Maggio 2011 - informazione sugli eventi culturali e sociali della nostra città
DONNE E LAVORO: IERI E OGGI
Archivio Michele Traficante
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E’ stato presentato al Centro Sociale “P. Sacco” il documentario: Donne e Lavoro: Ieri e Oggi. All’incontro organizzato dalla FIDAPA hanno partecipato la Dott.ssa Filomena Petrilli, Presidente FIDAPA Sezione di Rionero; Maria Sperduto, Imprenditrice; Dott.ssa Rachele Verrastro, Esperta in Imprenditoria Femminile. Al convegno sull’imprenditoria femminile, artigianato e antichi mestieri da rivalutare, è seguito il documentario, voluto e realizzato dalla Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari in collaborazione con l’Associazione Vibrazioni Lucane.
Fino a cinquant’anni fa l’economia del nostro Paese si basava prevalentemente sull’agricoltura. La coltivazione della vite, dell’ulivo e del grano impegnava la maggioranza della popolazione rionerese. Una minoranza, però significativa, si dedicava
all’artigianato che produceva gli oggetti di uso comune e gli attrezzi da lavoro. Solo un’esigua
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parte della popolazione si dedicava al commercio. Le donne costituivano una massa amorfa senza alcun ruolo da protagonista e sempre subalterna alla figura maschile. Eppure le donne affiancavano gli uomini in tutte le fasi della produzione del vino, dell’olio, del grano, degli ortaggi. Queste risorse le gestiva poi, personalmente nel menage familiare per tutto l’anno. Nell’artigianato si distinguevano alcuni mestieri prettamente femminili. Il più diffuso era quello della sarta che cuciva e confezionava abiti per tutte le età, donne popolane e non. Nelle abitazioni delle sarte si creavano delle vere e proprie scuole di cucito con la “mastra” al centro e intorno un nugolo di apprendiste soprannominate
“discepole” che imparavano il mestiere, per le esigenze della propria famiglia, in seguito le più brave sarebbero diventate, a loro volta, “mastre” con nuove scuole di cucito. In questi ateliers ante litteram si confezionavano cappotti, vestiti, tailleur, che nulla avevano da invidiare alle sartorie di alta moda. Accanto a quello delle sarte, per importanza, c’era il mestiere di ricamatrice che costituiva un’arte vera e propria per la creatività e la bellezza dei prodotti.
Chine sui telai, usando ago e filo, a mano libera
con tanta fantasia e maestria intagliavano stoffe, disegnavano figure, ornamenti, scene di vita, putti e puttini con vette di eccellenza artistiche, impensabile per noi moderni. I tessuti lavorati con il punto croce, il punto erba, il punto piatto diventavano delle vere tele di quadri dipinti. L’arte delle ricamatrici era ricercata nella preparazione del corredo che era la dote indispensabile per il matrimonio di una ragazza.
Famiglie abbienti e meno abbienti dovevano provvedere al corredo delle proprie figli fin da piccole. “Figliol’ ‘ndo la fasc’, pann ‘ndo la casc’ “. Queste abili artigiane ricamavano lenzuola, federe, pieghe, tovagliati, impreziositi da pizzi, merletti e chiacchierino. Il numero dei capi portati in dote indicava lo status sociale delle ragazze da
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LA SCUOLA PRIMARIA E I 150 ANNI DI UNITA’ D’ITALIA
marito, tanto da essere messi in mostra a suocere, parenti e amici il giorno dell’esposizione dei panni. Un altro mestiere caratteristico di quel periodo era quello delle impagliatrici. Materiali naturali come la paglia, le foglie delle canne, i giunchi, i vimini, le cannucce erano lavorati da uomini e donne che creavano sedie, ceste, panieri, canestri. Ad impagliare le sedute delle sedie erano adibite le donne prevalentemente. Si utilizzavano le foglie dei canneti presenti nelle nostre campagne, bagnate nell’acqua per renderle morbide e malleabili. Erano intrecciate secondo uno schema preciso. Il difetto era che l’impagliatura non durava a lungo perché le foglie seccavano e la sedia si spogliava per cui bisognava di nuovo impagliarle. E questo favoriva nuove commesse per le impagliatrici. La modernità e lo sviluppo
Quando si muove la scuola, il successo è assicurato. Ogni iniziativa o manifestazione pubblica che vede coinvolta la scuola, si riesce a mobilitare (fra alunni, docenti e genitori) migliaia di persone. E’ avvenuto nei giorni scorsi in occasione della sfilata storica per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Si tratta di una riuscitissima manifestazione che ha fatto rivivere agli alunni, e non solo a loro, l’atmosfera esaltante dei momenti più significativi del processo dell’unificazione nazionale. L’altamente meritevole iniziativa, di notevole spessore educativo e culturale, promossa ed organizzata dalla Direzione Didattica Statale di Rionero con il patrocinio del Comune di Rionero in Vulture, ha visto impegnato per qualche mesi le classi 4^ Sez. A-B-C-D-EG-H e le classi 5^ Sez. A-BC-D-G-E-H coinvolgendo direttamente i genitori degli alunni che si sono volentieri prestati a rappresentare i vari personaggi storici
indossando i vari costumi d’epoca. Un lavoro curato nei minimi particolari che va a merito dei docenti i quali con passione e grande professionalità hanno fatto sì che un periodo significativo della storia d’Italia fosse vissuto ed interiorizzato dagli alunni in modo più efficace che tante lezioni dalla cattedra. Un corteo lunghissimo, aperto col gonfalone del Comune di Rionero ed alcuni amministratori comunali, ha attraversato le vie principali della città fra un’ala entusiastica di pubblico che ha ammirato e lungamente applaudito i vari personaggi “storici” in perfetti costumi d’epoca, realizzati finanche nei minimi dettagli. Hanno sfilato, in ordine, la bandiera della Scuola con uno striscione di presentazione, la bandiera dei vari Stati della Penisola primi dell’Unità d’Italia e la bandiera sabauda. Poi sono seguiti i vari protagonisti delle Società segrete come la “Carboneria” e “le Giardiniere”, Silvio Pellico e Pietro Marongelli in catene fra i gendarmi e ancora Silvio Pellico ecc. Particolarmente interessanti i personaggi di Giuseppe Mazzini e i mazziniani seguiti da una schiera di appartenenti alla “Giovane Italia” ( tutti alunni in abiti d’epoca, rigorosamente neri e con cappelli a cilindro ). Seguivano Giuseppe e Anita Garibaldi con un bel gruppo di piccoli garibaldini in
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camicia rossa (e anche alcuni adulti con cavalli), Camillo Benso conte di Cavour con la contessa di Castiglione e Vittorio Emanuele II con gendarmi e la regina Maria Adelaide d’Asburgo. Non potevano mancare i briganti e le brigantesse post-unitari, rappresentati da una cinquantina di componenti la locale Associazione culturale “I Briganti di Crocco”, con in testa il generalissimo capobribante rionerese Carmine Crocco detto (soprannominato) Donatello. Seguivano ancora le 20 Regioni della Penisola, rappresentate da persone in costumi tradizionali, unite in un unico Stato: l’Italia ecc. Un tripudio di bandiere, di coccarde e palloncini tricolori, con significativi striscioni e cartellini esplicativi, accompagnati da canti patriottici, hanno reso “coreograficanente” più avvincente e festosa l’intera sfilata storica. Chiudeva il corteo un gran numero di alunni incolonnati con berrettini e mantellette verdi, bianchi e rossi, tali da formare una lunga bandiera tricolore. (Michele Traficante) La sfilata la puoi vedere su www.youtube.com/rioneroinvulturetv
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La Croce rossa fa il “pieno”per i 150 anni d’Unità
Puntuale anche quest' anno 'appuntamento con il “Plenilunio di primavera” che ha fatto registrare grandi presenze. L'evento organizzato dalle Infermiere volontarie di Croce rossa del comitato locale di Rionero in Vulture, per questa edizione si è tinto del tricolore festeggiando proprio il 17 marzo la festa della Repubblica.
"Dal 1861 al 2011 150 anni di storia e vita insieme", questo il tema discusso nella serata di ieri presso il Centro Sociale Sacco di Rionero, una giornata dedicata alla storia nazionale
profondamente intrecciata alle vicende che portarono all'affermazione del concetto di Croce Rossa. Sotto gli occhi commossi dei reduci e combattenti della sezione di Rionero. Forti emozioni iniziali con l'inno nazionale e l'inno della Croce Rossa seguiti dalle corali "Vox Matris", "San Marco Evangelista" e “San Giustino De Jacobis”, accompagnate per l'occasione dal vivo dal complesso bandistico “Giuseppe Verdi”.
La musica è poi proseguita con l'inno delle Infermiere Volontarie di Croce rossa cantato proprio dalle allieve del corso del corpo di Rionero in Vulture preparate per l'occasione dal maestro Giuseppe Scibelli. Dopo la “poesia” si è passati alla “prosa” con tavola rotondaa cui hanno preso parte il commissario regionale di Croce Rossa di Basilicata e consigliere giuridico militare, AnnaMaria Scalise, il
commissario provinciale Cri di Potenza, Barbara Coviello, il capitano Napro nucleo di Bari e cultore di storia Cri, Nicola Lo Bosco, il docente dell'Università degli Studi di Basilicata, presidente della deputazione di Storia Patria, Antonio Lerra, il sindaco di Rionero in Vulture, Antonio Placido che ha voluto festeggiare con questa manifestazione il centocinquantesimo nella cittadina del Vulture, l'ispettrice del comitato locale di Rionero, Erminia Casolino, e il commissario del comitato locale, Mauro Di Lonardo. Al termine della manifestazione non potevamancare ilNabucco eseguito dal complesso bandistico “O rsomando”. Infine un momento dolce (torta tricolore e crepes) grazie all'Istituto di Stato Alberghiero di Melfi. Lucia Nardiello (Il Quotidiano della Basilicata)
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industriale hanno fatto estinguere questa attività. Invece si è evoluta egregiamente nei paesi asiatici dove gli artigiani usando i loro materiali naturali come foglie di banano, vimini e altro, creano eleganti poltrone, accessori che arredano le nostre case e i nostri giardini.
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L’intera manifestazione puoi vedere su
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Lucchio, Virginia Savella, ditta Mortella. Testi e Scenografie Luisa Di Lucchio. Organizzazione: Sacco Arcangela, Scolastica Venafro. Foto di Domenico Notarangelo.
Al documentario hanno partecipato: Angela Federici, Elisa, Giulia Ficarazzi, Michelina Moretti, Maria Salvatore, Lisetta Cardone, Lina di Lo nardo, Erminia Di Battista, Gelsomina Di
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La Depressione post partum. Aspetti femminili e maschili
Diventare madri non significa solo essere felici per l'arrivo di un bambino, implica un profondo cambiamento interiore la cui tensione psicologica viene considerata uno dei fattori predisponenti la depressione post partum. Una volta le donne (molto più giovani delle neomamme di oggi) affrontavano frequentemente il primo parto ignare di quali sofferenze fisiche avrebbero affrontato. Oggi questo genere di ignoranza non esiste più ma è ancora possibile non rendersi esattamente conto degli sforzi fisici del travaglio. Se il parto, invece di essere l'esperienza sublime delle nostre aspettative, si trasforma in una faccenda lunga e rischiosa è facile scivolare nella sensazione di avere "fallito" il proprio compito biologico per eccellenza. La malinconia del post partum riguarda più della metà delle donne che hanno avuto un bambino e viene considerato un disturbo normale del quale non bisogna preoccuparsi. E’ detta anche "malinconia dei quattro giorni" in quanto solitamente insorge quattro giorni dopo il parto. La malinconia è inconfondibile: si tratta di una sensazione di profonda tristezza che è legata ai cambiamenti ormonali conseguenti all'arrivo della montata lattea. Può avere una durata che va da un minimo di due ore a qualche giorno e solitamente scompare entro la seconda settimana dal parto. Una malinconia che invece persiste oltre le due settimane dopo il parto può essere uno dei primi segnali di una depressione post partum. Il disturbo può svilupparsi lentamente, iniziando con la malinconia
successiva al parto (baby blues o maternity blues) o presentarsi qualche settimana o mese dopo la nascita del bimbo. Tra i sintomi più facilmente riconoscibili troviamo: stanchezza, disturbi del sonno, irritabilità, tensione e panico, sensazione di impotenza, pensieri ossessivi o confusi, senso di isolamento, tristezza e morbosità, sensi di colpa, ansia, paura e fobie, disordini alimentari e perdita del desiderio sessuale. Tutti i neonati hanno bisogno di un elevato livello di cura e di attenzioni che assorbe gran parte dell'energia della neomamma; la gravidanza, il parto e la cura del bambino, infatti, comportano un forte sconvolgimento fisico ed emozionale. A volte la depressione post partum può essere terribilmente seria: si tratta della psicosi puerperale nella quale la donna può arrivare a perdere il contatto con la realtà e divenire un pericolo per se stessa e per il proprio bambino (di qui i casi di suicidio ed infanticidio). Uno dei motivi per cui può comparire la depressione può essere il divario tra il figlio reale che avete in braccio e quello immaginario a cui avete pensato per tutti i nove mesi della gravidanza. Di conseguenza, uno dei falsi miti della nostra società è quello dell'amore a prima vista per il proprio bambino, legame che si struttura solo nel tempo. Generalmente la sindrome depressiva viene attribuita ad una combinazione di cause fisiche (conseguenze del parto, riposo notturno non sufficiente), di fattori ambientali (isolamento sociale, tensione psicologica relativa al nuovo status), di squilibri ormonali. La maggior parte delle ricerche, infatti, dimostrano che la depressione può essere evitata se ci si riposa il più possibile nei primi mesi di vita del neonato e se si è supportati dall’aiuto del partner o di familiari. Si parla sempre della sofferenza della donna nella depressione post
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partum ma anche gli uomini possono soffrire della depressione della propria compagna o risentire del ruolo di padre appena acquisito. Vivere con una donna che è cambiata improvvisamente e dover affrontare il divario tra le fantasie sul ruolo di genitori e la realtà dei fatti, può essere anche più difficile per un uomo: l'aiuto sociale è inferiore a quello offerto alla donna ed inoltre, il genere maschile, è meno abituato a manifestare e condividere le proprie emozioni. L'arrivo di un figlio modifica anche il rapporto di coppia e la tensione scatenata dal prendersi cura del neonato evidenzia e riporta a galla i nodi deboli preesistenti tra i partner. Poter parlare del proprio malessere può essere difficile e doloroso ma la mancanza di comunicazione in una coppia, tipica dopo la nascita di un figlio, può portare a conseguenze ancor più gravi. In tal senso, il maggior tempo trascorso a lavoro diventa per molti uomini il modo per mantenere intatta la propria identità, scatenando nella compagna reazioni di rabbia e vissuti di abbandono. Infine la mancanza di desiderio sessuale può colpire anche il sesso maschile in particolar modo quegli uomini che hanno assistito al parto. Allora cosa fare per alleviare il disagio provato in questa nuova fase di vita? L'aiuto di parenti e amici è senz'altro prezioso ed auspicabile ma molte volte è importante ricorrere anche ad un aiuto esterno, come a quello di uno Psicoterapeuta, soprattutto nei casi più gravi e difficili. Disordini di tipo psicologico necessitano, infatti, di un aiuto più specializzato dell'amore e del sostegno dei propri cari.
Dott.ssa Grazia Carlone Psicologa Consulente Sessuologa Psicoterapeuta di coppia e familiare Per info e appuntamenti: 347/4480677
Progetto DYS Diamoci Una Mano
La scuola continua a fare la sua parte fino in fondo per cercare di dare adeguata soluzione ai problemi sociali più emergenti nella società di oggi. In questo contesto la città di Rionero ha dedicato un'intera giornata al problema sempre più diffuso e spesso non rilevato della dislessia che implica nei più piccoli un difficile e ritardato apprendimento, soprattutto agli aspetti percettivi legati in ogni caso-all'imparare a leggere, a scrivere ed a far di conto. Un tema di grande attualità che l'associazione "Yin-sieme" ha affrontato in modo concreto a Rionero con la collaborazione delle scuole cittadine della fascia dell'obbligo. Si è trattato di uno dei tanti interventi che la stessa associazione promuove con lodevole impegno per realizzare un'opera di
sensibilizzazione rispetto ai disturbi specifici dell'apprendimento.Il suo presidente, Antonella Amodio, è stata impegnata con un confrontodibattito con i bambini della scuola primaria innanzitutto e poi, nella seconda parte della giornata, con gli studenti della scuola secondaria di primo grado. Poi, nel tardo pomeriggio, nel corso di una conferenza pubblica ha incontrato non solo il mondo della scuola (docenti e genitori degli alunni), ma anche reso possibile sviluppo di un ampio dibattito a più voci coordinada Alba Capobianco, medico
oncologo e rappresentante dei Lions Club InterGiannational di Melfi rivelatosi in grado di fare un concreto punto sulla situazione. L'evento organizzato con il patrocinio del Comune di Rionero nell'aditorium del Centro Sociale Pasquale Sacco, alla presenza di un folto uditorio, ha fatto registrare la presenza di varie istituzione pubbliche.
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Da quella comunale (presente il sindaco Placido) a quelle scolastiche (ci sono stati anche gli interventi dei dirigenti scolastici Antonio Gerardo Pinto e Sofia Galella) e a quelle del volontariato civile e sociale. La giornata si è conclusa con gli interventi del consigliere regionale Marcello Pittella che di recente è stato promotore di una legge regionale proprio per l'organizzazione di interventi mirati al superamento dei problemi sociali legati alla dislessìa, e dell'assessore lucano alla Salute, Attilio Martorano. Entrambihanno garantito che i problemi sollevati a Rionero saranno sempre tenuti nella giusta considerazione nel generale contesto della sanità lucana. (Clemente Carlucci – La Nuova del Sud)
La manifestazione la puoi vedere su www.youtube.com/rioneroinvulturetv
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