La Settimana di Beppe Grillo

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Volume 7, numero 50

Sommario

16.12.2012

Informazione

Editoriale (del 9 e 16 dicembre 2012)

Noi siamo noi e voi non siete un cazzo! Politica 09.12.2012

Passaparola - Il bene e il male - Enrico Ghezzi

Minipost Una Bologna peggiore è possibile I candidati portavoce M5S per le regionali nel Lazio Dopo le Parlamentarie, le Regionalie in Lombardia Ritiro del logo del M5S Metti una firma a 5 Stelle! M5S Sicilia: il Vice-Presidente 5 Stelle senza privilegi! Diretta Streaming: I candidati Portavoce del M5S Lazio Diretta Streaming: #FirmaDay

MoVimento Obbiettivo: Elezioni 2013 Il M5S NON DEVE partecipare alle elezioni! L'onda rosa del M5S alle regionali della Lombardia

Muro del pianto Cancellieri e le firme dimezzate

Il Maya day di MontiIl 21 dicembre 2012 non ha deluso del tutto. Ci si aspettava una catastrofe. Un meteorite. Un gigantesco tsumami. Niente di ciò, ma un cambiamento è avvenuto. Il segnale atteso è arrivato. Nel Maya day, Rigor Montis si è finalmente dimesso. E’ l’inizio di un nuovo corso. Fatemi sognare. Un mondo nuovo ci aspetta. Libero da banchieri, speculatori, finanzieri, lobbisti che hanno il controllo del Vecchio Mondo. La fine di un pianeta costruito sulla mercificazione dell’umanità e sull’illusione della crescita eterna, dominato dalle banche e dai media. L’addio di Rigor Montis è “Un piccolo passo per il mondo, ma un grande passo per gli italiani”. E’ un messaggio di speranza, di gioia, di sollievo, di allegrezza. Sotto la sua espressione di Grande Tecnico Del Nulla, come abbiamo constatato per troppi mesi, c’era solo la distruzione economica del Paese. Addio spread, addio Monti discendente nelle acque. Il 2013 è alle porte, l’addio di Rigor Montis annuncia la lieta novella di un cambiamento a 5 Stelle.

Ha fatto almeno questo Il problema dell'Italia siamo noi

Politica Noi siamo noi e voi non siete un cazzo! Elezioni truffa

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Con le dimissioni di Rigor Montis lo specchio oscuro del Paese è andato in mille pezzi e ogni italiano, nel frammento a lui più vicino, può vedere la dissoluzione dello Stato. Un salto nel buio. Non è ancora Caporetto, non ancora l'otto settembre badogliano, ma qualcosa di molto simile. Chi può va alle scialuppe. Monti, quando ne aveva la possibilità, non si è rivolto ai cittadini, all'opinione pubblica per liberarsi dalla tutela dei partiti. Ha dimostrato il coraggio di Don Abbondio. E ora ne paga le conseguenze. L'immagine del montismo che rimarrà nella memoria degli italiani sarà la foto pubblicata su Twitter con Casini, Bersani e Alfano seduti nelle poltrone di velluto di palazzo Chigi, sorridenti a sorseggiare il té con Monti allampanato e orgoglioso alle loro spalle. "Guardateci", sembravano dire "Noi siamo noi e voi non siete un cazzo". La partecipazione popolare alle decisioni fondamentali della Nazione è stata buttata nel cesso dai partiti prima e dai tecnici poi. La volontà degli italiani è diventata una variabile indipendente dalle logiche del Sistema. Disprezzata con la parola "populismo". Scrissi una lettera aperta a Monti il 24 novembre 2011, non ne ebbi neppure un commento: "Lei, da solo, o anche con una squadra di professori e di tecnici, può fare ben poco senza il sostegno dell'opinione pubblica. La luna di miele che sta attraversando, dovuta alla "liberazione di Berlusconi" più che alla sua figura, potrebbe rivelarsi molto breve. Il suo successo sarà determinato dalle sue azioni e dal consenso che queste avranno nel Paese reale, quello dei movimenti e delle associazioni, non certo quello dei partiti, ormai simulacro di democrazia. Mi permetto quindi, anche per le persone che mi seguono, di darle qualche suggerimento. Il primo è di rispettare la volontà popolare, che essa si esprima per l'abbandono del nucleare, per l'acqua pubblica o per evitare l'inutile


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