ControSenso

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Basilicata

28 Luglio 2012

DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO III n. 90/28 Luglio 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

Se al San Carlo perdono ... i punti a pag. 3 Cari Contro-Lettori, la settimana scorsa a Potenza c’è stato un importante incontro sulla satira, di cui Controsenso è stato partecipe, e che si è avvalso della presenza di un grande giornalista e disegnatore quale è Vincenzo Sparagna, storico direttore di Frigidaire e de Il Male. Davanti al solito pubblico “alla potentina”, interessato ma non foltissimo (in città, da noi, si dorme della grossa), l’illustre ospite ha raccontato dei mitici “falsi” giornalistici che segnarono un’epoca nel nostro Paese. Dall’incontro è emerso che Sparagna e i suoi, i meglio grattacapi li ebbero a causa delle loro versioni satiriche di giornali italiani quali La Repubblica e via discorrendo: curiosamente –e significativamente- a conti fatti fu meno dannoso per loro distribuire la loro mitica versione de “La Stella Rossa” fra le truppe sovietiche di stanza in Afganistan. In piena sintonia con quella eroica lezione di giornalismo satirico, oggi Controsenso esce esibendo in prima pagina una specie di falsa versione di Basilicata Mezzogiorno, -quotidiano online edito e finanziato dalla Regione Basilicata (“giornale di regime” dice uno come Massaro dello Csail), in cui campeggia un Vito De Filippo in versione Marzullo (attivo, quest’ultimo, a Mezzanotte). La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio? – è il tormentone esistenziale marzulliano, che secondo i soliti maligni, qui in Basilicata è invece il leitmotiv di una politica a cui non resta che sperare che i sudditi lucani siano felici almeno quando dormono. Lo stato di veglia, qui da noi, si sa, è costoso, complicato, pieno di bocconi amari e anche di calci in culo. Da qui l’idea un po’ barbina di questo numero, ironizzando su di un organo di informazione istituzionale dai toni spesso troppo trionfalistici. Sperando che non ci tocchi poi scappare in Afganistan … Walter De Stradis

Potenza vista dalla “carrozzina” a pag. 5

Il “contentino” di Martorano a pag. 9



ontrosenso

REPORT

Basilicata

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Quando l’ospedale perde … i punti Ancora segnalazioni da parte dei lettori. Questa volta una giovane lettrice ci racconta della sua sfortunata operazione di Rosa Santarsiero

Salute: il coraggio di parlarne di Walter De Stradis gni volta che ci vai, speri sempre che sia l’ultima. Ma sai che non è così. Il San Carlo è la Mecca potentina delle anime in pena, dei cuori imbevuti di speranza, dei pensieri lambiti dalla disperazione. E’ il faro sulla Grande Piramide, la luce intermittente che richiama e guida i Lucani che hanno imboccato l’oscuro sentiero. E’ una Montagna che per sua natura non va da Maometto, ma che al contrario impone al profeta viaggi

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spesso disagevoli, per chi non è del capoluogo, date le carenze di collegamento della nostra regione, che sappiamo essere roba da beduini (con tutto il rispetto per le tribù nomadi). Il nosocomio potentino è il naturale ricettacolo delle ossa rotte, dei bruciori nel ventre, delle carni avvelenate, delle vene che induriscono e crepano, delle cellule che muoiono e di quelle che si riproducono troppo. Ma, a volte, è anche il teatro dei nervi che saltano, delle ambizioni sfrenate, dei litigi e delle carognate sotterranee, delle intemperanze e dei giochi politici sulla scacchiera con tanto di torri d’avorio, cavalli e teste di legno. Controsenso, negli anni, ha cercato di raccontare tutti questi aspetti, dando vita a grandi polemiche, a volte, ma anche sortendo risultati immediatamente utili (si spera) per il cittadino, come nel caso della recente

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lettera del diggì in cui si invitano gli operatori a tenere ben presente il valore dell’umanizzazione. Certo, il nostro giornale in certe occasioni magari non viene citato, e gli onori e gli allori si raccolgono altrove, ma i lettori lo sanno. Lo sanno che fa caldo, al san Carlo, specie ai piani alti e specie in questa stagione soffocante, una stagione particolare, però, in cui i nostri lettori hanno trovato il coraggio di parlare, rompendo per una volta il velo cementizio del silenzio, imbastito con gli attrezzi e la cazzuola di chi teme che la propria salute sia un valore, anzi un bene, troppo importante, per poi metterlo a repentaglio per un qualche articolo di giornale. Ma chi ci segue ha capito che i nostri articoli sul più grande ospedale della regione, non sono capitoli di una campagna di stampa, ma di una semplice indagine volta a far emergere le criticità, sperando che chi di dovere accolga il lamento. Il tutto, come abbiamo sempre fatto, senza tacere degli ori, che ci sono eccome nel forziere umano e professionale del nostro ospedale. Ed è stato così, che una giovane donna del capoluogo, questa settimana ha trovato la forza e la presenza di spirito per raccontare la sua storia, un classico caso “di malasanità”, si direbbe, che di per sé non è certo indice di qualcosa, e non è rappresentativo o emblematico di niente, ma che vale sicuramente come indicazione, monito, o pungolo –se preferite- perché al nostro ospedale si lavori sempre meglio. D’altronde, la stampa, serve proprio a questo. O, almeno, ci prova.

ontinua l’inchiesta di Controsenso sull’ospedale San Carlo di Potenza, e non perché siamo noi a volerla alimentare, al contrario. Da circa un mese, arrivano in redazione missive e segnalazioni in cui i nostri lettori ci raccontano di episodi controversi, fatti che non dovrebbero accadere in un nosocomio. Negli scorsi numeri abbiamo, infatti, affrontato la ben nota questione “umanizzazione”, per meglio dire, la mancanza di garbo e gentilezza che –a giudizio delle persone intervistate nelle precedenti puntate, o di chi ci ha scritto– contraddistinguerebbe (senza voler generalizzare) parte del personale medico, paramedico e amministrativo della casa di cura potentina. I nostri ripetuti articoli hanno contribuito a far sì che la stessa direzione generale, nella persona dell’avvocato Maruggi, scrivesse un’accorata lettera di invito alla cortesia da parte del personale in servizio verso l’utenza (lettera riportata in calce sullo scorso numero). Una piccola vittoria a cui siamo lieti di aver dato il nostro contributo. Sebbene la presa di posizione della direzione generale sia una svolta importante, non abbiamo potuto rallegrarcene a lungo. In settimana, infatti, ci è giunta un’altra segnalazione drammatica. In questo caso, non parleremo di mancanza di umanità o scortesia, bensì di un episodio che si potrebbe definire di «malasanità», sporadico certo, ma comunque trattasi di un intervento chirurgico –in base a quello che ci è stato riferito- sbagliato, che ha causato alla nostra lettrice un bel po’ di problemi. A raccontarci la sua storia è una ragazza del capoluogo che è venuta di persona in redazione. La giovane preferisce rimanere nell’anonimato. A suo giudizio non è tanto importante divulgare un nome o un cognome quanto gli eventi singolari che più di un anno fa l’hanno toccata da vicino. Per capire meglio la questione, lasciamo spazio alle parole della diretta interessata. «Sono una ragazza di Potenza, ho ventisette anni. Avevo una piccola

cisti, o meglio, ne ho ancora una parte, nonostante l’intervento. Il primo a visitarmi è stato il mio medico curante. Non poté far molto, salvo che spingermi ad andare in ospedale per rimuoverla, perché, nel frattempo, si stava infettando a contatto con gli indumenti. È stato lo stesso medico di famiglia a parlarmi del reparto. Così, approfittando dell’arrivo

dell’estate, mi sono fatta coraggio ed ho prenotato dapprima una visita specialistica, poi la data della mia operazione. Durante il controllo ho avuto modo di parlare con il medico dell’ospedale che avrebbe eseguito l’intervento. Quest’ultimo, vista la giovane età e la mia apprensione, mi rassicurò dicendomi che si trattava di “un intervento di routine”, anzi si vantò con me della sua pluriennale esperienza. Il medico, tra l’altro, mi garantì che non sarebbero rimaste cicatrici o segni evidenti sul corpo, essendo la cisti in una parte ben visibile. Non mi restava altro da fare che fidarmi del medico che mi avrebbe operato. E così, ormai più di un anno fa, in una mattina di giugno mi recai in ospedale. Fui dimessa poche ore dopo, mi rassicurarono sull’esito ed andai a casa. Dopo qualche settimana ritornai per la rimozione dei punti, eppure sentivo che qualcosa non andava, poiché la parte operata continuava a secernere liquido e mi doleva molto. Insomma, stesso scenario del preoperazione. Durante la rimozione dei punti ne parlai col medico e con un’infermiera, mi dissero che era

normale e di non preoccuparmi. A distanza di un mese dall’operazione continuavo ad avvertire un forte dolore e, in più, la parte interessata iniziava a tumefarsi. A questo punto, essendo piena estate, mi rivolsi ad uno specialista privato, pagando fior di quattrini per un problema che credevo risolto. Alla vista della parte operata l’esperto inorridì. Scoprì non solo che la cisti non era stata rimossa per intero, che il medico che aveva operato non aveva neppure tolto tutti i punti di sutura (cosa che fu costretto a fare il nuovo medico, poiché rischiavo un’infezione), e in aggiunta, non mi era stata prescritta alcuna terapia a base di antibiotici, trattamento di prassi dopo un qualsiasi intervento, anche il più banale. Feci una nuova ecografia che confermò il quadro sconfortante anticipatomi dal medico. Come se non bastasse, mi hanno lasciato in eredità una bella cicatrice alla quale, a breve, se ne aggiungerà un’altra, dato che dovrò subire una nuova operazione per rimediare all’errore precedente. A ventisette anni non riesco ad accettare un corpo segnato da uno sfregio vistoso, specialmente se non è servito a nulla. Scelsi di non denunciare il reparto e il medico, sebbene possa definire il mio un caso di malasanità. Credo, tuttavia, che il nostro sia un buon ospedale, tant’è che mi opererò di nuovo al San Carlo, non nello stesso reparto e con lo stesso medico, s’intende!». Ripetiamo, nessuno è perfetto ed infallibile, e gli errori –per quanto possa essere drammatico- purtroppo possono capitare. Ma proprio per questo è quanto mai fondamentale denunciarli, in modo tale che l’attenzione sia sempre massima. In attesa allora di altre segnalazioni o di risposte, auguriamo alla nostra lettrice una pronta guarigione e un grande in bocca al lupo per il nuovo intervento.

L’A.O.R. del San Carlo e la formazione on line

L’

AOR San Carlo fa ancora una volta da apripista – si legge in una nota- stavolta sul fronte dell’innovazione della formazione. Presso l’Auditorium dell’Azienda Ospedaliera, alla presenza di tutta la Direzione Strategica Aziendale, dei referenti scientifici della formazione on line e di una folta platea di professionisti della salute del nosocomio, è stata presentata

l’iniziativa del varo della formazione on line a partire dai temi caldi della sanità, quali il Governo Clinico e la Sicurezza in ambiente ospedaliero. L’AOR San Carlo, grazie al lavoro dei suoi gruppi di lavoro aziendali dedicati ai due temi scelti (Sicurezza e Rischio Clinico) e con la collaborazione tecnologica del proprio partner per la FAD, la Intema srl di Tito, ha realizzato due

corsi on line che sono già disponibili sulla piattaforma Moodle della Regione Basilicata ed immediatamente fruibili non solo dai dipendenti dell’azienda ospedaliera, bensì da tutta la sanità territoriale. Un modello virtuoso, che ha previsto una sinergia pubblico-privato che, grazie all’apporto dei diversi contributi ed all’infrastruttura per la formazione on line messa a disposizione dalla

Regione Basilicata, apre uno scenario nuovo sul fronte delle tecnologie applicate alla didattica e rappresenta un esempio di risparmio e di collaborazione tra enti ed istituzioni. La parola d’ordine alla base dell’iniziativa della formazione on line del San Carlo è, ancora una volta, “Qualità delle cure”. Il progetto formazione on line, dopo questa fase di presentazione pubblica,

si articolerà in tre step successivi. Il primo verterà sulla sperimentazione della piattaforma regionale, per consentire a tutto il personale di familiarizzare con le nuove tecnologie. Il secondo step prevederà l’accreditamento ECM dei due corsi on line del progetto ed il terzo verterà esclusivamente sulla formazione specialistica “Risk Management: Rischio Clinico e Rischio Sicurezza strutture

e lavoratori”. Con questo nuovo progetto, l’Azienda ospedaliera San Carlo conta di aggiornare, in maniera sistematica e con standard uniformi, tutti i Medici, le Posizioni Organizzative infermieristiche ed amministrative, i Coordinatori Infermieristici e Tecnici, e tutti i preposti alla sicurezza.


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REPORT

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ontrosenso Basilicata

Il professor Olivieri scrive a Tore Sparmia

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gregio Direttore,

INFORMAZIONE ISTITUZIONALE E SOLDI

De Filippo: “Mezzogiorno .. e Dintorni”

B

asilicata…. a Mezzogiorno potrebbe essere un titolo serio, se si discutesse e dibattesse e si

bisogno di parlare di una tavola piena o vuota, e tutto è più comodo per chi le situazioni descrive – quando le incontra – o

quello che non vediamo noi è la “Tavola” Lucana quella di fòrmica (che era solo un laminato plastico usato per costruire an-

Un De Filippo un po’“Marzullo” nella vignetta di King Buffino

raccontasse di cosa c’è in tavola Lucana, a quell’ora che per i contadini era l’ora di pranzo. Oggi è il titolo di un quotidiano della Regione Basilicata, fatto con soldi pubblici, “Basilicata Mezzogiorno” e non si parla, certamente, di quello che c’è in tavola dei Lucani, ma delle tavole apparecchiate per le riprese e i racconti che, della Lucania, si devono fare per giustificare i soldi impiegati per raccontare, ma, del resto, dove sono più i contadini che erano a tavola a mezzogiorno? Se non ci sono quelli che si mettono a tavola a una cert’ora, non c’è neanche

racconta, favoleggiando, quando non le incontra. Insomma, dal nostro punto di vista, servivano “informatori scientifici” della Basilicata che informassero concretamente del come, dove, quando e del cosa fare e invece ci toccano “i racconti” della Lucania, che fu unica cosa che non serviva. Certo, su Basilicata Mezzogiorno ritroviamo alcuni pezzi della stampa locale, quelli che soddisfano le curiosità di chi li deve impiegare (i racconti hanno una loro logica, infatti) e ritroviamo trattati certi argomenti pratici di attualità, diciamo noi ma … Ecco,

che mobili) come usava nell’epoca del miracolo economico a Milano, come quella, eventualmente, di legno che non si sa più se esiste come materiale, con le cose ben distribuite sopra ed apparecchiata per la funzione di una Tavola, in genere, da pranzo. Concretamente, si potrebbe dire che in Basilicata quasi è scomparso il mangiare come azione della quotidianità ed allora, forse, per questo è nato “Basilicata Mezzogiorno “come quotidiano di racconti della Regione Basilicata …E la cosa avrebbe una sua propria razionalità. Ma non è per polemica

che stiamo a parlare, qui stiamo ragionando di risparmi fatti e da fare e per i risparmi elementari che si potrebbero e si dovrebbero fare. Allora, diciamo noi, Basilicata Mezzogiorno esce verso mezzogiorno e dunque è solo, forse, un modo diverso di fare una rassegna stampa delle notizie apparse sui quotidiani Lucani come già l’Ufficio stampa Regionale faceva? Sembrerebbe di no, perché ci sono articoli presi di qua o di là, ma ci sono anche pezzi o pezze fatti/e in proprio e, dunque, è quasi un giornale quotidiano. La Regione Basilicata si è fatta il “proprio” giornale e lo definisce (Quotidiano di Informazione della Regione Basilicata) e quando dico “proprio” parlo di giornale personale della (Regione) perché, per esempio, se io Lucano (già ma io sono Lucano, mica Basilicato) volessi pubblicare una notizia su questo giornale, non saprei come fare e a chi mandare la notizia: non c’è un’indicazione utile che sia una, a parte un numero di telefono e fax in piccolo. Su un giornale “elettronico”…manco uno straccio di email. Ma, soprattutto, considerato che è un giornale “della” Regione, fatto coi soldi di tutti, mi chiedo: me la pubblicherebbero davvero? Concludendo e dovendosi tagliare, per risparmiare, Presidente De Filippo cominciamo da qua ?

ho letto con interesse l’articolo pubblicato sul numero 89 di Controsenso del 21 Luglio us a firma di Tore Sparmia e con la presente le sarei grato se mi desse la possibilità di poter chiarire alcuni punti della nostra attività che dal suddetto articolo potrebbero essere recepiti in maniera distorta dalla collettività Lucana: Il Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata fin dalla sua creazione ha avuto un forte connotato scientifico come richiesto anche dagli amministratori regionali. Voglio precisare che la ricerca clinica non è fine a sé stessa ma è il presupposto necessario per raggiungere l’eccellenza clinica e per poter curare, quindi, al meglio i pazienti offrendo loro approcci assistenziali all’avanguardia. Vi sono, infatti, numerosi studi in tutte le branche della medicina che dimostrano come la ricerca e l’assistenza clinica debbano essere considerate due facce della stessa medaglia; per esempio, in un lavoro condotto in ambito cardiologico (Arch Intern Med 2008;168:657-662) è emerso che nei reparti in cui vengono condotti studi clinici l’assistenza al paziente è migliore non solo per quelli partecipanti alla sperimentazione ma anche per quelli assistiti routinariamente. È questa la motivazione che spinge me ed i miei collaboratori ogni giorno e con grossi sacrifici personali (al di fuori dell’orario di lavoro) a portare avanti l’attività scientifica e non certo l’effimero “lustro – molto nominale – che riceve l’ospedale e quello molto personale – del luminare”. La partecipazione a congressi nazionali ed internazionali è una diretta conseguenza della credibilità acquisita dal relatore sulla base delle pubblicazioni prodotte e dell’esperienza clinica maturata. Credo che debba essere motivo d’orgoglio per la comunità Lucana, a cui fieramente mi onoro di appartenere, e non motivo di facile ironia se “i crucchi, gli stangoni svedesi ed i febbrili giapponesi”, nonostante il loro avanzato sistema sanitario, decidono di avvalersi delle mie competenze. Senza falsa modestia, non mi risulta che vi siano altri medici lucani che abbiano svolto relazioni su invito a congressi internazionali. La partecipazione ad un congresso come relatore non vieta a questi di poter “ascoltare”. Voglio sottolineare che da sempre la mia partecipazione a questi eventi non si è mai limitata ad una sterile comunicazione unidirezionale: il confronto con altri esperti e la condivisione di diverse esperienze ha arricchito il mio bagaglio culturale e quello dei miei collaboratori. L’aggiornamento professionale rappresenta un obbligo contrattuale della dirigenza medica. La partecipazione mia e dei miei collaboratori agli eventi formativi viene, pertanto, effettuata nell’ambito del rispetto della normativa nazionale così come per tutti gli altri medici della sanità lucana. I reumatologi, quindi, non godono di permessi ad hoc per partecipare a tali eventi anzi, laddove i giorni di congedo per aggiornamento non siano utilizzabili, ricorrono anche alle ferie personali per motivi di aggiornamento. Con questa premessa desidero sottolineare come la partecipazione a congressi

non ha ripercussioni sul normale andamento dell’attività assistenziale. Nel corso degli anni le prestazioni ambulatoriali e l’attività di degenza sono state mantenute su standard elevati registrando, addirittura, un trend in aumento nonostante l’incremento dell’attività scientifica e degli eventi formativi. I lunghi tempi d’attesa per una prestazione ambulatoriale rappresentano per me un problema di primaria importanza a cui insieme alla Direzione Generale dell’Ospedale San Carlo stiamo cercando di porre rimedio attraverso l’identificazione di classi di priorità. Voglio precisare, comunque, che nel corso del 2011

sono state effettuate a Potenza più di 15000 prestazioni ambulatoriali reumatologiche. Quindi, piuttosto che ad un’inefficienza del servizio prestato, i lunghi tempi d’attesa sono da ascrivere alla sempre più crescente richiesta di prestazioni ambulatoriali da parte di pazienti regionali ed extra-regionali. Non posso essere accusato di speculare sulla lista d’attesa per favorire la mia attività libero-professionale. Mi dispiace deludere il Signor Sparmia che si attendeva il contrario ma, nel momento in cui scrivo, per ottenere una prima visita reumatologica presso l’ambulatorio pubblico occorre attendere, per i motivi suddetti, il 25 Gennaio 2013 mentre per una visita in libera professione con il sottoscritto bisogna aspettare il 23 Aprile 2013 (comunque Tore Sparmia si riferiva agli studi privati in generale, non a quello del prof Olivieri nello specifico– ndr). Infine, se il Signor Tore Sparmia “dovesse essere ricoverato d’urgenza” nel reparto da me diretto troverebbe, anche in mia assenza, un’equipe di professionisti altamente qualificati in grado di soddisfare in maniera più che adeguata qualsivoglia esigenza assistenziale. Mi auguro con la presente di aver chiarito i dubbi ( “quale prezzo per noi? Quali vantaggi per il San Carlo?”) inerenti gli eventuali vantaggi per la comunità Lucana derivanti dall’attività scientifico-formativa che viene svolta dal Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata. Colgo, inoltre, l’occasione per comunicare che dopo Londra (2010), Yokohama (2012), Parigi (2014), il consiglio direttivo della Società Internazionale della Malattia di Behçet ha votato all’unanimità per Matera quale sede del congresso 2016. La scelta della Basilicata per un Congresso Mondiale mi inorgoglisce come italiano e soprattutto come lucano e conferma come la ricerca scientifica svolga la sua funzione non solo nella produzione di conoscenza ma anche nel ruolo di catalizzatore della crescita culturale ed economica delle comunità di afferenza. Ignazio Olivieri


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Potenza vista dalla “carrozzina” Drammatica denuncia dell’Associazione Casa del Consumatore Basilicata sull’assenza e inadeguatezza di servizi offerti ai disabili nel capoluogo lucano di Marirosa Gallicchio*

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ntonio, un ragazzo affetto da disabilità, poco più che trentenne, si è rivolto alla nostra associazione per denunciare la quasi totale assenza di servizi per disabili nella città di Potenza. Ascoltare le sue parole, piene di frustrazione e rabbia, la sua storia, le sue difficoltà quotidiane, ma, al contempo, leggere nei suoi occhi la vivacità caratteriale, il desiderio di autonomia e normalità, proprio della giovinezza che contraddistingue i suoi anni, hanno spinto Casa del Consumatore Basilicata a seguirlo in una giornata-tipo al fine di offrire una testimonianza reale e concreta. Pochi aggettivi per descrivere sinteticamente l’esperienza vissuta? Estenuante, frustrante, faticosa, a tratti impossibile. Percorsi e passaggi tortuosi, buche, marciapiedi che scompaiono ed improvvisamente compaiono; in città muoversi in carrozzina sembra un gioco ad ostacoli, diventa

Uno dei tanti numeri di Controsenso sull’argomento

una lotta quotidiana anche per compiere le azioni più semplici, il tutto complicato dall’eccessiva presenza di barriere architettoniche. Infatti cose per noi normali come passeggiare, prendere un autobus, un caffè al bar, andare in bagno, accedere agli uffici pubblici, recarsi in banca, a Potenza diventano missioni impossibili per chi si muove su una carrozzina. Durante la nostra passeggiata in carrozzina si sono verificate non poche difficoltà. In primis

A Potenza un disabile negli spostamenti non può essere autonomo … guai ad uscire di casa senza essere prima andati in bagno. L’amministrazione comunale di Potenza, il sindaco, dovrebbero vigilare su tali carenze

il trasporto pubblico: utilizzare l’autobus è l’ostacolo maggiore per un disabile, scarseggiano, infatti, o sono del tutto assenti gli autobus dotati di pedana per facilitare la salita e la discesa con la carrozzina e vi è assenza di annunci vocali per non vedenti. A Potenza un disabile negli spostamenti non può essere autonomo, al contrario di tante altre città italiane dove sui mezzi pubblici, oltre alle pedane, agli annunci vocali è addirittura previsto personale adibito all’aiuto della persona con disabilità; ma non dimentichiamo che nella città lucana è già un miracolo che l’autobus arrivi puntuale, figuriamoci la presenza di apposite strutture per disabili, è un’utopia! Passaggio successivo, il bagno. A Potenza guai ad uscire di casa senza essere prima andati in bagno. Dopo il quinto tentativo, finalmente Antonio è riuscito ad accedere alla toilette di un locale pubblico. In città nella maggior

parte dei luoghi pubblici (dai bar, ai ristoranti, alle banche) i bagni non sono abilitati per disabili, il più delle volte la porta d’ingresso è troppo stretta per permettere il passaggio della carrozzina o addirittura vi mancano del tutto le rampe. Poi abbiamo deciso di fare una passeggiata in una delle vie più trafficate e frequentate di Potenza, via del Gallitello, cuore dello shopping potentino e punto strategico per l’accesso a molti uffici pubblici (Regione,

102 candeline per “supernonna” Domenica di Luigi Pistone

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Polo Sanitario “Madre Teresa” dell’Asp di Potenza). Ai nostri occhi è sembrata una giungla per chi si muove in carrozzella: infatti il traffico, pressoché incessante, marciapiedi a tratti inesistenti ed a tratti eccessivamente stretti, le linee pedonali ormai cancellate, l’erba alta ai bordi della strada rendono questa strada un percorso ad ostacoli. Ovviamente non si pretende che ogni marciapiede sia dotato di una pedana per la discesa e la salita, ma almeno si renda agevole il passaggio in prossimità dei luoghi pubblici di grande utenza (significativo l’appello rivolto all’amministrazione comunale lo scorso 18 luglio sul Quotidiano di una cittadina potentina che per anni tra mille difficoltà ha accompagnato il padre in carrozzina al Polo Sanitario “Madre Teresa”). Per non parlare poi dell’inesistenza ai passaggi pedonali dei semafori dotati di segnalatore acustico, che può costituire rischio per i non vedenti. E an-

cora, parcheggi selvaggi sui marciapiedi che bloccano l’accesso agli scivoli laddove sono presenti e l’occupazione abusiva di posti riservati ai disabili. Forse chiediamo la luna? Troppa innovazione, troppa modernità per un capoluogo piccolo come il nostro? E pensare che in piccole frazioni del centronord italiano da anni sono presenti le strutture per disabili. L’amministrazione comunale di Potenza, il sindaco, dovrebbero vigilare su tali carenze, dovrebbero impegnarsi concretamente affinchè le persone con disabilità non rimangano ai margini della società cittadina, inascoltate. Quanto vissuto e visto durante la nostra passeggiata ha lasciato in noi accompagnatori un profondo senso di vergogna, imbarazzo, indignazione e degrado. Una severa bocciatura, dunque, per Potenza e per tutti coloro che del senso civico e della civiltà hanno solo sentito parlare o hanno letto qualche riga sui giornali. *Responsabile Settore Sanità Casa del Consumatore Basilicata

anti auguri da Controsenso a Domenica Maria La Conca, nata ad Avigliano il 27 luglio 1910 e da 3 anni vive in via Tirreno a Potenza, a casa di uno dei tre figli. «Ho vissuto due guerre e periodi di vera povertà– ricorda con grande lucidità nonna Domenica -. Vivevamo con il duro lavoro della terra e allevando qualche animale e con il latte delle nostre mucche riuscivamo a fare anche un po’ di formaggio». Figlia di contadini in una famiglia di sei persone: «Oltre ai genitori, ho avuto due fatelli e una sorella». Nonna Domenica si è sposata in tarda età, «soprattutto per quei tempi –evidenzia-, prendendo per marito un vedovo e ritrovandomi madre di tre figli già adolescenti. Mi sono trasferita da Avigliano a Pian di Zucchero, continuando a lavorare la terra e ad allevare animali». Gli anni, pur tra tanti sacrifici, sono passati e i ragazzi di una volta sono diventati adulti e si sono sposati, rendendola nonna di sette nipoti che a loro volta l’hanno fatta diventare bisnonna di dieci pronipoti. «Ho amato tutti e sono stata

amata da tutti – evidenzia la ultracentenaria Domenica -. Dopo quarant’anni di matrimonio sono rimasta vedova. Ma godendo di ottima salute, grazie a Dio, ed essendo stata sempre un tipo indipendente ho voluto restare a casa mia dove sono rimasta fino all’età di 99 anni». Fino a quando i figli, temendo per la sua salute, hanno deciso che era giunto il momento di andare a vivere a casa di uno di loro. Qual è il segreto per raggiungere questa età? Nonna Domenica non se lo fa ripetere due volte e con dolcezza risponde: «Avere tanta fede, amare il prossimo, pregare, mangiare cibo sano e un bicchiere di vino a pranzo non deve mancare mai».

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L’INTERVENTO

ontrosenso

REPORT

Basilicata

«DE FILIPPO DEVE STRACCIARE IL MEMORANDUM O DIMETTERSI»

Potenza “trasferita”in Campania? Il rischio c’è A chi farebbe comodo l’aggregazione della regione Basilicata alle regioni Puglia e Campania Consorzi di bonifica, ritardi nei pagamenti

I

segretari generali di Flai, Fai e Uila, Esposito, Lapadula e Nardiello, denunciano ritardi nei pagamenti dei lavoratori del Consorzio di bonifica dell’Alta val d’Agri che, spiegano, “attendendo ormai da 4 mesi la liquidazione delle spettanze” e quelli del Vulture Alto Bradano “in attesa di ricevere due mensilità”. “Sono in corso nelle sedi dei due consorzi – comunicano i sindacalisti delle assemblee dei lavoratori in cui si deciderà la linea di lotta da intraprendere per far valere il legittimo diritto alla retribuzione”. I sindacati chiedono che “siano effettuati quanto prima i mandati di pagamento

da parte della Regione Basilicata nei confronti dei Consorzi in modo che questi possano provvedere alla liquidazione delle spettanze arretrate. Questa situazione – aggiungono Esposito, Lapadula e Nardiello - mette in evidenza l’urgenza con cui in sede regionale si deve procedere all’approvazione della legge di riordino dei consorzio di bonifica per far si che questi ritardi e tutte le problematiche connesse alla gestione degli enti trovino una soluzione definitiva”.

di Miko Somma*

Puglia, secondo progetti teorici che individuavano prossimità economicostrutturali, glottologiche e quindi culturali (forse frutto queste più dei ricorrenti “lombrosismi” mai sopiti in alcune letture antropologiche del Meridione) tali da individuarne una conclamata, costosa inutilità da “sanare” nell’accorpamento alle regioni vicine, puntualmente ritorna come argomento. La prossimità dell’estate suggerirebbe la boutade, ma alla luce di un più che evidente allontanamento dalla regione dei pezzi che fanno Stato di uno Stato in dimagrimento forzato, si aprono forse dei nuovi scenari per questa terra terremotata da secoli e per la quale sono alcune logiche ragionieristiche con cui par doversi misurare la realtà, a tracciare confini de facto nei tagli ai servizi ed ai trasferimenti. Confini dettati da altre considerazioni che non siano quella storia che si confonde con la tradizione, le relazioni quasi carnali di odio-amore con il territorio e quel senso di languida dimenticanza narrata dai nostri migliori poeti come una nostalgia per ciò che mai si era avuto e che, una volta avuto, purtroppo si sarebbe sprecato, l’amministrazione di una Regione, considerazioni che pur suggerivano la Lucania

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on sarà sfuggito ai tanti che l’inesorabile allontanarsi dalla nostra regione di enti e società dello Stato che, a prescindere dalle forme giuridiche assunte – quindi non solo in quanto datori materiali di servizi, ma di quel quid psichico che lascia intuire una presenza s t e s s a dell’istituzione attraverso i suoi organi sul territorio – sembra ormai seguire logiche di “ritiro” dalle zone interne del meridione, segnatamente Basilicata e Molise, in favore delle più dinamiche zone costiere delle regioni limitrofe. Così a leggere la realtà di ristrutturazioni di uffici postali, soppressioni di province ed accorpamenti dei piccoli comuni, liquidazione di enti intermedi, dimensionamenti scolastici e riforme dei plessi sanitari, il quadro di una surrettizia chiusura degli enti locali di governo del territorio appare ormai tanto evidente da necessitare solo di un “atto concreto” nella solita giustificazione di bilanci malati e razionalizzazioni. E’ dai tempi del progetto della Fondazione Agnelli che smembrare la Basilicata ed accorpare provincia di Potenza alla Campania e Matera alla

esistente come un fatto della democrazia e i suoi abitanti, i lucani, come un fatto sociodemografico e non più solo la massa riottosa e pezzente con cui erano stati fino ad allora dipinti e considerati. Storia che credevamo sepolta, quella della disarticolazione della regione, e che in questi giorni ritorna, dopo le analoghe “sparate” di qualche tempo fa dell’on. Fioroni, con le interviste di un transfrontaliero della politica, l’on. Rutelli, anche lui proveniente dalla Margherita, che ritira dall’oblio apparente quella proposta indecente di dividere in due tronconi regione e popolazione, con la scusa di quella corsa al mare, ma questa volta voci informate parlano di una proposta di legge già depositata alla Camera. Una proposta che, se verificata, avrebbe del ridicolo, considerando che occorrono legge costituzionale ed altrettanti doppi referendum tra territori cessanti e regioni accorpanti, e non certo disegni di legge ordinaria, per dare corso a simile mutamento di una realtà, la Regione, prevista dalla Costituzione, pure se discutibili prassi di interventi sulla stessa sono divenuti quasi regola in un paese ancora in bilico tra i baccanali e un governo tecnico, troppo

imenottero con la sua proposta di legge, se la boutade estiva in cerca di qualche titolo per uscire dall’anonimato del grande centro evaporato, o manovalanza in nome di chissà quali interessi, ma dividere la Basilicata, allocando altrove le sue potestà di governo e programmazione del territorio per alcuni ha un senso che riassumeremo in tre semplici domande: A chi fa gola una regione che fornirà a breve con il suo petrolio ed il suo gas, estratto non più nella sola nella Val d’Agri, ma temiamo nell’intera regione il 12% del fabbisogno energetico del Paese?

A chi fa gola una regione che fornisce il 30% dell’intero fabbisogno idrico del meridione? A chi fa gola un territorio poco antropizzato e che, ulteriormente spopolato, poco si opporrebbe ad alcune destinazioni dello stesso avversate altrove? L’on. Rutelli è persona di troppo poco conto politico per avere ruoli da protagonista in simili processi che,

di un assessore dell’API nella sua giunta, esattamente come di una gestione della regione che definire fallimentare

«A chi fa gola una regione che fornirà a breve con il suo petrolio ed il suo gas, estratto non più nella sola nella Val d’Agri, ma temiamo nell’intera regione il 12% del fabbisogno energetico del Paese?» ideologicamente tecnico, a cui i partiti si sono resi zerbini, figurarsi quella cosa strana che è l’API, il partito dell’on. Rutelli dopo il suo ennesimo giro di valzer che dai radicale, ai verde, dall’Ulivo/ Margherita al PD lo qualifica come provetto ballerino, più realista del Re nella corsa a tagliare la democrazia ed i suoi organi locali e non invece un centinaio di cacciabombardieri. Non conosciamo così le intenzioni del suddetto

complottismo o meno, è semplice poter scorgere nella sproporzione tra le risorse e la demografia e tra il peso sulla seconda che un massivo utilizzo delle prime produrrebbe, nell’incrinamento di quel sistema di consenso baronale su cui ha retto un “tutt’apposto” a cui non crede più nessuno, e così più che a lui, occorrerebbe forse chiedere al Presidente De Filippo conto della presenza

per i lucani, per quasi tutti i lucani, è persino troppo gentile nell’evidenza dei numeri economici e sociali. Presidente De Filippo che a questo punto o ritrova un impossibile sussulto di orgoglio, stracciando il memorandum che ha aperto la strada alla “conquista del West” – la storia, il presente ed il futuro dello sfruttamento delle risorse in questa regione – in cambio di interventi strutturali per cui non ci sono

e non ci saranno a breve risorse disponibili, smettendo così il ruolo da garante verso compagnie e Stato tenuto finora e divenuto di fatto inutile, o se non in grado – e per carità, nessuno gli chiede il buon governo ormai - si dimetta, abdicando come un cattivo monarca. Questa regione per evitare di perdere se stessa nelle alchimie del riordino della governance statale e di una Comunità europea che nella crisi perde il suo ruolo di casa comune degli europei, ha bisogno di un progetto economico e sociale dove non sia la marginalità ed il bisogno a fare da guida all’uso delle risorse, ma la consapevolezza del valore di una terra legittimata dalla storia a dirsi Regione e che, ora più che, mai necessita di una “visione” e di concretezza che la guidi in un periodo in cui sembra che gli uomini siano divenuti del tutto funzionali all’economia. Abbiamo la prima, ci stiamo attrezzando per la seconda. * segretario regionale di Comunità Lucana


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28 Luglio 2012

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Piano sanitario regionale: spiegateci alcune cose Le semplici domande, dalla parte del cittadino, su una questione su cui tutti hanno voluto dire la loro di Mario Petrone

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bbasta ca ci sta la salute recitavano antichi proverbi. E pare che per assicurare la veridicità a questi proverbi il Consiglio Regionale di Basilicata si sia dato da fare con l’Assessore Martorano e il Presidente De Filippo e tutta la maggioranza ad approvare il nuovo piano sanitario regionale. Prima di ragionare della sanità, serve però ragionare di quello che l’opposizione (una parte almeno) dice a mezzo stampa, e per esempio il Cons. Rosa dice che questo approvato è un libro dei sogni ( e da un oppositore è il meno che ti aspetti) che è pieno di difetti e di incongruenze (e sarebbe strano che non vedesse difetti ed incongruenze), ma soprattutto due ,paiono contestazioni di peso: con l’approvazione degli ulteriori tagli alla sanità, del Governo, il piano lascia il tempo che trova e l’aumento dei 200 milioni di spesa dal 2005 al 2010 non si spiega. Non entriamo nei dettagli a favore o contro perché quello che preme da fuori è di capire se il Piano guarda al malato ed ai suoi problemi o guarda al medico ed alle sue ragioni . La faccenda è semplice: se l’azione di Governo ha il fine di migliorare le condizioni di chi deve utilizzare le prestazioni sanitarie, allora l’esito atteso è positivo e la gente interessata ne avrà un utile; mentre, se l’azione di Governo tende a conservare le sacche di comodità e di inefficienze che stampa e politica ciclicamente segnalano, allora avremo un peggioramento delle condizioni della gente. Allora questo piano, come ogni azione umana, va studiato ben bene e va studiato con l’aiuto di esperti, ma ciò non toglie che vi sono cose di cui

tutti capiamo e su cui tutti possiamo dire la nostra. Limitandoci alle cose chiare per tutti, viene da dire che quando il Consigliere Rosa afferma che gli ulteriori tagli del Governo cambieranno – obbligatoriamente – anche questo piano lucano, dice una cosa giusta, ma questo vale per ogni cosa ed ogni azione dell’uomo e mica

sia stato approvato dalla maggioranza e da parte della minoranza è accaduto perché lo condividono come cosa buona, oppure hanno votato il piano per preconcetta posizione politica? Non pare che ci sia una preconcetta posizione politica (anche se manovre e avvicinamenti e allontanamenti in politica sono il pane quoti-

a) il piano sanitario è costruito in maniera da comportare almeno una unica centrale acquisti regionale? O,per esempio, è organizzato con tanti uffici che cureranno gli acquisti in proprio? Chiaramente il risparmio (che è l’obiettivo da perseguire) lo si avrebbe solo nel caso di unica centrale di acquisti.

possiamo rimandare sempre ogni cosa, dal momento che in Italia, ormai, un giorno si e un altro pure si rende necessario un taglio qua e un taglio là. Per l’altra segnalazione -circa l’aumento di spesa di 200 milioni in cinque anni- una riflessione va fatta, con riferimento alla percentuale che l’aumento rappresenta della spesa, ma al netto degli aumenti dei prezzi determinati dall’inflazione. Insomma, qui si tratterà di vedere se la spesa è aumentata perché sono aumentati i prezzi a parità di prestazioni, ovvero se l’aumento è determinato dall’aumento delle prestazioni e lo vedremo con calma. Ora ci preme ragionare, invece, di sanità lucana nel suo insieme usando come pretesto il piano regionale e quindi ci domandiamo se il fatto che il piano

diano) di parte della minoranza e, infatti., ci siamo trovati a seguire parte dell’intervento di Navazio dal quale si evinceva chiaramente una condivisione delle azioni previste nel piano, come cose discusse ed approvate dall’apposita commissione anche con l’attivo contributo del Navazio e non solo. E ci siamo trovati a seguire parte dell’intervento di Scaglione (di maggioranza) e le criticità che evidenziava, se vere e verificate, erano censure serie, ma poi pare che Scaglione ha approvato il piano e, dunque, si deve pensare che le risposte del Presidente e dell’Assessore sono state soddisfacenti e, per lui, convincenti. Per farla breve, su un argomento come questo ognuno ha voluto ritagliarsi un pezzettino

b)il piano è costruito per ottenere come effetto l’aumento delle prestazioni all’utenza nel senso che se uno deve fare un visita possa sperare di farla in tempo utile a curarsi, o invece il piano lascia inalterato il funzionamento attuale che comporta attese di mesi per qualsiasi visita o analisi che non sia a pagamento? C) il piano è costruito per ottenere come effetto che le strutture ospedaliere possano completare, in un tempo ragionevole, gli organici o bisogna continuare ad avanzare PROVVISORIAMENTE DI QUA O DI LA’? Insomma, per farla breve, l’esito atteso di questo piano deve rimanere, appunto, esito atteso o alla fine si può immaginare una qualche “conclusività”? La domanda è naturale anche se naturalmente, con ogni probabilità, non troverà risposta.

Riattivata la fontana di Vico Insorti a Potenza

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opo le due segnalazioni di disservizio inoltrate il 7 marzo e il 3 aprile 2012 all’URP del Comune di Potenza da parte del Cavaliere Francesco Fanì, da qualche mese è stata restituita funzionante all’utenza cittadina la fontana donata

Pici (Pdl): «Si smantella il Day Hospital al ‘San Carlo’ di Potenza»

di visibilità ed è perfettamente legittimo, ma nel merito ognuno ha ritenuto l’argomento troppo complesso da potersi trattare così sui giornali. Noi invece pensiamo proprio a questo lato del problema ed allora poniamo alcune domande a noi ed alla politica a cominciare dall’Assessore Martorano :

dall’artista cav. Fanì alla città di Potenza nella prima decade del settembre 2000. Fanì ringrazia per l’interessamento alla sua riattivazione tutti gli organi competenti dell’Amministrazione Comunale di Potenza che hanno restituito un servizio

di pubblica utilità all’intera comunità del Centro Storico che specialmente in questi mesi di caldo torrido può usufruire della fontana per alleviare e rinfrescarsi normalmente.

l Consigliere Regionale del Pdl Mariano Pici, alla luce di un recente provvedimento della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera ‘San Carlo’ di Potenza con il quale è stata prevista una netta riduzione del servizio di Day Hospital riservato prevalentemente ai trattamenti terapeutici, ha presentato un’interrogazione urgente a risposta orale per conoscere

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ritorna al domicilio senza occupare un posto letto. Il ricovero diurno consente un’economia di gestione oltre ad essere preferito dai pazienti che non hanno problemi di autonomia o di mobilità. Il Day Hospital terapeutico, specialmente se il paziente risiede in un comune distante dalla sede del presidio ospedaliero e presenta problemi di non autosufficienza ed autonomia, può dimostrarsi

“i motivi che hanno indotto la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera “San Carlo” di Potenza a ridurre drasticamente il servizio di Day Hospital, riservandolo unicamente ai trattamenti terapeutici; se la decisione è stata assunta per motivi di natura economica e, del caso, quali risparmi sono stati preventivati; se tale provvedimento è stato adottato anche da altri presidi ospedalieri della Regione”. In premessa il Consigliere del Pdl riferisce che “il Day Hospital è una modalità organizzativa di assistenza ospedaliera nella quale il paziente rimane nella struttura solo il tempo necessario per accertamenti, esami o terapie e poi

pericoloso e svantaggioso. L’Azienda Ospedaliera ‘San Carlo’ di Potenza è struttura di elevata complessità e di alta specializzazione di rilievo nazionale ed è il riferimento nell’ambito del Servizio Sanitario regionale per il perseguimento degli obiettivi di eccellenza previsti dalla programmazione nazionale e regionale. Un simile provvedimento – conclude Pici- ha effetti negativi su un servizio, quale il Day Hospital, di primaria importanza e che, in questo modo, verrebbe gravemente penalizzato”


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Potenza: il vero “giallo” di Poste Italiane Tutti i disservizi nel capoluogo dell’ente gestore: fra lunghe code e cassette delle lettere che spariscono “PEPITO” SUL D GALLITELLO: «IL COMUNE CINCISCHIA TROPPO» di Antonio Nicastro

a alcuni anni il servizio postale in Basilicata è scandalosamente scadente, i disservizi sono talmente tanti che non passa giorno senza che sulla stampa locale non si ha notizia delle proteste provenienti da tutti i territori lucani. La notizia di ulteriori tagli che dovrebbero interessare il territorio lucano sono state accolte con enorme preoccupazione sia dagli utenti che dalle Istituzioni e si è già messa in moto la macchina della protesta per fermare questa sciagurata manovra che sottrarrebbe a un gran numero di persone il sacrosanto diritto all’utilizzo di un servizio universale qual è quello postale. Assemblee di Sindaci e la protesta dell’ANCI forse dovevano precedere l’annuncio dei tagli, si doveva iniziare ad alzare la voce (qualcuno fra gli utenti più esasperati propone di cominciare ad alzare le mani) già da molto tempo, il disimpegno di Poste Italiane è un altro tassello del puzzle che potrebbe veder sopprimere la Basilicata quale entità istituzionale, troppe voci si stanno sommando che ritengono uno “spreco” tenere in vita Regioni piccole e propongono l’accorpamento con realtà limitrofi. Poste Italiane sono un Ente che con la privatizzazione è stato risanato, non è più il carrozzone utilizzato dalla politica per fare clientelismo, non ha più debiti, è stato alleggerito da personale ritenuto in esubero ed è stato autorizzato ad erogare servizi che nulla hanno a che fare con le tradizionali prestazioni postali, oggi Poste Italiane è un operatore telefonico, una banca, un maxi-store dove si vende di tutto, anche i gratta i vinci. Il bilancio è in attivo e non si comprendono i motivi per cui si debbano tagliare vitali servizi ai cittadini. I costi delle prestazioni negli ultimi anni sono stati aumentati in maniera significativa ma non sempre è corrisposto un miglioramento dei servizi erogati, tutt’altro. Le proteste riguardano in via

primaria gli affollamenti agli sportelli, con tutte le attività aggiuntive rispetto a quelle postali con personale ridotto all’osso si costringono gli utenti ad estenuanti attese, in alcune località e presso alcuni sportelli pagare una bolletta, ritirare la pensione, fare una raccomandata si impiegano anche due – tre ore. Negli uffici periferici spesso la corrispondenza viene recapitata con clamoroso ritardo con effetto devastante per quanto concerne la consegna di documenti con scadenze che poi vengono saldate con ritardo e aggravio di interessi di mora. In Basilicata, poi, Poste Italiane lo scorso anno ha beneficiato di un introito di 5 milioni di euro per gestire la distribuzione della famigerata CardCarburanti che tante polemiche hanno generato per le inefficienze e i disagi patiti dall’intera utenza nei periodi in cui centinaia di migliaia di lucani sono stati costretti a recarsi preso gli sportelli postali per perfezionare la pratica. Poste Italiane ha incassato un bel gruzzolo senza assumere un disoccupato lucano ma creando enormi problemi con estenuanti code agli sportelli. Come ringraziamento per il regalo ricevuto dal Governo

Italiano che cosa vorrebbero f a r e ? Licenziare a l t r i dipendenti, chiudere sedi e arrecare ulteriori disagi ad una utenza già stremata da un servizio palesemente inefficiente. Anche a Potenza, con dieci sportelli operanti (Via Pretoria, Via Grippo, P i a z z a Europa, Viale Verrastro, Viale Marconi – Stazione Inferiore, Bucaletto, Via Messina, Via Tirreno, Via delle acacie, Avigliano Scalo), ci sono gravi disagi, solo in tre sedi è prevista l’apertura pomeridiana degli sportelli (via Pretoria, via

Grippo, via Messina) e le code sono all’ordine del giorno, in special modo nei periodi con scadenze particolari o quando si pagano le pensioni, nelle sedi particolarmente piccole (Bucaletto e a Potenza Inferiore con spazi davvero angusti) spesso si è costretti a fare la coda fuori dall’ufficio magari sotto un sole cocente o alle intemperie ed invece di

potenziare il servizio aprendo muove sedi e aumentando il personale Poste Italiane taglia la sede di Avigliano Scalo, il nome non inganni, siamo in territorio del Comune di Potenza, lasciando scoperto un vasto territorio densamente popolato a nord della città senza contare che pochi anni fa è stato soppresso lo sportello di via IV novembre, in pratica nel capoluogo di regione rimarranno operativi nove sportelli ognuno dei quali dovrebbe servire circa 7.500 abitanti ma sappiamo bene che ci sono zone che distano molto dal più vicino sportello, zone di espansione edilizia come Macchia Romana avrebbero bisogno di una sede autonoma di Poste Italiane in quanto l’ufficio postale più vicino è quello di via Messina, sicuramente quello più intasato della città con code lunghissime sia durante l’apertura della mattina che nel pomeriggio. Anche quel che rimane della Direzione Regionale dovrebbe perdere alcuni reparti e di conseguenza altri posti di lavoro sarebbero irrimediabilmente persi. A questo punto è lecito pensare che il progetto di far ritornare nella sede storica di via Pretoria gli uffici della rappresentanza territoriale verrà s i c u r a m e n t e abbandonato perché non ci sarà più nulla da “rappresentare”. Altra mossa controversa messa in atto da Poste Italiana a Potenza è l’eliminazione di oltre la metà delle cassette entro cui imbucare la corrispondenza, ne sono rimaste pochissime per lo più a fianco degli uffici postali, in alcuni casi per imbucare una lettera si devono percorrere chilometri, che costo può avere tenere in esercizio qualche scatolone rosso in più?

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esta ancora in alto mare la vicenda che riguarda i lavori per la realizzazione del Nodo complesso del Gallitello. L’assessore al ramo, Antonio Pesarini, rispondendo alla mia interrogazione urgente ha confermato il momento difficile evidenziando come sia necessario ancora aspettare. La Novigal, che ha l’appalto e di cui fanno parte le società Dec e Toto, dovrebbe comunicare al Comune di Potenza se riuscirà a portare a termine i lavori di completamento dell’opera pubblica più grande in fase di realizzazione nel capoluogo di regione. Mi sarei aspettato una risposta più precisa. Il Comune di Potenza ha considerato la via della risoluzione del contratto ma quali siano i piani, i programmi per evitare ulteriori perdite di tempo non è chiaro. Un’alternativa alla Dec ancora non c’è e l’amministrazione comunale di Potenza appare poco determinata”. Comunicando la risposta alla sua interrogazione il consigliere comunale di Potenza Giuseppe Molinari evidenzia come “l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto i De Gennaro, proprietari della Dec, avrebbe dovuto spingere il Comune di Potenza a studiare un piano preciso per evitare di far passare mesi di stallo, durante i quali si sono svolti incontri che ad oggi non hanno portato a niente. Procedere con la risoluzione del contratto significa dover preparare un nuovo bando. In tal caso si perderebbe altro tempo con l’auspicio, però, che non si faccia un appalto concorso, così come fatto precedentemente.

Quest’ultimo, infatti, non è la forma migliore per scegliere a chi affidare la realizzazione di opere in quanto spesso provoca contenziosi e ricorsi. Ma se da un lato l’assessore Pesarini parla di risoluzione del contratto dall’altro afferma che ‘abbiamo detto agli uffici di vedere se la Novigal è ancora disposta a continuare i lavori perché i termini di scadenza del contratto non ci sono ancora. Ma se non ci sarà risposta alcuna, ha evidenziato Pesarini, saremo costretti nostro malgrado a procedere alla risoluzione del contratto”. Secondo Molinari “non è possibile ancora aspettare. Probabilmente si aprirà un contenzioso ma in qualsiasi caso l’amministrazione dovrà chiedere il pagamento della penale prevista nel caso di mancato rispetto dei termini previsti per il completamento dell’opera. Aspettiamo, così come ha promesso l’assessore Pesarini, di avere nei prossimi giorni nella commissione consiliare competente un aggiornamento sulla vicenda. Quando l’assessore relazionerà in commissione si spera possa darci una definitiva risposta sulla via da intraprendere per uscire da questa fase di incertezze e rimettere in moto velocemente i lavori di completamento del Nodo complesso. L’opera è quasi completata, manca un 25 per cento, i materiali in gran parte sono pronti ma serve la manodopera”. “Non vorremmo che il tempo perso abbia, inoltre, provocato danni ai materiali ed alle cose realizzate in precedenza. Non vorremmo –conclude Molinari- che alla perdita di tempo si aggiunga anche una perdita di denaro”.

Ancora amianto lasciato per strada, nei pressi del nodo del Gallitello

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ncora una volta, dobbiamo registrare l’ennesimo abbandono scellerato di lastre di eternit vicino i cassonetti della spazzatura, come se si trattasse di semplice materiale da riciclo. La zona in questione, riguarda il passaggio a livello nei pressi del nodo del Gallitello, direzione strada statale, e pertanto, un tratto altamente trafficato. Ci si

augura che i cittadini abbiano più rispetto per la salute pubblica e per l’ambiente, evitando di lasciare le lastre di eternit vicino i cassonetti della spazzatura e del riciclo; e si adoperino secondo i termini di legge, per il loro dovuto smaltimento. Giovanni D’Andrea


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Sarà lui il prossimo candidato Sindaco?

Don Uva, il “contentino” di Martorano L’incontro di venerdì è sembrato solo un escamotage per tenere buone le maestranze, il tutto in odore di pre-campagna elettorale di Luigi Pistone

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a Regione Basilicata “non vuole fare a meno” della Casa Divina Provvidenza “Don Uva”, l’istituto privato potentino con 450 posti letto facente capo alla direzione centrale di Bisceglie con un carico debitorio complessivo di oltre 400 milioni di euro, ma continua a fare orecchie da mercante sulle numerose proposte di abbandonare definitivamente Bisceglie. Il 23 luglio si sarebbe dovuta tenere a Trani l’udienza per la procedura fallimentare, su richiesta della Procura della Repubblica, per la casa di cura che ha sede anche a Foggia, slittata a fine novembre. Intanto, si registra una mozione del consigliere regionale del PdL Rosa, secondo il quale da diverso tempo la questione dell’ospedale Don Uva di Potenza tiene banco: «La crisi finanziaria latente da anni, oggi è esplosa in maniera irreversibile, generando un forte disagio sociale ed economico tra i circa

L’INTERVENTO

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400 lavoratori impegnati a vario titolo nella struttura. Diverse rse volte in passato evidenzia nzia Rosa - ho fatto appello lo alla giunta regionale nale aff i n c h é si a ff r o n tassero le problematiche, tra cui il ciclico clico ritardo con cui i lavoratori avoratori percepivano epivano gli stipendi. ۫Oggi (24 luglio, n.d.r.) riferisce ancora ra Rosa ho presentato resentato in consiglio regionale nale una nuovaa iniziativa, una mozione con laa quale si proponeva di impegnare gnare l’esecutivo a ddoover proporre roporre entroo 30 giorni all’assemblea ssemb m leea una concreta proposta ostaa tesa a s a l v a guardare serdare i ser err-

vizi forniti struttusanitaria e i livelli occup a ziona-

dalla ra

li. Gli esponenti del Partito Democratico hanno votato contro la discussione, ciò in concreto significa rimandare il problema all’infinito. Sottolineo che l’intero Partito democratico ha votato

contro la discussione sul “Don Uva”, lo stesso partito che ha voluto Attilio Martorano quale aassessore as sse sess ess ssor sor ore alla alla al la

Tribunale di Melfi: se sono rose, fioriranno. Se sono cachi …

ncora molta mobilitazione per il Tribunale di Melfi. Migliaia in piazza...con tanti Sindaci del Vulture anche il Vescovo Todisco. Un flebile lumicino si era acceso qualche mese fa con l’ennesima richiesta da parte della Chiesa Lucana (mons Ricchiuti, in primis) degli Stati Generali del Lavoro, ricaduti, purtroppo, nell’oblìo e nell’indifferenza di sempre. Poi le lotte bipartisan di questi giorni contro la chiusura del Tribunale di Melfi ci hanno di nuovo rattristati. I buoni propositi e le speranze per governare efficacemente tale welfare innovativo sembrano del tutto evaporate da gestione approssimativa e iperassistenziale (vedi Don Uva e Cittadinanza solidale). I vari attori sociali presenti negli interventi sono sempre più scettici e sono sempre più isolati e lontani dalle vere attività produttive. Gli umili addetti sono costretti a lavorare nell’oblìo assoluto. L’impegno fattivo non basta. I risultati sono poco visibili e palpabili. E’ una logica militaresca...l’importante è tenere impegnato il personale...con tutto il carico nefasto che tale modus operandi produce. Ci vogliono, caro assessore Martorano progetti concreti, visibilità e trasparenza. Tutto ciò sembra scontato e lapalissiano. Da qualche settimana, purtroppo, le forze politiche sono in subbuglio per il caso Viti. E l’ulteriore sintomo di un gravissimo disagio politico che viene avvertito dall’opinione pubblica lucana. Con tanti sprechi e tanta goffaggine mista a pura demagogia...i 2500 euro percepiti da

Viti sembrano quasi meritati e dovuti. Una Opinione pubblica e una Società, come quella lucana, che ama la concretezza. non accetta più “fibrillazioni” e denunce. Gli ultimi sondaggi vanno in questa direzione. Ci vuole ben altro. Ci vuole “sobrietà ed equilibrio” che , purtroppo, nella nostra società politica lucana non sono più di casa, mancano da secoli . Appartengono

ad un passato remoto che, forse, non esiste più. E’ una lotta tra i “regnanti di sempre”... E’ inutile illudersi. Tra nuovi e vecchi boiardi è cresciuto l’esercito degli ingordi. I politici non negano promesse a nessuno. Noi crediamo che siano pochi i politici che hanno fatto desistere i tanti assatanati di poltrone . Sono queste le serie motivazioni che ci avevano spinto, nel recente passato, a “scavare” in modo originale ed estemporaneo su di un “universo” della società lucana del tutto sconosciuto. Il primo motivo era dato da una profonda trasformazione del nostro cosiddetto “ceto medio”. E’ improprio definirlo tale, ma, al contrario, nessuno degli appartenenti a questa categoria sociale, in via di estinzione, rinuncia, tanto facilmente, a un incarico in un qualsivoglia C.d.A. Quali sono le vere cause che impongono questo

nuovo status? La brama del potere o il modello lucano delle “nuove” famiglie che contano, frutto delle complicità tra “caste politiche” e “imprenditoria garantita”, tra alta borghesia parassitaria e alte sfere della P.A. lucana ? In questo contesto vanno annoverate le lotte di ieri del Comitato Cittadino Pro Provincia Melfi e quelle odierne contro la chiusura degli Uffici del tribunale di Melfi. Si lotta per non perdere “posti al sole” alla faccia dell’area più industriale e più produttiva della Regione. Non possiamo rischiare di essere additati come i soliti meridionali amanti del privilegio del “POSTO PUBBLICO”. In questo baillame si impone una nuova cultura del territorio. Cultura del territorio che deve far leva sulle vere e presenti attività produttive, stanchi, come siamo, di inseguire mere chimere burocratiche. Chimere burocratiche fonti di parassitismo e di privilegi partitocratici. Chimere burocratiche che avevano e hanno... un solo protagonista... IL DEMAGOGO (bipartisan) di turno. Uno schema di domanda di assunzione e una telefonatina a chi di dovere ... non si negava e non si nega a nessuno. Il tutto nella speranza di una vana attesa che non si concretizza mai... Noi vogliamo sperare che le affermazioni e le assicurazioni della Ministra Severino colgano nel segno. Vogliamo che razionalizzazioni e tempi certi ...non vengano vanificati dalle solite lentezze ataviche... Se sono rose... fioriranno, se sono cachi... Mauro Armando Tita

Salute. Lo stesso assessore Martorano - conclude con Martor interrogativo l’esponente un inte del PdL Pd - , nei giorni scorsi, ha dichiarato più volte che il governo regionale sta affrontando la questione affro la struttura possa affinché n essere salvata assieme ess ai livelli occupazionali, ma che il lavoro na per la salvaguardia della struttura sarà lungo. Pavistruttur insensibili politicamente di, ins anche inconcludenti, mi e anch chiedo qual è il vero problem che ha consigliato di non ma ddiscutere di scute della questione?». Secondo il consigliere del Second di novembre la PdL prima pr Regione deve decidere cosa Region a prescindere dalvuole fare f decisione del tribunale la dec Trani. Se la Casa Divina di Tran Provvidenza non dovesse P Pr ovvi andare incontro al fallimenricomincerebbe tutto da to si ric capo in caso contrario Rosa consiglia la nascita di un consigl soggetto terzo che potrebbe soggett essere formato dagli stessi sotto forma di ddipendenti di peend società o cooperativa deputati a gestire il “Don Uva” di Potenza insieme all’Azienda sanitaria. Durante la riunione potentina di venerdì scorso con i dipendenti e i sindacati l’assessore regionale alla Salute, Martorano, ha sotenuto che l’esecutivo lucano non vuole perdere la struttura, difendendo il personale ma anche i livelli di assistenza e i pazienti. In quest’ultimo caso, però, va spesa una parola. I degenti nei reparti a pagamento sono costretti a versare una compartecipazione esorbitante per i tempi che corrono: dai 935 ai 1.395 euro al mese. Ma a quanto pare è una legge nazionale che lo impone, almeno a sentire il governatore regionale De Filippo. Si tratta di un bel po’ di soldi per persone che possono godere di pensioni che vanno dai 300 agli 800 euro mensili. Eppure basterebbe far pagare in base al reddito: una frase a quanto pare sorda a chi gestisce la sanità. Intanto Augusto Toscani, rappresentante del “Don Uva”, ha fatto sapere, grazie a un fax, che a breve dovrebbero essere pagate ai 400 lavoratori le spettanze di maggio e giugno, in teoria dovrebbero ricevere lo stipendio anche i circa 100 lavoratori addetti alla cucina e alla pulizia dei reparti. I sindacati pugliesi hanno chiesto l’attuazione delle legge Marzano per la gestione della struttura ma è necessario che venga dichiarato lo stato fallimen-

tare. Resta il fatto che la situazione che si prospetta avrà tempi molto lunghi e i dipendenti non sono certo tranquilli sul futuro. L’ideale sarebbe istituire una struttura ex novo che assorba, con concorsi mirati, gli attuali dipendenti semmai aprendo nuove prospettive lavorative ai tanti disoccupati con il titolo di infermiere o di operatore socio-sanitario. E’ vero che in questo momento di grave difficoltà economica è sicuramente molto difficile mettere in campo l’apertura di nuove strutture, ma è altrettanto vero che la spending review imporrebbe una rivisitazione degli enti regionali inutili che attualmente pesano gravemente sul bilancio lucano e che forse restano aperti soltanto per garantire qualche “posto” ai soliti amici. Ora, secondo l’esponente del PD, bisogna solo aspettare le decisioni del tribunale di Trani e sperare che le prossime retribuzioni giungano nei giusti tempi. La Regione, dal canto suo, invece di guardare dalla finestra la soluzione della vicenda, potrebbe riflettere sul convertire strutture adibite ad altri servizi come la scuola elementare di Verderuolo, il brefotrofio di rione Lucania o altri edifici presenti sul territorio cittadino, liberando personale e pazienti dal “giogo” della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, un vero e proprio pozzo che assorbe centinaia di migliaia di euro versati dalle aziende sanitarie di Basilicata e Puglia e dai pazienti, lasciando a bocca asciutta i dipendenti: il vero motore delle strutture. L’incontro di venerdì è sembrato solo un contentino per tenere buone le maestranze, il tutto in odore di pre campagna elettorale. Non a caso è una voce insistente che gira tra i corridoi del palazzo regionale e del partito secondo la quale Martorano potrebbe essere il nuovo candidato sindaco del capoluogo nelle fila del Partito democratico. E dire che l’attuale assessore alla Salute era in procinto di candidarsi nel PdL come governatore della Basilicata. In questo caso è prevalsa la teoria di cooptare gli antagonisti e farli entrare nella propria coalizione, Vilfredo Pareto docet.


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L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO I Carabinieri di Potenza: “Occhio ai topi di appartamento”

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carabinieri della compagnia di Potenza, hanno denunciato un 27enne, sorpreso in possesso del “kit del perfetto topo di appartamento”: sei giraviti di grosse dimensioni con punte intercambiabili, uno scalpello frantuma serrature ed il piu’ classico piede di porco. Tali controlli rientrano in un più ampio contesto di controllo ai quartieri periferici del capoluogo, ultimamente oggetto di numerosi furti in abitazioni, perpetrati sfruttando l’assenza dei proprietari durante le ore notturne e serali. Nella fattispecie i carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Potenza, nella nottata di martedì scorso, sono stati inviati in via delle Medaglie Olimpiche, nel quartiere di Macchia Romana, allertati della presenza di una autovettura con all’interno 3 uomini che procedevano praticamente a passo d’uomo, apparendo totalmente fuori luogo e chiaramente sospetta. L’immediato arrivo dei militari, ha consentito di appurare che all’interno dell’autovettura i tre, tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio, avevano nel bagagliaio tutto il necessario per entrare nelle abitazioni altrui. Proprio il possesso di tale materiale che ha consentito ai carabinieri di deferire il soggetto all’autorità giudiziaria per tentato furto e possesso ingiustificato di grimaldelli. La denuncia è il naturale risultato dei servizi notturni all’interno dei quartieri periferici del capoluogo, che soprattutto nel periodo estivo, vengono costantemente battuti dalle pattuglie dell’arma, al fine di evitare che, al rientro dalle vacanze estive, i proprietari possano trovare le abitazioni svaligiate o messe a soqquadro alla ricerca di oro e beni di valore.

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IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA

“Chi mov’ la pret’ e chi si freca lu ammr” – “Chi smuove il masso e chi si prende il gambero” Rionero (PZ)

Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Giovanna Cafaro Stampa: Martano Editrice Srl Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari


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UNIBAS, COSA SCEGLIERE

Scuola di scienze agrarie, forestali, alimentari e ambientali: verso una scelta …“naturale” L Il 31 presentazione a qualità della formazione e il supporto fornito agli studenti nella costruzione del percorso di studio, che meglio corrisponde al loro personale progetto culturale e professionale, costituiscono i punti di forza dell’’offerta didattica, che si avvale di laboratori didattici e di ricerca attraverso i quali è possibile garantire un maggior contenuto applicativo alla formazione universitaria. L’’attivazione di due aule multimediali tra le sedi di Potenza e Matera consente, inoltre, un ulteriore incremento della qualità della didattica. Il collegamento tra didattica e ricerca facilita l’’arricchimento della formazione universitaria con esperienze all’’estero sia attraverso i programmi di mobilità studentesca, sia attraverso i numerosi Corsi di Dottorato attivati presso la Facoltà. L’’esperienza di stage presso aziende ed istituzioni, che operano nel campo delle produzioni agricole, forestali, alimentari e zootecniche o in ambiti relativi alla salvaguardia dell’’ambiente e allo sviluppo rurale, sono ormai una tradizione nel percorso formativo della Facoltà, ben prima che si affermassero come nuovo modello di formazione universitaria. Il rapporto tra formazione e mondo del lavoro si avvale oggi di una rete consolidata di contatti con associazioni di categoria, imprese pubbliche e private, enti e istituzioni anche internazionali. L’’attuale offerta formativa dsi articola in tre corsi di laurea triennali e tre corsi di laurea magistrale nei quali possiamo distinguere tre diversi percorsi: Il percorso

relativo alle produzioni agricole vegetali e animali (corso di Laurea Triennale in Tecnologie Agrarie e corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie, con sede in Potenza) che si propone di fornire conoscenze e formare capacità professionali che garantiscano una visione completa delle filiere agricole e delle problematiche relative alle produzioni vegetali ed animali, nonché la capacità di gestione di sistemi agricoli e ambientali. Il percorso relativo Il direttore Prof. Michele Perniola alle produzioni forestali e alle tematiche della salvaguardia produzione, conservazione e ambientale (corso di Laurea distribuzione degli alimenti. Triennale in Scienze Forestali TEST DI INGRESSO e Ambientali e corso di Laurea Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali) che si propone di Gli studenti che intendono fornire conoscenze e formare iscriversi ai corsi di laurea capacità professionali che triennale in Scienze agrarie, garantiscano una visione Scienze forestali e Tecnologie completa delle problematiche alimentari, per l’Anno legate alla gestione e alle accademico 2012/2013, produzioni dei sistemi dovranno sostenere un test forestali, nonché la capacità d’ingresso autovalutativo di gestione delle risorse previsto dalla normativa ambientali più in generale. vigente. Il test verterà sui Il percorso relativo alle seguenti argomenti: produzioni e alle trasformazioni Logica e comprensione del agro-alimentari (corso di testo Laurea Triennale in Tecnologie Alimentari e corso di Laurea Magistrale in Scienze e Biologia: Tecnologie Alimentari)si Conoscenze di base sulla propone di fornire conoscenze struttura della cellula e sulle e formare capacità professionali principali funzioni in essa che garantiscano una visione svolte. completa delle attività e delle Principali classi di molecole problematiche degli alimenti e che entrano nella composizione bevande, dalla loro produzione degli organismi. al consumo (dal campo alla Genetica e leggi tavola), nonché la capacità di dell’ereditarietà. Teoria intervenire con misure atte a garantire la sicurezza, la qualità dell’evoluzione. e la salubrità degli alimenti, a Generalità sui Virus, Batteri, Funghi, Piante, ridurre gli sprechi, a conciliare Protisti, Animali. economia ed etica nella

Chimica organica: Tipi di legame chimico Principali classi di composti organici Le molecole organiche dei processi biologici: carboidrati, proteine, acidi nucleici. Matematica: Risoluzione di equazioni e disequazioni di primo e secondo grado. Elementi di base della geometria analitica (retta e coniche) Elementi di base della trigonometria Elementi di base dell’analisi (studio di funzione) Chimica generale e inorganica: Capacità di distinguere le particelle fondamentali della materia (atomi, molecole, elementi e composti) Concetto di sostanza pura, miscela, soluzione Proprietà generali degli stati di aggregazione della materia Concetti elementari sul legame chimico e sulle forze intermolecolari Fisica: Conoscenze di base sulle grandezze fisiche e principali operazioni con i vettori; Elementi di cinematica e statica; Principali forze per lo studio dell’equilibrio dinamico; IL MANCATO SUPERAMENTO DEL TEST NON IMPEDISCE L’ISCRIZIONE AI CORSI DI STUDIO DELLA FACOLTA’ DI AGRARIA

dell’offerta formativa

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l giorno 31 luglio p.v. alle ore 10:30 presso la sala degli Atti Accademici – Palazzina Rettorato – Via Nazario Sauro, 85 - sarà presentata l’offerta formativa dell’Università degli Studi della Basilicata per l’anno accademico 2012/2013. Nell’occasione il Rettore Prof. Mauro Fiorentino illustrerà alla stampa la nuova organizzazione dell’Ateneo, nella composizione prevista dal nuovo Statuto in vigore dal 22 maggio u.s., redatto in conformità alle direttive imposte dalla legge 240/2010. Saranno presentate le seguenti sei Strutture Primarie, che disegnano il nuovo assetto organizzativo dell’Università e i Direttori neo eletti chiamati a dirigerle: 1 - Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo: Architettura, ambiente, Patrimoni Culturali (DICEM) – Direttore: Prof. Ferdinando MIRIZZI; 2 - Dipartimento di Matematica, Informatica ed Economia – Direttore: Prof. Onofrio Mario DI VINCENZO; 3 - Dipartimento di Scienze Direttore: Prof. Faustino Bisaccia; 4 - Dipartimento di Scienze Umane Direttore: Prof. Paolo Augusto Masullo; 5 - Scuola di Ingegneria (SI-UniBas) Direttore: Prof Ignazio Marcello Mancini; 6 - Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali Direttore: Prof. Michele Perniola



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«Vi racconto la “mia” Grancia» Il comune di Brindisi da quest’anno è gestore diretto dell’evento: il sindaco illustra le novità di Rosa Santarsiero

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l 27 luglio, lo splendido parco della Grancia ha riaperto nuovamente le porte ai tanti visitatori che, da diversi anni, affollano entusiasti uno dei più importanti attrattori turistici della provincia di Potenza. Gli spettacoli del parco sono ricominciati solamente lo scorso venerdì, poiché quest’anno la storia più che “Bandita” la si potrebbe definire “travagliata”. Già, perché nei mesi scorsi, il Consorzio Ppal, che si occupava della gestione della Grancia

nelle varie serate. Per conoscere le novità o qualche anticipazione, abbiamo incontrato il Sindaco di Brindisi di Montagna Nicola Allegretti, nel giorno della vigilia di apertura della stagione 2012. Sindaco, quali sono le principali novità artistiche di questa stagione 2012 targata “Brindisi di Montagna”? «Dopo dodici anni, la storia della Grancia vive un forte cambiamento. Abbiamo investito del denaro nell’acquisto di nuovi impianti audio che consentiranno una diffusione del suono in digitale, eliminando, così, i rumori

«La gestione diretta da parte del Comune è molto importante, poiché i brindisini conoscono meglio di chiunque altro le esigenze o le abitudini degli abitanti e dei turisti. Il Consorzio Ppal va ringraziato comunque per lo splendido lavoro compiuto in questi dodici anni, tuttavia, si tratta di una pagina e di un’esperienza ormai conclusa. In realtà, sono tre anni che lavoriamo attivamente intorno a questa idea. I fondi Piot (Pacchetti integrati di offerta turistica) ci hanno premesso di concretizzare in termini pratici questo sogno.

Parco visitabile anche la mattina. Organizzato un servizio navetta ed un “borgo mercato” dal 2000, ha dichiarato la sua impossibilità di proseguire in questa avventura, facendo slittare, in questo modo, la consueta data di apertura. La Regione Basilicata, che negli anni ha dimostrato un interesse particolare verso il parco della Grancia, senza ulteriori indugi, ne ha proposto e poi affidato la gestione direttamente al Comune di Brindisi di Montagna. Con il passaggio di consegne dal Consorzio Ppal al Comune di Brindisi di Montagna sono arrivate le prime novità, tant’è che il parco non solo è stato oggetto di un intenso lavoro i restyling utile a rinnovare le strutture logoratesi negli anni, e in aggiunta, offrirà ai visitatori un programma nuovo e variegato, differente da quello presentato negli scorsi anni. “La Storia Bandita” prenderà vita grazie a 400 volontari e 150 figuranti che si alterneranno

fastidiosi degli scorsi anni. In più, la scenografia beneficerà di due nuovi proiettori in grado di eseguire degli effetti speciali direttamente sulla scena. Insomma, con piccoli accorgimenti tecnici offriremo uno spettacolo migliore e più chiaro rispetto alle edizioni precedenti. Vorrei sottolineare la presenza del direttore artistico Jean François Touillaud, un grande maestro che ha contribuito, insieme alle altre professionalità ed ai volontari, a rivitalizzare lo spettacolo. Ricordo il ritorno della falconeria, lo spettacolo dei burattini e un “Anfiteatro delle aquile” rimesso totalmente a nuovo. Da quest’anno, inoltre, tutti gli ospiti potranno visitare il parco anche la mattina: il mercoledì, venerdì, sabato e domenica. A mio giudizio, si tratta di una novità importante che permetterà ai turisti di potersi gustare il territorio e lo splendido borgo, anche nelle ore diurne. A tal proposito, abbiamo predisposto un servizio navetta che farà la spola dal paese al parco, ed allestito un piccolo “Borgo mercato” in cui i turisti potranno gustare o acquistare i prodotti tipici». Da quest’anno il Comune di Brindisi di Montagna è l’ente gestore della Grancia. Cosa significa per il paese e quanto è importante questo “cambio della guardia”?

Siamo riusciti a mettere in piedi uno spettacolo nuovo in tempi record, dato che abbiamo assunto la gestione diretta del parco dalla Regione solamente il 12 giugno scorso. Per questa ragione, devo ringraziare i miei assessori, i volontari, i fornitori, tutte le associazioni del paese e i Comuni del circondario che credono fermamente nel “progetto Grancia” come volano di sviluppo. La Grancia, insieme al “Volo dell’angelo” di Castelmezzano e Pietrapertosa, al castello di Lagopesole e al Comune di Albano di Lucania rappresentano una valida alternativa turistica del potentino». Quali sono i progetti futuri? «Guardi, questa è solo una prova generale. Dal 2013 inizieremo le attività dalla primavera, da aprile. Coinvolgeremo le scolaresche in attività simpatiche: escursioni guidate, visite alle “fattorie didattiche”, spettacoli di falconeria, burattini, o la partecipazione ai laboratori del latte, del miele e dell’artigianato artistico. Così facendo potremmo estendere le attività da aprile fino a novembre, poiché, durante l’autunno, organizziamo altri eventi di rilievo come “Le giornate medievali” o “Il festival della podolica”. In questo modo, il flusso turistico non si limiterebbe al solo periodo estivo o al Cinespettacolo. Contiamo, inoltre, di fondere le varie associazioni presenti sul territorio in un unicum, un punto di riferimento, che possa curare al meglio –insieme al Comune– questa splendida area».

Grammatica & co: un “italianista” potentino ai massimi livelli di Virginia Cortese

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a lingua italiana è meravigliosa in quanto variegata, lo si sa bene, e offre possibilità infinite di esprimere concetti di diversa natura. Ma è fatta anche di regole che viaggiano al passo con i tempi, che divengono obsolete e subiscono modifiche che, di volta in volta, vengono applicate allo scritto e all’orale. Non è solo questione di minuzie, ma è possibile riscontrare un più ampio interesse, popolare diremmo, nonostante la trattazione ad altissimo livello. Sono “essenziali sottolineature”, secondo l’avvocato potentino, Ivan Russo (nella foto), superbo italianista della nostra terra. Egli, infatti, ha ritenuto di rivolgersi al dott. Di Martino per segnalare quelli che egli stesso, nella corrispondenza ha definito “gravi errori nei quali sono incorsi Della Valle e Patota nel proprio “Ciliegie o Ciliege?”, edito nel 2012 da Sperling e Kupfer.” “Sono convinto tuttora della bontà della mia tesi –ha confermato ai nostri taccuini- l’altra, tuttavia, ha una sua plausibilità. Mi piace pensare di confrontarmi con i “santoni” della lingua italiana, e non con semplici sapientini; non m’interessa stigmatizzare chicchessia. È per questo che quando ricevo risposte come quelle che seguono, posso dirmi soddisfatto. Con Della Valle e Patota c’è stato uno scambio di opinioni molto garbato, senza attribuzione di titoli, alla pari, gratificante, insomma!” Così scriveva: “In ossequio alla concisione, mi limito a indicarne tre, i quali, spero, saranno emendati quanto prima anche mercé segnalazione sul vostro sito. Non è per niente vero che i verbi in <gnare> ammettano la soppressione della <i> alla prima persona plurale dell’indicativo presente (pag. 19). In altri termini, si dirà sempre <noi bagniamo, noi sogniamo> e non già <noi bagnamo, noi sognamo>: trattasi di questione ormai pacifica, spiegata anche dalla Crusca e da Sabatini per tv: si è di fronte a una desinenza, che va rispettata. La differenza sta soltanto nella pronuncia (orale), la quale vuole che la i del congiuntivo sia marcata (si faccia sentire), mentre l’indicativo la tace. Conforme, Birattari (della Normale): Italiano, edito da Ponte alle Grazie, 2000, pp. 51 e 175. Non è per niente vero che la prima singolare dell’indicativo di dare (do) ammetta anche l’accento dò (pag. 48). Anche tal verità è stata illustrata dalla Crusca; del resto, se fosse plausibile la pretesa finalità di palesare l’accentazione (evitare che si confonda con la nota Do-minus), ciò dovrebbe valere anche per RE, MI, FA, LA e SI (passivante o particella pronominale); e persino SOL dovrebbe subire l’accento, quando si tratta di sol troncamento di solo, sola e sole (nostra stella): ma, come è ormai pacifico, nessuno si sogna di approdare a tali assurde secche. Nello stesso senso, Birattari, cit., p. 29; Magni, Dizionario degli errori di italiano, Edizioni della Specola, 1990, p. 124, benché l’A. dia atto che talune grammatiche sono altalenanti.

Si è scritto (pag. 14) che APPROPRIARSI vuole la forma indiretta, con l’uso della preposizione “di” (appropriarsi di), quando esprime il concetto di un’appropriazione indebita. Ma quando mai?! Basta leggere l’art. 646 del Codice Penale: ci si rende conto che la norma adopera proprio la forma diretta (senza “di”), comminando la sanzione a carico di chi commette, appunto, un’appropriazione indebita! In pena di conformità, Magni, cit., p. 54; Devoto-Oli, che, pur dando atto dell’esistenza dell’altra opzione, definisce <non corretto> l’uso della forma indiretta.” Le segnalazioni hanno trovato favorevole accoglimento da parte degli autori, Della Valle e Patota, che hanno sintentizzato: “Senza nessuna pretesa di convincerla, ci limitiamo a darle spiegazione di quelli che non sono certo <gravi errori>. Per verificarlo, dovrà solo avere la pazienza di leggere quanto segue: Nella quarta persona del verbi con tema in nasale palatale (bagniamo, sogniamo) la i è superflua dal punto di vista fonetico e serve solo a ribadire graficamente la riconoscibilità della desinenza verbale –iamo. Nei più importanti vocabolari della lingua italiana si danno entrambe le forme come valide e corrette. Nel Garzanti si precisa che <la i di bagniamo (sogniamo, ecc) non viene pronunciata, e per questo tende a scomparire anche dalla scrittura, e molti ormai ammettono come corrette entrambe le forme.> Per quanto riguarda l’accento sulla prima persona del verbo dare: i dizionari Zingarelli, Garzanti, Devoto-Oli, Treccani registrano do e dò come forme entrambe corrette. Il DOP- Dizionario italiano Multimediale e multilingue d’ortografia e pronunzia, Rai-Eri, nota solo che dò è meno comune, rispetto a do. Per quanto riguarda appropriarsi, ancora una volta ricorriamo all’autorità dei nostri più importanti dizionari. Citiamo solo il più prestigioso, il Vocabolario Treccani, che alla voce appropriare osserva: <oggi si usa quasi esclusivamente nella forma intransitiva pronominale appropriarsi, cioè impossessarsi, impadronirsi di qualcosa che è di altri o che comunque non spetta: appropriarsi di un diritto, di un titolo, di un bene (meno comune appropriarsi un diritto, un titolo, un bene)>. Lei cita un articolo del Codice Penale, ma il linguaggio del diritto si distingue dal linguaggio comune proprio perché mantiene in vita forme meno comuni, più tecniche e rare, diverse da quelle dell’uso. (…) Nella nostra attività di storici della lingua e divulgatori siamo attenti a rispettare le regole della grammatica. Ma anche alcune grammatiche, con il passare degli anni, mostrano qualche segno di invecchiamento. Uno dei compiti del grammatico è quello di mettere in rapporto la norma linguistica con le reazioni della comunità dei parlanti, in giusto equilibrio tra regole e uso.”


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A scuola di satira con Sparagna Il direttore delle riviste “Frigidaire” e “Il Nuovo Male”, si è raccontato ai lettori potentini di Rosa Santarsiero

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a satira è dello stato attuale della satira parole dei relatori presenti al un universo in Italia, ripercorso le tappe dibattito. parallelo. I nostri della sua lunga carriera Il direttore Walter De giornali sono falsi, ma non di giornalista, scrittore e Stradis: bugiardi. Il mondo è fatto di segreti di Pulcinella. Voglio dire che dietro la realtà in cui viviamo ne coesiste un’altra, un’altra visione delle cose, e ognuno di noi dovrebbe esserne consapevole». Con queste parole, Vincenzo Sparagna -direttore delle Da sinistra: Pezzano, Tassinari, Sparagna, De Stradis e Laurenzi storiche riviste “Frigidaire” e “Il Nuovo disegnatore, e ricordato amici «Sparagna a Potenza? È un Male”- ha inaugurato un e compagni di viaggio che evento che ha dello storico, interessantissimo convegno- oggi non ci sono più, come poiché è qui per parlare di dibattito dal titolo “Arte, lo storico fumettista Andrea satira, e lo fa in un contesto che Satira e Politica. Pulcinella Pazienza. è poco generoso a riguardo. e il suo segreto”. L’incontro Tra gli aneddoti più beffardi, L’aspetto che prediligo della si è svolto a Potenza, nella Sparagna ha raccontato di satira è che riesce a far capire cappella dei Celestini di quando, insieme ad alcuni cos’è un personaggio in sé. Lo Palazzo Loffredo lo scorso 21 giornalisti de “Il Male”, riporta alla dimensione uomo. luglio. Al dibattito, moderato confezionò, nel bel mezzo La satira è la capacità di dal giornalista Rocco degli Anni di piombo, una seppellire il potente attraverso Pezzano, hanno preso parte prima pagina diffusa su tre finte una sana risata, nonostante, edizioni di alle volte, faccia arrabbiare Paese Sera, più di qualcuno. Essa non deve La Stampa divertire a tutti i costi, anzi io e Il Giorno, sono convinto del contrario. che ritraeva Deve colpire il lettore, lo l ’ a r r e s t o deve far rimanere male per dell’attore spingerlo a comprendere e a U g o riflettere». To g n a z z i Il giornalista Ugo Maria (complice Tassinari: della beffa) «Parlare di satira insieme a a c c u s a t o Vincenzo Sparagna significa di essere il parlare della satira in Italia. capo delle Vuol dire ripercorrerne B r i g a t e l’evoluzione storica, ricordare R o s s e . gli eventi e i fatti che l’hanno Un falso resa unica. Tutti “i falsi” delle alla Orson riviste di Sparagna hanno Welles in dipinto e precorso la realtà». “La guerra Giulio Laurenzi, dei modi”, organizzatore dell’evento e tanto che noto disegnatore: nel 1979, «Volevo regalare alla città un po’come un incontro con uno degli e r a esponenti più importanti del a c c a d u t o giornalismo, della satira e del molti anni disegno. Vincenzo Sparagna, L’ultimo numero di “Frigidaire” in edicola prima per la oggi, rappresenta la cultura Giulio Laurenzi, vignettista trasmissione radiofonica dello italiana». e proprietario della storica stesso Welles, i più distratti si Rocco Pezzano, giornalista e fumetteria “Comicstore” di lasciarono suggestionare a tal moderatore del dibattito: Potenza, il giornalista Ugo punto da credere che davvero «Sparagna non è solo il più Maria Tassinari e il direttore Tognazzi fosse il “grande importante tra i rappresentanti del settimanale Controsenso, vecchio” delle BR. del giornalismo satirico Walter De Stradis. Ugo Tognazzi spiegò così in Italia, ma, se vogliamo, L’appuntamento fa parte di – in anni delicati– la sua è anche uno de pochi che un ricco cartellone di eventi partecipazione alla burla: continua ad investire nella dal titolo “Un’estate in «Rivendico il diritto alla carta stampata e nella cultura. fumetteria”, ideato dallo stesso cazzata». In un momento di crisi come Giulio Laurenzi. Una bella Secondo Sparagna questo è un quello in cui viviamo, non iniziativa che accompagnerà esempio storico e concreto di è da tutti. La Repubblica di l’estate di chi resta in città e come la satira, con un po’di Frigolandia è una trovata degli appassionati del fumetto, colore, può diventare uno geniale. Per scoprire i segreti fino al 30 agosto. strumento utile a raccontare la di questo Paese bisogna Durante la giornata potentina, realtà. rivolgersi a Pulcinella». Vincenzo Sparagna ha parlato Riportiamo, di seguito, le In conclusione, vi offriamo

uno stralcio di quanto il “Primo cittadino della Repubblica di Frigolandia” ha detto durante la visita a Potenza. Ricordiamo che Sparagna aveva già affrontato il “tema satira” in un’esaustiva intervista realizzata dal direttore De Stradis, e pubblicata qualche numero fa su queste pagine. «La satira di Frigidaire e de Il Nuovo Male è essenzialmente politica. A me piace definirla utilizzando un termine mutuato dalla filosofia: si tratta di satira fenomenologica. Noi vediamo quel che accade nel concreto e lo raccontiamo. Utilizziamo l’arte come strumento di

Sparagna legge “Controsenso”

comunicazione, e la nostra arte è fatta di disegno, fotografia, di scrittura e linguaggio. Oggi, la satira ha perso il suo smalto. Si è “barzellettizzata” con la tivù. Pensate a Vauro nei programmi di Santoro.

La vera innovazione di Frigidaire o de Il Nuovo Male è quella di aver valicato i confini della semplice vignetta».

A Pisticci torna il Lucania Film Festival

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isticci (Mt) - La tredicesima edizione del Lucania Film Festival segna profondamente la storia di questo evento che oltre a confermare la sua dimensione globale, grazie alla partecipazione in concorso di registi e filmmakers dai cinque continenti, amplia la sua attitudine ad essere finestra lucana che dal metapontino dilata i suoi confini sull’intero panorama nazionale, confermandosi fra gli eventi principi del sud Italia. L’ospite speciale del LFF 2012 sarà Emir Kusturica regista, attore e musicista di fama internazionale, due volte Palma d’oro a Cannes e Leone d’oro a Venezia a soli 26 anni. Sarà ospite del Festival il 12 e 13 agosto per una fitta serie di appuntamenti di altissimo livello artistico e culturale: meeting con registi, appassionati di cinema e artisti visivi, lectio magistralis, escursioni sul territorio in collaborazione con il Comitato Matera 2019, il progetto che sta lavorando perchè Matera diventi capitale europea della cultura e che ha stretto una forte sinergia con il LFF. Kusturica concluderà la sua partecipazione in veste di musicista con uno spettacolare concerto di chiusura della tredicesima edizione del LFF 2012 assieme alla sua No Smoking Orchestra (prestissimo saranno disponibili le info sul programma definitivo e sulle prenotazioni per i seminari, la lectio magistralis ed concerto). Altro elemento di forte novità del LFF è rappresentato dalla location. Il programma della manifestazione si svilupperà tra il 10 ed il 13 agosto negli spazi di Tilt, il Centro per la Creatività regionale di Pisticci, allocato nell’ex area del verde attrezzato di Marconia. Il Centro, inaugurato nella scorsa primavera quale fulcro di un progetto integrato di elevata qualità nel settore delle arti, della cultura e della creatività, è un punto di arrivo di solo apparente discontinuità territoriale. Da quest’anno, infatti, il Lucania Film Festival si misura con uno dei suoi obiettivi strategici: diventare l’evento bandiera dell’intero territorio pisticcese e conquistare la palma di progetto artistico e culturale più importante del metapontino. La chiusura dell’evento, inoltre, è posticipata al 19 agosto. Una data che va ad aggiungersi alla programmazione canonica del format e che prevede, a Pisticci centro, una serata di proiezione dei corti vincenti e l’intervento dell’attore e regista lucano Rocco Papaleo, nell’ambito dell’Amaro Lucano Movie Night, in sinergia con un marchio storico per la città di

Pisticci, l’icona principe in fatto di esportazione della Lucania nel mondo intero. Di notevole livello qualitativo la programmazione cinematografica. Sono una cinquantina i cortometraggi di fiction e animazione, tutti di altissimo spessore artistico e tecnico, che si contenderanno la vittoria finale sulla scena del primo festival di cinema lucano. Tra gli europei fa la parte del leone la Spagna con otto corti finalisti. Rappresentati anche Svezia, Lettonia, Grecia, Serbia, Germania, Francia, Belgio, Polonia e Italia (5). Presente anche la borderline Georgia. Per l’Africa troviamo il Marocco, per l’Asia Israele, Corea del Sud, Iran e Taiwan. A tenere alta la bandiera del continente americano ci saranno gli Usa e il Canada, il Belize e il Brasile. A chiudere l’Australia in rappresentanza dell’Oceania. Tuttavia, la (durissima) selezione, in virtù dei mille film arrivati alla segreteria organizzativa, non è ancora terminata: fra qualche giorno sarà pubblicato l’elenco dei lungometraggi, dei corti lucani, dei documentari e delle proiezioni speciali fuori concorso. Ancora una volta il Festival si conferma crocevia delle arti e della creatività. Trova ampio spazio nella vasta programmazione 2012 la terza edizione di “11 x 11 th”, concorso di Arti Visive rivolto ad artisti emergenti, al di fuori dell’aspetto prettamente cinematografico. L’evento si muove in maniera sempre più completa a cavallo di tre livelli contenutistici: il respiro internazionale muove dalla partecipazione globale di registi da cinque continenti e dallo spessore dell’ospite Emir Kusturica; quello nazionale si compie nella portata dell’evento in sé e nella sua compiuta aspirazione comunicativa; quello regionale, infine, si estrinseca nel ruolo del più longevo film festival lucano nonché nella forte mission di promozione territoriale incentrata sulla politica della ritornanza, il nomadismo di ritorno dei creativi lucani, il tema che caratterizza fortemente questa edizione del LFF dopo che negli anni passati sono già state gettate quelle basi progettuali che oggi trovano compimento in Tilt (non a caso Torna in Lucania Team) e che riscoprono proprio in Emir Kustirica un testimonial di eccezione.


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Al ventre dei vicoli e delle strade di Lucio Tufano

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n un aiuola verde con ringhiere di ferro fabbricate dalla scuola di arte e mestieri, raffigura Umberto I, opera dello scultore romano Sbricoli. I tipografi prendono congedo dalle maglie unte delle compositrici e dallo snervante alfabeto dei caratteri di piombo, per ritrovarsi nella campagna di Gerardo Marchesiello. C’è Pasquale Ricasoli, Gaetano Paciello, Michele Di Tolla, Giuseppe Marchesiello. Il socio Mensis Giovanni porta il saluto del signor De Waure della sezione di Melfi. Il fotografo Luigi Giocoli accende l’occhiolino col botto, e nella camera scura ne ritrae il gruppo. Al Salone Lucano, elegantissimo servizio di caffè, liquori, pasticceria, bene organizzato, pranzi e ore liete per i convegni di amici. Assente purtroppo il gentil sesso per la stupida sciocca fiaba, sparsasi in città, che al fiorire dei mandorlii e ai quarti di luna, alla spin di grano, al prepuzio innevato delle vette di Castelmezzano, si ecciti il panno grigioverde al contatto del fragile chiffon. No, no, no! Le signore non devono temere!

Possono levre la luce dei loro occhi, la grazia delle chiome, e le toelettes, profumo di prati e di tramonti nelle scale soffocate dal tabacco, <<tutti indistintamente conoscono troppo bene dove si deve giungere in certi casi>>. La risposta è anche qui,una foto di signora con gruppo, cosa che ha acuito sempre di più i desideri, le passioni, le gelosie, i raggiri, le fughe, per una città che h sempre guardato con sospetto la parvenza di congiunzione, preferendo la più sicura rituale coniugazione. Chissà che la provvidenza non ci prepari altre serate di godimento! Gli addobbi, i festoni, le parate, le luci della festa accecano gli sguardi già consunti dietro i gerani delle finestre in attesa dei biglietti messaggeri, nel sacrificio imposto dai padri e dalle mamme. Utopia che alimenta l’ipnosi dei sentimenti in via Pretoria e che si scarica nei racconti erotici degli amici e nelle pudiche confidenze delle amiche. Un ballo coatto, protratto fino alle cinque del mattino, consacra gli antichi cavalieri e immola, nel ritmo della danza, le tensioni, gli impulsi, le inibizioni. Scariche di adrenalina, training autogeno, inconsapevole terapia. Prefiche nere nella valle del Sarmento, a Grumento, nei cori dei templi Dorici e della Stiride. Fuori della casa di Orazio già sono baccanti e il nero ne cinge solo la cintola e ne decora i cammeri delle braccia e

del seno. Nel fuoco dei valzer, una studiata intimità di famiglia segna qualche diserzione nelle file del sacro battaglione di Tersicore. Se l’amore fosse pianto, subito asciugarlo all’occhio del vico Addone, tra il sofà e la étagère del salotto di papà. <<Se ti nasce un sentimento fanne subito testamento e fallo consacrare tra gli incensi dell’altare. Dentro le cupole della Trinità ti ho intravista e t’ho perduta nel perenne fruscìo delle vesti>>. Esiguo lo stuolo degli Angeli che aiuta San Gerardo a sottomettere la masnada dei turchi. Il morbillo frena nel letto i cherubini della festa. Fazzoletti di seta ed orecchini d’oro ad Atena Maria, contadinella che porta, come cesto fiorato, la cppellucci di Gerardo, cinquanta lire a Monsignor Puia, venuto da lontano. Una busta in omaggio per le orfanelle del suo paese, dono del Comitato. Sulla scia del <<Cantico dei Cantici>> che si snoda dal Teatro, la piccola famiglia potentina apre i cordoni della borsa al pauperismo e dell’inedia di tanti e razionalizza, nel risvolto sociale, una diversa lezione di carità. Il giro di danza, il vortice dei tacchi e degli occhialini sul panciotto concentrano l’attenzione sull’utilizzo della beneficienza a proprio uso e consumo. Al ventre dei vicoli e delle strade, manciate di solidarietà e splendide bizzarre lire d’argento. Una carrozza Landò, Vittoria o Canestra, cavalli bianchi, velluto rosso e grigio, lana blù, scorre con nuova lena per le vie della città, a cesellare un legame che si ricuce sulle toppe dei facchini. Nei comignoli delle case, di notte, scendono gli avi, i gatti, gli antichi guerrieri delle mura rotte alla campagna. Nel reggimento dei parenti, degli zii, dei cognati, si stringono le mani a invocare la voce, gli ordini del tempo, il consulto per una storia che si costruisce al di là di noi, della nostra presenza e di quella delle streghe. Le bambole sfocate alle intemperie, pallido, bianco il viso, rifiutano gli aghi della fattura. Allo Stabile è di scena Lo Spiritismo. Un applauso dissolve l’ectoplasma. Nello spazio della cronaca ancora resistono i Fantocci, Il padrone delle Ferriere e Il signor direttore riusciti graditissimi al numeroso pubblico, e Romanticismo. Nel retrobottega della farmacia, fra tre sette e sette e mezzo, si filtrano donne e politica in un ragionamento alimentato da <<fanti e regine e che non va oltre la stazione>>. Sul palcoscenico la tavola d’onore, nella platea, il piano rialzato, le altre tavole. Su di esse si intrecciano rami di edera e garofani rossi. Ad esse si affollano con le debite distanze gli altolocati rappresentanti di 550 chilometri di paludi, riserve di caccia,

antichi castelli, latifondi custoditi a visti, bocche di vicoli, gli usci dei sottani, monti dai dorsi spezzati, impenetrabile boschi, fiumi straripanti, paesi che ruotano nella giostra dei dirupi, tufi ed argille dissecati al sole. Un lungo pranzo degno di una pausa, dopo i diciassette giorni di viaggio, alla scoperta dell’altra faccia della Lucania.

Il Lucano 14/15 gennaio 1902

La sera del nove corrente al nostro Stabile ebbe luogo l’inaugurazione ebbe luogo l’inaugurazione di una serie di rappresentazioni della compagnia di operette comiche della città di Napoli diretta dall’artista G. Antoniani. Si rappresentò il Boccaccio, la fortunata operetta musicata dal Suppè. Si distinsero la signora Ida Morelli, A. Rolandi, A. Antoniani ed il signor R. De Angelis, G. Sabatino e G. Antoniani. Il pubblico numeroso accorse la prima sera al teatro applaudendo gli artisti e chiedendo il bis della Serenata degli Ombrelli. Nelle altre sere si è data l’altra operetta. Le Campane di Corneville, la Gran Via ed in ultimo dei principali artisti vennero cantate delle canzonette napoletane. Questo per la cronaca. Dovremo ora fare delle osservazioni o meglio ripetere quanto abbiamo ripetutamente scritto sullo stato poco decente in cui è ridotto il nostro Stabile, ma le nostre parole sarebbero buttate al vento.

Confetti di chinino al matrimonio tra Basilicata e Governo Il treno speciale giunge il 29 settembre del 1902, la città è animatissima e tutta imbandierata con i balconi gremiti. La vista della stazione Superiore ed il piazzale brulicano di popolo festante, piante e fiori. Frequenti gli urrà della folla e i pezzi musicali della marcia reale. Per le migliaia di voci che lo salutano e per la pioggia che cade dai balconi, Zanardelli preferisce la carrozza aperta. Alle otto di sera ha luogo, con con centocinquanta coperti, il pranzo al Teatro Stabile, splendidamente decorato con rami di palma, altri fiori e bandiere. All’ingresso, sui parapetti dei palchi e sul palcoscenico si alternano gli stemmi delle Provincie di Potenza e Brescia. Magnifico l’impianto di illuminazione elettrica fatto dl bravo elettricista Aristide Cioffi. Fasci di luce bianchissima investono il teatro e centinaia di piccole lampadine formano la scritta <<Via Zanardelli>>. Giovanni Boccia del <<Lombardo>> ha ideato lo squisito menù. Le stoviglie di porcellana cinese, la cristalleria e la biancheria pregiatissima fanno risaltare sempre dippiù la splendida sala. Il vino di Ruoti, il più eccellente della collina potentina, riempie le bocce di cristallo di rocca sparse come rubini giganti sulle bianche tovaglie. Molto richiesto nei banchetti di Potenza, occupa nella graduatoria di pregio, un posto eminente subito dopo il Bordeaux o altri vini esteri. Durante il pranzo la musica

dell’Ospizio Provinciale di Avigliano esegue pezzi scelti. Allo champagne parlano l’on. Branca e il sindaco di Potenza dott. Vaccaro. Salutato da interminabili applausi, tra le acclamazioni e gli evviva, reduce dalle lande malariche, dalle steppose contrade, dai paesini sperduti e dai dirupi della Lucania dove, sposo in abito antracite, ha gettato manciate di chinino a quelli della valle del Sinni, febbrecitanti, accorsi al suo passaggio, prende la parola l’On. Zanardelli. Il presidente analizza le cause del disboscamento, della mancanza di strade, di acque, delle depresse condizioni dei contadini. Promette solo la costruzione di due tronchi di ferrovia, mantenendo le riserve per gli altri provvedimenti del governo. Dichiara che in Basilicata occorrono amministratori abili e zelanti e promette di mandarli. <<Il discorso di Potenza>>, scrive la stampa polemica, <<salva il Presidente dal rimprovero che il viaggio sia stato una vanagloriosa commedia e giustifica la speranza che la pubblica opinione in Italia possa d’ora innanzi comprendere la questione meridionale nel novero dei problemi i quali richiedono una considerazione e una patriottica soluzione>>. Dopo la sua partenza e prima della pubblicazione della Legge speciale per la Basilicta, aumentano le rivendite munite di cartello: <<Qui si vende in chinino di Stato>>.


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Il rialzo del seno mascellare Dr. Nicola Straziuso Medico-Chirurgo - Odontoiatra Master II° Liv in Ortognatodonzia Gnatologia e Funzione Masticatoria - Master II° Liv in Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica con Convogliatore di Radianza Modulante - Otorinolaringoiatra Specialista in Foniatria and Medical Dental Project Team Via Appia, 206 Potenza Tel. e fax. 0971 - 601163 info@medicaldentalproject.com www.medicaldentalproject.com

U

na delle situazioni che piu’ di frequente il chirurgo implantologo si trova ad affrontare e’ quella dell’ inserimento implantare nella zona dei molari superiori. In questa zona l’osso mascellare non e’ pieno e compatto come nella mandibola ma e’ caratterizzato dalla presenza di una ampia cavita’ piena di aria , rappresentata dal seno mascellare. COS’E’? Il rialzo di seno mascellare è una pratica chirurgica volta a determinare un aumento di volume osseo nell’arcata superiore della bocca che consente di disporre di adeguati volumi ossei per l’inserimento di impianti di adeguata lunghezza e diametro. L’espressione “rialzo di seno” è dovuta alla presenza dei seni mascellari che vengono anatomicamente spostati in alto dal ripristino dei volumi ossei. Esistono varie tecniche chirurgiche che possono essere utilizzate per questo scopo e la loro predicibilità, in termini di risultati, è sempre legata all’esperienza dell’operatore. Il termine “rialzo di seno” è dovuto proprio al fatto che i seni mascellari vengono spostati in alto dal ripristino dei volumi ossei, con materiali osteoconduttori, in modo da permettere un ancoraggio stabile degli impianti. Il posizionamento degli impianti è solitamente effettuato nell’ambito dello stesso intervento di rialzo del seno mascellare, in modo tale da ridurre il tempo globale di cura e protesizzazione. La malattia parodontale rappresenta una delle cause fondamentali di perdita di osso alveolare in corrispondenza del pavimento del seno mascellare. Il mantenimento ad oltranza di denti parodontalmente compromessi con biforcazioni passanti a causa della perdita di osso, molto spesso consente di spostare nel tempo il momento dell’intervento chirurgico sul seno mascellare ma altrettanto frequentemente rende necessario un intervento chirurgico ben piu’ invasivo. Se infatti l’estrazione precoce di premolari e molari parodontalmente compromessi consente di effettuare un rialzo del seno mascellare per via crestale ed il contestuale inserimento degli impianti , molto spesso il mantenimento di denti irrecuperabili rende necessario un intervento chirurgico ben piu’ invasivo e cioe’

un rialzo del pavimento del seno mascellare tramite una antrostomia laterale e l’inserimento differito degli impianti. Il seno mascellare e’ tra le cavita’ paranasali la piu’ ampia. Normalmente occupa gran parte dell’osso mascellare e comunica con la rispettiva cavita’ nasale. Il pavimento del seno mascellare e’ costituito dal processo alveolare dell’osso mascellare nel cui contesto sono ospitate le radici dei denti. Ne consegue che la perdita dell’osso che circonda le radici dei denti determina una riduzione volumetrica del pavimento del seno mascellare il quale inoltre con l’invecchiamento va’ incontro ad un fisiologico riassorbimento delle pareti che lo delimitano. Le pareti interne del seno mascellare sono rivestite da una membrana mucosa il cui spessore varia in base alle condizioni fisiologiche. La Tomografia assiale computerizzata consente di conoscere in maniera assolutamente precisa l’anatomia generale del seno mascellare nonche’ dettagli importanti quali la presenza di setti ossei o di formazioni vascolari nel contesto della parete ossea attraverso cui eventualmente si effettuerà l’accesso. Esistono due tipi di rialzo di seno mascellare: Il “grande rialzo di seno mascellare” Il “mini rialzo di seno mascellare” Il primo viene utilizzato quando lo

spessore residuo è veramente limitato (meno di 3 millimetri) e consiste nel fare una “finestra” lateralmente al seno, scollare delicatamente la membrana che lo “fodera” e inserire in questo spazio dell’osso o altro materiale idoneo, che verrà poi sostituito dal nostro organismo con nuovo osso, in cui potremmo quindi inserire gli impianti. Il secondo si usa quando esiste ancora uno spessore di osso di almeno 4-5 millimetri. In questo caso si inizia ad eseguire il foro che accoglierà l’impianto e poi, attraverso il foro stesso, si scolla la membrana interna al seno e si introduce il materiale “aggiuntivo” creando come una “gobba” interna al seno che verrà poi riorganizzata in nuovo osso dal nostro organismo. Dopo aver aggiunto questo materiale si inserisce l’impianto, che rimarrà stabilizzato dalla porzione di osso disponibile e, a sua volta, manterrà in posizione il materiale aggiunto fino alla sua trasformazione in nuovo osso. La percentuale di successo degli impianti inseriti con questa tecnica non è molto inferiore a quella ottenuta inserendoli in osso già presente; si tratta però di interventi che richiedono un po’ di esperienza ed attenzione. Anche in questo caso si rivela molto utile l’utilizzo di sistemi ottici ingrandenti per poter eseguire tagli, fori e suture più precisi e quindi ottenere una guarigione con minor possibilità di complicazioni. Quando un impianto si appoggia su un rialzo di seno occorre, prima di utilizzarlo, dare il tempo al nuovo osso di formarsi correttamente. Per questo motivo è necessario attendere

da sei a nove mesi (contro i 2-4 mesi sufficienti in presenza di osso “nativo”) prima di poter procedere con la protesizzazione. QUANDO SI IL RIALZO MASCELLARE

PUO’ DEL

FARE SENO

Il paziente deve fare una tac delle ossa mascellari con una guida di plastica in bocca che consenta al chirurgo di valutare esattamente dove ci sia osso disponibile per posizionare gli impianti, la quantità di osso corticale vestibolare presente, Il decorso dell’arteria alveolare, lo spessore della membrana del seno, la misura dell’angolo tra corticale vestibolare e palatale, la presenza di setti all’interno del seno, lo spessore della cresta ossea residua, nonché la verifica di patologie pregresse all’interno del seno mascellare. La conoscenza di tutti questi dati è indispensabile per l’esito ottimale dell’intervento. Quest’ultimo non è doloroso, dura circa 35 minuti e, con una corretta terapia medica, il paziente può tornare alle proprie attività già il giorno seguente. UNA NUOVA TECNICA RIVOLUZIONARIA PER LA RICOSTRUZIONE OSSEA Oggi nel campo dell’implantoprotesi è stato raggiunto un traguardo che fino a ieri sembrava fantascienza: dalla Svezia, è approdata una nuova metodologia basata sulle cellule staminali che consente all’osso carente di riprodursi da solo. Quello

di una base ossea insufficiente, e quindi non in grado di garantire la dovuta stabilità degli impianti in esso inseriti è stato, in passato, uno dei più grossi problemi dell’implantologia. La questione riguarda in particolare l’arcata mascellare superiore, a causa della presenza delle cavità ampiamente pneumatizzate, che toglie ulteriore spazio al tessuto osseo. Capita così che l’osso residuo non sia in grado di ricevere gli impianti in numero adeguato e, soprattutto, con la lunghezza necessaria. Per ovviare all’inconveniente, sono state messe a punto ormai da diversi anni varie tecniche, che mirano a una nuova formazione ossea: in genere, consistono nel effettuare un innesto di osso tra l’osso residuo dell’arcata mascellare e la membrana sinusale, ossia la membrana che delinea la cavità pneumica. Il tessuto necessario all’innesto viene di solito prelevato da siti donatori, come il mento o la mandibola dello stesso paziente. Con la nuova metodologia tale innesto osseo non è più necessario, dato che è lo stesso tessuto dell’arcata superiore a “rigenerarsi” e a creare la formazione di un nuovo osso. Ma come è possibile? La spiegazione è semplice. In pratica, si è visto che creando uno spazio tra membrana sinusale e osso residuo, si dà la possibilità alle cellule staminali ed mesenchimali presenti nel coagulo sanguigno che qui si viene a raccogliere, di trasformarsi in osteoblasti e quindi in nuovo osso.


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L’Ordine degli psicologi su piano salute 2012-2015 L’ Ordine professionale degli psicologi pur apprezzando gli sforzi e la volontà nel formulare il nuovo Piano della Salute 2012 -2015 ritiene sottolineare e porre all’attenzione della Regione Basilicata alcune considerazioni”. È quanto si legge in una nota a firma di Antonio Telesca e Giovanni Razza, rispettivamente presidente e consigliere dell’ Ordine Regionale Psicologi della Basilicata. “Il sistema regionale di welfare lucano sta attraversando un momento di radicali trasformazioni e mutamenti. In particolare sotto il profilo organizzativo-gestionale l’assetto che si era delineato con la legge 25/97 ha subito un netto stravolgimento per effetto dell’entrata in vigore delle leggi regionali 4/07 - 12/09 che, proprio in questi mesi, stanno cominciando ad avere piena attuazione.

Considerato inoltre che sia l’analisi condotta sul territorio che il confronto con gli operatori hanno individuato tra le principali criticità relative al precedente periodo di programmazione proprio l’assenza di indicazioni regionali in materia di organizzazione e

governo del territorio (cui ha fatto seguito la carenza di un percorso di accompagnamento agli enti locali per dare piena ed omogenea attuazione al Piano Socio-Assistenziale 20002002), è evidente che proprio sulla “partita” degli assetti organizzativi e gestionali e sulla capacità del territorio di attivare, promuovere e gestire i processi di integrazione si giocherà il successo del nuovo assetto programmatorio. La legge 4/07, pur confermando l’articolazione del territorio in ambiti sovracomunali, ne prevede la suddivisione in aree corrispondenti ai Distretti di Comunità con

l’attivazione e la costituzione dell’ Ufficio del Piano Sociale e Sanitario. Obiettivo sarà quello di riorganizzare i servizi sociali e socio-sanitari in base ai principi di equità, dell’universalità, della selettività, della responsabilità e della sostenibilità, che si integrano con quelli del rispetto, delle pari opportunità, della non discriminazione, dell’appropriatezza e dell’efficacia. Noi psicologi abbiamo inteso in questi ultimi anni prevenire e combattere il disagio e l’esclusione, nonché modernizzare la protezione sociale, ciò è stato fondamentale ai fini dello sviluppo sostenibile. E’ stato necessario intraprendere misure di inclusione attiva, che hanno visto non sempre un sostegno finanziario adeguato a servizi abilitanti associati alla creazione di opportunità professionali di qualità al fine di eliminare gli ostacoli

alla partecipazione al mercato del lavoro ed alla società. Abbiamo riconosciuto prioritaria la ricostruzione di un modello complessivo di welfare passando attraverso un cambiamento culturale radicale che ha proposto la partecipazione come strumento per il miglioramento della salute e della qualità della vita dei cittadini. Un primo passo verso una maggiore integrazione delle politiche sociali è stato rappresentato dal Piano Sociale di Zona strumento per la programmazione degli interventi in campo sociale e sanitario. A seguito del lavoro congiunto e sinergico tra istituzioni e soggetti del Terzo Settore è stato possibile avviare iniziative integrate in tutto l’ambito Regionale per rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze della comunità. Ci auguriamo che non venga vanificata l’esperienza dei

Piani Sociali di Zona, anzi siamo convinti che da questa esperienza bisogna ripartire per potenziare e ottimizzare la promozione del ben-essere, con azioni territoriali che siano capaci di coinvolgere e mobilitare risorse diverse ( pubbliche, del terzo settore, della solidarietà spontanea e non organizzata, private ecc) ricercando l’integrazione delle politiche sociali con le politiche sanitarie e, allo stesso tempo, con le politiche ambientali, urbanistiche, abitative, formative occupazionali e culturali. Punto di forza dovrà essere, oltre alla qualificazione dei servizi sociali, quello di generare interventi che abbiano capacità di saper ascoltare le persone, le famiglie unitamente all’espressione dei loro bisogni”.

Kinesio tape: impropriamente chiamato “cerotto colorato”

A cura del Dott. Ft. Nicola Castelluccio Osteopata D O Posturologo Laurea Magistrale in Scienze della Riabilitazione Terapia del LinfedemaASP Potenza email: ncastelluccioinfo@ gmail.com cell. 3804326784

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uardando gli Europei di calcio il mese scorso, un po’ tutti ci siamo accorti di strane bande colorate, tipo “nastro isolante”, che avvolgono spalle, caviglie, cosce degli atleti. Chi non ha notato quelle a livello lombare del giocatore Balotelli? Di che cosa si tratta? Una nuova moda che dilaga tra gli atleti? Un qualche rituale scaramantico? Niente di tutto questo. Consiste invece in un particolare tipo di bendaggio di origine giapponese chiamato KINESIO TAPING (KT). STORIA del KINESIO TAPING Il KT è stato inventato circa 25 anni fa dal chiropratico giapponese Dr Kenzo Kase, che ha cercato di assistere il corpo per mezzo di un processo di guarigione naturale del tessuto traumatizzato, usando un materiale che fosse simile in elasticità alla pelle o ai muscoli. IL METODO KINESIO TAPING E’ una tecnica basata quindi, sul processo di guarigione

naturale e sviluppa la sua efficacia attraverso l’attivazione dei sistemi neurologico e circolatorio dell’atleta. Questo metodo proviene dalla scienza Kinesiologica ed è per questo motivo che si usa il termine “Kinesio”. Ai muscoli non viene attribuito solo il compito di muovere il corpo, ma anche il controllo della circolazione dei fluidi venosi e linfatici, della temperatura corporea ecc. I muscoli sollecitati e contratti eccessivamente si infiammano. Quando un muscolo è “edematoso”, lo spazio tra la pelle ed il muscolo è ridotto, “compresso”, limita il flusso del fluido linfatico e applica una pressione sui recettori del dolore sotto la pelle. Questo causa “segnali di disagio” che provocano il dolore e di conseguenza la riduzione del movimento. Questo tipo di dolore è definito “mialgia” o più semplicemente “dolore muscolare”. Il KT riduce il dolore e facilita il drenaggio linfatico tramite il sollevamento della pelle. La superficie corporea coperta dal Kinesio Tape forma convoluzioni nella pelle che aumentano lo spazio interstiziale. Il risultato è una riduzione della pressione e dell’irritazione sui recettori della pelle. Successivamente e lentamente la riduzione della pressione permette al sistema linfatico di drenare liberamente. Stirare la pelle ed i muscoli prima di applicare il Kinesio è essenziale per ottenere l’effetto di “convoluzione” che avviene quando sulla pelle il tape è applicato in posizione corretta. Appena il corpo si muove, il

l’inibizione della contrazione muscolare di specifici gruppi muscolari, postumi di traumi. CARATTERISTICHE DEL NASTRO I nastri in uso sono in cotone al 100% con delle fibre elastiche; Hanno il 40% di elasticità propria;

tape funziona come una pompa, stimolando continuamente la circolazione linfatica. Quando la tecnica riduce la pressione locale sui recettori del dolore, il dolore muscolare si riduce, aiutando il corpo ad “auto- guarirsi” biomeccanicamente.La filosofia di questo metodo è in perfetta sintonia con l’idea che una “Funzione costituisce l’organo”. Il corpo umano mantiene un equilibrio interno (omeostasi) attraverso la funzione di auto-regolazione e auto-rimodellamento presente nel codice genetico dell’essere umano. Il Kinesio Taping quindi, permette la totale libertà di movimento in modo da consentire al sistema muscolare di guarire da solo, biomeccanicamente; libertà di movimento assicurata dall’elasticità del tape del 40% rispetto alla lunghezza originale che consente di non far estendere i muscoli oltre i limiti consentiti. IN QUALI CASI E’ CONSIGLIATO L’UTILIZZO DEL KINESIO TAPING? La tecnica, perché così deve essere considerata, ha quattro principali effetti fisiologici:

Corregge la funzione muscolare. E’ efficace nel ripristinare la giusta tensione muscolare, facilita o inibisce la contrazione muscolare (dipende dalla tecnica utilizzata); Aumenta la circolazione del sangue/linfa. Aiuta ad eliminare l’eccesso di edema e/o emorragia tra la pelle ed il muscolo;

Spessore e peso del nastro paragonabili alla cute; 100% di colla adesivo acrilica ipoallergenica; Traspirazione e permeabilità garantita; Utilizzabile per più giorni fino ad una settimana; Non lascia nessun residuo; Resistente all’acqua;

Riduce il dolore. La soppressione del dolore avviene dall’applicazione del Kinesio Taping sulla zona colpita; Assiste nella correzione di allineamento l’articolazione. La dislocazione di un’articolazione, dovuta alla tensione muscolare anormale, può essere corretta dal kinesio taping tramite il recupero della funzione e della fascia muscolare. INDICAZIONI Trattamento di danni muscolari da sport, trattamento dell’edema e gestione del dolore, infiammazioni e rigidità articolari, affaticamento muscolare, supporto della correzione dell’atteggiamento posturale attraverso la facilitazione o

Sfrutta un’azione biomeccanica; Agisce con un drenaggio linfatico costante 24 ore al giorno; Non contiene farmaci o altri ingredienti chimici; Possono restare applicati, mantenendo la loro efficacia, per diversi giorni. E’ POSSIBILE TROVARLO IN COMMERCIO? Si, è possibile trovarlo in commercio in negozi specializzati, questo perché l’applicazione è affidata, vista la necessità di formazione e l’ovvia difficoltà nel corretto posizionamento,

al fisioterapista. E’ quindi raro che dei non professionisti della riabilitazione vadano alla ricerca di questo prodotto. PUO’ ESSERE UTILIZZATO IN ACQUA? L’utilizzo in acqua è possibile, come molti appassionati di nuoto avranno potuto notare, alcuni atleti impegnati nelle gare in vasca presentano questo “ colorato” Taping. CONCLUSIONI Questa tecnica è molto interessante, visti i risultati ottenuti a livello sportivo, sia nell’aspetto preventivo che terapeutico delle patologie da sport. Certamente questa tecnica deve essere effettuata da un medico e/o da un fisioterapista esperto, che ne conoscano le modalità di applicazione, un uso non corretto infatti, oltre ad essere inefficace può risultare dannoso. La realtà Italiana è molto migliorata, ci sono tanti corsi di formazione ad alti livelli,anche il tape specifico si riesce a reperire molto più facilmente e c’è soprattutto BALOTELLI che ha dato grande visibilità alla tecnica ed al professionista fisioterapista che la applica con grande professionalità. Personalmente a volte utilizzo e trovo utile questo tipo di tecnica nella mia pratica clinica, come ausilio, che però non si sostituisce al trattamento riabilitativo cosa che, molto spesso, si verifica dando luogo ad un abuso nell’utilizzo di questo tipo di tecnica che viene applicata anche quando non necessaria.


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Il cardiologo e il paziente oncologico

di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it

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n questo articolo si chiarisce come e perché la figura del Cardiologo sia spesso chiamata in causa nella gestione clinica dei pazienti affetti da una neoplasia e, soprattutto in terapia adiuvante radio o chemio. Sicuramente bisogna partire da un indiscusso dato di fatto: nel nostro Paese, il 60% delle cause di morte nella popolazione italiana adulta, è rappresentata dalle malattie cardiovascolari e dai tumori. Sebbene, la patologia cardiaca e quella neoplastica rappresentino due tipi di malattie completamente diverse, esiste fra di loro un intuibile relazione, dovuta alla condivisione di fattori di rischio comuni all’una ed all’altra ( il fumo di sigaretta, l’abuso di alcool, la sedentarietà, il soprappeso, l’obesità, alcune diete troppo ricche di grassi, il diabete mellito). Grazie ai notevoli progressi scientifici nel campo della terapia oncologica, della prevenzione primaria e della diagnosi precoce, molti tipi di neoplasie sono oggi curabili con risultati eccellenti in termini di sopravvivenza. Chiariamo ora come la figura del Cardiologo sia così importante e perché sempre

più in aumento, nel processo di cura dei pazienti oncologici. Questo per diversi motivi! la radio e la chemioterapia se, da un lato, portano ad una cura efficace del cancro dall’altro, possono esporre il paziente agli effetti tossici dei farmaci e della terapia radiante richiedendo pertanto, la sorveglianza dei possibili effetti sull’apparato cardiovascolare; come le malattie cardiovascolari, anche le neoplasie aumentano con l’età cosicché, non è infrequente che le due condizioni possano coesistere nello stesso paziente richiedendo la necessità di una

gestione integrata; i pazienti che sopravvivono o, che addirittura guariscono dal cancro, fortunatamente sono sempre più in crescente e rapido aumento. Tale gruppo può essere esposto sia al rischio di complicanze cardiovascolari tardive e secondarie ai trattamenti oncologici, sia sviluppare una malattia del cuore ex novo e richiedere una sorveglianza cardiologica più attenta. In uno degli ultimi, fra i più recenti, congressi cardiologici, si è evidenziato proprio il fatto che, i Cardiologici possono contribuire concretamente al miglioramento della cura dei

pazienti oncologici e, questo è stato dimostrato soprattutto dai risultati presentati da uno studio sulle donne con tumore al seno sottoposte a chemioterapia adiuvante con Trastuzumab. Questo farmaco potrebbe avere effetti tossici sul cuore provocando anche disfunzione ventricolare e scompenso cardiaco. Lo studio in questione ha permesso di valutare la prevalenza della cardiotossicità di questo farmaco, le categorie di pazienti a maggior rischio e gli effetti positivi della terapia cardiologica con alcune categorie di farmaci come gli ace-inibitori ed i beta bloccanti. Per tale motivo, esiste un progetto speciale per la Cardio-Oncologia, di collaborazione professionale tra Cardiologi ed Oncologi, finalizzata alla diffusione di un’ appropriata cultura nella gestione delle problematiche cardiologiche nei pazienti oncologici. La prima azione, già avviata dal gruppo di lavoro di questo studio, è verificare la situazione cardiologica di partenza dei paziente affetti da tumore che devono affrontare un trattamento chemio o radioterapico. Spesso, come già detto, si tratta di persone anziane, già con problematiche cardiache e di scompenso, al fine di realizzare un migliore monitoraggio e cura dei pazienti oncologici prima, durante e dopo il trattamento con farmaci indispensabili per la cura del tumore ma, potenzialmente tossici per il cuore.

L’allarme zanzare, difendiamoci “naturalmente”

Dott.ssa Maria Rita MilellaFarmacia Marchesiello www.farmaciamarchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: mr.milella@farmaciamarchesiello.it

L’

allarme zanzare arriva ogni anno, puntuale, insieme al caldo ed incentivata dalle piogge che aumentano il tasso di umidità. A soffrire di più sono i bambini, da un lato perché le caratteristiche della loro pelle sembrano attrarre maggiormente questi insetti, dall’altro perché sono più soggetti a sviluppare reazioni infiammatorie molto pruriginose che possono dare origine a lievi infezioni. Inoltre, soprattutto i più piccoli, hanno minori strumenti di difesa, in quanto molti degli espedienti utilizzabili dagli adulti per tenere lontane le zanzare (in particolar modo i fornelletti …) non sono sempre consigliabili per

i bambini, in particolare per quelli di età inferiore a due anni. Cosa evitare I luoghi dove si trovano le zanzare. Giardini, laghi, vegetazione e acque stagnanti in generale. Orari evitare soprattutto la mattina presto e al tramonto oppure i luoghi in cui durante la giornata si trovano zanzare in azione. Repellenti naturali o chimici, devono essere sicuri per i neonati, le indicazioni sull’età si trovano sull’etichetta e dipende anche dalla % di principio attivo contenuto. Meglio chiedere cosa usare al proprio pediatra o al farmacista. I neonati devono essere vestiti con abiti leggeri e tessuti a trama fitta, dai colori chiari, con maniche e pantaloni lunghi. I passeggini, le carrozzine e le cullette dovrebbero essere attrezzate con zanzariere che sono un ottimo schermo fisico contro le zanzare. A casa Evitare il ristagno di acqua su terrazzi e balconi, e quindi mantenere sempre vuoti e puliti sottovasi e simili; Tenere sulle finestre e sui balconi qualche geranio, qualche piantina di basilico e di rosmarino, o anche citronella e lavanda, tutte piante il cui odore è sgradito a questo genere di insetti; Il rimedio della nonna: mettere

un fiore di lavanda sotto il cuscino Se questo non bastasse come possiamo dunque difenderci e difendere i nostri figli dalle punture di questi mordaci insetti? Sono in commercio spray caratterizzati dalla presenza di olii essenziali estratti da piante quali la Citronella, il Geranio, la Lavanda e il Garofano che svolgono un’azione protettiva e repellente sulla pelle del bambino e inoltre associano un’azione emolliente e tonificante. Generalmente sono prodotti clinicamente testati in grado di offrire una protezione del tutto naturale della cute del bambino dagli agenti esterni, e la sua applicazione può essere ripetuta più volte nell’arco della giornata. Data la bassissima possibilità di reazioni allergiche e l’assenza di tossicità di questi estratti per il bambino e per l’adulto l’applicazione può essere ripetuta più volte nell’arco della giornata. C’è però da tener presente che bisogna assolutamente evitare il contatto con occhi e bocca per non irritare le mucose, tessuti più delicati che potrebbero arrossarsi e creare non poco fastidio al bambino Soprattutto se il piccolo ha meno di due anni, non è consigliabile utilizzare fornelletti elettrici, né zampironi. Questi ultimi, con le opportune precauzioni, possono invece essere impiegati

all’aperto. Esistono apparecchi a ultrasuono che sono innocui anche per i più piccoli, sulla cui reale efficacia, però, sono stati sollevati diversi dubbi. Sono inoltre presenti in commercio braccialetti adatti anche ai neonati che, sempre grazie alla presenza di olii essenziali sgraditi agli insetti, evitano loro di avvicinarsi al bambino e sono efficaci per maggior tempo, quindi al contrario degli spray non devono essere applicati ripetutamente durante la giornata. Come rimedio omeopatico, il cui dosaggio e consiglio deve essere sotto il controllo del farmacista o del medico omeopata di riferimento, è da segnalare il ledum palustre, In teoria questa pianta quando viene ingerita ha la proprietà di modificare l’odore del sudore e di renderlo sgradevole alle zanzare che poi non si dovrebbero avvicinare per niente. Secondo alcune teorie, inoltre, sarebbe molto efficace la vitamina B. Le vitamine del gruppo B, infatti, conferirebbero un odore particolare al sudore, e quindi alla pelle, molto sgradito ai temuti insetti. Esistono addirittura cerotti antizanzara a base di vitamina B1, che però non sono commercializzati in Italia, sostituibili con un’integrazione per via orale delle stesse vitamine.

La coppia utile

C

hi vive in coppia spesso si chiede se la propria relazione sia normale oppure no. Secondo Paolo Menghi, noto psicoterapeuta di coppia contemporaneo, non è tanto importante porsi questa domanda, quanto chiedersi se la relazione di coppia sia utile o meno. Ma utile rispetto a cosa? Una relazione a cura di coppia può rappresentare la forma più efficadella dottoressa ce di psicoterapia esistente o meglio è un’opMariaTeresa Muscillo portunità unica di evoluzione e crescita persopsicologa nale di chi ne fa parte, con l’unica clausola che sessuologa telquesta sia abbastanza duratura. Gli elementi utilizzati a favore di una crescita individuale 328/8317632 mariateresa_muscillo@ sono diversi e vanno analizzati prendendo in considerazione le fasi evolutive di un processo yahoo.it di coppia. Premesso che non è necessario innamorarsi per formare una coppia, l’innamoramento è il momento in cui ognuno vede nell’altro quelle polarità di sé che non riesce a riconoscersi. È, inoltre, la possibilità di amare nell’altro ciò che non si riesce ad amare di sé, perché incompatibile con l’immagine che si è strutturata nel corso degli anni. In questa fase molti elementi che sono stati seppelliti irrompono nella vita dell’individuo e vengono resi evidenti nel momento in cui si proiettano sull’altro. Tale proiezione può avvenire sia con i meccanismi dell’odio sia con quelli dell’amore. Sicuramente la trappola autoterapeutica che innesca l’innamoramento ha inizio con la parte positiva attraverso la curiosità e l’attrazione, che sono gli stessi elementi, insieme alla dolcezza, all’intensità dei sensi ad attutire gli attriti sprigionati dall’incontro di due mondi. In realtà la scelta avviene sulla base delle diversità: spesso si pensa che si sceglie una persona per le proprie qualità, nella realtà non è così. Si sceglie quella persona perché ha quei limiti specifici che completano e rendono diversa e complessa l’immagine che si ha di sé stessi. Così ognuno è costretto a ricostruire la propria immagine e questo costituisce un’importante momento di crescita. La crisi, dal greco “separazione, scelta”, segna il passaggio dall’innamoramento all’amore: ci si separa da parti del proprio Io, per cercare un’unione ad un altro livello. In definitiva una coppia diventa utile ai due membri quando questi imparano a usare in modo adeguato la loro energia, verso un obiettivo di fondo che si chiama comprensione.



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MONITOR

Basilicata

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I giovani de “Le Monadi” per risvegliare Rionero Presentata la ricca programmazione di attività per l’estate 2012 di Andrea Gerardi

I

n un incontro con la stampa, tenutosi nei giorni scorsi nella sede dell’Associazione SocioCulturale “Le Monadi” di Rionero in Vulture, il presidente del sodalizio Giuseppe Potenza ha illustrato il calendario delle prossime manifestazioni estive. La programmazione, il cui filo conduttore è, come ha riferito Giuseppe Potenza, “la riaggregazione del tessuto sociale del nostro paese; il tutto senza patrocini e quindi senza l’avallo delle istituzioni”, si è aperta il 19 Luglio con “Cinema sotto le stelle – Per non dimenticare”. Si tratta di una fiaccolata e la proiezione del film “Gli Angeli di Borsellino” in occasione 20° anniversario della strage di Via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di polizia Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, Claudio Traina e Walter Eddie Cosina. “Ricordare la strage di Via D’Amelio – avvenuta 57 giorni dopo quella di Capaci – significa ricordare uomini e donne che, al servizio dello Stato, combattevano la malavita organizzata”. Questo il commento del Presidente de Le Monadi che anzi ha aggiunto: “Oggi, a vent’anni di distanza da quel

tragico evento, è essenziale far luce su queste ombre che occultano la verità; è quasi bizzarro accettare dopo tanto tempo, che si conosca il volto dell’assassino, ma non il perché abbia organizzato la strage. Non dimenticare Via D’Amelio significa riportare al centro dell’azione politica,

culturale e sociale la lotta alle mafie può e deve essere il primo e fondamentale passo per il rilancio del Mezzogiorno”. Sempre nella serata di giovedì, con raduno nel piazzale della stazione ferroviaria, è partita la fiaccolata (in verità con una scarsa partecipazione di cittadini, purtroppo), preceduta da uno striscione retto anche dal presidente del Consiglio comunale, Maria Pinto e dal consigliere comunale Nicola Giansanti, per ricordare la strage di Via D’Amelio cui ha fatto seguito presso il Centro Sociale “Pasquale Sacco” la proiezione all’aperto del film

“Gli angeli di Borsellino” che ha profondamente colpito ( e commosso) l’attento pubblico presente. Il 22 Luglio alle 17.30, all’interno dell’evento “Ed io avrò cura di te…”, i giovani dell’associazione Le Monadi, con alcuni cittadini volenterosi, hanno dato luogo ad un lavoro di pulitura della Fontana Grande. Servendosi di una sabbiatrice gli associati e i pochi cittadini intervenuti (quanto è difficile sensibilizzare e coinvolgere i rioneresi in azioni meritorie per la salvaguardia l’ambiente!), hanno proceduto alla rimozione dei graffiti presenti sui muri della monumentale fontana rionerese, pulendo anche alcuni spazi interni diventati ricettacoli di rifiuti di ogni genere. Operazione non facile, tanto che si è continuato pure il giorno dopo. Lo scopo dell’encomiabile iniziativa è stato quello di lanciare un messaggio chiaro alle istituzioni: “Se c’è la volontà, anche con poche risorse, si possono fare grandi cose”. Il giovane Michele Giordano de “Le Monadi”, responsabile e coordinatore della lodevole iniziativa, dal canto suo ha, poi, affermato: “Un sacrificio che

auspichiamo possa diventare il piacere di veder tornare a splendere Piazza Fontana Grande, che nella storia di Rionero è stata certamente un importantissimo luogo dell’aggregazione sociale, specie per le famiglie più popolari”. Un esempio di grande senso civico questo offerto dai giovani de “Le Monadi”, un’associazione socio-culturale nata “ dalla volontà di un gruppo di giovani di mettere a servizio delle propria comunità menti e braccia con l’intento di realizzare il fuoco del nostro Vulture”. Certo, la presenza degli amministratori locali, presenti solo i giovani consiglieri comunali Enzo Paolino e Mauro Nardozza, sarebbe stata opportuna, non fosse altro come incoraggiamento e sostegno morale. C’è da sperare soltanto che fra qualche giorno non ci ritroviamo con le pareti della settecentesca Fontana Grande, di nuovo imbrattate con scritte incivili! L’evento “Cinema sotto le stelle – Per non dimenticare” è proseguita il 26 Luglio presso il Centro Sociale “Pasquale Sacco” ove è stato proiettato il film “Evita” di A. Parker in occasione del 60° anniversario della morte dell’attivista argentina Evita Peròn, ancora oggi ricordata per il suo impegno nel sociale

e considerata la “Madona de America”. Il 29 Luglio la programmazione vedrà la riproposizione del “Caffè con…”. Infatti, all’interno del Palazzo Giustino Fortunato, l’Associazione “Le Monadi” terrà un incontro-dibattito su un tema “caldo” come quello dei lavori di riqualificazione di due piazze storiche come Piazza Giustino Fortunato e Piazza XX Settembre. Si discuterà con i cittadini sul tema “Dalla nostra Piazza alla futura Piazza”. Un argomento, questo, che ultimamente “tiene banco” nelle conversazioni, anche con qualche accesa polemica, fra i rioneresi. “La piazza non è lo spazio di qualcuno – ha chiarito Giuseppe Potenza – ma la piazza è di tutti. Il dibattito darà l’opportunità ai cittadini di poter dire la propria sui lavori che stanno interessando il nostro centro cittadino”. Il 2 Agosto invece, ha reso noto il presidente de “Le Monadi”, ci prenderemo cura dei bambini: proporremo i giochi di ieri e di oggi dando ai bambini stessi l’opportunità di riscoprire vecchi giochi ormai dimenticati. “Modelli nati per divertirsi”, questo il nome dell’evento, si concluderà con la proiezione del Cartone Animato Disney “Toy Story”. Il ricco calendario consta di altri due interessanti

appuntamenti: il 5 Agosto l’Associazione organizzerà, con raduno nei campetti di “Villa Catena”, una Caccia al tesoro per grandi e piccini, mentre l’8 Agosto, presso l’Area Sport di Barile, ci sarà “Party and Return – Il ritorno degli universitari ”, una festa-evento di accoglienza dei numerosi studenti fuorisede della nostra regione. La programmazione si concluderà il 24 Agosto con “Canta che ti passa”, una serata all’insegna del karaoke con un messaggio che seppur implicito è abbastanza chiaro: “Se ci focalizziamo solo sui problemi della crisi – riferisce il presidente Potenza – non riusciremo ad uscirne. Con tutti questi eventi noi abbiamo lanciato la nostra provocazione: sfidare i canoni abituali. Speriamo di avere la giusta risposta dalla cittadinanza”. Quindi non più eventi-fotocopia di altre manifestazioni ma vere e proprie novità: una ventata di freschezza per la città di Giustino Fortunato.


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REPORT

Basilicata

28 Luglio 2012

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A Maschito, arte e sapori a confronto Continua la tradizione della Rassegna, giunta quest’anno alla IV edizione

di Rosamaria Mollica

M

aschito, piccolo centro di origini a r b e r e s h e è, in Agosto, teatro di manifestazioni che fondono le antiche origini albanesi, alle tradizioni popolari e alle credenze religiose. La Pro-loco “Frà R. Adduca”, nell’adempiere al suo ruolo di veicolatore della tradizione popolare, organizza il 2 e il 3 Agosto la IV Edizione

della Rassegna di artigianato e prodotti tipici locali “Arte e sapori a confronto”. La manifestazione ha come obiettivo la valorizzazione del territorio, la sua arte e i suoi prodotti; essa riporta in vita antichi mestieri; guarda al passato, alle proprie origini agricole e contadine; ma si proietta, anche, al futuro, ponendo la giusta attenzione verso quei prodotti, di natura commerciale, indispensabili nella vita di tutti i giorni.

La piazza del piccolo Paese arbereshe è la protagonista incontrasta, diventa luogo di ritrovo per gli artigiani che ogni anno vi partecipano, luogo da scoprire per i turisti che arrivano per la prima volta e “la cara vecchia piazza che si addobba a festa” per il cittadino maschitano. Ogni anno gli organizzatori, per la serata finale, scelgono un settore, in particolare dell’artigianato artistico e creano attorno ad esso un evento. Quest’anno in primo piano ci sono i gioielli, sfavillanti potagonisti di una singolare sfilata; le materie prime incastonate da sapienti artigiani che hanno fatto della loro passione un lavoro. Arte e sapori a confronto, è un viaggio nella tradizione popolare, che affonda le sue

Scheda Spettacolo

IL GRANDE SPETTACOLO DELL'ACQUA Gerardo Maiella il Santo del popolo

Tutte le sere dal 28 luglio al 26 agosto 2011, ore 21.30 - Lago San Pietro, MONTEVERDE (AV) REGIA

Gianpiero Francese

COREOGRAFIE

Carmen Vella, Piergianni Manca

DIREZIONE TECNICA FONTANE

Piero Moscariello

SCENOGRAFIE E COSTUMI

Vincenzo Pacilio

LUCI E SUONI

Vidio e Roberto Carbone

PRODUZIONE E POSTPRODUZIONE MULTIMEDIALE

Gennaro Tritto

TESTI

Gianpiero Francese e Nino D'Agata

CORPO DI BALLO

14 danzatori con esperienze professionali di altissimo livello.

C’è un luogo dell’anima, dove ogni sera si ripete la stessa magia, quella de Il Grande Spettacolo dell’Acqua®, il progetto di solidarietà de La Fondazione Insieme per..., che nell’oasi naturalistica del Lago di San Pietro si traduce nella realtà di una messa in scena imponente: un intreccio di emozioni che cattura e incanta. Quando il sipario d’acqua si apre, il gioco delle luci, dei colori, delle fontane e gli archi musicali accompagnano gli attori, il corpo di ballo e le intense voci narranti di Elena Sofia Ricci e Leo Gullotta, in un viaggio emozionale dove al racconto si lega il sogno. Giunto alla sua VIIa edizione, Il Grande Spettacolo dell’Acqua 2012 è dedicato alle mamme e ai bambini. Il testo è ispirato a Gerardo Maiella (1726-1755), il Santo del popolo, l’uomo che si rivela un outsider straordinario, che senza indugio ha messo la propria fede al servizio degli umili, degli ultimi. Attraverso i dialoghi è la vita di Gerardo a scandire i ritmi della narrazione, restituendoci una riflessione sull’essenza stessa dell’uomo. “Tutto cominciò qui. Da questa terra. Una terra di rocce aride e di campagne rigogliose, di acque sotterranee e di montagne imprevedibili, dove la luce stessa ha un colore di un altro colore.” A Monteverde, piccolo borgo rurale in Provincia di Avellino, ai confini della Puglia e della Basilicata, oltre trecento volontari, un’intera comunità, solidale, senza confini, hanno reso il Grande Spettacolo dell’Acqua e il suo progetto umanitario un evento assolutamente straordinario che non può lasciare indifferenti.

La Fondazione Insieme per… www.ilgrandespettacolodellacqua.org

radici nell’antichità quando le fiere erano un’occasione di aggregazione e scambio tra i cittadini del luogo.

La peste del 1656 in Basilicata La zona del Vulture fu particolarmente colpita dal terribile flagello di Michele Strazza el 1656 “un’acerba pestilenza”, scrive il Racioppi, colpì il meridione d’Italia ad eccezione delle province di Otranto e di Calabria dove il contagio non arrivò. L’epidemia scoppiò a Napoli agli inizi dell’anno e, secondo il Giannone, sarebbe stata portata da una nave proveniente dalla Sardegna dove infieriva già da alcuni anni. Nella capitale partenopea il morbo raggiunse l’apice tra maggio e luglio per poi propagarsi, nei mesi estivi, nelle province del Regno. E forse la velocità con cui si sviluppò il contagio fu dovuta al fatto che fino a maggio fu praticamente ignorata dalle autorità le quali, addirittura, pretesero di punire chi solo ne avesse osato parlarne. La Basilicata, riporta Giustino Fortunato, perse un quarto della propria popolazione, passando da 200.000 abitanti a 150.000. Anche se non tutti i centri vennero colpiti con la stessa intensità, le conseguenze del morbo furono disastrose per un territorio già duramente provato da carestie e terremoti che avevano a più riprese decimato la popolazione ed indebolito ulteriormente il fragile tessuto abitativo ed economico. La drammaticità dell’evento, al di là dei dati demografici, si evince chiaramente dai documenti del tempo dove la peste, oltre ad essere indicata come la causa principale dello spopolamento di intere zone, è vista come un flagello che non risparmiò né poveri né ricchi. I provvedimenti presi per arginare il morbo, quando ve ne furono, non diedero grossi risultati. Peraltro lo spirito di rassegnazione delle popolazioni nei confronti di ciò che consideravano un flagello divino, come andavano dicendo preti e frati, propagò ancor di più il contagio, favorito altresì dagli spostamenti dei vari feudatari che si rifugiavano nei propri possedimenti di campagna. Naturalmente si moltiplicarono le processioni, le penitenze e le cerimonie religiose le quali, essendo di natura collettiva, estesero ulteriormente il morbo. Gli unici provvedimenti seri furono l’organizzazione di lazzaretti lontani dai centri abitati e la sepoltura dei cadaveri in zone distanti dalle cittadine, ma la tardività con cui furono presi li rese praticamente inefficaci. Soltanto il 23 maggio la Deputazione di Sanità di Napoli, organismo creato per l’occasione e formato da oltre una ventina di persone in rappresentanza dei Seggi e dei pubblici uffici di sanità, emanò i primi provvedimenti: “Essendo venuto a nostra notizia che coll’occasione delle infermità che corrono in questa fedelissima città di Napoli, molte persone abitanti in essa se ne vanno per diverse parti del Regno, e ben può essere che alcuni di essi tengono sopra la stessa infermità, il che causerebbe grandissimo danno alle altre città e terre di questo Regno (...)

N

Ordiniamo e comandiamo a tutte le città e terre del presente Regno che facciano la solita guardia e tutte le diligenze necessarie e non ammettano in esse persona alcuna di una terra all’altra se non porteranno i soliti bollettini di salute di questa città o terra da dove saranno partite”. Su tale linea si agì a Pisticci dove, come racconta Dino D’Angella, coloro che provenivano da Napoli o da Salerno vennero messi in quarantena e “severamente sorvegliati nella torre in contrada dell’Accio”. Vennero, altresì, stabilite pesanti pene per i trasgressori mentre furono emanati bandi comunali “che prescrivevano a medici, a guardie, ai cittadini tutti di evitare ogni individuo sospetto, ogni commerciante: tutto si doveva passare con l’aceto”. Onde evitare il contagio persino il commercio venne interrotto per due mesi. Poiché l’economia delle zone colpite era di tipo agricolopastorale gli effetti della peste si fecero sentire per lungo tempo. Dai dati demografici contenuti nelle varie relazioni “ad limina” dei vescovi del tempo si evince cha la ripresa fu estremamente lenta e spesso compromessa da ulteriori flagelli come la carestia del 1672 ed il terremoto dell’anno successivo. Il VultureMelfese fu una delle zone più colpite dalla peste: le comunità più popolose registrarono preoccupanti flessioni. Così Venosa passò dai 5.285 abitanti del 1648 ai soli 2.400 del 1669. La stessa Melfi che nel 1648 aveva una popolazione di 10.900 unità scese, nel 1669, a quota 6.155. Lavello passò da una popolazione di 3.000 anime a 2.105, mentre Forenza scese da 3.585 abitanti a soli 1.940. A Melfi - scrive Enzo Navazio - il morbo giunse “ufficialmente” il 10 settembre 1656 portato da tal Bartolomeo Di Marta dopo averlo contratto a Vallata dove si era recato per vendere delle pere. Il flagello era stato favorito dalle precarie condizioni igieniche del paese e dal gran caldo estivo e siccitoso, ma il governatore Geronimo Chiavari aveva trascurato di prendere i provvedimenti del caso, celando anzi la realtà alla stessa Regia Udienza Provinciale di Matera per il timore che una quarantena imposta alla cittadina avrebbe ostacolato la vendita del grano raccolto. Dopo lo scoppio della pestilenza molteplici furono le misure adottate: bloccati i viaggiatori provenienti da Napoli o da altre località non muniti di un “Bollettino di Sanità”, rimosse le immondizie, sgombrati gli animali, messe guardie armate all’unica porta lasciata aperta, apposti i sigilli a tutti i fondaci di merciaria e tessuti della città, allestiti, secondo la gravità del contagio, quattro lazzaretti. Alla fine la quarantena della città, prolungata sino al 2 febbraio 1657, riuscì a sconfiggere il contagio dopo aver fatto nella popolazione ben 527 morti. A Napoli il morbo, dopo aver mietuto dalle 240 alle 270 mila vittime, era formalmente cessato nel dicembre dell’anno precedente quando, con solenni festeggiamenti, si dichiarò finalmente concluso lo stato di epidemia.


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REPORT

28 Luglio 2012

Basilicata

Rionero allo specchio in un libro di Donato Sicuro Biografia di una comunità alla ricerca di un primato da tempo perduto di Michele Traficante

“L

e società non si sono mai perdute pe’ vizi delle classi inferiori, ma solo per mancanza di virtù e operosità delle classi dirigenti”. In questa espressione cara a Costantino Baer e a Giustino Fortunato, sta il filo rosso che lega l’analisi e le conclusioni, del pregevole lavoro di Donato Sicuro, insegnante di Lettere emerito della Scuola Media “Michele Granata” di Rionero. “I cardellini non cantano più, dalla rivoluzione al quieto vivere” è il titolo, apparentemente enigmatico, di questo interessante volume dell’esimio professore, uomo di solida cultura ( la copiosa bibliografia del volume ne è una prova), di grande modestia e riservatezza, il quale lo ha pubblicato in proprio con le Edizioni Digital Point 1 di Rionero, “perché non ne poteva più delle sollecitazioni a farlo”. Il volume si compone di due parti; nella prima che prede quasi la metà libro, tratta della scoperta, nel corso di un giro turistico con degli amici in alcune capitali europee, dell’esposizione nel Museo delle Belle Arti di Budapeset di alcuni reperti archeologi trafugati ( scavati direttamente, confiscati o acquistati?) a Rionero nel 1861 dal tenente ungherese Mattyus Izidor in pieno brigantaggio postunitario. Su questi reperti fa bella mostra la targa: “Scoperta degli scavi ungheresi a Rionero 1861”. Si tratta di 23 pregevoli manufatti in ceramica probabilmente del IV-III secolo a. C. portati via da Rionero nell’ottobre 1861 dall’ufficiale magiaro che era al seguito della Legione Ungherese per la repressione del brigantaggio. Donato Sicuro è riuscito a fotografare questi reperti, esposti nel Museo archeologico di Budapest e li ha riprodotti nel volume con le opportune didascalie. La costatazione dell’esistenza di quei reperti, di cui in verità ne aveva già sentito paralare, hanno portato l’autore a porsi tanti interrogativi; sul perché, per esempio, non fossero stati a conoscenza già nel passato a studiosi di cose antiche di Rionero ( da Giustino Fortunato fino a Enzo Cervellino) e come è stato possibile ad “uno straniero” individuare facilmente dove scavare e portare via i preziosi reperti archeologici. Da qui l’interesse di Donato Sicuro di approfondimento e la volontà di fare di conseguenza una ricognizione a 360 gradi dell’importanza storica, culturale ed economica avuta da Rionero nel passato ( già pagus della colonia romana di Venusia) e che, purtroppo, da

qualche tempo, non ha più. “Una zoomata sui modi di fare e di essere dei Rioneresi nel tempo e su alcuni fatti della nostra storia, allorquando ha preso capo quel futuro del paese che. compiutosi, è diventato passato, oppure è ancora in via di continua ri-definizione”. L’autore sogna un avvenire migliore per la comunità rionerese e che “ i sogni si realizzano più facilmente anche cominciando a richiedere la restituzione di quelle ceramiche che da Rionero sono andate via nell’autunno del 1861”. Ed è proprio sull’importanza e necessità di conoscere il nostro passato che, per Donato Sicuro, si può progettare il futuro. “Le società più avanzate - sostiene Donato Sicuro - guardano sempre al passato, riconoscendogli un ruolo rilevante, proprio come le invisibili fondamenta che sorreggono muri e solai di costruzioni altissime o avveniristiche”. Nella seconda parte del volume Donato Sicuro traccia con sagacia, coraggio e senza ipocrisia l’indole sociale e la capacità di “adattamento” dei rioneresi ( solo dei rioneresi?) nel corso del secoli andati e tuttora persistenti. Ne vien fuori un exursus quanto mai interessante che nella sua rivisitazione di eventi storici, di personaggi noti e meno noti porta al convincimento che il popolo non ha mai comandato, ma è sempre servito a far comandare quei pochi borghesi e privilegiati rappresentati dai proprietari terrieri che oggi chiameremmo “la casta”. E parte da lontano Donato Sicuro per dimostrare come il popolo rionerese sia passato “dalla rivoluzione al quieto vivere”, probabilmente per convenienza. Rivoluzione,poi, per modo di dire, visto che in ogni situazione “ a condurre le danze” sono sempre state le classi dirigenti le quale sono sempre state pronte a “cambiar casacca” pur di conservare potere e privilegi. Infatti, già durante il brigantaggio post- unitario mentre i poveri cafoni scannavano e venivano scannati dai piemontesi, “gli uni per cacciare gli invasori e gli altri per catturare assassini senza pietà”, che faceva la borghesia? “La borghesia locale si prodigava nel difendere status e averi ben adattandosi ai mutamenti politici del tempo, per cui era legittimista, quando Crocco occupava paesi e contrade, per diventare liberale con i subentranti piemontesi”. Si pensi che nel 1799 a Rionero, dopo l’elevazione dell’albero della libertà e la costituzione della municipalità repubblicana fu eletto “ ad una sola voce” (?) sindaco il ricco galantuomo Marco Pessolano, riconfermato “nello spazio di un mattino” capo del municipio dopo

l’arrivo di Gerardo Curcio, detto Sciarpa, luogotenente del cardinale Ruffo. E il popolo? Su istigazione dei galantuomini locali pronto a gridare prima “ Abbasso i Borbone! “ e poi “Viva i Borbone!” Insomma “in tutti gli eventi della storia locale, secondo Donato Sicuro, a manovrare il popolo era la borghesia, abilissima nel tessere finissime tele politiche per mantenere inalterato il suo vasto potere di governo della comunità; o la sua longa manus, costituita da gente di fiducia, distribuita con accortezza nei ranghi della Pubblica Amministrazione, quando non era conveniente esporsi direttamente”. Basti considerare com’è finita la faccenda delle quotizzazioni delle terre demaniali dopo la eversione della feudalità ad opera dei francesi del 1806 e la vendita dei beni ecclesiastici dopo il 1866. E così “in ogni comune meridionale, come anche a Rionero, la proprietà della terra resta sempre nella mani di 4° 5 famiglie per lo più imparentate fra loro con opportuni matrimoni d’interesse e con estensioni parentali nei paesi limitrofi”. Pur tuttavia Rionero, grazie all’operosità, all’intraprendenza dei suoi abitanti e alla raffinatezza dei suoi prodotti, ben presto s’impose nell’area del Vulture e non solo nel campo commerciale, artigianale e culturale. Già i tanti viaggiatori stranieri dell’800 decantavano Rionero, da Cesare Malpica a Edward Lear,a Karl W.Schnars ed altri. Il rinomato vino Aglianico, le pregiate acque minerali e i raffinati prodotti artigianali ( ferro battuto, lavorazione del legno ecc.) hanno fatto di Rionero baricentro di attività commerciali, agricole ed artigianali di prima grandezza. Tempi in cui con tanti pippi( creduloni e speranzosi) e c’erano almeno i cardellini ( giovani affabulatori, oratori forbiti e convincenti che davano fiducia). Oggi i cardellini non cantano più. Fino a ieri. E oggi? Severi e impietosi sono i giudizi e le conclusioni di Donato Sicuro al riguardo. “Mutatis mutandis” ( cambiando ciò che c’è da cambiare) non è le cose siano cambiate granché. “La borghesia protagonista per eccellenza, negli ultimi due secoli della vita e delle vicende politiche italiane, è sempre riuscita a prevalere sulle classi sociali, per i mezzi a sua disposizione, orientando le scelte dei governi alle prese con problemi di natura sociale ed economica”. Infatti, secondo Donato Sicuro,“ i grandi proprietari terrieri di ieri e anche tutti i ricchi di oggi, sempre afflitti dall’egoismo di classe, per evitare che le generazioni future di ceto inferiore potessero

o possano in qualche modo o anche indirettamente godere delle loro ricchezze, già si chiedevano e continuano a chiedersi, facendo propria la fulminante battuta di Oscar Wilde, “ ma cosa hanno fatto i posteri per noi?” E ciò avviene grazie ad uno Stato che è sempre stato generoso o distratto nei confronti dei ceti sociali più forti o ben rappresentati nei consessi parlamentari e governativi. Negli ultimi decenni, poi, è stato ancora più prodigo e la borghesia, in tutte le sue definizioni e dimensioni, attraverso norme tributarie a maglie larghe e condoni di vario tipo, ha goduto e gode - ovvero il passato che non passa - di invidiabili vantaggi e condizioni fiscali negati ad un comune contribuente con cespiti da

lavoro dipendente”. E a Rionero cosa sta succedendo negli ultimi anni? Qui le considerazioni di Donato Sicuro si fanno amare nel constatare lo stravolgimento sociale, urbanistico, etico e politico con la distruzione di ciò che si aveva d’importante ( e simbolico) sul piano delle buone tradizioni, di artistico, di artigianale, di produttivo ecc. Conseguenza di una popolazione “assuefatta al quieto vivere” e di una classe dirigente inadeguata ed incapace di portare la Città ai fasti di un tempo. Sono in circolazione ( non solo a Rionero, in verità) non pochi trovalatonza( persone e politici inaffidabili, che promettono e non mantengono, capaci di confondere le idee, votati alla difesa del proprio tornaconto

personale ) poco interessanti al bene comune. Il tutto a discapito di un effettiva elevazione morale e civile della comunità. “Noi che oggi siamo i posteri dei Rioneresi di qualche secolo fa, sostiene Donato Sicuro, stiamo facendo poco o nulla per mantenere in vita i loro costumi, le loro attività, le buone tradizioni”. “Nel passato solo la borghesia redditiera e parassitaria, oggi in compagnia di parvenus di varia origine e provenienza sociale”. E’ l’amara conclusione dell’autore che pure spera in un futuro migliore per Rionero. Un libro, questo di Donato Sicuro, da leggere, da rileggere e, soprattutto, da meditare.


Hanno contribuito alla manifestazione gli sponsor, i commercianti e i residenti


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Basilicata

SECONDA DIVISIONE

Il Melfi suona l’adunata In settimana il raduno e il 19 agosto in campo per la Coppa Italia

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opo la felice riconferma avvenuta ormai quasi due mesi fa, mister Leonardo Bitetto, tecnico pugliese tra i più esperti ed accreditati per la categoria e, soprattutto, uomo del miracolo della scorsa stagione, perché capace di ridare vigore ad una squadra che sembrava condannata ai play out e di conquistare la salvezza con ben due giornate di anticipo, ha ritrovato i suoi uomini giovedì 26 luglio scorso, quando in tarda mattinata la preparazione precampionato del Melfi ha preso ufficialmente inizio. Tra una decina di nomi noti e qualche nuova presenza (Massimo Conte e Luca Locci, provenienti rispettivamente dall’Isola

Liri e dalla Primavera del Bari), la società giallo verde sta lavorando per reperire le ulteriori risorse necessarie per affrontare al meglio la decima avventura tra i professionisti: linea verde confermata; la società intende infatti avvalersi nuovamente di nuovi under di buona prospettiva da valorizzare, che dovranno andare a rimpinguare tutti e

tre i reparti. Verosimilmente in questi giorni le prime conferme, considerato che si deve già pensare alle forze da schierare in campo, in vista dell’impegno di Coppa Italia Lega Pro. Mercoledì è stato infatti reso noto il calendario della prima giornata della Fase Eliminatoria della competizione. “Le successive giornate di gara - come recita il comunicato ufficiale - verranno determinate in relazione ai risultati delle gare della prima giornata”. Al Melfi è toccato il Girone “O”, al fianco di Martina Franca e Salerno. Proprio contro i campani, i lucani dovranno vedersela per la prima ‘uscita’ che conta, in attesa di riprendere con il campionato il 2 settembre.

CALCIO A CINQUE

Pronti all’Amatori Footsal “trofeo Bi3” E via alle iscrizioni

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a Virtus Matera, in collaborazione con il media partner www. SassiLive.it, organizza per la stagione 2012-2013 il campionato di calcio a 5 Amatori Footsal “trofeo Bi3”. Il torneo si svolgerà presso il centro sportivo Gaetano Scirea, sulla strada statale 7 in direzione Laterza. Il torneo prevede l’assegnazione di premi per le prime classificate, che si classificano alle fasi interregionali del torneo CSI. Riconoscimenti saranno inoltre assegnati al capocannoniere del torneo, al miglior portiere e al miglior giocatore. La mission del campionato di calcio a 5 Amatori Footsal “trofeo Bi3” è quella di promuovere l’attività sportiva, coinvolgendo il tessuto economico e sociale del territorio. Pertanto, il Gruppo Sportivo Virtus Matera ha deciso di consolidare le collaborazioni con il mondo delle istituzioni, delle associazioni e

dell’imprenditoria che hanno a cuore l’educazione sportiva, favorendo quei processi di relazione e sviluppo tra

le differenti comunità. Per meglio testimoniare la mission del progetto, Virtus Matera ha attivato partership con Bi3, Scuola di management, che da tempo si occupa di divulgare e sviluppare la cultura d’impresa nel nostro territorio. L’organizzazione di un evento sportivo a carattere aziendale rappresenta

un costante elemento di interazione tra le persone ed un importante veicolo di promozione dell’azienda stessa e il torneo Amatori Footsal rappresenta la scelta ideale per raggiungere gli obiettivi prefissati. Queste le regole del torneo che partirà a settembre 2012 sui campi del centro sportivo Gaetano Scirea: Categoria Over (nati dal 1994) senza la possibilità di schierare tesserati FIGC; partecipazione di un numero di squadre da definire, compreso tra 12 e 20; unico girone con partite di andata e ritorno; possibilità per la vincitrice di accesso alle fasi interregionali. Per informazioni e iscrizioni al torneo Amatori Footsal “trofeo Bi3” di calcio a 5 si può contattare il signor Nico Taratufolo al numero 328.8486450, oppure è possibile rivolgersi presso la sede sociale della Virtus Matera in via De Robertis dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20. Le iscrizioni si accettano fino al 31 agosto 2012.

calci in cu...rva a cura di tony pezzotta

Potenza, io speriamo che me… La Cava I

nizia l’avventura calcistica per il calcialingo lucano. Arma e bagagli il pantofolaio del calcio lucano si predispone ad affrontare una vacanza studio al fianco dei rossoblù del Città di Potenza. Destinazione: Monte San Giacomo. Il centro del salernitano, dal 30 luglio, ospiterà, infatti, i calciatori potentini agli ordini di mister Sergio La Cava. C’è tanto entusiasmo nell’intera comitiva rossoblù, alla vigilia di un campionato che si annuncia di rilancio per le quotazioni del calcio a Potenza. Si profila un girone di ferro, considerando che vi prenderanno parte diverse società blasonate, finite nell’inferno dei dilettanti nazionali, a causa di fallimenti gestionali. Il calcio, oggi, è anche questo. Intanto, arrivano i primi calciatori che indosseranno una rinnovata casacca rossoblù in serie

D. C’è Pippo Tortora, un gradito ritorno e ci sono pure tanti baldi giovani, animati da notevole entusiasmo e visibile desiderio di affermarsi, in una piazza

importante come Potenza. Sul piano organizzativo la società del presidente Pasquale Capobianco si è adeguatamente attrezzata per reggere l’urto della categoria superiore. C’è stato l’ingresso di nuovi soci e anche lo staff di comunicazione e marketing si è infoltito. Il recluso per

calcio non può che rallegrarsi per questo approccio alla nuova stagione della sua squadra del cuore. Lui ha già scelto: per quest’anno il suo leone rampante parte da Potenza Città. Una stazione, una valigia, un sogno. Il Città di Potenza entra, a pieno titolo, a popolare i suoi sogni di gloria rossoblù. A guardare quei volti nuovi e motivati, nel corso della conferenza stampa di presentazione, nella sala dell’Arco a Palazzo di Città, il calcialingo si commuove. Era da anni che non gli accadeva di emozionarsi per un avvio di stagione che si annuncia carico di significato e di speranze. Fissa con occhi lucidi il nuovo mister, Sergio La Cava e pensa, tra sé e sé domandandosi: “E tu che farai quest’anno”? La risposta introspettiva giunge puntuale, alla Marzullo, in un idioma italpotentino: “Io, speriamo che me La Cava”.

All in a day, arrivederci al 2013

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uattordici squadre di calcio a 8 e sei formazioni di basket riaccendono la passione per lo sport nella seconda edizione di All in one day, che conferma le attese della vigilia e regala a pubblico e protagonisti un evento divertente per sette ore consecutive sui campi del Centro Sportivo Gaetano Scirea. Soddisfazione viene espressa dall’organizzatore Bruno Continisio, che ha scelto ancora una volta la Virtus Matera per coinvolgere circa 300 atleti, tra amatori e appassionati di calcio e basket in una giornata all’insegna del fair play e del divertimento. A trionfare nel torneo di calcio a 8 è stata l’Olanda di Roberto Rizzelli: un dream team composto dal capitano Pasquale Martinelli e da altri atleti materani tra cui Leo Chisena, Vito Montemurro e Nicola Volpe, pronti a deliziare il pubblico con giocate di altissimo livello. In seconda posizione si è piazzata la Polonia, terzo è arrivato il Portogallo mentre la Croazia ha terminato il torneo al quarto posto. Miglior giocatore è stato nominato Daniele Pietracito, miglior portiere Vincenzo Cappiello mentre il titolo di capocannoniere è stato assegnato a Nicola Volpe. Nel basket ha vinto il team della Croazia composto da Giuffrida, Ambrosecchia, Albanese e Di Marzio, che hanno battuto in finale la Svezia, guidata dal capitano bernaldese Giuseppe Visceglia, nominato miglior giocatore del torneo. Terza la Lituania, quarta l’Italia. Miglior giocatore è stato eletto proprio Giuseppe Visceglia. Una formula vincente, quella riproposta anche quest’anno con All in a day, che ritornerà puntuale anche nel 2013.


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volley

B1M - Energy Italia 01 a tutto “mercato” A

ncora un allenamento estivo per la Energy Italia 01 e ancora un’altra occasione per Mario Marolda di osservare da vicino gli atleti con cui costruire la squadra della prossima stagione. Mercoledì pomeriggio, presso il PalaPergola di Potenza, il nuovo allenatore della Virtus ha avuto di nuovo la possibilità di valutare le potenzialità dei quattro ragazzi del settore giovanile (Cuccarese, Raciti, Pacilio e Calabrese), che da Settembre saranno aggregati alla prima squadra, ma soprattutto ha visionato Michele Ripa (l’anno scorso a Turi in B2), uno dei nomi in ballo per il ruolo di centrale nella Energy Italia 01 2012/2013. Infatti, con Mario Ferraro accasatosi a Brolo in A2 e con le quotazioni di Ivan Cuomo in leggera discesa, saranno Giuseppe Saccone, Michele Ripa e Michele Mancini a contendersi le due maglie da centrale titolare

per la prossima stagione, con il possibile inserimento del giovane Luca Pierangeli (classe 1993, 196 cm di altezza, l’anno scorso a Mottola in B2) a completare l’organico a disposizione per il ruolo. Mercoledì è stato però soprattutto il giorno di Luca Nuzzo: l’opposto ex nazionale

italiana, già protagonista due campionati fa della splendida cavalcata che portò la Virtus alle soglie della serie A2, è stato, infatti, a Potenza a presenziare all’allenamento e potrebbe

ancora difendere, dal prossimo Settembre, lo stemma con il leone rosso su fondo blu. Manca solo la firma ma intanto è arrivata la riconferma di Leonardo Parisi in regia, palleggiatore classe 1985. Saranno inoltre quattordici le squadre che andranno a comporre il Girone C della B1

Maschile stagione 2012/2013. La Energy Italia 01 Virtus Potenza si ritroverà ad affrontare anche quest’anno la Gaya Energy Casandrino (una delle più accreditate per la vittoria

RUGBY

finale), la Serapo Volley Gaeta e la MyMamy Reggio Calabria (ripescata). Sono cinque, invece, le neo promosse dai Campionati di B2 dello scorso anno: si tratta delle siciliane Giarratana Volley e Pallavolo Messina, delle laziali Pallavolo Monterotondo e Libertas Genzano e della pugliese Gec Squinzano. Completano il girone la MaterDomini Castellana Grotte, la Domar Volley Altamura, la Filanto Casarano, la Pallavolo Martina Franca e la De Seta Casa Cosenza, tutte inserite in seguito a ripescaggio. Si parte il 13 Ottobre, dal Lazio alla Sicilia le quattordici compagini si sfideranno sui parquet per una promozione diretta e due posti nei play-off, sono quattro, invece, le retrocessioni previste. La stagione della Energy Italia Virtus Potenza inizierà Lunedì 3 Settembre, data in cui partirà la preparazione atletica agli ordini del Prof. Giuseppe Scelsi e sotto lo sguardo attento del nuovo Coach Mario Marolda.

MOTORI

Postiglione perde la ‘testa’ Accolto l’appello dell’Antonelli Motorsport: il potentino ora è secondo

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ostiglione perde la leadership del Campionato Italiano Porsche Carrera Cup a tavolino dopo 16 giorni dall’ultima gara di Misano. Il 9 luglio, alla fine del week end di gare, Postiglione era passato in testa al campionato grazie ad un primo posto in gara 1 ed un terzo posto in gara 2. Ma l’Antonelli Motorsport ha presentato appello

alla decisione n. 3 dei commissari sportivi della Csai che aveva squalificato da gara 1 Malucelli per comportamento antisportivo nei confronti dell’avversario diretto Mancinelli. Il provvedimento, che verrà discusso dal Tribunale Nazionale d’Appello in una seconda fase (si parla addirittura di fine settembre), determina il congelamento della classifica. In

virtù di questo provvedimento, Matteo Malucelli che aveva concluso Gara 1 al secondo posto, venne riammesso in griglia di Gara 2 non ultimo, ma in quinta piazza, per effetto dell’inversione dello schieramento dei primi sei piazzati. Il ricorso gli ha concesso anche i 15 punti che aveva ottenuto con il secondo posto di gara 1. Inutile dire che la decisione lascia l’amaro in bocca al sempre corretto Postiglione, mai incappato fin qui, come negli anni precedenti, in squalifiche di questo tipo. Quest’anno invece i ricorsi fioccano e a farne le spese stavolta è Postiglione che, seppur non interessato direttamente dalla diatriba tra Malucelli e Mancinelli, si vede sottratta la vetta del campionato. Il pilota potentino ha commentato così: “E’ assurdo un comportamento da parte dei commissari e dei giudici, non si può rinviare a fine settembre

l’esito del ricorso, ci saranno altri 6 round fino ad allora, ed io non saprò se i miei 74 punti fin qui ottenuti saranno sufficienti per esser primo o avranno la forza di contenere solo il secondo posto. Non mi è piaciuta la cosa e per la prima volta mi lamento a chiare lettere perché cosi si falsano i campionati, e non è corretto nei confronti dei piloti tutti oltre che dei team che tanto lavorano affinché tutto si svolga in maniera leale e corretto.” Comprensibile l’amarezza di Postiglione che dovrà impegnarsi ancora di più per recuperare il gap da Malucelli, senza aspettare la decisione del Tribunale Nazionale d’Appello che giungerà quando mancherà solo una prova alla fine. Prossimo appuntamento in pista con il campionato Porsche Carrera Cup il 4 e 5 agosto a Zeltweg in Austria.

Domani il Trofeo Beach Rugby “Il Faro E’” Alla terza edizione il torneo organizzato dal Cus Potenza

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state tempo di vacanze, ma non per i leoni potentini del CUS Potenza Rugby. Infatti, la società nero verde per la giornata di domenica 29 luglio ha organizzato la terza edizione del Trofeo Beach Rugby “Il Faro E’”, presso l’omonimo stabilimento di Scanzano Jonico. Questa terza edizione va a consolidare l’ormai forte collaborazione tra la società potentina e il responsabile del lido Alessandro Quaranta, il quale si è reso subito disponibile nonché entusiasta per questa nuova edizione. Dopo gli appuntamenti del 2010 e del 2011, anche in questa edizione gli organizzatori hanno ricalcato lo scopo di questo torneo “in casa”, ovvero senza nessun tipo di competizione e al solo scopo di divertirsi. La formula della giornata sarà però diversa rispetto a quella utilizzata nelle due precedenti edizioni. Infatti, visto l’elevato numero di adesioni riscontrate sia in casa nero verde che in altre società amiche, quest’anno si assisterà alla formazione di due gironi all’italiana da tre squadre, con scontri diretti al mattino e creazione di due classifiche; nel tardo pomeriggio per definizione della classifica finale si procederà con scontri incrociati; il match clou della giornata sarà sicuramente quello che vedrà le prime due classificate dei due gironi che si scontreranno per la conquista del trofeo. Alla fine della giornata, durante il Terzo Tempo, come nelle scorse edizioni, vi sarà la premiazione di tutte le squadre ed anche del miglior giocatore del torneo, che sarà scelto dai capitani con anche il voto del pubblico, che si spera numeroso. Come già anticipato e sulla scia della scorsa edizione, ci sarà la gradita presenza al torneo di alcuni giocatori di squadre amiche come la Federiciana Rugby di Gioia del Colle, già

presente l’anno scorso, l’ASD Oppido Rugby e alcuni membri della Nafta Brindisi Rugby, che assieme ai leoni nero verdi daranno vita ad una sana giornata di sport e divertimento. “Questa terza edizione va a confermare il forte legame di collaborazione che c’è tra la nostra società e Alessandro Quaranta, proprietario del lido Il Faro E’ – è stata la dichiarazione della dirigenza nero verde – Il nostro scopo rimane quello di sempre, ovvero divertirci anche d’estate e soprattutto di promuovere il rugby in aree della regione dove la palla ovale è poco conosciuta. Abbiamo poi quest’anno avuto molte richieste di partecipazione, sia da parte di nostri giocatori che, e soprattutto, da parte di società amiche, a riprova che l’appuntamento sulla spiaggia organizzato dalla nostra società sta diventando col tempo sempre più conosciuto ed importante. Come negli anni precedenti, si manterrà lo stesso spirito con cui è nato il trofeo, ovvero niente agonismo bensì solo puro divertimento. A riprova di questo, gli atleti partecipanti si mischieranno senza tener conto delle squadre di appartenenza” “Il poter organizzare nuovamente presso la mia struttura il Trofeo Beach Rugby del CUS Potenza Rugby è un onore nonché un piacere – ha poi dichiarato il proprietario del lido “Il Faro E’” Alessandro Quaranta – Quando ci siam sentiti con la dirigenza potentina, sono stato ben felice di dare la mia disponibilità, vista l’ottima riuscita delle scorse edizioni. Spero che anche negli anni futuri si possa ripetere questa bellissima esperienza al fine di far diventare questo trofeo un punto fisso dell’estate lucana e del rugby nella nostra splendida regione”







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Teresa Musco e le anime purganti ottobre del 1951 iniziano le sofferenze, una strana malattia la costrinse a letto, e poiché le si manifestano periodicamente delle suppurazioni in varie

offrendo le sue sofferenze per la conversione dei peccatori. Mons. Nicola De Girolamo, vescovo diocesano di Caiazzo le amministra il sacramento

parti del corpo, doveva di volta in volta, sopportare i tagli del chirurgo, i quali con il passare degli anni ammontarono a più di cento. Questo martirio si protrasse sino all’età di venticinque anni. Da bambino si era consacrata al Signore

della Cresima il 30 ottobre 1953. Mons. Pasquale Mone, il 31 maggio 1964, le consente di unire al voto di verginità anche quello di “vittima” e il 31 maggio 1966 fa l’offerta spontanea e totale della sua vita spirituale a vantaggio dei

A cura di don Marcello Stanzione esperto di demonologia ed angelologia

T

eresa Musco nacque a Caiazzo (CE) il 7 giugno 1943 da modesti agricoltori, Salvatore e Rosa Zullo. Il 13 giungo 1943 riceve il Battesimo nella Chiesa parrocchiale di San Pietro. In casa erano ben sei figli. L’unica sua sorella si fece Suora della carità. Le ristrettezze familiari si ripercossero in lei fin dalla più tenera età. Mons. Pasquale Mone le amministra il sacramento dell’Eucarestia l’8 maggio 1951 e Teresa annota nel suo Diario: “il giorno più bello della mia vita”. Il 30

sacerdoti. Nel 1968 si trasferì a Caserta. Si adoperava nel migliore dei modi per rendersi utile agli altri. La sua giornata aveva come punti fermi: la partecipazione alla Messa e una continua unione col Signore nella preghiera e nella offerta delle sue azioni e nell’accettazione gioiosa di ogni motivo di sofferenza. Quest’ultima le aveva conferito una tale maturità e conoscenza della vita per cui era diventata madre, sorella, consigliera ascoltata da tante persone. Volle iscriversi al Terzo ordine di. Francesco. Nel 1971 ratificò la sua consacrazione al Signore, in forma ufficiale, nel Santuario Mariano di Leporano (Camigliano CE) alla presenza di alcuni amici. Gli ultimi cinque anni che seguirono, fino alla morte, furono un continuo salire con Cristo Crocifisso la vetta del Calvario fra sofferenze fisiche e morali che talvolta parevano schiacciarla e che lei, con l’aiuto della Grazia, riusciva coraggiosamente, non solo a sopportare ma anche a nascondere a chi le viveva

vicino. Tante manifestazioni riscontrate nel suo corpo e nella sua casa durante la sua vita rivelano una viva partecipazione al mistero della Redenzione. Nel 1974 iniziò a farsi strada nel suo corpo, già tanto provato,una grave insufficienza renale. Si spense a Caserta all’età di 33 anni, come aveva predetto da bambina, il 19 agosto del 1976. nascosta, umile, sconosciuta ai più, i suoi funerali inspiegabilmente, da notare che si era nella settimana di ferragosto, chiamarono una folla immensa. Numerosa la partecipazione dei fedeli alle Messe esequiali in ogni anniversario del suo ritorno alla Casa del Padre. Nella sua vita appare la sua completa ed eroica uniformità ai voleri di Dio e di riflesso verso il prossimo. Rivive la passione di Gesù accettando ogni tipo di sofferenze morali e fisiche pur di salvare anime. Il messaggio della vita di Teresa è sulla scia di quello recatoci da Gesù, messaggio proposto a tutti gli uomini attraverso la Croce. Così ella dimostra con la sua vita, pagando di persona, che non vi è amore più grande di colui che si dona agli altri. Le sue vive preoccupazioni, nell’offerta continua di preghiere e di sofferenza di ogni genere, erano rivolte per la Chiesa, per il Papa, i vescovi e sacerdoti. Immancabile il suo invito a quanti l’avvicinavano a pregare per le vocazioni.

la sentenza di Bologna alla pagina 191, ne fa chiaro cenno, confermando il convincimento degli eversori neri di poter contare sull´importante protezione di un magistrato affiliato ad una potentissima loggia massonica, e risultano agli atti dichiarazioni assai gravi relative ad autorizzazioni di intercettazioni telefoniche non concesse ed ordini di cattura non emessi segnatamente vedasi atti delle deposizioni Cherubini e Carlucci. Vedasi anche deposizione Filastò 3 luglio 1981 resa al dr. Cappelli della Procura della Repubblica di Arezzo. Il dato, è dimostrativo di una di quelle “opinioni” o “stati d’animo” significativi, fondati o meno che siano, che legittimamente una commissione d´inchiesta accerta e da cui altrettanto legittimamente trae motivi di convincimento. Il primo è che la pista della Loggia P2 e di Licio Gelli fu seguita in fase istruttoria dai magistrati bolognesi che indagavano sulla strage dell’Italicus e che chiesero notizie in proposito al SID: il Servizio, che, come ben messo in risalto in altra parte

della trattazione, era assai più che documentato in proposito, altra risposta non fornì se non quella, già ricordata, di nulla sapere riportandosi a quanto diffuso dalla stampa. Secondo elemento di estremo interesse è quello riguardante i rapporti fra l´Ispettorato antiterrorismo ed i già ricordati ambienti della magistratura aretina. Il commissario De Francesco che, per incarico di Santillo, seguiva la pista piduistica di Arezzo, in stretta collaborazione con i magistrati bolognesi, ebbe uno scontro violentissimo con un magistrato aretino che lo accusò, convocandolo in questura nel cuore della notte di violare il segreto istruttorio all´uopo, vedansi la deposizione Zanda 23 novembre 1982 al sostituto procuratore della Repubblica di Bologna e Carlucci 10 febbraio 1982 alla Assise di Bologna. L’incidente, che comprometteva in loco i rapporti tra magistratura e polizia, condusse al richiamo a Roma del commissario De Francesco da parte di Santillo per ordine superiore (cfr. deposizione del De Francesco al dott. Persico 9-6-1981), con conseguente accantonamento di una “pista” pur così sagacemente fiutata dal capo dell’antiterrorismo. Dunque, venne negata dai Servizi ai giudici bolognesi

Esempi come quelli di Teresa Musco, ripropongono con forza il mistero e il ruolo del dolore nel progetto di Dio, il grande discorso dell’alleanza viva della Passione di Cristo. Teresa aveva una particolare devozione per le anime purganti. Il 2 novembre 1962, non potendo portarsi al Cimitero, si unì “spiritualmente” alle anime del Purgatorio. “E’ veramente bello – diceva – offrire non fiori mondani ma preghiere e sofferenze per le anime del Purgatorio”. Elle prime ore pomeridiane, mentre era assorta in preghiere di suffragio, vede la sua cameretta gremita di persone…Dinanzi ad un tale spettacolo, le uscì un grido di gioia, la salutano dicendo: “Ci hai liberato dalle pene del Purgatorio!...”. Dopo pochi attimi, tutte quelle persone scompaiono…Era uno dei frutti della sua pesantissima croce. Questa visione servì non poco a rendere sempre più viva ed operosa la sua redenzione verso le anime del Purgatorio, e ad eccitarla ad offrire preghiere e sofferenze a loro vantaggio. Meta dei suoi guadagni, frutto dei suoi lavori di ricamo, erano da lei destinati per la celebrazione di sante Messe. (Diario, p. 1710).

Ancora sull’Italicus

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crivono ancora, i giudici bolognesi: (pagg.1314) “Premesso doversi ritenere manifesta la natura politica dell’orrendo crimine di che trattasi (anche in assenza di inequivoche rivendicazioni), data la natura dell´obiettivo colpito e la gravità delle prevedibili conseguenze della strage sul piano della pacifica convivenza civile (fortunatamente poi risultate assai modeste per la “tenuta” della collettività) e dato l´’inserimento dell´attentato in un contesto di analoghi crimini politici verificatisi in Italia negli anni 19741975 (si pensi alla strage di Piazza della Loggia ed alle bombe di Ordine Nero)”; ed ancora: (pag. 15) “è pacifica l’immediata ascrivibilità del fatto ad un’organizzazione terroristica che intendeva creare insicurezza generale, lacerazioni sociali, disordini violenti e comunque (nell’ottica della cosiddetta strategia della tensione) predisporre il terreno adatto per interventi traumatici, interruttivi della normale, fisiologica e pacifica evoluzione della

vita politica del Paese. Ebbene, non è dubbio che, nel variegato quadro delle organizzazioni terroristiche operanti in Italia negli anni in cui fu eseguito il crimine al nostro esame, l’impiego delle bombe e la loro collocazione preferenziale su obiettivi “ f e r ro v i a r i ” caratterizzasse, usualmente, gruppi di ispirazione neofascista e neonazista (si ricordino gli attentati sulla linea ferroviaria Roma-Reggio Calabria in occasione dei disordini di Reggio Calabria e dei successivi raduni, il mancato attentato in cui venne ferito Nico Azzi, l’attentato di Vaíano, rivendicato dalle Brigate Popolari Ordine Nuovo, gli attentati dicembre 1974-gennaio 1975, per cui furono condannati dalla corte di assise di Arezzo proprio Tuti e Franci) e che fra tali gruppi debba annoverarsi come già

vivo e vitale, nell’agosto 1974, quello ricomprendente Tuti e Franci”. Concludono peraltro malinconicamente i giudici bolognesi con la constatazione di un limite

invalicabile alla loro indagine, costituito dal fatto che: “l’imputazione riguarda solo esecutori materiali e non, ahimè, lontani mandanti”. Già tanto potrebbe bastare per legittimare le conclusioni dianzi anticipate. A ciò, aggiungasi che sospetti di protezione dell´ultradestra eversiva gravano su ben individuati uffici della magistratura aretina. Persino

la conoscenza delle notizie su Licio Gelli che essi detenevano e che nei loro confronti venne attivato quel cordone sanitario informativo le cui ragioni sono state prima estesamente individuate, e che adesso viene operando nei confronti del giudice inquirente che indagava sul caso dell’Italicus. Appare in secondo luogo che il filone investigativo Gelli-Loggia P2 venne anche in questo caso specifico, individuato dall’unico apparato investigativo , ossia l´ispettore Santillo il quale autonomamente arrivò ad intuire il valore di questa organizzazione e del suo capo perseguendola con costanza nel tempo. In afferenza a quanto sinora letto, si legge nella relazione della Commissione: “Quanto sopra esposto ci mostra che, alla certezza raggiunta dai giudici bolognesi sul coinvolgimento piduista nella strage dell´Italicus attraverso prove storiche, si aggiungono i risultati ai quali la Commissione d´inchiesta è pervenuta attraverso prove critiche, tutte gravi, precise, concordanti e che quella certezza già acquisita, quindi, corroborano ed arricchiscono di particolari.”


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Il 30 luglio sull’isola Tiberina una serata evento con l’Apt

IN PLATEA MULTI CINEMA RANIERI TITO SCALO - PZ

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l prossimo 30 Luglio, alle 20.30 sull’isola Tiberina, nell’area Schermo Tevere, si svolgerà una serata evento in cui l’Agenzia di promozione del territorio della Regione Basilicata proporrà l’offerta per un “cineturismo” ed una vacanza dinamica e variegata per chi scelga la destinazione Basilicata. A darne notizia la stessa Apt. “Sarà quella del 30 luglio – fa sapre l’agenzia in una nota - l’occasione per raccontare attraverso l’esperienza delle manifestazioni organizzate in diverse aree della Basilicata quanto in questo territorio del Mezzogiorno d’Italia si incontrino culture, esperienze, volontà che lavorano e promuovono il cinema, ed assieme le nuove leve del panorama cinematografico. A fare gli onori di casa sarà Gianpiero Perri, direttore generale dell’Agenzia di promozione del territorio, che per il secondo anno ha voluto che la Basilicata fosse presente a Roma, durante l’Isola del Cinema, che lui

stesso definisce una preziosa opportunità per presentare ad un pubblico molto vasto proveniente da tutto il mondo la magia di un territorio quale quello della Basilicata, spesso immortalato in famose sequenze cinematografiche ma che ancora si fatica ad identificare come lucano. Il cinema è in grado di offrire certamente una marcia in più al turismo, perché capace di solleticare le corde delle emozioni e dei ricordi che tutti noi riviviamo quando possiamo ritrovarci nei posti che le hanno determinate. Sarà Laura Delli Colli ad introdurre gli ospiti della serata e presentare le iniziative promosse, mentre sarà affidato in diretta al duo di attori Emanuela Rossi e Francesco Pannofino, un particolare annuncio - conclude l’Apt assolutamente da non perdere, scegliere la Basilicata per una vacanza indimenticabile.”

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Bad Brains (“Cervelli Malati”), come dice anche il nome, erano un gruppo di pazzerelli che nei primi anni Ottanta suonava un punk-hardcore sfrenato, a tutt’oggi riconosciuto fra i capisaldi del rock “pesante”. Ma i membri della band, attiva in America, non erano punk, metallari o capelloni biondi dall’aria un po’ coatta, bensì musicisti di colore, devoti alla religione Rastafariana. Gli appassionati del genere rock duro sicuramente conosceranno gli album dell’insolito, ma seminale gruppo. Lo stesso non potrà dirsi, probabilmente, per le escursioni soliste del vocalist della band, un tizio dalla voce formidabile che si faceva (e si fa) chiamare HR (“Human Rights”) Il bello (anzi, il brutto) è che neanche molti fan del reggae (almeno qui in Italia) conoscono i dischi di questo personaggio, che abbandonò il gruppo (salvo tornarci a più riprese) proprio per suonare la musica “rasta” per eccellenza. Il che ci porta a riscoprire questo disco di HR targato 1990, e intitolato “Charge”, in cui il cantante dalla voce incredibile (con tanto di urla, falsetti e chissà cos’altro), come da premesse mette da parte il punk-hardcore per dedicarsi esclusivamente al reggae. Il tutto condito, ovvio, con iniezioni di rock che si avvertono soprattutto nei cambi e negli assoli di chitarra. In ogni caso, le basi sono scarne, rilassate, e il titolare del disco impressiona davvero con le sue doti e la sua capacità di dare vita a brani che rimangono impressi. L’album merita di essere riscoperto perché è un piccolo capolavoro di reggae rockeggiante ed “internazionale”.


C O M U N E DI P O T E N Z A AVVISO ALLA CITTADINANZA ASSEGNAZIONE DI SEPOLTURE AL NUOVO CIMITERO Si avvisa la cittadinanza che è possibile presentare domanda di assegnazione di sepolture. Con convenzione Rep. N. 14941 del 27.04.2009 il Comune di Potenza ha affidato in concessione i lavori per la progettazione, realizzazione e gestione del Nuovo Cimitero Comunale, in località C/da Montocchino, alla Società Nuovo Cimitero di Potenza di Socomer G. L. srl . Il progetto definitivo approvato il 07.04.2010 prevede la realizzazione di loculi, cappelle gentilizie, cappelle di famiglia, cellette ossario e fosse. Il costo stabilito per ciascuna tipologia è quello riportato nella sottostante tabella: Prezzo* € 10% caparra concessione per 30 anni di loculo in 1° fila 3.780,00 378,00 concessione per 30 anni di loculo in 2° fila 4.300,00 430,00 concessione per 30 anni di loculo in 3° fila 4.300,00 430,00 concessione per 30 anni di loculo in 4° fila 2.940,00 294,00 concessione per 99 anni di cappella gentilizia 10 loculi + 16 ossari 58.950,00 5.895,00 concessione per 99 anni di cappella di famiglia tipo 8 loculi + 8 ossari 43.640,00 4.364,00 concessione per 99 anni di cappella di famiglia tipo 4 loculi + 4 ossari 24.760,00 2.476,00 concessione per 30 anni di celletta-ossario o cinerario 236,00 23,60 concessione per 10 anni di fossa 294,00 29,40 * oltre iva come per legge Gli interessati potranno presentare la domanda di concessione presso la sede del concessionario NUOVO CIMITERO DI POTENZA DI SOCOMER G. L. srl, ubicata in Potenza alla Via Matera presso Parcheggio UNO Rione Mancusi – negli orari di apertura al pubblico dal martedì al giovedì dalle ore 9,30 alle ore 12,30 ed il mercoledì dalle ore 15,00 alle 16,30. Il progetto potrà essere visionato sul sito internet www.socomer.it oppure sul sito internet del Comune di Potenza www.comune.potenza.it area tematica servizi cimiteriali. CONDIZIONI PER L’AMMISSIONE DELLA DOMANDA 1. Gli assegnatari dovranno essere residenti o aver avuto la residenza o aventi parenti residenti nel Comune di Potenza. 2. Ogni soggetto potrà risultare assegnatario di n. 1 (uno) loculo e di un ossario per ogni componente il suo stato di famiglia o di una cappella. 3. L’assegnazione potrà avvenire solo ed esclusivamente in favore di un soggetto. 4. L’assegnazione potrà altresì avvenire a favore di soggetti defunti su richiesta del familiare. 5. E’ fatto assoluto divieto di cessione, a qualunque titolo, della prenotazione e/o concessione. 6. E’ condizione di ammissibilità della domanda il versamento del 10% del costo di concessione a titolo di deposito cauzionale come dettagliato in tabella. 7. La durata della concessione decorrerà dall’utilizzo della stessa. 8. La scelta della sepoltura avverrà con il criterio cronologico di presentazione della domanda. L’Ufficio del Concessionario del Nuovo Cimitero Comunale di Potenza è a disposizione per fornire tutti i chiarimenti (e-mail: nuovocimiterodipotenza@socomer.it, tel. 0971/273524) e ha la sede in Potenza alla via Matera c/o Parcheggio Uno (Rione Mancusi). Potenza, 10/01/2012 Il Concessionario Nuovo Cimitero di Potenza s.r.l.


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REPORT

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Gli “originali” del fumetto in mostra a Potenza Il 9 agosto presso “Comicstore” in Via Mazzini, la personale del collezionista Saverio Cabese

S “Wolverine” di Buscema

“Zora” di Biffignardi

averio Cabese è un giovane e bravissimo fumettista/disegnatore del capoluogo, ma è anche un grande collezionista di “tavole” e disegni originali, raccolti in giro per fiere, convention o acquistati nel giro dei collezionisti. L’autore e collezionista potentino esibirà il 9 agosto prossimo, presso la fumetteria “Comicstore” di Giulio Laurenzi in via Mazzini a Potenza, una parte degli originali in suo possesso, nel corso di una speciale rassegna denominata “Internazionale Fumettarte”. L’appuntamento rientra nel ricco cartellone degli eventi di “Un’estate in fumetteria”, messo su con grande riscontro da Giulio Laurenzi, noto anche come abile vignettista. In anteprima su Controsenso, Cabese ha voluto annunciare agli appassionati di fumetto locali quali saranno le tavole messe in esposizione. Ecco l’elenco completo Pannello 1 (Americani) Hellblazer n. 276 pag. 17 di Simon

Bisley Watchmen n.3 pag. 27 color guide di John Higgins Dedica di Dave McKean raffigurante Batman Wolverine, Marvel comics presents n.38 pag. 28 di John Buscema Pannello 2 (Stranieri Vari) Dedica di Moebius raffigurante Arzach (Francia) Dedica di Song Yang (Cina) Dedica di Tony Sandoval (Messico) Illustrazione di Mike Hoffman raffiguranteVampirella, Pannello 3 (Erotici 70) Copertina Zora n. 94 di Alessandro Biffignandi Copertina Cimiteria n. 53 di Alessandro Biffignandi Cimiteria n. 20 pag. 101 di Carlo Panerai Biancaneve n.2 pag.1 di Leone Frollo Ulula speciale n. 33 pag. 113 di Giovanni Romanini

Pannello 4 (Bonelli) Dylan Dog n. 122 pag. 29 di

Geppo tavola di Sandro Dossi Felix tavola di Sandro Dossi

“Hellblazer” di Bisley

Il “Batman” di McKean

Pietro Dall’Agnol Dylan Dog Almanacco della Paura di Corrado Roi Tex tavola di Guglielmo Lettieri Zagor n. 509 pag. 16 di Alessandro Chiarolla Pannello 5 (Cartoon) Illustrazione di Paperino con Qui Quo Qua di Giulio Chierchini

Copertina di Nonna Abelarda e Soldino di Nicola Del Principe Braccio di Ferro Illustrazione per un poster per i mondiali in Messico di Sandro Dossi Pannello 6 (Autori Lucani) In corso di definizione.

A Marina di Pisticci mostra fotografica dell’artista Fabio Fraccascia

E’

stato iaugurato domenica scorsa agli Argonauti di Marina di Pisticci, nell’ambito della rassegna Argojazz, la mostra fotografica dell’artista Fabio Fraccascia. Nell’affascinante location del Resort degli Argonauti, Fraccascia proporrà anche un workshop dedicato allo studio del ritratto proponendo le immagini più suggestive della manifestazione Argojazz da nove anni ad oggi. Il tutto sarà relazionato in un incontro curato da Angela Fatiguso che parlerà delle tecniche

predisposte sui primi piani. Il fotografo condividerà con i partecipanti trucchi e conoscenze accumulate in anni di esperienza scattando i ritratti per cui è conosciuto, tra cui quelli di tante celebrità: Max Gazzè, Serena Autieri, Fabrizio Bosso, Patti Wick, Maria Pia De Vito, Rocco Papaleo. “Per me”, spiega il fotografo, “l’atto di fotografare è una forma di meditazione attiva, un modo di esplorare la realtà. Ogni volta che fotografo qualcuno alla fine mi sembra di conoscere un po’ meglio la mia anima. Nei miei workshop

insegno a conoscere meglio se stessi fotografando gli altri”. Il workshop si svolgerà nel cafè Rnoir del Resort degli Argonauti una caratteristica casa disegnata dal grande architetto Vietti che si affaccia sui campi di grano della pianura di Pisticci. Il barman Ferdinando proporrà il cocktail “Kill the witch” proposto al concorso nazionale Aibes di Abano. La mostra fotografica con ingresso libero, chiuderà il 25 agosto.


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ontrosenso

REPORT

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Basilicata

Ricordando Tricarico

E

nza Spano, dirigente regionale e suo fratello Maurizio, due persone innamorate delle loro origini tricaricesi, rispetto a coloro che hanno fatto dello scrivere la loro professione e pertanto distaccate dall’humus narrativo, questi due fratelli quando parlano di Tricarico e delle sue storie, hanno gli occhi lucidi ed il sorriso sulle labbra, perchè per amare veramente una comunità bisogna nascerci e,vivere di quel ricordo. I racconti di Enrico Buono,alcuni dattiloscritti ricevuti da Mons. Pancrazio Perrone che li diede a Maurizio dopo un corso di letteratura locale nella sezione di Tricarico dell’Università della Terza Età. Enrico Buono nasce a Tricarico il 26 Gennaio 1906

figlio del maestro elementare don Giulio Buono, un galantuomo d’altri tempi, si allontana dal suo paese per compiere gli studi, laureatosi in Legge, entra nella Pubblica Amministrazione presso il Ministero degli interni, spesso fa ritorno a Tricarico, fino alla morte, avvenuta a Cremona l’8 Gennaio del 1970, il figlio Giulio risiede a Milano dove possiede una piccola casa editrice. I racconti di Enrico Buono sono sei e, come sostiene Enza Spano,costituiscono dei racconti svolti in una lingua scorrevole, letteraria per il tono in cui si distendono. L’intera opera ha però una sua caratteristica, quella di una memoria autobiografica, che, nel ricordare il paese natio, le sue pietre secolari, i suoi panorami, i suoi personaggi,i ragazzi della scuola, i frequentatori delle strade, i maestri, le donne che litigano, la donna che maledice, compone un insieme che è anche memoria pubblica. Femia e Cristina, l’abito nuovo, Estate,Tempo

d’inverno, La scuola e il maestro, il Viaggio, chi legge i racconti non può che rimanere sorpreso dalla vivacità della narrazione, dal linguaggio fluente che spesso, quando la materia trattata lo consente, si trasforma in vera poesia. Enza Spano ritiene che per gustare e valutare questi racconti bisogna leggerli ed esaminarli con attenzione, in modo che sia messo nella giusta luce un autore degno di essere conosciuto da tutti. L’intento, riuscito, di Enza Spano e di suo fratello Maurizio era quello di non voler modificare niente degli scritti, ma di riportarli fedeli agli originali. Giovanni Dapoto

La Deputazione di Storia Patria per la Lucania 1957-2010

«C

’è la Basilicata migliore nel Dna della Deputazione di Storia Patria per la Lucania», Istituto storico caratterizzato dall’impegno di coloro che «si sono succeduti alla sua guida, da Raffaele Ciasca a Vincenzo Verrastro, da Giovanni Battista Bronzini a Raffaele Giura Longo, all’attuale Presidente Antonio Lerra», insieme con «quello dei tanti “deputati” che nel corso degli anni si sono distinti per i contributi storiografici offerti, da Emilio Magaldi a Tommaso Pedio a Dinu Adamesteanu a Rocco Mazzarone, per citarne solo alcuni». Un impegno scientifico-culturale, civile e sociale «che i lucani non dimenticheranno mai» e «noi siamo chiamati a far t e s o r o della lezione di chi in quest’ultimo cinquantennio ha concorso a consegnarci una Basilicata finalmente “non chiusa, né immobile”, ma pienamente ed attivamente dentro più larghi ed ampi circuiti culturali, politico-istituzionali e socio-economici». E’ quanto, tra l’altro, ha

scritto il Presidente della Regione Basilicata, dott. Vito De Filippo, nella presentazione al volume, a cura del prof. Antonio Lerra, La Deputazione di Storia Patria per la Lucania 1957-2010, pubblicato dalle Edizioni Osanna di Venosa. Nel volume è linearmente ricostruito il profilo storico-identitario della Deputazione lucana (a partire dalla sua istituzione, nel 1957, dopo essere stata congiunta con quella della Calabria dal 1935), nell’articolazione dei suoi assetti e delle sue attività scientifico-culturali e pubblicistiche, con un’agile Appendice relativa al quadro legislativo nazionale sulle Deputazioni, a partire dal Regio Brevetto del re di Sardegna Carlo Alberto (20 aprile del 1833) sull’istituzione della Deputazione per gli Studi Storici di Storia Patria con sede a Torino. Nell’ampia introduzione al volume il prof. Antonio

Lerra, attraverso l’utilizzo di documentazione in larga parte inedita, ha ricostruito, nei suoi tratti portanti e caratterizzanti, l’intenso e fruttuoso cammino scientifico-culturale

dell’Istituto lucano di studi storici, a partire dai suoi primi “costruttori” (i proff. Ernesto Pontieri, Raffaele Ciasca, Giovanni Pugliese Carratelli, Giuseppe Galasso, Pasquale Villani, Tommaso Pedio, Giovanni Battista Bronzini, Vincenzo Verrastro, Raffaele Lamacchia,

Venturino Panebianco), in ciò enucleando indirizzi e risultanze delle singole fasi segnate dalle Presidenze dei proff. Raffaele Ciasca, Vincenzo Verrastro, Giovanni Battista Bronzini, Raffaele Giura Longo. Un percorso, questo, che è stato sempre accuratamente contestualizzato, tra l’altro nell’obiettivo di far cogliere l’apporto determinante della complessiva attività scientifico-culturale e pubblicistica della Deputazione lucana alla ricostruzione e “rilettura” della carta storica identitaria della Basilicata, dall’antichità all’età contemporanea, nel quadro, sempre, di più ampi orizzonti relativi al Mezzogiorno d’Italia ed oltre. Significativamente, in copertina del volume è riportata la peculiare “Insegna de’ Lucani” riprodotta dalla Descritione del Regno di Napoli di Scipione Mazzella, pubblicata nel 1586.

Riscoprendo l’esordio di Giorgio Faletti on il romanzo “Io Uccido”, Baldini Castoldi Dailai, Giorgio Faletti ottiene un enorme successo che lo consacra narratore noir, nel

C

fiato sospeso, in attesa di un finale assolutamente imprevedibile. L’autore è riuscito a dare un grande risvolto intimo ad ognuno dei suoi personaggi: infatti,

panorama giallistico italiano. La scrittura del romanzo è intrigante e avvolgente, ed anche la città di Montecarlo, dove è ambientato il thriller, è una cornice perfetta, per l’atmosfera patinata che si intreccia con le vicende più intime dei personaggi. Faletti usa un linguaggio chiaro e si intuisce uno slang americano che lui ama molto. L’agente speciale dell’FBI, Frank Ottobre, collaborando con il commissario Nicolas Hulot, è sulle tracce di uno spietato killer che uccide le sue vittime con un macabro rituale. Tutta la vicenda si svolge con un andamento veloce, lasciando il lettore con il

mentre il romanzo rivela indizi e sospetti, i protagonisti svelano le loro storie personali con grande incisività. La storia personale del killer si mescola abilmente con quella di Frank Ottobre, che riuscirà a risolvere il caso grazie al suo straordinario intuito, e attingendo anche alla sua storia personale molto complicata. Ci sarà anche una nuova storia d’amore che gli farà dimenticare il suo tragico passato, entrando così nella sua vita come l’ultimo tassello di un puzzle. Alessia Nardozza

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.


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POTENZA–(ViaPretoria) Vendesiinterostabilecompletamentericostruitoeben rifinitopostosu3livelli+Terrazzo+Ampiatavernetta –UlterioriinformazioniinAgenzia. RichiestaEuro380.000–Rif.P022V POTENZA–(ViaPretoria) VendesiAppartamentoconingressoindipendente sitoal1°Piano,compostodasalone,cucinaabitabile, 2Camerematrimonialie2bagni RichiestaEuro315.000–Rif.P015V POTENZA–(ZonaG) VendesiAppartamentidinuovacostruzionedivarie metrature–Rif.P062V: -Appartamentoconingressosiaindipendenteesia condominialecompostodaSalone,cucinaabitabile, cameramatrimoniale,cameradoppia,camerasingola e 2 bagni+Giardino/Terrazzo di circa mq 250+Garagedimq44–RichiestaEuro465.000 -Appartamentoconingressosiaindipendenteesia condominialecompostodasalone,cucinaabitabile, cameramatrimoniale,cameradoppia,camerasingola e 2 bagni+Giardino/terrazzo di circa Mq 250+Garagedimq25–RichiestaEuro430.000 -Appartamentoconingressosolocondominialecompostodasalone,cucinaabitabile,cameramatrimoniale, camera doppia, camera singola e 2 bagni+Terrazzo e balcone per complessivi Mq 23+Garagedimq25–RichiestaEuro425.000 -Atticocompostodasoggiorno/pranzoconangolo cotturaconterrazzo,2camerematrimonialiconbalcone,unbagnoedunazonalavanderia–Richiesta Euro215.000 -Atticocompostodasoggiorno/pranzoconangolo cotturaconterrazzo,2camerematrimonialiconbalcone,unbagnoedunazonalavanderia–Richiesta Euro195.000 POTENZA–(RioneFrancioso) VendesiAppartamentocompletamenteRistrutturatoebenrifinitoal2°Pianoconascensore,composto daampiosalone,cucinaabitabile,cameramatrimoniale,cameradoppia,camerasingola,2bagni+2Balconi+PostoAutoriservato RichiestaEuro295.000(Tratt.)–Rif.P017V POTENZA–(ViaPretoria) Vendesi piccolo appartamento al 2° Piano senza ascensorecompostodasoggiornoconangolocottura, cameramatrimonialeedunbagno–Daristrutturare RichiestaEuro60.000–Rif.P025V POTENZA–(CentroStorico) VendesiImmobiledioltremq300,Luminoso,Panoramicoeconrifinituredipregio,sviluppatosu3Livelli,cosìcomposto:P.1°.Ampiosaloneconcamino, salapranzo,cucinaabitabileedampiobagno;P.2°.3 cameredalettomatrimonialidicuiunaconspogliatoi ebagnoincamera+Altrobagnoaservizioall’intero piano;P.Attico.Soggiorno/pranzo,2camerematrimonialiedunbagno; RichiestaEuro1.050.000–(Tratt.)Rif.P069V POTENZA–(C.soGaribaldi) VendesiAppartamentoristrutturatocompostoda salone,cucinotto,zonalavanderia,cameramatrimoniale, camera singola, un bagno ed una veranda+Scantinato–Possibilitàpostoautoriservato RichiestaEuro235.000(Tratt.)-Rif.P057V POTENZA–(ParcoAurora) VendesiMonolocalealP.T.conBagno RichiestaEuro23.000(Tratt.)–Rif.P040V POTENZA–(CentroStorico) VendesiMonolocaleal1°P.conBagno RichiestaEuro30.000(Tratt.)-Rif.P073V POTENZA–(CentroStorico) VendesiMonolocaleArredatoal1°P.conBagno Richiesta€48.000-Rif.P044V

TITOSCALO VendesiAppartamentoal2°Pianocompletamente ristrutturato,compostodasalone,cucinotto,2camere edunbagno+Ampiobalcone–ConpossibilitàdiGaragediMq33 RichiestaEuro135.000(Tratt.)–Rif.TS002V TITOSCALO VendesiAppartamentodinuovacostruzionecompostodaSaloneconampioangolocotturaeconterrazzino, un disimpegno, Camera matrimoniale, camerasingolaedunbagno RichiestaEuro135.000–Rif.TS009V TITOSCALO VendesiAppartamentodinuovacostruzionecompostodaSoggiorno/pranzoconangolocottura,un disimpegno,cameramatrimonialeconterrazzinoed unbagno RichiestaEuro90.000–Rif.TS008V TITO Vendesiappartamentocompostodaampiosalone concamino,cucina,cameramatrimoniale,camera singolaedunbagno+GaragedicircaMq30 RichiestaEuro138.000(Trattabili)–Rif.T009V TITO VendesiImmobileconingressoindipendentecompostodaingresso,cucinotto,soggiorno/pranzo,cameramatrimonialeedunbagno+Cantina/Legnaia RichiestaEuro32.000(Tratt.)–Rif.T007V TITO VendesiAppartamentobenrifinitoal1°Pianocompostodasoggiorno/pranzo,cucina,cameramatrimoniale,unostudiolo,unbagno,unripostiglioedue balconcini. RichiestaEuro110.000(Tratt.)–Rif.P002V

POTENZA–(CentroStorico) VendesiAttivitàavviatadiBar/PabdicircaMq200– UlterioriinformazioniinAgenzia Rif.P036V

PICERNO–(NeipressiUscitaAutostrada) AffittasiVillettaindipendentedinuovacostruzione completamenteArredatacompostadaampiosalone, cucinaabitabile,2camerematrimoniali,unacamera singolaedunbagno+Terrazzoebalconi+Terreno circostante RichiestaEuro450(Tratt.)–PC003A

PICERNO–(CentroStorico) Vendesiappartamentodinuovacostruzione,benrifinitaeconingressoindipendente,compostadasalone, cucinaabitabile,cameramatrimoniale,cameradoppiae2bagni+TerrazzopanoramicodiMq90 RichiestaEuro158.000(Tratt.)–Rif.PI005V

POTENZA–(VialeFirenze) AffittasiAppartamentoarredato/nonarredatoal3°P senzaascensorecompostodasalone,cucinaabitabile, trecameredaletto,unbagnoedunbalcone+Posto autoingarage RichiestaEuro500–Rif.P036A

PICERNO–(Asolo2Kmdall’Uscitadell’Autostrada) VendesiAppartamentoalPianoTerradiNuovaCostruzioneconIngressoindipendente,compostoda salone,cucinaabitabile,cameramatrimoniale,2cameresingolee2bagni+Terrenocircostante. RichiestaEuro155.000(Tratt.)–Rif.PC001V

POTENZA–(ViaAriosto) AffittasiAppartamentoarredatoal2°Pcompostoda cucina,duecamereedunbagno RichiestaEuro450–Rif.P033A

IMMOBILIINVENDITAALMARE MARINADIPISTICCI(MT) VendesiinComplessoresidenzialedirecentecostruzionefornitodi servizi,piscinaedanimazione,Appartamentoconingressoindipendentecompostoda ampiosoggiorno/pranzoconangolocottura,duecamerematrimonialiedunbagno+Ampioterrazzo abitabileconportico+Postoautoriservatoall’esterno. RichiestaEuro95.000(Tratt.) TERRENIEFABBRICATIRURALIIN VENDITA POTENZA–(C.daCicinielloBassa) VendesiTerrenodicircaMq2800conruderedicirca Mq90 RichiestaEuro110.000(Tratt.)–Rif.P021V POTENZA–(CostadellaGaveta) VendesiTerrenoagricoloinottimaposizionedi18Ettari-Ulterioriinformazioniinagenzia RichiestaEuro950.000(Tratt.)–Rif.P046V

PIGNOLA–(Centro) Appartamentoallostatogrezzopostosu2Livellida terminareedividere–UlterioriinformazioniinAgenzia RichiestaEuro50.000(Tratt.)–Rif.PI014V

TITOSCALO VendesiFabbricatoruralepostosu2Livelli+Terreno diMq3000(FruttetoeVigneto) RichiesteEuro135.000(Tratt.)–Rif.TS003V

POTENZA–(ViaBrescia) Vendesiappartamentoristrutturatoal1°Pianocom-

POTENZA–(ParcoAurora) VendesilocaledicircaMq110validoperusoartigianaleoperautorimessa RichiestaEuro73.000(Tratt.)–Rif.P005V

POTENZA–(MacchiaRomana) LocaleCommercialealPianoTerradicircaMq50 conbagnoevetrina. RichiestaEuro380(Tratt.)–Rif.P038A

POTENZA–(P.zzaXVIIIAgosto) Appartamentoal1°PianoconascensorediMq200 daristrutturare+Cantina+GarageePostoautoall’esterno-UlterioriinformazioniinAgenzia RichiestaEuro500.000(Tratt.)-Rif.P045V

PIGNOLA–(C.daPantano) VendesiVillaBifamiliarediNuovaCostruzionecon Ingresso indipendente sviluppata su 2 Livelli:P.T.:Ampiosaloneconcamino,cucinaabitabile

PICERNO–(NeipressiUscitaAutostrada) Mansardaarredataal2°PianocompostadaAmpio Soggiorno/PranzoconAngolocottura,cameramatrimonialeedunbagno. RichiestaEuro200- Rif.PC001A

POTENZA–(MacchiaGiocoli) Affittasiappartamentoal2°Pconascensorecomposto daAmpiosalone,cucinaabitabile,duecamerematrimonialiedunbagno+Garage+Soffitta RichiestaEuro500–Rif.P034A

PIGNOLA–(Loc.Belvedere) VendesiVillaindipendentebenrifinitasviluppatasu 4livellidimq150+Ampiogiardino RichiestaEuro330.000(Tratt.)–Rif.PI012V

TITOSCALO VendesiAppartamentodinuovacostruzioneconingressoindipendenteegiardinoantistante,composto dasalone,cucinaabitabileconterrazzino,camera matrimonialeconcabinaarmadio,camerasingola edunbagno RichiestaEuro150.000(Tratt.)–TS011V

POTENZA–(ViaPretoria) Vendesi piccolo Locale Commerciale al P.T. con bagnoedunavetrina RichiestaEuro30.000(Tratt.)–Rif.P001V

VAGLIO–(Centro) VendesiBilocaleal1°Pianoconbalconcinopanoramico–CompletamenteRistrutturato,Arredatoe Termoautonomo RichiestaEuro35.000(Tratt.)

PIGNOLA–(Centro) Appartamentoallostatogrezzodaterminareedividereconduebalconi–UlterioriinformazioniinAgenzia RichiestaEuro55.000(Tratt.)–Rif.PI013V

POTENZA–(ViaVaccaro) Vendesi appartamento al 2° Piano con ascensore compostodasalone,cucinaconampioterrazzopanoramico,cameramatrimoniale,2cameresingolee 2bagni RichiestaEuro235.000(Tratt.)–Rif.P031V

TITO Affittasiappartamentoal1°Pcompostodasalone, soggiorno/pranzoconcucinotto,cameramatrimoniale,duecameresingoleeduebagni. RichiestaEuro330–Rif.T001A

POTENZA–(ZonaCentrale/AltaVisibilità) AffittasiLocaliCommercialidiNuovaCostruzione didiversemetrature,apartiredaMq50finoaMq 800,perqualsiasiattivitàcommercialeanchediristorazione UlterioriInformazioniinagenzia–Rif.P035A

PIGNOLA–(C.daTora) VendesiTerrenoEdificabileconProgettoapprovato eConcessioneediliziaritirataperlaCostruzionediuna VillaBifamiliarediMq220cadaunapostasu2Livelli -UlterioriinformazioniinAgenzia RichiestaEuro90.000(Tratt.)-Rif.PI003V

PIGNOLA–(Pantano) VendesiVillettapanoramicaindipendente,nuovacostruzione,cosìcompostaSoggiorno/Pranzoconangolo cottura, camera matrimoniale, cameretta e bagno+TerrenocircostantedicircaMq2000 RichiestaEuro130.000–Rif.PI010V

POTENZA–(MacchiaRomana) Vendesilocalecommercialedinuovacostruzioneal P.T.diMq114,conottimarenditamensile,composto daunicoambienteconbagno,antibagnoe2ampie vetrine RichiestaEuro210.000(Tratt.)–Rif.P026V

POTENZA–(C.daBotte) Affittasiappartamentoal1°Pcompostodasalone, cucinaabitabileconripostiglio,duecameramatrimoniali,camerasingolaedunbagno RichiestaEuro400–Rif.P037A

POTENZA–(ViaMazzini) Vendesi appartamento al 3° Piano con ascensore compostodaingresso,salone,cucinaabitabile,una cameramatrimoniale,2cameresingole,unostudio, 2bagni,unazonalavanderiae2ampibalconi RichiestaEuro280.000(Tratt.)–Rif.P038V

PIGNOLA VendesiAppartamentocompostodaingresso,soggiornoconangolocottura,cameramatrimonialecon balcone,camerinaconbalconeedunbagno+CantinadiMq55 RichiestaEuro75.000(Tratt.)-Rif.PI002V

POTENZA–(CostadellaGaveta) AffittasiVillapanoramicadicircaMq300sviluppata su2/3Livelli+TerrenodiMq3000sistematoaverde –UlterioriinformazioniinAgenzia. RichiestaEuro900–Rif.P017A

TITO VendesiAppartamentoal1°Pianocompostodasaloneconbalcone,cucinottoconripostiglio,camera matrimoniale,camerasingolaedunbagno+Giardino+GaragediMq30 RichiestaEuro125.000(Tratt.)–Rif.TS003V

TITO VendesiVillettaindipendenteebenrifinitacomposta daampiosoggiorno/pranzoconcamino,angolocottura,cameramatrimoniale,cameradoppia edun bagno+TerrenodiMq2500 RichiestaEuro138.000(Tratt.)–Rif.T008V

POTENZA–(MacchiaRomana) Vendesiappartamentoristrutturatoal3°Pianocon ascensorecompostodasoggiorno/pranzo,cucina,cameramatrimoniale,camerasingolaedunbagno+ Soffitta+Garage RichiestaEuro130.000(Tratt.)–Rif.P033V

POTENZA–(Viadell’Edilizia) Vendesiimmobilecommerciale/direzionaledicirca Mq300,benrifinito,accreditatoanchepercorsidiformazione RichiestaEuro610.000(Tratt.)–Rif.P034V

POTENZA–(RioneFrancioso) AffittasiMansardacompostadacucinaabitabile,una camera,ampioripostiglioedunbagno–Termoautonomo RichiestaEuro320–Rif.P012A

AFFITTILOCALICOMMERCIALI/UFFICI/GARAGES

POTENZA–(ViaTasso) VendesiAppartamentoal6°Pconascensorecompostodaingresso,cucina,soggiorno,cameramatrimoniale, camera doppia ed un bagno+2 Verande+Soffitta RichiestaEuro145.000(Tratt.)–Rif.P016V

PIGNOLA–(C.daMagnone) VendesiVillettaindipendentecompostadasalone, cucinaabitabile,duecameredalettoedunbagno+ Mansarda+TerrenodicircaMq10.000 RichiestaEuro95.000(Tratt.)-Rif.PI006V

POTENZA–(ViaDelGallitello) VendesiLocaleCommercialediMq120con3ampie vetrineedaltavisibilità+PossibilitàdiGaragedicirca Mq30 RichiestaEuro280.000(Tratt.)–Rif.P037V

gressoindipendenteePostoauto,compostodasoggiorno/cucina,cameramatrimoniale,camerasingola, unbagnoedunampiobalcone+PossibilitàdiGarage eCantina RichiestaEuro600(Tratt.) –Rif.P011A

AFFITTIAPPARTAMENTIEVILLE

TITOSCALO VendesiVillaindipendentedinuovacostruzionesviluppatasu3livellidicircaMq360+Terrenocircostante completamenterecintatodicircaMq3000–Ulteriori informazioniinAgenzia RichiestaEuro350.000(Tratt.)–Rif.TS010V

POTENZA–(CentroStorico) VendesiMonolocaleristrutturatoedarredatoalP.T. conBagno Richiesta€45.000(Tratt.)-Rif.P001V

Vani+Accessori-IdoneoperMediciassociati,Odontoiatri,IstitutidiBellezzaeIstitutidiRiabilitazioneCompletodiAutorizzazionerilasciatadall’ASL. RichiestaEuro420.000(Trattabili)-Rif.P068V

POTENZA–(C.daLagatone) VendesiTerrenodicircaMq30.000condestinazione seminativoepascoloconFabbricatodiMq80+Annessiagricoli RichiestaEuro150.000(Tratt.)

VENDITALOCALIEATTIVITA’COMMERCIALI/UFFICI/GARAGES POTENZA–(C.daCaira) VendesiCapannonedicircaMq400+AmpioPiazzale RichiestaEuro175.000(Tratt.)–Rif.P023V POTENZA VendesiAgenziadiScommesseconOttimofatturato annuo UlterioriinformazioniinAgenzia POTENZA–(MacchiaRomana) PoliambulatoriodicircaMq135,Pianoterra,benrifinitoconparetidivisorievetrate,Unitàditrattamento aria,senzabarrierearchitettoniche-Compostoda9

POTENZA–(RioneMurate) Affittasiappartamentoal2°Pconascensorecomposto daSoggiorno/pranzo,cucinaconampiaveranda, unacameraedunbagno RichiestaEuro450–Rif.P016A

POTENZA–(C.daCaira) AffittasiCapannonedicircaMq400+AmpioPiazzale RichiestaEuro900–Rif.P003A POTENZA–(ViaDelGallitello) Affittasi Locale Commerciale conAlta visibilità + Ampiospaziocircostante RichiestaEuro850–Rif.P029A POTENZA–(ViaDelGallitello) Appartamento Uso Studio al 1° Pcomposta da ampiasalad’attesa/segreteria,dastanzadiMq28ed unbagno RichiestaEuro480–Rif.P031A

POTENZA–(ViaVespucci) AffittasiAppartamentoal2°Psenzaascensorecompostodaampiosoggiorno,cucina,cameramatrimonialeedunbagno RichiestaEuro400(Tratt.)–Rif.P006A

POTENZA–(MacchiaRomana) PoliambulatoriodicircaMq135,Pianoterra,benrifinitoconparetidivisorievetrate,Unitàditrattamento aria,senzabarrierearchitettoniche-Compostoda9 Vani+Accessori-IdoneoperMediciassociati,Odontoiatri,IstitutidiBellezzaeIstitutidiRiabilitazioneCompletodiAutorizzazionerilasciatadall’ASL. RichiestaEuro2.200(Tratt.)-Rif.P022A

POTENZA–(C.daMarrucaro) AffittasiAppartamentoalP.T.coningressoindipendentecompostodasalone,cucina,duecamerematrimonialiedunbagno RichiestaEuro450–Rif.P008A

POTENZA–(ViaDelGallitello) AffittasiLocaleCommercialediMq120con3ampie vetrineedaltavisibilità RichiestaEuro1.300–Rif.P002A

POTENZA–(ViaAnzio/VicinoScaleMobili) AffittasiAppartamentocompostodasalone,ampio soggiorno/pranzo,cucina,cameramatrimoniale,cameradoppia,camerasingolaeduebagni–Possibilità diaverlaanchearredata RichiestaEuro600–Rif.P027A POTENZA–(C.soGaribaldi) Appartamentoarredatoal3°Psenzaascensorecompostodaingresso,salone,cucinaabitabile,cameramatrimoniale,camerasingolaedunbagno. RichiestaEuro600–Rif.P023A POTENZA–(ViadiGiura) Appartamentoal1°Pcompostodaampiosalone conterrazzo,soggiornoconaccessoalgiardino,cucina abitabile,cameramatrimoniale,2cameredoppiee2 bagni+Postoautoall’esterno RichiestaEuro800–Rif.P032A POTENZA–(C.daPianCardillo) AffittasiVillasu2Livelli:P.T.Ampiosoggiorno/pranzo con angolo cottura, un Bagno+ Garage+Cantina,1°P.Ampiosalone,2camerematrimonialidicuiunaconbagno,cameradoppiaed unaltrobagno+TerrenodicircaMq3000 RichiestaEuro1.000(Tratt.)–Rif.P024A POTENZA–(NeipressiStazioneInferiore) Affittasiappartamentodinuovacostruzioneal2° PianoconascensorecompostodaSalone,Cucina abitabile,2Camerematrimonialie2bagni+Possibilità digarage RichiestaEuro800–Rif.P021A POTENZA–(C.daRossellino) AffittasiappartamentodinuovacostruzioneconingressoindipendenteePostoauto,compostodasoggiorno/cucina,cameramatrimoniale,unbagnoed unampioterrazzo+PossibilitàdiGarageeCantina RichiestaEuro550(Tratt.)–Rif.P025A POTENZA–(C.daRossellino) Affittasiappartamentodinuovacostruzioneconin-

POTENZA–(ViaPretoria) AffittasiappartamentousoStudioal1°P.benrifinito compostoda2ampiestanzeconbalconcinie2bagni RichiestaEuro600(Tratt.)–Rif.P028A POTENZA–(Ponte9Luci) Affittasiappartamentobenrifinitocompostodauna salad’attesa,un’ampiasegreteria,4ampiestanzee duebagni RichiestaEuro800–Rif.P004A POTENZA–(ViaDueTorri) Affittasilocalecommercialedimq75conbagnoed unavetrina RichiestaEuro600(Tratt.)–Rif.P015A POTENZA–(Centro/VicinoUfficioPostale) Affittasilocalecommercialedimq90conbagnoe2 ampievetrine RichiestaEuro600–Rif.P019A POTENZA–(ViaPretoria) AffittasipiccoloLocaleCommercialealP.T.conbagno evetrina RichiestaEuro350(Tratt.)–Rif.P005A POTENZA–(MacchiaRomana) Affittasi al 1°P. appartamento Uso Studio di Mq 55+Postoautoriservato RichiestaEuro500(Tratt.)–Rif.P022A POTENZA–(ViaDelGallitello) AffittasiAppartamentousoUfficiodiMq70 RichiestaEuro600-Rif.P009A POTENZA–(Immediatevicinanze) AffittasiLocaliusodepositodiMq/Cadauno100con piazzaleantistante RichiestaEuro/Cadauno 450–Rif.P007A POTENZA–(MacchiaRomana) AffittasiGaragedinuovacostruzionediMq30circa RichiestaEuro150-Rif.P013A



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