Basilicata
23 Giugno 2012
DISTRIBUZIONE GRATUITA ANNO III n. 86/23 Giugno 2012 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255
San Carlo: una dura giornata da “parente”
Storie di culi e di raccomandazioni
a pag. 3 Cari Contro-Lettori, è l’unico lucano a guadagnarci davvero o co col pe petrolio. o o. O almeno, e o, è l’unico nico lucano a guadagnarci davvero ro col petrolio, alla luce del sole. Ma nonn è colpa sua. A noi di Controsenso non è mai piaciuto to credere ai profeti, veri o presunti, nti, né tantomeno vedere gli Unti nti del Signore rotolare re nella polvere, re, n o n appenaa si rivelano rivelan no di questa ter terra. rra. Ricordate Ricord r atte il finale dell film “L’Uomo “ che chhe volle farsi Re”? Ill protagonista, protag a onista t , Sean C Connery, onnery, rritenuto ri teenuuto t una divinità divinittà dalla daall l a tr tribùù pakistana pakistan na in cui si è imbattuto im mbattutoo sulle montagne, montagne n , iniz inizia i iaa a sangu sanguinare, uin i are, i suoi sudditi sudddi d ti allora all llor o a si acc accorgono c orgonoo de ella sua “umanità” “umaani n tà” e inferociti lo della fanno a pezzi. Ebbene, non ci piace nemmeno no dire “noii l’avevamo l’avevam mo detto”, ma che h Rocco Papaleoo –a parte qualc l he sua qualche frase di circo c stannza- fosse solo un circostanzabrav vo attore atttore doveva essere chiar ro a bravo chiaro tutt ti fin dall’inizio. daall’iniziio. o tutti Il mondo do funziona funnzi z onna così, e nonn
lo scopriamo di certo adesso. La mitra papale (come nella nostra prima pagina di qualche tempo fa, che titolava “Papa p Leo”), ), le stellette da generale, o il cappellaccio da brigante, glielo hanno messo in testa giornali locali un po’
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a pag. 5 questione petrolio sia un attore di cinema. Non è un caso che proprio Rocco, in visita a Potenza, con onestà declinò il nostro invito a partecipare alla rubrica “Se io fossi Presidente della Regione”. E’ che noi Lucani la sindrome del suddito ce la p portiamo dentro, la sindrom della briciola che sindrome ta cade dal tavolo, della carezza del padrone, o peggio, del “ricordati abbiam mo voluto bene, be di noi che ti abbiamo saarai ffamoso”. a oso”. E poi am quando sarai riimaniam a o puntualmente punttua pu ualm l ente delusi, del rimaniamo sco opriamo che h il re carezze care quando scopriamo c ne ne fa, briciole br nonn ce nonn ce ne mag tira, di noi non si ricorda e, magari, pensa solo ai casi suoi. Insomm m a, nonn è colpa di Papa Leo L Insomma, se è l’unico “civile” a pappare sul petrollio, se è l’unico c lucano lucano che petrolio, monetizzato oro nero e derivati. deriv haa monetizzato Chiedete ai politici. Un na prece. Una
O E L PA
paragnosti ciaci c aroni politici ciaciaroni cac a ciia di basso bassso s sempre a caccia c ns co n ennso s . Gli stessi sttes e si che che magari mag a ari poi pooi consenso. i lo l sciacquone i su uno un come me tirano s ltanto uun n attore”. Grillo che è “so “soltanto stes e si politici pol o iticii a cuii adesso fa Gli stessi er un po’ il i “capro o comodo che per espiatorio” della e
Lavoro: la regione bocciata alla Maturità
Waltter D Walter Dee Stradis
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«Macchia Romana divorata da fuoco e cemento» Spett.le Redazione di Controsenso, scriviamo per segnalare l’ennesimo scempio ambientale nel quartiere di Macchia Romana; da alcuni giorni le ruspe dei soliti palazzinari stanno abbattendo decine di alberi di alto fusto, forse secolari, a valle del ristorante “Zi Mingo”, tra Via de Coubertin e Via Consolini. Tale abbattimento è stato preceduto, nei giorni scorsi, da “strani” principi di incendi insorti in più punti contemporaneamente, la cui propagazione è stata impedita dai ripetuti interventi dei Vigili del fuoco, prontamente chiamati dagli abitanti della zona, allarmati dal fumo. Le “solite malelingue” dicono che probabilmente il fuoco avrebbe agevolato l’eliminazione dei fastidiosi alberi facendo risparmiare tempo e denaro. Ma noi vogliamo credere invece nell’autocombustione perchè è noto che gli alberi soffrono di quel “mal di vivere” che li porta inevitabilmente
verso il suicidio. In ogni caso, sono entrate in azione le ruspe e in poche ore è sparito ciò che la natura aveva impiegato decenni per creare, con la perdita non solo
degli alberi ma anche dell’habitat naturale per numerosi uccelli che qui nidificavano. Interpellati, gli operai ci hanno risposto che hanno tutte le autorizzazioni in regola. Di ciò non abbiamo dubbi, infatti il punto non è questo. Il punto è: fino a quando in questa città si continuerà ad alimentare solo gli “appetiti” dei costruttori e non si provvederà a soddisfare le vere esigenze dei cittadini? Fino a quando si continuerà ad autorizzare costruzioni in punti “improbabili” come quello in questione (un vallone con un ruscello da incanalare)? (…) Il quartiere di Macchia
Romana è emblematico della disattenzione degli amministratori verso questo problema: ogni spazio libero è stato cementificato costruendo le case prima delle strade necessarie per raggiungerle. I nostri figli, ormai grandi, hanno vissuto in un eterno cantiere, senza un punto di aggregazione, senza una piazza. (…) E’ ora di cambiare tale mentalità in modo che anche gli amministratori nelle loro scelte incomincino a considerare lo spazio pubblico come un “valore aggiunto” per la città e non come un “fastidio”. In tal senso è significativo l’interesse che sta suscitando nella cittadinanza l’idea di creare un grande parco nell’area dell’ex Cipzoo, interesse che forse sta rompendo le uova nel paniere a qualcuno. Forse veramente qualcosa sta cambiando. Forse finalmente ciò che non è “nostro” non sarà più considerato di “nessuno” ma di “tutti”. Nicola Pergola