ControSenso, 24 novembre 2012

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Basilicata

24 Novembre 2012

DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO III n. 104/24 Novembre 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

Basilicatanet nella bufera: ecco perchè alle pagg. 4 e 5

Walter De Stradis

<<Il bando è pubblico ma chi vince lo dico io>>

a pag. 6

a pag. 14

Relatività: le prime reazioni

Cari Contro-Lettori, sabato scorso un politico lucano di lungo corso (ovviamente del Pd), dopo averci “avvistati” in via Pretoria, ci è venuto incontro e ci ha sussurrato: «Però adesso basta … dài … capisco che oggi sparare ad altezza uomo sul politico è come sparare sulla Croce Rossa, ma datevi una calmata». Cioè, se ben interpretiamo, noi di Controsenso che abbiamo sempre cercato, per quanto nelle nostre limitate possibilità, di fare emergere le magagne della casta, adesso che ne parla tutta Italia dovremmo “darci una calmata”. Qualche settimana prima, un politico più giovane della stessa area, commentando un nostro articolo pungente ci aveva detto “Io ci ho le spalle larghe, tanto oggi criticare la politica è come sparare sulla Croce Rossa”. E dàgli. Domanda: ma che, nelle stanze del Pd lucano gira una qualche circolare sul linguaggio da utilizzare per argomentare con la stampa? Noi una calmata ce la possiamo pure dare (noi e tutti gli altri giornali lucani, molto presenti su certe tematiche) ma se la devono dare pure loro, i politici. Soprattutto in tema di “sparate”. Da qui la vignetta di King Buffino che rappresenta l’Ayatollah Fholini, potentissimo dominus del partito-pigliatutto, con la divisa da generale africano con la faccia un po’ nera (si fa per ridere, ovviamente). E siccome certe scelte della politica non sono da “Croce Rossa”, ma sono una croce e basta, e tanto per rincarare la dose sul preoccupante (in)atTivismo di chi ci amministra, ci lasciamo con un interrogativo preoccupante. Come andrà a finire, tanto per dirne una, la faccenda delle trivelle nello Jonio? Se davvero le cose stanno come paventa il consigliere di Idv Benedetto, fra qualche tempo anche i bagnanti lucani usciranno dal mare con la faccia nera nera come il carbon. Ma non per il sole, ma per le sòle dei nostri politici (leggi petrolio).

Quelli che non ci vogliono rispondere

Dopo l’interessante pubblicazione sullo scorso numero, iniziano ad arrivare le risposte

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NERI DALLA RABBIA

ontrosenso, si sa, è un settimanale attraverso il quale passano provocazioni trasversali e di una certa portata. Culturali, sociali, politiche, poetiche, letterarie, matematiche e fisiche. Aggiungeremmo in ultima istanza, ma non per importanza minore. Nella scorsa settimana, infatti, la pagina 37 ha ospitato uno di quei temi dei quali ci si potrebbe spaventare, se non si fosse degli addetti ai lavori, ma al quale il “provocatore”, l’avvocato Ivan Russo, ha donato un senso di comprensione davvero ampio: la relatività generale, così come era accaduto in precedenza con quella ristretta. Il “semplificatore” come abbiamo definito simpaticamente l’avvocato la scorsa settimana, ha proposto un proprio modello, sollecitando gli intellettuali lucani al confronto, alla critica, al dialogo, alla manifestazione del proprio parere. Quest’oggi vi riportiamo la voce della dottoressa, professoressa, Giovanna Petruzzi, docente di lingue straniere che ha accolto di buon grado l’appello e ha ribadito ai nostri taccuini: “Devo ammettere che non posseggo la competenza tecnico-scientifica per rispondere al pur interessante quesito dell’avvocato Russo, visto che sono professionista nel settore linguistico. Tuttavia, potrei rilevare come coloro che sono a tutto titolo nel mondo fisico e matematico tardino a dire la loro. Mi indigna quando l’universo culturale non è presente sulle questioni più disparate, non manifestando né sdegno, né interesse. È come se io leggessi una ipotetica notizia che proponga i natali di Shakespeare in Italia. Bè, da donna che insegna e che pure continua a fare ricerca per amore della conoscenza, ciò porterebbe a una mia immediata reazione di scoperta, verifica e anche banale curiosità, perché no! È quando proprio si registra il nulla che mi preoccupo. Le soluzioni sono varie: o l’argomento non interessa, o è qualcosa che già si conosce fino in fondo oppure non si ha la preparazione adeguata per affrontarlo. È un quesito che aggiungerei a quello del Russo!” Virginia Cortese


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Politica e mala-politica

ELOGIO DEL DITTATORE? L’Italia è il paese dei furbi ma tutti fanno finta di non capirlo di Lucio Tufano

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achiavelli è odiato e temuto – scrive Prezzolini nel suo Machiavelli Anticristo – non tanto per quello che ha scritto, quanto per quello che gli uomini credono abbia scritto. Tuttavia egli è ancora un nostro contemporaneo, teorico piuttosto del totalitarismo e non certo della democrazia. I suoi avversari usano le sue espressioni, molti lo copiano, senza dirlo, altri lo seguono senza riconoscerlo. Ma se si fa politica e si è anche capaci di sostenere l’onere delle azioni che si compiono contro coscienza (e che secondo Machiavelli è giusto che, per ottenere il potere, si compiano) ci si dovrebbe chiedere se è mai giusto operare in funzione dei propri interessi, se è altrettanto giusto, da eletti dal popolo, guadagnare, con tutti i pro-pri fiduciari, venti volte dippiù di quanto guadagni un professore di liceo, se è giusto, una volta carpita la buona fede degli elettori, arricchirsi e nel contempo provvedere alla sistemazione della propria famiglia, della moglie e dei figli, dei nipoti, e poi dei collaterali e altri discendenti, di curare numerosa clientela, moltiplicandone il reclutaggio, distribuendo favori ed esigendo rispetto ed autorità, adottando metodi paternalistici ed egocentrici, infine, alla fine del mandato, prepararsi a godere, vita naturale durante, la pensione

di parlamentare. Perché la politica, per Machiavelli e per tanti altri, deve prescindere dalla morale? «Che appena un uomo occupa una carica pubblica, si sente costretto ad abbandonare ogni principio che magari prima lo aveva animato?». Quanto gli ripugnava e magari gli avrebbe creato il rimorso, se avesse agito per scopi personali, operata la scalata, abbandona ogni scrupolo, con la convinzione di compiere un dovere, sia pure sgradevole, come il mentire, l’ingannare, il promettere senza l’intento di mantenere. I Romani esprimevano la massima: Salus rei publicae suprema lex (la salvezza dello Stato è legge suprema). Nel suo tempo la convinzione di questa necessità era tale che lo stesso Machiavelli riporta il detto di Cosimo dei Medici: Gli Stati non si reggono con i paternostri, bensì difendendoli ed amministrandoli con i dettami dell’etica, della morale e dell’oculatezza. Occorre anche ricordare che Machiavelli non ha mai evitato di sostenere come la severità ed il male, adottati per costruire o mantenere in vita, o per difendere, lo Stato, il

Vignetta di King Buffino

rigore delle leggi ed il rispetto di esse, quello che, in parole più benevoli, oggi si dice “tolleranza zero”, siano tutte cose necessarie e giustificate. Riflessioni che furono anche di Benedetto Croce, il filosofo liberale, quando sottolineava con avverbi, aggettivi o con frasi deprecative, il suo

pure era in possesso delle radioscopie di principi e di pontefici, di esponenti di grandi famiglie come i Medici, i Borgia, gli Sforza e gli Asburgo, del carattere dei popoli come quello di Firenze e delle Romagne, di Parma e Ferrara, non ha avuto modo di capire quanto fosse

profondo dispiacere nel constatare come gran parte degli italiani fossero fatti in modo da mai garantire la salvezza della repubblica. Il pessimismo di Machiavelli e di Croce consisteva in una sorta di inesorabilità del male, il male come ingrediente della vita politica, essendo la natura degli italiani tale che, senza l’uso della forza e dell’astuzia, appare impossibile instaurare fra di essi il “vivere civile”.A questo punto, dopo tutte le esperienze negative, le tragedie, le sofferenze ed i fallimenti, oggi le democrazie dovrebbero marciare in maniera così funzionale ed efficiente da sembrare quasi redente da atavici difetti, e, come presso un popolo indisciplinato e di più irrefrenabile temperamento (quello italiano), si debba anche creare una condizione collettiva di educazione e di rispetto della convivenza e dei bisogni altrui, di obbedienza civile e di armonia sociale, di osservanza delle leggi e di difesa dello Stato, quasi da non avere più bisogno di severi istitutori, di fustigatori del costume, di accentratori illuminati. Ma come è possibile inneggiare alla democrazia quando un lungo, strisciante processo di degenerazione, appesantito da paternalismi ed ipocrisie, da egoismi e furbizie, la afferra in una morsa inestricabile e la mette in condizione di venire ripudiata come sistema dai cittadini più accorti? Non è questa l’antipolitica?

difficile ed inconcludente fare un’accurata disamina degli italiani del Sud, principi o sudditi, padroni e servi, sovrani e cortigiani, preti e popolo. Non si è potuto rendere conto, per esempio, di quanto sarebbe stata diversa una sua attenta osservazione sul Sud, rispetto a quella condotta su regioni dove esistevano civiltà comunali, dove pur è esistita ed ha sedimentato un’educazione ed una cultura civile e politica, una possibile coscienza sociale, la cultura amministrativa e gestionale. Se a Roma è giù difficile rintracciare tali facoltà e doti (forse esistenti solo ai tempi di Cola di Rienzo), nel Sud, dominato per secoli dai signori del latifondo e dei feudi, dal clero fazioso ed ignorante e dai baroni, dai reali borbonici e dai loro intendenti e funzionari, dai prefetti Savoiardi, Crispini, Giolittiani e fascisti, una condizione più evoluta e democratica non ha potuto mai formarsi o consolidarsi. È sempre accaduto perciò che, alle attenzioni tese a sollevare le sorti delle nostre regioni, a prodigare aiuti in direzione di soluzioni ai problemi più assillanti, ed ai provvedimenti all’uopo faticosamente richiesti ed adottati, è sempre seguita una sorta di sordida abulia, di torpore o di strana assuefazione alla macchinosa propensione all’accaparramento ed alla difesa ad oltranza degli interessi di casta, privato o personali, di famiglia e clientelari, alle ambigue o sibilline interpretazioni, ai giri viziosi ed ai rebus burocratici, ai calcoli complicati ed alle dilazioni atte a far naufragare qualsiasi azione dirompente o salvifica. Questa mentalità malgrado i decenni ed i regimi trascorsi, vige purtroppo ancora imperterrita, per cui ciò che ci giunge come messaggio didattico da altre parti d’Italia, e dalle cronache

Machiavelli,

che

«È sempre accaduto perciò che, alle attenzioni tese a sollevare le sorti delle nostre regioni è sempre seguita una sorta di strana assuefazione alla macchinosa propensione all’accaparramento ed alla difesa ad oltranza degli interessi di casta, privato o personali, di famiglia e clientelari» giudiziarie, dovrebbe liberarci dai ceppi che attorno a noi da sempre si ramificano. Si spiega perché, mentre per fare l’Italia Unita ci fu una vera rivoluzione contro gli Stranieri ed il Papato, quella risorgimentale, guidata da intellettuali borghesi e nobili illuminati, da afflati romantici e patriottici, che costò vite umane e sacrifici, da noi si era con i Borboni e si voleva rimanere con quelli, tant’è che si costituirono bande brigantesche, finanziate da agrari, da borghesi e politici che temevano di dover subire i danni del cambiamento, bande oggi osannate da storici e letterati all’assidua ricerca di clamore. Quando la rivoluzione giudiziaria di “Mani Pulite” che, con tutte le sue imperfezioni, la sua violenza e le sue ambiguità, colse il caotico assetto dei partiti, corrotto e predatorio, onorevoli di maggioranza e di opposizione, imprenditori e politici coinvolti nella greppia delle tangenti, con lo scempio di miliardi disseminati dappertutto e con la prodigalità della Cassa e dell’intervento ordinario e straordinario, il mito dello sviluppo, un movimento nuovo, reazionario e conflittuale, quello della Lega Nord, riusciva a fare “piazza pulita” (almeno nelle regioni del Lombardo - Veneto) di tutte le vecchie ragnatele parassitarie e conservatrici, il Sud, come sempre, restò immobile continuando ad alimentare congreghe, cordate e catene spregiudicate, ultime espressioni della vecchia politica. Ma quando si vorrà capire che quest’Italia è il paese dei furbi? E quale leader, o capo politico, sia Mussolini che Craxi, o Berlusconi,

avrebbe potuto mai salvarlo o assolverlo? Machiavelli è passato alla Storia per le sue lezioni ai principi su come essere più furbi dei sudditi, degli amici e dei nemici, per aver convinto gli italiani di essere idonei a fare i dittatori di un grande Stato. Ma Machiavelli morì povero, solo e senza potere, mentre Mussolini venne appeso per i piedi a Piazzale Loreto, Craxi fu lasciato morire in esilio e, perfino Berlusconi, profeta in doppio petto, che passava per furbo, annovera nelle file del suo seguito gregari che hanno approfittato della sua amicizia e del suo fortunoso avvento… E allora? Forse nessuno dei tre leaders è stato o è veramente furbo. Costoro avevano o hanno una caratteristica, quella degli italiani migliori: la disponibilità a mettere a rischio se stessi per redimere i furbi o per liberare questo paese dai furbi, anche se per farlo hanno osato proporsi con aperto cinismo. Ovviamente questi uomini ritenevano o ritengono di esser più furbi; (in effetti si rilevarono e si rilevano tali in molte occasioni della loro vita privata o pubblica ed in molti loro eventi). Tutto sommato è più lungo e tanto più grave l’elenco delle sciocchezze o delle ingenuità commesse, da essere battuti dai veri furbi che, nel disordine, vanno per la maggiore, trionfano, si mimetizzano e, di solito, sono i laboriosi artefici delle “democrazie totalitarie”. Ecco perché l’apprendista dittatore, sembra furbo, ma non lo è. Ora staremo a vedere che cosa ci offrirà il fenomeno-dittatore di Beppe Grillo.


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REPORT

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ontrosenso Basilicata

Ufficio Stampa della Regione Basilicata: costi, casta e … “casti” N

on pretendiamo di avere noi il merito di aver fatto scoppiare tutto sto casino intorno a Basilicatanet e al suo Direttore Rivelli, ma certo, abbiamo il merito – non da soli – di aver messo, e da tempo, sul tappeto i fatti e i misfatti. Insomma, comunque la pensiate, che siate De Filippiani o Rivelliani o che siate di sinistra più o meno moderata, oppure che siate centristi incavolati all’Agatino , che coltiviate o no gli amori, per la Basilicata o per il PiDiElle o per chi preferite voi, uomo o donna che sia, un fatto è certo, se sapete leggere e scrivere e far di conto, sapete due o tre cose che ignoravate

e se le sapete, buona parte del merito ce lo abbiamo anche noi e la cosa non ci dispiace. Verrebbe voglia, certo, di commentare la nota di Ordine e Assostampa che ha invitato a mitigare i toni dei contendenti (in pratica se dovete litigare andate a cena fuori sul lungomare deserto e cantatevi le corna) ma l’invito appare ragionevole assai e noi non siamo abituati a litigare anche se ci dispiace che questa nota sia stata letta (o scritta?) come appoggio al Rivelli perché, a nostro modesto avviso, i problemi si chiamano”RIVELLI” anche se ognuno legittimamente si forma la propria opinione. Nei fatti una normale persona che si informasse solo su Basilicatanet (e ce ne sono) saprebbe che RIVELLI non ha pubblicato un comunicato del Cseres perché era stato mandato pure o prima (non è ben chiaro) ai quotidiani, SIMONETTI ha protestato decisamente e minaccia denunce . RIVELLI ha preso carta e penna e gli ha dato, quasi, del mangia pane a tradimento , rimarcando, per noi in

maniera sgradevolissima, la circostanza che il SIMONETTI percepisce vitalizio o pensione per i suoi precedenti incarichi elettivi (cfr Bas 18/11/2012 ore 9,46). La discussione si arricchisce, poi, delle proteste del PDCI del PDL del MPA e dell’interrogazione di Navazio a De Filippo tutte incentrate sulle censure di Basilicatanet decise dal RIVELLI. In tanti vogliono sapere se queste sono frutto di autonome determinazioni del giornalista o se sono conseguenza della linea editoriale imposta dal Presidente De Filippo. La domanda non è pellegrina perché questo giocattolo di Basilicatanet e dintorni ci costa – secondo stime, approssimate per difetto, pubblicate - circa un milione di euro all’anno, almeno, più le retribuzioni di ben tredici addetti tra giornalisti e non e quando ci va bene ci propina questi scontri, ma quando ci va male (e nel quotidiano è così) la più stuzzichevole notizia che ci passa (cfr. bas 06 del 17.11.12 ore 16.55) è che nasce comitato agricoltura e agroalimentare per …..

e la notizia “primizia” o forse esclusiva la dà la Sen. ANTEZZA. Da notare che né la Sen. ANTEZZA né RIVELLI e Basilicatanet hanno trovato tempo e spazio per dirci che la Commissione Bicamerale di cui fa parte ha espresso parere di incostituzionalità su alcune norme finalizzate a ridurre i costi della politica regionale. Per noi normali cristiani questa era notizia da dare e, magari, commentare, l’altra no. Dobbiamo, però, ritenere che il RIVELLI ha valutato la utilità delle due informazioni e ha ritenuto che fosse “utile” quella sul comitato non l’altra . ORA abbiamo consumato la razione di inchiostro e.. alla prossima ma NON DISPERATE. Per quanto attiene invece la controversa questione della gestione dei fondi, si spera che col prossimo bilancio si cancelli l’equivoco e che Rivelli venga messo in condizione di gestire solo le attività d’informazione del suo ufficio, e che i soldi e tutto ciò che riguarda la comunicazione tornino all’ufficio preposto.

Giustizia. L’AIGA ricorre al Tar contro Decreto su Parametri

L’

Aiga, (Associazione italiana dei giovani avvocati) ha avviato il giudizio dinanzi al TAR del Lazio avverso il D.M. 140/2012, recante i nuovi parametri ai quali l’autorità giudiziaria dovrà attenersi per la determinazione delle spese di giudizio, perché affetto da gravi vizi di legittimità, anche dal punto vista costituzionale. L’avv. Dario Greco, Presidente nazionale dei legali under45 dichiara che «il DM Parametri è sbagliato nella ratio e nel contenuto; i parametri ministeriali sono utilizzati dal Giudice quando deve liquidare le spese del giudizio a carico del soccombente. Avere ridotto notevolmente gli importi di liquidazione è un incentivo a chi inizia una causa o resiste in giudizio pur sapendo di avere torto. Prendiamo atto – conclude Greco – della disponibilità del Ministro della Giustizia Paola Severino a ridiscutere con l’Avvocatura il contenuto del DM Parametri, ma in questo momento la via dell’impugnazione giudiziaria è l’unica strada percorribile». Invero, anche il Consiglio nazionale forense ha formalizzato le impugnazioni avverso la riforma degli ordinamenti professionali (dpr 137/2012) e i nuovi parametri per i compensi professionali (dm 140/2012). Numerosi i vizi dedotti in merito al dpr 137, adottato dal Governo sulla base delle disposizioni di cui all’art. 3, comma 5, d.l. 138/2011: norme nate come previsioni di principio non immediatamente cogenti e poi

dal legislatore come “norme generali regolatrici della materia” ai sensi e per gli effetti dell’art. 17, comma 2, l. 400/1988. Si tratta di disposizioni di rango primario del tutto inidonee, per la loro genericità a consentire un esercizio del potere regolamentare autorizzato conforme alle regole sul riparto delle fonti, tanto da generare vizi di legittimità costituzionale.In ogni caso, il dpr presenta innumerevoli vizi autonomi che integrano altrettanti motivi di ricorso: ovvero la manifesta violazione di legge occorsa in relazione al regolamento sulla formazione permanente, che il dl 138/2011 affida all’autonomia delle categorie, mentre il dpr sposta di fatto in capo al Ministro della giustizia con la previsione di un parere vincolante. Più in generale, l’intero impianto del regolamento si presenta viziato per avere mancato di esercitare correttamente il potere normativo autorizzato: invece che fornire la disciplina delle materie delegificate, l’atto demanda tale disciplina a successivi regolamenti ministeriali (è sempre previsto un parere vincolante del Ministro) spostando di fatto dal Consiglio dei ministri, al Ministro la responsabilità di dettare le regole professionali, in violazione del principio delegatus delegari non potest. Quanto all’impugnativa del dm n. 140 recante i nuovi parametri, è necessario sottolineare le vistose violazioni di

legge in esso contenute ed individuate dal Consiglio Nazionale Forense. Uno dei principali riguarda la totale soppressione della voce spese generali che le vecchie tariffe determinavano nel 12,5% e che componeva in realtà una terza voce della parcella, oltre a diritti ed onorari, da corrispondere comunque; più in generale, oltre che nel caso appena citato, l’atto comporta una sensibile riduzione dei compensi professionali senza che al riguardo alcuna autorizzazione fosse stata data al ministro dalla fonte primaria (art. 9, dl1/2012). Se non è dato rintracciare alcuna motivazione circa il modo in cui si è arrivati alla fissazione degli importi, è tuttavia evidente ictu oculi che l’operazione complessiva compiuta dall’ufficio legislativo del ministero si sia incentrata sull’abbattimento sistematico dei valori di cui alla precedente tariffa forense del 2004. Un abbattimento immotivato, ingiustificato, e del tutto incoerente con gli obbiettivi del provvedimento: che consistono in una semplificazione del sistema in funzione di una maggiore trasparenza, non certo in una mortificazione del reddito degli avvocati. Avv. Ivana Enrica PIPPONZI (Presidente AIGA Potenza)

Arpa Basilicata e operazione trasparenza: vediamoci chiaro La comunicazione dei dati è un principio assoluto. Ma bisogna stare attenti alle regole di Virginia Cortese

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ontinua il viaggio nel mondo dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Basilicata. A onor del vero, ci siamo ripromessi di fare più tappe, per comprendere, osservare e confrontarci proprio sulle numerose attività che vengono svolte. Questa settimana vorremmo porre l’accento su quella che ormai è nota a tutti come Operazione Trasparenza. Vale a dire, la rete che raccoglie i meccanismi di pubblicazione di dati e news che riguardano temi che toccano da vicino la collettività. Tema che spesso implica “agitazioni” trasversali. Abbiamo chiesto al direttore di Arpa Basilicata, l’ingegnere Raffaele Vita, di aiutarci a leggere correttamente tale aspetto. Ha precisato: “Il nostro modus operandi segue protocolli molto rigidi che mirano al perfezionamento di ogni sistema. Certo, siamo consapevoli che bisogna sempre lavorare per essere migliori ma le procedure, distribuite nello spazio e quindi nel tempo, vogliono conseguire l’obiettivo massimo. Sono particolarmente soddisfatto di questo interesse della stampa a capire il nostro intento. Posso dire, per togliere qualsiasi dubbio, che Arpa Basilicata opera secondo due precise modalità: la prima è quella che definirei Diretta; si pensi all’assolvimento primario di tutte le funzioni tipiche dell’agenzia, controlli, monitoraggi, studi e ricerche. La seconda è quella che la legislazione riporta come di Supporto Tecnico-scientifico alle altre istituzioni.” Può fare un esempio? “Se conduciamo una ricerca che rientra nella prima area che ho illustrato, raccogliamo e analizziamo dati e numeri e li rendiamo pubblici e fruibili da chi ha, in buona sostanza, il diritto di conoscere (per restare nella nostra competenza,

citerei alcuni casi, come quello di Fenice, del Pertusillo, del Centro Oli). Se, invece, è il Ministero della Salute, piuttosto che quello all’Ambiente, o l’assessorato regionale, o la Forza di Polizia, o l’Asp provinciale o la Magistratura (l’ultima interazione è quella con l’Osservatorio Ambientale Val d’Agri, ndr) ecc. a chiedere il nostro intervento/ collaborazione, l’azione segue, anzi deve seguire, un percorso differente. I risultati degli studi vanno riconsegnati proprio a chi ci ha interpellati in primis. Non possiamo renderli manifesti attraverso i nostri canali, in sintesi, prima che tale intenzione ci venga comunicata da coloro che in prima istanza ci hanno chiesto aiuto.” Eppure, molto spesso, proprio sulla comunicazione dei dati si aprono discussioni. “Se è vero, com’è vero, che l’esperienza favorisce la crescita, vorrei che la valutazione di errori o di eccellenze fosse rispondente il più possibile alla realtà. Mi spiego. Mettiamo che l’Asp voglia monitorare le acque di dialisi o che la Magistratura conduca un’inchiesta e si avvalga del nostro sostegno. Crede sia coerente che vengano pubblicate informazioni previa chiusura e assolvimento di tutte le procedure? Direi di no.” Resta salvo però il principio di Trasparenza. “Naturalmente. Abbiamo un sito web nel quale aggiungiamo tasselli metodicamente e in brevi intervalli. Se sbagliamo lì è giusto essere richiamati. Ma nell’altra materia si rischia davvero di commettere errori irreparabili. È per questo che anteponiamo il rispetto del lavoro e della specificità di esso di tutte le parti in causa che, all’occorrenza, interloquiscono.”


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Sito istituzionale o … “giocattolino personale”? Il silenzio del Governatore sui comportamenti controversi del Direttore di Basilicatanet, portale pagato con soldi pubblici « Un’agenzia di Sanità informazione ed un sito L’ lucana Istituzionale, che sembrano ed errori: essersi trasformati, una storia lunga almeno dalle parole ma di Gianluigi Laguardia

ultima “querelle” apparsa sul sito Istituzionale della Regione Basilicata, tutta personale, senza alcuna finalità informativa per la comunità regionale ed internazionale, e che non avrà appassionato più di tanto gli abituali visitatori, (il riferimento è alle notizie pubblicate in rete, accompagnate da repliche, controrepliche, tra il Direttore Responsabile della testata Giovanni Rivelli e il presidente del Cseres Pietro Simonetti), devono indurre a chi di dovere, ovvero, al Governatore Vito De Filippo, a prescindere dal limitarsi a constatare dove stanno le ragioni della verità, a pretendere così per altri casi, sempre il rispetto della persona, delle Istituzioni, di chi li rappresenta, con conseguenti comportamenti etici, morali e professionali per chi è stato chiamato a ricoprire incarichi che vanno al di sopra delle tifoserie delle parti. La dura polemica divampata ancora una volta in maniera stucchevole sulla autoritaria e arbitraria gestione di “Basilicatanet”, che andrebbe anche analizzata, discussa e giudicata nei comportamenti morali, professionali, economici, nelle giuste sedi competenti (Giunta Regionale, Ordine dei Giornalisti, Assostampa, Sindacati, Corte dei Conti, Palazzo di Giustizia e quanti altri), è solo l’ultima in ordine di tempo, dopo le polemiche riportate dalle pagine del quotidiano “La Nuova del Sud”, o quelle apparse per settimane su “Controsenso”, ed altri Organi. Le tante segnalazioni e le continue polemiche, su un’agenzia di informazione ed un sito Istituzionale, nati con lo spirito, almeno queste erano le vere ragioni, “di essere un servizio pubblico di sostegno aggiuntivo e complementare agli organi di informazione privati”, che sembrano essersi trasformati, almeno dalle parole ma anche dalle direttive del collega Rivelli, in un sito prettamente commerciale, in forte concorrenza agli altri Organi, da cui si pretende addirittura che le news debbano uscire prima rispetto agli altri, senza quindi alcun aspetto informativo, qualitativo e di pubblica utilità, ma prettamente esclusivo della notizia. Se fosse vero come sostiene il direttore Rivelli e non dovrebbe essere così, appare ancora più strano e censurabile, come una nota diramata dall’UDC Basilicata, lo scorso 13 novembre ed inviata alle redazione di Basilicatanet, intorno alle ore 18, (per averne direttamente ricevuto lamentela dallo stesso segreta-

anche dalle direttive del collega Rivelli, in un sito prettamente commerciale, in forte concorrenza agli altri Organi» rio Sacco) sia stata poi pubblicata sul sito Istituzionale, dal titolo “Dimissioni Mancusi, interviene il segretario UDC Sacco”, solo alle ore 10.10 del 14 novembre, dopo che la notizia era diventata già di dominio

timore e di mancanza di serenità. Così’, come sarebbe anche il caso, Presidente De Filippo, sempre nella logica della massima trasparenza della P.A., che dia indicazioni al suo Rivelli, quando non sussistono giustifi-

cabili motivi di discrezionalità, di attingere per

pubblico poichè pubblicata sui quotidiani ed altri organi d’informazione. Per cui caro presidente De Filippo, il suo fidato direttore Rivelli, censurabile e smentibile in ogni circostanza, farebbe bene a misurare le parole senza offendere chicchesia ed adoperarsi per utilizzare “Basilicatanet” non come il suo giocattolino personale, salvaguardando le finalità per cui è stato concepito e soprattutto nel massimo rispetto dei collaboratori “interni ed esterni”, (e ne sono, forse, tanti anche nella logica della spending review, viste poi le critiche mosse da più parti anche sulla qualità del servizio reso), che lamentano da troppo tempo e non solo nei corridoi di Palazzo, un clima di

la selezione e la individuazione degli eventuali collaboratori “esterni” al lungo e dettagliato elenco dei colleghi Professionisti e Pubblicisti dell’Ordine della Basilicata, che lo stesso direttore Rivelli dovrebbe conoscere, per essere stato per anni rappresentante dell’ASSOSTAMPA di Basilicata, ed evitare che facili e guidati percorsi per alcuni, possano evitare le lunghe liste del precariato giornalistico lucano. Al Governatore De Filippo, tra l’altro, giornalista-pubblista come me e tanti altri colleghi, che dovrebbe conoscere l’etica e far rispettare la deontologia professionale, appare palese, come anche la polemica di ieri con il presidente Simonetti e quelle

precedenti, di cui dovrebbe essere a conoscenza, dimostrino come lo “sbarbatello” * direttore Rivelli, abbia il senso di una gestione prettamente personale del servizio pubblico, discutibile, ma non certamente condivisibile da me, né spero dal Governatore De Filippo, né dagli altri organi competenti, dai colleghi e ne tanto meno dai fruitori del servizio. Le questioni o le polemiche personali, possono essere sicuramente affrontate, sempre con il massimo del rispetto della persona, sui siti, sui blog, sui social network, ma non credo, Presidente De Filippo, assolutamente sui siti Istituzionali. Abbiamo ormai toccato il fondo del ridicolo, sia con i comunicati ufficiali, con i tanti chiacchiericci di Palazzo e di Via Pretoria e credo, che non essendo più giustificabili i suoi silenzi, occorre assumere decisioni anche a malincuore come per altre vicende, non solo a decoro della Sua persona ma soprattutto, a tutela dell’autorevole Ente che Lei rappresenta e che noi tutti rispettiamo. Mi auspico che tale decisione sia assunta in tempi brevi, magari tanto da battere il “record” che vanta il “Quotidiano della Basilicata”, sulle “tempestive” per alcuni e, invece, a mio avviso sempre più “strane” dimissioni del suo Vice, per come sono maturate nei Palazzi nei giorni antecedenti, con i comunicati, guarda caso, già predisposti dal solito fidato Rivelli, di dimissioni e quello dell’Interim, diramati dopo appena 120 secondi da quello, del “disgraziato”* comune amico Mancusi. *sbarbatello (significato da Google ragazzo immaturo e inesperto che si atteggia da adulto); *disgraziato (sempre da dizionario su Google bersagliato dalla malasorte, caduto in disgrazia).

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ent.mo direttore Walter De Stradis, ogni settimana aspetto con ansia l’uscita di Controsenso per poter leggere notizie non “addomesticate”, cosa che forniscono gli altri mass media lucani, ma fondate su precise informazioni che allargano le nostre vedute su tutto ciò che ci circonda: dal mondo sociale a quello culturale, dalla politica allo sport. Grazie al Suo lavoro e ai suoi bravi collaboratori apprendiamo ogni sabato quanto è accaduto e accade nei palazzi del potere, dai rimborsi chilometrici agli stipendi dei consiglieri, passando per le super pagate consulenze esterne. Cifre che fanno arrabbiare tutti coloro che si sbattono per arrivare a fine mese con poco più di mille euro, sostenendo tutta la famiglia e le mille gabelle che escogitano i governanti di turno fino all’Imu. Parlano di spending review ma vale solo per noi. Nonostante fosse stato abolito il finanziamento dei partiti con un referendum plebiscitario la stessa notte del risultato tutti i partiti trovarono il modo per raggirare la volontà popolare. Le uniche professioni che non risentono della crisi sono tre: politici-governanti, farmacisti e medici. Per quest’ultimi occorrerebbero fiumi di inchiostro per poter mettere a nudo lo sfasciume della sanità lucana a tutti i livelli: dallo specialista al medico di famiglia. Se poi devi fare un esame diagnostico la lista d’attesa diventa talmente lunga che si è costretti a pagare il ticket per l’intramoenia al fine di fare presto, ma anche se aspetti mesi per l’appuntamento che ti da’ il Cup se ne va la spesa alimentare per 4 giorni a tutto ciò bisogna aggiungere i soldi per la visita specialistica. Se si tratta di esami di routine può bastare il medico di base. Fatta questa premessa arrivo al nocciolo della vicenda che ha visto come protagonisti mio cugino, il suo medico curante e la segreteria dello studio. Dopo aver fatto la fila si è fatto prescrivere i farmaci che deve prendere quotidianamente e sottoposti a esenzione dal pagamento del ticket, così come stabilito dal responsabile dell’azienda sanitaria dopo aver visionato il certificato con la diagnosi fatta da uno specialista. Ebbene, solo quando si è recato in farmacia ha notato che mancava su una ricetta il codice di esenzione. A questo punto ha telefonato al medico per chiedere se quel farmaco rientrava nella fascia di esenzione, quando si è sentito rispondere di sì ha chiesto se per caso si fosse trattato di un

piccolo errore della segreteria giustificato dal carico di lavoro. A tutti può succedere di sbagliare, semmai è diabolico perseverare. La risposta ha il sapore dell’incredibile: “L’errore semmai è stato del computer”. In questo mondo di pressapochismo solo una cosa è certa: gli elettrodomestici, i mezzi meccanici o informatici si possono rompere ma non sbagliare in quanto non sono dotati d’intelligenza. E’ la nostra mano che decide a volte sbagliando a causa di impulsi cerebrali non controllati, altrimenti perché condannare per diffamazione un giornalista quando scrive un articolo: è stata colpa del computer, io ero all’oscuro di tutto. Ma stiamo scherzando o pensano che il nostro grado culturale è uguale a quello di una larva? Eppure dobbiamo ascoltare, in questo strano mondo, frasi del genere e fare pure buon viso altrimenti poi si arrabbiano e scattano le ritorsioni. Due le domande che mi pongo. Perché i medici di base vengono pagati in base al numero dei pazienti e non per le prestazioni sanitarie erogate? Perché, sempre i medici di base, non si recano periodicamente a casa di chi è impossibilitato ad andare allo studio per farsi visitare, farsi segnare gli esami clinici da eseguire per approfondire lo stato di salute sulla base della sintomatologia o farsi prescrivere le ricette abituali per patologie croniche? Quesiti che giro ai politici, ai vertici sanitari e ai medici di famiglia. Fatto sta che il miglior medico è la persona stessa o i suoi familiari che sulla base di alcuni segnali decidono di rivolgersi direttamente agli specialisti, soprattutto quando il medico di turno non ha ancora capito nulla. Se non si ha un adeguato livello d’istruzione si resta fregati e maciullati negli ingranaggi di chi è convinto di essere preparatissimo. Sosteneva Socrate: io so di non sapere. La frase, detta da un grande filosofo che accettò la condanna di bere la cicuta in osservanza delle leggi anche se ingiuste, dovrebbe insegnare qualcosa a più di qualcuno. Purtroppo di Socrate ce n’è stato uno solo, per tutti ogni scusa è buona per lavarsi le mani e scaricare le proprie responsabilità. Seppure firmata chiedo di mantenere l’anonimato per evitare ritorsioni che ci costringerebbero a trovare un altro medico curante che però non conosce la nostra storia clinica. E poi il medico in questione non è proprio da gettare via, tutto sommato se la cava.

FITTASI APPARTAMENTO ARREDATO DI MQ 72 (Pal. Ungaro Via del Gallitello, 93) 85100 POTENZA tel. 0971/52042


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REPORT

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Basilicata

I NOSTRI INTERROGATIVI INEVASI

Quelli che … non vogliono rispondere Rivelli, Maruggi, Folino, Don Cozzi: il nostro giornale domanda La gente vuole sapere di Walter De Stradis

…e

non vogliono rispondere. O forse non possono. O forse, più realisticamente, non sanno

rispondere. Considerato che spesso e volentieri, consentiteci il piccolo moto di vanità, il nostro giornale anticipa questioni scottanti che poi vengono riprese, magna cum pompa, dai quotidiani (vedi caso Basilicatanet/ Rivelli e caso Strangio) ci pare opportuno fare un piccolo riepilogo delle domande “inevase” lanciate da questo settimanale. Non prima, però, di fare un minimo di appunto ai colleghi dei giornali di cui sopra: non vi costa veramente nulla citare il nome della nostra testata quando riprendete le nostre notizie, quel “periodico lucano” a cui spesso vi rifate è una locuzione un po’ troppo generica, specie se rivolta a chi spesso e volentieri fornisce succosi spunti. Gratis. Detto questo, e partendo proprio dalla questione Rivelli, riprendiamo il filo degli interrogativi posti da Controsenso e andati via col vento, come lacrime nella pioggia.

le nostre “interpellanze” sui suoi familiari “fortunelli” ben piazzati all over the world. Solo fortuna e merito?, ci chiedevamo legittimamente. A noi sarebbe bastato anche un semplice “sì”, per chiudere la questione, visto che siamo buoni di cuore e ci fidiamo. Ma niente. Pazienza.

La Massoneria …

F

a certo parte delle legittime intime scelte di ognuno di noi, optare se iscriversi o meno a una realtà come la massoneria ufficiale italiana, ma ci sarebbe tanto piaciuto sapere, visto il

… e l’Anti-Massoneria

P

er completezza d’informazione, e perchè non si dica che siamo faziosi, per la verità ci saremmo aspettati (visto che anche in questo caso l’avevamo chiesto) una qualche replica da Don Marcello Cozzi di Libera, in risposta alle critiche marziali dell’ex sindaco di Policoro Nicola Lopatriello, che accusava il prete antimafia di avere una sorta di “invidia penis” (per rifarci a Grillo, che va tanto di moda) della politica. Non solo, Lopatriello lanciava un sassolino nel mare non sempre limpido delle questioni di pubblico interesse: non è che la Regione eroga contributi al Cestrim, oltre che per le lodevoli iniziative, anche per non inimicarsi un certo tipo di movimenti? Non condividiamo necessariamente il suo punto di vista, ma una riposta ci piacerebbe lo stesso. Quello sì.

… ma non è che …

N

essuno ci caca? Scusate la scurrilità, ma al lettore, a questo punto, potrebbe sorgere spontaneo l’interrogativo escatologico. Certo, ai destinatari delle nostre domande piacerebbe tanto che fosse così, ma sappiamo tutti che così non è. Già, perché è -ahinoi- nell’ordine naturale delle cose lucane che ci si incazzi per determinati articoli, che magari si pongano veti (“guai a chi parla con questi qui“), che si tolgano saluti per strada, che si incrocino le dita, che sperando che la gente dimentichi. Tanto di cose, se ne leggono tante.

Basilicatanet e i “ricatti” a De Filippo

Ma, ri-ahinoi, ancora di più se ne fanno.

Becce: “Sgrassiamo l’Acta”

P

roprio sulla questione Basilicatanet, con il silenzio assordante del suo direttore che preferisce impipparsene all’ingrosso delle critiche/domande/curiosità esposte su queste pagine, è intervenuto lo scrittore/polemista Andrea Di Consoli, che dalle pagine di un “quotidiano locale” (accà nisciun è fess, signori) ha parlato di sinistri “ricatti e minacce interne”, subiti verosimilmente dal presidente De Filippo, che sarebbero alla base della natura elefantiaca e assai controversa del suo ufficio stampa nonché della sua gestione semi-totalitaria. Cosa avrà voluto dire il sempre bene informato scrittore? Ci è sfuggito qualcosa? O è sfuggito qualcosa agli organi inquirenti, visto che Di Consoli fa riferimento a una sorta di cortocircuito “giudiziario”? E, visto che parliamo della Regione, domanda da cento milioni di dollari: chi è spesso e volentieri, fa sparire le copie del nostro giornale in viale Verrastro? Certo, gli indiziati sono parecchi, visto l’ampio “target” che spesso offrono al nostro giornale, gli inquilini del palazzo del potere.

Il Familismo Folinismo

A

q u e s t o proposito, anche il presidente del consiglio regionale Vincenzo Folino, l’uomo dalle guance rosse e dal cervello fino, evidentemente da un certo orecchio non ci sente, e pertanto non può aver sentito

gran parlare che da sempre si fa sull’argomento, perché l’attuale direttore generale del san Carlo, Giampiero Maruggi -uno dei protagonisti della brutta storia riguardante la sospensione ingiusta del neonatologo Strangio, avvenuta per un “reato d‘opinione“- a suo tempo si iscrisse al Grande Oriente d’Italia. L’ex confratello massone e collega diggì del san Carlo Michele Cannizzaro (chiacchieratissimo per ben note questioni, ma anche archiviatissimo), disse in un’intervista (anche qui Di Consoli) di aver incontrato molti medici in Loggia, alcuni dei quali probabilmente spinti dalla speranza di fare carriera. Aggiungiamo un’altra domanda di appendice: ci dite chi è il buontempone che, spesso e volentieri, fa collezione delle copie di Controsenso distribuite al bar dell’ospedale? Sicuramente sarà un nostro lettore molto affezionato, forse troppo.

“M

entre in tutta Italia si discute di razionalizzazione della spesa pubblica e di riduzione delle cariche nei consigli di amministrazione, a Potenza si continua ad assistere nel silenzio generale al balletto sull’Acta che l’amministrazione comunale e la politica in genere vuol tenere in vita per assicurare poltrone e privilegi a tanti “trombati”. Così il consigliere Nicola Becce (Pdl) il quale aggiunge che “da tempo ho proposto – trovando per la verità solo pochissime sponde – di eliminare l’Azienda comunale per la tutela ambientale, la ex municipalizzata che si occupa dello smaltimento dei rifiuti e che con il suo apparato dirigente grava per diverse centinaia di migliaia di euro sulle tasche dei potentini. Tra presidente, consiglieri d’amministrazione e direttore generale il Comune di Potenza spende un ingente quantitativo di denaro pubblico senza che il cittadino comune ne sia neanche a conoscenza ma soprattutto senza visibili segnali. Tutto

questo proprio mentre in questi giorni ci si affretta a rinnovare il Cda in scadenza con il solito balletto della politica e dei partiti che puntano a piazzare questo o quell’esponente. Ho presentato un ordine del giorno - continua- volto ad ottenere l’internalizzazione del servizio di raccolta rifiuti e di igiene ambientale da parte del Comune di Potenza, attualmente gestito tramite l’Acta. E’ appena il caso di ricordare che il Comune è “dotato di una Unità operativa “Ambiente e Territorio” in grado di condurre egregiamente, per competenze e professionalità, la gestione di tale servizio in forma diretta. Questa scelta porterebbe ad un risparmio strutturale - lo sottolineo con convinzione - di circa 300.000 euro in meno da erogare agli organi direttivi di amministrazione e controllo presenti nell’A.C.T.A.; agli operatori ecologici nuovi assunti verrebbe invece applicato non più il CCNL di Federambiente ma quello previsto per i dipendenti pubblici, di gran lunga più conveniente.”


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CAOS PRIMARIE Singetta: <<Votare Renzi perché …>>

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ygmunt Bauman, il famoso sociologo (autore di definizioni come “società liquida” e che ha ripreso il “familismo amorale” coniato da Banfield) in una recente intervista diceva che per l’umanità vi sono solo due possibilità: o cambia rotta, e per sopravvivere imbocca una strada alternativa alla crescita, oppure sarà la guerra di tutti contro tutti per la redistribuzione delle risorse. Il quadro delineato da Bauman si adatta perfettamente alla situazione italiana (ed a quella lucana): è necessario cambiare rotta. Ed è proprio questa l’idea posta alla base del “manifesto” politico di Matteo Renzi, che propone un rinnovamento radicale che – partendo dalla politica, ma non fermandosi ad essa – possa effettivamente modificare un presente afflitto da mille problemi ed un futuro per nulla roseo. Certo, il processo non sarà indolore, né mancheranno le insidie, a partire dall’impotenza della politica, che se non riacquisterà il potere di agire, non potrà traghettare il

paese verso un modello di società più sostenibile. Ai cittadini italiani (e quindi anche a noi lucani) è stata sottratta anche la capacità decisionale, e non solo per una legge elettorale che prevede la nomina (e non l’elezione) dei parlamentari. Invece di prendere atto del sostanziale fallimento delle politiche governative di questi ultimi 20 anni (in cui un ruolo preponderante, bisogna ricordarlo, ha avuto il berlusconismo),

il “regime dei salvatori della patria” (sempre più numerosi) insiste sulla necessità di proseguire ad ogni costo nella tabella di marcia prestabilita. Ma è possibile che chi ha portato l’Italia in questa situazione, si proponga oggi per farla uscire dal guado? Io penso proprio di no. Ecco perché è necessario votare e far votare Matteo Renzi: rappresenta, senza forse, l’ultima occasione per riappropriarsi del potere decisionale. Le critiche al suo programma (da parte di chi spesso non si è preso nemmeno la briga di leggerlo) sono banali: la gente è stanca di sostenere una spesa pubblica improduttiva, circa un migliaio di parlamentari (ed altrettanti consiglieri regionali) che guadagnano molto e producono poco. Certo, dimezzare il numero dei parlamentari e le loro indennità non ri-

solverebbe tutti i problemi italiani, ma costituirebbe un segnale di attenzione verso chi guadagna 400500 euro al mese o un lavoro non ce lo ha proprio. Ed il tema del lavoro è fondamentale nel programma di Renzi (così come l’attenzione all’ambiente ed anche al Sud, vero motore della ripresa dell’italia, ha detto più volte). Non solo per la “flex-security” o per i €.100 in più al mese da destinare ai lavoratori che guadagnano meno, ma anche perché è inammissibile che in Italia si continui a pensare di poter vivere a vita di laute indennità pubbliche, senza aver mai lavorato o studiato! Ecco il perché della necessità di limitare i mandati. La “rottamazione” (termine che, nonostante tutto, ha fatto braccia nell’immaginario collettivo), non significa guerra tra generazioni: un persona matura può avere delle ottime idee anche ad 80 anni (e bisogna consentirgli di esprimerle), così come un giovane può essere inadeguato al ruolo (non basta la giovane età). Mi auguro, pertanto, che Renzi vinca le primarie e che le elezioni si svolgano nel rispetto delle regole (troppe e farraginose) che qualcuno ha voluto proprio per limitare la partecipazione dei cittadini. “C’ è già un’Italia fuori dalle nostre stanze che è viva, bella, ricca, che ha voglia di fare le cose. C’è già un’Italia che è pronta ad assumere su di sé la sfida del cambiamento. C’è già un’Italia che è nelle condizioni di poter credere nel domani e non soltanto nel passato”. E quest’Italia si può costruire solo votando Matteo Renzi.

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uesto è il nostro secondo appuntamento, almeno per chi abbia letto il primo chiaramente. Scioscia popolo che la legna e secca. La scorsa settimana Controsenso titolava “I nostro giovani finalmente”: e si proprio così, loro sono l’unica salvezza per recuperare questo paese. I ragazzi reagiscono con irruenza secondo il mio punto di vista perché non si riconoscono in nessun partito politico. Si è così, sono oltre 15 anni che non ci sono più ideali politici di destra o di sinistra che sia, è stato solo un approfittare di soldi pubblici per farsi i cazzi propri. Campi generazionali, solo come specchietti per le allodole. Vediamo il nostro segretario del PD lucano preso l’incarico e sparito dalla scena con i suoi quattromila euro al mese di soldi del partito dati al patito dai finanziamenti ai partiti pagati da noi POPOLO, status symbol di che? Che cosa ha fatto per i lucani? Niente. I suoi amici invece stanno bene. E ora ritorna all’attacco chiedendo ai lucani di votare Bersani alle primarie del PD. Ma ci hai veramente preso per pecore? Per questo voterò Matteo Renzi che comunque incomincia perlomeno a parlare di risparmiare sui soldi pubblici. E se non lo fa, noi comunque che ormai siamo secchi pronti a prender fuoco, glielo faremo capire, continuate e continuiamo perché è uno scontro di idee a rendere un paese democratico e no come ora, senza ide politiche a rendere un paese di usurpatori. Con la massima sincerità spero che la tensione rimanga alta proprio per non far smorzare questa fiamma ormai accesa non facciamoci illudere piu Scioscia Scioscia popolo e avvampa tutto.

Alessandro Singetta Frundone

L’OPINIONE Ma perché uno dovrebbe votare per le primarie del Centrosinistra?

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erto è che il problema italiano e noi Lucani Italiani dovremmo venire considerati (e considerarci ?) è ormai diventato: ma il mio voto servirebbe a qualche cosa? In quel paese che credette di uscire bene dalla prima Repubblica corrotta consegnando direttamente il potere agli imprenditori ed ai dirigenti pubblici che in vent’anni ,o poco più, hanno totalmente depredato tutto e tutti dei soldi, dei diritti e delle prospettive di futuro. In quel paese dove i politici e i Dirigenti sono stati sputtanati, in questi vent’anni, per ogni sorta di privilegio e sperpero in Sicilia come in Lazio (e anche qui in Basilicata si indaga su privilegi e spese folli) e dove più che pastori attenti al proprio gregge i politici e i Dirigenti mostrano esagerate preferenze per i fatti e affari loro quasi da lupi famelici. In quel paese dove lo schifo ha raggiunto un livello tale

che pure la Fornero (e non v’è parola buona che si possa dire di costei) ci appare preferibile ai predecessori, dicevo, rimane un rivoluzionario gesto di fede l’idea stessa di andare a votare anche per un ateo. In quel Paese comunque mi domando ad alta voce se votare, perché votare, e per chi votare anche al fine di aiutare ognuno ad essere più deciso e decisivo in ogni cosa che fa. In genere votare è chiamato, diritto ma in una democrazia che voglia funzionare i cittadini considerano il votare un dovere civico fondamentale per scegliere chi fa cosa e, dunque, votare è ancora più utile oggi, se vogliamo. Detto ciò venendo al tema primarie del centro sinistra noi Lucani ci dovremmo considerare quasi obbligati moralmente a votare dal momento che uno dei coordinatori di Bersani è Speranza Segretario Reg. Pd e che la nostra è Regione governata dal Centro Sinistra

ma questi due fatti non sembra che bastino a portare la gente a votare e vediamo perché. Il C.S. di qui, nostrano diciamo, non sembra capace di sollecitare buoni sentimenti e buone opinioni nella gente e sembra quasi che più dei meriti propri contino i demeriti degli oppositori nel fatto che siano loro al Governo . E per fare un qualche ragionamento di semplice buon senso non è che puoi farti chissà che buona opinione se consideri che ogni anno emigrano circa 4 mila giovani lucani, che politiche per aiutare i giovani non se ne vedono oppure se consideri che il costo della benzina in Lucania è il più alto di Italia, pur fornendo noi il petrolio al paese, oppure se consideri che aumentano i poveri in Lucania e al tempo stesso, a questi i poveri lucani, non spetta la social card perché la Lucania sarebbe invece ricca oppure se consideri che ci vogliono ridurre ad una sola provincia. Ovvio è che su

questi temi come sul resto non si vedono proposte politiche dagli oppositori che al meglio della loro potenza di fuoco sono riusciti a farci fare l’elemosina di un pieno a patentato roba da ridere. Tornando al tema primarie, dunque, non essendoci evidenti e valide ragioni Lucane per votare rimane da vedere quali altre ragioni potrebbero invogliare un elettore. Allora vediamo quali frecce hanno all’arco i cinque candidati premier partendo dall’unica donna in lizza. La Puppato per il fatto di essere donna e per il fatto che incentrerebbe una ipotesi di sviluppo del paese sulla Green Economy potrebbe suscitare consensi anche se io personalmente ho una esagerata diffidenza verso il suo essere imprenditrice. L’esperienza di un Imprenditore Premier l’abbiamo già fatta con Berlusconi ed è risultata fallimentare per ogni famigli a,lavoratore,imprenditore. Il Tabacci solido ex democristiano

si presenta come persona di buon senso pratico, accorto, attento alle ragioni della gente e competente ma non sembra riuscire a suscitare grandi emozioni e, io, credo proprio per il fatto che le cose che dice non le puoi sloganizzare. Il Vendola non lo scopriamo oggi ha capacità,sensibilità e anche una credibilità che deriva dall’aver fatto cose interessanti come Governatore della Puglia. Pone giusto accento sull’uomo ch’è il lavoratore,il disoccupato, il pensionato e sulle sue ragioni ed esigenze anche di vita privata ma, a volte, si lascia impigliare in discorsi troppo teorici e questo ne frena lo slancio . Il Renzi ha cercato è ottenuto visibilità e notorietà con lo slogan della “ROTTAMAZIONE” dei vecchi politici ma è bastato l’annuncio del ritiro di Veltroni e D’ALEMA e subito ha cambiato i connotati della ROTTAMAZIONE che non vuole più dire fuori tutti i

vecchi politici. In Basilicata s’è fatto pure fotografare insieme al Governatore DE FILIPPO che dovrebbe essere, invece, oggetto di rottamazione e questo, dal mio punto di vista, lo rende poco credibile. Il BERSANI,infine, è politico e amministratore già collaudato è persona apprezzabile per il buon senso pratico e mostra una capacità non comune di concreto mestiere politico quando dice che se quelli che hanno di più danno un qual cosina in più mica finiscono in miseria. Bisognerà concretamente vedere cosa ognuno di loro metterebbe in cima alle proprie azioni una volta al Governo ma almeno sembra che parlino dei problemi della gente e questo per ora è il massimo ottenibile. Mario Petrone


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VIABILITA’ A POTENZA

Via Nazario Sauro, un brulicare di persone e di problemi di Antonio Nicastro

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ei suoi circa 750 metri di lunghezza, via Nazario Sauro, comprende, oltre a tante abitazioni, negozi, uffici alcuni prestigiosi Enti che di fatto la rendono una strada strategica nel panorama viario cittadino. Infatti, partendo da viale Marconi, subito sulla sinistra, c’è sede l’Archivio di Stato, scendendo verso la piazzetta del Francioso si incontra la

sede centrale dell’Università di Basilicata che ospita le facoltà umanistiche e la segreteria, proseguendo verso via Viviani si trova il mastodontico Palazzo di Giustizia, poco più giù, sulla sinistra, la sede di Telecom

Italia e gli uffici della sede regionale dell’ANAS mentre sulla destra c’è la sede staccata di diversi uffici comunali fra cui la Polizia Municipale e la Protezione civile. Quasi alla fine della strada, prima del ponte che si immette su viale Marconi, c’è un edificio che architettonicamente ricorda i castelli federiciani, che per anni è stata la sede centrale della ex Banca di Pescopagano

e che oggi è malinconicamente vuoto, viene da dire meno male, altrimenti il caos da quelle parti sarebbe ancor più grande. Fino alla redazione della variante del Piano Regolatore del 1989 la parte

finale di via Nazario Sauro era una specie di viottolo che sbucava nella piazza dell’allora Stazione Inferiore, in pratica la strada iniziava in viale Marconi, all’altezza delle palazzine INCIS, attraversava il rione Francioso e proseguiva verso la stazione, La variante del PRG fece diventare area direzionale il territorio compreso fra via Viviani, viale Marconi e la piazza della Stazione per cui c’è stato un notevole sviluppo delle attività e con la parte

finale di via Nazario Sauro deviata, con la costruzione del ponte, su viale Marconi. Fin dalla mattina presto, lungo via Nazario Sauro, è un brulicare di persone e con il traffico veicolare spesso rallentato, non è agevole percorrere questa arteria che risulta palesemente inadeguata ai volumi di traffico che la interessano. Sono soprattutto i pendolari che si lamentano per l’inadeguatezza della parte terminale, chi arriva con il treno alla Stazione Centrale e

deve raggiungere le destinazioni ubicate lungo la strada deve fare un pericoloso percorso percorrendo la bretella che collega viale Marconi per poi immettersi sul ponte e proseguire, ma subito dopo aver costeggiato gli uffici comunali, all’altezza

Oggettivamente percorre questi circa 100 metri, prima di poter utilizzare il marciapiedi di fronte il Palazzo di Giustizia, è estremamente pericoloso anche perché spesso la strada, recentemente ripavimentata, viene percorsa dai soliti pirati, a velocità eccessiva. A breve, per lo meno, il calvario dei pendolari costretti al lungo giro per raggiungere dal piazzale della stazione via Nazario Sauro terminerà in

dell’ingresso della sede di Telecom Italia, trova un tratto di strada completamente privo di marciapiedi e che, durante i mesi estivi, sul muro di contenimento del campo sportivo ex Enaoli sporgono arbusti che restringono ulteriormente la carreggiata.

quanto stanno per aprire, dopo 18 anni di inizio dei lavori, le scale mobili che sottopassano i binari delle FAL. A dirla tutta la parte più critica di via Nazario Sauro va dal Bar Mediterraneo fino all’incrocio con via Viviani. Soprattutto la mattina, dopo che si sono trasferiti gli uffici comunali nel fabbricato che originariamente era stato pensato come stazione d’arrivo dei bus interurbani, c’è gran trambusto per la mancanza di parcheggi per cui chi deve sbrigare faccende da quelle parti parcheggia come meglio crede, in doppia fila o ostruendo gli ingressi alle atre attività, l’ingresso agli uffici di Telecom Italia è spesso reso insicuro a causa di auto troppo spesso lasciate a pochi passi dal cancello. Nei giorni dedicati alle udienze del Tribunale, a metà mattinata, nei pressi dell’ingresso del Palazzo di Giustizia c’è il far west, il parcheggio interno si satura e le guardie giurate hanno il loro bel da fare per disciplinare l’accesso. Eppure nei paraggi c’è un grande parcheggio pubblico e un parcheggio in un’area privata proprio a ridosso del muro di cinta del Palazzo di Giustizia, tutti sappiamo che le cose andranno sempre peggio perché nel Palazzo di Giustizia di Potenza si accentreranno cause di altri territori regionali in cui i tribunali vengono soppressi. Non è più rinviabile, quindi, un intervento strutturale su questa importante cittadina, cominciando a costruire subito il tratto di marciapiedi mancante.


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A Potenza nasce l’Unibas Store Vasta gamma di prodotti etici e sostenibili, rigorosamente “made in Basilicata” di Luca Santoro

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stata presentata martedì scorso, nel corso di un incontro con i giornalisti, una singolare iniziativa promossa dall’Università e dalla neonata cooperativa Universosud, trattasi del primo store targato Unibas. L’idea nata con l’intento di contribuire al rafforzamento dell’identità territoriale, come sottolineato dal Magnifico Rettore, Mauro Fiorentino presente all’incontro, ha iniziato a prendere forma nel luglio 2011 quando da una proposta di tre giovani laureati under 35, Antonio Candela, Manuela Stefanelli e Giuseppe Macellaro, nasce il tentativo di promuovere l’immagine dell’Università nei contesti nazionali attraverso la diffusione di prodotti con logo ufficiale dell’Ateneo.”Con orgoglio presentiamo oggi una iniziativa di qualità rientrante in quei grandi passi che l’Università regionale ha avviato anche nel campo dei servizi, questo modo di comunicare rappresenta

Il Rettore e il Direttore Amministrativo

in questo momento storico un elemento centrale per l’università che intende rilanciarsi in una chiave moderna cercando di esportare in giro per il mondo il marchio Unibas”. “La

cooperativa mette insieme creativi, professionisti del marketing, progettisti culturali nell’intento di offrire una opportunità di rilancio per il nostro Ateneo a trenta anni dalla sua

istituzione. Siamo fortemente convinti che utilizzare un gadget Unibas oggi possa significare utilizzare un valore” – ha dichiarato Antonio Candela – “in un momento di grande difficoltà abbiamo deciso di avviare una impresa nell’Università e per l’Università credendo fortemente nel valore di questo Istituto”. I prodotti sono rivolti a tutti quanti fanno parte della comunità dell’Ateneo e alle strutture universitarie, a cui è riservato un catalogo con un’ampia scelta di prodotti personalizzati per convegni, seminari e attività istituzionali. Singolare anche la campagna pubblicitaria che ha come slogan “La cultura veste moderno”. Il teaser mirato a creare curiosità nel target di riferimento, ha come protagonista la cultura italiana in alcune delle sue forme più famose e rappresentative, rivisitate in chiave moderna. Vere e proprie tele e gigantografie dislocate in punti strategici dell’Università e della città

I promotori: Macellaro, Stefanelli e Candela

hanno come protagonisti il Bacco di Caravaggio che si trasforma in un giovane hitech munito di iphone, e ancora il David di Michelangelo si distingue con il suo cravattino rosso laurea, o la Gioconda di Leonardo da Vinci che veste moderno con tanto di felpa con cappuccio. “Il fattore che più ha inciso nella realizzazione del progetto” – ha concluso Candela – “è stato anche la forte attrattività dell’Università degli Studi della Basilicata che, tra le università del Sud,è quella che attira maggiori studenti e che quest’anno,

avviando un processo in internazionalizzazione, è riuscita ad aprirsi anche a canali esteri di assoluto valore”. Lo store, allestito all’interno del Campus di Macchia Romana, sarà inaugurato il prossimo martedì 27 novembre 2012 alle ore 10.30 e a partire da quella data sarà anche avviato il servizio di e-commerce all’interno del quale sarà possibile consultare il ricco catalogo dei prodotti ed effettuare anche acquisti online direttamente dal portale internet www.unibastore.com

CONSIGLI PER EVITARE FURTI IN CASA È necessario tener presente che i ladri in genere agiscono ove ritengono vi siano meno rischi di essere scoperti: ad esempio, un alloggio momentaneamente disabitato o laddove non esiste la reciproca collaborazione tra i vicini di casa. Ricordate di chiudere il portone d’accesso al palazzo. Non aprite il portone o il cancello automatico se non sapete chi ha suonato. Installate dei dispositivi antifurto, collegati possibilmente con i numeri di emergenza. Non informate nessuno del tipo di apparecchiature di cui vi siete dotati né della disponibilità di eventuali casseforti. Conservate i documenti personali nella cassaforte o in un altro luogo sicuro. Fatevi installare, ad esempio, una porta blindata con spioncino e serratura di sicurezza. Aumentate, se possibile, le difese passive e di sicurezza. Anche l’installazione di videocitofoni e/o telecamere a circuito chiuso è un accorgimento utile. Accertatevi che la chiave non sia facilmente duplicabile. Se avete bisogno della duplicazione di una chiave, provvedete personalmente o incaricate una persona di fiducia. Evitate di attaccare al portachiavi targhette con nome ed indirizzo che possano, in caso di smarrimento, far individuare immediatamente l’appartamento. Mettete solo il cognome sia sul citofono sia sulla cassetta della posta per evitare di indicare il numero effettivo di inquilini (il nome identifica l’individuo, il cognome la famiglia). Se abitate in un piano basso o in una casa indipendente, mettete delle grate alle finestre oppure dei vetri antisfondamento e durante la notte non tenete finestre aperte da dove sarebbe facile accedere nell’appartamento. Illuminate con particolare attenzione l’ingresso e le zone buie, se all’esterno c’è un interruttore della luce.

Continua


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L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO Droga: una rete di spaccio nel Senisese

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uattro persone sono state arrestate dai Carabinieri - due sono in carcere, altre due ai domiciliari - al termine di indagini che hanno portato gli investigatori a sgominare “una consolidata e fitta rete criminale’’ che spacciava hascisc e marijuana fornita da clan campani, calabresi e pugliesi. Gli arresti sono avvenuti a Valsinni e a Cersosimo. Le indagini sono cominciate con il sequestro di droga in possesso di un giovane studente di Senise.

Maltratta madre per i soldi: arrestato

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n uomo di 36 anni è stato arrestato a Irsina (Matera) dai Carabinieri, con le accuse di maltrattamenti in famiglia ed estorsione commessi ai danni della madre, una pensionata di 77 anni. Da tempo l’uomo minacciava la donna per aver denaro per comprare droga e bevande alcoliche. Alla fine, la madre, gli ha dato alcune decine di euro ma, non essendo in grado dare di piu’ al figlio avendo a disposizione ‘’una sola modesta pensione’’, ha chiesto aiuto ai Carabinieri.

L’invio di materiali (testi, fotografie, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografie inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.

IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA

L’erva ca nun vuoi t nasc’ nd’a l’uort. L’erba che non vuoi ti cresce nell’orto. Avigliano - Pz

Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Giovanna Cafaro Stampa: Martano Editrice Srl Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari


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MASSONERIA LUCANA La sconfitta di un uomo onesto Continua sulle nostre pagine il dibattito sull’anniversario della morte di Giovanni De Blasiis. Un caso “riaperto” da questo giornale diversi anni fa di Gianluigi Laguardia

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ra il 14 novembre del 2004 quando venne ritrovato il cadavere del compianto Giovanni De Blasiis, nel suo casolare di campagna alla periferia di Armento. Una morte strana, agghiacciante che ha finito per rattristire amici e anche i nemici del povero Giovanni, ucciso da una politica del malaffare consociata con una giustizia perversa di un sistema che qui in Basilicata continua a registrare errori a volte umani, ma molto spesso come usava dire “massonicamente voluti e pilotati”. Immagino il suo sorriso sornione di fronte alle notizie di questi giorni con esponenti della mafia lucana associati da alcuni giorni con alcuni politici con la P minuscola, in altri, con alcuni uomini delle Istituzioni, delle forze di Polizia, Carabinieri, con pseudo faccendieri, con uomini del SISDE, dei servizi segreti e per di più con alcuni rappresentanti della stessa Magistratura. “Riscoprire la moralità”, rileggendo proprio ieri uno dei suo tanti pamplet nei quali cercava di spiegare ed associare gli strani rapporti tra la Politica, la Magistratura e la Massoneria, che era solito divulgare in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, Giovanni ci invitava con le parole di Sai Baba a “non dover accettare la menzogna nè tutto ciò che

denota un fondamento di codardia”. Purtroppo, nonostante il suo prezzo pagato ingiustamente, di codardi e di gente con la schiena non dritta se ne vede fin troppo in giro nei diversi ambienti. Mi preme, però ricordare la sua azione meritoria. Fu grazie a Giovanni De Blasiis, che nacque in Basilicata l’ABS, l’associazione Basilicata spettacolo che attraverso una

sinergia tra i comuni lucani si prefiggeva di esportare cultura e rappresentazioni teatrali ed il successo fu notevole. Oggi, purtroppo, non solo non si fa più cultura ma i responsabili che hanno fatto morire una delle iniziative culturali più autorevoli non sono mai stati puniti. Dopo la brillante gestione con l’abbandono di De Blasiis, cominciarono gli anni difficili di un ente che per l’incuria anche dell’attuale Governatore della Basilicata Vito De Filippo e di molti enti locali hanno finito per decretarne il fallimento di un’esperienza positiva che era stata presa a modello da altre più prestigiose realtà. La storia di Giovanni De Blasiis è stata caratterizzata da tanti successi e traguardi importanti, ma anche da amarezze e profonde delusioni che hanno finito per scalfire la sua provata sensibilità.

Purtroppo, le esperienze della vita hanno finito per regalargli l’amara sorpresa di ritrovarsi ingiustamente rinchiuso in carcere. Da quando, all’alba di quel 7 giugno 1993, alle 5.30 si dovette catapultare dal letto per aprire agli “ingiustizieri” senza aver commesso alcun reato, iniziò per Giovanni ed i suoi più stretti familiari un doloroso ed inspiegabile calvario. Di certo quegli interminabili 11 giorni, dodici ore e trenta minuti di custodia cautelare, che spesso ricordava in ogni utile circostanza, hanno finito per influire molto nel sentenziare la sconfitta di un uomo onesto e intelligente umiliato nei suoi Valori e nella sua dignità costretto ad inchinarsi alla vita per la nefandezza della Legge che come gli avvenimenti nel tempo hanno dimostrato non è certamente “uguale per tutti”.Ci vollero ben sette anni per dimostrare la sua innocenza attraverso cinque sentenze emesse rispettivamente dalla Suprema Corte di Cassazione, dal GIP, dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo e da ultimo dalla Corte d’Appello che quantificò in miseri vecchi 40 milioni il risarcimento del danno per l’ingiusta detenzione subita. Poca cosa di fronte all’ingente danno morale e umano che subì lui. Furono quelli, anni di battaglie giudiziarie, politiche, sociali, costruite con

speciosità, sentenza dopo sentenza, rivolti a smontare e scardinare una ordinanza inopportuna, che come ebbe a scrivere lo stesso De Blasiis nel solito pamplet aveva come unico vero obiettivo quello di “proteggere Massonicamente il vero potere politico lucano che, a tutt’oggi, impunemente, continua a farla franca”. Nessuno vuol mettere in dubbio le capacità investigative di tanti magistrati onesti ed intelligenti come gli ex Woodcock, Montemurro, il mio caro compagno di scuola Pavese, o i Francesco Basentini di oggi alla DDA, ma De Blasiis ha sempre cercato di produrre circostanziate denunce contro il malaffare di un sistema consociativo MassonicoPolitico-Imprenditoriale e Giudiziario che ha finito per salvare sempre i “furbetti del quartierino”. A distanza di anni gli attori e le comparse saranno pur cambiati, ma resta l’amarezza, che il sistema è sempre lo stesso, senza che nessuno riesca a scardinarlo. Poichè, il tempo è sempre galantuomo, i fatti di alcune vicende di questi ultimi anni hanno dimostrato che c’era e c’è più di qualche talpa nei Palazzi di Giustizia, che blocca o smista su tavoli “distratti” gli esposti, addirittura le inchieste o le dichiarazione di un certo rilievo. Anche la riapertura di alcune indagini da parte della Procura di Catanzaro, guarda caso

«Ho ancora vivo il ricordo di tante notti insonni, trascorse con lui nello spulciare atti, documenti, bilanci, strane note diramate dai “palazzi”, comunale, regionale, prefettizi, giudiziari, ministeriali, e dai quali si evinceva che persisteva un disegno consociativo ed una “cabina di regia” finalizzata a determinare gli affari, gli appalti, ma soprattutto il carrierismo politico e sociale nella “città dell’apparenza” e nella nostra amata Lucania»

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abato 17 Novembre a Potenza, è passato all’insegna dell’entusiasmo, per via dell’inaugurazione di Fornace cafè in via Cavour 54. Definirlo solo un bar sarebbe riduttivo. Infatti se dovessimo provare a descriverlo potremmo

dire un’idea originale, un mix di sapori, odori, emozioni e sensazioni. Come quelle provate dai numerosi ospiti accorsi alla serata di sabato sera, deliziati da una performance di body painting, dalle note e dalla voce soft di un’ottima cantante. E ancora prestigiatori, sorprese, giochi di luce ed un menù a base di pesce che non ha deluso le aspettative. Oggi, nel panorama imprenditoriale segnato dalla crisi, un investimento come questo, fatto dall’imprenditrice Tiziana Punzi, è un segnale importante, un esempio da seguire. Non vuol dire solo avere coraggio, ma la capacità di investire e di farlo con i

“Informazione pubblicitaria”

A Potenza inaugurato “Fornace Cafè”

giovani. L’organico di Fornace cafè è infatti composto da quattro ragazzi che credono che mettersi in gioco sia importante, pronti non solo ad imparare, ma a sostenere il progetto attivamente con le loro capacità. Fornace cafè si pone come riferimento di design, moda, ricercatezza e gusto. Nulla è lasciato al caso, tutto è pianificato per offrire al cliente un’atmosfera rilassante e piacevole, senza dimenticare i sapori ed i profumi che quotidianamente arricchiranno il bouquet del locale. Un mix di fascino e stile alla portata di tutti. Immagina, assapora, odora e lasciati tentare da Fornace cafè.

Vieni a trovarci in Via Cavour, 54. Ti sorprenderemo!

la stessa in cui Giovanni, poche ore prima di compiere l’insano gesto aveva vinto la sua ultima battaglia, contro coloro che lo avevano fatto arrestare ingiustamente, ha finito per produrre alcuna giustizia e solo ulteriori costi per la collettività.Se qualcosa di nuovo si è smosso in questi anni, nei Palazzi inquirenti lo si deve soprattutto all’opera meritoria di De Blasiis e dei tanti che hanno ritenuto ribellarsi contro un sistema, che privilegiando sempre i mediocri furbetti ha finito per svilire ed immiserire sempre più la nostra regione. Ho ancora vivo il ricordo di tante notti insonni, trascorse con lui nello spulciare atti, documenti, bilanci, strane note diramate dai “palazzi”, comunale, regionale, prefettizi, giudiziari, ministeriali, e dai quali si evinceva che persisteva un disegno consociativo ed una “cabina di regia” finalizzata a determinare gli affari, gli appalti, ma soprattutto il carrierismo politico e sociale nella “città dell’apparenza” e nella nostra amata Lucania. A coloro, che con troppa facilità avevano espresso giudizi improvvidi, ai tanti che non hanno avuto modo di conoscerlo personalmente, ai suoi familiari, alla moglie Rossella, ed in particolare ai suoi cari figlioli, Claudio e Roberta, che non hanno potuto goderselo come meritavano, sento la necessità di rinnovare il mio dolore e la mia ammirazione per un Papà, che non era di certo un folle come forse, qualche indagato di oggi ha cercato di infangarlo, ma una persona di grande onestà intellettuale, di rigore morale, un luminare delle fonti giuridiche, un Politico serio che si è battuto sino all’ultimo contro i potenti e prepotenti. Una persona, che purtroppo ha finito per pagare un prezzo troppo alto rispetto all’ingratitudine umana. Anche io, come tanti altri avverto ancora oggi l’irresponsabilità di averlo lasciato solo nella sua battaglia. Una battaglia, che doveva essere di tutti ed alla quale ciascuno di noi come sostiene da sempre don Marcello Cozzi “può riprendere a combattere per riaffermare una società sempre più giusta ed onesta”. Grazie Giovanni, per quanto hai fatto per la nostra ingrata comunità e per le tante battaglie di libertà che hai voluto intraprendere da solo per condannare una Giustizia che come eri solito ricordare “si applica per gli Indifesi, si ignora per i Potenti e si interpreta per gli amici del Clan”. Rileggendo alcune pagine di inchieste importanti di ieri e di oggi, sono sempre più consapevole, che gli autori dell’incendio della mia macchina, proprio all’indomani del ricordo sulla stampa di Giovanni De Blasiis di qualche anno fà, hanno un nome ed un cognome. Senza alcuna codardia, avverto anche oggi l’opportunità di ricordare l’amico Giovanni e di ignorare e di non farmi intimorire dai quaquaraquà della misera società lucana.


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“Il bando è pubblico, ma l’azienda la scelgo io“ Anomalie in una gara finalizzata all’assegnazione dei lavori di restyling di un vecchio ospedale di Muro Lucano di Rosa Santarsiero

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lavori di risanamento dell’ “ex ospedale Diocesano”, un edificio nel centro storico del paese che dovrebbe ospitare la nuova casa municipale. Il bando di gara prevedeva l’assegnazione dei lavori all’impresa proponente il prezzo più basso rispetto ad un importo a base d’asta di 1.274.000.00. Si trattava di una gara a massimo ribasso. Stando a quanto riportato negli atti, sono state scartate le prime ditte in graduatoria poiché avrebbero proposto un prezzo non confacente al

olamente una settimana fa parlavamo di una strana anomalia relativa al bando pubblico per la concessione del tabacchino-edicola nel tribunale della città. Ebbene, sembra che uno strano virus abbia colpito le procedure pubbliche. Questa volta, ad essere oggetto di feroci polemiche, è una gara indetta da un comune della provincia di Potenza: Muro Lucano. Tempo fa, il Comune di Muro Lucano ha avviato una gara pubblica per assegnare all’impresa più “virtuosa” i

costo effettivo previsto per la realizzazione dei lavori. Vista la situazione, il Comune è andato a scalare, ma anziché scegliere la prima impresa in elenco (dopo le scartate): la “Consorzio Stabile Valori Soc. Cons. a.r.l.”, ha privilegiato la terza, la ditta “Pacella Pietro”, bypassando, di fatto, sia la prima che la seconda. Il caso vuole che l’impresa alla quale il Comune ha affidato i lavori sia del posto, a dispetto della Consorzio Stabile Valori che ha sede a Roma. Ricordiamo che il Comune di Muro Lucano, senza contattare la ditta romana, affidò direttamente i lavori alla ditta murese. La Consorzio Stabile Valori Soc.Cons. a.r.l. decise, pertanto, di ricorrere al Tar, vincendo sia il primo che

il secondo ricorso. Il giudice ha condannato il Comune di Muro Lucano e la ditta Pacella a pagare, per due volte, le spese e gli onorari di giudizio, nonché obbligato lo stesso Comune alla rifusione in favore della “Consorzio Valori”. La situazione, al momento, è in fase di stallo. I lavori sono stati sospesi, il vecchio ospedale Diocesano attende impaziente il suo restyling. Noi, non possiamo far altro che chiederci: ma i soldi pubblici spesi per ricorrere nuovamente al Tar, non potevano essere investiti diversamente, limitandosi ad osservare il normale iter di procedura? A voi le eventuali ed ulteriori considerazioni.

“Io donna-sindaco in un mondo di uomini” I problemi di Acerenza, le scottanti questioni di attualità nelle parole del sindaco Rossella Quinto di Alessia Nardozza

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ssere donna non è sempre semplice quando ci si ritrova a ricoprire cariche pubbliche, a tal proposito il Sindaco di Acerenza, la Dott.ssa Rossella Quinto, si è gentilmente prestata a rispondere ad alcune domande in merito, nonché su altre questioni riguardanti il suo paese e la situazione politica attuale. La condizione della donna sindaco nelle piccole realtà di provincia: è più facile per le donne o le è capitato di scontrarsi con atteggiamenti maschilisti e retrogradi? Prima della maternità non riscontravo grandi difficoltà da questo punto di vista. Nel mentre, invece, alcuni consiglieri hanno esordito con frasi del tipo “se deve fare la mamma restasse a casa”. C’è, quindi, un certo deficit culturale nascosto, una visione maschilista marcata per questo ruolo; ovviamente, però, dipende anche molto dal carattere. Personalmente vado avanti e penso che la maternità rafforza, invece, le capacità. Si riscontrano, quindi, atteggiamenti anacronistici, fuori tempo e fastidiosi. Siamo comunque noi donne le prime a dover superare questi paletti, magari proponendoci di più. La sua opinione sulla riforma dell’unione delle province. E’ positivo o negativo per la nostra regione in particolare ed in generale per l’Italia?

Per noi lucani non è certamente molto positivo. Il territorio lucano riscontra sia problemi morfologici che oleografici; abbiamo un vasto territorio ma con una ridotta popolazione, nonché scarse vie di comunicazione e neppure in ottimo stato. Unificare le province, quindi, viene ad essere uno svantaggio per gli abitanti: un cittadino di Policoro, ad esempio, riscontra una difficoltosa agevolezza nel raggiungere Potenza per poter usufruire dei servizi. Per quanto riguarda l’Italia, non sono comunque d’accordo, perché la suddetta riforma doveva partire dalla regione e non dal mezzo, ovvero dalle province. Iniziare con la regione in quanto centro di costi e neppure sempre razionali; vi si ritrovano enti para-regionali (una sorta di parcheggi politici), dove si spreca maggiormente, ed è li che andrebbe posta maggiore attenzione. Non sono, quindi, favore all’unificazione delle province. La politica attuale: tra scandali romani e milanesi, come vede lei la posizione della politica lucana? Possiamo ritenerci ancora un po’ un’”isola felice” d questo punto di vista? La Basilicata non è un’isola felice. In realtà il quadro politico qui è un insieme di una serie di situazioni perpetuate nel tempo e difficili da sradicare; ed è la sudditanza del popolo lucano a per-

anno è iniziata la raccolta differenziata: come procede? Avete avuto riscontri positivi o anche lamentele da parte dei cittadini?

mettere tutto ciò. Il quadro lucano non soddisfa, con la questione delle province e degli sprechi da ridurre, poi, siamo sotto gli occhi di tutti, dobbiamo, quindi, cercare di creare linee di sviluppo. Nonostante la disponibilità di risorse, poi, non riusciamo comunque a decollare in questo ambito; situazione, questa, da addebitare alla classe dirigente regionale. I lucani, oltretutto, sono stati educati alla rassegnazione, a questa situazione. Però, nonostante tutto, confido molto nel popolo lucano, lo considero come il fuoco sotto la cenere, che divampa nel momento più opportuno. Con ciò non parlo di rivolte o azioni simili, ma semplicemente di un ricambio importante a livello demografico, ad esempio, un cambio di rotta magari da una generazione di politici proiettati più verso il futuro. Passiamo ora alla situazione acheruntina. Da circa un

Si era deciso di uscire dal recesso unilaterale che ci lega agli altri nove comuni. Poi ci siamo adoperati perché funzionasse. Abbiamo pensato di potenziare le vigilanze, tutte le parti in causa, però, devono collaborare, perché si riscontrano ancora alcuni problemi. Anche la ditta appaltatrice ha fatto del suo meglio per riuscire ad adempiere a compiti dove prima non riusciva. Avvertiamo, comunque, dei miglioramenti. C’è però ancora tanto da fare, è vero, ma continuiamo comunque a crederci. Siamo rientrati, quindi, nella gestione di ciò. Nonostante l’isola ecologica, però, vi sono pecche da parte di alcuni cittadini che continuano a gettare rifiuti nelle scarpate, in contrapposizione alla buona volontà di quegli anziani che, ad esempio, fanno di tutto per riuscire nell’opera. Da un lato mancanza di senso civico, di responsabilità e di appartenenza alla comunità per alcuni, dall’altro voglia di migliorare per altri. La popolazione di Acerenza sta diventando piuttosto anziana; restano gli anziani,

appunto, e i giovani vanno verso le città per trovare occupazione, ma anche svaghi.. L’amministrazione del paese non potrebbe trovare qualche soluzione per contenere la situazione ed offrire alternative ai giovani, dando loro spunti ed idee per costruire nuove realtà sociali e lavorative nel paese nativo? Anche io sono di questo avviso. Ci sono programmi regionali che offrono un sostegno economico per giovani che non hanno reddito, lavoro. Io, in controtendenza, mi posta per questo motivo. Si riscontra un trend negativo su Acerenza, riscontrato però anche su altri paesi limitrofi. Cerco di fare, per quel che mi compete (dato che ci sono enti sovra comunali che hanno più mezzi che dovrebbero attivarsi più proficuamente), ho simulato e ci sono riuscita con scuole per servizi socio-umanitari che offrono subito un diploma. E’ un passo importante. Ho cercato di estendere la nascita di cooperative sociali di giovani, a cui affidare poi servizi importanti, quali l’assistenza agli anziani, la cura degli spazi verdi, ecc, e, questo, è l’unico paese in cui tutto ciò ancora non si verifica. Forse conosco un’associazione, ancora in fase embrionale però, che potrebbe nascere. L’unico problema, purtroppo, è la mancanza di coraggio da parte dei giovani, paura, rassegnazione, accentuata mag-

giormente dall’osservazione della realtà circostante. Si riscontra poco coraggio nel tentare strade per un lavoro nel proprio paese. E, per concludere .. “siamo donne” .. non crede che se ci fossero più sindaci e, in generale, più donne ai posti di comando nelle amministrazioni, le cose in Italia andrebbero molto meglio? In realtà non credo molto in questa “teoria”, nelle “quote rosa”, sicuramente c’è un maggiore pragmatismo nelle donne che le porta ad essere più concrete e a razionalizzare, puntare un obiettivo e raggiungerlo. Da quello che ho visto durante vari incontri, noi ci riusciamo a coalizzare e siamo concrete; a differenza degli uomini, invece, che divagano di più. Concretezza e pragmatismo le contraddistinguono. Non sono convinta che più donne al potere risolverebbero tutti i problemi della politica italiana; manca invece una sana cultura politica che è andata un po’ scemando, servono ideologie sane e politiche. Essere donna è un valore aggiunto, con ciò non dico di essere femminista. Tutti coloro che hanno a cuore il bene comune dovrebbero mettersi in gioco, ci vuole buona volontà e non solo critica nei confronti di un’amministrazione che lavora e cerca di fare del suo meglio.


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Celebrata la Giornata Mondiale dei Diritti dei Minori Concorso multimediale sui Q diritti dei minori: il plesso

ualsiasi bambino in questo mondo non merita discriminazione, divieti e sofferenze. E’ il mondo che dovrebbe mettersi all’altezza dei bambini e non i bambini all’altezza del mondo. Di questo si è parlato oggi a Potenza nel Teatro Stabile alla presenza di tantissime scolaresche, in occasione della celebrazione della giornata mondiale dei diritti dei minori promossa dal Comune di Potenza in collaborazione con il Coordinamento Regionale Cismai Basilicata. L’Amministrazione comunale di Potenza su proposta dell’assessorato alle Politiche e Servizi Sociali ha mostrato una sensibilità particolare verso i diritti dei bambini, approvando all’unanimità la delibera di Giunta con la quale ha aderito al Manifesto Cismai/Terre des Hommes, campagna di sensibilizzazione “Io proteggo i bambini” in continuità con la delibera di Consiglio per l’adozione della “Carta comunale per i diritti dei minori”. “In tanti Paesi civilizzati come il nostro –ha detto il Sindaco Santarsiero- sono ancora troppi i diritti negati ai bambini, e ancor di più i soprusi, le violenze, le dimenticanze esercitate nei loro confronti. Il 20 novembre 1989 –ha ricordato il Sindaco- fu approvata la Convenzione ONU per i diritti all’infanzia che vincola tutti gli Stati che la hanno adottata a tutelare i più piccole con azioni che vanno dal diritto alla istruzione, alla cura, all’ascolto, alla condanna di

ogni discriminazione, sfruttamento, violenza. Solo gli Stati Uniti ancora non hanno adottato tale Convenzione ed auspichiamo che questo avvenga al più presto.” Santarsiero ha quindi ricordato che il Comune di Potenza ha aderisce alla campagna Unicef per riconoscere in Italia la cittadinanza a tutti i bambini. “Solo attraverso la giusta informazione e la sensibilizzazione delle comunità –ha detto l’Assessore alle Politiche sociali Donato Pace- è possibile promuovere i principi della Convenzione ONU per i diritti dell’Infanzia e superare quegli ostacoli che ancora oggi limitano l’applicazione della stessa.” “E’ importante –ha aggiunto l’Assessore alla Pubblica Istruzione Giuseppe Messinastimolare la coscienza delle istituzioni, delle famiglie, della scuola e dell’intera società a favore dei diritti dei bambini per permettere a queste piccole persone speciali di vivere una infanzia felice.” “L’istituzione di una Carta dei diritti dei Minori approvata dal Comune di Potenza –ha detto Stefania Galeazzi, referente regionale della Basilicata del Cismai- risponde ad una esigenza di prevenzione che è la prima risorsa per contrastare il fenomeno degli abusi e dei maltrattamenti ai minori. I primi destinatari di questa iniziativa sono i bambini e gli adolescenti, subito dopo naturalmente tutti gli adulti che interagiscono con loro.” Nel corso della manifestazione sono state premiate le scuole partecipanti al concorso multimediale sui diritti dei minori.

scolastico di Giuliano (Pz) vince il primo premio

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a violenza sui bambini costituisce un fenomeno caratterizzato da una rilevante complessità per ciò che concerne l’approccio, l’analisi e l’intervento. Il fenomeno dell’abuso e del maltrattamento all’infanzia, le difficoltà da parte dei minori e delle famiglie interessate ad esporre denuncia, l’intervento e l’azione attraverso un campagna di sensibilizzazione della società a non tollerare più ogni abuso e violenza sui minori, sonotemi di particolare difficoltà ed emotività ma che vengono affrontati nella nostra amata città potentina con costanza e determinazione dall’ “Isola di Peter”,Centro di orientamento e documentazione contro gli abusi e il maltrattamento dei minori.E’ una Campagna iniziata nel 2006 e portata avanti con successo, perché capace di aggregare le migliori energie della società: la famiglia, l’associazionismo, il volontariato e le pubbliche amministrazioni. La prima fase della campagna è stata completata, suggellata dalla stesura di uno statuto di 10 articoli denominato “Carta comunale per i diritti dei minori” e approvato dal Consiglio del Comune di Potenza il 7 luglio 2006 con delibera n. 52. Il Comune di Potenza, su interesse dell’assessore Donato Pace e il CISMAI di Basilicata, attraverso la coordinatrice Stefania Galeazzi, hanno contribuito all’evoluzione del progetto impegnandosi ad iniziative di reale applicazione e diffusione di tutti e dieci gli articoli della “Carta” attraverso la stampa di un libretto “Quaderno dei diritti –Agire per il cambiamento” e la relativa consegna in tutte le scuole della città di Potenza.A questi temi è stato dedicato il Concorso multimediale sui diritti dei minori a cui hanno partecipato tutte le scuole di Potenza, in adesione alla “Giornata mondiale dei diritti dei minori” la cui premiazione si è tenuta sabato 17 novembre a Potenza presso il Teatro Stabile. L’evento che ha visto la partecipazione di autorità della pubblica amministrazione potentina, dirigenti comunali e scolastici, registra una significativa rappresentazione grafica dei 10 articoli della “Carta”. Realizzazioni grafiche su carta, video e progetti creativi e fantasiosi hanno rappresentato i dieci punti principali dello Statuto dei minori. Il primo premio del Concorso è stato assegnato ai bambini del Plesso Scolastico di Giuliano (PZ) (unità scolastica appartenente all’Istituto Comprensivo ‘Busciolano’), che con il coordinamento dell’insegnante Silvana Chiacchio, hanno rappresentato i diritti dei minori allo sport, alle attività ricreative, culturali e artistiche proprie della loro età, così come previsto nell’articolo 8 della suddetta “Carta”. Il secondo premio è stato assegnato al Plesso scolastico potentino “Tullio Trotta”, mentre il terzo premio è stato assegnato alla Scuola media statale Giacomo Leopardi. Il progetto, che prevede l’assegnazione di un viaggio d’istruzione a Napoli nell’aprile 2013 presso il complesso scientifico “Città della Scienza” , registra il raggiungimento dell’obiettivo di divulgazione e comunicazione degli intenti attraverso messaggi chiari per l’opinione pubblica e meno tecnici, coinvolgimento in modo creativo ed emotivo soprattutto i bambini, affinché possano essere informati e consapevoli della propria dignità, pronti ad avvertire segnali di rischio e capaci di difendersi.

Lezione “in versi” per gli studenti dell’Unitre di Cancellara con Donato Imbrenda “Io

scrivo poesie non per essere chiamato poeta ma per la conservazione della nostra lingua e non solo il dialetto, ma anche le usanze i costumi e le tradizioni…” Nunnè ca si cos’ re fane a la scòl’, a pe nu pèrd’ quacche paròl’, chi lègg’ fra cient’ànn’, s’arrecorda re gli tàtt-hrànn. Non è che queste cose le fanno a scuola e per non perdere qualche parola chi legge fra cent’anni

si ricorda dei nonni. Così si è presentato, nel suo “autoritratto poetico” Donato Imbrenda, l’artista poliedrico aviglianese che venerdì, 16 novembre, è stato ospite a Cancellara, presso la sede dell’Unitre. Nel corso della serata ha recitato, rigorosamente in dialetto aviglianese, alcune delle sue numerose poesie che rappresentano dei quadretti di vita vissuta e scandiscono la quotidianità della vita di paese. Predomina, sicuramente, il ricordo nostalgico dell’infanzia, legato alla

famiglia, alle feste, al focolare, che ben si fonde con la tradizione locale, dove i dialoghi “tra cummàr’” e, perché no?, anche tra cumpàr’’, fanno da cornice. Inoltre, come ha affermato Imbrenda, nelle sue

opere tratta di “tutto ciò che succede nel globo”, tra cui la fame nel mondo, la nube di Cernobyl, fino ad arrivare alla vita politica dei nostri giorni, sarcasticamente rappresentata nella poesia “Porcellum”. Servendosi di toni diretti e graffianti, non risparmia nessuno. Sarà per questo che quando ha recitato la poesia “La fama ndà lu Mùnn›” al San Carlo di Napoli, ha rischiato di essere buttato giù dal palco. Quando, invece, come lui racconta, ha recitato la poesia “Lu pap› a Putenz›” (da lui simpaticamente chiamato Giuànn), il

Papa, Giovanni Paolo II si è avvicinato e gli ha sussurrato: “beati coloro che scrivono quello che pensano”. Forti emozioni ha trasmesso con la poesia “L’emigrante” con la quale ha vinto, a livello nazionale, una medaglia d’oro e quando l’ha recitata a Parigi, alla presenza di una folta

comunità di lucani, ha strappato le lacrime agli spettatori. Molto struggente anche la poesia “La chiazza” dove la piazza di Avigliano rivolge un accorato appello ai suoi abitanti di non abbandonarla. Minuzioso nella descrizione di situazioni e personaggi, talvolta grotteschi, avvincente e accattivante nell’interpretazione, Donato Imbrenda ha incantato gli studenti dell’Unitre lasciandoli incollati alle sedie anche alla fine della lezione, con la voglia di riascoltarlo. Franca Caputo


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SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

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MEDICINA ESTETICA ED INESTETISMI Dr. Nicola Straziuso Medico-Chirurgo - Odontoiatra Master II° Liv in Ortognatodonzia Gnatologia e Funzione Masticatoria - Master II° Liv in Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica con Convogliatore di Radianza Modulante - Otorinolaringoiatra Specialista in Foniatria Via Appia, 206 Potenza Tel. e fax. 0971 - 601163

I

possibili trattamenti per eliminare i fastidiosi effetti ereditati dallo scorrere del tempo Nel terzo millennio uno dei problemi che maggiormente attanaglia l’uomo e la donna moderna sono gli inestetismi cutanei, gioie e dolori per noi esseri umani perché, se da un lato sono il segno del tempo che passa o in alcuni casi di una perdita di peso, dall’altro sono anche la cruda eredità di diete, spesso fatte a tempo di record, che provocano una riduzione del grasso sotto cutaneo causando la formazione degli inestetismi. CELLULITE Detta pannicolopatia edematofibro-sclerotica (PEFS), la cellulite è una patologia del connettivo sottocutaneo, ossia un’alterazione del derma e dell’ipoderma, che si manifesta in superficie con aspetto spugnoso e bucherellato della pelle (“a buccia d’arancia” o “a materasso”), parestesie (formicolii), turbe dell’irrorazione sanguigna superficiale (cute fredda), rigonfiamenti più o meno evidenti e dolore cutaneo. In condizioni ottimali, le cellule adipose sono una riserva di energia per il corpo che brucia i grassi all’occorrenza; in caso di cellulite, il circolo venoso diviene statico e questa riserva diventa difficilmente utilizzabile, così da accumularsi e comprimere i vasi sanguigni. Quest’ultimi, iniziano così a trasudare plasma dalle pareti (divenute porose) che s’infiltra fra le cellule e, col tempo, provoca infiammazione del tessuto adiposo e fibrosi dei tessuti sottocutanei. Di conseguenza, i capillari vengono compresi ancor di più e il drenaggio dei liquidi eccedenti si fa sempre più difficile. Ecco dunque, l’innescarsi di un circolo vizioso che alimenta continuamente la patologia. La cellulite quindi, è una condizione che non dipende direttamente dall’essere magri o grassi (una donna in carne o magra può non esserne colpita e viceversa) ma dall’azione degli estrogeni (ormoni sessuali femminili) che favoriscono una maggiore ritenzione di liquidi e deposito di grasso in zone particolari del corpo (cosce, glutei, fianchi). Le cause della cellulite sono diverse e si accumulano fra loro. Possono essere distinte in fattori primari, secondari e aggravanti. Fattori primari, non eliminabili, come la razza e il sesso (la donna bianca mediterranea è caratterizzata da una conformazione “a pera” in cui prevale l’azione degli ormoni femminili) e l’ereditarietà (legata a fattori genetici, sensibilità ormonale,

fragilità capillare). Fattori secondari, legati a fasi della vita (pubertà, gravidanza, menopausa), farmaci assunti e patologie specifiche (fattori ormonali ovarici, ipofisari e tiroidei). Fattori aggravanti che possono esser evitati o controllati: stile di vita, alimentazione, abuso di alcool, caffé e fumo (che ha un’azione vasocostrittrice e di aumento dei radicali liberi, quindi danni alla circolazione e invecchiamento dell’organismo), scarso riposo notturno, affaticamento fisico e psichico e stress (che aumenta la produzione dei cosiddetti “ormoni dello stress”). Ma anche una vita sedentaria o un dimagrimento eccessivo (che indeboliscono il tessuto muscolare) o disturbi digestivi, meteorismo e stitichezza, favoriscono il formarsi della cellulite. Non bisogna dimenticare poi anche la postura e la dieta seguita: un’alimentazione ricca di calorie, grassi e sale e con poca acqua contribuisce ad un accumulo di adipe localizzato, ritenzione idrica e formazione di “cuscinetti”. Quando si parla di cellulite bisogna specificare gli stadi e le varietà di cellulite esistenti. Per stadi evolutivi s’intende il livello di progressiva degenerazione del tessuto interessato: - Fase edematosa: fase precoce in cui si manifesta una stasi di liquidi, adipociti e microcircolo nella norma; poi un deficit circolatorio iniziale e primi segni visibili alla compressione della parte interessata. - Fase fibrosa: si presenta un edema con gonfiore e tensione, pelle a buccia d’arancia, fibre reticolari, deficit del microcircolo, tessuti pastosi al tatto; poi una marcata fibrosi, pesantezza degli arti, piccoli noduli, aumento del pannicolo adiposo, perdita di elasticità e aumento di rigidità del tessuto connettivo di sostegno, zone fredde e teleangectasie. - Fase sclerotica: caratterizzata da una fibrosi irreversibile, dolore agli arti e alla palpazione, ingrossamento dei noduli, ispessimento del pannicolo adiposo; per arrivare ad una vera e propria fibrosi e sclerosi (pelle a materasso), dolore costante, noduli grossi, insufficienza venosa e cute fredda e pallida. Il sistema più efficace e utile per evitare la comparsa di cellulite è quindi adottare fin da giovani uno stile di vita sano, dinamico e vitale: mangiare più sano, avere una vita più tranquilla o comunque con meno stress, effettuare regolare attività fisica e utilizzare prodotti specifici e ideali in abbinamento a trattamenti mirati; i benefici si vedranno non solo nella forma fisica-aspetto estetico ma anche nel benessere interno e di funzionamento dell’organismo. MACCHIE BRUNE Questo particolare inestetismo può colpire il viso ed il corpo. La macchia bruna si forma a causa di una maggiore, ed irregolare, concentrazione di melanina . La produzione di questa proteina viene stimolata dai raggi UV del sole, di conseguenza, la presenza di queste macchie è più frequente con l’avanzare degli anni, ancor prima in quei soggetti che, per lavoro o per piacere, hanno esposto la propria pelle in maniera eccessiva e non protetta al sole.

Un tipo particolare di macchia scura è il melasma gravidico. Può formarsi in seguito a gravidanza o cura ormonale ( vedi pillola anticoncezionale). Si presenta localizzato nella regione della glabella e del baffetto. Il melasma generalmente è un accumulo di melanina più profondo per questo non tende ad essere molto evidente, se non dopo esposizione al sole o fonte di calore che ne provoca un aumento temporaneo della tonalità. POSSIBILE SOLUZIONE: LASER

rischi. Un fattore da non trascurare è che il calo del peso, ottenibile anche con una dieta letta su una rivista o copiata da un amica, oltre ad essere pericolosa in quanto non bilanciata,non sempre corrisponde ad un dimagrimento nelle zone desiderate, quest’ultimo obiettivo richiede l’intervento di un medico specialista accreditato che possa valutare le cause e la condizione fisica del paziente.

SMAGLIATURE

Le rughe sono dei solchi che si formano sulla pelle, in seguito alla continua azione dei muscoli facciali, e a causa del naturale processo di invecchiamento della pelle, che nel corso degli anni tende a perdere turgore, idratazione ed elasticità. La comparsa delle rughe può inoltre essere favorita o accellerata a seconda di vari fattori esterni che ogni giorno influiscono sul nostro derma (es. raggi solari, inquinamento, fumo, stress, ecc..). Come prevenire la formazione delle rughe. Si può cercare di rallentare i processi d’invecchiamento utilizzando prodotti specifici per mantenere il turgore della pelle (prevenendo ipercheratori ed elastosi), ovvero la componente elastica e collagena del derma, mantenendo l’umidità e la naturale elasticità ed idratazione della pelle, senza però ostacolarne la normale traspirazione della pelle, migliorando la circolazione e l’eliminazione delle tossine che si accumulano nel derma.

Anche dette Strie rubre (se di colore tendente al rosso) o Strie alba (se tendenti al madreperla) Queste ultime sono sempre di insorgenza più vecchia e meno sensibili ai trattamenti. Le strie sono delle lesioni che originano a livello di derma profondo, causate da una ridotta elasticità della pelle, in genere secondaria ad una carenza di proteine alimentari o ad un loro eccessivo fabbisogno (vedi adolescenza e gravidanza). Essendo delle cicatrici l’unico risultato apprezzabile e reale è una loro riduzione del 70/80 % in termini non numerici ma dimensionali per questo sarebbe più efficace una corretta prevenzione. SOVRAPPESO Si può parlare di inestetismo solo fino a quando il sovrappeso è contenuto e non si è passati nell’obesità. In tal caso,infatti, diverrebbe una condizione patologica che favorendo l’insorgenza di altre malattie esporrebbe la salute a seri

Radiofrequenza: Poche sedute di radiofrequenza possono illuminare il corpo e ringiovanire visibilmente il viso. E’ il trattamento estetico alternativo al lifting contro rughe ed ogni tipo di rilassamento cutaneo. Indolore e non invasivo, interviene localmente riscaldando i tessuti stimolando il collagene affinché si rigeneri più solido e strutturato, riducendo notevolmente qualsiasi lassità e rimodellando viso e corpo in modo sorprendente e duraturo.

LE RUGHE

ALTRE POSSIBILI SOLUZIONI

Onda Cavitazionale: L’innovazione tecnologica dell’onda cavitazionale permette di scegliere e ridurre visibilmente le adiposità localizzate in quelle zone del corpo che non reagiscono adeguatamente all’esercizio fisico e alle diete. In combinazione con il trattamento della radiofrequenza potenzia ed amplifica i risultati di modellamento e riduzione dell’adipe. Laser a luce pulsata: Mediante l’utilizzo di fasci di luce della durata di pochi secondi si interviene direttamente sulla radice del pelo fino ad ottenere in modo profressivo e veloce la depilazione definitiva della zona trattata. http://travagliato.physiquelle.it/ h t t p : / / w w w . dottoressapatriziasacchi.it/gli_ inestetismi.html http://www.studiomariapiacappi.it/ servizi-trattamenti-e-inestetismi/ inestetismi2/79-cellulite.html


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POSTURA CORRETTA CONSIGLI UTILI PER LA POSTURA DA SEDUTI A cura del Dott. Ft. Nicola Castelluccio Osteopata D O Posturologo Laurea Magistrale in Scienze della Riabilitazione Terapia del LinfedemaASP Potenza email: ncastelluccioinfo@ gmail.com cell. 3804326784 3319030750

L

a nostra postura da seduti è molto importante e, come tutte le posizioni che manteniamo a lungo, influenza il nostro benessere in modo positivo o negativo. Tutti devono stare attenti al modo in cui stanno seduti, in special modo chi lavora alla scrivania e al computer e passa in questa posizione molte ore del giorno. La sedia è uno strumento che serve a far recuperare in breve tempo la forza della muscolatura delle gambe di una persona affaticata: per una persona stremata c’è il giaciglio. Spesso e volentieri un lavoro a scrivania ci tiene seduti per gran parte della giornata e questo non vuol dire che sia meno stancante. Infatti sono molte le posizioni scorrette che si finisce per assumere per ovviare al senso di torpore delle gambe o della schiena e che inevitabilmente sopraggiunge dopo qualche ora. Ecco perché, per non dover pagare in salute l’effetto di queste posture sbagliate, è indispensabile che, oltre ad un comportamento più attento per ciò che concerne il modo di stare seduti, si scelga la sedia giusta. Il disegno di un sedile per un posto di lavoro deve, infatti, tener conto di precisi criteri ergonomici; di solito vengono considerate tre differenti situazioni di seduta: Quella che prevede una posizione eretta con appoggio allo schienale, tipica di chi scrive con la tastiera del computer; Una posizione più rilassata, con schiena e braccia appoggiate, come capita quando si sta seduti ad ascoltare durante una riunione; Una posizione inclinata verso il piano di lavoro, al quale sono appoggiate le braccia. Cercherò di spiegare schematicamente il modo corretto di stare seduti, ricordando che nella posizione corretta la spina dorsale subisce molto meno

pressione, nella posizione scorretta invece la pressione aumenta mettendola in difficoltà e predisponendola ad alterazioni e quindi al dolore.

corpo umano, buone posizioni sono possibili. Gli specialisti sono unanimi nel dire che la posizione seduta in confronto a quelle sdraiata o retta, è quella meno conforme alla fisiologia.

POSIZIONE CORRETTA La posizione ideale si ha con il bacino in contatto con lo schienale della sedia, la zona lombare che stacca, in modo da mantenere la curva lordotica lombare che permette ai muscoli lombari di rilassarsi. La zona dorsale di nuovo torna in contatto con lo schienale e la testa ben eretta favorendo la lordosi cervicale. Infine le gambe devono cadere perpendicolari, favorendo la postura appena descritta del resto del corpo. POSIZIONE SCORRETTA 1 La prima posizione scorretta si ha quando non si ha contatto tra il bacino e lo schienale della sedia. In questo caso la curva lombare si appiattisce e il peso va a gravare molto

Se l’uomo si siede , l’angolo formato dal busto e le cosce passa dai 180° ai 90°, il bacino non rimane al suo posto come nella posizione in piedi, le cosce essendo leggermente rilevate e il sostegno assicurato in modo fisso dalla parte sporgente delle gambe, tendono a ribaltare indietro il bacino e anche le vertebre lombari. La curva in lordosi diminuisce o si trasforma in cifosi e tutta la colonna vertebrale subisce influssi pregiudicabili. COME SCEGLIERE LA POLTRONA ANATOMICA CORRETTA Per l’uso intensivo di una sedia è consigliabile che la posizione seduta sia ergonomicamente corretta, dinamica e non troppo comoda. Tenete presente i dettagli per ogni modalità di seduta:

più pesantemente sulla zona lombare. Inoltre l’appoggio è quasi totalmente sull’osso sacro e la pressione su esso esercitata aumenta. POSIZIONE SCORRETTA 2 In questa posizione il busto viene mandato troppo avanti, appiattendo la curva lordotica lombare e cambiando il suo carico.

Seduta Inclinabile. Le gambe devono poter essere inclinate verso il basso per garantire la distensione naturale della parte bassa della schiena e l’apertura del bacino. Poche poltrone ergonomiche hanno questa funzionalità, in molti casi viene stabilita una pendenza fissa sulla quale viene poi regolato il resto della postura; Poggia Ginocchia. Se avete una altezza non standard (meno di 1.40 e più di 1.85) verificate che i poggia ginocchia siano regolabili in altezza e inclinazione;

SULLA POLTRONA Gli stessi principi valgono quando sediamo sulla poltrona o sul divano; una seduta troppo avanzata distribuisce i pesi in modo sbagliato sulla colonna vertebrale e porta ad affaticamento: assolutamente da evitare, specialmente per un periodo di tempo prolungato. Anche in questo caso bisogna cercare il contatto del bacino con la parte bassa dello schienale in modo da tenere la spina più eretta possibile e con la curva lombare attiva. MA ESISTE UNA POSIZIONE SEDUTA IDEALE ? Una posizione seduta ideale non esiste. Si può affermare che alcune posizioni sono più favorevoli che altre se adottate durante un tempo. In ragione dell’interazione che esiste tra la forma dei sedili e quella del

Supporto per la schiena. Non è obbligatorio, dipende dal vostro lavoro/modalità di utilizzo della sedia. Per l’uso intensivo ( cioè oltre le 4 ore continue ogni giorno) è consigliabile avere il poggiatesta; Braccioli ( poggia gomiti) . da evitare! Le braccia devono poter scendere lungo i fianchi liberamente. Senza poggia gomiti è utile avere la tastiera in una posizione particolarmente bassa ottenibile solo con scrivanie regolabili in altezza o con i cassetti estraibili per tastiera e mouse; Sostegno a dondolo. Consigliato per evitare che il bacino resti fermo a lungo. La parte basculante della sedia evita le posizioni statiche in modo naturale e indipendente dall’attenzione dell’utilizzatore;

Sedute Alternative. Ogni sedia ergonomica che si rispetta ha almeno un paio di modi diversi per la seduta. Cambiare il modo di sedersi di tanto in tanto è il modo migliore per evitare contratture date dalla troppa staticità nelle posture; Comodità.

La

troppa

comodità per una sedia da ufficio può essere un punto sfavorevole. La tensione causata da posture scorrette e respirazione parziale tende ad accumularsi mentre ci si adagia su una posizione comoda. Per esempio stando troppo distesi all’indietro ci si mette in una posizione di relax che dopo qualche tempo

finisce inevitabilmente per far contrarre il collo, viceversa una postura più allineata può sembrare scomoda appena assunta, avrà però meno effetti collaterali sul lungo periodo. BUON LAVORO allora, ergonomicamente parlando!

La violenza sulle donne

L’

assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 Novembre come la “ Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne”, data simbolo scelta da un gruppo di donne attiviste di Bogotà in Columbia nel 1991, a ricordo del brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, considerate pericolose rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono negli anni sessanta, di contrastare il regime dittatoriale di Rafael Trujillo, che tenne la Repubblica Domenicana nell’arretratezza e nel caos per oltre trenta anni. Violenza sulle donne è : “Qualunque atto di violenza sessista che produce, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa tale minaccia di atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà sia della vita pubblica che privata”. Così viene definita nella Dichiarazione per l’eliminazione della violenza contro le Donne emanata nel 1993. Violenza di genere si coniuga con : fisica, (maltrattamenti) sessuale, (molestie,stupri e sfruttamento) economica, (negazione risorse economiche

dell’accesso

alle

della famiglia, anche se prodotte dalla donna) La violenza sulle donne è una problematica mondiale, è un fenomeno che si sviluppa all’interno dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione sociale e culturale. La violenza si scatena quasi sempre quando le donne cercano di sottrarsi al tradizionale ruolo di sottomissione, quando vogliono porre fine ad un rapporto. La gelosia è una delle principale cause di morte, e i femminicidi sono più numerosi al nord che al sud (49 % contro 24 %), probabilmente perchè al nord sono più emancipate. Nel 64 % l’aggressione avviene in casa della vittima, il luogo che dovrebbe dare protezione e dove invece la vita della donna è in maggior pericolo. La violenza nasce generalmente da una certa cultura in cui siamo sia oppressori che oppressi, tutti indistintamente, siamo portatori “insani” di comportamenti violenti. Comportamenti che si articolano e danno vita a forme di violenza di razza e di genere. E’ più corretto secondo me, definire la violenza come “maschilista” e non maschile, poichè anche le donne possono essere violente, rispondendo così alla stessa cultura a cui rispondono gli uomini. Basta ricordare miss England, la soldatessa che tiene al guinzaglio un prigioniero iracheno, finita sotto inchiesta insieme ad altri soldati. Ma questo non nega che la maggior parte dei carnefici siano uomini. In una società che si dichiara “libera” non si dovrebbe cadere nella “dominazione”, anzi, dovrebbe essere contro ogni forma di dominio, solo se non si parlerà più della dicotomia tra uomini e donne possiamo definire la “società veramente libera”,magari individuando le naturali differenze psico-fisiche che ci sono,tra uomini e donne, da sempre. L’educazione sociale è importante, sopratutto perchè molte donne accettano silenziosamente i primi comportamenti che dovrebbero destare sospetto, senza denunciare gli atti di violenza

subiti e senza sapere che quello schiaffo o persecuzione sarà solo il primo di una lunga serie. La violenza implica una grave e pervasiva invasione del sè, annientando il senso di sicurezza della donna e la fiducia in sè stessa e negli altri. I ricordi delle violenze subite possono emergere in modo inaspettato, con incubi o interferenze nella vita quotidiana (sindrome post-traumatica da stress), non è raro che la donna soffra di depressione o disturbi d’ansia e le giovani soprattutto, di disturbi alimentari. Frequenti anche i tentativi di suicidi e di addiction (più frequente il ricorso all’alcool). La violenza produce effetti gravissimi non solo sulla donna, ma anche sui suoi figli se malauguratamente spettatori delle violenze, infatti questi bambini denotano problemi di salute e di comportamento, difficoltà a scuola e non riescono a stabilire relazioni intime positive. Le bambine che assistono ai maltrattamenti nei confronti della loro madre hanno una maggiore possibilità di accettare la violenza come la norma in un matrimonio rispetto a quelle che provengono da famiglie non violente. Tra le iniziative del Governo Italiano sul tema,nasce nel Marzo 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha reso operante il numero di pubblica utilità il 1522, un servizio di accoglienza telefonica specificatamente rivolto alle vittime di violenza ed ha realizzato un’azione di sistema volte allo sviluppo di una rete nazionale, operante attualmente attraverso un rapporto diretto con 28 Ambiti Territoriali di Rete (A T R), tra i quali vi è inserito anche il nostro territorio,localizzato a Potenza tramite l’Associazione Telefono Donna, “Casa per le donne Ester Scardaccione”,via dei Ligustri 32 tel.0971-55551 info@telefonodonnapotenza. it “ Se questi sono gli uomini” un libro che parla di donne scritto da un uomo, Riccardo Iacone, giornalista Rai e conduttore di Presadiretta su Rai 3, racconta il femminicidio in Italia, a partire dal terribile assassinio di Vanessa Scialfa di venti anni, per descrivere gli orrori che si consumano tra le mura domestiche, violenza silenziosa che assorda. Quando una donna muore non è solo vittima dell’uomo che la uccide ma anche di chi gli ha permesso di farlo, cioè di chi gli legittima l’idea che quella donna possa essere di sua proprietà... Per fortuna non la pensò così Franca Viola, la prima donna italiana che rifiutò il matrimonio riparatore con il suo stupratore, fatto accaduto ad Alcamo in Sicilia, il 26 Dicembre 1965, che sposandola avrebbe evitato l’arresto,da questa vicenda fu tratto anche un film “La moglie più bella” con un esordiente Ornella Muti, con la regia di Damiano Damiani. Sono dovuti passare sedici anni prima dell’abrogazione della norma invocata a propria discolpa dall’aggressore, oggi l’articolo 1 della legge 422 del 5 Agosto 1981, abolisce la facoltà di cancellare una violenza sessuale tramite un successivo matrimonio. Della sua vicenda Franca racconta: “Non ho mai avuto paura,non ho mai camminato voltandomi indietro a guardarmi le spalle.E’ una grazia vera, perchè se non hai paura di morire, muori una volta sola”. Antonietta Di Lorenzo


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Che relazione esiste tra l’Helycobacter Pylori e il cuore? di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it

L’

articolo di questa settimana prende spunto da una e-mail che ho ricevuto da una lettrice di Controsenso. In particolare, la signora mi racconta che, da un po’ di mesi, durante tutta la giornata lamentava una sensazione “strana” che definiva”…è come se avessi avuto il cuore in gola”. Per tale motivo, andava dal suo medico della mutua che le prescriveva una serie di accertamenti cardiologici tra cui, un Holter; dal monitoraggio del ritmo cardiaco si registrava la presenza, nell’arco del giorno, di circa 2500 extrasistoli (battiti aggiuntivi, che normalmente non dovrebbero essere presenti, tra un battito cardiaco ed il successivo). Il suo medico di famiglia la inviava quindi, dal Cardiologo per gli approfondimenti diagnostici del caso e la terapia. Lo specialista le faceva fare accertamenti cardiologici specifici e mirati come, la prova da sforzo ed un’ ecocardiogramma, entrambi risultati nei limiti della norma; la signora eseguiva anche un prelievo di sangue per dosare gli ormoni tiroidei ma, anche questi risultavano nel range della normalità. Contemporaneamente, alla signora in questione, veniva consigliato di eseguire anche una gastroscopia dalla quale emergeva la presenza di ulcera e la positività all’Helycobacter Pylori. La presenza del germe e la sua patologia gastrica venivano ritenute responsabili dei problemi di ritmo accusati dalla paziente. La signora, nella sua e-mail, mi chiede che cosa c’è di vero in tutto questo? Prima di ogni cosa, ringrazio la lettrice per la domanda che mi ha rivolto perché mi permette di parlare di un argomento che non tutti sanno:

esiste una possibile correlazione tra la gastrite dovuta ad un germe , l’Helycobacte Pylori, ed alcune malattie del cuore, in particolare le aritmie. Spero con questo articolo di darLe una risposta esaustiva e Le faccio gli auguri per la sua condizione clinica! Risposta: Di tale argomento se ne è parlato moltissimo negli ultimi anni e, sebbene l’Helycobacter Pylori sia un batterio molto “famoso” per la sua capacità di poter causare ulcera gastrica e duodenale, non si può dire che, dal punto di vista scientifico, sia completamente conosciuto poichè, alcune sue caratteristiche non sono ancora ben note e chiare; mi riferisco per esempio, alla via di trasmissione che seppure ipotizzata, non è stata di certo dimostrata in maniera definitiva. Tra le possibili modalità di trasmissione la più probabile sembrerebbe essere quella orofecale: l’infezione, almeno in passato, avveniva attraverso le acque contaminate. La premessa è che la scoperta del germe è abbastanza recente: è solo negli anni ’80 che l’Helycobacter Pylori fu ritenuto responsabile della comparsa di gastrite cronica che è un’infiammazione dello stomaco e di duodenite che è un’infiammazione della prima parte dell’intestino. Da allora , gli studi e le ricerche mediche su questo batterio e sulle sue implicazioni cardiologiche, si sono moltiplicati. L’Helycobacter Pylori è un batterio che vive abitualmente nello stomaco di tutti gli uomini ed è proprio in questo organo che il germe può causare la principale malattia di cui è ritenuto responsabile: l’ulcera. Quest’ultima è caratterizzata da lesioni a livello della mucosa dello stomaco o del duodeno che possono provocare anche importanti sanguinamenti. Ma, ritorniamo al nostro ambito, quello cardiologico e diciamo che, questo batterio sembrerebbe avere un ruolo anche nella più comune aritmia cardiaca che è nota come fibrillazione atriale. In uno studio recente di alcuni ricercatori milanesi, si legge che anticorpi contro il batterio sono stati riscontrati in quasi tutti i pazienti con l’aritmia esaminati (il 98%) e solo nel 5% delle

persone sane. Elevati anche i livelli di proteina C reattiva, un marker che riflette la presenza di un’infiammazione ed, aumenta il rischio cardiovascolare. In pratica, questo gruppo di ricercatori conclude il proprio articolo, pubblicato su una nota rivista scientifica inglese “Heart”, dicendo che la fibrillazione atriale potrebbe essere legata ad autoanticorpi prodotti dall’organismo di alcuni pazienti infettati dal batterio contro componenti delle cellule gastriche: anticorpi che reagirebbero anche contro componenti simili a quelli presenti nelle cellule cardiache, generando uno stato infiammatorio che scatena il battito irregolare. In realtà, altri studi mettono in discussione quale sia effettivamente il reale meccanismo per cui nei pazienti con infezione da Helycobacter Pylori, si possa manifestare una aritmia da fibrillazione atriale. Altre ipotesi molto accreditate sostengono che l’aritmia cardiaca sia data da una tossina liberata dal batterio oppure, ancora da un particolare tipo di Helycobacter dal momento che, ce ne sono diversi ceppi e dotati di varia aggressività. Non solo, ma a causare l’alterazione del ritmo cardiaco potrebbe essere anche l’ambiente acido creato nell’esofago dal reflusso gastroesofageo provocato dall’Helycobacter Pylori dal momento che, l’esofago poggia proprio sul cuore e sulle vene polmonari dove “nasce” la fibrillazione atriale. Dunque, è ormai appurata una associazione tra le due patologie anche se, non se ne conoscono ancora i meccanismi che li innescano. Qualche ricerca ulteriore, anche se non conclusiva, ha riguardato il rapporto esistente tra l’Helycobacter Pylori , l’aterosclerosi e le malattie delle coronarie che ricordiamo essere le arterie che portano sangue ossigenato al cuore. L’aterosclerosi è una malattia caratterizzata dall’accumulo di placche costituite soprattutto da grasso nei vasi sanguigni, tra cui le coronarie appunto. Queste placche possono ostruire il flusso del sangue e facilitare

la formazione di trombi ossia, coaguli di sangue che vanno a restringere i vasi sanguigni. Placche e trombi, nelle situazioni più serie, possono arrestare completamente il flusso di sangue nelle coronarie e dare origine all’infarto del miocardio. Secondo alcuni studi, come si diceva prima, anche l’aterosclerosi potrebbe avere un’origine di tipo infiammatorio e, l’infezione da Helycobacter Pylori potrebbe costituire una delle cause e, comunque non la sola, di questa malattia. Proprio perché è un germe molto comune che, normalmente vive nel nostro stomaco, soltanto alcune persone che entrano in contatto con questo batterio si ammalano di ulcera. Molto probabilmente, anche in questo caso, c’è una componente legata alla costituzione o alla predisposizione di queste persone. Alcuni, sono più sensibili all’Helycobacter Pylori e risentono maggiormente dei suoi attacchi rispetto ad altri. Ma è anche possibile che alcuni ceppi batterici, cioè alcuni tipi di germi, siano più dannosi di altri. E, sebbene l’infezione da Helycobacter Pylori può provocare un’ulcera gastrica o duodenale bisogna precisare che alcuni fattori possono aumentare il rischio che l’infezione porti all’ulcera. Bisogna prestare particolare attenzione all’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che si raccomanda sempre di assumere a stomaco pieno , dopo mangiato e, probabilmente, anche al fumo di sigaretta che oltre, ad essere un noto fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e l’insorgenza di tumori, soprattutto del polmone, può creare un’irritazione dello stomaco e favorire la comparsa di ulcera! E’ probabile che molte persone, fin quando non presentano sintomi specifici, per cui si sottopongo agli esami del caso, non sanno neppure di avere un’infezione da Helycobacter Pylori. Se si hanno disturbi gastrointestinali fastidiosi che possano far pensare alla gastrite o all’ulcera si consiglia di sottoporsi ad alcuni esami, come: un prelievo di sangue per cercare

Intolleranze alimentari: cosa sono e come individuarle

Dott.ssa Maria Rita MilellaFarmacia Marchesiello www.farmaciamarchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: mr.milella@farmaciamarchesiello.it

L

a definizione corretta di intolleranza è “la tendenza a sviluppare ipersensibilità verso una determinata sostanza o un certo alimento”. In genere, però, quando si parla di intolleranza ci si riferisce quasi sempre alla reazione anomala all’ingestione di un alimento o di un gruppo di alimenti

che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare completamente o di utilizzare in maniera corretta al fine di ricavare energia vitale. Un alimento non ben tollerato non fornisce il giusto apporto energetico e addirittura costringe l’organismo a sprecare energia per poterlo digerire ed eliminare. Ecco perché in caso di intolleranza alimentare si accusano spesso sintomi come stanchezza, cefalea, nausea, gonfiore addominale e sonnolenza sia dopo i pasti che durante tutta la giornata. COME SI MANIFESTANO Le intolleranze si manifestano in seguito all’accumulo di sostanze (quali additivi alimentari, prodotti della raffinazione degli alimenti, farmaci, sostanze naturalmente presenti nei cibi, etc..) nella regione intestinale. Tali molecole non hanno effetto in condizioni normali ma la loro presenza al di sopra di un valore soglia è in grado di scatenare una reazione nell’organismo, che non è quasi mai violenta ed im-

mediata. I sintomi tendono quindi a manifestarsi tardivamente e per questo motivo non si riesce a stabilire un nesso di causalità, in quanto realizzano una sintomatologia cronica, non necessariamente specifica dell’apparato digerente, legata all’assunzione di cibi che rientrano nell’alimentazione di tutti i giorni. LE CAUSE Le cause che facilitano la comparsa di intolleranze alimentari sono attribuibili allo stile di vita, spesso frenetico, che si riflette a livello intestinale, con alterazioni della flora batterica che possono arrivare alla disbiosi. Un’alimentazione non corretta sia nei tempi, sia nelle quantità, sia nella variabilità dei cibi, così come una scarsa masticazione ne favoriscono l’insorgenza. Anche l’utilizzo di antibiotici altera la flora batterica intestinale. Per questo motivo il fenomeno delle intolleranze alimentari è più frequente di quanto si possa immaginare e può e deve essere individuato e curato.

COME INDIVIDUARLE Il primo passo e quello di determinare gli alimenti verso i quali l’organismo sviluppa intolleranza; per questo è necessario eseguire un test specifico, ne esistono diversi sostanzialmente di due tipi, che utilizzano l’informazione energetica di un organismo sottoposto a stimolazione con l’informazione bioelettronica di un alimento (test non invasivi), o che utilizzano la reazione a livello del sangue tra anticorpi ed antigeni (test mini invasivo) al fine di determinare la categoria di alimenti o la singola e specifica sostanza che determina l’intolleranza. Sospendendo l’assunzione di tali sostanze per alcuni mesi, l’intolleranza scompare spontaneamente ed è perfino possibile riprendere l’assunzione degli alimenti ai quali si era intolleranti, limitandone comunque il consumo, lasciando cioè trascorrere due o tre giorni tra un’assunzione e l’altra.

eventuali anticorpi specifici che sono il segnale che si è venuti in contatto con il batterio; il test del respiro (o Breath Test) che è un esame più approfondito e si fa per controllare se il batterio è ancora presente nello stomaco o nel duodeno; non è un accertamento invasivo in quanto consiste nel far bere al paziente una soluzione che contiene urea (sostanza chimica naturale ed innocua per la salute) e, dopo mezz’ora, lo si fa respirare in un tubo. Se il germe è ancora presente nello stomaco del paziente, poiché è capace di trasformare l’urea in anidride carbonica, quest’ultima verrà rilevata nel respiro del paziente da una particolare apparecchiatura; la gastroscopia, che è invece un esame più invasivo ma più accurato per valutare la presenza di ulcera; permette, inoltre, di fare anche una biopsia di alcune cellule e valutare la presenza dell’ Helycobacter Pylori nei campioni asportati. Meglio quindi, non

esitare, se si scopre di avere il batterio, a seguire il trattamento antibiotico combinato con l’associazione di due categorie di farmaci per eliminare questa infezione e la terapia con il gastroprotettore che riduce la produzione di sostanze acide da parte della mucosa dello stomaco dal momento che il batterio non sopravvive se il pH dello stomaco è maggiore di 4.

Attacchi di panico: di cosa parliamo? a cura della dottoressa MariaTeresa Muscillo psicologa sessuologa tel328/8317632 mariateresa_muscillo@ yahoo.it

T

achicardia, sudorazione, mancanza d’aria fanno pensare ad un vero e proprio attacco cardiaco, motivo per cui le persone che vengono improvvisamente colpite da queste crisi si rivolgono al pronto soccorso. In realtà ad esami oggettivi, i pazienti risultano in perfetta forma fisica e l’unica possibile diagnosi è quella di “attacchi di panico”. L’attacco di panico è uno stato di ansia acuta che può insorgere improvvisamente e raggiungere livelli d’intensità drammatica nel giro di qualche minuto, per poi decrescere lentamente. L’intera crisi non dura più di mezz’ora, ma la sensazione di catastrofe imminente, di stare per morire e/o impazzire determinano nel soggetto uno stato continuo di allerta. È difficile prevedere quando le crisi possono manifestarsi poiché possono avvenire anche quando ci si trova in situazioni rilassate o comunque non particolarmente tensive. Gli attacchi di panico non sono tutti i uguali e possono avere alcuni dei seguenti sintomi: •

Sintomi di carattere fisico: sudorazione, vertigini e senso di sbandamento, mal di testa, palpitazione, senso di soffocamento, nausea e disturbi intestinali, tremori e paralisi dei muscoli.

Sintomi di carattere psichico: sensazione di non riconoscere se stessi, distacco dalla realtà, paura di non trovare via d’uscita, paura di morire e di impazzire, paura di rimanere a casa da soli, paura di uscire da soli, paura di soffocarsi col cibo.

Gli attacchi di panico sono caratterizzati, inoltre, da “ansia anticipatoria” con la funzione di anticipare l’insorgenza di una nuova crisi. La qualità di vita, in seguito a tutte queste manifestazioni, subisce un forte declino che porta la persona a chiudersi a casa, a non avere contatti sociali e ad avere problemi sul lavoro. Inoltre possono giungere stati depressivi e un abbassamento notevole dell’umore. Guarire dagli attacchi di panico è possibile, ma solo facendosi aiutare. Ci sono molte persone che decidono di convivere con tale disturbo, evitando ogni luogo o situazione che scatenano le proprie crisi. Tuttavia non è semplice, perché piuttosto è un disturbo che peggiora nel tempo. Il lavoro terapeutico viene spesso accompagnato dall’apporto farmacologico, perché i pazienti che chiedono aiuto si trovano in un momento di profondo disagio e sofferenza psicologica, che li rende poco lucidi e di conseguenza poco collaborativi. Ciò non vuol dire che si è pazzi o che la situazione è irrecuperabile, ma semplicemente che i farmaci servono per aiutare e accelerare i tempi di recupero. Come ogni disturbo è fondamentale un approccio multidisciplinare che valuti e aiuti il paziente a 360°, considerando sia gli aspetti psicologici che le ricadute fisiche.



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Rionero: piazza Fortunato o piazza Italia? Con la riqualificazione della Piazza si parla di cambiarne la denominazione di Michele Traficante

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ta cambiando completamente volto a Rionero la storica e centralissima “Piazza Giustino Fortunato” che con quella di XX Settembre diventerà, a lavori di sistemazione e riqualificazione ultimati, un unicum urbanistico tale da costituire per la sua vastità, come qualcuno l’ha definita, la piazza Tien An Men di Rionero e non solo. Infatti, con i suoi oltre 200 metri di lunghezza e i più 100 di larghezza sarà, forse, una delle piazze più spaziose, se non la più spaziosa, della provincia di Potenza. Il progetto della sistemazione e riqualificazione delle piazze “Giustino Fortunato” e “XX Settembre”, con il comparto 102 demolito dopo il terremoto del 23 novembre 1980, è risultato vincitore del concorso internazionale di progettazione per la sistemazione

e sostenibilità”. Nelle varie ipotesi di intitolazione della nuova Piazza corre voce, anche di cambiare la denominazione da Piazza “Giustino Fortunato” a “Piazza Italia”. Per i rioneresi dalla memoria corta riportiamo quando e perché, con determina del Comune di Rionero, la Piazza “XX Settembre” (già “Piazza del Popolo”), ha cambiato denominazione in “Piazza Giustino Fortunato”. Intitolazione della Piazza avvenuta ben 12 anni dopo la sua morte. Si sa, Don Giustino era contro il fascismo e ignorarlo durante il regime era quasi d’obbligo. Questo l’atto deliberativo del Comune che i più non conoscono: DELIBERA N. 60 DEL 17 GIUGNO 1944 Oggetto: Cambiamento della denominazione della “Piazza XX Settembre” in “ Piazza Giustino Fortunato”.

e riqualificazione di due piazze storiche “Una piazza italiana” bandito nel novembre del 2008 dal Comune di Rionero in Vulture e promosso e finanziato dal programma Qualità Italia. Progetti per la qualità dell’architettura. “Una grande occasione - come ha sostenuto a suo tempo il sindaco di Rionero Antonio Placido - per rilanciare la città e sperimentare modelli inediti di cooperazione istituzionale: qualità architettonica e urbana, coesione sociale, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del paesaggio ma, anche risparmio energetico, eco-efficienza

L ’ a n n o millenovecentoquarantaquattro il giorno 17 giugno, nella Casa Comunale, il Sindaco Michele Chieppa, assistito dal Segretario Capo Cav. D’Angelo Antonio, ha adottato il deliberato, Il Sindaco Ritenuto che, con la riconquistata libertà di pensiero e d’azione, sia doveroso ricordare ai suoi contemporanei e additare alle nuove generazioni, la grande figura del nostro concittadino, Senatore Giustino Fortunato, morto in Napoli il 23 luglio 1932; Considerato che l’On. Giustino Fortunato, come deputato al

Parlamento dal 1880 al 1909 e, successivamente al Senato, è stato una delle personalità più rappresentative e fattive della vita nazionale, sia come uomo politico che come studioso, poiché non vi fu problema che interessasse la Nazione che egli non seguisse con amore, che non perorasse nella Camera con discorsi rimasti memorabili per densità di pensiero e forma letteraria, autentiche pagine d’elevata eloquenza politica; Considerato che il Senatore Giustino Fortunato, legato al Villari, al Sonnino, ad Antonio Salandra, al Franchetti e a quanto di meglio aveva l’Italia, svelò per primo il segreto dolente del Mezzogiorno dimostrando, nella poderosa opera, pubblicata in due volumi dal Laterza”il Mezzogiorno e lo Stato Italiano”, la necessità di una parificazione nazionale, opera che potrà e dovrà certamente servire anche in un prossimo avvenire per il riassestamento improntato a giustizia, delle varie regioni d’Italia; Tenuto presente quanto le popolazioni lucane Barese devono alla tenacia di Giustino Fortunato, per la costruzione delle tre ferrovie Ofantine, la Rocchetta- Potenza, la Rocchetta Gioia del Colle, e la Rocchetta Avellino; che anche le ferrovie calabro - lucane, l’Acquedotto Pugliese, le leggi speciali per la Basilicata dello Zanardelli, sono state in gran parte il risultato del suo lavoro, preparazione e del suo incitamento; Ricordarlo che egli è vissuto e vivrà sempre nella memoria degli studiosi per la sua forza di artista, impiegata, anzi profusa in numerose

monografie storiche, consacrate per la maggior parte alla sua terra, nelle quali conosciuta come nessun altro della storia documentaria del Mezzogiorno, è riveduta, ricreata, rivissuta tutta la millenaria vicenda di questa parte d’Italia, con le invasioni, le devastazioni, le sciagure delle conquiste straniere; Riservandoci di promuovere quelle onoranze degne del grande estinto, che subito dopo la sua morte, impedito, ad altri di rendere, visto la legge 23-6-1927, n.188; Determina 1°) che venga intitolata, al nome del Senatore Giustino Fortunato, la piazza attualmente denominata “Piazza XX Settembre, sulla quale si prospetta la sua casa avita, che tanti ricordi di Lui ancora conserva, e nella quale, coloro che lo conobbero, l’avvicinarono e l’amarono, sentono ancora aleggiare la visione e lo spirito del Maestro. 2°) che, la denominazione “Piazza Mercato”, venga sostituita con quella “ Piazza XX Settembre” (già “Piazza del Popolo”), perché permanga il ricordo di un evento senza dubbio di primo piano, nella storia del Risorgimento dell’Italia, a dignità di Nazione. Il Segretario Capo Il Sindaco A. D’Angelo M. Chieppa Pertanto si auspica, proprio per “ricordare ai suoi contemporanei e additare alle nuove generazioni la grande figura del nostro concittadino” che la Piazza resti intitolata a Giustino Fortunato (1848-1932). Anzi, visto che il

busto del cap. Michele D’Angelo (in un nostro articolo di qualche tempo fa abbiamo spiegato perché è stato piazzato proprio di fronte al Palazzo Fortunato), prima collocato al centro della piazza e poi spostato nella parte bassa di essa, verrà sistemato all’interno della struttura polifunzionale, di 500 mq con una copertura formata da due onde interamente calpestabili, prevista nella nuova riqualificazione, sarebbe opportuno, e finalmente, porre all’esterno e a vista nella piazza stessa un monumento a Giustino Fortunato. In tale maniera, oltre a rendere il dovuto e degno riconoscimento al nostro grande concittadino, dei cui meriti e prestigio molti si riempiono la bocca, onore e vanto non solo di Rionero ma dell’intera Nazione, si soddisferebbe anche la continua e logica domanda di molti forestieri se il monumento in Piazza Fortunato sia quello di Don Giustino. Se la crisi economica che stiamo vivendo non consente la realizzazione di un nuovo monumento al grande meridionalista, si potrebbe spostare, a costo zero, quello fatto erigere dall’Amministrazione Comunale (sindaco Enzo Cervellino) e collocato nel Parco ( un tempo fiorente e rigoglioso giardino con tanto di viali e aiuole ben curate) del Palazzo Fortunato inaugurato il 12 luglio 1981, nel cinquantesimo anniversario della morte avvenuta a Napoli il 23 luglio 1932, con una significativa commemorazione nella quale lo scrittore concittadino prof. Vincenzo Buccino ha tenuto l’ orazione ufficiale.

La Basilicata alla BMTA di Paestum Premio a “Matera Città Narrata”

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a Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico ha aperto giovedì 15 novembre a Peaestum la sua 15esima edizione che rimarrà aperta fino a domenica 18 novembre. Anche quest’anno la Regione Basilicata è presente alla fiera di settore con l’Apt che promuove l’offerta di turismo storico e archeologico al Centro Ariston. Oltre allo stand espositivo, la Basilicata si presenta a BMTA con

circa venti operatori turistici pronti a cogliere le opportunità di promozione offerta da questa autorevole vetrina. La BMTA per la Basilicata, ma soprattutto per Matera, sarà luogo di protagonismo ulteriore in virtù del riconoscimento ricevuto dall’Archeovirtual 2012 Awards, che domani, sabato 17, premierà il progetto Matera Città narrata, realizzato dal CNRITABC in collaborazione

con Apt Basilicata. “Matera città narrata” è un progetto finalizzato alla creazione di una piattaforma digitale che sia in grado di supportare gli utenti sia nella fase di pianificazione dell’esperienza di visita sia mentre la visita è in atto. Il sistema si compone di: un sito web multimediale e di contenuti e applicazioni per dispositivi portatili. “L’occasione di spiega il

Paestum Direttore

Generale Apt, Gianpiero Perri – consente di rinnovare l’attenzione sullo straordinario patrimonio archeologico della Basilicata e dunque sulla sua storia antica e proporre un’offerta sempre più qualificata. A sostegno di tale prospettiva è il progetto Matera Città Narrata, che già in fase di sperimentazione sta riscontrando uno straordinario gradimento per l’innovazione di processo e di prodotto nella comunicazione

culturale e turistica dei sai Sassi e del Parco delle Chiese Rupestri di Matera, riferimento mondiale nel panorama delle destinazioni” “La valorizzazione del patrimonio archeologico in chiave culturale e non solo turistica – afferma l’assessore regionale al turismo Marcello Pittella – inizia finalmente a tradursi in proposta concreta di turismo culturale e scolastico e l’ampia adesione

degli operatori dimostra quanto stia crescendo la consapevolezza di moltiplicare le azioni rivolte a specifici target e mercati. Prospettiva, questa, che ha animato ed anima l’esperienza innovativa di web marketing Matera Città Narrata, oggetto di riconoscimento pubblico, confermando la bontà della strategia posta in essere dall’Ufficio Turismo e dall’Apt Basilicata”.


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L’artigianato lucano e le sue potenzialità Emerge da una recente indagine della Camera di Commercio di Potenza di Mauro Armando Tita

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ei giorni scorsi la Confartigianato confortata da una interrogazione del duo RosaVenezia ha tuonato contro la Regione Basilicata per il personale ultragonfiato (seicento dipendenti in più secondo le stime degli esperti) e per gli sprechi dovuti alla grande ingordigia della dirigenza il cui stanziamento superava i tre milioni di euro. L’artigianato rappresenta il motore produttivo della locomotiva economica lucana. Sono particolarmente contento e soddisfatto che… dopo aver “abbaiato alla luna” su questo sito e su altre testate e altre riviste specializzate per oltre un ventennio (vedi Osservatorio ISFOL n. 1/89 e n. 5/91 e Rassegna dell’Economia lucana n. 5/92, Il Mulino, 2002) su: nuovo mercato delle professioni, mancate liberalizzazioni, imprenditoria artigiana”, silenzio furbo dei dirigenti Fiat”, Bancopoli lucana, assenza dei tre fattori industriali”, “fallimento del Consorzio ASI di

Potenza”, si ricominci da un settore strategico come quello dell’artigianato. Da sempre l’artigianato lucano è il grande assente nel polo di Melfi. Da Fiat/SATA sempre l’artigianato lucano

viene considerato, per vari motivi, un settore strategico dell’economia lucana. Un settore suffragato nel passato da puntuali ricerche e studi pubblicati mensilmente sul Rapporto ARSA e sulla Rassegna dell’Economia Lucana. Strumenti …passati in CAVALLERIA, grazie ad una miope politica voluta dai Presidenti della Regione anni ‘90 e dall’attuale Presidenza della Camera di Commercio

di Potenza. Oggi questa bella e interessante indagine della Confindustria finanziate dalla Camera di Commercio di Potenza riesce parzialmente a lenire le nostre pregresse sofferenze. Innanzitutto

bisogna ricordare ai tanti “smemorati“ che l’artigianato ha sempre rappresentato e rappresenta tuttora una componente non indifferente dell’economia regionale. Da sempre nella regione operano circa 10.000 aziende che danno luogo ad un’occupazione di oltre 25.000 unità lavorative, che costituiscono, quindi. il 12-13% dell’occupazione complessiva regionale ed il

50% di tutti gli addetti al settore secondario. In secondo luogo non bisogna dimenticare la presenza capillare delle 10.000 aziende artigiane in tutte le aree interne regionali, dove i processi di crescita sono appiattiti da oltre dieci anni . Lo denunciamo da oltre cinque anni che… la situazione economica lucana è di tipo FLAT.C’è poi da considerare che alla scala in cui si collocano i problemi dello sviluppo delle aree interne regionali

la piccola imprenditorialità artigianale (turismo e servizi, in particolare) rappresenta l’unica via possibile per favorire il recupero produttivo di vasti territori della Regione. Abbiamo avuto modo nel recente passato di denunciare l’accentuata diffusione delle attività dell’edilizia e delle costruzioni con relativo assurdo familismo ed alla scarsa presenza di attività innovative e tecnologicamente avanzate. Anche se negli

L’esercito incontra i giovani

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rosegue l’attività di orientamento all’impiego svolta dal Comando Militare Esercito “Basilicata” negli istituti di istruzione secondaria superiore dell’intera Regione. Ieri a Maratea (PZ), l’Infoteam del Comando Militare di Basilicata, ha illustrato i diversi sbocchi professionali riservati ai giovani che scelgono una carriera in divisa. Notevole l’interesse mostrato dai circa duecento allievi dei Licei Classico e Artistico e dell’ Istituto Alberghiero di Maratea, per i concorsi promossi dalla Forza Armata tra cui: quello per l’accesso all’Accademia Militare di Modena, per la Scuola Sottufficiali, per Ufficiali a Nomina

Diretta e quello per volontari in ferma prefissata di un anno che prevede, previa successiva selezione, la possibilità di transito nelle carriere iniziali delle Forze di Polizia ad ordinamento civile o militare, o la possibilità di concorrere ulteriormente per diventare volontario in ferma quadriennale nell’Esercito. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la Sezione Concorsi e Arruolamenti del sito www. esercito.difesa.it o rivolgersi personalmente allo sportello informativo del Comando Militare Esercito “Basilicata” sito nella Caserma “DE ROSA” in via Ciccotti 32 a Potenza (Telefono e fax: 0971/45270).

ultimi tempi non sono mancati i segnali positivi nell’evoluzione del settore che attengono essenzialmente alla nascita di produzioni tipologicamente nuove orientate ai mercati nazionali e internazionali, all’emergere di figure professionali qualificate in settori merceologicamente e tecnologicamente avanzati, alla diversificazione delle strutture di servizio alle imprese, all’inserimento qualificante di tanti nostri ex emigranti ed infine all’acquisizione ed applicazione di nuove tecniche di gestione nei processi produttivi e nello sviluppo dei prodotti, il settore rimane caratterizzato da diffusi fattori di fragilità e debolezza sia esterni che interni, che ne condizionano e ne limitano il definitivo decollo sia sul versante delle nuove “progettazioni” di FILIERA e sia sui nuovi “contratti di rete”. Per queste serie ragioni il progetto lanciato dalla Confindustria

Rionero, concerto “musica da camera” Protagonisti 4 virtuosi del clarinetto: Catena Jr, D’Alessandro, Sessa, Di Lucchio di Michele Traficante

U

n pubblico scelto ed entusiasta, per lo più costituito da giovani, hanno, con calorosi e prolungati applausi, testimoniato il loro vivo apprezzamento al riuscito concerto “Musica da Camera” tenutosi nei giorni scorsi presso il teatro”La Piccola” di Rionero. L’interessante evento musicale rientra nel cartellone “Cantiere Sonoro”, il contenitore musicale della Scuola di Musica Orsomando, ed ha visto come protagonisti quattro virtuosi del clarinetto: Giovanni Catena Jr, Daniele D’Alessandro, Massimiliano Di Lucchio e Stefano Sessa accompagnati al pianoforte da Francesco Paolillo. L’affiatato quintetto ha dato vita ad una serata in cui la musica si è fusa in maniera simbiotica con la

frizzante e multiforme arte di Roberta Lioy, un’artista rionerese informale figurinista esponente di spicco della galleria Art& co di Milano. La nota artista con la sua qualificata opera ha dato vita a spettacolari scenografie estemporanee e dinamiche molto apprezzate dal pubblico presente. Ricco e vario il repertorio offerto al pubblico con musiche di Francis Paulenc (1894-1963), Mario Castelnuovo Tedesco (1895-1968. Jakob Ludwig Mendelssohn 1809-1847), Johann Sebastian Bach (16851750), Vittorio Monti 1868-1922), Nicolai

I clarinettisti, da sinistra Daniele D’Alessandro, Giovanni Catena jr

Andreyvic Korsakov (18441908); dal romanticismo alla musica Klezmer, dal solismo al quartetto. Un paio di ore di godibile musica grazie alla perfetta esecuzione dei protagonisti che hanno interpretato, con vera professionalità e sensibilità musicale le non facili partiture dei grandi musicisti del passato e di quelli del Novecento. Anche le

indovinate scenografie della brava artista Roberta Lioy hanno reso più efficace l’intero spettacolo che ha largamente interessato il pubblico presente. Si è trattato, insomma, di un’altra elevata prova artistica della rinomata Scuola di Musica “Giovanni Orsomando” di Rionero che da anni è impegnata a preparare e formare schiere di giovani appassionati del pentagramma, preparando loro, grazie alla consolidata esperienza dei docenti, un promettente futuro nel campo musicale. E si tratta di allievi, giovani e giovanissimi, maschi e femmine, provenienti anche dai paesi limitrofi che si cimentano nello studio dei diversi strumenti musicali.


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Melfi, per un pelo

SECONDA DIVISIONE

Merita la vittoria ma con la Salernitana è ‘solo’ pari.

Aprilia ancora sotto tono, ora c’è il Pontedera in vetta di Lorenzo Morano

È

sembrato di fare un tuffo nel passato domenica scorsa all’Arturo Valerio di Melfi, che per la sfida del turno numero 12, ha visto i suoi spalti riempirsi come non accadeva da anni. Sono state circa 3500 le persone che hanno assistito al match tra la Salernitana di mister Perrone, arrivata a Melfi con un filotto di 8 gare utili, ed i ragazzi di mister Bitetto, desiderosi di non sfigurare contro l’avversario più in forma del girone, fresco vincitore per 3 a 0 contro la capolista Aprilia. Il nutritissimo pubblico campano ha dovuto però assistere ad un pari a reti bianche tra due team che hanno giocato una gara a viso aperto, ma con i lucani decisamente più in palla e più pericolosi. La partenza del match è stata di marca granata, Guazzo, ex di turno, al quarto minuto confeziona la prima palla pericolosa, servendo un assist a Ginestra, che vede la respinta di Scuffia. Pochi minuti

dopo è Perpetuini, a seguito di un’azione un tantino confusa, a calciare fuori. Il Melfi cresce con il passare dei minuti: prima Suarino su punizione mette in difficolta l’estremo Iannarilli, la cui ribattuta, per poco non è preda di un Improta sbilanciato. Alla mezz’ora è ancora Improta a creare scompiglio nella metà campo ospite, arrivando sino a calciare verso la porta. Al 38esimo arriva la palla gol più nitida della gara ed è di marca gialloverde, con Improta ancora protagonista. La punta lucana ruba palla sulla mediana e dopo essersi liberato dalla marcatura, si invola verso la porta, la sua conclusione trova però una respinta fortunosa del portiere campano, respinta che raccolta da Giglio, vede il melfitano calciare a botta sicura, ma contro la traversa; sospiro di sollievo per il pubblico ospite. Al rientro dalla pausa è ancora una conclusione di Giglio a lambire il palo della porta campana; il Melfi

gioca bene e non concede spazi alle iniziative ospiti, tant’è che alla mezz’ora i lucani confezionano un’altra occasione gol, con il duo Conte-Improta: è del centravanti la conclusione che sfiora nuovamente il palo. Pochi minuti più tardi la Salernitana dice a tutti d’esser presente al Valerio e con Piva colpisce un palo, grazie ad un cross dalla traiettoria beffarda per il portiere lucano. La gara si chiude qui, a porte inviolate, con un Melfi gagliardo, che ai punti avrebbe meritato qualcosa di più, specie visto la caratura dell’avversario; ma un pari del genere vale come una vittoria e serve anche per il morale, in quanto proietta in maniera positiva i lucani alla difficilissima sfida di Pontedera. In Toscana i lucani affronteranno la nuova capolista, in quanto gli avversari, sono reduci dall’affermazione corsara in casa dell’Aprilia, battuto con un pesante 3 a 1; per la cronaca rete

di apertura di Grassi, che con 9 gol è il nuovo leader della classifica marcatori. Mentre l’Aprilia mostra chiari segni di cedimento, avendo dissipato in una settimana un buon vantaggio, perdendo due scontri diretti, il Martina Franca, senza clamori è a sole tre lunghezze dalla vetta, grazie all’importante affermazione interna, per 2 a 1 contro un sempre ostico Gavorrano. Nelle zone nobili del torneo troviamo anche il Poggibonsi, che liquida la pratica Aversa con un rotondo 3 a 0, medesimo risultato fanno i cugini del Borgo a Buggiano, nello scontro diretto con il Campobasso; per i toscani una vera boccata d’ossigeno grazie al decimo punto racimolato. Vittoria esterna per gli aquilani nel derby con il Chieti: è di Infantino, al 70esimo, l’unica rete del match. Balzo in avanti in classifica del Foligno, che supera l’Hiterreggio per 2 a 1, ed approfitta dello 0 a 0 tra Teramo e Lamezia e del pari

dell’Arturo Valerio. Ossigeno anche per il Fondi che batte in casa l’Arzanese per 2 a 1. Consegnata agli annuali la giornata numero 12, le attenzioni poste sul prossimo turno fanno rimbalzare agli occhi immediatamente il big-match tra Aprilia e Martina, con i laziali che dovranno assolutamente invertire la rotta se non vorranno cedere il passo agli avversari. Il turno presenta come da prassi il solito derby, ancora una volta di matrice toscana: Borgo a Buggiano-Gavorrano. Sfida sulla carta facile per la Salernitana, che all’Arechi vedrà

approdare il Fondi, mentre il Poggibonsi sarà chiamato ad una trasferta alla portata in quel di Reggio Calabria. Occasione per il Foligno che in casa di un sempre più tramortito Campobasso, cercherà punti e conferme. Trasferta pericolosissima per l’Aversa Normanna, che sarà di scena al Fattori di L’Aquila, mentre l’Arzanese cercherà di accorciare sul Teramo. Il turno si chiude con la sfida del D’Ippolito di Lamezia, tra la Vigor ed il Chieti in cerca di rilancio.

Al Melfi il ‘cartellino viola’

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iovedì 22 novembre scorso, alle ore 15:00, presso la sala degli stemmi del Palazzo Vescovile di Melfi, il capitano dell’AS Melfi Giancarlo Improta ha ricevuto il Cartellino Viola per il mese di Ottobre. Il Cartellino Viola, nelle mani di una selezionatissima giuria

al di sopra delle parti, è un progetto presentato dalla Fiorentina, che in passato aveva promosso il «terzo tempo» nel calcio, in collaborazione con la Mazda. Ogni mese i direttori di tutti i quotidiani sportivi nazionali, l’ ex arbitro e designatore Paolo Casarin e Vincenzo Guerini, ex giocatore

SERIE D

e allenatore, attuale club manager della Fiorentina, premiano il gesto di fair play compiuto da un tesserato di serie A, B e Lega Pro. E questa volta, il Responsabile della Comunicazione di ACF Fiorentina Gianfranco Teotino e il Direttore di QS Enzo Bucchioni, membro della giuria,

hanno consegnato il riconoscimento al calciatore gialloverde, premiato per il comportamento tenuto dalla sua squadra nel corso della partita Martina Franca-Melfi di Seconda Divisione disputata lo scorso 14 ottobre e vinta 1-0 dal Martina Franca. I fatti: dopo che un avversario,

rimasto a terra in area, era stato costretto ad abbandonare il campo e a lasciare la sua squadra in 10, i gialloverdi hanno deciso di rinunciare al calcio d’angolo, buttando la palla sul fondo, nonostante lo svantaggio.

Potenza, che solitudine!

CALCI IN CU...RVA a cura di Tony Pezzotta

Il big match di giornata: Gladiator-ischia

C’

è poco da dire, il Potenza è ultimo in classifica. Anche la trasferta di Bisceglie si è infatti rivelata un disastro.

Dopo soli cinque minuti è un rigore, accompagnato dall’espulsione del rossoblu Vaccaro, a spianare la strada ai pugliesi che, archiviato il primo tempo sul 3-0 (Moscelli, Lafortezza, Dimatera), si replicano ben due volte nella ripresa, chiudendo la pratica con Di Rito e Russo. Un risultato pesante, reso ancora più amaro da un Grottaglie versione ‘prima vittoria del campionato’ contro il Trani, in uno scontro diretto per giocarsi i play out. Non che cambi molto per il Potenza, a un solo punto dal penultimo gradino, ma vedersi lì in fondo un certo effetto lo fa, eccome. Domani, poi, arriva al Viviani il Ctl Campania e le speranze di tentare il colpaccio finiscono evidentemente assopite sugli spalti sempre più spogli del ‘circuito’ cittadino. Si inizia addirittura con mezz’ora di anticipo, ore 14, quasi come per voler togliere subito il dente e cominciare a pensare al futuro. Intanto riassumiamo un po’ di passato prossimo tra Agovino e il suo certificato

medico di cinque giorni, in scadenza mentre scriviamo, e il supplente di diritto, Alberigo Volini, in settimana tornato a riassaporare la guida della prima squadra. Si ripropone dunque, nel dubbio che l’arcano si sia risolto mentre noi andiamo in stampa, anche l’interrogativo allenatore, tra un Agovino che continua a dimostrare una certa intolleranza ai colori rossoblu e la società potentina che proprio non potrebbe permettersi un esonero, per quanto la fiducia nel tecnico potrebbe a questo punto esser già venuta meno. Insomma, un Potenza ultimo, che si ritrova ancora più solo e a concentrare tutte le sue speranze in qualche buona nuova dal mercato ‘natalizio’, che dovrebbe avere però del miracoloso. Sugli altri campi il Matera continua a vincere e a tenere il passo della coppia di testa, alla quale proprio nel prossimo turno potrebbe rosicchiare qualche punto, visto il big match di giornata che sarà proprio GladiatorIschia. A Francavilla è invece ufficiale l’arrivo di Vincenzo Marino, chiamato a dare la scossa dopo il 4-1 subito col Monopoli.

Potenza, il calcialingo e la fusione

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iove sul calcio potentino e sui pensieri del calcialingo lucano. E’ da domenica scorsa che il pantofolaio del pallone non esce di casa. Chiuso nel suo bunker in viale Marconi scruta il cielo e, ogni tanto, butta lo sguardo al manto erboso del Viviani. La Potenza del calcio sta vivendo, sul campo, una delle sue pagine più tristi. I rossoblù del Città sono relegati all’ultimo posto nella classifica di serie D. E’ un’altra onta, dopo i fatti che ne decretarono la discesa nelle categorie inferiori. Proprio non c’è pace per questo sodalizio che sta cercando, a fatica, una sua fisionomia nel corso di questa stagione tanto travagliata. “Non ci vuole una laurea in

ingegneria -pensa il recluso per calcio- per capire che le case si costruiscono dalle fondamenta. Se un muro viene su storto, sarà difficile, se non impossibile, farlo diventare dritto. Sarebbe più semplice abbatterlo”. Saggezza spicciola, da parte del calcialingo che cerca conforto in questa sua teoria del calcio con la cazzuola. Per salvare il Potenza, oggi, ci vorrebbe un miracolo, ma i problemi della società del leone non sono legati soltanto al terreno di gioco. Esiste un problema societario che non fa chiudere occhio al nostro amico appassionato. Da un paio di settimane si torna a parlare dell’ipotesi di fusione tra le due entità potentine, il Città e il Rossoblù Potenza. Al momento si sa soltanto

che sono in corso delle trattative tra i dirigenti delle due società. Il tempo, però, è tiranno, nel senso che, mentre le discussioni accendono la piazza, la squadra sta sprofondando in classifica. Non sarà facile per chiunque, portare in salvo una scialuppa alla deriva. Al momento si spera solo che arrivi la notizia dell’avvenuta fusione in un’unica squadra cittadina. Sarebbe un momento importante di coesione e di ritrovato entusiasmo che potrebbe unire l’ambiente per ripartire con l’unico obiettivo di riportare il Potenza nel calcio che conta. Intanto il calcialingo, confuso e infelice a furia di pensare, è già fuso.


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SPORT

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Il Real Metapontino allunga a +8

ECCELLENZA

Ora in casa per la ‘doppia cifra’ di Antonio Petrino

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ola la capolista Real Metapontino e allunga il passo sulle immediate inseguitrici, ora a otto lunghezze, con i materani che passano di misura a Muro e il Real Tolve che non va oltre il pari con il Valdiano, nello scontro diretto tra la seconda e la terza in graduatoria. Rallenta anche il Viggiano, bloccato sul pari interno da un tenace Pietragalla,

mentre ritorna alla vittoria il Policoro contro il fanalino di coda Tursi. Riparte il Rossoblu Potenza con quattro reti contro il malcapitato Miglionico, mentre la Vultur dopo il colpaccio proprio contro i potentini inciampa fra le mura amiche con un cinico Pignola. Recupera punti preziosi il Marconia che supera il Moliterno, ma l’exploit della giornata

è del Picerno che espugna Oppido. Per il dodicesimo turno del torneo, la capolista ospita l’insidia Vultur con l’intento di prendere il largo, mentre il Real Tolve tenta il ritorno ai tre punti a Tursi. Il Valdiano mira a restare nei quartieri alti per conservare il terzo posto nel match interno contro un C. Oppido in crisi, inoltre il Viggiano è atteso dalla non semplice trasferta

di Moliterno. Policoro di scena a Pietragalla in una gara impegnativa per i materani, invece il Rossoblu Potenza tenterà di fare risultato sul campo del Pignola. Il Picerno attende in casa una Murese ancora penultima e completa il quadro lo scontro nelle parti basse della graduatoria tra Miglionico e Marconia in versione derby. Il Real Metapontino in campo (www.realmetapontino.it)

COPPA ITALIA

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i completa il quadro delle quattro semifinaliste della Coppa Italia regionale, dopo le qualificazioni conquistate mercoledì scorso da Valdiano, Real Metapontino e Viggiano. Nel recupero disputato giovedì ad Avigliano (gara non disputata il 14

novembre a Rifreddo causa nebbia), dopo la vittoria conquistata nell’andata a Tolve con quattro reti all’attivo, si impone il Rossoblu Potenza sui giallorossi per tre reti a due, realizzando con Sperandeo, Cioffredi e Scavone. Per gli ospiti a segno Trifone e Arpaia.Tutto

secondo previsioni, dunque, passano infatti il turno i team che avevano praticamente opzionato la qualificazione alle prossime semifinali, con la soddisfazione di essere tra le migliori quattro della competizione.

Rossoblu, facile col Miglionico Ma dopo la conferma in Coppa c’è il Pignola

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no spiraglio di sole sorge in casa Rossoblu Potenza, dove viene schiantato il Miglionico per quattro reti a zero, centrando una vittoria casalinga che mancava dal 30 Settembre, in occasione della gara vinta per 3-1 contro l’Aurora Marconia. Questa volta Sperandeo (giunto alla sua undicesima m a r c a t u r a stagionale) e compagni fanno tutto nel primo tempo, mettendosi alle spalle tutto il nervosismo accumulato dalla sconfitta di Rifreddo contro la Vultur. Padroni di casa come al solito propositivi e subito in vantaggio con un preciso diagonale del giovane Di Nella che

fa presagire ad una gara ad appannaggio e di netto dominio potentino. Passano due minuti e dalla sinistra Mastroberti inventa una parabola aerea che Scavone di testa corregge per Sperandeo, destro all’angolino e raddoppio. Lo spartito non cambia, il Miglionico sembra poca cosa ed è ancora Mastroberti a rendersi protagonista della terza marcatura. Verticalizzazione che taglia in due la difesa biancoverde e consente ad Anselmo Grieco di prendere le misure per il piatto destro imprendibile per l’estremo Villa (17’). Azione dalla sinistra travolgente con invito di prima di Mastroberti per Sperandeo che dalla sinistra si incunea in area e serve Di Nella che viene atterrato proprio nel momento in cui era in procinto di battere a rete. E’ rigore e la trasformazione dello stesso è affidata ad Antonello Scavone che spiazza Villa. Seconda frazione con pochi sussulti da parte degli ospiti ed un Rossoblu che, al contrario, crea tanto con Sperandeo e Scavone. Vittoria che fa morale e dà la possibilità di preparare al meglio la difficile trasferta di domenica a Pignola contro una formazione di categoria che ci terrà a far bella figura dinnanzi al proprio pubblico.

Vultur, si va dalla capolista

I

mprevisto scivolone interno dopo tre successi consecutivi per l’undici di Caprioli, che è costretto a cedere le armi dopo una gara non brillante ma condizionata da decisioni arbitrali discutibili. Dopo un primo tempo senza grosse emozioni, a metà ripresa l’arbitro Fornelli non giudicava da espulsione un intervento del portiere Masi, che usciva con le mani fuori area nel disperato tentativo di evitare un’azione offensiva bianconera, optando per la semplice ammonizione dell’estremo difensore ospite. Qualche minuto dopo la rete dei rossoblu, complice un difettoso rilancio in versione disimpegno

del portiere rionerese Castelgrande, con la sfera che terminava sui piedi di Santopietro che quasi da centrocampo indovinava la traiettoria vincente e portava in vantaggio i suoi. Inutile e improduttivo, anche per sfortuna, il forcing finale dei bianconeri che produceva solo un palo esterno e una traversa di Corbo in pieno

recupero, considerando comunque che il pareggio sarebbe stato risultato più giusto. Per il prossimo turno proibitiva trasferta sul terreno di gioco della ‘corazzata’ ionica attuale capolista e favoritissima per la vittoria finale. Pronostico avverso e ben poche le possibilità di uscire indenni da Montalbano Jonico, anche se i vulturini promettono di vendere cara la pelle garantendo il massimo impegno. Ant. Pet.

CALCIO A5

A2 - Futsal Pz, si torna in campo

Pronti per l’Augusta, aspettando Cirenza

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n lungo riposo, utile a ricaricare le pile e a tornare freschi e pimpanti, ma anche tanto lavoro. Così si può sintetizzare la pausa (dal campionato) del Futsal Potenza che però da circa due settimane ha ripreso a marciare e sudare per Giacinto Cirenza, il talento potentino di preparare la trasferta di nuovo in ‘gioco’ Augusta di oggi. La squadra è carica, soprattutto se si considera la verve di coach Sulla questione Cirenza il dg Ceppi che nel consueto incontro Lamattina chiarisce: “Giacinto con la stampa del martedì parte è con noi non perché ha trovato dal bilancio della sosta: “Direi un accordo economico con sicuramente positivo. Per tanti la società ma perché c’è stata motivi ma due in particolare. da parte sua una la volontà Uno perché abbiamo di tornare e da parte nostra di pienamente recuperato Mendes, averlo in gruppo”.Sulla trasferta due per il ritorno di Cirenza”. Il siciliana mister Ceppi non ha “talentino” di casa da venerdì dubbi: “Andiamo lì per vincere. scorso è di nuovo un giocatore Non per essere presuntuosi ma io del Potenza e Ceppi non alleno questi ragazzi e da quello nasconde ottimismo per questo che vedo sono fiducioso. Dopo “nuovo acquisto”: “Puntavo la sconfitta di Lucera sappiamo su di lui già ad agosto, mi fa tutti quello che abbiamo sentito piacere che sia rientrato. Certo nei nostri cuori. E vogliamo ora deve colmare un gap con gli tornare a riempirli di gioia”. altri ma dall’impegno che ci sta mettendo non ci metterà tanto”.


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Amatori - L’Over40 di Potenza vince a Casal Velino

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na insolita bella giornata di sole ha caratterizzato l’incontro di calcio fra l’U.S. Vallo e l’A.C. Team Over40 di Potenza, disputato allo stadio comunale di Casal Velino. Promotori dell’iniziativa i tolvesi doc Santangelo Antonio e Di Grazia Pasquale,

guardie forestali, trapiantate a Vallo della Lucania. Il Team di Potenza che ha dovuto fare a meno di mister Quaiattini, trattenuto a Potenza da motivi familiari, affida la squadra al buon Rino Auletta, cui spetta l’ingrato compito non solo di allestire la formazione, quanto di posizionare in panchina i

rimanenti, cosa notoriamente poco gradita a tutti i livelli. Il Team propone un 4-4-2 con Afflitto in porta, Lovaglio, Santopietro, Tramutola e Tombolini in difesa, Moles, Martoccia, Fiatamone e Sileo a centrocampo, Mauro e Caivano in attacco; restano in panchina Ciuffreda, Garsi, Conversano e Auletta. Il dirigente Lorusso riveste anche le funzioni di arbitro. La gara, a carattere amichevole, si svolge all’insegna del fair play; le squadre, ben posizionate in campo danno vita ad un incontro piacevole con continui capovolgimenti di fronte. Nel primo tempo i potentini sono più aggressivi, colpiscono una traversa con Fiatamone su punizione, un

palo con Caivano e realizzano una bella rete con Martoccia dopo aver seminato tre avversari. I vallesi sono abbastanza determinati e contrastano con efficacia i più esperti avversari, agendo soprattutto in contropiede. Bello il gol del centravanti con un delizioso pallonetto, favorito da una errata interpretazione del fuorigioco. Il primo tempo termina con il risultato di 1 a 1. Nella seconda frazione di gioco entrano Garsi, Ciuffreda, Conversano ed Auletta, il Team è più pimpante e, dopo il momentaneo vantaggio del Vallo, vanno a segno per altre 5 volte con l’opportunista Caivano, con Mauro, che, dopo un lancio dello stesso

C - Olimpia Melfi, col Matera si può

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ncora un’affermazione per le ragazze di mister Vincenzo Pontolillo, che nel secondo turno del campionato regionale di volley di serie C, regolano con facilità il team Montalbano-Scanzano. Gara a senso unico per le melfitane, quella di sabato scorso, che in casa battono le joniche per 3 a 0, risultato frutto di una buona prestazione generale delle atlete entrate in campo, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico, sia e soprattutto per la grinta e la concentrazione mostrata; aspetti questi che hanno soddisfatto non poco il tecnico dell’Olimpia. Interessante la chiave di lettura della gara, con le padrone di casa brave nel capire le azioni delle ospiti, facendosi trovare sempre pronte sia a muro che in difesa. Pochi sono stati gli errori delle federiciane, specie se paragonati al primo set dello scorso turno, dove alle avversarie furono concessi troppi punti.

positiva di battute della sempre efficace schiacciatrice rionerese Caterina Di Lucchio. Il terzo set si è chiuso con il punteggio di 25 a 18, con un’ottima prestazione della schiacciatrice Stefania Caruso, subentrata al capitano Rita Laviano. P r e s t a z i o n e importante anche del libero Aurora Vitucci, recuperata dal lavoro del fisioterapista Carlo Valvano, dopo La schiacciatrice Stefania Caruso un stop di 15 giorni. 25 a 11 è il punteggio del Morale alto in casa Melfi e primo set, maturato grazie soddisfazione da parte di tutto agli attacchi vincenti di Rita la staff tecnico e dirigenziale; Laviano e Lella Golluscio, ottimo contesto questo per servite in maniera egregia dalla preparare il big-match interno palleggiatrice Danila Ridolfo, e di oggi, alle 19.00, dove alla grazie ai muri punto di Fabiana palestra comunale arriverà la Caruso e Daniela Cataldi. PVF Matera, team allestito per Il secondo set ha presentato il la vittoria finale del torneo. medesimo tema del primo, e si è chiuso con le ospiti ferme a 14 punti, grazie ad una serie

RUGBY

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opo un turno di riposo, alla pari di tutti i campionati federali italiani in occasione dell’immancabile incontro tra Nazionale Italiana di Rugby e gli All Blacks neozelandesi, campioni del mondo in carica, all’Olimpico di Roma di sabato scorso, la serie C di rugby Puglia – Basilicata (girone 2) torna a pensare al campionato. È infatti in programma per domani la sesta giornata di campionato del Cus Potenza Rugby, che se la vedrà contro il Messapia Rugby Mesagne,

BASKET

Caivano si incunea nella difesa avversaria e infila a destra del portiere, con Sileo dopo un perfetto cross di Martoccia e con 2 sfortunate autoreti. Il Vallo va a segno altre 2 volte ed alla fine la spuntano i potentini per 6 a 4. Migliori in campo: Caivano, Martoccia e Sileo per il Team; Di Grazia e Santangelo per i campani. Si conclude in allegria con un pranzo a base di pesce in un ristorante della zona con l’impegno di rivedersi in primavera a Potenza per una nuova sfida. L’U.S.Vallo, formata da calciatori un po’ avanti con gli anni partecipa al campionato campano per Amatori. L’A.C. Team Over40 Potenza, società nata nell’anno 1996 e composta

T

Il capitano rossoblu, Hairin Ribezzo (Giovanni Allegretti)

formazione

sembrano in netta crescita rispetto

che ha collezionato ottime prestazioni in questo primo scorcio di campionato e nettamente in crescita rispetto allo scorso campionato. La bella trasferta di Bernalda ha già mostrato il bel gioco di cui i lucani sono capaci, e il lavoro di questi giorni si è concentrato evidentemente su un’intenzione di continuità. “Il Mesagne sarà sicuramente un avversario ostico da affrontare – questa la dichiarazione dello staff tecnico sul sito societario– dai risultati che hanno avuto sin qui

allo scorso campionato, speriamo di affrontarli al meglio delle nostre condizioni psico–fisiche. Stiamo lavorando molto ma soprattutto stiamo preparando i ragazzi ad una partita davvero impegnativa, nella quale forse l’unico nostro vantaggio sarà il campo da gioco, il nostro.” Appuntamento dunque a domani alle ore 13:30 al Campo Scuola di Macchia Romana.

Tonino Lorusso

A3 - La Basilia infila una ‘tripla’ erzo successo di fila per la Basilia Sbm Potenza, che lo scorso sabato pomeriggio

C - Cus Pz, si torna in ‘mischia’

da ex calciatori dilettanti e professionisti opera nel campo della solidarietà e di solito gli incontri sono finalizzati alla raccolta di fondi per persone in difficoltà. Il prossimo impegno per il Team è per l’8 e il 9 dicembre in un torneo, organizzato dalla Lucana Matera a Ginosa e a Laterza. Per concludere, è doveroso formulare gli auguri al cassiere-economo Peppino Giordano, che è diventato nonno per la seconda volta: è nata la graziosa nipotina Elena. Per approfondimenti guardare il sito: www. over40potenza.it

ha espugnato Maddaloni avendo la meglio su un Centro Diana decisamente migliore di quanto dice la classifica. Migliore realizzatrice per le rossoblu il capitano Hairin Ribezzo, autrice di 22 punti. La vittoria proietta le rossoblu al terzo posto in classifica nel girone C, guidato dalla coppia Futura Brindisi–Npg Sorrento. A braccetto con le lucane a 8 punti Feba Civitanove Marche, Saces Mapei Stabia e Athena Roma. Proprio queste ultime hanno animato la settimana di preparazione della squadra che potentina, che si è allenata in vista del secondo impegno consecutivo in trasferta: Stamegna e compagne infatti saranno di scena domenica a Roma, proprio sul campo dell’Athena. Tutta la Basilia Basket Potenza si stringe intorno alla Presidente Dottoressa Marina Pecoriello e alla sua famiglia per la scomparsa del carissimo padre.


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Il legame della Basilicata con il modo Islamico L’antica presenza Saracena in regione di Giovanni D’Andrea

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a suscitato grandissimo interesse il corso di lingua Araba promosso e voluto dall’Università degli studi della Basilicata, in relazione al ruolo sempre più importante che la lingua e la cultura Araba sta avendo nel mondo. Al di là di ciò, potrebbe in una piccola regione non toccarci direttamente: però andando a sfogliare il libro della storia della presenza dei vari popoli che si sono avvicendati in Basilicata, possiamo annoverare il legame con il mondo Islamico, con la presenza dei Saraceni. Ogni vicenda dell’occupazione Araba dell’Italia, a nord dello stretto di Messina, ebbe storia a sé, con la costante di una manovalanza armata guidata anche da avventurieri isolati. Arabi, Saraceni, Mori, Turchi e Barbareschi, sono i termini con i quali si nominavano i soldati musulmani che, a partire dall’VIII secolo, solcarono il

Mediterraneo. Va però chiarito che le occupazioni da parte dei Saraceni nei territori Italiani non avevano portato solo lutti e razzie e disgrazie: vi fiorì l’agricoltura, l’architettura, in campo culturale: si affermarono specialmente le scienze astronomiche e matematiche, e tanto altro. La vita degli Italiani che vivevano lungo le coste e all’interno del territorio, specie del Mezzogiorno d’Italia, era resa in quel periodo assai difficile a causa delle continue incursioni piratesche che si succedevano ad opera delle bande Saracene che non avevano nulla a che fare con la raffinata civiltà orientale dei califfi. Queste incursioni non erano delle invasioni che miravano alla conquista di territori, ma scorrerie che si concludevano con il reimbarco degli assalitori, che si allontanavano insieme al bottino e alle prede conquistate. Le vicende dei Saraceni in Basilicata ci

dimostrano coma la Basilicata abbia seguito o subito le sorti della Puglia più nella parte orientale della regione e meno in quella occidentale, più vicina agli eventi svoltisi nella Campania e nella Calabria. Nei secoli IX e X, che videro insediamenti Saraceni in più zone della Puglia e ripetuti soggiorni nelle zone Lucane influenzate dalle vicende pugliesi nel cuore della Basilicata, nella zona tra Matera e Potenza, lungo le direttrici dei due maggiori fiumi della regione, il Basento e il Bradano. La posizione geografica della regione “Basilicata”, una zona impervia e di difficile accesso chiusa, tra la Puglia e la Campania e la Calabria e con limitati sbocchi al mare, ha fatto si che nei secoli IXX, i Saraceni Pugliesi o Siculi vi abbiano trovato un sicuro rifugio nel periodo in cui la presenza musulmana si rivelò più intensa nelle regioni

meridionali della penisola. I Saraceni furono favoriti dalla conformazione del territorio Lucano, costituito da zone boschive e di pascolo: la scarsa coltivazione era limitata alle strisce di terra lungo le fiumare, che servivano anche da vie di comunicazione; inoltre il territorio era scarsamente popolato: una modesta vita economica, fondata sulla viticoltura, pastorizia, e grano. Le storie locali purtroppo sono vaghe e imprecise, i riferimenti risultano generici e ripetitivi, i toponimi storpiati e spesso modificati in maniera da adattarli ad libitum: i cronisti si limitano in realtà ad un elenco monotono di date relative a saccheggi e distruzioni senza neppure tentare di accennare ai motivi e alle cause delle continue e ripetute infiltrazioni saracene e della presenza, anche se transitoria, delle varie bande di cui si sa molto,

neanche della loro precisa provenienza. Malgrado ciò, vi è una costante comune: la scorreria, non tanto e non solo ai fini di bottino, ma soprattutto come mezzo per trovare un rifugio più o meno temporaneo in tempi difficili e oscuri. Non si spiegherebbero altrimenti i riferimenti costanti al pericolo saraceno, in particolare nei due secolo IX e X, che videro insediamenti saraceni in più zone della Puglia e ripetuti soggiorni nelle zone lucani influenzate dalle vicende pugliesi, ossia nel cuore della Basilicata, nella zona tra Matera e Potenza, tra il Bradano e il Basento. In conclusione è possibile affermare che non c’è stata nella zona attuale della Basilicata una vera e

propria dominazione saracena duratura o continuata come avvenne per gli emirati pugliesi o per i ribat del Garigliano e di Agropoli. Anche se non è possibile tracciare un mosaico esauriente della presenza saracena nella Basilicata, i vari tasselli sparsi qua e là nelle fonti e nelle cronache locali, sono sufficienti a farci intravedere l’esistenza e il perdurare di una componente saracena meno visibile ma non meno significativa di quelle di altri popoli che si avvicendarono nel corso nei secoli a partire dai Romani.

Aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà: il ruolo del consulente

N

ell’esercizio della propria attività, l’imprenditore deve saper riconoscere lo stato di salute della propria azienda, avvertire eventuali segnali di debolezza prima che sia troppo tardi, saper affrontare il periodo difficile con competenza e razionalità, magari rivolgendosi ad un consulente aziendale prima di effettuare operazioni finanziarie e/o investimenti che possano apportare ulteriori rischi. Nello scenario di crisi economica-finanziaria attuale, le Pmi incontrano oggettivamente difficoltà nell’analisi delle proprie criticità e nella ricerca di nuove fonti di finanziamento bancarie. In tale evoluzione si inserisce di diritto il ruolo del professionista che rappresenta il problem solving dell’impresa, che dovrà assistere il management nelle operazioni gestionali: predisporre una pianificazione economicofinanziaria dell’attività svolta per effettuare valutazioni e controllo di tutti gli indicatori gestionali con valenza sul rating; ottenere informazioni sull’andamento degli specifici settori e sulle pressioni competitive; assistere il management dell’impresa nella gestione delle politiche di capitalizzazione e di ottimizzazione delle fonti di finanziamento. Nello specifico il consulente finanziario

può proporre innovazioni nei prodotti e nelle linee di produzione, riorganizzare il settore produttivo; in area patrimoniale può proporre una ripatrimonializzazione aziendale, la cessione di crediti illiquidi, la cessione o il fitto d’azienda; in area finanziaria può proporre un consolidamento delle passività o il ricorso a soluzioni finanziarie innovative, una rinegoziazione di debiti finanziari ecc.. Altri interventi e azioni a sostegno delle microimprese provengono da iniziative governative; con il decreto “Salva Italia”, il Governo ha varato una serie di provvedimenti con l’intento di favorire l’uscita dalla crisi delle Pmi, (“tessuto” vitale per l’economia italiana): Moratoria bancaria a misura di Pmi, Fondo di garanzia MCC L. 662/96, Accordo ABI/CDP per finanziamenti delle Pmi, Accordo ABI/ CDP per smobilizzo crediti P.A., Recupero del ritardo sui pagamenti da parte della P.A., Aiuto alla Crescita Economica (ACE). La moratoria bancaria prevede la sospensione dei finanziamenti per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo e quella per 12 o 6 mesi della quota capitale prevista nei canoni di leasing “immobiliare” e “mobiliare”. Le richieste dovranno essere presentate dalle imprese interessate entro 31.12.2012 alle banche che hanno aderito

all’Accordo. Al momento dell’inoltro della domanda è importante che l’Impresa presenti un ottimo stato, che sia ancora “in bonis”, ovvero non abbia nei confronti della banca sofferenze, partite incagliate, esposizioni ristrutturate o esposizioni scadute o sconfinate da oltre 90 giorni. L’accordo ABI/CDP prevede l’istituzione di un plafond “Pmi – Investimenti” per quanto riguarda l’ammontare delle spese sostenute per gli investimenti e/o esigenze di capitale circolante e l’istituzione di un plafond “Crediti vs PA” per sostenere il sistema delle Pmi, in rapporto agli effetti negativi derivanti dai ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Finalmente dopo tante segnalazioni da parte di imprenditori e professionisti per le imprese viene introdotto con il decreto “Salva Italia” un provvedimento che consente alle imprese di poter dedurre in maniera integrale l’imposta IRAP riferita al costo del lavoro, e in forma forfetaria l’imposta IRAP riferita al costo per i lavoratori a tempo indeterminato di età inferiore a 35 anni. Innovazione aziendale Angelo Nolè

organizzativa


34 Successo per le Maschere di Nicola Toce

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a Mostra “Le maschere di Nicola Toce. Percorsi di cartapesta tra rito e tradizione”, allestita a Matera nella chiesa rupestre di Santa Maria De Armenis, dal 10 giugno alla fine di ottobre 2012, è stata visitata da più di tremila persone, principalmente da turisti italiani e stranieri. Questo è quanto comunica la sezione dell’Archeoclub di Matera che ha promosso l’evento

unitamente alla Cna ed agli Archeclub di Melfi,

IN PLATEA CINEMA RANIERI

Policoro,Tricarico ed Aliano. “L’obiettivo del progetto - afferma Nicola Toce, autore delle maschere, è mantenere vive ed attive alcune delle tradizioni più interessanti del panorama lucano, per trasmettere saperi ed abilità alle nuove generazioni e rendere fruibile “grazie anche a corsi e laboratoriil comune patrimonio culturale che troppo

spesso rischia di essere dimenticato”. “È ormai necessaria - sostengono gli organizzatori - una riflessione profonda sull’uso della tradizione e del patrimonio culturale locale e regionale in rapporto al contesto nazionale, al turismo e all’economia; è giusto mettere in evidenza le grandi potenzialità che abbiamo e lavorare per un definitivo recupero di tradizioni artistiche ed artigianali che costituiscono un bagaglio comune in cui sempre più spesso si

Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffino

SELLING ENGLAND BY THE POUND “La perla del Rock progressive”

I

l 28 settembre 1973, vede la luce, il quinto lavoro in studio dei GENESIS, SELLING ENGLAND BY THE POUND, il disco che assumerà rapidamente il titolo di ‘perla del Rock progressive’, e nello specifico diverrà ben presto il precursore dello stile favolistico dell’Art Rock. L’album sarà il più venduto dell’era GABRIEL, piazzandosi al terzo posto nella classifica dei dischi più acquistati in Gran Bretagna.

Il titolo dell’album prende spunto da un manifesto del Partito Laburista inglese dell’epoca, che con tale espressione denunciava la “svendita” del Paese a meri interessi finanziari ed economici, e i testi di quasi tutto que-

identificano e riconoscono intere comunità. Il lavoro di recupero della tradizione della maschera, che Nicola Toce porta avanti ormai da molti anni, è nato proprio per conservare e trasmettere le antiche tecniche impiegate per creare le maschere ancora oggi utilizzate durante le sfilate organizzate per il Carnevale che ogni anno si celebra ad Aliano, nella splendida cornice del parco dei calanchi”.

sto lavoro sono vagamente incentrati sul tema del conflitto ipocrita - nel subconscio inglese - fra austerità della tradizione e miserie contemporanee. PETER GABRIEL, vocalist della grande band anglosassone, vestirà da lì a breve il ruolo scenico di “Britannia”, appunto per ben sottolineare dal vivo la sottile intenzione artistica in merito ai testi che compongono quest’opera discografica. I riferimenti culturali, quasi sempre ri-ambientati nel presente, vanno dal folklore e dalla storia Britannici, alla letteratura (Romeo e Giulietta di Shakespeare), passando attraverso spunti estratti dalla cronaca, come la guerra tra GANGSTERS di periferia Londinesi. Non mancano altri temi di fantasia, come la metafora fluviale del tempo che scorre e i riferimenti particolari alle antiche ordalie. In chiusura dell’album, il tema della “svendita” materiale ed etica prende la forma dell’elenco di offerte speciali di un supermercato (AISLE OF PLENTY), cantate a più voci sullo stesso tema musicale che apriva il disco. L’album è ricolmo dei giochi di paro-

le e neologismi, spesso difficilmente traducibili, che costituiscono un tratto distintivo dei GENESIS agli inizi degli anni ‘70. Dal punto di vista musicale, il disco prosegue nello stile dei precedenti lavori nel presentare lunghi brani con frequenti digressioni strumentali, qui arricchite per la prima volta dal costante uso del sintetizzatore, alcune delle quali - come nel caso di THE CINEMA SHOW - diverranno consuetudine permanente nei concerti dei GENESIS lungo tutta la loro carriera. Farà subito parlare di sé il brano FIRTH OF FIFTH, per solo pianoforte, arrangiato dalla band nella sua versione definitiva, nonché THE CINEMA SHOW, appunto, che sono – secondo molti – alcune delle migliori composizioni della storia dei GENESIS, e il brano I KNOW WHAT I LIKE, diverrà ben presto il loro primo singolo ad avere un reale successo di vendite. Apprezzabile anche la sperimentazione di due particolari modi di suonare la chitarra: il TAPPING, che fu in seguito reso noto da EDDIE VAN HALEN, e lo SWEEP-PICKING, di cui farà ampio uso, negli anni ottanta, un altro grande della dodici corde, YNGWIE MALMSTEEN.

BALOJI “Kinshasa Succursale”

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hi scrive è convinto che la scena hip hop africana sia attualmente la più fervida al mondo. Il continente nero, e i suoi figli sparsi anche al di fuori della Terra Madre, come già con il reggae si stanno riappropriando dei generi musicali nati in Occidente dai propri rigogliosi semi. La multiforme scena hip hop africana è assai ibridata da suoi africani e dal reggae, ed è in grado di partorire dischi emozionanti come questo secondo album del rapper belgacongolese Baloji, che in copertina si fa battezzare come novello “griot” in rime della scena internazionale. Questo “Kinshasa Succursale” è un vero e proprio caleidoscopio di suoni colorati da far impallidire un qualsiasi artista rap afroamericano, compreso quel gran paraculo di Snoop Dogg che si è riscoperto rasta e che ora si fa chiamare Snoop Lion (recensiremo comunque anche il suo disco, quando uscirà). Nel frattempo, gustiamoci questo straordinario mondo di Baloji, “quello di un bambino cresciuto in un esilio economico, di un pan-Africanista sorto dalle ceneri di Lumumba, una mente acuta che cerca solo di riconciliarsi con gli spiriti antichi e di risvegliarli”.


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Viaggio in Italia del narratore inglese George Gissing Visitò la Magna Grecia nel 1887 soggiornando a Crotone, Tarano e Catanzaro di Michele Strazza

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eorge Gissing (18571903), narratore e saggista, fu in Italia nel 1887 e nel 1897 spinto dai suoi interessi umanistici e dal culto del mondo classico: “Ogni uomo ha un suo anelito intellettuale. Io ho quello di sfuggire alla vita che conosco e di tornare per virtù del sogno in quell’antico mondo che deliziò la mia immaginazione di fanciullo. I nomi della Grecia e dell’Italia mi attirano come nessun altro, mi riportano alla giovinezza”. Il romanziere inglese aveva sempre desiderato visitare l’Italia ma le precarie condizioni economiche glielo avevano impedito. Nel 1887 riuscì a coronare il suo sogno grazie ai proventi di una sua pubblicazione. Nel corso di un suo viaggio visitò la Magna Grecia, soggiornando principalmente a Crotone, Taranto e Catanzaro. Come mezzo di trasporto sceglie il treno soprattutto perché non gode proprio di ottima salute, ma anche altre considerazioni lo spingono a questa scelta. La linea ionica, percorsa già dal francese Lenormant, risultava, infatti, già all’epoca servita dalla ferrovia essendo stati riunificati dopo l’unità d’Italia i vari tronconi di ferrovie appartenenti ai diversi regnicoli. La costa dunque veniva percorsa da sbuffanti treni a carbone, che iniziarono ad accorciare i tempi per i traffici ed i commerci tra una regione e l’altra del Paese. Più difficili risultavano i percorsi trasversali delle neonate

ferrovie d’Italia, ancor più le diverse tratte locali, anche se già fervevano nuovi progetti e lavori unitamente a quelli delle strade rotabili. Negli scritti del romanziere inglese è contenuta tra l’altro proprio la descrizione di questo nuovo mezzo di trasporto, indubbiamente destinato a porre le basi per diversi scambi e rapporti. In Gissing il “viaggio” facilita impressioni e stimola l’immaginazione, sintonizzandosi la memoria su luoghi e paesaggi attraversati

e in qualche modo già visitati, anche attraverso le opere di altri autori. Recandosi, dunque, in treno da Taranto a Crotone, lo scrittore inglese compie una sosta a Metaponto dove, dopo alcune difficoltà iniziali, riesce trovare una guida per visitare gli scavi. Insieme al ragazzo presentatosi

per accompagnarlo compie una “passeggiata di due o tre miglia, per una carreggiabile, attraverso campi appena arati per la semina del grano”. Questa la descrizione del paesaggio e della flora che Gissing annota: “Tutt’intorno era una campagna pianeggiante o lievemente ondulata, che d’inverno diventa un pantano: tracce secche di una vasta palude, e di tanto in tanto una pozza stagnante mostravano quale sarebbe stata la situazione

fra un paio di mesi. Le proprietà erano divise da siepi d’agave, enormi piante, che incurvavano solennemente le foglie appuntite come spade. La pianta sorella, il pungente ficodindia, si torceva qua e là in mezzo a cespugli di ginepro e tamerischi. Lungo la strada si ergevano alti cardi ormai

Settimana dell’Unesco, le iniziative di Legambiente Basilicata

I

n occasione della settimana Unesco di Educazione allo sviluppo sostenibile, la rete dei Ceas e Oas di Legambiente Basilicata Onlus ha messo in campo “BioAlimenta il domani”. Lo rende noto la stessa organizzazione ambientalista, che in una nota ricorda come il progetto, sostenuto dal programma Epos- Programma strategico 2010-2013 finanziato dal

Po Fesr 2007-2103, ha l’obiettivo di promuovere modelli di sviluppo sostenibile, salvaguardando il nostro patrimonio culturale e naturale, accrescendo la consapevolezza sull’importanza di individuare nuove scelte di acquisto e nuovi stili di vita. Per concretizzare questi obiettivi Legambiente organizza tre manifestazioni, una “Io faccio la cena giusta

– Basilicata in tavola”, il 23Novembre 2012 al ristorante Mozart, una campagna d’informazione “Occhio agli acquisti…per una spesa sostenibile”, il 25 Novembre 2012 in piazza Mario Pagano a Potenza dalle 10 alle 13:30, e un percorso di educazione ambientale nelle scuole “BioAlimentazione”, dal 26 Novembre.

secchi, imbiancati dal tempo, i cui grossi ricettacoli di semi mostravano quanto fosse stato bello il fiore. Pavoncelle giravano e stridevano al di sopra delle nostre teste, e la terra dura e screpolata brulicava di lucertole”.Giunto presso la Tavola dei Paladini, un monumento in passato “molto imponente nel vasto paesaggio”, il viaggiatore nota, con rammarico, che, “qualche anno fa, per proteggerlo dai saccheggi dei contadini”, venne costruito

un muro alto tre metri, vicinissimo alle colonne “di modo che non si riesce più ad avere una buona visuale”. Del resto, osserva il Gissing, tale muro non serve a niente in quanto la cancellata di ferro posta sull’ingresso ha una serratura in disuso da molto tempo, tanto che la guida aprì il cancello con una semplice spinta: “Così quel brutto muro serve solo a deturpare la bellezza della scena”. Questa la descrizione che lo scrittore fa del tempio visitato: “E’ la rovina di un tempio a un dio sconosciuto, e si trova un po’ a nord della città antica; due file parallele di colonne, dieci da un lato, cinque dall’altro, con un architrave quasi intero e un basamento sconnesso. I bei capitelli dorici sono ben conservati; ma le colonne, sgretolandosi sotto il dente del tempo, sembrano durar fatica a reggere le loro nobili teste”. Anche la vegetazione del luogo attira l’attenzione dello scrittore che, di fronte ai resti delle antiche vestigia, non può non provare una forte emozione: “ Nel recinto del tempio vi è una folta vegetazione: un rosaio in fiore contrapponeva la sua fresca e armoniosa grazia alla forza, consunta dai secoli, di

quelle grandi pietre scolpite. Intorno alle loro basi cresceva lussureggiante una pianta che per un momento mi fece pensare all’Inghilterra rurale, la sassifraga dalle foglie rotonde. Mentre sostavo là, si risvegliò in me un po’ della profonda emozione che avevo provato anni addietro, fra i templi di Paestum. Certo questa rovina seminascosta non può paragonarsi alla gloria senza pari di Paestum, ma anche qui come là, è soverchiante il pathos di una antichissima desolazione; in mezzo a un silenzio che la voce non ha il potere di rompere, l’eterna vitalità della natura trionfa sulla grandezza di uomini dimenticati”. Lasciato Metaponto, dopo aver preso il biglietto per Crotone, il Gissing attraversa il bosco di Policoro: “Al calar del crepuscolo oltrepassammo un tratto fittamente boscoso, che era abbastanza grande da potersi definire una foresta; i grandi alberi apparivano grigi per la vecchiaia, e nella giungla del sottobosco (mirto e lentischio, corbezzolo ed oleandro) erano stagni verdi, pozze profonde ed opache, grigi rigagnoli”. Lo scrittore, nel riferire le proprie sensazioni, afferma: “L’immaginazione subiva un fascino che era fatto per metà di paura; non avevo mai visto un bosco incantato. Nulla di umano poteva aggirarsi tra quelle ombre senza sentiero, vicino a quelle

acque morte. Era l’ingresso al mondo degli spiriti; su questo bosco, contemplato sull’orlo del crepuscolo, gravava un silenzioso timore, quale Dante conobbe nella sua selva oscura”. “In qualche parte della foresta incantata – conclude il viaggiatore – dove la vita selvatica si trascina da un albero all’altro, dove gli uccelli e le creature della solitudine paludosa frequentano la loro antica dimora, sono sepolte le pietre di Siris”. Di altre valenze ancora è ricco il testo di Gissing, ritenuto tra i libri più notevoli scritti sull’Italia da viaggiatori stranieri. Nella sua scrittura, che si impenna nella memoria e nella storia dei luoghi, sono sottese anche acute osservazioni sulla persistenza dei valori umani e religiosi delle popolazioni del Mezzogiorno. Da autentico scrittore gli basta osservare a volte la cura riservata ai cimiteri: “ (…) Quando sono in viaggio non manco mai di visitare i cimiteri; mi piace vedere come un popolo ricorda i suoi morti, perché le tombe hanno un grande significato” o fissare sulla pagina la religiosa speranza di un bambino di vedere ricostruita la chiesetta sulla collina distrutta dal terremoto, aspettando ed immaginando il ritorno di un Gissing architetto.


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ontrosenso

REPORT

24 Novembre 2012

Basilicata

La storia di Elisa Claps, tra luci ed ombre … Tra le righe di Assunta Basentini e Cristiana Coviello

“E

lisa tra cielo e terra”, Luigi Pellegrini Editore, è il libro che Assunta Basentini (Psicologa clinico forense) e Cristiana Coviello (Avvocato) hanno dedicato ad Elisa Claps. Storia vera quella ripercorsa fra le pagine di questo libro, che ricorda la piccola Elisa, sedicenne di Potenza, scomparsa ed uccisa nel medesimo giorno, il 12 settembre 1993. Era domenica ed Elisa passeggiava tranquillamente per le vie del centro storico di Potenza, finchè non si incontra nella Chiesa della Santissima Trinità con un ragazzo, Danilo Restivo. A seguito dell’incontro, di Elisa non vi sono tracce. Sparita,

rapita, persino scappata, varie le ipotesi sull’accaduto. Diciassette anni dopo, ovvero nel marzo 2010, i resti della giovane vengono rinvenuti nella medesima chiesa; luogo che da tempo era indicato con insistenza da tutta la famiglia Claps, come posto ove cercare. Restivo, che intanto risiede in Inghilterra, viene costantemente controllato dalla polizia inglese fino al maggio 2010, quando tutti gli indizi per l’omicidio della sarta inglese sua vicina, convergono su di lui. Le dinamiche dei due omicidi coincidono, così da dare la possibilità di tracciare un profilo psicologico del presunto colpevole. A seguito

degli eventi, le autrici hanno creato, dopo essersi ritrovate a parlare del caso, questo libro. Libro che tenta di dar voce a chi voce non ha avuto. Voce che parte da Elisa in prima persona nella Parte Prima del libro, ed arriva alle autrici per invocare aiuto e giustizia, grida solitudine e invoca l’amore dei suoi affetti. Il suo monologo termina con l’uscita dei suoi resti mortali dal sottotetto, il giorno del ritrovamento; è come se il mondo finalmente avesse udito il suo grido di dolore e l’avesse ritrovata. La Parte Seconda del libro descrive minuziosamente tutto l’iter giudiziario: vengono centrate le figure di Eliana (amica di

Elisa) e, soprattutto, il profilo di Restivo. Con al seguito la struggente lettera d’amore di Elisa alla sua mamma. Nella Parte Terza, nonché ultima, le autrici ci offrono una cronaca tecnico-giudiziaria degli eventi che si susseguono dopo l’arresto del Restivo, ma, nel contempo, proseguono nella loro accorata ricerca della verità che risalta nell’immaginario incontro di Elisa con l’amica Eliana al cimitero. E’ un incontro denso di emozioni e di affetto negato per troppo tempo. Alessia Nardozza

INTESTINO LIBERO Curarsi e purificarsi con l’igiene intestinale. Bernard Jensen - Macro Edizioni

“La colpa di Ottavia” presentato a Vietri

E’

stato presentato nella Sala Convegni di Vietri di Potenza domenica 18, il libro intitolato “La colpa di Ottavia” . La serata organizzata dalla Protezione Civile di Vietri di Potenza ha visto come protagonisti i due giornalisti e autori del libro Fabio Amendolara ed Emanuela Ferrara. E’ La misteriosa storia della bambina di Montemurro scomparsa nel 1975 e mai più ritrovata. Il libro, spiegano gli autori, è stato intitolato la “Colpa” in segno di riscatto di Ottavia, di restituzione della dignità della bambina che, come ben sappiamo, godeva di “scarsa reputazione.” Gli autori, nel loro libro, mirano a raccontare quelle poche verità su Ottavia facendo trasparire anche un senso di amarezza per la denuncia di

superficialità riguardo le indagini e perché si evidenzia ancora una volta, la mancanza di caparbietà e determinazione da parte della magistratura nei confronti della vicenda. Scavando nei documenti a loro disposizione, i due giornalisti, si sono resi conto di numerose contraddizioni emerse all’interno degli atti e sarebbero state infatti proprio queste oggetto di depistaggio delle indagini. Ancora oggi, non si fa luce su questa vicenda, nonostante le sollecitazione della famiglia perché la gente del posto preferisce non ricordare la storia della bambina che a soli 12 anni godeva di “scarsa reputazione”, della bambina a cui i vecchietti del paese regalavano dei soldi probabilmente in cambio del suo silenzio. L’unica speranza

è quella di portare alla luce la verità con l’aiuto di tutti i testimoni che sono nominati negli atti e di dare giustizia ad Ottavia perché Ottavia era soltanto una bambina usata, sfruttata, violentata, una bambina che non poteva vivere la sua vita a causa di stereotipi arcaici, vigenti al suo tempo, secondo cui le femmine “non dovevano essere.”. Restituire dignità alla povera Ottavia invece di cancellarla da Montemurro perché legata solo ad un brutto ricordo, è l’unica giustizia che gli autori del libro insieme alla sua famiglia vogliono ottenere. Carla De Laurentiis

B

ernard Jensen è un medico naturopata, nutrizionista e iridologo, autore di The DoctorPatient Handbook. Durante 50 anni di pratica medica è giunto alla conclusione che il disturbo intestinale è uno dei più diffusi nella popolazione. “Nella società moderna, soffriamo tutti di qualche disfunzione, digestiva e di eliminazione. E’una situazione di proporzioni epidemiche. Il nostro cibo e lo stile di vita stanno lentamente minando la salute e la vitalità dell’intera popolazione. La sofferenza e la malattia rivendicano la maggior parte delle nostre energie, del nostro tempo, dei nostri soldi e delle nostre emozioni. Stiamo diventando cagionevoli e privi di vitalità”. D’altra parte la chirurgia e i farmaci non fanno che ritardare i problemi; raramente raggiungono la sorgente delle nostre malattie. I farmaci vengono utilizzati per alleviare i sintomi e mascherare una condizione spesso cronica non diagnosticata che avanza quando non viene curata. La malattia non può essere curata a chi ha pessime

abitudini di vita. “Se non elevate le vostre attitudini mentali e la vostra coscienza, non prenderete una strada migliore per la vostra salute. Troppe persone con uno stile di vita a base di caffè e ciambelle, vanno dal medico, ricevono una cura, ma poi riprendono le vecchie abitudini della caffeina e zucchero”. E’ stato accertato che il consumo eccessivo di carboidrati raffinati è responsabile di arteriosclerosi e diabete mentre l’insufficente contenuto di fibre provoca alterazioni di pressione intestinali e induce il colon ad ammalarsi. “Quando mangiamo cibi che non sono integrali, quando non sono crudi o non contengono fibre a sufficienza, per formare massa, stiamo favorendo i disturbi. Se il nostro stile di vita fosse corretto, non ci sarebbe bisogno di preoccuparci dell’intestino. Non ci nutriamo correttamente, non facciamo esercizio fisico, non respiriamo aria fresca e non prendiamo bagni di sole”. La civiltà moderna e in particolare le nazioni industrializzate, hanno la maggiore percentuale di disturbi intestinali. Gli antibiotici come la penicillina, possono sopprimere completamente la flora batterica amica, dando l’opportunità a pericolosi batteri e virus di proliferare.

I lassativi sono irritanti e dannosi per l’intestino. Inoltre molte persone non bevono acqua a sufficienza”. Dobbiamo riequilibrare le nostre carenze organiche: non è sufficiente un farmaco a far funzionare il corpo in maniera corretta. “Bisogna invece riparare, ricostruire e rigenerare il corpo. Respirare bene è importante per ossigenare gli organi e i suoi tessuti. Fare movimento è ottimo per la circolazione sanguigna e linfatica. Bisogna imparare a masticare. Sfortunatamente la gente non mastica a sufficienza: alcuni a causa delle protesi dentarie, altri per la perdita di alcuni denti, altri per pigrizia”. Mai prima d’ora l’uomo ha vissuto in un ambiente così tossico e velenoso. L’aria, l’acqua il cibo, il terreno, e ogni cosa che tocca ha sostanze potenzialmente tossiche che, in qualche modo, possono essere assorbite dall’organismo. Per una vita piena di salute l’autore raccomanda: Imparate ad accettare qualsiasi decisione presa. Siate grati e benedite il vostro prossimo. Non parlate delle vostre malattie. Fate degli esercizi ogni giorno. Mantenete la vostra schiena flessibile. Masticate il vostro cibo. Mantenete l’alimentazione per l’80% alcalina e per il 20% acida. Om Shanti Shanti Shanti yogateacher@tiscali.it

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.


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