ControSenso

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Basilicata

10 Marzo 2012

DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO II n. 71/10 Marzo 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

Lettere

L’intervista:

1800: Potenza, il

sull’In-Giustizia

Bubbico e

Centro e il Teatro

il “compromesso storico” a pag. 3

a pag. 6

alle pagg. 14 e 15

Cari Contro-Lettori, visto e considerato che il nostro Rocco Papaleo è un attore, ci piace citare due scene da altrettanti film comici italiani. Fracchia La Belva Umana (1981) di Neri Parenti con Paolo Villaggio. Il sosia di Fracchia, la Belva Umana appunto, è un pericoloso e sanguinario criminale, con un’unica debolezza: la mamma. Una vegliarda appiccicosa e petulante che lo costringe, quando il figlio va a trovarla (assai di rado), a mangiare un quintale di pastrocchio di cioccolata e a scansare i suoi reiterati tentativi di baciarlo sulla bocca. Al Bar dello Sport (1983), di Francesco Massaro con Lino Banfi. Ad un certo punto del film, la tv del bar trasmette un servizio sul vincitore di un tredici miliardario, un Napoletano (fino a quel momento povero) attorniato di parenti che se lo coccolano e se lo sbaciucchiano. Lui dice al cronista “E’ una famiglia tanta assai, e questo è un miracolo”. Non fa in tempo a finire di parlare che un ragazzo si fra strada fra i parenti e dice: “O zì, ricordati che mi avevi promesso la motocicletta 18 cilindri …”. Tant’è che uno del bar commenta “Quello lì è troppo fesso per essere Napoletano, ha detto a tutti che ha fatto 13”. Or dunque, Rocco Papaleo è un lucano che ha fatto fortuna, per certi versi un “13”, e che ogni tanto torna a trovare “sua madre”, la sua terra, la Basilicata. Ebbene, considerati i suoi successi, qui da noi c’è chi lo verrebbe presidente della Film Commission, c’è chi lo vorrebbe trasformare in un “Beppe Grillo (parlante) lucano”, c’è chi gli rimprovera di aver fatto il film con i soldi della Total, chi si aspettava un intervento su tematiche scottanti lucane dal palco di Sanremo, chi lo attende come un salvatore della patria. Insomma, ogni volta che viene da queste parti (come mercoledì scorso) c’è chi se lo vuole sbaciucchiare tutto, bocca compresa, soffocandolo di pastrocchio di cioccolata, richieste di “regali” e quant’altro. Accade poi, che quando un piccolo giornale come il nostro gli chiede di partecipare ad una delle nostre spiritose rubriche, il Rocco regionale è stanco e non ne può più. E’ solo un attore, e come tale sbaglia anche lui e miracoli (addirittura qualche politico aveva suggerito di rifarsi al suo percorso) non ne fa e non ne può fare, e non ne vuole fare. Non facciamoci sempre riconoscere e ricomponiamoci. Sdrammatizziamo invece, e rifacciamoci ad una sua battuta. Quando qualcuno l’altro giorno gli ha detto grazie per il suo lavoro a favore della Basilicata, lui ha prontamente risposto “Quale favore, io lo faccio per me!”. Walter De Stradis

Promessa mantenuta per l’Antico Acquedotto

“Q

uello di oggi è un momento storico importantissimo e di grande emozione personale e per la città intera. Tempo fa, ai taccuini di Controsenso, ho fatto una promessa ben precisa che è stata ampiamente soddisfatta: le pietre, resti dell’antico e prezioso Acquedotto Lucano che, inizialmente versavano in condizioni di abbandono e di incuria, sono state prelevate e messe in sicurezza in una prima fase, presso una struttura di Riofreddo; e oggi, di concerto con la Soprintendenza e la Provincia di Potenza consegnate al Museo Provinciale del rione Santa Maria del capoluogo” – Questo il commento di un entusiasta Assessore comunale alla viabilità del Comune di Potenza, Antonio Pesarini. Il nostro settimanale si è interessato per molti anni della questione, evidenziandone le forti criticità che ora finalmente sono state risolte. “Abbiamo affidato i resti alla Dottoressa Caritati, direttrice del museo; ci è stato consegnato il verbale e in seguito provvederemo a una cerimonia ufficiale alla quale sarà presente il primo cittadino, Vito Santarsiero” Vir. Cor.


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