Info Rionero, aprile 2013

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meriterebbe di risuonare nei nostri giorni così grigi e annoiati, nei quali domina la tetrade da lui evocata: Mangiare,far quattrini, divertirsi, comandare.”

Celebrare la Pasqua. Lo svegliatore notturno

Una settimana di Passione, poi la Resurrezione, la Pasqua. Per i credenti, e non soltanto. Molte sono le riflessioni che conducono verso questa Festiività sacra e profonda. Scriveva Dino Buzzati: “Laggiù all'orizzonte sulle acque amare, deserte, naviga certe sere Dio con una sua barchetta, invisibile passerà accanto a te che nuoti disperato e ti toccherà con la sua mano”.

Per i credenti, tuttavia, potrebbe sembrare fin troppo “facile” celebrare la Pasqua, andando in chiesa e scambiarsi i consueti “auguri”, per poi rientrare nel proprio mondo, ai lavori usati. Alle mestizie e ai conti quotidiani, e con la coscienza a posto. I non credenti, quelli che salutano il giorno con il pragmatismo senza orpelli, anche loro combattono lotte parallele e comunque non meno difficili anche sul piano umano, senza avere un proprio Dio a riferimento. Per coloro che la vivono con intensità e fede,

malgrado tutto, la Pasqua è rinascita, è Resurrezione. Sovviene una riflessione di un grande scrittore del Novecento, Giovanni Papini (1881-1956), di recente riproposto da un editoriale del cardinale Gianfranco Ravasi, che ci ricorda, con slancio di modernità e lungimiranza, la condizione umana, la contemporaneità abbruttita troppo spesso di banalità.

Lo intitolava “Lo svegliatore notturno”, sarà proprio lui che risorge nella notte di Pasqua. Scriveva Papini: “In un mondo dove tutti pensano soltanto a mangiare e a far quattrini, a divertirsi e a comandare, è necessario che vi sia ogni tanto uno che rinfreschi la visione delle cose, che faccia sentire lo straordinario nelle cose ordinarie, il mistero nella banalità, la bellezza nella spazzatura. È necessario uno svegliatore notturno che smantelli per dar posto alla luce.” Coscommenta il cardinale Ravasi, intellettuale oltre ogni misura: “Il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges un giorno confessò il suo amore per Giovanni Papini «immeritatamente dimenticato». Effettivamente, superando la scorza della sua enfasi veemente e del suo sdegno permanente, la voce di questo autore fiorentino

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Marzo 2013 Giorni grigi ed annoiati – ci ricorda l’alto prelato - giorni di confusione, ovvero di “normalità eterna” (da una canzone di Fossati), di freddezza malgrado giunga la primavera che pure stenta a rinascerci dentro. Eppure i segnali sono tanti per obbligarci a restare svegli anche di notte: le paure di un mondo che brucia e che “trema”; ma la luce accecante di una resurrezione, valga sempre ad illuminare il cammino. Da credente è forse più “facile”, ma sarebbe facile anche per chi guarda al firmamento e gli sovviene quell’ansia di speranza suggeritagli da Dostoevskji nelle Notti bianche. E’ tuttavia tempo di guardare al crocefisso, lo stesso che non pone nessuna discriminazione. Tace. E’ l’insegna della rivoluzione. Rimuoverlo dalle coscienze lascia sulla parete “la propria sindone di orli grigiastri”. Armando Lostaglio

foto di Claudio Fortunato

VIA CRUCIS. I RITI DELLA SETTIMANA SANTA DI PASQUA NEL VULTURE Una tradizione consolidata che non svanisce e che puntualmente ritorna alla ribalta con rinnovato vigore e classico stile. In prossimità delle festività di Pasqua, si ripresentano con cadenza annuale e con la prevedibile relativa attesa (a dire il vero sempre meno rispetto alle annate precedenti) i suggestivi riti legati alla settimana santa nella zona del Vulture, con le sacre rappresentazioni della cosiddetta Via Crucis, prevalentemente ponendo l’accento su quelle più rinomate e rappresentative di Maschito, Filiano, Barile e Rionero (oltre a queste, per opportuna conoscenza e menzione meritoria, ve ne sono altre interessanti in diversi centri lucani e non solo). Riflettori puntati ovviamente sullo stesso motivo conduttore, con descrizione incentrata e messa in opera con numerosi figuranti delle ultime ore di Gesù fino al pietoso atto della drammatica crocifissione, le citate iniziative sono frutto di


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