DA OGGI Basilicata CONTROSENSO DISTRIBUITO ANCHE A MATERA
DA OGGI CONTROSENSO DISTRIBUITO ANCHE A MATERA
9 Febbraio 2013
DISTRIBUZIONE GRATUITA
ANNO IV n. 6/9 febbraio 2013 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255
Parla l’avvocato di Anna Rosa Fontana
a pag. 3
NELLA TESTA DEL POLITICO Cari Contro-Lettori,
Parcheggi a Potenza: i disabili arrabbiati col Sindaco
a pag. 6
a pag. 8 messaggio elettorale a pagamento
Premiati “i vigili di Woodcock” con cui Santarsiero litigò
come leit-motif un po’ latente- la voglia (generalizzata nel partito) di proiettare un’immagine il più possibile coesa dello stesso: Bubbico, anche quando parla delle cose che ha fatto da presidente della Regione, non si riferisce mai a se stesso direttamente, onde non inciampare nel confronto diretto col compagno di scuderia Vito De Filippo, anch’egli candidato. C’è poi –e anche questa è un’altra tematica c h e sembra ritornare nell’attuale campagna elettoraleun’ammissione degli “errori” commessi in passato dalla classe dirigente, sempre la stessa, qui in Basilicata: il reiterato uso del NOI che fa Bubbico, è indice comunque di un’autocritica che si spera produttiva. Poi ti salta fuori, inevitabilmente, la scorza del politico lucano, scottato dalle inchieste di De Magistris e stanco dei magistrati che si tolgono la toga e scendono in politica.
messaggio elettorale a pagamento
Mandatario elettorale: Giuseppe D’Eboli - Committente responsabile Salvatore Margiotta candidato al Senato
l’occasione fa il giornalista ladro. Abbiamo incontrato a Matera quello che una volta, quando era presidente della Regione, veniva chiamato “Il Governatore R o s s o ” , F i l i p p o Bubbico. Pezzo ultra del Pd lucano, vertice della piramide “materana” completata da Chiurazzi e Antezza, il nostro ha risposto alle domande in cravatta rossa e cappotto, senza levarselo, il “loden”. Ci sembrava interessante cercare di scavare nella testa di uno che le elezioni le ha già vinte, se la matematica non è un’opinione, e che vada come vada sarà senatore lo stesso. Ci interessava scoprire, storicamente, quanta benzina c’è ancora nel motore, quale visione ha della sua terra chi fra poco, tornerà a guardarla dai banchi di Palazzo Continua a pagina 5 Madama. Nel corso della lunga chiacchierata politica, Invito_21x10_Margiotta_02.ai è emersa innanzitutto – 1 07/02/13 16.44 Walter De Stradis
SALVATORE MARGIOTTA CANDIDATO AL SENATO
incontra gli elettori Park Hotel - 18 febbraio 2013 | ore 18.00
@
margiotta_s@camera.it
24 - 25 febbraio
V O TA
@s_margiotta ALLA CA M E R A E AL S E NATO
3
REPORT
9 Febbraio 2013
ontrosenso Basilicata
STRANEZZE “MUNICIPALI” A POTENZA
Il Comune premia i Vigili con cui Santarsiero litigò “a causa” di Woodcock Encomio solenne agli agenti di Polizia Locale che hanno arrestato il dottor Pagliara dell’Asp. Ma al Sindaco una volta non piacevano i vigili in Procura di Walter De Stradis
I
l 17 gennaio scorso, la giunta comunale di Potenza ha deliberato a favore del conferimento di un Encomio Solenne al personale del Corpo di Polizia locale, distintosi nel corso di un’operazione di polizia giudiziaria relativa all’arresto di due individui e alla denuncia in stato di libertà di 26 persone, responsabili di una serie di gravi episodi di corruzione in atti giudiziari, di falso ideologico e di truffa aggravata ai danni dell’INPS. I lettori forse ricorderanno meglio l’operazione su descritta, come quella che ha portato all’arresto dell’oculista dell’Asp Vincenzo Pagliara (che curava anche una rubrica medica su questo giornale). «Il 19 giugno scorso -si legge nella relazione istruttoria/illustrativa dell’Unità di Direzione “Polizia Locale-Protezione Civile” del Comune di Potenza- il personale della Polizia locale di Potenza, in forza al Nucleo di Polizia Giudiziaria, ha eseguito i provvedimenti di misure cautelari adottati dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, dottor Luigi Spina, nei confronti di un medico salernitano (Pagliara ndr), contro cui è stato disposto l’arresto in carcere, e di un avvocato potentino (Donato Giacomino – ndr), ristretto agli arresti domiciliari, che risultavano coinvolti, insieme ad altre 26 persone, in una nutrita serie di gravi episodi di corruzione in atti giudiziari, di falso ideologico e di truffa aggravata ai danni dell’INPS». «Dall’attività d’indagine era emerso che l’Istituto previdenziale, sulla base delle certificazioni mediche “compiacenti” rilasciate dietro lauta ricompensa dal medico salernitano (uno specialista in oculistica che esercitava a Potenza sia privatamente che come dipendente del poliambulatorio pubblico “Madre Teresa di Calcutta” di via del Gallitello) è stata costretta a riconoscere pensioni di invalidità e di cecità a numerosi “falsi invalidi”. Il complesso degli elementi indiziari raccolti nel corso dell’indagine ha mostrato che i “falsi invalidi”, dopo essersi vista respinta la richiesta di riconoscimento delle loro patologie dall’apposita Commissione sanitaria dell’ASL di Potenza, avvalendosi del patrocinio dell’avvocato, presentavano ricorso contro l’INPS citando l’Istituto previdenziale dinnanzi al Tribunale civile di Potenza e corrompevano l’oculista al fine di ottenere falsi referti medici che, prodotti nei giudizi, si rivelavano determinanti per la vittoria». Orbene, il Comune di Potenza ha deciso di premiare gli agenti di Polizia Municipale che hanno partecipato alla delicata operazione, che ha richiesto
una notevole attività d’indagine, e il cui esito ha guadagnato alla Polizia locale di Potenza, e quindi all’Amministrazione che la guida e alla Città che rappresenta, «un credito di stima e di apprezzamento che ne fanno, agli occhi della pubblica opinione e delle altre forze di Polizia, un chiaro esempio di eccellenza professionale ed umana». «Per tali motivi -conclude la relazione- i componenti del gruppo di lavoro che ha condotto l’attività investigativa, coordinato dal Responsabile del Nucleo di Polizia giudiziaria, tenente colonnello Maria Carmela SENATORE e costituito dall’ispettore Michele DE FELICE, dall’ispettore Giusi TORRE e dall’assistente Raffaella PADULA, hanno dato prova collettiva, anche al prezzo di ripetuti e notevoli sacrifici delle comuni esigenze personali e familiari, di eccellente competenza professionale, di scrupoloso impegno, di straordinaria tenacia e di non comune versatilità». Ecco, in soldoni, i motivi dell’encomio solenne da conferire ai quattro agenti della polizia locale. LE INCONGRUENZE Pur non volendo discutere o mettere i dubbio le qualità riconosciute ai suddetti agenti di polizia municipale, che conosciamo anche noi come professionisti efficaci e integerrimi, non ci si può esimere dal rilevare aspetti un pochino controversi. Innanzitutto, va considerato che Pagliara, Giacomino e gli altri sono in attesa di giudizio. Pertanto, la loro colpevolezza non è stata ancora sancita da una sentenza definitiva. E se venissero assolti? E se le accuse nei loro confronti venissero drasticamente ridimensionate? Per quanto possa sembrare improbabile, allo stato attuale c’è ancora TEORICAMENTE il rischio che i quattro agenti vengano premiati per aver arrestato delle persone che non andavano arrestate. Forse c’è stata troppa fretta nell’encomiarli? Non sappiamo, proprio perché qui siamo nel campo dei ragionamenti accademici (e non c’entra nulla il fatto che Pagliara scrivesse su questo giornale). C’è dell’altro, però, e qui entrano in gioco i fatti storici. Vito Santarsiero, sindaco di Potenza e presidente di quella Giunta che ora premia i vigili urbani “investigatori”, in passato era stato molto critico nei confronti dell’uso di vigili urbani in Procura. Con parti-
colare riferimento a quelli “distaccati”. Non dimentichiamo che proprio il richiamo in servizio di alcuni agenti di polizia municipale utilizzati per le indagini dal pm Woodock, costò al Primo Cittadino il coinvolgimento nell’inchiesta “Toghe Lucane” di Luigi De Magistris (con successiva archiviazione). Riassumiamo velocemente, sperando di non essere troppo sintetici. Secondo De Magistris, il reato compiu-
Encomio, fra gli altri, al tenente colonnello Senatore e all’ispettore De Felice: proprio i due agenti che al Sindaco Santarsiero causarono “noie” con il pm anglo-napoletano to dal sindaco di Potenza era “concorso in abuso d’ufficio”, in base agli articoli 81 cpv, 110 e 323 cod. pen. “Perché–recita l’atto di conclusione delle indagini dell’allora pm- arrecava un danno ingiusto al Sostituto Procuratore della Repubblica di Potenza dr Woodcock ed agli ufficiali di Polizia Giudiziaria che lo coadiuvavano nelle indagini preliminari. Condotta realizzatasi attraverso il sindaco Santarsiero, il quale si adopera in ogni modo per richiamare, presso il Comune, le ultime unità della Polizia Municipale che collaboravano,con risultati egregi, con il dr Woodcock, ed in particolare la dottoressa Senatore e l’agente De Felice, evidenziando anche un illegittimo loro utilizzo di tali unità, in quanto non autorizzate, da parte del citato Sostituto Procuratore della Repubblica”. Come dicevamo, Santarsiero, accusato di voler “ostacolare”
Woodcock, è stato poi archiviato, quindi le sue reiterate richieste di riavere a disposizione i vigili urbani distaccati, causate delle ben note carenze di organico, erano più che legittime. Tuttavia, storicamente il Primo Cittadino è apparso sempre molto vivace nel commentare l’utilizzo degli agenti di polizia locale in attività della Procura, come ricorda bene chi era presente all’incontro pubblico col giornalista Ferruccio De Bortoli, in cui il nostro Primo Cittadino “bacchettò” il pm Henry John Woodock proprio a questo proposito. E’ pur vero che, rispetto agli anni delle inchieste del pm angloamericano, il Corpo di Polizia Municipale si è dotato di nove agenti in più, in virtù dell’ultimo concorso bandito. Pertanto, verrebbe da dire, le esigenze di personale non sono più le stesse. Per la precisione, inoltre, qui non si parla –come
in passato- di agenti “distaccati”, ma di agenti in servizio al Nucleo di Polizia Giudiziaria. E quindi via libera all’encomio agli agenti in Procura.
IL LITIGIO CON GLI AGENTI SENATORE E DE FELICE Tuttavia, i lettori più scaltri noteranno che fra gli agenti che ora il Comune encomia, ci sono proprio quella dottoressa Senatore e proprio quel Michele De Felice, che il sindaco Santarsiero invece cercava di riavere dalla Procura a tutti i costi. Non solo. Ma con questi due validi funzionari di polizia locale, il sindaco ci litigò, anche. Sempre in riferimento all’inchiesta di De Magistris, che accusava Santarsiero di voler togliere di proposito i vigili urbani al pm Woodcock, nel giugno 2007 comparve sulla stampa locale il contenuto della deposizione degli agenti Senatore e De Felice al pm di Catanzaro, in cui ipotizzavano che la decisione di qualche tempo prima del sindaco di “trombare” il comandante della Polizia Municipale Salvatore Monserrati era dovuta proprio al fatto che
quest’ultimo era contrario al rientro dei due vigili urbani dalla Procura. Insomma, un bel pasticcio. In seguito a quelle affermazioni, pare che il sindaco abbia addirittura denunciato Senatore e De Felice per false dichiarazioni. Questi ultimi, comunque, risultavano fra “le parti offese”, nell’inchiesta (poi archiviata) di De Magistris. Non sappiamo se effettivamente le denunce del sindaco siano state depositate o se abbiano avuto un seguito, ciò che è certo è che il Comune ora premia proprio i vigili con cui Santarsiero litigò “a causa” di Woodcock. Voglia di far pace? Aria cambiata? Quel che è certo, è che in questa intricata storia c’è un ultimo aspetto misterioso. Il sindaco Santarsiero ha letto e controfirmato la relazione dell’UD “Polizia Locale” con la quale si proponeva l’encomio solenne, ma il giorno della deliberazione stessa, risulta ASSENTE. Che, proprio alla fine, non se la sia sentita di premiare lui stesso quei vigili urbani che tanti grattacapi gli avevano causato?
4
REPORT
9 Febbraio 2013
ontrosenso Basilicata
Faccenda rimborsi e consiglieri regionali: e se Woody avesse toppato?
M
a vedi quanti guai ti fa uno che si chiama John, è mezzo Italiano, perché il papà era Inglese, e faceva il pubblico ministero in Basilicata. Si tratta della faccenda dei quattro consiglieri Regionali che furono accusati di truffa perché incassavano i rimborsi per i chilometri da casa al Consiglio Regionale come se abitassero fuori Potenza, mentre secondo l’accusa non era vero. La legge sui rimborsi parlava di residenza fuori Potenza e quelli (i quat-
tro) sarebbero stati residenti, anagraficamente, fuori Potenza: Mattia a Tolve (PZ) Mollica ad Anzi (PZ) De Franchi a Corleto P. (PZ) e Nardiello a Ruoti (PZ) (nella foto) e sulla base della residenza anagrafica avevano diritto al rimborso, questa è la tesi degli interessati. La tesi dell’accusa pare fondi sul fatto che il rimborso spetterebbe solo se vi è stata, e prima, la spesa. Insomma, diceva sto diavolo d’un Jonh Woodcock (che se si chiamava Giovanni sarebbe stato
più facile capirsi) “ma se lo chiamate rimborso delle spese per i chilometri che si devono percorrere, allora ci deve essere un viaggio per avere il rimborso”. Di qui le indagini, i pedinamenti e persino l’analisi delle telefonate dei cellulari (e certamente si può sospettare un certo “malanimo” di John verso i politici Lucani) per verificare se nei giorni di riunione del Consiglio Regionale i quattro fossero risultati nei paesi di residenza prima o anche dopo la riunione del con-
siglio. Pare che i pedinamenti e le analisi delle comunicazioni dei cellulari dimostrassero che i quattro non partivano e/o non rientravano ai paesi di residenza in quelle giornate e da qui il rinvio a giudizio. Ora a noi interessa ragionare sul fatto contestato ai quattro e sul modo in cui ci si è arrivati e sul perché. A parer mio la questione è semplice, anche se la legge originaria non c’è più su Basilicatanet (ma a che serve allora B.N.?), la legge prevedeva il rimborso dal luogo di
residenza (genericamente), i Consiglieri hanno compilato la dichiarazione di residenza anagrafica, l’Ufficio (ovvero l’Amministrazione del Consiglio Regionale) non ha verificato che vi fosse coincidenza tra residenza anagrafica e domicilio lavorativo e ha disposto il rimborso direttamente sul conto corrente dei Consiglieri, i quali -lungi dal domandarsi se gli spettassero quei soldi- se li sono spesi … ma l’Italiano, è risaputo, si ingegna e si indigna solo se gli
togli i soldi, mica se glieli dai. E qui arriva stu’ John (Giua’ alla paisana) e, se lo capisce o no l’Italiano e il Lucano, dice pediniamo questi qua… e li acchiappa e li fa rinviare a giudizio. Ma poi perché pedinare solo questi? E perché non è truffa lo stesso se uno non va in Consiglio per 10 sedute e incassa il rimborso come se ci fosse andato dal momento che il rimborso è forfettario? Alla paisana sarebbe meglio fare moglie e buoi e giudici dei paesi tuoi per evitare che si imbrogliano le lingue come qua, dove John alla fine ci avrà solo speso una fraccata di soldi di pedinamenti etc.etc. e avrà fatto imbastire un processo che non porterà da nessuna parte, perché se i quattro non hanno presentato formale domanda scritta di rimborso delle spese di viaggio ci si attacca al tram. Potevamo, dunque, già risparmiare a cominciare dallo stipendio di John detto volgarmente.
Un tetto agli stipendi dei “super-funzionari” pubblici L’INTERVENTO - «Promesse Shock le voglio fare anche io e non per sfottere». Silvio promette a tutti che restituisce l’IMU sulla prima casa ma Tosi, Leghista, dice che son chiacchiere e non è nel programma e che dopo le elezioni Lega e PiDiElle separeranno le proprie strade. Non vi è da commentare sul condono tombale che lo stesso Silvio ha cambiato in condono dalle multe Equitalia. Monti promette che cambierà l’IMU aumentando le detrazioni e che se governa lui ci potrà ridurre le tasse. Allora perché l’IMU non è stata fatta direttamente, con maggiori detrazioni e perché le tasse non sono state fatte direttamente più basse? Insomma si prende mille a una persona e poi quando quella s’incazza la si rabbonisce dicendogli: “Ma no dai rimani che ti faccio un piccolo sconto”.
Bersani promette che emetterà cinquanta miliardi di nuovi buoni del Tesoro per pagare i debiti dello Stato con le Imprese, sarebbe saggio ma fa aumentare il debito pubblico ufficiale e promette che troverà le risorse (tagliando le ali militari) per rilanciare il lavoro, attraverso la manutenzione e riparazione di scuole ed ospedali la cosa sarebbe utile e urgente ma, fino ad oggi, nessuno ha avuto l’intelligenza di farlo veramente. Grillo promette che restituisce allo Stato parte degli stipendi e indennità dei suoi eletti, la cosa è apprezzabile ma non risolve i problemi del paese dal momento che i guai sono seri e non basta il buon sentimento della casalinga, con tre figli a carico, per risolverli. Ingroia promette l’alto Commissario per la confisca dei beni degli evasori e dei criminali, ma già il fatto che pensi
Immagine da www.indignatospeciale.it
ad un altro Organismo apposito dimostra che non ha idea della disorganizzazione esistente nelle pubbliche amministrazioni per lo più aiutata e ingigantita dagli interventi dei Brunetta, e compagnia bella, spacciati per semplificazione burocratica e poi con i tempi della giustizia italiana sarebbe solo un’altra bella promessa. Nei fatti, ad esempio, il Brunetta ha regalato una 50 ina di milioni annui ad una società per dare a tutti gli italiani la casella di posta elettronica certificata. Ma la casella la puoi usare solo con le pubbliche amministrazioni. I privati tra loro non sono obbligati a usare la posta elettronica certificata e neanche le imprese che forniscono servizi pubblici, ad oggi, hanno la casella certificata o l’obbligo di averla e se devo disdettare l’Enel mi ci vuole la raccomandata di carta, 6 euro di spesa alle poste e la fila e diciamo solo che il Brunetta ha fatto un’altra bischerata a danno nostro e nessuno sembra disturbato. Giannino Oscar (quello con la barbetta furbetta e i vestiti sgargianti) finora, almeno, non ci ha fatto nessuna promessa shock ma ha tempo fino al 22 e di lui possiamo dire che rifiutandosi di commentare le sciocchezze promesse da Berlusconi, già, fa un passo avanti. Lui propone di rivedere la spesa pubblica analizzando i vari settori perché, come si vede nella sanità, si spende troppo quando vi sono troppe differenze, per esempio, su quanto si paga una siringa qui o a Milano. Qui non c’è modo di
analizzare i programmi dei partiti perché ognuno ha preparato schede su ogni argomento e sarebbe impossibile, dunque, si può solo notare che vi sono argomenti che occupano le prime pagine dei giornali tutti i giorni e verificare se tutto questo dichiarare, a destra e a manca, ha una qualche probabilità di influenzare la nostra vita futura o se rimarrà, invece, dichiarazione di buone intenzioni per il loro utile piuttosto che per noi. La mia proposta nasce da una constatazione...si dichiara che c’è la crisi ma poi lo Stato (cioè noi) si paga a un Manganelli oltre 630 mila euro all’anno o a un Mastropasqua (tra lo stipendio INPS e le prebende Equitalia ) oltre 1 milione di euro all’anno. La mia proposta shock è: Mi impegno, se mi fanno Ministro o anche solo Sottosegretario, a proporre e lottare per fare approvare la seguente norma di legge Costituzionale (Comma da aggiungere alla Costituzione dove che piace): “Nessuno che percepisca retribuzione, indennità, appannaggio, pensione a carico dello Stato Italiano, nelle sue varie articolazioni e/o organi (anche Costituzionali) e /o Enti, può percepire importi superiori a 250 mila euro all’anno lordi e omnicomprensivi. A decorrere dall’approvazione nel primo ramo del parlamento, già in prima lettura della presente norma, qualsiasi retribuzione, indennità, appannaggio, pensione da chiunque ed a qualsiasi titolo percepiti a carico del Bilancio dello stato Italiano nelle sue varie articolazioni e/o organi (anche Costituzionali) e/o enti viene adeguata d’ufficio ai vincoli di importo qui stabiliti. Gli importi spettanti di cui al presente articolo saranno adeguati all’aumento del costo della vita secondo le modalità e percentuali previste per l’adeguamento delle pensioni INPS. “E dico una retri-
buzione ben superiore anche a quella di Obama che presiede invece gli Stati Uniti di America. Battute a parte affido agli onorevoli Lucani a partire da Roberto Speranza la proposta di mettere, una volta e per tutte, un limite invalicabile all’egoi-
smo di chi Politico o Dirigente o Autorità Amministra e Governa e questa sarebbe veramente la rivoluzione pacifica italiana. Mario Petrone
UFFICIO STAMPA REGIONE: LE 10 DOMANDE AL PRESIDENTE DE FILIPPO Il suo capo ufficio stampa, Giovanni Rivelli, riveste la qualifica di dirigente oppure no? Quanto guadagna Rivelli? Le risultano massimi tariffari erogati in particolari giornate festive, senza necessità? Sa che la Carta dei doveri del giornalista degli Uffici Stampa contiene il divieto all’Ufficio stampa di effettuare marketing e pubblicità? Le risulta, come sostiene un editore locale, che Rivelli essendo in aspettativa da un giornale, amministrando pubblicità sia in conflitto d’interessi? Quali atti intendere assumere a seguito della querelle di Rivelli contro Simonetti, visti gli effetti di cattivo gusto prodotti fin qui? Cosa ci dice sul ruolo pubblico di Basilicatanet e sulle sue ormai contestate censure? Quali sono i costi reali dell’ufficio stampa? Perché le copie di Controsenso, distribuite sabato spariscono dall’atrio del Palazzo regionale già da lunedì?
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
5
Un Filippo Bubbico in modalità “rinnovabile” Intervista a tutto campo con uno dei guru del Pd lucano: Berlusconi, Grillo, Ingroia, Di Pietro e Cannizzaro. Ce n’è per tutti di Walter De Stradis
S
EGUE DA PAGINA 1 Nel discorso “Post-Toghe Lucane”, lo accomuna all’esordiente collega candidato Cannizzaro la godereccia e irriverente ricerca del politico/ moralista perduto, all’insegna della (retorica) domanda “Di Pietro, che fine hai fatto?”. Insomma, noi ci abbiamo provato a entrare nella testa di uno come Filippo Bubbico. Se ci ha fatto rimanere solo in anticamera, ditecelo voi. Berlusconi agli Italiani vuol restituire i soldi dell’Imu. Lei cosa offre? Bisogna restituire la dignità. La dignità nel senso di responsabilità, che è l’unico modo per superare le difficoltà che abbiamo di fronte. Con le illusioni non si va da nessuna parte. Berlusconi ha venduto illusioni per troppo tempo; forse bisogna dire che noi gli abbiamo anche consentito di raccontare balle, perché abbiamo alle spalle un ventennio di “timidezza della politica”. Non abbiamo saputo rivendicare la dignità e l’autorevolezza della politica, proponendo programmi e soluzioni alternative. Ma come si fa a riguadagnare questa fiducia, a fronte degli scandali osceni dei vari Fiorito, e anche di alcuni recenti fatti lucani? Non è semplice, ma è l’unica soluzione che abbiamo, perché l’alternativa è il populismo e quindi l’annullamento della democrazia e della partecipazione. Recuperare credibilità e dignità per la politica è un percorso difficile: richiedere uno sforzo straordinario, ma non bisogna “lisciare il pelo” ai cittadini, bisogna dire la verità, sapersi assumere le responsabilità. In un’altra campagna elettorale Berlusconi disse “Non credo ci siano tanti coglioni che voteranno per la sinistra”. Adesso voi cosa dite, che non credete ci siano tanti coglioni che crederanno alle promesse sull’Imu? I cittadini non sono coglioni. I cittadini vivono in una situazione di grave difficoltà. La crisi è vera, è profonda. Il disorientamento può far gioco a chi vuol far pensare che non ci siano soluzioni, che tutti facciamo schifo, che la politica è uno schifo e che i partiti sono tutti uguali. In questo modo, però, azzerando le differenze fra chi lavora bene e chi no, si perde anche lo stimolo, e la ragione stessa, a pretendere azioni sempre migliori da parte di chi ci governa. Uno dei “nemici” più urgenti per voi è allora il Grillismo. Si, in effetti il problema è proprio quello. D’altra parte la storia di questi anni ce lo insegna: noi abbiamo già conosciuto un altro momento storico in cui la politica in sé è stata vista come il male assoluto. A questo momento doveva seguire una fase di rinascita, e invece … Ricordiamo il Di Pietro dalle “Mani Pulite”. Ma oggi Di Pietro dov’è? È forse scomparso? Eppure secondo alcuni è stato uno dei pochi, veri oppositori di Berlusconi. Errore: lui è stato il maggiore alleato di Berlusconi. Di Pietro rappresenta una variante del
Berlusconismo, e non è un caso che entrambi abbiano costruito partiti personali e con “parole d’ordine”, ma non mi pare che l’Italia abbia ricevuto grandi benefici, né dall’uno e né dall’altro. A voi del Pd vi sia accusa, al contrario, di essere un’ammucchiata. Questo è vero. Noi siamo una “conglomerata”, ma i partiti che sono giovani e che però hanno alle spalle tradizioni antiche, inevitabilmente devono essere questo. Ma i nostri conflitti, le nostre difficoltà sono visibili a tutti. Ma le primarie non sono state una finzione. Per questo credo che abbia ragione chi ha sostenuto che il Pd è nato ora, perché per la prima volta si è manifestato un confronto tra Bersani, Renzi e gli altri candidati su visioni, valori e anche programmi. Il Pd oggi è molto meno litigioso, comincia a rivelare il suo profilo unitario. In ogni caso, quando anche il partito più complicato vive di democrazia e di partecipazione, c’è rimedio a tutto. La democrazia ha in sé gli strumenti per correggere tutto. Veniamo alle questioni locali. Sempre a proposito delle ormai famose restituzioni, qual è il nostro credito nei confronti dello Stato? Siamo in credito, ma siamo anche in debito. Perché non abbiamo fatto abbastanza per mettere a valore le nostre potenzialità e le nostre intelligenze. Perché, mi chiedo, quando i meridionali operano fuori dal Mezzogiorno, realizzano cose eccellenti, perché diventano imprenditori importanti, imprenditori di successo, professionisti affermati? Perché qui non ci sono le opportunità. Ma le opportunità le creiamo anche noi. Allora è giunto il momento di riconoscere che forse noi non abbiamo fatto … Vuol forse dire che i giovani lucani, per quotare la Fornero, sono anche loro “choosy”? Io non parlo dei giovani, ma di NOI, di noi politici, di noi amministratori. Un’autocritica, quindi. Che cosa VOI non avete fatto? Come classe dirigente io penso che in Basilicata sia stato fatto molto, ma abbiamo fatto anche degli errori, per carità. Se devo confrontare una Basilicata con le altre regioni meridionali, mi sento di dire che da noi è stato fatto molto. Tanto per dirne una, non siamo in dissesto e non siamo commissariati. Però si poteva e si può fare di più, coltivando un maggiore senso di unità regionale e condividendo un destino comune. Spesso la politica, NOI, costruiamo le nostre fortune elettorali su conflitti costruiti ad arte, si pensi al conflitto Potenza-Matera che è un’idiozia gigantesca. Eppure molti di NOI vivono campando sulla rendita derivante sulla “diatriba” tra Matera e Potenza. Così oggi scopriamo che la disoccupazione dipende per buona parte dalla perdita di posti di lavoro nel settore manifatturiero e nel settore edilizio, e se prendiamo il settore dell’edilizia e delle costruzioni vediamo che buona parte della disoccupazione scaturisce dal blocco dei finanziamenti pubblici. Quando la Regione Basilicata spendeva più di quello che otteneva dalla Comunità europea, c’erano
molti che invece di lanciare la sfida più avanti, remavano contro, sostenendo che quelle risorse venivano spese perché si distribuivano “a pioggia”, si costruivano marciapiedi, si facevano cose banali. Oggi, che le opere pubbliche anche di piccole dimensioni non vengono più realizzate, ci rendiamo conto, che proprio il blocco dei micro-cantieri ha determinato la paralisi del settore economico così importante per il nostro Paese. E allora, noi dobbiamo correggere questi “vizi”, per coltivare un clima di fiducia che consenta alle energie migliori di potersi esprimere. Tocchiamo allora il tema “lucano” per eccellenza, il petrolio. Un campo di battaglia su cui si verificano spesso i contrasti di cui lei parla Esatto. Si stanno formando
economie che ci reggono su effetti momentanei, ci bruciamo letteralmente una grande opportunità. In quest’ottica lei come la vede la questione dei bonus carburanti? E’ una questione tutta politica, per distribuire una mancia ai cittadini lucani, “ecco vi diamo 100 euro … statevene buoni”. E allora qual è la chiave di volta per ingranare il circuito virtuoso della “crescita globale” a cui mi sembra stesse facendo riferimento? Come si fa a rendere davvero “produttive” queste royalties, al di là della costruzione del campetto di calcio in paese e buonanotte? Il campetto di calcio serve pure lui, perché sullo sport si può costruire un’economia del benessere individuale, e anche di servizi legati a
Bubbico a Matera due schieramenti, uno che sostiene che estrarre petrolio non comporta nessun problema e un altro che ritiene che l’estrazione e la coltivazione dei giacimenti petroliferi di idrocarburi comporti disastri umani, perché danneggia la salute e danneggia l’ambiente. Non è mai stato affrontato il problema di come si governano questi processi difficili. Se si volesse fare questo noi dovremmo concentrare la nostra attenzione sul rafforzamento delle strutture di controllo. Perché non abbiamo un sistema efficiente di monitoraggio in tutta la regione Basilicata? L’argomento sul tavolo, però, è sempre quello delle royalties. Ci sentiamo fregati. E a ragione. La Basilicata ha bisogno di risorse pubbliche, ma noi dobbiamo saperle utilizzare e dobbiamo fare in modo che qui si creino delle economie in grado di generare ricchezza e non delle economie “sussidiate”. Se noi immaginiamo delle
quelle funzioni. Ma come si fa a costruire uno sviluppo duraturo? Io penso che ciò possa essere possibile facendo investimenti di medio-lungo termine. Faccio degli esempi. L’investimento sull’università non è un investimento banale. Però non dobbiamo dare soldi all’università e non costruire poi tutte le azioni necessarie a potenziare la funzione, il ruolo, il peso dell’università di Basilicata nel sistema formativo nazionale ed europeo. Da questo punto di vista vanno recuperati i ritardi nella realizzazione del campus universitario di Matera e del campus universitario di Potenza, perché l’università di Basilicata noi potremmo dire che avrà avuto successo, quando presenterà un profilo più internazionale, quando il 50% degli studenti non sarà costituito da cittadini italiani, ma sarà costituto da cittadini europei. Vedo ripetuto spesso, uno slogan fortunato che la Basilicata ha coniato negli anni 2000 “Un computer in
ogni casa”, che non era solo uno slogan, ma un obiettivo ambizioso di modernizzazione della Basilicata che anticipava i contenuti dell’agenda digitale. Quel progetto viene richiamato da parte di cittadini, ma anche da forze politiche nella logica di una “fonte rinnovabile” per ogni casa. Cioè il tema della micro-generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Io penso, ad esempio, che al posto di dare 100 euro di bonus benzina ai patentati lucani, sia più opportuno dare gli incentivi per rendere efficienti dal punto di vista energetico le abitazioni dei cittadini lucani, o poter produrre energia da fonti rinnovabili, con un pannello fotovoltaico sui tetti o con un micro-generatore eolico. Così si alimenterebbe una domanda di beni e servizi, che darebbe uno straordinario scenario di opportunità nel nostro sistema produttivo perché lavorerebbero installatori, ingegneri, tecnici. Quindi a mio parere il tutto sta nell’utilizzare gli investimenti su settori a “fecondità ripetuta”, in grado di innescare i processi di sviluppo. Saltiamo di palo in frasca. Atteniamoci ancora al filoconduttore sui “crediti”. Lei è uno di quelli che ritiene che noi si sia come minimo in credito di immagine, soprattutto a causa di alcune inchieste giudiziarie finite poi in nulla. Sì, io penso che noi siamo in credito e la Basilicata ha subito i danni generati da un ambiente, da un contesto che non ha fatto bene il proprio lavoro nel rispetto dei principi costituzionali e delle funzioni attribuite a ciascuno. E’ difficile mandare giù il fatto che qualcuno che ha indagato su di te, poi sia “sceso in campo” pure lui? Bisogna dire, che a fronte di una stragrande maggioranza di persone serie che fa il proprio dovere dalla mattina alla sera, e che garantisce presidi di legalità e amministrazione della giustizia, esistono poi tanti personaggi che vivono “l’ansia da prestazione” e che ambiscono a diventare personaggi della televisione. E tutti questi poi inevitabilmente sono approdati all’interno del mondo politico, quindi hanno utilizzato la tribuna per costruire le proprie fortune politiche. Io sono stato indagato, ho subito perquisizioni e non mi sono mai lamentato del fatto che uno che come me ha avuto incarichi e responsabilità molto grandi in una regione, venisse fatto oggetto di indagini e di approfondimenti. Mi sono sempre lamentato invece dell’uso che è stato fatto di queste attività, perché appunto De Magistris sul nulla ha costruito le sue fortune politiche. E quindi quando uno come lui scende in politica, si ha la conferma di una tesi, di un sospetto che si ha, e si ha la conferma di quanto sia praticato in Italia l’atteggiamento di chi pratica le pubbliche virtù e i vizi privati. Anche questo è un problema che noi dobbiamo affrontare. Presumo che siano le stesse riflessioni che ha fatto quando ha visto Ingroia entrare in politica. Ingroia ha portato in televisione un mafioso, tale Ciancimino, e lo ha presentato come un eroe della patria. In questo modo, ha
deviato una serie di valutazioni e non so se anche indagini. Era chiaro che Ingroia lavorava sulla sua candidatura, anche all’osservatore più ingenuo. Le reazioni di alcuni importanti magistrati, da Bruti Liberati ad altri, danno l’idea di come la stessa “casta” della magistratura non sia più disposta a sopportare determinati comportamenti. Sono solo questi gli “aspetti antipatici” di una campagna elettorale un po’ atipica? Lo ha detto Vendola: c’è il rischio che l’Italia si ritrovi confinata in un pantano. C’è chi –consapevolmente o menosta lavorando proprio a questo. E qui torniamo a Ingroia, che “nasconde” Di Pietro. Ma perché Di Pietro si nasconde? Non era l’esempio del crociato senza macchia e con tutte le virtù? A proposito di altri partiti e di altri candidati. Come ha preso la notizia della “scesa in campo” di Cannizzaro con i Popolari Uniti? Il dottor Cannizzaro è un uomo dalle grandi passioni civili. Io l’ho conosciuto e apprezzato nella sua funzione di direttore generale del San Carlo. Sarà una risorsa? Darà un contributo? Se non si farà condizionare dal rancore, sì. Se invece vivrà la sua candidatura all’insegna del rancore, farà innanzitutto un torto alla sua intelligenza e al suo senso civico, e sarebbe francamente un grande peccato. I cittadini lucani. Cosa le chiedono per strada, quando la riconoscono? Il lavoro, che è il problema più grosso in Basilicata, e dappertutto. Qui si aggiunge la delusione. In questo forse anche noi abbiamo delle responsabilità: si era consolidata l’illusione, la convinzione che l’uso delle risorse energetiche avrebbe risolto la questione. Così non è stato. Tornando al petrolio, bisogna capire come –insieme alla sostenibilità ambientalesi possa avviare un processo di cambiamento dell’aspetto produttivo, tale da farci fare quel salto in avanti dl punto di vista dell’occupazione che tutti ci aspettiamo. Facciamo una proiezione: il Pd vince le elezioni, Bersani diventa premier. Cosa devono aspettarsi dall’immediato futuro, i Lucani? Che tipo di anni ci aspettano? In qualunque governo guidato da Bersani, i Lucani si devono sentire più garantiti, perché c’è la possibilità di interloquire con una persone concreta, che non regala sogni, che lavora e che pretende che si faccia altrettanto. Con Bersani presidente dobbiamo impegnarci di più perché allo sforzo del Governo deve associarsi lo sforzo di tutti i cittadini meridionali, a partire dalle classi dirigenti. Dobbiamo ricostruire il Paese, come nel Dopoguerra. Sulle macerie del Berlusconismo? Adesso ci sono le macerie di Belusconi, ma non solo. Lui ha acceso la miccia, ma c’era già nel Paese una certa propensione a praticare le “scorciatoie” di cui abbiamo parlato. Ciò che abbiamo vissuto e subito in questi ultimi venti anni, spero posa consigliarci ad agire diversamente.
6
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
L’avvocato Carmine Ruggi, difensore di Anna Rosa Fontana: “Il vero problema di Paolo Chieco era la sua disponibilità all’omicidio” di Milena Manicone
Q
uello di Anna Rosa Fontana è un caso emblematico, che ha avuto rilevanza nazionale per la ferocia del suo omicidio, avvenuto il 7 dicembre 2010, per mano dell’ ex convivente Paolo Chieco, dopo una lunga persecuzione. E’ il 13 luglio 2005 quando Anna Rosa viene accoltellata la prima volta, davanti agli occhi del figlio, riuscendo a salvarsi per miracolo. Un tentato omicidio consumato davanti all’ingresso di casa sua, lo stesso posto dove cinque anni dopo verrà brutalmente assassinata. Dopo questa aggressione, tragico epilogo di una lunga serie di violenze, Chieco viene condannato a 12 anni e 6 mesi, una pena che grazie a una giustizia un po’ troppo benevola si riduce a soli tre anni, di cui la metà scontati agli arresti domiciliari, a pochi metri da casa di Anna Rosa Fontana. Da quel momento per lei inizia un lungo calvario, nel 2009 Chieco torna libero e ricomincia a perseguitarla. Ricominciano molestie e minacce, ma l’ escalation di violenze aumenta subito dopo l’ efficace deposizione in tribunale di Anna Rosa, in cui racconta tutto ciò che è stata costretta a subire negli anni. E’ il 21 settembre 2010, quel giorno viene firmata la sua condanna a morte, perché subito dopo Chieco tenta nuovamente di ucciderla e sequestrarla. Il breve rapimento si conclude bene, grazie all’intervento dei carabinieri Fontana riesce a scappare, ma le minacce di morte continuano anche nei giorni successivi. La donna in accordo con il suo avvocato decide di sporgere querela al Comando dei Carabinieri, in cui descrive dettagliatamente in che modo il suo ex convivente ha tentato di ucciderla, il sequestro e le continue minacce di morte che le vengono rivolte ,specificando chiaramente che è in grave pericolo di vita. La denuncia, l’ennesima, avviene il 6 ottobre 2010, dei vari reati evidenziati nella querela viene riconosciuto solo lo stalking e l’8 novembre 2010 il giudice emette un provvedimento cautelare che impone a Chieco di tenersi a 300 metri dall’ ex convivente. Un mese dopo, il 7 dicembre 2010 Anna Rosa Fontana viene massacrata sotto casa sua, sotto gli occhi di suo figlio. Lo scorso 30 novembre la Corte d’Appello di Potenza ha confermato la condanna a trent’anni di reclusione per Paolo Chieco. Prima dell’omicidio di Anna Rosa Fontana, a Paolo Chieco era stato contestato il reato di stalking? Le condanne che Chieco ha subito sono relative al tentato omicidio del 2005 e all’omicidio del 2010. Per la con-
danna del 2005 non ci poteva essere nessuna contestazione per quanto riguarda il reato di stalking, perché la legge è stata approvata successivamente, nel 2010 il reato era già stato formulato nel codice penale e quindi fu possibile contestarlo come fatto aggravante rispetto al reato di omicidio. Nel giudizio dinanzi al giudice dell’udienza preliminare di Matera effettuato recentemente, il giudice ha considerato esistente il reato di omicidio volontario aggravato anche con riferimento allo stalking, mentre la Corte d’Appello aveva a sua disposizione una serie di aggravanti, fra cui anche quello dello stalking, ma tale reato non è stato considerato nella condanna di Paolo Chieco a 30 anni per omicidio volontario aggravato, in quanto per i fatti prodromici allo stalking mancava una sentenza definitiva. Tale aggravante non poteva essere attribuita non perché non esistesse, ma perché giuridicamente non era già stata sanzionata da un provvedimento definitivo del giudice penale. La Corte d’Appello nella valutazione complessiva ha stabilito che l’aggravante di stalking non era rilevante, in quanto per come è aggravato il reato di omicidio , non ha nessuna influenza. Trent’anni sono stati dati dal gup di Matera, trent’anni sono stati confermati dalla Corte d’Appello di Potenza. Perché nonostante le querele per i gravi episodi di stalking e non solo non sono stati presi dei provvedimenti in grado di evitare l’omicidio? Una serie di atti violenti, minacciosi e persecutori determinano il reato di stalking, che deve essere riconosciuto in una sentenza da parte del giudice penale. Questo non esclude che in via preliminare e cautelare il pubblico ministero possa richiedere al giudice un provvedimento di allontanamento dello stalker dalla vittima. Nel caso di Anna Rosa Fontana il provvedimento cautelare è stato adottato nei confronti di Chieco, infatti doveva stare a 300 metri di distanza dalla vittima, ma in sede di Corte d’Appello questo stalking riconosciuto in via cautelare ancora non aveva avuto una definizione con sentenza passata in giudicato. Un provvedimento cautelare che, però, si è rivelato inefficace.
Il provvedimento è di per sé efficace, ma come tutte le prescrizioni di carattere penale presuppone che colui il quale riceve l’ordine di non avvicinarsi alla vittima lo esegua. Questo tipo di prescrizione è un obbligo fatto nei confronti della persona destinataria del provvedimento, e funziona a condizione che lo stalker sia già disponibile a rispettare la norma, se invece lo stalker non rispetta la norma d’imposizione che gli viene data dall’autorità giudiziaria, assume un’ulteriore responsabilità penale, perché non rispetta un ordine che deriva dall’autorità. Potrebbe apparire un ordine privo di una coazione vera e propria, ma le costrizioni sono fatte dalla legge per intervenire quando qualcuno compie un reato.
Nel caso specifico era possibile ipotizzare un’altra cosa, poiché lo stalker era per sua natura refrattario al rispetto della legge, doveva essere opportunamente vigilato, affinché rispettasse il provvedimento. Dato che lo stalker è un soggetto molestatore, quindi può molestare in qualsiasi modo, la pubblica sicurezza può intervenire facendo un lavoro di previsione. Ad esempio controllandolo dieci volte al giorno, per assicurarsi che sia a casa e non vada a molestare la vittima. Si è verificato l’omicidio perché lo stalker, benché raggiunto dal provvedimento cautelare di non avvicinarsi, se n’è infischiato, come avrà fatto anche in altre circostanze, violando altre norme di legge., ed è andato ad aspettare l’ ex convivente sotto casa. Si è rivelata inefficace una vigilanza più pressante nei suoi confronti che avrebbe potuto indurlo a non avvicinarsi alla vittima. In questo caso il provvedimento cautelare di stalking non ha avuto efficacia, perché materialmente bisognava mettere a fianco della donna un agente. Chieco doveva essere vigilato 24 ore su 24 . Se un soggetto viene raggiunto da un provvedimento di stalking e vi è la legittima previsione che tale provvedimento non verrà rispettato, si può ricorrere alle forme in cui normalmente avviene la restrizione della libertà della persona. Ad esempio non con-
sentendo la convivenza nella stessa città,questa sarebbe stata una forma di coazione utile per prevenire il delitto, oppure si possono impiegare queste persone in lavori socialmente utili. In alcuni casi particolari si può anche ipotizzare un intervento preventivo di restrizione della libertà vera e propria. Nel caso specifico se fosse stato emesso un provvedimento di vincolo all’abitazione,con divieto di uscire da tale ora a tale ora, può darsi che non si sarebbe arrivati all’omicidio. Invece Chieco era in una posizione di completa libertà, spettava a lui decidere se osservare o non osservare tale provvedimento. In realtà Chieco doveva essere in carcere per aver tentato di uccidere Anna Rosa Fontana già nel 2005, ma la sua pena poi si è ridotta a pochi anni. Già il primo tentativo di omicidio era stato preceduto da una serie di atti persecutori della persona, in quella circostanza non c’era la possibilità di attribuire il reato di stalking perché la legge non c’era ancora. Dopo il tentativo di omicidio il giudice valutò che il reato meritasse 12 anni di carcere e 6 mesi, che poi con il rito abbreviato diventarono 8 anni e 4 mesi. Dopo l’ impugnazione la Corte d’Appello ritenne meritevole il soggetto delle attenuanti generiche, perché aveva avuto un comportamento corretto nel carcere, si ritenne che quel tentato omicidio fosse da attribuire a un raptus di gelosia, dovuto a una convivenza burrascosa tra due soggetti particolarmente reattivi, per cui la pena si ridusse a 6 anni. Poi arrivò l’indulto che nel frattempo era stato emesso dalla legge e quindi gli anni diventarono tre. Poiché nel carcere Chieco aveva avuto un comportamento tranquillo si ritenne opportuno fargli scontare il resto della pena agli arresti domiciliari. Quindi dopo circa un anno e mezzo di carcere tornò a casa. Da quel momento ricominciarono le molestie nei confronti di Anna Rosa Fontana, perché casa sua era a pochi metri dall’abitazione della vittima. Questo aspetto non era stato valutato dal giudice? Per il giudice lui doveva stare agli arresti domiciliari, quindi non doveva uscire da casa. Durante la permanenza agli arresti domiciliari si sono verificate una serie di molestie, ad esempio puntava il laser verso la finestra di Fontana, si faceva vedere che stava sul balcone, faceva il segno della croce per minacciarla di morte. Il vero problema di questa persona era la sua disponibilità all’omicidio. Chieco era psicologicamente predisposto all’omicidio, infatti in base alla mia va-
lutazione, quest’uomo come seconda attività faceva il macellaio e quindi aveva una vocazione naturale a usare il coltello. Nel 2009, finito il periodo di detenzione domiciliare ha iniziato a inseguire nuovamente la vittima. In questa vicenda non bisogna dimenticare che quest’uomo e questa donna avevano una figlia, per cui questa bambina era un collante psicologico e un motivo per lui per avanzare dei diritti su di lei. In questi casi si crea una sorta d’interdipendenza psicologica tra vittima e carnefice. Fontana voleva allontanare il carnefice, ma allo stesso tempo cercava di accontentarlo perché c’era di mezzo una bambina. La bambina costituiva un’arma di ricatto che lui esercitava quando lei tentava di allontanarsi. Veniva esercitata una pressione psicologica su un soggetto che in qualche modo era succube di quest’uomo. Quest’interdipendenza è tipica in tutti i casi di stalking in cui ci sono un uomo e una donna. Lo stalker può agire con la violenza o
con la lusinga, rendendo la vittima succube in modo subdolo, facendo leva sulle sue debolezze. Lo stalker usa la violenza psicologica sul soggetto, sfruttando le sue debolezze. Una forma sottile di prevaricazione di un soggetto su un altro soggetto, che diventa succube pur ragionando benissimo.
LO STALKING NELLA PROVINCIA DI MATERA
S
econdo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno a livello nazionale negli anni 2010 e 2011 sono stati commessi 7.673 reati di stalking, di cui il 77% riguardano vittime di sesso femminile e il 23% vittime di sesso maschile. Percentuale maschile che invece aumenta leggermente se, per gli stessi anni, si guardano i dati della Basilicata. Il fenomeno interessa per il 73% le donne e 27% gli uomini, su un totale di circa 90 reati commessi per ogni anno. Dunque non soltanto una questione di genere, ma un’emergenza sociale che coinvolge una minoranza crescente di persone incapaci di amare e di accettare la fine di una relazione, perché considerano il partner una proprietà. Che dimensioni ha il fenomeno nella provincia materana? Secondo i dati forniti dalla Compagnia dei Carabinieri di Matera,aggiornati a dicembre 2012, dal 2009, anno in cui è entrata in vigore la legge sullo stalking, al 2012 in totale i casi segnalati sono stati 48, 44 i denunciati in stato di libertà,11 gli arresti, con un leggero incremento negli ultimi due anni, 10 gli ammoniti e 16 i provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria. Il maggior numero di casi di stalking sono stati riscontrati nei comuni di Matera e Policoro, seguono Tricarico e Pisticci. Dunque un fenomeno abbastanza contenuto nella nostra provincia,anche se bisogna considerare che ci sono ancora molte donne che hanno paura di denunciare i loro aguzzini. A.MAT.A.S.
ASSOCIAZIONE MATERANA
ANTI-STALKING
Dal dolore per la morte di una figlia e di una sorella è nata pochi mesi fa A.MAT.A.S. Associazione materana antistalking. Un atto d’amore dei famigliari di Anna Rosa verso altre donne, che potrebbero trovarsi nella stessa situazione e aver bisogno di aiuto. Presso l’associazione aperta tutti i giorni in via Pentasuglia 40, ha spiegato la presidente Antonella Fontana,sorella di Anna Rosa, le vittime di stalking possono ottenere assistenza legale e psicologica, inoltre verrà dedicato ampio spazio a corsi di formazione e informazione, anche nelle scuole, per far conoscere il più possibile questo fenomeno e prevenirlo, iniziando proprio dai bambini. Un centro che si pone come punto di riferimento per le donne che subiscono violenza nella provincia di Matera,ha spiegato Fontana ,dove ad esempio ancora non ci sono delle case rifugio , in grado di fornire un alloggio sicuro alle vittime. Un ‘associazione che intende fare rete con forze dell’ordine, enti pubblici, altre associazioni antiviolenza e famiglie di vittime di stalking., per combattere insieme e sentirsi meno soli nel dolore. Come nel caso della famiglia di Antonella Alfano di Agrigento, una donna uccisa barbaramente dal compagno due anni fa, a cui Antonella Fontana rivolge un pensiero in occasione dell’anniversario della morte. Mil. Man.
ontrosenso
REPORT
Basilicata
9 Febbraio 2013
7
Cannizzaro tira lo sciacquone «Belisario, sei finito». E’ il candidato che fa più notizia Tempi duri per “i buoni” di qualche anno fa di Generoso Galina
L
A NOTA POLITICA C’era un tempo in cui in Basilicata c’erano “i buoni” e c’erano “i cattivi”. E tutti sapevano chi erano gli uni, e chi erano gli altri. Ai tempi dell’inchiesta “Toghe Lucane”, dell’ex pm -ora politico- Luigi De Magistris, in Basilicata si era creata (e questo è un dato storico) una sorta di spaccatura nella società civile, o almeno, in una parte di essa. Gran parte dei moltissimi indagati dell’inchiesta dell’allora magistrato napoletano, che ipotizzava (senza riuscire tuttavia a dimostrarne l’esistenza) una cementizia cupola politico-giudiziario-affaristica che gestiva praticamente tutto in Basilicata, invisi all’opinione pubblica, orma p , parevano p indelebilmente macchiati con la lettera scarlatta. Dall’altra parte c’erano loro, i difensori della legalità: non solo, ovviamente, De Magistris e i magistrati potentini che lo avevano indirizzato verso quel tipo di indagini, ma anche quelli della stessa “area” ideologica. In primis Belisario e quelli del suo partito fondato da un ex magistrato, Antonio Di Pietro («Che un pezzo dei poteri che contano fosse coinvolto in attività sospette, del resto, l’ho personalmente denunciato sin dal dicembre del 2006», Belisario dixit). Ripetiamo: è questa u n a ricostruzione
prettamente storica, il tratteggio di un’epoca non troppo remota in cui era meglio non farsi vedere a passeggio, in pizzeria, o anche solo nella stessa via con determinate persone messe sotto inchiesta. Poi le archiviazioni. La Basilicata perde forse un’occasione per fare chiarezza su tanti interrogativi allarmanti, ma succede che il magistrato che ha dato vita al bailamme giudiziario diventa politico nelle fila IDV, e tanti saluti a quanti ci avevano creduto. Sono passati degli anni, e per tutti, “Toghe Lucane” ha ancora il volto di un uomo, in particolare, Michele Cannizzaro: ai tempi dell’indagine di De Magistris il 50% maschile della “coppia diabolica” composta col magistrato Felicia Genovese. Quella del caso Claps. Passa altro tempo. La ruota ggira. E l’IDV di Antonio Di Pietro cade sotto i colpi infertigli da magnaccioni di grosso calibro, e la cedibilità popolare acquisita in anni va a farsi benedire
nel corso di un programma televisivo, in cui un Di Pietro stanco e sudato, cincischia e balbetta davanti al cronista che gli chiede ragione di alcuni escrementi venuti a galla. Ora Michele Cannizzaro, candidato al senato con i Popolari Uniti, è il volto nuovo in cerca di rivincite che più fa notizia di questa campagna elettorale lucana (a qualcuno non piacerà, ma così è, se vi pare) e gode alla grande (anche se lo nega). L’ultima comparsata di Di Pietro a Potenza, gli porge il destro (ma anche il sinistro e il gancio) per levarsi le centinaia di sassolini che aveva nelle scarpe, e dar vita a una vera e propria sassaiola da cui uno come Felice Belisario, difficilmente si riprenderà. Leggete qua. «Secondo il mio modesto modo di vedere –scrive oggi Cannizzaro- è sempre un errore ppresentarsi ppoliticamente e dunque moralmente come più puri degli altri. Diceva Pietro Nenni che prima o poi arriva sempre uno più puro di te che ti epura. Per mille ragioni, anche personali, sono sempre stato avversario del pperverso pe rverso cortocircuito mediatico-giudiziario che ha ridotto ai minimi termini il garantismo, il rispetto delle persone, la separazione dei poteri dello Stato, e dunque ho guardato sempre molto criticamente alla politica di Antonio Di Pietro, al quale pure riconosco di essere stato l ‘unico vero oppositore del g o vern o
Mastrosimone a fianco a Di Pietro, e saperla al contempo a fianco del Centro Democratico per far eleggere il consigliere Benedetto (così potrà prendere il suo posto in consiglio regionale come prima dei non eletti) mi mette non poca malinconia. Nulla di personale contro la Mastrosimone, ma credo che i cittadini siano stufi di questo modo di fare politica, di queste continue transumanze pur di rimanere a galla. E mi domando: l ‘Italia dei Valori è ancora nel governo regionale. E se sì, perché, visto che a livello nazionale è confluita in Rivoluzione Civile, che è alternativa al Pd?‘ E quali sono le ragioni che d o vrebb e ro t e ner e l a
Berlusconi. Mi fa molta tenerezza vedere adesso Di Pietro ridotto ai minimi storici proprio per quel meccanismo perverso che lui ha più volte alimentato nella sua lunga carriera nel Palazzo. Con la trasmissione ‘Report ‘, infatti, è arrivato qualcuno più puro di lui e l ‘ha epurato. E mi ha fatto molta impressione vedere un partito ben radicato sul territorio anche in Basilicata sciogliersi in
nemmeno 24 ore c o m e neve al sole. L ‘Italia dei Valori, i n Basi-
licata, è sempre stato un partito di governo, un partito totalmente favorevole al sistema di gestione del Pd. Infatti mentre l‘ormai ex senatore Felice Belisario tuonava contro il malgoverno berlusconiano, taceva pilatescamente sul malgoverno regionale, attuando di fatto, come tanti, la deprecabile pratica della doppia morale. Oggi Belisario non è più candidato, e non come dice lui per fare posto ai giovani, ma perché si è visto restringere gli spazi politici che fino a qualche mese fa sembravano sterminati (anche se nella sua fortunata carriera è sempre stato nominato e mai eletto).
Non sono abituato ‘a differenza di tanti‘ a godere delle sventure degli altri, ma prendo nota e imparo dal fatto che quando ci si presenta come più puri degli altri bisogna davvero essere specchiati, privi di chiaroscuri, impeccabili. Cosa difficilissima, essendo noi tutti uomini imperfetti in carne e ossa. Osservo perciò con molta malinconia il tramonto di Di Pietro, al quale vorrei di dire di non usare strumentalmente e in maniera inappropriata la memoria di Falcone e Borsellino (non confondiamo l‘oro con il piombo). L ‘Italia dei Valori è ridotta ai minimi termini, e vedere l‘assessore Rosa
Mastrosimone in giunta, che non solo non è mai stata eletta, ma che fa parte di un partito alternativo al Pd? ». Recita un proverbio cinese circa l’opportunità, per l’uomo in cerca di vendetta, di aspettare che il cadavere del proprio nemico passi lungo il fiume. E’ evidente che a uno come Cannizzaro, star seduto a lungo sui sassi ai bordi del Basento, non gli ha fatto poi tanto male.
FITTASI LOCALE MQ 100 PAL. UNGARO 1° PIANO CON PARCHEGGIO VIA DEL GALLITELLO 85100 POTENZA TEL. 0971/52042
8
NEW CITY
9 Febbraio 2013
ontrosenso Basilicata
I disabili arrabbiati col Comune:
<<Sindaco … e che CASO>> Le risposte dell’amministrazione potentina alle problematiche sollevate su queste pagine non sembrano soddisfare i lettori Quella parola che rende troppo “facile” il rilascio dei permessi
di Rosa Santarsiero
P
OTENZA - A partire dalla scorsa primavera ci siamo occupati con perizia di diverse questioni sollevateci da alcuni disabili del capoluogo, intervistati nelle precedenti puntate. Nello specifico il signor Luigi Rondanini, la signora Alba Montagnuolo, il signor Egisto Ambrosio e la signora Salvina lamentavano più che dei semplici problemi, dei dati di fatto che bollano in negativo la vivibilità della città. Nonostante ci sia stato un incontro zeppo di promesse tra questa delegazione e il sindaco Santarsiero (nel maggio scorso), e nonostante lo stesso primo cittadino abbia promesso un “censimento” di tutti i contrassegni per disabili, onde evidenziare il possibile uso improprio degli stessi, la situazione -stando a quanto ci dicono i nostri disabili/ lettori- non si sarebbe evoluta per nulla. Tant’è che il 19 gennaio scorso Controsenso è ritornato nuovamente sulla questione, attraverso una nuova intervista rilasciataci dal signor Rondanini. Nello specifico, il signor Rondanini voleva che qualcuno del comune di Potenza, o il Sindaco, o l’assessore al ramo, o il comandante della polizia municipale Donato Pace, rispondesse in modo definitivo ad una serie di domande. Le elenchiamo nuovamente di seguito: «- A che punto sono con il censimento dei contrassegni per disabili? È realmente iniziata questa procedura? - Che fine hanno fatto i parcheggi per disabili nel centro storico in seguito ai lavori di riqualificazione? Io non riesco a trovarli. - Che fine ha fatto, o a che punto è il progetto (da un milione di euro) di rimozione delle barriere architettoniche nei cento punti della città di cui ci ha parlato il Sindaco quando ci ha ricevuti? - Perché in qualità di disabili non siamo stati contattati in presenza di opere cittadine importanti, nonostante la promessa del Sindaco? - Si parla tanto di barriere architettoniche in riferimento alle vecchie costruzioni, ma come mai anche un’opera recente, come il sottopasso di
23 maggio 2012: il sindaco incontra i nostri lettori con disabilità viale del Basento (che si presenta con una enorme scalinata, senza una rampa d’accesso), o semplicemente i parcheggi realizzati nei pressi dello stesso sono per noi impraticabili ed inutilizzabili?». Visto che questi quesiti -nonostante l’ennesimo articolo a riguardo e la disponibilità di Controsenso ad eventuali dibattimenti- non hanno trovato alcuna risposta, siamo stati noi stessi a girarli ad uno dei rappresentanti dell’amministrazione comunale. Abbiamo contattato l’ingegner Mario Restaino, dirigente dell’Unità di direzione Mobilità del Comune di Potenza. L’ingegner Restaino, nel corso di una breve intervista, ha risposto punto per punto agli interrogativi sopra elencati. «Innanzitutto, posso dirle che il Comune ha da poco iniziato a rilasciare i contrassegni europei, poiché quelli attuali, come lei saprà, non erano validi su tutto il territorio della Comunità europea. Quanto al censimento dei contrassegni per disabili di cui vi ha parlato il Sindaco, posso dirvi che attualmente questa procedura è in fase di stallo, ma varie Unità di direzione
stanno lavorando di concerto in tale direzione. In ogni caso, i controlli sui possessori dei talloncini ci sono stati e ci sono tutt’ora. I vigili urbani, oltre a verificarne il corretto utilizzo, provvedono a segnalarci varie ed eventuali anomalie sull’uso del contrassegno. Qualora non venisse utilizzato dal reale beneficiario, il Comune può intervenire direttamente con la revoca dello stesso. Non mi sembra poca cosa. Quanto alla “sparizione” dei parcheggi per disabili nel centro storico, in seguito ai lavori di riqualificazione di piazza Prefettura, be’, devo ammettere che questo mi era già stato segnalato. Posso assicurare che l’impresa che si è aggiudicata l’appalto dei lavori già sta provvedendo a ripristinare la segnaletica e ad individuare dei parcheggi in zone strategiche. D’altro canto, va anche detto che nel centro storico c’è la Ztl che consente ai disabili la massima libertà. Quanto al progetto da un milione di euro sulla rimozione delle barriere architettoniche nei cento punti della città, posso assicurarle che si tratta di un progetto di cui mi sono occupato in prima persona e che è già stato approvato. Fino ad ora sono state rimosse le barriere architettoniche in prossimità delle fermate degli
autobus. Anzi, le dico di più, con l’attivazione del nuovo servizio di trasporto pubblico, il Comune ha provveduto ad acquistare degli autobus specifici per i portatori di handicap. C’è da pazientare, ma sono convinto che il tempo ci darà ragione. Vorrei che fosse chiaro: il Comune presta la massima attenzione e cura verso queste persone». A questo punto verrebbe da chiedersi: ma non è che i ritardi nei controlli, o il perdurare di questo stato di cose dipende dal fatto che a gestirle è Giuseppe Ginefra, assessore allo Sport e Mobilità, uno dei membri della giunta comunale che, secondo alcuni consiglieri dell’opposizione, fa più “sega” alle sedute del’assemblea cittadina? (notizia segnalata sul numero di Controsenso del 26 gennaio)? Quelli di Striscia la notizia commenterebbero con: «E che ca“s”o».
Il signor Luigi Rondanini, questa settimana, intende ritornare nuovamente sulle modalità di rilascio del contrassegno per disabili. Il DPR 495/1992 (art. 381) prevede che il permesso venga rilasciato dal Sindaco del Comune di residenza ai «soggetti con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta». Proprio la parola “sensibilmente” -a giudizio di Rondaniniavrebbe lasciato troppa discrezionalità interpretativa alla Commissione medica addetta all’effettiva concessione del talloncino. Per questa ragione, il signor Luigi ci ha contattato per mostrarci gli incartamenti di una brillante iniziativa che proviene dall’ASL di Bologna. Due medici dell’azienda sanitaria hanno sottoscritto e diffuso una circolare intorno alla quale la Commissione addetta al rilascio dei contrassegni per disabili deve ispirarsi. Si tratta di un decalogo che circoscrive tutte le patologie che sarebbero «notevolmente» lesive della capacità di deambulazione. Nel documento vengono elencate tutte le malattie favorevoli al rilascio del permesso auto: «Apparato locomotorio: patologie neuromotorie interessanti il cingolo pelvico o gli arti inferiori; patologie artrosicodegenerative dell’anca o del ginocchio; l’utilizzo di protesi agli arti inferiori. Apparato cardiocircolatorio: insufficienze cardiache di III e IV classe di NYHA; arteriopatie croniche ostruttive degli arti inferiori del III e IV stadio di Fontane-Lèriche; insufficienze venose degli arti inferiori se gravissime e complicate da varici di grado marcato e grave compromissione trofica. Apparato endocrino: diabete mellito in classe IV complicato da arteriopatia ostruttiva con grave claudicatio; obesità di grado grave associata a complicanze cardiovascolari e respiratorie. Apparato respiratorio: dispnea dopo sforzi di lieve entità risultante dai test di funzionalità respiratoria. Apparato digerente: epatopatie in fase avanzata con ipertensione portale ed encefalopatia porto-sistemica. Organi di senso: ciechi totali e ventesimisti. Apparato psichico: deambulazione afinalistica derivante da quadri di severo deterioramento mentale o da altre forme psicopatologiche. Malattie infettive: AIDS conclamato. Patologie neoplastiche: forme in fase avanzata comportanti marcata astenia sia dalla gravità della patologia di base e/o conseguente all’effettuazione di specifiche terapie sia dovuta ad alterazioni di tipo secondario». Rosa San.
È tornata la luce in Via Vaccaro a Potenza
A
tre giorni dalla segnalazione telefonica fatta all’URP di Piazza Matteotti in data 1 febbraio da parte del Cavaliere Francesco Fanì, il 5 febbraio scorso, i quattro lampioni spenti, sono stati riattivati da parte del personale dell’Ufficio Energia del Comune di Potenza che ringrazio a nome mio e di tutti i residenti della zona per il rapido intervento. Non posso dire però la stessa cosa per le pensiline d’attesa autobus urbani e delle affissioni sel-
vagge in più parti della città e come avevo previsto, l’arroganza della partitocrazia con manifesti giganti anche nelle pensiline anche se non bastassero gli spazi consentiti. Signor Sindaco non è il caso di darsi una bella regolata? Cav. Francesco Fanì
10
9 Febbraio 2013
REPORT
ontrosenso Basilicata
L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO Guardia di Finanza di Potenza, controlli fiscali 2012: irregolare circa un contribuente su tre Il 30% dei controlli su scontrini e ricevute fiscali in tutto il territorio della provincia di Potenza è risultato irregolare. E’ questo il bilancio relativo ai controlli in materia di scontrini e ricevute fiscali effettuato nell’intero anno 2012 dai Reparti dipendenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Potenza. In particolare, sono stati controllati, globalmente, nr. 2896 esercizi, rilevando nel 23% dei casi, la mancata emissione del documento, scontrino o ricevuta fiscale, certificativo dei corrispettivi incassati, e nel restante 7% dei casi l’emissione di un documento fiscale con importo inferiore al riscosso. Sono stati scoperti, inoltre, nr. 18 lavoratori in nero. Anche nei primi mesi dell’anno in corso è confermato il trend ora segnalato, con il verificarsi di episodi particolarmente significativi. Nella prima mattinata di sabato 02 febbraio u.s., infatti, militari della dipendente Compagnia di Potenza constatavano che un noto soggetto, esercente l’attività di “parrucchiere per uomo” in un “salone” ubicato in una delle vie principali del centro storico di Potenza, non aveva consegnato ad un cliente la relativa ricevuta fiscale a fronte dell’avvenuta prestazione lavorativa e, pertanto, provvedevano a redigere il conseguente “verbale di constatazione” con esito irregolare. La pattuglia operante continuava il proprio servizio nell’ambito del centro storico del capoluogo di Regione e, quasi al termine del turno di lavoro, mentre si accingeva a rientrare alla caserma di Corso Garibaldi, ripassava davanti all’esercizio commerciale sopra menzionato proprio mentre stava uscendo un cliente, appena servito. Quasi per un riflesso condizionato, i militari chiedevano al suindicato avventore se gli fosse stata rilasciata la ricevuta fiscale, ricevendone risposta negativa. Pertanto, gli operanti accedevano nell’esercizio commerciale in argomento e provvedevano ad elevare un altro “verbale di constatazione” con esito irregolare nei confronti dell’artigiano recidivo.
L’invio di materiali (testi, fotografie, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsiasi fine ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografie inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.
IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA <<Chi nun ndene ‘nu porche, faci la vita ri lu puorche>> (“Chi non aveva il maiale, era commiserato”) Avigliano (Pz)
Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Tortorella Nino Stampa: Martano Editrice Srl Via delle Magnolie, 70026 Modugno - Bari
ontrosenso
11 UNIBAS: L’INGEGNERIA SISMICA AL SERVIZIO DEL MONDO Basilicata
9 Febbraio 2013
Intervista all’Ingegnere Ponzo che ha messo in piedi un particolare strumento capace di rilevare lo stato di salute degli edifici prima, durante e dopo un evento sismico di Luca Santoro Ormai lo sappiamo da tempo, la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata, oggi Scuola di Ingegneria, è una delle migliori d’Italia con punte di eccellenza per quanto riguarda l’Ingegneria sismica. Più volte in passato ci siamo occupati di queste tematiche aprendo le porte ad un mondo fino a quel momento sconosciuto. Questa settimana abbiamo incontrato il prof.Felice Carlo Ponzo docente di Tecniche per le Costruzioni e ideatore di un particolare prototipo capace di rilevare in pochi minuti se un edificio ha subito dei danni a seguito di un evento sismico. Ing.Ponzo può spiegare ai nostri lettori come è nata l’idea? “Quello che normalmente avviene a seguito di un terremoto è che una serie di tecnici , più o meno esperti, vengono mandati sul luogo dell’evento per fare la classica valutazione di agibilità e/o di vulnerabilità delle strutture. Questo, ovviamente, è legato anche alla competenza dell’Ingegnere. Molto spesso l’esperienza gioca un ruolo fondamentale, ma in alcuni casi potrebbe non bastare. Può accadere ad esempio che vi siano strutture con controsoffittature, pannelli,
tamponature che non rendono immediatamente visibile il danno strutturale. Noi non ce ne accorgiamo ma, anche quando sta ferma, la struttura in realtà si muove perché sollecitata dal rumore ambientale, dal vento, dal traffico, dalle onde oceaniche. Arrivano quindi una serie di micro onde che sono in grado di far vibrare gli edifici. Partendo da questi presupposti ci siamo inventati questo particolare strumento che è oggettivamente in grado di rilevare l’entità del danno che l’edificio ha subito a seguito della vibrazione. È un po’ come un elettrocardiogramma, dal modo in cui registriamo le vibrazioni siamo in grado di stabilire se la struttura ha subito un danno. Questa tecnica utilizzata normalmente in laboratorio abbiamo pensato di esportarla anche all’esterno ovviamente semplificandola. A questo punto abbiamo messo in opera un sistema di monitoraggio che consiste nel mettere un solo strumento (una scatolina) in testa all’edificio. Questa scatola mentre è in funzione acquisisce il modo di vibrare della struttura, di conseguenza se arriva un terremoto la scatola memorizza quella che era la condizione precedente, quella durante e quella successiva all’evento
il Prof. Ponzo e un suo collaboratore calamitoso. Confrontando i dati riusciremo a rilevare il danno, quindi anche lì dove a primo impatto e ad occhio nudo non vedo una lesione lo strumento è in grado di rilevarla inviandoci un segnale di allarme”. In che modo vengono registrati questi dati? “Lo strumento per prima cosa memorizza l’ora dell’evento, di seguito memorizza la posizione geografica attraverso un GPS posto all’interno e, infine, memorizza un dato che può essere rappresentativo dell’intensità del danno. In automatico dopo un paio di minuti dall’evento questa scatola invia, in vari modi, via satellite, via wirelless, via
telefono, il dato sintetico”. Da chi è stata utilizzata questa tecnica? “Questa tecnica oggi è stata adottata dalla Protezione Civile che sta monitorando circa 150 scuole in tutta Italia. Al momento l’idea è quella di estendere questa tecnica a tutti gli edifici pubblici e in un secondo momento, visti i costi che tenderanno a ridursi (da 5mila euro contiamo di scendere a 1500 euro), anche ai privati”. Come mai su queste tematiche vi è sempre poca informazione? “Finché non c’è anche una formazione per l’utilizzo del prodotto è difficile divulgare la notizia. Proprio in questa ottica abbiamo organizzato
un corso di formazione che è terminato qualche giorno fa. In questo modo abbiamo reso partecipi gli altri colleghi e soprattutto li abbiamo messi a conoscenza di questa nuova tecnica. Finita quindi questa fase sperimentale, arriva il momento di estendere le informazioni anche agli altri. Per fare ciò è necessario che la tecnica venga semplificata in modo tale che chiunque possa utilizzarla. Se rimane un cosa ipercomplessa, per cui solo lo specialista la sa utilizzare, alla fine serve poco o a nulla. Invece lo sforzo che è stato fatto nell’ambito anche di alcuni progetti di ricerca molto importanti tra cui il progetto RELUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) a cui l’Unibas ha partecipato come socio fondatore, è stato proprio quello di avviare il processo di semplificazione. Stiamo parlando di un network di laboratorio di cui fanno parte Potenza, Napoli, Pavia e Trento. Questo network oggi gestisce i finanziamenti della ricerca in campo di ingegneria sismica. I fondi che la Protezione Civile mette a disposizione vengono da noi gestiti per la coordinazione univoca degli interventi. In sostanza la ricerca italiana dell’ingegneria sismica è coordinata da un unica
regia ottenendo una ricerca molto più efficace e meno dispersiva”. Avete avviato collaborazioni anche con paesi esteri? “Negli anni abbiamo avviato collaborazioni con paesi come la Nuova Zelanda e Nepal, nazioni a forte rischio sismico che per prime si sono mosse nello studio dell’Ingegneria sismica. Oltre a questi paesi collaboriamo costantemente anche con la Grecia, la Turchia e il Portogallo. Addirittura in Nepal abbiamo simulato un microterremoto radunando mille studenti che, attraverso un salto simultaneo, ci hanno permesso di testare il nostro prototipo e di rilevare la vibrazione e l’eventuale danno che la scuola ha subito”. Molto spesso la nostra Università regionale viene considerata di serie B rispetto ad altri Atenei, qual è il suo giudizio in merito? “L’Unibas è una risorsa importantissima per questa Regione. Noi lucani siamo bravissimi ad autodemolirci senza sapere che abbiamo una serie di eccellenze che quotidianamente collaborano con tutto il mondo. Chiudo questa intervista sottolineando che gran parte della normativa vigente per le tecniche per le costruzioni è nata in questa università, in questo laboratorio.
12
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
Elogio delle Camere di Commercio (Il riscatto della sobrietà, dell’operatività e della trasparenza) di Lucio Tufano
H
anno compiuto 150 anni della loro esistenza, attraverso epoche difficili e in condizioni disagiate, in una delle regioni più povere del Mezzogiorno. Occorre dire, in loro onore e vanto, che esse hanno operato senza mai essere tacciate di sperperi o di cattiva gestione, intervenendo con idee, proposte e azioni, in tutte quelle epoche che hanno contrassegnato il calendario della loro mai ininterrotta attività, malgrado gli esigui bilanci sorretti dalla riscossione della imposta camerale. Una lunghissima storia di proponimenti, interpretazioni, sostegni alle categorie imprenditrici, interventi nei settori competenti dell’industria, del commercio, dell’agricoltura e dell’artigianato, d’impulsi e mobilitazione, contribuendo alla crescita della regione e dando contributi alla politica e alla democrazia. Hanno sostenuto una maggiore efficienza delle comunicazioni ferroviarie, rinvigorito la storia delle tradizioni con la raccolta e la revisione degli usi e delle consuetudini, hanno offerto assistenza alla creatività popolare ed imprenditiva con la istruttoria di tutte le richieste al Ministero di riconoscimenti delle invenzioni di brevetto e marchi di fabbrica, hanno alimentato e coordinato date, luoghi e circostanze per le fiere e i mercati nella regione. Hanno fra l’altro adottato, appoggiato e sostenuto iniziative utili, al commercio, alla industrializzazione, alla agricoltura e all’artigianato, elaborando e promuovendo interventi e realizzazioni, mostre e studi in favore dei relativi settori e delle loro categorie. Già nel 1895 la classe dei commercianti di Potenza, che annovera consiglieri comunali come Paolo Bruno, Vincenzo Ricciuti, Francesco Rizzi, Carlo Torrente e Antonio Zirpoli, orologiai, Salvatore Vicario, Michele Marino, Gerardo Bruno, Michele Pergola, Bonaventura Mancinelli, farmacista, assieme a proprietari agricoli, ad esponenti borghesi ed eminenti personalità potentine, partecipa
alle elezioni della Camera di Commercio, Agricoltura e d’Arti. Questo malgrado la perenne miseria che assedia la città e la provincia. Intanto sono in corso gli esperimenti di luce elettrica, e si smobilitano i fiochi fanali a petrolio. Due globi in piazza Prefettura rischiarano le grandi facciate del Teatro Stabile e del Palazzo del Governo, e l’accesso al noto caffè-Riposto di don Michele Pergola, sin dal 1894 a cura delle imprese Rinonapoli e Attolini. La stampa (La Giovine Lucania), con ironia, allude al popolo che, se non ha lavoro e non ha pane, ha in compenso acqua buona e luce elettrica. Intanto si aspetta in città il reggimento come un toccasana. La Camera di Commercio ne fa una questione di vitale importanza al fine di sollevare le condizioni economiche e locali, e invia una petizione al re. Esponente della borghesia agraria, l’allora Presidente Nicola Branca, fratello del più noto Ascanio, deputato di Potenza, ministro ai Lavori Pubblici e relatore al Parlamento dell’inchiesta sulle condizioni dei contadini, Jacini, nella sua relazione sugli anni 1895-96 , a 37 anni dalla avvenuta Unità, inviata al Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, lamenta la disastrosa situazione della Basilicata. La responsabilità – scrive Branca – è delle banche che, con il pretesto di sostenere indu-strie inesistenti e con l’agevolazione dello scambio dei prodotti, hanno provocato la ressa agli sportelli e la catastrofe nei settori portanti dell’economia. Già nel 1881, questa Camera – scrive – ebbe a presentare la situazione 1789-80, ma nessuna altra pubblicazione, né disposizione legislativa ha più sollevato la questione, tant’è che si è arrestato ogni progresso, si è raggiunta una deplorevole decadenza, si è ferito a morte il commercio, si è ridotta all’estremo la industria locale, s’è deperita l’agricoltura … Nonostante tutto però, la Camera di Commercio di Potenza, dopo aver svolto ruoli fondamentali e di fattivo protagonismo nelle tappe più significative della visita di Giuseppe Zanardelli in Basilicata e
dopo essersi resa interprete della legge 31.03.1904, nelle possibili sue applicazioni e realizzazioni, in uno sperato ordine di cose “il principio della nuova marcia di popolo verso il progresso, constata come le aspettative della legge stessa fossero state deluse perché emanate senza approfondire le reali condizioni della regione”. Ha in seguito, sulla base della stessa legge Zanardelli, incitato ministri e deputati, perché un progetto di riforma si approvasse. E nel febbraio del 1908 presenta al Governo un ordine del giorno, nel maggiore interesse della Provincia. Nel 1912 la Camera di Commercio e d’Arti diviene Camera di Commercio e Industria di Potenza, svolgendo «più che in precedenza – come scrive Lerra a proposito dei 140 anni – un ruolo di primo piano, nell’alveo di una cultura
silenzioso e tenace che lavoratori e imprenditori compiono nel corso della loro lunga attività”. La Camera di Commercio di Potenza è oggetto di plauso e di ringraziamento da parte del presidente degli artigiani, Gerardo Piro e del presidente dei commercianti, Gerardo Marchesiello. Assieme ai lavoratori ed alle imprese, sono stati premiati con medaglie d’oro gli impiegati della stessa Camera con oltre 25 anni di servizio, a cominciare dal suo direttore ‘Upic’ e segretario generale, Prospero Ciminelli; Antonio Falvella vicesegretario generale e capo ragio-niere; Eugenio Vicario, del ruolo
Risorgimento, Sviluppo” a cura di Antonio Lerra, scrive: «La Camera di Commercio di Potenza è protagonista da 150 anni sul territorio dapprima regionale e poi provinciale. L’Ente riveste, da sempre, un ruolo propulsore a fianco e a sostegno delle imprese per favorire e promuovere lo sviluppo economico. L’azione è costante e accompagna, orienta, supporta, si fa interprete delle istanze degli operatori. Perché, come loro, la Camera ha nel proprio DNA una propensione al cambiamento cui ha certamente contribuito lo status particolare, caratterizzato da due anime: quella amministrativa e quella promozionale. Queste caratteristiche hanno fatto sì che la struttura, l’ordinamento e le funzioni dell’Ente siano sempre stati sensibili e reattivi alle oscillazioni dei rapporti tra Stato e mercato, tra potere politico e potere economico, tra politica e società». IL RISCATTO DELIBERE
politico-istituzionale di sempre più chiara e concreta impronta riformista». Fedeltà al lavoro e al progresso economico Le prime manifestazioni di premiazione avvengono negli anni 1953 e 1954, con la pre-sidenza di Pietro Scognamiglio, le presenza del prefetto Edoardo Rotigliano, dell’arcivescovo A u g u s t o Bertazzoni e di altrre autorità. In quella del 1954 partecipa anche Emilio Colombo, ministro dei lavori pubblici. Il presidente Scognamiglio pone in risalto il significato di esse come “pubblico e ufficiale riconoscimento dello sforzo
dei ragionieri ed Erminio Labella, archivista con funzioni di economo. Questa manifestazione si tiene ancora oggi e rappresenta uno dei momenti sociali più interessanti, nell’incontro che la Camera di Commercio organizza con gli imprenditori e i la-voratori. S’intende così sottolineare il valore del lavoro nelle sue diverse forme, da quello im-prenditoriale a quello dipendente, testimonianze entrambe dell’impegno profuso al servizio dell’economia locale. La IDENTITÀ secondo il presidente Pasquale Lamorte Che cosa sono, cosa sono state e che cosa rappresentano le Camere di Commercio lo spiega il presidente Pasquale Lamorte quando, nel porgere la recente pubblicazione “La Camera di Commercio di Potenza – Territorio,
DELLE
E se alle Camere di Commercio fosse stata attribuita la facoltà di legiferare, avendo più delle Regioni i loro lunghi percorsi d’indagine e di acquisizione delle realtà territoriali ed eco-nomiche? Oggi si discute sull’abolizione di alcune province e se ne discute sin dal momento dell’approvazione della nuova Carta Costituzionale con la maggioranza dell’Assemblea Costituente che palesò la sua contrarietà. La presenza della Provincia e ancora fortemente sentita dalle nostre popolazioni, volerne interrompere i battiti – scrive Franco Lisanti –
solo perché sono necessari i tagli alla spesa pubblica, è una operazione che lascia sconcertati e smarriti i cittadini che si sono sempre identificati in essa, anche per l’impegno profuso da tanti amministratori che hanno amministrato solo attraverso atti amministrativi dignitosi e sobri come le delibere. È anche questa la storia delle Camere di Commercio, che hanno supportato e condiviso le sorti della nostra regione con una pratica laboriosa e sobria. È la storia di un potere locale che ha amministrato, passo per passo, decisione per decisione, giorno per giorno attraverso la emanazione di delibere, atti amministrativi che contengono precise dichiarazioni di volontà espresse da organi collegiali, dopo una dovuta riflessione e in seguito ad approfondita discussione. In altri termini le delibere sono state anche provvedimenti che difficilmente hanno affidato poteri finanziari agli stessi amministratori – come accade nelle Regioni – o che decidono gli sperperi di grosse somme per futili motivi. Sono atti amministrativi responsabili, stabiliti da un collegio o da un gruppo di persone investite di cariche pubbliche e dopo un’attenta ed opportuna disamina. Essa comporta la comprensione dello scopo e la sua necessità, le deliberazione, la decisione, l’esecuzione. Deliberazione e decisione implicano l’importante nesso tra libertà e disciplina. Più che da leggi “pro domo mea”, le nostre città, le nostre province e la nostra Basilicata sono state governate ed amministrate da delibere, giacché le leggi provenivano da organi dello Stato centrale.
13 Matera, quel verde pubblico “mangiato” dal cemento ontrosenso
NEW CITY
Basilicata
9 Febbraio 2013
Prevista la costruzione di un complesso residenziale in Via Dante, grazie a un atto controverso del Comune di Biagio Tarasco
U
n permesso a costruire rilasciato dal dirigente del settore Gestione del territorio del Comune di Matera contro cui nei mesi scorsi sono piovute le critiche di alcune associazioni ambientaliste. Le quali, dopo essere state ignorate dall’Amministrazione comunale, hanno alzato il tiro presentando un ricorso al Tar della Basilicata. Il permesso contro cui è stato puntato il dito è quello con cui si è provveduto a cambiare la destinazione d’uso di un’area da “verde pubblico”, situata in via Dante, a “residenziale” (dove è ora prevista la costruzione di un complesso residenziale con
locali commerciali) mediante la delocalizzazione di volumi rivenienti dall’ex opificio industriale “Mulino Alvino”. Le associazioni materane che hanno presentato ricorso, tramite i loro presidenti, sono Città Plurale e Mutamenti a Mezzogiorno, a cui si sono uniti anche alcuni cittadini residenti nei pressi dell’area di via Dante su cui sorgeranno le nuove costruzioni. “Ci chiediamo -ha detto Pio Abiusi di Città Plurale- se sia possibile che la destinazione a verde pubblico di un’area venga modificata con un semplice permesso di costruire del dirigente di settore o se, invece, non debba transitare dal Consiglio Comunale, così come prevede il Testo Unico dell’Edilizia di cui al
Dpr n. 380 del 2001”. Le due aree interessate sono ubicate in zone della città di Matera notevolmente distanti fra loro. L’area relativa al Mulino Alvino è urbanisticamente qualificata come “Area Extraurbana a Disciplina Pregressa” e rientra in area Sic (Siti di interesse comunitario) denominata “Gravine di Matera”. “I progetti in aree Sic - ha spiegato Abiusi - sono da sottoporre a Vinca, vale a dire Valutazione di Incidenza Compatibilità Ambientale, allo scopo di salvaguardare l’integrità di particolari siti. L’area di Via Dante interessata, invece, ricade in gran parte nell’area verde del Piano regolatore”. Lo scorso settembre l’ufficio Urbanistica del Comune di Matera ha comunque espresso parere favorevole all’operazione valutando positivamente, tra le altre cose, la circostanza che il bilancio ambientale ed urbanistico dell’intervento, che sarà realizzato da un’impresa materana, risulta positivo in relazione: all’interesse s t o r i c o culturale del manufatto edilizio che
viene recuperato; all’interesse paesaggistico v o l t o all’eliminazione di preesistenze precarie e degradate ed al trasferimento di minori volumetrie in zona non vincolata. L’ i m p r e s a costruttrice si è obbligata nei confronti del Comune di Matera a realizzare, a propria cura e spese e senza s c o m p u t o di oneri, la sistemazione a standard nell’ambito di via Dante e la sistemazione esterna dell’area dell’ex Mulino Alvino. Le associazioni ambientaliste, tuttavia, sostengono che sulle aree a destinazione verde pubblico è vietato qualsiasi intervento edificatorio, eccetto gli interventi di trasformazione finalizzati alla tutela e alla conservazione dei caratteri paesaggistico-ambientali esistenti. “L’area del Mulino Alvino - ha concluso Abiusi - è area extraurbana, mentre l’area di via Dante è urbana. Non è concepibile delocalizzare gli standard
urbanistici da un’area urbana in un’area extraurbana. Ragionando in questi termini si potrebbe consentire la traslazione del verde pubblico cittadino in ambiti esterni alla città, creando così il paradosso di una città completamente cementificata, senza verde pubblico, con gli spazi verdi solo al di fuori del perimetro di essa”. Un paradosso che Italo Calvino, l’autore de “Le città invisibili”, ha già affrontato in un suo racconto, in cui ha narrato che l’umanità
è stata creata con l’unico scopo di sommergere con il cemento ogni angolo di terra. Dopo di che, portata a termine la sua missione, è condannata a estinguersi.
Protesta “civile” degli avvocati materani sulle soppressioni I
n una lettera inviata al Ministro della Giustizia, al Csm e ai tribunali di Matera e Potenza l’associazione di Avvocati lucani “Autonomia Forense” traccia un bilancio sull’anno appena trascorso che sarà ricordato nella storia giudiziaria per l’intervenuta revisione delle circoscrizioni, e che ha fatto registrare la soppressione della sede distaccata di Pisticci. “Il mancato funzionamento di questo ufficio –sottolineano gli avvocati nella notasoprattutto con riferimento al processo civile, è un dato incontrovertibile. In passato si sono registrate iniziative anche clamorose quanto meno per la copertura degli organici, ma senza alcun successo. Nel corso del tempo alcuni settori di attività sono stati trasferiti alla sede centrale. Ma ciò non è stato sufficiente. Nello scorso novembre, a fronte della mancanza di cancellieri, il Presidente del Tribunale ha disposto il trasferimento di tutto il processo civile a Matera. Avverso questa decisione sono stati proposti due ricorsi al T.A.R.. Il primo solo dal Comune di Pisticci, su 20 comuni ricompresi nella competenza territoriale della Sezione Distaccata, ed il secondo da appena 43
avvocati, a fronte degli 853 iscritti all’Ordine di Matera, tutti direttamente interessati alla vicenda. Con recente sentenza il T.A.R. Basilicata ha annullato il provvedimento sottolineando tre aspetti. Il primo è che il Presidente del Tribunale potrebbe trasferire gruppi omogenei di processi e non tutto il settore civile; il secondo è che il 3 settembre la sezione sarà in ogni caso soppressa; il terzo è che le disposizioni contenute nel decreto legislativo sono in linea con la delega votata dal Parlamento. Così riassunti i termini della questione, si tratta di stabilire se in un tale quadro sia opportuno o meno il temporaneo ritorno del processo civile alla sede di Pisticci. Occorre poi intrattenersi su altra, non secondaria, questione e cioè se anche dopo il 13 settembre sia opportuno o meno utilizzare per i prossimi 5 anni sedi periferiche rispetto alla sede centrale posta nel Comune di Matera. A questo bisogna aggiungere la perdita di due magistrati, per il Tribunale di Matera, in base alla nuova pianta organica dei tribunale, predisposta dal Dipartimento Organizzazione Giudiziaria del Ministero. Di conseguenza, stante la
necessità di accentrare le attività giurisdizionali per la riduzione dei magistrati oggi disponibili, si impone l’immediato trasferimento presso la sede centrale di Matera anche del settore penale per evitare la paralisi
e la prescrizione dei processi. Il paventato utilizzo di altri edifici in comuni diversi dal capoluogo significherebbe far rivivere artificiosamente le sezioni distaccate. Ed è bene ricordare che queste sono state soppresse non per
mancanza di idonei locali ma per insufficienza, non colmabile, di magistrati e personale amministrativo. Contro un tale disegno, dannoso per gli avvocati e i cittadini, ci batteremo con grande fermezza così come
abbiamo fatto per evitare la vendita, che abbiamo evitato, del Palazzo di Giustizia di Potenza”. Gio. Mart.
ontrosenso
NEW CITY
Basilicata
L’importanza di un “catasto” per le strade provinciali
A
lla fine dello scorso anno durante la tradizionale conferenza stampa per presentare il bilancio dell’attività svolta l’amministrazione Provinciale di Potenza ha preannunciato la costituzione del “Catasto” delle strade provinciali, circa 2.600 km, ed uno studio sul dissesto idrogeologico riferito proprio alla rete stradale provinciale, in una regione ai primi posti quanto a rischio frane e smottamenti è una iniziativa che merita essere incoraggiata. Con le sempre più scarse risorse finanziarie a disposizione degli Enti locali l’iniziativa della Provincia di Potenza coniuga due esigenze fondamentali: un significativo risparmio e l’accresciuta sicurezza sulle strade di sua competenza, senza contare che quest’attività si coniuga anche con i piani della nostra Protezione Civile e con le attività delle Autorità di bacino. Da non trascurare il fatto che con questi progetti si mettono in moto sinergie di due importanti presidi lucani quali l’Università e CNR concedendo buone opportunità ai ricercatori di casa nostra. Consapevoli dell’importanza delle vie di comunicazione nell’ottica di un eventuale sviluppo, deve pur finire questa stramaledetta crisi, abbiamo voluto approfondire cosa
effettivamente sta per mettere in atto la Provincia di Potenza. Su circa 1.500 km dei 2.600 che costituiscono la consistenza delle strade in capo all’ente provinciale si opererà una ricognizione lungo il percorso di oltre la metà delle strade provinciali che porterà successivamente a implementare il Catasto delle strade provinciali, non dimentichiamo che da qualche anno molte strade statali sono diventate provinciali. L’archivio digitale sarà molto utile per pianificare interventi di manutenzione preventiva e si potranno sicuramente prevenire fenomeni più devastanti quali frane e smottamenti con gran risparmio di risorse e con meno disagi per l’utenza. In pratica si dà esecuzione ad un accordo di programma tra Regione Basilicata e Provincia di Potenza per la tutela e la salvaguardia della viabilità provinciale mediante l’utilizzo di fondi rivenienti dal POR FESR Basilicata 2007 – 2013. Il progetto si basa su sinergie fra il Dipartimento Ingegneria e Fisica dell’Ambiente (DIFA) dell’UNIBAS e l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (IMAA) del Consiglio Nazionale delle ricerche che attraverso una convenzione che ha l’obiettivo di attuare gli interventi necessari al ripristino della transitabilità e sicurezza viaria, è stato stilato un progetto per la “Valutazione del rischio idrogeologico combinato (frane ed alluvioni) e del relativo grado di esposizione della rete stradale della Provincia di Potenza”. Il costo dell’operazione è di 1.200.000 euro, 600 mila da utilizzare per dare attuazione alla convenzione fra DIFA, CNR e Amministrazione Provinciale e gli altri 600.000 euro per mettere in piedi il Catasto delle strade provinciali. La Provincia si
impegna a fornire il supporto tramite il proprio personale e attraverso la fornitura delle banche dati territoriali georeferenziate, DIFA e CNR metteranno in campo tutta una serie di attività volte alla redazione di una banca dati del sistema informativo del rischio idrogeologico connesso alle infrastrutture delle stradi provinciali. Le tecniche utilizzate sono avanzatissime come il GPR (Ground penetrating Radar), HS (Hyperspectral Spectroscopy), TIR (Termal Infrared) e GBSAR (Ground Based Synthetic Aperture Radar) con cui si saggerà la struttura di ponti, cavalcavie, muri di sostegno, si valuterà lo stato di conservazione dello strato stradale (bitume e sottofondo), saranno impiegate altresì tecnologie di osservazione tramite satellite. In 24 mesi il progetto dovrà terminare e si avrà a disposizione uno strumento utilissimo, per prima cosa si avrà chiaro il quadro della “salute” delle strade provinciali, in effetti si stilerà una sorta di “cartella clinica” per ognuna delle strade provinciali oggetto dell’indagine che consentirà al “medico” di predisporre la terapia più appropriata ma, soprattutto, si potrà operare per prevenire malattie ben più gravi, si potranno pianificare gli interventi dando priorità alle situazioni più urgenti e di sicuro si potrà avere un bel risparmio che in tempi di vacche magre consentirà di fare solo interventi mirati a razionalizzare le risorse. Considerate le disastrate condizioni delle strade del capoluogo di Regione, una rete di circa 600 km, quasi un quarto della rete di strade provinciale, è consigliabile che il Comune di Potenza segua l’esempio dell’Ente guidato da Piero Lacorazza per reperire adeguati fondi per monitorare lo stato di salute delle strade comunali soprattutto quelle che collegano le tante contrade cittadine alcune delle quali colpite da dissesto idrogeologico come testimoniano le frane e gli smottamenti che ne limitano la fruibilità.
9 Febbraio 2013
14
Ecco i piani operativi annuali del Comune di Potenza per le aree rurali D
isponibili fondi per oltre duecentomila euro per i Piani operativi annuali del Comune di Potenza, destinati allo sviluppo delle infrastrutture nelle zone rurali. A darne notizie il Sindaco Vito Santarsiero e l’assessore alla Viabilità Antonio Pesarini, precisando come si sia giunti all’assegnazione dei finanziamenti al termine di un articolato percorso interistituzionale. Si tratta di fondi rivenienti dalla legge regionale 97/94 e relativi agli esercizi finanziari che vanno dal 2004 al 2008. Grande la soddisfazione espressa dagli amministratori per il risultato ottenuto, soprattutto nell’attuale situazione che vede gli enti
locali attraversare un periodo di grosse ristrettezze economiche. Tale intervento riguarda la infrastrutturazione e la viabilità nelle popolose contrade di Torretta e Avigliano Scalo, laddove si erano registrate le richieste più pressanti da parte dei residenti. Prosegue l’azione dell’assessore alla Viabilità Antonio Pesarini tesa alla ricerca dell’ottenimento di fondi extracomunali, per far fronte alle numerose criticità che si registrano nei circa 400 chilometri di aree rurali. “Per la manutenzione di queste ultime la somma a disposizione risulta essere di duecentomila euro, dunque sufficiente solo a coprire le situazioni di emergenza. E’ inoltre in atto
un’interlocuzione tra assessorato e gli uffici regionali ‘Sviluppo del territorio e Infrastrutture, per reperire ulteriori fondi da destinare alle diverse situazioni di dissesto idrogeologico presenti purtroppo nel territorio rurale, soprattutto all’indomani delle recenti e abbondanti precipitazioni atmosferiche”. Appena le condizioni meteo lo consentiranno, una volta espletate le necessarie gare d’appalto, si procederà alla manutenzione straordinaria che interesserà le principali arterie cittadine, corso Garibaldi, via del Gallitello, via delle Medaglie Olimpiche e altre, tra quelle non interessate dagli interventi effettuati nei mesi scorsi.
Potenza senza toponomastica F
ortunatamente in questi ultimi anni si è costruito abbastanza nella città di Potenza, (forse anche troppo) così da poter soddisfare, anche se a caro prezzo, una domanda di casa che è sempre presente in una città capoluogo. Una città che tutto sommato accoglie svariate richieste di alloggi proprio per il suo ruolo nel contesto regionale. Ormai sono di uso comune simboli urbanistici e nomi di nuove strade che danno il senso di
quanti nuovi rioni sono nati in questi ultimi venti anni. Si parla di zona G, C5-C6 ecc., vie di capitali europee, di vie intitolate a poeti e scrittori lucani ecc., senza contare le tante strade a cui è stato assegnato un nuovo nome. Questa premessa è utile per lamentare una carenza grave che è quella della mancanza di una cartina toponomastica della città, visto che l’ultima pubblicata è ormai poco aggiornata. Si spera che il Comune senta il dovere di
provvedere a dotarsi di uno strumento minimo, almeno per non farci una figura di ignoranti quando qualcuno ci chiede delle informazioni sulle nuove strade. Un suggerimento: sarebbe utile anche indicare sulla stessa i siti di interesse pubblico come ad esempio uffici pubblici, ospedale, carabinieri, polizia ecc. Rocco Casella
La crisi si accanisce sulle fontane a zampillo di Potenza
Q
uando due opere di un certo rilievo, come la fontana a zampillo della
rotatoria di Via Di Giura e quella spettacolare di Piazza Vairo a Bucaletto, completate già da diversi mesi, non riescono a far zampillare le loro acque, ci facciamo una domanda molto semplice e la rivolgiamo al nostro amato sindaco della città. Non possono funzionare perché l’acqua scarseggia o bisognerebbe attendere i risultati delle elezioni?... Se si sono investiti centinaia di milioni di euro grazie ai finanziamenti europei e queste non vengono riattivate, ci vien da pensare che evidentemente qualcosa non ha perfettamente funzionato.
Cav. Francesco Fanì
15
9 Febbraio 2013
ontrosenso
CONTROSENSO SCUOLA
Basilicata
GOOD BYE TO LARGE FAMILIES (LA FAMIGLIA SI STRINGE)
larryade1@gmail.com
I
taly is the one country in the whole of Europe which has the least birth rate in recent years. The average of child birth per family is around one! This is unbelievable but it is true. It is surely nothing to do with the Women’s Liberation Movement of the late Sixties because the Brits, Germans and French have more child birth per capita. So why are Italians having less and less children? There are
different factors leading to this phenomenon. Firstly, unlike their British and northern European counterparts the ‘‘children’’ - the young adults do not leave home until they are in their mid 30s if at all they do. The Italian young adults do not feel confident enough as to leave home and find their way in the jungle of hustling social life. The reason for staying longer under the same roof as the parents for such a long time is not far fetched. The parents themselves, especially the mothers, never want their ‘‘child’’ away from underneath their skirts. They selfishly think that their child is their property and who would like to lose his/her property? Nobody. Without knowing it they ‘‘drug’’ their children to be dependent on them in all senses: socially, psychologically and even financially. But let us go back to our topic of thin family of today in comparison to the large one of the recent past. The large one used to consist of two or three generations but with many children in each ‘nuclear family’. They would have lots of aunts and uncles but they
would not know their grand parents or great-grandparents because people didn’t use to live as long as we do today. The ‘’family’’ of the future will be ‘’thin’’ and ‘‘long’’, there will be few children (only one if in Italy) but it will have three to four generations in the same nucleus. Being cuddled in the middle of your grandparents and greatgrandparents together with your parent of course you won’t be willing to go out to the hassle of everyday life. Every necessity of yours is provided for by these parents and grandparents around you and since you may not have
any brother or sister or at most a sibling, you will be spoilt. Let’s take for instance that you even want to go away, the social, political and labour situation in Italy is not encouraging enough to guarantee a comfortable life for you. The hope of having permanent job place posto fisso - is now a dream. The government - be it left, right wing or whatever is in between - do not want to send elders on pension. The pension age is lengthen because of lack of funds to pay for the pension since the adults live longer (Italy is one of the European countries with
longevity record especially within female sex). But if we do not put the new generation into productivity how would they pay their pension scheme which is supposed to fund the payments for those who are in their 50s today? There is going to be a point and time when the INPS - the Italian Health and Pension Organization - will literally be without funds to pay the future elders due to the fact that the new generation are not able to contribute money today. And how would they? They are not been given a job! The predictions of the growing number of ‘‘thin’’ families instead of the ‘‘large’’ one are also due to the following reasons: many children of today being an only child will not have many cousins and may grow in an isolated ambience resulting in being selfish. The easy and quick divorce proceeding will help with children having stepmothers or stepfathers, half-brothers and half-sisters because one or the other of their divorced parents will eventually re-marry. This also may cause some sort of ‘‘boomerang children’’
who would come back home after divorcing with their partners and ‘‘mamma’’ will take them back with arms wide open. So there will be more single-parent families with all the psychological effects it will carry with it. The cost of the house today will eventually force young couples to continue to live in the house together with their parents or grandparents. In other words all under the same roof sharing the pension of the grandparents, taking possession of the parents or grandparents house even before they pass-away. Considering how things are at the moment; socially, financially and work-wise and taking into consideration that children are simply expensive to bring-up why would anybody be unconscious enough to bear children into this uncertain future life of ours? Enjoy. This week’s proverb: ‘’You can’t teach an old dog new tricks’’. This week’s silly sentence: Sue threw soup at the youth in blue.
La Provincia di Potenza e lo Sport. Assegnati 12 defibrillatori alle scuole F
are delle scuole delle vere e proprie cattedrali civili è l’obiettivo che, sin dall’inizio dell’attuale consiliatura, la Provincia di Potenza si è dato e per il quale ha cercato di operare, nella consapevolezza che a lungo nel nostro Paese, e le immagini emblematiche del crollo della scuola di San Giuliano e della Domus Gladiatori a Pompei lo testimoniano, sono stati trascurati sia il patrimonio culturale sia gli investimenti in conoscenza. In quest’ottica si colloca il progetto “lo sport e la sicurezza nelle scuole”, parte integrante del programma “Scuole ecologiche in scuole sicure” e della più vasta azione messa in campo dall’Ente per sostenere la pratica sportiva. Fornendo, tra le altre cose, la possibilità a 12 scuole di avere e saper utilizzare un defibrillatore, fatto rilevante anche da un punto di vista culturale, la Provincia di Potenza, per le proprie responsabilità e competenze, si è ritagliata dunque un piccolo spazio, coinvolgendo le scuole, nell’importante iniziativa messa in campo dalla Regione Basilicata e dall’assessorato
alla Sanità per dotare di defibrillatori i 131 comuni del territorio. Lo ha spiegato il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza a concusione del convegno “La Provincia e lo sport”, durante il quale l’Amministrazione ha firmato un protocollo d’intesa con Ufficio Scolastico Regionale, Coni, Basilicata Soccorso 118 Dires, Croce Rossa sezione di Basilicata, Avis di Venosa, Associazione di Volontariato “Insieme” di Potenza e Consigliera di Parità, per incentivare e sostenere iniziative finalizzate alla promozione dello sport quale strumento di tutela della salute e del benessere psico-fisico della persona, di inclusione e integrazione sociale e di recupero dalle dipendenze. Tra gli altri interventi, l’assegnazione da parte della Provincia di Potenza di 12 defibrillatori (Dae) ad altrettanti istituti d’istruzione secondaria superiore (I.is “L. Da Vinci” di Potenza – sede di Avigliano, Iis “Francesco De Sarlo” di Lagonegro – sede di Latronico, Liceo scientifico “Pier Paolo Pasolini” di Potenza- sede di Laurenzana, Iis Ruggero di
Lauria, Iis “Giuseppe Peano” – Marsiconuovo, Isis “Ten. Remo Righetti” di Melfi, Iis “E. Fermi” di Muro Lucano – sede di Picerno, Iis “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture, Iis “Carlo Levi” di S. Arcangelo, Iis “Leonardo Sinisgalli” di Senise, Iis “Ernesto Battaglini” di Venosa, Istitituto omnicomprensivo di Viggianello), avvalendosi della collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale, del Coni, della Centrale Operativa di Basilicata Soccorso (118) e della Croce Rossa Italiana nella individuazione e formazione dei soggetti utilizzatori. A ciò si aggiungono i contributi previsti dal Piano provinciale dello sport finalizzati a promuovere attività fisicomotorie e ludico-sportive fra i soggetti a rischio esclusione. Soddisfazione per la firma del protocollo è stata espressa dal direttore di Basilicata Soccorso Libero Mileti, dai presidenti della Cri Basilicata e del Coni regionale, Fernando Moscariello e Leopoldo Desiderio, e dal responsabile dell’ufficio tecnico dell’Usr (Ufficio scolastico regionale) ing. Pasquale Costante. Tutti hanno messo in evidenza l’utilità e la concretezza del progetto rispetto ad un obiettivo essenziale: formare i c i t t a d i n i all’emergenza, partendo dalle scuole. Nel progetto della
Provincia sono previste inoltre iniziative che mettono insieme sport, inclusione, solidarietà e politiche di genere, come le iniziative sportive destinate a giovani atleti non vedenti e agli ospiti della Comunità “Insieme Onlus” e i corsi di
autodifesa (e altre attività fisiche) riservati alle dipendenti della Provincia di Potenza. Sul rapporto sport e inclusione sono intervenuti il presidente dell’associazione “Insieme Onlus” Maria Elena Bencivenga e il responsabile Eventi e Sport dell’Avis
regionale Mario Giovanni Tamburriello. Lo sport come mezzo di difesa personale, soprattutto per le donne, è il terzo modulo del progetto, illustrato dalla dirigente Maria Cristina Caricati e dalla Consigliera di parità Liliana Guarino.
16
9 Febbraio 2013
ontrosenso
SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO
Basilicata
Un italiano su 4 ha problemi di postura Le posture scorrette nel tempo minano la salute e il benessere di ben il 25% degli italiani lo strumento più efficace nella PREVENZIONE e nella CURA DELLE ALGIE VERTEBRALI E DEI DISMORFISMI DELLA COLONNA. Metodi e riabilitativi
I
n genere quando si parla di postura viene spontaneo il collegamento con il mal di schiena. In realtà questo disturbo è solo la punta dell’iceberg di un insieme di problemi, spesso trascurati o non chiaramente identificati, che potremmo definire come deficit biomeccanici di tipo posturale. Già dai 6-7 anni, quando l’individuo ha acquisito un’autonomia motoria ed una sicurezza nella stabilità in stazione eretta, ci si può accorgere delle particolarità posturali e degli eventuali squilibri. Se si identifica un disturbo legato a cattive posture bisogna partire da un resettaggio del sistema, impostando i parametri corretti; in molti casi una riabilitazione posturale ed un programma di esercizio fisico adeguato possono essere di grande aiuto. Durante l’età evolutiva (fase pre-puberale, puberale e adolescenziale) è sempre consigliabile un controllo specialistico aiutato dalle biotecnologie (esame analitico del rachide, della deambulazione, esame stabilometrico urografico:distribuzione dei carichi) attraverso il quale si riesce ad individuare tempestivamente uno “SQUILIBRIO POSTURALE”, che potrebbe con gli anni strutturarsi e stabilizzarsi sino ad arrivare all’età adulta quando tutto il sistema posturale oramai riesce a esprimere solo “sintomi e dolori”. E’ in questo periodo che comincia la vera PREVENZIONE, con un lavoro adatto all’età del paziente, al suo stile di vita, ai suoi impegni scolastici ed extrascolastici, e soprattutto all’evolversi continuo del comportamento che cambia attraverso le esperienze di vita. Il trattamento posturale risulta, oramai da decenni,
approcci
Esistono diversi approcci metodologici di prevenzione e cura della postura. La maggior parte di essi sono empirici, sviluppati sulla esperienza e sulla pratica professionale, propongono un’utilizzazione più razionale del proprio corpo, più equilibrata e meglio adattata. Tutto ciò consiste in una programmazione terapeutica adattata ad ogni singolo individuo, dunque un “lavoro su misura”, caratterizzato da grande ascolto e disponibilità verso il paziente. Nella pratica ci si affida ad una serie di stiramenti, posture, modellature e movimenti articolari adattati ad ogni paziente, accompagnati da un lavoro “sensitivo” cioè PROPRIOCETTIVO: presa di coscienza delle diverse posizioni del corpo nello spazio, delle contratture muscolari, dei differenti funzionamenti del corpo, ecc. Altra tendenza è prescrivere il trattamento con ausili, quali busti ortopedici e plantari, affiancandolo allo svolgimento di un programma di terapia posturale, sia nei casi clinici più lievi quanto in quelli più importanti come le scoliosi. Di recente, l’applicazione Clinica delle Moderne Bio-Tecnologie, ha sviluppato protocolli nella diagnosi, nella prevenzione, nella riabilitazione dei disturbi della Postura a partire dalla conoscenza che cambiamenti strutturali e funzionali del sistema vertebrale, del cingolo scapolare e del cingolo pelvico sono potenziati da feed-Backs neuro-motori presenti in engrammi cerebrali e sono influenzati dal sistema bio-energetico. La terapia posturale
In relazione al termine “posturale” attualmente vi sono diverse interpretazioni e sono diffuse idee, spesso divergenti. Con il termine postura si intende il modo di atteggiare il proprio corpo, letteralmente la posizione. Entrando più nello specifico delle scienze motorie, la postura è definita da Tribastone (1985) come “… insieme dei rapporti tra l’intero organismo, le varie parti del corpo e l’ambiente che lo circonda” e ancora “… insieme di meccanismi psicologici che regolano con la massima economia ed in ogni momento sia la struttura neurofisiologica
del movimento, che il tono muscolare, necessari per il mantenimento di una posizione equilibrata e coordinata”. Rivestono un ruolo fondamentale in questo meccanismo i propriocettori (fusi neuromuscolari, organi tendinei del Golgi, apparato vestibolare, ecc.) e gli esterocettori (la retina, la cute, ecc.).Solo subendo una corretta e varia stimolazione di tutti gli elementi, il soggetto riuscirà ad ottenere dei buoni risultati in ambito educativo. La presenza di asimmetrie in un sottosistema come ad esempio un disallineamento o deviazioni della mandibola ( funzionali: per la sola tensione muscolare di un lato, o strutturale: lo spostamento dei condili mandibolari), deve corrispondere a condizione di compenso
o adattamento in un altro sottosistema: oculo-motore, cingolo scapolare, sistema vertebrale, cingolo pelvico, articolazione tibio-tarsica.
Sono tre i termini che vanno usati in ambito posturale e in riferimento alla ginnastica posturale: 1) l’educazione 2) la rieducazione 3) la prevenzione
Per educazione si deve intendere ciò che riguarda un soggetto in età evolutiva. In tutte le attività
motorie del bambinoragazzo, nelle tipologie di ginnastica, preparazione atletica, discipline sportive in generale, l’educazione posturale deve essere considerata come elemento fondamentale della programmazione e non come presupposto necessario o dato per scontato. Il discorso di educazione alla postura nel bambino, determinerà una base importante per un corretto stile posturale durante tutta l’esistenza dell’individuo. Gli atteggiamenti errati vanno corretti, naturalmente combinando un giusto mix tra motivazione ed efficacia; in tal senso vengono preferite attività ludiche. La rieducazione (rieducare= educare di nuovo e meglio) riguarda
invece un ritorno, dopo un tempo di abbandono, ad una corretta postura, in riferimento, soprattutto ma non solo, al soggetto adulto. Si rivolge a quei soggetti che presentano un’alterata morfologia corporea (disordine posturale), che prevede un trattamento indirizzato al recupero di una situazione posturale compromessa. Ciò è necessario a seguito di traumi o incidenti, ma anche semplicemente ad un abbandono, per un periodo di tempo, dello svolgere attività fisiche che richiamino atteggiamenti posturali corretti. Più il tempo della disabitudine è grande, più il lavoro sarà lungo; difficilmente peraltro potranno essere corretti completamente assetti ormai “cronicizzati”. L’età adulta, sebbene possa essere considerata molto più complessa nelle sue sfaccettature, in realtà risulta più facilmente trattabile con una terapia posturale in quanto, non avendo la pretesa di modificare più radicalmente certi “difetti”, tutto ciò che il metodo posturale migliora acquista un valore immediatamente alto, innanzitutto perché il dolore che affligge il paziente scompare e in seguito perché adattando sempre il lavoro all’individuo, riesce a migliorare lo stile di vita senza modificarlo drasticamente.
Col termine prevenzione posturale intendiamo l’iter da seguire durante il corso di tutta la vita, affinché la postura sia sempre ottima. Quindi praticare attività fisica regolarmente ed affidandosi a professionisti del settore. Curare le posizioni corrette, identificare i muscoli che hanno più bisogno di essere rinforzati, quelli che hanno necessità di essere allungati, far muovere le articolazioni in determinati modi, sono tutti elementi da dover prendere sempre in considerazione, in ambito di wellness o di sport amatoriale ed agonistico.
Postura e sport La postura corretta e il suo controllo sono aspetti da tenere in grande considerazione anche nell’ambito della pratica sportiva, dal momento che l’attività fisica e lo sport fanno ormai parte delle abitudini della maggior parte delle persone. Ogni attività sportiva sollecita l’apparato muscoloscheletrico e gli effetti di queste sollecitazioni possono essere amplificati se chi le effettua non è in grado di assumere posture bilanciate e corrette. Possedere un buon controllo posturale ci consente di mantenere il corretto rapporto tra gli arti e la conservazione delle curve fisiologiche del rachide. L’acquisizione della postura adeguata passa necessariamente attraverso la conoscenza delle posizioni corrette , ma soprattutto attraverso l’allenamento del corpo ad assumere tali posizione. Armonia e simmetria sono quindi le condizioni essenziali per il corretto funzionamento del nostro corpo. L’equilibrio ottimale è espresso dal corretto allineamento corporeo e prevede una quasi perfetta simmetria dell’emisoma destro rispetto a quello sinistro e un quasi perfetto sincronismo dei diversi gruppi muscolari implicati nel gesto atletico. Riassumendo e semplificando, l’educazione posturale in età giovanile, ed una buona prevenzione in età adulta, sono il presupposto per un buon atteggiamento corporeo in generale e, qualora si presentino necessità particolari, si interverrà con una rieducazione quanto più personalizzata possibile, in quanto ogni individuo ha una propria organizzazione di compensazioni. Seguendo questo filo logico l’approccio diventa CURATIVO E PREVENTIVO dando risultati sorprendenti non solo in casi patologici semplici ma anche in quelli più complessi. Le professioni mediche che si avvalgono dell’implementazione di metodiche strumentali offrono un nuovo e valido contributo nella diagnosi sub-clinica, nella prevenzione e nella terapia dei disturbi posturali.
ontrosenso Basilicata
SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO
9 Febbraio 2013
17
PARCHEGGI AL SAN CARLO, MARUGGI SDEGNATO PER LE POLEMICHE: “METTERO’ SEMPRE AL PRIMO POSTO LE ESIGENZE DEI PAZIENTI” La direzione del San Carlo incontrerà oggi pomeriggio (ieri ndr) i sindacati per informare ulteriormente i lavoratori sulla nuova organizzazione dei parcheggi che entrerà in vigore lunedì prossimo, 11 febbraio. “Ferma restando la nostra disponibilità a confrontarci con i sindacati su tutti i temi giudicati di interesse– ha dichiarato il direttore generale Giampiero Maruggi – deve essere chiaro che la disponibilità di un posto auto gratuito per i dipendenti non è un diritto sancito dalle norme né oggetto di
contrattazione tra le parti, ma una consuetudine che abbiamo inteso mantenere anche in occasione della riorganizzazione del servizio di parcheggio. Mi tocca quindi manifestare sdegno per il comunicato di due sigle sindacali, che con una logica feudale rivendicano una sorta di privilegio sulla disponibilità delle aree di più facile accesso all’ospedale, il che esprime un plateale rovesciamento dello spirito di servizio pubblico. E’ una mia scelta consapevole, invece, ed espressione coerente del
nostro progetto di “umanizzazione delle cure” mettere al primo posto, sempre e comunque, le esigenze dell’utenza. In questo caso quindi rendere più accessibile l’ospedale per i pazienti e i loro familiari è la cosa giusta da fare. Ad ogni buon conto i disagi segnalati sono di corto respiro: è già in atto il potenziamento degli impianti di illuminazione; entro il mese di marzo sarà disponibile una nuova area parcheggio; a fine anno, con il completamento del parcheggio coperto, l’area di fronte alla stazione di Macchia Romana sarà collegata al complesso ospedaliero da una galleria coperta e quindi cesseranno i piccoli disagi attuali”.
Gli effetti della cocaina sul cuore
di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it
N
ei miei articoli scritti precedentemente, riguardanti malattie che colpiscono il cuore ed i vasi che da esso originano, si fa riferimento soprattutto, a cause acquisite e di carattere degenerativo ovvero, legate a fattori di rischio cardiovascolari ed all’invecchiamento. Il tema affrontato questa settimana in questo articolo, è comunque di comune interesse ma, spero attiri, in particolare, l’attenzione dei più giovani per far capire loro quanto gravi, dannosi e irreparabili possano essere gli effetti provocati dall’ abuso ma anche, soltanto dall’uso si stupefacenti. Ragazzi evitate di “provare” qualsiasi droga perché fa male alla mente e fa male al cuore e può costare la vita….ne vale la pena? L’argomento che viene trattato affronta quelli che sono i possibili danni che la cocaina può provocare anche sul cuore e che, non sono tanto noti come quelli creati agli altri organi del nostro corpo. Mi soffermo proprio sulla cocaina perché il consumo di questo stupefacente è in crescita costante nel mondo occidentale e, come si diceva, purtroppo, i consumatori ignorano i gra-
vi effetti che questa droga ha sulla salute e particolarmente, sul cuore. Bisogna infatti tristemente ricordare che la cocaina è lo stupefacente più diffuso fra i professionisti come fra i ragazzi di ogni età. Stando ai dati dell’osservatorio di Bruxelles, l’Italia figura fra i Paesi europei dove il consumo di cocaina è più elevato. La spiegazione di ciò consiste anche nel fatto che, la cocaina provoca dipendenza attraverso un meccanismo dato dagli effetti di questa droga su alcune strutture profonde del cervello. Infatti, per esempio, la sensazione di “euforia” che provoca è proprio secondaria al rilascio di dopamina da parte delle cellule di queste strutture cerebrali e dal suo mancato assorbimento. L’uso continuo di cocaina crea tolleranza agli effetti della cocaina stessa perciò, saranno necessari dosi sempre maggiori ed un uso sempre più frequente dello stupefacente perché il cervello registri lo stesso livello di “piacere” provato durante i primi tempi di utilizzo. La cocaina oggi, come già ribadito, è la droga più comunemente usata perché è facile da assumere e da trovare, a costi relativamente bassi e, viene percepita sicura per l’uso “ricreativo” che molti ne fanno. Non è affatto così!!!! E, oltre ai numerosi effetti nocivi che ha sulla salute del nostro organismo ed, in particolare sul cervello, a livello del quale può provocare danni molto gravi, la cocaina comporta anche numerosi rischi per il cuore. Alcuni studiosi del CNR di Pisa hanno recentemente pubblicato, nel 2011, su una nota rivista cardiologica “Heart”, un interessantissimo artico-
lo nel quale viene dimostrato che, il cuore in coloro cha fanno abitualmente uso di cocaina non gode di buona salute nonostante l’assenza di sintomi. Sugli effetti negativi e nocivi che la cocaina può avere sulle condizioni sul cuore e sul sistema cardiovascolare in genere, non esistono molti studi in Letteratura scientifica. In questo studio che ho citato emerge un grande interesse per l’argomento: viene preso come campione da analizzare, un gruppo di quaranta consumatori di cocaina che, dopo due giorni di astinenza, veniva sottoposto ad una serie di prelievi ematici per valutare i marcatori indicativi e specifici di danno miocardico, come la troponina ed il fattore NT-proBNT; accanto a questi, venivano effettuati anche esami strumentali cardiologici come l’elettrocardiogramma registrato nelle 24 ore (Holter), l’ecocardiogramma, il Test da sforzo ma soprattutto, la Risonanza Magnetica che metteva in evidenza come nell’83% dei casi, questi soggetti presentavano danni acuti o cronici che pur non dando sintomi in quel momento, potevano rappresentare l’esito di un’ ischemica o, addirittura, di un vero e proprio infarto cardiaco. Non sono rari, infatti, gli infarti e le morti cardiache improvvise, anche in giovane età, nei consumatori di cocaina. Danni ancora più gravi, sono stati diagnosticati a coloro che, oltre alla cocaina, consumavano anche alcool. Questo studio è importante perché i dati emersi dal lavoro dei ricercatori di Pisa, per la prima volta, hanno evidenziato i danni silenti che la cocaina può avere sul cuore anche
in chi non ha sintomi. Inoltre, questo studio sottolinea l’aspetto raffinato di un esame come la Risonanza Magnetica che ha evidenziato alterazioni sul cuore nei consumatori di cocaina che, con altri metodi di indagine, sono più difficili da riscontrare. Riguardo all’argomento “droga”, ritengo importantissimo il ruolo dell’informazione nel divulgare ciò che i cocainomani non immaginano neppure: la cocaina fa tanto male al cuore e, se oggi si ha una situazione cardiaca compromessa, grave ma ancora “silente”, questa può “risvegliarsi” all’improvviso provocando un evento cardiovascolare elevatissimo. Si tratta di un dato niente affatto insolito nei cocainomani infatti, si stima che un infarto su quattro, in persone con meno di 45 anni, sia di fatto da attribuire alla cocaina, mentre il circa 3% delle morti cardiache improvvise, sarebbe da imputare a questa droga. L’infarto da cocaina è stato segnalato circa trenta anni fa, nel 1982 e, da allora sono iniziati i primi lavori scientifici per documentare la pericolosità di questo stupefacente sul cuore: la cocaina aumenta il rischio di infarti, di aritmie e di morte improvvisa. Gli effetti a breve termine che questo stupefacente può avere sul cuore comprendono la compromissione della contrazione dei vasi sanguigni provocando l’aumento della pressione arteriosa, l’ aumento del ritmo cardiaco, l’aterosclerosi precoce e l’insorgenza di cardiomiopatie. L’uso di cocaina è collegato a numerosi tipi di malattie cardiache. Si è visto appunto che, il suo uso costante può causare la fibrilla-
zione ventricolare che è un’aritmia maligna a tal punto che, se non trattata rapidamente, provoca l’arresto cardiaco. Sugli altri organi, la cocaina può dare: insufficienza respiratoria, effetti neurologici che vanno dall’ansia ai comportamenti “strani” fino ad arrivare all’ictus, convulsioni ed emicranie; si possono avere anche complicanze gastrointestinali, nausea, visione confusa, febbre, spasmi muscolari e finanche il coma. Differenti modalità di assunzione causano differenti effetti negativi della cocaina: perdita della sensibilità dell’olfatto, emorragie nasali, irritazioni del setto nasale in coloro che la “aspirano”. Coloro che invece, si iniettano la droga per via endovenosa hanno segni evidenti di iniezioni, solitamente sugli avambracci e, possono m a n i festare allergie oltre che, alla cocaina anche, a sostanze da “taglio” presenti in essa, che possono por-
tare a conseguenze gravissime come la morte. Naturalmente è noto e scontato che, chi fa uso di questo stupefacente, soprattutto se iniettato per via endovenosa è esposto ad un crescente rischio di contrarre malattie infettive come l’AIDS e le epatiti. A tale proposito si annovera un tasso di infezione di epatite C che oscilla tra il 65% ed il 90% fra queste persone a rischio. E’ facile iniziare e difficile smettere però, chi ama davvero se stesso evita la droga.
18
9 Febbraio 2013
SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO
ontrosenso Basilicata
L’Arte antica del Massaggio
Sanremo parla ancora Lucano…. ebbene si, cari miei affezionati lettori, con grande orgoglio professionale vi rappresento che dal 10 febbraio 2013 al 16 febbraio 2013 sarò presente al 63° festival della canzone italiana, in qualità di responsabile di Casa Sanremo Benessere . www.casasanremo 2013-(eventi collaterali casa sanremo benessere) Ma ne parleremo nei prossimi articoli. Questa settimana vorrei parlarvi dell’arte antica del massaggio, che sembra una facile arte, ma … PER PROVARE COSA SIGNIFICHI UN MASSAGGIO NON E’ NECESSARIO “ STARE MOLTO MALE ”, BASTA SOLO AVERE VOGLIA DI “ STARE MEGLIO”. Il massaggio è una delle più efficaci arti curative che oltre a modificare la struttura fisica, fisiologica e posturale dell’individuo lo apre alla meditazione e alla conoscenza di sé. Se ci pensiamo un po’, ognuno di noi può capire che il contatto fisico è la forma più
elementare di comunicazione e di conforto che l’uomo, così come tutti gli altri animali, usa da millenni. Attraverso il “ tocco” delle mani si produce una immediata reazione positiva percepibile anche senza essere degli esperti massaggiatori, secondo antiche culture orientali poi, si può ristabilire la corretta circolazione e l’equilibrio dell’ energia vitale, quindi influire sul flusso energetico che attraversa il corpo, responsabile dello stato di salute. Molto forte però deve essere il legame che vi è tra il “ corpo” e la “mente” per far si che un massaggio possa definirsi completo. Se si vede il massaggio come una serie di tecniche effettuate con le mani o altre parti del corpo su di un’ altro corpo o parti dello stesso al fine di creare delle modificazioni fisiche e/o mentali di quest’ultimo, risulta facile capire l’importanza fondamentale della personalità e delle caratteristiche innate del professionista. COS’E’ IL MASSAGGIO Il massaggio è una fonte di incredibile benessere, di serenità e di rilassamento. Dopo un massaggio ben eseguito l’effetto benefico si farà sentire con una sensazione di benessere e leggerezza estremamente piacevole. Il massaggio è antico come il mondo, è un gesto intuitivo, primordiale, e l’uomo ha evoluto questo gesto spontaneo. Ogni corpo rivela la propria storia attraverso la postura, le tensioni muscolari, i punti maggiormente dolorosi. Un tempo farsi massaggiare era un appannaggio tipico delle persone ricche ed altolocate, oggi fortunatamente l’uomo impiega maggiori risorse nella cura di se stesso, ed il massaggio è uno splendido metodo per prendersi cura di se. Il massaggio ci fornisce un mezzo per neutralizzare lo
stress che questo mondo così caotico ci procura. La prima cosa importante è ritrovare quell’apertura mentale che ci permette di essere toccati, o di toccare un’altra persona in modo quasi “ intimo” senza esserne in confidenza alcuna. In qualche modo il nostro spazio vitale, così importante per noi nella vita quotidiana deve essere violato senza che questo ci crei delle tensioni interne. Il rapporto tra il massaggiatore ed il massaggiato deve diventare uno strumento di dialogo energetico benefico per entrambi, bisogna ritrovare il piacere del tatto. Il piacere del tatto si ritrova alla fine nella gioia del dare e del ricevere, del conoscere e conoscersi, nell’entrare in simbiosi con l’altro. La tensione continua e la rigidità provocano a lungo andare una diminuzione di energia e vitalità nel soggetto; tale energia viene ripristinata tramite un massaggio adeguato. Il massaggio viene considerato un’arte in quanto non è sufficiente la conoscenza della tecnica (che si potrebbe apprendere da un libro) se non è supportata dall’amore per ciò che si sta facendo. A CHI E’ INDICATO Il massaggio può essere una terapia di base per svariati malanni, ma può anche essere complementare ad altre terapie; è comunque molto utile anche a chi gode di ottima salute. E’ indicato in caso di mal di testa, mal di schiena, problemi intestinali o digestivi, ma anche per contratture, distorsioni, stiramenti o slogature; allevia il dolore in casi di reumatismi o gambe pesanti. Fondamentale anche per alleviare lo stress o per aiutare persone ansiose o nervose, può anche aiutare a ridurre lo strato di grasso superfluo e a
rendere più tonici i tessuti. Non bisogna però massaggiare in caso di un processo infiammatorio in atto, e su parti particolarmente arrossate o turgide, inoltre non bisogna massaggiare un soggetto con la febbre.
scopo di saggiare la sensibilità del paziente e di prendere confidenza con il contatto con la mano, successivamente le manovre potranno aumentare d’intensità, che sarà sempre in proporzione alla regione e alle relative strutture da trattare.
EFFETTI
Qui entra in gioco tutta la preparazione e la professionalità del Fisioterapista, che deve sapere come agire e improntare una manovra o l’intero massaggio adeguandolo al paziente; età, sesso, struttura, stato emotivo, devono essere sempre valutati nel corso del massaggio.
Gli effetti del massaggio sono molteplici, e la sua efficacia si diffonde oltre il punto preciso dove questo viene eseguito. Può servire per mobilizzare l’energia bloccata quando ad esempio ci accorgiamo di essere molto contratti in tutto il corpo con una respirazione molto superficiale. Riattiva la circolazione, infatti durante il massaggio si dilatano i vasi sanguigni presenti sotto la pelle e questo aiuta l’ossigenazione delle cellule. Distende la muscolatura e ossigena i tessuti. Infine un massaggio ben fatto influisce anche sul nostro sistema nervoso, che ne trae grandi benefici. Una buona manualità, scioltezza ed elasticità delle mani sono le doti richieste ad un buon professionista, tali qualità si acquisiscono normalmente con l’allenamento. E’ essenziale creare prima di tutto un’intesa, un feeling con l’altra persona, questo avviene in primo luogo attraverso una presa di coscienza di quelle che sono le esigenze fisiche e psichiche di chi riceve il massaggio, si deve valutare la personalità del soggetto e la sua struttura corporea. Ogni massaggio deve essere praticato sempre con calma, con ritmo uniforme, mai spezzettato o nervoso, questo, oltre che dare una cattiva impressione non permette al paziente di rilassarsi, inoltre un movimento troppo energico, o inconsulto può compromettere tutta la seduta. All’inizio si procede con manovre dolci e leggere allo
Intolleranze alimentari: cosa sono e come indviduarle
Dott.ssa Maria Rita MilellaFarmacia Marchesiello www.farmaciamarchesiello.it c.so Garibaldi 92 85100 Potenza tel 097121179 email: mr.milella@farmaciamarchesiello.it a definizione corretta di intolleranza è “la tendenza a sviluppare ipersensibilità verso una determinata sostanza o un certo alimento”. In genere, però, quando si parla di intolleranza ci si riferisce quasi sempre alla reazione anomala all’ingestione di un alimento o di un gruppo di alimenti che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare completamente o di utilizzare
L
in maniera corretta al fine di ricavare energia vitale. Un alimento non ben tollerato non fornisce il giusto apporto energetico e addirittura costringe l’organismo a sprecare energia per poterlo digerire ed eliminare. Ecco perché in caso di intolleranza alimentare si accusano spesso sintomi come stanchezza, cefalea, nausea, gonfiore addominale e sonnolenza sia dopo i pasti che durante tutta la giornata. COME SI MANIFESTANO Le intolleranze si manifestano in seguito all’accumulo di sostanze (quali additivi alimentari, prodotti della raffinazione degli alimenti, farmaci, sostanze naturalmente presenti nei cibi, etc..) nella regione intestinale. Tali molecole non hanno effetto in condizioni normali ma la loro presenza al di sopra di un valore soglia è in grado di scatenare una reazione nell’organismo, che non è quasi mai violenta ed immediata. I sintomi tendono quindi a manifestarsi tardivamente e per questo motivo non si riesce a stabilire un nesso di
causalità, in quanto realizzano una sintomatologia cronica, non necessariamente specifica dell’apparato digerente, legata all’assunzione di cibi che rientrano nell’alimentazione di tutti i giorni. LE CAUSE Le cause che facilitano la comparsa di intolleranze alimentari sono attribuibili allo stile di vita, spesso frenetico, che si riflette a livello intestinale, con alterazioni della flora batterica che possono arrivare alla disbiosi. Un’alimentazione non corretta sia nei tempi, sia nelle quantità, sia nella variabilità dei cibi, così come una scarsa masticazione ne favoriscono l’insorgenza. Anche l’utilizzo di antibiotici altera la flora batterica intestinale. Per questo motivo il fenomeno delle intolleranze alimentari è più frequente di quanto si possa immaginare e può e deve essere individuato e curato. COME INDIVIDUARLE Il primo passo e quello di determinare gli alimenti verso i quali l’organismo sviluppa intolleranza; per questo è
necessario eseguire un test specifico, ne esistono diversi sostanzialmente di due tipi, che utilizzano l’informazione energetica di un organismo sottoposto a stimolazione con l’informazione bioelettronica di un alimento (test non invasivi), o che utilizzano la reazione a livello del sangue tra anticorpi ed antigeni (test mini invasivo) al fine di determinare la categoria di alimenti o la singola e specifica sostanza che determina l’intolleranza. Sospendendo l’assunzione di tali sostanze per alcuni mesi, l’intolleranza scompare spontaneamente ed è perfino possibile riprendere l’assunzione degli alimenti ai quali si era intolleranti, limitandone comunque il consumo, lasciando cioè trascorrere due o tre giorni tra un’assunzione e l’altra. Presso le farmacie possono essere effettuate entrambi i tipi di intolleranze a seconda delle esigenze specifiche dei pazienti. Per maggiori informazioni chiedere al vostro farmacista di fiducia.
DURATA La durata della seduta di massaggio non è mai fissa e dipende dalla zona massaggiata, dal paziente e dalle condizioni nelle quali si svolge il massaggio. Sono consigliabili, le ore lontane dai pasti, non affrontare comunque il massaggio dopo un pasto abbondante, o quando si è troppo stanchi.
Nei casi in cui il trattamento terapeutico debba essere protratto per lunghi periodi, dopo 15 o 20 sedute è opportuno interporre un periodo di riposo, dato che i tessuti abituati allo stimolo, non reagiscono più con la prontezza e la vivacità iniziali. I lubrificanti si devono usare con parsimonia, un eccesso di questo prodotto produce parecchi inconvenienti, e comunque non hanno nessuna azione terapeutica, ma devono servire unicamente a facilitare la funzione meccanica delle manipolazioni massoterapiche. Allora, che cosa aspettate fatevi fare un bel massaggio e attenzione agli abusivi, che per legge non possono mettere le mani su Voi pazienti, che espongono nei loro pseudo studi fisioterapici diplomi e attestati che non abilitano alla professione, magari chissà scaricati da siti internet. MEDITATE!!!
Dismorfismo corporeo e disturbi alimentari I
centri estetici e la chirurgia plastica sono, oggi, alla portata di tutti. Se sfogliamo giornali, navighiamo su internet, guardiamo la televisione, ci accorgeremo della moltitudine di slogan e di pubblicità che parlano di bellezza e di giovinezza. Questo accade, in parte, perché ci ritroviamo in una società in cui la perfezione è un’icona da perseguire, anche a costo di perdere la propria identità. Ci sono molte persone che si approcciano alla chirurgia senza difetti o necessità particolari, ma che vivono dei conflitti interiori a cura molto forti rispetto ad alcune della dottoressa parti del corpo. In questi casi ci MariaTeresa Muscillo troviamo di fronte a un “Disturbo psicologa di Dismorfismo Corporeo”, che può essere definito come “una sessuologa telpreoccupazione esagerata verso una 328/8317632 piccola o addirittura immaginaria mariateresa_muscillo@ anomalia del corpo, tale per cui il yahoo.it soggetto ha implicazioni negative in campo lavorativo, sociale e relazionale”. Si verifica una vera e propria ossessione verso un piccolo difetto fisico, che porta a depressione e a chiusura sociale. Nei casi più gravi è presente un’ossessione delirante, ovvero il difetto non esiste ma viene percepito dal soggetto come un’enorme ostacolo nel normale svolgimento della quotidianità. Spesso il Disturbo di Dismorfismo Corporeo è associato ai Disturbi Alimentari, in particolare all’anoressia, dove l’ossessione per il peso fa perdere di vista l’esame di realtà e il soggetto esperisce la sensazione di essere grasso, anche se il suo peso arriva al di sotto dei 30 chili. Questo quadro disastroso ci fa riflettere moltissimo su quanto il corpo sia il bersaglio privilegiato di alcune situazioni interiori non risolte. L’eziopatogenesi del Dismorfismo corporeo riguarda:
1
. Umiliazioni che il soggetto può aver subito nell’ambito familiare sul proprio aspetto fisico sia nel periodo infantile che adolescenziale;
2
. L’esagerata preoccupazione per l’imperfezione all’interno di un sistema familiare può aumentare in maniera smisurata la pressione sociale percepita;
3
. Il soggetto sente che il vero Sé non potrà mai arrivare ad eguagliare il falso Sé idealizzato, per cui prova angoscia e frustrazione;
4
. A livello sociale i media sono dispensatori di falsi Sé (modelli/e, attori e attrici, sex simbol, ecc.).
Questa breve disamina può farci riflettere su quanto sia importante distruggere dentro di noi il “senso di perfezione” che ci rende narcisisti e infelici. Le peculiarità che ci appartengono devono essere la nostra risorsa, il nostro modo di essere, ciò che ci rende unici e irripetibili anche se imperfetti.
REPORT
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
23
L’integrazione scolastica dei non udenti Un convegno a Rionero promosso dal Liceo Artistico “Carlo Levi” di Michele Traficante
N
ell’era della globalizzazione e dell’interattività multimediale, in un mondo in cui tutto ruota intorno alle parole, alle immagini e al messaggio televisivo e pubblicitario, raramente si pensa alle persone che come i sordi sono escluse dalla comunicazione, persone normali, forse con una struttura cognitiva diversa, ma ritenute, a torto, per troppo tempo e da molti, privi di capacità intellettive e creative e di interessi sociali pari agli udenti. Già la legge 5 febbraio 1992 n°104, recependo la politica già iniziata negli anni ’70 dell’inserimento dei bambini portatori di handicap nella scuola di tutti, regolamenta l’integrazione scolastica nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado e nelle università con la presenza di personale specializzato, appunto per il dovuto riconoscimento dei diritti umani e sociali dei non udenti. Il ruolo della scuola, in effetti, è determinante per l’integrazione sociale dei diversamente abili. In tal senso le varie istituzioni scolastiche si stanno sempre più e meglio attrezzando per venire incontro alle esigenze di quanti hanno difficoltà di comunicazione e d’inserimento nel tessuto sociale. Di tale problematica si è trattato nel corso dell’interessante convegno sul tema: “Le mani raccontano: l’integrazione scolastica e sociale per i
sordi”, tenutosi nei giorni scorsi pressol’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Michele Granata” di Rionero, con lo scopo di “dare l’opportunità agli alunni sordi e udenti di percorrere insieme la cultura della “diversità”. L’importante incontro socio – culturale è stato promosso ed organizzato dal Liceo Artistico “Carlo Levi” della città del Vulture con la collaborazione dell’Ente Nazionale Sordi di Basilicata, dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Rionero e dell’Istituto Comprensivo “Michele Granata” di Rionero. Presenti, fra gli altri, un folto gruppo di non vedenti ed alcuni docenti. I lavori, coordinati con garbo e professionalità dal giornalista Clemente Carlucci, il quale, fra l’altro, ha richiamato la sua esperienza di docente della scuola elementare con la presenza in classe di alunni disabili, hanno avuto il contributo di autorevoli relatori che hanno illustrato i vari aspetti della problematica che interessa l’integrazione scolastica e sociale dei diversamente abili. Il prof. Donato Esposto, docente specializzato in materia presso il Liceo Artistico “C. Levi” ha introdotto il tema del convegno illustrando, fra l’altro, le difficoltà più comuni riscontrate quotidianamente nell’integrazione scolastica dei sordi e la necessità di disporre, grazie ai sostegni economici degli enti pubblici, dei mezzi tecnologici (PC, programmi video di scrittura, lettori vocali ecc) che agevolino l’integrazione
dei sordi nel processo di comunicazione con i normodotati. Il sindaco di Rionero, Antonio Placido, nel suo intervento ha ritenuto un dovere degli enti pubblici supportare le istituzioni scolastiche nelle indispensabili iniziative didattiche in favore dei non udenti. Antonio Telesca, delegato Comitato Disabilità dell’UNIBAS, ha illustrato il piano di attività predisposto nelle varie scuole in favore degli studenti diversamente abili. Interessante l’intervento del giovane Vincenzo Nardozza di Avigliano, rappresentante degli studenti diversamente abili dell’UNIBAS, il quale, illustrando quanto si fa nell’Ateneo con la creazione del Comitato per l’integrazione degli studenti disabili (C.I.S.D.) per far conoscere i loro e tutto ciò che l’Università offre e con l’inaugurazione, nel settembre 2011, di un’aula chiamata “Il giardino della Speranza”, ha, fra l’altro, sostenuto che “c’è ancora molto da fare, come l’abbattimento di barriere architettoniche in alcuni punti dell’ateneo, maggiore coinvolgimento e confronto tra studenti disabili, normo dotati e docenti”. Dal canto suo la prof.ssa Paola D’Antonio, docente presso l’Università degli Studi di Basilicata, ha evidenziato le difficoltà che incontrano i non vedenti nella vita quotidiana, in particolare nei rapporti di comunicazione in
famiglia, con gli amici e nel mondo del lavoro. Solo frequentando le persone sorde si può comprendere le loro potenzialità e i limiti rispetto alla lingua e alla comunicazione Molto seguiti ed apprezzati gli interventi di Domenico D’Alessandro, presidente E.N.S. (Ente Nazionale Sordi) provinciale di Potenza e di Giovanni Gorgoglione, presidente E.N.S. di Basilicata al quale il prof. Donato Esposto ha donato una cartella contente lavori eseguiti dai ragazzi frequentanti il Liceo Artistico “Carlo Levi” con la sapiente guida del prof. Nicola Cirillo: Il prof. Franco Russo ha realizzato la copertina della cartella, con i disegni relativi alla reinterpretazione dell’alfabeto LIS, come “simbolo del primo passo per l’inizio di un percorso che vorremo percorrere insieme”. A tal riguardo si è proposto la compilazione di un dizionario della LIS con l’aggiornamento di quello esistente. Notevole anche il contributo offerto dai docenti del Liceo
Artistico “C. Levi” Laura Faruolo, Gerardina Tomasulo, Marinella Lapadula e Antonio Viglioglia, oltre al personale non docente, per gli ottimi lavori realizzati e ritratti nel Power Poit. In conclusione dell’incontro la prof.ssa Letizia Calice, in rappresentanza del Dirigente scolastico dell’I.I.S. “C. Levi”, prof. Giovanni Gruosso, ha ringraziato gli intervenuti ponendo l’accento sull’attività dell’Istituto, impegnato, con il contributo di tutto il personale docente e non docente, ad integrare e rafforzare tutte le iniziative che possano agevolare l’integrazione sociale e nel mondo del lavoro dei diversamente abili. Nel corso dell’incontro, oltre alla proiezione dell’alfabeto LIS (Lingua Italiana Segni), una vera e propria lingua con una sua grammatica ed una sua cultura e come tale permette non solo di comunicare, ma anche di sviluppare il pensiero e le abilità cognitive. “Le lingue dei segni” afferma Virginia Volterra, dirigente
di ricerca dell’Istituto CNR, “sono lingue visivo-gestuali vere e proprie, con una loro grammatica e una loro sintassi diversa in ciascuna nazione, in grado di soddisfare qualsiasi bisogno comunicativo, cognitivo ed espressivo come, per esempio, conversare o discutere, giocare o recitare poesie o fare teatro”. Proiettati anche alcuni lavori dell’ex alunno sordo Ettore Pellegrino del Liceo Artistico “C. Levi”; prezioso è stato il contributo degli interpreti LIS Antonio Parente, Flavia Pantaleo e Tiziana Magno del TGR Basilicata, che hanno magistralmente reso comprensibile ai non udenti presenti il contenuto delle varie relazioni. A tal proposito si è fatta presente la necessità di aumentare il numero degli interpreti LIS per affiancare i non udenti nelle molteplici attività della vita quotidiana ( contatti con uffici pubblici e con professionisti ecc).
Il tavolo dei relatori (Foto Traficante)
Lavello, convegno su “la lim: una porta sul mondo” Un importante incontro organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale 1 di Armando Lostaglio
S
i è svolto, nei giorni scorsi, presso l’Auditorium del Centro Sociale “M. Di Gilio” il Convegno sul tema “La LIM: Una Porta sul Mondo”. Organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale 1 di Lavello, si è aperto con il saluto del Commissario Prefettizio della città, dott.ssa Rosa Correale. Il convegno ha coinvolto l’intero mondo della Scuola, con la presenza degli Istituti presenti sul territorio, nonché famiglie, Istituzioni ed Associazioni. Il Rotary Club di Melfi, rappresentato dal Past- Presidente dott. Lorenzo Napoli, e la BPW ITALY Fidapa Sezione di Lavello, rappresentata dalla presidente dott.ssa Antonella Sibio, hanno espresso il loro compiacimento, sull’onda dell’entusiasmo e le competenze della dirigente dell’Istituto, dr.ssa Lucia Scuteri che è anche
formatrice esperta del LIM (Lavagna Interattiva Multimediale). Sono stati donati quindi due Lavagne Interattive Multimediali all’Istituto Comprensivo Statale 1 di Lavello, in riconoscimento di una Scuola che ha intrapreso la strada di guardare al mondo e di arricchire attraverso la cultura globale anche quella locale, mediante la concretizzazione del “pensiero tecnologico”. Ne è esempio la molteplicità di interventi e di iniziative che in soli pochi mesi l’Istituto Comprensivo di Lavello ha realizzato, mettendo in primo piano i veri protagonisti di ogni azione: gli alunni. Alunni che formulano, presentano e sostengono istanze, così da offrire costantemente input che poi la scuola si impegna a realizzare attingendo a risorse interne ed esterne. Richieste che vengono accolte anche da realtà come l’UNESCO che, nel Convegno, ha promosso
un bando di concorso volto a tutte le Scuole della regione Basilicata dal titolo ”Il MONDO in una LIM”. L’intervento del prof. Michele Goffredo, dell’ Università degli studi di Basilicata, Centro Linguistico di Ateneo, che dopo aver informato i presenti dell’intenzione di stipulare un accordo tra l’Università e l’Istituto comprensivo, ha relazionato sull’ importanza della LIM, sostenendo che è una tecnologia utile, che influisce favorevolmente sulla comunicazione e sui processi di apprendimento. L’uso della LIM favorisce livelli più elevati di interazione in classe quando i ragazzi sono messi nelle condizioni di manipolare contenuti multimodali e tali interazioni risultano significative quando i docenti riescono a guidare gli studenti nel costruire e nell’esprimere la propria conoscenza in funzione di obiettivi prefissati dal docente.
A seguire, l’intervento della prof.ssa Margherita Fasano, dell’Università degli Studi della Basilicata che ha relazionato sul ruolo del docente nel XXI secolo. “La lavagna digitale è uno strumento che può catalizzare un cambiamento e gli insegnanti hanno necessità di formazione e supporto in itinere, per trasformare uno strumento potenzialmente innovativo in un concreto supporto alla trasformazione della propria pratica didattica”. Il pensiero pedagogico che sottende tale processo innovativo è lo stesso che sostiene la metodologia del COSTRUTTIVISMO e INTERAZIONISMO: ragazzi, considerati “vasi da riempire di saperi” nella scuola trasmissiva prima della LIM ,ora partecipano attivamente alla costruzione del proprio sapere.’ Da qui il nuovo ruolo del docente: motivatore, facilitatore, tutor,
mentor. L’intervento che ha particolarmente incantato l’assemblea è stato quello della dirigente scolastica Lucia Scuteri, la quale ha mostrato in modo eccellente ed originalissimo le potenzialità della LIM, evidenziando che studi recenti definiscono tale strumento versatile e adatto a tutte le discipline e ai diversi livelli scolastici; di supporto all’esposizione del docente; influisce positivamente sull’attenzione, la motivazione e il coinvolgimento degli studenti; può contribuire a migliorare la comunicazione in classe, stimolando la partecipazione degli studenti attraverso l’uso di una varietà di contenuti multimediali (testi, immagini, video, etc) nella didattica. “Paradossalmente è la tecnologia, con le sue nuove forme di comunicazione e di strutturazione dei saperi (ipermedia, reti, realtà virtuale), a riportare prepotentemente nella
scuola la dimensione della emozionalità. La forte interattività che questi ambienti consentono, rendendo la comunicazione sempre più simile a quella interumana, enfatizza il coinvolgimento dell’utente, consentendo di affermare che navigare un ipermedia, collegarsi in Internet o immergersi in un mondo virtuale certamente mette in moto emozioni di varia natura. La LIM, inoltre, consente un approccio graduale, una scoperta progressiva delle potenzialità dello strumento e della didattica con le risorse digitali. Sulla superficie interattiva, infatti, è possibile ancora scrivere e disegnare come sull’ardesia. La LIM è considerata una delle condizioni indispensabili del processo di innovazione didattica..
24
9 Febbraio 2013
ontrosenso
MONITOR
Basilicata
ATELLA – Autorevole omelia del vescovo di Melfi nel Duomo
Mons. Todisco: “La fede consolidi la vita” I vescovi lucani in Vaticano da Benedetto XVI. L’esito della visita di Benedetto Carlucci
C
ome ogni vescovo fa nella propria circoscrizione diocesana, domenica 3 febbraio, IV domenica del Tempo ordinario, anche Padre Gianfranco Todisco, presule della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, ha chiesto di celebrare la 35° Giornata per la Vita nel Duomo trecentesco della Parrocchia “S. Maria ad Nives”di Atella. Il giovane parroco don Gilberto Cignarale, a poco più di un anno e mezzo dal
proprio insediamento nella Parrocchia atellana (16 ottobre 2010) ha accolto il suo Pastore diocesano. Che - come per tutte le altre parrocchie diocesane segue da vicino, con affetto e discernimento, la vita spirituale delle Comunità locali. Ma il Duomo di Atella, domenica mattina 3 febbraio, alle ore 11, non era, naturalmente, gremito di fedeli soprattutto per la presenza programmata di Padre Gianfranco Todisco. Perché la navata unica, domenicalmente, ogni settimana è sempre piena di fedeli. La comunità
parrocchiale di S. Mardia ad Nives, da quando a guidarla il vescovo Gianfranco Todisco ha chiamato don Gilberto Cignarale, non manca nemmeno una volta ai tre appuntamenti eucaristici festivi (messa prefestiva e a quelle domenicali delle ore 8 e delle 11). Accolto nella sagrestia dal parroco e dai numerosi collaboratori parrocchiali, S.E. Padre Gianfranco Todisco ha salutato, in particolare, la Corale parrocchiale, recentemente intitolata a Matilde Romano. Padre Gianfranco Todisco ha salutato, ugualmente la stampa presente. “Perché ricorda cortesemente mons. Todisco i rapporti con i giornalisti sono molto congeniali a lui, delegato per le Comunicazioni s o c i a l i nell’ambito della Conferenza episcopale della Basilicata (Ceb). Mentre il vescovo di Melfi era aiutato a vestire i paramenti liturgici, ha scambiato alcune informazioni significative con il
collaboratore presente di Controsenso. Com’è noto, sono stati particolarmente significativi gli esiti della visita a Papa Benedetto XVI, avvenuta in Vaticano venerdì 18 gennaio scorso. E, come sempre è accaduto, il Papa ha usato per la nostra Regione parole di apprezzamento per la sua piccola dimensione territoriale. Alla quale – secondo una paterna confidenza di Papa Ratzinger – corrisponde una notevole spiritualità post-conciliare. Padre Gianfranco come ha confidato al nostro giornale – ha ricordato a Papa Benedetto che già il Beato pontefice Giovanni Paolo II venne due volte in Basilicata. La prima volta, martedì 25 novembre 1980, subito dopo il grande sisma. E la seconda, in visita pastorale, il 28 aprile 1991. “A quando Papa Ratzinger, Papa Benedetto XVI nella nostra Regione?, abbiamo chiesto a S,E, mons. Gianfranco Todisco. “ Guardi, ci ha cortesemente
risposto, si accontenti di rassicurare i suoi lettori… Una visita pontificia è importante, soprattutto, se serve a confermare nella Fede una Regione che già cammina verso la
testimonianza della fede”. Al termine dell’Eucarestia domenicale, don Gilberto ha donato al vescovo una preziosa Croce pettorale.
Un’escursione del CAI nell’800 di Michele Strazza
N
ell’agosto del 1880 il poeta napoletano Saturnino Chiaja ed il professore dell’Istituto Tecnico Nautico di Napoli, Giuseppe Camillo Giordano, nativo di Pomarico, soggiornarono per alcuni giorni nel capoluogo lucano. Da Potenza, con alcuni soci del Cai (Club alpino italiano), i professori Leopoldo Giannetti, Emilio Fittipaldi e Giuseppe Fittipaldi, curatore dell’Annuario dell’associazione lucana, si recarono nel pomeriggio di sabato 22 agosto verso Pignola, per un’escursione all’Arioso ed alle sorgenti del Basento. Nella luce cangiante del tramonto la carrozza percorse la campagna colorata “di mille tinte melanconiche, di mille gradazioni, dal giallo e dal verde chiaro al bruno”. Superato il ponte del Gallitello ed il fiume Basento, sulla salita di Pignola a destra erano “campi, arsi, brulli, interinati”, a sinistra “macigni rossastri (…) tutti a strati variegati stranamente di rosso, di nero, d’azzurro e di violetto (schisti
galestrini)”. La situazione umana e sociale degli abitanti di quella zona montuosa attirò l’attenzione di Giuseppe Fittipaldi che redasse il resoconto della gita. Memore del richiamo ad un rinnovato impegno culturale fatto dal Becker nel delineare la scottante questione sociale delle Alpi, il Fittipaldi annotava sulla strada carrozzabile per Pignola:”Frotte silenziose di contadini, dall’andatura miseramente stanca, risalgono, perché la carrozza va pianissimo, salutano, passano. Povera gente! A sera, disfatti dal lavoro, dal sonno, tornano a casa dove non tutti hanno una cena, per quanto povera; e alla mattina, quando escono a’ campi, non li senti parlare che di paure e di malanni: è il mugnaio che rimangia il poco grano, frutto scarso di un anno di sudori, è il fattore che minaccia cacciarli appena giunga il padrone, è il massaio che se ne serve ad ogni uso come di bestie da soma. Non una parola di conforto, non una speranza: pare che il loro parco dizionario non abbia una sola
parola per l’avvenire. (…) Sono essi, non ostante tutte le declamazioni demagogiche del nostro tempo, i veri paria della società odierna”. Raggiunti a cavallo dal barone Domenico Lombardi, proprietario di quelle terre e socio del Cai potentino, gli escursionisti si diressero a piedi al Pantano, nella chiesa della Madonna degli Angeli, con la statua “una volta all’anno” portata in processione in paese, e la casa abitata dalla famiglia del guardiano della cappella (fratocchio). Da lì raggiunsero, sorta la luna “splendida e grande dietro la vetta della Crocetta”, Castel Glorioso, con la “bella e vasta casina del barone Lombardi”, dalla cui terrazza lo sguardo abbraccia l’altipiano sottostante sino ai monti Foj di Picerno “bruni di querce e di faggi”. Rifocillati e ben serviti, trascorsero la sera a discutere e ad ascoltare dalla viva voce di Nicola il racconto delle imprese ed incursioni compiute nella zona da briganti e brigantesse. Il poeta napoletano ed il curatore dell’annuario del Cai si fermarono a Castel
Glorioso, dove la domenica del 23 agosto il cappellano celebrò la messa nella chiesetta annessa alla casa del barone, prima di recarsi a Pignola per la festa di San Rocco. Nella mattinata compirono un’ascensione al Punto dei Tre Confini. Il Giordano, Emilio Fittipaldi ed il Giannetti partirono invece per una escursione all’Acqua dei Coppi, ovvero alle sorgenti del Basento. Il Giordano aveva già erborizzato in quei luoghi, lungo la valle del Basento e in quelli nativi, utilizzando le vacanze scolastiche per compiere escursioni ed erborizzazioni, sebbene quel periodo dell’anno fosse poco adatto per quelle ricerche. Nei resoconti delle escursioni botaniche da lui compiute figurano i territori di Pomarico, Miglionico, Matera (nelle Gravine), Tricarico, Potenza e dintorni, monte Arioso, Grassano, Bernalda, Pisticci, Metaponto (o Torremare, spiaggia), Tito, Albano di Lucania, sorgenti, alveo e vallate del Basento e nel bosco Gallipoli-Cognato, squarciando il velo su arre
pressoché inesplorate dal punto di vista botanico. Dei centri visitati diede notizie riguardanti le condizioni fisiche e geolitologiche. Interessanti sono le annotazioni sulla foresta di GallipoliCognato “imponente per la vetustà e impenetrabilità del suo bosco, ricco e svariato”, dove il tracciato di una “via rotabile” era stato abbandonato per il malfermo terreno, franata in “vaste proporzioni dopo il disboscamento”. Della valle del Basento così scrisse: “spettacolo (...) desolante è quello che si fa ammirare lungo tutta la valle, alta e bassa, diciamo il deterioramento continuo, vasto, di quasi tutti i monti e le colline, che presentano i loro fianchi squarciati da frequenti ed immensi burroni, con frane estese e profonde; deterioramento dovuto già purtroppo alla natura stessa delle rocce tanto vulnerabili al meteorismo, ma pure in gran parte causato o sostenuto da improvvidi dissodamenti permessi o tollerati. Sicché ora si comprende la causa della instabilità del terreno in
quasi tutta la Provincia, della cultura stentata o affatto impossibile, talora per vaste estensioni, e le grandi difficoltà di poter costruire e avere durature a lungo strade rotabili e ferrovie”. A quella valle, “la meno aperta alle indagini della scienza”, anche Emilio Fittipaldi dedicherà uno studio, avvalendosi delle note del De Giorgi e degli appunti forniti dall’ingegnere Venturini-Serafini, del Real Corpo delle Miniere. Il Fittipaldi accreditò all’uso irrazionale delle colture agrarie ed alla mancanza di collegamenti la causa della crescente emigrazione che colpiva in modo rilevante la Basilicata ed i centri disseminati lungo il fiume Basento. Egli cercò di determinare le coltivazioni da praticarvi in relazione alla natura del suolo e del clima, censendo la produzione agricola e la flora spontanea dell’area. Ma altre indagini ed inchieste sull’agricoltura meridionale e sulle condizioni di vita nelle campagne nel frattempo furono disposte dal Parlamento italiano.
ontrosenso
MONITOR
Basilicata
9 Febbraio 2013
25
Postiglione vuole la riammissione del Potenza SC in Lega Pro
I
eri pomeriggio, presso i locali del Club House di Potenza Giuseppe Postiglione ha convocato la stampa per gli aggiornamenti
in merito al ricorso che presenterà alla FIGC per chiedere la riammissione del Potenza S.C. in Lega Pro. Tale incontro si è reso necessario
in considerazione del clamore suscitato da questa iniziativa e che ha avuto vasta eco su larga parte della stampa locale. Postiglione ha avuto modo di
SECONDA DIVISIONE
Il punto sulla 20° Giornata
Salernitana e Pontedera ok. Battuta N d’arresto in casa per la Vigor di Lorenzo Morano
P
osta in palio divisa in maniera equa tra Chieti e Melfi nel 22esimo turno. In Abruzzo termina 1 pari tra i neroverdi e gli uomini di mister Bitetto, con i padroni di casa più in palla nei primi 45 minuti, ma con la ripresa interamente a favore dei lucani. 22esimo punto per i gialloverdi e 31esimo per il Chieti, che perde qualcosina dalla zona play-off, mentre per il Melfi la zona salvezza diretta è lontana 4 lunghezze, ma si allontana quella della retrocessione diretta, ferma a quota 19 punti, grazie alla sconfitta del Campobasso, contro un Pontedera lanciatissimo, seconda forza del girone a 42 punti, grazie alla doppietta di Grassi, oggi leader della classifica marcatori con ben 17 reti all’attivo. Soffermandoci sul match del Melfi possiamo certo dire che i lucani contro il Chieti hanno mostrato carattere ed ottenuto un pari meritato, a differenza di altre gare dove si è raccolto molto meno di quanto seminato. A Chieti Improta e soci sono partiti decisamente male, andando sotto al primo affondo dei padroni di casa, con Verna che al quinto minuto risolve a suo favore una mischia in area lucana. Il Melfi rischia addirittura il doppio colpo, con una conclusione dell’ex Giulianova Rinaldi, che a botta sicura si vede respingere la palla sulla linea di porta, da un colpo di testa in tuffo del difensore melfitano Spirito. Con un terreno di gioco in pessime condizioni, per via della pioggia caduta copiosa nelle ore che hanno preceduto
ella quinta giornata del girone di ritorno, torna al successo la capolista Real Metapontino, che rifila cinque reti al malcapitato Moliterno, con i materani che confermano il margine di vantaggio a undici lunghezze dalla più immediata inseguitrice. Seconda forza il Valdiano, che consolida il ruolo e continua a vincere, questa volta di misura contro il fanalino di coda Tursi. Insegue il Rossoblu Potenza, bloccato dalla neve sul neutro di Avigliano e gara clou del turno rinviata con il Viggiano. Nuova battuta d’arresto per il Real Tolve, superato in trasferta da una Murese in forte risalita che conquista ancora un successo e ritorno ai tre punti per il Picerno, che riesce ad avere ragione di un buon Pietragalla. Dopo una ripresa e diversi risultati utili si ferma il C. Oppido, battuto da un Miglionico che spera ancora di lasciare il penultimo posto, mentre torna alla vittoria il Pignola che con un risultato tennistico non dà scampo ad un Marconia in caduta libera. Tra Vultur e Policoro la neve rovina tutto, con gara ‘bloccata’ quasi alla mezzora per malori ai rioneresi Grieco e Vena e tacito accordo tra le due compagini per il rinvio, con proposta ‘bocciata’ dal giudice sportivo che punisce entrambe con una inadeguata e ‘pesante’ sconfitta a tavolino e addirittura un punto di penalizzazione. Domenica in programma la sesta giornata di ritorno, con la prima della classe di scena a Marconia nel derby ionico, con questi ultimi assetati di punti salvezza. Il Valdiano è atteso dall’insidiosa
Cresce la fiducia in casa Melfi, anche grazie ad alcuni risultati di “favore” provenienti dagli altri campi, che non hanno permesso la fuga delle dirette avversarie del Melfi: il Lamezia in casa è stato sconfitto per 1 a 0 dal Poggibonsi, oggi terza forza del campionato, mentre il Foligno in ugual modo è stato battuto dalla capolista Salernitana, che con 50 punti viaggia a più 8 dal Pontedera. In fondo alla classifica, oltre al Campobasso, perdono anche Fondi ed Aversa: i laziali 2 a 0 in casa del Teramo, mentre i campani in casa cedono il passo al Martina per 1 a 0. Successo corsaro in zona playoff per L’Aquila che grazie ad una rete di Improta rientra vittoriosa da Arzano; il turno si chiude con il mezzo passo falso dell’Aprilia che contro il Borgo a Buggiano non va oltre lo 0 a 0. Archiviato come visto il 22esimo turno, le compagini avranno modo di rifiatare, tant’è che torneranno in campo il prossimo 17 febbraio, dove assisteremo al match d’alta classifica tra Poggibonsi e Teramo, al testa-coda invertito tra Fondi e Pontedera ed al derby campano tra Arzanese ed Aversa. Turno sulla carta facile per la capolista Salernitana che è impegnata in casa contro la Vigor Lamezia; a caccia di punti promozione l’Aprilia in casa del Campobasso, mentre a L’Aquila affronterà l’imprevedibile Hintereggio. La giornata si chiude, infine, con due scontri diretti: MartinaChieti e Borgo a BuggianoFoligno.
trasferta di Pietragalla, con i locali alla ricerca di affermazioni per allontanarsi dalla zona a rischio. L’incontro di cartello è senz’altro la sfida tra il Policoro e un Rossoblu Potenza in ascesa per ambire ai piazzamenti d’onore, mentre il Real Tolve cercherà il riscatto e la soluzione alla crisi nella gara interna con l’imprevedibile Vultur in serie positiva. Cercherà di approfittare il Viggiano per recuperare posizioni, che ospita un tranquillo Pignola, con il Picerno alla stessa maniera ma impegnato sul difficile campo di Moliterno. Il C. Oppido cercherà il riscatto nel match fra le mura amiche contro una Murese prodigiosa, invece in palio punti pesanti nella sfida tra le ultime due in graduatoria con il Tursi che riceve il Miglionico nel tentativo di avvicinare gli avversari. VULTUR Rionero - Policoro La gara tra rioneresi e il Policoro di mister Labriola dura quasi mezzora, con una bufera di neve che condiziona non poco i minuti a seguire, complici i malori patiti per il freddo e le proibitive condizioni metereologiche di Grieco e Vena, inoltre i restanti uomini in campo che ne risentono e chiedono al direttore di gara (Ponzio della sez. di Moliterno) di interrompere le ostilità per ‘cause di forza maggiore’.
Potenza: “Si può fare”! CALCI IN CU...RVA a cura di Tony Pezzotta
I
l Potenza regala un sorriso al calcialingo. E’ accaduto domenica, al Viviani contro la Fortis Trani. Forse era già tutto previsto: lo zero a zero iniziale, il derby tra derelitte, l’ingresso in campo dei brasiliani e l’epilogo vittorioso dei rossoblù. La squadra di Passarella si aggiudica, così, la seconda vittoria in campionato. La seconda, dopo l’affermazione interna con il Taranto. L’appuntamento con l’intera posta mancava da ottobre. Intanto, il
recluso per calcio gongola, malgrado sia consapevole del fatto che la classifica non consente divagazioni di sorta. Mancano tanti punti ancora per guadagnare l’accesso ai play-out e sperare di poter fare la differenza negli spareggi. Insomma, non c’è nulla di cui poter essere ancora allegri. Eppure, si percepisce un’aria nuova, a dispetto della generale freddezza e del gelo di questo rigido febbraio. Qualcosa è cambiato. Sarà solo una sensazione oppure un
elementi tanto da consentire un’informazione quanto più completa possibile.
ECCELLENZA
Buon pari esterno per il Melfi la sfida, non è certo impresa semplice recuperare, specie contro un avversario che si difende bene come il Chieti, ma nella seconda frazione il Melfi mette in campo tutta la grinta necessaria per rimettere in piedi la gara, presentandosi più volte dalle parti dell’estremo Feola. Al nono su una punizione, una sorta di corner corto, i melfitani sfiorano la rete in maniera clamorosa con Improta, che nell’area piccola stacca di testa, ma uno strepitoso Feola, d’istinto, nega la gioia del pari al capitano gialloverde. Al minuto 11 Feola neutralizza una conclusione di Muratore. Alla mezz’ora tremano gli abruzzesi, i gialloverdi vanno vicinissimi al pari: il pericolo nasce da un corner, con Cuomo che di testa anticipa tutti i difensori avversari, ma vede la sua incornata fuori di un nulla, con Feola immobile. Il Chieti replica qualche minuto più tardi ancora Verna con una conclusione dai 30 metri, un tantino pretenziosa, che va sul fondo, con Scuffia attento a seguire la traiettoria. Il Melfi macina gioco, mentre i padroni di casa appaiono sempre più stanchi; bisogna attendere però il 40esimo, per far esplodere la gioia degli ospiti, che raggiungono il meritato pareggio con Dermaku, il più veloce di tutti a ribadire di testa in rete una palla ribattuta dalla traversa centrata da Suarino. Finisce così 1 a 1 la sfida tra Chieti e Melfi, con i lucani che grazie a questo punto potranno preparare più tranquillamente la prossima importante sfida, valida per il 23esimo turno e che vedrà il Melfi ancora in trasferta, dove affronterà il Gavorrano, compagine a quota 31 punti e reduce dalla sconfitta per 2 a 0 contro l’Hintereggio.
documentare opportunamente la strategia del ricorso e nel contempo ha offerto agli interessati il testo dello stesso per disporre di maggiori
impeto d’ottimismo scaturito da una vittoria insperata, ma spira un vento che fa sperare in una sorta di miracolo. E’ vero che il cambiamento lo si poteva già percepire, già da qualche tempo. La guida tecnica esperta, l’innesto di giovani un po’ più rodati e la maturazione dei rampolli di casa, stanno producendo effetti tardivi ma importanti. Ciò che più interessa ai dirigenti di casa Potenza è il mantenimento della categoria. Cosa non facile da pensare, appena qualche settimana fa e che, ora, alla luce del risultato di domenica scorsa, prende corpo con un rinnovato entusiasmo. Come nel film Frankenstein Junior di Mel
Brooks, la parola d’ordine è: “Si può fare”. Domenica torna a viaggiare verso lidi proibiti. L’avversario di turno è il Gladiator secondo in classifica. A questo punto del torneo i rossoblù non hanno più nulla da perdere e dovranno affrontare ogni avversario con lo stesso atteggiamento. L’obiettivo è quello di far punti, guardando al terz’ultimo posto che consentirebbe ai potentini di aggrapparsi alla serie D. E chissà che la coda di questo campionato non ci consegni, in extremis, una pagina esaltante di storia calcistica cittadina.
Entrambi le società sottoscrivono un documento chiedendo di voler rinviare la gara, ma il giudice sportivo (sulla base del referto stilato dall’arbitro) non è dello stesso parere e assegna a bianconeri e materani la sconfitta a tavolino senza sentire ragioni (ignorato il buon senso, i rischi e la ‘buona fede’) e addirittura sanziona le due squadre con un punto di penalizzazione, tra lo stupore generale e le inevitabili polemiche, con decisione presa ‘a norma di regolamento’. Seguirà inevitabilmente il ricorso per l’inopportuno, ingiusto e fuori luogo provvedimento, così come interpretato e messo in pratica praticamente senza tener conto della salute e l’incolumità dei calciatori. Un caso ‘da studiare’ ed esemplare che resterà nella ‘storia’ del calcio lucano e farà discutere, anche perche si sarebbe potuto gestire meglio e diversamente. Domenica i bianconeri sono attesi dalla difficile trasferta di Tolve, al cospetto di una delle migliori formazioni del torneo (specie nel girone di andata), con i padroni di casa alle prese con una crisi di risultati e i rioneresi ‘arrabbiati’ per quanto accaduto, che cercheranno di ‘recuperare’ punti e vendere cara la pelle.
Antonio Petrino
26
9 Febbraio 2013
S
otto una copiosa nevicata, un Picerno a due facce batte l’ostico Pietragalla ed impone ai bradanici la legge del “D.Curcio” . La squadra di mister Catalano, priva
Basilicata
Il Pietragalla e la legge del “Curcio” di Picerno
ECCELLENZA dello squalificato Palladino, ha disputato un primo tempo lezioso e superficiale dove ha consentito agli ospiti di andare in vantaggio sul primo calcio d’angolo della gara e riacciuffa il pareggio con il suo uomo più esperto Livio Scuotto, inversamente nel secondo tempo entra in campo con piglio e determinazione macina gioco ed impone agli ospiti le proprie geometrie conquistando i meritati tre punti. Il Pietragalla ben messo in campo dal tecnico vietrese Natiello, orfana degli squalificati Pietrafesa M. e Summa, ha dimostrato di essere squadra coriacea e di non voler essere la vittima sacrificale
ontrosenso
SPORT
delle ambizioni di classifica picernesi, nel primo tempo ha saputo sfruttare con cinismo al meglio le pochissime azioni in area picernese per portarsi in vantaggio, nel secondo tempo è stato schiacciato dal primo all’ultimo minuto nella propria metà campo, con ben otto uomini dietro la linea della palla. La gara inizia con i rossoblù in avanti senza convinzione, i biancazzurri, reduci dal pareggio casalingo con la capolista R. Metapontino, si rendono pericolosi su alcune ripartenze, dopo ben quattro calci d’angolo dei padroni di casa, sul primo pietragallese, battuto da Benedetto, la difesa
picernese dorme e il tutto solo Leone, di testa corregge in rete al 24’ per il temporaneo vantaggio. Il Picerno ferito si scuote e le varie iniziative vengono concretizzate dal suo bomber Livio Scuotto al 24’ che in una mischia riesce ad arpionare la palla e metterla alle spalle di Ciriello per l’11. Nella seconda metà della gara è tutto un altro Picerno, gioca con intensità ed impone ai bradanici il proprio calcio con belle giocate dei suoi uomini di centrocampo e degli esterni sulle fasce, le occasioni rossoblù non si contano con i vari Scuotto, Bacio Terracino, Scavone, Laurino e C., il gol che
vale tre punti in una classifica che sorride alla compagine guidata dal presidente Venetucci, lo realizza bomber Scuotto al 38’, ove corregge in rete la punizione di Bacio Terracino. Mai domi gli uomini di Catalano continuano il pressing e a cercare la terza rete nonostante una timida reazione dei bianco azzurri ospiti. A fine gara il presidente rossoblù tutto raggiante definisce il risultato “una vittoria coi fiocchi”. Dopo il vantaggio il Pietragalla ha perso Benedetto a seguito di uno scontro fortuito a centrocampo, il calciatore è stato accompagnato in ospedale per accertamenti. Nelle file
La Futsal si accontenta
PRIMA CATEGORIA Appuntamenti importanti per lo Sporting N
onostante il tempaccio che imperversava un po’ su tutta la Basilicata, tanto è che solo poche partite sono arrivate a conclusione, quella con la capolista che giocava in casa contro la squadra di Pescopagano, ha offerto un’altra prova di forza, dopo l’1-8 ottenuto domenica scorsa in quel di Sant’Angelo. La partita si metteva subito in discesa per gli uomini di Schiavone che dopo 3 minuti, e al primo affondo Dicandia pennellava una palla al centro dell’area e Fiorella non si faceva pregare, insaccando di testa. Dopo una ventina di minuti e tre falli in area avversaria al limite del regolamento, finalmente l’arbitro si decideva a fischiare il rigore che, ancora Fiorella s’incaricava della trasformazione portando il risultato sul 2-0 e a 4 gol complessivi contro il Pescopagano. Intanto il tempo continuava ad imperversare e si andava al riposo sul risultato stabilito nei primi 23 minuti sul 2 a 0. Nella ripresa, nonostante il
P
OTENZA – Una sconfitta, forse la prima quest’anno, accettata quasi col sorriso. La prestazione del Futsal Potenza contro il Loreto Aprutino (al sesto successo consecutivo) di sabato scorso non ha portato punti in cascina al sodalizio del presidente Astino, ma nuove convizioni e soprattutto dei significativi miglioramenti lì dove, finora, il team di Ceppi aveva avuto dei problemi. “Non sono mai contento di perdere – spiega il tecnico umbro durante il consueto incontro
maltempo continuava a mandar giù pioggia mista a neve, gli ospiti lottavano palla su palla, fino a quando un’azione non mettevano il centravanti ospite solo davanti a Divincenzo che di testa trovava il gol dell’1-2. La partita continuava con agonismo e le squadre lottavano su tutti i palloni fino quasi alla fine, quando Palermo riusciva a creare il varco giusto nel quale s’inseriva il bomber Digiovinazzo che realizzava il gol del 3-1 e il suo 30 sigillo personale. Ora allo Sporting spettano due trasferte importanti a Melfi col Foggiano il 10 febbraio, e a Potenza col Barrata il 24 febbraio, intervallate dalla sosta del 17 Febbraio dove si speri a quando esiste il gioco del calcio tutte le squadre che non cali la concentrazione e la capolista possa viaggiare alla che hanno vinto un campionato media alla quale ha abituato i hanno senz’ altro beneficiato di episodi fortunati, ovviamente propri tifosi. non è la fortuna che ti porta a trionfare dopo mesi di partite, però magari arriva nei momenti in cui ne hai davvero bisogno Sergio SALERNO ed è innegabile che a quel punto pensi: “cacchio” questo è proprio il nostro anno, questo concetto lo avranno pensato davvero in tanti al Palaessedi, visto come è andata a finire la gara contro l’ Universitas Potentia. Non ci sarà una spiegazione logica sul fatto che la fortuna, la sorte, il destino, insomma chiamatelo come vi pare, aiuti le squadre più forti nei momenti di maggior bisogno. La gara è stata condotta sempre dalla capolista, i potentini sin dall’avvio si sono arroccati in difesa chiudendo diligentemente ogni varco e agendo di rimessa e in un campo piccolo come questo di Venosa è molto più facile giocare in questo modo, infatti il primo gol della gara è stato realizzato da Gazzaneo proprio sfruttando una palla persa dai giocatori di casa e involandosi
D
con la stampa del martedì – ma dopo la sconfitta ero sereno. La squadra mi è piaciuta, ha avuto l’atteggiamento giusto, ci ha messo cuore e testa, ha difeso più bassa e con attenzione. Se giochiamo così quante altre partite possiamo perdere? Io credo poche”. Questa l’analisi di Ceppi sul match, a lungo in bilico, contro una delle big del campionato, il Loreto, che pare destinata a raggiungere le posizioni più alte del girone B di A2. Il mister potentino però non vuole sentir parlare di
rossoblù si notano con piacere il rientro di Marchese dopo un lungo periodo di convalescenza e del baby Pinto fuori dal grave infortunio subìto nella seconda del girone di andata a Miglionico. Con la vittoria odierna il Picerno si porta a quota 32 punti in classifica, per ora solo al 6° posto, ad una lunghezza dal Viggiano. Domenica prossima la squadra del presidente Venetucci sarà ospite del Moliterno, reduce dalla sonora batosta rimediata in riva allo Jonio dalla capolista Real Metapontino.
CALCIO A 5-SERIE C 2
sfortuna: “Abbiamo preso due pali, abbiamo sfiorato il 4-4 con un salvataggio sulla linea di Bordignon, ma questa non è sfortuna. Vuol dire che dobbiamo essere più bravi nel finalizzare, cosa che loro hanno fatto meglio di noi”. Ceppi snocciola dei dati. “Noi abbiamo tirato 31 volte (contro le loro 26 cinclusioni), segnando solo tre gol, ecco dobbiamo migliorare la nostra percentuale di realizzazione. Se Laurenza avesse fatto il 4-3 per noi a tre minuti dalla fine come sarebbe cambiata la partita? Mi sarebbe piaciuto vedere come avrebbe reagito il Loreto. Ma con i se e i ma non si fa la storia. Dobbiamo essere più bravi ma l’atteggiamento è stato quello giusto”. Adesso c’è tanta carne a cuocere in casa Potenza. Domani (mercoledì) c’è la Coppa Italia Under 21 (con tanti ragazzi della prima squadra impegnati), poi c’è la trasferta di Modugno e poi
la tanto agognata Final Eight. Quali priorità ha il Potenza? Ceppi chiarisce: “Solo di ordine cronologico. Affrontiamo una gara per volta. Per l’Under 21 c’è un’opportunità storica di centrare l’ingresso alle finali di Coppa Italia, poi per noi viene la gara col Modugno importante per non perdere il treno per i play-off e infine si va a Martina per la Final Eight. Cosa si può chiedere di più a questa società che a febbraio ha tutti questi obiettivi? Non lo so. Di vincere lo scudetto?”. Ceppi mostra soddisfazione per la sua creatura. “Siamo sesti ed è già un grande risultato. Ma ai play-off ci pensiamo anche se senza assilli. Il nostro avversario? “Attualmente il Latina ma è difficile prevedere cosa può succedere là davanti. L’importante è che noi saremo lì a giocarcela fino all’ultimo”.
Venosa, vittoria, ma quanta sofferenza tutto solo verso la porta avversaria. L’ Essedisport dopo lo svantaggio ha continuato ad attaccare facendo però molta fatica a trovare gli spazi, finchè la voglia di segnare di Del Cogliano (rimasto all’ asciutto in coppa) è diventata più forte di tutto e di tutti e prima ha pareggiato, con una bordata che si è infilata sotto la traversa, e poi su punizione ha portato in vantaggio l’ Essedisport. La gara sembrava essersi messa su un binario giusto, ma un’ altra disattenzione difensiva ( l’ assenza di Ferrenti si è fatta sentire) ha permesso a D’ Arminio di trovare il gol del pareggio. Nella seconda parte del primo tempo i padroni di casa pur mantenendo il possesso di palla non sono riusciti a trovare il gol del nuovo sorpasso, nonostante i diversi cambi effettuati da Dichirico, nessuno è riuscito ha dare quella sterzata decisiva alla gara. Nella ripresa dopo un avvio prepotente dei bianco-verdi, che ancora con Del Cogliano sono ripassati nuovamente in vantaggio, anzichè continuare a ruotare e a far girare la palla
in attesa del varco giusto, man mano si sono spenti subendo il ritorno degli ospiti che, con il suo bomber Gazzaneo a cavallo tra il 43 e il 45’, hanno ribaltato la situazione portando l’ Universitas in vantaggio. Intanto i minuti passavano inesorabilmente e l’ Essedisport non riusciva a trovare il pareggio finchè al 50’ Scoca ha depositato nella porta sguarnita un assist di capitan Dichirico, a quel punto i più avranno pensato ecco ora che hanno pareggiato li sommergeranno di reti, e invece un minuto dopo, ancora su una palla persa, Gazzaneo, sempre lui, ha superato l’ estremo portiere Nardulli e fatto esplodere di gioia tutta la panchina rossoblu,e poteva ancora segnare, dopo aver superato Nardulli ha tardato il tiro a porta spalancata, salvato sulla linea da Checa. Dagli sviluppi del calcio d’ angolo l’ Universitas ha colpito un palo ed un paio di azioni da gol sicuri, sventate a fatica dall’Essedisport. Ma al 56’ una giocata sensazionale di Scoca, con un gol da posizione impossibile, ha dato il pareggio
all’ Essedisport, che sulle ali dell’ entusiasmo ha cominciato a credere di cogliere l’ ennesima vittoria e infatti due minuti più tardi Del Cogliano, con un tiro da lontano, ha trafitto la porta ospite, facendo esplodere di gioia il Palaessedi. Ma la gara non era finita e a quel punto l’ arbitro è entrato un pò in confusione,poteva dare doppio giallo al portiere Nardulli, ha espulso Argenti, salvando il portiere ospite. Sicuramente il Potentia avrebbe meritato, oltre ai complimenti, di portare a casa qualche punto, ma siamo sicuri che giocando così e con i gol del capocannoniere Gazzaneo non avrà problemi a salvarsi. Per l’ Essedisport invece resta la gioia di aver vinto una gara che, al pari di quella contro il Bancone all’ andata, è stata la più difficile dell’ anno e visti gli altri risultati può guardare alle prossime due partite come gli ultimi ostacoli prima del countdown. Lorenzo Zolfo
SPORT
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
27
Dopo Montalbano, Il volley “misto”? Yes we can Parola a Salvatore Santangelo, è big match per l’Olimpia Melfi Dallenatore della neonata squadra amatoriale in casa della PVF Matera
VOLLEY
A
ltri tre punti importantissimi per l’Olimpia Volley Melfi, che dall’alto dei suoi 24 punti guida la classifica del campionato regionale di serie C a braccetto con il Montescaglioso. Con il punteggio di 3 a 0 le ragazze di mister Vincenzo Pontolillo hanno, nel turno dello scorso fine settimana, liquidato in trasferta la pratica Montalbano. A dirla tutta non è stata una trasferta semplice per le ragazze di Melfi, che sono state protagoniste di un viaggio travagliato, per via delle cattive condizioni atmosferiche. La partenza in campo di
FITNESS
N
egli ultimi anni si è assistito ad una grande diffusione del Pilates nel settore del fitness e del wellness. Il Pilates, più correttamente definito “metodo Pilates”, è un sistema di allenamento anaerobico, a limitato dispendio calorico, che comprende esercizi di “ginnastica dolce” prettamente svolti a corpo libero (mat-work), atti alla contrazione isometrica, isotonica ed al controllo dei muscoli posturali, soprattutto addominali, lombari e paravertebrali, ossia quei muscoli che contribuiscono a mantenere il corpo bilanciato e sono essenziali per fornire sostegno alla colonna vertebrale, andando a creare un “corsetto” muscolare volto a preservare la
BASKET
P
enalizzato da tre assenze pesanti, quelle di Buono, Santarsia e Stano, tutti infortunati, l’Itra Group Virtus Matera si arrende in casa al Cap Nola. Padroni di casa in partita sino all’intervallo lungo, poi il Nola prende il largo con un break di 10-0 e amministra il vantaggio sino
Laviano e socie per certi versi non è stata brillante, si sono infatti registrati dei problemi di “ambientamento” alla gara, anche per via di un palazzetto dalla temperatura proibitiva, condizioni queste che hanno giocato a sfavore delle ospiti, che hanno visto la chiusura del set d’avvio sul 28-26, nonostante fossero state in vantaggio anche 20 a 15. Di diversa fattura gli altri due set, chiusi senza difficoltà dall’Olimpia che ha lasciato alle padrone di casa 14 punti nel secondo e 15 nel terzo. Due set praticamente perfetti quelli conclusivi che hanno mostrato grande affinità tra i reparti e perfetta esecuzione degli
schemi, raccogliendo oltre che il risultato la soddisfazione del tecnico melfitano. Riparte bene l’Olimpia in previsione della prossima difficile giornata, che vedrà le melfitane impegnate ancora in trasferta, in casa della PVF Matera, reduce dalla vittoria esterna per 3 a 0 sulla Livi Potenza. A Matera, dove mancherà il pubblico delle grandi occasioni, in quanto la gara si disputerà a porte chiuse per via di alcuni incidenti verificatisi nel derby con il Montescaglioso, l’Olimpia cercherà di ripetere il successo dell’andata, in modo da tener lontane le materane, oggi prime inseguitrici del duo di testa a tre punti di distanza, ma soprattutto sarà necessario vincere per non permettere all’Ingest Montescaglioso di restare da sola al comando, qualora dovesse battere l’Asci Potenza nel capoluogo di regione.
Il metodo Pilates per la ginnastica posturale ed il benessere psicofisico corretta postura della colonna, prevenendo possibili lombalgie e cervicalgie. Tale disciplina prende il nome da colui che la ideò e la sviluppò all’ inizio del XX secolo, Joseph Hubertus Pilates. Attualmente, il Pilates ha perso quasi del tutto la sua finalità originaria ed è entrato in quei meccanismi di marketing che lo hanno portato a diventare un must per la maggior parte delle strutture fitness&wellness del territorio, sia nazionale che oltre confine. Al di là degli aspetti commerciali, il Pilates risulta essere un’attività fisica valida per chi voglia migliorare la propria postura e prevenire tutti quei problemi legati alla sedentarietà. Naturalmente risulta ovvio come una disciplina ideata all’inizio del secolo scorso necessiti
a sempre Salvatore pratica sport, “figlio d’arte” di genitori a loro volta allenatori ed ex atleti di pallavolo, ha militato nelle categorie di serie C e serie B2, attualmente gioca nella ASD Murate. Dal 2008 al 2012 ha ricoperto la carica di secondo allenatore della Giocoleria Potenza, squadra impegnata nel campionato nazionale di B2. Da quest’anno cura i settori giovanile della ASD Murate. Salvatore è anche insegnante qualificato di beach-volley e organizza corsi e tornei durante l’estate. Ciao Salvatore, raccontaci com’è nata l’idea di fondare una nuova associazione sportiva in un periodo non proprio facile per lo sport potentino: Devo precisare che, pur essendo una mia iniziativa, non ho ancora creato una associazione sportiva e che l’ A.S.D. Murate mi ha dato l’opportunità di realizzare questo progetto. Rimane comunque mia intenzione fondare un’associazione indipendente. Viviamo in un mondo che ormai punta tutto sull’immagine, sulla comunicazione, e immagino come la scelta del nome di una squadra sia un punto cruciale per determinarne vision e mission. “Yes we can Volley” è senza dubbio un nome d’impatto, cosa vuol comunicare? La cosa più difficile quando si crea una squadra risiede sicuramente nella scelta del nome. “Yes we can”, noto slogan di una campagna politica, racchiude in sé l’intento per il quale nasce questa squadra: dare la possibilità a chi è uscito dal mondo
della pallavolo e a chi non ha mai fatto parte di questo mondo di poter coltivare questa passione indipendentemente dall’età e dalle capacità tecniche. Quali sono le maggiori difficoltà che incontra un giovane che vuole intraprendere un’iniziativa di questo tipo? Onestamente non ho trovato molte difficoltà, probabilmente perché pratico questo ambiente da tanto tempo. L’unico dubbio era vedere se l’iniziativa avesse un riscontro positivo e, a giudicare dai numeri, posso essere soddisfatto. Esistono particolari prerequisiti fisici per chi voglia iniziare a praticare il volley? L’età potrebbe essere un fattore limitante? Occorre distinguere tra pallavolo amatoriale e pallavolo agonistica. Nel primo caso non ci sono vincoli di età e non vengono richiesti requisiti fisici particolari; nel secondo caso, invece, il primo limite è proprio l’età in relazione alla fisicità: più tardi si inizia a giocare più difficile risulta l’apprendimento. Come vedi il futuro prossimo della Yes We Can Volley? Punti all’agonismo? Attualmente la mia squadra può essere vista come un gruppo di amici che si allenano divertendosi. Per il momento non nasce con un intento prettamente agonistico; la mia intenzione è organizzare tornei, senza partecipare a campionati federali. È il primo esperimento di squadra mista nel volley potentino? È interessante notare come si punti molto
sull’eterogeneità del gruppo, vista come una ricchezza e non come un ostacolo. Quali sono i punti di forza di questa neonata associazione? Il mio è l’unico gruppo misto allenato e non autogestito della città di Potenza. Uno dei punti di forza è proprio l’eterogeneità: allenare ragazzi e ragazze di età diversa non può che essere fonte di ricchezza, in quanto consente uno scambio di idee e di opinioni da considerarsi come momento di crescita e di aggregazione. Lancia un appello alle istituzioni e all’Assessorato dello sport affinché si incentivi e si agevoli la pratica sportiva giovanile, considerando il grande impatto socio-culturale ed educativo che lo sport può avere tra le nuove generazioni (basti pensare alla prevenzione della marginalità, della devianza e del disagio sociale) Credo che oggigiorno sia necessario che le Istituzioni incentivino la pratica sportiva giovanile, in quanto i bambini sono sempre più riluttanti al movimento, preferendo la televisione, il computer, i video-games alla palestra. Bisogna altresì aiutare le famiglie meno abbienti dando a tutti la possibilità di integrarsi. E’ importante creare e rafforzare gruppi sportivi che possano allontanare i ragazzi dalla strada e da situazioni di marginalità sociale.
Adelfio Liviani
di una rivisitazione e di un ammodernamento affinché sia contestualizzata ed adattata alle esigenze dei praticanti ed alla loro fascia d’età (adolescenti, adulti, terza età), oltre alla componente prettamente corporea è infatti utile operare un’integrazione con precise tecniche di rilassamento ed esercizi di stretching derivanti dallo Yoga. Per qualsiasi attività fisica preventiva e adattativa è opportuno rivolgersi a professionisti laureati in scienze delle attività motorie e sportive, specializzati con laurea magistrale di nuova istituzione LM-67.
Dr. Adelfio Liviani Chinesiologo specialista in scienze motorie ad indirizzo
Itra Group Virtus Matera Una Metide Virtus Matera paga le assenze di Buono, super2, Ianuale, contro l’Avellino Iurato 8, Mbaye 16, prestazioni superlative offerte Santarsia e Stano Granata 10, Tammaro 4, Riccio in attacco da Smorto e Buono e etide Virtus Matera- 7, De Stefano, Caliendo. in difesa, dove si sono distinti M Scandone Avellino 73- All. De Gennaro. Assistente Santarsia, bravo a catturare e si arrende al Nola 61 Morena. 14 rimbalzi e a stoppare tre al termine della gara. Basket, 1, Miriello 4. All. Di Gioia e serie C, 6^ giornata di ritorno Itra Virtus Matera – CAP Nola 69 – 79 Parziali: 20-15, 36-37, 50-59. Itra Matera : Filazzola 16, Albanese 24, Conforti 13, Sacco 2, Pancallo 2, Santochirico , Petralla 4, Stano ne, Franco, Clemente
Conterosito. CAP Nola: Alfano 8, Mascolo 4, Gulemi 4, Federici 11, Caccavale , Izzo 14, Caporiso , Esposito 23, Conte, Riccio 4. All. Tifano. Arbitri: Pellegrino e Di Prisco
Parziali 25-20; 36-31; 53-45. Metide Virtus Matera: Buono 26, Conforti 8, Smorto 26, Miriello 11, Clemente 2, Santarsia, Petralla, Sacco, Santochirico, franco, Pancallo. All. Di Gioia e Conterosito Scandone Avellino: Iannicelli 2, Ciotola 3, Salafia 9, Alborea
Arbitri: Vitanostra e Pellegrini. Prestazione convincente della Metide Virtus Matera nel match casalingo contro l’Avellino, battuto 73-61 al termine di una gara affrontata con la massima concentrazione dai ragazzi biancoazzurri. L’Avellino alza bandiera bianca di fronte alle
volte i suoi avversari, di Miriello e Conforti. Prossimo appuntamento per la Metide Virtus Matera in programma lunedi 11 febbraio sul campo del San Severo.
28
ontrosenso
SPORT
9 Febbraio 2013
Basilicata
Cosperlast, Loreto vale una stagione
VOLLEY
Ancora fermo Kervin Pinerua che, per via di un infortunio al ginocchio, sarà costretto a restare lontano dai campi per almeno una decina di giorni di Lorenzo Tortorelli
C
osperlast Matera a caccia di punti salvezza. Domani pomeriggio la formazione materana, allenata da coach Nacci, sarà nuovamente impegnata al Pala Sassi contro la Pallavolo Loreto priva, però, dello schiacciatore Kervin Pinerua che, per via di un infortunio al ginocchio, sarà costretto a restare lontano dai campi per almeno una decina di giorni. La risonanza magnetica non ha evidenziato lesioni ai legamenti del ginocchio destro del forte opposto venezuelano che ha subito, invece, una distrazione del legamento collaterale esterno. Una brutta tegola per la Coserplast e per coach Nacci che dovrà necessariamente fare a meno di uno degli atleti più prolifici dell’ultimo periodo e in un match tra due contendenti alla salvezza. Gli anconetani, infatti, sono ultimi in classifica con nove
punti e il Matera è penultimo con sole tre lunghezze in più, quindi la gara di domani diventa importantissima per entrambi i sestetti. All’andata la spuntarono gli uomini allenati da Emanuele Fracascia che sconfissero i biancoblù lucani per tre ad uno ma la Cosperlast ora sembra rinata rispetto al passato. Il Loreto, reduce dalla sconfitta interna di domenica scorsa contro l’Atripalda per 3-0, arriva a questo match consapevole della difficoltà dello stesso ma anche fiducioso. “Con l’organico che abbiamo ce la possiamo giocare con tutti – ha commentato lo schiacciatore Simone Spescha, uno dei punti di riferimento del Loreto. Non credo che meritiamo l’attuale posto in classifica. Domani a Matera giocheremo su un campo molto difficile, vedremo chi ne avrà di più”. Per arrivare al meglio a questo importante incontro la squadra, in settimana, ha svolto doppie sedute di allenamento
giornaliere e visionati i consueti video di studio tattico della gara. Ancora non al meglio Suglia e Janusek, ma saranno sicuramente della partita. Matheus è in buone condizioni e sicuramente non farà rimpiangere il suo connazionale Pinerua. La società materana, nel frattempo, ha chiamato a raccolta il pubblico di casa. Mister Nacci ha sottolineato l’importanza del calore del tifo per una squadra che finalmente sta trovando una sua fisionomia precisa ed una certa compattezza. “ Il nostro pubblico può essere l’uomo in più, ci può dare ulteriore energia per vincere questa sfida tanto difficile quanto mai decisiva. Mi aspetto un Palasassi pieno e partecipativo”. Il match tra la Coserplast Matera e la Pallavolo Loreto si giocherà domani pomeriggio al Pala Sassi di Matera con fischio d’inizio alle ore 18.
Hockey
Pesca sportiva
Pattinomania alla prova Valdagno A
rriva la capolista. Questa sera l’Energy Italia 01 Matera sarà impegnata nuovamente alla tensostruttura di via dei Sanniti contro il Valdagno, attuale leader della serie A1 insieme al Viareggio con trentasei punti. All’andata i materani furono sconfitti per 6-3 dai veneti ma la Pattinomania di oggi è senza dubbio una formazione più esperta sotto l’aspetto tecnico e tattico. I materani vengono dal pareggio casalingo di sabato scorso contro il Bassano per 2-2 (recupero della settima giornata), altro team leader della serie A1, ed proprio contro i veneti hanno dimostrato e, più che altro, confermato di avere le qualità necessarie per poter disputare un girone di ritorno importante che possa, poi, alla conclusione della stagione, regalare a capitan Vivilecchia e soci un piazzamento nella zona play-off. Il Valdagno sabato
scorso ha osservato il turno di riposo, mentre nell’ultimo match del girone di andata si è imposto sulla pista del Novara per 7-2. Un match che ha visto protagonista Carlos Nicolia, attaccante di spessore e giocatore che i materani dovranno marcare con attenzione visto che ad oggi risulta il migliore realizzatore della serie A1 con ben 27 gol segnati in tredici gare disputate. Ma il Valdagno, a conferma di essere una formazione completa in ogni reparto, ha anche un ottimo portiere, Riccardo Gnata, che è il secondo miglior estremo difensore del campionato con soli 34 gol subiti in 575 minuti giocati. “Il Valdagno è certamente più forte del Bassano, incontrato una settimana fa. Credo che il team veneto sia la più forte squadra di hockey in Italia – ha spiegato Rafa Abalos, portiere dell’Energy Italia 01. Sappiamo che sarà un match
difficilissimo, però in questo sport tutto può succedere e noi siamo convinti che abbiamo le potenzialità per poter vincere anche contro questa corazzata. Dobbiamo solamente continuare a giocare così come abbiamo fatto nelle ultime gare”. Per le statistiche mister Antezza è l’unico ex di turno. L’allenatoregiocatore materano, ora in forza alla Energy Italia 01, infatti, ha militato nella stagione 2010/11 proprio con il Valdagno, insieme all’altro materano, Massimo Tataranni, per poi passare l’anno successivo a Lodi. La gara tra l’Energy Italia 01 e il Valdagno si giocherà questa sera alla tensostruttura di via dei Sanniti e sarà trasmessa in diretta streaming sul sito www.pattinomaniamatera.it Lor. Tort.
Febbraio apertura della pesca alla trota L
a regina delle acque dolci conserva sempre il fascino particolare intrinsico in ogni pescatore, che aspetta per un anno il fatidico giorno dell’apertura. La Basilicata ed in particolare la Provincia di Potenza, conserva ancora un discreto numero di appassionati che aspettano con ansia questa data, per rivivere momenti ludici particolarmente sensibili vissuti in compagnia di amici su un corso d’acqua per cercare un confronto sportivo con le trote che per mesi hanno potuto scegliere i migliori luoghi per riprodursi ed essere pronte per una nuova stagione di pesca sportiva. Nonostante questo particolare momento di vita che unisce appassionati di varie età e fascia sociale, il settore ancora segnala lacune in materia di gestione amministrativa pubblica, considerato che le acque restano di proprietà pubblica ed altresì l’istituzione di molte aree protette nazionali, hanno interdetto l’esercizio della pesca sportiva ai fini di una protezione integrale dell’ambiente. Difatti alcune polemiche hanno animato la scelta della data di apertura, che però non ha certamente potuto fermare l’emozione, la passione e il vivere momenti di fascino che coinvolgono l’essere umano in un rapporto con la natura ispirato ai principi di conservazione e rispetto del bene comune attraverso prelievi mirati. Pertanto nulla importa a coloro che vivono in maniera intensa questo evento, considerato che da tempo per tradizione,
nei circoli di pescasportiva, nei punti vendita e nei vari altri luoghi, i seguaci della regina imperniano i loro discorsi sulla scelta del corso di fiume dove aprire la nuova stagione di pesca e quindi l’organizzazione al recupero delle esche, al riordino dell’attrezzatura e alla scelta del solito ristorante per i più snob, mentre la solita ricca colazione per gli amanti estremi del più intenso contatto con l’ambiente. Questo patrimonio umano che conserva ancora nobili attività, dovrebbe essere maggiormente seguito dalle politiche di settore al fine
di renderlo valore aggiunto all’economia della Regione e non lasciarlo sempre come la cenerentola delle cose da fare, per cui le istituzioni sono chiamate alle proprie responsabilità, mentre le associazioni alieutiche dovrebbero fare più squadra per migliorare questo status e dare linfa ad un lavoro tendente al recupero della qualità delle acque e al benessere delle popolazioni ittiche presenti.
Sandrino Caffaro
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
33
Quel ponte nei Sassi è un pugno nell’occhio «la struttura realizzata non si inserisce adeguatamente nel contesto ambientale e architettonico dei Rioni Sassi» di Giovanni Martemucci
U
n ponte in ferro nei Sassi di Matera. E’ un vero pugno nell’occhio l’ultima opera di “architettura” poco in linea
con il contesto dei Sassi. Si tratta del ponte di ponte di Vico Commercio, nel Sasso Barisano. E così da qualche settimana su internet i cittadini hanno iniziato a contestare l’inserimento di quel ponte metallico che stona palesemente rispetto al contesto, per l’uso del materiale di cui è fatto. Il
ferro che non centra nulla con il tufo, di cui sono costituiti gli antichi rioni. Così sono iniziate le polemiche e il Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, architetto Francesco Canestrini, è intervenuto dichiarando in una nota che “la struttura realizzata non si inserisce adeguatamente nel contesto ambientale e architettonico dei Rioni Sassi”. In più continua la nota della Soprintendenza “si è valutata la necessità di mitigare e migliorare l’inserimento introducendo un elemento tipico e ricorrente dell’architettura dei Rioni Sassi riservandosi la possibilità di prescrivere anche la chiusura dei fronti laterali della passerella”. Verificato lo stato dei luoghi la Soprintendenza ha ritenuto di
realizzare al di sotto della struttura metallica un arco in muratura di tufo, per tutta la sua estensione, che, impostato, a destra, sul banco di roccia esistente, si svilupperà sino a raggiungere, a sinistra, i due pilastri in acciaio. Dunque si corre ai ripari per mascherare lo scempio. Inoltre la muratura dell’arco dovrà rivestire anche i fronti laterali delle travi in acciaio. Nelle prescrizioni della Soprintendenza è prevista anche la sostituzione della ringhiera realizzata in tondini di ferro con la tradizionale ad elementi verticali eventualmente anche intervallata da pilastrini in tufo analoghi a quelli messi in opera sul terrazzino superiore.
Il giudizio dei cittadini rimane sospeso fino a quando i non ci sarà il risultato finale di questa tardiva, e un po’ posticcia, operazione di “scenografia”. Un intervento nel quale il linguaggio dell’architettura dei rioni Sassi è stato completamente stravolto, così
come non è stato rispettato lo spirito del luogo che ogni progettista dovrebbe tenere a mente in un intervento di restauro.
Romanzo noir in salsa lucana: esce il libro del materano Tommaso Carbone
S
ta riscontrando un buon successo di pubblico il romanzo del materano Tommaso Carbone “Niente é come sembra” (Rusconi libri). Ci sono tutti i migliori ingredienti del vero romanzo giallo: c’è il delitto irrisolto di due giovani fidanzati innamorati, c’è l’investigatore privato demotivato ex poliziotto con una vita ridotta a cocci rotti, ci sono i mondi malsani fatti di droga, festini, sesso e corruzione. Un investigatore, Max Ferretti, viene incaricato dalla madre del giovane Francesco, trovato morto con la fidanzata Miriam sei anni prima nel bagno della casa di lei, di indagare sulla reale causa di morte dei due ragazzi. Morte che, le autorità intervenute sul posto al
momento del ritrovamento dei corpi, hanno derubricato a “incidente domestico” imputabile a una scossa elettrica provocata dal malfunzionamento di una stufa nonostante la ragazza avesse una ferita alla testa e il ragazzo un gonfiore strano all’inguine. Sembrava che tutti, dal vicepretore al pm, avessero fretta di chiudere il caso. Perchè? La vicenda, che mostra dei coni d’ombra evidenti, deve essere chiarita e il caso deve quindi essere riaperto. Niente è come sembra appunto. Max Ferretti, insieme alla giovane collega Gaia, riprenderà tra le mani le carte del caso e ripercorrerà il passato burrascoso di Miriam, un passato duro, torbido, ingombrante e tormentato in cui la ricerca dell’amore che avrebbe dovuto regalarle la felicità, le riserva invece un destino di dolore e morte. Lo stile scorrevole e il dosaggio sapiente dei particolari decisivi rendono questo romanzo molto godibile, così come il continuo ribaltamento di visuale e l’io narrante che passa di capitolo in capitolo da un personaggio all’altro sono intriganti e ben articolati. Questa soluzione contribuisce
a creare personaggi davvero interessanti, reali, significativi e diversi. Il cocktail di cattiveria, morte, violenza di alcune pagine colpisce duro e lascia il segno (meglio, il livido sulla pelle del lettore). L’ambientazione lucana bellissima e dettagliatamente descritta, ha trasformato in parte viva, pulsante ed integrata il luogo in cui tutto si svolge. Famiglie importanti, magistrati corrotti e mafiosi spietati fanno da contorno ad un giallo che lascia il fiato sospeso fino all’ultima pagina. E quando la verità verrà a galla, niente sarà più come prima. Il romanzo contiene blandi riferimenti ad un ben noto caso di cronaca lucana, quello dei “fidanzatini di Policoro” sebbene lo scrittore compia un percorso diverso nella narrazione della vicenda. Tommaso Carbone ha la capacità di prendere per mano il lettore, di legarlo come una doppia catena invisibile alla storia impedendo di staccarsene fino alla fine. Si arriva alla conclusione abbarbicati alle pagine. Con il colpo di scena finale.
Sara Zaccaro
34
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
LED ZEPPELIN IV “L’opera celestiacoinfernale essenziale”
O
tto novembre 1971, esce il quarto album in studio dei LED ZEPPELIN; privo di un titolo ufficiale, è generalmente riconosciuto con la dicitura “LED ZEPPELIN IV”, si rivelerà uno degli album di maggior successo della storia, con oltre 23 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti, dove ha totalizzato 260 settimane in classifica. Giunti virtualmente all’apice della loro vena creativa, gli ZEPPELIN decisero di concentrarsi unicamente sulla musica, tralasciando ogni altro aspetto artistico e, questo, in risposta alle numerose critiche ricevute dalla stampa, forse protesa unicamente a inquadrarli in un genere predefinito subito dopo l’uscita del disco precedente. Per rimarcare questa volontà, moltissimi aspetti fondamentali connessi al disco non trovarono una dimensione chiara, non vi furono certezze sulla forma che avrebbe avuto il nuovo lavoro; si pensò in fase embrionale anche a un doppio album, quindi a quattro distinti EP, fino alla decisione finale di escludere ogni complicazione inutile mantenendo così la classica forma dell’LP, ma a condizione che venisse pubblicato senza titolo e senza alcuna promozione. “LED ZEPPELIN IV”, fu il risultato di un missaggio eseguito in Gran Bretagna, tra gli studi ‘ISLAND’ e gli ‘OLYMPIC’, con un ritardo di diversi mesi sulla pubblicazione programmata, e il suicidio commerciale, paventato dalla casa discografica ‘ATLANTIC RECORDS’, fu
ampiamente smentito dai risultati di vendita ottenuti dal disco, il quale restò nelle classifiche più a lungo di qualsiasi altro lavoro precedente degli ZEPPELIN e, paradossalmente, la stessa scelta di non pubblicare come singolo ‘STAIRWAY TO HEAVEN’, contribuì al successo di codesta meraviglia acustica.
Da un punto di vista concettuale, anche la copertina è considerata la più sofisticata realizzazione del gruppo, con l’eccellente idea di rappresentare il circolo naturale della vita attraverso i giorni perduti e la visione di un presente distruttivo per mezzo di immagini ben precise, prescindendo da qualsiasi riferimento personale e dalla propria storia recente. Sul retro, fu scelto di inquadrare il particolare di un
muro consumato dal tempo con la carta da parati che cade a pezzi e, in primo piano, una vecchia cornice con la fotografia di un contadino piegato sotto il peso di una grossa fascina di legname. Diversi anni dopo il brano ‘STAIRWAY TO HEAVEN’, venne votato dai lettori del ‘MELODY MAKER’ come uno dei migliori brani della storia del rock, uscendo ampiamente dai canoni classici della canzone, sia per durata che per struttura, includendo in esso tutti gli elementi dello stile ZEPPELIN, unendo senza soluzione di continuità parti acustiche e romantiche a passaggi di puro hard rock, che videro la luce come abbozzo musicale dalle corde del guitar-hero PAGE e poi ultimate dal preciso contributo della band in cui PLANT allineò un testo ispirato dalla letteratura fantastica celtica. Da non sottovalutare il memorabile finale in cui vi si ascolta un eccellente “treno” batteristico figlio del compianto BONHAM. “LED ZEPPELIN IV”, in quel di novembre 1971, dischiuse i propri battenti sonori per mezzo di BLACK DOG, un pezzo duro e indimenticabile, sapientemente arrangiato, complesso, con le sue quattro sovra incisioni di chitarra nel solo e pronto a consegnare l’abbrivio virtuale di un’opera essenziale che mai più si mostrò, echeggiando, fra l’infernale e il paradisiaco universo del rock.
HORACE ANDY “Broken Beats” (Echo Beach)
D
a quando fu arruolato dai Massive Attack (o forse anche da prima, con quello splendido, ma stranissimo album del 1984 con l’americano Wackie’s, “Dancehall Style”), Horace Andy è diventato l’artista reggae più gettonato dai gruppi di musica elettronica. Ricordiamo, in tempi recenti, i dischi con Ashley Beedle e Alpha, lavori al di fuori degli stretti confini del reggae: adesso ne arriva un altro, prodotto dall’etichetta tedesca Echo Beach, specializzata in dub elettronico. E così ritroviamo ancora una volta la voce in falsetto più famosa della Giamaica, a confrontarsi con ritmiche dai drumbeats (come dice il titolo) potenti. “Sleepy” tira fuori i cavalli di battaglia della sua lunga carriera, reinterpretandoli sulle basi messe a punto dalle realtà più importanti del dub elettronico “ e dintorni” nord-europeo: Rob Smith, Dubblestandart, Dub Spencer & Trance Hill, Oliver Frost, Der Transformer e via discorrendo. Ne viene fuori uno degli album più accattivanti del buon Horace.
Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffino
Gesualdo da Venosa nel cuore di grandi cineasti di Armando Lostaglio
F
ervono i preparativi per la celebrazione quest’anno del quattrocentesimo anniversario della morte di Gesualdo da Venosa (8 marzo 1613), figura inquietante quanto esaltante del sommo madrigalista del Cinquecento. Alcuni grandi cineasti hanno cercato di addentrarsi nella irrequieta esistenza del madrigalista, per farne un film. Bernardo Bertolucci ci aveva confidato di aver sempre in mente un suo prossimo film sulle vicende tragiche ed artistiche del Principe di Venosa. Una figura che lo affascina da sempre e nella quale intravede anche segni di presente. Il film avrebbe anche un titolo “Hea-
ven and Hell” (Paradiso ed Inferno). Con un documentario della televisione tedesca la televisione Werner Herzog aveva trattato del madrigalista, personalità a lui tanto cara. Girò nel 1995 un film-documentario dal titolo “Gesualdo: Morte a cinque voci” in cui ripercorre i luoghi di origine (vi è anche un’intervista al custode del museo di Venosa). Certo che fa un certo effetto sentire la parola “Venosa” dalla bocca di un personaggio non certo comune come Herzog. E quando lo incontriamo per le vie del Lido di Venezia, durante la Mostra del Cinema, ci guarda sempre con molta simpatia, in virtù delle nostre origini lucane, come quelle del Principe Gesualdo. Herzog predilige la musica antica, in buona parte religiosa. “La
musica - ci confessava ha influenzato la maniera di fare cinema più di qualunque altra arte. Ma nelle arti figurative (come va sostenendo spesso), “le mie preferenze vanno per il tardo Medioevo. Ammiro la maniera di lavorare in quel periodo, da artigiani: avevano degli apprendisti, lavoravano in bottega. Prima di Michelangelo, ad esempio, gli scultori non si definivano artisti ma intagliatori”. Ma cosa ricorda di Venosa, del territorio lucano, delle sue luci? Il regista tedesco ha ammirato la semplicità dei luoghi, l’armonia dei colori, le stesse che gli fanno rivedere il Madrigalista alle prese con le sue bellissime composizioni. “Non poteva che essersi ispirato dall’armonia di questi luoghi!” (ammette).
La Lucania gli avrà dato molto, se è vero che la ricorda così, sebbene sia stato breve il suo passaggio. Lui che ha girato mondi interi in mondi diversi, esplorando etnie e personaggi. Come il mitico “Fitzcarraldo”, che fa ascoltare Caruso agli indigeni del Centramerica, o che esplora in profondità l’animo umano come in “Aguirre, furore di Dio” e la disperazione in Nosferatu, il principe della notte, (memorabile quella frase: “I secoli vanno e vengono, ma ogni giorno è uguale ed un altro…”), tutti interpretati dal suo amico Klaus Kinski, scomparso alcuni anni fa. Certamente fa piacere ascoltare (seppure ad in-
termittenza) le riflessioni di un grande cineasta, che ricorda (con piacere) la nostra terra, e Venosa, insieme ad un tassello
importante della sua immensa storia come Gesualdo.
Il regista Werner Herzog al Lido di Venezia
36
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
ontrosenso Basilicata
9 Febbraio 2013
37
Cancellara, 5 piante secolari protagoniste della “Carta degli alberi Padri” Sono alberi legati alla storia della popolazione perché sono sempre stati utilizzati come punto di riferimento, come riparo o segno di confine
S
i è svolta a Potenza, venerdì 1° febbraio, presso il Comando regionale del Corpo Forestale dello Stato, la cerimonia di presentazione della “Carta degli alberi Padri” e della relativa Guida, che ha visto come protagonisti ben 105 alberi monumentali distribuiti su tutto il territorio della Basilicata. É il risultato di un progetto voluto a più mani, dove la
parte più pulsante è venuta da Legambiente che, con il suo contagioso entusiasmo, ha coinvolto Istituzioni, Associazioni e cittadini. Un lavoro del genere era stato già avviato nel 1982, come ha sottolineato il Dott. Curcio, Comandante Regionale del Corpo Forestale della Stato per la Regione Basilicata. Tuttavia l’attuale progetto presenta delle novità, tra cui quella
legata alla georeferenzazione degli alberi. Pertanto, chiunque voglia rintracciare una pianta, potrà farlo tramite le coordinate che sono disponibili sulla pubblicazione. Competenza, approfondimento e solidarietà, sono stati, dunque, gli ingredienti che hanno permesso la realizzazione di un articolato progetto ma, soprattutto, la partecipazione perché come ha dichiarato il dott. Pietro Fedeli, direttore dell’Osservatorio Ambiente e Legalità - “da soli non si va da nessuna parte, il nostro lavoro è sempre bidirezionale, lavoriamo nei confronti delle Istituzioni come pungolo e proprio come le zanzare, benché piccoli, “diamo fastidio”. Ci siamo rivolti alla popolazione in tante formule, attraverso strategie di marketing moderne, come la pubblicità radiofonica, che ha avuto un impatto notevole sui cittadini e dopo solo un mese sono giunte circa 50 segnalazioni”. Anche il comune di Cancellara ha aderito con entusiasmo all’invito e grazie alla sensibilità di amministratori e dipendenti, sono stati individuati ben 5 esemplari di alberi Padri pluricentenari, tutti appartenenti alla specie “quercus pubescens”. Sono
alberi legati alla storia della popolazione perché sono sempre stati utilizzati come punto di riferimento, come riparo o segno di confine. Sono testimoni di tradizioni popolari, racconti e leggende legate alla vita e alla cultura della comunità. È davvero affascinante soffermarsi a pensare quante cose abbiano visto, quante avversità
abbiano superato e... chissà quanti misteri nascondono. E così, come ha affermato il Commissario Capo dott. Bagarozza nel corso della cerimonia, “l’obiettivo più importante raggiunto in questo lavoro è stato quello di coinvolgere la popolazione e di ricucire, attraverso l’albero che rappresenta un simbolo vivente, un rapporto
interrotto da decenni tra territorio e popolazione, perché la miglior tutela non è mai stata la legge, ma il sentimento, il ricordo, la “devozione” che lega l’uomo alla pianta”. Franca Caputo
Mieli & Comuni lucani al Congresso nazionale ad Amantea R
ipacandida -Una nutrita rappresentanza del settore apistico lucano sarà presente ad Amantea (Cs), in occasione del XXIX Congresso Nazionale dell’Apicoltura
Professionale, che si terrà tra il 5 e il 10 febbraio prossimo. L’appuntamento, organizzato dalle maggiori associazioni nazionali (UNAAPI, CONAPI, AAPI), vede il coinvolgimento in prima
del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali che sta intravvedendo nell’apicoltura una grande opportunità per il rilancio dell’agricoltura di qualità nel Mezzogiorno d’Italia.
La Mellinoteca di Ripacandida
Ripacandida: alcuni prodotti di miele
“L’occasione costituiscesecondo Franco Rondinella di Ripacandida, Presidente del Consorzio Regionale di Tutela e Valorizzazione del Miele Lucano- l’occasione più significativa per acquisire informazioni tecniche e scientifiche utili per affrontare le difficili problematiche che affliggono il settore anche in Basilicata”. Interverranno i maggiori
esperti nazionali: ricercatori del CRA, del CNR, delle Associazioni e di numerose Università leader nei vari campi di approfondimento dell’apidologia. Sono previste visite aziendali, seminari di approfondimento e tavole rotonde su temi specifici. L’apertura dei lavori del Congresso è prevista per il giorno 7 febbraio ed è stata affidata
proprio al lucano professor Renato Spicciarelli, Docente all’Università della Basilicata che interverrà con una relazione scientifica, molto attesa, sulla flora mellifera e le sue modificazioni nel meridione d’Italia. Lorenzo Zolfo
38
ontrosenso
REPORT
9 Febbraio 2013
Basilicata
Un semplice UN LIBRO AL GIORNO ma efficace A cura di Carlo Alberto Perretti rapporto Chakra, la forza della vita sull’evoluzione Osho – Giunti Demetra della Basilicata O di Antonio Romano di Alessia Nardozza asilicata e sviluppo s o c i o -
“B
e c o n o m i c o ” , erreciedizioni, è il saggio di Grazia Antonio Romano che ci aiuta ad esplorare le numerose potenzialità della nostra regione. Potenzialità altissime: come le bellezze del territorio, la vastità dei territori agricoli, le forti tradizioni artigianali, le risorse petrolifere, ecc. Tutto ciò si scontra purtroppo con un muro di inefficienze economico-sociali, con carenze di piani per la tutela dell’ambiente, di miglioramenti nella viabilità, nelle carenti reti di servizi, e, infine, nell’Università. Tra le molte iniziative,
ci sarebbero anche da promuovere quelle sportive, teatrali e culturali: esse gioverebbero allo sviluppo
culturale dei giovani, e porterebbe anche ad una forte aggregazione sociale. Lo scrittore pone poi l’attenzione su un’altra iniziativa: un fondo per lo sviluppo e l’occupazione. Ci vuole un forte incentivo per lo sviluppo, così da diminuire la disoccupazione, soprattutto giovanile, che non è solo deleteria per l’intera economia, ma favorisce anche l’emigrazione, con conseguente spopolamento e impoverimento dell’intera regione. Lo scrittore e avvocato Romano ci propone, con un lessico semplice ed efficace, molti punti di riflessione per tutta la popolazione lucana.
sho è un maestro di consapevolezza. Lo scrittore americano Tim Robbinson lo ha descritto come “l’uomo più pericoloso dai tempi di Gesù Cristo”. Sul suo lavoro Osho ha detto che sta creando le condizioni per l’avvento di un nuovo tipo di essere umano. “L’uomo è un arcobaleno, racchiude in sé tutti e sette i colori. L’uomo è un ponte tra l’animale e il divino. L’uomo è un arcobaleno. L’arcobaleno ha sette colori, l’uomo ha sette centri nel proprio essere. L’uomo deve passare attraverso tutti questi sette chakra, sette passi attraverso il divino”. I primi tre chakra muladhara, svadhisthana e manipura sono chakra animali. I primi tre chakra hanno a che fare con il cibo, i soldi, il dominio, il sesso. “Il cibo è il più basso – una persona ossessionata dal cibo è nella più bassa categoria animale. Alcune persone vivono a questo livello inferiore. Il secondo tipo è il maniaco del potere, il politico: vuole dominare la gente. Il vero uomo vuole conquistare se stesso, non gli altri. Vuole conoscere se
stesso. Come terzo viene il sesso, e sostengo è meglio del cibo e della politica, perché ha una qualità un po’ più alta: la condivisione. Condivi la tua energia e diventi creativo. Nel mondo animale il sesso è il valore più alto. E la gente è bloccata da qualche parte, in uno di questi tre chakra”. Il quarto chakra è l’anahata: il chakra del cuore, il chakra dell’amore. L’amore è il ponte tra l’animale e il divino. Il quinto il vishuddha, il sesto è l’ajna e il settimo il sahasrara. “Con il quinto l’amore diventa sempre più meditativo, sempre più colmo di preghiera. Con il sesto l’amore non è più una relazione: è diventato uno stato dell’essere. Non è che ami qualcuno, niente affatto: ciò che accade ora è che tu sei amore. Adesso l’amore è il flusso naturale: così come respiri, ami; è uno stato libero da condizioni. E con il sttimo ecco il samadhi. Nel sahasrara sei arrivato a casa. Nella teologia cristiana puoi trovare la stessa allegoria, racchiusa nella storia di Dio che ha creato il mondo in sei giorni, e si è riposato il settimo. Quei sei giorni sono i sei chakra: i sei centri dell’essere. Il
borgo antico bed & breakfast piazzetta santa lucia 85100 potenza tel. 0971/1651754
settimo è riposo: sei arrivato a casa e ti riposi. Il più basso il muladhara – è il centro del non riposo, dell’irrequietezza, il più alto è il centro del riposo e tra questi due ci sono cinque divisioni. Puoi chiamarle i sette colori; è così: l’uomo è un arcobaleno. Oppure puoi definirle le sette note musicali. Il primo lo chiamo non-mente: significa che la mente sta dormendo. Nella roccia Dio è addormentato. Voglio dire che la mente non si è ancora manifestata: sta aspettando come seme, la mente si sta apprestando a svegliarsi. Il secondo stato lo chiamo mente inconscia. Negli alberi la mente è presente - non come nella roccia – negli alberi Dio è un po’ diverso dalla roccia: non è conscio, ma inconscio. Il terzo stato è la mente subconscia. La mente subconscia si trova negli uccelli e negli animali. E’come sognare. Diciamo che le rocce sono in coma, gli alberi sono addormentati, gli uccelli e gli animali stanno sognando. La quarta la chiamo mente conscia. Qui si trova l’uomo. L’uomo è l’unico animale responsabile. Infatti l’uomo è l’unico animale in questo mondo che può essere estatico, che può raggiungere la beatitudine cosciente, può conseguire l’Assoluto. Il quinto lo chiamo mente superconscia. Dalla mente conscia alla mente super conscia si trova tutto lo Yoga, la meditazione, la preghiera, la consapevolezza. Il settimo lo chiamo di nuovo nonmente, per completare il cerchio. Il primo è la non-mente di una roccia, e l’ultimo è la non mente di Dio. Adesso il mondo della ricerca, della sadhana, sono conclusi. Ora non hai nula da particare, Dio ha preso possesso del tuo cuore. Adesso sarà lui a operare, puoi avere fiducia e affidare a lui ogni cosa. Ci si rilassa totalmente: questo è il significato di let go – questo è abbandonarsi, lasciarsi andare, arrendersi”.
cell.333-5664775-347-9559416 Om Shanti Shanti Shanti yogateacher@tiscali.it
AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE” Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente? Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita. Per maggiori info contattare controsenso@email.it e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.