Controsenso, 27 ottobre 2012

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Basilicata

27 Ottobre 2012

DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO III n. 100/27 Ottobre 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

Film commission e parentele: un film già visto

Regione e soldi: “dirigente” o non “dirigente”?

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Vicenda Strangio: l’ospedale perde ancora

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Cari Contro-Lettori, visto che siamo in attesa di Halloween, diciamo che abbiamo scherzato. Abbiamo scherzato, sul numero scorso, quando abbiamo parlato della progenie Foliniana (ben) piazzata per il mondo, e più in generale dei “fortunelli” del Pd. Abbiamo scherzato, perché ci aspettavamo quanto meno di aprire un dibattito, ma nessuno ci ha risposto, né smentito, né criticato o apprezzato. Si sa, in Basilicata si preferisce far finta di niente, quando la questione è bella interessante, confidando nell’atavica capacità del cittadino suddito, in particolare di quello lucano, di dimenticare le cose. Beh, cari lettori e cari cittadini, sappiate che se voi dimenticate certe notizie dopo averle lette, LORO di voi non si dimenticano quando vi vengono a chiedere il voto, e non si dimenticano nemmeno di noi giornalisti. Perché a volte accade (a tutti i giornali, sfortunatamente) che quella notizia che voi avete letto en passant, a chi l’ha scritta è costata una querela. Perché, sappiate, in Basilicata – a torto o a ragione- si querela prima, e poi si vede. Tanto, chi denuncia pur sapendo di avere torto, non rischia niente. E mentre il cittadino, magari cinque anni dopo (perché questi sono i tempi della giustizia), di quella notizia non ricorda più

Non si parla quando si mangia

neanche una virgola, il politico o potente di turno è ancora là, in tribunale, di cinque anni più vecchio ma incattivito più che mai, e intenzionato più che mai a farti passare un guaio, a te

che hai scritto, maledetto. E’ questo ciò che accade, signori. Ma è grave che certe notizie se le dimentichino anche gli avversari politici, o quelli che dicono di avere a cuore il benessere

pubblico e la giustizia sociale. E poi uno indaga e scopre che, sfortuna sua, il neo presidente della Film Commission è cugino carnale del senatore Chiurazzi, sempre della

famiglia Pd, ed è amico del fratello del solito ed onnipresente ed onnipotente Vincenzo Folino. Il politico nostrano dal cervello fino. Tutti zitti, però. Sui giornali nazionali si

parla dello scandalo della segretaria di Bersani, e sono in pochi ad accorgersi che Enrico Basile, addetto stampa del Pd, “segretario” di Roberto Speranza (a sua volta alfiere proprio di Bersani) prende – legittimamente- sia i soldi da addetto stampa (difficile pensare che lo faccia gratis) che –legittimamente- quelli da portaborse dell’assessore alla sanità Attilio Martorano (11.684,65 euri di soldi nostri dal 6/9/2010 al 5/9/2011: 750 euro al mese). Ma preso com’è a scarpinare dietro Speranza, quando ci andrà in Dipartimento alla Regione? C’è poi la questioncella dei dirigenti regionali –su cui torneremo diffusamente sul prossimo numero- che grazie ad una delibera di giunta settembrina (la n. 1176 del 18 settembre 2012) hanno visto salire il gruzzoletto del “premio di risultato annuale” a 954mila euro e rotti per il 2011, e 919mila euro e rotti per il 2012. Facendo un calcolo molto approssimativo, siamo sui 20mila euro a capoccia. Anche qui, tutto legittimo, per carità. Ma l’opportunità e il rispetto per chi non ha da mangiare –e cioè i cittadini che non sono portaborse, addetti stampa, politici o dirigentisono tutto un altro paio di maniche. Walter De Stradis


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Commissione lucana per il cinema: un film già visto Il giornalista Franco Rina nominato presidente del cda Ma ecco spuntare le solite parentele. Divampa la polemica di Walter De Stradis

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olo la scorsa settimana, su queste pagine, avevamo parlato del “L’importanza di chiamarsi Folino”, ovvero –più in generale- del benevolo destino che spesso tocca ai pur capaci parenti ed amici dei potenti della nomenklatura Pd. A margine della firma dell’Atto costitutivo della Lucana Film Commission, sono nate però ulteriori riflessioni. Com’è noto, il Consiglio Generale ha nominato il Consiglio di Amministrazione. Alla presidenza è andato Franco Rina (designato dal Presidente della Regione), componenti saranno Giovanna D’Amato (designata d’intesa tra Presidente della Provincia e Sindaco di Potenza) e Caterina D’Amico (designata d’intesa tra Presidente della Provincia e Sindaco di Matera). La partecipazione al Cda è “a titolo onorifico”, non prevede

cioè alcuna forma di compenso e i componenti hanno diritto solo al rimborso spese per la sola partecipazione alle sedute del Cda. Anche se a titolo gratuito, è indubbio che far parte del cda della Film Commission è qualcosa di allettante, in fatto di visibilità, opportunità, influenza e perché no, anche potere. Purtroppo, pur riconoscendo al dottor Franco Rina il curriculum notevolissimo che lo contraddistingue, non abbiamo potuto fare a meno di notare la sua stretta parentela col senatore del Pd Carlo Chiurazzi, che è suo cugino

di primo grado (“ho appreso della sua nomina leggendola su Basilicatanet, io non c’entro nulla”, ci ha detto subito il parlamentare). Non solo, a quanto ci riferiscono, il neo presidente della Film Commission è amico di un fratello del solito Vincenzo Folino, e sarebbe anche molto vicino (ma quest’ultimo particolare è tutto da confermare) all’attuale assessore al lavoro Vincenzo Viti. Ripetiamo: non si discutono i meriti conquistati sul campo. Tuttavia la domanda nasce spontanea. Pur considerato che la Basilicata è una regione schifosamente piccola, e che alla fin fine ci si conosce tutti: possibile che non esista mai, da qualche parte, qualcuno che non sia parente o amico di questo o quel personaggio del Pd? Anche a volerlo considerare solo un caso, statisticamente è qualcosa di incredibile. In settimana, inoltre, sulla scelta del dottor Rina sono giunte altre polemiche. Secondo “Rete Cinema Basilicata”, infatti, “la nomina a Presidente di Franco Rina (già direttore della rassegna Cinemadamare e di attività di formazione cinematografica in Basilicata) - da parte della Regione Basilicata - e di Giovanna D’Amato (violoncellista e direttore dell’Ateneo Musica Basilicata) - da parte di Provincia e Comune di Potenza - lasciano perplessi palesando un evidente potenziale conflitto di interesse sul territorio ed una scarsa rispondenza ai principi dello Statuto su cui si basa la Fondazione stessa. (…) In particolare, l’art.10 comma 2, prevede che i componenti del CdA esprimano competenza ed esperienza nel settore cinematografico: a tal

Franco Rina

proposito, ci domandiamo quali siano le evidenti competenze maturate nel campo cinematografico e degli audiovisivi tout court dalla d.ssa D’Amato tanto da convincere gli Enti proponenti la sua candidatura a fare il suo nome. Sempre nello Statuto, l’art.16 evidenzia l’incompatibilità delle cariche dei membri del CdA che svolgano attività in conflitto con i compiti istituzionali della Fondazione: ci pare evidente che la nomina a Presidente della Lucana Film Commission di Franco Rina palesi da subito il suo conflitto di interessi visto che tanto Cinemadamare quanto alcune delle attività collaterali al Festival (come CIAK BASILICATA – SENSI CONTEMPORANEI CINEMADAMARE) sono organizzati con la collaborazione ed il sostegno della Regione Basilicata. Gli operatori del settore chiedono, quindi, che il Consiglio Generale della Fondazione Lucana Film Commission (composto dal Presidente De Filippo, dai Presidenti Lacorazza e Stella e dai sindaci Adduce e Santarsiero) chiarisca come siano state operate tali scelte, in base a quali criteri e se alle nomine succederanno le necessarie dimissioni dalle attività esercitare sul territorio da parte di coloro che evidentemente mal potranno conciliare le proprie attività con la carica ricevuta”. C’è da sottolineare che, da ultimo, il Consiglio generale ha proceduto all’approvazione dell’avviso pubblico per la nomina del Direttore della Lucana Film Commission e alla determinazione del relativo compenso. Argomento ciccioso, quindi. Per questo ultimo aspetto, è stato deciso di parametrare il compenso del direttore alla media di quelli previsti in altre Regioni Italiane che hanno lo stesso tipo di struttura e agganciandone il costo al livello più basso di retribuzione della dirigenza regionale. In conseguenza di questi parametri, la retribuzione lorda annua del Direttore della Lucana Film Commission sarà di 75.000 euro oltre iva. Il direttore della Film Commission, infatti, non sarà dipendente, presterà la sua opera in favore dell’organismo con vincolo di esclusiva, il mandato cesserà unitamente a quello del Consiglio di Amministrazione e sarà rinnovabile una sola volta. Staremo a vedere chi sarà il fortunato.

IL POETA AMICO DI TONINO GUERRA: «UN FAMILISMO AVVILENTE» di Rosa Santarsiero

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o scorso venerdì 19 ottobre, nell’aula Verrastro della Regione Basilicata, è stato ratificato l’atto di nascita della “Lucana film commission”. I soci della fondazione sono i due Comuni, le due Province e la Regione Basilicata. L’atto è stato sottoscritto dai Sindaci delle due città lucane, dal presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, da Piero Lacorazza, presidente della Provincia di Potenza, e dal presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo. La “Lucana film commission” è un’associazione culturale che ha lo scopo di promuovere il territorio regionale e la sua storia, attraverso la realizzazione di opere cinematografiche, televisive, audiovisive e pubblicitarie, sia italiane che estere. Inoltre, la Film commission si propone come punto di riferimento per tutti gli artisti e i professionisti del settore che scelgono la Basilicata quale set per la realizzazione di produzioni cinematografiche. Fin qui nulla di anomalo, non fosse altro che la nomina del Presidente del Consiglio di amministrazione della società -avvenuta su indicazione del Presidente della Regionesarebbe in contrasto con uno degli articoli dello Statuto della stessa “Lucana Film Commission”. L’articolo 16, infatti, vieta ai membri di ricoprire incarichi simili in associazioni dai compiti speculari (come segnalato nell’articolo del nostro direttore su questo numero di Controsenso). Nonostante il Presidente del Cda abbia un curriculum ragguardevole, questo aspetto della vicenda ha sollevato un vespaio di polemiche. Pensare che la Film commission è nata al grido di: «saremo trasparenti». Andrea Pinketts parlerebbe di “Senso della frase” in uno dei suoi romanzi più importanti. Ilarità a parte, abbiamo avuto modo di parlare della cultura in Basilicata e della neonata fondazione con uno degli

esponenti più importanti della cultura lucana contemporanea. Nicola Filazzola, poeta e pittore materano, amico del compianto sceneggiatore e poeta Tonino Guerra, ha risposto per noi ad alcune domande, in un incontro tenutosi a Terlizzi, mentre lavorava ad alcune pregiate ceramiche. Signor Filazzola, crede davvero che la “Lucana film commission” possa apportare dei benefici economici alla Basilicata? «Difficile prevederlo. Un’utilità di sicuro potrà darla, ma non penso che ciò possa accadere nell’immediato. Spero riesca ad attirare l’attenzione delle persone che non conoscono ancora la nostra terra, sarebbe un buon risultato in termini turistici. Dal canto mio, spero che questa fondazione operi al meglio». Durante le fasi che hanno portato alla sottoscrizione dell’atto di nascita della Commission si è parlato di trasparenza nella scelta dei membri, compreso il futuro Direttore che verrà selezionato attraverso un bando pubblico. Ma, come segnalato nell’articolo scritto dal direttore De Stradis, il Presidente del Cda è Franco Rina, cugino di primo grado del Senatore del Pd, Carlo Chiurazzi… «Si parla tanto di trasparenza, ma ogni volta dietro la scelta di una poltrona c’è sempre il parente o amico del politico di turno. Io sono avvilito da questo modo di fare. Non entro nel merito delle competenze e del curriculum di Rina che, di sicuro, sarà ragguardevole, ma è malinconico sapere che ogni cosa, anche la cultura, è frutto delle solite logiche». Lei, alla luce dei suoi trascorsi nel mondo della cultura, si aspettava di essere perlomeno contattato? «Mi fa molto piacere questa sua domanda. Significa che un minimo di merito per il mio lungo lavoro posso pur prendermelo. Sono stato un caro amico di uno

Nicola Filazzola

dei più grandi sceneggiatori del nostro tempo: Tonino Guerra. Non pretendevo di entrare a far parte dello staff della Film Commission, ma almeno di essere contattato per un parere. Questo sì, mi avrebbe fatto davvero piacere. Tuttavia, vorrei proporre accanto al presente, un altro genere di discorso. Iniziative come questa sono lodevoli, ma la nostra Regione risente di problematiche ben più gravi. Si parla molto, in questi giorni, del tema della Provincia unica. Matera sarà sede di questa fondazione, ma servirà a poco se le verrà sottratto il ruolo di Provincia. Mi auguro che tutti i cittadini facciano sentire la loro voce, che personalità eminenti come, ad esempio, il giornalista che ci ha detto tutto sulle feste patronali, Mario Trufelli, o il signor Appella, un cittadino onorario della città di Matera, manifestino e rendano palese il loro pensiero a riguardo. Spero che non venga stravolta la geografia del nostro territorio, e che i politici non creino inutili divisioni». Si parla di investimenti sostanziosi. Crede che la “Lucana film commission” darà lustro realmente ai giovani e alle diverse professionalità del cinema lucano? «Be’, la Basilicata come terra di set cinematografici è cresciuta molto negli ultimi anni. Penso in particolare alla città di Matera e alla sua Provincia. Non so se i soldi abbiano un legame con il talento. Io dico di no. Il successo dipende molto dalla predisposizione e dalla tenacia delle persone. Certo, emergere in Basilicata è molto difficile. Questo è assodato».


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Soldi e ufficio stampa regionale: “dirigente” o “non dirigente”? I

n un paese di sordi serve veramente qualcuno che parli, dal momento che parlare ad un sordo è inutile e frustrante? Noi speriamo che serva, anche se stiamo ragionando di quisquilie, tutto sommato, perché ragionare della Stampa della Regione e del suo Direttore, mentre ci stanno smontando il paese è quanto meno temerario, però è evidente che il tutto comincia sempre con qualche piccola cosa fuori posto che nessuno nota o nessuno segnala. Detto alla buona, la stampa è importante perché se e quando segnala le piccole e le grandi cose che non vanno, aiuta la gente ad avere una propria opinione e il paese a non farsi smontare da chicchessia. Qui in Basilicata, poi, dove la gente legge poco, è ancora più importante che circolino le informazioni con ogni mezzo e che ogni mezzo, come ogni persona, che gestisce il mezzo non sia sospettabile di intrallazzi o peggio. Allora perché parlare del Rivelli Giovanni? Che cosa ha fatto di male? Cosa c’è da contestargli? Quali notizie non ha dato o ha dato aggiustate? E se non è questione di notizie di che si tratta? E qualunque cosa sia si è sicuri che sia la cosa decisiva in un momento di crisi e abusi di ogni genere come l’attuale? La risposta è sì: bisogna parlare di Rivelli perché non parlarne è come non tappare la

falla di una diga che si allarga sempre più fino a quando non viene giù e rovina tutto e tutti. Ad avercela con RIVELLI non siamo noi, del resto, visto che gli viene già contestato (in una nota inviata da un editore locale all’Ordine Nazionale dei Giornalisti) il fatto fondamentale, che il tizio viola la carta dei doveri degli uffici stampa e che inoltre non viene censurato o punito e non viene neanche sollecitato a rimuovere la violazione o a cessare le situazioni non ammesse. La carta dei doveri è atto che vincola i giornalisti (a pena di cancellazione dall’ordine e dell’ impossibilità di esercitare la professione giornalistica) e impone che il responsabile o addetto a un ufficio stampa pubblico (e questo sarebbe il ruolo del RIVELLI in Regione) non può assumere e svolgere incarichi altri che abbiano natura economica o peggio, non può e non deve gestire appalti, gare e quanto altro non sia specificamente fare il giornalista. Tutto questo è l’obbligo del giornalista che voglia rimanere iscritto all’albo ed esercitare la professione e, dunque, il RIVELLI Giornalista Direttore Responsabile di Basilicatanet, e Basilicata Mezzogiorno etc.. non potrebbe gestire gare e bandi e … ed il fatto che il RIVELLI scriva ai Dirigenti Regionali diffidandoli dal fare avvisi e gare in conto informazione e pubbli-

cità (che sarebbero riservate a lui esclusivamente) sarebbe la prova provata che qui qualcosa forse non va e che qualcuno dovrebbe verificare se è così. Ma accadrà tutto questo? Il punto è qui: in Basilicata ci conosciamo tutti, siamo tutti amici e come suol dirsi, cane non mangia cane. C’è da dire un’altra cosa, che approfondiremo sul prossimo numero: ma il Rivelli che firma determine e quant’altro, è un vero “dirigente” regionale nel senso proprio del termine? Non sembrerebbe, visto che nel quadro dei dirigenti regionali in nostro possesso Rivelli non compare (al contrario di quello che succede con alcuni manifesti in giro per la città e sul sito Basilicatanet). Inoltre, come si evince dalla delibera di giunta n. 1082 del 28 giugno 2010, che pur gli riconosce la gestione di budget, contestualmente si ammette che la funzione di “capo redattore” (ovvero Rivelli) è un’attività “a carattere ‘non dirigenziale’ in senso proprio”. Di più. Nella stessa delibera il suddetto Rivelli viene chiamato ”Dr”, quando il nostro “dr” non lo è ancora in quanto “laureando”. E quindi, come farebbe, pur volendo, ad essere “dirigente”? Insomma, c’è di che vederci chiaro. Alla prossima puntata.

Situazione parcheggi a Potenza: «Affidiamo all’Acta quelli del Ponte Attrezzato»

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l Presidente Fernando Picerno, Componente Direzione Regionale ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), annuncia l’apertura di un parcheggio sotto il ponte attrezzato. Sono circa dieci anni che, a Potenza, non si definisce la situazione riguardante i parcheggi, che non si effettua una gara pubblica, ne tantomeno si offre un servizio efficiente ai cittadini potentini ma anche a coloro che provengono da altri paesi. Tale servizio è gestito dall’ACI PARK, che, oltre questo, gestisce anche quello davanti l’ospedale San Carlo. Nella convenzione iniziale, la suddetta cooperativa, doveva dare del denaro al Comune. Dall’inizio dei lavori, il pagamento non è avvenuto (mentre i cittadini continuano comunque a pagare), il Comune, quindi, non ha percepito nulla; anzi, è stato persino denunciato dalla stessa, e non si riesce neppure a trovare una spiegazione al perché, nonostante tutto, si continua a rinnovare il contratto con la cooperati-

va, e senza una gara pubblica. La denuncia è dovuta al fatto che, secondo l’ACI PARK, il Comune aveva inizialmente fornito delle garanzie cui, a seguito dell’inizio dei lavori, non ha potuto adempiere completamente, ad esempio,

cambiando la disponibilità da 2000 parcheggi a qualcuno in meno. Ci si ritrova di fronte ad una cooperativa che non paga e che non offre neppure servizio ai cittadini. La proposta del capogruppo Picerno, quindi, sarebbe quella di far gestire direttamente all’ACTA in primis il parcheggio che si aprirà sotto il ponte attrezzato, e, successivamente, di dare

ulteriori servizi alla nostra società; così da poter anche diminuire i costi di gestione. Ma anche di riorganizzare tutto il settore parcheggio nella città di Potenza, in quanto, tutt’ora, non si capiscono i disservizi offerti ai cittadini, quali, ad esempio, macchinette non funzionanti (parchimetri) oppure le strisce per la differenziazione tra i parcheggi a pagamento e quelli gratuiti, ed altri servizi collaterali a questi. Anche qui, il Presidente Picerno, sollecita il capo dell’amministrazione di mettere ordine in questo settore, che, da tempo, fa acqua da tutte le parti. Dato che l’ACTA si è trasferita a società per azioni, ha potuto allargare lo statuto ed inserirvi ulteriori servizi da effettuare, come appunto la gestione dei parcheggi, ad esempio, ma che non fa. Con l’affidamento di tale gestione all’ACTA, si risparmierebbe ulteriore denaro, in quanto, affidandosi ad altri, si finirebbe per pagare di più. Alessia Nardozza

Il problema degli stipendi agli operai della Bradanica Medio Basento

E’

dai dipendenti dell’attuale Area Programma “Bradanica Medio Basento” (ex-dipendenti Comunità Montana, settore agricoltura), che arrivano segnalazioni sul problema riguardante il percepimento dello stipendio. A fare la segnalazione è il signor Donato Calciano, dicendoci che i dipendenti, infatti, non percepiscono la paga già dal mese di giugno, e la domanda che, giustamente, pongono alla direzione e a loro stessi, è: “Perché’ non percepiamo lo stipendio?”. Più volte essi hanno contattato i delegati esponendo la questione, ma senza ottenere alcun risultato. Risposte ottenute? A volte che il Comune non riceve soldi, altre

che la Regione non li mette a disposizione. I Sindacati, però, di fronte alle lamentele, effettuano solo telefonate ai dipendenti, dicendogli che, di lì ad una settimana, saranno regolarmente accreditati gli stipendi; telefonate che si ripetono da giugno ma senza concreti risultati. Il punto centrale è che, non percependo il meritato guadagno, persone come il signor Donato (la cui moglie fa lo stesso lavoro e quindi stessa situazione), come possono affrontare le spese quotidiane?

Oltre a voler ricevere ciò che gli spetta, chiedono anche la motivazione. Un ulteriore problema esposto è, inoltre, la mancata direttiva dei lavori; ai dipendenti, infatti, da quando sono iniziati i lavori, viene solamente det-

to dove devono andare, senza direttive sui cantieri, cosa che dovrebbe avvenire il primo giorno di inizio lavori. Al. Nard.


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LA VICENDA STRANGIO

Nuova batosta per la dirigenza del San Carlo L’ospedale perde in appello la causa cautelare per la ingiusta sospensione del medico che aveva parlato male del direttore Maruggi di Walter De Stradis entre qui in redazione arrivino notizie di querele (vere o presunte) provenienti dalle parti dell’ospedale San Carlo (il che configurerebbe l’ennesimo attacco alla libertà di stampa e di critica subito da questo giornale, ma ne riparleremo), la dirigenza del nosocomio potentino insiste nell’accanimento non terapeutico, ma giudiziario, nei confronti del neonatologo dottor Strangio. La vicenda è uno sconcio che Controsenso si è premurato di denunciare prima di altri.

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Ma procediamo con ordine, per chi leggesse solo adesso a proposito di questa storia. La scorsa estate, a margine di un turno di notte, il neonatologo dell’ospedale potentino, Giulio Strangio, professionista rispettato da colleghi e famiglie, si lascia andare ad alcuni commenti con il suo primario, dottoressa Ianniello, in cui apostrofa il direttore generale Maruggi come un bancario che di certe cose (sanità) non ne capisce molto. “Stranamente”, la “voce” del commento privato e

personalissimo del neonatologo arriva fino a Maruggi, che a sua volta informa il consiglio di disciplina. Strangio viene sospeso per giorni 15 con privazione della retribuzione. Ovviamente, il medico ricorre in tribunale. Il provvedimento del san Carlo viene dichiarato illegittimo e il nosocomio condannato a pagare le spese di lite. Secondo il giudice del lavoro, Strangio non ha detto nulla di che, e per di più in una conversazione privata. L’ospedale, però, decide di insistere e, come accennato,

si oppone alla decisione del giudice Tedone. Il 24 ottobre scorso, pertanto, c’è stato il giudizio in appello. E la dirigenza del San Carlo le ha prese di nuovo. Il collegio giudicante del tribunale (composto da tre magistrati) ha confermato la decisione del giudice di primo grado: la sospensione comminata dal San Carlo è e rimane illegittima e il nosocomio potentino è stato nuovamente condannato a pagare le spese di lite, quantificabili in 790 euro. Come ricordavamo

Giulio Strangio

Perché deve essere la comunità a pagare per questi errori (le spese legali da versare sono soldi di tutti)? E soprattutto, possibile che nessuno dica qualcosa al direttore generale?

Giampiero Maruggi

nell’ultimo articolo sulla questione, prima di farci alcune, ulteriori, domande, è opportuno fare delle precisazioni di carattere storico. Proprio il dottor Strangio, insieme ad alcuni altri colleghi, poco prima della vicenda aveva sottoscritto alcuni documenti in cui si stigmatizzava la direzione del reparto di neonatologia. Nel ricorso presentato dai legali di Strangio contro la sospensione comminatagli, non si esclude che la procedura utilizzata da Maruggi possa configurare l’abuso d’ufficio. Il direttore generale, infatti, avuta la “notitia criminis”, avrebbe condotto una piccola indagine in autonomia, c h i e d e n d o innanzitutto lumi

al primario Ianniello, che a sua volta avrebbe confermato l’accaduto nella relazione richiestale. La domanda posta è: Maruggi non avrebbe dovuto lasciare al consiglio di disciplina il compito di completare l’iter necessario? Il dottor Strangio, vistosi trattare come una pezza da piedi dopo anni di servizio, è stato male: un mese di malattia. Il giudice stesso ha riconosciuto il danno causato allo stato psicofisico del neonatologo, che nel corso dell’interrogatorio «nel ripercorrere le vicende di causa, ha manifestato un forte stato d’ansia e a tratti anche una sorta di commozione, con ciò rafforzando il convincimento del tribunale circa la permanenza nell’attualità del rischio che l’attesa dei tempi di un giudizio ordinario compromette non solo l’immagine professionale del ricorrente, ma anche il suo stato di salute». Ebbene, contro l’auspicio del giudice Tedone, i tempi del giudizio si sono allargati, e l’avvocato del’ospedale San Carlo ha persino adombrato

che il magistrato stesso possa essere stato “suggestionato” dal malore di Strangio. Eccoci allora alle domande finali: ma perché la dirigenza dell’ospedale si accanisce in questo modo contro un medico serio, preparato e rispettato da tutti? Quale danno d’immagine ha ricevuto l’ospedale, se le parole dette da Strangio erano state pronunciate in una conversazione “a due”? Come anche i polli sanno, stando così le cose, non si può parlare né di diffamazione, né di ingiuria. Né di altro. Cosa pensereste, voi lettori, se il sindaco di Potenza vi denunciasse perché è venuto a sapere dei vostri commenti su di lui, fatti mentre parlavate con vostra suocera? Perché deve essere la comunità a pagare per questi errori (le spese legali da versare sono soldi di tutti)? E soprattutto, possibile che nessuno dica qualcosa al direttore generale? Vi lasciamo con questi arcani interrogativi. Fino alla prossima puntata. perché ce ne saranno.

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QUESTIONE PROVINCIA UNICA

Potenza lancia “Sassi” … e “provoloni” Il Consiglio comunale della città dice no al trasferimento del capoluogo di Provincia alla città di Matera. Con qualche scintilla di Rosa Santarsiero

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osì parlò Monsignor Agostino Superbo: «Non è solo il mio parere, ma quello di tutti i Vescovi. Vorrei che restassero in vita entrambe le Province, che avessero pari dignità ed eguali diritti. Solamente in questo modo le cose potrebbero funzionare al meglio, evitando conseguenze ben peggiori». Spending review, quanto ci costi… Le polemiche sul riordino e i tagli delle Province, imposte dal Decreto legge in materia, non sembrano essersi arrestate e toccano da vicino anche la nostra Regione. Secondo la nuova legge resteranno in vita solamente 50 Province nelle Regioni a statuto ordinario, mentre tutti gli altri distretti con meno di 350 mila abitanti o un’estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpati con quelli limitrofi. Considerando solo le Regioni a Statuto ordinario, gli enti scenderanno da 86 a 50, comprese le dieci Città metropolitane. Secondo il decreto dalla fine di giugno 2013 tutte le Province saranno guidate da un commissario. Questa situazione tocca da vicino anche la nostra Regione, nel nostro caso la questione è ben più complessa. Già, perché il 16 ottobre scorso, il Consiglio regionale aveva deliberato “il mantenimento di entrambe le Province, ed in subordine indicato Matera quale capoluogo della Provincia Unica, fermo restando il ruolo di Potenza quale capoluogo di Regione”. L’intervento della Regione e l’ipotesi di Matera capoluogo di Provincia ha determinato uno spaccamento e un caos istituzionale tra i due Comuni delle cittadine lucane. Se vedesse da vicino quanto sta accadendo, ritornerebbe Striscia la Notizia con altri cadeau a base di provoloni. E siamo certi che li regalerebbero a più di qualcuno. Lunedì scorso, il Consiglio comunale si è pronunciato sulla questione. In conclusione ha bocciato, senza se e senza ma, la possibilità di demandare a Matera il ruolo di capoluogo di Provincia. Tale decisione è stata presa in base alle norme della spending review che assegnano al Comune più popoloso, in questo

caso proprio Potenza, il ruolo di città capoluogo. Durante il Consiglio, sono volati paroloni tronfi di orgoglio rossoblu. Un Sindaco sofferente per la “cugina città di Matera”: «Siamo di fronte al grande papocchio delle Province. Una sola Provincia di diecimila chilometri quadrati sarebbe una grave approssimazione. Non si può immaginare una sola Provincia con un novero di competenze così alto. Mi auguro che il Presidente Monti si faccia carico di un momento di grande saggezza. Dobbiamo difendere la nostra città e la nostra unità regionale». Nicola Becce, consigliere del Pdl, si è rivolto direttamente al Ministro della Pubblica amministrazione, Patroni Griffi: «Io mi rivolgo direttamente al ministro Patroni Griffi. Con questa legge dimostra di non essere italiano, non sa cosa vuol dire. Patroni Griffi è un soggetto pericoloso». Rocco Coviello, consigliere del FLI: «De Filippo, a Roma, si è venduto la città e la Regione senza esserne consapevole». Antonino Imbesi, “il Lex Luthor potentino”, consigliere comunale del Pdl, ribadendo il suo no a Matera capoluogo, si è appellato, neanche a farlo apposta, ai principi della “dura lex, sed lex”. Questo è quanto accaduto durante le fasi del Consiglio comunale. Noi, passati i bollori dell’aula, abbiamo contattato alcuni “big della politica lucana”, chiedendo a ciascuno di loro un parere a riguardo. Luigi Scaglione, consigliere regionale dei Popolari Uniti, per di più unico esponente della maggioranza a votare contro la stessa delibera regionale: «Io sono stato l’unico della maggioranza a votare contro la delibera regionale.

Anzi, le dico di più. L’errore si è commesso proprio in Consiglio regionale, quella delibera ha creato le basi per uno scontro istituzionale tra le due città. Ha caricato Potenza e Matera di un fardello troppo gravoso. Senza contare che la Provincia unica porterebbe ad uno svuotamento dell’una o dell’altra città, in questo caso di Matera. Comporterebbe il trasferimento a cascata degli uffici e dei presidi sparsi sul territorio. Il Consiglio comunale ha bocciato il trasferimento del capoluogo di Provincia da Potenza a Matera, ma non so se il pericolo è davvero scongiurato. Bisogna vedere cosa accadrà a livello nazionale». Il professor Gaetano Fierro, ex Sindaco della città di Potenza ed ex consigliere regionale: «È giusto che il Consiglio comunale abbia assunto quella posizione, contro un provvedimento regionale dal senso più tattico che risolutivo. Non ho condiviso l’atteggiamento della Regione. In questi anni ha -con superbiatrascurato alleanze territoriali che potevano evitarci la perdita dei Tribunali di Melfi e Pisticci. Sarebbe bastato l’inglobamento di due semplici Comuni: Padula e Vallo della Lucania, per evitare quello che si sta verificando nella Regione Basilicata. La classe regionale dovrebbe fare un giusto mea culpa e prendere atto della situazione che ha determinato in Basilicata. In una Regione dove gli Enti che contano stanno scomparendo, e i disoccupati aumentano giorno dopo giorno, come gli obesi».

QUESTIONE TRAFFICO A POTENZA: CONTROSENSO APRE IL DIBATTITO

Intervista all’architetto michele graziadei di Pino Gentile

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ella edizione di sabato 20 ottobre di Controsenso abbiamo introdotto la questione traffico a Potenza evidenziando, in particolare, “che siamo d fronte ad una problematica seria, che merita approfondimento, confronto con chi ha più competenza di noi, in un settore, la circolazione automobilistica in città, che, quotidianamente, ci fa innervosire, perchè, al di là delle intrinseche difficoltà che si incontrano, c’è da dire che varianti, e soprattutto sensi unici, mettono a dura prova la pazienza e la nostra tasca…” E tra i liberi professionisti competenti e degni di attenzione, il cronista ha individuato l’architetto Michele Graziadei, già assessore comunale all’ Urbanistica per un quinquennio e tuttora presidente dell’Ordine Provinciale degli Architetti di Potenza, con il quale è attivamente impegnato nel discorso di rilancio e riqualificazione della realtà urbanistica della città di Potenza. Un approccio semplice, privo di fronzoli. “Non ho la bacchetta magica o soluzioni miracolistiche per affrontare e risolvere l’intricata questione traffico della nostra città, esordisce l’architetto Michele Graziadei nel filo diretto con il cronista, Debbo dire, però, che, grandissimi problemi all’orizzonte non ne vedo e che, per lenire i disagi dell’utenza automobilistica, non bisogna mirare soltanto alle grandi opere, pure importanti in prospettiva, ma ai problemi che fronteggiamo giorno dopo giorno”. Può essere più esplicito? “La confusione ed il disagio, diciamo cosi, sono presenti, nei punti nevralgici della circolazione, nelle fasce orarie che vanno dalle 8, 15 alle 9, 15 e dalle 13, 30 alle 14, 30 circa, quando, cioè, il traffico aumenta di intensità per l’arrivo nel capoluogo di autovetture e mezzi diversi provenienti dai centri dell’hinterland per accedere alla scuola, uffici, università e via dicendo”. Qual è, secondo lei, il rimedio? “Com’è noto Regione, Provincia, Comune e tutte le altre realtà più significative presenti sul territorio, sono dotate di “mobiliti – manager “, persone, cioè, che sono

preposte all’individuazione dei sincronismi adatti per poter raggiungere lo scopo di una circolazione cittadina ordinata e corretta sotto tutti i punti di vista. Occorre ora verificare se, dalle buone intenzioni del legislatore, si passi ai fatti ”. Buche e quant’altro sono la croce degli automobilisti a Potenza… “Questo è un tasto dolente, che chiama direttamente in causa l’ufficio legale del Comune per rimborsare i danni reclamati dall’ utenza, che, forse, costano più della eliminazione di buche ed altro. E, fra i disagi ed i danni che l’automobilista potentino subisce, tengo a segnalare quella sorta di “gradino” generatosi sulla rampa, nei pressi del Bar

Michele Graziadei Tre Cancelli che porta al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Carlo ed a Macchia Romana. E’ un inconveniente che va eliminato subito, non ci sono dubbi di sorta”. Nodo complesso del Gallitello, un suo parere? “All’epoca della sua progettazione, mi sono opposto a talune scelte. Oggi, con il circa 8O°/° dei lavori effettuati , l’ etica mi impone di dire che ogni critica è al momento superflua!”. Sin qui l’intervista all’architetto Michele Graziadei, che apre il dibattito di CONTROSENSO sulla “questione traffico” a Potenza. Nella prossima edizione, intervista a 360 gradi all’ingegnere Mario Restaino, responsabile dell’ufficio Mobilità del Comune di Potenza; intervista propedeutica di

un apposito incontro con tutti i “Mobiliti manager e l’assessore al ramo. Tale incontro sarà promosso da CONTROSENSO d’intesa con il Comune di Potenza. ( continua )


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27 Ottobre 2012

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REGIONE E SPRECHI

Lucani all’Estero: lo “strapuntino” del Presidente Di Sanza annuncia le dimissioni per mancanza di fondi. La nostra proposta: un pensionato a presiedere la Commissione Commissione, visto che risiedendo nei pressi di Potenza non avrei grandi spese di trasporto, così dimostriamo a quel gran signore che anche un pensionato di Potenza può presiedere una simile Commissione senza sopportare grandi spese e grandi traumi come il Presidente Di Sanza. Sicuramente il mio curriculum non sfigurerà rispetto a quello del Di Sanza,

tanto da insegnare ai politicanti odierni. Infatti, prima che nascesse la Commissione Lucani all’estero eravamo noi amministratori comunali a tenere i rapporti con i nostri emigrati, rapporti improntati alla massima correttezza e, tesi a risolvere realmente i loro problemi. Tutta la Basilicata sa il perché della nomina del Di Sanza a quella Presidenza, essendo

ciclone RENZI e avanzerà l’antipolitica alle prossime elezioni. Certi personaggi della cosidetta “casta” dovrebbero pure accontentarsi degli oltre venti anni di gestione del potere e non lamentarsi quando non vengono più eletti e pretendere Presidenze e quant’altro minacciando continui cambi di casacca. Li lasci andare Presidente

Folino, quel che resta della nostra povera Basilicata non li rimpiangerà di certo, anche perché si sono distinti nell’affossare l’allargamento della nostra Regione, sposando in pieno il piano della Fondazione Agnelli che ci vuole dividere. Giovanni Dapoto

Quei corsi di “zappettatura” all’Apof-Il

I Di Sanza con Folino

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n questi giorni abbiamo letto con molto interesse e dispiacere le paventate dimissioni del Presidente Di Sanza dalla Commissione Lucani all’estero, chissà come faranno i nostri poveri

Un vecchio manifesto elettorale di Di Sanza

emigrati. A questo punto, offro una soluzione al Presidente Folino, lasci perdere Di Sanza e, prenda in considerazione la mia offerta a titolo gratuito di presiedere la suddetta

poiché il sottoscritto era già amministratore del proprio comune quando Di Sanza portava i calzoncini corti e, si faceva la campagna elettorale per personaggi come il Sen. Scardaccione che avevano

stato il primo dei non eletti del PD nel materano ha preteso lo strapuntino e così hanno fatto gli altri partiti. Caro Presidente Folino, proprio per questi motivi sul PD si abbatterà il

Congresso Nazionale straordinario AIGA << Idea(re) l’avvocatura>>

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5-27 ottobre, Benevento (Hotel Il Molino) e Napoli (Hotel Royal Continental) Perché le libere professioni non sono più il serbatoio della classe dirigente ed hanno perso il ruolo di guida culturale del Paese? Perché l’avvocatura è assente dal dibattito sulla crisi della politica e dell’economia e sulla riforma elettorale? Come dovranno affrontare i legali le sfide delle società fra professionisti e quali saranno le specializzazioni giuridiche che potranno offrire maggiori opportunità di crescita alle nuove generazioni? Sono

solo alcune delle domande a cui vuole dare una risposta il Congresso Nazionale Straordinario «IDEA(RE) L’ AV V O C AT U R A » , organizzato dall’Aiga, Associazione italiana dei giovani avvocati, a Benevento e a Napoli nei giorni 25, 26 e 27 ottobre 2012. La tre giorni di confronto e dibattito comincerà giovedì 25 ottobre con la conferenza stampa di presentazione, alle ore 18 presso l’Hotel Il Molino di Benevento.

Venerdì 26 alle ore 9 all’Hotel Royal Continental di Napoli, dopo i saluti da parte dei rappresentanti istituzionali locali, il presidente dell’Aiga Dario Greco terrà la relazione introduttiva del congresso, a cui seguiranno, fino al pomeriggio di sabato 27 quattro sessioni di lavoro (Riscriviamo le regole – Il ruolo dell’Avvocatura, Nuove professionalità – Il futuro dell’Avvocatura,

Governance dell’Avvocatura e un’ultima dedicata all’analisi dei temi congressuali e alla votazione delle mozioni), a cui parteciperanno parlamentari, rappresentanti delle istituzioni forensi e della magistratura e docenti universitari. Avv. Ivana Enrica Pipponzi (Presidente AIGA Potenza)

nostri “tiranni” regionali vivono momenti di tensione e di paure. Le loro poltrone vacillano. Essi lo sanno benissimo, però, non demordono. Continuano a presentarsi al loro elettorato con la faccia pulita ed il portamento onesto, ben essendo consapevoli di una trentennale gestione clientelare dell’ente regione ed i subenti a questa connessi, avente come unico scopo quello di salvaguardare le loro posizioni, anche dando incarichi di consulenza a persone vicine, pur non essendo meritevoli di tali compiti. Ora mi chiedo: come mai il governo Monti ha avocato a sé la gestione petrolifera della regione Basilicata, allorquando il presidente dell’Eni dichiarava che in Basilicata ancora abbiamo venti anni di estrazione? Perché il nostro governo regionale è arrivato a questo punto? Evidentemente la logica non sbaglia mai! Se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna. Si vede che i nostri amministratori non hanno gestito a monte la questione petrolifera nel modo dovuto, tanto è vero è non hanno attivato neppure dei corsi di formazione mirati a tale scopo, perché dovevamo preservare gli amici degli amici, i quali attraverso l’Apofil, facevano corsi di sartoria e di zappettatura di orti. Evidentemente non avevano i requisiti e le necessarie competenze per poter far attivare dei corsi seri, atti all’inserimento occupazionale delle nostre giovani leve all’interno dell’indotto del bacino petrolifero. Coloro che avevano tutte le carte in regola per poter fare questi corsi sono volati via perché il sistema consociativo

consolidatosi nel tempo non dava spazio a chi, anche se meritevole, non era dalla loro parte. Allora cari nostri “ Tiranni”, è chiaro che le compagnie petrolifere assumono figure professionali che non abbiamo in regione e ci risulta che i nostri lavoratori locali stanno fuori, mentre gli stranieri lavorano. Potete andare fieri della gestione petrolio, così come della gestione acqua: per la prima l’elemosina del bonus carburanti verrà per Natale ed il Pdl già canta vittoria. Abbiamo raggiunto un obiettivo storico: benzina a metà prezzo! Elemosinabonus. Per la seconda: la Sel pugliese vuole la seconda condotta dell’acquedotto sul bacino di Senise. E damiamogliela! Colombo gliel’ha concessa al grande Moro, perché noi non dovremmo concederla al piccolo Ventola? Siamo stati così magnanimi, noi lucani, il quale nome deriva da “bosco”, “lupo” e” luce”: perché non dovevamo concedere attraverso una legge regionale anche sigarette, pranzi e gigomme ai nostri tutori regionali? Nonché lauti rimborsi carburante, nonostante abitino nei paraggi dei palazzi del potere? Ci domandiamo inoltre come mai un senatore della Repubblica si candida al Comune di Viggiano in qualità di consigliere e poi guarda caso sulla via di Damasco viene folgorato dal Sindaco di una delega al petrolio? Poi non ci lamentiamo se il popolo lucano non ha lavoro, muore di fame ed i paesi si svuotano. Giuseppe Domenico Nigro


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27 Ottobre 2012

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Via Mazzini sempre più “rottamata” Continua il malinconico declino di una strada che una volta era centrale per la vita del capoluogo di Antonio Nicastro

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onostante il totale rifacimento del marciapiedi e dopo la completa ribitumazione che ha finalmente ristabilito condizioni di sicurezza, via Mazzini non vive più i fasti di un tempo. Continua l’emorragia di esercizi commerciali e di attività del terziario, molti negozi chiudono per effetto della crisi economica altri seguono la moda della delocalizzazione preferendo trasferirsi nelle caotiche zone di nuova espansione. Sono aumentati gli appartamenti liberi e proliferano i cartelli “fittasi” e “vendesi”, molte delle abitazioni lasciate libere dalle famiglie sono occupate da studenti fuori sede, l’età media della popolazione è alta a testimonianza di ciò è la presenza di molte badanti che accudiscono anziani non autosufficienti. A rendere ancora più malinconica via Mazzini provvede la visione dei resti di quello che una volta era il cinema Ariston, non è facile convivere con quel rudere che incombe sulla strada e che ricorda i bombardamenti della seconda guerra mondiale, una riqualificazione dello storico cinema potentino rimasta a metà è una macchia per la città e per via Mazzini in particolare. Non meno edificante il cancello chiuso della Villa del Prefetto, i lavori di “ristrutturazione” delle piante effettuato lo scorso anno avevano fatto sperare in una riapertura della Villa di proprietà della Provincia ma i preannunciati lavori di riqualificazione tardano a cominciare. E che dire dello scheletro del fabbricato che nel secolo scorso ospitò la Concessionaria FIAT Procaccio e Lancieri? Un immobile che cade a pezzi e che nonostante qualche anno fa si cercò di nasconderlo con una imbracatura di teloni, sta lì a testimoniare che il tempo non fa sconti a nessuno. Anche per questo immobile, come per l’ex cinema Ariston, ci sono problemi di ordine giudiziario che ne impediscono la riqualificazione. Di certo non è uno spettacolo edificante, anche perché tutt’intorno allo stabile si sono create delle grandi discariche, cumuli di rifiuti che con il caldo emanano un olezzo disgustoso, il cumulo di rifiuti più corposo si trova sotto il marciapiedi a confine fra il lato sinistro del fabbricato e l’imbocco di via Armellini, quintali di porcherie che hanno creato una piccola collina, pochi metri più sotto,

imboccando proprio via Armellini, c’è una fatiscente scalinata che conduce nei pressi della fermata delle FAL di rione Mancusi, anche qui, a pochi passi da via Mazzini inquietante situazione di degrado per la presenza di rifuiti d’ogni genere. Quello che una volta era un bellissimo viale alberato che da Portasalza arrivava a S. Maria, nei pressi della omonima Villa, oggi, per quanto riguarda la vegetazione, è diventato un camminamento fra erbacce e alberi non curati. E’ deprimente constatare che gli alberi storici di via Mazzini non vengono potati da più di qualche anno e la chioma di molte di queste piante si sono ampliate a dismisura, hanno avvolto i lampioni della pubblica

illuminazione oscurando quindi il marciapiedi e in molti casi sono arrivate fin dentro i balconi e le verande di alcune case. Gli alberi più giovani, piantati in occasione del rifacimento del marciapiedi, crescono in sofferenza, in qualche caso sono essiccate e in altri abbisognano di urgente intervento di manutenzione. Oltre agli alberi “ufficiali” ai margini del marciapiedi si è sviluppata una vegetazione spontanea, alcune piante di acacie, per esempio, sono diventate talmente ingombranti che andrebbero opportunamente sistemate e in alcuni casi eliminate. Si trascura persino di fare piccoli interventi di manutenzione al marciapiedi e alla scalinata della scala mobile di via Armellini, non solo per il

decoro ma per garantire la sicurezza dei pedoni. Chi pensava che con l’apertura di ben due collegamenti meccanizzati, le scale mobili santa Lucia e le scale mobili che collegano via Armellini a via due Torri, via Mazzini si sarebbe rivitalizzata s’è sbagliato di grosso, la fuga da via Mazzini non s’è arrestata, quando si trasferirono la scuola Media Busciolano e la Ragioneria il traffico ne trasse, forse, un qualche beneficio ma fu l’inizio della fine perché le scuole furono seguite da negozi ed uffici e da molte famiglie. Non è servito neppure aprire un grande parcheggio coperto in via Armellini per convincere le attività commerciali e le famiglie a restare.

Salita di Pisciamorto: i perché del Comune

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n merito alla questione della “Salita di Pisciamorto”, ovvero via Leoncavallo, l’Assessore Pesarini ha voluto fare alcune precisazioni. Nell’aprile del 2011 ci fu un incontro con il Sindaco, nel quale annunciò l’accredito di fondi, pari a 200.000 euro, per la riqualificazione di via Leoncavallo e via Manzoni. Dato che si trattava di lavorare con soldi pubblici, come ci spiega l’Assessore, si decise, con i consiglieri comunali, di procedere ad un incontro (avvenuto nella struttura del mercatino coperto) con gli abitanti e gli esercenti delle zone interessate, al fine di chiedere lumi sulla questione, se si preferiva il vecchio progetto oppure se doveva essere cambiato. L’incontro ha portato con se uno strascico, in quanto ogni cittadino, affidandosi ad un consigliere comunale di fiducia, ha reso tutta la questione una storia irrisolvibile, comportando, quindi, l’allungamento dei tempi. Ascoltare il parere dei cittadini è giusto, ma ci dovrebbe essere anche una certa collaborazione, così da evitare ritardi. Si è verificata, quindi, una situazione di empasse, nonostante il progetto terminato e i fondi disponibili. Per ovviare alla questione della storicità, si è proposta una soluzione come quella relativa alla salita di San Gerardo, ovvero con i sampietrini e delle fasce per le ruote della auto; soluzione, questa, approvata da tutti. L’Assessore Pesarini, precisa che, dal suo insediamento nella comunità di Direzione, ha voluto che i progetti fossero soggetti a gare d’appalto, con una partecipazione di 200 ditte soggette a sorteggio, il che ovviamente richiede dei tempi. Le offerte, per quanto riguarda i lavori qui discussi, sono arrivate e già state valutate, la gara è stata, quindi, appaltata. La ditta dovrà solo formalizzare il contratto, ovvero firmarlo e, dopo essersi messa in contatto con l’ufficio mobilità, nel giro di 10-15 giorni si potrà dare l’avvio all’inizio dei lavori. Essendo, quella interessata, una zona trafficata, si procederà all’uso di strade alternative, per quanto riguarda via Leoncavallo, e il posizionamento di un semaforo per il senso unico alternato, per via Manzoni; così da garantire il regolare svolgimento dell’attività lavorativa, limitando il più possibile i disagi, peraltro comprensibili, dei quali l’Assessore si scusa anticipatamente. Ulteriori scuse sono rivolte ai cittadini “innocenti”, che hanno dovuto subire il ritardo dei lavori, a causa della diatriba sui sampietrini e l’asfalto. In conclusione si sperano tempi brevi, nei quali si lavorerà per dare nuovamente dignità alla zona. Si è anche pensato che, nel qual caso dovessero avanzare dei fondi al termine dei lavori in via Leoncavallo e via Manzoni, si provvederà alla riqualificazione della stessa, con marciapiedi, panchine e ulteriore illuminazione. Alessia Nardozza

DIRITTO DI REPLICA

Gesualdi: «La verità sul mio “parrucchino”»

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n merito all’articolo satirico di sabato scorso, dal titolo “La rottamazione

e il parrucchino di Gesualdi”, l’interessato, ovvero il consigliere comunale di Potenza

Filippo Gesualdi, fa sapere in una lettera che ha trovato di cattivo gusto il nostro pezzo, pur riconoscendo l’importanza della satira e rinnovando la stima nei nostri confronti. Secondo Gesualdi l’articolo è inopportuno, poiché la scelta di indossare un “parrucchino” gli è stata dettata da un

intervento chirurgico subito alla testa e che ha lasciato dei segni. Il consigliere comunale precisa inoltre che non si tratta di un toupet ma di “un epitesi di capelli ‘a contatto’ naturali”. Ovviamente, come ipotizza anche l’interessato, non eravamo a conoscenza del problema di salute patito, e gli auguriamo

una completa guarigione. Tuttavia, la puntuale precisazione di Gesualdi, alla fine sposta su un piano drammatico un discorso che era totalmente umoristico e di costume. Nell’articolo infatti si evidenziava la scelta un po’ “giovanilista” del modello scelto (e del vistoso color rosso ruggine), riferibile

– a nostro modo di vedere- anche al clima “antirottamazione” instaurato da Renzi, venuto pochi giorni prima a Potenza. Tutto qui. Con reciproca stima. Walter De Stradis


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27 Ottobre 2012

REPORT

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L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO A rischio l’affresco della chiesa di San Michele a Potenza

L’

unico affresco di grandi dimensioni presente in una chiesa di Potenza: è quello presso la chiesa di San Michele, raffigurante la Madonna. Posto nella parete destra della chiesa, all’interno di una delle due nicchie, rinvenuto durante i lavori di restauro eseguiti negli anni Sessanta: presenta la Vergine in trono con il Bambino

in grembo tra San Nicola di Bari e Sant’Ambrogio e in basso raffigurati i due donatori; mentre in altro sulla sinistra, è rappresentata la città di Potenza che fa da sfondo alla figura di San Michele che uccide il drago. Purtroppo, l’affresco nella parte superiore destra –in corrispondenza della figura di San Michele- presenta dei rigonfiamenti con degli imminenti crolli delle porzioni dell’affresco, forse dovuti a qualche infiltrazione. Si spera che tra tutte le opere di cantiere presenti nella città di Potenza, con grandi investimenti di denaro pubblico, qualche attenzione possa essere rivolta anche ad un’importante esempio di arte, presente in una chiesa del potentino. Giovanni D’Andrea

L’invio di materiali (testi, fotografie, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografie inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.

IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA

Lu jang e lu russ ven ra lu muss. - (la salute deriva da una buona alimentazione) Il colorito del viso(bianco o rosso) viene dalla bocca. Avigliano (Pz)

Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Giovanna Cafaro Stampa: Martano Editrice Srl Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari


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Soldi e rimborsi, ovvero l’arte di pararsi il culo Tre parlamentari lucani nella Commissione che ha bocciato il decreto del Governo sui tagli alle Regioni di Mario Petrone

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ermi tutti ma che scherziamo … qui non si taglia niente. Tagliare qualche cosa ai consiglieri regionali ai Presidenti ed alle Regioni è incostituzionale e lo afferma la Commissione Bicamerale per le questioni Regionali che dà parere negativo al decreto del Governo sui tagli e sui controlli malgrado quanto accaduto in Lazio e l ’indignazione popolare e malgrado le proposte di tagli avanzate dalle regioni stesse. In soldoni questi quaranta della Commissione bicamerale sulle questioni Regionali, tomo tomo, cacchio cacchio, hanno azzoppato se non ancora azzerato il giocattolo dei risparmi perché è anticostituzionale risparmiare sulle spese Regionali e soprat-

tutto controllare come le regioni spendono i soldi. Vi sono ben tre Lucani in questa Commissione che sono i Senatori ANTEZZA E CHIURAZZI del PD e LATRONICO del PDL e certamente hanno contribuito a bocciare il decreto ma non c’è mica da meravigliarsi, se lo hanno fatto, sono gli stessi che eletti senatori, per mesi, hanno continuato ad incassare anche gli emolumenti da Consiglieri Regionali (perché non

La redazione di Controsenso si stringe intorno al collega DONATO PACE per la perdita della cara SUOCERA

era prevista la decadenza automatica e serviva una formale presa d’atto della loro elezione a Senatori) e se consideriamo che hanno aspettato che finisse il processo davanti la Corte dei Conti e … non sappiamo ancora se poi, alla fine i soldi li abbiano restituiti (ma vogliamo pensare di sì) e quando e quali, eventuali ,interessi hanno pagato e le spese di un inutile giudizio chi le ha pagate? Ecco il fatto è che pure noi Lucani, nel nostro piccolo s’intende, abbiamo selezionato una classe dirigente che non scherza mica e sa ben fare gli affari suoi propri per cui critica quanto ti pare, contesta se ti riesce e hai fiato ma i soldi e i privilegi di questi e quelli non li devi toccare. Non è costituzionale la riduzione delle spese ed a stabilire che non è costituzionale – abbiamo visto da qui in Basilicata – ci sta il fior fiore della competenza ed il fior fiore della spiccata e specchiata cor-

rettezza e, questa critica, rimane valida pure nel caso in cui i nostri avessero votato a favore della Costituzionalità della norma. Non è che si discute qui se è giusto o sbagliato prevedere i controlli preventivi della Corte dei Conti sugli atti Regionali (che è poi il pezzo della legge ritenuto incostituzionale) noi discutiamo del fatto che dei controlli difficilmente manipolabili debbono esserci perché l’assenza di controlli ci ha portati sul baratro delle spese pazze alla Fiorito. Ragioniamo piano e dolce, però, e immaginiamo che qui in Basilicata i Consiglieri Regionali vogliano pure mettere mano per tagliare il sistema dei privilegi di cui godono ..,ma troppe cose ci sono da cambiare anche altrove, e vediamo se possono poi farlo. Ove si volesse diminuire, per esempio, il rimborso forfettario previsto per ogni consigliere che ci ha fatto gridare allo scandalo per le spese per pranzi di Viti ( 25 mila euro nell’anno) e di Straziuso (per 19 mila euro)della maggioranza o di Pagliuca 24 mila euro per spese di viaggio insieme

ai 20 mila euro di Castelluccio ed ai 19 mila euro di Falotico delle minoranze per citare i casi più grossi e via, via a scendere per ognuno. La questione è che se annullano questo rimborso forfettario tornano tutti a dover dipendere dal gruppo di appartenenza per le proprie azioni politiche e poiché ognuno dei consiglieri deve operare, prima di tutto, per se (Cicero pro domo sua dicevano i Romani) immaginiamo le guerre per bande e gli agguati necessari per pararsi il cul.. Insomma diventa difficile tagliare questa voce ed ancora più difficile è accettare i controlli su questa voce perché poi dovrebbero spiegare e giustificare al giudice contabile chi come e perché era con lui/loro in albergo in quel particolare week End e a quale titolo era significativo che fosse/ro li e di quale utilità sia poi per la politica e le politiche da fare perseguire in Regione …. E,poi, quale competenza specifica ci ha il giudice contabile per capire se quella persona e in che misura è utile al progetto politico perseguito non è dato capire. Peggio è se

si parla di pranzi e di viaggi che competenza ha il giudice contabile per capire se quelle persone che si portano a cena o quelle manifestazioni a cui si decide di partecipare o incontri o sopralluoghi sono utili e necessari alla migliore realizzazione del progetto politico personale e partitico? Allora stante tutte queste solide argomentazioni come pensate che quelli che dovevano decidere a Roma potessero mai accettare i controlli? Faccio solo l’esempio della precedente situazione personale di Antezza, Chiurazzi, Latronico per i doppi emolumenti di senatori e consiglieri se vi fossero stati i controlli preventivi sugli atti sarebbe stata automatica e immediata la restituzione dell’indebito ed allora vi pare possibile che uno si tagli da solo? Concludendo, con una nota di speranza, dico non cambi nulla per carità così almeno tutti potremo andare, se invitati, a pranzo da VITI o in Missione con Pagliuca. O NO.. non vi attizza la cosa?


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27 Ottobre 2012

UNIBAS: Protagonista nel progetto della FAO Interessanti studi svolti dalla Scuola di Ingegneria di Luca Santoro

È

stato presentato a Roma lo scorso undici ottobre un interessante studio svolto dall’Università degli Studi della Basilicata condotto dall’ingegnere Salvatore Masi e rientrante tra le attività della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) in materia di forestazione nei paesi del Mediterraneo. In particolare il progetto dedicato al ripristino delle foreste in Algeria, Marocco e Tunisia ha portato alla luce possibili soluzioni per il sostegno dei piccoli proprietari e la sussistenza degli agricoltori. Negli ultimi sei mesi il progetto della FAO si è concentrato su di una piantagione irrigata con acqua reflua lungo il Canale di Suez in Egitto; sulla presentazione di un impianto di irrigazione in Marocco e un impianto di depurazione in una oasi del deserto del Sahara in Algeria; inoltre si sta lavorando sulla progettazione di ulteriori due impianti in Tunisia. Nei quattro paesi mediterranei il progetto della FAO mira a migliorare la qualità e la disponibilità dell’acqua in campo agroforestale per garantire sicurezza al cibo;

tenere sotto controllo la desertificazione e assicurare scienza e tecnologia. Il progetto si sta sviluppando tra i paesi aderenti attraverso un sistema di rete con scambi

culturali tra le diverse figure professionali dei singoli Paesi e con la partecipazione di uno studente, Tawfik El Moussaoui (da qualche tempo in Basilicata), così

come riferito dal professor Masi dell’Unibas. Anche se limitato da un budget modesto il progetto aderisce al programma UNCCD (United Natons Convention to Combat

Un giovane Ingegnere venuto dall’Africa Intervista a Tawfik El Moussaoui, impegnato in un progetto finalizzato al riutilizzo delle acque reflue urbane Di Luca Santoro

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Il professor Masi e lo studente marocchino

Desertification) che punta al ripristino di 150 milioni di ettari di foresta perduta entro il 2020. Nel corso della presentazione Gianni Pittella, Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo, ha mostrato grande soddisfazione per il progetto sottolineando la necessità, da parte dell’Europa, di cooperare con tutti i Paesi Mediterranei. Inoltre lo stesso Pittella ha apprezzato il contributo dell’Italia, in particolare della Regione Basilicata e dell’Università degli Studi della Basilicata, invitando tutto lo staff del progetto a presentare il lavoro al Parlamento Europeo a Bruxelles.

BASILICATA: <<PICCOLO PONTE PER L’AFRICA>> Ecco le dichiarazioni rilasciate in esclusiva al nostro settimanale dal professore Salvatore Masi dell’Unibas, tra i responsabili del progetto. “Nonostante i piccoli numeri la nostra Università è riuscita ad aprirsi al mondo. Guardare al Nord Africa oggi è il miglior investimento che si può fare per il futuro. Avviare collaborazioni e creare un sistema di rete di questo tipo diventa fondamentale in quell’ottica di internazionalizzazione del nostro Ateneo. Per i prossimi mesi contiamo di intensificare i rapporti bilaterali con il Marocco, la Tunisia, l’Egitto e l’Algeria. In questo modo la piccola Basilicata potrà diventare un piccolo ponte per l’Africa”.

ontrosenso questa settimana ha incontrato Tawfik El Moussaoui, giovane ricercatore marocchino tra i protagonisti del progetto FAO che mira a trovare soluzioni per l’irrigazione di colture arboree in paesi aridi in modo da migliorare le condizioni di vita di agricoltori e piccoli imprenditori di alcuni paesi del Nord Africa. Tawfik ci racconti qualche cosa di te? Mi chiamo Tawfik EL MOUSSAOUI, vengo dal Marocco e ho 25 anni. Attualmente sono uno studente di dottorato in ”Ingegneria Ambientale”. Ho conseguito un master in Ingegneria Sanitaria e Gestione Ambientale presso la Facoltà di Scienze dell’Università Cadi Ayyad di Marrakech. Perchè ti trovi all’Università della Basilicata? Attualmente sto svolgendo una parte del mio percorso di dottorato durante il quale collaborerò con i ricercatori della Scuola di Ingegneria e di Agraria dell’Università della Basilicata. Questa attività è inserita in un progetto FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite) al quale partecipano l’Università di Marrakech (coordinatori prof. Naaila Ouazzani e prof. Said Wahbi) e l’Università della Basilicata, sotto la supervisione del prof. Salvatore Masi. Il progetto mira a trovare soluzioni per l’irrigazione di colture arboree in paesi aridi in modo da migliorare le condizioni di vita di agricoltori e piccoli imprenditori. Il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura in generale e nel campo agroforestale in particolare, è un’alternativa molto promettente sia sotto l’aspetto ambientale che come risparmio di una grande quantità di risorse convenzionali da destinare agli usi primari (acqua potabile). In cosa consiste la tua attività, in particolare, in questo progetto? L’attività svolta presso l’università della Basilicata si inquadra nel percorso formativo del mio dottorato di ricerca. In questo progetto mi occupo dei problemi di riutilizzo delle acque reflue urbane trattate. In particolare, sto sviluppando un progetto

pilota per irrigare una zona alla periferia di Marrakech, che sarà il primo prototipo dimostrativo per l’applicazione su larga scala delle tecniche sviluppate presso l’Università della Basilicata. Mi occupo inoltre dei problemi ambientali e del monitoraggio degli effetti del riutilizzo delle acque reflue in contesti caratterizzati da limitata disponibilità idrica. Credi che le ricerche condotte presso l’Università della Basilicata possono essere trasferite alla realtà marocchina e africana in generale? I sistemi di trattamento sviluppati dal gruppo di ricerca del prof. Salvatore Masi sono stati molto apprezzati dai ricercatori e dalle autorità del Marocco. Per questo motivo la FAO ha deciso di finanziare un progetto dimostrativo specifico esteso oltre che al Marocco all’Egitto, alla Tunisia ed all’Algeria. Per molti aspetti, alcune aree della Basilicata e il Nord Africa hanno gli stessi problemi in termini di scarsità d’acqua. Il riutilizzo delle acque reflue può essere una risposta efficace a questi problemi. Molto interessante è stato considerato l’approccio in termini di “sostenibilità ambientale”, in quanto spesso nei paesi africani sono state proposte soluzioni e tecnologie non ambientalmente corrette e che non hanno incontrato i reali fabbisogni delle popolazioni. Penso che, per restare in questo ambito, l’Università della Basilicata ha delle importanti competenze scientifiche ed umane per fornire contributi anche in altri settori come l’agricoltura e la valorizzazione economica delle biomasse. Consiglieresti ad altri giovani marocchini di studiare presso l’Università di Basilicata? Sì, certo, lo farò perché penso che ci sono le condizioni ottimali per studiare e svolgere attività di ricerca di valore internazionale, e questo grazie all’impegno di chi lavora a tutti i livelli. Colgo l’occasione per esprimere il mio riconoscimento e ringraziare tutto il personale del gruppo di lavoro del prof. Masi dai dottorandi, al tecnico di laboratorio, al personale amministrativo.


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REPORT

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Piazza Prefettura, quel giorno che il Duce parlò di Lucio Tufano

G

ià nel 1934, sul giornalino Balilla dell’O.N.B., si accennava all’Africa come terra di fascino e di mistero, e durante la guerra piccole storie verseggiate ispirate ai motivi delle canzoni più in voga;… addio Lavinia/scriverò dall’Abissinia/col moschetto e col pugnale/andrò in Africa Orientale. Nel Corriere dei Piccoli, Venturino, il piccolo balilla con fez, torso nudo e sottanina nera, nella giungla selvaggia beffa l’enorme selvaggio, e c’è il sor Hbertreando, esploratore in Somalia con i servitorelli neri, Zimbo, Zimba e Bomva, e gli inseparabili gemelli Romolino e Romoletto. Nel 1935 la guerra etiopica aveva indotto la Società delle Nazioni ad applicare le sanzioni economiche all’Italia e il Regime ad organizzare la raccolta dell’oro. Le madri e le spose avevano donato la loro fede nuziale. Chi ci informa della guerra è la Domenica del Corriere, settimanale illustrato molto caro agli italiani, destinato ad un pubblico popolare e di medio ceto, non solo per la prima di copertina illustrata da Achille Beltrame ed in seguito da Walter Molino e anche per i contenuti che vanno dalla cronaca, al racconto, ai giochi, alle barzellette, alla fiaba…Il 2 ottobre 1935. Mussolini declama: “La ruota del destino che muove inarrestabile verso la meta… per 40 anni si è pazientato con l’Etiopia, paese africano, universalmente bollato come un paese senza ombra di civiltà… ora, si tenta di consumare la più nera delle ingiustizie: quella di toglierci un po’ di posto al sole…”. È anche l’EIAR che svolge un ruolo fondamentale di propaganda nei frequenti e più spediti messaggi rispetto alla notizia e ai commenti della carta stampata. Nel giornale radio, nelle celebrazioni, nelle rubriche vi è contenuto il proposito del regime per la missione civilizzatrice dell’Italia. Intervengono Galeazzo Ciano, Eugenio Colseschi e Forges Davanzati nella sua rubrica confidenziale di commento politico, Mario Isnenghi con il radioso maggio africano, nelle oceaniche adunate, nella fatidica attesa dell’impero compiuto, e con milioni di persone che ascoltano le parole del Duce. Insomma la psicosi della guerra è nella informazione di massa durante tutto il corso della campagna d’Africa. Difatti il discorso del 2 ottobre 1935 era stato ascoltato da venti milioni di persone, la più imponente mobilitazione radiofonica. Nei primi giorni del febbraio 1936 al teatro Stabile si proietta l’interessante film documentario “Etiopia”. Il pubblico si elettrizza alla visione, a come l’Italia si stia mobilitando con i suoi soldati per la conquista

dell’Abissinia. Il 5 e il 9 maggio 1936, la radio celebra per tutte le piazze italiane, il trionfo con la ideologia dell’Impero sui colli fatali di Roma. Messaggio d’eccezione e speaker importante, sostenitore delle buone ragioni italiane in Etiopia, è Guglielmo Marconi, celebre nel mondo per la sua nota invenzione. Nei dettati in classe degli alunni delle scuole elementari “Rosa Maltoni Mussolini” le maestre trattano dei nostri soldati che, in Abissinia, portano i simboli e la civiltà di Roma. Invitano gli scolari a pregare per il Duce, li esortano ad essere bravi, ubbidienti e rispettosi della Patria, della famiglia del regime, di compiere il proprio dovere come soldati del Duce, giacchè i bimbi d’Italia son tutti Balilla. I compiti riguardano gli anniversari della Rivoluzione, gli annali della Milizia, gli atti di eroismo e di guerra in Africa

grandi alberi fronzuti. “A sera tarda, quando tutte le luci del cielo e della terra si sono accese (a rischiarare la notte), la giornata domenicale finisce con il solito rifluire verso le case chiuse”. Il 22 e 23 febbraio 1936 Armando Falconi è allo Stabile, con la sua compagnia e con una straordinaria recita “Mani in alto!”, brillante commedia in tre atti di Guglielmo Giannini. I manifesti intanto catturano l’attenzione di tutti sulla guerra d’Etiopia “è questa la più gigantesca impresa coloniale di tutti i tempi sullo scacchiere più impervio e difficile. Tutti i conti sono da rifare…”. Non manca la proiezione di grandi films a come Anna Karenina con Greta Garbo e Fredric March, il capolavoro della Metro che ha ottenuto la Coppa Mussolini alla terza Mostra Internazionale d’Arte cinematografica a Venezia, per il miglior film

Orientale, faticosamente riportati con i pennini ad alabarda o a cavallotto nei bei quaderni dalle righe strette di terza e quarta, o larghe di quinta, di brutta e bella copia e dalle copertine disegnate con scene di guerra. Il linguaggio delle copertine è trionfalistico, le figure di un eroismo retorico, con espressioni e motti a firma di Mussolini esprimono i destini imperiali di Roma, aneddoti e personaggi che vanno dal Barbarossa a Giovanni dalle Bande Nere, dalla epopea dei comuni al Risorgimento, al confronto tra Cesare e Mussolini, tra Orazio Coclite e Pietro Micca,… Nella città si vive la vita di sempre. Per la borghesia e i ceti più abbienti non mancano le compagnie di prosa come la Palmarini, diretta dal gran ufficiale Umberto Palmarini, di ritorno a Potenza dove con “La Lanterna di Diogene” di Ugo Falena sosterà due o tre sere. Di domenica c’è la messa e l’aperitivo nei caffè più importanti. Le fanciulle e le signore che escono dalla Chiesa sentono di percorrere almeno un paio di volte le poche centinaia di metri della Pretoria. Di pomeriggio si va con la ragazza nei luoghi più esterni, sotto la villa del Prefetto, allietati dal verde riposante di

straniero; e come Follie di Brodway, sempre della Metro. Così di giorno in giorno si arriva al fatidico 5 maggio 1936, le truppe italiane sono entrate in Addis Abeba. In Somalia il generale Rodolfo Graziani, sconfitte le superstiti forze avversarie, punta verso l’importante nodo stradale di Harar sulla ferrovia Gibuti Addis Abeva. Il Negus Hailè Selassiè trova rifugio in Inghilterra. Il 9 maggio Mussolini annuncia agli italiani e al mondo che l’Italia ha finalmente il suo Impero. L’epopea dell’Impero viene celebrata con l’arma più forte, il cinema, con il film Scipione l’Africano, di Carmine Gallone. Ed è proprio in quell’anno che attorno a Mussolini si crea nel paese, anche per opera del cinema, un larghissimo consenso. La guerra aveva mobilitato i registi italiani che portarono in Etiopia le macchine da presa. Si proiettano i film Squadrone bianco di Augusto Gemina, Il grande Appello di Mario Camerini, i primi film che, carichi di mitologia fascista, riportano la trasvolata oceanica di Italo Balbo, la guerra di Spagna con L’Assedio dell’Alcazar, e Luciano Serra, pilota, con Amedeo Nazzari. L’Africa è all’ordine del giorno.

Se ne parla nelle scuole, nei circoli, nelle conferenze, nel partito, per istrada e nelle piazze. Nelle adunate dei balilla e in tutte le occasioni che riguardano il conflitto in atto, si canta con fierezza ed ironia la nota canzonetta: “Faccetta nera”. L’entusiasmo per il Duce e per l’impresa etiopica afferra i giovani che si vedono coinvolti dall’O.N.B. e dal Fascio. Tra i tanti il ragazzo tredicenne di Potenza, Saverio Coscia. Questo “tipico ragazzo di Mussolini”, così come sono chiamati i giovani più presi dalla euforica apprensione per il buon esito degli eventi, scappa dalla famiglia e dalla città per partecipare come volontario alla guerra. Nelle vetrate delle librerie di via Pretoria, da Marchesiello e da Triani, figurano libri come il Piccolo Legionario in A.O. di Baldini e Castaldi, Dubat all’erta! Di Giuseppe Scortecci, Due ragazzi in Abissinia di A. Fabietti, Storie, leggende e favole del paese del Negus di Alberto Pollera, Balilla reale di Armando Cipolla, Il talismano del 23° stormo di Ugo Scotti Berni, Il monello di Macallè di N. Quintavalle , Un balilla nell’oltre Giuba e Africa mia! Di E. Ambrosi, Aquilotti nelle steppe africane di M. Giudi… I libri di Emilio Salgari sono i più preferiti dalle maestre e dai genitori per i propri alunni e i propri figli, anche perché il regime vede in questo scrittore un educatore della gioventù fascista “profeta dei destini africani dell’Italia, nemico acerrimo degli inglesi come il suo protagonista Sandokan. Nel corso della campagna africana le opere di Salgari vanno per la maggiore ed entrano nelle biblioteche delle scuole. Mussolini dopo aver assistito assieme al Sovrano, alle grandi manovre dell’anno XIV, svoltesi in Irpinia e in Lucania, ed ispezionato reparti militari, nel pomeriggio del 27 agosto, è a Potenza. La visita del Duce all’indomani della conquista dell’Etiopia e della proclamazione dell’Impero ha essenzialmente il carattere di un grande bilancio, completo, consuntivo e preventivo. Scrive Giovanni Ansaldo: “L’ospite viene, scende a terra, fa il suo ingresso solenne, passa per vie decorate ed infiorate, tra file di palazzi rimessi al nuovo sotto archi di trionfo e festoni trasparenti; è acclamato da moltitudini aspettanti che si esaltano con lui”. Difatti via Pretoria è agghindata a festa. Egli la attraversa a piedi sorridendo e soffermandosi su ogni vicolo per salutare la folla che lo applaude, come un

compassatore che con le mani serrate sui fianchi a larghi ed imperiosi passi si accinge a misurare le diagonali della strada, procedendo quasi a zig zag, ma in maniera piuttosto spedita, convinto della necessità ed importanza di espletare quel compito. Così Mussolini, balzato in via Pretoria, inizia la sua marcia di perlustrazione, con gli occhi spalancati e scrutatori e il volto immobile: una solenne ed espressiva maschera della soddisfazione politica e del potere totalitario. Sino al mattino la città è imbandierata dappertutto. Dai balconi e dalle finestre il tricolore arreda i palazzi e le case, gli edifici, per le vie un popolo animato di fez e divise, gagliardetti e labari, camicie nere e grigio verde, marcia, si muove, si ferma, canta gli inni del regime ed esegue i comandi dei capi. Nel pomeriggio tutto è pronto. Corte di professionisti, impiegati, militi e gerarchi hanno invaso la piazza. Visiere di ufficiali elmetti e caschi coloniali si distinguono nella calda mattinata di sole. Reparti dell’esercito dei giovani, dei balilla, dei figli della lupa e delle giovani italiane si assiepano negli spazi disponibili. Frastuoni e prove dai microfoni. Al balcone del palazzo di Governo di piazza Prefettura pronuncia il suo storico discorso, dedicato alla Lucania ed alla sua gente: “La Lucania ha un primato che la mette alla testa di tutte le regioni italiane: il primato della fecondità, la quale è la giustificazione demografica e quindi storica dell’impero. I popoli dalle culle vuote non possono conquistare un Impero e, se lo hanno, verrà il tempo in cui sarà per essi estremamente difficile –forse – conservarlo o difenderlo. Hanno diritto all’Impero i popoli fecondi, quelli che hanno l’orgoglio e la volontà di propagare la loro razza sulla faccia della terra, i popoli virili nel senso più strettamente letterale della parola. Mi auguro che questo mio discorso formi oggetto di serie meditazioni in alcune province d’Italia. La conquista dell’Impero è destinata non già a ritardare quello che deve essere lo sviluppo politico, economico, spirituale dell’Italia Meridionale, ma ad accrescerlo. I problemi che interessano la vostra terra e la vostra gente sono già conosciuti. Si è troppo scritto e poco operato. Senza credere a miracolismi impossibili e che repugnano profondamente alla nostra dottrina e al nostro temperamento, io vi dico, vi prometto – il che è più importante – che la Lucania, sotto l’impulso e il dinamismo della Rivoluzione delle Camicie Nere, brucerà le tappe per raggiungere presto la meta. Molto si è fatto durante questi 15 anni, ma la realtà vuole che si aggiunga che moltissimo resta ancora da fare e sarà fatto”. Fa riscontro al discorso roboante, la distratta acquiescenza di un popolo

assillato da problemi più immediati di sopravvivenza. Dopo aver ricordato gli eroismi delle fanterie lucane durante la Grande guerra, il Duce ha concluso esprimendo la certezza che in terra di Lucania si troveranno legionari pronti a qualsiasi sacrificio per difendere dovunque e contro chiunque l’Italia e l’Impero. Il discorso del Duce è interrotto ad ogni frase dall’entusiasmo riconoscente del popolo lucano. Da ultimo il clamore e le acclamazioni raggiungono una atonalità posseduta: la gran voce della moltitudine riempie la piazza interminabilmente. Le donne alzano fra le braccia i bimbi, ed è davvero una folla di bambini sopra la moltitudine. Più e più volte il Duce riappare al balcone e sempre più vivi e immediate si alzano ovazioni enormi. Poi lentamente il popolo lascia la piazza e si disperde per la città, che accende a festa tutte le sue luci. I muri della città rimangono tappezzati di manifesti con la firma di Mussolini, che si rivolge ai legionari d’Italia: “Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi. In questa certezza suprema, levate in alto legionari, le insegne, il ferro e i cuori, a salutare dopo XV secoli la riapparizione dell’Impero sui colli fatali di Roma. Ma ne sarete degni? Questo grido è come un giuramento che vi impegna innanzi a Dio e innanzi agli uomini per la vita e per la morte”. Da questa ultima espressione si può intuire come Mussolini, ora più che mai, più fiducioso della sua stella, non nutrisse eccessiva fiducia nei confronti della saldezza di propositi e delle intenzioni degli italiani. Dopo la sua partenza riprende la vita cittadina del capoluogo di provincia tra ruoli di regime, vita quotidiana e di costumi. Nelle eleganti sale del Circolo Lucano del Littori, “elette a vera serra di fiori aulenti”, hanno luogo le danze in onore degli ufficiali del 14° Artiglieria divisionale, ospiti graditissimi, organizzate dal podestà e commissario del circolo, il cav. uff. avv. Alfonso Andretta. Oltre agli ufficiali e al colonnello Boselli, festeggiati, sono presenti le autorità con a capo S.E. il Prefetto comm. Avenanti e il vice federale cav. Carriero, il comandante del Presidio colonnello Bertini con gli ufficiali dei vari corpi e reparti, e della Milizia. Non mancano le signore della borghesia potentina e moltissime signorine. Si balla fino a tardi al suono di una orchestrina “fusa e colorita” del maestro Franco Cantore. Si è data la stura a molte bottiglie di spumante italianissimo per i ripetuti brindisi al Re Imperatore, all’Italia imperiale ed all’Esercito vittorioso.


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Basilicata

Venosa-Roma. Una giornata a Montecitorio Il liceo classico “quinto orazio flacco” entra nel Parlamento Seguono in diretta la riforma dell’articolo 5 della costituzione italiana

N

ell’ambito del progetto “Una giornata a Montecitorio”, l’I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco” di Venosa con le classi II A,IIC e III D ha visitato palazzo Montecitorio, la sede della Camera dei Deputati. Favoriti da una bella giornata, 44 studenti, accompagnati dai Docenti Anna Dell’Aquila (referente del progetto), Antonella Sinisi e Lorenzo Z., hanno potuto constatare direttamente il funzionamento di “una delle principali sedi delle democrazia italiana, dove si producono le leggi che regolano la vita della nostra società” come riferisce il presidente della Camera dei Deputati, On Gianfranco

Fini nell’opuscolo consegnato a fine visita alle classi del Liceo di Venosa. L’assistente parlamentare, Andrea Giometti, prima di far visitare le sale più importanti di Montecitorio, ha fornito notizie su questo palazzo con una breve ma esauriente spiegazione.La visita è iniziata attraversando il Transatlantico ( il luogo dove tra una seduta e l’altra sostano e si incontrano i deputati), per finire nell’aula di Montecitorio, dove gli studenti di Venosa hanno potuto seguire in diretta una discussione in aula abbastanza vivace. Si parlava della riforma dell’articolo 5 della Costituzione Italiana e della gestione trasparente

delle imposte. Un parlamentare accusava il Governo (a coordinare gli interventi il presidente della Camera, Gianfranco Fini) di delegare se stessa a legiferare senza far passare la proposta di legge al Parlamento, che viene esautorato nella sua funzione, tra l’indifferenza di tutti gli altri parlamentari presenti, poco più di una cinquantina. Usciti fuori da Montecitorio, il giudizio espresso da alcuni alunni su come si comportano

i parlamentari nell’aula di Montecitorio non è stato proprio positivo. Antonio Masi di II C ha detto: “nonostante alcuni parlamentari f a c e s s e r o osservazioni interessanti sulla gestione delle risorse, quasi tutti i presenti, anziché contribuire alla discusssione,

pensavano ad altro, come se non interessasse l’argomento di discussione. Chi leggeva il giornale, chi stava a telefonare, chi navigava su internet, chi entrava in aula a discussione già inoltrata. Questo comportamento ci lascia capire che i parlamentari non decidno con la loro testa, ma assecondano le decisioni venute dall’alto”. Letizia Fierro di Spinazzola di II A ha aggiunto: “ noi studenti a scuola quando siamo distratti e non ascoltiamo la lezione dell’insegnante, è un male

che facciamo a noi stessi, invece i parlamentari, da quanto visto oggi, assumono comportamenti che fanno male all’intero Paese”. La giornata della scuola di Venosa si è conclusa con la visita alla chiesa di San Luigi dei Francesi (di fornte a Palazzo Madama, sede del Senato) dove sono stati ammirati tre dipinti del Caravaggio (vedi foto). Lorenzo Zolfo

L’esercito nelle scuole studenti per i concorsi a connotazione universitaria quali quello per l’accesso all’Accademia Militare di Modena, per la Scuola Sottufficiali, e per Ufficiali a Nomina Diretta; ultimo, ma

D

opo una breve pausa estiva, è ripresa ieri la consueta attività di orientamento post diploma svolta dal Comando Militare Esercito “Basilicata” negli istituti di istruzione secondaria

superiore dell’intera Regione. L’evento svoltosi di concerto con la Direzione Scolastica Regionale, ha coinvolto circa centocinquanta allievi del Liceo Classico “Pitagora” di Novasiri (MT), dove

un Infoteam del Comando Militare di Basilicata, ha illustrato i diversi sbocchi professionali riservati ai giovani che scelgono una carriera in divisa. Notevole l’interesse mostrato dagli

non ultimo, il concorso di prossima pubblicazione per volontari in ferma prefissata di un anno che prevede, previa successiva selezione, la possibilità di transito nelle carriere iniziali delle Forze di

Polizia ad ordinamento civile o militare, o la possibilità di concorrere ulteriormente per diventare volontario in ferma quadriennale nell’Esercito.


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SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

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LAPSUS E AMNESIE, CAMPANELLI D’ALLARME PER LO STRESS difese e di conseguenza il nostro organismo. Questo è il motivo per cui “stress” è diventato sinonimo di “società moderna.” Dr. Nicola Straziuso Medico-Chirurgo - Odontoiatra Master II° Liv in Ortognatodonzia Gnatologia e Funzione Masticatoria - Master II° Liv in Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica con Convogliatore di Radianza Modulante - Otorinolaringoiatra Specialista in Foniatria Via Appia, 206 Potenza Tel. e fax. 0971 - 601163

E’

s successo due volte nel giro di poche settimane: due papà sono stati vittime di una tragica amnesia e hanno dimenticato i loro bambini di pochi mesi nell’auto parcheggiata al sole e dopo qualche ora sono morti. Ma com’è possibile una dimenticanza simile? Lapsus, fatalità o disattenzione? È difficile spiegare come la mente possa dimenticare cose importanti come queste, eppure capita. Cosa succede nella mente umana? La memoria è una funzione del cervello e può essere anche definita il “serbatoio dei ricordi”, in cui ognuno di questi viene catalogato in base a una serie di codici quali la temporalità o l’emozionalità. In pratica consente di immagazzinare dati di ogni tipo e di recuperarli all’occorrenza. Esistono due tipi di memoria: a lungo termine e a breve termine. Nella prima vengono immagazzinate le informazioni che servono per vivere, lavorare e relazionarsi, e i dati vengono trattenuti per periodi lunghissimi e addirittura per tutta la vita. La memoria a breve termine, invece, è limitata e mantiene le informazioni di poca importanza per poco tempo. Il più delle volte le dimenticanze sono la conseguenza dello stress che viene spesso associato ad un lavoro eccessivamente pesante o al fatto di doversi assumere un incarico di grande responsabilità, ma la causa implicita della reazione allo stress può coinvolgere molti altri fattori. La propria casa e il posto di lavoro possono diventare terreno fertile per svariate cause scatenanti tensione fisica e mentale, che può aumentare gradatamente fino a diventare, se lasciata senza controllo, un serio rischio per la salute. In generale, ogni cambiamento che infrange la routine quotidiana risulta stressante, in modo più o meno serio. Per esempio quando si perde il lavoro o ci si trova in difficoltà economiche si cade nell’ansia, dato che i problemi finanziari si ripercuotono in molti altri settori della vita. Anche i cambiamenti considerati positivi, come una vacanza o una promozione possono essere causa di stress, in quanto provocano una risposta di adattamento dell’organismo al cambiamento e quindi uno stress. La società di oggi impone ritmi incalzanti e modelli fortemente competitivi. E’ diventato normale sentirsi costantemente sotto pressione e nel contempo, le relazioni umane, così importanti nel sostenere la vita delle persone, si sono indebolite. Viene così a mancare un senso di sicurezza di fondo. Tutti questi fattori uniti al costante bombardamento mediatico fatto di pubblicità, telegiornali, tribune politiche, talkshows ai quali siamo quotidianamente abituati mettono a dura prova le nostre

LE AMNESIE Un cervello efficiente, con una mente brillante, dovrebbe dimenticare solo ciò che non serve o che può rappresentare un doppione. Tuttavia c’è un fattore che può impedire di immagazzinare le informazioni in modo corretto ed è la mancanza di concentrazione, che porta a compiere gesti in maniera automatica, pensando nel frattempo ad altro. Così può essere facile non ricordare dove si sono lasciate le chiavi di casa, se quando si sono appoggiate si era ad esempio al telefono, oppure si dimentica di pagare la bolletta se si hanno altri impegni. Le amnesie possono essere spiegate come un inganno della mente, un buco nero che si crea nella memoria come conseguenza di condizioni esterne che compromettono l’efficienza del cervello. Solitamente i black out della memoria riguardano circostanze minori e hanno conseguenze limitate. Le dimenticanze gravi, invece, quelle che hanno la meglio sull’istinto di protezione di se stessi e della prole, potrebbero spiegarsi con una alterazione del cervello di natura organica, per esempio la presenza di una malattia. LAPSUS: Piccoli scherzi della memoria Spesso li si motiva con il ritmo frenetico della nostra società. Un lapsus è un vuoto di memoria che avviene quando siamo troppo sovrappensiero, per esempio prima di uscire la sera ci ricordiamo di prendere qualcosa e allo stesso tempo dimentichiamo cosa, questo è un lapsus. Ci sono tanti tipi di lapsus, le categorie individuate sono: Lapsus di scambio di parola, che avvengono quando si invertono due termini presenti nella stessa frase, per esempio “apri il latte e prendi il frigo”. In genere le parole derivano dalla stessa categoria semanticolessicale (nomi propri con nomi propri, verbi con verbi, aggettivi con aggettivi) e vengono sostituite meccanicamente; Lapsus di sostituzione, che si sviluppano ogni volta che un termine viene rimpiazzato da un altro, esterno alla frase ma della medesima categoria semantica, per esempio “piatto” al posto di “bicchiere” o “acqua” invece di “vino”. Questo tipo di errore è indice del fatto che le varie componenti del linguaggio sono organizzate a livello mentale in sottocategorie di questo tipo; Errori di spostamento, che si verificano quando nell’articolazione della frase un suo elemento, che può essere una parola, un verbo o altro, viene spostato da un punto all’altro della frase: per esempio “La Milo di Venere” anziché “la Venere di Milo”; Ci sono poi i lapsus d’azione, chiamati “paraprassie”, come: · Riporre inavvertitamente un oggetto in un armadio anche se lo si deve utilizzare; · Chiudere a chiave una porta che dovrebbe restare aperta;

· Dimenticare un oggetto importante in un luogo lontano. Queste componenti hanno sempre fatto parte dell’esistenza umana, tuttavia le persone oggi soffrono assai più spesso di stress sociale o psicologico, legato alle relazioni umane, alle pressioni subite al lavoro o a scuola, ai disagi finanziari, alla malattia o alla morte di un membro della famiglia o di una persona cara, agli incidenti e ai disastri naturali. Da uno studio condotto nel 2005, inoltre, si è evidenziata una stretta correlazione tra stress cronico e rapidità dell’invecchiamento cellulare. Lo studio ha misurato la percezione dello stress con un questionario e l’ha confrontata con molte caratteristiche dei linfociti in circolo. Tra le donne sottoposte allo studio (età media 38 anni) quelle che riferivano il livello più alto di stress cronico erano anche quelle con il maggiore stress ossidativo (ovvero un eccesso di sostanze ossidanti rispetto a quelle antiossidanti nel sangue) e con parametri biologici che rivelavano un’accelerazione dell’invecchiamento cellulare. Le loro cellule erano da 9 a 17 anni più vicine alla morte cellulare rispetto a

quelle delle donne meno stressate del gruppo studiato, indipendentemente dalla loro età, dall’indice di massa corporea e dal fatto che fumassero o assumessero integratori vitaminici. Attenzione allo stress Ognuno di noi risponde agli eventi stressanti in modo diverso, questo perché ogni persona fa esperienze diverse e fa proprie strategie interpretative e di pensiero diverse. Inoltre un ruolo fondamentale nell’interpretazione degli eventi, sia interni che esterni, spetta all’apprendimento. Noi impariamo a comportarci in un certo modo di fronte a certi stimoli e questi meccanismi di apprendimento agiscono in modo automatico, al di fuori della nostra consapevolezza. Le nostre stesse valutazioni personali degli eventi e delle cose subiscono l’effetto dell’apprendimento e una volta consolidatesi funzionano in modo relativamente autonomo. Gli schemi comportamentali e di pensiero hanno la funzione di farci risparmiare energia sia fisica che mentale, infatti si basano su esperienze pregresse già elaborate, facilmente rievocabili. Per riuscire a recuperare qualsiasi dato si deve affrontare un iter ben preciso:

si acquisisce l’informazione, la si archivia e all’occorrenza si recupera. L’incapacità di ricordare qualcosa anche di vitale importanza potrebbe essere causata da un problema relativo ad uno di questi processi mentali. Per evitare di dimenticare cose importanti, ecco cos’è importante fare: •dormire per un tempo sufficiente ed alzarsi riposati; •obbligarsi a concentrarsi su quello che si sta facendo, abituandosi a fare una cosa per volta; •quando si è mentalmente stanchi, staccare la spina, isolarsi e chiudere gli occhi, meglio ancora sarebbe fare un riposino. Attenzione quindi a stress, sonno scarso, e a prendere molte responsabilità e impegni!


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Ginnastica posturale Una terapia preventiva A cura del Dott. Ft. Nicola Castelluccio Osteopata D O Posturologo Laurea Magistrale in Scienze della Riabilitazione Terapia del LinfedemaASP Potenza email: ncastelluccioinfo@ gmail.com cell. 3804326784 3319030750

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a maggior parte di coloro che si avvicina alla ginnastica posturale lo fa, purtroppo, solo dopo che gli viene diagnosticato un problema, come ad esempio la lordosi o la scoliosi o altri difetti di postura. La ginnastica posturale però non deve essere vista solo come terapia, questa disciplina infatti è molto utile per prevenire dolori e fastidi, che soprattutto con l’avanzare degli anni iniziano a manifestarsi in particolare in soggetti che hanno fatto poco sport nel corso della loro vita. Soggetti che si allenano con costanza e che sviluppano in modo corretto i muscoli della schiena e gli addominali, invece presentano più difficilmente problemi legati alla postura. Ecco perché anche coloro che non hanno voglia di andare in palestra o fare altri tipi di allenamenti faticosi e stancanti, dovrebbero prendere in considerazione la pratica della ginnastica posturale per migliorare il loro stato di salute attuale e soprattutto prevenire la comparsa di fastidiosi disturbi in vecchiaia. La ginnastica posturale nasce in seguito ad importanti studi condotti sul rapporto tra salute ed attività fisica. E’ scientificamente dimostrato infatti che accanto ai rinomati e sperati benefici estetici come il dimagrimento e la tonicità muscolare, che sono di solito quelli che convincono molte persone ad

avvicinarsi allo sport, l’attività fisica ha degli effetti positivi sull’organismo che vanno ben oltre l’aspetto estetico. La pratica della ginnastica infatti può aiutare a mantenere sani e vitali i muscoli e l’organismo in generale, evitando, o perlomeno rallentando, il naturale processo di indebolimento e retrazione che colpisce i muscoli del corpo umano con il passare degli anni, e può anche essere utile per prevenire disturbi al sistema circolatorio, oltre ad essere un ottimo metodo per abbassare il livello di stress. In pratica la Ginnastica Posturale è l’insieme di tutti gli esercizi di ginnastica per prevenire e curare posture del corpo non naturali e sbagliate. Cosa fare e che esercizi eseguire per sopperire ai problemi fisici causati dall’assumere posizioni sbagliate?

scolo ileo-psoas, la cui origine è a livello dei corpi delle vertebre lombari ed è quindi coinvolto nella postura.

La GP serve ad avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo e ad assumere una giusta postura in tutte le proprie azioni. Gli esercizi di seguito proposti possono tranquillamente essere eseguiti a casa e non necessitano di attrezzature particolari; bisogna comunque fare attenzione ad eseguirli in modo corretto, lentamente , senza strappi nei movimenti,e ad assumere la posizione adeguata, per non incorrere in ulteriori problematiche.

Portare il bastone dietro la nuca e oscillare lentamente a dx e a sx, deve muoversi solo la schiena e il bacino deve restare immobile

Ruotare il collo a dx e a sx lentamente, senza muovere le spalle

Da seduti, piegarsi gradualmente in avanti fino a toccare il pavimento con il palmo delle mani

LO STRETCHING

Eseguire l’esercizio 25 volte per lato

Inspirare ed espirare per 3 volte

In posizione supina, flettere le gambe verso il petto aiutandosi con le mani

ESERCIZIO 3

Tornare lentamente alla posizione di partenza

Inspirare ed espirare per 3 volte

Ripetere l’esercizio 8 volte

Distendere le gambe nella posizione di partenza e allungare le braccia parallele alle orecchie

E’ importante cominciare con lo stretching; pur essendo quella posturale un tipo di ginnastica dolce, è fondamentale allungare i muscoli per raggiungere la massima flessibilità muscolare. Poiché gli esercizi che si propongono riguardano la postura e la schiena, è necessario allungare alcuni muscoli delle gambe, i flessori dell’anca, in quanto includono in particolare il mu-

ESERCIZI POSTURALI Attrezzi necessari: Un tappetino per fare ginnastica Un bastone Uno sgabello Se possibile , uno specchio cui potersi mettere di fronte per controllare che gli esercizi vengano eseguiti correttamente e con la giusta postura. ESERCIZIO 1 In piedi davanti allo specchio impugnare il bastone agli estremi con le braccia tese in avanti

Ripetere l’esercizio 10 volte ESERCIZIO 2 Da seduti, appoggiare le mani sulle cosce con la schiena ben dritta

Da seduti, con le mani appoggiate sulle cosce e la schiena ben dritta, inclinare il collo a dx e a sx verso la spalla Fare attenzione che non si muovano le spalle Eseguire 10 inclinazioni per

lato ESERCIZIO 4

ESERCIZIO 5 In posizione supina, con gli arti inferiori piegati e le braccia distese in alto parallele alle orecchie

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segnale positivo di apertura, di ascolto e di buona concertazione: “Le nostre denunce non sono mai derivate da prese di posizione arbitrarie o di principio, ma sono scaturite da esperienze dirette o dalle constatazioni dei nostri iscritti – hanno sottolineato i dirigenti delle organizzazioni -. Apprezziamo l’apertura del Direttore Generale, che ci fa respirare ‘aria nuova’ e ci dà fiducia per il futuro rispetto ai servizi in direzione della tutela degli anziani, dei pensionati e più in generale delle fasce deboli”.Galasso, Pardi e Capece, hanno approfittato dell’incontro con i vertici del San Carlo - erano presenti anche il Direttore Sanitario Bruno Mandarino e altri dirigenti – per discutere di liste di attesa, uno dei problemi annosi e cronici del nosocomio potentino, ricevendo rassicurazioni in merito ad una riorganizzazione in corso che dovrebbe portare a drastiche riduzioni dei tempi,

Ripetere l’esercizio 4 volte ESERCIZIO 6

Inspirare ed espirare per 3 volte Ripetere l’esercizio 5 volte

San Carlo: liste di attesa e parcheggi, riorganizzazione in vista pazienti ricoverati in day service, all’Ospedale San Carlo di Potenza, non dovranno più sottoporsi ad estenuanti file alle casse del nosocomio - come accadeva fino a qualche giorno fa - ma avranno corsie preferenziali e attese ridotte al minimo. Per quelli esenti dal pagamento del ticket, inoltre, si troveranno a breve soluzioni per evitare spostamenti dai reparti in cui si effettuano le terapie alle casse. E’ questo l’impegno manifestato dal Direttore Generale dell’Ospedale San Carlo di Potenza, Giampiero Maruggi, che ha incontrato i rappresentanti dei sindacati dei pensionati di Basilicata (Beatrice Galasso dello Spi-Cgil, Vincenzo Pardi della Fnp Cisl e Mario Capece della Uilp Uil) per un incontro programmato all’indomani della denuncia sui disservizi del nosocomio per i pazienti in day service. Le organizzazioni sindacali hanno espresso apprezzamento per il

Portare le braccia verso l’alto perpendicolari al busto, tenendo collo e testa fermi

nel breve periodo. Una riorganizzazione che toccherà anche i parcheggi, altro nodo cruciale, con ampliamento dei posti e spazi riservati ai disabili e a chi ha la necessità di essere accompagnato fin nelle immediate vicinanze degli ingressi, per sottoporsi a terapie particolarmente delicate e importanti. I rappresentanti sindacali, che hanno anche potuto visitare e apprezzare i servizi del rinnovato Pronto Soccorso, hanno infine hanno infine preso atto dell’intenzione da parte del Direttore Maruggi di organizzare incontri periodici per discutere dei temi che riguardano pazienti appartenenti alle fasce deboli della popolazione lucana: “Siamo soddisfatti rispetto al nuovo corso inaugurato dai vertici del San Carlo e restiamo in attesa dell’assunzione degli impegni presi”.

ESERCIZIO 7 In posizione supina, flettere il ginocchio sx e portarlo dalla parte opposta con l’aiuto della mano dx, mantenendo le spalle aderenti al suolo Inspirare ed espirare per 3 volte Ripetere l’esercizio 5 volte per lato ESERCIZIO 8 In posizione supina, con gli arti inferiori leggermente piegati, flettere le ginocchia verso il petto mantenendo la schiena ben aderente al pavimento Tornare alla posizione di partenza Ripetere l’esercizio 20 volte ESERCIZIO 9

Dalla posizione quadrupedica portare il petto verso le ginocchia, accovacciandosi al massimo e volgendo la fronte verso le ginocchia Allungare le gambe e poggiare i gomiti a terra, mantenendo l’addome aderente al suolo Sollevare la parte superiore del busto Inspirare ed espirare per 3 volte Ripetere l’esercizio 3 volte ESERCIZIO 10 In posizione quadrupedica portare il sedere un po’ indietro e allungare al massimo le braccia in avanti poggiando il palmo a terra Inspirare ed espirare 3 volte Ripetere l’esercizio 3 volte Ogni esercizio va eseguito lentamente e facendo attenzione a mantenere la posizione corretta. Questi esercizi, svolti almeno 2 volte alla settimana, possono aiutare ad alleviare , se non eliminare , i problemi alla schiena conseguenza di posture errate. E’ importante però ricordare che per praticare in modo corretto la ginnastica posturale sono necessarie specifiche conoscenze di anatomia, fisiologia e biomeccanica, ecco perché è sempre bene rivolgersi a terapeuti qualificati che aiutino ad illustrare il tipo di esercizi indicato e le modalità di svolgimento.


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27 Ottobre 2012

ontrosenso

SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

Basilicata

Il vaccino anti influenzale è consigliato nei pazienti cardiopatici? di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it

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on la fine della stagione estiva e, l’inizio dell’autunno, come ogni anno cominciano a presentarsi i primi raffreddori, i primi colpi di freddo e, si inizia a parlare di vaccino antiinfluenzale mettendosi già in lista per prenotarlo e poterlo effettuare appena disponibile. Una domanda frequente che noi medici specialisti ci sentiamo spesso rivolgere da pazienti affetti da una malattia del cuore oppure, già sottoposti ad un intervento cardiochirurgico è, se è indicato o meno, anche nel loro caso, sottoporsi al vaccino contro l’influenza. Negli ultimi anni sempre più numerosi sono gli studi finalizzati a dimostrare che l’influenza, anche quella “normale”, può scatenare l’infarto. Questo male di stagione, ancora più temuto con l’avvento del virus H1N1, può provocare infatti attacchi di cuore e morte

per cause cardiovascolari. Il vaccino, in tal senso, offre una protezione a chi ha problemi di cuore. A questa conclusione sono giunti recentemente anche alcuni ricercatori di Londra che hanno pubblicato su una famosa rivista scientifica dal titolo “Lancet Infectious Diseases”, i risultati ottenuti dai dati di 39 studi effettuati in oltre venti anni, per fare luce sul legame tra influenza, infarto e morte cardiovascolare. Secondo i ricercatori britannici, alla luce di quanto emerso dalle loro ricerche, bisogna incoraggiare ancora di più le persone con cardiopatie o diabete, che già di per sé è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, a vaccinarsi contro l’influenza. Gli studiosi hanno sottolineato un aumento dei decessi dovuti ad attacchi di cuore e dei casi di infarto nei mesi in cui circola il virus dell’influenza. Nonostante la campagna di sensibilizzazione che ogni anno viene fatta, notiamo che ancora oggi, il vaccino antinfluenzale è sottoutilizzato proprio da parte dei malati cronici, fra cui i

cardiopatici, più vulnerabili. Crediamo che la vaccinazione antinfluenzale debba essere incoraggiata, se indicata, specie in quelle persone con malattia cardiovascolare già esistente ed, anche in coloro che hanno subito un’operazione al cuore e le cui difese immunitarie sono più compromesse e “provate” rispetto alle persone sane. Importante è anche consigliare la vaccinazione a quei pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica, nei quali l’influenza rischierebbe di riacutizzare il problema alterando un equilibrio clinico ed emodinamico ottenuto con i farmaci, molto difficile da raggiungere. Il vaccino contro l’influenza protegge anche il cuore dei pazienti che hanno subito un infarto o un’angioplastica, riducendo del 75% i rischi di problemi cardiovascolari gravi. Recentemente è stato appurato anche che il vaccino anti-influenzale, oltre ad avere un effetto protettivo antivirale, riduce significativamente il rischio di ictus cerebrale. Il rischio di ictus cerebri diminuisce particolarmente nei soggetti

con età inferiore a 75 anni. In questa fasce di età, i soggetti vaccinati corrono un rischio cardiovascolare ridotto di circa il 40% rispetto ai soggetti non vaccinati. Questo significa che il vaccino anti-influenza è anche un vaccino antiictus? Sicuramente no. Il dato è da riferirsi al fatto che le infezioni possono aumentare, in soggetti predisposti, l’incidenza di ictus cerebrale. Quindi, sottolineiamo ancora una volta, il ruolo protettivo del vaccino nei confronti delle infezioni. Questo è ancora più vero nelle persone più anziane. Ecco quindi un altro buon motivo per vaccinarsi contro l’influenza. Il consiglio è diretto particolarmente alle persone con più di 60 anni, specie se già affette da patologie cardiovascolari, diabete o enfisema polmonare.Poiché i virus influenzali causano infezione nel corpo, e più comunemente nei polmoni, il cuore dei pazienti che hanno contratto l’influenza è più esposto a complicazioni, compresa la polmonite ed altri tipi di infezione.

I batteri..tra migliori amici dell’uomo

Dott.ssa Maria Rita MilellaFarmacia Mar- chesiello www.farmacia- marchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: mr.milella@farmaciamarchesiello.it

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n questa brave lettura ci soffermeremo sui fermenti lattici, batteri nostri ospiti indispensabili per una corretta digestione. Questi batteri vivono normalmente nel nostro intestino assolvendo diverse funzioni; svolgono la loro azione direttamente nell’intestino, precisamente nel colon, ovvero la zona intestinale dove si concentra la maggiore quantità di flora batterica; sono proprio questi microrganismi a svolgere una delle funzioni più importanti ai fini della digestione, soprattutto per quanto riguarda l’assimilazione di proteine, fibre e carboidrati e ostacolano lo

sviluppo e la proliferazione dei microrganismi dannosi (patogeni).L’intestino è per natura ricco di fermenti lattici, scientificamente definiti come Lactobacillus acidophilus, tuttavia questa flora batterica può subire delle alterazioni che possono essere legate o a delle patologie vere e proprie, oppure semplicemente ad una dieta non bilanciata ed a delle abitudini alimentari poco corrette. Nel panorama dell’integrazione alimentare si utilizzano spesso alcuni termini come prebiotico o probiotico sui quali vale la pena fare un po’ di chiarezza: Cos’è un Probiotico..è un insieme di batteri VIVI ed ATTIVI (es. Lactobacilli) che unitamente agli enzimi prodotti dall’intestino favorisce i processi vitali dell’organismo ospitante (ad es. favoriscono la digeribilità degli alimenti, migliorano l’assimilazione di aminoacidi, ecc.). Cos’è un Prebiotico.. sono sostanze non digerite, ma comunque importanti in quanto favoriscono nel colon la crescita di batteri utili.Inoltre i fermenti lattici opportunamente consigliati sono in grado di ricolonizzare il tratto intestinale, riequilibrandone le sue funzioni intestinali in caso, per esempio di diarrea o spasmi addominali; i batteri

lattici svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie, delle intolleranze, di dermatite atopica e aspecifica oltreché nelle allergie respiratorie; migliorano la motilità intestinale ed hanno un ruolo fondamentale, nella sintesi di alcuni principi vitaminici importanti per il nostro organismo quali Vitamine, Acido Pantotenico, Acido Folico e cosa da non sottovalutare in sperimentazioni in vivo e in vitro non è stata osservata nessuna tossicità.

inoltre ricordarsi che:..per ottenere un risultato ottimale, efficace e durevole, la terapia prevede il loro uso per lunghi periodi (min. 20 giorni)....le alterazioni della flora intestinale, degli enzimi e del pH digestivo influenzano la tua salute non soltanto a livello dell’intestino ma anche in altre parti del tuo organismo (pelle, cuoio capelluto ecc.)....che occorre avvicendare in certi periodi i fermenti lattici (specie nei cambi di stagione) anche

I fermenti lattici, probiotici, non sono tutti uguali.. perché ad ogni tratto dell’apparato digerente occorre uno o più tipi di determinati batteri ed enzimi. Anche nell’ambito della stessa specie batterica alcuni ceppi sono diversi per vigore e attività probiotica specifica legata al luogo dell’intestino nel quale svolgono la loro normale attività. Bisogna

perché, ognuno di noi subisce alterazioni della flora batterica nel tubo digerente in alcuni periodi dell’anno. Per tanto ti consigliamo, per un corretto utilizzo e per ritrovare in maniera più naturale possibile il tuo benessere di rivolgerti al tuo farmacista di fiducia.

Inoltre, i virus influenzali possono provocare infezioni del muscolo cardiaco (miocardite) e del sacco che avvolge il cuore (pericardite) mettendo a repentaglio la vita di persone giovani che non hanno una malattia del cuore di base né ne hanno mai sofferto prima.Naturalmente, le complicanze che l’influenza potrebbe avere su un paziente malato di

cuore e che ha superato una certa età, possono innescare attacchi cardiaci soprattutto a coloro che hanno fattori di rischio come pressione alta, sono in soprappeso, hanno il diabete. Il consiglio però, è quello di valutare caso per caso, consigliandosi con il medico di famiglia o con il cardiologo.

Ansia: di che cosa parliamo?

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’ansia è una sensazione che tutti abbiamo provato, in alcune situazioni e a cura momenti di vita (lavoro, amore, della dottoressa scuola, università, ecc.). Sotto MariaTeresa Muscillo un certo limite essa costituisce psicologa una risorsa positiva da utilizzare, sessuologa telperché prepara ai cambiamenti, 328/8317632 a rispondere a stimoli esterni con mariateresa_muscillo@ prontezza, ad alzare il livello yahoo.it delle prestazioni. Tuttavia l’ansia oltre una certa soglia diventa ingombrante, pesante, difficile da sostenere per l’individuo. Alla base dell’ansia c’è la paura. Essa di per sé non costituisce una malattia, bensì un allarme naturale per l’individuo, una protezione da pericoli esterni. Ma quando la paura non è proporzionata ad uno stimolo, è tanto intensa da poter creare delle difficoltà alla persona, può sfociare in patologia. L’ansia si esprime in diversi modi: attacchi di panico, ansia generalizzata, pensieri ossessivi, fobie e via dicendo. Ogni sintomo è un’espressione diversa della paura e di tutta una gamma di emozioni negative quali l’aggressività, la rabbia, il senso di morte (definito da Freud “istinto di morte”, l’altra faccia della medaglia dell’istinto di vita o Eros), ecc. Tali emozioni sono tenute nascoste e sotto stretta sorveglianza, poiché il loro emergere potrebbe essere avvertito dall’individuo come distruttivo. Avviene come una scissione tra un’emotività positiva e accettata e, di conseguenza, sublimata e mitizzata dalla persona, che si muove sul filo della razionalità, e un mondo emotivo sommerso, non compreso, temuto e sentito come oscuro e orribile. La paura, quindi, assume la funzione di allarme rispetto a pericoli interni.Non bisogna, tuttavia, sottovalutare che l’ansia potrebbe essere causata da una predisposizione genetica e da un’iperattività del sistema neurovegetativo: il meccanismo di allarme dell’organismo è falsato rispetto agli stimoli esterni e rimane in uno stato di eccitazione neuronale, creando uno stato di allerta costante. Per affrontare l’ansia, quindi, è utile un approccio multidisciplinare che si avvalga, in primis, di una farmacoterapia, che riporti i livelli di funzionamento organico alla normalità. Dopodiché è utile intraprendere un percorso psicoterapico, che consenta di affrontare i sintomi ansiosi attraverso un lavoro sulle emozioni e sulla possibilità di cambiare il funzionamento psichico dell’individuo. Questo lavoro può cambiare radicalmente la vita della persona, perché ne migliora la percezione e il benessere psico-fisico.



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MONITOR

Basilicata

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I vent’anni della sezione Avis di Rionero Si è passati dai 25 donatori associati del 1992 agli oltre 500 di oggi di Michele Traficante

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l 18 giugno 1992 su iniziativa di Donato Marolda, aiutato e garantito dai dirigenti dell’Avis di Melfi, in primis dal presidente Peppino Morante, nasceva anche a Rionero in Vulture la sezione comunale Avis ( Associazione volontari italiani sangue). L’Avis è un’Associazione di volontariato costituita tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue. E’ un’associazione apartitica, aconfessionale, senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà umana. Fondata a Milano nel 1927 dal dott. Vittorio Formentano, costituitasi

ed in rispetto della legge di riordino della legge trasfusionale 107/90 che ha messo fuori legge la donazione di sangue a pagamento, pratica che fino ad allora era sopravvissuta in coabitazione forza con la donazione volontaria gratuita, anonima e associata dei donatori avisini e delle altre organizzazioni di volontariato. Pratica, purtroppo, non del tutto scomparsa anche in Basilicata ove si è ancora fortemente carenti rispetto ai propri bisogni ematici. Nelle vicinanze dei centri trasfusionali ancora accade di incontrare personaggi aventi sangue dei gruppi più rari che si propongono al miglior offerente. Attività certamente non facile nei primi tempi per gli avisini rioneresi per lo scetticismo con cui viene accolta dalle istituzioni pubbliche, amministrazione

contributo, non soltanto mettendo a disposizione competenze e capacità ma anche offrendo attrezzature proprie più o meno costose. Ci si autotassa per telefonare, da un centralino pubblico, ai donatori che a proprie spese, si recano al Centro Trasfusionale di Melfi per donare il sangue. Si avvia una sottoscrizione pubblica che consente di acquistare mobili che ancora oggi costituiscono l’arredo della sede. Una vera e nobile gara che fa leva sulla propria e altrui disponibilità per tenere in vita un’idea di solidarietà e partecipazione. Ciò che trascina e viene emulata. Non pochi sono pure stati i momenti bui nei quali si dispera di poter continuare ad operare nella comunità ma alla fine prevale sempre e comunque la prepotente determinazione di un gruppo che va

Dirigenti Avis: da sinistra Di Carlo, Larotonda.Nardiello,Serravallo,Pepe,Barbaro

ufficialmente come Associazione Volontari Italiani del Sangue nel 1946, riconosciuta nel 1950 con una legge dello Stato Italiano, l’AVIS è oggi un ente privato con personalità giuridica e finalità pubblica e concorre ai fini del Servizio Sanitario Nazionale in favore della collettività. Fonda la sua attività istituzionale ed associativa sui p r i n c i p i costituzionali della democrazia e della partecipazione sociale e sul volontariato quale elemento centrale e strumento insostituibile di solidarietà umana. L’Avis nazionale, forte dello slogan: donare sangue è semplicemente importante, conta oggi ben 1.250.000 soci con 2.100.000 donazioni e con 3.300 sedi sparse in tutti Italia. In Basilicata sono 21.000 i soci dell’Avis, 107 le sezioni con 30.000 donazioni effettuate nel 2011. La sezione Avis di Rionero, il 26 settembre 1992, si legge in una nota della dirigenza avisina, dopo la costituzione ufficiale tiene la prima assemblea dei soci ed elegge il primo direttivo composto da: Maria Pia Brienza, Pietro D’Adamo, Giuseppe Di Carlo, Giovanni Grano, Carmine Grieco, Antonio Marcello, Donato Narolda, Mauro Nardozza, Pietro Prisco, Lidia Serravalle, Immacolato Varlotta. Presidente viene eletto Donato Marolda, vice presidente Mauro Nardozza, segretario amministratore Pietro D’Adamo. Inizia così la encomiabile attività dell’Avis di Rionero anche in virtù

Il gruppo dei donatori premiati

spostarsi verso i centri trasfusionali per andare a donare il sangue. Così l’Associazione si consolida ed diventa responsabile del proprio destino. I soci aumentano rapidamente passando da 30 a 400 donatori solo nel 1997. Si consolida inoltre la gestione della raccolta nella quale, di fronte ad una carenza di medici, si fa avanti la disponibilità a collaborare nelle raccolte, a titolo gratuito, di un numero sempre crescente di infermieri, fra cui Donaltella Larotonda, Adriana Cardillicchio, Irene Asquino, Daniele Protezione, Diego Cavaliere, Simone Di Lucchio. La sezione Avis di Rionero diviene polo di attrazione per tantissimi donatori, anche non di Rionero, che si avvicinano con il semplice passaparola. Ciò consente ai dirigenti di promuovere la costituzione di altre sezioni Avis nella zona del Vulture, come a Montemilone, San Fele, Lavello, Filiano, Forenza, Maschito e recentemente Barile ed Atella. Il numero dei donatori e delle donazioni

La sezione Avis di Rionero, il 26 settembre 1992, dopo la costituzione ufficiale tiene la prima assemblea dei soci ed elegge il primo direttivo.Inizia un’attività certamente non facile nei primi tempi per lo scetticismo con cui viene accolta dalle istituzioni pubbliche comunale in testa, tanto da non disporre, per ben tre anni, di uno spazio da adibire a sede associativa. Infatti, può operare grazie alla caparbietà dei propri dirigenti e alla disponibilità di privati cittadini ( dott. Pasquale Di Leo, Sanatrix) che per un anno e mezzo hanno messo a disposizione, gratuitamente, locali propri, accollandosi anche le spese per le utenze, poiché vi era carenza di tutto, dal materiale di cancelleria gli arredi, dal telefono al riscaldamento. Ciò nonostante è immediata, da parte della comunità, la manifestazione di entusiasmo che si traduce in decine e decine di iscrizioni. Non solo, ma ogni socio garantisce il proprio

a mano a mano arricchendosi. Solo nel 1995. continua la nota, si ottiene una sede nel Centro Sociale “Pasquale Sacco”. Nel 1997, in seguito alle convenzioni tra Avis Regionale e le aziende sanitarie, apre il punto di raccolta del sangue presso il CROB. E’ il punto di svolta che cambia le sorti di tutta l’associazione nella regione Basilicata. Infatti, si afferma il concetto che viaggia l’unità di sangue e non il donatore. Questa semplice intuizione consente a migliaia di donatori di evitare di

è in continuo aumento, tanto che le attività, a volte in forma autonoma e a volte in collaborazione con altre associazioni, si dispiegano anche nel campo sociale e culturale fra cui: l’impegno pluriennale con i Babbo Natale ed i bambini delle scuole elementari e materne; le tantissime feste del donatore; i tanti progetti nelle scuole superiori di Rionero e non solo; la collaborazione con le associazioni Anlaids, Bonsai ecc.; i numerosi convegni, i progetti sanitari, lo screening sulla tiroide, il progetto cuore, il progetto gemona; i concorsi grafici e letterari per le scuole medie e superiori; le giornate di promozione del volontariato. Un migliaio di donatori si sono dati il

cambio, come in un’ideale staffetta, garantendo le unità di sangue al Centro Trasfusionale di Melfi che hanno contribuito a sostenere i consumi del CROB. Il 2008 comincia la sfida del plasma, emocomponente dei cui derivati siamo ancora in larga parte carenti. Parte così anche la raccolta del plasma in ospedale a Rionero che consente ai donatori rioneresi di dare un importante contributo alla risoluzione di questo altro problema sanitario. In totale si sono organizzate circa 200 raccolte che, con le donazioni effettuate direttamente ai Centri Trasfusionali, hanno consentito di raggiungere oltre 8000 donazioni a Rionero, così suddivise: 400 donazioni di piastrine, 600 di plasma e circa 7000 di sangue intero ( pari il tutto, tanto per averne un’idea, a 5 9 damigiane da 54 litri). Nel corso degli anni hanno ricoperto la carica di presidente Donato Marolda, Antonio Nardiello, Salvatore Pepe, Lidia Serravallo, Maurizio Nardozza. Oggi, dopo 20 anni, oltre 500 soci avisini continuano a donare il sangue e a sostenere i consumi del CROB con dedizione, efficienza e senso di responsabilità con 700 donazioni, pur tenendo conto che nel corso del 2011 ben 100 donatori si sono trasferiti nelle varie sedi di appartenenza in quanto residenti. Il ventennale della sezione Avis di Rionero è stato festeggiato, nei giorni scorsi, con la celebrazione di una santa messa officiata dal parroco della Chiesa di San Marco don Giuseppe Cacosso e con un incontro conviviale presso un locale di Avigliano. L’attuale gruppo dirigente della sezione Avis di Rionero è così composto: Giuseppe Di Carlo (presidente), Donatella Larotonda (vicepresidente vicario), Annalisa Sonnessa (vicepresidente), Salvatore Pepe (segretario), Nicola Sperduto (tesoriere). I consiglieri sono: Irene Asquino, Donato Barbetta, Canio Barbaro, Diego cavaliere, Filomena Del Riccio, Giuliano Nicoletta, Marianna La Greca, Giovanni Labella, Cinzia Lapadula, Gerardina Laurenza, Luana Maulà, Mauro Nardozza, Elena Pietragalla, Lidia serra vallo, Antonella Tucciariello, Letizia Grieco. Continua e si sta diffondendo sempre più la lodevole attività di questi campioni ed eroi di solidarietà i quali non solo donano il loro tempo ma donano anche volontariamente e gratuitamente il loro sangue a favore di pazienti gravemente ammalati, vittime di incidenti ecc. che rischiano di perdere la vita. Onore al merito!


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MONITOR

27 Ottobre 2012

ontrosenso Basilicata

Ottobre, mese della castagna lucana Feste e sagre in diversi paesi, fra cui la più nota “Sagra della Varola” a Melfi di Michele Traficante

E’

un susseguirsi di sagre e di feste nel mese di ottobre per celebrare la castagna, il prelibato frutto dei boschi lucani. Castelsaraceno, Spinosa, Tramutola, Trecchcina, Viggianello ecc. Tutti in gara per far conoscere, apprezzare, gustare e valorizzare al meglio questo pregiato frutto dei monti lucani. Ma è soprattutto nell’area nord della Basilicata, nel Vulture le cui pendici sono ammantati di floridi castagneti, ad avere feste e sagre di notevole rinomanza regionale e nazionale. Infatti, è risaputo che è abbastanza fiorente, nella zona del Vulture, la coltivazione del castagno ed il conseguente commercio del suo prelibato frutto. Qui il castagno ha trovato le condizioni pedoclimatiche ottimali al suo sviluppo. Lungo i crinali e i costoni del vulcano spento si estendono i floridi castagneti ( circa 1772 ettari, fra demaniali e privati, con una produzione che si aggira sui 10mila quintali di castagne; la resa media per ettaro intorno agli otto quintali nei cedui da paleria, con picchi, nei cedui castanili da frutto, che raggiungono una produzione annua di pari ai 20-30 q.li), ricadenti maggiormente nei comuni di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero e Atella) che danno, fra l’altro, il rinomato Marroncino di Melfi, varietà molto apprezzata e largamente utilizzata dalle varie industrie dolciarie, soprattutto dell’Avellinese e del Beneventano, per la preparazione dei marronglacés. Si tratta di un cultivar, pare importato dalla Turchia nientemeno che da Federico II, che produce castagne e/o marroni di notevole pregio. Il frutto è di grossa pezzatura ( altezza 34,5 mm; larghezza 33,8 mm; peso medio 17,9; volume 17,00 cc.). Il numero medio dei frutti per Kg oscilla da 54 a 64. La polpa è croccante e saporita: Il contenuto di carboidrati è pari all’1,82%. L a vitamina C infine r a g g i u n g e valori di 24 mg, espressi in acido ascorbico Un frutto, pertanto, largamente ricercato e, purtroppo, “razziato” in questo periodo dai tanti “portoghesi”, soprattutto pugliesi e campani, che, trovandosi sulle pendici del Vulture in veste di vacanzieri, specie di domenica, invadono i castagneti, sia demaniali sia privati, riempiendo borse e sacchetti di castagne che portano a casa come gustosi e saporiti “souvenir”. Anzi, non sono pochi coloro che sospettano che le gustose castagne del Vulture vengano addirittura vendute su quelle piazze. E’ impressionante, specie nelle belle giornate di ottobre ( le famose ottobrate), la fila di macchine e addirittura pulman parcheggiati lungo la strada ex 167 che porta ai laghi di Monticchio; una vera processione, con centinaia di “raccoglitori” improvvisati, sparsi nei verdi castagneti che costeggiano la strada. Non si sa se i tanti gitanti abbiano come meta la nota località turistica o i castagneti del Vulture, poiché con le buone e, a volte anche con le cattive nei confronti dei proprietari, invadono i

castagneti e fanno incetta delle migliori castagne che si trovano abbondanti ai piedi dei fronzuti alberi. E’ indispensabile, pertanto una maggiore vigilanza sia a difesa dei legittimi proprietari, pubblici e privati, dei castagneti e sia dell’ambiente. Purtroppo i castagneti del Vulture sono ciclicamente colpiti da parassiti che vanno prontamente neutralizzati, come ha sostenuto qualche tempo fa il prof. Michele Lopinto, dottore in agraria e già docente dell’Università della Basilicata. Attualmente il parassita che minaccia e distrugge i nostri castagneti è cinipide di origine cinese che non va combattuto con insetticidi ma con l’utilizzo dell’antagonista naturale , il “Taymus simensis, un imenottero ectoparassita proveniente anch’esso dalla Cina. Alcuni giorni fa è stata la Festa della castagna organizzata dal Centro Comunale Anziani di Rionero, poi è toccata a Rapolla, grazie all’incentivo derivante dal PIOT AREA NORD, tenere un’accorsata manifestazione incentrata sulla castagna e sui prodotti tipici locali, successivamente ad Atella col convegno “ Sapori e profumi della montagna del Vulture”, organizzare una ben riuscita “Festa della Castagna”. Ma è indubbiamente la più nota “Sagra della Varola” che si tiene a Melfi, promossa ed organizzata come sempre dal Comune e

dalla locale Pro Loco Federico II, a rendere, col suo famoso “marroncino”, interessante e largamente diffuso il pregio di questo frutto, sempre più gradito e ricercato anche fuori della Basilicata. La sagra della “Varola” (castagna) è una manifestazione della tradizione popolare che ha antiche origini. Infatti, a Melfi risale al 1960 ed è, quindi, giunta alla 53^ edizione. Essa si svolge nel penultimo ed ultimo week-end del mese di ottobre, durante i quali è possibile gustare anche gli antichi sapori della cucina

Razziatori di castagne

locale. Il “marroncino di Melfi”, candidato al riconoscimento di prodotto DOCG dalla Comunità Europea, viene raccolto soprattutto dalle donne che, in una sola giornata, riescono a raccogliere dai 2 ai 3 quintali di castagne. Quest’anno, poi, Melfi, usufruendo anche i contributi derivanti dal PIOT AREA NORD, ha fatto le cose

alla grande, mettendo su un programma ricco ed articolato di appuntamenti e manifestazioni di grande richiamo. Si è trattato di una vera”vetrina”di marcketing che ha visto come protagonista anche il peperone di Senise, il pecorino di Filiano, la melanzana di Rotonda, il caciocavallo podolico, i fagioli di Sarconi, il pecorino canestrato di Moliterno, la pedolica di Pescopagano ecc. Oltre, ovviamente, all’aglianico DOC e DOCG del Vulture, all’olio extra vergine e alla acque minerali, al miele, ai salumi ecc. Insomma il meglio delle eccellenze enogastronomiche della Basilicata e dell’area del Vulture in particolare. Melfi ha ospitato questa festa nella centralissima “Piazza Duomo” e per tutte le vie della città. In tale periodo la città ha acquistato un umore festoso, visti i numerosi gruppi musicali e popolari che hanno rallegrato la città. L’evento ha riunito migliaia di turisti e curiosi, che hanno invaso Melfi per gustare ed acquistare tutti i prodotti tipici a base di castagne e soprattutto le “caldarroste” preparate in piazza Ma l’occasione è stata anche propizia per i tanti visitatori, grazie all’intelligente programma

Melfi, sagra della Varola

predisposto dagli organizzatori con i percorsi turistico ambientale, monumentale ed enogastronomico, per conoscere ed ammirare i tanti monumenti storici ed artistici della città, oltre che ammirare interessanti mostre di pittura, assistere a gradevoli spettacoli musicali, alle dimostrazioni di volo dei rapaci a cura dell’Associazione falconieri “De Arte Venandi”. Insomma c’è stato di tutto e di più per la gioia e la soddisfazione di quanti, e sono stati veramente tanti, hanno voluto e potuto vivere momenti di grande opportunità di turismo culturale e di enogastronomia di eccellenza. Novità, di questa 53^ edizione è stata “La Sagra dei Giovani ( Porta Venosina) con la degustazione di vino e prodotti tipici. Altra indovinata iniziativa, fra le tante interessanti, dell’Amministrazione comunale di Melfi è stato l’allestimento di un treno speciale che dalla Puglia ha portato nella città

federiciana parecchie centinaia di visitatori “buongustai” che hanno preso d’assalto ogni angolo della città ove si poteva gustare la castagna preparata nei modi più tradizionali. Il “Treno delle castagne”, così denominato, rivolto ai turisti provenienti dalla Puglia si deve all’Associazione “Treni Storici Puglia”Onlus di Taranto che ha organizzato, infatti, in occasione della 53^ edizione della “ della Varola”, un viaggio a Melfi, con l’affascinate treno storico della direzione regionale Puglia di Trenitalia. La partenza del “Treno delle castagne” è avvenuto dalla stazione ferroviaria di Taranto e dopo aver toccato tutte le stazioni pugliesi è giunto, carico di turisti, a Melfi in mattinata e dopo aver trascorso l’intera giornata nella città di Federico II è ripartito per Taranto nella tarda serata.

L’importanza del sito archeologico Torre degli Embrici In progetto la creazione di una scuola estiva per studenti italiani e stranieri di Andrea Gerardi

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ebbene l’Italia sia da sempre un paese approfonditamente studiato sotto l’aspetto storico e artistico, il Vulture rappresenta una di quelle zone della nostra nazione meno interessate da interventi di scavo e ricerca archeologica, dato confermato dal fatto che per diversi decenni non è stato organizzato un intervento archeologico di grande rilievo. Tra le prime testimonianze vennero fortuitamente riportate alla luce alcune tombe dai soldati ungheresi intorno al 1860; nel ventesimo secolo, diversi scavi clandestini privarono l’Italia meridionale di gran parte del suo patrimonio; ad Atella negli anni ’70, uno scavo guidato da un team di canadesi si interruppe soltanto dopo una stagione; i successivi interventi di scavo, per lo più d’emergenza, immediatamente conseguenti a ritrovamenti casuali e raramente organizzati in maniera sistematica, non hanno restituito informazioni tali da agevolare la ricerca e gli studi circa la ricostruzione storica dell’area vulturina. Questa “ricostruzione storica” pare possa essere favorita dai recenti approfondimenti degli scavi di “Torre degli Embrici”, che hanno consentito di rinvenire testimonianze di antichi insediamenti di età lucana e romana, che risalgono ad un periodo storico che va dal IV sec. a.C. fino al VII sec. d.C.. La vicinanza tra l’area del Vulture, la zona di cultura Daunia e la valle dell’Ofanto, fa della Lucania un punto nodale del sud, da molti studiosi definito un vero e proprio “crocevia di culture. Nella zona di Rionero sono stati, inoltre, individuati alcuni resti di strutture

tipiche dell’architettura romana, sindaco Antonio Placido tra cui i più imponenti sono quelli - il progetto rischiava del sito di Torre degli Embrici. di saltare. Grazie però Situato sui pendii più bassi del alla caparbietà del Vulture, “Torre degli Embrici” Professor Fletcher è un insediamento che è stato e agli sforzi profusi interessato da diverse fasi di dall’Amministrazione utilizzo già a partire dall’epoca Comunale, siamo lucana (IV sec. a.C.). In epoca riusciti a portare avanti Torre degli Embrici, il romana l’antico sito lucano il progetto e ad ospitare venne trasformato in una villa professor Flecheter con un’ gli studenti, i professori rustica con ambienti adibiti ad allieva (Foto Traficante) e gli archeologi uso termale. La villa era fornita nelle nostre strutture di un calidarium, un tepidarium allestendo un’adeguata con annessa fornace, una fontana con foresteria nell’Istituto Comprensivo vasca, alimentata da fistulae di piombo “Michele Granata” di Rionero”. Quale circondata da murature. Sono state futuro però per questo sito?”L’obiettivo rinvenute diverse strutture appartenenti principale - sottolinea Vito D’Angelo a vari ambienti, con fontana a nicchie e - è di poter aprire, quanto prima, il sito vasche, 28 monete di bronzo ed argento, di Torre degli Embrici al pubblico. E’ coltelli ed utensili, armi in ferro, anfore da interessante pensare in futuro di poter trasporto di produzione africana. Molto approfondire potenzialmente questo interessante è il ritrovamento di una statua scambio culturale. Il particolare momento acefala in marmo raffigurante Afrodite, finanziario che stiamo attraversando copia di originali ellenistici risalenti non ci consente di mettere in piedi alla scuola di Prassitele. Questo reperto, grandi progetti ma sarebbe interessante conservato per decenni nella Biblioteca poter organizzare una scuola estiva per comunale in Palazzo Fortunato, ora è studi storici e archeologici che abbia conservata presso il Museo Archeologico Torre degli Embrici come fulcro. Una Nazionale di Melfi. I lavori di recupero scuola che possa poi allargarsi a tutto il sono cominciati da circa venti anni, territorio e abbracciare altre importanti ma è stato nell’ultimo quinquennio, zone archeologiche come Venosa, grazie all’attenzione rivolta al progetto Banzi, Forenza e Vaglio”. L’intenzione di intervento presentato dal professor è confermata dal Professor Fletcher: R. N. Fletcher all’Amministrazione “L’anno prossimo vorrei coinvolgere nella Comunale di Rionero, che questi scavi direzione del progetto altri due professori: hanno avuto una decisa accelerata verso un esperto di Archeologia Classica ed la realizzazione di un degno Parco uno di Studi Medievali. L’ambizione è Archeologico. “Quest’anno a causa di quella di dar presto vita ad una scuola alcune difficoltà economiche – riferisce il estiva per studenti stranieri ed italiani.

Ci auguriamo che questo possa portare presto alla realizzazione di un Istituto Internazionale di Studi del Sud Italia proprio partendo dalla città di Rionero in Vulture, considerata la valenza che il sito ha mostrato avere nella ricostruzione delle vicende storiche dell’intera area”. Grazie al rinvenimento di 140 siti nel territorio del Vulture e l’approfondimento delle ricerche della maestosa villa romana di Torre degli Embrici (200 metri x 250 metri) il Prof. Fletcher ha già dimostrato che il sito può ancora restituire significativi reperti che consentirebbero agli studiosi di ricostruire in maniera puntale la storia della popolazione del Vulture-Melfese. Sarebbe però opportuno procedere quanto prima alla stampa di una pubblicazione sul sito, essendo fondamentale tenere alta l’attenzione su questi scavi; pubblicazione che magari potrà entusiasmare altri esperti di tutto il mondo, disposti a collaborare con il Prof. Fletcher. Le istituzioni, e soprattutto la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, facciano capire quanto e come intendono “investire” su questo importante progetto, ed in particolare sui prossimi interventi archeologici previsti per il sito di Torre degli Embrici. La speranza è che lo scavo non venga abbandonato ma che anzi diventi uno dei fulcri della ricerca archeologica di Basilicata.


ontrosenso

CONTROSENSO SPORT

Basilicata

SECONDA DIVISIONE

27 Ottobre 2012

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Pareggio sterile tra Melfi e Aversa

Ora gialloverdi col Fondi che ha punito il Martina. Salernitana passo da promozione di Lorenzo Morano ari scialbo all’Arturo Valerio di Melfi tra i due team “normanni” del campionato. Si è conclusa a reti bianche la gara tra i lucani e l’Aversa Normanna, gara in cui le emozioni hanno latitato, se non fosse stato per i due penalty falliti, uno per parte, non ci sarebbe stato veramente nulla da raccontare. Non porta buoni frutti il passaggio al modulo 4-3-3 da parte di mister Bitetto, contro un avversario approdato in Basilicata con il chiaro intento principale di non prendere gol. Al Melfi va solo il “merito” del maggior possesso palla, ma in avanti il tridente lucano, capeggiato da Improta, non ha creato grossi grattacapi all’esperto portiere campano Gragnaniello; le uniche azioni degne d’esser citate cadono al 20esimo ad opera

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del gialloverde Suarino e allo scadere con il gialloverde Locci, nel mezzo i due rigori falliti. Al 45esimo è l’ex di turno Scalzone ha fallire dagli undici metri la massima punizione, per una trattenuta ricevuta da Caira, mentre pochi minuti dopo l’intervallo è Gragnaniello ad ipnotizzare Improta, che fallisce il rigore maturato per il fallo di Poziello su Suarino. Messo in archivio questo mezzo passo falso, in casa Melfi non resta che pensare alla trasferta di Fondi, dove il Melfi si imbatterà in un team galvanizzato dall’importante successo corsaro in casa del forte Martina, battuto dai laziali per 4 a 2. A reti bianche si sono concluse anche la sfida CampobassoL’Aquila ed il derby toscano tra Pontedera e Poggibonsi. Si

rilancia il Borgo a Buggiano con un perentorio 3 a 0 sull’Arzanese, vittoria che porta i toscani a pari punti con il Melfi a quota 7. Stesso risultato per l’Aprilia che si è imposto sul Teramo, ed a vele spiegate guida la classifica di questo girone B della II Divisione, dall’alto dei suoi 22 punti. Segna tre gol anche il Gavorrano, sul campo del Chieti, che in casa riesce a segnare solo una rete e si lascia quasi raggiungere dai toscani, oggi a 11 punti, ad una sola lunghezza dal duo abruzzese Chieti-L’Aquila. Corsara è stata anche la Salernitana che ha chiuso con un rotondo 2 a 0 la scesa in quel di Reggio Calabria. Ancora con il freno a mano tirato Foligno e Vigor Lamezia che in Umbria si sono fermate sul pari 1. Puntando i fari sulla nona

giornata, oltre la citata FondiMelfi, la giornata offre sfide interessanti come la trasferta calabrese della capolista Aprilia che al D’Ippolito di Lamezia se la vedrà con una Vigor bisognosa di punti. Interessante la sfida tra gli aquilani ed il Martina, con gli abruzzesi che in casa cercheranno il sorpasso; non proprio una passeggiata la trasferta del Pontedera che sarà di scena in casa dell’Arzanese. Ennesimo derby toscano di questa stagione, protagoniste questa domenica Poggibonsi e Borgo a Buggiano. La giornata infine si chiude con lo scontro diretto tra Aversa e Chieti, la sfida tosco-umbra tra Gavorrano e Foligno e la trasferta dell’Hintereggio in quel di Teramo.

Potenza, vittoria e mister SERIE D

I rossoblu sbancano il Viviani con 2 gol, poi Agovino serve il tris di Giusy Trillo

A

bemus mister. È stato rincorso, anelato, acclamato e, alla fine, il nuovo allenatore del Città di Potenza è arrivato. Si chiama Massimo Agovino, classe 1967, già guida tecnica in Serie D di Sorrento, Nuovo Terzigno, Savoia Calcio, Agnonese e Atletico Trivento, e, dalle prime parole, sembra avere ben chiara la situazione: “Potenza non può aspettare”. Non c’è infatti tempo da perdere e “un uomo umile e lavoratore”, così come si è definito lo stesso Agovino, e soprattutto consapevole adesso di doversela giocare con le pedine disponibili, potrebbe essere la giusta medicina per gli acciacchi rossoblu. I suoi nuovi uomini, però, sembrano aver già trovato la terapia giusta. La dimostrazione è arrivata sabato scorso, prima della staffetta in panchina, ancora sotto il nome di Alberigo Volini, tornato in seconda fila dopo la breve esperienza da primo allenatore, in tre partite

CALCI IN CU...RVA

a cura di Tony Pezzotta

M

assimo Agovino è il nuovo allenatore del Potenza. Si chiude, così, un’attesa durata quasi un mese. L’allenatore campano siede, ora, sulla panchina che già fu di Sergio Lacava, mentre

comunque fruttata tre punti. E già, perché a dispetto dei pronostici da vigilia, il Potenza sotto le telecamere di Raisport, complice ad essere sinceri un Taranto decisamente sotto tono, si scopre protagonista. Il coro dei primi minuti dei tifosi ospiti -“Noi vogliamo questa vittoria”- non basta infatti a trainare verso il successo i pugliesi, che nella prima frazione sono anche i più pericolosi, riuscendo a mettere più volte i brividi all’estremo difensore di casa Della Luna. Solo che questa volta al Viviani non si passa. Chiuso il primo tempo sullo 0-0, il Città prende fiducia e torna sull’erbetta di casa rinvigorito. È infatti il Potenza a proporsi in avanti per primo con Famiano, senza troppa fortuna, quella che dopo qualche giro di orologio, siamo esattamente all’undicesimo, bacia Cataruozzuolo con un rimpallo su Maraglino che, a pallone smorzato, gli permette di trovare il gol. Il Taranto non reagisce, quasi a sancire il

passaggio di un testimone che già troppo aveva tolto ai padroni di casa nei turni precedenti, e il Potenza resiste, riscoprendo il coraggio fino a questo punto messo in panchina, e ci crede. Mentre i tarantini continuano a sbagliare, deludendo i tanti tifosi giunti nel capoluogo di regione, Tortora invece trova il raddoppio al sedicesimo, servito da un Cataruozzolo in giornata di grazia, suggerito magistralmente da un Tancredi subentrato da soli due minuti ad Acampora. Al 27esimo il Taranto si incaglia nella traversa, ma i lucani tengono i nervi saldi e al 35esimo possono anche permettersi di sbagliare un gol facile, ancora con Cataruozzolo. Il resto della partita è solo l’espulsione sacrosanta di Vicedomini a tempo regolamentare scaduto e il triplice fischio la chiude così: 2-0. Dopo essersele fatte suonare, il Potenza si dà la sveglia da solo e confeziona una buona partita, per lo più un buon secondo tempo, e

soprattutto la prima vittoria della stagione per i primi tre punti che vanno finalmente a smuovere una classifica sterile. Il nuovo Potenza può dunque partire da un importante successo e cominciare a crederci, aspettando i rinforzi che a novembre dovranno comunque arrivare. Intanto si aspetta l’esordio di Agovino con il Sant’Antonio Abate (non potrà contare sul difensore Vaccaro, squalificato un turno per recidiva in ammonizione), mentre è staffetta anche sulla panchina della formazione Juniores: mister Antonio Vuolo, “ora rientrato a titolo esclusivo nella cerchia dirigenziale”, si legge nel comunicato societario, ha lasciato il mandato al nuovo allenatore Antonio Liuzzi. Per lui inizio d’eccezione: l’appuntamento è per l’atteso derby con il Matera, di scena questo pomeriggio all’Alfredo Viviani. Sugli altri campi, il Francavilla si coccola il punticino raccolto in casa del

Campania, preparandosi ad ospitare il Nardò, mentre il Matera digerisce la sconfitta con il Gladiator in viaggio per Foggia. E ora, si ricomincia. In più: su segnalazione del Comitato Analisi per la

sicurezza delle Manifestazioni Sportive e disposizione del Prefetto di Napoli niente tifo ospite per Sant’Antonio AbatePotenza. Su tutti i campi si parte alle 14.30.

Potenza, troppa grazia Sant’Antonio… Alberigo Volini torna a fare il secondo. Agovino ha iniziato la sua avventura con il piglio giusto, di chi è consapevole di guidare una truppa giovane e, in massima parte, inesperta. Ha già chiesto, infatti, degli innesti importanti, almeno uno in ogni reparto. Il suo Potenza dovrà essere più solido e con poche incertezze. Lo chiede la platea ed anche la classifica asfittica e pericolosa. Insomma, pare che il vero

campionato del Potenza inizi proprio da questo momento. Il calcialingo si affaccia alla finestra e osserva, sconsolato, il panorama oltre il Viviani. Le nuvole sembrano essersi diradate ed un timido sole illumina il futuro della società rossoblù. Il mantenimento della categoria imponeva scelte drastiche e soluzioni conseguenti che stanno arrivando. Prima uno staff tecnico rinnovato, poi i

calciatori, sono tutti segni che danno il segno del cambiamento radicale. “Finalmente si ragiona -esclama il recluso per calcio- e prenderà consistenza un progetto tecnico che darà sostanza a qualsiasi valutazione sul futuro”. Intanto, domenica prossima, c’è la trasferta di Sant’Antonio Abate. “Troppa grazia -esplode il calcialingo- se arrivassero subito i tre punti”. Mai dire mai, però, nel calcio,

come nella vita. Quello che sembrava proibito, fino a ieri, potrà rappresentare una sorpresa domani. Quel che sembra, ormai, certo è che, dopo una svolta di questa portata, in casa rossoblù, è lecito aspettarsi una pronta reazione e, di conseguenza, dei risultati immediati. E’ ancora pensieroso il pantofolaio lucano del calcio. Con le mani giunte in preghiera si rivolge ad una statuetta, posta in un angolo della casa, in direzione

opposta alla finestra sul Viviani e prega sull’immagine di Sant’Antonio. E’ credente, fino in fondo, il calcialingo e la sua fede lo porta a chiedere quasi l’impossibile ad un santo che, considerando il nome della squadra avversaria, dovrebbe essere di parte. A meno di un miracolo, del quale si attende il segno tangibile già domenica.


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SPORT

27 Ottobre 2012

ontrosenso Basilicata

Il Tolve vince da “solo”

ECCELLENZA

Si scoppia dalla vetta il Metapontino: solo pari di Antonio Petrino

S

i divide la coppia di testa, con il Tolve delle meraviglie che coglie la settima vittoria in altrettante gare, con un rendimento finora inarrestabile e travolgente e un avvio di stagione inimmaginabile. Successo di misura nell’emozionante sfida contro il quotato Rossoblu Potenza e vetta in solitudine, approfittando del pareggio esterno del Real Metapontino in casa di un Viggiano rigenerato, che si propone come valido outsider nella lotta al vertice dopo una partenza stentata. Non rallenta il Valdiano, terza forza del

torneo, con una nuova affermazione in trasferta a Moliterno, con i locali in crisi di risultati. Bene il Policoro che torna ai tre punti battendo di misura il Pignola e consolidando il quarto posto. Ritorno alla vittoria del C. Oppido con un largo punteggio sulla malcapitata Vultur, ancora sconfitta e ridimensionata in malo modo. Affermazione del Pietragalla con il fanalino di coda Tursi e Murese che non va oltre il pari nel confronto interno con il Miglionico; il Marconia recupera invece terreno e lascia l’ultimo posto superando il Picerno

e raggiungendolo in graduatoria. Per l’ottavo turno del torneo, capolista di scena a Pignola e in cerca dell’ottava vittoria che sarebbe storica e da record assoluto, mentre il Real Metapontino cercherà di approfittare delle mura amiche, ma dovrà vedersela con un cliente scomodo (peraltro derby) come l’ottimo Policoro. Il Valdiano avrà l’occasione per avvicinarsi al secondo posto ospitando un modesto Marconia, mentre il Viggiano tenterà il colpo gobbo a Picerno per mirare in alto. Confronto interessante tra due ‘big’, in programma

nel capoluogo, tra Rossoblu Potenza e C. Oppido (con gli stessi punti in classifica) nell’operazione rilancio. La Vultur tenterà il pronto riscatto dopo un mese di sconfitte, ricevendo la visita della Murese, inoltre il Pietragalla dovrà vedersela in campo avverso contro un Miglionico in difficoltà. A completare il quadro la gara tra il fanalino di coda Tursi e un Moliterno desideroso di interrompere la striscia negativa di sconfitte. Cambio orario con inizio alle ore 14.30.

Rossoblu, il gol non basta Trova il vantaggio due volte, ma il Tolve è davvero Real

Sperandeo, autore del secondo gol del Rossoblu (www.rossoblupotenza.it)

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erza sconfitta esterna in campionato per il Rossoblu Potenza che scivola al San Rocco di Tolve, mandando alle ortiche un doppio vantaggio pesante. Il Tolve è abile nel ribaltare il punteggio in un secondo tempo di fuoco, nel quale i giallorossi hanno dimostrato carattere e grinta, forse quella mancata ai potentini per chiudere le ostilità. Servono a poco dunque il gol al “Pronti via” di Scavone, che festeggia la sua prima marcatura in stagione, e il raddoppio nella ripresa di un sempreverde Sperandeo, che arriva dopo il pareggio di uno scatenato Canio Gruosso, che percorre tutta la corsia mancina saltando tre

uomini e incrociando nell’angolino basso alla sinistra di Giuliano Grieco. Gran gol ed esplosione del calorosissimo pubblico tolvese che merita di gran lunga la posizione in classifica. I ragazzi di mister De Nora reagiscono subito di nuovo e pervengono al pareggio. Minuto sedici e Gambino dai trenta metri trova un esterno destro da applausi, il classico “gol della domenica” che fa impazzire il “San Rocco”. La prodezza dell’ex Pisticci galvanizza Saccente e compagni che al 24’ trovano addirittura la rete del vantaggio. Ardino dalla corsia mancina entra in area, palla tesa sulla quale interviene Giuliano Grieco, ma Arpaia è spietato e

freddo nell’insaccare. Gol che per il Rossoblu Potenza ha il sapore della beffa, un punteggio troppo amaro da digerire. Il Tolve è la nuova capolista del campionato visto il pari del Metapontino a Viggiano. Per il Rossoblu Potenza è tanta la rabbia per la sconfitta, una gara gettata alle ortiche e altri tre punti persi. Domenica al Viviani c’è l’Oppido, altro test decisivo da non fallire. In settimana ha voluto però fare chiarezza sul momento delicato, il numero uno della società potentina: “Il nostro progetto societario è sicuramente ambizioso e proprio perché tale necessita di una programmazione accorta finalizzata al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Che si potessero incontrare delle difficoltà era di piuttosto facile previsione, ciononostante, intendo rassicurare tutti che non saranno partite ben giocate (e purtroppo perse) come quella appena disputata con il Real Tolve a farci cambiare idea. Al contrario, invece, cercheremo di ricavare da queste circostanze avverse, gli stimoli e le indicazioni giuste per attuare le opportune contromisure. (…) E’ chiaro, però, che per portare a buon fine un progetto occorre innanzitutto essere convinti delle proprie potenzialità; inoltre, e qui mi rivolgo ai tifosi, il sostegno e la vicinanza alla squadra è fondamentale proprio nei momenti di maggiore difficoltà. Se riusciamo a fare tutto questo e restiamo tutti uniti, sono convinto che i risultati non tarderanno ad arrivare”.

Vultur: da non crederci

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utentico disastro la trasferta di Oppido e quarto stop consecutivo per una Vultur irriconoscibile e troppo brutta per essere vera, con la prima di Caprioli in panchina (coadiuvato da Ceruzzi) che mette in campo una formazione tatticamente discutibile con più di qualche sorpresa nello schieramento. Risultato pesante e penalizzante, con i padroni di casa che fanno il bello e il cattivo tempo e già nel primo quarto d’ora sono in vantaggio di due gol, grazie alla premiata ditta CampisanoPetilli e primo tempo chiuso sul 3-0. Nella ripresa parte bene l’undici bianconero e al primo minuto riaccende una timida speranza Zuccaro, poi l’occasione per ‘riaprire’ la partita con il rigore fallito da Corbo e dopo qualche minuto la quarta rete dei locali spegne definitivamente ogni remota possibilità

fino a rimpinguare il bottino (doppiette dei due bomber e il baby Cilla). Rioneresi che si confermano come il peggior attacco del girone, scendono al decimo posto a due passi dalla zona bassa della classifica. Occorre un cambiamento di rotta e correre ai ripari per non ritrovarsi a rincorrere e patire sofferenze già sopportate in un recente passato. Per il prossimo turno (primo di due confronti interni consecutivi), ancora in campo neutro e si spera davvero per l’ultima volta (!), la concreta possibilità di riscatto e la prospettiva di risalire la china con di scena una Murese non irresistibile e alla portata dei bianconeri, per cercare di rasserenare un ambiente deluso e scoraggiato. Ant. Pet.

Coppa Italia regionale, ecco i quarti GR ValdianoA u r o r a Marconia R e a l MetapontinoA. Cristofaro Oppido L. Real TolveRossoblù Potenza Viggiano- Az Picerno

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resso la sede del CR Figc-Lnd Basilicata, alla presenza del Presidente Piero Rinaldi, è stato

effettuato in settimana il sorteggio per i quarti di finale di Coppa Italia che ha visto i seguenti accoppiamenti:

Le gare d’andata si terranno il prossimo 31 ottobre alle ore 14.30, mentre quelle di ritorno sono in programma il 14 novembre sempre alla stessa ora.


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Basilicata

27 Ottobre 2012

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A2 - Il Futsal mette tutti ‘dietro’

CALCIO A 5

Storico primo posto dopo la vittoria sul Loreto Aprutino

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n’impresa titanica. Un risultato storico. Il sorprendente Futsal Potenza continua a stupire tutti cogliendo la terza vittoria consecutiva e issandosi al comando del girone B di A2, approfittando del pareggio di venerdì sera tra le atre due ex capolista Martina e Napoli. Con 9 punti i rossoblù restano l’unica formazione a punteggio pieno e guardano tutti dall’alto. E’ solo la

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coraggio. Quello che mister Ceppi predica da inizio stagione. Oggi l’esempio migliore quando sul 5-3 per gli avversari (a 5 minuti dalla sirena) la squadra ha tirato fuori il cuore ribaltando gli abruzzesi con un finale al cardiopalma. E indimenticabile. Quello che resta è una vittoria che regala nuovo entusiasmo, un credito illimitato di autostima, il primato in classifica e quello nella classifica dei cannonieri di

Bodisa73, evviva i veterani!

CALCIO Amatoriale er il quarto anno consecutivo la Bodisa73 di Potenza ha aderito al torneo di calcio per veterani di Chianciano Terme. L’organizzazione è stata curata dal simpatico e fattivo Romeo Panella appartenente al Circolo del Senato della Repubblica, al quale vanno i più sentiti ringraziamenti per la buona riuscita della manifestazione. Prima del fischio d’inizio, tra una visita a Orvieto e una a Montepulciano, c’è tempo per festeggiare, con spumante Ferrari e dolci del posto, i 62 anni di Rocco D’Ottavio, fra i veterani della squadra. Ma l’indomani si gioca. Cinque le compagini partecipanti (Circolo Senato, Bodisa73, Corte dei Conti, Chianciano e Schiapparelli) con partite a tempo unico di trenta minuti; ogni squadra, nei giorni di sabato e domenica incontrerà le altre quattro. Nel primo incontro la Bodisa è inguardabile; il Circolo del Senato è padrone del campo e insacca tre palloni alle spalle di Afflitto. Nella seconda partita si corre ai ripari; la formazione della Bodisa

terza giornata ma la data del 20 ottobre entra di diritto nella storia del club lucano, per la prima volta così in alto in un campionato di A2 (seconda partecipazione nella seconda divisione nazionale). Per ottenere questo risultato c’è voluta una grande prestazione in casa di un Loreto Aprutino dimostratosi fortissimo, e anche un pizzico di fortuna (4 “legni” e 3 tiri liberi falliti dai padroni di casa). Ma anche tanto

è rivoluzionata con una difesa più ermetica e con maggiore propensione per l’attacco. L’equilibrio in campo è spezzato dal bel gol di testa dell’ex bomber dell’Avigliano Vito Vaccaro. Il raddoppio di Di Bello, sempre di testa sancisce la supremazia della squadra potentina. Per lo Schiapparelli solo un palo nel finale. Successivamente il Chianciano e la Bodisa si contendono la posta in palio con gioco stagnante a centrocampo. Leggero predominio della squadra di casa, difesa attenta dei potentini; unico pericolo, un salvataggio sulla linea di D’Ottavio, giusto il pareggio finale. L’ultimo avversario della Bodisa è la Corte dei Conti. Partita a senso unico con occasioni a ripetizione. Infine, su angolo di Berardi, Catalani si avventa sulla palla come un falco anticipando portiere ed avversari, depositando imparabilmente in rete con dedica urlante al decano della squadra Mimmo Pastore, rimasto a casa per una improvvisa sciatalgia. Termina 1 a 0 con grande gioia degli atleti e del mister. Vince il torneo il Chianciano

con 8 punti, seconda la Bodisa con 7 punti ed a seguire il Circolo del Senato, lo Schiapparelli e la Corte dei Conti. Premia le squadre la deliziosa Licia Rossi, proprietaria dell’Hotel Columbia, sempre presente e continuamente dedita a scopi umanitari. Ricevono riconoscimenti il capocannoniere, il miglior portiere, il calciatore più anziano e la squadra più disciplinata. Saluti ed abbracci si sprecano con un arrivederci al prossimo anno per il decennale della manifestazione. La Bodisa73 di Potenza, con media età di 54 anni, ha partecipato con i seguenti atleti: Afflitto, Anzidei, Berardi, Bochicchio, Catalani, D’Angelo, Di Bello, D’Ottavio, Frescura, Gala, Riviello, Santopietro e Vaccaro. Allenatore: Tonino Lorusso; dirigente: Lauria. Tutti hanno dato il loro contributo, in particolare si sono distinti: Berardi, Bochicchio, Catalani, D’Angelo, Gala e Santopietro. Tonino Lorusso

uno scatenato Santin, ieri autore di una nuova tripletta che lo fanno volare a quota 8 dopo 3 giornate. Tanta roba. E sabato, al PalaPergola, arriva il Modugno. Ci sarà l’atteso pienone? Intanto, “coraggio e felicità” sembrano essere i due sostantivi che caratterizzano questo Potenza miracoloso; forse per alcuni ma non per Ceppi: “E’ tutto nella normalità. Ma noi

siamo felici solo se giochiamo con questo coraggio. Oggi forse i ragazzi ne avevano un po’ in meno ma credo di aver lanciato loro un messaggio quando sul 5-5 ho giocato col portiere di movimento. Mai accontentarsi. E ci è andata bene”. Ma la gara non è stata semplice: “Difficilissima. Il Loreto si è confermata una squadra fortissima. Ci ha messo in grande difficoltà e meritava sicuramente di più. Ma noi

abbiamo messo cuore, anima e sangue lì dove non ci arrivavamo con gambe e testa. E’ stata una vittoria di gruppo. Tutti, anche chi è stato in panchina ha contribuito a questa grande impresa”. E ora cambia qualcosa con questo primo posto solitario? “No. La classifica non ci interessa. Perché noi siamo felici solo quando in campo diamo tutto. Il risultato è secondario”.

Amarcord rossoblu Potenza Sport Club “Fidanzata d’Italia” Il nuovo libro di Pino Gentile, una via calcistica alla famiglia

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otenza Sport Club “Fidanzata d’Italia”, è il titolo del nuovo libro di Pino Gentile, presentato con successo a Potenza, Tolve, Marmirolo (Mantova) ed Anzi, presente nelle librerie ed alcune edicole della città. Nel numero di sabato 20 ottobre, Controsenso, in una ristretta serie, ha iniziato a proporlo ai lettori, sportivi e non, e coloro che hanno voglia e desiderio di entrare nello specifico del volume, che si avvale della prefazione del prof. Antonio Lerra e della presentazione del presidente della Giunta regionale di Basilicata, Vito De Filippo. Antonio Lerra, in particolare, dopo aver sottolineato che nella storia contemporanea della città del capoluogo della Basilicata, la parabola del Potenza Sport Club risulta indubbiamente tra gli elementi caratterizzanti di più peculiare portata e valenza, con diretti e indiretti riflessi anche oltre gli ambiti regionali, così spiega: “Il lavoro antologico realizzato da Pino Gentile evidenzia alcuni aspetti di particolare interesse (essendo stati accuratamente ricostruiti anche i percorsi sociali e professionali di ex calciatori e

tecnici con mogli e potentine e basilicatesi), consegnandoci un singolare tracciato di via calcistica alla famiglia, oltre che di fruttuosa dimensione di italianità. Il che, in aggiunta ad una serie di finestre ed interessanti testimonianze aperte, oltre che sui protagonisti, calciatori, tecnici e dirigenti, del quinquennio in serie B e di alcune altre fasi più interessanti della lunga ed articolata storia del Potenza Sport Club, su peculiari contesti di tifoseria, anche oltre la città di Potenza, conferisce a questo lavorio d’insieme una valenza che va oltre la dimensione puramente calcistica ed agonistica, e, dunque, di interessante lettura, anche per il potenziale lettore distante da tali contesti”. Ed ecco, in sintesi, il pensiero di Vito De Filippo. “… C’è un simpatico aneddoto, apparentemente scherzoso, che accredita alla stagione del grande Potenza – e quindi al dr. Nino Ferri, l’uomo guida del Potenza-miracolo – l’indiscutibile merito di aver favorito una sana contaminazione fra la cultura sportiva di atleti venuti dal Nord e da altre regioni d’Italia che nel capoluogo lucano si sono realizzati, non solo sul piano

professionale, ma anche su quello sentimentale. Come testimoniano i numerosi matrimoni contratti dalla ragazze di Potenza con calciatori provenienti da altre regioni, soprattutto negli anni ’60 e ’70. Lo dico da lucano, prima ancora che da presidente della Regione, bene ha fatto il Comune di Potenza ad intitolare uno slargo al compianto Nino Ferri, sotto la spinta impressa alla stagione della memoria dal Comitato promotore presieduto da Pino Gentile, che, in seguito, ha dato vita all’Associazione “Nino Ferri”, che ha istituito il primo Premio Letterario omonimo, nato all’insegna del Fair Play, dedicato ai giovani. A quelle nuove generazioni rappresentate dagli studenti di ogni ordine e grado, dalle elementari alle scuole superiori, alle quali Nino Ferri ha sempre guardato con attenzione ed impegno, avendo fondato sul valore educativo dello sport la sua vera, grande missione di vita. Una lezione, per tutti noi, di cui gli saremo sempre grati”. (continua…)

Ci ragiono e canto La crisi alla Federcalcio lucano ed i fermenti fra i “rottamatori” Maglia e C. di Pino Gentile

A

d alcuni appare strano per davvero l’atteggiamento di Piero Rinaldi, presidente uscente del comitato regionale lucano della Federcalcio, atteso al rinnovo delle cariche sociali per la tornata elettorale del quadriennio olimpico 2012-2016. “Pierino”però - non demorde, in preda, come sembra essere agli occhi di alcuni, ad un’autentica “orgia del potere” perché la poltrona della

sede di Viale del Basento, a quanto sembra, frutterebbe, mensilmente, circa tremila euro, un compenso non modesto, che va ad aggiungersi a quello percepito per il prepensionamento dall’Italgas. Intanto, a fronte dell’iniziativa dei consiglieri della “minoranza” del comitato (Carlo Maglia, Gianfranco Tubito, Ferdinando Picerno e Donato Carriero), che hanno inviato ai massimi organi della Federcalcio e della procura

federale una denuncia dove si segnala l’anomala sottoscrizione di deleghe “pro Rinaldi” al fine di precostituire una illegittima maggioranza, in seno al comitato, si registra un clima di sospetto e di paura per una presunta sconfitta di Rinaldi. Ciò è dimostrato dall’istituzione del “passi” obbligatorio per le società iscritte alla Figc lucana ed alla messa in moto di un clima natalizio, da “Babbo Natale”. Contrariamente

al solito, si dispensano sorrisi a trentadue denti, si largheggia nella regalia fra i 1.000 palloni giacenti in deposito, giunti da Roma, che le stesse società hanno regolarmente pagato all’atto dell’iscrizione. Questa grottesca situazione dovrebbe indurre le società a svegliarsi, a considerare la sede del Colucano come la propria casa perché da essi è retta con i salati pagamenti delle quote di iscrizione ai campionati

e quant’altro, riappropriandosi, ora più che mai, del proprio ruolo, rigettando iniziative (quelle, cioè, dei sette collaboratori di Rinaldi che, a tappeto sul territorio, continuano a fare incetta di “deleghe illegittime”) che non hanno nulla a che fare con la democrazia ed i canoni della lealtà sportiva. Intanto, i consiglieri del Colucano, in testa il gruppo dei “rottamatori”, facente capo a Maglia, Tubito, Picerno,

Carriero, reclamano, a gran voce, l’approvazione del bilancio i cui termini di presentazione sono scaduti il 15 ottobre scorso, oltre che la convocazione del consiglio direttivo per mettere a fuoco l’inquietante situazione amministrativa e contabile del Colucano, la cui immagine, oggi, rischia di risultare offuscata.


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SPORT

27 Ottobre 2012

Postiglione, non ce n’è per nessuno

ontrosenso Basilicata

MOTORI

Neanche l’errore sfila il titolo dalle mani del potentino

Il team Ebimotors-Centri Porsche Milano con Chico Postiglione

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hico Postiglione è Campione d’Italia! Basta Gara 1 al pilota potentino per conquistare ufficialmente il primo gradino del podio nella Carrera Cup Italia 2012. Con una fantastica prima tornata a Monza ha infatti conquistato la corona di campione italiano nel difficile campionato, nonostante un errore che avrebbe anche potuto rivelarsi fatale. Infatti dopo aver dominato la gara, nell’ultimo giro ormai di passerella, alla prima variante del velocissimo circuito, Postiglione ha perso il controllo della sua Porsche finendo in testacoda sull’erba e riuscendo a chiudere solo in quarta posizione (primo Fulgenzi, secondo Mancinelli, terzo Piscopo), ma con i 10 punti del quarto posto, sommati al punto del giro veloce, il potentino ha comunque matematicamente vinto il titolo. È però un Postiglione triste a presentarsi in sala stampa: “Un errore così in carriera non lo avevo mai commesso, non capisco cosa sia successo, mi sono deconcentrato probabilmente.

La partenza è stata fantastica, sono riuscito a superare Mancinelli giù alla prima variante e poi a fare il vuoto sui miei avversari. La macchina era semplicemente perfetta, Ebimotors come sempre ha fatto un lavoro straordinario”. Ma la dedica è arrivata comunque puntuale: “Dedico questo campionato prima di tutto a me stesso e poi a tutti quelli che mi hanno messo in condizione di vincere gara dopo gara questo titolo, una dedica particolare va a mio figlio e mia moglie.” La ciliegina in pista non è poi arrivata neanche domenica, quando il lucano si è messo a disposizione del compagno di team Piscopo, in lizza per la vittoria della classifica under 26. Il giovane pilota romano all’ottavo giro è però incappato in un incidente che ha messo fuori uso la sua Porsche per via della rottura del radiatore e si è ritirato mentre era in lotta per il secondo posto. Con l’uscita di scena di Piscopo, il potentino ha ripreso la gara all’inseguimento di Busnelli e Comini che conducevano la

gara, ma i giri a disposizione per la rimonta erano solo tre e così sotto la bandiera a scacchi Postiglione è finito terzo, collezionando il quarto terzo posto della stagione che, aggiunto alle quattro vittorie e ad un secondo posto, hanno concesso al lucano di dominare la stagione chiudendo con 157 punti, lasciando dietro nell’assoluta Mancinelli con 132 punti, Piscopo con 128 punti, Fulgenzi con 117 e Malucelli con 115. Fatiche dunque finite per il lucano, che ora si gode il successo inseguito per tre anni e che finalmente quest’anno con i colori del team Ebimotors-Centri Porsche Milano è arrivato a consacrarlo tra i più forti piloti italiani nei campionati turismo a ruote coperte. In sala stampa nel post gara2 un Postiglione un po’ più sorridente ha così commentato: “L’amarezza per aver buttato alle ortiche la vittoria di ieri in gara 1 ancora stamattina era grande, ma il podio di oggi mitiga un po’ il mio malumore. La gioia d’esser campione italiano sta salendo ora che tutto è finito. A questo punto ho bisogno davvero di riposo per cercare di capire cosa fare l’anno prossimo, un ringraziamento sentito va ad Enzo Guarino la mia ombra in ogni gara che sempre mi da consigli e carezze. Grazie a tutti i miei tifosi che hanno affrontato la lunga trasferta in terra lombarda dandomi sostegno e calore.” Appuntamento per fine novembre quando a Padova ci sarà la cerimonia ufficiale di premiazione e lì si saprà già qualcosa in più sul futuro di Chico Postiglione, il neo campione d’Italia della Porsche Carrera Cup 2012.

L’abbraccio a Chico Postiglione dei suoi tifosi

Il Maggiolino lucano vince ancora

L

a Er racing ritorna sul gradino più alto del podio al Grand Prix Luigi Musso, svoltosi sul circuito di Imola lo scorso fine settimana. La gara, valevole anche per il Campionato Europeo F1 storiche, è stata caratterizzata dalla presenza di tante scuderie provenienti dall’estero, i cui piloti si sono presentati in griglia con vetture di alto livello tecnico. La scuderia potentina, capitanata da Enrico Rosa, ha preso parte alla manifestazione con una Volkswagen Maggiolino Oettinger 1300 del 1965, pilotata da Antonio Lucente e sviluppata per la pista dal preparatore Antonio Russo di Pignola, noto nel mondo delle auto storiche da competizione come il meccanico “dalle chiavi magiche”. La vetturetta lucana si è presentata ai nastri di partenza con l’ultima versione aggiornata del motore fornito dalla Mago Maggiolino di Bordighera, capace di girare a 7500 giri (il motore originale del maggiolino ne raggiunge a fatica i 3800), con una velocità di punta di 180 chilometri orari. Dopo una qualifica a metà schieramento, dovuta ad un problema sull’impianto frenante, il team non si è perso d’animo e si è preparato a dare battaglia alle 16 vetture iscritte nel

VOLLEY

primo raggruppamento. Considerata la sostanziale parità tecnica dei partecipanti, la gara è stata molto combattuta e non priva di colpi di scena, con un paio di potenziali vincitori ritirati per guasti meccanici. Lo sventolio della bandiera a scacchi ha visto trionfare Lucente nella classe Gts 1300 periodo F per la seconda volta consecutiva, considerato che il pilota lucano aveva fatta sua la vittoria di classe anche in occasione dell’edizione 2011. “Questo successo è la prova che il

team sta lavorando nel verso giusto – ha commentato il presidente della Er racing Enrico Rosa – sono molto soddisfatto del mio pilota e dello staff tecnico, i quali si sono rivelati precisi e competenti, ma non posso non rivolgere un sentito ringraziamento verso tutti gli sponsor che sostengono la mia associazione sportiva in questa “impresa” così singolare”.

B1M - Virtus Pz, il tie break non perdona

Ancora una sconfitta al quinto set Intanto arriva Barbaro

I

l quinto set è ancora una volta stregato per la Energy Italia 01 Potenza: dopo aver recuperato i due set di svantaggio alla Pallavolo Monterotondo, lo sforzo prodotto nella rincorsa era stato fatale per Marolda e compagni; la scorsa settimana, al Pala Baldassarra di Altamura, a rincorrere sono stati i padroni di casa, che, trascinati dal caldo pubblico e dall’entusiasmo della rimonta, l’hanno completata vincendo tie-break e partita. Fallisce ancora l’affondo in campo la squadra potentina, che però si rifà sul mercato. E’ arrivato infatti in settimana Danilo Danilo Barbaro, schiacciatore/ricevitore classe 1985 Barbaro, il volto nuovo della Energy Italia 01 Potenza; lo schiacciatore/ ricevitore, nato a Lucera nel 1985 ed Coppa Italia di serie B2. “Arrivare alla ingaggiato questa estate dalla Pallavolo Virtus per me rappresenta un’occasione Squinzano, è giunto nel capoluogo lucano importante - ha dichiarato il neo acquisto in seguito al ritiro della squadra pugliese Danilo Barbaro - avrò l’opportunità di dal Campionato di B1 maschile girone C. esordire nel massimo campionato di “L’acquisto di un nuovo atleta dopo due serie B e spero di poter essere utile a sconfitte potrebbe far pensare che siamo Marolda e ai miei nuovi compagni già dovuti correre ai ripari, ma non è così - dalla prossima sfida contro il Messina”. queste le parole del Direttore Sportivo Ultime notizie dall’infermeria: Ernesto Piero Crichigno - stavamo seguendo Turano, infortunatosi durante la partita Danilo già dallo scorso Agosto, poi il persa in casa della Domar Volley ritiro dello Squinzano dal campionato Altamura, sta recuperando meglio del ci ha offerto l’opportunità di ingaggiarlo previsto; la caviglia destra è ancora per rinforzare ulteriormente una rosa, che molto gonfia e quasi sicuramente non gli crediamo essere sicuramente all’altezza permetterà di essere in campo Domenica di questa B1”. Barbaro, schiacciatore prossima, ma, probabilmente, già da di 190 cm, arriva alla Energy Italia 01 Lunedì ricomincerà a saltare e cercherà Potenza dopo una carriera fin qui vissuta di essere arruolabile per la trasferta di quasi interamente in terra pugliese, inizio Novembre a Cosenza. con una singola e felice parentesi a Gela, squadra con cui nel 2009 vince la


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27 Ottobre 2012

Esce il catalogo “Basilicata, i luoghi della narrazione” Nasce alla fine del percorso che la Regione ha compiuto durante le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia

I

l catalogo “Basilicata, i luoghi della narrazione” nasce alla fine del percorso che la Regione ha compiuto durante le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia e non è un catalogo qualsiasi. Abbiamo avuto, infatti, bisogno di ricomporre la cronaca e le riflessioni su una parte significativa della nostra storia millenaria perché solo grazie alla forza del nostro passato è possibile continuare in una nuova storia che concretizza le scelte di innovazione e di sviluppo operate dalla regione. Per questo abbiamo cercato di lasciare una traccia delle riflessioni che storici, scrittori e studiosi della cultura e dell’arte hanno fatto, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, sul cammino della Basilicata e, di ciò che in ogni comune e nei luoghi più significativi è accaduto per ricordare ala meglio la partecipazione del popolo di Basilicata alla costruzione del nostro Paese. Ed il libro “ Basilicata, i luoghi della narrazione” vede oggi la luce dopo un percorso faticoso e paziente per essere presentato nell’Università e negli Istituti superiori della regione perché le tracce del nostro passato ma anche gli spunti di futuro che se ne traggono, possano essere non solo narrate ai giovani studenti ma anche essere un motivo in più per confrontarsi. Il libro sarà inviato nei comuni, nelle scuole, nelle biblioteche perché costituisca un punto fermo ed ineludibile della cronaca e della storia giubilare dell’Unità d’Italia. Il catalogo nasce con il supporto del Programma Operativo FESR Basilicata 2007-2013 nell’ambito delle sue attività di valorizzazione dell’identità territoriale e in coerenza con le politiche di coesione europee messe in campo sul territorio lucano. Ciò costituisce una parte di un percorso di promozione dei valori e delle risorse della Basilicata. Un percorso che conduce a un nuovo testo orientato a fotografare le opportunità colte, le iniziative intraprese e gli spunti di creatività, soprattutto dei giovani, che si concretizzano in una regione che guarda al futuro in una chiave sempre più europea. Così come ha confermato il dott. Paolo Albano: “E’ un libro, più che un catalogo sull’unità della Basilicata oltre che sull’unità d’Italia. Come anticipato non faremo cerimonie, ma porteremo questa idea nelle scuole, indirizzeremo il progetto ai giovani, in sostanza, facendolo confluire nelle scuole e nelle biblioteche dei nostri comuni.” Il catalogo nasce, infine, anche con il contributo della Banca Popolare di Bari nell’ambito del sostegno che l’Istituto da per l’attuazione da parte di programmi della Regione diretti a finalità sociali e culturali.


34 Il Bella Film Festival fra emozioni e ricordi

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27 Ottobre 2012

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ELLA - La seconda serata del “Bella Basilicata Film Festival” è stata quasi interamente dedicata alla famiglia Forenza. Nel cine teatro sala Periz presenti i figli e la moglie del già Soprintendente ai Beni librari della Regione Basilicata Luigi Forenza. Colpito da malattia neurodegenerativa, si è spento a Roma nel dicembre 2009. Ma il suo ricordo è ancora vivo. La testimonianza è arrivata da Bella, dove il sindaco Michele

Celentano e l’assessore alla Cultura Vito Leone hanno voluto omaggiare Luigi Forenza con una targa ricordo, consegnata alla famiglia. Grazie al

contributo della Rai, nel corso della serata sono stati proiettati tanti contributi televisivi della sua incessante attività. Dalle immagini sono emersi il suo amore per i libri e l’instancabile tentativo di affinare il processo di sviluppo della società lucana per mezzo della cultura. Gli interventi dei figli Mario e Maria Luisa hanno reso ancora più nitida l’importanza della sua esperienza. Il figlio Mario ha sottolineato la sua “profonda umanità e vitalità”, leggendo un ricordo abbozzato proprio per l’occasione. La figlia Maria Luisa ha ricordato il Luigi Forenza cattolico, esaltandone i tratti caratteristici. Per il dirigente dell’Istituto

Comprensivo di Bella Mario Coviello, “Forenza credeva nella cultura come mezzo di emancipazione. Un punto di riferimento - ha poi continuato - per l’ideazione di reti culturali sul territorio”. Presente anche la ricercatrice Cnr e presidente Aib-Basilicata Assunta Arte. “Luigi Forenza - ha affermato - è stato il primo presidente Aib-Basilicata”. Dall’impegno per combattere l’analfabetismo al ruolo della biblioteca nell’era moderna. “La biblioteca – ha proseguito Assunta Arte - non deve essere solo un luogo adibito alla conservazione ma anche alla divulgazione. Bisogna interpretare il prodotto “libro” come servizio da vendere”. Al termine dell’incontro la cerimonia della consegna della targa alla moglie Margherita e ai familiari. Successivamente è stato proiettato il documentario “Uomini e Terra” di Maria Luisa Forenza. Il programma di domani sera prevede dalle 20.30 una tavola rotonda, intitolata “I mestieri nel cinema: il costumista, suoni e luci”. Interverranno il direttore artistico del Bella Basilicata Film Festival Giacomo Martini e il professor Marco Pistoia.

Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffino

IN PLATEA CINEMA RANIERI

Avishai Cohen “SEVEN SEAS”

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n titolo emblematico per il dodicesimo album di Avishai Cohen, distribuito da Emi. Lui è un virtuosistico contrabbassista, cantante, pianista e compositore di origini israeliane, che ha deciso di ritornare alle radici yiddish con un disco al confine tra jazz e world music, in cui emerge il richiamo delle melodie della sua terra. Composizioni dal fascino mediterraneo e dai ritmi talvolta etnici in cui Cohen è protagonista con lo splendido timbro e le audaci linee di basso che lo hanno reso celebre, oltre che in veste di cantante, e anche di pianista in un paio di brani. L’atmosfera della registrazione è caratterizzata dalla vocalità quasi pop dello stesso Cohen e di Karen Malka, assieme all’ud di Hoffman, al pianismo evocativo di Maestro e alla trama percussiva di Doari. Tante le influenze musicali presenti, dal jazz alla musica etnica al folk, con qualche omaggio al contrappunto barocco, soprattutto in Hayo Hayta, grazie anche alla presenza del corno inglese tra i fiati, usati in funzione coloristica a rifrangere le melodie.


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REPORT

Basilicata

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Le elezioni del 2 giugno 1946 in Basilicata Referendum tra Monarchia e Repubblica ed eletti alla Assemblea Costituente di Michele Strazza

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l 2 giugno 1946 gli italiani con almeno 21 anni di età vengono chiamati alle urne per il referendum tra Monarchia e Repubblica e per l’elezione dei componenti dell’Assemblea Costituente. La partecipazione al voto è consistente: su una popolazione di 45.685.888 abitanti, vota l’89,08 % degli aventi diritto (28.005.449) per un totale di 24.947.187 votanti. Oltre il 54 % degli elettori sceglie la Repubblica, con un margine di appena 2 milioni di voti, decretando la fine della Monarchia. Alla consultazione elettorale per la prima volta prendono parte le donne. In base all’esito elettorale i seggi dell’Assemblea Costituente risultano così distribuiti: DC 207, PSIUP 115, PCI, 104, UDN 41, Uomo Qualunque 30, PRI 23, Blocco Naz. Libertà 16, Partito d’Azione 7, Mov. Indip. Sicilia 4, Partito Sardo d’Azione 2. Concentr. Dem. Repub. 2, altri 5. In Basilicata, pur vincendo, come nelle altre regioni del Sud, la Monarchia, oltre il 40% degli elettori si espresse in favore della Repubblica, ponendo tale regione fra quelle meridionali più repubblicane, seconda solo all’Abruzzo. Questo il risultato elettorale formalizzato (“dopo un laborioso lavoro di parecchi giorni ed anche di alcune notti”) dalla Corte d’Appello di Potenza, “riunita in Ufficio centrale circoscrizionale”, e comunicato dalla Prefettura di Potenza all’ufficio dell’Ispettore Generale del Ministero dell’Interno, Luigi Delli Santi Gonzaga Cimaglia, il 10 giugno 1946: 107.653 voti per la Repubblica, di cui

75.032 in provincia di Potenza e 32.621 in quella di Matera; 158.210 voti a favore della Monarchia, di cui 114.038 in provincia di Potenza e 44.172 in quella di Matera. Il totale

e il 57,5% (pari a 44.184 voti) per la Monarchia. Per quanto riguarda, invece, la competizione per l’Assemblea Costituente queste le nove liste presenti in Basilicata (collegio

dei voti validi assommava a 265.863, 189.070 per la provincia di Potenza e 76.793 per quella di Matera. I dati definitivi ed ufficiali sul referendum istituzionale in Basilicata furono questi: il 40,6% dei voti (108.289) a favore della Repubblica e il 59,4% dei voti (158.345) per la Monarchia. Nella sola provincia di Potenza la percentuale dei voti favorevoli alla Repubblica (75.663) raggiunse quasi il 40%, mentre 114.161 voti (60,1%) andarono alla Monarchia. Più alta la percentuale in provincia di Matera: il 42,5% favorevole alla Repubblica (32.626 voti)

Potenza-Matera) con i relativi candidati: Partito Comunista Italiano (Gullo Fausto, Antolini Carlo Antonio, Scialpi Domenico, De Filpo Luigi, Zefola Giuseppe, Sanza Rosa Anna e Bianco Michele), Fronte dell’Uomo Qualunque (D’Alessio Francesco, Cristalli Rocco, Marinaro Francesco Paolo, Sanità Donato, Scardaccione Felice, Stolfi Eduardo, Verri Gabriele), Partito Repubblicano Italiano (Bruni Alessandro, Pastore Francesco, Pizzone Giuseppe Donato, Mezzina Salvatore, Vulcano Ettore, Contillo Vincenzo), Democrazia Cristiana (Catenacci Giuseppe,

Colombo Emilio, De Unterrichter Maria, Marotta Michele, Pagliuca Salvatore, Tortorelli Nicola, Zotta Mario), Unione Comunisti Italiani Indipendenti (Leone Donato, Ardore Luigi, Ceglia Antonio), Alleanza Repubblicana (Dorso Guido, Cifarelli Michele, Ferrara Mario, Gerardi Vito, Levi Carlo, Loperfido Luigi, Rossi Doria Manlio), Indipendenti (Mastrosimone Carlo, Saponara Pietro,

dati lucani dell’elezione dell’Assemblea Costituente sul totale di 394 sezioni: l’Unione Democratica Nazionale di Nitti ebbe il 22,8% (24,1% a Potenza) per un totale di 58.499 voti, il Partito dell’Uomo Qualunque l’8,6% (10,2% a Potenza) con 22.026 voti, la Democrazia Cristiana il 31,3% (31,99% nel Capoluogo) per 80.316 voti, i socialisti il 16,2% (20,38% a Potenza) con voti 41.569, il Partito Comunista il 13%

Galasso Francesco), Unione Democratica Nazionale (Nitti Francesco Saverio, Reale Vito, Cerabona Francesco, Gioia Michele, Bruni Alessandro fu Vito, Ciasca Raffaele, Rigirone Alberto), Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (Di Napoli Attilio, Costantino Mauro, Faillace Francesco, Milillo Vincenzo Francesco, Pignatari Aldo Enzo, Torrio Vincenzo, Vitacco Nicola). Questi i

(4,14% nel Capoluogo) per un totale di 33.369 voti. Per quanto riguarda le formazioni che riscossero minore successo, il PRI riportò 7.648 voti (2,9%), gli Indipendenti 5.803 (2,2%), Alleanza Repubblicana 5.333 (2%), Unione Comunisti Italiani Indipendenti 1.781 (0,7%). Per la Basilicata risultarono eletti: due democristiani (Emilio Colombo e Mario Zotta), residuando circa 16.000 voti

In edicola Il Nuovo Male di Sparagna, mensile di satira e idee Come sempre in evidenza il vignettista potentino Giulio Laurenzi

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opo l’intervallo estivo e un settembre dedicato a rafforzare la redazione, specie sul versante web (sito, facebook, twitter ecc.), è nuovamente in edicola il mensile di satira e idee Il Nuovo Male, diretto da Vincenzo Sparagna. In questo numero 10 della serie iniziata un anno fa dalla redazione di Frigidaire, il meglio della più irriverente satira italiana, con la partecipazione di autori ormai classici, come Ugo Delucchi, Giuliano, Giorgio Franzaroli, Marino

Ramingo, e la presenza crescente di molti nuovi talenti, come la rivelazione barese Giuseppe Del Buono, ancora una volta in copertina, Cecigian, Marco Pinna, Carlo Gubitosa, Joe Trozky, Giulio Laurenzi, Marco Gavagnin, Antonio Vecchio, Andrej Lavrinovics, Cleono Zanzara, Guido Gattai, Gianluca Liguori. L’editoriale, firmato da Tersite, alter ego satirico dell’irriducibile Sparagna sin dai tempi del celebre Male del’78-’81, è dedicato all’Oppio dei popoli, ovvero

al misticismo fanatico che, tra roghi e fatwe, si intreccia oggi al nuovo culto del Dio Denaro, venerato dalle corrotte élite dominanti. All’interno un altro dei sorprendenti giornali falsi/ veri, che, a differenza dei falsi di un tempo, fanno il verso graficamente ai grandi quotidiani, ma sono in realtà pure invenzioni. Questa volta il falso/vero è Il Corriere della Sierra, fondato da Ernesto Che Guevara nel 1957 e diretto oggi dal nipote Emiliano Guevara. Scritto in una lingua che si muove

agilmente tra l’italiano e uno spagnolo semiserio, il Corriere della Sierra apre con un appello delle immaginarie FDL (Fuerzas Disarmadas Libertarias) ai ribelli di tutto il mondo: “Uevos marcios contra el poder!”. Tra le tante notizie, nel taglio basso di destra, un intervento diretto di Dio, che, sui recenti moti di protesta musulmani, dichiara: “Quel film fa davvero schifo, ma le vignette mi divertono”.

per il collegio unico nazionale, un comunista (Fausto Gullo cui subentrò Luigi De Filpo), residuando oltre 1.300 voti per il collegio unico nazionale, uno dell’U.D.N. (Francesco Saverio Nitti cui subentrò, dopo l’opzione per il collegio napoletano, Vito Reale), un socialista (Aldo Enzo Pignatari). Ciò che colpì di più fu il successo di Nitti, la cui formazione politica in Basilicata superò di oltre 7 punti il risultato elettorale meridionale (15%), e quello indiscusso del partito di D’Alessio, ex gerarca fascista, che in provincia di Matera si piazzò dopo la DC ma prima dei nittiani. Il Fronte dell’Uomo Qualunque, tuttavia, non ebbe assegnato alcun deputato lucano residuando tutti i 22.026 voti per il collegio unico nazionale come avvenne per le altre formazioni che non conquistarono alcun seggio. I cinque rappresentanti lucani, insieme all’ex Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti, diedero il loro fattivo contributo ai lavori dell’Assemblea Costituente, sia in quelli attinenti alla redazione della Carta Costituzionale che in quelli riguardanti l’attività più strettamente politica nei confronti dei vari governi repubblicani.


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REPORT

27 Ottobre 2012

ontrosenso Basilicata

Il rapporto d’amore con Dio e il Cristianesimo, secondo la visione di Nicola Giammaria “C ristianesimo: religione o relazione?”, EditricErmes, è il libro di Nicola Giammaria, in cui affronta il tema del rapporto con Dio. Egli, partendo dalla sua esperienza personale, spiega, secondo la sua interpretazione, il Vangelo. Fa riflettere sul rapporto con Dio, la Chiesa e la religione, evidenziandone le differenze e facendole emergere. L’essere cristiani deve essere una scelta perso-

nale, non imposta, ad esempio, con il battesimo. Ognuno di noi deve sentire il legame con Dio e scegliere autonomamente se seguirlo o meno. Nicola Giammaria, nelle sue pagine, parla dell’amore incondizionato di Dio e di ciò che, per tale sentimento, ha fatto per gli uomini, ovvero il sacrificio di suo Figlio sulla croce. Nella sua analisi del Vangelo, l’autore afferma di esso che è più di una religione; il messaggio evangelico

produce una morale, un’etica e, quindi, la base della religione cristiana, mostrando la differenza tra il concetto di religione e il messaggio centrale del Vangelo. La notizia del Vangelo è che l’uomo, credendo in Cristo, rinasce spiritualmente, diventa persona “giusta” davanti a Dio e libera dal peccato, grazie al sacrificio di Cristo. A conclusione, l’autore parla della Chiesa, ovvero comunità dei cristiani, che condividono la

stessa fede in Cristo; Gesù stesso, parlando di Chiesa, si riferiva ai credenti e non alla struttura in se. Nicola Giammaria vuole far riflettere il lettore sulla relazione con Dio, ovvero sul rapporto d’amore con Dio. Alessia Nardozza

“Dalla terrazza di Caruso” presentato ai giovani di San Chirico Nuovo il poeta e pittore, nonché amico di Tonino Guerra, Nicola Filazzola ed il poeta sanchirichese, Benito Lioi. L’incontro è stato moderato da due rappresentanti del forum giovanile di San Chirico. Durante il dibattito, i relatori si sono alternati raccontando aneddoti e notizie tessute

intorno alla figura del grande cantautore bolognese, ed il pubblico, sebbene lontano dall’epoca di Dalla, ha rivolto domande briose ed originali al direttore di Controsenso. Dalla terrazza di Caruso è uno dei lavori più commoventi di Walter De Stradis. Altrettanto toccante è

il punto di vista con il quale il direttore racconta le fasi che portarono alla creazione della canzone Caruso. De Stradis racconta la sua esperienza emozionale attraverso un racconto al limine, sospeso tra fantasia e realtà. Al termine dell’incontro, Vito Pace, attore del teatro amatoriale

Il poeta Benito Lioi

potentino, ha reso omaggio al poeta Benito Lioi, declamando alcuni versi della poesia dal titolo “Canto ad Obama”, parafrasata sapientemente dall’avvocato Russo.

L’attore Vito Pace

di Rosa Santarsiero

«C

redo di aver scritto, nel mio piccolo, un romanzo che rassomiglia molto alla poesia. È un libro che segue il criterio dello stream of consciousness (flusso di coscienza), il mio flusso emozionale». Così, il direttore Walter De Stradis

ha parlato al pubblico di San Chirico Nuovo della sua ultima opera letteraria, intitolata “Dalla terrazza di Caruso”, edita dall’Arduino Sacco editore.La presentazione si è svolta nella sede del Forum giovanile, lo scorso sabato 20 ottobre. Alla serata hanno preso parte l’avvocato Ivan Russo,

Da sinistra: Russo, De Stradis, due rappresentanti del forum giovani, Filazzola

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.


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