lo spazio di un mattino, o di una notte. Per il resto è disagio, non lavoro, non scuola, non altro. La neve intorno ai Laghi si scioglie, non dura molto, mentre sulla collina di Ciaulina, ai piedi del Vulture tanto cara a Beniamino Placido, è sempre l’ultima a sparire.
Basilicata
Inaugurata presso “Il Santo Graal” la seconda personale del maestro in origami Francesco Miglionico
Incanto di Monticchio d’inverno di Armando Lostaglio
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MONITOR
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i è inaugurata mercoledì 6 febbraio scorso, presso la sede dello studio d’arte Il Santo Graal in via Pretoria, la seconda mostra personale in arte di origami del maestro Francesco Miglionico. Le sue personali, che lo hanno visto protagonista nel mese di dicembre scorso, con la realizzazione di presepi in origami e, ora con l’attuale esposizione di maschere
di carnevale in carta; rappresentano un modo nuovo. Con la carta si può realizzare quasi tutto, con un po’ di ingegno, in una società in cui plastica e imballaggi vari sono onnipresenti. Idee originali, rispettose dell’ambiente e sviluppatrici dell’ingegno umano. Fogli piegati e ripiegati senza alcun uso delle forbici, hanno dato vita con la semplice
agilità delle mani a ben 18 maschere, rappresentanti personaggi famosi del passato, mitologici, animali, dei cartoni animati e tanti altri soggetti culturali. Giovanni D’Andrea
La Basilicata svela la sua vera essenza alla Bit di Milano De Filippo: “Siamo una regione capace di offrire attrazioni ed esperienze uniche” N el corso dell’importante fiera dedicata al turismo che ha preso il via giovedì 14 febbraio si punta su natura, itinerari legati al sacro e nuovi grandi attrattori turistici per promuovere la nostra regione È una Basilicata quanto mai desiderosa di farsi notare e apprezzare dal pubblico
sia dei viaggiatori che della stampa e degli operatori specializzati quella che si presenta quest’anno alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano (14-17 febbraio) in uno scenario macroeconomico non certo facile ma all’interno del quale il turismo può diventare una
voce sempre più importante in termini di sviluppo e posti di lavoro in Basilicata. «La nostra regione – sottolinea il presidente della Giunta Regionale Vito De Filippo, in partenza per Milano, dove prenderà parte alla conferenza stampa istituzionale del 15 febbraio presso lo stand della
Basilicata – sta registrando da anni incrementi costanti nel numero dei visitatori grazie ad un’offerta basata sull’unicità di un territorio a tratti ancora incontaminato e a un’offerta di strutture in continua crescita. Ciò che proponiamo è una Basilicata originale e poco conosciuta
commercialmente, nei suoi colori, nei suoi sapori, nelle sue luci, insieme a una serie di attrattori che consentono esperienze davvero uniche». Il leitmotiv della kermesse, dove la Basilicata sarà presente con uno stand di 150 mq nel quale scorreranno filmati e immagini di grande impatto, ruota proprio intorno al concept “Basilicata. Bella scoperta!”, attraverso cui si punta a far scoprire peculiarità, tutte lucane, spesso difficilmente riscontrabili altrove in Italia. «Puntiamo – sottolinea il direttore generale dell’Apt Basilicata Gianpiero Perri – su una regione a misura d’uomo nella quale rigenerarsi mentalmente e spiritualmente, dov’è ancora possibile vivere dimensioni pacificanti recuperando il senso delle cose semplici, la cordialità delle comunità lucane e il loro senso di ospitalità, considerato dai visitatori, come risulta dai dati di Tripadvisor, tra i migliori in Italia.
Una regione il cui valore aggiunto consiste proprio nel suo essere depositaria di un territorio “riservato”, poco contaminato, autentico». Insieme a questa sua essenza profonda, che può fare da traino all’offerta turistica lucana in uno scenario in cui una fetta sempre maggiore di viaggiatori è alla ricerca di mete inedite, poco affollate, a contatto con la natura e talvolta “intimiste”, verrà raccontata nella quattro giorni meneghina anche un’altra Basilicata. Quella dei parchi naturalistici e delle vacanze attive, della fede, con nuovi itinerari tematici sulle orme del sacro e delle tradizioni popolari, delle città d’arte con Matera candidata per il 2019 a Capitale europea della Cultura e punta di diamante dell’offerta turistica lucana, degli importanti eventi celebrativi che cadono quest’anno (come i 400 anni della morte di Carlo Gesualdo da Venosa) e dell’inaugurazione di nuovi grandi attrattori turistici.
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SECONDA DIVISIONE
ECCELLENZA
Dopo la sosta il Melfi riparte da Gavorrano
Il Valdiano è atteso dall’insidiosa trasferta di Pietragalla
Nel recupero L’Aquila fa suo il derby con il Teramo di Lorenzo Morano
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orna in campo la Lega Pro 2, girone B, dopo il turno di sosta e si ripresenta agli appassionati, per 23esimo turno di campionato, con una piccola ma importante mutazione nei quartieri nobili della classifica. Mutazione avvenuta a seguito della gara di recupero disputatasi lo scorso fine settimana tra L’Aquila e Teramo, dove si è registrato, in questo derby abruzzese, l’importantissimo successo degli aquilani che battendo per 1 a 0 i cugini, hanno conquistato il terzo gradino del podio a sole due lunghezze dal Pontedera. Decisiva per gli aquiliani la terza rete stagionale di Nicola
Ciotola arrivata ad un quarto d’ora dal triplice fischio. Sempre fermo in quinta posizione il Teramo, a braccetto con l’Aprilia. Dopo questa sosta di sicuro rigeneratrice, il campionato si ripropone subito con un altro turno impegnativo per il Teramo, che se la dovrà vedere con il forte Poggibonsi. La capolista Salernitana all’Arechi affronterà i calabresi della Vigor Lamezia, dove i pronostici sono tutti nettamente a favore dei padroni di casa. A Fondi sarà di scena il Pontedera, in una sorta di testa-coda invertito, mentre l’Aprilia sarà a caccia di punti al Nuovo Romagnoli di Campobasso. Agli aquilani dopo l’importante affermazione nel
turno di recupero toccherà di affrontare un sempre più imprevedibile Hintereggio; il turno prosegue con il derby campano tra Arzanese ed Aversa Normanna e con due scontri diretti: Martina Franca-Chieti e Borgo a Buggiano-Foligno. Chiusura dedicata al Melfi che dopo il buon pari in rimonta in casa del Chieti, sarà di nuovo chiamato a giocare lontano dall’Arturo Valerio e se la dovrà vedere con un ostico Gavoranno, compagine a quota 31 punti, quindi 9 in più dei lucani, ma soprattutto team reduce dalla sconfitta per 2 a 0 contro l’Hintereggio, condizione questa che spingerà i toscani alla ricerca di una sorta di riscatto di fronte al proprio pubblico.
S
i torna in campo (maltempo permettendo) dopo la sosta forzata di domenica scorsa a causa della neve con decisione preventiva e cautelativa di bloccare tutti i campionati per evitare disguidi e complicazioni alle varie società, con scelta saggia e doverosa. Il Comitato Regionale Lucano ha deciso con apposito comunicato di ‘slittare’ le prossime gare fino al periodo di Pasqua, con ‘riallineamento’ previsto (come da calendario originale) a partire dal prossimo 7 aprile, precisando però che in caso di ulteriore eventuale rinvio si procederà a inserire un turno infrasettimanale per recuperare. Domenica quindi, per effetto di questa variazione, in programma la sesta giornata di ritorno, con la prima della classe di scena a Marconia nel derby ionico, con questi ultimi assetati di punti salvezza. Il Valdiano è atteso dall’insidiosa trasferta di Pietragalla, con i locali alla ricerca di affermazioni per allontanarsi dalla zona a
rischio. L’incontro di cartello è senz’altro la sfida tra il Policoro e un Rossoblu Potenza in ascesa per ambire ai piazzamenti d’onore, mentre il Real Tolve cercherà il riscatto e la soluzione alla crisi nella gara interna con l’ imprevedibile Vultur in serie positiva. Cercherà di approfittare il Viggiano per recuperare posizioni, che ospita un tranquillo Pignola, con il Picerno alla stessa maniera ma impegnato sul difficile campo di Moliterno. Il C. Oppido cercherà il riscatto nel match fra le mura amiche contro una Murese prodigiosa, invece in palio punti pesanti nella sfida tra le ultime due in graduatoria con il Tursi che riceve il Miglionico nel tentativo di avvicinare gli avversari. QUI VULTUR Rionero Mentre tiene ancora banco e fa discutere non poco il provvedimento relativo alla non disputa di VulturPolicoro, sanzionato dal
giudice sportivo con gara persa per entrambe e punto di penalizzazione, le due società hanno presentato l’atteso ricorso contro l’avversa decisione, allegando documentazione probante e le proprie sacrosante ragioni per ottenere giustizia e chiedere di ribaltare l’impropria e inopportuna ‘punizione’. Domenica si riprende a parlare di calcio giocato, con i bianconeri attesi dalla difficile trasferta di Tolve, al cospetto di una delle migliori formazioni del torneo (specie nel girone di andata), con i padroni di casa alle prese con una crisi di risultati e i rioneresi desiderosi di ‘continuare’ nella precedente serie di risultati positivi consecutivi prima della gara persa a tavolino (2 vittorie e 3 pareggi), con l’undici di mister Caprioli che cercherà di ‘recuperare’ punti e vendere cara la pelle, soprattutto per migliorare una classifica attuale che ‘non piace’. Antonio Petrino
Potenza, per una mostruosa salvezza CALCI IN CU...RVA a cura di Tony Pezzotta
I
l Potenza è stato percorso da un fulmine che lo ha riportato in vita. Gongola il professor Passerstine che con i capelli aggrovigliati e dritti per la meraviglia, gli occhialini sul naso e il baffo ispido ed alto, si ritrova tra le mani una macchina da guerra. Quello che sino a qualche settimana fa sembrava un timido agnellino sacrificale, abbandonatao al suo destino, oggi ha ripreso vita. E’ stato un colpo di fulmine, dunque, ma l’elettricità è stata fornita e partorita dalla mente di un altro professore, Rocco
Galasso che, dalla sua cabina di regia, sta tentando, in tutti i modi di rianimare il Potenza. Che dire, la serie D, ritrovata grazie alle mentite spoglie dell’Atletico Potenza, sta comunque stretta al blasone del leone rossoblù, però, da qualche parte si doveva pur ricominciare. L’avvio disastroso di quest’anno ha tenuto con il fiato sospeso i pochi irriducibili tifosi potentini. Sono stati molti gli sportivi che, delusi, hanno abbandonato la nave prossima al naufragio. Ed ora una speranza nuova sorprende
Potenza, ancora addormentata e avvolta nella candida coltre nevosa di febbraio. Il calcialingo guarda fiducioso alla classifica. I numeri danno ancora qualche possibilità. Il calendario, però, è impietoso. L’appuntamento, dopo la sosta, è di quelli proibitivi, poiché mette di fronte la seconda della classe contro l’ultima. L’avversario di turno è un avversario titanico e, come tale, va affrontato. Un po’ come Davide, il Potenza, che affronta Golia, il Gladiator e lo sfida sul suo terreno di gioco. Il calcio, però, ci ha abituati anche alle sorprese, specie in questa fase della stagione agonistica, nella
quale contano le motivazioni e la condizione fisica e mentale. Subito dopo, ci sarà da far valere il fattore campo. In questo senso sarà necessario ritrovare un clima “caldo” al Viviani, intorno ai rossoblù di mister Gerardo Passarella, per inseguire un’impresa. Con il coinvolgimento positivo di tutti è ancora possibile compiere questo percorso e raggiungere quella che sembrava un’impossibile salvezza.
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16 Febbraio 2013
Pvf Matera, obiettivo tre punti contro un ostico Zero 5
a Pvf Zeta System Matera ritorna a giocare dopo lo stop di sabato scorso. Le materane, domani pomeriggio, saranno impegnate contro lo Zero 5 Montalbano-Scanzano per l’undicesima giornata del campionato di volley femminile di serie C. Dopo una settimana di ‘riposo’ forzato, perché sabato scorso capitan Calculli e compagne non hanno giocato il big-match con la capolista Melfi, gara rinviata per via delle abbondanti nevicate che hanno bloccato le federiciane, la Pvf ritorna in campo contro la quinta forza del torneo. Ovvio, se non scontato, aspettarsi una Pvf determinata a continuare la marcia di avvicinamento al primo posto, occupato dal Melfi e dal Montescaglioso, che ora è distante tre lunghezze. Per raggiungere questo obiettivo, però, servirà una prova corale da parte delle ragazze bianco verdi così come hanno abituato il pubblico materano nelle ultime prestazioni. “Contro lo Zero 5 non sarà una gara semplice – ha spiegato il coach della Pvf, Nicola Moliterni. Ne sono convinto perché incontreremo una squadra che punta al quarto posto in classifica. Il nostro
obiettivo, comunque, resta la vittoria e per raggiungerla sarà necessaria una grande prestazione da parte di tutte le atlete”. Coach Moliterni avrà a disposizione l’intera rosa, una notizia positiva per poter affrontare con maggiore tranquillità lo Zero 5, così come ha spiegato il direttore generale del club bianco verde. “Il nostro obiettivo è di portare a casa altri tre punti importanti – ha spiegato Alessandro De Biase. Fino al termine della stagione cercheremo di conquistare quanti più punti possibili e di raggiungere la miglior posizione in classifica per poi poterci giocare i playoff promozione in maniera più tranquilla. Il tecnico Moliterni ha tutte le atlete a disposizione, questo è un aspetto positivo perché potrà garantire al nostro allenatore maggiore tranquillità e più soluzioni da poter utilizzare durante la gara. Vincere contro il Montalbano ci consentirà di poter affrontare meglio il prossimo impegno esterno contro l’Electric Power Potenza, in programma il 24 febbraio, e quello interno più atteso, cioè il recupero contro l’Olimpia
Melfi che è capolista insieme al Montescaglioso”. La gara tra lo Zero 5
Montalbano-Scanzano e la Pvf Iana Zeta System Matera si giocherà domani sera al
Pala Malvasi di Scanzano con fischio d’inizio alle ore 19.30.
Lorenzo Tortorelli
La Energy Italia 01 torna alla vittoria: 3 a 0 all’Altamura L
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a Energy Italia 01 Potenza torna alla vittoria, dopo lo stop della scorsa settimana a Monterotondo, e lo fa nel migliore dei modi, con un secco 3 a 0 ai danni della Domar Volley Altamura. Dura poco più di un’ora la partita, in un Pala Pergola affollato dei soliti appassionati, che hanno sfidato anche le avverse condizioni climatiche pur di assistere all’incontro. I potentini partono subito con la giusta concentrazione e fin dai primi punti si capisce che la gara si avvia verso un’unica direzione. A dire il vero, il lavoro degli uomini di Marolda è notevolmente facilitato dai numerosissimi errori degli avversari (basti pensare che a fine partita, sui 75 punti totali della Energy Italia 01, 40 sono quelli realizzati direttamente dai potentini e 35 quelli provenienti dagli errori pugliesi); battute sbagliate, falli in palleggio e invasioni a rete degli altamurani regalano punti su punti ai padroni di casa, che, però, dal canto loro, sono bravi a mantenere alta la tensione, senza subire cali,
ma mostrando in alcune fasi della partita anche un gioco divertente e veloce, lucido nella regia e sicuro in difesa e contrattacco. Il copione dei tre atti disputati è pressoché identico: i virtussini partono subito forte e allungano al secondo time-out tecnico; il distacco aumenta ancora nella fase finale dei set fino ad un massimo di 10 punti (21-10), divario che permette a Nuzzo e compagni di respingere senza troppe difficoltà il tentativo di rientro degli avversari, che non possono fare altro che arrendersi. Un ottimo risultato, dunque, per la Energy Italia 01 Potenza e la conferma della crescita continua di questa squadra; una buona notizia in vista dell’importante incontro di Sabato prossimo, quando i potentini saranno attesi a Messina per una partita che, in caso di risultato positivo, riaccenderebbe il sogno playoff in casa Virtus.
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16 Febbraio 2013
Hockey
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utto pronto per la sfida esterna di Sarzana. Questa sera la truppa allenata da Valerio Antezza sarà impegnata sulla pista della cittadina ligure per la seconda giornata del girone di ritorno. Per tutte e due le formazioni sarà una gara particolarmente sentita perché sia Sarzana che Matera hanno come obiettivo quello di conquistare un posto nella griglia play-off scudetto. Entrambe con quattordici punti e entrambe reduci da una sconfitta nel turno precedente: il Matera è stato battuto in casa dal forte Valdagno per 8-0, mentre il Sarzana è caduto a Prato dove è stato superato per 5-3. Indubbiamente il risultato finale del match tra Matera e Valdagno è apparso esagerato perché la Pattinomania avrebbe meritato di mettere a segno almeno un paio di gol, considerate le tante azioni pericolose create da Antezza e da Cirilli, quest’ultimo autore, nel secondo tempo, di un tiro al volo molto bello con il pallino fermato dal palo della porta difesa da Vallortigara.
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Il Matera a Sarzana per vincere Dimenticata la sconfitta con Valdagno, il Matera questa sera, proverà a cancellare il trend negativo lontano dalla tensostruttura (anche se a Sarzana il team lucano non ha mai vinto o fatto punti). Fino ad ora, infatti, fuori casa il Matera ha collezionato zero vittorie, zero punti e sette sconfitte in altrettante gare giocate. Un record negativo per l’Energy Italia 01 che condivide con il Giovinazzo e il Thiene. Abbiamo chiesto all’atleta biancazzurro, Gimenez, di spiegarci quale potrebbe essere l’arma in più della Pattinomania per uscire indenne dalla pista di Sarzana. “Dopo il ko rimediato con la capolista Valdagno – ha spiegato l’atleta materano - andiamo a Sarzana per vincere. Non abbiamo scelta, affrontiamo i liguri sapendo che non possiamo tornare a Matera a mani vuote. Il nostro unico obiettivo restano i tre punti e per poterlo raggiungere siamo chiamati a dare e fare il massimo. La nostra arma vincente potranno essere gli schemi e l’organizzazione di gioco che
mister Antezza predilige, cioè avere la massima attenzione in difesa e attaccare a quattro. In più sarà molto importante essere compatti e giocare di squadra”.
Le rassicuranti parole di Gimenez confermano che i lucani hanno abbondantemente smaltito la mazzata subita sabato scorso e che sono prontissimi per una
nuova sfida, quella di questa sera, con l’auspicio di poter tornare nella città dei Sassi finalmente a mani piene. La gara tra Hockey Sarzana e Energy Italia 01 Matera si
giocherà stasera alle ore 20.45 presso la pista del Centro Polivalente della cittadina ligure. Lorenzo Tortorelli
Gimenez, Abalos e Pellizzari
La pratica dello Yoga per la salute Caccia: conclusa la stagione e il benessere psicofisico venatoria 2012/2013 A
ttraverso la pratica di particolari posizioni chiamate “asana”, la disciplina dello yoga si prende cura del corpo e della mente, allenandola al controllo attraverso la meditazione e mediante un insieme di varie tecniche di respirazione che prendono il nome di “pranayama”. A tutto ciò generalmente si associa una filosofia di vita che prevede il controllo dell’alimentazione e importanti tecniche di depurazione e pulizia interna dell’organismo (ad esempio digiuni e lavaggi intestinali). La parte strettamente fisica, ossia l’insieme delle tradizionali posizioni, comprende esercizi di stretching, ossia l’allungamento muscolare, lo sblocco delle articolazioni, la correzione della postura e l‘adozione di posizioni capovolte atte a tonificare il sistema nervoso ed endocrino
(tutto l’insieme delle ghiandole dell’organismo), oltre ad esercizi di forza, resistenza ed equilibrio. Sovente la disciplina dello yoga è applicata alla ginnastica posturale al fine di prevenire e trattare algie e paramorfismi delle colonna vertebrale. In questo modo lo yoga si configura come un’attività completa ed efficace, anche se è sempre opportuno rivolgersi a professionisti competenti al fine di ottenere i migliori benefici e la massima sicurezza nella pratica. Chinesiologi, dottori in scienze motorie, sono i professionisti più indicati a cui rivolgersi per l’applicazione dello yoga nell’ambito salutistico, preventivo ed adattativo. Eseguito correttamente lo yoga non ha controindicazioni particolari, può essere praticato tutti i giorni e in ogni fascia d’età. Per avere buoni risultati andrebbe
eseguito almeno 3 volte a settimana a giorni alterni, con la possibilità di alternarlo ad un’attività sportiva dilettantistica, possibilmente aerobica (il jogging ad esempio), scelta secondo le preferenze individuali e che sia sempre piacevole e divertente, e infatti sta proprio nella piacevolezza della pratica il segreto per vincere lo stress, con tutte le implicazioni favorevoli che ciò comporta in riferimento al proprio stato di salute e di benessere psicofisico e sociorelazionale. Dr. Adelfio Liviani Chinesiologo Specialista in Scienze Motorie ad indirizzo Biomedico
L’
attività venatoria volta al termine in tutto il territorio nazionale, conferma ancora una volta, un trend di attacchi da parte del mondo ambientalista sempre alto verso quelle istituzioni che non hanno rispettato i dettami legislativi nazionali ed internazionali. E’ difatti di pochi giorni il dossier stilato da WWF Italia sulla lista nera delle regioni bocciate in materia venatoria, ed in particolare le infrazioni commesse dagli amministratori spaziano dal mancato rispetto del divieto di utilizzare munizioni al piombo, in altri casi è stata autorizzata la caccia sulla neve agli ungulati, la caccia nei parchi e nelle aree protette riconosciute dall’Europa senza il preventivo parere dell’I.S.P.R.A., e ancora, alcune regioni hanno deciso senza i dovuti pareri tecnici di aprire la caccia prima dei termini di legge (le cosiddette “preaperture” ai primi di settembre) o di prolungare i tempi per altre. I TAR hanno così individuato in ben 11 regioni la mancata sufficienza in materia di caccia e precisamente : Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto. Mentre la nostra regione risulta la più virtuosa avendo rispettato al massimo le norme vigenti utilizzando la massima forbice sia in “preapertura” che “post chiusura”, naturalmente alle sole specie possibili e comunque condivise dai pareri I.S.P.R.A.. Tale risultato raggiunto nel tempo aveva dato spazio ad un
populismo becero da parte di alcune associazioni venatorie le quali hanno utilizzato il solo metro di chiedere la testa dei funzionari regionali preposti in materia, perché incompetenti e privi di nozioni. La sorte invece ha voluto l’esatto contrario, pertanto il tempo ha premiato le scelte degli amministratori locali, e così l’attività venatoria si è svolta nel pieno rispetto delle norme senza incidenti di percorso, garantendo a tutti i seguaci della dea Diana di vivere momenti particolari vissuti intensamente con tutte le peculiarità dell’ars venandi. Importante il test anche da un punto di vista associazionistico, che deve far riflettere i dirigenti tutti in modo che si faccia meno demagogia e più sana informazione
perché la conoscenza e la trasparenza sono sempre garanzie certe per scelte oculate e durature nel tempo, in quanto una stagione di caccia compromessa significa perdita di sogni, preparazione e mezzi, nonché appuntamenti di vita sociale condivisi con altri appassionati. La caccia pertanto rimane una cosa seria da non essere utilizzata come merce di scambio e quindi necessita di una particolare attenzione che solo gli appassionati e addetti ai lavori sono capaci di sostenere e dare credibilità.
Sandrino Caffaro
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REPORT
16 Febbraio 2013
ontrosenso Basilicata
IL CASO DI LUCA E MARIROSA
«Possiamo contare su una Gola Profonda» L’Avvocato Marazzita: «Ci sono nuovi elementi, la pista da seguire potrebbe portarci alla vera verità» di Virginia Cortese
«Con la collaborazione di un investigatore di fiducia del mio studio, che mi ha già coadiuvato nel caso del cosiddetto “Mostro di Firenze”, sono arrivato a raccogliere altri elementi»
D
i recente, la signora Fuina Orioli, madre di Luca Orioli, ha preso parte, insieme con il legale Nino Marazzita, alla trasmissione televisiva Quarto Grado che da qualche mese ha preso in carica il caso “dei fidanzatini di Policoro” (come spesso è stato ribattezzato) e in questa occasione ha sottolineato: “E’ iniziata una nuova fase della mia vita, sto lasciando lavorare l’avvocato e mi affido al volere di Dio.” Una nuova linea operativa che l’Avvocato Marazzita, che abbiamo sentito e al quale abbiamo posto alcuni interrogativi, ritiene possano apportare la svolta che ricondurrà direttamente alla soluzione. Si è spesso parlato di indagini “viziate”, di depistaggi, di indicazioni errate ed errate malevolmente. Recentemente, ha dichiarato di aver totalmente cambiato pista. Quali sono le differenze, rispetto alla precedente linea operativa? Quali le novità (peraltro anticipate durante la trasmissione televisiva dello scorso 8 febbraio)? “Partirei proprio da quella circostanza. Ho immediatamente sottolineato di aver assunto l’incarico da alcuni mesi e che mi era sembrato necessario passare da una fase di valutazione di errori nelle perizie ad uno step che definirei “attivo”. Era ormai acclarato che le indagini si fossero rivelate
La signora Olimpia e l’avvocato Marazzita nello studio di QUARTO GRADO maldestre (per incapacità gestionale e per volontà di depistare) e che le tre ipotesi precipue, raccontate a proposito della causa di morte fossero alterate, strumentali a una verità non vera. Per tale motivo, ho precisato di caldeggiare una svolta. Perché con un certo margine di sicurezza? Per una semplice ragione: con la collaborazione di un investigatore di fiducia del mio studio, che mi ha già coadiuvato nel caso
del cosiddetto “Mostro di Firenze” e nel caso del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, sono arrivato a raccogliere altri elementi. Diciamo pure che c’è una “gola profonda” che sta iniziando a raccontare. La linea d’intervento riparte dal concetto di “attività”: è necessario analizzare nel dettaglio la vita dei due ragazzi, le interazioni tra loro, i rapporti esterni.” Cosa accadrà il 15 marzo?
“Ci sarà opposizione. Certamente sarò già in terra lucana nei primi giorni di Marzo. Per due motivi precisi. Per incontrare il collega Auletta, al quale terrei a spiegare che non è mia volontà surclassare nessuno, tanto più un legale del suo livello che ha fatto molto bene sul caso Orioli, e con il quale si è creato un malinteso, dettato esclusivamente da una mancata comunicazione pregressa. Seconda ragione è quella che mi spinge al confronto con il Gip (che mi dicono essere persona capace e onesta intellettualmente) e quindi con il Pm, ai quali consegnerò, testando la loro disponibilità a seguire le nuove strade, ciò che ho a disposizione; in caso contrario chiederò l’avocazione verso la Procura Generale. Mi piacerebbe che l’avvocato Auletta fosse con me in questo passaggio.” Ha, anche, annunciato che entro un anno avrà inizio un processo. “Ho tenuto un margine abbastanza ampio perché spero di poter recuperare quei 24 anni persi, gingillandosi dietro dettagli e minuzie inconsistenti.” Perché ha scelto di accettare/
seguire questo caso? “La mia è un’esperienza quarantennale nel mondo della Giustizia, e arrivati a un certo punto, ci si può permettere di assistere una persona gratuitamente perché ella ottenga la verità che le è stata ingiustamente negata. In ottemperanza di un principio sacrosanto, quindi.” Nell’Italia delle scomparse, delle morti “misteriose”, degli scenari da libro giallo, la Basilicata, purtroppo, vanta tristi primati, la definiremmo famigerata: sospetti, intrighi, questioni sospese e irrisolte. Che idea ha in merito? “Inevitabilmente, si pensa al caso di Elisa Claps. Vicenda che è assolutamente prossima a quella Orioli per la parte delle coperture. Lì abitano le analogie: diciamo pure nelle persone che fanno le coperture. Nelle responsabilità che, chi tace, si assume. E poi in Basilicata la Massoneria, prima, la Chiesa poi, non hanno offerto scenari confortanti.” Mamma Orioli è una donnacoraggio. Una madre che, nonostante l’indifferenza più volte ricevuta dalle istituzioni, dalle Procure, da
taluni settori della società, ha continuato imperterrita e con acuta e lucida ragione a chiedere Giustizia. Quale messaggio sente di estendere alla madre prima ancora che all’assistita? “In tutti i casi a cui ho lavorato, da Pasolini alla strage del Circeo, ho seguito fermamente un obiettivo. Raggiungere la verità storica. Come? Offrendo il meglio di me, un certo equilibrio, una buona dose di razionalità, equità e senso di giustizia. È quanto intendo mettere a disposizione di Olimpia Orioli. È anche vero che spesso mi sono trovato a dover abbattere muri di gomma (leggasi vicenda Moro) non è detto che anche in questa storia non possa accadere. Olimpia è donna incredibilmente forte e non tollero certa televisione che utilizza in modo poco elegante il suo dolore per fini di spettacolo. Ritengo che il giornalismo d’inchiesta sia morto, ne auspico il ritorno.” Sul prossimo l’intervista alla Olimpia Orioli.
numero Sig.ra
Parla lo scrittore Domenico Dimase
Satana a Matera. I retroscena culturali di Giovanni Martemucci
C
on l’operazione Agates, condotta dalla Questura di Matera nella giornata di mercoledì scorso, si ripropone il fenomeno delle pratiche sataniche a sfondo sessuale, allarmante e non privo di
riflessioni inquietanti, ancor più se lo si rapporta al nostro territorio, connotato da condizioni di isolamento e da una crisi economica, che attraversa tutto il Paese e l’intera economia globalizzata, ma che in territori come il nostro spazza via ogni certezza, compreso la fiducia nei riguardi delle istituzioni, e soprattutto la fiducia in se stessi. Proprio da quest’ultima considerazione, le sette sataniche mettono in campo pratiche pseudo occulte, traviate da rituali malefici, che si ispirano alle forze del “ Male”, per impossessarsi di personalità fragili, messe già a dura prova, appunto da crisi epocali, come quella contemporanea.
Infatti, il fatto di cronaca è scaturito dall’indagine, durata oltre un anno, svolta dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (Squadra Volanti) e dalla Squadra Mobile di Matera, con i relativi sette arresti eseguiti nella notte in provincia, su disposizione del GIP presso il Tribunale di Potenza, con l’accusa di aver costituito un’associazione a delinquere ispirata alle sette sataniche finalizzata a truffe, estorsioni, violenze sessuali, induzione alla prostituzione e riduzione in schiavitu’. Diverse le vittime cadute nella trappola del gruppo, quasi tutte donne, individuate in genere in persone con evidente inferiorità psicofisica, portatrici di patologie psicologiche ed in alcuni casi psichiatriche. Sull’argomento abbiamo interpellato lo scrittore materano Domenico Dimase che, a più riprese, ha analizzato nei suoi libri la società lucana con le sue contraddizioni e le sue tradizioni tra magia e ritualità.
“Già in passato, nella nostra Regione – sostiene Dimasesi erano registrati segnali preoccupanti relativi a tale fenomeno, sulla scia di episodi ancora più eclatanti e con risvolti drammatici, segnalati dalla cronaca in altre Regioni, soprattutto nel ricco Nord. In quei casi, lo sconcerto e l’inquietudine per le pratiche sataniche era stato segnato da delitti efferati su vittime prescelte dagli adepti delle stesse organizzazioni. Ma in Baslicata, a Matera, e in provincia, il fenomeno assume una valenza particolare, ci suggestiona, forse, molto più che altrove, per essere stata la nostra terra laboratorio di indagine per i fenomeni delle pratiche magiche e culla della superstizione, oggetto di trattati di famosi studiosi. In un territorio in cui la dimensione magico–simbolica si percepiva un po’ ovunque, e dove vi sono paesi in cui il fenomeno della magia popolare sembra, addirittura, non essersi esaurito, ecco, che questi fatti di cronaca
scuotono gli animi, e fanno riaffiorare la dimensione spiritica rappresentata da maghe, streghe, superstizioni e riti ancestrali. L’opera di De Martino “Sud e magia”, rappresenta il ricordo e la testimonianza scritta più importante in tal senso, in quanto strappò alla tradizione orale molti aspetti della cultura popolare lucana e documentò particolari riguardo alla fascinazione, al mondo della magia, ai rituali della superstizione e alle credenze popolari, certificandone quasi la fama di paese “magico-popolare”. Tornando all’episodio di cronaca che ha interessato Matera possiamo dedurre che il fenomeno delle pratiche dello spiritismo nella società contemporanea assume ora significati diversi e non privi di forte preoccupazione”. “Il mondo moderno e contemporaneo – sottolinea lo scrittore Dimase- ha esaurito, una dopo l’altra, tutte le forme possibili della trasgressione. Di volta in volta il turpiloquio,
il sesso, la droga - soprattutto nella cultura giovanile degli Stati Uniti, che peraltro impone le sue mode a tutto il mondo - hanno cessato di fare scandalo, e sono diventate componenti quasi normali della letteratura, dei fumetti, delle canzoni. È rimasto il riferimento al male assoluto - al male per il male, al Diavolo - che è ancora capace di scandalizzare qualcuno, e di cui ci serve anche per trarre benefici materiali, forse per la stessa sopravvivenza degli individui coinvolti, dei cosiddetti adepti delle sette di Satana. Insomma, ineffabile, ignoranza, sesso, diavolo e crisi socio economica vanno a braccetto con conseguenze che sfociano in episodi deprecabili come quello di Matera”.
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Il Volo dellâ&#x20AC;&#x2122;Angelo â&#x20AC;&#x153;raddoppiaâ&#x20AC;? La novitĂ per la stagione 2013 è la discesa in due
Lâ&#x20AC;&#x2122;
emozione di volare condivisa in due. Ă&#x2C6; la grande novitĂ per la prossima stagione del Volo dellâ&#x20AC;&#x2122;Angelo, tra Castelmezzano e Pietrapertosa sulle Dolomiti Lucane. A partire dal 27 aprile ci si potrĂ librare in aria in coppia. Fidanzato e fidanzata. Genitori e figli. Le amiche del cuore. Il nuovo sistema, progettato dalla societĂ francese Aerofun, consente di volare in parallelo perfettamente allineati, cosĂŹ da poter condividere il piacere dellâ&#x20AC;&#x2122;avventura e le carezze dellâ&#x20AC;&#x2122;aria guardandosi negli occhi e rendendo lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza ancora piĂš affascinante. La coppia di â&#x20AC;&#x153;angeliâ&#x20AC;? non potrĂ superare il peso complessivo di 140 chili. Questo sistema innovativo è il primo ad essere realizzato e aperto in Europa e regala una straordinaria esperienza di coppia, resa ancora piĂš spettacolare dal panorama che si sorvola. Uno scenario da favola tra guglie e pinnacoli,
ad unâ&#x20AC;&#x2122;altezza di 400 metri. Le Dolomiti Lucane risalgono a 15 milioni di anni fa e dominano una natura costruita da rocce arenarie, sagomate dagli agenti atmosferici che per la loro particolare forma sono state ribattezzate affettuosamente â&#x20AC;&#x153;il Gufoâ&#x20AC;?, â&#x20AC;&#x153;la Civettaâ&#x20AC;?, â&#x20AC;&#x153;la Grande Madreâ&#x20AC;?, â&#x20AC;&#x153;lâ&#x20AC;&#x2122;Incudineâ&#x20AC;?. Un volo di oltre un chilometro e mezzo in poco piĂš di un minuto. Ă&#x2C6; un tempo brevissimo che però apre un sogno lunghissimo e antico: il Volo di Icaro. Le ali non sono di cera, sono â&#x20AC;&#x153;ali meccanicheâ&#x20AC;?, ovvero un carrello che assicura saldamente al cavo dâ&#x20AC;&#x2122;acciaio e che collega i paesi di Castelmezzano e Pietrapertosa posti uno di fronte allâ&#x20AC;&#x2122;altro su due pinnacoli rocciosi. ÂŤQuesta nuova attrazione, annunciata proprio nel giorno di San Valentino, è unâ&#x20AC;&#x2122;altra bella conquista per il nostro territorio, spiega Nicola Valluzzi, amministratore unico della SocietĂ Consortile
Volo dellâ&#x20AC;&#x2122;Angelo, tra i primi a volere la realizzazione di questo impianto a due in Basilicata insieme ai sindaci di Castelmezzano e Pietrapertosa e al commissario della ComunitĂ montana Alto Basento. Siamo certi che porterĂ ancora piĂš turisti e potrĂ allargare la platea dei nostri utenti, coinvolgendo sempre di piĂš intere famiglie. Questa forma di volo, infatti, permette anche ai ragazzi piĂš piccoli di vivere unâ&#x20AC;&#x2122;esclusiva avventura insieme ad uno dei genitori. Inoltre, volando in due si risparmia il 10% sul costo complessivo dei due biglietti singoli, che visti i tempi di crisi può costituire un valore aggiuntoÂť. Ovviamente per chi sceglie di fare il Volo dellâ&#x20AC;&#x2122;Angelo singolarmente resta confermata lâ&#x20AC;&#x2122;inimitabile ed elettrizzante esperienza: moderni Peter Pan, pronti a sfiorare le nuvole, in mezzo al silenzio.
Tutto lucano il marketing low cost presentato a Smau Businnes 2013 U n progetto di marketing, tutto lucano, è stato presentato qualche giorno fa allâ&#x20AC;&#x2122;edizione barese dello SMAU Business 2013, lâ&#x20AC;&#x2122;evento fieristico dedicato allâ&#x20AC;&#x2122;informatica e alle nuove tecnologie, che si è tenuto alla Fiera del Levante nel capoluogo pugliese. Dopo il successo allâ&#x20AC;&#x2122;ultima edizione di Smau 2012 svoltasi a ottobre a Milano, il materano Alessandro Martemucci ha proposto a Bari il workshop formativo dal titolo â&#x20AC;&#x153;Marketing low cost, un modello innovativo di business per le pmiâ&#x20AC;?. Il workshop, inserito nel calendario ufficiale degli eventi Smau 2013, ha fatto conoscere al grande pubblico strumenti innovativi e tecniche operative, anche non convenzionali, di
marketing, web marketing e comunicazione â&#x20AC;&#x153;a basso costoâ&#x20AC;? per professionisti, enti e piccole e medie imprese. Nove elementi chiave da ripensare per un modello di business innovativo e low cost da implementare immediatamente e semplicemente. Tante Idee, soluzioni innovative, spunti pratici e strumenti operativi di marketing, web marketing e comunicazione per aziende, enti, associazioni, professionisti con piccoli budget. â&#x20AC;&#x153;Attraverso semplici idee â&#x20AC;&#x201C; afferma Martemuccisuggeriamo alle piccole aziende come muoversi in questo scenario di crisi facendo i conti con budget sempre piĂš ristretti e con consumatori sempre piĂš esigenti ai quali si cerca di offrire prodotti
Alessandro Martemucci
e servizi di qualitĂ a prezzi piĂš competitivi. Marketing Low Cost è nuovo modello di business che mira a recuperare e riutilizzare tutto quello che è giĂ presente in azienda migliorando lâ&#x20AC;&#x2122;uso della tecnologia, del sistema informativo e di comunicazione aziendale. In questo modo si riesce ad adottare un modello di business dâ&#x20AC;&#x2122;avanguardia che punta su efficienza, bassi costi, e grande appeal commercialeâ&#x20AC;?. Il workshop tenuto da Alessandro Martemucci realizzato in collaborazione con AISM (Associazione Italiana Marketing) ha fatto registrare il tutto esaurito.
Diventa l'inviato di per le serate di selezione del concorso AREZZO WAVE BASILICATA. â&#x20AC;&#x153;Music Reporterâ&#x20AC;? è un contest per la selezione di aspiranti reporter di eventi musicali. Recensione dei concerti, interviste, articoli di costume: potrai dare spazio alle tua fantasia e alle tue capacitĂ . 5HJRODPHQWR ,O &HFLOLD &HQWUR SHU OD &UHDWLYLWj H LO VHWWLPDQDOH &RQWURVHQVR EDQGLVFRQR QHOO DPELWR GHO SURJHWWR %DVLOLFDWD 0XVLF QHW OD SULPD HGL]LRQH GHO 0XVLF 5HSRUWHU &RQWHVW SHU DVSLUDQWL JLRUQDOLVWL PXVLFDOL ILQDOL]]DWR DOOD SXEEOLFD]LRQH GL XQ UHSRUWDJH UHODWLYR DG RJQXQD GHOOH VHUDWH GL FRQFHUWL GDO YLYR SUHYLVWH GDO FRQFRUVR $UH]]R :DYH %DVLOLFDWD GHGLFDWR DOOH EDQG HPHUJHQWL OXFDQH , SDUWHFLSDQWL DFFUHGLWDWL GDOO RUJDQL]]D]LRQH VHJXLUDQQR FRPH LQYLDWL GL &RQWURVHQVR L FRQFHUWL GHOOH VHUDWH GL VHOH]LRQH H GHOOD VHUDWD ILQDOH FKH VL WHUUDQQR DO &HFLOLD FHQWUR SHU OD FUHDWLYLWj GL 7LWR QHOOH JLRUQDWH GL VDEDWR PDU]R VDEDWR PDU]R VDEDWR PDU]R VDEDWR PDU]R ² VDEDWR PDU]R 3RVVRQR SDUWHFLSDUH WXWWL JOL DVSLUDQWL UHSRUWHU PXVLFDOL VHQ]D YLQFROR GL QDVFLWD UHVLGHQ]D IRUPD]LRQH HG HWj / LVFUL]LRQH DO FRQFRUVR q JUDWXLWD *OL DVSLUDQWL GRYUDQQR IDU SHUYHQLUH YLD H PDLO OD ULFKLHVWD GL SDUWHFLSD]LRQH DO &RQFRUVR HQWUR H QRQ ROWUH OH RUH GL JLRYHGu IHEEUDLR DOO LQGLUL]]R LQIR#FHQWURFHFLOLD LW / H PDLO GRYUj DYHUH FRPH RJJHWWR ´086,& 5(3257 &217(67Âľ H FRQWHQHUH OH VHJXHQWL LQIRUPD]LRQL 1RPH H FRJQRPH OXRJR H GDWD GL QDVFLWD FLWWj GL UHVLGHQ]H HG LQGLUL]]R UHFDSLWR WHOHIRQLFR LQGLUL]]R H PDLO , SULPL FKH LQYLHUDQQR OD PDLO ULFHYHUDQQR LQ ULVSRVWD XQ PHVVDJJLR GL FRQIHUPD FRQ OH LQGLFD]LRQL SHU ULWLUDUH LO SDVV VWDPSD SHU VHJXLUH OH JLRUQDWH GL VHOH]LRQH H OD VHUDWD ILQDOH GHO FRQFRUVR $UH]]R :DYH %DVLOLFDWD FRQ OD SRVVLELOLWj GL DVVLVWHUH DOOH SURYH DFFHGHUH DO EDFNVWDJH IDUH LQWHUYLVWH DG DUWLVWL RUJDQL]]DWRUL H SXEEOLFR (QWUR LO OXQHGu VXFFHVVLYR D FLDVFXQD VHUDWD L SDUWHFLSDQWL GRYUDQQR LQYLDUH XQ DUWLFROR GL PD[ EDWWXWH UHSRUW VHUDWD UHFHQVLRQH FRQFHUWL DUWLFROL GL FRVWXPH LQWHUYLVWH DOO LQGLUL]]R PDLO LQIR#FHQWURFHFLOLD LW *OL DUWLFROL SRVVRQR HVVHUH FRUUHGDWL GD IRWRJUDILH /D UHGD]LRQH GL &RQWURVHQVR YDOXWHUj LQVLQGDFDELOPHQWH SHU FLDVFXQD GHOOH VHUDWH O DUWLFROR PLJOLRUH FKH GRSR XQD ULXQLRQH FRQ LO GLUHWWRUH H OH HYHQWXDOL FRUUH]LRQL H R LQWHJUD]LRQL VDUj SXEEOLFDWR VXOOD ULYLVWD &RQWURVHQVR %DVLOLFDWD 7XWWL L UHSRUW ULWHQXWL LGRQHL DG LQVLQGDFDELOH JLXGL]LR GHOO RUJDQL]]D]LRQH VDUDQQR SXEEOLFDWL VXL VRFLDO QHWZRUN UHODWLYL DOO LQL]LDWLYD H FRQGLYLVL GDL SDUWQHU GHO SURJHWWR 1RQ q SUHYLVWR DOFXQ FRPSHQVR R ULPERUVR Qp SHU JOL DUWLFROL LQYLDWL Qp SHU TXHOOL SXEEOLFDWL
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ontrosenso Basilicata
16 Febbraio 2013
‘Sai come si vive’: il film documentario dell’artista Mc Gerry in giro per l’Italia
S
uccesso, partecipazione e consensi per la lodevole iniziativa dell’artista e produttore musicale avellinese Mc Gerry, grazie alla realizzazione di un film della durata di circa trenta minuti su alcool, droga e alta velocità, ovviamente con particolare attenzione ai rischi e insidie annesse e connesse con l’uso improprio e l’abuso sproporzionato. Realizzato recentemente e girato a Lavello, con la regia di Antonella Sibio, il pregevole montaggio curato dallo stesso artista, con l’intento di sensibilizzare e creare ampie riflessioni per un argomento purtroppo di scottante attualità e drammaticità che ci ricollega alle funeste ‘stragi del sabato sera’, con le nuove generazioni protagoniste in negativo e alla ribalta della cronaca. Apprezzabile l’intuizione di presentare il lavoro specie e soprattutto nelle scuole, a diretto contatto con il ‘target’ maggiormente interessato e coinvolto, tramite messaggio diretto da ‘uno di loro’ sottoforma di dialogo, consiglio e suggerimento, praticamente con il ‘linguaggio musicale’ di un affermato cantante in ascesa e in cerca di affermazione nazionale, che già è un personaggio noto e carismatico nell’ambito musicale, per via di tante originali e significativi brani prodotti negli anni (con Mc Gerry che cura con attenzione e risalto testi e musiche per arrivare ‘al cuore’ del pubblico e dei teenagers). E non manca al termine dell’iniziativa
un piacevole live show e l’incontro con i giovani che ‘assediano’ il testimonial con richieste di autografi e foto ricordo. Già diversi gli istituti scolastici che hanno accettato l’invito e dato il nulla osta alla presentazione del medio metraggio dal titolo ‘Sai come si vive’ (che dà il titolo ad una riuscita canzone del cantante), con buoni esiti ottenuti negli ultimi mesi nel Lazio, zona Latina (grazie alla responsabile marketing Francesca Tartaglia) e nella settimana scorsa nelle scuole superiori di Melfi, presso l’Istituto tecnico ‘Gasparrini’ e ‘Alberghiero’, con un conseguente incontro dibattito con gli studenti, interattivo e con partecipazione diretta degli stessi con domande, curiosità e interventi, alla presenza inoltre della coordinatrice dell’artista Angela Capacchione e del management Antonio Petrino dell’Agenzia Lucania Network. Tema centrale: la salvaguardia della vita come bene prezioso da ‘proteggere’, con visione e proiezione su maxi schermo con immagini ad effetto e storie di vita quotidiana. Motivo conduttore: uno sforzo comune e l’impegno di lottare per far comprendere a giovani la pericolosità e l’importanza di tali tematiche. Rimane difficile capire i loro problemi e anche i loro pensieri. Sapendo che il mondo oggi è fatto di musica e social network, con questo film – video, si cercherà di avvicinarsi il più possibile alla loro realtà.
Si prova a far loro comprendere quanto sia facile cadere in questa spirale e quanto sia semplice farsi trasportare in un mondo fatto di puro divertimento non controllato, ove in molti casi entra in gioco incoscienza e impulsività. L’obiettivo? Cercare di responsabilizzare portando loro a ragionare e rendersi conto che la sottovalutazione dei rischi e pericoli e la non curanza porta a trovarsi coinvolti in circostanze che possono condizionare il prosieguo della vita. Si evidenzia inoltre anche la difficoltà delle famiglie, che oggi si trovano a fronteggiare giovani sempre più chiusi in un mondo tutto loro, dove anche per un genitore rimane difficile poter riuscire ad entrare. Con l’intento non certo di sembrare dei ‘moralizzatori’, bensì di mettere in luce come sia facile venire al mondo e come sia altrettanto facile lasciarlo, puntando sulla logica che ‘prevenire è meglio che curare’! Numerose le richieste da ogni parte di istituti scolastici disponibili ad accogliere il progetto, pertanto si prevede un lungo tour nazionale con buona soddisfazione dei promotori, inoltre enti e amministrazioni comunali stanno appoggiando il tutto con l’organizzazione di imminenti eventi di presentazione in teatri, auditorium e piazze. Questo fine settimana, Mc Gerry (reduce dalla partecipazione qualche settimana fa al noto programma tv di Canale 5 ‘Italia’s Got Talent’ e protagonista di aperture di concerti di artisti importanti come J-Ax, Gemelli Diversi e Mondo Marcio, oltre alla sua costante presenza sul web tra You Tube e social network) sarà ospite del Liceo Scientifico di Melfi nelle giornate di venerdi e sabato, e in seguito a Lavello, Palazzo San Gervasio, Venosa, Rionero, Potenza e per marzo ancora nel Lazio e così via. Antonio Petrino
Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffino
SERGE GAINSBOURG “Mauvaises Nouvelles Des Etoiles (2cd Edition)”
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n quella che potremmo definire la seconda parte della sua carriera di musicista, il poliedrico cantante e attore francese Serge Gainsbourg divenne un tantino più sboccato e decadente, tanto da addebitare i suoi eccessi lirici (e non solo) a un certo Gainsabarre, ovvero la sua “metà oscura”. Appartengono sicuramente al “periodo Gainsbarre” i due album di musica reggae che Serge volle inspiegabilmente regalarsi. Il primo, “Aux Armes et caetera”, fu addirittura registrato in Giamaica nel 1979 con i Revolutionaries di Sly & Robbie al completo, con tanto di I-Threes (fra cui, notoriamente, la moglie di Bob Marley) ai cori: un trionfo. Il secondo, questo “Brutte notizie della stelle”, fu realizzato nel 1981 alle Bahamas, presso gli studi di Nassau allora bazzicati sempre da Sly, Robbie & Company. I due album epocali qualche anno fa hanno subito un piccolo restyling a cura del cultore reggae francese Bruno Blum che ha fatto uscire una versione deluxe per ciascuno. Del primo album reggae di Serge Gainsbourg (e della sua nuova versione) ce ne siamo già occupati su queste pagine. Anche il disco registrato alle Bahamas, già di suo con un sound saltellante tipico delle produzioni TAXI di Sly & Robbie, viene ripresentato –nella nuova edizione- in versione doppio cd. Nel primo dischetto c’è l’album integrale con un mix un po’ più “ruvido” e moderno (ma senza intaccare i suoni originali), mentre nel secondo troviamo le versioni dub e le versioni “dj style” di artisti vecchi e nuovi quali Lone Ranger, Al Pancho, Buffalo Bill e via discorrendo. Insomma, una vera chicca, sia per i neofiti sia per chi questo disco lo conosceva già. E chi lo conosceva già, sa bene che i testi del vecchio Serge (scomparso nel 1996) erano talmente sconci da far incazzare uno come Bob Marley, la cui moglie aveva prestato voce come corista sul disco. In Giamaica, però, quella era l’era (1981) della ”slackness”: la volgarità nel reggae. Serge non lo sapeva, ma ci sguazzava alla grande.
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16 Febbraio 2013
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Banchieri lucani nell’America degli anni Venti Con essi Benito Mussolini intrattenne importanti rapporti per i prestiti all’Italia di Michele Strazza
N
egli anni Venti operava nello Stato di New York un consistente gruppo di banchieri lucani con cui il governo italiano di Benito Mussolini mantenne importanti contatti per i prestiti all’Italia. Essi dirigevano grossi istituti di credito: la Chase National Bank, il cui reparto italiano era diretto da Salvatore Bonomidi di Calvello, la Madison State Bank, diretta da Guarini e Domenico Candela di Ferrandina, la Commercial Exchange Bank di Lionello Perera ed Antonio Pinto, la Italian Savings Bank di Francolini, la Security State Bank di Pietro Dinnella originario di Salandra. Tali istituti bancari avevano una enorme importanza per gli scambi tra America e Italia, occupandosi particolarmente degli investimenti statunitensi in Italia che, alla fine degli anni Venti, ammontavano a circa 67 milioni di dollari. Essi, inoltre, svolgevano una significativa azione nella raccolta e nelle rimesse nella penisola del risparmio degli emigranti, un settore strategico cui anche il fascismo rivolse la propria attenzione. Si occupavano, infine, anche di finanziamenti all’edilizia ed all’importexport italo-americano. In particolare sul mercato finanziario americano avevano assunto un ruolo decisivo la Commercial Exchange Bank e l’Italian
Savings Bank. La prima era presieduta da Lionello Perera, proveniente da una famiglia di origine italiana, ed aveva come vice presidente Antonio Pinto, nativo di Saponara di Grumento. L’Istituto assunse una notevole importanza, tanto che, nel 1927, nello Stato di New York aveva raggiunto la cospicua somma di 10.769.043 dollari di attività, di fronte ad un complessivo ammontare di 41.540.131 dollari di attività di tutti i banchieri, americani e stranieri, dello Stato. In definitiva più di un quarto di tutte le attività dei banchieri dello Stato di New York risultavano nelle casse della Banca italiana. Con i suoi uffici in piena Wall Street la Banca ebbe un posto di rilievo nella promozione di consorzi bancari per la collocazione di prestiti italiani in America. A Perera si deve anche l’introduzione nel panorama bancario newyorkese delle “cassette di sicurezza”(Safe Deposit Vaults), da dare in locazione ai propri clienti, per depositarvi titoli, gioielli, documenti importanti ed altri valori. Il successo dell’iniziativa fu enorme, arrivando alla locazione di circa 10.000 cassette. La sempre crescente importanza della Commercial Exchange
Bank convinse, nel 1925, la Bankitaly di San Francisco, che aveva un giro di affari di lire 431.000.000 e che controllava già importanti gruppi bancari, ad acquistarne la maggioranza delle azioni. L’Italian Savings Bank, invece, era stata fondata nel 1896 da Giuseppe Francolini, originario di Viggiano, e, almeno in una prima fase, ebbe una caratterizzazione di Cassa di
Risparmio, rappresentando proprio la prima Cassa di Risparmio della città di New York, sotto controllo statale, creata specialmente per soddisfare i bisogni della comunità italiana. Era diretta da un Consiglio di Curatori, composto di 11 membri rappresentativi della comunità italiana e di 7 personalità americane. L’ascesa dell’Istituto Bancario era stata repentina, passando da 21.478 dollari
di deposito ad un anno dalla nascita fino a ben 30 milioni di dollari nel 1926. Sei anni prima, dopo la morte di Francolini, la Banca era stata diretta da un nutrito gruppo di finanzieri lucani, da Antonio Stella e Domenico Trotta di Muro Lucano a Vito Contessa di Atella, che l’avevano rilanciata, aprendo anche una succursale nel quartiere italiano di Harlem. Negli ultimi anni i depositi risultavano aumentati addirittura del 405% ed i propri clienti venivano incoraggiati all’acquisto ed alla costruzione di beni immobili. A tale proposito, durante 29 anni di esistenza della Banca furono depositati ben 103 milioni di dollari e ritirati 79 milioni, di questi 46 milioni vennero impiegati proprio per la costruzione ed acquisti nel mercato immobiliare statunitense, mentre 12 milioni nel mercato immobiliare estero. Di rilievo anche l’azione della Banca nel settore delle rimesse degli emigranti che ogni anno ammontavano a circa 10 milioni di lire. Nel 1921 era stato creato uno speciale reparto per la trasmissione di fondi all’estero ed in 4 anni si era avuta la spedizione all’estero di oltre 40 milioni di lire. Infine, nel 1933, la Banca si unì con la East River Savings Bank.
Di una certa importanza, specialmente per le sue molteplici attività, era la Madison State Bank che aveva la propria sede a New York City al n.100 di Park Row, proprio di fronte al Municipio. Con risorse bancarie per circa tre milioni di dollari, svolgeva, dunque, numerose attività: conti correnti in dollari, lire, pesetas e dracme; conti a tempo; depositi con interessi al 4% annuo, conteggiati ogni tre mesi; investimenti per conto di clienti in pubbliche sicurtà o su beni immobili con prima o seconda ipoteca; anticipazione denaro su mercanzie; apertura di credito con Banche americane ed estere; cambia moneta americana contro qualunque divisa estera; vendita biglietti d’imbarco per qualunque Compagnia di navigazione; atti notarili, atti di richiamo, procure, preliminari di compravendita, testamenti; cassette di sicurezza. Vi era, infine, la Security State Bank la quale aveva una forte presenza tra gli italiani di Brooklyn dei quali curava il risparmio e le rimesse nella madrepatria ammontanti ogni anno a circa 25 milioni di lire. Lo sviluppo della Banca è testimoniato dalle cifre: le risorse dell’Istituto che, al momento dell’apertura, ammontavano a 875.000 dollari, nel 1927 raggiunsero i due milioni di dollari, con oltre 4.000 conti aperti.
Il famoso chef Pino Lavarra ospite dei Cuochi Potentini L’
Associazione Cuochi Potentini martedi 12 Febbraio presso la struttura Satriano srl a Tito scalo (Pz) ha organizzato un corso di formazione dal tema “Eccellenza del gusto” per professionisti e allievi dell’istituto alberghiero. Ai fornelli si è esibito il noto chef Pino Lavarra. Nato a
Putignano, Pino Lavarra è uno dei più famosi chef in Italia e molto apprezzato anche a l’estero. La passione di Pino è iniziata in Puglia nella cucina della madre e progredì passando da una regolare formazione alla scuola alberghiera alle più importanti cucine del mondo. L’esperienza in Germania e
Pino Lavarra
a Londra è seguita a quella trascorsa in Malesia, dove ha ampliato la sua conoscenza delle spezie esotiche e delle tecniche orientali, che oggi arricchiscono le sue creazioni. Nel 1997, un vecchio amico e un celebre chef italiano, Antonio Genovese, chiese a Pino di unirsi a lui nell’apertura di un nuovo
albergo a 5 stelle lusso a Ravello, sull’affascinate Costiera Amalfitana, Palazzo Sasso. Lavorando qui, Pino si innamorò degli aromi mediterranei e degli abbondanti prodotti naturali tipici del territorio. L’anno successivo, Pino ha avuto la fortuna di trascorrere un po’ di tempo in uno dei ristoranti di classe più conosciuti al mondo, il Raymond Blanc’s Manoir alle Quat’ Saisons. Qui, come Sous Chef, ha affinato la sua attuale esperienza mondiale. Nel 2001, è ritornato a Palazzo Sasso come Executive Chef del Rossellinis, ristorante dell’albergo, offrendo agli ospiti dell’albergo una cucina campana raffinata ed elegante, con piatti che sposano innovazione e ingredienti tradizionali. La trasformazione di ingredienti semplici con sorprendenti risultati finali, ottenuti da un lavoro che implica amore e dedizione applicati in cucina. Il sapiente tocco creativo di Pino riesce a sedurre i suoi commensali
con un mix di innovazione e tradizione trovando un giusto equilibrio nella rielaborazione di ricette classiche della Napoli storica, alternate ad un menu molto creativo che racchiude in se tutte le esperienze maturate negli anni. Nel 2001 Pino Lavarra ha ricevuto dalla American Academy of Hospitality Sciences il riconoscimento di “ One of the best Chef in the world”, in seguito anche le guide italiane cominciano ad esprimere il loro giudizio gastronomico e nel Novembre del 2002 il Rossellinis viene insignito del premio culinario più importante a livello internazionale: la prima stella Michelin. Nel Novembre 2004 riceve la seconda stella Michelin. Pino è uno dei pochi chef (l’unico al sud) ad essersi fregiato di 2 stelle Michelin, premio dato ai migliori chef dalla nota guida enogastronomica. “Le stelle Michelin non sono trofei da esporre” dice Pino intervistato da Patrizio Pulvento “ma premi alla carriera. Nel senso che dopo anni di duro lavoro
fatti di enormi sacrifici, sperimentazioni, ore e ore in cucina a preparare piatti prelibati, si viene gratificati ricevendo ottime critiche che ci confermano che stiamo facendo bene. Questo ci stimola a dare sempre di più. Ovviamente non possiamo fare nulla se non ci mettiamo il vero condimento su i nostri piatti: la passione. Ce ne vuole tanta per raggiungere certi livelli insieme alla curiosità, al lavoro e alla pazienza. Ma come ogni successo l’obbiettivo che ci proponiamo non deve essere quello di raggiungerlo ma quello di mantenerlo che è la sfida più grande. Per questo dobbiamo restare umili, continuare a sperimentare e soprattutto a passare ore e ore nel nostro tempio: la cucina ”. Autore anche del celebre libro: “ECCELLENZE DI GUSTO” vero e proprio vademecum della nouvel cousin dove si trovano molte delle ricette utilizzate da Pino a Palazzo Sasso
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ontrosenso
MONITOR
16 Febbraio 2013
Basilicata
È uscito “Il cannocchiale Dalla Lucania all’America, di Charles Paterno dell’angelo” di Maria Rasulo e Daniela Ippolito - SMDR Edizioni
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l cannocchiale dell’Angelo”, lo strumento chiave attorno a cui ruota la trama di questo romanzo breve ad episodi, rappresenta metaforicamente un “ponte” tra l’umano e il divino, un punto di congiunzione tra due dimensioni tanto diverse, quella dell’Uomo e quella di Dio, che inevitabilmente, e magicamente, sono destinate ad incontrarsi, ad intersecarsi l’un l’altra sino a focalizzare l’attenzione sulle storie di vita di quei riflessi divini non proprio perfetti, chiamati “uomini”, facendo così luce su alcune delle tematiche più dolorose che riguardano la nostra società. Un racconto fresco e genuino quello di Nithael, il delegato speciale di Dio, che con il suo cannocchiale, strumento di speranza, si ritrova davanti ad un mondo ormai alienato e sofferente, ed è così che da una
dimensione angelica e fiabesca le autrici ci riportano ad una realtà, quella attuale, in cui il progresso scientifico e tecnologico ha offuscato la natura umana, prevalendo su di essa, quasi schiacciandola in una morsa di solitudine e rassegnazione, preludio dell’inevitabile morte, vista come necessaria, ma anche attraente fonte di liberazione, e così non resta che trovare il mezzo per raggiungerla. Depressione, anoressia, bulimia, alcol e droga, meccanismi psicologici inconsci di autodistruzione, di rinuncia ad una vita sentita ormai come innaturale ed estranea. Protagoniste due donne, tanto diverse, ma unite dal disagio e da una sofferenza che si esplica in un climax crescente sino all’arrivo inatteso, ma forse sperato, di quella presenza angelica, che ognuno di noi ha cercato almeno una volta nella vita. L’ angelo rappresenta quel raggio di speranza che vive in ognuno di noi, quella particella divina a cui spesso è saggio arrendersi, accantonando quel libero arbitrio a volte autodistruttivo esercitato da un Ego sempre più imponente e dittatoriale. Il libro è un ottimo spunto di riflessione e di confronto per cercare di materializzare questa metaforica presenza angelica narrata, in una serie d’ interventi concreti, che, passando attraverso un processo educativo, siano atti a prevenire tali situazioni sempre più incombenti di disagio sociale. Adelfio Liviani
“I
l castello sull’Hudson. Charles Paterno e il sogno
americano”, Rubbettino, è la storia di Charles Paterno raccontataci da Renato Cantore. Il viaggio in questa storia parte da Castelmezzano, e da papà Giovanni e mamma Carolina. Giovanni Paternò, seguendo le orme del padre, si immerse nell’edilizia con grandi idee e progetti, tra cui una costruzione, proprio lì nel suo paese natìo, che però, a causa di calcori errati, cedette. Ed è da qui che, effettivamente, inizia tutto. Per far fronte ai debiti, decide di intraprendere quel viaggio, che in tanti tentavano, del ‘sogno americano’. Quando la sua situazione lavorativa iniziava ad andare bene, fece arrivare anche la moglie Carolina ed i suoi dieci
figli. Tra di loro spiccherà Canio, conosciuto come Charles da quando lasciò il paesino e cambiò il nome rendendolo più americano. In lui confluivano un insieme di genio, fantasia, intraprendenza ed astuzia, tutte doti che lo porteranno a diventare quel famoso uomo d’affari dell’Upper West Side, noto come ‘il più importante artefice dello sviluppo residenziale di questa parte di Fort Washington’. Lui che pensava contemporaneamente sia al vantaggio economico, sia alla comodità che le sue costruzioni dovevano riservare ai loro abitanti; creando si grandi edifici, ma senza tralasciare mai le aree verdi, così da portare alla luce
centri abitativi che nulla avevano da invidiare alle grandi città, da cui non erano lontani, ma con i vantaggi delle abitazioni private. Verrà sempre ricordato, come egli voleva, per la “Charles Paterno Library” (per la quale scelse personalmente e rilegò ogni libro, donati a questo Circolo Italiano della Columbia University), ma anche per il ‘Paterno Trivium’, dedicatogli in seguito. Alessia Nardozza
“Politicazzi”, la satira di Walter De Stradis
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astigat ridendo mores, La locuzione latina tradotta letteralmente, significa: “Corregge i costumi ridendo” Questa iscrizione, posta sul frontone di vari teatri, è dovuta al poeta latinista francese Jean de Santeul. La commedia e la satira, spargendo il ridicolo sui vizi e difetti umani, sono un apporto importante per la riforma dei costumi. La satira (dal latino satura lanx, il vassoio riempito di offerte agli dei) è una forma libera e assoluta del teatro, un genere della letteratura e di altre arti caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento. Sin dall’Antica Grecia la satira è sempre stata fortemente politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), ed avendo una notevole influenza sull’opinione pubblica Ateniese, proprio a ridosso delle elezioni. Per questo motivo è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell’epoca. «La satira - scrive Daniele Luttazzi - è un punto di vista e un po’ di memoria». Questo, assieme ai temi rilevanti che affronta, la distingue d a l l a comicità e dallo sfottò (la presa in giro bonaria), nei quali l’autore non ricorda fatti rilevanti e non propone un punto di vista ma fa solo del “colore”. Da sempre bersaglio preferito della satira sono i politici o, se si vuole, la cosiddetta gente che conta (industriali, sindacalisti, intellettuali e, perché no, anche qualche giornalista). Abbiamo in Italia dei famosi vignettisti
borgo antico
bed & breakfast
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tel. 0971/1651754
cell.333-5664775-347-9559416
satirici (Forattini, Gianelli, Vauro ed altri) che in modo umoristico, spesso graffiante ma sempre in modo efficace, riescono “pittare” personaggi quotidianamente e deliziano tanto un pubblico sempre più vasto. Anche in Basilicata abbiamo i nostri bravissimi vignettisti, ad incominciare dal collega Franco Loriso di Rionero il quale, con un’ormai consolidata esperienza ultraventennale, con le sue strisce su vari giornali mette alla berlina i nostri politici e non solo ed altri ancora. Franco Loriso ha anche pubblicato due volumetti di vignette: “100 Lorisate”, Edizioni Nuova Città, 1991 e “Italia disCRAXIata”, 1993, molto apprezzati dal pubblico attento alle cose politiche regionali e nazionali. Tanto che si disse ad un certo punto che i nostri politici facessero a gara per diventare oggetto delle vignette di Loriso. Recentemente è stato pubblicato il bel volume “Politicazzi” del giornalista Walter De Stradis, Arduino Sacco Editore, pagg. 127, Euro 10,00. Si tratta di una raccolta di vignette (Satire a fumetti) che Walter De Stradis, con acume e non poca vis ironica e sarcastica, tratteggia personaggi, politici lucani e nazionali, più in vista, colti nel contesto di attualità politica degli ultimi tempi. Il volume è diviso in tre parti: politica nazionale, politica lucana, varia umanità lucana. Così, in una simpatica ed accattivante carrellata ben congegnata di “figure” e di “figuri”, Walter De Stradis “mette alla berlina”, certo in modo ironico, sarcastico e a volte in modo graffiante, i “difetti” dei nostri politici. Ad incominciare, tanto per riportare alcuni esempi, da quelli nazionali, fra cui Silvio Berlusconi (“Berlusconi si ritira?... E’ finita l’epoca della Porcondicio“; “Io conservatore!?! Mi consenta, io mi sono opposto sempre a tutto…anche all’EVIDENZA”); Mario Monti (“Vi stiamo fottendo…ma è un dettaglio TECNICO”, “ L’Italia, il Paese coi POLLI più BUONI del mondo”.) Non mancano frecciatine anche per Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Eugenio Scalfari, Umberto Bossi, Roberto Maroni, Piero Fassino, Matteo Renzi, Felice Belisario, Romano Prodi, Clemente Mastella e via elencando. Ovviamente sotto la penna (pardon la matita) di De Stradis cadono soprattutto, e a buone ragioni, i politici lucani più in vista. Si incomincia col senatore a vita Emilio Colombo (“Rebus…L’uovo di Colombo”), poi si va avanti con Vincenzo Viti (“Nonno Vincenzo… ma perché mi hai tagliato la PAGHETTA? / Meglio per te… CREDIMI”), Vincenzo Folino (“Vincenzo Folino grande produttore di FUNGHI / IL TARTUFOLINO”), Vito De Filippo
(“Santarsiero si vende il tribunale… e io che mi vendo? Ah, sì…mi vendo RESTAINO …tanto al chilo…”, “Con Viti e Pittella la vita è più bella!”) e di seguito i Martorano, i Restaino, i Pittella (“La “mascagna più unta della Giunta”), Speranza, Tanino Fierro ecc. Interessanti alcune vignette, diciamo così, di costume e di vita quotidiana. Come quella dei due vecchietti seduti sulla panchina pubblica; uno di essi dice all’altro: “Che ne pensi del progetto del nuovo cimitero? Il Comune dice che l’HA FATTO PER NOI… e l’altro: (grattandosi le parti intime) AZZ!!”. Insomma, come scrive Giulio Laurenzi nella breve Prefazione, “genuinamente sfrontato quando disegna, arguto e ironicamente riflessivo quando redige i suoi corsivi al veleno, il Nostro si muove con inusitata agilità in quel terreno minato che è la satira istintiva. Lo fa prendendo le matite e scarabocchiando di getto il veicolo “fresh” del suo messaggio”. Infatti, Walter De Stradis, dando prova di una non comune capacità di sintesi, con tratti forse un po’ marcati dei suoi disegni, anche lui riesce, con le sue vignette caustiche, mordaci, corrosive, folgoranti (caratteristiche peculiari della vera satira politica), come scrisse tempo fa Oreste Lo Pomo in altra occasione, a “riassumere con maggiore efficacia ed arguzia, colonne e colonne di elucubrazioni intellettuali”. In altri termini si tratta di “un’istantanea irriverente della politica nazionale e lucana nel tratto un po’ sfrontato di Walter De Stradis. Michele Traficante
AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.