Lavello

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L'Amministrazione Comunale di Lavello intende presentare la nostra Città ed il nostro territorio, meritevole di essere conosciuto ed apprezzato per le sue attività economiche, gastronomiche e culturali, anche attraverso questa scheda cartogrqftca che ha quindi l'obiettivo di far conoscere non solo la viabilità ma anche la storia, la cultura di un popolo e le sue tradizioni. Lavello, quale città di confine tra più Regioni, offre ai suoi visitatori, la ricchezza che gli deriva dall'intreccio delle varie influenze culturali che, nel corso del tempo, hanno contribuito a determinare ilpensiero, gli usi e costumi, ilproprio tessuto . . socto-economzco. Questa pubblicazione, realizzata grazie alla sensibilità di alcuni operatori locali ai quali va il mio grazie più sentito, è, spero, uno strumento utile a tracciare i caratteri distintivi di una città che vuole tornare ad essere protagonista e a riappropriarsi, insieme alla speranza, della sua identità. Il Sindaco Sabino Altobello 1



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Indice

D Saluti del Sindaco

111113 Cenni Storici Il Il Santuario di Gravetta

11111 I Monumenti ID Personaggi Illustri

il Le Masserie Il Le Manifestazioni fiJ La Gastronomia

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Numeri Utili

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Cenni Storici ncentro abitato daunia-romano dell'antica FORENTUM e l'agglomerato medioevale di LAVELLO sono situati su due colline che guardano verso la Puglia. I commerci antichi si svilupparono lungo l'asse viario del fiume Ofanto. I tratturi della transumanza collegavano Lavello al Tavoliere. Questi sono alcuni elementi che fanno di Lavello una terra di confme. Territorio ed abitanti in epoca moderna Nell'anno 1436 vi fu l'ultimo assedio medioevale di Lavello. Tale episodio ha lasciato un segno nei ruderi della "torre diruta et infocata" situata al margine orientale dell'abitato medioevale, alle spalle dell'antica chiesa di S.Giovanni. Negli stessi anni la trasformazione di molte terre dell'agro lavellese, in aree di pascolo per la transumanza degli ovini, fa registrare l'assetto agro-pastorale del territorio lavellese, durato fino all'ottocento. La popolazione, stremata dalle angherie fiscali spagnole e dalle prepotenze dei feudatari lavellesi, trova un momento di ribellione nel febbraio 1799 quando artigiani e contadini fondano per pochi mesi a Lavello la "municipalità repubblicana", sulla scia della Repubblica Partenopea. La presenza di grandi latifondi lavellesi gestiti dalla borghesia agraria borbonica fa da sfondo all'episodio dell'aprile 1861, allorchè Lavello fu occupato per due giorni dagli uomini di Croceo. La fame di terra dei lavellesi fu solo parzialmente alleviata dalla quotizzazione dei demani comunali nell'ottocento. Nel novecento il forte fenomeno migratorio verso l'America e verso il triangolo industriale dell'area settentrionale del Paese è stato il naturale sbocco degli ultimi

braccianti e contadini lavellesi, spinti nel dopoguerra alle occupazioni delle terre degli ultimi latifondi e poi delusi dalla colonizzazione agraria della Riforma. Testimonianze archeologiche nel territorio di Lavello (a cura della Soprintendenza archeologica di Basilicata). Il territorio nel quale si colloca Lavello è situato al vertice della via naturale che, seguendo il corso del Bradano, risale dal golfo ionico e si collega all'itinerario transappenninico delle valli dell'Ofanto e del Sele. La sua particolare posizione geografica ha favorito, da sempre, intensi rapporti culturali e di scambio tra le popolazioni locali e quelle stanziate in territori anche lontani. Durante il Neolitico (VI-inizio III millennio a. C.) è attestata una intensa frequentazione del territorio di Lavello. Le principali testimonianze archeologiche si riferiscono a villaggi, ubicati lungo la valle dell'Ofanto e dai quali provengono ceramiche decorate ad impressioni o dipinte a bande rosse, talvolta marginate di bruno. Due tombe rinvenute in contrada Casino sono riferibili alla cultura di Laterza, diffusa nell'Eneolitico fmale (III millennio a. C.) in Puglia e nel Materano. Si tratta di un'importante testimonianza relativa all'adozione, anche in quest'area, del rituale di seppellimento collettivo in grotticella artificiale. Nell'età del bronzo (fme III-II millennio a. C.) sono noti piccoli nuclei insediativi. Di particolare importanza è l'ipogeo funerario di contrada La Speranza, utilizzato per lungo tempo e i cui corredi presentano una particolare ricchezza, sottolineando, così, l'esistenza di gruppi con una struttura sociale articolata.

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Lavello

Cenni Storici D urante l'età del ferro (X-VIII a. C.), il territorio di Lavello è abitato da genti di cultura daunia. Un'area di abitato, in contrada Casino, ha restituito, tra l'altro, ceramica con decorazione geometrica "a tenda" di VIII a.C. Sempre allo stesso periodo si datano armi e ornamenti di bronzo, che attestano rapporti commerciali con i Balcani e con l'area tirrenica. In età arcaica (VII-VI a. C.), la presenza di "tombe principesche" indica un cambiamento della struttura sociale e con l'emergere di aristocrazie, che avviano relazioni significative con le colonie greche della costa ionica e i centri etruschi della

Campania. I corredi sono connotati da ceramiche daunie a decorazione geometrica, prodotte nei vicini centri di Canosa e di Ordona. Nella fase di V-IV a. C. il centro di Lavello, l'antica Forentum, esercita un ruolo di controllo sull'intero territorio melfese. Le necropoli documentano una società strutturata con la presenza di gruppi gentilizi, che entrano in contatto con le comunità sannitiche dell'Appennino centrale. Con la conquista romana, Forentum fu interessata dalla seconda guerra sannitica e nel I e II secolo d. C. svolse probabilmente il ruolo di municipio.

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Il Santuario di Gravetta Lo scavo eseguito nel 1988 e nel 1990 ha rimesso in luce buona parte di un luogo di culto di età repubblicana, sorto su un impianto più antico, di cui rimangono solo alcune fondazioni murarie in ciottoli. Il centro del complesso databile ai primi del III sec. a. C. è rappresentato da un piccolo edificio costruito in tufo ed orientato in senso nord-est sud- ovest. Il lato lungo verso monte è costituito da blocchi che facevano da base ad almeno tre colonne doriche, mentre quello opposto in cui si apriva una porta si compone di una illa di blocchi. I lati minori sono formati da tramezzi molto bassi, intonacati sulla faccia superiore, in uno è inserita l'imboccatura di una cisterna a campana, perfettamente intonacata. All'interno del sacello si apre una seconda, del tutta analoga, per una capacità complessiva di oltre 37.000 litri. Il pavimento è costruito da un mosaico monocromo bianco, a raso, si aprono su di esso i condotti di "troppo pieno" dell'una e dell'altra cisterna; elementi salienti sono un plinto modanato ed un parallelepipedo di tufo; probabilmente il basamento di una statua ed il blocco di appoggio della mensa di un altare. L' edificio va dunque ricostruito come un naiskos (tempietto) aperto su tre lati, con un fronte monumentale verso monte, alto almeno 3,5 metri, formato da un colonnato dorico. Esso poggiava su un basamento alto circa 60 cm. che impediva l'accesso, possibile invece attraverso la porta del lato opposto, dove il muro era senz' altro a tutta altezza. I lati corti erano invece costituiti da semplice gradino.

Alla stessa fase va ricondotto anche l'impianto originario di un ambiente attiguo, in cui si apre un profondo pozzo di captazione; al pari del naiskos, è infatti dotato di una pavimentazione a mosaico. Nell'ambito del sacello nel corso del III e II sec. a. C. si susseguono modificazioni che sembrano soprattutto mirare alla trasformazione della sala in una grande vasca. Contemporaneamente vengono costruiti altri vani, che testimoniano l'inserimento del complesso in un tessuto abitativo più ampio. Il santuario viene distrutto in modo sistematico verso la fine del II sec. a.C. L'area non sembra occupata da nuovi edifici, anche se una successiva frequentazione del I sec. d. C. è ben documentata da materiali ceramici. Scarsi sono al momento gli elementi per l'identificazione della divinità qui venerata, al momento l'unico dato certo appare infatti il valore fondamentale dell'acqua un aspetto che fa subito pensare alla nota dea italica Mefite.

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I Monumenti Chiesa di San Mauro

n Castello

L'ex Cattedrale di S.Mauro, risale all'XI secolo e sorge nei pressi del Castello. Nella Chiesa, che ha subìto profonde trasformazioni in epoca barocca spiccano cappelle gentilizie, sarcofagi istoriati ed immagini sacre.

Il Castello di Lavello è fondato in epoca Normanna dal signore del posto, Arnolino, feudatario di Guglielmo Braccio di Ferro. L'impianto originale ha pianta pressoché quadrata, con ingressi a settentrione (in seguito chiusa) e a occidente, che immette nel cortile centrale dove fa bella mostra un monumentale pozzo di pietra con abbeveratoio (su cui troneggia lo stemma dei Del Tufo, feudatari nel '500) e dove affacciano ampi ambienti destinati a magazzini, stalle, alloggi del corpo di guardia e depositi. Al primo piano con l'appartamento del feudatario vi sono il salone della corte, un giardino pensile e una loggia interna, nonché le residenze dei cortigiani e dei servi. La semplice struttura fu arricchita tra trecento e quattrocento - durante l'infeudamento ai Del Balzo-Orsini, di cui resta traccia nello stemma sul portale d'ingresso - da un loggiato dalle classiche forme durazzesche con archi (dapprima tre e poi cinque) e una torre mentre le ventidue finestre originali furono sostituite da balconi. Il castello è munito di due gallerie sotterranee: una per scopi militari, per condurre gli abitanti del castello fuori dall'abitato, l'altra collegata a una chiesa per garantire al feudatario un tranquillo esercizio dello jus primae noctis. Il castello subì significativi interventi in epoca sveva: negli Statuta Officiorum federiciani del1241-46 è menzionato come domus mentre nel 1279, quando il feudatario angioino Galerano de Ivry sospende i lavori per il trasferimento a Melfi del Magister delle riparazioni, tale Gualtiero da Melfi, è già definito castrum ed è danneggiato nell'incendio ordinato da Carlo II d'Angiò nel1298. n castello ricostruito nel1600 è attua.lmente sede del Municipio e ospita in alcune sale l'Antiquario, in cui si possono ammirare vasi di epoca greca.

Chiesa di Santa Maria del Principio La medioevale Chiesa di S.Maria del Principio, vicina al Cimitero, ospita affreschi di inestimabile valore sulle pareti interne e sotto la volta. La struttura architettonica si sviluppa lungo tre navate. La residenza estiva del Vescovo è ubicata in un edificio attiguo alla chiesa.

Chiesa di Sant'Antonio e convento dei Frati Minori Osservanti Il convento dei Frati Minori Osservanti sorge affianco alla chiesa di Sant'Antonio e risale al Cinquecento. Si apre su un cortile incantevole ed è ancora possibile ammirare le antiche celle.

La chiesa di Sant'Anna La Chiesa di Sant'Anna, attaccata all'ex convento dei Cappuccini, conserva tele sacre del XV e XVI secolo tra cui un dipinto su tela che raffigura l'Annunciazione, attribuito al pittore lucano Antonio Stabile.

Chiesa di Santa Maria della Foresta Gli affreschi quattrocenteschi staccati dalla distrutta Chiesa di S. Maria della Foresta sono stati trasportati nella sede sociale del Banco di Credito Cooperativo di Gaudiano di Lavello.

Chiesa di Santa Maria delle Rose Nella chiesa di Santa Maria delle Rose all'interno si possono ammirare affreschi del XV, XVI e XVII sec.; La chiesa di Santa Maria ad Martyres del XII secolo è stata restaurata nel 1738.

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I Monumenti I monumenti più caratteristici lavellesi sono rappresentati anche da chiese e conventi di pregio. Infatti la chiesa di Sant'Antonio con annesso convento, attivo già verso il1500, che un tempo ospitava frati francescani del sottordine degli Zoccolanti è un potenziale architettonico notevole al centro della cittadina. Pregevole un affresco da restaurare che raffigura un'ultima cena. Importante anche la chiesa di Sant'Anna del XVI secolo con relativo convento dei frati Cappuccini. Varie tele sono presenti in questa chiesa tra cui un'Annunciazione dei fratelli Stabile della fine del '500. La chiesa del Carmine nel centro storico fatta costruire dal fùantropo Domenico Manzi tra 1600 e 1700 era una struttura al servizio di un più grande Xenodoco e quindi anche adibito ad accogliere viandanti, diseredati, poveri, bisognosi ed ammalati. La chiesa della Madonna del Principio (prima dell'anno 1000), protettrice di Lavello, si trova annessa all'attuale cimitero a tre navate è dotata di notevoli elementi artistici e storici, tra cui alcuni affreschi importanti. I ruderi delle chiese della Madonna della Foresta e di Santa Maria ad Martyres in zona Bosco delle Rose rappresentano luoghi di sacralità e contemplazione particolari. Alcuni palazzi di prestigio di famiglie nobiliari ed edifici pubblici di età fascista, come la casa del contadino e le scuole di piazza Matteotti sono da ammirare.

Casa del Diavolo Su una collinetta a destra del corso del Torrente Olivento, a qualche chilometro del centro abitato, si possono vedere i resti di un antico stabilimento termale di epoca romana a cui fu dato il nome di "Casa del diavolo": i ruderi di quest'antica villa romana di epoca imperiale, con ambienti in rosso laterizio, costituiscono la più importante

struttura archeologica romana del territorio lavellese. Nel giugno del 1998 sono iniziati i lavori di scavo del complesso della villa. L'area archeologica visibile, non recintata, è attualmente in fondo di proprietà del Comune di Lavello. In contrada "Pozzo d'Alitta" sono stati rinvenuti resti di un sepolcro paleocristiano. Le Fontane li territorio di Lavello è contraddistinto da numerosi sorgenti che in molti casi sono convogliate in fontane. Molte di esse servivano sia alle esigenze umane che a quelle degli animali con gli annessi abbeveratoi. Tra le più famose c'è la fontana dell'orso collegata alla leggenda: chi beveva la sua acqua, specialmente le donne, si sposava a Lavello. E' dotata di un lavatoio imponente a cielo aperto dove vi si recava anche per lavare i panni, così come avveniva per la fontana nuova, tra le più imponenti ed architettonicamente importanti con struttura ad archi sormontati da timpano e asservita da un lavatoio coperto. La fontana nuova come tante altre certamente sono state costruite in epoche in cui i lavellesi sfruttano in maniera sistematica le loro acque per fini anche collegati all'agricoltura. E i pastori traducevano da queste strutture sollievo per sé e per i loro animali. Famosa è anche la fontana di Gravetta con i suoi due archi in pietra posta nella contrada omoruma. E poi lungo le principali strade di collegamento tra le campagne e Lavello esistono fontana Portarino, la fontanella, fontana di San Felice, fontana di San Barbato, fontana Caspitiello, fontana Tomea, fontana fabbricata, fontana della creta, fontana Annatoli e tante altre pure dimenticate.

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Lavello

Personaggi Illustri P ersonaggi illustri e famosi Lavellone ne ha avuti tanti, distintisi in vari campi. Tra gli uomini più coraggiosi e che si sono cimentati come combattenti e militari possiamo citare uno dei più rinomati capitani di ventura italiani, tale Angelo

Tartaglia vissuto tra la fine del1300 e gli inizi del1400. Figlio naturale del principe di Taranto Raimondo Del Balzo Orsini, è stato pure Signore di Lavello e conte di Toscanella, odierna Tuscania. Rainaldo da Lavello che partecipò ai Vespri Siciliani. Domenico Bard capitano della Guardia Nazionale contrastò il brigantaggio. I carabinieri Francesco Finiguerra (generale dei primi del '900) e Savino Cossidente (eroe durante la guerra d'Africa nel1940). Insigni pure sono stati uomini di chiesa e religiosi come i vescovi frate Ruggero da Lavello (XITI secolo), Giovanni De Manna (XV-XVI secoli), Giovanni Vincenzo Micaeli (XVIsecolo) e l'abate Francesco Villareale nel XV secolo, insigne latinista, poeta e maestro di eloquenza. Va ricordato il filantropo Domenico Manzi (XV-XVI secoli). I medici Gian Domenico De Ponso al seguito del re Federico d'Aragona e Giovanni Montano (XIXsecolo) che contribuì a debellare la malattia del favismo. E ancora famosi sono gli uomini di cultura: Balda (XIVsecolo), Mauro D'Aloja (XIXsecolo) e del '900 Giuseppe Solimene, Nicola Cilenti, Alberto lacoviello.

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Le Masserie La vocazione agricola e pastorale del

Gaudiano vera azienda modello e

territorio lavellese ha fatto sĂŹ che si

all'avanguardia in tutta l'Italia Meridionale,

costruissero masserie e poste a presidio per

tutte ubicate nella pianatra Lavello,

stabilire proprietĂ terriere e luoghi di

Gaudiano e l'Ofanto oltre a masserie legate

svernamento delle greggi oggetto anche

a toponimi come quelle dell'Alvano, della

della transumanza.

Marchesa, di Scanzano, di Cilenti, di

Indubbiamente illatifondismo agricolo è

Posticchia Sabelli.

sintomo della presenza di grandi proprietari

Sul versante interno della Basilicata invece

terrieri che a volte danno il nome alla

sono presenti le masserie di San Barbato,

masseria a cui fanno capo migliaia di ettari

del Finocchiaro, del Bosco delle Rosee di

di terreno.

lannuzzi.

Si pensi in merito alla masseria Ginistrelli,

Tra le poste la piĂš rinomata risulta

famosa anche per l'allevamento di cavalli

essere quella di Scioscia verso Gaudiano

che fra fine Ottocento ed inizi Novecento

anche se tante altre situazioni presso i

il senatore Edoardo Ginistrelli curava.

tratturi confermano presidi permanenti per

E poi masseria Aquilecchia, masseria

il ricovero di persone ed animali

Viggiani, masseria dei fratelli Fortunato

d'allevamento.

(Ernesto e l'onorevole Giustino) a

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Le Manifestazioni Tra le manifestazioni civili e religiose più significative lavellesi ricordiamo il Carnevale tipico con festini (luoghi di ritrovo e di ballo) e tal une processioni. Dal17 gennaio parte l'evento del Carnevale e Lavello vanta una sua esclusiva maschera: il Domino. TI 19 marzo si consumano i fuochi con falò per San Giuseppe. L'ultimo fine settimana di aprile i lavellesi in massa a piedi vanno in pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell'Incoronata vicino Foggia. Il 2 maggio si celebra la festività civile e religiosa del Santo patrono San Mauro. Tra maggio e luglio si svolgono gli avvenimenti legati alla festa dell'agricoltura e alla mietitura e trebbiatura. Il 13 giugno si festeggia Sant'Antonio. A seguire si effettua l'estate lavellese con varie iniziative per tutte le fasce anagrafiche e per tutti i gusti. L'8 settembre ricorre il festeggiamento della protettrice lavellese della Madonna

del Principio. Poi c'è la sagra della bruschetta. Ad ottobre si aderisce alla manifestazione Piovono libri. Il2 novembre c'è "dammii murt". A dicembre si espletano il Presepe vivente e l'usanza della pettolata.

Museo della civiltà contadina N el dicembre del 1994 la Cooperativa Sociale CI.DI.S. che gestisce i servizi socioeducativi per gli anziani, ha allestito la "Mostra della Civiltà Contadina", raccogliendo materiali di uso quotidiano, arredi della casa della società contadina ed attrezzi agricoli. L'obiettivo della Mostra della civiltà contadina nel nostro territorio è quello della conservazione della memoria storica e sociale, attraverso documenti materiali del lavoro contadino per trasmetterla alle nuove generazioni. La mostra è ubicata nell'atrio del Palazzo Ducale (sede del Comune di Lavello).

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La Gastronomia La cultura agricola e sincera di questo territorio offre prodotti tipici al servizio della gastronomia locale. La cerealicoltura offre infatti attraverso il grano soprattutto la possibilità di ottenere farina per realizzare pane e pasta fatta in casa. Le olive sono un altro prodotto semplice ed essenziale per essere consumato oppure essere trasformato in olio (condimento di dieta mediterranea). Il vino poi accompagna tante pietanze e banchetti poveri e riccamente conviviali. Vari tipi di ortaggi e frutta inoltre sono il corollario di tavole per colazioni, pranzi e cene. Ad esempio l'acquasale, costituita da pomodori, cetrioli, olio, aceto accompagnato da pane, è la pietanza per tutti i contadini che si recavano al lavoro per diverse ore della giornata. E poi ci sono tanti primi come strascinati (pasta fatta in casa) e rucola (verdura spontanea), orecchiette al sugo, tagliatelle ricce e baccalà con mollica, calzoncelli con la ricotta. Tra i secondi prevalgono agnello e patate

al forno, carne di maiale oppure pollo. Le verdure e broccoli, vena, sedano sono utilizzate spesso nelle pietanza lavellesi. I lampascioni, i pomodori, le melanzane, i peperoni o svariati formaggi e salumi sostanziano tanti piatti locali. Tradizionali sono il pane cotto o insalate varie come quella con i cipollotti. Grano cotto, sanguinaccio, quaresimali e crespelle sono dolci e dessert nostrani.

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