La Settimana, 2 Giugno 2013

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Volume 8, numero 22

Sommario

02.06.2013

Economia

Editoriale Ai lavoratori

Il discreto collasso dell’economia italiana Economia 26.05.2013

Il discreto collasso dell’economia italiana

Informazione Siamo soltanto all’inizio - Sergio Di Cori Modigliani Dario per Franca RAI: la voce del padrone

Minipost Giannini ridens Il nullomane Le balle quotidiane /14: Le menzogne di Luxuria I risparmi di Letta Il cielo sopra Taranto Democrazia liquefatta Giochi pericolosi L'esercito di Al Tappone

Perché lavorando ogni giorno tra le pareti della fabbrica e le macchine e i banchi e gli altri uomini per produrre qualcosa che vediamo correre nelle vie del mondo e ritornare a noi in salari che sono poi pane, vino e casa, partecipiamo ogni giorno alla vita pulsante della fabbrica, alle sue cose più piccole e alle sue cose più grandi, finiamo per amarla, per affezionarci e allora essa diventa veramente nostra, il lavoro diventa a poco a poco parte della nostra anima, diventa quindi una immensa forza spirituale. Adriano Olivetti

Gli sponsor dell'inciucio L'abolizione che non c'è #leggetruffa Non cambieranno mai #leggetruffa Abolizione del finanziamento pubblico for dummies

MoVimento Lettera di un parlamentare dal Palazzo Tutti i nomi dei donatori dello Tsunami tour Non abbiamo fretta I partiti bloccano il cambiamento

Muro del pianto I maestrini dalla penna rossa

Passaparola Passaparola - Uno, cento, mille colpi di Stato

Politica Il triangolo non è un problema Vi capisco La dittatura che verrà

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Il discreto collasso dell’economia italiana, di Roberto Orsi della London School of Economics and Political Science (LSE) "Mentre l’attenzione sulla crisi dell’euro è focalizzata principalmente su Grecia e Cipro, non è un mistero che l’Italia - con la Spagna sia la vera sfida per il futuro della moneta comunitaria. Nel silenzio della stampa internazionale, la condizione della macroeconomia italiana non mostra alcun segno di miglioramento: anzi, numerosi indici ritraggono un’economia nazionale in depressione piuttosto che in severa recessione. Non è esagerato affermare che l’economia italiana sta crollando. L’Italia è la terza economia dell’eurozona, dopo la Germania e la Francia, ed ha contratto il più grande debito pubblico (più di duemila miliardi di euro) che è andato crescendo ad un ritmo sorprendente, persino in tempi recentissimi ed in particolare in rapporto con il PIL (130%), visto che quest’ultimo sta rapidamente contraendosi. Come è possibile che un tale debito sia sostenibile? Infatti non lo è! Per il momento, grazie alla BCE (che ha acquistato 102,8 miliardi di euro di debito italiano tra il 2011 e il 2012) e specialmente al meccanismo LTRO, le finanze italiane hanno potuto essere tenute a galla. Le banche italiane hanno potuto assorbire 268 miliardi di euro di liquidità emessa dalla BCE grazie al programma LTRO, il cui meccanismo è il seguente: "Dato che la BCE non può prestare liquidità agli Stati, eccetto in caso di emergenza estrema e per ragioni di stabilizzazione dei mercati finanziari a breve termine, la presta alle banche che acquistano titoli di credito governativi". E’ interessante notare che LTRO funziona come strumento per permettere il ritiro in buon ordine degli investitori internazionali dall’Italia, specialmente francesi e tedeschi, la cui quota detenuta di debito italiano è passata dal 51% al 35%, facendo sembrare che fossero le banche italiane a ricomprare il debito nazionale. Questo è un segnale


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