Lacorazza a consiglio solenne bicentenario Rionero Ci sono date che restano consegnate alla storia, che scandiscono il tempo, che racchiudono in sé il passato, il presente e il futuro e che, per questo, sono ricordate con la solennità che meritano. Così è per Rionero il 4 maggio 1811. Da allora sono trascorsi 200 anni si straordinaria storia, lungo i quali Rionero, da quel borgo che si apprestava a diventare città, è diventata veramente Città. È il messaggio del presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza che questa mattina è intervenuto al Consiglio comunale solenne per il Bicentenario della elevazione a Comune della Città di Rionero. Presenti, oltre al consigliere provinciale Giuseppe Telesca che ha portato il proprio saluto in qualità di consigliere comunale di Rionero, anche l’assessore provinciale alle Politiche sociali Paolo Pesacane e il consigliere Antonio Murano. Oggi come 200 anni fa, secondo il Presidente Lacorazza, i centri come Rionero sono il luogo dove si radica lo sviluppo economico e civile del nostro paese, il luogo di pensieri, valori, di lavoro, di operai, di intrapresa e di commercio. Oggi, come allora, i protagonisti della trasformazione del nostro paese, del suo ammodernamento, non sono solo le grandi città, ma anche
e soprattutto i piccoli centri. Della città di Rionero, a 200 anni dalla sua elevazione a comune, si può dire che appartiene a quel Sud che ha fatto l’Italia, a quel Sud “tradito e illuso”, che ha visto dopo l’Unità il fenomeno del brigantaggio. Nella sua storia, in cui l’operosità è stata il tratto distintivo, Rionero è stata spesso crocevia di eventi, intelletti, ingegni che hanno varcato i confini delle comunità: da Giustino Fortunato fino a Nino Calice, il cui pensiero ha irradiato l’Italia e l’Europa. È di Rionero, inoltre, il sentaore Raffaele Ciasca, primo deputato eletto nelle file del Movimento federalista europeo di Altiero Spinelli, nato dal Manifesto di Ventotene. Uomini che, nella loro responsabilità istituzionale, non solo hanno “sognato” il futuro, ma anche speso la propria azione, di politici, statisti, intellettuali, per trasformare in realtà le speranze della comunità locale e nazionale, da sempre aspirazioni al progresso, alla democrazia, alla libertà, alla giustizia e alla pace. Il Presidente, infine, ha ricordato la Medaglia d’Argento al valor civile della quale è stata insignita la Città di Rionero per l’eccidio nazista del 24 settembre 1943: fu un grande esempio di passione civile, di anelito alla libertà e fu il sacrificio di quanti aspiravano ad una società libera e democratica, ispirata a principi di giustizia
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e solidarietà. Valori si è voluto, ancor di più, dare il giusto e meritato risalto, nell’ambito del viaggio della memoria 2011 a cui la Provincia di Potenza ha partecipato, visitando i campi di concentramento di Birkenau e Auschwitz e rimarcando il contributo della nostra terra alla lotta per la liberazione dal nazifascismo”. Questo è l’anno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. La Provincia di Potenza, che compie anch’essa 150 anni di vita istituzionale e ha partecipato convintamene al programma di celebrazioni predisposto dalla Regione Basilicata, ha voluto tuttavia mettere in campo una propria rassegna di eventi, centrata sul protagonismo dei nostri 100 comuni e della loro storia risorgimentale. A questo proposito vanno ricordate le parole del Capo dello Stato che nel suo discorso alle Camere ha sottolineato come proprio nell’anniversario dell’Unificazione si stiano verificando le condizioni alle quali il federalismo potrà garantire maggiore autonomia alle Istituzioni locali, rafforzando le basi dell’Unità. Lacorazza ha dunque fatto gli auguri al comune di Rionero per i suoi 200 anni , alle comunità rioneresi, la cui storia è molto più lunga e agli amministratori perché questo bicentenario sia solo una tappa di un lungo percorso ancora da compiere.
Giugno 2011 - informazione sugli eventi culturali e sociali della nostra città
RIONERO, BICENTENARIO DELL’AUTONOMIA COMUNALE Numerose manifestazioni per ricordare l’importante evento (1811-2011)
Il 4 maggio scorso Rionero in Vulture ha celebrato il suo duecentesimo anno di Comune autonomo. Una data importante non solo perché ricorda un traguardo da tempo agognato e realizzato grazie a un decreto di Gioacchino Murat del 4 maggio 1811, ma anche per riflettere sulla sua storia più recente e guardare al futuro.
Agli inizi del 1700 Rionero, quale casale della Terra di Atrella, contava meno un migliaio di abitanti e non era riportato neanche nelle carte geografiche del Regno di Napoli.
Tuttavia per la presenza di alcuni ricchi possidenti e per la laboriosità dei suoi abitanti aveva ottenuto la facoltà di avere amministratori propri. Il primo sindaco di Rionero fu un tale Giovanni Tartarisco risalente 1653.
Però, come sostiene Giustino Fortunato (1848-1932) nel suo “Rionero medievale”, Vecchi, tipografo editore,
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Trani, 1899, “al sorgere del nuovo secolo, un fatto economico di molta importanza si determinò nella zona di territorio, che dal Vulture si tende al Tiera o all’Ofanto: il disboscamento e la coltivazione sia del feudo, per conto del feudatario di Atella e del vescovo di Melfi, sia di Pian Comune e di Serralto, per conto del cardinale commendatario di Monticchio”.
Questo fatto determinò un vero e proprio accorrere di immigrati provenienti dalle regioni viciniori. Sempre Fortunato scrive, “... parve si fossero dati d’ogni parte la pòsta braccianti, vetturali, artieri, fondacai, negozianti, fittavoli”. Sicché gli abitanti del casale di Rionero dagli oltre 500 all’inizio del secolo passarono ai 3 mila del 1735 per arrivare a circa 9 mila nel 1752.